StampaQuotidiana ,
La
Giunta
Esecutiva
dell
'
«
Associazione
Nazionalista
Italiana
»
ha
lanciato
il
seguente
manifesto
al
Paese
:
«
Il
nazionalismo
italiano
non
improvvisa
il
suo
programma
e
rifiuta
di
adattarsi
ad
un
programma
elettorale
.
Esso
porta
nella
lotta
delle
"
unioni
nazionali
"
cui
ha
partecipato
con
disciplina
italiana
senza
egoismi
di
partito
,
intatto
il
suo
fervore
,
intatte
le
sue
affermazioni
di
dottrina
,
continuata
la
sua
azione
politica
,
provata
nei
fatti
la
sua
fede
.
Queste
elezioni
sono
un
revisione
,
una
contrizione
,
una
sconfessione
per
tutti
tranne
che
per
il
nazionalismo
.
I
socialisti
,
che
pretendevano
annientare
la
Nazione
e
la
sua
vittoria
nell
'
internazionalismo
della
Russia
bolscevica
,
sono
in
contesa
e
si
sconfessano
a
vicenda
,
sottomettendosi
ipocritamente
,
dopo
il
tentato
matricidio
,
alle
supreme
verità
nazionali
,
alle
sole
verità
,
da
noi
soltanto
tenacemente
affermate
contro
tutte
le
loro
negazioni
,
contro
tutte
le
complici
ideologie
dell
'
internazionale
bianca
,
del
vilsonismo
e
del
liberalismo
socialdemocratico
.
I
partiti
e
i
gruppi
costituzionali
che
non
avevano
più
osato
,
di
fronte
alla
sopraffazione
socialista
,
assumere
la
responsabilità
della
nostra
guerra
,
quale
è
stata
nella
storia
del
conflitto
europeo
,
e
cioè
un
atto
di
volontà
consapevole
e
decisa
quale
noi
soli
sempre
lo
abbiamo
ricordato
con
giusto
orgoglio
agli
Alleati
e
ai
nemici
;
che
non
osavano
più
esaltare
la
vittoria
,
quale
è
stata
nella
storia
del
conflitto
,
e
cioè
una
vittoria
soltanto
italiana
,
di
virtù
e
di
sacrifizio
italiani
contro
il
potente
secolare
nemico
,
quale
noi
soli
sempre
abbiamo
ricordato
con
giusto
orgoglio
e
con
gagliarda
difesa
agli
Alleati
ai
nemici
e
a
tutti
coloro
che
in
Italia
la
disertavano
;
oggi
,
partiti
e
gruppi
,
dopo
due
anni
di
smarrimento
e
di
sottomissione
in
cui
avevano
consentito
perfino
il
tradimento
di
governo
,
compiuto
da
Nitti
frenetico
dilapidatore
della
vittoria
,
sono
ricondotti
,
dallo
spettacolo
della
viltà
socialista
,
alla
contrizione
per
tutti
gli
errori
commessi
.
Massimo
quello
di
non
aver
mantenuto
la
fede
nell
'
Italia
,
che
noi
custodimmo
nel
dileggio
e
nella
derisione
,
quando
perfino
parve
e
fu
sedizione
la
fede
nell
'
Italia
e
la
fedeltà
al
grande
Italiano
,
che
la
fede
faceva
azione
,
a
Gabriele
d
'
Annunzio
.
Non
v
'
è
partito
,
non
v
'
è
uomo
fuori
degli
autori
della
riscossa
nazionale
,
da
noi
non
improvvisata
,
ma
annunciata
sicura
fin
da
quando
incominciò
la
nostra
opera
,
alla
vigilia
della
guerra
libica
che
non
debba
oggi
domandare
,
in
questa
lotta
,
l
'
indulgenza
dell
'
oblio
su
proprie
responsabilità
di
deviazione
o
di
smarrimento
,
se
non
addirittura
su
proprie
colpe
e
su
proprie
gravi
complicità
antinazionali
.
Noi
no
.
E
questo
diciamo
con
dolore
,
poiché
tale
verità
che
potrebbe
essere
vanità
di
partito
è
la
nostra
umiliazione
di
cittadini
e
di
italiani
.
Non
uno
degli
atti
compiuti
dopo
la
vittoria
può
oggi
essere
ricordato
degno
di
questa
,
degno
dello
spirito
e
della
chiaroveggenza
con
cui
si
doveva
raccoglierne
i
frutti
e
affrontare
la
crisi
mondiale
del
dopoguerra
.
Dalla
patita
sopraffazione
degli
Alleati
che
ci
defraudava
in
Asia
e
in
Africa
e
nella
ripartizione
economica
della
vittoria
(
la
quale
soltanto
quando
ebbe
bisogno
del
nostro
aiuto
decisivo
fu
chiamata
comune
)
a
questo
Trattato
di
Rapallo
che
,
invano
presentato
dai
rinunciatori
come
un
atto
di
volontà
,
oggi
non
appare
nemmeno
un
compromesso
,
ma
soltanto
un
mostruoso
abbandono
alla
brutalità
jugoslava
:
dalla
tentata
diffamazione
della
guerra
ridotta
con
faziosità
parricida
all
'
episodio
di
Caporetto
,
dalla
tentata
rinnegazione
dello
spirito
e
dell
'
orgoglio
militari
della
Nazione
vittoriosa
,
cui
la
vittoria
era
negata
come
una
vergogna
,
alla
distruzione
dell
'
autorità
dello
Stato
,
costretto
ad
essere
servo
nella
difesa
dei
cittadini
e
della
proprietà
e
dell
'
ordine
sociale
,
tiranno
nella
disastrosa
esperienza
di
un
socialismo
di
stato
demagogo
e
saccheggiatore
dell
'
erario
:
non
uno
degli
atti
di
governo
compiuti
può
essere
ricordato
come
una
volontà
nazionale
,
pari
al
sacrifizio
trionfale
del
popolo
sui
campi
di
battaglia
.
Noi
abbiamo
la
coscienza
di
avere
domandato
un
governo
nazionale
,
di
avere
combattuto
fierissimamente
negli
uomini
e
negli
atti
l
'
opera
di
una
legislatura
,
che
fu
la
legislatura
della
rinnegazione
della
vittoria
.
Noi
però
non
dobbiamo
esporre
un
programma
.
Ci
basta
promettere
di
continuare
in
quello
che
siamo
sempre
stati
e
che
i
fati
e
i
fatti
hanno
provato
essere
non
una
dottrina
di
sopraffazione
,
come
soprattutto
per
ignoranza
è
stata
la
nostra
invano
diffamata
,
ma
un
'
anticipazione
appassionata
e
logica
della
storica
missione
dell
'
Italia
nel
mondo
,
rinsaldata
nella
prova
più
tremenda
che
potesse
imaginarsi
,
una
anticipazione
delle
verità
nazionali
di
tradizione
,
di
civiltà
,
di
potenza
e
di
espansione
produttiva
e
demografica
,
cui
l
'
internazionalismo
socialista
aveva
contrapposto
,
con
la
pusillanime
convergenza
degli
altri
partiti
,
tutte
le
menzogne
delle
ideologie
antinazionali
e
di
una
economia
fatta
di
miseria
comunista
e
di
organizzazione
burocratica
.
Noi
soli
non
abbiamo
mai
concesso
al
socialismo
e
alla
sua
falsa
utopia
quello
che
tutti
i
partiti
avevano
ad
esso
concesso
,
credendo
di
aver
acquistato
così
il
loro
benessere
,
e
cioè
il
patrimonio
più
sacro
:
quello
delle
idee
conduttrici
della
vita
nazionale
.
Queste
idee
,
questo
spirito
,
questa
volontà
nazionali
per
cui
soli
i
partiti
hanno
il
diritto
di
domandare
l
'
esercizio
del
potere
,
e
non
per
i
soliti
e
facili
programmi
elettorali
combinati
con
le
solite
smanie
riformistiche
noi
vogliamo
che
la
lotta
elettorale
si
mostri
capace
di
esprimere
.
Le
"
unioni
nazionali
"
debbono
significare
la
volontà
nazionale
dei
partiti
che
sentono
finalmente
di
poter
governare
in
nome
di
una
idea
,
per
la
difesa
della
Nazione
e
dello
Stato
,
contro
il
tradimento
della
vittoria
,
contro
la
continuazione
del
disastroso
esperimento
di
socialismo
statale
,
fatto
di
statizzazioni
,
monopoli
,
municipalizzazioni
che
ha
mortificato
l
'
economia
e
sconquassata
la
finanza
,
e
cioè
contro
quella
socialdemocrazia
che
,
dopo
essere
stata
complice
del
comunismo
,
si
presenta
oggi
nella
ipocrisia
di
Turati
e
dei
suoi
correi
,
pronta
ad
accaparrare
il
potere
,
come
se
le
sue
sconfessioni
di
oggi
fossero
un
merito
e
non
una
colpa
,
anzi
un
delitto
di
lesa
patria
.
Il
nazionalismo
che
in
Nitti
ha
combattuto
il
nittismo
e
cioè
il
delitto
di
dare
l
'
Italia
,
la
Nazione
,
lo
Stato
,
ai
nemici
della
Nazione
e
dello
Stato
,
non
muta
la
sua
lotta
,
la
continua
,
Non
per
sé
,
ma
per
l
'
Italia
.
Questa
è
la
sua
promessa
»
.
LA
GIUNTA
ESECUTIVA
StampaQuotidiana ,
Oh
,
gloriosa
scienza
d
'
armi
italiana
!
Un
risveglio
onorevole
si
va
propagando
per
la
patria
.
Nuovi
cultori
sorgono
ad
illustrare
l
'
arte
di
Camillo
Agrippa
e
di
Nicoletto
Giganti
.
Qui
in
Roma
gentiluomini
aprono
sale
d
'
armi
e
trattenimenti
mattutini
.
Don
Ladislao
Odescalchi
nel
suo
palazzo
prepara
un
immenso
stanzone
tutto
tappezzato
di
arazzi
,
ornato
di
trofei
d
'
armi
antiche
e
di
gonfaloni
storici
.
Il
principe
di
Teano
ne
prepara
un
altro
,
a
gara
,
dove
chiamerà
a
schermire
e
conviterà
quanti
eletti
armeggiatori
sono
nell
'
Urbe
.
Allora
,
nelle
fresche
mattine
primaverili
,
le
riunioni
amichevoli
saranno
frequenti
e
lunghe
.
La
luce
entrerà
,
gaia
e
fortificante
,
dai
finestroni
amplissimi
e
ravviverà
nelle
pareti
i
vecchi
arazzi
pieni
di
cacciatrici
pagane
o
di
cavalieri
battaglianti
o
di
pompe
imperiali
o
di
amori
mitologici
.
Le
armature
penderanno
nelli
angoli
damaschinate
d
'
oro
;
tutte
le
diverse
fogge
di
spade
e
di
aste
s
'
incroceranno
nelle
panoplie
e
scintilleranno
a
una
qualche
banda
di
sole
.
Le
bandiere
multicolori
si
muoveranno
lentamente
ad
ogni
minimo
soffio
dell
'
aria
.
E
li
amici
,
giocondamente
,
si
daranno
alla
fatica
.
D
'
intorno
,
sui
divani
profondi
,
su
i
cassoni
scolpiti
,
i
più
pigri
staranno
distesi
a
giudicare
i
colpi
,
o
fumeranno
tabacchi
odoranti
,
o
parleranno
di
femmine
e
di
cavalli
e
di
cani
.
Il
tintinno
vibrante
delle
lame
si
mescolerà
alle
risa
e
ai
motti
;
e
le
spire
del
fumo
saliranno
placidamente
al
soffitto
istoriato
.
Poi
,
quando
li
amici
avranno
le
membra
stanche
e
piene
di
sudore
,
i
servi
imbandiranno
nella
stessa
stanza
una
tavola
.
Un
vivo
stimolo
di
cibo
ecciterà
li
stomachi
sani
,
e
la
sanguigna
succulenza
delle
carni
cotte
diletterà
d
'
un
mai
provato
sapore
i
palati
laboriosi
.
Il
vino
sarà
bevuto
in
grandi
coppe
di
cristallo
boemo
e
letificherà
li
spiriti
delli
affaticati
.
E
don
Ladislao
,
il
magiaro
,
tenendosi
in
una
mano
la
gran
barba
bionda
ed
ingrossando
la
voce
,
comincerà
a
dir
le
parole
di
Nicoletto
Giganti
vinigiano
al
serenissimo
don
Cosimo
de
'
Medici
:
Sì
come
il
ferro
dalle
rigide
minere
sottratto
inutile
riuscirebbe
,
se
dall
'
arte
industre
non
ricevesse
forma
accommodata
a
gli
essercitii
humani
:
così
l
'
istesso
nelle
mani
del
forte
soldato
riesce
di
poco
frutto
se
da
studioso
et
accorto
valore
accompagnato
non
s
'
apre
la
strada
ad
ogni
difficile
et
vittorioso
successo
...
StampaQuotidiana ,
Il
Corriere
d
'
Italia
non
sapendo
più
che
dire
,
ci
chiama
«
giolittiani
»
.
Proprio
ieri
,
mentre
noi
denunziavamo
il
pericolo
di
una
ripresa
della
politica
del
nobiluomo
Sforza
,
attribuita
dalla
Stampa
all
'
onorevole
Giolitti
,
il
Corriere
si
compiaceva
di
scrivere
che
noi
,
totalmente
dimentichi
della
politica
di
Sforza
,
ci
eravamo
imbrancati
nelle
file
giolittiane
,
dalle
quali
erano
invece
esulati
tutti
quei
popolari
che
tanto
della
politica
del
nobiluomo
Sforza
quanto
della
politica
economica
dell
'
on
.
Giolitti
,
erano
stati
complici
ed
esecutori
puntualissimi
.
Ma
la
verità
è
il
Corriere
l
'
ha
capita
perfettamente
che
il
nostro
atteggiamento
nella
presente
crisi
è
stato
determinato
da
motivi
politici
,
che
sono
in
perfetta
antitesi
con
quelli
che
hanno
determinata
la
condotta
del
Corriere
e
dei
popolari
.
Giolitti
personalmente
non
c
'
entra
.
Cominciamo
col
constatare
,
che
all
'
inizio
della
crisi
noi
ci
siamo
trovati
perfettamente
d
'
accordo
col
Corriere
nel
deplorare
il
colpo
di
mano
dei
giolittiani
e
la
forma
incostituzionale
con
cui
la
crisi
fu
determinata
.
Perché
al
di
sopra
di
tutte
le
direttive
politiche
concrete
e
di
tutte
le
opinioni
in
ordine
al
regime
,
noi
teniamo
al
retto
funzionamento
del
regime
quale
esso
sia
.
Non
si
può
difendere
la
causa
dell
'
ordine
,
senza
volere
che
l
'
ordine
sia
rispettato
nelle
stesse
sfere
,
dalle
quali
esso
deve
promanare
.
Dopo
ciò
,
noi
abbiamo
affermato
la
necessità
di
un
governo
stabile
,
sembrandoci
oramai
tempo
di
dare
un
po
'
di
requie
al
Paese
,
se
non
per
affrettare
almeno
per
non
impedire
la
sua
necessaria
ricostituzione
.
Ma
la
situazione
parlamentare
,
alla
quale
principalmente
si
deve
aver
riguardo
per
formare
un
governo
stabile
,
era
ed
è
tale
che
non
offre
se
non
due
soluzioni
logiche
e
solide
:
o
un
governo
di
concentrazione
nazionale
,
caratterizzato
dalla
partecipazione
in
pieno
della
Destra
,
o
un
governo
con
la
collaborazione
dei
socialisti
.
Ora
l
'
onorevole
Orlando
in
un
primo
momento
e
l
'
onorevole
Giolitti
in
un
secondo
momento
parvero
gli
uomini
meglio
indicati
a
realizzare
la
prima
delle
due
soluzioni
e
i
nazionalisti
hanno
cercato
naturalmente
di
agevolare
il
compito
tanto
a
l
'
uno
come
all
'
altro
,
non
perché
l
'
uno
o
l
'
altro
rappresentassero
delle
soluzioni
ideali
,
dal
loro
punto
di
vista
programmatico
,
ma
perché
fra
tutte
le
soluzioni
possibili
,
erano
quelle
che
avrebbero
permesso
di
realizzare
questi
due
fatti
di
grande
importanza
politica
:
la
concentrazione
dei
partiti
nazionali
e
l
'
avvento
di
un
governo
stabile
.
I
popolari
,
invece
,
che
non
solo
non
provano
alcun
disgusto
,
ma
mostrano
di
desiderare
la
collaborazione
con
gli
elementi
antinazionali
,
hanno
cercato
invece
di
creare
ostacoli
prima
alla
combinazione
Orlando
e
poi
alla
combinazione
Giolitti
.
E
questo
è
il
fondo
del
dissidio
fra
noi
e
i
popolari
:
il
perché
poi
essi
non
temano
anzi
desiderino
un
governo
collaborazionista
,
di
chiaro
significato
e
di
sostanziale
carattere
antinazionale
è
argomento
,
che
abbiamo
illustrato
più
d
'
una
volta
e
sul
quale
ritorneremo
,
se
occorre
.
Alle
designazioni
di
Orlando
prima
e
di
Giolitti
poi
essi
hanno
contrapposto
la
soluzione
di
un
governo
di
Sinistra
,
unicamente
allo
scopo
di
impedire
la
concentrazione
nazionale
e
di
non
romperla
definitivamente
coi
socialisti
.
Il
nostro
«
giolittismo
»
dunque
è
stato
determinato
dai
motivi
opposti
a
quelli
che
determinarono
l
'
«
antigiolittismo
»
dei
popolari
,
cioè
da
motivi
essenzialmente
politici
e
squisitamente
nazionali
.
StampaQuotidiana ,
Passando
lungo
le
mura
della
Villa
Ludovisia
incoronata
di
verdura
novella
,
si
entra
nella
porta
Salaria
e
si
vede
dinnanzi
la
lunga
via
grigia
e
bianca
sotto
il
cielo
bianco
e
grigio
.
La
via
è
angusta
,
in
su
'
l
principio
tutta
limitata
da
edifici
industriali
e
da
cantine
dove
si
vendono
i
vini
delle
terre
romane
con
giuochi
di
bocce
.
Poi
,
a
poco
a
poco
,
dalle
muraglie
macchiate
di
musco
e
dai
roseti
soverchianti
e
dalle
punte
acute
dei
cipressi
incomincia
a
discendere
su
l
'
umiltà
dei
pedoni
una
dolce
poesia
conventuale
.
Per
una
gran
cancellata
sorretta
da
due
cariatidi
muliebri
,
fugge
in
lontananza
un
viale
di
alti
bussi
.
Per
la
porta
di
una
vinea
torloniana
si
allarga
una
specie
di
chiostra
verde
sparsa
di
sedili
di
pietra
.
Sulle
mura
di
Villa
Mattei
si
levano
certi
funebri
alberi
neri
che
nel
fondo
dell
'
aria
burrascosa
paiono
ramificazioni
di
carbone
fossile
.
Dalla
chiusa
selva
della
Villa
Piombino
esce
un
cantico
di
uccelli
pieno
di
variazioni
sapienti
.
Presso
una
cappella
gentilizia
si
stende
un
portico
vegetale
popolato
di
statue
corrose
,
un
portico
circolare
,
uno
di
quelli
ordini
d
'
alberi
fitti
e
bruni
di
mezzo
a
cui
rampollano
le
rose
meravigliosamente
.
E
poi
ecco
Villa
Ada
,
tutta
lieta
e
chiara
.
Già
l
'
animazione
delle
corse
rumoreggia
.
Passa
in
un
phaèton
Don
Alfonso
Doria
,
il
pallidissimo
e
biondissimo
principe
eternamente
fiorito
d
'
una
gardenia
all
'
occhiello
;
e
al
suo
fianco
sta
,
con
il
busto
eretto
,
la
signora
,
vestita
semplicemente
di
nero
e
d
'
un
piccolo
paletot
di
stoffa
maschile
chiarissima
.
Il
recinto
.
Un
pezzo
di
terreno
messo
un
poco
in
salita
,
d
'
un
bel
verde
gaio
,
interrotto
da
alberelli
e
confinato
da
edifici
rossicci
irregolarmente
.
Nello
steccato
del
pesage
gli
sportmen
non
sono
molto
numerosi
.
Nessuna
signora
,
tranne
la
duchessa
di
Avigliana
.
Arriva
il
conte
Pecci
con
la
sua
signora
:
veste
lilla
,
waterproof
bleu
marin
,
cappello
marron
con
fiori
rosei
.
Arriva
la
marchesa
Lavaggi
con
donna
Giulia
e
con
la
duchessa
Lante
.
Arriva
la
duchessa
di
Magliano
.
Arriva
la
principessa
di
San
Mauro
.
Nello
steccato
il
numero
degli
sportmen
a
mano
a
mano
cresce
.
Il
duca
d
'
Avigliana
con
quel
suo
passo
dondolante
,
profondamente
inglese
,
va
salutando
le
signore
.
La
barba
di
don
Ladislao
Odescalchi
viene
a
singolar
tenzone
con
quella
dell
'
on
.
Quarto
di
Belgioioso
.
Don
Giovanni
Borghese
conduce
a
braccio
la
duchessa
Lante
che
ha
un
abito
scuro
ornato
di
liste
di
velluto
rosso
.
Il
gran
cavaliere
Pandola
conduce
donna
Giulia
Lavaggi
che
ha
un
abito
primaverile
bleu
marin
con
pieghe
semiaprentisi
a
righe
rosse
e
d
'
oro
.
Il
duca
di
Ceri
,
don
Clemente
Torlonia
e
il
signor
Morgan
in
crocchio
discutono
vivacemente
.
I
larghissimi
pantaloni
grigi
del
principe
di
Castagneto
irridono
a
quelli
strettissimi
del
conte
di
Monteforte
.
Don
Francesco
del
Drago
va
pensoso
e
solitario
lungo
la
palizzata
.
Marco
Colacchioni
,
nitido
e
fiorito
di
mughetti
,
si
preoccupa
della
sua
bella
Ebe
che
non
potrà
correre
.
Il
barone
Michele
Lazzaroni
è
un
po
'
nervoso
:
palpita
forse
per
le
sorti
dei
suoi
colori
che
oggi
brilleranno
per
la
prima
volta
...
non
al
sole
probabilmente
.
La
tribuna
.
La
tribuna
,
come
una
bella
pioggerella
fresca
d
'
improvviso
incomincia
a
suonare
sulla
campagna
,
si
empie
in
un
momento
.
La
duchessa
di
Magliano
ha
un
abito
bleu
marin
listato
di
trine
larghissime
,
con
sottoveste
rossa
:
ed
un
cappellino
di
paglia
scura
con
aigrettes
tremolante
e
scintillante
.
Oggi
l
'
agilità
della
sua
figura
trionfa
,
poiché
tutte
le
sue
attitudini
sono
vivacissime
e
i
suoi
movimenti
sono
rapidi
ed
eleganti
.
È
discesa
di
carrozza
con
un
salto
,
è
salita
con
un
salto
su
la
parte
alta
della
tribuna
,
ha
passeggiato
molto
nel
recinto
del
pesage
,
sempre
sorridendo
,
con
un
'
aria
di
giovinezza
felice
.
La
contessa
Lutzof
ha
una
toilette
freschissima
,
tutta
d
'
un
grigio
azzurrognolo
,
con
sottoveste
chiara
a
piccoli
scacchi
.
M.lle
Brookmann
,
una
belga
,
recente
ospite
di
Roma
,
ha
una
toilette
di
color
granato
e
su
'
l
corsage
porta
una
giacca
marron
con
ricami
su
le
maniche
e
su
gli
orli
.
Ella
è
bionda
ed
ha
gli
occhi
verde
marino
:
è
una
Miss
Multon
più
plantureuse
.
La
contessa
di
Montgelas
ha
una
sopraveste
marron
su
una
veste
cangiante
:
toilette
armoniosa
e
fine
.
La
contessa
della
Gherardesca
ha
un
abito
nero
e
un
magnifico
cappellino
rosso
a
frange
d
'
oro
.
La
duchessa
di
Ceri
è
tutta
ornata
di
strisce
di
piume
grigie
intorno
al
collo
e
ai
polsi
.
Le
conversazioni
sono
animate
.
Animatissima
quella
che
ha
per
sostenitrice
donna
Giulia
Lavaggi
.
Le
scommesse
non
si
levano
molto
in
alto
.
Per
la
prima
corsa
Anzola
è
in
favore
.
Prima
corsa
Corrono
:
Anzola
del
principe
Potenziani
,
generata
da
Andres
e
Fernanda
;
Veronica
del
cap
.
Fagg
,
generata
da
George
Frederik
e
Federica
.
Su
'
l
principio
della
corsa
,
Veronica
è
innanzi
di
qualche
lunghezza
ma
viene
quasi
subito
superata
da
Anzola
che
segue
con
moltissima
facilità
la
vittoria
au
petit
galop
.
Prosperosa
.
Seconda
corsa
Corre
Anzola
sola
,
sotto
la
pioggia
,
e
compie
il
giro
nel
tempo
stabilito
fra
gli
applausi
.
La
principessa
di
San
Mauro
guarda
affettuosamente
il
bell
'
animale
che
passa
sotto
la
tribuna
portato
a
mano
da
un
servo
.
La
pioggia
seguita
,
ma
con
minore
forza
.
Dalla
parte
di
Monte
Mario
già
si
leva
una
fievole
serenità
argentina
.
Terza
corsa
Corrono
:
Juppiter
da
Jove
e
Lady
Mountain
,
del
barone
Lazzaroni
(
Porta
Latina
)
;
Silver
Chum
del
generale
Agei
e
Lady
Annie
,
da
Exrninster
e
Lady
Mortimer
,
del
cavaliere
Bertoni
.
Da
principio
,
Juppiter
si
mette
innanzi
;
poi
Silver
Churn
lo
supera
di
qualche
lunghezza
:
una
lotta
vivissima
s
'
impegna
tra
i
due
corridori
.
Juppiter
con
un
galoppo
assai
bello
riesce
a
vincere
in
fine
l
'
erede
di
Speculum
e
giunge
alla
mèta
tra
gli
applausi
.
Intermezzo
Il
chiarore
dalla
parte
di
Monte
Mario
cresce
rapidamente
.
La
collina
incoronata
da
cipressi
appare
in
fondo
,
nell
'
illustrazione
del
sole
.
Tutta
l
'
area
delle
corse
s
'
illumina
,
e
il
verde
prende
un
tono
chiarissimo
fra
le
ombre
circolari
proiettate
dalli
alberelli
.
Dietro
lo
steccato
la
fila
delle
carrozze
luccica
di
bagliori
metallici
.
Alcuni
ombrellini
di
demi
-
mondaines
si
aprono
su
'
l
cielo
divenuto
già
di
un
azzurro
limpido
qua
e
là
;
e
tra
li
ombrellini
trionfa
quello
scarlatto
di
Nadar
,
di
quella
Nadar
che
Teodoro
Ethofer
ha
dipinto
appunto
sportivamente
con
tanto
brio
di
disegno
e
di
colori
.
Le
signore
abbandonano
la
tribuna
e
discendono
a
passeggiare
su
l
'
erba
.
Il
calore
va
diventando
grave
.
Tutti
i
piccoli
paletots
maschili
scompariscono
a
uno
a
uno
.
Assolutamente
il
sole
scotta
.
Nuvole
benedette
,
dove
,
oh
dove
fuggite
?
L
'
ultima
invocazione
carducciana
alle
vacche
del
cielo
esce
malinconiosamente
dalla
bocca
del
reporter
del
Fanfulla
,
ch
'
era
venuto
avvoltolato
in
un
romantico
mantello
da
Hernani
.
La
campanella
suona
.
Quarta
corsa
Corrono
:
Fucino
del
capitano
Fagg
,
da
Austerlitz
e
Rox
;
Stuarda
del
capitano
Grifo
,
da
Carlont
e
Seine
.
Fucino
va
innanzi
,
appena
di
mezza
lunghezza
.
Stuarda
con
un
sforzo
,
alla
prima
voltata
,
gli
si
mette
a
fianco
.
La
lotta
dura
pochissimo
.
Fucino
galoppa
stupendamente
alla
vittoria
,
saltando
tutti
li
ostacoli
,
e
giunge
buon
primo
.
Quinta
e
ultima
corsa
Corrono
:
Roman
Bee
,
un
cavallo
di
mezzo
sangue
inglese
,
del
capitano
Fagg
;
Melmerby
,
da
Vanderdecken
e
Fair
Agnes
,
del
capitano
Grifo
;
Lady
Mary
,
di
mezzo
sangue
,
della
scuderia
Porta
Latina
,
e
Foot
-
Fall
,
da
Reverberation
e
Sanduls
di
Giovanni
Cairoli
.
Foot
-
Fall
parte
alla
testa
delli
altri
,
condotto
con
grande
abilità
dal
fantino
.
Melmerby
,
secondo
,
fa
sforzi
per
raggiungere
il
rivale
;
e
dopo
una
non
breve
lotta
raggiunge
e
sorpassa
e
lascia
a
una
buona
distanza
Foot
-
Fall
,
il
quale
,
avendo
perduta
la
prima
lena
,
viene
in
seguito
superato
da
Roman
Bee
.
La
corsa
,
di
tremila
metri
,
è
interessantissima
.
Melmerby
giunge
primo
;
secondo
è
Roman
Bee
;
terzo
Foot
-
Fall
;
quarto
,
pessimo
quarto
,
Lady
Mary
.
Il
ritorno
La
sfilata
delli
equipaggi
è
stata
mediocre
.
Molte
botti
,
pochissime
carrozze
signorili
.
Bello
l
'
attacco
del
duca
di
Ceri
ed
elegante
quello
del
duca
di
Magliano
.
Qua
e
là
,
per
la
via
Salaria
,
alcune
torme
di
curiosi
.
Niente
più
.
StampaQuotidiana ,
Il
Corriere
d
'
Italia
non
sapendo
più
che
dire
,
ci
chiama
«
giolittiani
»
.
Proprio
ieri
,
mentre
noi
denunziavamo
il
pericolo
di
una
ripresa
della
politica
del
nobiluomo
Sforza
,
attribuita
dalla
Stampa
all
'
onorevole
Giolitti
,
il
Corriere
si
compiaceva
di
scrivere
che
noi
,
totalmente
dimentichi
della
politica
di
Sforza
,
ci
eravamo
imbrancati
nelle
file
giolittiane
,
dalle
quali
erano
invece
esulati
tutti
quei
popolari
che
tanto
della
politica
del
nobiluomo
Sforza
quanto
della
politica
economica
dell
'
on
.
Giolitti
,
erano
stati
complici
ed
esecutori
puntualissimi
.
Ma
la
verità
è
il
Corriere
l
'
ha
capita
perfettamente
che
il
nostro
atteggiamento
nella
presente
crisi
è
stato
determinato
da
motivi
politici
,
che
sono
in
perfetta
antitesi
con
quelli
che
hanno
determinata
la
condotta
del
Corriere
e
dei
popolari
.
Giolitti
personalmente
non
c
'
entra
.
Cominciamo
col
constatare
,
che
all
'
inizio
della
crisi
noi
ci
siamo
trovati
perfettamente
d
'
accordo
col
Corriere
nel
deplorare
il
colpo
di
mano
dei
giolittiani
e
la
forma
incostituzionale
con
cui
la
crisi
fu
determinata
.
Perché
al
di
sopra
di
tutte
le
direttive
politiche
concrete
e
di
tutte
le
opinioni
in
ordine
al
regime
,
noi
teniamo
al
retto
funzionamento
del
regime
quale
esso
sia
.
Non
si
può
difendere
la
causa
dell
'
ordine
,
senza
volere
che
l
'
ordine
sia
rispettato
nelle
stesse
sfere
,
dalle
quali
esso
deve
promanare
.
Dopo
ciò
,
noi
abbiamo
affermato
la
necessità
di
un
governo
stabile
,
sembrandoci
oramai
tempo
di
dare
un
po
'
di
requie
al
Paese
,
se
non
per
affrettare
almeno
per
non
impedire
la
sua
necessaria
ricostituzione
.
Ma
la
situazione
parlamentare
,
alla
quale
principalmente
si
deve
aver
riguardo
per
formare
un
governo
stabile
,
era
ed
è
tale
che
non
offre
se
non
due
soluzioni
logiche
e
solide
:
o
un
governo
di
concentrazione
nazionale
,
caratterizzato
dalla
partecipazione
in
pieno
della
Destra
,
o
un
governo
con
la
collaborazione
dei
socialisti
.
Ora
l
'
onorevole
Orlando
in
un
primo
momento
e
l
'
onorevole
Giolitti
in
un
secondo
momento
parvero
gli
uomini
meglio
indicati
a
realizzare
la
prima
delle
due
soluzioni
e
i
nazionalisti
hanno
cercato
naturalmente
di
agevolare
il
compito
tanto
a
l
'
uno
come
all
'
altro
,
non
perché
l
'
uno
o
l
'
altro
rappresentassero
delle
soluzioni
ideali
,
dal
loro
punto
di
vista
programmatico
,
ma
perché
fra
tutte
le
soluzioni
possibili
,
erano
quelle
che
avrebbero
permesso
di
realizzare
questi
due
fatti
di
grande
importanza
politica
:
la
concentrazione
dei
partiti
nazionali
e
l
'
avvento
di
un
governo
stabile
.
I
popolari
,
invece
,
che
non
solo
non
provano
alcun
disgusto
,
ma
mostrano
di
desiderare
la
collaborazione
con
gli
elementi
antinazionali
,
hanno
cercato
invece
di
creare
ostacoli
prima
alla
combinazione
Orlando
e
poi
alla
combinazione
Giolitti
.
E
questo
è
il
fondo
del
dissidio
fra
noi
e
i
popolari
:
il
perché
poi
essi
non
temano
anzi
desiderino
un
governo
collaborazionista
,
di
chiaro
significato
e
di
sostanziale
carattere
antinazionale
è
argomento
,
che
abbiamo
illustrato
più
d
'
una
volta
e
sul
quale
ritorneremo
,
se
occorre
.
Alle
designazioni
di
Orlando
prima
e
di
Giolitti
poi
essi
hanno
contrapposto
la
soluzione
di
un
governo
di
Sinistra
,
unicamente
allo
scopo
di
impedire
la
concentrazione
nazionale
e
di
non
romperla
definitivamente
coi
socialisti
.
Il
nostro
«
giolittismo
»
dunque
è
stato
determinato
dai
motivi
opposti
a
quelli
che
determinarono
l
'
«
antigiolittismo
»
dei
popolari
,
cioè
da
motivi
essenzialmente
politici
e
squisitamente
nazionali
.
StampaQuotidiana ,
Roma
diventa
la
città
delle
demolizioni
.
La
gran
polvere
delle
rovine
si
leva
da
tutti
i
punti
dell
'
Urbe
e
si
va
disperdendo
a
questi
dolci
soli
maggesi
.
All
'
imboccatura
di
certe
vie
,
una
tabella
in
cima
ad
un
'
asta
proibisce
il
passaggio
.
Quasi
tutte
le
case
a
destra
e
a
sinistra
sono
vuote
;
e
i
demolitori
stanno
all
'
opera
,
vestiti
di
camiciotti
bianchi
e
armati
di
picconi
.
Le
imposte
e
i
vetri
delle
finestre
restano
appoggiati
contro
le
facciate
;
tutte
le
botteghe
son
chiuse
,
e
qua
e
là
si
leggono
le
scritte
:
vetrine
in
vendita
,
oppure
:
il
negozio
si
trasferisce
il
15
corrente
in
via
tale
per
causa
di
espropriazione
.
Dinanzi
alle
vetrine
polverose
,
gruppi
di
bottegai
delle
vicinanze
gesticolano
e
parlottano
mercanteggiando
col
proprietario
espropriato
.
Sono
per
lo
più
uomini
panciuti
,
mezzi
calvi
,
rossastri
in
faccia
,
con
grosse
mani
che
ripetono
continuamente
un
gesto
particolare
.
Le
pietre
,
i
mattoni
,
i
calcinacci
si
accumulano
e
formano
barriere
lungo
i
marciapiedi
.
In
alto
,
a
un
terzo
piano
,
un
piccolo
balcone
di
pietra
sorretto
da
mensole
scolpite
,
un
piccolo
balcone
poetico
di
dove
qualche
fanciulla
clorotica
avrà
contemplato
il
plenilunio
o
le
stelle
pudiche
,
sta
per
cadere
.
Le
mensole
tremano
nel
muro
,
verdastre
per
la
pioggia
e
per
il
musco
e
corrose
,
come
in
una
gengiva
di
vecchia
i
denti
cariati
.
In
alto
,
a
un
quarto
piano
,
un
altro
balcone
tutto
coperto
di
piante
rampicanti
vien
saccheggiato
senza
misericordia
.
Le
belle
piante
lunghissime
e
flessibili
,
ondeggiano
,
scompigliate
,
come
capigliature
verdi
tra
il
polverio
che
sale
.
Alcuni
rami
pendono
spezzati
,
reggendosi
alla
pianta
madre
per
mezzo
d
'
una
sola
fibra
sottile
.
Tutta
la
massa
vegetale
ha
in
sé
qualche
cosa
di
doloroso
come
per
una
violazione
e
per
uno
strazio
.
E
pensare
quante
buone
merende
su
quel
balcone
e
quante
buone
cene
nelle
notti
d
'
estate
,
quando
le
piante
fiorivano
e
odoravano
!
Passando
nella
via
ed
alzando
li
occhi
,
si
vedevano
allora
dei
visi
femminili
fra
il
verde
,
o
si
vedeva
qualche
cappellino
appeso
a
un
ramo
e
qualche
scialle
di
colore
vivo
o
anche
,
talora
,
una
bambola
rosea
.
A
molte
case
sono
già
state
demolite
le
facciate
.
Le
stanze
rimangono
quindi
scoperte
e
con
le
loro
tappezzerie
di
carta
somigliano
a
scenarii
d
'
un
teatrucolo
di
provincia
.
Su
le
pareti
i
mobili
hanno
lasciato
i
segni
.
Facilmente
si
riconosce
il
posto
del
letto
matrimoniale
e
il
posto
della
specchiera
e
quello
dell
'
armadio
,
e
quello
del
canterano
,
e
quello
dei
quadri
.
Qua
e
là
le
carte
sono
ridotte
a
brandelli
,
e
i
brandelli
tremano
all
'
aria
miserevolmente
.
Una
gran
linea
nera
di
fuliggine
segna
il
camino
atterrato
.
Dappertutto
si
scorgono
le
tracce
untuose
e
laboriose
della
vita
domestica
;
dappertutto
,
alla
cruda
luce
solare
,
si
scorge
quel
che
v
'
è
di
sudiciume
e
di
gretteria
e
di
meschinità
nella
vita
casalinga
dei
piccoli
borghesi
.
I
piccoli
borghesi
romaneschi
guardano
dal
mezzo
della
via
le
demolizioni
ingoiando
con
molta
pazienza
la
polvere
bianca
.
Tutti
stanno
col
naso
all
'
aria
e
con
il
collo
teso
e
con
li
occhi
spalancati
e
con
in
tutta
la
persona
una
espressione
grottesca
di
stupidità
;
e
tutti
nell
'
attitudine
e
nella
melensaggine
somigliano
a
quei
venti
o
trenta
beati
che
quotidianamente
si
mettono
innanzi
alla
chiesa
di
Sant
'
Ignazio
ad
aspettare
che
il
colpo
del
cannone
di
mezzogiorno
faccia
discendere
dalla
cima
dell
'
asta
il
globo
indicatore
.
Ma
dalle
rovine
sorgerà
e
risplenderà
la
nuova
Roma
,
la
Roma
nitida
,
spaziosa
e
salutare
,
la
Roma
costruita
dalli
architetti
giovani
che
lasceranno
da
parte
le
eleganze
del
Bramante
e
si
inspireranno
utilmente
al
palazzo
del
Ministero
delle
Finanze
,
al
gran
mostro
della
moderna
architettura
,
alla
caserma
degl
'
impiegati
.
Oh
nobilissima
oziosa
amplitudine
dei
palagi
patrizi
!
Ieri
,
passando
dal
palazzo
Corsini
,
entrammo
per
vedere
le
decorazioni
pittoriche
e
le
restaurazioni
che
l
'
esimio
professore
Bruschi
dell
'
Accademia
eseguisce
nella
volta
della
gran
sala
destinata
alle
sedute
solenni
dei
Lincei
.
Il
professore
che
è
un
uomo
di
media
statura
,
con
baffi
grigi
,
con
lineamenti
che
non
ricordano
per
nulla
quelli
angelici
di
Rafael
d
'
Urbino
né
quelli
sensuali
di
Giulio
Romano
,
stava
in
alto
su
le
impalcature
e
teneva
il
capo
coperto
d
'
un
semplice
giornale
,
precisamente
della
Rassegna
(
oh
,
infelice
professore
!
)
foggiato
a
berretto
alquanto
michelangiolesco
.
Quasi
incurante
del
grave
pondo
torrachiano
,
il
buon
accademico
toccava
vivacemente
l
'
imperial
manto
bizantino
d
'
una
Giurisprudenza
e
cantarellava
.
Quei
tocchi
erano
li
ultimi
,
e
quella
canzonetta
era
di
liberazione
.
La
sala
,
rettangolare
,
è
di
stile
settecentistico
,
architettata
dal
cavalier
Fuga
con
una
certa
nobiltà
di
scompartimenti
.
Nella
vòlta
già
esistevano
le
cornici
ed
esistevano
anche
alcuni
fregi
un
po
'
barocchi
;
cosicché
il
Bruschi
ha
dovuto
nell
'
opera
sua
trar
partito
dalle
cornici
e
dai
fregi
e
armonizzare
le
decorazioni
nuove
alle
vecchie
.
Il
Bruschi
in
questo
è
riuscito
con
molta
abilità
.
Non
volendo
essere
interamente
barocco
per
rimaner
nello
stile
,
ha
saputo
usare
certe
fini
astuzie
di
decoratore
consumato
,
e
fondere
sapientemente
le
sue
pitture
un
po
'
cinquecentistiche
con
i
cartocci
e
gli
svolazzi
del
barocchismo
.
A
ciò
tendono
le
molte
volute
dei
papiri
sorretti
dai
putti
e
gli
animali
chimerici
che
occupano
molti
piccoli
spazii
intermedi
.
Le
pitture
girano
in
torno
alla
volta
,
rappresentanti
figurativamente
le
varie
Scienze
che
i
Lincei
coltivano
.
Ogni
figura
muliebre
è
disegnata
con
tranquillità
di
linee
e
colorita
con
varietà
di
toni
.
L
'
esecuzione
delle
parti
nude
ci
è
sembrata
finissima
.
Un
'
Astronomia
avvolta
d
'
un
azzurro
drappo
stellato
,
con
li
occhi
all
'
alto
,
ha
,
per
esempio
,
nelle
nudità
delle
braccia
e
del
seno
e
nella
faccia
una
illuminazione
quasi
lunare
,
una
specie
di
lievissimo
azzurreggiare
notturno
,
di
effetto
squisito
.
Una
Matematica
,
pensosa
,
avvolta
in
un
drappo
violaceo
,
è
dipinta
con
una
venustà
di
forme
veramente
rafaellesca
.
Tutte
le
figure
stanno
al
loro
posto
,
non
invadono
lo
spazio
,
non
opprimono
lo
spettatore
,
non
escono
troppo
fuori
della
superficie
a
loro
assegnata
.
L
'
occhio
si
riposa
in
un
'
armonia
generale
.
Le
pareti
,
coperte
di
stucchi
,
sono
illustrate
da
busti
marmorei
.
Di
qual
colore
dovranno
essere
le
tende
delle
finestre
e
le
portiere
?
Di
qual
forma
e
di
qual
colore
dovranno
essere
i
mobili
?
Chi
a
questo
presiede
non
s
'
è
curato
della
questione
che
pure
è
importantissima
.
Le
tende
,
le
portiere
,
i
mobili
sono
stati
comperati
assai
prima
che
il
professor
Bruschi
incominciasse
a
decorare
la
sala
!
Con
quale
criterio
?
Oh
,
asinità
dei
provvedimenti
!
Ma
di
demolizioni
e
di
restaurazioni
i
lettori
ne
avranno
abbastanza
.
Parliamo
di
cose
più
allegre
,
per
finire
;
di
cose
parigine
,
e
precisamente
di
sport
.
Al
Campo
di
Marte
in
questi
giorni
il
Canis
-
Club
ha
data
la
prima
festa
cinegetica
,
una
festa
nuova
per
Parigi
e
interessantissima
,
una
corsa
di
levrieri
.
Una
tribuna
,
simile
a
quella
di
Longchamp
,
ma
assai
minore
,
accoglieva
l
'
high
-
life
;
e
il
campo
era
limitato
in
cerchio
non
da
palizzate
né
da
corde
,
ma
da
un
grillage
metallico
che
impediva
ogni
deviazione
ai
corridori
e
alle
lepri
.
Un
Canis
-
Club
dovrebbe
anche
sorgere
a
Roma
,
qui
dove
ogni
genere
di
sport
terrestre
potrebbe
vigorosamente
fiorire
.
Chi
non
conosce
e
non
ammira
i
levrieri
,
quei
cani
lunghi
e
smilzi
ed
eleganti
che
Diana
prediligeva
e
che
Paolo
Veronese
dipingeva
con
tanto
amore
?
I
levrieri
sono
,
secondo
noi
,
i
più
nobili
fra
tutti
i
cani
.
Essi
non
hanno
,
come
il
comune
dei
cani
,
la
volgare
abitudine
della
fedeltà
al
padrone
,
quella
vile
abitudine
che
i
poveri
di
spirito
gabellano
per
virtù
.
Essi
certamente
non
si
lascerebbero
morir
di
fame
su
la
tomba
del
loro
signore
;
e
la
tomba
di
Edoardo
III
informi
.
Essi
sono
liberi
,
forti
,
indipendenti
,
pugnaci
,
audaci
,
volubili
;
hanno
la
grazia
del
serpente
e
la
terribilità
dei
felini
.
Le
loro
forme
sono
rappresentate
sugli
antichi
monumenti
egizii
.
I
tartari
,
i
persiani
,
gli
abitatori
dell
'
Asia
Minore
,
i
beduini
,
gli
arabi
,
i
sudanesi
,
gli
indiani
e
molte
altre
genti
dell
'
Africa
e
dell
'
Asia
Centrale
li
onorano
e
li
stimano
quasi
al
pari
dei
cavalli
.
In
certi
luoghi
il
valore
del
levriere
è
determinato
da
leggi
.
Nel
Jemen
,
per
esempio
,
chi
uccide
un
levriere
è
costretto
per
multa
a
pagare
tanto
frumento
quanto
ne
bisogna
per
coprire
intieramente
l
'
animale
morto
,
appeso
per
la
coda
e
toccante
con
le
narici
il
suolo
.
In
Arabia
il
prezzo
di
uno
sloughi
cacciatore
di
gazzelle
e
di
antilopi
eguaglia
il
prezzo
di
un
cammello
.
Dicono
gli
arabi
:
«
Se
lo
sloughi
vede
una
gazzella
pascente
,
la
giunge
prima
che
essa
trangugi
l
'
erba
carpita
»
.
In
Arabia
,
ove
accada
che
una
levriera
ceda
all
'
amore
di
un
cane
d
'
altra
stirpe
,
il
padrone
rugge
di
vergogna
e
di
dolore
.
L
'
incauta
viene
subito
uccisa
affinché
non
metta
alla
luce
figli
di
sangue
plebeo
.
La
purezza
della
razza
vien
conservata
con
una
specie
di
religiosità
e
di
superstizione
.
Tale
è
il
levriere
,
nostre
dolci
signore
.
E
se
il
panegirico
non
vi
tediasse
,
seguiteremmo
ancora
per
molto
a
noverare
le
virtù
dei
nobili
animali
nostri
prediletti
.
A
Parigi
una
corsa
è
stata
eseguita
da
sedici
levrieri
puri
,
di
Russia
e
d
'
Inghilterra
,
d
'
una
età
dai
due
ai
quattro
anni
.
I
competitori
spiccavano
salti
d
'
una
larghezza
prodigiosa
.
A
due
di
quelli
che
avevano
riportata
la
vittoria
,
fu
poi
data
in
caccia
una
lepre
;
e
la
lepre
,
dopo
molte
giravolte
e
molti
scambietti
e
molte
furberie
di
fuga
,
venne
afferrata
e
a
mezzo
uccisa
dai
focosi
persecutori
.
Riportò
,
nell
'
agone
,
la
prima
delle
vittorie
una
levriera
nera
d
'
Inghilterra
,
nomata
Kiss
,
una
meravigliosa
bestia
che
darà
eccellenti
rampolli
.
In
ultimo
,
al
rally
-
coursing
corsero
in
torma
tutti
i
veltri
,
al
suono
gioioso
delle
fanfare
.
E
lo
spettacolo
doveva
essere
magnifico
e
inebriante
.
O
belle
dame
di
Roma
,
proteggete
i
levrieri
!
Fate
che
anche
qui
i
levrieri
salgano
in
onore
,
i
grandi
cani
lucidi
come
la
seta
,
smilzi
,
dalle
gambe
nervose
,
dal
muso
di
luccio
,
dal
ventre
roseo
,
dal
fianco
palpitante
,
come
voi
ardenti
,
come
voi
audaci
,
come
voi
infedeli
.
StampaQuotidiana ,
Quanto
abbiamo
scritto
ieri
relativamente
alla
riunione
del
Gruppo
socialista
che
ha
discusso
a
lungo
della
collaborazione
e
della
intransigenza
senza
giungere
a
conclusione
pratica
di
sorta
,
merita
un
piccolo
codicillo
.
È
noto
che
alle
19,30
l
'
on
.
Matteotti
è
entrato
ove
il
gruppo
era
riunito
e
ha
portato
la
notizia
che
il
Ministero
Facta
si
poteva
ormai
considerare
come
fatto
;
così
che
per
il
momento
veniva
a
mancare
ogni
ragione
di
contese
.
Ma
non
è
noto
che
i
collaborazionisti
,
per
paura
dei
«
selvaggi
»
non
hanno
voluto
e
saputo
dire
chiaramente
tutto
il
loro
pensiero
e
che
durante
la
radunanza
si
sono
tenuti
sul
se
e
sul
ma
e
sul
fino
ad
un
certo
punto
.
Ci
sono
troppi
causidici
ci
diceva
nei
corridoi
un
deputato
socialista
di
aperta
fede
collaborazionista
.
Ma
tra
tutti
questi
«
ponzadubbi
»
per
paura
,
ci
sono
dei
collaborazionisti
aperti
,
i
quali
credono
che
si
debba
dire
intero
il
proprio
credo
per
trascinare
se
è
possibile
l
'
ala
sinistra
su
una
posizione
meno
intransigente
se
non
proprio
a
destra
di
colpo
;
certi
in
cuore
che
il
piano
inclinato
della
politica
l
'
avrebbe
per
necessità
,
diciamo
così
,
fisiche
,
portato
al
collaborazionismo
completo
.
Le
situazioni
sono
quel
che
sono
e
non
quello
che
si
vorrebbe
che
fossero
...
Le
mezze
misure
non
danno
frutti
:
l
'
astensione
in
dati
momenti
a
beneficio
del
cosidetto
governo
migliore
o
anche
il
voto
favorevole
non
avvantaggiano
né
il
gruppo
parlamentare
né
il
partito
.
Anzi
,
può
danneggiarli
,
nel
senso
che
l
'
appoggio
potrebbe
dar
loro
delle
responsabilità
senza
nessun
corrispettivo
.
Insomma
,
si
sarebbe
nelle
condizioni
di
chi
vive
in
concubinato
:
tutti
i
guai
del
matrimonio
senza
i
vantaggi
.
«
E
allora
,
opinarono
i
collaborazionisti
aperti
,
tipo
on
.
Zaniboni
il
quale
ieri
aveva
deciso
di
presentare
un
ordine
del
giorno
che
togliesse
gli
equivoci
non
preoccupiamoci
dei
deliberati
del
passato
Congresso
e
delle
flaccide
e
incerte
intransigenze
della
Direzione
;
ma
agiamo
liberamente
come
gruppo
parlamentare
autonomo
.
La
Direzione
ci
denunzierà
ad
un
congresso
da
convocare
al
più
presto
e
penseremo
noi
a
difenderci
e
a
spiegare
le
ragioni
che
ci
hanno
spinto
alla
collaborazione
diretta
;
alla
quale
presto
o
tardi
si
deve
pur
venire
procedendo
per
gradi
e
cioè
attraverso
l
'
astensione
per
il
governo
migliore
in
un
primo
tempo
e
all
'
appoggio
mediante
il
sì
negli
appelli
nominali
in
un
secondo
...
»
.
Tutto
ciò
sarebbe
stato
detto
se
l
'
on
.
Matteotti
non
fosse
intervenuto
a
dare
la
notizia
della
risoluzione
della
crisi
.
L
'
on
Zaniboni
,
che
si
è
posto
alla
testa
dei
collaborazionisti
diretti
,
avrebbe
espresso
intero
il
pensiero
suo
e
di
tutti
gli
altri
che
Treves
e
Turati
compresi
non
hanno
ardito
affrontare
l
'
ira
dei
«
selvaggi
»
.
Ma
è
bene
sin
da
ora
fissare
questi
termini
del
dibattito
socialista
sospeso
per
ragioni
parlamentari
,
e
che
risorgerà
alla
prima
occasione
.
L
'
intransigenza
è
in
liquidazione
.
StampaQuotidiana ,
Giornate
oziose
e
fastidiose
.
La
città
è
oppressa
dallo
scirocco
;
e
,
vista
dall
'
alto
,
appare
come
un
'
immensa
Pompei
seppellita
dalle
ceneri
.
Una
specie
di
snervamento
malsano
invade
la
gente
;
una
irritazione
mal
repressa
manifestasi
in
tutti
i
gesti
e
in
tutte
le
attitudini
.
Per
la
via
del
Corso
le
signore
tiberine
passano
,
al
trotto
stanco
dei
cavalli
,
distese
nelle
carrozze
a
metà
chiuse
,
e
sono
pallide
,
per
lo
più
nascoste
da
un
velo
denso
,
sprofondate
nella
mollezza
delle
pellicce
.
Salutano
lentamente
;
sorridono
debolmente
;
lasciano
che
la
testa
dondoli
al
moto
delle
ruote
;
talvolta
paiono
assopite
e
paiono
non
avere
più
forme
,
sotto
l
'
amplitudine
dei
mantelli
.
Oh
bei
mantelli
di
lontra
ornati
di
castoro
biondo
!
Il
pelo
lucidissimo
si
apre
qua
e
là
come
una
spiga
,
variando
l
'
egual
colore
cupo
con
apparenze
d
'
oro
.
Nulla
è
più
signorilmente
voluttuoso
che
una
pelliccia
di
lontra
già
da
qualche
tempo
usata
.
Allora
le
pelli
consentono
a
tutte
le
pieghevolezze
del
corpo
femminile
;
ma
non
con
la
leggera
aderenza
della
seta
e
del
raso
;
sibbene
con
una
certa
gravità
non
priva
di
grazie
e
di
quelle
dolci
grazie
che
gli
animali
forniti
di
ricco
pelame
hanno
nei
loro
movimenti
furtivi
.
Sempre
una
specie
di
lampo
,
una
specie
di
lucidità
repentina
precede
o
accompagna
il
movimento
,
e
dà
al
movimento
una
strana
bellezza
.
Alle
giunture
poi
delle
spalle
,
su
'
l
rovescio
delle
braccia
,
intorno
ai
fianchi
,
e
qua
e
là
su
'
l
seno
,
il
colore
prende
un
tono
d
'
una
soavità
antica
,
quasi
morente
,
simile
forse
a
quello
d
'
un
vaso
d
'
argento
dorato
in
cui
l
'
argento
non
anche
apparisca
schietto
e
l
'
oro
muoia
.
Credo
che
il
più
lungo
mantello
e
il
più
magnifico
sia
quello
della
principessa
di
Venosa
.
Ieri
era
da
Spillmann
;
chiedeva
dei
bonbons
forse
per
il
five
o
'
clock
tea
.
Aveva
un
cappello
chiuso
con
un
piccolo
pennacchio
d
'
airone
e
di
struzzo
;
e
sul
volto
un
velo
moucheté
.
Ella
parlava
indolentemente
con
la
principessa
Borghese
,
e
la
sua
figura
mirabile
,
dalle
spalle
ampie
e
lunate
,
dai
fianchi
opulenti
,
dalla
sottilissima
vita
tutta
avvolta
nella
lontra
odorante
di
Cypre
e
di
sachet
de
veloutine
,
faceva
contrasto
con
la
grave
persona
,
con
l
'
altera
nobiltà
matronale
della
interlocutrice
.
Anche
,
un
altro
mantello
celebre
è
quello
della
contessa
di
Santafiora
.
Questa
strana
figura
di
gentildonna
si
incontra
talvolta
improvvisamente
nella
mattina
,
allo
svolto
di
una
qualche
via
urbana
,
su
'
l
marciapiede
.
È
una
di
quelle
visioni
che
turbano
un
poco
.
A
traverso
il
velo
molto
rado
quella
faccia
pallida
,
irregolarmente
bella
,
con
la
bocca
rossa
e
certe
volte
quasi
dolorosa
,
con
gli
occhi
di
Venere
Ciprigna
,
dà
all
'
improvviso
un
'
impressione
,
dirò
così
,
di
fatalità
,
suscita
all
'
improvviso
,
dirò
così
,
un
sogno
di
amori
misteriosi
e
procellosi
.
Invece
la
contessa
quando
apre
la
bocca
,
è
quasi
sempre
ironica
,
piuttosto
fredda
,
schiva
del
sentimentalismo
,
spesso
anche
mordace
,
molto
allegra
di
spirito
.
Ella
porta
un
cappello
nero
composto
di
merletto
e
di
jais
altissimo
,
alleggerito
da
un
bouquet
di
piume
.
Ha
il
passo
svelto
;
e
tiene
i
gomiti
aderenti
alla
vita
,
le
mani
nel
manicotto
,
il
manicotto
stretto
alla
veste
.
Un
'
altra
contessa
,
la
Taverna
,
porta
la
lontra
.
Chi
non
sa
il
divin
pallore
della
contessa
Taverna
,
ed
i
capelli
neri
pieni
di
riflessi
blu
ondulati
,
e
i
lunghi
occhi
velati
dalle
lunghissime
ciglia
?
La
duchessa
d
'
Artalia
,
la
piccola
duchessa
magra
dalli
occhi
turchini
e
dai
capelli
cupi
,
si
distingue
per
le
maniche
amplissime
,
ricchissime
,
d
'
onde
escono
due
minuscole
mani
candidamente
.
La
principessa
d
'
Antuni
ha
una
pelliccia
breve
su
cui
cade
un
bel
ricciolo
nero
legato
da
un
nastro
azzurro
pallido
o
crème
.
La
duchessa
di
Magliano
porta
una
giacca
gittata
su
le
spalle
,
militarmente
,
con
le
maniche
pendenti
,
su
l
'
abito
di
panno
marron
ornato
di
soutaches
.
Tutte
queste
signore
passano
per
la
via
del
Corso
,
entro
le
carrozze
,
fra
le
quattro
e
le
cinque
del
pomeriggio
.
E
nessuna
cosa
più
che
una
pelliccia
di
lontra
,
in
tempo
piovoso
,
suscita
nei
riguardanti
il
desiderio
dell
'
intimità
dell
'
amore
.
StampaQuotidiana ,
Con
un
discorso
preciso
e
fermo
,
tenuto
nella
sede
della
sezione
nazionalista
di
Milano
,
e
che
i
nostri
lettori
conoscono
,
l
'
on
.
Stefano
Benni
anticipava
qualche
giorno
fa
il
manifesto
che
oggi
l
'
Alleanza
economica
parlamentare
,
di
cui
egli
è
autorevole
partecipante
rivolge
al
paese
.
Non
è
senza
significato
che
nazionalisti
abbiano
sollecitato
da
un
tecnico
che
vede
chiaro
in
politica
,
come
l
'
on
.
Benni
,
una
illustrazione
del
problema
centrale
dello
Stato
;
e
che
,
parlando
a
nazionalisti
,
il
deputato
dell
'
Alleanza
economica
parlamentare
sia
stato
tratto
,
dopo
una
inesorabile
disamina
del
deficit
statale
e
particolarmente
di
quello
ferroviario
,
ad
una
decisa
conclusione
politica
,
appunto
quella
che
i
nazionalisti
hanno
da
più
di
un
anno
affermata
,
l
'
opposizione
al
collaborazionismo
socialista
.
Non
è
senza
significato
,
perché
è
propria
del
nazionalismo
la
valorizzazione
antidemagogica
dei
fattori
della
produzione
del
presente
sistema
economico
,
posta
già
al
principio
della
nostra
più
che
decennale
propaganda
;
e
perché
non
può
trarsi
da
un
esame
,
come
quello
compiuto
dall
'
on
.
Benni
,
altra
conclusione
politicamente
onesta
e
leale
,
che
quella
da
noi
patrocinata
.
Infatti
il
deficit
più
preoccupante
è
appunto
quello
che
deriva
dal
socialismo
di
Stato
,
che
i
partiti
al
potere
hanno
per
un
ventennio
adottato
,
scontando
anticipatamente
,
a
danno
del
paese
,
quella
collaborazione
che
oggi
si
vorrebbe
soltanto
per
ragioni
di
polizia
.
Il
collaborazionismo
socialista
è
però
non
solo
in
contraddizione
repugnante
col
rivoluzionarismo
di
ieri
;
non
solo
in
ritardo
per
la
stessa
decomposizione
del
partito
e
della
Confederazione
del
Lavoro
;
ma
anche
e
soprattutto
in
contrasto
aperto
con
l
'
esperienza
disastrosa
accumulata
in
questi
anni
di
politica
socialista
per
procura
.
Se
si
parlasse
seriamente
di
collaborazionismo
e
cioè
di
un
programma
collaborazionista
,
e
non
del
piacere
di
vedere
Treves
e
Modigliani
sottomessi
a
fare
i
ministri
della
Monarchia
(
bel
guadagno
!
)
,
o
di
acquistare
note
capacità
e
illibatezze
come
Dugoni
e
Vacirca
,
o
di
creare
una
più
numerosa
compagnia
di
ventura
all
'
on
.
Nitti
,
o
di
soddisfare
la
demagogia
popolare
degli
onorevoli
Mauri
e
Miglioli
;
se
si
parlasse
della
politica
da
fare
con
i
socialisti
,
si
vedrebbe
che
questa
è
stata
già
fatta
e
con
pessimi
risultati
.
Non
esiste
però
alcun
margine
per
quel
collaborazionismo
riformistico
,
col
quale
i
socialisti
dovrebbero
giustificare
la
loro
partecipazione
al
potere
.
E
l
'
on
.
Labriola
ne
ha
fatta
anch
'
egli
in
questi
ultimi
tempi
,
ampia
dimostrazione
.
Esiste
invece
una
necessità
urgente
,
dominante
,
quella
di
obbedire
all
'
esperienza
ormai
chiara
,
e
opporsi
non
solo
alla
continuazione
del
socialismo
di
Stato
,
ma
restituire
lo
Stato
alle
sue
funzioni
essenziali
,
che
non
adempie
,
liberandolo
dai
deficit
che
lo
opprimono
,
come
vuole
l
'
Alleanza
economica
parlamentare
.
E
questa
necessità
,
come
ha
riconosciuto
l
'
on
.
Benni
nel
suo
discorso
di
Milano
,
è
nettamente
anticollaborazionistica
.
Il
problema
centrale
oggi
è
economico
-
finanziario
.
Esso
è
cioè
antiriformistico
,
antiparlamentaristico
,
e
però
anticollaborazionistico
.
Non
si
può
continuare
nell
'
inganno
demagogico
delle
«
audaci
riforme
»
,
cui
troppi
partiti
partecipano
;
non
si
può
indulgere
alle
combinazioni
parlamentari
per
fare
e
disfare
gabinetti
;
quando
non
si
riesce
nemmeno
a
cristallizzare
il
deficit
,
perché
si
continua
appunto
in
quella
politica
che
ha
provocato
e
alimentato
il
deficit
finanziario
e
determinata
la
paralisi
economica
.
Riconoscere
come
problema
centrale
quello
indicato
dall
'
Alleanza
economica
parlamentare
e
rifiutare
il
collaborazionismo
è
un
atto
solo
di
indispensabile
lealtà
politica
.
Non
nuovo
per
noi
,
anzi
definito
fin
dal
nostro
primo
definirci
nell
'
anteguerra
,
quando
ci
schierammo
risolutamente
contro
il
socialismo
di
Stato
,
di
cui
profetammo
i
danni
.
E
così
ancora
una
volta
tutta
la
falsa
,
calunniosa
propaganda
rivolta
contro
il
nazionalismo
,
accusato
di
reazione
,
di
cecità
conservatrice
verso
la
luce
del
riformismo
audace
,
di
grettezza
incomprensiva
dei
«
tempi
nuovi
»
,
è
dimostrata
essere
quello
che
è
sempre
stata
:
frutto
di
ignoranza
bestiale
e
di
fatua
chiacchiera
demagogica
.
Noi
avevamo
veduto
tempestivamente
,
nella
sua
unità
politico
-
economica
,
il
problema
centrale
,
che
oggi
è
confessato
nelle
stesse
miserie
del
collaborazionismo
,
denunziato
da
un
gruppo
di
deputati
di
varie
parti
della
Camera
,
perché
affiora
,
fra
le
illusioni
demagogiche
,
in
una
tragica
evidenza
di
cifre
.
StampaQuotidiana ,
Questa
volta
vi
risparmio
il
piagnisteo
su
la
perversità
del
tempo
,
il
morceau
di
colorito
sulla
città
grigia
ed
anche
le
visioni
splendenti
di
tra
la
pioggia
lacrimevole
.
Certo
il
giorno
della
natività
di
Gesù
Cristo
è
stato
un
orribile
giorno
.
Ma
,
in
compenso
,
quanti
alberi
di
Natale
,
grandi
e
piccoli
,
freschi
e
finti
,
hanno
allietato
di
più
o
meno
preziose
fioriture
l
'
interno
tiepido
delle
case
romane
!
Non
io
penetrerò
nei
penetrali
domestici
,
né
farò
la
enumerazione
dei
fiori
di
carta
e
di
lana
,
né
dirò
la
santa
gioia
delle
famiglie
raccolte
e
le
impertinenze
rumorose
dei
bimbi
in
cospetto
delle
bambinaie
biondicce
e
pallìdule
,
né
descriverò
le
bonbonnières
legate
da
nastrini
tricolori
,
i
gemelli
d
'
osso
bianco
ornati
di
cifre
,
i
vasi
di
legno
dipinti
pseudo
-
cinesi
,
i
libri
da
messa
violetti
con
borchie
di
piombo
argentato
,
le
cornici
di
velluto
rosso
con
ricami
di
seta
verde
e
gialla
,
le
scatole
composte
di
conchigliette
iridescenti
e
di
specchiettini
tremolanti
,
le
mensolette
di
ceramica
fatta
in
casa
,
le
papaline
di
color
solferino
fiorite
d
'
oro
,
i
cuscinetti
di
margheritine
per
gli
spilli
e
per
li
aghi
,
i
servizi
di
vetro
turchini
per
la
toilette
,
i
calendari
d
'
oleografia
,
le
capannelle
svizzere
contenenti
un
minuscolo
nécessaire
per
lavori
femminili
,
le
palle
di
cristallo
contenenti
paesaggetti
e
figurine
con
effetto
neve
,
ecc
.
Io
mi
limiterò
,
per
misericordia
delle
lettrici
,
all
'
albero
regio
.
Il
quale
anche
quest
'
anno
è
stato
veramente
magnifico
e
munifico
.
Intorno
al
fusto
si
agitavano
nella
aspettazione
circa
quaranta
bambini
di
sangue
nobile
.
In
verità
,
io
non
li
ho
veduti
;
ma
mi
immagino
che
si
agitassero
e
che
naturalmente
,
con
le
loro
teste
bionde
o
brune
,
e
con
i
loro
occhi
castanei
o
grigi
o
celestiali
e
con
le
loro
bocche
vermiglie
o
rosse
,
formassero
la
grande
aiuola
vivente
che
sanno
tutti
i
giovani
cronachisti
italiani
.
Donna
Claribel
,
la
dolce
signora
del
libro
di
pelle
d
'
onagro
,
mi
dà
qualche
nome
.
C
'
era
l
'
infanzia
di
casa
Gianotti
,
l
'
infanzia
di
casa
Villamarina
e
via
via
,
l
'
infanzia
delle
case
Massimo
,
Calabrini
,
Della
Somaglia
,
Brancaccio
,
D
'
Oncieux
,
Francesetti
,
Santafiora
,
Sonnino
,
Vicovaro
,
Sforza
-
Cesarini
,
Teano
,
Incisa
.
M
'
immagino
tutta
la
cerimonia
dell
'
estrazione
dei
doni
:
mi
immagino
le
pecore
lanose
,
le
pendole
figurate
,
le
bambole
parlanti
,
e
m
'
immagino
la
Regina
fulgida
e
bionda
nella
cupa
luce
del
velluto
granato
,
sorridente
tra
i
parvulos
felici
o
mal
contenti
.
Oltre
il
velluto
regale
,
splendevano
i
velluti
varii
e
ricchissimi
della
baronessa
Sonnino
,
della
contessa
Della
Somaglia
,
della
contessa
di
Santafiora
,
di
Donna
Claribel
.
Donna
Claribel
ebbe
in
dono
una
specie
di
diadema
di
perle
e
brillanti
con
predominio
di
perle
.
La
duchessa
Sforza
-
Cesarini
ebbe
in
dono
una
spilla
armonizzata
di
soavi
zaffiri
e
di
brillanti
luminosissimi
.
La
duchessa
Massimo
ebbe
anche
zaffiri
e
brillanti
foggiati
in
forma
di
mosche
.
Brillanti
e
rubini
ebbe
la
marchesa
Calabrini
.
E
la
contessa
di
Santafiora
,
la
contessa
che
io
più
(
dopo
Donna
Claribel
)
adoro
,
ebbe
una
mezzaluna
fiammeggiante
,
segno
di
deità
.
Poi
gli
altri
doni
sono
innumerevoli
.
Li
accennerò
semplicemente
.
Il
Re
donò
alla
Regina
una
rondine
preziosa
,
e
la
Regina
al
Re
un
calamaio
cesellato
dal
Castellani
.
Il
Duca
d
'
Aosta
ebbe
dal
fratello
due
fucili
da
caccia
mirabili
per
eleganza
esteriore
e
per
precisione
meccanica
.
Il
Duca
di
Genova
ebbe
due
vasi
di
Sèvres
.
Quindi
:
La
duchessa
Sforza
-
Cesarini
un
mobile
giapponese
,
un
mobile
di
un
certo
legno
castaneo
,
venato
,
incrostato
di
madreperla
,
di
metallo
,
di
corallo
,
di
avorio
dipinto
,
con
fiori
,
con
uccelli
,
con
figure
umane
.
Il
marchese
di
Villamarina
un
candelabro
d
'
argento
di
quell
'
elegantissimo
artefice
che
è
il
Castellani
.
La
contessa
Visone
un
braccialetto
di
smeraldi
.
La
marchesa
Incisa
un
gran
servizio
di
porcellana
fina
,
per
the
o
per
caffè
.
Le
dame
di
Corte
(
nominate
sopra
talune
)
,
la
contessa
Lovatelli
,
la
contessa
Marcello
,
la
principessa
di
Ottajano
,
la
principessa
di
Venosa
,
ebbero
oggetti
di
oreficeria
bellissimi
.
Ed
oggetti
di
oreficeria
e
di
pierreries
ebbero
anche
la
contessa
Visone
,
la
contessa
Brambilla
,
la
signora
Rattazzi
.
I
signori
uomini
ebbero
per
lo
più
oggetti
di
mobilia
:
vasi
di
Satzuma
,
servizi
giapponesi
per
lunch
o
per
the
,
nécessaires
per
viaggio
,
bronzi
artistici
,
specchiere
,
candelabri
,
cofani
,
ecc
.
Il
duca
Gustavo
,
marito
di
Donna
Claribel
,
ebbe
due
immensi
vasi
di
metallo
bianco
,
giapponesi
,
due
vasi
barbarici
tutti
rilevati
di
mostri
orrendi
.
La
sera
il
Re
partì
per
San
Rossore
,
dove
si
tratterrà
tutto
il
mese
a
far
strage
di
selvaggina
grossa
nelle
selve
.
Così
il
Natale
è
passato
e
col
Natale
è
passato
il
tempo
cattivo
.
Ieri
la
giornata
fu
trionfale
.
Oggi
il
sole
ha
una
dolcezza
inebriante
.
Voi
,
o
dame
,
il
canto
del
Cigno
all
'
Apollo
chiama
.
Tutti
i
regali
regali
risplenderanno
alla
luce
del
gas
,
su
per
le
superbe
chiome
,
su
per
le
più
fresche
braccia
,
su
i
più
floridi
petti
della
cattolicità
apostolica
,
stasera
.
Sarà
il
gran
convegno
della
bellezza
.
L
'
inno
,
domani
.