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Per me pari sono ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Benvenuto Ciampi perché ha , credo , una memoria antifascista , che per me ( e non so quanti altri ) resta il fondamento della democrazia italiana . Ma il benvenuto si ferma qui . È stato eletto da una brutta maggioranza , con la riserva mentale ( che forse è un altro patto della crostata ) di liquidarlo tra due anni con l ' elezione diretta di un altro personaggio : non si chiamerà Massimo D ' Alema ma Silvio Berlusconi . Che è lo stesso . Forse è un giudizio precipitoso . Se Ciampi , nel suo primo messaggio alla nazione , reciterà l ' articolo della Costituzione secondo cui l ' Italia ripudia la guerra e auspicherà una sospensiva dei bombardamenti per far largo al negoziato e a un accordo di pace , farò autocritica . Per ora ne dubito e tutto il resto mi sembra ininfluente . Credo che , prima o poi , dovremo coraggiosamente prendere atto del fatto che non siamo governati da uno schieramento di centro - sinistra ma da uno schieramento di centro - destra ( per restare nella toponomastica istituzionale ) . Da quando i diessini hanno assunto con D ' Alema la guida del governo , l ' asse politico si è spostato a destra e le decisioni cruciali - quelle che definiscono la fisionomia di un paese - hanno avuto questo segno negativo . Dalle prime decisioni militari in Albania fino alla guerra guerreggiata . Ogni politica sociale è dismessa perfino nel linguaggio . La parola « occupazione » non si riferisce oggi al lavoro ma a un ' eventuale conquista del Kosovo . La parola « mezzogiorno » non si riferisce a un risanamento civile del paese ma agli inconvenienti turistici indotti dalla guerra sulle coste adriatiche . I listini di borsa sono l ' unico parametro . « Forza Italia » non è più una sigla da stadio ma un comun denominatore culturale . Berlusconi e Fini , D ' Alema e Veltroní , Amato e Fazio , Di Pietro e l ' ex Prodi , Scognamiglio e la Confindustria , sono la nostra classe dirigente . Manca solo la Pivetti . Perfino i « popolari » , come le piccole formazioni governative rosse e verdi , sono ( meritatamente ) azzerati . Esiste ancora una generica opinione di sinistra che ha perso però 1e sue radici e sembra disposta a digerire tutto , alienando ogni sensibilità e idealità alle convenienze del potere . Ed esiste una sinistra sociale radicale che però non riesce a raccordarsi su una linea comune per tentare , anche solo tentare , di risalire la corrente . Colpa anche nostra . Forse non osiamo prendere atto di come stanno veramente le cose .
I DUE PARTITI DI OGGI E DI DOMANI ( PANUNZIO SERGIO , 1916 )
StampaQuotidiana ,
Vogliamo prescindere dal nostro , dirò così , antiparlamentarismo aprioristico e teorico . Vogliamo ammettere il parlamento e i diritti di esso , dei quali tanto si è , speriamo , astrattamente e dottrinariamente , preoccupato nel non mai abbastanza deplorato discorso di Torino l ' on . Salandra . Abbiamo capito il latino . Come già scrivemmo in un nostro articolo dell ' estate scorsa ne la « Monarchia Nazionale » , ripetendo un pensiero diffuso nella coscienza generale , e come osservarono ultimamente e in forma incisiva il Popolo d ' Italia ed altri giornali , la guerra italiana è stata voluta dal popolo italiano fuori e contro il Parlamento . Non è il caso di ricordare che complici e secondo noi nobilissimi corresponsabili della rivoluzione anti - parlamentare del maggio furono non pochi organi e non poche voci ufficiose o quasi dell ' attuale Gabinetto . Se non mi sbaglio , proprio un magnifico e ... indimenticabile articolo del Giornale d ' Italia metteva in evidenza a chiare note e con parole terribili il « delitto di Stato » consumato , o in via di consumazione , da parecchi noti uomini politici e parlamentari nostrani , il giorno delle dimissioni del Gabinetto Salandra , ed eccitava quasi la Nazione ad esprimere dal suo fondo la rivolta del suo senso giuridico e costituzionale . Vera lezione pratica di diritto pubblico contro la vecchia teorica pubblicistica esiziale come la peste bubbonica della « onnipotenza parlamentare » . E proprio in un altro « indimenticabile » articolo dello stesso giorno il Corriere della Sera « svelando » che la Triplice era stata denunziata , metteva in istato d ' accusa formale i capeggiatori del complotto parlamentare e contro questi , se non direttamente indirettamente , eccitava la Nazione . Richiamiamo questi dati di fatto ( perché la storia di ieri è , a quanto pare , diventata troppo vecchia , mentre è viva ancora nei « nostri » cuori e nei « nostri » cervelli ) per ribadire il carattere anti - parlamentare delle giornate di maggio e della guerra italiana . C ' è chi ne dubita ancora ? È indubitabile che il Parlamento italiano , Camera e Senato , non voleva la guerra , era neutralista ad oltranza , cioè giolittiano , cioè tedescofilo , se non austrofilo . È indubitabile come Salandra disse in Campidoglio che non l ' Italia governava l ' Italia , ma la Germania , per mezzo di Bülow e per mezzo di un pugno di parlamentari consumati non si sa come sfuggiti al codice penale e di procedura e non si sa perché qualificati ancora come uomini « politici » e « di stato » e discussi come si fa nei giornali e altrove con criteri politici e non con quelli giuridici della R . Procura o del Senato costituito in Alta Corte . E dire che ... dalle solenni parole « accusatrici » del discorso del Campidoglio , siamo passati alla flebile critica psicologico - letteraria di S . E . Orlando a Palermo e alla qualifica di « pessimisti » affibbiata ai parlamentari di cui sopra . E la parabola discendente non si ferma . Il Parlamento , svalutato fino a ieri , ritorna in iscena nel funebre discorso di Torino . Salandra pare che abbia avuto paura delle origini « popolari » della guerra . E crediamo per omaggio teorico e dottrinario , più come giurista e come uomo politico timorato , disse a Torino che a un Partito spetta il potere , al partito liberale . Tutti sanno che dire Parlamento e diritto parlamentare , è dire gioco dei partiti e diritto dei partiti . Salandra è il tipo più schietto del conservatore , è il tipo che meno è adatto a comprendere , e più è adatto a distruggere mentalmente e a condannare politicamente le giornate rivoluzionarie di maggio . Siamo intesi ? E non ricordate forse che il Reale Imperiale Governo austriaco nel Libro Rosso osservò , in nome del sacro e santo diritto costituzionale e parlamentare caro a Bülow e a Macchio , che nelle mani di Sonnino e compagni lo stato italiano non era più un Governo « legale » ma un Governo « rivoluzionario » , diretto da criteri illegali , moventesi in un ' orbita illegale ? Forse anche la lezione di diritto pubblico del Libro Rosso incute paura e reverenziale timore . E si è recitato a Torino il mea culpa e si è proclamato pieni di contrizione e con un velo di faringite nella voce : Torniamo al Parlamento . Macchina indietro , dunque . E sia . Ma che cosa ha fatto dopo maggio il Parlamento per riabilitarsi , per riaccreditarsi , per distruggere le nostre fisime , per rafforzare le « nostre » pur mo ' nate tendenze parlamentaristiche ? Un po ' di coraggio , signori deputati . Noi vogliamo prendere anche atto della riabilitazione parlamentare di Salandra . Vogliamo per carità di patria ( dico bene ? ) ingoiare anche questo rospo . ( Per il momento , domani i conti finali ! ) . Noi vogliamo disporci con l ' animo più benigno alla ripresa dei vostri lavori , o signori di Montecitorio . Noi consentiamo a che vi pigliate il disturbo di riunirvi . Noi non esigiamo niente che sia contro il vostro diritto legale . Fate pure . Vero che nel maggio stavate per essere nei vostri « capi » più cospicui cacciati da Montecitorio . Rientrate pure . La nostra pazienza è infinita . Ma che cosa avete fatto da Maggio in poi per curare le nostre allucinazioni antiparlamentariste , se allucinazioni sono le nostre ? Ecco un altro articolo ancora fresco del Corriere . È del gennaio scorso . Dice : «...le radici del malessere nostro contro noi stessi risiedono nel fatto che il Parlamento italiano mai a guerra dichiarata ha solennemente proclamato di « volere » estendere la guerra , per esempio alla ... Germania » . Il Governo si sa , quello costituzionale deve fondarsi sugli umori e sulla maggioranza parlamentare . Ma quando mai nelle poche sedute parlamentari di « dopo maggio » si è sentita una sola voce , un solo accento politico ? Se ne togli , come diceva il Corriere , l ' on . Colajanni , tutti muti , tutti sordi , sul problema dei problemi : la guerra alla Germania . Anche la notevole dichiarazione di Sonnino dell ' adesione al patto di Londra , non suscitò entusiasmi eccessivi e prorompenti . Chi dominò ancora il Parlamento , nell ' anno di grazia 1915 , a guerra inoltrata , con le truppe al fronte , con i cadaveri sul suolo , con i destini della Patria in gioco ? I « soliti » mestatori politici e parlamentari . Si permise , e con tutta la benevolenza di Salandra , che il del resto molto abile Treves rompesse le nostre scatole perfino in Parlamento e con un cospicuo discorso parlamentare sul convegno di Zimmerwald , che ormai è il cavallo di battaglia di tutti i lavapiatti del cretinismo socialista e del giolittismo in putrefazione . E poi avemmo lo spettacolo triste di un ... Enrico Ferri , che rinnovò peggiorato nel dolo , nei mezzi e nelle forme il tentativo e l ' atto criminoso dei « parlamentari » di maggio . Dal lato personale , Ferri , sferzato a sangue da Barzilai , fu conciato per oggi e speriamo per sempre , per la dignità della specie umana nell ' ordine universale di tutte le cose . Ma occorse un discorso di Ciccotti per risollevare ( si badi ) la « chimica » parlamentare . E se ne togliamo il discorso vivo di frasi , ma pieno di timori e di circospezioni di Raimondo , e i discorsi « tecnici » dei finanzieri , degli economisti e di altrettali scocciatori di anime , non troviamo che l ' aria ghiacciata del nulla . Eppure il dissidio veramente tragico che agita in quest ' ora la coscienza nazionale , e che era presente anche nello scorso novembre , è questo : dobbiamo o no trasformare in europea la « nostra » guerra e per l ' effetto fare la guerra alla Germania ? Come il problema del maggio era di rompere la neutralità e di dichiarare la guerra all ' Austria , così il problema di oggi è della guerra o della ... neutralità ( ? ? ? ) con la Germania . Questo problema non fu toccato , come giustamente osservò il Corriere , nelle sedute parlamentari dello scorso novembre . Perché ? Forse non esisteva ? E si parlò del ... pacifismo di Zimmerwald e di altrettali coglionerie socialistiche . Vergogna e miseria ! Noi siamo ... parlamentari , ma , signori deputati , abbiate coraggio . Se la parola non viene da voi che sedete in alto , se la luce non viene da voi sui più capitali e formidabili problemi dell ' esistenza nazionale , se voi siete sordi e muti , che cosa deve fare il popolo che sta in basso ? Deve rassegnarsi alle tenebre e al silenzio , o deve trovare in sé la forza di esigere la chiusura e la soppressione di un organo che si mostra alla prova se non dannoso ... superfluo e inutile ? E se la luce non viene da voi che siete in alto , perché si protesta quando la luce sale dal basso , perché si protesta contro i generosi istinti di verità e di conquista del popolo , e perché allora opporsi alle sacrosante e irresistibili « usurpazioni » del diritto non scritto del popolo ? Sapete voi che cosa vuole il Popolo d ' Italia ? Ne interpretate la coscienza ? E allora , parlate dell ' Italia , dei problemi dell ' Italia , e occupatevi dell ' Italia e della « esplicazione » della sua guerra , e non vi preoccupate di ... Zimmerwald e del gruppo parlamentare socialista ... ; e di Ferri e dei tronconi morti del giolittismo , e della legge delle Guarentigie ... Come alla vigilia di maggio in Italia esistevano due partiti , e tutto il resto era mistificazione : neutralisti e interventisti ; oggi , ben voi lo sapete a memoria , in Italia , sopra un unico e dominante problema , esistono due partiti , che saranno i veri partiti politici di domani a guerra finita : tedescofili e francofili o , se si vuole , intesofili . Non ci sono più neutralisti e interventisti . Anche i giolittiani , anche i socialisti , anche Costanzo Chauvet , anche i preti , tipi che si equivalgono tutti intellettualmente , moralmente e politicamente , sono oggi interventisti , contro l ' Austria . L ' antitesi di ieri : neutralisti e interventisti è superata . In guardia dagli « interventisti » di oggi ; sono tedescofili . Oggi da una parte vi sono coloro che vogliono , dall ' altra coloro che non vogliono la guerra alla Germania . I primi sono i moderni , i dinamici , i veri amici dell ' Italia : i secondi i vecchi , i morti e i morituri , i traditori , per usare la parola adeguata , d ' Italia : preti , socialisti , giolittiani . Due i partiti : tedescofili , francofili o meglio italianofili . In Italia vi sono molti italiani che odiano l ' Italia e amano la Germania : ma ce ne sono pure moltissimi che amano l ' Italia e che vogliono , per il bene della Patria , che l ' Italia si stringa fino alla morte alla Intesa e per questa alla Francia . Tutte le altre distinzioni e partizioni politiche siano bandite , in quanto mistificatorie . Questa è la politica dell ' Italia : si occupi di questo il Parlamento . E noi aspetteremo benevoli e pazienti . Ma la pazienza ha i suoi limiti . La Politica è odio . La Politica non è sorda . Il Governo e il Parlamento sanno quale è l ' antitesi che si svolge nelle coscienze degli italiani . Non si abbia la paura di odiare . Il Partito Liberale invocato da Salandra è una finzione giuridico - costituzionale : dietro di esso possono celarsi gli amici della Germania , e i nemici dell ' Italia : giolittiani , preti , socialisti . Noi vinceremo solo il giorno in cui potremo pestare sotto i piedi i socialisti di Zimmerwald , il giolittismo parlamentare , e il pretismo extra , intra e super - parlamentare . E dopo di ciò attendiamo le decisioni e le discussioni parlamentari e vediamo se saranno estirpate le radici del malessere . E se il Parlamento ha ancora il diritto e la ragione di essere e di funzionare .
LA SCALETTA E IL TORMENTONE ( Bianciardi Luciano , 1963 )
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Siano alla scaletta , ma di ferro : quadro comandi stazione , tu entri in campo , lei è al finestrino , le dici via perché non scendi ? Ma niente dramma , il magone l ' ho dentro , quasi sembra che scherzi . E lei niente , muta , una faccia dietro un vetro . Poi c ' è la valigia in testa , io mi volto , guardo in macchina : « Porcaccia miseria che botta . No , dico , che botta quando dopo un anno insieme lei ti lascia ! Magari lo sapevi che era finita , ma quando sei lì e vedi che parte , allora ... » . Il primattore adesso sta davanti al transatlantico , al modellino dell ' atrio e riflette . Comodo per riflettere , il Rex , perché se uno riflette senza nulla davanti , guardate un po ' che faccia ! ... Come minimo gli chiedono se si sente male . Dissolvenza , albergo diurno , lui che si taglia le unghie dei piedi , arrivano cinque o sei di corsa , lei apre , entra e chiude . Però queste unghie dei piedi ... Lo sceneggiatore adesso dubita . Rifacciamo la scaletta così : Luciano sale dalla scaletta del diurno , e viene bene perché Ugo ha la faccia di uno che esce dal bagno , sempre . Un momento , fammi finire : arriva Maria . Cosa c ' entra Maria ? Insomma , arriva Anna , Io piglia per un braccio , farmacia , cachet , bicchiere d ' acqua . Lo beve lei , il cachet serbalo , caso mai ti pigli un ' altra botta in testa . Idrante , schiaffo d ' acqua in faccia a Luciano , oltre tutto Ugo sta bene coi capelli incollati sulla fronte , ed entrano in Duomo . Ci vorrà il permesso ? Sentiremo all ' arcivescovado . Lei gli leva la sciarpa dal collo , se la mette in testa , e per un attimo ritorna devota , nello sguardo . Comunista fin che volete ma sempre italiana , e cioè cattolica . Stacco , subito la latteria . Oggi non si fanno più le barricate , oggi si tira dalle finestre e dai tetti ; di lassù diventa pericoloso anche un vaso da notte . Anzi , facciamoci un bel tormentone . Sul vaso da notte stacco , e siamo nel bagno , io sto seduto sul vaso e leggo . Alzo gli occhi un po ' sopra il foglio e dico che in questo sono sempre stato regolare . Invece Anna deve prendere le pillole , così quando arriva la moglie trova la scatola , e domanda com ' è che prendi le pillole , eppure eri sempre stato regolare . Tormentone di Carlone . Volevo dire di Taccone . Stacco sul torracchione , sempre alle spalle , sempre visibile , questo grattacielo della B.R.S. Tu entri in ascensore , la vedova Viganò t ' aveva comandato di andare in tipografia , e in ascensore chi trovi ? Trovi Taccone , che pigia il bottone degli scantinati , della centrale termica . Però di sopra se ne sono accorti , quelli dell ' FBI , volevo dire quelli della BRS , col fatto della trasmittente tascabile , una penna che porti al taschino e fa bip , bip , bip . La sua lunghezza d ' onda non è quella della tipografia . Lei dottor Bianchi è licenziato . Casa nuova , cambiali , mobili , elettrodomestici , falso benessere , la Seicento , i tafanatori , le telefonate . Tormentone delle telefonate . Pronto dottor Bianchi ? Parlo con il dottor Bianchi ? È in casa il dottor Bianchi ? Dottor Bianchi al telefono . Dottor Amidei al telefono , da Roma . Dottor Lizzani al telefono , da Praga . Dottor Vincenzoni al telefono , da Tokio . Dottor Tognazzi al telefono , da Cremona .
Ragione e sentimento ( Pintor Luigi , 1996 )
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Se reagisco emotivamente alla sentenza Priebke provo un senso di pianto . Penso alle vittime come a persone vive e incredule , come se le conoscessi tutte e non una soltanto . Se toccasse a me di informarle , portar loro la notizia nel fondo delle cave , che parole troverei ? Più che sofferenza sento però vergogna personale . Che cosa ho fatto in questi cinquant ' anni ? Sono uno di quelli che debbono a un certo punto domandarsi , secondo Thomas Mann , se gli resti il diritto di noverarsi tra le persone rispettabili . Provo anche dell ' odio e altri pessimi sentimenti . So che non si deve . Ma se alla fine di quel processo , qualcuno si fosse abbandonato a un gesto estremo , l ' avrei compreso come un fratello . So che non si deve . Se invece reagisco alla sentenza Priebke razionalmente , con un criterio politico , allora resto freddo e persuaso . La trovo logica , e contro la logica si indignano i farisei . La trovo un segno dei tempi , e perciò un segno di verità . Da molti anni i fascismi , tutti i fascismi , sono stati rivalutati . Sottilmente nelle accademie europee , nelle nostre aule parlamentari , nel senso comune . Ora grossolanamente anche nei tribunali . Norimberga non fu che un ' ipocrisia dei vincitori . Non è una rivalutazione storica , è una rivalutazione politica . Non riguarda il passato , riguarda il presente . Non è una memoria cancellata , è una memoria ritrovata . I fascismi sono stati un ' incarnazione del potere e una teoria del dominio a cui si riconosce un merito e si restituisce un onore . Perché su di essi si può fare assegnamento futuro . Così ci parla nella sua miseria la sentenza Priebke , anche se preferiamo non sentire . E ci dice coerentemente che ogni strage , ogni crimine contro l ' umanità , ogni guerra , trova legittimità e giustificazione in quanto è un esercizio del potere . Questo esercizio insindacabile non è più un ' eccezione ma una consuetudine , è la nostra normale frequentazione televisiva . Se condannassimo quel passato , come potremmo assolvere questo presente ? Lasciamo dunque che il buon soldato muoia nel suo letto con la donna che gli ha scritto lettere d ' amore . E apriamo subito anche noi , come ad Auschwitz , un supermercato esemplare al posto dell ' ossario in disuso , anticipando giubilei e nuove costituzioni .
EDUCAZIONE POLITICA ( PANUNZIO SERGIO , 1916 )
StampaQuotidiana ,
Le recenti discussioni parlamentari hanno ancora una volta dimostrato se ce n ' era bisogno la inutilità , almeno nella forma attuale , e la insincerità politica del Parlamento . Se ne sarà certamente convinto anche il più strenuo difensore del diritto parlamentare , l ' on . Turati . Ma le ultime discussioni hanno dimostrato in certo qual modo e sebbene con molti sotterfugi quali e quante siano le forze in conflitto al fatto che tutti gli altri contiene e involge ; la guerra . Nel Parlamento si sono disegnate , a contorni più o meno precisi , le forze che si agitano nel paese . Abbandoniamo dunque il Parlamento , e rivolgiamo , ciò ch ' è più essenziale , i nostri sguardi al Paese , per trarne dall ' osservazione degli ultimi fenomeni politici e parlamentari provvisorie contingenti , ma reali e pratiche norme di condotta . Stiamo freschi ad attendere la orientazione dal Parlamento . È il Paese che può e deve dare la orientazione al Parlamento . Questo avviene nei paesi in cui esiste una vera e propria educazione politica . Se in questi ultimi mesi l ' opinione pubblica italiana fosse stata netta , precisa , concentrata , univoca , solida e intransigente come lo fu già alla vigilia dell ' intervento almeno da parte dei gruppi interventisti non avremmo assistito allo spettacolo del Parlamento e dei partiti parlamentari disorientati e ciechi come pazzi e ubriachi . Se la corrente interventista fosse stata animosa e precisa nel paese , la crisi voluta dai partiti parlamentari interventisti si sarebbe effettuata , e non si sarebbe data la soluzione che si è ... avuta . Io non so né voglio pesare le ragioni recondite delle ultime agitazioni parlamentari dei nostri amici . Se si sono agitati dovevano pur avere le loro buone ragioni , che sono però rimaste forse per ragioni superiori nascoste . Se le masse avessero in questi giorni avuto , come in maggio , la loro voce in capitolo , la tesi « interventista » parlamentare sarebbe stata vittoriosa , e Salandra avrebbe acceduto a Bissolati e non Bissolati a Salandra . Né con ciò vogliamo censurare la condotta inspirata anzi a motivi nobilissimi dell ' on . Bissolati e della falange da lui rappresentata ; vogliamo dire solo che su l ' anima del Capo del Governo hanno fatto forse più peso le minaccie stolide di agitazioni nel paese dei socialisti ufficiali i quali nel maggio furono squalificati che non le logiche richieste di parte nostra . Non vogliamo allarmarci troppo , e siamo anzi contenti per il momento della soluzione . Il Governo ha sentito la volontà nazionale . Il Governo va a Parigi . E oggi il Governo è che conta . Il Parlamento giunge sempre tardi , quando qualche cosa è già compiuta . Non ci allarmiamo dunque per il presente . Ma , per ogni evenienza , dobbiamo tenerci pronti . Dal maggio 1915 al marzo 1916 , vuoi per rassegnazione alle cose e agli eventi , vuoi per cieca fiducia negli uomini , vuoi per non sembrare i fautori della discordia nazionale , vuoi , sopra tutto , per l ' assenza dei nostri capi e migliori gregari , quasi tutti nell ' esercito , gli interventisti attivi del paese si sono un po ' sparpagliati , dispersi , cioè quasi annullati . Ma dal momento che i pericoli ci sono sempre , che possono presentarsi certe evenienze , che la discordia non siamo noi a porla , che già gli avversari si sono nettamente manifestati , spetta a noi di riordinarci in ischiera di combattimento . E ripeto non siamo noi che dobbiamo orientarci secondo le orientazioni che non ... ci vengono da Montecitorio , ma sono i nostri deputati che si devono rendere esecutori delle nostre volontà chiare , nette e precise . Chi avesse voluto trarne partito dai quotidiani articoli del Popolo d ' Italia e dal significativo articolo del gennaio scorso del Corriere della Sera : Alle fonti del malessere , per determinare nel paese la lotta politica ( giacché anche in guerra la buona lotta politica non cessa mai ) avrebbe potuto , e come ! , fornire materia e piattaforma al Parlamento . In complesso l ' ultimo voto ha quasi , in forma indiretta , significato adesione alla tesi dei due giornali nominati : guerra unica , guerra alla Germania ; ma siamo sempre al quasi e alla forma indiretta . Ma chi si è fatto a sostenere in paese la tesi , e prima che il Parlamento si riaprisse ? Nessuno . Dunque dobbiamo riorganizzarci e subito , e senza perdere un minuto di tempo . Oramai è chiaro che siamo entrati nel periodo decisivo della guerra europea . Bisogna che i partiti prendano posizione , e si tengano pronti a sostenere anche durante le future , lunghe , laboriose e dolorose trattative di pace TUTTE le ragioni ideali e reali della guerra e a sostenere con coraggio e a fronte alta , contro tutti gli avversari interni , le responsabilità e le conseguenze della guerra . Tutta la politica di domani , estera , interna , economica , finanziaria , scolastica , doganale , sarà dominata dall ' idea o dal fatto della guerra . Coloro che hanno voluto ieri la guerra , devono volerla anche domani , nelle conseguenze e sistemazioni finali . Altrimenti i deboli e i vigliacchi non saranno lontani da noi . Noi lasciamo e lasceremo ai socialisti l ' oramai vecchio mestiere di sfruttare come jene fameliche le conseguenze della guerra . È l ' unica loro attuale speranza di fortuna ... politica , l ' unica loro tavola di appoggio . Perduto il contatto con l ' avvenire giacché la vittoria immancabile dell ' Intesa darà ragione A NOI Si limiteranno a sfruttare indecentemente , secondo la loro solita mentalità , i residui morti del passato . Le jene si nutrono di carogne . Ma noi proprio non ci spaventiamo e non ci dobbiamo spaventare se e in quanto organizzati e coraggiosi come nel maggio 1915 delle carnevalate elettorali stile 1913 . Oramai è evidente , e solo per questo le ultime scene della commedia parlamentare hanno un grande valore di ammonimento . La lotta è già iniziata . L ' ora della Patria a parte , la discordia l ' hanno già provocata . Da una parte coloro che negarono , negano , sabotano la guerra , dall ' altra coloro che la vollero e la vogliono e fortemente la vogliono . Da un lato coloro che già per speculazione elettorale si apprestano a negare la responsabilità delle conseguenze della guerra e coerentemente AUGURANO la pace , cioè la vittoria germanica e il disastro dell ' Italia e dell ' Intesa . Dall ' altro coloro che vogliono affrontare fin da oggi tutte le responsabilità e che lavoreranno sempre per la vittoria della guerra . Dirò prossimamente , sui modi , i limiti e gli obiettivi di questa nostra organizzazione di cui mi limito oggi a indicare la imminente generica necessità . Ma non voglio chiudere senza esprimere il mio compiacimento nel notare che l ' on . Bonomi , in un articolo del Giornale del Mattino , di cui avrò modo di parlare , per quanto con criteri diversi e forse contrari , sia venuto alla stessa conclusione dell ' organizzazione delle forze interventiste NEL PAESE . L ' on . Bonomi vuole che si costituisca nel paese a simiglianza di quanto sul voto recente è avvenuto a Montecitorio , una alleanza democratica . Io dico che non il Paese deve scimmiottare il Parlamento e i fenomeni più o meno sinceri parlamentari : ma il Parlamento e i suoi partiti devono adeguarsi al Paese e alle sue reali e concrete tendenze di fatto . Brevemente , salvo a spiegarmi in seguito , io non sono per il vecchio bandierone democratico che , non meno della ideologia socialistica , è stato seppellito dalla guerra europea . Socialismo e Democrazia sono la medesima cosa . Morto l ' uno , in una certa sua forma , morta l ' altra . Alleanza democratica ! Un nome e una cosa suggestiva ! Ma toh ! chi si vede ! Ritornano a galla i cadaveri ? Ritornano i fenomeni politici che spazzammo via con un riuscito colpo di mano nelle giornate di maggio ? La piattaforma ci è data dalla piazza comiziante in maggio nel 1915 . Non facciamo passi sbagliati , e , sopra tutto , non facciamo passi indietro , non rivalorizziamo , in nome della democrazia , ciò che deponemmo nella fossa . Altro che democrazia e Alleanza democratica ! La vecchia mentalità formalistica , dommatica , canonica , massonica , teutonica - lazzariana dev ' essere credo finita . La nuova mentalità politica vuol essere , dev ' essere libera , realistica , pragmatistica , cioè veramente idealistica . Quanto idealismo senza formule , senza programmi , senza partiti , senza bandierone e nessuna congrega nelle giornate di maggio ! Furono giorni di vivida creazione ! Questo è pure mi piace il dirlo il pensiero in private conversazioni espressomi dal nostro migliore duce Benito Mussolini , assente . Non impegniamoci troppo per scadenze lontane . Vogliamo programmi concreti , PER LA VITTORIA , per il DOPO GUERRA , per questi soli concreti obiettivi . Per ora . I partiti restino pure ligi ai loro ideali per l ' anno 2000 . Fascio non vuoi dire abolizione dei « partiti » e omicidio di coloro che vogliono prestar fede alle loro care ed eterne immacolate idee . Non partiti statici , ma dinamici . Non alleanze , ma intese , fasci , unioni , leghe provvisorie , temporanee , a scadenza breve , fino a quando ( e ci vorranno anni e anni ! ) si liquiderà la guerra in sé e nelle sue complesse e connesse conseguenze . Lavoro ce n ' è per i buoni e per i sapienti . Non Alleanza democratica , ma Fascio nazionale . Non nazionalista . I nazionalisti verranno a noi . Anche perché sulla piazza in maggio furono con noi ai primi posti . Bisogna andare innanzi , ma guardarci indietro : al maggio 1915 , punto di origine della nuova storia e lotta politica italiana . DAL PAESE AL PARLAMENTO , NON VICEVERSA , on . Bonomi . E non abbiamo bisogno della democrazia . È una parola vana . Col diavolo , anche con un forcaiuolo , se vorranno la vittoria d ' Italia e se accetteranno fino alle estreme conseguenze il fatto e l ' idea della guerra . Oggi e specialmente domani . Ma ne riparleremo .
PER LO SCRITTORE IL NATALE VIENE A FERRAGOSTO ( Bianciardi Luciano , 1963 )
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Manoscritto in una bottiglia lo sapevamo : anzi , dopo il celebre racconto di Poe , è tra le immagini che piacciono alla critica letteraria : ma il libro in una bottiglia nessuno l ' aveva mai inteso , prima di questo Natale . Ora eccolo , un libro da tenere sugli scaffali non della biblioteca ma del bar : I cocktails di Luigi Veronelli , lire diecimila . Potrà sembrare la più frivola fra le strenne , e invece è un ' opera scientifica che è costata all ' autore fatiche , ripensamenti , riassaggiamenti , per mettere insieme un colossale fastello di schede , pronte alla fine di aprile . Da maggio a ottobre ci hanno lavorato , con la pazienza certosina dei bibliografi , tre grafici e due redattori , ed a capo dell ' équipe c ' era Giampaolo Dossena , giovane studioso cremonese che notoriamente beve soltanto vini - e talvolta grappe - piemontesi . Carta speciale , due indici analitici ( generale e per « basi » ) , risguardi orientativi , a mo ' d ' illustrazione autentiche etichette di liquori , che vanno attaccate al foglio una per una , con quattro goccioline di colla ai vertici . Divertente , dirà chi lo acquista , ignorando l ' immane opus d ' un manipolo di specialisti . Per chi la compra , dunque , la strenna libraria ha sapore di festa , di caldarroste , vischio e panettone ; a chi la confeziona , ma specialmente a chi la scrive , rievoca invece il solleone , la città che comincia a vuotarsi , la sospirata imminenza delle valigie fatte per andarsene in campagna . Alle strenne di quest ' anno , personalmente ho contribuito con un racconto per ragazzi , che , insieme ad altri undici , forma una antologia intitolata Cuore 1963 . La consegnai all ' editore il 12 di giugno , e con il compenso mi ci pagai la casa alla Polveriera , in Versilia . Lo scorso anno non feci strenne . Nel '61 invece collaborai a un almanacco letterario : siccome m ' era toccato il calendario dei fatti , non ricordo come riuscii ad arrivare sino al mese di ottobre , con la mia cronachetta , e senza sballare un solo turno in tipografia . Nel '60 invece tradussi di gran furia un grosso volume bene illustrato su Roma antica e moderna , di autore anglo - indiano . Ci misi una settimana , consegnai il malloppo , incassai il compenso e senza nemmeno tornare a casa presi il treno per Sarzana , dato che l ' editore , a quei tempi , aveva la sede vicino alla stazione centrale . Nel '58 non andai in vacanza , passai il mese d ' agosto in canottiera , porte e finestre aperte per dare l ' illusione d ' un po ' di brezza , a tradurre un ' altra strenna , che era poi un volumone antologico sulla vita dei cowboys , scritto in buona parte da allevatori e vaccai autentici . Nel '57 me la vidi con le memorie di un soldato al Messico , e fu una brutta strenna : appena l ' ebbi finita , mi consegnarono la lettera di licenziamento . Così feci Natale senza nemmeno i fichi secchi .
Monumento al capitano ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Il capitano Priebke è un uomo fortunato . Non solo perché per cinquant ' anni non ha scontato nessuna pena , come molti suoi amici , ma perché non passa giorno senza che qualcuno corra in sua difesa : giornali autorevoli , firme rinomate , argomenti di ogni genere . La figura del capitano si staglia , sullo sfondo di queste divagazioni , non proprio come quella di un eroe positivo o di un innocente perseguitato , ma come quella di un dignitoso combattente che non si può condannare e neppure giudicare senza fargli torto e senza violentare il buon diritto e la civiltà liberale . E la strage delle Ardeatine decade , su questo sfondo , a episodio militare banale , se non fosse per quel sovrappiù di arianesimo . Non può essere questa l ' intenzione di commentatori come Panebianco , Montanelli , Colletti o altri , ma questo è il risultato che ottengono quando sostengono in buon ordine tesi di questo tipo : che l ' estradizione del capitano è stata « una fregatura » alla quale conveniva sottrarsi , che il capitano ha ovviamente ubbidito , che la politica agraria di Mao ha fatto più vittime dell ' Olocausto , e altre cose così . È probabile che il fortunato capitano ( ma ridiamogli il grado tedesco molto più eloquente ) legga nel fresco dell ' infermeria di Regina Coeli i giornali italiani . Se lo fa , deve divertirsi moltissimo e provare una gran bella soddisfazione . Quando era un piccolo Gauleiter che imperversava in questo paese non poteva immaginare che anche da vecchio avrebbe creato tanta confusione nei tribunali e nell ' intelligencija dello stesso paese . Già l ' avrà fatto ringiovanire l ' idea di trovarsi nel carcere romano a lui ben noto . È da quelle celle infatti , forse anche da quell ' infermeria che vennero prelevate selvaggiamente molte delle 335 vittime designate . C ' è un libro recente di una testimone diretta di cui varrebbe la pena di ripubblicare qualche pagina , anche se non le ha scritte De Felice . Forse il fortunato capitano medita di scrivere un ' autobiografia per il « Corriere della Sera » e chiederà , per rinfrescarsi la memoria , di ispezionare quel « quarto braccio » preferenziale dove ospitava gli ostaggi e i morituri . Ma l ' idea più esilarante , per l ' ex SS , dev ' esser quella che lo dipinge come un neutrale esecutore di ordini . Ma davvero non sanno più , gli uomini colti del 2000 , che cos ' erano e come agivano gli ufficiali nazisti mezzo secolo fa ? Non lo hanno mai saputo ? Allora ci prestino un minimo di ascolto , per favore . Le SS e la Gestapo non ubbidivano , comandavano . Le SS e la Gestapo non prendevano ordini , li impartivano . Furono inventate e addestrate proprio per questo . Non era un ingrato dovere , per un loro ufficiale , sparare alla nuca di sottouomini ebrei o comunisti , ma un onore . Un onore e un privilegio personale , che un bravo comandante mai avrebbe lasciato a un qualsiasi Rottenfiihrero alla bassa truppa come un lavoro sporco . È vero che le tecniche di annientamento della guerra nazista hanno fatto scuola nel mondo , ma non mi pare un ' attenuante . Così divagando e disquisendo , abbiamo eretto al fortunato capitano un monumento di sciocchezze . Anche il maresciallo Kesselring pretese dagli italiani un monumento , e fu Piero Calamandrei maestro di diritto a dettare per l ' occasione un memorabile epitaffio . Forse l ' imparziale Panebianco farebbe bene , la prossima volta , a citare di Calamandrei anche quell ' epitaffio . È anacronistico ma fa ancora rabbrividire .
PACE IMMEDIATA ( - , 1916 )
StampaQuotidiana ,
Un altro villaggio svizzero Kienthal ! s ' è acquistato il diritto di passare alla storia . Kienthal ! Mai sentito ricordare con i suoi 280 abitatori ! Lo vogliono situato a ' piedi dell ' Alpe che piglia nome dal giglio . Fiore d ' innocenza , che , ne sembra , adorna anche l ' immagine di San Luigi Gonzaga . C ' è , dunque , il quadro e la significazione . Greppi rupestri disseminati di oasi bianche ; gigli per tutto , simbolo di purità ; dove altro volete che nasca la pace ? I neutralisti d ' ogni pace mi diventano simbolisti ! Convegno importante , presidiato da San Luigi ! Degno patrono di tanto contubernio ! Ché quei convenuti s ' abbandonarono ancora al piacere solitario di ponzare su le vicende mondiali , straniandosi dal mondo . E , come il protettore , non ebbero il coraggio di guardare il viso della patria la madre per evitare d ' essere indotti in tentazione . Santucoli patiti ( definizione turatiana ) che non sanno vivere , non voglion vivere e sognano di spengersi lentamente come avvolti nell ' atmosfera d ' una innocua follia . E noi scacceremo ben lungi il sempre turatiano ticchio iconoclasta di sputacchiar loro oscenamente il viso ; ci limiteremo a sorridere ed a pensare che s ' è vero il precetto biblico secondo il quale gli ultimi saranno i primi , costoro giungeranno presto e direttamente in paradiso a cantare i cori bianchi in torno al trono del creatore . Gente beata che alza gli occhi imbambolati verso quella parte dell ' orizzonte donde presume che spunterà il famigerato sole dell ' avvenire e mormora , come stanca di vivere e di vedere le nequizie del mondo : Lasciateci sognare ! E sognate , buone creature ! È tanto bello il sogno mentre fuori imperversa il fortunale . Il vento che stride e sibila , che sbatte le imposte , fracassa i vetri sembra una deliziosa berceuse che sospinge al letargo senza pensiero , che non è ancora sonno . E se fuori esseri umani sien morsi dalla raffica e percossi dalla grandinata , senza riparo , che importa ? È così bello sognare , e così bello crogiolarsi nelle comodità che il buon dio ha largito a ’ fortunati ! Sognate , dunque , buone creature ; ma non pretendete attraversare i destini del mondo con i treni delle vostre lamentele ; in questi momenti ha diritto di parola solo chi operi ; non già chi s ' attardi nella contemplazione fachirica ... del secolo divinato . Ma che vogliono , in fine , i congiurati di Kienthal ? Poco o nulla : la pace ? Il proposito non è malvagio . Dopo la guerra , in fatti , suole giungere la pace . Allor che una guerra , con la vittoria d ' una parte contendente e con la sconfitta dell ' altra , non ha più motivo di continuare , i diplomatici si riuniscono a congresso , foss ' anche in Isvizzera , e decretano la deposizione delle armi . In questo senso anche noi siamo partigiani della pace . Che la guerra è uno stato di sovraeccitazione logorante , transitorio vuoi essere . Né siamo così matti da voler che il cannone tuoni in permanenza . Ma son già parecchi i morti nostri e gli altrui . Si sarebbero , dunque , sacrificate in vano tante vite , tante giovinezze ? Quali risultati potrebbe avere una pace immediata , oggi , quando nulla è definito , e se qualcosa è definita rappresenta una crescita di potenza per le nazioni che aggredirono l ' Europa ? Quali sono i propositi ... pacifistici de ' candidi piccioncini , adunatisi in Elvezia , fra i gigli ? Una pace senza annessioni ? Parole ! Le nazioni aggredite furon costrette ad impugnare le armi appunto per difendere o per riconquistare la propria indipendenza . È serio pretendere l ' abbandono d ' ogni idea annessionistica , così , a parole , mentre finora la forza delle armi una forza assai più convincente delle chiacchiere contenute nelle risoluzioni de ' congressi non è riuscita a respingere gli aggressori entro i propri confini ? Pace senza vinti né vincitori ! Baie ! La guerra vuole proprio i vincitori ed i vinti . La virtù del verbo è nulla dove impera la forza . E , dopo una violenza fortunata , anche l ' arbitrio diventa diritto . A ' vinti , a ' violentati non resta che la consolazione di raccontare a ' contemporanei ed a ' venturi la spogliazione subìta ; ma il vincitore si gode in pace il suo trionfo e , peggio , digrigna i denti sempre meglio affilati contro chi voglia tentare di attraversargli il cammino per nuove spogliazioni . Se il verbo della 2.a Zimmerwald potesse trionfare diamo per un momento la pazzesca ammissione avremmo la giustizia rovesciata : le vittime dell ' aggressione dovrebbero anche pagare le spese del proprio funerale ! In nome del socialismo , ch ' è soprattutto idea di giustizia ! Si vuole attendere che i socialisti di Germania inizino una campagna in favore della pace . I signori di Kienthal saran serviti , vedrete . In fatti , non deve riuscir difficile a quegli ottimi « genossen » chiedere ora una pace , che sarebbe un toccasana per la Germania . Che possono temere da una pace gl ' imperi centrali ? Tanto poco che persino nella risposta agli Stati Uniti se ne sono proclamati paladini . Hanno sommerso il Belgio e la Serbia , sono in Francia ; hanno molta parte della Russia ; tengono per i capelli Bulgaria , Turchia ! In somma , hanno ottenuto quanto potevano ragionevolmente non già ... teutonicamente , ch ' è il contrario aspettarsi dalla mostruosa preparazione loro e dalla iperbolica ... impreparazione altrui . La guerra può considerarsi vittoriosamente finita per la Germania ; lo dicono persino i giornali tedeschi . Restano , è vero , gl ' intatti eserciti della Quadruplice , i quali ora soltanto cominciano a diventare pericolosi . L ' han capito gli alemanni a Verdun , i turchi ad Erzerum , a Trebisonda ; lo capiscono i tedeschi e gli austriaci su la fronte russa e su quella italiana . Ma niente paura , e sempre avanti i due imperatori e re ! Agli eserciti intatti e più forti che mai della Quadruplice , pensano i socialisti di Zimmerwald e di Kienthal . Anzi , se per dar loro maggiore autorità e maggior credito si renderà necessaria un ' agitazione pacifistica in Germania , vi penseranno il kaiser ed il suo cancelliere , vedrete ! Ché la socialdemocrazia è alquanto screditata ! Medela [ sic ] sicura : finora la Germania è in condizioni favorevoli , ad indebolire o spezzare la resistenza della Quadruplice pensano i socialisti zimmerwaldiani , foss ' anche creando un desiderio di pace che ora non esiste . In tal modo si prepara il trionfo del kaiser . Lo sanno i valentuomini che si riuniscono periodicamente in Isvizzera ? È un ' indagine oziosa . Quali che sieno le intenzioni loro , le conseguenze dell ' opera sono tedescofile . E le conseguenze , che son fatti , contano . Azione illogica , dunque , anche se disinteressata . E perché illogica destinata al fallimento . Ché le correnti pacifistiche potranno ornarsi appena appena d ' un elemento : quello costituito da ' comunque danneggiati dalla guerra . Un elemento negativo , dal quale non si potrà mai trarre un ' azione decisa . Vociatori senza meta , nient ' altro . Ed è colpevole la propaganda che a tali elementi si rivolge . Abbiamo saputo sempre che il socialismo è il risultato del dinamismo nelle cose . Per nostro conto integrammo la troppo scheletrica inanimata definizione con un ' aggiunta , questa : e della volontà nelle persone . Ne dissero matti . Comunque il socialismo che trae i suoi proseliti fra i malcontenti , che elevano a fede solo il proprio malcontento è socialismo da rigattieri . Si dilegua facilmente allor che una qualsiasi partitanza borghese o Aretina gli muova concorrenza con benefici più immediati . Propaganda indegna , quindi , quella che sfrutta il danno economico d ' un popolo , o il dolore d ' una madre . Persuadere bisogna , ed i convenuti di Kienthal non han ragioni da esporre . Onde ogni risoluzione loro è ... telum imbelle sine ictu . C ' è il mezzo per ottenere rapidamente la pace . È quello di vincere rapidamente . Per ciò occorrono energie fuse nel bronzo , volontà d ' acciaio temprato , resistenza eroica al tempo ed agli eventi ! Ed armi occorrono . La pace non vuol profumi di gigli ; odore acre di polvere ci vuole . Però lasciamo gl ' innocui maniaci alle adorazioni loro per San Luigi , ed il popolo italiano intensifichi il suo sforzo per vincere . È il modo migliore per affrettare la pace !
A CONGRESSO! ( - , 1916 )
StampaQuotidiana ,
La buona sementa fu gettata e si vedrà : non invano ! MUSSOLINI Allor ch ' ebbe luogo il primo Congresso de ' Fasci molti sogghignarono . I cervelli sistemati a casellario non potevano concepire l ' efficacia d ' un raduno fra uomini provenienti da varie scuole politiche . E profetarono la confusione babelica ( oh , non è forse l ' endice dell ' Internazionale zimmerwaldiana , la calunniatissima torre di Babele ? ) , l ' esaurimento dell ' energia di ciascun convenuto nel ribattere e demolire gli argomenti dell ' altro . In realtà quel raduno , in tempi normali , sarebbe apparso un non senso . Però , siccome non pochi uomini giungono troppo tardi alla comprensione de ' problemi che urgono ed urlano , fu scambiata l ' ora tragica della guerra europea con i tempi idillici della pace , turbata qualche volta da conati rivoluzionari , sedati prontamente da coloro stessi che rivoluzionari si dicono , ma che la rivoluzione concepiscono a guisa di fatto che si produrrà , certamente ; ma senza scosse troppo brusche . Di qui il sogghigno dello scetticismo imbelle e la profezia d ' insuccesso sicuro ! Miopi ! I critici scambiavano evidentemente il desiderio loro con una realtà obiettiva . Il Congresso de ' Fasci ebbe un successo che travalicò i limiti d ' ogni più rosea aspettazione , e ben presto furon sentiti nella penisola gli effetti della forza impetuosa ch ' esprimeva il nuovo organismo costituito per una precisa battaglia . Quanti giorni di ansia ! , quante vigilie trepide ! La piazza sembrava dominata da ' più biechi elementi del neutralismo tedescofilo ed austriacante . Il social - neutralismo aveva organizzato le sue novene pacifondaie e minacciava fulmini e saette . I preti sfruttavano la morale cristiana allo scopo di evitare un dolore alla senilità sanguinosa del cattolicissimo imperatore e re . Gl ' interventisti ebbero la piazza il grande arengo per l ' espressione della volontà popolare ! contesa violentemente da uno strano connubio di fanatici rossi e neri , cui teneva bordone una polizia usa ad attraversare ogni azione generosa . Eravamo pochi ; ma la luce della verità penetrava nei meandri più scuri delle coscienze . Cominciarono , molti , a sentire che la verità era dalla nostra parte . Conducemmo lo schermo de ' nostri ideali fra mezzo i flutti dell ' odio più bieco , che cercava di morderci il cuore , e vedemmo che il manipolo ingrossava , diventava falange . L ' idea acquistava il possente ausilio del numero . I Fasci mostravano di esistere e nella lotta della strada tempravano le energie per le battaglie della trincea . Uomini di varia fede , i fascisti ! Già ; ma uomini ch ' erano sospinti da un solo desiderio entusiastico , a tutti comune : il desiderio che l ' Italia intervenisse nella grande lotta che si combatteva per impedire alla barbarie d ' impadronirsi del mondo . Ed eran volontà che formavano un granito solo . Vinsero perché dovevano vincere . Frattanto , in alto , armeggii infinitamente più insidiosi minacciavano il disonorare l ' Italia . Un ' accolta di canaglie che in vano anche oggi cercano di rifarsi una verginità politica e morale , tentando di accattarla nella virtù italica dell ' oblio e fors ' anche nella pietà nazionale trescava col rappresentante del nemico . Nelle giornate del più bel maggio di nostra gente tremammo di vedere la patria nostra concedersi come femmina da conio a chi le faceva balenare dinanzi agli occhi qualche promessa ; tremammo di dover rinunziare per sempre alla nostra cittadinanza italiana per mendicarne un ' altra qualsiasi , nel centro dell ' Africa . Ma il popolo italiano è pur sempre grande . I Fasci l ' avevan lievitato . Insorse con l ' impeto onde sa insorgere ne ' grandi momenti , occupò la piazza , impose un dilemma ferreo : o guerra o rivoluzione . E fu la guerra . I Fasci sembrarono sbandarsi . La grande maggioranza di coloro che li avevano costituiti corsero alle armi , volontari o richiamati . Per tutto entusiasmarono del loro entusiasmo , nelle caserme e nelle trincee . Riescivano ad infondere il coraggio , la loro fede immensa . Parafrasiamo la previsione del Direttore di questo foglio : « La buona sementa fu gettata e si è visto : non invano ! » . Oggi si riunisce il secondo Convegno de ' Fasci . Molti di coloro che dettero ingegno e fede per realizzare i voti del primo raduno non sono più . E noi ripensiamo , commossi , a ' nostri morti . E ne par di sentire ancora l ' oratoria infiammata del nostro migliore fanciullo : Pippo Corridoni ; e ne par di vedere i modesti ed entusiasti , che su le Alpi dettero cantando la vita per un sogno di redenzione . E pensiamo agli assenti : a Benito Mussolini , ch ' è là su , in trincea a compiere tutti i sacrifici , com ' è suo costume ; anelante di spingersi impetuosamente all ' assalto con gli altri bersaglieri d ' Italia . E ne domandiamo : è proprio vero che i nostri migliori impieghino le energie loro meglio contro il nemico esterno che se fossero rimasti a combattere contro il nemico interno insidioso e vile ? Ché gl ' interventisti si son visti in questa malagevole situazione : vollero la guerra contro tutti i pigmei della neutralità ad ogni costo . Partirono quasi tutti per la fronte , ma , intanto , lasciarono che incontrastata si svolgesse l ' azione che non potendo più evitare il fatto tendeva a sabotarlo . E come ieri si parlava di neutralità ad ogni costo , oggi si parla di pace ad ogni costo : anche a prezzo di vergogna , a costo di rendere inutili i sacrifici sinora compiuti ! Ma il Congresso d ' oggi prova come i Fasci non sieno morti . La propaganda sabotatrice troverà , dunque , un antidoto salutifero . C ' è ancora gente decisa come noi a difendere i soldati dagli attacchi alle spalle . Ed il compito sarà assolto con fede e con rinnovata energia . Molti e gravi problemi incombono su l ' Italia e l ' Europa . I fascisti , come contribuirono a spingere il paese nostro per la via che gli additavano il dovere , l ' onore e anche l ' interesse , devono contribuire validamente a vigilare , su l ' alto e sul basso , perché i sacrifici compiuti finora non sieno frustrati . È stato detto giustamente che la guerra non si combatte solo alla fronte . Abbiamo ancora il paese gravido di referendari variamente camuffati ; abbiamo un socialismo ufficiale , che nulla trascura per tener fede al verbo zimmerwaldista : un verbo teutonico ; abbiamo un clericalismo che maschera cautamente la sua tedescofilia sotto un velo di patriottismo , che non giunge fino a rinunziare ad ogni pazzesca velleità temporalistica ; abbiamo una parte della borghesia , che non sa scordare i vecchi amori teutonici ; vi son parecchi così detti intellettuali , che spasimano anche oggi per i professori di Germania ; siamo deliziati da un parlamento composto in parte cospicua di gente senza fede e sfornita della più elementare onestà morale . A tutte codeste insidie devono vigilare i fascisti . E se il congresso ordinerà un lavoro organico perché la nostra guerra non venga rovinata da coloro che l ' insidiano , avrà raggiunto il suo scopo . Nuova sementa per i campi della coscienza italiana ; nuova sementa che si sparge in buon terreno e non invano . A ' congressisti il nostro saluto e l ' augurio di risoluzioni energiche e feconde !
ERA BELLA: BIANCOROSSA PAREVA UN TRICOLORE ( Bianciardi Luciano , 1963 )
StampaQuotidiana ,
Gli mancano tre esami e la tesi per laurearsi medico , entro il prossimo anno accademico , e ce la farà senz ' altro , perché gli preme , perché crede in questa professione come in un modo concreto , anzi manuale , di aiutare chi soffre . Intanto , a ventisette anni , ha trovato il tempo per fare un mucchio di altre cose : recita al « Gerolamo » la parte dell ' allampanato Gervasino , ha studiato armonia e composizione , suonato il pianoforte in orchestrine da ballo , comparirà in un film di produzione romana ma di ambiente milanese , ogni sera ci fa sentire le sue canzoni in un locale notturno . Sono circa due anni che Enzo Jannacci scrive canzoni , da Il cane coi capelli , che era un garbato ( e goliardico ) nonsense , alle ultime cose , che sono le migliori . Nato e cresciuto a Milano , giù verso l ' Idroscalo - è figlio di un aviatore - gli indovini subito nel colorito e nei tratti marcati del viso l ' ascendenza pugliese , e certe sue impennate canore , che paiono astratte , ricordano invece i toni dell ' ambulante , dell ' erbivendolo meridionale da poco inurbato , e tuttora avvezzo a « cantare » la sua merce . Jannacci fa , oltre tutto , un lavoro di recupero culturale per nulla trascurabile . « Non so se è la prima volta che sentite questa storia ... » È il tipico incipit del cantastorie . Oppure : « Dee scusà , ma mi vori canta , d ' un me amis che l ' era andà a fa ' l bagn , su el stradun per andare all ' Idroscalo ; l ' era lì e l ' amore lo colpì » . Qui , come si vede , il dialetto cede alla lingua proprio quando l ' immagine , e il concetto , è di natura « colta » : l ' informazione data a un passante , il ricordo di una frase letta o sentita . L ' amico , in questo caso , è un barbone che portava le scarpe da tennis e parlava da solo , innamorato di una donna « bianca e rossa che pareva il tricolore » . Ma è difficile raccontare una canzone di Jannacci , perché tutte sono legate al suo modo di farle sentire , che è inimitabile : bisogna andarlo a vedere . Tiene la chitarra dritta , orizzontale , sotto il mento , come per isolare una maschera dura e immobile ; inteccherito quasi ligneo il corpo , accenna qualche raro passo , prima della strofa finale : « L ' han truvà sota a un mucc de cartun ; l ' han guardà , el pareva nisun ; l ' han tucà , el pareva che durmiva ; lassa sta che l ' è roba de barbun » . Poi l ' ultimo ritornello gli esce di gola come un urlo rabbioso quel barbone con le scarpe da tennis morto sotto un mucchio di cartone è veramente suo amico . La gente del night sempre un po ' distratta ride , ma intanto non riesce a evitare un brivido lungo la schiena . Ma chi è dunque Jannacci , questo ragazzo che , smessa la maschera delle sue canzoni , ridiventa mite e timido e compito ? A chi somiglia ? Ci pensi e ti viene in mente il nome di Petrolini : nessun altro . Difficile dire , oggi , se Enzo farà altrettanto ; se diventerà per esempio un buon medico e basta . Di sicuro però la stoffa è quella .