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Basta . Basta con questa indicibile manfrina messa in piedi dai mezzi di comunicazione di massa sulle vicende giudiziarie - specialmente quelle palermitane - di Silvio Berlusconi . È arrivata l ' ora delle certezze definitive . Di seguito presento al signor Berlusconi una serie di domande invitandolo pubblicamente a rispondere nel merito con cristallina chiarezza affinché una volta per tutte sia lui in prima persona a dimostrare - se ne è capace - che con Cosa Nostra non ha e non ha mai avuto nulla a che fare . A scanso di equivoci e strumentalizzazioni , già da ora - signor Berlusconi - le annuncio che nessuna delle notizie sul suo conto che leggerà in questo articolo è frutto di " pentimenti " , e nessuna delle domande che le sto per porre si basa o prende spunto anche fosse in modo marginale dalle parole dei cosiddetti " pentiti " . Tutto al contrario , esse si basano su personali indagini e su documenti amministrativi che in ogni momento - se lo riterrà - potrò inviarle perché si sinceri della loro autenticità . Detto questo , prego , legga , e mi sappia poi dire.Partiamo da lontano , perché lontano inizia la sua storia imprenditoriale , signor Berlusconi.Primo quesito : lei certamente ricorda che il 26 settembre 1968 la sua società - l ' Edilnord Sas - acquistò dal conte Bonzi l ' intera area dove di lì a breve lei costruirà il quartiere di Milano2 . Lei pagò l ' area circa 4.250 lire al metro quadrato , per un totale di oltre 3 miliardi . Questa somma , nel 1968 quando lei aveva appena 32 anni e nessun patrimonio familiare alle spalle , è di enorme portata . Oggi , tabelle Istat alla mano , equivarrebbe a 38 miliardi , 739 milioni e spiccioli . Dopo l ' acquisto - intendo dire nei mesi successivi - lei aprì un gigantesco cantiere edilizio , il cui costo arriverà a sfiorare 500 milioni al giorno , che in circa 4-5 anni porterà all ' edificazione di Milano2 così come è oggi . Ecco la prima domanda : signor Berlusconi , a lei , quando aveva 32 anni , gli oltre 30 miliardi per comprare l ' area , chi li diede ? Inoltre : che garanzie offrì e a chi per ricevere tale ingentissimo credito ? In ultimo : il denaro per avviare e portare a conclusione il super - cantiere , chi glielo fornì ? Vede , se lei non chiarisce questi punti , si è autorizzati a credere che le due misteriose finanziarie svizzere amministrate dall ' avvocato di Lugano Renzo Rezzonico " sue finanziatrici " , così come altre finanziarie elvetiche che entreranno in scena al suo fianco e che tra poco incontreremo , sono paraventi dietro i quali si sono nascosti soggetti tutt ' altro che raccomandabili . Sì , perché - mi creda signor Berlusconi - nel 1998 , oggi , se lei chiarisse una volta per tutte , con nomi e cognomi , chi le prestò tale gigantesca fortuna facendo con questo crollare ogni genere di sospetto e insinuazione sul suo conto , nessuno e dico nessuno si alzerebbe per criticarla sostenendo che lei operò con capitali sfuggiti , per esempio , al fisco italiano e riparati in Svizzera , poi rientrati in Italia grazie alla sua attività imprenditoriale . Sarei il primo ad applaudirla , signor Berlusconi , se la realtà fosse questa . Se invece di denaro frutto di attività illecite , si trattò di risparmi onestamente guadagnati e quindi sottratti dai rispettivi proprietari al fisco assassino italiota che grazie a lei ridiventarono investimenti , lei sarebbe da osannare . Parli , signor Berlusconi , faccia i nomi e il castello di accuse di riciclaggio cadrà di schianto . Secondo quesito : il 22 maggio 1974 - certamente lo ricorda , signor Berlusconi - la sua società " Edilnord Centri Residenziali Sas " compì un aumento di capitale che così arrivò a 600 milioni ( 4,8 miliardi di oggi , fonte Istat ) . Il 22 luglio 1975 la medesima società eseguì un altro aumento di capitale passando dai suddetti 600 milioni a 2 miliardi ( 14 miliardi di oggi , fonte Istat ) . Anche in questo caso , vorrei sapere da dove e da chi sono arrivati queste forti somme di denaro in contanti . Terzo quesito : il 2 febbraio 1973 lei fondò un ' altra società , la Italcantieri Srl . Il 18 luglio 1975 questa sua piccola impresa diventò una Spa con un aumento di capitale a 500 milioni . In seguito , quei 500 milioni diventeranno 2 miliardi e lei farà in modo di emettere anche un prestito obbligazionario per altri 2 miliardi . Signor Berlusconi , anche in questo caso le chiedo : il denaro in contanti per queste forti operazioni finanziarie , chi glielo diede ? Fuori i nomi.Quarto quesito : lei non può essersi scordato che il 15 settembre 1977 la sua società Edilnord cedette alla neo - costituita " Milano2 Spa " tutto il costruito del nuovo quartiere residenziale nel Comune di Segrate battezzato " Milano2 " più alcune aree ancora da edificare di quell ' immenso terreno che lei comperò nel '68 per l ' equivalente di più di 32 miliardi in contanti . Tuttavia quel 15 settembre di tanti anni fa , accadde un altro fatto : lei , signor Berlusconi , decise il contemporaneo cambiamento di nome della società acquirente . Infatti l ' impresa Milano2 Spa iniziò a chiamarsi così proprio da quella data . Il giorno della sua fondazione a Roma , il 16 settembre 1974 , la futura Milano2 Spa - come lei senza dubbio rammenta - viceversa rispondeva al nome di Immobiliare San Martino Spa , " forte " di un capitale di lire 1 ( un ) milione , il cui amministratore era Marcello Dell ' Utri . Lo stesso Dell ' Utri che lei , signor Berlusconi , sostiene fosse a quell ' epoca un « mio semplice segretario personale » . Sempre il 15 settembre 1977 , quel milione venne portato a 500 e la sede trasferita da Roma a Segrate . Il 19 luglio 1978 , i 500 milioni diventeranno 2 miliardi di capitale sociale . Ecco , anche in questo caso , vorrei sapere dove ha preso e chi le ha fornito tanto denaro contante e in base a quali garanzie.Quinto quesito : signor Berlusconi , il cuore del suo impero , la notissima Fininvest , certamente ricorda che nacque in due tappe . Partiamo dalle seconda : l'8 giugno 1978 lei fondò a Roma la " Finanziaria d ' Investimento Srl " - in sigla Fininvest - dotandola di un capitale di 20 milioni e di un amministratore che rispondeva al nome di Umberto Previti , padre del noto Cesare di questi tempi grami ( per lui ) . Il 30 giugno 1978 il capitale sociale di questa sua creatura venne portato a 50 milioni , il 7 dicembre 1978 a 18 miliardi , che al valore d ' oggi sarebbero 81 miliardi , 167 milioni e 400 mila lire . In 6 mesi , quindi , lei passò dall ' avere avuto in tasca 20 milioni per fondare la Fininvest Srl a Roma , a 18 miliardi . Fra l ' altro , come lei certamente ricorda , la società in questo periodo non possedeva alcun dipendente . Nel luglio del 1979 la Fininvest Srl , con tutti quei soldi in cassa , venne trasferita a Milano . Poco prima , il 26 gennaio 1979 era stata " fusa " con un ' altra sua società dall ' identico nome , signor Berlusconi : la Fininvest Spa di Milano . Questa società fu la prima delle due tappe fondamentali di cui dicevo poc ' anzi alla base dell ' edificazione del suo impero , e in realtà di milanese aveva ben poco , come lei ben sa . Infatti la Fininvest Spa venne anch ' essa fondata a Roma il 21 marzo del 1975 come Srl , l'11 novembre dello stesso anno trasformata in Spa con 2 miliardi di capitale , e quindi trasferita nel capoluogo lombardo . Tutte operazioni , queste , che pensò , decise e attuò proprio lei , signor Berlusconi.Dopo la fusione , ricorda ? , il capitale sociale verrà ulteriormente aumentato a 52 miliardi ( al valore dell ' epoca , equivalenti a più di 166 miliardi di oggi , fonte Istat ) . Bene , fermiamoci qui . Signor Berlusconi , i 17 miliardi e 980 milioni di differenza della Fininvest Srl di Roma ( anno 1978 ) chi glieli fornì ? Vorrei conoscere nomi e cognomi di questi suoi munifici amici e anche il contenuto delle garanzie che lei , signor Berlusconi , offrì loro . Lo stesso dicasi per l ' aumento , di poco successivo , a 52 miliardi . Naturalmente le chiedo anche notizie sull ' origine dei fondi , altri 2 miliardi , della " gemella " Fininvest Spa di Milano che lei fondò nel 1975 , anno pessimo per ciò che attiene al credito bancario e ancor peggio per i fondamentali dell ' economia del Paese . Sesto quesito : lei , signor Berlusconi , almeno una volta in passato tentò di chiarire il motivo dell ' esistenza delle 22 ( ma c ' è chi scrive , come Giovanni Ruggeri , autore di " Berlusconi , gli affari del Presidente " siano molte di più , addirittura 38 ) " Holding Italiane " che detengono tuttora il capitale della Fininvest , esattamente l ' elenco che inizia con Holding Italiana Prima e termina con Holding Italiana Ventiduesima . Lei sostenne che la ragione di tale castello societario sta nell ' aver inventato un meccanismo per pagare meno tasse allo Stato . Così pure , signor Berlusconi , lei ha dichiarato che l ' inventore del marchingegno finanziario , che ripeto detiene - sono sue parole - l ' intero capitale del Gruppo , fu Umberto Previti e l ' unico scopo per il quale l ' inventò consisteva - e consiste tutt ' oggi - nell ' aver abbattuto di una considerevole percentuale le tasse , ovvero il bottino del rapinoso fisco italiota ai suoi danni , con un meccanismo assolutamente legale . Queste , mi corregga se sbaglio , furono le ragioni che addusse a suo tempo , signor Berlusconi , per spiegare il motivo per cui il capitale della Fininvest è suddiviso così . È una motivazione , però , che a molti appare quanto meno curiosa , se raffrontata - ad esempio - con l ' assetto patrimoniale di un altro big dell ' imprenditoria nazionale , Giovanni Agnelli , che viceversa ha optato da molti anni per una trasparentissima società in accomandita per detenere e definire i propri beni e quote del Gruppo Fiat . In sostanza lei , signor Berlusconi , più volte ha ribadito che " dietro " le 22 Holding c ' è soltanto la sua persona e la sua famiglia . Non avrò mai più motivo di dubitare di questa sua affermazione quando lei spiegherà con assoluta chiarezza le ragioni di una sua scelta a dir poco stupefacente . Questa : c ' è un indirizzo - a Milano - che lei , signor Berlusconi conosce molto bene . Si tratta di via Sant ' Orsola 3 , pieno centro cittadino . A questo indirizzo nel 1978 nacque una società fiduciaria - ovvero dedita alla gestione di patrimoni altrui - denominata Par.Ma.Fid . A fondarla furono due commercialisti , Roberto Massimo Filippa e Michela Patrizia Natalini . Detto questo , certo rammenta , signor Berlusconi , che importanti quote di diverse delle suddette 22 Holding verranno da lei intestate proprio alla Par . Ma.Fid . Esattamente il 10 % della Holding Italiana Seconda , Terza , Quarta , Quinta , Ventunesima e Ventiduesima , più il 49% della Holding Italiana Prima , la quale - in un perfetto gioco di scatole cinesi - a sua volta detiene il 100% del capitale della Holding Italiana Sesta e Settima e il 51% della Holding Italiana Ventiduesima . Vede , signor Berlusconi , dovrebbe chiarirmi per conto di chi la Par.Ma.Fid . gestirà questa grande fetta del Gruppo Fininvest e perché lei decise di affidare proprio a questa società tale immensa fortuna . Infatti lei - che è un attento lettore di giornali e ha a sua disposizione un ferratissimo nonché informatissimo staff di legali civilisti e penalisti - non può non sapere che la Par.Ma.Fid . è la medesima società fiduciaria che ha gestito - esattamente nello stesso periodo - tutti i beni di Antonio Virgilio , finanziere di Cosa Nostra e grande riciclatore di capitali per conto dei clan di Giuseppe e Alfredo Bono , Salvatore Enea , Gaetano Fidanzati , Gaetano Carollo , Carmelo Gaeta e altri boss - di area corleonese e non - operanti a Milano nel traffico di stupefacenti a livello mondiale e nei sequestri di persona . Quindi , signor Berlusconi , a chi finivano gli utili della Fininvest relativi alle quote delle Holding in mano alla Par.Ma.Fid . ? Per conto di chi la Par.Ma.Fid . incassava i dividendi e gestiva le quote in suo possesso ? Chi erano - mi passi il termine - i suoi " soci " , signor Berlusconi , nascosti dietro lo schermo anonimo della fiduciaria di via Sant ' Orsola civico 3 ? Capisce che in assenza di una sua precisa quanto chiarificatrice risposta che faccia apparire il volto - o i volti - di coloro che per anni incasseranno fior di quattrini grazie alla Par.Ma.Fid . , ovvero alle quote della Fininvest detenute dalla Par.Ma.Fid . non si sa per conto di chi , sono autorizzato a pensare che costoro non fossero estranei all ' altro " giro " di clienti contemporaneamente gestiti da questa fiduciaria , clienti i cui nomi rimandano direttamente ai vertici di Cosa Nostra.Settimo quesito : è universalmente noto che lei , signor Berlusconi , come imprenditore è " nato col mattone " per poi approdare alla televisione . Proprio sull ' edificazione del network tivù è incentrato questo punto . Lei , signor Berlusconi , certamente ricorda che sul finire del 1979 diede incarico ad Adriano Galliani di girare l ' Italia ad acquistare frequenze tivù . Lo scopo - del tutto evidente - fu quello di costituire una rete di emittenti sotto il suo controllo , signor Berlusconi , in modo da poter trasmettere programmi , ma soprattutto pubblicità , che così sarebbe stata " nazionale " e non più locale . La differenza dal punto di vista dei fatturati pubblicitari , ovviamente , era enorme . Fu un piano perfetto . Se non che , Adriano Galliani invece di buttarsi a capofitto nell ' acquisto di emittenti al Nord , iniziò dal Sud e precisamente dalla Sicilia , dove entrò in società con i fratelli Inzaranto di Misilmeri ( frazione di Palermo ) nella loro Retesicilia Srl , che dal 13 novembre 1980 vedrà nel proprio consiglio di amministrazione Galliani in persona a fianco di Antonio Inzaranto . Ora lei , signor Berlusconi , da imprenditore avveduto qual è , non può non avere preso informazioni all ' epoca sui suoi nuovi soci palermitani , personaggi molto noti da quelle parti per ben altre questioni , oltre la tivù . Infatti Giuseppe Inzaranto , fratello di Antonio nonché suo partner , è marito della nipote prediletta di Tommaso Buscetta . No , sia chiaro , non mi riferisco al " pentito Buscetta " del 1984 , ma al super boss che nel '79 è ancora braccio destro di Pippo Calò e amico intimo di Stefano Bontate , il capo dei capi della mafia siciliana . Quindi , signor Berlusconi , perché entrò in affari - tramite Adriano Galliani - con gente di questa risma ? C ' è da notare , oltre tutto , che i fratelli Inzaranto sono di Misilmeri . Le dice niente , signor Berlusconi , questo nome ? Guardi che glielo sto chiedendo con grande serietà . Infatti proprio di Misilmeri sono originari i soci siciliani della nobile famiglia Rasini che assieme alla famiglia Azzaretto - nativa di Misilmeri , appunto - fondò nel 1955 la banca di Piazza Mercanti , la Banca Rasini . Giuseppe Azzaretto e suo figlio , Dario Azzaretto , sono persone delle quali lei , signor Berlusconi , con ogni probabilità sentiva parlare addirittura in casa da suo padre . Gli Azzaretto erano - con i Rasini - i diretti superiori di suo padre Luigi , signor Berlusconi . Gli Azzaretto di Misilmeri davano ordini a suo padre , signor Berlusconi , che per molti anni fu loro procuratore , il primo procuratore della Banca Rasini . Certo non le vengo a chiedere con quali capitali - e di chi - Giuseppe Azzaretto riuscì ad affiancarsi nel 1955 ai potenti Rasini di Milano , tenuto conto che Misilmeri è tutt ' oggi una tragica periferia della peggiore Palermo , però che a lei Misilmeri possa risultare del tutto sconosciuta , mi appare inverosimile . Ora le ripeto la domanda : si informò sulla " serietà " e la " moralità " dei nuovi soci - il clan Inzaranto - quando tra il 1979 e l'80 diverranno parte fondamentale della sua rete tivù nazionale ? Ottavo quesito : certo a lei , signor Berlusconi , il nome della società Immobiliare Romana Paltano non può risultare sconosciuto . È impossibile non ricordi che nel 1974 la suddetta , 12 milioni di capitale , finì sotto il suo controllo amministrata da Marcello Dell ' Utri , perché proprio sui terreni di questa società lei darà corso all ' iniziativa edilizia denominata Milano3 . Così pure ricorderà che nel 1976 l ' esiguo capitale di 12 milioni aumenterà a 500 , e che il 12 maggio del 1977 salirà ulteriormente a 1 ( un ) miliardo , e che cambierà anche la sua denominazione in Cantieri Riuniti Milanesi Spa . Come al solito , vengo subito al dunque : anche in questo ennesimo caso , chi le fornì , signor Berlusconi , questi forti capitali per aumentare la portata finanziaria di quella che era una modestissima impresa del valore di soli 12 milioni quando la acquistò ? Nono quesito : lei , signor Berlusconi , certamente rammenta che il 4 maggio 1977 a Roma fondò l ' Immobiliare Idra col capitale di 1 ( un ) milione . Questa società , che oggi possiede beni immobili pregiatissimi in Sardegna , l ' anno successivo - era il 1978 - aumentò il proprio capitale a 900 milioni . Signor Berlusconi , da dove arrivarono gli 899 milioni ( 4 miliardi e 45 milioni d ' oggi , fonte Istat ) che fecero la differenza ? Decimo quesito : signor Berlusconi , in più occasioni lei ha usato per mettere in porto affari di vario genere - l ' acquisto dell ' attaccante Lentini dal Torino Calcio , ad esempio - la finanziaria di Chiasso denominata Fimo . Anche in questo caso , come nel precedente riferito alla Par.Ma . Fid . , lei ha scelto una società fiduciaria - questa volta domiciliata in Svizzera - al cui riguardo le cronache giudiziarie si erano largamente espresse . Tenuto conto della potenza dello staff informativo che la circonda , signor Berlusconi , mi appare del tutto inverosimile che lei non abbia saputo , circa la Fimo di Chiasso , che è stata per lungo tempo il canale privilegiato di riciclaggio usato da Giuseppe Lottusi , arrestato il 15 novembre del 1991 mentre " esportava " forti capitali della temibile cosca palermitana dei Madonia . Così pure non le sarà sfuggito che Lottusi venne condannato a 20 anni di reclusione per quei reati . Tuttora è in carcere a scontare la pena . Ebbene , signor Berlusconi , se quel gangster finì in galera il 15 novembre del '91 , nella primavera del 1992 - cioè pochi mesi dopo quel fatto che campeggiò con dovizia di particolari , anche circa la Fimo , sulle prime pagine di tutti i giornali - il suo Milan " pagò " una forte somma " in nero " - estero su estero - per la cessione di Gianluigi Lentini , e usò per la transazione proprio la screditatissima Fimo , fiduciaria di narcotrafficanti internazionali . Perché , signor Berlusconi ? Ecco , queste sono le domande . Risponda , signor Berlusconi . Presto . Come ha visto , di " pentiti " veri o presunti non c ' è traccia negli 11 quesiti . Semmai c ' è il profumo di centinaia di miliardi che tra il 1968 e il 1979 finirono nelle sue mani , signor Berlusconi . E tuttora non si sa da dove arrivarono . Poiché c ' è chi l ' accusa che quell ' oceano di quattrini provenne dalle casse di Cosa Nostra e sta indagando proprio su questo , prego , schianti ogni possibile infamia dicendo semplicemente la verità . Punto per punto , nome per nome . È un ' occasione d ' oro per farla finita una volta per tutte . Sappia che d ' ora in poi il silenzio non le è più consentito né come imprenditore , né come politico , né come uomo .
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Tariffa dei pedaggi da riscuotersi alle barriere instituite nello interesse della Provincia di Palermo lungo le strade e nelle località indicate nel R . Decreto del 7.5 gennaio 1870 . 1 . Ogni asino da soma carico pagherà L.0,05 2 . Più asini da soma pagheranno per cadauno » 0,05 3.Per ogni cavallo giumenta o mulo da sella o da soma si pagheranno » 0,10 4 . Per ogni carretta da trasporto scarica tirata da un asino » 0,10 5 . Per ogni carretta carica tirata da un asino » 0,15 6 . Per ogni carretta tirata da un cavallo o mulo » 0,20 7 . Detta scarica » 0,15 8 . Per ogni carretta o carro tirato da due bovi , o due cavalli o due muli » 0,30 9 . Detti scarichi tirati da due bovi o due cavalli o due muli » 0,20 10 . Detti tirati da quattro bovi , da quattro cavalli o da quattro muli » 0,50 11 . Detti scarichi » 0,35 12 . Detti tirati da sei bovi , o dai sei muli o più » 0,85 13 . Detti scarichi » 0,50 14 . Per ogni calesse ad un cavallo » 0,20 15 . Per ogni carrozza a quattro ruote ad un cavallo » 0,30 16 . Detta a due cavalli » 0,40 17 . Detta a tre cavalli » 0,50 18 . Detta a quattro cavalli o più » 0,85 ESENZIONI - Saranno eccettuati ed esenti dal diritto di pedaggio le persone Reali , ed il loro accompagnamento , i Prefetti , Sottoprefetti e Consiglieri di Prefettura , gli Ispettori , Ingegneri , Aiutanti ed Assistenti del Genio Civile , e deputati Provinciali , e locali delle opere pubbliche , gl ' Ispettori e Guardie Generali di acque e foreste , gli agenti postali e telegrafici , i guardia boschi e guardacaccia , gli uffiziali del R . esercito sia a cavallo , sia in carrozza , e la truppa in servizio e con uniforme , non che i cavalli , carri , treni ed ogni altro addetto di ogni corpo di esercito , i Carabinieri ed i Militi , le Guardie doganali , e Direttori provinciali , gli Agenti di Questura , gli appaltatori delle strade , anche ferrate , che pure si trovano esentati nei contratti in vigore , e gli appaltatori di tutte le altre opere pubbliche comunali , provinciali e nazionali per il trasporto di materiali necessarii alla costruzione e conservazione delle strade e delle altre opere suddette ; tutti quei proprietarii che per la contiguità dei loro fondi colle barriere sono stati esenti finora ; le carrette cariche ed i bagagli militari ; le vetture ed i carri appartenenti ai Frati mendicanti ; i cavalli da posta attaccati alle vetture corriere anche per tornare da qualunque servizio al loro rilievo , le carrozze che conducono corrieri straordinarii , ed i cavalli che andranno per servizio delle staffette ; e finalmente le carrette dei procacci pel trasporto dei fondi nazionali , provinciali e comunali . Sono però obbligati al pagamento del dazio tutti i viandanti con carrozze proprie , ancorché facessero uso dei cavalli da posta .
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Lina Cavalieri , fanciulla , era una di quelle deliziose ciociare di Piazza di Spagna a Roma le quali con gli occhi grandi e neri , le guancie rosee , il corpo slanciato , invitano con insistenza il forestiere ed il passante ad acquistare un fiorellino , oppure fanno da modelle ai pittori della via del Babbuino . Ella venne poscia educata alla musica e debuttò applauditissima nei cafés chantants . Cantò anche a Parigi , ove grande grido sollevò la sua bellezza , tanto che ora , insieme alla Belle Otéro , alla Liane de Pugy , e alla Cléo de Mèrode , la Cavalieri è annoverata fra le beautés mondiali . Dai cafés chantants ella passò all ' opera seria onde ha già cantato applaudita al S . Carlo di Napoli , a Madrid ed in altri importanti teatri . Adesso il pubblico palermitano avrà il piacere di applaudirla nella Bohème . Infatti Lina Cavalieri è arrivata ieri a Palermo , e incomincerà presto le prove dell ' opera del maestro Puccini .
L'AMICIZIA ( Abbagnano Nicola , 1964 )
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In che consiste l ' amicizia ? Può esistere l ' amicizia nel male ? È lecito attendersi dall ' amicizia benefici e vantaggi e in quale misura ? Sono questi i problemi che i filosofi hanno dibattuto intorno all ' amicizia e sono queste le domande che a ciascuno vengono in mente nelle vicende che essa presenta nella vita di ogni giorno . Per rispondere a tali domande , i filosofi si sono soffermati a delineare la forma perfetta o ideale dell ' amicizia , quel che l ' amicizia dovrebbe essere ma non è o non è mai completamente . E ciò è accaduto perché hanno considerato l ' amicizia come una manifestazione o una condizione della vita morale . Aristotele diceva che l ' amicizia è una virtù o si accompagna con la virtù e che perciò sussiste veramente solo tra persone virtuose . Kant affermava che l ' amicizia è un dovere morale e che i suoi limiti e le sue condizioni sono quelli stessi della moralità . Ma entrambi questi filosofi sottolineavano anche la molteplicità delle forme che l ' amicizia può assumere nella realtà : molteplicità che dipende sia dalla diversità delle basi che si possono dare all ' amicizia , sia dalla diversità delle persone tra le quali essa può stabilirsi . Aristotele riteneva che l ' amicizia può essere fondata sul piacere , sull ' utilità o sulla virtù per quanto solo quella fondata sulla virtù è autentica e duratura perché le altre vengono meno quando cessano il piacere e l ' utilità che se ne possono ricavare . Diceva pure che ci può essere amicizia tra persone che fanno lo stesso lavoro o che appartengono alla stessa comunità , nonché tra il padre e il figlio , tra il giovane e il vecchio , tra il marito e la moglie , e persino tra il padrone e lo schiavo se quest ' ultimo è considerato non più solo come « strumento animato » ma come un uomo . Kant privilegiava l ' amicizia morale , intesa come la fiducia assoluta che due persone si dimostrano confidandosi i pensieri e i sentimenti più segreti ; perché in essa vedeva realizzata l ' uscita dalla prigione delle proprie idee in cui ogni uomo vive solitamente chiuso , e la libertà di esprimerle senza il timore di indiscrezione o di danno . Queste notazioni sull ' amicizia sono rimaste classiche e i filosofi moderni hanno trovato poco o nulla da aggiungervi . Raramente , anzi , essi si occupano dell ' amicizia e non considerano più lo studio di essa come parte fondamentale dell ' etica . Aristotele dedicava all ' amicizia due dei dieci libri della sua maggiore opera morale : oggi è molto se si dedicano ad essa cenni distratti e fuggevoli anche nelle più imponenti e dettagliate trattazioni di etica . Esistono certamente motivi che spiegano questa diversità di atteggiamenti . Gli antichi ritenevano che fossero fondate sull ' amicizia , cioè su un rapporto personale di fiducia , tutte le istituzioni fondamentali della vita civile : Aristotele afferma che nessuno può conservare né potere , né ricchezza , né cariche senza amici e chiama « amicizia civile » la concordia politica dei cittadini . Ma nel mondo moderno rapporti puramente impersonali , diversi e indipendenti da ogni legame di amicizia , sono alla base delle istituzioni che reggono la vita civile . I rapporti di lavoro o di affari , le clientele , le solidarietà politiche e di classe , la collaborazione scientifica , le comunità religiose , i clubs e perfino i nuclei familiari si reggono su meccanismi o condizioni che non hanno niente a che fare con l ' amicizia personale dei loro membri . Le gerarchie sociali e politiche , la fedeltà dei subordinati , l ' efficienza delle istituzioni , sono garantite da benefici o vantaggi che non sono offerti dalla benevolenza amichevole ma dal funzionamento impersonale di regole , leggi o tecniche disciplinari . La scelta delle persone destinate a un compito qualsiasi è effettuata sulla base della loro abilità , del loro talento , della loro fedeltà al lavoro o della loro capacità di prestarsi come docili strumenti per certi fini ; e l ' amicizia personale vi interviene solo di straforo e vi si trova a mal partito . A volte , infatti , può essere un limite o un ostacolo , coi diritti che accampa , all ' efficienza dell ' attività comune ; e si rompe o spezza malamente contro lo scoglio degli interessi bene o male intesi . La società moderna sembra non aver bisogno dell ' amicizia ; o per dir meglio sembra respingerla nel dominio dei rapporti privati tra individuo e individuo . In questo dominio , tuttavia , il bisogno dell ' amicizia rimane pressante . Aristotele diceva che l ' amicizia consiste nel comportarsi verso l ' amico come verso se stesso ; e Montaigne , amplificando Aristotele , asseriva che essa consiste nel dare più di quanto si riceve , nel preferire di far del bene all ' altro più che riceverne . Questa è certo la forma perfetta dell ' amicizia e non per nulla l ' espressione aristotelica fu utilizzata da San Tommaso per definire lo stesso amore cristiano . Ma l ' amicizia è selettiva e individuale ( « Molti amici , nessun amico » , diceva Aristotele ) ; può quindi avere i fondamenti più disparati e i gradi più diversi . E solo un ' equa considerazione di questa disparità di fondamenti e diversità di gradi rende possibile la valutazione di essa nel mondo moderno . In tutti i suoi gradi e forme , l ' amicizia è una condizione indispensabile dell ' equilibrio e della felicità della vita individuale . Un ' amicizia per cui l ' altro è come noi stessi o più di noi stessi , è certamente difficile a realizzarsi e si realizza ( quando accade ) una volta sola nella vita . Ma l ' amicizia come comunanza di intenti o di atteggiamenti , sia pure parziale , come confidenza , cura o sollecitudine reciproca , è ciò che rende sopportabili o sereni i difficili rapporti che pesano oggi sugli uomini e ne garantisce la continuità e la durata . L ' amicizia introduce nell ' amore sessuale quella confidenza , quella certezza di aiuto che ne fa un autentico amore umano ; ed è l ' unica base possibile dei rapporti tra genitori e figli che si prolunghino oltre le necessità dell ' allevamento e del sostentamento . Senza amicizia , la famiglia tende a rompersi per la disparità delle aspirazioni , dei gusti , delle abitudini , e per l ' antagonismo tra vecchia e nuova generazione . L ' amicizia può togliere dai rapporti di collaborazione di qualsiasi genere l ' invidia e la rivalità astiosa mentre consente la competizione leale . Con la sua sollecitudine affettuosa , rende più sopportabili le sofferenze e le contrarietà che sono sempre in agguato anche nelle vite più fortunate , e toglie la noia che accompagna tanta parte della giornata umana e incombe anche sui divertimenti più rumorosi . Come tutte le cose umane , l ' amicizia è sempre imperfetta , limitata e ambivalente . Quest ' ultimo carattere smentisce la credenza di antichi e moderni che l ' amicizia . sia condizionata dalla virtù . Ci sono amicizie salde e autentiche nel bene come nel male ed è oggi un fatto accertato che talvolta la spinta a delinquere è fornita , specialmente nei giovani , dal bisogno di uscire , con qualche forma di amicizia , dall ' isolamento e dalla noia . Ma rinunciare all ' amicizia perché essa non è perfetta , perché non tutto si può esigere dagli amici , perché le amicizie si possono rompere , o perché non sempre danno ciò che promettono , sarebbe così ragionevole come rinunciare a respirare perché l ' aria della città è inquinata dallo smog . Ogni amicizia è un caso a sé , ha limiti e condizioni sue proprie che dipendono dal fondamento sul quale è nata e dalla qualità delle persone che la intrattengono . Al di là di questi limiti , l ' amicizia si incrina e può spezzarsi . Ma questi limiti possono anche talvolta essere estesi o allontanati : l ' amicizia può rafforzarsi o approfondirsi , prendere nuove radici , diventare più salda . Ogni amicizia può riservare sorprese sia positive che negative . Il carattere aleatorio della vita umana investe anche questo suo aspetto essenziale ma non ne distrugge il valore . Certo , lo scheletro della vita sociale moderna non è costituito dall ' amicizia . Ma che cos ' è uno scheletro senza la carne e il sangue che costituiscono l ' organismo ? Senza amicizia , la competizione civile sarebbe ridotta alla lotta animale per l ' esistenza e la terra a una giungla .
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Si prevedeva che la manifestazione di oggi sarebbe stata veramente grandiosa , imponente , e in realtà è riuscita superiore ad ogni supposizione . Fin dal mezzogiorno notavasi una grande animazione nelle vie principali . Erano numerose brigate di operai che si avviavano per prendere parte alla festa . Nelle adiacenze di via Oreto si è riversata immensa popolazione per assistere allo sfilamento del corteo . Alle ore 14 tutti sono al loro posto , e con ordine perfetto , cominciano a muoversi . I lavoratori , con gentile pensiero , prima di incamminarsi direttamente per via Macqueda , vollero cambiare per un momento rotta e sfilarono davanti i nostri uffici . Gli operai fecero una lusinghiera dimostrazione al Giornale di Sicilia , plaudendo calorosamente a misura che il corteo passava sotto i nostri balconi . La dimostrazione si ripeté poi , dentro il Politeama , allorquando Garibaldi Bosco ringraziò la stampa ; si udirono delle grida di Viva il Giornale di Sicilia , a cui la odierna dimostrazione di simpatia è largo guiderdone e conforto al suo mai smentito interessamento alle giuste cause dei lavoratori . Senza incidenti , il corteo giunge al Politeama , sempre preceduto da un plotone di carabinieri , da funzionari ed agenti di P . S . Alle ore 15,30 precise giunge il sindaco accompagnato da Garibaldi Bosco , dagli assessori Graziani , Di Martino , Caputo , Lazzaro , Galletti , Bordonali e dal segretario generale Donatuti . Il sindaco , cui la società dei fiorai offre un artistico mazzo , vien fatto segno ad una entusiastica ovazione . Cessati gli applausi , il vice - presidente della Camera di Lavoro , sig . Lombardo , pronunzia poche parole per dare il saluto agli operai ; sorge a parlare quindi il sindaco comm . Tasca Lanza , che viene spesso interrotto da applausi . Infine , Garibaldi Bosco pronunzia il discorso ufficiale , celebrativo della grande manifestazione . L ' oratore che è stato felicissimo viene fatto segno alla fine a ripetuti applausi , mentre molti gridano : Viva la Camera del Lavoro ! Viva gli operai ! Il teatro comincia a vuotarsi lentamente e le carrozze che stazionano in piazza Ruggiero Settimo vengono prese di assalto .
I DIRITTI DELL'UOMO ( Abbagnano Nicola , 1964 )
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La situazione attuale del problema concernente i diritti dell ' uomo può essere ricapitolata nei tre punti seguenti : 1 . il riconoscimento teorico sempre più esteso di tali diritti : riconoscimento che ha avuto una sanzione solenne nella Dichiarazione universale dei diritti emanata dalle Nazioni Unite nel 1948 , e per il quale non c ' è forse oggi governo o autorità costituita o movimento politico che neghi , in linea di principio , l ' esistenza di tali diritti ; 2 . la persistenza effettiva nelle strutture giuridiche e politiche di tutti gli Stati del mondo ( anche dei più progrediti ) , nei costumi , nell ' opinione pubblica e nei movimenti politici e ideologici , di infrazioni gravissime ai diritti dell ' uomo . Tali infrazioni prendono la forma di limitazioni drastiche dei diritti di libertà ( di parola , di stampa , di riunione ) o dei diritti sociali ( all ' istruzione , al lavoro e alla difesa del lavoro ) ; o anche di atteggiamenti , radicati nel costume o nell ' opinione pubblica ( intolleranza razziale o religiosa ) e difesi , nella pratica quotidiana , da gruppi amorfi o organizzati ; 3 . la difficoltà di « giustificare » o « fondare » i diritti dell ' uomo , cioè di rispondere alle domande : « Perché l ' individuo umano ha diritti da far valere nei confronti della comunità stessa cui appartiene ? Qual è la ragione ( il fondamento ) della sua pretesa a tali diritti ? » Quest ' ultimo punto è stato il tema di un convegno , tenutosi all ' Aquila ( dal 15 al 18 settembre 1964 ) , dell ' Institut International de Philosophie , una specie d ' accademia che raccoglie i più noti filosofi del mondo . In questo convegno , filosofi provenienti dalle scuole e dalle ideologie più disparate si sono trovati d ' accordo nell ' esigenza di dare , ai diritti che oramai tutti , teoricamente , riconoscono all ' uomo , un « fondamento » o una « giustificazione » che renda possibile la determinazione rigorosa di tali diritti , la difesa di essi e la lotta contro le forze che ancora ne impediscono il rispetto e la realizzazione . Nessun accordo sostanziale ha invece potuto stabilirsi sul punto capitale , cioè su quale il fondamento o la giustificazione debba essere . Non sono mancati certo , anche da parte di filosofi italiani come Calogero , Guzzo e Bobbio , contributi notevolissimi alla chiarificazione del problema e alla delineazione di vie che possono dar luogo a una soluzione ; ma altri passi in avanti sono stati resi impossibili dalla mancanza di accordo su un punto fondamentale , cioè su ciò che si deve intendere veramente per « diritti dell ' uomo » . Alcuni hanno inteso tali diritti come tendenze o doveri morali , altri come ideali , altri come esigenze che la storia fa nascere e che essa è in qualche modo destinata o votata a realizzare ; altri infine come proposte o pretese che saranno rese valide solo quando avranno ottenuto l ' approvazione di tutti gli uomini o almeno di quelli capaci di giudicarle . Questa disparità di vedute nasce , nel mondo contemporaneo , dall ' eclissi del giusnaturalismo , che è stato per più di duemila anni il fondamento della teoria dei diritti e di ogni dottrina giuridica . Secondo il giusnaturalismo antico ( degli Stoici , di Cicerone , del pensiero medievale ) esiste un ordine razionale perfetto , voluto o posto dalla divinità , al quale cercano di avvicinarsi , come a modello , le legislazioni positive dei singoli popoli e che costituisce il criterio per migliorare e correggere tali legislazioni e il fondamento delle pretese che gli individui avanzano nei loro confronti . Secondo il giusnaturalismo moderno ( che nasce nel '600 con Grozio ) , il diritto naturale , come base di ogni diritto positivo , è opera della retta ragione umana : le massime di quel diritto hanno la stessa evidenza e necessità dei teoremi della matematica . In entrambe queste forme , il giusnaturalismo riesce ad assicurare ai diritti dell ' uomo una base certa o sicura ; ma vi riesce solo a patto di partire da ipotesi che nessuno oggi riconosce come certe e sicure : l ' origine divina del diritto e l ' infallibilità della ragione umana . Tali ipotesi sembrano infatti smentite dalla disparità e dal contrasto dei principi del diritto riconosciuti dai vari gruppi umani ( tra i quali bisogna oggi considerare anche quelli lontani da ogni tradizione europea ed occidentale ) , dalle trasformazioni radicali che ogni sistema di diritti subisce nel corso della storia e , per ciò che riguarda i diritti dell ' individuo , dai , mutamenti che intervengono nella loro valutazione e nel loro numero e che sembrano suggeriti da circostanze storiche contingenti più che da un ordine stabile o da una linea razionale di sviluppo . Il diritto alla soddisfazione dei bisogni elementari , il diritto al lavoro e alla difesa organizzata del lavoro , il diritto all ' istruzione , all ' assistenza e molti altri , si affacciano ora con urgenza nella situazione storica ed emergono , come esigenze o pretese , dal contesto della nostra società industriale , per quanto fossero sconosciuti alle epoche precedenti . Nulla , anche , garantisce che l ' insieme di tali diritti e di quelli tradizionali della sicurezza fisica , della libertà e della proprietà , non sia in qualche modo contraddittorio : si può anzi presumere che contraddizioni o conflitti esistano e possano insorgere tra i diritti reclamati con uguale validità . Questa situazione rende d ' importanza decisiva il compito ( prettamente filosofica ) di trovare una giustificazione che consenta di stabilire il significato e i limiti dei diritti , e la loro compatibilità rispettiva , togliendo la possibilità di conflitti ; e che escluda sia l ' ottimismo che lo scetticismo i quali entrambi renderebbero inutile o priva di senso la difesa di essi e la lotta per la loro realizzazione . Ma questo compito non potrà fare appello ad alcun sistema particolare di credenze , ad alcun insieme di principi che siano propri di una scuola filosofica o di una confessione religiosa o di una determinata tradizione culturale : perché esso dovrà conservare la sua validità ( almeno potenzialmente ) per tutti gli uomini , quali che siano le loro credenze e le loro tradizioni . Da questo punto di vista una giustificazione ragionevole dei diritti dell ' uomo si può ottenere soltanto considerando la funzione che essi hanno esercitata e continuano ad esercitare nel corso della storia umana : funzione che è stata ed è quella di difendere l ' individuo e le sue possibilità di autorealizzazione e di sviluppo dal prepotere delle istituzioni che presiedono alla vita associata . Poiché la stessa vita associata può sussistere solo mediante la sopravvivenza degli individui , la difesa degli individui è condizione fondamentale per la sopravvivenza della comunità e suo interesse essenziale . Se si bada a questa funzione , i diritti dell ' individuo possono essere considerati come norme o regole fondamentali o primarie che valgono come principi limitativi e , in certi casi , come criteri di giudizio di tutte le leggi , norme o massime che guidano il comportamento delle istituzioni e degli individui di una comunità qualsiasi . Le leggi positive , le norme del costume , i codici morali e religiosi possono avere ed hanno i fini più disparati ed ispirarsi a bisogni , ad esigenze , a ideali e perfino a pregiudizi che poco o nulla hanno a che fare con la vita e le possibilità dell ' individuo . I cosiddetti « diritti » dell ' uomo costituiscono invece un insieme di norme la cui funzione è di salvaguardare qualsiasi uomo e tutti gli uomini nella loro possibilità di partecipare in modo attivo e responsabile alla vita della comunità . Si fa appello ai diritti dell ' uomo quando il comportamento dello Stato o di altre istituzioni pubbliche o di strutture sociali o economiche o di gruppi di individui mette in forse questa possibilità o la restringe a gruppi privilegiati , negandola all ' uomo come tale . Tali diritti per quanto esprimibili in termini generalissimi ( « Rispettare la libertà individuale » ; « Garantire la sicurezza personale » , ecc . ) trovano il loro significato concreto nelle situazioni storiche in cui si fanno valere ; ma il loro carattere permanente e costante deriva dal fatto che essi compiono sempre la stessa funzione . In una società primitiva , ad esempio , il diritto all ' istruzione non si affaccia nella forma che esso assume nella nostra società industriale : quella società infatti , per quanto rozza possa essere , conferisce ai suoi membri un grado di addestramento che li rende attivi partecipanti della vita comune : e l ' individuo pertanto non ha né la ragione né l ' occasione di fare appello a un suo specifico diritto . Ma nella società industriale l ' individuo che sia privo di un grado adeguato di istruzione viene respinto ai margini e rimane inutilizzabile per se stesso e per gli altri . Ciò gli fornisce la ragione e l ' occasione per fare appello al suo diritto ; il cui rispetto , d ' altra parte , diventa un interesse essenziale della società nel suo complesso . I diritti dell ' uomo « nascono » , cioè sono chiaramente formulati , solo quando si determina una situazione nella quale le possibilità di un individuo qualsiasi di farsi valere come membro attivo e responsabile della comunità cui appartiene sono in pericolo e , al limite , negate . Ma ciò non rende i diritti dell ' uomo contingenti , mutevoli e soggetti a nascere e a sparire senza costrutto . Non li rende neppure « eterni » , cioè al di fuori del tempo e della storia . Il loro fondamento permanente è la funzione che essi esercitano di rendere possibile a tutti gli uomini la partecipazione all ' umanità e di offrire all ' umanità il mezzo per uscire dalle divisioni e dai conflitti che mettono in pericolo la sua pace e la sua sopravvivenza .
StampaQuotidiana ,
Un avvenimento mondano è , davvero , l ' esposizione della meravigliosa camera da letto che la ditta Ducrot e C . ha esposto nel suo negozio di via Ruggiero Settimo . Ieri tutta la Palermo signorile ed aristocratica si è affollata colà per ammirare quei capolavori di mobilia elegantissima , sontuosa ed artistica ond ' è composta questa camera da letto che il Giornale di Sicilia offre in dono ai suoi abbonati insieme alla stanza da pranzo . La curiosità in tutta la cittadinanza era ben giustificata , poiché si trattava non solo d ' osservare i grandi premi del Giornale di Sicilia , ma anche di giudicare del valore e dell ' importanza di un arredamento e di un ammobiliamento che all ' Esposizione internazionale d ' Arte decorativa a Torino ha avuto il grande diploma d ' onore , la maggiore delle ricompense ! E quanti hanno veduto la camera da letto si spiegano agevolmente il grande trionfo riportato a Torino dall ' arte e dall ' industria palermitana ! L ' ultima notizia , che fa tanto onore alla Ditta Ducrot è la seguente : Sua Eccellenza il conte Giannotti , cerimoniere della Corte di S . M . il Re d ' Italia , ha ordinato la riproduzione di questa camera da letto che , come i lettori ricorderanno , è stata disegnata da Ernesto Basile , mentre le ornamentazioni in bronzo sono dello scultore Antonio Ugo .
IL DIVERTIMENTO ( Abbagnano Nicola , 1964 )
StampaQuotidiana ,
Uno dei sintomi che comunemente si adducono della cosiddetta « crisi del costume » della società contemporanea è l ' amore , anzi la « sete » , di divertimento . Si pensa che i nostri padri e i nostri nonni o le « generazioni passate » dividessero il loro tempo tra il lavoro e la famiglia , completamente assorti nell ' adempimento austero dei loro doveri quotidiani e completamente alieni da qualsiasi distrazione . Nonostante la perdita di ingenuità che caratterizza tanti nostri atteggiamenti , questo è un caso nel quale l ' ingenuità non è stata perduta . Se si riflette che il divertimento comprende i giochi ( di tutte le specie ) , la caccia , la pesca , la conversazione , i racconti , la danza , il canto , le feste , i banchetti e gli spettacoli di tutti i generi , si può constatare agevolmente che , in una forma o nell ' altra o in tutte le forme , esso accompagna la vita dell ' intero genere umano in tutti i suoi gradi e in tutte le sue manifestazioni . Le società primitive non differiscono in questo dalle società evolute o civili , salvo forse per la parte maggiore di tempo che consacrano al divertimento : giacché si danno al canto , alla danza o alle cerimonie erotiche appena hanno provveduto alla soddisfazione dei bisogni più elementari e ritornano malvolentieri ai lavori abituali solo quando quei bisogni sono nuovamente diventati urgenti . Ciò che fa pensare ad una sete di divertimento propria della società contemporanea , è piuttosto il carattere che il divertimento ha assunto in tale società : l ' uniformità , la diffusione pressoché universale di molte forme di divertimento che prima si coltivavano in ambienti chiusi o ristretti e che ora sono venute alla luce e tendono a essere partecipate da tutti gli strati sociali . Il fatto è che il divertimento accompagna tutte le forme della vita umana ed è una manifestazione di essa così costante come altre attività ritenute più nobili , per esempio la morale o la religione . I filosofi , dal canto loro , non solo lo hanno ritenuto costante , ma anche necessario . Hanno visto in esso una manifestazione essenziale della vita dell ' uomo : una manifestazione cioè che consente di gettare uno sguardo approfondito su ciò che è l ' essenza o la natura dell ' uomo . Talvolta essi lo hanno considerato come una conseguenza della natura miserabile dell ' uomo , tal altra come un aspetto positivo di essa ; ma in ogni caso ne hanno accentuato il carattere essenziale o inevitabile , la sua connessione strettissima con la sostanza della vita umana . Sulle orme degli antichi Stoici e di Cicerone , Montaigne vedeva nel divertimento una medicina delle passioni , che può tenere l ' uomo lontano dalla gioia e dall ' afflizione eccessive . E Pascal , in celebri pagine dei suoi Pensieri , dette un ' analisi classica del divertimento , ritenuto inevitabilmente connesso con la condizione miserabile dell ' uomo nel mondo . Pascal includeva nel divertimento tutte le forme di attività che occupano intensamente l ' uomo e gli impediscono di pensare a se stesso , alla sua natura debole e mortale . Sono divertimenti egualmente , secondo Pascal , le fatiche della guerra e il gioco della palla , la caccia alla lepre e il governo dei popoli ; e la condizione del re è la più felice perché il re è circondato da persone che si prendono cura che non sia mai solo e in stato di pensare a se stesso , sapendo che , benché re , sarebbe miserabile se ci pensasse . Sembrerebbe , dice Pascal , che caricando gli uomini sin dall ' infanzia di innumerevoli occupazioni , preoccupazioni e cure , li si condanni all ' infelicità ; ma in realtà non li si carica mai abbastanza , giacché , se si togliessero tutte le cure , essi vedrebbero se stessi , penserebbero a quel che sono , da dove vengono e a dove vanno , e sarebbero più ancora e irrimediabilmente infelici . Il divertimento è perciò la sola fuga possibile dal senso della infelicità della vita , secondo Pascal . Secondo Schopenhauer , è invece la fuga dalla noia che interviene quando l ' uomo ha appagato i suoi bisogni e ha superato il dolore della privazione . L ' oscillazione in cui consiste , secondo Schopenhauer , l ' intera vita dell ' uomo , tra il dolore del bisogno e il tedio della soddisfazione , subisce con il divertimento una pausa temporanea che riempie il vuoto tra un ' occupazione e l ' altra . Certamente , secondo Pascal e Schopenhauer , il divertimento è una forma di quella che oggi sì chiama « alienazione » ; è un estraniarsi dell ' uomo da se stesso , dalla sua coscienza di sé ; ma ciò non lo rende meno essenziale . Ed inevitabile ed essenziale esso è anche per i filosofi , per i quali non costituisce un estraniamento . Criticando Pascal , Voltaire affermava che pensare a se stesso significa rigorosamente non pensare a nulla : l ' uomo può pensare a se stesso solo pensando alle cose che lo occupano e queste cose fanno parte della condizione umana non meno che del « se stesso » dell ' uomo . Da questo punto di vista , il divertimento non è un ' estraniazione , non è neppure una medicina o una fuga : è , come tutte le attività umane , un rapporto con le cose o con gli altri uomini che riempiono il campo , altrimenti vuoto , della coscienza umana . Dallo stesso punto di vista , Hume affermava che solo dagli oggetti esterni l ' uomo può ricevere gli stimoli che mettano in moto le sue capacità , lo occupino e lo divertano . Occupazione e divertimento obbediscono alla stessa legge . Più specificamente , Kant , l ' austero filosofo del dovere , raccomandava , tra le forme del divertimento e come aiuto alla socievolezza , un banchetto di persone di buon gusto in cui il raccontarsi le novità del giorno , i ragionamenti vari e gli scherzi trovassero posto ugualmente . E Dewey vedeva nel divertimento un aspetto essenziale dell ' esperienza umana , precisamente la fase finale o consumatoria di tale esperienza : nella quale l ' uomo si dedica al godimento diretto e immediato e che comprende il banchetto e la festività , l ' ornamento , la danza , il canto , la pantomima , il raccontare storie e il rappresentarle . Si può dunque ritenere l ' uomo destinato a pensare unicamente a se stesso e al proprio destino o a pensare alle cose o agli oggetti molteplici che lo circondano ; si può ritenere infelice o neutra la sua condizione nel mondo . Conseguentemente , si può ritenere il divertimento un estraniarsi dalla natura umana o una manifestazione normale di essa : ma in ogni caso , esso fa parte integrante della natura e dell ' esperienza dell ' uomo e non può essere eliminato . I filosofi sono pertanto alieni dal pregiudizio moralistico , che vorrebbe eliminare il divertimento come un ' inutile perdita di tempo e una distrazione pericolosa dalla serietà degli impegni che attendono l ' uomo nella vita . E in realtà questo pregiudizio si può ritenere equivalente a quello di chi volesse che , per evitare perdite di tempo e distrazioni , l ' uomo rinunciasse al sonno . Il divertimento non è certo il sonno ; è , a suo modo , un ' attività impegnativa e seria in cui l ' uomo esprime o realizza se stesso , come si realizza ed esprime nelle attività che costituiscono il suo lavoro quotidiano . Nei confronti di tale lavoro il divertimento costituisce ( come dice la parola ) una diversione , un mutamento di attività : è , per di più , una diversione o mutamento che non è strumentale ma finale , non costituisce un mezzo per acquisire o produrre beni ma un godimento di beni . Se il divertimento occupa l ' intera vita di un uomo , non è più divertimento perché perde la sua funzione di dare un altro corso all ' attività abituale dell ' uomo . La noia di una vita oziosa , dedicata soltanto a quelli che per gli altri sono « divertimenti » , deriva appunto dal fatto che essa abolisce la funzione liberatrice del divertimento : funzione condizionata dalla partecipazione a una forma di attività che divertimento non sia . Ma , dall ' altro lato , una vita che pretendesse chiudersi al divertimento e dedicarsi esclusivamente al lavoro e al dovere , finirebbe per fare di buona parte del lavoro e del dovere una forma di divertimento : un divertimento inconsapevole , pesante per se stesso e per gli altri e odioso per la sua ipocrisia . Si può , se si vuole , mettere il divertimento sul conto delle « debolezze umane » ; purché non si veda in questa debolezza un motivo di condanna o di riprovazione . L ' uomo è quello che è , non contro o nonostante i suoi bisogni , ma in virtù di essi . Prendere atto di tali bisogni e appagarli ragionevolmente , è la prima condizione del suo equilibrio e della sua efficienza . E il divertimento è , certamente , uno di tali bisogni .
StampaQuotidiana ,
Una festa meravigliosa quella di iersera in casa del prefetto marchese De Seta , in occasione del concerto col quale si chiudono i ricevimenti di quest ' anno nell ' ospitalissima e signorile famiglia . Le signore della nostra aristocrazia e della migliore società palermitana affollavano le sale ; il mondo ufficiale era al completo , a cominciare dal sindaco senatore Tasca Lanza , dai Generali Guy e de Boucard , Corticelli ecc . Il marchese e la marchesa De Seta facevano gli onori colla loro grazia squisita . Il concerto fu un vero avvenimento d ' arte , perché le incantevoli signorine De Seta che sono intelligentissime e bravissime musiciste , insieme alle loro gentili amiche formavano iersera una troupe insuperabile . S ' incominciò con Tops là bas ! di Monti , per mandolini , eseguito con entrain mirabile dalle signorine Nerina e Delia Whitaker , Emma ed Oliva di Cangi , Nina e Rosa De Seta , Costanza Vannucci , Marta di Napoli , Giuseppina di Montereale , Paolina Firmaturi e dalla signorina Angelina Termini che accompagnava al pianoforte . Le signorine Aileen Whitaker e Rosa De Seta eseguirono deliziosamente il duetto per arpe Idillio di San Fiorenzo . Seguì la signorina Amalia di Villafranca colla Romanza di Schumann trascritta per pianoforte da Liszt , mostrandosi come sempre eccellente pianista , e degna allieva del bravo maestro Arcieri . Poscia le signorine Rosa e Nina De Seta fecero gustare Berceuse di Godard e Saltarella di Papini ( violino e piano ) ; la signorina Rosa De Seta ( arpa ) e la signora Marchello ( piano ) suonarono il Guarany di Gomez trascrizione del Bellotta . La signorina Marianna Tagliavia cantò squisitamente l ' aria del Mefistofele e Valzer biondo di Marino , accompagnata egregiamente dall ' ottimo prof . Morasca . Dopo il concerto si schiusero le porte del buffet elegantissimo e sontuosissimo . Lo champagne scorreva a profusione nel gaio cicaleccio dello sciame lieto degli amici ed habitués ammiratissimi . Poscia le giovani eleganti coppie si abbandonarono alle dolcezze del boston e i quattro salti durarono fino a tardi .
LA FORTUNA ( Abbagnano Nicola , 1964 )
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In un capitolo del Principe , Niccolò Machiavelli , dopo aver riportato l ' opinione diffusa che tutte le cose del mondo siano governate dalla fortuna sicché l ' uomo non possa apportarvi né correzione né rimedio , dichiara che , per suo conto , è stato incline a questa opinione e che solo per non negare completamente la libertà umana è giunto a concludere che la fortuna è arbitra della metà delle azioni umane e che essa lascia governare agli uomini l ' altra metà o pressappoco . Anche oggi , forse , come ai tempi di Machiavelli , molti inclinano a credere che la fortuna è l ' arbitra esclusiva delle vicende umane . La variabilità di queste vicende , la rapidità delle trasformazioni sociali e politiche , l ' instabilità delle istituzioni e dei costumi , l ' incertezza del destino personale di ciascun individuo non sono certo diminuite dai tempi di Machiavelli ed anzi appaiono oggi ancora più radicali . La parte della fortuna nelle faccende dell ' uomo sembra maggiore del cinquanta per cento che Machiavelli voleva attribuirle . La grandezza , la decadenza e la fine delle civiltà , dei popoli e degli Stati , la miseria e il benessere delle popolazioni , la riuscita o l ' insuccesso degli individui , la loro nascita e morte , le loro vicende significative o banali , sembrano in larga misura dovute a quel fattore ignoto , talora benevolo tal altra maligno , ma sempre minaccioso o sconcertante , perché su di esso non si può fare affidamento , che diciamo « fortuna » . Certo , degli eventi che si attribuiscono alla fortuna si possono cercare e trovare le « cause » . La fortuna , come il suo stretto parente , il caso , non significa assenza di causalità . I filosofi , da Aristotele in poi , sono stati concordi su questo punto . Un uomo esce di casa a una certa ora ; questo è un fatto che ha le sue cause cioè la sua motivazione : egli deve recarsi al lavoro o a un appuntamento o ha un altro motivo qualsiasi per uscire . Una tegola cade da un tetto ; questo fatto ha le sue cause : l ' azione del vento o delle intemperie e la forza di gravità . Ma l ' incontro di questi due fatti , che accade quando la tegola cade in testa a quell ' uomo , non è prevedibile né in base alla prima , né in base alla seconda delle serie causali che lo provocano : perciò si dice che è dovuto al « caso » e che l ' uomo è stato « sfortunato » a passare di li in quel momento . Analogamente il movimento della roulette che fa fermare la pallina su un certo numero è dovuto alle leggi meccaniche , mentre alla preferenza del giocatore ò dovuta la puntata che egli fa su quel numero ; ma l ' incontro delle due causalità costituisce la « fortuna » del giocatore stesso . L ' imprevedibilità sembra costituire il carattere proprio di questi incontri casuali , fortunati o sfortunati che siano , tra diverse serie di eventi . I due eventi che si incontrano sono , ciascuno per suo conto , prevedibili cioè spiegabili in base alle cause o ai motivi che li determinano ; ma non è prevedibile il loro incontro perché non si verifica con frequenza sufficiente a stabilire un ' uniformità di accadimento . Ora tale imprevedibilità può essere interpretata in due modi diversi : può , in primo luogo , essere considerata come un semplice frutto dell ' ignoranza in cui l ' uomo si trova di fronte a molti dei fattori che agiscono nel mondo ; e in secondo luogo può essere considerata come una indeterminazione reale , inerente al fatto che le maglie della rete causale sono troppo larghe e non arrivano a stringere o a contenere tutti i fenomeni sicché un certo numero di essi sfugge alla rete e si comporta come vuole . La differenza tra queste due interpretazioni non è puramente accademica . Secondo la prima , l ' azione del caso ( o della fortuna , la quale non è che l ' azione del caso nelle faccende umane ) può essere ridotta e , al limite , eliminata mediante la riduzione o l ' eliminazione dell ' ignoranza e l ' estendersi della conoscenza a un numero sempre maggiore di fattori causali . Secondo l ' altra , il caso è , in qualche misura , ineliminabile perché è un ' imperfezione reale dell ' ordine oggettivo , e si annida nelle falle della stessa connessione causale . Tra queste due interpretazioni , la scienza e la filosofia contemporanea propendono per la seconda . La considerazione probabilistica che si estende oramai a tutte le branche fondamentali della conoscenza scientifica , dalla fisica atomica alla biologia ; alla psicologia e alla sociologia , si fonda sul presupposto che i fatti non sono determinabili e prevedibili uno per uno ma soltanto nei loro insiemi , nelle loro medie statistiche . Le maglie della catena causale , di cui si avvalgono oggi le scienze nella spiegazione e nella previsione dei fatti , sono , in altri termini , assai larghe : ad esse sfugge , si può dire , ogni fatto che sia considerato nella sua individualità . La considerazione probabilistica , come considerazione statistica che concerne sempre un numero di fatti abbastanza grande , non dice nulla sul comportamento di un fatto singolo . Sappiamo , per esempio , dall ' andamento delle medie statistiche degli anni passati , il numero probabile degli individui che si sposeranno o prenderanno la laurea l ' anno venturo ; ma questa conoscenza non ci dice affatto che il signor Tizio l ' anno venturo si sposerà o il signor Caio prenderà la laurea . Le unità individuali che entrano a comporre le medie statistiche che costituiscono l ' uniformità e le leggi cioè gli oggetti veri e propri della scienza , sfuggono , proprio nella loro individualità , alle uniformità e alle leggi : praticamente , rimangono i soggetti del caso . Ciò vale per un singolo elettrone come per un singolo uomo . E se è così , se la scienza non può fare a meno del caso , il vecchio concetto della fortuna che domina le faccende umane non è solo un pregiudizio da ignoranti . La consapevolezza che la fortuna gioca una parte importante è profondamente radicata nella società contemporanea . Essa assume la forma di quel « senso d ' insicurezza » che spesso viene addotto ( e non a torto ) come un contrassegno specifico della società contemporanea ; o di quel senso del rischio che viene teorizzato da molte filosofie contemporanee . Ma non è detto che tale consapevolezza debba condurre gli uomini soltanto a un pessimismo contemplativo e passivo , alla rinunzia ad ogni intervento nel corso delle cose . Il lasciar fare , l ' abbandonarsi alla fortuna , è un atteggiamento sempre possibile , nonché una facile tentazione per chiunque ; ma è pure possibile , e certo più promettente , l ' atteggiamento opposto di chi è deciso a trar partito dalla stessa molteplicità dei casi o delle occasioni che la fortuna può offrire . Possiamo limitarci a fare contro i colpi della sorte gli scongiuri di rito o a fidare nell ' oroscopo quotidiano che i giornali ci danno , anche se , in un mondo in cui gli astri sono a portata di missile , è difficile credere ancora che siano depositari di occulte influenze . Ma possiamo anche accettare la sfida che la fortuna ci getta e rispondervi con le armi che abbiamo a disposizione . Possiamo prevedere , in una certa misura , le linee di tendenza dei fatti e prepararci ad affrontare le situazioni future per correggere quelle tendenze o portarvi rimedio o adeguarle , per quanto è possibile , ai nostri umani interessi . Il bisogno della progettazione , così profondamente radicato oggi in tutti i campi dell ' attività umana , nasce appunto da questo atteggiamento di libera reazione alla fortuna e da una ragionevole fiducia nei mezzi di cui la ragione umana dispone . Certamente , qualsiasi progettazione può non riuscire e sul suo esito finale la fortuna dirà la sua . Ma , come ancora osservava Machiavelli , essa manifesta la sua potenza soprattutto là dove non c ' è « ordinata virtù a resisterle » ; ed è sempre meno rovinosa quando gli uomini hanno pensato per tempo a elevare contro di essa argini e ripari , adeguati .