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Le coalizioni degli operai si vanno moltiplicando ed estendendo per tutti i paesi dell ' Europa liberale . Né è meraviglia . Se giusta i principii rivoluzionari la volontà del popolo è sovrana ; debb ' essere lecito del pari alle numerose classi degli operai il prescrivere ai loro padroni la misura del salario o abbandonarne le officine . Oh ! che ? Non hanno anch ' essi la loro logica gli operai ? Non sanno anch ' essi trovare i rapporti e scorgere le analogie per tirarne le medesime conseguenze ? Ovvero il popolo , del quale gli operai sono sì gran parte , avrà diritti sui principii e non sui padroni , alla libertà politica e non al pane quotidiano ? Di qui è che non v ' ha forse in Italia una città informata ai principii nuovi , ove le coalizioni degli operai non abbiano portato lo sgomento o comechesia turbata la consueta calma . Mentre scriviamo , i giornali italiani annunziano uno sciopero in Arpino , anche nella patria di Marco Tullio Cicerone , anche là ! Pare che le coalizioni abbiano a passare dalle città alle borgate e fare il giro anche dei piccoli villaggi , senza però lasciare le città . Che noi fossimo riservati a vedere le diverse classi della società a coalizzarsi le une contro le altre ? Che avessimo a vedere in atto la favola dello stomaco e delle membra ribellate del corpo umano ? Eh ! si direbbe che vi ci siamo incamminati . Usciamo d ' Italia ; ecco la Francia , la figlia dell'89 , il paese dei lumi e del progresso , l ' antesignana delle nazioni . Il governo di Napoleone III e dietro a lui il Corpo legislativo sanciva una legge per disciplinare le coalizioni . Era questo un legalizzarle entro certi confini e sotto certe condizioni . Che ne avvenne ? Se prima le coalizioni non erano rare , ora sono permanenti . Un giornale francese tra lo sbigottito e il festivo così ne parla : « A Lione gli operai tullisti ( che lavorano il tulle ) fanno sciopero ; a Parigi i maniscalchi non ferrano più i cavalli ; i fabbricatori di carrozze e di cappelli non lavorano ; gli operai del porto di Bercy sono in procinto di abbandonare le loro officine . Che fia della grande città , quando verrà la volta de ' panattieri , de ' pasticciai , dei cuochi , ecc.ecc . ? Possiamo far senza di carrozze , lasciare nelle scuderie i cavalli ; ma di pane e vivanda non possiamo far senza . Vedremo noi dunque i Parigini avviarsi ogni sera alle stazioni delle strade ferrate per andare nelle provincie a cercarsi il pranzo ? Faccia il cielo che la commedia non si volga in dramma » . Se dalla Francia passiamo nella fredda Germania , la scena non si muta , se non anzi si fa più tetra . A Berlino i sartori hanno fatto sciopero e ottenuto un aumento di salario che li spingerà a nuovi scioperi per ottenere nuovi aumenti . I calzolai , i falegnami ed altri s ' apparecchiano a seguirne l ' esempio . Lo stesso accade a Erfurt , a Postdam , a Francfort sull ' Oder , a Magonza , ecc . ecc . Così scrive al « Monde » il suo corrispondente di Berlino . Se le esigenze degli operai procedono innanzi di questo passo , i padroni saranno obbligati a chiudere le loro officine e le loro botteghe . Giacché non è a supporsi ch ' essi vogliano impiegare e molto meno consumare i loro capitali ad esclusivo beneficio degli operai . E allora ? Il male è grave e può divenire gravissimo . Chi presiede al governo della cosa pubblica , e ama prevenire collisioni che potrebbero finire coll ' anarchia e col sangue , dovrebbe indagarne le cause per porvi un rimedio . A nostro giudizio le cause sono molteplici ; ma la principale o complessiva è quella che abbiamo indicata sul principio . Da una parte si sono insegnate e si vanno insegnando al popolo quelle dottrine che ne alimentano necessariamente insieme coll ' orgoglio le pretensioni , e insieme colla sete dei godimenti quella del denaro . Dall ' altra parte chi è oggimai che insegna al popolo a stare contento del proprio stato , benché umile ; a moderare i proprii desiderii e a saperli talvolta annegare ; ad apprezzare e cercare sopra tutto i beni futuri ed eterni ? Sono questi i veri e benefici insegnamenti del Vangelo , ossia della Chiesa , che ne è la interprete e la banditrice ; ma tutti sanno come massoni , razionalisti , rivoluzionarii si studiano di avvilire agli occhi del popolo e la Chiesa e la sua dottrina . Non vorremmo essere profeti di sciagure ; ma compaiono già sull ' orizzonte i segni precursori d ' una catastrofe . Fortunati i popoli se cercheranno la salute tra le braccia materne di colei che sola potrà salvarli .
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Repetita juvant , dicono i medici agli ammalati cronici ; e gli italiani sono ammalati da lunga pezza . Perciò noi ritorniamo volentieri su questo argomento della pena di morte , e lo faremo finché essi non abbiano confessato che , prendendo sotto il loro patrocinio i due teschi di Monti e Tognetti e facendo una colletta per quei due martiri , agirono proprio bestialmente . No ; la pena di morte non verrà abolita : ce lo dice la consuetudine , più che mai in vigore nel regno d ' Italia , dove , dopo la famosa tornata del 25 novembre , non passò mese senza esecuzione capitale . In dicembre si impiccarono due a Bologna fuori di Porta Lamme ; item a Bologna fu fucilato nella schiena un soldato in gennaio , e il 19 corr . il guardasigilli de Filippo assicurava la Camera che non ci era stata altra esecuzione in Sardegna se non di un solo individuo , invece di quattro , come sosteneva il deputato Asproni . Recentemente poi fu condannato alla morte un altro soldato a Brescia , e , se non l ' ha ancora subita , è perché fece ricorso alla grazia sovrana . Non parliamo dei trenta morti nell ' Emilia nei subbugli del macinato , né degli ultimi cinque uccisi e sette feriti a Piano del Voglio , non essendo codeste vere esecuzioni capitali . Oltre una consuetudine mantenuta in tanto vigore , abbiamo i pareri di magistrati i più influenti che dissentono dall ' abolizione della pena di morte . I giornali di Napoli riferiscono che la Commissione della Procura generale presso quella Corte d ' appello ha compiuto un lavoro critico sul nuovo progetto di codice penale , e che si è dichiarata contraria all ' abolizione della pena capitale ; e aggiungono che nello stesso senso si è già pronunciata anche la loro Corte di Cassazione . Questi fatti ci persuadono ben più che non tutte le sottoscrizioni dei sentimentalisti , dei rivoluzionari , degli uomini e delle donne del progresso , che , per ora e per un gran pezzo ancora , no ; la pena di morte non verrà abolita , e , per quanto riguarda la nostra povera Italia ne ringraziamo cordialmente il Signore . Pensare ! In un regno dove la statistica annovera più di tre mila omicidii all ' anno , abolire la pena di morte ! Bisognerebbe esser matti o disposti a tornare ai bei tempi di Ezzelino , quando un galantuomo , che avesse cara la vita , non poteva conservarla che dentro le mura di una torre imprendibile , o mediante usbergo , lancia e spada . Scommettiamo che lo stesso Beccaria , sul quale fanno tanto assegnamento gli abolizionisti , se vivesse oggidì in Italia muterebbe parere , ovvero direbbe avverata qui nel suo più stretto senso quella condizione eccezionale ch ' egli esigeva , che , cioè , la morte del reo sia il vero ed unico freno per distogliere gli altri dal commettere delitti . È tanto chiaro che è il vero freno , che il Catechismo romano chiama benemeriti del quinto comandamento del Decalogo i magistrati che condannano a morte gli assassini , come erano Monti e Tognetti ( repetita juvant ) . Che poi la pena capitale sia anche l ' unico freno , si prova da ciò che tutti i malviventi sono persuasissimi che nessuno de ' loro compagni caduti in mano al boia è tornato indietro , mentre di spesso avviene che le porte dei bagni si aprino a loro salvamento , e oggimai non è più temerità il supporre che un galeotto , come il Ceneri , diventi un questore come il Curletti , il prigioniero di Ham passi per una felice combinazione di rivoluzioni a sedere su trono imperiale .
StampaQuotidiana ,
Abbiamo sott ' occhi due avvenimenti , entrambi spettacolosi , entrambi recentissimi : la crisi ministeriale e l ' inaugurazione del canale di Suez . A quale daremo la preferenza ? Per chi le nostre simpatie ? Chi baratta , imbratta ; dice un proverbio toscano , e se que ' signori di laggiù sono sulle secche , se la peschino . Noi , diciamo noi per non dir tutti , siamo stucchi fino alla nausea di questi ministeri Cavour , Rattazzi , Ricasoli , Minghetti , Lamarmora , Menabrea e di chi seguirà , buoni a nulla fuorché a desolare la pazienza de ' sudditi , a peggiorare lo stato di questa povera inferma , che è l ' Italia , e a fare come la ruggine che divora ciò che è avanzato agli altri malanni . Il telegrafo parla di Cialdini e di Lanza , e di proposte reali fatte a quei due candidati . A noi pare che i due nuovi candidati non sieno meno neri degli altri e che i loro panni sieno sporchi quanto quelli de ' loro predecessori . Laonde diamo , quanto a importanza , la preferenza all ' inaugurazione del canale , e lasciamo dov ' è e come è , senza badarci tampoco , la crisi ministeriale . Quaranta bastimenti sono giunti a Suez . Così un telegramma del 21 da Suez . Ecco un umano prodigioso vaticinio avverato ! Ecco una grande impresa , che fa onore al nostro secolo , compiuta ! Ecco una buona novella , gravida di altre che la Provvidenza e i destini del cristianesimo ci garantiscono ottime , giunta al nostro fortunato orecchio . Sì , fortunato ! Perché ogni barriera superata , ogni istmo tagliato , ogni duna sabbiosa umiliata , ogni valle riempita , ogni luogo tortuoso e malagevole raddrizzato è al cristiano un felice augurio di riavvicinamento dei popoli , di ritrovo dei varii fratelli , di dilatazione della fede e di avveramento di quella consolantissima profezia che da diciotto secoli assicura ai credenti sparsi su tutto il globo un solo ovile e un solo pastore . È appunto per questo che l ' « Osservatore Cattolico » pone fra le migliori notizie quella che ha ricevuto ieri dal telegrafo . Il successo del canale è assicurato , dice il telegramma : dunque , diciamo noi : l ' Oriente incredulo si è avvicinato al centro della fede di quattro mila leghe : dunque i figli civilizzati di Jafet entreranno con maggior frequenza nelle tende semibarbare dei figli di Sem e vi staranno con confidenza : dunque i piedi di chi annuncia i beni e la pace arriveranno meno stanchi sui luoghi della loro missione : dunque l ' Occidente ricco di cuori generosi e di menti irradiate dal Santo Spirito invierà a due a due i suoi missionarii nelle regioni orientali ancora desolate dall ' egoismo e dalla più supina ignoranza , e l ' Italia , riaccostata più delle altre nazioni occidentali al cuor delle Indie , sarà la prima in questo risveglio di zelo apostolico , e l ' invio de ' suoi zelanti missionarii non cesserà che a opera finita , quando la profezia suddetta avrà raggiunto il suo pieno sviluppo : dunque Civitavecchia , Napoli , Palermo , Genova , Venezia , Trieste , Marsiglia , Cadice , Lisbona , Bordeaux , Londra , Amsterdam , e perfino i lontanissimi Stati Uniti d ' America gareggeranno d ' impegno a stringere relazioni con Bombay , Calcutta e tutta la vasta penisola indostana , avvicinata di 2.700 e più leghe , a seconda delle varie distanze , e siccome ogni stato è migliore di quel sonno letargico in cui marciscono quelle povere popolazioni , il rimescolamento delle stirpi giapetiche colle semitiche e camitiche non può produrre che buoni effetti in rapporto alla vera religione . I cristiani sono destinati a prendere possesso di tutta quanta la terra , e di loro si può dire in senso più stretto e letterale ciò che scriveva Tacito degli ebrei del suo tempo : In fatis erat ut gens Judeorum rerum potiretur . È decretato in cielo che i giudei diventino i padroni del mondo . Il taglio dell ' istmo di Suez non contribuirà poco a questa futura egemonia del cristianesimo su tutto il globo , ed è per ciò che noi gli mandiamo i nostri mirallegro .
CONSUMMATUM EST ( - , 1870 )
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Consummatum est ! ... L ' iniquità è consumata : il sacrilegio è compiuto : le truppe italiane hanno fatto breccia nelle mura di Roma , e ieri le oltrepassarono . Il santo Padre , dopo aver richiesto che le sue truppe opponessero quella resistenza , che bastasse a dire innanzi al mondo , che non si cedeva che alla violenza , ordinò che si sospendessero le ostilità , e lasciò alla Provvidenza la cura di difendere i supremi suoi diritti . Deplorabilissima vittoria , in cui i figli hanno vinto contro il Padre , cattolici contro il Capo di loro religione , patrioti italiani contro il personaggio più illustre della loro nazione ! L ' Italia può vestirsi a gramaglia , e l ' attuale ministero italiano può contare i suoi giorni . La storia non ha mai registrato un fatto solo , dal quale risulti che il parricidio e il sacrilegio abbiano portato fortuna a chi li perpetrò . Invece , lunga , lunga assai è la lista di quelli , che , persecutori della Chiesa , finirono malamente . Cominciò a scriverla fin dai suoi tempi il Lattanzio nella sua opera : De mortibus persecutorum , e molti altri pur troppo si assunsero il triste incarico di continuarla coi loro nomi . I cattolici possono dar sfogo al loro dolore , oh ! questo sì ; e dividere col Papa le sue angoscie : ma non devono perdersi di coraggio . Guai ! Dimostrerebbero di non aver che una fede languida , e non è questa la fede che trasporta i monti e vince tutti gli ostacoli . La Chiesa nostra dice con s . Paolo : cum infirmor , tunc potens sum . Quando essa è destituita d ' ogni umano soccorso , si getta in braccio al suo sposo Gesù Cristo , ed esso la sostiene e la riveste di più fulgide vestimenta , perché gli rimase fedele nella contradizione . Altre persecuzioni , più gravi forse della presente , cercarono di soffocarla , ma non riuscirono che a danneggiare i proprii promotori : così avverrà ora ; è peccato il dubitarne . Piuttosto ricordinsi i buoni cattolici i loro doveri in queste supreme circostanze , e procurino di adempirli . Ricordinsi innanzi tutto di pregare , perché è la preghiera che vince il cuore di Dio : ricordinsi di non cedere vilmente alle domande della rivoluzione , e di opporre ai festeggiamenti dell ' empio la propria mestizia : e , se ci è lecito fare loro una proposta , cerchino di consolare il Santo Padre con nuove proteste di affezione e di fedeltà e con soccorsi pecuniarii . Siamo giunti a tal punto , che Pio IX non avrà più che l ' obolo di S . Pietro per provvedere ai suoi bisogni , e tocca a noi a fornirglielo abbondante e frequente . Ricordinsi infine che la storia odierna è già narrata dal Vangelo , con quelle parole : Mundus gaudebit , vos autem contristabimini , e che presto vedremo avverarsi anche sed tristitia vestra vertetur in gaudium .
LE ELEZIONI ( - , 1870 )
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L ' esercizio del diritto elettorale dovrebbe essere , specialmente in un paese nuovo alle istituzioni rivoluzionarie , dovrebbe essere fatto con trasporto , con entusiasmo . All ' incontro l ' apatia degl ' italiani in proposito è ormai proverbiale , e l ' azienda pubblica si è ridotta in mano di un partito che la fa da vero despota . Questo stesso partito governativo ha in mano le elezioni ; scioglie la Camera e pretende che dal 5 al 20 novembre gli elettori abbiano a poter applicarsi a conoscere le questioni che la futura legislazione è chiamata a risolvere . Perché questo dileggio delle forme costituzionali ? Perché questo abuso d ' autorità ? Gl ' innamorati di questi sistemi rispondano , e ci spieghino come questo non sia peggio che assolutismo e autocrazia . Ma non è qui che a noi le elezioni danno a parlare . Vogliamo dire ai cattolici che se vi fu momento nel quale l ' astenersi dal votare per qualsiasi candidato fu opportuna e savia misura , ora è un dovere strettissimo . Già alcuni dei giornali cattolici italiani hanno espresso il loro parere . L ' « Unità Cattolica » ha asserita e difesa la formola « né eletti né elettori » in un savio articolo , nel quale agli argomenti addotti noi avremmo forse dato una maggior estensione . A Roma un deputato cattolico non può andare come legislatore ; a Roma non si entra che per la breccia , per forza ; a Roma chi votasse anche contro l ' usurpazione ostenterebbe un ' autorità là dove il Pontefice non gliela acconsente . Gli elettori né di Genova , né di Palermo , né di Roma possono concorrere alle elezioni , perché i deputati , secondo i principii costituzionali , rappresentano l ' intera nazione e il voto sarebbe un ritenere nel fatto cessata ogni autorità del Papa sul suo territorio ; d ' altra parte qual elettore è costretto ad usare del diritto di eleggere ? Non ostante che la ragione ed il buon senso dissuadono i cattolici dall ' accorrere all ' urna , vi sono molti ai quali quest ' astensione non entra . Ebbene ; qual uomo cattolico accetterebbe l ' incarico di dettar leggi sotto agli occhi del Pontefice prigioniero ? chi vorrebbe rendersi connivente dell ' attuazione del programma ministeriale , sedendo nella Camera anche per osteggiarlo ? Chi poi vede qualcosa in questo buio avvenire che ci aspetta ? Chi vorrà trovarsi nella sala a gozzovigliare co ' filistei , quando Sansone deriso è in mezzo alle due colonne che sostengono l ' edifizio ? Che se fosse pur dicevole entrar deputato nella Camera , cerchino i cattolici uomini da potersi proporre ai collegi italiani ! Alcuni ci sono , ma sono alcuni . Non s ' offendano i cattolici , è pur troppo vero che quelli che forse s ' offendono , ci mettono sulla penna queste parole . Cattolici ci sono ! dove sono ? dove la loro vita pubblica ? E se si trovassero questi uomini ancor capaci d ' indignazione innanzi alla giustizia oltraggiata , possiamo supporre che rimarranno vincitori nel campo elettorale ? No ; si pretende che gli elettori siano in mano del clero , il quale li guida ; ciò non è vero ; molti del clero hanno rovinato , e molti lasciarono che si rovinassero gli elettori . Si contarono preti che condussero all ' urna i loro dipendenti a votare per candidati governativi , e perché ? pel meno male . Ah se il meno male è lecito , non sappiamo perché si predichi di non commettere nessun male , e di abbandonarne anche le apparenze ! È questo un argomento che naturalmente oggi ci viene presentato dalle elezioni imminenti , e di cui saremo costretti a riparlare . Intanto gli elettori pensino se l ' astensione non sia una misura moralmente e fisicamente necessaria . Lo « Stendardo Cattolico » rimane attonito e pieno di dolore di fronte ai fatti che si preparano e si ritira in disparte a contemplare da semplice spettatore la scena ; ciò sta bene , quantunque si potesse far di più ; ad ogni modo la formola « né eletti né elettori » ha un avversario di meno nelle nostre file , e speriamo che avrà seguaci tutti i cattolici , e quelli principalmente che vogliono far politica .
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Va bene , che si porti alle stelle il traforo del Cenisio ; esso insieme all ' istmo di Suez è la prova più splendida del progresso delle scienze fisiche . E di passaggio notisi , che ammettiamo progresso solo di scienze fisiche non di vigoria nazionale , come vogliono gli italianissimi , perché opere grandiose se ne fecero anche nella vecchiaia dei popoli . Difatti il « Fanfulla » non trova miglior epigrafe pel traforo , che quella dei veneziani sui loro murazzi = Ausu romano aere veneto = col solo cambiamento : aere italico ; questo ricorda le grandi opere fatte anche dai romani e dai veneti ; e siccome il ponte p.e. di Traiano disfatto tosto da Adriano , ed i murazzi appartengono alla vecchiaia degli uni e degli altri , non si vede come quell ' opera italiana indichi proprio vigoria nazionale . Ma per tornare al traforo , le cose bisogna guardarle sotto tutti gli aspetti , se no , non si potrà avere un ' idea adeguata del loro valore . Senza dubbio il traforo sotto l ' aspetto commerciale ed industriale è utilissimo ; l ' abbreviazione delle distanze , la sicurezza della via , la facilità dei trasporti , la comodità dei viaggi , ed insieme a tutto ciò la diminuzione della spesa sono pregi incontrastabili dell ' opera grandiosa . Militarmente poi non se ne può temere un pericolo di rilievo . Sicuro che se in caso di guerra la galleria cadesse tutta in man della Francia , per l ' Italia l ' andrebbe male . Luigi XIV dovette far la pace con Vittorio Amedeo II per quella maledetta difficoltà delle Alpi più quasi che per la sconfitta di Torino ; dovendo far varcare quella bagatella di monti ad uomini , armi , munizioni e fin legna da bruciare , il peso della guerra gli divenne insopportabile , e gli convenne chinar il capo . Ma all ' evenienza di un pericolo il genio militare facilmente può provvedere ; un paio di mine a tempo e luogo disposte e fatte volare rendono impraticabile la galleria ; questa poi impossibile a riattarsi senza grandi e lunghi lavori non dà più il passo ai tumulti gallici , le muraglie alpine riacquistano l ' antico valore , e coi loro fianchi dirupati e nevosi ridiventano una formidabile difesa . Se i padri coscritti hanno senno , per cautelarsi da ogni sorpresa hanno già forse preparate le mine . Ma si può dire altrettanto del traforo considerato dal lato morale ? Premettiamo che astrattamente del traforo non si può dire né bene né male ; è una porta tra l ' Italia e la Francia , e una porta è buona o cattiva cosa secondo l ' uso a cui serve nel caso concreto . Se serve a due galantuomini per visitarsi ed aiutarsi dall ' una all ' altra casa , la porta moralmente è cosa ottima , ma dovesse dar comodo alle furfanterie o libertinaggio di cattivi soggetti , meglio sarebbe stato che la porta o non fosse mai stata aperta , o fosse tosto sprangata ben bene . In proposito dobbiamo regolare i nostri giudizi come colle breccie fatte nelle mura di Roma ; son tutte breccie , ma quella di porta Capena per dar il passo al trionfo di Marc ' Antonio Colonna , uno dei vincitori dei musulmani antichi a Lepanto , deve essere guardata con occhio ben diverso , che la breccia di porta Pia fatta per intrudere i musulmani moderni . Posto dunque che sotto l ' aspetto morale il traforo è nulla più che una porta , ossia un mezzo per sé indifferente che diventa buono o cattivo secondo l ' uso , per giudicarne il merito morale bisogna consultare il caso concreto , e vedere a che deve servire . Il traforo in genere deve servire a facilitare e moltiplicare le comunicazioni tra Italia e Francia , il che significa accumunare sempre più le idee ed i costumi , cioè fare che si cancellino sempre più le differenze reciproche , e che l ' una nazione diventi quel che è l ' altra . Ora quale delle due nazioni è la migliore ? Con buona venia del signor Trochu l ' italiana senza dubbio . Questo bravo generale era fuor dei gangheri per le inaudite sconfitte toccate , e si sa che quando si è in tale stato , uno sfogo ci vuole , e per conseguenza ci vuole anche qualcuno contro cui fare codesto sfogo . Ma con chi a Trochu conveniva prendersela ? coi suoi francesi , e confessare , che sono ancora i leves Galli di Giulio Cesare ? l ' amor proprio l ' impediva , d ' altronde era dar ragione un ' altra volta a Bismark , che va ripetendo la sentenza di Cesare . Prendersela coi prussiani ? era pericoloso assai , che un uomo di governo sparlasse di chi calcava ancora il collo alla misera Francia . I russi , i turchi , gli americani , i chinesi sono troppo lontani ; colla Spagna non v ' era nessun legame particolare ; dunque per materasso del signor Trochu non restavano che gli antichi alleati di Crimea e di tante altre imprese , l ' Inghilterra e l ' Italia , alleati ingratissimi come si sa . Ecco dunque come stanno le cose , secondo il signor Trochu , il lusso inglese e la corruzione italiana sono le cause dei disastri francesi . Però il valente generale acciecato dall ' ira non ha fatto riflessione che l ' Italia non deve essere giudicata dalla colonia italiana di Parigi , gente scappata per lo più , senza patria , senza famiglia , senza legge né fede , che nella cloaca massima si sente a posto . Doveva anche ricordarsi di ciò che non gli può essere ignoto , che l ' Italia da lunga pezza è pedissequa della Francia , caduta in balia di uomini formati alla politica nei loro esigli , viaggi e relazioni di Francia , che di Francia ci vennero le sette , i libri , i romanzi , il teatro , i costumi , la rivoluzione insomma , che costà comunissima è la lingua francese segno della prevalenza delle idee francesi . E i discorsi del Parlamento italico , signor Trochu , non sono il plagio delle dicerie tenute nelle Camere francesi ? le leggi italiche mezzo tanto potente di influire sulla morale non sono forse infranciosate ? Quanti italiani inoltre per commercio , nozze o divertimento fanno il viaggio di Francia , tutti sanno che ritornano ben diversi da quelli che furono formati tra le domestiche mura . Poi finora s ' è forse veduto in Italia quanto si vide in Francia nelle varie fasi della rivoluzione ? Ghigliottina e petrolio sono ancora una privativa francese . Se dunque moralmente migliori sono gl ' italiani , è chiaro che il traforo destinato a togliere le differenze tra italiani e francesi sarà di danno ai primi , veduto anche come la propagazione del male sia più facile che quella del bene , specialmente in epoche come la nostra , nelle quali , secondo l ' osservazione di Platone , gli uomini sembrano nati al vizio ed alla ribellione . Che vantaggio morale vorrà dunque essere per gl ' italiani il traforo , quando il viaggio di Francia non lasciò più che una gita di piacere ? Maggior numero di italiani andrà in Francia a guastarsi , maggior numero di francesi verrà in Italia a guastare , a suggerire , a trapiantare i caffè chantans , i ritrovi , i clubs e quant ' altro mai ha di più diabolico la corruzione e l ' empietà della moderna Babilonia . Una delle ragioni degli alleati per cessare prima del tempo dall ' occupazione di Parigi fu di togliere i loro soldati da una cloaca , in cui tutto è pestifero . E le sette non si vantaggeranno del traforo per rendere i loro moti più vasti , più simultanei , più irreparabili di qua e di là delle Alpi ? Non sappiamo dunque qual uomo onesto ed illuminato potrà rallegrarsi gran fatto del traforo , e reprimere il desiderio che fino a tempi migliori le Alpi non elevino anzi le loro creste almeno quanto il Kimborazo ed il Dalavigari . Abbiamo poi tanta fede nell ' Italia vera tanto diversa dalla legale , come dice il signor Jacini , che tolta l ' influenza francese il genio italiano cesserebbe di lasciarsi trascinar a ritroso , ed in breve riparerebbe al 20 settembre ed a quanto lo ebbe preparato . A carico del traforo c ' è poi ancora un ' altra riflessione morale . Esso darà gran aumento alle ferrovie , in altri termini sarà un altro anello maestro di quella ferrea catena che avvince un intero popolo di impiegati , inservienti ferroviarii interni ed esterni , macchinisti , conduttori , facchini , vetturali e simil genia che senza distinzione di giorni , dì e notte prestando il loro servigio , diventano estranei alla religione non meno quasi che alle loro stesse famiglie . Si badi che si tratta d ' un popolo intero . A chi dunque non sa che sia morale e quale influenza il traforo avrà sulla morale , sulla famiglia e la religione , lasciamo il rallegrarsi puramente e semplicemente del traforo alpino ; a noi basterebbe il vanto che ne menano le sette per fare le nostre riserve .
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All ' indirizzo della signora Pezzi che progetta una scuola Mazzini breve parola . Insieme col risorgimento rivoluzionario italiano e mondiale , fu predicata la riabilitazione , l ' emancipazione della donna . La favorirono tutti i framassoni , la giovarono i ministri , i quali ne fecero delle maestre da sedere in alte cattedre e delle ispettrici , i quali progettarono di donarla del diritto elettorale nei comuni . E la donna innalzata a tanta altezza , dimenticate le opere del fuso raccomandatele dallo Spirito Santo , intese alle non sue della vita pubblica e politica , e non mancarono le fanatiche per Garibaldi e per Mazzini , le eroine dei due mondi che fecero di loro pazzie celebre il nome per il mondo . Or bene e quelli che le innalzano , e quelle che s ' innalzano che pretendono ottenere ? Alla donna noi crediamo che duplice missione sia affidata , quella di far conoscere la verità , quella di alleviare i dolori ; duplice apostolato di verità e di conforto : quello debbono e possono compiere nell ' interno delle pareti domestiche : questo , insistendo sull ' orme della prima associazione di carità fondata sul Calvario sotto gli sguardi del Salvatore morente si compie ad ogni giorno , ad ogni circostanza della vita . Fuori di questo campo non trova la donna né fini né forze a sé proporzionate , tutto diviene esagerazione , pericolo e rovina . Al tempo del paganesimo questa duplice missione della donna fu dimenticata ; essa era quindi divenuta nient ' altro che una merce trafficata dalla avarizia , una schiava che vedeva ai suoi piedi un despota sempre pronto ad alzarsi per abbatterla , un idolo incensato e poco stante spezzato dal suo fanatico adoratore , di che la donna stessa aveva trovato meglio educarsi alla colpa fin da fanciulla : Et incestos amores de tenui meditatur ungui : e se congiungevasi in matrimonio , poteva però dopo , al dir di Seneca , contar gli anni non dai consoli ma dai mariti . Perciò essa era poi divenuta odiosa , e ci ricorda benissimo di ciò che Eschilo nei Sette all ' assedio di Tebe fa dire ad Eteocle : « Donne , insopportabili creature , sesso odioso ai savii , pessimo flagello delle famiglie e dello Stato » . La redenzione salvò la donna ; anzi se ci si passa l ' espressione , la redenzione sua fu duplice , la redenzione comune e un ' altra di ordine inferiore e materiale che la riabilitava davvero nella società , motivo pel quale troviamo nella donna una naturale e più sentita inclinazione alla pratica della religione di Cristo ed in conseguenza di ciò , la vediamo anche divenuta un ' arma invitta in mano del Signore . Ora la riabilitazione massonica che oggi è di moda , non essendo , perché framassonica , che la distruzione di Cristo , non può riuscire che al vero e peggiore degradamento della donna . No , non ci illudono le larve di alcune donne letterate e la cui onestà di costumi noi non vorremmo revocare in dubbio ; le statistiche parlano con una eloquenza invincibile , e le 75.000 donne di vita perduta che già erano in Italia prima dell ' acquisto del Veneto dicono ove siamo riusciti dopo tanto predicare riabilitazione , dopo tanti sforzi per innalzar la donna all ' altezza dei tempi . Vi ha una sola dignità per lei , ed è quella che le viene da Cristo ; con Cristo è grande , senza Cristo sta nel fango . È per ciò che noi salutiamo con piacere il sorgere in Italia , specialmente , di associazioni femminili , e quelle in particolar modo che in Roma fanno già di sé bella mostra con opere tutte informate allo spirito di Cristo , e così vantaggiose alla Chiesa di Cristo . Cristo che volle la donna alla sua culla , e la volle alla sua croce , affida ancor oggi alla donna una missione . È vero che come al sorgere del cristianesimo permise che la donna cristiana vivesse alquanti secoli accanto alla pagana , così oggi la donna che sta con Cristo ed è cattolica vive daccanto alla donna senza Cristo , rivoluzionaria e framassona , e che davvicino alle pie che salgono il Calvario stanno le petroliere e le comuniste ; ma ciò è nei disegni della Provvidenza , perché meglio appaia da qual lato si stia vera grandezza , onestà e virtù . Ritorni la donna italiana all ' opere della sua casa , alla santa missione che Cristo le ha data , discenda dalla cattedra , non s ' accosti alle urne , viva di Cristo e Italia avrà pace , felicità ed onore .
StampaQuotidiana ,
Il giornalismo liberale insiste sul lavoro che il Congresso cattolico di Bergamo ha rivolto a vantaggio della classe degli operai . La « Perseveranza » ascolta con mal animo noi cattolici seguaci del Filius fabri , tentare di migliorare uomini che sono sì grande e bella parte della società cristiana . La « Perseveranza » trova che l ' idea che presiedette alle decisioni del Congresso di Bergamo riguardo all ' operaio sia l ' assorbimento dell ' individualità , e l ' inaugurazione del collettivismo come era esercitato dalle maestranze di arti e mestieri nel medio evo . È naturale che il foglio liberale si scagli contro questo duplice ordine teoretico e pratico , e si lasci trascinare a proclamare poco meno che il socialismo colla illimitata licenza che all ' operaio concede . L ' individualismo che il Congresso cattolico non ammette e non poteva ammettere è quello che lascia l ' uomo abbandonato alle proprie passioni , alla fantasia , senza regola , senza direzione sicura . Il cattolicesimo che come corpo di dottrina è rivelazione e quindi implica la soggezione dell ' intelligenza al rivelatore divino , nobile uso della mente nostra rimaner fedele all ' incontrastabile verità dell ' infallibilità divina ; il cattolicesimo non potrà mai sciogliere il fedele dai vincoli che lo legano a quel corpo di dottrina , che nel santo Battesimo egli ha dichiarato di credere , e che professa ogniqualvolta ripete qualche atto solenne della sua religione . Non è dunque un nuovo vincolo che i congressisti di Bergamo venivano ad imporre agli operai cattolici , ma il richiamo solo di quelle solenni obbligazioni che stringono un figlio della Chiesa alla sua madre , e il suggerimento di mezzi atti a rendere loro più facile e fruttuosa la pratica esecuzione delle obbligazioni medesime . Il cattolico infatti , non è costretto come il razionalista a cercare collo scarso lume di sua mente in mezzo al buio ed all ' intrigo , la soluzione de ' più elementari problemi della vita , ed a rifarsi sempre da capo , per ricadere nel dubbio , e per affidarsi solo al proprio intelletto . Il cattolico ha una regola di fede sicura , ed una regola di condotta semplice e certa ; e su questa base , che diciotto secoli hanno reso sempre più tenace e consistente , quante cose non può egli fare colle forze del proprio ingegno e della propria attività ? Qual è la scienza , quale l ' arte , che non sia stata avvantaggiata dall ' opera individuale di cattolici , che avevano a fondamento e a scopo la religione ? Che se stabilissimo un confronto tra le masse operaie cattoliche , e le masse operaie settarie ; quelle strette da un vincolo noto qual è la formola di fede e il Decalogo ; queste strette da oracoli che misteriosamente vengono combinati nei covi della massoneria , inaccessibili ai profani , non avremmo difficoltà a riconoscere quanto migliore sia la condizione dei cattolici . Quanto poi al risuscitare le antiche maestranze , come ha paura la « Perseveranza » , noi diremo innanzi tutto che i convenuti al Congresso di Bergamo non erano così schiavi del passato , da non saper escludere quelle modalità , che erano tutte speciali di quelle epoche , e non ammettere quelle altre , che sono portate dallo sviluppo delle condizioni sociali . Delle antiche maestranze si vuole far rivivere lo spirito , che era quello della carità cristiana , che affratella i socii , che li lega colla sanzione religiosa , che li unisce nel sospiro di un avvenire comune , che li occupa nel tempo del riposo , in pratiche di pietà , che istruiscono la mente e purificano il cuore . A tutto questo che cosa si sostituisce dagli attuali fondatori di società massoniche ? L ' interesse ; solo l ' interesse , e si fa brillare davanti allo sguardo dell ' operaio il maggior guadagno , il sussidio nelle malattie , il riposo nella vecchiaia , l ' appoggio per i figli , per gli orfani e per le vedove . Ottime cose , ma che non bastano . L ' operaio , raffrontando la propria condizione con quella di altre classi sociali , e non trattenuto dalle massime consacrate dalla religione , che gli dicano potere essere egli davanti a Dio migliore dei ricchi e dei potenti , di cui invidia le ricchezze e l ' autorità , non si dirà mai soddisfatto , crescerà nei desiderii , e l ' ultimo suo voto sarà sempre quello che l ' Internazionale propugna come la pratica attuazione della vita sociale : il comunismo . E si noti , come nelle proposte del Congresso cattolico di Bergamo non si è parlato solo di operai , ma anche e molto di padroni : notisi che il vincolo religioso che lega gli operai cattolici , lega altrettanto e più i padroni ; notisi che le antiche maestranze si vorrebbero far rivivere , specialmente in quei punti in cui esse stabiliscono mutue relazioni tra padroni e artefici ; il che , non si potrà negarlo , è meglio d ' assai degli scioperi e il petrolio , mezzi ai quali ricorrono gli operai alla liberale per ottenere dai rispettivi padroni quelle concessioni che loro sembrano giustificate . Dopo queste spiegazioni , se i nostri avversari fossero coerenti e non scrivessero accecati dall ' odio a tutto ciò che è cattolico , dovranno concedere che i convenuti in Bergamo avevano il diritto di trattare la questione operaia dal punto di vista cattolico , e che il modo con cui hanno proposta la quistione , non imponeva nuovi vincoli né risuscitava impossibili forme , ma mirava solo a migliorare la condizione dell ' operaio cattolico senza pericolo per la sua fede e pel buon costume .
PIO IL GRANDE ( - , 1878 )
StampaQuotidiana ,
In tanta angoscia , l ' anima straziata , oppressi dalla grandezza dell ' argomento , ci cade la penna di mano , e non sappiamo altro scrivere fuor che immenso è il nostro dolore . Quando al mesto cadere del giorno la gentil preghiera che saluta la Vergine suonava sul labbro dei credenti , in cielo gli Angeli baciavano in fronte il SANTO VEGLIARDO , chiamato al premio dopo una lotta da gigante , sostenuta per un lungo mezzo secolo . E scompariva come il sole che indorava dell ' ultimo raggio in quel momento la croce di San Pietro in Vaticano ; scompariva dall ' occhio degli uomini colla pace , la serenità , la soavità delle anime care a Dio , colla mente lucida e conscia del gran passo , col cuore ancor fervido d ' affetto , senza violenza , quasi lievissima fosse la distanza per lui dalla terra al cielo , e già i beati lo tenessero del loro numero . Pochi dì avanti aveva celebrato una carissima ricordanza ; l ' innocenza della fanciullezza , in tutto il mondo cattolico , univasi il 2 febbraio all ' innocenza paterna , rammentando alla mensa dell ' Agnello innocente il sacro dì , da 75 anni sparito , in cui il giovanetto destinato a divenire IL GRAN PIO , riceveva la prima volta il pane dei forti . Fu l ' ultima festa di tante che circondarono di gioia o d ' amarezza l ' anima del PONTEFICE ; fu l ' ultimo sguardo alla sua carriera fortunosa ; fu il saluto che lo zampillo dà con riconoscenza al fonte che lo genera ; fu il ricongiungimento dell ' età senile colla puerizia ; fu il primo assorbire dell ' aura , il primo palpito del cuore , il primo anelito di vita che armonizzavano in un ' onda sola , simbolo della sanità di tutta la vita , coll ' estremo respiro , cogli ultimi battiti di un affetto ingagliardito fra mille contrasti , coll ' affanno dell ' agonia . E parve presentisse la fine ; pure il 2 febbraio riceveva i sacri ceri benedetti dell ' agonia , li accese e si consumarono e spensero con lui ; così riassunse la sua esistenza , la contemplò collo sguardo languido , si riconfortò nella fede e volò al Dio che lo ha ricolmo di gaudii e di dolori , che lo aveva preparato alla gloria col merito nelle fortune e nelle sventure . Il lutto è mondiale ; tutta la terra vi prende parte ; non è possibile che uomo non si chini riverente e addolorato alla bara che rinserra la salma di Pio IX . Il suo nome è noto a tutti ; lo conoscono i re , e lo ripetono i poverelli ; lo sanno i credenti e non lo ignorano gli scredenti . In un terzo sì fortunoso , del secolo nostro fortunosissimo , i fatti i più grandi si sono compiuti vicino a Pio IX ; si sono formate nel mondo due grandi classi di persone , l ' una avversò il PONTEFICE colla ferocia la più lagrimevole , l ' altra lo amò del trasporto il più schietto , dell ' amore il più profondo ; l ' una e l ' altra ebbero a termine , dell ' odio o dell ' affetto , il VICARIO DI CRISTO ; l ' una e l ' altra ne sentirono la grandezza e la potenza , sia per bestemmiarla e abbatterla , sia per onorarla ; l ' una e l ' altra ammirarono Pio IX , e sul cadavere di lui , l ' una e l ' altra sarà vinta dalla commozione . E un paziente che morì ; morì una vittima ; morì l ' ostaggio della rivoluzione ; morì il prigioniero per la cattolicità . Chi mai può negare la lagrima al dolente , al perseguitato , all ' esigliato nel suo regno , al crocifisso sul suo trono ? Chi mai l ' ira nemica spingerà oltre la tomba ? Il lutto è e dev ' essere mondiale . Pio IX cominciò perdonando e nel perdono tradito ; finì perdonando e ancora tradito . Or , che per avventura si passi via alteramente dalla fossa che rinserra il violento , e che la preghiera del cristiano non sia bagnata dal pianto dove s ' asconde l ' avanzo di persona che pianto abbia stillato ai perseguitati , è nobile dignità , ma chi ha sofferto per la giustizia e per la Religione , chi ha sofferto perché amava l ' Italia , chi ha sofferto perché lo si voleva strumento di licenze non regolatore di libertà , a lui una parola di dolore e di pietà , pei buoni è un dovere , un bisogno , è gratitudine per gli altri è anche una necessaria riparazione . E noi finché le ragioni politiche non sorgano spietate a flagellare un cadavere , noi dal cuore che da sé s ' abbandoni agli spassionati sentimenti , abbiamo tanta stima degli avversari di Pio IX , da sperare che questa riparazione non mancherà . Ma ci è impossibile continuare ; ci sembra pur disdicevole passare al giudizio dei fatti che contrassegnarono la esistenza del grande Pontefice . È un momento di dolore , e il dolore ha l ' eloquenza del silenzio . Ci uniamo ai cattolici di tutta la terra , con tutti preghiamo pel DEFUNTO AUGUSTO , preghiamo che la Chiesa sia un ' altra volta benedetta e il Successore di Lui la guidi ai trionfi sulla miscredenza e sull ' ingiustizia . Pio ! Quante volte hai alzato la tua mano e ci invocasti aiuto nel nostro lavoro ; tu ci aiuta dal Cielo e di lassù conferma le opere della tua benevolenza . Poc ' anzi abbiamo baciato il tuo AUGUSTO NOME , e ne avemmo forza e vita ; fu uno degli ultimi tratti della bontà tua , e la riconoscenza ne recheremo con noi nella tomba . Innanzi al tuo CADAVERE , sotto il tuo sguardo , noi ti giuriamo che coll ' aiuto di Dio sempre rimarremo fedeli alla Religione di cui fosti Capo , sempre alla giustizia che hai difeso , sempre alla Santa Sede che hai gloriosamente occupato per 32 anni . Tu vuoi ora , come il volevi vivente , che restiamo uniti al Successore di Pietro ; lo vuole il cielo , lo vuole la salvezza nostra e del mondo ; ti obbediamo DEFUNTO , come ti obbedimmo VIVENTE , restiamo colla Santa Sede , restiamo col tuo Successore , ne aspettiamo i comandi ed i consigli per eseguirli . Pio IX MORTO ! VIVA IL PAPA ! Cattolici , il Vicario di Cristo vive ; a lui il nostro affetto , la nostra devozione in tutto e per tutto .
UNA IPOTESI ( - , 1878 )
StampaQuotidiana ,
Il nostro corrispondente telegrafico ci scriveva ieri da Roma che il sommo Pontefice ha diramato l ' Enciclica sospirata , e che in essa conferma pienamente , come non era a dubitarsi , quanto Pio IX aveva promulgato contro i conculcatori dei diritti della S . Sede . Nessuna novità nell ' Enciclica , nessuna meraviglia in quello che contiene . Il Papa ha agito da Papa , i cattolici non ebbero mai timori in argomento , e la cosa cammina da sé . Fermiamoci ad una ipotesi . L ' ipotesi sia che i clerico - liberali , i conciliatori , i curciani , e tutta questa gente che non ha talento di essere cattolica puramente e semplicemente , ma va cercandosi una nicchia in relazione ai proprii capricci , avessero avuto piena ragione nelle loro previsioni . Supponiamo dunque che Leone XIII avesse col fatto sconfessato Pio IX , avesse rinunziato ad ogni diritto al temporale dominio , avesse ritirato il Sillabo , spuntato le scomuniche , benedetto re Umberto , ringraziato il governo italiano dei conventi desertati , dei beni di Chiesa incamerati , delle Case cattoliche di educazione manomesse , della propaganda atea delle scuole , delle angherie al Clero , del Culto impedito , e di tante altre gioie che i cattolici godono per bontà di quei liberali che sono l ' amore dei conciliatori . Supponiamo almeno che Leone XIII si fosse attenuto ad una condotta passiva rispetto alla rivoluzione , e avesse lasciato fare senza opposizione diretta . In tale ipotesi che cosa sarebbe accaduto ? I . I liberali avrebbero applaudito il Papa quanto sarebbe bastato per far credere al popolo che il Papa approva i misfatti della rivoluzione . Ai primi applausi avrebbero fatto seguire il silenzio , e infine avrebbero alzato nuove pretese contro il Papa . II . I conciliatori si sarebbero lanciati contro i cattolici , ne avrebbero fatto scempio a vantaggio dei liberali , pronti alla prima ripulsa del Pontefice , di più accondiscendere alle pretese rivoluzionarie ed atee , pronti a ribellarsi a Leone , a Clemente , a Formoso , a Eugenio , a Cristo medesimo , all ' Eterno Padre . Imperocché vivono di ribellione questi conciliatori , essi sono i ladri domestici che buttano tutto dalla finestra in mano al nemico ; gente o infame o sciocca . III . I cattolici dal canto loro si sarebbero mantenuti fedeli al Pontefice ad ogni costo ; ma notiamo che nessun cattolico ammette possibile , nemmeno per ipotesi , quello che liberali e conciliatori speravano , per es . la cancellazione del Sillabo , per non dir altro . I cattolici avrebbero sempre obbedito e venerato il Papa ; le di lui decisioni avrebbero riconosciuto come legittime , non già fatte per accondiscendere alla rivoluzione coi conciliatori , ma per propria autorità . Forse alcuni cattolici per debolezza o ignoranza sarebbero divenuti vittima dei liberali e conciliatori , ma le sarebbero state eccezioni . Fatta la ipotesi poi della condotta passiva del Papa di fronte alla rivoluzione , dato che tale condotta fosse compatibile coi doveri del Pontificato , sarebbe incominciato da parte dei clerico - liberali e dei conciliatori il lavoro della ingratitudine : quel lavoro che nei primordi del Pontificato di Pio IX fu condotto dai settari , ora se lo sarebbero assunto i conciliatori . Quindi il Papa avrebbe dovuto tollerare tutte le nequizie rivoluzionarie , accettare non solo il passato , non solo assolvere i delinquenti del governo e delle aule legislative per quello che sancirono , ma prepararsi a benedire anche le minacciate sevizie contro la Chiesa , i beni parrocchiali , le nomine dei curati , l ' ingerenza nei Seminari , la crescente corruzione nelle scuole , le insidie allo stesso catechismo . Di questa guisa la autorità papale sarebbe venuta mano mano scemando e scolorendosi , la sua efficacia sarebbe stata effimera , il suo prestigio compromesso , l ' autorità nominale . I conciliatori non si fermano a sancire ciò che esiste , sono spinti dalla loro scuola e dalla nequizia a domandare nuove dedizioni . Dove sarebbe ito il criterio del giusto e del vero ? Nel capriccio di un conciliatore influente che fossesi levato alla mattina colla fissazione : il Papa ceda anche qui . I liberali avrebbero fatto il resto ; lo splendore del Papa , dell ' uomo che tiene in mano i destini del mondo , che modera le leggi del dogma e della morale , che alla civiltà insegna come essere onesta , che guida la scienza nel vero e alla mente prefigge il suo nobile e divino scopo , lo splendore del Papa sarebbe scomparso . Il Vaticano ridotto ad un vescovado comune , assiepato da conciliatori infami e da liberali prepotenti , non solo sarebbe divenuto la prigionia del Papa , ma dello stesso papato ; fra tanta rovina che nel mondo si accumula , quella del supremo pontificato sarebbe stata come la ecclissi del sole , come la vergogna ed il rimorso della umanità . I conciliatori lavandosi , ingloriosi Pilati , le mani , avrebbero consegnato il Vicario di Cristo alla canaglia perché flagellato venisse crocifisso . Ecco la ipotesi . Ma Dio ama la umanità e il Vicario suo sulla terra ama Dio e ne segue la legge . I liberali sono pur sempre i nemici del Dio ch ' essi rinnegano , sono i nemici del di lui Vicario che adulano e non obbediscono . I conciliatori non realizzeranno i loro tristi disegni . E l ' Italia nostra nelle sue sventure potrà sempre volgere lo sguardo al porto della salute . Leone XIII è Papa , ed è Papa degno di esserlo . Coloro che da tanti anni sognano la rovina del papato , che attorno di esso fecero vaste solitudini , che lo tentano e lo minano , avranno dal Papa il perdono se si pentiranno , non avranno giammai la complicità nei loro delitti . La fede manca ai liberali , la fede manca ai conciliatori , ed è per questo che almanaccano tradimenti verso Dio e la verità per parte del Capo della Chiesa . Ma i tradimenti li fa Giuda e Cristo si riserva di morire e perdonare , non mai di approvare le scelleratezze dei suoi persecutori . Venga l ' Enciclica di Leone XIII a raddrizzare tante storte idee , a dissipare gli equivoci sparsi dai conciliatori , a determinare l ' azione di ricostituzione che in questi tempi fu sì manomessa dagli scredenti o settarii o ecclesiastici . Cattolici , fermi alla parola del Papa , e con lui progrediamo senza debolezza e certi di vincere o vivendo o morendo .