StampaQuotidiana ,
I
bambini
non
vi
penseranno
più
fino
a
dicembre
;
ma
una
gran
parte
d
'
italiani
continuerà
a
pensarvi
tutti
i
giorni
e
ad
invocarne
i
doni
;
solo
,
non
lo
chiamerà
con
questo
nome
,
ma
con
l
'
altro
,
lo
Stato
.
Cresce
invero
ogni
anno
,
ogni
mese
,
il
numero
di
coloro
che
attendono
qualcosa
dallo
Stato
:
la
nuova
autolinea
,
la
fermata
del
direttissimo
,
la
nuova
pretura
,
il
nuovo
ginnasio
,
l
'
inizio
della
costruzione
della
strada
,
l
'
acquedotto
,
ma
soprattutto
la
creazione
di
nuovi
impieghi
,
ed
i
miglioramenti
economici
per
i
dipendenti
,
diretti
ed
indiretti
,
dello
Stato
.
Né
c
'
è
a
stupire
od
a
rammaricarsi
.
Le
condizioni
storiche
,
economiche
,
ambientali
di
ogni
Paese
,
nascono
da
infiniti
fattori
;
e
se
può
orgogliosamente
affermarsi
che
la
storia
la
fanno
gli
uomini
,
occorre
subito
aggiungere
che
sono
però
condizionati
da
una
serie
di
premesse
e
di
limiti
,
e
che
quel
che
ogni
generazione
può
effettuare
è
la
scelta
tra
un
ventaglio
non
ampissimo
di
possibilità
.
Sarebbe
veramente
ingiusto
rimproverare
gl
'
italiani
del
nostro
tempo
comparandoli
agl
'
inglesi
della
generazione
di
Stuart
Mill
od
ai
nord
-
Americani
dell
'
inizio
di
questo
secolo
,
e
raccontare
loro
che
ogni
operaio
ha
in
tasca
la
possibilità
di
divenire
un
Ford
,
sol
che
si
getti
nella
mischia
;
che
lavorando
undici
ore
,
risparmiando
all
'
osso
,
ciascuno
può
capovolgere
la
sua
posizione
.
Ed
ancora
non
giusto
ricordare
,
come
rimprovero
,
che
fino
ad
alcuni
decenni
fa
c
'
erano
regioni
d
'
Italia
,
le
più
ricche
,
dove
nessuno
domandava
nulla
allo
Stato
,
i
ceti
commerciali
ed
industriali
chiedevano
soltanto
di
essere
dimenticati
e
lasciati
al
loro
lavoro
,
nessun
giovane
,
del
popolo
o
della
borghesia
,
aspirava
al
pubblico
impiego
,
e
quando
qualcuno
finiva
nei
suoi
ranghi
era
considerato
un
caduto
dai
compagni
,
operai
o
commessi
viaggiatori
.
In
tutto
il
mondo
con
l
'
aumentare
della
popolazione
,
con
l
'
accrescersi
dei
compiti
dello
Stato
,
con
nuove
sacrosante
esigenze
di
giustizia
sociale
,
con
una
economia
di
fronte
alla
quale
le
frontiere
non
significano
più
gran
che
,
ed
è
ad
augurarsi
abbiano
a
significare
sempre
meno
,
le
cose
sono
mutate
.
Lo
Stato
non
può
e
non
deve
essere
assente
,
nemmeno
là
(
ahimè
,
sono
molto
pochi
questi
angoli
di
elezione
)
dove
si
lavora
forte
e
bene
,
e
si
guadagna
in
modo
da
consentire
profitti
,
fondi
per
il
rinnovo
del
materiale
e
per
ampliamenti
aziendali
,
alti
salari
,
misure
di
previdenza
.
Né
val
la
pena
di
rievocare
un
sogno
che
feci
nella
sfera
di
roveto
ardente
della
primavera
del
'45
:
una
specie
di
"
giornata
della
fede
"
,
in
cui
ogni
comunità
italiana
offriva
qualcosa
per
il
risanamento
della
vita
nazionale
,
perché
venisse
speso
bene
il
danaro
che
viene
speso
male
;
e
due
Comuni
chiedevano
di
fondersi
,
perché
troppo
poveri
per
avere
servizi
distinti
,
un
altro
Comune
rinunciava
alla
vecchia
tranvia
,
bastandogli
l
'
autolinea
,
un
terzo
offriva
la
soppressione
del
ginnasio
che
non
ha
mai
accolto
oltre
dieci
studenti
:
miei
vaneggiamenti
,
forse
causati
dai
lunghi
digiuni
durante
l
'
occupazione
tedesca
.
Accettato
però
che
lo
Stato
è
la
famiglia
,
ed
i
cittadini
sono
i
figli
,
nell
'
età
in
cui
non
è
possibile
realizzare
nulla
fuori
della
cerchia
familiare
,
li
vorrei
come
quei
ragazzi
giudiziosi
,
quali
spesso
s
'
incontrano
nelle
famiglie
povere
,
che
discutono
assennatamente
con
i
genitori
dove
si
debba
spendere
e
si
possa
risparmiare
.
Perché
è
certo
molto
bella
la
famiglia
tutta
slanci
ed
affetti
,
dove
il
padre
non
fuma
ed
il
ragazzo
rinuncia
ai
libri
desiderati
perché
la
figlia
possa
farsi
l
'
abitino
da
ballo
;
ma
è
anche
confortevole
la
famiglia
dove
il
bilancio
domestico
è
discusso
pacatamente
,
ed
anche
i
ragazzi
di
undici
anni
dicono
la
loro
ed
avanzano
le
loro
proposte
di
economie
e
di
spese
;
né
mi
scandalizzerei
se
,
col
dovuto
garbo
,
un
ragazzo
facesse
sentire
alla
mamma
che
non
si
possono
spendere
anche
poche
migliaia
di
lire
mensili
per
la
canasta
,
se
le
tasse
scolastiche
del
figlio
non
sono
pagate
ed
i
libri
non
gli
sono
comprati
in
tempo
.
Fuor
di
metafora
,
posto
che
necessariamente
gl
'
italiani
debbono
sempre
più
per
l
'
economia
delle
loro
famiglie
guardare
allo
Stato
,
vorrei
ricordassero
che
lo
Stato
sono
loro
,
che
l
'
economia
dello
Stato
è
la
somma
delle
economie
degl
'
italiani
;
e
non
si
comportassero
come
la
famiglia
scervellata
,
dove
ciascuno
dà
ragione
all
'
altro
quando
questi
chiede
qualcosa
per
sé
-
sì
,
la
poltrona
per
il
nonno
;
sì
,
il
viaggio
di
piacere
per
papà
e
mamma
;
sì
,
il
gioiello
per
la
signorina
;
sì
,
la
lambretta
per
il
ragazzo
-
e
nessuno
si
chiede
da
dove
attingere
.
Nelle
varie
agitazioni
di
categoria
,
quel
che
mi
dispiace
è
che
viga
la
regola
di
non
guardare
mai
nel
piatto
del
vicino
e
di
battere
sempre
le
mani
alle
rivendicazioni
altrui
:
quasi
lo
Stato
fosse
proprio
papà
Natale
,
del
cui
bilancio
nessuno
si
preoccupa
.
Quella
regola
che
non
si
fanno
spese
senza
rispondere
alla
domanda
"
con
che
?
"
,
regola
che
Einaudi
fece
includere
nella
Costituzione
e
che
di
tanto
in
tanto
ricordava
nei
suoi
messaggi
al
Parlamento
,
vorrei
penetrasse
nella
testa
degl
'
italiani
.
Possono
esserci
leghe
di
consumatori
contro
i
produttori
e
di
produttori
contro
(
anche
se
non
lo
dichiarino
)
i
consumatori
;
dei
cittadini
che
desiderano
lo
Stato
spenda
poco
e
metta
poche
tasse
,
e
di
chi
vuoi
l
'
opposto
;
di
quanti
vogliono
un
bilancio
che
si
appoggi
di
più
sulle
imposte
indirette
e
di
quanti
aspirano
ad
uno
che
gravi
sulle
dirette
;
di
coloro
che
non
ricevono
stipendi
dallo
Stato
contrapposti
a
coloro
che
ne
ricevono
,
e
viceversa
;
è
perfettamente
ragionevole
che
tra
i
dipendenti
statali
gli
uni
dicano
che
c
'
è
un
'
altra
categoria
ingiustamente
privilegiata
,
e
questa
neghi
o
difenda
il
suo
privilegio
.
Tali
contrasti
d
'
interessi
sono
nella
vita
,
ed
occorre
il
melenso
ottimismo
delle
dittature
per
pretendere
di
negarli
e
di
comporli
per
virtù
di
formula
in
un
astratto
superiore
interesse
.
La
fetta
più
grande
per
me
dev
'
essere
più
piccola
per
un
altro
;
e
chi
vuole
negarlo
e
pretendere
che
si
possa
ingrandire
la
torta
senza
togliere
a
nessuno
,
dovrebbe
avere
proposte
chiare
da
mettere
avanti
.
Sono
molto
rispettoso
dell
'
agitazione
di
tranvieri
che
chiedendo
aumenti
di
paghe
dicano
:
ci
sono
troppe
tessere
gratuite
di
libera
circolazione
;
il
costo
del
biglietto
della
corsa
dev
'
essere
aumentato
;
l
'
Azienda
acquista
energia
a
prezzo
troppo
alto
e
le
conviene
avere
centrali
sue
;
ci
sono
troppi
impiegati
negli
uffici
;
occorre
abolire
quel
tratto
di
linea
e
quelle
corse
che
sono
passivi
.
Rispettoso
dell
'
agitazione
degli
assistenti
universitari
che
indicasse
capitoli
di
bilanci
di
altri
Ministeri
su
cui
tagliare
per
dare
a
quello
della
Istruzione
,
o
magari
,
guardando
solo
a
questo
,
affermasse
:
-
le
economie
per
venirci
incontro
si
possono
realizzare
con
la
fusione
di
quegli
istituti
che
sono
dei
doppioni
,
l
'
abolizione
di
alcune
pubblicazioni
che
non
servono
a
nulla
,
la
decurtazione
delle
spese
per
partecipazioni
a
congressi
e
missioni
all
'
estero
;
e
se
non
basta
,
sopprimendo
un
certo
numero
di
cattedre
,
magari
alcune
facoltà
,
e
se
non
basta
ancora
,
diminuendo
un
po
'
le
paghe
ai
professori
ordinari
.
Naturalmente
proposte
di
questo
genere
-
gli
esempi
potrebbero
protrarsi
all
'
infinito
-
darebbero
luogo
a
proteste
,
repliche
e
ritorsioni
.
Che
considererei
non
scandalose
,
ma
benefiche
;
giacché
anche
nei
bilanci
più
magri
ci
sono
spese
indifendibili
,
sperperi
:
che
sarebbe
sacrosanto
portare
alla
luce
del
sole
.
E
soprattutto
perché
è
così
che
gl
'
italiani
acquisterebbero
finalmente
la
persuasione
che
le
casse
dello
Stato
sono
le
loro
casse
,
che
lo
Stato
sono
loro
.
Se
non
si
riuscisse
a
far
comprendere
questo
,
e
lo
Stato
dovesse
venir
sempre
considerato
come
babbo
Natale
,
cui
si
può
chiedere
senza
preoccuparsi
della
provenienza
dei
suoi
doni
,
occorrerebbe
dubitare
della
intelligenza
degl
'
italiani
.