StampaQuotidiana ,
Qualcuno
si
meraviglia
che
in
questi
ultimi
tempi
,
e
non
solo
in
provincia
,
fermenti
e
tumultui
un
ansioso
bisogno
di
ricerca
religiosa
.
Ma
chi
ben
guardi
agli
ultimi
avvenimenti
politici
e
morali
della
nazione
,
non
può
stupirsi
se
,
dopo
la
ventata
lussuriosa
dell
'
immediato
dopo
-
guerra
,
risorge
a
poco
a
poco
negli
uomini
la
coscienza
dei
propri
doveri
,
ieri
oscurata
da
un
'
improvvisa
follia
.
Non
può
stupirsi
;
in
quanto
il
ritmo
stesso
della
vita
ha
preso
un
altro
corso
:
e
una
nuova
morale
a
poco
a
poco
s
'
è
imposta
all
'
antica
,
e
non
provvisoriamente
.
Troppo
rigurgito
di
istinti
c
'
era
stato
infatti
,
mentre
si
ritornava
,
dopo
quattro
anni
di
ansie
,
ad
uno
stato
di
tranquillità
,
perché
la
coscienza
non
ritrovasse
il
suo
equilibrio
:
sopratutto
in
coloro
che
erano
stati
in
trincea
e
davanti
alla
morte
più
di
una
volta
avevano
pensato
e
non
leggermente
ad
una
vita
avvenire
.
E
c
'
era
poi
la
provincia
:
dove
la
ventata
giunse
bensì
,
ma
non
sempre
con
effetti
attivi
,
reali
:
attutita
e
quasi
neutralizzata
dallo
stabile
focolare
antico
e
dalle
donne
rimaste
,
com
'
era
naturale
,
fedeli
e
religiose
.
Il
fenomeno
fascista
in
quel
che
ebbe
,
nel
suo
primo
comporsi
,
di
puro
,
nacque
più
che
nelle
città
nei
focolari
:
nei
quali
a
un
primo
momento
appunto
si
espresse
come
una
reazione
del
sangue
sano
contro
il
sangue
impuro
:
delle
forze
morali
contro
le
immorali
(
da
cui
provenivano
,
e
si
sentiva
,
tutti
i
disordini
)
.
*
*
*
Poi
,
s
'
intende
,
quando
già
il
fenomeno
non
che
a
verzicare
cominciava
addirittura
a
fiorire
,
vennero
i
libri
,
i
documenti
,
le
conversioni
,
gli
appelli
.
E
'
superfluo
ora
riepilogarli
o
rifarne
la
storia
;
poiché
è
certo
che
pochi
di
questi
documenti
risposero
veramente
ad
un
bisogno
:
nacquero
da
un
dramma
;
presero
vita
e
forma
da
un
combattimento
.
Si
aprirono
,
per
questo
,
con
maggiore
fiducia
quelli
che
ci
venivano
dalla
provincia
,
e
magari
da
nomi
ignotissimi
;
o
altri
di
nomi
noti
bensì
,
ma
di
notorietà
non
vasta
,
studiosi
più
che
letterati
.
Il
caso
di
Zanfrognini
e
di
Manacorda
è
tipico
.
Zanfrognini
è
un
provinciale
,
un
paesano
.
Nato
in
un
paese
del
Modenese
:
Staggia
;
e
dopo
avere
pubblicato
un
piccolo
volume
di
versi
,
nel
quale
non
sono
pochi
e
rari
i
segni
di
una
vera
inquietudine
spirituale
,
eccolo
chiuso
nel
suo
piccolo
mondo
casalingo
,
solo
con
sé
stesso
.
Passa
la
guerra
,
passa
il
dopo
-
guerra
:
ed
egli
non
si
stacca
dal
suo
circolo
di
pensiero
:
e
quantunque
gli
occhi
li
tenga
aperti
sul
mondo
,
sul
suo
dubbio
e
sulla
sua
speranza
,
segna
affannato
il
passo
per
quasi
dieci
anni
.
Ne
è
nato
un
libro
irto
di
contraddizioni
,
di
ritorni
,
di
abbandoni
improvvisi
e
di
pentimenti
;
ma
che
innegabilmente
rispecchia
in
tutti
i
suoi
momenti
un
dramma
vero
.
E
anche
dove
c
'
è
giuoco
dialettico
,
la
sofferenza
traspare
:
in
quanto
il
cervello
non
sempre
domina
il
sentimento
:
e
assai
spesso
sulla
scia
del
sofista
s
'
accampa
il
pellegrino
dolente
che
cammina
,
si
sforza
,
si
arrampica
e
di
rado
una
luce
gli
ravviva
la
strada
.
Si
è
letto
molto
presto
"
Itinerario
di
uno
spirito
che
si
cerca
"
(
Vincenzi
-
Modena
)
:
e
se
ne
è
scritto
;
ma
con
gli
anni
sarà
cercato
sempre
di
più
:
e
forse
discusso
ancora
.
Che
le
possibilità
di
Zanfrognini
siano
tutte
qui
dentro
,
non
direi
;
ma
è
certo
che
circola
in
queste
pagine
una
sostanziosa
amarezza
:
e
tutti
possiamo
riconoscerla
come
un
po
'
nostra
.
Dove
poi
essa
possa
sboccare
,
se
in
una
confessione
ortodossa
,
o
se
svilupparsi
o
meno
è
arduo
dire
.
Certo
,
un
libro
l
'
enunciati
come
questo
e
di
pensieri
rotti
non
lo
si
direbbe
suscettibile
di
sviluppi
almeno
lirici
:
e
se
mai
piuttosto
in
un
'
opera
affermativamente
decisa
,
e
magari
apologetica
.
Manacorda
invece
,
pure
sugli
stessi
tasti
,
trova
una
musica
più
larga
di
tono
e
d
'
estro
:
ed
è
più
conchiusivo
.
Non
so
se
maggiore
preparazione
;
ma
certo
c
'
è
in
Manacorda
assai
più
sapienza
.
Si
vede
dietro
il
suo
libro
"
Verso
una
nuova
mistica
"
(
Zanichelli
-
Bologna
)
l
'
uomo
che
ha
avute
e
sofferte
molte
esperienze
:
di
natura
intellettuale
sopratutto
.
Zanfrognini
è
ancora
e
sopratutto
ai
filosofi
greci
e
ai
cristiani
:
e
poco
si
sente
nutrito
di
filosofia
recentissima
:
ma
Manacorda
è
in
questo
senso
scaltrissimo
e
sa
bene
dove
appoggiare
i
suoi
piedi
.
Anzi
:
se
qualcosa
infirma
il
suo
libro
,
pur
così
bello
,
è
il
tono
polemico
:
di
cui
spesso
,
ed
è
peccato
,
egli
non
sa
fare
a
meno
.
Il
suo
dramma
non
è
infatti
,
come
quello
di
Zanfrognini
,
solitario
e
isolato
,
ma
incardinato
nel
dramma
di
tutti
:
perché
i
primi
germi
sopratutto
egli
li
deve
alle
trincee
di
lassù
.
La
nuova
mistica
di
Manacorda
nasce
insomma
contemporanea
alla
nuova
morale
del
reduce
:
e
come
questa
ha
radici
profonde
nell
'
umanità
di
tutti
noi
.
Si
segua
o
no
,
domani
,
questa
visione
nuova
che
Manacorda
esprime
,
di
una
vita
religiosa
avvenire
(
la
quale
presume
insieme
una
nuova
morale
ed
una
nuova
estetica
)
il
libro
ha
per
se
stesso
un
grande
valore
spirituale
:
e
rivela
un
pensatore
e
poeta
di
altissimo
ingegno
.
Pensatore
,
in
quanto
è
ordinato
,
severo
,
sobrio
e
a
momenti
(
non
si
dimentichino
le
numerose
annotazioni
)
perfino
didattico
;
poeta
,
in
quanto
sa
trovare
,
e
tipici
,
momenti
di
vero
abbandono
:
come
nelle
"
Meditazioni
ad
alcune
sante
verità
"
che
conchiudono
mirabilmente
l
'
opera
.
*
*
*
Segni
;
ma
non
sono
i
soli
.
Chi
guardi
un
poco
in
giro
e
non
si
fermi
solo
ai
libri
strettamente
mistici
,
come
quelli
di
Zanfrognini
e
Manacorda
,
trova
infatti
anche
in
opere
che
non
affrontano
decise
il
problema
religioso
,
la
stessa
inquietudine
.
E
sono
magari
libri
di
critica
:
o
raccolte
di
articoli
appena
.
Si
aggiunga
che
certe
riviste
ieri
lette
da
un
pubblico
ristretto
,
hanno
visto
allargarsi
la
loro
zona
,
grazie
appunto
al
bisogno
che
il
pubblico
colto
dimostrava
:
più
che
di
una
nuova
scienza
,
di
un
punto
di
rilievo
facile
,
sicuro
e
perfino
atavico
.
Lasciamo
andare
le
conversioni
rumorose
,
chiassose
:
o
i
pamphlets
,
tipo
L
'
ora
di
Barabba
e
il
Dizionario
dell
'
uomo
selvatico
;
ma
guardate
,
per
esempio
,
certi
scrittori
,
come
l
'
Arcari
e
il
Piccoli
:
che
si
sentono
portati
e
quasi
trascinati
,
dopo
esperienze
puramente
critiche
e
filosofiche
,
l
'
uno
ad
un
romanzo
di
dibattito
religioso
,
l
'
altro
,
invece
,
sensuale
:
ed
entrambi
tuttavia
trapelanti
una
stessa
inquietudine
della
vita
e
dei
suoi
svolgimenti
fisici
,
morali
e
religiosi
.
Ma
questa
che
potrebbe
sembrare
una
deviazione
e
quasi
un
salto
nel
buio
è
invece
,
se
pur
così
diverso
nei
due
,
un
atto
verso
la
propria
purificazione
e
il
proprio
ritrovamento
.
Infatti
né
l
'
inquietudine
di
Arcari
,
né
quella
di
Piccoli
si
sentono
attraverso
quei
libri
,
placare
,
quantunque
il
Cielo
senza
Dio
(
Treves
)
e
Aliarda
(
Vallecchi
)
siano
in
fondo
due
romanzi
morali
.
Dove
ritroveremo
Arcari
,
non
sappiamo
ancora
;
ma
Piccoli
è
già
avviato
a
nuove
esperienze
:
e
il
suo
bellissimo
Itinerario
leopardiano
(
Treves
)
nel
quale
attraverso
Leopardi
lo
si
sente
ancora
cercare
sé
stesso
;
e
la
sua
eccellente
traduzione
del
Libro
della
mia
vita
di
Santa
Teresa
sono
due
sintomi
evidenti
che
la
sua
ricerca
continua
ancora
.
Fenomeni
;
segni
.
E
che
si
dirà
di
Prezzolini
che
con
il
suo
recente
Io
credo
(
Gobetti
,
Torino
)
va
a
radunare
tutti
i
suoi
dibattiti
di
ieri
,
a
coordinarli
,
per
cercare
anche
lui
un
centro
fermo
,
una
base
,
un
punto
di
appoggio
?
E
non
c
'
è
uomo
più
scaltrito
di
lui
:
carattere
e
temperamento
passato
ormai
attraverso
esperienze
filosofiche
innumerevoli
e
non
senza
spine
e
dramma
.
Si
dirà
che
tutti
costoro
,
per
quanto
dotati
e
abili
,
ancora
non
conchiudono
:
e
da
tante
pagine
agili
,
ricche
e
spesso
commosse
,
confessioni
vere
e
proprie
non
vengono
fuori
.
Ma
bisogna
dar
tempo
al
tempo
;
e
che
si
maturino
anche
i
fenomeni
recenti
della
nuova
riscossa
politica
:
i
quali
,
oggi
come
oggi
,
lasciano
perplessi
gli
uomini
di
pensiero
:
quando
non
addirittura
scontenti
.
Ma
forse
non
è
lontano
il
giorno
in
cui
una
luce
più
viva
tutti
ci
illumini
:
e
il
volto
mistico
della
nuova
generazione
trapeli
senza
maschera
.