Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> categoria_s:"StampaQuotidiana"
DON GIOVANNI E SAN GIOVANNI ( IL DUCA MINIMO , 1886 )
StampaQuotidiana ,
Ieri sera dunque avemmo al teatro Costanzi l ' ultima rappresentazione del Don Giovanni di Mozart . Il teatro era pienissimo ; e , se bene « popolare » , era onorato dalla presenza di molte fra le più magnifiche dame di Roma . La principessa d ' Antuni riceveva nel suo palco molte visite : il meraviglioso gilet bianco del conte d ' Arco risplendeva come un plenilunio d ' agosto , oscurando la vivace esiguità del conte Barbiellini . Questa principessa venuta a noi dalla patria di Tenorio ( dove forse abitava un palazzo moresco dalle mura di filigrana ) , questa Gracia , che forse immergeva il piccolo piede nell ' acqua del Guadalquivir , ha nel suo pallore la trasparenza del più puro elettro e certi movimenti di cigno nelle pose del collo e certi petits airs penchés e certe maniere d ' appoggiarsi e di tener le sue belle mani bianche , che fanno pensare ai quadri in cui Zurbaran rappresentava sotto il nome di una santa , in abito sivigliano , una dama ornata di piume e di oreficerie doviziose . Ieri sera , in verità , « il cavaliere crudele e bello » poteva essere contento . Tutta la Spagna romana era venuta ad ascoltare la serenata . La duchessa Sforza - Cesarini , questa Martirio la cui nobile bellezza acquista maggior fascino dall ' abito di merletti constellato di diamanti , stava nel palco D ' un air de reine qui s ' ennuie Au milieu de sa tour à genoux , Superbe et distraite ... Donna Maria Bruschi , tutta vestita di rosso , d ' un rosso di fiamma , non interrotto da alcun altro accenno di colore ( oh felice audacia ! ) , alle buffonerie di Leporello rideva di quel riso aperto e abbagliante che affascinò Teofilo Gautier mentre passava da Vergara . Rammentate ? « No vaya usted a ver eso ... » E quelli altri versi che non so se qualcuno abbia già scritti sul ventaglio di Donna Maria ? Ses paupières de jais frangées Filtrent des rayons de soleil . Entre ses lèvres d ' écarlate Scintille un éclair argenté , Et sa beauté splendide éclate Comme une grenade en été . Gli applausi alla musica mozartiana ieri sera furono più frequenti e più spontanei . Pareva che il pubblico avesse finalmente incominciato a comprendere e a gustare le molte e grandi bellezze che l ' opera racchiude . Tutta la Sinfonia , mirabile e , secondo me , non inferiore per nulla a quella delle Nozze di Figaro , fu ascoltata con men fredda indifferenza . Qualcuno anche notò il terzetto delle maschere nella scena diciottesima , che è d ' una straordinaria potenza drammatica , quantunque malamente eseguita da Donn ' Anna e da Donna Elvira . Ma pur troppo la scena del ballo nella casa di Don Giovanni , quella scena che è una meraviglia di composizione e che potrebbe bastar da sola alla gloria del maestro , rimane oscura ai più , e non ebbe né pure un accenno di applauso da quel pubblico che s ' è acceso di tanto entusiasmo per la musica mediocre e assai spesso volgare della Gioconda . La serenata « Deh , vieni alla finestra ... » , cantata con grazia inimitabile dal signor Cotogni e accompagnata un po ' liberamente dal mandolino , fu ripetuta tre volte . Il resto passò quasi inosservato , anche perché li esecutori non facevano che cangiare in piombo greve ed oscuro il nitido e purissimo oro mozartiano . Ma la freddezza del pubblico di nuovo si sciolse alle ultime due scene funerali , che sono musicalmente di una terribilità direi quasi shakespeariana , con tale profonda inspirazione è compresa la leggenda del commendatore e con tale alta potenza ed insieme con tale sapiente sobrietà di mezzi sinfonici l ' elemento tragico e il comico sono fusi . Ed ecco che anche questo Don Giovanni è passato , non servendo ad altro per avventura che a suscitare pettegolezzi di palcoscenico ed ire ingenerose contro un celebrato direttore d ' orchestra ospite di Roma . Ed ecco che anche questo « grande avvenimento artistico » annunziato con tanto clamore e con tanta impazienza di aspettazione desiderata , si risolve in un insuccesso . Ohibò ! Andiamo a San Giovanni a goderci gli organini . Forse ancora vedremo passare tra le nuvole , al lume torbido della luna , il nobile sposo di donna Elvira , travolto lungi dalle streghe orride e ululanti , nascosto il volto dalla bautta dell ' abate Da Ponte ( in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti , amen ! ) .
StampaQuotidiana ,
Elemento profondamente caratteristico della nuova situazione parlamentare , che rispecchia tutto un nuovo orientamento dello spirito pubblico italiano , è la costituzione di un gruppo nazionalista nella Camera della XXVI legislatura . Sia lecito a questo giornale manifestare la propria compiacenza per un tale risultato , a cui esso sa di avere , in parte almeno , contribuito con una ostinata propaganda più che decenne . Il nostro movimento politico ebbe fin dal suo sorgere una piccola pattuglia di punta a Montecitorio . Era composta di due o tre militanti irregolari , giunti in Parlamento con diversa qualifica , raccoltisi sotto la nostra eterodossa bandiera quale per vocazione temeraria , quale per gusto sportivo : degno fra tutti di memoria , di gratitudine e di ammirazione per l ' ardimento , per la serietà , per la fede , per il valore , Piero Foscari , che primo nella Camera italiana imbevuta di quietismo socialdemocratico , osò parlare di nazionalismo e indicare all ' Italia nel mare e oltre il mare le mète del suo volere e del suo avvenire . Qualche fortunata se pure sporadica affermazione elettorale permise ai nazionalisti di conquistare , per la XXIV legislatura , una rappresentanza parlamentare alquanto più salda , che , sfidando serenamente le impopolarità paventate dalle maggioranze , seppe presagire la guerra , dichiararne la necessità e concorrere con le altre forze lealmente nazionali della Camera a difendere la guerra stessa durante il suo svolgimento , rivendicarne i fini nazionali , custodirne i frutti vittoriosi . La dittatura sediziosa dell ' on . Nitti ottenne di ridurre nuovamente ad appena tre , con le nefaste elezioni generali del 1919 , il numero dei deputati nazionalisti ; ma per pochi che fossero gli onorevoli D ' Ayala , Federzoni e Siciliani bastarono a mettere in mora il baldanzoso autocrate disfattista e sopra tutto a denunziare i disastrosi effetti della sua politica di sistematica demolizione della vittoria . Si può ben dire che il tradimento adriatico , del quale oggi ha acquistato piena e dolorosa consapevolezza la più gran parte dell ' opinione pubblica , fu rivelato a questa dalla tempestiva , pertinace e quasi disperata protesta dei deputati nazionalisti , che ebbero poi l ' onore di guidare al non inutile cimento il manipolo degli oppositori del Trattato di Rapallo . Antesignani efficaci e sicuri di tutto quanto oggi il fascismo ha di sanamente e fortemente italiano , in tempi nei quali gli uomini del fascismo non potevano essere ancora politicamente nati o servivano con non minore entusiasmo altre idealità , i pochi deputati nazionalisti , isolati , abbandonati da tutte le vigliaccherie dei partiti medi alla tracotanza rissosa della trionfante Estrema socialista , solo nel periodo più recente sostenuti un poco dagli ultimi superstiti della vecchia gloriosa Destra liberale , fecero onoratamente per due legislature il loro dovere . Propugnarono senza timore alla Camera , la liberazione della Nazione dalla tirannide demagogica dei rossi , allorché costoro erano onnipotenti . Vi propugnarono una politica di giusta espansione nazionale , quando la codardia era , nel Governo e nel Parlamento , vantato sinonimo di saggezza e di prudenza . Vi propugnarono il rinnovamento della vita pubblica italiana , fuori delle torpide clientele oligarchiche dei partiti e degli uomini , che avevano attossicato il popolo e disgregato lo Stato . Adesso sono ritornati a Montecitorio cresciuti , ancor più che di numero , di autorità e di importanza . Stavolta essi sono , anzitutto , non più esponenti di situazioni particolari o locali , personalmente aderenti , dentro la Camera , a un dato indirizzo programmatico ; bensì rappresentanti diretti di una parte politica che ha ormai una sua forza , sia pure ancora iniziale , nel Paese , e che con questa ha tenuto gagliardamente un vasto tratto del fronte comune nell ' ultima battaglia impegnata dai partiti nazionali contro i nemici interni . Di più , se la schiera è tuttora esigua , essa compone in realtà una élite omogenea e armoniosa , in cui a parlamentari già anziani e sperimentati ma sempre ardenti di giovanile , spregiudicata combattività , sono venuti ad aggiungersi uomini di eccezionali attitudini , ognuno dei quali può dare in Parlamento un prezioso contributo alla causa e alla propaganda dell ' idea nazionalista : e già lo si vide dalla tempestosa discussione della prima tornata parlamentare , a cui tre oratori nazionalisti parteciparono , fiancheggiando cordialmente e vigorosamente l ' azione dei colleghi fascisti . D ' altra parte il modo stesso come si è pervenuti alla costituzione del gruppo , senza accattare inscrizioni di qua e di là pur di ingrossare le file , ma curando solo l ' identità delle convinzioni e dei propositi , è stato in un momento in cui altri aggruppamenti parlamentari danno così grottesco spettacolo di opportunistiche fusioni e confusioni un esempio unico più che raro di sincerità politica ; qual è stata anche la prontezza coraggiosa con che un Paolucci , un Gray , un Siciliani , alieni da ogni vieto calcolo di convenienza egoistica , hanno risoluto delicate posizioni elettorali che troppi altri avrebbero desiderato perpetuare in un fruttuoso equivoco . Necessariamente autonomo per la dottrina originale e profonda a cui si inspira e per la ferrea disciplina ond ' è vincolato , cosciente delle proprie possibilità ma legittimamente orgoglioso della propria missione , il gruppo parlamentare nazionalista non pensa ad assorbire alcuno né teme di essere comechessia assorbito o rimorchiato da altri . Esso intende tuttavia offrire , e offrirà certo , nella situazione presente , la misura massima della sua capacità di azione positiva col cooperare a un grande compito politico e storico : la risurrezione di una Destra nazionale nella Camera italiana . L ' appello schietto dei deputati fascisti trova una rispondenza viva e spontanea , oltre che nella volontà dei nazionalisti , nella condizione obiettiva delle cose , che , a malgrado di ogni proclamato o sottinteso dissenso , accomuna fatalmente oggi e accomunerà domani quelli che fino a ieri combatterono insieme per la stessa fede . E coi liberali dell ' antica Destra i nazionalisti hanno legami di indimenticabili mutue solidarietà che , anche volendo , non si potrebbero infrangere . L ' alleanza di queste energie sane sorge dunque naturalmente , per contrapporre con virile concordia ai verbalismi equivoci e presuntuosi della molteplice socialdemocrazia , paraninfa compiacente fra Turati e Cocco Ortu , le ragioni nude e perenni della realtà nazionale . Sarà una lotta aspra , lunga , incessante , difficilissima . Ma averla provocata , dopo tanti anni da che gli avversari si erano assuefatti a trionfare senza combattere , è già aver dimostrato di saperla vincere . E la Destra nazionale la vincerà .
IN MORTE DI FRANZ LISZT ( LA_SELVI FILIPPO , 1886 )
StampaQuotidiana ,
Un telegramma da Bayreuth annunzia seccamente che l ' abate Liszt è morto iersera alle ore 11,15 . La notizia qui in Roma sarà appresa da molti con dolore , poiché il grande pianista ungherese aveva qui molti ammiratori e discepoli e una specie di piccola corte muliebre che lo seguiva cerimoniosamente tutte le volte ch ' ei si mostrava al pubblico stupefatto . E si mostrava per lo più nei concerti primaverili della sala Palestrina e della sala Costanzi , in ispecie quando suonava una di quelle cento pallide fanciulle che rispondono a un nome romantico e sonoro ed hanno la fronte luminosa poiché le ha baciate in sogno Federico Chopin . Il vecchio sedeva sempre in prima fila , tra due signore elette ; ascoltava con molta benevolenza , e sorrideva assai dolcemente da quella sua bocca lunga e sottile . Teneva il capo un po ' inclinato da una parte ; e la sua portentosa capellatura , che pareva tutta d ' argento massiccio , scintillava da lontano e dava alle adoratrici riguardanti una specie di estasi religiosa , simile a quella che dà ai devoti nelle chiese cattoliche il fulgore dell ' ostensorio tra le nuvole dell ' incenso . In questi ultimi tempi la figura di Franz Liszt aveva acquistata una solennità leggendaria ; era come una reliquia preziosa . Nelle sue attitudini il maestro teneva una immobilità scultoria . Io l ' ho visto una volta conservare la stessa posa , durante circa mezz ' ora ; e mi parve quasi ch ' egli non fosse più un uomo vivente ma un idolo , un idolo materiato di metallo e di cera . Alla fine dei concerti , egli usciva a braccio d ' una signora , tra due ale di gente riverente . Il corteo consueto gli veniva dietro ; e nel corteo c ' era Giovanni Sgambati con la sua faccia plenilunare indiata dalla raggiera de ' capelli , e c ' era la signora Helbig dal sorriso così giovenilmente fresco che le rischiarava tutta la gran persona , e c ' erano i giovini maestri , Gullì , Consolo , Rosati , e c ' era una schiera misteriosa di lisztiani che andavano innanzi trasognati , con dei visi sacerdotali raggianti ispirazione tra l ' ombra spiovente delle chiome . Chi non ricorda quella scena che era sempre la medesima ? Ora Franz Liszt è morto , e la notizia ci empie di meraviglia . Pareva che l ' autore delle Consolations dovesse rimaner tale qual era , eternamente , quasi pietrificato in quella sua vecchiezza gloriosa , all ' ombra della sua magica capelliera . Noi non lo vedremo più qui a Roma ; e i giovini pianisti non saranno più consacrati dal suo sorriso . L ' ultima volta che lo vedemmo fu qualche mese fa alla cerimonia di fondazione della sala per concerti nell ' Accademia di Santa Cecilia . Egli , grave e solenne come un apostolo , scrisse il suo nome sul libro che gli presentarono . Le acclamazioni facevano tremare l ' edifizio . La gran chioma d ' argento radiava come non mai . Quando sorrise , un baleno di giovinezza gli passò nelli occhi che aveva dolci e profondi , e la sua faccia si animò come la faccia d ' una statua marmorea su cui fosse caduto d ' improvviso un chiarore . Quella forse fu l ' ultima sua gioia ; e gliela diede Roma .
CONTRO IL NITTISMO ( - , 1921 )
StampaQuotidiana ,
Mentre il Governo abolisce il monopolio del caffè e i commenti degli economisti « del senno di poi » vengono a dire quello che noi da un pezzo sapevamo , e cioè che questo monopolio non solo non ha reso nulla allo Stato , ma si è risolto effettivamente nella perdita di qualche milione , l ' on . Nitti cui spetta la gloria di questi nefasti monopolistici , lotta nella nativa Lucania a riconquistarsi il pericolante favore degli elettori con tutti i lenocinii della sua consumata arte politica . Che un ex Presidente del Consiglio , meridionale per giunta , debba , a nemmeno un anno di distanza dall ' abbandono del potere , temere la sorte dell ' urna se non precisamente per sé , certo per i propri compagni di lista , è fenomeno nuovissimo nelle cronache politiche italiane ed è , soprattutto , gravemente dimostrativo nei confronti dell ' on . Nitti . A spiegarlo , non basta l ' accanimento degli avversari politici , anche se questi avversari politici abbiano la forza e l ' abilità dell ' on . Giolitti . Se la Basilicata che era il feudo politico di Francesco Nitti minaccia di abbandonarlo , oggi , vuol dire che tutto il sistema politico che nel nittismo si riassumeva , è condannato inesorabilmente ; vuol dire che la caratteristica che le imminenti elezioni vanno assumendo , è precisamente questa : « contro il nittismo » . Così considerato , l ' episodio dell ' accanimento che i nittiani portano nella lotta elettorale della Basilicata , diventa l ' esponente della situazione elettorale del Paese . Gli stessi blocchi nazionali , che cosa sono mai se non la difesa della Nazione fatta dalla Nazione stessa contro i pericoli mortali formati attraverso e grazie alla politica nittiana ? Basti osservare il nucleo centrale che dovunque li informa per convincersene . Questo nucleo è , dovunque , costituito dai nazionalisti e dai Fasci . Ora , che cosa sono i Nazional - Fascisti se non la reazione spontanea formatasi nell ' elemento più giovane , più ardito , più saldo del Paese contro quegli eccessi del socialismo degenerato in bolscevismo che avevano trovato in Francesco Saverio Nitti l ' avallante e il legittimatore ? È storia di ieri . Chi aveva permesso si formasse in Italia l ' ambiente donde scaturì l ' ultima Camera dei Misiano , dei Riba , degli Abbo , dei Giulietti , se non colui che aveva insultato alla guerra e ai suoi Martiri amnistiando i disertori , che aveva svalorizzato la vittoria prostituendo l ' Italia con tutte le rinunzie supinamente accettate ; lamentando , dal banco del Governo , in faccia al mondo intero , la miseria e la fame del Paese di contro ai pochi coraggiosi che osavano prospettare ed esaltare i diritti del sacrificio gloriosamente sostenuto ? Wilson diceva : « Fiume , no ! » e Nitti , senza nemmeno curarsi di vedere se dietro questo « no » ci fosse davvero il veto degli Americani o non soltanto quello della banca ebraica internazionale , rispondeva : « Sta bene , no » . Inghilterra e Francia , alle nostre legittime richieste perché ci fosse assegnata , nella ripartizione delle fonti di approvvigionamento di materie prime e di combustibile la parte che ci spettava , rispondevano : Dei bacini metalliferi , minerari , carboniferi ? che bisogno ne avete ? Pensiamo noi a darvi il carbone e a darvi i minerali . Anzi ve li portiamo in casa con le nostre stesse navi : che volete di più ? E Nitti , supino a ringraziare : Ma benissimo ; oh quanto siete generosi ! Qualcuno tentava bene di protestare , in Parlamento e nel Paese , ma Nitti aveva trovato la formula per far stare tutti zitti : Per carità ! mi volete rovinare ? Non sapete che l ' America non ci dà più né un soldo né un chicco di grano se non stiamo zitti e buoni ? Non sapete che abbiamo la fame alle porte ? la fame e la rivoluzione ? La rivoluzione minacciava davvero . Ma creata , o almeno , permessa da lui . Fu sotto di lui , lui consenziente , che la masnada bolscevica trovò le sue più spavalde audacie : esponente di tutti gli insulti quotidiani al tricolore , la quotidiana aggressione ai militari di qualunque grado e di qualunque arma . Fu sotto di lui , lui consenziente , che Enrico Malatesta rientrò in Italia e poté organizzare , fra uno sventolio di bandiere rosse , quel giro trionfale di propaganda comunista che trovò poi la sua eco quotidiana e stabile nella Umanità Nuova e , più tardi , il suo apogeo nelle bombe del Diana . Sotto di lui , infine , che gridare : Viva l ' esercito ! Viva l ' Italia ! fu considerato sedizione e l ' esporre il tricolore , provocazione delittuosa . Né meno grave di questa , politica e diretta , è la responsabilità di Francesco Nitti nello svolgimento della vita economica del Paese durante il suo avvento al potere . Nessuno dei problemi che erano imposti , e urgentemente , dalla necessità del riassetto e della ricostruzione , venne da lui risolto . Viceversa , si affermò attraverso due capisaldi economici ugualmente disastrosi : i monopoli e gli aggravi fiscali . Coi primi rovinava il commercio del Paese ; con l ' altro rovinava le industrie colpendole nel momento in cui esse dovevano superare la doppia crisi del passaggio dalla guerra alla pace e della intensificazione della produzione imposta , quest ' ultima , e dalla necessità di ridurre al minimo le importazioni dall ' estero e da quella di assicurare lavoro alla larga disponibilità di mano d ' opera che la cessazione della guerra gettava sul mercato . Fu in questo momento che il Nitti mentre da una parte liquidava la situazione delle industrie , nei rapporti con il Governo , con uomini che erano gli esponenti dei criterii e dei postulati dell ' alta banca internazionale escogitava dall ' altra il decreto sulla nominatività dei titoli che veniva a distogliere il capitale privato dall ' impiego in titoli industriali . Fu in questo momento che egli cedette al Giulietti , a prezzo vilissimo , i vapori per la costituzione di quella « Cooperativa Garibaldi » , che doveva essere non soltanto un termine di concorrenza sleale contro i piccoli armatori che costituiscono per tradizione la forza intima della Marina mercantile italiana , ma ancora e purtroppo , il seme del bolscevismo trasportato in seno della Federazione Marinara ed esaltato , attraverso la bandiera rossa comunista issata sull ' albero maestro dei vapori della Cooperativa . Prosperava l ' impresa Giulietti sotto le ali protettrici del Nitti , ma intanto rimanevano invece inascoltate le richieste , i memoriali , le esposizioni degli armatori , dei costruttori navali , degli uomini politici che prospettavano al Governo l ' urgenza di provvedimenti realmente efficaci a favore della marina mercantile , l ' urgenza , soprattutto , di dotare l ' Italia di un tonnellaggio adeguato ai nuovi bisogni della sua nuova vita . A tutte queste proposte e richieste , Nitti rispondeva portando Villa e De Vito al Ministero dei Trasporti e avallando i disastrosi decreti del primo e la statizzazione dei giacimenti ligniferi fatta dal secondo . Che un uomo della competenza dell ' onorevole Nitti in materia di economia statale passasse così di errore in errore in buona fede , è inammissibile . Nessuno potrà mai credere che egli non vedesse quale disastro rappresentassero per il Paese la sua negativa politica commerciale ; la sua coercitiva e paralizzante politica industriale ; la sua disastrosa politica dei trasporti ; la sua catastrofica politica degli approvvigionamenti ; la sua avida politica fiscale ; la sua criminosa politica demagogica ; infine , la sua concezione meramente opportunistica del potere per cui ogni fattore della vita nazionale diventava per lui soltanto strumento di dominio e non elemento da adoperare in armonia con gli altri per il bene comune . E allora ? E allora dobbiamo concludere che nel concetto dell ' on . Nitti , governare non significava più mettere le proprie forze al servizio del Paese , sibbene , asservire il Paese alla propria ambizione e le risorse del Paese al proprio particolare interesse politico . Questo il suo concetto ; questa la sua opera ; questo il suo delitto . Delitto ; ché , per giungere al proprio fine e per mantenere il potere ad ogni costo , egli non esitò a servirsi di ogni mezzo , anche di quelli che , come il bolscevismo accarezzato dal suo bisogno di crearsi un appoggio anche nella demagogia diventavano pericolo mortale per il Paese . Fosse venuta davvero la rivoluzione , egli avrebbe sfruttata anche questa . Ché , per la sua amoralità politica , ogni carta era buona in quel giuoco che per sventura nostra si chiamava Italia . Tutto stava nel gettarla in tempo sul tappeto . Questo , l ' uomo che per troppo tempo ha arrischiato nel calcolo delle probabilità del profitto suo personale la vita del Paese ; l ' uomo che pensa di poter riprendere il giuoco ; l ' uomo che , per rifarsi il prestigio perduto anche in quella non difficile terra che è la sua , va promettendo agli elettori della Lucania che nel novembre prossimo egli riavrà sicuramente il potere . Uva acerba , anche per la vecchia volpe di Muro Lucano . E speriamo che il blocco nazionale delle elezioni le impedisca per sempre di maturare . Nel fascio degli antichi littori , c ' era anche la scure !
BIANCHERIA INTIMA ( BISCUIT_LILA , 1887 )
StampaQuotidiana ,
Oramai per le nostre signore il lusso della biancheria è diventato addirittura rovinoso . Le più squisite eleganze e le raffinatezze più procaci son profuse in quei leggeri vestiti di batista e di finissimo lino , che nella lor trasparenza prendono il profumo e il dolce color roseo della cute feminile . La semplicità d ' un tempo è scomparsa . Anche nei corredi delle fanciulle più timorate di Dio , uscenti da famiglie austere e severe , si vedono tali novità che avrebbero certamente dato un fremito di orrore alle nostre nonne . E i cronisti mondani osano , con una impudenza inaudita , perfino descrivere ad ogni occasione di matrimonio le forme e i colori e le minime particolarità dei più segreti indumenti della giovine sposa ; sicché noi sappiamo che la principessa Blanzifiore ama portar le camicie ornate d ' entre - deux di merletti e d ' un nodo di nastro sul fianco sinistro , che la marchesa Ginevra usa portare certi singolari pantaloni ermetici , chiusi da tutte le parti con metodi ingegnosissimi , e infine che la contessa Bersenda preferisce su la nuda carne piuttosto la carezza della seta che quella della tela . Noi su tutto ciò abbiamo già dato il nostro umile parere ; ed abbiamo anzi alcun tempo fa , in nome della nitida semplicità , formulate in un catalogo le norme che devono presiedere alla vestizione intima ed ascosa d ' una vera signora . Ma , poiché la corrente ci travolge , seguiamo la corrente ; e diamo alle lettrici la descrizione breve d ' una serie di nuove camicie che un elegantissimo giornale di mode offre per saggio . Naturalmente il primo posto è tenuto senza contrasto , dalla camicia semplice , tutta di batista immacolata , con il petto e l ' orlo delle maniche ornati di cinque piccole crespe di finissimo lino . Questa camicia non fa nessun effetto all ' occhio volgare ; ma ( udite , o dame dispendiose ! ) soltanto l ' imbiancatura costa sette lire . Vedete dunque che per poterla portare , il faut être à son aise . Per abbottonarla è di buon gusto adoperare tre perle buone che vadano diminuendo in grossezza affinché nel busto non sieno fastidiose . La camicia a spirale è anche di batista , con un pizzo di Valenza che si parte di su la spalla e gira gira gira fino all ' estrema punta della camicia . Quando una signora ordina camicie a spirale , basta ch ' ella indichi alla cucitrice con maggiore o minore esattezza le sue rotondità e le sue mancanze , allora tutta l ' opera della cucitrice si riduce a stringere o a allargare la spirale in modo da renderla elegante . La camicia medioevale è in pura tela d ' Olanda , con uno sgonfio di merletto su l ' uno e l ' altro lato del seno e con un ornamento del merletto medesimo all ' orlo inferiore . Tra i due sgonfi , destinati a imprigionare e a reggere nella lor delicatissima rete le « due beltà gemelle » , è una piccola tasca , anche del merletto medesimo , che serve a contenere il rosario . La camicia preziosa è formata di un entre - deux di merletto che stringe i fianchi con una cintura . Da questo entre - deux si partono due gale , di cui l ' una sale , accoglie il seno ed ha un ' apertura per le braccia ; e l ' altra scende fino alla caviglia formando così il termine della camicia . La perfezione sua consiste in questo : che l ' entre - deux della cintura è la riduzione minuscola dell ' ampia gala inferiore , mentre la gala superiore n ' è la riduzione media . Il solo ornamento possibile è un lungo nodo di nastro sul lato sinistro della camicia . La camicia di crespone carnicino ha questo di buono : che non è possibile gualcirla perché il tessuto di cui si compone pare sempre gualcito . Un semplice entre - deux di merletto di Fiandra adorna le maniche e il giro delle spalle e del petto . Certe signore , per renderla più provocante , mettono sul seno due sgonfi dello stesso merletto ; oppure serrano la manica per mezzo d ' un nastro di velluto azzurro e d ' un piccolo fermaglio di diamanti . La camicia a foggia di busto è composta di merletto e di batista che si alternano a zone , giù giù diminuendo fino alla vita e terminando con un nastro , passato a traverso un entre - deux che si annoda in su ' l mezzo . Il basso è formato da una gala di pizzo di Valenza che copre certe zone di batista a mille pieghe . La camicia a foggia di scacchiere si compone tutta di piccoli quadri ricamati e di piccoli quadri di merletto , d ' egual grandezza . Su questa specie di tessuto si potrebbe quasi fare il giuoco della dama e degli scacchi . La camicia deve terminare con una fila di pezzi da scacchiere , fatti ad uncinetto : cioè col matto , col re , con la regina , col cavallo . La camicia araldica è semplicissima , tutta di batista , con lo stemma gentilizio ricamato sul cuore e con il motto ricamato intorno intorno al petto o su una giarrettiera . Per renderla più ricca , certe dame fanno ricamare all ' estremità , sul lato destro , le principali figure d ' animali che contiene lo stemma avito . Ma nulla in verità è più grazioso della camicia di merletto nero e di merletto bianco . La quale appunto si compone di due merletti , uno bianco e l ' altro nero , alternati . In generale si adoperano merletti di Valenza e di Chantilly . Per le signore grasse convien disporre gli entre - deux in lunghezza , e per le magre convien disporli in larghezza . La camicia all ' ultima moda ha tutta la parte superiore di merletto , fatta su misura ; sul cuore , il crest ricamato ; e in basso un merletto increspato ed ornato di nastri d ' un colore simile a quello del busto . La camicia di Valpurga è tagliata in una specie di mussolina indiana a righe , e per ornamento non ha che una sciarpa annodata un po ' più su delle reni . Con tal genere di camicie sono indispensabili le armille alle braccia e alle caviglie . La camicia corretta ha la scollatura intieramente rotonda , di batista , con un semplice pizzo di Valenza , liscio e tenuto da un nastro . Due gruppi di pieghine in sul davanti offrono un modesto asilo ai casti gigli del seno . La camicia alla moda del Direttorio ha il davanti di pizzo di Valenza , che , disposto in forma di scialle fino alla cintura , finisce diminuendo su la spalla , ripreso da un nastro annodato alla greca . La parte di dietro è rotonda ; e intorno alla vita gira un entre - deux di merletto attraversato da un nastro d ' un color di rosa pallido . La camicia alla moda della regina Ortensia è di lino , con un partito di pieghe che scende dalla spalla e , fermandosi sotto il petto , ritenuto da un nodo , cade quindi fino in basso e termina con un entre - deux di merletti di Valenza . Finalmente la camicia vedovile , alla moda della contessa Bersenda , è tutta di finissima seta nera , diafana , e fluida . Una volta la contessa Bersenda , che ha una grande reputazione di saviezza ed è citata per la sua stretta osservanza delle regole di convenienza , si lasciò prendere da un subito languore ; permise cioè che Don Giovanni entrasse , a mezzanotte , nelle sue segrete stanze . Era di primavera ; saliva alla finestra l ' odore delle rose , dolce come un vino ; l ' alcova si profondava in un ' ombra piena di lusinghe . E Don Giovanni , in ginocchio d ' innanzi all ' amata , versava un fiume di parole ardenti e tumultuanti , Bersenda ascoltava , piegandosi , invasa dalla tenerezza , mentre il giovane con la mano furtiva scioglieva i nodi , faceva uscire a uno a uno i bottoni dagli occhielli , tirava abilmente il laccio del busto , apriva il fermaglio della giarrettiera , dove splendeva un mirabile zaffiro a similitudine d ' un occhio cilestro acceso dal riso . Bersenda non oppose resistenza ; finché , nella trasparenza della camicia nera , ella apparve simile alla figura della prima Ora notturna . Ma quando l ' audacissimo Don Giovanni volle togliere alla bella Ora languente il velo della notte , ella balzò con un grido , si rifugiò atterrita in un angolo ; e supplichevole diceva : « Oh , no , no ! Per pietà , non mi chiedete questo ! » . « Perchè dunque ? » , fece Don Giovanni sorridendo . « No , no ! Per pietà ! Capite ... le convenienze ! ... Son tre mesi che ho perduto mio marito e non posso ancora lasciare il lutto . Non mi chiedete questo , per pietà !...»
StampaQuotidiana ,
Sabato , verso l ' ora del mezzogiorno , Edoardo Scarfoglio si unì in matrimonio con Matilde Serao , nella sala rossa del Campidoglio , essendo in ufficio l ' onorevole barone Giordano - Apostoli . La cerimonia fu semplice e lieta . La sposa , vestita d ' un elegantissimo abito grigio - sorcio con un cappello chiuso d ' egual colore , teneva fra le mani un mazzo di rose meravigliose e parlava e sorrideva assiduamente , comunicando a tutti li amici quella giovialità cordiale che è una delle sue più belle e resistenti virtù di donna . Lo sposo , quella singolar figura di Don Chisciotte giovine e vivace e pieghevole a tutte le eleganze del vestire moderno , trovava modo di discutere con Pasquale Mancini su le condizioni e le esigenze del teatro italiano contemporaneo , non senza lanciar saette , tanto per non perdere l ' abitudine , alle infelicità martelliane di Felice Cavallotti . Come la discussione andava accendendosi e il ministro avvalorava le sue ragioni con una quasi giovanile impetuosità di gesti , l ' onorevole Giordano - Apostoli invitò gli sposi a sedersi su le molto esercitate sedie auree che stanno d ' innanzi al banco ufficiale . Testimoniavano per la sposa : il principe Maffeo Colonna di Sciarra e il barone di San Giuseppe . Per lo sposo : i ministri Mancini e Grimaldi . Erano auspici , dietro le sedie nuziali , due amici antichi e compagni d ' arte e conterranei : Gabriele D ' Annunzio e Costantino Barbella . La cerimonia rituale fu compiuta rapidamente . Ieri sera poi , nella chiesa di Santa Maria del Popolo , fu stretto il matrimonio ecclesiastico , verso le dieci . Per entrare in una cappella interna , bisognava passare attraverso un lungo corridoio dove al lume delle candele recate dai monaci s ' intravedevano le pareti piene di sculture marmoree . Il mistero sacro dava alla cerimonia una certa solennità . La cappella era tutta bianca e fredda , rischiarata debolmente dai ceri dell ' altare . Su i marmi dell ' altare stavano scolpite le armi gentilizie dei Borgia , e una soave Madonna giottesca proteggeva dall ' alto i presenti . I monaci cortesi giravano di qua e di là disponendo le cose . Ruggero Bonghi , in disparte , discorreva di non so che con uno di loro . Il duca di Maddaloni lasciava ammirare su l ' abito nero , di taglio giovanile , il gran collare dell ' ordine di Malta . Paulo Fambri , il Molosso , chiedeva a Masaniello Parise notizie dell ' ultimo duello o raccontava aneddoti del Lupatti alla sposa sorridente . La sposa aveva un ricco abito di broccato d ' argento , senza strascico ; e tutto quel mite splendore di bianchezza le si rifletteva nel sorriso . Quando gli sposi s ' inginocchiarono e si presero per la mano , il celebrante , un monaco grande e grave , li benedisse con un gesto pieno di nobiltà . Assentirono i testimoni : il conte Luigi Primoli e Paulo Fambri , per la sposa ; il duca Proto di Maddaloni e Ruggero Bonghi per lo sposo . Dopo , le carrozze portarono gli invitati alla casa maritale dove già molta gente congratulante aspettava . La casa non è vastissima , ma è un nido pieno di cose belle e preziose , è la maison d ' un artiste au XIX siècle . Le scale , con le pareti coperte di tappeti del Kurdistan , sono rallegrate da un ' infinità di piante verdi . Le piante di serra occupano anche i pianerottoli e le stanze di anticamera e di passaggio . La camera di studio dei due artisti è d ' un colore avana chiaro ; ha tende altissime d ' una stoffa greve , originalissima , di tinte e di disegno araba . Lunghi scaffali di noce coprono una parete ; un gigantesco camino di noce copre l ' altra opposta ; sedili e sedie , d ' una stoffa antica intessuta d ' oro e di rosso , stanno in tutti li angoli . Su la parte sporgente del camino fiorisce un magnifico ordine di begonie , di quelle piante vive che paiono artificiali e inverosimili . Su ' l tavolo , fra le carte e i libri , tanti oggetti curiosi e rari . La camera del talamo ha le pareti tutte coperte di raso color tabacco , d ' un color bizantino ; le tende di peluche , azzurre con larghe bande di ricami in bianco e oro ; il baldacchino anche azzurro con fiocchi e cordoni ricchissimi ; il letto largo di noce , scolpito squisitamente . Il salone è di vario gusto e di vario stile , ma ha nell ' insieme un ' intonazione calda e simpatica e armoniosa . Le portiere e le tende sono composte di due stoffe : d ' un antico velluto a fiorami verde scuro e d ' una specie di broccato massiccio a fiorami d ' oro e marron su fondo rosso scuro . Tra le due finestre s ' innalza , svelto e sottile come un ' artifiziosa architettura di merletti neri , un mobile giapponese di bois - de - fer , tutto pieno di vasi di Satzuma , di bronzi , di avori , di mostri metallici . In un angolo un grande specchio , contornato di stoffe francesi , riflette una gru di bronzo , l ' uccello bene amato nell ' impero del Sol Levante , o Tsouri Sama , Sua signoria la Gru . Di fronte allo specchio , un paravento di seta grigia , uno di quei paraventi floreali e ornitologici che bastano ad animare lietamente un ' intera stanza , chiude l ' angolo , formando una specie di penetrale intimo dove è raccolto tutto il fascino esotico del salone . Tra il paravento e lo specchio scende dall ' alto una banda di seta saumon di quel tenerissimo colore così voluttuoso , così sensuale , così carnale , così amorosamente tentatore e suggestivo . La seta è vivificata da ricami meravigliosi di fiori e di uccelli , e tutta luminosa delle penne occhiute dei fagiani imperiali e dei pavoni . In verità quella stoffa è il più bel pezzo dell ' appartamento , è la nota più significante e più alta nella sinfonia delle linee e dei colori . Dall ' alto dello specchio un ' altra banda di seta , ma rossa e ricamata di mostri d ' oro a rilievo , sale fino al soffitto e rimane inarcata come una piccola vela di qualche yanè - funè principesco . Due arazzi giapponesi inquadrati in cornici larghe di velluto e tesi , due di quelli arazzi giocondi dove uomini e donne bevono il the o ascoltano una lettura sotto un tetto d ' oro o sotto gli alberi di pesco o tra le selvette dei bambù , occupano la terza parete . La quarta parete è occupata finalmente da un gran quadro moderno , da un paesaggio boscoso e radioso di Guido Boggiani . Poltrone e divani di tutte le forme , tavolinetti , vasi di porcellane , tutte le varie minuscole suppellettili moderne ingombrano il restante spazio . Il secondo salone , che ieri sera era trasformato in sala di buffet per cura di Nazzarri , è coperto di mèzzari , di certe larghe stoffe genovesi dove son rappresentati paesaggi curiosissimi a colori molto vivi . Nell ' angolo principale una tenda bizzarra , formata di aste e di drappi , ombreggia e protegge un divano . Tutto questo appartamento , preparato da Giuseppe e da Ercole Noci , ieri sera fu invaso da innumerevoli amici , da tutti li amici degli sposi : uomini politici e letterati , gentiluomini e artisti , illustrazioni di tutti i partiti e di tutte le arti . Donna Matilde aveva per ognuno una parola cordiale , un gesto di saluto , un sorriso , una domanda cortese ; si espandeva dovunque in un ' attività instancabile ; passava felice e raggiante tra li augurii , con i capelli cinti di fiori freschi , con le mani e le braccia gemmate di doni .
StampaQuotidiana ,
La Giunta Esecutiva dell ' « Associazione Nazionalista Italiana » ha lanciato il seguente manifesto al Paese : « Il nazionalismo italiano non improvvisa il suo programma e rifiuta di adattarsi ad un programma elettorale . Esso porta nella lotta delle " unioni nazionali " cui ha partecipato con disciplina italiana senza egoismi di partito , intatto il suo fervore , intatte le sue affermazioni di dottrina , continuata la sua azione politica , provata nei fatti la sua fede . Queste elezioni sono un revisione , una contrizione , una sconfessione per tutti tranne che per il nazionalismo . I socialisti , che pretendevano annientare la Nazione e la sua vittoria nell ' internazionalismo della Russia bolscevica , sono in contesa e si sconfessano a vicenda , sottomettendosi ipocritamente , dopo il tentato matricidio , alle supreme verità nazionali , alle sole verità , da noi soltanto tenacemente affermate contro tutte le loro negazioni , contro tutte le complici ideologie dell ' internazionale bianca , del vilsonismo e del liberalismo socialdemocratico . I partiti e i gruppi costituzionali che non avevano più osato , di fronte alla sopraffazione socialista , assumere la responsabilità della nostra guerra , quale è stata nella storia del conflitto europeo , e cioè un atto di volontà consapevole e decisa quale noi soli sempre lo abbiamo ricordato con giusto orgoglio agli Alleati e ai nemici ; che non osavano più esaltare la vittoria , quale è stata nella storia del conflitto , e cioè una vittoria soltanto italiana , di virtù e di sacrifizio italiani contro il potente secolare nemico , quale noi soli sempre abbiamo ricordato con giusto orgoglio e con gagliarda difesa agli Alleati ai nemici e a tutti coloro che in Italia la disertavano ; oggi , partiti e gruppi , dopo due anni di smarrimento e di sottomissione in cui avevano consentito perfino il tradimento di governo , compiuto da Nitti frenetico dilapidatore della vittoria , sono ricondotti , dallo spettacolo della viltà socialista , alla contrizione per tutti gli errori commessi . Massimo quello di non aver mantenuto la fede nell ' Italia , che noi custodimmo nel dileggio e nella derisione , quando perfino parve e fu sedizione la fede nell ' Italia e la fedeltà al grande Italiano , che la fede faceva azione , a Gabriele d ' Annunzio . Non v ' è partito , non v ' è uomo fuori degli autori della riscossa nazionale , da noi non improvvisata , ma annunciata sicura fin da quando incominciò la nostra opera , alla vigilia della guerra libica che non debba oggi domandare , in questa lotta , l ' indulgenza dell ' oblio su proprie responsabilità di deviazione o di smarrimento , se non addirittura su proprie colpe e su proprie gravi complicità antinazionali . Noi no . E questo diciamo con dolore , poiché tale verità che potrebbe essere vanità di partito è la nostra umiliazione di cittadini e di italiani . Non uno degli atti compiuti dopo la vittoria può oggi essere ricordato degno di questa , degno dello spirito e della chiaroveggenza con cui si doveva raccoglierne i frutti e affrontare la crisi mondiale del dopoguerra . Dalla patita sopraffazione degli Alleati che ci defraudava in Asia e in Africa e nella ripartizione economica della vittoria ( la quale soltanto quando ebbe bisogno del nostro aiuto decisivo fu chiamata comune ) a questo Trattato di Rapallo che , invano presentato dai rinunciatori come un atto di volontà , oggi non appare nemmeno un compromesso , ma soltanto un mostruoso abbandono alla brutalità jugoslava : dalla tentata diffamazione della guerra ridotta con faziosità parricida all ' episodio di Caporetto , dalla tentata rinnegazione dello spirito e dell ' orgoglio militari della Nazione vittoriosa , cui la vittoria era negata come una vergogna , alla distruzione dell ' autorità dello Stato , costretto ad essere servo nella difesa dei cittadini e della proprietà e dell ' ordine sociale , tiranno nella disastrosa esperienza di un socialismo di stato demagogo e saccheggiatore dell ' erario : non uno degli atti di governo compiuti può essere ricordato come una volontà nazionale , pari al sacrifizio trionfale del popolo sui campi di battaglia . Noi abbiamo la coscienza di avere domandato un governo nazionale , di avere combattuto fierissimamente negli uomini e negli atti l ' opera di una legislatura , che fu la legislatura della rinnegazione della vittoria . Noi però non dobbiamo esporre un programma . Ci basta promettere di continuare in quello che siamo sempre stati e che i fati e i fatti hanno provato essere non una dottrina di sopraffazione , come soprattutto per ignoranza è stata la nostra invano diffamata , ma un ' anticipazione appassionata e logica della storica missione dell ' Italia nel mondo , rinsaldata nella prova più tremenda che potesse imaginarsi , una anticipazione delle verità nazionali di tradizione , di civiltà , di potenza e di espansione produttiva e demografica , cui l ' internazionalismo socialista aveva contrapposto , con la pusillanime convergenza degli altri partiti , tutte le menzogne delle ideologie antinazionali e di una economia fatta di miseria comunista e di organizzazione burocratica . Noi soli non abbiamo mai concesso al socialismo e alla sua falsa utopia quello che tutti i partiti avevano ad esso concesso , credendo di aver acquistato così il loro benessere , e cioè il patrimonio più sacro : quello delle idee conduttrici della vita nazionale . Queste idee , questo spirito , questa volontà nazionali per cui soli i partiti hanno il diritto di domandare l ' esercizio del potere , e non per i soliti e facili programmi elettorali combinati con le solite smanie riformistiche noi vogliamo che la lotta elettorale si mostri capace di esprimere . Le " unioni nazionali " debbono significare la volontà nazionale dei partiti che sentono finalmente di poter governare in nome di una idea , per la difesa della Nazione e dello Stato , contro il tradimento della vittoria , contro la continuazione del disastroso esperimento di socialismo statale , fatto di statizzazioni , monopoli , municipalizzazioni che ha mortificato l ' economia e sconquassata la finanza , e cioè contro quella socialdemocrazia che , dopo essere stata complice del comunismo , si presenta oggi nella ipocrisia di Turati e dei suoi correi , pronta ad accaparrare il potere , come se le sue sconfessioni di oggi fossero un merito e non una colpa , anzi un delitto di lesa patria . Il nazionalismo che in Nitti ha combattuto il nittismo e cioè il delitto di dare l ' Italia , la Nazione , lo Stato , ai nemici della Nazione e dello Stato , non muta la sua lotta , la continua , Non per sé , ma per l ' Italia . Questa è la sua promessa » . LA GIUNTA ESECUTIVA
LA VITA A ROMA. SCIABOLE E FIORETTI ( VERE_DE_VERE , 1885 )
StampaQuotidiana ,
Oh , gloriosa scienza d ' armi italiana ! Un risveglio onorevole si va propagando per la patria . Nuovi cultori sorgono ad illustrare l ' arte di Camillo Agrippa e di Nicoletto Giganti . Qui in Roma gentiluomini aprono sale d ' armi e trattenimenti mattutini . Don Ladislao Odescalchi nel suo palazzo prepara un immenso stanzone tutto tappezzato di arazzi , ornato di trofei d ' armi antiche e di gonfaloni storici . Il principe di Teano ne prepara un altro , a gara , dove chiamerà a schermire e conviterà quanti eletti armeggiatori sono nell ' Urbe . Allora , nelle fresche mattine primaverili , le riunioni amichevoli saranno frequenti e lunghe . La luce entrerà , gaia e fortificante , dai finestroni amplissimi e ravviverà nelle pareti i vecchi arazzi pieni di cacciatrici pagane o di cavalieri battaglianti o di pompe imperiali o di amori mitologici . Le armature penderanno nelli angoli damaschinate d ' oro ; tutte le diverse fogge di spade e di aste s ' incroceranno nelle panoplie e scintilleranno a una qualche banda di sole . Le bandiere multicolori si muoveranno lentamente ad ogni minimo soffio dell ' aria . E li amici , giocondamente , si daranno alla fatica . D ' intorno , sui divani profondi , su i cassoni scolpiti , i più pigri staranno distesi a giudicare i colpi , o fumeranno tabacchi odoranti , o parleranno di femmine e di cavalli e di cani . Il tintinno vibrante delle lame si mescolerà alle risa e ai motti ; e le spire del fumo saliranno placidamente al soffitto istoriato . Poi , quando li amici avranno le membra stanche e piene di sudore , i servi imbandiranno nella stessa stanza una tavola . Un vivo stimolo di cibo ecciterà li stomachi sani , e la sanguigna succulenza delle carni cotte diletterà d ' un mai provato sapore i palati laboriosi . Il vino sarà bevuto in grandi coppe di cristallo boemo e letificherà li spiriti delli affaticati . E don Ladislao , il magiaro , tenendosi in una mano la gran barba bionda ed ingrossando la voce , comincerà a dir le parole di Nicoletto Giganti vinigiano al serenissimo don Cosimo de ' Medici : Sì come il ferro dalle rigide minere sottratto inutile riuscirebbe , se dall ' arte industre non ricevesse forma accommodata a gli essercitii humani : così l ' istesso nelle mani del forte soldato riesce di poco frutto se da studioso et accorto valore accompagnato non s ' apre la strada ad ogni difficile et vittorioso successo ...
StampaQuotidiana ,
Il Corriere d ' Italia non sapendo più che dire , ci chiama « giolittiani » . Proprio ieri , mentre noi denunziavamo il pericolo di una ripresa della politica del nobiluomo Sforza , attribuita dalla Stampa all ' onorevole Giolitti , il Corriere si compiaceva di scrivere che noi , totalmente dimentichi della politica di Sforza , ci eravamo imbrancati nelle file giolittiane , dalle quali erano invece esulati tutti quei popolari che tanto della politica del nobiluomo Sforza quanto della politica economica dell ' on . Giolitti , erano stati complici ed esecutori puntualissimi . Ma la verità è il Corriere l ' ha capita perfettamente che il nostro atteggiamento nella presente crisi è stato determinato da motivi politici , che sono in perfetta antitesi con quelli che hanno determinata la condotta del Corriere e dei popolari . Giolitti personalmente non c ' entra . Cominciamo col constatare , che all ' inizio della crisi noi ci siamo trovati perfettamente d ' accordo col Corriere nel deplorare il colpo di mano dei giolittiani e la forma incostituzionale con cui la crisi fu determinata . Perché al di sopra di tutte le direttive politiche concrete e di tutte le opinioni in ordine al regime , noi teniamo al retto funzionamento del regime quale esso sia . Non si può difendere la causa dell ' ordine , senza volere che l ' ordine sia rispettato nelle stesse sfere , dalle quali esso deve promanare . Dopo ciò , noi abbiamo affermato la necessità di un governo stabile , sembrandoci oramai tempo di dare un po ' di requie al Paese , se non per affrettare almeno per non impedire la sua necessaria ricostituzione . Ma la situazione parlamentare , alla quale principalmente si deve aver riguardo per formare un governo stabile , era ed è tale che non offre se non due soluzioni logiche e solide : o un governo di concentrazione nazionale , caratterizzato dalla partecipazione in pieno della Destra , o un governo con la collaborazione dei socialisti . Ora l ' onorevole Orlando in un primo momento e l ' onorevole Giolitti in un secondo momento parvero gli uomini meglio indicati a realizzare la prima delle due soluzioni e i nazionalisti hanno cercato naturalmente di agevolare il compito tanto a l ' uno come all ' altro , non perché l ' uno o l ' altro rappresentassero delle soluzioni ideali , dal loro punto di vista programmatico , ma perché fra tutte le soluzioni possibili , erano quelle che avrebbero permesso di realizzare questi due fatti di grande importanza politica : la concentrazione dei partiti nazionali e l ' avvento di un governo stabile . I popolari , invece , che non solo non provano alcun disgusto , ma mostrano di desiderare la collaborazione con gli elementi antinazionali , hanno cercato invece di creare ostacoli prima alla combinazione Orlando e poi alla combinazione Giolitti . E questo è il fondo del dissidio fra noi e i popolari : il perché poi essi non temano anzi desiderino un governo collaborazionista , di chiaro significato e di sostanziale carattere antinazionale è argomento , che abbiamo illustrato più d ' una volta e sul quale ritorneremo , se occorre . Alle designazioni di Orlando prima e di Giolitti poi essi hanno contrapposto la soluzione di un governo di Sinistra , unicamente allo scopo di impedire la concentrazione nazionale e di non romperla definitivamente coi socialisti . Il nostro « giolittismo » dunque è stato determinato dai motivi opposti a quelli che determinarono l ' « antigiolittismo » dei popolari , cioè da motivi essenzialmente politici e squisitamente nazionali .
LE CORSE IN VIA SALARIA ( VERE_DE_VERE , 1885 )
StampaQuotidiana ,
Passando lungo le mura della Villa Ludovisia incoronata di verdura novella , si entra nella porta Salaria e si vede dinnanzi la lunga via grigia e bianca sotto il cielo bianco e grigio . La via è angusta , in su ' l principio tutta limitata da edifici industriali e da cantine dove si vendono i vini delle terre romane con giuochi di bocce . Poi , a poco a poco , dalle muraglie macchiate di musco e dai roseti soverchianti e dalle punte acute dei cipressi incomincia a discendere su l ' umiltà dei pedoni una dolce poesia conventuale . Per una gran cancellata sorretta da due cariatidi muliebri , fugge in lontananza un viale di alti bussi . Per la porta di una vinea torloniana si allarga una specie di chiostra verde sparsa di sedili di pietra . Sulle mura di Villa Mattei si levano certi funebri alberi neri che nel fondo dell ' aria burrascosa paiono ramificazioni di carbone fossile . Dalla chiusa selva della Villa Piombino esce un cantico di uccelli pieno di variazioni sapienti . Presso una cappella gentilizia si stende un portico vegetale popolato di statue corrose , un portico circolare , uno di quelli ordini d ' alberi fitti e bruni di mezzo a cui rampollano le rose meravigliosamente . E poi ecco Villa Ada , tutta lieta e chiara . Già l ' animazione delle corse rumoreggia . Passa in un phaèton Don Alfonso Doria , il pallidissimo e biondissimo principe eternamente fiorito d ' una gardenia all ' occhiello ; e al suo fianco sta , con il busto eretto , la signora , vestita semplicemente di nero e d ' un piccolo paletot di stoffa maschile chiarissima . Il recinto . Un pezzo di terreno messo un poco in salita , d ' un bel verde gaio , interrotto da alberelli e confinato da edifici rossicci irregolarmente . Nello steccato del pesage gli sportmen non sono molto numerosi . Nessuna signora , tranne la duchessa di Avigliana . Arriva il conte Pecci con la sua signora : veste lilla , waterproof bleu marin , cappello marron con fiori rosei . Arriva la marchesa Lavaggi con donna Giulia e con la duchessa Lante . Arriva la duchessa di Magliano . Arriva la principessa di San Mauro . Nello steccato il numero degli sportmen a mano a mano cresce . Il duca d ' Avigliana con quel suo passo dondolante , profondamente inglese , va salutando le signore . La barba di don Ladislao Odescalchi viene a singolar tenzone con quella dell ' on . Quarto di Belgioioso . Don Giovanni Borghese conduce a braccio la duchessa Lante che ha un abito scuro ornato di liste di velluto rosso . Il gran cavaliere Pandola conduce donna Giulia Lavaggi che ha un abito primaverile bleu marin con pieghe semiaprentisi a righe rosse e d ' oro . Il duca di Ceri , don Clemente Torlonia e il signor Morgan in crocchio discutono vivacemente . I larghissimi pantaloni grigi del principe di Castagneto irridono a quelli strettissimi del conte di Monteforte . Don Francesco del Drago va pensoso e solitario lungo la palizzata . Marco Colacchioni , nitido e fiorito di mughetti , si preoccupa della sua bella Ebe che non potrà correre . Il barone Michele Lazzaroni è un po ' nervoso : palpita forse per le sorti dei suoi colori che oggi brilleranno per la prima volta ... non al sole probabilmente . La tribuna . La tribuna , come una bella pioggerella fresca d ' improvviso incomincia a suonare sulla campagna , si empie in un momento . La duchessa di Magliano ha un abito bleu marin listato di trine larghissime , con sottoveste rossa : ed un cappellino di paglia scura con aigrettes tremolante e scintillante . Oggi l ' agilità della sua figura trionfa , poiché tutte le sue attitudini sono vivacissime e i suoi movimenti sono rapidi ed eleganti . È discesa di carrozza con un salto , è salita con un salto su la parte alta della tribuna , ha passeggiato molto nel recinto del pesage , sempre sorridendo , con un ' aria di giovinezza felice . La contessa Lutzof ha una toilette freschissima , tutta d ' un grigio azzurrognolo , con sottoveste chiara a piccoli scacchi . M.lle Brookmann , una belga , recente ospite di Roma , ha una toilette di color granato e su ' l corsage porta una giacca marron con ricami su le maniche e su gli orli . Ella è bionda ed ha gli occhi verde marino : è una Miss Multon più plantureuse . La contessa di Montgelas ha una sopraveste marron su una veste cangiante : toilette armoniosa e fine . La contessa della Gherardesca ha un abito nero e un magnifico cappellino rosso a frange d ' oro . La duchessa di Ceri è tutta ornata di strisce di piume grigie intorno al collo e ai polsi . Le conversazioni sono animate . Animatissima quella che ha per sostenitrice donna Giulia Lavaggi . Le scommesse non si levano molto in alto . Per la prima corsa Anzola è in favore . Prima corsa Corrono : Anzola del principe Potenziani , generata da Andres e Fernanda ; Veronica del cap . Fagg , generata da George Frederik e Federica . Su ' l principio della corsa , Veronica è innanzi di qualche lunghezza ma viene quasi subito superata da Anzola che segue con moltissima facilità la vittoria au petit galop . Prosperosa . Seconda corsa Corre Anzola sola , sotto la pioggia , e compie il giro nel tempo stabilito fra gli applausi . La principessa di San Mauro guarda affettuosamente il bell ' animale che passa sotto la tribuna portato a mano da un servo . La pioggia seguita , ma con minore forza . Dalla parte di Monte Mario già si leva una fievole serenità argentina . Terza corsa Corrono : Juppiter da Jove e Lady Mountain , del barone Lazzaroni ( Porta Latina ) ; Silver Chum del generale Agei e Lady Annie , da Exrninster e Lady Mortimer , del cavaliere Bertoni . Da principio , Juppiter si mette innanzi ; poi Silver Churn lo supera di qualche lunghezza : una lotta vivissima s ' impegna tra i due corridori . Juppiter con un galoppo assai bello riesce a vincere in fine l ' erede di Speculum e giunge alla mèta tra gli applausi . Intermezzo Il chiarore dalla parte di Monte Mario cresce rapidamente . La collina incoronata da cipressi appare in fondo , nell ' illustrazione del sole . Tutta l ' area delle corse s ' illumina , e il verde prende un tono chiarissimo fra le ombre circolari proiettate dalli alberelli . Dietro lo steccato la fila delle carrozze luccica di bagliori metallici . Alcuni ombrellini di demi - mondaines si aprono su ' l cielo divenuto già di un azzurro limpido qua e là ; e tra li ombrellini trionfa quello scarlatto di Nadar , di quella Nadar che Teodoro Ethofer ha dipinto appunto sportivamente con tanto brio di disegno e di colori . Le signore abbandonano la tribuna e discendono a passeggiare su l ' erba . Il calore va diventando grave . Tutti i piccoli paletots maschili scompariscono a uno a uno . Assolutamente il sole scotta . Nuvole benedette , dove , oh dove fuggite ? L ' ultima invocazione carducciana alle vacche del cielo esce malinconiosamente dalla bocca del reporter del Fanfulla , ch ' era venuto avvoltolato in un romantico mantello da Hernani . La campanella suona . Quarta corsa Corrono : Fucino del capitano Fagg , da Austerlitz e Rox ; Stuarda del capitano Grifo , da Carlont e Seine . Fucino va innanzi , appena di mezza lunghezza . Stuarda con un sforzo , alla prima voltata , gli si mette a fianco . La lotta dura pochissimo . Fucino galoppa stupendamente alla vittoria , saltando tutti li ostacoli , e giunge buon primo . Quinta e ultima corsa Corrono : Roman Bee , un cavallo di mezzo sangue inglese , del capitano Fagg ; Melmerby , da Vanderdecken e Fair Agnes , del capitano Grifo ; Lady Mary , di mezzo sangue , della scuderia Porta Latina , e Foot - Fall , da Reverberation e Sanduls di Giovanni Cairoli . Foot - Fall parte alla testa delli altri , condotto con grande abilità dal fantino . Melmerby , secondo , fa sforzi per raggiungere il rivale ; e dopo una non breve lotta raggiunge e sorpassa e lascia a una buona distanza Foot - Fall , il quale , avendo perduta la prima lena , viene in seguito superato da Roman Bee . La corsa , di tremila metri , è interessantissima . Melmerby giunge primo ; secondo è Roman Bee ; terzo Foot - Fall ; quarto , pessimo quarto , Lady Mary . Il ritorno La sfilata delli equipaggi è stata mediocre . Molte botti , pochissime carrozze signorili . Bello l ' attacco del duca di Ceri ed elegante quello del duca di Magliano . Qua e là , per la via Salaria , alcune torme di curiosi . Niente più .