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Gaeta è nostra , e non ha costato poco , e fu una asprissima impresa , e lo attestano le fumanti e colossali rovine dei tre bastioni saltati in aria successivamente . La breccia era largamente aperta sui sepolti cadaveri e sulle vittime ancor vive , ed il generale Cialdini poteva , profittando della costernazione degli assediati , spingervi sopra i suoi soldati e farla terribilmente finita . Ma il nemico fece un appello alla sua umanità per dissotterrare i sepolti vivi ed il cuore generoso del generale concesse ; ma spingendosi avanti e colla spada alla mano . Egli aveva vinto ed il nemico non poté più sfuggire alla sua inevitabile stretta , e concesse persino prigioniera l ' intera guarnigione , pegno sino alle imminenti ed inevitabili cadute dei fortilizi di Messina e di Civitella del Tronto . E così il generale Cialdini , prendendo Gaeta , ha espugnato tre fortezze . La notte scorsa egli ha avuto la soddisfazione staccandosi la sciabola di deporla in un angolo della torre d ' Orlando . Onore al generale Cialdini , onore ai nostri bravi soldati . Essi hanno tutti quanti , sulla terra e sul mare , lungamente ben meritato della patria . Cittadini , chi vuole concorrere con noi a dare una corona a Cialdini ? È una proposizione che fu ieri fatta da molti , mentre i cento ed un colpi di cannone rallegravano il cuore ed il volto di tutti . Ma siccome il piacere diviso è un piacere maggiore , e che non si deve mai agire in modo esclusivo , così apriamo la sottoscrizione a tutti quelli che vorranno parteciparvi con noi . Vi ha una condizione ed è quella di far presto . Perciò si è creduto opportuno di interpellarne in proposito il cavaliere Borani . Possiamo quindi assicurare che la corona sarà fatta in giorni quindici . Essa sarà di lauro e quercia in oro smaltato ad imitazione del vero . Porterà sul nastro l ' iscrizione al generale Cialdini , con la data della capitolazione della fortezza . Se la sottoscrizione eccederà la somma necessaria al peso dell ' oro e fattura , si aggiungerà nel mezzo il nome di Gaeta in brillanti . Perché la cosa si faccia con soddisfazione di tutti , ogni sottoscrittore riceverà il resoconto stampato di tutte le somme ricevute , nel quale sarà pure notato il peso ed il costo della corona , firmato dal cav . Borani , dai fratelli Cora e dal Direttore di questo giornale . La corona sarà presentata al generale sopra un cuscino bianco in seta , ricamato in oro . Essa rimarrà prima esposta al pubblico per tre giorni nelle vetrine del negozio dei fratelli Borani , orefici . Le sottoscrizioni si ricevono presso l ' uffizio di distribuzione della Gazzetta del Popolo .
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Prima di scendere all ' esame della crisi nei suoi termini concreti e personali , è necessario esaminarla , fuori del groviglio parlamentare , nelle sue grandi linee politiche , occorre cioè stabilire i criteri direttivi da seguire , nelle attuali contingenze , per giungere , dopo tre crisi in poco più di un anno di vita della legislatura , alla costituzione di un governo forte e vitale . Di un ' apparente soluzione della crisi , di un governo cioè che avesse soltanto il compito di tenere il posto fino alla soluzione definitiva della crisi , non si dovrebbe più parlare . Ora sotto questo aspetto integralmente politico e non grettamente parlamentare , la crisi si presenta assai meno complicata di quanto , a prima vista , si possa immaginare . Avuto riguardo alla distribuzione delle forze parlamentari , la crisi presenta tre soluzioni possibili : o un governo collaborazionista , o con o senza la partecipazione diretta dei socialisti al potere , o un governo di concentrazione nazionale , o un governo equidistante . Si tratta ora di esaminare queste tre soluzioni possibili in confronto alle esigenze politiche , a cui la nuova combinazione dovrebbe soddisfare per assicurare un governo che avesse quella relativa stabilità e quel tanto di forza , che la situazione consente . Dobbiamo subito scartare la terza ipotesi , perché un governo equidistante sarebbe , nelle circostanze presenti , necessariamente un governo non vitale ; ad esso cioè mancherebbe il requisito principale , che oggi si richiede in qualsiasi governo ; quello di avere una base parlamentare sufficiente . Esso potrebbe trascinarsi innanzi qualche mese a furia di espedienti , ma non potrebbe affrontare nessuno dei grandi problemi , che incombono sulla vita del Paese . Un governo collaborazionista avrebbe sì una base parlamentare sufficiente , ma non ne avrebbe nessuna nel Paese , dove i socialisti , col fallimento dello sciopero generale antifascista , hanno dato la prova della loro impotenza , impotenza che sarebbe ancora maggiore il giorno in cui il Partito socialista si sfasciasse definitivamente , il che seguirebbe immediatamente all ' avvento del governo collaborazionista . Inoltre l ' attività di un simile governo si esaurirebbe tutta nello sforzo di mantenersi al potere , né vi potrebbe riuscire senza un ' opera di sistematica repressione . Un governo collaborazionista è oggi fatalmente condannato ad essere un governo di violenza . Esso dovrebbe imporre la propria esistenza alla Nazione . Resta la terza ipotesi : quella di un gabinetto di concentrazione nazionale . Questo governo è il solo che , oltre ad avere una base sufficiente in Parlamento , potrebbe tentare un ' opera di restaurazione della legge , senza incontrare gravi ostacoli nel Paese . Un ' insurrezione socialista , nelle condizioni in cui è ora ridotto il Partito , non sarebbe oggi da temere contro lo Stato . E il Fascismo , che giustamente dice di essersi sostituito allo Stato assente nell ' opera di restaurazione dei valori nazionali , dovrebbe necessariamente rientrare nell ' orbita della legalità , il giorno in cui un governo di concentrazione nazionale , senza mire faziose , mostrasse seriamente di voler riprendere sul serio il timone dello Stato . Comunque , è oramai tempo che la crisi si abbia finalmente una soluzione politica e non puramente parlamentare , cioè una soluzione che chiuda realmente e non lasci praticamente aperta la crisi .
TORINO, 13 MARZO ( - , 1861 )
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I rappresentanti d ' Italia proclameranno oggi l ' unità della patria sotto lo scettro costituzionale di Vittorio Emanuele . I prodigi di cui l ' Italia è stata teatro nei due anni trascorsi hanno talmente avvezzi gli animi alle cose straordinarie , che questo grande atto che corona l ' edifizio altro non pare che il riconoscimento d ' un fatto compiuto . Per poterne apprezzare tutta la maestà e l ' immenso suo significato , è forza che la mente si riporti a qualche anno addietro , quando il regno d ' Italia unita non solo non era fra le cose probabili , ma pareva sogno di mente inferma o pio desiderio di utopista . Comprenderete allora come nei secoli futuri quel modesto palazzo Carignano in cui la proclamazione avrà luogo , sarà per ogni italiano un monumento ben caro e memorabile . Il regno d ' Italia è un fatto compiuto , ma nella esultanza di questo grande avvenimento non perdete memoria dei secoli d ' angoscia , del sangue sparso per elevare un tale edificio . Questa memoria vi servirà di ammaestramento per l ' avvenire , per non perdere il frutto di quel sangue . Questa memoria sarà inoltre un atto di riconoscenza ai generosi che sacrificando la vita per la patria e per la libertà vi hanno portati ad essere una grande nazione . Nato dal sangue di martiri , e fondato ad un tempo sulle tradizioni gloriose della più antica Casa Coronata d ' Europa , il regno d ' Italia ha eguali elementi di progresso e di stabilità , di libertà e d ' ordine . Parte d ' Europa può bensì considerarlo con sentimenti ostili , ma la forza del nostro diritto è tale nel concetto de ' popoli che quei sentimenti debbono tacere ; e il più gran fatto d ' innovazione nell ' assetto dell ' Europa moderna si compie senza che alcuno si attenti di impugnarlo colle armi . Ma passeranno anni prima che sia spenta nei nostri nemici la speranza di poter rompere nuovamente il fascio delle provincie italiane , di poter ristabilire odiate dinastie sui troni abbattuti . Se l ' oppressione fu consigliera d ' unione agli Italiani , lo sia ora il pericolo manifesto delle insidie nemiche . Quello spirito d ' unione si rivelò nella proclamazione stessa del regno d ' Italia . È indispensabile in una Camera una opposizione costituzionale , ma in questa circostanza straordinaria l ' opposizione è inconcepibile . A che dunque si verrebbe in campo con ammendamenti come ne è corsa voce ? In ultima analisi ogni membro della Camera voterà il progetto di legge nella forma in cui è proposto , e allora perché opporre difficoltà che non sono destinate ad aver un risultato ? Sin da quando si è stabilito che gli atti del Governo saranno intestati in nome del Re per divina provvidenza e per volere degli Italiani anche coloro i quali vogliono che nel titolo del Re d ' Italia l ' elezione popolare sia fatta palese , hanno ampia soddisfazione senza pretendere che invece di Re d ' Italia si dica con espressione insufficiente Re degli Italiani . A coloro poi i quali vorrebbero cogliere quest ' occasione per sollevare discussioni politiche , il signor Massari col proprio esempio ha indicato un mezzo assai migliore , domandando di rivolgere in tempo opportuno interpellanze al ministero sulle condizioni interne delle provincie della Italia meridionale .
L'ON. TURATI SI DIVERTE... ( FORGES DAVANZATI ROBERTO , 1922 )
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L ' on . Turati ieri sera ha , prima ancora che nascesse , spiegato che cosa potrebbe essere un ministero Bonomi . È il ministero del suo divertimento ! Ed è il ministero del suo divertimento , non perché egli sia all ' opposizione , ma anzi perché questo è il primo ministero fatto da lui , Turati , con i suoi calcoli , con i suoi candidati parlamentari ed extraparlamentari ; è la prima cosa seria ch ' egli sente di poter fare , dopo aver liberato il suo riformismo dalla servile sottomissione agli ordini di Serrati e alle prediche del già da lui accusato di indegnità , Costantino Lazzari ! Proprio così . L ' on . Turati era pronto ad andare anche dal Re . Ci s ' era preparato e aveva naturalmente trovato subito un giornale , di quelli che si dicono monarchici , ma all ' occorrenza accettano la repubblica di Magno e di Modigliani , per spiegare come sarebbe andato dal Re , come dal più alto « funzionario » del regime , aborrito in passato . Nessun popolare o democratico di sinistra , di quelli che mettono la destra al bando come un partito antinazionale , aveva trovato a ridire su questa interpretazione burocratica della Monarchia da parte dell ' on . Turati . Anzi , proseguendosi il tentativo di ridurre i poteri della Corona , in cui si distinsero tanto i popolari nella crisi passata , qualcuno avrà approvata la nuova interpretazione costituzionale ! Tuttavia l ' on . Turati non è ancora stato chiamato al Quirinale . E allora egli , per ripicca , investe l ' on . Bonomi dell ' incarico di costituire il ministero , subito dopo che l ' on . Orlando si è messo in disparte . E sta a casa di Bonomi , mentre questi è dal Re a ricevere l ' incarico , di cui l ' on . Turati gli ha assicurata la primizia . E mentre Bonomi si illude di essere un capo e di potere poi scegliere i suoi collaboratori e torna dal Quirinale persuaso di essere un presidente del Consiglio , trova che l ' on . Turati gli ha combinato , sia pure sulla carta , le schiere della maggioranza e quelle dei ministri e sottosegretari , e gli consegna il tutto con l ' ordine di far presto . E l ' on . Turati esce così soddisfatto di questa sua bisogna , che è di una infantilità da vecchio ruffiano , che al primo giornalista racconta , con perfetta incoscienza , credendo di compiere un atto di arguta sincerità , e invece denunziando impudicamente una vergogna parlamentare . Noi dunque sappiamo che un ministero Bonomi è un ministero di procura turatiana . E sappiamo che cosa vale Bonomi , l ' eletto con voti dei blocchi nazionali antisocialisti , l ' accusato , il vilipeso dei socialisti anche collaborazionisti , mentre fa il ministero di servitù popolare - socialista ; e sappiamo che cosa vale Turati , l ' avallante del socialismo antinazionale , il servitore di Serrati , il falso rivoluzionario oggi ridotto a fare il santone del collaborazionismo sotto la vociferazione incitatrice di Modigliani , mentre abbandona tanti anni , non di verginità , oh ! no ! , ma di viziosa sterilità politica , e , tutto esperto di maltusianesimo parlamentare , prepara il primo ministero collaborazionistico , quello della nuova era , negli elenchi preparati sulla scrivania di Bonomi ! Sappiamo cioè che questo è il ministero tipico del malcostume , e però gradito ai senili amori dell ' on . Turati . Lo sappiamo dalle loro confessioni , che si succedono senza freno , in una esibizione meretricia , accettata dai popolari , tutti occupati ad accusare la destra delle proprie malefatte . Eccoci dunque finalmente arrivati all ' ora storica . All ' ora storica , sperata , attesa con ansia fremebonda da tutta la socialdemocrazia variopinta che per anni ha mendicato da Turati la benevolenza , il permesso di vivere , di tollerare la Monarchia , di sopportare le esigenze della politica nazionale , di ammettere la esistenza dell ' Italia nell ' internazionale . Che per anni gli ha scodinzolato intorno con tutti i suoi intervistatori di giornali borghesi ; che per anni ha fatto silenzio quando egli parlava , per strappargli , fra tante bestemmie e tante insulsaggini , qualche ammonimento cauto ai suoi compagni più rossi , fossero anche i carnefici di Sonzini o il disertore Misiano , e poter dire : anche Turati consiglia un po ' di moderazione ! Ecco : è venuta l ' ora storica . È venuta l ' ora , in cui Turati andrebbe anche dal Re , in cui Turati propone ministri e sottosegretari . È venuta . Ed è l ' ora in cui Turati si vuoi divertire a fare il ministero , che gli serve a restaurare la legge a proprio vantaggio . Turati si vuoi divertire a fare il carabiniere , ma ordinando il fuoco sul tricolore per proteggere il cencio rosso ... Ma questa e non altra poteva essere l ' ora storica , degna di concludere tutto questo socialismo turatiano , da bottega , né rivoluzionario né laburista , piccolo borghese , di un internazionalismo microcefalo nato e alimentato soprattutto da un sentimento di fatalistica miseria italiana , effettivamente pauroso degli imperialismi altrui , senza passione e senza idee ; nutrito di relitti democratici ; appiattito in un positivismo ridicolo che toglieva ogni intelligenza allo stesso tentativo di interpretazione materialistica della storia riducendolo ad una specie di conto della serva ; ingrassato nel pattume parlamentare ; esperto di tutto il curialismo costituzionale ; ammantato di orpello letterario ; sì da consentire una continua , del resto facile per offerte complicità , opera di disintegrazione istituzionale , di avvelenamento antinazionale , di annientamento spiritualistico , diretta a sopprimere l ' Italia nelle internazionali straniere . Non altra poteva essere l ' ora storica , degna di concludere un tal socialismo , sequestratosi , durante il supremo cimento della Nazione , in una rinnegazione distruttrice ed ora pretenzioso di identificarsi con lo Stato per condannare come ribelle la Nazione vittoriosa . L ' ora storica è questa dell ' incarico a Bonomi , divenuto esecutore del collaborazionismo popolare - socialista , che vuoi congiungere ed esprimere ed assommare , nella soppressione della più alta crisi nazionale , quella della guerra e della vittoria , tutte le miserie del venticinquennio seguito ad Adua . Turati prepara sulla carta la maggioranza del ministero , egli che un giorno , sfogando anche la bassa animosità regionalistica degna di un commesso viaggiatore bene organizzato per lucido da scarpe e rasoi di sicurezza , aveva tuonato contro le docili maggioranze , offerte dai borghi putridi del Mezzogiorno ! Ma oggi nessuno osa considerare quella falsa invettiva un giudizio . Oggi che è ben chiara tutta la devozione nazionale del Mezzogiorno ; oggi che si avverte tutto il ridicolo della civiltà bottegaia che si voleva infliggere ad un ' Italia , ingrassata nella disfatta , organizzata secondo l ' « evoluto e cosciente » d ' un tal socialismo che abbiamo veduto alla prova ; oggi il più indurito , il più ostinato degli analfabeti del nostro Mezzogiorno , di quella buona razza che , obbedendo al comando del Re , non importa sempre sapere precisamente quale , fu pronta all ' assalto della Giuliana , che ruppe l ’ incantesimo della disfatta , ed è stata paziente e tenace sul Carso , sul Piave , sul Grappa ; oggi il più semplice analfabeta potrebbe portare in giro per le piazze d ’ Italia l ’ on . Turati , come si porta un orso o uno scimpanzé , perché sia manifesto a tutti quanta commovente devozione e forza di grandezza nazionale sia venuta da una tradizione millenaria custodita in una verginità incorrotta , sottomessa a Dio e alla Patria ; quanta decadenza umiliante sia in questa suprema esibizione del positivismo alfabeta , del socialismo parlamentare , della letteratura internazionale . Poiché sarebbe giusto che l ’ Italia si divertisse , se mai , e se fosse spettacolo divertente , di quest ’ ultimo Turati ; non che l ’ on . Turati si possa divertire a spese dell ’ Italia , a fare ministeri ... Dopo la vittoria .
TORINO, 9 APRILE ( - , 1861 )
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Nel numero precedente abbiamo parlato del caso improbabile in cui il Parlamento volesse rendersi da se stesso impopolarissimo . Ma in qual modo un Parlamento si rende impopolare ? Anzi tutto col trattar male gli affari della Nazione . In secondo luogo col non trattarli né bene né male , vale a dire col perdere il tempo . Amici della presente maggioranza , frutto della concordia nazionale , noi confidiamo che essa non correrà mai pericolo d ' impopolarità pel primo di questi due motivi . Ma non potrebbe cadervi pel secondo ? Potrebbe , pur troppo , se non provvede a tempo . Le vecchie provincie avvezze a certe lentezze inevitabili in qualsiasi regime rappresentativo , saprebbero aspettare senza stupirsene e senza inquietarsene . Ma nelle provincie meridionali , siccome è estrema l ' aspettazione , così sarebbe più facilmente preso in mala parte il tardare di qualche risultato pratico e dei lavori di riordinamento che s ' attendono dalla Camera . Finora si sono fatte utili interpellanze ed altre ne sono annunziate . E sta bene ; purché si badi poi che il troppo è troppo ! Le interpellanze che porgono l ' occasione di sciorinare eloquenti discorsi portano la luce sopra certe quistioni , ma non riorganizzano niente . Or bene , oramai ciò che più preme all ' Italia è un pronto ed efficace riordinamento . Ben presto saranno trascorsi due mesi dacché la Camera è aperta , e salvo la proclamazione del Regno d ' Italia , essa d ' altro non s ' è nutrita che d ' interpellanze . Era cosa inevitabile , lo sappiamo ; ma non era intieramente inevitabile il disordine con cui esse hanno avuto luogo . Non era inevitabile che quasi tutti gli oratori parlassero per proprio conto senza un previo concerto col proprio partito che avrebbe risparmiate molte ripetizioni , ed anche alcune dicerie inutili . Non era inevitabile che per prendere una deliberazione sopra quistioni urgentissime come quella di Napoli e Sicilia , si spendessero cinque tornate . Mentre qui si discuteva i cospiratori borbonici a Napoli operavano . Nei tempi normali e nei paesi da lungo tempo costituiti , i deputati sono uomini di consiglio , e si comprende che non procedano colla rapidità degli uomini d ' azione . Ma nelle presenti condizioni d ' Italia la Camera , volere o non volere , deve partecipare assai delle qualità degli uomini d ' azione ; ed imitare ciò che Cavour diceva della diplomazia italiana che in questi ultimi tempi scrisse poco ed operò molto . Così la Camera deve operar molto e parlar poco .
INVOCAZIONE DELLO STATO ( FORGES DAVANZATI ROBERTO , 1922 )
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Ciò che è stato mostruoso , che è mostruoso , che sarà ancora per qualche tempo mostruoso è la visibile miseria socialista , di tutto il socialismo , dal collaborazionismo al comunismo ; è la impudenza socialnittiana truffatrice e accattona del sovversivismo ; è la ipocrisia popolare , ultima manifestazione della lue democratica , antinazionale e antistatale . Questa coalizione , talvolta voluta , talvolta spontanea , che tenta di sopraffare la realtà della Nazione , sofferente per liberare se stessa dal nemico appiattato in essa ; di sopraffare la crisi dello Stato , ridotto alla paralisi della equidistanza abulica ; di mascherare , con l ' ignoranza e con le soluzioni particolari e partigiane , i problemi essenziali della nostra vita interna e nel mondo , poiché questi problemi respingono le soluzioni della combriccola « sinistra » ; questa coalizione tenta appunto di sottrarsi alla ricognizione della sua azione disorientatrice e sabotatrice , della sua responsabilità di perpetuare , sotto un falso desiderio di falsa pacificazione , il conflitto interno e la debolezza esterna . Ciò che è pericoloso , sommamente pericoloso , in questi giorni , è la incapacità tenace , rinnovata , perpetua , degli organi dello Stato di ritrovare la propria norma , la propria forza , la propria autorità , respingendo gli equivoci faziosi dei partiti , sostituendo alla passività torpida e tremebonda , la volontà chiara e sicura . E questa incapacità , da noi denunziata da anni , con una propaganda che ha avuto il suo frutto se oggi la gioventù combattente , dopo aver assicurata la vita , la grandezza e l ' avvenire della Nazione , continua la lotta per la restaurazione dello Stato nazionale ; questa incapacità , che deve esser superata e vinta dalla rinnovata coscienza di una classe dirigente , sfibratasi in una continua abdicazione ; è oggi proprio visibile , evidente nell ' invocazione della legge , dell ' autorità dello Stato , del diritto comune , che è ripetuta dai socialisti e dai loro compari della democrazia e dei popolari . Soltanto uno Stato stremato , pronto all ' ultima resa può essere invocato dai nemici della nazione e dai demagoghi della speculazione di setta o di partito . Noi dunque non possiamo riconoscere alcuna verità sostanziale , benefica , a questa sconcia invocazione , fatta insieme di spavalderia e di viltà , di rabbiosa difesa delle proprie speculazioni elettorali e parlamentari e di calcolo pauroso . Nulla è possibile concedere a chi invoca la legge , l ' autorità , la libertà , e si accomuna all ' avventura dello sciopero legalitario , come i socialisti , o ne tenta una qualsiasi giustificazione , come nittiani e popolari . Nulla . Lo Stato che deve essere presente e attivo per guidare l ' Italia nella sua ancor difficile e aspra espansione nel mondo non ha nulla di comune e nulla può aver di comune con lo Stato , oggi invocato dai rinnegatori dell ' Italia , dai complici del nemico , dai servi dello straniero e dai loro fautori vecchi e nuovi del nittismo e del popolarismo . Questa invocazione , che assume tono elegiaco , perché sangue cittadino scorre nelle vie , è la più sconcia menzogna , è la più triste immoralità , è la più repugnante ipocrisia . Essa è l ' ultimo inganno dell ' antinazione . Bisogna stroncarlo . E stroncarlo non soltanto dove esso assume aspetto violento , e però dove esso è facilmente identificato e con coraggio combattuto , come si fa da tempo , come si è fatto e si fa in questi giorni ; ma a scovarlo dai rifugi dove è annidato e mascherato e dai quali parla con voci fattesi improvvisamente legalitarie , con le voci dei collaborazionisti ; o con quelle della libertà per tutti , anche e soprattutto per i nemici , che sono le democratiche ; o con quelle dell ' accomodamento egoistico falsamente accentate di devozione cristiana , che sono quelle dei popolari . Non si deve cedere un istante a questo inganno . Non si può , del resto . E non si può , perché le loro menzognere spiegazioni e le loro ambigue difese sono esse stesse la esibizione della loro partigianeria . Mettiamo anche da parte tutta l ' evidente organizzazione armata , rivoltosa dello sciopero . Facciamo conto che non un solo attentato fosse venuto , non un solo fatto di rivolta armata si fosse verificato . Ebbene la stessa proclamazione dello sciopero generale politico , comprendente tutti i servizi pubblici , che dai socialisti collaborazionisti è dichiarato « legalitario » ; che dai nittiani è cinicamente dichiarato inopportuno solo perché è fallito ; che dai popolari è ignorato o messo sullo stesso piano della difesa nazionale ; è , anche come sola proclamazione , la violazione massima della legge , la massima sopraffazione dello Stato , il massimo ricatto imposto ad un governo . L ' episodio rivoltoso , l ' episodio armato , l ' attentato criminoso ai treni , la battaglia provocata e accettata , sono fatti assolutamente secondari , contingenti , risolvibili con operazioni di polizia , di fronte alla posizione essenziale , dominante dello sciopero generale politico ad oltranza . Basta la proclamazione di questo , deve bastare l ' intenzione di questa proclamazione per giudicare come nemici dello Stato i suoi fautori , i suoi avallanti , i suoi approfittatori . Occorre davvero che la coscienza politica italiana sia caduta in basso , perché il sovversivismo osi dichiararsi , in pieno esercizio di sé , legalitario , e domandi il riconoscimento , anzi l ' ausilio dello Stato ; e gruppi politici , che si dicono costituzionali e nazionali , come democratici e popolari , possano dare esplicito o implicito riconoscimento ad un tale preciso , definito atto di totale ostilità allo Stato , quale lo sciopero generale politico . E occorre il massimo di impudenza e di abiezione , in una grottesca decadenza di costumi politici , perché addirittura si proclami e si accetti lo sciopero generale politico per imporre il ministero di sinistra , quale corollario della visita al Re di Turati . Ebbene nessuna parola buona , nessuna invocazione sincera , onesta , leale , può venire da questo fondo di impudenza e di abiezione . Lo Stato , lo Stato nazionale non è il compromesso parlamentare , non è lo sfibramento e l ' inquinamento burocratico , che la socialdemocrazia , col recente ausilio dei popolari , tanto più colpevole in quanto è venuto dopo la guerra e la vittoria , ha dato per norma e vorrebbe ancora continuare a dare per norma . Lo Stato nazionale , tanto per riferirci ad un paese vicino , cui altri fa così spessi richiami , è lo Stato , che l ' ex - comunardo Clemenceau , difende ferreamente quando è in guerra col nemico ; è lo Stato , cui i cattolici francesi danno , sotto la guida di pastori francesi , sotto l ' indicazione dell ' arcivescovo di Parigi che si pone al fianco dell ' ex - comunardo , tutte le loro forze devote per la difesa della vittoria ; è lo Stato , in difesa del quale l ' ex - socialista Briand , pur accomodante , non esita a sciogliere la Confederazione Generale del Lavoro quando questa si mostra soltanto disposta all ' azione politica antistatale ; è lo Stato nazionale , in difesa del quale l ' ex - socialista Millerand , meno accomodante , divenuto Presidente della Repubblica , non esita , e , quando ritiene di dover intervenire per la suprema salvezza del Paese di fronte allo straniero , richiama Briand dal convegno di Cannes e lo fa trovare di fronte alle dimissioni necessarie . Ma che Stato potrebbe essere questo che i socialisti legalitari , con i loro compari democratici e popolari , vorrebbero fondato sullo sciopero generale politico ? Lo Stato nazionale , lo Stato che regola , guida , ordina soltanto perché antivede e vuole , è un atto di vita , che rifiuta queste origini di morte .
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Un drappello di Viterbesi , circa 90 a 100 , si armò fuori della città il giorno 30 settembre , marciò su Bomarzo , lasciando la città di Viterbo tranquilla , forse per non promuovere un immediato intervento delle truppe italiane ; a Bomarzo , col concorso dell ' intera popolazione , proclamò il governo nazionale . Nello stesso giorno alle 3 pom . gli insorti si impossessarono delle porte della città di Acquapendente , mentre i carabinieri pontifici si ritiravano in caserma , ed ivi resistettero sino ad essere fatti prigionieri . Gli insorti s ' impossessarono della cassa erariale , e ingrossati , marciarono lasciando in Acquapendente istituito il governo nazionale . L ' insurrezione delle provincie romane è certa , generale . Si aspettano notizie di Roma , ove il fermento si fa ognor più vivo . Le truppe al confine dànno segni evidenti di simpatia al movimento , talché una repressione allo slancio nazionale , in soccorso di Roma , si rende ognora più difficile , anzi impossibile . Le notizie di dilatazione del movimento insurrezionale proseguirono e proseguono ad arrivare telegraficamente al governo dalla frontiera . La proporzione delle camicie rosse sinora si conosceva minima nella forza insurrezionale , talché è evidente il fondo locale , quando pure dimenticassimo che molti cittadini delle provincie romane la indossavano essi stessi nelle file dei volontari , sempre e recentemente nella campagna del 1866 . È stata aperta una sottoscrizione per soccorrere i feriti . Nessun uomo di cuore mancherà all ' appello .
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L ' incapacità odierna dei governi italiani a svolgere una politica da grande potenza , in armonia con la posizione storica della Nazione la quale non può né deve rinunciarvi , pena la vita e la fortuna dei suoi 40 milioni di abitanti risiede essenzialmente su due ordini di fattori , solo apparentemente contraddittori . Il primo consiste nella già rilevata instabilità e discontinuità di governo , che il parlamentarismo rende sempre più radicata nelle consuetudini politiche del Paese ; il secondo è nel dominio assoluto e continuativo della burocrazia , che muove e guida i governi , secondo le sue vedute particolari , all ' infuori di ogni pronta volontà nazionale o del cosiddetto legislatore e tanto meno dei delegati parlamentari posti a capo dei dicasteri . La discontinuità dell ' azione governativa e la continuità dell ' azione burocratica , anziché contrastarsi e correggersi o integrarsi per un fine socialmente utile , si sommano invece per accrescere l ' impotenza dello Stato ad iniziare la ricostruzione politica , economica e sociale del dopoguerra . Il mutevole avvicendarsi dei gabinetti , composti di figure mediocri , senza idee proprie , moltiplica gli errori , ritarda le decisioni sugli affari di ordinaria amministrazione , complica lo studio dei problemi d ' importanza nazionale . La persistente presenza di una mentalità burocratica nelle fucine legislative dei Ministeri , consolida gli errori , ne impedisce la correzione , ne prolunga gli effetti nel tempo , preparando il terreno giuridico fatalmente favorevole alla ripetizione di errori similari . Non potrebbe spiegarsi altrimenti la odierna crisi di funzionamento dei governi e del Parlamento , nell ' azione politica e nell ' attività legislativa . I ministri prendono a prestito idee dai direttori generali ; il Parlamento approva , spesso senza rettifiche se non di dettaglio , le leggi ideate , preparate e redatte fuori di esso . Governo e Parlamento hanno abdicato le proprie funzioni nelle mani di una vera dittatura invisibile ma potente . È giuocoforza riconoscere che questo fattore consuetudinario della potenza burocratica , anziché temperare , correggere e frenare il regime parlamentare , secondo i dettami e gli scopi di una grande politica nazionale , serve oggi a perpetuare l ' impotenza dello Stato a risolvere il problema nazionale . Non si può risanare il bilancio , perché non si possono ridurre le spese che alimentano la burocrazia e rafforzano il parlamentarismo : impiegati e deputati non intendono suicidarsi pel raggiungimento del pareggio . Perciò il metodo inglese delle economie è inimitabile e inattuabile in Italia . Non si possono riordinare i servizi pubblici , il cui costo è progressivo per lo Stato mentre l ' utilità di essi scema pel pubblico , perché vi osta il meccanismo dei ruoli organici e traverso il quale si moltiplicano uffici e sperperi di denaro pubblico , allargando la base del dominio burocratico . Nelle ferrovie vi sono 42 mila funzionari giudicati superflui dalle competenti autorità e che si potrebbero eliminare anche senza riduzioni di servizio pubblico . Ebbene non si riesce a licenziarne nemmeno una parte e bisogna attendere che se ne vadano spontaneamente , in un periodo più o meno lungo di anni . Quanti ? Vi sono nell ' amministrazione ferroviaria degli avventizi , maschi e femmine , che non hanno nessun diritto acquisito di restarvi . Le occasioni propizie per disfarsene non sono mancate : lo sciopero ferroviario , l ' agitazione e l ' entrata dei mutilati , in conclusione : sono rimasti avventizi , donne e mutilati . Occorre oggi un direttore delle Ferrovie energico , fattivo , competente , al quale urge affidare delle responsabilità ; la sua nomina sollecita al posto vacante è invocata dai partiti nazionali , dalla stampa , dai parlamentari , dalla parte migliore dell ' opinione pubblica . Tutto questo non basta : occorre che il Consiglio dei Ministri si aduni ripetutamente e discuta , senza concludere , o per concludere , sulla divergenza delle opinioni , che occorre prima un programma e poi un direttore . E si può proseguire . Nell ' amministrazione postelegrafonica aumenta il disordine ; esistono alle poste criteri amministrativi del tutto differenti da quelli in auge presso i telefoni . La gestione contabile di questi ultimi per mancanza di norme ben definite reca numerosi conti sospesi ed alle casse compartimentali il denaro ristagna mentre dovrebbe compiere la sua normale funzione circolatoria . Intanto il servizio è sempre più insufficiente , ed i privati organizzano trasporti automobilistici per le corrispondenze e per i pacchi , non osando più affidarli allo Stato . I furti e gli smarrimenti delle corrispondenze e delle merci in regime di trasporti di Stato aumentano : è stato dimostrato che il sistema attuale delle registrazioni per le raccomandate esonera dalle responsabilità il personale mentre ne accresce il numero al doppio del necessario . Che cosa si può fare per eliminare questi danni gravissimi per l ' economia nazionale oltre che per la vita civile ? Nulla sembra perché la burocrazia non può prendere seriamente in esame progetti di semplificazione , di sfrondamento e di riduzioni che danneggerebbero soprattutto e immediatamente se stessa . Né basta ! Mentre si accumulano accuse contro lo Stato ferroviere , postalegrafonico , commerciante , industriale e soprattutto monopolista , ecco che si vorrebbe il monopolio di Stato assoluto per le assicurazioni , rafforzando gli errori di una legge che risponde a concetti ormai sorpassati pel mutato clima politico e per la nuova situazione di fatto creatasi dopo la vittoria . Dopo la nazionalizzazione delle grandi imprese private di assicurazione che avevano sede nella sconfitta e dispersa Austria e la trasformazione dell ' Italia in nazione esportatrice di assicurazioni , si presenta la migliore occasione , oggi , per temperare e correggere gli effetti di quella legge dannosa allo sviluppo di un ' attività assai promettente ; ma nulla si riesce a fare perché l ' ostilità burocratica si impenna di fronte al pericolo di una minaccia qualsiasi , e sia pure lieve , alle aziende autonome burocratizzate , o sue dipendenti . Né , passando nel campo della vera e propria politica economica , ancora si spenge l ' eco malaugurante dell ' intenzione di insistere sull ' errore della nominatività dei titoli , giudicato tale ormai da chiunque abbia competenza economica , e , dopo il pellegrinaggio a Cavour , le voci di altre riforme finanziarie sparse da gruppi parlamentari fanno fremere di orrore il contribuente non ancora organizzato in capaci leghe di resistenza . Intanto aumenta lo sperpero del pubblico denaro per la politica di classe delle amministrazioni locali , per le cooperative , per l ' edilizia e prossimamente , per il latifondo . Ancora e sempre la burocrazia imperante ha in mano le redini di tutto questo movimento impressionante di aumento delle spese . Nessun indizio di rinsavimento appare all ' orizzonte . Nessun indizio dello sforzo ricostruttivo si scorge . La costanza con la quale si perdura in indirizzi di politica errati e si perpetuano metodi nefasti , è veramente impressionante . Orbene : non si può credere che tutte queste verità saranno sempre sterili per la coscienza pubblica . Non si può ammettere che la ribellione non si maturi ormai nella pubblica opinione . I partiti nazionali non lo possono e non lo debbono ammettere . Essi non possono certo chiedere a governi di rovesciare improvvisamente una situazione di fatto così grave e per molteplici ragioni ormai radicatesi poderosamente nel cuore della vita amministrativa . Non si può chiedere l ' impossibile . Ma essi hanno il diritto di pretendere almeno un primo atto di resipiscenza e di energia , almeno la risoluzione iniziale e di dettaglio di quei problemi che costituiscono la flora parassitaia del problema nazionale della ricostruzione . Essi domandano e debbono esigere almeno che si getti da lato la supina acquiescenza , l ' assenteismo e l ' indifferentismo dei dirigenti verso il progressivo attentato alla vita economica del Paese . Se i Governi rinunciano ancora a soddisfare a questo minimum di desiderata , essi condannano , fin d ' adesso , lo Stato a farsi integrare da forze sindacate più o meno saldamente , con un pericolo evidente di poter tralignare da buone intenzioni e propositi , e col danno certo di dover cominciare a rinnegare e distruggere l ' autorità dello Stato per restaurarla .
TORINO, 17 OTTOBRE ( - , 1867 )
StampaQuotidiana ,
Il movimento romano non si allarga solamente negli Stati detti Pontifici , ma si ripercuote anche nell ' interno del Regno con crescente intensità . Il numero dei volontari che sarebbero pronti a partire , ove non s ' opponesse la mancanza d ' armi e di mezzi , già supera di molto le migliaia nel solo Piemonte . Al nostro uffizio è come una processione continua benché più volte abbiamo ripetuto che non si fanno arruolamenti né pubblici né clandestini , e che alla rivoluzione romana non sono gli uomini che manchino , ma solo le armi e i denari . Noi siamo lieti di questo entusiasmo , ma dobbiamo ripetere che non facciamo spedizione alcuna di volontari , e che quindi è inutile rivolgersi a noi . Noi teniamo ordine di mandare soccorsi di denaro e di ripetere che partano quelli soltanto i quali possano disporre di mezzi propri . Gli altri aspettino per non correre il rischio di far sciupare inutilmente i mezzi limitati di cui il Comitato può disporre . Il mezzo più efficace di aiutare gli insorti sta nel denaro . Chiunque sorga promotore di sottoscrizioni e ne spedisca l ' importo al Comitato Centrale ha ben meritato dell ' insurrezione . Importantissima sotto questo aspetto è la parte che molti Municipi vanno prendendo alla sottoscrizione nazionale . Né trattasi già di Municipi secondari , ma anche di illustri città come Brescia , Cremona , ed altre . Siccome l ' esempio sarà imitato , il governo del Re si troverà di fronte ad una agitazione di nuovo genere , ad una dimostrazione d ' una imponenza eccezionale . La sottoscrizione è pei feriti , dunque non porge alcun pretesto ad un divieto a termini di legge . Ma il significato dell ' atto patriottico resta intiero , ed è tale manifestazione dell ' opinione pubblica , che il governo italiano se fosse bene ispirato dovrebbe essere già a Roma . Non diremo altro per ora . La grande dimostrazione è appena sull ' esordire , ed è già divenuta gigante . Precorrere e guidare od essere rimorchiato , ecco l ' alternativa che si para dinanzi al governo italiano ! Precorra ! Il movimento romano non può e non deve abortire , e a nessun patto abortirà . Lo ripetiamo adunque : o precorrere con lode , od essere rimorchiato con danno . Cavour non avrebbe esitato .
TORINO, 3 NOVEMBRE ( - , 1867 )
StampaQuotidiana ,
Lo scioglimento del Comitato Centrale di Soccorso in ossequio agli ordini del governo francese , dà luogo alla seguente domanda : Gli onorevoli Senatori e Deputati che componevano quel Comitato non potranno più riunirsi attorno al letto di Cairoli infermo ! Qual legge può loro farne divieto ? Nessuna . Dunque ? Dunque continua e continuerà a pubblicarsi il Bollettino di quelli onorandissimi patrioti , con questo solo divario che invece di chiamarsi Bollettino del Comitato Centrale , ora si chiama , con risparmio di tre parole , semplicemente Bollettino . L ' articolo del Codice Penale Lorenese in forza del quale lo scioglimento è stato intimato , è concepito nei termini seguenti : « Ogni toscano , o abitante di Toscana , il quale commettendo nel territorio di un altro Stato atti ostili , non approvati dal Governo , ha esposto il Granducato al pericolo di una guerra , è punito con la casa di forza da tre a dieci anni , e se ne è seguita la guerra , la detta pena può estendersi fino a venti anni » . Il trasferimento della capitale ha dunque ridotto l ' Italia alle proporzioni di un Granducato ? ! Si vuol dunque davvero dar ragione alla celebre e tremenda lettera di Ricci Vincenzo ? La Riforma alla lettura di quell ' articolo prorompe in queste parole : « La prima impressione che ogni animo retto deve sentirne è quella d ' una immensa meraviglia , quasi d ' incredulità ; impressione che deve far luogo ad una indignazione profonda » . E per verità codesta applicazione di legge è la ricognizione dello Stato Pontificio contrariamente al diritto nazionale italiano che stabilisce Roma capitale d ' Italia ; essa è un nuovo trovato della Consorteria per affermare quella Rinunzia a Roma che è la base della antinazionale e nefanda politica dei Convenzionisti . Ma chi vivrà vedrà .