StampaQuotidiana ,
L
'
Avanti
!
si
è
assunto
ancora
una
volta
il
volontario
ufficio
di
necroforo
del
Fascismo
e
di
Mussolini
,
dimenticando
che
effettivamente
questa
parte
non
gli
è
riescita
bene
se
non
nei
riguardi
del
partito
socialista
.
Il
giornale
avversario
chiede
la
testa
di
Mussolini
,
vuole
lo
scioglimento
della
Camera
,
della
Milizia
,
del
Partito
e
chi
più
ne
ha
più
ne
metta
.
La
nostra
risposta
è
stata
ed
è
molto
semplice
.
Muovetevi
,
signori
socialisti
!
Se
pretendete
tante
cose
,
abbiate
almeno
il
coraggio
di
agire
,
di
fare
qualche
cosa
perché
il
vostro
nobile
programma
sia
coronato
dal
successo
.
Parlate
con
l
'
accento
dei
capitani
che
hanno
alle
spalle
agguerrite
schiere
,
ma
alla
fine
non
fate
che
abbaiare
come
i
cani
delle
chiare
notti
lunari
.
In
verità
non
v
'
è
nulla
di
più
stupido
delle
minacce
e
delle
ingiunzioni
non
sorrette
da
argomenti
di
qualche
efficacia
.
La
noia
dell
'
attesa
vana
diventa
insopportabile
.
La
verità
è
che
Mussolini
incute
una
salutare
soggezione
a
questo
branco
di
scimmie
urlatrici
.
L
'
Avanti
!
,
nel
1919
,
in
un
bel
mattino
post
-
elettorale
,
scoprì
che
nelle
acque
calme
e
sudice
del
Naviglio
galleggiava
un
cadavere
:
era
quello
di
Benito
Mussolini
.
La
trovata
esilarò
talmente
i
socialisti
che
fu
organizzato
anche
un
funerale
sotto
le
finestre
dell
'
allora
Direttore
del
Popolo
d
'
Italia
.
Ahimè
,
Lazzaro
risuscitò
e
menò
certi
colpi
al
partito
dell
'
Avanti
!
da
ridurlo
informe
fantoccio
.
L
'
Avanti
!
vuole
ancora
fare
il
necroforo
e
lo
sa
per
esperienza
recente
che
è
una
vera
pazzia
.
Che
proprio
a
noi
spetti
l
'
ingrato
ufficio
di
dare
consigli
agli
avversari
?
StampaQuotidiana ,
La
«
gran
giornata
»
del
professor
Lando
Degoli
(
e
un
po
'
di
tutti
i
telespettatori
del
concorso
di
quiz
Lascia
o
raddoppia
,
giunto
in
vista
del
traguardo
già
considerevole
dei
2
milioni
e
560
mila
lire
)
si
è
conclusa
con
una
sconfitta
e
con
un
'
umanissima
amarezza
:
una
domanda
piuttosto
insidiosa
sull
'
opera
di
Verdi
è
stata
fatale
al
candidato
che
finora
aveva
dimostrato
la
maggiore
disinvoltura
e
preparazione
.
Resta
al
professor
Degoli
,
battuto
alla
penultima
tappa
(
per
usare
un
termine
sportivo
)
,
il
premio
di
consolazione
d
'
una
vettura
utilitaria
e
,
forse
ancora
più
importante
,
il
calore
di
simpatia
che
l
'
ha
accompagnato
in
queste
comparse
davanti
alle
«
camere
»
;
non
fosse
altro
,
egli
ha
dimostrato
di
ubbidire
al
fair
play
accettando
di
«
raddoppiare
»
contro
la
fortuna
e
di
saper
controllare
con
molto
garbo
l
'
inevitabile
delusione
.
Se
si
può
parlare
di
sconfitta
,
è
stata
una
sconfitta
con
l
'
onore
delle
armi
.
Del
resto
quella
di
ieri
si
è
rivelata
una
serata
infausta
per
molti
dei
concorrenti
di
Lascia
o
raddoppia
:
su
sei
presentatisi
a
Mike
Bongiorno
,
quattro
sono
stati
eliminati
:
una
percentuale
che
può
cominciare
a
sgomentare
.
Il
signor
Distasi
,
di
Venezia
,
ad
esempio
,
che
aveva
offerto
di
dividere
l
'
eventuale
vincita
con
un
'
opera
di
beneficenza
,
è
caduto
proprio
sull
'
ultima
domanda
,
quella
delle
320mila
lire
,
sbagliando
il
risultato
d
'
un
incontro
di
calcio
.
Più
fortunato
o
meglio
provveduto
,
un
commerciante
torinese
,
il
signor
Prezioso
,
ha
infilato
le
prime
otto
risposte
con
una
verve
eccezionale
.
Egli
è
stato
poi
anche
il
primo
concorrente
a
mettere
in
gioco
domande
nuove
:
non
più
cinema
,
lirica
,
jazz
o
calcio
,
ma
storia
patria
:
su
Ramorino
,
su
Garibaldi
,
su
Agenore
Milano
,
su
Pio
IX
il
signor
Prezioso
non
ha
avuto
un
attimo
d
'
esitazione
,
qualificandosi
per
il
prossimo
turno
.
A
questo
punto
,
una
volta
per
tutte
,
converrà
ancora
sottolineare
quali
calibratissimi
attori
si
sono
rivelati
in
genere
i
concorrenti
di
Lascia
o
raddoppia
:
buona
parte
del
gusto
per
il
telespettatore
,
che
assiste
alla
trasmissione
dalla
sua
poltrona
casalinga
,
nasce
proprio
dall
'
inventiva
naturale
di
quelle
che
vorremmo
proprio
chiamare
le
loro
«
interpretazioni
»
.
Questi
professori
,
questi
commercianti
,
questi
studenti
potremmo
,
con
un
poco
di
buona
volontà
,
classificarli
secondo
i
classici
ruoli
teatrali
,
non
fosse
per
la
carica
prepotente
di
imprevisto
,
di
spontaneo
che
resta
al
fondo
delle
loro
apparizioni
.
Ha
cominciato
il
professor
Degoli
,
ha
continuato
il
signor
Teschi
ed
ora
abbiamo
visto
il
signor
Prezioso
,
virtuoso
di
storia
risorgimentale
.
Rappresentando
,
per
così
dire
,
i
loro
sentimenti
veri
e
piuttosto
imbrogliati
fra
l
'
ansia
e
la
speranza
,
essi
hanno
,
se
vogliamo
,
capovolto
il
paradosso
di
Diderot
sull
'
attore
che
deve
lavorare
d
'
étude
de
réflection
.
È
probabile
che
nel
consenso
del
pubblico
ci
fosse
anche
il
divertimento
per
tale
amabile
sorpresa
.
Durante
la
settimana
l
'
atmosfera
intorno
a
Lascia
o
raddoppia
era
andata
facendosi
sempre
più
calda
:
ed
era
diventato
un
po
'
il
fatto
di
tutti
predire
se
questo
o
quel
candidato
avrebbe
raddoppiato
o
si
sarebbe
ritirato
dal
gioco
.
Neppure
lo
sciopero
del
personale
addetto
alla
Televisione
ha
ostacolato
la
gara
:
la
trasmissione
è
stata
anticipata
di
due
ore
,
per
non
deludere
l
'
attesa
dei
telespettatori
e
soprattutto
,
crediamo
,
per
non
mettere
a
troppo
dura
prova
il
sistema
nervoso
dei
concorrenti
maggiori
.
Così
dopo
i
primi
due
candidati
al
premio
di
320
mila
lire
,
di
cui
abbiamo
già
parlato
,
sono
ricomparsi
sul
palcoscenico
,
per
la
domanda
da
640
mila
lire
(
la
domanda
«
della
cabina
di
vetro
»
)
il
giornalaio
di
Modena
Franco
Gibellini
,
esperto
di
calcio
,
e
il
maestro
di
Cremona
Ugo
Teschi
,
«
patito
»
del
cinema
.
Battuta
d
'
arresto
,
però
,
per
il
signor
Gibellini
che
,
davanti
alla
domanda
:
«
In
che
anno
,
in
quale
partita
e
con
quale
risultato
la
nazionale
italiana
adottò
la
prima
volta
il
sistema
?
»
,
nella
sua
gabbia
di
vetro
si
turba
,
esita
e
poi
risponde
erroneamente
.
(
La
risposta
esatta
era
:
Germania
-
Italia
5-2
a
Berlino
,
1939
.
)
Eliminato
,
gli
resterà
sempre
la
consolazione
delle
prime
40
mila
lire
.
Via
libera
invece
per
il
signor
Teschi
,
che
non
lascia
addirittura
tempo
a
Mike
Bongiorno
di
formulare
la
domanda
e
dice
subito
il
nome
del
regista
(
Von
Sternberg
)
e
il
titolo
(
Le
notti
di
Chicago
)
del
film
che
poco
prima
della
morte
Ridolini
interpretò
,
sostenendovi
eccezionalmente
un
ruolo
drammatico
.
L
'
«
esame
»
,
per
così
dire
,
del
signor
Teschi
ha
una
piccola
coda
:
egli
offre
a
Bongiorno
una
rarità
da
cineteca
,
un
fotogramma
del
film
di
Dreyer
La
passione
di
Giovanna
d
'
Arco
e
racconta
,
con
gran
disinvoltura
,
come
alcuni
suoi
colleghi
insegnanti
,
per
indurlo
a
raddoppiare
,
gli
abbiano
offerto
,
in
caso
di
insuccesso
,
di
rifondergli
la
differenza
.
Il
maestro
di
Cremona
se
ne
va
fra
gli
applausi
:
ha
ormai
conquistato
640
mila
lire
ed
è
in
gioco
per
il
premio
di
1
milione
e
280
mila
lire
,
fra
due
settimane
.
L
'
impiegato
milanese
Gino
Tomaselli
,
appassionato
di
jazz
,
che
gli
succede
per
tentare
il
premio
di
1
milione
e
280
mila
lire
,
è
la
terza
vittima
della
serata
.
Richiesto
di
dire
il
titolo
di
una
famosa
composizione
sui
quartieri
di
Londra
(
il
titolo
era
London
Suite
)
risponde
subito
franco
e
secco
:
«
Rinuncio
»
;
ad
ogni
modo
,
appena
uscito
dalla
cabina
di
vetro
,
prende
possesso
del
suo
premio
di
consolazione
,
un
'
auto
utilitaria
.
Ed
eccoci
infine
al
clou
della
trasmissione
:
il
professor
Lando
Degoli
di
Carpi
,
matematico
e
appassionato
d
'
opera
lirica
:
se
imbroccherà
la
risposta
,
vincerà
2
milioni
e
560
mila
lire
.
«
Mi
ritiro
»
dice
il
professor
Degoli
alla
richiesta
se
voglia
giocare
ancora
;
poi
,
sul
chiaro
mormorio
di
delusione
che
sale
dalla
platea
,
aggiunge
maliziosamente
:
«
Mi
ritiro
nella
cabina
,
per
rispondere
alla
domanda
.
»
«
Nelle
sue
partiture
Verdi
usò
mai
il
controfagotto
?
e
in
quale
opera
?
»
chiede
Mike
Bongiorno
.
Entro
la
garitta
il
professor
Degoli
suda
di
pena
,
poi
dice
piano
:
«
Non
lo
so
»
.
Bongiorno
l
'
incoraggia
mentre
l
'
orologio
scandisce
i
secondi
:
«
Il
Falstaff
»
azzarda
il
professore
.
Ma
la
risposta
esatta
è
invece
:
Don
Carlos
.
Per
la
verità
questa
domanda
,
strettamente
tecnica
,
è
parsa
esorbitare
,
a
giudizio
di
molti
musicisti
,
dalla
conoscenza
che
si
può
ragionevolmente
pretendere
da
un
«
amatore
»
,
sia
pure
ben
preparato
.
Il
primo
piano
del
volto
del
professor
Degoli
,
all
'
uscita
dalla
cabina
,
è
davvero
patetico
:
sui
suoi
tratti
la
delusione
lotta
con
il
self
control
e
alla
fine
è
sconfitta
:
Degoli
riesce
perfino
a
sorridere
.
L
'
applauso
del
pubblico
è
stato
dunque
un
riconoscimento
meritato
di
questo
garbo
e
di
questa
eleganza
in
un
momento
piuttosto
amaro
.
StampaQuotidiana ,
L
'
unica
sorpresa
è
che
Gabriel
Byrne
,
interprete
del
professor
Friedrich
Baer
innamorato
di
Jo
March
,
nonostante
sia
tedesco
parli
nel
doppiaggio
italiano
con
un
accento
francese
caricaturale
identico
a
quello
di
Peter
Sellers
-
Ispettore
Clouseau
in
La
pantera
rosa
.
L
'
unica
curiosità
è
:
valeva
la
pena
che
fosse
per
la
prima
volta
una
donna
femminista
,
la
regista
australiana
Gillian
Armstrong
,
a
dirigere
l
'
ennesima
versione
cinetelevisiva
del
classico
romanzo
educativo
per
ragazzine
scritto
da
Louisa
May
Alcott
nel
1868
,
se
doveva
farne
poi
la
solita
cosa
,
non
migliore
né
diversa
da
tante
altre
?
L
'
unico
dilemma
è
:
se
non
per
amore
del
libro
e
nel
suo
ricordo
o
per
motivi
meno
sentimentali
,
come
sarà
che
questo
film
banale
e
inerte
è
candidato
a
tre
Oscar
?
Nella
famiglia
tutta
femminile
,
ricalcata
su
quella
della
scrittrice
,
stavolta
Susan
Sarandon
è
la
mamma
delle
quattro
ragazze
March
.
Winona
Ryder
è
Jo
,
la
sorella
più
moderna
e
simpatica
,
appassionata
,
ribelle
,
intelligente
,
inquieta
,
con
ambizioni
appagate
di
scrittrice
;
Trini
Alvarado
è
Meg
,
la
sorella
maggiore
più
saggia
,
equilibrata
e
quieta
,
anche
la
più
noiosa
;
Claire
Danes
è
Beth
fragile
,
spesso
debole
e
stanca
,
pianista
e
sereno
«
angelo
della
casa
»
pateticamente
destinata
a
morte
precoce
;
Kirsten
Dunst
(
la
piccola
succhiasangue
bionda
di
Intervista
col
vampiro
)
e
Samantha
Mathis
,
bambina
e
ragazza
,
sono
Amy
,
la
più
bella
e
amante
del
divertimento
,
capricciosa
elegante
e
artista
,
seducente
.
Il
padre
è
lontano
,
in
guerra
:
e
quando
torna
è
quasi
un
fantasma
,
come
se
in
casa
non
ci
fosse
.
La
vita
della
piccola
famiglia
di
donne
,
dei
loro
vicini
,
innamorati
e
amici
,
è
segnata
dagli
eventi
prevedibili
negli
inverni
freddissimi
e
nelle
dorate
stagioni
di
Concord
,
Massachusetts
:
i
giochi
in
comune
e
i
cori
,
felicità
,
tristezze
e
amori
,
lacrime
e
sorrisi
,
gesti
generosi
,
incidenti
sul
ghiaccio
da
cui
si
esce
vivi
per
miracolo
,
amori
delusi
,
insegnamenti
materni
,
primi
balli
e
primi
dolori
,
malattie
e
ferite
,
Natali
ed
estati
,
chi
muore
,
chi
si
sposa
,
chi
parte
e
chi
torna
,
chi
fa
bambini
e
chi
pubblica
romanzi
.
Naturalmente
,
a
oltre
un
secolo
dalla
pubblicazione
del
libro
,
Piccole
donne
conserva
una
parte
di
quel
fascino
che
resiste
da
molte
generazioni
.
Non
è
questione
delle
tirate
di
Jo
che
difende
il
diritto
delle
donne
al
voto
e
che
vorrebbe
essere
un
uomo
,
«
andare
in
guerra
,
sfidare
l
'
ingiustizia
»
,
né
del
lamento
del
suo
amico
Teddy
Laurie
contro
le
limitazioni
del
ruolo
maschile
che
lo
obbligano
a
lavorare
in
ufficio
anziché
dedicarsi
alla
musica
.
La
storia
rimane
entusiasmante
perché
Piccole
donne
è
uno
dei
pochi
romanzi
ottocenteschi
edificanti
,
scritti
a
fini
d
'
ammaestramento
morale
,
che
agli
adolescenti
non
predichi
l
'
obbedienza
ma
l
'
indipendenza
,
non
il
timore
ma
il
coraggio
,
non
la
prudenza
ma
la
generosità
,
non
la
remissività
ma
lo
spirito
di
iniziativa
;
perché
offre
un
insieme
di
personalità
differenti
e
contrastanti
,
svariati
modelli
possibili
,
molte
occasioni
di
predilezione
o
identificazione
;
perché
racconta
una
repubblica
domestica
di
donne
priva
dell
'
autorità
e
dei
condizionamenti
coniugal
-
paterni
;
perché
le
cinque
energiche
donne
(
sei
con
la
vecchia
domestica
,
sette
con
la
bisbetica
zia
ricca
)
non
sono
mai
annoiate
né
lagnose
,
si
dimostrano
attive
,
ardite
,
altruiste
,
speranzose
,
capaci
d
'
affrontare
la
vita
con
forza
e
allegria
.
È
un
peccato
che
il
film
risulti
così
opaco
,
scipito
:
perché
farlo
?
S
'
erano
già
realizzati
film
o
telefilm
dal
romanzo
nel
1917
,
nel
1919
,
nel
1933
,
nel
1949
,
nel
1955
,
nel
1978
.
Sarà
anche
vero
che
ogni
generazione
ha
diritto
al
suo
Piccole
donne
:
questa
generazione
poteva
avere
più
fortuna
.
StampaQuotidiana ,
Le
manifestazioni
all
'
estero
contro
il
Fascismo
e
il
Governo
fascista
cominciano
a
passare
il
segno
.
Potevamo
comprendere
gli
ordini
del
giorno
di
condoglianza
dei
partiti
socialisti
,
le
deplorazioni
dei
giornali
,
ma
oggi
appare
chiaro
che
si
vuole
umiliare
l
'
Italia
.
Che
cosa
è
tutta
questa
emozione
per
un
delitto
atroce
ma
anche
molto
volgare
?
Chi
osa
dunque
parlare
agli
italiani
di
moralità
politica
,
di
libertà
ecc
.
?
Sono
precisamente
quegli
stranieri
che
in
casa
loro
e
nelle
terre
a
loro
soggette
hanno
dato
spettacolo
frequentissimo
al
mondo
di
abbominevoli
delitti
politici
,
di
soffocazione
violenta
delle
libertà
,
di
oppressione
sanguinaria
della
volontà
popolare
!
Sono
quei
popoli
che
possiedono
organi
di
polizia
ciecamente
servili
alla
più
vera
e
feroce
delle
reazioni
:
quella
plutocratica
.
Gli
italiani
non
sono
dei
minorenni
;
non
hanno
bisogno
dei
consigli
di
nessuno
.
Lo
si
sappia
oltr
'
alpe
e
oltre
mare
.
Se
si
dovesse
continuare
nella
ignobile
campagna
contro
l
'
attuale
Governo
,
le
ripercussioni
nella
politica
europea
non
potrebbero
tardare
a
manifestarsi
perché
una
grande
Nazione
non
può
acconciarsi
a
un
millesimo
di
decadimento
della
sua
dignità
.
Il
delitto
,
la
crisi
politica
,
ecc
.
sono
cose
che
riguardano
gli
italiani
;
è
affare
di
politica
interna
,
anzi
,
soltanto
di
polizia
.
Gli
stranieri
vedano
dunque
di
non
creare
nel
mondo
imbarazzi
e
risentimenti
più
di
quel
che
non
ve
ne
siano
già
.
StampaQuotidiana ,
Credo
che
siamo
parecchi
(
e
da
qualche
tempo
siamo
anche
aumentati
)
a
dichiarare
rifacendo
Eckermann
che
«
l
'
Ingegnere
Carlo
Emilio
Gadda
è
tra
i
nostri
Autori
quello
cui
si
è
sempre
rivolto
lo
sguardo
come
a
una
stella
polare
:
i
suoi
detti
sono
in
perfetta
armonia
col
nostro
modo
di
pensare
,
e
ci
scoprono
continuamente
sempre
più
alti
punti
di
vista
.
Perciò
ci
si
studia
di
penetrare
sempre
di
più
nella
struttura
della
sua
arte
,
e
il
nostro
intimo
amore
e
l
'
ammirazione
per
l
'
Ingegnere
hanno
in
sé
qualche
cosa
di
passionale
...
»
.
Nulla
risulta
però
difficile
come
tributare
un
giusto
omaggio
al
suo
riserbo
e
alla
sua
ritrosia
,
evitando
che
qualche
connotato
di
natura
pittoresca
inquini
il
rigore
della
testimonianza
.
Proprio
perché
è
quasi
impossibile
restituire
l
'
affascinante
mélange
di
contraddizioni
che
è
la
figura
stessa
dell
'
Ingegnere
,
un
Pietro
Micca
in
abito
di
Quintino
Sella
,
l
'
orgogliosa
modestia
e
l
'
ironia
dolorosa
e
la
verecondia
esplosiva
di
questo
grande
scrittore
rivoluzionario
travestito
da
professionista
borghese
conservatore
in
costante
reverenza
davanti
alle
Istituzioni
(
dal
Castello
Sforzesco
alla
Stazione
Nord
,
dalle
Società
Anonime
alle
Banche
all
'
idioma
italo
-
fiorentino
)
nell
'
atto
stesso
in
cui
mobilita
per
dilapidarle
strepitose
risorse
etiche
e
stilistiche
,
di
psicologia
e
di
humour
.
Traboccano
le
tentazioni
...
Un
saggista
di
scuola
francese
incline
a
trattare
della
letteratura
«
come
di
qualcos
'
altro
»
(
vita
,
sogno
,
tauromachia
)
e
dello
scrittore
«
in
quanto
qualche
cosa
»
(
magari
«
traître
»
,
o
«coupable»...)
potrebbe
lasciarsi
sedurre
dall
'
ipotesi
di
un
Trattato
sull
'
Ingegnere
«
in
quanto
reduce
»
:
le
fissazioni
traumatiche
sulle
sofferenze
della
guerra
e
del
dopoguerra
;
il
sentimento
di
provvisorietà
che
affligge
il
ritorno
a
una
vita
civile
sentita
come
precaria
,
estranea
,
instabile
;
i
bauli
non
disfatti
;
il
rovello
per
gli
anni
smarriti
in
una
giovinezza
murata
e
irrecuperabile
...
Qualche
amico
,
invece
,
di
fronte
all
'
originalità
quasi
raccapricciante
delle
sue
osservazioni
,
dell
'
arrivare
comunque
alla
verità
sulle
cose
,
impressionante
da
parte
di
qualcuno
che
vive
così
palesemente
fuori
delle
cose
,
è
stato
afferrato
da
un
dubbio
:
è
vero
?
non
è
vero
?
o
è
possibile
che
appena
voltato
l
'
angolo
,
appena
al
sicuro
in
casa
,
l
'
Ingegnere
nella
sua
«
logicità
»
sapiente
e
folle
si
tolga
la
maschera
con
cui
si
mostra
a
noi
-
e
che
mai
toglierà
in
nostra
presenza
-
e
rida
divertito
delle
nostre
sciocchezze
?
Sarebbe
però
un
torto
cedere
a
una
tentazione
da
Eckermann
contemporaneo
e
descriverlo
nell
'
atto
di
emettere
giudizi
a
sorpresa
in
una
serie
di
quadretti
tipo
«
l
'
Ingegnere
al
ristorante
»
,
«
d
'
Ingegnere
e
D
'
Annunzio
»
,
«
l
'
Ingegnere
e
il
twist
»
,
«
d
'
Ingegnere
nella
tomba
etrusca
»
.
D
'
altra
parte
irripetibilità
e
pudore
cospirano
a
rendere
difficilmente
descrivibile
l
'
esperienza
della
presenza
eccitante
e
consolatrice
dell
'
intelletto
.
Perciò
mi
è
parso
più
riguardoso
interrogarlo
con
la
sua
approvazione
su
un
argomento
fondamentale
:
la
sua
formazione
,
l
'
«
iter
»
spirituale
attraverso
cui
si
è
venuta
componendo
una
personalità
culturale
e
umana
per
cui
Contini
ha
parlato
di
«
eminente
dignità
riflessiva
»
.
«
I
successivi
miei
choc
di
carattere
riguardanti
la
tematica
conoscitiva
sono
stati
saltuari
e
sporadici
,
non
per
mia
malavoglia
o
poltroneria
,
ma
perché
sono
stato
boicottato
negli
anni
giovanili
»
dice
l
'
Ingegnere
;
e
accusa
il
tempo
,
la
stanchezza
,
la
«
estrema
povertà
»
:
e
,
prima
ancora
i
genitori
che
hanno
«
sabotato
»
la
sua
vocazione
letteraria
,
l
'
ingegneria
«
non
alta
,
ma
faticosa
»
;
e
la
mancanza
di
libri
e
di
esperienze
di
viaggio
;
la
scarsa
esperienza
della
vita
,
«
l
'
esperienza
non
sempre
lieta
che
avevo
fatto
degli
esseri
umani
»
.
«
Mi
sono
mancate
allora
,
come
a
un
prigioniero
,
eccitazioni
,
fermenti
,
suggerimenti
intellettuali
,
eccitazioni
alla
ricerca
...
»
E
negli
anni
successivi
l
'
estrema
fatica
:
«
costretto
agli
studi
d
'
ingegneria
,
a
Milano
,
non
mi
hanno
lasciato
tempo
e
molte
volte
neppure
la
voglia
,
le
possibilità
fisiche
di
ricerche
"
curiose
"
»
.
«
Ulteriori
gravi
traumi
sono
stati
quelli
derivanti
dalle
guerre
che
la
mia
generazione
ha
attraversato
:
alla
prima
delle
quali
ho
partecipato
con
una
"
passione
"
positiva
,
mentre
ho
subìto
come
"
civile
"
la
seconda
con
una
orrenda
e
lunga
sofferenza
,
anche
fisica
.
»
Formazione
perciò
lacunosa
,
«
a
macchie
,
a
chiazze
»
.
Negli
anni
dell
'
adolescenza
sono
prevalsi
interessi
letterari
,
prevalentemente
italiani
e
latini
,
con
qualche
puntata
su
autori
greci
(
Omero
)
.
Poi
Dante
,
Ariosto
.
«
Negli
anni
ulteriori
dopo
il
liceo
ci
sono
stati
momenti
di
cultura
,
ricerca
,
e
di
"
eccitazione
"
derivanti
da
indirizzi
logico
-
matematici
della
eccitazione
stessa
(
Einstein
,
la
teoria
della
relatività
,
più
tardi
la
teoria
dei
"
quanti
"
,
De
Broglie
).»
«
Dopo
i
contatti
letterari
di
Firenze
,
tutto
il
grosso
repertorio
di
idee
che
si
può
brevemente
designare
col
nome
-
se
non
di
psicopatologia
-
di
psicanalisi
.
»
Negli
anni
Trenta
l
'
Ingegnere
si
interessa
soprattutto
di
fenomeni
«
proibitissimi
dal
fascismo
...
venuti
dal
di
fuori
...
"
esterofilo
"
:
parola
cara
al
duce
,
carica
di
condanna
...
»
.
Studia
per
esempio
(
«
per
quanto
senza
possibilità
di
approfondire
...
costretto
dal
lavoro
...
»
)
la
matematica
di
Einstein
,
appunto
,
e
la
psicanalisi
:
«
Quando
molti
ritenevano
l
'
idea
volgare
che
Freud
fosse
un
pervertito
...
e
neanche
a
parlare
di
Breuer
,
Charcot
...
»
.
Rivolge
cioè
la
sua
attenzione
ad
alcune
fondamentali
discipline
scientifiche
moderne
ignorate
o
trascurate
dalla
maggior
parte
dei
letterati
dell
'
epoca
,
e
praticamente
mai
integrate
sul
serio
alla
nostra
cultura
:
ecco
un
'
altra
ragione
seria
dell
'
importanza
dell
'
Ingegnere
per
noi
.
«
Avevo
già
frequentato
a
Milano
come
socio
di
una
biblioteca
molto
bene
-
e
milanesemente
-
organizzata
(
il
Circolo
Filologico
)
i
precursori
:
appunto
Charcot
,
Breuer
...
molti
altri
...
e
anche
gli
psicologi
positivisti
;
ricordo
L
'
intelligenza
nel
regno
animale
di
Tito
Vignoli
,
psicologo
lombardo
.
Si
tenga
presente
che
l
'
impegno
degli
studi
d
'
ingegneria
comportava
otto
ore
di
attività
giornaliera
,
compreso
il
disegno
;
e
a
certe
esercitazioni
,
per
esempio
di
mineralogia
,
occorreva
presentarsi
alle
sette
della
mattina
.
Questi
milanesi
col
loro
"
lavurà
"
mi
hanno
dato
una
bella
mazzata
sulla
testa
...
E
Roma
?
Ne
sono
amareggiato
,
stanco
;
se
potessi
me
ne
andrei
subito
;
se
avessi
forza
,
denaro
...
Ah
,
il
romanesimo
...
A
proposito
di
psicanalisi
devo
dire
che
mi
sono
avvicinato
ad
essa
negli
anni
fiorentini
dal
'26
al
'40
quando
l
'
insieme
delle
dottrine
e
delle
ricerche
di
questa
grande
componente
della
cultura
moderna
era
visto
popolarmente
come
operazione
diabolica
e
quasi
infame
,
per
la
crassa
opaca
ignoranza
di
molti
grossi
tromboni
della
moraloneria
e
della
cultura
ufficiale
dell
'epoca.»
Ma
perché
è
andato
a
Firenze
?
«
Manzonianamente
...
e
anche
un
po
'
come
un
inglese
(
senza
quattrini
)
del
'700
...
Per
imparare
la
lingua
e
frequentare
le
biblioteche
fiorentine
(
e
pensare
che
poi
non
ne
ho
avuto
quasi
mai
il
tempo
!
)
.
Il
Vieusseux
e
la
Marucelliana
hanno
sostituito
nel
mio
positivismo
illuministico
la
vecchia
organizzatissima
biblioteca
milanese
»
.
Trovo
straordinario
andare
a
Firenze
per
sciacquar
panni
lombardi
in
Arno
,
e
come
risultato
distruggere
il
fiorentino
con
l
'
esplosiva
operazione
linguistica
del
Pasticciaccio
;
ma
l
'
Ingegnere
sorride
,
non
vuol
dir
niente
.
Alla
psicanalisi
mi
sono
avvicinato
e
ne
ho
largamente
attinto
idee
e
moventi
conoscitivi
con
una
intenzione
e
in
una
consapevolezza
nettamente
scientifico
-
positivistica
,
cioè
per
estrarre
da
precise
conoscenze
dottrinali
e
sperimentali
un
soprappiù
moderno
della
vecchia
etica
,
della
vecchia
psicologia
,
e
della
cultura
che
potremmo
chiamare
parruccona
e
polverosa
di
certo
tardo
illuminismo
lombardo
.
Col
comprendere
la
fenomenologia
dell
'
inconscio
mi
è
sembrato
di
fare
un
passo
avanti
nella
mia
struttura
di
apprenti
sorcier
.
E
devo
dire
che
ho
incontrato
negli
studi
di
filosofia
fatti
presso
l
'
Università
di
Milano
(
nel
'25
,
nel
'28
,
nel
'30
,
allora
si
chiamava
ancora
Accademia
scientifica
e
letteraria
,
però
conferiva
lauree
regolari
)
un
docente
di
psicologia
,
Casimiro
Doniselli
,
che
mi
ha
condotto
alla
possibilità
di
pensare
a
una
specie
di
traduzione
in
termini
psicologici
di
molte
posizioni
di
filosofia
teoretica
:
alcune
posizioni
teoretiche
kantiane
potrebbero
essere
oggi
registrate
in
chiave
psicologica
,
per
esempio
.
»
E
fra
le
esercitazioni
fatte
in
questo
periodo
l
'
Ingegnere
ne
ricorda
soprattutto
una
sull
'
apparecchio
dell
'
udito
,
in
cui
la
coclea
(
che
ha
la
forma
della
spirale
di
Cartesio
)
funziona
come
estrattore
di
logaritmi
delle
scale
sonore
.
Molto
hanno
impressionato
la
mia
giovane
e
ancora
inesperta
ricerca
formativa
quei
necessariamente
limitati
avvicinamenti
,
o
approssimazioni
,
ai
maestri
della
filosofia
moderna
...
Ho
letto
Spinoza
,
Leibniz
,
Kant
...
La
lettura
dei
Nuovi
saggi
di
Leibniz
(
tradotti
da
Cecchi
)
e
della
Teodicea
stessa
,
si
può
dire
che
siano
stati
nettamente
formativi
per
il
mio
sviluppo
e
i
miei
interessi
logico
-
teoretici
posteriori
...
Ancora
oggi
sento
di
dover
molto
a
Leibniz
e
di
riviverne
oscuramente
i
suggerimenti
e
i
pensieri
nella
ormai
declinante
vita
intellettuale
,
avviata
alla
chiusura
...
A
questo
proposito
sarebbe
mio
estremo
desiderio
di
poter
lasciare
almeno
una
affrettata
e
sintetica
"
operetta
"
di
esegesi
da
un
lato
e
di
"
apology
"
(
nel
senso
di
"
giustificazione
"
)
dei
miei
momenti
di
pensiero
e
degli
inevitabili
errori
(
od
eccessi
)
a
cui
la
mia
affaticata
ricerca
è
andata
incontro
,
come
ogni
ricerca
...
per
successivi
"
tâtonnements
"
,
come
ognuno
di
noi
...
forse
anche
la
natura
stessa
...
si
avvicina
alle
sue
"
idee
"
per
"
tâtonnements
"
...
e
incontrando
la
dolorosa
esperienza
di
inevitabili
"impasses"...»
Ma
la
sezione
forse
più
larga
della
sua
libreria
è
affollata
di
volumi
di
storia
.
«
L
'
interesse
per
gli
studi
storici
può
dirsi
innato
in
me
;
o
se
no
,
ha
ricevuto
eccitazioni
che
chiamerò
ginnasiali
con
grande
amore
e
rispetto
per
gli
studi
ginnasiali
che
ho
potuto
seguire
(
Cesare
,
Tacito
,
non
molto
Erodoto
)
,
i
minori
latini
,
più
tardi
Svetonio
...
e
perché
ho
avuto
da
taluni
di
questi
storici
latini
(
Tacito
,
Svetonio
)
e
dai
poeti
...
la
sensazione
che
ci
sia
stato
un
grande
momento
della
conoscenza
umana
in
cui
la
storiografia
non
è
stata
una
menzogna
...
senza
compromessi
,
né
reticenze
...
La
stessa
sensazione
mi
è
stata
data
più
tardi
dagli
storici
francesi
e
inglesi
...
da
Macaulay
a
Strachey
,
come
specimen
...
Lavisse
,
Michelet
,
Lefebvre
,
Bainville
...
e
da
memorialisti
altrettanto
validi
annotatori
della
realtà
e
della
verità
...
Saint
-
Simon
,
Retz
...
da
epistolari
,
lettere
...
mi
hanno
condotto
a
interessarmi
ai
fatti
della
grande
storia
francese
...
»
E
il
Rinascimento
?
«
Sì
,
ho
avuto
interessi
culturali
e
letterari
e
di
giudizio
storiografico
...
per
gli
storici
letterati
...
la
potenza
d
'
espressione
,
il
senso
della
verità
...
Guicciardini
,
Machiavelli
,
Jacopo
Nardi
...
Però
non
credo
a
un
Rinascimento
politico
...
non
credo
che
possa
aver
dato
all
'
Italia
quello
che
il
valore
delle
armi
e
della
nobiltà
francese
ha
dato
alla
Francia
...
sempre
in
esercizio
nell
'
incontrare
la
morte
...
magari
in
duello
,
quando
non
v
'
erano
guerre
...
Il
mio
giudizio
necessariamente
generico
per
la
storia
dei
Comuni
e
delle
Signorie
non
ha
insomma
un
carattere
idolatra
né
per
gli
uni
né
per
le
altre
,
pure
ammettendo
il
carattere
di
indipendenza
eroica
del
Comune
borghese
e
tessile
rispetto
all
'
ancoraggio
dell
'
idea
imperiale
»
.
E
la
filologia
?
Qui
l
'
Ingegnere
raccomanda
di
tenere
un
tono
modesto
e
serio
per
riguardo
agli
studiosi
specializzati
.
«
...
Uno
dei
momenti
tormentosi
della
mia
modesta
e
frantumata
carriera
di
scrittore
...
Contini
per
il
caso
mio
molto
giustamente
parla
di
"
letteratura
perduta
"
,
rifacendosi
a
Proust
...
e
di
un
sentimento
di
frustrazione
che
starebbe
e
sta
di
fatto
alla
base
del
mio
lavoro
e
del
giudizio
che
faccio
di
me
stesso
...
un
fine
non
raggiunto
...
»
Ma
perché
?
Ma
come
?
L
'
Ingegnere
scuote
la
testa
,
parla
di
brogliaccio
,
di
macchie
d
'
inchiostro
,
di
minute
confuse
e
indecifrabili
,
tossisce
,
batte
le
mani
sulla
tavola
,
mormora
«
avevo
in
mente
un
programma
...
e
invece
...
solo
un
avvicinamento
a
quello
che
speravo
...
tarda
riparazione
...
citazioni
imprecise
...
mancato
adempimento
del
compito
...
È
la
questione
dell
'
espressione
...
come
un
bambino
che
si
preoccupa
esclusivamente
di
far
bene
il
suo
compito
,
mi
sono
sempre
preoccupato
di
raggiungere
non
tanto
l
'
optimum
formale
"
routinier
"
(
i
plurali
giusti
,
le
camicie
scritte
con
la
"i"...)
quanto
l
'
optimum
espressivo
...
È
chiaro
questo
,
no
?
...
È
stata
infatti
usata
per
me
talora
come
tono
d
'
accusa
o
rimprovero
la
qualifica
di
espressionista
...
Ma
io
credo
che
il
dovere
di
un
optimum
espressionistico
incomba
a
ogni
artigiano
se
non
a
ogni
artista
...
al
pittore
,
al
sarto
,
al
compositore
,
e
in
primis
allo
scrittore
,
che
maneggia
uno
strumento
assai
difficile
a
possedere
e
ad
usare
e
cioè
l
'
idioma
...
Ma
io
ho
sentito
che
in
ogni
idioma
...
lingua
o
dialetto
...
la
lingua
,
che
ha
dietro
di
sé
una
cultura
,
una
scuola
,
una
formazione
,
un
'
accademia
,
una
provenienza
da
altra
lingua
madre
...
e
il
dialetto
talora
con
egual
provenienza
da
una
lingua
madre
,
come
il
latino
per
il
dialetto
lombardo
...
ciò
che
interessa
è
la
potenza
,
la
tensione
espressiva
,
il
voltaggio
espressivo
...
e
indipendentemente
dal
perbenismo
accademizzante
a
cui
si
possa
essere
più
o
meno
vicini
...
Non
importa
se
si
è
prossimi
al
Rigutini
,
importa
la
potenza
espressiva
!
Quel
che
accade
al
dialetto
lombardo
o
alla
parlata
napoletana
rispetto
al
latino
...
e
"
facite
'
a
faccia
feroce
"
"
è
"
latino
...
da
cui
entrambi
derivano
la
loro
tematica
...
gli
etimi
...
accade
anche
ad
alcune
lingue
neolatine
,
le
più
vive
e
stupende
,
il
francese
e
lo
spagnolo
...
lasciamo
il
provenzale
,
che
m
'
interessa
meno
...
anche
se
,
vero
,
per
alcuni
argomenti
,
certi
discorsi
,
è
ovvio
che
solo
una
lingua
colta
(
il
francese
,
lo
spagnolo
)
potrà
essere
usata
,
anziché
un
dialetto
...
I
Nuovi
saggi
di
Leibniz
non
possono
essere
scritti
in
dialetto
...
Colloco
il
dialetto
a
una
stessa
possibilità
espressiva
...
o
voltaggio
,
o
altezza
...
della
lingua
,
limitatamente
agli
argomenti
di
sua
pertinenza
:
il
linguaggio
di
Ruzante
o
Goldoni
non
potrebbe
essere
adatto
per
un
'
opera
filosofica
...
E
mi
permetta
di
chiudere
con
una
piccola
chicca
...
per
usare
il
suo
elegante
e
italianissimo
termine
:
per
dire
"
vino
"
,
i
successivi
etimi
sono
stati
nell
'
ordine
"
oinos
"
,
"
vinum
"
,
"
vino
"
,
"
vin
"
(
milanese
)
,
"
vi
"
(
bresciano
)
...
mentre
si
dice
in
bergamasco
semplicemente
"
i
"
,
spaventosa
erosione
della
matrice
"
vinum
"
,
operata
dall
'
abominevole
dialetto
bergamasco
,
secondo
i
tromboni
moraloni
accademici
della
moralità
linguistica
...
Senonché
nella
gloriosa
e
stupenda
lingua
del
grande
La
Fontaine
e
anche
di
quel
Saint
-
Simon
che
come
dice
Sainte
-
Beuve
"
écrit
à
la
diable
pour
l
'
éternité
"
,
per
dire
"
agosto
"
attraverso
le
successive
erosioni
di
"
augustus
mensis
"
si
passa
da
"
aoust
"
a
"
août
"
;
e
finalmente
alla
fonazione
"
u
"
che
come
erosione
fonetica
equivale
alla
"
i
"
dell
'
"
abominevole
"
bergamasco
...
»
.
StampaQuotidiana ,
Interpretazione
memorabile
:
a
ventotto
anni
Sandrine
Bonnaire
ha
affrontato
il
personaggio
(
recitato
in
passato
al
cinema
da
Geraldine
Farrar
,
Renée
Falconetti
,
Simone
Genevois
,
Angela
Salloker
,
Ingrid
Bergman
,
Jean
Seberg
,
Hedy
Lamarr
,
Florence
Carrez
)
con
vera
grandezza
semplice
,
con
ammirevole
capacità
d
'
esprimere
pudicamente
ma
eloquentemente
il
mistero
religioso
e
la
possessione
fideista
,
con
una
naturalezza
fisica
perfetta
.
L
'
impresa
era
complessa
.
Tra
le
eroine
storiche
,
la
mistica
guerriera
,
mito
del
nazionalismo
francese
discusso
,
glorioso
e
usato
,
per
la
sensibilità
contemporanea
risulta
quasi
incomprensibile
:
santa
ma
portatrice
di
morte
,
armata
della
spada
e
della
croce
,
credente
nel
Re
come
in
Dio
,
ragazza
e
condottiera
,
Giovanna
d
'
Arco
ha
in
sé
tutte
le
contraddizioni
della
Chiesa
cattolica
e
delle
epoche
di
marasma
etico
-
politico
favorevoli
all
'
epifania
di
figure
miracolistiche
venute
dal
nulla
.
Il
bellissimo
film
di
Rivette
non
tenta
alcuna
interpretazione
psicologica
.
Guarda
Giovanna
agire
,
la
descrive
trasparente
e
strana
,
senza
pia
compunzione
né
arroganza
adolescente
ma
con
l
'
ostinato
rifiuto
d
'
ogni
ragionevolezza
dei
grandi
idealisti
,
pronti
a
morire
per
l
'
idea
a
cui
conservano
fede
e
fedeltà
,
destinati
a
venir
sconfitti
dal
cinismo
pragmatico
altrui
e
dal
proprio
stesso
assolutismo
.
E
la
vicenda
di
Giovanna
viene
vista
,
con
aspra
analisi
politica
,
simile
a
quella
di
tanti
eroi
guerrieri
:
esaltati
dal
potere
al
momento
della
lotta
armata
,
esautorati
al
subentrare
del
tempo
delle
trattative
e
dei
compromessi
politici
,
ripudiati
come
memoria
ingombrante
di
conflitti
ormai
spenti
.
Guidata
dal
talento
del
regista
e
dalla
propria
bravura
,
Sandrine
Bonnaire
recita
una
Giovanna
D
'
Arco
ruvida
come
la
ragazza
di
campagna
che
era
,
prepotente
come
un
bambino
,
presuntuosa
e
fragile
come
capita
alla
sua
età
(
diciassette
anni
,
diciannove
quando
morì
sul
rogo
)
.
La
prima
volta
che
una
freccia
la
ferisce
piange
e
si
spaventa
;
le
invocazioni
che
rivolge
ai
suoi
santi
(
Caterina
,
Margherita
,
Michele
Arcangelo
protettore
dei
combattenti
)
hanno
i
toni
d
'
una
esigente
urgenza
puerile
;
la
costrizione
a
smettere
la
divisa
di
guerriera
e
a
vestire
abiti
femminili
la
mortifica
come
una
ferita
all
'
orgoglio
militare
o
una
perdita
d
'
identità
.
Alla
fine
,
incatenata
al
rogo
,
rivestita
del
saio
candido
,
incappellata
d
'
un
beffardo
elmo
di
cartone
bianco
con
le
parole
«
apostata
,
eretica
»
,
quando
il
fumo
del
legno
ardente
le
arriva
alla
gola
Giovanna
D
'
Arco
fa
la
cosa
più
ovvia
:
tossisce
.
Quando
le
fiamme
arrivano
a
bruciarle
le
carni
fa
la
cosa
più
alta
:
un
fortissimo
grido
:
«
Gesù
!
»
Ma
gli
spettatori
italiani
sono
sempre
sfortunati
.
Il
kolossal
d
'
autore
di
Rivette
,
scandito
in
due
parti
(
«
Le
battaglie
»
,
«
Le
prigioni
»
)
,
lungo
oltre
cinque
ore
e
mezza
,
da
noi
è
stato
diviso
in
due
film
usciti
(
quando
sono
usciti
)
a
distanza
di
mesi
,
è
stato
tagliato
col
permesso
del
regista
di
un
'
ora
e
venti
(
quasi
l
'
equivalente
di
un
film
)
.
È
lo
stesso
sistema
adottato
per
Smoking
/
No
smoking
di
Alain
Resnais
,
negativo
oltre
che
anticulturale
:
altera
il
ritmo
e
lo
stile
,
impoverisce
o
smentisce
la
vicenda
.
Meglio
così
che
nulla
?
Forse
:
però
non
è
una
bella
alternativa
.
StampaQuotidiana ,
Il
Corriere
della
Sera
commentando
i
discorsi
del
Duce
che
pure
gettava
parecchi
ponti
ai
patrioti
e
agli
uomini
di
buona
volontà
dell
'
altra
sponda
,
afferma
che
"
l
'
obbiettivo
dell
'
opposizione
è
veramente
il
regime
"
.
Lo
sapevamo
ma
la
conferma
non
guasta
.
Il
Fascismo
risponde
ancora
una
volta
che
non
intende
neppure
discutere
l
'
eventualità
di
un
abbandono
del
potere
.
L
'
opposizione
ha
un
compito
di
controllo
da
svolgere
e
lo
svolga
senza
ingiuriare
e
senza
oltraggiare
.
Potrà
solo
così
essere
ascoltata
.
Se
pone
pregiudiziali
di
regime
il
Fascismo
pone
ben
chiaro
oltre
che
una
questione
di
diritto
una
ragione
di
forza
.
Pretendere
che
un
movimento
di
vasto
respiro
spirituale
e
di
grande
capacità
politica
come
il
Fascismo
si
fermi
per
polemizzare
con
l
'
organo
della
mediocrità
nazionale
quale
è
il
Corriere
della
Sera
o
con
le
altre
opposizioni
,
sulla
legittimità
del
potere
conquistato
per
consenso
di
popolo
e
per
la
carenza
dello
Stato
liberale
,
è
da
stolti
.
Il
Fascismo
è
conscio
della
sua
missione
di
ringagliardimento
della
coscienza
nazionale
e
di
assestamento
spirituale
degli
italiani
i
quali
hanno
il
diritto
di
avere
una
Patria
forte
che
assicuri
alle
popolazioni
ognor
crescenti
,
benessere
e
sicurezza
nel
territorio
,
oltre
i
mari
e
oltre
i
monti
.
Il
regime
fascista
non
sarà
sostituito
che
da
un
altro
regime
che
ne
continui
la
evoluzione
.
Ma
si
tratta
di
cicli
storici
e
non
di
Ministeri
.
StampaQuotidiana ,
Rileggo
Fenoglio
.
La
figura
del
piemontese
di
campagna
è
antica
,
e
assai
diversa
da
quella
del
piemontese
di
città
,
più
sfumata
e
rapida
nel
mettersi
al
passo
del
mondo
.
Testardaggine
e
diffidenza
,
orgoglio
e
pudicizia
,
senso
del
limite
e
segreta
ambizione
formano
,
nel
piemontese
di
campagna
,
un
nocciolo
di
resistenza
al
destino
,
alla
delusione
dei
fatti
quotidiani
,
resistenza
che
non
gli
viene
meno
neppure
negli
istanti
più
duri
.
Il
piemontese
di
campagna
è
capace
di
dannarsi
l
'
anima
in
lotta
perpetua
con
una
vigna
arida
;
e
con
uno
schioppo
in
mano
può
mettersi
freddamente
a
sparare
contro
un
carro
armato
tedesco
:
non
importa
la
palese
inferiorità
,
la
vigna
che
ti
imbroglia
o
il
carro
armato
che
neppure
si
accorge
dei
tuoi
pallini
da
lepre
.
Vuoi
dire
che
ti
butterai
nel
pozzo
,
a
dispetto
delle
viti
e
degli
eredi
,
o
sbatterai
la
testa
contro
le
lamiere
del
Tigre
.
È
destino
,
però
,
non
«
darla
mai
vinta
»
a
niente
e
a
nessuno
,
costi
quel
che
costi
fino
alla
fine
.
E
così
era
Beppe
Fenoglio
,
seppure
naturalmente
velato
da
una
raffinata
esperienza
di
cultura
.
Composto
di
questa
materia
,
non
poteva
non
vivere
duramente
,
e
duramente
morire
,
subendo
e
tacendo
,
in
immensa
solitudine
,
e
tuttavia
con
l
'
altissima
convinzione
di
colui
che
sa
come
,
coltivando
il
suo
pezzo
di
terra
e
coltivandolo
bene
,
senza
riposo
,
finisce
per
avvantaggiare
tutti
gli
altri
,
prima
ancora
che
se
stesso
.
A
un
certo
punto
,
il
traduttore
elegantissimo
di
Coleridge
,
il
lettore
di
Lawrence
e
Stevenson
,
l
'
uomo
moderno
che
sa
vedere
con
distacco
di
penna
un
acre
spiraglio
di
vita
contadina
o
di
guerra
,
tornava
vittima
di
un
mondo
feroce
-
qual
è
quello
contadino
,
ma
anche
borghese
,
del
più
chiuso
Piemonte
-
e
lo
subiva
in
silenzio
,
come
a
negare
qualsiasi
altra
possibilità
di
vivere
e
agire
,
al
di
fuori
di
quei
territori
ed
usanze
.
E
in
questo
modo
dava
terreno
non
casuale
alle
storie
da
fabbricare
,
dalla
Malora
allo
splendido
Giorno
di
fuoco
,
nutrendole
di
un
furore
narrativo
e
stilistico
che
sublimava
,
finalmente
,
i
residui
velenosi
dell
'
esistenza
e
in
astratto
intaccavano
come
perfezionatissimi
proietti
,
la
cupola
crudele
tesa
a
chiudere
la
vita
-
delle
Langhe
,
di
ieri
e
di
oggi
,
del
mondo
dei
rapporti
familiari
intrigati
dalla
presenza
costante
del
denaro
,
dell
'
invidia
,
del
dispetto
,
dell
'
aridità
di
cuore
-
impedendole
di
liberarsi
secondo
intelligenza
e
bontà
.
Imminenti
edizioni
e
riedizioni
dei
suoi
racconti
,
già
conosciuti
o
appena
usciti
dal
cassetto
,
faranno
conoscere
a
un
più
largo
pubblico
uno
scrittore
che
nel
suo
microcosmo
lavorò
più
a
fondo
dello
stesso
Pavese
,
perché
non
deviato
da
alcuna
mitologia
ma
perdutamente
teso
a
raggiungere
un
risultato
realistico
,
pulito
,
a
costo
di
profondere
ogni
riserva
intellettuale
e
di
cuore
.
Non
gli
ho
mai
detto
una
cosa
simile
,
lui
vivo
.
Non
me
lo
consentivano
i
nostri
scarsi
rapporti
,
la
nostra
scorbutica
amicizia
piemontese
,
la
rara
corrispondenza
.
E
ancora
adesso
mi
pento
di
non
aver
tentato
,
una
volta
per
tutte
,
di
sfondare
il
suo
orgoglioso
riserbo
,
o
almeno
,
consciamente
,
di
non
aver
gettato
olio
sul
fuoco
della
sua
estrema
consapevolezza
.
In
segreto
,
ne
avrebbe
avuta
una
qualche
consolazione
,
al
di
là
di
tante
amarezze
e
di
irrimediabili
solitudini
e
pietosi
infingimenti
.
Ci
resta
questo
:
trenta
o
quaranta
pagine
di
Fenoglio
,
qualunque
cosa
succeda
,
sono
già
stampate
in
quell
'
ideale
antologia
delle
lettere
italiane
di
questo
secolo
che
,
per
fortuna
,
deve
ancora
veder
nascere
i
suoi
curatori
.
Da
quelle
pagine
viene
fuori
non
solo
un
ritratto
magistrale
del
mondo
accoltellato
della
Langa
,
ma
in
filigrana
appare
il
narratore
stesso
,
quel
«
piemontese
di
campagna
»
tanto
più
trepido
quanto
più
sa
di
affondare
,
con
occhio
asciutto
,
nel
dolore
proprio
e
altrui
.
StampaQuotidiana ,
Il
voto
dei
Comuni
ha
superato
tutte
le
previsioni
.
Centododici
suffragi
di
maggioranza
,
in
favore
dell
'
ingresso
di
Londra
nel
Mec
,
rappresentano
il
miglior
premio
alla
tenacia
di
Heath
e
dei
conservatori
nel
propugnare
la
causa
dell
'
integrazione
continentale
contro
tutte
le
difficoltà
e
contro
tutte
le
resistenze
che
a
un
certo
momento
avevano
autorizzato
pessimismo
e
sfiducia
,
al
di
qua
e
al
di
là
della
Manica
.
Nessun
ultimatum
è
servito
,
nessuna
intimidazione
è
riuscita
allo
scopo
.
L
'
ala
dissidente
ed
europeista
del
partito
laborista
,
l
'
ala
che
non
aveva
voluto
condividere
il
clamoroso
voltafaccia
di
Wilson
e
smentire
le
tradizionali
professioni
di
fede
del
partito
,
si
è
sottratta
al
giogo
della
«
frusta
»
parlamentare
,
non
ha
obbedito
alla
disciplina
di
gruppo
,
si
è
associata
al
«
sì
»
dei
conservatori
per
l
'
Europa
unita
,
suggellato
dal
risultato
a
sorpresa
della
votazione
ai
Lords
e
ai
Comuni
-
l
'
apertura
di
una
nuova
grande
pagina
nella
storia
inglese
ed
europea
.
Heath
aveva
giocato
grosso
.
Concedendo
la
libertà
di
voto
al
suo
gruppo
parlamentare
,
che
alberga
una
corrente
tenacemente
ed
irriducibilmente
antieuropeista
in
omaggio
alle
pregiudiziali
imperiali
di
un
mondo
scomparso
,
aveva
praticamente
liquidato
in
partenza
il
già
esiguo
e
fragile
margine
di
maggioranza
su
cui
si
regge
il
suo
governo
tanto
contrastato
.
Senonché
i
rischi
in
campo
conservatore
erano
largamente
bilanciati
dai
vantaggi
sul
fronte
avversario
.
Le
diserzioni
conservatrici
,
ridottesi
poi
di
numero
e
di
significato
,
sarebbero
state
compensate
dalle
adesioni
dei
laboristi
eterodossi
,
il
gruppo
di
Roy
Jenkins
.
Non
solo
:
ma
di
fronte
ad
un
'
opinione
pubblica
perplessa
e
turbata
,
qual
è
nella
grande
maggioranza
l
'
opinione
inglese
sul
tema
dell
'
Europa
(
basti
leggere
le
lettere
del
pubblico
al
«
Times
»
)
,
il
governo
conservatore
aveva
dissipato
l
'
impressione
di
una
qualunque
ghigliottina
,
di
una
qualunque
forzatura
procedurale
o
regolamentare
.
L
'
ingresso
dell
'
Inghilterra
nel
Mec
,
dopo
tanti
anni
di
contraddittori
«
zig
zag
»
,
dopo
tutti
i
ritardi
imposti
dall
'
altera
e
orgogliosa
volontà
del
generale
De
Gaulle
,
dopo
le
incomprensioni
e
le
esitazioni
degli
stessi
governi
succedutisi
alla
guida
dell
'
Inghilterra
post
-
churchilliana
,
era
un
avvenimento
troppo
decisivo
,
troppo
-
diciamolo
pure
con
un
termine
abbondantemente
logorato
-
«
storico
»
perché
la
volontà
del
Parlamento
,
massima
fonte
di
sovranità
e
di
legittimità
della
Gran
Bretagna
,
non
dovesse
esprimersi
in
tutta
la
sua
libertà
,
senza
condizionamenti
o
impacci
di
alcun
genere
.
È
l
'
obiettivo
raggiunto
dal
governo
Heath
col
voto
di
questa
notte
:
un
voto
che
conforta
la
fatica
di
tutti
gli
europeisti
,
in
un
'
ora
grigia
e
malinconica
per
l
'
Europa
,
oggetto
di
una
storia
che
troppo
spesso
la
trascende
.
Il
positivo
epilogo
di
questo
28
ottobre
era
stato
preceduto
da
un
dibattito
ampio
e
completo
,
il
più
lungo
nella
storia
parlamentare
di
questo
dopoguerra
britannico
:
vi
si
erano
riflesse
tutte
le
posizioni
dell
'
arco
politico
inglese
,
le
adesioni
entusiaste
e
incondizionate
,
i
«
sì
»
perplessi
e
svogliati
,
le
considerazioni
di
opportunità
contingente
,
le
preoccupazioni
dei
settori
economici
inevitabilmente
danneggiati
dall
'
integrazione
continentale
,
le
opposizioni
furibonde
e
irriducibili
legate
all
'
estrema
destra
-
ultimo
residuo
dell
'
isolazionismo
imperiale
-
e
ad
una
larga
parte
della
sinistra
anche
non
estrema
-
specchio
dei
privilegi
corporativi
di
una
classe
operaia
sempre
poco
sensibile
alle
voci
del
continente
.
Sullo
sfondo
,
il
dramma
del
partito
laborista
:
il
grande
e
decisivo
contrasto
fra
la
concezione
«
politica
»
del
Labour
-
Party
e
quella
sindacale
.
La
prima
disposta
a
tollerare
la
«
disobbedienza
»
dell
'
alaJenkins
,
solo
con
formali
e
nominali
sanzioni
;
la
seconda
decisa
a
battersi
con
tutte
le
armi
della
rappresaglia
e
della
ritorsione
-
fino
alla
minaccia
della
non
-
rielezione
nei
collegi
di
periferia
-
per
i
parlamentari
laboristi
sottrattisi
alla
disciplina
di
partito
e
salvatori
,
con
l
'
idea
d
'
Europa
,
dello
stesso
governo
Heath
.
Wilson
nella
posizione
di
un
«
mediatore
»
non
più
autorevole
come
una
volta
,
in
quella
che
è
stata
chiamata
la
linea
dell
'
acrobata
:
fermo
nel
«
no
»
all
'
Europa
,
alle
condizioni
ottenute
da
Heath
,
ma
deciso
ad
evitare
la
totale
prevalenza
dell
'
ala
sindacale
,
la
stessa
che
poi
sarebbe
destinata
a
liquidarne
per
sempre
la
contrastata
e
non
più
indiscussa
leadership
.
Voti
plebiscitari
contro
l
'
Europa
unita
,
sia
del
congresso
dei
sindacati
sia
,
e
sia
pure
in
misura
minore
,
del
congresso
del
partito
:
voti
che
avrebbero
schiacciato
-
ma
l
'
Inghilterra
non
è
l
'
Inghilterra
per
niente
-
qualunque
Parlamento
del
continente
,
dove
la
macchina
partitocratica
avrebbe
dissolto
ogni
obiezione
di
coscienza
e
sommerso
ogni
fedeltà
o
coerenza
ideologiche
.
Nel
complesso
,
un
grande
giorno
per
l
'
Europa
,
una
speranza
riaccesa
soprattutto
per
le
giovani
generazioni
.
Non
il
traguardo
,
ancora
.
Wilson
,
tollerante
davanti
all
'
opposizione
parlamentare
,
sarà
durissimo
nella
lotta
contro
le
procedure
di
applicazione
dei
trattati
di
Roma
,
tallonerà
Heath
passo
per
passo
,
coglierà
qualunque
occasione
per
abbattere
il
non
solido
governo
conservatore
e
riproporre
al
suo
partito
la
scelta
anti
o
non
-
europea
,
magari
ab
imis
.
Necessità
,
per
tutti
i
partners
continentali
,
di
tener
conto
della
particolarissima
situazione
inglese
,
di
evitare
ogni
mossa
sbagliata
che
possa
riaccendere
le
resistenze
o
inasprire
le
intransigenze
tutt
'
altro
che
domate
(
la
maggioranza
del
paese
è
ancora
contro
l
'
Europa
,
nonostante
i
miglioramenti
registrati
dalle
ultime
indagini
demoscopiche
)
.
È
quindi
richiamo
a
tutti
i
soci
del
Mercato
comune
ad
una
linea
di
severità
e
di
responsabilità
,
soprattutto
economica
.
L
'
Inghilterra
è
il
paese
che
ha
insegnato
al
continente
la
via
dell
'
austerity
.
Ci
sarà
qualcuno
capace
di
richiamarsi
a
quel
modello
di
fronte
alle
suggestioni
«
peroniste
»
che
continuano
a
fermentare
in
Italia
?
È
proprio
il
caso
di
augurarsi
anche
per
noi
una
«
Manica
più
stretta
»
.
StampaQuotidiana ,
Una
rivista
tedesca
che
si
occupa
di
problemi
militari
,
la
Deutsche
Wehr
,
ha
pubblicato
recentemente
un
articolo
molto
dettagliato
sulla
attuale
situazione
militare
dell
'
Italia
.
In
questo
articolo
viene
prospettato
tutto
quanto
la
Rivoluzione
Fascista
ha
fatto
per
portare
le
armi
italiane
a
un
alto
grado
di
efficienza
.
L
'
articolo
non
si
occupa
della
marina
militare
che
è
stata
tutta
rinnovata
in
questi
dodici
anni
;
né
dell
'
aviazione
che
è
stata
creata
dal
nulla
.
L
'
autore
si
occupa
soltanto
delle
forze
terrestri
,
delle
forze
para
-
militari
e
di
tutto
quanto
concerne
la
preparazione
della
Nazione
per
la
guerra
.
La
conclusione
alla
quale
giunge
è
:
che
l
'
esercito
non
può
non
essere
fascista
,
dal
momento
che
il
Regime
è
fascista
e
tutto
il
popolo
è
fascista
.
Solo
a
tale
condizione
,
dice
l
'
autore
tedesco
,
l
'
esercito
può
dare
il
massimo
rendimento
possibile
.
Riscontriamo
queste
parole
:
«
Con
la
sua
chiara
e
savia
politica
ed
educazione
militare
vediamo
intanto
come
l
'
Italia
faccia
un
altro
poderoso
passo
innanzi
nel
campo
militare
.
Nella
Penisola
appenninica
sorge
un
popolo
in
armi
come
il
mondo
mai
prima
ha
veduto
»
.
Questo
riconoscimento
germanico
è
significativo
.
Per
ritrovare
il
popolo
italiano
in
armi
,
come
oggi
,
bisogna
tornare
all
'
Impero
Romano
.
Il
potenziamento
militare
dell
'
Italia
è
opera
esclusiva
del
Fascismo
.
È
bene
che
lo
ricordino
tutti
!
.