StampaQuotidiana ,
Dopo
tante
esitazioni
e
tante
dispute
tra
i
fautori
del
«
filo
diretto
»
con
Berlinguer
e
i
sostenitori
dell
'
«
accordo
guerreggiato
»
con
i
socialisti
,
i
partiti
di
centro
sono
giunti
a
un
risultato
che
non
potrebbe
essere
più
fallimentare
.
I
socialisti
e
i
comunisti
sono
più
vicini
tra
loro
di
quanto
lo
siano
mai
stati
negli
ultimi
quindici
o
vent
'
anni
;
si
va
alle
elezioni
in
uno
stato
di
confusione
e
di
incertezza
che
ha
pochi
confronti
;
la
pressione
comunista
sull
'
area
democratica
è
più
massiccia
e
più
pericolosa
che
mai
.
Si
sarebbe
tentati
di
dire
che
nelle
polemiche
dei
mesi
scorsi
tutti
i
disputanti
avessero
ragione
:
sia
che
sostenessero
l
'
opportunità
di
preferire
l
'
infida
alleanza
socialista
al
rapporto
con
il
micidiale
apparato
di
potere
comunista
;
sia
che
indicassero
nelle
concessioni
alla
demagogia
dei
socialisti
il
battistrada
più
sicuro
dell
'
avvento
del
Pci
al
potere
.
E
la
tentazione
ulteriore
sarebbe
di
prendere
atto
di
questa
realtà
,
di
riconoscere
la
pratica
impossibilità
di
stabilire
un
rapporto
accettabile
e
con
1
uno
e
con
l
'
altro
dei
due
partiti
marxisti
,
e
di
invitare
dunque
i
partiti
democratici
a
far
quadrato
in
uno
sforzo
supremo
di
difesa
.
Ma
in
queste
materie
non
sono
lecite
conclusioni
precipitose
.
I
partiti
democratici
devono
dunque
muovere
dalla
considerazione
di
una
serie
di
ipotesi
realistiche
sulle
prospettive
post
-
elettorali
:
nella
fiducia
che
le
elezioni
si
svolgeranno
in
un
quadro
di
sufficiente
normalità
,
e
che
le
scelte
post
-
elettorali
potranno
essere
effettuate
,
almeno
in
un
primo
tempo
,
secondo
le
regole
del
processo
democratico
.
Una
prima
ipotesi
,
resa
purtroppo
assai
probabile
non
dai
meriti
delle
sinistre
ma
dai
demeriti
dei
partiti
democratici
,
è
che
i
partiti
marxisti
riescano
ad
ottenere
una
maggioranza
sufficiente
a
governare
anche
senza
l
'
apporto
della
Dc
e
dei
suoi
alleati
.
E
verosimile
che
in
questo
caso
l
'
offerta
del
«
compromesso
storico
»
,
e
addirittura
di
un
governo
di
«
emergenza
»
,
esteso
a
tutto
l
'
«
arco
costituzionale
»
,
venga
mantenuta
.
Occorre
ribadire
,
senza
troppe
parole
,
che
se
l
'
offerta
venisse
accettata
la
democrazia
italiana
avrebbe
i
giorni
contati
.
Già
sarebbe
difficile
parlare
,
dopo
un
terzo
insuccesso
politico
-
elettorale
della
Dc
,
di
un
vero
«
compromesso
»
che
in
realtà
sarebbe
solo
illusorio
tra
un
Pci
più
forte
che
mai
e
una
Dc
umiliata
e
indebolita
da
un
'
ulteriore
sconfitta
.
Di
fatto
,
avrebbe
allora
inizio
il
graduale
assorbimento
dei
partiti
democratici
nell
'
apparato
di
potere
comunista
:
e
ogni
tentativo
di
costituire
un
'
opposizione
,
di
creare
o
salvaguardare
un
'
alternativa
al
comunismo
,
verrebbe
subito
paralizzato
o
reso
assai
più
arduo
dalla
facile
assimilazione
all
'
opposizione
della
destra
,
non
a
caso
tenuta
in
piedi
per
l
'
opportunità
che
essa
offre
di
qualificare
ogni
opposizione
come
«
fascista
»
;
e
si
sa
che
«
ammazzare
un
fascista
non
è
reato
»
.
Diremo
ancora
una
volta
che
non
si
tratta
di
fare
il
processo
alle
intenzioni
dei
dirigenti
comunisti
:
ma
solo
di
prendere
atto
che
nelle
tensioni
provocate
dallo
sforzo
di
avviare
il
socialismo
,
il
Pci
si
vedrà
presto
costretto
a
scegliere
tra
l
'
abbandono
della
democrazia
e
l
'
abbandono
del
potere
;
e
l
'
esperienza
di
tutti
i
processi
rivoluzionari
insegna
quale
sia
,
in
questi
casi
,
l
'
alternativa
destinata
a
prevalere
.
1;
anche
chiaro
che
nessun
confronto
è
possibile
con
il
precedente
del
centrosinistra
,
nel
quale
la
Dc
si
è
trovata
a
convivere
,
e
a
che
prezzo
,
con
un
Psi
che
raggiungeva
appena
un
quarto
delle
sue
dimensioni
elettorali
.
Adesso
si
dovrebbe
rinnovare
l
'
esperienza
con
un
partito
di
struttura
assai
diversa
,
burocratico
-
militaresca
,
qual
è
il
Pci
,
che
dispone
di
una
forza
elettorale
pressoché
pari
e
forse
,
dopo
le
elezioni
,
superiore
a
quella
della
Dc
;
senza
contare
l
'
apporto
di
un
Psi
verosimilmente
ancora
cresciuto
dopo
la
prova
elettorale
.
Si
può
invece
supporre
,
e
ci
si
deve
augurare
,
che
la
Dc
e
i
suoi
alleati
si
rifiutino
a
questo
tipo
di
alleanze
miranti
alla
decapitazione
preventiva
dell
'
opposizione
;
e
anzi
non
è
affatto
escluso
che
sull
'
onda
del
successo
elettorale
i
partiti
marxisti
siano
essi
stessi
ad
abbandonare
la
politica
del
compromesso
e
dell
'
«
arco
costituzionale
»
,
e
puntino
invece
direttamente
all
'
alternativa
di
sinistra
.
Di
questa
,
i
socialisti
si
sono
fatti
,
negli
ultimi
anni
,
i
più
attivi
sostenitori
:
ma
è
probabile
che
proprio
dalle
loro
file
vengano
le
remore
più
gravi
.
La
pratica
attuazione
dell
'
alternativa
di
sinistra
è
stata
infatti
sottoposta
,
nei
deliberati
congressuali
e
nelle
dichiarazioni
ultime
dei
dirigenti
socialisti
,
a
condizioni
irrealizzabili
,
che
sembrano
fatte
apposta
per
consentire
al
partito
di
De
Martino
di
rinviare
indefinitamente
ogni
decisione
.
Si
è
messa
avanti
l
'
esigenza
che
il
rapporto
di
forza
tra
i
due
partiti
marxisti
si
sposti
sensibilmente
a
favore
del
Psi
,
che
è
cosa
praticamente
fuori
della
realtà
;
e
sul
piano
internazionale
si
è
chiesto
insistentemente
che
il
Pci
«
chiarisca
»
i
suoi
rapporti
con
l
'
Urss
,
che
al
punto
in
cui
sono
le
cose
equivale
a
una
richiesta
di
rottura
che
il
Pci
non
può
prendere
in
considerazione
.
In
tal
caso
il
quadro
post
-
elettorale
si
riaprirebbe
su
una
nuova
prospettiva
di
collaborazione
fra
cattolici
e
socialisti
,
non
troppo
mutata
rispetto
alla
situazione
degli
ultimi
anni
.
Non
è
una
prospettiva
brillante
,
date
le
esperienze
:
ma
molto
dipenderà
,
e
lo
diremo
tra
poco
,
dal
modo
come
l
'
affronteranno
i
partiti
di
centro
.
Se
poi
i
socialisti
entrano
nel
governo
di
alternativa
,
egemonizzato
-
qualunque
sia
la
distribuzione
dei
portafogli
-
dai
comunisti
,
essi
si
troveranno
a
condividere
le
responsabilità
di
una
politica
costantemente
al
limite
della
degenerazione
totalitaria
.
Chi
non
ha
perduto
la
fiducia
nelle
tradizioni
di
democrazia
che
sono
tanta
parte
delle
tradizioni
socialiste
,
deve
augurarsi
che
la
concreta
esperienza
di
ciò
che
significa
il
potere
comunista
abbia
per
i
socialisti
quella
efficacia
pedagogica
che
le
esortazioni
e
gli
ammonimenti
degli
altri
partiti
democratici
finora
non
hanno
avuto
.
Non
è
neppure
escluso
,
del
resto
,
che
i
partiti
di
centro
riescano
a
conservare
la
maggioranza
.
Ma
ciò
non
elimina
il
problema
di
un
qualche
rapporto
con
l
'
opposizione
:
e
lo
mostra
l
'
esperienza
degli
ultimi
anni
di
questa
legislatura
,
nella
quale
era
tuttavia
disponibile
sulla
carta
una
maggioranza
centrista
.
Può
essere
,
dunque
,
che
i
partiti
di
centro
siano
chiamati
a
fronteggiare
la
pressione
comunista
senza
sostanziali
apporti
da
parte
socialista
:
che
i
socialisti
alla
prova
(
lei
fatti
rifiutino
l
'
alternativa
e
che
sia
dunque
possibile
riprendere
l
'
esperienza
di
centrosinistra
;
che
si
abbia
un
governo
di
«
compromesso
storico
»
o
di
«
arco
costituzionale
»
,
o
che
anche
si
realizzi
l
'
alternativa
di
sinistra
,
e
che
tuttavia
i
socialisti
riescano
in
un
secondo
tempo
,
e
prima
che
sia
troppo
tardi
,
a
svincolarsi
dall
'
abbraccio
comunista
.
Può
anche
essere
che
nessuna
di
questa
ipotesi
si
realizzi
e
che
gli
eventi
prendano
altre
vie
.
Ma
se
i
partiti
di
centro
vogliono
conservare
reali
prospettive
politiche
,
e
garantirsi
qualche
margine
per
la
difesa
dei
loro
princìpi
irrinunciabili
,
occorre
che
essi
abbandonino
le
ubbìe
della
«
irreversibilità
»
,
e
facciano
intendere
ben
chiaro
che
la
difesa
delle
posizioni
democratiche
continuerà
,
se
necessario
,
anche
dall
'
opposizione
.
Una
grande
opposizione
democratica
,
in
un
paese
come
il
nostro
,
a
struttura
sociale
così
complessa
e
per
tanti
fili
legati
all
'
Europa
e
all
'
occidente
,
ha
ancora
molto
spazio
,
se
solo
avrà
la
coerenza
e
la
chiarezza
di
idee
necessarie
per
difenderlo
:
e
il
terrorismo
della
polizia
segreta
e
delle
squadre
armate
di
partito
non
arriva
in
un
giorno
.
I
comunisti
lo
sanno
,
e
per
questo
hanno
escogitato
la
formula
del
compromesso
storico
.
E
'
troppo
sperare
che
lo
capiscano
,
chissà
quando
,
i
socialisti
?
Ed
è
troppo
chiedere
ai
partiti
di
centro
che
i
loro
esponenti
chiariscano
agli
elettori
la
loro
posizione
su
questi
temi
vitali
,
in
modo
che
ciascuno
sappia
a
chi
dà
realmente
il
proprio
voto
,
al
di
là
delle
etichette
?