StampaQuotidiana ,
Non
muovo
alcun
rimprovero
a
Lorenzo
Mondo
,
per
aver
pubblicato
quelle
note
di
Pavese
,
qualche
giorno
fa
.
Ha
aspettato
quarant
'
anni
prima
di
pubblicarle
;
infine
ha
pensato
che
si
trattava
d
'
un
documento
e
i
documenti
è
giusto
farli
conoscere
;
e
difatti
è
giusto
.
Se
fossi
stata
io
a
trovarle
,
non
le
avrei
pubblicate
;
ma
il
mio
rapporto
con
Pavese
era
di
stretta
amicizia
;
avrei
troppo
temuto
le
reazioni
che
potevano
suscitare
e
forse
le
avrei
distrutte
;
non
lo
so
.
Comunque
Lorenzo
Mondo
lo
capisco
e
non
posso
dargli
torto
.
Le
ha
accompagnate
con
un
commento
sommesso
e
discreto
.
Mi
addolora
però
profondamente
la
gran
polvere
,
il
clamore
che
ne
è
seguito
.
Pavese
,
per
quelle
note
,
è
stato
chiamato
fascista
,
filonazista
.
La
sua
figura
pubblica
è
stata
colpita
a
sassate
da
ogni
parte
.
Qualcuno
l
'
ha
difeso
.
Ma
il
clamore
e
la
polvere
hanno
coperto
ogni
argomentazione
pacata
e
sensata
.
I
morti
che
ci
sono
cari
,
noi
vorremmo
che
fossero
rispettati
.
Rispettarli
significa
astenersi
dal
sottoporli
a
un
processo
inquisitorio
.
Risparmiare
alla
loro
immagine
le
deduzioni
malevole
,
giudizi
affrettati
e
recisi
,
il
chiasso
futile
e
malevolo
dei
giornali
.
Ma
esiste
nel
nostro
tempo
uno
strano
e
insano
piacere
nell
'
infierire
contro
la
memoria
dei
morti
.
Nel
fare
strame
della
loro
vita
privata
e
pubblica
,
e
della
loro
opera
,
quando
un
opera
loro
ci
sia
rimasta
.
Ne
successo
a
Hemingway
,
a
Montale
,
a
Felice
Balbo
,
a
tanti
altri
in
varia
forma
e
varia
misura
.
Succede
oggi
a
Pavese
.
Prima
viene
fatta
di
loro
una
sorta
di
statua
,
mirabile
e
immobile
,
poi
la
statua
viene
presa
a
sassate
.
I
morti
,
nel
nostro
tempo
,
bisogna
che
si
aspettino
o
le
genuflessioni
che
vengono
tributate
ai
marmi
sacri
,
o
la
dimenticanza
,
o
le
sassate
.
Non
è
il
nostro
un
tempo
dove
i
morti
possano
convivere
felicemente
coi
vivi
.
Per
quanto
riguarda
Montale
,
non
c
'
è
dubbio
che
ha
agito
male
quando
ha
firmato
con
il
proprio
nome
le
pagine
scritte
da
un
altro
,
ma
è
ben
meschina
,
gretta
e
polverosa
la
furia
che
si
è
scatenata
su
questo
episodio
.
Su
Felice
Balbo
,
anni
fa
,
è
stato
costruito
un
castello
di
accuse
oscure
totalmente
inventate
,
ordite
chissà
a
quale
scopo
da
qualche
mente
perversa
.
Era
una
fra
le
persone
più
limpide
che
ci
siano
mai
state
.
Su
Pavese
,
non
è
stato
inventato
nulla
,
quelle
note
esistono
,
scritte
dalla
sua
mano
.
Ma
la
vita
d
'
un
uomo
è
vasta
,
ed
è
fatta
di
istanti
dei
quali
non
sappiamo
nulla
,
di
atti
nobili
e
meno
nobili
,
di
pensieri
scritti
in
qualche
lettera
o
in
qualche
quaderno
,
poi
contraddetti
da
nuovi
pensieri
o
dal
comportamento
nel
corso
degli
anni
.
Ne
fatta
di
colpe
,
di
rimorsi
,
di
sacrifici
e
azioni
generose
che
a
tutti
resteranno
per
sempre
ignoti
.
Che
senso
ha
processare
un
essere
umano
che
fino
a
ieri
appariva
senza
colpa
,
da
parte
di
chi
non
l
'
ha
mai
conosciuto
e
l
'
ha
conosciuto
poco
e
male
,
o
di
chi
è
nato
molto
dopo
la
sua
morte
?
E
soprattutto
perché
tanto
insano
piacere
nel
fare
strage
della
sua
memoria
,
deturpare
la
sua
immagine
e
renderla
del
tutto
irriconoscibile
a
quanti
l
'
hanno
amata
?
Nessi
ne
conservano
i
veri
connotati
stampati
negli
occhi
,
e
tuttavia
si
sentono
persi
,
come
se
quei
connotati
non
fossero
mai
stati
veri
.
Pavese
è
morto
quarant
'
anni
fa
.
Quelli
che
l
'
hanno
conosciuto
nell
'
intimo
sono
ormai
pochi
:
una
misera
minoranza
.
Pochi
ormai
sono
in
grado
di
evocarne
la
fisionomia
vera
,
i
gesti
,
i
passi
,
la
voce
.
Una
persona
umana
è
fatta
anche
di
questo
:
non
soltanto
delle
pagine
che
ha
scritto
o
delle
idee
che
aveva
.
La
cosa
onesta
che
si
deve
fare
nei
riguardi
d
'
un
morto
,
se
era
uno
scrittore
,
è
leggere
le
sue
opere
,
scrutarne
il
significato
e
prediligerne
le
migliori
;
quelle
che
ci
sembrano
le
migliori
.
Di
uno
scrittore
che
è
morto
,
è
importante
il
meglio
;
il
peggio
va
accantonato
in
disparte
.
E
tuttavia
anche
il
peggio
deve
essere
conosciuto
,
indagato
e
studiato
:
ma
in
disparte
.
Ne
in
qualche
modo
è
lo
stesso
per
ogni
persona
umana
:
non
si
capisce
bene
perché
,
ma
dopo
che
è
morta
,
il
meglio
che
aveva
lo
vediamo
salire
in
superficie
,
e
il
peggio
calare
nel
buio
:
ed
è
il
meglio
che
vogliamo
ricordare
di
più
.
Quelle
note
di
Pavese
che
sono
state
pubblicate
ora
mi
hanno
turbato
,
non
voglio
negarlo
.
So
bene
che
pensava
e
scriveva
a
volte
delle
assurdità
.
La
sua
straordinaria
intelligenza
non
glielo
impediva
.
Di
politica
non
capiva
niente
,
e
quelle
note
sono
per
la
massima
parte
politiche
.
Non
le
ha
stracciate
:
non
stracciava
mai
niente
.
Mi
ha
ferito
soprattutto
,
in
quelle
note
,
quanto
lui
scriveva
sulla
Germania
di
Hitler
.
Le
atrocità
dei
tedeschi
,
dice
,
non
sono
diverse
dalle
atrocità
compiute
nella
Rivoluzione
francese
.
Scriveva
così
nel
'42
,
mentre
gli
ebrei
morivano
a
milioni
nei
campi
di
sterminio
,
nel
modo
che
sappiamo
.
Allora
,
sui
campi
di
sterminio
,
non
sapevamo
tutta
la
verità
,
ma
si
sapeva
pure
che
quanto
stava
succedendo
agli
ebrei
in
Germania
era
qualcosa
di
intollerabile
per
il
nostro
pensiero
.
Sul
fascismo
,
su
Mussolini
,
sulla
guerra
,
dice
delle
frasi
grottesche
.
Fanno
un
'
immensa
rabbia
,
ma
chi
l
'
ha
conosciuto
,
Pavese
,
ricorda
che
era
bastian
contrario
.
L
'
Italia
stava
perdendo
la
guerra
,
nel
'42
,
e
lui
parla
di
vittoria
.
Il
fascismo
,
non
c
'
era
ormai
più
nessuno
in
Italia
che
non
ne
auspicasse
la
fine
,
e
lui
si
domanda
se
non
era
forse
una
cosa
buona
.
Non
le
ha
incluse
nel
suo
diario
,
quelle
note
,
ma
non
le
ha
stracciate
.
Avrà
forse
pensato
che
potevano
essergli
di
qualche
utilità
per
ricostruire
se
stesso
,
in
un
certo
periodo
,
per
osservare
un
giorno
i
percorsi
capricciosi
del
proprio
pensiero
?
per
conservare
il
peggio
di
se
stesso
?
Ma
le
frasi
sulla
Germania
di
Hitler
,
chi
gli
ha
voluto
bene
le
ripensa
con
vivo
turbamento
.
Tuttavia
chi
gli
ha
voluto
bene
non
gli
toglie
certo
una
sola
stilla
d
'
affetto
.
Mi
trovo
d
'
accordo
con
quanto
ha
detto
di
lui
Luisa
Sturani
:
era
come
un
ragazzo
:
la
sera
s
'
addormentava
con
un
'
idea
e
la
mattina
dopo
si
svegliava
con
l
'
idea
opposta
.
Così
succede
ai
ragazzi
.
Usava
scrivere
tutto
quello
che
gli
passava
per
la
testa
.
Che
sia
stato
fino
all
'
ultimo
un
adolescente
,
è
sicuro
.
Ha
portato
avanti
la
propria
esistenza
in
maniera
assurda
,
con
un
carico
di
ossessioni
e
di
fissazioni
che
non
è
mai
riuscito
a
buttare
via
;
e
,
come
fanno
gli
adolescenti
,
ubbidiva
a
discipline
e
privazioni
insensate
e
severe
,
che
si
era
imposto
da
sé
.
E
riuscito
a
rifiutarsi
ostinatamente
tutto
quello
che
desiderava
,
per
una
dolorosa
difficoltà
a
vivere
ma
anche
per
qualche
severa
ingiunzione
mentale
:
desiderava
avere
una
moglie
,
una
casa
:
e
non
le
ebbe
mai
.
Da
giovane
,
diceva
che
si
sarebbe
scelto
per
moglie
una
ragazza
opaca
,
insignificante
,
docile
,
che
occupasse
nella
sua
vita
pochissimo
spazio
:
«
Una
donna
che
,
pregata
,
volesse
dar
mano
alla
casa
»
.
Sono
versi
di
Lavorare
stanca
.
In
seguito
,
questo
sogno
lo
cancellò
.
Cadeva
sempre
con
delle
donne
che
lo
rendevano
infelice
:
donne
forti
,
autoritarie
,
sfuggenti
,
nervose
,
radiose
e
tigresche
:
amando
in
verità
il
dolore
e
le
bufere
che
scatenavano
nella
sua
anima
.
E
tuttavia
l
'
antica
moglie
opaca
ogni
tanto
ricompariva
nella
sua
immaginazione
.
Le
donne
erano
al
centro
dei
suoi
pensieri
:
un
mondo
a
cui
non
gli
riusciva
di
accostarsi
senza
febbre
,
dolore
e
strazio
.
Chiamarlo
fascista
è
una
follia
pura
.
Chi
l
'
ha
conosciuto
vivo
,
chi
è
in
grado
di
evocarne
la
figura
,
i
gesti
,
il
comportamento
,
il
senso
stesso
della
sua
esistenza
,
sa
bene
come
egli
fosse
l
'
esatto
contrario
di
quello
che
il
fascismo
è
stato
.
Tutto
quanto
formava
lo
spirito
del
fascismo
era
assente
dalla
sua
persona
.
Lui
era
un
uomo
schivo
,
scontroso
,
amante
del
silenzio
e
dell
'
ombra
.
Il
fascismo
era
violento
e
declamatorio
,
vociante
nelle
piazze
e
nelle
strade
.
Lui
era
solitario
e
taciturno
;
e
incapace
di
fare
offesa
alla
piuma
d
'
un
passero
.
Nel
giudicarlo
,
chi
legge
quelle
sue
note
e
si
sdegna
per
le
storture
del
suo
pensiero
,
o
chi
lo
condanna
per
non
essersi
lui
battuto
durante
la
Resistenza
e
per
essersi
nascosto
,
non
dovrebbe
dimenticare
che
otto
anni
dopo
,
sette
anni
dopo
si
è
ucciso
:
e
un
suicidio
ha
sempre
infinite
motivazioni
,
fra
le
quali
è
presente
,
sempre
o
quasi
sempre
,
un
senso
di
colpa
,
un
carico
insopportabile
di
rimorsi
,
giusti
o
ingiusti
,
ma
sempre
disperati
.
Perciò
chi
lo
condanna
,
questo
lo
dovrebbe
mettere
in
conto
;
e
certo
ogni
suicidio
va
contemplato
a
sé
;
ma
guardando
al
suicidio
di
Pavese
mi
sembra
debba
cadere
ogni
sdegno
o
collera
,
e
debba
essergli
dato
quel
rispetto
che
è
dovuto
all
'
estrema
disperazione
.
Ai
suoi
amici
,
Pavese
ha
dato
molto
,
e
ha
insegnato
molto
:
ha
insegnato
o
cercato
d
'
insegnare
la
serietà
nel
lavoro
,
il
disinteresse
,
l
'
indifferenza
alla
gloria
.
Ha
insegnato
la
pietà
.
Chi
era
allora
colpito
da
sventure
,
ne
ricorda
la
dedizione
,
la
generosità
,
la
gentile
e
sconfinata
pazienza
.
Ai
suoi
amici
,
ha
anche
insegnato
la
forza
nel
sopportare
il
dolore
;
questa
forza
lui
non
l
'
ha
avuta
,
ma
ne
sapeva
la
necessità
,
ed
essa
era
in
qualche
modo
presente
nelle
pieghe
della
sua
faccia
,
nei
suoi
modi
,
nel
suo
passo
rapido
e
solitario
.
Tuttavia
nessuno
dei
suoi
amici
l
'
ha
mai
considerato
un
maestro
di
vita
o
un
maestro
di
pensiero
:
troppe
volte
pensava
delle
assurdità
;
e
troppo
lo
vedevano
condurre
la
sua
propria
vita
in
un
modo
ostinato
,
sofferente
,
tortuoso
e
maldestro
:
la
sua
grande
intelligenza
,
matura
,
complicata
,
adulta
,
contrastava
con
l
'
immaturità
della
sua
indole
,
con
la
nativa
semplicità
del
suo
essere
;
e
non
gli
ha
dato
mai
alcun
soccorso
nei
rapporti
col
prossimo
,
nei
sentieri
dell
'
esistenza
:
e
anzi
gli
ha
sbarrato
la
strada
.
Ne
è
stato
un
narratore
e
un
poeta
;
così
è
giusto
e
onesto
che
sia
ricordato
;
e
anche
è
stato
uno
degli
uomini
più
appassionati
,
più
umili
e
meno
cinici
che
siano
mai
passati
su
questa
terra
.