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IERI E DOMANI. EQUILIBRI MONDIALI ( Spadolini Giovanni , 1972 )
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Nella migliore delle ipotesi , il presidente del consiglio Colombo incontrerà fra poche settimane il presidente Nixon - dopo Pompidou , Heath e Brandt - avendo alle spalle un retroterra politico carico di incertezze e di inquietudini . Il suo governo sarà e non sarà in crisi ; il disimpegno repubblicano ne accentuerà la precarietà senza magari superare il limite di rottura : i socialisti del Psi avranno tutto l ' interesse - parole e rimbrotti a parte - a guadagnare tempo e ad arrivare alla scadenza del loro difficile congresso nazionale fissato per la fine di febbraio ; la socialdemocrazia dovrà adeguarsi al rientro di Saragat e ripensare una nuova strategia ... E intanto i grandi problemi internazionali si allargano e si complicano , in sfere interessanti direttamente o indirettamente l ' Italia , senza che la nostra politica estera , pur nei limiti ben precisi assegnati al nostro paese , possa elevarsi a quel tono cui la abiliterebbe una situazione di stabilità e di compattezza democratica , ben oltre la nevrosi che caratterizza lo schieramento delle forze politiche . L ' anno che è finito da poche ore ha visto profondi e radicali rivolgimenti negli equilibri mondiali . In primo luogo : la fine della « diarchia » russo - americana , la sostituzione di un nuovo , e precario , e oscillante equilibrio tripolare a quello che era l ' assetto bipolare scaturito da Yalta , base di tutte le tensioni della guerra fredda ma anche di tutti i ripiegamenti della convivenza pacifica . Gli Stati Uniti hanno aperto alla Cina , e non solo attraverso le squadre di ping - pong ; fra due mesi la visita del presidente Nixon a Pechino consacrerà il nuovo meditato indirizzo della Casa Bianca , in un clima di lancinanti contraddizioni , che vede insieme la ripresa dei bombardamenti americani sul Vietnam del Nord - alleato del comunismo cinese - e le offerte di collaborazione militare del regime di Mao ai colonnelli sconfitti del Pakistan - supremo modello del feudalesimo asiatico . Tutti i miti sono crollati nel corso di questo 1971; tutte le illusioni sono state smentite . Dopo la rapida e crudele guerra indo - pakistana , nessuno crederebbe più al mito di Bandung , al mito di un terzo mondo svincolato dalla logica ferrea delle grandi potenze e quindi portatore di valori di pace , di fraternità , di coesistenza . L ' India erede del messaggio di Gandhi ha operato con la stessa logica severa e spietata dello Stato di Israele , ma senza nessuna delle giustificazioni storiche , di elementare sopravvivenza , che spiegano gli atteggiamenti e alimentano le intransigenze della Gerusalemme ebraica . Gli stessi schemi dei blocchi internazionali sono stati rovesciati : in omaggio al recente trattato di alleanza con Nuova Delhi , la Russia ha coperto l ' aggressione indiana , ha paralizzato l ' Onu per quattordici giorni , ha evitato , col ricorso al diritto di veto , che il Consiglio di Sicurezza potesse imporre una tregua alle ostilità prima dell ' ingresso delle truppe della signora Gandhi a Dacca . La Cina ha sostenuto il Pakistan , ma senza poter superare le barriere di neve dell ' Himalaia e l ' obiettivo squilibrio delle forze con l ' Urss . Cinesi e americani si sono trovati sullo stesso fronte , un fronte impotente , al palazzo di vetro . Il volto dell ' Onu è uscito trasformato dall ' esperienza dell ' anno . La Cina di Mao ha preso il posto di un vecchio e fedele alleato di Washington , Formosa , senza che le proteste americane superassero il limite del cartellone , dello spettacolo . La tribuna dell ' organizzazione internazionale ha immediatamente visto il divampare del contrasto russo - cinese in forme che hanno fatto dimenticare , o impallidire , gli episodi più aspri dell ' antagonismo russo - americano negli anni cupi della guerra fredda . È stato il crollo delle ideologie . L ' Unione Sovietica ha abbandonato ogni residua superstizione di « universalismo proletario » , ha liquidato ogni fedeltà , anche di facciata , alla tradizione leninista dell ' alleanza dei paesi poveri contro i paesi ricchi , delle nazioni proletarie contro quelle capitaliste e « sfruttatrici » . La pressione sui paesi comunisti dell ' Est europeo si è accentuata : sia pure con una tecnica più sfumata e articolata di quella sperimentata a Praga , con l ' uso dei carri armati sovietici , e sanzionata dal recentissimo plebiscito elettorale del 99 per cento , sul modello staliniano dei vecchi tempi . Le indocilità romene sono state domate ; la Jugoslavia è stata tenuta a freno - e quale freno ! - con le minacce del separatismo croato alternate ai fermenti di dissidenza nella stessa classe dirigente del partito comunista . Dalla parte opposta gli Stati Uniti hanno attenuato , per ragioni talvolta anche fondate e comprensibili , l ' impegno globale della loro politica , sia nell ' Atlantico sia nel Pacifico , hanno dato l ' impressione di una svolta verso un « isolazionismo » almeno psicologico . Alleati tradizionali , come il Giappone , sono stati messi in gravi difficoltà . La politica di apertura della Germania federale verso la Russia - la Ostpolitik di Brandt - ha potuto superare alcune tappe senza un vero condizionamento americano . Se non fosse stato per il provvido incontro delle Azzorre fra Nixon e Pompidou e per il compromesso che ne è scaturito circa la svalutazione del dollaro , la stessa tempesta monetaria di mezzo agosto avrebbe finito per compromettere gravemente i rapporti fra Stati Uniti e mondo europeo , vanificando i vincoli formali di un patto atlantico che si distacca sempre più dallo spirito e dalle convinzioni dei suoi aderenti . Occorre riconoscere che l ' Italia , e la diplomazia italiana , si sono comportate con sagacia e coerenza nell ' intera vicenda della crisi monetaria : in una posizione costantemente e consapevolmente tesa a superare i motivi di contrasto o di rottura fra Europa e Stati Uniti . E con i risultati di cui tutti i nostri soci hanno beneficiato , ma di cui non poco merito deve essere attribuito ai titolari della nostra politica estera ed economica . Le scadenze di domani trascendono ormai la dimensione monetaria e il pur grave problema degli scambi internazionali , avviato a soluzione dalla cancellazione della iniqua sovrattassa americana . Quello che è in giuoco , nel rimescolamento degli equilibri mondiali , è il ruolo dell ' Europa . Nixon assegnò al nostro continente la funzione di « quarto grande » quando elaborò , sulla guida di Kissinger , la strategia di apertura a Pechino e la via degli assetti tripolari . Senonché quel ruolo deve essere conquistato , e diciamolo pure riconquistato , attraverso gli sforzi e i sacrifici di tutti gli europei . Nulla deriva più dal diritto divino e tanto meno dal diritto della tradizione . L ' Europa sarà una realtà viva nella misura in cui vorrà esserlo : a cominciare dall ' Italia .
CATALOGO DI MOGLI LOMBARDE ( Bianciardi Luciano , 1963 )
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La prima di cui si abbia notizia è la donna lombarda dela celebre canzone , quella che attossica il marito col velen del serpen . Moglie , dobbiamo intendere , e non donna , perché fu coeva , forse , dire Totila , e in ogni caso , secondo la prima redazione di quel canto « domina longobarda » . Ma queste sono cose successe tanto tempo fa , come diceva il parroco di Travale , e lasciamo perdere anche Lucia Mondella in Tramaglino e la bella pigotta , per venire alle più ordinarie e contemporanee . Il catalogo è vasto : c ' era la moglie , anzi la sposa bambina di Alfonso Gatto , e c ' è la moglie di Giorgio Soavi , che notoriamente dorme , mentre lui persegue nelle sue fughe letterarie la ragazza - cane e la ragazza - da - corsa . E per la verità ci sono anche mogli da corsa , per esempio quella di Giorgio De Gaspari , che va in giro vestita come Malabrocca , e con la macchina da autocross . Poi c ' è tutt ' altra categoria - la moglie di Vigevano : l ' ha sposata il pittore siciliano Edoardo Franceschini . Costei legge Proust e soffre di liftofobia , cioè d ' una irrazionale paura degli ascensori , e perciò è capace di fare otto piani di scale . Viene quindi la categoria delle mogli - record ( intendi « disco » ) ; quella a quarantacinque giri , legittimamente coniugata con Vittorio Metz , e quella prebellica , normale , tranquillante e protettiva , insomma a settantotto giri . È il caso della moglie di Marcello Marchesi , che sta a sentire indulgente il marito ( a trentatré giri ) quando attacca la filza delle ultime trovate : brodo scaccia brodo , Oreste Del Buono c ' è ma è sempre quello , nella libreria del finanziere non manchi il dizionario delle buone maniere , la cioccolata è una cosa seria , mangiare è un diritto , digerire un dovere , ho fatto battezzare il gatto , è peccato ? Ci sono le mogli portatili , come quella del play - boy sanremese Mario Acquarone , le mogli alte e le mogli basse , le mogli retroattive e le mogli ipotetiche , le mogli calde , le fredde e le scozzesi , che fan venire il raffreddore se prese con poca cautela . Ci sono infine le mogli incomunicabili . La più perfetta l ' ho vista sabato scorso non in un film di Antonioni , ma in un bar di piazzale Baracca . Sopra i sessanta , modesta nel vestire ma ben ravversata , alla moda dei suoi tempi . Sedeva tacita e immobile accanto a lui , settantenne , ovvio pensionato , coi calzoni lisi ma stirati bene e uno spillo alla cravatta . Immobile e tacito anche lui . Hanno aperto bocca soltanto alle ordinazioni : lei un tè , lui un caffè . Hanno bevuto , appena i gesti indispensabili , poi di nuovo silenzio e rigore . Poi , finalmente , il colloquio , due battute . Lei : « Il tè non fa male , il caffè sì » . Lui : « Mavadaviaipè » .
Quota 250 ( Pintor Luigi , 1996 )
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Si sa che l ' evasione fiscale è arrivata « di slancio » ( così si esprimono sportivamente gli ispettori del fisco ) alla cifra pazzesca di 250 000 miliardi . È quasi il doppio del disavanzo statale che fa piangere i governanti . Moltiplicata per vent ' anni ( dura da sempre e durerà sempre ) supera il totale del debito pubblico che turba i nostri sogni europei . Questa notizia lascia tutti indifferenti . I giornali non commentano . Gli esperti non intervengono . Il professor Modigliani non è apparso in televisione . L ' avvocato Agnelli non ci ha dato i suoi consigli . Il presidente Scalfaro non ha esternato . Il parlamento distilla gli emendamenti autonomi alla legge finanziaria . Eppure è una notizia affascinante . Vuol dire che una metà della ricchezza nazionale , detta anche base imponibile , sfugge al fisco . Vuoi dire che una buona parte della popolazione non paga come dovrebbe o non paga affatto , né direttamene né indirettamente . Vuoi dire che solo i cittadini a reddito fisso pagano senza scampo , gli stessi a cui si tagliano le pensioni e i servizi per tappare il buco aperto nei conti pubblici dall ' evasione dei ceti abbienti . È un meccanismo geniale , che non merita scandalo ma compiacimento . Siccome il carico fiscale è teoricamente eccessivo , l ' evasione serve a ridurlo empiricamente . È un meccanismo molto più sbrigativo ed efficiente di quanto non sarebbe una riforma che riequilibrasse e redistribuisse il carico fiscale con misura ed equità . È un meccanismo che privatizza , per così dire , anche le tasse , lasciando 250 00o miliardi nelle mani di chi sa farne buon uso . È un meccanismo perfettamente in regola con la filosofia dominante nell ' economia , nella società e nella politica nazionale . L ' evasione , in queste proporzioni , cessa di essere un reato o un danno per la comunità , o per uno Stato castrato e immeritevole . Diventa un regolatore e un incentivo , un record che nessun paese europeo può vantare e che ci pone all ' avanguardia del liberismo continentale , garantendo consenso e stabilità di governo . È perfino strano che si sia fermata a quota 250 , visto che non è in alcun modo perseguita e non si rischiano fotografie in flagranza di reato . È perfino strano che non si azzeri ogni prelievo , salvo che sulle buste paga , come si invoca nelle piazze . Proporrei una Commissione bicamerale . L ' articolo 53 della Costituzione dice che « tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva » , e che « il sistema tributario è informato a criteri di progressività » . È tempo di abrogarlo , con larghissima intesa .
SPIRITOSI I DONI MA SCARSI ( Bianciardi Luciano , 1963 )
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Pace in terra agli uomini , ma ai bambini un po ' meno : il primo regalo degli amici al pupo è stato un bel completino da bersagliere , con trombetta , mitra , cinturone , due bombe a mano , l ' elmo e il piumetto . Mancava soltanto la cartolina rosa del richiamo alle armi . Tenaci i dolciari coi loro grappoli di lumi e le vetrate a colori , per il resto nessuna luminaria . I vigili condonavano qualche ammenda , e gli autisti di tassì erano meno protervi nella loro rabbia contro una donna al volante anziché come sogliono « Genuvefa » , la chiamavano semplicemente « Befana » , che è in fondo immagine gentile e festiva . Più scarsi i doni , ma concreti e spiritosi . Cioè , bottiglie , oppure storielle buffe . Per esempio , Bruno Munari ha spedito un suo breve saggio , nel quale tra le altre cose descrive i piselli , così come li vedrebbe un « industrial designer » , pillole alimentari di diversi diametri , confezionate in astucci bivalve molto eleganti per forma , colore , materia , semitrasparenza e semplicità di apertura . Basta premere coi polpastrelli e le pillole non cadono , perché trattenute da una puntina di adesivo . Non occorre restituire l ' involucro , lo si può senz ' altro gettare . Emilio Tolaini invece ha regalato un suo bel gioco pisano dell ' oca : alle varie caselle s ' incontrano Kinzica , Bonanno , Vittorio Alfieri furibondo per la pioggia incessante ed Enrico Fermi , che fu già scolaro alla Normale e aveva imparato sin da quei tempi a distinguere i funghi buoni dai velenosi . A proposito di Pisa , in casa di Alfredo Pigna a mezzanotte in punto s ' era sparsa la voce che era caduto il campanile ( la metà alta ) : smentita poi la brutta notizia , Dino Buzzati , Tony Dallara e Rosalina Neri hanno intonato in coro cogli amici la vecchia canzone della torre che pende e mai non vien giù . Prima di tornarsene a Roma i cinematografari sono stati prodighi di abbracci e di baci , tutti quanti , dalla primadonna all ' ultimo macchinista . Soltanto strette di mano , all ' opposto , fra i colleghi più tranquilli e pensosi disposti alle confidenze , ai buoni propositi , agli esami di coscienza . Uno m ' ha detto che vuole scrivere un libro sperimentale , leggibile in due chiavi : sia come storia delle deviazioni sentimentali d ' un giovane nei nostri tempi , sia come vademecum dell ' automobilista nel traffico urbano . Anche il titolo dovrebbe essere a doppio taglio : I sensi vietati .
Vicini all'inferno ( Pintor Luigi , 1999 )
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Quando scoppiò la seconda guerra mondiale ( che non è mai finita ) pochi se l ' aspettavano . Credevano che si sarebbe fermata , prima , in Spagna oppure in Austria o in Cecoslovacchia . Poi credevano che la pugnalata di Mussolini alla Francia si sarebbe conclusa con tremila morti da gettare sul tavolo della pace . E gli americani tutto potevano immaginare meno che l ' attacco giapponese a Pearl Harbour . Non è per dire che siamo alla vigilia della terza guerra mondiale e non ce ne accorgiamo . I rapporti di forza mondiali e continentali sono cambiati e l ' eventualità di un conflitto generalizzato appartiene ancora al futuro . Ma siamo già entrati e viviamo , nel presente , dentro una guerra che coinvolge l ' Europa , il suo territorio e le sue popolazioni . Quindici giorni fa non Io sospettavamo , tra quindici giorni che cosa accadrà che non sospettiamo ? Non è un ' operazione punitiva o di dissuasione , è una guerra che vuole l ' avversario in ginocchio . Non è una guerra dichiarata da un organismo internazionale né dai parlamenti nazionali ma decisa da grandi potenze associate in un patto militare che scavalca i suoi compiti istituzionali . È una guerra diretta contro un paese sovrano , una nazione , a cui si nega sovranità perché ne fa cattivo uso . È una guerra che dichiara il fine umanitario di impedire il massacro in Kosovo ma non lo impedisce e somma massacro a massacro . Mi domando come i serbi giudichino questa guerra che devasta le loro città . Probabilmente hanno un ricordo del 1939 più preciso del nostro . Per chiamare alla mobilitazione e alla resistenza , la propaganda del regime di Milosevi ? diffonde filmati antinazisti e non fa appello solo al sentimento patriottico ma a questa memoria . Clinton e i suoi generali d ' acciaio paragonano a Hitler qualunque nemico , ma per i serbi Hitler pilota oggi i bombardieri tedeschi ed euroamericani che volano sulle loro teste . Lo pensano solo i serbi o tutto il mondo slavo ? Non si sa , a questo punto , quale sia il retroterra mentale degli strateghi americani . Se la Serbia non cadrà in ginocchio a implorare pietà , fino a quando e fino a dove porteranno l ' escalation ? È difficile che incassino una sconfitta militare e politica , c ' è una megalomania e un impulso di onnipotenza biblica nel loro modo di agire , soprattutto c ' è l ' interesse a menomare in culla l ' Unione Europea , dove non abita nessun De Gaulle . Sbarcheranno e sbarcheremo nei Balcani come in Normandia ? L ' Italia è in prima linea in questa avventura , non solo per ragioni geografiche ma perché ha una storia nei Balcani ( non una bella storia ) . Non è più « solo » una portaerei e qualche suo ministro si spinge a ipotizzare un coinvolgimento di truppe . Ma non è l ' Italia fascista , è l ' Italia repubblicana : ecco un ' evoluzione storica che non immaginavamo . No , la mozione della maggioranza di governo non tratterrà i Cruise per la coda : forse è peggio di niente , perché ci attribuisce un protagonismo che ha come presupposto il consenso incondizionato alla scelleratezza della guerra . Solo un ' insorgenza dell ' opinione pubblica può cambiare il corso delle cose e impedire che finisca in un inferno per tutti . È difficile , ma favorire questa presa di coscienza è l ' unica possibilità che abbiamo .
SAREBBE ORA DI CHIUDERE, RAGAZZI! ( Bianciardi Luciano , 1964 )
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Cominciarono a mitragliare subito dopo Natale : Cosa fate l ' ultimo dell ' anno ? Chi vedete ? Con chi uscite ? Avete qualche idea ? E subito sotto con le idee : si potrebbe cenare giù da Enrico , un po ' caro , quindicimila a testa , oppure andarci , già cenati , e consumare , diecimila a testa , un po ' caro , ma l ' ultimo dell ' anno viene una volta all ' anno , o magari un posticino fuori porta , alla buona , un ' ora di macchina , due ore di macchina , o sennò da Ubezio , ci viene anche Salerno , ci viene anche Cesarina la Pazza , ci viene anche ... ma voi insomma cosa fate l ' ultimo dell ' anno ? Non facciamo niente . Si mette al fuoco la pentola grossa , con dentro gallina , mezzo chilo di biancostato e gli odori , a cuocere pian piano , così per cena c ' è lesso e fior di brodo e avanza anche per rifarci i tortellini domani . Come panettone si prende quello che costa meno , tanto sono tutti eguali , e il formato da mezzo chilo , tanto mezzo il panettone avanza sempre e rinseccolito farà forse bene alla gola , ma più giù della gola , non scende . Si guarda la televisione , un programmino in stretta economia , spezzoni di roba vecchia , con un presentatore anche lui in economia . E si fanno i conti , dare e avere , fatto e malfatto , rammentato e scordato . Non c ' è forse un amico , oramai , al ministero del Bilancio ? A mezzanotte si suona il campanello dei coinquilini , anzi dei casigliani , e si stappa con loro una bottiglia di spumante da 700 lire . E si fiondano dalla finestra le lampadine fulminate . Come botto basta e avanza . Poi a dormire . Sarebbe ora di chiudere ragazzi , dice pressappoco uno dei nostri più valenti poeti nuovissimi . Sicuro , è finito il miracolo , anzi non c ' era mai stato , perché i miracoli , se va bene , li fanno i santi . Comincia l ' anno dell ' austerità e della programmazione , anche spicciola . Allora ragazzi , intesi , non buttate quattrini dalla finestra , dalla finestra casomai si buttano le lampadine fulminate . State buoni e fermi . Chi ha una bella casa non la cambi , e se la goda , non ne fugga come un forsennato a ogni festa del lunario . Chi vuol viaggiare viaggi , ma sul serio : non già tutte le domeniche ai laghi , o in montagna , o in Riviera , bensì un mese filato a Tokio . E poi un mese immobili , a pensare com ' era Tokio , perché se non viaggia il cervello è come se non viaggiasse niente . Usate pure l ' automobile , ma ricordatevi che è una macchina non una persona . Sentimenti e passioni tornate a trasferirli sul giusto oggetto , sulla donna vostra , che se lo merita . E lasciate stare le donne degli altri , soprattutto non cercate di prenderle a prestito . A prestito anzi , se vi riesce , non prendete e non date nulla . Andateci piano , con le rate , e basta con le cambiali . Avete mai letto bene come ci è scritto ? Pagherò . Tempo futuro . Gran brutto tempo .
Campi da golf ( Pintor Luigi , 1999 )
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Vorrei sapere se il pilota americano del Cermis , il boy di cui abbiamo dimenticato il nome e la faccia , sta in queste ore bombardando o mitragliando a bassa quota Belgrado . Sarebbe giusto , è un esperto nei voli radenti , lo abbiamo addestrato nelle nostre basi , e ora la nostra dignità nazionale offesa dalla sua assoluzione verrebbe ripagata se quel veterano guidasse questa guerra umanitaria a fianco del generale Clark e del ministro Scognamiglio . Il quale ultimo ha un pregio , quello di aver detto apertamente una verità che D ' Alema ancora tace goffamente ma che era chiara fin dall ' inizio : che anche noi pagheremo presto un prezzo di sangue , come ogni paese europeo , un prezzo incalcolabile se la guerra sfocerà in un ' invasione del Kosovo e quindi della Serbia e dei Balcani , da parte della Nato . Nessuno pensi che , trattandosi di una follia , non si verificherà . Bili Jefferson Clinton , che si fa fotografare in queste ore mentre gioca a golf per rimettersi da altre fatiche , si è assegnato una missione da demiurgo e , se la follia non è una categoria della politica , la volontà di potenza lo è . L ' idea guida è una sola , è il primato militare e produttivo americano a cui tutto dev ' essere subordinato . Non Milosevi ? , che è solo un nazionalista ( folle ? ) , non la Russia che muove le navi ma è al guinzaglio del Fondo monetario internazionale , bensì l ' Europa vecchia e neonata e il suo euro da soffocare in culla : questa è la strategia americana . Se la guerra sfocerà nell ' invasione e nell ' occupazione permanente del Kosovo , un vulcano in perenne eruzione oltre l ' Adriatico , questa non sarà un ' escalation improvvisata ma pianificata fin dall ' inizio . Sarà presentata come « inevitabile » , come clamorosa rappresaglia all ' inaudito sequestro di tre marines americani in Macedonia ? Ma sarà invece il frutto di un freddo calcolo . Non so se i governanti europei siano stati infinocchiati o fossero informati fin dall ' inizio di questa opzione finale e abbiano mentito ai loro popoli . E non so quale tra queste due sia l ' ipotesi peggiore . Che differenza farebbe se avessimo l ' on. Berlusconi a capo del governo ? Forse i toni delle televisioni sarebbero ancora più bellicosi e anche lo spirito umanitario sarebbe più enfatico ( ricordate l ' uomo di Arcore in pianto tra gli emigranti albanesi sul molo di Brindisi ) . Ma non farebbe gran differenza , il Polo ha già al governo i ministri della Difesa e degli Esteri . Una differenza ci sarebbe in senso opposto : nel senso che l ' opinione di sinistra ritroverebbe se stessa e la sua unità nella lotta per la pace e la protesta riempirebbe le piazze . Di fronte a questo paradosso e a questo orrore che cresce su se stesso è difficile sottrarsi a un senso di stordimento e di impotenza . Perfino la voce del Papa , così ascoltata nella sua veemenza profetica contro l ' impero del male , è flebile e ignorata adesso che implora la pace nel giorno di Pasqua . Ma è una ragione di più perché ciascuno faccia sentire la propria voce come può sperando che diventi un coro .
LA ROSA DI MAGENTA ( Bianciardi Luciano , 1964 )
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Un tempo la Rosa veniva a Milano tutte le mattine col gamba di legno , a lavorare in un maglificio . Poi il maglificio ha chiuso , il gamba di legno non cammina più , ma lei a Milano viene lo stesso , tutte le mattine presto , con l ' autobus nuovo . Ora fa i mestieri nelle case dei signori al grattacielo , e forse guadagna di più , pagata un tanto a ora . Va dalla signora inglese , dal proprietario del bar napoletano e dal signor professore . In realtà , la signora inglese è slava ( inglese semmai è suo marito ) , quello del bar non è di Napoli , ma di Bitonto , il professore non è niente , ma siccome in casa ha più di mille libri e scrive sempre a macchina , dev ' essere senz ' altro una persona istruita . Figuriamoci che , quando la conobbe e seppe da dove veniva ogni mattina , fece : « To ' ma lo sa lei , signora Rosa , che a Magenta cento anni fa fecero una grande battaglia ? » . Uno che senza essere di Magenta sa queste cose , dev ' essere senz ' altro un professore . « Lo so , lo so » , rispose lei , « ma poi hanno ricostruito tutto nuovo . » Quando arriva nelle case , suona due colpi brevi di campanello , e si annuncia : « La Rosa ! » . Poi dà anche il buongiorno , ma il professore e sua moglie sono sempre lì che battono a macchina , e qualche volta si dimenticano di rispondere . La pagano il sabato : lei arriva puntuale con il foglietto , il conto delle ore e la moltiplicazione . Ogni tanto alza il prezzo , senza contrattarlo , per conto suo . Si abbocca con le altre donne , cameriere o a ore come lei , e decidono . Decidono di non dare più la cera a mano sui pavimenti : fa venire il « prolascio » . E che bisogna comprare il « respirapolvere » nuovo . O il nuovo detersivo : lo acquista lei stessa dal droghiere e fa mettere sul conto del signor professore , che poverino batte sempre su quella macchina , è svelto e intelligente , ma di soldini ne vede pochi . Bastano appena il sabato , per comprarsi una collanina , o un paio di pantofole ricamate , ai grandi magazzini . E così ripiglia l ' autobus per Magenta , ben vestita come una signora . Fa la sua figura . L ' altro giorno un signore anziano l ' ha fermata per strada , voleva sapere , voleva toccare . « Signora Mariuccia , una donna in questi casi come deve comportarsi ? È vero che i vecchi danno tanti soldini ! » .
Governiamo ( Pintor Luigi , 1996 )
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La sinistra italiana va al governo . C ' è già stata , nei due annidi fondazione della Repubblica , e poi ci ha girato intorno con Nenni , con Moro , con i recenti governi tecnici . Ma è tutta un ' altra cosa . Ora ci va per investitura diretta del popolo , con una coalizione tecnicamente maggioritaria di cui è parte dominante . Dunque finalmente governerà , com ' è da tempo sua aspirazione , e dovrà dimostrare in tempi rapidi di saperlo fare bene , meglio e diversamente da tutti i governi del passato remoto e recente . Il che è difficile , perché difficili e numerosi sono i problemi da affrontare . Ma non poi tanto , perché il consenso ottenuto è sufficiente ed esigente e perché siamo stati governati così male che fare meglio e dare un segnale di novità , non miracoloso ma chiaro e distinto , non è un ' impresa titanica . Penso che si debba deporre ogni diffidenza , non certo lo spirito critico che è un ' altra cosa , e che senza scetticismi o euforie fuori luogo si debba concedere il massimo credito a questa esperienza . Non mi è piaciuta la strada seguita per arrivare al traguardo , ma ora mi sembra secondario . Non salgo sul carro del vincitore perché non mi appartiene , ma consiglio di farlo . Ho scritto cinquanta giorni fa di una probabile vittoria di Pirro , cioè costosa ed effimera , ma è un dubbio da accantonare e semmai una ragione di più per consolidarne il risultato . L ' analisi del voto è molto ardua , molte sono le cose che si prestano a diverse interpretazioni o addirittura non si capiscono . Fatto sta che , sebbene una maggioranza della società sia ancora orientata variamente a destra , ha prevalso politicamente una concezione della democrazia e dello stato sociale che è patrimonio della sinistra . È che conta più di un programma . Senonché non si tratta più , adesso , di predicare attorno ai valori della partecipazione e della solidarietà ma di renderli operanti , anzi governanti . Fino a farli diventare , con pragmatismo ma con determinazione e anche con fantasia , un messaggio di civiltà . Una sinistra non può andare al governo ( e neppure un centro - sinistra ) senza ambizioni pari alle attese che suscita . Cittadinanza , lavoro , istruzione , ambiente , fisco , non sono un elenco di comparti con portafogli ministeriali annessi , ma un tutto . Non credo che porre questo tutto al centro di un ' azione innovativa di governo comporti il ribaltamento delle compatibilità di sistema , può bastare molto meno . Comporta una « riforma intellettuale e morale » , semmai , che non ha prezzo . In fondo , il generale De Gaulle è passato alla storia anche perché fece reimbiancare Parigi . Da noi mi accontenterei di riverniciare scuole e ospedali . E se al posto della leva militare si istituisse un servizio civile altrettanto perentorio , sarebbe una rivoluzione . Nessuno torna indietro . Se lo faremo , dando prova di mediocrità , lo pagheremo a carissimo prezzo non tra cinque anni ma molto prima .
LE UNTORELLE DI VIALE EZIO ( Bianciardi Luciano , 1964 )
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Qualche volta , se la portiera non riesce a bloccarle , ti arrivano fin sull ' uscio di casa . Suonano alle otto del mattino , tu apri con gli occhi gonfi di sonno , ed eccola lì , impalata , con la borsa a braccia che recita : « Siamo lieti di offrirle questo nuovo prodotto per la casa , di cui la sua signora potrà constatare immediatamente i vantaggi » . Ti mette in mano una scatola di qualcosa , poi continua : « Per aprire la scatola basta premere sull ' angolo superiore e strappare leggermente » . Ci sono poi quelle dei buoni - sconto per l ' acquisto di un dentifricio anticarie al fluoro superlativo formato medio a sole lire 100 invece di 130 . Il buono è valido se reca : il timbro del fornitore , la linguetta di chiusura dell ' astuccio , il nome , il cognome e l ' indirizzo del mittente . Queste ragazze arrivano fino alla cassetta delle lettere e te l ' imbottiscono . Girano a gruppi di tre o quattro con una borsa a tracolla , un modulo , una penna a sfera e un gessetto . Il gessetto serve per marcare il marciapiede , dinanzi alla casa in cui entrano , con una sigla , cioè due lettere , di cui la prima è l ' iniziale della spettabile ditta , la seconda il contrassegno della ragazza . In questo modo , la capogruppo sa momento per momento dove lei è . E quando esce , accanto alla sigla traccia una punta di freccia , orientata secondo la parte dove s ' incammina . Al cantone doppia punta di freccia , segno che la ragazza ha svoltato . L ' altra mattina una di queste povere untorelle batteva viale Ezio , dove sono più che altro i villini dei pensionati di trenta anni fa . Cercava di raggiungere la cassetta , appesa al muro dalla parte di dentro , dietro il cancellino . Ma dietro il cancellino c ' era , a guardia , un cane lupo , che a ogni azzardo della manina saltava su ringhiando e mostrando le zanne . Chissà come , la ragazza ha vinto , ha imbucato i suoi buoni , poi si è chinata a tracciare la doppia punta di freccia , perché lì viale Ezio ( generale romano ) finisce e si va in Marco Terenzio Varrone ( storico romano ) : una strada privata , cioè senza asfalto e senza luci . Dopo buio ci vanno altre ragazze , che fanno ben altro mestiere , e lasciano per terra ben altri contrassegni del loro passaggio .