StampaQuotidiana ,
Sospetto
di
quanti
non
si
dicono
fautori
della
libertà
,
semplicemente
,
ma
della
«
ben
regolata
libertà
»
o
della
«
libertà
di
fare
il
bene
o
di
asserire
il
vero
»
.
Libertà
è
quella
di
asserire
ciò
che
per
altri
,
fosse
pure
per
la
maggioranza
,
è
il
male
,
è
l
'
errore
.
Detto
questo
,
bisogna
pur
distinguere
tra
libertà
di
far
propaganda
di
idee
,
libertà
di
operare
,
libertà
di
eccitare
impulsi
irrazionali
.
È
la
prima
che
va
difesa
,
contrastando
ad
ogni
limite
che
si
tenti
di
imporle
;
perché
è
quella
veramente
feconda
,
che
tutte
le
tirannie
temono
,
assai
più
che
le
bombe
ed
i
pugnali
.
E
sempre
il
buon
senso
delle
masse
ha
saputo
distinguere
tesi
ardite
e
follie
;
le
stravaganze
,
finché
sono
state
sostenute
come
dottrine
,
non
hanno
mai
trovato
seguaci
.
Una
completa
libertà
di
operare
è
impensabile
;
non
c
'
è
popolo
né
regime
che
non
abbia
un
codice
penale
.
Potrà
essere
liberale
,
considerare
reato
solo
ciò
ch
'
è
nella
coscienza
di
tutta
una
civiltà
,
od
illiberale
,
e
punire
colpe
che
son
tali
solo
per
chi
segue
una
certa
dottrina
politica
od
una
fede
religiosa
;
ma
un
codice
penale
non
può
mancare
.
I
pericoli
maggiori
vengono
non
dalle
idee
,
ma
dagl
'
impulsi
irrazionali
;
un
paese
è
esposto
ad
ogni
pericolo
quando
i
suoi
cittadini
non
operano
più
mossi
da
idee
,
ma
al
suono
di
fanfare
.
Le
ubriacature
delle
masse
che
marciano
scandendo
certi
ritornelli
,
sillabando
certe
parole
,
per
vie
pavesate
di
giorno
,
trasformate
da
bengala
accesi
la
notte
,
le
ricordiamo
.
I
fanatismi
politici
e
religiosi
non
nascono
dalle
dottrine
,
ma
sono
esplosioni
dell
'
irrazionale
.
Non
si
può
sostenere
una
libertà
di
coltivarli
.
Tutto
il
regno
del
sesso
appartiene
all
'
irrazionale
;
la
morale
sessuale
,
i
precetti
religiosi
in
materia
,
sono
tentativi
d
'
imbrigliare
questo
ambito
dell
'
irrazionale
,
insopprimibile
nell
'
uomo
,
elemento
di
conservazione
della
specie
.
Sulla
necessità
di
tale
imbrigliamento
tutti
d
'
accordo
;
è
anzi
il
lato
dove
atteggiamenti
in
ogni
altro
campo
antitetici
coincidono
(
non
è
strano
che
critici
cattolici
abbiano
detto
che
negli
ultimi
festival
del
cinema
i
loro
sguardi
avevano
riposato
sui
film
sovietici
,
castissimi
)
.
Se
sul
finire
del
secolo
scorso
anarchici
e
socialisti
parlavano
di
libero
amore
,
intendevano
con
ciò
combattere
istituti
che
sembravano
loro
supporti
della
società
borghese
,
ma
non
pensavano
davvero
ad
uno
scatenamento
dei
sensi
.
Bacchelli
nel
Diavolo
al
Pontelungo
descrive
la
purezza
della
unione
tra
Bakunin
e
la
sua
Antonia
;
Martin
du
Gard
ne
L
'
été
1914
,
un
socialista
rivoluzionario
,
Meynestrel
,
che
convive
senza
rapporti
con
la
donna
che
ama
.
Esagerazioni
letterarie
,
probabilmente
;
ma
quando
rievochiamo
Turati
e
la
Kulisciof
,
pensiamo
a
Filemone
e
Bauci
.
Ed
è
su
un
terreno
moralistico
che
tutti
i
detrattori
di
un
regime
o
di
una
società
,
li
hanno
imputati
di
libertinaggio
.
L
'
accusa
di
sregolatezza
nella
vita
sessuale
è
consueta
nella
polemica
politica
.
Ma
non
occorre
molta
finezza
per
distinguere
l
'
accusa
,
anche
pesante
e
massiccia
,
e
l
'
erotismo
che
vorrebbe
cercare
una
propria
legittimazione
asserendo
di
castigare
mores
;
per
sapere
qual
è
il
linguaggio
della
sentenza
istruttoria
che
manda
a
giudizio
l
'
imputato
di
certi
reati
,
e
quello
del
cronista
che
vuole
turbare
il
lettore
.
Non
occorre
essere
maestri
della
penna
per
dire
tutto
,
anche
Stato
,
diritto
,
costume
le
cose
più
scabrose
,
senza
suscitare
immagini
impure
;
né
critici
acuti
per
riconoscere
il
narratore
che
veramente
sente
schifo
ed
orrore
per
il
mondo
che
narra
,
che
lo
considera
come
l
'
inferno
in
cui
è
pauroso
essere
immersi
,
e
quegli
che
lo
mostra
come
il
Venusberg
,
sicché
s
'
ignora
ciò
che
di
gioia
può
dare
la
vita
se
non
vi
si
è
almeno
una
volta
penetrati
.
Volere
che
intorno
a
certi
problemi
si
faccia
il
silenzio
,
è
tartufismo
:
non
giova
ad
alcuna
struttura
sociale
.
Ma
chi
li
affronta
,
se
pure
debba
penetrare
in
dati
ambienti
inquinati
,
non
può
lasciarsene
assorbire
.
Non
fariseo
che
passa
turandosi
il
naso
e
sollevando
il
lembo
della
veste
,
farà
sentire
anche
ai
caduti
,
ai
pervertiti
,
che
sempre
li
considera
fratelli
;
ma
non
potrà
adottarne
il
linguaggio
,
confondersi
con
loro
.
Se
il
suo
è
un
apostolato
,
religioso
o
laico
,
deve
muovere
da
un
intento
di
sollevare
,
da
una
distinzione
di
alto
e
di
basso
,
di
caduta
e
di
redenzione
;
sarebbe
contraddizione
assumere
l
'
atteggiamento
qualunquistico
del
"
tutti
eguali
"
,
che
esclude
in
partenza
l
'
idea
di
mutamento
.
E
poi
chi
esce
dall
'
anonimo
per
affrontare
problemi
morali
o
sociali
o
politici
,
ha
il
dovere
di
testimoniare
per
la
sua
causa
.
Se
il
rigorista
è
nella
vita
un
peccatore
,
si
profila
la
figura
di
Tartufo
;
ma
se
è
peccatore
che
combatte
certe
leggi
,
pur
in
sé
discutibili
,
che
pongono
limiti
all
'
uomo
,
ognuno
penserà
ch
'
egli
difenda
non
una
regola
di
bene
universale
,
ma
la
propria
libertà
di
commettere
quello
che
per
i
più
è
peccato
.
Gli
uomini
di
lettere
,
gli
artisti
che
abbiano
mosso
anche
solo
il
primo
passo
sulla
via
della
rinomanza
,
non
sono
più
turba
;
chi
"
vive
in
vetrina
"
ha
obblighi
peculiari
di
nettezza
morale
.
Al
di
sotto
ed
al
di
fuori
dei
comportamenti
immorali
c
'
è
la
scurrilità
del
linguaggio
.
Come
la
bestemmia
è
per
me
anzitutto
una
prova
di
maleducazione
,
così
la
scurrilità
è
una
forma
di
sciatteria
,
di
poca
pulizia
mentale
.
Dimostra
che
si
ha
un
arsenale
scarso
di
parole
,
che
dietro
ci
sono
solo
immagini
poco
pulite
,
che
non
si
dispone
di
altre
cui
attingere
,
volendo
calcare
la
mano
su
un
'
affermazione
,
colorire
una
frase
.
Il
linguaggio
scurrile
spontaneo
è
proprio
solo
degli
strati
inferiori
,
intellettualmente
e
moralmente
.
Ma
c
'
è
la
scurrilità
voluta
od
acquisita
di
certe
cerchie
di
cosiddetti
intellettuali
.
Che
possa
essere
usata
come
pennellata
in
un
quadro
,
non
lo
escluderei
;
la
moralità
di
un
'
opera
,
in
particolare
di
un
film
,
sta
in
definitiva
nell
'
effetto
che
produce
.
Ho
difeso
La
dolce
vita
,
perché
in
ogni
uomo
normale
lascia
la
nausea
per
la
società
dei
gaudenti
,
desta
il
desiderio
della
ordinata
vita
operaia
o
piccolo
borghese
,
della
famiglia
sana
,
del
lavoro
,
della
notte
fatta
pei
dormire
.
Ma
guai
quando
la
scurrilità
diviene
regola
,
quando
l
'
artista
abdica
,
e
si
rivolge
solo
alla
parte
più
incolta
e
più
rozza
del
pubblico
per
far
ridere
col
lazzo
plebeo
:
riso
meccanico
;
ogni
umorismo
è
assente
.
Queste
considerazioni
non
vogliono
essere
un
elogio
della
censura
.
Resto
avverso
ad
ogni
censura
.
Da
quell
'
uomo
privo
di
senso
pratico
,
in
particolare
di
senso
politico
ed
economico
,
che
sono
,
vorrei
per
il
cinema
un
solo
provvedimento
:
gli
aiuti
statali
elargiti
al
termine
di
ciascun
anno
da
una
commissione
di
scrittori
e
critici
(
esclusi
i
funzionari
ed
i
politici
)
che
esaminasse
la
produzione
di
ogni
casa
attribuendo
punti
negativi
ai
film
di
cassetta
,
a
quelli
spettacolari
,
o
privi
di
pensiero
ed
infarciti
di
lazzi
plebei
,
punti
positivi
ai
film
d
'
arte
ed
a
quelli
che
inducono
a
riflettere
sui
problemi
religiosi
,
politici
,
sociali
.
Non
elogio
della
censura
,
ma
eccitamento
nello
scrittore
,
nell
'
artista
,
del
suo
senso
di
responsabilità
;
invito
al
pubblico
a
non
indulgere
all
'
uomo
che
sta
sulla
ribalta
,
come
se
fosse
sciolto
dai
legami
imposti
all
'
uomo
comune
,
ma
ad
esigere
da
lui
maggior
rigore
di
vita
.