StampaQuotidiana ,
In
«
Per
difendersi
dal
delitto
»
del
2
gennaio
Conso
scorge
una
garanzia
in
una
polizia
giudiziaria
posta
alla
esclusiva
dipendenza
della
magistratura
,
senza
interferenze
da
parte
dell
'
esecutivo
,
eccezione
fatta
per
quelle
concernenti
l
'
organizzazione
e
il
funzionamento
,
da
demandare
però
al
solo
ministro
della
Giustizia
.
Che
l
'
autorità
giudiziaria
disponga
direttamente
di
tale
polizia
,
è
scritto
all
'
art.
109
della
Costituzione
,
e
la
norma
è
fuori
discussione
.
Ma
la
pubblica
sicurezza
solo
in
piccola
parte
è
impegnata
nella
repressione
dei
reati
;
un
Commissariato
di
quartiere
è
molto
preso
da
pratiche
varie
:
licenze
di
porto
d
'
arme
,
permessi
di
caccia
,
passaporti
,
le
varie
licenze
per
cui
la
legge
prevede
l
'
autorizzazione
od
il
parere
della
pubblica
sicurezza
:
compiti
di
conciliazione
:
liti
familiari
,
l
'
affittacamere
che
vuol
mettere
fuori
l
'
inquilino
,
o
la
domestica
ad
ore
che
viene
a
deplorare
di
non
essere
pagata
;
e
poi
le
denunce
che
non
hanno
seguito
,
ragazze
scappate
di
casa
,
ma
che
l
'
indomani
ricompaiono
,
furti
di
biciclette
,
di
automobili
,
e
via
dicendo
.
Attraverso
quest
'
attività
il
Commissariato
acquista
un
panorama
del
quartiere
,
che
gli
permette
d
'
intravedere
molte
cose
:
le
camere
affittate
ad
ore
per
coppie
clandestine
,
lo
sfruttamento
di
prostitute
,
i
ragazzi
sospetti
fornitori
di
droga
,
la
gente
che
vive
lussuosamente
ma
non
paga
chi
la
serve
,
e
via
dicendo
;
e
credo
che
quando
è
commesso
un
delitto
,
la
polizia
giudiziaria
non
possa
fare
a
meno
di
cominciare
a
chiedere
al
Commissariato
di
quartiere
.
Separare
le
due
polizie
?
Nessuno
vi
pensa
:
già
si
deplora
il
dualismo
carabinieri
e
pubblica
sicurezza
.
Porre
tutta
la
polizia
alle
dipendenze
del
ministero
della
Giustizia
?
Se
questo
fosse
ancora
l
'
organismo
burocratico
ch
'
era
al
principio
del
secolo
,
non
vi
vedrei
difficoltà
(
per
quanto
sia
arduo
separare
del
tutto
polizia
e
funzione
politica
,
che
non
può
non
fare
capo
alla
Presidenza
del
Consiglio
ed
al
ministero
dell
'
Interno
,
che
sarebbe
bene
avessero
sempre
un
unico
titolare
)
;
ma
oggi
il
ministero
è
costituito
per
intero
da
magistrati
e
cancellieri
,
che
di
solito
vi
arrivano
dopo
vari
anni
di
servizio
presso
uffici
giudiziari
.
E
mi
chiedo
sempre
se
abbia
ancora
una
ragion
d
'
essere
quel
ministero
,
una
volta
affidate
al
Consiglio
superiore
della
magistratura
promozioni
e
destinazioni
dei
giudici
.
Un
ministero
per
le
carceri
,
i
concorsi
a
notaio
,
mansioni
di
alta
sorveglianza
sullo
stato
civile
,
su
alcuni
ordini
professionali
,
per
sottoporre
al
Capo
dello
Stato
i
decreti
di
grazia
e
di
riconoscimento
,
dopo
sciolto
il
matrimonio
,
di
figli
adulterini
(
ma
questa
figura
dell
'
adulterino
confido
scompaia
presto
)
?
Un
ministero
in
cui
il
ministro
non
può
rispondere
che
dell
'
operato
del
personale
delle
carceri
,
perché
in
fatto
non
ha
altri
dipendenti
.
Comunque
non
so
quanto
il
magistrato
sia
atto
a
dirigere
la
polizia
giudiziaria
.
Il
magistrato
per
un
arcaismo
della
legislazione
è
legato
al
cancelliere
:
non
può
procedere
a
nulla
senza
il
cancelliere
ed
i
provvedimenti
li
adotta
per
scritto
,
nella
sua
sede
:
ciò
che
significa
legato
ad
un
orario
di
ufficio
,
ché
i
palazzi
di
giustizia
ad
una
certa
ora
chiudono
le
porte
.
Il
ritmo
del
magistrato
è
necessariamente
non
rapido
,
anche
se
nel
caso
l
'
uomo
sia
solerte
;
guai
se
esso
s
'
imprimesse
anche
alla
polizia
.
E
poi
,
diciamo
la
verità
:
la
diffidenza
per
la
polizia
e
la
fiducia
nel
magistrato
sono
legate
a
un
abito
mentale
che
siamo
in
molti
a
non
condividere
(
perciò
ho
gradito
le
parole
del
messaggio
di
Leone
che
ricordavano
le
benemerenze
delle
forze
di
polizia
,
che
spesso
lasciano
vittime
sul
terreno
)
;
non
ha
consistenza
la
visione
del
magistrato
impassibile
,
mai
annebbiato
da
preconcetti
,
e
quella
del
poliziotto
che
ha
la
voluttà
di
colpire
,
di
vedere
in
ogni
persona
che
interroga
un
colpevole
.
Uomini
troppo
sicuri
di
sé
,
del
loro
intuito
,
della
prima
impressione
,
ed
uomini
esitanti
e
dubbiosi
;
uomini
non
disposti
a
riconoscere
di
avere
preso
una
via
errata
ed
uomini
troppo
presto
propensi
ad
abbandonare
una
traccia
,
uomini
inclini
alla
pietà
ed
uomini
duri
:
si
trovano
in
tutti
i
ranghi
.
Ed
altresì
uomini
che
guardano
con
nostalgia
al
passato
ed
uomini
che
lo
aborrono
;
nessuno
oggi
si
sentirebbe
di
affermare
che
la
magistratura
non
sia
più
di
un
tempo
accessibile
alle
correnti
politiche
.
Polizia
a
disposizione
dei
giudici
,
sì
;
ma
che
serbi
una
sua
libertà
di
azione
,
non
sia
troppo
burocratizzata
,
possa
assumere
iniziative
,
se
la
si
vuole
arma
contro
il
delitto
.
Conso
parla
della
presenza
del
difensore
ad
ogni
interrogatorio
,
ormai
consacrata
.
So
che
non
si
torna
indietro
;
ma
non
ne
sono
entusiasta
,
specie
rispetto
al
primo
incontro
tra
giudice
(
o
polizia
)
ed
indiziato
.
Enrico
Ferri
insegnava
in
argomento
ai
suoi
allievi
che
vi
sono
regioni
d
'
Italia
in
cui
si
parla
con
la
bocca
ed
altre
in
cui
si
parla
con
le
mani
.
È
proprio
certo
che
l
'
avvocato
difenda
soltanto
l
'
interrogato
dalle
insidie
del
giudice
,
e
non
lo
avverta
,
anche
nel
modo
più
corretto
,
con
una
obiezione
mossa
al
giudice
circa
la
domanda
posta
,
sul
come
deve
rispondere
?
C
'
è
un
romanzo
di
Arpino
,
Un
delitto
d
'
onore
,
che
è
la
storia
di
una
vicenda
realmente
avvenuta
:
e
chi
difendeva
l
'
imputato
era
un
parlamentare
illustre
,
ch
'
ebbe
anche
cariche
di
governo
,
ed
uomo
integerrimo
,
la
cui
memoria
è
da
tutti
giustamente
onorata
;
eppure
rimando
a
quel
romanzo
a
mostrare
come
,
anche
nelle
sfere
più
alte
,
il
penalista
non
possa
che
suggerire
all
'
imputato
,
pur
se
sicuro
autore
del
delitto
(
in
quel
caso
,
orrendo
)
,
la
via
della
sua
salvezza
.
StampaQuotidiana ,
Il
signor
X
,
viaggiatore
negli
Stati
Uniti
e
poeta
illustre
al
suo
paese
,
si
sveglia
molto
presto
nel
suo
albergo
a
Central
Park
,
a
Nuova
York
,
perché
in
America
,
contrariamente
all
'
Europa
,
le
camere
non
hanno
scuri
né
persiane
bensì
soltanto
leggere
veneziane
di
materia
plastica
che
lasciano
entrare
la
luce
a
torrenti
.
Il
signor
X
cerca
di
riaddormentarsi
,
ma
non
ci
riesce
.
Finalmente
va
alla
finestra
,
tira
su
la
veneziana
e
guarda
dall
'
alto
del
trentesimo
piano
alle
verdi
ondate
primaverili
di
Central
Park
che
sembrano
infrangersi
senza
rumore
contro
la
bianca
scogliera
dei
grattacieli
allineati
sulla
quinta
Avenue
.
È
mattina
presto
,
il
cielo
,
dietro
le
torri
dei
grattacieli
,
è
ancor
rosa
,
si
pensa
ad
un
'
aurora
tra
i
picchi
di
alte
montagne
.
"
Magnifica
città
"
,
borbotta
tra
sé
e
sé
il
signor
X
,
"
ma
perché
non
si
dorme
?
"
Il
signor
X
va
nel
bagno
,
si
spoglia
,
si
sottomette
alla
doccia
.
Santi
numi
:
questa
non
è
una
doccia
,
ma
un
furioso
getto
di
spilli
.
"
Ecco
la
differenza
tra
l
'
Europa
e
l
'
America
"
,
pensa
il
signor
X
,
"
in
Europa
la
doccia
è
uno
stillicidio
che
appena
accarezza
.
In
America
è
una
frusta
che
percuote
"
.
Contento
del
suo
paragone
,
il
signor
X
si
veste
lentamente
così
che
un
'
ora
e
più
passa
prima
che
il
telefono
squilli
e
la
voce
disumana
di
una
telefonista
(
sarà
bella
o
brutta
,
bionda
o
bruna
,
vecchia
o
giovane
?
Oppure
sarà
una
piccola
macchina
con
molte
ruote
dentate
e
la
voce
di
donna
?
)
l
'
avverta
che
sono
le
otto
e
mezzo
:
sveglia
.
Il
signor
X
si
precipita
fuori
della
stanza
,
corre
agli
ascensori
e
discende
a
pian
terreno
in
una
cabina
blindata
e
comandata
elettronicamente
,
piena
di
omaccioni
sbarbati
che
ostentano
sui
petti
delle
camicie
insolite
,
cravatte
ornate
di
stelle
,
di
soli
,
di
punti
interrogativi
,
di
cani
e
di
alberi
.
Il
signor
X
acquista
,
al
passaggio
per
l
'
atrio
,
il
giornale
del
mattino
(
titolo
su
sei
colonne
:
famiglia
massacrata
nel
sonno
;
il
bambino
fatto
a
pezzi
e
messo
nella
ghiacciaia
)
e
quindi
scende
sottoterra
,
al
ristorante
,
per
la
colazione
del
mattino
.
Gli
viene
portato
il
solito
pasto
sostanzioso
composto
di
succo
d
'
arancia
,
uova
,
lardo
,
salsicce
,
burro
,
marmellata
e
caffè
;
il
signor
X
porta
alle
labbra
il
bicchiere
e
quindi
rimane
a
bocca
aperta
:
su
una
pagina
del
giornale
campeggia
la
sua
fotografia
scattata
appena
due
giorni
fa
,
all
'
arrivo
del
piroscafo
.
"
Sono
dunque
davvero
a
Nuova
York
"
,
pensa
il
signor
X
,
non
senza
compiacimento
.
Sì
,
è
a
Nuova
York
;
e
Nuova
York
,
di
lì
a
qualche
minuto
,
lo
chiama
,
anzi
lo
esige
per
la
voce
di
un
cameriere
che
gira
fra
i
tavoli
gridando
il
suo
nome
.
Il
signor
X
pianta
in
asso
la
colazione
e
si
precipita
fuori
dell
'
albergo
.
Un
giovanotto
dall
'
aria
sportiva
si
presenta
,
gli
stringe
la
mano
,
lo
fa
salire
in
una
macchina
.
Vengono
attraversate
alcune
Avenue
e
un
numero
non
precisato
di
strade
,
la
macchina
si
ferma
sotto
uno
dei
tanti
grattacieli
,
sulla
porta
si
veggono
le
sigle
dorate
di
una
società
di
televisione
.
Ascensore
,
corridoi
,
porte
e
porte
,
ecco
il
solito
ufficio
americano
,
con
i
bidoni
d
'
acqua
da
bere
,
le
scrivanie
di
metallo
,
le
tante
segretarie
tutte
graziose
e
tutte
simili
l
'
una
all
'
altra
.
Il
signor
X
è
introdotto
direttamente
nel
teatro
di
posa
della
televisione
,
le
macchine
sono
pronte
,
gli
operatori
in
maniche
di
camicia
chiacchierano
aspettando
il
momento
dell
'
azione
.
Il
signor
X
viene
fatto
sedere
in
un
angolino
borghesemente
arredato
con
un
divanetto
,
un
tavolino
e
un
vaso
di
fiori
sul
tavolino
.
Un
ometto
anzianotto
,
dalla
faccia
smaltata
di
cerone
,
si
presenta
sorridendo
al
signor
X
e
gli
siede
accanto
sul
divano
.
Ha
in
mano
alcuni
fogli
sui
quali
sono
già
scritte
le
domande
che
rivolgerà
al
signor
X
.
Silenzio
.
I
riflettori
convergono
sull
'
ometto
dal
cerone
.
Costui
adesso
ha
un
piatto
davanti
a
sé
,
sul
tavolino
,
e
sul
piatto
c
'
è
un
pezzo
di
formaggio
.
L
'
ometto
taglia
una
fetta
di
formaggio
,
la
prende
tra
due
dita
,
la
morde
,
mastica
ghiottamente
e
quindi
con
voce
sonora
:
"
Signore
e
signori
,
questo
è
il
formaggio
per
voi
,
il
formaggio
Smith
,
il
solo
formaggio
senza
calorie
,
ricordatevi
:
formaggio
Smith
.
"
La
macchina
da
presa
si
abbassa
sul
piatto
inquadrando
il
formaggio
,
quindi
si
rialza
e
il
formaggio
viene
sostituito
con
un
bicchiere
e
un
fiasco
di
vino
.
L
'
ometto
dal
cerone
si
versa
un
bicchiere
di
vino
,
lo
sorseggia
e
quindi
esclama
:
"
Ora
un
buon
bicchiere
di
vino
.
Ma
vino
Jones
,
ricordate
:
vino
Jones
.
"
L
'
ometto
fa
piroettare
il
fiasco
sotto
i
riflettori
;
finalmente
si
sdraia
voluttuosamente
sul
divano
,
accende
un
lungo
sigaro
biondo
:
"
E
questo
sigaro
è
un
ottimo
,
eccellente
sigaro
Paloma
.
Ricordate
:
sigaro
Paloma
.
"
Quindi
senza
alcuna
transizione
:
"
Ora
passando
ad
altro
argomento
,
vi
presento
il
signor
X
,
poeta
celebre
,
arrivato
fresco
fresco
dall
'
Europa
avant
'
ieri
.
Come
state
signor
X
?
"
Il
signor
X
,
sbalordito
da
tanto
rapido
passaggio
dal
formaggio
,
dal
vino
e
dal
sigaro
alla
sua
poesia
,
riesce
tuttavia
a
balbettare
in
cattivo
inglese
che
sta
bene
.
L
'
ometto
gli
sorride
benevolmente
;
dietro
i
riflettori
anche
i
macchinisti
sorridono
,
ma
il
signor
X
ha
l
'
impressione
che
questi
ultimi
sorridano
con
qualche
malignità
.
Comunque
la
trasmissione
è
presto
fatta
:
sei
minuti
in
tutto
.
Il
signor
X
ha
appena
il
tempo
di
accennare
alla
probabile
parentela
della
sua
poesia
con
quella
di
Eliot
,
alla
stima
in
cui
tiene
poeti
come
Auden
e
Dylan
Thomas
,
che
i
riflettori
già
si
allontanano
e
l
'
ometto
con
un
gesto
della
mano
gli
taglia
la
parola
in
bocca
.
Il
signor
X
si
ritrova
di
nuovo
nella
strada
,
anche
questa
volta
,
però
,
c
'
è
un
giovanotto
zelante
che
si
presenta
,
lo
fa
salire
in
macchina
e
lo
trasporta
ad
altro
grattacielo
,
in
altra
strada
.
Il
signor
X
,
dopo
il
solito
ascensore
e
i
soliti
corridoi
,
è
introdotto
in
una
grande
sala
piena
di
seggiole
,
del
tutto
vuota
.
In
terra
c
'
è
uno
scatolone
irto
di
fili
,
davanti
al
signor
X
c
'
è
un
microfono
.
Il
signor
X
,
adesso
,
deve
recitare
meglio
che
può
alcune
sue
poesie
affinché
siano
registrate
su
un
disco
che
poi
verrà
messo
in
vendita
in
tutti
gli
Stati
Uniti
.
Il
signor
X
recita
dunque
quelle
sue
poesie
che
compose
in
vari
anni
,
nella
pace
malinconica
di
una
lontana
città
d
'
Europa
.
Le
recita
mettendoci
tutto
il
sentimento
che
può
,
più
un
altro
sentimento
affatto
nuovo
per
lui
,
quasi
di
sgomento
:
possibile
che
la
poesia
debba
diventare
un
affare
così
meccanico
,
attraverso
fotografie
di
giornali
,
schermi
televisivi
,
radio
e
dischi
di
grammofono
?
Finita
la
registrazione
,
il
signor
X
si
precipita
fuori
del
grattacielo
,
acchiappa
a
volo
un
taxi
e
corre
attraverso
le
affollate
strade
di
Nuova
York
all
'
ufficio
del
suo
editore
americano
,
in
bassa
città
,
come
si
dice
,
ossia
"
down
town
"
.
Ecco
la
quinta
Avenue
piena
di
passanti
frettolosi
che
corrono
nel
sole
già
caldo
,
ecco
le
torri
ferrigne
del
Rockefeller
Center
,
ecco
gli
alberi
verdi
di
Washington
Square
.
Il
signor
X
vuol
vedere
l
'
editore
che
gli
ha
pubblicato
un
libro
di
saggi
sulla
poesia
moderna
:
non
gli
dispiacerebbe
sapere
se
il
volume
si
è
venduto
.
In
cima
a
un
grattacielo
in
stile
assiro
-
babilonese
,
al
decimo
piano
,
il
signor
X
sbattuto
fuori
dell
'
ascensore
,
rotola
da
una
segretaria
all
'
altra
fino
alla
stanza
dell
'
editore
,
il
quale
lo
accoglie
a
braccia
aperte
.
Come
sono
cordiali
gli
Americani
:
dopo
quattro
minuti
il
signor
X
si
sente
chiamare
per
nome
e
si
sente
proporre
di
chiamare
a
sua
volta
per
nome
l
'
editore
,
James
,
soltanto
James
,
anzi
Jim
.
La
visita
del
resto
è
breve
perché
l
'
editore
è
molto
indaffarato
e
interrompe
spesso
la
conversazione
sia
per
rispondere
ad
una
delle
sue
numerose
segretarie
,
sia
per
parlare
in
una
macchinetta
di
ebanite
che
sta
sullo
scrittoio
,
sia
per
discorrere
a
lungo
ad
uno
dei
suoi
due
o
tre
telefoni
.
Il
signor
X
apprende
nel
frattempo
che
il
libro
si
vende
bene
;
e
che
quello
stesso
giorno
egli
dovrà
lasciarsi
intervistare
da
tre
o
quattro
giornalisti
,
far
colazione
con
due
o
tre
critici
,
intervenire
ad
un
cocktail
che
l
'
editore
offrirà
in
suo
onore
e
finalmente
partecipare
ad
una
discussione
pubblica
in
presenza
di
un
centinaio
di
persone
affiliate
all
'
associazione
potente
degli
Amici
della
Poesia
.
Lasciato
l
'
editore
,
al
signor
X
non
resta
dunque
che
correre
al
ristorante
dove
l
'
aspettano
i
critici
.
È
naturalmente
un
ristorante
italiano
e
naturalmente
il
ristorante
è
quasi
al
buio
,
perché
gli
Americani
amano
mangiare
al
buio
,
come
se
si
trattasse
di
una
faccenda
molto
intima
.
Nel
ristorante
,
al
solito
,
c
'
è
grandissima
folla
e
gli
avventori
aspettano
pazientemente
,
con
pazienza
tutta
americana
,
due
per
due
,
su
per
la
scala
,
che
un
tavolo
si
liberi
.
Finalmente
dopo
un
'
attesa
di
venti
minuti
,
un
tavolo
si
sgombera
e
il
signor
X
e
i
suoi
tre
critici
,
più
una
ragazza
che
egli
non
sa
chi
sia
,
più
un
giovanotto
che
sembra
accompagnare
la
ragazza
,
più
una
vecchia
signora
che
pare
conoscere
tutti
quanti
seggono
e
consumano
una
breve
colazione
a
base
di
grandi
foglie
di
lattuga
e
di
polpa
di
granchi
tritata
fine
e
condita
di
salsa
piccante
.
Il
signor
X
,
rianimato
dal
cibo
,
svolge
una
conversazione
brillante
,
o
almeno
così
gli
pare
,
rispondendo
alle
numerose
domande
dei
critici
e
degli
altri
tre
;
ma
sul
più
bello
,
quando
comincia
a
scaldarsi
,
il
pasto
finisce
e
tutti
quanti
,
dopo
avergli
dichiarato
che
sono
stati
addirittura
deliziati
dall
'
averlo
conosciuto
,
si
eclissano
rapidamente
.
Il
signor
X
si
ritrova
solo
e
deluso
,
sul
marciapiede
della
quinta
Avenue
,
tra
la
folla
delle
segretarie
che
,
poverette
,
corrono
agli
uffici
dopo
aver
mangiato
il
quotidiano
sandwich
a
tre
piani
negli
economici
"
drug
stores
"
.
È
un
brutto
momento
per
il
signor
X
,
come
è
sempre
un
brutto
momento
a
Nuova
York
quando
ci
si
ritrova
soli
,
perché
la
solitudine
in
America
non
fa
parte
della
vita
dell
'
uomo
e
piomba
addosso
improvvisa
come
un
vaso
di
fiori
che
caschi
sulla
testa
da
una
finestra
.
Il
signor
X
tuttavia
si
rincuora
guardando
al
proprio
libretto
degli
impegni
:
tra
un
'
ora
gli
appuntamenti
cominciano
e
proseguono
fitti
fitti
sino
alle
undici
di
notte
.
Consapevole
dello
sforzo
che
richiederà
una
simile
giornata
,
il
signor
X
corre
all
'
albergo
,
dove
si
getta
sul
letto
,
stremato
,
cercando
di
riguadagnare
il
sonno
che
la
notte
gli
ha
negato
.
Fatica
sprecata
:
il
sonno
non
viene
e
invece
il
telefono
squilla
senza
tregua
:
interviste
,
vecchie
signore
protettrici
di
poeti
,
ammiratori
,
agenti
letterari
,
qualche
vecchia
conoscenza
d
'
Europa
emigrata
molti
anni
fa
in
America
e
che
,
al
telefono
,
sembra
proprio
storpiare
ormai
la
lingua
originaria
.
L
'
ora
del
riposo
,
della
"
relaxation
"
come
dicono
gli
Americani
,
è
presto
passata
,
il
signor
X
balza
dal
letto
come
spinto
da
una
molla
potente
,
si
cambia
la
camicia
ormai
già
tutta
nera
e
gualcita
e
corre
ai
vari
appuntamenti
del
pomeriggio
.
Egli
apprende
così
a
proprie
spese
che
a
Nuova
York
il
traffico
è
lentissimo
perché
le
distanze
sono
enormi
e
le
strade
ingorgate
di
milioni
di
macchine
;
che
gli
impegni
che
da
lontano
sembrano
lusinghieri
ed
importanti
si
risolvono
quasi
tutti
in
faccenduole
pseudo
-
pubblicitarie
;
e
che
alla
fine
di
tanti
impegni
,
dopo
tutto
,
non
è
spiacevole
ritrovarsi
nel
salotto
dell
'
editore
,
alla
cinquantesima
strada
,
e
sorbire
un
whisky
o
due
o
tre
o
anche
quattro
o
anche
cinque
.
Insomma
,
il
signor
X
,
pur
bevendo
senza
tregua
,
stringe
la
mano
ad
una
quarantina
di
persone
,
scambia
dei
complimenti
con
una
ventina
,
discorre
affabilmente
con
una
decina
,
scrive
sul
suo
libretto
l
'
indirizzo
e
l
'
invito
di
cinque
o
sei
,
e
,
last
but
not
least
,
fa
la
corte
,
alla
maniera
europea
,
ad
almeno
un
paio
di
ragazze
dalle
stupende
anatomie
,
bionde
,
ammirate
e
infantili
.
Come
per
miracolo
(
il
miracolo
ingenerato
dall
'
ebbrezza
del
whisky
)
,
dopo
il
cocktail
il
signor
X
scopre
ad
un
tratto
di
essere
su
un
palco
,
nella
sala
da
pranzo
di
un
grande
albergo
:
egli
ha
già
cenato
,
ora
si
trova
sul
palco
,
e
cento
persone
sedute
nella
sala
lo
guardano
a
bocca
aperta
.
Qualcuno
presenta
il
signor
X
,
con
acconce
parole
e
poi
è
la
sua
volta
:
deve
rileggere
le
poesie
che
già
lesse
al
mattino
alla
sede
della
società
grammofonica
.
Il
signor
X
è
stanco
,
anzi
esausto
,
la
dizione
dei
propri
versi
gli
costa
uno
sforzo
enorme
,
è
fradicio
di
sudore
,
né
valgono
a
rinfrescarlo
ormai
gli
applausi
numerosi
che
accolgono
la
fine
della
lettura
.
Quindi
il
signor
X
deve
rispondere
alle
domande
che
gli
rivolgono
varie
persone
levandosi
a
turno
dalla
folla
:
gli
piace
l
'
America
?
Perché
non
scrive
poesie
di
argomento
religioso
?
Che
pensa
del
vaccino
contro
la
poliomielite
?
Che
pensa
della
civiltà
moderna
?
Dove
andrà
in
America
?
Che
pensa
della
psicanalisi
?
L
'
inglese
del
signor
X
è
messo
ad
una
prova
durissima
,
tuttavia
egli
può
accorgersi
che
i
suoi
difetti
di
pronunzia
,
il
suo
imbarazzo
,
la
sua
stanchezza
piacciono
al
pubblico
avido
piuttosto
di
verità
che
di
poesie
,
che
in
realtà
è
venuto
più
per
veder
lui
che
per
sentire
i
suoi
versi
.
Altro
cambiamento
di
scena
,
l
'
ultimo
questa
volta
:
uno
studio
da
pittore
"
down
town
"
,
nel
Greenwich
Village
,
uno
studio
abitato
però
da
un
decoratore
il
quale
,
infatti
,
l
'
ha
arredato
in
maniera
bizzarra
con
statue
dell
'
isola
di
Pasqua
,
totem
,
stoffe
di
Hawai
e
altre
singolarità
polinesiane
.
Ci
sono
anche
qui
una
quarantina
di
persone
e
il
whisky
scorre
a
fiotti
;
ma
ormai
il
signor
X
non
è
più
in
grado
di
distinguere
le
facce
né
di
contare
i
bicchieri
di
whisky
.
Nuova
York
l
'
ha
afferrato
e
sbattuto
nelle
sue
spire
,
come
il
ciclotrone
afferra
e
sbatte
l
'
atomo
,
e
l
'
ha
disintegrato
a
fondo
,
senza
possibilità
,
almeno
per
quella
notte
,
di
alcun
ricupero
anche
parziale
.
Qualche
bel
volto
di
donna
emerge
un
momento
dalla
nebbia
della
stanchezza
e
dell
'
ebbrezza
e
poi
scompare
subito
.
Il
signor
X
,
accompagnato
all
'
albergo
da
una
allegra
compagnia
,
sale
alla
propria
camera
e
si
affaccia
alla
finestra
.
Il
cielo
notturno
è
pieno
di
finestre
,
fino
ad
altezze
incredibili
,
e
in
ogni
finestra
qualche
cosa
brilla
,
un
lume
,
qualche
cosa
si
muove
,
forse
una
persona
.
"
Un
cielo
pieno
di
finestre
"
,
pensa
il
signor
X
faticosamente
,
"
ma
senza
alcuna
porta
per
entrarci
.
"
Su
questa
riflessione
,
il
signor
X
abbassa
la
veneziana
e
va
a
coricarsi
.
StampaQuotidiana ,
In
una
serie
di
scritti
minori
,
che
troveranno
,
spero
,
la
loro
fusione
in
un
libro
che
riuscirà
davvero
fondamentale
,
Sergio
Cotta
affronta
alcuni
dei
problemi
più
sentiti
:
ciò
che
rappresentino
nel
nostro
tempo
giustizia
,
diritto
e
politica
.
Credo
tutti
concordiamo
sulla
equivocità
di
ciascuno
di
questi
termini
:
giacché
la
storia
ci
dimostra
quanto
in
ogni
civiltà
ed
in
ogni
epoca
varii
il
concetto
del
giusto
;
come
la
legalità
possa
essere
posta
al
servizio
così
dei
più
alti
ideali
di
bene
,
come
della
iniquità
più
profonda
(
la
legge
ha
persino
talora
obbligato
il
figlio
a
denunciare
i
genitori
per
le
loro
opinioni
avverse
al
regime
dominante
)
;
la
politica
,
poi
,
dovrebbe
significare
l
'
arte
di
reggere
la
cosa
pubblica
nel
migliore
dei
modi
,
quello
che
comunemente
si
chiama
il
«
modo
giusto
»
(
e
ritorniamo
alle
varie
maniere
con
cui
si
può
concepire
la
giustizia
)
;
ma
è
spesso
interpretata
come
l
'
arte
del
dominio
,
il
modo
di
conquistare
e
conservare
il
potere
.
In
uno
scritto
«
Diritto
e
politica
»
pubblicato
nella
rivista
Justitia
,
Cotta
parte
dal
monito
di
Francesco
Carnelutti
,
negli
ultimi
anni
,
quando
sempre
più
confidava
nella
carità
cristiana
:
«
Sempre
meno
diritto
!
»
:
altamente
significativo
in
chi
era
stato
uno
dei
più
alti
costruttori
del
diritto
positivo
.
Facile
constatare
come
questo
monito
non
sia
stato
raccolto
,
come
il
legislatore
,
pungolato
dai
vari
gruppi
,
prolifichi
sempre
più
nella
creazione
di
nuove
norme
.
Cotta
,
cristiano
convinto
,
riconosce
che
la
legalità
implica
misura
di
diritti
e
di
doveri
;
mentre
la
vita
cristiana
trascende
nella
pienezza
dell
'
amore
,
ogni
contrapposizione
di
diritti
e
di
doveri
(
l
'
esempio
del
dovere
del
povero
di
restituire
al
ricco
ciò
che
ha
ottenuto
in
prestito
,
che
contrasta
alla
carità
cristiana
)
.
Questa
è
però
solo
una
fonte
secondaria
dell
'
antigiuridicismo
ampiamente
oggi
diffuso
specie
tra
i
giovani
,
nel
senso
che
non
si
chiede
più
l
'
applicazione
della
legge
,
quanto
un
continuo
adattamento
di
questa
applicazione
a
quella
che
alle
varie
tendenze
politiche
,
e
così
a
quelle
dominanti
,
sembra
realizzazione
della
giustizia
:
che
viene
poi
a
identificarsi
con
quello
che
a
ciascuno
appare
il
più
equo
assetto
sociale
.
Ora
,
sempre
ci
furono
reciproche
influenze
tra
politica
e
diritto
;
ma
il
diritto
fu
sempre
considerato
il
limite
della
politica
e
non
viceversa
.
Che
la
normativa
abbia
trovato
tradizionale
espressione
nel
termine
legge
,
significa
che
si
riteneva
che
in
questo
termine
confluissero
leggi
giuridiche
,
morali
,
di
natura
,
divine
,
in
una
apertura
che
abbracciasse
l
'
intero
universo
dell
'
uomo
composto
in
una
regolare
armonia
.
L
'
autonomia
del
singolo
dev
'
essere
strumento
necessario
perché
l
'
uomo
non
si
esaurisca
nel
cittadino
.
L
'
idea
di
una
legalità
connessa
soltanto
ad
ordinamenti
politici
,
postula
il
rinnegamento
di
un
diritto
universale
.
L
'
art.
3
della
nostra
Costituzione
,
sacrosanto
principio
di
eguaglianza
,
se
interpretato
,
come
alcuni
vogliono
,
quale
una
gigantesca
clausola
equitativa
,
che
consente
al
giudice
di
giudicare
secondo
equità
,
porta
alla
dissoluzione
dell
'
ordinamento
giuridico
.
Resta
la
norma
Quod
judici
placuit
legis
habeat
vigore
;
viene
meno
il
senso
dell
'
universale
normatività
del
diritto
e
così
la
sicurezza
del
vivere
.
Se
,
come
oggi
,
si
affievolisce
la
solidarietà
civica
ed
in
uno
Stato
si
affermano
diverse
forze
politiche
,
il
legame
giuridico
(
che
dovrebbe
essere
pacificatore
)
attraverso
il
giudice
politicizzante
fa
del
diritto
uno
strumento
di
lotta
;
e
si
perpetua
la
divisione
del
mondo
secondo
nazioni
,
ideologie
,
asserite
verità
in
contrasto
tra
loro
.
Ho
scritto
altre
volte
che
se
tutti
aspirano
alla
giustizia
,
allorché
si
tratti
poi
di
valutare
se
una
legge
od
un
comportamento
siano
o
meno
giusti
,
le
opinioni
appaiono
sempre
disparate
.
Nell
'
articolo
«
Primato
o
complementarità
della
giustizia
?
»
sulla
Rivista
internazionale
di
scienze
giuridiche
Cotta
osserva
che
nell
'
opinione
generalizzata
dell
'
uomo
d
'
oggi
la
giustizia
sovrasta
tutti
gli
altri
valori
ispiratori
che
guidano
l
'
azione
.
(
E
sarei
tratto
a
dire
che
sempre
l
'
uomo
ha
detto
a
parole
di
volere
la
giustizia
,
anche
quando
riteneva
giusto
che
ci
fossero
ceti
privilegiati
,
con
un
trattamento
particolare
,
se
poi
Cotta
non
aggiungesse
che
la
giustizia
di
cui
si
afferma
il
primato
è
intesa
in
una
prospettiva
essenzialmente
politica
;
è
cioè
uno
dei
modi
con
cui
nei
vari
periodi
si
ritenne
o
meno
giusto
un
comportamento
;
oggi
è
la
giustizia
a
vantaggio
dei
più
poveri
)
.
Non
solo
gli
altri
valori
che
un
tempo
apparvero
le
grandi
mire
da
raggiungere
non
valgono
se
non
accompagnati
alla
giustizia
(
libertà
senza
giustizia
=
privilegio
;
sviluppo
senza
giustizia
=
sfruttamento
;
ordine
,
legalità
,
pace
senza
giustizia
=
disordine
,
ipocrisia
,
imposizione
-
scrive
Cotta
)
,
ma
egli
va
oltre
.
Per
un
cattolico
convinto
come
lui
,
la
somma
virtù
è
la
carità
;
ma
,
osservatore
acuto
del
proprio
tempo
,
constata
altresì
che
-
nel
sentire
d
'
oggi
-
carità
senza
giustizia
è
considerata
paternalismo
(
storia
delle
parole
:
divenuta
spregiativa
quella
che
indica
l
'
affetto
protettivo
del
padre
verso
i
figli
)
,
sentimentalismo
.
Carità
,
libertà
,
sviluppo
apparvero
valori
che
dovessero
segnare
le
direttive
della
umanità
in
epoche
relativamente
a
noi
vicine
.
Ma
il
primato
della
libertà
si
è
iscritto
in
una
visione
ottimistica
,
che
non
ha
riscontro
nella
realtà
,
e
conduce
alla
selezione
del
migliore
,
del
più
atto
.
Lo
sviluppo
esige
ordinamento
,
limitazione
della
libertà
di
ciascuno
,
e
si
iscrive
nel
quadro
di
un
economismo
utilizzante
;
e
si
è
visto
che
favorisce
i
paesi
ed
i
ceti
più
sviluppati
,
va
a
ritmo
rallentato
per
i
più
poveri
.
Ma
la
carità
?
Come
avviene
che
tanti
cristiani
sembrino
subordinarla
alla
incidenza
sociale
della
giustizia
?
«
Il
fatto
è
che
la
carità
è
pazienza
,
sopportazione
,
sacrificio
e
rischio
accettati
gioiosamente
:
tutto
perdona
e
nulla
pretende
»
;
riflette
un
'
idea
tutta
propria
e
singolare
della
dignità
umana
,
che
non
si
esprime
nella
rivendicazione
dei
propri
diritti
,
bensì
nel
dono
e
nel
perdono
fino
al
sacrificio
di
sé
.
Ma
se
posso
tollerare
il
torto
fatto
a
me
,
posso
tollerare
quello
fatto
agli
altri
?
Essa
non
dà
la
sicurezza
,
e
non
riconosce
una
eguale
dignità
per
tutti
.
Ma
Cotta
,
mentre
constata
che
il
primato
della
giustizia
supera
il
soggettivismo
ed
il
volontarismo
nel
fare
,
l
'
economismo
puro
,
il
dono
-
sacrificio
,
riconosce
che
la
giustizia
di
cui
oggi
si
afferma
il
primato
è
intesa
in
una
prospettiva
essenzialmente
politica
:
è
contrapposta
non
solo
alla
legge
positiva
,
ma
alla
categoria
del
giuridico
,
là
dove
strutturalmente
diritto
e
giustizia
non
differiscono
.
La
espressione
«
giustizia
sociale
»
designa
l
'
ordine
armonioso
di
una
comunità
;
ma
quest
'
ordine
può
essere
contrapposto
a
quello
di
un
'
altra
(
penso
al
sentire
della
comunità
svizzera
rispetto
ai
bisogni
delle
comunità
più
povere
)
.
Per
sostenere
il
primato
della
giustizia
occorre
considerarla
in
una
dimensione
universale
,
ed
allora
non
può
essere
attuata
che
attraverso
il
diritto
:
la
vecchia
concezione
del
diritto
,
non
equivalente
a
legge
nazionale
,
ma
agli
eterni
concetti
di
giusto
e
d
'
ingiusto
,
non
può
realizzarsi
che
mediante
la
giuridicità
.
Senza
di
questa
non
riusciremo
mai
ad
attuare
la
giustizia
:
chi
amministrerà
la
comunità
in
cui
essa
si
realizza
?
Chi
proteggerà
dai
violenti
,
che
sempre
esisteranno
?
Fissato
una
volta
un
ordine
armonioso
e
globale
,
poiché
né
lo
sviluppo
,
né
la
tecnica
si
arrestano
,
senza
un
ordine
giuridico
esso
o
degenererebbe
,
o
esigerebbe
l
'
arresto
di
ogni
altro
fattore
.
San
Paolo
non
è
superato
,
non
siamo
all
'
epoca
post
-
cristiana
,
se
non
per
chi
non
ha
una
concezione
anarcoide
del
cristianesimo
primitivo
:
ma
San
Paolo
è
completato
dalla
filosofia
greca
(
le
cui
grandi
linee
ben
conosceva
)
:
la
giuridicità
condizione
necessaria
per
l
'
attuazione
della
giustizia
.
StampaQuotidiana ,
Nuova
York
-
L
'
uniformità
,
la
monotonia
,
il
livellamento
egualitario
della
civiltà
urbana
degli
Stati
Uniti
sono
forse
dopo
il
macchinismo
il
fatto
più
vistoso
che
attragga
l
'
attenzione
del
viaggiatore
nel
Nord
-
America
.
Intendiamoci
:
anche
in
Europa
,
persino
Paesi
di
quasi
incredibile
varietà
di
aspetti
come
l
'
Italia
presentano
uno
stile
nazionale
uniforme
e
riconoscibile
.
Certi
caratteri
fondamentali
della
civiltà
italiana
si
ritrovano
egualmente
così
in
Piemonte
come
in
Sicilia
.
Ma
si
tratta
di
stile
,
cioè
di
qualche
cosa
di
oltremodo
indefinibile
e
irrazionale
che
bisogna
far
risalire
per
forza
a
quello
che
di
solito
viene
chiamato
genio
nazionale
.
In
America
invece
la
monotonia
e
uniformità
della
civiltà
urbana
sono
un
fatto
chiarissimo
e
definibilissimo
,
le
cui
cause
sono
perfettamente
conosciute
e
conoscibili
.
La
monotonia
e
uniformità
americane
sono
non
già
un
'
espressione
del
genio
nazionale
(
e
come
potrebbero
,
in
un
Paese
come
questo
di
composita
emigrazione
,
tutto
convenzionale
e
tutto
legale
ossia
tutto
astratto
?
)
,
ma
il
risultato
di
una
rigorosa
quanto
inconsapevole
opera
di
standardizzazione
e
unificazione
meccanica
.
La
monotonia
e
uniformità
dell
'
America
sono
,
insomma
,
prodotte
dalla
macchina
e
non
dall
'
uomo
.
Una
cittadina
tipica
americana
,
una
Jonesville
o
Smithville
,
si
annunzia
prima
di
tutto
con
un
colorato
quanto
squallido
disordine
di
pompe
di
benzina
,
di
stands
per
automobili
,
di
bar
,
di
"
drug
stores
"
e
via
dicendo
.
Sono
costruzioni
di
cemento
bianco
,
da
fiera
campionaria
,
decorate
delle
inevitabili
,
chiassose
ed
euforiche
pubblicità
dei
grandi
prodotti
standard
americani
:
sigarette
,
olii
minerali
,
cibi
in
scatola
,
automobili
,
confezioni
,
ecc.
ecc.
Poco
dopo
questo
disordine
suburbano
e
industriale
,
la
cittadina
prende
corpo
lungo
la
Main
Street
,
il
corso
diremmo
noi
.
File
e
file
di
case
di
mattoni
a
tre
o
quattro
piani
,
spesso
con
le
scalette
di
ferro
anti
-
incendi
sospese
sulle
facciate
,
quali
intonacate
e
altre
no
,
quali
con
il
portichetto
e
altre
no
,
ancora
cartelloni
pubblicitari
;
e
poi
negozi
e
negozi
in
cui
non
si
vende
nulla
che
non
sia
venduto
nello
stesso
momento
in
tutte
le
città
grandi
e
piccole
dei
quarantotto
Stati
d
'
America
:
beni
di
consumo
,
insomma
,
fabbricati
in
serie
e
distribuiti
ai
minutanti
che
li
accomodano
a
modo
loro
nelle
vetrine
.
O
meglio
,
non
a
modo
loro
,
ma
secondo
le
formule
anch
'
esse
standard
;
per
esempio
il
negozio
di
scarpe
trasformerà
la
vetrina
in
una
piccola
foresta
di
alberi
di
materia
plastica
rosa
e
tra
i
rami
,
come
fiori
o
uccelli
,
poserà
scarpette
di
donne
né
più
né
meno
come
nella
cinquantasettesima
strada
a
Nuova
York
o
a
Michigan
Avenue
a
Chicago
.
Camminando
per
la
Main
Street
,
vi
imbatterete
nel
Municipio
quasi
sempre
dello
stile
insipidamente
neoclassico
degli
edifici
pubblici
di
Washington
,
nell
'
albergo
principale
,
assai
simile
ad
altri
alberghi
di
altre
città
americane
,
in
un
paio
di
cinema
decorati
di
lampadine
disposte
nello
stessissimo
modo
che
a
Times
Square
,
in
qualche
ristorante
italiano
o
steak
-
house
anch
'
essi
standard
,
in
una
o
due
banche
lucide
,
marmoree
e
ornate
di
ottoni
come
quelle
di
Nuova
York
e
insomma
in
tutto
ciò
che
a
Nuova
York
o
Chicago
è
più
imponente
,
più
ricco
ma
non
diverso
.
Che
dire
di
più
:
dovunque
poserete
lo
sguardo
vedrete
,
insomma
,
cose
note
,
standard
,
che
avete
visto
altrove
e
che
anche
quando
le
vedeste
per
la
prima
volta
non
vi
diedero
l
'
impressione
della
novità
.
Ma
non
basta
.
Oltre
all
'
uniformità
bisogna
aggiungere
un
altro
carattere
:
la
mancanza
di
originalità
o
meglio
di
originarietà
di
questa
civiltà
.
Ci
sono
ancora
,
è
vero
,
agli
Stati
Uniti
,
soprattutto
negli
Stati
del
Sud
e
del
New
England
aggregati
urbani
più
vecchi
che
hanno
talvolta
una
fisionomia
distinta
e
inconfondibile
;
ma
sono
poca
cosa
ormai
di
fronte
all
'
immensa
quantità
di
città
,
cittadine
,
borghi
,
villaggi
e
località
tutte
simili
e
per
così
dire
intercambiabili
nelle
quali
invano
si
cercherebbe
un
carattere
distintivo
e
originario
,
prodotto
dalla
storia
,
dalla
tradizione
,
dall
'
economia
locale
.
Non
c
'
è
tradizione
,
non
c
'
è
storia
e
soprattutto
non
c
'
è
economia
locale
.
La
cittadina
appartiene
non
a
se
stessa
,
bensì
agli
Stati
Uniti
,
di
cui
riflette
fedelmente
i
tratti
più
noti
.
In
questa
cittadina
non
si
vende
e
non
si
compra
nulla
che
sia
prodotto
sul
luogo
,
non
si
pensa
,
non
si
legge
,
non
si
insegna
,
non
si
impara
e
non
si
fa
nulla
che
non
si
pensi
,
non
si
legga
,
non
si
insegni
,
e
non
si
impari
e
non
si
faccia
in
migliaia
e
migliaia
di
altri
luoghi
simili
.
Inoltre
,
non
avendo
nulla
di
originale
,
la
città
o
il
villaggio
non
ha
nulla
di
bello
perché
la
bellezza
è
legata
all
'
originalità
e
questa
a
sua
volta
è
un
frutto
del
rapporto
tra
l
'
uomo
e
la
natura
.
Veniamo
qui
ad
un
altro
importante
carattere
degli
Stati
Uniti
:
l
'
astrazione
di
questa
civiltà
urbana
sviluppatasi
troppo
rapidamente
in
un
Paese
vergine
ancor
ieri
abitato
dalle
bestie
selvatiche
e
dagli
indiani
nomadi
.
Il
simbolo
degli
Stati
Uniti
potrebbe
essere
il
nastro
di
cemento
e
di
asfalto
percorso
a
gran
velocità
da
brillanti
automobili
nuove
di
zecca
il
quale
spesso
si
snoda
attraverso
magnifiche
foreste
dove
ancora
vivono
gli
orsi
,
i
cervi
,
e
i
gatti
selvatici
.
In
realtà
la
natura
americana
è
stata
brutalmente
violentata
dalla
civiltà
industriale
e
pur
largendo
ad
essa
le
sue
ricchezze
,
come
una
donna
,
appunto
,
violentata
non
rifiuta
i
figli
del
suo
ventre
al
suo
violentatore
,
le
ha
negato
l
'
amore
,
ossia
quelle
radici
,
quella
lenta
fusione
della
civiltà
con
la
natura
,
quel
paziente
assestamento
dell
'
uomo
sulla
terra
che
sono
all
'
origine
delle
antiche
culture
d
'
Europa
e
d
'
Asia
.
Qui
natura
e
civiltà
industriale
si
volgono
a
vicenda
le
spalle
,
la
prima
ancora
vergine
,
la
seconda
tutta
astratta
e
convenzionale
.
Le
città
qui
finiscono
nei
campi
di
rottami
dei
cimiteri
di
automobili
;
e
sovente
un
passo
più
in
là
i
cervi
passano
in
branchi
sui
limitari
delle
foreste
.
Si
è
descritto
finora
la
comunità
urbana
grande
o
piccola
degli
Stati
Uniti
.
Ora
vorremmo
tentare
un
paragone
che
ci
pare
illuminante
:
l
'
individuo
in
America
si
trova
un
poco
nella
stessa
situazione
di
queste
comunità
;
ossia
i
suoi
rapporti
con
la
società
americana
rassomigliano
molto
ai
rapporti
delle
comunità
con
il
resto
degli
Stati
Uniti
.
L
'
individuo
,
in
altri
termini
,
come
le
comunità
,
non
ha
un
'
autonomia
propria
,
non
è
in
grado
di
sviluppare
i
propri
gusti
privati
e
particolari
,
il
proprio
carattere
,
la
propria
personalità
se
non
attraverso
la
società
e
anche
questo
in
maniera
affatto
razionale
e
utilitaria
,
ossia
molto
ridotta
.
La
scuola
,
il
moralismo
puritano
,
la
pressione
associativa
,
il
"
job
"
l
'
aspettano
al
varco
e
non
ha
fatto
ancora
a
tempo
ad
aprire
gli
occhi
sul
mondo
che
è
già
condizionato
,
limitato
,
determinato
,
assorbito
dalla
macchina
produttiva
e
perciò
separato
definitivamente
da
se
stesso
e
dalla
più
profonda
e
autentica
natura
.
Né
,
in
una
civiltà
come
questa
,
in
cui
non
esiste
una
cultura
proletaria
o
contadina
distinta
da
quella
borghese
,
o
una
cultura
provinciale
distinta
da
quella
metropolitana
come
in
Europa
,
ma
invece
soltanto
una
generale
cultura
urbana
e
tecnica
,
egli
può
appigliarsi
,
per
costruire
se
stesso
,
alle
proprie
origini
.
Dovunque
,
insomma
,
egli
si
volga
,
non
trova
che
standards
,
ossia
nastri
scorrenti
obbligati
educativi
,
informativi
,
religiosi
,
morali
e
tecnici
sui
quali
la
sua
personalità
,
che
lo
voglia
o
no
,
viene
montata
pezzo
per
pezzo
,
un
po
'
come
le
automobili
nelle
fabbriche
di
Detroit
,
e
avviata
inesorabilmente
dentro
il
circuito
sociale
.
Naturalmente
il
fenomeno
è
vicendevole
:
l
'
individuo
in
America
è
debole
perché
la
società
è
forte
ma
la
società
è
forte
perché
l
'
individuo
è
debole
.
Già
Tocqueville
nel
suo
libro
sulla
democrazia
in
America
aveva
notato
l
'
immensa
capacità
degli
Americani
di
riunirsi
e
partecipare
alle
più
svariate
associazioni
:
"
Les
Americains
de
tous
les
âges
,
de
toutes
les
conditions
,
de
tous
les
esprits
s
'
unissent
sans
cesse
.
Non
seulement
ils
ont
des
associations
commerciales
et
industrielles
auxquelles
tous
prennent
part
,
mais
ils
en
ont
encore
de
mille
autres
espèces
:
de
réligieuses
,
de
morales
,
de
graves
,
de
futiles
,
de
fort
générales
et
de
très
particulières
,
d
'
immenses
et
de
fort
petites
"
.
Ancor
oggi
l
'
Americano
di
tutte
le
età
e
condizioni
teme
la
solitudine
in
cui
si
sente
debole
e
disarmato
come
i
suoi
padri
pionieri
allorché
colonizzarono
il
paese
immenso
,
deserto
e
pieno
di
pericoli
.
Ma
quello
che
ai
tempi
di
Tocqueville
,
in
pieno
sviluppo
dell
'
individualismo
demonico
europeo
,
poteva
sembrare
ed
era
certamente
una
qualità
nuova
e
insolita
,
oggi
è
diventato
un
po
'
la
fatalità
della
vita
americana
.
L
'
individuo
,
agli
Stati
Uniti
,
in
qualsiasi
condizione
e
a
qualsiasi
livello
,
non
può
che
associarsi
sia
fisicamente
,
sia
intellettualmente
.
Fisicamente
,
attraverso
il
lavoro
e
l
'
immensa
varietà
delle
associazioni
d
'
ogni
genere
,
intellettualmente
attraverso
la
cultura
di
massa
o
cultura
di
produzione
in
serie
propinata
in
maniera
seducente
,
facile
e
insensibile
dalle
innumerevoli
riviste
,
dalla
radio
,
dalla
televisione
,
dal
cinema
,
dalla
letteratura
spicciola
,
insomma
,
da
tutto
ciò
che
da
un
lato
serve
ad
istruirlo
e
distrarlo
e
dall
'
altro
a
mantenerlo
ben
dentro
la
massa
,
senza
alcuna
possibilità
di
scappatoia
.
Senonché
questa
impossibilità
dell
'
individuo
di
avere
un
'
esistenza
propria
,
radici
proprie
,
personalità
propria
non
è
affatto
compensata
dalle
possibilità
di
trovare
nella
società
ragioni
complesse
e
profonde
di
vita
.
Si
tratta
,
infatti
,
di
una
società
esclusivamente
dedicata
alla
produzione
in
serie
al
tempo
stesso
astratta
e
materialista
,
che
rende
ogni
cosa
facile
ed
acquistabile
e
perciò
appunto
anonima
e
impersonale
.
Una
immagine
simbolica
di
tale
società
può
essere
fornita
dai
grandi
magazzini
dove
l
'
avventore
può
trovare
tutto
,
dal
cibo
ai
libri
,
dai
vestiti
alle
medicine
,
tutto
fuorché
naturalmente
qualcosa
che
riguardi
lui
e
soltanto
lui
sul
piano
ideale
e
metafisico
.
Ne
segue
che
mentre
la
società
produttiva
agli
Stati
Uniti
ha
un
ritmo
potente
,
vitale
,
aggressivo
,
e
,
in
certo
modo
meccanico
,
anche
allegro
,
l
'
individuo
preso
da
solo
,
nell
'
intimità
di
una
sincerità
amichevole
o
,
come
spesso
avviene
,
di
una
confessione
psicanalitica
,
si
rivela
molto
spesso
triste
,
ansioso
,
esaurito
,
frustrato
e
tormentato
dal
senso
di
colpa
(
due
parole
molto
in
voga
agli
Stati
Uniti
:
"
frustrated
"
e
"
guilty
"
)
.
Egli
vorrebbe
essere
se
stesso
,
ma
molto
spesso
questo
essere
se
stesso
gli
appare
come
qualche
cosa
di
proibito
,
come
un
mancamento
o
un
tradimento
verso
la
società
di
cui
fa
parte
.
D
'
altra
parte
,
passando
dal
campo
strettamente
privato
a
quello
pubblico
,
egli
sa
che
se
vuole
contare
soltanto
sopra
se
stesso
,
tagliare
i
mille
legami
che
lo
uniscono
alla
società
,
ergersi
magari
contro
di
essa
,
si
trova
praticamente
in
una
condizione
di
quasi
assoluta
impotenza
.
Le
grandi
corporazioni
industriali
,
i
grandi
partiti
politici
,
le
grandi
associazioni
di
razza
,
di
religione
e
di
capacità
finanziaria
gli
stanno
di
fronte
come
tanti
colossi
che
nonché
combattere
,
egli
non
è
neppure
in
grado
di
conoscere
e
giudicare
.
Né
gli
è
consentito
alcun
vero
anticonformismo
;
ché
anche
l
'
anticonformismo
agli
Stati
Uniti
è
una
faccenda
di
massa
e
trova
subito
l
'
associazione
,
il
partito
,
il
gruppo
,
lo
schema
pratico
e
utilitario
che
lo
assorbono
e
lo
mettono
al
servizio
della
società
.
In
altri
termini
l
'
individuo
agli
Stati
Uniti
,
come
la
piccola
comunità
urbana
sopra
descritta
,
soffre
di
un
divorzio
costante
e
prematuro
dalla
natura
che
è
in
lui
e
intorno
a
lui
.
Donde
quella
singolare
mescolanza
,
nell
'
americano
,
di
liscio
e
scorrevole
automatismo
sociale
e
di
improvvisi
furori
istintivi
,
di
monotona
efficienza
produttiva
e
di
esplosioni
emotive
,
secondo
che
,
appunto
,
prevalgono
in
lui
i
motivi
razionali
e
sociali
o
quelli
personali
e
irrazionali
.
Tuttavia
quest
'
individuo
così
spesso
"
frustrated
"
e
"
guilty
"
è
ricco
di
forze
ideali
e
vitali
;
e
non
si
capisce
l
'
America
se
non
si
tiene
conto
della
fondamentale
sanità
e
buona
volontà
dell
'
uomo
in
questo
Paese
.
L
'
individuo
in
America
non
è
quasi
mai
minato
dal
decadentismo
,
ossia
da
un
rovesciamento
negativo
dei
valori
;
come
avviene
talvolta
in
Europa
;
lo
attesta
se
non
altro
la
sua
immensa
fiducia
nella
scienza
.
Egli
è
essenzialmente
il
prodotto
di
una
rigida
censura
,
per
adoperare
un
termine
psicanalitico
,
di
origine
religiosa
e
sociale
.
Tutte
le
società
subiscono
una
specie
di
moto
pendolare
che
va
dalla
prevalenza
dei
motivi
sociali
a
quella
dei
motivi
individuali
e
viceversa
.
Oggi
il
movimento
del
pendolo
agli
Stati
Uniti
è
chiaramente
a
favore
del
conformismo
sociale
.
Ma
domani
potrà
esserci
un
movimento
opposto
,
di
eguale
ampiezza
.
Quale
forma
potrà
avere
questo
movimento
è
quasi
impossibile
dirlo
.
Ma
si
può
senz
'
altro
prevederne
l
'
originalità
e
la
novità
dall
'
originalità
e
novità
dei
fenomeni
attuali
ai
quali
esso
reagirebbe
StampaQuotidiana ,
Pare
che
il
prossimo
anno
saremo
alle
prese
con
una
serie
di
referendum
.
Vorrei
considerare
l
'
istituto
,
non
da
giurista
o
teorico
,
ma
nella
realtà
della
vita
.
Appare
come
il
vero
strumento
del
governo
democratico
;
è
quello
che
ci
permette
di
conoscere
l
'
opinione
dei
più
,
senza
intermediari
.
Comprendo
l
'
uso
che
se
ne
fa
nel
Paese
che
molti
considerano
il
meglio
governato
,
la
Svizzera
.
Se
fossi
legislatore
,
gli
avrei
dato
ampio
posto
e
dettagliato
regolamento
nello
statuto
dei
lavoratori
;
laddove
ho
visto
invece
sentenze
di
pretori
considerare
comportamento
antisindacale
da
reprimere
il
referendum
che
il
datore
di
lavoro
indice
tra
i
dipendenti
su
orario
,
modalità
di
lavoro
,
mensa
.
Gli
avrei
dato
posto
nella
legge
,
assicurando
il
segreto
assoluto
della
provenienza
del
voto
,
punendo
la
corruzione
,
cioè
i
voti
comprati
,
ma
lasciando
piena
libertà
di
propaganda
a
partiti
e
sindacati
,
come
a
datori
di
lavoro
,
perché
la
risposta
fosse
in
un
senso
o
nell
'
altro
.
So
che
non
ci
sono
istituti
perfetti
,
che
anche
nel
referendum
possono
agire
le
passioni
del
momento
,
le
reazioni
ad
un
episodio
,
la
simpatia
e
la
ripugnanza
per
un
dato
soggetto
,
il
coniuge
che
non
sa
contrastare
all
'
altro
coniuge
,
il
debole
che
non
riesce
a
scorgere
il
veleno
di
un
argomento
:
tutte
imperfezioni
umane
non
eliminabili
.
Ma
quando
i
sindacati
si
oppongono
al
referendum
,
in
materia
di
lavoro
,
invocando
che
solo
l
'
unità
fa
la
forza
,
vengono
,
vogliano
o
non
vogliano
,
a
dare
una
patente
di
debolezza
mentale
ai
singoli
,
perpetui
minorenni
,
che
hanno
bisogno
di
un
intermediario
.
E
questa
tendenza
trionfante
è
in
nuce
la
struttura
dei
regimi
comunisti
:
il
popolo
guidato
da
un
gruppo
di
potere
,
che
si
rinnova
per
cooptazione
,
palese
o
mal
celata
,
e
che
tenta
imporre
l
'
immobilità
,
impedire
ogni
evoluzione
.
E
tuttavia
...
non
occorre
mai
concludere
troppo
affrettatamente
.
Né
i
rivoluzionari
francesi
del
1789-93
,
né
i
dottrinari
liberali
del
1830
,
né
gli
uomini
del
Risorgimento
,
conobbero
altro
referendum
che
non
fossero
i
plebisciti
;
e
non
c
'
è
storico
che
non
ponga
riserve
sulla
genuina
espressione
della
volontà
popolare
che
essi
rappresentarono
.
Si
può
osservare
che
nel
1789-93
,
come
nel
1830
e
nel
1848
,
non
si
concepiva
il
voto
alle
donne
né
a
chi
non
avesse
un
minimo
di
cultura
e
spesso
neppure
a
chi
non
possedesse
un
minimo
di
reddito
,
di
capitale
o
lavoro
;
e
già
questo
avrebbe
invalidato
parecchio
il
valore
del
referendum
,
votando
solo
una
minoranza
della
popolazione
:
ciò
che
oggi
non
accadrebbe
.
Ma
piuttosto
,
a
farmi
riflettere
sul
referendum
,
sta
ch
'
esso
corre
bene
-
salvo
qualche
rilievo
che
subito
farò
-
quando
la
questione
è
semplice
:
divorzio
,
aborto
,
abolizione
del
Concordato
(
salvo
i
dubbi
che
nascono
qui
sulla
natura
di
questo
e
sulla
interpretazione
degli
artt.
7
,
75
e
138
della
Costituzione
)
;
ma
non
sono
oggetto
idoneo
di
referendum
provvedimenti
complessi
o
che
abbiano
ripercussioni
finanziarie
.
Piaccia
o
non
piaccia
,
se
si
delinea
un
tramonto
della
democrazia
,
non
è
per
il
malvolere
di
prepotenti
di
destra
o
di
sinistra
,
bensì
per
la
complessità
dei
problemi
,
per
cui
ogni
giorno
diminuisce
il
numero
delle
persone
in
grado
di
dominarli
appieno
,
cogliendone
ogni
lato
.
La
democrazia
,
diretta
o
rappresentativa
,
è
ottima
cosa
;
ma
ha
una
condizione
insuperabile
;
che
chi
sceglie
e
decide
abbia
una
consapevolezza
di
tutti
i
termini
del
problema
che
ha
dinanzi
;
e
penso
che
la
sua
decadenza
,
palese
o
mal
celata
,
non
dipenda
soltanto
dal
malvolere
,
dalla
sete
di
dominio
di
uomini
,
destri
o
sinistri
;
ma
dal
connettersi
ed
intrecciarsi
dei
vari
problemi
,
che
solo
pochi
esperti
sono
in
grado
di
cogliere
,
e
che
possono
sfuggire
anche
a
luminari
della
economia
e
della
finanza
,
se
non
conoscano
le
mezze
promesse
,
gli
scambi
di
cenni
tra
uomini
di
Stato
,
più
spesso
tra
ministri
di
Paesi
diversi
o
tra
ministri
e
grandi
dominatori
dell
'
alta
banca
internazionale
.
Sarei
sul
punto
di
votare
sì
o
no
in
un
referendum
,
ma
un
amico
mi
ammonisce
:
-
bada
che
dall
'
esito
di
questo
referendum
dipende
poi
il
contegno
di
quello
Stato
verso
i
nostri
lavoratori
,
le
commesse
che
ci
darà
o
non
ci
darà
-
anche
se
l
'
oggetto
del
referendum
non
abbia
in
sé
alcuna
piega
politica
.
E
poi
...
sono
abbastanza
vecchio
per
ricordare
che
quando
sul
finire
del
1918
tutti
si
entusiasmavano
alla
iniziativa
di
Wilson
:
-
basta
con
la
politica
fatta
dalle
cancellerie
,
con
i
trattati
segreti
;
anche
i
rapporti
internazionali
debbono
essere
trattati
pubblicamente
,
noti
ai
popoli
che
poi
ne
portano
le
conseguenze
-
il
chiaroveggente
Luigi
Salvatorelli
ammoniva
:
-
le
prudenti
ritirate
,
anche
le
umiliazioni
,
sono
sopportabili
nei
rapporti
internazionali
fino
a
che
non
sono
note
che
nella
strettissima
cerchia
dei
ministri
degli
Esteri
e
degli
ambasciatori
;
quando
tutto
è
pubblico
,
quando
si
fa
appello
all
'
amor
proprio
nazionale
,
all
'
onore
della
bandiera
,
ed
i
quotidiani
cominciano
ad
inveire
contro
l
'
avversario
,
a
ricordarci
tutti
i
torti
che
ci
ha
fatto
nei
secoli
,
si
è
sul
terreno
sdrucciolevole
che
può
portare
alla
guerra
.
Oggi
le
guerre
paiono
meno
facili
a
dichiararsi
che
non
sessant
'
anni
or
sono
,
per
gli
effetti
paurosi
che
sortirebbero
;
ma
gl
'
inasprimenti
,
lo
sdrucciolare
indietro
di
dieci
anni
su
una
strada
di
distensione
,
sono
sempre
possibili
.
E
quel
che
segue
in
politica
estera
,
vale
anche
all
'
interno
.
Penso
ai
rapporti
tra
Chiesa
e
Stato
:
dal
1900
si
erano
andati
lentamente
assestando
;
il
Papa
restava
sempre
in
Vaticano
,
ma
nessuno
pensava
più
al
potere
temporale
,
non
c
'
era
più
rancore
,
ci
si
rendeva
conto
che
non
occorrevano
mutamenti
legislativi
;
al
più
,
il
Trattato
senza
il
Concordato
,
proposto
da
Benedetto
XV
al
governo
Orlando
,
e
che
Vittorio
Emanuele
III
non
volle
,
né
Orlando
ebbe
l
'
energia
occorrente
per
insistere
,
né
Nitti
quella
per
riprendere
le
file
.
Era
proprio
uno
dei
casi
in
cui
le
ferite
si
risanano
per
opera
del
tempo
,
e
meno
della
questione
si
parlava
,
meglio
era
;
deismo
,
sincretismo
religioso
,
ateismo
proseguivano
per
la
loro
strada
,
il
cattolicesimo
per
la
sua
;
non
si
prevedeva
la
scomparsa
né
degli
uni
né
dell
'
altro
;
si
confidava
in
un
tempo
prossimo
in
cui
ogni
cittadino
avrebbe
sempre
agito
secondo
la
propria
coscienza
,
confessionale
,
o
di
fedeltà
ad
un
partito
,
ed
auto
-
determinandosi
di
volta
in
volta
.
Per
questo
,
sarebbe
stato
meglio
forse
lasciare
operare
al
tempo
:
ma
se
in
un
referendum
sul
semplice
trattato
(
le
proposte
recate
a
Parigi
ad
Orlando
)
avrei
risposto
sì
,
al
Concordato
del
'29
avrei
risposto
in
un
referendum
no
.
Ma
ora
invece
risponderò
no
alla
proposta
di
abrogazione
unilaterale
;
perché
la
politica
non
è
fatta
semplicemente
di
giudizi
di
«
buono
»
e
«
cattivo
»
,
ma
è
sempre
condizionata
alle
circostanze
del
momento
:
e
dopo
tutte
le
concessioni
che
la
S
.
Sede
si
è
dimostrata
disposta
ad
accettare
,
questa
abrogazione
per
referendum
popolare
,
unilaterale
,
è
il
segno
non
dico
di
una
guerra
,
ma
di
un
contrasto
che
è
un
lusso
che
l
'
Italia
d
'
oggi
potrebbe
ben
risparmiarsi
.
Soggiungo
ancora
:
per
questo
,
come
per
altri
referendum
,
sarebbe
un
grosso
male
che
ci
fosse
un
netto
distacco
nelle
votazioni
fra
alcune
Regioni
ed
altre
;
penso
soprattutto
alle
Regioni
di
confine
,
a
certe
Regioni
a
cui
corre
facilmente
il
pensiero
;
ciascuno
può
comprendere
a
chi
alludo
;
un
massiccio
distacco
nel
risultato
delle
votazioni
sarebbe
un
segno
poco
confortante
,
in
un
momento
in
cui
le
Regioni
,
od
almeno
alcune
,
reclamano
una
sempre
maggiore
autonomia
,
e
si
risvegliano
vecchissime
nostalgie
,
pure
in
campo
linguistico
.
Istituto
di
perfetta
democrazia
il
referendum
,
ma
,
come
ogni
istituto
,
va
usato
con
giudizio
e
al
momento
opportuno
.
E
se
tocca
norme
della
Costituzione
,
che
potrebbero
venire
modificate
con
leggi
costituzionali
,
propone
sempre
più
il
problema
:
-
ha
ancora
una
ragione
d
'
essere
un
Parlamento
,
quando
ciò
che
è
vitale
è
oggetto
di
trattative
con
i
sindacati
o
di
referendum
?
Quando
ogni
riforma
della
Costituzione
,
pure
prevista
da
questa
,
risulta
un
fatto
impossibile
per
la
inconciliabilità
di
partiti
e
di
correnti
?
-
.
StampaQuotidiana ,
Nuova
York
-
Mi
trovavo
a
Chicago
,
in
macchina
,
insieme
con
altre
quattro
persone
,
due
donne
e
due
uomini
e
correvamo
lungo
il
lago
per
andare
al
Museo
d
'
arte
moderna
.
Per
caso
la
conversazione
cadde
sulla
psicanalisi
.
Allora
con
mia
meraviglia
scoprii
che
tutti
e
quattro
i
miei
compagni
erano
già
stati
psicanalizzati
o
si
stavano
facendo
psicanalizzare
.
Una
settimana
dopo
,
a
San
Francisco
,
una
signora
che
mi
aveva
proposto
di
mostrarmi
la
città
,
mi
disse
:
"
Però
dovrebbe
farmi
il
piacere
di
aspettare
in
macchina
un
'
ora
...
soltanto
un
'
ora
...
debbo
fare
una
cosa
che
non
posso
rimandare
.
"
Andammo
dunque
in
macchina
in
uno
dei
quartieri
signorili
della
città
e
dopo
molti
saliscendi
per
le
incredibili
strade
di
San
Francisco
,
ripide
come
coste
di
montagne
,
l
'
automobile
si
fermò
davanti
una
casa
di
bell
'
aspetto
,
in
una
strada
tranquilla
.
La
signora
disse
:
"
Aspettiamo
un
momento
,
sono
le
quattro
meno
cinque
.
"
Aspettammo
cinque
minuti
e
poi
dalla
casa
uscì
una
giovane
e
bella
donna
e
si
avviò
senza
fretta
verso
la
propria
macchina
,
ferma
a
poca
distanza
.
La
signora
disse
:
"
Ora
è
il
mio
turno
.
"
Domandai
:
"
Ma
quale
turno
?
"
E
lei
:
"
Il
mio
turno
di
andare
dal
dottore
.
"
"
Si
sente
poco
bene
?
"
"
No
-
rispose
lei
sorridendo
-
mi
sento
benissimo
...
è
il
dottore
psicanalitico
...
sono
in
cura
da
quattro
anni
.
"
Così
detto
,
discese
ed
entrò
nella
casa
lasciandomi
solo
.
Aspettai
nell
'
automobile
un
'
ora
,
leggendo
;
poi
,
verso
la
fine
dell
'
ora
,
vidi
un
'
altra
macchina
fermarsi
davanti
la
porta
del
dottore
:
altra
giovane
e
bella
donna
.
Di
lì
a
qualche
minuto
la
mia
compagna
uscì
e
quella
che
era
arrivata
allora
discese
lesta
ed
entrò
a
sua
volta
.
Domandai
alla
signora
:
"
Come
è
andata
?
"
E
lei
:
"
Oh
,
come
il
solito
...
il
dottore
è
di
una
crudeltà
spietata
e
mi
fa
soffrire
ogni
volta
indicibilmente
...
per
fortuna
per
oggi
,
è
finita
"
.
Due
settimane
dopo
ero
a
Washington
e
in
un
ricevimento
fui
accostato
da
una
studentessa
che
si
interessava
di
letteratura
italiana
.
Questa
volta
le
domandai
senz
'
altro
se
fosse
mai
stata
psicanalizzata
e
lei
ammise
senza
difficoltà
che
lo
era
stata
,
per
due
anni
.
Finalmente
,
dieci
giorni
dopo
,
a
Nuova
York
,
in
un
pranzo
di
amici
,
scoprii
che
,
su
sei
persone
,
tre
tra
cui
la
padrona
di
casa
si
stavano
facendo
psicanalizzare
.
Di
lì
a
poco
arrivò
anche
il
dottore
e
confermò
quasi
scherzosamente
la
cosa
.
Dunque
:
Chicago
,
San
Francisco
,
Washington
e
Nuova
York
.
Qualche
cosa
che
avviene
contemporaneamente
e
nello
stesso
modo
nelle
quattro
maggiori
città
di
questo
Paese
vasto
come
un
continente
merita
certamente
che
se
ne
parli
per
esteso
.
Se
si
apre
qualsiasi
trattato
di
psicanalisi
,
si
trova
che
questa
scienza
,
come
è
noto
,
cura
soprattutto
le
malattie
psichiche
e
in
particolare
le
anomalie
e
perversioni
sessuali
.
Così
,
di
fronte
al
grandissimo
numero
di
persone
,
almeno
in
certi
ceti
e
gruppi
,
che
agli
Stati
Uniti
si
fanno
psicanalizzare
,
verrebbe
fatto
di
pensare
che
in
questo
Paese
perversioni
e
anomalie
psichiche
sono
più
frequenti
che
altrove
.
Ma
non
è
così
;
agli
Stati
Uniti
non
ci
sono
più
perversioni
e
pervertiti
che
in
altri
Paesi
.
In
realtà
,
come
si
scopre
facilmente
discorrendo
con
dottori
e
pazienti
,
le
vere
e
proprie
malattie
psichiche
rappresentano
una
percentuale
minima
delle
affezioni
e
dei
disturbi
curati
.
Perché
vanno
dal
dottore
psicanalitico
gli
Americani
?
Per
qualsiasi
difficoltà
o
incaglio
psicologico
anche
leggero
:
perché
sono
timidi
,
perché
non
sanno
farsi
amare
o
non
sanno
amare
,
perché
non
sono
in
buoni
rapporti
col
marito
o
con
la
moglie
o
con
la
famiglia
o
con
il
datore
di
lavoro
,
perché
non
sono
dei
buoni
compagni
(
"
good
mixer
"
)
,
perché
si
sentono
tristi
o
depressi
o
,
insomma
,
in
un
qualsiasi
stato
d
'
animo
che
non
gli
sembri
normale
.
Il
che
è
quanto
dire
che
la
psicanalisi
agli
Stati
Uniti
è
ormai
quasi
più
una
specie
di
correttivo
,
di
contrappeso
,
di
parte
integrante
del
sistema
sociale
,
che
una
pura
scienza
intesa
a
curare
determinate
malattie
.
La
psicanalisi
agli
Stati
Uniti
conta
ormai
migliaia
di
praticanti
sparsi
per
tutto
il
Paese
;
e
basta
entrare
in
una
qualsiasi
libreria
per
vedere
interi
banchi
coperti
di
libri
sui
più
svariati
aspetti
e
argomenti
di
questa
scienza
.
Ultimamente
ci
fu
a
Nuova
York
un
congresso
psicanalitico
al
quale
parteciparono
circa
1500
dottori
,
e
uno
degli
argomenti
dibattuto
fu
la
inadeguatezza
dei
compensi
.
Gli
psicanalisti
lamentarono
,
insomma
,
che
nonostante
la
voga
crescente
della
psicanalisi
,
il
dottore
psicanalista
è
ancora
oggi
uno
degli
specialisti
che
guadagna
di
meno
.
E
in
certo
modo
è
vero
.
Il
prezzo
di
un
'
ora
di
cura
varia
da
venti
dollari
fino
a
cinquanta
secondo
la
notorietà
del
medico
,
ossia
da
dodicimila
lire
fino
a
trentamila
,
che
è
un
bel
pagare
.
Ma
i
dottori
fanno
giustamente
osservare
che
mentre
un
medico
normale
si
fa
pagare
dicci
o
venti
dollari
o
anche
più
per
dieci
,
quindici
minuti
di
agevole
consultazione
,
il
dottore
psicanalitico
dedica
al
paziente
un
'
ora
del
suo
tempo
e
durante
quest
'
ora
è
sottoposto
ad
una
tensione
nervosa
,
ad
uno
sforzo
intellettuale
talvolta
oltremodo
stremanti
.
Quanto
dire
,
insomma
,
che
il
dottore
psicanalitico
agli
Stati
Uniti
ha
preso
un
poco
il
posto
del
confessore
nei
Paesi
cattolici
d
'
Europa
.
A
lui
si
confidano
uomini
e
donne
sui
più
varii
e
sempre
delicatissimi
problemi
della
loro
vita
privata
.
Il
dottore
psicanalitico
deve
perciò
essere
non
soltanto
un
bravo
scienziato
ma
anche
,
fino
ad
un
certo
segno
,
un
uomo
di
cultura
e
di
elevati
sentimenti
morali
,
un
conoscitore
di
questioni
sociali
e
religiose
,
un
consigliere
,
una
guida
.
È
difficile
oggi
dire
fin
dove
si
estendano
la
responsabilità
e
l
'
influenza
del
dottore
psicanalitico
nella
società
americana
;
i
limiti
di
questa
scienza
sono
assai
incerti
e
più
di
un
dottore
può
essere
tentato
di
varcarli
e
sconfinare
in
campi
che
nulla
hanno
a
che
fare
con
la
psicanalisi
.
Comunque
una
cosa
è
certa
:
il
posto
della
psicanalisi
agli
Stati
Uniti
era
già
segnato
da
un
pezzo
,
ancor
prima
che
Freud
formulasse
le
sue
famose
teorie
.
In
altri
termini
,
la
psicanalisi
,
in
America
,
è
venuta
incontro
a
un
bisogno
diffuso
,
ha
riempito
,
come
si
dice
,
un
vuoto
.
Tentando
una
cauta
interpretazione
della
importanza
sociale
della
psicanalisi
agli
Stati
Uniti
,
si
potrebbe
dire
che
essa
sia
inseparabile
dal
puritanesimo
il
quale
tutt
'
oggi
informa
se
non
proprio
il
costume
per
lo
meno
la
psicologia
e
la
concezione
dei
valori
in
questo
Paese
.
Il
puritanesimo
,
per
dirla
con
frase
familiare
,
trova
la
morte
sua
nella
psicanalisi
;
e
dal
canto
suo
la
psicanalisi
calza
come
un
guanto
al
puritanesimo
.
Se
si
esamina
infatti
una
delle
fondamentali
affermazioni
della
psicanalisi
e
cioè
che
"
ogni
neurosi
è
la
negativa
di
una
perversione
"
si
avrà
,
forse
con
un
po
'
di
semplicismo
,
la
chiave
o
almeno
una
delle
chiavi
più
importanti
per
capire
il
successo
della
psicanalisi
agli
Stati
Uniti
.
Infatti
il
rigorismo
puritano
,
per
sua
natura
storica
e
morale
,
porta
spesso
a
considerare
e
dunque
a
reprimere
come
perversioni
o
inclinazioni
psicologiche
colpevoli
istinti
e
modi
di
condotta
che
in
altri
Paesi
sono
ritenuti
affatto
irrilevanti
o
innocenti
.
Basterà
ricordare
,
a
questo
proposito
,
le
pene
severissime
(
dieci
,
venti
anni
di
prigione
secondo
gli
Stati
)
,
che
teoricamente
dovrebbero
essere
comminate
per
manifestazioni
sessuali
non
del
tutto
normali
;
e
passando
dalle
leggi
(
che
sono
tuttavia
l
'
espressione
di
uno
stato
d
'
animo
e
di
una
tradizione
morale
)
alle
coscienze
,
le
infinite
cose
,
anche
non
riguardanti
il
fatto
sessuale
,
che
un
Americano
si
inibisce
o
dovrebbe
inibirsi
.
Naturalmente
la
bestia
nera
del
puritanesimo
fu
sempre
ed
è
tuttora
il
sesso
;
e
non
è
esagerato
dire
che
il
puritanesimo
fin
dal
suo
nascere
contrappose
violentemente
l
'
uomo
alla
propria
natura
e
mirò
ad
una
società
in
cui
tutto
quanto
era
naturale
fosse
represso
e
,
per
quanto
possibile
,
soppresso
.
Ma
la
psicanalisi
ci
dice
che
il
sintomo
neurotico
interviene
non
già
quando
c
'
è
repressione
(
ogni
civiltà
è
basata
sopra
la
repressione
di
una
certa
quantità
di
istinti
naturali
)
,
ma
quando
questa
repressione
,
per
qualche
motivo
(
sovente
per
eccesso
)
fallisce
in
parte
o
del
tutto
.
Storicamente
il
puritanesimo
riuscì
a
reprimere
con
successo
le
manifestazioni
istintive
per
un
lungo
periodo
di
tempo
;
e
la
civiltà
americana
deve
gran
parte
del
suo
carattere
e
del
suo
dinamismo
a
questa
repressione
.
Ma
oggi
,
sotto
l
'
influenza
delle
mutate
condizioni
sociali
e
ambientali
,
della
prosperità
,
della
presenza
di
tante
razze
di
religione
diversa
da
quella
protestante
,
della
scienza
nemica
di
ogni
tabù
religioso
e
morale
,
il
puritanesimo
agli
Stati
Uniti
comincia
,
se
non
a
ritirarsi
,
per
lo
meno
a
cambiare
e
,
insomma
,
ad
allentare
la
propria
azione
di
repressione
.
Così
gli
infiniti
leggeri
sintomi
neurotici
di
tanti
Americani
sembrano
essere
l
'
indizio
della
diminuita
e
ormai
imperfetta
repressione
puritana
,
della
richiesta
sempre
più
urgente
di
un
adeguamento
delle
inibizioni
sociali
e
private
allo
stato
reale
del
costume
,
dell
'
aspirazione
,
insomma
,
ad
una
vita
istintiva
più
libera
e
più
naturale
.
A
questo
punto
interviene
la
psicanalisi
la
quale
,
come
è
stato
detto
,
va
incontro
ad
un
bisogno
diffuso
e
cioè
:
avviare
il
paziente
ad
un
assestamento
(
"
adjustment
"
)
meno
penoso
e
più
proficuo
nella
società
di
cui
fa
parte
,
liberarlo
dal
senso
di
colpa
,
chiarirgli
l
'
innocenza
e
la
normalità
di
tanti
istinti
da
lui
repressi
.
Tuttavia
la
psicanalisi
soltanto
in
apparenza
prende
le
parti
del
paziente
contro
i
tabù
sociali
e
morali
:
in
questo
Paese
dove
tutto
è
al
servizio
della
società
,
anche
la
psicanalisi
,
a
ben
guardare
,
assolve
soprattutto
una
funzione
sociale
.
E
qui
si
viene
ad
un
altro
carattere
importante
e
sconcertante
della
società
americana
:
il
suo
odio
del
dolore
.
E
si
capisce
anche
perché
:
in
una
società
fondata
sull
'
efficienza
,
sulla
produttività
,
sulla
razionalità
,
il
dolore
è
una
superfluità
,
una
scoria
,
un
residuo
,
un
inciampo
se
non
addirittura
un
tradimento
e
una
insidia
.
Il
dolore
insomma
è
una
cosa
che
non
serve
e
che
va
eliminata
senza
indugio
.
L
'
idea
che
gli
Americani
si
fanno
della
vita
non
ammette
infatti
la
presenza
del
dolore
:
basta
guardare
,
per
esempio
,
alla
pubblicità
commerciale
per
convincersene
:
tutti
sorridenti
,
tutti
felici
,
tutti
giovani
,
tutti
sani
,
tutti
privi
di
problemi
sia
che
guidino
una
certa
automobile
o
fumino
una
certa
sigaretta
o
si
dissetino
con
una
certa
bevanda
.
E
a
chi
volesse
opporre
che
la
pubblicità
è
sempre
ottimista
risponderemmo
che
questo
non
è
vero
.
In
altri
Paesi
la
pubblicità
,
che
è
in
fondo
una
forma
di
illustrazione
popolare
,
esprime
altri
ideali
:
di
forza
,
di
grazia
,
di
serietà
e
via
dicendo
.
Dunque
,
niente
dolore
.
E
allora
la
psicanalisi
non
più
in
difesa
del
paziente
ma
in
difesa
della
società
,
procede
a
rimuovere
il
dolore
,
a
rendere
indolore
la
vita
del
paziente
,
a
restituirlo
efficiente
e
produttivo
alla
macchina
sociale
.
In
altri
termini
la
psicanalisi
,
con
minuto
e
delicatissimo
lavorio
,
smonta
la
psicologia
del
paziente
sotto
i
suoi
stessi
occhi
,
gli
dimostra
come
funziona
,
la
lubrifica
,
e
la
rimonta
pezzo
per
pezzo
.
Il
paziente
,
per
qualche
motivo
era
"
bloccato
"
ossia
in
preda
al
dolore
;
la
psicanalisi
lo
"
sblocca
"
e
lo
rende
alla
vita
produttiva
.
Da
tutto
questo
si
deduce
che
se
è
possibile
rintracciare
un
'
etica
della
psicanalisi
,
questa
è
un
'
etica
molto
rassomigliante
a
quella
della
società
americana
:
utilitaria
,
civile
,
sociale
,
di
carattere
se
non
pagano
per
lo
meno
acristiano
.
Infatti
il
dolore
nel
duplice
aspetto
di
peccato
e
di
pentimento
,
di
caduta
e
di
riscatto
,
di
delitto
e
di
castigo
,
è
alla
base
della
vita
cristiana
.
Rimuovendo
il
dolore
,
la
psicanalisi
indirettamente
contribuisce
alla
decristianizzazione
di
questo
paese
,
del
resto
già
avviata
dal
macchinismo
,
dalla
prosperità
,
dal
razionalismo
settecentesco
e
,
in
genere
,
dalla
scienza
.
Naturalmente
tutto
questo
non
va
senza
inconvenienti
,
i
quali
sono
tutti
più
o
meno
facilmente
intuibili
.
Per
esempio
,
che
ne
sarebbe
stato
dei
libri
di
uomini
come
Dostoieschi
,
Kafka
,
Flaubert
,
Proust
,
per
non
citare
che
i
primi
nomi
che
mi
cadono
sotto
la
penna
,
se
quegli
scrittori
invece
di
lasciare
fare
alla
natura
e
di
vivere
con
pazienza
e
con
intensità
i
loro
problemi
spirituali
e
psicologici
,
fossero
andati
dal
dottore
psicanalitico
?
Ma
uomini
come
Dostoieschi
,
come
Kafka
,
come
Flaubert
,
come
Proust
sono
rari
:
la
maggior
parte
dell
'
umanità
,
come
è
noto
,
non
scrive
capolavori
e
dunque
non
sa
che
farsene
del
dolore
.
In
questo
senso
,
e
anche
nel
senso
di
un
'
assistenza
psicologica
ai
tanti
che
agli
Stati
Uniti
soffrono
di
inadeguatezze
e
difficoltà
di
origine
morale
e
religiosa
,
la
psicanalisi
assolve
senza
alcun
dubbio
una
funzione
molto
utile
.
Una
ragazza
che
si
faceva
curare
da
tre
anni
mi
disse
:
"
Quando
andai
dal
dottore
la
prima
volta
,
io
non
sapevo
parlare
...
addirittura
non
riuscivo
a
parlare
anche
nella
più
innocente
conversazione
...
oggi
parlo
,
per
lo
meno
.
"
Come
si
vede
in
questo
caso
forse
non
insolito
,
siamo
qui
molto
lontani
dalle
perversioni
e
anomalie
che
hanno
reso
celebre
la
scienza
psicanalitica
.
Così
che
non
è
troppo
arrischiato
affermare
che
il
dottore
psicanalitico
agisce
ormai
in
un
campo
altrettanto
vasto
che
quello
del
dottore
tradizionale
;
e
come
questo
cura
le
affezioni
leggere
e
gravi
del
corpo
,
così
quello
cura
quelle
della
psiche
.
StampaQuotidiana ,
La
cronaca
ha
narrato
di
due
casi
,
che
trovano
poi
riscontro
in
un
film
che
si
proietta
in
tutte
le
città
:
una
persona
scomparsa
,
ritenuta
morta
;
in
uno
dei
due
casi
,
quello
di
un
disperso
in
guerra
,
la
moglie
non
passa
ad
altre
nozze
,
alleva
i
figli
oggi
adulti
;
nell
'
altro
,
invece
,
il
superstite
si
riforma
una
famiglia
.
Dopo
oltre
vent
'
anni
si
apprende
,
da
una
richiesta
di
documenti
che
lo
scomparso
rivolge
al
suo
Comune
di
nascita
,
ch
'
egli
è
vivo
;
non
ha
mosso
alcun
passo
per
ritrovare
la
famiglia
di
un
giorno
,
anzi
sembra
che
voglia
assumere
un
'
altra
cittadinanza
,
e
che
proprio
per
questo
abbia
fatto
quella
richiesta
.
La
moglie
che
non
si
è
risposata
dev
'
essere
un
'
ottima
donna
,
e
non
conta
di
dare
alcuna
molestia
al
marito
scomparso
.
Ma
allorché
quella
che
si
riteneva
vedova
ha
contratto
un
nuovo
matrimonio
,
che
segue
?
L
'
art.
68
del
Codice
civile
è
chiaro
:
il
nuovo
matrimonio
è
nullo
.
Dopo
la
prima
guerra
mondiale
un
decreto
15
agosto
1919
aveva
stabilito
per
gli
scomparsi
in
guerra
che
,
ove
lo
scomparso
ritornasse
,
la
nullità
del
nuovo
matrimonio
contratto
dalla
donna
avrebbe
potuto
essere
dichiarata
solo
ad
istanza
di
uno
dei
tre
interessati
:
il
reduce
,
il
nuovo
marito
,
la
donna
:
disposizione
molto
equa
,
forse
ispirata
al
ricordo
di
Il
fu
Mattia
Pascal
di
Pirandello
,
dove
il
protagonista
,
che
aveva
fatto
credere
nel
proprio
suicidio
,
non
intende
dare
alcuna
molestia
alla
famigliola
felice
che
la
moglie
ha
riformato
.
Non
è
che
uno
dei
casi
cui
occorrerebbe
provvedere
col
ritorno
alla
norma
del
'19
,
in
una
riforma
del
diritto
di
famiglia
.
Riforma
che
avevo
sperato
andasse
avanti
rapidamente
con
il
ritorno
al
ministero
della
Giustizia
dell
'
on.
Reale
:
egli
già
aveva
presentato
,
allorché
era
stato
titolare
di
quel
dicastero
,
un
progetto
che
consentiva
tra
l
'
altro
al
coniuge
separato
non
per
propria
colpa
il
riconoscimento
dei
figli
adulterini
.
Mi
dicono
che
non
si
è
dismessa
l
'
idea
d
'
una
riforma
del
diritto
di
famiglia
,
tutt
'
altro
;
solo
che
l
'
afflusso
di
buone
volontà
forma
ingorgo
;
quanto
a
dire
che
ci
sono
più
progetti
e
che
nell
'
intento
di
fonderli
ci
si
è
arrestati
.
Ancora
una
volta
vale
che
il
meglio
è
nemico
del
bene
.
Vada
o
no
in
porto
il
disegno
di
legge
sul
divorzio
,
mi
sembra
necessaria
questa
riforma
del
diritto
di
famiglia
:
che
,
va
da
sé
,
non
sarà
una
panacea
,
in
quanto
ci
si
muove
su
un
terreno
in
cui
il
legislatore
poco
può
,
non
essendogli
dato
né
mutare
il
costume
,
fare
sorgere
il
senso
di
riprovazione
sociale
dove
sarebbe
bene
sorgesse
,
né
vivificare
le
coscienze
,
dare
il
senso
dei
doveri
che
nascono
con
il
matrimonio
e
con
la
paternità
,
senso
che
costituisce
il
cemento
insostituibile
delle
sane
famiglie
.
Ho
accennato
alla
norma
sul
matrimonio
dei
presunti
morti
,
cui
parificherei
gli
assenti
da
lungo
tempo
.
In
materia
matrimoniale
occorrerebbe
poi
provvedere
ai
casi
di
nullità
e
ritornare
al
primitivo
progetto
della
Commissione
per
la
riforma
dei
Codici
,
di
circa
quarant
'
anni
or
sono
,
nell
'
allargare
le
ipotesi
di
nullità
per
errore
(
che
la
giurisprudenza
ha
praticamente
eliminato
)
.
Converrebbe
altresì
correggere
l
'
assurdo
insegnamento
della
Cassazione
per
cui
la
nullità
per
impotenza
si
prescrive
in
dieci
anni
,
con
una
prescrizione
che
può
essere
opposta
dal
Pubblico
Ministero
contro
i
due
coniugi
concordi
nel
volere
la
nullità
,
ed
accettare
l
'
insegnamento
tradizionale
,
che
trattasi
di
nullità
imprescrittibile
;
ed
,
ancora
,
mutuare
dal
diritto
canonico
lo
scioglimento
del
matrimonio
non
consumato
.
Sono
,
queste
,
riforme
in
cui
credo
che
tutti
consentirebbero
.
Non
in
altre
,
che
mi
parrebbero
ben
più
essenziali
.
In
un
libro
antidivorzista
di
un
professore
cattolico
c
'
è
questa
battuta
:
si
parla
del
divorzio
e
tra
gli
interlocutori
c
'
è
un
'
alta
personalità
della
finanza
,
che
dice
:
«
Dato
il
numero
delle
unioni
irregolari
,
occorre
ammettere
il
divorzio
per
sanare
la
situazione
»
;
al
che
un
interlocutore
obietta
:
«
Pensa
che
se
fosse
in
circolazione
un
ingente
numero
di
banconote
false
,
sarebbe
perciò
il
caso
di
riconoscerle
per
buone
?
»
.
E
la
personalità
si
dichiara
battuta
.
Non
so
se
,
quando
il
numero
di
banconote
fosse
tale
che
il
rifiutarle
potesse
produrre
una
serie
di
fallimenti
(
penso
alle
sterline
perfette
che
pare
la
Germania
avesse
allestito
durante
la
seconda
guerra
)
,
non
si
finirebbe
anche
di
accettarle
,
considerando
la
loro
emissione
alla
pari
di
un
cataclisma
;
ma
sono
certo
che
comunque
si
avviserebbe
subito
a
stampare
altre
banconote
,
diverse
,
che
fosse
più
arduo
falsificare
.
Mentre
né
il
legislatore
civile
,
né
quello
canonico
mi
consta
pensino
di
modificare
la
legislazione
matrimoniale
,
là
dove
l
'
esperienza
ha
mostrato
che
si
hanno
matrimoni
dall
'
esito
disastroso
:
matrimoni
di
riparazione
(
dopo
ratti
,
violenti
o
consensuali
)
volti
a
fare
estinguere
processi
penali
in
corso
.
Se
non
si
abbandona
l
'
idea
arcaica
che
il
matrimonio
sana
tutto
,
rende
l
'
onore
,
elimina
il
peccato
;
se
il
legislatore
non
mostra
di
disconoscere
questa
idea
,
continueranno
ad
aversi
molti
matrimoni
condannati
in
partenza
.
E
farei
appello
anche
al
legislatore
canonico
.
So
di
parroci
che
malvolentieri
accedono
a
battezzare
bambini
di
famiglie
notoriamente
atee
,
che
faranno
crescere
i
figli
senza
fede
religiosa
e
chiedono
il
battesimo
solo
per
contentare
qualche
vecchio
parente
,
o
,
peggio
,
per
un
'
occasione
di
festa
;
e
quei
parroci
sono
a
posto
sul
terreno
teologico
;
anche
per
la
milizia
cristiana
,
meglio
un
estraneo
che
un
disertore
.
Del
pari
,
anche
dal
punto
di
vista
religioso
,
minor
male
il
concubinato
tra
due
persone
sciolte
da
vincoli
,
che
una
serie
di
legami
adulterini
.
Fuori
del
terreno
matrimoniale
,
occorre
essere
sinceri
e
accettare
o
respingere
quel
che
tanto
spesso
si
afferma
,
che
i
figli
non
debbono
scontare
i
peccati
dei
genitori
(
per
quanto
è
dato
agli
uomini
l
'
evitarlo
)
.
Occorre
cioè
ammettere
la
riconoscibilità
,
da
parte
del
padre
e
della
madre
,
del
figlio
adulterino
,
ed
anche
la
possibilità
per
questo
di
ottenere
l
'
accertamento
giudiziale
di
tale
paternità
o
maternità
,
con
conseguente
acquisto
dei
diritti
propri
ai
figli
naturali
oggi
riconoscibili
.
Riconoscimento
:
che
è
cosa
diversa
dall
'
accoglimento
nella
casa
coniugale
del
genitore
sposato
,
che
non
può
essere
imposto
,
anche
se
sia
augurabile
che
la
generosità
del
coniuge
offeso
da
quella
nascita
lo
consenta
.
Auguriamoci
che
i
vari
legislatori
di
buona
volontà
riescano
a
mettersi
d
'
accordo
(
o
,
meglio
,
a
ritirare
i
loro
molteplici
progetti
,
per
lasciarne
in
vita
uno
solo
)
e
che
almeno
queste
riforme
siano
varate
:
sarebbe
un
punto
a
favore
di
una
legislatura
che
fin
qui
non
mostra
di
dover
passare
alla
storia
come
una
delle
più
felici
.
StampaQuotidiana ,
Nuova
York
-
Qualcuno
mi
ha
raccontato
la
storia
seguente
che
,
a
quanto
pare
,
è
vera
.
Un
uomo
politico
americano
,
ritiratosi
ormai
da
anni
dagli
affari
pubblici
,
si
è
dedicato
all
'
allevamento
in
grande
o
meglio
alla
produzione
in
serie
di
polli
.
L
'
allevamento
di
polli
,
per
chi
non
lo
sapesse
,
è
una
faccenda
molto
difficile
e
delicata
.
L
'
allevatore
deve
prima
di
tutto
produrre
polli
tutti
quanti
di
eguale
peso
e
di
eguale
qualità
,
in
modo
da
poter
soddisfare
le
esigenze
del
mercato
collettivo
;
in
secondo
luogo
deve
provvedere
a
che
il
costo
del
mangime
consumato
da
ciascun
pollo
non
superi
il
prezzo
di
vendita
del
pollo
medesimo
,
pena
la
bancarotta
.
Inoltre
i
polli
vanno
soggetti
a
morie
ed
epidemie
improvvise
quanto
massicce
.
Ma
di
questo
basta
.
Quello
che
mi
colpì
in
questa
storia
fu
piuttosto
il
fatto
che
l
'
allevatore
,
dopo
profonda
riflessione
senza
dubbio
confortata
da
calcoli
statistici
ed
economici
,
aveva
deciso
di
tentare
l
'
esperimento
della
creazione
di
polli
sforniti
di
ali
.
Il
suo
ragionamento
era
ineccepibile
:
"
Le
ali
non
servono
a
nessuno
:
non
ai
polli
perché
non
volano
;
non
al
consumatore
perché
pesano
e
non
hanno
che
poca
carne
;
non
a
me
perché
esse
rendono
i
miei
polli
simili
a
quelli
dei
miei
concorrenti
mentre
la
loro
mancanza
li
distinguerebbe
e
li
renderebbe
più
vantaggiosi
.
Dunque
aboliamo
le
ali
.
»
Se
si
vuol
sapere
la
fine
della
storia
,
possiamo
aggiungere
che
,
dopo
ripetuti
esperimenti
e
incroci
,
l
'
allevatore
è
oggi
non
troppo
lontano
dalla
meta
che
si
è
prefissa
ossia
la
produzione
di
polli
senza
ali
,
Passiamo
ad
altro
argomento
.
Uno
scrittore
,
svegliandosi
un
bel
mattino
,
ha
un
'
idea
che
gli
sembra
nuova
e
brillante
.
Il
nostro
scrittore
si
chiude
in
casa
,
sospende
il
telefono
,
rifiuta
inviti
e
occasioni
sociali
,
si
nutre
di
"
sandwiches
"
e
aranciate
,
fuma
una
enorme
quantità
di
sigarette
,
beve
innumerevoli
tazze
di
caffè
e
alla
fine
,
dopo
lungo
e
doloroso
travaglio
,
se
ne
esce
con
un
saggio
di
una
quarantina
di
pagine
,
il
quale
se
accettato
da
certa
diffusissima
rivista
gli
frutterà
dai
millecinquecento
ai
duemila
dollari
ossia
da
un
milione
ad
un
milione
e
trecentoventicinquemila
lire
.
Lo
scrittore
va
alla
direzione
della
rivista
,
si
presenta
dal
direttore
,
uomo
notoriamente
timido
(
la
timidezza
,
in
affari
,
è
come
un
alibi
;
è
come
avere
un
socio
invisibile
al
quale
,
in
ogni
frangente
,
si
può
ricorrere
adducendone
il
cuor
duro
e
l
'
intransigente
giudizio
)
,
e
dopo
una
schermaglia
di
opposte
timidezze
,
riesce
a
strappare
la
promessa
che
il
saggio
verrà
preso
in
seria
considerazione
.
Passano
alcuni
giorni
e
poi
,
miracolo
,
la
direzione
della
rivista
fa
sapere
allo
scrittore
che
il
saggio
è
stato
accettato
.
Il
nostro
scrittore
è
giubilante
,
il
suo
avvenire
,
poco
prima
limitato
dalle
torri
di
cemento
di
Manhattan
si
apre
,
si
sfonda
,
abbraccia
lontani
orizzonti
californiani
o
italiani
:
finalmente
un
viaggio
,
una
vacanza
,
una
distrazione
.
Ma
subito
dopo
,
come
nelle
docce
scozzesi
,
al
getto
confortante
dell
'
acqua
calda
,
segue
quello
agghiacciante
dell
'
acqua
fredda
;
lo
scrittore
è
convocato
alla
direzione
,
questa
volta
non
dal
direttore
ma
da
un
subalterno
redattore
che
vuole
sottoporre
alla
sua
approvazione
,
prima
di
pubblicare
il
saggio
,
alcune
leggere
modifiche
che
,
a
quanto
pare
,
si
sono
rese
necessarie
.
Lo
scrittore
va
dal
redattore
ed
esamina
le
leggere
modifiche
.
Altro
che
leggere
modifiche
.
Pagine
e
pagine
intere
sono
state
tagliate
,
periodi
espunti
,
sostantivi
,
aggettivi
,
modi
sintattici
sostituiti
e
resi
irriconoscibili
.
Le
ragioni
di
questa
manomissione
non
sono
chiare
,
il
saggio
non
conteneva
particolari
scabrosi
o
comunque
eterodossi
rispetto
ai
vari
conformismi
dominanti
,
né
era
troppo
lungo
.
In
realtà
,
come
lo
scrittore
sa
fin
troppo
bene
,
la
manomissione
è
semmai
da
imputare
al
fatto
che
la
rivista
è
fatta
tutta
così
:
cioè
di
testi
rivisti
e
modificati
dalla
redazione
.
È
questo
lavoro
della
redazione
che
dà
,
appunto
,
alla
rivista
il
suo
carattere
scorrevole
,
lubrificato
,
unitario
,
facile
e
digeribile
,
tutto
di
un
tono
solo
,
tutto
di
un
solo
umore
.
Lo
scrittore
aveva
scritto
il
saggio
in
maniera
troppo
personale
,
ossia
originale
.
Altrove
,
forse
in
Europa
,
questa
è
una
qualità
ricercata
e
apprezzata
;
agli
Stati
Uniti
,
no
.
Lo
scrittore
pesa
il
pro
e
il
contro
,
mette
su
uno
dei
piatti
della
bilancia
la
propria
originalità
e
sull
'
altro
la
vacanza
californiana
o
italiana
e
alla
fine
china
la
testa
e
accetta
.
Abbiamo
dato
due
esempi
assai
diversi
di
un
solo
aspetto
assai
caratteristico
della
presente
civiltà
degli
Stati
Uniti
:
la
passione
manipolatrice
la
quale
fa
sì
che
in
qualsiasi
campo
,
da
quello
alimentare
a
quello
giornalistico
,
da
quello
dello
spettacolo
a
quello
manifatturiero
nulla
di
originario
,
di
autentico
,
di
naturale
,
di
genuino
,
di
schietto
arrivi
al
consumatore
americano
.
Intendiamoci
,
tutte
le
civiltà
,
sopratutto
le
fortemente
urbane
,
trasformano
et
come
si
dice
oggi
,
ridimensionano
il
prodotto
naturale
.
È
nota
la
frase
di
quel
marchese
settecentesco
francese
:
"
La
campagna
?
Un
luogo
pieno
di
correnti
d
'
aria
dove
gli
uccelli
sono
,
crudi
.
"
Ma
le
modificazioni
apportate
al
prodotto
naturale
anche
dalle
civiltà
più
artificiose
,
come
quella
francese
,
erano
sempre
di
qualità
.
In
altri
termini
,
si
mirava
all
'
eccellenza
nell
'
artificio
,
secondo
un
criterio
aristocratico
di
raffinamento
del
gusto
,
di
bellezza
,
di
difficoltà
,
di
rarità
.
Invece
,
agli
Stati
Uniti
,
non
si
può
dire
davvero
che
il
prodotto
manipolato
sia
sempre
superiore
a
quello
naturale
.
In
molti
casi
è
inferiore
,
come
appunto
è
inferiore
ogni
prodotto
fabbricato
in
serie
per
la
consumazione
in
serie
ad
un
prodotto
fabbricato
individualmente
per
la
consumazione
individuale
.
Evidentemente
ci
sono
prodotti
che
vanno
fabbricati
in
serie
,
ossia
manipolati
,
per
esempio
il
sapone
.
Il
guaio
si
è
che
questo
sistema
della
manipolazione
in
vista
della
consumazione
in
serie
agli
Stati
Uniti
si
è
ormai
esteso
a
tutti
i
campi
,
ha
sconfinato
,
insomma
,
da
quello
strettamente
produttivo
a
quello
creativo
,
da
quello
commerciale
a
quello
intellettuale
.
Se
si
ricerca
il
motivo
di
questo
furore
manipolatore
degli
Americani
,
si
trova
naturalmente
il
profitto
;
in
qualsiasi
produzione
,
come
è
chiaro
,
tanto
maggiore
sarà
il
profitto
quanto
maggiore
sarà
il
numero
dei
compratori
,
e
tanto
maggiore
sarà
il
numero
dei
compratori
quanto
più
il
prodotto
sarà
razionale
ossia
manipolato
secondo
i
bisogni
più
diffusi
.
Ma
qui
si
viene
al
punto
importante
;
per
determinare
il
grado
di
razionalità
di
un
prodotto
e
dunque
il
modo
di
manipolarlo
acconciamente
,
occorre
prima
di
tutto
elaborare
un
'
ideale
figura
di
consumatore
,
ossia
nientemeno
creare
un
modello
umano
a
cui
adeguare
la
manipolazione
e
,
in
ultima
analisi
,
la
civiltà
intera
.
Il
modello
umano
delle
civiltà
europee
del
passato
era
aristocratico
:
il
gentiluomo
inglese
,
il
cortigiano
italiano
,
il
marchese
francese
.
S
'
intende
che
queste
civiltà
,
appunto
perché
avevano
un
modello
umano
aristocratico
,
correvano
per
così
dire
sul
binario
di
due
culture
parallele
:
quella
della
classe
dirigente
e
quella
popolare
;
ancor
oggi
,
in
Europa
,
abbiamo
queste
due
culture
,
talvolta
avverse
,
talvolta
amiche
ma
sempre
divise
.
Agli
Stati
Uniti
,
invece
,
il
modello
umano
fu
fin
da
principio
democratico
in
una
sola
cultura
tecnocratica
e
urbana
,
perché
l
'
egualitarismo
non
può
non
regnare
là
dove
la
macchina
produce
i
beni
di
consumo
.
Questo
modello
umano
democratico
,
ma
non
necessariamente
liberale
,
è
l
'
Average
Man
,
ossia
uomo
medio
,
il
Common
Man
,
ossia
uomo
comune
,
The
man
in
the
street
,
ossia
l
'
uomo
della
strada
.
Ma
questo
ideale
tipo
d
'
uomo
di
cui
tutti
parlano
con
reverenza
e
timore
,
al
quale
tutti
si
sottomettono
e
che
come
uno
spettro
aleggia
nelle
redazioni
dei
giornali
e
delle
riviste
,
nei
laboratori
,
nelle
fabbriche
,
negli
uffici
,
è
forse
il
prodotto
di
una
dura
,
sottile
e
complicata
esperienza
civile
e
morale
,
o
di
un
'
ideologia
superiore
o
di
una
tradizione
storica
?
Nient
'
affatto
,
come
certi
robots
,
esso
è
il
prodotto
di
calcoli
quantitativi
e
statistici
,
di
deduzioni
scientifiche
o
che
tali
pretendono
di
essere
.
Sarebbe
forse
divertente
delineare
i
caratteri
dell
'
Average
Man
,
di
colui
per
il
quale
in
America
si
producono
polli
senza
ali
e
articoli
senza
stile
personale
,
di
colui
,
insomma
,
che
è
all
'
origine
della
frenesia
manipolatrice
di
questo
Paese
.
L
'
Average
Man
o
uomo
medio
è
pudibondo
e
perciò
non
deve
essere
scandalizzato
con
rappresentazioni
realistiche
di
quell
'
amore
che
,
come
diceva
Manzoni
,
è
così
importante
e
frequente
nella
vita
quotidiana
;
ma
in
compenso
è
brutale
e
anche
un
tantino
sadico
e
può
e
deve
digerire
qualsiasi
descrizione
di
crudeltà
e
di
violenza
.
Non
ama
le
idee
generali
e
le
teorie
e
va
nutrito
perciò
di
fatti
,
di
numeri
e
di
documenti
vissuti
.
È
sfornito
di
dentatura
intellettuale
e
critica
e
di
conseguenza
,
in
qualsivoglia
campo
,
da
quello
politico
a
quello
religioso
,
da
quello
culturale
a
quello
scientifico
è
alimentato
di
slogans
,
di
divulgazioni
,
di
sunti
,
di
estratti
e
di
altri
simili
prodotti
premasticati
.
È
infantile
e
dunque
gli
si
largiscono
in
gran
copia
comic
stripes
o
fumetti
,
novelle
sentimentali
,
e
convenzionali
,
narrazioni
puerilmente
avveniristiche
.
È
curioso
e
persino
indiscreto
e
così
gli
si
ammanniscono
i
particolari
intimi
,
ora
scabrosi
ora
melensi
,
della
vita
privata
di
uomini
politici
importanti
,
attori
e
attrici
del
cinema
,
miliardari
,
grandi
uomini
di
tutti
i
generi
e
celebrità
del
momento
.
È
di
orecchio
piuttosto
ottuso
e
viene
servito
alla
radio
e
,
alla
televisione
di
jazz
in
scatola
e
di
musichette
agevoli
.
È
di
vista
facilmente
contentabile
e
non
si
esita
a
stancargliela
con
le
immagini
di
una
pubblicità
euforica
quanto
irreale
e
sazievole
.
È
privo
o
quasi
di
senso
estetico
e
perciò
in
tutto
quanto
riguarda
l
'
abbigliamento
,
la
casa
,
l
'
ornamento
e
il
gusto
viene
sommerso
in
un
torrente
di
prodotti
la
cui
praticità
sembra
essere
stata
raggiunta
a
diretto
detrimento
della
bellezza
.
E
così
via
,
e
così
via
.
Ma
poi
esiste
veramente
questo
Average
Man
,
quest
'
uomo
medio
di
cui
tanto
si
favoleggia
e
per
cui
tanti
sacrifici
vengono
imposti
a
gruppi
creativi
degli
Stati
Uniti
?
Pensiamo
che
esso
non
esista
affatto
nella
realtà
,
esso
è
invece
il
prodotto
di
una
scelta
operata
nell
'
uomo
completo
,
nell
'
uomo
senza
altri
attributi
che
in
America
è
sano
,
vitale
e
ben
fornito
di
qualità
umane
quanto
e
più
che
altrove
.
E
questa
scelta
a
sua
volta
è
il
risultato
di
una
operazione
riduttiva
che
su
scala
gigantesca
e
collettiva
equivale
in
fondo
alla
vecchia
adulazione
dei
potenti
da
parte
dei
loro
servitori
nelle
più
antiche
civiltà
d
'
Europa
e
d
'
Asia
.
Così
il
cerchio
si
chiude
,
come
sempre
,
in
maniera
che
non
si
sa
bene
chi
fosse
al
principio
,
se
l
'
Average
Man
che
determina
con
i
suoi
supposti
caratteri
la
manipolazione
adulatrice
,
o
questa
che
a
sua
volta
crea
a
sua
immagine
e
somiglianza
l
'
Average
Man
.
Perché
a
forza
di
definire
questo
mitico
uomo
medio
e
di
adularlo
e
di
additargli
soltanto
alcuni
aspetti
umani
,
si
è
finito
per
crearlo
davvero
,
ossia
per
convincere
l
'
uomo
a
diventare
uomo
medio
.
Una
prova
di
più
,
se
era
necessario
,
della
grande
plasticità
,
docilità
e
influenzabilità
delle
masse
.
Naturalmente
le
conseguenze
di
tutto
ciò
sono
profonde
e
piene
di
lontani
significati
.
È
stato
detto
:
"
Il
potere
corrompe
e
il
potere
assoluto
corrompe
assolutamente
"
;
ora
questa
manipolazione
così
vasta
,
così
uniforme
e
così
coerente
di
una
civiltà
intera
equivale
ad
un
potere
quasi
assoluto
messo
nelle
mani
di
coloro
che
presiedono
alla
manipolazione
stessa
.
In
altri
termini
esistono
oggi
agli
Stati
Uniti
i
mezzi
per
guidare
e
sospingere
le
masse
in
qualsivoglia
direzione
e
in
qualsivoglia
campo
.
Per
fortuna
,
tuttavia
,
come
sempre
avviene
in
Paesi
diStati
Uniti
1955
democrazia
organica
quali
sono
gli
Stati
Uniti
,
questo
potere
è
bilanciato
dalla
grande
fluidità
,
vitalità
e
capacità
consumatrice
della
società
americana
,
per
cui
non
sembra
che
classi
,
gruppi
,
situazioni
,
privilegi
e
poteri
debbano
mai
cristallizzarsi
e
ossificarsi
staticamente
come
avviene
in
altri
Paesi
,
e
continuamente
nuove
forze
,
nuovi
interessi
,
nuove
correnti
scacciano
le
vecchie
,
ne
prendono
il
posto
e
correggono
gli
antichi
errori
e
conformismi
,
sia
pure
talvolta
con
nuovi
errori
e
nuovi
conformismi
.
Il
problema
dunque
è
,
semmai
,
che
l
'
Average
Man
,
esista
o
no
nella
realtà
,
sia
guidato
e
sospinto
da
élites
e
concezioni
fondamentalmente
sane
e
umane
.
Indubbiamente
l
'
adulazione
di
cui
abbiamo
parlato
c
'
è
;
però
,
a
ben
guardare
,
è
un
'
adulazione
basata
sopra
un
'
idea
dell
'
uomo
certo
riduttiva
ma
in
complesso
bonaria
e
ragionevole
.
L
'
Average
Man
americano
non
ha
nulla
di
decadente
,
di
corrotto
,
di
disumano
,
di
spietato
e
di
irreale
come
certi
Uomini
Medii
di
nostra
conoscenza
che
in
un
recente
passato
si
sono
affacciati
alla
storia
,
coi
risultati
che
tutti
sanno
,
in
Europa
e
altrove
.
Insomma
l
'
esperimento
americano
di
creare
una
cultura
di
massa
è
in
corso
,
con
una
ricchezza
e
ampiezza
di
mezzi
mai
viste
,
e
naturalmente
ha
portato
come
primo
risultato
all
'
abbassamento
della
cultura
al
livello
della
massa
.
Si
può
dunque
criticare
alcuni
aspetti
di
quest
'
esperimento
,
per
esempio
quello
della
manipolazione
eccessiva
;
ma
sarebbe
prematuro
oltre
che
presuntuoso
pronunziare
un
giudizio
definitivo
.
StampaQuotidiana ,
A
settembre
dovrebbe
essere
affrontata
,
in
fase
conclusiva
,
la
legge
sull
'
Università
.
So
come
ai
politici
sia
indifferente
tutto
ciò
che
non
proviene
da
partiti
o
da
sindacati
,
che
non
si
traduce
in
voti
od
in
pericoli
di
scioperi
.
Eppure
occorre
talora
fare
il
punto
,
mostrare
quanto
di
contrario
agl
'
interessi
dei
meno
agiati
si
compia
nel
nome
della
democrazia
,
quanto
interessi
di
gruppi
prevalgano
sull
'
interesse
generale
.
Inutile
ripetere
cose
che
i
politici
avrebbero
anche
ragione
di
non
ascoltare
,
se
davvero
valesse
la
regola
che
non
si
può
mai
accettare
l
'
impopolarità
di
certe
riforme
.
Ripetere
così
che
è
folle
apparecchiare
nuove
Università
per
creare
sempre
un
maggior
numero
di
laureati
,
senza
curarsi
di
vedere
se
questi
troveranno
poi
un
'
occupazione
(
in
certi
casi
è
anzi
certo
che
non
la
troveranno
,
e
si
moltiplicherà
il
numero
dei
frustrati
,
dei
laureati
in
legge
od
in
economia
o
in
scienze
politiche
che
ad
uno
sportello
di
banca
attendono
ai
depositi
e
riscossioni
sui
libretti
di
risparmio
,
o
in
un
ufficio
riempiono
moduli
)
.
Inutile
ripetere
che
l
'
Università
è
un
grande
nome
,
ma
appartenente
al
passato
,
ed
oggi
la
realtà
sono
le
Facoltà
,
alcune
già
ammasso
di
discipline
eterogenee
,
come
quelle
di
scienze
;
e
non
si
può
legiferare
se
non
per
Facoltà
.
Inutile
ripetere
che
è
pura
demagogia
parlare
delle
esigenze
delle
Università
considerando
il
numero
degli
iscritti
,
e
volendo
ignorare
che
da
sempre
in
certe
Facoltà
solo
una
piccole
percentuale
degl
'
iscritti
frequenta
,
ed
in
alcune
,
dalla
loro
istituzione
,
solo
una
parte
,
non
la
maggioranza
degli
iscritti
al
primo
anno
,
giunge
al
termine
del
corso
.
Inutile
soggiungere
che
è
falso
che
non
si
frequenta
perché
non
ci
sono
posti
o
strutture
adeguate
,
quando
è
noto
che
non
si
frequenta
o
perché
si
risiede
altrove
o
si
è
occupati
,
o
,
più
spesso
,
si
ritiene
,
e
per
molte
materie
giustamente
,
che
a
vent
'
anni
si
possa
studiare
sui
libri
e
non
occorra
ascoltare
lezioni
;
e
che
sarebbe
utile
istituire
consultori
per
coloro
che
non
frequentano
.
Ed
inutile
altresì
ripetere
che
sono
diverse
e
non
sovrapponibili
le
strade
che
portano
a
formare
il
buon
professionista
e
quelle
che
portano
a
creare
l
'
uomo
di
studio
,
quello
delle
teorie
,
che
pure
necessita
;
e
che
sulle
prime
molto
potrebbero
operare
professionisti
provetti
,
primari
spedalieri
,
consigli
dell
'
Ordine
degli
avvocati
,
e
via
dicendo
,
scaricando
le
Università
.
Ma
c
'
è
invece
qualcosa
che
va
detto
,
e
non
importa
se
abbiano
a
giovarsene
i
movimenti
extraparlamentari
(
non
credo
:
essi
pure
hanno
da
guadagnare
a
che
nulla
muti
)
.
Va
detto
che
in
un
Paese
povero
come
il
nostro
,
dove
ciò
che
può
spendersi
per
l
'
istruzione
è
pur
sempre
limitato
,
le
necessità
primarie
sono
quelle
delle
scuole
materne
,
primarie
e
medie
,
e
tutte
le
altre
debbono
essere
mantenute
nei
limiti
dell
'
indispensabile
,
non
concedendosi
alcuno
scialo
.
Quando
sento
del
ragazzino
di
13
anni
che
non
frequenta
la
scuola
media
perché
la
famiglia
ha
bisogno
delle
ventincinquemila
lire
mensili
che
guadagna
addetto
a
una
pompa
di
benzina
ed
alla
ripulitura
del
cristallo
delle
macchine
in
sosta
;
quando
nell
'
ascensore
di
un
'
alta
sede
giudiziaria
mi
ritrovo
col
ragazzino
,
quasi
un
bimbetto
,
addetto
al
bar
,
che
instancabilmente
porta
cappuccini
e
birre
:
allora
ho
uno
dei
miei
rari
moti
d
'
ira
pensando
al
presalario
degli
universitari
,
reclamato
ora
da
tutti
.
Ma
della
cattedra
universitaria
si
tende
a
fare
quel
ch
'
era
il
beneficio
semplice
(
che
non
comportava
alcun
obbligo
,
tolto
portare
la
mantelletta
nera
di
abate
;
Monaldo
Leopardi
l
'
offrì
a
Giacomo
per
dargli
modo
di
vivere
,
ma
dignitosamente
Giacomo
rifiutò
)
,
o
l
'
abbazia
in
commenda
che
alimentava
le
rendite
di
opulenti
cardinali
.
Sento
cose
incredibili
:
una
Università
minore
che
propone
per
una
sola
Facoltà
di
scienze
morali
novantacinque
materie
d
'
insegnamento
,
e
pian
piano
,
ma
forse
non
tanto
piano
,
ogni
insegnante
diverrà
professore
di
ruolo
,
con
assistenti
,
tali
per
il
beneplacito
d
'
un
cattedratico
,
ed
inamovibili
;
anzi
mi
dicono
che
ora
si
vogliono
sistemare
anche
i
«
precari
»
,
chi
per
incarico
d
'
un
professore
tenne
qualche
esercitazione
.
E
quando
poi
mi
guardo
intorno
,
nel
settore
che
conosco
bene
,
scorgo
:
un
piccolissimo
numero
(
credo
bastino
le
dita
di
una
mano
per
contarli
)
di
ottimi
giovani
che
si
stabiliscono
nella
città
dove
hanno
cattedra
,
tengono
corsi
anche
serali
,
suscitano
interessi
,
sono
un
elemento
vivificatore
;
un
numero
sempre
esiguo
,
ma
un
po
'
meno
,
d
'
insegnanti
che
trascorrono
tre
giorni
della
settimana
nella
loro
sede
,
ed
in
quei
giorni
sono
attivi
,
legano
con
i
giovani
(
va
da
sé
che
quelli
interessati
sono
poi
pochi
,
sicché
spesso
dopo
la
lezione
insegnante
ed
allievi
possono
continuare
la
conversazione
intorno
ad
un
tavolo
di
birreria
)
;
ma
,
almeno
nei
settori
che
ben
conosco
,
vedo
aspirare
alla
cattedra
una
serie
di
giovani
che
mai
e
poi
mai
si
sposteranno
dalla
grande
città
in
cui
hanno
il
loro
centro
d
'
affari
,
mai
e
poi
mai
si
rassegneranno
a
vivere
dello
stipendio
,
per
quanto
questo
possa
essere
aumentato
.
Nelle
stesse
Facoltà
scientifiche
,
d
'
altronde
,
ben
so
quanto
sia
raro
il
professore
che
porti
la
sua
famiglia
nella
sede
,
s
'
inserisca
nel
tessuto
della
città
come
elemento
vivificatore
.
Ed
occorre
aggiungere
,
a
fare
il
punto
,
che
giustamente
ogni
ministro
direbbe
che
non
può
fare
nulla
,
perché
libertà
d
'
insegnamento
da
noi
significa
anche
libertà
di
non
insegnare
,
e
sarebbe
un
'
insurrezione
generale
il
giorno
di
esami
in
cui
si
presentasse
un
ispettore
ministeriale
a
vedere
com
'
è
composta
la
commissione
,
quanto
dura
ogni
esame
.
Scelta
delle
materie
,
libertà
di
programmi
:
e
sia
,
anche
se
costituisca
la
pietra
al
collo
per
il
ragazzo
che
non
ha
dietro
a
sé
alcuna
tradizione
di
cultura
,
e
si
fa
indicare
le
materie
dal
compagno
o
dal
bidello
.
Ma
se
c
'
è
qualcuno
che
vuole
studiare
ciò
che
è
fuori
delle
grandi
vie
,
l
'
eros
delle
pulci
o
l
'
astronomia
dei
cartaginesi
,
non
pretenda
si
creino
cattedre
per
lui
.
I
poveri
debbono
spendere
bene
il
poco
di
cui
dispongono
;
lo
spreco
non
è
loro
consentito
.
Si
considerino
i
bisogni
reali
delle
Università
,
ma
non
si
accordi
il
superfluo
;
non
si
crei
(
anche
se
possa
essere
una
via
per
fare
ciò
che
al
fascismo
non
riuscì
,
l
'
impronta
politica
posta
sull
'
Università
,
come
si
tende
a
metterla
sulla
magistratura
}
un
esercito
d
'
insegnanti
che
non
insegnano
o
perché
non
sanno
,
o
perché
non
vogliono
,
o
perché
manca
loro
la
studentesca
cui
insegnare
.
StampaQuotidiana ,
L
'
accusa
di
«
professionisti
»
o
-
peggio
-
di
«
mestieranti
»
della
politica
ricorre
spesso
sulla
bocca
degli
italiani
nei
confronti
dei
parlamentari
e
dei
dirigenti
di
partito
.
E
vi
ricorre
con
una
sfumatura
di
dispetto
e
di
disprezzo
.
Per
un
motivo
molto
semplice
:
che
del
professionalismo
la
gente
si
sofferma
a
considerare
solo
gli
aspetti
negativi
,
che
certamente
ci
sono
:
l
'
attaccamento
al
posto
,
il
carrierismo
,
l
'
opportunismo
eccetera
.
Ma
ce
ne
sono
anche
di
positivi
,
che
non
vanno
o
che
non
dovrebbero
venire
trascurati
:
la
dedizione
assoluta
,
la
formazione
di
competenze
specifiche
,
e
via
dicendo
.
Vediamo
un
po
'
anzitutto
di
precisare
fino
a
che
punto
il
professionismo
sia
invalso
,
cioè
quanti
siano
i
parlamentari
che
vivono
soltanto
di
politica
.
Gli
studiosi
fiorentini
che
hanno
compilato
il
volume
«
Il
Parlamento
italiano
»
ci
forniscono
delle
cifre
-
credo
-
abbastanza
precise
.
Io
non
voglio
affollarne
la
testa
del
povero
lettore
,
e
salto
quindi
a
quella
conclusiva
:
oggi
come
oggi
,
circa
la
metà
dei
nostri
parlamentari
non
hanno
altra
attività
che
quella
politica
,
la
quale
così
viene
a
rappresentare
per
essi
,
oltre
che
una
vocazione
,
una
«
sistemazione
»
.
La
prima
conseguenza
,
certamente
deteriore
,
di
questo
fatto
è
l
'
accanimento
della
lotta
per
la
conquista
o
il
mantenimento
del
seggio
.
Per
molti
,
il
problema
è
drammatico
:
non
impegna
soltanto
le
ambizioni
,
ma
addirittura
il
pane
.
Sempre
dalla
stessa
documentazione
risulta
che
appena
un
15
per
cento
dei
nostri
deputati
e
senatori
ha
di
che
vivere
anche
senza
la
politica
.
La
voce
pubblica
riassume
questa
situazione
dicendo
sommariamente
che
«
sono
tutti
alla
greppia
»
.
Esistono
tuttavia
,
fra
partito
e
partito
,
delle
differenze
sostanziali
.
I
comunisti
sono
quelli
che
meno
risentono
il
dramma
del
seggio
,
per
due
motivi
.
Prima
di
tutto
perché
la
ferrea
disciplina
di
partito
cui
sono
sottoposti
fa
di
loro
non
dei
«
rappresentanti
»
,
ma
dei
«
comandanti
alla
rappresentanza
»
,
e
quindi
li
scoraggia
in
partenza
da
ogni
pretesa
di
restarlo
.
Eppoi
perché
essi
sono
quasi
tutti
funzionari
di
partito
,
nel
cui
«
apparato
»
ritrovano
un
posto
,
quando
lo
perdono
in
Parlamento
.
Anche
i
democristiani
se
la
cavano
abbastanza
bene
perché
,
appartenendo
a
un
partito
che
ha
in
mano
tutte
le
leve
di
potere
,
dispongono
di
una
vasta
collezione
di
enti
pubblici
,
di
banche
,
di
compagnie
di
assicurazione
eccetera
,
in
cui
sistemarsi
se
vengono
esclusi
dalle
liste
o
trombati
alle
elezioni
.
Il
guaio
più
grosso
è
per
i
socialisti
che
,
essendo
rimasti
fin
qui
fuori
dal
governo
e
quindi
non
avendo
le
mani
in
nulla
,
e
non
disponendo
di
un
«
apparato
»
paragonabile
a
quello
comunista
in
cui
potersi
riaccusare
,
non
hanno
alternative
:
o
il
Parlamento
o
la
disoccupazione
.
Irriducibile
sensazione
Una
seconda
conseguenza
,
anch
'
essa
deteriore
,
è
l
'
estendersi
e
l
'
aggrovigliarsi
di
quella
equivoca
zona
di
«
sottogoverno
»
in
cui
tutti
i
partiti
cercano
dei
compensi
,
cioè
delle
«
sistemazioni
di
ricambio
»
.
Come
ho
detto
,
i
democristiani
sono
per
questo
in
una
posizione
di
privilegio
.
Ma
non
possono
aspirare
al
monopolio
.
E
questo
fa
sì
ch
'
essi
trovino
sempre
degli
alleati
,
quando
si
tratta
di
moltiplicare
i
«
carrozzoni
»
.
Intendiamoci
bene
:
con
ciò
non
voglio
dire
che
i
«
carrozzoni
»
si
moltiplicano
solo
per
questa
ragione
.
Ce
ne
sono
anche
altre
di
natura
ideologica
,
che
l
'
apertura
a
sinistra
ha
ora
accentuato
.
Ma
è
certo
che
il
professionalismo
politico
crea
nel
Parlamento
una
predisposizione
d
'
animo
favorevole
a
tutto
ciò
che
può
offrire
una
soluzione
di
ripiego
a
una
carriera
politica
abortita
o
spezzata
.
C
'
è
infine
una
terza
conseguenza
,
che
intacca
proprio
la
sostanza
delle
istituzioni
e
ne
altera
la
natura
.
La
dipendenza
degli
eletti
dal
rispettivo
partito
toglie
loro
sempre
di
più
il
carattere
di
«
rappresentanti
»
e
accentua
quello
di
«
funzionari
»
.
In
questo
consiste
la
«
partitocrazia
»
contro
cui
si
levano
tante
proteste
.
In
Italia
l
'
elettore
si
riconosce
sempre
meno
nel
suo
eletto
,
dal
quale
anzi
si
sente
perpetuamente
«
tradito
»
.
Se
gli
si
chiede
in
cosa
ravvisa
questo
tradimento
,
con
esattezza
non
sa
rispondere
.
Però
,
per
quanto
generica
,
questa
sensazione
in
lui
è
irriducibile
.
E
non
si
può
negare
che
abbia
qualche
fondamento
nella
realtà
dei
fatti
.
Lo
stesso
governo
per
esempio
,
quando
vuoi
venire
a
capo
di
uno
sciopero
,
non
si
rivolge
ai
rappresentanti
parlamentari
degli
scioperanti
perché
sa
benissimo
che
essi
non
li
rappresentano
affatto
.
Si
appella
alla
mediazione
degli
organizzatori
sindacali
,
cioè
tratta
direttamente
con
la
categoria
.
L
'
uomo
della
strada
non
afferra
molto
bene
i
perché
di
questa
situazione
,
ma
l
'
avverte
,
e
corre
alla
conclusione
più
facile
e
sommaria
:
la
colpa
-
dice
-
è
dei
partiti
che
non
fanno
,
come
dovrebbero
,
da
cinghia
di
collegamento
,
ma
da
diaframma
fra
eletti
ed
elettori
.
Essi
hanno
creato
-
dice
sempre
l
'
uomo
della
strada
-
una
specie
di
«
sovramondo
»
che
ha
confiscato
ogni
potere
di
decisione
e
che
non
si
sente
nemmeno
in
obbligo
di
rispondere
del
proprio
operato
agli
elettori
,
o
lo
fa
con
un
linguaggio
da
iniziati
,
che
praticamente
li
esclude
perfino
dalla
comprensione
dei
problemi
.
C
'
è
del
vero
.
Ma
,
prima
di
addossarne
la
colpa
ai
partiti
vediamo
un
po
'
come
tutto
questo
è
successo
.
Anzitutto
,
il
suffragio
universale
ha
reso
molto
più
arduo
il
compito
della
«
rappresentanza
»
.
Il
suffragio
ristretto
era
,
si
capisce
,
ingiusto
,
perché
concedeva
solo
a
una
minima
parte
della
popolazione
il
diritto
di
essere
rappresentata
,
e
creava
così
un
privilegio
.
Però
quella
parte
era
chiaramente
identificata
nei
suoi
interessi
e
nelle
sue
aspirazioni
.
Ci
voleva
poco
a
rappresentare
con
fedeltà
duemila
elettori
che
volevano
,
poniamo
,
una
scuola
o
una
ferrovia
.
Bastava
battersi
per
quella
scuola
e
per
quella
ferrovia
.
Oggi
un
povero
parlamentare
deve
rappresentare
,
se
è
deputato
,
dai
30
mila
ai
50
mila
elettori
;
e
se
è
senatore
,
il
doppio
.
Trovare
fra
loro
,
sparpagliati
come
sono
in
località
,
categorie
e
ceti
diversi
,
un
minimo
comun
denominatore
,
è
molto
più
difficile
.
Il
solo
rimedio
I
partiti
hanno
cercato
di
neutralizzare
questo
effetto
controproducente
del
suffragio
universale
,
ricreandone
uno
ristretto
nel
loro
ambito
.
Il
«
diaframma
»
è
qui
.
La
composizione
della
«
lista
»
dei
candidati
da
presentare
agli
elettori
è
infatti
una
pre
-
elezione
bell
'
e
buona
,
operata
autoritariamente
dalla
piccola
minoranza
dei
«
militanti
»
,
e
per
essi
nella
realtà
delle
cose
,
dalle
direzioni
dei
vari
partiti
.
Quella
che
viene
dagli
elettori
,
poi
,
non
è
che
una
conferma
della
scelta
già
fatta
o
,
al
massimo
,
una
scelta
nella
scelta
con
l
'
arma
-
piuttosto
spuntata
e
inefficace
-
delle
preferenze
.
Ecco
perché
si
sentono
«
traditi
»
.
Ma
non
c
'
era
altro
rimedio
,
e
quindi
non
si
può
considerarlo
una
«
colpa
»
.
La
colpa
,
caso
mai
,
va
ricercata
nel
modo
in
cui
è
stato
applicato
.
I
partiti
non
si
sono
resi
conto
di
una
cosa
,
su
cui
gli
studiosi
di
tutto
il
mondo
ormai
hanno
fornito
unanime
testimonianza
:
e
cioè
che
l
'
elettore
medio
,
a
qualunque
ceto
appartenga
,
ha
scarsi
interessi
politici
,
e
raramente
si
lascia
guidare
nella
scelta
da
operazioni
intellettuali
.
Non
solo
le
grandi
ideologie
come
il
liberalismo
o
il
socialismo
sono
per
lui
nebulose
astrazioni
.
Ma
anche
certi
problemi
concreti
,
come
la
difesa
delle
Costituzione
,
l
'
economia
di
mercato
,
la
pianificazione
,
l
'
indipendenza
della
magistratura
eccetera
,
lo
toccano
poco
.
E
più
sensibile
caso
mai
,
a
degli
«
slogans
»
massicci
tipo
«
via
i
capitalisti
»
,
«
la
terra
ai
contadini
»
,
«
meno
tasse
»
,
«
abbasso
i
forchettoni
»
eccetera
,
sebbene
sia
dimostrato
che
anche
questa
propaganda
ormai
intacca
poco
le
scelte
già
fatte
.
Ma
già
fatte
su
che
?
Ecco
il
punto
su
cui
è
nata
la
confusione
.
Gli
americani
e
gl
'
inglesi
questa
confusione
l
'
hanno
evitata
col
sistema
bipartitico
che
offre
due
sole
alternative
estremamente
chiare
:
conservazione
o
progresso
,
oppure
progresso
a
ritmo
più
lento
o
progresso
a
ritmo
più
affrettato
.
Il
lettore
non
concluda
subito
che
così
bisognava
fare
anche
in
Italia
.
Non
si
poteva
.
Perché
per
farlo
occorre
una
società
stabilizzata
e
priva
di
forze
centrifughe
.
Da
questo
lato
,
il
nostro
panorama
politico
è
semplicemente
pauroso
.
Se
tiriamo
le
somme
all
'
ingrosso
deducendole
dall
'
atteggiamento
dei
vari
partiti
,
ci
accorgiamo
che
mezza
Italia
rinnega
il
sistema
politico
che
si
è
dato
,
e
che
resiste
solo
perché
questo
rifiuto
viene
da
due
parti
opposte
-
l
'
estrema
destra
e
l
'
estrema
sinistra
-
che
alla
meglio
si
neutralizzano
.
In
queste
condizioni
,
che
bipartitismo
si
poteva
fare
?
Esso
presuppone
una
società
che
accetta
interamente
il
sistema
e
solo
si
diversifica
sui
tempi
della
conservazione
e
del
progresso
.
Grosso
guazzabuglio
Quello
a
cui
però
si
poteva
e
si
doveva
mirare
anche
in
un
sistema
pluripartitico
come
il
nostro
era
la
«
identificabilità
»
delle
rispettive
posizioni
politiche
.
Nei
Paesi
scandinavi
i
partiti
sono
quattro
.
E
,
sebbene
tutti
accettino
il
sistema
e
quindi
non
si
differenzino
tra
loro
che
per
lievi
diversità
,
si
caratterizzano
con
lineamenti
precisi
all
'
occhio
dell
'
elettore
.
In
Italia
,
su
otto
partiti
,
ci
sono
quattro
«
destre
»
(
quella
missina
,
quella
monarchica
,
quella
liberale
e
quella
democristiana
)
,
cinque
«
sinistre
»
(
comunista
,
socialista
,
socialdemocratica
,
repubblicana
e
democristiana
)
e
due
«
centri
»
(
quello
democristiano
e
quello
liberale
)
.
Non
basta
il
cervello
di
un
elettore
per
raccapezzarsi
in
un
simile
guazzabuglio
.
Ci
vuole
quello
di
uno
psichiatra
perché
siamo
nella
follia
pura
.
E
di
qui
che
nasce
il
puntiglioso
dogmatismo
ideologico
dei
nostri
partiti
,
che
in
esso
cercano
un
rimedio
alla
loro
mancanza
di
una
vera
e
chiara
fisionomia
.
Come
fanno
quattro
«
destre
»
,
cinque
«
sinistre
»
e
due
«
centri
»
a
distinguersi
fra
loro
,
se
non
sottolineando
fino
alla
caricatura
gli
elementi
che
li
dividono
?
Di
qui
,
la
corsa
agli
estremi
,
la
tendenza
al
radicalismo
e
la
perpetua
vocazione
alle
scissioni
.
Di
qui
la
lotta
di
fazione
portata
al
parossismo
,
tutta
dibattuta
su
schemi
astratti
,
su
sottigliezze
di
dottrina
,
che
richiedono
perfino
un
linguaggio
esoterico
,
fuori
gittata
dell
'
intelligenza
comune
.
E
di
qui
la
sensazione
,
sempre
più
diffusa
tra
il
pubblico
,
d
'
essere
«
tradito
»
dai
propri
rappresentanti
.
Regola
invertita
Anche
noi
giornalisti
ne
siamo
trascinati
.
I
resocontisti
e
commentatori
di
politica
interna
,
sulla
nostra
stampa
,
formano
ormai
una
famiglia
speciale
,
che
ha
finito
per
adottare
lo
stesso
linguaggio
dei
partiti
,
cioè
ha
perso
ogni
contatto
col
pubblico
.
Il
collega
Forcella
riconobbe
tempo
fa
che
di
lettori
di
articoli
politici
in
Italia
ce
ne
saranno
2500
,
sì
e
no
.
Magari
saranno
anche
25
mila
.
Restano
comunque
una
sparuta
minoranza
di
iniziati
a
,
qualcosa
che
sempre
più
somiglia
a
un
«
mistero
»
.
E
anche
questo
naturalmente
contribuisce
a
diminuire
il
carattere
«
rappresentativo
»
e
ad
accentuare
quello
partitocratrico
e
funzionaresco
del
Parlamento
.
L
'
indagine
statistica
degli
studiosi
fiorentini
ce
ne
fornisce
la
riprova
,
in
cifre
.
Alla
Costituente
del
1946
solo
,
l
'
un
per
cento
dei
partecipanti
venivano
dagli
«
apparati
»
dei
partiti
.
Oggi
sono
1'87
.
La
carriera
politica
diventa
sempre
più
esclusiva
e
chiusa
ad
apporti
esterni
.
Il
motivo
ce
lo
forniscono
altre
cifre
raccolte
dagli
studiosi
fiorentini
,
particolarmente
illuminanti
.
Dalle
loro
indagini
risulta
che
quasi
il
50
per
cento
dei
nostri
parlamentari
sono
figli
di
padri
che
hanno
,
come
titolo
d
'
istruzione
,
la
licenza
elementare
o
quella
di
scuola
media
inferiore
.
Nulla
di
scandaloso
,
in
sé
e
per
sé
.
Anzi
.
Ma
questo
ci
dice
cosa
è
diventata
oggi
la
carriera
politica
:
non
più
il
premio
e
il
coronamento
del
successo
conquistato
in
altri
campi
,
come
avveniva
una
volta
col
suffragio
ristretto
e
il
collegio
uninominale
,
quando
il
seggio
andava
al
«
notabile
»
locale
;
ma
la
scorciatoia
per
raggiungere
d
'
un
balzo
,
nello
spazio
di
una
sola
generazione
,
la
élite
dirigente
.
Prima
ci
si
doveva
inserire
,
economicamente
e
professionalmente
,
in
un
certo
ceto
almeno
medio
-
superiore
,
per
diventare
deputato
.
Oggi
si
diventa
deputato
appunto
per
inserirsi
in
questo
ceto
.
La
Camera
non
è
più
la
meta
,
ma
lo
strumento
di
una
«
promozione
»
sociale
.
Non
dico
,
badate
bene
,
che
sia
un
male
.
Dico
soltanto
che
la
regola
è
stata
invertita
e
che
questo
sovvertimento
contribuisce
la
sua
parte
al
professionalismo
e
ai
suoi
caratteri
,
quasi
corporativi
,
di
geloso
monopolio
.
Ma
la
verità
è
che
l
'
attività
politica
,
in
Italia
,
si
svolge
dentro
un
quadro
che
non
è
più
il
suo
,
perché
era
stato
predisposto
per
un
tipo
di
Stato
che
non
ha
più
nulla
a
che
fare
con
quello
in
cui
viviamo
.