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StampaQuotidiana ,
La Giunta Esecutiva dell ' « Associazione Nazionalista Italiana » ha lanciato il seguente manifesto al Paese : « Il nazionalismo italiano non improvvisa il suo programma e rifiuta di adattarsi ad un programma elettorale . Esso porta nella lotta delle " unioni nazionali " cui ha partecipato con disciplina italiana senza egoismi di partito , intatto il suo fervore , intatte le sue affermazioni di dottrina , continuata la sua azione politica , provata nei fatti la sua fede . Queste elezioni sono un revisione , una contrizione , una sconfessione per tutti tranne che per il nazionalismo . I socialisti , che pretendevano annientare la Nazione e la sua vittoria nell ' internazionalismo della Russia bolscevica , sono in contesa e si sconfessano a vicenda , sottomettendosi ipocritamente , dopo il tentato matricidio , alle supreme verità nazionali , alle sole verità , da noi soltanto tenacemente affermate contro tutte le loro negazioni , contro tutte le complici ideologie dell ' internazionale bianca , del vilsonismo e del liberalismo socialdemocratico . I partiti e i gruppi costituzionali che non avevano più osato , di fronte alla sopraffazione socialista , assumere la responsabilità della nostra guerra , quale è stata nella storia del conflitto europeo , e cioè un atto di volontà consapevole e decisa quale noi soli sempre lo abbiamo ricordato con giusto orgoglio agli Alleati e ai nemici ; che non osavano più esaltare la vittoria , quale è stata nella storia del conflitto , e cioè una vittoria soltanto italiana , di virtù e di sacrifizio italiani contro il potente secolare nemico , quale noi soli sempre abbiamo ricordato con giusto orgoglio e con gagliarda difesa agli Alleati ai nemici e a tutti coloro che in Italia la disertavano ; oggi , partiti e gruppi , dopo due anni di smarrimento e di sottomissione in cui avevano consentito perfino il tradimento di governo , compiuto da Nitti frenetico dilapidatore della vittoria , sono ricondotti , dallo spettacolo della viltà socialista , alla contrizione per tutti gli errori commessi . Massimo quello di non aver mantenuto la fede nell ' Italia , che noi custodimmo nel dileggio e nella derisione , quando perfino parve e fu sedizione la fede nell ' Italia e la fedeltà al grande Italiano , che la fede faceva azione , a Gabriele d ' Annunzio . Non v ' è partito , non v ' è uomo fuori degli autori della riscossa nazionale , da noi non improvvisata , ma annunciata sicura fin da quando incominciò la nostra opera , alla vigilia della guerra libica che non debba oggi domandare , in questa lotta , l ' indulgenza dell ' oblio su proprie responsabilità di deviazione o di smarrimento , se non addirittura su proprie colpe e su proprie gravi complicità antinazionali . Noi no . E questo diciamo con dolore , poiché tale verità che potrebbe essere vanità di partito è la nostra umiliazione di cittadini e di italiani . Non uno degli atti compiuti dopo la vittoria può oggi essere ricordato degno di questa , degno dello spirito e della chiaroveggenza con cui si doveva raccoglierne i frutti e affrontare la crisi mondiale del dopoguerra . Dalla patita sopraffazione degli Alleati che ci defraudava in Asia e in Africa e nella ripartizione economica della vittoria ( la quale soltanto quando ebbe bisogno del nostro aiuto decisivo fu chiamata comune ) a questo Trattato di Rapallo che , invano presentato dai rinunciatori come un atto di volontà , oggi non appare nemmeno un compromesso , ma soltanto un mostruoso abbandono alla brutalità jugoslava : dalla tentata diffamazione della guerra ridotta con faziosità parricida all ' episodio di Caporetto , dalla tentata rinnegazione dello spirito e dell ' orgoglio militari della Nazione vittoriosa , cui la vittoria era negata come una vergogna , alla distruzione dell ' autorità dello Stato , costretto ad essere servo nella difesa dei cittadini e della proprietà e dell ' ordine sociale , tiranno nella disastrosa esperienza di un socialismo di stato demagogo e saccheggiatore dell ' erario : non uno degli atti di governo compiuti può essere ricordato come una volontà nazionale , pari al sacrifizio trionfale del popolo sui campi di battaglia . Noi abbiamo la coscienza di avere domandato un governo nazionale , di avere combattuto fierissimamente negli uomini e negli atti l ' opera di una legislatura , che fu la legislatura della rinnegazione della vittoria . Noi però non dobbiamo esporre un programma . Ci basta promettere di continuare in quello che siamo sempre stati e che i fati e i fatti hanno provato essere non una dottrina di sopraffazione , come soprattutto per ignoranza è stata la nostra invano diffamata , ma un ' anticipazione appassionata e logica della storica missione dell ' Italia nel mondo , rinsaldata nella prova più tremenda che potesse imaginarsi , una anticipazione delle verità nazionali di tradizione , di civiltà , di potenza e di espansione produttiva e demografica , cui l ' internazionalismo socialista aveva contrapposto , con la pusillanime convergenza degli altri partiti , tutte le menzogne delle ideologie antinazionali e di una economia fatta di miseria comunista e di organizzazione burocratica . Noi soli non abbiamo mai concesso al socialismo e alla sua falsa utopia quello che tutti i partiti avevano ad esso concesso , credendo di aver acquistato così il loro benessere , e cioè il patrimonio più sacro : quello delle idee conduttrici della vita nazionale . Queste idee , questo spirito , questa volontà nazionali per cui soli i partiti hanno il diritto di domandare l ' esercizio del potere , e non per i soliti e facili programmi elettorali combinati con le solite smanie riformistiche noi vogliamo che la lotta elettorale si mostri capace di esprimere . Le " unioni nazionali " debbono significare la volontà nazionale dei partiti che sentono finalmente di poter governare in nome di una idea , per la difesa della Nazione e dello Stato , contro il tradimento della vittoria , contro la continuazione del disastroso esperimento di socialismo statale , fatto di statizzazioni , monopoli , municipalizzazioni che ha mortificato l ' economia e sconquassata la finanza , e cioè contro quella socialdemocrazia che , dopo essere stata complice del comunismo , si presenta oggi nella ipocrisia di Turati e dei suoi correi , pronta ad accaparrare il potere , come se le sue sconfessioni di oggi fossero un merito e non una colpa , anzi un delitto di lesa patria . Il nazionalismo che in Nitti ha combattuto il nittismo e cioè il delitto di dare l ' Italia , la Nazione , lo Stato , ai nemici della Nazione e dello Stato , non muta la sua lotta , la continua , Non per sé , ma per l ' Italia . Questa è la sua promessa » . LA GIUNTA ESECUTIVA
LA VITA A ROMA. SCIABOLE E FIORETTI ( VERE_DE_VERE , 1885 )
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Oh , gloriosa scienza d ' armi italiana ! Un risveglio onorevole si va propagando per la patria . Nuovi cultori sorgono ad illustrare l ' arte di Camillo Agrippa e di Nicoletto Giganti . Qui in Roma gentiluomini aprono sale d ' armi e trattenimenti mattutini . Don Ladislao Odescalchi nel suo palazzo prepara un immenso stanzone tutto tappezzato di arazzi , ornato di trofei d ' armi antiche e di gonfaloni storici . Il principe di Teano ne prepara un altro , a gara , dove chiamerà a schermire e conviterà quanti eletti armeggiatori sono nell ' Urbe . Allora , nelle fresche mattine primaverili , le riunioni amichevoli saranno frequenti e lunghe . La luce entrerà , gaia e fortificante , dai finestroni amplissimi e ravviverà nelle pareti i vecchi arazzi pieni di cacciatrici pagane o di cavalieri battaglianti o di pompe imperiali o di amori mitologici . Le armature penderanno nelli angoli damaschinate d ' oro ; tutte le diverse fogge di spade e di aste s ' incroceranno nelle panoplie e scintilleranno a una qualche banda di sole . Le bandiere multicolori si muoveranno lentamente ad ogni minimo soffio dell ' aria . E li amici , giocondamente , si daranno alla fatica . D ' intorno , sui divani profondi , su i cassoni scolpiti , i più pigri staranno distesi a giudicare i colpi , o fumeranno tabacchi odoranti , o parleranno di femmine e di cavalli e di cani . Il tintinno vibrante delle lame si mescolerà alle risa e ai motti ; e le spire del fumo saliranno placidamente al soffitto istoriato . Poi , quando li amici avranno le membra stanche e piene di sudore , i servi imbandiranno nella stessa stanza una tavola . Un vivo stimolo di cibo ecciterà li stomachi sani , e la sanguigna succulenza delle carni cotte diletterà d ' un mai provato sapore i palati laboriosi . Il vino sarà bevuto in grandi coppe di cristallo boemo e letificherà li spiriti delli affaticati . E don Ladislao , il magiaro , tenendosi in una mano la gran barba bionda ed ingrossando la voce , comincerà a dir le parole di Nicoletto Giganti vinigiano al serenissimo don Cosimo de ' Medici : Sì come il ferro dalle rigide minere sottratto inutile riuscirebbe , se dall ' arte industre non ricevesse forma accommodata a gli essercitii humani : così l ' istesso nelle mani del forte soldato riesce di poco frutto se da studioso et accorto valore accompagnato non s ' apre la strada ad ogni difficile et vittorioso successo ...
StampaQuotidiana ,
Il Corriere d ' Italia non sapendo più che dire , ci chiama « giolittiani » . Proprio ieri , mentre noi denunziavamo il pericolo di una ripresa della politica del nobiluomo Sforza , attribuita dalla Stampa all ' onorevole Giolitti , il Corriere si compiaceva di scrivere che noi , totalmente dimentichi della politica di Sforza , ci eravamo imbrancati nelle file giolittiane , dalle quali erano invece esulati tutti quei popolari che tanto della politica del nobiluomo Sforza quanto della politica economica dell ' on . Giolitti , erano stati complici ed esecutori puntualissimi . Ma la verità è il Corriere l ' ha capita perfettamente che il nostro atteggiamento nella presente crisi è stato determinato da motivi politici , che sono in perfetta antitesi con quelli che hanno determinata la condotta del Corriere e dei popolari . Giolitti personalmente non c ' entra . Cominciamo col constatare , che all ' inizio della crisi noi ci siamo trovati perfettamente d ' accordo col Corriere nel deplorare il colpo di mano dei giolittiani e la forma incostituzionale con cui la crisi fu determinata . Perché al di sopra di tutte le direttive politiche concrete e di tutte le opinioni in ordine al regime , noi teniamo al retto funzionamento del regime quale esso sia . Non si può difendere la causa dell ' ordine , senza volere che l ' ordine sia rispettato nelle stesse sfere , dalle quali esso deve promanare . Dopo ciò , noi abbiamo affermato la necessità di un governo stabile , sembrandoci oramai tempo di dare un po ' di requie al Paese , se non per affrettare almeno per non impedire la sua necessaria ricostituzione . Ma la situazione parlamentare , alla quale principalmente si deve aver riguardo per formare un governo stabile , era ed è tale che non offre se non due soluzioni logiche e solide : o un governo di concentrazione nazionale , caratterizzato dalla partecipazione in pieno della Destra , o un governo con la collaborazione dei socialisti . Ora l ' onorevole Orlando in un primo momento e l ' onorevole Giolitti in un secondo momento parvero gli uomini meglio indicati a realizzare la prima delle due soluzioni e i nazionalisti hanno cercato naturalmente di agevolare il compito tanto a l ' uno come all ' altro , non perché l ' uno o l ' altro rappresentassero delle soluzioni ideali , dal loro punto di vista programmatico , ma perché fra tutte le soluzioni possibili , erano quelle che avrebbero permesso di realizzare questi due fatti di grande importanza politica : la concentrazione dei partiti nazionali e l ' avvento di un governo stabile . I popolari , invece , che non solo non provano alcun disgusto , ma mostrano di desiderare la collaborazione con gli elementi antinazionali , hanno cercato invece di creare ostacoli prima alla combinazione Orlando e poi alla combinazione Giolitti . E questo è il fondo del dissidio fra noi e i popolari : il perché poi essi non temano anzi desiderino un governo collaborazionista , di chiaro significato e di sostanziale carattere antinazionale è argomento , che abbiamo illustrato più d ' una volta e sul quale ritorneremo , se occorre . Alle designazioni di Orlando prima e di Giolitti poi essi hanno contrapposto la soluzione di un governo di Sinistra , unicamente allo scopo di impedire la concentrazione nazionale e di non romperla definitivamente coi socialisti . Il nostro « giolittismo » dunque è stato determinato dai motivi opposti a quelli che determinarono l ' « antigiolittismo » dei popolari , cioè da motivi essenzialmente politici e squisitamente nazionali .
LE CORSE IN VIA SALARIA ( VERE_DE_VERE , 1885 )
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Passando lungo le mura della Villa Ludovisia incoronata di verdura novella , si entra nella porta Salaria e si vede dinnanzi la lunga via grigia e bianca sotto il cielo bianco e grigio . La via è angusta , in su ' l principio tutta limitata da edifici industriali e da cantine dove si vendono i vini delle terre romane con giuochi di bocce . Poi , a poco a poco , dalle muraglie macchiate di musco e dai roseti soverchianti e dalle punte acute dei cipressi incomincia a discendere su l ' umiltà dei pedoni una dolce poesia conventuale . Per una gran cancellata sorretta da due cariatidi muliebri , fugge in lontananza un viale di alti bussi . Per la porta di una vinea torloniana si allarga una specie di chiostra verde sparsa di sedili di pietra . Sulle mura di Villa Mattei si levano certi funebri alberi neri che nel fondo dell ' aria burrascosa paiono ramificazioni di carbone fossile . Dalla chiusa selva della Villa Piombino esce un cantico di uccelli pieno di variazioni sapienti . Presso una cappella gentilizia si stende un portico vegetale popolato di statue corrose , un portico circolare , uno di quelli ordini d ' alberi fitti e bruni di mezzo a cui rampollano le rose meravigliosamente . E poi ecco Villa Ada , tutta lieta e chiara . Già l ' animazione delle corse rumoreggia . Passa in un phaèton Don Alfonso Doria , il pallidissimo e biondissimo principe eternamente fiorito d ' una gardenia all ' occhiello ; e al suo fianco sta , con il busto eretto , la signora , vestita semplicemente di nero e d ' un piccolo paletot di stoffa maschile chiarissima . Il recinto . Un pezzo di terreno messo un poco in salita , d ' un bel verde gaio , interrotto da alberelli e confinato da edifici rossicci irregolarmente . Nello steccato del pesage gli sportmen non sono molto numerosi . Nessuna signora , tranne la duchessa di Avigliana . Arriva il conte Pecci con la sua signora : veste lilla , waterproof bleu marin , cappello marron con fiori rosei . Arriva la marchesa Lavaggi con donna Giulia e con la duchessa Lante . Arriva la duchessa di Magliano . Arriva la principessa di San Mauro . Nello steccato il numero degli sportmen a mano a mano cresce . Il duca d ' Avigliana con quel suo passo dondolante , profondamente inglese , va salutando le signore . La barba di don Ladislao Odescalchi viene a singolar tenzone con quella dell ' on . Quarto di Belgioioso . Don Giovanni Borghese conduce a braccio la duchessa Lante che ha un abito scuro ornato di liste di velluto rosso . Il gran cavaliere Pandola conduce donna Giulia Lavaggi che ha un abito primaverile bleu marin con pieghe semiaprentisi a righe rosse e d ' oro . Il duca di Ceri , don Clemente Torlonia e il signor Morgan in crocchio discutono vivacemente . I larghissimi pantaloni grigi del principe di Castagneto irridono a quelli strettissimi del conte di Monteforte . Don Francesco del Drago va pensoso e solitario lungo la palizzata . Marco Colacchioni , nitido e fiorito di mughetti , si preoccupa della sua bella Ebe che non potrà correre . Il barone Michele Lazzaroni è un po ' nervoso : palpita forse per le sorti dei suoi colori che oggi brilleranno per la prima volta ... non al sole probabilmente . La tribuna . La tribuna , come una bella pioggerella fresca d ' improvviso incomincia a suonare sulla campagna , si empie in un momento . La duchessa di Magliano ha un abito bleu marin listato di trine larghissime , con sottoveste rossa : ed un cappellino di paglia scura con aigrettes tremolante e scintillante . Oggi l ' agilità della sua figura trionfa , poiché tutte le sue attitudini sono vivacissime e i suoi movimenti sono rapidi ed eleganti . È discesa di carrozza con un salto , è salita con un salto su la parte alta della tribuna , ha passeggiato molto nel recinto del pesage , sempre sorridendo , con un ' aria di giovinezza felice . La contessa Lutzof ha una toilette freschissima , tutta d ' un grigio azzurrognolo , con sottoveste chiara a piccoli scacchi . M.lle Brookmann , una belga , recente ospite di Roma , ha una toilette di color granato e su ' l corsage porta una giacca marron con ricami su le maniche e su gli orli . Ella è bionda ed ha gli occhi verde marino : è una Miss Multon più plantureuse . La contessa di Montgelas ha una sopraveste marron su una veste cangiante : toilette armoniosa e fine . La contessa della Gherardesca ha un abito nero e un magnifico cappellino rosso a frange d ' oro . La duchessa di Ceri è tutta ornata di strisce di piume grigie intorno al collo e ai polsi . Le conversazioni sono animate . Animatissima quella che ha per sostenitrice donna Giulia Lavaggi . Le scommesse non si levano molto in alto . Per la prima corsa Anzola è in favore . Prima corsa Corrono : Anzola del principe Potenziani , generata da Andres e Fernanda ; Veronica del cap . Fagg , generata da George Frederik e Federica . Su ' l principio della corsa , Veronica è innanzi di qualche lunghezza ma viene quasi subito superata da Anzola che segue con moltissima facilità la vittoria au petit galop . Prosperosa . Seconda corsa Corre Anzola sola , sotto la pioggia , e compie il giro nel tempo stabilito fra gli applausi . La principessa di San Mauro guarda affettuosamente il bell ' animale che passa sotto la tribuna portato a mano da un servo . La pioggia seguita , ma con minore forza . Dalla parte di Monte Mario già si leva una fievole serenità argentina . Terza corsa Corrono : Juppiter da Jove e Lady Mountain , del barone Lazzaroni ( Porta Latina ) ; Silver Chum del generale Agei e Lady Annie , da Exrninster e Lady Mortimer , del cavaliere Bertoni . Da principio , Juppiter si mette innanzi ; poi Silver Churn lo supera di qualche lunghezza : una lotta vivissima s ' impegna tra i due corridori . Juppiter con un galoppo assai bello riesce a vincere in fine l ' erede di Speculum e giunge alla mèta tra gli applausi . Intermezzo Il chiarore dalla parte di Monte Mario cresce rapidamente . La collina incoronata da cipressi appare in fondo , nell ' illustrazione del sole . Tutta l ' area delle corse s ' illumina , e il verde prende un tono chiarissimo fra le ombre circolari proiettate dalli alberelli . Dietro lo steccato la fila delle carrozze luccica di bagliori metallici . Alcuni ombrellini di demi - mondaines si aprono su ' l cielo divenuto già di un azzurro limpido qua e là ; e tra li ombrellini trionfa quello scarlatto di Nadar , di quella Nadar che Teodoro Ethofer ha dipinto appunto sportivamente con tanto brio di disegno e di colori . Le signore abbandonano la tribuna e discendono a passeggiare su l ' erba . Il calore va diventando grave . Tutti i piccoli paletots maschili scompariscono a uno a uno . Assolutamente il sole scotta . Nuvole benedette , dove , oh dove fuggite ? L ' ultima invocazione carducciana alle vacche del cielo esce malinconiosamente dalla bocca del reporter del Fanfulla , ch ' era venuto avvoltolato in un romantico mantello da Hernani . La campanella suona . Quarta corsa Corrono : Fucino del capitano Fagg , da Austerlitz e Rox ; Stuarda del capitano Grifo , da Carlont e Seine . Fucino va innanzi , appena di mezza lunghezza . Stuarda con un sforzo , alla prima voltata , gli si mette a fianco . La lotta dura pochissimo . Fucino galoppa stupendamente alla vittoria , saltando tutti li ostacoli , e giunge buon primo . Quinta e ultima corsa Corrono : Roman Bee , un cavallo di mezzo sangue inglese , del capitano Fagg ; Melmerby , da Vanderdecken e Fair Agnes , del capitano Grifo ; Lady Mary , di mezzo sangue , della scuderia Porta Latina , e Foot - Fall , da Reverberation e Sanduls di Giovanni Cairoli . Foot - Fall parte alla testa delli altri , condotto con grande abilità dal fantino . Melmerby , secondo , fa sforzi per raggiungere il rivale ; e dopo una non breve lotta raggiunge e sorpassa e lascia a una buona distanza Foot - Fall , il quale , avendo perduta la prima lena , viene in seguito superato da Roman Bee . La corsa , di tremila metri , è interessantissima . Melmerby giunge primo ; secondo è Roman Bee ; terzo Foot - Fall ; quarto , pessimo quarto , Lady Mary . Il ritorno La sfilata delli equipaggi è stata mediocre . Molte botti , pochissime carrozze signorili . Bello l ' attacco del duca di Ceri ed elegante quello del duca di Magliano . Qua e là , per la via Salaria , alcune torme di curiosi . Niente più .
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Il Corriere d ' Italia non sapendo più che dire , ci chiama « giolittiani » . Proprio ieri , mentre noi denunziavamo il pericolo di una ripresa della politica del nobiluomo Sforza , attribuita dalla Stampa all ' onorevole Giolitti , il Corriere si compiaceva di scrivere che noi , totalmente dimentichi della politica di Sforza , ci eravamo imbrancati nelle file giolittiane , dalle quali erano invece esulati tutti quei popolari che tanto della politica del nobiluomo Sforza quanto della politica economica dell ' on . Giolitti , erano stati complici ed esecutori puntualissimi . Ma la verità è il Corriere l ' ha capita perfettamente che il nostro atteggiamento nella presente crisi è stato determinato da motivi politici , che sono in perfetta antitesi con quelli che hanno determinata la condotta del Corriere e dei popolari . Giolitti personalmente non c ' entra . Cominciamo col constatare , che all ' inizio della crisi noi ci siamo trovati perfettamente d ' accordo col Corriere nel deplorare il colpo di mano dei giolittiani e la forma incostituzionale con cui la crisi fu determinata . Perché al di sopra di tutte le direttive politiche concrete e di tutte le opinioni in ordine al regime , noi teniamo al retto funzionamento del regime quale esso sia . Non si può difendere la causa dell ' ordine , senza volere che l ' ordine sia rispettato nelle stesse sfere , dalle quali esso deve promanare . Dopo ciò , noi abbiamo affermato la necessità di un governo stabile , sembrandoci oramai tempo di dare un po ' di requie al Paese , se non per affrettare almeno per non impedire la sua necessaria ricostituzione . Ma la situazione parlamentare , alla quale principalmente si deve aver riguardo per formare un governo stabile , era ed è tale che non offre se non due soluzioni logiche e solide : o un governo di concentrazione nazionale , caratterizzato dalla partecipazione in pieno della Destra , o un governo con la collaborazione dei socialisti . Ora l ' onorevole Orlando in un primo momento e l ' onorevole Giolitti in un secondo momento parvero gli uomini meglio indicati a realizzare la prima delle due soluzioni e i nazionalisti hanno cercato naturalmente di agevolare il compito tanto a l ' uno come all ' altro , non perché l ' uno o l ' altro rappresentassero delle soluzioni ideali , dal loro punto di vista programmatico , ma perché fra tutte le soluzioni possibili , erano quelle che avrebbero permesso di realizzare questi due fatti di grande importanza politica : la concentrazione dei partiti nazionali e l ' avvento di un governo stabile . I popolari , invece , che non solo non provano alcun disgusto , ma mostrano di desiderare la collaborazione con gli elementi antinazionali , hanno cercato invece di creare ostacoli prima alla combinazione Orlando e poi alla combinazione Giolitti . E questo è il fondo del dissidio fra noi e i popolari : il perché poi essi non temano anzi desiderino un governo collaborazionista , di chiaro significato e di sostanziale carattere antinazionale è argomento , che abbiamo illustrato più d ' una volta e sul quale ritorneremo , se occorre . Alle designazioni di Orlando prima e di Giolitti poi essi hanno contrapposto la soluzione di un governo di Sinistra , unicamente allo scopo di impedire la concentrazione nazionale e di non romperla definitivamente coi socialisti . Il nostro « giolittismo » dunque è stato determinato dai motivi opposti a quelli che determinarono l ' « antigiolittismo » dei popolari , cioè da motivi essenzialmente politici e squisitamente nazionali .
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Roma diventa la città delle demolizioni . La gran polvere delle rovine si leva da tutti i punti dell ' Urbe e si va disperdendo a questi dolci soli maggesi . All ' imboccatura di certe vie , una tabella in cima ad un ' asta proibisce il passaggio . Quasi tutte le case a destra e a sinistra sono vuote ; e i demolitori stanno all ' opera , vestiti di camiciotti bianchi e armati di picconi . Le imposte e i vetri delle finestre restano appoggiati contro le facciate ; tutte le botteghe son chiuse , e qua e là si leggono le scritte : vetrine in vendita , oppure : il negozio si trasferisce il 15 corrente in via tale per causa di espropriazione . Dinanzi alle vetrine polverose , gruppi di bottegai delle vicinanze gesticolano e parlottano mercanteggiando col proprietario espropriato . Sono per lo più uomini panciuti , mezzi calvi , rossastri in faccia , con grosse mani che ripetono continuamente un gesto particolare . Le pietre , i mattoni , i calcinacci si accumulano e formano barriere lungo i marciapiedi . In alto , a un terzo piano , un piccolo balcone di pietra sorretto da mensole scolpite , un piccolo balcone poetico di dove qualche fanciulla clorotica avrà contemplato il plenilunio o le stelle pudiche , sta per cadere . Le mensole tremano nel muro , verdastre per la pioggia e per il musco e corrose , come in una gengiva di vecchia i denti cariati . In alto , a un quarto piano , un altro balcone tutto coperto di piante rampicanti vien saccheggiato senza misericordia . Le belle piante lunghissime e flessibili , ondeggiano , scompigliate , come capigliature verdi tra il polverio che sale . Alcuni rami pendono spezzati , reggendosi alla pianta madre per mezzo d ' una sola fibra sottile . Tutta la massa vegetale ha in sé qualche cosa di doloroso come per una violazione e per uno strazio . E pensare quante buone merende su quel balcone e quante buone cene nelle notti d ' estate , quando le piante fiorivano e odoravano ! Passando nella via ed alzando li occhi , si vedevano allora dei visi femminili fra il verde , o si vedeva qualche cappellino appeso a un ramo e qualche scialle di colore vivo o anche , talora , una bambola rosea . A molte case sono già state demolite le facciate . Le stanze rimangono quindi scoperte e con le loro tappezzerie di carta somigliano a scenarii d ' un teatrucolo di provincia . Su le pareti i mobili hanno lasciato i segni . Facilmente si riconosce il posto del letto matrimoniale e il posto della specchiera e quello dell ' armadio , e quello del canterano , e quello dei quadri . Qua e là le carte sono ridotte a brandelli , e i brandelli tremano all ' aria miserevolmente . Una gran linea nera di fuliggine segna il camino atterrato . Dappertutto si scorgono le tracce untuose e laboriose della vita domestica ; dappertutto , alla cruda luce solare , si scorge quel che v ' è di sudiciume e di gretteria e di meschinità nella vita casalinga dei piccoli borghesi . I piccoli borghesi romaneschi guardano dal mezzo della via le demolizioni ingoiando con molta pazienza la polvere bianca . Tutti stanno col naso all ' aria e con il collo teso e con li occhi spalancati e con in tutta la persona una espressione grottesca di stupidità ; e tutti nell ' attitudine e nella melensaggine somigliano a quei venti o trenta beati che quotidianamente si mettono innanzi alla chiesa di Sant ' Ignazio ad aspettare che il colpo del cannone di mezzogiorno faccia discendere dalla cima dell ' asta il globo indicatore . Ma dalle rovine sorgerà e risplenderà la nuova Roma , la Roma nitida , spaziosa e salutare , la Roma costruita dalli architetti giovani che lasceranno da parte le eleganze del Bramante e si inspireranno utilmente al palazzo del Ministero delle Finanze , al gran mostro della moderna architettura , alla caserma degl ' impiegati . Oh nobilissima oziosa amplitudine dei palagi patrizi ! Ieri , passando dal palazzo Corsini , entrammo per vedere le decorazioni pittoriche e le restaurazioni che l ' esimio professore Bruschi dell ' Accademia eseguisce nella volta della gran sala destinata alle sedute solenni dei Lincei . Il professore che è un uomo di media statura , con baffi grigi , con lineamenti che non ricordano per nulla quelli angelici di Rafael d ' Urbino né quelli sensuali di Giulio Romano , stava in alto su le impalcature e teneva il capo coperto d ' un semplice giornale , precisamente della Rassegna ( oh , infelice professore ! ) foggiato a berretto alquanto michelangiolesco . Quasi incurante del grave pondo torrachiano , il buon accademico toccava vivacemente l ' imperial manto bizantino d ' una Giurisprudenza e cantarellava . Quei tocchi erano li ultimi , e quella canzonetta era di liberazione . La sala , rettangolare , è di stile settecentistico , architettata dal cavalier Fuga con una certa nobiltà di scompartimenti . Nella vòlta già esistevano le cornici ed esistevano anche alcuni fregi un po ' barocchi ; cosicché il Bruschi ha dovuto nell ' opera sua trar partito dalle cornici e dai fregi e armonizzare le decorazioni nuove alle vecchie . Il Bruschi in questo è riuscito con molta abilità . Non volendo essere interamente barocco per rimaner nello stile , ha saputo usare certe fini astuzie di decoratore consumato , e fondere sapientemente le sue pitture un po ' cinquecentistiche con i cartocci e gli svolazzi del barocchismo . A ciò tendono le molte volute dei papiri sorretti dai putti e gli animali chimerici che occupano molti piccoli spazii intermedi . Le pitture girano in torno alla volta , rappresentanti figurativamente le varie Scienze che i Lincei coltivano . Ogni figura muliebre è disegnata con tranquillità di linee e colorita con varietà di toni . L ' esecuzione delle parti nude ci è sembrata finissima . Un ' Astronomia avvolta d ' un azzurro drappo stellato , con li occhi all ' alto , ha , per esempio , nelle nudità delle braccia e del seno e nella faccia una illuminazione quasi lunare , una specie di lievissimo azzurreggiare notturno , di effetto squisito . Una Matematica , pensosa , avvolta in un drappo violaceo , è dipinta con una venustà di forme veramente rafaellesca . Tutte le figure stanno al loro posto , non invadono lo spazio , non opprimono lo spettatore , non escono troppo fuori della superficie a loro assegnata . L ' occhio si riposa in un ' armonia generale . Le pareti , coperte di stucchi , sono illustrate da busti marmorei . Di qual colore dovranno essere le tende delle finestre e le portiere ? Di qual forma e di qual colore dovranno essere i mobili ? Chi a questo presiede non s ' è curato della questione che pure è importantissima . Le tende , le portiere , i mobili sono stati comperati assai prima che il professor Bruschi incominciasse a decorare la sala ! Con quale criterio ? Oh , asinità dei provvedimenti ! Ma di demolizioni e di restaurazioni i lettori ne avranno abbastanza . Parliamo di cose più allegre , per finire ; di cose parigine , e precisamente di sport . Al Campo di Marte in questi giorni il Canis - Club ha data la prima festa cinegetica , una festa nuova per Parigi e interessantissima , una corsa di levrieri . Una tribuna , simile a quella di Longchamp , ma assai minore , accoglieva l ' high - life ; e il campo era limitato in cerchio non da palizzate né da corde , ma da un grillage metallico che impediva ogni deviazione ai corridori e alle lepri . Un Canis - Club dovrebbe anche sorgere a Roma , qui dove ogni genere di sport terrestre potrebbe vigorosamente fiorire . Chi non conosce e non ammira i levrieri , quei cani lunghi e smilzi ed eleganti che Diana prediligeva e che Paolo Veronese dipingeva con tanto amore ? I levrieri sono , secondo noi , i più nobili fra tutti i cani . Essi non hanno , come il comune dei cani , la volgare abitudine della fedeltà al padrone , quella vile abitudine che i poveri di spirito gabellano per virtù . Essi certamente non si lascerebbero morir di fame su la tomba del loro signore ; e la tomba di Edoardo III informi . Essi sono liberi , forti , indipendenti , pugnaci , audaci , volubili ; hanno la grazia del serpente e la terribilità dei felini . Le loro forme sono rappresentate sugli antichi monumenti egizii . I tartari , i persiani , gli abitatori dell ' Asia Minore , i beduini , gli arabi , i sudanesi , gli indiani e molte altre genti dell ' Africa e dell ' Asia Centrale li onorano e li stimano quasi al pari dei cavalli . In certi luoghi il valore del levriere è determinato da leggi . Nel Jemen , per esempio , chi uccide un levriere è costretto per multa a pagare tanto frumento quanto ne bisogna per coprire intieramente l ' animale morto , appeso per la coda e toccante con le narici il suolo . In Arabia il prezzo di uno sloughi cacciatore di gazzelle e di antilopi eguaglia il prezzo di un cammello . Dicono gli arabi : « Se lo sloughi vede una gazzella pascente , la giunge prima che essa trangugi l ' erba carpita » . In Arabia , ove accada che una levriera ceda all ' amore di un cane d ' altra stirpe , il padrone rugge di vergogna e di dolore . L ' incauta viene subito uccisa affinché non metta alla luce figli di sangue plebeo . La purezza della razza vien conservata con una specie di religiosità e di superstizione . Tale è il levriere , nostre dolci signore . E se il panegirico non vi tediasse , seguiteremmo ancora per molto a noverare le virtù dei nobili animali nostri prediletti . A Parigi una corsa è stata eseguita da sedici levrieri puri , di Russia e d ' Inghilterra , d ' una età dai due ai quattro anni . I competitori spiccavano salti d ' una larghezza prodigiosa . A due di quelli che avevano riportata la vittoria , fu poi data in caccia una lepre ; e la lepre , dopo molte giravolte e molti scambietti e molte furberie di fuga , venne afferrata e a mezzo uccisa dai focosi persecutori . Riportò , nell ' agone , la prima delle vittorie una levriera nera d ' Inghilterra , nomata Kiss , una meravigliosa bestia che darà eccellenti rampolli . In ultimo , al rally - coursing corsero in torma tutti i veltri , al suono gioioso delle fanfare . E lo spettacolo doveva essere magnifico e inebriante . O belle dame di Roma , proteggete i levrieri ! Fate che anche qui i levrieri salgano in onore , i grandi cani lucidi come la seta , smilzi , dalle gambe nervose , dal muso di luccio , dal ventre roseo , dal fianco palpitante , come voi ardenti , come voi audaci , come voi infedeli .
CODICILLI SOCIALISTI ( - , 1922 )
StampaQuotidiana ,
Quanto abbiamo scritto ieri relativamente alla riunione del Gruppo socialista che ha discusso a lungo della collaborazione e della intransigenza senza giungere a conclusione pratica di sorta , merita un piccolo codicillo . È noto che alle 19,30 l ' on . Matteotti è entrato ove il gruppo era riunito e ha portato la notizia che il Ministero Facta si poteva ormai considerare come fatto ; così che per il momento veniva a mancare ogni ragione di contese . Ma non è noto che i collaborazionisti , per paura dei « selvaggi » non hanno voluto e saputo dire chiaramente tutto il loro pensiero e che durante la radunanza si sono tenuti sul se e sul ma e sul fino ad un certo punto . Ci sono troppi causidici ci diceva nei corridoi un deputato socialista di aperta fede collaborazionista . Ma tra tutti questi « ponzadubbi » per paura , ci sono dei collaborazionisti aperti , i quali credono che si debba dire intero il proprio credo per trascinare se è possibile l ' ala sinistra su una posizione meno intransigente se non proprio a destra di colpo ; certi in cuore che il piano inclinato della politica l ' avrebbe per necessità , diciamo così , fisiche , portato al collaborazionismo completo . Le situazioni sono quel che sono e non quello che si vorrebbe che fossero ... Le mezze misure non danno frutti : l ' astensione in dati momenti a beneficio del cosidetto governo migliore o anche il voto favorevole non avvantaggiano né il gruppo parlamentare né il partito . Anzi , può danneggiarli , nel senso che l ' appoggio potrebbe dar loro delle responsabilità senza nessun corrispettivo . Insomma , si sarebbe nelle condizioni di chi vive in concubinato : tutti i guai del matrimonio senza i vantaggi . « E allora , opinarono i collaborazionisti aperti , tipo on . Zaniboni il quale ieri aveva deciso di presentare un ordine del giorno che togliesse gli equivoci non preoccupiamoci dei deliberati del passato Congresso e delle flaccide e incerte intransigenze della Direzione ; ma agiamo liberamente come gruppo parlamentare autonomo . La Direzione ci denunzierà ad un congresso da convocare al più presto e penseremo noi a difenderci e a spiegare le ragioni che ci hanno spinto alla collaborazione diretta ; alla quale presto o tardi si deve pur venire procedendo per gradi e cioè attraverso l ' astensione per il governo migliore in un primo tempo e all ' appoggio mediante il sì negli appelli nominali in un secondo ... » . Tutto ciò sarebbe stato detto se l ' on . Matteotti non fosse intervenuto a dare la notizia della risoluzione della crisi . L ' on Zaniboni , che si è posto alla testa dei collaborazionisti diretti , avrebbe espresso intero il pensiero suo e di tutti gli altri che Treves e Turati compresi non hanno ardito affrontare l ' ira dei « selvaggi » . Ma è bene sin da ora fissare questi termini del dibattito socialista sospeso per ragioni parlamentari , e che risorgerà alla prima occasione . L ' intransigenza è in liquidazione .
LA CRONACHETTA DELLE PELLICCE ( HAPPEMOUSCHE , 1884 )
StampaQuotidiana ,
Giornate oziose e fastidiose . La città è oppressa dallo scirocco ; e , vista dall ' alto , appare come un ' immensa Pompei seppellita dalle ceneri . Una specie di snervamento malsano invade la gente ; una irritazione mal repressa manifestasi in tutti i gesti e in tutte le attitudini . Per la via del Corso le signore tiberine passano , al trotto stanco dei cavalli , distese nelle carrozze a metà chiuse , e sono pallide , per lo più nascoste da un velo denso , sprofondate nella mollezza delle pellicce . Salutano lentamente ; sorridono debolmente ; lasciano che la testa dondoli al moto delle ruote ; talvolta paiono assopite e paiono non avere più forme , sotto l ' amplitudine dei mantelli . Oh bei mantelli di lontra ornati di castoro biondo ! Il pelo lucidissimo si apre qua e là come una spiga , variando l ' egual colore cupo con apparenze d ' oro . Nulla è più signorilmente voluttuoso che una pelliccia di lontra già da qualche tempo usata . Allora le pelli consentono a tutte le pieghevolezze del corpo femminile ; ma non con la leggera aderenza della seta e del raso ; sibbene con una certa gravità non priva di grazie e di quelle dolci grazie che gli animali forniti di ricco pelame hanno nei loro movimenti furtivi . Sempre una specie di lampo , una specie di lucidità repentina precede o accompagna il movimento , e dà al movimento una strana bellezza . Alle giunture poi delle spalle , su ' l rovescio delle braccia , intorno ai fianchi , e qua e là su ' l seno , il colore prende un tono d ' una soavità antica , quasi morente , simile forse a quello d ' un vaso d ' argento dorato in cui l ' argento non anche apparisca schietto e l ' oro muoia . Credo che il più lungo mantello e il più magnifico sia quello della principessa di Venosa . Ieri era da Spillmann ; chiedeva dei bonbons forse per il five o ' clock tea . Aveva un cappello chiuso con un piccolo pennacchio d ' airone e di struzzo ; e sul volto un velo moucheté . Ella parlava indolentemente con la principessa Borghese , e la sua figura mirabile , dalle spalle ampie e lunate , dai fianchi opulenti , dalla sottilissima vita tutta avvolta nella lontra odorante di Cypre e di sachet de veloutine , faceva contrasto con la grave persona , con l ' altera nobiltà matronale della interlocutrice . Anche , un altro mantello celebre è quello della contessa di Santafiora . Questa strana figura di gentildonna si incontra talvolta improvvisamente nella mattina , allo svolto di una qualche via urbana , su ' l marciapiede . È una di quelle visioni che turbano un poco . A traverso il velo molto rado quella faccia pallida , irregolarmente bella , con la bocca rossa e certe volte quasi dolorosa , con gli occhi di Venere Ciprigna , dà all ' improvviso un ' impressione , dirò così , di fatalità , suscita all ' improvviso , dirò così , un sogno di amori misteriosi e procellosi . Invece la contessa quando apre la bocca , è quasi sempre ironica , piuttosto fredda , schiva del sentimentalismo , spesso anche mordace , molto allegra di spirito . Ella porta un cappello nero composto di merletto e di jais altissimo , alleggerito da un bouquet di piume . Ha il passo svelto ; e tiene i gomiti aderenti alla vita , le mani nel manicotto , il manicotto stretto alla veste . Un ' altra contessa , la Taverna , porta la lontra . Chi non sa il divin pallore della contessa Taverna , ed i capelli neri pieni di riflessi blu ondulati , e i lunghi occhi velati dalle lunghissime ciglia ? La duchessa d ' Artalia , la piccola duchessa magra dalli occhi turchini e dai capelli cupi , si distingue per le maniche amplissime , ricchissime , d ' onde escono due minuscole mani candidamente . La principessa d ' Antuni ha una pelliccia breve su cui cade un bel ricciolo nero legato da un nastro azzurro pallido o crème . La duchessa di Magliano porta una giacca gittata su le spalle , militarmente , con le maniche pendenti , su l ' abito di panno marron ornato di soutaches . Tutte queste signore passano per la via del Corso , entro le carrozze , fra le quattro e le cinque del pomeriggio . E nessuna cosa più che una pelliccia di lontra , in tempo piovoso , suscita nei riguardanti il desiderio dell ' intimità dell ' amore .
IL PROBLEMA CENTRALE ( - , 1922 )
StampaQuotidiana ,
Con un discorso preciso e fermo , tenuto nella sede della sezione nazionalista di Milano , e che i nostri lettori conoscono , l ' on . Stefano Benni anticipava qualche giorno fa il manifesto che oggi l ' Alleanza economica parlamentare , di cui egli è autorevole partecipante rivolge al paese . Non è senza significato che nazionalisti abbiano sollecitato da un tecnico che vede chiaro in politica , come l ' on . Benni , una illustrazione del problema centrale dello Stato ; e che , parlando a nazionalisti , il deputato dell ' Alleanza economica parlamentare sia stato tratto , dopo una inesorabile disamina del deficit statale e particolarmente di quello ferroviario , ad una decisa conclusione politica , appunto quella che i nazionalisti hanno da più di un anno affermata , l ' opposizione al collaborazionismo socialista . Non è senza significato , perché è propria del nazionalismo la valorizzazione antidemagogica dei fattori della produzione del presente sistema economico , posta già al principio della nostra più che decennale propaganda ; e perché non può trarsi da un esame , come quello compiuto dall ' on . Benni , altra conclusione politicamente onesta e leale , che quella da noi patrocinata . Infatti il deficit più preoccupante è appunto quello che deriva dal socialismo di Stato , che i partiti al potere hanno per un ventennio adottato , scontando anticipatamente , a danno del paese , quella collaborazione che oggi si vorrebbe soltanto per ragioni di polizia . Il collaborazionismo socialista è però non solo in contraddizione repugnante col rivoluzionarismo di ieri ; non solo in ritardo per la stessa decomposizione del partito e della Confederazione del Lavoro ; ma anche e soprattutto in contrasto aperto con l ' esperienza disastrosa accumulata in questi anni di politica socialista per procura . Se si parlasse seriamente di collaborazionismo e cioè di un programma collaborazionista , e non del piacere di vedere Treves e Modigliani sottomessi a fare i ministri della Monarchia ( bel guadagno ! ) , o di acquistare note capacità e illibatezze come Dugoni e Vacirca , o di creare una più numerosa compagnia di ventura all ' on . Nitti , o di soddisfare la demagogia popolare degli onorevoli Mauri e Miglioli ; se si parlasse della politica da fare con i socialisti , si vedrebbe che questa è stata già fatta e con pessimi risultati . Non esiste però alcun margine per quel collaborazionismo riformistico , col quale i socialisti dovrebbero giustificare la loro partecipazione al potere . E l ' on . Labriola ne ha fatta anch ' egli in questi ultimi tempi , ampia dimostrazione . Esiste invece una necessità urgente , dominante , quella di obbedire all ' esperienza ormai chiara , e opporsi non solo alla continuazione del socialismo di Stato , ma restituire lo Stato alle sue funzioni essenziali , che non adempie , liberandolo dai deficit che lo opprimono , come vuole l ' Alleanza economica parlamentare . E questa necessità , come ha riconosciuto l ' on . Benni nel suo discorso di Milano , è nettamente anticollaborazionistica . Il problema centrale oggi è economico - finanziario . Esso è cioè antiriformistico , antiparlamentaristico , e però anticollaborazionistico . Non si può continuare nell ' inganno demagogico delle « audaci riforme » , cui troppi partiti partecipano ; non si può indulgere alle combinazioni parlamentari per fare e disfare gabinetti ; quando non si riesce nemmeno a cristallizzare il deficit , perché si continua appunto in quella politica che ha provocato e alimentato il deficit finanziario e determinata la paralisi economica . Riconoscere come problema centrale quello indicato dall ' Alleanza economica parlamentare e rifiutare il collaborazionismo è un atto solo di indispensabile lealtà politica . Non nuovo per noi , anzi definito fin dal nostro primo definirci nell ' anteguerra , quando ci schierammo risolutamente contro il socialismo di Stato , di cui profetammo i danni . E così ancora una volta tutta la falsa , calunniosa propaganda rivolta contro il nazionalismo , accusato di reazione , di cecità conservatrice verso la luce del riformismo audace , di grettezza incomprensiva dei « tempi nuovi » , è dimostrata essere quello che è sempre stata : frutto di ignoranza bestiale e di fatua chiacchiera demagogica . Noi avevamo veduto tempestivamente , nella sua unità politico - economica , il problema centrale , che oggi è confessato nelle stesse miserie del collaborazionismo , denunziato da un gruppo di deputati di varie parti della Camera , perché affiora , fra le illusioni demagogiche , in una tragica evidenza di cifre .
I «REGALI» REGALI ( SIR CH. VERE_DE_VERE , 1884 )
StampaQuotidiana ,
Questa volta vi risparmio il piagnisteo su la perversità del tempo , il morceau di colorito sulla città grigia ed anche le visioni splendenti di tra la pioggia lacrimevole . Certo il giorno della natività di Gesù Cristo è stato un orribile giorno . Ma , in compenso , quanti alberi di Natale , grandi e piccoli , freschi e finti , hanno allietato di più o meno preziose fioriture l ' interno tiepido delle case romane ! Non io penetrerò nei penetrali domestici , né farò la enumerazione dei fiori di carta e di lana , né dirò la santa gioia delle famiglie raccolte e le impertinenze rumorose dei bimbi in cospetto delle bambinaie biondicce e pallìdule , né descriverò le bonbonnières legate da nastrini tricolori , i gemelli d ' osso bianco ornati di cifre , i vasi di legno dipinti pseudo - cinesi , i libri da messa violetti con borchie di piombo argentato , le cornici di velluto rosso con ricami di seta verde e gialla , le scatole composte di conchigliette iridescenti e di specchiettini tremolanti , le mensolette di ceramica fatta in casa , le papaline di color solferino fiorite d ' oro , i cuscinetti di margheritine per gli spilli e per li aghi , i servizi di vetro turchini per la toilette , i calendari d ' oleografia , le capannelle svizzere contenenti un minuscolo nécessaire per lavori femminili , le palle di cristallo contenenti paesaggetti e figurine con effetto neve , ecc . Io mi limiterò , per misericordia delle lettrici , all ' albero regio . Il quale anche quest ' anno è stato veramente magnifico e munifico . Intorno al fusto si agitavano nella aspettazione circa quaranta bambini di sangue nobile . In verità , io non li ho veduti ; ma mi immagino che si agitassero e che naturalmente , con le loro teste bionde o brune , e con i loro occhi castanei o grigi o celestiali e con le loro bocche vermiglie o rosse , formassero la grande aiuola vivente che sanno tutti i giovani cronachisti italiani . Donna Claribel , la dolce signora del libro di pelle d ' onagro , mi dà qualche nome . C ' era l ' infanzia di casa Gianotti , l ' infanzia di casa Villamarina e via via , l ' infanzia delle case Massimo , Calabrini , Della Somaglia , Brancaccio , D ' Oncieux , Francesetti , Santafiora , Sonnino , Vicovaro , Sforza - Cesarini , Teano , Incisa . M ' immagino tutta la cerimonia dell ' estrazione dei doni : mi immagino le pecore lanose , le pendole figurate , le bambole parlanti , e m ' immagino la Regina fulgida e bionda nella cupa luce del velluto granato , sorridente tra i parvulos felici o mal contenti . Oltre il velluto regale , splendevano i velluti varii e ricchissimi della baronessa Sonnino , della contessa Della Somaglia , della contessa di Santafiora , di Donna Claribel . Donna Claribel ebbe in dono una specie di diadema di perle e brillanti con predominio di perle . La duchessa Sforza - Cesarini ebbe in dono una spilla armonizzata di soavi zaffiri e di brillanti luminosissimi . La duchessa Massimo ebbe anche zaffiri e brillanti foggiati in forma di mosche . Brillanti e rubini ebbe la marchesa Calabrini . E la contessa di Santafiora , la contessa che io più ( dopo Donna Claribel ) adoro , ebbe una mezzaluna fiammeggiante , segno di deità . Poi gli altri doni sono innumerevoli . Li accennerò semplicemente . Il Re donò alla Regina una rondine preziosa , e la Regina al Re un calamaio cesellato dal Castellani . Il Duca d ' Aosta ebbe dal fratello due fucili da caccia mirabili per eleganza esteriore e per precisione meccanica . Il Duca di Genova ebbe due vasi di Sèvres . Quindi : La duchessa Sforza - Cesarini un mobile giapponese , un mobile di un certo legno castaneo , venato , incrostato di madreperla , di metallo , di corallo , di avorio dipinto , con fiori , con uccelli , con figure umane . Il marchese di Villamarina un candelabro d ' argento di quell ' elegantissimo artefice che è il Castellani . La contessa Visone un braccialetto di smeraldi . La marchesa Incisa un gran servizio di porcellana fina , per the o per caffè . Le dame di Corte ( nominate sopra talune ) , la contessa Lovatelli , la contessa Marcello , la principessa di Ottajano , la principessa di Venosa , ebbero oggetti di oreficeria bellissimi . Ed oggetti di oreficeria e di pierreries ebbero anche la contessa Visone , la contessa Brambilla , la signora Rattazzi . I signori uomini ebbero per lo più oggetti di mobilia : vasi di Satzuma , servizi giapponesi per lunch o per the , nécessaires per viaggio , bronzi artistici , specchiere , candelabri , cofani , ecc . Il duca Gustavo , marito di Donna Claribel , ebbe due immensi vasi di metallo bianco , giapponesi , due vasi barbarici tutti rilevati di mostri orrendi . La sera il Re partì per San Rossore , dove si tratterrà tutto il mese a far strage di selvaggina grossa nelle selve . Così il Natale è passato e col Natale è passato il tempo cattivo . Ieri la giornata fu trionfale . Oggi il sole ha una dolcezza inebriante . Voi , o dame , il canto del Cigno all ' Apollo chiama . Tutti i regali regali risplenderanno alla luce del gas , su per le superbe chiome , su per le più fresche braccia , su i più floridi petti della cattolicità apostolica , stasera . Sarà il gran convegno della bellezza . L ' inno , domani .