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Il profumo di Yvonne ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
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Patrice Leconte è il singolare regista francese di film comici o parodistici , di L ' insolito caso di Mr . Hire tratto da un romanzo di Georges Simenon , di Il marito della parrucchiera che rivelò il fascino di Anna Galiena . Anche stavolta c ' è un romanzo , Villa triste di Patrick Modiano ( editore Rusconi ) , anche stavolta c ' è una nuova giovane attrice : Sandra Majani , nata a Denden in Olanda , iscritta al Conservatorio di danza classica a Rotterdam , modella a Parigi anche per spot pubblicitari , faccia carina , corpo straordinariamente bello . Stavolta non c ' è un ' ossessione amorosa , ma il filtro flou della memoria , la malinconia d ' un ricordo persistente come un forte profumo dolce . In primo piano , con la faccia arrossata dal riverbero del fuoco d ' un caminetto , con un ' espressione meditabonda variata a volte da un sorrisetto allusivo , il protagonista rievoca l ' estate del 1958 « in cui la mia vita si mise ad oscillare » : quando , trovandosi in una cittadina turistica francese sul lago al confine con la Svizzera , sotto falso nome , in una condizione precaria e clandestina per sottrarsi al richiamo alle armi e alla guerra d ' Algeria che fa da inquieto sfondo alla storia , aveva incontrato due personaggi indimenticati . La bellissima Yvonne , aspirante attrice , civetta e misteriosa , amante ardente , sfuggente ; e un anziano medico omosessuale accompagnatore e protettore di lei , un uomo brillante , generoso , nevrotico , inasprito , autodistruttivo . Il protagonista perde la ragazza , il medico perde se stesso . Non si perde la nostalgia di quella estate radiosa , insicura , sensuale , mondana , malinconica . Il film letterario che rischia continuamente il ridicolo è reso più credibile dal corpo magnifico della ragazza e dalla disperazione furente dell ' omosessuale interpretato bene da Jean - Pierre Marielle , mentre il protagonista rimane una opaca figura sfumata di testimone : pesa su tutto un ' atmosfera antiquata ed elegante , non spiacevole ma poco interessante .
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Commenti dei giornali Le dimissioni dell ' on . Finzi e del commendator Cesare Rossi sono oggetto di commenti da parte dei giornali della capitale . L " ' Osservatore Romano " esorta a non prestare troppa facile fede a questo fenomeno del resto naturale nella generale concitazione ed aggiunge che la verità è in marcia ed è ormai , per tutto lo stato d ' animo creatosi intorno al misfatto e per il severo procedere delle autorità , assolutamente infrenabile . L ' opera della magistratura è già successa a quella del potere esecutivo . Non resta pertanto , nell ' interesse della giustizia e per il buon vivere , che attendere fiduciosamente . L ' editoriale del " Corriere d ' Italia " segnala l ' importanza che ebbero le parole dell ' on . Delcroix quando disse come l ' orrenda violenza compiuta su di un deputato dell ' opposizione apparisse un nefando tentativo di render vani i propositi di concordia , e di pacificazione espressi nel discorso della Corona e affermati nel discorso dell ' on . Mussolini . Lo stesso on . Mussolini ricordò come con quel suo discorso egli avesse voluto superare le pressioni dell ' assemblea parlamentare e pronunziare una parola in base alla quale " una specie di ‘ détente ’ si era determinata nell ' assemblea e nel paese una situazione di concordia e di pacificazione . " " Io potevo dire - ha soggiunto l ' on . Mussolini - di essere giunto quasi al termine della mia fatica verso la ricostruzione morale ed ecco che quest ' opera minaccia di essere vana ... " L ' accorata sincerità di queste parole , dice l ' articolo del " Corriere d ' Italia " è indiscutibile . La dirittura dei propositi dell ' on . Mussolini è stata ed è evidente . La sua ferma volontà di determinare una nuova situazione di pace interna sopprimendo il triste fenomeno della violenza e nonostante che alcune manifestazioni delle sue parole abbiano potuto essere in passato male interpretate , è innegabile . " E veramente notevole - continua il giornale - è il fatto che tutta la maggioranza della Camera abbia fatto eco con slancio di convinzione alla solenne affermazione del grande mutilato di guerra e del Capo del Governo . L ' on . Mussolini insomma è in tale posizione da avere la fiducia dell ' opinione pubblica e a lui guardano tutti gli italiani convinti che egli possa trarre il paese sulle vie di una ristabilita concordia feconda di bene e convinti anche dall ' altra parte che all ' infuori di questa speranza e di questa fiducia altro non si veda oggi se non un vuoto tremendo , se non l ' angosciosa prospettiva di un ' insanabile discordia civile . Ma l ' on . Mussolini deve agire con quel massimo di risolutezza di cui egli è senza dubbio capace . " E dopo aver osservato che elementi pessimi del Fascismo hanno con i loro atti criminosi offerto occasione all ' opposizione e accennato alle voci di scandali che circolano nella sovreccitata opinione pubblica dichiarando di attendere dall ' on . Mussolini un ' azione radicalmente epuratrice , conclude : " Dai banchi della maggioranza e dal banco del Governo furono dette ieri alla Camera parole che spargono sull ' angoscia dell ' ora il balsamo della speranza e della fiducia che quelle parole non siano state dette al vento . Questo è ciò che attendono oggi tutti coloro i quali da ogni parte e prima che ad ogni altra cosa guardano al bene della Patria . " A un di presso ha avuto stamane la stessa intonazione il " Messaggero , " prima ancora che fossero note le dimissioni dell ' on . Finzi . Il " Messaggero " esprime infatti piena fiducia che il Presidente saprà vibrare la scure invocata dall ' on . Delcroix . Però si rileva che il " Messaggero " insisteva particolarmente sulla responsabilità del direttore del giornale concorrente . Noi apprezziamo in altissimo grado il gesto veramente nobile compiuto dall ' on . Finzi e dal comm . Cesare Rossi offrendo le loro dimissioni dalle cariche che occupavano e mettendosi a disposizione del Capo del Governo e dell ' opinione pubblica che vede in Benito Mussolini l ' interprete sicuro e infallibile della volontà del paese . Ora ogni polemica deve essere infrenata , ogni discussione eccessiva deve essere troncata . Parliamo sovrattutto alla stampa e per la stampa ; il Paese non vuoi essere gettato a nessun costo in una crisi di nervosismo e di disorientamento . Ora la Giustizia farà tutto ed intero il suo dovere e nessuno potrà esercitare pressioni di alcun genere in nessun senso per lo svolgimento del mandato sovrano dei giudici . Ogni nevrastenia scandalistica deve cessare . Ma dopo il sacrificio spontaneamente compiuto per dare soddisfazione all ' opinione pubblica da parte di Aldo Finzi e di Cesare Rossi , dopo questo gesto di grande nobiltà e di grande generosità tutti i mormoratori dei giorni e dei mesi passati hanno il sacrosanto dovere di dire alla Giustizia quello che sanno , altrimenti noi avremo il sacrosanto diritto di additarli al disprezzo del Paese , trattandoli come volgari calunniatori . Luce ci voleva e luce sarà fatta , piena ed assoluta . Per quanto riguarda la compagine del Governo essa è saldissima . Se vi sono fra gli oppositori di quelli che si illudono di giungere attraverso i dolorosi avvenimenti di questi giorni ad una crisi di Governo fascista , ad una crisi del regime fascista , questi devono immediatamente disilludersi . Il Governo rimane inflessibile al suo posto .
Il mondo migliora ( Forcella Enzo , 1962 )
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Roma , 11 ottobre - « A noi sembra di dover dissentire da cotesti profeti di sventura che annunziano eventi sempre infausti , quasi sovrasti la fine del mondo . La buona Provvidenza ci sta conducendo ad un nuovo ordine di rapporti umani che , per opera degli uomini e per lo più oltre la loro stessa aspettativa , si svolgono verso il compimento dei suoi disegni superiori e inattesi ... » È il primo importante argomento di considerazione che il Papa , aprendo oggi i lavori del XXI Concilio ecumenico , ha proposto ai padri consiliari e ai cattolici di tutto il mondo . Un invito all ' ottimismo , alla fiducia , allo spirito della comprensione e della buona volontà , contro il pessimismo di coloro i quali « nei tempi moderni non vedono che prevaricazione e rovina ; vanno dicendo che la nostra era , in confronto con quelle passate , è andata peggiorando ; e si comportano come se nulla abbiano imparato dalla storia , che pure è maestra di vita , e come se al tempo dei Concili ecumenici precedenti tutto procedesse in pienezza di trionfo dell ' idea e della vita cristiana , della giusta libertà religiosa » . Considerando con occhio spassionato il passato , senza lasciarsi vincere dalla tendenza , peraltro comprensibile in un uomo di 80 anni , a trasfigurarlo con i colori della propria gioventù , Giovanni XXIII ha detto francamente di considerare le condizioni generali dei tempi nei quali si apre questo Concilio migliori di quelle in cui si svolsero i precedenti . Se non altro , perché nel complesso , e malgrado la forzata assenza di moltissimi vescovi imprigionati per la loro fedeltà a Cristo ( è stato l ' unico accenno alla « Chiesa del silenzio » ) oggi la Chiesa è più libera di svolgere la sua azione . Libera dalla « indebita ingerenza delle autorità civili » e « libera da tanti ostacoli di natura profana » . È facile identificare in questi ultimi quelli determinati dall ' esercizio del potere temporale , definitivamente seppellito novantadue anni fa , proprio mentre si svolgeva il Concilio Vaticano I . Dopo questa messa a punto di carattere generale sulle caratteristiche dell ' epoca , il Papa ha illustrato le ragioni che hanno consigliato la convocazione del Concilio e i compiti che gli si prospettano . « Il gesto del più recente e umile successore di san Pietro che vi parla , di indire questa solennissima assise , si è proposto di affermare , ancora una volta , la continuità del magistero ecclesiastico per presentarlo , in forma eccezionale , a tutti gli uomini del nostro tempo , tenendo conto delle deviazioni , delle esigenze e delle opportunità dell ' età moderna » aveva già detto all ' inizio . Il doppio motivo della continuità del magistero ecclesiastico e della novità delle condizioni poste dalla civiltà moderna ha condotto , strettamente intrecciato , tutto il discorso . La dottrina è una , e abbraccia l ' uomo intero , anima e corpo . Ma i tempi cambiano e consigliano aggiornamenti , studio delle nuove condizioni e forme di vita introdotte nel mondo contemporaneo , massima comprensione per le sue esigenze . « Il XXI Concilio ecumenico vuole trasmettere pura e integra la dottrina , senza attenuazioni o travisamenti , che lungo venti secoli , nonostante difficoltà e contrasti , è divenuta patrimonio comune degli uomini . Il punctum saliens non è dunque la discussione di un articolo o l ' altro della dottrina fondamentale . Per questo non occorreva un Concilio ... Lo spirito cristiano , cattolico ed apostolico del mondo intero attende un balzo in avanti verso una penetrazione dottrinale e una formazione delle coscienze , in corrispondenza più perfetta all ' autentica dottrina , anche questa però studiata ed esposta attraverso le forme della indagine e della formulazione letteraria del pensiero moderno . Altra è la sostanza dell ' antica dottrina del depositum fidei , ed altra è la formulazione del suo rivestimento : ed è di questo che devesi - con pazienza se occorre - tener gran conto , tutto misurando nelle forme e proporzioni di un magistero a carattere prevalentemente pastorale » . Il passo , d ' importanza fondamentale per i lavori del Concilio , circoscrive i confini entro i quali potrà articolarsi la discussione teologica e in particolare quella della cosiddetta « nuova teologia » ( cioè , quella che vorrebbe svincolare la meditazione religiosa dalla codificazione scolastica ) . Intransigenza sui fondamenti - il depositum fidei - duttilità e massima apertura sulla forma , il rivestimento . Nella stessa citazione è adombrata anche la propensione personale di Giovanni XXIII , quella che sta dando una impronta al suo pontificato . È la propensione verso « un magistero a carattere prevalentemente pastorale » i cui lineamenti vengono illustrati nell ' ultima parte della allocuzione . Oggi come duemila anni fa , la Chiesa si trova di fronte al grande compito di portare Cristo tra gli uomini , gli uomini a Cristo . La maggior parte del genere umano è ancora estranea al cattolicesimo , persiste nell ' errore e nella indifferenza . Come deve la Chiesa difendere la verità , promuovere l ' unità ? « Sempre la Chiesa si è opposta agli errori : spesso li ha condannati con la massima severità . Al giorno d ' oggi , tuttavia , la sposa di Cristo preferisce far uso della medicina della misericordia piuttosto che della severità ; essa ritiene di venire incontro ai bisogni di oggi mostrando la validità della sua dottrina piuttosto che con la condanna . Le dottrine fallaci , le opinioni e i concetti pericolosi sono così evidentemente in contrasto con la retta norma dell ' onestà , ed hanno dato frutti così esiziali , che oramai gli uomini da se stessi oggi sembra che siano propensi a condannarli . Ed in specie quei costumi di vita che disprezzano Dio e la sua legge , la eccessiva fiducia nei progressi della tecnica , il benessere fondato esclusivamente sui comodi della vita . Sempre più essi si convincono del massimo valore della persona umana e del suo perfezionamento , e dell ' impegno che ciò esige . Ciò che più conta l ' esperienza ha loro appreso che la violenza inflitta altrui , la potenza delle armi , il predominio politico non giovano per una felice soluzione dei gravi problemi che li travagliano » . Quindi tolleranza , pazienza , carità , amore verso tutti , a cominciare dai « figli separati » . E adoperarsi attivamente perché si compia « il gran mistero di quella unità che Gesù Cristo ha invocato dal Padre celeste nell ' imminenza del suo sacrificio » . Unità in tre direzioni : dei cattolici tra di loro , di « preghiere e di ardenti desideri » con i cristiani separati e , infine , « unità nella stima e nel rispetto verso la Chiesa cattolica da parte di coloro che seguono religioni ancora non cristiane » . Questo si propone , attraverso il suo Pontefice , il Concilio ecumenico ; e perché questo sia concesso Giovanni XXIII , concludendo il discorso , ha elevato al cielo una limpida , appassionata preghiera . « Ora è appena l ' aurora , e già il primo annuncio del giorno sorgente riempie di soavità il nostro cuore . Tutto qui spira santità , tutto suscita esultanza ... Si può dire che il cielo e la terra si uniscano nella celebrazione del Concilio ... Questo richiede da voi serenità d ' animo , concordia fraterna , moderazione di progetti , dignità di discussioni e saggezza di deliberazioni ... Dio onnipotente , in Te riponiamo la nostra fiducia , diffidando delle nostre forze . Guarda benigno a questi pastori della Tua Chiesa . La luce della Tua grazia superna ci aiuti nel prendere le decisioni come nel fare le leggi ; e pienamente esaudisci le preghiere che a Te effondiamo con unanimità di fede , di voce e di animo ... » Di fronte a un discorso così esplicito , ogni chiosa illustrativa appare pressoché superflua . Le previsioni della vigilia sono state largamente confermate , e si può dire che il Papa ha colto la solenne occasione per ribadire e sintetizzare con inequivocabile decisione le linee maestre del suo pontificato . Viene subito in mente , come termine di confronto , non solo il Concilio del 1870 , ma anche il pontificato di Pio XII , soprattutto nell ' ultimo periodo , dalla fine della guerra alla morte . Il distacco dal Vaticano I è segnato , per non dire altro , dalla soddisfazione con cui Papa Roncalli ha accennato alla fine del potere temporale e dalla delicatezza con cui ha affrontato i passaggi che potevano riproporre il tema dei rapporti con i vescovi e della infallibilità del Pontefice . In quanto al distacco con il regno di Pio XII , esso traspare , si può dire , da ogni piega del discorso . Si dirà che sono tempi diversi che pongono diverse responsabilità e aprono diverse prospettive . Ed è vero . In questa sede , comunque , non si tratta di dare un giudizio su due pontificati , ma soltanto di indicare gli accenti particolari che li differenziano . Quello di Papa Pacelli è quello della Chiesa che denuncia e condanna , che considera la cattolicità assediata dall ' errore , costretta a mobilitare tutte le energie di cui dispone sul piano mondano e sul soprannaturale per difendere la sua stessa esistenza . L ' accento di Giovanni XXIII è quello della Chiesa materna , tollerante , comprensiva ; e , al tempo stesso , sicura della sua verità proiettata verso la conquista di nuove frontiere . Proprio perché convinta che l ' apostolato migliore è quello dell ' esempio e della testimonianza .
Frankenstein di Mary Shelley ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
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Torna la coppia di vecchi eroi , l ' aristocratico scienziato barone Victor Frankenstein divorato dall ' ambizione di creare un essere umano e di sconfiggere la morte e la sua Creatura mostruosa e innocente , fortissima e patetica , che uccide quando viene privata d ' amore e respinta . Torna nel momento in cui domina l ' antintellettualismo , in cui s ' infittiscono le discussioni sulla bioetica e sulle manipolazioni genetiche , si ripropongono tutti gli antichi interrogativi che oppongono la religiosità alla sperimentazione scientifica : cosa vuol dire , cosa comporta creare o alterare una vita , è giusto o ingiusto , abbiamo il diritto ? Mary Shelley , calma bellezza inglese , intelligentissima figlia del pensatore William Goodwin e della femminista Mary Wollestoncraft , amante sedicenne e poi moglie del poeta Percy Bysshe Shelley , aveva meno di vent ' anni quando scrisse per scommessa nel 1816 Frankenstein o il Prometeo moderno , tragedia gotica , requiem romantico , epopea antiscientifica e antirazionalista del sapiente maledetto che vuol rubare a Dio il segreto della vita per il bene dell ' umanità e che per il suo sacrilego orgoglio intellettuale viene punito , sepolto tra blocchi di ghiaccio nel gelo dell ' Oceano Artico . Tra gli infiniti film ispirati alla coppia infelice , questo di Branagh , come indica il titolo , è quello che vuoi essere più fedele ( ma non del tutto fedele , si capisce ) al testo ottocentesco : « Avevo visto dei Frankenstein in bianco e nero , con scienziati pazzi assistiti da nani gobbi , e non m ' avevano interessato affatto . Il romanzo , invece , m ' ha affascinato : non riuscivo a capire perché nessuno avesse mai tentato l ' impresa di farne davvero un film » . Quindi ha lasciato perdere ironia , parodia , revisioni culturali , epistemologia , filtri intellettuali , psicoanalisi , aggiornamenti possibili , e ha semplicemente filmato il romanzo immergendolo in un ' atmosfera nera , avventurosa e fatale : navi prigioniere dei ghiacci come nelle vecchie illustrazioni dei romanzi di Verne , figure da spavento affioranti dal nulla nebbioso come in Nosferatu , ululati nel buio , tuoni , fulmini , saette e diluvi , immensi saloni spopolati , castelli sperduti , scalee , alte cime nevose di quelle Alpi « cattedrali della morte e del gelo » che impaurivano i turisti inglesi ottocenteschi , contadini divorati dalla miseria , folle furenti pronte ad aggredire bastonare e impiccare , esodi e cadaveri dell ' epidemia di colera . Kenneth Branagh ha filmato il romanzo senza risparmiarsi nulla né vergognarsi di niente , alla sua maniera banale e seducente . Disperazione ? I personaggi si danno pugni in testa . Felicità ? Saltano , ridono , s ' abbracciano , intrecciano balli . Dramma ? Corrono a perdifiato o galoppano a briglia sciolta . S ' era già visto in Molto rumore per nulla quanta fiducia abbia il teatrante inglese trentacinquenne , qui regista e interprete del personaggio di Frankenstein , nel dinamismo , nella velocità , nella semplificazione , nell ' energia . Lo confermano la rapidità vignettistica della narrazione e la grande scena della creazione , tra mito arcaico e anticipazione industriale , tra fiamme , binari e catene ferree , pulegge , ruote , vibrare azzurro di pulsioni elettriche e un enorme sarcofago bronzeo colmo di liquido amniotico , con Branagh - Frankenstein che si affanna quasi pazzo a torso nudo esibendo il corpo addestrato e muscolato . Ma è proprio questa visione elementare , illustrativa , a dare al film un fascino particolare , una suggestione accattivante . E poi c ' è la Creatura , naturalmente . Robert De Niro è irriconoscibile con la faccia e il corpo attraversati da grosse cuciture nere i cui punti sembrano non dover mai cadere e da cicatrici incancellabili , sfigurato da un occhio diverso dall ' altro , sussultante per una zoppia molto forte : mette meno spavento del suo personaggio in Cape Fear di Scorsese , ma anche abbrutito dal trucco - maschera arriva a comunicare il dolore della solitudine e del rifiuto . È ridicolo quando s ' intenerisce di fronte alla famigliola misera e coraggiosa spiando la quale impara a parlare e a leggere , quando la aiuta provvedendo alle necessità ( taglia e accatasta legna , strappa alla terra gelata rape e patate , mette tutto in ordine come Biancaneve nella casetta dei sette nani ) . È fantastico quando s ' infuria e uccide , quando strappa il cuore palpitante dal petto della moglie di Frankenstein , quando s ' immola morendo sul pack insieme con il suo Creatore . Molti , in un coro di rimpianti , hanno detto di preferire il vecchio Boris Karloff : ma forse è la nostalgia tenace riservata ai giocattoli perduti dell ' infanzia .
StampaQuotidiana ,
Parigi , 21 notte ... Mentre i gruppi politici delle sinistre socialiste respingono - sia pure con una motivazione che non può piacerci - l ' invito comunista di partecipare ad una manifestazione antifascista indetta per domani , dinanzi al contegno del " Quotidien " noi abbiamo l ' impressione che i socialisti riformisti francesi respingano da una parte una forma più o meno utile e clamorosa , cerchino dall ' altra di contribuire a prepararla e di associarvisi senza averne l ' aria e senza mandare al comizio nessun loro oratore ufficiale . Preferiamo , allora , a questa mezza opposizione , il contegno del " Temps , " che questa sera pubblica un faticoso articolo di Herbette , in cui si ha la pretesa di dire l ' ultima parola sul Fascismo e sui destini dell ' Italia . Il " Temps , " almeno , non fa rivelazioni sensazionali , perché i suoi lettori non gli crederebbero ; ma cerca , anzi , con ragionamenti e utilizzando il materiale servitogli con tanta generosità dai giornali in questi ultimi giorni , di dar fondo al problema politico e morale italiano , per giungere , come un Guglielmo Ferrero , alle conclusioni di quelle forme congenite di pessimismo , le quali danno piuttosto la misura d ' un carattere denso di ombre , che non l ' impressione d ' un ammonimento ... Parlando di Marinelli , cassiere del partito , di Rossi e degli altri implicati nella trista vicenda , ha l ' aria di credere che costoro fossero nel Partito fascista quello che sono il cuore , il cervello e i polmoni nell ' organismo umano . Si comprende , quindi , che prospetti gli avvenimenti italiani come una vera e propria crisi del Fascismo e che perciò possa spingersi a pensare che i principi democratici , affermatisi in Francia nel 1789 , in Inghilterra nel 1688 , in America nel 1776 , in Belgio nel 1830 e in Germania nel 1848 , abbiano una ragione anche in Italia . In Italia non il Fascismo è in crisi , ma una parte di quel Fascismo d ' azione che fu necessario e benemerito nella prima ora e che - come avviene in tutti i movimenti rivoluzionari - cerca ora il suo assestamento .
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L ' ingegner Enrico Mattei , presidente dell ' ENI , è morto ieri sera alle 19.15 in un incidente aereo . Con lui sono morte altre due persone : il pilota del bireattore , Irnerio Bertuzzi , e un giornalista americano , William McHale . L ' aereo sul quale viaggiava Mattei - il bireattore Morane - Saulnier Paria - proveniva da Catania e alle 18.59 ha avuto l ' ultimo contatto con la torre di controllo dell ' aeroporto di Linate , dove sarebbe dovuto atterrare dopo due minuti . Il pilota ha segnalato di essere nella verticale di Carpiano ( circa 8 chilometri a sud di Linate ) , e ha dichiarato di seguire regolarmente il suo piano di volo . La voce aveva un ' intonazione del tutto calma e normale . Aveva anche precisato di essere sceso dai milleottocento metri di quota ai seicento . Poi più nulla . Allarmati , da Linate informavano immediatamente la Legione dei carabinieri perché fonogrammi venissero diffusi a tutte le stazioni dei militi della zona sud . La segnalazione è giunta dai carabinieri di Landriano , che l ' avevano avuta da Bascapè , un paese poco a sud di Melegnano , in provincia di Pavia . Ed è qui , infatti , in un boschetto rado di pioppi , che il bireattore si è sbriciolato , sbriciolando insieme il suo carico umano . Si era sentito , in paese , poco dopo le 19 , il ronzare pesante di un apparecchio , come se girasse sulla zona . Ma non molti vi avevano fatto caso : Bascapè , infatti , si trova proprio all ' inizio del « corridoio » che gli aerei infilano per scendere a Linate , e il rumore degli aerei non fa molto effetto . Questo tuttavia era più forte del solito , se la madre di un ragazzo , Antonio Dacco , gli chiese : « Ma cos ' è , con la pioggia i motori degli aerei si sforzano ? » . Il ragazzo alzò le spalle . Ma poi è stato uno dei primi ad accorrere sul posto , che è lontano un paio di chilometri dal paese , in un punto intermedio fra Torrevecchia e Landriano . Lo schianto deve essere stato certamente udito , nella cascina Albaredo , abitata dai coloni Ronchi , ma in quel momento vi erano soltanto donne , chiuse in casa . Poco più tardi , è stato appunto Mario Ronchi a dare la prima segnalazione . Serpeggiato l ' allarme , guidati da un punto luminoso , un gruppo di giovanotti , nel buio della sera battuta da una pioggia dirotta , che aveva trasformato la stradetta in un disastroso pantano , è accorso . Poi sono arrivate le prime autorità , i carabinieri , i vigili del fuoco , inutili lettighe della Croce Rossa , il prefetto di Pavia , dottor Guida , il procuratore della Repubblica Valdo Valdi . Illuminando i luoghi con i riflettori portatili della televisione - i carabinieri non disponevano che di povere torce a mano - è cominciata la ricognizione , faticosissima . Le fiamme , intanto , si erano smorzate . Ma erano durate , per testimonianza dei primi accorsi , almeno un ' ora e mezzo . L ' aereo è scoppiato in aria , o è esploso urtando il suolo , dopo un estremo tentativo di atterraggio di fortuna ? Difficile dirlo ascoltando i testimoni . V ' è chi dice che non si è sentito scoppio alcuno , altri parlano di una lunga strisciata sul terreno , che risulterebbe « arato » per una ventina di metri . Il macellaio Arnaldo Bosia assicura di aver sentito , oltre che il rombo irregolare del motore , uno scoppio in lontananza . Altri hanno precisato : « Come quando esplode una bombola del gas » . La parte più grossa dell ' aereo - una buona porzione della fusoliera - è finita in un ampio cratere ai bordi della strada , dove sono anche stati trovati alcuni resti . Altri resti - dell ' aereo e degli uomini - sono stati trovati in un altro campo , un centinaio di metri più avanti . Impossibile , nell ' oscurità , tentare un riconoscimento , che comunque sarà laboriosissimo , poiché l ' esplosione ha smembrato i corpi e l ' incendio li ha bruciacchiati . Orrenda visione , veramente . Comunque , la ricerca di documenti , carte o qualsiasi segno che consentisse l ' identificazione è continuata per alcune ore . Poi , dopo mezzanotte , il procuratore della Repubblica ha disposto che picchetti di carabinieri sorvegliassero la zona , fino a stamane alle 6 , quando , con le prime luci , comincerà l ' inchiesta . Quanto alle cause dell ' incidente , proprio non si può dire nulla , per ora . Se l ' aereo non è scoppiato in volo ( e il fatto che abbia arato il terreno lo farebbe escludere , mentre lo sparpagliamento dei pezzi lo farebbe ritenere ) si può anche pensare a un errore di valutazione del pilota , che tuttavia era espertissimo . In effetti , la giornata non era favorevole : il cielo era per tre quarti coperto ; la visibilità era di mille metri in quota e di milletrecento sulla pista , che sono limiti bassissimi . In queste condizioni , e pensando che l ' aereo è caduto a 8-10 chilometri dalla pista , non si può escludere , appunto , un qualche errore nella valutazione della distanza o della quota . L ' aereo era partito dall ' aeroporto di Fontanarossa , nei pressi di Catania , alle ore 17 . La torre di controllo dell ' aeroporto di Catania lo ha assistito regolarmente fino a che è rimasto nella zona di sua competenza . Successivamente , la torre di controllo di Catania lo ha « ceduto » all ' assistenza di Roma . La destinazione era Milano . Oggi insieme col ministro Tremelloni , Mattei doveva visitare i lavori della raffineria in costruzione a San Nazzaro dei Burgondi e quelli dell ' oleodotto Genova - Svizzera .
Quiz show ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
Se un film italiano troppo lungo , ben recitato e noioso venisse a rivelarci che Lascia o raddoppia ? fin dall ' inizio era truccato , che a Lando Degoli , a Marianini o a Paola Bolognani venivano comunicate in anticipo le domande con relative risposte esatte , che ansie e tensioni in cabina erano finte , troveremmo la forza d ' indignarci , quando da quarant ' anni si parla del potere di mistificazione e dell ' uso politico della tv , quando sappiamo adesso che alla tv persino i casi umani sono recitati a pagamento ? Magari no . Quiz Show rievoca , con la proba ingenuità tipica del suo regista Robert Redford , un telescandalo americano che nel 1958 provò la natura fraudolenta di Twenty - One ( Ventuno ) , gioco televisivo a quiz nozionistici allora di massimo successo , trasmesso in diretta dalla rete televisiva National Broadcasting Corporation ( NBC ) : i concorrenti conoscevano prima di andare in onda domande e risposte , vincevano o perdevano e si alternavano non per merito o demerito ma a seconda delle esigenze spettacolari o delle necessità commerciali dello sponsor ; l ' imbroglio che coinvolgeva tanto la tv quanto i concorrenti si estese all ' intero sistema , anche giudiziario ; l ' indagine condotta da un avvocato del Comitato del Congresso sul controllo legislativo chiarì la truffa ma non rovinò il concorrente più popolare , Charles Van Doren , bel giovane di buona famiglia d ' intellettuali che salvò la faccia confessando la verità , pentendosi e chiedendo perdono con un bel discorso . Redford ha continuato a ripetere che l ' episodio « segnò la fine dell ' innocenza nella storia sociale americana » , cancellò la fiducia popolare nella televisione : però dirlo non basta . Si intuiscono i significati simbolici e sociali attribuiti al vecchio fatto di cronaca , il bluff rappresentato dalla fede americana nel merito individuale , la morale calpestata dalla corruzione che tocca tutti , la solidarietà nel peggio dell ' establishment , il dominio dei soldi e della vanità : ma sono espressi troppo primariamente e sommariamente per risultare drammatici , per dare all ' episodio uno spessore etico - politico convincente , e non s ' aspettava certo Quiz Show per sapere che la tv mistifica e che i privilegiati cascano sempre in piedi . Nel racconto scolastico manca l ' emozione , grava spesso il tedio . Le qualità del film stanno piuttosto nella recitazione eccellente di John Turturro , di Ralph Fiennes , di Paul Scofield , di tutti gli interpreti compresi , in piccole parti , i registi Martin Scorsese e Barry Levinson ; nella ricostruzione d ' epoca , in un ' aria semplice e semplificata degli anni Cinquanta il cui merito va soprattutto ai toni scelti dal direttore della fotografia Michael Ballhaus ; nel ritratto convenzionale ma bello d ' una famiglia altoborghese di intellettuali con le sue eleganti abitudini di vita , la sua sobrietà , la sua spietata certezza di superiorità .
GOVERNO E OPPOSIZIONE ( POLVERELLI GAETANO , 1924 )
StampaQuotidiana ,
Roma , 30 notte I ritocchi nella compagine ministeriale non alterano la fisionomia del Governo fascista . La situazione rimane , come prima , imperniata sul nome di Mussolini e sui quadri del Fascismo . Su undici dicasteri , sei sono affidati a fascisti , due a personalità militari , tre ad elementi presi dalla destra liberale e dalle forze cattoliche nazionali , che hanno fiancheggiato lealmente l ' opera del Fascismo . L ' ammiraglio Thaon di Revel resta al suo posto di alta responsabilità e di fiducia . Egli è la personalità di maggior rilievo nella nostra Marina , che ha il merito di avere compreso in tempo nel corso stesso della guerra il tramonto delle grandi coreografie e l ' importanza dei mezzi tecnici minori , con cui furono compiute le più brillanti imprese di siluramento . Il gen . Di Giorgio , che segui sui campi di battaglia tutta la nuova storia militare d ' Italia , dall ' Abissinia alla Libia , al Piave , è un uomo di energia inflessibile , di superiore intelligenza e di grande equilibrio . Queste due personalità , che sono al di sopra dei partiti , restano al Governo per dirigere degnamente , insieme al generale comandante l ' Aeronautica , l ' opera di riordinamento delle forze di terra , del mare e dell ' aria , disorganizzate e avvilite da coloro che , oggi , sono all ' opposizione . La destra liberale , che difese sempre a viso aperto la causa della Nazione contro gli uomini del sovversivismo e della disgregazione , ha il suo riconoscimento nella persona dell ' on . Sarrocchi , uomo di alta dirittura politica e morale . E un riconoscimento viene dato anche alle forze cattoliche - nazionali , perché , per buona fortuna , la fazione don sturziana non rappresenta in Italia che una deviazione socialistoide di punta . Nei prossimi giorni avverrà la designazione dei sottosegretari che , per gran parte , saranno uomini nuovi , scelti nei quadri del Fascismo . La selezione di questi elementi avrà lo scopo di preparare nell ' addestramento tecnico e nella responsabilità di Governo la nuova classe dirigente , secondo il pensiero ripetutamente espresso dal Presidente . In definitiva , il Governo , sotto la direzione di Mussolini , resta affidato alle forze del Fascismo , col fiancheggiamento di elementi nazionali sicuri e provati . Dall ' altra parte del fosso : nel campo dell ' opposizione , sono gli uomini del rinunziatarismo , della disgregazione interna , della decadenza demagogica , del sovvertimento sociale . Da dieci anni si combatte in Italia una lotta asperrima perché la Nazione sia ordinata e solida all ' interno , rispettata e temuta all ' estero . Questa lotta , condotta da varie forze nazionali e guidata da Mussolini , è stata diretta senza tregua contro il sovversivismo e contro la demagogia . Gli uomini che parteggiano per l ' Austria , e che incitavano i soldati a disertare , sono all ' opposizione . Coloro che inscenavano gli scioperi mentre l ' Italia era impegnata nelle trattative di pace , sono all ' opposizione . Quelli che prepararono la rivolta d ' Ancona per imporre lo sgombero di Valona , sono all ' opposizione . I signori che rinnegarono la Dalmazia italiana , sono all ' opposizione . E tra gli oppositori , sono anche quelli che , console Nitti , avrebbero voluto abolire il Senato e proclamare la repubblica di Modigliani . Tutti coloro che hanno sempre parteggiato contro l ' Italia e che si unirono spiritualmente e politicamente agli arabi , ai turchi , ai greci , ai croati , agli albanesi , sono all ' opposizione . Una tale opposizione , che ammette nel suo seno gli " osservatori " comunisti , i quali hanno ordine da Mosca di preparare le squadre rosse armate , e che non ha ripugnanza di unirsi ai massimalisti , anche quando essi in perfetta franchezza di sovversivi dichiarano di voler trarre profitto dalla scissione verificatasi nella borghesia italiana , una tale opposizione non può parlare in nome della Nazione , dell ' onore d ' Italia , della Costituzione e della pace . Si comprende perfettamente come taluni oppositori vogliano ripetere lo " sciopero legalitario " rifiutandosi di recarsi al Quirinale . E sono nella vecchia ininterrotta linea , questi signori oppositori , che ancora una volta si uniscono alla campagna di diffamazione internazionale contro l ' Italia . E ’ la loro tradizione ed è la loro condanna .
La gita a Chiasso ( Arbasino Alberto , 1963 )
StampaQuotidiana ,
I rapporti fra letteratura e industria sono un argomento di viva e stimolante attualità , se non da quando esiste la letteratura , per lo meno da quando esiste l ' industria . Perciò fa bene Elio Vittorini a lamentare con doloroso sbigottimento l ' arretratezza della letteratura industriale prodotta da tanti suoi amici e colleghi , e i loro impacci , e i loro « squarci pateticamente ( e pittorescamente ) descrittivi che risultano di sostanza naturalistica » : insomma , la loro mancanza di fiato davanti alle novità del secolo . Non per nulla infatti un dibattito come quello in corso dal « Menabò » alle altre riviste che si accodano al pesce - pilota è una esercitazione soltanto precettistica : incapace di produrre opere creative dà origine soprattutto a norme didattiche in favore del « tema unico » , a esortazioni retoriche tipo quelle altre « ai campi ! » , « alla battaglia del grano ! » , « alle colonie ! » , « al posto al sole ! » , « all ' Arcadia ! » , « al sonetto ! » , « all ' ottava ! » , « alla sestina ! » . Diventa così chiaro agli occhi di tutti come il vero problema non sia stato identificato con esattezza . Non sarà cioè quello dei rapporti fra letteratura e industria , vecchia solfa , ma un altro molto più scottante nella nostra cultura attuale : come mai un numeroso gruppo di letterati indecisi si abbandoni quest ' anno e tutti insieme a una tornata accademica esclusivamente teorizzante , e rinunciando alla narrativa e alla saggistica si restringa invece alla pedagogia e all ' ammonimento . Naturalmente non si deploreranno mai abbastanza l ' isolamento e il provincialismo e l ' ignoranza e l ' inciviltà dei vent ' anni fascisti , l ' arresto e lo smarrimento della patria cultura . Ma perché - ci si chiede - oggi noi che non ne abbiamo nessuna colpa dobbiamo ancora star male e soffrir sempre pene gravissime in conseguenza del fatto che un gruppetto di letterati autodidatti negli anni Trenta invece di studiarsi qualche grammatica straniera e di fare qualche gita a Chiasso a comprarsi un po ' di libri importanti ( tradotti e discussi da noi solo adesso , ma già pubblicati e ben noti fin da allora ) abbia buttato via i trent ' anni migliori della vita umana lamentandosi a vuoto e perdendo del tempo a inventare la ruota o a scoprire il piano inclinato mentre altrove già si marciava in treno e in dirigibile , o almeno si lavorava utilmente in vista dei decenni futuri ? Bastava arrivare fino alla stanga della dogana di Ponte Chiasso , due ore di bicicletta da Milano , e pregare un qualche contrabbandiere di fare un salto alla più vicina drogheria Bernasconi e acquistare , insieme a un Toblerone e a un paio di pacchetti di Muratti col filtro , anche i Manoscritti economico filosofici di Marx ( 1844 ) , il Tractatus logico - philosophicus di Wittgenstein ( 1921 ) , Civiltà di massa e cultura di minoranza del Dottor Leavis ( 1930 ) , le Idee per una fenomenologia di Husserl ( 1931 ) , e magari I principii della critica letteraria di I.A. Richards ( 1928 ) , Cultura e ambiente di Leavis e Thompson ( 1933 ) , L ' uomo del risentimento di Max Scheler ( 1933 ) , L ' Africa fantasma di Michel Leiris ( 1934 ) , Linguaggio , verità e logica di A.J. Ayer ( 1936 ) , Axel ' s Castle di Edmund Wilson ( 1931 ) , Enemies of promise di Cyril Connolly ( 1938 ) , La formazione dello spirito scientifico di Gaston Bachelard ( 1938 ) , Sette tipi d ' ambiguità di William Empson ( 1930 ) , Capire la poesia di Cleanth Brooks e R . Penn Warren ( 1938 ) , Mariti e mogli di Ivy Compton - Burnett ( 1931 ) , un po ' di Blanchot e Bataille assortiti , nonché di Henry Green e Anthony Powell , e il meglio di Forster , dai romanzi intorno al1910 ai saggi del 1936 , passando per il Passaggio in India che è del 1924 . Ci si sarebbero risparmiati alcune decine d ' anni di penose indecisioni intorno a illusioni senza avvenire , come primo vantaggio , e soprattutto la scomodità dell ' apprendistato coi capelli bianchi . I dolori della nostra cultura derivano dal fatto che una numerosa « classe unica » di letterati degli anni Trenta non si è ancora messa al passo con le idee dei loro coetanei del resto del mondo , e affronta in ogni nuovo anno scolastico un programma di studi estremamente limitato . Di qui il bizzarro spettacolo di maestri di scuola che fanno ripetere la lezione a tutta la classe insieme , e la classe docilmente impara ogni anno una nuova canzone , la esegue in coro , tutti passandosi la stessa parola d ' ordine nello stesso momento - « cultura di massa » , « Spitzer » , « Wittgenstein » , « fenomenologia » , « alienazione » - succhiandola come una caramella e sputandola fuori di colpo appena ne spunta una nuova : veramente dimenticandosela , come se non fosse mai esistita . Come non dovrebbe capitare nella cultura , che è coesistenza di idee , e invece succede normalmente nella moda , dove per decreto di sarte la gonna è più lunga o la manica è più corta per una stagione sola e mai di più . Perciò l ' immagine che si è venuta formando dei nostri sofisti attuali non può essere che quella di un gruppo di mediocri signori anziani di scarsa cultura e di formazione tardiva , volonterosi e patetici come Jaufré Rudel in vista delle rive del Libano , che vengono avanti passo passo pretendendo dopo tanti faux pas di far scoperte e d ' impartir lezioncine in base alle traduzioni recenti di autori che conoscevamo fin dai tempi quando loro bamboleggiavano ancora con Pian della Tortilla ( mentre noi leggevamo Forster ) o ricadevano nella Antologia di Spoon River ( mentre studiavamo Auden ) . Com ' è goffo vedere per esempio cominciare a spuntare adesso i nomi di Trilling o di Ayer , o affiorare addirittura Bachelard , morto l ' anno scorso a ottant ' anni . Mi fa lo stesso effetto di quando si scoprono Firbank o Rolfe con quarant ' anni di ritardo ( per tacere naturalmente i casi di Forster , della Compton - Burnett e dell ' Ulysses ) ; ma un caso addirittura tipico è quello di Salinger , di cui si scopre con entusiasmo il bel libro di quindici anni fa contemporaneamente al disastro totale in America del suo ultimo che è una sciocchezza . E volendo si potrebbe star già pregustando le prossime scoperte di William Empson e di Ivor Winters , di Klossowski e di Starobinski , dei versi di Thom Gunn e di Yves Bonnefoy ; e magari del Dottor Leavis ( andato in pensione dall ' Università di Cambridge l ' anno scorso per limiti d ' età ) ; e magari di Henri Focillon , di cui si celebra quest ' anno il ventennale della morte . C ' è poi l ' obiezione formale . Da quando in qua si scrive in quel modo ? Si è abituati a leggere , generalmente si capisce quello che scrivono Edmund Wilson o Roland Barthes , Philip Toynbee o Claude Lévi - Strauss ; non vedo allora perché dovrei far degli sforzi per decifrare gli eccessi di auto - indulgenza di alcuni vanesii minori che si abbandonano alla incomunicabilità della « prima stesura » per non far la fatica di chiarire il proprio pensiero neanche a se stessi , senza preoccuparsi se la confusione stilistica è il segno più certo di confusione nella testa , e senza un minimo di riguardo per il lettore , trattato come un cliente costretto ad acquistare la paccottiglia di un negozio sfornito . No . Non ci sto . Come cliente vado a spendere i miei soldi in negozi più in ordine , se non vedo bene e non mi si fa capire l ' articolo che mi si tenta di vendere . Voglio chiarezza , lucidità , ragioni critiche ; pretendo concisione , possibilità di sommari e compendi , dal momento che , lo si sa , non esiste opera di pensiero veramente significativa che non si possa riassumere in poche proposizioni . Altrimenti non compro ( e peggio per i venditori , non per me ) , così come al ristorante non accetto una minestra in mano , la voglio sul piatto , e non faccio entrare in casa chi mi si presenta alla porta in mutande . Del resto si può fare una prova . Dietro le giuste malinconie di Umberto Eco sul « Menabò » stesso per l ' inadeguatezza dei mezzi espressivi a disposizione di molti letterati per affrontare i nuovi aspetti della realtà , basta prelevare qualche campioncino di prosa da queste medesime riviste per analizzare gli strumenti linguistici adoperati nel trattarne . Basta aprire a caso : quante volte la struttura sintattica di base è ancora quella oratoria del Seicento , intorbidita dagli urti e dalle pressioni di sistemi filosofici rivali e incompatibili , mai d ' accordo sull ' uso da fare e sul senso da dare ai termini , tanto più equivoci e indiscriminati in quanto perdono col tempo le virgolette che indicano ammicco . E dovremmo contentarci di intuizioni impressionistiche , motti sibillini , lampeggiamenti baluginanti , vagiti ... Ma soprattutto un narcisismo incredibile molto curioso per due ragioni . Una , che la oscurità risulta grottesca perché non è una scelta deliberata ma un faute de mieux ; e civettare sul « volere e non potere » è per lo meno uggioso e triste . L ' altra che questo narcisismo mostra fini paradossalmente moraleggianti : « le cose per noi non van bene , quindi ( a fin di bene ) rientriamo nelle catacombe dell ' ermetismo » , detto poi da parte di chi dall ' ermetismo non era mai riuscito a venir fuori ... Ma questa attrattiva del linguaggio mandarino , la frequente nostalgia dell ' allusività per iniziati , da clan privilegiato o da élite scostante , mi sembra l ' atteggiamento più reazionario che si possa immaginare oggi , col suo doppio registro : complice - cifrato con gli addetti ai lavori , e altezzoso - paternalistico ( « perché so meglio dite quel che deve andar bene per te ... » ) quando si rivolge alla massa operaia non su un giornale proletario in una colonna e mezzo di limpida prosa comprensibile almeno alla metà dei lettori , ma in formule schifiltose su riviste esoteriche che non costano mai meno di mille lire . Mi pare in sostanza che ornamenti retorici e compiacenze ermetiche finiscano per risultare i perfetti equivalenti degli arazzi e dei trumeaux in mezzo ai quali i « baronetti rossi » tradizionalmente proclamano la loro solidarietà con la classe lavoratrice ( rappresentata poi dal solito benzinaro che viene a far quattro salti in casa ) . Cioè tipicamente la politica di Maria Antonietta , con le sue brioches e tutto . E come si fa allora a non pensare che l ' ideale ultimo sia a questo punto lo stesso : far dei giochini sconsiderati e irresponsabili alle spalle del proletariato , considerandolo di volta in volta banco di prova e massa di manovra , cavia per ricerche sociologiche e spedizioni emozionanti e analisi di mercato , sempre come oggetto comunque , con l ' assoluzione morale della sinistra e prendendo intanto anche un po ' di soldi dagli industriali « buoni » . E cinismo per cinismo è chiaro che questa specie di socialismo per le dame vale né più né meno che il francescanesimo coi venti stipendi . Meglio ancora una coltivazione dell ' orto di Candide , per così poco , o un traino del carretto di Madre Coraggio per sentieri defilati . Lo so bene che il tango moralistico sulla ricchezza oggi è altrettanto frivolo che invocare la miseria di ieri come alibi , quando si parla di affari culturali , e con un bel rictus di nevrastenia in più . Però , oltre i temi che ci vengono suggeriti quest ' anno per le nostre penitenze , vorrei limitarmi a ricordare la fame di Orwell e la malattia di Lawrence , le stanzette di St . Germain des Prés dove gelano come la piccola fiammiferaia i collaboratori di « Les temps modernes » e l ' assegno per le collaborazioni al « New Statesman » non certo più cospicuo della retribuzione del piccolo scrivano fiorentino : miserie certo non meno dolorose di quelle di casa nostra degli anni Trenta , ma anche un certo ritegno nel non dire troppi sì per amore del soldo o per vanità di farsi vedere più à la page degli altri ; una certa ostinazione nel leggere comunque i libri che contano , invece di sedersi lì esclamando « non si può , pazienza » ; e in più una certa precisione nel mettere in chiaro da che parte si sta . Non però scegliendo Cromwell o Robespierre , Lincoln o Licurgo : ma in base alle forze politiche effettivamente esistenti .
Un eroe borghese ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
È un titolo bello , Un eroe borghese , e dice molto . Definisce con l ' appartenenza alla classe di cui praticava le virtù da altri spesso rinnegate Giorgio Ambrosoli , avvocato di Milano , nominato nel 1974 commissario liquidatore della fallita Banca Privata Italiana di Michele Sindona , quarantenne , sposato , padre di tre bambini , un moderato di brutto carattere , « rigido , intransigente , moralista , serio , bravo , libero e solo ... che avrebbe potuto vivere tranquillo con le sue serene abitudini e invece , per la passione dell ' onestà , si batté contro un " genio del male " sorretto da forze potenti palesi e occulte , e fu sconfitto » : venne ammazzato sotto casa in una notte d ' estate del 1979 , con diversi colpi di 357 Magnum sparati al petto , dal killer William J . Aricò venuto dall ' America , assoldato da Sindona per 25.000 dollari . Un professionista deciso a fare il proprio lavoro e il proprio dovere senza badare agli interessi che colpiva né alle fortissime pressioni di politici democristiani per salvare Sindona : e per questo , nell ' Italia sventurata di sedici anni fa e di oggi , un eroe . Il caso Ambrosoli , che resta esemplarmente a illustrare i viluppi della politica mafiosa , della politica nera , della politica dei soldi di questi anni , è la materia del libro di Corrado Stajano pubblicato nel 1991 da Einaudi , appunto Un eroe borghese , da cui il film diretto da Michele Placido è tratto con fedeltà . Racconta l ' incarico ricevuto dall ' avvocato e la sua vita famigliare ; le sue indagini per chiarire gli oscuri intrecci e le non gratuite protezioni politiche che avevano portato il banchiere siciliano Michele Sindona ad un ' ascesa vertiginosa seguita poi da una caduta rovinosa ; i troppi non disinteressati interventi per salvarlo ; le difficoltà , i trabocchetti e le minacce conclusisi con la morte di Ambrosoli ( più tardi , con la morte del suo killer , precipitato da quindici metri di altezza « mentre tentava d ' evadere dal carcere a New York » ; e con la morte del mandante dell ' omicidio , Sindona , avvelenato da un caffè in prigione . Fabrizio Bentivoglio è il protagonista , sobrio e bravo . Omero Antonutti , senza barba , è l ' antagonista , molto diverso da come appariva Sindona nella primavera del 1975 , latitante non ricercato né estradato da alcuno , nella suite lussuosa all ' Hotel Pierre di New York o nel piccolo ufficio di Park Avenue d ' una società dal nome insignificante , Cisco : mentre Antonutti è pacato , laconico e asciutto , Sindona era loquace , mellifluo , minaccioso , ilare , ricattatorio ; come Antonutti nel film , accusava l ' Italia d ' essere un Paese senza libertà , si diceva vittima d ' un complotto ordito dai comunisti e dall ' « infame trio Rondelli - Ugo La Malfa - Cuccia » . Michele Placido è il maresciallo maggiore della Guardia di Finanza Silvio Novembre , collaboratore e amico , l ' uomo più vicino ad Ambrosoli in quei suoi cinque anni terribili . Giuliano Montaldo è l ' allora governatore della Banca d ' Italia Guido Carli , che affidò all ' avvocato l ' estremo incarico . Ricky Tognazzi è Mario Sarcinelli , allora Capo della Vigilanza della Banca d ' Italia . Andreotti ed Evangelisti non si vedono ma vengono spesso nominati nel film come protettori di Sindona . Laura Betti è un efficace personaggio d ' invenzione , una collaboratrice fedele di Sindona che cita Stendhal : « L ' onestà è la virtù della gente dappoco » . Gli sceneggiatori Graziano Diana e Angelo Pasquini sono riusciti a non rendere melodrammatico un destino tragico : ma era forse fatale che il borghese onesto e solo risultasse non soltanto un eroe , quasi un santo o un santino . La straordinaria fotografia di Luca Bigazzi dà una nobile intensità al film non bello ma rilevante nella tradizione del cinema sociopolitico italiano : utile a chiarire la trama dei rapporti fra parti dello Stato , criminalità organizzata , alta finanza ; utile a capire i meccanismi d ' un passato di vergogna ; utile a cogliere quanto di quel passato sussista o possa riprodursi nel presente . Dall ' uccisione dell ' avvocato Giorgio Ambrosoli sono passati sedici anni . Molti dei protagonisti d ' allora sono morti anche di morte violenta , oppure scomparsi dalla scena : Sindona , Calvi , monsignor Marcinkus , il finanziere vaticano a capo dell ' Istituto per le Opere di Religione , Franco Evangelisti , l ' allora segretario amministrativo della Democrazia cristiana , Giulio Andreotti per ventuno volte ministro e per sette volte presidente del Consiglio ora incriminato per collusione con la mafia . Tra i personaggi nominati nel film , soltanto Licio Gelli e Enrico Cuccia , ciascuno a suo modo , persistono . Non s ' è fatta limpida l ' acqua torbida italiana : purtroppo di eroi borghesi c ' è ancora bisogno .