StampaQuotidiana ,
Patrice
Leconte
è
il
singolare
regista
francese
di
film
comici
o
parodistici
,
di
L
'
insolito
caso
di
Mr
.
Hire
tratto
da
un
romanzo
di
Georges
Simenon
,
di
Il
marito
della
parrucchiera
che
rivelò
il
fascino
di
Anna
Galiena
.
Anche
stavolta
c
'
è
un
romanzo
,
Villa
triste
di
Patrick
Modiano
(
editore
Rusconi
)
,
anche
stavolta
c
'
è
una
nuova
giovane
attrice
:
Sandra
Majani
,
nata
a
Denden
in
Olanda
,
iscritta
al
Conservatorio
di
danza
classica
a
Rotterdam
,
modella
a
Parigi
anche
per
spot
pubblicitari
,
faccia
carina
,
corpo
straordinariamente
bello
.
Stavolta
non
c
'
è
un
'
ossessione
amorosa
,
ma
il
filtro
flou
della
memoria
,
la
malinconia
d
'
un
ricordo
persistente
come
un
forte
profumo
dolce
.
In
primo
piano
,
con
la
faccia
arrossata
dal
riverbero
del
fuoco
d
'
un
caminetto
,
con
un
'
espressione
meditabonda
variata
a
volte
da
un
sorrisetto
allusivo
,
il
protagonista
rievoca
l
'
estate
del
1958
«
in
cui
la
mia
vita
si
mise
ad
oscillare
»
:
quando
,
trovandosi
in
una
cittadina
turistica
francese
sul
lago
al
confine
con
la
Svizzera
,
sotto
falso
nome
,
in
una
condizione
precaria
e
clandestina
per
sottrarsi
al
richiamo
alle
armi
e
alla
guerra
d
'
Algeria
che
fa
da
inquieto
sfondo
alla
storia
,
aveva
incontrato
due
personaggi
indimenticati
.
La
bellissima
Yvonne
,
aspirante
attrice
,
civetta
e
misteriosa
,
amante
ardente
,
sfuggente
;
e
un
anziano
medico
omosessuale
accompagnatore
e
protettore
di
lei
,
un
uomo
brillante
,
generoso
,
nevrotico
,
inasprito
,
autodistruttivo
.
Il
protagonista
perde
la
ragazza
,
il
medico
perde
se
stesso
.
Non
si
perde
la
nostalgia
di
quella
estate
radiosa
,
insicura
,
sensuale
,
mondana
,
malinconica
.
Il
film
letterario
che
rischia
continuamente
il
ridicolo
è
reso
più
credibile
dal
corpo
magnifico
della
ragazza
e
dalla
disperazione
furente
dell
'
omosessuale
interpretato
bene
da
Jean
-
Pierre
Marielle
,
mentre
il
protagonista
rimane
una
opaca
figura
sfumata
di
testimone
:
pesa
su
tutto
un
'
atmosfera
antiquata
ed
elegante
,
non
spiacevole
ma
poco
interessante
.
StampaQuotidiana ,
Commenti
dei
giornali
Le
dimissioni
dell
'
on
.
Finzi
e
del
commendator
Cesare
Rossi
sono
oggetto
di
commenti
da
parte
dei
giornali
della
capitale
.
L
"
'
Osservatore
Romano
"
esorta
a
non
prestare
troppa
facile
fede
a
questo
fenomeno
del
resto
naturale
nella
generale
concitazione
ed
aggiunge
che
la
verità
è
in
marcia
ed
è
ormai
,
per
tutto
lo
stato
d
'
animo
creatosi
intorno
al
misfatto
e
per
il
severo
procedere
delle
autorità
,
assolutamente
infrenabile
.
L
'
opera
della
magistratura
è
già
successa
a
quella
del
potere
esecutivo
.
Non
resta
pertanto
,
nell
'
interesse
della
giustizia
e
per
il
buon
vivere
,
che
attendere
fiduciosamente
.
L
'
editoriale
del
"
Corriere
d
'
Italia
"
segnala
l
'
importanza
che
ebbero
le
parole
dell
'
on
.
Delcroix
quando
disse
come
l
'
orrenda
violenza
compiuta
su
di
un
deputato
dell
'
opposizione
apparisse
un
nefando
tentativo
di
render
vani
i
propositi
di
concordia
,
e
di
pacificazione
espressi
nel
discorso
della
Corona
e
affermati
nel
discorso
dell
'
on
.
Mussolini
.
Lo
stesso
on
.
Mussolini
ricordò
come
con
quel
suo
discorso
egli
avesse
voluto
superare
le
pressioni
dell
'
assemblea
parlamentare
e
pronunziare
una
parola
in
base
alla
quale
"
una
specie
di
détente
si
era
determinata
nell
'
assemblea
e
nel
paese
una
situazione
di
concordia
e
di
pacificazione
.
"
"
Io
potevo
dire
-
ha
soggiunto
l
'
on
.
Mussolini
-
di
essere
giunto
quasi
al
termine
della
mia
fatica
verso
la
ricostruzione
morale
ed
ecco
che
quest
'
opera
minaccia
di
essere
vana
...
"
L
'
accorata
sincerità
di
queste
parole
,
dice
l
'
articolo
del
"
Corriere
d
'
Italia
"
è
indiscutibile
.
La
dirittura
dei
propositi
dell
'
on
.
Mussolini
è
stata
ed
è
evidente
.
La
sua
ferma
volontà
di
determinare
una
nuova
situazione
di
pace
interna
sopprimendo
il
triste
fenomeno
della
violenza
e
nonostante
che
alcune
manifestazioni
delle
sue
parole
abbiano
potuto
essere
in
passato
male
interpretate
,
è
innegabile
.
"
E
veramente
notevole
-
continua
il
giornale
-
è
il
fatto
che
tutta
la
maggioranza
della
Camera
abbia
fatto
eco
con
slancio
di
convinzione
alla
solenne
affermazione
del
grande
mutilato
di
guerra
e
del
Capo
del
Governo
.
L
'
on
.
Mussolini
insomma
è
in
tale
posizione
da
avere
la
fiducia
dell
'
opinione
pubblica
e
a
lui
guardano
tutti
gli
italiani
convinti
che
egli
possa
trarre
il
paese
sulle
vie
di
una
ristabilita
concordia
feconda
di
bene
e
convinti
anche
dall
'
altra
parte
che
all
'
infuori
di
questa
speranza
e
di
questa
fiducia
altro
non
si
veda
oggi
se
non
un
vuoto
tremendo
,
se
non
l
'
angosciosa
prospettiva
di
un
'
insanabile
discordia
civile
.
Ma
l
'
on
.
Mussolini
deve
agire
con
quel
massimo
di
risolutezza
di
cui
egli
è
senza
dubbio
capace
.
"
E
dopo
aver
osservato
che
elementi
pessimi
del
Fascismo
hanno
con
i
loro
atti
criminosi
offerto
occasione
all
'
opposizione
e
accennato
alle
voci
di
scandali
che
circolano
nella
sovreccitata
opinione
pubblica
dichiarando
di
attendere
dall
'
on
.
Mussolini
un
'
azione
radicalmente
epuratrice
,
conclude
:
"
Dai
banchi
della
maggioranza
e
dal
banco
del
Governo
furono
dette
ieri
alla
Camera
parole
che
spargono
sull
'
angoscia
dell
'
ora
il
balsamo
della
speranza
e
della
fiducia
che
quelle
parole
non
siano
state
dette
al
vento
.
Questo
è
ciò
che
attendono
oggi
tutti
coloro
i
quali
da
ogni
parte
e
prima
che
ad
ogni
altra
cosa
guardano
al
bene
della
Patria
.
"
A
un
di
presso
ha
avuto
stamane
la
stessa
intonazione
il
"
Messaggero
,
"
prima
ancora
che
fossero
note
le
dimissioni
dell
'
on
.
Finzi
.
Il
"
Messaggero
"
esprime
infatti
piena
fiducia
che
il
Presidente
saprà
vibrare
la
scure
invocata
dall
'
on
.
Delcroix
.
Però
si
rileva
che
il
"
Messaggero
"
insisteva
particolarmente
sulla
responsabilità
del
direttore
del
giornale
concorrente
.
Noi
apprezziamo
in
altissimo
grado
il
gesto
veramente
nobile
compiuto
dall
'
on
.
Finzi
e
dal
comm
.
Cesare
Rossi
offrendo
le
loro
dimissioni
dalle
cariche
che
occupavano
e
mettendosi
a
disposizione
del
Capo
del
Governo
e
dell
'
opinione
pubblica
che
vede
in
Benito
Mussolini
l
'
interprete
sicuro
e
infallibile
della
volontà
del
paese
.
Ora
ogni
polemica
deve
essere
infrenata
,
ogni
discussione
eccessiva
deve
essere
troncata
.
Parliamo
sovrattutto
alla
stampa
e
per
la
stampa
;
il
Paese
non
vuoi
essere
gettato
a
nessun
costo
in
una
crisi
di
nervosismo
e
di
disorientamento
.
Ora
la
Giustizia
farà
tutto
ed
intero
il
suo
dovere
e
nessuno
potrà
esercitare
pressioni
di
alcun
genere
in
nessun
senso
per
lo
svolgimento
del
mandato
sovrano
dei
giudici
.
Ogni
nevrastenia
scandalistica
deve
cessare
.
Ma
dopo
il
sacrificio
spontaneamente
compiuto
per
dare
soddisfazione
all
'
opinione
pubblica
da
parte
di
Aldo
Finzi
e
di
Cesare
Rossi
,
dopo
questo
gesto
di
grande
nobiltà
e
di
grande
generosità
tutti
i
mormoratori
dei
giorni
e
dei
mesi
passati
hanno
il
sacrosanto
dovere
di
dire
alla
Giustizia
quello
che
sanno
,
altrimenti
noi
avremo
il
sacrosanto
diritto
di
additarli
al
disprezzo
del
Paese
,
trattandoli
come
volgari
calunniatori
.
Luce
ci
voleva
e
luce
sarà
fatta
,
piena
ed
assoluta
.
Per
quanto
riguarda
la
compagine
del
Governo
essa
è
saldissima
.
Se
vi
sono
fra
gli
oppositori
di
quelli
che
si
illudono
di
giungere
attraverso
i
dolorosi
avvenimenti
di
questi
giorni
ad
una
crisi
di
Governo
fascista
,
ad
una
crisi
del
regime
fascista
,
questi
devono
immediatamente
disilludersi
.
Il
Governo
rimane
inflessibile
al
suo
posto
.
StampaQuotidiana ,
Roma
,
11
ottobre
-
«
A
noi
sembra
di
dover
dissentire
da
cotesti
profeti
di
sventura
che
annunziano
eventi
sempre
infausti
,
quasi
sovrasti
la
fine
del
mondo
.
La
buona
Provvidenza
ci
sta
conducendo
ad
un
nuovo
ordine
di
rapporti
umani
che
,
per
opera
degli
uomini
e
per
lo
più
oltre
la
loro
stessa
aspettativa
,
si
svolgono
verso
il
compimento
dei
suoi
disegni
superiori
e
inattesi
...
»
È
il
primo
importante
argomento
di
considerazione
che
il
Papa
,
aprendo
oggi
i
lavori
del
XXI
Concilio
ecumenico
,
ha
proposto
ai
padri
consiliari
e
ai
cattolici
di
tutto
il
mondo
.
Un
invito
all
'
ottimismo
,
alla
fiducia
,
allo
spirito
della
comprensione
e
della
buona
volontà
,
contro
il
pessimismo
di
coloro
i
quali
«
nei
tempi
moderni
non
vedono
che
prevaricazione
e
rovina
;
vanno
dicendo
che
la
nostra
era
,
in
confronto
con
quelle
passate
,
è
andata
peggiorando
;
e
si
comportano
come
se
nulla
abbiano
imparato
dalla
storia
,
che
pure
è
maestra
di
vita
,
e
come
se
al
tempo
dei
Concili
ecumenici
precedenti
tutto
procedesse
in
pienezza
di
trionfo
dell
'
idea
e
della
vita
cristiana
,
della
giusta
libertà
religiosa
»
.
Considerando
con
occhio
spassionato
il
passato
,
senza
lasciarsi
vincere
dalla
tendenza
,
peraltro
comprensibile
in
un
uomo
di
80
anni
,
a
trasfigurarlo
con
i
colori
della
propria
gioventù
,
Giovanni
XXIII
ha
detto
francamente
di
considerare
le
condizioni
generali
dei
tempi
nei
quali
si
apre
questo
Concilio
migliori
di
quelle
in
cui
si
svolsero
i
precedenti
.
Se
non
altro
,
perché
nel
complesso
,
e
malgrado
la
forzata
assenza
di
moltissimi
vescovi
imprigionati
per
la
loro
fedeltà
a
Cristo
(
è
stato
l
'
unico
accenno
alla
«
Chiesa
del
silenzio
»
)
oggi
la
Chiesa
è
più
libera
di
svolgere
la
sua
azione
.
Libera
dalla
«
indebita
ingerenza
delle
autorità
civili
»
e
«
libera
da
tanti
ostacoli
di
natura
profana
»
.
È
facile
identificare
in
questi
ultimi
quelli
determinati
dall
'
esercizio
del
potere
temporale
,
definitivamente
seppellito
novantadue
anni
fa
,
proprio
mentre
si
svolgeva
il
Concilio
Vaticano
I
.
Dopo
questa
messa
a
punto
di
carattere
generale
sulle
caratteristiche
dell
'
epoca
,
il
Papa
ha
illustrato
le
ragioni
che
hanno
consigliato
la
convocazione
del
Concilio
e
i
compiti
che
gli
si
prospettano
.
«
Il
gesto
del
più
recente
e
umile
successore
di
san
Pietro
che
vi
parla
,
di
indire
questa
solennissima
assise
,
si
è
proposto
di
affermare
,
ancora
una
volta
,
la
continuità
del
magistero
ecclesiastico
per
presentarlo
,
in
forma
eccezionale
,
a
tutti
gli
uomini
del
nostro
tempo
,
tenendo
conto
delle
deviazioni
,
delle
esigenze
e
delle
opportunità
dell
'
età
moderna
»
aveva
già
detto
all
'
inizio
.
Il
doppio
motivo
della
continuità
del
magistero
ecclesiastico
e
della
novità
delle
condizioni
poste
dalla
civiltà
moderna
ha
condotto
,
strettamente
intrecciato
,
tutto
il
discorso
.
La
dottrina
è
una
,
e
abbraccia
l
'
uomo
intero
,
anima
e
corpo
.
Ma
i
tempi
cambiano
e
consigliano
aggiornamenti
,
studio
delle
nuove
condizioni
e
forme
di
vita
introdotte
nel
mondo
contemporaneo
,
massima
comprensione
per
le
sue
esigenze
.
«
Il
XXI
Concilio
ecumenico
vuole
trasmettere
pura
e
integra
la
dottrina
,
senza
attenuazioni
o
travisamenti
,
che
lungo
venti
secoli
,
nonostante
difficoltà
e
contrasti
,
è
divenuta
patrimonio
comune
degli
uomini
.
Il
punctum
saliens
non
è
dunque
la
discussione
di
un
articolo
o
l
'
altro
della
dottrina
fondamentale
.
Per
questo
non
occorreva
un
Concilio
...
Lo
spirito
cristiano
,
cattolico
ed
apostolico
del
mondo
intero
attende
un
balzo
in
avanti
verso
una
penetrazione
dottrinale
e
una
formazione
delle
coscienze
,
in
corrispondenza
più
perfetta
all
'
autentica
dottrina
,
anche
questa
però
studiata
ed
esposta
attraverso
le
forme
della
indagine
e
della
formulazione
letteraria
del
pensiero
moderno
.
Altra
è
la
sostanza
dell
'
antica
dottrina
del
depositum
fidei
,
ed
altra
è
la
formulazione
del
suo
rivestimento
:
ed
è
di
questo
che
devesi
-
con
pazienza
se
occorre
-
tener
gran
conto
,
tutto
misurando
nelle
forme
e
proporzioni
di
un
magistero
a
carattere
prevalentemente
pastorale
»
.
Il
passo
,
d
'
importanza
fondamentale
per
i
lavori
del
Concilio
,
circoscrive
i
confini
entro
i
quali
potrà
articolarsi
la
discussione
teologica
e
in
particolare
quella
della
cosiddetta
«
nuova
teologia
»
(
cioè
,
quella
che
vorrebbe
svincolare
la
meditazione
religiosa
dalla
codificazione
scolastica
)
.
Intransigenza
sui
fondamenti
-
il
depositum
fidei
-
duttilità
e
massima
apertura
sulla
forma
,
il
rivestimento
.
Nella
stessa
citazione
è
adombrata
anche
la
propensione
personale
di
Giovanni
XXIII
,
quella
che
sta
dando
una
impronta
al
suo
pontificato
.
È
la
propensione
verso
«
un
magistero
a
carattere
prevalentemente
pastorale
»
i
cui
lineamenti
vengono
illustrati
nell
'
ultima
parte
della
allocuzione
.
Oggi
come
duemila
anni
fa
,
la
Chiesa
si
trova
di
fronte
al
grande
compito
di
portare
Cristo
tra
gli
uomini
,
gli
uomini
a
Cristo
.
La
maggior
parte
del
genere
umano
è
ancora
estranea
al
cattolicesimo
,
persiste
nell
'
errore
e
nella
indifferenza
.
Come
deve
la
Chiesa
difendere
la
verità
,
promuovere
l
'
unità
?
«
Sempre
la
Chiesa
si
è
opposta
agli
errori
:
spesso
li
ha
condannati
con
la
massima
severità
.
Al
giorno
d
'
oggi
,
tuttavia
,
la
sposa
di
Cristo
preferisce
far
uso
della
medicina
della
misericordia
piuttosto
che
della
severità
;
essa
ritiene
di
venire
incontro
ai
bisogni
di
oggi
mostrando
la
validità
della
sua
dottrina
piuttosto
che
con
la
condanna
.
Le
dottrine
fallaci
,
le
opinioni
e
i
concetti
pericolosi
sono
così
evidentemente
in
contrasto
con
la
retta
norma
dell
'
onestà
,
ed
hanno
dato
frutti
così
esiziali
,
che
oramai
gli
uomini
da
se
stessi
oggi
sembra
che
siano
propensi
a
condannarli
.
Ed
in
specie
quei
costumi
di
vita
che
disprezzano
Dio
e
la
sua
legge
,
la
eccessiva
fiducia
nei
progressi
della
tecnica
,
il
benessere
fondato
esclusivamente
sui
comodi
della
vita
.
Sempre
più
essi
si
convincono
del
massimo
valore
della
persona
umana
e
del
suo
perfezionamento
,
e
dell
'
impegno
che
ciò
esige
.
Ciò
che
più
conta
l
'
esperienza
ha
loro
appreso
che
la
violenza
inflitta
altrui
,
la
potenza
delle
armi
,
il
predominio
politico
non
giovano
per
una
felice
soluzione
dei
gravi
problemi
che
li
travagliano
»
.
Quindi
tolleranza
,
pazienza
,
carità
,
amore
verso
tutti
,
a
cominciare
dai
«
figli
separati
»
.
E
adoperarsi
attivamente
perché
si
compia
«
il
gran
mistero
di
quella
unità
che
Gesù
Cristo
ha
invocato
dal
Padre
celeste
nell
'
imminenza
del
suo
sacrificio
»
.
Unità
in
tre
direzioni
:
dei
cattolici
tra
di
loro
,
di
«
preghiere
e
di
ardenti
desideri
»
con
i
cristiani
separati
e
,
infine
,
«
unità
nella
stima
e
nel
rispetto
verso
la
Chiesa
cattolica
da
parte
di
coloro
che
seguono
religioni
ancora
non
cristiane
»
.
Questo
si
propone
,
attraverso
il
suo
Pontefice
,
il
Concilio
ecumenico
;
e
perché
questo
sia
concesso
Giovanni
XXIII
,
concludendo
il
discorso
,
ha
elevato
al
cielo
una
limpida
,
appassionata
preghiera
.
«
Ora
è
appena
l
'
aurora
,
e
già
il
primo
annuncio
del
giorno
sorgente
riempie
di
soavità
il
nostro
cuore
.
Tutto
qui
spira
santità
,
tutto
suscita
esultanza
...
Si
può
dire
che
il
cielo
e
la
terra
si
uniscano
nella
celebrazione
del
Concilio
...
Questo
richiede
da
voi
serenità
d
'
animo
,
concordia
fraterna
,
moderazione
di
progetti
,
dignità
di
discussioni
e
saggezza
di
deliberazioni
...
Dio
onnipotente
,
in
Te
riponiamo
la
nostra
fiducia
,
diffidando
delle
nostre
forze
.
Guarda
benigno
a
questi
pastori
della
Tua
Chiesa
.
La
luce
della
Tua
grazia
superna
ci
aiuti
nel
prendere
le
decisioni
come
nel
fare
le
leggi
;
e
pienamente
esaudisci
le
preghiere
che
a
Te
effondiamo
con
unanimità
di
fede
,
di
voce
e
di
animo
...
»
Di
fronte
a
un
discorso
così
esplicito
,
ogni
chiosa
illustrativa
appare
pressoché
superflua
.
Le
previsioni
della
vigilia
sono
state
largamente
confermate
,
e
si
può
dire
che
il
Papa
ha
colto
la
solenne
occasione
per
ribadire
e
sintetizzare
con
inequivocabile
decisione
le
linee
maestre
del
suo
pontificato
.
Viene
subito
in
mente
,
come
termine
di
confronto
,
non
solo
il
Concilio
del
1870
,
ma
anche
il
pontificato
di
Pio
XII
,
soprattutto
nell
'
ultimo
periodo
,
dalla
fine
della
guerra
alla
morte
.
Il
distacco
dal
Vaticano
I
è
segnato
,
per
non
dire
altro
,
dalla
soddisfazione
con
cui
Papa
Roncalli
ha
accennato
alla
fine
del
potere
temporale
e
dalla
delicatezza
con
cui
ha
affrontato
i
passaggi
che
potevano
riproporre
il
tema
dei
rapporti
con
i
vescovi
e
della
infallibilità
del
Pontefice
.
In
quanto
al
distacco
con
il
regno
di
Pio
XII
,
esso
traspare
,
si
può
dire
,
da
ogni
piega
del
discorso
.
Si
dirà
che
sono
tempi
diversi
che
pongono
diverse
responsabilità
e
aprono
diverse
prospettive
.
Ed
è
vero
.
In
questa
sede
,
comunque
,
non
si
tratta
di
dare
un
giudizio
su
due
pontificati
,
ma
soltanto
di
indicare
gli
accenti
particolari
che
li
differenziano
.
Quello
di
Papa
Pacelli
è
quello
della
Chiesa
che
denuncia
e
condanna
,
che
considera
la
cattolicità
assediata
dall
'
errore
,
costretta
a
mobilitare
tutte
le
energie
di
cui
dispone
sul
piano
mondano
e
sul
soprannaturale
per
difendere
la
sua
stessa
esistenza
.
L
'
accento
di
Giovanni
XXIII
è
quello
della
Chiesa
materna
,
tollerante
,
comprensiva
;
e
,
al
tempo
stesso
,
sicura
della
sua
verità
proiettata
verso
la
conquista
di
nuove
frontiere
.
Proprio
perché
convinta
che
l
'
apostolato
migliore
è
quello
dell
'
esempio
e
della
testimonianza
.
StampaQuotidiana ,
Torna
la
coppia
di
vecchi
eroi
,
l
'
aristocratico
scienziato
barone
Victor
Frankenstein
divorato
dall
'
ambizione
di
creare
un
essere
umano
e
di
sconfiggere
la
morte
e
la
sua
Creatura
mostruosa
e
innocente
,
fortissima
e
patetica
,
che
uccide
quando
viene
privata
d
'
amore
e
respinta
.
Torna
nel
momento
in
cui
domina
l
'
antintellettualismo
,
in
cui
s
'
infittiscono
le
discussioni
sulla
bioetica
e
sulle
manipolazioni
genetiche
,
si
ripropongono
tutti
gli
antichi
interrogativi
che
oppongono
la
religiosità
alla
sperimentazione
scientifica
:
cosa
vuol
dire
,
cosa
comporta
creare
o
alterare
una
vita
,
è
giusto
o
ingiusto
,
abbiamo
il
diritto
?
Mary
Shelley
,
calma
bellezza
inglese
,
intelligentissima
figlia
del
pensatore
William
Goodwin
e
della
femminista
Mary
Wollestoncraft
,
amante
sedicenne
e
poi
moglie
del
poeta
Percy
Bysshe
Shelley
,
aveva
meno
di
vent
'
anni
quando
scrisse
per
scommessa
nel
1816
Frankenstein
o
il
Prometeo
moderno
,
tragedia
gotica
,
requiem
romantico
,
epopea
antiscientifica
e
antirazionalista
del
sapiente
maledetto
che
vuol
rubare
a
Dio
il
segreto
della
vita
per
il
bene
dell
'
umanità
e
che
per
il
suo
sacrilego
orgoglio
intellettuale
viene
punito
,
sepolto
tra
blocchi
di
ghiaccio
nel
gelo
dell
'
Oceano
Artico
.
Tra
gli
infiniti
film
ispirati
alla
coppia
infelice
,
questo
di
Branagh
,
come
indica
il
titolo
,
è
quello
che
vuoi
essere
più
fedele
(
ma
non
del
tutto
fedele
,
si
capisce
)
al
testo
ottocentesco
:
«
Avevo
visto
dei
Frankenstein
in
bianco
e
nero
,
con
scienziati
pazzi
assistiti
da
nani
gobbi
,
e
non
m
'
avevano
interessato
affatto
.
Il
romanzo
,
invece
,
m
'
ha
affascinato
:
non
riuscivo
a
capire
perché
nessuno
avesse
mai
tentato
l
'
impresa
di
farne
davvero
un
film
»
.
Quindi
ha
lasciato
perdere
ironia
,
parodia
,
revisioni
culturali
,
epistemologia
,
filtri
intellettuali
,
psicoanalisi
,
aggiornamenti
possibili
,
e
ha
semplicemente
filmato
il
romanzo
immergendolo
in
un
'
atmosfera
nera
,
avventurosa
e
fatale
:
navi
prigioniere
dei
ghiacci
come
nelle
vecchie
illustrazioni
dei
romanzi
di
Verne
,
figure
da
spavento
affioranti
dal
nulla
nebbioso
come
in
Nosferatu
,
ululati
nel
buio
,
tuoni
,
fulmini
,
saette
e
diluvi
,
immensi
saloni
spopolati
,
castelli
sperduti
,
scalee
,
alte
cime
nevose
di
quelle
Alpi
«
cattedrali
della
morte
e
del
gelo
»
che
impaurivano
i
turisti
inglesi
ottocenteschi
,
contadini
divorati
dalla
miseria
,
folle
furenti
pronte
ad
aggredire
bastonare
e
impiccare
,
esodi
e
cadaveri
dell
'
epidemia
di
colera
.
Kenneth
Branagh
ha
filmato
il
romanzo
senza
risparmiarsi
nulla
né
vergognarsi
di
niente
,
alla
sua
maniera
banale
e
seducente
.
Disperazione
?
I
personaggi
si
danno
pugni
in
testa
.
Felicità
?
Saltano
,
ridono
,
s
'
abbracciano
,
intrecciano
balli
.
Dramma
?
Corrono
a
perdifiato
o
galoppano
a
briglia
sciolta
.
S
'
era
già
visto
in
Molto
rumore
per
nulla
quanta
fiducia
abbia
il
teatrante
inglese
trentacinquenne
,
qui
regista
e
interprete
del
personaggio
di
Frankenstein
,
nel
dinamismo
,
nella
velocità
,
nella
semplificazione
,
nell
'
energia
.
Lo
confermano
la
rapidità
vignettistica
della
narrazione
e
la
grande
scena
della
creazione
,
tra
mito
arcaico
e
anticipazione
industriale
,
tra
fiamme
,
binari
e
catene
ferree
,
pulegge
,
ruote
,
vibrare
azzurro
di
pulsioni
elettriche
e
un
enorme
sarcofago
bronzeo
colmo
di
liquido
amniotico
,
con
Branagh
-
Frankenstein
che
si
affanna
quasi
pazzo
a
torso
nudo
esibendo
il
corpo
addestrato
e
muscolato
.
Ma
è
proprio
questa
visione
elementare
,
illustrativa
,
a
dare
al
film
un
fascino
particolare
,
una
suggestione
accattivante
.
E
poi
c
'
è
la
Creatura
,
naturalmente
.
Robert
De
Niro
è
irriconoscibile
con
la
faccia
e
il
corpo
attraversati
da
grosse
cuciture
nere
i
cui
punti
sembrano
non
dover
mai
cadere
e
da
cicatrici
incancellabili
,
sfigurato
da
un
occhio
diverso
dall
'
altro
,
sussultante
per
una
zoppia
molto
forte
:
mette
meno
spavento
del
suo
personaggio
in
Cape
Fear
di
Scorsese
,
ma
anche
abbrutito
dal
trucco
-
maschera
arriva
a
comunicare
il
dolore
della
solitudine
e
del
rifiuto
.
È
ridicolo
quando
s
'
intenerisce
di
fronte
alla
famigliola
misera
e
coraggiosa
spiando
la
quale
impara
a
parlare
e
a
leggere
,
quando
la
aiuta
provvedendo
alle
necessità
(
taglia
e
accatasta
legna
,
strappa
alla
terra
gelata
rape
e
patate
,
mette
tutto
in
ordine
come
Biancaneve
nella
casetta
dei
sette
nani
)
.
È
fantastico
quando
s
'
infuria
e
uccide
,
quando
strappa
il
cuore
palpitante
dal
petto
della
moglie
di
Frankenstein
,
quando
s
'
immola
morendo
sul
pack
insieme
con
il
suo
Creatore
.
Molti
,
in
un
coro
di
rimpianti
,
hanno
detto
di
preferire
il
vecchio
Boris
Karloff
:
ma
forse
è
la
nostalgia
tenace
riservata
ai
giocattoli
perduti
dell
'
infanzia
.
StampaQuotidiana ,
Parigi
,
21
notte
...
Mentre
i
gruppi
politici
delle
sinistre
socialiste
respingono
-
sia
pure
con
una
motivazione
che
non
può
piacerci
-
l
'
invito
comunista
di
partecipare
ad
una
manifestazione
antifascista
indetta
per
domani
,
dinanzi
al
contegno
del
"
Quotidien
"
noi
abbiamo
l
'
impressione
che
i
socialisti
riformisti
francesi
respingano
da
una
parte
una
forma
più
o
meno
utile
e
clamorosa
,
cerchino
dall
'
altra
di
contribuire
a
prepararla
e
di
associarvisi
senza
averne
l
'
aria
e
senza
mandare
al
comizio
nessun
loro
oratore
ufficiale
.
Preferiamo
,
allora
,
a
questa
mezza
opposizione
,
il
contegno
del
"
Temps
,
"
che
questa
sera
pubblica
un
faticoso
articolo
di
Herbette
,
in
cui
si
ha
la
pretesa
di
dire
l
'
ultima
parola
sul
Fascismo
e
sui
destini
dell
'
Italia
.
Il
"
Temps
,
"
almeno
,
non
fa
rivelazioni
sensazionali
,
perché
i
suoi
lettori
non
gli
crederebbero
;
ma
cerca
,
anzi
,
con
ragionamenti
e
utilizzando
il
materiale
servitogli
con
tanta
generosità
dai
giornali
in
questi
ultimi
giorni
,
di
dar
fondo
al
problema
politico
e
morale
italiano
,
per
giungere
,
come
un
Guglielmo
Ferrero
,
alle
conclusioni
di
quelle
forme
congenite
di
pessimismo
,
le
quali
danno
piuttosto
la
misura
d
'
un
carattere
denso
di
ombre
,
che
non
l
'
impressione
d
'
un
ammonimento
...
Parlando
di
Marinelli
,
cassiere
del
partito
,
di
Rossi
e
degli
altri
implicati
nella
trista
vicenda
,
ha
l
'
aria
di
credere
che
costoro
fossero
nel
Partito
fascista
quello
che
sono
il
cuore
,
il
cervello
e
i
polmoni
nell
'
organismo
umano
.
Si
comprende
,
quindi
,
che
prospetti
gli
avvenimenti
italiani
come
una
vera
e
propria
crisi
del
Fascismo
e
che
perciò
possa
spingersi
a
pensare
che
i
principi
democratici
,
affermatisi
in
Francia
nel
1789
,
in
Inghilterra
nel
1688
,
in
America
nel
1776
,
in
Belgio
nel
1830
e
in
Germania
nel
1848
,
abbiano
una
ragione
anche
in
Italia
.
In
Italia
non
il
Fascismo
è
in
crisi
,
ma
una
parte
di
quel
Fascismo
d
'
azione
che
fu
necessario
e
benemerito
nella
prima
ora
e
che
-
come
avviene
in
tutti
i
movimenti
rivoluzionari
-
cerca
ora
il
suo
assestamento
.
StampaQuotidiana ,
L
'
ingegner
Enrico
Mattei
,
presidente
dell
'
ENI
,
è
morto
ieri
sera
alle
19.15
in
un
incidente
aereo
.
Con
lui
sono
morte
altre
due
persone
:
il
pilota
del
bireattore
,
Irnerio
Bertuzzi
,
e
un
giornalista
americano
,
William
McHale
.
L
'
aereo
sul
quale
viaggiava
Mattei
-
il
bireattore
Morane
-
Saulnier
Paria
-
proveniva
da
Catania
e
alle
18.59
ha
avuto
l
'
ultimo
contatto
con
la
torre
di
controllo
dell
'
aeroporto
di
Linate
,
dove
sarebbe
dovuto
atterrare
dopo
due
minuti
.
Il
pilota
ha
segnalato
di
essere
nella
verticale
di
Carpiano
(
circa
8
chilometri
a
sud
di
Linate
)
,
e
ha
dichiarato
di
seguire
regolarmente
il
suo
piano
di
volo
.
La
voce
aveva
un
'
intonazione
del
tutto
calma
e
normale
.
Aveva
anche
precisato
di
essere
sceso
dai
milleottocento
metri
di
quota
ai
seicento
.
Poi
più
nulla
.
Allarmati
,
da
Linate
informavano
immediatamente
la
Legione
dei
carabinieri
perché
fonogrammi
venissero
diffusi
a
tutte
le
stazioni
dei
militi
della
zona
sud
.
La
segnalazione
è
giunta
dai
carabinieri
di
Landriano
,
che
l
'
avevano
avuta
da
Bascapè
,
un
paese
poco
a
sud
di
Melegnano
,
in
provincia
di
Pavia
.
Ed
è
qui
,
infatti
,
in
un
boschetto
rado
di
pioppi
,
che
il
bireattore
si
è
sbriciolato
,
sbriciolando
insieme
il
suo
carico
umano
.
Si
era
sentito
,
in
paese
,
poco
dopo
le
19
,
il
ronzare
pesante
di
un
apparecchio
,
come
se
girasse
sulla
zona
.
Ma
non
molti
vi
avevano
fatto
caso
:
Bascapè
,
infatti
,
si
trova
proprio
all
'
inizio
del
«
corridoio
»
che
gli
aerei
infilano
per
scendere
a
Linate
,
e
il
rumore
degli
aerei
non
fa
molto
effetto
.
Questo
tuttavia
era
più
forte
del
solito
,
se
la
madre
di
un
ragazzo
,
Antonio
Dacco
,
gli
chiese
:
«
Ma
cos
'
è
,
con
la
pioggia
i
motori
degli
aerei
si
sforzano
?
»
.
Il
ragazzo
alzò
le
spalle
.
Ma
poi
è
stato
uno
dei
primi
ad
accorrere
sul
posto
,
che
è
lontano
un
paio
di
chilometri
dal
paese
,
in
un
punto
intermedio
fra
Torrevecchia
e
Landriano
.
Lo
schianto
deve
essere
stato
certamente
udito
,
nella
cascina
Albaredo
,
abitata
dai
coloni
Ronchi
,
ma
in
quel
momento
vi
erano
soltanto
donne
,
chiuse
in
casa
.
Poco
più
tardi
,
è
stato
appunto
Mario
Ronchi
a
dare
la
prima
segnalazione
.
Serpeggiato
l
'
allarme
,
guidati
da
un
punto
luminoso
,
un
gruppo
di
giovanotti
,
nel
buio
della
sera
battuta
da
una
pioggia
dirotta
,
che
aveva
trasformato
la
stradetta
in
un
disastroso
pantano
,
è
accorso
.
Poi
sono
arrivate
le
prime
autorità
,
i
carabinieri
,
i
vigili
del
fuoco
,
inutili
lettighe
della
Croce
Rossa
,
il
prefetto
di
Pavia
,
dottor
Guida
,
il
procuratore
della
Repubblica
Valdo
Valdi
.
Illuminando
i
luoghi
con
i
riflettori
portatili
della
televisione
-
i
carabinieri
non
disponevano
che
di
povere
torce
a
mano
-
è
cominciata
la
ricognizione
,
faticosissima
.
Le
fiamme
,
intanto
,
si
erano
smorzate
.
Ma
erano
durate
,
per
testimonianza
dei
primi
accorsi
,
almeno
un
'
ora
e
mezzo
.
L
'
aereo
è
scoppiato
in
aria
,
o
è
esploso
urtando
il
suolo
,
dopo
un
estremo
tentativo
di
atterraggio
di
fortuna
?
Difficile
dirlo
ascoltando
i
testimoni
.
V
'
è
chi
dice
che
non
si
è
sentito
scoppio
alcuno
,
altri
parlano
di
una
lunga
strisciata
sul
terreno
,
che
risulterebbe
«
arato
»
per
una
ventina
di
metri
.
Il
macellaio
Arnaldo
Bosia
assicura
di
aver
sentito
,
oltre
che
il
rombo
irregolare
del
motore
,
uno
scoppio
in
lontananza
.
Altri
hanno
precisato
:
«
Come
quando
esplode
una
bombola
del
gas
»
.
La
parte
più
grossa
dell
'
aereo
-
una
buona
porzione
della
fusoliera
-
è
finita
in
un
ampio
cratere
ai
bordi
della
strada
,
dove
sono
anche
stati
trovati
alcuni
resti
.
Altri
resti
-
dell
'
aereo
e
degli
uomini
-
sono
stati
trovati
in
un
altro
campo
,
un
centinaio
di
metri
più
avanti
.
Impossibile
,
nell
'
oscurità
,
tentare
un
riconoscimento
,
che
comunque
sarà
laboriosissimo
,
poiché
l
'
esplosione
ha
smembrato
i
corpi
e
l
'
incendio
li
ha
bruciacchiati
.
Orrenda
visione
,
veramente
.
Comunque
,
la
ricerca
di
documenti
,
carte
o
qualsiasi
segno
che
consentisse
l
'
identificazione
è
continuata
per
alcune
ore
.
Poi
,
dopo
mezzanotte
,
il
procuratore
della
Repubblica
ha
disposto
che
picchetti
di
carabinieri
sorvegliassero
la
zona
,
fino
a
stamane
alle
6
,
quando
,
con
le
prime
luci
,
comincerà
l
'
inchiesta
.
Quanto
alle
cause
dell
'
incidente
,
proprio
non
si
può
dire
nulla
,
per
ora
.
Se
l
'
aereo
non
è
scoppiato
in
volo
(
e
il
fatto
che
abbia
arato
il
terreno
lo
farebbe
escludere
,
mentre
lo
sparpagliamento
dei
pezzi
lo
farebbe
ritenere
)
si
può
anche
pensare
a
un
errore
di
valutazione
del
pilota
,
che
tuttavia
era
espertissimo
.
In
effetti
,
la
giornata
non
era
favorevole
:
il
cielo
era
per
tre
quarti
coperto
;
la
visibilità
era
di
mille
metri
in
quota
e
di
milletrecento
sulla
pista
,
che
sono
limiti
bassissimi
.
In
queste
condizioni
,
e
pensando
che
l
'
aereo
è
caduto
a
8-10
chilometri
dalla
pista
,
non
si
può
escludere
,
appunto
,
un
qualche
errore
nella
valutazione
della
distanza
o
della
quota
.
L
'
aereo
era
partito
dall
'
aeroporto
di
Fontanarossa
,
nei
pressi
di
Catania
,
alle
ore
17
.
La
torre
di
controllo
dell
'
aeroporto
di
Catania
lo
ha
assistito
regolarmente
fino
a
che
è
rimasto
nella
zona
di
sua
competenza
.
Successivamente
,
la
torre
di
controllo
di
Catania
lo
ha
«
ceduto
»
all
'
assistenza
di
Roma
.
La
destinazione
era
Milano
.
Oggi
insieme
col
ministro
Tremelloni
,
Mattei
doveva
visitare
i
lavori
della
raffineria
in
costruzione
a
San
Nazzaro
dei
Burgondi
e
quelli
dell
'
oleodotto
Genova
-
Svizzera
.
StampaQuotidiana ,
Se
un
film
italiano
troppo
lungo
,
ben
recitato
e
noioso
venisse
a
rivelarci
che
Lascia
o
raddoppia
?
fin
dall
'
inizio
era
truccato
,
che
a
Lando
Degoli
,
a
Marianini
o
a
Paola
Bolognani
venivano
comunicate
in
anticipo
le
domande
con
relative
risposte
esatte
,
che
ansie
e
tensioni
in
cabina
erano
finte
,
troveremmo
la
forza
d
'
indignarci
,
quando
da
quarant
'
anni
si
parla
del
potere
di
mistificazione
e
dell
'
uso
politico
della
tv
,
quando
sappiamo
adesso
che
alla
tv
persino
i
casi
umani
sono
recitati
a
pagamento
?
Magari
no
.
Quiz
Show
rievoca
,
con
la
proba
ingenuità
tipica
del
suo
regista
Robert
Redford
,
un
telescandalo
americano
che
nel
1958
provò
la
natura
fraudolenta
di
Twenty
-
One
(
Ventuno
)
,
gioco
televisivo
a
quiz
nozionistici
allora
di
massimo
successo
,
trasmesso
in
diretta
dalla
rete
televisiva
National
Broadcasting
Corporation
(
NBC
)
:
i
concorrenti
conoscevano
prima
di
andare
in
onda
domande
e
risposte
,
vincevano
o
perdevano
e
si
alternavano
non
per
merito
o
demerito
ma
a
seconda
delle
esigenze
spettacolari
o
delle
necessità
commerciali
dello
sponsor
;
l
'
imbroglio
che
coinvolgeva
tanto
la
tv
quanto
i
concorrenti
si
estese
all
'
intero
sistema
,
anche
giudiziario
;
l
'
indagine
condotta
da
un
avvocato
del
Comitato
del
Congresso
sul
controllo
legislativo
chiarì
la
truffa
ma
non
rovinò
il
concorrente
più
popolare
,
Charles
Van
Doren
,
bel
giovane
di
buona
famiglia
d
'
intellettuali
che
salvò
la
faccia
confessando
la
verità
,
pentendosi
e
chiedendo
perdono
con
un
bel
discorso
.
Redford
ha
continuato
a
ripetere
che
l
'
episodio
«
segnò
la
fine
dell
'
innocenza
nella
storia
sociale
americana
»
,
cancellò
la
fiducia
popolare
nella
televisione
:
però
dirlo
non
basta
.
Si
intuiscono
i
significati
simbolici
e
sociali
attribuiti
al
vecchio
fatto
di
cronaca
,
il
bluff
rappresentato
dalla
fede
americana
nel
merito
individuale
,
la
morale
calpestata
dalla
corruzione
che
tocca
tutti
,
la
solidarietà
nel
peggio
dell
'
establishment
,
il
dominio
dei
soldi
e
della
vanità
:
ma
sono
espressi
troppo
primariamente
e
sommariamente
per
risultare
drammatici
,
per
dare
all
'
episodio
uno
spessore
etico
-
politico
convincente
,
e
non
s
'
aspettava
certo
Quiz
Show
per
sapere
che
la
tv
mistifica
e
che
i
privilegiati
cascano
sempre
in
piedi
.
Nel
racconto
scolastico
manca
l
'
emozione
,
grava
spesso
il
tedio
.
Le
qualità
del
film
stanno
piuttosto
nella
recitazione
eccellente
di
John
Turturro
,
di
Ralph
Fiennes
,
di
Paul
Scofield
,
di
tutti
gli
interpreti
compresi
,
in
piccole
parti
,
i
registi
Martin
Scorsese
e
Barry
Levinson
;
nella
ricostruzione
d
'
epoca
,
in
un
'
aria
semplice
e
semplificata
degli
anni
Cinquanta
il
cui
merito
va
soprattutto
ai
toni
scelti
dal
direttore
della
fotografia
Michael
Ballhaus
;
nel
ritratto
convenzionale
ma
bello
d
'
una
famiglia
altoborghese
di
intellettuali
con
le
sue
eleganti
abitudini
di
vita
,
la
sua
sobrietà
,
la
sua
spietata
certezza
di
superiorità
.
StampaQuotidiana ,
Roma
,
30
notte
I
ritocchi
nella
compagine
ministeriale
non
alterano
la
fisionomia
del
Governo
fascista
.
La
situazione
rimane
,
come
prima
,
imperniata
sul
nome
di
Mussolini
e
sui
quadri
del
Fascismo
.
Su
undici
dicasteri
,
sei
sono
affidati
a
fascisti
,
due
a
personalità
militari
,
tre
ad
elementi
presi
dalla
destra
liberale
e
dalle
forze
cattoliche
nazionali
,
che
hanno
fiancheggiato
lealmente
l
'
opera
del
Fascismo
.
L
'
ammiraglio
Thaon
di
Revel
resta
al
suo
posto
di
alta
responsabilità
e
di
fiducia
.
Egli
è
la
personalità
di
maggior
rilievo
nella
nostra
Marina
,
che
ha
il
merito
di
avere
compreso
in
tempo
nel
corso
stesso
della
guerra
il
tramonto
delle
grandi
coreografie
e
l
'
importanza
dei
mezzi
tecnici
minori
,
con
cui
furono
compiute
le
più
brillanti
imprese
di
siluramento
.
Il
gen
.
Di
Giorgio
,
che
segui
sui
campi
di
battaglia
tutta
la
nuova
storia
militare
d
'
Italia
,
dall
'
Abissinia
alla
Libia
,
al
Piave
,
è
un
uomo
di
energia
inflessibile
,
di
superiore
intelligenza
e
di
grande
equilibrio
.
Queste
due
personalità
,
che
sono
al
di
sopra
dei
partiti
,
restano
al
Governo
per
dirigere
degnamente
,
insieme
al
generale
comandante
l
'
Aeronautica
,
l
'
opera
di
riordinamento
delle
forze
di
terra
,
del
mare
e
dell
'
aria
,
disorganizzate
e
avvilite
da
coloro
che
,
oggi
,
sono
all
'
opposizione
.
La
destra
liberale
,
che
difese
sempre
a
viso
aperto
la
causa
della
Nazione
contro
gli
uomini
del
sovversivismo
e
della
disgregazione
,
ha
il
suo
riconoscimento
nella
persona
dell
'
on
.
Sarrocchi
,
uomo
di
alta
dirittura
politica
e
morale
.
E
un
riconoscimento
viene
dato
anche
alle
forze
cattoliche
-
nazionali
,
perché
,
per
buona
fortuna
,
la
fazione
don
sturziana
non
rappresenta
in
Italia
che
una
deviazione
socialistoide
di
punta
.
Nei
prossimi
giorni
avverrà
la
designazione
dei
sottosegretari
che
,
per
gran
parte
,
saranno
uomini
nuovi
,
scelti
nei
quadri
del
Fascismo
.
La
selezione
di
questi
elementi
avrà
lo
scopo
di
preparare
nell
'
addestramento
tecnico
e
nella
responsabilità
di
Governo
la
nuova
classe
dirigente
,
secondo
il
pensiero
ripetutamente
espresso
dal
Presidente
.
In
definitiva
,
il
Governo
,
sotto
la
direzione
di
Mussolini
,
resta
affidato
alle
forze
del
Fascismo
,
col
fiancheggiamento
di
elementi
nazionali
sicuri
e
provati
.
Dall
'
altra
parte
del
fosso
:
nel
campo
dell
'
opposizione
,
sono
gli
uomini
del
rinunziatarismo
,
della
disgregazione
interna
,
della
decadenza
demagogica
,
del
sovvertimento
sociale
.
Da
dieci
anni
si
combatte
in
Italia
una
lotta
asperrima
perché
la
Nazione
sia
ordinata
e
solida
all
'
interno
,
rispettata
e
temuta
all
'
estero
.
Questa
lotta
,
condotta
da
varie
forze
nazionali
e
guidata
da
Mussolini
,
è
stata
diretta
senza
tregua
contro
il
sovversivismo
e
contro
la
demagogia
.
Gli
uomini
che
parteggiano
per
l
'
Austria
,
e
che
incitavano
i
soldati
a
disertare
,
sono
all
'
opposizione
.
Coloro
che
inscenavano
gli
scioperi
mentre
l
'
Italia
era
impegnata
nelle
trattative
di
pace
,
sono
all
'
opposizione
.
Quelli
che
prepararono
la
rivolta
d
'
Ancona
per
imporre
lo
sgombero
di
Valona
,
sono
all
'
opposizione
.
I
signori
che
rinnegarono
la
Dalmazia
italiana
,
sono
all
'
opposizione
.
E
tra
gli
oppositori
,
sono
anche
quelli
che
,
console
Nitti
,
avrebbero
voluto
abolire
il
Senato
e
proclamare
la
repubblica
di
Modigliani
.
Tutti
coloro
che
hanno
sempre
parteggiato
contro
l
'
Italia
e
che
si
unirono
spiritualmente
e
politicamente
agli
arabi
,
ai
turchi
,
ai
greci
,
ai
croati
,
agli
albanesi
,
sono
all
'
opposizione
.
Una
tale
opposizione
,
che
ammette
nel
suo
seno
gli
"
osservatori
"
comunisti
,
i
quali
hanno
ordine
da
Mosca
di
preparare
le
squadre
rosse
armate
,
e
che
non
ha
ripugnanza
di
unirsi
ai
massimalisti
,
anche
quando
essi
in
perfetta
franchezza
di
sovversivi
dichiarano
di
voler
trarre
profitto
dalla
scissione
verificatasi
nella
borghesia
italiana
,
una
tale
opposizione
non
può
parlare
in
nome
della
Nazione
,
dell
'
onore
d
'
Italia
,
della
Costituzione
e
della
pace
.
Si
comprende
perfettamente
come
taluni
oppositori
vogliano
ripetere
lo
"
sciopero
legalitario
"
rifiutandosi
di
recarsi
al
Quirinale
.
E
sono
nella
vecchia
ininterrotta
linea
,
questi
signori
oppositori
,
che
ancora
una
volta
si
uniscono
alla
campagna
di
diffamazione
internazionale
contro
l
'
Italia
.
E
la
loro
tradizione
ed
è
la
loro
condanna
.
StampaQuotidiana ,
I
rapporti
fra
letteratura
e
industria
sono
un
argomento
di
viva
e
stimolante
attualità
,
se
non
da
quando
esiste
la
letteratura
,
per
lo
meno
da
quando
esiste
l
'
industria
.
Perciò
fa
bene
Elio
Vittorini
a
lamentare
con
doloroso
sbigottimento
l
'
arretratezza
della
letteratura
industriale
prodotta
da
tanti
suoi
amici
e
colleghi
,
e
i
loro
impacci
,
e
i
loro
«
squarci
pateticamente
(
e
pittorescamente
)
descrittivi
che
risultano
di
sostanza
naturalistica
»
:
insomma
,
la
loro
mancanza
di
fiato
davanti
alle
novità
del
secolo
.
Non
per
nulla
infatti
un
dibattito
come
quello
in
corso
dal
«
Menabò
»
alle
altre
riviste
che
si
accodano
al
pesce
-
pilota
è
una
esercitazione
soltanto
precettistica
:
incapace
di
produrre
opere
creative
dà
origine
soprattutto
a
norme
didattiche
in
favore
del
«
tema
unico
»
,
a
esortazioni
retoriche
tipo
quelle
altre
«
ai
campi
!
»
,
«
alla
battaglia
del
grano
!
»
,
«
alle
colonie
!
»
,
«
al
posto
al
sole
!
»
,
«
all
'
Arcadia
!
»
,
«
al
sonetto
!
»
,
«
all
'
ottava
!
»
,
«
alla
sestina
!
»
.
Diventa
così
chiaro
agli
occhi
di
tutti
come
il
vero
problema
non
sia
stato
identificato
con
esattezza
.
Non
sarà
cioè
quello
dei
rapporti
fra
letteratura
e
industria
,
vecchia
solfa
,
ma
un
altro
molto
più
scottante
nella
nostra
cultura
attuale
:
come
mai
un
numeroso
gruppo
di
letterati
indecisi
si
abbandoni
quest
'
anno
e
tutti
insieme
a
una
tornata
accademica
esclusivamente
teorizzante
,
e
rinunciando
alla
narrativa
e
alla
saggistica
si
restringa
invece
alla
pedagogia
e
all
'
ammonimento
.
Naturalmente
non
si
deploreranno
mai
abbastanza
l
'
isolamento
e
il
provincialismo
e
l
'
ignoranza
e
l
'
inciviltà
dei
vent
'
anni
fascisti
,
l
'
arresto
e
lo
smarrimento
della
patria
cultura
.
Ma
perché
-
ci
si
chiede
-
oggi
noi
che
non
ne
abbiamo
nessuna
colpa
dobbiamo
ancora
star
male
e
soffrir
sempre
pene
gravissime
in
conseguenza
del
fatto
che
un
gruppetto
di
letterati
autodidatti
negli
anni
Trenta
invece
di
studiarsi
qualche
grammatica
straniera
e
di
fare
qualche
gita
a
Chiasso
a
comprarsi
un
po
'
di
libri
importanti
(
tradotti
e
discussi
da
noi
solo
adesso
,
ma
già
pubblicati
e
ben
noti
fin
da
allora
)
abbia
buttato
via
i
trent
'
anni
migliori
della
vita
umana
lamentandosi
a
vuoto
e
perdendo
del
tempo
a
inventare
la
ruota
o
a
scoprire
il
piano
inclinato
mentre
altrove
già
si
marciava
in
treno
e
in
dirigibile
,
o
almeno
si
lavorava
utilmente
in
vista
dei
decenni
futuri
?
Bastava
arrivare
fino
alla
stanga
della
dogana
di
Ponte
Chiasso
,
due
ore
di
bicicletta
da
Milano
,
e
pregare
un
qualche
contrabbandiere
di
fare
un
salto
alla
più
vicina
drogheria
Bernasconi
e
acquistare
,
insieme
a
un
Toblerone
e
a
un
paio
di
pacchetti
di
Muratti
col
filtro
,
anche
i
Manoscritti
economico
filosofici
di
Marx
(
1844
)
,
il
Tractatus
logico
-
philosophicus
di
Wittgenstein
(
1921
)
,
Civiltà
di
massa
e
cultura
di
minoranza
del
Dottor
Leavis
(
1930
)
,
le
Idee
per
una
fenomenologia
di
Husserl
(
1931
)
,
e
magari
I
principii
della
critica
letteraria
di
I.A.
Richards
(
1928
)
,
Cultura
e
ambiente
di
Leavis
e
Thompson
(
1933
)
,
L
'
uomo
del
risentimento
di
Max
Scheler
(
1933
)
,
L
'
Africa
fantasma
di
Michel
Leiris
(
1934
)
,
Linguaggio
,
verità
e
logica
di
A.J.
Ayer
(
1936
)
,
Axel
'
s
Castle
di
Edmund
Wilson
(
1931
)
,
Enemies
of
promise
di
Cyril
Connolly
(
1938
)
,
La
formazione
dello
spirito
scientifico
di
Gaston
Bachelard
(
1938
)
,
Sette
tipi
d
'
ambiguità
di
William
Empson
(
1930
)
,
Capire
la
poesia
di
Cleanth
Brooks
e
R
.
Penn
Warren
(
1938
)
,
Mariti
e
mogli
di
Ivy
Compton
-
Burnett
(
1931
)
,
un
po
'
di
Blanchot
e
Bataille
assortiti
,
nonché
di
Henry
Green
e
Anthony
Powell
,
e
il
meglio
di
Forster
,
dai
romanzi
intorno
al1910
ai
saggi
del
1936
,
passando
per
il
Passaggio
in
India
che
è
del
1924
.
Ci
si
sarebbero
risparmiati
alcune
decine
d
'
anni
di
penose
indecisioni
intorno
a
illusioni
senza
avvenire
,
come
primo
vantaggio
,
e
soprattutto
la
scomodità
dell
'
apprendistato
coi
capelli
bianchi
.
I
dolori
della
nostra
cultura
derivano
dal
fatto
che
una
numerosa
«
classe
unica
»
di
letterati
degli
anni
Trenta
non
si
è
ancora
messa
al
passo
con
le
idee
dei
loro
coetanei
del
resto
del
mondo
,
e
affronta
in
ogni
nuovo
anno
scolastico
un
programma
di
studi
estremamente
limitato
.
Di
qui
il
bizzarro
spettacolo
di
maestri
di
scuola
che
fanno
ripetere
la
lezione
a
tutta
la
classe
insieme
,
e
la
classe
docilmente
impara
ogni
anno
una
nuova
canzone
,
la
esegue
in
coro
,
tutti
passandosi
la
stessa
parola
d
'
ordine
nello
stesso
momento
-
«
cultura
di
massa
»
,
«
Spitzer
»
,
«
Wittgenstein
»
,
«
fenomenologia
»
,
«
alienazione
»
-
succhiandola
come
una
caramella
e
sputandola
fuori
di
colpo
appena
ne
spunta
una
nuova
:
veramente
dimenticandosela
,
come
se
non
fosse
mai
esistita
.
Come
non
dovrebbe
capitare
nella
cultura
,
che
è
coesistenza
di
idee
,
e
invece
succede
normalmente
nella
moda
,
dove
per
decreto
di
sarte
la
gonna
è
più
lunga
o
la
manica
è
più
corta
per
una
stagione
sola
e
mai
di
più
.
Perciò
l
'
immagine
che
si
è
venuta
formando
dei
nostri
sofisti
attuali
non
può
essere
che
quella
di
un
gruppo
di
mediocri
signori
anziani
di
scarsa
cultura
e
di
formazione
tardiva
,
volonterosi
e
patetici
come
Jaufré
Rudel
in
vista
delle
rive
del
Libano
,
che
vengono
avanti
passo
passo
pretendendo
dopo
tanti
faux
pas
di
far
scoperte
e
d
'
impartir
lezioncine
in
base
alle
traduzioni
recenti
di
autori
che
conoscevamo
fin
dai
tempi
quando
loro
bamboleggiavano
ancora
con
Pian
della
Tortilla
(
mentre
noi
leggevamo
Forster
)
o
ricadevano
nella
Antologia
di
Spoon
River
(
mentre
studiavamo
Auden
)
.
Com
'
è
goffo
vedere
per
esempio
cominciare
a
spuntare
adesso
i
nomi
di
Trilling
o
di
Ayer
,
o
affiorare
addirittura
Bachelard
,
morto
l
'
anno
scorso
a
ottant
'
anni
.
Mi
fa
lo
stesso
effetto
di
quando
si
scoprono
Firbank
o
Rolfe
con
quarant
'
anni
di
ritardo
(
per
tacere
naturalmente
i
casi
di
Forster
,
della
Compton
-
Burnett
e
dell
'
Ulysses
)
;
ma
un
caso
addirittura
tipico
è
quello
di
Salinger
,
di
cui
si
scopre
con
entusiasmo
il
bel
libro
di
quindici
anni
fa
contemporaneamente
al
disastro
totale
in
America
del
suo
ultimo
che
è
una
sciocchezza
.
E
volendo
si
potrebbe
star
già
pregustando
le
prossime
scoperte
di
William
Empson
e
di
Ivor
Winters
,
di
Klossowski
e
di
Starobinski
,
dei
versi
di
Thom
Gunn
e
di
Yves
Bonnefoy
;
e
magari
del
Dottor
Leavis
(
andato
in
pensione
dall
'
Università
di
Cambridge
l
'
anno
scorso
per
limiti
d
'
età
)
;
e
magari
di
Henri
Focillon
,
di
cui
si
celebra
quest
'
anno
il
ventennale
della
morte
.
C
'
è
poi
l
'
obiezione
formale
.
Da
quando
in
qua
si
scrive
in
quel
modo
?
Si
è
abituati
a
leggere
,
generalmente
si
capisce
quello
che
scrivono
Edmund
Wilson
o
Roland
Barthes
,
Philip
Toynbee
o
Claude
Lévi
-
Strauss
;
non
vedo
allora
perché
dovrei
far
degli
sforzi
per
decifrare
gli
eccessi
di
auto
-
indulgenza
di
alcuni
vanesii
minori
che
si
abbandonano
alla
incomunicabilità
della
«
prima
stesura
»
per
non
far
la
fatica
di
chiarire
il
proprio
pensiero
neanche
a
se
stessi
,
senza
preoccuparsi
se
la
confusione
stilistica
è
il
segno
più
certo
di
confusione
nella
testa
,
e
senza
un
minimo
di
riguardo
per
il
lettore
,
trattato
come
un
cliente
costretto
ad
acquistare
la
paccottiglia
di
un
negozio
sfornito
.
No
.
Non
ci
sto
.
Come
cliente
vado
a
spendere
i
miei
soldi
in
negozi
più
in
ordine
,
se
non
vedo
bene
e
non
mi
si
fa
capire
l
'
articolo
che
mi
si
tenta
di
vendere
.
Voglio
chiarezza
,
lucidità
,
ragioni
critiche
;
pretendo
concisione
,
possibilità
di
sommari
e
compendi
,
dal
momento
che
,
lo
si
sa
,
non
esiste
opera
di
pensiero
veramente
significativa
che
non
si
possa
riassumere
in
poche
proposizioni
.
Altrimenti
non
compro
(
e
peggio
per
i
venditori
,
non
per
me
)
,
così
come
al
ristorante
non
accetto
una
minestra
in
mano
,
la
voglio
sul
piatto
,
e
non
faccio
entrare
in
casa
chi
mi
si
presenta
alla
porta
in
mutande
.
Del
resto
si
può
fare
una
prova
.
Dietro
le
giuste
malinconie
di
Umberto
Eco
sul
«
Menabò
»
stesso
per
l
'
inadeguatezza
dei
mezzi
espressivi
a
disposizione
di
molti
letterati
per
affrontare
i
nuovi
aspetti
della
realtà
,
basta
prelevare
qualche
campioncino
di
prosa
da
queste
medesime
riviste
per
analizzare
gli
strumenti
linguistici
adoperati
nel
trattarne
.
Basta
aprire
a
caso
:
quante
volte
la
struttura
sintattica
di
base
è
ancora
quella
oratoria
del
Seicento
,
intorbidita
dagli
urti
e
dalle
pressioni
di
sistemi
filosofici
rivali
e
incompatibili
,
mai
d
'
accordo
sull
'
uso
da
fare
e
sul
senso
da
dare
ai
termini
,
tanto
più
equivoci
e
indiscriminati
in
quanto
perdono
col
tempo
le
virgolette
che
indicano
ammicco
.
E
dovremmo
contentarci
di
intuizioni
impressionistiche
,
motti
sibillini
,
lampeggiamenti
baluginanti
,
vagiti
...
Ma
soprattutto
un
narcisismo
incredibile
molto
curioso
per
due
ragioni
.
Una
,
che
la
oscurità
risulta
grottesca
perché
non
è
una
scelta
deliberata
ma
un
faute
de
mieux
;
e
civettare
sul
«
volere
e
non
potere
»
è
per
lo
meno
uggioso
e
triste
.
L
'
altra
che
questo
narcisismo
mostra
fini
paradossalmente
moraleggianti
:
«
le
cose
per
noi
non
van
bene
,
quindi
(
a
fin
di
bene
)
rientriamo
nelle
catacombe
dell
'
ermetismo
»
,
detto
poi
da
parte
di
chi
dall
'
ermetismo
non
era
mai
riuscito
a
venir
fuori
...
Ma
questa
attrattiva
del
linguaggio
mandarino
,
la
frequente
nostalgia
dell
'
allusività
per
iniziati
,
da
clan
privilegiato
o
da
élite
scostante
,
mi
sembra
l
'
atteggiamento
più
reazionario
che
si
possa
immaginare
oggi
,
col
suo
doppio
registro
:
complice
-
cifrato
con
gli
addetti
ai
lavori
,
e
altezzoso
-
paternalistico
(
«
perché
so
meglio
dite
quel
che
deve
andar
bene
per
te
...
»
)
quando
si
rivolge
alla
massa
operaia
non
su
un
giornale
proletario
in
una
colonna
e
mezzo
di
limpida
prosa
comprensibile
almeno
alla
metà
dei
lettori
,
ma
in
formule
schifiltose
su
riviste
esoteriche
che
non
costano
mai
meno
di
mille
lire
.
Mi
pare
in
sostanza
che
ornamenti
retorici
e
compiacenze
ermetiche
finiscano
per
risultare
i
perfetti
equivalenti
degli
arazzi
e
dei
trumeaux
in
mezzo
ai
quali
i
«
baronetti
rossi
»
tradizionalmente
proclamano
la
loro
solidarietà
con
la
classe
lavoratrice
(
rappresentata
poi
dal
solito
benzinaro
che
viene
a
far
quattro
salti
in
casa
)
.
Cioè
tipicamente
la
politica
di
Maria
Antonietta
,
con
le
sue
brioches
e
tutto
.
E
come
si
fa
allora
a
non
pensare
che
l
'
ideale
ultimo
sia
a
questo
punto
lo
stesso
:
far
dei
giochini
sconsiderati
e
irresponsabili
alle
spalle
del
proletariato
,
considerandolo
di
volta
in
volta
banco
di
prova
e
massa
di
manovra
,
cavia
per
ricerche
sociologiche
e
spedizioni
emozionanti
e
analisi
di
mercato
,
sempre
come
oggetto
comunque
,
con
l
'
assoluzione
morale
della
sinistra
e
prendendo
intanto
anche
un
po
'
di
soldi
dagli
industriali
«
buoni
»
.
E
cinismo
per
cinismo
è
chiaro
che
questa
specie
di
socialismo
per
le
dame
vale
né
più
né
meno
che
il
francescanesimo
coi
venti
stipendi
.
Meglio
ancora
una
coltivazione
dell
'
orto
di
Candide
,
per
così
poco
,
o
un
traino
del
carretto
di
Madre
Coraggio
per
sentieri
defilati
.
Lo
so
bene
che
il
tango
moralistico
sulla
ricchezza
oggi
è
altrettanto
frivolo
che
invocare
la
miseria
di
ieri
come
alibi
,
quando
si
parla
di
affari
culturali
,
e
con
un
bel
rictus
di
nevrastenia
in
più
.
Però
,
oltre
i
temi
che
ci
vengono
suggeriti
quest
'
anno
per
le
nostre
penitenze
,
vorrei
limitarmi
a
ricordare
la
fame
di
Orwell
e
la
malattia
di
Lawrence
,
le
stanzette
di
St
.
Germain
des
Prés
dove
gelano
come
la
piccola
fiammiferaia
i
collaboratori
di
«
Les
temps
modernes
»
e
l
'
assegno
per
le
collaborazioni
al
«
New
Statesman
»
non
certo
più
cospicuo
della
retribuzione
del
piccolo
scrivano
fiorentino
:
miserie
certo
non
meno
dolorose
di
quelle
di
casa
nostra
degli
anni
Trenta
,
ma
anche
un
certo
ritegno
nel
non
dire
troppi
sì
per
amore
del
soldo
o
per
vanità
di
farsi
vedere
più
à
la
page
degli
altri
;
una
certa
ostinazione
nel
leggere
comunque
i
libri
che
contano
,
invece
di
sedersi
lì
esclamando
«
non
si
può
,
pazienza
»
;
e
in
più
una
certa
precisione
nel
mettere
in
chiaro
da
che
parte
si
sta
.
Non
però
scegliendo
Cromwell
o
Robespierre
,
Lincoln
o
Licurgo
:
ma
in
base
alle
forze
politiche
effettivamente
esistenti
.
StampaQuotidiana ,
È
un
titolo
bello
,
Un
eroe
borghese
,
e
dice
molto
.
Definisce
con
l
'
appartenenza
alla
classe
di
cui
praticava
le
virtù
da
altri
spesso
rinnegate
Giorgio
Ambrosoli
,
avvocato
di
Milano
,
nominato
nel
1974
commissario
liquidatore
della
fallita
Banca
Privata
Italiana
di
Michele
Sindona
,
quarantenne
,
sposato
,
padre
di
tre
bambini
,
un
moderato
di
brutto
carattere
,
«
rigido
,
intransigente
,
moralista
,
serio
,
bravo
,
libero
e
solo
...
che
avrebbe
potuto
vivere
tranquillo
con
le
sue
serene
abitudini
e
invece
,
per
la
passione
dell
'
onestà
,
si
batté
contro
un
"
genio
del
male
"
sorretto
da
forze
potenti
palesi
e
occulte
,
e
fu
sconfitto
»
:
venne
ammazzato
sotto
casa
in
una
notte
d
'
estate
del
1979
,
con
diversi
colpi
di
357
Magnum
sparati
al
petto
,
dal
killer
William
J
.
Aricò
venuto
dall
'
America
,
assoldato
da
Sindona
per
25.000
dollari
.
Un
professionista
deciso
a
fare
il
proprio
lavoro
e
il
proprio
dovere
senza
badare
agli
interessi
che
colpiva
né
alle
fortissime
pressioni
di
politici
democristiani
per
salvare
Sindona
:
e
per
questo
,
nell
'
Italia
sventurata
di
sedici
anni
fa
e
di
oggi
,
un
eroe
.
Il
caso
Ambrosoli
,
che
resta
esemplarmente
a
illustrare
i
viluppi
della
politica
mafiosa
,
della
politica
nera
,
della
politica
dei
soldi
di
questi
anni
,
è
la
materia
del
libro
di
Corrado
Stajano
pubblicato
nel
1991
da
Einaudi
,
appunto
Un
eroe
borghese
,
da
cui
il
film
diretto
da
Michele
Placido
è
tratto
con
fedeltà
.
Racconta
l
'
incarico
ricevuto
dall
'
avvocato
e
la
sua
vita
famigliare
;
le
sue
indagini
per
chiarire
gli
oscuri
intrecci
e
le
non
gratuite
protezioni
politiche
che
avevano
portato
il
banchiere
siciliano
Michele
Sindona
ad
un
'
ascesa
vertiginosa
seguita
poi
da
una
caduta
rovinosa
;
i
troppi
non
disinteressati
interventi
per
salvarlo
;
le
difficoltà
,
i
trabocchetti
e
le
minacce
conclusisi
con
la
morte
di
Ambrosoli
(
più
tardi
,
con
la
morte
del
suo
killer
,
precipitato
da
quindici
metri
di
altezza
«
mentre
tentava
d
'
evadere
dal
carcere
a
New
York
»
;
e
con
la
morte
del
mandante
dell
'
omicidio
,
Sindona
,
avvelenato
da
un
caffè
in
prigione
.
Fabrizio
Bentivoglio
è
il
protagonista
,
sobrio
e
bravo
.
Omero
Antonutti
,
senza
barba
,
è
l
'
antagonista
,
molto
diverso
da
come
appariva
Sindona
nella
primavera
del
1975
,
latitante
non
ricercato
né
estradato
da
alcuno
,
nella
suite
lussuosa
all
'
Hotel
Pierre
di
New
York
o
nel
piccolo
ufficio
di
Park
Avenue
d
'
una
società
dal
nome
insignificante
,
Cisco
:
mentre
Antonutti
è
pacato
,
laconico
e
asciutto
,
Sindona
era
loquace
,
mellifluo
,
minaccioso
,
ilare
,
ricattatorio
;
come
Antonutti
nel
film
,
accusava
l
'
Italia
d
'
essere
un
Paese
senza
libertà
,
si
diceva
vittima
d
'
un
complotto
ordito
dai
comunisti
e
dall
'
«
infame
trio
Rondelli
-
Ugo
La
Malfa
-
Cuccia
»
.
Michele
Placido
è
il
maresciallo
maggiore
della
Guardia
di
Finanza
Silvio
Novembre
,
collaboratore
e
amico
,
l
'
uomo
più
vicino
ad
Ambrosoli
in
quei
suoi
cinque
anni
terribili
.
Giuliano
Montaldo
è
l
'
allora
governatore
della
Banca
d
'
Italia
Guido
Carli
,
che
affidò
all
'
avvocato
l
'
estremo
incarico
.
Ricky
Tognazzi
è
Mario
Sarcinelli
,
allora
Capo
della
Vigilanza
della
Banca
d
'
Italia
.
Andreotti
ed
Evangelisti
non
si
vedono
ma
vengono
spesso
nominati
nel
film
come
protettori
di
Sindona
.
Laura
Betti
è
un
efficace
personaggio
d
'
invenzione
,
una
collaboratrice
fedele
di
Sindona
che
cita
Stendhal
:
«
L
'
onestà
è
la
virtù
della
gente
dappoco
»
.
Gli
sceneggiatori
Graziano
Diana
e
Angelo
Pasquini
sono
riusciti
a
non
rendere
melodrammatico
un
destino
tragico
:
ma
era
forse
fatale
che
il
borghese
onesto
e
solo
risultasse
non
soltanto
un
eroe
,
quasi
un
santo
o
un
santino
.
La
straordinaria
fotografia
di
Luca
Bigazzi
dà
una
nobile
intensità
al
film
non
bello
ma
rilevante
nella
tradizione
del
cinema
sociopolitico
italiano
:
utile
a
chiarire
la
trama
dei
rapporti
fra
parti
dello
Stato
,
criminalità
organizzata
,
alta
finanza
;
utile
a
capire
i
meccanismi
d
'
un
passato
di
vergogna
;
utile
a
cogliere
quanto
di
quel
passato
sussista
o
possa
riprodursi
nel
presente
.
Dall
'
uccisione
dell
'
avvocato
Giorgio
Ambrosoli
sono
passati
sedici
anni
.
Molti
dei
protagonisti
d
'
allora
sono
morti
anche
di
morte
violenta
,
oppure
scomparsi
dalla
scena
:
Sindona
,
Calvi
,
monsignor
Marcinkus
,
il
finanziere
vaticano
a
capo
dell
'
Istituto
per
le
Opere
di
Religione
,
Franco
Evangelisti
,
l
'
allora
segretario
amministrativo
della
Democrazia
cristiana
,
Giulio
Andreotti
per
ventuno
volte
ministro
e
per
sette
volte
presidente
del
Consiglio
ora
incriminato
per
collusione
con
la
mafia
.
Tra
i
personaggi
nominati
nel
film
,
soltanto
Licio
Gelli
e
Enrico
Cuccia
,
ciascuno
a
suo
modo
,
persistono
.
Non
s
'
è
fatta
limpida
l
'
acqua
torbida
italiana
:
purtroppo
di
eroi
borghesi
c
'
è
ancora
bisogno
.