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Il Concilio: realtà e mito ( Jemolo Arturo Carlo , 1962 )
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In tempo di guerra coloro cui incombe controllare e dirigere l ' opinione pubblica paventano il disfattismo , ma altresì le false notizie di vittorie , i presagi di rapida felice conclusione che , non verificandosi , portano a reazioni di sfiducia . È ciò cui penso vedendo l ' attesa , in alcuni ambienti troppo trepida , del Concilio : il formarsi di un suo mito . Per quanto grande possa esserne il successo , poco muterà , immediatamente od in breve volgere di tempo , soprattutto agli occhi di chi non segue nei dettagli le questioni di disciplina ecclesiastica . Se si avrà un qualche ritorno all ' ovile , non sarà che da parte di minori chiese scismatiche , forse di qualche rito orientale , meno improbabilmente di gruppi che le vicende politiche hanno allontanato dalle sedi originarie . I mutamenti disciplinari , consistessero anche in un più deciso impiego dei laici , od in una maggiore autonomia dei vescovi ( che non so se augurarmi : coloro che deprecano l ' accentramento romano non pensano a quanto è valso a salvare le chiese dei singoli paesi dal pericolo di scivolare nel nazionalismo , di essere completamente dominate volta a volta dalle esasperazioni dell ' opinione pubblica locale ) , non saranno appariscenti , atti a colpire l ' immaginazione popolare . Non verrà certo meno la distinzione tra chierici e laici , la potestà di magistero riservata ai primi , né il celibato del clero , né il rigore nelle cause di nullità matrimoniale . Per parare il pericolo della delusione , occorre ricordare pure agli entusiasti che non solo l ' aspetto esteriore , ma l ' andamento generale della vita ecclesiastica non è soggetto a subire profondi mutamenti per via del Concilio ( i preti meno zelanti , i religiosi meno illuminati , resteranno quel che sono ) ; e soggiungere subito che tuttavia l ' evento conciliare si presenta come di primaria importanza non tanto nella storia della Chiesa quanto in quella del secolo , ed è probabilmente destinato a segnare una data memoranda . Giustamente s ' insegnava che dopo il Vaticano I , con la proclamazione dell ' infallibilità pontificia , dopo che il Codice di diritto canonico aveva ribadito che le delibere conciliari non hanno efficacia se non approvate e promulgate dal Papa , che il Concilio non può trattare argomenti se non proposti dal Papa o da lui preventivamente approvati , non appariva l ' opportunità di nuovi Concili ; onde si riteneva che quello del 1869-'70 sarebbe rimasto l ' ultimo . Ed in effetto tutto ciò che statuirà il Concilio avrebbe potuto essere sancito con singoli atti pontifici . I questionari che sono stati rivolti ai vari episcopati su una serie di punti , e che hanno raccolto volumi e volumi di risposte - si ammira in particolare la solerzia dell ' episcopato germanico - avrebbero potuto essere del pari inviati e valutati in vista di Bolle pontificie , elaborate nella competente congregazione . Sarebbe stato dell ' indole del Pontefice , del suo apprezzamento della situazione , seguire o meno le direttive emananti da tali risposte , scegliere tra le opinioni diverse . Il Concilio implica la discussione in assemblea , il porre quindi alla luce del sole ( anche se i verbali non dovessero venire pubblicati integralmente , se in essi venissero smussati alcuni dissensi , non è mai segreto quel che segue in un ' assemblea di quasi tremila persone ) i reciproci punti di vista , il far sapere in un secondo momento che certe decisioni furono adottate a maggioranza e non alla unanimità . Ciò che ha importanza non come accenno ad una impossibile riforma di struttura della Chiesa ( dove il potere non può venire che dall ' alto , dove nessuna maggioranza può imporsi al Vicario di Cristo ) , ma come fatto di costume . L ' obbedire a ciò che si sa essere stato proposto in base a certe esperienze , discusso , approvato in virtù di argomenti noti , è il rationabile obsequium , contrapposto all ' obbedienza a ciò che misteriosi superiori nella loro imperscrutabile saggezza avessero ordinato per ragioni a loro soltanto note . Su un terreno di annientamento del proprio io , indubbiamente più meritevole la seconda obbedienza ; ma è significativo che ci si preoccupi oggi , a differenza che in altri momenti , di vedere nell ' ecclesiastico , nel fedele , non tanto quegli pronto ad umiliare la propria ragione sull ' ara della disciplina , quanto quegli che deve essere convinto per poter convincere , per rendersi portatore di luce . Sul terreno dei rapporti interconfessionali : se neppure il più piccolo gruppo dissenziente avesse a riunirsi alla Chiesa cattolica , rimarrebbe del pari grandissimo fatto l ' invito rivolto a tutte le confessioni ed eminentemente il mutato stile di fronte ai separati . I meno giovani si rendono conto che il linguaggio attuale verso greco - orientali ortodossi e verso protestanti sarebbe stato semplicemente impensabile sotto Pio X , ancora sotto Pio XI ; anche in omaggio al nuovo clima avrei preferito che la risposta valdese fosse diversa , con minor timore di un equivoco che non poteva sorgere in alcuna persona sensata . Senza pensare a conversioni od a ritrattazioni , ci si può dire lieti di cooperare in qualche opera di bene , soprattutto nella difesa dei valori comuni a tutto il cristianesimo di fronte a chi nega ogni luce del divino . La grande svolta che a mio avviso segna il Concilio , è proprio in un mutamento di prospettiva . Va da sé che per la Chiesa cattolica oggi come domani come ieri , chi non accetta tutti i suoi dogmi , e così il Papa vicario infallibile di Cristo , è in errore . Ma posizioni opposte sono : l ' arrestarsi su quel che divide , l ' isterilirsi nel ribadire all ' infinito l ' antitesi " verità - errore " , ed il dire invece : " accantoniamo questi punti , su cui le opinioni di ciascuno sono note e nette ( ognuno potrà anche aggiungere : le mie , immutabili ) , e cerchiamo di lavorare insieme " . Ciò che significa anche : " guardiamoci gli uni e gli altri con occhio amico , e confrontiamo altresì le nostre esperienze sul miglior modo per rendere gli uomini più buoni , per condurli a Dio " . Mi sembra che non solo ogni cattolico , ma ogni uomo di buona volontà , di qualsiasi convincimento , debba augurare successo a chi si pone su questa via .