StampaQuotidiana ,
Vorrei
che
il
raduno
della
Resistenza
non
fosse
soltanto
una
cerimonia
ufficiale
ed
un
corteo
per
le
vie
di
Roma
;
ma
incitasse
tutti
gli
italiani
ad
una
giornata
di
meditazione
.
Man
mano
che
gli
anni
passano
,
ci
è
sempre
più
chiaro
che
la
Resistenza
non
fu
un
semplice
fatto
di
lotta
interna
,
la
vittoria
di
una
parte
sull
'
altra
.
Quando
diciamo
che
la
Resistenza
è
stata
una
prova
positiva
data
dal
popolo
italiano
,
ed
un
momento
saliente
della
sua
storia
(
non
oso
dire
un
momento
felice
,
pensando
ai
lutti
ed
ai
dolori
senza
fine
che
l
'
hanno
accompagnata
)
,
non
pensiamo
più
con
rancore
a
chi
era
dall
'
altra
parte
,
a
quelli
che
sono
stati
i
vinti
della
Resistenza
.
Tredici
,
quattordici
anni
sono
passati
,
i
rancori
sono
spenti
.
Pensiamo
semplicemente
alla
prova
che
il
popolo
italiano
diede
di
saper
scegliere
la
giusta
via
,
alle
testimonianze
di
coraggio
,
di
bontà
,
d
'
intelligenza
ch
'
esso
fornì
.
Il
popolo
italiano
scelse
una
via
.
Non
rende
esattamente
la
storia
il
dire
che
si
divise
.
Perché
da
una
legalità
,
da
un
regime
onnipotente
,
da
strutture
saldissime
durate
venti
anni
,
non
sorsero
che
le
gracili
impalcature
della
repubblica
sociale
e
delle
sue
scarse
milizie
,
fittizie
strutture
all
'
ombra
dell
'
esercito
tedesco
;
non
una
banda
,
non
un
'
ombra
di
guerriglia
dove
i
tedeschi
avevano
sgombrato
.
La
resistenza
contro
un
nemico
ancora
forte
,
a
cui
favore
avrebbe
ancora
potuto
volgersi
la
sorte
delle
armi
,
contro
un
nemico
da
cui
non
si
poteva
sperare
clemenza
né
pietà
,
la
guerriglia
con
mezzi
rudimentali
,
con
operazioni
disperate
,
si
ebbe
da
una
parte
sola
.
E
dietro
di
essa
c
'
era
tutto
il
popolo
italiano
,
in
una
infinita
gradazione
,
da
quegli
che
non
avrebbe
mai
ucciso
,
ma
rischiava
spargendo
chiodi
dove
dovevano
passare
le
camionette
tedesche
,
a
quegli
che
nulla
sapeva
se
un
tedesco
od
un
fascista
l
'
interrogava
,
ed
avrebbe
negato
il
sole
di
mezzogiorno
pur
di
non
nuocere
con
una
risposta
alla
resistenza
armata
,
a
quegli
che
nascondeva
con
un
pericolo
il
ricercato
,
giù
giù
,
fino
a
quegli
che
si
limitava
ad
ascoltare
la
Radio
Londra
,
o
che
,
neppure
rischiando
questo
,
opponeva
un
viso
inespressivo
ed
uno
sconcertante
silenzio
all
'
amico
fascista
che
versava
nel
suo
seno
le
proprie
speranze
.
Chi
rammenta
quei
giorni
,
ben
sa
che
l
'
anima
dell
'
Italia
la
si
coglieva
tutta
nell
'
ambito
dell
'
antifascismo
.
Vi
confluirono
movimenti
disparatissimi
,
che
mai
prima
si
erano
incontrati
,
e
mai
più
si
sarebbero
ritrovati
concordi
.
E
qui
pure
vorrei
cessasse
la
gara
-
oggi
,
non
allora
,
accesasi
-
dei
meriti
reciproci
.
Riconoscendo
lealmente
che
nelle
azioni
di
guerra
ebbero
parte
soverchiante
gruppi
e
movimenti
,
di
cui
il
partito
oggi
dominante
non
può
certo
considerarsi
l
'
erede
;
ma
soggiungendo
subito
che
la
Resistenza
non
può
ridursi
all
'
azione
armata
;
e
che
in
opere
di
bontà
,
nel
nascondere
i
ricercati
,
gli
ebrei
,
nello
sfamare
chi
non
aveva
tessera
,
tutti
concorsero
;
ed
il
clero
italiano
,
secolare
e
regolare
,
scrisse
una
sua
pagina
bellissima
.
Le
azioni
di
bontà
,
ch
'
erano
anche
di
coraggio
civile
,
di
superamento
d
'
inibizioni
legalitarie
,
di
scoperta
d
'
un
imperativo
morale
che
era
diverso
da
quello
di
tutte
le
formule
insegnateci
e
talora
ad
esse
opposto
(
penso
al
giudice
,
al
prete
,
al
vecchio
ufficiale
,
che
concorrevano
a
formare
l
'
atto
notorio
falso
per
dare
un
documento
di
riconoscimento
od
una
tessera
alimentare
al
perseguitato
)
:
meritano
di
venire
ricordate
accanto
alle
gesta
di
guerra
.
Ma
la
Resistenza
non
era
cominciata
nel
'43;
si
protraeva
dal
'22
,
qui
pure
con
vari
gradi
.
E
se
dobbiamo
chinare
la
fronte
rispettosi
dinanzi
a
quelli
che
affrontarono
il
carcere
o
la
povertà
nell
'
esilio
,
ai
protagonisti
della
fuga
di
Turati
e
della
evasione
di
Rosselli
;
se
dobbiamo
ricordare
con
ammirazione
i
pochissimi
che
rifiutarono
il
giuramento
di
fedeltà
al
regime
(
Martinetti
,
Raffini
padre
e
figlio
,
De
Sanctis
,
Levi
della
Vida
,
Volterra
,
Nigrosoli
,
Buonaiuti
,
Venturi
,
De
Viti
de
Marco
,
Carrara
,
G
.
Errera
,
che
lasciavano
la
cattedra
che
tanto
avevano
onorata
)
,
gli
operai
che
rischiavano
tutte
le
vessazioni
per
non
prendere
una
tessera
,
per
continuare
a
festeggiare
clandestinamente
il
1
.
Maggio
:
dobbiamo
anche
avere
presente
che
il
regime
si
sentiva
debole
ed
in
pericolo
perché
sapeva
che
dietro
quest
'
animosa
resistenza
ce
n
'
era
un
'
altra
che
portava
il
suo
distintivo
,
che
non
voleva
rischiare
,
ma
che
gli
negava
la
propria
anima
.
Non
si
possono
certo
paragonare
gli
uni
agli
altri
,
quelli
che
generosi
osarono
e
quelli
che
non
vollero
cimentarsi
.
Ma
lo
storico
deve
pur
cogliere
che
se
il
fascismo
restò
con
una
intrinseca
debolezza
,
fu
perché
sempre
seppe
che
tra
gli
italiani
che
vestivano
i
giorni
di
comando
l
'
orbace
e
facevano
il
saluto
romano
,
moltissimi
non
erano
illusi
.
Non
credevano
nell
'
impero
,
non
nell
'
autarchia
,
non
nella
volontà
di
potenza
che
spezza
le
leggi
economiche
;
e
quando
sorse
l
'
Asse
,
ebbero
chiarissima
la
visione
che
la
sua
vittoria
sarebbe
stata
la
peggiore
delle
sventure
per
l
'
Italia
e
per
il
mondo
.
Prova
d
'
intelligenza
,
questa
di
aver
saputo
resistere
ad
una
propaganda
di
ogni
giorno
e
di
ogni
ora
,
cui
purtroppo
recavano
il
loro
contributo
scrittori
ed
accademici
illustri
(
non
tutti
,
ma
alcuni
sì
)
,
che
aveva
a
sua
disposizione
tutta
l
'
editoria
,
tutta
la
stampa
,
tutti
i
mezzi
di
diffusione
.
Prova
di
un
certo
coraggio
,
morale
ed
intellettuale
,
quella
di
compiere
lo
strappo
rispetto
ad
un
abito
mentale
,
è
non
augurarsi
la
vittoria
del
paese
sceso
in
guerra
,
intravedendo
un
'
Italia
che
ha
una
storia
millenaria
e
che
avrà
ancora
secoli
e
secoli
di
vita
,
e
sapendo
distinguerne
le
sorti
da
quelle
dello
Stato
uscito
da
tutta
la
sua
tradizione
per
contrarre
un
'
alleanza
errata
.
Ma
anche
segno
di
un
profondo
senso
morale
,
conferma
che
Manzoni
e
Mazzini
sono
carne
della
nostra
carne
,
la
ripugnanza
ai
sistemi
del
nazismo
;
il
dire
"
no
"
all
'
apoteosi
della
violenza
,
alla
conquista
,
ad
un
sogno
di
dominazione
su
riluttanti
;
il
diniego
deciso
che
la
quasi
totalità
degli
italiani
(
meno
pochissimi
,
che
qui
si
resero
davvero
estranei
al
loro
popolo
)
opposero
alla
persecuzione
razziale
.
In
questo
giorno
penso
anche
ai
vinti
della
Resistenza
:
con
pietà
per
quelli
che
furono
i
loro
caduti
.
Ogni
uomo
di
coraggio
,
chiunque
cade
per
la
sua
idea
,
chiunque
accetta
rinunce
pur
di
non
mutare
bandiera
,
merita
un
riconoscimento
.
E
distinguiamo
moralmente
i
fascisti
che
sono
rimasti
fermi
nelle
loro
posizioni
,
da
quelli
che
hanno
accettato
ogni
camuffamento
,
pur
di
restare
a
galla
.
Non
possiamo
andare
più
in
là
;
non
cadere
in
un
agnosticismo
.
Che
tutte
le
cause
possano
avere
dei
martiri
,
non
permette
di
conchiudere
che
tutte
siano
eguali
.
Non
si
può
credere
nella
fraternità
degli
uomini
,
accarezzare
l
'
ideale
di
popoli
pacifici
,
che
abbiano
deposto
per
sempre
le
armi
della
guerra
,
ritenere
superiori
ad
ogni
altro
gli
ordinamenti
liberi
,
e
giudicare
fecondo
il
sacrificio
di
chi
cadde
combattendo
contro
questi
ideali
.
Quanto
a
quelli
che
furono
uniti
tra
il
1943
ed
il
1945
ed
oggi
si
ritrovano
,
sarebbe
contro
la
storia
e
contro
le
leggi
della
vita
augurarsi
che
possano
promettere
di
non
combattersi
.
Gli
anni
sono
passati
;
le
aspirazioni
che
gli
uni
e
gli
altri
hanno
oggi
,
sono
inconciliabili
.
Vorrei
solo
si
guardassero
come
i
commilitoni
che
sono
pur
stati
;
e
promettessero
di
combattersi
da
soldati
:
dichiarandosi
i
propri
obiettivi
,
dando
il
bando
alle
reciproche
calunnie
,
non
risparmiandosi
anche
colpi
rudi
,
ma
rispettandosi
ed
ignorando
l
'
odio
.