StampaQuotidiana ,
L
'
utilitarismo
egoistico
non
è
una
dottrina
sociale
,
è
un
anarchico
mercato
di
valori
falsi
.
La
causa
prima
di
quel
furto
,
perpetrato
da
volontaria
miseria
,
dov
'
è
e
che
nome
ha
?
Dov
'
è
e
chi
è
il
provocatore
primo
,
l
'
istigatore
vero
?
Chi
eccitò
nell
'
autore
del
fatto
la
deliberazione
di
farsi
giustizia
da
sé
?
Chi
è
il
complice
infine
?
Se
c
'
è
il
ribelle
è
segno
che
c
'
è
il
despota
.
E
se
il
despota
c
'
è
,
ci
dev
'
essere
il
ribelle
.
Uno
ruba
perché
l
'
altro
affama
;
e
se
non
ruba
,
o
si
prostituisce
per
mendicar
la
vita
e
o
si
fa
saltar
in
aria
le
cervella
.
Quale
dei
tre
partiti
è
il
più
scusabile
e
il
più
idoneo
a
scuotere
e
ammonire
la
società
?
...
Comunque
sia
,
togliete
il
despota
e
non
avrete
più
il
ribelle
:
togliete
l
'
avaro
parassitismo
e
non
avrete
più
il
furto
per
miseria
.
Togliete
il
favoritismo
al
lusso
dorato
e
non
avrete
più
la
prostituzione
civile
,
e
avrete
in
pari
tempo
chiusa
una
larga
sorgente
di
suicidii
.
Ma
se
per
lo
contrario
per
gli
affamati
che
allungano
la
mano
non
avrete
mai
che
afflizioni
,
catene
e
repressioni
,
mentre
agli
affamatori
prodigherete
indulgenze
,
favori
,
privilegi
,
onori
,
voi
darete
esca
perpetua
alla
sorda
guerra
che
è
nella
Società
,
e
provocherete
scene
luttuose
,
spettacoli
orribili
,
calamità
sanguinose
.
Dite
or
voi
,
legislatori
e
padroni
,
chi
è
che
semina
davvero
e
provoca
ed
eccita
l
'
odio
fra
le
varie
classi
sociali
.
Siam
noi
,
o
siete
voi
?
...
Ma
voi
lo
sappiamo
vi
trincererete
dietro
una
vostra
logica
,
e
tirate
giù
colpi
a
chi
non
vi
sta
al
fianco
o
al
di
sopra
.
Ma
badate
che
la
vostra
logica
non
è
la
sola
:
v
'
è
la
logica
anco
di
chi
sente
sul
dosso
il
peso
dei
vostri
colpi
.
Chi
le
giudicherà
quelle
due
logiche
?
Il
materialismo
forse
dell
'
utile
individuale
?
Ma
egli
non
può
essere
che
giudice
parziale
,
imperocché
,
aggirandosi
intorno
all
'
io
non
può
giungere
ad
afferrare
mai
un
largo
principio
sociale
né
una
legge
d
'
universale
armonia
principio
e
legge
che
soli
ponno
giudicare
le
due
logiche
a
conflitto
.
E
infatti
,
se
logico
è
il
padrone
che
,
movendo
dall
'
utile
suo
,
lascia
a
lungo
sprovvisto
il
mercato
delle
proprie
granaglie
per
attendere
al
varco
l
'
occasione
di
conchiudere
un
lucroso
negozio
,
non
è
meno
logico
certamente
anco
il
povero
che
non
volendo
lasciar
sprovvisto
di
pane
il
desco
de
'
suoi
figli
,
né
potendo
trar
pane
dalla
sua
capacità
di
lavoro
,
allunga
la
mano
e
porta
via
al
proprietario
l
'
invocato
alimento
.
La
logica
dell
'
uno
va
dritta
come
va
dritta
la
logica
dell
'
altro
.
Similmente
,
un
manifatturiere
,
non
badando
che
a
tirar
l
'
acqua
al
proprio
mulino
e
ad
avere
il
possesso
d
'
un
maggior
numero
di
prodotti
colla
minore
spesa
possibile
,
diminuisce
il
salario
ai
suoi
operai
o
aumenta
loro
le
ore
di
lavoro
oppure
ne
licenzia
una
buona
parte
e
fa
lavorare
invece
le
macchine
di
cui
si
provvede
.
Anche
qui
la
logica
corre
liscia
e
non
fa
una
grinza
.
Ma
un
'
altra
logica
allora
v
'
ha
pure
che
corre
egualmente
liscia
e
neppur
essa
fa
una
grinza
,
ed
è
la
logica
del
salariato
,
del
servo
,
del
reietto
sul
lastrico
,
il
quale
,
tirato
pei
capelli
,
scuote
le
spalle
,
alza
la
voce
e
il
braccio
,
si
dà
allo
sciopero
,
e
talora
si
arma
e
fa
fuoco
.
Si
fa
giustizia
da
sé
.
Evidentemente
due
logiche
sono
in
guerra
.
Chi
interverrà
come
giudice
supremo
?
...
Interviene
la
legge
coi
suoi
agenti
armati
.
Ma
non
crediate
già
ch
'
ella
intervenga
come
conciliatrice
oibò
!
essa
si
presenta
colla
spada
sguainata
,
ma
non
è
la
spada
della
giustizia
distributiva
.
La
legge
,
come
oggi
esiste
,
non
se
ne
intende
di
filosofia
sociale
:
ella
vuol
essere
positiva
,
reale
,
e
si
direbbe
che
la
sua
più
alta
paura
è
quella
di
essere
tacciata
di
moralista
.
Ed
ha
ragione
,
per
Dio
!
Cos
'
è
infine
poi
cotesta
Morale
?
...
Una
bolla
di
sapone
cose
da
fanciulli
.
Il
mondo
vuol
cose
utili
,
palpabili
e
che
reggano
di
fronte
a
un
calcolo
d
'
aritmetica
.
Benissimo
!
Ed
ecco
perciò
la
legge
fatta
cortigiana
,
illiberale
.
Ed
è
naturale
che
,
come
tale
,
parteggi
,
e
faccia
la
civetta
agli
imparuccati
conservatori
,
ai
novelli
feudatarii
,
ai
signori
dell
'
oro
,
dei
titoli
e
dei
ciondoli
.
Non
è
vero
forse
che
alla
fin
fine
chi
va
col
capo
rotto
è
sempre
l
'
operaio
,
il
povero
,
il
vassallo
,
il
quale
a
termini
d
'
un
codice
ch
'
egli
malamente
conosce
ha
l
'
obbligo
giuridico
di
tollerare
in
pace
che
il
superiore
usi
ed
abusi
della
sua
facoltà
,
ed
in
compenso
a
lui
garantisce
il
diritto
,
incontrastabile
,
di
possedere
una
larga
dose
di
miseria
e
tramandarla
per
successione
ereditaria
ai
suoi
figli
...
Da
ciò
appare
manifesto
che
l
'
ordine
attuale
delle
cose
richiede
che
all
'
utile
del
proprietario
,
del
manifatturiere
,
del
capitalista
sia
sacrificata
una
parte
dei
diritti
e
dei
bisogni
del
contadino
,
dell
'
operaio
.
E
perché
allora
l
'
utile
delle
classi
povere
e
più
numerose
non
dovrà
volere
il
sacrificio
di
una
parte
delle
facoltà
e
dei
godimenti
delle
classi
ricche
e
meno
numerose
?
Se
è
vero
(
come
scrive
l
'
illustre
Bentham
)
che
il
Giusto
e
l
'
Utile
sieno
cose
identiche
perché
il
sacrificio
del
povero
sarà
cosa
reclamata
dalla
Giustizia
,
e
sarà
invece
una
iniquità
il
sacrificio
del
ricco
?
perché
l
'
utilità
del
benestante
sarà
il
simbolo
materiale
della
Giustizia
e
l
'
utilità
del
proletario
sarà
invece
ogni
volta
la
vuol
far
valere
una
fonte
inesauribile
per
lui
di
accuse
,
di
processi
,
di
castighi
,
di
lagrime
e
sangue
?
La
teoria
dell
'
utilitarismo
individuale
conduce
dunque
all
'
egoismo
,
ed
è
tutt
'
altro
che
teoria
di
fratellanza
e
di
conciliazione
;
molto
meno
poi
quando
essa
è
usufruttata
e
sfruttata
da
pochi
potenti
.
Allora
abbiamo
privilegi
utili
da
un
lato
,
privilegi
onerosi
dall
'
altro
.
Privilegio
nell
'
alta
-
società
la
rendita
,
il
lusso
,
le
ville
,
i
viaggi
,
il
governo
:
privilegio
del
medio
ceto
l
'
industria
,
il
commercio
,
la
scuola
,
gli
ufficii
:
privilegio
nelle
povere
classi
la
fatica
macchinale
,
l
'
ignoranza
,
i
pegni
,
l
'
ospedale
,
la
leva
.
Con
questo
sciagurato
sistema
la
vita
è
mero
fatto
,
che
ognuno
interpreta
a
modo
suo
secondo
le
esigenze
d
'
una
battaglia
,
in
cui
nessuno
vuol
essere
sconfitto
.
Qual
meraviglia
dunque
se
uno
si
trincera
dietro
i
suoi
scrigni
pieni
di
oro
;
se
l
'
altro
si
fa
forte
delle
leggi
e
dei
tribunali
che
lo
favoriscono
;
e
se
un
terzo
per
non
morire
asfissiato
come
sotto
una
campana
pneumatica
non
avendo
per
sé
né
oro
né
codici
si
getta
all
'
aria
libera
dei
monti
e
diventa
l
'
eroe
d
'
una
masnada
?
Tale
è
la
Società
,
ove
leggi
,
istituzioni
e
governo
danno
continuo
spettacolo
di
immoralità
,
di
favoritismo
,
di
ingenerosità
,
e
non
si
identificano
con
quel
principio
morale
,
umanitario
che
sta
al
di
sopra
dell
'
utile
egoistico
,
e
può
colla
sua
virtù
sovrana
armonizzare
quegli
interessi
che
oggi
urtansi
discordi
.
StampaQuotidiana ,
Nonostante
tutte
le
manovre
,
subdole
e
sfrontate
,
della
gente
interessata
a
impedire
una
soluzione
corretta
della
crisi
,
la
situazione
tende
rapidamente
a
chiarirsi
.
La
possibilità
di
un
nuovo
incarico
all
'
on
.
Nitti
,
se
mai
ebbe
una
qualsiasi
parvenza
di
fondamento
,
può
ritenersi
definitivamente
tramontata
.
Il
«
cavallo
di
ritorno
»
dell
'
«
Osservatore
Romano
»
non
ha
avuto
altro
risultato
fuori
di
quello
di
mettere
in
rilievo
la
perfetta
indipendenza
del
partito
popolare
rispetto
alle
autorità
religiose
delle
quali
si
suppone
che
il
vecchio
foglio
clericale
sia
sempre
il
portavoce
.
Ma
,
comunque
ciò
possa
dispiacere
al
comm
.
Angelini
e
a
lord
Northcliffe
,
nonché
al
«
Messaggero
»
,
nessuno
pensa
più
,
seriamente
,
alla
reincarnazione
dell
'
ex
-
presidente
del
Consiglio
.
C
'
è
stata
e
c
'
è
ancora
,
alla
Camera
e
fuori
,
una
propaganda
affannosa
per
Giolitti
.
Il
colpetto
mistificatorio
tentato
ier
sera
da
alcuni
amici
dell
'
on
.
Miglioli
in
seno
al
Consiglio
Nazionale
del
partito
,
e
sfruttato
goffamente
stamani
dai
giornali
ex
-
ministeriali
,
mirava
apertamente
a
favorire
il
ritorno
dell
'
uomo
del
«
parecchio
»
.
Ma
la
smentita
secca
della
direzione
del
partito
stesso
ne
ha
fatto
giustizia
.
Ad
ogni
modo
,
anche
ammettendo
,
in
ipotesi
,
che
la
resurrezione
dell
'
on
.
Giolitti
potesse
essere
gradita
ai
dirigenti
del
gruppo
popolare
,
è
di
tutta
evidenza
che
egli
non
sarebbe
in
condizione
di
dominare
la
Camera
attuale
,
ove
,
fra
gli
elementi
anziani
di
tutti
i
partiti
,
troppi
si
compromisero
con
un
atteggiamento
vivacemente
ostile
a
lui
nella
vigilia
e
nel
corso
della
guerra
,
e
,
fra
gli
elementi
nuovi
di
tutti
i
partiti
,
troppi
hanno
portato
a
Montecitorio
la
ripercussione
schietta
e
diretta
della
profonda
diffidenza
e
avversione
del
Paese
contro
il
vecchio
politicante
.
Ognuno
ricorda
ciò
che
è
avvenuto
la
prima
e
unica
volta
che
costui
ha
voluto
parlare
nella
Camera
nuova
:
interrotto
di
continuo
,
rumoreggiato
senza
pietà
,
non
sostenuto
se
non
da
due
o
tre
dei
suoi
antichi
seguaci
,
poté
a
gran
fatica
giungere
alla
fine
del
suo
discorsetto
.
L
'
onorevole
Giolitti
non
potrebbe
,
non
che
raccogliere
una
maggioranza
nel
primo
voto
politico
,
presentarsi
all
'
assemblea
per
esporre
un
qualsiasi
programma
.
La
designazione
di
lui
implicherebbe
di
necessità
lo
scioglimento
immediato
della
Camera
:
supposizione
che
,
almeno
per
il
momento
,
nell
'
imminenza
delle
elezioni
generali
amministrative
,
è
assolutamente
da
scartarsi
.
Resta
la
sola
via
possibile
e
utile
,
la
sola
atta
a
condurre
a
una
soluzione
logica
e
onesta
della
crisi
,
che
è
la
formazione
di
un
gabinetto
di
coalizione
costituzionale
imperniato
in
un
uomo
nuovo
,
purché
capace
e
integro
,
sul
quale
non
gravi
il
passivo
di
faziosi
contrasti
e
che
possa
raccogliere
in
sé
le
simpatie
e
la
fiducia
delle
varie
parti
della
Camera
per
l
'
urgente
azione
di
governo
che
si
deve
svolgere
.
Non
indichiamo
nomi
,
perché
non
crediamo
di
dover
avere
speciali
preferenze
,
di
fronte
a
una
condizione
di
cose
tanto
difficile
e
complessa
.
Affermiamo
bensì
che
né
noi
possiamo
né
altri
può
oggi
sollevare
pregiudiziali
in
base
a
logore
qualifiche
di
situazioni
totalmente
superate
nella
realtà
in
cui
viviamo
.
Occorre
in
tutti
coloro
che
vogliono
la
salvezza
e
il
rinnovamento
del
Paese
un
chiaroveggente
spirito
di
disciplina
e
di
buona
fede
:
ossia
la
volontà
di
vedere
domani
realizzarsi
nell
'
opera
dello
Stato
,
non
le
proprie
passioni
partigiane
né
gli
interessi
del
proprio
gruppo
,
ma
unicamente
il
meglio
delle
proprie
idee
e
del
proprio
amore
per
l
'
Italia
.
Soltanto
così
si
potrà
arrivare
ad
avere
un
Governo
degno
del
Paese
e
pari
alle
esigenze
del
momento
.
StampaQuotidiana ,
Libertà
,
Uguaglianza
,
Fratellanza
.
La
fratellanza
viene
ultima
nella
formola
,
seguendo
il
suo
vero
posto
d
'
ordine
nella
realtà
.
Non
si
può
essere
fratello
,
se
non
si
è
uguale
e
libero
.
Siate
dunque
fratello
del
vostro
padrone
!
Il
nostro
nemico
è
il
nostro
padrone
,
ha
detto
Lafontaine
in
buon
volgare
.
Il
sentimento
di
fraterna
amicizia
non
può
nascere
nella
costrizione
e
nella
inferiorità
.
La
fratellanza
è
adunque
il
culmine
del
triangolo
,
di
cui
la
libertà
e
l
'
uguaglianza
sono
la
base
.
E
la
conclusione
delle
due
premesse
:
è
la
chiave
della
volta
monumentale
,
lo
incoronamento
dell
'
opere
;
è
la
fiamma
del
faro
;
è
il
fiore
,
è
il
frutto
dell
'
albero
della
vita
,
dell
'
albero
immortale
,
le
di
cui
radici
sono
in
cielo
e
i
rami
sopra
la
terra
,
dell
'
albero
di
libertà
.
Così
Libertà
,
Uguaglianza
,
Fraternità
,
ecco
i
tre
supremi
principii
del
futuro
avvenire
dei
popoli
!
Ecco
la
sublime
formola
che
il
popolo
,
da
facitore
maestro
d
'
astrazione
,
ha
espresso
come
la
più
pura
essenza
del
genere
umano
!
Chi
trovò
questa
formola
superiore
?
Nessuno
...
tutti
.
Essa
è
uscita
intiera
dal
crogiuolo
del
93
.
E
la
grande
opera
di
un
grande
alchimista
,
del
popolo
...
Questa
formola
francese
,
a
cui
ciascun
popolo
ha
concorso
,
è
l
'
universale
regola
,
è
lo
stare
comunque
a
tutti
;
è
il
metro
infallibile
,
immortale
,
eterno
;
è
la
misura
divina
di
tutta
la
legge
terrestre
.
Tutto
che
vi
si
avvicina
è
vero
;
tutto
ciò
che
se
ne
discosta
è
falso
.
Adattiamo
adunque
del
nostro
meglio
le
conseguenze
ai
principii
,
misuriamole
;
camminiamo
adunque
direttamente
verso
la
stella
fissa
,
che
indica
lo
scopo
del
futuro
.
La
libertà
,
essendo
il
diritto
dell
'
uomo
,
chi
dice
uomo
dice
popolo
,
chi
dice
libertà
dice
sovranità
del
popolo
,
dice
governo
del
popolo
.
Non
si
delega
la
sovranità
più
di
quello
che
si
possa
abdicare
.
Conclusione
adunque
:
non
più
governo
derivativo
,
non
più
sovranità
delegata
,
non
più
volontà
che
non
sia
del
popolo
,
non
più
volontà
fuori
del
popolo
,
non
più
Stato
,
propriamente
detto
,
separato
dal
popolo
,
non
più
potere
legislativo
,
esecutivo
,
giudiziario
,
confidato
a
uno
o
a
molti
del
popolo
,
ma
il
popolo
Stato
,
il
governo
diretto
dal
popolo
,
il
popolo
governandosi
da
lui
stesso
;
facendo
da
sé
medesimo
le
funzioni
di
sovrano
,
esercitando
da
sé
stesso
le
sue
autorità
,
tutti
i
suoi
poteri
da
solo
e
vero
re
,
come
infatti
egli
è
,
cioè
votando
la
legge
sempre
modificabile
,
e
nominando
i
suoi
agenti
sempre
revocabili
,
quando
e
come
a
lui
piace
.
Allora
le
leggi
saranno
la
vera
espressione
della
maggioranza
,
ed
allora
,
infine
,
tuteleranno
gl
'
interessi
di
tutti
,
e
non
più
delle
sole
classi
privilegiate
.
Allora
gli
uomini
,
uguali
,
liberi
e
fratelli
raggiungeranno
la
vera
meta
delle
associazioni
civili
,
il
diritto
di
vivere
senza
strazj
e
privazioni
col
proficuo
lavoro
imposto
a
tutti
,
e
non
già
ai
soli
infelici
,
diseredati
da
pochi
privilegiati
,
che
li
dominano
con
la
forza
,
e
li
soggiogano
con
l
'
impostura
.
StampaQuotidiana ,
Che
puossi
aspettare
di
bello
,
d
'
ardito
,
di
libero
,
di
grande
dalla
più
numerosa
parte
della
moderna
borghesia
,
da
questo
esercito
formidabile
per
la
sua
forza
d
'
inerzia
,
invincibile
sin
qui
per
la
sua
resistenza
passiva
ad
ogni
tentativo
di
radicale
innovazione
?
Da
questo
amalgama
di
spiriti
gretti
,
di
vedute
corte
una
spanna
,
di
cuori
natanti
nella
salsa
positiva
del
proprio
utile
,
di
pezzi
corazzati
dalla
triplice
paura
dei
re
,
dei
preti
e
dei
maggiorenti
,
come
sperare
un
po
'
di
fuoco
e
di
luce
,
una
sola
e
misera
favilla
di
vita
?
Eccolo
lì
l
'
ideale
,
il
tipo
del
buon
borghese
,
che
parla
poco
di
Dio
e
nulla
del
principe
,
fa
regolarmente
la
digestione
,
e
tutto
ripieno
della
filosofia
del
rumores
fuge
,
passeggia
tranquillo
,
la
sua
faccia
contenta
e
l
'
epa
ritondetta
.
Impiegato
o
possidente
,
ciò
non
cambia
nulla
;
architetto
o
calzolajo
,
medico
o
ingegnere
,
il
tipo
gli
è
pur
sempre
quello
;
tutti
i
capi
della
specie
si
rassomigliano
come
due
goccie
d
'
acqua
fra
loro
.
Nemico
dei
ladri
,
mettetelo
fra
i
giurati
alla
Corte
d
'
Assise
,
e
tutti
gl
'
imputati
d
'
aver
dato
di
piglio
in
quello
degli
altri
,
te
li
condannerà
senza
uno
scrupolo
al
mondo
.
Avesse
sotto
un
innocente
,
ei
ci
manda
anche
quello
.
«
In
certe
cose
pensa
egli
non
s
'
ha
a
guardar
tanto
pel
sottile
;
la
proprietà
è
sacra
:
piuttosto
che
un
ladro
solo
abbia
a
rimanere
impunito
,
meglio
è
che
dieci
innocenti
vadano
in
galera
»
.
Ed
è
appunto
per
questo
culto
della
proprietà
che
il
buon
borghese
non
vede
del
miglior
occhio
le
rivoluzioni
:
fate
anzi
che
solo
concepisca
il
sospetto
che
qualche
maledetto
problema
socialista
covi
sotto
ai
rivolgimenti
,
che
i
tempi
vanno
maturando
,
e
avrete
col
buon
borghese
un
conservatore
a
tutta
prova
una
lancia
spezzata
del
governo
,
del
quale
pure
non
sa
però
tenersi
di
dir
male
,
ogni
volta
che
gli
manda
a
casa
l
'
esattore
.
Ma
gli
è
un
broncio
passeggiero
più
che
altro
.
«
Da
che
mondo
è
mondo
osserva
il
buon
borghese
senza
governo
non
s
'
è
mai
fatto
e
,
come
l
'
ottimo
è
nemico
del
bene
e
il
peggio
sta
sempre
dopo
l
'
uscio
,
così
l
'
affanar
per
la
libertà
,
per
la
democrazia
e
per
la
repubblica
,
è
proprio
un
pestar
l
'
acqua
nel
mortajo
»
.
Per
ciò
il
buon
borghese
ha
maledettamente
in
uggia
i
giornali
democratici
e
chi
potesse
quando
il
fisco
li
colpisce
entrare
nel
suo
cuore
,
vi
vedrebbe
che
tutti
i
suoi
sentimenti
vi
fanno
baldoria
.
«
Ben
gli
sta
dice
egli
ben
gli
sta
:
questi
giornali
non
rispettano
nulla
;
su
tutto
hanno
da
ridire
;
nessuno
,
per
essi
è
sacro
ed
inviolabile
...
»
.
Questo
è
il
cosiddetto
buon
borghese
,
che
,
preti
e
potenti
disprezzano
certamente
in
cuor
loro
,
ma
che
in
apparenza
,
almeno
,
decantano
.
Fortunatamente
per
il
progresso
e
per
la
libertà
,
non
tutti
i
borghesi
sono
buoni
borghesi
!
Fortunatamente
!
StampaQuotidiana ,
L
'
on
.
Nitti
,
al
ritorno
da
San
Remo
,
dopo
essere
sfuggito
ad
un
voto
sulla
politica
estera
,
cadde
l
'
undici
maggio
scorso
sulla
politica
interna
.
Da
quel
giorno
a
questo
,
in
cui
si
ripresenta
al
Parlamento
,
l
'
on
.
Nitti
ha
lavorato
a
tutt
'
uomo
per
accumulare
e
complicare
gli
elementi
del
giudizio
che
la
Camera
deve
dare
sul
suo
terzo
ministero
e
sul
suo
nuovo
programma
,
nella
speranza
che
i
contrastanti
motivi
d
'
opposizione
delle
varie
parti
della
Camera
si
paralizzino
fra
di
loro
e
in
caso
d
'
infortunio
,
poter
dire
che
egli
è
caduto
non
si
sa
bene
perché
e
su
che
cosa
,
vittima
del
capriccio
dell
'
assemblea
,
anziché
dei
propri
errori
.
Si
direbbe
che
l
'
on
.
Nitti
speculi
sui
suoi
stessi
errori
:
egli
crede
che
per
sanare
o
almeno
far
dimenticare
un
errore
non
esista
mezzo
migliore
che
commetterne
uno
nuovo
in
direzione
opposta
o
diversa
.
Eccitando
così
,
in
forma
negativa
,
lo
spirito
partigiano
di
ciascun
partito
,
cioè
sacrificando
a
ciascun
partito
qualche
cosa
di
nazionale
,
egli
spera
di
riuscire
se
non
a
conquistarne
alcuno
,
ad
addomesticarli
tutti
.
In
meno
di
un
mese
dalla
sua
caduta
e
dalla
sua
reincarnazione
abbiamo
così
veduto
mutarsi
tre
volte
la
piattaforma
,
sulla
quale
avrebbe
dovuto
svolgersi
la
discussione
parlamentare
sulla
politica
generale
del
governo
.
Se
infatti
la
discussione
avesse
avuto
luogo
immediatamente
dopo
la
risoluzione
della
crisi
,
essa
avrebbe
soprattutto
investito
i
criteri
stessi
con
cui
la
crisi
fu
risoluta
.
La
mancata
concentrazione
costituzionale
,
l
'
ambigua
ed
equivoca
posizione
dei
Popolari
nel
Gabinetto
,
l
'
immoralità
fondamentale
del
contrasto
fra
la
continuità
personale
e
la
discontinuità
politica
del
nuovo
Gabinetto
di
fronte
al
precedente
presieduto
dallo
stesso
onorevole
Nitti
,
il
pregiudiziale
dilemma
determinato
dalle
origini
stesse
del
Gabinetto
:
o
l
'
on
.
Nitti
è
l
'
esecutore
della
politica
altrui
o
l
'
unico
partito
che
,
come
tale
,
è
rappresentato
nel
Ministero
,
ha
abdicato
al
suo
programma
ed
alla
sua
funzione
specifica
nel
Parlamento
e
nel
Paese
,
pur
di
essere
rappresentato
al
governo
:
tutti
questi
elementi
avrebbero
fornito
argomenti
poderosi
di
discussione
e
di
critica
,
ai
quali
poco
o
nulla
avrebbe
avuto
da
contrapporre
il
Governo
.
L
'
on
.
Nitti
credette
di
poter
spostare
la
discussione
dal
terreno
parlamentare
e
costituzionale
,
nel
quale
l
'
avrebbe
costretto
la
soluzione
anormale
della
crisi
,
al
campo
più
concreto
della
politica
interna
ed
estera
,
dove
avrebbe
cercato
d
'
impressionare
le
menti
di
tutti
e
di
propiziarsi
gli
elementi
sovversivi
,
mediante
un
atto
di
forza
contro
i
perturbatori
adriatici
e
gli
scalmanati
nazionalisti
.
La
diversione
avrebbe
attutiti
i
vecchi
motivi
d
'
opposizione
e
,
in
ogni
caso
,
disorientati
gli
spiriti
degli
oppositori
.
Ma
la
formidabile
e
immediata
reazione
dell
'
opinione
pubblica
,
lo
fece
accorto
che
la
nuova
violenza
era
un
rimedio
peggiore
del
male
.
Corse
allora
ai
ripari
col
decreto
-
legge
sul
prezzo
del
pane
,
sperando
di
ristabilire
,
con
un
provvedimento
ispirato
a
criteri
di
austera
politica
interna
e
finanziaria
,
l
'
equilibrio
spostato
verso
sinistra
,
senza
accorgersi
che
,
così
facendo
,
coalizzava
tutte
le
parti
della
Camera
in
una
questione
pregiudiziale
d
'
ordine
costituzionale
.
Questa
intensa
vicenda
di
armeggii
per
metamorfizzare
di
giorno
in
giorno
la
situazione
e
arrivare
alla
Camera
con
una
situazione
irriconoscibile
prova
semplicemente
due
cose
:
prima
di
tutto
che
il
metodo
dell
'
on
.
Nitti
è
pessimo
in
sé
,
e
,
in
secondo
luogo
,
che
,
quale
che
esso
sia
,
l
'
on
.
Nitti
non
lo
sa
adoperare
.
Il
che
,
tradotto
in
parole
povere
,
vuol
dire
che
,
anche
a
prescindere
da
ogni
contenuto
politico
,
l
'
on
.
Nitti
non
sa
governare
.
Questa
incapacità
di
governo
dell
'
on
.
Nitti
risulta
dall
'
esperienza
di
un
anno
,
un
anno
che
doveva
essere
decisivo
e
che
è
andato
letteralmente
perduto
per
l
'
Italia
.
Nessuno
dei
problemi
,
che
si
sono
accumulati
sulla
vita
italiana
,
dopo
uno
sforzo
superiore
alle
proprie
forze
,
nessuno
dei
problemi
,
dai
massimi
ai
minimi
,
dai
formidabili
ai
più
modesti
,
sono
stati
,
nonché
risoluti
,
avviati
ad
una
risoluzione
qualsiasi
.
L
'
Italia
,
si
ritrova
oggi
,
dopo
aver
firmati
nuovi
trattati
,
,
promulgate
nuove
leggi
ed
una
serie
indefinita
di
decreti
,
allo
stesso
punto
in
cui
era
stata
lasciata
dall
'
on
.
Orlando
,
quando
aveva
contro
di
sé
la
coalizione
degli
Alleati
.
L
'
on
.
Nitti
non
ha
voluto
o
non
ha
potuto
risolverli
?
L
'
alternativa
in
questo
caso
è
perfettamente
superflua
,
giacché
l
'
impotenza
dell
'
on
.
Nitti
non
essendo
dovuta
,
se
non
in
piccola
parte
,
all
'
azione
di
circostanze
esterne
,
ma
alla
sua
organica
incapacità
di
uomo
di
governo
,
il
non
potere
dell
'
on
.
Nitti
coincide
col
suo
non
volere
.
L
'
on
.
Nitti
,
chiacchierone
come
tutti
gli
impotenti
,
ha
continuamente
fatto
sfoggio
di
buona
volontà
,
ma
non
ha
mai
,
in
dodici
mesi
di
governo
,
dato
un
saggio
di
volontà
.
Mai
forse
,
l
'
Italia
ha
assistito
ad
un
fenomeno
più
manifesto
d
'
impotenza
di
governo
:
disgraziatamente
però
ha
dovuto
anche
subirlo
.
La
rinuncia
l
'
on
.
Nitti
non
l
'
aveva
soltanto
nel
programma
,
l
'
aveva
nel
temperamento
.
È
un
temperamento
di
rinunciatario
non
sa
governare
,
neppure
per
realizzare
un
programma
di
rinuncie
.
Dato
il
programma
dell
'
on
.
Nitti
,
l
'
Italia
deve
ringraziare
il
temperamento
dell
'
on
.
Nitti
:
essa
deve
a
questa
organica
impotenza
del
suo
primo
ministro
se
ancora
non
tutto
è
stato
compromesso
.
Molte
cose
sono
state
compromesse
dall
'
abulia
dell
'
on
.
Nitti
,
ma
dove
occorreva
un
atto
positivo
di
volontà
per
compromettere
definitivamente
i
destini
dell
'
Italia
,
fortunatamente
l
'
Italia
ha
trovato
un
alleato
nello
stesso
temperamento
dell
'
on
.
Nitti
.
È
necessario
fare
ora
un
bilancio
di
tutto
il
male
,
che
questa
impotenza
irrequieta
e
verbosa
dell
'
on
.
Nitti
ha
rappresentato
per
l
'
Italia
?
Il
passivo
di
questo
bilancio
si
riassume
in
brevi
termini
:
all
'
interno
tutti
sentono
che
non
esiste
un
governo
,
le
fazioni
antinazionali
,
incapaci
di
fare
la
rivoluzione
sul
serio
,
perché
il
Paese
non
vuol
saperne
,
spadroneggiano
lo
stesso
e
sabotano
come
credono
lo
Stato
,
dando
l
'
impressione
che
il
mantenimento
dell
'
ordine
presente
è
soltanto
formale
e
dovuta
ad
una
loro
benevola
tolleranza
;
del
resto
il
capitano
Giulietti
può
mandare
i
suoi
ultimatum
a
S.M.
Cattolica
e
gli
anarchici
di
Spezia
possono
impossessarsi
delle
fortezze
militari
,
mentre
il
Governo
tien
d
'
occhio
i
generali
che
si
uniscono
in
commissione
,
e
gli
studenti
,
che
portano
le
dimostrazioni
al
Quirinale
.
All
'
estero
,
mentre
si
sfascia
la
coalizione
avversa
all
'
Italia
e
sembra
venuto
il
momento
per
realizzare
integralmente
le
aspirazioni
nazionali
,
il
Governo
invoca
dalla
Jugoslavia
il
beneplacito
per
l
'
annessione
di
Trieste
,
mostrandosi
per
il
resto
disposto
a
ratificare
tutte
le
rinuncie
che
i
sigg
.
Trumbich
,
Albertini
e
Steed
crederanno
di
dovere
concordare
.
E
intanto
,
mentre
i
grandi
alleati
si
accordano
sulle
indennità
ad
esclusione
dell
'
Italia
,
bande
di
predoni
,
istigati
dai
piccoli
alleati
,
possono
impunemente
scacciare
i
soldati
italiani
dalle
loro
posizioni
albanesi
,
riducendoli
alla
costa
,
in
attesa
che
l
'
on
.
Nitti
mandi
loro
in
aiuto
qualche
nave
,
col
permesso
sul
sullodato
capitano
Giulietti
.
Consule
Nitti
,
tutti
possono
disporre
dell
'
Italia
:
i
partiti
e
le
sette
,
la
burocrazia
e
la
guardia
regia
,
la
plutocrazia
e
la
Confederazione
del
lavoro
.
Il
Governo
,
fa
e
disfà
,
a
talento
altrui
,
emana
decreti
e
li
ritira
,
leva
imposte
e
le
sospende
,
trasforma
i
decreti
-
legge
in
decreti
-
disegni
di
legge
.
Il
governo
esiste
unicamente
per
dare
spettacolo
della
propria
impotenza
.
Non
si
tratta
adunque
di
discutere
di
un
indirizzo
politico
,
ma
di
dare
un
governo
al
Paese
,
giacché
il
Paese
è
senza
governo
dal
giugno
1919
.
La
crisi
che
si
apri
allora
è
tuttora
aperta
.
Il
governo
Nitti
è
stato
semplicemente
una
beffa
.
StampaQuotidiana ,
Che
cosa
sono
oggi
i
diseredati
operai
?
NULLA
.
Che
debbono
essere
?
TUTTO
.
Quando
l
'
abate
Sieyès
pronunziava
questo
medesimo
oracolo
a
profitto
della
borghesia
in
Parigi
,
la
borghesia
lo
comprese
,
e
fece
ogni
sforzo
per
ottenere
la
suprema
potestà
,
e
l
'
ottenne
.
Lo
comprendano
gli
operaj
.
L
'
Europa
conosce
in
qual
modo
governarono
e
governano
i
borghesi
,
i
pervenuti
,
gli
uomini
arricchiti
col
sudore
e
col
sangue
degli
operaj
.
Le
miniere
distruggono
moltitudini
di
braccianti
,
il
lavoro
mal
retribuito
deprime
l
'
ingegno
e
logora
la
vita
dell
'
operajo
,
la
guerra
miete
questa
carne
da
cannone
,
e
tutto
il
profitto
,
tutt
'
il
bottino
va
sempre
ad
impinguare
il
patrimonio
del
borghese
!
In
verità
,
la
mente
si
confonde
nel
discernere
dalle
origini
della
società
i
milioni
e
milioni
prostrati
ed
annichiliti
sempre
dalle
furberie
del
sacerdote
,
e
da
un
pugno
di
briganti
che
ora
diconsi
duci
,
ora
legislatori
e
patrizii
,
ed
ora
conti
e
baroni
.
E
da
quel
tempo
i
milioni
si
consumano
,
si
struggono
,
tornano
fango
e
polvere
,
ed
i
pochi
si
attribuiscono
perfino
la
gloria
assoluta
,
esclusiva
dell
'
industria
,
del
commercio
e
dei
monumenti
.
Ma
se
i
poveri
e
sagrificati
operaj
si
fossero
negati
di
lavorare
e
di
compiere
le
Piramidi
d
'
Egitto
,
o
il
Colosseo
di
Roma
avrebbero
forse
ammirato
i
posteri
la
grandezza
del
genio
dell
'
uomo
?
Se
il
contadino
avesse
ricusate
le
proprie
braccia
alla
coltivazione
dei
campi
,
non
sarebbe
forse
la
terra
coperta
di
rovi
e
di
spine
?
Se
il
meccanico
,
ed
il
fuochista
non
si
dedicassero
col
pericolo
della
vita
,
e
con
sommo
disagio
,
alla
direzione
delle
macchine
,
né
le
navi
solcherebbero
il
vasto
oceano
,
né
la
celere
locomotiva
percorrerebbe
immensi
spazj
terrestri
.
Si
persuadano
una
volta
i
capitalisti
,
i
possessori
delle
terre
,
i
commercianti
e
gl
'
industriali
,
che
la
forza
,
la
civiltà
,
la
ricchezza
,
il
genio
,
tutto
rimane
a
disposizione
delle
braccia
delle
moltitudini
;
se
quelle
rimangono
inerti
,
ogni
cosa
sparisce
.
Or
bene
,
ci
ascoltino
gli
operaj
,
come
i
borghesi
ascoltarono
Sieyès
.
Vogliono
essi
imporre
la
legge
,
invece
di
subirla
?
si
associno
,
e
pensino
ai
risparmi
.
L
'
associazione
in
un
paese
agricolo
,
come
la
nostra
Italia
,
non
debbe
limitarsi
soltanto
ai
braccianti
delle
città
,
ma
estendersi
,
e
molto
,
nelle
campagne
.
Ogni
sforzo
degli
associati
avrà
di
mira
di
costituire
una
casa
,
che
possa
un
giorno
bastare
al
sostentamento
per
un
mese
o
due
di
quanti
sonovi
braccianti
in
Europa
,
i
quali
avranno
per
la
prima
volta
la
soddisfazione
di
vedere
i
loro
padroni
trasformarsi
in
prestinaj
,
macellai
,
spazzini
,
calzolaj
,
ecc
.
se
non
vorranno
dar
lo
spettacolo
favoloso
del
misero
,
che
moriva
affamato
tra
i
mucchi
d
'
oro
.
Non
violenze
,
non
esagerazioni
,
non
utopie
politiche
.
Con
qualunque
governo
,
senza
una
vera
trasformazione
sociale
,
le
moltitudini
furono
,
sono
,
e
saranno
sempre
burlate
.
Non
si
vuole
il
capitale
,
e
la
terra
degli
altri
;
ma
è
giusto
dividerne
i
prodotti
con
la
mano
d
'
opera
.
Non
è
più
tempo
di
ritirarsi
sul
monte
Aventino
,
o
alzare
barricate
per
ottenere
ciò
che
prescrive
il
diritto
,
e
la
giustizia
comanda
.
Il
privilegio
dei
pochi
gaudenti
oziosi
e
la
miseria
e
la
fame
di
milioni
e
milioni
di
creature
devono
cessare
:
la
sola
forza
d
'
inerzia
di
questi
milioni
obbligherà
quei
pochi
a
cedere
ed
a
riconoscere
che
gli
uomini
nascono
uguali
alla
gioja
come
ai
dolori
.
Il
prete
spacciò
la
favola
dei
gaudj
del
paradiso
per
l
'
indigente
,
e
così
lo
sottomise
a
tutte
le
privazioni
,
ed
all
'
atroce
dolore
di
non
poter
satollare
di
pane
i
figli
!
mentre
il
ricco
seduto
a
lauta
mensa
banchettava
col
prete
.
La
menzogna
dell
'
ipocrita
lenone
dei
potenti
è
infine
svelata
:
i
veri
nemici
dell
'
uomo
,
non
sono
il
mondo
,
il
demonio
e
la
carne
,
ma
i
sacerdoti
che
fecero
l
'
uomo
vile
,
abbietto
,
povero
,
famelico
,
ripetendo
:
«
Ubbidite
e
godrete
in
cielo
,
ubbidite
e
lasciate
a
noi
ed
ai
ricchi
le
delizie
della
terra
»
.
E
noi
diciamo
:
«
Ubbidite
,
ma
fate
valere
i
vostri
diritti
;
ma
reclamate
l
'
uguaglianza
nella
divisione
dei
prodotti
dell
'
opera
vostra
:
il
cielo
contiene
abissi
,
ed
è
lontano
.
I
godimenti
della
terra
appartengono
a
tutti
,
e
non
è
solo
retaggio
vostro
,
o
bersagliati
,
l
'
angoscia
e
la
fame
.
Operaj
:
associatevi
e
risparmiate
.
Verrà
il
giorno
della
giustizia
»
.
StampaQuotidiana ,
Il
ministero
Nitti
è
precipitato
.
Il
mese
,
che
è
trascorso
dalla
sua
prima
caduta
a
questa
definitiva
,
è
stato
impiegato
dall
'
on
.
Nitti
a
mettere
a
posto
parecchie
cose
,
ma
non
gli
è
giovato
per
rimettere
a
galla
la
barca
del
suo
governo
,
speronata
dal
voto
dell
'
undici
maggio
scorso
.
Tuttavia
molti
punti
rimangono
oscuri
nella
condotta
del
governo
fino
all
'
odierna
catastrofe
che
lo
ha
travolto
.
Innanzi
tutto
è
inesplicabile
il
fatto
,
che
l
'
on
.
Nitti
,
il
quale
aveva
sempre
ostentato
il
suo
particolare
ossequio
per
le
prerogative
parlamentari
e
anche
di
recente
si
era
solennemente
impegnato
a
non
fare
più
uso
della
facoltà
di
legiferare
per
mezzo
di
decreti
-
legge
,
proprio
alla
vigilia
della
riapertura
del
Parlamento
,
cioè
proprio
quando
aveva
a
sua
disposizione
la
via
normale
da
poter
battere
,
avesse
promulgato
il
decreto
-
legge
sull
'
aumento
del
prezzo
del
pane
.
Fu
un
errore
inconsapevole
o
un
meditato
proposito
,
di
cui
furono
previste
e
misurate
tutte
le
conseguenze
?
I
giornali
ufficiosi
hanno
dato
del
fatto
questa
curiosa
spiegazione
:
l
'
on
.
Nitti
si
era
sì
impegnato
a
non
fare
più
uso
dei
decreti
-
legge
,
ma
trattandosi
di
un
provvedimento
odioso
,
ha
creduto
per
un
senso
di
delicata
convenienza
,
di
doverne
risparmiare
al
Parlamento
l
'
odiosità
e
addossarla
tutta
al
Governo
.
Ma
l
'
on
.
Nitti
sa
benissimo
che
sono
precisamente
questi
provvedimenti
odiosi
,
cioè
questi
provvedimenti
tributari
,
quelli
dei
quali
il
Parlamento
si
mostra
più
geloso
.
Lo
stesso
on
.
Nitti
nei
suoi
trattatelli
scolastici
di
Scienza
delle
Finanze
ripete
la
notissima
osservazione
che
tutto
lo
sviluppo
delle
forme
parlamentari
si
concreta
nella
lotta
per
il
diritto
al
bilancio
e
dell
'
imposizione
dei
tributi
.
L
'
atto
dell
'
on
.
Nitti
non
fu
dunque
il
risultato
di
un
errore
involontario
.
D
'
altra
parte
poiché
non
è
ammissibile
presumere
nell
'
on
.
Nitti
una
volontà
di
suicidio
,
non
resta
altra
spiegazione
se
non
questa
:
che
l
'
inopportuno
ed
intempestivo
decreto
-
legge
non
doveva
servire
ad
altro
se
non
a
preparare
all
'
on
.
Nitti
una
conveniente
piattaforma
per
la
sua
caduta
.
L
'
on
.
Nitti
era
già
condannato
e
si
sapeva
già
condannato
,
per
la
sua
politica
interna
ed
estera
contraria
alla
causa
nazionale
.
La
posizione
presa
dal
Governo
nella
questione
adriatica
,
col
prostituire
l
'
Italia
ai
suoi
ex
-
nemici
e
alle
minori
potenze
,
era
diventata
insostenibile
,
dopo
lo
scempio
di
Pallanza
.
Gli
ultimi
avvenimenti
della
giornata
del
24
maggio
avevano
scossa
l
'
opinione
pubblica
ed
eccitata
l
'
indignazione
nel
Parlamento
,
dove
la
situazione
per
il
modo
indegno
con
cui
fu
risolta
la
crisi
era
tutt
'
altro
che
favorevole
all
'
on
.
Nitti
,
fu
decisiva
.
Il
Gabinetto
Nitti
era
virtualmente
caduto
il
25
maggio
.
Ma
cadere
sopra
una
grande
questione
nazionale
,
non
conveniva
né
all
'
on
.
Nitti
,
né
alla
parte
politica
che
direttamente
od
indirettamente
sosteneva
l
'
on
.
Nitti
.
Non
conveniva
all
'
on
.
Nitti
,
perché
cadere
sopra
una
questione
nazionale
,
sotto
l
'
accusa
della
dedizione
ai
nemici
d
'
Italia
o
peggio
,
fra
l
'
indignazione
e
la
rivolta
dell
'
opinione
pubblica
,
voleva
dire
allontanare
per
sempre
ogni
possibilità
di
resurrezione
.
Non
conveniva
ai
rinunciatari
,
perché
battere
il
Ministero
sopra
la
questione
adriatica
,
voleva
dire
bollare
e
scartare
definitivamente
la
politica
delle
transazioni
e
dei
compromessi
indecorosi
e
nefasti
e
conseguentemente
mettere
al
bando
dalla
vita
italiana
coloro
che
ne
furono
i
tenaci
ed
irreducibili
assertori
.
Non
conveniva
infine
ai
socialisti
,
non
soltanto
perché
per
amor
proprio
di
partito
tengono
al
monopolio
delle
crisi
ministeriali
,
ma
perché
ogni
successo
della
politica
nazionale
si
risolve
necessariamente
in
uno
scacco
per
la
loro
politica
antinazionale
.
Da
questo
solidale
interesse
dell
'
on
.
Nitti
,
dei
rinunciatari
e
dei
socialisti
ad
impedire
che
il
Ministero
fosse
battuto
per
una
questione
nazionale
,
nacque
l
'
idea
di
ricorrere
a
qualche
espediente
pregiudiziale
.
Fu
così
escogitato
il
decreto
-
legge
per
l
'
aumento
del
pane
,
che
dava
modo
ai
socialisti
d
'
insorgere
sia
nell
'
interesse
delle
istituzioni
parlamentari
,
che
delle
classi
lavoratrici
;
all
'
on
.
Nitti
di
cadere
sopra
un
terreno
meno
ingrato
,
e
più
propizio
ad
una
sua
prossima
resurrezione
;
ed
ai
rinunciatari
di
lasciare
impregiudidicato
il
modo
di
risoluzione
della
questione
adriatica
.
L
'
on
.
Nitti
,
pur
di
migliorare
la
sua
posizione
politica
,
non
ha
esitato
a
peggiorare
la
sua
situazione
parlamentare
che
era
già
irrimediabilmente
compromessa
.
Egli
ha
così
reso
,
in
articulo
mortis
,
l
'
estremo
favore
ai
rinunciatori
ed
ai
socialisti
,
i
quali
gli
pagheranno
a
suo
tempo
il
debito
di
gratitudine
,
mediante
un
espediente
col
quale
egli
sperava
di
risparmiarsi
l
'
onta
di
una
caduta
per
lesa
italianità
.
Ma
la
mistificazione
e
il
trucco
,
com
'
era
facile
prevedere
,
non
sono
serviti
a
nulla
,
tanto
erano
grossolani
e
assurdi
.
Nonostante
la
evidente
,
fedele
cooperazione
dei
socialisti
,
spiacenti
di
perdere
il
loro
più
efficace
complice
dal
banco
del
Governo
,
la
situazione
si
è
delineata
chiara
e
precisa
nei
suoi
elementi
essenziali
.
Invano
l
'
on
.
Nitti
ha
cercato
di
intorbidarla
;
invano
egli
ha
voluto
evitare
di
cadere
per
le
sue
concrete
responsabilità
di
politica
interna
ed
estera
.
Nella
coscienza
del
Paese
e
del
Parlamento
la
verità
sui
motivi
determinanti
la
crisi
si
è
manifestata
senza
attenuazioni
o
dissimulazioni
di
sorta
.
Il
Ministero
Nitti
è
caduto
per
la
sua
politica
antinazionale
.
StampaQuotidiana ,
Una
quistione
difficile
,
che
irrita
ed
appassiona
gli
animi
,
è
quella
del
capitale
monopolio
.
La
quistione
che
oggi
noi
abbordiamo
è
il
nodo
della
rivoluzione
sociale
,
che
attira
l
'
attenzione
di
tutti
,
e
che
prova
più
che
mai
la
necessità
di
un
governo
popolare
diretto
.
La
plebe
,
che
ha
l
'
intuizione
delle
grandi
verità
,
l
'
ha
perfettamente
compreso
:
d
'
onde
la
formola
diritto
al
lavoro
;
la
quale
ne
domanda
un
'
altra
diritto
del
lavoro
.
Ora
un
diritto
implica
il
mezzo
.
Se
la
vita
è
un
principio
,
il
lavoro
che
è
un
mezzo
legittimo
di
vivere
,
non
può
essere
né
un
freno
,
né
una
pena
,
come
dicono
i
pietisti
protestanti
e
cattolici
.
Ma
,
come
diciamo
noi
,
repubblicani
internazionali
e
socialisti
,
il
lavoro
è
un
dovere
e
un
diritto
per
tutti
!
Chi
dice
sovranità
,
dice
proprietà
:
per
essere
sovrano
,
il
popolo
dev
'
essere
capitalista
,
deve
possedere
:
egli
deve
essere
suo
banchiere
,
come
è
suo
legislatore
,
suo
giudice
,
suo
prete
,
suo
soldato
;
gl
'
intermediarii
privilegiati
finiscono
sempre
per
asservirlo
.
Ora
il
capitale
è
intieramente
nelle
mani
di
questi
intermediarii
privilegiati
,
degli
amici
dell
'
ordine
e
della
proprietà
,
come
essi
si
chiamano
,
cioè
in
mano
ai
suoi
nemici
;
i
quali
ne
reclamano
il
monopolio
in
perpetuo
.
Ecco
,
o
popolo
re
fantasma
qual
è
la
situazione
.
La
reazione
ha
versato
il
tuo
sangue
per
sessanta
secoli
di
seguito
:
essa
ha
ucciso
i
tuoi
figli
,
rapite
e
violate
le
tue
donne
;
essa
t
'
imprigiona
,
ti
deruba
,
ti
assassina
col
tuo
consenso
:
il
leone
è
divenuto
un
coniglio
:
codardo
e
servile
,
ti
sei
trasformato
in
lacchè
dei
tuoi
domatori
e
carnefici
per
la
speculazione
e
la
guerra
.
Bisogna
dunque
anzitutto
che
a
titolo
danni
e
interessi
e
per
diritto
di
riparazione
,
gl
'
intermediarii
privilegiati
uniti
e
solidali
nella
medesima
persecuzione
,
restino
uniti
e
solidali
nella
rivendicazione
.
Bisogna
che
le
razze
esaurite
e
incapaci
di
produrre
rendano
al
popolo
ciò
che
gli
appartiene
;
non
importa
sotto
qual
formola
,
perché
il
diritto
del
lavoro
e
al
lavoro
cessi
di
essere
un
'
ironia
,
come
il
diritto
di
proprietà
è
finora
un
privilegio
.
L
'
anno
1793
colpiva
alla
testa
la
nobiltà
del
blasone
:
l
'
anno
1872
derive
colpire
la
nobiltà
della
borsa
,
del
capitale
illegittimo
,
il
monopolio
,
al
cuore
,
cioè
alla
tasca
.
Al
punto
in
cui
siamo
è
il
monopolio
del
capitale
e
del
potere
,
che
bisogna
decapitare
insieme
.
Se
la
vita
è
sacra
per
l
'
individuo
,
la
fortuna
nella
quale
risiede
la
sovranità
,
è
sacra
per
la
collettività
.
In
ogni
modo
si
deve
risparmiare
il
nemico
,
quando
lo
si
è
disarmato
:
la
società
ha
un
mezzo
di
difesa
più
efficace
che
la
morte
e
poiché
il
denaro
è
il
nerbo
della
guerra
che
ella
se
ne
impadronisca
per
farne
miglior
uso
che
non
ne
facciano
gl
'
intermediarii
privilegiati
;
i
quali
sotto
una
infinità
di
pretesti
,
s
'
impossessarono
della
fortuna
pubblica
per
darla
in
feudo
ai
loro
satelliti
,
o
per
alienarla
a
loro
profitto
.
Tutti
i
monarchici
e
le
caste
autoritarie
,
a
parole
sono
protezionisti
;
ma
in
pratica
sono
comunisti
della
peggiore
specie
,
perché
spartiscono
l
'
altrui
avere
per
aumentare
il
proprio
.
La
rivoluzione
imminente
creerà
interessi
nuovi
sulle
rovine
dei
vecchi
monopolii
,
e
si
consoliderà
facendo
con
dei
pezzi
grossi
delle
piccole
monete
,
moltiplicando
gli
aventi
-
diritto
,
rendendo
accessibile
a
tutti
la
proprietà
.
La
contribuzione
,
le
spese
necessarie
al
nuovo
ordinamento
saranno
a
carico
di
coloro
,
che
più
lungamente
hanno
speculato
sul
lavoro
e
sulla
vita
delle
moltitudini
.
Non
si
tratta
di
attentare
alla
vita
e
ai
diritti
legittimamente
acquistati
,
ma
soltanto
di
ristabilire
l
'
equilibrio
tra
il
capitale
ed
il
lavoro
,
rotto
dal
privilegio
eretto
a
sistema
,
dall
'
avidità
di
lucro
smodato
:
sotto
forma
d
'
imposta
sociale
o
d
'
altro
,
chi
ha
troppo
ingoiato
dovrà
rigurgitare
.
Bisogna
che
gli
operai
sappiano
,
che
il
capitale
costituito
com
'
è
attualmente
è
la
negazione
del
lavoro
;
il
monopolio
,
il
privilegio
è
il
vero
nemico
pubblico
,
la
chiave
falsa
del
diritto
moderno
,
il
parricida
dell
'
umanità
,
la
disperazione
della
gente
onesta
.
E
lui
che
allontana
ogni
limite
al
delitto
,
che
confonde
l
'
agiotaggio
con
la
famiglia
,
il
vino
di
Sciampagna
coll
'
acqua
benedetta
.
Con
la
fame
e
le
fucilate
,
il
monopolio
sbarra
la
via
al
progresso
umano
.
Ebbene
,
bisogna
che
la
plebe
,
come
la
figlia
di
Tarquinio
,
piuttosto
che
retrocedere
,
gli
passi
sopra
il
ventre
.
Operai
e
contadini
,
modellatori
del
pensiero
e
della
forma
,
marciate
dunque
tutti
contro
il
monopolio
:
egli
è
il
gesuitismo
camuffato
da
mandarino
.
StampaQuotidiana ,
Il
Comitato
Centrale
dell
'
Associazione
Nazionalista
Italiana
ha
votato
il
seguente
ordine
del
giorno
:
Il
Comitato
Centrale
dell
'
Associazione
Nazionalista
Italiana
;
constatato
che
il
Governo
disgregatore
e
rinunciatore
di
Nitti
è
caduto
esclusivamente
perché
l
'
Italia
è
insorta
contro
lo
scempio
della
sua
vita
statale
e
nazionale
all
'
interno
e
quello
del
suo
diritto
e
della
sua
dignità
all
'
estero
e
specialmente
nel
vitale
problema
dell
'
Adriatico
;
deciso
come
sempre
a
non
ammettere
all
'
azione
politica
nazionalista
altra
misura
che
il
supremo
interesse
dell
'
Italia
;
riafferma
l
'
urgenza
della
restaurazione
dell
'
autorità
e
della
funzione
dello
Stato
,
e
la
necessità
della
soluzione
italiana
del
problema
adriatico
,
che
si
concreta
nella
applicazione
del
Trattato
di
Londra
e
nel
rispetto
dell
'
autodecisione
di
Fiume
;
si
dichiara
pronto
a
combattere
con
tutte
le
sue
forze
,
così
come
ha
fatto
per
il
Ministero
Nitti
,
qualunque
Gabinetto
non
sia
per
adempiere
tali
doveri
,
nella
certezza
che
contro
le
necessità
storiche
della
Patria
,
dal
nazionalismo
costantemente
propugnate
,
non
si
governa
;
e
frattanto
delibera
di
intensificare
la
propaganda
ai
fini
sopra
indicati
.
Quest
'
ordine
del
giorno
,
nel
quale
è
fissata
in
termini
chiari
e
precisi
la
posizione
del
Nazionalismo
di
fronte
al
nuovo
Ministero
,
fa
giustizia
di
tutte
le
deformazioni
,
che
gli
organi
rinunciatori
vanno
facendo
dell
'
opera
nostra
.
Ma
quest
'
atteggiamento
,
che
possiamo
definire
di
vigile
e
diffidente
attesa
:
diffidenza
giustificata
dai
precedenti
dell
'
uomo
chiamato
a
presiederlo
,
attesa
giustificata
dalle
ragioni
intrinseche
della
situazione
politica
,
di
cui
il
nuovo
Ministero
è
l
'
espressione
;
non
può
essere
adeguatamente
valutato
se
non
mettendolo
in
relazione
appunto
con
le
critiche
onde
è
stato
fatto
segno
e
con
gli
autori
di
queste
critiche
.
È
sintomatico
il
fatto
che
dell
'
antico
interventismo
antigiolittiano
,
sola
quella
parte
che
,
disertando
dalle
ragioni
nazionali
della
nostra
guerra
,
per
attribuirle
un
sedicente
e
donchisciottesco
preminente
carattere
europeo
e
democratico
,
sostenne
il
Ministero
Nitti
ed
oggi
si
schiera
contro
il
nuovo
Ministero
precisamente
per
quel
tanto
di
carattere
antirinunciatore
;
che
si
presume
debba
avere
;
è
sintomatico
,
diciamo
,
il
fatto
che
dell
'
antico
interventismo
solo
la
parte
che
tradì
,
nella
rinuncia
,
la
ragione
vera
e
propria
della
nostra
guerra
,
si
faccia
oggi
innanzi
per
rimproverare
al
nazionalismo
di
abbandonare
la
sua
posizione
storica
di
fronte
a
Giovanni
Giolitti
.
Che
essi
stessi
abbiano
già
abbandonata
la
posizione
storica
iniziale
dell
'
intervento
di
fronte
all
'
Italia
e
alla
vittoria
e
rinnegata
l
'
antica
solidarietà
interventista
,
dileggiando
sotto
la
qualifica
dispregiativa
di
fascisti
tutti
coloro
che
mantennero
ferma
la
pregiudiziale
delle
integrali
rivendicazioni
nazionali
di
fronte
alla
politica
di
dedizione
e
di
rinuncie
dell
'
on
.
Nitti
,
sono
fatti
che
non
contano
:
oggi
il
mito
dell
'
interventismo
,
già
relegato
in
soffitta
durante
il
governo
Nitti
favorito
da
neutralisti
e
socialisti
di
tutte
le
gradazioni
,
deve
rivivere
e
riprodurre
in
Italia
l
'
antica
divisione
,
non
tanto
per
rendere
impossibile
all
'
on
.
Giolitti
di
governare
,
quanto
per
rendere
impossibile
l
'
attuazione
di
un
programma
nazionale
all
'
interno
e
all
'
estero
:
cioè
la
restaurazione
dell
'
autorità
e
della
funzione
dello
Stato
e
la
soluzione
italiana
del
problema
adriatico
.
Si
dice
:
è
un
'
illusione
sperare
che
un
simile
programma
possa
essere
realizzato
da
un
Ministero
,
presieduto
dall
'
on
.
Giolitti
,
anche
se
di
esso
facciano
parte
soltanto
uomini
rappresentativi
dei
partiti
che
furono
per
l
'
intervento
e
parteciparono
ai
ministeri
di
guerra
.
Rispondiamo
che
il
nazionalismo
,
per
mantenere
la
sua
posizione
strettamente
aderente
ai
fini
nazionali
che
si
propone
,
non
ha
bisogno
di
fare
atti
di
preventiva
fiducia
verso
il
nuovo
Ministero
,
ma
nello
stesso
tempo
,
non
può
non
tenere
conto
che
il
nuovo
ministero
emana
da
una
situazione
politica
determinatasi
in
perfetta
antitesi
con
quella
rappresentata
dall
'
on
.
Nitti
,
che
i
rinunciatori
e
i
sabotatori
dello
Stato
vorrebbero
perpetuare
.
La
posizione
dei
nazionalisti
verso
il
nuovo
Ministero
,
risulta
chiara
dal
contrasto
fondamentale
,
in
cui
essa
viene
a
trovarsi
di
fronte
alla
posizione
rispettivamente
assunta
verso
lo
stesso
Ministero
dall
'
elemento
nittiano
e
rinunciatore
.
I
nazionalisti
subordinano
la
pregiudiziale
personale
alla
pregiudiziale
nazionale
.
I
rinunciatori
mettono
avanti
la
pregiudiziale
personale
per
confondere
ed
annullare
quella
nazionale
.
Agitare
intempestivamente
la
pregiudiziale
personale
vorrebbe
dire
confondersi
e
fare
il
gioco
dei
rinunciatori
,
i
quali
non
esiterebbero
un
solo
istante
a
diventare
giolittiani
se
avessero
la
certezza
o
soltanto
la
speranza
che
l
'
on
.
Giolitti
fosse
disposto
a
mettere
la
sua
innegabile
capacità
di
governo
a
servizio
del
programma
dell
'
on
.
Nitti
.
L
'
antigiolittismo
dei
nazionalisti
,
se
ha
da
essere
,
non
sarà
quello
stesso
dei
rinunciatori
,
che
sfruttano
le
ragioni
storiche
nazionali
dell
'
interventismo
a
vantaggio
di
un
programma
attuale
antinazionale
,
ma
sarà
l
'
antigiolittismo
della
nuova
,
Italia
,
che
con
la
sua
implacabile
opposizione
,
rese
impossibile
il
governo
dell
'
on
.
Nitti
.
StampaQuotidiana ,
Ahimè
!
La
vanità
ci
assedia
da
ogni
parte
;
e
la
nostra
fede
è
in
gran
pericolo
.
Io
ho
visto
l
'
immenso
pellegrinaggio
che
in
questi
giorni
muove
da
tutti
i
punti
dell
'
Urbe
verso
la
basilica
di
San
Pietro
e
le
altre
chiese
cattoliche
;
ma
il
mio
cuore
non
ha
avuto
cagione
di
allegrezza
.
Non
il
puro
desiderio
della
penitenza
e
del
raccoglimento
anima
quei
pellegrini
,
ma
una
curiosa
vaghezza
di
diletto
e
di
amore
profano
.
La
piazza
San
Pietro
con
i
prodigiosi
portici
non
abbraccia
in
sè
un
popolo
di
fedeli
umiliati
dalla
vicinanza
della
casa
di
Dio
,
ma
una
folla
gaia
e
clamorosa
che
la
primavera
inebria
.
Un
romore
vasto
sale
verso
la
basilica
.
Le
carrozze
attraversano
la
piazza
in
tutti
i
sensi
,
con
una
frequenza
che
dà
la
vertigine
.
Or
sì
or
no
,
secondo
le
vicende
delle
nuvole
,
il
sole
glorifica
la
sommità
dei
portici
.
La
fontana
d
'
Innocenzo
VIII
spumeggia
e
scroscia
lanciando
l
'
acqua
sino
all
'
obelisco
di
Sisto
V
,
e
la
fontana
di
Clemente
x
scintilla
come
un
favoloso
albero
di
diamante
che
muti
la
sua
forma
ad
ogni
attimo
.
Le
donne
salgono
e
discendono
per
le
scalinate
.
La
basilica
è
piena
di
gente
che
continuamente
si
rinnova
.
Qua
e
là
grandi
gruppi
si
formano
.
Intorno
alla
statua
di
San
Pietro
,
che
campeggia
sopra
un
mosaico
rosso
e
oro
,
gira
una
corona
di
spettatori
apatici
i
quali
restano
lungo
tempo
a
guardare
con
un
occhio
stupido
e
fisso
il
piede
destro
del
divino
Apostolo
,
logorato
dalle
labbra
dei
credenti
.
Passano
vecchi
,
donne
belle
,
preti
,
monache
;
e
baciano
il
piede
con
un
atto
macchinale
.
Presso
l
'
altar
maggiore
,
sotto
la
statua
estatica
di
Santa
Giuliana
Falconieri
,
intorno
al
vuoto
seggio
del
Penitenziere
,
stanno
seduti
altri
cristiani
su
panche
disposte
a
rettangolo
.
Quasi
tutti
hanno
le
mani
incrociate
sul
ventre
e
guardano
il
pavimento
,
resi
immobili
dalla
pazienza
dell
'
aspettazione
.
Fuori
del
rettangolo
si
fermano
i
curiosi
,
come
d
'
innanzi
a
una
gabbia
di
animali
strani
.
Sotto
la
gran
cupola
,
intorno
alla
Confessione
di
San
Pietro
,
si
adunano
per
lo
più
i
soldati
,
attratti
dallo
splendore
delle
centosedici
lampade
che
pendono
dalle
cornucopie
d
'
oro
.
Appoggiati
alla
balaustrata
di
marmo
,
guardano
la
statua
di
Pio
VI
e
si
lasciano
a
poco
a
poco
prendere
da
una
specie
di
stupefazione
,
come
certi
uccelli
alla
vista
delle
cose
lucenti
.
D
innanzi
alla
cappella
del
coro
la
folla
è
più
densa
;
ma
la
porta
di
bronzo
è
ancora
chiusa
.
Sotto
il
sarcofago
d
'
Innocenzo
VIII
,
l
'
elegantissima
opera
del
Pollajuolo
,
si
raccoglie
un
gruppo
di
dame
d
'
onde
emerge
alta
e
bionda
e
purissima
la
più
cattolica
delle
marchese
romane
.
Per
tutta
la
basilica
si
diffonde
una
luce
bianca
e
fredda
;
e
una
zona
più
vivida
attraversa
da
cima
a
fondo
la
navata
centrale
.
Qui
,
o
mio
Dio
,
la
profanazione
è
maggiore
.
Dalla
tribuna
di
S
.
Pietro
alla
porta
di
Antonio
Filarete
,
è
un
lungo
ed
empio
passeggiare
di
uomini
e
di
donne
.
Le
dame
portano
abiti
neri
di
una
studiosa
semplicità
,
che
rendono
più
snelle
ed
evidenti
le
grazie
dei
corpi
loro
;
talune
hanno
su
la
faccia
veli
sottilissimi
,
a
traverso
i
quali
li
occhi
sono
più
insidiosamente
languenti
;
talune
hanno
un
profumo
acuto
e
istigatore
che
rimane
nell
'
aria
anche
dopo
il
loro
passaggio
a
turbare
i
sensi
dei
giovini
;
e
talune
anche
portano
sul
petto
fiori
.
Camminano
lentamente
,
fermandosi
ad
ogni
tratto
,
parlando
delle
cose
del
mondo
,
chiamando
gli
sguardi
degli
uomini
,
dilettandosi
d
'
essere
seguite
e
ammirate
.
Recano
nella
casa
dell
'
Altissimo
i
loro
amori
.
O
mio
Dio
,
verità
sovrana
e
sovranamente
amabile
,
torcete
li
occhi
loro
dalla
verità
che
da
ogni
parte
le
circonda
!
Empite
la
loro
mente
di
pensieri
e
d
'
imagini
che
le
inalzino
verso
di
voi
;
penetrate
i
loro
cuori
di
quella
ineffabile
soavità
che
attira
le
anime
all
'
effluvio
de
'
vostri
aromi
;
consacrate
i
loro
corpi
con
la
presenza
stessa
della
vostra
santa
carne
,
così
che
tutto
in
loro
esulti
verso
il
Dio
vivente
.
Fate
,
o
Signore
,
che
allorquando
lo
spirito
seduttore
le
tenterà
,
o
con
la
sensualità
,
o
con
la
curiosità
,
o
con
la
vanità
,
esse
non
sieno
scosse
più
di
quel
che
voi
non
foste
nel
deserto
.
Date
loro
le
ali
come
alla
colomba
,
affinché
volino
e
si
riposino
in
grembo
alla
vostra
pace
!
Ma
come
più
manca
la
luce
,
per
tutta
la
basilica
la
folla
più
si
addensa
.
Pare
che
dalle
alte
finestre
non
discenda
che
una
specie
di
vapore
azzurrognolo
.
Il
mormorio
delle
voci
empie
li
angoli
più
riposti
e
oscuri
.
Dalla
cappella
del
coro
giungono
i
cantici
sacri
affievoliti
.
Accanto
alla
tomba
enorme
e
atroce
di
Alessandro
VII
,
l
'
altare
è
tutto
illuminato
di
ceri
e
parato
di
drappi
rossi
.
Ivi
l
'
aria
è
ardente
,
la
luce
è
quasi
purpurea
,
gli
smisurati
candelabri
fiammeggiano
come
alberi
in
fuoco
,
lo
scheletro
di
rame
dorato
scintilla
simile
ad
uno
scarabeo
mostruoso
.
Di
tratto
in
tratto
una
dama
vestita
di
nero
entra
dal
fondo
,
attraversa
la
folla
,
si
dirige
verso
il
sepolcro
per
pregare
.
Le
amiche
per
via
la
chiamano
,
l
'
attirano
,
la
distraggono
dal
proposito
,
la
tentano
,
la
trattengono
per
le
mani
.
Li
amici
la
salutano
ridendo
.
Ella
abbassa
il
capo
,
si
svincola
,
va
innanzi
,
cerca
di
resistere
,
vede
già
il
mistico
splendore
vermiglio
della
cappella
lontana
.
O
Signore
,
mettete
in
fuga
i
fantasmi
che
sono
per
traviarla
;
riunite
in
voi
tutti
i
sensi
di
lei
!
Fate
ch
'
ella
oblii
tutte
le
cose
del
mondo
,
e
datele
la
forza
di
respingere
con
pronto
disprezzo
quelle
frivole
imagini
.
Scuotetela
,
o
Verità
sovrana
,
affinché
nessuna
vanità
la
tocchi
.
Scendete
in
dei
,
o
celeste
Dolcezza
,
affinché
tutto
ciò
che
non
è
puro
si
dilegui
d
'
avanti
a
voi
.
Possa
ella
,
o
Signore
,
dall
'
intimo
della
sua
coscienza
tranquilla
offrirvi
una
preghiera
degna
di
unirsi
ai
cori
delli
Angeli
!
Ma
la
tenebra
cresce
;
e
i
canti
della
cappella
del
coro
salgono
più
pieni
.
I
cristiani
,
a
due
,
a
tre
,
a
quattro
,
a
dieci
,
a
venti
per
volta
,
vanno
ad
inginocchiarsi
d
'
innanzi
al
Penitenziere
che
omai
tocca
le
teste
con
un
gesto
quasi
incosciente
.
Un
chierico
va
tra
un
arco
e
l
'
altro
piantando
un
cero
acceso
.
Alla
luce
dubbia
,
da
tutti
quei
tesori
di
marmo
e
di
metallo
sorge
non
so
qual
gran
sogno
di
amori
angelici
e
di
lussi
paradisali
.
Allora
su
'1
limitare
della
cappella
clementina
,
e
a
piè
della
cappella
del
Sacramento
,
dove
il
ciborio
di
bronzo
e
di
lapislazzuli
brilla
come
un
faro
,
e
sotto
il
sepolcro
di
Gregorio
Buoncompagni
,
e
accanto
alle
pile
d
'
acqua
benedetta
,
e
tra
de
colonne
di
granito
nero
,
e
dentro
le
tre
cappelle
aggiunte
da
Paolo
V
,
in
tutti
i
luoghi
più
oscuri
e
più
segreti
,
li
amanti
convengono
a
colloquio
.
I
bisbigli
scellerati
si
propagano
lungo
la
nave
;
e
sono
a
quando
a
quando
coperti
dalle
voci
del
Miserere
.
Le
dame
passano
,
a
due
,
a
tre
,
con
un
fruscio
di
vesti
di
seta
,
con
uno
scintillio
vivo
per
tutta
la
persona
,
parlando
quasi
ad
alta
voce
,
talune
ridendo
,
talune
trascinando
l
'
ombrellino
sul
pavimento
con
una
graziosa
incuranza
,
come
se
la
basilica
di
San
Pietro
non
fosse
che
una
grande
galleria
aperta
al
diletto
della
gente
oziosa
o
ai
ritrovi
della
gente
disiosa
.
Il
maggior
peccato
che
le
donne
fanno
è
quello
di
portare
nella
casa
di
Dio
li
odori
del
loro
bagno
,
le
essenze
sottili
e
venefiche
che
turbano
anche
i
devoti
nella
preghiera
e
li
fa
ricadere
nella
colpa
aborrita
.
Voi
lo
sapete
,
o
mio
Dio
:
non
v
'
è
nella
vita
angoscia
più
amara
di
quella
che
mi
danno
queste
ricadute
.
Talvolta
l
'
angoscia
è
così
violenta
,
ch
'
essa
mi
getta
in
gravi
turbamenti
e
in
singolari
costernazioni
.
Ahimè
!
Ricominciare
,
sempre
ricominciare
,
contro
le
insidie
della
vanità
,
della
sensualità
e
della
mollezza
!
Ancora
una
volta
ho
fallato
,
o
padre
;
ma
voi
vedete
che
io
ho
orrore
della
mia
debolezza
.
Rialzatemi
,
voi
che
solo
siete
la
forza
e
la
virtù
.
La
vita
dell
'
uomo
,
così
breve
,
è
piena
di
molte
miserie
.
Io
gemo
nella
maggiore
di
tutte
,
che
è
di
vedermi
ogni
giorno
cader
nel
peccato
.
Io
soffro
in
questo
mondo
,
ove
tanti
scandali
mi
circondano
,
ove
non
posso
impedire
che
il
mio
Dio
sia
continuamente
offeso
.
Perdonatemi
,
o
mio
Dio
,
ogni
volta
che
nella
preghiera
penso
ad
altre
cose
e
non
a
voi
;
poiché
io
confesso
umilmente
che
la
distrazione
m
'
è
abituale
.
Per
lo
più
io
non
sono
nel
luogo
occupato
dal
mio
corpo
,
ma
là
dove
la
mia
immaginazione
mi
trae
.
Io
sono
là
dov
'
è
il
mio
pensiero
;
e
il
mio
pensiero
è
per
lo
più
là
dov
'
è
quel
ch
'
io
prediligo
.
O
eterna
Verità
,
voi
avete
detto
:
Dove
è
il
vostro
tesoro
,
ivi
anche
è
il
vostro
cuore
.
Se
amo
il
cielo
,
io
penso
volentieri
alle
cose
del
cielo
;
se
amo
il
mondo
,
ne
porto
nel
mio
spirito
il
ricordo
.
Ma
felice
colui
,
o
Signore
,
che
per
amor
vostro
caccia
dal
suo
cuore
ogni
creatura
!
Per
fuggire
le
tentazioni
,
non
sentendomi
forte
alla
battaglia
,
io
esco
dalla
Santa
Chiesa
madre
.
Tutta
la
scalinata
è
piena
di
donne
che
socchiudono
li
occhi
,
un
poco
abbarbagliate
dalla
luce
esteriore
.
Un
romore
vasto
e
profondo
sale
dalla
piazza
attraversata
da
mille
vetture
,
un
romore
come
di
fiume
che
precipiti
da
una
rupe
a
valle
.
L
'
obelisco
è
tutto
roseo
all
'
estremo
fuoco
del
sole
;
le
fontane
,
nell
'
aria
senza
vento
,
spumeggiano
con
tranquilla
pompa
superando
le
statue
dei
porticati
;
il
Redentore
e
i
dodici
Apostoli
campeggiano
sopra
un
cielo
leggermente
verde
,
sparso
di
vapori
luminosi
.
Una
mollezza
irresistibile
discende
da
quel
cielo
di
primavera
.
Pare
che
dai
giardini
del
Vaticano
muovano
i
profumi
e
sorpassando
li
edifici
giungano
fino
all
'
atrio
della
basilica
...
O
mio
Dio
,
e
quando
voi
sarete
per
me
tutto
in
tutte
le
cose
?
O
Gesù
,
tre
volte
caduto
sotto
il
peso
dei
peccati
del
mondo
e
tre
volte
risollevato
dalla
forza
d
'
un
amore
invincibile
,
risollevate
me
dall
'
abbattimento
in
cui
mi
gettano
le
mie
tristi
esitazioni
.
Fate
ch
'
io
sia
umile
nel
riconoscimento
della
mia
miseria
,
umile
nel
cambiamento
subitaneo
delle
mie
disposizioni
interiori
.
Un
giorno
,
o
mio
Dio
,
questi
ondeggiamenti
continui
dell
'
animo
si
placheranno
,
ed
io
sentirò
allora
,
amandovi
,
la
felice
sicurezza
di
amarvi
per
sempre
.
O
giorno
,
o
sole
divino
,
d
'
innanzi
a
cui
si
dilegueranno
perfino
le
ombre
del
peccato
,
quando
risplenderai
?
Così
sia
.
Amen
.