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Che cosa si vuole ? C ' è ancora un barlume di coscienza politica , nazionale , nei crisaioli di sinistra , soprattutto democratici e popolari ? Dobbiamo credere di no ; ma dobbiamo anche parlar chiaro a costoro , se questa è ora di responsabilità . Dobbiamo credere di no , perché quando sabato il deputato nazionalista Suvich pronunciava il primo discorso consapevole , animoso , sul problema centrale di oggi : quello economico - finanziario ; e sui banchi di sinistra e di estrema si parlottava e si congiurava per tentare un ridicolo colpo da convenzione sugli infortuni patiti dalle suppellettili dell ' on . Miglioli ; l ' on . Turati , che pur dovrebbe almeno rispettare in se stesso la qualità di vecchio parlamentare , si restituì invece alla funzione di scimpanzè socialista , borbottando nella barba , rivolto al deputato Suvich : Quel signore ci disturba . Ebbene sembra che non soltanto l ' on . Turati e i suoi sozii collaborazionisti siano ridotti a questo abbrutimento di speculazione parlamentare , esemplarmente rappresentato da Menè Modigliani . No . Partecipano ad esso troppi altri . E troppi altri « sinistri » , con lo scudo crociato e senza , sotto la gragnuola dei colpi che la socialdemocrazia riceve , in Italia e fuori , ripetono ad ogni ammonimento di politica estera , di politica finanziaria , di politica interna : Quel signore ci disturba . E « quel signore » è la storia , è l ' esperienza , è la reazione delle leggi immutabili della vita contro l ' intollerabile demagogia . « Quel signore » è l ' America , che ha liquidato il vilsonismo in un regime di casa di salute e ha rifiutato ogni accostamento con la Russia bolscevica , perché bolscevica . « Quel signore » è l ' Europa , che liquida nelle relazioni internazionali e nell ' assetto di ciascun paese tutte le falsità rivoluzionarie e si irrigidisce in una difesa nazionale e imperiale . « Quel signore » è la stessa Russia , che , soppresso di fatto il comunismo , si vale dell ' etichetta del regime per tentare una politica aggressiva al capitalismo europeo e mondiale , irridendo a tutte le formule della socialdemocrazia internazionale , scodinzolante fino a ieri intorno al bolscevismo di Mosca e a quello importato in casa . « Quel signore » è l ' Italia che ha difesa la vittoria dall ' assalto più pericoloso , da quello del nemico interno ; è la Nazione che si è restituita alla coscienza dello sforzo compiuto con la guerra e con la vittoria . « Quel signore » è il fallimento della politica del socialismo di Stato , indicato in cifre insopprimibili . « Quel signore » è il crollo di tutta l ' impostura socialista del dopo guerra , che si frantuma nella fine del monopolio proletario , nel mostruoso ridicolo delle amministrazioni comunali e provinciali sboccanti nel fallimento e nella latitanza degli amministratori , in episodi quotidiani di esosità sopraffattrici o vigliacche . Tutto questo , che è la confessione quotidiana della demagogia socialdemocratica , tutto questo disturba . Il mondo va a destra . L ' Italia , che ha pagato a caro prezzo , dilapidando la vittoria , il donchisciottismo socialdemocratico e l ' esperimento bolscevico ; che ha sofferto in beni morali e materiali ; l ' Italia vuoi fermarsi su questa china sinistra . E il paese punta i piedi per non inabissarsi . Ebbene tutto ciò disturba . Disturba , perché bisogna sopprimere la storia , l ' esperienza , la volontà , con la congiura parlamentare , soltanto parlamentare . Perché proprio oggi che la politica socialista o voluta dai socialisti è in bancarotta fraudolenta , proprio oggi che i socialisti stessi sono costretti a ridursi in Montecitorio , perché dietro di loro hanno il partito in brandelli e le organizzazioni in sfacelo ; proprio oggi la speculazione della borsa di Montecitorio vuol portare alla quotazione , col collaborazionismo , questi titoli screditati . La speculazione non soltanto socialista , ma la speculazione di tutti i sinistri . E allora noi domandiamo ai crisaioli democratici e popolari se essi hanno coscienza della violenza , che si vuol tentare , di questa massima delle violenze che si vuoi tentare della Camera sul paese . Noi domandiamo a costoro , che sopprimono differenze di programmi e di indirizzi ; che osano , alcuni , parlare anche a nome della coscienza cattolica italiana ; che ignorano tutte le necessità italiane di restaurazione internazionale e nazionale , mettendo innanzi propositi di falsa pacificazione ; se essi non sentono essere questa , che essi vogliono , la massima provocazione . Contro cui si rivolta la vera sofferenza , la vera sensibilità , la vera intelligenza della Nazione . Noi domandiamo se coloro , che di fronte alla tirannia rossa tacevano e curvavano vilissimamente la schiena perché i colpi cadessero con minor forza , e che oggi , di fronte alla riscossa nazionale , fingono tanto orrore di guerra civile , solo perché , al tempo della sopraffazione bolscevica , di guerra civile non parlavano , avendo rinunziato alla lotta , avendo consegnato lo Stato e mostrandosi disposti a consegnare anche la Monarchia ; noi domandiamo se coloro che così parlano , sanno , nella loro smania di crisi che nasconde poi , con lo scudo crociato o senza , tante piccole ambizioni personali di promozioni a ministri e sottosegretari ; sanno che cosa può essere domani questa crisi di provocazione e di violenza , di vera sfida alle forze giovani e sane della Nazione . E domandiamo se proprio debbano andare direttamente o per procura al potere , coloro che una volta si vantavano capi di masse , e ora sono rifugiati a Montecitorio , come in un asilo , dopo aver disertato il loro posto di lotta e di responsabilità . I democratici , che non hanno ancora smarrita del tutto la coscienza nazionale nel servilismo socialista ; i popolari che non hanno soffocato in una torbida demagogia il senso di responsabilità , e in un abbrutimento di contingenza parlamentare il senso di una continuità di vita superiore , guardino ancora a questa realtà . Non facciano questione di ministero , come non facciamo noi . Guardino ad altro . Perché la crisi nazionale , che è nella sua fase di chiarificazione e di assestamento , potrebbe diventare guerra civile , solo se si tentasse di sopraffarlo con una crisi parlamentare , di cui del resto gli stessi fautori , pronti alla miserabile congiura quotidiana , e alla gherminella di fine di seduta , non posseggono affatto il controllo , privi come sono di effettivi propositi comuni e della scelta di un capo , che sia , non che capo di governo , almeno capo della loro masnada .
MODELLO: 1898 ( - , 1922 )
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L ' anormalità permanente della situazione parlamentare , dovuta a cause non attuali , ma remote che si riferiscono alla composizione originaria della Camera stessa , si è acutizzata in seguito alle scenate di sabato scorso . Così che voci di crisi sono già cominciate a circolare e , insieme con le voci di crisi , anche i nomi dei preconizzati successori . Sono i soliti nomi di eminenti parlamentari , che riscuotono le simpatie di tutti i partiti e che ciascun partito vorrebbe monopolizzare per proprio conto ; ragion per cui , alla stretta dei conti , devono cedere il posto a personalità di statura minore . Ma quale che sia la sorte imminente del gabinetto attuale , e quali che siano gli uomini che eventualmente potrebbero essere chiamati a comporre il nuovo gabinetto , noi contestiamo recisamente , che l ' attuale situazione politica possa essere superata mediante una nuova combinazione ministeriale e che , attraverso una crisi ministeriale , si possa sboccare ad una situazione radicalmente diversa dalla presente . La situazione nuova , auspicata non soltanto dai socialisti ma anche da molti popolari e dagli elementi più torbidi dell ' assemblea , dovrebbe essere caratterizzata dall ' esclusione dei ministri di Destra dal governo , e dal passaggio della stessa Destra all ' opposizione . Ma il passaggio della Destra all ' opposizione vorrebbe dire la guerra civile nel Paese . Un ministero contro la Destra sarebbe necessariamente un ministero di violenza . La coscienza pubblica non giudicherebbe diversamente e gli stessi socialisti non concepiscono diversamente un governo diretto a combattere con tutte le armi la volontà manifesta del Paese , che si va orientando verso destra . L ' on . Canepa lo ha detto assai efficacemente : si vuole un governo che , con gli stati d ' assedio e i tribunali militari , riduca al dovere i partiti nazionali , un governo modello 1898 . L ' on . Canepa ha perfettamente ragione ; un governo senza la Destra e contro la Destra non potrebbe essere un governo di tipo diverso . Ora quale delle personalità parlamentari , di cui si fanno i nomi , sarebbe disposto a assumersi la responsabilità di formare un governo di questo genere ? Giolitti , De Nicola , Orlando ? Non li vediamo . Ci sarebbe soltanto l ' on . Nitti , ma Nitti presenta in confronto degli altri nomi l ' inconveniente di non salvare neppure le apparenze , di non potere neppure dissimulare il proposito liberticida del nuovo Governo antinazionale . Il suo stesso nome è un programma di guerra civile . E allora ? Allora è evidente che nessuna combinazione nuova è possibile , che sia capace di realizzare il programma che sta a cuore agli elementi antinazionali . Qualunque altro governo non può che avere il programma del presente ministero : il programma cioè di tenere ferma l ' autorità dello Stato contro le esorbitanze di tutti i partiti , senza ricorrere a provvedimenti straordinari ed anticostituzionali , e di giungere a ristabilire l ' ordine , attraverso la pacificazione degli animi , non attraverso la guerra civile .
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A poco più di tre chilometri da Caltanissetta si trova un gruppo importante di zolfare , la maggior parte delle quali appartengono al deputato Testasecca , creato conte per la cospicua donazione che fece ai poveri in occasione delle nozze d ' argento dei sovrani . I nonni del neo conte erano dei poveri borghesucci quando verso il 1830 comperarono per pochi soldi alcune colline di quei dintorni . Erano colline superficialmente molto povere , ma che nel loro seno racchiudevano tesori . E infatti appena se ne accorsero e cominciarono a sfruttarle , i genitori dell ' onorevole Testasecca diventarono in pochi anni arcimilionari . Le zolfare del conte deputato sono oggi coltivate con sistemi abbastanza razionali ( macchine , vagoncini e ascensori ) , ma vicino ad esse se ne trovano altre dove vigono ancora gli antichi sistemi e nelle quali la creatura umana è ridotta peggio di una bestia da soma . Non faccio che trascrivere le note prese col lapis durante un ' escursione che feci la mattina del 24 ottobre . Ore sette ant . Uscendo dalla città , i due amici che gentilmente mi accompagnavano , l ' avv . Angelo Giarrizzo e lo studente di medicina Paolo Trobia , mi mostrano lungo la via di Sant ' Anna alcune caverne scavate nel tufo e nelle quali fino a poco tempo fa abitarono molte famiglie di zolfatai . Alcune vi abitano ancora . Il Municipio fece sgombrare le altre non già per igiene e per filantropia , ma perché queste tane da trogloditi minacciavano di rovinare e in caso di disastro il Municipio stesso temeva di essere chiamato responsabile e di dover pagare i danni . Ore otto . Siamo arrivati in un vallone pieno di monticelli che paiono fatti da talpe gigantesche . Sono ingressi di zolfare e calcheroni , ossia mucchi di minerale greggio preparato per accenderlo e cavarne lo zolfo col sistema primitivo . Ci avviciniamo ad un calcherone in formazione . Otto uomini raccolgono con le pale il minerale greggio di un mucchio e ne riempiono delle ceste che vengono da una quindicina di ragazzi portate nella buca del calcherone . È un lavoro che potrebbe esser fatto benissimo con vagoncini . Si adoperano i carusi perché si spende meno . L ' età di questi ragazzi varia dai 10 ai 18 anni . Alcuni di essi , imberbi , magri , patiti , sembrano molto più giovani di quello che sono . Guadagnano dai quindici ai trenta soldi al giorno , secondo la quantità del minerale che possono portare . Per guadagnare qualche soldo di più , corrono continuamente dal mucchio del minerale alla vasca del calcherone . Lavorando esternamente , non sono del tutto nudi ; indossano i pantaloni . Una cosa che colpisce il visitatore è questa , che il lavoro meno pesante , cioè quello di riempire le ceste , è fatto dagli adulti , dai picconieri , e quello più faticoso , ossia il trasporto delle ceste piene , è addossato esclusivamente ai ragazzi . A breve distanza si vedono gli ingressi della zolfara Gessolungo , dove circa dieci anni or sono accadde una catastrofe che uccise cinquantotto persone . I cadaveri mutilati delle vittime non furono trasportati neppure nel camposanto di Caltanissetta ; s ' improvvisò qui vicino un cimitero dove vennero sepolti in una fossa comune . Ore otto e mezza . Ci avviciniamo ai due ingressi della zolfara Cinnirella , dove lavorano attualmente circa cento persone , col vecchio sistema del trasporto a spalla . Da una delle due bocche di pozzo si entra nella miniera e dall ' altra si esce : è già un progresso in confronto di altre zolfare dove si entra e si esce dallo stesso buco . Ci siamo appena accostati all ' ingresso del pozzo di uscita , che ne vediamo uscire uno dopo l ' altro tre carusi gobbi . Seguono altri disgraziati per lo più adulti , curvi sotto il peso del sacco di minerale che portano in ispalla . Sono tutti ansanti e grondanti di sudore . Alcuni non hanno altro indumento che una pezzuola davanti ; altri portano i soli pantaloni ; altri cosa stranissima il solo gilé . La maggior parte sono deformati dalla immane fatica . Un ragazzo di sedici anni un vero nano per la deficiente statura non dimostra più di dieci anni e ci dice che ha cominciato a fare il caruso a otto anni . Un altro ci racconta che ha cominciato a sette . Ora non li prendono se non hanno almeno nove anni , ma ciò succede qui nelle zolfare vicinissime al capoluogo di provincia e sorvegliate dalla direzione degli ingegneri : nell ' interno si continua come in passato , nel modo che potei constatare nella zolfara Virdilio . Quanto guadagnate voi ? chiesi a un caruso trentenne , il quale mostra di avere cinquant ' anni . Una lira al giorno mi rispose ma io sono dei discreti , dei bravi : altri miei compagni più giovani non riescono a guadagnare più di dodici soldi al giorno ; i più forti e resistenti giungono a guadagnarne trenta , il massimo . E quanti viaggi fate al giorno ? Siccome la miniera è molto profonda , non possiamo fare più di dieci o dodici viaggi al giorno , percorrendo ogni volta trecentocinquanta metri di scale , senza contare le gallerie . Ore otto e tre quarti . Chiesto il permesso ad uno dei proprietari e ottenuto un caruso per guida , che ci precede portando una lampadina a olio , entriamo nella zolfara . Questa lampade , che generalmente i carusi s ' attaccano al berretto con un filo di ferro , sono piccoli orciuoli scoperti , di terracotta , con un becco da cui passa il lucignolo ; per la forma ricordano le lampade etrusche . Costano 2 centesimi l ' una , ma sono difficili da portare , si rompono facilmente e lasciano versar l ' olio , di cui non contengono che una piccola quantità , cosicché è necessario riempirle ogni ora . Scendiamo per una scala scavata nel masso . La volta , di gesso , di minerale o di tufo , ora ci permette di stare ritti e ora ci costringe a curvarci . I gradini , che qui chiamano scaloni , quando l ' inclinazione dello scavo non eccede i 40° , occupano tutta la larghezza della scala : sono detti allora scaloni sani , hanno un ' alzata da 20 a 25 centimetri ed una pedata presso a poco eguale . Quando l ' inclinazione supera i 40° , la larghezza della scala è divisa e si trovano i cosiddetti scaloni rotti o a maschio e femmina : sopra ogni metà della scala è tracciata una gradinata , per modo che i riposi o pedate d ' una metà corrispondono a metà delle alzate dell ' altra . Si rende così possibile l ' ascesa e discesa , che altrimenti riuscirebbe difficilissima per la soverchia alzata dei gradini . Molti gradini sono rotti e tutti appaiono lustri per il continuo strofinamento dei piedi scalzi dei carusi . Anche sulla volta , specialmente quando è di gesso , si vedono delle striscie lucide prodotte dalle mani dei carusi che s ' appoggiano . Ma dopo un centinaio di metri di discesa avremo fatto più di quattrocento gradini non trovammo più né scaloni sani né scaloni rotti : il buco procedeva a zig - zag e invece che sulle scale si camminava sui detriti del minerale . Ogni tanto dovevamo scostarci per lasciar passare file di carusi scarichi che correndo scendevano a prendere nuovi carichi . Per lo più nudi , con un semplice grembialino davanti , malamente illuminati dalle lampadine , con le loro faccie sfigurate e con la pelle bruna , più che europei sembravano isolani dell ' Oceania . In certi punti le pareti delle volte nelle scale e nelle gallerie sono puntellate con tavole e travi , alcune delle quali piegano sotto il peso e minacciano di spezzarsi . Ai lati vediamo qua e là delle gallerie chiuse con un cancello di legno , perché o sfruttate o trovate pericolose . Perché non sono state riempite come l ' esperienza di tante catastrofi ha insegnato ? Ore nove . Al punto detto « piè della scala » troviamo una galleria circolare somigliante ad un ' ampia grotta . Un picconiere dal torso nudo tutto scintillante di sudore , batte il suo piccone contro il minerale di colore oscuro dalle larghe vene gialle di zolfo . Quattro o cinque carusi raccolgono i pezzi del minerale e ne riempiono i loro sacchi . All ' incerta e tremolante luce delle lampadine , la grotta , dalla volta a striscie gialle , rossiccie e scure , è d ' un orrido pittoresco : meriterebbe di essere ritratta da un Salvatore Rosa . Avviene non di rado che i picconieri trovano delle grotte naturali dalle volte ricoperte di stalattiti , di cristallizzazioni stupende . Ne fu scoperta recentemente una a Lercara Friddi , ma in pochi giorni tutti i bellissimi e risplendenti ornamenti naturali furono vandalicamente portati via . A stento io ne potei trovare un campione . Il caldo è soffocante , e non possiamo resistere che pochi minuti nella galleria « piè della scala » . Ore nove e un quarto . Imbocchiamo un altro cunicolo dalle pareti dirupatissime e scendiamo , tortuosamente , curvi . Le volte basse sono sostenute da travi e puntelli messi in modo molto primitivo . Grondanti di sudore grossi goccioloni ci cadono continuamente dal viso e dalle mani e vanno a bagnare la polvere del minerale che ricopre il ripido sentiero giungiamo finalmente verso le nove e mezzo alle gallerie finali , dette camminanti , vastissime caverne in cui lavorano vari picconieri . I colpi di piccone continui , incessanti , come se fossero dati da una forza automatica , risuonano cupamente nella semioscurità . Quelle macchine umane dei picconieri fanno venire in mente il Canto dei minatori del Rapisardi : Tra cieche forre , tra roccie pendenti Sul nostro capo entr ' oscure caverne , Fra pozzi cupi e neri anditi algenti , Fra rei miasmi , fra tenebre eterne , D ' ogni consorzio , dal mondo noi scissi A nutrir gli ozi d ' ignoti signori , Noi picconieri di monti e d ' abissi , Sepolti vivi scaviam tesori . E scavano tesori davvero . Anche questa zolfara Cinnirella , che passa per una delle meno produttive , ha già arricchito parecchi a Caltanissetta . E tuttavia i proprietari non si sono indotti ancora ad applicarvi sistemi di trazione più razionali e umani . Ora è data in affitto o a gabella . Ore nove e tre quarti . Dopo un po ' di riposo torniamo indietro e cominciamo la faticosa salita . È durissima per noi che non portiamo nulla sulle spalle , che siamo robusti e ben nutriti . Come deve essere più dura , malgrado l ' abitudine , per gl ' infelici carusi ! Ne incontriamo a ogni minuto . Si sente ora la loro respirazione affannosa , e ora quel lamento che fa tanto pena . Qualcheduno urta di tanto in tanto col suo carico contro la volta bassa . Qualche altro sdrucciola e cade come Gesù sotto la croce , senza trovare un pietoso Cireneo ! Altri , non potendone più , gettano per un momento il pesante fardello e siedono ansanti per riprendere un po ' di fiato . Alla svoltata di una galleria un caruso è lungo disteso sui pezzi aguzzi del minerale che a lui , sfinito dalla fatica , devono sembrare un soffice materasso . Passa in quella un sorvegliante e toccandolo con l ' aguzza asta di ferro che gli serve da bastone , gli domanda : « Dormi ? » . Man mano che saliamo una corrente d ' aria , che a noi pare gelata , scende dall ' altissima imboccatura del pozzo . Anche coperti di lana , c ' è da prendere una polmonite . E i carusi , grondanti di sudore , sono nudi ! Ore dieci e un quarto . Quando noi usciamo a rivedere la luce del sole venendo dalle tenebrose gallerie ci pare per qualche minuto abbarbagliante siamo talmente stanchi che riparandoci in una baracca ci gettiamo a sedere , disfatti come cenci . I carusi invece , appena deposto il carico , devono ridiscendere frettolosamente e continuare così fino a sera per guadagnare la mercede che s ' è detto . E quasi tutti hanno anche una famiglia da mantenere .
StampaQuotidiana ,
La cronaca parlamentare continua a darci ragione . Mentre si dovrebbe cercare di chiarire le responsabilità politiche e di rispettare quello che resta delle norme parlamentari , i gruppi che hanno sollecitata la crisi esibiscono , nella loro smania , la loro crisi di irresponsabilità . Incapaci di definire una volontà comune , anche e soprattutto i popolari divisi da tendenze e da ambizioni ; incapaci di assumere una netta responsabilità politica , essi hanno patrocinato la perpetuazione di una procedura , già inaugurata in crisi precedenti , già giudicata e condannata dalla Corona , quando l ' on . Bonomi , dimessosi per le stesse inqualificabili e irresponsabili manovre di gruppi , fu rimandato dal Re alla Camera per affrontare la discussione e il voto . La cronaca di ieri è la riprova di quello che abbiamo scritto in questi giorni , non per difendere il gabinetto , ma per bollare la « manovra » , tempestivamente denunziata dall ' on . Federzoni , sabato sera sull ' oramai repugnante episodio Miglioli . Non c ' è più alcun pudore . Si buttano via o si calpestano gli stessi « immortali » principii . Eccoli tutti in combutta , gli antireazionari , coloro che hanno orrore della Destra , i fautori della libertà , socialisti e filosocialisti , a predicare nei corridoi il ritorno al '98 arrovesciato , agli stati d ' assedio ; ma anche a patrocinare il silenzio nell ' aula , il seppellimento senza discussione del ministero , la livragazione viscida , anche per non ritornare sull ' ultima origine della crisi : la « casa paterna » dell ' on . Miglioli ridotta a casa di fitto ! Eccoli gli antireazionarii , i tempinuovisti a ripatrocinare le crisi extraparlamentari , a domandare semplicemente la caduta di un ministero , per farne un altro , senza dichiarare il proprio programma . Perché il programma è inconfessabile . Così , mentre la collaborazionista Giustizia chiama retoricamente il Parlamento baluardo della libertà , la giornata di ieri ha , quali che potranno essere gli eventi , suggellato per sempre la miseria della sconcia manovra , inscenata da sabato , col tentativo di annullare la stessa superstite dignità del Parlamento nell ' impostura d ' un episodio gettato nell ' aula ; nell ' intrigo di corridoio sollevato a giudizio politico , per decidere sulla vita di un ministero e intimargli le dimissioni con una procedura messicana . Ma non basta . Gli antireazionari , i difensori della legge , i tempinuovisti , i pacificatori non guardano pel sottile . E se i comunisti e comitati irresponsabili di Alleanze di Lavoro e squadre di arditi del popolo si gettano nelle avventure dello sciopero generale e tentano una riscossa per proprio conto e per conto di stranieri , facciano pure in questo momento . Tutto fa materia . È tanto di guadagnato per la causa collaborazionistica , per le intese del collaborazionista Modigliani , del popolare Mauri , del riformista Celli , del nittiano Falcioni e di altri illustri e benemeriti rappresentanti della responsabilità politica italiana . Se questo ricatto turbolento che si tenta di fuori è fatto da coloro che , tutti i giorni , sui loro quotidiani , accusano con estrema violenza i collaborazionisti , li chiamano traditori e venduti , e dichiarano di volere la dittatura comunista contro le combinazioni parlamentari , non fa nulla . Intanto è bene approfittarne . L ' alfonsismo dei nittiani ha fatto scuola . Così tra la speculazione , l ' irresponsabilità e il ricatto matura la crisi , con i connotati che quotidianamente noi le segniamo . E poiché quotidianamente i fatti ci danno ragione , anche e soprattutto quelli compiuti dai nostri avversari , non ci sorprendiamo affatto che il Corriere d ' Italia divenuto sempre più sinistro , abbia perduto le staffe per la nostra Diffida per la guerra civile . Quello che non possiamo tuttavia affatto tollerare è che il giornale popolare , in questo tumulto di collaborazionismo , abbia perduto siffattamente la memoria , in una precipitosa autodifesa del suo passato antibolscevico , da invitarci a rileggere noi stessi per « arrossire » come rei di aver difeso noi , proprio noi l ' on . Nitti , caduto invece per merito dei popolari . I quali , dopo essersi opposti allo sciopero ferroviario , avevano dovuto vedere i ferrovieri bianchi lasciati « in balia delle violenze e del ludibrio dei loro colleghi rossi » , sotto « l ' onta di un governo che revocava perfino le loro regolari promozioni » . Eh ! no ! L ' Italia è paese di memoria labile , ma non è proprio lecito di cambiar le carte . Eh ! no ! La storia è stata ben altra . E proprio la collezione dell ' Idea Nazionale sta a testimoniare che l ' opposizione al governo di Nitti è stata costante , decisa , violenta , solo da parte nostra . Sta a testimoniare che noi non difendemmo affatto l ' on . Nitti , anzi continuammo a dargli addosso , quando i popolari , costituitisi in gruppo dopo le elezioni del '19 , debuttarono facendo cadere l'11 maggio 1920 il gabinetto Nitti , che ancora non li comprendeva . Se non che noi rimanemmo , e come ! all ' opposizione , e invece i popolari , che avevano fatto cadere Nitti solo per bramosia di potere , sabotarono la combinazione Bonomi , ed accettarono di perdere la loro verginità politica , andando proprio con Nitti , cioè accettarono che le loro prime nozze al potere fossero coincidenti con « l ' onta di un governo che aveva revocato etcetera etcetera » . Questa fu la fiera entrata dei popolari nella vita ministeriale , e fu giudicata da noi allora con parole profetiche , delle quali dovrebbe arrossire il Corriere d ' Italia , se il rossore è il segno della castità e non certo di un gruppo politico che , andato al governo la prima volta con Nitti moribondo ( caduto subito nella ignominia dell ' eccidio del 24 maggio ) , è rimasto al governo con Giolitti , Bonomi , Facta e vuoi portare ora al governo i patroni e i difensori delle « violenze e del ludibrio rossi » ; i fautori costanti di un governo , considerato come un ' « onta » . Questa è la crisi di oggi , che si riconnette al periodo nittiano , quando noi scrivemmo , arrossendo sì , ma per amore all ' Italia : « soluzioni messicane » !
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Gaeta è nostra , e non ha costato poco , e fu una asprissima impresa , e lo attestano le fumanti e colossali rovine dei tre bastioni saltati in aria successivamente . La breccia era largamente aperta sui sepolti cadaveri e sulle vittime ancor vive , ed il generale Cialdini poteva , profittando della costernazione degli assediati , spingervi sopra i suoi soldati e farla terribilmente finita . Ma il nemico fece un appello alla sua umanità per dissotterrare i sepolti vivi ed il cuore generoso del generale concesse ; ma spingendosi avanti e colla spada alla mano . Egli aveva vinto ed il nemico non poté più sfuggire alla sua inevitabile stretta , e concesse persino prigioniera l ' intera guarnigione , pegno sino alle imminenti ed inevitabili cadute dei fortilizi di Messina e di Civitella del Tronto . E così il generale Cialdini , prendendo Gaeta , ha espugnato tre fortezze . La notte scorsa egli ha avuto la soddisfazione staccandosi la sciabola di deporla in un angolo della torre d ' Orlando . Onore al generale Cialdini , onore ai nostri bravi soldati . Essi hanno tutti quanti , sulla terra e sul mare , lungamente ben meritato della patria . Cittadini , chi vuole concorrere con noi a dare una corona a Cialdini ? È una proposizione che fu ieri fatta da molti , mentre i cento ed un colpi di cannone rallegravano il cuore ed il volto di tutti . Ma siccome il piacere diviso è un piacere maggiore , e che non si deve mai agire in modo esclusivo , così apriamo la sottoscrizione a tutti quelli che vorranno parteciparvi con noi . Vi ha una condizione ed è quella di far presto . Perciò si è creduto opportuno di interpellarne in proposito il cavaliere Borani . Possiamo quindi assicurare che la corona sarà fatta in giorni quindici . Essa sarà di lauro e quercia in oro smaltato ad imitazione del vero . Porterà sul nastro l ' iscrizione al generale Cialdini , con la data della capitolazione della fortezza . Se la sottoscrizione eccederà la somma necessaria al peso dell ' oro e fattura , si aggiungerà nel mezzo il nome di Gaeta in brillanti . Perché la cosa si faccia con soddisfazione di tutti , ogni sottoscrittore riceverà il resoconto stampato di tutte le somme ricevute , nel quale sarà pure notato il peso ed il costo della corona , firmato dal cav . Borani , dai fratelli Cora e dal Direttore di questo giornale . La corona sarà presentata al generale sopra un cuscino bianco in seta , ricamato in oro . Essa rimarrà prima esposta al pubblico per tre giorni nelle vetrine del negozio dei fratelli Borani , orefici . Le sottoscrizioni si ricevono presso l ' uffizio di distribuzione della Gazzetta del Popolo .
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Prima di scendere all ' esame della crisi nei suoi termini concreti e personali , è necessario esaminarla , fuori del groviglio parlamentare , nelle sue grandi linee politiche , occorre cioè stabilire i criteri direttivi da seguire , nelle attuali contingenze , per giungere , dopo tre crisi in poco più di un anno di vita della legislatura , alla costituzione di un governo forte e vitale . Di un ' apparente soluzione della crisi , di un governo cioè che avesse soltanto il compito di tenere il posto fino alla soluzione definitiva della crisi , non si dovrebbe più parlare . Ora sotto questo aspetto integralmente politico e non grettamente parlamentare , la crisi si presenta assai meno complicata di quanto , a prima vista , si possa immaginare . Avuto riguardo alla distribuzione delle forze parlamentari , la crisi presenta tre soluzioni possibili : o un governo collaborazionista , o con o senza la partecipazione diretta dei socialisti al potere , o un governo di concentrazione nazionale , o un governo equidistante . Si tratta ora di esaminare queste tre soluzioni possibili in confronto alle esigenze politiche , a cui la nuova combinazione dovrebbe soddisfare per assicurare un governo che avesse quella relativa stabilità e quel tanto di forza , che la situazione consente . Dobbiamo subito scartare la terza ipotesi , perché un governo equidistante sarebbe , nelle circostanze presenti , necessariamente un governo non vitale ; ad esso cioè mancherebbe il requisito principale , che oggi si richiede in qualsiasi governo ; quello di avere una base parlamentare sufficiente . Esso potrebbe trascinarsi innanzi qualche mese a furia di espedienti , ma non potrebbe affrontare nessuno dei grandi problemi , che incombono sulla vita del Paese . Un governo collaborazionista avrebbe sì una base parlamentare sufficiente , ma non ne avrebbe nessuna nel Paese , dove i socialisti , col fallimento dello sciopero generale antifascista , hanno dato la prova della loro impotenza , impotenza che sarebbe ancora maggiore il giorno in cui il Partito socialista si sfasciasse definitivamente , il che seguirebbe immediatamente all ' avvento del governo collaborazionista . Inoltre l ' attività di un simile governo si esaurirebbe tutta nello sforzo di mantenersi al potere , né vi potrebbe riuscire senza un ' opera di sistematica repressione . Un governo collaborazionista è oggi fatalmente condannato ad essere un governo di violenza . Esso dovrebbe imporre la propria esistenza alla Nazione . Resta la terza ipotesi : quella di un gabinetto di concentrazione nazionale . Questo governo è il solo che , oltre ad avere una base sufficiente in Parlamento , potrebbe tentare un ' opera di restaurazione della legge , senza incontrare gravi ostacoli nel Paese . Un ' insurrezione socialista , nelle condizioni in cui è ora ridotto il Partito , non sarebbe oggi da temere contro lo Stato . E il Fascismo , che giustamente dice di essersi sostituito allo Stato assente nell ' opera di restaurazione dei valori nazionali , dovrebbe necessariamente rientrare nell ' orbita della legalità , il giorno in cui un governo di concentrazione nazionale , senza mire faziose , mostrasse seriamente di voler riprendere sul serio il timone dello Stato . Comunque , è oramai tempo che la crisi si abbia finalmente una soluzione politica e non puramente parlamentare , cioè una soluzione che chiuda realmente e non lasci praticamente aperta la crisi .
TORINO, 13 MARZO ( - , 1861 )
StampaQuotidiana ,
I rappresentanti d ' Italia proclameranno oggi l ' unità della patria sotto lo scettro costituzionale di Vittorio Emanuele . I prodigi di cui l ' Italia è stata teatro nei due anni trascorsi hanno talmente avvezzi gli animi alle cose straordinarie , che questo grande atto che corona l ' edifizio altro non pare che il riconoscimento d ' un fatto compiuto . Per poterne apprezzare tutta la maestà e l ' immenso suo significato , è forza che la mente si riporti a qualche anno addietro , quando il regno d ' Italia unita non solo non era fra le cose probabili , ma pareva sogno di mente inferma o pio desiderio di utopista . Comprenderete allora come nei secoli futuri quel modesto palazzo Carignano in cui la proclamazione avrà luogo , sarà per ogni italiano un monumento ben caro e memorabile . Il regno d ' Italia è un fatto compiuto , ma nella esultanza di questo grande avvenimento non perdete memoria dei secoli d ' angoscia , del sangue sparso per elevare un tale edificio . Questa memoria vi servirà di ammaestramento per l ' avvenire , per non perdere il frutto di quel sangue . Questa memoria sarà inoltre un atto di riconoscenza ai generosi che sacrificando la vita per la patria e per la libertà vi hanno portati ad essere una grande nazione . Nato dal sangue di martiri , e fondato ad un tempo sulle tradizioni gloriose della più antica Casa Coronata d ' Europa , il regno d ' Italia ha eguali elementi di progresso e di stabilità , di libertà e d ' ordine . Parte d ' Europa può bensì considerarlo con sentimenti ostili , ma la forza del nostro diritto è tale nel concetto de ' popoli che quei sentimenti debbono tacere ; e il più gran fatto d ' innovazione nell ' assetto dell ' Europa moderna si compie senza che alcuno si attenti di impugnarlo colle armi . Ma passeranno anni prima che sia spenta nei nostri nemici la speranza di poter rompere nuovamente il fascio delle provincie italiane , di poter ristabilire odiate dinastie sui troni abbattuti . Se l ' oppressione fu consigliera d ' unione agli Italiani , lo sia ora il pericolo manifesto delle insidie nemiche . Quello spirito d ' unione si rivelò nella proclamazione stessa del regno d ' Italia . È indispensabile in una Camera una opposizione costituzionale , ma in questa circostanza straordinaria l ' opposizione è inconcepibile . A che dunque si verrebbe in campo con ammendamenti come ne è corsa voce ? In ultima analisi ogni membro della Camera voterà il progetto di legge nella forma in cui è proposto , e allora perché opporre difficoltà che non sono destinate ad aver un risultato ? Sin da quando si è stabilito che gli atti del Governo saranno intestati in nome del Re per divina provvidenza e per volere degli Italiani anche coloro i quali vogliono che nel titolo del Re d ' Italia l ' elezione popolare sia fatta palese , hanno ampia soddisfazione senza pretendere che invece di Re d ' Italia si dica con espressione insufficiente Re degli Italiani . A coloro poi i quali vorrebbero cogliere quest ' occasione per sollevare discussioni politiche , il signor Massari col proprio esempio ha indicato un mezzo assai migliore , domandando di rivolgere in tempo opportuno interpellanze al ministero sulle condizioni interne delle provincie della Italia meridionale .
L'ON. TURATI SI DIVERTE... ( FORGES DAVANZATI ROBERTO , 1922 )
StampaQuotidiana ,
L ' on . Turati ieri sera ha , prima ancora che nascesse , spiegato che cosa potrebbe essere un ministero Bonomi . È il ministero del suo divertimento ! Ed è il ministero del suo divertimento , non perché egli sia all ' opposizione , ma anzi perché questo è il primo ministero fatto da lui , Turati , con i suoi calcoli , con i suoi candidati parlamentari ed extraparlamentari ; è la prima cosa seria ch ' egli sente di poter fare , dopo aver liberato il suo riformismo dalla servile sottomissione agli ordini di Serrati e alle prediche del già da lui accusato di indegnità , Costantino Lazzari ! Proprio così . L ' on . Turati era pronto ad andare anche dal Re . Ci s ' era preparato e aveva naturalmente trovato subito un giornale , di quelli che si dicono monarchici , ma all ' occorrenza accettano la repubblica di Magno e di Modigliani , per spiegare come sarebbe andato dal Re , come dal più alto « funzionario » del regime , aborrito in passato . Nessun popolare o democratico di sinistra , di quelli che mettono la destra al bando come un partito antinazionale , aveva trovato a ridire su questa interpretazione burocratica della Monarchia da parte dell ' on . Turati . Anzi , proseguendosi il tentativo di ridurre i poteri della Corona , in cui si distinsero tanto i popolari nella crisi passata , qualcuno avrà approvata la nuova interpretazione costituzionale ! Tuttavia l ' on . Turati non è ancora stato chiamato al Quirinale . E allora egli , per ripicca , investe l ' on . Bonomi dell ' incarico di costituire il ministero , subito dopo che l ' on . Orlando si è messo in disparte . E sta a casa di Bonomi , mentre questi è dal Re a ricevere l ' incarico , di cui l ' on . Turati gli ha assicurata la primizia . E mentre Bonomi si illude di essere un capo e di potere poi scegliere i suoi collaboratori e torna dal Quirinale persuaso di essere un presidente del Consiglio , trova che l ' on . Turati gli ha combinato , sia pure sulla carta , le schiere della maggioranza e quelle dei ministri e sottosegretari , e gli consegna il tutto con l ' ordine di far presto . E l ' on . Turati esce così soddisfatto di questa sua bisogna , che è di una infantilità da vecchio ruffiano , che al primo giornalista racconta , con perfetta incoscienza , credendo di compiere un atto di arguta sincerità , e invece denunziando impudicamente una vergogna parlamentare . Noi dunque sappiamo che un ministero Bonomi è un ministero di procura turatiana . E sappiamo che cosa vale Bonomi , l ' eletto con voti dei blocchi nazionali antisocialisti , l ' accusato , il vilipeso dei socialisti anche collaborazionisti , mentre fa il ministero di servitù popolare - socialista ; e sappiamo che cosa vale Turati , l ' avallante del socialismo antinazionale , il servitore di Serrati , il falso rivoluzionario oggi ridotto a fare il santone del collaborazionismo sotto la vociferazione incitatrice di Modigliani , mentre abbandona tanti anni , non di verginità , oh ! no ! , ma di viziosa sterilità politica , e , tutto esperto di maltusianesimo parlamentare , prepara il primo ministero collaborazionistico , quello della nuova era , negli elenchi preparati sulla scrivania di Bonomi ! Sappiamo cioè che questo è il ministero tipico del malcostume , e però gradito ai senili amori dell ' on . Turati . Lo sappiamo dalle loro confessioni , che si succedono senza freno , in una esibizione meretricia , accettata dai popolari , tutti occupati ad accusare la destra delle proprie malefatte . Eccoci dunque finalmente arrivati all ' ora storica . All ' ora storica , sperata , attesa con ansia fremebonda da tutta la socialdemocrazia variopinta che per anni ha mendicato da Turati la benevolenza , il permesso di vivere , di tollerare la Monarchia , di sopportare le esigenze della politica nazionale , di ammettere la esistenza dell ' Italia nell ' internazionale . Che per anni gli ha scodinzolato intorno con tutti i suoi intervistatori di giornali borghesi ; che per anni ha fatto silenzio quando egli parlava , per strappargli , fra tante bestemmie e tante insulsaggini , qualche ammonimento cauto ai suoi compagni più rossi , fossero anche i carnefici di Sonzini o il disertore Misiano , e poter dire : anche Turati consiglia un po ' di moderazione ! Ecco : è venuta l ' ora storica . È venuta l ' ora , in cui Turati andrebbe anche dal Re , in cui Turati propone ministri e sottosegretari . È venuta . Ed è l ' ora in cui Turati si vuoi divertire a fare il ministero , che gli serve a restaurare la legge a proprio vantaggio . Turati si vuoi divertire a fare il carabiniere , ma ordinando il fuoco sul tricolore per proteggere il cencio rosso ... Ma questa e non altra poteva essere l ' ora storica , degna di concludere tutto questo socialismo turatiano , da bottega , né rivoluzionario né laburista , piccolo borghese , di un internazionalismo microcefalo nato e alimentato soprattutto da un sentimento di fatalistica miseria italiana , effettivamente pauroso degli imperialismi altrui , senza passione e senza idee ; nutrito di relitti democratici ; appiattito in un positivismo ridicolo che toglieva ogni intelligenza allo stesso tentativo di interpretazione materialistica della storia riducendolo ad una specie di conto della serva ; ingrassato nel pattume parlamentare ; esperto di tutto il curialismo costituzionale ; ammantato di orpello letterario ; sì da consentire una continua , del resto facile per offerte complicità , opera di disintegrazione istituzionale , di avvelenamento antinazionale , di annientamento spiritualistico , diretta a sopprimere l ' Italia nelle internazionali straniere . Non altra poteva essere l ' ora storica , degna di concludere un tal socialismo , sequestratosi , durante il supremo cimento della Nazione , in una rinnegazione distruttrice ed ora pretenzioso di identificarsi con lo Stato per condannare come ribelle la Nazione vittoriosa . L ' ora storica è questa dell ' incarico a Bonomi , divenuto esecutore del collaborazionismo popolare - socialista , che vuoi congiungere ed esprimere ed assommare , nella soppressione della più alta crisi nazionale , quella della guerra e della vittoria , tutte le miserie del venticinquennio seguito ad Adua . Turati prepara sulla carta la maggioranza del ministero , egli che un giorno , sfogando anche la bassa animosità regionalistica degna di un commesso viaggiatore bene organizzato per lucido da scarpe e rasoi di sicurezza , aveva tuonato contro le docili maggioranze , offerte dai borghi putridi del Mezzogiorno ! Ma oggi nessuno osa considerare quella falsa invettiva un giudizio . Oggi che è ben chiara tutta la devozione nazionale del Mezzogiorno ; oggi che si avverte tutto il ridicolo della civiltà bottegaia che si voleva infliggere ad un ' Italia , ingrassata nella disfatta , organizzata secondo l ' « evoluto e cosciente » d ' un tal socialismo che abbiamo veduto alla prova ; oggi il più indurito , il più ostinato degli analfabeti del nostro Mezzogiorno , di quella buona razza che , obbedendo al comando del Re , non importa sempre sapere precisamente quale , fu pronta all ' assalto della Giuliana , che ruppe l ’ incantesimo della disfatta , ed è stata paziente e tenace sul Carso , sul Piave , sul Grappa ; oggi il più semplice analfabeta potrebbe portare in giro per le piazze d ’ Italia l ’ on . Turati , come si porta un orso o uno scimpanzé , perché sia manifesto a tutti quanta commovente devozione e forza di grandezza nazionale sia venuta da una tradizione millenaria custodita in una verginità incorrotta , sottomessa a Dio e alla Patria ; quanta decadenza umiliante sia in questa suprema esibizione del positivismo alfabeta , del socialismo parlamentare , della letteratura internazionale . Poiché sarebbe giusto che l ’ Italia si divertisse , se mai , e se fosse spettacolo divertente , di quest ’ ultimo Turati ; non che l ’ on . Turati si possa divertire a spese dell ’ Italia , a fare ministeri ... Dopo la vittoria .
TORINO, 9 APRILE ( - , 1861 )
StampaQuotidiana ,
Nel numero precedente abbiamo parlato del caso improbabile in cui il Parlamento volesse rendersi da se stesso impopolarissimo . Ma in qual modo un Parlamento si rende impopolare ? Anzi tutto col trattar male gli affari della Nazione . In secondo luogo col non trattarli né bene né male , vale a dire col perdere il tempo . Amici della presente maggioranza , frutto della concordia nazionale , noi confidiamo che essa non correrà mai pericolo d ' impopolarità pel primo di questi due motivi . Ma non potrebbe cadervi pel secondo ? Potrebbe , pur troppo , se non provvede a tempo . Le vecchie provincie avvezze a certe lentezze inevitabili in qualsiasi regime rappresentativo , saprebbero aspettare senza stupirsene e senza inquietarsene . Ma nelle provincie meridionali , siccome è estrema l ' aspettazione , così sarebbe più facilmente preso in mala parte il tardare di qualche risultato pratico e dei lavori di riordinamento che s ' attendono dalla Camera . Finora si sono fatte utili interpellanze ed altre ne sono annunziate . E sta bene ; purché si badi poi che il troppo è troppo ! Le interpellanze che porgono l ' occasione di sciorinare eloquenti discorsi portano la luce sopra certe quistioni , ma non riorganizzano niente . Or bene , oramai ciò che più preme all ' Italia è un pronto ed efficace riordinamento . Ben presto saranno trascorsi due mesi dacché la Camera è aperta , e salvo la proclamazione del Regno d ' Italia , essa d ' altro non s ' è nutrita che d ' interpellanze . Era cosa inevitabile , lo sappiamo ; ma non era intieramente inevitabile il disordine con cui esse hanno avuto luogo . Non era inevitabile che quasi tutti gli oratori parlassero per proprio conto senza un previo concerto col proprio partito che avrebbe risparmiate molte ripetizioni , ed anche alcune dicerie inutili . Non era inevitabile che per prendere una deliberazione sopra quistioni urgentissime come quella di Napoli e Sicilia , si spendessero cinque tornate . Mentre qui si discuteva i cospiratori borbonici a Napoli operavano . Nei tempi normali e nei paesi da lungo tempo costituiti , i deputati sono uomini di consiglio , e si comprende che non procedano colla rapidità degli uomini d ' azione . Ma nelle presenti condizioni d ' Italia la Camera , volere o non volere , deve partecipare assai delle qualità degli uomini d ' azione ; ed imitare ciò che Cavour diceva della diplomazia italiana che in questi ultimi tempi scrisse poco ed operò molto . Così la Camera deve operar molto e parlar poco .
INVOCAZIONE DELLO STATO ( FORGES DAVANZATI ROBERTO , 1922 )
StampaQuotidiana ,
Ciò che è stato mostruoso , che è mostruoso , che sarà ancora per qualche tempo mostruoso è la visibile miseria socialista , di tutto il socialismo , dal collaborazionismo al comunismo ; è la impudenza socialnittiana truffatrice e accattona del sovversivismo ; è la ipocrisia popolare , ultima manifestazione della lue democratica , antinazionale e antistatale . Questa coalizione , talvolta voluta , talvolta spontanea , che tenta di sopraffare la realtà della Nazione , sofferente per liberare se stessa dal nemico appiattato in essa ; di sopraffare la crisi dello Stato , ridotto alla paralisi della equidistanza abulica ; di mascherare , con l ' ignoranza e con le soluzioni particolari e partigiane , i problemi essenziali della nostra vita interna e nel mondo , poiché questi problemi respingono le soluzioni della combriccola « sinistra » ; questa coalizione tenta appunto di sottrarsi alla ricognizione della sua azione disorientatrice e sabotatrice , della sua responsabilità di perpetuare , sotto un falso desiderio di falsa pacificazione , il conflitto interno e la debolezza esterna . Ciò che è pericoloso , sommamente pericoloso , in questi giorni , è la incapacità tenace , rinnovata , perpetua , degli organi dello Stato di ritrovare la propria norma , la propria forza , la propria autorità , respingendo gli equivoci faziosi dei partiti , sostituendo alla passività torpida e tremebonda , la volontà chiara e sicura . E questa incapacità , da noi denunziata da anni , con una propaganda che ha avuto il suo frutto se oggi la gioventù combattente , dopo aver assicurata la vita , la grandezza e l ' avvenire della Nazione , continua la lotta per la restaurazione dello Stato nazionale ; questa incapacità , che deve esser superata e vinta dalla rinnovata coscienza di una classe dirigente , sfibratasi in una continua abdicazione ; è oggi proprio visibile , evidente nell ' invocazione della legge , dell ' autorità dello Stato , del diritto comune , che è ripetuta dai socialisti e dai loro compari della democrazia e dei popolari . Soltanto uno Stato stremato , pronto all ' ultima resa può essere invocato dai nemici della nazione e dai demagoghi della speculazione di setta o di partito . Noi dunque non possiamo riconoscere alcuna verità sostanziale , benefica , a questa sconcia invocazione , fatta insieme di spavalderia e di viltà , di rabbiosa difesa delle proprie speculazioni elettorali e parlamentari e di calcolo pauroso . Nulla è possibile concedere a chi invoca la legge , l ' autorità , la libertà , e si accomuna all ' avventura dello sciopero legalitario , come i socialisti , o ne tenta una qualsiasi giustificazione , come nittiani e popolari . Nulla . Lo Stato che deve essere presente e attivo per guidare l ' Italia nella sua ancor difficile e aspra espansione nel mondo non ha nulla di comune e nulla può aver di comune con lo Stato , oggi invocato dai rinnegatori dell ' Italia , dai complici del nemico , dai servi dello straniero e dai loro fautori vecchi e nuovi del nittismo e del popolarismo . Questa invocazione , che assume tono elegiaco , perché sangue cittadino scorre nelle vie , è la più sconcia menzogna , è la più triste immoralità , è la più repugnante ipocrisia . Essa è l ' ultimo inganno dell ' antinazione . Bisogna stroncarlo . E stroncarlo non soltanto dove esso assume aspetto violento , e però dove esso è facilmente identificato e con coraggio combattuto , come si fa da tempo , come si è fatto e si fa in questi giorni ; ma a scovarlo dai rifugi dove è annidato e mascherato e dai quali parla con voci fattesi improvvisamente legalitarie , con le voci dei collaborazionisti ; o con quelle della libertà per tutti , anche e soprattutto per i nemici , che sono le democratiche ; o con quelle dell ' accomodamento egoistico falsamente accentate di devozione cristiana , che sono quelle dei popolari . Non si deve cedere un istante a questo inganno . Non si può , del resto . E non si può , perché le loro menzognere spiegazioni e le loro ambigue difese sono esse stesse la esibizione della loro partigianeria . Mettiamo anche da parte tutta l ' evidente organizzazione armata , rivoltosa dello sciopero . Facciamo conto che non un solo attentato fosse venuto , non un solo fatto di rivolta armata si fosse verificato . Ebbene la stessa proclamazione dello sciopero generale politico , comprendente tutti i servizi pubblici , che dai socialisti collaborazionisti è dichiarato « legalitario » ; che dai nittiani è cinicamente dichiarato inopportuno solo perché è fallito ; che dai popolari è ignorato o messo sullo stesso piano della difesa nazionale ; è , anche come sola proclamazione , la violazione massima della legge , la massima sopraffazione dello Stato , il massimo ricatto imposto ad un governo . L ' episodio rivoltoso , l ' episodio armato , l ' attentato criminoso ai treni , la battaglia provocata e accettata , sono fatti assolutamente secondari , contingenti , risolvibili con operazioni di polizia , di fronte alla posizione essenziale , dominante dello sciopero generale politico ad oltranza . Basta la proclamazione di questo , deve bastare l ' intenzione di questa proclamazione per giudicare come nemici dello Stato i suoi fautori , i suoi avallanti , i suoi approfittatori . Occorre davvero che la coscienza politica italiana sia caduta in basso , perché il sovversivismo osi dichiararsi , in pieno esercizio di sé , legalitario , e domandi il riconoscimento , anzi l ' ausilio dello Stato ; e gruppi politici , che si dicono costituzionali e nazionali , come democratici e popolari , possano dare esplicito o implicito riconoscimento ad un tale preciso , definito atto di totale ostilità allo Stato , quale lo sciopero generale politico . E occorre il massimo di impudenza e di abiezione , in una grottesca decadenza di costumi politici , perché addirittura si proclami e si accetti lo sciopero generale politico per imporre il ministero di sinistra , quale corollario della visita al Re di Turati . Ebbene nessuna parola buona , nessuna invocazione sincera , onesta , leale , può venire da questo fondo di impudenza e di abiezione . Lo Stato , lo Stato nazionale non è il compromesso parlamentare , non è lo sfibramento e l ' inquinamento burocratico , che la socialdemocrazia , col recente ausilio dei popolari , tanto più colpevole in quanto è venuto dopo la guerra e la vittoria , ha dato per norma e vorrebbe ancora continuare a dare per norma . Lo Stato nazionale , tanto per riferirci ad un paese vicino , cui altri fa così spessi richiami , è lo Stato , che l ' ex - comunardo Clemenceau , difende ferreamente quando è in guerra col nemico ; è lo Stato , cui i cattolici francesi danno , sotto la guida di pastori francesi , sotto l ' indicazione dell ' arcivescovo di Parigi che si pone al fianco dell ' ex - comunardo , tutte le loro forze devote per la difesa della vittoria ; è lo Stato , in difesa del quale l ' ex - socialista Briand , pur accomodante , non esita a sciogliere la Confederazione Generale del Lavoro quando questa si mostra soltanto disposta all ' azione politica antistatale ; è lo Stato nazionale , in difesa del quale l ' ex - socialista Millerand , meno accomodante , divenuto Presidente della Repubblica , non esita , e , quando ritiene di dover intervenire per la suprema salvezza del Paese di fronte allo straniero , richiama Briand dal convegno di Cannes e lo fa trovare di fronte alle dimissioni necessarie . Ma che Stato potrebbe essere questo che i socialisti legalitari , con i loro compari democratici e popolari , vorrebbero fondato sullo sciopero generale politico ? Lo Stato nazionale , lo Stato che regola , guida , ordina soltanto perché antivede e vuole , è un atto di vita , che rifiuta queste origini di morte .