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TORINO, 25 SETTEMBRE ( - , 1864 )
StampaQuotidiana ,
Ed ora che importa di fare ? Importa di far conoscere all ' Italia il vero carattere dei moti di Torino . Importa si sappia che Torino ha parlato per l ' Italia , e non per sé , come vorrebbero far credere i nostri nemici . Importa che il nuovo ministero non abbia carattere piuttosto piemontese che siciliano , lombardo che napolitano , e via dicendo . Importa in una parola tener fermo più che mai ad un programma veramente , grandemente ITALIANO . Perché ci siam noi dichiarati ostili alla Convenzione ? Forse per la sola ed abbietta ragione ch ' essa ledeva gli interessi di Torino ? No certo perché se un tale egoismo avesse forza in questi paesi , invece di provocare continuamente per un decennio intero la terza riscossa , essi sarebbero chiusi ad ogn ' idea di guerra nazionale , per godersi una pace che la situazione dell ' Europa avrebbe guarentita . Torino dunque ha avversata la Convenzione colla Francia anzitutto perché la crede funestissima all ' Italia . E qui , poiché i nostri avversari si studiano di trarre in inganno le popolazioni circa le origini di questa discussione , ci si permetta per conto nostro un po ' di rivista retrospettiva . Il giorno in cui la Convenzione colla Francia fu conosciuta in seguito ad una indiscrezione più o meno volontaria della stampa officiosa , noi ignoravamo ancora la clausola segreta del trasferimento della capitale , né vi avremmo pensato neppur per sogno , sia perché avevamo prestata fede alla smentita risolutissima data dall ' Opinione , sia perché non viene in mente a nessuno che un fatto interno , come il trasferimento della sede del governo da luogo a luogo , possa fare oggetto di convenzioni internazionali , salvo il caso in cui uno dei due governi subisca la legge dell ' altro . Noi dunque scrivemmo il seguente articolo : « Torino , 17 settembre La conclusione d ' una convenzione od accordo colla Francia per l ' intiera cessazione dell ' occupazione francese in Roma sembra ormai un fatto compiuto e ( salvo il caso di articoli segreti ) essa sarebbe un avviamento allo scioglimento definitivo . « I francesi si ritirerebbero da Roma entro due anni , tempo stimato sufficentissimo perché il governo papale possa formarsi una forza militare sua propria . « Il governo italiano dal canto suo prenderebbe l ' impegno di non invadere né lasciare invadere il territorio pontificio , sicché i romani resterebbero soli giudici di conservare o licenziare il Papa e la guardia pretoriana di esso . « Oltre a ciò assumeremo a nostro carico una parte proporzionale del debito romano . « Come ben dice il Cittadino d ' Asti « non è questa ancora una soluzione , ma sarebbe tuttavia tale atto che metterebbe fine ad una incertezza Ia quale , mentre è cagione di gravi imbarazzi alla Francia , è permanente motivo di malessere all ' Italia . Eppertanto tutto il partito liberale temperato sarà senza dubbio disposto ad accettarlo come un pegno della più intima amicizia che sarebbe ristabilita tra il Regno d ' Italia ed il governo imperiale di Francia » . « Ma ci sono dei ma assai forti che meritano molte serie considerazioni . « Così per esempio non soccombiamo sotto il peso della quistione finanziaria , e se per prima condizione ci si accrescono i debiti , evidentemente i due anni d ' aspettativa saranno d ' altrettanto più duri per noi che non pel governo papale . « Aspettando gli utili cominceremo con averne il danno . « Si dirà forse che questo aumento di spesa sarà compensato da una condizione sottintesa , cioè dal disarmo ? « Ma allora per non aver Roma se non che in modo eventuale in avvenire noi rinuncieremo fin d ' ora e in modo esplicito a Venezia . « La questione è molto grave . « Sul bilancio della guerra si possono fare molte e importantissime economie , ma non tali da far contrappeso all ' aggravio che ci verrebbe dall ' assunto debito romano , se pur non volessimo intaccare l ' organizzazione stessa dell ' esercito anziché limitarci all ' invio di più classi in congedo . « Oltre a ciò è forte da temere che i partiti invece di quietare s ' inasprissero , tanto più se s ' aggiungessero altre condizioni ancora ignote . « In conclusione la combinazione immaginata tra il governo francese e l ' italiano , nei termini in cui finora è fatta conoscere , esprimerebbe le migliori intenzioni da ambe le parti ; ma siccome il governo italiano si addosserebbe nuovi pesi immediati senza essere sicuro che entro i due anni lo scioglimento di Roma arrivi a giorno fisso , così temiamo assai che contro il volere dei contraenti la convenzione invece di essere utile all ' Italia e dannosa al governo pontificio sia un ' arma a doppio taglio che possa facilissimamente ferire l ' Italia sola . « Infatti in due anni può aver luogo un mondo di avvenimenti tutti a nostro danno , e non un solo in favore , perché ad ogni modo noi saremo vincolati per tutto il biennio . « Il primo di questi avvenimenti già s ' intende , sarebbe il pagamento dei milioni del debito pontificio ; e questo sarebbe certo . « Il secondo una crisi qualunque in Francia che desse motivo più o meno fondato al governo di Parigi di prolungare l ' occupazione anche oltre quei due anni . « Il terzo una crisi qualunque in Italia , e questa pur troppo non pare improbabile se non iscongiuriamo la fatale iettatura che perseguita le nostre finanze . « Egli è evidente che al primo sorgere d ' un pericolo interno ci si direbbe dopo il biennio : « Non siete forti abbastanza per guarantire che il Papa non sarà attaccato , e perciò con grandissimo nostro dispiacere noi resteremo ancora a Roma » . Di guisa che la convenzione non avrebbe portato alcun altro risultato se non che i milioni del debito papalino invece d ' essere pagati dal Papa , lo sarebbero dal governo italiano , cioè dagli avversari politici del Papa . Saremmo insomma i minchioni della farsa . « La condizione dell ' Italia , peggiorata d ' assai , potrebbe divenir tale da rendere problematico , non che il conseguimento dell ' Unità completa con Roma e Venezia , anche la conservazione di ciò che esiste fin d ' ora . « Quindi è che concludiamo : « la combinazione di cui si parla può essere buona ma a patto che la nostra condizione finanziaria non ne resti aggravata sotto alcun aspetto , e che non sianvi condizioni che gettino la discordia fra gli italiani , come sarebbe quella di una rinuncia esplicita od implicita a Venezia . « In caso diverso meglio , assai meglio la libertà d ' azione finora goduta . Essa ha certo i suoi inconvenienti ma di gran lunga minori di quelli che scaturirebbero da un contratto il quale in fin dei conti non vincolerebbe che noi soli , che portando nuovi aggravi e fortissime cagioni di discordie tenderebbe ( senza volerlo ) assai più allo sfasciamento che al consolidamento di questa Italia » . Ecco in qual modo oppugnammo la Convenzione sin dal primo giorno , e la pacatezza di parole così disinteressate è la migliore risposta che possiam fare ai nostri nemici . La clausola segreta del trasferimento cominciò a trapelare in città nella giornata stessa del 17 . E non era per fermo tal condizione da farci mutar parere intorno al complesso della Convenzione ! Noi vi vedemmo l ' abbandono di Roma , noi vi vedemmo una ragione di più per respingere un trattato fatale , ma indipendentemente da qualsiasi considerazione torinese per la buona ragione che non esitammo giammai a combattere anche Torino quando Torino ci parve aver torto , e sono note le nostre polemiche contro il municipio durante anni ed anni . Invano i nostri avversari vollero trarci sul campo municipale facendo suonar alta la quistione dei compensi . Noi non riconoscemmo che la quistione italiana . Non è in campo Torino ; è in campo Roma . Torino non ha protestato per se sola ; ha protestato per l ' Italia . Ed è questa la condotta in cui dobbiamo persistere con fermezza . Il cambiamento di ministero non risolverebbe la quistione ( come ha già osservato il Diritto ) ; ed infatti la Convenzione colla Francia esiste tuttora , e ci crea una situazione piena di difficoltà . Se sarà eseguita , evidentemente non diverrà migliore per ciò solo che la eseguirà Lamarmora piuttostoché Minghetti e Peruzzi . E nel caso contrario i nostri nemici presenteranno il fatto come trionfo esclusivo del così detto piemontesismo , per suscitare nel resto d ' Italia una reazione contro Torino e il Piemonte . Questa situazione , di cui l ' Italia va debitrice al ministero scivolato nel sangue , è molto grave . E se per risolverla , se per potere annullare una Convenzione che già sin d ' ora ha portato all ' Italia assai maggior danno che una battaglia perduta è necessario un ministero inaccessibile all ' accusa di piemontesismo , noi saremo i primi ad appoggiarlo . Né esitiamo a riconoscere che un ministero con prevalenza di piemontesi di qualsiasi colore sarebbe il meno acconcio ad ottenere un tale risultato . Noi crediamo che per la salvezza d ' Italia la Convenzione non debba eseguirsi , ma il suo annullamento deve essere fatto in modo che non sia né sembri una vittoria esclusiva di Torino . Non è Torino che deve vincere , ma la causa d ' Italia , la causa della unità , la causa della libertà , ROMA !