StampaQuotidiana ,
Oggidì
plebeo
suona
quasi
sinonimo
a
triviale
.
Ma
questo
senso
male
attaccato
a
tal
voce
sparirà
quando
gli
uomini
apprenderanno
a
rispettare
i
più
poveri
...
ad
amarli
e
temerli
come
una
grande
potenza
,
la
più
grande
di
tutte
.
N
.
Tommaseo
Noi
ci
crediamo
,
anzi
ci
vantiamo
plebe
.
È
questa
una
frase
del
nostro
manifesto
del
2
Giugno
u.s.
,
che
ha
sollevata
una
vera
tempesta
di
fischi
,
di
urli
e
...
accenti
d
'
ira
,
Voci
alte
e
fioche
e
suon
di
man
con
elle
.
Tutti
coloro
,
che
fanno
consistere
l
'
ordine
nel
soddisfacimento
delle
loro
esigenze
;
gli
arguti
trovatori
dei
sofismi
della
viltà
;
i
conciliatori
insensati
degli
agnelli
e
dei
lupi
;
i
partigiani
del
lascia
fare
;
gli
egoisti
,
i
preti
,
le
beghine
,
ci
furono
sopra
.
Potremmo
rispondere
facendo
un
po
'
di
etimologia
,
e
ricordando
come
i
latini
ed
anche
alcuni
classici
italiani
chiamassero
plebei
puramente
i
non
nobili
.
Amiamo
invece
dichiarare
ricisamente
che
noi
ci
crediamo
plebe
perché
per
questa
intendiamo
la
gran
massa
dei
diseredati
,
iloti
in
Grecia
,
cose
a
Roma
,
proletari
ovunque
,
la
quale
fra
noi
non
avendo
diritti
politici
o
di
questi
non
altro
che
l
'
ombra
,
non
può
chiamarsi
libera
,
populus
.
Ci
vantiamo
poi
plebe
perché
tra
coloro
che
soffrono
,
e
sudano
per
guadagnarsi
tanto
che
basti
per
trascinare
una
vita
angustiata
,
spregiata
,
infelicissima
,
e
morire
forse
in
un
ospizio
,
senza
il
bacio
dei
parenti
,
senz
'
altro
conforto
che
il
brontolio
del
prete
;
tra
coloro
che
sono
trattati
come
macchine
o
giumenti
e
coloro
che
fruiscono
delle
loro
sofferenze
,
li
avviliscono
,
li
derubano
,
li
calpestano
,
preferiamo
essere
coi
primi
.
E
questo
non
già
per
una
miserabile
rassegnazione
,
ma
perché
speriamo
di
educarla
,
questa
plebe
,
di
renderla
edotta
dei
proprii
doveri
e
diritti
,
di
spronarla
a
scuotere
i
gioghi
,
che
la
opprimono
,
e
,
scossili
,
vederla
camminare
irremissibilmente
,
imperterrita
,
verso
quell
'
età
aurea
,
che
posta
da
una
cieca
tradizione
nel
passato
,
sta
invece
dinanzi
a
noi
.
StampaQuotidiana ,
La
Rivoluzione
francese
,
che
ha
incominciata
la
sua
opera
sublime
colla
dichiarazione
dei
diritti
dell
'
uomo
,
la
continua
e
non
poserà
se
non
quando
avrà
estesa
su
tutta
la
faccia
della
terra
quell
'
eguaglianza
che
è
umanamente
conseguibile
.
Ma
errano
forse
coloro
che
pensano
ciò
potersi
ottenere
per
altre
vie
che
non
sieno
quelle
della
libertà
.
Se
oggi
non
è
più
lecito
a
chi
si
professa
democratico
,
volere
la
emancipazione
politica
del
popolo
,
senza
la
economica
,
è
falso
,
è
assurdo
il
lusingarsi
che
questa
si
possa
conseguire
senza
il
concorso
di
quella
.
Egli
è
per
questo
che
noi
deploriamo
come
nella
lusinga
di
fare
meglio
i
loro
interessi
materiali
,
molte
associazioni
di
operaj
si
tengono
affatto
estranee
alle
questioni
del
più
alto
momento
per
l
'
onore
,
il
benessere
,
la
libertà
del
proprio
paese
.
Del
loro
errore
fa
testimonianza
la
storia
di
tutti
i
tempi
e
di
tutti
i
paesi
,
la
quale
ci
dimostra
che
la
giustizia
non
si
accorda
che
a
coloro
i
quali
se
la
sanno
conquistare
.
E
la
logica
conferma
,
spiega
questa
dimostrazione
della
storia
.
Non
è
punto
nella
natura
di
un
privilegio
,
d
'
un
monopolio
,
di
un
potere
esistente
di
cedere
,
o
d
'
abdicare
senza
esservi
forzato
.
Perché
il
diritto
trionfi
necessita
che
a
sua
volta
egli
diventi
una
forza
.
E
questa
forza
al
popolo
non
può
venire
che
dalla
libertà
politica
.
Che
le
masse
di
operai
memori
dei
passati
fasti
e
delle
storiche
virtù
impugnino
ed
inalberino
una
tale
bandiera
;
che
si
stringano
compatte
intorno
ad
essa
;
che
dopo
tante
delusioni
,
tanti
esperimenti
infelici
,
tante
vicende
di
casi
pensino
seriamente
alla
sua
di
salute
!
StampaQuotidiana ,
Il
lavoro
è
divenuto
la
legge
universale
ed
esso
guida
e
fortifica
le
libere
istituzioni
.
La
libertà
è
il
corollario
necessario
del
lavoro
.
Rivoluzioni
si
son
fatte
,
ed
altre
si
faranno
ancora
.
La
società
non
s
'
avanza
che
per
iscosse
;
perché
l
'
egoismo
è
ancora
la
legge
comune
,
perché
sonvi
uomini
e
governi
che
non
vogliono
affatto
seguire
il
movimento
dell
'
epoca
;
perché
altri
vi
sono
che
,
una
volta
al
potere
disconoscono
i
principii
,
che
hanno
operata
la
loro
elevazione
.
Lasciamo
stare
i
governi
,
i
quali
non
hanno
compreso
e
non
comprendono
che
il
diritto
di
pensare
è
stato
inscritto
ne
'
nostri
cuori
pria
di
esserlo
ne
'
nostri
codici
;
che
la
tolleranza
e
lo
spirito
di
libertà
sono
i
soli
principii
,
che
consolidano
il
potere
,
e
fondiamo
fuori
dello
stato
,
benché
a
lato
di
esso
,
lo
spirito
del
lavoro
,
che
seco
ci
apporta
le
speranze
e
la
fortuna
.
Le
tempeste
non
passano
senza
sradicare
qualche
albero
.
Guardate
le
querce
e
i
suoi
avanzi
che
sono
trasportati
dal
loro
corso
;
ma
guardate
ancora
come
la
terra
si
riveste
di
una
nuova
verzura
:
guardate
come
la
natura
sa
prontamente
riparare
ai
suoi
disastri
.
Imitiamola
.
Non
è
una
follia
,
in
verità
,
condannarsi
all
'
inazione
allorquando
il
lavoro
apre
a
'
nostri
sforzi
ed
alla
nostra
intelligenza
uno
spazio
senza
limite
?
Fondiamo
la
grande
associazione
del
lavoro
.
Che
questa
associazione
si
stabilisca
al
di
sopra
delle
forme
qualche
volta
mutabili
dello
Stato
.
Le
nostre
speranze
,
i
nostri
dolori
,
e
le
nostre
affezioni
politiche
,
non
sono
tutto
.
Al
di
sopra
di
esse
,
sonovi
delle
necessità
sociali
che
si
è
condannati
a
subire
.
E
,
d
'
altronde
,
persuadiamoci
bene
:
noi
siamo
giunti
in
un
'
epoca
agitata
da
una
trasformazione
sociale
che
dobbiamo
subire
,
e
che
non
lascierà
in
piedi
se
non
i
governi
fondati
sulla
volontà
nazionale
e
sulla
giustizia
.
Il
vecchio
mondo
è
finito
;
le
nostre
vie
ferrate
,
i
nostri
telegrammi
che
da
un
capo
all
'
altro
della
terra
trasportano
istantaneamente
il
pensiero
umano
,
sfidano
i
tiranni
,
e
si
burlano
dei
sogni
di
una
società
,
che
non
ha
più
ragione
di
essere
.
Le
grandi
scoperte
hanno
fatto
sparire
il
passato
ed
aiuteranno
a
costituire
l
'
avvenire
nella
pace
,
nella
giustizia
e
nella
libertà
.
Propaghiamo
con
tutta
l
'
anima
questi
principii
.
Che
il
loro
spirito
ci
sostenga
.
Lavoriamo
per
il
loro
trionfo
,
lavoriamo
eziandio
ad
utilizzare
le
nostre
ricchezze
,
e
non
si
lasci
cosa
veruna
improduttiva
.
Sviluppandosi
il
benessere
noi
giungeremo
alla
moralizzazione
,
e
,
voi
lo
sapete
,
il
riposo
di
una
buona
coscienza
nell
'
agiatezza
,
costituisce
la
felicità
.
StampaQuotidiana ,
Il
popolo
ha
patito
:
patito
molto
,
patito
sempre
,
patito
senza
compenso
.
I
mali
sofferti
dall
'
altre
classi
,
pei
vizi
della
costituzione
sociale
,
e
specialmente
per
la
tirannide
politica
che
pesa
da
secoli
sull
'
Italia
,
furono
e
sono
gravissimi
;
e
nondimeno
i
possessori
di
fortuna
possono
mitigarli
,
per
sé
e
pei
loro
figli
,
cogli
agi
,
colla
varietà
delle
occupazioni
,
colle
consolazioni
domestiche
,
coi
viaggi
,
cogli
studi
,
con
tutti
i
mezzi
,
che
la
ricchezza
somministra
in
qualsivoglia
stato
di
cose
:
gli
uomini
d
'
ingegno
possono
trovare
un
certo
compenso
a
quei
mali
nella
coscienza
della
loro
forza
morale
,
nella
ricerca
della
Verità
,
nella
lode
dei
buoni
,
nella
fama
che
accompagna
le
persecuzioni
,
nella
possibilità
di
consegnare
all
'
infamia
,
scrivendo
fuori
di
patria
,
i
loro
persecutori
:
gli
uomini
del
popolo
non
hanno
sollievo
né
di
distrazioni
,
né
di
gioie
domestiche
,
avvelenate
dalla
miseria
;
né
di
studi
,
vietati
dai
governi
e
dalla
mancanza
assoluta
di
mezzi
e
di
tempo
.
La
fama
è
parola
che
non
esiste
per
essi
:
vivono
e
muoiono
ignoti
:
le
loro
buone
azioni
rimangono
un
segreto
per
tutti
.
Così
,
senza
compenso
,
senza
sfogo
,
senza
conforto
di
pietà
da
chi
gli
sta
sopra
,
il
popolo
ha
durato
e
dura
soffrendo
.
Forse
,
la
sola
cosa
che
lo
ha
salvato
dalla
disperazione
e
dall
'
odio
per
la
società
,
è
l
'
abitudine
dei
dolori
.
Come
un
malato
,
che
a
forza
di
soffrire
ha
perduto
la
coscienza
dell
'
esistenza
,
il
popolo
soffriva
finora
in
silenzio
,
rassegnatamente
,
quasi
convinto
che
non
v
'
era
per
lui
né
speranza
,
né
diritto
a
sperare
miglioramento
...
Ma
...
oggi
,
il
popolo
è
svegliato
:
svegliato
all
'
idea
dei
propri
diritti
e
della
propria
potenza
...
StampaQuotidiana ,
Mentre
si
cerca
ancora
,
e
indarno
,
il
vincitore
del
famoso
milione
,
noi
,
o
lettrici
,
o
lettori
,
più
modestamente
,
ma
più
sollecitamente
anche
,
prepariamo
il
nostro
premio
di
cinquecento
lire
in
oro
,
per
il
vincitore
del
nostro
primo
concorso
.
E
possiamo
annunziarvi
già
,
che
la
bottiglia
,
la
grande
bottiglia
di
liquore
Strega
,
che
sarà
l
'
arbitra
dei
vostri
destini
,
o
concorrenti
,
è
stata
,
ieri
,
solennemente
preparata
e
riempita
di
grano
,
del
grano
Romanella
,
produzione
della
provincia
di
Caserta
,
qualità
del
peso
di
ottanta
chilogrammi
per
ettolitro
:
in
sottile
pioggia
d
'
oro
,
del
bel
colore
luminoso
che
aveva
il
liquore
della
ditta
Alberti
,
il
grano
è
disceso
e
i
chicchi
,
urtando
contro
il
vetro
,
tintinnavano
,
come
campanelle
sommesse
di
un
armento
lontano
;
e
a
poco
a
poco
il
mucchio
è
cresciuto
,
è
salito
,
ha
colmata
la
bottiglia
fino
all
'
inizio
del
collo
:
il
collo
è
rimasto
libero
.
Poi
,
abbiamo
proceduto
alla
chiusura
della
bottiglia
e
al
suggellamento
:
e
oggi
tutta
Napoli
potrà
vedere
la
nostra
Sfinge
di
vetro
,
che
serba
nei
suoi
fianchi
il
suo
segreto
e
la
certezza
delle
cinquecento
lire
,
nelle
vetrine
di
Vincenzo
Stilo
,
a
Via
Roma
,
sotto
i
nostri
ufficii
.
Le
condizioni
del
concorso
voi
le
sapete
già
,
o
assidui
nostri
:
si
tratta
,
cioè
,
di
indicare
il
numero
preciso
dei
chicchi
di
grano
che
quella
bottiglia
(
da
80
centilitri
)
contiene
.
Il
fortunato
indovino
avrà
la
somma
di
cinquecento
franchi
;
somma
che
potrà
essere
ripartita
in
più
,
se
saranno
parecchi
ad
indovinare
.
Per
partecipare
al
concorso
,
basta
inviare
,
col
numero
di
chicchi
,
venti
dei
talloncini
,
che
pubblichiamo
appositamente
nel
Giorno
.
I
venti
talloncini
debbono
essere
di
numeri
diversi
;
non
importa
,
però
,
che
non
siano
consecutivi
.
Siccome
molti
nuovi
abbonati
ci
hanno
pregato
di
metterli
in
condizione
di
concorrere
anch
'
essi
,
abbiamo
voluto
prorogare
a
tutto
febbraio
il
termine
per
la
chiusura
del
concorso
.
Stamperemo
,
quindi
,
anche
in
questo
mese
,
i
talloncini
speciali
.
Ed
ora
,
o
lettrice
,
o
lettore
va
,
e
fermati
innanzi
alla
vetrina
di
Vincenzo
Stilo
,
ed
interroga
la
Sfinge
,
prima
di
accingerti
all
'
esperimento
di
riempire
una
bottiglia
simile
,
nelle
domestiche
pareti
;
chiedile
la
parola
dell
'
enigma
,
la
cifra
sospirata
.
Chi
sa
che
ella
non
la
riveli
,
questa
parola
,
questa
cifra
,
a
chi
sa
interrogarla
.
StampaQuotidiana ,
In
tutte
le
statistiche
del
felice
regno
d
'
Italia
sonvi
due
dati
di
una
eloquenza
straordinaria
:
Popolazione
...
circa
25
milioni
.
Contribuenti
della
imposta
dei
fabbricati
,
terre
coltivate
e
tassa
di
commercio
...
circa
2
milioni
.
Che
cosa
siano
e
che
cosa
facciano
questi
due
milioni
di
bravi
cittadini
contribuenti
tutti
lo
sanno
.
Una
parte
di
essi
suda
tre
volte
l
'
anno
per
esigere
una
pigione
che
cresce
d
'
anno
in
anno
a
seconda
che
le
unioni
dei
figli
del
popolo
van
feconde
di
nuovi
pigionali
.
Un
'
altra
parte
ha
la
generosità
di
permettere
che
il
contadino
lavori
le
terre
che
essa
non
sa
e
non
vuole
coltivare
e
la
magnanimità
di
lasciargli
del
prodotto
del
suo
lavoro
appena
quel
che
gli
basti
perché
non
muoia
assai
presto
di
fame
e
di
freddo
.
Un
'
altra
parte
infine
passa
la
vita
a
studiare
la
quantità
dei
prodotti
e
la
quantità
dei
bisogni
e
trova
il
mezzo
di
accumulare
mucchi
d
'
oro
sulla
fame
,
sul
freddo
,
sulla
luce
,
sulla
sete
:
sulle
innumeri
miserie
e
sulle
poche
gioie
del
popolo
;
questi
mucchi
d
'
oro
eleva
poi
a
nemici
ed
a
tiranni
del
lavoro
,
con
essi
asservendo
inevitabilmente
il
popolo
operaio
.
Tutti
sono
brava
gente
;
hanno
una
rispettabile
posizione
sociale
,
sono
elettori
,
eleggibili
e
spesso
Deputati
;
per
essi
predica
il
curato
,
per
essi
è
fatto
il
codice
civile
,
per
essi
sta
il
giudice
,
l
'
usciere
,
il
birro
ed
il
gendarme
;
le
scuole
,
i
libri
,
le
scienze
,
i
musei
,
i
teatri
,
i
cavalli
ed
i
cocchi
,
le
strade
ferrate
ed
i
telegrafi
tutto
è
per
essi
,
percioché
essi
solo
possono
usufruire
della
civiltà
,
ad
essi
soltanto
gli
agi
ed
i
gaudii
della
vita
.
Ma
gli
altri
23
milioni
d
'
Italiani
che
cosa
fanno
e
che
cosa
sono
?
Borghesi
e
privilegiati
,
ve
la
siete
fatta
mai
questa
domanda
?
Voi
lo
sapete
;
i
23
milioni
lavorano
da
che
il
sole
si
leva
fino
a
che
non
si
corchi
,
e
sono
essi
che
fanno
e
pagano
la
civiltà
di
cui
gioite
;
sono
essi
che
creano
tutto
quanto
voi
consumate
,
dal
vostro
pane
al
vostro
lusso
sfrenato
;
senza
di
voi
essi
sarebbero
liberi
e
felici
,
senza
di
essi
voi
morreste
di
fame
.
Voi
lo
sapete
;
essi
sono
miserabili
perché
il
proprietario
e
il
capitale
li
deruba
,
essi
sono
schiavi
perché
non
possono
usufruire
della
mendace
libertà
politica
che
,
scienti
di
tanto
,
avete
loro
accordata
,
essi
sono
bruti
perché
non
volete
che
la
luce
della
scienza
irradii
le
loro
menti
;
ma
,
voi
lo
sapete
,
essi
che
sono
la
forza
creatrice
sono
pure
la
forza
demolitrice
.
Borghesi
e
privilegiati
,
la
rivoluzione
che
sopraggiunge
vuole
e
deve
demolire
il
privilegio
che
fa
servire
la
grande
maggioranza
del
popolo
Italiano
ai
vostri
bisogni
ed
ai
vostri
capricci
,
che
allontana
questa
maggioranza
da
tutte
le
gioie
della
vita
per
gettarla
nelle
più
profonde
miserie
,
che
nega
ad
essa
ogni
diritto
,
fin
anco
quello
di
lavorare
e
di
vivere
!
L
'
ineguaglianza
che
da
secoli
separa
in
due
classi
gli
uomini
:
oziosi
ed
operai
,
privilegiati
e
proletari
,
ricchi
e
poveri
,
dotti
e
bruti
,
felici
e
miserabili
,
carnefici
e
vittime
,
deve
sparire
.
La
rivoluzione
vuole
l
'
eguaglianza
del
punto
di
partenza
per
tutti
gli
uomini
;
essa
vuole
per
tutti
la
medesima
educazione
ed
istruzione
,
per
tutti
gli
istrumenti
del
lavoro
:
la
terra
al
contadino
;
il
capitale
all
'
operaio
.
Borghesi
e
privilegiati
,
non
vi
ponete
come
ostacolo
sulla
via
della
rivoluzione
;
quando
l
'
ora
sarà
suonata
,
lasciate
passare
la
giustizia
del
popolo
;
essa
vuole
distruggere
le
cose
e
non
gli
uomini
,
ma
se
gli
uomini
si
radicano
alle
cose
,
spariranno
con
esse
.
Sparirà
così
per
sempre
la
vecchia
società
privilegiata
e
tutte
le
sue
esigenze
disastrose
con
lei
;
il
grande
stato
centralista
con
tutte
le
sue
luride
infamie
cadrà
come
per
incanto
al
soffio
della
rivoluzione
,
e
la
nuova
società
si
constituirà
spontanea
in
nome
della
libertà
e
della
felicità
degli
Italiani
.
Così
liberamento
si
avrà
:
la
federazione
delle
autonomie
locali
,
nate
dalla
rivoluzione
sociale
,
avendo
per
unica
base
il
lavoro
liberamente
associato
.
StampaQuotidiana ,
Il
popolo
non
potrà
innalzare
il
suo
edificio
sociale
,
se
prima
non
avrà
conquistato
il
terreno
politico
.
Non
è
mestieri
il
dirlo
:
il
partito
democratico
non
cessò
mai
di
mettere
in
prima
fila
delle
sue
preoccupazioni
,
l
'
abolizione
della
miseria
e
dell
'
ignoranza
,
queste
due
sorelle
nemiche
di
ogni
progresso
e
di
ogni
giustizia
.
Profondamente
penetrato
dal
sentimento
della
vera
eguaglianza
,
non
volle
mai
ridurre
ad
una
astrazione
senza
valore
i
principii
proclamati
alla
fine
del
decimo
ottavo
secolo
.
Soltanto
,
egli
pensò
sempre
doverne
dimandare
la
realizzazione
alla
libertà
politica
.
Esso
non
ebbe
mai
la
semplicità
d
'
ammettere
che
la
miseria
potrebbe
sparire
,
il
lavoro
prendere
il
suo
posto
,
l
'
uomo
la
sua
dignità
e
la
sua
indipendenza
,
insino
a
che
le
società
non
fossero
poggiate
su
altre
basi
,
che
quelle
dei
privilegi
di
nascita
e
di
fortuna
.
Nessuna
riforma
sociale
è
possibile
senza
riforma
politica
,
e
nessuna
riforma
politica
veramente
seria
senza
riforme
sociali
;
questo
è
stato
,
questo
è
ancora
il
suo
programma
,
ed
è
appunto
per
conquistarne
l
'
applicazione
integrale
,
ch
'
egli
combatte
da
sessant
'
anni
.
S
'
è
voluto
dividere
la
questione
,
subordinare
ora
l
'
uno
,
ora
l
'
altro
dei
termini
del
problema
,
il
quale
non
può
essere
risolto
senonché
nell
'
assieme
,
e
sempre
si
è
naufragato
.
I
formalisti
del
1848
hanno
approdato
a
nulla
;
e
i
Bonapartisti
che
dal
1851
s
'
erano
incaricati
di
migliorare
le
condizioni
del
popolo
,
sono
così
bene
riesciti
,
ch
'
esso
è
tanto
infelice
quanto
lo
fu
dianzi
,
e
molto
dippiù
.
Pareva
che
nel
1848
,
come
nel
1852
,
il
suffragio
universale
,
da
sé
solo
,
potesse
affrancare
il
proletariato
;
noi
abbiamo
visto
,
noi
ne
vediamo
ancora
i
prodotti
.
La
è
cosa
facile
di
dire
al
popolo
:
tu
sei
il
numero
,
tu
sei
la
forza
;
mercé
il
lavoro
tu
stringi
in
pugno
le
chiavi
della
ricchezza
publica
,
e
se
le
tue
braccia
si
fermassero
un
giorno
solo
,
la
vita
sociale
si
fermerebbe
di
contraccolpo
.
Tu
puoi
dunque
imporre
le
tue
condizioni
al
capitale
,
sicuro
di
trascinarlo
a
patti
.
Tutto
ciò
è
vero
in
teoria
,
ma
fra
la
teoria
e
la
pratica
vi
è
un
abisso
.
«
Senza
l
'
istruzione
,
senza
la
libertà
il
popolo
resterà
schiavo
del
capitale
e
dei
privilegi
,
fino
alla
consumazione
dei
secoli
»
.
Ed
il
suffragio
universale
ed
il
diritto
di
coalizione
non
saprebbero
proteggerlo
.
Fino
a
che
gli
abusi
rimarranno
in
piedi
,
fino
a
che
l
'
ineguaglianza
sociale
sarà
l
'
arca
santa
,
finché
le
leggi
saran
fatte
coll
'
opera
e
a
pro
'
dei
ricchi
e
dei
potenti
;
fino
a
che
la
libertà
,
quale
la
intende
la
democrazia
,
non
sarà
una
verità
,
i
proletari
non
vedranno
mai
mutata
la
loro
condizione
.
Lo
sciopero
non
è
più
un
delitto
dinanzi
alla
legge
,
può
darsi
,
e
del
resto
non
v
'
ha
che
a
risovvenirsi
di
quanto
or
ora
succedeva
a
Lyon
e
nel
bacino
della
Loira
per
farsene
una
mediocre
idea
.
Se
non
si
punisce
lo
sciopero
in
se
stesso
,
lo
si
punisce
in
ciò
che
lo
accompagna
.
Quasi
sempre
assolutamente
come
per
lo
passato
,
tutti
questi
dibattimenti
fra
il
salario
e
il
capitale
,
finiscono
colla
prigionia
degli
operai
:
fortunati
ancora
quando
il
Chassepot
non
si
mette
della
partita
,
con
tutte
le
sue
dolorose
conseguenze
.
No
,
l
'
operaio
non
può
liberamente
discutere
del
suo
salario
,
imperciocché
non
possiede
se
non
che
quanto
gli
provvede
il
suo
lavoro
,
e
la
fame
non
aspetta
.
Il
capitale
di
converso
,
può
arenarsi
nel
guadagno
,
ma
in
realtà
esso
comanda
sempre
al
lavoro
.
E
quando
noi
parliamo
dei
lavoranti
,
è
cosa
intesa
,
che
noi
parliamo
di
tutti
quelli
che
dipendono
dal
loro
lavoro
,
che
vivono
giorno
per
giorno
,
e
non
hanno
altre
risorse
.
Rimane
l
'
associazione
;
sì
,
se
fosse
meglio
intesa
,
più
larga
.
In
quanto
alla
carità
,
sventura
all
'
operaio
,
se
è
ridotto
a
mangiare
del
suo
pane
!
Da
quel
giorno
egli
ha
cessato
di
esser
uomo
,
e
,
a
più
forte
ragione
,
d
'
esser
cittadino
.
Che
la
democrazia
vi
pensi
;
ella
ha
il
carico
delle
anime
,
e
se
non
giunge
a
dimostrare
al
popolo
che
nulla
gli
rimane
a
sperare
,
fuorché
in
sé
medesimo
,
che
la
sua
salute
è
nelle
sue
mani
,
senza
la
vera
libertà
,
egli
non
legherà
ai
suoi
figli
senonché
l
'
eredità
dei
suoi
dolori
,
essa
non
vedrà
mai
il
trionfo
delle
sue
generose
dottrine
.
StampaQuotidiana ,
Nelle
condizioni
attuali
del
proletario
,
il
parlargli
di
patria
,
di
politica
,
e
di
libertà
è
compito
grave
e
diremo
quasi
doloroso
.
Coll
'
animo
cruciato
,
però
nella
coscienza
di
dire
il
vero
,
francamente
esponiamo
lo
stato
di
penuria
,
misero
,
infelice
con
cui
mantenne
se
non
peggiorò
questa
classe
,
lo
sgoverno
che
da
dieci
anni
fu
ed
è
alla
testa
della
publica
cosa
.
Si
deve
anzi
tutto
convenire
che
oggi
per
il
proletario
val
più
un
tozzo
di
pane
che
qualsiasi
promessa
di
miglioramento
,
di
libertà
.
Avremmo
amato
meglio
passare
sotto
silenzio
questa
confessione
,
mascherarla
con
mezzi
termini
ma
è
ipocrisia
è
colpa
,
e
noi
rifuggendo
da
questa
e
da
quella
diremo
la
Verità
perché
questa
è
la
sola
che
ponendo
a
nudo
i
mali
che
ci
circondano
,
possa
indicare
il
mezzo
di
guarirli
.
Questa
classe
che
sì
gran
parte
ha
ed
ebbe
nelle
rivoluzioni
politico
-
sociali
e
che
più
di
tutte
le
altre
con
abnegazione
ed
eroismo
,
ha
saputo
portare
il
suo
contingente
di
lavoro
e
di
scienza
,
d
'
amore
,
di
fede
,
e
di
sacrifizi
al
progresso
.
Questa
classe
diciamo
è
la
più
negletta
,
la
più
mai
compensata
delle
sue
fatiche
e
de
'
suoi
dolori
,
e
le
si
niegano
,
da
chi
a
lei
deve
tutto
,
i
più
sacrosanti
diritti
.
Schiavi
un
giorno
,
vasalli
jeri
,
canaglia
ora
ecco
il
fastoso
titolo
di
quelli
che
la
compongono
.
Sempre
negletta
quando
non
fu
calpestata
ed
avvilita
:
ecco
la
sua
storia
.
Quasi
sempre
nulla
:
ecco
lo
stato
di
questa
classe
oggi
,
jeri
,
sempre
.
E
perché
?
Forse
che
essa
è
meno
potente
,
o
da
meno
delle
altre
?
No
,
o
nobili
classi
degli
operaj
:
scrutiamo
nella
storia
,
in
questa
madre
dei
popoli
,
che
vi
dovrebbero
imparare
assai
in
essa
vi
troviamo
fatti
grandiosi
della
tua
potenza
,
del
tuo
valore
,
del
genio
tuo
.
L'89
insegna
.
Quando
desta
dal
tuo
letargo
e
scosso
per
un
momento
il
maglio
che
ti
teneva
avvinta
volesti
essere
signora
di
te
stessa
,
hai
saputo
antivenire
di
secoli
i
profeti
stessi
di
libertà
,
hai
saputo
dominare
con
maggior
senno
che
gli
stessi
legislatori
.
Sortita
dalle
officine
del
lavoro
,
tu
hai
saputo
debellare
la
forza
brutale
;
il
medio
evo
;
la
cieca
superstizione
la
religione
;
e
facendoti
sgabello
di
questa
e
di
quella
hai
proclamato
l
'
eguaglianza
e
la
libertà
;
nello
spazio
di
un
giorno
di
poche
ore
,
frantumasti
l
'
opera
funesta
di
tanti
secoli
di
servitù
e
di
miseria
.
Questo
il
tuo
nulla
...
O
ne
tremino
i
tiranni
di
questo
nulla
,
perché
se
tu
vorrai
,
potrai
tutto
.
StampaQuotidiana ,
Ai
nostri
operai
dedichiamo
il
seguente
manifesto
,
nel
quale
a
grandi
tratti
trovansi
tracciati
i
problemi
politico
-
sociali
,
che
riguardano
la
nobile
classe
del
popolo
:
«
Tre
volte
in
60
anni
il
popolo
ha
affermato
colla
forza
la
propria
sovranità
e
tre
volte
,
parte
per
ignoranza
,
parte
per
bonarietà
cavalleresca
,
egli
confidò
a
mandatarj
la
cura
di
realizzare
il
suo
ideale
di
giustizia
e
di
libertà
.
Ma
i
mandatarj
dimentichi
della
loro
origine
e
della
loro
missione
,
ora
striscianti
cortigiani
,
ora
despoti
inflessibili
,
secondo
i
calcoli
del
proprio
interesse
,
non
hanno
fatto
che
mantenere
più
strettamente
gli
operai
nella
immoralità
del
salariato
.
Direttamente
o
indirettamente
noi
sopportiamo
tutti
i
carichi
sociali
.
Coll
'
imposta
del
sangue
noi
garantiamo
,
noi
proteggiamo
il
capitale
e
la
proprietà
,
da
cui
noi
siamo
esclusi
per
l
'
organizzazione
economica
.
Col
lavoro
noi
formiamo
le
risorse
necessarie
al
mantenimento
di
tutti
i
pubblici
servizj
impiegati
a
nostro
detrimento
dagli
improduttivi
e
dai
privilegiati
.
Ora
,
nel
sedicente
paese
del
suffragio
universale
e
della
legalità
,
la
legge
ci
vieta
la
discussione
delle
questioni
politiche
,
quasi
che
i
fatti
non
fossero
là
a
provare
che
tutte
le
rivoluzioni
hanno
avuto
per
causa
principale
la
necessità
di
una
trasformazione
economica
.
Si
dovrebbe
quasi
credere
(
e
questo
sarebbe
un
rimprovero
poco
severo
)
,
che
i
nostri
governanti
non
conoscessero
la
storia
.
Nel
paese
,
sedicente
del
suffragio
universale
e
della
eguaglianza
,
la
legge
sulla
stampa
ci
condanna
al
silenzio
non
solo
per
mezzo
del
bollo
,
ma
più
ancora
per
mezzo
della
cauzione
.
Operai
,
noi
siamo
sempre
distolti
dai
nostri
studj
e
dall
'
espressione
delle
nostre
idee
con
misure
restrittive
,
e
con
leggi
eccezionali
in
contraddizione
aperta
con
i
principj
dell
'
eguaglianza
,
e
per
ciò
ingiuriosi
pel
povero
.
Ciò
nonostante
,
se
non
vorrà
recedere
o
ricadere
in
basso
,
il
secolo
decimonono
deve
risolvere
i
grandi
problemi
,
che
commuovono
la
società
.
Convinti
che
questi
non
possono
affrontarsi
che
apertamente
con
discussioni
e
polemiche
;
che
fa
di
mestieri
di
libertà
piena
di
parola
e
di
stampa
;
noi
che
contro
gli
attentati
fatti
all
'
esercizio
dei
diritti
naturali
alziamo
la
voce
protestando
,
oggi
fondiamo
una
riunione
e
una
biblioteca
sotto
il
nome
di
Circolo
degli
operai
,
per
darci
un
'
istruzione
scambievole
sui
grandi
problemi
sociali
che
devono
essere
e
saranno
la
politica
dell
'
avvenire
.
Noi
vogliamo
scoprire
misure
razionali
che
facciano
scomparire
le
funzioni
governative
,
e
risolvere
l
'
organizzazione
politica
in
quella
economica
,
cioè
noi
ci
affatichiamo
per
fondare
una
società
basata
unicamente
sul
lavoro
,
sullo
scambio
e
sulla
giustizia
.
Molte
illusioni
si
sono
avverate
,
e
noi
le
vedemmo
,
e
tenemmo
conto
di
coloro
che
vogliono
condurre
il
popolo
con
palinodie
;
noi
troppe
fughe
e
diserzioni
vedemmo
,
e
non
abbiamo
fede
che
in
noi
.
E
perché
ci
serviremo
noi
di
padroni
quando
solo
la
scienza
e
la
verità
noi
cerchiamo
?
Schieriamoci
sotto
una
bandiera
che
abbia
per
motto
:
L
'
emancipazione
degli
operai
deve
essere
l
'
opera
degli
stessi
operai
»
.
StampaQuotidiana ,
Da
venti
anni
la
politica
interna
italiana
,
con
una
continuità
rara
nelle
cose
nostre
,
va
perseguendo
lo
scopo
di
placare
le
forze
sovversive
ed
antinazionali
,
di
trasformarle
,
di
attrarle
nell
'
orbita
dello
Stato
.
Questa
politica
è
frutto
di
un
disegno
meditato
,
o
non
piuttosto
è
una
manifestazione
di
radicale
incapacità
volitiva
nei
nostri
uomini
di
governo
?
A
noi
contemporanei
mancano
ancora
troppi
elementi
per
risolvere
un
simile
problema
.
Comunque
,
il
fatto
esiste
,
e
più
gli
anni
trascorrono
dal
giorno
in
cui
,
all
'
alba
del
nuovo
regno
,
l
'
on
.
Giolitti
,
ministro
dell
'
interno
,
inaugurò
il
sistema
delle
transazioni
,
delle
concessioni
e
delle
blandizie
verso
il
sovversivismo
socialista
,
e
più
netti
e
chiari
vanno
diventando
i
contorni
di
questa
politica
,
e
più
gravi
le
conseguenze
,
e
più
manifesti
gli
errori
.
In
realtà
,
il
proposito
di
disarmare
gli
elementi
ostili
alle
istituzioni
,
assimilandoli
e
facendoli
rientrare
nei
limiti
dell
'
azione
legale
e
costituzionale
,
è
antico
quanto
lo
Stato
italiano
.
Ma
,
le
forze
sovversive
,
a
cui
un
tal
politica
si
rivolgeva
,
oltre
a
rappresentare
una
piccola
minoranza
nel
paese
,
erano
i
residui
di
quel
partito
d
'
azione
,
che
aveva
avuto
,
durante
le
lotte
del
risorgimento
,
un
carattere
ed
una
funzione
francamente
nazionali
.
Era
pertanto
relativamente
facile
e
non
troppo
pericoloso
un
lavoro
di
approccio
,
diretto
ad
amalgamare
elementi
,
che
rimanevano
divisi
più
per
ragione
di
tradizioni
e
per
dissenso
di
metodi
,
che
per
diversità
di
fini
.
Al
contrario
,
le
masse
socialiste
,
che
si
erano
andate
formando
,
dopo
la
conquista
dell
'
unità
,
si
erano
,
fin
dal
principio
,
rivelate
eredi
non
già
del
vecchio
sovversivismo
mazziniano
e
patriottico
,
ma
delle
correnti
antinazionali
ed
anazionali
,
che
,
durante
tutto
il
risorgimento
,
erano
rimaste
indifferenti
ed
ostili
al
moto
per
l
'
indipendenza
e
l
'
unità
dell
'
Italia
.
Non
bisogna
dimenticare
,
infatti
,
che
il
risorgimento
italiano
fu
opera
di
una
minoranza
di
intellettuali
e
che
le
masse
operaie
e
contadine
,
quando
non
furono
francamente
contrarie
,
furono
tiepide
o
assenti
.
Operando
tra
queste
masse
,
in
cui
era
diffuso
il
vecchio
spirito
materialista
,
il
vecchio
egoismo
,
il
vecchio
orrore
per
il
sacrificio
ed
il
pericolo
dei
secoli
trascorsi
dall
'
Italia
nella
oppressione
straniera
e
nella
disgregazione
interiore
,
il
socialismo
italiano
fu
sempre
essenzialmente
antiitaliano
.
Esso
dunque
non
poteva
essere
ricondotto
nell
'
orbita
della
vita
nazionale
,
non
poteva
diventare
una
forza
viva
della
nazione
per
le
sue
stesse
origini
,
per
il
suo
stesso
carattere
,
per
la
sua
stessa
estensione
.
Appunto
perché
rappresentava
tutto
ciò
che
nella
storia
era
stato
l
'
Antitalia
,
era
assurdo
che
potesse
essere
indotto
a
lavorare
per
l
'
Italia
.
Quegli
elementi
isolati
del
socialismo
che
,
volta
a
volta
,
rientravano
nell
'
orbita
nazionale
,
uscivano
automaticamente
dal
socialismo
.
Questo
,
per
essere
,
doveva
rimanere
antiitaliano
,
perché
le
masse
,
su
cui
si
appoggiava
,
erano
,
per
tradizione
millenaria
,
insensibili
ed
ostili
all
'
idea
della
Patria
.
Il
lavoro
dunque
a
cui
la
politica
dell
'
assimilazione
si
dedicò
,
quando
,
per
opera
dell
'
on
.
Giolitti
,
si
rivolse
al
socialismo
,
fu
un
lavoro
da
Sisifo
.
Per
dieci
uomini
che
la
politica
nazionale
acquisiva
,
diecimila
sorgevano
dalle
masse
ad
accrescere
le
moltitudini
imprecanti
alla
Patria
ed
invocanti
la
confisca
dello
Stato
a
vantaggio
dei
loro
beni
materiali
.
E
man
mano
che
la
predicazione
socialista
si
intensificava
e
guadagnava
più
larghi
strati
della
popolazione
,
penetrando
fra
gli
impiegati
230e
i
funzionari
stessi
dello
Stato
,
divenne
ben
chiaro
che
le
parti
si
invertivano
:
che
non
lo
Stato
nazionale
assorbiva
e
trasformava
gli
elementi
antinazionali
,
ma
questi
assorbivano
,
disgregavano
,
distruggevano
lo
Stato
nazionale
.
Di
questa
politica
funesta
il
propugnatore
ed
il
realizzatore
più
conseguente
,
più
ancora
dello
stesso
on
.
Giolitti
,
che
la
creò
,
è
stato
,
indubbiamente
,
l
'
on
.
Nitti
.
Questi
sali
al
potere
con
un
programma
,
che
è
stato
sempre
la
meta
ed
il
sogno
di
tutta
la
sua
vita
politica
:
condurre
con
sé
al
governo
il
socialismo
ufficiale
.
Da
molti
e
molti
mesi
l
'
on
.
Nitti
non
nascondeva
il
suo
proposito
di
avere
con
sé
nel
ministero
gli
on
.
Turati
,
Treves
,
Modigliani
,
e
perché
no
?
perfino
l
'
on
.
Francesco
Ciccotti
e
l
'
on
.
Nicola
Bombacci
.
Un
uomo
accanto
a
lui
perseguiva
questo
disegno
,
tenendo
i
contatti
e
traendo
ispirazione
da
uomini
grossi
e
piccoli
del
socialismo
ufficiale
:
il
segretario
particolare
del
Presidente
del
Consiglio
,
comm
.
Magno
,
il
quale
riprendeva
quell
'
atteggiamento
e
quei
modi
che
erano
già
stati
tentati
dal
comm
.
Camillo
Corradini
durante
la
prima
permanenza
al
Ministero
dell
'
Interno
dell
'
on
.
Orlando
.
Li
riprendeva
,
con
lo
stesso
esito
sfortunato
.
Perché
,
come
già
nei
mesi
che
precedettero
Caporetto
,
il
socialismo
antiitaliano
,
anche
questa
volta
,
ha
approfittato
bensì
dell
'
aiuto
e
del
favore
che
il
Governo
gli
offriva
,
nella
fallace
illusione
di
trarlo
a
sé
e
di
farselo
prigioniero
,
ma
con
l
'
unico
scopo
e
con
il
solo
risultato
di
allargare
e
consolidare
le
sue
posizioni
,
di
proseguire
e
di
intensificare
la
sua
opera
di
disgregazione
della
società
e
dello
Stato
.
Questa
politica
,
che
nel
1917
condusse
alla
Caporetto
militare
,
nel
1919
condusse
alla
Caporetto
elettorale
e
oggi
conduce
alla
Caporetto
politica
della
dedizione
ai
postelegrafici
e
ai
ferrovieri
bolscevichi
.
Il
fallimento
non
potrebbe
essere
più
clamoroso
e
definitivo
.
È
,
questo
,
il
fallimento
non
di
un
uomo
solo
o
di
un
Ministero
,
ma
di
tutta
una
mentalità
e
di
tutta
una
politica
.
Mentalità
,
che
si
ricollega
direttamente
con
la
mentalità
liberale
,
funesta
eredità
che
l
'
Italia
moderna
ha
ricevuto
dal
risorgimento
,
e
che
pone
lo
Stato
in
una
condizione
spirituale
e
pratica
di
non
-
resistenza
di
fronte
ai
suoi
nemici
.
Politica
,
tutta
pervasa
dall
'
idea
di
ineluttabilità
dell
'
avvento
socialista
e
dalla
illusione
di
poterlo
guidare
e
incanalare
per
la
via
meno
pericolosa
,
mediante
le
blandizie
,
il
favore
e
la
concessione
.
Ogni
giorno
più
i
fatti
dimostrano
che
questa
mentalità
e
questa
politica
preparano
il
crollo
dello
Stato
,
la
disgregazione
della
vita
sociale
,
e
la
rovina
della
stessa
civiltà
.
Non
è
la
rivoluzione
,
tanto
temuta
dai
nostri
uomini
di
governo
,
ma
il
disfacimento
,
la
dissoluzione
,
la
putredine
.
Oramai
siamo
giunti
a
tale
,
che
,
continuando
per
questa
via
,
la
vita
nazionale
,
nel
campo
politico
come
in
quello
economico
,
s
'
incammina
fatalmente
verso
la
paralisi
.
Solo
una
volontà
ferrea
che
renda
impotenti
i
demagoghi
,
restauri
l
'
autorità
dello
Stato
,
tenga
fermi
i
vincoli
della
disciplina
civile
,
ristabilisca
la
gerarchia
dei
valori
sociali
,
può
salvare
l
'
Italia
.
Io
sono
convinto
che
si
sia
ancora
a
tempo
,
e
che
l
'
opinione
di
tutti
coloro
(
e
sono
la
grande
maggioranza
)
i
quali
desiderano
di
respirare
,
di
lavorare
,
di
vivere
la
vita
di
un
popolo
civile
e
non
quella
scomoda
,
primitiva
ed
angosciosa
che
stiamo
vivendo
da
alcuni
mesi
,
saluterà
con
gioia
il
giorno
in
cui
l
'
Italia
avrà
,
finalmente
,
un
Governo
che
governi
e
non
transiga
,
che
comandi
e
non
tratti
,
che
garantisca
,
con
la
sua
autorità
e
con
la
sua
forza
,
la
pace
interna
e
la
vita
economica
della
nazione
.
Solo
allora
,
on
.
Nitti
,
l
'
Italia
potrà
lavorare
e
produrre
,
e
avrà
alto
il
suo
credito
,
non
deprezzata
la
sua
moneta
,
non
disconosciuti
i
suoi
diritti
dagli
stranieri
,
non
esautorati
all
'
estero
i
suoi
rappresentanti
e
i
suoi
diplomatici
.