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CINQUECENTO FRANCHI! ( SERAO MATILDE , 1906 )
StampaQuotidiana ,
Mentre si cerca ancora , e indarno , il vincitore del famoso milione , noi , o lettrici , o lettori , più modestamente , ma più sollecitamente anche , prepariamo il nostro premio di cinquecento lire in oro , per il vincitore del nostro primo concorso . E possiamo annunziarvi già , che la bottiglia , la grande bottiglia di liquore Strega , che sarà l ' arbitra dei vostri destini , o concorrenti , è stata , ieri , solennemente preparata e riempita di grano , del grano Romanella , produzione della provincia di Caserta , qualità del peso di ottanta chilogrammi per ettolitro : in sottile pioggia d ' oro , del bel colore luminoso che aveva il liquore della ditta Alberti , il grano è disceso e i chicchi , urtando contro il vetro , tintinnavano , come campanelle sommesse di un armento lontano ; e a poco a poco il mucchio è cresciuto , è salito , ha colmata la bottiglia fino all ' inizio del collo : il collo è rimasto libero . Poi , abbiamo proceduto alla chiusura della bottiglia e al suggellamento : e oggi tutta Napoli potrà vedere la nostra Sfinge di vetro , che serba nei suoi fianchi il suo segreto e la certezza delle cinquecento lire , nelle vetrine di Vincenzo Stilo , a Via Roma , sotto i nostri ufficii . Le condizioni del concorso voi le sapete già , o assidui nostri : si tratta , cioè , di indicare il numero preciso dei chicchi di grano che quella bottiglia ( da 80 centilitri ) contiene . Il fortunato indovino avrà la somma di cinquecento franchi ; somma che potrà essere ripartita in più , se saranno parecchi ad indovinare . Per partecipare al concorso , basta inviare , col numero di chicchi , venti dei talloncini , che pubblichiamo appositamente nel Giorno . I venti talloncini debbono essere di numeri diversi ; non importa , però , che non siano consecutivi . Siccome molti nuovi abbonati ci hanno pregato di metterli in condizione di concorrere anch ' essi , abbiamo voluto prorogare a tutto febbraio il termine per la chiusura del concorso . Stamperemo , quindi , anche in questo mese , i talloncini speciali . Ed ora , o lettrice , o lettore va , e fermati innanzi alla vetrina di Vincenzo Stilo , ed interroga la Sfinge , prima di accingerti all ' esperimento di riempire una bottiglia simile , nelle domestiche pareti ; chiedile la parola dell ' enigma , la cifra sospirata . Chi sa che ella non la riveli , questa parola , questa cifra , a chi sa interrogarla .
QUESTIONE SOCIALE ( - , 1869 )
StampaQuotidiana ,
In tutte le statistiche del felice regno d ' Italia sonvi due dati di una eloquenza straordinaria : Popolazione ... circa 25 milioni . Contribuenti della imposta dei fabbricati , terre coltivate e tassa di commercio ... circa 2 milioni . Che cosa siano e che cosa facciano questi due milioni di bravi cittadini contribuenti tutti lo sanno . Una parte di essi suda tre volte l ' anno per esigere una pigione che cresce d ' anno in anno a seconda che le unioni dei figli del popolo van feconde di nuovi pigionali . Un ' altra parte ha la generosità di permettere che il contadino lavori le terre che essa non sa e non vuole coltivare e la magnanimità di lasciargli del prodotto del suo lavoro appena quel che gli basti perché non muoia assai presto di fame e di freddo . Un ' altra parte infine passa la vita a studiare la quantità dei prodotti e la quantità dei bisogni e trova il mezzo di accumulare mucchi d ' oro sulla fame , sul freddo , sulla luce , sulla sete : sulle innumeri miserie e sulle poche gioie del popolo ; questi mucchi d ' oro eleva poi a nemici ed a tiranni del lavoro , con essi asservendo inevitabilmente il popolo operaio . Tutti sono brava gente ; hanno una rispettabile posizione sociale , sono elettori , eleggibili e spesso Deputati ; per essi predica il curato , per essi è fatto il codice civile , per essi sta il giudice , l ' usciere , il birro ed il gendarme ; le scuole , i libri , le scienze , i musei , i teatri , i cavalli ed i cocchi , le strade ferrate ed i telegrafi tutto è per essi , percioché essi solo possono usufruire della civiltà , ad essi soltanto gli agi ed i gaudii della vita . Ma gli altri 23 milioni d ' Italiani che cosa fanno e che cosa sono ? Borghesi e privilegiati , ve la siete fatta mai questa domanda ? Voi lo sapete ; i 23 milioni lavorano da che il sole si leva fino a che non si corchi , e sono essi che fanno e pagano la civiltà di cui gioite ; sono essi che creano tutto quanto voi consumate , dal vostro pane al vostro lusso sfrenato ; senza di voi essi sarebbero liberi e felici , senza di essi voi morreste di fame . Voi lo sapete ; essi sono miserabili perché il proprietario e il capitale li deruba , essi sono schiavi perché non possono usufruire della mendace libertà politica che , scienti di tanto , avete loro accordata , essi sono bruti perché non volete che la luce della scienza irradii le loro menti ; ma , voi lo sapete , essi che sono la forza creatrice sono pure la forza demolitrice . Borghesi e privilegiati , la rivoluzione che sopraggiunge vuole e deve demolire il privilegio che fa servire la grande maggioranza del popolo Italiano ai vostri bisogni ed ai vostri capricci , che allontana questa maggioranza da tutte le gioie della vita per gettarla nelle più profonde miserie , che nega ad essa ogni diritto , fin anco quello di lavorare e di vivere ! L ' ineguaglianza che da secoli separa in due classi gli uomini : oziosi ed operai , privilegiati e proletari , ricchi e poveri , dotti e bruti , felici e miserabili , carnefici e vittime , deve sparire . La rivoluzione vuole l ' eguaglianza del punto di partenza per tutti gli uomini ; essa vuole per tutti la medesima educazione ed istruzione , per tutti gli istrumenti del lavoro : la terra al contadino ; il capitale all ' operaio . Borghesi e privilegiati , non vi ponete come ostacolo sulla via della rivoluzione ; quando l ' ora sarà suonata , lasciate passare la giustizia del popolo ; essa vuole distruggere le cose e non gli uomini , ma se gli uomini si radicano alle cose , spariranno con esse . Sparirà così per sempre la vecchia società privilegiata e tutte le sue esigenze disastrose con lei ; il grande stato centralista con tutte le sue luride infamie cadrà come per incanto al soffio della rivoluzione , e la nuova società si constituirà spontanea in nome della libertà e della felicità degli Italiani . Così liberamento si avrà : la federazione delle autonomie locali , nate dalla rivoluzione sociale , avendo per unica base il lavoro liberamente associato .
IL PROLETARIATO ( - , 1869 )
StampaQuotidiana ,
Il popolo non potrà innalzare il suo edificio sociale , se prima non avrà conquistato il terreno politico . Non è mestieri il dirlo : il partito democratico non cessò mai di mettere in prima fila delle sue preoccupazioni , l ' abolizione della miseria e dell ' ignoranza , queste due sorelle nemiche di ogni progresso e di ogni giustizia . Profondamente penetrato dal sentimento della vera eguaglianza , non volle mai ridurre ad una astrazione senza valore i principii proclamati alla fine del decimo ottavo secolo . Soltanto , egli pensò sempre doverne dimandare la realizzazione alla libertà politica . Esso non ebbe mai la semplicità d ' ammettere che la miseria potrebbe sparire , il lavoro prendere il suo posto , l ' uomo la sua dignità e la sua indipendenza , insino a che le società non fossero poggiate su altre basi , che quelle dei privilegi di nascita e di fortuna . Nessuna riforma sociale è possibile senza riforma politica , e nessuna riforma politica veramente seria senza riforme sociali ; questo è stato , questo è ancora il suo programma , ed è appunto per conquistarne l ' applicazione integrale , ch ' egli combatte da sessant ' anni . S ' è voluto dividere la questione , subordinare ora l ' uno , ora l ' altro dei termini del problema , il quale non può essere risolto senonché nell ' assieme , e sempre si è naufragato . I formalisti del 1848 hanno approdato a nulla ; e i Bonapartisti che dal 1851 s ' erano incaricati di migliorare le condizioni del popolo , sono così bene riesciti , ch ' esso è tanto infelice quanto lo fu dianzi , e molto dippiù . Pareva che nel 1848 , come nel 1852 , il suffragio universale , da sé solo , potesse affrancare il proletariato ; noi abbiamo visto , noi ne vediamo ancora i prodotti . La è cosa facile di dire al popolo : tu sei il numero , tu sei la forza ; mercé il lavoro tu stringi in pugno le chiavi della ricchezza publica , e se le tue braccia si fermassero un giorno solo , la vita sociale si fermerebbe di contraccolpo . Tu puoi dunque imporre le tue condizioni al capitale , sicuro di trascinarlo a patti . Tutto ciò è vero in teoria , ma fra la teoria e la pratica vi è un abisso . « Senza l ' istruzione , senza la libertà il popolo resterà schiavo del capitale e dei privilegi , fino alla consumazione dei secoli » . Ed il suffragio universale ed il diritto di coalizione non saprebbero proteggerlo . Fino a che gli abusi rimarranno in piedi , fino a che l ' ineguaglianza sociale sarà l ' arca santa , finché le leggi saran fatte coll ' opera e a pro ' dei ricchi e dei potenti ; fino a che la libertà , quale la intende la democrazia , non sarà una verità , i proletari non vedranno mai mutata la loro condizione . Lo sciopero non è più un delitto dinanzi alla legge , può darsi , e del resto non v ' ha che a risovvenirsi di quanto or ora succedeva a Lyon e nel bacino della Loira per farsene una mediocre idea . Se non si punisce lo sciopero in se stesso , lo si punisce in ciò che lo accompagna . Quasi sempre assolutamente come per lo passato , tutti questi dibattimenti fra il salario e il capitale , finiscono colla prigionia degli operai : fortunati ancora quando il Chassepot non si mette della partita , con tutte le sue dolorose conseguenze . No , l ' operaio non può liberamente discutere del suo salario , imperciocché non possiede se non che quanto gli provvede il suo lavoro , e la fame non aspetta . Il capitale di converso , può arenarsi nel guadagno , ma in realtà esso comanda sempre al lavoro . E quando noi parliamo dei lavoranti , è cosa intesa , che noi parliamo di tutti quelli che dipendono dal loro lavoro , che vivono giorno per giorno , e non hanno altre risorse . Rimane l ' associazione ; sì , se fosse meglio intesa , – più larga . In quanto alla carità , sventura all ' operaio , se è ridotto a mangiare del suo pane ! Da quel giorno egli ha cessato di esser uomo , e , a più forte ragione , d ' esser cittadino . Che la democrazia vi pensi ; ella ha il carico delle anime , e se non giunge a dimostrare al popolo che nulla gli rimane a sperare , fuorché in sé medesimo , che la sua salute è nelle sue mani , senza la vera libertà , egli non legherà ai suoi figli senonché l ' eredità dei suoi dolori , essa non vedrà mai il trionfo delle sue generose dottrine .
DOLOROSE VERITÀ ( - , 1869 )
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Nelle condizioni attuali del proletario , il parlargli di patria , di politica , e di libertà è compito grave e diremo quasi doloroso . Coll ' animo cruciato , però nella coscienza di dire il vero , francamente esponiamo lo stato di penuria , misero , infelice con cui mantenne se non peggiorò questa classe , lo sgoverno che da dieci anni fu ed è alla testa della publica cosa . Si deve anzi tutto convenire che oggi per il proletario val più un tozzo di pane che qualsiasi promessa di miglioramento , di libertà . Avremmo amato meglio passare sotto silenzio questa confessione , mascherarla con mezzi termini ma è ipocrisia è colpa , e noi rifuggendo da questa e da quella diremo la Verità – perché questa è la sola che ponendo a nudo i mali che ci circondano , possa indicare il mezzo di guarirli . Questa classe che sì gran parte ha ed ebbe nelle rivoluzioni politico - sociali e che più di tutte le altre con abnegazione ed eroismo , ha saputo portare il suo contingente di lavoro e di scienza , d ' amore , di fede , e di sacrifizi al progresso . Questa classe diciamo è la più negletta , la più mai compensata delle sue fatiche e de ' suoi dolori , e le si niegano , da chi a lei deve tutto , i più sacrosanti diritti . Schiavi un giorno , vasalli jeri , canaglia ora ecco il fastoso titolo di quelli che la compongono . Sempre negletta quando non fu calpestata ed avvilita : ecco la sua storia . Quasi sempre nulla : ecco lo stato di questa classe oggi , jeri , sempre . E perché ? Forse che essa è meno potente , o da meno delle altre ? No , o nobili classi degli operaj : scrutiamo nella storia , in questa madre dei popoli , – che vi dovrebbero imparare assai – in essa vi troviamo fatti grandiosi della tua potenza , del tuo valore , del genio tuo . L'89 insegna . Quando desta dal tuo letargo e scosso per un momento il maglio che ti teneva avvinta volesti essere signora di te stessa , hai saputo antivenire di secoli i profeti stessi di libertà , hai saputo dominare con maggior senno che gli stessi legislatori . Sortita dalle officine del lavoro , tu hai saputo debellare la forza brutale ; – il medio evo ; – la cieca superstizione – la religione ; e facendoti sgabello di questa e di quella hai proclamato l ' eguaglianza e la libertà ; nello spazio di un giorno di poche ore , frantumasti l ' opera funesta di tanti secoli di servitù e di miseria . Questo – il tuo nulla ... O ne tremino i tiranni di questo nulla , perché se tu vorrai , potrai tutto .
I DIRITTI DEL LAVORO ( - , 1870 )
StampaQuotidiana ,
Ai nostri operai dedichiamo il seguente manifesto , nel quale a grandi tratti trovansi tracciati i problemi politico - sociali , che riguardano la nobile classe del popolo : « Tre volte in 60 anni il popolo ha affermato colla forza la propria sovranità e tre volte , parte per ignoranza , parte per bonarietà cavalleresca , egli confidò a mandatarj la cura di realizzare il suo ideale di giustizia e di libertà . Ma i mandatarj dimentichi della loro origine e della loro missione , ora striscianti cortigiani , ora despoti inflessibili , secondo i calcoli del proprio interesse , non hanno fatto che mantenere più strettamente gli operai nella immoralità del salariato . Direttamente o indirettamente noi sopportiamo tutti i carichi sociali . Coll ' imposta del sangue noi garantiamo , noi proteggiamo il capitale e la proprietà , da cui noi siamo esclusi per l ' organizzazione economica . Col lavoro noi formiamo le risorse necessarie al mantenimento di tutti i pubblici servizj impiegati a nostro detrimento dagli improduttivi e dai privilegiati . Ora , nel sedicente paese del suffragio universale e della legalità , la legge ci vieta la discussione delle questioni politiche , quasi che i fatti non fossero là a provare che tutte le rivoluzioni hanno avuto per causa principale la necessità di una trasformazione economica . Si dovrebbe quasi credere ( e questo sarebbe un rimprovero poco severo ) , che i nostri governanti non conoscessero la storia . Nel paese , sedicente del suffragio universale e della eguaglianza , la legge sulla stampa ci condanna al silenzio non solo per mezzo del bollo , ma più ancora per mezzo della cauzione . Operai , noi siamo sempre distolti dai nostri studj e dall ' espressione delle nostre idee con misure restrittive , e con leggi eccezionali in contraddizione aperta con i principj dell ' eguaglianza , e per ciò ingiuriosi pel povero . Ciò nonostante , se non vorrà recedere o ricadere in basso , il secolo decimonono deve risolvere i grandi problemi , che commuovono la società . Convinti che questi non possono affrontarsi che apertamente con discussioni e polemiche ; che fa di mestieri di libertà piena di parola e di stampa ; noi che contro gli attentati fatti all ' esercizio dei diritti naturali alziamo la voce protestando , oggi fondiamo una riunione e una biblioteca sotto il nome di Circolo degli operai , per darci un ' istruzione scambievole sui grandi problemi sociali che devono essere e saranno la politica dell ' avvenire . Noi vogliamo scoprire misure razionali che facciano scomparire le funzioni governative , e risolvere l ' organizzazione politica in quella economica , cioè noi ci affatichiamo per fondare una società basata unicamente sul lavoro , sullo scambio e sulla giustizia . Molte illusioni si sono avverate , e noi le vedemmo , e tenemmo conto di coloro che vogliono condurre il popolo con palinodie ; noi troppe fughe e diserzioni vedemmo , e non abbiamo fede che in noi . E perché ci serviremo noi di padroni quando solo la scienza e la verità noi cerchiamo ? Schieriamoci sotto una bandiera che abbia per motto : L ' emancipazione degli operai deve essere l ' opera degli stessi operai » .
FALLIMENTO ( ROCCO ALFREDO , 1920 )
StampaQuotidiana ,
Da venti anni la politica interna italiana , con una continuità rara nelle cose nostre , va perseguendo lo scopo di placare le forze sovversive ed antinazionali , di trasformarle , di attrarle nell ' orbita dello Stato . Questa politica è frutto di un disegno meditato , o non piuttosto è una manifestazione di radicale incapacità volitiva nei nostri uomini di governo ? A noi contemporanei mancano ancora troppi elementi per risolvere un simile problema . Comunque , il fatto esiste , e più gli anni trascorrono dal giorno in cui , all ' alba del nuovo regno , l ' on . Giolitti , ministro dell ' interno , inaugurò il sistema delle transazioni , delle concessioni e delle blandizie verso il sovversivismo socialista , e più netti e chiari vanno diventando i contorni di questa politica , e più gravi le conseguenze , e più manifesti gli errori . In realtà , il proposito di disarmare gli elementi ostili alle istituzioni , assimilandoli e facendoli rientrare nei limiti dell ' azione legale e costituzionale , è antico quanto lo Stato italiano . Ma , le forze sovversive , a cui un tal politica si rivolgeva , oltre a rappresentare una piccola minoranza nel paese , erano i residui di quel partito d ' azione , che aveva avuto , durante le lotte del risorgimento , un carattere ed una funzione francamente nazionali . Era pertanto relativamente facile e non troppo pericoloso un lavoro di approccio , diretto ad amalgamare elementi , che rimanevano divisi più per ragione di tradizioni e per dissenso di metodi , che per diversità di fini . Al contrario , le masse socialiste , che si erano andate formando , dopo la conquista dell ' unità , si erano , fin dal principio , rivelate eredi non già del vecchio sovversivismo mazziniano e patriottico , ma delle correnti antinazionali ed anazionali , che , durante tutto il risorgimento , erano rimaste indifferenti ed ostili al moto per l ' indipendenza e l ' unità dell ' Italia . Non bisogna dimenticare , infatti , che il risorgimento italiano fu opera di una minoranza di intellettuali e che le masse operaie e contadine , quando non furono francamente contrarie , furono tiepide o assenti . Operando tra queste masse , in cui era diffuso il vecchio spirito materialista , il vecchio egoismo , il vecchio orrore per il sacrificio ed il pericolo dei secoli trascorsi dall ' Italia nella oppressione straniera e nella disgregazione interiore , il socialismo italiano fu sempre essenzialmente antiitaliano . Esso dunque non poteva essere ricondotto nell ' orbita della vita nazionale , non poteva diventare una forza viva della nazione per le sue stesse origini , per il suo stesso carattere , per la sua stessa estensione . Appunto perché rappresentava tutto ciò che nella storia era stato l ' Antitalia , era assurdo che potesse essere indotto a lavorare per l ' Italia . Quegli elementi isolati del socialismo che , volta a volta , rientravano nell ' orbita nazionale , uscivano automaticamente dal socialismo . Questo , per essere , doveva rimanere antiitaliano , perché le masse , su cui si appoggiava , erano , per tradizione millenaria , insensibili ed ostili all ' idea della Patria . Il lavoro dunque a cui la politica dell ' assimilazione si dedicò , quando , per opera dell ' on . Giolitti , si rivolse al socialismo , fu un lavoro da Sisifo . Per dieci uomini che la politica nazionale acquisiva , diecimila sorgevano dalle masse ad accrescere le moltitudini imprecanti alla Patria ed invocanti la confisca dello Stato a vantaggio dei loro beni materiali . E man mano che la predicazione socialista si intensificava e guadagnava più larghi strati della popolazione , penetrando fra gli impiegati 230e i funzionari stessi dello Stato , divenne ben chiaro che le parti si invertivano : che non lo Stato nazionale assorbiva e trasformava gli elementi antinazionali , ma questi assorbivano , disgregavano , distruggevano lo Stato nazionale . Di questa politica funesta il propugnatore ed il realizzatore più conseguente , più ancora dello stesso on . Giolitti , che la creò , è stato , indubbiamente , l ' on . Nitti . Questi sali al potere con un programma , che è stato sempre la meta ed il sogno di tutta la sua vita politica : condurre con sé al governo il socialismo ufficiale . Da molti e molti mesi l ' on . Nitti non nascondeva il suo proposito di avere con sé nel ministero gli on . Turati , Treves , Modigliani , e perché no ? perfino l ' on . Francesco Ciccotti e l ' on . Nicola Bombacci . Un uomo accanto a lui perseguiva questo disegno , tenendo i contatti e traendo ispirazione da uomini grossi e piccoli del socialismo ufficiale : il segretario particolare del Presidente del Consiglio , comm . Magno , il quale riprendeva quell ' atteggiamento e quei modi che erano già stati tentati dal comm . Camillo Corradini durante la prima permanenza al Ministero dell ' Interno dell ' on . Orlando . Li riprendeva , con lo stesso esito sfortunato . Perché , come già nei mesi che precedettero Caporetto , il socialismo antiitaliano , anche questa volta , ha approfittato bensì dell ' aiuto e del favore che il Governo gli offriva , nella fallace illusione di trarlo a sé e di farselo prigioniero , ma con l ' unico scopo e con il solo risultato di allargare e consolidare le sue posizioni , di proseguire e di intensificare la sua opera di disgregazione della società e dello Stato . Questa politica , che nel 1917 condusse alla Caporetto militare , nel 1919 condusse alla Caporetto elettorale e oggi conduce alla Caporetto politica della dedizione ai postelegrafici e ai ferrovieri bolscevichi . Il fallimento non potrebbe essere più clamoroso e definitivo . È , questo , il fallimento non di un uomo solo o di un Ministero , ma di tutta una mentalità e di tutta una politica . Mentalità , che si ricollega direttamente con la mentalità liberale , funesta eredità che l ' Italia moderna ha ricevuto dal risorgimento , e che pone lo Stato in una condizione spirituale e pratica di non - resistenza di fronte ai suoi nemici . Politica , tutta pervasa dall ' idea di ineluttabilità dell ' avvento socialista e dalla illusione di poterlo guidare e incanalare per la via meno pericolosa , mediante le blandizie , il favore e la concessione . Ogni giorno più i fatti dimostrano che questa mentalità e questa politica preparano il crollo dello Stato , la disgregazione della vita sociale , e la rovina della stessa civiltà . Non è la rivoluzione , tanto temuta dai nostri uomini di governo , ma il disfacimento , la dissoluzione , la putredine . Oramai siamo giunti a tale , che , continuando per questa via , la vita nazionale , nel campo politico come in quello economico , s ' incammina fatalmente verso la paralisi . Solo una volontà ferrea che renda impotenti i demagoghi , restauri l ' autorità dello Stato , tenga fermi i vincoli della disciplina civile , ristabilisca la gerarchia dei valori sociali , può salvare l ' Italia . Io sono convinto che si sia ancora a tempo , e che l ' opinione di tutti coloro ( e sono la grande maggioranza ) i quali desiderano di respirare , di lavorare , di vivere la vita di un popolo civile e non quella scomoda , primitiva ed angosciosa che stiamo vivendo da alcuni mesi , saluterà con gioia il giorno in cui l ' Italia avrà , finalmente , un Governo che governi e non transiga , che comandi e non tratti , che garantisca , con la sua autorità e con la sua forza , la pace interna e la vita economica della nazione . Solo allora , on . Nitti , l ' Italia potrà lavorare e produrre , e avrà alto il suo credito , non deprezzata la sua moneta , non disconosciuti i suoi diritti dagli stranieri , non esautorati all ' estero i suoi rappresentanti e i suoi diplomatici .
RASSEGNA SOCIALE ( - , 1870 )
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L ' utilitarismo egoistico non è una dottrina sociale , è un anarchico mercato di valori falsi . La causa prima di quel furto , perpetrato da volontaria miseria , dov ' è e che nome ha ? Dov ' è e chi è il provocatore primo , l ' istigatore vero ? Chi eccitò nell ' autore del fatto la deliberazione di farsi giustizia da sé ? Chi è il complice infine ? Se c ' è il ribelle è segno che c ' è il despota . E se il despota c ' è , ci dev ' essere il ribelle . Uno ruba perché l ' altro affama ; e se non ruba , o si prostituisce per mendicar la vita e o si fa saltar in aria le cervella . Quale dei tre partiti è il più scusabile e il più idoneo a scuotere e ammonire la società ? ... Comunque sia , togliete il despota e non avrete più il ribelle : togliete l ' avaro parassitismo e non avrete più il furto per miseria . Togliete il favoritismo al lusso dorato e non avrete più la prostituzione civile , e avrete in pari tempo chiusa una larga sorgente di suicidii . Ma se per lo contrario per gli affamati che allungano la mano non avrete mai che afflizioni , catene e repressioni , mentre agli affamatori prodigherete indulgenze , favori , privilegi , onori , voi darete esca perpetua alla sorda guerra che è nella Società , e provocherete scene luttuose , spettacoli orribili , calamità sanguinose . Dite or voi , legislatori e padroni , chi è che semina davvero e provoca ed eccita l ' odio fra le varie classi sociali . – Siam noi , o siete voi ? ... Ma voi – lo sappiamo – vi trincererete dietro una vostra logica , e tirate giù colpi a chi non vi sta al fianco o al di sopra . Ma badate che la vostra logica non è la sola : v ' è la logica anco di chi sente sul dosso il peso dei vostri colpi . Chi le giudicherà quelle due logiche ? Il materialismo forse dell ' utile individuale ? Ma egli non può essere che giudice parziale , imperocché , aggirandosi intorno all ' io non può giungere ad afferrare mai un largo principio sociale né una legge d ' universale armonia – principio e legge che soli ponno giudicare le due logiche a conflitto . E infatti , se logico è il padrone che , movendo dall ' utile suo , lascia a lungo sprovvisto il mercato delle proprie granaglie per attendere al varco l ' occasione di conchiudere un lucroso negozio , non è meno logico certamente anco il povero che non volendo lasciar sprovvisto di pane il desco de ' suoi figli , né potendo trar pane dalla sua capacità di lavoro , allunga la mano e porta via al proprietario l ' invocato alimento . La logica dell ' uno va dritta come va dritta la logica dell ' altro . Similmente , un manifatturiere , non badando che a tirar l ' acqua al proprio mulino e ad avere il possesso d ' un maggior numero di prodotti colla minore spesa possibile , diminuisce il salario ai suoi operai o aumenta loro le ore di lavoro oppure ne licenzia una buona parte e fa lavorare invece le macchine di cui si provvede . Anche qui la logica corre liscia e non fa una grinza . Ma un ' altra logica allora v ' ha pure che corre egualmente liscia e neppur essa fa una grinza , ed è la logica del salariato , del servo , del reietto sul lastrico , il quale , tirato pei capelli , scuote le spalle , alza la voce e il braccio , si dà allo sciopero , e talora si arma e fa fuoco . Si fa giustizia da sé . Evidentemente due logiche sono in guerra . Chi interverrà come giudice supremo ? ... Interviene la legge coi suoi agenti armati . Ma non crediate già ch ' ella intervenga come conciliatrice – oibò ! essa si presenta colla spada sguainata , ma non è la spada della giustizia distributiva . La legge , come oggi esiste , non se ne intende di filosofia sociale : ella vuol essere positiva , reale , e si direbbe che la sua più alta paura è quella di essere tacciata di moralista . Ed ha ragione , per Dio ! Cos ' è infine poi cotesta Morale ? ... Una bolla di sapone – cose da fanciulli . Il mondo vuol cose utili , palpabili e che reggano di fronte a un calcolo d ' aritmetica . Benissimo ! Ed ecco perciò la legge fatta cortigiana , illiberale . Ed è naturale che , come tale , parteggi , e faccia la civetta agli imparuccati conservatori , ai novelli feudatarii , ai signori dell ' oro , dei titoli e dei ciondoli . Non è vero forse che alla fin fine chi va col capo rotto è sempre l ' operaio , il povero , il vassallo , il quale – a termini d ' un codice ch ' egli malamente conosce – ha l ' obbligo giuridico di tollerare in pace che il superiore usi ed abusi della sua facoltà , ed in compenso a lui garantisce il diritto , incontrastabile , di possedere una larga dose di miseria e tramandarla per successione ereditaria ai suoi figli ... Da ciò appare manifesto che l ' ordine attuale delle cose richiede che all ' utile del proprietario , del manifatturiere , del capitalista sia sacrificata una parte dei diritti e dei bisogni del contadino , dell ' operaio . E perché allora l ' utile delle classi povere e più numerose non dovrà volere il sacrificio di una parte delle facoltà e dei godimenti delle classi ricche e meno numerose ? Se è vero ( come scrive l ' illustre Bentham ) che il Giusto e l ' Utile sieno cose identiche – perché il sacrificio del povero sarà cosa reclamata dalla Giustizia , e sarà invece una iniquità il sacrificio del ricco ? perché l ' utilità del benestante sarà il simbolo materiale della Giustizia e l ' utilità del proletario sarà invece – ogni volta la vuol far valere – una fonte inesauribile per lui di accuse , di processi , di castighi , di lagrime e sangue ? La teoria dell ' utilitarismo individuale conduce dunque all ' egoismo , ed è tutt ' altro che teoria di fratellanza e di conciliazione ; – molto meno poi quando essa è usufruttata e sfruttata da pochi potenti . Allora abbiamo privilegi utili da un lato , privilegi onerosi dall ' altro . – Privilegio nell ' alta - società la rendita , il lusso , le ville , i viaggi , il governo : privilegio del medio ceto l ' industria , il commercio , la scuola , gli ufficii : privilegio nelle povere classi la fatica macchinale , l ' ignoranza , i pegni , l ' ospedale , la leva . Con questo sciagurato sistema la vita è mero fatto , che ognuno interpreta a modo suo secondo le esigenze d ' una battaglia , in cui nessuno vuol essere sconfitto . Qual meraviglia dunque se uno si trincera dietro i suoi scrigni pieni di oro ; se l ' altro si fa forte delle leggi e dei tribunali che lo favoriscono ; e se un terzo per non morire asfissiato come sotto una campana pneumatica – non avendo per sé né oro né codici – si getta all ' aria libera dei monti e diventa l ' eroe d ' una masnada ? Tale è la Società , ove leggi , istituzioni e governo danno continuo spettacolo di immoralità , di favoritismo , di ingenerosità , e non si identificano con quel principio morale , umanitario che sta al di sopra dell ' utile egoistico , e può colla sua virtù sovrana armonizzare quegli interessi che oggi urtansi discordi .
PER AVERE UN GOVERNO ( - , 1920 )
StampaQuotidiana ,
Nonostante tutte le manovre , subdole e sfrontate , della gente interessata a impedire una soluzione corretta della crisi , la situazione tende rapidamente a chiarirsi . La possibilità di un nuovo incarico all ' on . Nitti , se mai ebbe una qualsiasi parvenza di fondamento , può ritenersi definitivamente tramontata . Il « cavallo di ritorno » dell ' « Osservatore Romano » non ha avuto altro risultato fuori di quello di mettere in rilievo la perfetta indipendenza del partito popolare rispetto alle autorità religiose delle quali si suppone che il vecchio foglio clericale sia sempre il portavoce . Ma , comunque ciò possa dispiacere al comm . Angelini e a lord Northcliffe , nonché al « Messaggero » , nessuno pensa più , seriamente , alla reincarnazione dell ' ex - presidente del Consiglio . C ' è stata e c ' è ancora , alla Camera e fuori , una propaganda affannosa per Giolitti . Il colpetto mistificatorio tentato ier sera da alcuni amici dell ' on . Miglioli in seno al Consiglio Nazionale del partito , e sfruttato goffamente stamani dai giornali ex - ministeriali , mirava apertamente a favorire il ritorno dell ' uomo del « parecchio » . Ma la smentita secca della direzione del partito stesso ne ha fatto giustizia . Ad ogni modo , anche ammettendo , in ipotesi , che la resurrezione dell ' on . Giolitti potesse essere gradita ai dirigenti del gruppo popolare , è di tutta evidenza che egli non sarebbe in condizione di dominare la Camera attuale , ove , fra gli elementi anziani di tutti i partiti , troppi si compromisero con un atteggiamento vivacemente ostile a lui nella vigilia e nel corso della guerra , e , fra gli elementi nuovi di tutti i partiti , troppi hanno portato a Montecitorio la ripercussione schietta e diretta della profonda diffidenza e avversione del Paese contro il vecchio politicante . Ognuno ricorda ciò che è avvenuto la prima e unica volta che costui ha voluto parlare nella Camera nuova : interrotto di continuo , rumoreggiato senza pietà , non sostenuto se non da due o tre dei suoi antichi seguaci , poté a gran fatica giungere alla fine del suo discorsetto . L ' onorevole Giolitti non potrebbe , non che raccogliere una maggioranza nel primo voto politico , presentarsi all ' assemblea per esporre un qualsiasi programma . La designazione di lui implicherebbe di necessità lo scioglimento immediato della Camera : supposizione che , almeno per il momento , nell ' imminenza delle elezioni generali amministrative , è assolutamente da scartarsi . Resta la sola via possibile e utile , la sola atta a condurre a una soluzione logica e onesta della crisi , che è la formazione di un gabinetto di coalizione costituzionale imperniato in un uomo nuovo , purché capace e integro , sul quale non gravi il passivo di faziosi contrasti e che possa raccogliere in sé le simpatie e la fiducia delle varie parti della Camera per l ' urgente azione di governo che si deve svolgere . Non indichiamo nomi , perché non crediamo di dover avere speciali preferenze , di fronte a una condizione di cose tanto difficile e complessa . Affermiamo bensì che né noi possiamo né altri può oggi sollevare pregiudiziali in base a logore qualifiche di situazioni totalmente superate nella realtà in cui viviamo . Occorre in tutti coloro che vogliono la salvezza e il rinnovamento del Paese un chiaroveggente spirito di disciplina e di buona fede : ossia la volontà di vedere domani realizzarsi nell ' opera dello Stato , non le proprie passioni partigiane né gli interessi del proprio gruppo , ma unicamente il meglio delle proprie idee e del proprio amore per l ' Italia . Soltanto così si potrà arrivare ad avere un Governo degno del Paese e pari alle esigenze del momento .
FRATELLANZA ( - , 1871 )
StampaQuotidiana ,
Libertà , Uguaglianza , Fratellanza . La fratellanza viene ultima nella formola , seguendo il suo vero posto d ' ordine nella realtà . Non si può essere fratello , se non si è uguale e libero . Siate dunque fratello del vostro padrone ! Il nostro nemico è il nostro padrone , ha detto Lafontaine in buon volgare . Il sentimento di fraterna amicizia non può nascere nella costrizione e nella inferiorità . La fratellanza è adunque il culmine del triangolo , di cui la libertà e l ' uguaglianza sono la base . E la conclusione delle due premesse : è la chiave della volta monumentale , lo incoronamento dell ' opere ; è la fiamma del faro ; è il fiore , è il frutto dell ' albero della vita , dell ' albero immortale , le di cui radici sono in cielo e i rami sopra la terra , dell ' albero di libertà . Così Libertà , Uguaglianza , Fraternità , ecco i tre supremi principii del futuro avvenire dei popoli ! Ecco la sublime formola che il popolo , da facitore maestro d ' astrazione , ha espresso come la più pura essenza del genere umano ! Chi trovò questa formola superiore ? Nessuno ... tutti . Essa è uscita intiera dal crogiuolo del 93 . E la grande opera di un grande alchimista , del popolo ... Questa formola francese , a cui ciascun popolo ha concorso , è l ' universale regola , è lo stare comunque a tutti ; è il metro infallibile , immortale , eterno ; è la misura divina di tutta la legge terrestre . Tutto che vi si avvicina è vero ; tutto ciò che se ne discosta è falso . Adattiamo adunque del nostro meglio le conseguenze ai principii , misuriamole ; camminiamo adunque direttamente verso la stella fissa , che indica lo scopo del futuro . La libertà , essendo il diritto dell ' uomo , chi dice uomo dice popolo , chi dice libertà dice sovranità del popolo , dice governo del popolo . Non si delega la sovranità più di quello che si possa abdicare . Conclusione adunque : non più governo derivativo , non più sovranità delegata , non più volontà che non sia del popolo , non più volontà fuori del popolo , non più Stato , propriamente detto , separato dal popolo , non più potere legislativo , esecutivo , giudiziario , confidato a uno o a molti del popolo , ma il popolo Stato , il governo diretto dal popolo , il popolo governandosi da lui stesso ; facendo da sé medesimo le funzioni di sovrano , esercitando da sé stesso le sue autorità , tutti i suoi poteri da solo e vero re , come infatti egli è , cioè votando la legge sempre modificabile , e nominando i suoi agenti sempre revocabili , quando e come a lui piace . Allora le leggi saranno la vera espressione della maggioranza , ed allora , infine , tuteleranno gl ' interessi di tutti , e non più delle sole classi privilegiate . Allora gli uomini , uguali , liberi e fratelli raggiungeranno la vera meta delle associazioni civili , il diritto di vivere senza strazj e privazioni col proficuo lavoro imposto a tutti , e non già ai soli infelici , diseredati da pochi privilegiati , che li dominano con la forza , e li soggiogano con l ' impostura .
IL BUON BORGHESE ( - , 1871 )
StampaQuotidiana ,
Che puossi aspettare di bello , d ' ardito , di libero , di grande dalla più numerosa parte della moderna borghesia , da questo esercito formidabile per la sua forza d ' inerzia , invincibile sin qui per la sua resistenza passiva ad ogni tentativo di radicale innovazione ? Da questo amalgama di spiriti gretti , di vedute corte una spanna , di cuori natanti nella salsa positiva del proprio utile , di pezzi corazzati dalla triplice paura dei re , dei preti e dei maggiorenti , come sperare un po ' di fuoco e di luce , una sola e misera favilla di vita ? Eccolo lì l ' ideale , il tipo del buon borghese , che parla poco di Dio e nulla del principe , fa regolarmente la digestione , e tutto ripieno della filosofia del rumores fuge , passeggia tranquillo , la sua faccia contenta e l ' epa ritondetta . Impiegato o possidente , ciò non cambia nulla ; architetto o calzolajo , medico o ingegnere , il tipo gli è pur sempre quello ; tutti i capi della specie si rassomigliano come due goccie d ' acqua fra loro . Nemico dei ladri , mettetelo fra i giurati alla Corte d ' Assise , e tutti gl ' imputati d ' aver dato di piglio in quello degli altri , te li condannerà senza uno scrupolo al mondo . Avesse sotto un innocente , ei ci manda anche quello . « In certe cose – pensa egli – non s ' ha a guardar tanto pel sottile ; la proprietà è sacra : piuttosto che un ladro solo abbia a rimanere impunito , meglio è che dieci innocenti vadano in galera » . Ed è appunto per questo culto della proprietà che il buon borghese non vede del miglior occhio le rivoluzioni : fate anzi che solo concepisca il sospetto che qualche maledetto problema socialista covi sotto ai rivolgimenti , che i tempi vanno maturando , e avrete col buon borghese un conservatore a tutta prova una lancia spezzata del governo , del quale pure non sa però tenersi di dir male , ogni volta che gli manda a casa l ' esattore . Ma gli è un broncio passeggiero più che altro . « Da che mondo è mondo – osserva il buon borghese – senza governo non s ' è mai fatto e , come l ' ottimo è nemico del bene e il peggio sta sempre dopo l ' uscio , così l ' affanar per la libertà , per la democrazia e per la repubblica , è proprio un pestar l ' acqua nel mortajo » . Per ciò il buon borghese ha maledettamente in uggia i giornali democratici e chi potesse – quando il fisco li colpisce – entrare nel suo cuore , vi vedrebbe che tutti i suoi sentimenti vi fanno baldoria . « Ben gli sta – dice egli – ben gli sta : questi giornali non rispettano nulla ; su tutto hanno da ridire ; nessuno , per essi è sacro ed inviolabile ... » . Questo è il cosiddetto buon borghese , che , preti e potenti disprezzano certamente in cuor loro , ma che in apparenza , almeno , decantano . Fortunatamente per il progresso e per la libertà , non tutti i borghesi sono buoni borghesi ! Fortunatamente !