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Caro Modula ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Caro Modula , io la capisco ; è lei che non capisce me . Vediamo di spiegarci . Non ho nulla contro i giovani del '68 . Mescolati con parecchia marmaglia ( ce n ' è sempre in questi fenomeni ) vogliosa solo di saccheggio , c ' erano certamente dei ragazzi che volevano qualcosa di serio e la cui protesta era mossa da seri motivi . Lei evidentemente era di questi , e merita tutto il mio rispetto . Una delle ragioni per cui odiai e disprezzai gl ' ispiratori e strateghi di quella battaglia era proprio questo : che mandavano allo sbaraglio e bruciavano una generazione che meritava di meglio . Lei ha ragione quando dice che furono i miei coetanei , non i suoi , a compiere questo misfatto . Ed è appunto con loro che ce l ' ho : coi chierici traditori di una intellighenzia progressista che a vostre spese cercava nella demagogia una rivalsa ai propri fallimenti , e col loro contorno mondano di figli e figlie di papà che facevano nei salotti milanesi gli snob della barricata . Mi domando che cosa aspettate a farli a pezzi ( moralmente , s ' intende ) questi cialtroncelli che si sono serviti di voi per appagare i propri pruriti e mettersi al sicuro dalla vostra rivolta di cui proprio loro - che rappresentano la fascia più turpe della società borghese - avrebbero dovuto essere il bersaglio . Con voi , il discorso è un altro . E sia chiaro che non lo faccio da maestro a scolaro per il semplice motivo che io ho fatto i vostri stessi errori . In un contesto , si capisce , del tutto diverso , sul quale la prego di non ironizzare perché non è degno di lei : se lei si fosse trovato a nascere nell ' anno in cui nacqui io , avrebbe sulla fronte lo stesso tatuaggio . Voi e noi abbiamo voluto , in tempi e temperie completamente differenti , la stessa cosa . Voi volevate ( e immagino che vogliate ancora ) una « società » seria ; noi volevamo ( e vorremmo ancora ) una « Italia » seria . Non fa molta differenza . La differenza sta solo nell ' anagrafe . E qui lei deve consentirmi di guardare le cose con un occhio diverso dal suo . Quando voi scendeste in piazza , noi già sapevamo dove sareste finiti perché c ' eravamo già finiti noi . Ve lo dicemmo , e voi c ' insultaste : se vi fossimo caduti in mano , ci avreste sbranato . Nulla di male : in battaglia , si sa , ci si sbrana . Ma oggi , a cose fatte , o per meglio dire abortite , non potete rimproverarci di aver visto le cose con un occhio diverso dal vostro . Capisco che il fatto di doverci dare ragione v ' infastidisca . Lo capisco perché anche questa è un ' esperienza che ho fatto io stesso . Gliela racconto subito . Appartenevo a una famiglia di antifascisti . E forse fu anche questo che aizzò i miei entusiasmi di adolescente per Mussolini . Quando una decina di anni dopo mi accorsi come li avevo male investiti , il ritorno a casa fu una tortura . E anch ' io dissi ciò che lei ora dice a me : « E grazie a questo errore che io sono ora più maturo di voi » . Il che era anche vero , come lo è quando lo dice lei . Come vede caro Modula , da parte nostra , o almeno da parte mia , non c ' è nessun atteggiamento pedagogico o punitivo . C ' è solo un po ' di pena , anzi molta , per la bruciatura che avete subito . E vorrei anche prevenire un altro equivoco . Nemmeno io sono per il travoltismo e le altre scempiaggini con cui si manifesta la rivolta del « privato » . Ciò che m ' interessa è il ripristino di certi valori morali che mi sembrano insostituibili . Quanto alla società borghese che dovrebbe incarnarli , e di cui forse lei mi considera il cocciuto ( e ottuso ) campione , be ' , cambiamo discorso , oppure , caro Modula , venga a farlo in confidenza con me : vedrà che siamo d ' accordo su molte cose .