StampaQuotidiana ,
Basta
.
Basta
con
questa
indicibile
manfrina
messa
in
piedi
dai
mezzi
di
comunicazione
di
massa
sulle
vicende
giudiziarie
-
specialmente
quelle
palermitane
-
di
Silvio
Berlusconi
.
È
arrivata
l
'
ora
delle
certezze
definitive
.
Di
seguito
presento
al
signor
Berlusconi
una
serie
di
domande
invitandolo
pubblicamente
a
rispondere
nel
merito
con
cristallina
chiarezza
affinché
una
volta
per
tutte
sia
lui
in
prima
persona
a
dimostrare
-
se
ne
è
capace
-
che
con
Cosa
Nostra
non
ha
e
non
ha
mai
avuto
nulla
a
che
fare
.
A
scanso
di
equivoci
e
strumentalizzazioni
,
già
da
ora
-
signor
Berlusconi
-
le
annuncio
che
nessuna
delle
notizie
sul
suo
conto
che
leggerà
in
questo
articolo
è
frutto
di
"
pentimenti
"
,
e
nessuna
delle
domande
che
le
sto
per
porre
si
basa
o
prende
spunto
anche
fosse
in
modo
marginale
dalle
parole
dei
cosiddetti
"
pentiti
"
.
Tutto
al
contrario
,
esse
si
basano
su
personali
indagini
e
su
documenti
amministrativi
che
in
ogni
momento
-
se
lo
riterrà
-
potrò
inviarle
perché
si
sinceri
della
loro
autenticità
.
Detto
questo
,
prego
,
legga
,
e
mi
sappia
poi
dire.Partiamo
da
lontano
,
perché
lontano
inizia
la
sua
storia
imprenditoriale
,
signor
Berlusconi.Primo
quesito
:
lei
certamente
ricorda
che
il
26
settembre
1968
la
sua
società
-
l
'
Edilnord
Sas
-
acquistò
dal
conte
Bonzi
l
'
intera
area
dove
di
lì
a
breve
lei
costruirà
il
quartiere
di
Milano2
.
Lei
pagò
l
'
area
circa
4.250
lire
al
metro
quadrato
,
per
un
totale
di
oltre
3
miliardi
.
Questa
somma
,
nel
1968
quando
lei
aveva
appena
32
anni
e
nessun
patrimonio
familiare
alle
spalle
,
è
di
enorme
portata
.
Oggi
,
tabelle
Istat
alla
mano
,
equivarrebbe
a
38
miliardi
,
739
milioni
e
spiccioli
.
Dopo
l
'
acquisto
-
intendo
dire
nei
mesi
successivi
-
lei
aprì
un
gigantesco
cantiere
edilizio
,
il
cui
costo
arriverà
a
sfiorare
500
milioni
al
giorno
,
che
in
circa
4-5
anni
porterà
all
'
edificazione
di
Milano2
così
come
è
oggi
.
Ecco
la
prima
domanda
:
signor
Berlusconi
,
a
lei
,
quando
aveva
32
anni
,
gli
oltre
30
miliardi
per
comprare
l
'
area
,
chi
li
diede
?
Inoltre
:
che
garanzie
offrì
e
a
chi
per
ricevere
tale
ingentissimo
credito
?
In
ultimo
:
il
denaro
per
avviare
e
portare
a
conclusione
il
super
-
cantiere
,
chi
glielo
fornì
?
Vede
,
se
lei
non
chiarisce
questi
punti
,
si
è
autorizzati
a
credere
che
le
due
misteriose
finanziarie
svizzere
amministrate
dall
'
avvocato
di
Lugano
Renzo
Rezzonico
"
sue
finanziatrici
"
,
così
come
altre
finanziarie
elvetiche
che
entreranno
in
scena
al
suo
fianco
e
che
tra
poco
incontreremo
,
sono
paraventi
dietro
i
quali
si
sono
nascosti
soggetti
tutt
'
altro
che
raccomandabili
.
Sì
,
perché
-
mi
creda
signor
Berlusconi
-
nel
1998
,
oggi
,
se
lei
chiarisse
una
volta
per
tutte
,
con
nomi
e
cognomi
,
chi
le
prestò
tale
gigantesca
fortuna
facendo
con
questo
crollare
ogni
genere
di
sospetto
e
insinuazione
sul
suo
conto
,
nessuno
e
dico
nessuno
si
alzerebbe
per
criticarla
sostenendo
che
lei
operò
con
capitali
sfuggiti
,
per
esempio
,
al
fisco
italiano
e
riparati
in
Svizzera
,
poi
rientrati
in
Italia
grazie
alla
sua
attività
imprenditoriale
.
Sarei
il
primo
ad
applaudirla
,
signor
Berlusconi
,
se
la
realtà
fosse
questa
.
Se
invece
di
denaro
frutto
di
attività
illecite
,
si
trattò
di
risparmi
onestamente
guadagnati
e
quindi
sottratti
dai
rispettivi
proprietari
al
fisco
assassino
italiota
che
grazie
a
lei
ridiventarono
investimenti
,
lei
sarebbe
da
osannare
.
Parli
,
signor
Berlusconi
,
faccia
i
nomi
e
il
castello
di
accuse
di
riciclaggio
cadrà
di
schianto
.
Secondo
quesito
:
il
22
maggio
1974
-
certamente
lo
ricorda
,
signor
Berlusconi
-
la
sua
società
"
Edilnord
Centri
Residenziali
Sas
"
compì
un
aumento
di
capitale
che
così
arrivò
a
600
milioni
(
4,8
miliardi
di
oggi
,
fonte
Istat
)
.
Il
22
luglio
1975
la
medesima
società
eseguì
un
altro
aumento
di
capitale
passando
dai
suddetti
600
milioni
a
2
miliardi
(
14
miliardi
di
oggi
,
fonte
Istat
)
.
Anche
in
questo
caso
,
vorrei
sapere
da
dove
e
da
chi
sono
arrivati
queste
forti
somme
di
denaro
in
contanti
.
Terzo
quesito
:
il
2
febbraio
1973
lei
fondò
un
'
altra
società
,
la
Italcantieri
Srl
.
Il
18
luglio
1975
questa
sua
piccola
impresa
diventò
una
Spa
con
un
aumento
di
capitale
a
500
milioni
.
In
seguito
,
quei
500
milioni
diventeranno
2
miliardi
e
lei
farà
in
modo
di
emettere
anche
un
prestito
obbligazionario
per
altri
2
miliardi
.
Signor
Berlusconi
,
anche
in
questo
caso
le
chiedo
:
il
denaro
in
contanti
per
queste
forti
operazioni
finanziarie
,
chi
glielo
diede
?
Fuori
i
nomi.Quarto
quesito
:
lei
non
può
essersi
scordato
che
il
15
settembre
1977
la
sua
società
Edilnord
cedette
alla
neo
-
costituita
"
Milano2
Spa
"
tutto
il
costruito
del
nuovo
quartiere
residenziale
nel
Comune
di
Segrate
battezzato
"
Milano2
"
più
alcune
aree
ancora
da
edificare
di
quell
'
immenso
terreno
che
lei
comperò
nel
'68
per
l
'
equivalente
di
più
di
32
miliardi
in
contanti
.
Tuttavia
quel
15
settembre
di
tanti
anni
fa
,
accadde
un
altro
fatto
:
lei
,
signor
Berlusconi
,
decise
il
contemporaneo
cambiamento
di
nome
della
società
acquirente
.
Infatti
l
'
impresa
Milano2
Spa
iniziò
a
chiamarsi
così
proprio
da
quella
data
.
Il
giorno
della
sua
fondazione
a
Roma
,
il
16
settembre
1974
,
la
futura
Milano2
Spa
-
come
lei
senza
dubbio
rammenta
-
viceversa
rispondeva
al
nome
di
Immobiliare
San
Martino
Spa
,
"
forte
"
di
un
capitale
di
lire
1
(
un
)
milione
,
il
cui
amministratore
era
Marcello
Dell
'
Utri
.
Lo
stesso
Dell
'
Utri
che
lei
,
signor
Berlusconi
,
sostiene
fosse
a
quell
'
epoca
un
«
mio
semplice
segretario
personale
»
.
Sempre
il
15
settembre
1977
,
quel
milione
venne
portato
a
500
e
la
sede
trasferita
da
Roma
a
Segrate
.
Il
19
luglio
1978
,
i
500
milioni
diventeranno
2
miliardi
di
capitale
sociale
.
Ecco
,
anche
in
questo
caso
,
vorrei
sapere
dove
ha
preso
e
chi
le
ha
fornito
tanto
denaro
contante
e
in
base
a
quali
garanzie.Quinto
quesito
:
signor
Berlusconi
,
il
cuore
del
suo
impero
,
la
notissima
Fininvest
,
certamente
ricorda
che
nacque
in
due
tappe
.
Partiamo
dalle
seconda
:
l'8
giugno
1978
lei
fondò
a
Roma
la
"
Finanziaria
d
'
Investimento
Srl
"
-
in
sigla
Fininvest
-
dotandola
di
un
capitale
di
20
milioni
e
di
un
amministratore
che
rispondeva
al
nome
di
Umberto
Previti
,
padre
del
noto
Cesare
di
questi
tempi
grami
(
per
lui
)
.
Il
30
giugno
1978
il
capitale
sociale
di
questa
sua
creatura
venne
portato
a
50
milioni
,
il
7
dicembre
1978
a
18
miliardi
,
che
al
valore
d
'
oggi
sarebbero
81
miliardi
,
167
milioni
e
400
mila
lire
.
In
6
mesi
,
quindi
,
lei
passò
dall
'
avere
avuto
in
tasca
20
milioni
per
fondare
la
Fininvest
Srl
a
Roma
,
a
18
miliardi
.
Fra
l
'
altro
,
come
lei
certamente
ricorda
,
la
società
in
questo
periodo
non
possedeva
alcun
dipendente
.
Nel
luglio
del
1979
la
Fininvest
Srl
,
con
tutti
quei
soldi
in
cassa
,
venne
trasferita
a
Milano
.
Poco
prima
,
il
26
gennaio
1979
era
stata
"
fusa
"
con
un
'
altra
sua
società
dall
'
identico
nome
,
signor
Berlusconi
:
la
Fininvest
Spa
di
Milano
.
Questa
società
fu
la
prima
delle
due
tappe
fondamentali
di
cui
dicevo
poc
'
anzi
alla
base
dell
'
edificazione
del
suo
impero
,
e
in
realtà
di
milanese
aveva
ben
poco
,
come
lei
ben
sa
.
Infatti
la
Fininvest
Spa
venne
anch
'
essa
fondata
a
Roma
il
21
marzo
del
1975
come
Srl
,
l'11
novembre
dello
stesso
anno
trasformata
in
Spa
con
2
miliardi
di
capitale
,
e
quindi
trasferita
nel
capoluogo
lombardo
.
Tutte
operazioni
,
queste
,
che
pensò
,
decise
e
attuò
proprio
lei
,
signor
Berlusconi.Dopo
la
fusione
,
ricorda
?
,
il
capitale
sociale
verrà
ulteriormente
aumentato
a
52
miliardi
(
al
valore
dell
'
epoca
,
equivalenti
a
più
di
166
miliardi
di
oggi
,
fonte
Istat
)
.
Bene
,
fermiamoci
qui
.
Signor
Berlusconi
,
i
17
miliardi
e
980
milioni
di
differenza
della
Fininvest
Srl
di
Roma
(
anno
1978
)
chi
glieli
fornì
?
Vorrei
conoscere
nomi
e
cognomi
di
questi
suoi
munifici
amici
e
anche
il
contenuto
delle
garanzie
che
lei
,
signor
Berlusconi
,
offrì
loro
.
Lo
stesso
dicasi
per
l
'
aumento
,
di
poco
successivo
,
a
52
miliardi
.
Naturalmente
le
chiedo
anche
notizie
sull
'
origine
dei
fondi
,
altri
2
miliardi
,
della
"
gemella
"
Fininvest
Spa
di
Milano
che
lei
fondò
nel
1975
,
anno
pessimo
per
ciò
che
attiene
al
credito
bancario
e
ancor
peggio
per
i
fondamentali
dell
'
economia
del
Paese
.
Sesto
quesito
:
lei
,
signor
Berlusconi
,
almeno
una
volta
in
passato
tentò
di
chiarire
il
motivo
dell
'
esistenza
delle
22
(
ma
c
'
è
chi
scrive
,
come
Giovanni
Ruggeri
,
autore
di
"
Berlusconi
,
gli
affari
del
Presidente
"
siano
molte
di
più
,
addirittura
38
)
"
Holding
Italiane
"
che
detengono
tuttora
il
capitale
della
Fininvest
,
esattamente
l
'
elenco
che
inizia
con
Holding
Italiana
Prima
e
termina
con
Holding
Italiana
Ventiduesima
.
Lei
sostenne
che
la
ragione
di
tale
castello
societario
sta
nell
'
aver
inventato
un
meccanismo
per
pagare
meno
tasse
allo
Stato
.
Così
pure
,
signor
Berlusconi
,
lei
ha
dichiarato
che
l
'
inventore
del
marchingegno
finanziario
,
che
ripeto
detiene
-
sono
sue
parole
-
l
'
intero
capitale
del
Gruppo
,
fu
Umberto
Previti
e
l
'
unico
scopo
per
il
quale
l
'
inventò
consisteva
-
e
consiste
tutt
'
oggi
-
nell
'
aver
abbattuto
di
una
considerevole
percentuale
le
tasse
,
ovvero
il
bottino
del
rapinoso
fisco
italiota
ai
suoi
danni
,
con
un
meccanismo
assolutamente
legale
.
Queste
,
mi
corregga
se
sbaglio
,
furono
le
ragioni
che
addusse
a
suo
tempo
,
signor
Berlusconi
,
per
spiegare
il
motivo
per
cui
il
capitale
della
Fininvest
è
suddiviso
così
.
È
una
motivazione
,
però
,
che
a
molti
appare
quanto
meno
curiosa
,
se
raffrontata
-
ad
esempio
-
con
l
'
assetto
patrimoniale
di
un
altro
big
dell
'
imprenditoria
nazionale
,
Giovanni
Agnelli
,
che
viceversa
ha
optato
da
molti
anni
per
una
trasparentissima
società
in
accomandita
per
detenere
e
definire
i
propri
beni
e
quote
del
Gruppo
Fiat
.
In
sostanza
lei
,
signor
Berlusconi
,
più
volte
ha
ribadito
che
"
dietro
"
le
22
Holding
c
'
è
soltanto
la
sua
persona
e
la
sua
famiglia
.
Non
avrò
mai
più
motivo
di
dubitare
di
questa
sua
affermazione
quando
lei
spiegherà
con
assoluta
chiarezza
le
ragioni
di
una
sua
scelta
a
dir
poco
stupefacente
.
Questa
:
c
'
è
un
indirizzo
-
a
Milano
-
che
lei
,
signor
Berlusconi
conosce
molto
bene
.
Si
tratta
di
via
Sant
'
Orsola
3
,
pieno
centro
cittadino
.
A
questo
indirizzo
nel
1978
nacque
una
società
fiduciaria
-
ovvero
dedita
alla
gestione
di
patrimoni
altrui
-
denominata
Par.Ma.Fid
.
A
fondarla
furono
due
commercialisti
,
Roberto
Massimo
Filippa
e
Michela
Patrizia
Natalini
.
Detto
questo
,
certo
rammenta
,
signor
Berlusconi
,
che
importanti
quote
di
diverse
delle
suddette
22
Holding
verranno
da
lei
intestate
proprio
alla
Par
.
Ma.Fid
.
Esattamente
il
10
%
della
Holding
Italiana
Seconda
,
Terza
,
Quarta
,
Quinta
,
Ventunesima
e
Ventiduesima
,
più
il
49%
della
Holding
Italiana
Prima
,
la
quale
-
in
un
perfetto
gioco
di
scatole
cinesi
-
a
sua
volta
detiene
il
100%
del
capitale
della
Holding
Italiana
Sesta
e
Settima
e
il
51%
della
Holding
Italiana
Ventiduesima
.
Vede
,
signor
Berlusconi
,
dovrebbe
chiarirmi
per
conto
di
chi
la
Par.Ma.Fid
.
gestirà
questa
grande
fetta
del
Gruppo
Fininvest
e
perché
lei
decise
di
affidare
proprio
a
questa
società
tale
immensa
fortuna
.
Infatti
lei
-
che
è
un
attento
lettore
di
giornali
e
ha
a
sua
disposizione
un
ferratissimo
nonché
informatissimo
staff
di
legali
civilisti
e
penalisti
-
non
può
non
sapere
che
la
Par.Ma.Fid
.
è
la
medesima
società
fiduciaria
che
ha
gestito
-
esattamente
nello
stesso
periodo
-
tutti
i
beni
di
Antonio
Virgilio
,
finanziere
di
Cosa
Nostra
e
grande
riciclatore
di
capitali
per
conto
dei
clan
di
Giuseppe
e
Alfredo
Bono
,
Salvatore
Enea
,
Gaetano
Fidanzati
,
Gaetano
Carollo
,
Carmelo
Gaeta
e
altri
boss
-
di
area
corleonese
e
non
-
operanti
a
Milano
nel
traffico
di
stupefacenti
a
livello
mondiale
e
nei
sequestri
di
persona
.
Quindi
,
signor
Berlusconi
,
a
chi
finivano
gli
utili
della
Fininvest
relativi
alle
quote
delle
Holding
in
mano
alla
Par.Ma.Fid
.
?
Per
conto
di
chi
la
Par.Ma.Fid
.
incassava
i
dividendi
e
gestiva
le
quote
in
suo
possesso
?
Chi
erano
-
mi
passi
il
termine
-
i
suoi
"
soci
"
,
signor
Berlusconi
,
nascosti
dietro
lo
schermo
anonimo
della
fiduciaria
di
via
Sant
'
Orsola
civico
3
?
Capisce
che
in
assenza
di
una
sua
precisa
quanto
chiarificatrice
risposta
che
faccia
apparire
il
volto
-
o
i
volti
-
di
coloro
che
per
anni
incasseranno
fior
di
quattrini
grazie
alla
Par.Ma.Fid
.
,
ovvero
alle
quote
della
Fininvest
detenute
dalla
Par.Ma.Fid
.
non
si
sa
per
conto
di
chi
,
sono
autorizzato
a
pensare
che
costoro
non
fossero
estranei
all
'
altro
"
giro
"
di
clienti
contemporaneamente
gestiti
da
questa
fiduciaria
,
clienti
i
cui
nomi
rimandano
direttamente
ai
vertici
di
Cosa
Nostra.Settimo
quesito
:
è
universalmente
noto
che
lei
,
signor
Berlusconi
,
come
imprenditore
è
"
nato
col
mattone
"
per
poi
approdare
alla
televisione
.
Proprio
sull
'
edificazione
del
network
tivù
è
incentrato
questo
punto
.
Lei
,
signor
Berlusconi
,
certamente
ricorda
che
sul
finire
del
1979
diede
incarico
ad
Adriano
Galliani
di
girare
l
'
Italia
ad
acquistare
frequenze
tivù
.
Lo
scopo
-
del
tutto
evidente
-
fu
quello
di
costituire
una
rete
di
emittenti
sotto
il
suo
controllo
,
signor
Berlusconi
,
in
modo
da
poter
trasmettere
programmi
,
ma
soprattutto
pubblicità
,
che
così
sarebbe
stata
"
nazionale
"
e
non
più
locale
.
La
differenza
dal
punto
di
vista
dei
fatturati
pubblicitari
,
ovviamente
,
era
enorme
.
Fu
un
piano
perfetto
.
Se
non
che
,
Adriano
Galliani
invece
di
buttarsi
a
capofitto
nell
'
acquisto
di
emittenti
al
Nord
,
iniziò
dal
Sud
e
precisamente
dalla
Sicilia
,
dove
entrò
in
società
con
i
fratelli
Inzaranto
di
Misilmeri
(
frazione
di
Palermo
)
nella
loro
Retesicilia
Srl
,
che
dal
13
novembre
1980
vedrà
nel
proprio
consiglio
di
amministrazione
Galliani
in
persona
a
fianco
di
Antonio
Inzaranto
.
Ora
lei
,
signor
Berlusconi
,
da
imprenditore
avveduto
qual
è
,
non
può
non
avere
preso
informazioni
all
'
epoca
sui
suoi
nuovi
soci
palermitani
,
personaggi
molto
noti
da
quelle
parti
per
ben
altre
questioni
,
oltre
la
tivù
.
Infatti
Giuseppe
Inzaranto
,
fratello
di
Antonio
nonché
suo
partner
,
è
marito
della
nipote
prediletta
di
Tommaso
Buscetta
.
No
,
sia
chiaro
,
non
mi
riferisco
al
"
pentito
Buscetta
"
del
1984
,
ma
al
super
boss
che
nel
'79
è
ancora
braccio
destro
di
Pippo
Calò
e
amico
intimo
di
Stefano
Bontate
,
il
capo
dei
capi
della
mafia
siciliana
.
Quindi
,
signor
Berlusconi
,
perché
entrò
in
affari
-
tramite
Adriano
Galliani
-
con
gente
di
questa
risma
?
C
'
è
da
notare
,
oltre
tutto
,
che
i
fratelli
Inzaranto
sono
di
Misilmeri
.
Le
dice
niente
,
signor
Berlusconi
,
questo
nome
?
Guardi
che
glielo
sto
chiedendo
con
grande
serietà
.
Infatti
proprio
di
Misilmeri
sono
originari
i
soci
siciliani
della
nobile
famiglia
Rasini
che
assieme
alla
famiglia
Azzaretto
-
nativa
di
Misilmeri
,
appunto
-
fondò
nel
1955
la
banca
di
Piazza
Mercanti
,
la
Banca
Rasini
.
Giuseppe
Azzaretto
e
suo
figlio
,
Dario
Azzaretto
,
sono
persone
delle
quali
lei
,
signor
Berlusconi
,
con
ogni
probabilità
sentiva
parlare
addirittura
in
casa
da
suo
padre
.
Gli
Azzaretto
erano
-
con
i
Rasini
-
i
diretti
superiori
di
suo
padre
Luigi
,
signor
Berlusconi
.
Gli
Azzaretto
di
Misilmeri
davano
ordini
a
suo
padre
,
signor
Berlusconi
,
che
per
molti
anni
fu
loro
procuratore
,
il
primo
procuratore
della
Banca
Rasini
.
Certo
non
le
vengo
a
chiedere
con
quali
capitali
-
e
di
chi
-
Giuseppe
Azzaretto
riuscì
ad
affiancarsi
nel
1955
ai
potenti
Rasini
di
Milano
,
tenuto
conto
che
Misilmeri
è
tutt
'
oggi
una
tragica
periferia
della
peggiore
Palermo
,
però
che
a
lei
Misilmeri
possa
risultare
del
tutto
sconosciuta
,
mi
appare
inverosimile
.
Ora
le
ripeto
la
domanda
:
si
informò
sulla
"
serietà
"
e
la
"
moralità
"
dei
nuovi
soci
-
il
clan
Inzaranto
-
quando
tra
il
1979
e
l'80
diverranno
parte
fondamentale
della
sua
rete
tivù
nazionale
?
Ottavo
quesito
:
certo
a
lei
,
signor
Berlusconi
,
il
nome
della
società
Immobiliare
Romana
Paltano
non
può
risultare
sconosciuto
.
È
impossibile
non
ricordi
che
nel
1974
la
suddetta
,
12
milioni
di
capitale
,
finì
sotto
il
suo
controllo
amministrata
da
Marcello
Dell
'
Utri
,
perché
proprio
sui
terreni
di
questa
società
lei
darà
corso
all
'
iniziativa
edilizia
denominata
Milano3
.
Così
pure
ricorderà
che
nel
1976
l
'
esiguo
capitale
di
12
milioni
aumenterà
a
500
,
e
che
il
12
maggio
del
1977
salirà
ulteriormente
a
1
(
un
)
miliardo
,
e
che
cambierà
anche
la
sua
denominazione
in
Cantieri
Riuniti
Milanesi
Spa
.
Come
al
solito
,
vengo
subito
al
dunque
:
anche
in
questo
ennesimo
caso
,
chi
le
fornì
,
signor
Berlusconi
,
questi
forti
capitali
per
aumentare
la
portata
finanziaria
di
quella
che
era
una
modestissima
impresa
del
valore
di
soli
12
milioni
quando
la
acquistò
?
Nono
quesito
:
lei
,
signor
Berlusconi
,
certamente
rammenta
che
il
4
maggio
1977
a
Roma
fondò
l
'
Immobiliare
Idra
col
capitale
di
1
(
un
)
milione
.
Questa
società
,
che
oggi
possiede
beni
immobili
pregiatissimi
in
Sardegna
,
l
'
anno
successivo
-
era
il
1978
-
aumentò
il
proprio
capitale
a
900
milioni
.
Signor
Berlusconi
,
da
dove
arrivarono
gli
899
milioni
(
4
miliardi
e
45
milioni
d
'
oggi
,
fonte
Istat
)
che
fecero
la
differenza
?
Decimo
quesito
:
signor
Berlusconi
,
in
più
occasioni
lei
ha
usato
per
mettere
in
porto
affari
di
vario
genere
-
l
'
acquisto
dell
'
attaccante
Lentini
dal
Torino
Calcio
,
ad
esempio
-
la
finanziaria
di
Chiasso
denominata
Fimo
.
Anche
in
questo
caso
,
come
nel
precedente
riferito
alla
Par.Ma
.
Fid
.
,
lei
ha
scelto
una
società
fiduciaria
-
questa
volta
domiciliata
in
Svizzera
-
al
cui
riguardo
le
cronache
giudiziarie
si
erano
largamente
espresse
.
Tenuto
conto
della
potenza
dello
staff
informativo
che
la
circonda
,
signor
Berlusconi
,
mi
appare
del
tutto
inverosimile
che
lei
non
abbia
saputo
,
circa
la
Fimo
di
Chiasso
,
che
è
stata
per
lungo
tempo
il
canale
privilegiato
di
riciclaggio
usato
da
Giuseppe
Lottusi
,
arrestato
il
15
novembre
del
1991
mentre
"
esportava
"
forti
capitali
della
temibile
cosca
palermitana
dei
Madonia
.
Così
pure
non
le
sarà
sfuggito
che
Lottusi
venne
condannato
a
20
anni
di
reclusione
per
quei
reati
.
Tuttora
è
in
carcere
a
scontare
la
pena
.
Ebbene
,
signor
Berlusconi
,
se
quel
gangster
finì
in
galera
il
15
novembre
del
'91
,
nella
primavera
del
1992
-
cioè
pochi
mesi
dopo
quel
fatto
che
campeggiò
con
dovizia
di
particolari
,
anche
circa
la
Fimo
,
sulle
prime
pagine
di
tutti
i
giornali
-
il
suo
Milan
"
pagò
"
una
forte
somma
"
in
nero
"
-
estero
su
estero
-
per
la
cessione
di
Gianluigi
Lentini
,
e
usò
per
la
transazione
proprio
la
screditatissima
Fimo
,
fiduciaria
di
narcotrafficanti
internazionali
.
Perché
,
signor
Berlusconi
?
Ecco
,
queste
sono
le
domande
.
Risponda
,
signor
Berlusconi
.
Presto
.
Come
ha
visto
,
di
"
pentiti
"
veri
o
presunti
non
c
'
è
traccia
negli
11
quesiti
.
Semmai
c
'
è
il
profumo
di
centinaia
di
miliardi
che
tra
il
1968
e
il
1979
finirono
nelle
sue
mani
,
signor
Berlusconi
.
E
tuttora
non
si
sa
da
dove
arrivarono
.
Poiché
c
'
è
chi
l
'
accusa
che
quell
'
oceano
di
quattrini
provenne
dalle
casse
di
Cosa
Nostra
e
sta
indagando
proprio
su
questo
,
prego
,
schianti
ogni
possibile
infamia
dicendo
semplicemente
la
verità
.
Punto
per
punto
,
nome
per
nome
.
È
un
'
occasione
d
'
oro
per
farla
finita
una
volta
per
tutte
.
Sappia
che
d
'
ora
in
poi
il
silenzio
non
le
è
più
consentito
né
come
imprenditore
,
né
come
politico
,
né
come
uomo
.
StampaQuotidiana ,
Tariffa
dei
pedaggi
da
riscuotersi
alle
barriere
instituite
nello
interesse
della
Provincia
di
Palermo
lungo
le
strade
e
nelle
località
indicate
nel
R
.
Decreto
del
7.5
gennaio
1870
.
1
.
Ogni
asino
da
soma
carico
pagherà
L.0,05
2
.
Più
asini
da
soma
pagheranno
per
cadauno
»
0,05
3.Per
ogni
cavallo
giumenta
o
mulo
da
sella
o
da
soma
si
pagheranno
»
0,10
4
.
Per
ogni
carretta
da
trasporto
scarica
tirata
da
un
asino
»
0,10
5
.
Per
ogni
carretta
carica
tirata
da
un
asino
»
0,15
6
.
Per
ogni
carretta
tirata
da
un
cavallo
o
mulo
»
0,20
7
.
Detta
scarica
»
0,15
8
.
Per
ogni
carretta
o
carro
tirato
da
due
bovi
,
o
due
cavalli
o
due
muli
»
0,30
9
.
Detti
scarichi
tirati
da
due
bovi
o
due
cavalli
o
due
muli
»
0,20
10
.
Detti
tirati
da
quattro
bovi
,
da
quattro
cavalli
o
da
quattro
muli
»
0,50
11
.
Detti
scarichi
»
0,35
12
.
Detti
tirati
da
sei
bovi
,
o
dai
sei
muli
o
più
»
0,85
13
.
Detti
scarichi
»
0,50
14
.
Per
ogni
calesse
ad
un
cavallo
»
0,20
15
.
Per
ogni
carrozza
a
quattro
ruote
ad
un
cavallo
»
0,30
16
.
Detta
a
due
cavalli
»
0,40
17
.
Detta
a
tre
cavalli
»
0,50
18
.
Detta
a
quattro
cavalli
o
più
»
0,85
ESENZIONI
-
Saranno
eccettuati
ed
esenti
dal
diritto
di
pedaggio
le
persone
Reali
,
ed
il
loro
accompagnamento
,
i
Prefetti
,
Sottoprefetti
e
Consiglieri
di
Prefettura
,
gli
Ispettori
,
Ingegneri
,
Aiutanti
ed
Assistenti
del
Genio
Civile
,
e
deputati
Provinciali
,
e
locali
delle
opere
pubbliche
,
gl
'
Ispettori
e
Guardie
Generali
di
acque
e
foreste
,
gli
agenti
postali
e
telegrafici
,
i
guardia
boschi
e
guardacaccia
,
gli
uffiziali
del
R
.
esercito
sia
a
cavallo
,
sia
in
carrozza
,
e
la
truppa
in
servizio
e
con
uniforme
,
non
che
i
cavalli
,
carri
,
treni
ed
ogni
altro
addetto
di
ogni
corpo
di
esercito
,
i
Carabinieri
ed
i
Militi
,
le
Guardie
doganali
,
e
Direttori
provinciali
,
gli
Agenti
di
Questura
,
gli
appaltatori
delle
strade
,
anche
ferrate
,
che
pure
si
trovano
esentati
nei
contratti
in
vigore
,
e
gli
appaltatori
di
tutte
le
altre
opere
pubbliche
comunali
,
provinciali
e
nazionali
per
il
trasporto
di
materiali
necessarii
alla
costruzione
e
conservazione
delle
strade
e
delle
altre
opere
suddette
;
tutti
quei
proprietarii
che
per
la
contiguità
dei
loro
fondi
colle
barriere
sono
stati
esenti
finora
;
le
carrette
cariche
ed
i
bagagli
militari
;
le
vetture
ed
i
carri
appartenenti
ai
Frati
mendicanti
;
i
cavalli
da
posta
attaccati
alle
vetture
corriere
anche
per
tornare
da
qualunque
servizio
al
loro
rilievo
,
le
carrozze
che
conducono
corrieri
straordinarii
,
ed
i
cavalli
che
andranno
per
servizio
delle
staffette
;
e
finalmente
le
carrette
dei
procacci
pel
trasporto
dei
fondi
nazionali
,
provinciali
e
comunali
.
Sono
però
obbligati
al
pagamento
del
dazio
tutti
i
viandanti
con
carrozze
proprie
,
ancorché
facessero
uso
dei
cavalli
da
posta
.
StampaQuotidiana ,
Lina
Cavalieri
,
fanciulla
,
era
una
di
quelle
deliziose
ciociare
di
Piazza
di
Spagna
a
Roma
le
quali
con
gli
occhi
grandi
e
neri
,
le
guancie
rosee
,
il
corpo
slanciato
,
invitano
con
insistenza
il
forestiere
ed
il
passante
ad
acquistare
un
fiorellino
,
oppure
fanno
da
modelle
ai
pittori
della
via
del
Babbuino
.
Ella
venne
poscia
educata
alla
musica
e
debuttò
applauditissima
nei
cafés
chantants
.
Cantò
anche
a
Parigi
,
ove
grande
grido
sollevò
la
sua
bellezza
,
tanto
che
ora
,
insieme
alla
Belle
Otéro
,
alla
Liane
de
Pugy
,
e
alla
Cléo
de
Mèrode
,
la
Cavalieri
è
annoverata
fra
le
beautés
mondiali
.
Dai
cafés
chantants
ella
passò
all
'
opera
seria
onde
ha
già
cantato
applaudita
al
S
.
Carlo
di
Napoli
,
a
Madrid
ed
in
altri
importanti
teatri
.
Adesso
il
pubblico
palermitano
avrà
il
piacere
di
applaudirla
nella
Bohème
.
Infatti
Lina
Cavalieri
è
arrivata
ieri
a
Palermo
,
e
incomincerà
presto
le
prove
dell
'
opera
del
maestro
Puccini
.
StampaQuotidiana ,
In
che
consiste
l
'
amicizia
?
Può
esistere
l
'
amicizia
nel
male
?
È
lecito
attendersi
dall
'
amicizia
benefici
e
vantaggi
e
in
quale
misura
?
Sono
questi
i
problemi
che
i
filosofi
hanno
dibattuto
intorno
all
'
amicizia
e
sono
queste
le
domande
che
a
ciascuno
vengono
in
mente
nelle
vicende
che
essa
presenta
nella
vita
di
ogni
giorno
.
Per
rispondere
a
tali
domande
,
i
filosofi
si
sono
soffermati
a
delineare
la
forma
perfetta
o
ideale
dell
'
amicizia
,
quel
che
l
'
amicizia
dovrebbe
essere
ma
non
è
o
non
è
mai
completamente
.
E
ciò
è
accaduto
perché
hanno
considerato
l
'
amicizia
come
una
manifestazione
o
una
condizione
della
vita
morale
.
Aristotele
diceva
che
l
'
amicizia
è
una
virtù
o
si
accompagna
con
la
virtù
e
che
perciò
sussiste
veramente
solo
tra
persone
virtuose
.
Kant
affermava
che
l
'
amicizia
è
un
dovere
morale
e
che
i
suoi
limiti
e
le
sue
condizioni
sono
quelli
stessi
della
moralità
.
Ma
entrambi
questi
filosofi
sottolineavano
anche
la
molteplicità
delle
forme
che
l
'
amicizia
può
assumere
nella
realtà
:
molteplicità
che
dipende
sia
dalla
diversità
delle
basi
che
si
possono
dare
all
'
amicizia
,
sia
dalla
diversità
delle
persone
tra
le
quali
essa
può
stabilirsi
.
Aristotele
riteneva
che
l
'
amicizia
può
essere
fondata
sul
piacere
,
sull
'
utilità
o
sulla
virtù
per
quanto
solo
quella
fondata
sulla
virtù
è
autentica
e
duratura
perché
le
altre
vengono
meno
quando
cessano
il
piacere
e
l
'
utilità
che
se
ne
possono
ricavare
.
Diceva
pure
che
ci
può
essere
amicizia
tra
persone
che
fanno
lo
stesso
lavoro
o
che
appartengono
alla
stessa
comunità
,
nonché
tra
il
padre
e
il
figlio
,
tra
il
giovane
e
il
vecchio
,
tra
il
marito
e
la
moglie
,
e
persino
tra
il
padrone
e
lo
schiavo
se
quest
'
ultimo
è
considerato
non
più
solo
come
«
strumento
animato
»
ma
come
un
uomo
.
Kant
privilegiava
l
'
amicizia
morale
,
intesa
come
la
fiducia
assoluta
che
due
persone
si
dimostrano
confidandosi
i
pensieri
e
i
sentimenti
più
segreti
;
perché
in
essa
vedeva
realizzata
l
'
uscita
dalla
prigione
delle
proprie
idee
in
cui
ogni
uomo
vive
solitamente
chiuso
,
e
la
libertà
di
esprimerle
senza
il
timore
di
indiscrezione
o
di
danno
.
Queste
notazioni
sull
'
amicizia
sono
rimaste
classiche
e
i
filosofi
moderni
hanno
trovato
poco
o
nulla
da
aggiungervi
.
Raramente
,
anzi
,
essi
si
occupano
dell
'
amicizia
e
non
considerano
più
lo
studio
di
essa
come
parte
fondamentale
dell
'
etica
.
Aristotele
dedicava
all
'
amicizia
due
dei
dieci
libri
della
sua
maggiore
opera
morale
:
oggi
è
molto
se
si
dedicano
ad
essa
cenni
distratti
e
fuggevoli
anche
nelle
più
imponenti
e
dettagliate
trattazioni
di
etica
.
Esistono
certamente
motivi
che
spiegano
questa
diversità
di
atteggiamenti
.
Gli
antichi
ritenevano
che
fossero
fondate
sull
'
amicizia
,
cioè
su
un
rapporto
personale
di
fiducia
,
tutte
le
istituzioni
fondamentali
della
vita
civile
:
Aristotele
afferma
che
nessuno
può
conservare
né
potere
,
né
ricchezza
,
né
cariche
senza
amici
e
chiama
«
amicizia
civile
»
la
concordia
politica
dei
cittadini
.
Ma
nel
mondo
moderno
rapporti
puramente
impersonali
,
diversi
e
indipendenti
da
ogni
legame
di
amicizia
,
sono
alla
base
delle
istituzioni
che
reggono
la
vita
civile
.
I
rapporti
di
lavoro
o
di
affari
,
le
clientele
,
le
solidarietà
politiche
e
di
classe
,
la
collaborazione
scientifica
,
le
comunità
religiose
,
i
clubs
e
perfino
i
nuclei
familiari
si
reggono
su
meccanismi
o
condizioni
che
non
hanno
niente
a
che
fare
con
l
'
amicizia
personale
dei
loro
membri
.
Le
gerarchie
sociali
e
politiche
,
la
fedeltà
dei
subordinati
,
l
'
efficienza
delle
istituzioni
,
sono
garantite
da
benefici
o
vantaggi
che
non
sono
offerti
dalla
benevolenza
amichevole
ma
dal
funzionamento
impersonale
di
regole
,
leggi
o
tecniche
disciplinari
.
La
scelta
delle
persone
destinate
a
un
compito
qualsiasi
è
effettuata
sulla
base
della
loro
abilità
,
del
loro
talento
,
della
loro
fedeltà
al
lavoro
o
della
loro
capacità
di
prestarsi
come
docili
strumenti
per
certi
fini
;
e
l
'
amicizia
personale
vi
interviene
solo
di
straforo
e
vi
si
trova
a
mal
partito
.
A
volte
,
infatti
,
può
essere
un
limite
o
un
ostacolo
,
coi
diritti
che
accampa
,
all
'
efficienza
dell
'
attività
comune
;
e
si
rompe
o
spezza
malamente
contro
lo
scoglio
degli
interessi
bene
o
male
intesi
.
La
società
moderna
sembra
non
aver
bisogno
dell
'
amicizia
;
o
per
dir
meglio
sembra
respingerla
nel
dominio
dei
rapporti
privati
tra
individuo
e
individuo
.
In
questo
dominio
,
tuttavia
,
il
bisogno
dell
'
amicizia
rimane
pressante
.
Aristotele
diceva
che
l
'
amicizia
consiste
nel
comportarsi
verso
l
'
amico
come
verso
se
stesso
;
e
Montaigne
,
amplificando
Aristotele
,
asseriva
che
essa
consiste
nel
dare
più
di
quanto
si
riceve
,
nel
preferire
di
far
del
bene
all
'
altro
più
che
riceverne
.
Questa
è
certo
la
forma
perfetta
dell
'
amicizia
e
non
per
nulla
l
'
espressione
aristotelica
fu
utilizzata
da
San
Tommaso
per
definire
lo
stesso
amore
cristiano
.
Ma
l
'
amicizia
è
selettiva
e
individuale
(
«
Molti
amici
,
nessun
amico
»
,
diceva
Aristotele
)
;
può
quindi
avere
i
fondamenti
più
disparati
e
i
gradi
più
diversi
.
E
solo
un
'
equa
considerazione
di
questa
disparità
di
fondamenti
e
diversità
di
gradi
rende
possibile
la
valutazione
di
essa
nel
mondo
moderno
.
In
tutti
i
suoi
gradi
e
forme
,
l
'
amicizia
è
una
condizione
indispensabile
dell
'
equilibrio
e
della
felicità
della
vita
individuale
.
Un
'
amicizia
per
cui
l
'
altro
è
come
noi
stessi
o
più
di
noi
stessi
,
è
certamente
difficile
a
realizzarsi
e
si
realizza
(
quando
accade
)
una
volta
sola
nella
vita
.
Ma
l
'
amicizia
come
comunanza
di
intenti
o
di
atteggiamenti
,
sia
pure
parziale
,
come
confidenza
,
cura
o
sollecitudine
reciproca
,
è
ciò
che
rende
sopportabili
o
sereni
i
difficili
rapporti
che
pesano
oggi
sugli
uomini
e
ne
garantisce
la
continuità
e
la
durata
.
L
'
amicizia
introduce
nell
'
amore
sessuale
quella
confidenza
,
quella
certezza
di
aiuto
che
ne
fa
un
autentico
amore
umano
;
ed
è
l
'
unica
base
possibile
dei
rapporti
tra
genitori
e
figli
che
si
prolunghino
oltre
le
necessità
dell
'
allevamento
e
del
sostentamento
.
Senza
amicizia
,
la
famiglia
tende
a
rompersi
per
la
disparità
delle
aspirazioni
,
dei
gusti
,
delle
abitudini
,
e
per
l
'
antagonismo
tra
vecchia
e
nuova
generazione
.
L
'
amicizia
può
togliere
dai
rapporti
di
collaborazione
di
qualsiasi
genere
l
'
invidia
e
la
rivalità
astiosa
mentre
consente
la
competizione
leale
.
Con
la
sua
sollecitudine
affettuosa
,
rende
più
sopportabili
le
sofferenze
e
le
contrarietà
che
sono
sempre
in
agguato
anche
nelle
vite
più
fortunate
,
e
toglie
la
noia
che
accompagna
tanta
parte
della
giornata
umana
e
incombe
anche
sui
divertimenti
più
rumorosi
.
Come
tutte
le
cose
umane
,
l
'
amicizia
è
sempre
imperfetta
,
limitata
e
ambivalente
.
Quest
'
ultimo
carattere
smentisce
la
credenza
di
antichi
e
moderni
che
l
'
amicizia
.
sia
condizionata
dalla
virtù
.
Ci
sono
amicizie
salde
e
autentiche
nel
bene
come
nel
male
ed
è
oggi
un
fatto
accertato
che
talvolta
la
spinta
a
delinquere
è
fornita
,
specialmente
nei
giovani
,
dal
bisogno
di
uscire
,
con
qualche
forma
di
amicizia
,
dall
'
isolamento
e
dalla
noia
.
Ma
rinunciare
all
'
amicizia
perché
essa
non
è
perfetta
,
perché
non
tutto
si
può
esigere
dagli
amici
,
perché
le
amicizie
si
possono
rompere
,
o
perché
non
sempre
danno
ciò
che
promettono
,
sarebbe
così
ragionevole
come
rinunciare
a
respirare
perché
l
'
aria
della
città
è
inquinata
dallo
smog
.
Ogni
amicizia
è
un
caso
a
sé
,
ha
limiti
e
condizioni
sue
proprie
che
dipendono
dal
fondamento
sul
quale
è
nata
e
dalla
qualità
delle
persone
che
la
intrattengono
.
Al
di
là
di
questi
limiti
,
l
'
amicizia
si
incrina
e
può
spezzarsi
.
Ma
questi
limiti
possono
anche
talvolta
essere
estesi
o
allontanati
:
l
'
amicizia
può
rafforzarsi
o
approfondirsi
,
prendere
nuove
radici
,
diventare
più
salda
.
Ogni
amicizia
può
riservare
sorprese
sia
positive
che
negative
.
Il
carattere
aleatorio
della
vita
umana
investe
anche
questo
suo
aspetto
essenziale
ma
non
ne
distrugge
il
valore
.
Certo
,
lo
scheletro
della
vita
sociale
moderna
non
è
costituito
dall
'
amicizia
.
Ma
che
cos
'
è
uno
scheletro
senza
la
carne
e
il
sangue
che
costituiscono
l
'
organismo
?
Senza
amicizia
,
la
competizione
civile
sarebbe
ridotta
alla
lotta
animale
per
l
'
esistenza
e
la
terra
a
una
giungla
.
StampaQuotidiana ,
Si
prevedeva
che
la
manifestazione
di
oggi
sarebbe
stata
veramente
grandiosa
,
imponente
,
e
in
realtà
è
riuscita
superiore
ad
ogni
supposizione
.
Fin
dal
mezzogiorno
notavasi
una
grande
animazione
nelle
vie
principali
.
Erano
numerose
brigate
di
operai
che
si
avviavano
per
prendere
parte
alla
festa
.
Nelle
adiacenze
di
via
Oreto
si
è
riversata
immensa
popolazione
per
assistere
allo
sfilamento
del
corteo
.
Alle
ore
14
tutti
sono
al
loro
posto
,
e
con
ordine
perfetto
,
cominciano
a
muoversi
.
I
lavoratori
,
con
gentile
pensiero
,
prima
di
incamminarsi
direttamente
per
via
Macqueda
,
vollero
cambiare
per
un
momento
rotta
e
sfilarono
davanti
i
nostri
uffici
.
Gli
operai
fecero
una
lusinghiera
dimostrazione
al
Giornale
di
Sicilia
,
plaudendo
calorosamente
a
misura
che
il
corteo
passava
sotto
i
nostri
balconi
.
La
dimostrazione
si
ripeté
poi
,
dentro
il
Politeama
,
allorquando
Garibaldi
Bosco
ringraziò
la
stampa
;
si
udirono
delle
grida
di
Viva
il
Giornale
di
Sicilia
,
a
cui
la
odierna
dimostrazione
di
simpatia
è
largo
guiderdone
e
conforto
al
suo
mai
smentito
interessamento
alle
giuste
cause
dei
lavoratori
.
Senza
incidenti
,
il
corteo
giunge
al
Politeama
,
sempre
preceduto
da
un
plotone
di
carabinieri
,
da
funzionari
ed
agenti
di
P
.
S
.
Alle
ore
15,30
precise
giunge
il
sindaco
accompagnato
da
Garibaldi
Bosco
,
dagli
assessori
Graziani
,
Di
Martino
,
Caputo
,
Lazzaro
,
Galletti
,
Bordonali
e
dal
segretario
generale
Donatuti
.
Il
sindaco
,
cui
la
società
dei
fiorai
offre
un
artistico
mazzo
,
vien
fatto
segno
ad
una
entusiastica
ovazione
.
Cessati
gli
applausi
,
il
vice
-
presidente
della
Camera
di
Lavoro
,
sig
.
Lombardo
,
pronunzia
poche
parole
per
dare
il
saluto
agli
operai
;
sorge
a
parlare
quindi
il
sindaco
comm
.
Tasca
Lanza
,
che
viene
spesso
interrotto
da
applausi
.
Infine
,
Garibaldi
Bosco
pronunzia
il
discorso
ufficiale
,
celebrativo
della
grande
manifestazione
.
L
'
oratore
che
è
stato
felicissimo
viene
fatto
segno
alla
fine
a
ripetuti
applausi
,
mentre
molti
gridano
:
Viva
la
Camera
del
Lavoro
!
Viva
gli
operai
!
Il
teatro
comincia
a
vuotarsi
lentamente
e
le
carrozze
che
stazionano
in
piazza
Ruggiero
Settimo
vengono
prese
di
assalto
.
StampaQuotidiana ,
La
situazione
attuale
del
problema
concernente
i
diritti
dell
'
uomo
può
essere
ricapitolata
nei
tre
punti
seguenti
:
1
.
il
riconoscimento
teorico
sempre
più
esteso
di
tali
diritti
:
riconoscimento
che
ha
avuto
una
sanzione
solenne
nella
Dichiarazione
universale
dei
diritti
emanata
dalle
Nazioni
Unite
nel
1948
,
e
per
il
quale
non
c
'
è
forse
oggi
governo
o
autorità
costituita
o
movimento
politico
che
neghi
,
in
linea
di
principio
,
l
'
esistenza
di
tali
diritti
;
2
.
la
persistenza
effettiva
nelle
strutture
giuridiche
e
politiche
di
tutti
gli
Stati
del
mondo
(
anche
dei
più
progrediti
)
,
nei
costumi
,
nell
'
opinione
pubblica
e
nei
movimenti
politici
e
ideologici
,
di
infrazioni
gravissime
ai
diritti
dell
'
uomo
.
Tali
infrazioni
prendono
la
forma
di
limitazioni
drastiche
dei
diritti
di
libertà
(
di
parola
,
di
stampa
,
di
riunione
)
o
dei
diritti
sociali
(
all
'
istruzione
,
al
lavoro
e
alla
difesa
del
lavoro
)
;
o
anche
di
atteggiamenti
,
radicati
nel
costume
o
nell
'
opinione
pubblica
(
intolleranza
razziale
o
religiosa
)
e
difesi
,
nella
pratica
quotidiana
,
da
gruppi
amorfi
o
organizzati
;
3
.
la
difficoltà
di
«
giustificare
»
o
«
fondare
»
i
diritti
dell
'
uomo
,
cioè
di
rispondere
alle
domande
:
«
Perché
l
'
individuo
umano
ha
diritti
da
far
valere
nei
confronti
della
comunità
stessa
cui
appartiene
?
Qual
è
la
ragione
(
il
fondamento
)
della
sua
pretesa
a
tali
diritti
?
»
Quest
'
ultimo
punto
è
stato
il
tema
di
un
convegno
,
tenutosi
all
'
Aquila
(
dal
15
al
18
settembre
1964
)
,
dell
'
Institut
International
de
Philosophie
,
una
specie
d
'
accademia
che
raccoglie
i
più
noti
filosofi
del
mondo
.
In
questo
convegno
,
filosofi
provenienti
dalle
scuole
e
dalle
ideologie
più
disparate
si
sono
trovati
d
'
accordo
nell
'
esigenza
di
dare
,
ai
diritti
che
oramai
tutti
,
teoricamente
,
riconoscono
all
'
uomo
,
un
«
fondamento
»
o
una
«
giustificazione
»
che
renda
possibile
la
determinazione
rigorosa
di
tali
diritti
,
la
difesa
di
essi
e
la
lotta
contro
le
forze
che
ancora
ne
impediscono
il
rispetto
e
la
realizzazione
.
Nessun
accordo
sostanziale
ha
invece
potuto
stabilirsi
sul
punto
capitale
,
cioè
su
quale
il
fondamento
o
la
giustificazione
debba
essere
.
Non
sono
mancati
certo
,
anche
da
parte
di
filosofi
italiani
come
Calogero
,
Guzzo
e
Bobbio
,
contributi
notevolissimi
alla
chiarificazione
del
problema
e
alla
delineazione
di
vie
che
possono
dar
luogo
a
una
soluzione
;
ma
altri
passi
in
avanti
sono
stati
resi
impossibili
dalla
mancanza
di
accordo
su
un
punto
fondamentale
,
cioè
su
ciò
che
si
deve
intendere
veramente
per
«
diritti
dell
'
uomo
»
.
Alcuni
hanno
inteso
tali
diritti
come
tendenze
o
doveri
morali
,
altri
come
ideali
,
altri
come
esigenze
che
la
storia
fa
nascere
e
che
essa
è
in
qualche
modo
destinata
o
votata
a
realizzare
;
altri
infine
come
proposte
o
pretese
che
saranno
rese
valide
solo
quando
avranno
ottenuto
l
'
approvazione
di
tutti
gli
uomini
o
almeno
di
quelli
capaci
di
giudicarle
.
Questa
disparità
di
vedute
nasce
,
nel
mondo
contemporaneo
,
dall
'
eclissi
del
giusnaturalismo
,
che
è
stato
per
più
di
duemila
anni
il
fondamento
della
teoria
dei
diritti
e
di
ogni
dottrina
giuridica
.
Secondo
il
giusnaturalismo
antico
(
degli
Stoici
,
di
Cicerone
,
del
pensiero
medievale
)
esiste
un
ordine
razionale
perfetto
,
voluto
o
posto
dalla
divinità
,
al
quale
cercano
di
avvicinarsi
,
come
a
modello
,
le
legislazioni
positive
dei
singoli
popoli
e
che
costituisce
il
criterio
per
migliorare
e
correggere
tali
legislazioni
e
il
fondamento
delle
pretese
che
gli
individui
avanzano
nei
loro
confronti
.
Secondo
il
giusnaturalismo
moderno
(
che
nasce
nel
'600
con
Grozio
)
,
il
diritto
naturale
,
come
base
di
ogni
diritto
positivo
,
è
opera
della
retta
ragione
umana
:
le
massime
di
quel
diritto
hanno
la
stessa
evidenza
e
necessità
dei
teoremi
della
matematica
.
In
entrambe
queste
forme
,
il
giusnaturalismo
riesce
ad
assicurare
ai
diritti
dell
'
uomo
una
base
certa
o
sicura
;
ma
vi
riesce
solo
a
patto
di
partire
da
ipotesi
che
nessuno
oggi
riconosce
come
certe
e
sicure
:
l
'
origine
divina
del
diritto
e
l
'
infallibilità
della
ragione
umana
.
Tali
ipotesi
sembrano
infatti
smentite
dalla
disparità
e
dal
contrasto
dei
principi
del
diritto
riconosciuti
dai
vari
gruppi
umani
(
tra
i
quali
bisogna
oggi
considerare
anche
quelli
lontani
da
ogni
tradizione
europea
ed
occidentale
)
,
dalle
trasformazioni
radicali
che
ogni
sistema
di
diritti
subisce
nel
corso
della
storia
e
,
per
ciò
che
riguarda
i
diritti
dell
'
individuo
,
dai
,
mutamenti
che
intervengono
nella
loro
valutazione
e
nel
loro
numero
e
che
sembrano
suggeriti
da
circostanze
storiche
contingenti
più
che
da
un
ordine
stabile
o
da
una
linea
razionale
di
sviluppo
.
Il
diritto
alla
soddisfazione
dei
bisogni
elementari
,
il
diritto
al
lavoro
e
alla
difesa
organizzata
del
lavoro
,
il
diritto
all
'
istruzione
,
all
'
assistenza
e
molti
altri
,
si
affacciano
ora
con
urgenza
nella
situazione
storica
ed
emergono
,
come
esigenze
o
pretese
,
dal
contesto
della
nostra
società
industriale
,
per
quanto
fossero
sconosciuti
alle
epoche
precedenti
.
Nulla
,
anche
,
garantisce
che
l
'
insieme
di
tali
diritti
e
di
quelli
tradizionali
della
sicurezza
fisica
,
della
libertà
e
della
proprietà
,
non
sia
in
qualche
modo
contraddittorio
:
si
può
anzi
presumere
che
contraddizioni
o
conflitti
esistano
e
possano
insorgere
tra
i
diritti
reclamati
con
uguale
validità
.
Questa
situazione
rende
d
'
importanza
decisiva
il
compito
(
prettamente
filosofica
)
di
trovare
una
giustificazione
che
consenta
di
stabilire
il
significato
e
i
limiti
dei
diritti
,
e
la
loro
compatibilità
rispettiva
,
togliendo
la
possibilità
di
conflitti
;
e
che
escluda
sia
l
'
ottimismo
che
lo
scetticismo
i
quali
entrambi
renderebbero
inutile
o
priva
di
senso
la
difesa
di
essi
e
la
lotta
per
la
loro
realizzazione
.
Ma
questo
compito
non
potrà
fare
appello
ad
alcun
sistema
particolare
di
credenze
,
ad
alcun
insieme
di
principi
che
siano
propri
di
una
scuola
filosofica
o
di
una
confessione
religiosa
o
di
una
determinata
tradizione
culturale
:
perché
esso
dovrà
conservare
la
sua
validità
(
almeno
potenzialmente
)
per
tutti
gli
uomini
,
quali
che
siano
le
loro
credenze
e
le
loro
tradizioni
.
Da
questo
punto
di
vista
una
giustificazione
ragionevole
dei
diritti
dell
'
uomo
si
può
ottenere
soltanto
considerando
la
funzione
che
essi
hanno
esercitata
e
continuano
ad
esercitare
nel
corso
della
storia
umana
:
funzione
che
è
stata
ed
è
quella
di
difendere
l
'
individuo
e
le
sue
possibilità
di
autorealizzazione
e
di
sviluppo
dal
prepotere
delle
istituzioni
che
presiedono
alla
vita
associata
.
Poiché
la
stessa
vita
associata
può
sussistere
solo
mediante
la
sopravvivenza
degli
individui
,
la
difesa
degli
individui
è
condizione
fondamentale
per
la
sopravvivenza
della
comunità
e
suo
interesse
essenziale
.
Se
si
bada
a
questa
funzione
,
i
diritti
dell
'
individuo
possono
essere
considerati
come
norme
o
regole
fondamentali
o
primarie
che
valgono
come
principi
limitativi
e
,
in
certi
casi
,
come
criteri
di
giudizio
di
tutte
le
leggi
,
norme
o
massime
che
guidano
il
comportamento
delle
istituzioni
e
degli
individui
di
una
comunità
qualsiasi
.
Le
leggi
positive
,
le
norme
del
costume
,
i
codici
morali
e
religiosi
possono
avere
ed
hanno
i
fini
più
disparati
ed
ispirarsi
a
bisogni
,
ad
esigenze
,
a
ideali
e
perfino
a
pregiudizi
che
poco
o
nulla
hanno
a
che
fare
con
la
vita
e
le
possibilità
dell
'
individuo
.
I
cosiddetti
«
diritti
»
dell
'
uomo
costituiscono
invece
un
insieme
di
norme
la
cui
funzione
è
di
salvaguardare
qualsiasi
uomo
e
tutti
gli
uomini
nella
loro
possibilità
di
partecipare
in
modo
attivo
e
responsabile
alla
vita
della
comunità
.
Si
fa
appello
ai
diritti
dell
'
uomo
quando
il
comportamento
dello
Stato
o
di
altre
istituzioni
pubbliche
o
di
strutture
sociali
o
economiche
o
di
gruppi
di
individui
mette
in
forse
questa
possibilità
o
la
restringe
a
gruppi
privilegiati
,
negandola
all
'
uomo
come
tale
.
Tali
diritti
per
quanto
esprimibili
in
termini
generalissimi
(
«
Rispettare
la
libertà
individuale
»
;
«
Garantire
la
sicurezza
personale
»
,
ecc
.
)
trovano
il
loro
significato
concreto
nelle
situazioni
storiche
in
cui
si
fanno
valere
;
ma
il
loro
carattere
permanente
e
costante
deriva
dal
fatto
che
essi
compiono
sempre
la
stessa
funzione
.
In
una
società
primitiva
,
ad
esempio
,
il
diritto
all
'
istruzione
non
si
affaccia
nella
forma
che
esso
assume
nella
nostra
società
industriale
:
quella
società
infatti
,
per
quanto
rozza
possa
essere
,
conferisce
ai
suoi
membri
un
grado
di
addestramento
che
li
rende
attivi
partecipanti
della
vita
comune
:
e
l
'
individuo
pertanto
non
ha
né
la
ragione
né
l
'
occasione
di
fare
appello
a
un
suo
specifico
diritto
.
Ma
nella
società
industriale
l
'
individuo
che
sia
privo
di
un
grado
adeguato
di
istruzione
viene
respinto
ai
margini
e
rimane
inutilizzabile
per
se
stesso
e
per
gli
altri
.
Ciò
gli
fornisce
la
ragione
e
l
'
occasione
per
fare
appello
al
suo
diritto
;
il
cui
rispetto
,
d
'
altra
parte
,
diventa
un
interesse
essenziale
della
società
nel
suo
complesso
.
I
diritti
dell
'
uomo
«
nascono
»
,
cioè
sono
chiaramente
formulati
,
solo
quando
si
determina
una
situazione
nella
quale
le
possibilità
di
un
individuo
qualsiasi
di
farsi
valere
come
membro
attivo
e
responsabile
della
comunità
cui
appartiene
sono
in
pericolo
e
,
al
limite
,
negate
.
Ma
ciò
non
rende
i
diritti
dell
'
uomo
contingenti
,
mutevoli
e
soggetti
a
nascere
e
a
sparire
senza
costrutto
.
Non
li
rende
neppure
«
eterni
»
,
cioè
al
di
fuori
del
tempo
e
della
storia
.
Il
loro
fondamento
permanente
è
la
funzione
che
essi
esercitano
di
rendere
possibile
a
tutti
gli
uomini
la
partecipazione
all
'
umanità
e
di
offrire
all
'
umanità
il
mezzo
per
uscire
dalle
divisioni
e
dai
conflitti
che
mettono
in
pericolo
la
sua
pace
e
la
sua
sopravvivenza
.
StampaQuotidiana ,
Un
avvenimento
mondano
è
,
davvero
,
l
'
esposizione
della
meravigliosa
camera
da
letto
che
la
ditta
Ducrot
e
C
.
ha
esposto
nel
suo
negozio
di
via
Ruggiero
Settimo
.
Ieri
tutta
la
Palermo
signorile
ed
aristocratica
si
è
affollata
colà
per
ammirare
quei
capolavori
di
mobilia
elegantissima
,
sontuosa
ed
artistica
ond
'
è
composta
questa
camera
da
letto
che
il
Giornale
di
Sicilia
offre
in
dono
ai
suoi
abbonati
insieme
alla
stanza
da
pranzo
.
La
curiosità
in
tutta
la
cittadinanza
era
ben
giustificata
,
poiché
si
trattava
non
solo
d
'
osservare
i
grandi
premi
del
Giornale
di
Sicilia
,
ma
anche
di
giudicare
del
valore
e
dell
'
importanza
di
un
arredamento
e
di
un
ammobiliamento
che
all
'
Esposizione
internazionale
d
'
Arte
decorativa
a
Torino
ha
avuto
il
grande
diploma
d
'
onore
,
la
maggiore
delle
ricompense
!
E
quanti
hanno
veduto
la
camera
da
letto
si
spiegano
agevolmente
il
grande
trionfo
riportato
a
Torino
dall
'
arte
e
dall
'
industria
palermitana
!
L
'
ultima
notizia
,
che
fa
tanto
onore
alla
Ditta
Ducrot
è
la
seguente
:
Sua
Eccellenza
il
conte
Giannotti
,
cerimoniere
della
Corte
di
S
.
M
.
il
Re
d
'
Italia
,
ha
ordinato
la
riproduzione
di
questa
camera
da
letto
che
,
come
i
lettori
ricorderanno
,
è
stata
disegnata
da
Ernesto
Basile
,
mentre
le
ornamentazioni
in
bronzo
sono
dello
scultore
Antonio
Ugo
.
StampaQuotidiana ,
Uno
dei
sintomi
che
comunemente
si
adducono
della
cosiddetta
«
crisi
del
costume
»
della
società
contemporanea
è
l
'
amore
,
anzi
la
«
sete
»
,
di
divertimento
.
Si
pensa
che
i
nostri
padri
e
i
nostri
nonni
o
le
«
generazioni
passate
»
dividessero
il
loro
tempo
tra
il
lavoro
e
la
famiglia
,
completamente
assorti
nell
'
adempimento
austero
dei
loro
doveri
quotidiani
e
completamente
alieni
da
qualsiasi
distrazione
.
Nonostante
la
perdita
di
ingenuità
che
caratterizza
tanti
nostri
atteggiamenti
,
questo
è
un
caso
nel
quale
l
'
ingenuità
non
è
stata
perduta
.
Se
si
riflette
che
il
divertimento
comprende
i
giochi
(
di
tutte
le
specie
)
,
la
caccia
,
la
pesca
,
la
conversazione
,
i
racconti
,
la
danza
,
il
canto
,
le
feste
,
i
banchetti
e
gli
spettacoli
di
tutti
i
generi
,
si
può
constatare
agevolmente
che
,
in
una
forma
o
nell
'
altra
o
in
tutte
le
forme
,
esso
accompagna
la
vita
dell
'
intero
genere
umano
in
tutti
i
suoi
gradi
e
in
tutte
le
sue
manifestazioni
.
Le
società
primitive
non
differiscono
in
questo
dalle
società
evolute
o
civili
,
salvo
forse
per
la
parte
maggiore
di
tempo
che
consacrano
al
divertimento
:
giacché
si
danno
al
canto
,
alla
danza
o
alle
cerimonie
erotiche
appena
hanno
provveduto
alla
soddisfazione
dei
bisogni
più
elementari
e
ritornano
malvolentieri
ai
lavori
abituali
solo
quando
quei
bisogni
sono
nuovamente
diventati
urgenti
.
Ciò
che
fa
pensare
ad
una
sete
di
divertimento
propria
della
società
contemporanea
,
è
piuttosto
il
carattere
che
il
divertimento
ha
assunto
in
tale
società
:
l
'
uniformità
,
la
diffusione
pressoché
universale
di
molte
forme
di
divertimento
che
prima
si
coltivavano
in
ambienti
chiusi
o
ristretti
e
che
ora
sono
venute
alla
luce
e
tendono
a
essere
partecipate
da
tutti
gli
strati
sociali
.
Il
fatto
è
che
il
divertimento
accompagna
tutte
le
forme
della
vita
umana
ed
è
una
manifestazione
di
essa
così
costante
come
altre
attività
ritenute
più
nobili
,
per
esempio
la
morale
o
la
religione
.
I
filosofi
,
dal
canto
loro
,
non
solo
lo
hanno
ritenuto
costante
,
ma
anche
necessario
.
Hanno
visto
in
esso
una
manifestazione
essenziale
della
vita
dell
'
uomo
:
una
manifestazione
cioè
che
consente
di
gettare
uno
sguardo
approfondito
su
ciò
che
è
l
'
essenza
o
la
natura
dell
'
uomo
.
Talvolta
essi
lo
hanno
considerato
come
una
conseguenza
della
natura
miserabile
dell
'
uomo
,
tal
altra
come
un
aspetto
positivo
di
essa
;
ma
in
ogni
caso
ne
hanno
accentuato
il
carattere
essenziale
o
inevitabile
,
la
sua
connessione
strettissima
con
la
sostanza
della
vita
umana
.
Sulle
orme
degli
antichi
Stoici
e
di
Cicerone
,
Montaigne
vedeva
nel
divertimento
una
medicina
delle
passioni
,
che
può
tenere
l
'
uomo
lontano
dalla
gioia
e
dall
'
afflizione
eccessive
.
E
Pascal
,
in
celebri
pagine
dei
suoi
Pensieri
,
dette
un
'
analisi
classica
del
divertimento
,
ritenuto
inevitabilmente
connesso
con
la
condizione
miserabile
dell
'
uomo
nel
mondo
.
Pascal
includeva
nel
divertimento
tutte
le
forme
di
attività
che
occupano
intensamente
l
'
uomo
e
gli
impediscono
di
pensare
a
se
stesso
,
alla
sua
natura
debole
e
mortale
.
Sono
divertimenti
egualmente
,
secondo
Pascal
,
le
fatiche
della
guerra
e
il
gioco
della
palla
,
la
caccia
alla
lepre
e
il
governo
dei
popoli
;
e
la
condizione
del
re
è
la
più
felice
perché
il
re
è
circondato
da
persone
che
si
prendono
cura
che
non
sia
mai
solo
e
in
stato
di
pensare
a
se
stesso
,
sapendo
che
,
benché
re
,
sarebbe
miserabile
se
ci
pensasse
.
Sembrerebbe
,
dice
Pascal
,
che
caricando
gli
uomini
sin
dall
'
infanzia
di
innumerevoli
occupazioni
,
preoccupazioni
e
cure
,
li
si
condanni
all
'
infelicità
;
ma
in
realtà
non
li
si
carica
mai
abbastanza
,
giacché
,
se
si
togliessero
tutte
le
cure
,
essi
vedrebbero
se
stessi
,
penserebbero
a
quel
che
sono
,
da
dove
vengono
e
a
dove
vanno
,
e
sarebbero
più
ancora
e
irrimediabilmente
infelici
.
Il
divertimento
è
perciò
la
sola
fuga
possibile
dal
senso
della
infelicità
della
vita
,
secondo
Pascal
.
Secondo
Schopenhauer
,
è
invece
la
fuga
dalla
noia
che
interviene
quando
l
'
uomo
ha
appagato
i
suoi
bisogni
e
ha
superato
il
dolore
della
privazione
.
L
'
oscillazione
in
cui
consiste
,
secondo
Schopenhauer
,
l
'
intera
vita
dell
'
uomo
,
tra
il
dolore
del
bisogno
e
il
tedio
della
soddisfazione
,
subisce
con
il
divertimento
una
pausa
temporanea
che
riempie
il
vuoto
tra
un
'
occupazione
e
l
'
altra
.
Certamente
,
secondo
Pascal
e
Schopenhauer
,
il
divertimento
è
una
forma
di
quella
che
oggi
sì
chiama
«
alienazione
»
;
è
un
estraniarsi
dell
'
uomo
da
se
stesso
,
dalla
sua
coscienza
di
sé
;
ma
ciò
non
lo
rende
meno
essenziale
.
Ed
inevitabile
ed
essenziale
esso
è
anche
per
i
filosofi
,
per
i
quali
non
costituisce
un
estraniamento
.
Criticando
Pascal
,
Voltaire
affermava
che
pensare
a
se
stesso
significa
rigorosamente
non
pensare
a
nulla
:
l
'
uomo
può
pensare
a
se
stesso
solo
pensando
alle
cose
che
lo
occupano
e
queste
cose
fanno
parte
della
condizione
umana
non
meno
che
del
«
se
stesso
»
dell
'
uomo
.
Da
questo
punto
di
vista
,
il
divertimento
non
è
un
'
estraniazione
,
non
è
neppure
una
medicina
o
una
fuga
:
è
,
come
tutte
le
attività
umane
,
un
rapporto
con
le
cose
o
con
gli
altri
uomini
che
riempiono
il
campo
,
altrimenti
vuoto
,
della
coscienza
umana
.
Dallo
stesso
punto
di
vista
,
Hume
affermava
che
solo
dagli
oggetti
esterni
l
'
uomo
può
ricevere
gli
stimoli
che
mettano
in
moto
le
sue
capacità
,
lo
occupino
e
lo
divertano
.
Occupazione
e
divertimento
obbediscono
alla
stessa
legge
.
Più
specificamente
,
Kant
,
l
'
austero
filosofo
del
dovere
,
raccomandava
,
tra
le
forme
del
divertimento
e
come
aiuto
alla
socievolezza
,
un
banchetto
di
persone
di
buon
gusto
in
cui
il
raccontarsi
le
novità
del
giorno
,
i
ragionamenti
vari
e
gli
scherzi
trovassero
posto
ugualmente
.
E
Dewey
vedeva
nel
divertimento
un
aspetto
essenziale
dell
'
esperienza
umana
,
precisamente
la
fase
finale
o
consumatoria
di
tale
esperienza
:
nella
quale
l
'
uomo
si
dedica
al
godimento
diretto
e
immediato
e
che
comprende
il
banchetto
e
la
festività
,
l
'
ornamento
,
la
danza
,
il
canto
,
la
pantomima
,
il
raccontare
storie
e
il
rappresentarle
.
Si
può
dunque
ritenere
l
'
uomo
destinato
a
pensare
unicamente
a
se
stesso
e
al
proprio
destino
o
a
pensare
alle
cose
o
agli
oggetti
molteplici
che
lo
circondano
;
si
può
ritenere
infelice
o
neutra
la
sua
condizione
nel
mondo
.
Conseguentemente
,
si
può
ritenere
il
divertimento
un
estraniarsi
dalla
natura
umana
o
una
manifestazione
normale
di
essa
:
ma
in
ogni
caso
,
esso
fa
parte
integrante
della
natura
e
dell
'
esperienza
dell
'
uomo
e
non
può
essere
eliminato
.
I
filosofi
sono
pertanto
alieni
dal
pregiudizio
moralistico
,
che
vorrebbe
eliminare
il
divertimento
come
un
'
inutile
perdita
di
tempo
e
una
distrazione
pericolosa
dalla
serietà
degli
impegni
che
attendono
l
'
uomo
nella
vita
.
E
in
realtà
questo
pregiudizio
si
può
ritenere
equivalente
a
quello
di
chi
volesse
che
,
per
evitare
perdite
di
tempo
e
distrazioni
,
l
'
uomo
rinunciasse
al
sonno
.
Il
divertimento
non
è
certo
il
sonno
;
è
,
a
suo
modo
,
un
'
attività
impegnativa
e
seria
in
cui
l
'
uomo
esprime
o
realizza
se
stesso
,
come
si
realizza
ed
esprime
nelle
attività
che
costituiscono
il
suo
lavoro
quotidiano
.
Nei
confronti
di
tale
lavoro
il
divertimento
costituisce
(
come
dice
la
parola
)
una
diversione
,
un
mutamento
di
attività
:
è
,
per
di
più
,
una
diversione
o
mutamento
che
non
è
strumentale
ma
finale
,
non
costituisce
un
mezzo
per
acquisire
o
produrre
beni
ma
un
godimento
di
beni
.
Se
il
divertimento
occupa
l
'
intera
vita
di
un
uomo
,
non
è
più
divertimento
perché
perde
la
sua
funzione
di
dare
un
altro
corso
all
'
attività
abituale
dell
'
uomo
.
La
noia
di
una
vita
oziosa
,
dedicata
soltanto
a
quelli
che
per
gli
altri
sono
«
divertimenti
»
,
deriva
appunto
dal
fatto
che
essa
abolisce
la
funzione
liberatrice
del
divertimento
:
funzione
condizionata
dalla
partecipazione
a
una
forma
di
attività
che
divertimento
non
sia
.
Ma
,
dall
'
altro
lato
,
una
vita
che
pretendesse
chiudersi
al
divertimento
e
dedicarsi
esclusivamente
al
lavoro
e
al
dovere
,
finirebbe
per
fare
di
buona
parte
del
lavoro
e
del
dovere
una
forma
di
divertimento
:
un
divertimento
inconsapevole
,
pesante
per
se
stesso
e
per
gli
altri
e
odioso
per
la
sua
ipocrisia
.
Si
può
,
se
si
vuole
,
mettere
il
divertimento
sul
conto
delle
«
debolezze
umane
»
;
purché
non
si
veda
in
questa
debolezza
un
motivo
di
condanna
o
di
riprovazione
.
L
'
uomo
è
quello
che
è
,
non
contro
o
nonostante
i
suoi
bisogni
,
ma
in
virtù
di
essi
.
Prendere
atto
di
tali
bisogni
e
appagarli
ragionevolmente
,
è
la
prima
condizione
del
suo
equilibrio
e
della
sua
efficienza
.
E
il
divertimento
è
,
certamente
,
uno
di
tali
bisogni
.
StampaQuotidiana ,
Una
festa
meravigliosa
quella
di
iersera
in
casa
del
prefetto
marchese
De
Seta
,
in
occasione
del
concerto
col
quale
si
chiudono
i
ricevimenti
di
quest
'
anno
nell
'
ospitalissima
e
signorile
famiglia
.
Le
signore
della
nostra
aristocrazia
e
della
migliore
società
palermitana
affollavano
le
sale
;
il
mondo
ufficiale
era
al
completo
,
a
cominciare
dal
sindaco
senatore
Tasca
Lanza
,
dai
Generali
Guy
e
de
Boucard
,
Corticelli
ecc
.
Il
marchese
e
la
marchesa
De
Seta
facevano
gli
onori
colla
loro
grazia
squisita
.
Il
concerto
fu
un
vero
avvenimento
d
'
arte
,
perché
le
incantevoli
signorine
De
Seta
che
sono
intelligentissime
e
bravissime
musiciste
,
insieme
alle
loro
gentili
amiche
formavano
iersera
una
troupe
insuperabile
.
S
'
incominciò
con
Tops
là
bas
!
di
Monti
,
per
mandolini
,
eseguito
con
entrain
mirabile
dalle
signorine
Nerina
e
Delia
Whitaker
,
Emma
ed
Oliva
di
Cangi
,
Nina
e
Rosa
De
Seta
,
Costanza
Vannucci
,
Marta
di
Napoli
,
Giuseppina
di
Montereale
,
Paolina
Firmaturi
e
dalla
signorina
Angelina
Termini
che
accompagnava
al
pianoforte
.
Le
signorine
Aileen
Whitaker
e
Rosa
De
Seta
eseguirono
deliziosamente
il
duetto
per
arpe
Idillio
di
San
Fiorenzo
.
Seguì
la
signorina
Amalia
di
Villafranca
colla
Romanza
di
Schumann
trascritta
per
pianoforte
da
Liszt
,
mostrandosi
come
sempre
eccellente
pianista
,
e
degna
allieva
del
bravo
maestro
Arcieri
.
Poscia
le
signorine
Rosa
e
Nina
De
Seta
fecero
gustare
Berceuse
di
Godard
e
Saltarella
di
Papini
(
violino
e
piano
)
;
la
signorina
Rosa
De
Seta
(
arpa
)
e
la
signora
Marchello
(
piano
)
suonarono
il
Guarany
di
Gomez
trascrizione
del
Bellotta
.
La
signorina
Marianna
Tagliavia
cantò
squisitamente
l
'
aria
del
Mefistofele
e
Valzer
biondo
di
Marino
,
accompagnata
egregiamente
dall
'
ottimo
prof
.
Morasca
.
Dopo
il
concerto
si
schiusero
le
porte
del
buffet
elegantissimo
e
sontuosissimo
.
Lo
champagne
scorreva
a
profusione
nel
gaio
cicaleccio
dello
sciame
lieto
degli
amici
ed
habitués
ammiratissimi
.
Poscia
le
giovani
eleganti
coppie
si
abbandonarono
alle
dolcezze
del
boston
e
i
quattro
salti
durarono
fino
a
tardi
.
StampaQuotidiana ,
In
un
capitolo
del
Principe
,
Niccolò
Machiavelli
,
dopo
aver
riportato
l
'
opinione
diffusa
che
tutte
le
cose
del
mondo
siano
governate
dalla
fortuna
sicché
l
'
uomo
non
possa
apportarvi
né
correzione
né
rimedio
,
dichiara
che
,
per
suo
conto
,
è
stato
incline
a
questa
opinione
e
che
solo
per
non
negare
completamente
la
libertà
umana
è
giunto
a
concludere
che
la
fortuna
è
arbitra
della
metà
delle
azioni
umane
e
che
essa
lascia
governare
agli
uomini
l
'
altra
metà
o
pressappoco
.
Anche
oggi
,
forse
,
come
ai
tempi
di
Machiavelli
,
molti
inclinano
a
credere
che
la
fortuna
è
l
'
arbitra
esclusiva
delle
vicende
umane
.
La
variabilità
di
queste
vicende
,
la
rapidità
delle
trasformazioni
sociali
e
politiche
,
l
'
instabilità
delle
istituzioni
e
dei
costumi
,
l
'
incertezza
del
destino
personale
di
ciascun
individuo
non
sono
certo
diminuite
dai
tempi
di
Machiavelli
ed
anzi
appaiono
oggi
ancora
più
radicali
.
La
parte
della
fortuna
nelle
faccende
dell
'
uomo
sembra
maggiore
del
cinquanta
per
cento
che
Machiavelli
voleva
attribuirle
.
La
grandezza
,
la
decadenza
e
la
fine
delle
civiltà
,
dei
popoli
e
degli
Stati
,
la
miseria
e
il
benessere
delle
popolazioni
,
la
riuscita
o
l
'
insuccesso
degli
individui
,
la
loro
nascita
e
morte
,
le
loro
vicende
significative
o
banali
,
sembrano
in
larga
misura
dovute
a
quel
fattore
ignoto
,
talora
benevolo
tal
altra
maligno
,
ma
sempre
minaccioso
o
sconcertante
,
perché
su
di
esso
non
si
può
fare
affidamento
,
che
diciamo
«
fortuna
»
.
Certo
,
degli
eventi
che
si
attribuiscono
alla
fortuna
si
possono
cercare
e
trovare
le
«
cause
»
.
La
fortuna
,
come
il
suo
stretto
parente
,
il
caso
,
non
significa
assenza
di
causalità
.
I
filosofi
,
da
Aristotele
in
poi
,
sono
stati
concordi
su
questo
punto
.
Un
uomo
esce
di
casa
a
una
certa
ora
;
questo
è
un
fatto
che
ha
le
sue
cause
cioè
la
sua
motivazione
:
egli
deve
recarsi
al
lavoro
o
a
un
appuntamento
o
ha
un
altro
motivo
qualsiasi
per
uscire
.
Una
tegola
cade
da
un
tetto
;
questo
fatto
ha
le
sue
cause
:
l
'
azione
del
vento
o
delle
intemperie
e
la
forza
di
gravità
.
Ma
l
'
incontro
di
questi
due
fatti
,
che
accade
quando
la
tegola
cade
in
testa
a
quell
'
uomo
,
non
è
prevedibile
né
in
base
alla
prima
,
né
in
base
alla
seconda
delle
serie
causali
che
lo
provocano
:
perciò
si
dice
che
è
dovuto
al
«
caso
»
e
che
l
'
uomo
è
stato
«
sfortunato
»
a
passare
di
li
in
quel
momento
.
Analogamente
il
movimento
della
roulette
che
fa
fermare
la
pallina
su
un
certo
numero
è
dovuto
alle
leggi
meccaniche
,
mentre
alla
preferenza
del
giocatore
ò
dovuta
la
puntata
che
egli
fa
su
quel
numero
;
ma
l
'
incontro
delle
due
causalità
costituisce
la
«
fortuna
»
del
giocatore
stesso
.
L
'
imprevedibilità
sembra
costituire
il
carattere
proprio
di
questi
incontri
casuali
,
fortunati
o
sfortunati
che
siano
,
tra
diverse
serie
di
eventi
.
I
due
eventi
che
si
incontrano
sono
,
ciascuno
per
suo
conto
,
prevedibili
cioè
spiegabili
in
base
alle
cause
o
ai
motivi
che
li
determinano
;
ma
non
è
prevedibile
il
loro
incontro
perché
non
si
verifica
con
frequenza
sufficiente
a
stabilire
un
'
uniformità
di
accadimento
.
Ora
tale
imprevedibilità
può
essere
interpretata
in
due
modi
diversi
:
può
,
in
primo
luogo
,
essere
considerata
come
un
semplice
frutto
dell
'
ignoranza
in
cui
l
'
uomo
si
trova
di
fronte
a
molti
dei
fattori
che
agiscono
nel
mondo
;
e
in
secondo
luogo
può
essere
considerata
come
una
indeterminazione
reale
,
inerente
al
fatto
che
le
maglie
della
rete
causale
sono
troppo
larghe
e
non
arrivano
a
stringere
o
a
contenere
tutti
i
fenomeni
sicché
un
certo
numero
di
essi
sfugge
alla
rete
e
si
comporta
come
vuole
.
La
differenza
tra
queste
due
interpretazioni
non
è
puramente
accademica
.
Secondo
la
prima
,
l
'
azione
del
caso
(
o
della
fortuna
,
la
quale
non
è
che
l
'
azione
del
caso
nelle
faccende
umane
)
può
essere
ridotta
e
,
al
limite
,
eliminata
mediante
la
riduzione
o
l
'
eliminazione
dell
'
ignoranza
e
l
'
estendersi
della
conoscenza
a
un
numero
sempre
maggiore
di
fattori
causali
.
Secondo
l
'
altra
,
il
caso
è
,
in
qualche
misura
,
ineliminabile
perché
è
un
'
imperfezione
reale
dell
'
ordine
oggettivo
,
e
si
annida
nelle
falle
della
stessa
connessione
causale
.
Tra
queste
due
interpretazioni
,
la
scienza
e
la
filosofia
contemporanea
propendono
per
la
seconda
.
La
considerazione
probabilistica
che
si
estende
oramai
a
tutte
le
branche
fondamentali
della
conoscenza
scientifica
,
dalla
fisica
atomica
alla
biologia
;
alla
psicologia
e
alla
sociologia
,
si
fonda
sul
presupposto
che
i
fatti
non
sono
determinabili
e
prevedibili
uno
per
uno
ma
soltanto
nei
loro
insiemi
,
nelle
loro
medie
statistiche
.
Le
maglie
della
catena
causale
,
di
cui
si
avvalgono
oggi
le
scienze
nella
spiegazione
e
nella
previsione
dei
fatti
,
sono
,
in
altri
termini
,
assai
larghe
:
ad
esse
sfugge
,
si
può
dire
,
ogni
fatto
che
sia
considerato
nella
sua
individualità
.
La
considerazione
probabilistica
,
come
considerazione
statistica
che
concerne
sempre
un
numero
di
fatti
abbastanza
grande
,
non
dice
nulla
sul
comportamento
di
un
fatto
singolo
.
Sappiamo
,
per
esempio
,
dall
'
andamento
delle
medie
statistiche
degli
anni
passati
,
il
numero
probabile
degli
individui
che
si
sposeranno
o
prenderanno
la
laurea
l
'
anno
venturo
;
ma
questa
conoscenza
non
ci
dice
affatto
che
il
signor
Tizio
l
'
anno
venturo
si
sposerà
o
il
signor
Caio
prenderà
la
laurea
.
Le
unità
individuali
che
entrano
a
comporre
le
medie
statistiche
che
costituiscono
l
'
uniformità
e
le
leggi
cioè
gli
oggetti
veri
e
propri
della
scienza
,
sfuggono
,
proprio
nella
loro
individualità
,
alle
uniformità
e
alle
leggi
:
praticamente
,
rimangono
i
soggetti
del
caso
.
Ciò
vale
per
un
singolo
elettrone
come
per
un
singolo
uomo
.
E
se
è
così
,
se
la
scienza
non
può
fare
a
meno
del
caso
,
il
vecchio
concetto
della
fortuna
che
domina
le
faccende
umane
non
è
solo
un
pregiudizio
da
ignoranti
.
La
consapevolezza
che
la
fortuna
gioca
una
parte
importante
è
profondamente
radicata
nella
società
contemporanea
.
Essa
assume
la
forma
di
quel
«
senso
d
'
insicurezza
»
che
spesso
viene
addotto
(
e
non
a
torto
)
come
un
contrassegno
specifico
della
società
contemporanea
;
o
di
quel
senso
del
rischio
che
viene
teorizzato
da
molte
filosofie
contemporanee
.
Ma
non
è
detto
che
tale
consapevolezza
debba
condurre
gli
uomini
soltanto
a
un
pessimismo
contemplativo
e
passivo
,
alla
rinunzia
ad
ogni
intervento
nel
corso
delle
cose
.
Il
lasciar
fare
,
l
'
abbandonarsi
alla
fortuna
,
è
un
atteggiamento
sempre
possibile
,
nonché
una
facile
tentazione
per
chiunque
;
ma
è
pure
possibile
,
e
certo
più
promettente
,
l
'
atteggiamento
opposto
di
chi
è
deciso
a
trar
partito
dalla
stessa
molteplicità
dei
casi
o
delle
occasioni
che
la
fortuna
può
offrire
.
Possiamo
limitarci
a
fare
contro
i
colpi
della
sorte
gli
scongiuri
di
rito
o
a
fidare
nell
'
oroscopo
quotidiano
che
i
giornali
ci
danno
,
anche
se
,
in
un
mondo
in
cui
gli
astri
sono
a
portata
di
missile
,
è
difficile
credere
ancora
che
siano
depositari
di
occulte
influenze
.
Ma
possiamo
anche
accettare
la
sfida
che
la
fortuna
ci
getta
e
rispondervi
con
le
armi
che
abbiamo
a
disposizione
.
Possiamo
prevedere
,
in
una
certa
misura
,
le
linee
di
tendenza
dei
fatti
e
prepararci
ad
affrontare
le
situazioni
future
per
correggere
quelle
tendenze
o
portarvi
rimedio
o
adeguarle
,
per
quanto
è
possibile
,
ai
nostri
umani
interessi
.
Il
bisogno
della
progettazione
,
così
profondamente
radicato
oggi
in
tutti
i
campi
dell
'
attività
umana
,
nasce
appunto
da
questo
atteggiamento
di
libera
reazione
alla
fortuna
e
da
una
ragionevole
fiducia
nei
mezzi
di
cui
la
ragione
umana
dispone
.
Certamente
,
qualsiasi
progettazione
può
non
riuscire
e
sul
suo
esito
finale
la
fortuna
dirà
la
sua
.
Ma
,
come
ancora
osservava
Machiavelli
,
essa
manifesta
la
sua
potenza
soprattutto
là
dove
non
c
'
è
«
ordinata
virtù
a
resisterle
»
;
ed
è
sempre
meno
rovinosa
quando
gli
uomini
hanno
pensato
per
tempo
a
elevare
contro
di
essa
argini
e
ripari
,
adeguati
.