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UNA SERA MOSCOVITA ( Calvino Italo , 1952 )
StampaQuotidiana ,
Ore 18 . Un giro al metrò . Vedremo solo quattro o cinque stazioni d ' una linea , perché adesso comincia allo stadio una partita importante ( qui giocano anche i giorni feriali , di pomeriggio tardi sul campo illuminato ) , e nelle stazioni ci sarà troppa ressa per compiere una visita di delegazione . Nella pianta del metrò sono tracciate non solo le varie linee in funzione , ma anche , in colore diverso , le linee che saranno terminate di qui a un anno o cinque anni . I sovietici vivono sempre proiettati per metà nel futuro ; ognuno oltre a quello che ha , dispone di beni - pubblici o privati - ancora da costruire , ma che sa certamente che verranno . Un tapis - roulant lunghissimo ci trasporta in luminosi abissi sotterranei . ( Accanto a noi , sull ' altro tapis - roulant che sale , c ' è molta gente che legge , anche libri ) . Sto entrando nella città del duemila ? Alle composite e luccicanti architetture che mi si parano dinanzi , direi piuttosto d ' essere a Ninive , a Babilonia , a Atlantide . Fuori dal tempo , certo . Perciò mi è difficile dare un giudizio , abituato come sono alla classificazione storicistica degli stili , dei gusti , delle mode . E non è fuori del tempo anche lo squallido e amichevole metrò di Parigi ? Ma con quello trovo subito il rapporto ironico e affettuoso che si ha con le vecchie cose pratiche e fin troppo familiari : qui , attraverso queste stazioni ognuna diversa dall ' altra , in questo spiegamento di opulenza , di materiali e di varietà di gusti , mi aggiro spaesato . Al teatro Bolsciòi . Ivan Susanin di Glinka . Questa , da noi , si direbbe un ' opera statica , senza azione , con poca « scena » . Qui , proprio come spettacolo , è una cosa da starla a guardare a bocca aperta da principio alla fine , e si vorrebbe avere dieci occhi per non perdere nessun particolare . Il secondo atto è un ballo a corte : tutto un ' invenzione , sulla trama musicale , di movimenti e figure di balletto , di caratterizzazioni di personaggi , di caricatura e di dramma . Il balletto non è un ornamento per il teatro lirico russo , ma è il fondamento stesso dello spettacolo . Messinscena e costumi sono ricchi e curatissimi , con una attenzione speciale - mi sembra - alla precisione della ricostruzione storica , più che allo « stile » . Ma nell ' epilogo , alla musica tutta metallica e vibrata corrisponde la coreografia tutta brevi lampeggiamenti e scintillii di corazze e di elmi . Gli italiani come me che non capiscono niente di musica non dovrebbero mai andare all ' estero , pena il far brutte figure tutti i momenti . V . Stepanovic è appassionatissimo di musica , invece , e vorrebbe discutere ; io non posso che trincerarmi dietro la mia ignoranza . V . mi parla di certi giovani compositori sovietici a parer suo interessantissimi . I pareri di V . sulla musica classica e moderna sono dissimili da quelli più noti della critica sovietica , ma lui è sempre caloroso e vivace . V . è studioso di storia e diritto internazionale , e parla un ottimo francese . Sua moglie è una violoncellista assai nota e ora è in Georgia per una serie di concerti . Unità della cultura russa . L ' Ivan Susanin di Glinka è un ' opera dell ' Ottocento d ' ispirazione fondamentalmente politica e popolare . Rientra perpetuamente nei criteri dell ' arte sovietica d ' oggi . Tra lo spirito di Glinka e quello degli artisti sovietici non c ' è un salto : rientrano entrambi in una stessa linea . L ' ispirazione politica è uno dei principali filoni della tradizione culturale russa . Per quanto lo spettacolo mi attragga moltissimo , alle volte mi sorprendo con lo sguardo rivolto al pubblico . È un pubblico ben diverso da tutti gli altri , come la gente per le strade ; e difficile da definire sinteticamente , perché è fatto di centomila tipi . Forse chi dà il tono sono queste ragazze non dipinte , molte con le trecce , con le camicette di seta artificiale bianche o a fiorellini , coi vestitucci di lana ; ma questo è ancora dir niente perché si potrebbe pensare che abbiano un ' aria bigotta , o puritana , o noiosa , o provinciale : invece sono tipi svegli e attentissimi , sguardi trepidi e pur semplici ; un ' aria da studentesse d ' altri tempi ; un ' aria insieme intellettuale e campagnola ; e , naturalmente , un ' aria russa . Questo tipo tra l ' intellettuale e il campagnolo si ritrova anche tra i giovanotti , - in molti degli operai - in certi tipi biondi dalle spalle spesse , con un loro modo di pettinarsi , di portare la giacca a doppio petto , il colletto della camicia ; spesso ineleganti ma tutti misura e compostezza . Mica che tutti siano così , però : tutt ' altro . Di classici tipi dell ' « intellighenzia » russa se ne vedono parecchi , specie tra le donne , altere e occhialute . Nella stessa fila di poltrone puoi vedere una signora vestita con cura e distinzione e semplice buon gusto , un uomo col giubbotto con le cerniere lampo che certo è uscito di fabbrica mezz ' ora fa , una donnona dipinta con l ' abito da sera e i gioielli ( che però non ha affatto l ' aria di appartenere a una nuova borghesia , come dicono certi giornalisti , ma l ' aspetto d ' una brava lavoratrice dalle ambizioni un po ' ingenue ) , un vecchietto alla Cecov in colletto duro e con una decorazione all ' occhiello . Nessuno - questo è il punto - ha l ' aria di sentirsi a disagio rispetto agli altri ; né perché è vestito troppo male né perché è vestito troppo bene . Ecco che vengo precisando quell ' impressione di « uguaglianza » che ho avvertito ieri : « uguaglianza » vuol dire sentirsi sempre a proprio agio , di fronte a chicchessia . Incontrandosi , prendendo posto nella propria poltrona , si trattano con cordialità e cortesia , pur non conoscendosi ; e sempre si rivolgono l ' un l ' altro - uomini e donne - col tovàric ( compagno ) .