StampaQuotidiana ,
Benvenuto
Ciampi
perché
ha
,
credo
,
una
memoria
antifascista
,
che
per
me
(
e
non
so
quanti
altri
)
resta
il
fondamento
della
democrazia
italiana
.
Ma
il
benvenuto
si
ferma
qui
.
È
stato
eletto
da
una
brutta
maggioranza
,
con
la
riserva
mentale
(
che
forse
è
un
altro
patto
della
crostata
)
di
liquidarlo
tra
due
anni
con
l
'
elezione
diretta
di
un
altro
personaggio
:
non
si
chiamerà
Massimo
D
'
Alema
ma
Silvio
Berlusconi
.
Che
è
lo
stesso
.
Forse
è
un
giudizio
precipitoso
.
Se
Ciampi
,
nel
suo
primo
messaggio
alla
nazione
,
reciterà
l
'
articolo
della
Costituzione
secondo
cui
l
'
Italia
ripudia
la
guerra
e
auspicherà
una
sospensiva
dei
bombardamenti
per
far
largo
al
negoziato
e
a
un
accordo
di
pace
,
farò
autocritica
.
Per
ora
ne
dubito
e
tutto
il
resto
mi
sembra
ininfluente
.
Credo
che
,
prima
o
poi
,
dovremo
coraggiosamente
prendere
atto
del
fatto
che
non
siamo
governati
da
uno
schieramento
di
centro
-
sinistra
ma
da
uno
schieramento
di
centro
-
destra
(
per
restare
nella
toponomastica
istituzionale
)
.
Da
quando
i
diessini
hanno
assunto
con
D
'
Alema
la
guida
del
governo
,
l
'
asse
politico
si
è
spostato
a
destra
e
le
decisioni
cruciali
-
quelle
che
definiscono
la
fisionomia
di
un
paese
-
hanno
avuto
questo
segno
negativo
.
Dalle
prime
decisioni
militari
in
Albania
fino
alla
guerra
guerreggiata
.
Ogni
politica
sociale
è
dismessa
perfino
nel
linguaggio
.
La
parola
«
occupazione
»
non
si
riferisce
oggi
al
lavoro
ma
a
un
'
eventuale
conquista
del
Kosovo
.
La
parola
«
mezzogiorno
»
non
si
riferisce
a
un
risanamento
civile
del
paese
ma
agli
inconvenienti
turistici
indotti
dalla
guerra
sulle
coste
adriatiche
.
I
listini
di
borsa
sono
l
'
unico
parametro
.
«
Forza
Italia
»
non
è
più
una
sigla
da
stadio
ma
un
comun
denominatore
culturale
.
Berlusconi
e
Fini
,
D
'
Alema
e
Veltroní
,
Amato
e
Fazio
,
Di
Pietro
e
l
'
ex
Prodi
,
Scognamiglio
e
la
Confindustria
,
sono
la
nostra
classe
dirigente
.
Manca
solo
la
Pivetti
.
Perfino
i
«
popolari
»
,
come
le
piccole
formazioni
governative
rosse
e
verdi
,
sono
(
meritatamente
)
azzerati
.
Esiste
ancora
una
generica
opinione
di
sinistra
che
ha
perso
però
1e
sue
radici
e
sembra
disposta
a
digerire
tutto
,
alienando
ogni
sensibilità
e
idealità
alle
convenienze
del
potere
.
Ed
esiste
una
sinistra
sociale
radicale
che
però
non
riesce
a
raccordarsi
su
una
linea
comune
per
tentare
,
anche
solo
tentare
,
di
risalire
la
corrente
.
Colpa
anche
nostra
.
Forse
non
osiamo
prendere
atto
di
come
stanno
veramente
le
cose
.
StampaQuotidiana ,
Vogliamo
prescindere
dal
nostro
,
dirò
così
,
antiparlamentarismo
aprioristico
e
teorico
.
Vogliamo
ammettere
il
parlamento
e
i
diritti
di
esso
,
dei
quali
tanto
si
è
,
speriamo
,
astrattamente
e
dottrinariamente
,
preoccupato
nel
non
mai
abbastanza
deplorato
discorso
di
Torino
l
'
on
.
Salandra
.
Abbiamo
capito
il
latino
.
Come
già
scrivemmo
in
un
nostro
articolo
dell
'
estate
scorsa
ne
la
«
Monarchia
Nazionale
»
,
ripetendo
un
pensiero
diffuso
nella
coscienza
generale
,
e
come
osservarono
ultimamente
e
in
forma
incisiva
il
Popolo
d
'
Italia
ed
altri
giornali
,
la
guerra
italiana
è
stata
voluta
dal
popolo
italiano
fuori
e
contro
il
Parlamento
.
Non
è
il
caso
di
ricordare
che
complici
e
secondo
noi
nobilissimi
corresponsabili
della
rivoluzione
anti
-
parlamentare
del
maggio
furono
non
pochi
organi
e
non
poche
voci
ufficiose
o
quasi
dell
'
attuale
Gabinetto
.
Se
non
mi
sbaglio
,
proprio
un
magnifico
e
...
indimenticabile
articolo
del
Giornale
d
'
Italia
metteva
in
evidenza
a
chiare
note
e
con
parole
terribili
il
«
delitto
di
Stato
»
consumato
,
o
in
via
di
consumazione
,
da
parecchi
noti
uomini
politici
e
parlamentari
nostrani
,
il
giorno
delle
dimissioni
del
Gabinetto
Salandra
,
ed
eccitava
quasi
la
Nazione
ad
esprimere
dal
suo
fondo
la
rivolta
del
suo
senso
giuridico
e
costituzionale
.
Vera
lezione
pratica
di
diritto
pubblico
contro
la
vecchia
teorica
pubblicistica
esiziale
come
la
peste
bubbonica
della
«
onnipotenza
parlamentare
»
.
E
proprio
in
un
altro
«
indimenticabile
»
articolo
dello
stesso
giorno
il
Corriere
della
Sera
«
svelando
»
che
la
Triplice
era
stata
denunziata
,
metteva
in
istato
d
'
accusa
formale
i
capeggiatori
del
complotto
parlamentare
e
contro
questi
,
se
non
direttamente
indirettamente
,
eccitava
la
Nazione
.
Richiamiamo
questi
dati
di
fatto
(
perché
la
storia
di
ieri
è
,
a
quanto
pare
,
diventata
troppo
vecchia
,
mentre
è
viva
ancora
nei
«
nostri
»
cuori
e
nei
«
nostri
»
cervelli
)
per
ribadire
il
carattere
anti
-
parlamentare
delle
giornate
di
maggio
e
della
guerra
italiana
.
C
'
è
chi
ne
dubita
ancora
?
È
indubitabile
che
il
Parlamento
italiano
,
Camera
e
Senato
,
non
voleva
la
guerra
,
era
neutralista
ad
oltranza
,
cioè
giolittiano
,
cioè
tedescofilo
,
se
non
austrofilo
.
È
indubitabile
come
Salandra
disse
in
Campidoglio
che
non
l
'
Italia
governava
l
'
Italia
,
ma
la
Germania
,
per
mezzo
di
Bülow
e
per
mezzo
di
un
pugno
di
parlamentari
consumati
non
si
sa
come
sfuggiti
al
codice
penale
e
di
procedura
e
non
si
sa
perché
qualificati
ancora
come
uomini
«
politici
»
e
«
di
stato
»
e
discussi
come
si
fa
nei
giornali
e
altrove
con
criteri
politici
e
non
con
quelli
giuridici
della
R
.
Procura
o
del
Senato
costituito
in
Alta
Corte
.
E
dire
che
...
dalle
solenni
parole
«
accusatrici
»
del
discorso
del
Campidoglio
,
siamo
passati
alla
flebile
critica
psicologico
-
letteraria
di
S
.
E
.
Orlando
a
Palermo
e
alla
qualifica
di
«
pessimisti
»
affibbiata
ai
parlamentari
di
cui
sopra
.
E
la
parabola
discendente
non
si
ferma
.
Il
Parlamento
,
svalutato
fino
a
ieri
,
ritorna
in
iscena
nel
funebre
discorso
di
Torino
.
Salandra
pare
che
abbia
avuto
paura
delle
origini
«
popolari
»
della
guerra
.
E
crediamo
per
omaggio
teorico
e
dottrinario
,
più
come
giurista
e
come
uomo
politico
timorato
,
disse
a
Torino
che
a
un
Partito
spetta
il
potere
,
al
partito
liberale
.
Tutti
sanno
che
dire
Parlamento
e
diritto
parlamentare
,
è
dire
gioco
dei
partiti
e
diritto
dei
partiti
.
Salandra
è
il
tipo
più
schietto
del
conservatore
,
è
il
tipo
che
meno
è
adatto
a
comprendere
,
e
più
è
adatto
a
distruggere
mentalmente
e
a
condannare
politicamente
le
giornate
rivoluzionarie
di
maggio
.
Siamo
intesi
?
E
non
ricordate
forse
che
il
Reale
Imperiale
Governo
austriaco
nel
Libro
Rosso
osservò
,
in
nome
del
sacro
e
santo
diritto
costituzionale
e
parlamentare
caro
a
Bülow
e
a
Macchio
,
che
nelle
mani
di
Sonnino
e
compagni
lo
stato
italiano
non
era
più
un
Governo
«
legale
»
ma
un
Governo
«
rivoluzionario
»
,
diretto
da
criteri
illegali
,
moventesi
in
un
'
orbita
illegale
?
Forse
anche
la
lezione
di
diritto
pubblico
del
Libro
Rosso
incute
paura
e
reverenziale
timore
.
E
si
è
recitato
a
Torino
il
mea
culpa
e
si
è
proclamato
pieni
di
contrizione
e
con
un
velo
di
faringite
nella
voce
:
Torniamo
al
Parlamento
.
Macchina
indietro
,
dunque
.
E
sia
.
Ma
che
cosa
ha
fatto
dopo
maggio
il
Parlamento
per
riabilitarsi
,
per
riaccreditarsi
,
per
distruggere
le
nostre
fisime
,
per
rafforzare
le
«
nostre
»
pur
mo
'
nate
tendenze
parlamentaristiche
?
Un
po
'
di
coraggio
,
signori
deputati
.
Noi
vogliamo
prendere
anche
atto
della
riabilitazione
parlamentare
di
Salandra
.
Vogliamo
per
carità
di
patria
(
dico
bene
?
)
ingoiare
anche
questo
rospo
.
(
Per
il
momento
,
domani
i
conti
finali
!
)
.
Noi
vogliamo
disporci
con
l
'
animo
più
benigno
alla
ripresa
dei
vostri
lavori
,
o
signori
di
Montecitorio
.
Noi
consentiamo
a
che
vi
pigliate
il
disturbo
di
riunirvi
.
Noi
non
esigiamo
niente
che
sia
contro
il
vostro
diritto
legale
.
Fate
pure
.
Vero
che
nel
maggio
stavate
per
essere
nei
vostri
«
capi
»
più
cospicui
cacciati
da
Montecitorio
.
Rientrate
pure
.
La
nostra
pazienza
è
infinita
.
Ma
che
cosa
avete
fatto
da
Maggio
in
poi
per
curare
le
nostre
allucinazioni
antiparlamentariste
,
se
allucinazioni
sono
le
nostre
?
Ecco
un
altro
articolo
ancora
fresco
del
Corriere
.
È
del
gennaio
scorso
.
Dice
:
«...le
radici
del
malessere
nostro
contro
noi
stessi
risiedono
nel
fatto
che
il
Parlamento
italiano
mai
a
guerra
dichiarata
ha
solennemente
proclamato
di
«
volere
»
estendere
la
guerra
,
per
esempio
alla
...
Germania
»
.
Il
Governo
si
sa
,
quello
costituzionale
deve
fondarsi
sugli
umori
e
sulla
maggioranza
parlamentare
.
Ma
quando
mai
nelle
poche
sedute
parlamentari
di
«
dopo
maggio
»
si
è
sentita
una
sola
voce
,
un
solo
accento
politico
?
Se
ne
togli
,
come
diceva
il
Corriere
,
l
'
on
.
Colajanni
,
tutti
muti
,
tutti
sordi
,
sul
problema
dei
problemi
:
la
guerra
alla
Germania
.
Anche
la
notevole
dichiarazione
di
Sonnino
dell
'
adesione
al
patto
di
Londra
,
non
suscitò
entusiasmi
eccessivi
e
prorompenti
.
Chi
dominò
ancora
il
Parlamento
,
nell
'
anno
di
grazia
1915
,
a
guerra
inoltrata
,
con
le
truppe
al
fronte
,
con
i
cadaveri
sul
suolo
,
con
i
destini
della
Patria
in
gioco
?
I
«
soliti
»
mestatori
politici
e
parlamentari
.
Si
permise
,
e
con
tutta
la
benevolenza
di
Salandra
,
che
il
del
resto
molto
abile
Treves
rompesse
le
nostre
scatole
perfino
in
Parlamento
e
con
un
cospicuo
discorso
parlamentare
sul
convegno
di
Zimmerwald
,
che
ormai
è
il
cavallo
di
battaglia
di
tutti
i
lavapiatti
del
cretinismo
socialista
e
del
giolittismo
in
putrefazione
.
E
poi
avemmo
lo
spettacolo
triste
di
un
...
Enrico
Ferri
,
che
rinnovò
peggiorato
nel
dolo
,
nei
mezzi
e
nelle
forme
il
tentativo
e
l
'
atto
criminoso
dei
«
parlamentari
»
di
maggio
.
Dal
lato
personale
,
Ferri
,
sferzato
a
sangue
da
Barzilai
,
fu
conciato
per
oggi
e
speriamo
per
sempre
,
per
la
dignità
della
specie
umana
nell
'
ordine
universale
di
tutte
le
cose
.
Ma
occorse
un
discorso
di
Ciccotti
per
risollevare
(
si
badi
)
la
«
chimica
»
parlamentare
.
E
se
ne
togliamo
il
discorso
vivo
di
frasi
,
ma
pieno
di
timori
e
di
circospezioni
di
Raimondo
,
e
i
discorsi
«
tecnici
»
dei
finanzieri
,
degli
economisti
e
di
altrettali
scocciatori
di
anime
,
non
troviamo
che
l
'
aria
ghiacciata
del
nulla
.
Eppure
il
dissidio
veramente
tragico
che
agita
in
quest
'
ora
la
coscienza
nazionale
,
e
che
era
presente
anche
nello
scorso
novembre
,
è
questo
:
dobbiamo
o
no
trasformare
in
europea
la
«
nostra
»
guerra
e
per
l
'
effetto
fare
la
guerra
alla
Germania
?
Come
il
problema
del
maggio
era
di
rompere
la
neutralità
e
di
dichiarare
la
guerra
all
'
Austria
,
così
il
problema
di
oggi
è
della
guerra
o
della
...
neutralità
(
?
?
?
)
con
la
Germania
.
Questo
problema
non
fu
toccato
,
come
giustamente
osservò
il
Corriere
,
nelle
sedute
parlamentari
dello
scorso
novembre
.
Perché
?
Forse
non
esisteva
?
E
si
parlò
del
...
pacifismo
di
Zimmerwald
e
di
altrettali
coglionerie
socialistiche
.
Vergogna
e
miseria
!
Noi
siamo
...
parlamentari
,
ma
,
signori
deputati
,
abbiate
coraggio
.
Se
la
parola
non
viene
da
voi
che
sedete
in
alto
,
se
la
luce
non
viene
da
voi
sui
più
capitali
e
formidabili
problemi
dell
'
esistenza
nazionale
,
se
voi
siete
sordi
e
muti
,
che
cosa
deve
fare
il
popolo
che
sta
in
basso
?
Deve
rassegnarsi
alle
tenebre
e
al
silenzio
,
o
deve
trovare
in
sé
la
forza
di
esigere
la
chiusura
e
la
soppressione
di
un
organo
che
si
mostra
alla
prova
se
non
dannoso
...
superfluo
e
inutile
?
E
se
la
luce
non
viene
da
voi
che
siete
in
alto
,
perché
si
protesta
quando
la
luce
sale
dal
basso
,
perché
si
protesta
contro
i
generosi
istinti
di
verità
e
di
conquista
del
popolo
,
e
perché
allora
opporsi
alle
sacrosante
e
irresistibili
«
usurpazioni
»
del
diritto
non
scritto
del
popolo
?
Sapete
voi
che
cosa
vuole
il
Popolo
d
'
Italia
?
Ne
interpretate
la
coscienza
?
E
allora
,
parlate
dell
'
Italia
,
dei
problemi
dell
'
Italia
,
e
occupatevi
dell
'
Italia
e
della
«
esplicazione
»
della
sua
guerra
,
e
non
vi
preoccupate
di
...
Zimmerwald
e
del
gruppo
parlamentare
socialista
...
;
e
di
Ferri
e
dei
tronconi
morti
del
giolittismo
,
e
della
legge
delle
Guarentigie
...
Come
alla
vigilia
di
maggio
in
Italia
esistevano
due
partiti
,
e
tutto
il
resto
era
mistificazione
:
neutralisti
e
interventisti
;
oggi
,
ben
voi
lo
sapete
a
memoria
,
in
Italia
,
sopra
un
unico
e
dominante
problema
,
esistono
due
partiti
,
che
saranno
i
veri
partiti
politici
di
domani
a
guerra
finita
:
tedescofili
e
francofili
o
,
se
si
vuole
,
intesofili
.
Non
ci
sono
più
neutralisti
e
interventisti
.
Anche
i
giolittiani
,
anche
i
socialisti
,
anche
Costanzo
Chauvet
,
anche
i
preti
,
tipi
che
si
equivalgono
tutti
intellettualmente
,
moralmente
e
politicamente
,
sono
oggi
interventisti
,
contro
l
'
Austria
.
L
'
antitesi
di
ieri
:
neutralisti
e
interventisti
è
superata
.
In
guardia
dagli
«
interventisti
»
di
oggi
;
sono
tedescofili
.
Oggi
da
una
parte
vi
sono
coloro
che
vogliono
,
dall
'
altra
coloro
che
non
vogliono
la
guerra
alla
Germania
.
I
primi
sono
i
moderni
,
i
dinamici
,
i
veri
amici
dell
'
Italia
:
i
secondi
i
vecchi
,
i
morti
e
i
morituri
,
i
traditori
,
per
usare
la
parola
adeguata
,
d
'
Italia
:
preti
,
socialisti
,
giolittiani
.
Due
i
partiti
:
tedescofili
,
francofili
o
meglio
italianofili
.
In
Italia
vi
sono
molti
italiani
che
odiano
l
'
Italia
e
amano
la
Germania
:
ma
ce
ne
sono
pure
moltissimi
che
amano
l
'
Italia
e
che
vogliono
,
per
il
bene
della
Patria
,
che
l
'
Italia
si
stringa
fino
alla
morte
alla
Intesa
e
per
questa
alla
Francia
.
Tutte
le
altre
distinzioni
e
partizioni
politiche
siano
bandite
,
in
quanto
mistificatorie
.
Questa
è
la
politica
dell
'
Italia
:
si
occupi
di
questo
il
Parlamento
.
E
noi
aspetteremo
benevoli
e
pazienti
.
Ma
la
pazienza
ha
i
suoi
limiti
.
La
Politica
è
odio
.
La
Politica
non
è
sorda
.
Il
Governo
e
il
Parlamento
sanno
quale
è
l
'
antitesi
che
si
svolge
nelle
coscienze
degli
italiani
.
Non
si
abbia
la
paura
di
odiare
.
Il
Partito
Liberale
invocato
da
Salandra
è
una
finzione
giuridico
-
costituzionale
:
dietro
di
esso
possono
celarsi
gli
amici
della
Germania
,
e
i
nemici
dell
'
Italia
:
giolittiani
,
preti
,
socialisti
.
Noi
vinceremo
solo
il
giorno
in
cui
potremo
pestare
sotto
i
piedi
i
socialisti
di
Zimmerwald
,
il
giolittismo
parlamentare
,
e
il
pretismo
extra
,
intra
e
super
-
parlamentare
.
E
dopo
di
ciò
attendiamo
le
decisioni
e
le
discussioni
parlamentari
e
vediamo
se
saranno
estirpate
le
radici
del
malessere
.
E
se
il
Parlamento
ha
ancora
il
diritto
e
la
ragione
di
essere
e
di
funzionare
.
StampaQuotidiana ,
Siano
alla
scaletta
,
ma
di
ferro
:
quadro
comandi
stazione
,
tu
entri
in
campo
,
lei
è
al
finestrino
,
le
dici
via
perché
non
scendi
?
Ma
niente
dramma
,
il
magone
l
'
ho
dentro
,
quasi
sembra
che
scherzi
.
E
lei
niente
,
muta
,
una
faccia
dietro
un
vetro
.
Poi
c
'
è
la
valigia
in
testa
,
io
mi
volto
,
guardo
in
macchina
:
«
Porcaccia
miseria
che
botta
.
No
,
dico
,
che
botta
quando
dopo
un
anno
insieme
lei
ti
lascia
!
Magari
lo
sapevi
che
era
finita
,
ma
quando
sei
lì
e
vedi
che
parte
,
allora
...
»
.
Il
primattore
adesso
sta
davanti
al
transatlantico
,
al
modellino
dell
'
atrio
e
riflette
.
Comodo
per
riflettere
,
il
Rex
,
perché
se
uno
riflette
senza
nulla
davanti
,
guardate
un
po
'
che
faccia
!
...
Come
minimo
gli
chiedono
se
si
sente
male
.
Dissolvenza
,
albergo
diurno
,
lui
che
si
taglia
le
unghie
dei
piedi
,
arrivano
cinque
o
sei
di
corsa
,
lei
apre
,
entra
e
chiude
.
Però
queste
unghie
dei
piedi
...
Lo
sceneggiatore
adesso
dubita
.
Rifacciamo
la
scaletta
così
:
Luciano
sale
dalla
scaletta
del
diurno
,
e
viene
bene
perché
Ugo
ha
la
faccia
di
uno
che
esce
dal
bagno
,
sempre
.
Un
momento
,
fammi
finire
:
arriva
Maria
.
Cosa
c
'
entra
Maria
?
Insomma
,
arriva
Anna
,
Io
piglia
per
un
braccio
,
farmacia
,
cachet
,
bicchiere
d
'
acqua
.
Lo
beve
lei
,
il
cachet
serbalo
,
caso
mai
ti
pigli
un
'
altra
botta
in
testa
.
Idrante
,
schiaffo
d
'
acqua
in
faccia
a
Luciano
,
oltre
tutto
Ugo
sta
bene
coi
capelli
incollati
sulla
fronte
,
ed
entrano
in
Duomo
.
Ci
vorrà
il
permesso
?
Sentiremo
all
'
arcivescovado
.
Lei
gli
leva
la
sciarpa
dal
collo
,
se
la
mette
in
testa
,
e
per
un
attimo
ritorna
devota
,
nello
sguardo
.
Comunista
fin
che
volete
ma
sempre
italiana
,
e
cioè
cattolica
.
Stacco
,
subito
la
latteria
.
Oggi
non
si
fanno
più
le
barricate
,
oggi
si
tira
dalle
finestre
e
dai
tetti
;
di
lassù
diventa
pericoloso
anche
un
vaso
da
notte
.
Anzi
,
facciamoci
un
bel
tormentone
.
Sul
vaso
da
notte
stacco
,
e
siamo
nel
bagno
,
io
sto
seduto
sul
vaso
e
leggo
.
Alzo
gli
occhi
un
po
'
sopra
il
foglio
e
dico
che
in
questo
sono
sempre
stato
regolare
.
Invece
Anna
deve
prendere
le
pillole
,
così
quando
arriva
la
moglie
trova
la
scatola
,
e
domanda
com
'
è
che
prendi
le
pillole
,
eppure
eri
sempre
stato
regolare
.
Tormentone
di
Carlone
.
Volevo
dire
di
Taccone
.
Stacco
sul
torracchione
,
sempre
alle
spalle
,
sempre
visibile
,
questo
grattacielo
della
B.R.S.
Tu
entri
in
ascensore
,
la
vedova
Viganò
t
'
aveva
comandato
di
andare
in
tipografia
,
e
in
ascensore
chi
trovi
?
Trovi
Taccone
,
che
pigia
il
bottone
degli
scantinati
,
della
centrale
termica
.
Però
di
sopra
se
ne
sono
accorti
,
quelli
dell
'
FBI
,
volevo
dire
quelli
della
BRS
,
col
fatto
della
trasmittente
tascabile
,
una
penna
che
porti
al
taschino
e
fa
bip
,
bip
,
bip
.
La
sua
lunghezza
d
'
onda
non
è
quella
della
tipografia
.
Lei
dottor
Bianchi
è
licenziato
.
Casa
nuova
,
cambiali
,
mobili
,
elettrodomestici
,
falso
benessere
,
la
Seicento
,
i
tafanatori
,
le
telefonate
.
Tormentone
delle
telefonate
.
Pronto
dottor
Bianchi
?
Parlo
con
il
dottor
Bianchi
?
È
in
casa
il
dottor
Bianchi
?
Dottor
Bianchi
al
telefono
.
Dottor
Amidei
al
telefono
,
da
Roma
.
Dottor
Lizzani
al
telefono
,
da
Praga
.
Dottor
Vincenzoni
al
telefono
,
da
Tokio
.
Dottor
Tognazzi
al
telefono
,
da
Cremona
.
StampaQuotidiana ,
Se
reagisco
emotivamente
alla
sentenza
Priebke
provo
un
senso
di
pianto
.
Penso
alle
vittime
come
a
persone
vive
e
incredule
,
come
se
le
conoscessi
tutte
e
non
una
soltanto
.
Se
toccasse
a
me
di
informarle
,
portar
loro
la
notizia
nel
fondo
delle
cave
,
che
parole
troverei
?
Più
che
sofferenza
sento
però
vergogna
personale
.
Che
cosa
ho
fatto
in
questi
cinquant
'
anni
?
Sono
uno
di
quelli
che
debbono
a
un
certo
punto
domandarsi
,
secondo
Thomas
Mann
,
se
gli
resti
il
diritto
di
noverarsi
tra
le
persone
rispettabili
.
Provo
anche
dell
'
odio
e
altri
pessimi
sentimenti
.
So
che
non
si
deve
.
Ma
se
alla
fine
di
quel
processo
,
qualcuno
si
fosse
abbandonato
a
un
gesto
estremo
,
l
'
avrei
compreso
come
un
fratello
.
So
che
non
si
deve
.
Se
invece
reagisco
alla
sentenza
Priebke
razionalmente
,
con
un
criterio
politico
,
allora
resto
freddo
e
persuaso
.
La
trovo
logica
,
e
contro
la
logica
si
indignano
i
farisei
.
La
trovo
un
segno
dei
tempi
,
e
perciò
un
segno
di
verità
.
Da
molti
anni
i
fascismi
,
tutti
i
fascismi
,
sono
stati
rivalutati
.
Sottilmente
nelle
accademie
europee
,
nelle
nostre
aule
parlamentari
,
nel
senso
comune
.
Ora
grossolanamente
anche
nei
tribunali
.
Norimberga
non
fu
che
un
'
ipocrisia
dei
vincitori
.
Non
è
una
rivalutazione
storica
,
è
una
rivalutazione
politica
.
Non
riguarda
il
passato
,
riguarda
il
presente
.
Non
è
una
memoria
cancellata
,
è
una
memoria
ritrovata
.
I
fascismi
sono
stati
un
'
incarnazione
del
potere
e
una
teoria
del
dominio
a
cui
si
riconosce
un
merito
e
si
restituisce
un
onore
.
Perché
su
di
essi
si
può
fare
assegnamento
futuro
.
Così
ci
parla
nella
sua
miseria
la
sentenza
Priebke
,
anche
se
preferiamo
non
sentire
.
E
ci
dice
coerentemente
che
ogni
strage
,
ogni
crimine
contro
l
'
umanità
,
ogni
guerra
,
trova
legittimità
e
giustificazione
in
quanto
è
un
esercizio
del
potere
.
Questo
esercizio
insindacabile
non
è
più
un
'
eccezione
ma
una
consuetudine
,
è
la
nostra
normale
frequentazione
televisiva
.
Se
condannassimo
quel
passato
,
come
potremmo
assolvere
questo
presente
?
Lasciamo
dunque
che
il
buon
soldato
muoia
nel
suo
letto
con
la
donna
che
gli
ha
scritto
lettere
d
'
amore
.
E
apriamo
subito
anche
noi
,
come
ad
Auschwitz
,
un
supermercato
esemplare
al
posto
dell
'
ossario
in
disuso
,
anticipando
giubilei
e
nuove
costituzioni
.
StampaQuotidiana ,
Le
recenti
discussioni
parlamentari
hanno
ancora
una
volta
dimostrato
se
ce
n
'
era
bisogno
la
inutilità
,
almeno
nella
forma
attuale
,
e
la
insincerità
politica
del
Parlamento
.
Se
ne
sarà
certamente
convinto
anche
il
più
strenuo
difensore
del
diritto
parlamentare
,
l
'
on
.
Turati
.
Ma
le
ultime
discussioni
hanno
dimostrato
in
certo
qual
modo
e
sebbene
con
molti
sotterfugi
quali
e
quante
siano
le
forze
in
conflitto
al
fatto
che
tutti
gli
altri
contiene
e
involge
;
la
guerra
.
Nel
Parlamento
si
sono
disegnate
,
a
contorni
più
o
meno
precisi
,
le
forze
che
si
agitano
nel
paese
.
Abbandoniamo
dunque
il
Parlamento
,
e
rivolgiamo
,
ciò
ch
'
è
più
essenziale
,
i
nostri
sguardi
al
Paese
,
per
trarne
dall
'
osservazione
degli
ultimi
fenomeni
politici
e
parlamentari
provvisorie
contingenti
,
ma
reali
e
pratiche
norme
di
condotta
.
Stiamo
freschi
ad
attendere
la
orientazione
dal
Parlamento
.
È
il
Paese
che
può
e
deve
dare
la
orientazione
al
Parlamento
.
Questo
avviene
nei
paesi
in
cui
esiste
una
vera
e
propria
educazione
politica
.
Se
in
questi
ultimi
mesi
l
'
opinione
pubblica
italiana
fosse
stata
netta
,
precisa
,
concentrata
,
univoca
,
solida
e
intransigente
come
lo
fu
già
alla
vigilia
dell
'
intervento
almeno
da
parte
dei
gruppi
interventisti
non
avremmo
assistito
allo
spettacolo
del
Parlamento
e
dei
partiti
parlamentari
disorientati
e
ciechi
come
pazzi
e
ubriachi
.
Se
la
corrente
interventista
fosse
stata
animosa
e
precisa
nel
paese
,
la
crisi
voluta
dai
partiti
parlamentari
interventisti
si
sarebbe
effettuata
,
e
non
si
sarebbe
data
la
soluzione
che
si
è
...
avuta
.
Io
non
so
né
voglio
pesare
le
ragioni
recondite
delle
ultime
agitazioni
parlamentari
dei
nostri
amici
.
Se
si
sono
agitati
dovevano
pur
avere
le
loro
buone
ragioni
,
che
sono
però
rimaste
forse
per
ragioni
superiori
nascoste
.
Se
le
masse
avessero
in
questi
giorni
avuto
,
come
in
maggio
,
la
loro
voce
in
capitolo
,
la
tesi
«
interventista
»
parlamentare
sarebbe
stata
vittoriosa
,
e
Salandra
avrebbe
acceduto
a
Bissolati
e
non
Bissolati
a
Salandra
.
Né
con
ciò
vogliamo
censurare
la
condotta
inspirata
anzi
a
motivi
nobilissimi
dell
'
on
.
Bissolati
e
della
falange
da
lui
rappresentata
;
vogliamo
dire
solo
che
su
l
'
anima
del
Capo
del
Governo
hanno
fatto
forse
più
peso
le
minaccie
stolide
di
agitazioni
nel
paese
dei
socialisti
ufficiali
i
quali
nel
maggio
furono
squalificati
che
non
le
logiche
richieste
di
parte
nostra
.
Non
vogliamo
allarmarci
troppo
,
e
siamo
anzi
contenti
per
il
momento
della
soluzione
.
Il
Governo
ha
sentito
la
volontà
nazionale
.
Il
Governo
va
a
Parigi
.
E
oggi
il
Governo
è
che
conta
.
Il
Parlamento
giunge
sempre
tardi
,
quando
qualche
cosa
è
già
compiuta
.
Non
ci
allarmiamo
dunque
per
il
presente
.
Ma
,
per
ogni
evenienza
,
dobbiamo
tenerci
pronti
.
Dal
maggio
1915
al
marzo
1916
,
vuoi
per
rassegnazione
alle
cose
e
agli
eventi
,
vuoi
per
cieca
fiducia
negli
uomini
,
vuoi
per
non
sembrare
i
fautori
della
discordia
nazionale
,
vuoi
,
sopra
tutto
,
per
l
'
assenza
dei
nostri
capi
e
migliori
gregari
,
quasi
tutti
nell
'
esercito
,
gli
interventisti
attivi
del
paese
si
sono
un
po
'
sparpagliati
,
dispersi
,
cioè
quasi
annullati
.
Ma
dal
momento
che
i
pericoli
ci
sono
sempre
,
che
possono
presentarsi
certe
evenienze
,
che
la
discordia
non
siamo
noi
a
porla
,
che
già
gli
avversari
si
sono
nettamente
manifestati
,
spetta
a
noi
di
riordinarci
in
ischiera
di
combattimento
.
E
ripeto
non
siamo
noi
che
dobbiamo
orientarci
secondo
le
orientazioni
che
non
...
ci
vengono
da
Montecitorio
,
ma
sono
i
nostri
deputati
che
si
devono
rendere
esecutori
delle
nostre
volontà
chiare
,
nette
e
precise
.
Chi
avesse
voluto
trarne
partito
dai
quotidiani
articoli
del
Popolo
d
'
Italia
e
dal
significativo
articolo
del
gennaio
scorso
del
Corriere
della
Sera
:
Alle
fonti
del
malessere
,
per
determinare
nel
paese
la
lotta
politica
(
giacché
anche
in
guerra
la
buona
lotta
politica
non
cessa
mai
)
avrebbe
potuto
,
e
come
!
,
fornire
materia
e
piattaforma
al
Parlamento
.
In
complesso
l
'
ultimo
voto
ha
quasi
,
in
forma
indiretta
,
significato
adesione
alla
tesi
dei
due
giornali
nominati
:
guerra
unica
,
guerra
alla
Germania
;
ma
siamo
sempre
al
quasi
e
alla
forma
indiretta
.
Ma
chi
si
è
fatto
a
sostenere
in
paese
la
tesi
,
e
prima
che
il
Parlamento
si
riaprisse
?
Nessuno
.
Dunque
dobbiamo
riorganizzarci
e
subito
,
e
senza
perdere
un
minuto
di
tempo
.
Oramai
è
chiaro
che
siamo
entrati
nel
periodo
decisivo
della
guerra
europea
.
Bisogna
che
i
partiti
prendano
posizione
,
e
si
tengano
pronti
a
sostenere
anche
durante
le
future
,
lunghe
,
laboriose
e
dolorose
trattative
di
pace
TUTTE
le
ragioni
ideali
e
reali
della
guerra
e
a
sostenere
con
coraggio
e
a
fronte
alta
,
contro
tutti
gli
avversari
interni
,
le
responsabilità
e
le
conseguenze
della
guerra
.
Tutta
la
politica
di
domani
,
estera
,
interna
,
economica
,
finanziaria
,
scolastica
,
doganale
,
sarà
dominata
dall
'
idea
o
dal
fatto
della
guerra
.
Coloro
che
hanno
voluto
ieri
la
guerra
,
devono
volerla
anche
domani
,
nelle
conseguenze
e
sistemazioni
finali
.
Altrimenti
i
deboli
e
i
vigliacchi
non
saranno
lontani
da
noi
.
Noi
lasciamo
e
lasceremo
ai
socialisti
l
'
oramai
vecchio
mestiere
di
sfruttare
come
jene
fameliche
le
conseguenze
della
guerra
.
È
l
'
unica
loro
attuale
speranza
di
fortuna
...
politica
,
l
'
unica
loro
tavola
di
appoggio
.
Perduto
il
contatto
con
l
'
avvenire
giacché
la
vittoria
immancabile
dell
'
Intesa
darà
ragione
A
NOI
Si
limiteranno
a
sfruttare
indecentemente
,
secondo
la
loro
solita
mentalità
,
i
residui
morti
del
passato
.
Le
jene
si
nutrono
di
carogne
.
Ma
noi
proprio
non
ci
spaventiamo
e
non
ci
dobbiamo
spaventare
se
e
in
quanto
organizzati
e
coraggiosi
come
nel
maggio
1915
delle
carnevalate
elettorali
stile
1913
.
Oramai
è
evidente
,
e
solo
per
questo
le
ultime
scene
della
commedia
parlamentare
hanno
un
grande
valore
di
ammonimento
.
La
lotta
è
già
iniziata
.
L
'
ora
della
Patria
a
parte
,
la
discordia
l
'
hanno
già
provocata
.
Da
una
parte
coloro
che
negarono
,
negano
,
sabotano
la
guerra
,
dall
'
altra
coloro
che
la
vollero
e
la
vogliono
e
fortemente
la
vogliono
.
Da
un
lato
coloro
che
già
per
speculazione
elettorale
si
apprestano
a
negare
la
responsabilità
delle
conseguenze
della
guerra
e
coerentemente
AUGURANO
la
pace
,
cioè
la
vittoria
germanica
e
il
disastro
dell
'
Italia
e
dell
'
Intesa
.
Dall
'
altro
coloro
che
vogliono
affrontare
fin
da
oggi
tutte
le
responsabilità
e
che
lavoreranno
sempre
per
la
vittoria
della
guerra
.
Dirò
prossimamente
,
sui
modi
,
i
limiti
e
gli
obiettivi
di
questa
nostra
organizzazione
di
cui
mi
limito
oggi
a
indicare
la
imminente
generica
necessità
.
Ma
non
voglio
chiudere
senza
esprimere
il
mio
compiacimento
nel
notare
che
l
'
on
.
Bonomi
,
in
un
articolo
del
Giornale
del
Mattino
,
di
cui
avrò
modo
di
parlare
,
per
quanto
con
criteri
diversi
e
forse
contrari
,
sia
venuto
alla
stessa
conclusione
dell
'
organizzazione
delle
forze
interventiste
NEL
PAESE
.
L
'
on
.
Bonomi
vuole
che
si
costituisca
nel
paese
a
simiglianza
di
quanto
sul
voto
recente
è
avvenuto
a
Montecitorio
,
una
alleanza
democratica
.
Io
dico
che
non
il
Paese
deve
scimmiottare
il
Parlamento
e
i
fenomeni
più
o
meno
sinceri
parlamentari
:
ma
il
Parlamento
e
i
suoi
partiti
devono
adeguarsi
al
Paese
e
alle
sue
reali
e
concrete
tendenze
di
fatto
.
Brevemente
,
salvo
a
spiegarmi
in
seguito
,
io
non
sono
per
il
vecchio
bandierone
democratico
che
,
non
meno
della
ideologia
socialistica
,
è
stato
seppellito
dalla
guerra
europea
.
Socialismo
e
Democrazia
sono
la
medesima
cosa
.
Morto
l
'
uno
,
in
una
certa
sua
forma
,
morta
l
'
altra
.
Alleanza
democratica
!
Un
nome
e
una
cosa
suggestiva
!
Ma
toh
!
chi
si
vede
!
Ritornano
a
galla
i
cadaveri
?
Ritornano
i
fenomeni
politici
che
spazzammo
via
con
un
riuscito
colpo
di
mano
nelle
giornate
di
maggio
?
La
piattaforma
ci
è
data
dalla
piazza
comiziante
in
maggio
nel
1915
.
Non
facciamo
passi
sbagliati
,
e
,
sopra
tutto
,
non
facciamo
passi
indietro
,
non
rivalorizziamo
,
in
nome
della
democrazia
,
ciò
che
deponemmo
nella
fossa
.
Altro
che
democrazia
e
Alleanza
democratica
!
La
vecchia
mentalità
formalistica
,
dommatica
,
canonica
,
massonica
,
teutonica
-
lazzariana
dev
'
essere
credo
finita
.
La
nuova
mentalità
politica
vuol
essere
,
dev
'
essere
libera
,
realistica
,
pragmatistica
,
cioè
veramente
idealistica
.
Quanto
idealismo
senza
formule
,
senza
programmi
,
senza
partiti
,
senza
bandierone
e
nessuna
congrega
nelle
giornate
di
maggio
!
Furono
giorni
di
vivida
creazione
!
Questo
è
pure
mi
piace
il
dirlo
il
pensiero
in
private
conversazioni
espressomi
dal
nostro
migliore
duce
Benito
Mussolini
,
assente
.
Non
impegniamoci
troppo
per
scadenze
lontane
.
Vogliamo
programmi
concreti
,
PER
LA
VITTORIA
,
per
il
DOPO
GUERRA
,
per
questi
soli
concreti
obiettivi
.
Per
ora
.
I
partiti
restino
pure
ligi
ai
loro
ideali
per
l
'
anno
2000
.
Fascio
non
vuoi
dire
abolizione
dei
«
partiti
»
e
omicidio
di
coloro
che
vogliono
prestar
fede
alle
loro
care
ed
eterne
immacolate
idee
.
Non
partiti
statici
,
ma
dinamici
.
Non
alleanze
,
ma
intese
,
fasci
,
unioni
,
leghe
provvisorie
,
temporanee
,
a
scadenza
breve
,
fino
a
quando
(
e
ci
vorranno
anni
e
anni
!
)
si
liquiderà
la
guerra
in
sé
e
nelle
sue
complesse
e
connesse
conseguenze
.
Lavoro
ce
n
'
è
per
i
buoni
e
per
i
sapienti
.
Non
Alleanza
democratica
,
ma
Fascio
nazionale
.
Non
nazionalista
.
I
nazionalisti
verranno
a
noi
.
Anche
perché
sulla
piazza
in
maggio
furono
con
noi
ai
primi
posti
.
Bisogna
andare
innanzi
,
ma
guardarci
indietro
:
al
maggio
1915
,
punto
di
origine
della
nuova
storia
e
lotta
politica
italiana
.
DAL
PAESE
AL
PARLAMENTO
,
NON
VICEVERSA
,
on
.
Bonomi
.
E
non
abbiamo
bisogno
della
democrazia
.
È
una
parola
vana
.
Col
diavolo
,
anche
con
un
forcaiuolo
,
se
vorranno
la
vittoria
d
'
Italia
e
se
accetteranno
fino
alle
estreme
conseguenze
il
fatto
e
l
'
idea
della
guerra
.
Oggi
e
specialmente
domani
.
Ma
ne
riparleremo
.
StampaQuotidiana ,
Manoscritto
in
una
bottiglia
lo
sapevamo
:
anzi
,
dopo
il
celebre
racconto
di
Poe
,
è
tra
le
immagini
che
piacciono
alla
critica
letteraria
:
ma
il
libro
in
una
bottiglia
nessuno
l
'
aveva
mai
inteso
,
prima
di
questo
Natale
.
Ora
eccolo
,
un
libro
da
tenere
sugli
scaffali
non
della
biblioteca
ma
del
bar
:
I
cocktails
di
Luigi
Veronelli
,
lire
diecimila
.
Potrà
sembrare
la
più
frivola
fra
le
strenne
,
e
invece
è
un
'
opera
scientifica
che
è
costata
all
'
autore
fatiche
,
ripensamenti
,
riassaggiamenti
,
per
mettere
insieme
un
colossale
fastello
di
schede
,
pronte
alla
fine
di
aprile
.
Da
maggio
a
ottobre
ci
hanno
lavorato
,
con
la
pazienza
certosina
dei
bibliografi
,
tre
grafici
e
due
redattori
,
ed
a
capo
dell
'
équipe
c
'
era
Giampaolo
Dossena
,
giovane
studioso
cremonese
che
notoriamente
beve
soltanto
vini
-
e
talvolta
grappe
-
piemontesi
.
Carta
speciale
,
due
indici
analitici
(
generale
e
per
«
basi
»
)
,
risguardi
orientativi
,
a
mo
'
d
'
illustrazione
autentiche
etichette
di
liquori
,
che
vanno
attaccate
al
foglio
una
per
una
,
con
quattro
goccioline
di
colla
ai
vertici
.
Divertente
,
dirà
chi
lo
acquista
,
ignorando
l
'
immane
opus
d
'
un
manipolo
di
specialisti
.
Per
chi
la
compra
,
dunque
,
la
strenna
libraria
ha
sapore
di
festa
,
di
caldarroste
,
vischio
e
panettone
;
a
chi
la
confeziona
,
ma
specialmente
a
chi
la
scrive
,
rievoca
invece
il
solleone
,
la
città
che
comincia
a
vuotarsi
,
la
sospirata
imminenza
delle
valigie
fatte
per
andarsene
in
campagna
.
Alle
strenne
di
quest
'
anno
,
personalmente
ho
contribuito
con
un
racconto
per
ragazzi
,
che
,
insieme
ad
altri
undici
,
forma
una
antologia
intitolata
Cuore
1963
.
La
consegnai
all
'
editore
il
12
di
giugno
,
e
con
il
compenso
mi
ci
pagai
la
casa
alla
Polveriera
,
in
Versilia
.
Lo
scorso
anno
non
feci
strenne
.
Nel
'61
invece
collaborai
a
un
almanacco
letterario
:
siccome
m
'
era
toccato
il
calendario
dei
fatti
,
non
ricordo
come
riuscii
ad
arrivare
sino
al
mese
di
ottobre
,
con
la
mia
cronachetta
,
e
senza
sballare
un
solo
turno
in
tipografia
.
Nel
'60
invece
tradussi
di
gran
furia
un
grosso
volume
bene
illustrato
su
Roma
antica
e
moderna
,
di
autore
anglo
-
indiano
.
Ci
misi
una
settimana
,
consegnai
il
malloppo
,
incassai
il
compenso
e
senza
nemmeno
tornare
a
casa
presi
il
treno
per
Sarzana
,
dato
che
l
'
editore
,
a
quei
tempi
,
aveva
la
sede
vicino
alla
stazione
centrale
.
Nel
'58
non
andai
in
vacanza
,
passai
il
mese
d
'
agosto
in
canottiera
,
porte
e
finestre
aperte
per
dare
l
'
illusione
d
'
un
po
'
di
brezza
,
a
tradurre
un
'
altra
strenna
,
che
era
poi
un
volumone
antologico
sulla
vita
dei
cowboys
,
scritto
in
buona
parte
da
allevatori
e
vaccai
autentici
.
Nel
'57
me
la
vidi
con
le
memorie
di
un
soldato
al
Messico
,
e
fu
una
brutta
strenna
:
appena
l
'
ebbi
finita
,
mi
consegnarono
la
lettera
di
licenziamento
.
Così
feci
Natale
senza
nemmeno
i
fichi
secchi
.
StampaQuotidiana ,
Il
capitano
Priebke
è
un
uomo
fortunato
.
Non
solo
perché
per
cinquant
'
anni
non
ha
scontato
nessuna
pena
,
come
molti
suoi
amici
,
ma
perché
non
passa
giorno
senza
che
qualcuno
corra
in
sua
difesa
:
giornali
autorevoli
,
firme
rinomate
,
argomenti
di
ogni
genere
.
La
figura
del
capitano
si
staglia
,
sullo
sfondo
di
queste
divagazioni
,
non
proprio
come
quella
di
un
eroe
positivo
o
di
un
innocente
perseguitato
,
ma
come
quella
di
un
dignitoso
combattente
che
non
si
può
condannare
e
neppure
giudicare
senza
fargli
torto
e
senza
violentare
il
buon
diritto
e
la
civiltà
liberale
.
E
la
strage
delle
Ardeatine
decade
,
su
questo
sfondo
,
a
episodio
militare
banale
,
se
non
fosse
per
quel
sovrappiù
di
arianesimo
.
Non
può
essere
questa
l
'
intenzione
di
commentatori
come
Panebianco
,
Montanelli
,
Colletti
o
altri
,
ma
questo
è
il
risultato
che
ottengono
quando
sostengono
in
buon
ordine
tesi
di
questo
tipo
:
che
l
'
estradizione
del
capitano
è
stata
«
una
fregatura
»
alla
quale
conveniva
sottrarsi
,
che
il
capitano
ha
ovviamente
ubbidito
,
che
la
politica
agraria
di
Mao
ha
fatto
più
vittime
dell
'
Olocausto
,
e
altre
cose
così
.
È
probabile
che
il
fortunato
capitano
(
ma
ridiamogli
il
grado
tedesco
molto
più
eloquente
)
legga
nel
fresco
dell
'
infermeria
di
Regina
Coeli
i
giornali
italiani
.
Se
lo
fa
,
deve
divertirsi
moltissimo
e
provare
una
gran
bella
soddisfazione
.
Quando
era
un
piccolo
Gauleiter
che
imperversava
in
questo
paese
non
poteva
immaginare
che
anche
da
vecchio
avrebbe
creato
tanta
confusione
nei
tribunali
e
nell
'
intelligencija
dello
stesso
paese
.
Già
l
'
avrà
fatto
ringiovanire
l
'
idea
di
trovarsi
nel
carcere
romano
a
lui
ben
noto
.
È
da
quelle
celle
infatti
,
forse
anche
da
quell
'
infermeria
che
vennero
prelevate
selvaggiamente
molte
delle
335
vittime
designate
.
C
'
è
un
libro
recente
di
una
testimone
diretta
di
cui
varrebbe
la
pena
di
ripubblicare
qualche
pagina
,
anche
se
non
le
ha
scritte
De
Felice
.
Forse
il
fortunato
capitano
medita
di
scrivere
un
'
autobiografia
per
il
«
Corriere
della
Sera
»
e
chiederà
,
per
rinfrescarsi
la
memoria
,
di
ispezionare
quel
«
quarto
braccio
»
preferenziale
dove
ospitava
gli
ostaggi
e
i
morituri
.
Ma
l
'
idea
più
esilarante
,
per
l
'
ex
SS
,
dev
'
esser
quella
che
lo
dipinge
come
un
neutrale
esecutore
di
ordini
.
Ma
davvero
non
sanno
più
,
gli
uomini
colti
del
2000
,
che
cos
'
erano
e
come
agivano
gli
ufficiali
nazisti
mezzo
secolo
fa
?
Non
lo
hanno
mai
saputo
?
Allora
ci
prestino
un
minimo
di
ascolto
,
per
favore
.
Le
SS
e
la
Gestapo
non
ubbidivano
,
comandavano
.
Le
SS
e
la
Gestapo
non
prendevano
ordini
,
li
impartivano
.
Furono
inventate
e
addestrate
proprio
per
questo
.
Non
era
un
ingrato
dovere
,
per
un
loro
ufficiale
,
sparare
alla
nuca
di
sottouomini
ebrei
o
comunisti
,
ma
un
onore
.
Un
onore
e
un
privilegio
personale
,
che
un
bravo
comandante
mai
avrebbe
lasciato
a
un
qualsiasi
Rottenfiihrero
alla
bassa
truppa
come
un
lavoro
sporco
.
È
vero
che
le
tecniche
di
annientamento
della
guerra
nazista
hanno
fatto
scuola
nel
mondo
,
ma
non
mi
pare
un
'
attenuante
.
Così
divagando
e
disquisendo
,
abbiamo
eretto
al
fortunato
capitano
un
monumento
di
sciocchezze
.
Anche
il
maresciallo
Kesselring
pretese
dagli
italiani
un
monumento
,
e
fu
Piero
Calamandrei
maestro
di
diritto
a
dettare
per
l
'
occasione
un
memorabile
epitaffio
.
Forse
l
'
imparziale
Panebianco
farebbe
bene
,
la
prossima
volta
,
a
citare
di
Calamandrei
anche
quell
'
epitaffio
.
È
anacronistico
ma
fa
ancora
rabbrividire
.
StampaQuotidiana ,
Un
altro
villaggio
svizzero
Kienthal
!
s
'
è
acquistato
il
diritto
di
passare
alla
storia
.
Kienthal
!
Mai
sentito
ricordare
con
i
suoi
280
abitatori
!
Lo
vogliono
situato
a
'
piedi
dell
'
Alpe
che
piglia
nome
dal
giglio
.
Fiore
d
'
innocenza
,
che
,
ne
sembra
,
adorna
anche
l
'
immagine
di
San
Luigi
Gonzaga
.
C
'
è
,
dunque
,
il
quadro
e
la
significazione
.
Greppi
rupestri
disseminati
di
oasi
bianche
;
gigli
per
tutto
,
simbolo
di
purità
;
dove
altro
volete
che
nasca
la
pace
?
I
neutralisti
d
'
ogni
pace
mi
diventano
simbolisti
!
Convegno
importante
,
presidiato
da
San
Luigi
!
Degno
patrono
di
tanto
contubernio
!
Ché
quei
convenuti
s
'
abbandonarono
ancora
al
piacere
solitario
di
ponzare
su
le
vicende
mondiali
,
straniandosi
dal
mondo
.
E
,
come
il
protettore
,
non
ebbero
il
coraggio
di
guardare
il
viso
della
patria
la
madre
per
evitare
d
'
essere
indotti
in
tentazione
.
Santucoli
patiti
(
definizione
turatiana
)
che
non
sanno
vivere
,
non
voglion
vivere
e
sognano
di
spengersi
lentamente
come
avvolti
nell
'
atmosfera
d
'
una
innocua
follia
.
E
noi
scacceremo
ben
lungi
il
sempre
turatiano
ticchio
iconoclasta
di
sputacchiar
loro
oscenamente
il
viso
;
ci
limiteremo
a
sorridere
ed
a
pensare
che
s
'
è
vero
il
precetto
biblico
secondo
il
quale
gli
ultimi
saranno
i
primi
,
costoro
giungeranno
presto
e
direttamente
in
paradiso
a
cantare
i
cori
bianchi
in
torno
al
trono
del
creatore
.
Gente
beata
che
alza
gli
occhi
imbambolati
verso
quella
parte
dell
'
orizzonte
donde
presume
che
spunterà
il
famigerato
sole
dell
'
avvenire
e
mormora
,
come
stanca
di
vivere
e
di
vedere
le
nequizie
del
mondo
:
Lasciateci
sognare
!
E
sognate
,
buone
creature
!
È
tanto
bello
il
sogno
mentre
fuori
imperversa
il
fortunale
.
Il
vento
che
stride
e
sibila
,
che
sbatte
le
imposte
,
fracassa
i
vetri
sembra
una
deliziosa
berceuse
che
sospinge
al
letargo
senza
pensiero
,
che
non
è
ancora
sonno
.
E
se
fuori
esseri
umani
sien
morsi
dalla
raffica
e
percossi
dalla
grandinata
,
senza
riparo
,
che
importa
?
È
così
bello
sognare
,
e
così
bello
crogiolarsi
nelle
comodità
che
il
buon
dio
ha
largito
a
fortunati
!
Sognate
,
dunque
,
buone
creature
;
ma
non
pretendete
attraversare
i
destini
del
mondo
con
i
treni
delle
vostre
lamentele
;
in
questi
momenti
ha
diritto
di
parola
solo
chi
operi
;
non
già
chi
s
'
attardi
nella
contemplazione
fachirica
...
del
secolo
divinato
.
Ma
che
vogliono
,
in
fine
,
i
congiurati
di
Kienthal
?
Poco
o
nulla
:
la
pace
?
Il
proposito
non
è
malvagio
.
Dopo
la
guerra
,
in
fatti
,
suole
giungere
la
pace
.
Allor
che
una
guerra
,
con
la
vittoria
d
'
una
parte
contendente
e
con
la
sconfitta
dell
'
altra
,
non
ha
più
motivo
di
continuare
,
i
diplomatici
si
riuniscono
a
congresso
,
foss
'
anche
in
Isvizzera
,
e
decretano
la
deposizione
delle
armi
.
In
questo
senso
anche
noi
siamo
partigiani
della
pace
.
Che
la
guerra
è
uno
stato
di
sovraeccitazione
logorante
,
transitorio
vuoi
essere
.
Né
siamo
così
matti
da
voler
che
il
cannone
tuoni
in
permanenza
.
Ma
son
già
parecchi
i
morti
nostri
e
gli
altrui
.
Si
sarebbero
,
dunque
,
sacrificate
in
vano
tante
vite
,
tante
giovinezze
?
Quali
risultati
potrebbe
avere
una
pace
immediata
,
oggi
,
quando
nulla
è
definito
,
e
se
qualcosa
è
definita
rappresenta
una
crescita
di
potenza
per
le
nazioni
che
aggredirono
l
'
Europa
?
Quali
sono
i
propositi
...
pacifistici
de
'
candidi
piccioncini
,
adunatisi
in
Elvezia
,
fra
i
gigli
?
Una
pace
senza
annessioni
?
Parole
!
Le
nazioni
aggredite
furon
costrette
ad
impugnare
le
armi
appunto
per
difendere
o
per
riconquistare
la
propria
indipendenza
.
È
serio
pretendere
l
'
abbandono
d
'
ogni
idea
annessionistica
,
così
,
a
parole
,
mentre
finora
la
forza
delle
armi
una
forza
assai
più
convincente
delle
chiacchiere
contenute
nelle
risoluzioni
de
'
congressi
non
è
riuscita
a
respingere
gli
aggressori
entro
i
propri
confini
?
Pace
senza
vinti
né
vincitori
!
Baie
!
La
guerra
vuole
proprio
i
vincitori
ed
i
vinti
.
La
virtù
del
verbo
è
nulla
dove
impera
la
forza
.
E
,
dopo
una
violenza
fortunata
,
anche
l
'
arbitrio
diventa
diritto
.
A
'
vinti
,
a
'
violentati
non
resta
che
la
consolazione
di
raccontare
a
'
contemporanei
ed
a
'
venturi
la
spogliazione
subìta
;
ma
il
vincitore
si
gode
in
pace
il
suo
trionfo
e
,
peggio
,
digrigna
i
denti
sempre
meglio
affilati
contro
chi
voglia
tentare
di
attraversargli
il
cammino
per
nuove
spogliazioni
.
Se
il
verbo
della
2.a
Zimmerwald
potesse
trionfare
diamo
per
un
momento
la
pazzesca
ammissione
avremmo
la
giustizia
rovesciata
:
le
vittime
dell
'
aggressione
dovrebbero
anche
pagare
le
spese
del
proprio
funerale
!
In
nome
del
socialismo
,
ch
'
è
soprattutto
idea
di
giustizia
!
Si
vuole
attendere
che
i
socialisti
di
Germania
inizino
una
campagna
in
favore
della
pace
.
I
signori
di
Kienthal
saran
serviti
,
vedrete
.
In
fatti
,
non
deve
riuscir
difficile
a
quegli
ottimi
«
genossen
»
chiedere
ora
una
pace
,
che
sarebbe
un
toccasana
per
la
Germania
.
Che
possono
temere
da
una
pace
gl
'
imperi
centrali
?
Tanto
poco
che
persino
nella
risposta
agli
Stati
Uniti
se
ne
sono
proclamati
paladini
.
Hanno
sommerso
il
Belgio
e
la
Serbia
,
sono
in
Francia
;
hanno
molta
parte
della
Russia
;
tengono
per
i
capelli
Bulgaria
,
Turchia
!
In
somma
,
hanno
ottenuto
quanto
potevano
ragionevolmente
non
già
...
teutonicamente
,
ch
'
è
il
contrario
aspettarsi
dalla
mostruosa
preparazione
loro
e
dalla
iperbolica
...
impreparazione
altrui
.
La
guerra
può
considerarsi
vittoriosamente
finita
per
la
Germania
;
lo
dicono
persino
i
giornali
tedeschi
.
Restano
,
è
vero
,
gl
'
intatti
eserciti
della
Quadruplice
,
i
quali
ora
soltanto
cominciano
a
diventare
pericolosi
.
L
'
han
capito
gli
alemanni
a
Verdun
,
i
turchi
ad
Erzerum
,
a
Trebisonda
;
lo
capiscono
i
tedeschi
e
gli
austriaci
su
la
fronte
russa
e
su
quella
italiana
.
Ma
niente
paura
,
e
sempre
avanti
i
due
imperatori
e
re
!
Agli
eserciti
intatti
e
più
forti
che
mai
della
Quadruplice
,
pensano
i
socialisti
di
Zimmerwald
e
di
Kienthal
.
Anzi
,
se
per
dar
loro
maggiore
autorità
e
maggior
credito
si
renderà
necessaria
un
'
agitazione
pacifistica
in
Germania
,
vi
penseranno
il
kaiser
ed
il
suo
cancelliere
,
vedrete
!
Ché
la
socialdemocrazia
è
alquanto
screditata
!
Medela
[
sic
]
sicura
:
finora
la
Germania
è
in
condizioni
favorevoli
,
ad
indebolire
o
spezzare
la
resistenza
della
Quadruplice
pensano
i
socialisti
zimmerwaldiani
,
foss
'
anche
creando
un
desiderio
di
pace
che
ora
non
esiste
.
In
tal
modo
si
prepara
il
trionfo
del
kaiser
.
Lo
sanno
i
valentuomini
che
si
riuniscono
periodicamente
in
Isvizzera
?
È
un
'
indagine
oziosa
.
Quali
che
sieno
le
intenzioni
loro
,
le
conseguenze
dell
'
opera
sono
tedescofile
.
E
le
conseguenze
,
che
son
fatti
,
contano
.
Azione
illogica
,
dunque
,
anche
se
disinteressata
.
E
perché
illogica
destinata
al
fallimento
.
Ché
le
correnti
pacifistiche
potranno
ornarsi
appena
appena
d
'
un
elemento
:
quello
costituito
da
'
comunque
danneggiati
dalla
guerra
.
Un
elemento
negativo
,
dal
quale
non
si
potrà
mai
trarre
un
'
azione
decisa
.
Vociatori
senza
meta
,
nient
'
altro
.
Ed
è
colpevole
la
propaganda
che
a
tali
elementi
si
rivolge
.
Abbiamo
saputo
sempre
che
il
socialismo
è
il
risultato
del
dinamismo
nelle
cose
.
Per
nostro
conto
integrammo
la
troppo
scheletrica
inanimata
definizione
con
un
'
aggiunta
,
questa
:
e
della
volontà
nelle
persone
.
Ne
dissero
matti
.
Comunque
il
socialismo
che
trae
i
suoi
proseliti
fra
i
malcontenti
,
che
elevano
a
fede
solo
il
proprio
malcontento
è
socialismo
da
rigattieri
.
Si
dilegua
facilmente
allor
che
una
qualsiasi
partitanza
borghese
o
Aretina
gli
muova
concorrenza
con
benefici
più
immediati
.
Propaganda
indegna
,
quindi
,
quella
che
sfrutta
il
danno
economico
d
'
un
popolo
,
o
il
dolore
d
'
una
madre
.
Persuadere
bisogna
,
ed
i
convenuti
di
Kienthal
non
han
ragioni
da
esporre
.
Onde
ogni
risoluzione
loro
è
...
telum
imbelle
sine
ictu
.
C
'
è
il
mezzo
per
ottenere
rapidamente
la
pace
.
È
quello
di
vincere
rapidamente
.
Per
ciò
occorrono
energie
fuse
nel
bronzo
,
volontà
d
'
acciaio
temprato
,
resistenza
eroica
al
tempo
ed
agli
eventi
!
Ed
armi
occorrono
.
La
pace
non
vuol
profumi
di
gigli
;
odore
acre
di
polvere
ci
vuole
.
Però
lasciamo
gl
'
innocui
maniaci
alle
adorazioni
loro
per
San
Luigi
,
ed
il
popolo
italiano
intensifichi
il
suo
sforzo
per
vincere
.
È
il
modo
migliore
per
affrettare
la
pace
!
StampaQuotidiana ,
La
buona
sementa
fu
gettata
e
si
vedrà
:
non
invano
!
MUSSOLINI
Allor
ch
'
ebbe
luogo
il
primo
Congresso
de
'
Fasci
molti
sogghignarono
.
I
cervelli
sistemati
a
casellario
non
potevano
concepire
l
'
efficacia
d
'
un
raduno
fra
uomini
provenienti
da
varie
scuole
politiche
.
E
profetarono
la
confusione
babelica
(
oh
,
non
è
forse
l
'
endice
dell
'
Internazionale
zimmerwaldiana
,
la
calunniatissima
torre
di
Babele
?
)
,
l
'
esaurimento
dell
'
energia
di
ciascun
convenuto
nel
ribattere
e
demolire
gli
argomenti
dell
'
altro
.
In
realtà
quel
raduno
,
in
tempi
normali
,
sarebbe
apparso
un
non
senso
.
Però
,
siccome
non
pochi
uomini
giungono
troppo
tardi
alla
comprensione
de
'
problemi
che
urgono
ed
urlano
,
fu
scambiata
l
'
ora
tragica
della
guerra
europea
con
i
tempi
idillici
della
pace
,
turbata
qualche
volta
da
conati
rivoluzionari
,
sedati
prontamente
da
coloro
stessi
che
rivoluzionari
si
dicono
,
ma
che
la
rivoluzione
concepiscono
a
guisa
di
fatto
che
si
produrrà
,
certamente
;
ma
senza
scosse
troppo
brusche
.
Di
qui
il
sogghigno
dello
scetticismo
imbelle
e
la
profezia
d
'
insuccesso
sicuro
!
Miopi
!
I
critici
scambiavano
evidentemente
il
desiderio
loro
con
una
realtà
obiettiva
.
Il
Congresso
de
'
Fasci
ebbe
un
successo
che
travalicò
i
limiti
d
'
ogni
più
rosea
aspettazione
,
e
ben
presto
furon
sentiti
nella
penisola
gli
effetti
della
forza
impetuosa
ch
'
esprimeva
il
nuovo
organismo
costituito
per
una
precisa
battaglia
.
Quanti
giorni
di
ansia
!
,
quante
vigilie
trepide
!
La
piazza
sembrava
dominata
da
'
più
biechi
elementi
del
neutralismo
tedescofilo
ed
austriacante
.
Il
social
-
neutralismo
aveva
organizzato
le
sue
novene
pacifondaie
e
minacciava
fulmini
e
saette
.
I
preti
sfruttavano
la
morale
cristiana
allo
scopo
di
evitare
un
dolore
alla
senilità
sanguinosa
del
cattolicissimo
imperatore
e
re
.
Gl
'
interventisti
ebbero
la
piazza
il
grande
arengo
per
l
'
espressione
della
volontà
popolare
!
contesa
violentemente
da
uno
strano
connubio
di
fanatici
rossi
e
neri
,
cui
teneva
bordone
una
polizia
usa
ad
attraversare
ogni
azione
generosa
.
Eravamo
pochi
;
ma
la
luce
della
verità
penetrava
nei
meandri
più
scuri
delle
coscienze
.
Cominciarono
,
molti
,
a
sentire
che
la
verità
era
dalla
nostra
parte
.
Conducemmo
lo
schermo
de
'
nostri
ideali
fra
mezzo
i
flutti
dell
'
odio
più
bieco
,
che
cercava
di
morderci
il
cuore
,
e
vedemmo
che
il
manipolo
ingrossava
,
diventava
falange
.
L
'
idea
acquistava
il
possente
ausilio
del
numero
.
I
Fasci
mostravano
di
esistere
e
nella
lotta
della
strada
tempravano
le
energie
per
le
battaglie
della
trincea
.
Uomini
di
varia
fede
,
i
fascisti
!
Già
;
ma
uomini
ch
'
erano
sospinti
da
un
solo
desiderio
entusiastico
,
a
tutti
comune
:
il
desiderio
che
l
'
Italia
intervenisse
nella
grande
lotta
che
si
combatteva
per
impedire
alla
barbarie
d
'
impadronirsi
del
mondo
.
Ed
eran
volontà
che
formavano
un
granito
solo
.
Vinsero
perché
dovevano
vincere
.
Frattanto
,
in
alto
,
armeggii
infinitamente
più
insidiosi
minacciavano
il
disonorare
l
'
Italia
.
Un
'
accolta
di
canaglie
che
in
vano
anche
oggi
cercano
di
rifarsi
una
verginità
politica
e
morale
,
tentando
di
accattarla
nella
virtù
italica
dell
'
oblio
e
fors
'
anche
nella
pietà
nazionale
trescava
col
rappresentante
del
nemico
.
Nelle
giornate
del
più
bel
maggio
di
nostra
gente
tremammo
di
vedere
la
patria
nostra
concedersi
come
femmina
da
conio
a
chi
le
faceva
balenare
dinanzi
agli
occhi
qualche
promessa
;
tremammo
di
dover
rinunziare
per
sempre
alla
nostra
cittadinanza
italiana
per
mendicarne
un
'
altra
qualsiasi
,
nel
centro
dell
'
Africa
.
Ma
il
popolo
italiano
è
pur
sempre
grande
.
I
Fasci
l
'
avevan
lievitato
.
Insorse
con
l
'
impeto
onde
sa
insorgere
ne
'
grandi
momenti
,
occupò
la
piazza
,
impose
un
dilemma
ferreo
:
o
guerra
o
rivoluzione
.
E
fu
la
guerra
.
I
Fasci
sembrarono
sbandarsi
.
La
grande
maggioranza
di
coloro
che
li
avevano
costituiti
corsero
alle
armi
,
volontari
o
richiamati
.
Per
tutto
entusiasmarono
del
loro
entusiasmo
,
nelle
caserme
e
nelle
trincee
.
Riescivano
ad
infondere
il
coraggio
,
la
loro
fede
immensa
.
Parafrasiamo
la
previsione
del
Direttore
di
questo
foglio
:
«
La
buona
sementa
fu
gettata
e
si
è
visto
:
non
invano
!
»
.
Oggi
si
riunisce
il
secondo
Convegno
de
'
Fasci
.
Molti
di
coloro
che
dettero
ingegno
e
fede
per
realizzare
i
voti
del
primo
raduno
non
sono
più
.
E
noi
ripensiamo
,
commossi
,
a
'
nostri
morti
.
E
ne
par
di
sentire
ancora
l
'
oratoria
infiammata
del
nostro
migliore
fanciullo
:
Pippo
Corridoni
;
e
ne
par
di
vedere
i
modesti
ed
entusiasti
,
che
su
le
Alpi
dettero
cantando
la
vita
per
un
sogno
di
redenzione
.
E
pensiamo
agli
assenti
:
a
Benito
Mussolini
,
ch
'
è
là
su
,
in
trincea
a
compiere
tutti
i
sacrifici
,
com
'
è
suo
costume
;
anelante
di
spingersi
impetuosamente
all
'
assalto
con
gli
altri
bersaglieri
d
'
Italia
.
E
ne
domandiamo
:
è
proprio
vero
che
i
nostri
migliori
impieghino
le
energie
loro
meglio
contro
il
nemico
esterno
che
se
fossero
rimasti
a
combattere
contro
il
nemico
interno
insidioso
e
vile
?
Ché
gl
'
interventisti
si
son
visti
in
questa
malagevole
situazione
:
vollero
la
guerra
contro
tutti
i
pigmei
della
neutralità
ad
ogni
costo
.
Partirono
quasi
tutti
per
la
fronte
,
ma
,
intanto
,
lasciarono
che
incontrastata
si
svolgesse
l
'
azione
che
non
potendo
più
evitare
il
fatto
tendeva
a
sabotarlo
.
E
come
ieri
si
parlava
di
neutralità
ad
ogni
costo
,
oggi
si
parla
di
pace
ad
ogni
costo
:
anche
a
prezzo
di
vergogna
,
a
costo
di
rendere
inutili
i
sacrifici
sinora
compiuti
!
Ma
il
Congresso
d
'
oggi
prova
come
i
Fasci
non
sieno
morti
.
La
propaganda
sabotatrice
troverà
,
dunque
,
un
antidoto
salutifero
.
C
'
è
ancora
gente
decisa
come
noi
a
difendere
i
soldati
dagli
attacchi
alle
spalle
.
Ed
il
compito
sarà
assolto
con
fede
e
con
rinnovata
energia
.
Molti
e
gravi
problemi
incombono
su
l
'
Italia
e
l
'
Europa
.
I
fascisti
,
come
contribuirono
a
spingere
il
paese
nostro
per
la
via
che
gli
additavano
il
dovere
,
l
'
onore
e
anche
l
'
interesse
,
devono
contribuire
validamente
a
vigilare
,
su
l
'
alto
e
sul
basso
,
perché
i
sacrifici
compiuti
finora
non
sieno
frustrati
.
È
stato
detto
giustamente
che
la
guerra
non
si
combatte
solo
alla
fronte
.
Abbiamo
ancora
il
paese
gravido
di
referendari
variamente
camuffati
;
abbiamo
un
socialismo
ufficiale
,
che
nulla
trascura
per
tener
fede
al
verbo
zimmerwaldista
:
un
verbo
teutonico
;
abbiamo
un
clericalismo
che
maschera
cautamente
la
sua
tedescofilia
sotto
un
velo
di
patriottismo
,
che
non
giunge
fino
a
rinunziare
ad
ogni
pazzesca
velleità
temporalistica
;
abbiamo
una
parte
della
borghesia
,
che
non
sa
scordare
i
vecchi
amori
teutonici
;
vi
son
parecchi
così
detti
intellettuali
,
che
spasimano
anche
oggi
per
i
professori
di
Germania
;
siamo
deliziati
da
un
parlamento
composto
in
parte
cospicua
di
gente
senza
fede
e
sfornita
della
più
elementare
onestà
morale
.
A
tutte
codeste
insidie
devono
vigilare
i
fascisti
.
E
se
il
congresso
ordinerà
un
lavoro
organico
perché
la
nostra
guerra
non
venga
rovinata
da
coloro
che
l
'
insidiano
,
avrà
raggiunto
il
suo
scopo
.
Nuova
sementa
per
i
campi
della
coscienza
italiana
;
nuova
sementa
che
si
sparge
in
buon
terreno
e
non
invano
.
A
'
congressisti
il
nostro
saluto
e
l
'
augurio
di
risoluzioni
energiche
e
feconde
!
StampaQuotidiana ,
Gli
mancano
tre
esami
e
la
tesi
per
laurearsi
medico
,
entro
il
prossimo
anno
accademico
,
e
ce
la
farà
senz
'
altro
,
perché
gli
preme
,
perché
crede
in
questa
professione
come
in
un
modo
concreto
,
anzi
manuale
,
di
aiutare
chi
soffre
.
Intanto
,
a
ventisette
anni
,
ha
trovato
il
tempo
per
fare
un
mucchio
di
altre
cose
:
recita
al
«
Gerolamo
»
la
parte
dell
'
allampanato
Gervasino
,
ha
studiato
armonia
e
composizione
,
suonato
il
pianoforte
in
orchestrine
da
ballo
,
comparirà
in
un
film
di
produzione
romana
ma
di
ambiente
milanese
,
ogni
sera
ci
fa
sentire
le
sue
canzoni
in
un
locale
notturno
.
Sono
circa
due
anni
che
Enzo
Jannacci
scrive
canzoni
,
da
Il
cane
coi
capelli
,
che
era
un
garbato
(
e
goliardico
)
nonsense
,
alle
ultime
cose
,
che
sono
le
migliori
.
Nato
e
cresciuto
a
Milano
,
giù
verso
l
'
Idroscalo
-
è
figlio
di
un
aviatore
-
gli
indovini
subito
nel
colorito
e
nei
tratti
marcati
del
viso
l
'
ascendenza
pugliese
,
e
certe
sue
impennate
canore
,
che
paiono
astratte
,
ricordano
invece
i
toni
dell
'
ambulante
,
dell
'
erbivendolo
meridionale
da
poco
inurbato
,
e
tuttora
avvezzo
a
«
cantare
»
la
sua
merce
.
Jannacci
fa
,
oltre
tutto
,
un
lavoro
di
recupero
culturale
per
nulla
trascurabile
.
«
Non
so
se
è
la
prima
volta
che
sentite
questa
storia
...
»
È
il
tipico
incipit
del
cantastorie
.
Oppure
:
«
Dee
scusà
,
ma
mi
vori
canta
,
d
'
un
me
amis
che
l
'
era
andà
a
fa
'
l
bagn
,
su
el
stradun
per
andare
all
'
Idroscalo
;
l
'
era
lì
e
l
'
amore
lo
colpì
»
.
Qui
,
come
si
vede
,
il
dialetto
cede
alla
lingua
proprio
quando
l
'
immagine
,
e
il
concetto
,
è
di
natura
«
colta
»
:
l
'
informazione
data
a
un
passante
,
il
ricordo
di
una
frase
letta
o
sentita
.
L
'
amico
,
in
questo
caso
,
è
un
barbone
che
portava
le
scarpe
da
tennis
e
parlava
da
solo
,
innamorato
di
una
donna
«
bianca
e
rossa
che
pareva
il
tricolore
»
.
Ma
è
difficile
raccontare
una
canzone
di
Jannacci
,
perché
tutte
sono
legate
al
suo
modo
di
farle
sentire
,
che
è
inimitabile
:
bisogna
andarlo
a
vedere
.
Tiene
la
chitarra
dritta
,
orizzontale
,
sotto
il
mento
,
come
per
isolare
una
maschera
dura
e
immobile
;
inteccherito
quasi
ligneo
il
corpo
,
accenna
qualche
raro
passo
,
prima
della
strofa
finale
:
«
L
'
han
truvà
sota
a
un
mucc
de
cartun
;
l
'
han
guardà
,
el
pareva
nisun
;
l
'
han
tucà
,
el
pareva
che
durmiva
;
lassa
sta
che
l
'
è
roba
de
barbun
»
.
Poi
l
'
ultimo
ritornello
gli
esce
di
gola
come
un
urlo
rabbioso
quel
barbone
con
le
scarpe
da
tennis
morto
sotto
un
mucchio
di
cartone
è
veramente
suo
amico
.
La
gente
del
night
sempre
un
po
'
distratta
ride
,
ma
intanto
non
riesce
a
evitare
un
brivido
lungo
la
schiena
.
Ma
chi
è
dunque
Jannacci
,
questo
ragazzo
che
,
smessa
la
maschera
delle
sue
canzoni
,
ridiventa
mite
e
timido
e
compito
?
A
chi
somiglia
?
Ci
pensi
e
ti
viene
in
mente
il
nome
di
Petrolini
:
nessun
altro
.
Difficile
dire
,
oggi
,
se
Enzo
farà
altrettanto
;
se
diventerà
per
esempio
un
buon
medico
e
basta
.
Di
sicuro
però
la
stoffa
è
quella
.