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Rabbrividente , d ' immensa disperazione , bel film quest ' ultimo di Martin Ritt , La spia che venne dal freddo , con tutte le carte in regola per reggere il confronto col romanzo omonimo ( edito in Italia da Longanesi ) . Dove John Le Carré , lo sanno quattro milioni di lettori sparsi in tutto il mondo , rimette le cose a posto in questo uggioso affare degli agenti segreti , gonfiati oltre il lecito come eroi dell ' avventura o benefattori dell ' umanità . Sono , al contrario , sordidi relitti della società , nei quali l ' alienazione celebra i suoi più miserabili trionfi , oggetti manovrati dalle centrali del controspionaggio con gelido razionalismo , anime sacrificate al mito della sicurezza , rottami sbattuti da un paese all ' altro , costretti a recitare in maschera diffidando di tutto , a cominciare da se stessi . La storia di Alec Leamas squarcia le pittoresche cortine in technicolor che sinora hanno nascosto il dramma di ignare pedine giocate su un lurido scacchiere ( come nella storia di Hud il selvaggio Martin Ritt aveva sfatato la leggenda del West ) . Leamas è un irlandese che lavora per il servizio segreto britannico , addetto al controllo delle spie sparse nella zona est di Berlino . Le cose gli vanno male : tutti i suoi uomini sono stati individuati e fatti fuori da Mundt , capo del controspionaggio comunista , anche Riemeck che era riuscito a entrare nel praesidium del partito . Londra gli offre un ' ultima missione , un capolavoro di doppiogioco : si finga licenziato e alle rotte con 1'Intelligence Service , accolga l ' invito che Pankow certamente gli rivolgerà di passare dalla loro parte , e semini il dubbio che Mundt è pagato dagli occidentali . Il vice di Mundt , l ' ebreo Fiedler , abboccherà all ' amo in odio al suo capo , lo denuncerà e così l ' osso più duro sarà eliminato . L ' etichetta impone di non dire come Leamas , andato a tendere la trappola , cada poi nel satanico trabocchetto che era stato invece preparato per Fiedler , e quale parte abbia nel trucco feroce una povera ragazza londinese , iscritta al partito comunista e innamorata di Leamas . Né , sempre per lasciare allo spettatore il gusto di cavarne da solo le gambe ( ma faccia provvista di fosforo , prima d ' entrare nel cinema ) , possiamo motivare le nostre riserve sul finale , che a suo modo è di un ottimismo moralistico più convenzionale di quanto sembri . Ma non ci dorremo se queste enigmatiche allusioni serviranno ad acuire l ' attesa del pubblico . Perché , come vedrete , il film non sopporta parafrasi che banalizzino il complesso , laborioso tessuto del racconto , costruito a scatole cinesi sulle lame di un ' intelligenza d ' acciaio , ogni svolta un filo più tagliente , e percorso dal gelido soffio d ' una perfidia mostruosa . Con nello sfondo un paesaggio allucinante , non tanto per la presenza emblematica del « muro » berlinese ( ricostruito a Dublino ) - tutta la sequenza del processo tradisce anzi qualche scarto tra il film e il romanzo , ambientato negli anni della guerra fredda - quanto per il delirio di infamia consumato nell ' utilizzare i sentimenti come arma segreta : clima , situazioni , passaggi , che la regia di Martin Ritt esprime con calzante rigore stilistico . Teso senza pause in uno spasimo di crudeltà , aiutato da un commento musicale che cala amari rintocchi sul destino delle spie , e dalla luce fredda , rasa , d ' una fotografia che riscatta nella funzionalità psicologica del bianco e nero i virtuosismi spettacolari dei vari James Bond , il film ha azzeccato in Richard Burton un interprete di meravigliosa efficacia , nel quale i lettori del romanzo riconosceranno al di là d ' ogni attesa la fisionomia del loro tragico eroe . Nonostante la pubblicità e la signora a cui nella vita si accompagna , Burton è un attore che cresce , di notevole ingegno e di fortissima disponibilità . Guardate di cosa è capace quando trova un regista in stato di grazia : come , soprattutto nella prima metà , dove si muove su un doppio piano psicologico , sa aderire all ' immagine nevrotica del personaggio , come riesce a identificare la finzione e la realtà , finalmente come si dibatte nelle tenaglie della paura . La piccola , sempre volenterosa Claire Bloom , l ' ottimo Oskar Werner , il duro Peter Van Eyck gli fanno degna corona .