StampaQuotidiana ,
Persone
amiche
mi
hanno
rimproverato
per
le
cose
che
ho
scritto
in
occasione
dell
'
incontro
di
calcio
tra
Italia
e
Germania
.
Non
ne
hanno
affatto
apprezzato
il
tono
scherzoso
e
si
sono
sentite
offese
da
mie
sgradevoli
battute
.
Perciò
mi
scuso
,
con
loro
e
con
me
stesso
.
È
vero
che
non
bisogna
scherzare
con
le
cose
serie
.
Non
si
può
indulgere
alla
xenofobia
,
ancorché
sportiva
,
tirare
in
ballo
a
sproposito
il
nipote
virtuale
di
Goering
,
confondere
il
nazismo
con
i
tedeschi
e
il
passato
con
il
presente
.
Certo
non
intendevo
nulla
di
simile
,
ma
le
intenzioni
non
contano
se
si
prestano
all
'
equivoco
.
È
una
dissonanza
che
mi
confonde
e
mi
fa
riflettere
.
Evidentemente
ho
dei
brutti
ricordi
.
Questo
è
legittimo
,
ma
dovrei
tenermeli
per
me
e
non
farli
affiorare
impropriamente
in
un
editoriale
del
«
manifesto
»
.
Se
per
caso
c
'
è
stato
un
periodo
della
vita
,
mia
o
di
altri
,
in
cui
una
voce
o
un
accento
erano
immediatamente
associati
alla
sensazione
di
un
pericolo
mortale
,
è
una
faccenda
lontanissima
e
privata
.
Forse
anche
una
patologia
.
Le
esperienze
individuali
non
si
possono
trasmettere
,
appunto
perché
sono
individuali
,
neppure
scrivendo
un
libro
.
Ciò
non
ha
la
minima
importanza
.
Ma
temo
che
qualcosa
di
simile
valga
anche
per
le
esperienze
collettive
,
cioè
per
le
vicende
della
storia
,
e
questo
è
un
discorso
più
grave
.
Quel
che
noi
chiamiamo
revisionismo
storico
è
un
'
operazione
intenzionale
e
politicamente
finalizzata
,
ma
è
certamente
favorita
da
un
oblio
,
da
un
appannamento
della
memoria
e
degli
eventi
,
che
è
quasi
una
legge
di
natura
:
un
fenomeno
fatale
come
il
trascorrere
del
tempo
,
a
cui
non
c
'
è
rimedio
.
Due
righe
di
agenzia
bastano
oggi
per
confermare
che
un
supermercato
sorgerà
ad
Auschwitz
.
Quest
'
idea
,
che
neanche
al
peggiore
degli
uomini
sarebbe
venuta
in
mente
in
altre
stagioni
,
non
suscita
neppure
il
blando
stupore
di
un
anno
fa
.
Ammesso
che
l
'
orrore
di
quel
campo
sia
mai
esistito
,
non
può
più
essere
percepito
intimamente
,
è
inconoscibile
ai
posteri
,
è
al
massimo
una
fredda
nozione
e
per
il
papa
romano
un
impaccio
.
Non
so
che
cosa
spinga
Igor
Man
a
seguire
sul
suo
giornale
il
processo
Priebke
sforzandosi
disperatamente
di
raccontare
,
di
evocare
,
la
mostruosità
universale
delle
logiche
naziste
.
Non
può
riuscirci
,
come
non
ci
riescono
le
parole
dei
vecchi
testimoni
.
Non
è
più
una
grande
tragedia
,
ma
una
mediocre
controversia
giudiziaria
.
Dimenticare
,
dopotutto
,
è
più
semplice
e
generoso
che
riesumare
.
La
memoria
si
accompagna
spesso
al
risentimento
.
È
o
può
ben
sembrare
gretto
ricordare
come
aguzzini
i
ragazzi
di
Salò
,
sebbene
lo
fossero
.
E
sinceramente
invidio
Bassolino
che
mangerebbe
un
'
innocente
pizza
con
i
giovani
Savoia
,
i
quali
ignorano
con
pari
innocenza
le
colpe
degli
antenati
.
Certo
l
'
oblio
e
la
banalizzazione
comportano
un
rischio
,
accantonare
le
tragedie
della
storia
rende
più
facile
che
si
ripetano
.
Ogni
tanto
accade
,
infatti
.
Ma
noi
abbiamo
la
fortuna
di
vivere
in
un
'
epoca
pacificata
e
rassicurante
,
dove
si
sa
che
i
fascismi
sono
improbabili
e
le
guerre
irrilevanti
.