StampaQuotidiana ,
Non
conviene
dividersi
fra
chi
considera
l
'
attuale
governo
un
fascismo
bell
'
e
impiantato
e
chi
un
governo
di
centro
destra
,
in
grado
di
controllare
un
Msi
in
mutazione
.
La
prima
ipotesi
sospetta
la
seconda
di
smobilitare
gli
animi
,
e
forse
è
vero
:
ma
non
sono
ragionamenti
così
diversi
.
Più
interessante
è
intendersi
sulla
continuità
o
discontinuità
del
nuovo
governo
:
Berlusconi
non
sarebbe
che
un
Caf
muscoloso
,
Berlusconi
è
il
neoliberismo
finalmente
al
potere
.
In
ambedue
i
casi
l
'
aggiunta
d
'
un
partito
,
il
Msi
-
An
,
è
suppletiva
,
roba
da
usare
quando
occorre
menar
le
mani
o
frenare
i
federalismi
leghisti
.
Mario
Tronti
propende
per
la
continuità
,
e
non
certo
per
indulgenza
:
una
egemonia
di
destra
,
scrive
,
era
già
avvenuta
nel
corpo
sociale
e
nella
stessa
sinistra
,
oltre
che
essere
costitutiva
dei
vari
spezzoni
del
centro
.
Che
i
fascisti
stiano
ora
nella
maggioranza
è
un
problema
,
non
il
problema
.
L
'
ampiezza
del
condizionamento
dell
'
estrema
destra
nell
'
Italia
del
1994
-
e
di
estreme
ce
ne
sono
almeno
due
,
quella
del
Msi
e
quella
del
mélange
fra
integralismo
cattolico
e
fondamentalismi
etno
-
lavoristi
dei
lumbard
-
si
valuta
a
seconda
di
quel
che
Berlusconi
si
propone
di
fare
.
Ma
se
ha
un
senso
il
crollo
del
sistema
politico
avvenuto
tra
il
1992
e
il
1994
,
anche
grazie
a
quel
minamento
del
comune
sentire
democratico
che
Tronti
descrive
e
che
è
precipitato
nel
referendum
,
è
che
esso
segna
il
venire
a
fine
dell
'
antico
rapporto
fra
struttura
del
capitale
italiano
e
uno
Stato
che
,
dal
fascismo
in
poi
,
è
sempre
stato
non
solo
legato
ad
esso
,
ma
assieme
protettore
e
protetto
e
negoziatore
.
La
sfera
politica
e
quella
degli
apparati
,
strettamente
interconnessa
nell
'
impresa
pubblica
e
nel
credito
,
si
sono
reciprocamente
condizionate
come
due
soggetti
.
L
'
Italia
del
dopoguerra
è
stata
anzi
,
con
la
presenza
della
più
massiccia
sinistra
europea
,
un
esempio
interessante
di
relativa
«
autonomia
»
del
politico
,
e
perciò
ha
allargato
la
mano
pubblica
,
già
stabilita
dopo
gli
anni
trenta
,
e
ha
esteso
un
welfare
che
è
stato
anche
formativo
d
'
una
certa
idea
dei
diritti
.
La
caduta
della
sinistra
e
un
incerto
governo
del
politico
,
dopo
la
morte
di
Moro
e
nella
arroganza
di
Craxi
,
hanno
fatto
del
Caf
un
apparato
autoreferenziale
che
,
a
ristrutturazione
tecnologica
fatta
,
a
liberalizzazione
del
movimento
dei
capitali
avvenuta
,
a
mercato
mondiale
unificato
,
si
è
rivelato
per
la
prima
volta
soltanto
parassitario
.
Per
un
sistema
produttivo
ansante
e
obbligato
a
una
competitività
almeno
continentale
cui
era
impreparato
-
vecchia
l
'
automobile
,
non
più
specificamente
italiano
l
'
elettrodomestico
,
indietro
l
'
informatica
,
un
pasticcio
avventuristico
la
chimica
pubblica
e
privata
-
lo
scassato
e
ingordo
apparato
di
governo
e
sottogoverno
era
ormai
solo
un
ingombro
.
Con
la
privatizzazione
dell
'
impresa
pubblica
e
del
credito
,
e
con
l
'
attacco
massiccio
agli
apparati
pubblici
della
scuola
e
della
sanità
,
oltre
che
della
pubblica
amministrazione
in
senso
proprio
,
il
«
sistema
politico
»
è
ferito
a
morte
.
Con
la
partitocrazia
è
affondato
,
grazie
all
'
inerzia
della
sinistra
(
che
in
questo
è
apparsa
complice
)
,
lo
Stato
come
luogo
di
conflitto
e
contrattazione
.
Torna
ad
essere
essenzialmente
apparato
classico
di
repressione
-
esercito
,
polizie
,
funzioni
della
giustizia
.
La
discontinuità
non
è
piccola
.
È
grande
.
In
essa
si
ridelineerà
la
leadership
del
capitale
italiano
,
messa
in
questione
non
solo
dal
crollo
della
Montedison
e
dell
'
impresa
di
Stato
,
ma
dal
fiato
corto
della
Fiat
.
Mi
piacerebbe
tanto
che
gli
economisti
ci
dicessero
qualcosa
su
quel
che
va
succedendo
nella
rete
industriale
e
postindustriale
,
oltre
a
rilevare
,
come
vediamo
anche
noi
inesperti
,
che
la
piccola
e
media
azienda
tira
e
s
'
è
data
una
espressione
politica
.
Si
può
presumere
che
in
Berlusconi
si
delinei
un
primato
,
un
traino
dell
'
industria
della
comunicazione
?
O
no
?
Forse
il
primo
atto
essenziale
del
governo
sarà
nell
'
assetto
della
Stet
privatizzata
e
dei
gruppi
di
controllo
(
chissà
che
farà
Mediobanca
)
che
si
formeranno
in
essa
.
Nel
diluvio
in
cui
sprofondano
i
cosiddetti
ammortizzatori
sociali
non
sarà
il
Msi
a
tenere
il
timone
;
fungerà
da
repressore
,
fuorviante
o
magari
,
come
in
parte
è
già
avvenuto
,
assorbente
della
protesta
.
Certo
Berlusconi
non
governerà
come
il
Caf
,
nel
momento
in
cui
il
comando
politico
tende
a
liberare
il
comando
economico
.
L
'
obiettivo
è
prima
andare
,
con
le
buone
o
con
le
cattive
,
a
restaurare
una
costituzione
formale
e
materiale
prekeynesiana
,
poi
,
a
Stato
dimagrito
,
si
potrà
anche
ridiscorrere
di
democrazia
.
L
'
impatto
della
destra
si
vede
già
invece
nella
destrutturazione
dei
«
valori
»
del
paese
,
a
cominciare
da
una
certa
separazione
tra
Stato
e
Chiesa
,
propria
del
resto
dell
'
Europa
moderna
.
Prendiamo
la
scuola
:
non
si
capisce
a
che
serva
a
una
borghesia
competitiva
rinunciare
a
una
formazione
e
trasmissione
di
saperi
laica
e
moderna
,
e
finanziare
invece
tentativi
di
dominio
integrista
;
se
non
che
,
caduta
la
mediazione
della
Democrazia
cristiana
,
l
'
alleanza
di
Berlusconi
con
la
Chiesa
passa
oggi
tramite
la
destra
,
vedi
il
quartetto
D
'
Onofrio
-
Guidi
-
Zeffirelli
e
Squitieri
.
Perno
,
la
famiglia
.
Chi
dice
famiglia
,
dice
che
la
libertà
femminile
è
cosa
perversa
,
quando
non
assassina
.
È
stato
presentato
alla
Camera
,
prima
ancora
del
voto
del
governo
,
un
documento
strabiliante
che
forse
non
avrebbe
circolato
neppure
ai
tempi
dell
'
Opera
Nazionale
Maternità
e
Infanzia
,
cui
si
ispira
.
Al
centro
è
la
ragazza
madre
,
per
la
quale
si
sprecano
enfasi
e
commozione
in
sintonia
con
il
Movimento
per
la
vita
,
e
ad
essa
si
affiancano
spericolatamente
i
deboli
in
genere
:
donne
,
malati
di
Aids
,
handicappati
e
animali
.
Sic
.
Leggere
per
credere
.
Dire
famiglia
significa
anche
trasportare
i
diritti
del
cittadino
,
il
nato
o
la
nata
in
Italia
,
sui
«
genitori
»
,
cioè
su
una
tutela
che
decide
-
per
esempio
in
tema
di
istruzione
e
quindi
in
larga
parte
di
socializzazione
e
destino
professionale
,
perché
lo
stato
,
che
nella
scuola
pubblica
era
proprio
la
collettività
laica
,
si
ritira
.
Avanti
con
il
bonus
per
le
scuole
dei
preti
e
delle
aziende
,
che
di
quattrini
abbisognano
.
Qui
si
va
dritti
verso
le
encicliche
di
Woytila
e
gli
umori
del
cardinal
Biffi
.
Non
se
ne
preoccupa
la
Libreria
delle
donne
di
Milano
,
sedotta
dalla
luce
che
la
destra
sarebbe
finalmente
costretta
a
gettare
su
alcune
donne
.
Differentemente
dalla
sinistra
che
non
lo
faceva
.
Ma
davvero
?
È
un
pezzo
che
in
Europa
e
fuori
avanzano
delle
signore
,
portate
da
partiti
di
sinistra
o
più
raramente
di
destra
.
Signore
in
genere
fedeli
al
mandato
.
Non
trasgredienti
alcune
grandi
,
da
Golda
Meir
a
Indira
Ghandi
,
trasgrediente
per
eccesso
Margareth
Thatcher
,
fedele
al
padre
Benazir
Bhutto
,
al
liberismo
Corazon
Aquino
o
Violeta
Chamorro
-
le
prime
che
vengono
in
mente
.
Adesso
c
'
è
anche
Hillary
Clinton
.
Dal
1981
in
Francia
sono
legioni
le
ministre
e
c
'
è
stata
una
premier
,
Edith
Cresson
.
Dove
sta
la
differenza
tra
Franca
Falcucci
o
Rosa
Russo
Jervolino
,
Tina
Anselmi
o
Rosy
Bindi
e
Ombretta
Fumagalli
Carulli
o
Titti
Parenti
?
La
Anselmi
e
la
Bindi
si
sono
ribellate
a
ben
altro
che
a
un
intervento
di
Berlusconi
.
Com
'
è
che
non
si
sono
viste
?
Quanto
a
Pivetti
,
che
cosa
distingue
la
sua
ascesa
alla
presidenza
della
Camera
da
quella
di
Nilde
Jotti
,
se
non
dall
'
esservi
portata
sulle
spalle
di
Bossi
,
Fini
e
Berlusconi
invece
che
su
quelle
del
Pci
e
d
'
un
governo
che
aveva
rispetto
per
le
minoranze
?
Alcune
mie
amiche
hanno
voluto
vedere
nel
fatto
che
,
al
momento
della
sua
investitura
,
abbia
parlato
di
sé
al
maschile
,
una
micidiale
sortita
dell
'
inconscio
interpellato
dalla
differenza
.
Ma
no
,
era
solo
l
'
introduzione
nel
rito
laico
della
Camera
del
liturgico
:
quasi
vir
fatta
sum
.
Ora
sono
quasi
un
uomo
!
È
inquietante
il
capovolgersi
dell
'
immagine
che
avevano
alcuni
stilemi
della
Libreria
:
l
'
aspra
separatezza
,
la
diffidenza
verso
la
sfera
politica
e
le
istituzioni
perché
iscritte
nel
codice
«
neutro
di
lui
»
,
per
non
parlare
del
«
potere
»
,
ancora
un
mese
fa
esecrato
(
ultimo
numero
di
«
Critica
Marxista
»
)
ora
invocato
come
desiderio
femminile
(
ultimo
numero
del
«
Cerchio
quadrato
»
)
.
È
come
se
mutassero
di
senso
le
parole
che
mi
intrigavano
,
gerarchia
,
autorevolezza
,
affidamento
a
una
madre
reale
o
simbolica
,
disparità
,
o
la
critica
alla
democrazia
come
sinonimo
di
democratismo
(
sopra
la
legge
)
,
indifferenza
alle
paci
e
alle
guerre
,
ai
fascismi
e
agli
antifascismi
(
parzialità
)
,
alla
stessa
condizione
del
«
genere
»
(
basta
con
la
nostra
figura
di
dolenti
e
oppresse
)
o
alle
ingiustizie
(
finiamola
con
il
miserabilismo
)
.
È
l
'
insofferenza
,
anzi
la
negazione
delle
altre
-
specie
se
un
tempo
amate
,
come
la
Irigaray
o
la
Melandri
,
che
seguono
diversi
cammini
.
È
l
'
insistenza
su
un
discorso
analogico
-
simmetrico
a
quello
maschile
:
invece
del
patriarcato
una
genealogia
femminile
,
invece
della
legge
del
padre
l
'
ordine
simbolico
della
madre
.
Molto
mi
pareva
di
dover
concedere
a
un
pensiero
che
si
proponeva
un
'
ambizione
alta
,
ripensare
la
storia
e
il
presente
nell
'
ottica
della
sessuazione
,
una
critica
radicale
alla
mia
stessa
storia
e
al
pensiero
politico
cui
sono
formata
.
Diamoci
tempo
,
mi
dicevo
.
Ma
per
arrivare
a
Irene
Pivetti
?
Che
malinconia
.