StampaQuotidiana ,
Mentre
si
cerca
ancora
,
e
indarno
,
il
vincitore
del
famoso
milione
,
noi
,
o
lettrici
,
o
lettori
,
più
modestamente
,
ma
più
sollecitamente
anche
,
prepariamo
il
nostro
premio
di
cinquecento
lire
in
oro
,
per
il
vincitore
del
nostro
primo
concorso
.
E
possiamo
annunziarvi
già
,
che
la
bottiglia
,
la
grande
bottiglia
di
liquore
Strega
,
che
sarà
l
'
arbitra
dei
vostri
destini
,
o
concorrenti
,
è
stata
,
ieri
,
solennemente
preparata
e
riempita
di
grano
,
del
grano
Romanella
,
produzione
della
provincia
di
Caserta
,
qualità
del
peso
di
ottanta
chilogrammi
per
ettolitro
:
in
sottile
pioggia
d
'
oro
,
del
bel
colore
luminoso
che
aveva
il
liquore
della
ditta
Alberti
,
il
grano
è
disceso
e
i
chicchi
,
urtando
contro
il
vetro
,
tintinnavano
,
come
campanelle
sommesse
di
un
armento
lontano
;
e
a
poco
a
poco
il
mucchio
è
cresciuto
,
è
salito
,
ha
colmata
la
bottiglia
fino
all
'
inizio
del
collo
:
il
collo
è
rimasto
libero
.
Poi
,
abbiamo
proceduto
alla
chiusura
della
bottiglia
e
al
suggellamento
:
e
oggi
tutta
Napoli
potrà
vedere
la
nostra
Sfinge
di
vetro
,
che
serba
nei
suoi
fianchi
il
suo
segreto
e
la
certezza
delle
cinquecento
lire
,
nelle
vetrine
di
Vincenzo
Stilo
,
a
Via
Roma
,
sotto
i
nostri
ufficii
.
Le
condizioni
del
concorso
voi
le
sapete
già
,
o
assidui
nostri
:
si
tratta
,
cioè
,
di
indicare
il
numero
preciso
dei
chicchi
di
grano
che
quella
bottiglia
(
da
80
centilitri
)
contiene
.
Il
fortunato
indovino
avrà
la
somma
di
cinquecento
franchi
;
somma
che
potrà
essere
ripartita
in
più
,
se
saranno
parecchi
ad
indovinare
.
Per
partecipare
al
concorso
,
basta
inviare
,
col
numero
di
chicchi
,
venti
dei
talloncini
,
che
pubblichiamo
appositamente
nel
Giorno
.
I
venti
talloncini
debbono
essere
di
numeri
diversi
;
non
importa
,
però
,
che
non
siano
consecutivi
.
Siccome
molti
nuovi
abbonati
ci
hanno
pregato
di
metterli
in
condizione
di
concorrere
anch
'
essi
,
abbiamo
voluto
prorogare
a
tutto
febbraio
il
termine
per
la
chiusura
del
concorso
.
Stamperemo
,
quindi
,
anche
in
questo
mese
,
i
talloncini
speciali
.
Ed
ora
,
o
lettrice
,
o
lettore
va
,
e
fermati
innanzi
alla
vetrina
di
Vincenzo
Stilo
,
ed
interroga
la
Sfinge
,
prima
di
accingerti
all
'
esperimento
di
riempire
una
bottiglia
simile
,
nelle
domestiche
pareti
;
chiedile
la
parola
dell
'
enigma
,
la
cifra
sospirata
.
Chi
sa
che
ella
non
la
riveli
,
questa
parola
,
questa
cifra
,
a
chi
sa
interrogarla
.
StampaQuotidiana ,
In
tutte
le
statistiche
del
felice
regno
d
'
Italia
sonvi
due
dati
di
una
eloquenza
straordinaria
:
Popolazione
...
circa
25
milioni
.
Contribuenti
della
imposta
dei
fabbricati
,
terre
coltivate
e
tassa
di
commercio
...
circa
2
milioni
.
Che
cosa
siano
e
che
cosa
facciano
questi
due
milioni
di
bravi
cittadini
contribuenti
tutti
lo
sanno
.
Una
parte
di
essi
suda
tre
volte
l
'
anno
per
esigere
una
pigione
che
cresce
d
'
anno
in
anno
a
seconda
che
le
unioni
dei
figli
del
popolo
van
feconde
di
nuovi
pigionali
.
Un
'
altra
parte
ha
la
generosità
di
permettere
che
il
contadino
lavori
le
terre
che
essa
non
sa
e
non
vuole
coltivare
e
la
magnanimità
di
lasciargli
del
prodotto
del
suo
lavoro
appena
quel
che
gli
basti
perché
non
muoia
assai
presto
di
fame
e
di
freddo
.
Un
'
altra
parte
infine
passa
la
vita
a
studiare
la
quantità
dei
prodotti
e
la
quantità
dei
bisogni
e
trova
il
mezzo
di
accumulare
mucchi
d
'
oro
sulla
fame
,
sul
freddo
,
sulla
luce
,
sulla
sete
:
sulle
innumeri
miserie
e
sulle
poche
gioie
del
popolo
;
questi
mucchi
d
'
oro
eleva
poi
a
nemici
ed
a
tiranni
del
lavoro
,
con
essi
asservendo
inevitabilmente
il
popolo
operaio
.
Tutti
sono
brava
gente
;
hanno
una
rispettabile
posizione
sociale
,
sono
elettori
,
eleggibili
e
spesso
Deputati
;
per
essi
predica
il
curato
,
per
essi
è
fatto
il
codice
civile
,
per
essi
sta
il
giudice
,
l
'
usciere
,
il
birro
ed
il
gendarme
;
le
scuole
,
i
libri
,
le
scienze
,
i
musei
,
i
teatri
,
i
cavalli
ed
i
cocchi
,
le
strade
ferrate
ed
i
telegrafi
tutto
è
per
essi
,
percioché
essi
solo
possono
usufruire
della
civiltà
,
ad
essi
soltanto
gli
agi
ed
i
gaudii
della
vita
.
Ma
gli
altri
23
milioni
d
'
Italiani
che
cosa
fanno
e
che
cosa
sono
?
Borghesi
e
privilegiati
,
ve
la
siete
fatta
mai
questa
domanda
?
Voi
lo
sapete
;
i
23
milioni
lavorano
da
che
il
sole
si
leva
fino
a
che
non
si
corchi
,
e
sono
essi
che
fanno
e
pagano
la
civiltà
di
cui
gioite
;
sono
essi
che
creano
tutto
quanto
voi
consumate
,
dal
vostro
pane
al
vostro
lusso
sfrenato
;
senza
di
voi
essi
sarebbero
liberi
e
felici
,
senza
di
essi
voi
morreste
di
fame
.
Voi
lo
sapete
;
essi
sono
miserabili
perché
il
proprietario
e
il
capitale
li
deruba
,
essi
sono
schiavi
perché
non
possono
usufruire
della
mendace
libertà
politica
che
,
scienti
di
tanto
,
avete
loro
accordata
,
essi
sono
bruti
perché
non
volete
che
la
luce
della
scienza
irradii
le
loro
menti
;
ma
,
voi
lo
sapete
,
essi
che
sono
la
forza
creatrice
sono
pure
la
forza
demolitrice
.
Borghesi
e
privilegiati
,
la
rivoluzione
che
sopraggiunge
vuole
e
deve
demolire
il
privilegio
che
fa
servire
la
grande
maggioranza
del
popolo
Italiano
ai
vostri
bisogni
ed
ai
vostri
capricci
,
che
allontana
questa
maggioranza
da
tutte
le
gioie
della
vita
per
gettarla
nelle
più
profonde
miserie
,
che
nega
ad
essa
ogni
diritto
,
fin
anco
quello
di
lavorare
e
di
vivere
!
L
'
ineguaglianza
che
da
secoli
separa
in
due
classi
gli
uomini
:
oziosi
ed
operai
,
privilegiati
e
proletari
,
ricchi
e
poveri
,
dotti
e
bruti
,
felici
e
miserabili
,
carnefici
e
vittime
,
deve
sparire
.
La
rivoluzione
vuole
l
'
eguaglianza
del
punto
di
partenza
per
tutti
gli
uomini
;
essa
vuole
per
tutti
la
medesima
educazione
ed
istruzione
,
per
tutti
gli
istrumenti
del
lavoro
:
la
terra
al
contadino
;
il
capitale
all
'
operaio
.
Borghesi
e
privilegiati
,
non
vi
ponete
come
ostacolo
sulla
via
della
rivoluzione
;
quando
l
'
ora
sarà
suonata
,
lasciate
passare
la
giustizia
del
popolo
;
essa
vuole
distruggere
le
cose
e
non
gli
uomini
,
ma
se
gli
uomini
si
radicano
alle
cose
,
spariranno
con
esse
.
Sparirà
così
per
sempre
la
vecchia
società
privilegiata
e
tutte
le
sue
esigenze
disastrose
con
lei
;
il
grande
stato
centralista
con
tutte
le
sue
luride
infamie
cadrà
come
per
incanto
al
soffio
della
rivoluzione
,
e
la
nuova
società
si
constituirà
spontanea
in
nome
della
libertà
e
della
felicità
degli
Italiani
.
Così
liberamento
si
avrà
:
la
federazione
delle
autonomie
locali
,
nate
dalla
rivoluzione
sociale
,
avendo
per
unica
base
il
lavoro
liberamente
associato
.
StampaQuotidiana ,
Il
popolo
non
potrà
innalzare
il
suo
edificio
sociale
,
se
prima
non
avrà
conquistato
il
terreno
politico
.
Non
è
mestieri
il
dirlo
:
il
partito
democratico
non
cessò
mai
di
mettere
in
prima
fila
delle
sue
preoccupazioni
,
l
'
abolizione
della
miseria
e
dell
'
ignoranza
,
queste
due
sorelle
nemiche
di
ogni
progresso
e
di
ogni
giustizia
.
Profondamente
penetrato
dal
sentimento
della
vera
eguaglianza
,
non
volle
mai
ridurre
ad
una
astrazione
senza
valore
i
principii
proclamati
alla
fine
del
decimo
ottavo
secolo
.
Soltanto
,
egli
pensò
sempre
doverne
dimandare
la
realizzazione
alla
libertà
politica
.
Esso
non
ebbe
mai
la
semplicità
d
'
ammettere
che
la
miseria
potrebbe
sparire
,
il
lavoro
prendere
il
suo
posto
,
l
'
uomo
la
sua
dignità
e
la
sua
indipendenza
,
insino
a
che
le
società
non
fossero
poggiate
su
altre
basi
,
che
quelle
dei
privilegi
di
nascita
e
di
fortuna
.
Nessuna
riforma
sociale
è
possibile
senza
riforma
politica
,
e
nessuna
riforma
politica
veramente
seria
senza
riforme
sociali
;
questo
è
stato
,
questo
è
ancora
il
suo
programma
,
ed
è
appunto
per
conquistarne
l
'
applicazione
integrale
,
ch
'
egli
combatte
da
sessant
'
anni
.
S
'
è
voluto
dividere
la
questione
,
subordinare
ora
l
'
uno
,
ora
l
'
altro
dei
termini
del
problema
,
il
quale
non
può
essere
risolto
senonché
nell
'
assieme
,
e
sempre
si
è
naufragato
.
I
formalisti
del
1848
hanno
approdato
a
nulla
;
e
i
Bonapartisti
che
dal
1851
s
'
erano
incaricati
di
migliorare
le
condizioni
del
popolo
,
sono
così
bene
riesciti
,
ch
'
esso
è
tanto
infelice
quanto
lo
fu
dianzi
,
e
molto
dippiù
.
Pareva
che
nel
1848
,
come
nel
1852
,
il
suffragio
universale
,
da
sé
solo
,
potesse
affrancare
il
proletariato
;
noi
abbiamo
visto
,
noi
ne
vediamo
ancora
i
prodotti
.
La
è
cosa
facile
di
dire
al
popolo
:
tu
sei
il
numero
,
tu
sei
la
forza
;
mercé
il
lavoro
tu
stringi
in
pugno
le
chiavi
della
ricchezza
publica
,
e
se
le
tue
braccia
si
fermassero
un
giorno
solo
,
la
vita
sociale
si
fermerebbe
di
contraccolpo
.
Tu
puoi
dunque
imporre
le
tue
condizioni
al
capitale
,
sicuro
di
trascinarlo
a
patti
.
Tutto
ciò
è
vero
in
teoria
,
ma
fra
la
teoria
e
la
pratica
vi
è
un
abisso
.
«
Senza
l
'
istruzione
,
senza
la
libertà
il
popolo
resterà
schiavo
del
capitale
e
dei
privilegi
,
fino
alla
consumazione
dei
secoli
»
.
Ed
il
suffragio
universale
ed
il
diritto
di
coalizione
non
saprebbero
proteggerlo
.
Fino
a
che
gli
abusi
rimarranno
in
piedi
,
fino
a
che
l
'
ineguaglianza
sociale
sarà
l
'
arca
santa
,
finché
le
leggi
saran
fatte
coll
'
opera
e
a
pro
'
dei
ricchi
e
dei
potenti
;
fino
a
che
la
libertà
,
quale
la
intende
la
democrazia
,
non
sarà
una
verità
,
i
proletari
non
vedranno
mai
mutata
la
loro
condizione
.
Lo
sciopero
non
è
più
un
delitto
dinanzi
alla
legge
,
può
darsi
,
e
del
resto
non
v
'
ha
che
a
risovvenirsi
di
quanto
or
ora
succedeva
a
Lyon
e
nel
bacino
della
Loira
per
farsene
una
mediocre
idea
.
Se
non
si
punisce
lo
sciopero
in
se
stesso
,
lo
si
punisce
in
ciò
che
lo
accompagna
.
Quasi
sempre
assolutamente
come
per
lo
passato
,
tutti
questi
dibattimenti
fra
il
salario
e
il
capitale
,
finiscono
colla
prigionia
degli
operai
:
fortunati
ancora
quando
il
Chassepot
non
si
mette
della
partita
,
con
tutte
le
sue
dolorose
conseguenze
.
No
,
l
'
operaio
non
può
liberamente
discutere
del
suo
salario
,
imperciocché
non
possiede
se
non
che
quanto
gli
provvede
il
suo
lavoro
,
e
la
fame
non
aspetta
.
Il
capitale
di
converso
,
può
arenarsi
nel
guadagno
,
ma
in
realtà
esso
comanda
sempre
al
lavoro
.
E
quando
noi
parliamo
dei
lavoranti
,
è
cosa
intesa
,
che
noi
parliamo
di
tutti
quelli
che
dipendono
dal
loro
lavoro
,
che
vivono
giorno
per
giorno
,
e
non
hanno
altre
risorse
.
Rimane
l
'
associazione
;
sì
,
se
fosse
meglio
intesa
,
più
larga
.
In
quanto
alla
carità
,
sventura
all
'
operaio
,
se
è
ridotto
a
mangiare
del
suo
pane
!
Da
quel
giorno
egli
ha
cessato
di
esser
uomo
,
e
,
a
più
forte
ragione
,
d
'
esser
cittadino
.
Che
la
democrazia
vi
pensi
;
ella
ha
il
carico
delle
anime
,
e
se
non
giunge
a
dimostrare
al
popolo
che
nulla
gli
rimane
a
sperare
,
fuorché
in
sé
medesimo
,
che
la
sua
salute
è
nelle
sue
mani
,
senza
la
vera
libertà
,
egli
non
legherà
ai
suoi
figli
senonché
l
'
eredità
dei
suoi
dolori
,
essa
non
vedrà
mai
il
trionfo
delle
sue
generose
dottrine
.
StampaQuotidiana ,
Nelle
condizioni
attuali
del
proletario
,
il
parlargli
di
patria
,
di
politica
,
e
di
libertà
è
compito
grave
e
diremo
quasi
doloroso
.
Coll
'
animo
cruciato
,
però
nella
coscienza
di
dire
il
vero
,
francamente
esponiamo
lo
stato
di
penuria
,
misero
,
infelice
con
cui
mantenne
se
non
peggiorò
questa
classe
,
lo
sgoverno
che
da
dieci
anni
fu
ed
è
alla
testa
della
publica
cosa
.
Si
deve
anzi
tutto
convenire
che
oggi
per
il
proletario
val
più
un
tozzo
di
pane
che
qualsiasi
promessa
di
miglioramento
,
di
libertà
.
Avremmo
amato
meglio
passare
sotto
silenzio
questa
confessione
,
mascherarla
con
mezzi
termini
ma
è
ipocrisia
è
colpa
,
e
noi
rifuggendo
da
questa
e
da
quella
diremo
la
Verità
perché
questa
è
la
sola
che
ponendo
a
nudo
i
mali
che
ci
circondano
,
possa
indicare
il
mezzo
di
guarirli
.
Questa
classe
che
sì
gran
parte
ha
ed
ebbe
nelle
rivoluzioni
politico
-
sociali
e
che
più
di
tutte
le
altre
con
abnegazione
ed
eroismo
,
ha
saputo
portare
il
suo
contingente
di
lavoro
e
di
scienza
,
d
'
amore
,
di
fede
,
e
di
sacrifizi
al
progresso
.
Questa
classe
diciamo
è
la
più
negletta
,
la
più
mai
compensata
delle
sue
fatiche
e
de
'
suoi
dolori
,
e
le
si
niegano
,
da
chi
a
lei
deve
tutto
,
i
più
sacrosanti
diritti
.
Schiavi
un
giorno
,
vasalli
jeri
,
canaglia
ora
ecco
il
fastoso
titolo
di
quelli
che
la
compongono
.
Sempre
negletta
quando
non
fu
calpestata
ed
avvilita
:
ecco
la
sua
storia
.
Quasi
sempre
nulla
:
ecco
lo
stato
di
questa
classe
oggi
,
jeri
,
sempre
.
E
perché
?
Forse
che
essa
è
meno
potente
,
o
da
meno
delle
altre
?
No
,
o
nobili
classi
degli
operaj
:
scrutiamo
nella
storia
,
in
questa
madre
dei
popoli
,
che
vi
dovrebbero
imparare
assai
in
essa
vi
troviamo
fatti
grandiosi
della
tua
potenza
,
del
tuo
valore
,
del
genio
tuo
.
L'89
insegna
.
Quando
desta
dal
tuo
letargo
e
scosso
per
un
momento
il
maglio
che
ti
teneva
avvinta
volesti
essere
signora
di
te
stessa
,
hai
saputo
antivenire
di
secoli
i
profeti
stessi
di
libertà
,
hai
saputo
dominare
con
maggior
senno
che
gli
stessi
legislatori
.
Sortita
dalle
officine
del
lavoro
,
tu
hai
saputo
debellare
la
forza
brutale
;
il
medio
evo
;
la
cieca
superstizione
la
religione
;
e
facendoti
sgabello
di
questa
e
di
quella
hai
proclamato
l
'
eguaglianza
e
la
libertà
;
nello
spazio
di
un
giorno
di
poche
ore
,
frantumasti
l
'
opera
funesta
di
tanti
secoli
di
servitù
e
di
miseria
.
Questo
il
tuo
nulla
...
O
ne
tremino
i
tiranni
di
questo
nulla
,
perché
se
tu
vorrai
,
potrai
tutto
.
StampaQuotidiana ,
Ai
nostri
operai
dedichiamo
il
seguente
manifesto
,
nel
quale
a
grandi
tratti
trovansi
tracciati
i
problemi
politico
-
sociali
,
che
riguardano
la
nobile
classe
del
popolo
:
«
Tre
volte
in
60
anni
il
popolo
ha
affermato
colla
forza
la
propria
sovranità
e
tre
volte
,
parte
per
ignoranza
,
parte
per
bonarietà
cavalleresca
,
egli
confidò
a
mandatarj
la
cura
di
realizzare
il
suo
ideale
di
giustizia
e
di
libertà
.
Ma
i
mandatarj
dimentichi
della
loro
origine
e
della
loro
missione
,
ora
striscianti
cortigiani
,
ora
despoti
inflessibili
,
secondo
i
calcoli
del
proprio
interesse
,
non
hanno
fatto
che
mantenere
più
strettamente
gli
operai
nella
immoralità
del
salariato
.
Direttamente
o
indirettamente
noi
sopportiamo
tutti
i
carichi
sociali
.
Coll
'
imposta
del
sangue
noi
garantiamo
,
noi
proteggiamo
il
capitale
e
la
proprietà
,
da
cui
noi
siamo
esclusi
per
l
'
organizzazione
economica
.
Col
lavoro
noi
formiamo
le
risorse
necessarie
al
mantenimento
di
tutti
i
pubblici
servizj
impiegati
a
nostro
detrimento
dagli
improduttivi
e
dai
privilegiati
.
Ora
,
nel
sedicente
paese
del
suffragio
universale
e
della
legalità
,
la
legge
ci
vieta
la
discussione
delle
questioni
politiche
,
quasi
che
i
fatti
non
fossero
là
a
provare
che
tutte
le
rivoluzioni
hanno
avuto
per
causa
principale
la
necessità
di
una
trasformazione
economica
.
Si
dovrebbe
quasi
credere
(
e
questo
sarebbe
un
rimprovero
poco
severo
)
,
che
i
nostri
governanti
non
conoscessero
la
storia
.
Nel
paese
,
sedicente
del
suffragio
universale
e
della
eguaglianza
,
la
legge
sulla
stampa
ci
condanna
al
silenzio
non
solo
per
mezzo
del
bollo
,
ma
più
ancora
per
mezzo
della
cauzione
.
Operai
,
noi
siamo
sempre
distolti
dai
nostri
studj
e
dall
'
espressione
delle
nostre
idee
con
misure
restrittive
,
e
con
leggi
eccezionali
in
contraddizione
aperta
con
i
principj
dell
'
eguaglianza
,
e
per
ciò
ingiuriosi
pel
povero
.
Ciò
nonostante
,
se
non
vorrà
recedere
o
ricadere
in
basso
,
il
secolo
decimonono
deve
risolvere
i
grandi
problemi
,
che
commuovono
la
società
.
Convinti
che
questi
non
possono
affrontarsi
che
apertamente
con
discussioni
e
polemiche
;
che
fa
di
mestieri
di
libertà
piena
di
parola
e
di
stampa
;
noi
che
contro
gli
attentati
fatti
all
'
esercizio
dei
diritti
naturali
alziamo
la
voce
protestando
,
oggi
fondiamo
una
riunione
e
una
biblioteca
sotto
il
nome
di
Circolo
degli
operai
,
per
darci
un
'
istruzione
scambievole
sui
grandi
problemi
sociali
che
devono
essere
e
saranno
la
politica
dell
'
avvenire
.
Noi
vogliamo
scoprire
misure
razionali
che
facciano
scomparire
le
funzioni
governative
,
e
risolvere
l
'
organizzazione
politica
in
quella
economica
,
cioè
noi
ci
affatichiamo
per
fondare
una
società
basata
unicamente
sul
lavoro
,
sullo
scambio
e
sulla
giustizia
.
Molte
illusioni
si
sono
avverate
,
e
noi
le
vedemmo
,
e
tenemmo
conto
di
coloro
che
vogliono
condurre
il
popolo
con
palinodie
;
noi
troppe
fughe
e
diserzioni
vedemmo
,
e
non
abbiamo
fede
che
in
noi
.
E
perché
ci
serviremo
noi
di
padroni
quando
solo
la
scienza
e
la
verità
noi
cerchiamo
?
Schieriamoci
sotto
una
bandiera
che
abbia
per
motto
:
L
'
emancipazione
degli
operai
deve
essere
l
'
opera
degli
stessi
operai
»
.
StampaQuotidiana ,
Da
venti
anni
la
politica
interna
italiana
,
con
una
continuità
rara
nelle
cose
nostre
,
va
perseguendo
lo
scopo
di
placare
le
forze
sovversive
ed
antinazionali
,
di
trasformarle
,
di
attrarle
nell
'
orbita
dello
Stato
.
Questa
politica
è
frutto
di
un
disegno
meditato
,
o
non
piuttosto
è
una
manifestazione
di
radicale
incapacità
volitiva
nei
nostri
uomini
di
governo
?
A
noi
contemporanei
mancano
ancora
troppi
elementi
per
risolvere
un
simile
problema
.
Comunque
,
il
fatto
esiste
,
e
più
gli
anni
trascorrono
dal
giorno
in
cui
,
all
'
alba
del
nuovo
regno
,
l
'
on
.
Giolitti
,
ministro
dell
'
interno
,
inaugurò
il
sistema
delle
transazioni
,
delle
concessioni
e
delle
blandizie
verso
il
sovversivismo
socialista
,
e
più
netti
e
chiari
vanno
diventando
i
contorni
di
questa
politica
,
e
più
gravi
le
conseguenze
,
e
più
manifesti
gli
errori
.
In
realtà
,
il
proposito
di
disarmare
gli
elementi
ostili
alle
istituzioni
,
assimilandoli
e
facendoli
rientrare
nei
limiti
dell
'
azione
legale
e
costituzionale
,
è
antico
quanto
lo
Stato
italiano
.
Ma
,
le
forze
sovversive
,
a
cui
un
tal
politica
si
rivolgeva
,
oltre
a
rappresentare
una
piccola
minoranza
nel
paese
,
erano
i
residui
di
quel
partito
d
'
azione
,
che
aveva
avuto
,
durante
le
lotte
del
risorgimento
,
un
carattere
ed
una
funzione
francamente
nazionali
.
Era
pertanto
relativamente
facile
e
non
troppo
pericoloso
un
lavoro
di
approccio
,
diretto
ad
amalgamare
elementi
,
che
rimanevano
divisi
più
per
ragione
di
tradizioni
e
per
dissenso
di
metodi
,
che
per
diversità
di
fini
.
Al
contrario
,
le
masse
socialiste
,
che
si
erano
andate
formando
,
dopo
la
conquista
dell
'
unità
,
si
erano
,
fin
dal
principio
,
rivelate
eredi
non
già
del
vecchio
sovversivismo
mazziniano
e
patriottico
,
ma
delle
correnti
antinazionali
ed
anazionali
,
che
,
durante
tutto
il
risorgimento
,
erano
rimaste
indifferenti
ed
ostili
al
moto
per
l
'
indipendenza
e
l
'
unità
dell
'
Italia
.
Non
bisogna
dimenticare
,
infatti
,
che
il
risorgimento
italiano
fu
opera
di
una
minoranza
di
intellettuali
e
che
le
masse
operaie
e
contadine
,
quando
non
furono
francamente
contrarie
,
furono
tiepide
o
assenti
.
Operando
tra
queste
masse
,
in
cui
era
diffuso
il
vecchio
spirito
materialista
,
il
vecchio
egoismo
,
il
vecchio
orrore
per
il
sacrificio
ed
il
pericolo
dei
secoli
trascorsi
dall
'
Italia
nella
oppressione
straniera
e
nella
disgregazione
interiore
,
il
socialismo
italiano
fu
sempre
essenzialmente
antiitaliano
.
Esso
dunque
non
poteva
essere
ricondotto
nell
'
orbita
della
vita
nazionale
,
non
poteva
diventare
una
forza
viva
della
nazione
per
le
sue
stesse
origini
,
per
il
suo
stesso
carattere
,
per
la
sua
stessa
estensione
.
Appunto
perché
rappresentava
tutto
ciò
che
nella
storia
era
stato
l
'
Antitalia
,
era
assurdo
che
potesse
essere
indotto
a
lavorare
per
l
'
Italia
.
Quegli
elementi
isolati
del
socialismo
che
,
volta
a
volta
,
rientravano
nell
'
orbita
nazionale
,
uscivano
automaticamente
dal
socialismo
.
Questo
,
per
essere
,
doveva
rimanere
antiitaliano
,
perché
le
masse
,
su
cui
si
appoggiava
,
erano
,
per
tradizione
millenaria
,
insensibili
ed
ostili
all
'
idea
della
Patria
.
Il
lavoro
dunque
a
cui
la
politica
dell
'
assimilazione
si
dedicò
,
quando
,
per
opera
dell
'
on
.
Giolitti
,
si
rivolse
al
socialismo
,
fu
un
lavoro
da
Sisifo
.
Per
dieci
uomini
che
la
politica
nazionale
acquisiva
,
diecimila
sorgevano
dalle
masse
ad
accrescere
le
moltitudini
imprecanti
alla
Patria
ed
invocanti
la
confisca
dello
Stato
a
vantaggio
dei
loro
beni
materiali
.
E
man
mano
che
la
predicazione
socialista
si
intensificava
e
guadagnava
più
larghi
strati
della
popolazione
,
penetrando
fra
gli
impiegati
230e
i
funzionari
stessi
dello
Stato
,
divenne
ben
chiaro
che
le
parti
si
invertivano
:
che
non
lo
Stato
nazionale
assorbiva
e
trasformava
gli
elementi
antinazionali
,
ma
questi
assorbivano
,
disgregavano
,
distruggevano
lo
Stato
nazionale
.
Di
questa
politica
funesta
il
propugnatore
ed
il
realizzatore
più
conseguente
,
più
ancora
dello
stesso
on
.
Giolitti
,
che
la
creò
,
è
stato
,
indubbiamente
,
l
'
on
.
Nitti
.
Questi
sali
al
potere
con
un
programma
,
che
è
stato
sempre
la
meta
ed
il
sogno
di
tutta
la
sua
vita
politica
:
condurre
con
sé
al
governo
il
socialismo
ufficiale
.
Da
molti
e
molti
mesi
l
'
on
.
Nitti
non
nascondeva
il
suo
proposito
di
avere
con
sé
nel
ministero
gli
on
.
Turati
,
Treves
,
Modigliani
,
e
perché
no
?
perfino
l
'
on
.
Francesco
Ciccotti
e
l
'
on
.
Nicola
Bombacci
.
Un
uomo
accanto
a
lui
perseguiva
questo
disegno
,
tenendo
i
contatti
e
traendo
ispirazione
da
uomini
grossi
e
piccoli
del
socialismo
ufficiale
:
il
segretario
particolare
del
Presidente
del
Consiglio
,
comm
.
Magno
,
il
quale
riprendeva
quell
'
atteggiamento
e
quei
modi
che
erano
già
stati
tentati
dal
comm
.
Camillo
Corradini
durante
la
prima
permanenza
al
Ministero
dell
'
Interno
dell
'
on
.
Orlando
.
Li
riprendeva
,
con
lo
stesso
esito
sfortunato
.
Perché
,
come
già
nei
mesi
che
precedettero
Caporetto
,
il
socialismo
antiitaliano
,
anche
questa
volta
,
ha
approfittato
bensì
dell
'
aiuto
e
del
favore
che
il
Governo
gli
offriva
,
nella
fallace
illusione
di
trarlo
a
sé
e
di
farselo
prigioniero
,
ma
con
l
'
unico
scopo
e
con
il
solo
risultato
di
allargare
e
consolidare
le
sue
posizioni
,
di
proseguire
e
di
intensificare
la
sua
opera
di
disgregazione
della
società
e
dello
Stato
.
Questa
politica
,
che
nel
1917
condusse
alla
Caporetto
militare
,
nel
1919
condusse
alla
Caporetto
elettorale
e
oggi
conduce
alla
Caporetto
politica
della
dedizione
ai
postelegrafici
e
ai
ferrovieri
bolscevichi
.
Il
fallimento
non
potrebbe
essere
più
clamoroso
e
definitivo
.
È
,
questo
,
il
fallimento
non
di
un
uomo
solo
o
di
un
Ministero
,
ma
di
tutta
una
mentalità
e
di
tutta
una
politica
.
Mentalità
,
che
si
ricollega
direttamente
con
la
mentalità
liberale
,
funesta
eredità
che
l
'
Italia
moderna
ha
ricevuto
dal
risorgimento
,
e
che
pone
lo
Stato
in
una
condizione
spirituale
e
pratica
di
non
-
resistenza
di
fronte
ai
suoi
nemici
.
Politica
,
tutta
pervasa
dall
'
idea
di
ineluttabilità
dell
'
avvento
socialista
e
dalla
illusione
di
poterlo
guidare
e
incanalare
per
la
via
meno
pericolosa
,
mediante
le
blandizie
,
il
favore
e
la
concessione
.
Ogni
giorno
più
i
fatti
dimostrano
che
questa
mentalità
e
questa
politica
preparano
il
crollo
dello
Stato
,
la
disgregazione
della
vita
sociale
,
e
la
rovina
della
stessa
civiltà
.
Non
è
la
rivoluzione
,
tanto
temuta
dai
nostri
uomini
di
governo
,
ma
il
disfacimento
,
la
dissoluzione
,
la
putredine
.
Oramai
siamo
giunti
a
tale
,
che
,
continuando
per
questa
via
,
la
vita
nazionale
,
nel
campo
politico
come
in
quello
economico
,
s
'
incammina
fatalmente
verso
la
paralisi
.
Solo
una
volontà
ferrea
che
renda
impotenti
i
demagoghi
,
restauri
l
'
autorità
dello
Stato
,
tenga
fermi
i
vincoli
della
disciplina
civile
,
ristabilisca
la
gerarchia
dei
valori
sociali
,
può
salvare
l
'
Italia
.
Io
sono
convinto
che
si
sia
ancora
a
tempo
,
e
che
l
'
opinione
di
tutti
coloro
(
e
sono
la
grande
maggioranza
)
i
quali
desiderano
di
respirare
,
di
lavorare
,
di
vivere
la
vita
di
un
popolo
civile
e
non
quella
scomoda
,
primitiva
ed
angosciosa
che
stiamo
vivendo
da
alcuni
mesi
,
saluterà
con
gioia
il
giorno
in
cui
l
'
Italia
avrà
,
finalmente
,
un
Governo
che
governi
e
non
transiga
,
che
comandi
e
non
tratti
,
che
garantisca
,
con
la
sua
autorità
e
con
la
sua
forza
,
la
pace
interna
e
la
vita
economica
della
nazione
.
Solo
allora
,
on
.
Nitti
,
l
'
Italia
potrà
lavorare
e
produrre
,
e
avrà
alto
il
suo
credito
,
non
deprezzata
la
sua
moneta
,
non
disconosciuti
i
suoi
diritti
dagli
stranieri
,
non
esautorati
all
'
estero
i
suoi
rappresentanti
e
i
suoi
diplomatici
.
StampaQuotidiana ,
L
'
utilitarismo
egoistico
non
è
una
dottrina
sociale
,
è
un
anarchico
mercato
di
valori
falsi
.
La
causa
prima
di
quel
furto
,
perpetrato
da
volontaria
miseria
,
dov
'
è
e
che
nome
ha
?
Dov
'
è
e
chi
è
il
provocatore
primo
,
l
'
istigatore
vero
?
Chi
eccitò
nell
'
autore
del
fatto
la
deliberazione
di
farsi
giustizia
da
sé
?
Chi
è
il
complice
infine
?
Se
c
'
è
il
ribelle
è
segno
che
c
'
è
il
despota
.
E
se
il
despota
c
'
è
,
ci
dev
'
essere
il
ribelle
.
Uno
ruba
perché
l
'
altro
affama
;
e
se
non
ruba
,
o
si
prostituisce
per
mendicar
la
vita
e
o
si
fa
saltar
in
aria
le
cervella
.
Quale
dei
tre
partiti
è
il
più
scusabile
e
il
più
idoneo
a
scuotere
e
ammonire
la
società
?
...
Comunque
sia
,
togliete
il
despota
e
non
avrete
più
il
ribelle
:
togliete
l
'
avaro
parassitismo
e
non
avrete
più
il
furto
per
miseria
.
Togliete
il
favoritismo
al
lusso
dorato
e
non
avrete
più
la
prostituzione
civile
,
e
avrete
in
pari
tempo
chiusa
una
larga
sorgente
di
suicidii
.
Ma
se
per
lo
contrario
per
gli
affamati
che
allungano
la
mano
non
avrete
mai
che
afflizioni
,
catene
e
repressioni
,
mentre
agli
affamatori
prodigherete
indulgenze
,
favori
,
privilegi
,
onori
,
voi
darete
esca
perpetua
alla
sorda
guerra
che
è
nella
Società
,
e
provocherete
scene
luttuose
,
spettacoli
orribili
,
calamità
sanguinose
.
Dite
or
voi
,
legislatori
e
padroni
,
chi
è
che
semina
davvero
e
provoca
ed
eccita
l
'
odio
fra
le
varie
classi
sociali
.
Siam
noi
,
o
siete
voi
?
...
Ma
voi
lo
sappiamo
vi
trincererete
dietro
una
vostra
logica
,
e
tirate
giù
colpi
a
chi
non
vi
sta
al
fianco
o
al
di
sopra
.
Ma
badate
che
la
vostra
logica
non
è
la
sola
:
v
'
è
la
logica
anco
di
chi
sente
sul
dosso
il
peso
dei
vostri
colpi
.
Chi
le
giudicherà
quelle
due
logiche
?
Il
materialismo
forse
dell
'
utile
individuale
?
Ma
egli
non
può
essere
che
giudice
parziale
,
imperocché
,
aggirandosi
intorno
all
'
io
non
può
giungere
ad
afferrare
mai
un
largo
principio
sociale
né
una
legge
d
'
universale
armonia
principio
e
legge
che
soli
ponno
giudicare
le
due
logiche
a
conflitto
.
E
infatti
,
se
logico
è
il
padrone
che
,
movendo
dall
'
utile
suo
,
lascia
a
lungo
sprovvisto
il
mercato
delle
proprie
granaglie
per
attendere
al
varco
l
'
occasione
di
conchiudere
un
lucroso
negozio
,
non
è
meno
logico
certamente
anco
il
povero
che
non
volendo
lasciar
sprovvisto
di
pane
il
desco
de
'
suoi
figli
,
né
potendo
trar
pane
dalla
sua
capacità
di
lavoro
,
allunga
la
mano
e
porta
via
al
proprietario
l
'
invocato
alimento
.
La
logica
dell
'
uno
va
dritta
come
va
dritta
la
logica
dell
'
altro
.
Similmente
,
un
manifatturiere
,
non
badando
che
a
tirar
l
'
acqua
al
proprio
mulino
e
ad
avere
il
possesso
d
'
un
maggior
numero
di
prodotti
colla
minore
spesa
possibile
,
diminuisce
il
salario
ai
suoi
operai
o
aumenta
loro
le
ore
di
lavoro
oppure
ne
licenzia
una
buona
parte
e
fa
lavorare
invece
le
macchine
di
cui
si
provvede
.
Anche
qui
la
logica
corre
liscia
e
non
fa
una
grinza
.
Ma
un
'
altra
logica
allora
v
'
ha
pure
che
corre
egualmente
liscia
e
neppur
essa
fa
una
grinza
,
ed
è
la
logica
del
salariato
,
del
servo
,
del
reietto
sul
lastrico
,
il
quale
,
tirato
pei
capelli
,
scuote
le
spalle
,
alza
la
voce
e
il
braccio
,
si
dà
allo
sciopero
,
e
talora
si
arma
e
fa
fuoco
.
Si
fa
giustizia
da
sé
.
Evidentemente
due
logiche
sono
in
guerra
.
Chi
interverrà
come
giudice
supremo
?
...
Interviene
la
legge
coi
suoi
agenti
armati
.
Ma
non
crediate
già
ch
'
ella
intervenga
come
conciliatrice
oibò
!
essa
si
presenta
colla
spada
sguainata
,
ma
non
è
la
spada
della
giustizia
distributiva
.
La
legge
,
come
oggi
esiste
,
non
se
ne
intende
di
filosofia
sociale
:
ella
vuol
essere
positiva
,
reale
,
e
si
direbbe
che
la
sua
più
alta
paura
è
quella
di
essere
tacciata
di
moralista
.
Ed
ha
ragione
,
per
Dio
!
Cos
'
è
infine
poi
cotesta
Morale
?
...
Una
bolla
di
sapone
cose
da
fanciulli
.
Il
mondo
vuol
cose
utili
,
palpabili
e
che
reggano
di
fronte
a
un
calcolo
d
'
aritmetica
.
Benissimo
!
Ed
ecco
perciò
la
legge
fatta
cortigiana
,
illiberale
.
Ed
è
naturale
che
,
come
tale
,
parteggi
,
e
faccia
la
civetta
agli
imparuccati
conservatori
,
ai
novelli
feudatarii
,
ai
signori
dell
'
oro
,
dei
titoli
e
dei
ciondoli
.
Non
è
vero
forse
che
alla
fin
fine
chi
va
col
capo
rotto
è
sempre
l
'
operaio
,
il
povero
,
il
vassallo
,
il
quale
a
termini
d
'
un
codice
ch
'
egli
malamente
conosce
ha
l
'
obbligo
giuridico
di
tollerare
in
pace
che
il
superiore
usi
ed
abusi
della
sua
facoltà
,
ed
in
compenso
a
lui
garantisce
il
diritto
,
incontrastabile
,
di
possedere
una
larga
dose
di
miseria
e
tramandarla
per
successione
ereditaria
ai
suoi
figli
...
Da
ciò
appare
manifesto
che
l
'
ordine
attuale
delle
cose
richiede
che
all
'
utile
del
proprietario
,
del
manifatturiere
,
del
capitalista
sia
sacrificata
una
parte
dei
diritti
e
dei
bisogni
del
contadino
,
dell
'
operaio
.
E
perché
allora
l
'
utile
delle
classi
povere
e
più
numerose
non
dovrà
volere
il
sacrificio
di
una
parte
delle
facoltà
e
dei
godimenti
delle
classi
ricche
e
meno
numerose
?
Se
è
vero
(
come
scrive
l
'
illustre
Bentham
)
che
il
Giusto
e
l
'
Utile
sieno
cose
identiche
perché
il
sacrificio
del
povero
sarà
cosa
reclamata
dalla
Giustizia
,
e
sarà
invece
una
iniquità
il
sacrificio
del
ricco
?
perché
l
'
utilità
del
benestante
sarà
il
simbolo
materiale
della
Giustizia
e
l
'
utilità
del
proletario
sarà
invece
ogni
volta
la
vuol
far
valere
una
fonte
inesauribile
per
lui
di
accuse
,
di
processi
,
di
castighi
,
di
lagrime
e
sangue
?
La
teoria
dell
'
utilitarismo
individuale
conduce
dunque
all
'
egoismo
,
ed
è
tutt
'
altro
che
teoria
di
fratellanza
e
di
conciliazione
;
molto
meno
poi
quando
essa
è
usufruttata
e
sfruttata
da
pochi
potenti
.
Allora
abbiamo
privilegi
utili
da
un
lato
,
privilegi
onerosi
dall
'
altro
.
Privilegio
nell
'
alta
-
società
la
rendita
,
il
lusso
,
le
ville
,
i
viaggi
,
il
governo
:
privilegio
del
medio
ceto
l
'
industria
,
il
commercio
,
la
scuola
,
gli
ufficii
:
privilegio
nelle
povere
classi
la
fatica
macchinale
,
l
'
ignoranza
,
i
pegni
,
l
'
ospedale
,
la
leva
.
Con
questo
sciagurato
sistema
la
vita
è
mero
fatto
,
che
ognuno
interpreta
a
modo
suo
secondo
le
esigenze
d
'
una
battaglia
,
in
cui
nessuno
vuol
essere
sconfitto
.
Qual
meraviglia
dunque
se
uno
si
trincera
dietro
i
suoi
scrigni
pieni
di
oro
;
se
l
'
altro
si
fa
forte
delle
leggi
e
dei
tribunali
che
lo
favoriscono
;
e
se
un
terzo
per
non
morire
asfissiato
come
sotto
una
campana
pneumatica
non
avendo
per
sé
né
oro
né
codici
si
getta
all
'
aria
libera
dei
monti
e
diventa
l
'
eroe
d
'
una
masnada
?
Tale
è
la
Società
,
ove
leggi
,
istituzioni
e
governo
danno
continuo
spettacolo
di
immoralità
,
di
favoritismo
,
di
ingenerosità
,
e
non
si
identificano
con
quel
principio
morale
,
umanitario
che
sta
al
di
sopra
dell
'
utile
egoistico
,
e
può
colla
sua
virtù
sovrana
armonizzare
quegli
interessi
che
oggi
urtansi
discordi
.
StampaQuotidiana ,
Nonostante
tutte
le
manovre
,
subdole
e
sfrontate
,
della
gente
interessata
a
impedire
una
soluzione
corretta
della
crisi
,
la
situazione
tende
rapidamente
a
chiarirsi
.
La
possibilità
di
un
nuovo
incarico
all
'
on
.
Nitti
,
se
mai
ebbe
una
qualsiasi
parvenza
di
fondamento
,
può
ritenersi
definitivamente
tramontata
.
Il
«
cavallo
di
ritorno
»
dell
'
«
Osservatore
Romano
»
non
ha
avuto
altro
risultato
fuori
di
quello
di
mettere
in
rilievo
la
perfetta
indipendenza
del
partito
popolare
rispetto
alle
autorità
religiose
delle
quali
si
suppone
che
il
vecchio
foglio
clericale
sia
sempre
il
portavoce
.
Ma
,
comunque
ciò
possa
dispiacere
al
comm
.
Angelini
e
a
lord
Northcliffe
,
nonché
al
«
Messaggero
»
,
nessuno
pensa
più
,
seriamente
,
alla
reincarnazione
dell
'
ex
-
presidente
del
Consiglio
.
C
'
è
stata
e
c
'
è
ancora
,
alla
Camera
e
fuori
,
una
propaganda
affannosa
per
Giolitti
.
Il
colpetto
mistificatorio
tentato
ier
sera
da
alcuni
amici
dell
'
on
.
Miglioli
in
seno
al
Consiglio
Nazionale
del
partito
,
e
sfruttato
goffamente
stamani
dai
giornali
ex
-
ministeriali
,
mirava
apertamente
a
favorire
il
ritorno
dell
'
uomo
del
«
parecchio
»
.
Ma
la
smentita
secca
della
direzione
del
partito
stesso
ne
ha
fatto
giustizia
.
Ad
ogni
modo
,
anche
ammettendo
,
in
ipotesi
,
che
la
resurrezione
dell
'
on
.
Giolitti
potesse
essere
gradita
ai
dirigenti
del
gruppo
popolare
,
è
di
tutta
evidenza
che
egli
non
sarebbe
in
condizione
di
dominare
la
Camera
attuale
,
ove
,
fra
gli
elementi
anziani
di
tutti
i
partiti
,
troppi
si
compromisero
con
un
atteggiamento
vivacemente
ostile
a
lui
nella
vigilia
e
nel
corso
della
guerra
,
e
,
fra
gli
elementi
nuovi
di
tutti
i
partiti
,
troppi
hanno
portato
a
Montecitorio
la
ripercussione
schietta
e
diretta
della
profonda
diffidenza
e
avversione
del
Paese
contro
il
vecchio
politicante
.
Ognuno
ricorda
ciò
che
è
avvenuto
la
prima
e
unica
volta
che
costui
ha
voluto
parlare
nella
Camera
nuova
:
interrotto
di
continuo
,
rumoreggiato
senza
pietà
,
non
sostenuto
se
non
da
due
o
tre
dei
suoi
antichi
seguaci
,
poté
a
gran
fatica
giungere
alla
fine
del
suo
discorsetto
.
L
'
onorevole
Giolitti
non
potrebbe
,
non
che
raccogliere
una
maggioranza
nel
primo
voto
politico
,
presentarsi
all
'
assemblea
per
esporre
un
qualsiasi
programma
.
La
designazione
di
lui
implicherebbe
di
necessità
lo
scioglimento
immediato
della
Camera
:
supposizione
che
,
almeno
per
il
momento
,
nell
'
imminenza
delle
elezioni
generali
amministrative
,
è
assolutamente
da
scartarsi
.
Resta
la
sola
via
possibile
e
utile
,
la
sola
atta
a
condurre
a
una
soluzione
logica
e
onesta
della
crisi
,
che
è
la
formazione
di
un
gabinetto
di
coalizione
costituzionale
imperniato
in
un
uomo
nuovo
,
purché
capace
e
integro
,
sul
quale
non
gravi
il
passivo
di
faziosi
contrasti
e
che
possa
raccogliere
in
sé
le
simpatie
e
la
fiducia
delle
varie
parti
della
Camera
per
l
'
urgente
azione
di
governo
che
si
deve
svolgere
.
Non
indichiamo
nomi
,
perché
non
crediamo
di
dover
avere
speciali
preferenze
,
di
fronte
a
una
condizione
di
cose
tanto
difficile
e
complessa
.
Affermiamo
bensì
che
né
noi
possiamo
né
altri
può
oggi
sollevare
pregiudiziali
in
base
a
logore
qualifiche
di
situazioni
totalmente
superate
nella
realtà
in
cui
viviamo
.
Occorre
in
tutti
coloro
che
vogliono
la
salvezza
e
il
rinnovamento
del
Paese
un
chiaroveggente
spirito
di
disciplina
e
di
buona
fede
:
ossia
la
volontà
di
vedere
domani
realizzarsi
nell
'
opera
dello
Stato
,
non
le
proprie
passioni
partigiane
né
gli
interessi
del
proprio
gruppo
,
ma
unicamente
il
meglio
delle
proprie
idee
e
del
proprio
amore
per
l
'
Italia
.
Soltanto
così
si
potrà
arrivare
ad
avere
un
Governo
degno
del
Paese
e
pari
alle
esigenze
del
momento
.
StampaQuotidiana ,
Libertà
,
Uguaglianza
,
Fratellanza
.
La
fratellanza
viene
ultima
nella
formola
,
seguendo
il
suo
vero
posto
d
'
ordine
nella
realtà
.
Non
si
può
essere
fratello
,
se
non
si
è
uguale
e
libero
.
Siate
dunque
fratello
del
vostro
padrone
!
Il
nostro
nemico
è
il
nostro
padrone
,
ha
detto
Lafontaine
in
buon
volgare
.
Il
sentimento
di
fraterna
amicizia
non
può
nascere
nella
costrizione
e
nella
inferiorità
.
La
fratellanza
è
adunque
il
culmine
del
triangolo
,
di
cui
la
libertà
e
l
'
uguaglianza
sono
la
base
.
E
la
conclusione
delle
due
premesse
:
è
la
chiave
della
volta
monumentale
,
lo
incoronamento
dell
'
opere
;
è
la
fiamma
del
faro
;
è
il
fiore
,
è
il
frutto
dell
'
albero
della
vita
,
dell
'
albero
immortale
,
le
di
cui
radici
sono
in
cielo
e
i
rami
sopra
la
terra
,
dell
'
albero
di
libertà
.
Così
Libertà
,
Uguaglianza
,
Fraternità
,
ecco
i
tre
supremi
principii
del
futuro
avvenire
dei
popoli
!
Ecco
la
sublime
formola
che
il
popolo
,
da
facitore
maestro
d
'
astrazione
,
ha
espresso
come
la
più
pura
essenza
del
genere
umano
!
Chi
trovò
questa
formola
superiore
?
Nessuno
...
tutti
.
Essa
è
uscita
intiera
dal
crogiuolo
del
93
.
E
la
grande
opera
di
un
grande
alchimista
,
del
popolo
...
Questa
formola
francese
,
a
cui
ciascun
popolo
ha
concorso
,
è
l
'
universale
regola
,
è
lo
stare
comunque
a
tutti
;
è
il
metro
infallibile
,
immortale
,
eterno
;
è
la
misura
divina
di
tutta
la
legge
terrestre
.
Tutto
che
vi
si
avvicina
è
vero
;
tutto
ciò
che
se
ne
discosta
è
falso
.
Adattiamo
adunque
del
nostro
meglio
le
conseguenze
ai
principii
,
misuriamole
;
camminiamo
adunque
direttamente
verso
la
stella
fissa
,
che
indica
lo
scopo
del
futuro
.
La
libertà
,
essendo
il
diritto
dell
'
uomo
,
chi
dice
uomo
dice
popolo
,
chi
dice
libertà
dice
sovranità
del
popolo
,
dice
governo
del
popolo
.
Non
si
delega
la
sovranità
più
di
quello
che
si
possa
abdicare
.
Conclusione
adunque
:
non
più
governo
derivativo
,
non
più
sovranità
delegata
,
non
più
volontà
che
non
sia
del
popolo
,
non
più
volontà
fuori
del
popolo
,
non
più
Stato
,
propriamente
detto
,
separato
dal
popolo
,
non
più
potere
legislativo
,
esecutivo
,
giudiziario
,
confidato
a
uno
o
a
molti
del
popolo
,
ma
il
popolo
Stato
,
il
governo
diretto
dal
popolo
,
il
popolo
governandosi
da
lui
stesso
;
facendo
da
sé
medesimo
le
funzioni
di
sovrano
,
esercitando
da
sé
stesso
le
sue
autorità
,
tutti
i
suoi
poteri
da
solo
e
vero
re
,
come
infatti
egli
è
,
cioè
votando
la
legge
sempre
modificabile
,
e
nominando
i
suoi
agenti
sempre
revocabili
,
quando
e
come
a
lui
piace
.
Allora
le
leggi
saranno
la
vera
espressione
della
maggioranza
,
ed
allora
,
infine
,
tuteleranno
gl
'
interessi
di
tutti
,
e
non
più
delle
sole
classi
privilegiate
.
Allora
gli
uomini
,
uguali
,
liberi
e
fratelli
raggiungeranno
la
vera
meta
delle
associazioni
civili
,
il
diritto
di
vivere
senza
strazj
e
privazioni
col
proficuo
lavoro
imposto
a
tutti
,
e
non
già
ai
soli
infelici
,
diseredati
da
pochi
privilegiati
,
che
li
dominano
con
la
forza
,
e
li
soggiogano
con
l
'
impostura
.
StampaQuotidiana ,
Che
puossi
aspettare
di
bello
,
d
'
ardito
,
di
libero
,
di
grande
dalla
più
numerosa
parte
della
moderna
borghesia
,
da
questo
esercito
formidabile
per
la
sua
forza
d
'
inerzia
,
invincibile
sin
qui
per
la
sua
resistenza
passiva
ad
ogni
tentativo
di
radicale
innovazione
?
Da
questo
amalgama
di
spiriti
gretti
,
di
vedute
corte
una
spanna
,
di
cuori
natanti
nella
salsa
positiva
del
proprio
utile
,
di
pezzi
corazzati
dalla
triplice
paura
dei
re
,
dei
preti
e
dei
maggiorenti
,
come
sperare
un
po
'
di
fuoco
e
di
luce
,
una
sola
e
misera
favilla
di
vita
?
Eccolo
lì
l
'
ideale
,
il
tipo
del
buon
borghese
,
che
parla
poco
di
Dio
e
nulla
del
principe
,
fa
regolarmente
la
digestione
,
e
tutto
ripieno
della
filosofia
del
rumores
fuge
,
passeggia
tranquillo
,
la
sua
faccia
contenta
e
l
'
epa
ritondetta
.
Impiegato
o
possidente
,
ciò
non
cambia
nulla
;
architetto
o
calzolajo
,
medico
o
ingegnere
,
il
tipo
gli
è
pur
sempre
quello
;
tutti
i
capi
della
specie
si
rassomigliano
come
due
goccie
d
'
acqua
fra
loro
.
Nemico
dei
ladri
,
mettetelo
fra
i
giurati
alla
Corte
d
'
Assise
,
e
tutti
gl
'
imputati
d
'
aver
dato
di
piglio
in
quello
degli
altri
,
te
li
condannerà
senza
uno
scrupolo
al
mondo
.
Avesse
sotto
un
innocente
,
ei
ci
manda
anche
quello
.
«
In
certe
cose
pensa
egli
non
s
'
ha
a
guardar
tanto
pel
sottile
;
la
proprietà
è
sacra
:
piuttosto
che
un
ladro
solo
abbia
a
rimanere
impunito
,
meglio
è
che
dieci
innocenti
vadano
in
galera
»
.
Ed
è
appunto
per
questo
culto
della
proprietà
che
il
buon
borghese
non
vede
del
miglior
occhio
le
rivoluzioni
:
fate
anzi
che
solo
concepisca
il
sospetto
che
qualche
maledetto
problema
socialista
covi
sotto
ai
rivolgimenti
,
che
i
tempi
vanno
maturando
,
e
avrete
col
buon
borghese
un
conservatore
a
tutta
prova
una
lancia
spezzata
del
governo
,
del
quale
pure
non
sa
però
tenersi
di
dir
male
,
ogni
volta
che
gli
manda
a
casa
l
'
esattore
.
Ma
gli
è
un
broncio
passeggiero
più
che
altro
.
«
Da
che
mondo
è
mondo
osserva
il
buon
borghese
senza
governo
non
s
'
è
mai
fatto
e
,
come
l
'
ottimo
è
nemico
del
bene
e
il
peggio
sta
sempre
dopo
l
'
uscio
,
così
l
'
affanar
per
la
libertà
,
per
la
democrazia
e
per
la
repubblica
,
è
proprio
un
pestar
l
'
acqua
nel
mortajo
»
.
Per
ciò
il
buon
borghese
ha
maledettamente
in
uggia
i
giornali
democratici
e
chi
potesse
quando
il
fisco
li
colpisce
entrare
nel
suo
cuore
,
vi
vedrebbe
che
tutti
i
suoi
sentimenti
vi
fanno
baldoria
.
«
Ben
gli
sta
dice
egli
ben
gli
sta
:
questi
giornali
non
rispettano
nulla
;
su
tutto
hanno
da
ridire
;
nessuno
,
per
essi
è
sacro
ed
inviolabile
...
»
.
Questo
è
il
cosiddetto
buon
borghese
,
che
,
preti
e
potenti
disprezzano
certamente
in
cuor
loro
,
ma
che
in
apparenza
,
almeno
,
decantano
.
Fortunatamente
per
il
progresso
e
per
la
libertà
,
non
tutti
i
borghesi
sono
buoni
borghesi
!
Fortunatamente
!