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Magistrati e polizia ( Jemolo Arturo Carlo , 1974 )
StampaQuotidiana ,
In « Per difendersi dal delitto » del 2 gennaio Conso scorge una garanzia in una polizia giudiziaria posta alla esclusiva dipendenza della magistratura , senza interferenze da parte dell ' esecutivo , eccezione fatta per quelle concernenti l ' organizzazione e il funzionamento , da demandare però al solo ministro della Giustizia . Che l ' autorità giudiziaria disponga direttamente di tale polizia , è scritto all ' art. 109 della Costituzione , e la norma è fuori discussione . Ma la pubblica sicurezza solo in piccola parte è impegnata nella repressione dei reati ; un Commissariato di quartiere è molto preso da pratiche varie : licenze di porto d ' arme , permessi di caccia , passaporti , le varie licenze per cui la legge prevede l ' autorizzazione od il parere della pubblica sicurezza : compiti di conciliazione : liti familiari , l ' affittacamere che vuol mettere fuori l ' inquilino , o la domestica ad ore che viene a deplorare di non essere pagata ; e poi le denunce che non hanno seguito , ragazze scappate di casa , ma che l ' indomani ricompaiono , furti di biciclette , di automobili , e via dicendo . Attraverso quest ' attività il Commissariato acquista un panorama del quartiere , che gli permette d ' intravedere molte cose : le camere affittate ad ore per coppie clandestine , lo sfruttamento di prostitute , i ragazzi sospetti fornitori di droga , la gente che vive lussuosamente ma non paga chi la serve , e via dicendo ; e credo che quando è commesso un delitto , la polizia giudiziaria non possa fare a meno di cominciare a chiedere al Commissariato di quartiere . Separare le due polizie ? Nessuno vi pensa : già si deplora il dualismo carabinieri e pubblica sicurezza . Porre tutta la polizia alle dipendenze del ministero della Giustizia ? Se questo fosse ancora l ' organismo burocratico ch ' era al principio del secolo , non vi vedrei difficoltà ( per quanto sia arduo separare del tutto polizia e funzione politica , che non può non fare capo alla Presidenza del Consiglio ed al ministero dell ' Interno , che sarebbe bene avessero sempre un unico titolare ) ; ma oggi il ministero è costituito per intero da magistrati e cancellieri , che di solito vi arrivano dopo vari anni di servizio presso uffici giudiziari . E mi chiedo sempre se abbia ancora una ragion d ' essere quel ministero , una volta affidate al Consiglio superiore della magistratura promozioni e destinazioni dei giudici . Un ministero per le carceri , i concorsi a notaio , mansioni di alta sorveglianza sullo stato civile , su alcuni ordini professionali , per sottoporre al Capo dello Stato i decreti di grazia e di riconoscimento , dopo sciolto il matrimonio , di figli adulterini ( ma questa figura dell ' adulterino confido scompaia presto ) ? Un ministero in cui il ministro non può rispondere che dell ' operato del personale delle carceri , perché in fatto non ha altri dipendenti . Comunque non so quanto il magistrato sia atto a dirigere la polizia giudiziaria . Il magistrato per un arcaismo della legislazione è legato al cancelliere : non può procedere a nulla senza il cancelliere ed i provvedimenti li adotta per scritto , nella sua sede : ciò che significa legato ad un orario di ufficio , ché i palazzi di giustizia ad una certa ora chiudono le porte . Il ritmo del magistrato è necessariamente non rapido , anche se nel caso l ' uomo sia solerte ; guai se esso s ' imprimesse anche alla polizia . E poi , diciamo la verità : la diffidenza per la polizia e la fiducia nel magistrato sono legate a un abito mentale che siamo in molti a non condividere ( perciò ho gradito le parole del messaggio di Leone che ricordavano le benemerenze delle forze di polizia , che spesso lasciano vittime sul terreno ) ; non ha consistenza la visione del magistrato impassibile , mai annebbiato da preconcetti , e quella del poliziotto che ha la voluttà di colpire , di vedere in ogni persona che interroga un colpevole . Uomini troppo sicuri di sé , del loro intuito , della prima impressione , ed uomini esitanti e dubbiosi ; uomini non disposti a riconoscere di avere preso una via errata ed uomini troppo presto propensi ad abbandonare una traccia , uomini inclini alla pietà ed uomini duri : si trovano in tutti i ranghi . Ed altresì uomini che guardano con nostalgia al passato ed uomini che lo aborrono ; nessuno oggi si sentirebbe di affermare che la magistratura non sia più di un tempo accessibile alle correnti politiche . Polizia a disposizione dei giudici , sì ; ma che serbi una sua libertà di azione , non sia troppo burocratizzata , possa assumere iniziative , se la si vuole arma contro il delitto . Conso parla della presenza del difensore ad ogni interrogatorio , ormai consacrata . So che non si torna indietro ; ma non ne sono entusiasta , specie rispetto al primo incontro tra giudice ( o polizia ) ed indiziato . Enrico Ferri insegnava in argomento ai suoi allievi che vi sono regioni d ' Italia in cui si parla con la bocca ed altre in cui si parla con le mani . È proprio certo che l ' avvocato difenda soltanto l ' interrogato dalle insidie del giudice , e non lo avverta , anche nel modo più corretto , con una obiezione mossa al giudice circa la domanda posta , sul come deve rispondere ? C ' è un romanzo di Arpino , Un delitto d ' onore , che è la storia di una vicenda realmente avvenuta : e chi difendeva l ' imputato era un parlamentare illustre , ch ' ebbe anche cariche di governo , ed uomo integerrimo , la cui memoria è da tutti giustamente onorata ; eppure rimando a quel romanzo a mostrare come , anche nelle sfere più alte , il penalista non possa che suggerire all ' imputato , pur se sicuro autore del delitto ( in quel caso , orrendo ) , la via della sua salvezza .
StampaQuotidiana ,
Il signor X , viaggiatore negli Stati Uniti e poeta illustre al suo paese , si sveglia molto presto nel suo albergo a Central Park , a Nuova York , perché in America , contrariamente all ' Europa , le camere non hanno scuri né persiane bensì soltanto leggere veneziane di materia plastica che lasciano entrare la luce a torrenti . Il signor X cerca di riaddormentarsi , ma non ci riesce . Finalmente va alla finestra , tira su la veneziana e guarda dall ' alto del trentesimo piano alle verdi ondate primaverili di Central Park che sembrano infrangersi senza rumore contro la bianca scogliera dei grattacieli allineati sulla quinta Avenue . È mattina presto , il cielo , dietro le torri dei grattacieli , è ancor rosa , si pensa ad un ' aurora tra i picchi di alte montagne . " Magnifica città " , borbotta tra sé e sé il signor X , " ma perché non si dorme ? " Il signor X va nel bagno , si spoglia , si sottomette alla doccia . Santi numi : questa non è una doccia , ma un furioso getto di spilli . " Ecco la differenza tra l ' Europa e l ' America " , pensa il signor X , " in Europa la doccia è uno stillicidio che appena accarezza . In America è una frusta che percuote " . Contento del suo paragone , il signor X si veste lentamente così che un ' ora e più passa prima che il telefono squilli e la voce disumana di una telefonista ( sarà bella o brutta , bionda o bruna , vecchia o giovane ? Oppure sarà una piccola macchina con molte ruote dentate e la voce di donna ? ) l ' avverta che sono le otto e mezzo : sveglia . Il signor X si precipita fuori della stanza , corre agli ascensori e discende a pian terreno in una cabina blindata e comandata elettronicamente , piena di omaccioni sbarbati che ostentano sui petti delle camicie insolite , cravatte ornate di stelle , di soli , di punti interrogativi , di cani e di alberi . Il signor X acquista , al passaggio per l ' atrio , il giornale del mattino ( titolo su sei colonne : famiglia massacrata nel sonno ; il bambino fatto a pezzi e messo nella ghiacciaia ) e quindi scende sottoterra , al ristorante , per la colazione del mattino . Gli viene portato il solito pasto sostanzioso composto di succo d ' arancia , uova , lardo , salsicce , burro , marmellata e caffè ; il signor X porta alle labbra il bicchiere e quindi rimane a bocca aperta : su una pagina del giornale campeggia la sua fotografia scattata appena due giorni fa , all ' arrivo del piroscafo . " Sono dunque davvero a Nuova York " , pensa il signor X , non senza compiacimento . Sì , è a Nuova York ; e Nuova York , di lì a qualche minuto , lo chiama , anzi lo esige per la voce di un cameriere che gira fra i tavoli gridando il suo nome . Il signor X pianta in asso la colazione e si precipita fuori dell ' albergo . Un giovanotto dall ' aria sportiva si presenta , gli stringe la mano , lo fa salire in una macchina . Vengono attraversate alcune Avenue e un numero non precisato di strade , la macchina si ferma sotto uno dei tanti grattacieli , sulla porta si veggono le sigle dorate di una società di televisione . Ascensore , corridoi , porte e porte , ecco il solito ufficio americano , con i bidoni d ' acqua da bere , le scrivanie di metallo , le tante segretarie tutte graziose e tutte simili l ' una all ' altra . Il signor X è introdotto direttamente nel teatro di posa della televisione , le macchine sono pronte , gli operatori in maniche di camicia chiacchierano aspettando il momento dell ' azione . Il signor X viene fatto sedere in un angolino borghesemente arredato con un divanetto , un tavolino e un vaso di fiori sul tavolino . Un ometto anzianotto , dalla faccia smaltata di cerone , si presenta sorridendo al signor X e gli siede accanto sul divano . Ha in mano alcuni fogli sui quali sono già scritte le domande che rivolgerà al signor X . Silenzio . I riflettori convergono sull ' ometto dal cerone . Costui adesso ha un piatto davanti a sé , sul tavolino , e sul piatto c ' è un pezzo di formaggio . L ' ometto taglia una fetta di formaggio , la prende tra due dita , la morde , mastica ghiottamente e quindi con voce sonora : " Signore e signori , questo è il formaggio per voi , il formaggio Smith , il solo formaggio senza calorie , ricordatevi : formaggio Smith . " La macchina da presa si abbassa sul piatto inquadrando il formaggio , quindi si rialza e il formaggio viene sostituito con un bicchiere e un fiasco di vino . L ' ometto dal cerone si versa un bicchiere di vino , lo sorseggia e quindi esclama : " Ora un buon bicchiere di vino . Ma vino Jones , ricordate : vino Jones . " L ' ometto fa piroettare il fiasco sotto i riflettori ; finalmente si sdraia voluttuosamente sul divano , accende un lungo sigaro biondo : " E questo sigaro è un ottimo , eccellente sigaro Paloma . Ricordate : sigaro Paloma . " Quindi senza alcuna transizione : " Ora passando ad altro argomento , vi presento il signor X , poeta celebre , arrivato fresco fresco dall ' Europa avant ' ieri . Come state signor X ? " Il signor X , sbalordito da tanto rapido passaggio dal formaggio , dal vino e dal sigaro alla sua poesia , riesce tuttavia a balbettare in cattivo inglese che sta bene . L ' ometto gli sorride benevolmente ; dietro i riflettori anche i macchinisti sorridono , ma il signor X ha l ' impressione che questi ultimi sorridano con qualche malignità . Comunque la trasmissione è presto fatta : sei minuti in tutto . Il signor X ha appena il tempo di accennare alla probabile parentela della sua poesia con quella di Eliot , alla stima in cui tiene poeti come Auden e Dylan Thomas , che i riflettori già si allontanano e l ' ometto con un gesto della mano gli taglia la parola in bocca . Il signor X si ritrova di nuovo nella strada , anche questa volta , però , c ' è un giovanotto zelante che si presenta , lo fa salire in macchina e lo trasporta ad altro grattacielo , in altra strada . Il signor X , dopo il solito ascensore e i soliti corridoi , è introdotto in una grande sala piena di seggiole , del tutto vuota . In terra c ' è uno scatolone irto di fili , davanti al signor X c ' è un microfono . Il signor X , adesso , deve recitare meglio che può alcune sue poesie affinché siano registrate su un disco che poi verrà messo in vendita in tutti gli Stati Uniti . Il signor X recita dunque quelle sue poesie che compose in vari anni , nella pace malinconica di una lontana città d ' Europa . Le recita mettendoci tutto il sentimento che può , più un altro sentimento affatto nuovo per lui , quasi di sgomento : possibile che la poesia debba diventare un affare così meccanico , attraverso fotografie di giornali , schermi televisivi , radio e dischi di grammofono ? Finita la registrazione , il signor X si precipita fuori del grattacielo , acchiappa a volo un taxi e corre attraverso le affollate strade di Nuova York all ' ufficio del suo editore americano , in bassa città , come si dice , ossia " down town " . Ecco la quinta Avenue piena di passanti frettolosi che corrono nel sole già caldo , ecco le torri ferrigne del Rockefeller Center , ecco gli alberi verdi di Washington Square . Il signor X vuol vedere l ' editore che gli ha pubblicato un libro di saggi sulla poesia moderna : non gli dispiacerebbe sapere se il volume si è venduto . In cima a un grattacielo in stile assiro - babilonese , al decimo piano , il signor X sbattuto fuori dell ' ascensore , rotola da una segretaria all ' altra fino alla stanza dell ' editore , il quale lo accoglie a braccia aperte . Come sono cordiali gli Americani : dopo quattro minuti il signor X si sente chiamare per nome e si sente proporre di chiamare a sua volta per nome l ' editore , James , soltanto James , anzi Jim . La visita del resto è breve perché l ' editore è molto indaffarato e interrompe spesso la conversazione sia per rispondere ad una delle sue numerose segretarie , sia per parlare in una macchinetta di ebanite che sta sullo scrittoio , sia per discorrere a lungo ad uno dei suoi due o tre telefoni . Il signor X apprende nel frattempo che il libro si vende bene ; e che quello stesso giorno egli dovrà lasciarsi intervistare da tre o quattro giornalisti , far colazione con due o tre critici , intervenire ad un cocktail che l ' editore offrirà in suo onore e finalmente partecipare ad una discussione pubblica in presenza di un centinaio di persone affiliate all ' associazione potente degli Amici della Poesia . Lasciato l ' editore , al signor X non resta dunque che correre al ristorante dove l ' aspettano i critici . È naturalmente un ristorante italiano e naturalmente il ristorante è quasi al buio , perché gli Americani amano mangiare al buio , come se si trattasse di una faccenda molto intima . Nel ristorante , al solito , c ' è grandissima folla e gli avventori aspettano pazientemente , con pazienza tutta americana , due per due , su per la scala , che un tavolo si liberi . Finalmente dopo un ' attesa di venti minuti , un tavolo si sgombera e il signor X e i suoi tre critici , più una ragazza che egli non sa chi sia , più un giovanotto che sembra accompagnare la ragazza , più una vecchia signora che pare conoscere tutti quanti seggono e consumano una breve colazione a base di grandi foglie di lattuga e di polpa di granchi tritata fine e condita di salsa piccante . Il signor X , rianimato dal cibo , svolge una conversazione brillante , o almeno così gli pare , rispondendo alle numerose domande dei critici e degli altri tre ; ma sul più bello , quando comincia a scaldarsi , il pasto finisce e tutti quanti , dopo avergli dichiarato che sono stati addirittura deliziati dall ' averlo conosciuto , si eclissano rapidamente . Il signor X si ritrova solo e deluso , sul marciapiede della quinta Avenue , tra la folla delle segretarie che , poverette , corrono agli uffici dopo aver mangiato il quotidiano sandwich a tre piani negli economici " drug stores " . È un brutto momento per il signor X , come è sempre un brutto momento a Nuova York quando ci si ritrova soli , perché la solitudine in America non fa parte della vita dell ' uomo e piomba addosso improvvisa come un vaso di fiori che caschi sulla testa da una finestra . Il signor X tuttavia si rincuora guardando al proprio libretto degli impegni : tra un ' ora gli appuntamenti cominciano e proseguono fitti fitti sino alle undici di notte . Consapevole dello sforzo che richiederà una simile giornata , il signor X corre all ' albergo , dove si getta sul letto , stremato , cercando di riguadagnare il sonno che la notte gli ha negato . Fatica sprecata : il sonno non viene e invece il telefono squilla senza tregua : interviste , vecchie signore protettrici di poeti , ammiratori , agenti letterari , qualche vecchia conoscenza d ' Europa emigrata molti anni fa in America e che , al telefono , sembra proprio storpiare ormai la lingua originaria . L ' ora del riposo , della " relaxation " come dicono gli Americani , è presto passata , il signor X balza dal letto come spinto da una molla potente , si cambia la camicia ormai già tutta nera e gualcita e corre ai vari appuntamenti del pomeriggio . Egli apprende così a proprie spese che a Nuova York il traffico è lentissimo perché le distanze sono enormi e le strade ingorgate di milioni di macchine ; che gli impegni che da lontano sembrano lusinghieri ed importanti si risolvono quasi tutti in faccenduole pseudo - pubblicitarie ; e che alla fine di tanti impegni , dopo tutto , non è spiacevole ritrovarsi nel salotto dell ' editore , alla cinquantesima strada , e sorbire un whisky o due o tre o anche quattro o anche cinque . Insomma , il signor X , pur bevendo senza tregua , stringe la mano ad una quarantina di persone , scambia dei complimenti con una ventina , discorre affabilmente con una decina , scrive sul suo libretto l ' indirizzo e l ' invito di cinque o sei , e , last but not least , fa la corte , alla maniera europea , ad almeno un paio di ragazze dalle stupende anatomie , bionde , ammirate e infantili . Come per miracolo ( il miracolo ingenerato dall ' ebbrezza del whisky ) , dopo il cocktail il signor X scopre ad un tratto di essere su un palco , nella sala da pranzo di un grande albergo : egli ha già cenato , ora si trova sul palco , e cento persone sedute nella sala lo guardano a bocca aperta . Qualcuno presenta il signor X , con acconce parole e poi è la sua volta : deve rileggere le poesie che già lesse al mattino alla sede della società grammofonica . Il signor X è stanco , anzi esausto , la dizione dei propri versi gli costa uno sforzo enorme , è fradicio di sudore , né valgono a rinfrescarlo ormai gli applausi numerosi che accolgono la fine della lettura . Quindi il signor X deve rispondere alle domande che gli rivolgono varie persone levandosi a turno dalla folla : gli piace l ' America ? Perché non scrive poesie di argomento religioso ? Che pensa del vaccino contro la poliomielite ? Che pensa della civiltà moderna ? Dove andrà in America ? Che pensa della psicanalisi ? L ' inglese del signor X è messo ad una prova durissima , tuttavia egli può accorgersi che i suoi difetti di pronunzia , il suo imbarazzo , la sua stanchezza piacciono al pubblico avido piuttosto di verità che di poesie , che in realtà è venuto più per veder lui che per sentire i suoi versi . Altro cambiamento di scena , l ' ultimo questa volta : uno studio da pittore " down town " , nel Greenwich Village , uno studio abitato però da un decoratore il quale , infatti , l ' ha arredato in maniera bizzarra con statue dell ' isola di Pasqua , totem , stoffe di Hawai e altre singolarità polinesiane . Ci sono anche qui una quarantina di persone e il whisky scorre a fiotti ; ma ormai il signor X non è più in grado di distinguere le facce né di contare i bicchieri di whisky . Nuova York l ' ha afferrato e sbattuto nelle sue spire , come il ciclotrone afferra e sbatte l ' atomo , e l ' ha disintegrato a fondo , senza possibilità , almeno per quella notte , di alcun ricupero anche parziale . Qualche bel volto di donna emerge un momento dalla nebbia della stanchezza e dell ' ebbrezza e poi scompare subito . Il signor X , accompagnato all ' albergo da una allegra compagnia , sale alla propria camera e si affaccia alla finestra . Il cielo notturno è pieno di finestre , fino ad altezze incredibili , e in ogni finestra qualche cosa brilla , un lume , qualche cosa si muove , forse una persona . " Un cielo pieno di finestre " , pensa il signor X faticosamente , " ma senza alcuna porta per entrarci . " Su questa riflessione , il signor X abbassa la veneziana e va a coricarsi .
Giustizia e legge ( Jemolo Arturo Carlo , 1976 )
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In una serie di scritti minori , che troveranno , spero , la loro fusione in un libro che riuscirà davvero fondamentale , Sergio Cotta affronta alcuni dei problemi più sentiti : ciò che rappresentino nel nostro tempo giustizia , diritto e politica . Credo tutti concordiamo sulla equivocità di ciascuno di questi termini : giacché la storia ci dimostra quanto in ogni civiltà ed in ogni epoca varii il concetto del giusto ; come la legalità possa essere posta al servizio così dei più alti ideali di bene , come della iniquità più profonda ( la legge ha persino talora obbligato il figlio a denunciare i genitori per le loro opinioni avverse al regime dominante ) ; la politica , poi , dovrebbe significare l ' arte di reggere la cosa pubblica nel migliore dei modi , quello che comunemente si chiama il « modo giusto » ( e ritorniamo alle varie maniere con cui si può concepire la giustizia ) ; ma è spesso interpretata come l ' arte del dominio , il modo di conquistare e conservare il potere . In uno scritto « Diritto e politica » pubblicato nella rivista Justitia , Cotta parte dal monito di Francesco Carnelutti , negli ultimi anni , quando sempre più confidava nella carità cristiana : « Sempre meno diritto ! » : altamente significativo in chi era stato uno dei più alti costruttori del diritto positivo . Facile constatare come questo monito non sia stato raccolto , come il legislatore , pungolato dai vari gruppi , prolifichi sempre più nella creazione di nuove norme . Cotta , cristiano convinto , riconosce che la legalità implica misura di diritti e di doveri ; mentre la vita cristiana trascende nella pienezza dell ' amore , ogni contrapposizione di diritti e di doveri ( l ' esempio del dovere del povero di restituire al ricco ciò che ha ottenuto in prestito , che contrasta alla carità cristiana ) . Questa è però solo una fonte secondaria dell ' antigiuridicismo ampiamente oggi diffuso specie tra i giovani , nel senso che non si chiede più l ' applicazione della legge , quanto un continuo adattamento di questa applicazione a quella che alle varie tendenze politiche , e così a quelle dominanti , sembra realizzazione della giustizia : che viene poi a identificarsi con quello che a ciascuno appare il più equo assetto sociale . Ora , sempre ci furono reciproche influenze tra politica e diritto ; ma il diritto fu sempre considerato il limite della politica e non viceversa . Che la normativa abbia trovato tradizionale espressione nel termine legge , significa che si riteneva che in questo termine confluissero leggi giuridiche , morali , di natura , divine , in una apertura che abbracciasse l ' intero universo dell ' uomo composto in una regolare armonia . L ' autonomia del singolo dev ' essere strumento necessario perché l ' uomo non si esaurisca nel cittadino . L ' idea di una legalità connessa soltanto ad ordinamenti politici , postula il rinnegamento di un diritto universale . L ' art. 3 della nostra Costituzione , sacrosanto principio di eguaglianza , se interpretato , come alcuni vogliono , quale una gigantesca clausola equitativa , che consente al giudice di giudicare secondo equità , porta alla dissoluzione dell ' ordinamento giuridico . Resta la norma Quod judici placuit legis habeat vigore ; viene meno il senso dell ' universale normatività del diritto e così la sicurezza del vivere . Se , come oggi , si affievolisce la solidarietà civica ed in uno Stato si affermano diverse forze politiche , il legame giuridico ( che dovrebbe essere pacificatore ) attraverso il giudice politicizzante fa del diritto uno strumento di lotta ; e si perpetua la divisione del mondo secondo nazioni , ideologie , asserite verità in contrasto tra loro . Ho scritto altre volte che se tutti aspirano alla giustizia , allorché si tratti poi di valutare se una legge od un comportamento siano o meno giusti , le opinioni appaiono sempre disparate . Nell ' articolo « Primato o complementarità della giustizia ? » sulla Rivista internazionale di scienze giuridiche Cotta osserva che nell ' opinione generalizzata dell ' uomo d ' oggi la giustizia sovrasta tutti gli altri valori ispiratori che guidano l ' azione . ( E sarei tratto a dire che sempre l ' uomo ha detto a parole di volere la giustizia , anche quando riteneva giusto che ci fossero ceti privilegiati , con un trattamento particolare , se poi Cotta non aggiungesse che la giustizia di cui si afferma il primato è intesa in una prospettiva essenzialmente politica ; è cioè uno dei modi con cui nei vari periodi si ritenne o meno giusto un comportamento ; oggi è la giustizia a vantaggio dei più poveri ) . Non solo gli altri valori che un tempo apparvero le grandi mire da raggiungere non valgono se non accompagnati alla giustizia ( libertà senza giustizia = privilegio ; sviluppo senza giustizia = sfruttamento ; ordine , legalità , pace senza giustizia = disordine , ipocrisia , imposizione - scrive Cotta ) , ma egli va oltre . Per un cattolico convinto come lui , la somma virtù è la carità ; ma , osservatore acuto del proprio tempo , constata altresì che - nel sentire d ' oggi - carità senza giustizia è considerata paternalismo ( storia delle parole : divenuta spregiativa quella che indica l ' affetto protettivo del padre verso i figli ) , sentimentalismo . Carità , libertà , sviluppo apparvero valori che dovessero segnare le direttive della umanità in epoche relativamente a noi vicine . Ma il primato della libertà si è iscritto in una visione ottimistica , che non ha riscontro nella realtà , e conduce alla selezione del migliore , del più atto . Lo sviluppo esige ordinamento , limitazione della libertà di ciascuno , e si iscrive nel quadro di un economismo utilizzante ; e si è visto che favorisce i paesi ed i ceti più sviluppati , va a ritmo rallentato per i più poveri . Ma la carità ? Come avviene che tanti cristiani sembrino subordinarla alla incidenza sociale della giustizia ? « Il fatto è che la carità è pazienza , sopportazione , sacrificio e rischio accettati gioiosamente : tutto perdona e nulla pretende » ; riflette un ' idea tutta propria e singolare della dignità umana , che non si esprime nella rivendicazione dei propri diritti , bensì nel dono e nel perdono fino al sacrificio di sé . Ma se posso tollerare il torto fatto a me , posso tollerare quello fatto agli altri ? Essa non dà la sicurezza , e non riconosce una eguale dignità per tutti . Ma Cotta , mentre constata che il primato della giustizia supera il soggettivismo ed il volontarismo nel fare , l ' economismo puro , il dono - sacrificio , riconosce che la giustizia di cui oggi si afferma il primato è intesa in una prospettiva essenzialmente politica : è contrapposta non solo alla legge positiva , ma alla categoria del giuridico , là dove strutturalmente diritto e giustizia non differiscono . La espressione « giustizia sociale » designa l ' ordine armonioso di una comunità ; ma quest ' ordine può essere contrapposto a quello di un ' altra ( penso al sentire della comunità svizzera rispetto ai bisogni delle comunità più povere ) . Per sostenere il primato della giustizia occorre considerarla in una dimensione universale , ed allora non può essere attuata che attraverso il diritto : la vecchia concezione del diritto , non equivalente a legge nazionale , ma agli eterni concetti di giusto e d ' ingiusto , non può realizzarsi che mediante la giuridicità . Senza di questa non riusciremo mai ad attuare la giustizia : chi amministrerà la comunità in cui essa si realizza ? Chi proteggerà dai violenti , che sempre esisteranno ? Fissato una volta un ordine armonioso e globale , poiché né lo sviluppo , né la tecnica si arrestano , senza un ordine giuridico esso o degenererebbe , o esigerebbe l ' arresto di ogni altro fattore . San Paolo non è superato , non siamo all ' epoca post - cristiana , se non per chi non ha una concezione anarcoide del cristianesimo primitivo : ma San Paolo è completato dalla filosofia greca ( le cui grandi linee ben conosceva ) : la giuridicità condizione necessaria per l ' attuazione della giustizia .
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Nuova York - L ' uniformità , la monotonia , il livellamento egualitario della civiltà urbana degli Stati Uniti sono forse dopo il macchinismo il fatto più vistoso che attragga l ' attenzione del viaggiatore nel Nord - America . Intendiamoci : anche in Europa , persino Paesi di quasi incredibile varietà di aspetti come l ' Italia presentano uno stile nazionale uniforme e riconoscibile . Certi caratteri fondamentali della civiltà italiana si ritrovano egualmente così in Piemonte come in Sicilia . Ma si tratta di stile , cioè di qualche cosa di oltremodo indefinibile e irrazionale che bisogna far risalire per forza a quello che di solito viene chiamato genio nazionale . In America invece la monotonia e uniformità della civiltà urbana sono un fatto chiarissimo e definibilissimo , le cui cause sono perfettamente conosciute e conoscibili . La monotonia e uniformità americane sono non già un ' espressione del genio nazionale ( e come potrebbero , in un Paese come questo di composita emigrazione , tutto convenzionale e tutto legale ossia tutto astratto ? ) , ma il risultato di una rigorosa quanto inconsapevole opera di standardizzazione e unificazione meccanica . La monotonia e uniformità dell ' America sono , insomma , prodotte dalla macchina e non dall ' uomo . Una cittadina tipica americana , una Jonesville o Smithville , si annunzia prima di tutto con un colorato quanto squallido disordine di pompe di benzina , di stands per automobili , di bar , di " drug stores " e via dicendo . Sono costruzioni di cemento bianco , da fiera campionaria , decorate delle inevitabili , chiassose ed euforiche pubblicità dei grandi prodotti standard americani : sigarette , olii minerali , cibi in scatola , automobili , confezioni , ecc. ecc. Poco dopo questo disordine suburbano e industriale , la cittadina prende corpo lungo la Main Street , il corso diremmo noi . File e file di case di mattoni a tre o quattro piani , spesso con le scalette di ferro anti - incendi sospese sulle facciate , quali intonacate e altre no , quali con il portichetto e altre no , ancora cartelloni pubblicitari ; e poi negozi e negozi in cui non si vende nulla che non sia venduto nello stesso momento in tutte le città grandi e piccole dei quarantotto Stati d ' America : beni di consumo , insomma , fabbricati in serie e distribuiti ai minutanti che li accomodano a modo loro nelle vetrine . O meglio , non a modo loro , ma secondo le formule anch ' esse standard ; per esempio il negozio di scarpe trasformerà la vetrina in una piccola foresta di alberi di materia plastica rosa e tra i rami , come fiori o uccelli , poserà scarpette di donne né più né meno come nella cinquantasettesima strada a Nuova York o a Michigan Avenue a Chicago . Camminando per la Main Street , vi imbatterete nel Municipio quasi sempre dello stile insipidamente neoclassico degli edifici pubblici di Washington , nell ' albergo principale , assai simile ad altri alberghi di altre città americane , in un paio di cinema decorati di lampadine disposte nello stessissimo modo che a Times Square , in qualche ristorante italiano o steak - house anch ' essi standard , in una o due banche lucide , marmoree e ornate di ottoni come quelle di Nuova York e insomma in tutto ciò che a Nuova York o Chicago è più imponente , più ricco ma non diverso . Che dire di più : dovunque poserete lo sguardo vedrete , insomma , cose note , standard , che avete visto altrove e che anche quando le vedeste per la prima volta non vi diedero l ' impressione della novità . Ma non basta . Oltre all ' uniformità bisogna aggiungere un altro carattere : la mancanza di originalità o meglio di originarietà di questa civiltà . Ci sono ancora , è vero , agli Stati Uniti , soprattutto negli Stati del Sud e del New England aggregati urbani più vecchi che hanno talvolta una fisionomia distinta e inconfondibile ; ma sono poca cosa ormai di fronte all ' immensa quantità di città , cittadine , borghi , villaggi e località tutte simili e per così dire intercambiabili nelle quali invano si cercherebbe un carattere distintivo e originario , prodotto dalla storia , dalla tradizione , dall ' economia locale . Non c ' è tradizione , non c ' è storia e soprattutto non c ' è economia locale . La cittadina appartiene non a se stessa , bensì agli Stati Uniti , di cui riflette fedelmente i tratti più noti . In questa cittadina non si vende e non si compra nulla che sia prodotto sul luogo , non si pensa , non si legge , non si insegna , non si impara e non si fa nulla che non si pensi , non si legga , non si insegni , e non si impari e non si faccia in migliaia e migliaia di altri luoghi simili . Inoltre , non avendo nulla di originale , la città o il villaggio non ha nulla di bello perché la bellezza è legata all ' originalità e questa a sua volta è un frutto del rapporto tra l ' uomo e la natura . Veniamo qui ad un altro importante carattere degli Stati Uniti : l ' astrazione di questa civiltà urbana sviluppatasi troppo rapidamente in un Paese vergine ancor ieri abitato dalle bestie selvatiche e dagli indiani nomadi . Il simbolo degli Stati Uniti potrebbe essere il nastro di cemento e di asfalto percorso a gran velocità da brillanti automobili nuove di zecca il quale spesso si snoda attraverso magnifiche foreste dove ancora vivono gli orsi , i cervi , e i gatti selvatici . In realtà la natura americana è stata brutalmente violentata dalla civiltà industriale e pur largendo ad essa le sue ricchezze , come una donna , appunto , violentata non rifiuta i figli del suo ventre al suo violentatore , le ha negato l ' amore , ossia quelle radici , quella lenta fusione della civiltà con la natura , quel paziente assestamento dell ' uomo sulla terra che sono all ' origine delle antiche culture d ' Europa e d ' Asia . Qui natura e civiltà industriale si volgono a vicenda le spalle , la prima ancora vergine , la seconda tutta astratta e convenzionale . Le città qui finiscono nei campi di rottami dei cimiteri di automobili ; e sovente un passo più in là i cervi passano in branchi sui limitari delle foreste . Si è descritto finora la comunità urbana grande o piccola degli Stati Uniti . Ora vorremmo tentare un paragone che ci pare illuminante : l ' individuo in America si trova un poco nella stessa situazione di queste comunità ; ossia i suoi rapporti con la società americana rassomigliano molto ai rapporti delle comunità con il resto degli Stati Uniti . L ' individuo , in altri termini , come le comunità , non ha un ' autonomia propria , non è in grado di sviluppare i propri gusti privati e particolari , il proprio carattere , la propria personalità se non attraverso la società e anche questo in maniera affatto razionale e utilitaria , ossia molto ridotta . La scuola , il moralismo puritano , la pressione associativa , il " job " l ' aspettano al varco e non ha fatto ancora a tempo ad aprire gli occhi sul mondo che è già condizionato , limitato , determinato , assorbito dalla macchina produttiva e perciò separato definitivamente da se stesso e dalla più profonda e autentica natura . Né , in una civiltà come questa , in cui non esiste una cultura proletaria o contadina distinta da quella borghese , o una cultura provinciale distinta da quella metropolitana come in Europa , ma invece soltanto una generale cultura urbana e tecnica , egli può appigliarsi , per costruire se stesso , alle proprie origini . Dovunque , insomma , egli si volga , non trova che standards , ossia nastri scorrenti obbligati educativi , informativi , religiosi , morali e tecnici sui quali la sua personalità , che lo voglia o no , viene montata pezzo per pezzo , un po ' come le automobili nelle fabbriche di Detroit , e avviata inesorabilmente dentro il circuito sociale . Naturalmente il fenomeno è vicendevole : l ' individuo in America è debole perché la società è forte ma la società è forte perché l ' individuo è debole . Già Tocqueville nel suo libro sulla democrazia in America aveva notato l ' immensa capacità degli Americani di riunirsi e partecipare alle più svariate associazioni : " Les Americains de tous les âges , de toutes les conditions , de tous les esprits s ' unissent sans cesse . Non seulement ils ont des associations commerciales et industrielles auxquelles tous prennent part , mais ils en ont encore de mille autres espèces : de réligieuses , de morales , de graves , de futiles , de fort générales et de très particulières , d ' immenses et de fort petites " . Ancor oggi l ' Americano di tutte le età e condizioni teme la solitudine in cui si sente debole e disarmato come i suoi padri pionieri allorché colonizzarono il paese immenso , deserto e pieno di pericoli . Ma quello che ai tempi di Tocqueville , in pieno sviluppo dell ' individualismo demonico europeo , poteva sembrare ed era certamente una qualità nuova e insolita , oggi è diventato un po ' la fatalità della vita americana . L ' individuo , agli Stati Uniti , in qualsiasi condizione e a qualsiasi livello , non può che associarsi sia fisicamente , sia intellettualmente . Fisicamente , attraverso il lavoro e l ' immensa varietà delle associazioni d ' ogni genere , intellettualmente attraverso la cultura di massa o cultura di produzione in serie propinata in maniera seducente , facile e insensibile dalle innumerevoli riviste , dalla radio , dalla televisione , dal cinema , dalla letteratura spicciola , insomma , da tutto ciò che da un lato serve ad istruirlo e distrarlo e dall ' altro a mantenerlo ben dentro la massa , senza alcuna possibilità di scappatoia . Senonché questa impossibilità dell ' individuo di avere un ' esistenza propria , radici proprie , personalità propria non è affatto compensata dalle possibilità di trovare nella società ragioni complesse e profonde di vita . Si tratta , infatti , di una società esclusivamente dedicata alla produzione in serie al tempo stesso astratta e materialista , che rende ogni cosa facile ed acquistabile e perciò appunto anonima e impersonale . Una immagine simbolica di tale società può essere fornita dai grandi magazzini dove l ' avventore può trovare tutto , dal cibo ai libri , dai vestiti alle medicine , tutto fuorché naturalmente qualcosa che riguardi lui e soltanto lui sul piano ideale e metafisico . Ne segue che mentre la società produttiva agli Stati Uniti ha un ritmo potente , vitale , aggressivo , e , in certo modo meccanico , anche allegro , l ' individuo preso da solo , nell ' intimità di una sincerità amichevole o , come spesso avviene , di una confessione psicanalitica , si rivela molto spesso triste , ansioso , esaurito , frustrato e tormentato dal senso di colpa ( due parole molto in voga agli Stati Uniti : " frustrated " e " guilty " ) . Egli vorrebbe essere se stesso , ma molto spesso questo essere se stesso gli appare come qualche cosa di proibito , come un mancamento o un tradimento verso la società di cui fa parte . D ' altra parte , passando dal campo strettamente privato a quello pubblico , egli sa che se vuole contare soltanto sopra se stesso , tagliare i mille legami che lo uniscono alla società , ergersi magari contro di essa , si trova praticamente in una condizione di quasi assoluta impotenza . Le grandi corporazioni industriali , i grandi partiti politici , le grandi associazioni di razza , di religione e di capacità finanziaria gli stanno di fronte come tanti colossi che nonché combattere , egli non è neppure in grado di conoscere e giudicare . Né gli è consentito alcun vero anticonformismo ; ché anche l ' anticonformismo agli Stati Uniti è una faccenda di massa e trova subito l ' associazione , il partito , il gruppo , lo schema pratico e utilitario che lo assorbono e lo mettono al servizio della società . In altri termini l ' individuo agli Stati Uniti , come la piccola comunità urbana sopra descritta , soffre di un divorzio costante e prematuro dalla natura che è in lui e intorno a lui . Donde quella singolare mescolanza , nell ' americano , di liscio e scorrevole automatismo sociale e di improvvisi furori istintivi , di monotona efficienza produttiva e di esplosioni emotive , secondo che , appunto , prevalgono in lui i motivi razionali e sociali o quelli personali e irrazionali . Tuttavia quest ' individuo così spesso " frustrated " e " guilty " è ricco di forze ideali e vitali ; e non si capisce l ' America se non si tiene conto della fondamentale sanità e buona volontà dell ' uomo in questo Paese . L ' individuo in America non è quasi mai minato dal decadentismo , ossia da un rovesciamento negativo dei valori ; come avviene talvolta in Europa ; lo attesta se non altro la sua immensa fiducia nella scienza . Egli è essenzialmente il prodotto di una rigida censura , per adoperare un termine psicanalitico , di origine religiosa e sociale . Tutte le società subiscono una specie di moto pendolare che va dalla prevalenza dei motivi sociali a quella dei motivi individuali e viceversa . Oggi il movimento del pendolo agli Stati Uniti è chiaramente a favore del conformismo sociale . Ma domani potrà esserci un movimento opposto , di eguale ampiezza . Quale forma potrà avere questo movimento è quasi impossibile dirlo . Ma si può senz ' altro prevederne l ' originalità e la novità dall ' originalità e novità dei fenomeni attuali ai quali esso reagirebbe
Quali referendum ( Jemolo Arturo Carlo , 1977 )
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Pare che il prossimo anno saremo alle prese con una serie di referendum . Vorrei considerare l ' istituto , non da giurista o teorico , ma nella realtà della vita . Appare come il vero strumento del governo democratico ; è quello che ci permette di conoscere l ' opinione dei più , senza intermediari . Comprendo l ' uso che se ne fa nel Paese che molti considerano il meglio governato , la Svizzera . Se fossi legislatore , gli avrei dato ampio posto e dettagliato regolamento nello statuto dei lavoratori ; laddove ho visto invece sentenze di pretori considerare comportamento antisindacale da reprimere il referendum che il datore di lavoro indice tra i dipendenti su orario , modalità di lavoro , mensa . Gli avrei dato posto nella legge , assicurando il segreto assoluto della provenienza del voto , punendo la corruzione , cioè i voti comprati , ma lasciando piena libertà di propaganda a partiti e sindacati , come a datori di lavoro , perché la risposta fosse in un senso o nell ' altro . So che non ci sono istituti perfetti , che anche nel referendum possono agire le passioni del momento , le reazioni ad un episodio , la simpatia e la ripugnanza per un dato soggetto , il coniuge che non sa contrastare all ' altro coniuge , il debole che non riesce a scorgere il veleno di un argomento : tutte imperfezioni umane non eliminabili . Ma quando i sindacati si oppongono al referendum , in materia di lavoro , invocando che solo l ' unità fa la forza , vengono , vogliano o non vogliano , a dare una patente di debolezza mentale ai singoli , perpetui minorenni , che hanno bisogno di un intermediario . E questa tendenza trionfante è in nuce la struttura dei regimi comunisti : il popolo guidato da un gruppo di potere , che si rinnova per cooptazione , palese o mal celata , e che tenta imporre l ' immobilità , impedire ogni evoluzione . E tuttavia ... non occorre mai concludere troppo affrettatamente . Né i rivoluzionari francesi del 1789-93 , né i dottrinari liberali del 1830 , né gli uomini del Risorgimento , conobbero altro referendum che non fossero i plebisciti ; e non c ' è storico che non ponga riserve sulla genuina espressione della volontà popolare che essi rappresentarono . Si può osservare che nel 1789-93 , come nel 1830 e nel 1848 , non si concepiva il voto alle donne né a chi non avesse un minimo di cultura e spesso neppure a chi non possedesse un minimo di reddito , di capitale o lavoro ; e già questo avrebbe invalidato parecchio il valore del referendum , votando solo una minoranza della popolazione : ciò che oggi non accadrebbe . Ma piuttosto , a farmi riflettere sul referendum , sta ch ' esso corre bene - salvo qualche rilievo che subito farò - quando la questione è semplice : divorzio , aborto , abolizione del Concordato ( salvo i dubbi che nascono qui sulla natura di questo e sulla interpretazione degli artt. 7 , 75 e 138 della Costituzione ) ; ma non sono oggetto idoneo di referendum provvedimenti complessi o che abbiano ripercussioni finanziarie . Piaccia o non piaccia , se si delinea un tramonto della democrazia , non è per il malvolere di prepotenti di destra o di sinistra , bensì per la complessità dei problemi , per cui ogni giorno diminuisce il numero delle persone in grado di dominarli appieno , cogliendone ogni lato . La democrazia , diretta o rappresentativa , è ottima cosa ; ma ha una condizione insuperabile ; che chi sceglie e decide abbia una consapevolezza di tutti i termini del problema che ha dinanzi ; e penso che la sua decadenza , palese o mal celata , non dipenda soltanto dal malvolere , dalla sete di dominio di uomini , destri o sinistri ; ma dal connettersi ed intrecciarsi dei vari problemi , che solo pochi esperti sono in grado di cogliere , e che possono sfuggire anche a luminari della economia e della finanza , se non conoscano le mezze promesse , gli scambi di cenni tra uomini di Stato , più spesso tra ministri di Paesi diversi o tra ministri e grandi dominatori dell ' alta banca internazionale . Sarei sul punto di votare sì o no in un referendum , ma un amico mi ammonisce : - bada che dall ' esito di questo referendum dipende poi il contegno di quello Stato verso i nostri lavoratori , le commesse che ci darà o non ci darà - anche se l ' oggetto del referendum non abbia in sé alcuna piega politica . E poi ... sono abbastanza vecchio per ricordare che quando sul finire del 1918 tutti si entusiasmavano alla iniziativa di Wilson : - basta con la politica fatta dalle cancellerie , con i trattati segreti ; anche i rapporti internazionali debbono essere trattati pubblicamente , noti ai popoli che poi ne portano le conseguenze - il chiaroveggente Luigi Salvatorelli ammoniva : - le prudenti ritirate , anche le umiliazioni , sono sopportabili nei rapporti internazionali fino a che non sono note che nella strettissima cerchia dei ministri degli Esteri e degli ambasciatori ; quando tutto è pubblico , quando si fa appello all ' amor proprio nazionale , all ' onore della bandiera , ed i quotidiani cominciano ad inveire contro l ' avversario , a ricordarci tutti i torti che ci ha fatto nei secoli , si è sul terreno sdrucciolevole che può portare alla guerra . Oggi le guerre paiono meno facili a dichiararsi che non sessant ' anni or sono , per gli effetti paurosi che sortirebbero ; ma gl ' inasprimenti , lo sdrucciolare indietro di dieci anni su una strada di distensione , sono sempre possibili . E quel che segue in politica estera , vale anche all ' interno . Penso ai rapporti tra Chiesa e Stato : dal 1900 si erano andati lentamente assestando ; il Papa restava sempre in Vaticano , ma nessuno pensava più al potere temporale , non c ' era più rancore , ci si rendeva conto che non occorrevano mutamenti legislativi ; al più , il Trattato senza il Concordato , proposto da Benedetto XV al governo Orlando , e che Vittorio Emanuele III non volle , né Orlando ebbe l ' energia occorrente per insistere , né Nitti quella per riprendere le file . Era proprio uno dei casi in cui le ferite si risanano per opera del tempo , e meno della questione si parlava , meglio era ; deismo , sincretismo religioso , ateismo proseguivano per la loro strada , il cattolicesimo per la sua ; non si prevedeva la scomparsa né degli uni né dell ' altro ; si confidava in un tempo prossimo in cui ogni cittadino avrebbe sempre agito secondo la propria coscienza , confessionale , o di fedeltà ad un partito , ed auto - determinandosi di volta in volta . Per questo , sarebbe stato meglio forse lasciare operare al tempo : ma se in un referendum sul semplice trattato ( le proposte recate a Parigi ad Orlando ) avrei risposto sì , al Concordato del '29 avrei risposto in un referendum no . Ma ora invece risponderò no alla proposta di abrogazione unilaterale ; perché la politica non è fatta semplicemente di giudizi di « buono » e « cattivo » , ma è sempre condizionata alle circostanze del momento : e dopo tutte le concessioni che la S . Sede si è dimostrata disposta ad accettare , questa abrogazione per referendum popolare , unilaterale , è il segno non dico di una guerra , ma di un contrasto che è un lusso che l ' Italia d ' oggi potrebbe ben risparmiarsi . Soggiungo ancora : per questo , come per altri referendum , sarebbe un grosso male che ci fosse un netto distacco nelle votazioni fra alcune Regioni ed altre ; penso soprattutto alle Regioni di confine , a certe Regioni a cui corre facilmente il pensiero ; ciascuno può comprendere a chi alludo ; un massiccio distacco nel risultato delle votazioni sarebbe un segno poco confortante , in un momento in cui le Regioni , od almeno alcune , reclamano una sempre maggiore autonomia , e si risvegliano vecchissime nostalgie , pure in campo linguistico . Istituto di perfetta democrazia il referendum , ma , come ogni istituto , va usato con giudizio e al momento opportuno . E se tocca norme della Costituzione , che potrebbero venire modificate con leggi costituzionali , propone sempre più il problema : - ha ancora una ragione d ' essere un Parlamento , quando ciò che è vitale è oggetto di trattative con i sindacati o di referendum ? Quando ogni riforma della Costituzione , pure prevista da questa , risulta un fatto impossibile per la inconciliabilità di partiti e di correnti ? - .
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Nuova York - Mi trovavo a Chicago , in macchina , insieme con altre quattro persone , due donne e due uomini e correvamo lungo il lago per andare al Museo d ' arte moderna . Per caso la conversazione cadde sulla psicanalisi . Allora con mia meraviglia scoprii che tutti e quattro i miei compagni erano già stati psicanalizzati o si stavano facendo psicanalizzare . Una settimana dopo , a San Francisco , una signora che mi aveva proposto di mostrarmi la città , mi disse : " Però dovrebbe farmi il piacere di aspettare in macchina un ' ora ... soltanto un ' ora ... debbo fare una cosa che non posso rimandare . " Andammo dunque in macchina in uno dei quartieri signorili della città e dopo molti saliscendi per le incredibili strade di San Francisco , ripide come coste di montagne , l ' automobile si fermò davanti una casa di bell ' aspetto , in una strada tranquilla . La signora disse : " Aspettiamo un momento , sono le quattro meno cinque . " Aspettammo cinque minuti e poi dalla casa uscì una giovane e bella donna e si avviò senza fretta verso la propria macchina , ferma a poca distanza . La signora disse : " Ora è il mio turno . " Domandai : " Ma quale turno ? " E lei : " Il mio turno di andare dal dottore . " " Si sente poco bene ? " " No - rispose lei sorridendo - mi sento benissimo ... è il dottore psicanalitico ... sono in cura da quattro anni . " Così detto , discese ed entrò nella casa lasciandomi solo . Aspettai nell ' automobile un ' ora , leggendo ; poi , verso la fine dell ' ora , vidi un ' altra macchina fermarsi davanti la porta del dottore : altra giovane e bella donna . Di lì a qualche minuto la mia compagna uscì e quella che era arrivata allora discese lesta ed entrò a sua volta . Domandai alla signora : " Come è andata ? " E lei : " Oh , come il solito ... il dottore è di una crudeltà spietata e mi fa soffrire ogni volta indicibilmente ... per fortuna per oggi , è finita " . Due settimane dopo ero a Washington e in un ricevimento fui accostato da una studentessa che si interessava di letteratura italiana . Questa volta le domandai senz ' altro se fosse mai stata psicanalizzata e lei ammise senza difficoltà che lo era stata , per due anni . Finalmente , dieci giorni dopo , a Nuova York , in un pranzo di amici , scoprii che , su sei persone , tre tra cui la padrona di casa si stavano facendo psicanalizzare . Di lì a poco arrivò anche il dottore e confermò quasi scherzosamente la cosa . Dunque : Chicago , San Francisco , Washington e Nuova York . Qualche cosa che avviene contemporaneamente e nello stesso modo nelle quattro maggiori città di questo Paese vasto come un continente merita certamente che se ne parli per esteso . Se si apre qualsiasi trattato di psicanalisi , si trova che questa scienza , come è noto , cura soprattutto le malattie psichiche e in particolare le anomalie e perversioni sessuali . Così , di fronte al grandissimo numero di persone , almeno in certi ceti e gruppi , che agli Stati Uniti si fanno psicanalizzare , verrebbe fatto di pensare che in questo Paese perversioni e anomalie psichiche sono più frequenti che altrove . Ma non è così ; agli Stati Uniti non ci sono più perversioni e pervertiti che in altri Paesi . In realtà , come si scopre facilmente discorrendo con dottori e pazienti , le vere e proprie malattie psichiche rappresentano una percentuale minima delle affezioni e dei disturbi curati . Perché vanno dal dottore psicanalitico gli Americani ? Per qualsiasi difficoltà o incaglio psicologico anche leggero : perché sono timidi , perché non sanno farsi amare o non sanno amare , perché non sono in buoni rapporti col marito o con la moglie o con la famiglia o con il datore di lavoro , perché non sono dei buoni compagni ( " good mixer " ) , perché si sentono tristi o depressi o , insomma , in un qualsiasi stato d ' animo che non gli sembri normale . Il che è quanto dire che la psicanalisi agli Stati Uniti è ormai quasi più una specie di correttivo , di contrappeso , di parte integrante del sistema sociale , che una pura scienza intesa a curare determinate malattie . La psicanalisi agli Stati Uniti conta ormai migliaia di praticanti sparsi per tutto il Paese ; e basta entrare in una qualsiasi libreria per vedere interi banchi coperti di libri sui più svariati aspetti e argomenti di questa scienza . Ultimamente ci fu a Nuova York un congresso psicanalitico al quale parteciparono circa 1500 dottori , e uno degli argomenti dibattuto fu la inadeguatezza dei compensi . Gli psicanalisti lamentarono , insomma , che nonostante la voga crescente della psicanalisi , il dottore psicanalista è ancora oggi uno degli specialisti che guadagna di meno . E in certo modo è vero . Il prezzo di un ' ora di cura varia da venti dollari fino a cinquanta secondo la notorietà del medico , ossia da dodicimila lire fino a trentamila , che è un bel pagare . Ma i dottori fanno giustamente osservare che mentre un medico normale si fa pagare dicci o venti dollari o anche più per dieci , quindici minuti di agevole consultazione , il dottore psicanalitico dedica al paziente un ' ora del suo tempo e durante quest ' ora è sottoposto ad una tensione nervosa , ad uno sforzo intellettuale talvolta oltremodo stremanti . Quanto dire , insomma , che il dottore psicanalitico agli Stati Uniti ha preso un poco il posto del confessore nei Paesi cattolici d ' Europa . A lui si confidano uomini e donne sui più varii e sempre delicatissimi problemi della loro vita privata . Il dottore psicanalitico deve perciò essere non soltanto un bravo scienziato ma anche , fino ad un certo segno , un uomo di cultura e di elevati sentimenti morali , un conoscitore di questioni sociali e religiose , un consigliere , una guida . È difficile oggi dire fin dove si estendano la responsabilità e l ' influenza del dottore psicanalitico nella società americana ; i limiti di questa scienza sono assai incerti e più di un dottore può essere tentato di varcarli e sconfinare in campi che nulla hanno a che fare con la psicanalisi . Comunque una cosa è certa : il posto della psicanalisi agli Stati Uniti era già segnato da un pezzo , ancor prima che Freud formulasse le sue famose teorie . In altri termini , la psicanalisi , in America , è venuta incontro a un bisogno diffuso , ha riempito , come si dice , un vuoto . Tentando una cauta interpretazione della importanza sociale della psicanalisi agli Stati Uniti , si potrebbe dire che essa sia inseparabile dal puritanesimo il quale tutt ' oggi informa se non proprio il costume per lo meno la psicologia e la concezione dei valori in questo Paese . Il puritanesimo , per dirla con frase familiare , trova la morte sua nella psicanalisi ; e dal canto suo la psicanalisi calza come un guanto al puritanesimo . Se si esamina infatti una delle fondamentali affermazioni della psicanalisi e cioè che " ogni neurosi è la negativa di una perversione " si avrà , forse con un po ' di semplicismo , la chiave o almeno una delle chiavi più importanti per capire il successo della psicanalisi agli Stati Uniti . Infatti il rigorismo puritano , per sua natura storica e morale , porta spesso a considerare e dunque a reprimere come perversioni o inclinazioni psicologiche colpevoli istinti e modi di condotta che in altri Paesi sono ritenuti affatto irrilevanti o innocenti . Basterà ricordare , a questo proposito , le pene severissime ( dieci , venti anni di prigione secondo gli Stati ) , che teoricamente dovrebbero essere comminate per manifestazioni sessuali non del tutto normali ; e passando dalle leggi ( che sono tuttavia l ' espressione di uno stato d ' animo e di una tradizione morale ) alle coscienze , le infinite cose , anche non riguardanti il fatto sessuale , che un Americano si inibisce o dovrebbe inibirsi . Naturalmente la bestia nera del puritanesimo fu sempre ed è tuttora il sesso ; e non è esagerato dire che il puritanesimo fin dal suo nascere contrappose violentemente l ' uomo alla propria natura e mirò ad una società in cui tutto quanto era naturale fosse represso e , per quanto possibile , soppresso . Ma la psicanalisi ci dice che il sintomo neurotico interviene non già quando c ' è repressione ( ogni civiltà è basata sopra la repressione di una certa quantità di istinti naturali ) , ma quando questa repressione , per qualche motivo ( sovente per eccesso ) fallisce in parte o del tutto . Storicamente il puritanesimo riuscì a reprimere con successo le manifestazioni istintive per un lungo periodo di tempo ; e la civiltà americana deve gran parte del suo carattere e del suo dinamismo a questa repressione . Ma oggi , sotto l ' influenza delle mutate condizioni sociali e ambientali , della prosperità , della presenza di tante razze di religione diversa da quella protestante , della scienza nemica di ogni tabù religioso e morale , il puritanesimo agli Stati Uniti comincia , se non a ritirarsi , per lo meno a cambiare e , insomma , ad allentare la propria azione di repressione . Così gli infiniti leggeri sintomi neurotici di tanti Americani sembrano essere l ' indizio della diminuita e ormai imperfetta repressione puritana , della richiesta sempre più urgente di un adeguamento delle inibizioni sociali e private allo stato reale del costume , dell ' aspirazione , insomma , ad una vita istintiva più libera e più naturale . A questo punto interviene la psicanalisi la quale , come è stato detto , va incontro ad un bisogno diffuso e cioè : avviare il paziente ad un assestamento ( " adjustment " ) meno penoso e più proficuo nella società di cui fa parte , liberarlo dal senso di colpa , chiarirgli l ' innocenza e la normalità di tanti istinti da lui repressi . Tuttavia la psicanalisi soltanto in apparenza prende le parti del paziente contro i tabù sociali e morali : in questo Paese dove tutto è al servizio della società , anche la psicanalisi , a ben guardare , assolve soprattutto una funzione sociale . E qui si viene ad un altro carattere importante e sconcertante della società americana : il suo odio del dolore . E si capisce anche perché : in una società fondata sull ' efficienza , sulla produttività , sulla razionalità , il dolore è una superfluità , una scoria , un residuo , un inciampo se non addirittura un tradimento e una insidia . Il dolore insomma è una cosa che non serve e che va eliminata senza indugio . L ' idea che gli Americani si fanno della vita non ammette infatti la presenza del dolore : basta guardare , per esempio , alla pubblicità commerciale per convincersene : tutti sorridenti , tutti felici , tutti giovani , tutti sani , tutti privi di problemi sia che guidino una certa automobile o fumino una certa sigaretta o si dissetino con una certa bevanda . E a chi volesse opporre che la pubblicità è sempre ottimista risponderemmo che questo non è vero . In altri Paesi la pubblicità , che è in fondo una forma di illustrazione popolare , esprime altri ideali : di forza , di grazia , di serietà e via dicendo . Dunque , niente dolore . E allora la psicanalisi non più in difesa del paziente ma in difesa della società , procede a rimuovere il dolore , a rendere indolore la vita del paziente , a restituirlo efficiente e produttivo alla macchina sociale . In altri termini la psicanalisi , con minuto e delicatissimo lavorio , smonta la psicologia del paziente sotto i suoi stessi occhi , gli dimostra come funziona , la lubrifica , e la rimonta pezzo per pezzo . Il paziente , per qualche motivo era " bloccato " ossia in preda al dolore ; la psicanalisi lo " sblocca " e lo rende alla vita produttiva . Da tutto questo si deduce che se è possibile rintracciare un ' etica della psicanalisi , questa è un ' etica molto rassomigliante a quella della società americana : utilitaria , civile , sociale , di carattere se non pagano per lo meno acristiano . Infatti il dolore nel duplice aspetto di peccato e di pentimento , di caduta e di riscatto , di delitto e di castigo , è alla base della vita cristiana . Rimuovendo il dolore , la psicanalisi indirettamente contribuisce alla decristianizzazione di questo paese , del resto già avviata dal macchinismo , dalla prosperità , dal razionalismo settecentesco e , in genere , dalla scienza . Naturalmente tutto questo non va senza inconvenienti , i quali sono tutti più o meno facilmente intuibili . Per esempio , che ne sarebbe stato dei libri di uomini come Dostoieschi , Kafka , Flaubert , Proust , per non citare che i primi nomi che mi cadono sotto la penna , se quegli scrittori invece di lasciare fare alla natura e di vivere con pazienza e con intensità i loro problemi spirituali e psicologici , fossero andati dal dottore psicanalitico ? Ma uomini come Dostoieschi , come Kafka , come Flaubert , come Proust sono rari : la maggior parte dell ' umanità , come è noto , non scrive capolavori e dunque non sa che farsene del dolore . In questo senso , e anche nel senso di un ' assistenza psicologica ai tanti che agli Stati Uniti soffrono di inadeguatezze e difficoltà di origine morale e religiosa , la psicanalisi assolve senza alcun dubbio una funzione molto utile . Una ragazza che si faceva curare da tre anni mi disse : " Quando andai dal dottore la prima volta , io non sapevo parlare ... addirittura non riuscivo a parlare anche nella più innocente conversazione ... oggi parlo , per lo meno . " Come si vede in questo caso forse non insolito , siamo qui molto lontani dalle perversioni e anomalie che hanno reso celebre la scienza psicanalitica . Così che non è troppo arrischiato affermare che il dottore psicanalitico agisce ormai in un campo altrettanto vasto che quello del dottore tradizionale ; e come questo cura le affezioni leggere e gravi del corpo , così quello cura quelle della psiche .
Divorzio e costume ( Jemolo Arturo Carlo , 1970 )
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La cronaca ha narrato di due casi , che trovano poi riscontro in un film che si proietta in tutte le città : una persona scomparsa , ritenuta morta ; in uno dei due casi , quello di un disperso in guerra , la moglie non passa ad altre nozze , alleva i figli oggi adulti ; nell ' altro , invece , il superstite si riforma una famiglia . Dopo oltre vent ' anni si apprende , da una richiesta di documenti che lo scomparso rivolge al suo Comune di nascita , ch ' egli è vivo ; non ha mosso alcun passo per ritrovare la famiglia di un giorno , anzi sembra che voglia assumere un ' altra cittadinanza , e che proprio per questo abbia fatto quella richiesta . La moglie che non si è risposata dev ' essere un ' ottima donna , e non conta di dare alcuna molestia al marito scomparso . Ma allorché quella che si riteneva vedova ha contratto un nuovo matrimonio , che segue ? L ' art. 68 del Codice civile è chiaro : il nuovo matrimonio è nullo . Dopo la prima guerra mondiale un decreto 15 agosto 1919 aveva stabilito per gli scomparsi in guerra che , ove lo scomparso ritornasse , la nullità del nuovo matrimonio contratto dalla donna avrebbe potuto essere dichiarata solo ad istanza di uno dei tre interessati : il reduce , il nuovo marito , la donna : disposizione molto equa , forse ispirata al ricordo di Il fu Mattia Pascal di Pirandello , dove il protagonista , che aveva fatto credere nel proprio suicidio , non intende dare alcuna molestia alla famigliola felice che la moglie ha riformato . Non è che uno dei casi cui occorrerebbe provvedere col ritorno alla norma del '19 , in una riforma del diritto di famiglia . Riforma che avevo sperato andasse avanti rapidamente con il ritorno al ministero della Giustizia dell ' on. Reale : egli già aveva presentato , allorché era stato titolare di quel dicastero , un progetto che consentiva tra l ' altro al coniuge separato non per propria colpa il riconoscimento dei figli adulterini . Mi dicono che non si è dismessa l ' idea d ' una riforma del diritto di famiglia , tutt ' altro ; solo che l ' afflusso di buone volontà forma ingorgo ; quanto a dire che ci sono più progetti e che nell ' intento di fonderli ci si è arrestati . Ancora una volta vale che il meglio è nemico del bene . Vada o no in porto il disegno di legge sul divorzio , mi sembra necessaria questa riforma del diritto di famiglia : che , va da sé , non sarà una panacea , in quanto ci si muove su un terreno in cui il legislatore poco può , non essendogli dato né mutare il costume , fare sorgere il senso di riprovazione sociale dove sarebbe bene sorgesse , né vivificare le coscienze , dare il senso dei doveri che nascono con il matrimonio e con la paternità , senso che costituisce il cemento insostituibile delle sane famiglie . Ho accennato alla norma sul matrimonio dei presunti morti , cui parificherei gli assenti da lungo tempo . In materia matrimoniale occorrerebbe poi provvedere ai casi di nullità e ritornare al primitivo progetto della Commissione per la riforma dei Codici , di circa quarant ' anni or sono , nell ' allargare le ipotesi di nullità per errore ( che la giurisprudenza ha praticamente eliminato ) . Converrebbe altresì correggere l ' assurdo insegnamento della Cassazione per cui la nullità per impotenza si prescrive in dieci anni , con una prescrizione che può essere opposta dal Pubblico Ministero contro i due coniugi concordi nel volere la nullità , ed accettare l ' insegnamento tradizionale , che trattasi di nullità imprescrittibile ; ed , ancora , mutuare dal diritto canonico lo scioglimento del matrimonio non consumato . Sono , queste , riforme in cui credo che tutti consentirebbero . Non in altre , che mi parrebbero ben più essenziali . In un libro antidivorzista di un professore cattolico c ' è questa battuta : si parla del divorzio e tra gli interlocutori c ' è un ' alta personalità della finanza , che dice : « Dato il numero delle unioni irregolari , occorre ammettere il divorzio per sanare la situazione » ; al che un interlocutore obietta : « Pensa che se fosse in circolazione un ingente numero di banconote false , sarebbe perciò il caso di riconoscerle per buone ? » . E la personalità si dichiara battuta . Non so se , quando il numero di banconote fosse tale che il rifiutarle potesse produrre una serie di fallimenti ( penso alle sterline perfette che pare la Germania avesse allestito durante la seconda guerra ) , non si finirebbe anche di accettarle , considerando la loro emissione alla pari di un cataclisma ; ma sono certo che comunque si avviserebbe subito a stampare altre banconote , diverse , che fosse più arduo falsificare . Mentre né il legislatore civile , né quello canonico mi consta pensino di modificare la legislazione matrimoniale , là dove l ' esperienza ha mostrato che si hanno matrimoni dall ' esito disastroso : matrimoni di riparazione ( dopo ratti , violenti o consensuali ) volti a fare estinguere processi penali in corso . Se non si abbandona l ' idea arcaica che il matrimonio sana tutto , rende l ' onore , elimina il peccato ; se il legislatore non mostra di disconoscere questa idea , continueranno ad aversi molti matrimoni condannati in partenza . E farei appello anche al legislatore canonico . So di parroci che malvolentieri accedono a battezzare bambini di famiglie notoriamente atee , che faranno crescere i figli senza fede religiosa e chiedono il battesimo solo per contentare qualche vecchio parente , o , peggio , per un ' occasione di festa ; e quei parroci sono a posto sul terreno teologico ; anche per la milizia cristiana , meglio un estraneo che un disertore . Del pari , anche dal punto di vista religioso , minor male il concubinato tra due persone sciolte da vincoli , che una serie di legami adulterini . Fuori del terreno matrimoniale , occorre essere sinceri e accettare o respingere quel che tanto spesso si afferma , che i figli non debbono scontare i peccati dei genitori ( per quanto è dato agli uomini l ' evitarlo ) . Occorre cioè ammettere la riconoscibilità , da parte del padre e della madre , del figlio adulterino , ed anche la possibilità per questo di ottenere l ' accertamento giudiziale di tale paternità o maternità , con conseguente acquisto dei diritti propri ai figli naturali oggi riconoscibili . Riconoscimento : che è cosa diversa dall ' accoglimento nella casa coniugale del genitore sposato , che non può essere imposto , anche se sia augurabile che la generosità del coniuge offeso da quella nascita lo consenta . Auguriamoci che i vari legislatori di buona volontà riescano a mettersi d ' accordo ( o , meglio , a ritirare i loro molteplici progetti , per lasciarne in vita uno solo ) e che almeno queste riforme siano varate : sarebbe un punto a favore di una legislatura che fin qui non mostra di dover passare alla storia come una delle più felici .
StampaQuotidiana ,
Nuova York - Qualcuno mi ha raccontato la storia seguente che , a quanto pare , è vera . Un uomo politico americano , ritiratosi ormai da anni dagli affari pubblici , si è dedicato all ' allevamento in grande o meglio alla produzione in serie di polli . L ' allevamento di polli , per chi non lo sapesse , è una faccenda molto difficile e delicata . L ' allevatore deve prima di tutto produrre polli tutti quanti di eguale peso e di eguale qualità , in modo da poter soddisfare le esigenze del mercato collettivo ; in secondo luogo deve provvedere a che il costo del mangime consumato da ciascun pollo non superi il prezzo di vendita del pollo medesimo , pena la bancarotta . Inoltre i polli vanno soggetti a morie ed epidemie improvvise quanto massicce . Ma di questo basta . Quello che mi colpì in questa storia fu piuttosto il fatto che l ' allevatore , dopo profonda riflessione senza dubbio confortata da calcoli statistici ed economici , aveva deciso di tentare l ' esperimento della creazione di polli sforniti di ali . Il suo ragionamento era ineccepibile : " Le ali non servono a nessuno : non ai polli perché non volano ; non al consumatore perché pesano e non hanno che poca carne ; non a me perché esse rendono i miei polli simili a quelli dei miei concorrenti mentre la loro mancanza li distinguerebbe e li renderebbe più vantaggiosi . Dunque aboliamo le ali . » Se si vuol sapere la fine della storia , possiamo aggiungere che , dopo ripetuti esperimenti e incroci , l ' allevatore è oggi non troppo lontano dalla meta che si è prefissa ossia la produzione di polli senza ali , Passiamo ad altro argomento . Uno scrittore , svegliandosi un bel mattino , ha un ' idea che gli sembra nuova e brillante . Il nostro scrittore si chiude in casa , sospende il telefono , rifiuta inviti e occasioni sociali , si nutre di " sandwiches " e aranciate , fuma una enorme quantità di sigarette , beve innumerevoli tazze di caffè e alla fine , dopo lungo e doloroso travaglio , se ne esce con un saggio di una quarantina di pagine , il quale se accettato da certa diffusissima rivista gli frutterà dai millecinquecento ai duemila dollari ossia da un milione ad un milione e trecentoventicinquemila lire . Lo scrittore va alla direzione della rivista , si presenta dal direttore , uomo notoriamente timido ( la timidezza , in affari , è come un alibi ; è come avere un socio invisibile al quale , in ogni frangente , si può ricorrere adducendone il cuor duro e l ' intransigente giudizio ) , e dopo una schermaglia di opposte timidezze , riesce a strappare la promessa che il saggio verrà preso in seria considerazione . Passano alcuni giorni e poi , miracolo , la direzione della rivista fa sapere allo scrittore che il saggio è stato accettato . Il nostro scrittore è giubilante , il suo avvenire , poco prima limitato dalle torri di cemento di Manhattan si apre , si sfonda , abbraccia lontani orizzonti californiani o italiani : finalmente un viaggio , una vacanza , una distrazione . Ma subito dopo , come nelle docce scozzesi , al getto confortante dell ' acqua calda , segue quello agghiacciante dell ' acqua fredda ; lo scrittore è convocato alla direzione , questa volta non dal direttore ma da un subalterno redattore che vuole sottoporre alla sua approvazione , prima di pubblicare il saggio , alcune leggere modifiche che , a quanto pare , si sono rese necessarie . Lo scrittore va dal redattore ed esamina le leggere modifiche . Altro che leggere modifiche . Pagine e pagine intere sono state tagliate , periodi espunti , sostantivi , aggettivi , modi sintattici sostituiti e resi irriconoscibili . Le ragioni di questa manomissione non sono chiare , il saggio non conteneva particolari scabrosi o comunque eterodossi rispetto ai vari conformismi dominanti , né era troppo lungo . In realtà , come lo scrittore sa fin troppo bene , la manomissione è semmai da imputare al fatto che la rivista è fatta tutta così : cioè di testi rivisti e modificati dalla redazione . È questo lavoro della redazione che dà , appunto , alla rivista il suo carattere scorrevole , lubrificato , unitario , facile e digeribile , tutto di un tono solo , tutto di un solo umore . Lo scrittore aveva scritto il saggio in maniera troppo personale , ossia originale . Altrove , forse in Europa , questa è una qualità ricercata e apprezzata ; agli Stati Uniti , no . Lo scrittore pesa il pro e il contro , mette su uno dei piatti della bilancia la propria originalità e sull ' altro la vacanza californiana o italiana e alla fine china la testa e accetta . Abbiamo dato due esempi assai diversi di un solo aspetto assai caratteristico della presente civiltà degli Stati Uniti : la passione manipolatrice la quale fa sì che in qualsiasi campo , da quello alimentare a quello giornalistico , da quello dello spettacolo a quello manifatturiero nulla di originario , di autentico , di naturale , di genuino , di schietto arrivi al consumatore americano . Intendiamoci , tutte le civiltà , sopratutto le fortemente urbane , trasformano et come si dice oggi , ridimensionano il prodotto naturale . È nota la frase di quel marchese settecentesco francese : " La campagna ? Un luogo pieno di correnti d ' aria dove gli uccelli sono , crudi . " Ma le modificazioni apportate al prodotto naturale anche dalle civiltà più artificiose , come quella francese , erano sempre di qualità . In altri termini , si mirava all ' eccellenza nell ' artificio , secondo un criterio aristocratico di raffinamento del gusto , di bellezza , di difficoltà , di rarità . Invece , agli Stati Uniti , non si può dire davvero che il prodotto manipolato sia sempre superiore a quello naturale . In molti casi è inferiore , come appunto è inferiore ogni prodotto fabbricato in serie per la consumazione in serie ad un prodotto fabbricato individualmente per la consumazione individuale . Evidentemente ci sono prodotti che vanno fabbricati in serie , ossia manipolati , per esempio il sapone . Il guaio si è che questo sistema della manipolazione in vista della consumazione in serie agli Stati Uniti si è ormai esteso a tutti i campi , ha sconfinato , insomma , da quello strettamente produttivo a quello creativo , da quello commerciale a quello intellettuale . Se si ricerca il motivo di questo furore manipolatore degli Americani , si trova naturalmente il profitto ; in qualsiasi produzione , come è chiaro , tanto maggiore sarà il profitto quanto maggiore sarà il numero dei compratori , e tanto maggiore sarà il numero dei compratori quanto più il prodotto sarà razionale ossia manipolato secondo i bisogni più diffusi . Ma qui si viene al punto importante ; per determinare il grado di razionalità di un prodotto e dunque il modo di manipolarlo acconciamente , occorre prima di tutto elaborare un ' ideale figura di consumatore , ossia nientemeno creare un modello umano a cui adeguare la manipolazione e , in ultima analisi , la civiltà intera . Il modello umano delle civiltà europee del passato era aristocratico : il gentiluomo inglese , il cortigiano italiano , il marchese francese . S ' intende che queste civiltà , appunto perché avevano un modello umano aristocratico , correvano per così dire sul binario di due culture parallele : quella della classe dirigente e quella popolare ; ancor oggi , in Europa , abbiamo queste due culture , talvolta avverse , talvolta amiche ma sempre divise . Agli Stati Uniti , invece , il modello umano fu fin da principio democratico in una sola cultura tecnocratica e urbana , perché l ' egualitarismo non può non regnare là dove la macchina produce i beni di consumo . Questo modello umano democratico , ma non necessariamente liberale , è l ' Average Man , ossia uomo medio , il Common Man , ossia uomo comune , The man in the street , ossia l ' uomo della strada . Ma questo ideale tipo d ' uomo di cui tutti parlano con reverenza e timore , al quale tutti si sottomettono e che come uno spettro aleggia nelle redazioni dei giornali e delle riviste , nei laboratori , nelle fabbriche , negli uffici , è forse il prodotto di una dura , sottile e complicata esperienza civile e morale , o di un ' ideologia superiore o di una tradizione storica ? Nient ' affatto , come certi robots , esso è il prodotto di calcoli quantitativi e statistici , di deduzioni scientifiche o che tali pretendono di essere . Sarebbe forse divertente delineare i caratteri dell ' Average Man , di colui per il quale in America si producono polli senza ali e articoli senza stile personale , di colui , insomma , che è all ' origine della frenesia manipolatrice di questo Paese . L ' Average Man o uomo medio è pudibondo e perciò non deve essere scandalizzato con rappresentazioni realistiche di quell ' amore che , come diceva Manzoni , è così importante e frequente nella vita quotidiana ; ma in compenso è brutale e anche un tantino sadico e può e deve digerire qualsiasi descrizione di crudeltà e di violenza . Non ama le idee generali e le teorie e va nutrito perciò di fatti , di numeri e di documenti vissuti . È sfornito di dentatura intellettuale e critica e di conseguenza , in qualsivoglia campo , da quello politico a quello religioso , da quello culturale a quello scientifico è alimentato di slogans , di divulgazioni , di sunti , di estratti e di altri simili prodotti premasticati . È infantile e dunque gli si largiscono in gran copia comic stripes o fumetti , novelle sentimentali , e convenzionali , narrazioni puerilmente avveniristiche . È curioso e persino indiscreto e così gli si ammanniscono i particolari intimi , ora scabrosi ora melensi , della vita privata di uomini politici importanti , attori e attrici del cinema , miliardari , grandi uomini di tutti i generi e celebrità del momento . È di orecchio piuttosto ottuso e viene servito alla radio e , alla televisione di jazz in scatola e di musichette agevoli . È di vista facilmente contentabile e non si esita a stancargliela con le immagini di una pubblicità euforica quanto irreale e sazievole . È privo o quasi di senso estetico e perciò in tutto quanto riguarda l ' abbigliamento , la casa , l ' ornamento e il gusto viene sommerso in un torrente di prodotti la cui praticità sembra essere stata raggiunta a diretto detrimento della bellezza . E così via , e così via . Ma poi esiste veramente questo Average Man , quest ' uomo medio di cui tanto si favoleggia e per cui tanti sacrifici vengono imposti a gruppi creativi degli Stati Uniti ? Pensiamo che esso non esista affatto nella realtà , esso è invece il prodotto di una scelta operata nell ' uomo completo , nell ' uomo senza altri attributi che in America è sano , vitale e ben fornito di qualità umane quanto e più che altrove . E questa scelta a sua volta è il risultato di una operazione riduttiva che su scala gigantesca e collettiva equivale in fondo alla vecchia adulazione dei potenti da parte dei loro servitori nelle più antiche civiltà d ' Europa e d ' Asia . Così il cerchio si chiude , come sempre , in maniera che non si sa bene chi fosse al principio , se l ' Average Man che determina con i suoi supposti caratteri la manipolazione adulatrice , o questa che a sua volta crea a sua immagine e somiglianza l ' Average Man . Perché a forza di definire questo mitico uomo medio e di adularlo e di additargli soltanto alcuni aspetti umani , si è finito per crearlo davvero , ossia per convincere l ' uomo a diventare uomo medio . Una prova di più , se era necessario , della grande plasticità , docilità e influenzabilità delle masse . Naturalmente le conseguenze di tutto ciò sono profonde e piene di lontani significati . È stato detto : " Il potere corrompe e il potere assoluto corrompe assolutamente " ; ora questa manipolazione così vasta , così uniforme e così coerente di una civiltà intera equivale ad un potere quasi assoluto messo nelle mani di coloro che presiedono alla manipolazione stessa . In altri termini esistono oggi agli Stati Uniti i mezzi per guidare e sospingere le masse in qualsivoglia direzione e in qualsivoglia campo . Per fortuna , tuttavia , come sempre avviene in Paesi diStati Uniti 1955 democrazia organica quali sono gli Stati Uniti , questo potere è bilanciato dalla grande fluidità , vitalità e capacità consumatrice della società americana , per cui non sembra che classi , gruppi , situazioni , privilegi e poteri debbano mai cristallizzarsi e ossificarsi staticamente come avviene in altri Paesi , e continuamente nuove forze , nuovi interessi , nuove correnti scacciano le vecchie , ne prendono il posto e correggono gli antichi errori e conformismi , sia pure talvolta con nuovi errori e nuovi conformismi . Il problema dunque è , semmai , che l ' Average Man , esista o no nella realtà , sia guidato e sospinto da élites e concezioni fondamentalmente sane e umane . Indubbiamente l ' adulazione di cui abbiamo parlato c ' è ; però , a ben guardare , è un ' adulazione basata sopra un ' idea dell ' uomo certo riduttiva ma in complesso bonaria e ragionevole . L ' Average Man americano non ha nulla di decadente , di corrotto , di disumano , di spietato e di irreale come certi Uomini Medii di nostra conoscenza che in un recente passato si sono affacciati alla storia , coi risultati che tutti sanno , in Europa e altrove . Insomma l ' esperimento americano di creare una cultura di massa è in corso , con una ricchezza e ampiezza di mezzi mai viste , e naturalmente ha portato come primo risultato all ' abbassamento della cultura al livello della massa . Si può dunque criticare alcuni aspetti di quest ' esperimento , per esempio quello della manipolazione eccessiva ; ma sarebbe prematuro oltre che presuntuoso pronunziare un giudizio definitivo .
Lo spreco nella scuola e nella società ( Jemolo Arturo Carlo , 1972 )
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A settembre dovrebbe essere affrontata , in fase conclusiva , la legge sull ' Università . So come ai politici sia indifferente tutto ciò che non proviene da partiti o da sindacati , che non si traduce in voti od in pericoli di scioperi . Eppure occorre talora fare il punto , mostrare quanto di contrario agl ' interessi dei meno agiati si compia nel nome della democrazia , quanto interessi di gruppi prevalgano sull ' interesse generale . Inutile ripetere cose che i politici avrebbero anche ragione di non ascoltare , se davvero valesse la regola che non si può mai accettare l ' impopolarità di certe riforme . Ripetere così che è folle apparecchiare nuove Università per creare sempre un maggior numero di laureati , senza curarsi di vedere se questi troveranno poi un ' occupazione ( in certi casi è anzi certo che non la troveranno , e si moltiplicherà il numero dei frustrati , dei laureati in legge od in economia o in scienze politiche che ad uno sportello di banca attendono ai depositi e riscossioni sui libretti di risparmio , o in un ufficio riempiono moduli ) . Inutile ripetere che l ' Università è un grande nome , ma appartenente al passato , ed oggi la realtà sono le Facoltà , alcune già ammasso di discipline eterogenee , come quelle di scienze ; e non si può legiferare se non per Facoltà . Inutile ripetere che è pura demagogia parlare delle esigenze delle Università considerando il numero degli iscritti , e volendo ignorare che da sempre in certe Facoltà solo una piccole percentuale degl ' iscritti frequenta , ed in alcune , dalla loro istituzione , solo una parte , non la maggioranza degli iscritti al primo anno , giunge al termine del corso . Inutile soggiungere che è falso che non si frequenta perché non ci sono posti o strutture adeguate , quando è noto che non si frequenta o perché si risiede altrove o si è occupati , o , più spesso , si ritiene , e per molte materie giustamente , che a vent ' anni si possa studiare sui libri e non occorra ascoltare lezioni ; e che sarebbe utile istituire consultori per coloro che non frequentano . Ed inutile altresì ripetere che sono diverse e non sovrapponibili le strade che portano a formare il buon professionista e quelle che portano a creare l ' uomo di studio , quello delle teorie , che pure necessita ; e che sulle prime molto potrebbero operare professionisti provetti , primari spedalieri , consigli dell ' Ordine degli avvocati , e via dicendo , scaricando le Università . Ma c ' è invece qualcosa che va detto , e non importa se abbiano a giovarsene i movimenti extraparlamentari ( non credo : essi pure hanno da guadagnare a che nulla muti ) . Va detto che in un Paese povero come il nostro , dove ciò che può spendersi per l ' istruzione è pur sempre limitato , le necessità primarie sono quelle delle scuole materne , primarie e medie , e tutte le altre debbono essere mantenute nei limiti dell ' indispensabile , non concedendosi alcuno scialo . Quando sento del ragazzino di 13 anni che non frequenta la scuola media perché la famiglia ha bisogno delle ventincinquemila lire mensili che guadagna addetto a una pompa di benzina ed alla ripulitura del cristallo delle macchine in sosta ; quando nell ' ascensore di un ' alta sede giudiziaria mi ritrovo col ragazzino , quasi un bimbetto , addetto al bar , che instancabilmente porta cappuccini e birre : allora ho uno dei miei rari moti d ' ira pensando al presalario degli universitari , reclamato ora da tutti . Ma della cattedra universitaria si tende a fare quel ch ' era il beneficio semplice ( che non comportava alcun obbligo , tolto portare la mantelletta nera di abate ; Monaldo Leopardi l ' offrì a Giacomo per dargli modo di vivere , ma dignitosamente Giacomo rifiutò ) , o l ' abbazia in commenda che alimentava le rendite di opulenti cardinali . Sento cose incredibili : una Università minore che propone per una sola Facoltà di scienze morali novantacinque materie d ' insegnamento , e pian piano , ma forse non tanto piano , ogni insegnante diverrà professore di ruolo , con assistenti , tali per il beneplacito d ' un cattedratico , ed inamovibili ; anzi mi dicono che ora si vogliono sistemare anche i « precari » , chi per incarico d ' un professore tenne qualche esercitazione . E quando poi mi guardo intorno , nel settore che conosco bene , scorgo : un piccolissimo numero ( credo bastino le dita di una mano per contarli ) di ottimi giovani che si stabiliscono nella città dove hanno cattedra , tengono corsi anche serali , suscitano interessi , sono un elemento vivificatore ; un numero sempre esiguo , ma un po ' meno , d ' insegnanti che trascorrono tre giorni della settimana nella loro sede , ed in quei giorni sono attivi , legano con i giovani ( va da sé che quelli interessati sono poi pochi , sicché spesso dopo la lezione insegnante ed allievi possono continuare la conversazione intorno ad un tavolo di birreria ) ; ma , almeno nei settori che ben conosco , vedo aspirare alla cattedra una serie di giovani che mai e poi mai si sposteranno dalla grande città in cui hanno il loro centro d ' affari , mai e poi mai si rassegneranno a vivere dello stipendio , per quanto questo possa essere aumentato . Nelle stesse Facoltà scientifiche , d ' altronde , ben so quanto sia raro il professore che porti la sua famiglia nella sede , s ' inserisca nel tessuto della città come elemento vivificatore . Ed occorre aggiungere , a fare il punto , che giustamente ogni ministro direbbe che non può fare nulla , perché libertà d ' insegnamento da noi significa anche libertà di non insegnare , e sarebbe un ' insurrezione generale il giorno di esami in cui si presentasse un ispettore ministeriale a vedere com ' è composta la commissione , quanto dura ogni esame . Scelta delle materie , libertà di programmi : e sia , anche se costituisca la pietra al collo per il ragazzo che non ha dietro a sé alcuna tradizione di cultura , e si fa indicare le materie dal compagno o dal bidello . Ma se c ' è qualcuno che vuole studiare ciò che è fuori delle grandi vie , l ' eros delle pulci o l ' astronomia dei cartaginesi , non pretenda si creino cattedre per lui . I poveri debbono spendere bene il poco di cui dispongono ; lo spreco non è loro consentito . Si considerino i bisogni reali delle Università , ma non si accordi il superfluo ; non si crei ( anche se possa essere una via per fare ciò che al fascismo non riuscì , l ' impronta politica posta sull ' Università , come si tende a metterla sulla magistratura } un esercito d ' insegnanti che non insegnano o perché non sanno , o perché non vogliono , o perché manca loro la studentesca cui insegnare .
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L ' accusa di « professionisti » o - peggio - di « mestieranti » della politica ricorre spesso sulla bocca degli italiani nei confronti dei parlamentari e dei dirigenti di partito . E vi ricorre con una sfumatura di dispetto e di disprezzo . Per un motivo molto semplice : che del professionalismo la gente si sofferma a considerare solo gli aspetti negativi , che certamente ci sono : l ' attaccamento al posto , il carrierismo , l ' opportunismo eccetera . Ma ce ne sono anche di positivi , che non vanno o che non dovrebbero venire trascurati : la dedizione assoluta , la formazione di competenze specifiche , e via dicendo . Vediamo un po ' anzitutto di precisare fino a che punto il professionismo sia invalso , cioè quanti siano i parlamentari che vivono soltanto di politica . Gli studiosi fiorentini che hanno compilato il volume « Il Parlamento italiano » ci forniscono delle cifre - credo - abbastanza precise . Io non voglio affollarne la testa del povero lettore , e salto quindi a quella conclusiva : oggi come oggi , circa la metà dei nostri parlamentari non hanno altra attività che quella politica , la quale così viene a rappresentare per essi , oltre che una vocazione , una « sistemazione » . La prima conseguenza , certamente deteriore , di questo fatto è l ' accanimento della lotta per la conquista o il mantenimento del seggio . Per molti , il problema è drammatico : non impegna soltanto le ambizioni , ma addirittura il pane . Sempre dalla stessa documentazione risulta che appena un 15 per cento dei nostri deputati e senatori ha di che vivere anche senza la politica . La voce pubblica riassume questa situazione dicendo sommariamente che « sono tutti alla greppia » . Esistono tuttavia , fra partito e partito , delle differenze sostanziali . I comunisti sono quelli che meno risentono il dramma del seggio , per due motivi . Prima di tutto perché la ferrea disciplina di partito cui sono sottoposti fa di loro non dei « rappresentanti » , ma dei « comandanti alla rappresentanza » , e quindi li scoraggia in partenza da ogni pretesa di restarlo . Eppoi perché essi sono quasi tutti funzionari di partito , nel cui « apparato » ritrovano un posto , quando lo perdono in Parlamento . Anche i democristiani se la cavano abbastanza bene perché , appartenendo a un partito che ha in mano tutte le leve di potere , dispongono di una vasta collezione di enti pubblici , di banche , di compagnie di assicurazione eccetera , in cui sistemarsi se vengono esclusi dalle liste o trombati alle elezioni . Il guaio più grosso è per i socialisti che , essendo rimasti fin qui fuori dal governo e quindi non avendo le mani in nulla , e non disponendo di un « apparato » paragonabile a quello comunista in cui potersi riaccusare , non hanno alternative : o il Parlamento o la disoccupazione . Irriducibile sensazione Una seconda conseguenza , anch ' essa deteriore , è l ' estendersi e l ' aggrovigliarsi di quella equivoca zona di « sottogoverno » in cui tutti i partiti cercano dei compensi , cioè delle « sistemazioni di ricambio » . Come ho detto , i democristiani sono per questo in una posizione di privilegio . Ma non possono aspirare al monopolio . E questo fa sì ch ' essi trovino sempre degli alleati , quando si tratta di moltiplicare i « carrozzoni » . Intendiamoci bene : con ciò non voglio dire che i « carrozzoni » si moltiplicano solo per questa ragione . Ce ne sono anche altre di natura ideologica , che l ' apertura a sinistra ha ora accentuato . Ma è certo che il professionalismo politico crea nel Parlamento una predisposizione d ' animo favorevole a tutto ciò che può offrire una soluzione di ripiego a una carriera politica abortita o spezzata . C ' è infine una terza conseguenza , che intacca proprio la sostanza delle istituzioni e ne altera la natura . La dipendenza degli eletti dal rispettivo partito toglie loro sempre di più il carattere di « rappresentanti » e accentua quello di « funzionari » . In questo consiste la « partitocrazia » contro cui si levano tante proteste . In Italia l ' elettore si riconosce sempre meno nel suo eletto , dal quale anzi si sente perpetuamente « tradito » . Se gli si chiede in cosa ravvisa questo tradimento , con esattezza non sa rispondere . Però , per quanto generica , questa sensazione in lui è irriducibile . E non si può negare che abbia qualche fondamento nella realtà dei fatti . Lo stesso governo per esempio , quando vuoi venire a capo di uno sciopero , non si rivolge ai rappresentanti parlamentari degli scioperanti perché sa benissimo che essi non li rappresentano affatto . Si appella alla mediazione degli organizzatori sindacali , cioè tratta direttamente con la categoria . L ' uomo della strada non afferra molto bene i perché di questa situazione , ma l ' avverte , e corre alla conclusione più facile e sommaria : la colpa - dice - è dei partiti che non fanno , come dovrebbero , da cinghia di collegamento , ma da diaframma fra eletti ed elettori . Essi hanno creato - dice sempre l ' uomo della strada - una specie di « sovramondo » che ha confiscato ogni potere di decisione e che non si sente nemmeno in obbligo di rispondere del proprio operato agli elettori , o lo fa con un linguaggio da iniziati , che praticamente li esclude perfino dalla comprensione dei problemi . C ' è del vero . Ma , prima di addossarne la colpa ai partiti vediamo un po ' come tutto questo è successo . Anzitutto , il suffragio universale ha reso molto più arduo il compito della « rappresentanza » . Il suffragio ristretto era , si capisce , ingiusto , perché concedeva solo a una minima parte della popolazione il diritto di essere rappresentata , e creava così un privilegio . Però quella parte era chiaramente identificata nei suoi interessi e nelle sue aspirazioni . Ci voleva poco a rappresentare con fedeltà duemila elettori che volevano , poniamo , una scuola o una ferrovia . Bastava battersi per quella scuola e per quella ferrovia . Oggi un povero parlamentare deve rappresentare , se è deputato , dai 30 mila ai 50 mila elettori ; e se è senatore , il doppio . Trovare fra loro , sparpagliati come sono in località , categorie e ceti diversi , un minimo comun denominatore , è molto più difficile . Il solo rimedio I partiti hanno cercato di neutralizzare questo effetto controproducente del suffragio universale , ricreandone uno ristretto nel loro ambito . Il « diaframma » è qui . La composizione della « lista » dei candidati da presentare agli elettori è infatti una pre - elezione bell ' e buona , operata autoritariamente dalla piccola minoranza dei « militanti » , e per essi nella realtà delle cose , dalle direzioni dei vari partiti . Quella che viene dagli elettori , poi , non è che una conferma della scelta già fatta o , al massimo , una scelta nella scelta con l ' arma - piuttosto spuntata e inefficace - delle preferenze . Ecco perché si sentono « traditi » . Ma non c ' era altro rimedio , e quindi non si può considerarlo una « colpa » . La colpa , caso mai , va ricercata nel modo in cui è stato applicato . I partiti non si sono resi conto di una cosa , su cui gli studiosi di tutto il mondo ormai hanno fornito unanime testimonianza : e cioè che l ' elettore medio , a qualunque ceto appartenga , ha scarsi interessi politici , e raramente si lascia guidare nella scelta da operazioni intellettuali . Non solo le grandi ideologie come il liberalismo o il socialismo sono per lui nebulose astrazioni . Ma anche certi problemi concreti , come la difesa delle Costituzione , l ' economia di mercato , la pianificazione , l ' indipendenza della magistratura eccetera , lo toccano poco . E più sensibile caso mai , a degli « slogans » massicci tipo « via i capitalisti » , « la terra ai contadini » , « meno tasse » , « abbasso i forchettoni » eccetera , sebbene sia dimostrato che anche questa propaganda ormai intacca poco le scelte già fatte . Ma già fatte su che ? Ecco il punto su cui è nata la confusione . Gli americani e gl ' inglesi questa confusione l ' hanno evitata col sistema bipartitico che offre due sole alternative estremamente chiare : conservazione o progresso , oppure progresso a ritmo più lento o progresso a ritmo più affrettato . Il lettore non concluda subito che così bisognava fare anche in Italia . Non si poteva . Perché per farlo occorre una società stabilizzata e priva di forze centrifughe . Da questo lato , il nostro panorama politico è semplicemente pauroso . Se tiriamo le somme all ' ingrosso deducendole dall ' atteggiamento dei vari partiti , ci accorgiamo che mezza Italia rinnega il sistema politico che si è dato , e che resiste solo perché questo rifiuto viene da due parti opposte - l ' estrema destra e l ' estrema sinistra - che alla meglio si neutralizzano . In queste condizioni , che bipartitismo si poteva fare ? Esso presuppone una società che accetta interamente il sistema e solo si diversifica sui tempi della conservazione e del progresso . Grosso guazzabuglio Quello a cui però si poteva e si doveva mirare anche in un sistema pluripartitico come il nostro era la « identificabilità » delle rispettive posizioni politiche . Nei Paesi scandinavi i partiti sono quattro . E , sebbene tutti accettino il sistema e quindi non si differenzino tra loro che per lievi diversità , si caratterizzano con lineamenti precisi all ' occhio dell ' elettore . In Italia , su otto partiti , ci sono quattro « destre » ( quella missina , quella monarchica , quella liberale e quella democristiana ) , cinque « sinistre » ( comunista , socialista , socialdemocratica , repubblicana e democristiana ) e due « centri » ( quello democristiano e quello liberale ) . Non basta il cervello di un elettore per raccapezzarsi in un simile guazzabuglio . Ci vuole quello di uno psichiatra perché siamo nella follia pura . E di qui che nasce il puntiglioso dogmatismo ideologico dei nostri partiti , che in esso cercano un rimedio alla loro mancanza di una vera e chiara fisionomia . Come fanno quattro « destre » , cinque « sinistre » e due « centri » a distinguersi fra loro , se non sottolineando fino alla caricatura gli elementi che li dividono ? Di qui , la corsa agli estremi , la tendenza al radicalismo e la perpetua vocazione alle scissioni . Di qui la lotta di fazione portata al parossismo , tutta dibattuta su schemi astratti , su sottigliezze di dottrina , che richiedono perfino un linguaggio esoterico , fuori gittata dell ' intelligenza comune . E di qui la sensazione , sempre più diffusa tra il pubblico , d ' essere « tradito » dai propri rappresentanti . Regola invertita Anche noi giornalisti ne siamo trascinati . I resocontisti e commentatori di politica interna , sulla nostra stampa , formano ormai una famiglia speciale , che ha finito per adottare lo stesso linguaggio dei partiti , cioè ha perso ogni contatto col pubblico . Il collega Forcella riconobbe tempo fa che di lettori di articoli politici in Italia ce ne saranno 2500 , sì e no . Magari saranno anche 25 mila . Restano comunque una sparuta minoranza di iniziati a , qualcosa che sempre più somiglia a un « mistero » . E anche questo naturalmente contribuisce a diminuire il carattere « rappresentativo » e ad accentuare quello partitocratrico e funzionaresco del Parlamento . L ' indagine statistica degli studiosi fiorentini ce ne fornisce la riprova , in cifre . Alla Costituente del 1946 solo , l ' un per cento dei partecipanti venivano dagli « apparati » dei partiti . Oggi sono 1'87 . La carriera politica diventa sempre più esclusiva e chiusa ad apporti esterni . Il motivo ce lo forniscono altre cifre raccolte dagli studiosi fiorentini , particolarmente illuminanti . Dalle loro indagini risulta che quasi il 50 per cento dei nostri parlamentari sono figli di padri che hanno , come titolo d ' istruzione , la licenza elementare o quella di scuola media inferiore . Nulla di scandaloso , in sé e per sé . Anzi . Ma questo ci dice cosa è diventata oggi la carriera politica : non più il premio e il coronamento del successo conquistato in altri campi , come avveniva una volta col suffragio ristretto e il collegio uninominale , quando il seggio andava al « notabile » locale ; ma la scorciatoia per raggiungere d ' un balzo , nello spazio di una sola generazione , la élite dirigente . Prima ci si doveva inserire , economicamente e professionalmente , in un certo ceto almeno medio - superiore , per diventare deputato . Oggi si diventa deputato appunto per inserirsi in questo ceto . La Camera non è più la meta , ma lo strumento di una « promozione » sociale . Non dico , badate bene , che sia un male . Dico soltanto che la regola è stata invertita e che questo sovvertimento contribuisce la sua parte al professionalismo e ai suoi caratteri , quasi corporativi , di geloso monopolio . Ma la verità è che l ' attività politica , in Italia , si svolge dentro un quadro che non è più il suo , perché era stato predisposto per un tipo di Stato che non ha più nulla a che fare con quello in cui viviamo .