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L ' Istituzione della Cassa Centrale di Risparmio di queste Siciliane provincie è un fatto compiuto . Il Luogotenente Generale del Re , Conte di Pettinengo , ricorrendo l ' anniversario di quel memorabile giorno , il quale delle genti d ' Italia fece una sola famiglia , ne decretò l ' organamento ; egli stesso accompagnato ieri da eletti cittadini e da funzionarii volle far bella di sua presenza la solenne cerimonia che apriva il Gran Libro del popolo , e che tramutando in proprietarii l ' artigiano , il lavoriero , il proletario , provvede a quei bisogni talvolta fatali , in cui sventure inaspettate sommergono in un tratto numerose famiglie . Non più solenne , non più commovente potea tornare la cittadina cerimonia e bellamente ne compieva gran parte il discorso inaugurale del Direttore Prof . Bruno . Ripetere in questa congiuntura gl ' innumerevoli vantaggi di questa eminentemente benefica e moralizzatrice istituzione sarebbe un fuor di luogo , ma pur futile a me non sembra il rammentare che l ' uomo che vive dell ' esile prodotto delle sue fatiche , l ' artigiano cui è dato cibarsi di un pane bagnato dal sudore della sua fronte trovano là in quella cassa un mezzo sicuro come crearsi coi più piccoli risparmii di che onestamente sostenere la loro famigliola , allorché spossato dagli anni e dalla fatica l ' inerte braccio non potrà più rispondere agl ' impulsi del cuore e della mente ; potrà egli un giorno , il proletario , quando chiamato da Dio al suo eterno bacio vedrassi cinto il letto dalla sposa e dai figli , andar tranquillo e calmo all ' eterno riposo , perché i risparmi delle sue fatiche cumulati in quella cassa lo faran certo che alla vedova e agli orfani non mancherà il pane .
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Ora si conosce la vera ragione della morte dell ' elefante che Menelik regalò a S.M. Umberto I e che questi donò al Municipio di Catania . La grotta in cui la bestia fu messa era buia , umida e l ' elefante era nutrito di erbaccie malsane . Si deplora il modo poco conveniente con cui si curò questo bellissimo dono meraviglia del giardino Bellini
REGNA IL BUON UMORE! ( SERAO MATILDE , 1906 )
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Nei nostri uffici di amministrazione regna un vivace buonumore . Sono ormai due mesi , che i nostri pochi ma intelligentissimi e zelantissimi impiegati lavorano furiosamente e gaiamente , a questo complicato affare di registrare migliaia e migliaia di abbonamenti : e non hanno preso e non prendono riposo . Pure , sono allegri ! Anzi tutto , essi che partecipano a tutte le speranze belle e a tutte le già belle realtà del giornale , si sono racconsolati ed esaltati , dinnanzi a questo vertice splendido che esso ha raggiunto : è anche naturale che qualche modesto ma securo e stabile compenso , sia venuto a premiare , in essi , tanta fede e tanta devozione : ciò , è vero , era loro dovuto , ma ha fatto loro , come comprenderete , un certo piacere ! Infine , essi sono pieni di buonumore . E ne hanno , anche , da una quindicina di giorni una ragione costante . Da che il Capo venerato e temuto del MATTINO Venite , adoremus ha stampato quell ' affare del colosso bonario , con relativi peli di barba strappati o non strappati , lo spirito di tutti i nostri abbonati vecchi e nuovi , si è giocondamente sfrenato , e non arrivano dodici lire , o centoventi lire , o milleduecento lire , in amministrazione , senza che l ' abbonato non dichiari nella targhetta di abbonamento , o nelle targhette , o a voce , che egli , così intende strappare un pelo o molti peli alla barba del Colosso ! E chi dichiara di averne strappato cinque , di peli : chi sostiene che la barba del Colosso ha venticinque peli di meno , a Guardia Sanframondi ; che ne ha quarantadue di meno ad Ariano di Puglia ; che a Cava dei Tirreni ben sessantasette peli mancano al Colosso : e così , dappertutto ! Abbiamo una collezione di queste lettere , di queste targhette , di queste dichiarazioni : ed esse formano l ' ilarità di chi le legge e di chi le ascolta . Alcuni ci hanno mandato , o portato la loro fascetta di ex abbonati del MATTINO lo nomino in ginocchio , come è giusto con questa dichiarazione : pelo strappato al Colosso , dopo cinque anni di fedeltà ! Infine la cosa è diventata così generale , che gli impiegati di amministrazione , in un accesso di buonissimo umore , hanno messo questo cartellone , nelle stanze ove si ricevono gli abbonati : QUI SI STRAPPANO PELI DALLA BARBA DEL COLOSSO Chiunque viene ad abbonarsi , ancora , potrà leggere questo cartellone . Irrispettoso , è vero : ma sincero : e allegro !
LASSÙ, LASSÙ... ( SERAO MATILDE , 1906 )
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Il Signor misericordioso , che tutto vede , ha voluto , evidentemente , metterci la sua mano , ieri , per rendere più bella la festa che , ad invito del comm . Tito Ricordi , s ' è fatta a Giacomo Puccini , lassù lassù , sulla verde collina del Vomero , da Pallino . Non mai una giornata di gennaio è stata così tiepida , non mai un cielo iemale così serenamente azzurro : era , ieri , tutta una fasta di mare e di sole , e pareva che dai rami nudi , per gli orti dispersi , dovessero , per un miracolo di primavera nova , sbocciare rose , a miriadi ... E intorno a Giacomo Puccini s ' è raccolta , festante , una larga schiera di musicisti , di letterati , di artisti , di ammiratori , infine ; e la più vibrante gaiezza ha accompagnato il lieto banchetto , in cui i tradizionali vermicelli alle vongole rappresentavano l ' espressione più gustosa e pittoresca dell ' ospitalità napoletana . Col sole e col brio , ieri , hanno fatto tutti onore , egualmente , all ' autore della Butterfly ed alla cucina napoletana ; e i musicisti hanno mangiato come tanti critici d ' arte , e i critici si sono punzecchiati a vicenda come tanti musicisti , e i letterati hanno intavolato dei duetti col pollo arrosto , da fare arrossire degli artisti di canto , che , per compenso , si sono sfogati sul gateau come dei poeti decadenti ... L ' entusiasmo assolveva tutti da ogni peccato , anche da quello di intonare delle canzonette napoletane , come si è fatto quando la consueta troupe dei posteggiatori è venuta a rievocare le dolcezze di Marechiaro e di Spingole francese , accompagnata dalle voci più diverse e più stonate che eccezione fatta per i nostri ottimi artisti di San Carlo possa riunire un banchetto ... E , con lo champagne , s ' è data la stura ai brindisi : a cominciare da quello esclusivamente ... mimico del principe di Sirignano , che ha avuto l ' abilità di tessere la più alata strofa a Giacomo Puccini ... a bocca chiusa , come il coro della Butterfly al finale del secondo atto suscitando , per questo suo silenzio ... gestito il più entusiastico successo , a quello di Emanuele Gianturco , pieno di bella poesia , con un saluto anche alla gloriosa casa Ricordi e al benemerito cav . de Sanna ; dal brindisi nobilissimo di Tito Ricordi , che ha rivendicato alla città nostra il vanto di aver dato il gran battesimo di gloria alla suggestiva e squisita Butterfly , al brindisi sentimentale di Daniele Marrama , che , in nome e per incarico dei critici d ' arte napoletana , ha cantato un inno alla femminilità pucciniana , rievocando le creature passionali dell ' opera del Maestro , ed ha portato un saluto alle gentili intervenute inviando , infine , un voto affettuoso a colui che è stato compagno nei trionfi di Giacomo Puccini , a Giuseppe Giacosa , ancora infermo . E , poi che l ' ultimo applauso entusiastico ha coronato questo brindisi della staffa , la gaia comitiva è ritornata in città , per pigliare , più tardi , la via del Vesuvio , dove , alla pension Eremo , il principe di Sirignano ha offerto un the . E , col cader del sole , le lave che si andavano accendendo di tutti i loro riflessi incandescenti di carbonchi , hanno messa la loro vivida cornice di fiamma alla bella festa che Napoli intellettualmente ha offerto a Giacomo Puccini , il vittorioso ! GL ' INTERVENUTI Erano , al banchetto , invitati dal comm . Tito Ricordi : Giacomo Puccini ; Giuseppe Martucci ; la signora Monti Baldini ; la signorina I . Mannarini ; il principe di Sirignano ; l ' on . Emanuele Gianturco ; il cav . Roberto de Sanna ; il conte Gennaro Mirabelli ; il conte V . Capasso ; il conte Carafa ; l ' on . Luigi Simeoni ; il comm . Giacomo Retz ; il cav . A . Monaco ; il cav . Augusto Laganà ; il maestro Ettore Panizza ; il signor Marcello Orilia ; Salvatore di Giacomo ; Giulio M . Scalinger ; Daniele Marrama ; Saverio Procida ; Gaspare di Martino ; Francesco dell ' Erba ; Diego Petriccione ; il cav . Carlo Clausetti ; Vincenzo Labella ; Ottavio de Sica ; Alberto Sannia ; A . Scandiani ; P . Wulmann ; G . Niola ; Stefano ed Alberto Donaudy ; i maestri : Carelli ; Alessandro Longo ; Florestano Rossomandi ; Enrico de Leva ; Oscar Palermi ; Ernesto Marciano ; Sigismondo Cesi ; Quaranta ; de Senna ; d ' Atri ; Massimino Perilli ; E . Cortile ; Umberto Mazzone ; Alagna ; il signor Neuberg ; il signor Miceli ; e qualche altro .
GEORGES HÉRELLE ( SERAO MATILDE , 1906 )
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Tutti i grandi giornali di Francia e tutte le grandi riviste , sovra tutto le due più grandi la « Revue de Deux Mondes » e la « Revue de Paris » vedono apparire questo nome noto , stimato e amato nell ' alta letteratura francese : Georges Hérelle . E la preconizzata , desiderata , sospirata unione fra la Francia e l ' Italia , deve a questo scrittore , a questo poeta immensamente ! Giacché questo scrittore e questo poeta , che ha una cattedra di filosofia a Bayonne , ma che è , prima di ogni altro , un conoscitore della lingua e dell ' arte letteraria italiana come nessun altro mai , che è uno scrittore francese di una purezza e di una bellezza indicibile di stile , ha messo tutto il suo spirito , tutta la sua anima vibrante a dare , in francese , una veste di arte , di poesia , di grazia alle maggiori opere di Gabriele d ' Annunzio , di Antonio Fogazzaro , di Matilde Serao . Traduttore ? Ah no , no , il vocabolo non dice che poco e male ! Georges Hérelle è un fratello d ' arte , è un ' anima gemella che tutto comprende , che tutto rende : e ogni più recondita beltà di stile è ragionata da lui e riprodotta , leggiadramente : e ogni sentimento è reso con efficacia : e tutta , tutta quanta l ' opera d ' arte di Gabriele d ' Annunzio , di Antonio Fogazzaro , di Matilde Serao ha , per Georges Hérelle , in Francia , come una novella vita . Poeta , egli è , come chi scrisse il romanzo , il dramma , la novella ; poeta egli è , nell ' intendere e nel rendere , mirabilmente : poeta , tanto da commuovere colui che , da lui è interpretato ed espresso , in francese . I tre romanzieri italiani debbono a Geroges Hérelle la loro gloria francese in gran parte ; ed è poca cosa , la croce della Legione d ' onore che gli fu data , per compensarlo di aver fatto conoscere , in Francia , Gabriele d ' Annunzio , Antonio Fogazzaro e Matilde Serao : ma è immensa , invece , l ' ammirazione , che egli ha , in sua vita modesta , appartata e taciturna . E in questo momento Georges Hérelle pubblica due romanzi , in Francia : Après le pardon di Matilde Serao che è cominciato , ieri l ' altro , nella Revue de Paris : e il Santo di Antonio Fogazzaro nella Revue de Deux Mondes : e queste due traduzioni sono due perfette , mirabili opere di arte !
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Sul primo numero dell ' « Osservatore Cattolico » i buoni lettori ameranno di leggere una parola di istruzione e conforto nelle circostanze presenti . Noi l ' abbiam scritta in capo all ' articolo , noi la ripetiamo altamente : Coraggio , o cattolici . Nel tramestio di tante opinioni e aspirazioni contrarie , nella lotta così fieramente impegnata oggidì fra la verità e l ' errore , nello stato di incertezza e pericolo in cui versa presentemente quasi tutta l ' Europa , avviene purtroppo che molti eziandio dei migliori cattolici cadano sfiduciati e si condannino a quella inazione , che tanto vantaggio arreca ai loro avversari e tanto danno alla causa cattolica . Non saremo noi quelli che veggano in color di rosa la situazione presente . L ' immoralità diffusa per mezzo di tristi libelli , di licenziosi giornali , di ciniche caricature , di osceni teatri , l ' eresia operosa ed audace là dove in altri tempi non avrebbe osato mostrarsi , la ribellione alla Chiesa , l ' intrusione illegittima del potere laicale nelle appartenenze di essa , la guerra alla sua autorità , alle sue istituzioni , ai suoi possessi ; l ' odio fanatico contro tutto ciò che è soprannaturale e rivelato ; la dimenticanza e lo sprezzo dei primi principi dell ' onestà naturale , sono , non lo dissimuliamo , una congerie di spaventosissimi mali . Ma noi non vorremmo che i buoni se ne addolorassero a segno di perdere la fiducia di un più lieto avvenire , di chiudersi nella prigione di un cuore timido e angustiato , di consumare il tempo in rimpianti inutili , obbliando i motivi che pure hanno di confortarsi e sperare . La Chiesa non può perire ; la navicella di Pietro galleggerà sempre sulle onde infurianti , perocché Dio lo ha promesso e Dio non muta . Sieno pure le nazioni un gran corpo piagato dalla pianta del piede sino alla sommità del capo ; non è egli scritto che Dio ha fatto sanabili le nazioni ? Se , girando intorno lo sguardo , vediamo ancora l ' antica fede durare più ferma ed operosa nelle lotte terribili , se vediamo il ridestarsi del laicato cattolico e il suo affratellarsi nel bene col sacerdozio ; se vediamo l ' episcopato mirabilmente concorde e unito col Sommo Pastore , quale non fu giammai in tutti i secoli andati , possiamo noi disperare di tempi migliori ? L ' eccesso medesimo della infelicità che aggrava e costringe alle lagrime la cattolica Chiesa non è egli ordinato da Dio a farci sentire più vivamente il nostro nulla e le nostre miserie , a provare la nostra fede , a persuaderci con un trionfo a suo tempo che la Chiesa è più forte dei suoi nemici , che Dio si ride dei fremiti e delle macchinazioni degli uomini , che niente è impossibile a Chi disse ai flutti del mare : Fin qui e non più oltre . Che se l ' errore si scatena ora più ardito , se moltiplica le sue violenze , se getta perfino il manto dell ' ipocrisia , e nuovi nemici di Cristo tentano nuovi assalti e prorompono in nuove bestemmie , si è perché ha il presentimento che poco gli rimane di tempo , che è giunta l ' ora decisiva , che è al punto di essere schiacciato o di schiacciare . Essere schiacciato ? Lo sia per il meglio di coloro stessi che insensati o colpevoli cammineranno nelle sue vie . Perocché a parte la politica , che non è il nostro precipuo assunto , noi invochiamo la pace nella pratica della giustizia , il bene del prossimo , la prosperità della patria , il trionfo della Chiesa di Gesù Cristo . Schiacciare ? No , non mai . Chi conosce le promesse di una Bontà e Potenza infinita , chi confida nella Misericordia e nella Giustizia , chi crede alle comunicazioni del cielo colla terra , non può neppure un istante accogliere il dubbio che il mondo rigenerato dell ' Uomo - Dio possa ritornare preda dell ' antico serpente . Ma la nostra poca fede e la nostra pusillanimità , ponno demeritarci la protezione del cielo e ritardare il trionfo della religione . Coraggio dunque , o cattolici , coraggio nel nome del Signore , colle armi della giustizia a destra ed a sinistra .
NOTIZIE VARIE ( - , 1864 )
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Un morto . - È morto il Direttore del « Fischietto » , giornale umoristico , che tante volte mise sconciamente in caricatura il Santo Padre e cantò i funerali al potere temporale . Eppure l ' augusto Deriso vive , il suo trono è ancor in piedi , e lo sconcio derisore , giovane e ben portante della vita non è più . Giudizi di Dio ! Dio ascolta e condanna . - Leggiamo nel « Veridico » : Un certo Carlo M ... di un paese nei dintorni della nostra città , vantavasi oltre ogni confine della sua empietà , e quel che è peggio , scandalezzava enormemente tutto il paese colle sue enormi ed orrende bestemmie . In un modo poi singolare aveva in orrore i preti , i quali erano colle loro azioni ed avvisi altrettanti censori alle sue iniquità . Un bel giorno , fattosegli dappresso una signora di quel paese , garbatamente gli dicea : « Ah ! sig . Carlo , abbiate se non altro timore che Dio vi privi de ' preti allorquando ne avrete bisogno » . Ma il bestemmiatore non le rispose che con un riso beffardo . Or bene , pochi dì appresso questo sciagurato volendo sedare una rissa surta sulla via , al vedersi respinto inurbanamente tra la folla , ed anco da ' contendenti , a voce alta si fe ' a dire : « Saprò ben io farmi rispettar da voi , io che so farmi rispettare anco da Cristo ! » Sventurato ! Cadde a quel punto morto in terra , non potendo nemmen pentirsi di quell ' orrenda bestemmia . Dio veglia e giudica . - Leggiamo nella « Vera Buona Novella » : Al 21 novembre dell ' anno decorso scrivevasi da Laterza alla « Vera Buona Novella » di Firenze , che in Manduria , in terra di Otranto , avvenne il seguente caso di morte tragica . Quando gridavasi : viva il Papa non re : o Roma o morte ; un giovinastro appartenente ai gridatori stava ai bagni di mare . Or mentre le acque un dì erano placidissime , costui lieto e tranquillo trovavasi a poca distanza dal lido , e gente moltissima che bagnavasi ed erasi bagnata , stava osservandolo nell ' atto ch ' egli saltava , ballava , cantava e gridava : O Roma o morte . Frattanto egli rimaneva sommerso , e mentre avvincolavasi e dibattevasi contro la morte , gli astanti ridevano e facevano baldoria , credendo che egli scherzasse , e nessuno si mosse a liberarlo da una morte , della quale dopo pochi momenti era egli vittima . Dio è giudice onnipotente . - Leggiamo nel « Veridico » : Un giovane diceva e replicava in casa sua alla presenza di una buona sua sorella nubile , dalla quale era ripreso : Io farò vomitar sangue al Papa quando sarò a Roma ; ed appena aveva pronunziato queste parole , gli sopravvenne un trabocco di sangue , e dopo giorni era egli cadavere . Ad un altro , che proferiva con simili parole ed imprecava rabbiosamente al Papa , avvenne una desolante morte repentina . Mane , Techel , Phares . - Leggiamo nel « Serto di Maria » : Essendo di passaggio nella fine di novembre ultimo i così detti zampognari che per procacciarsi un tozzo di pane vagogiravano per Salerno , suonando la zampogna , giunti vicino ad un caffè , ove erano radunati diversi officiali , un ciabattino , forse per farsi merito , chiamò i zampognari ed ordinò ad essi , che avessero fatto la novena ai quadri che ivi stavano di Garibaldi e di altri italianissimi . Ma i poveri zampognari si fecero indietro , e andaron via pei fatti loro , poiché essi sarebbero piuttosto morti di fame . Il calzolaio al mattino seguente con ispavento e sorpresa di tutto il vicinato , si trovò morto .
CORAGGIO E AZIONE ( - , 1865 )
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Fuori le mani dalla giubba , mia cara gente , mano all ' opera ; bisogna svegliarsi e operare . Fin quando dormirete ? Avete capito ? Dai giornali cattivi bisogna avere il coraggio di disassociarsi ; nei teatri bisogna avere il coraggio di non metter piede ; bisogna star lontani dalle case , conversazioni e compagnie dei libertini e semilibertini , dica il mondo quello che vuole . Voi andando con loro servite come di coperta alle loro brutture , fate loro da salvacondotto , li accreditate , li consolidate , e , ciò che più importa , li pagate con de ' buoni denari , senza i quali non potrebbero reggersi in piedi e far il male che fanno . Associarvi coi buoni , leggere , stampare , protestare , parlare pel bene ; soccorrere il Santo Padre , incoraggiare colla voce e coll ' opera gli sforzi dei buoni , portare , come diciamo , il cappello fuori degli occhi , non aver vergogna del Vangelo , capite ? e , quando venga l ' occasione , dir bell ' e bene sul muso degli italianissimi : Vi conosco , sì : voi siete i primogeniti del diavolo , e , come quello , mentitori e persecutori . Prudenza di qua , prudenza di là ! Dite invece egoismo di qua , egoismo di là : vogliamo , con generosità eroica , salvare la pelle pei fichi : questo , dite , e non prudenza , prudenza . E non sapete più che le virtù cardinali sono quattro ? C ' è la prudenza , ma c ' è pure la giustizia , la temperanza , ma c ' è anche la fortezza . Poi cos ' è questa prudenza ? Non è la virtù che dice di stare colle mani in tasca , e scappare a nascondersi come i conigli , no : è la virtù che dirige le nostre azioni in particolare , e quindi lungi d ' essere la virtù del far niente , suppone anzi che si debba operare e si operi . E del resto norma delle nostre azioni non è la prudenza , ma bensì il dovere : il dovere , vi dico , gente senza cuore e senza convinzioni ! Ci diranno codini e reazionarii ! Tanto meglio : ci conosceranno per uomini di proposito e di stabile fede , per uomini di onore e di coscienza ; perché non altro quei nomi vogliono significare . Sì , sì , farete tanto colla vostra furia francese ! Sì , faremo : se non altro , l ' uomo e non il ragazzo , il coraggioso e non il vile ; difenderemo il campo a palmo a palmo ; faremo costar cara la vittoria ai nemici del bene ; non vinceremo sempre , ma nemmeno saremo vinti sempre ; soccomberemo , ma la bandiera sarà onorata ; stringiamoci , combattiamo tutti insieme compatti , e vi so dire che vinceremo ! adempiamo al nostro dovere e non cerchiamo altro ; ci basti questo ! Acqua , acqua , dirai tu , popolo ! Oggi andate in fiamme : cos ' avete ? Ve la pigliate con me ? Sono proprio scaldato : e come si può non iscaldarsi a vedere che i cattivi sono instancabili nel macchinare e seminare dappertutto il male , e invece tanti e tanti , che sono buoni , se ne stanno fuori , lontani , paurosi di lasciarsi conoscere , anzi studiosi del modo di tener il piede in due scarpe , e smorzare perfino ( cosa incredibile e intollerabile ! ) l ' ardore di chi combatte pel bene ? Sicuro : non si ha da andare avanti colla testa in un sacco : ci vuole ordine , intelligenza , ubbidienza ai capi ! Ma non li vedete , non li sentite i capi , che danno gli ordini in questa aspra battaglia del male contro il bene e pei primi combattono ? Non li vedete i Vescovi e il Papa ? Su , dunque , coraggio , seguiamoli nel combattimento ! Io sono persuaso che chi non si pronuncia apertamente per cattolico , e non difende la sua fede , quando la fede è combattuta e battuta in breccia , fa oltraggio alla santità e verità della sua religione , e deve sentirsi tuonare all ' orecchio quella terribile voce : Guai a me , che ho taciuto ! Un figlio che , nei pericoli di morte , d ' incendio , di assalto , abbandona i suoi genitori e fugge , mentre potrebbe con qualche sforzo salvar loro e sé insieme , è un figlio snaturato e crudele ; non ha cuore . Ma la nostra dolce e tenera madre che è la Chiesa , e il nostro comune e impareggiabile Padre Pio IX sono in pericolo : noi li possiamo , noi li dobbiamo difendere : animo dunque , figli , se avete cuore , accorrete in aiuto ! Io chiamo codardo e degno d ' infamia un soldato che si dà alla fuga e abbandona sotto il fuoco della mitraglia i suoi compagni combattenti . Chiamerò dunque codardi quei buoni , che lasciano soli i buoni a combattere per la verità e per la religione ; soli , dico , di fronte agli attacchi del giornalismo miscredente , ateo , bugiardo : li chiamerò anche degni di infamia ? Popolo , quando una casa va in fiamme , quando un fiume straripa , io vedo che , posti in salvo le donne , i vecchi , i ragazzi , tutti gli uomini accorrono in aiuto : e poi vedo , che mentre va in fiamme la società domestica e civile , e il torrente delle bestemmie e delle ingiustizie allaga , molti buoni corrono a nascondersi . Con qual nome li dovrò io chiamare ? Muoviamoci dunque su , muoviamoci , rispettiamo la legge , anzi invochiamola , dove appena si può , ma parliamo , assecondiamo , associamoci , protestiamo , gridiamo . Allora vedremo che i buoni sono pur molti , e ne troveremo in ogni classe di cittadini , integri negozianti , cristiani ricchi , medici , avvocati , giudici , soldati e via discorrendo ; piglieranno coraggio anche quelli che ne hanno meno ; e i nostri nemici perderanno l ' audacia e si troveranno spuntate le armi e paralizzate le forze . Non sapete chi sono i nostri nemici ? Molti appartengono a quel L ' oltracotata schiatta che s ' indraca Dietro a chi fugge , ed a chi mostra il dente , Ovver la borsa , come agnel , si placa . Dante . Coraggio ! Le sentinelle d ' Israele hanno dato il grido d ' allarme . No , che non è soldato chi fugge , o sta nascosto , o trema , mentre squillano le trombe guerriere , i compagni combattono da leoni , mentre tuona il cannone della battaglia ! Coraggio e azione .
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Popolo ! Cosa vuol dire rubare ? Portar via ingiustamente la roba altrui , contro la volontà del padrone . Chi è dunque ladro ? Chi porta via ingiustamente la roba altrui , contro la volontà del padrone : quello è un ladro . Bisogna dunque dire che , se un governo ( qualunque esso sia ) porti via ingiustamente la roba di santa Chiesa contro la volontà della Chiesa , quel governo è un ladro . Il sole non può essere più evidente di questa verità . A noi . Vedi cosa pensi e proponga di fare un governo che tu e io , popolo , conosciamo . Conventi e monasteri non ce ne hanno da essere più ; e tutte le loro possessioni e tutti i loro capitali in bocca al governo . Di canonicati un terzo o un quarto di quelli che esistono al presente ; le sostanze di tutti gli altri in bocca al lupo come sopra . Di vescovati una sesta o settima parte di quelli che si hanno ora ; e i beni di tutti gli altri item in bocca al lupo . Tutti gli altri beni di parrocchie , fabbricerie , seminarii , vescovati eccettera dovranno essere venduti a rotta di collo ( perché al presente i beni stabili , a venderli , danno la metà di quello che valgono ) , voltati in cartelle dello Stato ( che di nome contano cento , ma in realtà contano sessanta ) , poi amministrati da chi parerà e piacerà al governo , ma non dalle parrocchie , fabbricerie , seminarii , ecc . Se questo non è portar via , io non so più cosa voglia dire portar via . Dunque un tal governo porta via . Prima cosa . Andiamo avanti . La Chiesa non vuole che le si tolgano le sue sostanze : alza la voce , protesta , grida , minaccia , scomunica chiunque , sotto qualsivoglia pretesto , in qualunque tempo , modo , circostanze le tocchi o danneggi quello che è di lei ; e lo chiama non solo ladro , ma ladro sacrilego , come violatore di cose , che sono sacre a Dio . E di tali proteste e scomuniche sono piene le lettere de ' Vescovi , le bolle e le encicliche dei Papi , gli atti dei Concilii e specialmente del Tridentino ; e sono cose che fanno spavento a leggerle . Dunque non c ' è dubbio che un governo , il quale vuol fare quello che abbiamo detto , lo faccia contro la decisa volontà della Chiesa . E questa è la seconda cosa che ci vuole , per dire che il governo , di cui discorriamo , è un ladro . Ma sai tu , popolo , cosa dice il governo e cosa fa dire a ' suoi cagnotti , per salvarsi dalla taccia di ladro ? Odila che è bella . Dice e fa dire che la Chiesa non è e non può essere padrona di quelle sostanze , che ella tiene come sue . Che te ne pare ? A me mi pare di sentire i ladri , i quali danno del birbante a un galantuomo , proprio quando lo fermano per derubarlo : Fermati , razza di cane , qua i denari ! La Chiesa è e può con tutta ragione essere padrona . È padrona . O per testamenti di pie persone , o per donazioni fattele inter vivos , o per contratti leciti e onesti ha acquistato quello , che ora possiede , a quella maniera che fanno tutti i galantuomini dal Credo vecchio . E ( se vi piace vederli ) di molti e molti anche antichissimi acquisti della Chiesa , ci sono gli istromenti , le fondiarie , gli atti notarili stesi in tutta forma . Ma ecco il gran cavallo di battaglia di tutti i governi ladri : « La Chiesa non ha diritto a possedere , non può diventare padrona » . Popolo , per dire una così goffa cipollata , ci vuol proprio una faccia da pignatta . Rispondi così : « La Chiesa è composta di uomini sì o no ? Ora gli uomini possono avere diritto anche alla roba . La Chiesa è composta di uomini stretti in società : ma gli uomini , quando entrano in una società , non cessano di essere uomini ( non cessa di essere uomo uno che prende moglie , per questo che entra a formare la società domestica ) dunque non perdono i diritti umani ; tra i diritti umani è anche quello di diventar padroni : dunque gli uomini di Chiesa insieme uniti , ossia la Chiesa , hanno diritto a diventar padroni . Non è una cosa chiarissima come cinque e cinque dieci ? » . È tanto evidente questa verità , che l ' hanno confessata perfino i miscredenti più inviperiti contro la religione . L ' empio Bentham , grida avari e ingiusti quelli che hanno spogliato delle loro sostanze le corporazioni religiose , e che le hanno trattate come nemici , ai quali si faceva grazia . Hallam , incredulo com ' è , non trova nessuna ragione di biasimo nella Chiesa , per questo che ella possiede . E Guizot protestante approva ed encomia la Chiesa cattolica , perché possiede . Se la Chiesa non potesse acquistarsi e ritenersi delle sostanze , sarebbe costretta o a mendicare , o a far lavorare da mattina a sera i suoi preti , i suoi canonici , i suoi Vescovi in una qualche professione od arte di avvocato , di medico , di legnaiuolo , di contadino , di calzolaio . Ma mendicare ! Presso chi ? E se non può possedere , come potrà ritenere quello che verrebbe dato per carità ? E se il governo mette in prigione i mendicanti ? E se le dicesse : Va ' e lavora ? Lavorare ! Ma allora , quando e come potranno i preti , i canonici , i Vescovi , studiare e preparare le prediche , le dottrine , i quaresimali ? Quando e come diranno messa , confesseranno , reciteranno l ' ufficio , assisteranno gli ammalati ? Un prete non può farsi in due . Tu , popolo , perché sei costretto a lavorare da mattina a sera , hai tempo e modo di fare quello che fanno i preti ? La Chiesa in tutti i secoli ha posseduto denari , latifondi , ricchezze . Volete dire che la Chiesa sia sempre stata ingiusta e ladra ? Ma , dicono , non è vero che la Chiesa abbia sempre posseduto ricchezze ; gli Apostoli e Gesù Cristo stesso non possedevano niente , ma vivevano di elemosina . A non esse ad non posse non datur illatio , rispondo io . E vuol dire : dato anche , ( ma non è così ) che gli Apostoli e G . C . non possedessero , per questo che una cosa non è , non si conchiude subito : dunque non può essere . Se non è , talora non può essere , e molte volte invece può essere . Ed è chiaro . Un povero artigiano , sul principio della sua carriera , non ha un soldo ; ma , se la fortuna seconda la sua diligenza e la sua avvedutezza , dopo un poco d ' anni può mettere alla Cassa di risparmio una buona manata di marenghi . Del rimanente non avete mai letto gli atti degli apostoli , scritti da S . Luca ? Troverete , che i fedeli facevano gli apostoli depositarii e padroni delle loro sostanze . Non avete letto il Vangelo ? Leggetelo e troverete che G . C . , per quanto povero , teneva per sé e per gli apostoli un po ' di peculio . Era , è vero , capitato male , perché il tesoriere era Giuda Iscariota ( che al dì d ' oggi potrebbe essere in qualche sito un eccellente ministro delle finanze ) , ma intanto qualche cosa possedeva . I governi , quando hanno rubato alla Chiesa i suoi possedimenti , legano i preti e i Vescovi per la gola , comandano a bacchetta , proibiscono , minacciano e fanno da tiranni . È un fatto costante attestato dalla storia ; è nella natura delle cose . Per evitare un così grande danno , bisogna proprio che la Chiesa sia padrona essa del fatto suo ; ed il Signore , il quale ci vede , confermi alla sua Chiesa il diritto di possedere . Popolo , è dunque evidente che , se un governo si intasca le sostanze dei conventi , monasteri , parrocchie , seminari e fabbricerie , o costringe a venderli a rotta di collo , voltarli in cartelle , e poi lasciarle amministrare dai Giuda Iscarioti , quel governo porta via , contro la volontà della Chiesa , la roba della Chiesa . Resterebbe da vedere se un tal governo ciò tutto farebbe ingiustamente . Ma chi non lo vede ? La giustizia dice : a ciascuno il fatto suo : la Chiesa ha il fatto suo : dunque chi non glielo lascia , ma glielo toglie , opera contro la giustizia . In una parrocchia i buoni fedeli sudano per mettere insieme i denari affine di avere un prete di più , di comperare un bel concerto di campane , un baldacchino , un paramento o altro . E sarà giusto un governo , che venga là a dire : tutti questi denari sono roba mia ? Sarebbe cosa dell ' altro mondo ! ! Ma ... le sostanze della Chiesa ( così insistono i governi ladri ) son tutta roba dello Stato . Dello Stato ? Gliele avete date voi ? Quando ? Fatecelo sapere . Sono dello Stato anche le sostanze delle famiglie e delle società commerciali ? E se anche ( ma non è ) gliele aveste date voi , quando sono cedute , sono cedute , non sono più dello Stato . Quando io cedo o regalo una cosa a un altro , pace ; quella non è più mia . Popolo , avrei da dire tante cose ancora da empirne un volumone , ma bisogna finire . Tiriam su la somma . Chi porta via ingiustamente la roba altrui contro la volontà del padrone è un ladro : ma un governo che sopprime conventi , monasteri , canonicati , vescovati , e se ne mangia o in tutto o in parte le sostanze , ingiustamente toglie contro la volontà della Chiesa la roba di santa Chiesa : dunque un tal governo è un ladro in tutta l ' estensione del termine . Ladro ! hai capito ? ladro .
StampaQuotidiana ,
Noi abborriamo l ' assassinio e lo condanniamo fino ad ammettere come lecita e come utile la pena di morte , o che la si consideri come una espiazione del delitto o come una giusta e necessaria difesa della società . Non è quindi mestieri che spendiamo molte parole per dire ai nostri lettori tutto l ' orrore che c ' inspirò la notizia dell ' assassinio operato da Booth . Ma in pari tempo abbiamo la legittima pretensione di essere , come nelle altre cose così nell ' estimazione del delitto , coerenti . E vogliamo dire che nella stessa riprovazione e condanna avvolgiamo tutti gli assassini , qualunque ne sia il nome , si chiamino essi Booth , oppure Agesilao Milano , Orsini , ecc . ecc . Il giornalismo liberale , rivoluzionario , massonico invece non rifugge da qualsiasi contradizione , neppure nell ' argomento sì dilicato e grave , che trattiamo . Esso non rifinisce di levare inorridito la voce contro l ' assassino di Lincoln presidente degli Stati Uniti ; ma non è molto che ha levata pure la voce festosa per fare plauso all ' assassino di Ferdinando II , re di Napoli . Quando Garibaldi glorificava Agesilao Milano e ne ricompensava il delitto decretando una pensione alla vedova di lui ; o prima ancora quando un fedele ministro del Papa cadeva vittima del dovere sotto il pugnale del settario ; allora bisognava dar principio alle proteste che oggi soltanto si fanno a nome dell ' umanità e della civilizzazione . Che se l ' usare nei propri giudizii due pesi e due misure ; se l ' assolvere e condannare un medesimo delitto per la sola differenza dei luoghi e delle vittime , è contradizione ed ingiustizia ; non sappiamo davvero con quanta ragione il nostro giornalismo possa vantarsi logico ed onesto . Il governo italiano non ha egli tollerato in tutte le città l ' esposizione e la vendita pubblica del ritratto d ' Orsini , precursore e tipo di Booth , meno il coraggio ? Imperocché Booth non si nascose da vigliacco nella folla , come Orsini , né mise a pericolo la vita di due o trecento persone per riuscire nel suo misfatto . La Camera dei deputati italiani votò un indirizzo di condoglianza al governo di Washington . Non sarebbe stata più saggia e più coerente , se avesse soppresso la pensione alla famiglia d ' un regicida , o proibito la vendita del ritratto d ' Orsini ? Imperocché se Milano e Orsini non sono colpevoli , Booth senza dubbio è innocente : l ' atto è il medesimo . Tirare sopra un re o sopra un presidente di repubblica per noi è lo stesso . Il nostro Parlamento non può illudersi ; le di lui lamentele sul delitto di Booth non varranno mai a far dimenticare l ' apoteosi di Milano . E neppure la stampa rivoluzionaria . S ' immagini che il suo grido d ' orrore contro Booth ci faccia dimenticare il suo silenzio o meglio la sua approvazione , allorché Garibaldi , seco traendo con gran pompa la guardia nazionale di Napoli s ' accostò commosso alla tomba di Milano e vi depose riverente una corona di fiori . Adunque , o signori , sdegnatevi pure allorché vedete una grande vittima cadere sotto il pugnale o la palla d ' un assassino ; lo sdegno non costa caro . Ma innanzi a tutto non fate distinzioni irragionevoli e ingiuste tra assassino e assassino , tra vittima e vittima . Poi non obliate che la responsabilità dei delitti pesa in gran parte su quelli che colle loro dottrine , cogli scritti , colle ricompense , invece di impedirli , li incoraggiano . Chi sa che Booth percuotendo il presidente Lincoln non abbia detto : anch ' io avrò la mia apoteosi ; anch ' io avrò il mio Garibaldi ; anch ' io avrò chi assegni una pensione alla mia famiglia .