StampaQuotidiana ,
Pare
che
il
prossimo
anno
saremo
alle
prese
con
una
serie
di
referendum
.
Vorrei
considerare
l
'
istituto
,
non
da
giurista
o
teorico
,
ma
nella
realtà
della
vita
.
Appare
come
il
vero
strumento
del
governo
democratico
;
è
quello
che
ci
permette
di
conoscere
l
'
opinione
dei
più
,
senza
intermediari
.
Comprendo
l
'
uso
che
se
ne
fa
nel
Paese
che
molti
considerano
il
meglio
governato
,
la
Svizzera
.
Se
fossi
legislatore
,
gli
avrei
dato
ampio
posto
e
dettagliato
regolamento
nello
statuto
dei
lavoratori
;
laddove
ho
visto
invece
sentenze
di
pretori
considerare
comportamento
antisindacale
da
reprimere
il
referendum
che
il
datore
di
lavoro
indice
tra
i
dipendenti
su
orario
,
modalità
di
lavoro
,
mensa
.
Gli
avrei
dato
posto
nella
legge
,
assicurando
il
segreto
assoluto
della
provenienza
del
voto
,
punendo
la
corruzione
,
cioè
i
voti
comprati
,
ma
lasciando
piena
libertà
di
propaganda
a
partiti
e
sindacati
,
come
a
datori
di
lavoro
,
perché
la
risposta
fosse
in
un
senso
o
nell
'
altro
.
So
che
non
ci
sono
istituti
perfetti
,
che
anche
nel
referendum
possono
agire
le
passioni
del
momento
,
le
reazioni
ad
un
episodio
,
la
simpatia
e
la
ripugnanza
per
un
dato
soggetto
,
il
coniuge
che
non
sa
contrastare
all
'
altro
coniuge
,
il
debole
che
non
riesce
a
scorgere
il
veleno
di
un
argomento
:
tutte
imperfezioni
umane
non
eliminabili
.
Ma
quando
i
sindacati
si
oppongono
al
referendum
,
in
materia
di
lavoro
,
invocando
che
solo
l
'
unità
fa
la
forza
,
vengono
,
vogliano
o
non
vogliano
,
a
dare
una
patente
di
debolezza
mentale
ai
singoli
,
perpetui
minorenni
,
che
hanno
bisogno
di
un
intermediario
.
E
questa
tendenza
trionfante
è
in
nuce
la
struttura
dei
regimi
comunisti
:
il
popolo
guidato
da
un
gruppo
di
potere
,
che
si
rinnova
per
cooptazione
,
palese
o
mal
celata
,
e
che
tenta
imporre
l
'
immobilità
,
impedire
ogni
evoluzione
.
E
tuttavia
...
non
occorre
mai
concludere
troppo
affrettatamente
.
Né
i
rivoluzionari
francesi
del
1789-93
,
né
i
dottrinari
liberali
del
1830
,
né
gli
uomini
del
Risorgimento
,
conobbero
altro
referendum
che
non
fossero
i
plebisciti
;
e
non
c
'
è
storico
che
non
ponga
riserve
sulla
genuina
espressione
della
volontà
popolare
che
essi
rappresentarono
.
Si
può
osservare
che
nel
1789-93
,
come
nel
1830
e
nel
1848
,
non
si
concepiva
il
voto
alle
donne
né
a
chi
non
avesse
un
minimo
di
cultura
e
spesso
neppure
a
chi
non
possedesse
un
minimo
di
reddito
,
di
capitale
o
lavoro
;
e
già
questo
avrebbe
invalidato
parecchio
il
valore
del
referendum
,
votando
solo
una
minoranza
della
popolazione
:
ciò
che
oggi
non
accadrebbe
.
Ma
piuttosto
,
a
farmi
riflettere
sul
referendum
,
sta
ch
'
esso
corre
bene
-
salvo
qualche
rilievo
che
subito
farò
-
quando
la
questione
è
semplice
:
divorzio
,
aborto
,
abolizione
del
Concordato
(
salvo
i
dubbi
che
nascono
qui
sulla
natura
di
questo
e
sulla
interpretazione
degli
artt.
7
,
75
e
138
della
Costituzione
)
;
ma
non
sono
oggetto
idoneo
di
referendum
provvedimenti
complessi
o
che
abbiano
ripercussioni
finanziarie
.
Piaccia
o
non
piaccia
,
se
si
delinea
un
tramonto
della
democrazia
,
non
è
per
il
malvolere
di
prepotenti
di
destra
o
di
sinistra
,
bensì
per
la
complessità
dei
problemi
,
per
cui
ogni
giorno
diminuisce
il
numero
delle
persone
in
grado
di
dominarli
appieno
,
cogliendone
ogni
lato
.
La
democrazia
,
diretta
o
rappresentativa
,
è
ottima
cosa
;
ma
ha
una
condizione
insuperabile
;
che
chi
sceglie
e
decide
abbia
una
consapevolezza
di
tutti
i
termini
del
problema
che
ha
dinanzi
;
e
penso
che
la
sua
decadenza
,
palese
o
mal
celata
,
non
dipenda
soltanto
dal
malvolere
,
dalla
sete
di
dominio
di
uomini
,
destri
o
sinistri
;
ma
dal
connettersi
ed
intrecciarsi
dei
vari
problemi
,
che
solo
pochi
esperti
sono
in
grado
di
cogliere
,
e
che
possono
sfuggire
anche
a
luminari
della
economia
e
della
finanza
,
se
non
conoscano
le
mezze
promesse
,
gli
scambi
di
cenni
tra
uomini
di
Stato
,
più
spesso
tra
ministri
di
Paesi
diversi
o
tra
ministri
e
grandi
dominatori
dell
'
alta
banca
internazionale
.
Sarei
sul
punto
di
votare
sì
o
no
in
un
referendum
,
ma
un
amico
mi
ammonisce
:
-
bada
che
dall
'
esito
di
questo
referendum
dipende
poi
il
contegno
di
quello
Stato
verso
i
nostri
lavoratori
,
le
commesse
che
ci
darà
o
non
ci
darà
-
anche
se
l
'
oggetto
del
referendum
non
abbia
in
sé
alcuna
piega
politica
.
E
poi
...
sono
abbastanza
vecchio
per
ricordare
che
quando
sul
finire
del
1918
tutti
si
entusiasmavano
alla
iniziativa
di
Wilson
:
-
basta
con
la
politica
fatta
dalle
cancellerie
,
con
i
trattati
segreti
;
anche
i
rapporti
internazionali
debbono
essere
trattati
pubblicamente
,
noti
ai
popoli
che
poi
ne
portano
le
conseguenze
-
il
chiaroveggente
Luigi
Salvatorelli
ammoniva
:
-
le
prudenti
ritirate
,
anche
le
umiliazioni
,
sono
sopportabili
nei
rapporti
internazionali
fino
a
che
non
sono
note
che
nella
strettissima
cerchia
dei
ministri
degli
Esteri
e
degli
ambasciatori
;
quando
tutto
è
pubblico
,
quando
si
fa
appello
all
'
amor
proprio
nazionale
,
all
'
onore
della
bandiera
,
ed
i
quotidiani
cominciano
ad
inveire
contro
l
'
avversario
,
a
ricordarci
tutti
i
torti
che
ci
ha
fatto
nei
secoli
,
si
è
sul
terreno
sdrucciolevole
che
può
portare
alla
guerra
.
Oggi
le
guerre
paiono
meno
facili
a
dichiararsi
che
non
sessant
'
anni
or
sono
,
per
gli
effetti
paurosi
che
sortirebbero
;
ma
gl
'
inasprimenti
,
lo
sdrucciolare
indietro
di
dieci
anni
su
una
strada
di
distensione
,
sono
sempre
possibili
.
E
quel
che
segue
in
politica
estera
,
vale
anche
all
'
interno
.
Penso
ai
rapporti
tra
Chiesa
e
Stato
:
dal
1900
si
erano
andati
lentamente
assestando
;
il
Papa
restava
sempre
in
Vaticano
,
ma
nessuno
pensava
più
al
potere
temporale
,
non
c
'
era
più
rancore
,
ci
si
rendeva
conto
che
non
occorrevano
mutamenti
legislativi
;
al
più
,
il
Trattato
senza
il
Concordato
,
proposto
da
Benedetto
XV
al
governo
Orlando
,
e
che
Vittorio
Emanuele
III
non
volle
,
né
Orlando
ebbe
l
'
energia
occorrente
per
insistere
,
né
Nitti
quella
per
riprendere
le
file
.
Era
proprio
uno
dei
casi
in
cui
le
ferite
si
risanano
per
opera
del
tempo
,
e
meno
della
questione
si
parlava
,
meglio
era
;
deismo
,
sincretismo
religioso
,
ateismo
proseguivano
per
la
loro
strada
,
il
cattolicesimo
per
la
sua
;
non
si
prevedeva
la
scomparsa
né
degli
uni
né
dell
'
altro
;
si
confidava
in
un
tempo
prossimo
in
cui
ogni
cittadino
avrebbe
sempre
agito
secondo
la
propria
coscienza
,
confessionale
,
o
di
fedeltà
ad
un
partito
,
ed
auto
-
determinandosi
di
volta
in
volta
.
Per
questo
,
sarebbe
stato
meglio
forse
lasciare
operare
al
tempo
:
ma
se
in
un
referendum
sul
semplice
trattato
(
le
proposte
recate
a
Parigi
ad
Orlando
)
avrei
risposto
sì
,
al
Concordato
del
'29
avrei
risposto
in
un
referendum
no
.
Ma
ora
invece
risponderò
no
alla
proposta
di
abrogazione
unilaterale
;
perché
la
politica
non
è
fatta
semplicemente
di
giudizi
di
«
buono
»
e
«
cattivo
»
,
ma
è
sempre
condizionata
alle
circostanze
del
momento
:
e
dopo
tutte
le
concessioni
che
la
S
.
Sede
si
è
dimostrata
disposta
ad
accettare
,
questa
abrogazione
per
referendum
popolare
,
unilaterale
,
è
il
segno
non
dico
di
una
guerra
,
ma
di
un
contrasto
che
è
un
lusso
che
l
'
Italia
d
'
oggi
potrebbe
ben
risparmiarsi
.
Soggiungo
ancora
:
per
questo
,
come
per
altri
referendum
,
sarebbe
un
grosso
male
che
ci
fosse
un
netto
distacco
nelle
votazioni
fra
alcune
Regioni
ed
altre
;
penso
soprattutto
alle
Regioni
di
confine
,
a
certe
Regioni
a
cui
corre
facilmente
il
pensiero
;
ciascuno
può
comprendere
a
chi
alludo
;
un
massiccio
distacco
nel
risultato
delle
votazioni
sarebbe
un
segno
poco
confortante
,
in
un
momento
in
cui
le
Regioni
,
od
almeno
alcune
,
reclamano
una
sempre
maggiore
autonomia
,
e
si
risvegliano
vecchissime
nostalgie
,
pure
in
campo
linguistico
.
Istituto
di
perfetta
democrazia
il
referendum
,
ma
,
come
ogni
istituto
,
va
usato
con
giudizio
e
al
momento
opportuno
.
E
se
tocca
norme
della
Costituzione
,
che
potrebbero
venire
modificate
con
leggi
costituzionali
,
propone
sempre
più
il
problema
:
-
ha
ancora
una
ragione
d
'
essere
un
Parlamento
,
quando
ciò
che
è
vitale
è
oggetto
di
trattative
con
i
sindacati
o
di
referendum
?
Quando
ogni
riforma
della
Costituzione
,
pure
prevista
da
questa
,
risulta
un
fatto
impossibile
per
la
inconciliabilità
di
partiti
e
di
correnti
?
-
.