StampaQuotidiana ,
Gaeta
è
nostra
,
e
non
ha
costato
poco
,
e
fu
una
asprissima
impresa
,
e
lo
attestano
le
fumanti
e
colossali
rovine
dei
tre
bastioni
saltati
in
aria
successivamente
.
La
breccia
era
largamente
aperta
sui
sepolti
cadaveri
e
sulle
vittime
ancor
vive
,
ed
il
generale
Cialdini
poteva
,
profittando
della
costernazione
degli
assediati
,
spingervi
sopra
i
suoi
soldati
e
farla
terribilmente
finita
.
Ma
il
nemico
fece
un
appello
alla
sua
umanità
per
dissotterrare
i
sepolti
vivi
ed
il
cuore
generoso
del
generale
concesse
;
ma
spingendosi
avanti
e
colla
spada
alla
mano
.
Egli
aveva
vinto
ed
il
nemico
non
poté
più
sfuggire
alla
sua
inevitabile
stretta
,
e
concesse
persino
prigioniera
l
'
intera
guarnigione
,
pegno
sino
alle
imminenti
ed
inevitabili
cadute
dei
fortilizi
di
Messina
e
di
Civitella
del
Tronto
.
E
così
il
generale
Cialdini
,
prendendo
Gaeta
,
ha
espugnato
tre
fortezze
.
La
notte
scorsa
egli
ha
avuto
la
soddisfazione
staccandosi
la
sciabola
di
deporla
in
un
angolo
della
torre
d
'
Orlando
.
Onore
al
generale
Cialdini
,
onore
ai
nostri
bravi
soldati
.
Essi
hanno
tutti
quanti
,
sulla
terra
e
sul
mare
,
lungamente
ben
meritato
della
patria
.
Cittadini
,
chi
vuole
concorrere
con
noi
a
dare
una
corona
a
Cialdini
?
È
una
proposizione
che
fu
ieri
fatta
da
molti
,
mentre
i
cento
ed
un
colpi
di
cannone
rallegravano
il
cuore
ed
il
volto
di
tutti
.
Ma
siccome
il
piacere
diviso
è
un
piacere
maggiore
,
e
che
non
si
deve
mai
agire
in
modo
esclusivo
,
così
apriamo
la
sottoscrizione
a
tutti
quelli
che
vorranno
parteciparvi
con
noi
.
Vi
ha
una
condizione
ed
è
quella
di
far
presto
.
Perciò
si
è
creduto
opportuno
di
interpellarne
in
proposito
il
cavaliere
Borani
.
Possiamo
quindi
assicurare
che
la
corona
sarà
fatta
in
giorni
quindici
.
Essa
sarà
di
lauro
e
quercia
in
oro
smaltato
ad
imitazione
del
vero
.
Porterà
sul
nastro
l
'
iscrizione
al
generale
Cialdini
,
con
la
data
della
capitolazione
della
fortezza
.
Se
la
sottoscrizione
eccederà
la
somma
necessaria
al
peso
dell
'
oro
e
fattura
,
si
aggiungerà
nel
mezzo
il
nome
di
Gaeta
in
brillanti
.
Perché
la
cosa
si
faccia
con
soddisfazione
di
tutti
,
ogni
sottoscrittore
riceverà
il
resoconto
stampato
di
tutte
le
somme
ricevute
,
nel
quale
sarà
pure
notato
il
peso
ed
il
costo
della
corona
,
firmato
dal
cav
.
Borani
,
dai
fratelli
Cora
e
dal
Direttore
di
questo
giornale
.
La
corona
sarà
presentata
al
generale
sopra
un
cuscino
bianco
in
seta
,
ricamato
in
oro
.
Essa
rimarrà
prima
esposta
al
pubblico
per
tre
giorni
nelle
vetrine
del
negozio
dei
fratelli
Borani
,
orefici
.
Le
sottoscrizioni
si
ricevono
presso
l
'
uffizio
di
distribuzione
della
Gazzetta
del
Popolo
.
StampaQuotidiana ,
Prima
di
scendere
all
'
esame
della
crisi
nei
suoi
termini
concreti
e
personali
,
è
necessario
esaminarla
,
fuori
del
groviglio
parlamentare
,
nelle
sue
grandi
linee
politiche
,
occorre
cioè
stabilire
i
criteri
direttivi
da
seguire
,
nelle
attuali
contingenze
,
per
giungere
,
dopo
tre
crisi
in
poco
più
di
un
anno
di
vita
della
legislatura
,
alla
costituzione
di
un
governo
forte
e
vitale
.
Di
un
'
apparente
soluzione
della
crisi
,
di
un
governo
cioè
che
avesse
soltanto
il
compito
di
tenere
il
posto
fino
alla
soluzione
definitiva
della
crisi
,
non
si
dovrebbe
più
parlare
.
Ora
sotto
questo
aspetto
integralmente
politico
e
non
grettamente
parlamentare
,
la
crisi
si
presenta
assai
meno
complicata
di
quanto
,
a
prima
vista
,
si
possa
immaginare
.
Avuto
riguardo
alla
distribuzione
delle
forze
parlamentari
,
la
crisi
presenta
tre
soluzioni
possibili
:
o
un
governo
collaborazionista
,
o
con
o
senza
la
partecipazione
diretta
dei
socialisti
al
potere
,
o
un
governo
di
concentrazione
nazionale
,
o
un
governo
equidistante
.
Si
tratta
ora
di
esaminare
queste
tre
soluzioni
possibili
in
confronto
alle
esigenze
politiche
,
a
cui
la
nuova
combinazione
dovrebbe
soddisfare
per
assicurare
un
governo
che
avesse
quella
relativa
stabilità
e
quel
tanto
di
forza
,
che
la
situazione
consente
.
Dobbiamo
subito
scartare
la
terza
ipotesi
,
perché
un
governo
equidistante
sarebbe
,
nelle
circostanze
presenti
,
necessariamente
un
governo
non
vitale
;
ad
esso
cioè
mancherebbe
il
requisito
principale
,
che
oggi
si
richiede
in
qualsiasi
governo
;
quello
di
avere
una
base
parlamentare
sufficiente
.
Esso
potrebbe
trascinarsi
innanzi
qualche
mese
a
furia
di
espedienti
,
ma
non
potrebbe
affrontare
nessuno
dei
grandi
problemi
,
che
incombono
sulla
vita
del
Paese
.
Un
governo
collaborazionista
avrebbe
sì
una
base
parlamentare
sufficiente
,
ma
non
ne
avrebbe
nessuna
nel
Paese
,
dove
i
socialisti
,
col
fallimento
dello
sciopero
generale
antifascista
,
hanno
dato
la
prova
della
loro
impotenza
,
impotenza
che
sarebbe
ancora
maggiore
il
giorno
in
cui
il
Partito
socialista
si
sfasciasse
definitivamente
,
il
che
seguirebbe
immediatamente
all
'
avvento
del
governo
collaborazionista
.
Inoltre
l
'
attività
di
un
simile
governo
si
esaurirebbe
tutta
nello
sforzo
di
mantenersi
al
potere
,
né
vi
potrebbe
riuscire
senza
un
'
opera
di
sistematica
repressione
.
Un
governo
collaborazionista
è
oggi
fatalmente
condannato
ad
essere
un
governo
di
violenza
.
Esso
dovrebbe
imporre
la
propria
esistenza
alla
Nazione
.
Resta
la
terza
ipotesi
:
quella
di
un
gabinetto
di
concentrazione
nazionale
.
Questo
governo
è
il
solo
che
,
oltre
ad
avere
una
base
sufficiente
in
Parlamento
,
potrebbe
tentare
un
'
opera
di
restaurazione
della
legge
,
senza
incontrare
gravi
ostacoli
nel
Paese
.
Un
'
insurrezione
socialista
,
nelle
condizioni
in
cui
è
ora
ridotto
il
Partito
,
non
sarebbe
oggi
da
temere
contro
lo
Stato
.
E
il
Fascismo
,
che
giustamente
dice
di
essersi
sostituito
allo
Stato
assente
nell
'
opera
di
restaurazione
dei
valori
nazionali
,
dovrebbe
necessariamente
rientrare
nell
'
orbita
della
legalità
,
il
giorno
in
cui
un
governo
di
concentrazione
nazionale
,
senza
mire
faziose
,
mostrasse
seriamente
di
voler
riprendere
sul
serio
il
timone
dello
Stato
.
Comunque
,
è
oramai
tempo
che
la
crisi
si
abbia
finalmente
una
soluzione
politica
e
non
puramente
parlamentare
,
cioè
una
soluzione
che
chiuda
realmente
e
non
lasci
praticamente
aperta
la
crisi
.
StampaQuotidiana ,
I
rappresentanti
d
'
Italia
proclameranno
oggi
l
'
unità
della
patria
sotto
lo
scettro
costituzionale
di
Vittorio
Emanuele
.
I
prodigi
di
cui
l
'
Italia
è
stata
teatro
nei
due
anni
trascorsi
hanno
talmente
avvezzi
gli
animi
alle
cose
straordinarie
,
che
questo
grande
atto
che
corona
l
'
edifizio
altro
non
pare
che
il
riconoscimento
d
'
un
fatto
compiuto
.
Per
poterne
apprezzare
tutta
la
maestà
e
l
'
immenso
suo
significato
,
è
forza
che
la
mente
si
riporti
a
qualche
anno
addietro
,
quando
il
regno
d
'
Italia
unita
non
solo
non
era
fra
le
cose
probabili
,
ma
pareva
sogno
di
mente
inferma
o
pio
desiderio
di
utopista
.
Comprenderete
allora
come
nei
secoli
futuri
quel
modesto
palazzo
Carignano
in
cui
la
proclamazione
avrà
luogo
,
sarà
per
ogni
italiano
un
monumento
ben
caro
e
memorabile
.
Il
regno
d
'
Italia
è
un
fatto
compiuto
,
ma
nella
esultanza
di
questo
grande
avvenimento
non
perdete
memoria
dei
secoli
d
'
angoscia
,
del
sangue
sparso
per
elevare
un
tale
edificio
.
Questa
memoria
vi
servirà
di
ammaestramento
per
l
'
avvenire
,
per
non
perdere
il
frutto
di
quel
sangue
.
Questa
memoria
sarà
inoltre
un
atto
di
riconoscenza
ai
generosi
che
sacrificando
la
vita
per
la
patria
e
per
la
libertà
vi
hanno
portati
ad
essere
una
grande
nazione
.
Nato
dal
sangue
di
martiri
,
e
fondato
ad
un
tempo
sulle
tradizioni
gloriose
della
più
antica
Casa
Coronata
d
'
Europa
,
il
regno
d
'
Italia
ha
eguali
elementi
di
progresso
e
di
stabilità
,
di
libertà
e
d
'
ordine
.
Parte
d
'
Europa
può
bensì
considerarlo
con
sentimenti
ostili
,
ma
la
forza
del
nostro
diritto
è
tale
nel
concetto
de
'
popoli
che
quei
sentimenti
debbono
tacere
;
e
il
più
gran
fatto
d
'
innovazione
nell
'
assetto
dell
'
Europa
moderna
si
compie
senza
che
alcuno
si
attenti
di
impugnarlo
colle
armi
.
Ma
passeranno
anni
prima
che
sia
spenta
nei
nostri
nemici
la
speranza
di
poter
rompere
nuovamente
il
fascio
delle
provincie
italiane
,
di
poter
ristabilire
odiate
dinastie
sui
troni
abbattuti
.
Se
l
'
oppressione
fu
consigliera
d
'
unione
agli
Italiani
,
lo
sia
ora
il
pericolo
manifesto
delle
insidie
nemiche
.
Quello
spirito
d
'
unione
si
rivelò
nella
proclamazione
stessa
del
regno
d
'
Italia
.
È
indispensabile
in
una
Camera
una
opposizione
costituzionale
,
ma
in
questa
circostanza
straordinaria
l
'
opposizione
è
inconcepibile
.
A
che
dunque
si
verrebbe
in
campo
con
ammendamenti
come
ne
è
corsa
voce
?
In
ultima
analisi
ogni
membro
della
Camera
voterà
il
progetto
di
legge
nella
forma
in
cui
è
proposto
,
e
allora
perché
opporre
difficoltà
che
non
sono
destinate
ad
aver
un
risultato
?
Sin
da
quando
si
è
stabilito
che
gli
atti
del
Governo
saranno
intestati
in
nome
del
Re
per
divina
provvidenza
e
per
volere
degli
Italiani
anche
coloro
i
quali
vogliono
che
nel
titolo
del
Re
d
'
Italia
l
'
elezione
popolare
sia
fatta
palese
,
hanno
ampia
soddisfazione
senza
pretendere
che
invece
di
Re
d
'
Italia
si
dica
con
espressione
insufficiente
Re
degli
Italiani
.
A
coloro
poi
i
quali
vorrebbero
cogliere
quest
'
occasione
per
sollevare
discussioni
politiche
,
il
signor
Massari
col
proprio
esempio
ha
indicato
un
mezzo
assai
migliore
,
domandando
di
rivolgere
in
tempo
opportuno
interpellanze
al
ministero
sulle
condizioni
interne
delle
provincie
della
Italia
meridionale
.
StampaQuotidiana ,
L
'
on
.
Turati
ieri
sera
ha
,
prima
ancora
che
nascesse
,
spiegato
che
cosa
potrebbe
essere
un
ministero
Bonomi
.
È
il
ministero
del
suo
divertimento
!
Ed
è
il
ministero
del
suo
divertimento
,
non
perché
egli
sia
all
'
opposizione
,
ma
anzi
perché
questo
è
il
primo
ministero
fatto
da
lui
,
Turati
,
con
i
suoi
calcoli
,
con
i
suoi
candidati
parlamentari
ed
extraparlamentari
;
è
la
prima
cosa
seria
ch
'
egli
sente
di
poter
fare
,
dopo
aver
liberato
il
suo
riformismo
dalla
servile
sottomissione
agli
ordini
di
Serrati
e
alle
prediche
del
già
da
lui
accusato
di
indegnità
,
Costantino
Lazzari
!
Proprio
così
.
L
'
on
.
Turati
era
pronto
ad
andare
anche
dal
Re
.
Ci
s
'
era
preparato
e
aveva
naturalmente
trovato
subito
un
giornale
,
di
quelli
che
si
dicono
monarchici
,
ma
all
'
occorrenza
accettano
la
repubblica
di
Magno
e
di
Modigliani
,
per
spiegare
come
sarebbe
andato
dal
Re
,
come
dal
più
alto
«
funzionario
»
del
regime
,
aborrito
in
passato
.
Nessun
popolare
o
democratico
di
sinistra
,
di
quelli
che
mettono
la
destra
al
bando
come
un
partito
antinazionale
,
aveva
trovato
a
ridire
su
questa
interpretazione
burocratica
della
Monarchia
da
parte
dell
'
on
.
Turati
.
Anzi
,
proseguendosi
il
tentativo
di
ridurre
i
poteri
della
Corona
,
in
cui
si
distinsero
tanto
i
popolari
nella
crisi
passata
,
qualcuno
avrà
approvata
la
nuova
interpretazione
costituzionale
!
Tuttavia
l
'
on
.
Turati
non
è
ancora
stato
chiamato
al
Quirinale
.
E
allora
egli
,
per
ripicca
,
investe
l
'
on
.
Bonomi
dell
'
incarico
di
costituire
il
ministero
,
subito
dopo
che
l
'
on
.
Orlando
si
è
messo
in
disparte
.
E
sta
a
casa
di
Bonomi
,
mentre
questi
è
dal
Re
a
ricevere
l
'
incarico
,
di
cui
l
'
on
.
Turati
gli
ha
assicurata
la
primizia
.
E
mentre
Bonomi
si
illude
di
essere
un
capo
e
di
potere
poi
scegliere
i
suoi
collaboratori
e
torna
dal
Quirinale
persuaso
di
essere
un
presidente
del
Consiglio
,
trova
che
l
'
on
.
Turati
gli
ha
combinato
,
sia
pure
sulla
carta
,
le
schiere
della
maggioranza
e
quelle
dei
ministri
e
sottosegretari
,
e
gli
consegna
il
tutto
con
l
'
ordine
di
far
presto
.
E
l
'
on
.
Turati
esce
così
soddisfatto
di
questa
sua
bisogna
,
che
è
di
una
infantilità
da
vecchio
ruffiano
,
che
al
primo
giornalista
racconta
,
con
perfetta
incoscienza
,
credendo
di
compiere
un
atto
di
arguta
sincerità
,
e
invece
denunziando
impudicamente
una
vergogna
parlamentare
.
Noi
dunque
sappiamo
che
un
ministero
Bonomi
è
un
ministero
di
procura
turatiana
.
E
sappiamo
che
cosa
vale
Bonomi
,
l
'
eletto
con
voti
dei
blocchi
nazionali
antisocialisti
,
l
'
accusato
,
il
vilipeso
dei
socialisti
anche
collaborazionisti
,
mentre
fa
il
ministero
di
servitù
popolare
-
socialista
;
e
sappiamo
che
cosa
vale
Turati
,
l
'
avallante
del
socialismo
antinazionale
,
il
servitore
di
Serrati
,
il
falso
rivoluzionario
oggi
ridotto
a
fare
il
santone
del
collaborazionismo
sotto
la
vociferazione
incitatrice
di
Modigliani
,
mentre
abbandona
tanti
anni
,
non
di
verginità
,
oh
!
no
!
,
ma
di
viziosa
sterilità
politica
,
e
,
tutto
esperto
di
maltusianesimo
parlamentare
,
prepara
il
primo
ministero
collaborazionistico
,
quello
della
nuova
era
,
negli
elenchi
preparati
sulla
scrivania
di
Bonomi
!
Sappiamo
cioè
che
questo
è
il
ministero
tipico
del
malcostume
,
e
però
gradito
ai
senili
amori
dell
'
on
.
Turati
.
Lo
sappiamo
dalle
loro
confessioni
,
che
si
succedono
senza
freno
,
in
una
esibizione
meretricia
,
accettata
dai
popolari
,
tutti
occupati
ad
accusare
la
destra
delle
proprie
malefatte
.
Eccoci
dunque
finalmente
arrivati
all
'
ora
storica
.
All
'
ora
storica
,
sperata
,
attesa
con
ansia
fremebonda
da
tutta
la
socialdemocrazia
variopinta
che
per
anni
ha
mendicato
da
Turati
la
benevolenza
,
il
permesso
di
vivere
,
di
tollerare
la
Monarchia
,
di
sopportare
le
esigenze
della
politica
nazionale
,
di
ammettere
la
esistenza
dell
'
Italia
nell
'
internazionale
.
Che
per
anni
gli
ha
scodinzolato
intorno
con
tutti
i
suoi
intervistatori
di
giornali
borghesi
;
che
per
anni
ha
fatto
silenzio
quando
egli
parlava
,
per
strappargli
,
fra
tante
bestemmie
e
tante
insulsaggini
,
qualche
ammonimento
cauto
ai
suoi
compagni
più
rossi
,
fossero
anche
i
carnefici
di
Sonzini
o
il
disertore
Misiano
,
e
poter
dire
:
anche
Turati
consiglia
un
po
'
di
moderazione
!
Ecco
:
è
venuta
l
'
ora
storica
.
È
venuta
l
'
ora
,
in
cui
Turati
andrebbe
anche
dal
Re
,
in
cui
Turati
propone
ministri
e
sottosegretari
.
È
venuta
.
Ed
è
l
'
ora
in
cui
Turati
si
vuoi
divertire
a
fare
il
ministero
,
che
gli
serve
a
restaurare
la
legge
a
proprio
vantaggio
.
Turati
si
vuoi
divertire
a
fare
il
carabiniere
,
ma
ordinando
il
fuoco
sul
tricolore
per
proteggere
il
cencio
rosso
...
Ma
questa
e
non
altra
poteva
essere
l
'
ora
storica
,
degna
di
concludere
tutto
questo
socialismo
turatiano
,
da
bottega
,
né
rivoluzionario
né
laburista
,
piccolo
borghese
,
di
un
internazionalismo
microcefalo
nato
e
alimentato
soprattutto
da
un
sentimento
di
fatalistica
miseria
italiana
,
effettivamente
pauroso
degli
imperialismi
altrui
,
senza
passione
e
senza
idee
;
nutrito
di
relitti
democratici
;
appiattito
in
un
positivismo
ridicolo
che
toglieva
ogni
intelligenza
allo
stesso
tentativo
di
interpretazione
materialistica
della
storia
riducendolo
ad
una
specie
di
conto
della
serva
;
ingrassato
nel
pattume
parlamentare
;
esperto
di
tutto
il
curialismo
costituzionale
;
ammantato
di
orpello
letterario
;
sì
da
consentire
una
continua
,
del
resto
facile
per
offerte
complicità
,
opera
di
disintegrazione
istituzionale
,
di
avvelenamento
antinazionale
,
di
annientamento
spiritualistico
,
diretta
a
sopprimere
l
'
Italia
nelle
internazionali
straniere
.
Non
altra
poteva
essere
l
'
ora
storica
,
degna
di
concludere
un
tal
socialismo
,
sequestratosi
,
durante
il
supremo
cimento
della
Nazione
,
in
una
rinnegazione
distruttrice
ed
ora
pretenzioso
di
identificarsi
con
lo
Stato
per
condannare
come
ribelle
la
Nazione
vittoriosa
.
L
'
ora
storica
è
questa
dell
'
incarico
a
Bonomi
,
divenuto
esecutore
del
collaborazionismo
popolare
-
socialista
,
che
vuoi
congiungere
ed
esprimere
ed
assommare
,
nella
soppressione
della
più
alta
crisi
nazionale
,
quella
della
guerra
e
della
vittoria
,
tutte
le
miserie
del
venticinquennio
seguito
ad
Adua
.
Turati
prepara
sulla
carta
la
maggioranza
del
ministero
,
egli
che
un
giorno
,
sfogando
anche
la
bassa
animosità
regionalistica
degna
di
un
commesso
viaggiatore
bene
organizzato
per
lucido
da
scarpe
e
rasoi
di
sicurezza
,
aveva
tuonato
contro
le
docili
maggioranze
,
offerte
dai
borghi
putridi
del
Mezzogiorno
!
Ma
oggi
nessuno
osa
considerare
quella
falsa
invettiva
un
giudizio
.
Oggi
che
è
ben
chiara
tutta
la
devozione
nazionale
del
Mezzogiorno
;
oggi
che
si
avverte
tutto
il
ridicolo
della
civiltà
bottegaia
che
si
voleva
infliggere
ad
un
'
Italia
,
ingrassata
nella
disfatta
,
organizzata
secondo
l
'
«
evoluto
e
cosciente
»
d
'
un
tal
socialismo
che
abbiamo
veduto
alla
prova
;
oggi
il
più
indurito
,
il
più
ostinato
degli
analfabeti
del
nostro
Mezzogiorno
,
di
quella
buona
razza
che
,
obbedendo
al
comando
del
Re
,
non
importa
sempre
sapere
precisamente
quale
,
fu
pronta
all
'
assalto
della
Giuliana
,
che
ruppe
l
incantesimo
della
disfatta
,
ed
è
stata
paziente
e
tenace
sul
Carso
,
sul
Piave
,
sul
Grappa
;
oggi
il
più
semplice
analfabeta
potrebbe
portare
in
giro
per
le
piazze
d
Italia
l
on
.
Turati
,
come
si
porta
un
orso
o
uno
scimpanzé
,
perché
sia
manifesto
a
tutti
quanta
commovente
devozione
e
forza
di
grandezza
nazionale
sia
venuta
da
una
tradizione
millenaria
custodita
in
una
verginità
incorrotta
,
sottomessa
a
Dio
e
alla
Patria
;
quanta
decadenza
umiliante
sia
in
questa
suprema
esibizione
del
positivismo
alfabeta
,
del
socialismo
parlamentare
,
della
letteratura
internazionale
.
Poiché
sarebbe
giusto
che
l
Italia
si
divertisse
,
se
mai
,
e
se
fosse
spettacolo
divertente
,
di
quest
ultimo
Turati
;
non
che
l
on
.
Turati
si
possa
divertire
a
spese
dell
Italia
,
a
fare
ministeri
...
Dopo
la
vittoria
.
StampaQuotidiana ,
Nel
numero
precedente
abbiamo
parlato
del
caso
improbabile
in
cui
il
Parlamento
volesse
rendersi
da
se
stesso
impopolarissimo
.
Ma
in
qual
modo
un
Parlamento
si
rende
impopolare
?
Anzi
tutto
col
trattar
male
gli
affari
della
Nazione
.
In
secondo
luogo
col
non
trattarli
né
bene
né
male
,
vale
a
dire
col
perdere
il
tempo
.
Amici
della
presente
maggioranza
,
frutto
della
concordia
nazionale
,
noi
confidiamo
che
essa
non
correrà
mai
pericolo
d
'
impopolarità
pel
primo
di
questi
due
motivi
.
Ma
non
potrebbe
cadervi
pel
secondo
?
Potrebbe
,
pur
troppo
,
se
non
provvede
a
tempo
.
Le
vecchie
provincie
avvezze
a
certe
lentezze
inevitabili
in
qualsiasi
regime
rappresentativo
,
saprebbero
aspettare
senza
stupirsene
e
senza
inquietarsene
.
Ma
nelle
provincie
meridionali
,
siccome
è
estrema
l
'
aspettazione
,
così
sarebbe
più
facilmente
preso
in
mala
parte
il
tardare
di
qualche
risultato
pratico
e
dei
lavori
di
riordinamento
che
s
'
attendono
dalla
Camera
.
Finora
si
sono
fatte
utili
interpellanze
ed
altre
ne
sono
annunziate
.
E
sta
bene
;
purché
si
badi
poi
che
il
troppo
è
troppo
!
Le
interpellanze
che
porgono
l
'
occasione
di
sciorinare
eloquenti
discorsi
portano
la
luce
sopra
certe
quistioni
,
ma
non
riorganizzano
niente
.
Or
bene
,
oramai
ciò
che
più
preme
all
'
Italia
è
un
pronto
ed
efficace
riordinamento
.
Ben
presto
saranno
trascorsi
due
mesi
dacché
la
Camera
è
aperta
,
e
salvo
la
proclamazione
del
Regno
d
'
Italia
,
essa
d
'
altro
non
s
'
è
nutrita
che
d
'
interpellanze
.
Era
cosa
inevitabile
,
lo
sappiamo
;
ma
non
era
intieramente
inevitabile
il
disordine
con
cui
esse
hanno
avuto
luogo
.
Non
era
inevitabile
che
quasi
tutti
gli
oratori
parlassero
per
proprio
conto
senza
un
previo
concerto
col
proprio
partito
che
avrebbe
risparmiate
molte
ripetizioni
,
ed
anche
alcune
dicerie
inutili
.
Non
era
inevitabile
che
per
prendere
una
deliberazione
sopra
quistioni
urgentissime
come
quella
di
Napoli
e
Sicilia
,
si
spendessero
cinque
tornate
.
Mentre
qui
si
discuteva
i
cospiratori
borbonici
a
Napoli
operavano
.
Nei
tempi
normali
e
nei
paesi
da
lungo
tempo
costituiti
,
i
deputati
sono
uomini
di
consiglio
,
e
si
comprende
che
non
procedano
colla
rapidità
degli
uomini
d
'
azione
.
Ma
nelle
presenti
condizioni
d
'
Italia
la
Camera
,
volere
o
non
volere
,
deve
partecipare
assai
delle
qualità
degli
uomini
d
'
azione
;
ed
imitare
ciò
che
Cavour
diceva
della
diplomazia
italiana
che
in
questi
ultimi
tempi
scrisse
poco
ed
operò
molto
.
Così
la
Camera
deve
operar
molto
e
parlar
poco
.
StampaQuotidiana ,
Ciò
che
è
stato
mostruoso
,
che
è
mostruoso
,
che
sarà
ancora
per
qualche
tempo
mostruoso
è
la
visibile
miseria
socialista
,
di
tutto
il
socialismo
,
dal
collaborazionismo
al
comunismo
;
è
la
impudenza
socialnittiana
truffatrice
e
accattona
del
sovversivismo
;
è
la
ipocrisia
popolare
,
ultima
manifestazione
della
lue
democratica
,
antinazionale
e
antistatale
.
Questa
coalizione
,
talvolta
voluta
,
talvolta
spontanea
,
che
tenta
di
sopraffare
la
realtà
della
Nazione
,
sofferente
per
liberare
se
stessa
dal
nemico
appiattato
in
essa
;
di
sopraffare
la
crisi
dello
Stato
,
ridotto
alla
paralisi
della
equidistanza
abulica
;
di
mascherare
,
con
l
'
ignoranza
e
con
le
soluzioni
particolari
e
partigiane
,
i
problemi
essenziali
della
nostra
vita
interna
e
nel
mondo
,
poiché
questi
problemi
respingono
le
soluzioni
della
combriccola
«
sinistra
»
;
questa
coalizione
tenta
appunto
di
sottrarsi
alla
ricognizione
della
sua
azione
disorientatrice
e
sabotatrice
,
della
sua
responsabilità
di
perpetuare
,
sotto
un
falso
desiderio
di
falsa
pacificazione
,
il
conflitto
interno
e
la
debolezza
esterna
.
Ciò
che
è
pericoloso
,
sommamente
pericoloso
,
in
questi
giorni
,
è
la
incapacità
tenace
,
rinnovata
,
perpetua
,
degli
organi
dello
Stato
di
ritrovare
la
propria
norma
,
la
propria
forza
,
la
propria
autorità
,
respingendo
gli
equivoci
faziosi
dei
partiti
,
sostituendo
alla
passività
torpida
e
tremebonda
,
la
volontà
chiara
e
sicura
.
E
questa
incapacità
,
da
noi
denunziata
da
anni
,
con
una
propaganda
che
ha
avuto
il
suo
frutto
se
oggi
la
gioventù
combattente
,
dopo
aver
assicurata
la
vita
,
la
grandezza
e
l
'
avvenire
della
Nazione
,
continua
la
lotta
per
la
restaurazione
dello
Stato
nazionale
;
questa
incapacità
,
che
deve
esser
superata
e
vinta
dalla
rinnovata
coscienza
di
una
classe
dirigente
,
sfibratasi
in
una
continua
abdicazione
;
è
oggi
proprio
visibile
,
evidente
nell
'
invocazione
della
legge
,
dell
'
autorità
dello
Stato
,
del
diritto
comune
,
che
è
ripetuta
dai
socialisti
e
dai
loro
compari
della
democrazia
e
dei
popolari
.
Soltanto
uno
Stato
stremato
,
pronto
all
'
ultima
resa
può
essere
invocato
dai
nemici
della
nazione
e
dai
demagoghi
della
speculazione
di
setta
o
di
partito
.
Noi
dunque
non
possiamo
riconoscere
alcuna
verità
sostanziale
,
benefica
,
a
questa
sconcia
invocazione
,
fatta
insieme
di
spavalderia
e
di
viltà
,
di
rabbiosa
difesa
delle
proprie
speculazioni
elettorali
e
parlamentari
e
di
calcolo
pauroso
.
Nulla
è
possibile
concedere
a
chi
invoca
la
legge
,
l
'
autorità
,
la
libertà
,
e
si
accomuna
all
'
avventura
dello
sciopero
legalitario
,
come
i
socialisti
,
o
ne
tenta
una
qualsiasi
giustificazione
,
come
nittiani
e
popolari
.
Nulla
.
Lo
Stato
che
deve
essere
presente
e
attivo
per
guidare
l
'
Italia
nella
sua
ancor
difficile
e
aspra
espansione
nel
mondo
non
ha
nulla
di
comune
e
nulla
può
aver
di
comune
con
lo
Stato
,
oggi
invocato
dai
rinnegatori
dell
'
Italia
,
dai
complici
del
nemico
,
dai
servi
dello
straniero
e
dai
loro
fautori
vecchi
e
nuovi
del
nittismo
e
del
popolarismo
.
Questa
invocazione
,
che
assume
tono
elegiaco
,
perché
sangue
cittadino
scorre
nelle
vie
,
è
la
più
sconcia
menzogna
,
è
la
più
triste
immoralità
,
è
la
più
repugnante
ipocrisia
.
Essa
è
l
'
ultimo
inganno
dell
'
antinazione
.
Bisogna
stroncarlo
.
E
stroncarlo
non
soltanto
dove
esso
assume
aspetto
violento
,
e
però
dove
esso
è
facilmente
identificato
e
con
coraggio
combattuto
,
come
si
fa
da
tempo
,
come
si
è
fatto
e
si
fa
in
questi
giorni
;
ma
a
scovarlo
dai
rifugi
dove
è
annidato
e
mascherato
e
dai
quali
parla
con
voci
fattesi
improvvisamente
legalitarie
,
con
le
voci
dei
collaborazionisti
;
o
con
quelle
della
libertà
per
tutti
,
anche
e
soprattutto
per
i
nemici
,
che
sono
le
democratiche
;
o
con
quelle
dell
'
accomodamento
egoistico
falsamente
accentate
di
devozione
cristiana
,
che
sono
quelle
dei
popolari
.
Non
si
deve
cedere
un
istante
a
questo
inganno
.
Non
si
può
,
del
resto
.
E
non
si
può
,
perché
le
loro
menzognere
spiegazioni
e
le
loro
ambigue
difese
sono
esse
stesse
la
esibizione
della
loro
partigianeria
.
Mettiamo
anche
da
parte
tutta
l
'
evidente
organizzazione
armata
,
rivoltosa
dello
sciopero
.
Facciamo
conto
che
non
un
solo
attentato
fosse
venuto
,
non
un
solo
fatto
di
rivolta
armata
si
fosse
verificato
.
Ebbene
la
stessa
proclamazione
dello
sciopero
generale
politico
,
comprendente
tutti
i
servizi
pubblici
,
che
dai
socialisti
collaborazionisti
è
dichiarato
«
legalitario
»
;
che
dai
nittiani
è
cinicamente
dichiarato
inopportuno
solo
perché
è
fallito
;
che
dai
popolari
è
ignorato
o
messo
sullo
stesso
piano
della
difesa
nazionale
;
è
,
anche
come
sola
proclamazione
,
la
violazione
massima
della
legge
,
la
massima
sopraffazione
dello
Stato
,
il
massimo
ricatto
imposto
ad
un
governo
.
L
'
episodio
rivoltoso
,
l
'
episodio
armato
,
l
'
attentato
criminoso
ai
treni
,
la
battaglia
provocata
e
accettata
,
sono
fatti
assolutamente
secondari
,
contingenti
,
risolvibili
con
operazioni
di
polizia
,
di
fronte
alla
posizione
essenziale
,
dominante
dello
sciopero
generale
politico
ad
oltranza
.
Basta
la
proclamazione
di
questo
,
deve
bastare
l
'
intenzione
di
questa
proclamazione
per
giudicare
come
nemici
dello
Stato
i
suoi
fautori
,
i
suoi
avallanti
,
i
suoi
approfittatori
.
Occorre
davvero
che
la
coscienza
politica
italiana
sia
caduta
in
basso
,
perché
il
sovversivismo
osi
dichiararsi
,
in
pieno
esercizio
di
sé
,
legalitario
,
e
domandi
il
riconoscimento
,
anzi
l
'
ausilio
dello
Stato
;
e
gruppi
politici
,
che
si
dicono
costituzionali
e
nazionali
,
come
democratici
e
popolari
,
possano
dare
esplicito
o
implicito
riconoscimento
ad
un
tale
preciso
,
definito
atto
di
totale
ostilità
allo
Stato
,
quale
lo
sciopero
generale
politico
.
E
occorre
il
massimo
di
impudenza
e
di
abiezione
,
in
una
grottesca
decadenza
di
costumi
politici
,
perché
addirittura
si
proclami
e
si
accetti
lo
sciopero
generale
politico
per
imporre
il
ministero
di
sinistra
,
quale
corollario
della
visita
al
Re
di
Turati
.
Ebbene
nessuna
parola
buona
,
nessuna
invocazione
sincera
,
onesta
,
leale
,
può
venire
da
questo
fondo
di
impudenza
e
di
abiezione
.
Lo
Stato
,
lo
Stato
nazionale
non
è
il
compromesso
parlamentare
,
non
è
lo
sfibramento
e
l
'
inquinamento
burocratico
,
che
la
socialdemocrazia
,
col
recente
ausilio
dei
popolari
,
tanto
più
colpevole
in
quanto
è
venuto
dopo
la
guerra
e
la
vittoria
,
ha
dato
per
norma
e
vorrebbe
ancora
continuare
a
dare
per
norma
.
Lo
Stato
nazionale
,
tanto
per
riferirci
ad
un
paese
vicino
,
cui
altri
fa
così
spessi
richiami
,
è
lo
Stato
,
che
l
'
ex
-
comunardo
Clemenceau
,
difende
ferreamente
quando
è
in
guerra
col
nemico
;
è
lo
Stato
,
cui
i
cattolici
francesi
danno
,
sotto
la
guida
di
pastori
francesi
,
sotto
l
'
indicazione
dell
'
arcivescovo
di
Parigi
che
si
pone
al
fianco
dell
'
ex
-
comunardo
,
tutte
le
loro
forze
devote
per
la
difesa
della
vittoria
;
è
lo
Stato
,
in
difesa
del
quale
l
'
ex
-
socialista
Briand
,
pur
accomodante
,
non
esita
a
sciogliere
la
Confederazione
Generale
del
Lavoro
quando
questa
si
mostra
soltanto
disposta
all
'
azione
politica
antistatale
;
è
lo
Stato
nazionale
,
in
difesa
del
quale
l
'
ex
-
socialista
Millerand
,
meno
accomodante
,
divenuto
Presidente
della
Repubblica
,
non
esita
,
e
,
quando
ritiene
di
dover
intervenire
per
la
suprema
salvezza
del
Paese
di
fronte
allo
straniero
,
richiama
Briand
dal
convegno
di
Cannes
e
lo
fa
trovare
di
fronte
alle
dimissioni
necessarie
.
Ma
che
Stato
potrebbe
essere
questo
che
i
socialisti
legalitari
,
con
i
loro
compari
democratici
e
popolari
,
vorrebbero
fondato
sullo
sciopero
generale
politico
?
Lo
Stato
nazionale
,
lo
Stato
che
regola
,
guida
,
ordina
soltanto
perché
antivede
e
vuole
,
è
un
atto
di
vita
,
che
rifiuta
queste
origini
di
morte
.
StampaQuotidiana ,
Un
drappello
di
Viterbesi
,
circa
90
a
100
,
si
armò
fuori
della
città
il
giorno
30
settembre
,
marciò
su
Bomarzo
,
lasciando
la
città
di
Viterbo
tranquilla
,
forse
per
non
promuovere
un
immediato
intervento
delle
truppe
italiane
;
a
Bomarzo
,
col
concorso
dell
'
intera
popolazione
,
proclamò
il
governo
nazionale
.
Nello
stesso
giorno
alle
3
pom
.
gli
insorti
si
impossessarono
delle
porte
della
città
di
Acquapendente
,
mentre
i
carabinieri
pontifici
si
ritiravano
in
caserma
,
ed
ivi
resistettero
sino
ad
essere
fatti
prigionieri
.
Gli
insorti
s
'
impossessarono
della
cassa
erariale
,
e
ingrossati
,
marciarono
lasciando
in
Acquapendente
istituito
il
governo
nazionale
.
L
'
insurrezione
delle
provincie
romane
è
certa
,
generale
.
Si
aspettano
notizie
di
Roma
,
ove
il
fermento
si
fa
ognor
più
vivo
.
Le
truppe
al
confine
dànno
segni
evidenti
di
simpatia
al
movimento
,
talché
una
repressione
allo
slancio
nazionale
,
in
soccorso
di
Roma
,
si
rende
ognora
più
difficile
,
anzi
impossibile
.
Le
notizie
di
dilatazione
del
movimento
insurrezionale
proseguirono
e
proseguono
ad
arrivare
telegraficamente
al
governo
dalla
frontiera
.
La
proporzione
delle
camicie
rosse
sinora
si
conosceva
minima
nella
forza
insurrezionale
,
talché
è
evidente
il
fondo
locale
,
quando
pure
dimenticassimo
che
molti
cittadini
delle
provincie
romane
la
indossavano
essi
stessi
nelle
file
dei
volontari
,
sempre
e
recentemente
nella
campagna
del
1866
.
È
stata
aperta
una
sottoscrizione
per
soccorrere
i
feriti
.
Nessun
uomo
di
cuore
mancherà
all
'
appello
.
StampaQuotidiana ,
L
'
incapacità
odierna
dei
governi
italiani
a
svolgere
una
politica
da
grande
potenza
,
in
armonia
con
la
posizione
storica
della
Nazione
la
quale
non
può
né
deve
rinunciarvi
,
pena
la
vita
e
la
fortuna
dei
suoi
40
milioni
di
abitanti
risiede
essenzialmente
su
due
ordini
di
fattori
,
solo
apparentemente
contraddittori
.
Il
primo
consiste
nella
già
rilevata
instabilità
e
discontinuità
di
governo
,
che
il
parlamentarismo
rende
sempre
più
radicata
nelle
consuetudini
politiche
del
Paese
;
il
secondo
è
nel
dominio
assoluto
e
continuativo
della
burocrazia
,
che
muove
e
guida
i
governi
,
secondo
le
sue
vedute
particolari
,
all
'
infuori
di
ogni
pronta
volontà
nazionale
o
del
cosiddetto
legislatore
e
tanto
meno
dei
delegati
parlamentari
posti
a
capo
dei
dicasteri
.
La
discontinuità
dell
'
azione
governativa
e
la
continuità
dell
'
azione
burocratica
,
anziché
contrastarsi
e
correggersi
o
integrarsi
per
un
fine
socialmente
utile
,
si
sommano
invece
per
accrescere
l
'
impotenza
dello
Stato
ad
iniziare
la
ricostruzione
politica
,
economica
e
sociale
del
dopoguerra
.
Il
mutevole
avvicendarsi
dei
gabinetti
,
composti
di
figure
mediocri
,
senza
idee
proprie
,
moltiplica
gli
errori
,
ritarda
le
decisioni
sugli
affari
di
ordinaria
amministrazione
,
complica
lo
studio
dei
problemi
d
'
importanza
nazionale
.
La
persistente
presenza
di
una
mentalità
burocratica
nelle
fucine
legislative
dei
Ministeri
,
consolida
gli
errori
,
ne
impedisce
la
correzione
,
ne
prolunga
gli
effetti
nel
tempo
,
preparando
il
terreno
giuridico
fatalmente
favorevole
alla
ripetizione
di
errori
similari
.
Non
potrebbe
spiegarsi
altrimenti
la
odierna
crisi
di
funzionamento
dei
governi
e
del
Parlamento
,
nell
'
azione
politica
e
nell
'
attività
legislativa
.
I
ministri
prendono
a
prestito
idee
dai
direttori
generali
;
il
Parlamento
approva
,
spesso
senza
rettifiche
se
non
di
dettaglio
,
le
leggi
ideate
,
preparate
e
redatte
fuori
di
esso
.
Governo
e
Parlamento
hanno
abdicato
le
proprie
funzioni
nelle
mani
di
una
vera
dittatura
invisibile
ma
potente
.
È
giuocoforza
riconoscere
che
questo
fattore
consuetudinario
della
potenza
burocratica
,
anziché
temperare
,
correggere
e
frenare
il
regime
parlamentare
,
secondo
i
dettami
e
gli
scopi
di
una
grande
politica
nazionale
,
serve
oggi
a
perpetuare
l
'
impotenza
dello
Stato
a
risolvere
il
problema
nazionale
.
Non
si
può
risanare
il
bilancio
,
perché
non
si
possono
ridurre
le
spese
che
alimentano
la
burocrazia
e
rafforzano
il
parlamentarismo
:
impiegati
e
deputati
non
intendono
suicidarsi
pel
raggiungimento
del
pareggio
.
Perciò
il
metodo
inglese
delle
economie
è
inimitabile
e
inattuabile
in
Italia
.
Non
si
possono
riordinare
i
servizi
pubblici
,
il
cui
costo
è
progressivo
per
lo
Stato
mentre
l
'
utilità
di
essi
scema
pel
pubblico
,
perché
vi
osta
il
meccanismo
dei
ruoli
organici
e
traverso
il
quale
si
moltiplicano
uffici
e
sperperi
di
denaro
pubblico
,
allargando
la
base
del
dominio
burocratico
.
Nelle
ferrovie
vi
sono
42
mila
funzionari
giudicati
superflui
dalle
competenti
autorità
e
che
si
potrebbero
eliminare
anche
senza
riduzioni
di
servizio
pubblico
.
Ebbene
non
si
riesce
a
licenziarne
nemmeno
una
parte
e
bisogna
attendere
che
se
ne
vadano
spontaneamente
,
in
un
periodo
più
o
meno
lungo
di
anni
.
Quanti
?
Vi
sono
nell
'
amministrazione
ferroviaria
degli
avventizi
,
maschi
e
femmine
,
che
non
hanno
nessun
diritto
acquisito
di
restarvi
.
Le
occasioni
propizie
per
disfarsene
non
sono
mancate
:
lo
sciopero
ferroviario
,
l
'
agitazione
e
l
'
entrata
dei
mutilati
,
in
conclusione
:
sono
rimasti
avventizi
,
donne
e
mutilati
.
Occorre
oggi
un
direttore
delle
Ferrovie
energico
,
fattivo
,
competente
,
al
quale
urge
affidare
delle
responsabilità
;
la
sua
nomina
sollecita
al
posto
vacante
è
invocata
dai
partiti
nazionali
,
dalla
stampa
,
dai
parlamentari
,
dalla
parte
migliore
dell
'
opinione
pubblica
.
Tutto
questo
non
basta
:
occorre
che
il
Consiglio
dei
Ministri
si
aduni
ripetutamente
e
discuta
,
senza
concludere
,
o
per
concludere
,
sulla
divergenza
delle
opinioni
,
che
occorre
prima
un
programma
e
poi
un
direttore
.
E
si
può
proseguire
.
Nell
'
amministrazione
postelegrafonica
aumenta
il
disordine
;
esistono
alle
poste
criteri
amministrativi
del
tutto
differenti
da
quelli
in
auge
presso
i
telefoni
.
La
gestione
contabile
di
questi
ultimi
per
mancanza
di
norme
ben
definite
reca
numerosi
conti
sospesi
ed
alle
casse
compartimentali
il
denaro
ristagna
mentre
dovrebbe
compiere
la
sua
normale
funzione
circolatoria
.
Intanto
il
servizio
è
sempre
più
insufficiente
,
ed
i
privati
organizzano
trasporti
automobilistici
per
le
corrispondenze
e
per
i
pacchi
,
non
osando
più
affidarli
allo
Stato
.
I
furti
e
gli
smarrimenti
delle
corrispondenze
e
delle
merci
in
regime
di
trasporti
di
Stato
aumentano
:
è
stato
dimostrato
che
il
sistema
attuale
delle
registrazioni
per
le
raccomandate
esonera
dalle
responsabilità
il
personale
mentre
ne
accresce
il
numero
al
doppio
del
necessario
.
Che
cosa
si
può
fare
per
eliminare
questi
danni
gravissimi
per
l
'
economia
nazionale
oltre
che
per
la
vita
civile
?
Nulla
sembra
perché
la
burocrazia
non
può
prendere
seriamente
in
esame
progetti
di
semplificazione
,
di
sfrondamento
e
di
riduzioni
che
danneggerebbero
soprattutto
e
immediatamente
se
stessa
.
Né
basta
!
Mentre
si
accumulano
accuse
contro
lo
Stato
ferroviere
,
postalegrafonico
,
commerciante
,
industriale
e
soprattutto
monopolista
,
ecco
che
si
vorrebbe
il
monopolio
di
Stato
assoluto
per
le
assicurazioni
,
rafforzando
gli
errori
di
una
legge
che
risponde
a
concetti
ormai
sorpassati
pel
mutato
clima
politico
e
per
la
nuova
situazione
di
fatto
creatasi
dopo
la
vittoria
.
Dopo
la
nazionalizzazione
delle
grandi
imprese
private
di
assicurazione
che
avevano
sede
nella
sconfitta
e
dispersa
Austria
e
la
trasformazione
dell
'
Italia
in
nazione
esportatrice
di
assicurazioni
,
si
presenta
la
migliore
occasione
,
oggi
,
per
temperare
e
correggere
gli
effetti
di
quella
legge
dannosa
allo
sviluppo
di
un
'
attività
assai
promettente
;
ma
nulla
si
riesce
a
fare
perché
l
'
ostilità
burocratica
si
impenna
di
fronte
al
pericolo
di
una
minaccia
qualsiasi
,
e
sia
pure
lieve
,
alle
aziende
autonome
burocratizzate
,
o
sue
dipendenti
.
Né
,
passando
nel
campo
della
vera
e
propria
politica
economica
,
ancora
si
spenge
l
'
eco
malaugurante
dell
'
intenzione
di
insistere
sull
'
errore
della
nominatività
dei
titoli
,
giudicato
tale
ormai
da
chiunque
abbia
competenza
economica
,
e
,
dopo
il
pellegrinaggio
a
Cavour
,
le
voci
di
altre
riforme
finanziarie
sparse
da
gruppi
parlamentari
fanno
fremere
di
orrore
il
contribuente
non
ancora
organizzato
in
capaci
leghe
di
resistenza
.
Intanto
aumenta
lo
sperpero
del
pubblico
denaro
per
la
politica
di
classe
delle
amministrazioni
locali
,
per
le
cooperative
,
per
l
'
edilizia
e
prossimamente
,
per
il
latifondo
.
Ancora
e
sempre
la
burocrazia
imperante
ha
in
mano
le
redini
di
tutto
questo
movimento
impressionante
di
aumento
delle
spese
.
Nessun
indizio
di
rinsavimento
appare
all
'
orizzonte
.
Nessun
indizio
dello
sforzo
ricostruttivo
si
scorge
.
La
costanza
con
la
quale
si
perdura
in
indirizzi
di
politica
errati
e
si
perpetuano
metodi
nefasti
,
è
veramente
impressionante
.
Orbene
:
non
si
può
credere
che
tutte
queste
verità
saranno
sempre
sterili
per
la
coscienza
pubblica
.
Non
si
può
ammettere
che
la
ribellione
non
si
maturi
ormai
nella
pubblica
opinione
.
I
partiti
nazionali
non
lo
possono
e
non
lo
debbono
ammettere
.
Essi
non
possono
certo
chiedere
a
governi
di
rovesciare
improvvisamente
una
situazione
di
fatto
così
grave
e
per
molteplici
ragioni
ormai
radicatesi
poderosamente
nel
cuore
della
vita
amministrativa
.
Non
si
può
chiedere
l
'
impossibile
.
Ma
essi
hanno
il
diritto
di
pretendere
almeno
un
primo
atto
di
resipiscenza
e
di
energia
,
almeno
la
risoluzione
iniziale
e
di
dettaglio
di
quei
problemi
che
costituiscono
la
flora
parassitaia
del
problema
nazionale
della
ricostruzione
.
Essi
domandano
e
debbono
esigere
almeno
che
si
getti
da
lato
la
supina
acquiescenza
,
l
'
assenteismo
e
l
'
indifferentismo
dei
dirigenti
verso
il
progressivo
attentato
alla
vita
economica
del
Paese
.
Se
i
Governi
rinunciano
ancora
a
soddisfare
a
questo
minimum
di
desiderata
,
essi
condannano
,
fin
d
'
adesso
,
lo
Stato
a
farsi
integrare
da
forze
sindacate
più
o
meno
saldamente
,
con
un
pericolo
evidente
di
poter
tralignare
da
buone
intenzioni
e
propositi
,
e
col
danno
certo
di
dover
cominciare
a
rinnegare
e
distruggere
l
'
autorità
dello
Stato
per
restaurarla
.
StampaQuotidiana ,
Il
movimento
romano
non
si
allarga
solamente
negli
Stati
detti
Pontifici
,
ma
si
ripercuote
anche
nell
'
interno
del
Regno
con
crescente
intensità
.
Il
numero
dei
volontari
che
sarebbero
pronti
a
partire
,
ove
non
s
'
opponesse
la
mancanza
d
'
armi
e
di
mezzi
,
già
supera
di
molto
le
migliaia
nel
solo
Piemonte
.
Al
nostro
uffizio
è
come
una
processione
continua
benché
più
volte
abbiamo
ripetuto
che
non
si
fanno
arruolamenti
né
pubblici
né
clandestini
,
e
che
alla
rivoluzione
romana
non
sono
gli
uomini
che
manchino
,
ma
solo
le
armi
e
i
denari
.
Noi
siamo
lieti
di
questo
entusiasmo
,
ma
dobbiamo
ripetere
che
non
facciamo
spedizione
alcuna
di
volontari
,
e
che
quindi
è
inutile
rivolgersi
a
noi
.
Noi
teniamo
ordine
di
mandare
soccorsi
di
denaro
e
di
ripetere
che
partano
quelli
soltanto
i
quali
possano
disporre
di
mezzi
propri
.
Gli
altri
aspettino
per
non
correre
il
rischio
di
far
sciupare
inutilmente
i
mezzi
limitati
di
cui
il
Comitato
può
disporre
.
Il
mezzo
più
efficace
di
aiutare
gli
insorti
sta
nel
denaro
.
Chiunque
sorga
promotore
di
sottoscrizioni
e
ne
spedisca
l
'
importo
al
Comitato
Centrale
ha
ben
meritato
dell
'
insurrezione
.
Importantissima
sotto
questo
aspetto
è
la
parte
che
molti
Municipi
vanno
prendendo
alla
sottoscrizione
nazionale
.
Né
trattasi
già
di
Municipi
secondari
,
ma
anche
di
illustri
città
come
Brescia
,
Cremona
,
ed
altre
.
Siccome
l
'
esempio
sarà
imitato
,
il
governo
del
Re
si
troverà
di
fronte
ad
una
agitazione
di
nuovo
genere
,
ad
una
dimostrazione
d
'
una
imponenza
eccezionale
.
La
sottoscrizione
è
pei
feriti
,
dunque
non
porge
alcun
pretesto
ad
un
divieto
a
termini
di
legge
.
Ma
il
significato
dell
'
atto
patriottico
resta
intiero
,
ed
è
tale
manifestazione
dell
'
opinione
pubblica
,
che
il
governo
italiano
se
fosse
bene
ispirato
dovrebbe
essere
già
a
Roma
.
Non
diremo
altro
per
ora
.
La
grande
dimostrazione
è
appena
sull
'
esordire
,
ed
è
già
divenuta
gigante
.
Precorrere
e
guidare
od
essere
rimorchiato
,
ecco
l
'
alternativa
che
si
para
dinanzi
al
governo
italiano
!
Precorra
!
Il
movimento
romano
non
può
e
non
deve
abortire
,
e
a
nessun
patto
abortirà
.
Lo
ripetiamo
adunque
:
o
precorrere
con
lode
,
od
essere
rimorchiato
con
danno
.
Cavour
non
avrebbe
esitato
.
StampaQuotidiana ,
Lo
scioglimento
del
Comitato
Centrale
di
Soccorso
in
ossequio
agli
ordini
del
governo
francese
,
dà
luogo
alla
seguente
domanda
:
Gli
onorevoli
Senatori
e
Deputati
che
componevano
quel
Comitato
non
potranno
più
riunirsi
attorno
al
letto
di
Cairoli
infermo
!
Qual
legge
può
loro
farne
divieto
?
Nessuna
.
Dunque
?
Dunque
continua
e
continuerà
a
pubblicarsi
il
Bollettino
di
quelli
onorandissimi
patrioti
,
con
questo
solo
divario
che
invece
di
chiamarsi
Bollettino
del
Comitato
Centrale
,
ora
si
chiama
,
con
risparmio
di
tre
parole
,
semplicemente
Bollettino
.
L
'
articolo
del
Codice
Penale
Lorenese
in
forza
del
quale
lo
scioglimento
è
stato
intimato
,
è
concepito
nei
termini
seguenti
:
«
Ogni
toscano
,
o
abitante
di
Toscana
,
il
quale
commettendo
nel
territorio
di
un
altro
Stato
atti
ostili
,
non
approvati
dal
Governo
,
ha
esposto
il
Granducato
al
pericolo
di
una
guerra
,
è
punito
con
la
casa
di
forza
da
tre
a
dieci
anni
,
e
se
ne
è
seguita
la
guerra
,
la
detta
pena
può
estendersi
fino
a
venti
anni
»
.
Il
trasferimento
della
capitale
ha
dunque
ridotto
l
'
Italia
alle
proporzioni
di
un
Granducato
?
!
Si
vuol
dunque
davvero
dar
ragione
alla
celebre
e
tremenda
lettera
di
Ricci
Vincenzo
?
La
Riforma
alla
lettura
di
quell
'
articolo
prorompe
in
queste
parole
:
«
La
prima
impressione
che
ogni
animo
retto
deve
sentirne
è
quella
d
'
una
immensa
meraviglia
,
quasi
d
'
incredulità
;
impressione
che
deve
far
luogo
ad
una
indignazione
profonda
»
.
E
per
verità
codesta
applicazione
di
legge
è
la
ricognizione
dello
Stato
Pontificio
contrariamente
al
diritto
nazionale
italiano
che
stabilisce
Roma
capitale
d
'
Italia
;
essa
è
un
nuovo
trovato
della
Consorteria
per
affermare
quella
Rinunzia
a
Roma
che
è
la
base
della
antinazionale
e
nefanda
politica
dei
Convenzionisti
.
Ma
chi
vivrà
vedrà
.