StampaQuotidiana ,
L
'
on
.
Nitti
,
al
ritorno
da
San
Remo
,
dopo
essere
sfuggito
ad
un
voto
sulla
politica
estera
,
cadde
l
'
undici
maggio
scorso
sulla
politica
interna
.
Da
quel
giorno
a
questo
,
in
cui
si
ripresenta
al
Parlamento
,
l
'
on
.
Nitti
ha
lavorato
a
tutt
'
uomo
per
accumulare
e
complicare
gli
elementi
del
giudizio
che
la
Camera
deve
dare
sul
suo
terzo
ministero
e
sul
suo
nuovo
programma
,
nella
speranza
che
i
contrastanti
motivi
d
'
opposizione
delle
varie
parti
della
Camera
si
paralizzino
fra
di
loro
e
in
caso
d
'
infortunio
,
poter
dire
che
egli
è
caduto
non
si
sa
bene
perché
e
su
che
cosa
,
vittima
del
capriccio
dell
'
assemblea
,
anziché
dei
propri
errori
.
Si
direbbe
che
l
'
on
.
Nitti
speculi
sui
suoi
stessi
errori
:
egli
crede
che
per
sanare
o
almeno
far
dimenticare
un
errore
non
esista
mezzo
migliore
che
commetterne
uno
nuovo
in
direzione
opposta
o
diversa
.
Eccitando
così
,
in
forma
negativa
,
lo
spirito
partigiano
di
ciascun
partito
,
cioè
sacrificando
a
ciascun
partito
qualche
cosa
di
nazionale
,
egli
spera
di
riuscire
se
non
a
conquistarne
alcuno
,
ad
addomesticarli
tutti
.
In
meno
di
un
mese
dalla
sua
caduta
e
dalla
sua
reincarnazione
abbiamo
così
veduto
mutarsi
tre
volte
la
piattaforma
,
sulla
quale
avrebbe
dovuto
svolgersi
la
discussione
parlamentare
sulla
politica
generale
del
governo
.
Se
infatti
la
discussione
avesse
avuto
luogo
immediatamente
dopo
la
risoluzione
della
crisi
,
essa
avrebbe
soprattutto
investito
i
criteri
stessi
con
cui
la
crisi
fu
risoluta
.
La
mancata
concentrazione
costituzionale
,
l
'
ambigua
ed
equivoca
posizione
dei
Popolari
nel
Gabinetto
,
l
'
immoralità
fondamentale
del
contrasto
fra
la
continuità
personale
e
la
discontinuità
politica
del
nuovo
Gabinetto
di
fronte
al
precedente
presieduto
dallo
stesso
onorevole
Nitti
,
il
pregiudiziale
dilemma
determinato
dalle
origini
stesse
del
Gabinetto
:
o
l
'
on
.
Nitti
è
l
'
esecutore
della
politica
altrui
o
l
'
unico
partito
che
,
come
tale
,
è
rappresentato
nel
Ministero
,
ha
abdicato
al
suo
programma
ed
alla
sua
funzione
specifica
nel
Parlamento
e
nel
Paese
,
pur
di
essere
rappresentato
al
governo
:
tutti
questi
elementi
avrebbero
fornito
argomenti
poderosi
di
discussione
e
di
critica
,
ai
quali
poco
o
nulla
avrebbe
avuto
da
contrapporre
il
Governo
.
L
'
on
.
Nitti
credette
di
poter
spostare
la
discussione
dal
terreno
parlamentare
e
costituzionale
,
nel
quale
l
'
avrebbe
costretto
la
soluzione
anormale
della
crisi
,
al
campo
più
concreto
della
politica
interna
ed
estera
,
dove
avrebbe
cercato
d
'
impressionare
le
menti
di
tutti
e
di
propiziarsi
gli
elementi
sovversivi
,
mediante
un
atto
di
forza
contro
i
perturbatori
adriatici
e
gli
scalmanati
nazionalisti
.
La
diversione
avrebbe
attutiti
i
vecchi
motivi
d
'
opposizione
e
,
in
ogni
caso
,
disorientati
gli
spiriti
degli
oppositori
.
Ma
la
formidabile
e
immediata
reazione
dell
'
opinione
pubblica
,
lo
fece
accorto
che
la
nuova
violenza
era
un
rimedio
peggiore
del
male
.
Corse
allora
ai
ripari
col
decreto
-
legge
sul
prezzo
del
pane
,
sperando
di
ristabilire
,
con
un
provvedimento
ispirato
a
criteri
di
austera
politica
interna
e
finanziaria
,
l
'
equilibrio
spostato
verso
sinistra
,
senza
accorgersi
che
,
così
facendo
,
coalizzava
tutte
le
parti
della
Camera
in
una
questione
pregiudiziale
d
'
ordine
costituzionale
.
Questa
intensa
vicenda
di
armeggii
per
metamorfizzare
di
giorno
in
giorno
la
situazione
e
arrivare
alla
Camera
con
una
situazione
irriconoscibile
prova
semplicemente
due
cose
:
prima
di
tutto
che
il
metodo
dell
'
on
.
Nitti
è
pessimo
in
sé
,
e
,
in
secondo
luogo
,
che
,
quale
che
esso
sia
,
l
'
on
.
Nitti
non
lo
sa
adoperare
.
Il
che
,
tradotto
in
parole
povere
,
vuol
dire
che
,
anche
a
prescindere
da
ogni
contenuto
politico
,
l
'
on
.
Nitti
non
sa
governare
.
Questa
incapacità
di
governo
dell
'
on
.
Nitti
risulta
dall
'
esperienza
di
un
anno
,
un
anno
che
doveva
essere
decisivo
e
che
è
andato
letteralmente
perduto
per
l
'
Italia
.
Nessuno
dei
problemi
,
che
si
sono
accumulati
sulla
vita
italiana
,
dopo
uno
sforzo
superiore
alle
proprie
forze
,
nessuno
dei
problemi
,
dai
massimi
ai
minimi
,
dai
formidabili
ai
più
modesti
,
sono
stati
,
nonché
risoluti
,
avviati
ad
una
risoluzione
qualsiasi
.
L
'
Italia
,
si
ritrova
oggi
,
dopo
aver
firmati
nuovi
trattati
,
,
promulgate
nuove
leggi
ed
una
serie
indefinita
di
decreti
,
allo
stesso
punto
in
cui
era
stata
lasciata
dall
'
on
.
Orlando
,
quando
aveva
contro
di
sé
la
coalizione
degli
Alleati
.
L
'
on
.
Nitti
non
ha
voluto
o
non
ha
potuto
risolverli
?
L
'
alternativa
in
questo
caso
è
perfettamente
superflua
,
giacché
l
'
impotenza
dell
'
on
.
Nitti
non
essendo
dovuta
,
se
non
in
piccola
parte
,
all
'
azione
di
circostanze
esterne
,
ma
alla
sua
organica
incapacità
di
uomo
di
governo
,
il
non
potere
dell
'
on
.
Nitti
coincide
col
suo
non
volere
.
L
'
on
.
Nitti
,
chiacchierone
come
tutti
gli
impotenti
,
ha
continuamente
fatto
sfoggio
di
buona
volontà
,
ma
non
ha
mai
,
in
dodici
mesi
di
governo
,
dato
un
saggio
di
volontà
.
Mai
forse
,
l
'
Italia
ha
assistito
ad
un
fenomeno
più
manifesto
d
'
impotenza
di
governo
:
disgraziatamente
però
ha
dovuto
anche
subirlo
.
La
rinuncia
l
'
on
.
Nitti
non
l
'
aveva
soltanto
nel
programma
,
l
'
aveva
nel
temperamento
.
È
un
temperamento
di
rinunciatario
non
sa
governare
,
neppure
per
realizzare
un
programma
di
rinuncie
.
Dato
il
programma
dell
'
on
.
Nitti
,
l
'
Italia
deve
ringraziare
il
temperamento
dell
'
on
.
Nitti
:
essa
deve
a
questa
organica
impotenza
del
suo
primo
ministro
se
ancora
non
tutto
è
stato
compromesso
.
Molte
cose
sono
state
compromesse
dall
'
abulia
dell
'
on
.
Nitti
,
ma
dove
occorreva
un
atto
positivo
di
volontà
per
compromettere
definitivamente
i
destini
dell
'
Italia
,
fortunatamente
l
'
Italia
ha
trovato
un
alleato
nello
stesso
temperamento
dell
'
on
.
Nitti
.
È
necessario
fare
ora
un
bilancio
di
tutto
il
male
,
che
questa
impotenza
irrequieta
e
verbosa
dell
'
on
.
Nitti
ha
rappresentato
per
l
'
Italia
?
Il
passivo
di
questo
bilancio
si
riassume
in
brevi
termini
:
all
'
interno
tutti
sentono
che
non
esiste
un
governo
,
le
fazioni
antinazionali
,
incapaci
di
fare
la
rivoluzione
sul
serio
,
perché
il
Paese
non
vuol
saperne
,
spadroneggiano
lo
stesso
e
sabotano
come
credono
lo
Stato
,
dando
l
'
impressione
che
il
mantenimento
dell
'
ordine
presente
è
soltanto
formale
e
dovuta
ad
una
loro
benevola
tolleranza
;
del
resto
il
capitano
Giulietti
può
mandare
i
suoi
ultimatum
a
S.M.
Cattolica
e
gli
anarchici
di
Spezia
possono
impossessarsi
delle
fortezze
militari
,
mentre
il
Governo
tien
d
'
occhio
i
generali
che
si
uniscono
in
commissione
,
e
gli
studenti
,
che
portano
le
dimostrazioni
al
Quirinale
.
All
'
estero
,
mentre
si
sfascia
la
coalizione
avversa
all
'
Italia
e
sembra
venuto
il
momento
per
realizzare
integralmente
le
aspirazioni
nazionali
,
il
Governo
invoca
dalla
Jugoslavia
il
beneplacito
per
l
'
annessione
di
Trieste
,
mostrandosi
per
il
resto
disposto
a
ratificare
tutte
le
rinuncie
che
i
sigg
.
Trumbich
,
Albertini
e
Steed
crederanno
di
dovere
concordare
.
E
intanto
,
mentre
i
grandi
alleati
si
accordano
sulle
indennità
ad
esclusione
dell
'
Italia
,
bande
di
predoni
,
istigati
dai
piccoli
alleati
,
possono
impunemente
scacciare
i
soldati
italiani
dalle
loro
posizioni
albanesi
,
riducendoli
alla
costa
,
in
attesa
che
l
'
on
.
Nitti
mandi
loro
in
aiuto
qualche
nave
,
col
permesso
sul
sullodato
capitano
Giulietti
.
Consule
Nitti
,
tutti
possono
disporre
dell
'
Italia
:
i
partiti
e
le
sette
,
la
burocrazia
e
la
guardia
regia
,
la
plutocrazia
e
la
Confederazione
del
lavoro
.
Il
Governo
,
fa
e
disfà
,
a
talento
altrui
,
emana
decreti
e
li
ritira
,
leva
imposte
e
le
sospende
,
trasforma
i
decreti
-
legge
in
decreti
-
disegni
di
legge
.
Il
governo
esiste
unicamente
per
dare
spettacolo
della
propria
impotenza
.
Non
si
tratta
adunque
di
discutere
di
un
indirizzo
politico
,
ma
di
dare
un
governo
al
Paese
,
giacché
il
Paese
è
senza
governo
dal
giugno
1919
.
La
crisi
che
si
apri
allora
è
tuttora
aperta
.
Il
governo
Nitti
è
stato
semplicemente
una
beffa
.
StampaQuotidiana ,
Che
cosa
sono
oggi
i
diseredati
operai
?
NULLA
.
Che
debbono
essere
?
TUTTO
.
Quando
l
'
abate
Sieyès
pronunziava
questo
medesimo
oracolo
a
profitto
della
borghesia
in
Parigi
,
la
borghesia
lo
comprese
,
e
fece
ogni
sforzo
per
ottenere
la
suprema
potestà
,
e
l
'
ottenne
.
Lo
comprendano
gli
operaj
.
L
'
Europa
conosce
in
qual
modo
governarono
e
governano
i
borghesi
,
i
pervenuti
,
gli
uomini
arricchiti
col
sudore
e
col
sangue
degli
operaj
.
Le
miniere
distruggono
moltitudini
di
braccianti
,
il
lavoro
mal
retribuito
deprime
l
'
ingegno
e
logora
la
vita
dell
'
operajo
,
la
guerra
miete
questa
carne
da
cannone
,
e
tutto
il
profitto
,
tutt
'
il
bottino
va
sempre
ad
impinguare
il
patrimonio
del
borghese
!
In
verità
,
la
mente
si
confonde
nel
discernere
dalle
origini
della
società
i
milioni
e
milioni
prostrati
ed
annichiliti
sempre
dalle
furberie
del
sacerdote
,
e
da
un
pugno
di
briganti
che
ora
diconsi
duci
,
ora
legislatori
e
patrizii
,
ed
ora
conti
e
baroni
.
E
da
quel
tempo
i
milioni
si
consumano
,
si
struggono
,
tornano
fango
e
polvere
,
ed
i
pochi
si
attribuiscono
perfino
la
gloria
assoluta
,
esclusiva
dell
'
industria
,
del
commercio
e
dei
monumenti
.
Ma
se
i
poveri
e
sagrificati
operaj
si
fossero
negati
di
lavorare
e
di
compiere
le
Piramidi
d
'
Egitto
,
o
il
Colosseo
di
Roma
avrebbero
forse
ammirato
i
posteri
la
grandezza
del
genio
dell
'
uomo
?
Se
il
contadino
avesse
ricusate
le
proprie
braccia
alla
coltivazione
dei
campi
,
non
sarebbe
forse
la
terra
coperta
di
rovi
e
di
spine
?
Se
il
meccanico
,
ed
il
fuochista
non
si
dedicassero
col
pericolo
della
vita
,
e
con
sommo
disagio
,
alla
direzione
delle
macchine
,
né
le
navi
solcherebbero
il
vasto
oceano
,
né
la
celere
locomotiva
percorrerebbe
immensi
spazj
terrestri
.
Si
persuadano
una
volta
i
capitalisti
,
i
possessori
delle
terre
,
i
commercianti
e
gl
'
industriali
,
che
la
forza
,
la
civiltà
,
la
ricchezza
,
il
genio
,
tutto
rimane
a
disposizione
delle
braccia
delle
moltitudini
;
se
quelle
rimangono
inerti
,
ogni
cosa
sparisce
.
Or
bene
,
ci
ascoltino
gli
operaj
,
come
i
borghesi
ascoltarono
Sieyès
.
Vogliono
essi
imporre
la
legge
,
invece
di
subirla
?
si
associno
,
e
pensino
ai
risparmi
.
L
'
associazione
in
un
paese
agricolo
,
come
la
nostra
Italia
,
non
debbe
limitarsi
soltanto
ai
braccianti
delle
città
,
ma
estendersi
,
e
molto
,
nelle
campagne
.
Ogni
sforzo
degli
associati
avrà
di
mira
di
costituire
una
casa
,
che
possa
un
giorno
bastare
al
sostentamento
per
un
mese
o
due
di
quanti
sonovi
braccianti
in
Europa
,
i
quali
avranno
per
la
prima
volta
la
soddisfazione
di
vedere
i
loro
padroni
trasformarsi
in
prestinaj
,
macellai
,
spazzini
,
calzolaj
,
ecc
.
se
non
vorranno
dar
lo
spettacolo
favoloso
del
misero
,
che
moriva
affamato
tra
i
mucchi
d
'
oro
.
Non
violenze
,
non
esagerazioni
,
non
utopie
politiche
.
Con
qualunque
governo
,
senza
una
vera
trasformazione
sociale
,
le
moltitudini
furono
,
sono
,
e
saranno
sempre
burlate
.
Non
si
vuole
il
capitale
,
e
la
terra
degli
altri
;
ma
è
giusto
dividerne
i
prodotti
con
la
mano
d
'
opera
.
Non
è
più
tempo
di
ritirarsi
sul
monte
Aventino
,
o
alzare
barricate
per
ottenere
ciò
che
prescrive
il
diritto
,
e
la
giustizia
comanda
.
Il
privilegio
dei
pochi
gaudenti
oziosi
e
la
miseria
e
la
fame
di
milioni
e
milioni
di
creature
devono
cessare
:
la
sola
forza
d
'
inerzia
di
questi
milioni
obbligherà
quei
pochi
a
cedere
ed
a
riconoscere
che
gli
uomini
nascono
uguali
alla
gioja
come
ai
dolori
.
Il
prete
spacciò
la
favola
dei
gaudj
del
paradiso
per
l
'
indigente
,
e
così
lo
sottomise
a
tutte
le
privazioni
,
ed
all
'
atroce
dolore
di
non
poter
satollare
di
pane
i
figli
!
mentre
il
ricco
seduto
a
lauta
mensa
banchettava
col
prete
.
La
menzogna
dell
'
ipocrita
lenone
dei
potenti
è
infine
svelata
:
i
veri
nemici
dell
'
uomo
,
non
sono
il
mondo
,
il
demonio
e
la
carne
,
ma
i
sacerdoti
che
fecero
l
'
uomo
vile
,
abbietto
,
povero
,
famelico
,
ripetendo
:
«
Ubbidite
e
godrete
in
cielo
,
ubbidite
e
lasciate
a
noi
ed
ai
ricchi
le
delizie
della
terra
»
.
E
noi
diciamo
:
«
Ubbidite
,
ma
fate
valere
i
vostri
diritti
;
ma
reclamate
l
'
uguaglianza
nella
divisione
dei
prodotti
dell
'
opera
vostra
:
il
cielo
contiene
abissi
,
ed
è
lontano
.
I
godimenti
della
terra
appartengono
a
tutti
,
e
non
è
solo
retaggio
vostro
,
o
bersagliati
,
l
'
angoscia
e
la
fame
.
Operaj
:
associatevi
e
risparmiate
.
Verrà
il
giorno
della
giustizia
»
.
StampaQuotidiana ,
Il
ministero
Nitti
è
precipitato
.
Il
mese
,
che
è
trascorso
dalla
sua
prima
caduta
a
questa
definitiva
,
è
stato
impiegato
dall
'
on
.
Nitti
a
mettere
a
posto
parecchie
cose
,
ma
non
gli
è
giovato
per
rimettere
a
galla
la
barca
del
suo
governo
,
speronata
dal
voto
dell
'
undici
maggio
scorso
.
Tuttavia
molti
punti
rimangono
oscuri
nella
condotta
del
governo
fino
all
'
odierna
catastrofe
che
lo
ha
travolto
.
Innanzi
tutto
è
inesplicabile
il
fatto
,
che
l
'
on
.
Nitti
,
il
quale
aveva
sempre
ostentato
il
suo
particolare
ossequio
per
le
prerogative
parlamentari
e
anche
di
recente
si
era
solennemente
impegnato
a
non
fare
più
uso
della
facoltà
di
legiferare
per
mezzo
di
decreti
-
legge
,
proprio
alla
vigilia
della
riapertura
del
Parlamento
,
cioè
proprio
quando
aveva
a
sua
disposizione
la
via
normale
da
poter
battere
,
avesse
promulgato
il
decreto
-
legge
sull
'
aumento
del
prezzo
del
pane
.
Fu
un
errore
inconsapevole
o
un
meditato
proposito
,
di
cui
furono
previste
e
misurate
tutte
le
conseguenze
?
I
giornali
ufficiosi
hanno
dato
del
fatto
questa
curiosa
spiegazione
:
l
'
on
.
Nitti
si
era
sì
impegnato
a
non
fare
più
uso
dei
decreti
-
legge
,
ma
trattandosi
di
un
provvedimento
odioso
,
ha
creduto
per
un
senso
di
delicata
convenienza
,
di
doverne
risparmiare
al
Parlamento
l
'
odiosità
e
addossarla
tutta
al
Governo
.
Ma
l
'
on
.
Nitti
sa
benissimo
che
sono
precisamente
questi
provvedimenti
odiosi
,
cioè
questi
provvedimenti
tributari
,
quelli
dei
quali
il
Parlamento
si
mostra
più
geloso
.
Lo
stesso
on
.
Nitti
nei
suoi
trattatelli
scolastici
di
Scienza
delle
Finanze
ripete
la
notissima
osservazione
che
tutto
lo
sviluppo
delle
forme
parlamentari
si
concreta
nella
lotta
per
il
diritto
al
bilancio
e
dell
'
imposizione
dei
tributi
.
L
'
atto
dell
'
on
.
Nitti
non
fu
dunque
il
risultato
di
un
errore
involontario
.
D
'
altra
parte
poiché
non
è
ammissibile
presumere
nell
'
on
.
Nitti
una
volontà
di
suicidio
,
non
resta
altra
spiegazione
se
non
questa
:
che
l
'
inopportuno
ed
intempestivo
decreto
-
legge
non
doveva
servire
ad
altro
se
non
a
preparare
all
'
on
.
Nitti
una
conveniente
piattaforma
per
la
sua
caduta
.
L
'
on
.
Nitti
era
già
condannato
e
si
sapeva
già
condannato
,
per
la
sua
politica
interna
ed
estera
contraria
alla
causa
nazionale
.
La
posizione
presa
dal
Governo
nella
questione
adriatica
,
col
prostituire
l
'
Italia
ai
suoi
ex
-
nemici
e
alle
minori
potenze
,
era
diventata
insostenibile
,
dopo
lo
scempio
di
Pallanza
.
Gli
ultimi
avvenimenti
della
giornata
del
24
maggio
avevano
scossa
l
'
opinione
pubblica
ed
eccitata
l
'
indignazione
nel
Parlamento
,
dove
la
situazione
per
il
modo
indegno
con
cui
fu
risolta
la
crisi
era
tutt
'
altro
che
favorevole
all
'
on
.
Nitti
,
fu
decisiva
.
Il
Gabinetto
Nitti
era
virtualmente
caduto
il
25
maggio
.
Ma
cadere
sopra
una
grande
questione
nazionale
,
non
conveniva
né
all
'
on
.
Nitti
,
né
alla
parte
politica
che
direttamente
od
indirettamente
sosteneva
l
'
on
.
Nitti
.
Non
conveniva
all
'
on
.
Nitti
,
perché
cadere
sopra
una
questione
nazionale
,
sotto
l
'
accusa
della
dedizione
ai
nemici
d
'
Italia
o
peggio
,
fra
l
'
indignazione
e
la
rivolta
dell
'
opinione
pubblica
,
voleva
dire
allontanare
per
sempre
ogni
possibilità
di
resurrezione
.
Non
conveniva
ai
rinunciatari
,
perché
battere
il
Ministero
sopra
la
questione
adriatica
,
voleva
dire
bollare
e
scartare
definitivamente
la
politica
delle
transazioni
e
dei
compromessi
indecorosi
e
nefasti
e
conseguentemente
mettere
al
bando
dalla
vita
italiana
coloro
che
ne
furono
i
tenaci
ed
irreducibili
assertori
.
Non
conveniva
infine
ai
socialisti
,
non
soltanto
perché
per
amor
proprio
di
partito
tengono
al
monopolio
delle
crisi
ministeriali
,
ma
perché
ogni
successo
della
politica
nazionale
si
risolve
necessariamente
in
uno
scacco
per
la
loro
politica
antinazionale
.
Da
questo
solidale
interesse
dell
'
on
.
Nitti
,
dei
rinunciatari
e
dei
socialisti
ad
impedire
che
il
Ministero
fosse
battuto
per
una
questione
nazionale
,
nacque
l
'
idea
di
ricorrere
a
qualche
espediente
pregiudiziale
.
Fu
così
escogitato
il
decreto
-
legge
per
l
'
aumento
del
pane
,
che
dava
modo
ai
socialisti
d
'
insorgere
sia
nell
'
interesse
delle
istituzioni
parlamentari
,
che
delle
classi
lavoratrici
;
all
'
on
.
Nitti
di
cadere
sopra
un
terreno
meno
ingrato
,
e
più
propizio
ad
una
sua
prossima
resurrezione
;
ed
ai
rinunciatari
di
lasciare
impregiudidicato
il
modo
di
risoluzione
della
questione
adriatica
.
L
'
on
.
Nitti
,
pur
di
migliorare
la
sua
posizione
politica
,
non
ha
esitato
a
peggiorare
la
sua
situazione
parlamentare
che
era
già
irrimediabilmente
compromessa
.
Egli
ha
così
reso
,
in
articulo
mortis
,
l
'
estremo
favore
ai
rinunciatori
ed
ai
socialisti
,
i
quali
gli
pagheranno
a
suo
tempo
il
debito
di
gratitudine
,
mediante
un
espediente
col
quale
egli
sperava
di
risparmiarsi
l
'
onta
di
una
caduta
per
lesa
italianità
.
Ma
la
mistificazione
e
il
trucco
,
com
'
era
facile
prevedere
,
non
sono
serviti
a
nulla
,
tanto
erano
grossolani
e
assurdi
.
Nonostante
la
evidente
,
fedele
cooperazione
dei
socialisti
,
spiacenti
di
perdere
il
loro
più
efficace
complice
dal
banco
del
Governo
,
la
situazione
si
è
delineata
chiara
e
precisa
nei
suoi
elementi
essenziali
.
Invano
l
'
on
.
Nitti
ha
cercato
di
intorbidarla
;
invano
egli
ha
voluto
evitare
di
cadere
per
le
sue
concrete
responsabilità
di
politica
interna
ed
estera
.
Nella
coscienza
del
Paese
e
del
Parlamento
la
verità
sui
motivi
determinanti
la
crisi
si
è
manifestata
senza
attenuazioni
o
dissimulazioni
di
sorta
.
Il
Ministero
Nitti
è
caduto
per
la
sua
politica
antinazionale
.
StampaQuotidiana ,
Una
quistione
difficile
,
che
irrita
ed
appassiona
gli
animi
,
è
quella
del
capitale
monopolio
.
La
quistione
che
oggi
noi
abbordiamo
è
il
nodo
della
rivoluzione
sociale
,
che
attira
l
'
attenzione
di
tutti
,
e
che
prova
più
che
mai
la
necessità
di
un
governo
popolare
diretto
.
La
plebe
,
che
ha
l
'
intuizione
delle
grandi
verità
,
l
'
ha
perfettamente
compreso
:
d
'
onde
la
formola
diritto
al
lavoro
;
la
quale
ne
domanda
un
'
altra
diritto
del
lavoro
.
Ora
un
diritto
implica
il
mezzo
.
Se
la
vita
è
un
principio
,
il
lavoro
che
è
un
mezzo
legittimo
di
vivere
,
non
può
essere
né
un
freno
,
né
una
pena
,
come
dicono
i
pietisti
protestanti
e
cattolici
.
Ma
,
come
diciamo
noi
,
repubblicani
internazionali
e
socialisti
,
il
lavoro
è
un
dovere
e
un
diritto
per
tutti
!
Chi
dice
sovranità
,
dice
proprietà
:
per
essere
sovrano
,
il
popolo
dev
'
essere
capitalista
,
deve
possedere
:
egli
deve
essere
suo
banchiere
,
come
è
suo
legislatore
,
suo
giudice
,
suo
prete
,
suo
soldato
;
gl
'
intermediarii
privilegiati
finiscono
sempre
per
asservirlo
.
Ora
il
capitale
è
intieramente
nelle
mani
di
questi
intermediarii
privilegiati
,
degli
amici
dell
'
ordine
e
della
proprietà
,
come
essi
si
chiamano
,
cioè
in
mano
ai
suoi
nemici
;
i
quali
ne
reclamano
il
monopolio
in
perpetuo
.
Ecco
,
o
popolo
re
fantasma
qual
è
la
situazione
.
La
reazione
ha
versato
il
tuo
sangue
per
sessanta
secoli
di
seguito
:
essa
ha
ucciso
i
tuoi
figli
,
rapite
e
violate
le
tue
donne
;
essa
t
'
imprigiona
,
ti
deruba
,
ti
assassina
col
tuo
consenso
:
il
leone
è
divenuto
un
coniglio
:
codardo
e
servile
,
ti
sei
trasformato
in
lacchè
dei
tuoi
domatori
e
carnefici
per
la
speculazione
e
la
guerra
.
Bisogna
dunque
anzitutto
che
a
titolo
danni
e
interessi
e
per
diritto
di
riparazione
,
gl
'
intermediarii
privilegiati
uniti
e
solidali
nella
medesima
persecuzione
,
restino
uniti
e
solidali
nella
rivendicazione
.
Bisogna
che
le
razze
esaurite
e
incapaci
di
produrre
rendano
al
popolo
ciò
che
gli
appartiene
;
non
importa
sotto
qual
formola
,
perché
il
diritto
del
lavoro
e
al
lavoro
cessi
di
essere
un
'
ironia
,
come
il
diritto
di
proprietà
è
finora
un
privilegio
.
L
'
anno
1793
colpiva
alla
testa
la
nobiltà
del
blasone
:
l
'
anno
1872
derive
colpire
la
nobiltà
della
borsa
,
del
capitale
illegittimo
,
il
monopolio
,
al
cuore
,
cioè
alla
tasca
.
Al
punto
in
cui
siamo
è
il
monopolio
del
capitale
e
del
potere
,
che
bisogna
decapitare
insieme
.
Se
la
vita
è
sacra
per
l
'
individuo
,
la
fortuna
nella
quale
risiede
la
sovranità
,
è
sacra
per
la
collettività
.
In
ogni
modo
si
deve
risparmiare
il
nemico
,
quando
lo
si
è
disarmato
:
la
società
ha
un
mezzo
di
difesa
più
efficace
che
la
morte
e
poiché
il
denaro
è
il
nerbo
della
guerra
che
ella
se
ne
impadronisca
per
farne
miglior
uso
che
non
ne
facciano
gl
'
intermediarii
privilegiati
;
i
quali
sotto
una
infinità
di
pretesti
,
s
'
impossessarono
della
fortuna
pubblica
per
darla
in
feudo
ai
loro
satelliti
,
o
per
alienarla
a
loro
profitto
.
Tutti
i
monarchici
e
le
caste
autoritarie
,
a
parole
sono
protezionisti
;
ma
in
pratica
sono
comunisti
della
peggiore
specie
,
perché
spartiscono
l
'
altrui
avere
per
aumentare
il
proprio
.
La
rivoluzione
imminente
creerà
interessi
nuovi
sulle
rovine
dei
vecchi
monopolii
,
e
si
consoliderà
facendo
con
dei
pezzi
grossi
delle
piccole
monete
,
moltiplicando
gli
aventi
-
diritto
,
rendendo
accessibile
a
tutti
la
proprietà
.
La
contribuzione
,
le
spese
necessarie
al
nuovo
ordinamento
saranno
a
carico
di
coloro
,
che
più
lungamente
hanno
speculato
sul
lavoro
e
sulla
vita
delle
moltitudini
.
Non
si
tratta
di
attentare
alla
vita
e
ai
diritti
legittimamente
acquistati
,
ma
soltanto
di
ristabilire
l
'
equilibrio
tra
il
capitale
ed
il
lavoro
,
rotto
dal
privilegio
eretto
a
sistema
,
dall
'
avidità
di
lucro
smodato
:
sotto
forma
d
'
imposta
sociale
o
d
'
altro
,
chi
ha
troppo
ingoiato
dovrà
rigurgitare
.
Bisogna
che
gli
operai
sappiano
,
che
il
capitale
costituito
com
'
è
attualmente
è
la
negazione
del
lavoro
;
il
monopolio
,
il
privilegio
è
il
vero
nemico
pubblico
,
la
chiave
falsa
del
diritto
moderno
,
il
parricida
dell
'
umanità
,
la
disperazione
della
gente
onesta
.
E
lui
che
allontana
ogni
limite
al
delitto
,
che
confonde
l
'
agiotaggio
con
la
famiglia
,
il
vino
di
Sciampagna
coll
'
acqua
benedetta
.
Con
la
fame
e
le
fucilate
,
il
monopolio
sbarra
la
via
al
progresso
umano
.
Ebbene
,
bisogna
che
la
plebe
,
come
la
figlia
di
Tarquinio
,
piuttosto
che
retrocedere
,
gli
passi
sopra
il
ventre
.
Operai
e
contadini
,
modellatori
del
pensiero
e
della
forma
,
marciate
dunque
tutti
contro
il
monopolio
:
egli
è
il
gesuitismo
camuffato
da
mandarino
.
StampaQuotidiana ,
Il
Comitato
Centrale
dell
'
Associazione
Nazionalista
Italiana
ha
votato
il
seguente
ordine
del
giorno
:
Il
Comitato
Centrale
dell
'
Associazione
Nazionalista
Italiana
;
constatato
che
il
Governo
disgregatore
e
rinunciatore
di
Nitti
è
caduto
esclusivamente
perché
l
'
Italia
è
insorta
contro
lo
scempio
della
sua
vita
statale
e
nazionale
all
'
interno
e
quello
del
suo
diritto
e
della
sua
dignità
all
'
estero
e
specialmente
nel
vitale
problema
dell
'
Adriatico
;
deciso
come
sempre
a
non
ammettere
all
'
azione
politica
nazionalista
altra
misura
che
il
supremo
interesse
dell
'
Italia
;
riafferma
l
'
urgenza
della
restaurazione
dell
'
autorità
e
della
funzione
dello
Stato
,
e
la
necessità
della
soluzione
italiana
del
problema
adriatico
,
che
si
concreta
nella
applicazione
del
Trattato
di
Londra
e
nel
rispetto
dell
'
autodecisione
di
Fiume
;
si
dichiara
pronto
a
combattere
con
tutte
le
sue
forze
,
così
come
ha
fatto
per
il
Ministero
Nitti
,
qualunque
Gabinetto
non
sia
per
adempiere
tali
doveri
,
nella
certezza
che
contro
le
necessità
storiche
della
Patria
,
dal
nazionalismo
costantemente
propugnate
,
non
si
governa
;
e
frattanto
delibera
di
intensificare
la
propaganda
ai
fini
sopra
indicati
.
Quest
'
ordine
del
giorno
,
nel
quale
è
fissata
in
termini
chiari
e
precisi
la
posizione
del
Nazionalismo
di
fronte
al
nuovo
Ministero
,
fa
giustizia
di
tutte
le
deformazioni
,
che
gli
organi
rinunciatori
vanno
facendo
dell
'
opera
nostra
.
Ma
quest
'
atteggiamento
,
che
possiamo
definire
di
vigile
e
diffidente
attesa
:
diffidenza
giustificata
dai
precedenti
dell
'
uomo
chiamato
a
presiederlo
,
attesa
giustificata
dalle
ragioni
intrinseche
della
situazione
politica
,
di
cui
il
nuovo
Ministero
è
l
'
espressione
;
non
può
essere
adeguatamente
valutato
se
non
mettendolo
in
relazione
appunto
con
le
critiche
onde
è
stato
fatto
segno
e
con
gli
autori
di
queste
critiche
.
È
sintomatico
il
fatto
che
dell
'
antico
interventismo
antigiolittiano
,
sola
quella
parte
che
,
disertando
dalle
ragioni
nazionali
della
nostra
guerra
,
per
attribuirle
un
sedicente
e
donchisciottesco
preminente
carattere
europeo
e
democratico
,
sostenne
il
Ministero
Nitti
ed
oggi
si
schiera
contro
il
nuovo
Ministero
precisamente
per
quel
tanto
di
carattere
antirinunciatore
;
che
si
presume
debba
avere
;
è
sintomatico
,
diciamo
,
il
fatto
che
dell
'
antico
interventismo
solo
la
parte
che
tradì
,
nella
rinuncia
,
la
ragione
vera
e
propria
della
nostra
guerra
,
si
faccia
oggi
innanzi
per
rimproverare
al
nazionalismo
di
abbandonare
la
sua
posizione
storica
di
fronte
a
Giovanni
Giolitti
.
Che
essi
stessi
abbiano
già
abbandonata
la
posizione
storica
iniziale
dell
'
intervento
di
fronte
all
'
Italia
e
alla
vittoria
e
rinnegata
l
'
antica
solidarietà
interventista
,
dileggiando
sotto
la
qualifica
dispregiativa
di
fascisti
tutti
coloro
che
mantennero
ferma
la
pregiudiziale
delle
integrali
rivendicazioni
nazionali
di
fronte
alla
politica
di
dedizione
e
di
rinuncie
dell
'
on
.
Nitti
,
sono
fatti
che
non
contano
:
oggi
il
mito
dell
'
interventismo
,
già
relegato
in
soffitta
durante
il
governo
Nitti
favorito
da
neutralisti
e
socialisti
di
tutte
le
gradazioni
,
deve
rivivere
e
riprodurre
in
Italia
l
'
antica
divisione
,
non
tanto
per
rendere
impossibile
all
'
on
.
Giolitti
di
governare
,
quanto
per
rendere
impossibile
l
'
attuazione
di
un
programma
nazionale
all
'
interno
e
all
'
estero
:
cioè
la
restaurazione
dell
'
autorità
e
della
funzione
dello
Stato
e
la
soluzione
italiana
del
problema
adriatico
.
Si
dice
:
è
un
'
illusione
sperare
che
un
simile
programma
possa
essere
realizzato
da
un
Ministero
,
presieduto
dall
'
on
.
Giolitti
,
anche
se
di
esso
facciano
parte
soltanto
uomini
rappresentativi
dei
partiti
che
furono
per
l
'
intervento
e
parteciparono
ai
ministeri
di
guerra
.
Rispondiamo
che
il
nazionalismo
,
per
mantenere
la
sua
posizione
strettamente
aderente
ai
fini
nazionali
che
si
propone
,
non
ha
bisogno
di
fare
atti
di
preventiva
fiducia
verso
il
nuovo
Ministero
,
ma
nello
stesso
tempo
,
non
può
non
tenere
conto
che
il
nuovo
ministero
emana
da
una
situazione
politica
determinatasi
in
perfetta
antitesi
con
quella
rappresentata
dall
'
on
.
Nitti
,
che
i
rinunciatori
e
i
sabotatori
dello
Stato
vorrebbero
perpetuare
.
La
posizione
dei
nazionalisti
verso
il
nuovo
Ministero
,
risulta
chiara
dal
contrasto
fondamentale
,
in
cui
essa
viene
a
trovarsi
di
fronte
alla
posizione
rispettivamente
assunta
verso
lo
stesso
Ministero
dall
'
elemento
nittiano
e
rinunciatore
.
I
nazionalisti
subordinano
la
pregiudiziale
personale
alla
pregiudiziale
nazionale
.
I
rinunciatori
mettono
avanti
la
pregiudiziale
personale
per
confondere
ed
annullare
quella
nazionale
.
Agitare
intempestivamente
la
pregiudiziale
personale
vorrebbe
dire
confondersi
e
fare
il
gioco
dei
rinunciatori
,
i
quali
non
esiterebbero
un
solo
istante
a
diventare
giolittiani
se
avessero
la
certezza
o
soltanto
la
speranza
che
l
'
on
.
Giolitti
fosse
disposto
a
mettere
la
sua
innegabile
capacità
di
governo
a
servizio
del
programma
dell
'
on
.
Nitti
.
L
'
antigiolittismo
dei
nazionalisti
,
se
ha
da
essere
,
non
sarà
quello
stesso
dei
rinunciatori
,
che
sfruttano
le
ragioni
storiche
nazionali
dell
'
interventismo
a
vantaggio
di
un
programma
attuale
antinazionale
,
ma
sarà
l
'
antigiolittismo
della
nuova
,
Italia
,
che
con
la
sua
implacabile
opposizione
,
rese
impossibile
il
governo
dell
'
on
.
Nitti
.
StampaQuotidiana ,
Ahimè
!
La
vanità
ci
assedia
da
ogni
parte
;
e
la
nostra
fede
è
in
gran
pericolo
.
Io
ho
visto
l
'
immenso
pellegrinaggio
che
in
questi
giorni
muove
da
tutti
i
punti
dell
'
Urbe
verso
la
basilica
di
San
Pietro
e
le
altre
chiese
cattoliche
;
ma
il
mio
cuore
non
ha
avuto
cagione
di
allegrezza
.
Non
il
puro
desiderio
della
penitenza
e
del
raccoglimento
anima
quei
pellegrini
,
ma
una
curiosa
vaghezza
di
diletto
e
di
amore
profano
.
La
piazza
San
Pietro
con
i
prodigiosi
portici
non
abbraccia
in
sè
un
popolo
di
fedeli
umiliati
dalla
vicinanza
della
casa
di
Dio
,
ma
una
folla
gaia
e
clamorosa
che
la
primavera
inebria
.
Un
romore
vasto
sale
verso
la
basilica
.
Le
carrozze
attraversano
la
piazza
in
tutti
i
sensi
,
con
una
frequenza
che
dà
la
vertigine
.
Or
sì
or
no
,
secondo
le
vicende
delle
nuvole
,
il
sole
glorifica
la
sommità
dei
portici
.
La
fontana
d
'
Innocenzo
VIII
spumeggia
e
scroscia
lanciando
l
'
acqua
sino
all
'
obelisco
di
Sisto
V
,
e
la
fontana
di
Clemente
x
scintilla
come
un
favoloso
albero
di
diamante
che
muti
la
sua
forma
ad
ogni
attimo
.
Le
donne
salgono
e
discendono
per
le
scalinate
.
La
basilica
è
piena
di
gente
che
continuamente
si
rinnova
.
Qua
e
là
grandi
gruppi
si
formano
.
Intorno
alla
statua
di
San
Pietro
,
che
campeggia
sopra
un
mosaico
rosso
e
oro
,
gira
una
corona
di
spettatori
apatici
i
quali
restano
lungo
tempo
a
guardare
con
un
occhio
stupido
e
fisso
il
piede
destro
del
divino
Apostolo
,
logorato
dalle
labbra
dei
credenti
.
Passano
vecchi
,
donne
belle
,
preti
,
monache
;
e
baciano
il
piede
con
un
atto
macchinale
.
Presso
l
'
altar
maggiore
,
sotto
la
statua
estatica
di
Santa
Giuliana
Falconieri
,
intorno
al
vuoto
seggio
del
Penitenziere
,
stanno
seduti
altri
cristiani
su
panche
disposte
a
rettangolo
.
Quasi
tutti
hanno
le
mani
incrociate
sul
ventre
e
guardano
il
pavimento
,
resi
immobili
dalla
pazienza
dell
'
aspettazione
.
Fuori
del
rettangolo
si
fermano
i
curiosi
,
come
d
'
innanzi
a
una
gabbia
di
animali
strani
.
Sotto
la
gran
cupola
,
intorno
alla
Confessione
di
San
Pietro
,
si
adunano
per
lo
più
i
soldati
,
attratti
dallo
splendore
delle
centosedici
lampade
che
pendono
dalle
cornucopie
d
'
oro
.
Appoggiati
alla
balaustrata
di
marmo
,
guardano
la
statua
di
Pio
VI
e
si
lasciano
a
poco
a
poco
prendere
da
una
specie
di
stupefazione
,
come
certi
uccelli
alla
vista
delle
cose
lucenti
.
D
innanzi
alla
cappella
del
coro
la
folla
è
più
densa
;
ma
la
porta
di
bronzo
è
ancora
chiusa
.
Sotto
il
sarcofago
d
'
Innocenzo
VIII
,
l
'
elegantissima
opera
del
Pollajuolo
,
si
raccoglie
un
gruppo
di
dame
d
'
onde
emerge
alta
e
bionda
e
purissima
la
più
cattolica
delle
marchese
romane
.
Per
tutta
la
basilica
si
diffonde
una
luce
bianca
e
fredda
;
e
una
zona
più
vivida
attraversa
da
cima
a
fondo
la
navata
centrale
.
Qui
,
o
mio
Dio
,
la
profanazione
è
maggiore
.
Dalla
tribuna
di
S
.
Pietro
alla
porta
di
Antonio
Filarete
,
è
un
lungo
ed
empio
passeggiare
di
uomini
e
di
donne
.
Le
dame
portano
abiti
neri
di
una
studiosa
semplicità
,
che
rendono
più
snelle
ed
evidenti
le
grazie
dei
corpi
loro
;
talune
hanno
su
la
faccia
veli
sottilissimi
,
a
traverso
i
quali
li
occhi
sono
più
insidiosamente
languenti
;
talune
hanno
un
profumo
acuto
e
istigatore
che
rimane
nell
'
aria
anche
dopo
il
loro
passaggio
a
turbare
i
sensi
dei
giovini
;
e
talune
anche
portano
sul
petto
fiori
.
Camminano
lentamente
,
fermandosi
ad
ogni
tratto
,
parlando
delle
cose
del
mondo
,
chiamando
gli
sguardi
degli
uomini
,
dilettandosi
d
'
essere
seguite
e
ammirate
.
Recano
nella
casa
dell
'
Altissimo
i
loro
amori
.
O
mio
Dio
,
verità
sovrana
e
sovranamente
amabile
,
torcete
li
occhi
loro
dalla
verità
che
da
ogni
parte
le
circonda
!
Empite
la
loro
mente
di
pensieri
e
d
'
imagini
che
le
inalzino
verso
di
voi
;
penetrate
i
loro
cuori
di
quella
ineffabile
soavità
che
attira
le
anime
all
'
effluvio
de
'
vostri
aromi
;
consacrate
i
loro
corpi
con
la
presenza
stessa
della
vostra
santa
carne
,
così
che
tutto
in
loro
esulti
verso
il
Dio
vivente
.
Fate
,
o
Signore
,
che
allorquando
lo
spirito
seduttore
le
tenterà
,
o
con
la
sensualità
,
o
con
la
curiosità
,
o
con
la
vanità
,
esse
non
sieno
scosse
più
di
quel
che
voi
non
foste
nel
deserto
.
Date
loro
le
ali
come
alla
colomba
,
affinché
volino
e
si
riposino
in
grembo
alla
vostra
pace
!
Ma
come
più
manca
la
luce
,
per
tutta
la
basilica
la
folla
più
si
addensa
.
Pare
che
dalle
alte
finestre
non
discenda
che
una
specie
di
vapore
azzurrognolo
.
Il
mormorio
delle
voci
empie
li
angoli
più
riposti
e
oscuri
.
Dalla
cappella
del
coro
giungono
i
cantici
sacri
affievoliti
.
Accanto
alla
tomba
enorme
e
atroce
di
Alessandro
VII
,
l
'
altare
è
tutto
illuminato
di
ceri
e
parato
di
drappi
rossi
.
Ivi
l
'
aria
è
ardente
,
la
luce
è
quasi
purpurea
,
gli
smisurati
candelabri
fiammeggiano
come
alberi
in
fuoco
,
lo
scheletro
di
rame
dorato
scintilla
simile
ad
uno
scarabeo
mostruoso
.
Di
tratto
in
tratto
una
dama
vestita
di
nero
entra
dal
fondo
,
attraversa
la
folla
,
si
dirige
verso
il
sepolcro
per
pregare
.
Le
amiche
per
via
la
chiamano
,
l
'
attirano
,
la
distraggono
dal
proposito
,
la
tentano
,
la
trattengono
per
le
mani
.
Li
amici
la
salutano
ridendo
.
Ella
abbassa
il
capo
,
si
svincola
,
va
innanzi
,
cerca
di
resistere
,
vede
già
il
mistico
splendore
vermiglio
della
cappella
lontana
.
O
Signore
,
mettete
in
fuga
i
fantasmi
che
sono
per
traviarla
;
riunite
in
voi
tutti
i
sensi
di
lei
!
Fate
ch
'
ella
oblii
tutte
le
cose
del
mondo
,
e
datele
la
forza
di
respingere
con
pronto
disprezzo
quelle
frivole
imagini
.
Scuotetela
,
o
Verità
sovrana
,
affinché
nessuna
vanità
la
tocchi
.
Scendete
in
dei
,
o
celeste
Dolcezza
,
affinché
tutto
ciò
che
non
è
puro
si
dilegui
d
'
avanti
a
voi
.
Possa
ella
,
o
Signore
,
dall
'
intimo
della
sua
coscienza
tranquilla
offrirvi
una
preghiera
degna
di
unirsi
ai
cori
delli
Angeli
!
Ma
la
tenebra
cresce
;
e
i
canti
della
cappella
del
coro
salgono
più
pieni
.
I
cristiani
,
a
due
,
a
tre
,
a
quattro
,
a
dieci
,
a
venti
per
volta
,
vanno
ad
inginocchiarsi
d
'
innanzi
al
Penitenziere
che
omai
tocca
le
teste
con
un
gesto
quasi
incosciente
.
Un
chierico
va
tra
un
arco
e
l
'
altro
piantando
un
cero
acceso
.
Alla
luce
dubbia
,
da
tutti
quei
tesori
di
marmo
e
di
metallo
sorge
non
so
qual
gran
sogno
di
amori
angelici
e
di
lussi
paradisali
.
Allora
su
'1
limitare
della
cappella
clementina
,
e
a
piè
della
cappella
del
Sacramento
,
dove
il
ciborio
di
bronzo
e
di
lapislazzuli
brilla
come
un
faro
,
e
sotto
il
sepolcro
di
Gregorio
Buoncompagni
,
e
accanto
alle
pile
d
'
acqua
benedetta
,
e
tra
de
colonne
di
granito
nero
,
e
dentro
le
tre
cappelle
aggiunte
da
Paolo
V
,
in
tutti
i
luoghi
più
oscuri
e
più
segreti
,
li
amanti
convengono
a
colloquio
.
I
bisbigli
scellerati
si
propagano
lungo
la
nave
;
e
sono
a
quando
a
quando
coperti
dalle
voci
del
Miserere
.
Le
dame
passano
,
a
due
,
a
tre
,
con
un
fruscio
di
vesti
di
seta
,
con
uno
scintillio
vivo
per
tutta
la
persona
,
parlando
quasi
ad
alta
voce
,
talune
ridendo
,
talune
trascinando
l
'
ombrellino
sul
pavimento
con
una
graziosa
incuranza
,
come
se
la
basilica
di
San
Pietro
non
fosse
che
una
grande
galleria
aperta
al
diletto
della
gente
oziosa
o
ai
ritrovi
della
gente
disiosa
.
Il
maggior
peccato
che
le
donne
fanno
è
quello
di
portare
nella
casa
di
Dio
li
odori
del
loro
bagno
,
le
essenze
sottili
e
venefiche
che
turbano
anche
i
devoti
nella
preghiera
e
li
fa
ricadere
nella
colpa
aborrita
.
Voi
lo
sapete
,
o
mio
Dio
:
non
v
'
è
nella
vita
angoscia
più
amara
di
quella
che
mi
danno
queste
ricadute
.
Talvolta
l
'
angoscia
è
così
violenta
,
ch
'
essa
mi
getta
in
gravi
turbamenti
e
in
singolari
costernazioni
.
Ahimè
!
Ricominciare
,
sempre
ricominciare
,
contro
le
insidie
della
vanità
,
della
sensualità
e
della
mollezza
!
Ancora
una
volta
ho
fallato
,
o
padre
;
ma
voi
vedete
che
io
ho
orrore
della
mia
debolezza
.
Rialzatemi
,
voi
che
solo
siete
la
forza
e
la
virtù
.
La
vita
dell
'
uomo
,
così
breve
,
è
piena
di
molte
miserie
.
Io
gemo
nella
maggiore
di
tutte
,
che
è
di
vedermi
ogni
giorno
cader
nel
peccato
.
Io
soffro
in
questo
mondo
,
ove
tanti
scandali
mi
circondano
,
ove
non
posso
impedire
che
il
mio
Dio
sia
continuamente
offeso
.
Perdonatemi
,
o
mio
Dio
,
ogni
volta
che
nella
preghiera
penso
ad
altre
cose
e
non
a
voi
;
poiché
io
confesso
umilmente
che
la
distrazione
m
'
è
abituale
.
Per
lo
più
io
non
sono
nel
luogo
occupato
dal
mio
corpo
,
ma
là
dove
la
mia
immaginazione
mi
trae
.
Io
sono
là
dov
'
è
il
mio
pensiero
;
e
il
mio
pensiero
è
per
lo
più
là
dov
'
è
quel
ch
'
io
prediligo
.
O
eterna
Verità
,
voi
avete
detto
:
Dove
è
il
vostro
tesoro
,
ivi
anche
è
il
vostro
cuore
.
Se
amo
il
cielo
,
io
penso
volentieri
alle
cose
del
cielo
;
se
amo
il
mondo
,
ne
porto
nel
mio
spirito
il
ricordo
.
Ma
felice
colui
,
o
Signore
,
che
per
amor
vostro
caccia
dal
suo
cuore
ogni
creatura
!
Per
fuggire
le
tentazioni
,
non
sentendomi
forte
alla
battaglia
,
io
esco
dalla
Santa
Chiesa
madre
.
Tutta
la
scalinata
è
piena
di
donne
che
socchiudono
li
occhi
,
un
poco
abbarbagliate
dalla
luce
esteriore
.
Un
romore
vasto
e
profondo
sale
dalla
piazza
attraversata
da
mille
vetture
,
un
romore
come
di
fiume
che
precipiti
da
una
rupe
a
valle
.
L
'
obelisco
è
tutto
roseo
all
'
estremo
fuoco
del
sole
;
le
fontane
,
nell
'
aria
senza
vento
,
spumeggiano
con
tranquilla
pompa
superando
le
statue
dei
porticati
;
il
Redentore
e
i
dodici
Apostoli
campeggiano
sopra
un
cielo
leggermente
verde
,
sparso
di
vapori
luminosi
.
Una
mollezza
irresistibile
discende
da
quel
cielo
di
primavera
.
Pare
che
dai
giardini
del
Vaticano
muovano
i
profumi
e
sorpassando
li
edifici
giungano
fino
all
'
atrio
della
basilica
...
O
mio
Dio
,
e
quando
voi
sarete
per
me
tutto
in
tutte
le
cose
?
O
Gesù
,
tre
volte
caduto
sotto
il
peso
dei
peccati
del
mondo
e
tre
volte
risollevato
dalla
forza
d
'
un
amore
invincibile
,
risollevate
me
dall
'
abbattimento
in
cui
mi
gettano
le
mie
tristi
esitazioni
.
Fate
ch
'
io
sia
umile
nel
riconoscimento
della
mia
miseria
,
umile
nel
cambiamento
subitaneo
delle
mie
disposizioni
interiori
.
Un
giorno
,
o
mio
Dio
,
questi
ondeggiamenti
continui
dell
'
animo
si
placheranno
,
ed
io
sentirò
allora
,
amandovi
,
la
felice
sicurezza
di
amarvi
per
sempre
.
O
giorno
,
o
sole
divino
,
d
'
innanzi
a
cui
si
dilegueranno
perfino
le
ombre
del
peccato
,
quando
risplenderai
?
Così
sia
.
Amen
.
StampaQuotidiana ,
Noi
non
attendevamo
affatto
dall
'
onorevole
Giolitti
e
da
coloro
che
con
lui
hanno
accettato
di
essere
al
governo
la
resurrezione
dello
spirito
nazionale
,
che
è
e
dev
'
essere
tutt
'
uno
con
la
volontà
della
guerra
e
con
la
coscienza
della
vittoria
.
Se
quest
'
attesa
fosse
stata
in
noi
avremmo
tradito
non
soltanto
il
senso
storico
della
guerra
e
della
vittoria
,
che
abbiamo
difeso
contro
tutte
le
avversioni
e
tutte
le
deformazioni
,
ma
anche
il
buon
senso
politico
.
Conosciamo
la
realtà
mostruosa
che
s
'
è
voluta
sovrapporre
a
mortificare
,
corrompere
,
sopraffare
lo
spirito
nazionale
.
Sappiamo
,
per
averle
volta
a
volta
definite
e
combattute
,
le
forze
che
,
derivanti
dal
fondo
secolare
ed
ereditario
di
servitù
,
hanno
resistito
prima
,
poi
tentato
di
trionfare
della
massima
prova
,
affrontata
e
superata
con
la
guerra
e
con
la
vittoria
della
Nazione
italiana
per
raggiungere
la
sua
unità
storica
di
potenza
europea
e
mondiale
.
Si
sono
chiamate
socialismo
ufficiale
,
neutralismo
,
vilsonismo
rinunciatore
e
traditore
della
vittoria
.
Ad
esse
si
è
aggiunta
e
per
esse
ha
prevalso
un
'
altra
forza
esterna
,
potentissima
,
la
coalizione
degli
Alleati
e
dell
'
Associato
,
sicché
mentre
quelle
travagliavano
e
assalivano
la
formazione
dell
'
unità
,
questa
si
opponeva
all
'
affermazione
di
potenza
.
In
questa
realtà
mostruosa
,
minacciante
l
'
esistenza
stessa
della
Nazione
dopo
Caporetto
,
ingigantitasi
nell
'
antitesi
alla
vittoria
,
e
che
trovava
figure
e
forze
rappresentative
o
complicità
passive
in
coloro
stessi
che
avevano
la
responsabilità
della
guerra
,
lo
spirito
nazionale
non
ha
avuto
al
governo
alcun
interprete
risolutivo
,
capace
di
dominare
le
forze
avverse
.
Tanto
vero
che
,
subito
dopo
la
vittoria
,
gli
uomini
ch
'
erano
al
governo
,
assunsero
un
contegno
di
difesa
,
come
di
chi
dovesse
accettare
il
compito
di
ridurre
al
minimo
il
danno
di
quelle
forze
avverse
,
non
di
chi
sentisse
col
diritto
e
col
dovere
di
una
prova
,
mirabilmente
superata
.
Tanto
vero
che
da
allora
cominciò
il
pericolo
e
il
danno
di
promesse
fatte
dal
banco
del
governo
e
non
mantenute
negli
atti
.
Non
pareva
tuttavia
che
la
crisi
antinazionale
potesse
essere
unificata
in
un
'
opera
di
distruzione
,
quando
un
uomo
,
l
'
onorevole
Nitti
,
impadronitosi
con
un
colpo
di
mano
del
potere
,
esercitò
questo
in
nome
di
tutte
le
forze
avverse
alla
vittoria
,
del
socialismo
ufficiale
,
del
neutralismo
,
del
vilsonismo
rinunciatore
,
della
sottomissione
alla
coalizione
ostile
degli
Alleati
e
dell
'
Associato
.
In
un
anno
l
'
opera
di
quest
'
uomo
,
che
nel
mito
della
guerra
prenderà
statura
e
figura
di
uno
gnomo
distruttore
,
attraverso
la
negazione
della
vittoria
,
ha
attaccato
l
'
esistenza
stessa
della
Nazione
e
dello
Stato
.
Dopo
Caporetto
,
bastò
un
fiume
a
separare
l
'
Italia
dal
dominio
straniero
.
Ieri
,
in
questa
rivolta
matricida
,
patrocinata
dal
governo
,
l
'
Italia
non
sapeva
più
come
e
dove
trovare
una
barriera
contro
il
tradimento
interno
e
l
'
umiliazione
esterna
.
Il
gabinetto
Giolitti
,
con
l
'
uomo
che
ne
è
a
capo
,
è
necessariamente
,
fatalmente
,
la
risoluzione
empirica
,
nel
mezzo
parlamentare
quale
è
,
di
una
superstite
volontà
di
resistenza
dello
Stato
e
della
Nazione
non
ad
una
rivoluzione
,
e
cioè
ad
una
violenza
consapevole
come
strillano
le
nostre
scimmie
leniniste
,
ma
ad
una
mania
suicida
,
ad
una
medievale
voluttà
di
dissolvimento
,
qual
è
stata
impersonata
dall
'
on
.
Nitti
.
Sicché
proprio
noi
,
proprio
perché
vogliamo
esser
voce
di
quello
spirito
nazionale
,
che
è
tutt
'
uno
con
la
coscienza
della
vittoria
,
né
abbiamo
atteso
né
abbiamo
desiderato
tentativi
verbali
,
nelle
dichiarazioni
di
ieri
,
per
ricongiungersi
ad
una
fase
storica
,
quella
della
grande
guerra
,
che
resta
un
fatto
nazionale
,
dal
quale
l
'
on
.
Giolitti
si
sequestrò
.
L
'
atto
politico
,
che
si
chiama
fiducia
,
e
che
non
dovrebbe
esser
confuso
con
le
esigenze
parlamentari
,
e
che
serba
per
noi
intatto
il
valore
di
una
comunione
di
coscienze
,
e
che
oggi
dovrebbe
esser
fatto
in
nome
dello
spirito
nazionale
,
non
poteva
e
non
può
essere
da
noi
compiuto
,
poiché
ci
era
impedito
dalla
storia
.
E
,
diciamo
la
verità
,
ci
avrebbe
repugnato
se
ad
esso
l
'
on
.
Giolitti
si
fosse
indotto
ad
avvicinarsi
con
inaccettabili
esercitazioni
rettoriche
.
Siamo
però
disposti
,
appunto
per
la
posizione
storica
che
nella
guerra
e
nella
vittoria
noi
abbiamo
mantenuta
e
in
contrasto
ha
mantenuto
l
'
on
.
Giolitti
,
a
riconoscere
come
una
elementare
onestà
il
proposito
delle
aride
,
scarne
dichiarazioni
di
ieri
,
di
fondarsi
sulle
constatazioni
della
realtà
presente
,
sulle
indicazioni
di
alcune
cause
di
imponente
forza
materiale
,
per
esporre
un
programma
di
governo
,
senza
tentare
di
ricongiungersi
o
anche
di
inquadrarsi
nel
grande
fatto
della
nostra
storia
nazionale
,
europea
e
mondiale
.
Non
sum
dignus
,
può
anche
aver
pensato
l
'
on
.
Giolitti
,
e
sta
bene
.
La
posizione
storica
del
gabinetto
è
tutta
dunque
nella
realtà
di
oggi
,
nella
contingenza
torbida
dell
'
ora
.
Non
è
nella
storia
di
ieri
,
e
vedremo
quanto
potrà
essere
nella
storia
di
domani
.
Per
oggi
,
rimaniamo
nell
'
oggi
,
dopo
aver
segnate
le
proporzioni
di
questo
tentativo
,
anzi
di
questo
proposito
di
governo
,
e
possiamo
,
nell
'
attesa
degli
atti
,
considerare
il
valore
dell
'
azione
promessa
.
In
politica
estera
l
'
enunciazione
è
generica
,
ma
nella
volontà
di
ristabilire
rapporti
normali
con
tutti
è
implicita
la
politica
di
indipendenza
che
,
nel
crollo
di
quella
comune
della
Intesa
,
deve
esser
ripresa
.
Non
c
'
è
altro
,
e
poteva
esserci
altro
,
ma
dopo
tanto
logorio
di
promesse
non
mantenute
,
di
soluzioni
proposte
e
non
accettate
,
anche
la
pausa
potrebbe
essere
un
proposito
.
Nella
pausa
una
commissione
parlamentare
farà
scuola
di
politica
estera
.
Ce
n
'
è
bisogno
perché
la
Camera
è
analfabeta
.
Ma
sul
funzionamento
,
sui
poteri
,
necessariamente
consultivi
della
Commissione
,
soltanto
la
pratica
darà
materia
a
giudizio
,
ché
nessuna
cosa
è
buona
o
cattiva
in
sé
.
Noi
ad
ogni
modo
crediamo
che
la
politica
estera
non
è
politica
di
segreti
.
Tanto
vero
che
basta
studiarla
per
capirla
,
basta
sentirla
nazionalmente
per
eseguirla
.
Infatti
il
pessimo
di
questa
politica
non
è
effetto
di
un
conflitto
di
attribuzioni
,
ma
è
stato
ed
è
la
conseguenza
del
non
capire
e
del
non
sentire
,
o
del
capir
male
e
del
sentire
contro
l
'
Italia
.
Insomma
la
Commissione
parlamentare
può
essere
un
mulino
a
vento
,
e
non
c
'
è
per
ora
da
combatterla
a
priori
.
Noi
intanto
per
essere
brevi
,
ci
possiamo
risparmiare
di
ripetere
oggi
il
nostro
programma
di
politica
estera
,
di
riaffermare
la
volontà
di
impegnare
per
esso
tutte
le
forze
che
sentono
nazionalmente
,
e
però
di
vegliare
su
qualsiasi
atto
del
governo
,
dovunque
se
ne
possano
compiere
.
Ieri
non
ce
n
'
è
stato
nessuno
,
ma
,
dopo
Nitti
,
non
c
'
è
stato
quello
di
sottomettersi
alle
imposizioni
straniere
.
Ecco
tutto
.
Nella
politica
interna
sono
elencati
propositi
di
azione
con
una
sola
proposta
di
riforma
:
l
'
autonomia
alle
provincie
e
ai
comuni
.
Non
è
il
caso
di
contrapporre
a
questa
parte
la
solita
esercitazione
verbale
,
che
affligge
tutto
il
riformismo
italiano
.
Si
tratta
di
sapere
,
per
noi
,
se
lo
Stato
esisterà
ancora
.
Nella
politica
economica
e
finanziaria
è
tipico
il
tentativo
,
del
quale
soffre
la
borghesia
italiana
da
quando
abdicò
al
socialismo
demagogico
le
ragioni
ideali
e
nazionali
della
sua
esistenza
storica
,
di
difendere
lo
Stato
e
il
suo
credito
non
con
un
proposito
consapevole
e
meditato
,
ma
con
una
sottomissione
a
formule
che
sono
state
avvalorate
in
uno
smarrimento
generale
di
principii
e
per
uno
scopo
distruttivo
dello
Stato
stesso
.
L
'
onorevole
Nitti
era
riuscito
ad
avvalorare
ancora
più
questa
disintegrazione
di
criterii
e
di
atti
,
continuando
a
predicare
dal
governo
le
necessità
dei
sacrifici
,
in
modo
da
accreditare
esso
stesso
la
campagna
contro
una
resistenza
avida
e
sfruttatrice
degli
spostamenti
di
ricchezza
creati
dalla
guerra
.
L
'
on
.
Giolitti
vuol
tagliare
il
nodo
gordiano
.
Vuole
uccidere
la
demagogia
con
la
demagogia
.
L
'
errore
,
vecchio
,
è
oggi
portato
ai
suoi
limiti
estremi
,
poiché
nella
perpetuazione
di
esso
si
sono
purtroppo
consumate
molte
forze
che
potevano
vincerlo
.
Ancora
una
volta
l
'
Italia
è
chiamata
non
ad
un
atto
di
riflessione
,
non
ad
un
superamento
di
illuminata
coscienza
,
non
ad
un
proposito
maturo
,
ma
ad
un
esperimento
sulle
resistenze
vive
della
nazione
,
sulla
resistenza
delle
forze
elementari
di
ogni
ordine
economico
,
sulla
risoluzione
dell
'
errore
nell
'
accettazione
dell
'
errore
.
Questo
è
così
tipico
nella
chirurgia
finanziaria
,
ieri
verbalmente
adottata
dal
governo
,
che
l
'
on
.
Giolitti
,
dopo
aver
indicato
alcuni
modi
di
riduzione
delle
importazioni
,
ha
taciuto
del
modo
di
assicurare
le
esportazioni
,
e
cioè
la
produzione
,
e
cioè
l
'
attività
economica
della
Nazione
,
sui
cui
margini
deve
vivere
una
sana
finanza
.
Ed
è
questo
invece
oggi
il
problema
fondamentale
,
di
ordine
sociale
,
di
iniziativa
,
di
danaro
e
di
tecnica
,
di
conquista
di
mercati
,
e
cioè
di
energia
dinamica
all
'
interno
e
all
'
estero
,
che
impedisca
sia
l
'
Italia
travolta
o
diminuita
in
questa
crisi
di
ricostituzione
mondiale
,
che
segue
alla
guerra
.
Ma
già
questo
appartiene
ad
una
visione
più
larga
.
E
questo
governo
invece
si
confessa
,
in
realtà
,
non
come
la
reazione
accusata
dai
socialisti
per
far
credere
che
essi
sono
per
la
rivoluzione
,
ma
come
un
reagente
ad
una
minaccia
di
sfacelo
.
I
socialisti
,
che
anch
'
essi
sono
in
fondo
impauriti
da
questa
minaccia
,
sono
stati
paralizzati
e
forniti
di
un
alibi
con
l
'
accettazione
di
alcune
loro
formule
.
Ieri
abbiamo
così
avuto
un
tentativo
parlamentare
di
ristabilire
l
'
equilibrio
nel
mezzo
,
da
cui
le
istituzioni
che
ci
reggono
,
vogliono
sian
tratti
i
governi
,
e
cioè
nel
Parlamento
.
Per
avere
almeno
un
Governo
,
per
rappresentare
lo
Stato
.
Quanto
alla
Nazione
,
popolo
,
civiltà
,
tradizione
,
forza
insopprimibile
,
coscienza
e
volontà
avvenire
,
essa
per
ora
,
ha
soldati
,
non
ha
quadri
.
Aspetta
che
venga
la
sua
ora
.
StampaQuotidiana ,
Ieri
la
Camera
ha
preso
le
vacanze
dopo
quarantasei
giorni
d
'
intenso
lavoro
.
Non
diciamo
che
tutti
i
problemi
che
essa
ha
affrontati
siano
stati
risoluti
definitivamente
,
e
tanto
meno
che
i
provvedimenti
concreti
da
essa
adottati
siano
tutti
veramente
utili
e
tali
da
non
far
rimpiangere
la
sua
inattività
.
I
provvedimenti
finanziari
,
alla
cui
confezione
furono
dedicate
gran
parte
delle
sue
fatiche
,
per
una
buona
metà
rappresentano
più
un
'
offa
gittata
dal
Governo
alla
demagogia
,
che
un
sistema
di
utili
provvidenze
destinate
a
risanare
la
finanza
dello
Stato
e
a
liberare
l
'
economia
nazionale
dalle
angustie
in
cui
versa
,
e
attendono
di
essere
temperati
e
corretti
in
pratica
da
una
saggia
opera
d
'
interpretazione
,
perché
il
loro
rendimento
non
vada
a
totale
detrimento
dell
'
economia
generale
.
Ma
quale
che
sia
l
'
entità
e
la
bontà
delle
soluzioni
concrete
da
essa
prese
,
un
problema
d
'
importanza
pregiudiziale
,
e
che
già
era
stato
definito
insolubile
,
è
stato
invece
risoluto
dalla
nuova
Camera
,
in
questi
quarantasei
giorni
di
attività
parlamentare
,
in
modo
abbastanza
soddisfacente
:
ed
è
il
problema
del
proprio
funzionamento
.
Da
vari
anni
la
Camera
non
lavorava
e
la
sua
inattività
era
diventata
pericolosa
al
Paese
.
Perché
in
astratto
si
può
anche
discutere
se
sia
migliore
un
regime
,
nel
quale
la
facoltà
di
legiferare
spetti
al
Governo
,
salvo
un
semplice
diritto
di
controllo
al
Parlamento
,
ma
quando
in
concreto
il
potere
legislativo
risiede
nel
Parlamento
e
questo
,
per
propria
insufficienza
,
se
ne
spoglia
a
favore
del
Governo
,
il
danno
è
grave
ed
evidente
.
Di
tutti
i
regimi
il
peggiore
è
sempre
quello
della
illegittimità
e
del
disordine
.
E
un
parlamento
che
deve
funzionare
,
secondo
un
compito
costituzionale
ben
definito
,
quando
non
adempie
al
suo
compito
,
rappresenta
un
principio
di
disordine
e
del
peggior
disordine
,
come
quello
che
vien
dall
'
alto
.
Ora
in
Italia
eravamo
appunto
a
questo
.
La
vecchia
Camera
non
funzionava
,
perché
sorpassata
dagli
avvenimenti
e
sopravvivente
alla
sua
stessa
esistenza
legale
.
La
nuova
Camera
non
funzionava
perché
nata
e
mantenuta
artificialmente
in
una
atmosfera
di
faziosità
.
Al
momento
della
sua
nascita
,
il
Governo
,
suggestionato
dalla
visione
apocalittica
dei
prossimi
rivolgimenti
banditi
dai
socialisti
,
non
ebbe
cura
di
organizzare
e
ravvivare
,
come
era
suo
elementare
dovere
,
la
resistenza
dei
partiti
costituzionali
.
E
dopo
aver
ceduto
alla
faziosità
dei
socialisti
al
momento
delle
elezioni
,
il
Governo
riuscì
ad
attrarre
nell
'
orbita
della
propria
faziosità
la
nuova
Camera
,
con
lo
spauracchio
di
rivolgimenti
costituzionali
in
senso
inverso
.
Ora
come
poteva
funzionare
una
Camera
,
che
era
sorta
e
si
manteneva
sotto
l
'
incubo
di
tali
speranze
e
di
tali
paure
?
Come
poteva
essere
l
'
organo
costituzionale
normale
di
un
regime
,
del
quale
sentiva
e
sosteneva
la
precarietà
?
L
'
assemblea
,
in
tali
condizioni
,
aveva
smarrita
la
coscienza
stessa
del
suo
essere
,
non
sapeva
bene
se
fosse
una
assemblea
legislativa
o
una
costituente
.
In
realtà
,
nata
dal
disordine
,
era
diventata
uno
strumento
del
disordine
.
Organo
sovrano
di
un
regime
,
si
era
posta
fuori
e
contro
il
regime
stesso
.
Ora
il
principale
merito
di
questi
quarantasei
giorni
di
lavoro
parlamentare
è
appunto
questo
di
avere
ridato
alla
Camera
la
coscienza
della
propria
funzione
e
al
Paese
la
sensazione
che
la
crisi
di
regime
,
che
si
era
pronunziata
non
tanto
nei
fatti
esteriori
quanto
nella
coscienza
del
Parlamento
,
è
stata
superata
.
Noi
dobbiamo
riconoscere
all
'
on
.
Giolitti
il
merito
di
aver
compiuto
questa
difficile
opera
di
restaurazione
costituzionale
,
essenzialissima
alla
restaurazione
dell
'
ordine
nel
Paese
.
E
l
'
ha
ottenuta
in
un
modo
semplicissimo
:
facendo
lavorare
il
Parlamento
.
L
'
inattività
del
Parlamento
era
esiziale
al
Paese
,
molto
più
del
suo
cattivo
lavoro
,
perché
in
essa
sorge
e
cresce
la
coscienza
della
inattualità
del
regime
,
cioè
il
mito
della
rivoluzione
.
L
'
on
.
Giolitti
ha
rotto
il
circolo
vizioso
:
facendo
lavorare
il
Parlamento
,
l
'
ha
fatto
rientrare
nel
regime
.
Così
dopo
le
mediocri
discussioni
sui
provvedimenti
finanziarii
,
siamo
giunti
alle
ultime
discussioni
sulla
politica
estera
improntate
ad
uno
spirito
nazionale
che
qualche
mese
fa
sarebbe
stata
follia
sperare
dalla
Camera
attuale
:
i
socialisti
hanno
sì
ripetute
le
loro
pregiudiziali
internazionaliste
ed
antinazionali
,
ma
la
Camera
ha
potuto
discutere
dal
punto
di
vista
nazionale
i
grandi
problemi
della
politica
estera
.
Con
che
si
è
avuta
la
dimostrazione
pratica
che
una
Camera
,
con
156
socialisti
,
può
ancora
funzionare
,
restando
nello
spirito
nazionale
e
costituzionale
.
E
ciò
rappresenta
un
largo
guadagno
per
il
Paese
,
che
soprattutto
ha
bisogno
di
ordine
.
A
tale
restaurazione
costituzionale
della
funzione
parlamentare
,
ha
contribuito
non
poco
anche
il
giovane
Presidente
della
Camera
,
il
quale
nel
dirigere
i
lavori
dell
'
Assemblea
,
è
stato
un
ottimo
presidente
tecnico
,
ma
non
ha
mai
sacrificato
alle
esigenze
della
tecnica
le
ragioni
della
dignità
nazionale
,
dando
così
la
prova
d
'
una
chiara
intelligenza
e
d
'
un
senso
politico
altissimo
,
che
hanno
finito
per
imporsi
a
tutta
l
'
assemblea
.
Ora
che
l
'
ordine
regna
in
alto
,
abbiamo
ragione
di
sperare
che
il
Paese
possa
riprendere
tranquillamente
l
'
interrotto
cammino
verso
le
sue
migliori
fortune
.
StampaQuotidiana ,
Sono
de
dieci
.
Nel
Corso
,
nella
piazza
Colonna
,
nella
piazza
di
Montecitorio
,
in
tutte
de
vicinanze
del
gran
Palazzo
Innocenziano
,
la
moltitudine
si
accalca
con
una
densità
tenace
ed
impenetrabile
.
Tutte
de
finestre
sono
gremite
.
Su
la
loggia
sostenuta
dal
portico
di
Vejo
gli
ombrellini
multicolori
ondeggiano
e
risplendono
come
una
gigantesca
fioritura
di
papaveri
,
di
gigli
e
di
rose
...
artificiali
.
Il
sole
è
ardente
e
fastidioso
.
Gli
spettatori
sono
assai
più
pigiati
e
schiacciati
che
non
sieno
i
guerrieri
Marcomanni
su
per
la
colonna
del
glorioso
imperatore
Marco
Aurelio
,
e
de
loro
facce
sono
assai
più
varie
che
non
i
geroglifici
dell
'
obelisco
di
Psammetico
primo
.
Vi
rammentate
i
versi
degli
Emaux
?
La
sentinelle
granitique
,
Gardienne
des
énormités
,
Se
dresse
entre
un
faux
temple
antique
Et
la
chambre
des
députés
.
Je
vois
,
de
janvier
à
décembre
La
procession
de
bourgeois
,
Les
Solons
qui
vont
à
la
chambre
,
Et
les
Arthurs
qui
vont
au
Bois
...
Il
caldo
aumenta
di
minuto
in
minuto
.
L
'
aspettazione
è
immensa
.
I
gendarmi
mettono
un
argine
di
ferro
alla
folla
invadente
.
Di
tanto
in
tanto
sorgono
voci
alte
e
fioche
.
L
'
operaio
,
il
piccolo
possidente
,
il
commesso
di
negozio
,
il
pick
pocket
,
la
donnetta
politica
,
il
tribuno
da
strapazzo
,
il
vecchio
impiegato
memore
delle
antiche
pompe
pontificie
,
l
'
ozioso
che
prende
diletto
ad
ogni
spettacolo
e
che
assiste
immancabilmente
dalla
piazzetta
di
Sciarra
alla
discesa
della
palla
meridiana
,
e
il
dilettante
che
conosce
tutte
le
celebrità
politiche
e
le
ha
seguite
nella
loro
carriera
,
e
il
reduce
delle
patrie
battaglie
,
e
l
'
elettore
,
tutti
questi
varissimi
tipi
tumultuano
su
l
'
asfalto
del
marciapiede
e
giuocano
di
gomiti
per
conquistare
un
posto
da
cui
poter
godere
la
grande
cerimonia
regale
...
Le
trombe
squillano
.
Gli
ufficiali
gridano
un
comando
.
Le
canne
dei
fucili
,
nel
movimento
rapido
e
preciso
,
mandano
un
baleno
che
si
propaga
per
tutta
l
'
ala
militare
.
In
fondo
al
Corso
,
verso
la
piazza
di
Venezia
,
si
vedono
luccicare
de
dorature
della
prima
carrozza
di
Corte
sormontate
dalle
parrucche
e
dagli
abiti
rossi
degli
staffieri
.
Le
corazze
delle
guardie
folgoreggiano
meravigliosamente
polite
come
quelle
dei
paladini
di
messer
Lodovico
.
La
pompa
s
'
avvicina
.
Viva
il
Re
!
Nell
'
aula
di
Montecitorio
lo
spettacolo
è
diverso
,
ma
l
'
impazienza
è
in
tutti
egualmente
viva
.
Quei
felici
mortali
che
posseggono
un
biglietto
,
guadagnato
a
furia
di
insistenze
e
fastidii
infiniti
,
giungono
tutti
sudanti
e
anelanti
,
con
la
cravatta
a
sghimbescio
,
con
il
frac
dalle
maniche
troppo
lunghe
e
dalle
code
troppo
larghe
,
preso
in
affitto
per
la
grande
occasione
,
con
la
tuba
tutta
arruffata
.
Attraversano
la
folla
a
testa
bassa
,
non
si
curano
né
delle
spinte
né
delle
pestate
né
delle
imprecazioni
,
pur
di
giungere
in
un
posto
da
cui
si
possa
vedere
il
Re
o
almeno
la
Regina
.
Le
signore
,
entrando
,
a
quel
fiato
torrido
che
sale
dall
'
emiciclo
e
dagli
scanni
inferiori
,
impallidiscono
,
restano
un
momento
smarrite
,
non
sanno
dove
andare
a
sedere
,
si
peritano
a
scomodare
tante
persone
.
Sorgono
dei
brontolii
qua
e
là
,
poco
cavallereschi
.
Non
soltanto
le
alte
tribune
,
ma
tutti
i
corridoi
intorno
intorno
,
dietro
gli
scanni
dei
deputati
,
e
le
scalinate
,
si
riempiono
in
un
attimo
.
Un
cinguettio
confuso
e
ineguale
suona
da
un
capo
all
'
altro
,
sotto
la
cupola
grigia
e
azzurra
che
pare
di
cartone
.
Non
è
possibile
,
in
mezzo
a
tanta
folla
,
distinguere
le
persone
amiche
,
le
signore
note
,
le
eleganti
,
quelle
che
empiono
dei
loro
nomi
tutte
le
cronache
mondane
.
A
pena
a
pena
,
qua
e
là
,
una
toilette
vivace
,
molto
chiara
o
molto
rossa
,
un
cappellino
molto
carico
di
fiori
o
molto
scintillante
di
jais
,
un
ventaglio
molto
ampio
,
dalle
stecche
dorate
o
dalle
pitture
vistose
o
dalle
piume
magnifiche
,
rompono
la
monotonia
,
chiamano
l
'
occhio
,
fanno
volgere
i
cannocchiali
.
Nella
tribuna
degli
ambasciatori
alcune
dame
,
vestite
con
una
gaia
leggerezza
estiva
,
si
muovono
,
parlano
,
ridono
,
agitano
il
ventaglio
tra
i
diplomatici
ben
gallonati
e
decorati
.
Tutte
le
insegne
cavalleresche
del
mondo
civile
brillano
su
quei
petti
giovenili
o
senili
.
Il
vecchio
Keudell
trionfa
.
Un
attaché
biondo
di
Russia
sorride
amaramente
sotto
il
peso
delle
sue
pellicce
magnatizie
.
Il
bel
conte
d
'
Arco
,
tutto
vermiglio
su
le
lunghe
gambe
bianche
,
pare
un
fenicottero
del
lago
d
'
Albufera
.
Il
ministro
di
Turchia
è
tutto
un
'
opera
di
oreficeria
e
,
fatta
eccezione
per
la
barba
e
per
la
fede
maomettana
,
rammenta
la
venerata
immagine
della
madonna
di
Loreto
.
I
ciondoli
,
i
nastri
,
gli
alamari
,
le
croci
,
i
tosoni
,
i
collari
sono
innumerevoli
.
Tutti
i
più
bizzarri
simboli
della
onorificenza
umana
sono
chiusi
tra
quelle
quattro
colonne
di
cartapesta
,
come
in
un
reliquiario
.
Mancano
le
vetrine
.
Ma
il
rombo
del
cannone
giunge
con
un
tuono
sordo
nell
'
aula
;
e
per
le
tribune
corre
un
mormorio
più
sonoro
.
Ci
vogliono
ancora
dieci
minuti
all
'
arrivo
del
Re
.
Le
conversazioni
si
rianimano
.
Tutti
si
alzano
su
la
punta
dei
piedi
per
guardare
i
deputati
che
o
stanno
seduti
negli
scanni
o
girano
distribuendo
e
ricevendo
strette
di
mano
.
I
nuovi
eletti
si
riconoscono
subito
:
molti
hanno
una
miserevole
aria
provinciale
,
si
sentono
impacciati
nell
'
abito
nero
,
nella
camicia
inamidata
,
nei
guanti
bianchi
.
Si
guardano
intorno
con
sospetto
,
temendo
sempre
di
sorprendere
su
le
labbra
dei
colleghi
un
sorriso
ironico
.
Hanno
in
cuore
una
certa
palpitazione
pensando
al
momento
in
cui
di
tra
la
insidiosa
barba
dell
'
onorevole
Depretis
uscirà
il
loro
nome
.
Con
qual
tono
di
voce
dovranno
essi
pronunziare
il
giuro
?
E
se
la
voce
mancasse
?
E
se
fosse
ridicola
?
E
se
suscitasse
l
'
ilarità
nei
colleghi
?
Mio
Dio
,
quale
incertezza
!
Alcuni
,
più
arditi
,
già
invasi
dalla
febbre
dell
'
ambizione
,
meditano
un
piano
.
Si
faranno
notare
anche
nel
pronunziare
quel
semplice
giuro
.
Vibreranno
il
verbo
con
una
voce
sonora
,
ferma
,
chiarissima
,
facendo
un
gesto
risoluto
.
Altri
sognano
,
guardando
con
gli
occhi
imbambolati
la
rossa
tribuna
della
Regina
.
Essi
un
giorno
si
leveranno
dal
loro
banco
,
d
'
improvviso
,
e
in
un
istante
abbatteranno
il
ministero
,
con
un
discorso
,
con
un
solo
grande
discorso
che
poi
appassionerà
l
'
Italia
intiera
...
Altri
sono
commossi
;
si
sentono
su
la
bocca
dello
stomaco
un
tremolio
singolare
.
E
dalle
tribune
gli
spettatori
si
chinano
,
si
sporgono
,
tendono
il
collo
,
fiutando
la
grandezza
politica
,
simili
a
quegli
affamati
che
vanno
a
respirare
,
dagli
spiragli
delle
cucine
principesche
,
gli
odori
dei
tartufi
e
degli
arrosti
fini
.
Così
anche
i
dieci
minuti
passano
.
La
Regina
entra
fra
gli
applausi
,
ringrazia
con
quei
lenti
e
nobilissimi
inchini
che
sono
una
delle
sue
grazie
regali
.
Le
dame
di
Corte
le
fanno
intorno
corona
.
La
contessa
di
Santafiora
,
tutta
bianca
,
con
delle
piume
leggere
tra
i
capelli
,
emerge
su
le
altre
.
Dietro
una
colonna
s
'
affaccia
il
profilo
bellissimo
della
contessa
Taverna
.
I
gentiluomini
sono
pieni
di
ricami
d
'
oro
.
Gli
applausi
crescono
e
scoppia
un
lungo
grido
che
fa
tremare
i
vetri
del
lucernario
e
tutta
la
puerile
architettura
.
Viva
il
Re
!
Il
Re
d
'
Italia
è
entrato
in
Parlamento
.
StampaQuotidiana ,
Il
congresso
di
Livorno
è
finito
come
si
prevedeva
:
con
la
vittoria
della
tendenza
unitaria
,
la
quale
per
quanto
rappresentata
essa
stessa
da
una
frazione
del
Partito
,
affermava
tuttavia
la
possibilità
della
coesistenza
nel
Partito
di
tutte
le
tendenze
,
in
omaggio
alla
formula
:
«
libertà
nel
pensiero
,
disciplina
nell
'
azione
»
.
Il
congresso
quindi
si
è
chiuso
senza
espulsioni
o
scomuniche
di
nessuna
tendenza
,
ma
con
la
scomunica
e
l
'
espulsione
dello
stesso
Partito
dalla
Terza
Internazionale
.
Questo
fatto
ha
reso
più
che
impossibile
la
compatibilità
dei
riformisti
e
dei
comunisti
,
i
quali
escono
dal
vecchio
partito
nella
speranza
di
poter
formare
,
con
la
protezione
della
Terza
Internazionale
e
col
sussidio
dell
'
«
oro
russo
»
,
un
nuovo
Partito
.
Resta
così
dimostrato
che
anche
in
Italia
il
socialismo
non
ha
nessuna
volontà
di
fare
la
rivoluzione
«
comandata
»
da
Mosca
o
che
viceversa
ha
una
gran
voglia
di
riprendere
la
sua
vecchia
funzione
socialdemocratica
e
parlamentarista
,
che
non
ha
impedito
all
'
Italia
di
restare
monarchica
,
di
fare
la
guerra
e
di
vincerla
.
Tutto
ciò
non
può
non
giovare
al
credito
internazionale
dell
'
Italia
e
avere
un
'
utile
ripercussione
nello
svolgimento
immediato
delle
sue
relazioni
politiche
ed
economiche
.
Liquidata
la
leggenda
dell
'
Italia
all
'
avanguardia
della
Rivoluzione
in
Occidente
e
condannato
il
bolscevismo
,
il
socialismo
italiano
,
dobbiamo
convenirne
,
rende
un
segnalato
servizio
non
solo
agli
interessi
italiani
,
nell
'
ora
presente
,
ma
altresì
alla
causa
della
conservazione
del
regime
borghese
in
Europa
.
Le
decisioni
del
congresso
di
Livorno
dimostrano
che
la
rivoluzione
russa
non
ha
quella
potenza
di
espansione
,
che
le
si
attribuisce
,
e
che
la
mentalità
europea
sa
opporre
alle
concezioni
politiche
orientali
una
forza
di
resistenza
,
non
tanto
facilmente
superabile
,
se
anche
nella
nazione
di
storia
più
recente
,
il
Partito
socialista
a
caratteri
più
spiccatamente
antinazionali
trova
la
forza
di
sottrarsi
al
loro
fascino
.
Vediamo
ora
quale
è
la
vera
faccia
del
socialismo
italiano
e
quale
avvenire
gli
è
destinato
dopo
il
congresso
.
Apparentemente
al
congresso
è
trionfata
la
tendenza
unitaria
,
capitanata
dal
Serrati
,
la
quale
si
dichiarava
altrettanto
rivoluzionaria
e
comunista
nella
sostanza
quanto
quella
comunista
propriamente
detta
e
solo
pretendeva
di
differire
da
questa
nel
modo
di
considerare
i
suoi
rapporti
di
dipendenza
esterna
coi
poteri
della
Terza
Internazionale
e
i
suoi
rapporti
di
coesistenza
interna
con
la
tendenza
riformista
.
Ma
a
chi
ben
consideri
le
cose
,
apparirà
chiaro
che
la
vittoria
di
Serrati
è
soltanto
una
vittoria
tattica
,
mentre
la
vittoria
strategica
è
indubbiamente
rimasta
a
Turati
.
Lungi
dal
rimanere
prigioniera
della
tendenza
serratiana
,
la
tendenza
turatiana
sarà
quella
che
colorirà
l
'
atteggiamento
e
darà
il
tono
all
'
azione
futura
del
Partito
.
Si
ripeterà
cioè
per
la
tendenza
unitaria
il
fenomeno
,
che
già
si
è
verificato
in
altri
tempi
per
la
tendenza
integralista
,
anche
essa
vittoriosa
nei
congressi
.
Assolto
il
suo
compito
contingente
di
liquidare
la
tendenza
rivoluzionaria
,
l
'
integralismo
morgariano
scomparve
tacitamente
dalla
storia
e
la
vita
del
Partito
riprese
il
suo
ritmo
normale
,
obbedendo
al
suo
intimo
spirito
antinazionale
e
antirivoluzionario
.
Oggi
Serrati
adempie
allo
stesso
officio
di
correttore
più
che
di
rinnovatore
della
vita
del
Partito
,
come
già
Morgari
.
La
funzione
della
sua
tendenza
è
necessariamente
contingente
e
transitoria
.
Essa
rappresenta
una
transazione
necessariamente
destinata
a
rimanere
puramente
intenzionale
fra
le
forze
rivoluzionarie
o
sedicenti
rivoluzionarie
,
che
per
un
momento
hanno
preso
il
sopravento
,
in
grazia
di
quella
maledetta
mentalità
di
guerra
che
ha
contagiato
tutto
,
nel
Partito
,
e
lo
spirito
vero
,
lo
spirito
tradizionale
e
immanente
,
del
Partito
,
che
è
semplicemente
riformista
ed
antinazionale
.
La
rivoluzione
è
ancora
sempre
affermata
,
ma
come
semplice
millenarismo
rivoluzionario
,
non
già
esigenza
attuale
.
Il
Partito
,
che
viene
fuori
dal
Congresso
,
è
dunque
il
vecchio
Partito
,
purificato
dalla
mentalità
di
guerra
,
con
la
sua
vecchia
concezione
finalistica
rivoluzionaria
,
ma
con
la
sua
anima
antinazionale
e
le
sue
possibilità
socialdemocratiche
.
Quale
sarà
il
destino
di
questo
Partito
dell
'
antiguerra
nel
dopoguerra
?
La
fortuna
lo
assisterà
egualmente
nel
nuovo
periodo
storico
,
che
si
è
aperto
con
la
vittoria
,
ovvero
rappresenterà
un
anacronismo
?
La
mentalità
di
guerra
scomparirà
senza
dubbio
anche
nelle
file
dei
partiti
e
delle
forze
nazionali
,
ma
la
mentalità
della
vittoria
è
definitivamente
acquisita
al
temperamento
nazionale
e
ha
dato
luogo
al
sorgere
di
una
nuova
Italia
,
interamente
diversa
dalla
vecchia
Italia
,
contro
la
quale
l
'
antico
socialismo
,
che
ora
risorge
,
conseguì
tante
segnalate
vittorie
.
A
questa
nuova
Italia
,
più
che
alla
reazione
del
vecchio
socialismo
,
si
deve
la
sconfitta
del
socialismo
aggressivo
sorto
dalla
guerra
.
Di
questa
sconfitta
si
è
avvalso
il
vecchio
socialismo
che
oggi
sembra
vittorioso
.
Ma
rientrando
nella
storia
,
esso
non
ritroverà
più
la
vecchia
Italia
,
ma
un
'
Italia
nuova
abituata
a
vincere
.