StampaQuotidiana ,
Che
in
nessun
paese
un
solo
signore
possieda
tre
canali
più
tre
è
certo
.
Che
nessuno
se
li
tenga
quando
diventa
presidente
del
Consiglio
,
è
certo
.
Che
Berlusconi
venne
vide
e
vinse
perché
possiede
tre
più
tre
canali
tv
,
è
meno
certo
.
Se
lo
fosse
,
non
si
capisce
perché
nel
1963
quando
la
Rai
era
tutta
ferreamente
democristiana
la
Dc
perdette
.
E
invece
la
sinistra
,
che
in
due
mesi
di
campagna
elettorale
ebbe
sei
volte
dieci
minuti
di
spazi
spaventosamente
autogestiti
,
più
il
messaggio
finale
fra
gli
altri
,
andò
avanti
.
Come
media
non
aveva
che
«
l
'
Unità
»
e
1'«Avanti
!
»
,
maldestri
fogli
e
foglietti
che
risfogliati
sembrano
ancora
più
distanti
dalla
tv
di
Bernabei
di
quanto
oggi
i
quotidiani
siano
dal
video
.
Eppure
quella
tv
unificò
la
lingua
ma
non
la
testa
degli
italiani
.
Il
fatto
è
che
la
testa
si
formava
anche
su
altro
,
la
mediatizzazione
non
era
la
sola
forma
di
socializzazione
,
o
il
suo
sostitutivo
.
Qualche
milione
di
persone
si
era
fatto
cittadino
nel
reticolo
dei
partiti
e
sindacati
,
e
sì
,
anche
delle
parrocchie
,
era
divenuto
soggetto
nel
confliggere
delle
idee
e
delle
identità
sociali
,
scoperto
e
agito
nel
luogo
di
lavoro
in
città
o
nelle
campagne
in
naufragio
.
Per
poco
che
contasse
quel
cittadino
parlava
,
chiedeva
,
protestava
,
si
univa
ad
altri
,
si
faceva
un
giudizio
.
Aveva
una
idea
di
sé
che
comparava
con
altri
,
che
gli
erano
noti
e
meno
noti
,
dalla
fabbrica
alla
scuola
alla
cascina
al
comizio
alle
prime
lotte
di
strada
.
Esercitava
un
frammento
di
potere
del
quale
aveva
qualche
frammento
di
pratica
.
Accendeva
il
televisore
accanto
o
dopo
una
esperienza
politica
ravvicinata
che
fungeva
da
filtro
.
Sapeva
distinguere
l
'
immagine
dalla
realtà
,
metterle
a
confronto
,
e
divorava
immagini
senza
rischio
di
una
perdita
di
sé
.
La
pervasività
della
tv
non
sta
dunque
nella
diabolicità
del
mezzo
,
sta
nell
'
essersi
fatto
il
cittadino
non
più
che
spettatore
,
atomo
e
quindi
unidimensionale
,
senza
altra
idea
di
sé
che
quella
ricevuta
dal
video
e
i
suoi
annessi
,
e
docilmente
rinviante
al
video
lo
stesso
comando
che
quello
gli
suggerisce
,
per
cui
l
'
uno
riflette
l
'
altro
all
'
infinito
.
Faremmo
meglio
a
chiederci
perché
è
avvenuto
.
Negli
anni
settanta
avrebbero
avuto
un
bel
cantare
,
Berlusconi
e
Fiorello
.
La
tv
non
ci
ha
espropriato
,
ha
riempito
un
vuoto
di
un
altro
esproprio
.
Autoesproprio
.
La
sinistra
parlamentare
non
ha
predicato
che
la
politica
moderna
era
consenso
,
e
quella
extraparlamentare
,
uomini
e
donne
,
che
della
politica
se
ne
aveva
abbastanza
?
Non
hanno
tutti
accettato
che
il
partito
fosse
leggero
o
non
fosse
?
Ma
che
vuol
dire
leggero
se
non
ridotto
a
comitato
elettorale
addestrato
a
fornire
immagini
suggestive
?
Il
partito
leggero
espropria
la
sua
base
della
stessa
possibilità
d
'
una
esperienza
politica
magari
elementare
ma
diretta
.
Compreso
il
come
del
finanziamento
:
non
le
case
del
popolo
e
i
festival
fai
-
da
-
te
dei
pesanti
partiti
operai
e
popolari
furono
costruiti
dalle
tangenti
,
ma
il
leggerissimo
Psi
.
La
famelica
Dc
di
Milano
ai
tempi
di
Mongini
non
aveva
neanche
diecimila
iscritti
.
Quando
Mario
Segni
dichiarò
,
con
la
lungimiranza
che
lo
distingue
,
che
politica
altro
non
doveva
essere
che
fiducia
negata
o
data
ogni
quattro
anni
dal
singolo
al
deputato
della
sua
circoscrizione
,
non
solo
riduceva
l
'
Italia
del
1994
all
'
Inghilterra
del
circolo
Pickwick
,
ma
riduceva
la
formazione
della
coscienza
politica
a
cosa
tanto
fragile
,
che
basta
un
soffio
a
volgerla
da
una
parte
all
'
altra
,
ed
egli
per
primo
ne
ha
pagato
il
prezzo
.
Quando
nel
plauso
generale
Orlando
ha
distrutto
i
consigli
comunali
,
ha
deprivato
il
paese
e
anche
la
sua
causa
di
decine
di
migliaia
di
persone
che
avevano
un
'
idea
di
che
significa
amministrare
una
società
complessa
.
In
pochi
anni
tutto
il
tessuto
politico
-
sindacale
-
sociale
è
stato
concordemente
demolito
,
da
destra
e
da
sinistra
.
È
a
quel
punto
che
gli
italiani
sono
diventati
carta
assorbente
.
Può
esserci
una
televisione
di
sinistra
?
I
francofortesi
e
per
ultimo
Enzensberger
dicono
di
no
:
la
tv
,
come
tutte
le
immagini
in
movimento
,
induce
suggestioni
più
che
pensieri
,
imponendo
tempi
e
scansioni
alla
ricezione
,
mentre
il
lettore
si
dà
tempi
e
scansioni
suoi
.
Una
distanza
che
gli
permette
di
accogliere
o
rifiutare
.
Lo
sanno
Placido
e
Guglielmi
,
grandi
lettori
e
sostenitori
del
libro
colto
per
chi
si
presume
dotato
di
intelletto
,
e
dello
schermo
incolto
per
il
telespettatore
,
che
si
presume
mediamente
debole
.
Chi
amministra
le
immagini
gioca
su
questo
,
sia
nel
messaggio
esplicito
sia
in
quello
subliminale
-
del
quale
molto
si
parlava
quando
ci
si
sarebbe
vergognati
di
Funari
.
Ma
questa
tv
non
libera
l
'
immaginario
,
gli
suggerisce
degli
stereotipi
costruiti
sulla
media
di
desideri
semplificati
(
denaro
,
successo
,
sesso
)
e
trasgressioni
consentite
.
È
questa
la
tecnica
dei
serials
,
che
diventa
obbligata
anche
per
chi
li
fabbrica
,
come
spiega
Altman
.
E
tuttavia
,
come
dimostra
Altman
,
non
c
'
è
mezzo
che
non
possa
suggerire
una
presa
di
distanza
dalle
sue
proprie
trappole
.
Che
non
lo
voglia
fare
non
implica
che
non
lo
possa
fare
.
C
'
è
chi
lo
ha
fatto
,
Blob
.
Non
quando
ha
opposto
alle
immagini
del
giorno
immagini
estranee
,
portando
per
mano
il
telespettatore
a
dire
:
ma
guarda
un
po
'
che
roba
,
sembra
un
politico
è
invece
un
sedere
di
donna
(
a
destra
o
al
centro
o
a
sinistra
usano
il
sesso
femminile
come
negazione
e
sprezzo
,
stile
caserma
)
.
Ma
quando
fa
parlare
immagine
contro
immagine
,
dallo
stesso
giorno
e
tempo
e
mondo
,
facendole
dubitare
di
sé
,
cioè
nel
modo
più
antipubblicitario
possibile
.
E
usando
dei
moduli
del
mezzo
,
ripetitività
,
ossessioni
.
Sono
Blob
e
qualche
volta
il
palinsesto
dell
'
imprendibile
Fuori
orario
che
a
volte
ci
accomiatano
con
una
riflessione
invece
che
con
una
suggestione
.
Questo
sarebbe
al
fondo
della
discussione
su
una
tv
o
radio
«
di
sinistra
»
.
Ahimé
,
siamo
però
molto
al
di
qua
del
fondo
.
Forse
che
negli
anni
novanta
è
stato
diverso
il
messaggio
esplicito
della
Rai
e
delle
private
?
La
Rai
,
con
la
coda
di
paglia
della
lottizzazione
,
ha
forse
osato
dire
che
«
pubblico
»
non
equivale
necessariamente
a
«
statale
»
,
stato
non
equivale
a
somma
fra
partiti
,
partito
non
equivale
ad
apparato
?
Non
ha
osato
.
Ha
umilmente
portato
acqua
al
mulino
del
privato
,
del
governo
antiparlamentare
,
delle
corporazioni
.
Curzi
e
Santoro
,
come
Scalfari
,
hanno
pensato
che
liquidando
il
pubblico
e
i
partiti
,
la
crisi
del
Caf
avrebbe
colpito
solo
il
Caf
e
la
valanga
si
sarebbe
gentilmente
fermata
ai
piedi
prima
di
La
Malfa
,
poi
di
Segni
.
E
invece
non
s
'
è
fermata
affatto
.
Anche
i
loro
argomenti
avevano
aiutato
il
parto
del
figlio
naturale
del
Caf
,
Berlusconí
,
che
ora
li
affligge
,
nonché
la
banalizzazione
di
Fini
.
Eppure
l
'
andamento
dell
'
opinione
durante
questo
genere
di
crisi
è
scritto
da
Weimar
in
poi
in
lettere
minacciose
sui
muri
del
secolo
,
e
qualche
riflessione
sul
come
portare
in
altre
acque
la
crisi
d
'
un
detestato
sistema
si
sarebbe
potuta
fare
.
Ma
non
l
'
hanno
fatta
.
Hanno
gridato
«
in
galera
,
in
galera
»
come
un
tempo
faceva
Bracardi
,
mentre
Corrado
Augias
,
che
oggi
si
duole
del
supermercato
Fininvest
,
se
doveva
presentare
a
Babele
un
libro
se
ne
scusava
,
indorando
la
pillola
con
amenità
distraenti
.
Anche
Elvira
Sellerio
ci
fa
sapere
che
la
sola
idea
di
far
«
cultura
»
in
Rai
le
fa
venir
mal
di
testa
.
Non
è
che
la
sinistra
non
abbia
detto
.
Ha
detto
,
ha
detto
.
Ha
deciso
che
la
gente
è
troppo
debole
per
tollerare
una
critica
-
critica
,
e
che
al
nazional
-
popolare
si
poteva
sostituire
dell
'
altro
che
non
fossero
pappette
sessual
-
popolari
-
antipolitiche
-
antipartitiche
-
anticomuniste
.
Se
questa
non
è
stata
egemonia
della
destra
,
mi
sparo
.
Tutti
costoro
si
difendono
dicendo
che
la
tv
non
fa
che
riflettere
l
'
odierna
realtà
.
Ma
andiamo
.
E
come
potrebbe
?
La
tv
,
come
un
giornale
,
ne
sceglie
pochi
sprazzi
e
li
illumina
,
sprofondando
il
resto
nel
buio
.
È
un
teatro
.
Perché
vergognarsene
?
Si
risponda
del
testo
e
della
messinscena
.
Scrivo
queste
note
appena
finito
il
«
Tg
1
»
delle
13.30
di
martedì
.
Dell
'
universo
ha
fatto
22
notizie
.
Otto
delitti
,
ma
tredici
scenari
di
morte
,
due
guerre
e
una
necrologia
inclusi
(
sarebbe
interessante
chiedersi
perché
riflettiamo
l
'
universo
come
morte
)
.
Poi
un
governo
.
Un
fatto
privato
.
Tre
notizie
economiche
.
Tre
di
teatro
.
All
'
ottavo
posto
il
primo
risultato
elettorale
del
Sudafrica
:
vittoria
di
Nelson
Mandela
,
testuale
:
«
I
neri
ballano
»
.
Una
sola
volta
la
realtà
ha
dominato
.
Sulla
fine
di
Ayrton
Senna
la
tv
non
ha
fatto
in
tempo
a
decidere
il
registro
,
e
ha
mandato
in
onda
quel
bel
volto
sorridente
,
la
macchina
sfasciata
.
Senna
santo
,
Senna
libertino
,
l
'
accusa
alla
pista
e
agli
interessi
,
la
difesa
della
pista
e
degli
interessi
,
che
i
piloti
vivano
,
che
i
piloti
muoiano
se
no
che
spettacolo
è
?
E
gli
stessi
che
piangevano
«
è
finita
la
speranza
di
riscatto
del
Brasile
»
,
e
avevano
pagato
perché
ogni
volta
che
correva
poteva
morire
.
Niente
tornava
,
tutto
si
contraddiceva
,
era
un
gigantesco
Blob
.
Molto
utile
.