StampaQuotidiana ,
Ieri
sera
dunque
avemmo
al
teatro
Costanzi
l
'
ultima
rappresentazione
del
Don
Giovanni
di
Mozart
.
Il
teatro
era
pienissimo
;
e
,
se
bene
«
popolare
»
,
era
onorato
dalla
presenza
di
molte
fra
le
più
magnifiche
dame
di
Roma
.
La
principessa
d
'
Antuni
riceveva
nel
suo
palco
molte
visite
:
il
meraviglioso
gilet
bianco
del
conte
d
'
Arco
risplendeva
come
un
plenilunio
d
'
agosto
,
oscurando
la
vivace
esiguità
del
conte
Barbiellini
.
Questa
principessa
venuta
a
noi
dalla
patria
di
Tenorio
(
dove
forse
abitava
un
palazzo
moresco
dalle
mura
di
filigrana
)
,
questa
Gracia
,
che
forse
immergeva
il
piccolo
piede
nell
'
acqua
del
Guadalquivir
,
ha
nel
suo
pallore
la
trasparenza
del
più
puro
elettro
e
certi
movimenti
di
cigno
nelle
pose
del
collo
e
certi
petits
airs
penchés
e
certe
maniere
d
'
appoggiarsi
e
di
tener
le
sue
belle
mani
bianche
,
che
fanno
pensare
ai
quadri
in
cui
Zurbaran
rappresentava
sotto
il
nome
di
una
santa
,
in
abito
sivigliano
,
una
dama
ornata
di
piume
e
di
oreficerie
doviziose
.
Ieri
sera
,
in
verità
,
«
il
cavaliere
crudele
e
bello
»
poteva
essere
contento
.
Tutta
la
Spagna
romana
era
venuta
ad
ascoltare
la
serenata
.
La
duchessa
Sforza
-
Cesarini
,
questa
Martirio
la
cui
nobile
bellezza
acquista
maggior
fascino
dall
'
abito
di
merletti
constellato
di
diamanti
,
stava
nel
palco
D
'
un
air
de
reine
qui
s
'
ennuie
Au
milieu
de
sa
tour
à
genoux
,
Superbe
et
distraite
...
Donna
Maria
Bruschi
,
tutta
vestita
di
rosso
,
d
'
un
rosso
di
fiamma
,
non
interrotto
da
alcun
altro
accenno
di
colore
(
oh
felice
audacia
!
)
,
alle
buffonerie
di
Leporello
rideva
di
quel
riso
aperto
e
abbagliante
che
affascinò
Teofilo
Gautier
mentre
passava
da
Vergara
.
Rammentate
?
«
No
vaya
usted
a
ver
eso
...
»
E
quelli
altri
versi
che
non
so
se
qualcuno
abbia
già
scritti
sul
ventaglio
di
Donna
Maria
?
Ses
paupières
de
jais
frangées
Filtrent
des
rayons
de
soleil
.
Entre
ses
lèvres
d
'
écarlate
Scintille
un
éclair
argenté
,
Et
sa
beauté
splendide
éclate
Comme
une
grenade
en
été
.
Gli
applausi
alla
musica
mozartiana
ieri
sera
furono
più
frequenti
e
più
spontanei
.
Pareva
che
il
pubblico
avesse
finalmente
incominciato
a
comprendere
e
a
gustare
le
molte
e
grandi
bellezze
che
l
'
opera
racchiude
.
Tutta
la
Sinfonia
,
mirabile
e
,
secondo
me
,
non
inferiore
per
nulla
a
quella
delle
Nozze
di
Figaro
,
fu
ascoltata
con
men
fredda
indifferenza
.
Qualcuno
anche
notò
il
terzetto
delle
maschere
nella
scena
diciottesima
,
che
è
d
'
una
straordinaria
potenza
drammatica
,
quantunque
malamente
eseguita
da
Donn
'
Anna
e
da
Donna
Elvira
.
Ma
pur
troppo
la
scena
del
ballo
nella
casa
di
Don
Giovanni
,
quella
scena
che
è
una
meraviglia
di
composizione
e
che
potrebbe
bastar
da
sola
alla
gloria
del
maestro
,
rimane
oscura
ai
più
,
e
non
ebbe
né
pure
un
accenno
di
applauso
da
quel
pubblico
che
s
'
è
acceso
di
tanto
entusiasmo
per
la
musica
mediocre
e
assai
spesso
volgare
della
Gioconda
.
La
serenata
«
Deh
,
vieni
alla
finestra
...
»
,
cantata
con
grazia
inimitabile
dal
signor
Cotogni
e
accompagnata
un
po
'
liberamente
dal
mandolino
,
fu
ripetuta
tre
volte
.
Il
resto
passò
quasi
inosservato
,
anche
perché
li
esecutori
non
facevano
che
cangiare
in
piombo
greve
ed
oscuro
il
nitido
e
purissimo
oro
mozartiano
.
Ma
la
freddezza
del
pubblico
di
nuovo
si
sciolse
alle
ultime
due
scene
funerali
,
che
sono
musicalmente
di
una
terribilità
direi
quasi
shakespeariana
,
con
tale
profonda
inspirazione
è
compresa
la
leggenda
del
commendatore
e
con
tale
alta
potenza
ed
insieme
con
tale
sapiente
sobrietà
di
mezzi
sinfonici
l
'
elemento
tragico
e
il
comico
sono
fusi
.
Ed
ecco
che
anche
questo
Don
Giovanni
è
passato
,
non
servendo
ad
altro
per
avventura
che
a
suscitare
pettegolezzi
di
palcoscenico
ed
ire
ingenerose
contro
un
celebrato
direttore
d
'
orchestra
ospite
di
Roma
.
Ed
ecco
che
anche
questo
«
grande
avvenimento
artistico
»
annunziato
con
tanto
clamore
e
con
tanta
impazienza
di
aspettazione
desiderata
,
si
risolve
in
un
insuccesso
.
Ohibò
!
Andiamo
a
San
Giovanni
a
goderci
gli
organini
.
Forse
ancora
vedremo
passare
tra
le
nuvole
,
al
lume
torbido
della
luna
,
il
nobile
sposo
di
donna
Elvira
,
travolto
lungi
dalle
streghe
orride
e
ululanti
,
nascosto
il
volto
dalla
bautta
dell
'
abate
Da
Ponte
(
in
nomine
Patris
et
Filii
et
Spiritus
Sancti
,
amen
!
)
.
StampaQuotidiana ,
Elemento
profondamente
caratteristico
della
nuova
situazione
parlamentare
,
che
rispecchia
tutto
un
nuovo
orientamento
dello
spirito
pubblico
italiano
,
è
la
costituzione
di
un
gruppo
nazionalista
nella
Camera
della
XXVI
legislatura
.
Sia
lecito
a
questo
giornale
manifestare
la
propria
compiacenza
per
un
tale
risultato
,
a
cui
esso
sa
di
avere
,
in
parte
almeno
,
contribuito
con
una
ostinata
propaganda
più
che
decenne
.
Il
nostro
movimento
politico
ebbe
fin
dal
suo
sorgere
una
piccola
pattuglia
di
punta
a
Montecitorio
.
Era
composta
di
due
o
tre
militanti
irregolari
,
giunti
in
Parlamento
con
diversa
qualifica
,
raccoltisi
sotto
la
nostra
eterodossa
bandiera
quale
per
vocazione
temeraria
,
quale
per
gusto
sportivo
:
degno
fra
tutti
di
memoria
,
di
gratitudine
e
di
ammirazione
per
l
'
ardimento
,
per
la
serietà
,
per
la
fede
,
per
il
valore
,
Piero
Foscari
,
che
primo
nella
Camera
italiana
imbevuta
di
quietismo
socialdemocratico
,
osò
parlare
di
nazionalismo
e
indicare
all
'
Italia
nel
mare
e
oltre
il
mare
le
mète
del
suo
volere
e
del
suo
avvenire
.
Qualche
fortunata
se
pure
sporadica
affermazione
elettorale
permise
ai
nazionalisti
di
conquistare
,
per
la
XXIV
legislatura
,
una
rappresentanza
parlamentare
alquanto
più
salda
,
che
,
sfidando
serenamente
le
impopolarità
paventate
dalle
maggioranze
,
seppe
presagire
la
guerra
,
dichiararne
la
necessità
e
concorrere
con
le
altre
forze
lealmente
nazionali
della
Camera
a
difendere
la
guerra
stessa
durante
il
suo
svolgimento
,
rivendicarne
i
fini
nazionali
,
custodirne
i
frutti
vittoriosi
.
La
dittatura
sediziosa
dell
'
on
.
Nitti
ottenne
di
ridurre
nuovamente
ad
appena
tre
,
con
le
nefaste
elezioni
generali
del
1919
,
il
numero
dei
deputati
nazionalisti
;
ma
per
pochi
che
fossero
gli
onorevoli
D
'
Ayala
,
Federzoni
e
Siciliani
bastarono
a
mettere
in
mora
il
baldanzoso
autocrate
disfattista
e
sopra
tutto
a
denunziare
i
disastrosi
effetti
della
sua
politica
di
sistematica
demolizione
della
vittoria
.
Si
può
ben
dire
che
il
tradimento
adriatico
,
del
quale
oggi
ha
acquistato
piena
e
dolorosa
consapevolezza
la
più
gran
parte
dell
'
opinione
pubblica
,
fu
rivelato
a
questa
dalla
tempestiva
,
pertinace
e
quasi
disperata
protesta
dei
deputati
nazionalisti
,
che
ebbero
poi
l
'
onore
di
guidare
al
non
inutile
cimento
il
manipolo
degli
oppositori
del
Trattato
di
Rapallo
.
Antesignani
efficaci
e
sicuri
di
tutto
quanto
oggi
il
fascismo
ha
di
sanamente
e
fortemente
italiano
,
in
tempi
nei
quali
gli
uomini
del
fascismo
non
potevano
essere
ancora
politicamente
nati
o
servivano
con
non
minore
entusiasmo
altre
idealità
,
i
pochi
deputati
nazionalisti
,
isolati
,
abbandonati
da
tutte
le
vigliaccherie
dei
partiti
medi
alla
tracotanza
rissosa
della
trionfante
Estrema
socialista
,
solo
nel
periodo
più
recente
sostenuti
un
poco
dagli
ultimi
superstiti
della
vecchia
gloriosa
Destra
liberale
,
fecero
onoratamente
per
due
legislature
il
loro
dovere
.
Propugnarono
senza
timore
alla
Camera
,
la
liberazione
della
Nazione
dalla
tirannide
demagogica
dei
rossi
,
allorché
costoro
erano
onnipotenti
.
Vi
propugnarono
una
politica
di
giusta
espansione
nazionale
,
quando
la
codardia
era
,
nel
Governo
e
nel
Parlamento
,
vantato
sinonimo
di
saggezza
e
di
prudenza
.
Vi
propugnarono
il
rinnovamento
della
vita
pubblica
italiana
,
fuori
delle
torpide
clientele
oligarchiche
dei
partiti
e
degli
uomini
,
che
avevano
attossicato
il
popolo
e
disgregato
lo
Stato
.
Adesso
sono
ritornati
a
Montecitorio
cresciuti
,
ancor
più
che
di
numero
,
di
autorità
e
di
importanza
.
Stavolta
essi
sono
,
anzitutto
,
non
più
esponenti
di
situazioni
particolari
o
locali
,
personalmente
aderenti
,
dentro
la
Camera
,
a
un
dato
indirizzo
programmatico
;
bensì
rappresentanti
diretti
di
una
parte
politica
che
ha
ormai
una
sua
forza
,
sia
pure
ancora
iniziale
,
nel
Paese
,
e
che
con
questa
ha
tenuto
gagliardamente
un
vasto
tratto
del
fronte
comune
nell
'
ultima
battaglia
impegnata
dai
partiti
nazionali
contro
i
nemici
interni
.
Di
più
,
se
la
schiera
è
tuttora
esigua
,
essa
compone
in
realtà
una
élite
omogenea
e
armoniosa
,
in
cui
a
parlamentari
già
anziani
e
sperimentati
ma
sempre
ardenti
di
giovanile
,
spregiudicata
combattività
,
sono
venuti
ad
aggiungersi
uomini
di
eccezionali
attitudini
,
ognuno
dei
quali
può
dare
in
Parlamento
un
prezioso
contributo
alla
causa
e
alla
propaganda
dell
'
idea
nazionalista
:
e
già
lo
si
vide
dalla
tempestosa
discussione
della
prima
tornata
parlamentare
,
a
cui
tre
oratori
nazionalisti
parteciparono
,
fiancheggiando
cordialmente
e
vigorosamente
l
'
azione
dei
colleghi
fascisti
.
D
'
altra
parte
il
modo
stesso
come
si
è
pervenuti
alla
costituzione
del
gruppo
,
senza
accattare
inscrizioni
di
qua
e
di
là
pur
di
ingrossare
le
file
,
ma
curando
solo
l
'
identità
delle
convinzioni
e
dei
propositi
,
è
stato
in
un
momento
in
cui
altri
aggruppamenti
parlamentari
danno
così
grottesco
spettacolo
di
opportunistiche
fusioni
e
confusioni
un
esempio
unico
più
che
raro
di
sincerità
politica
;
qual
è
stata
anche
la
prontezza
coraggiosa
con
che
un
Paolucci
,
un
Gray
,
un
Siciliani
,
alieni
da
ogni
vieto
calcolo
di
convenienza
egoistica
,
hanno
risoluto
delicate
posizioni
elettorali
che
troppi
altri
avrebbero
desiderato
perpetuare
in
un
fruttuoso
equivoco
.
Necessariamente
autonomo
per
la
dottrina
originale
e
profonda
a
cui
si
inspira
e
per
la
ferrea
disciplina
ond
'
è
vincolato
,
cosciente
delle
proprie
possibilità
ma
legittimamente
orgoglioso
della
propria
missione
,
il
gruppo
parlamentare
nazionalista
non
pensa
ad
assorbire
alcuno
né
teme
di
essere
comechessia
assorbito
o
rimorchiato
da
altri
.
Esso
intende
tuttavia
offrire
,
e
offrirà
certo
,
nella
situazione
presente
,
la
misura
massima
della
sua
capacità
di
azione
positiva
col
cooperare
a
un
grande
compito
politico
e
storico
:
la
risurrezione
di
una
Destra
nazionale
nella
Camera
italiana
.
L
'
appello
schietto
dei
deputati
fascisti
trova
una
rispondenza
viva
e
spontanea
,
oltre
che
nella
volontà
dei
nazionalisti
,
nella
condizione
obiettiva
delle
cose
,
che
,
a
malgrado
di
ogni
proclamato
o
sottinteso
dissenso
,
accomuna
fatalmente
oggi
e
accomunerà
domani
quelli
che
fino
a
ieri
combatterono
insieme
per
la
stessa
fede
.
E
coi
liberali
dell
'
antica
Destra
i
nazionalisti
hanno
legami
di
indimenticabili
mutue
solidarietà
che
,
anche
volendo
,
non
si
potrebbero
infrangere
.
L
'
alleanza
di
queste
energie
sane
sorge
dunque
naturalmente
,
per
contrapporre
con
virile
concordia
ai
verbalismi
equivoci
e
presuntuosi
della
molteplice
socialdemocrazia
,
paraninfa
compiacente
fra
Turati
e
Cocco
Ortu
,
le
ragioni
nude
e
perenni
della
realtà
nazionale
.
Sarà
una
lotta
aspra
,
lunga
,
incessante
,
difficilissima
.
Ma
averla
provocata
,
dopo
tanti
anni
da
che
gli
avversari
si
erano
assuefatti
a
trionfare
senza
combattere
,
è
già
aver
dimostrato
di
saperla
vincere
.
E
la
Destra
nazionale
la
vincerà
.
StampaQuotidiana ,
Un
telegramma
da
Bayreuth
annunzia
seccamente
che
l
'
abate
Liszt
è
morto
iersera
alle
ore
11,15
.
La
notizia
qui
in
Roma
sarà
appresa
da
molti
con
dolore
,
poiché
il
grande
pianista
ungherese
aveva
qui
molti
ammiratori
e
discepoli
e
una
specie
di
piccola
corte
muliebre
che
lo
seguiva
cerimoniosamente
tutte
le
volte
ch
'
ei
si
mostrava
al
pubblico
stupefatto
.
E
si
mostrava
per
lo
più
nei
concerti
primaverili
della
sala
Palestrina
e
della
sala
Costanzi
,
in
ispecie
quando
suonava
una
di
quelle
cento
pallide
fanciulle
che
rispondono
a
un
nome
romantico
e
sonoro
ed
hanno
la
fronte
luminosa
poiché
le
ha
baciate
in
sogno
Federico
Chopin
.
Il
vecchio
sedeva
sempre
in
prima
fila
,
tra
due
signore
elette
;
ascoltava
con
molta
benevolenza
,
e
sorrideva
assai
dolcemente
da
quella
sua
bocca
lunga
e
sottile
.
Teneva
il
capo
un
po
'
inclinato
da
una
parte
;
e
la
sua
portentosa
capellatura
,
che
pareva
tutta
d
'
argento
massiccio
,
scintillava
da
lontano
e
dava
alle
adoratrici
riguardanti
una
specie
di
estasi
religiosa
,
simile
a
quella
che
dà
ai
devoti
nelle
chiese
cattoliche
il
fulgore
dell
'
ostensorio
tra
le
nuvole
dell
'
incenso
.
In
questi
ultimi
tempi
la
figura
di
Franz
Liszt
aveva
acquistata
una
solennità
leggendaria
;
era
come
una
reliquia
preziosa
.
Nelle
sue
attitudini
il
maestro
teneva
una
immobilità
scultoria
.
Io
l
'
ho
visto
una
volta
conservare
la
stessa
posa
,
durante
circa
mezz
'
ora
;
e
mi
parve
quasi
ch
'
egli
non
fosse
più
un
uomo
vivente
ma
un
idolo
,
un
idolo
materiato
di
metallo
e
di
cera
.
Alla
fine
dei
concerti
,
egli
usciva
a
braccio
d
'
una
signora
,
tra
due
ale
di
gente
riverente
.
Il
corteo
consueto
gli
veniva
dietro
;
e
nel
corteo
c
'
era
Giovanni
Sgambati
con
la
sua
faccia
plenilunare
indiata
dalla
raggiera
de
'
capelli
,
e
c
'
era
la
signora
Helbig
dal
sorriso
così
giovenilmente
fresco
che
le
rischiarava
tutta
la
gran
persona
,
e
c
'
erano
i
giovini
maestri
,
Gullì
,
Consolo
,
Rosati
,
e
c
'
era
una
schiera
misteriosa
di
lisztiani
che
andavano
innanzi
trasognati
,
con
dei
visi
sacerdotali
raggianti
ispirazione
tra
l
'
ombra
spiovente
delle
chiome
.
Chi
non
ricorda
quella
scena
che
era
sempre
la
medesima
?
Ora
Franz
Liszt
è
morto
,
e
la
notizia
ci
empie
di
meraviglia
.
Pareva
che
l
'
autore
delle
Consolations
dovesse
rimaner
tale
qual
era
,
eternamente
,
quasi
pietrificato
in
quella
sua
vecchiezza
gloriosa
,
all
'
ombra
della
sua
magica
capelliera
.
Noi
non
lo
vedremo
più
qui
a
Roma
;
e
i
giovini
pianisti
non
saranno
più
consacrati
dal
suo
sorriso
.
L
'
ultima
volta
che
lo
vedemmo
fu
qualche
mese
fa
alla
cerimonia
di
fondazione
della
sala
per
concerti
nell
'
Accademia
di
Santa
Cecilia
.
Egli
,
grave
e
solenne
come
un
apostolo
,
scrisse
il
suo
nome
sul
libro
che
gli
presentarono
.
Le
acclamazioni
facevano
tremare
l
'
edifizio
.
La
gran
chioma
d
'
argento
radiava
come
non
mai
.
Quando
sorrise
,
un
baleno
di
giovinezza
gli
passò
nelli
occhi
che
aveva
dolci
e
profondi
,
e
la
sua
faccia
si
animò
come
la
faccia
d
'
una
statua
marmorea
su
cui
fosse
caduto
d
'
improvviso
un
chiarore
.
Quella
forse
fu
l
'
ultima
sua
gioia
;
e
gliela
diede
Roma
.
StampaQuotidiana ,
Mentre
il
Governo
abolisce
il
monopolio
del
caffè
e
i
commenti
degli
economisti
«
del
senno
di
poi
»
vengono
a
dire
quello
che
noi
da
un
pezzo
sapevamo
,
e
cioè
che
questo
monopolio
non
solo
non
ha
reso
nulla
allo
Stato
,
ma
si
è
risolto
effettivamente
nella
perdita
di
qualche
milione
,
l
'
on
.
Nitti
cui
spetta
la
gloria
di
questi
nefasti
monopolistici
,
lotta
nella
nativa
Lucania
a
riconquistarsi
il
pericolante
favore
degli
elettori
con
tutti
i
lenocinii
della
sua
consumata
arte
politica
.
Che
un
ex
Presidente
del
Consiglio
,
meridionale
per
giunta
,
debba
,
a
nemmeno
un
anno
di
distanza
dall
'
abbandono
del
potere
,
temere
la
sorte
dell
'
urna
se
non
precisamente
per
sé
,
certo
per
i
propri
compagni
di
lista
,
è
fenomeno
nuovissimo
nelle
cronache
politiche
italiane
ed
è
,
soprattutto
,
gravemente
dimostrativo
nei
confronti
dell
'
on
.
Nitti
.
A
spiegarlo
,
non
basta
l
'
accanimento
degli
avversari
politici
,
anche
se
questi
avversari
politici
abbiano
la
forza
e
l
'
abilità
dell
'
on
.
Giolitti
.
Se
la
Basilicata
che
era
il
feudo
politico
di
Francesco
Nitti
minaccia
di
abbandonarlo
,
oggi
,
vuol
dire
che
tutto
il
sistema
politico
che
nel
nittismo
si
riassumeva
,
è
condannato
inesorabilmente
;
vuol
dire
che
la
caratteristica
che
le
imminenti
elezioni
vanno
assumendo
,
è
precisamente
questa
:
«
contro
il
nittismo
»
.
Così
considerato
,
l
'
episodio
dell
'
accanimento
che
i
nittiani
portano
nella
lotta
elettorale
della
Basilicata
,
diventa
l
'
esponente
della
situazione
elettorale
del
Paese
.
Gli
stessi
blocchi
nazionali
,
che
cosa
sono
mai
se
non
la
difesa
della
Nazione
fatta
dalla
Nazione
stessa
contro
i
pericoli
mortali
formati
attraverso
e
grazie
alla
politica
nittiana
?
Basti
osservare
il
nucleo
centrale
che
dovunque
li
informa
per
convincersene
.
Questo
nucleo
è
,
dovunque
,
costituito
dai
nazionalisti
e
dai
Fasci
.
Ora
,
che
cosa
sono
i
Nazional
-
Fascisti
se
non
la
reazione
spontanea
formatasi
nell
'
elemento
più
giovane
,
più
ardito
,
più
saldo
del
Paese
contro
quegli
eccessi
del
socialismo
degenerato
in
bolscevismo
che
avevano
trovato
in
Francesco
Saverio
Nitti
l
'
avallante
e
il
legittimatore
?
È
storia
di
ieri
.
Chi
aveva
permesso
si
formasse
in
Italia
l
'
ambiente
donde
scaturì
l
'
ultima
Camera
dei
Misiano
,
dei
Riba
,
degli
Abbo
,
dei
Giulietti
,
se
non
colui
che
aveva
insultato
alla
guerra
e
ai
suoi
Martiri
amnistiando
i
disertori
,
che
aveva
svalorizzato
la
vittoria
prostituendo
l
'
Italia
con
tutte
le
rinunzie
supinamente
accettate
;
lamentando
,
dal
banco
del
Governo
,
in
faccia
al
mondo
intero
,
la
miseria
e
la
fame
del
Paese
di
contro
ai
pochi
coraggiosi
che
osavano
prospettare
ed
esaltare
i
diritti
del
sacrificio
gloriosamente
sostenuto
?
Wilson
diceva
:
«
Fiume
,
no
!
»
e
Nitti
,
senza
nemmeno
curarsi
di
vedere
se
dietro
questo
«
no
»
ci
fosse
davvero
il
veto
degli
Americani
o
non
soltanto
quello
della
banca
ebraica
internazionale
,
rispondeva
:
«
Sta
bene
,
no
»
.
Inghilterra
e
Francia
,
alle
nostre
legittime
richieste
perché
ci
fosse
assegnata
,
nella
ripartizione
delle
fonti
di
approvvigionamento
di
materie
prime
e
di
combustibile
la
parte
che
ci
spettava
,
rispondevano
:
Dei
bacini
metalliferi
,
minerari
,
carboniferi
?
che
bisogno
ne
avete
?
Pensiamo
noi
a
darvi
il
carbone
e
a
darvi
i
minerali
.
Anzi
ve
li
portiamo
in
casa
con
le
nostre
stesse
navi
:
che
volete
di
più
?
E
Nitti
,
supino
a
ringraziare
:
Ma
benissimo
;
oh
quanto
siete
generosi
!
Qualcuno
tentava
bene
di
protestare
,
in
Parlamento
e
nel
Paese
,
ma
Nitti
aveva
trovato
la
formula
per
far
stare
tutti
zitti
:
Per
carità
!
mi
volete
rovinare
?
Non
sapete
che
l
'
America
non
ci
dà
più
né
un
soldo
né
un
chicco
di
grano
se
non
stiamo
zitti
e
buoni
?
Non
sapete
che
abbiamo
la
fame
alle
porte
?
la
fame
e
la
rivoluzione
?
La
rivoluzione
minacciava
davvero
.
Ma
creata
,
o
almeno
,
permessa
da
lui
.
Fu
sotto
di
lui
,
lui
consenziente
,
che
la
masnada
bolscevica
trovò
le
sue
più
spavalde
audacie
:
esponente
di
tutti
gli
insulti
quotidiani
al
tricolore
,
la
quotidiana
aggressione
ai
militari
di
qualunque
grado
e
di
qualunque
arma
.
Fu
sotto
di
lui
,
lui
consenziente
,
che
Enrico
Malatesta
rientrò
in
Italia
e
poté
organizzare
,
fra
uno
sventolio
di
bandiere
rosse
,
quel
giro
trionfale
di
propaganda
comunista
che
trovò
poi
la
sua
eco
quotidiana
e
stabile
nella
Umanità
Nuova
e
,
più
tardi
,
il
suo
apogeo
nelle
bombe
del
Diana
.
Sotto
di
lui
,
infine
,
che
gridare
:
Viva
l
'
esercito
!
Viva
l
'
Italia
!
fu
considerato
sedizione
e
l
'
esporre
il
tricolore
,
provocazione
delittuosa
.
Né
meno
grave
di
questa
,
politica
e
diretta
,
è
la
responsabilità
di
Francesco
Nitti
nello
svolgimento
della
vita
economica
del
Paese
durante
il
suo
avvento
al
potere
.
Nessuno
dei
problemi
che
erano
imposti
,
e
urgentemente
,
dalla
necessità
del
riassetto
e
della
ricostruzione
,
venne
da
lui
risolto
.
Viceversa
,
si
affermò
attraverso
due
capisaldi
economici
ugualmente
disastrosi
:
i
monopoli
e
gli
aggravi
fiscali
.
Coi
primi
rovinava
il
commercio
del
Paese
;
con
l
'
altro
rovinava
le
industrie
colpendole
nel
momento
in
cui
esse
dovevano
superare
la
doppia
crisi
del
passaggio
dalla
guerra
alla
pace
e
della
intensificazione
della
produzione
imposta
,
quest
'
ultima
,
e
dalla
necessità
di
ridurre
al
minimo
le
importazioni
dall
'
estero
e
da
quella
di
assicurare
lavoro
alla
larga
disponibilità
di
mano
d
'
opera
che
la
cessazione
della
guerra
gettava
sul
mercato
.
Fu
in
questo
momento
che
il
Nitti
mentre
da
una
parte
liquidava
la
situazione
delle
industrie
,
nei
rapporti
con
il
Governo
,
con
uomini
che
erano
gli
esponenti
dei
criterii
e
dei
postulati
dell
'
alta
banca
internazionale
escogitava
dall
'
altra
il
decreto
sulla
nominatività
dei
titoli
che
veniva
a
distogliere
il
capitale
privato
dall
'
impiego
in
titoli
industriali
.
Fu
in
questo
momento
che
egli
cedette
al
Giulietti
,
a
prezzo
vilissimo
,
i
vapori
per
la
costituzione
di
quella
«
Cooperativa
Garibaldi
»
,
che
doveva
essere
non
soltanto
un
termine
di
concorrenza
sleale
contro
i
piccoli
armatori
che
costituiscono
per
tradizione
la
forza
intima
della
Marina
mercantile
italiana
,
ma
ancora
e
purtroppo
,
il
seme
del
bolscevismo
trasportato
in
seno
della
Federazione
Marinara
ed
esaltato
,
attraverso
la
bandiera
rossa
comunista
issata
sull
'
albero
maestro
dei
vapori
della
Cooperativa
.
Prosperava
l
'
impresa
Giulietti
sotto
le
ali
protettrici
del
Nitti
,
ma
intanto
rimanevano
invece
inascoltate
le
richieste
,
i
memoriali
,
le
esposizioni
degli
armatori
,
dei
costruttori
navali
,
degli
uomini
politici
che
prospettavano
al
Governo
l
'
urgenza
di
provvedimenti
realmente
efficaci
a
favore
della
marina
mercantile
,
l
'
urgenza
,
soprattutto
,
di
dotare
l
'
Italia
di
un
tonnellaggio
adeguato
ai
nuovi
bisogni
della
sua
nuova
vita
.
A
tutte
queste
proposte
e
richieste
,
Nitti
rispondeva
portando
Villa
e
De
Vito
al
Ministero
dei
Trasporti
e
avallando
i
disastrosi
decreti
del
primo
e
la
statizzazione
dei
giacimenti
ligniferi
fatta
dal
secondo
.
Che
un
uomo
della
competenza
dell
'
onorevole
Nitti
in
materia
di
economia
statale
passasse
così
di
errore
in
errore
in
buona
fede
,
è
inammissibile
.
Nessuno
potrà
mai
credere
che
egli
non
vedesse
quale
disastro
rappresentassero
per
il
Paese
la
sua
negativa
politica
commerciale
;
la
sua
coercitiva
e
paralizzante
politica
industriale
;
la
sua
disastrosa
politica
dei
trasporti
;
la
sua
catastrofica
politica
degli
approvvigionamenti
;
la
sua
avida
politica
fiscale
;
la
sua
criminosa
politica
demagogica
;
infine
,
la
sua
concezione
meramente
opportunistica
del
potere
per
cui
ogni
fattore
della
vita
nazionale
diventava
per
lui
soltanto
strumento
di
dominio
e
non
elemento
da
adoperare
in
armonia
con
gli
altri
per
il
bene
comune
.
E
allora
?
E
allora
dobbiamo
concludere
che
nel
concetto
dell
'
on
.
Nitti
,
governare
non
significava
più
mettere
le
proprie
forze
al
servizio
del
Paese
,
sibbene
,
asservire
il
Paese
alla
propria
ambizione
e
le
risorse
del
Paese
al
proprio
particolare
interesse
politico
.
Questo
il
suo
concetto
;
questa
la
sua
opera
;
questo
il
suo
delitto
.
Delitto
;
ché
,
per
giungere
al
proprio
fine
e
per
mantenere
il
potere
ad
ogni
costo
,
egli
non
esitò
a
servirsi
di
ogni
mezzo
,
anche
di
quelli
che
,
come
il
bolscevismo
accarezzato
dal
suo
bisogno
di
crearsi
un
appoggio
anche
nella
demagogia
diventavano
pericolo
mortale
per
il
Paese
.
Fosse
venuta
davvero
la
rivoluzione
,
egli
avrebbe
sfruttata
anche
questa
.
Ché
,
per
la
sua
amoralità
politica
,
ogni
carta
era
buona
in
quel
giuoco
che
per
sventura
nostra
si
chiamava
Italia
.
Tutto
stava
nel
gettarla
in
tempo
sul
tappeto
.
Questo
,
l
'
uomo
che
per
troppo
tempo
ha
arrischiato
nel
calcolo
delle
probabilità
del
profitto
suo
personale
la
vita
del
Paese
;
l
'
uomo
che
pensa
di
poter
riprendere
il
giuoco
;
l
'
uomo
che
,
per
rifarsi
il
prestigio
perduto
anche
in
quella
non
difficile
terra
che
è
la
sua
,
va
promettendo
agli
elettori
della
Lucania
che
nel
novembre
prossimo
egli
riavrà
sicuramente
il
potere
.
Uva
acerba
,
anche
per
la
vecchia
volpe
di
Muro
Lucano
.
E
speriamo
che
il
blocco
nazionale
delle
elezioni
le
impedisca
per
sempre
di
maturare
.
Nel
fascio
degli
antichi
littori
,
c
'
era
anche
la
scure
!
StampaQuotidiana ,
Oramai
per
le
nostre
signore
il
lusso
della
biancheria
è
diventato
addirittura
rovinoso
.
Le
più
squisite
eleganze
e
le
raffinatezze
più
procaci
son
profuse
in
quei
leggeri
vestiti
di
batista
e
di
finissimo
lino
,
che
nella
lor
trasparenza
prendono
il
profumo
e
il
dolce
color
roseo
della
cute
feminile
.
La
semplicità
d
'
un
tempo
è
scomparsa
.
Anche
nei
corredi
delle
fanciulle
più
timorate
di
Dio
,
uscenti
da
famiglie
austere
e
severe
,
si
vedono
tali
novità
che
avrebbero
certamente
dato
un
fremito
di
orrore
alle
nostre
nonne
.
E
i
cronisti
mondani
osano
,
con
una
impudenza
inaudita
,
perfino
descrivere
ad
ogni
occasione
di
matrimonio
le
forme
e
i
colori
e
le
minime
particolarità
dei
più
segreti
indumenti
della
giovine
sposa
;
sicché
noi
sappiamo
che
la
principessa
Blanzifiore
ama
portar
le
camicie
ornate
d
'
entre
-
deux
di
merletti
e
d
'
un
nodo
di
nastro
sul
fianco
sinistro
,
che
la
marchesa
Ginevra
usa
portare
certi
singolari
pantaloni
ermetici
,
chiusi
da
tutte
le
parti
con
metodi
ingegnosissimi
,
e
infine
che
la
contessa
Bersenda
preferisce
su
la
nuda
carne
piuttosto
la
carezza
della
seta
che
quella
della
tela
.
Noi
su
tutto
ciò
abbiamo
già
dato
il
nostro
umile
parere
;
ed
abbiamo
anzi
alcun
tempo
fa
,
in
nome
della
nitida
semplicità
,
formulate
in
un
catalogo
le
norme
che
devono
presiedere
alla
vestizione
intima
ed
ascosa
d
'
una
vera
signora
.
Ma
,
poiché
la
corrente
ci
travolge
,
seguiamo
la
corrente
;
e
diamo
alle
lettrici
la
descrizione
breve
d
'
una
serie
di
nuove
camicie
che
un
elegantissimo
giornale
di
mode
offre
per
saggio
.
Naturalmente
il
primo
posto
è
tenuto
senza
contrasto
,
dalla
camicia
semplice
,
tutta
di
batista
immacolata
,
con
il
petto
e
l
'
orlo
delle
maniche
ornati
di
cinque
piccole
crespe
di
finissimo
lino
.
Questa
camicia
non
fa
nessun
effetto
all
'
occhio
volgare
;
ma
(
udite
,
o
dame
dispendiose
!
)
soltanto
l
'
imbiancatura
costa
sette
lire
.
Vedete
dunque
che
per
poterla
portare
,
il
faut
être
à
son
aise
.
Per
abbottonarla
è
di
buon
gusto
adoperare
tre
perle
buone
che
vadano
diminuendo
in
grossezza
affinché
nel
busto
non
sieno
fastidiose
.
La
camicia
a
spirale
è
anche
di
batista
,
con
un
pizzo
di
Valenza
che
si
parte
di
su
la
spalla
e
gira
gira
gira
fino
all
'
estrema
punta
della
camicia
.
Quando
una
signora
ordina
camicie
a
spirale
,
basta
ch
'
ella
indichi
alla
cucitrice
con
maggiore
o
minore
esattezza
le
sue
rotondità
e
le
sue
mancanze
,
allora
tutta
l
'
opera
della
cucitrice
si
riduce
a
stringere
o
a
allargare
la
spirale
in
modo
da
renderla
elegante
.
La
camicia
medioevale
è
in
pura
tela
d
'
Olanda
,
con
uno
sgonfio
di
merletto
su
l
'
uno
e
l
'
altro
lato
del
seno
e
con
un
ornamento
del
merletto
medesimo
all
'
orlo
inferiore
.
Tra
i
due
sgonfi
,
destinati
a
imprigionare
e
a
reggere
nella
lor
delicatissima
rete
le
«
due
beltà
gemelle
»
,
è
una
piccola
tasca
,
anche
del
merletto
medesimo
,
che
serve
a
contenere
il
rosario
.
La
camicia
preziosa
è
formata
di
un
entre
-
deux
di
merletto
che
stringe
i
fianchi
con
una
cintura
.
Da
questo
entre
-
deux
si
partono
due
gale
,
di
cui
l
'
una
sale
,
accoglie
il
seno
ed
ha
un
'
apertura
per
le
braccia
;
e
l
'
altra
scende
fino
alla
caviglia
formando
così
il
termine
della
camicia
.
La
perfezione
sua
consiste
in
questo
:
che
l
'
entre
-
deux
della
cintura
è
la
riduzione
minuscola
dell
'
ampia
gala
inferiore
,
mentre
la
gala
superiore
n
'
è
la
riduzione
media
.
Il
solo
ornamento
possibile
è
un
lungo
nodo
di
nastro
sul
lato
sinistro
della
camicia
.
La
camicia
di
crespone
carnicino
ha
questo
di
buono
:
che
non
è
possibile
gualcirla
perché
il
tessuto
di
cui
si
compone
pare
sempre
gualcito
.
Un
semplice
entre
-
deux
di
merletto
di
Fiandra
adorna
le
maniche
e
il
giro
delle
spalle
e
del
petto
.
Certe
signore
,
per
renderla
più
provocante
,
mettono
sul
seno
due
sgonfi
dello
stesso
merletto
;
oppure
serrano
la
manica
per
mezzo
d
'
un
nastro
di
velluto
azzurro
e
d
'
un
piccolo
fermaglio
di
diamanti
.
La
camicia
a
foggia
di
busto
è
composta
di
merletto
e
di
batista
che
si
alternano
a
zone
,
giù
giù
diminuendo
fino
alla
vita
e
terminando
con
un
nastro
,
passato
a
traverso
un
entre
-
deux
che
si
annoda
in
su
'
l
mezzo
.
Il
basso
è
formato
da
una
gala
di
pizzo
di
Valenza
che
copre
certe
zone
di
batista
a
mille
pieghe
.
La
camicia
a
foggia
di
scacchiere
si
compone
tutta
di
piccoli
quadri
ricamati
e
di
piccoli
quadri
di
merletto
,
d
'
egual
grandezza
.
Su
questa
specie
di
tessuto
si
potrebbe
quasi
fare
il
giuoco
della
dama
e
degli
scacchi
.
La
camicia
deve
terminare
con
una
fila
di
pezzi
da
scacchiere
,
fatti
ad
uncinetto
:
cioè
col
matto
,
col
re
,
con
la
regina
,
col
cavallo
.
La
camicia
araldica
è
semplicissima
,
tutta
di
batista
,
con
lo
stemma
gentilizio
ricamato
sul
cuore
e
con
il
motto
ricamato
intorno
intorno
al
petto
o
su
una
giarrettiera
.
Per
renderla
più
ricca
,
certe
dame
fanno
ricamare
all
'
estremità
,
sul
lato
destro
,
le
principali
figure
d
'
animali
che
contiene
lo
stemma
avito
.
Ma
nulla
in
verità
è
più
grazioso
della
camicia
di
merletto
nero
e
di
merletto
bianco
.
La
quale
appunto
si
compone
di
due
merletti
,
uno
bianco
e
l
'
altro
nero
,
alternati
.
In
generale
si
adoperano
merletti
di
Valenza
e
di
Chantilly
.
Per
le
signore
grasse
convien
disporre
gli
entre
-
deux
in
lunghezza
,
e
per
le
magre
convien
disporli
in
larghezza
.
La
camicia
all
'
ultima
moda
ha
tutta
la
parte
superiore
di
merletto
,
fatta
su
misura
;
sul
cuore
,
il
crest
ricamato
;
e
in
basso
un
merletto
increspato
ed
ornato
di
nastri
d
'
un
colore
simile
a
quello
del
busto
.
La
camicia
di
Valpurga
è
tagliata
in
una
specie
di
mussolina
indiana
a
righe
,
e
per
ornamento
non
ha
che
una
sciarpa
annodata
un
po
'
più
su
delle
reni
.
Con
tal
genere
di
camicie
sono
indispensabili
le
armille
alle
braccia
e
alle
caviglie
.
La
camicia
corretta
ha
la
scollatura
intieramente
rotonda
,
di
batista
,
con
un
semplice
pizzo
di
Valenza
,
liscio
e
tenuto
da
un
nastro
.
Due
gruppi
di
pieghine
in
sul
davanti
offrono
un
modesto
asilo
ai
casti
gigli
del
seno
.
La
camicia
alla
moda
del
Direttorio
ha
il
davanti
di
pizzo
di
Valenza
,
che
,
disposto
in
forma
di
scialle
fino
alla
cintura
,
finisce
diminuendo
su
la
spalla
,
ripreso
da
un
nastro
annodato
alla
greca
.
La
parte
di
dietro
è
rotonda
;
e
intorno
alla
vita
gira
un
entre
-
deux
di
merletto
attraversato
da
un
nastro
d
'
un
color
di
rosa
pallido
.
La
camicia
alla
moda
della
regina
Ortensia
è
di
lino
,
con
un
partito
di
pieghe
che
scende
dalla
spalla
e
,
fermandosi
sotto
il
petto
,
ritenuto
da
un
nodo
,
cade
quindi
fino
in
basso
e
termina
con
un
entre
-
deux
di
merletti
di
Valenza
.
Finalmente
la
camicia
vedovile
,
alla
moda
della
contessa
Bersenda
,
è
tutta
di
finissima
seta
nera
,
diafana
,
e
fluida
.
Una
volta
la
contessa
Bersenda
,
che
ha
una
grande
reputazione
di
saviezza
ed
è
citata
per
la
sua
stretta
osservanza
delle
regole
di
convenienza
,
si
lasciò
prendere
da
un
subito
languore
;
permise
cioè
che
Don
Giovanni
entrasse
,
a
mezzanotte
,
nelle
sue
segrete
stanze
.
Era
di
primavera
;
saliva
alla
finestra
l
'
odore
delle
rose
,
dolce
come
un
vino
;
l
'
alcova
si
profondava
in
un
'
ombra
piena
di
lusinghe
.
E
Don
Giovanni
,
in
ginocchio
d
'
innanzi
all
'
amata
,
versava
un
fiume
di
parole
ardenti
e
tumultuanti
,
Bersenda
ascoltava
,
piegandosi
,
invasa
dalla
tenerezza
,
mentre
il
giovane
con
la
mano
furtiva
scioglieva
i
nodi
,
faceva
uscire
a
uno
a
uno
i
bottoni
dagli
occhielli
,
tirava
abilmente
il
laccio
del
busto
,
apriva
il
fermaglio
della
giarrettiera
,
dove
splendeva
un
mirabile
zaffiro
a
similitudine
d
'
un
occhio
cilestro
acceso
dal
riso
.
Bersenda
non
oppose
resistenza
;
finché
,
nella
trasparenza
della
camicia
nera
,
ella
apparve
simile
alla
figura
della
prima
Ora
notturna
.
Ma
quando
l
'
audacissimo
Don
Giovanni
volle
togliere
alla
bella
Ora
languente
il
velo
della
notte
,
ella
balzò
con
un
grido
,
si
rifugiò
atterrita
in
un
angolo
;
e
supplichevole
diceva
:
«
Oh
,
no
,
no
!
Per
pietà
,
non
mi
chiedete
questo
!
»
.
«
Perchè
dunque
?
»
,
fece
Don
Giovanni
sorridendo
.
«
No
,
no
!
Per
pietà
!
Capite
...
le
convenienze
!
...
Son
tre
mesi
che
ho
perduto
mio
marito
e
non
posso
ancora
lasciare
il
lutto
.
Non
mi
chiedete
questo
,
per
pietà
!...»
StampaQuotidiana ,
Sabato
,
verso
l
'
ora
del
mezzogiorno
,
Edoardo
Scarfoglio
si
unì
in
matrimonio
con
Matilde
Serao
,
nella
sala
rossa
del
Campidoglio
,
essendo
in
ufficio
l
'
onorevole
barone
Giordano
-
Apostoli
.
La
cerimonia
fu
semplice
e
lieta
.
La
sposa
,
vestita
d
'
un
elegantissimo
abito
grigio
-
sorcio
con
un
cappello
chiuso
d
'
egual
colore
,
teneva
fra
le
mani
un
mazzo
di
rose
meravigliose
e
parlava
e
sorrideva
assiduamente
,
comunicando
a
tutti
li
amici
quella
giovialità
cordiale
che
è
una
delle
sue
più
belle
e
resistenti
virtù
di
donna
.
Lo
sposo
,
quella
singolar
figura
di
Don
Chisciotte
giovine
e
vivace
e
pieghevole
a
tutte
le
eleganze
del
vestire
moderno
,
trovava
modo
di
discutere
con
Pasquale
Mancini
su
le
condizioni
e
le
esigenze
del
teatro
italiano
contemporaneo
,
non
senza
lanciar
saette
,
tanto
per
non
perdere
l
'
abitudine
,
alle
infelicità
martelliane
di
Felice
Cavallotti
.
Come
la
discussione
andava
accendendosi
e
il
ministro
avvalorava
le
sue
ragioni
con
una
quasi
giovanile
impetuosità
di
gesti
,
l
'
onorevole
Giordano
-
Apostoli
invitò
gli
sposi
a
sedersi
su
le
molto
esercitate
sedie
auree
che
stanno
d
'
innanzi
al
banco
ufficiale
.
Testimoniavano
per
la
sposa
:
il
principe
Maffeo
Colonna
di
Sciarra
e
il
barone
di
San
Giuseppe
.
Per
lo
sposo
:
i
ministri
Mancini
e
Grimaldi
.
Erano
auspici
,
dietro
le
sedie
nuziali
,
due
amici
antichi
e
compagni
d
'
arte
e
conterranei
:
Gabriele
D
'
Annunzio
e
Costantino
Barbella
.
La
cerimonia
rituale
fu
compiuta
rapidamente
.
Ieri
sera
poi
,
nella
chiesa
di
Santa
Maria
del
Popolo
,
fu
stretto
il
matrimonio
ecclesiastico
,
verso
le
dieci
.
Per
entrare
in
una
cappella
interna
,
bisognava
passare
attraverso
un
lungo
corridoio
dove
al
lume
delle
candele
recate
dai
monaci
s
'
intravedevano
le
pareti
piene
di
sculture
marmoree
.
Il
mistero
sacro
dava
alla
cerimonia
una
certa
solennità
.
La
cappella
era
tutta
bianca
e
fredda
,
rischiarata
debolmente
dai
ceri
dell
'
altare
.
Su
i
marmi
dell
'
altare
stavano
scolpite
le
armi
gentilizie
dei
Borgia
,
e
una
soave
Madonna
giottesca
proteggeva
dall
'
alto
i
presenti
.
I
monaci
cortesi
giravano
di
qua
e
di
là
disponendo
le
cose
.
Ruggero
Bonghi
,
in
disparte
,
discorreva
di
non
so
che
con
uno
di
loro
.
Il
duca
di
Maddaloni
lasciava
ammirare
su
l
'
abito
nero
,
di
taglio
giovanile
,
il
gran
collare
dell
'
ordine
di
Malta
.
Paulo
Fambri
,
il
Molosso
,
chiedeva
a
Masaniello
Parise
notizie
dell
'
ultimo
duello
o
raccontava
aneddoti
del
Lupatti
alla
sposa
sorridente
.
La
sposa
aveva
un
ricco
abito
di
broccato
d
'
argento
,
senza
strascico
;
e
tutto
quel
mite
splendore
di
bianchezza
le
si
rifletteva
nel
sorriso
.
Quando
gli
sposi
s
'
inginocchiarono
e
si
presero
per
la
mano
,
il
celebrante
,
un
monaco
grande
e
grave
,
li
benedisse
con
un
gesto
pieno
di
nobiltà
.
Assentirono
i
testimoni
:
il
conte
Luigi
Primoli
e
Paulo
Fambri
,
per
la
sposa
;
il
duca
Proto
di
Maddaloni
e
Ruggero
Bonghi
per
lo
sposo
.
Dopo
,
le
carrozze
portarono
gli
invitati
alla
casa
maritale
dove
già
molta
gente
congratulante
aspettava
.
La
casa
non
è
vastissima
,
ma
è
un
nido
pieno
di
cose
belle
e
preziose
,
è
la
maison
d
'
un
artiste
au
XIX
siècle
.
Le
scale
,
con
le
pareti
coperte
di
tappeti
del
Kurdistan
,
sono
rallegrate
da
un
'
infinità
di
piante
verdi
.
Le
piante
di
serra
occupano
anche
i
pianerottoli
e
le
stanze
di
anticamera
e
di
passaggio
.
La
camera
di
studio
dei
due
artisti
è
d
'
un
colore
avana
chiaro
;
ha
tende
altissime
d
'
una
stoffa
greve
,
originalissima
,
di
tinte
e
di
disegno
araba
.
Lunghi
scaffali
di
noce
coprono
una
parete
;
un
gigantesco
camino
di
noce
copre
l
'
altra
opposta
;
sedili
e
sedie
,
d
'
una
stoffa
antica
intessuta
d
'
oro
e
di
rosso
,
stanno
in
tutti
li
angoli
.
Su
la
parte
sporgente
del
camino
fiorisce
un
magnifico
ordine
di
begonie
,
di
quelle
piante
vive
che
paiono
artificiali
e
inverosimili
.
Su
'
l
tavolo
,
fra
le
carte
e
i
libri
,
tanti
oggetti
curiosi
e
rari
.
La
camera
del
talamo
ha
le
pareti
tutte
coperte
di
raso
color
tabacco
,
d
'
un
color
bizantino
;
le
tende
di
peluche
,
azzurre
con
larghe
bande
di
ricami
in
bianco
e
oro
;
il
baldacchino
anche
azzurro
con
fiocchi
e
cordoni
ricchissimi
;
il
letto
largo
di
noce
,
scolpito
squisitamente
.
Il
salone
è
di
vario
gusto
e
di
vario
stile
,
ma
ha
nell
'
insieme
un
'
intonazione
calda
e
simpatica
e
armoniosa
.
Le
portiere
e
le
tende
sono
composte
di
due
stoffe
:
d
'
un
antico
velluto
a
fiorami
verde
scuro
e
d
'
una
specie
di
broccato
massiccio
a
fiorami
d
'
oro
e
marron
su
fondo
rosso
scuro
.
Tra
le
due
finestre
s
'
innalza
,
svelto
e
sottile
come
un
'
artifiziosa
architettura
di
merletti
neri
,
un
mobile
giapponese
di
bois
-
de
-
fer
,
tutto
pieno
di
vasi
di
Satzuma
,
di
bronzi
,
di
avori
,
di
mostri
metallici
.
In
un
angolo
un
grande
specchio
,
contornato
di
stoffe
francesi
,
riflette
una
gru
di
bronzo
,
l
'
uccello
bene
amato
nell
'
impero
del
Sol
Levante
,
o
Tsouri
Sama
,
Sua
signoria
la
Gru
.
Di
fronte
allo
specchio
,
un
paravento
di
seta
grigia
,
uno
di
quei
paraventi
floreali
e
ornitologici
che
bastano
ad
animare
lietamente
un
'
intera
stanza
,
chiude
l
'
angolo
,
formando
una
specie
di
penetrale
intimo
dove
è
raccolto
tutto
il
fascino
esotico
del
salone
.
Tra
il
paravento
e
lo
specchio
scende
dall
'
alto
una
banda
di
seta
saumon
di
quel
tenerissimo
colore
così
voluttuoso
,
così
sensuale
,
così
carnale
,
così
amorosamente
tentatore
e
suggestivo
.
La
seta
è
vivificata
da
ricami
meravigliosi
di
fiori
e
di
uccelli
,
e
tutta
luminosa
delle
penne
occhiute
dei
fagiani
imperiali
e
dei
pavoni
.
In
verità
quella
stoffa
è
il
più
bel
pezzo
dell
'
appartamento
,
è
la
nota
più
significante
e
più
alta
nella
sinfonia
delle
linee
e
dei
colori
.
Dall
'
alto
dello
specchio
un
'
altra
banda
di
seta
,
ma
rossa
e
ricamata
di
mostri
d
'
oro
a
rilievo
,
sale
fino
al
soffitto
e
rimane
inarcata
come
una
piccola
vela
di
qualche
yanè
-
funè
principesco
.
Due
arazzi
giapponesi
inquadrati
in
cornici
larghe
di
velluto
e
tesi
,
due
di
quelli
arazzi
giocondi
dove
uomini
e
donne
bevono
il
the
o
ascoltano
una
lettura
sotto
un
tetto
d
'
oro
o
sotto
gli
alberi
di
pesco
o
tra
le
selvette
dei
bambù
,
occupano
la
terza
parete
.
La
quarta
parete
è
occupata
finalmente
da
un
gran
quadro
moderno
,
da
un
paesaggio
boscoso
e
radioso
di
Guido
Boggiani
.
Poltrone
e
divani
di
tutte
le
forme
,
tavolinetti
,
vasi
di
porcellane
,
tutte
le
varie
minuscole
suppellettili
moderne
ingombrano
il
restante
spazio
.
Il
secondo
salone
,
che
ieri
sera
era
trasformato
in
sala
di
buffet
per
cura
di
Nazzarri
,
è
coperto
di
mèzzari
,
di
certe
larghe
stoffe
genovesi
dove
son
rappresentati
paesaggi
curiosissimi
a
colori
molto
vivi
.
Nell
'
angolo
principale
una
tenda
bizzarra
,
formata
di
aste
e
di
drappi
,
ombreggia
e
protegge
un
divano
.
Tutto
questo
appartamento
,
preparato
da
Giuseppe
e
da
Ercole
Noci
,
ieri
sera
fu
invaso
da
innumerevoli
amici
,
da
tutti
li
amici
degli
sposi
:
uomini
politici
e
letterati
,
gentiluomini
e
artisti
,
illustrazioni
di
tutti
i
partiti
e
di
tutte
le
arti
.
Donna
Matilde
aveva
per
ognuno
una
parola
cordiale
,
un
gesto
di
saluto
,
un
sorriso
,
una
domanda
cortese
;
si
espandeva
dovunque
in
un
'
attività
instancabile
;
passava
felice
e
raggiante
tra
li
augurii
,
con
i
capelli
cinti
di
fiori
freschi
,
con
le
mani
e
le
braccia
gemmate
di
doni
.
StampaQuotidiana ,
La
Giunta
Esecutiva
dell
'
«
Associazione
Nazionalista
Italiana
»
ha
lanciato
il
seguente
manifesto
al
Paese
:
«
Il
nazionalismo
italiano
non
improvvisa
il
suo
programma
e
rifiuta
di
adattarsi
ad
un
programma
elettorale
.
Esso
porta
nella
lotta
delle
"
unioni
nazionali
"
cui
ha
partecipato
con
disciplina
italiana
senza
egoismi
di
partito
,
intatto
il
suo
fervore
,
intatte
le
sue
affermazioni
di
dottrina
,
continuata
la
sua
azione
politica
,
provata
nei
fatti
la
sua
fede
.
Queste
elezioni
sono
un
revisione
,
una
contrizione
,
una
sconfessione
per
tutti
tranne
che
per
il
nazionalismo
.
I
socialisti
,
che
pretendevano
annientare
la
Nazione
e
la
sua
vittoria
nell
'
internazionalismo
della
Russia
bolscevica
,
sono
in
contesa
e
si
sconfessano
a
vicenda
,
sottomettendosi
ipocritamente
,
dopo
il
tentato
matricidio
,
alle
supreme
verità
nazionali
,
alle
sole
verità
,
da
noi
soltanto
tenacemente
affermate
contro
tutte
le
loro
negazioni
,
contro
tutte
le
complici
ideologie
dell
'
internazionale
bianca
,
del
vilsonismo
e
del
liberalismo
socialdemocratico
.
I
partiti
e
i
gruppi
costituzionali
che
non
avevano
più
osato
,
di
fronte
alla
sopraffazione
socialista
,
assumere
la
responsabilità
della
nostra
guerra
,
quale
è
stata
nella
storia
del
conflitto
europeo
,
e
cioè
un
atto
di
volontà
consapevole
e
decisa
quale
noi
soli
sempre
lo
abbiamo
ricordato
con
giusto
orgoglio
agli
Alleati
e
ai
nemici
;
che
non
osavano
più
esaltare
la
vittoria
,
quale
è
stata
nella
storia
del
conflitto
,
e
cioè
una
vittoria
soltanto
italiana
,
di
virtù
e
di
sacrifizio
italiani
contro
il
potente
secolare
nemico
,
quale
noi
soli
sempre
abbiamo
ricordato
con
giusto
orgoglio
e
con
gagliarda
difesa
agli
Alleati
ai
nemici
e
a
tutti
coloro
che
in
Italia
la
disertavano
;
oggi
,
partiti
e
gruppi
,
dopo
due
anni
di
smarrimento
e
di
sottomissione
in
cui
avevano
consentito
perfino
il
tradimento
di
governo
,
compiuto
da
Nitti
frenetico
dilapidatore
della
vittoria
,
sono
ricondotti
,
dallo
spettacolo
della
viltà
socialista
,
alla
contrizione
per
tutti
gli
errori
commessi
.
Massimo
quello
di
non
aver
mantenuto
la
fede
nell
'
Italia
,
che
noi
custodimmo
nel
dileggio
e
nella
derisione
,
quando
perfino
parve
e
fu
sedizione
la
fede
nell
'
Italia
e
la
fedeltà
al
grande
Italiano
,
che
la
fede
faceva
azione
,
a
Gabriele
d
'
Annunzio
.
Non
v
'
è
partito
,
non
v
'
è
uomo
fuori
degli
autori
della
riscossa
nazionale
,
da
noi
non
improvvisata
,
ma
annunciata
sicura
fin
da
quando
incominciò
la
nostra
opera
,
alla
vigilia
della
guerra
libica
che
non
debba
oggi
domandare
,
in
questa
lotta
,
l
'
indulgenza
dell
'
oblio
su
proprie
responsabilità
di
deviazione
o
di
smarrimento
,
se
non
addirittura
su
proprie
colpe
e
su
proprie
gravi
complicità
antinazionali
.
Noi
no
.
E
questo
diciamo
con
dolore
,
poiché
tale
verità
che
potrebbe
essere
vanità
di
partito
è
la
nostra
umiliazione
di
cittadini
e
di
italiani
.
Non
uno
degli
atti
compiuti
dopo
la
vittoria
può
oggi
essere
ricordato
degno
di
questa
,
degno
dello
spirito
e
della
chiaroveggenza
con
cui
si
doveva
raccoglierne
i
frutti
e
affrontare
la
crisi
mondiale
del
dopoguerra
.
Dalla
patita
sopraffazione
degli
Alleati
che
ci
defraudava
in
Asia
e
in
Africa
e
nella
ripartizione
economica
della
vittoria
(
la
quale
soltanto
quando
ebbe
bisogno
del
nostro
aiuto
decisivo
fu
chiamata
comune
)
a
questo
Trattato
di
Rapallo
che
,
invano
presentato
dai
rinunciatori
come
un
atto
di
volontà
,
oggi
non
appare
nemmeno
un
compromesso
,
ma
soltanto
un
mostruoso
abbandono
alla
brutalità
jugoslava
:
dalla
tentata
diffamazione
della
guerra
ridotta
con
faziosità
parricida
all
'
episodio
di
Caporetto
,
dalla
tentata
rinnegazione
dello
spirito
e
dell
'
orgoglio
militari
della
Nazione
vittoriosa
,
cui
la
vittoria
era
negata
come
una
vergogna
,
alla
distruzione
dell
'
autorità
dello
Stato
,
costretto
ad
essere
servo
nella
difesa
dei
cittadini
e
della
proprietà
e
dell
'
ordine
sociale
,
tiranno
nella
disastrosa
esperienza
di
un
socialismo
di
stato
demagogo
e
saccheggiatore
dell
'
erario
:
non
uno
degli
atti
di
governo
compiuti
può
essere
ricordato
come
una
volontà
nazionale
,
pari
al
sacrifizio
trionfale
del
popolo
sui
campi
di
battaglia
.
Noi
abbiamo
la
coscienza
di
avere
domandato
un
governo
nazionale
,
di
avere
combattuto
fierissimamente
negli
uomini
e
negli
atti
l
'
opera
di
una
legislatura
,
che
fu
la
legislatura
della
rinnegazione
della
vittoria
.
Noi
però
non
dobbiamo
esporre
un
programma
.
Ci
basta
promettere
di
continuare
in
quello
che
siamo
sempre
stati
e
che
i
fati
e
i
fatti
hanno
provato
essere
non
una
dottrina
di
sopraffazione
,
come
soprattutto
per
ignoranza
è
stata
la
nostra
invano
diffamata
,
ma
un
'
anticipazione
appassionata
e
logica
della
storica
missione
dell
'
Italia
nel
mondo
,
rinsaldata
nella
prova
più
tremenda
che
potesse
imaginarsi
,
una
anticipazione
delle
verità
nazionali
di
tradizione
,
di
civiltà
,
di
potenza
e
di
espansione
produttiva
e
demografica
,
cui
l
'
internazionalismo
socialista
aveva
contrapposto
,
con
la
pusillanime
convergenza
degli
altri
partiti
,
tutte
le
menzogne
delle
ideologie
antinazionali
e
di
una
economia
fatta
di
miseria
comunista
e
di
organizzazione
burocratica
.
Noi
soli
non
abbiamo
mai
concesso
al
socialismo
e
alla
sua
falsa
utopia
quello
che
tutti
i
partiti
avevano
ad
esso
concesso
,
credendo
di
aver
acquistato
così
il
loro
benessere
,
e
cioè
il
patrimonio
più
sacro
:
quello
delle
idee
conduttrici
della
vita
nazionale
.
Queste
idee
,
questo
spirito
,
questa
volontà
nazionali
per
cui
soli
i
partiti
hanno
il
diritto
di
domandare
l
'
esercizio
del
potere
,
e
non
per
i
soliti
e
facili
programmi
elettorali
combinati
con
le
solite
smanie
riformistiche
noi
vogliamo
che
la
lotta
elettorale
si
mostri
capace
di
esprimere
.
Le
"
unioni
nazionali
"
debbono
significare
la
volontà
nazionale
dei
partiti
che
sentono
finalmente
di
poter
governare
in
nome
di
una
idea
,
per
la
difesa
della
Nazione
e
dello
Stato
,
contro
il
tradimento
della
vittoria
,
contro
la
continuazione
del
disastroso
esperimento
di
socialismo
statale
,
fatto
di
statizzazioni
,
monopoli
,
municipalizzazioni
che
ha
mortificato
l
'
economia
e
sconquassata
la
finanza
,
e
cioè
contro
quella
socialdemocrazia
che
,
dopo
essere
stata
complice
del
comunismo
,
si
presenta
oggi
nella
ipocrisia
di
Turati
e
dei
suoi
correi
,
pronta
ad
accaparrare
il
potere
,
come
se
le
sue
sconfessioni
di
oggi
fossero
un
merito
e
non
una
colpa
,
anzi
un
delitto
di
lesa
patria
.
Il
nazionalismo
che
in
Nitti
ha
combattuto
il
nittismo
e
cioè
il
delitto
di
dare
l
'
Italia
,
la
Nazione
,
lo
Stato
,
ai
nemici
della
Nazione
e
dello
Stato
,
non
muta
la
sua
lotta
,
la
continua
,
Non
per
sé
,
ma
per
l
'
Italia
.
Questa
è
la
sua
promessa
»
.
LA
GIUNTA
ESECUTIVA
StampaQuotidiana ,
Oh
,
gloriosa
scienza
d
'
armi
italiana
!
Un
risveglio
onorevole
si
va
propagando
per
la
patria
.
Nuovi
cultori
sorgono
ad
illustrare
l
'
arte
di
Camillo
Agrippa
e
di
Nicoletto
Giganti
.
Qui
in
Roma
gentiluomini
aprono
sale
d
'
armi
e
trattenimenti
mattutini
.
Don
Ladislao
Odescalchi
nel
suo
palazzo
prepara
un
immenso
stanzone
tutto
tappezzato
di
arazzi
,
ornato
di
trofei
d
'
armi
antiche
e
di
gonfaloni
storici
.
Il
principe
di
Teano
ne
prepara
un
altro
,
a
gara
,
dove
chiamerà
a
schermire
e
conviterà
quanti
eletti
armeggiatori
sono
nell
'
Urbe
.
Allora
,
nelle
fresche
mattine
primaverili
,
le
riunioni
amichevoli
saranno
frequenti
e
lunghe
.
La
luce
entrerà
,
gaia
e
fortificante
,
dai
finestroni
amplissimi
e
ravviverà
nelle
pareti
i
vecchi
arazzi
pieni
di
cacciatrici
pagane
o
di
cavalieri
battaglianti
o
di
pompe
imperiali
o
di
amori
mitologici
.
Le
armature
penderanno
nelli
angoli
damaschinate
d
'
oro
;
tutte
le
diverse
fogge
di
spade
e
di
aste
s
'
incroceranno
nelle
panoplie
e
scintilleranno
a
una
qualche
banda
di
sole
.
Le
bandiere
multicolori
si
muoveranno
lentamente
ad
ogni
minimo
soffio
dell
'
aria
.
E
li
amici
,
giocondamente
,
si
daranno
alla
fatica
.
D
'
intorno
,
sui
divani
profondi
,
su
i
cassoni
scolpiti
,
i
più
pigri
staranno
distesi
a
giudicare
i
colpi
,
o
fumeranno
tabacchi
odoranti
,
o
parleranno
di
femmine
e
di
cavalli
e
di
cani
.
Il
tintinno
vibrante
delle
lame
si
mescolerà
alle
risa
e
ai
motti
;
e
le
spire
del
fumo
saliranno
placidamente
al
soffitto
istoriato
.
Poi
,
quando
li
amici
avranno
le
membra
stanche
e
piene
di
sudore
,
i
servi
imbandiranno
nella
stessa
stanza
una
tavola
.
Un
vivo
stimolo
di
cibo
ecciterà
li
stomachi
sani
,
e
la
sanguigna
succulenza
delle
carni
cotte
diletterà
d
'
un
mai
provato
sapore
i
palati
laboriosi
.
Il
vino
sarà
bevuto
in
grandi
coppe
di
cristallo
boemo
e
letificherà
li
spiriti
delli
affaticati
.
E
don
Ladislao
,
il
magiaro
,
tenendosi
in
una
mano
la
gran
barba
bionda
ed
ingrossando
la
voce
,
comincerà
a
dir
le
parole
di
Nicoletto
Giganti
vinigiano
al
serenissimo
don
Cosimo
de
'
Medici
:
Sì
come
il
ferro
dalle
rigide
minere
sottratto
inutile
riuscirebbe
,
se
dall
'
arte
industre
non
ricevesse
forma
accommodata
a
gli
essercitii
humani
:
così
l
'
istesso
nelle
mani
del
forte
soldato
riesce
di
poco
frutto
se
da
studioso
et
accorto
valore
accompagnato
non
s
'
apre
la
strada
ad
ogni
difficile
et
vittorioso
successo
...
StampaQuotidiana ,
Il
Corriere
d
'
Italia
non
sapendo
più
che
dire
,
ci
chiama
«
giolittiani
»
.
Proprio
ieri
,
mentre
noi
denunziavamo
il
pericolo
di
una
ripresa
della
politica
del
nobiluomo
Sforza
,
attribuita
dalla
Stampa
all
'
onorevole
Giolitti
,
il
Corriere
si
compiaceva
di
scrivere
che
noi
,
totalmente
dimentichi
della
politica
di
Sforza
,
ci
eravamo
imbrancati
nelle
file
giolittiane
,
dalle
quali
erano
invece
esulati
tutti
quei
popolari
che
tanto
della
politica
del
nobiluomo
Sforza
quanto
della
politica
economica
dell
'
on
.
Giolitti
,
erano
stati
complici
ed
esecutori
puntualissimi
.
Ma
la
verità
è
il
Corriere
l
'
ha
capita
perfettamente
che
il
nostro
atteggiamento
nella
presente
crisi
è
stato
determinato
da
motivi
politici
,
che
sono
in
perfetta
antitesi
con
quelli
che
hanno
determinata
la
condotta
del
Corriere
e
dei
popolari
.
Giolitti
personalmente
non
c
'
entra
.
Cominciamo
col
constatare
,
che
all
'
inizio
della
crisi
noi
ci
siamo
trovati
perfettamente
d
'
accordo
col
Corriere
nel
deplorare
il
colpo
di
mano
dei
giolittiani
e
la
forma
incostituzionale
con
cui
la
crisi
fu
determinata
.
Perché
al
di
sopra
di
tutte
le
direttive
politiche
concrete
e
di
tutte
le
opinioni
in
ordine
al
regime
,
noi
teniamo
al
retto
funzionamento
del
regime
quale
esso
sia
.
Non
si
può
difendere
la
causa
dell
'
ordine
,
senza
volere
che
l
'
ordine
sia
rispettato
nelle
stesse
sfere
,
dalle
quali
esso
deve
promanare
.
Dopo
ciò
,
noi
abbiamo
affermato
la
necessità
di
un
governo
stabile
,
sembrandoci
oramai
tempo
di
dare
un
po
'
di
requie
al
Paese
,
se
non
per
affrettare
almeno
per
non
impedire
la
sua
necessaria
ricostituzione
.
Ma
la
situazione
parlamentare
,
alla
quale
principalmente
si
deve
aver
riguardo
per
formare
un
governo
stabile
,
era
ed
è
tale
che
non
offre
se
non
due
soluzioni
logiche
e
solide
:
o
un
governo
di
concentrazione
nazionale
,
caratterizzato
dalla
partecipazione
in
pieno
della
Destra
,
o
un
governo
con
la
collaborazione
dei
socialisti
.
Ora
l
'
onorevole
Orlando
in
un
primo
momento
e
l
'
onorevole
Giolitti
in
un
secondo
momento
parvero
gli
uomini
meglio
indicati
a
realizzare
la
prima
delle
due
soluzioni
e
i
nazionalisti
hanno
cercato
naturalmente
di
agevolare
il
compito
tanto
a
l
'
uno
come
all
'
altro
,
non
perché
l
'
uno
o
l
'
altro
rappresentassero
delle
soluzioni
ideali
,
dal
loro
punto
di
vista
programmatico
,
ma
perché
fra
tutte
le
soluzioni
possibili
,
erano
quelle
che
avrebbero
permesso
di
realizzare
questi
due
fatti
di
grande
importanza
politica
:
la
concentrazione
dei
partiti
nazionali
e
l
'
avvento
di
un
governo
stabile
.
I
popolari
,
invece
,
che
non
solo
non
provano
alcun
disgusto
,
ma
mostrano
di
desiderare
la
collaborazione
con
gli
elementi
antinazionali
,
hanno
cercato
invece
di
creare
ostacoli
prima
alla
combinazione
Orlando
e
poi
alla
combinazione
Giolitti
.
E
questo
è
il
fondo
del
dissidio
fra
noi
e
i
popolari
:
il
perché
poi
essi
non
temano
anzi
desiderino
un
governo
collaborazionista
,
di
chiaro
significato
e
di
sostanziale
carattere
antinazionale
è
argomento
,
che
abbiamo
illustrato
più
d
'
una
volta
e
sul
quale
ritorneremo
,
se
occorre
.
Alle
designazioni
di
Orlando
prima
e
di
Giolitti
poi
essi
hanno
contrapposto
la
soluzione
di
un
governo
di
Sinistra
,
unicamente
allo
scopo
di
impedire
la
concentrazione
nazionale
e
di
non
romperla
definitivamente
coi
socialisti
.
Il
nostro
«
giolittismo
»
dunque
è
stato
determinato
dai
motivi
opposti
a
quelli
che
determinarono
l
'
«
antigiolittismo
»
dei
popolari
,
cioè
da
motivi
essenzialmente
politici
e
squisitamente
nazionali
.
StampaQuotidiana ,
Passando
lungo
le
mura
della
Villa
Ludovisia
incoronata
di
verdura
novella
,
si
entra
nella
porta
Salaria
e
si
vede
dinnanzi
la
lunga
via
grigia
e
bianca
sotto
il
cielo
bianco
e
grigio
.
La
via
è
angusta
,
in
su
'
l
principio
tutta
limitata
da
edifici
industriali
e
da
cantine
dove
si
vendono
i
vini
delle
terre
romane
con
giuochi
di
bocce
.
Poi
,
a
poco
a
poco
,
dalle
muraglie
macchiate
di
musco
e
dai
roseti
soverchianti
e
dalle
punte
acute
dei
cipressi
incomincia
a
discendere
su
l
'
umiltà
dei
pedoni
una
dolce
poesia
conventuale
.
Per
una
gran
cancellata
sorretta
da
due
cariatidi
muliebri
,
fugge
in
lontananza
un
viale
di
alti
bussi
.
Per
la
porta
di
una
vinea
torloniana
si
allarga
una
specie
di
chiostra
verde
sparsa
di
sedili
di
pietra
.
Sulle
mura
di
Villa
Mattei
si
levano
certi
funebri
alberi
neri
che
nel
fondo
dell
'
aria
burrascosa
paiono
ramificazioni
di
carbone
fossile
.
Dalla
chiusa
selva
della
Villa
Piombino
esce
un
cantico
di
uccelli
pieno
di
variazioni
sapienti
.
Presso
una
cappella
gentilizia
si
stende
un
portico
vegetale
popolato
di
statue
corrose
,
un
portico
circolare
,
uno
di
quelli
ordini
d
'
alberi
fitti
e
bruni
di
mezzo
a
cui
rampollano
le
rose
meravigliosamente
.
E
poi
ecco
Villa
Ada
,
tutta
lieta
e
chiara
.
Già
l
'
animazione
delle
corse
rumoreggia
.
Passa
in
un
phaèton
Don
Alfonso
Doria
,
il
pallidissimo
e
biondissimo
principe
eternamente
fiorito
d
'
una
gardenia
all
'
occhiello
;
e
al
suo
fianco
sta
,
con
il
busto
eretto
,
la
signora
,
vestita
semplicemente
di
nero
e
d
'
un
piccolo
paletot
di
stoffa
maschile
chiarissima
.
Il
recinto
.
Un
pezzo
di
terreno
messo
un
poco
in
salita
,
d
'
un
bel
verde
gaio
,
interrotto
da
alberelli
e
confinato
da
edifici
rossicci
irregolarmente
.
Nello
steccato
del
pesage
gli
sportmen
non
sono
molto
numerosi
.
Nessuna
signora
,
tranne
la
duchessa
di
Avigliana
.
Arriva
il
conte
Pecci
con
la
sua
signora
:
veste
lilla
,
waterproof
bleu
marin
,
cappello
marron
con
fiori
rosei
.
Arriva
la
marchesa
Lavaggi
con
donna
Giulia
e
con
la
duchessa
Lante
.
Arriva
la
duchessa
di
Magliano
.
Arriva
la
principessa
di
San
Mauro
.
Nello
steccato
il
numero
degli
sportmen
a
mano
a
mano
cresce
.
Il
duca
d
'
Avigliana
con
quel
suo
passo
dondolante
,
profondamente
inglese
,
va
salutando
le
signore
.
La
barba
di
don
Ladislao
Odescalchi
viene
a
singolar
tenzone
con
quella
dell
'
on
.
Quarto
di
Belgioioso
.
Don
Giovanni
Borghese
conduce
a
braccio
la
duchessa
Lante
che
ha
un
abito
scuro
ornato
di
liste
di
velluto
rosso
.
Il
gran
cavaliere
Pandola
conduce
donna
Giulia
Lavaggi
che
ha
un
abito
primaverile
bleu
marin
con
pieghe
semiaprentisi
a
righe
rosse
e
d
'
oro
.
Il
duca
di
Ceri
,
don
Clemente
Torlonia
e
il
signor
Morgan
in
crocchio
discutono
vivacemente
.
I
larghissimi
pantaloni
grigi
del
principe
di
Castagneto
irridono
a
quelli
strettissimi
del
conte
di
Monteforte
.
Don
Francesco
del
Drago
va
pensoso
e
solitario
lungo
la
palizzata
.
Marco
Colacchioni
,
nitido
e
fiorito
di
mughetti
,
si
preoccupa
della
sua
bella
Ebe
che
non
potrà
correre
.
Il
barone
Michele
Lazzaroni
è
un
po
'
nervoso
:
palpita
forse
per
le
sorti
dei
suoi
colori
che
oggi
brilleranno
per
la
prima
volta
...
non
al
sole
probabilmente
.
La
tribuna
.
La
tribuna
,
come
una
bella
pioggerella
fresca
d
'
improvviso
incomincia
a
suonare
sulla
campagna
,
si
empie
in
un
momento
.
La
duchessa
di
Magliano
ha
un
abito
bleu
marin
listato
di
trine
larghissime
,
con
sottoveste
rossa
:
ed
un
cappellino
di
paglia
scura
con
aigrettes
tremolante
e
scintillante
.
Oggi
l
'
agilità
della
sua
figura
trionfa
,
poiché
tutte
le
sue
attitudini
sono
vivacissime
e
i
suoi
movimenti
sono
rapidi
ed
eleganti
.
È
discesa
di
carrozza
con
un
salto
,
è
salita
con
un
salto
su
la
parte
alta
della
tribuna
,
ha
passeggiato
molto
nel
recinto
del
pesage
,
sempre
sorridendo
,
con
un
'
aria
di
giovinezza
felice
.
La
contessa
Lutzof
ha
una
toilette
freschissima
,
tutta
d
'
un
grigio
azzurrognolo
,
con
sottoveste
chiara
a
piccoli
scacchi
.
M.lle
Brookmann
,
una
belga
,
recente
ospite
di
Roma
,
ha
una
toilette
di
color
granato
e
su
'
l
corsage
porta
una
giacca
marron
con
ricami
su
le
maniche
e
su
gli
orli
.
Ella
è
bionda
ed
ha
gli
occhi
verde
marino
:
è
una
Miss
Multon
più
plantureuse
.
La
contessa
di
Montgelas
ha
una
sopraveste
marron
su
una
veste
cangiante
:
toilette
armoniosa
e
fine
.
La
contessa
della
Gherardesca
ha
un
abito
nero
e
un
magnifico
cappellino
rosso
a
frange
d
'
oro
.
La
duchessa
di
Ceri
è
tutta
ornata
di
strisce
di
piume
grigie
intorno
al
collo
e
ai
polsi
.
Le
conversazioni
sono
animate
.
Animatissima
quella
che
ha
per
sostenitrice
donna
Giulia
Lavaggi
.
Le
scommesse
non
si
levano
molto
in
alto
.
Per
la
prima
corsa
Anzola
è
in
favore
.
Prima
corsa
Corrono
:
Anzola
del
principe
Potenziani
,
generata
da
Andres
e
Fernanda
;
Veronica
del
cap
.
Fagg
,
generata
da
George
Frederik
e
Federica
.
Su
'
l
principio
della
corsa
,
Veronica
è
innanzi
di
qualche
lunghezza
ma
viene
quasi
subito
superata
da
Anzola
che
segue
con
moltissima
facilità
la
vittoria
au
petit
galop
.
Prosperosa
.
Seconda
corsa
Corre
Anzola
sola
,
sotto
la
pioggia
,
e
compie
il
giro
nel
tempo
stabilito
fra
gli
applausi
.
La
principessa
di
San
Mauro
guarda
affettuosamente
il
bell
'
animale
che
passa
sotto
la
tribuna
portato
a
mano
da
un
servo
.
La
pioggia
seguita
,
ma
con
minore
forza
.
Dalla
parte
di
Monte
Mario
già
si
leva
una
fievole
serenità
argentina
.
Terza
corsa
Corrono
:
Juppiter
da
Jove
e
Lady
Mountain
,
del
barone
Lazzaroni
(
Porta
Latina
)
;
Silver
Chum
del
generale
Agei
e
Lady
Annie
,
da
Exrninster
e
Lady
Mortimer
,
del
cavaliere
Bertoni
.
Da
principio
,
Juppiter
si
mette
innanzi
;
poi
Silver
Churn
lo
supera
di
qualche
lunghezza
:
una
lotta
vivissima
s
'
impegna
tra
i
due
corridori
.
Juppiter
con
un
galoppo
assai
bello
riesce
a
vincere
in
fine
l
'
erede
di
Speculum
e
giunge
alla
mèta
tra
gli
applausi
.
Intermezzo
Il
chiarore
dalla
parte
di
Monte
Mario
cresce
rapidamente
.
La
collina
incoronata
da
cipressi
appare
in
fondo
,
nell
'
illustrazione
del
sole
.
Tutta
l
'
area
delle
corse
s
'
illumina
,
e
il
verde
prende
un
tono
chiarissimo
fra
le
ombre
circolari
proiettate
dalli
alberelli
.
Dietro
lo
steccato
la
fila
delle
carrozze
luccica
di
bagliori
metallici
.
Alcuni
ombrellini
di
demi
-
mondaines
si
aprono
su
'
l
cielo
divenuto
già
di
un
azzurro
limpido
qua
e
là
;
e
tra
li
ombrellini
trionfa
quello
scarlatto
di
Nadar
,
di
quella
Nadar
che
Teodoro
Ethofer
ha
dipinto
appunto
sportivamente
con
tanto
brio
di
disegno
e
di
colori
.
Le
signore
abbandonano
la
tribuna
e
discendono
a
passeggiare
su
l
'
erba
.
Il
calore
va
diventando
grave
.
Tutti
i
piccoli
paletots
maschili
scompariscono
a
uno
a
uno
.
Assolutamente
il
sole
scotta
.
Nuvole
benedette
,
dove
,
oh
dove
fuggite
?
L
'
ultima
invocazione
carducciana
alle
vacche
del
cielo
esce
malinconiosamente
dalla
bocca
del
reporter
del
Fanfulla
,
ch
'
era
venuto
avvoltolato
in
un
romantico
mantello
da
Hernani
.
La
campanella
suona
.
Quarta
corsa
Corrono
:
Fucino
del
capitano
Fagg
,
da
Austerlitz
e
Rox
;
Stuarda
del
capitano
Grifo
,
da
Carlont
e
Seine
.
Fucino
va
innanzi
,
appena
di
mezza
lunghezza
.
Stuarda
con
un
sforzo
,
alla
prima
voltata
,
gli
si
mette
a
fianco
.
La
lotta
dura
pochissimo
.
Fucino
galoppa
stupendamente
alla
vittoria
,
saltando
tutti
li
ostacoli
,
e
giunge
buon
primo
.
Quinta
e
ultima
corsa
Corrono
:
Roman
Bee
,
un
cavallo
di
mezzo
sangue
inglese
,
del
capitano
Fagg
;
Melmerby
,
da
Vanderdecken
e
Fair
Agnes
,
del
capitano
Grifo
;
Lady
Mary
,
di
mezzo
sangue
,
della
scuderia
Porta
Latina
,
e
Foot
-
Fall
,
da
Reverberation
e
Sanduls
di
Giovanni
Cairoli
.
Foot
-
Fall
parte
alla
testa
delli
altri
,
condotto
con
grande
abilità
dal
fantino
.
Melmerby
,
secondo
,
fa
sforzi
per
raggiungere
il
rivale
;
e
dopo
una
non
breve
lotta
raggiunge
e
sorpassa
e
lascia
a
una
buona
distanza
Foot
-
Fall
,
il
quale
,
avendo
perduta
la
prima
lena
,
viene
in
seguito
superato
da
Roman
Bee
.
La
corsa
,
di
tremila
metri
,
è
interessantissima
.
Melmerby
giunge
primo
;
secondo
è
Roman
Bee
;
terzo
Foot
-
Fall
;
quarto
,
pessimo
quarto
,
Lady
Mary
.
Il
ritorno
La
sfilata
delli
equipaggi
è
stata
mediocre
.
Molte
botti
,
pochissime
carrozze
signorili
.
Bello
l
'
attacco
del
duca
di
Ceri
ed
elegante
quello
del
duca
di
Magliano
.
Qua
e
là
,
per
la
via
Salaria
,
alcune
torme
di
curiosi
.
Niente
più
.