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RASSEGNA SOCIALE ( - , 1870 )
StampaQuotidiana ,
L ' utilitarismo egoistico non è una dottrina sociale , è un anarchico mercato di valori falsi . La causa prima di quel furto , perpetrato da volontaria miseria , dov ' è e che nome ha ? Dov ' è e chi è il provocatore primo , l ' istigatore vero ? Chi eccitò nell ' autore del fatto la deliberazione di farsi giustizia da sé ? Chi è il complice infine ? Se c ' è il ribelle è segno che c ' è il despota . E se il despota c ' è , ci dev ' essere il ribelle . Uno ruba perché l ' altro affama ; e se non ruba , o si prostituisce per mendicar la vita e o si fa saltar in aria le cervella . Quale dei tre partiti è il più scusabile e il più idoneo a scuotere e ammonire la società ? ... Comunque sia , togliete il despota e non avrete più il ribelle : togliete l ' avaro parassitismo e non avrete più il furto per miseria . Togliete il favoritismo al lusso dorato e non avrete più la prostituzione civile , e avrete in pari tempo chiusa una larga sorgente di suicidii . Ma se per lo contrario per gli affamati che allungano la mano non avrete mai che afflizioni , catene e repressioni , mentre agli affamatori prodigherete indulgenze , favori , privilegi , onori , voi darete esca perpetua alla sorda guerra che è nella Società , e provocherete scene luttuose , spettacoli orribili , calamità sanguinose . Dite or voi , legislatori e padroni , chi è che semina davvero e provoca ed eccita l ' odio fra le varie classi sociali . – Siam noi , o siete voi ? ... Ma voi – lo sappiamo – vi trincererete dietro una vostra logica , e tirate giù colpi a chi non vi sta al fianco o al di sopra . Ma badate che la vostra logica non è la sola : v ' è la logica anco di chi sente sul dosso il peso dei vostri colpi . Chi le giudicherà quelle due logiche ? Il materialismo forse dell ' utile individuale ? Ma egli non può essere che giudice parziale , imperocché , aggirandosi intorno all ' io non può giungere ad afferrare mai un largo principio sociale né una legge d ' universale armonia – principio e legge che soli ponno giudicare le due logiche a conflitto . E infatti , se logico è il padrone che , movendo dall ' utile suo , lascia a lungo sprovvisto il mercato delle proprie granaglie per attendere al varco l ' occasione di conchiudere un lucroso negozio , non è meno logico certamente anco il povero che non volendo lasciar sprovvisto di pane il desco de ' suoi figli , né potendo trar pane dalla sua capacità di lavoro , allunga la mano e porta via al proprietario l ' invocato alimento . La logica dell ' uno va dritta come va dritta la logica dell ' altro . Similmente , un manifatturiere , non badando che a tirar l ' acqua al proprio mulino e ad avere il possesso d ' un maggior numero di prodotti colla minore spesa possibile , diminuisce il salario ai suoi operai o aumenta loro le ore di lavoro oppure ne licenzia una buona parte e fa lavorare invece le macchine di cui si provvede . Anche qui la logica corre liscia e non fa una grinza . Ma un ' altra logica allora v ' ha pure che corre egualmente liscia e neppur essa fa una grinza , ed è la logica del salariato , del servo , del reietto sul lastrico , il quale , tirato pei capelli , scuote le spalle , alza la voce e il braccio , si dà allo sciopero , e talora si arma e fa fuoco . Si fa giustizia da sé . Evidentemente due logiche sono in guerra . Chi interverrà come giudice supremo ? ... Interviene la legge coi suoi agenti armati . Ma non crediate già ch ' ella intervenga come conciliatrice – oibò ! essa si presenta colla spada sguainata , ma non è la spada della giustizia distributiva . La legge , come oggi esiste , non se ne intende di filosofia sociale : ella vuol essere positiva , reale , e si direbbe che la sua più alta paura è quella di essere tacciata di moralista . Ed ha ragione , per Dio ! Cos ' è infine poi cotesta Morale ? ... Una bolla di sapone – cose da fanciulli . Il mondo vuol cose utili , palpabili e che reggano di fronte a un calcolo d ' aritmetica . Benissimo ! Ed ecco perciò la legge fatta cortigiana , illiberale . Ed è naturale che , come tale , parteggi , e faccia la civetta agli imparuccati conservatori , ai novelli feudatarii , ai signori dell ' oro , dei titoli e dei ciondoli . Non è vero forse che alla fin fine chi va col capo rotto è sempre l ' operaio , il povero , il vassallo , il quale – a termini d ' un codice ch ' egli malamente conosce – ha l ' obbligo giuridico di tollerare in pace che il superiore usi ed abusi della sua facoltà , ed in compenso a lui garantisce il diritto , incontrastabile , di possedere una larga dose di miseria e tramandarla per successione ereditaria ai suoi figli ... Da ciò appare manifesto che l ' ordine attuale delle cose richiede che all ' utile del proprietario , del manifatturiere , del capitalista sia sacrificata una parte dei diritti e dei bisogni del contadino , dell ' operaio . E perché allora l ' utile delle classi povere e più numerose non dovrà volere il sacrificio di una parte delle facoltà e dei godimenti delle classi ricche e meno numerose ? Se è vero ( come scrive l ' illustre Bentham ) che il Giusto e l ' Utile sieno cose identiche – perché il sacrificio del povero sarà cosa reclamata dalla Giustizia , e sarà invece una iniquità il sacrificio del ricco ? perché l ' utilità del benestante sarà il simbolo materiale della Giustizia e l ' utilità del proletario sarà invece – ogni volta la vuol far valere – una fonte inesauribile per lui di accuse , di processi , di castighi , di lagrime e sangue ? La teoria dell ' utilitarismo individuale conduce dunque all ' egoismo , ed è tutt ' altro che teoria di fratellanza e di conciliazione ; – molto meno poi quando essa è usufruttata e sfruttata da pochi potenti . Allora abbiamo privilegi utili da un lato , privilegi onerosi dall ' altro . – Privilegio nell ' alta - società la rendita , il lusso , le ville , i viaggi , il governo : privilegio del medio ceto l ' industria , il commercio , la scuola , gli ufficii : privilegio nelle povere classi la fatica macchinale , l ' ignoranza , i pegni , l ' ospedale , la leva . Con questo sciagurato sistema la vita è mero fatto , che ognuno interpreta a modo suo secondo le esigenze d ' una battaglia , in cui nessuno vuol essere sconfitto . Qual meraviglia dunque se uno si trincera dietro i suoi scrigni pieni di oro ; se l ' altro si fa forte delle leggi e dei tribunali che lo favoriscono ; e se un terzo per non morire asfissiato come sotto una campana pneumatica – non avendo per sé né oro né codici – si getta all ' aria libera dei monti e diventa l ' eroe d ' una masnada ? Tale è la Società , ove leggi , istituzioni e governo danno continuo spettacolo di immoralità , di favoritismo , di ingenerosità , e non si identificano con quel principio morale , umanitario che sta al di sopra dell ' utile egoistico , e può colla sua virtù sovrana armonizzare quegli interessi che oggi urtansi discordi .
PER AVERE UN GOVERNO ( - , 1920 )
StampaQuotidiana ,
Nonostante tutte le manovre , subdole e sfrontate , della gente interessata a impedire una soluzione corretta della crisi , la situazione tende rapidamente a chiarirsi . La possibilità di un nuovo incarico all ' on . Nitti , se mai ebbe una qualsiasi parvenza di fondamento , può ritenersi definitivamente tramontata . Il « cavallo di ritorno » dell ' « Osservatore Romano » non ha avuto altro risultato fuori di quello di mettere in rilievo la perfetta indipendenza del partito popolare rispetto alle autorità religiose delle quali si suppone che il vecchio foglio clericale sia sempre il portavoce . Ma , comunque ciò possa dispiacere al comm . Angelini e a lord Northcliffe , nonché al « Messaggero » , nessuno pensa più , seriamente , alla reincarnazione dell ' ex - presidente del Consiglio . C ' è stata e c ' è ancora , alla Camera e fuori , una propaganda affannosa per Giolitti . Il colpetto mistificatorio tentato ier sera da alcuni amici dell ' on . Miglioli in seno al Consiglio Nazionale del partito , e sfruttato goffamente stamani dai giornali ex - ministeriali , mirava apertamente a favorire il ritorno dell ' uomo del « parecchio » . Ma la smentita secca della direzione del partito stesso ne ha fatto giustizia . Ad ogni modo , anche ammettendo , in ipotesi , che la resurrezione dell ' on . Giolitti potesse essere gradita ai dirigenti del gruppo popolare , è di tutta evidenza che egli non sarebbe in condizione di dominare la Camera attuale , ove , fra gli elementi anziani di tutti i partiti , troppi si compromisero con un atteggiamento vivacemente ostile a lui nella vigilia e nel corso della guerra , e , fra gli elementi nuovi di tutti i partiti , troppi hanno portato a Montecitorio la ripercussione schietta e diretta della profonda diffidenza e avversione del Paese contro il vecchio politicante . Ognuno ricorda ciò che è avvenuto la prima e unica volta che costui ha voluto parlare nella Camera nuova : interrotto di continuo , rumoreggiato senza pietà , non sostenuto se non da due o tre dei suoi antichi seguaci , poté a gran fatica giungere alla fine del suo discorsetto . L ' onorevole Giolitti non potrebbe , non che raccogliere una maggioranza nel primo voto politico , presentarsi all ' assemblea per esporre un qualsiasi programma . La designazione di lui implicherebbe di necessità lo scioglimento immediato della Camera : supposizione che , almeno per il momento , nell ' imminenza delle elezioni generali amministrative , è assolutamente da scartarsi . Resta la sola via possibile e utile , la sola atta a condurre a una soluzione logica e onesta della crisi , che è la formazione di un gabinetto di coalizione costituzionale imperniato in un uomo nuovo , purché capace e integro , sul quale non gravi il passivo di faziosi contrasti e che possa raccogliere in sé le simpatie e la fiducia delle varie parti della Camera per l ' urgente azione di governo che si deve svolgere . Non indichiamo nomi , perché non crediamo di dover avere speciali preferenze , di fronte a una condizione di cose tanto difficile e complessa . Affermiamo bensì che né noi possiamo né altri può oggi sollevare pregiudiziali in base a logore qualifiche di situazioni totalmente superate nella realtà in cui viviamo . Occorre in tutti coloro che vogliono la salvezza e il rinnovamento del Paese un chiaroveggente spirito di disciplina e di buona fede : ossia la volontà di vedere domani realizzarsi nell ' opera dello Stato , non le proprie passioni partigiane né gli interessi del proprio gruppo , ma unicamente il meglio delle proprie idee e del proprio amore per l ' Italia . Soltanto così si potrà arrivare ad avere un Governo degno del Paese e pari alle esigenze del momento .
FRATELLANZA ( - , 1871 )
StampaQuotidiana ,
Libertà , Uguaglianza , Fratellanza . La fratellanza viene ultima nella formola , seguendo il suo vero posto d ' ordine nella realtà . Non si può essere fratello , se non si è uguale e libero . Siate dunque fratello del vostro padrone ! Il nostro nemico è il nostro padrone , ha detto Lafontaine in buon volgare . Il sentimento di fraterna amicizia non può nascere nella costrizione e nella inferiorità . La fratellanza è adunque il culmine del triangolo , di cui la libertà e l ' uguaglianza sono la base . E la conclusione delle due premesse : è la chiave della volta monumentale , lo incoronamento dell ' opere ; è la fiamma del faro ; è il fiore , è il frutto dell ' albero della vita , dell ' albero immortale , le di cui radici sono in cielo e i rami sopra la terra , dell ' albero di libertà . Così Libertà , Uguaglianza , Fraternità , ecco i tre supremi principii del futuro avvenire dei popoli ! Ecco la sublime formola che il popolo , da facitore maestro d ' astrazione , ha espresso come la più pura essenza del genere umano ! Chi trovò questa formola superiore ? Nessuno ... tutti . Essa è uscita intiera dal crogiuolo del 93 . E la grande opera di un grande alchimista , del popolo ... Questa formola francese , a cui ciascun popolo ha concorso , è l ' universale regola , è lo stare comunque a tutti ; è il metro infallibile , immortale , eterno ; è la misura divina di tutta la legge terrestre . Tutto che vi si avvicina è vero ; tutto ciò che se ne discosta è falso . Adattiamo adunque del nostro meglio le conseguenze ai principii , misuriamole ; camminiamo adunque direttamente verso la stella fissa , che indica lo scopo del futuro . La libertà , essendo il diritto dell ' uomo , chi dice uomo dice popolo , chi dice libertà dice sovranità del popolo , dice governo del popolo . Non si delega la sovranità più di quello che si possa abdicare . Conclusione adunque : non più governo derivativo , non più sovranità delegata , non più volontà che non sia del popolo , non più volontà fuori del popolo , non più Stato , propriamente detto , separato dal popolo , non più potere legislativo , esecutivo , giudiziario , confidato a uno o a molti del popolo , ma il popolo Stato , il governo diretto dal popolo , il popolo governandosi da lui stesso ; facendo da sé medesimo le funzioni di sovrano , esercitando da sé stesso le sue autorità , tutti i suoi poteri da solo e vero re , come infatti egli è , cioè votando la legge sempre modificabile , e nominando i suoi agenti sempre revocabili , quando e come a lui piace . Allora le leggi saranno la vera espressione della maggioranza , ed allora , infine , tuteleranno gl ' interessi di tutti , e non più delle sole classi privilegiate . Allora gli uomini , uguali , liberi e fratelli raggiungeranno la vera meta delle associazioni civili , il diritto di vivere senza strazj e privazioni col proficuo lavoro imposto a tutti , e non già ai soli infelici , diseredati da pochi privilegiati , che li dominano con la forza , e li soggiogano con l ' impostura .
IL BUON BORGHESE ( - , 1871 )
StampaQuotidiana ,
Che puossi aspettare di bello , d ' ardito , di libero , di grande dalla più numerosa parte della moderna borghesia , da questo esercito formidabile per la sua forza d ' inerzia , invincibile sin qui per la sua resistenza passiva ad ogni tentativo di radicale innovazione ? Da questo amalgama di spiriti gretti , di vedute corte una spanna , di cuori natanti nella salsa positiva del proprio utile , di pezzi corazzati dalla triplice paura dei re , dei preti e dei maggiorenti , come sperare un po ' di fuoco e di luce , una sola e misera favilla di vita ? Eccolo lì l ' ideale , il tipo del buon borghese , che parla poco di Dio e nulla del principe , fa regolarmente la digestione , e tutto ripieno della filosofia del rumores fuge , passeggia tranquillo , la sua faccia contenta e l ' epa ritondetta . Impiegato o possidente , ciò non cambia nulla ; architetto o calzolajo , medico o ingegnere , il tipo gli è pur sempre quello ; tutti i capi della specie si rassomigliano come due goccie d ' acqua fra loro . Nemico dei ladri , mettetelo fra i giurati alla Corte d ' Assise , e tutti gl ' imputati d ' aver dato di piglio in quello degli altri , te li condannerà senza uno scrupolo al mondo . Avesse sotto un innocente , ei ci manda anche quello . « In certe cose – pensa egli – non s ' ha a guardar tanto pel sottile ; la proprietà è sacra : piuttosto che un ladro solo abbia a rimanere impunito , meglio è che dieci innocenti vadano in galera » . Ed è appunto per questo culto della proprietà che il buon borghese non vede del miglior occhio le rivoluzioni : fate anzi che solo concepisca il sospetto che qualche maledetto problema socialista covi sotto ai rivolgimenti , che i tempi vanno maturando , e avrete col buon borghese un conservatore a tutta prova una lancia spezzata del governo , del quale pure non sa però tenersi di dir male , ogni volta che gli manda a casa l ' esattore . Ma gli è un broncio passeggiero più che altro . « Da che mondo è mondo – osserva il buon borghese – senza governo non s ' è mai fatto e , come l ' ottimo è nemico del bene e il peggio sta sempre dopo l ' uscio , così l ' affanar per la libertà , per la democrazia e per la repubblica , è proprio un pestar l ' acqua nel mortajo » . Per ciò il buon borghese ha maledettamente in uggia i giornali democratici e chi potesse – quando il fisco li colpisce – entrare nel suo cuore , vi vedrebbe che tutti i suoi sentimenti vi fanno baldoria . « Ben gli sta – dice egli – ben gli sta : questi giornali non rispettano nulla ; su tutto hanno da ridire ; nessuno , per essi è sacro ed inviolabile ... » . Questo è il cosiddetto buon borghese , che , preti e potenti disprezzano certamente in cuor loro , ma che in apparenza , almeno , decantano . Fortunatamente per il progresso e per la libertà , non tutti i borghesi sono buoni borghesi ! Fortunatamente !
StampaQuotidiana ,
L ' on . Nitti , al ritorno da San Remo , dopo essere sfuggito ad un voto sulla politica estera , cadde l ' undici maggio scorso sulla politica interna . Da quel giorno a questo , in cui si ripresenta al Parlamento , l ' on . Nitti ha lavorato a tutt ' uomo per accumulare e complicare gli elementi del giudizio che la Camera deve dare sul suo terzo ministero e sul suo nuovo programma , nella speranza che i contrastanti motivi d ' opposizione delle varie parti della Camera si paralizzino fra di loro e in caso d ' infortunio , poter dire che egli è caduto non si sa bene perché e su che cosa , vittima del capriccio dell ' assemblea , anziché dei propri errori . Si direbbe che l ' on . Nitti speculi sui suoi stessi errori : egli crede che per sanare o almeno far dimenticare un errore non esista mezzo migliore che commetterne uno nuovo in direzione opposta o diversa . Eccitando così , in forma negativa , lo spirito partigiano di ciascun partito , cioè sacrificando a ciascun partito qualche cosa di nazionale , egli spera di riuscire se non a conquistarne alcuno , ad addomesticarli tutti . In meno di un mese dalla sua caduta e dalla sua reincarnazione abbiamo così veduto mutarsi tre volte la piattaforma , sulla quale avrebbe dovuto svolgersi la discussione parlamentare sulla politica generale del governo . Se infatti la discussione avesse avuto luogo immediatamente dopo la risoluzione della crisi , essa avrebbe soprattutto investito i criteri stessi con cui la crisi fu risoluta . La mancata concentrazione costituzionale , l ' ambigua ed equivoca posizione dei Popolari nel Gabinetto , l ' immoralità fondamentale del contrasto fra la continuità personale e la discontinuità politica del nuovo Gabinetto di fronte al precedente presieduto dallo stesso onorevole Nitti , il pregiudiziale dilemma determinato dalle origini stesse del Gabinetto : o l ' on . Nitti è l ' esecutore della politica altrui o l ' unico partito che , come tale , è rappresentato nel Ministero , ha abdicato al suo programma ed alla sua funzione specifica nel Parlamento e nel Paese , pur di essere rappresentato al governo : tutti questi elementi avrebbero fornito argomenti poderosi di discussione e di critica , ai quali poco o nulla avrebbe avuto da contrapporre il Governo . L ' on . Nitti credette di poter spostare la discussione dal terreno parlamentare e costituzionale , nel quale l ' avrebbe costretto la soluzione anormale della crisi , al campo più concreto della politica interna ed estera , dove avrebbe cercato d ' impressionare le menti di tutti e di propiziarsi gli elementi sovversivi , mediante un atto di forza contro i perturbatori adriatici e gli scalmanati nazionalisti . La diversione avrebbe attutiti i vecchi motivi d ' opposizione e , in ogni caso , disorientati gli spiriti degli oppositori . Ma la formidabile e immediata reazione dell ' opinione pubblica , lo fece accorto che la nuova violenza era un rimedio peggiore del male . Corse allora ai ripari col decreto - legge sul prezzo del pane , sperando di ristabilire , con un provvedimento ispirato a criteri di austera politica interna e finanziaria , l ' equilibrio spostato verso sinistra , senza accorgersi che , così facendo , coalizzava tutte le parti della Camera in una questione pregiudiziale d ' ordine costituzionale . Questa intensa vicenda di armeggii per metamorfizzare di giorno in giorno la situazione e arrivare alla Camera con una situazione irriconoscibile prova semplicemente due cose : prima di tutto che il metodo dell ' on . Nitti è pessimo in sé , e , in secondo luogo , che , quale che esso sia , l ' on . Nitti non lo sa adoperare . Il che , tradotto in parole povere , vuol dire che , anche a prescindere da ogni contenuto politico , l ' on . Nitti non sa governare . Questa incapacità di governo dell ' on . Nitti risulta dall ' esperienza di un anno , un anno che doveva essere decisivo e che è andato letteralmente perduto per l ' Italia . Nessuno dei problemi , che si sono accumulati sulla vita italiana , dopo uno sforzo superiore alle proprie forze , nessuno dei problemi , dai massimi ai minimi , dai formidabili ai più modesti , sono stati , nonché risoluti , avviati ad una risoluzione qualsiasi . L ' Italia , si ritrova oggi , dopo aver firmati nuovi trattati , , promulgate nuove leggi ed una serie indefinita di decreti , allo stesso punto in cui era stata lasciata dall ' on . Orlando , quando aveva contro di sé la coalizione degli Alleati . L ' on . Nitti non ha voluto o non ha potuto risolverli ? L ' alternativa in questo caso è perfettamente superflua , giacché l ' impotenza dell ' on . Nitti non essendo dovuta , se non in piccola parte , all ' azione di circostanze esterne , ma alla sua organica incapacità di uomo di governo , il non potere dell ' on . Nitti coincide col suo non volere . L ' on . Nitti , chiacchierone come tutti gli impotenti , ha continuamente fatto sfoggio di buona volontà , ma non ha mai , in dodici mesi di governo , dato un saggio di volontà . Mai forse , l ' Italia ha assistito ad un fenomeno più manifesto d ' impotenza di governo : disgraziatamente però ha dovuto anche subirlo . La rinuncia l ' on . Nitti non l ' aveva soltanto nel programma , l ' aveva nel temperamento . È un temperamento di rinunciatario non sa governare , neppure per realizzare un programma di rinuncie . Dato il programma dell ' on . Nitti , l ' Italia deve ringraziare il temperamento dell ' on . Nitti : essa deve a questa organica impotenza del suo primo ministro se ancora non tutto è stato compromesso . Molte cose sono state compromesse dall ' abulia dell ' on . Nitti , ma dove occorreva un atto positivo di volontà per compromettere definitivamente i destini dell ' Italia , fortunatamente l ' Italia ha trovato un alleato nello stesso temperamento dell ' on . Nitti . È necessario fare ora un bilancio di tutto il male , che questa impotenza irrequieta e verbosa dell ' on . Nitti ha rappresentato per l ' Italia ? Il passivo di questo bilancio si riassume in brevi termini : all ' interno tutti sentono che non esiste un governo , le fazioni antinazionali , incapaci di fare la rivoluzione sul serio , perché il Paese non vuol saperne , spadroneggiano lo stesso e sabotano come credono lo Stato , dando l ' impressione che il mantenimento dell ' ordine presente è soltanto formale e dovuta ad una loro benevola tolleranza ; del resto il capitano Giulietti può mandare i suoi ultimatum a S.M. Cattolica e gli anarchici di Spezia possono impossessarsi delle fortezze militari , mentre il Governo tien d ' occhio i generali che si uniscono in commissione , e gli studenti , che portano le dimostrazioni al Quirinale . All ' estero , mentre si sfascia la coalizione avversa all ' Italia e sembra venuto il momento per realizzare integralmente le aspirazioni nazionali , il Governo invoca dalla Jugoslavia il beneplacito per l ' annessione di Trieste , mostrandosi per il resto disposto a ratificare tutte le rinuncie che i sigg . Trumbich , Albertini e Steed crederanno di dovere concordare . E intanto , mentre i grandi alleati si accordano sulle indennità ad esclusione dell ' Italia , bande di predoni , istigati dai piccoli alleati , possono impunemente scacciare i soldati italiani dalle loro posizioni albanesi , riducendoli alla costa , in attesa che l ' on . Nitti mandi loro in aiuto qualche nave , col permesso sul sullodato capitano Giulietti . Consule Nitti , tutti possono disporre dell ' Italia : i partiti e le sette , la burocrazia e la guardia regia , la plutocrazia e la Confederazione del lavoro . Il Governo , fa e disfà , a talento altrui , emana decreti e li ritira , leva imposte e le sospende , trasforma i decreti - legge in decreti - disegni di legge . Il governo esiste unicamente per dare spettacolo della propria impotenza . Non si tratta adunque di discutere di un indirizzo politico , ma di dare un governo al Paese , giacché il Paese è senza governo dal giugno 1919 . La crisi che si apri allora è tuttora aperta . Il governo Nitti è stato semplicemente una beffa .
AGLI OPERAI ( LA_CECILIA GIOVANNI , 1871 )
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Che cosa sono oggi i diseredati operai ? NULLA . Che debbono essere ? TUTTO . Quando l ' abate Sieyès pronunziava questo medesimo oracolo a profitto della borghesia in Parigi , la borghesia lo comprese , e fece ogni sforzo per ottenere la suprema potestà , e l ' ottenne . Lo comprendano gli operaj . L ' Europa conosce in qual modo governarono e governano i borghesi , i pervenuti , gli uomini arricchiti col sudore e col sangue degli operaj . – Le miniere distruggono moltitudini di braccianti , il lavoro mal retribuito deprime l ' ingegno e logora la vita dell ' operajo , la guerra miete questa carne da cannone , e tutto il profitto , tutt ' il bottino va sempre ad impinguare il patrimonio del borghese ! In verità , la mente si confonde nel discernere dalle origini della società i milioni e milioni prostrati ed annichiliti sempre dalle furberie del sacerdote , e da un pugno di briganti che ora diconsi duci , ora legislatori e patrizii , ed ora conti e baroni . E da quel tempo i milioni si consumano , si struggono , tornano fango e polvere , ed i pochi si attribuiscono perfino la gloria assoluta , esclusiva dell ' industria , del commercio e dei monumenti . Ma se i poveri e sagrificati operaj si fossero negati di lavorare e di compiere le Piramidi d ' Egitto , o il Colosseo di Roma avrebbero forse ammirato i posteri la grandezza del genio dell ' uomo ? Se il contadino avesse ricusate le proprie braccia alla coltivazione dei campi , non sarebbe forse la terra coperta di rovi e di spine ? Se il meccanico , ed il fuochista non si dedicassero col pericolo della vita , e con sommo disagio , alla direzione delle macchine , né le navi solcherebbero il vasto oceano , né la celere locomotiva percorrerebbe immensi spazj terrestri . Si persuadano una volta i capitalisti , i possessori delle terre , i commercianti e gl ' industriali , che la forza , la civiltà , la ricchezza , il genio , tutto rimane a disposizione delle braccia delle moltitudini ; se quelle rimangono inerti , ogni cosa sparisce . Or bene , ci ascoltino gli operaj , come i borghesi ascoltarono Sieyès . – Vogliono essi imporre la legge , invece di subirla ? si associno , e pensino ai risparmi . L ' associazione in un paese agricolo , come la nostra Italia , non debbe limitarsi soltanto ai braccianti delle città , ma estendersi , e molto , nelle campagne . Ogni sforzo degli associati avrà di mira di costituire una casa , che possa un giorno bastare al sostentamento per un mese o due di quanti sonovi braccianti in Europa , i quali avranno per la prima volta la soddisfazione di vedere i loro padroni trasformarsi in prestinaj , macellai , spazzini , calzolaj , ecc . – se non vorranno dar lo spettacolo favoloso del misero , che moriva affamato tra i mucchi d ' oro . Non violenze , non esagerazioni , non utopie politiche . Con qualunque governo , senza una vera trasformazione sociale , le moltitudini furono , sono , e saranno sempre burlate . Non si vuole il capitale , e la terra degli altri ; ma è giusto dividerne i prodotti con la mano d ' opera . Non è più tempo di ritirarsi sul monte Aventino , o alzare barricate per ottenere ciò che prescrive il diritto , e la giustizia comanda . Il privilegio dei pochi gaudenti oziosi e la miseria e la fame di milioni e milioni di creature devono cessare : la sola forza d ' inerzia di questi milioni obbligherà quei pochi a cedere ed a riconoscere che gli uomini nascono uguali alla gioja come ai dolori . Il prete spacciò la favola dei gaudj del paradiso per l ' indigente , e così lo sottomise a tutte le privazioni , ed all ' atroce dolore di non poter satollare di pane i figli ! mentre il ricco seduto a lauta mensa banchettava col prete . La menzogna dell ' ipocrita lenone dei potenti è infine svelata : i veri nemici dell ' uomo , non sono il mondo , il demonio e la carne , ma i sacerdoti che fecero l ' uomo vile , abbietto , povero , famelico , ripetendo : « Ubbidite e godrete in cielo , ubbidite e lasciate a noi ed ai ricchi le delizie della terra » . E noi diciamo : « Ubbidite , ma fate valere i vostri diritti ; ma reclamate l ' uguaglianza nella divisione dei prodotti dell ' opera vostra : il cielo contiene abissi , ed è lontano . I godimenti della terra appartengono a tutti , e non è solo retaggio vostro , o bersagliati , l ' angoscia e la fame . Operaj : associatevi e risparmiate . Verrà il giorno della giustizia » .
GIUSTIZIA È FATTA ( - , 1920 )
StampaQuotidiana ,
Il ministero Nitti è precipitato . Il mese , che è trascorso dalla sua prima caduta a questa definitiva , è stato impiegato dall ' on . Nitti a mettere a posto parecchie cose , ma non gli è giovato per rimettere a galla la barca del suo governo , speronata dal voto dell ' undici maggio scorso . Tuttavia molti punti rimangono oscuri nella condotta del governo fino all ' odierna catastrofe che lo ha travolto . Innanzi tutto è inesplicabile il fatto , che l ' on . Nitti , il quale aveva sempre ostentato il suo particolare ossequio per le prerogative parlamentari e anche di recente si era solennemente impegnato a non fare più uso della facoltà di legiferare per mezzo di decreti - legge , proprio alla vigilia della riapertura del Parlamento , cioè proprio quando aveva a sua disposizione la via normale da poter battere , avesse promulgato il decreto - legge sull ' aumento del prezzo del pane . Fu un errore inconsapevole o un meditato proposito , di cui furono previste e misurate tutte le conseguenze ? I giornali ufficiosi hanno dato del fatto questa curiosa spiegazione : l ' on . Nitti si era sì impegnato a non fare più uso dei decreti - legge , ma trattandosi di un provvedimento odioso , ha creduto per un senso di delicata convenienza , di doverne risparmiare al Parlamento l ' odiosità e addossarla tutta al Governo . Ma l ' on . Nitti sa benissimo che sono precisamente questi provvedimenti odiosi , cioè questi provvedimenti tributari , quelli dei quali il Parlamento si mostra più geloso . Lo stesso on . Nitti nei suoi trattatelli scolastici di Scienza delle Finanze ripete la notissima osservazione che tutto lo sviluppo delle forme parlamentari si concreta nella lotta per il diritto al bilancio e dell ' imposizione dei tributi . L ' atto dell ' on . Nitti non fu dunque il risultato di un errore involontario . D ' altra parte poiché non è ammissibile presumere nell ' on . Nitti una volontà di suicidio , non resta altra spiegazione se non questa : che l ' inopportuno ed intempestivo decreto - legge non doveva servire ad altro se non a preparare all ' on . Nitti una conveniente piattaforma per la sua caduta . L ' on . Nitti era già condannato e si sapeva già condannato , per la sua politica interna ed estera contraria alla causa nazionale . La posizione presa dal Governo nella questione adriatica , col prostituire l ' Italia ai suoi ex - nemici e alle minori potenze , era diventata insostenibile , dopo lo scempio di Pallanza . Gli ultimi avvenimenti della giornata del 24 maggio avevano scossa l ' opinione pubblica ed eccitata l ' indignazione nel Parlamento , dove la situazione per il modo indegno con cui fu risolta la crisi era tutt ' altro che favorevole all ' on . Nitti , fu decisiva . Il Gabinetto Nitti era virtualmente caduto il 25 maggio . Ma cadere sopra una grande questione nazionale , non conveniva né all ' on . Nitti , né alla parte politica che direttamente od indirettamente sosteneva l ' on . Nitti . Non conveniva all ' on . Nitti , perché cadere sopra una questione nazionale , sotto l ' accusa della dedizione ai nemici d ' Italia o peggio , fra l ' indignazione e la rivolta dell ' opinione pubblica , voleva dire allontanare per sempre ogni possibilità di resurrezione . Non conveniva ai rinunciatari , perché battere il Ministero sopra la questione adriatica , voleva dire bollare e scartare definitivamente la politica delle transazioni e dei compromessi indecorosi e nefasti e conseguentemente mettere al bando dalla vita italiana coloro che ne furono i tenaci ed irreducibili assertori . Non conveniva infine ai socialisti , non soltanto perché per amor proprio di partito tengono al monopolio delle crisi ministeriali , ma perché ogni successo della politica nazionale si risolve necessariamente in uno scacco per la loro politica antinazionale . Da questo solidale interesse dell ' on . Nitti , dei rinunciatari e dei socialisti ad impedire che il Ministero fosse battuto per una questione nazionale , nacque l ' idea di ricorrere a qualche espediente pregiudiziale . Fu così escogitato il decreto - legge per l ' aumento del pane , che dava modo ai socialisti d ' insorgere sia nell ' interesse delle istituzioni parlamentari , che delle classi lavoratrici ; all ' on . Nitti di cadere sopra un terreno meno ingrato , e più propizio ad una sua prossima resurrezione ; ed ai rinunciatari di lasciare impregiudidicato il modo di risoluzione della questione adriatica . L ' on . Nitti , pur di migliorare la sua posizione politica , non ha esitato a peggiorare la sua situazione parlamentare che era già irrimediabilmente compromessa . Egli ha così reso , in articulo mortis , l ' estremo favore ai rinunciatori ed ai socialisti , i quali gli pagheranno a suo tempo il debito di gratitudine , mediante un espediente col quale egli sperava di risparmiarsi l ' onta di una caduta per lesa italianità . Ma la mistificazione e il trucco , com ' era facile prevedere , non sono serviti a nulla , tanto erano grossolani e assurdi . Nonostante la evidente , fedele cooperazione dei socialisti , spiacenti di perdere il loro più efficace complice dal banco del Governo , la situazione si è delineata chiara e precisa nei suoi elementi essenziali . Invano l ' on . Nitti ha cercato di intorbidarla ; invano egli ha voluto evitare di cadere per le sue concrete responsabilità di politica interna ed estera . Nella coscienza del Paese e del Parlamento la verità sui motivi determinanti la crisi si è manifestata senza attenuazioni o dissimulazioni di sorta . Il Ministero Nitti è caduto per la sua politica antinazionale .
LAVORO E MONOPOLIO ( GALLI LÉO , 1871 )
StampaQuotidiana ,
Una quistione difficile , che irrita ed appassiona gli animi , è quella del capitale monopolio . La quistione che oggi noi abbordiamo è il nodo della rivoluzione sociale , che attira l ' attenzione di tutti , e che prova più che mai la necessità di un governo popolare diretto . La plebe , che ha l ' intuizione delle grandi verità , l ' ha perfettamente compreso : d ' onde la formola – diritto al lavoro ; la quale ne domanda un ' altra – diritto del lavoro . Ora un diritto implica il mezzo . Se la vita è un principio , il lavoro che è un mezzo legittimo di vivere , non può essere né un freno , né una pena , come dicono i pietisti protestanti e cattolici . Ma , come diciamo noi , repubblicani internazionali e socialisti , il lavoro è un dovere e un diritto per tutti ! Chi dice sovranità , dice proprietà : per essere sovrano , il popolo dev ' essere capitalista , deve possedere : egli deve essere suo banchiere , come è suo legislatore , suo giudice , suo prete , suo soldato ; – gl ' intermediarii privilegiati finiscono sempre per asservirlo . Ora il capitale è intieramente nelle mani di questi intermediarii privilegiati , degli amici dell ' ordine e della proprietà , come essi si chiamano , cioè in mano ai suoi nemici ; i quali ne reclamano il monopolio in perpetuo . Ecco , o popolo – re fantasma – qual è la situazione . La reazione ha versato il tuo sangue per sessanta secoli di seguito : essa ha ucciso i tuoi figli , rapite e violate le tue donne ; essa t ' imprigiona , ti deruba , ti assassina col tuo consenso : il leone è divenuto un coniglio : codardo e servile , ti sei trasformato in lacchè dei tuoi domatori e carnefici per la speculazione e la guerra . Bisogna dunque anzitutto che a titolo – danni e interessi – e per diritto di riparazione , gl ' intermediarii privilegiati uniti e solidali nella medesima persecuzione , restino uniti e solidali nella rivendicazione . Bisogna che le razze esaurite e incapaci di produrre rendano al popolo ciò che gli appartiene ; non importa sotto qual formola , perché il diritto del lavoro e al lavoro cessi di essere un ' ironia , come il diritto di proprietà è finora un privilegio . L ' anno 1793 colpiva alla testa la nobiltà del blasone : l ' anno 1872 derive colpire la nobiltà della borsa , del capitale illegittimo , il monopolio , al cuore , cioè alla tasca . Al punto in cui siamo è il monopolio del capitale e del potere , che bisogna decapitare insieme . Se la vita è sacra per l ' individuo , la fortuna nella quale risiede la sovranità , è sacra per la collettività . In ogni modo si deve risparmiare il nemico , quando lo si è disarmato : la società ha un mezzo di difesa più efficace che la morte – e poiché il denaro è il nerbo della guerra – che ella se ne impadronisca per farne miglior uso che non ne facciano gl ' intermediarii privilegiati ; i quali sotto una infinità di pretesti , s ' impossessarono della fortuna pubblica per darla in feudo ai loro satelliti , o per alienarla a loro profitto . Tutti i monarchici e le caste autoritarie , a parole sono protezionisti ; ma in pratica sono comunisti della peggiore specie , perché spartiscono l ' altrui avere per aumentare il proprio . La rivoluzione imminente creerà interessi nuovi sulle rovine dei vecchi monopolii , e si consoliderà facendo con dei pezzi grossi delle piccole monete , moltiplicando gli aventi - diritto , rendendo accessibile a tutti la proprietà . – La contribuzione , le spese necessarie al nuovo ordinamento saranno a carico di coloro , che più lungamente hanno speculato sul lavoro e sulla vita delle moltitudini . Non si tratta di attentare alla vita e ai diritti legittimamente acquistati , ma soltanto di ristabilire l ' equilibrio tra il capitale ed il lavoro , rotto dal privilegio eretto a sistema , dall ' avidità di lucro smodato : sotto forma d ' imposta sociale o d ' altro , chi ha troppo ingoiato dovrà rigurgitare . Bisogna che gli operai sappiano , che il capitale costituito com ' è attualmente è la negazione del lavoro ; il monopolio , il privilegio è il vero nemico pubblico , la chiave falsa del diritto moderno , il parricida dell ' umanità , la disperazione della gente onesta . E lui che allontana ogni limite al delitto , che confonde l ' agiotaggio con la famiglia , il vino di Sciampagna coll ' acqua benedetta . Con la fame e le fucilate , il monopolio sbarra la via al progresso umano . Ebbene , bisogna che la plebe , come la figlia di Tarquinio , piuttosto che retrocedere , gli passi sopra il ventre . Operai e contadini , modellatori del pensiero e della forma , marciate dunque tutti contro il monopolio : egli è il gesuitismo camuffato da mandarino .
StampaQuotidiana ,
Il Comitato Centrale dell ' Associazione Nazionalista Italiana ha votato il seguente ordine del giorno : Il Comitato Centrale dell ' Associazione Nazionalista Italiana ; constatato che il Governo disgregatore e rinunciatore di Nitti è caduto esclusivamente perché l ' Italia è insorta contro lo scempio della sua vita statale e nazionale all ' interno e quello del suo diritto e della sua dignità all ' estero e specialmente nel vitale problema dell ' Adriatico ; deciso come sempre a non ammettere all ' azione politica nazionalista altra misura che il supremo interesse dell ' Italia ; riafferma l ' urgenza della restaurazione dell ' autorità e della funzione dello Stato , e la necessità della soluzione italiana del problema adriatico , che si concreta nella applicazione del Trattato di Londra e nel rispetto dell ' autodecisione di Fiume ; si dichiara pronto a combattere con tutte le sue forze , così come ha fatto per il Ministero Nitti , qualunque Gabinetto non sia per adempiere tali doveri , nella certezza che contro le necessità storiche della Patria , dal nazionalismo costantemente propugnate , non si governa ; e frattanto delibera di intensificare la propaganda ai fini sopra indicati . Quest ' ordine del giorno , nel quale è fissata in termini chiari e precisi la posizione del Nazionalismo di fronte al nuovo Ministero , fa giustizia di tutte le deformazioni , che gli organi rinunciatori vanno facendo dell ' opera nostra . Ma quest ' atteggiamento , che possiamo definire di vigile e diffidente attesa : diffidenza giustificata dai precedenti dell ' uomo chiamato a presiederlo , attesa giustificata dalle ragioni intrinseche della situazione politica , di cui il nuovo Ministero è l ' espressione ; non può essere adeguatamente valutato se non mettendolo in relazione appunto con le critiche onde è stato fatto segno e con gli autori di queste critiche . È sintomatico il fatto che dell ' antico interventismo antigiolittiano , sola quella parte che , disertando dalle ragioni nazionali della nostra guerra , per attribuirle un sedicente e donchisciottesco preminente carattere europeo e democratico , sostenne il Ministero Nitti ed oggi si schiera contro il nuovo Ministero precisamente per quel tanto di carattere antirinunciatore ; che si presume debba avere ; è sintomatico , diciamo , il fatto che dell ' antico interventismo solo la parte che tradì , nella rinuncia , la ragione vera e propria della nostra guerra , si faccia oggi innanzi per rimproverare al nazionalismo di abbandonare la sua posizione storica di fronte a Giovanni Giolitti . Che essi stessi abbiano già abbandonata la posizione storica iniziale dell ' intervento di fronte all ' Italia e alla vittoria e rinnegata l ' antica solidarietà interventista , dileggiando sotto la qualifica dispregiativa di fascisti tutti coloro che mantennero ferma la pregiudiziale delle integrali rivendicazioni nazionali di fronte alla politica di dedizione e di rinuncie dell ' on . Nitti , sono fatti che non contano : oggi il mito dell ' interventismo , già relegato in soffitta durante il governo Nitti favorito da neutralisti e socialisti di tutte le gradazioni , deve rivivere e riprodurre in Italia l ' antica divisione , non tanto per rendere impossibile all ' on . Giolitti di governare , quanto per rendere impossibile l ' attuazione di un programma nazionale all ' interno e all ' estero : cioè la restaurazione dell ' autorità e della funzione dello Stato e la soluzione italiana del problema adriatico . Si dice : è un ' illusione sperare che un simile programma possa essere realizzato da un Ministero , presieduto dall ' on . Giolitti , anche se di esso facciano parte soltanto uomini rappresentativi dei partiti che furono per l ' intervento e parteciparono ai ministeri di guerra . Rispondiamo che il nazionalismo , per mantenere la sua posizione strettamente aderente ai fini nazionali che si propone , non ha bisogno di fare atti di preventiva fiducia verso il nuovo Ministero , ma nello stesso tempo , non può non tenere conto che il nuovo ministero emana da una situazione politica determinatasi in perfetta antitesi con quella rappresentata dall ' on . Nitti , che i rinunciatori e i sabotatori dello Stato vorrebbero perpetuare . La posizione dei nazionalisti verso il nuovo Ministero , risulta chiara dal contrasto fondamentale , in cui essa viene a trovarsi di fronte alla posizione rispettivamente assunta verso lo stesso Ministero dall ' elemento nittiano e rinunciatore . I nazionalisti subordinano la pregiudiziale personale alla pregiudiziale nazionale . I rinunciatori mettono avanti la pregiudiziale personale per confondere ed annullare quella nazionale . Agitare intempestivamente la pregiudiziale personale vorrebbe dire confondersi e fare il gioco dei rinunciatori , i quali non esiterebbero un solo istante a diventare giolittiani se avessero la certezza o soltanto la speranza che l ' on . Giolitti fosse disposto a mettere la sua innegabile capacità di governo a servizio del programma dell ' on . Nitti . L ' antigiolittismo dei nazionalisti , se ha da essere , non sarà quello stesso dei rinunciatori , che sfruttano le ragioni storiche nazionali dell ' interventismo a vantaggio di un programma attuale antinazionale , ma sarà l ' antigiolittismo della nuova , Italia , che con la sua implacabile opposizione , rese impossibile il governo dell ' on . Nitti .
CRONACHE ECCLESIASTICHE. SAN PIETRO ( IL DUCA MINIMO , 1886 )
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Ahimè ! La vanità ci assedia da ogni parte ; e la nostra fede è in gran pericolo . Io ho visto l ' immenso pellegrinaggio che in questi giorni muove da tutti i punti dell ' Urbe verso la basilica di San Pietro e le altre chiese cattoliche ; ma il mio cuore non ha avuto cagione di allegrezza . Non il puro desiderio della penitenza e del raccoglimento anima quei pellegrini , ma una curiosa vaghezza di diletto e di amore profano . La piazza San Pietro con i prodigiosi portici non abbraccia in sè un popolo di fedeli umiliati dalla vicinanza della casa di Dio , ma una folla gaia e clamorosa che la primavera inebria . Un romore vasto sale verso la basilica . Le carrozze attraversano la piazza in tutti i sensi , con una frequenza che dà la vertigine . Or sì or no , secondo le vicende delle nuvole , il sole glorifica la sommità dei portici . La fontana d ' Innocenzo VIII spumeggia e scroscia lanciando l ' acqua sino all ' obelisco di Sisto V , e la fontana di Clemente x scintilla come un favoloso albero di diamante che muti la sua forma ad ogni attimo . Le donne salgono e discendono per le scalinate . La basilica è piena di gente che continuamente si rinnova . Qua e là grandi gruppi si formano . Intorno alla statua di San Pietro , che campeggia sopra un mosaico rosso e oro , gira una corona di spettatori apatici i quali restano lungo tempo a guardare con un occhio stupido e fisso il piede destro del divino Apostolo , logorato dalle labbra dei credenti . Passano vecchi , donne belle , preti , monache ; e baciano il piede con un atto macchinale . Presso l ' altar maggiore , sotto la statua estatica di Santa Giuliana Falconieri , intorno al vuoto seggio del Penitenziere , stanno seduti altri cristiani su panche disposte a rettangolo . Quasi tutti hanno le mani incrociate sul ventre e guardano il pavimento , resi immobili dalla pazienza dell ' aspettazione . Fuori del rettangolo si fermano i curiosi , come d ' innanzi a una gabbia di animali strani . Sotto la gran cupola , intorno alla Confessione di San Pietro , si adunano per lo più i soldati , attratti dallo splendore delle centosedici lampade che pendono dalle cornucopie d ' oro . Appoggiati alla balaustrata di marmo , guardano la statua di Pio VI e si lasciano a poco a poco prendere da una specie di stupefazione , come certi uccelli alla vista delle cose lucenti . D ’ innanzi alla cappella del coro la folla è più densa ; ma la porta di bronzo è ancora chiusa . Sotto il sarcofago d ' Innocenzo VIII , l ' elegantissima opera del Pollajuolo , si raccoglie un gruppo di dame d ' onde emerge alta e bionda e purissima la più cattolica delle marchese romane . Per tutta la basilica si diffonde una luce bianca e fredda ; e una zona più vivida attraversa da cima a fondo la navata centrale . Qui , o mio Dio , la profanazione è maggiore . Dalla tribuna di S . Pietro alla porta di Antonio Filarete , è un lungo ed empio passeggiare di uomini e di donne . Le dame portano abiti neri di una studiosa semplicità , che rendono più snelle ed evidenti le grazie dei corpi loro ; talune hanno su la faccia veli sottilissimi , a traverso i quali li occhi sono più insidiosamente languenti ; talune hanno un profumo acuto e istigatore che rimane nell ' aria anche dopo il loro passaggio a turbare i sensi dei giovini ; e talune anche portano sul petto fiori . Camminano lentamente , fermandosi ad ogni tratto , parlando delle cose del mondo , chiamando gli sguardi degli uomini , dilettandosi d ' essere seguite e ammirate . Recano nella casa dell ' Altissimo i loro amori . O mio Dio , verità sovrana e sovranamente amabile , torcete li occhi loro dalla verità che da ogni parte le circonda ! Empite la loro mente di pensieri e d ' imagini che le inalzino verso di voi ; penetrate i loro cuori di quella ineffabile soavità che attira le anime all ' effluvio de ' vostri aromi ; consacrate i loro corpi con la presenza stessa della vostra santa carne , così che tutto in loro esulti verso il Dio vivente . Fate , o Signore , che allorquando lo spirito seduttore le tenterà , o con la sensualità , o con la curiosità , o con la vanità , esse non sieno scosse più di quel che voi non foste nel deserto . Date loro le ali come alla colomba , affinché volino e si riposino in grembo alla vostra pace ! Ma come più manca la luce , per tutta la basilica la folla più si addensa . Pare che dalle alte finestre non discenda che una specie di vapore azzurrognolo . Il mormorio delle voci empie li angoli più riposti e oscuri . Dalla cappella del coro giungono i cantici sacri affievoliti . Accanto alla tomba enorme e atroce di Alessandro VII , l ' altare è tutto illuminato di ceri e parato di drappi rossi . Ivi l ' aria è ardente , la luce è quasi purpurea , gli smisurati candelabri fiammeggiano come alberi in fuoco , lo scheletro di rame dorato scintilla simile ad uno scarabeo mostruoso . Di tratto in tratto una dama vestita di nero entra dal fondo , attraversa la folla , si dirige verso il sepolcro per pregare . Le amiche per via la chiamano , l ' attirano , la distraggono dal proposito , la tentano , la trattengono per le mani . Li amici la salutano ridendo . Ella abbassa il capo , si svincola , va innanzi , cerca di resistere , vede già il mistico splendore vermiglio della cappella lontana . O Signore , mettete in fuga i fantasmi che sono per traviarla ; riunite in voi tutti i sensi di lei ! Fate ch ' ella oblii tutte le cose del mondo , e datele la forza di respingere con pronto disprezzo quelle frivole imagini . Scuotetela , o Verità sovrana , affinché nessuna vanità la tocchi . Scendete in dei , o celeste Dolcezza , affinché tutto ciò che non è puro si dilegui d ' avanti a voi . Possa ella , o Signore , dall ' intimo della sua coscienza tranquilla offrirvi una preghiera degna di unirsi ai cori delli Angeli ! Ma la tenebra cresce ; e i canti della cappella del coro salgono più pieni . I cristiani , a due , a tre , a quattro , a dieci , a venti per volta , vanno ad inginocchiarsi d ' innanzi al Penitenziere che omai tocca le teste con un gesto quasi incosciente . Un chierico va tra un arco e l ' altro piantando un cero acceso . Alla luce dubbia , da tutti quei tesori di marmo e di metallo sorge non so qual gran sogno di amori angelici e di lussi paradisali . Allora su '1 limitare della cappella clementina , e a piè della cappella del Sacramento , dove il ciborio di bronzo e di lapislazzuli brilla come un faro , e sotto il sepolcro di Gregorio Buoncompagni , e accanto alle pile d ' acqua benedetta , e tra de colonne di granito nero , e dentro le tre cappelle aggiunte da Paolo V , in tutti i luoghi più oscuri e più segreti , li amanti convengono a colloquio . I bisbigli scellerati si propagano lungo la nave ; e sono a quando a quando coperti dalle voci del Miserere . Le dame passano , a due , a tre , con un fruscio di vesti di seta , con uno scintillio vivo per tutta la persona , parlando quasi ad alta voce , talune ridendo , talune trascinando l ' ombrellino sul pavimento con una graziosa incuranza , come se la basilica di San Pietro non fosse che una grande galleria aperta al diletto della gente oziosa o ai ritrovi della gente disiosa . Il maggior peccato che le donne fanno è quello di portare nella casa di Dio li odori del loro bagno , le essenze sottili e venefiche che turbano anche i devoti nella preghiera e li fa ricadere nella colpa aborrita . Voi lo sapete , o mio Dio : non v ' è nella vita angoscia più amara di quella che mi danno queste ricadute . Talvolta l ' angoscia è così violenta , ch ' essa mi getta in gravi turbamenti e in singolari costernazioni . Ahimè ! Ricominciare , sempre ricominciare , contro le insidie della vanità , della sensualità e della mollezza ! Ancora una volta ho fallato , o padre ; ma voi vedete che io ho orrore della mia debolezza . Rialzatemi , voi che solo siete la forza e la virtù . La vita dell ' uomo , così breve , è piena di molte miserie . Io gemo nella maggiore di tutte , che è di vedermi ogni giorno cader nel peccato . Io soffro in questo mondo , ove tanti scandali mi circondano , ove non posso impedire che il mio Dio sia continuamente offeso . Perdonatemi , o mio Dio , ogni volta che nella preghiera penso ad altre cose e non a voi ; poiché io confesso umilmente che la distrazione m ' è abituale . Per lo più io non sono nel luogo occupato dal mio corpo , ma là dove la mia immaginazione mi trae . Io sono là dov ' è il mio pensiero ; e il mio pensiero è per lo più là dov ' è quel ch ' io prediligo . O eterna Verità , voi avete detto : – Dove è il vostro tesoro , ivi anche è il vostro cuore . Se amo il cielo , io penso volentieri alle cose del cielo ; se amo il mondo , ne porto nel mio spirito il ricordo . Ma felice colui , o Signore , che per amor vostro caccia dal suo cuore ogni creatura ! Per fuggire le tentazioni , non sentendomi forte alla battaglia , io esco dalla Santa Chiesa madre . Tutta la scalinata è piena di donne che socchiudono li occhi , un poco abbarbagliate dalla luce esteriore . Un romore vasto e profondo sale dalla piazza attraversata da mille vetture , un romore come di fiume che precipiti da una rupe a valle . L ' obelisco è tutto roseo all ' estremo fuoco del sole ; le fontane , nell ' aria senza vento , spumeggiano con tranquilla pompa superando le statue dei porticati ; il Redentore e i dodici Apostoli campeggiano sopra un cielo leggermente verde , sparso di vapori luminosi . Una mollezza irresistibile discende da quel cielo di primavera . Pare che dai giardini del Vaticano muovano i profumi e sorpassando li edifici giungano fino all ' atrio della basilica ... O mio Dio , e quando voi sarete per me tutto in tutte le cose ? O Gesù , tre volte caduto sotto il peso dei peccati del mondo e tre volte risollevato dalla forza d ' un amore invincibile , risollevate me dall ' abbattimento in cui mi gettano le mie tristi esitazioni . Fate ch ' io sia umile nel riconoscimento della mia miseria , umile nel cambiamento subitaneo delle mie disposizioni interiori . Un giorno , o mio Dio , questi ondeggiamenti continui dell ' animo si placheranno , ed io sentirò allora , amandovi , la felice sicurezza di amarvi per sempre . O giorno , o sole divino , d ' innanzi a cui si dilegueranno perfino le ombre del peccato , quando risplenderai ? Così sia . Amen .