StampaQuotidiana ,
Roma
,
aprile
-
Il
vento
proviene
da
una
enorme
ruota
a
pale
,
i
bagliori
di
fuoco
sono
di
alcune
torce
alle
spalle
delle
persone
.
La
luce
,
si
suppone
che
sarà
fredda
,
drammatica
.
L
'
obiettivo
è
stato
schermato
con
un
vetro
scuro
per
l
'
effetto
notturno
.
I
trucchi
sono
tutti
lì
,
evidenti
.
Otello
Sestili
sa
di
essere
un
camionista
:
il
suo
nome
è
perfino
scritto
a
penna
su
un
foglietto
appuntato
al
colletto
della
maglia
con
uno
spillone
di
sicurezza
.
Quel
giallo
e
azzurro
che
si
intravedono
tra
gli
ulivi
,
sono
la
gonna
e
la
camicetta
della
moglie
.
Sestili
la
vede
mentre
porta
a
sgambettare
la
bambina
.
Settimio
Di
Porto
conosce
benissimo
la
sua
identità
;
è
alto
,
massiccio
,
semplice
e
rude
come
la
gente
del
popolo
,
senza
complessi
,
senza
momenti
di
cedimento
.
Commercia
in
ferramenta
,
il
suo
furgone
è
parcheggiato
dieci
metri
più
in
là
,
sulla
Tiburtina
Valeria
,
dopo
la
curva
del
ventottesimo
chilometro
.
Alcuni
minuti
fa
,
stava
raccontando
con
spavaldo
compiacimento
che
gli
basta
serrare
le
mascelle
e
fissare
in
faccia
la
moglie
per
farla
scoppiare
in
lacrime
.
L
'
atmosfera
è
quella
un
po
'
goliardica
,
che
si
ritrova
tra
tutte
le
troupes
cinematografiche
.
Allegria
e
serietà
,
scapigliatura
e
lavoro
sodo
.
Quando
il
regista
,
lo
scrittore
Pier
Paolo
Pasolini
dà
i
tradizionali
ordini
per
girare
la
scena
,
«
motore
»
,
«
azione
»
,
qualche
cosa
di
diverso
succede
.
Il
bravo
Tonino
Delli
Colli
,
l
'
operatore
di
Accattone
,
comincia
a
muovere
la
piccola
Arriflex
.
Il
silenzio
si
fa
più
impegnato
.
L
'
attenzione
di
tutti
è
più
avvertita
del
solito
.
Tocca
girare
al
protagonista
,
«
vai
Enrique
,
vai
»
,
ordina
con
calma
Pasolini
.
Enrique
Irazoqui
è
seduto
su
un
tronco
di
ulivo
.
La
faccia
pallida
,
magra
,
avvolta
in
un
grezzo
mantello
di
lana
marrone
,
il
corpo
fasciato
da
una
semplice
tunica
avana
.
Legge
le
parole
che
deve
pronunciare
davanti
alla
macchina
da
presa
su
una
lavagnetta
sorretta
dall
'
aiuto
regista
.
«
Voi
sentirete
parlare
di
guerre
e
rumori
di
guerre
;
badate
di
non
turbarvi
;
bisogna
che
questo
avvenga
ma
non
sarà
la
fine
.
Si
solleverà
infatti
nazione
contro
nazione
e
regno
contro
regno
,
e
vi
saranno
pestilenze
e
carestie
e
terremoti
in
vari
luoghi
;
ma
tutto
questo
non
sarà
che
il
principio
dei
dolori
.
»
La
drammatica
predizione
che
Gerusalemme
sarà
distrutta
:
la
fine
del
mondo
.
Le
parole
del
Vangelo
di
san
Matteo
,
che
Pasolini
sta
traducendo
in
film
.
La
lavorazione
è
cominciata
da
qualche
giorno
,
senza
il
consueto
can
-
can
pubblicitario
che
accompagna
il
primo
giro
di
manovella
.
Anzi
,
produttore
e
regista
preferiscono
portare
avanti
il
loro
lavoro
in
silenzio
,
con
tutta
tranquillità
.
Si
tratta
di
un
lavoro
quanto
mai
impegnativo
,
difficile
,
inconsueto
perché
il
film
non
sarà
una
riedizione
della
vita
di
Gesù
Cristo
,
né
un
racconto
interpolato
delle
vicende
bibliche
.
Non
c
'
è
soggetto
,
non
c
'
è
sceneggiatura
,
non
c
'
è
dialogo
costruito
a
tavolino
sia
pure
sulla
falsariga
dei
Vangeli
,
ma
la
traduzione
in
immagini
del
testo
genuino
scritto
da
Matteo
,
il
pubblicano
di
Cafarnao
diventato
apostolo
.
La
strada
più
difficile
,
dunque
,
è
stata
scelta
da
Pasolini
per
questo
film
.
Un
'
idea
che
lascia
perplessi
,
quella
di
trasportare
sullo
schermo
il
primo
dei
quattro
Vangeli
,
soprattutto
conoscendo
la
diffusa
preferenza
per
argomenti
commerciali
di
molti
nostri
cinematografari
.
Ma
Pasolini
non
è
di
questo
parere
.
«
La
storia
di
uno
che
nasce
povero
»
dice
,
che
ha
una
vita
ricca
e
complessa
come
è
raccontato
nel
Vangelo
,
e
consegna
agli
uomini
il
messaggio
del
cristianesimo
,
«
ha
tanti
elementi
favolosi
anche
per
il
grosso
pubblico
.
»
Il
progetto
di
realizzare
il
Vangelo
secondo
Matteo
Pasolini
l
'
ha
studiato
e
maturato
per
un
paio
d
'
anni
.
Nell
'
ottobre
'62
si
trovava
ad
Assisi
.
Era
stato
invitato
dalla
Pro
Civitate
Christiana
ad
un
dibattito
sul
suo
Accattone
.
Finito
il
convegno
,
lo
scrittore
-
regista
voleva
tornarsene
a
casa
,
ma
le
strade
erano
ingorgate
di
traffico
.
Code
di
automobili
lunghe
chilometri
e
,
per
le
vie
di
Assisi
,
migliaia
di
persone
arrivate
per
la
visita
di
Giovanni
XXIII
.
Non
c
'
era
altro
da
fare
che
aspettare
che
fosse
partito
il
treno
del
Papa
,
prima
di
prendere
la
via
del
ritorno
.
«
In
camera
mia
,
sul
tavolo
c
'
era
un
Vangelo
.
L
'
avevano
messo
lì
per
farlo
leggere
agli
ospiti
,
e
ci
sono
riusciti
perché
io
lo
presi
e
cominciai
a
sfogliarlo
.
»
Un
libro
stimolante
,
dice
Pasolini
:
leggeva
e
si
convinceva
che
quel
racconto
era
un
ottimo
soggetto
cinematografico
.
Per
un
po
'
,
ha
tenuto
l
'
idea
per
sé
,
poi
una
volta
ne
ha
parlato
ad
Alfredo
Bini
,
che
era
stato
il
produttore
dei
suoi
film
.
«
Eravamo
in
Africa
,
con
Bini
,
per
i
sopralluoghi
di
Padre
selvaggio
,
e
Bini
è
stato
subito
entusiasta
.
»
In
questi
due
anni
,
Pasolini
non
ha
scritto
nessuna
sceneggiatura
,
ma
si
è
preoccupato
di
studiare
,
immaginare
le
scene
,
i
movimenti
della
macchina
da
presa
,
il
volto
degli
attori
perché
non
ha
aggiunto
né
tolto
nulla
al
racconto
di
san
Matteo
,
limitandosi
a
filtrarlo
con
la
sua
fantasia
poetica
.
Ha
discusso
,
però
,
a
lungo
l
'
idea
con
gli
amici
della
Pro
Civitate
Christiana
che
l
'
hanno
incoraggiato
concedendogli
fiducia
e
libertà
.
«
Non
ho
nessuna
intenzione
di
proporre
interpretazioni
teologiche
.
Sarà
un
Vangelo
assolutamente
canonico
»
dice
.
Con
padre
Favero
particolarmente
ha
avuto
lunghe
discussioni
,
numerosi
scambi
di
lettere
per
evitare
qualsiasi
imprecisione
,
anche
di
dettagli
storici
e
di
costume
,
nelle
ambientazioni
,
nell
'
impostazione
delle
scene
,
dei
personaggi
.
Anche
adesso
che
sta
girando
,
le
lettere
tra
lui
e
il
religioso
continuano
.
Un
viaggio
compiuto
successivamente
in
Terra
Santa
con
padre
Andrea
Carrano
,
«
un
veneto
simpaticissimo
»
,
ha
convinto
il
regista
che
non
era
il
caso
di
andare
a
girare
nei
luoghi
originari
.
Il
paesaggio
descritto
dai
Vangeli
non
esiste
più
,
perciò
il
film
verrà
girato
in
Italia
.
Le
prime
scene
,
che
si
svolgono
sul
monte
degli
ulivi
e
nell
'
orto
di
Getsemani
sono
state
girate
in
un
uliveto
ai
piedi
di
Tivoli
,
su
Monte
Cavo
il
discorso
della
montagna
.
Altre
scene
in
Calabria
,
a
Crotone
,
Matera
,
tra
Barletta
e
Taranto
,
dove
la
campagna
del
meridione
è
più
somigliante
alla
Palestina
.
Tutti
gli
attori
sono
nuovi
al
cinematografo
.
La
loro
ricerca
è
stata
particolarmente
difficile
perché
Pasolini
non
voleva
nessun
viso
che
il
pubblico
potesse
ricordare
o
identificare
con
altri
personaggi
.
Irazoqui
è
entrato
nel
film
casualmente
.
«
In
un
primo
tempo
pensavo
a
qualche
poeta
,
per
il
personaggio
di
Cristo
.
Ne
avevo
interpellati
diversi
,
avevo
anche
fatto
dei
tentativi
con
alcuni
scrittori
,
uno
russo
,
uno
americano
,
uno
spagnolo
.
Alla
fine
mi
ero
quasi
deciso
per
un
attore
tedesco
che
andava
benissimo
.
»
Enrique
Irazoqui
un
giorno
gli
ha
telefonato
a
casa
.
Voleva
conoscerlo
,
aveva
letto
l
'
unico
suo
libro
tradotto
in
Spagna
Ragazzi
di
vita
e
gli
altri
nell
'
edizione
originale
.
Voleva
discutere
con
lui
di
problemi
culturali
.
Appena
lo
vide
,
con
quel
viso
che
ricorda
i
Cristi
dipinti
dal
Greco
,
Pasolini
gli
ha
proposto
di
lavorare
nel
film
.
Per
la
ricerca
degli
altri
personaggi
,
lo
scrittore
-
regista
è
stato
aiutato
dalla
scrittrice
Elsa
Morante
.
Un
giovane
nipote
della
scrittrice
apparirà
nel
film
come
san
Giovanni
.
Il
critico
musicale
e
fotografo
Ferruccio
Nuzzo
è
san
Matteo
,
lo
scrittore
Enzo
Siciliano
,
Alfonso
Gatto
,
lo
studente
Giorgio
Agamben
sono
altri
Apostoli
:
è
il
gruppo
intellettuale
del
cast
,
che
passa
le
lunghe
attese
tra
una
scena
e
l
'
altra
leggendo
libri
sui
vampiri
e
sullo
zen
.
Con
il
camionista
del
portico
d
'
Ottavia
e
il
commerciante
in
ferramenta
,
ci
sono
nelle
vesti
di
Apostoli
e
discepoli
,
contadini
e
pastori
calabresi
e
lucani
,
facce
dure
,
rozze
,
quasi
primitive
come
dovevano
esserlo
probabilmente
i
pescatori
del
mare
di
Galilea
,
gli
artigiani
e
i
contadini
di
Nazareth
e
della
Palestina
che
per
primi
seguirono
Gesù
Cristo
.
«
La
difficoltà
tremenda
,
da
angoscia
»
dice
Pasolini
«
è
nel
creare
la
figura
del
Cristo
.
»
Una
difficoltà
che
si
avverte
,
concretamente
,
quando
è
il
momento
di
girare
,
e
sul
set
produce
un
'
atmosfera
diversa
da
quella
delle
altre
realizzazioni
cinematografiche
,
sia
pure
impegnative
:
trasforma
il
vento
della
grande
ruota
a
pale
e
le
fiamme
delle
torce
in
segni
premonitori
dell
'
apocalisse
,
muta
il
camionista
nel
traditore
Giuda
,
il
commerciante
di
ferramenta
nell
'
Apostolo
Pietro
,
lo
studente
catalano
di
scienze
economiche
e
commerciali
nella
figura
di
Cristo
,
prossimo
ai
suoi
momenti
più
dolorosi
.
StampaQuotidiana ,
Le
profonde
riforme
che
si
stanno
introducendo
nei
regolamenti
di
disciplina
delle
forze
armate
sono
un
adempimento
dell
'
ultimo
comma
dell
'
articolo
52
della
Costituzione
:
«
L
'
ordinamento
delle
forze
armate
si
informa
allo
spirito
democratico
della
Repubblica
»
:
una
delle
tante
disposizioni
della
nostra
Carta
generiche
,
e
che
avrebbe
potuto
essere
interpretata
anche
nel
senso
che
i
soldati
si
eleggessero
i
loro
superiori
.
Si
può
approvarle
incondizionatamente
,
si
possono
fare
riserve
;
ma
comunque
bisogna
avere
il
coraggio
di
riconoscere
che
l
'
esercito
(
nell
'
ampia
accezione
del
termine
)
muta
,
con
uno
di
quei
cambiamenti
che
trasformano
un
quid
in
un
aliud
,
da
quello
che
fu
dalla
formazione
della
Unità
alla
prima
guerra
mondiale
almeno
.
Mutamento
avvenuto
per
gradi
,
e
che
non
poteva
non
seguire
,
per
il
profondo
variare
di
tutta
la
vita
associata
,
del
modo
di
sentire
generale
.
Già
da
vari
anni
l
'
esercito
non
è
più
quello
idealizzato
da
De
Amicis
,
e
neppure
quello
,
che
pur
mostrava
le
sue
lacune
,
dei
romanzi
militari
oggi
dimenticati
dell
'
inizio
del
secolo
di
Olivieri
San
Giacomo
,
né
dei
più
recenti
ricordi
di
ufficiali
letterati
,
ancora
di
Edgardo
Sogno
,
che
si
riporta
al
periodo
fascista
.
La
posizione
dell
'
ufficiale
fino
al
1915
,
il
tempo
in
cui
era
prescritta
la
dote
della
sposa
per
ottenere
il
regio
assenso
al
matrimonio
,
in
cui
ogni
ragazza
della
borghesia
era
orgogliosa
di
annunciare
il
suo
fidanzamento
con
un
ufficiale
e
le
signore
che
tenevano
un
salotto
o
davano
un
ricevimento
ritenevano
questo
mancante
di
un
elemento
essenziale
se
non
ci
fossero
alcune
divise
militari
,
appare
lontano
come
la
Versailles
di
Luigi
XIV
.
La
giustissima
soppressione
dell
'
attendente
,
l
'
autorizzazione
agli
ufficiali
di
vestire
in
borghese
,
già
di
per
sé
avevano
apportato
mutamenti
rilevanti
al
vecchio
esercito
,
fondato
sul
profondo
distacco
tra
ufficiali
e
sottufficiali
,
tra
sottufficiali
e
soldati
(
un
tempo
nelle
città
minori
erano
prescritti
i
caffè
che
gli
uni
e
gli
altri
potessero
frequentare
senza
mai
confondersi
)
.
Ed
ho
sempre
presente
il
ricordo
che
evocava
un
vecchio
archivista
di
Ministero
,
già
sottufficiale
,
delle
ore
di
sosta
trascorse
in
attesa
di
una
coincidenza
,
quando
andava
in
licenza
con
moglie
e
cinque
figli
,
perché
i
sottufficiali
potevano
viaggiare
solo
con
gli
accelerati
.
Come
dovunque
,
c
'
erano
negli
ufficiali
i
buoni
,
i
comprensivi
,
i
paterni
,
ma
abbondavano
pure
gl
'
incuranti
,
i
neghittosi
,
i
nevrastenici
,
quelli
che
lasciavano
libero
sfogo
a
simpatie
ed
antipatie
verso
i
sottoposti
;
l
'
attendente
del
colonnello
era
un
'
autorità
.
I
due
requisiti
più
apprezzati
erano
il
coraggio
fisico
,
e
l
'
obbedienza
incondizionata
;
dal
superiore
occorreva
tutto
accettare
:
il
soldato
punito
presentandosi
dopo
scontata
la
punizione
si
sentiva
chiedere
se
era
contento
della
punizione
inflittagli
,
e
se
rispondeva
di
no
,
ritornava
in
prigione
.
Tutto
questo
appartiene
ad
un
mondo
che
ci
appare
molto
più
remoto
della
civiltà
contadina
morta
o
morente
che
Revelli
ha
rievocato
per
il
Cuneese
:
pur
se
fosse
in
sé
buono
qualcuno
degli
obblighi
che
la
divisa
imponeva
:
nei
mezzi
pubblici
cedere
il
posto
alle
donne
ed
ai
vecchi
;
non
assistere
inerte
ad
una
rapina
(
i
sequestri
in
strade
frequentate
non
esistevano
ancora
)
,
od
alle
percosse
che
un
uomo
imbestialito
dava
a
bambini
o
ad
una
donna
.
Cosa
sarà
questo
nuovo
esercito
ignoro
,
né
so
prevedere
.
Ma
quell
'
art.
52
della
Costituzione
,
che
mi
è
sempre
stato
ostico
per
essere
il
solo
a
parlare
di
sacro
dovere
della
difesa
della
Patria
(
degradando
così
tutti
gli
altri
doveri
verso
la
società
in
cui
si
vive
)
,
mi
porta
a
chiedermi
se
non
ci
sarebbero
ben
più
fondamentali
riforme
da
apportare
.
Confidiamo
tutti
che
non
abbiano
più
ad
esserci
guerre
,
né
vi
vediamo
l
'
Italia
coinvolta
.
Ma
pare
certo
che
sarebbero
guerre
condotte
da
tecnici
,
cui
solo
un
piccolo
esercito
di
mestiere
potrebbe
attendere
;
e
le
guerriglie
hanno
sempre
uno
sfondo
politico
,
sicché
non
si
può
contare
su
un
esercito
di
leva
composto
di
uomini
con
idee
le
più
diverse
.
Se
quell
'
art.
52
della
Costituzione
stabilisse
invece
che
ogni
cittadino
,
uomo
o
donna
,
forte
od
esile
,
deve
dare
al
consorzio
civile
un
anno
del
suo
tempo
,
quasi
gratuitamente
(
ossia
col
trattamento
del
soldato
di
leva
oggi
)
nelle
mansioni
cui
può
essere
idoneo
?
Ho
molti
dubbi
sul
sistema
cinese
di
fare
interrompere
l
'
Università
per
andare
per
qualche
anno
a
coltivare
la
campagna
e
di
fare
ritornare
per
qualche
mese
al
lavoro
campestre
alti
funzionari
;
ma
di
fronte
a
questo
abbandono
delle
campagne
che
tanto
grava
sulla
nostra
economia
,
non
posso
non
chiedermi
se
sarebbe
davvero
impossibile
imporre
a
tutti
i
ragazzi
italiani
di
fare
per
un
anno
quel
che
in
altri
Stati
molti
studenti
fanno
spontaneamente
durante
le
vacanze
,
lavorare
in
un
'
azienda
agricola
,
in
quei
lavori
che
non
richiedono
esperienza
;
se
per
tante
ragazze
non
sarebbe
benefica
l
'
esperienza
di
un
anno
passato
come
portantina
in
un
ospedale
,
o
assistente
di
bambini
,
od
anche
nei
più
umili
lavori
di
lavanderia
.
Misura
antiliberale
?
Chiedere
l
'
adempimento
di
qualsiasi
dovere
sociale
è
un
attentato
alla
libertà
?
Ma
nessuna
società
ha
mai
potuto
vivere
senza
imporre
doveri
ai
consociati
.
Se
mai
,
nelle
condizioni
attuali
dell
'
Italia
,
mi
turba
il
pensiero
del
quis
custodiet
custodes
?
Siamo
certi
che
la
caporeparto
cui
è
stata
posta
a
disposizione
la
portantina
di
leva
saprà
costringerla
a
fare
il
suo
dovere
,
che
il
capo
dell
'
azienda
agraria
non
accetterà
un
compenso
per
lasciare
il
ragazzo
assegnatogli
tornare
a
casa
o
scorrazzare
tutto
il
giorno
in
moto
?
Dove
non
si
riconoscono
autorità
,
dove
si
ritiene
che
sia
offendere
la
dignità
umana
costringere
qualcuno
a
fare
ciò
che
non
gli
piace
,
dove
si
ritengono
inutili
le
sanzioni
quali
si
siano
,
difficile
pensare
a
vie
di
scampo
.
Ed
allora
resti
l
'
esercito
di
leva
com
'
è
,
con
la
nuova
disciplina
;
ma
segua
almeno
quel
che
segue
nelle
Università
:
ove
quella
piccola
minoranza
che
ha
voglia
di
apprendere
trova
,
sol
che
li
cerchi
,
insegnanti
che
la
seguono
,
la
incoraggiano
,
che
suggeriscono
utili
ricerche
.
Così
nella
caserma
i
coscritti
trovino
ufficiali
e
sottufficiali
che
non
si
preoccupino
di
«
far
sfilare
in
parata
»
,
ma
cerchino
di
allargare
il
loro
orizzonte
culturale
,
insegnare
la
non
facile
arte
di
ragionare
e
non
enunciare
assiomi
,
di
rispettare
l
'
avversario
;
che
l
'
esercito
divenga
scuola
di
educazione
civile
,
di
pacifica
convivenza
tra
chi
pur
è
su
posizioni
ideologiche
antitetiche
.
StampaQuotidiana ,
LANCIANO
E
ALTRE
COSE
IMPORTANTISSIME
.
Lanciano
,
23
maggio
.
Come
ieri
scrissi
,
due
dei
miei
uomini
,
e
precisamente
gli
svizzeri
Heiman
e
Luisoni
,
hanno
fatto
un
brutto
salto
in
classifica
.
Da
860
e
90°
in
classifica
essi
sono
passati
rispettivamente
al
750
e
al
780
posto
.
Li
ho
redarguiti
aspramente
minacciando
di
espellerli
dalla
squadra
dei
«
sempre
in
coda
»
.
Essi
,
sensibilissimi
al
biasimo
,
si
sono
addirittura
ritirati
dalla
corsa
.
Battista
è
raggiante
.
Altri
due
di
meno
.
Stamane
Guerra
è
andato
all
'
ospedale
a
farsi
fare
i
raggi
.
La
cosa
ha
sparso
il
panico
nella
città
,
ma
verso
le
11
è
tornata
la
calma
.
Pare
si
tratti
di
reumatismi
.
Comunque
,
non
è
improbabile
che
sia
apposta
una
lapide
alla
facciata
del
nosocomio
per
ricordare
il
passaggio
della
Locomotiva
Umana
.
Gerbi
,
il
Diavolo
Rosso
,
è
stato
visto
in
giro
alle
sette
del
mattino
.
Non
si
sa
ancora
se
si
era
alzato
prestissimo
o
se
arrivava
in
quel
momento
.
La
Locomotiva
Umana
,
tanto
per
restare
in
carattere
,
è
andata
a
mangiare
al
ristorante
della
Stazione
.
Del
Canguro
delle
Puglie
,
nessuna
notizia
.
Ma
è
probabile
che
abbia
trascorso
la
notte
nei
paraggi
della
Posta
centrale
,
per
essere
pronto
se
,
caso
mai
,
arrivi
un
vaglia
da
Brindisi
.
Fino
a
questo
momento
nessun
vaglia
è
apparso
all
'
orizzonte
.
Il
Leopardo
di
San
Giovanni
a
Teduccio
e
i
suoi
due
amici
,
come
soglion
fare
nei
giorni
di
sosta
.
si
sono
resi
irreperibili
.
IL
DOLOROSO
SEGRETO
DI
ALCUNI
MEMBRI
DELLA
GIURIA
.
Fino
dalla
prima
tappa
del
Giro
d
'
Italia
,
avevo
osservato
,
fra
i
membri
della
Giuria
,
alcuni
uomini
tristi
e
pensierosi
.
Essi
,
durante
i
percorsi
,
seggono
in
disparte
,
nelle
varie
automobili
,
come
oppressi
da
pensieri
dolorosi
,
e
tacciono
,
senza
curarsi
del
chiasso
che
è
intorno
a
loro
.
Né
gli
allegri
motti
dei
compagni
di
viaggio
,
né
il
tempo
primaverile
,
valgono
a
far
apparire
sui
loro
volti
l
'
ombra
di
un
sorriso
.
Alle
soste
si
appartano
e
l
'
ala
della
malinconia
sfiora
le
loro
fronti
pensose
.
Stamane
,
giorno
di
riposo
,
ho
voluto
approfondire
la
cosa
.
Ho
chiamato
Battista
.
Vai
gli
ho
detto
a
raccontar
loro
delle
storie
da
ridere
e
sappimi
dire
se
,
malgrado
tutto
,
una
segreta
angoscia
continua
a
dipingersi
sui
loro
volti
.
Battista
non
è
molto
forte
nelle
storie
da
ridere
essendo
piuttosto
incline
al
genere
sentimentale
;
ma
per
nessuna
ragione
al
mondo
oserebbe
disubbidirmi
.
È
partito
con
la
consueta
dignità
.
Dopo
mezz
'
ora
era
di
ritorno
.
L
'
espressione
del
suo
volto
non
faceva
presagire
nulla
di
buono
.
Ebbene
?
gli
ho
chiesto
,
ansioso
.
Ha
aperto
le
braccia
desolato
.
Nulla
di
fatto
?
Tutto
è
stato
vano
.
Fammi
un
dettagliato
resoconto
.
VANI
TENTATIVI
DI
BATTISTA
.
PER
FARLI
SORRIDERE
.
Il
buon
vecchio
si
è
schiarita
la
voce
.
Sono
stato
da
uno
di
loro
ha
cominciato
a
dire
e
,
facendo
dolce
violenza
alla
di
lui
segreta
ambascia
,
ho
provato
a
raccontargli
la
storia
di
un
tale
che
soffriva
il
mal
di
mare
anche
quando
vedeva
una
marina
dipinta
.
-
Non
è
gran
che
,
ho
osservato
.
E
l
'
ascoltatore
?
È
rimasto
serio
.
Gli
ho
accennato
al
caso
di
un
vecchio
che
andava
perdendo
i
peli
del
naso
e
se
li
metteva
finti
.
Niente
.
Gli
ho
parlato
di
un
gran
medico
che
,
invece
di
inventare
un
nuovo
siero
contro
la
polmonite
,
aveva
inventato
una
nuova
forma
di
polmonite
;
d
'
un
tale
che
voleva
liberarsi
di
tutto
,
semplificare
la
propria
vita
,
e
godeva
quando
gli
cadevano
i
capelli
,
o
i
denti
;
d
'
un
altro
che
faceva
la
cura
per
non
diventare
calvo
,
stropicciandosi
vigorosamente
la
cute
,
col
solo
risultato
di
strapparsi
grosse
ciocche
di
capelli
;
di
un
terzo
che
,
per
fare
dispetto
a
un
amico
dentista
,
si
fece
togliere
dieci
denti
dal
concorrente
di
quello
,
senza
averne
bisogno
.
Bravo
Battista
.
E
lui
?
-
Non
s
'
è
scosso
dalla
sua
malinconia
.
Messo
alle
strette
gli
ho
mostrato
il
nome
di
un
albergo
che
si
chiama
«
Pace
e
due
leoni
»
.
Non
ha
mosso
muscolo
.
Ho
cominciato
a
sospettare
che
gli
fosse
accaduta
una
disgrazia
.
Potrebbe
anche
essere
ho
osservato
il
proprietario
del
«
Pace
e
due
leoni
»
.
Battista
è
proprio
un
uomo
d
'
oro
.
L
'
ho
supposto
anch
'
io
ha
proseguito
e
ho
indagato
.
Ebbene
?
Ho
potuto
cerziorarmi
che
non
è
il
proprietario
del
«
Pace
e
due
leoni
»
.
Se
non
ha
riso
,
altra
deve
essere
la
causa
.
Ma
quale
,
in
nome
del
cielo
?
È
quello
che
non
sono
riuscito
a
capire
.
E
sei
stato
dagli
altri
?
Sissignore
.
Ho
visitato
un
altro
di
questi
tristi
seguaci
del
Giro
.
Anche
egli
era
taciturno
e
serio
,
tanto
da
non
muovere
muscolo
al
racconto
che
gli
ho
fatto
,
con
copia
di
particolari
,
di
un
tale
che
si
uccise
perché
una
sera
dalla
sua
casa
sentiva
le
detonazioni
dei
fuochi
artificiali
,
ma
,
per
quanto
esplorasse
l
'
orizzonte
,
non
riuscì
a
scoprire
i
fuochi
stessi
.
Potrebbe
essere
rimasto
serio
ho
osservato
a
causa
del
racconto
,
che
non
mi
pare
molto
felice
.
Ma
vai
avanti
.
Battista
,
un
po
'
contrariato
,
prosegue
:
Un
terzo
triste
seguace
ha
sospirato
dolorosamente
quando
gli
ho
accennato
al
caso
di
un
marito
gelosissimo
che
uccise
la
moglie
,
avendola
trovata
a
letto
con
una
pulce
.
IL
MISTERO
È
SVELATO
.
C
'
era
davvero
da
perdere
la
testa
.
Perché
tanta
malinconia
?
Ma
ecco
che
la
luce
ha
cominciato
a
farsi
strada
nel
mio
intelletto
.
Ho
ripensato
a
una
volta
che
feci
un
giro
turistico
per
la
Sicilia
,
durante
il
quale
giro
ero
triste
e
pensoso
,
al
punto
da
restare
impassibile
quando
un
amico
mi
parlò
di
un
terribile
delinquente
che
si
trasformava
in
molti
personaggi
contemporaneamente
.
Ho
collegato
il
mio
umore
d
'
allora
con
il
contegno
di
questi
seguaci
del
Giro
e
mi
sono
sovvenuto
(
verbo
usato
in
questo
senso
dal
Tasso
;
cfr
.
Leopardi
:
«
Pensieri
,
eccetera
»
,
3
,
I
)
anche
della
malinconia
che
osservai
ieri
nel
corrispondente
del
Paris
Soir
,
che
segue
il
giro
in
automobile
.
L
'
incontrai
nei
pressi
dell
'
ufficio
telefonico
.
Egli
non
mi
parve
felice
.
Aveva
un
elegante
paio
di
pantaloni
corti
,
calzettoni
di
lana
,
maglione
e
giacca
con
grosse
tasche
a
toppa
e
bottoni
da
tutte
le
parti
.
Hai
un
bellissimo
vestito
,
gli
dissi
.
Sorrise
amaramente
,
come
se
facesse
uno
sforzo
per
non
contraddirmi
.
Sei
felice
?
chiesi
.
Assentì
col
capo
,
mentre
un
pallido
sorriso
gli
sfiorava
le
labbra
.
Capii
che
mentiva
.
Per
averne
la
riprova
gli
descrissi
minutamente
un
ricevimento
in
cui
tutti
gli
invitati
aspettavano
trepidi
lo
scoppio
del
tappo
di
una
bottiglia
di
spumante
,
la
quale
,
invece
,
si
aprì
in
un
imbarazzante
silenzio
.
Purtroppo
i
miei
sospetti
il
corrispondente
del
Paris
Soir
non
scoppiò
in
un
'
allegra
risata
:
al
pari
ai
quella
bottiglia
di
spumante
,
sospirò
.
QUAND
'
È
CHE
L
'
ABITO
SPORTIVO
SI
RENDE
INDISPENSABILE
.
E
così
ho
scoperto
il
segreto
dei
tristi
seguaci
:
i
disgraziati
partecipano
al
Giro
in
pesanti
abiti
sportivi
.
Questa
tenuta
,
composta
di
una
giacca
di
stoffa
alta
un
dito
,
di
pantaloni
corti
fino
al
ginocchio
e
di
grevi
calzettoni
di
lana
,
è
quanto
di
meno
pratico
sia
dato
immaginare
per
viaggi
e
occasioni
sportive
.
L
'
abito
sportivo
com
'
è
noto
è
indispensabile
per
i
direttori
di
scena
cinematografici
.
Tutte
le
volte
che
sono
stato
invitato
a
visitare
un
teatro
di
posa
,
ho
,
trovato
i
direttori
di
scena
in
pantaloni
corti
e
calzettoni
.
Non
ho
ancora
capito
il
nesso
che
lega
la
pellicola
con
quello
che
gli
inglesi
chiamano
kniker
-
boker
,
ma
evidentemente
questo
nesso
esiste
,
visto
che
i
direttori
cinematografici
non
possono
disciplinare
le
masse
delle
«
stelle
»
altro
che
in
abito
sportivo
.
Ma
quando
si
tratta
di
sport
,
questo
abito
è
assolutamente
da
sconsigliare
.
I
tristi
seguaci
in
tenuta
sportiva
soffrono
pene
inenarrabili
.
Sudano
sotto
le
grevi
stoffe
e
i
maglioni
di
lana
;
i
calzettoni
tolgono
loro
la
voglia
di
sorridere
,
i
bottoni
delle
brache
segano
i
loro
polpacci
.
Imprigionati
negli
abiti
sportivi
sotto
la
sferza
del
sole
,
i
disgraziati
invidiano
segretamente
quelli
che
sono
venuti
in
abito
da
passeggio
e
imparano
a
loro
spese
che
l
'
abito
sportivo
è
adatto
solo
nelle
grandi
città
e
nei
salotti
mondani
.
UNA
MIA
PREOCCUPAZIONE
.
Verso
sera
,
Battista
,
che
continua
a
sognare
una
cenetta
in
riva
al
mare
,
ha
lanciato
timidamente
l
'
idea
d
'
una
corsa
fino
a
Ortona
,
che
dista
una
ventina
di
chilometri
da
qui
.
Ma
non
c
'
è
tempo
da
perdere
:
la
partenza
di
domani
è
stata
anticipata
di
un
'
ora
.
Il
«
via
»
sarà
dato
alle
4
e
tre
quarti
.
Quando
ho
saputo
che
si
trattava
delle
quattro
del
mattino
,
e
non
del
pomeriggio
,
sono
andato
a
protestare
.
Ma
ci
volete
morti
?
ho
detto
alla
Giuria
.
E
la
Giuria
:
Abbiamo
anticipato
per
tema
che
,
a
causa
del
maltempo
,
le
montagne
siano
impraticabili
.
Non
voglio
sindacare
.
Evidentemente
la
Giuria
ha
ragione
.
Forse
il
maltempo
può
rendere
impraticabili
le
montagne
soltanto
verso
una
certa
ora
e
,
alle
quattro
del
mattino
,
anche
se
diluvia
,
le
montagne
sono
praticabili
.
Battista
esulta
per
questi
anticipi
nelle
partenze
.
Conoscendo
da
vecchia
data
le
mie
abitudini
,
spera
che
,
al
momento
del
«
via
»
,
io
mi
ritiri
.
Mi
ritiri
,
si
intende
,
in
una
camera
fornita
di
un
buon
letto
.
Intanto
,
io
sono
preoccupato
a
causa
di
Occhiuzzi
Delfo
,
il
futuro
asso
del
pedale
da
me
scoperto
nella
tappa
di
ieri
.
Se
quell
'
asino
non
si
decide
a
diventar
celebre
,
sono
rovinato
,
come
scopritore
di
giovani
promesse
.
Speriamo
bene
.
StampaQuotidiana ,
Roma
,
25
agosto
-
Un
carro
funebre
,
coperto
di
garofani
rossi
,
ha
portato
oggi
la
salma
di
Palmiro
Togliatti
da
piazza
Venezia
alla
basilica
di
San
Giovanni
.
Una
folla
composta
(
trecentomila
persone
dicono
í
servizi
d
'
ordine
,
più
o
meno
un
milione
dicono
ufficiosamente
i
comunisti
)
l
'
ha
accompagnata
per
le
vie
di
Roma
,
o
l
'
ha
attesa
ai
piedi
del
Campidoglio
,
lungo
i
Fori
Imperiali
per
le
strade
dei
grigi
quartieri
umbertini
che
conducono
in
Laterano
.
C
'
era
chi
alzava
il
pugno
chiuso
,
chi
faceva
il
segno
della
croce
,
chi
gridava
«
Viva
Togliatti
»
.
Non
è
stato
soltanto
un
funerale
:
poco
fa
ha
percorso
la
capitale
un
grande
corteo
popolare
che
portava
sì
alla
sepoltura
un
leader
famoso
,
ma
che
nello
stesso
tempo
si
trascinava
dietro
parecchi
anni
di
storia
italiana
.
Dalle
cellule
più
remote
della
Calabria
o
dell
'
Emilia
i
comunisti
hanno
tolto
in
questi
giorni
dalle
pareti
i
ritratti
del
segretario
generale
del
PCI
:
immagini
ingiallite
,
spesso
disegnate
con
ingenuità
,
che
mostrano
il
viso
di
un
capo
idealizzato
,
e
le
hanno
portate
sin
qui
,
con
le
bandiere
rosse
abbrunate
.
Così
oggi
,
seguendo
il
corteo
,
s
'
incontrava
il
Togliatti
di
venti
anni
fa
,
col
volto
ancora
giovane
del
leader
clandestino
che
sbarcò
a
Napoli
per
la
liberazione
,
nel
1944
,
dopo
l
'
esilio
;
il
Togliatti
del
'48
,
gli
anni
caldi
,
quando
Pallante
gli
scaricò
la
pistola
addosso
,
e
tutti
in
Italia
temettero
o
aspettarono
la
rivoluzione
;
il
Togliatti
dopo
il
XX
congresso
,
quando
s
'
iniziò
finalmente
la
critica
allo
stalinismo
;
il
Togliatti
stanco
del
'64
,
che
nel
luglio
pronunciò
a
piazza
San
Giovanni
un
discorso
sulla
crisi
di
governo
e
chiese
l
'
ingresso
dei
comunisti
nella
maggioranza
.
Sono
date
che
coinvolsero
anche
tutti
noi
,
quali
che
fossero
le
nostre
idee
.
Chi
camminava
oggi
dietro
il
suo
feretro
non
poteva
non
ricordare
quei
fatti
:
soprattutto
davanti
alla
basilica
di
San
Giovanni
,
quando
la
bara
è
stata
posata
,
spoglia
,
su
un
catafalco
,
davanti
alla
stessa
folla
che
egli
arringò
tante
volte
-
negli
ultimi
quattordici
anni
-
da
quello
stesso
posto
.
Sono
stati
i
membri
della
segreteria
a
posare
sul
carro
funebre
la
bara
,
davanti
alla
sede
centrale
del
PCI
,
in
via
delle
Botteghe
Oscure
.
Erano
le
16
e
,
lungo
tutto
il
percorso
,
migliaia
di
uomini
e
donne
attendevano
il
passaggio
della
bara
:
erano
arrivati
nella
notte
,
con
pullman
e
treni
speciali
,
e
molti
avevano
trascorso
la
mattina
mangiando
panini
o
riposando
sui
prati
,
lungo
i
Fori
Imperiali
,
all
'
ombra
delle
basiliche
.
Dopo
mezzogiorno
,
tutte
le
porte
delle
chiese
che
sarebbero
state
sfiorate
dal
corteo
erano
state
chiuse
.
Molta
gente
osservava
con
curiosità
i
poliziotti
in
borghese
(
più
di
duemila
per
il
servizio
d
'
ordine
)
che
visitavano
le
fogne
,
salivano
sui
tetti
,
si
appostavano
con
discrezione
nei
portoni
.
La
punta
del
corteo
si
è
mossa
lentamente
,
con
più
di
un
chilometro
di
corone
di
fiori
in
testa
:
i
gladioli
del
presidente
del
Consiglio
Aldo
Moro
,
í
garofani
rossi
del
comitato
centrale
del
PCUS
,
le
cento
rose
dello
scultore
Manzù
,
e
millecinquecento
corone
portate
da
ragazzi
in
maniche
di
camicia
col
fazzoletto
rosso
al
collo
.
Molti
indossavano
magliette
scarlatte
,
le
avevano
comperate
nei
negozi
in
cui
si
«
liquidano
»
vestiti
estivi
,
e
quindi
avevano
disegnato
sul
petto
il
timone
di
una
nave
,
la
scritta
«
Saint
Tropez
»
,
il
coccodrillo
di
moda
sulle
spiagge
.
Le
bandiere
rosse
erano
trentamila
,
e
parecchie
centinaia
di
gonfaloni
arrivati
dai
comuni
amministrati
dai
comunisti
.
È
trascorsa
un
'
ora
prima
che
il
feretro
arrivasse
al
centro
dei
Fori
Imperiali
;
un
ragazzo
appeso
a
un
albero
è
caduto
a
terra
svenuto
,
un
vecchio
emiliano
ha
chiesto
un
po
'
d
'
acqua
ma
non
ha
fatto
a
tempo
a
portare
il
bicchiere
alla
bocca
perché
è
crollato
per
un
colpo
di
sole
.
Anche
l
'
onorevole
Luciano
Barca
non
ha
retto
alla
fatica
e
al
caldo
e
ha
perso
i
sensi
.
A
piedi
dietro
il
feretro
,
c
'
erano
Nilde
Jotti
e
la
figlia
adottiva
Marisa
,
vestite
di
nero
,
col
viso
semicoperto
da
un
velo
.
Le
tenevano
per
braccio
il
professor
Mario
Spallone
,
medico
di
Togliatti
,
e
la
moglie
.
La
segreteria
del
PCI
seguiva
al
completo
,
a
qualche
metro
di
distanza
:
Giancarlo
Pajetta
stentava
a
camminare
per
via
di
un
incidente
capitatogli
di
recente
in
Bulgaria
,
e
si
appoggiava
agli
onorevoli
Novella
e
Alicata
.
Con
loro
vi
era
Giuliano
Gramsci
,
figlio
del
martire
antifascista
,
arrivato
poco
prima
dall
'
Unione
Sovietica
:
un
volto
ieratico
.
Dal
finestrino
di
un
'
automobile
,
che
avanzava
lenta
dietro
i
dirigenti
del
PCI
,
una
faccia
che
sbalordiva
per
la
sua
somiglianza
col
leader
comunista
:
era
il
figlio
Aldo
,
in
un
abito
a
doppio
petto
blu
,
e
al
suo
fianco
c
'
era
la
madre
,
Rita
Montagnana
.
Gli
altri
familiari
di
Togliatti
-
il
fratello
Eugenio
e
la
sorella
Maria
Cristina
-
avevano
percorso
a
piedi
il
primo
tratto
,
poi
anch
'
essi
erano
saliti
in
macchina
.
Dopo
avere
salutato
il
feretro
,
la
folla
cercava
di
riconoscere
gli
uomini
politici
:
e
molti
indicavano
Luigi
Longo
(
«
Ecco
il
nuovo
capo
»
dicevano
)
,
Pietro
Nenni
,
che
con
lo
sguardo
fisso
davanti
a
sé
,
camminava
alla
testa
delle
delegazioni
dei
partiti
(
più
tardi
,
a
piazza
San
Giovanni
,
si
è
allontanato
prima
della
fine
della
cerimonia
)
.
Leonida
Breznev
,
il
«
numero
due
»
del
Partito
comunista
sovietico
,
guidava
invece
i
rappresentanti
dei
partiti
comunisti
stranieri
,
tutti
vestiti
di
scuro
,
con
cravatta
color
carbone
.
Breznev
lo
si
distingueva
facilmente
per
via
del
nastrino
rosso
dell
'
ordine
di
Lenin
all
'
occhiello
.
Sui
tetti
,
agli
angoli
delle
strade
erano
state
piazzate
numerose
macchine
da
presa
;
anche
un
elicottero
sorvolava
a
bassa
quota
il
corteo
,
per
permettere
a
un
operatore
di
riprendere
la
folla
nei
particolari
.
E
ad
ogni
macchina
c
'
era
un
regista
noto
:
Zurlini
,
Maselli
,
De
Santis
,
Lizzani
e
Petri
.
Essi
monteranno
al
più
presto
un
documentario
,
realizzato
dal
Partito
comunista
,
sui
funerali
di
Palmiro
Togliatti
.
Tra
gli
intellettuali
spesso
sparsi
tra
i
redattori
dell
'
«
Unità
»
o
di
«
Rinascita
»
,
vi
erano
Carlo
Bernari
,
Carlo
Levi
,
Renato
Guttuso
,
Luchino
Visconti
,
il
poeta
spagnolo
Rafael
Alberti
,
Cesare
Zavattiní
,
lo
scultore
Marino
Mazzacurati
.
Erano
le
18
e
10
quando
il
feretro
è
arrivato
a
piazza
San
Giovanni
:
sullo
splendido
sagrato
della
basilica
attendevano
almeno
centomila
uomini
e
donne
.
Nella
ressa
,
Dolores
Ibarruri
,
la
«
Pasionaria
»
,
è
stata
inghiottita
dalla
folla
ed
è
svenuta
.
Le
hanno
versato
acqua
sul
viso
,
e
quando
si
è
ripresa
ha
chiesto
scusa
per
la
sua
«
imperdonabile
debolezza
»
.
Un
altoparlante
ha
annunciato
che
la
bara
era
stata
posata
sul
catafalco
,
e
la
piazza
si
è
fatta
silenziosa
.
StampaQuotidiana ,
Pochi
mesi
fa
seguii
con
affettuosa
attenzione
una
vicenda
di
cronaca
:
la
proprietaria
di
un
piccolo
laboratorio
artigianale
di
confezione
di
vestaglie
intendeva
cessare
;
e
le
quattordici
o
quindici
operaie
volevano
continuare
l
'
impresa
in
autogestione
.
La
cronaca
ebbe
subito
dopo
ad
occuparsi
di
analoga
questione
,
ma
di
ben
altre
dimensioni
:
di
una
fabbrica
d
'
orologi
francese
;
e
poi
venne
la
guerra
arabo
-
israeliana
,
e
la
crisi
del
petrolio
.
Non
si
parlò
più
di
quelle
operaie
,
che
non
erano
sorrette
né
da
partiti
né
da
sindacati
(
al
più
si
prometteva
di
cercare
per
loro
un
'
altra
occupazione
)
;
credo
di
essere
stato
il
solo
a
fare
voti
perché
riuscissero
a
far
vivere
l
'
azienda
.
Perché
quando
si
parla
di
socialismo
dal
volto
umano
,
dell
'
operaio
che
si
senta
parte
viva
,
partecipe
dell
'
azienda
,
bisogna
pur
trovare
strumenti
perché
le
parole
non
restino
soltanto
tali
.
Rammento
che
nel
periodo
del
roveto
ardente
,
i
primi
mesi
dopo
la
fine
della
guerra
,
si
discusse
anche
di
autogestione
;
ed
i
pareri
furono
quasi
tutti
contrari
:
osservandosi
che
quando
si
tratti
di
grandi
aziende
,
industriali
o
commerciali
o
bancarie
,
che
debbono
operare
rischiose
scelte
quasi
ogni
giorno
,
guardare
con
attenzione
ciò
che
segue
oltre
confine
,
occorrono
dirigenti
più
che
capaci
;
e
anche
ad
ammettere
operai
e
impiegati
così
saggi
da
chiedere
ai
Politecnici
od
alle
Università
,
fosse
pure
ai
partiti
,
direttori
tecnici
ed
amministrativi
di
vaglia
,
il
rapporto
tra
il
dipendente
e
questi
dirigenti
non
divergerebbe
sul
piano
psicologico
da
quello
che
è
oggi
con
l
'
amministratore
delegato
.
Si
osservava
inoltre
,
allora
,
che
si
sarebbero
avute
comunità
ricche
e
comunità
povere
,
col
succedersi
dei
figli
ai
padri
,
un
risorgere
delle
antiche
corporazioni
.
Argomenti
ineccepibili
;
e
proprio
non
riesco
a
vedere
né
oggi
né
in
un
futuro
prossimo
l
'
autogestione
della
grande
azienda
.
Eppure
...
un
tempo
c
'
era
l
'
ufficiale
che
«
veniva
dalla
gavetta
»
,
era
stato
cioè
soldato
e
sergente
;
forse
,
non
sempre
,
meno
dotto
di
quello
che
proveniva
dall
'
accademia
,
ma
sicuramente
più
esperto
della
psicologia
del
soldato
,
di
ciò
che
questi
apprezza
e
di
ciò
che
gli
è
sgradevole
,
del
miglior
modo
per
trattare
soldati
e
sottufficiali
.
Del
pari
penso
che
qualche
anno
passato
in
un
'
azienda
in
autogestione
darebbe
all
'
operaio
ed
impiegato
che
poi
passasse
in
una
grande
azienda
,
una
comprensione
che
solo
in
tal
modo
potrebbe
acquisire
;
gli
farebbe
comprendere
il
perché
,
talora
la
necessità
,
di
certi
comportamenti
,
di
certi
atti
della
direzione
che
diversamente
gli
appaiono
inesplicabili
;
gli
darebbe
anche
la
sensazione
degli
oneri
,
dei
rischi
che
gravano
sull
'
azienda
.
Che
i
sindacati
non
siano
favorevoli
alle
autogestioni
,
è
ben
comprensibile
;
se
le
donnine
che
confezionavano
le
vestaglie
avessero
tenuto
in
vita
la
loro
azienda
,
non
avrebbero
volentieri
partecipato
a
scioperi
né
si
sarebbero
battute
per
la
riduzione
delle
ore
di
lavoro
.
Per
i
partiti
di
massa
la
posizione
è
un
po
'
diversa
;
l
'
azienda
in
autogestione
se
è
dominata
dal
partito
può
essere
anche
una
base
economica
;
i
legami
tra
l
'
azienda
e
la
maggioranza
o
minoranza
consiliare
che
nella
città
o
nella
provincia
ne
sostenga
gl
'
interessi
,
possono
divenire
una
forza
elettorale
.
In
un
libro
di
qualche
anno
fa
(
Gianluigi
degli
Esposti
,
Bologna
PCI
)
,
l
'
autore
,
non
comunista
,
guardando
a
Bologna
,
che
è
il
«
salotto
buono
»
,
da
mostrare
ai
visitatori
,
del
comunismo
italiano
,
parlava
di
cooperative
,
sempre
di
tipo
artigianale
,
in
fatto
dominate
dal
partito
,
peraltro
non
chiuse
a
chi
non
sia
iscritto
,
che
non
pretendono
dai
soci
un
credo
politico
,
né
il
giorno
delle
elezioni
ne
controllano
il
voto
;
si
dava
particolare
risalto
ad
una
CAMST
,
autogestione
di
una
serie
di
trattorie
,
mense
calde
,
il
buffet
della
stazione
,
locali
popolari
e
mense
per
ghiotti
,
che
aveva
ridotto
l
'
area
delle
trattorie
di
proprietà
privata
.
L
'
autogestione
può
sicuramente
affermarsi
in
queste
imprese
di
carattere
pressoché
artigianale
:
nel
commercio
,
od
in
piccole
industrie
(
fabbriche
di
biciclette
,
le
piccole
fabbriche
di
occhiali
nella
provincia
di
Belluno
,
cose
del
genere
)
.
Rappresenterebbero
un
aspetto
,
uno
solo
e
non
dei
più
importanti
,
del
volto
umano
del
socialismo
.
Certo
il
socialismo
,
e
soprattutto
il
comunismo
,
mirano
ad
altro
:
all
'
azienda
di
Stato
.
Peraltro
,
a
parte
il
lato
economico
,
chiunque
incontri
dipendenti
di
un
'
azienda
statale
o
municipale
sa
che
il
loro
stato
d
'
animo
verso
i
dirigenti
è
lo
stesso
,
se
non
più
acre
(
perché
c
'
è
il
fattore
politico
)
che
verso
il
datore
di
lavoro
privato
;
a
nessuno
di
loro
viene
di
dire
«
la
nostra
azienda
»
.
Ripeto
che
la
cooperativa
,
l
'
autogestione
,
ha
un
settore
limitato
,
piccole
aziende
,
senza
grossi
problemi
tecnici
o
di
concorrenza
che
vada
oltre
i
confini
della
regione
,
da
dover
affrontare
.
E
tuttavia
penso
che
sarebbe
benefico
che
ogni
operaio
,
ogni
impiegato
,
saggiasse
quella
strada
.
Credo
che
l
'
impresa
privata
abbia
creato
quel
che
la
pubblica
non
sarebbe
mai
riuscita
a
creare
;
ma
occorre
pure
tener
conto
di
certi
diffusi
stati
d
'
animo
,
li
avalli
o
meno
la
ragione
,
li
confermi
o
meno
l
'
economia
.
Ci
possono
essere
amministrazioni
pubbliche
con
funzioni
che
oggi
si
ritiene
impossibile
affidare
ad
imprese
private
-
le
ferrovie
e
le
poste
-
,
od
enti
che
sono
in
realtà
amministrazioni
statali
con
funzioni
economiche
che
toccano
bisogni
primari
dei
cittadini
(
ENEL
od
ENI
)
.
Ma
c
'
è
poi
un
pulviscolo
di
aziende
a
partecipazione
statale
che
mi
sembrano
le
strutture
più
infelici
.
Talora
l
'
azienda
pubblica
-
penso
a
certe
aziende
municipalizzate
-
ha
ottimi
,
appassionati
dirigenti
;
sottoposti
però
ad
organi
deliberanti
dove
l
'
interesse
del
partito
è
la
forza
che
domina
.
Ma
l
'
azienda
a
partecipazione
statale
(
chi
legge
le
annuali
relazioni
su
ciascuna
di
esse
della
Corte
dei
conti
?
)
ha
per
sé
il
peso
della
immortalità
;
può
perdere
il
suo
capitale
ogni
due
anni
;
lo
Stato
lo
ricostituirà
;
i
dirigenti
che
formano
lo
staff
di
queste
imprese
possono
passare
da
un
ramo
all
'
altro
,
i
più
diversi
,
non
saranno
mai
messi
a
terra
.
Queste
aziende
possono
essere
un
mezzo
di
distribuzione
di
potere
tra
i
partiti
al
governo
,
una
merce
di
scambio
per
formare
ministeri
;
ma
quasi
senza
eccezione
costituiscono
una
passività
che
fa
carico
a
tutti
i
cittadini
,
ma
di
cui
ben
pochi
conoscono
l
'
esistenza
.
StampaQuotidiana ,
LO
STRATAGEMMA
DI
BATTISTA
CHE
HA
ACCESO
LA
BATTAGLIA
Da
Lanciano
a
Foggia
,
24
maggio
.
(
In
testa
al
diario
di
oggi
che
ho
già
compilato
,
secondo
il
solito
,
ora
per
ora
desidero
apporre
una
dichiarazione
che
vergo
con
mano
tremante
per
l
'
emozione
:
il
primo
della
classifica
generale
non
è
più
il
tedesco
Base
,
ma
un
italiano
,
lo
Scarpone
di
Zogno
;
e
Battista
,
il
fido
Battista
,
l
'
esemplare
Battista
,
è
il
trionfatore
del
Giro
,
l
'
artefice
della
riscossa
italiana
.
Non
avrei
immaginato
che
il
buon
vecchio
fosse
capace
di
tanto
.
Egli
stesso
credo
non
l
'
immaginava
.
Ora
è
di
là
,
nella
camera
vicina
alla
mia
,
in
questo
albergo
Cicolella
,
e
lo
sento
che
ha
intonato
un
canto
di
gioia
.
E
,
adesso
,
eccovi
il
diario
,
dove
le
fasi
della
riscossa
sono
seguite
minutamente
.
)
LA
CANDELA
-
SVEGLIA
.
Ore
2
del
mattino
Mi
alzo
.
Veramente
dovevo
alzarmi
alle
4
,
ma
mi
sono
alzato
due
ore
prima
per
un
errore
di
Battista
:
il
buon
vecchio
sa
che
io
non
sento
la
sveglia
o
,
meglio
,
la
sento
,
ma
essa
mi
fa
un
curioso
effetto
:
mi
concilia
il
sonno
.
Perciò
quell
'
uomo
dalle
idee
pronte
ha
fatto
una
invenzione
molto
pratica
:
la
candela
-
sveglia
.
Si
tratta
di
una
candela
che
si
consuma
esattamente
in
tante
ore
,
quante
si
desidera
dormire
.
Una
candela
per
otto
ore
è
lunga
ad
esempio
mezzo
metro
.
Riducendola
d
'
un
terzo
si
ha
una
candela
per
sei
ore
,
per
quattro
si
taglia
la
candela
a
metà
,
e
via
dicendo
.
La
candela
-
sveglia
viene
appiccicata
direttamente
su
un
'
anca
nuda
del
paziente
.
Quando
la
candela
è
consumata
,
il
dormiente
si
sveglia
di
colpo
.
Pare
che
ieri
sera
Battista
si
sia
sbagliato
e
mi
abbia
appiccicata
una
candela
troppo
corta
.
L
'
ho
rimproverato
con
dolcezza
.
Ore
3,30
Ho
compiuto
la
mia
minuziosa
toletta
di
ciclista
.
Manca
circa
un
'
ora
alla
partenza
.
Ore
4
Viene
Battista
a
dirmi
che
la
bicicletta
è
pronta
.
Poiché
il
tempo
si
è
messo
al
freddo
,
il
buon
vecchio
,
sul
costume
di
ciclista
,
ha
indossato
il
cappotto
.
La
paglietta
di
ieri
l
'
altro
è
sostituita
da
una
corretta
bombetta
grigia
.
Ore
4,30
Ci
avviamo
al
controllo
di
partenza
.
Lungo
la
strada
mi
accorgo
che
il
mio
domestico
bisbiglia
parole
incomprensibili
.
Credo
si
tratti
di
preci
mattutine
,
ma
poi
scopro
che
egli
si
sta
esercitando
a
dire
:
Pe
'
la
coccia
de
Sante
Donate
allo
scopo
d
'
avere
il
posto
in
testa
a
Castel
di
Sangro
.
Ore
5
Ci
avviamo
verso
Foggia
.
Appare
la
Maiella
,
coperta
di
neve
,
rosea
ai
primi
raggi
del
sole
.
Lanciano
,
addio
.
Ore
5,30
Incominciamo
a
salire
e
scendere
per
le
montagne
.
La
mia
squadra
adotta
una
tattica
astutissima
:
lasciarsi
precedere
di
molto
da
tutti
gli
altri
ciclisti
per
poi
,
credo
,
raggiungerli
di
sorpresa
.
Ore
5,40
Il
Leopardo
di
San
Giovanni
a
Teduccio
mi
si
avvicina
:
Capitano
.
Dite
,
Leopardo
.
Il
Leopardo
di
San
Giovanni
a
Teduccio
mi
comunica
un
doloroso
incidente
di
cui
rimase
vittima
ieri
l
'
altro
.
Egli
arrivò
tardi
al
traguardo
di
Lanciano
,
perché
si
sentiva
molto
in
forza
.
A
causa
di
questa
gran
forza
,
ruppe
la
bicicletta
.
NEL
LIBRO
DEL
DESTINO
.
Ore
6
Torricella
Peligna
.
Gran
bella
regione
,
l
'
Abruzzo
!
Boschi
verdi
,
valli
profonde
,
montagne
coperte
di
neve
,
e
,
ogni
tanto
,
paesini
appollaiati
come
falchi
sui
cocuzzoli
.
Peccato
che
bisogna
salirvi
in
bicicletta
.
Li
scopro
all
'
aurora
,
rosei
di
sole
,
l
'
uno
dopo
l
'
altro
.
Li
abitano
pochi
montanari
,
che
vi
dànno
del
tu
,
donne
magre
,
col
volto
coperto
da
uno
scialle
nero
,
e
molti
ragazzini
.
Questi
sono
così
abituati
ai
lupi
che
,
come
negli
altri
paesi
giuocano
ai
soldati
o
a
rimpiattino
,
qui
giuocano
al
lupo
.
Uno
fa
il
lupo
e
gli
altri
gli
dànno
la
caccia
.
Nella
piazzetta
erbosa
,
si
sente
gridare
:
Gliù
lupu
,
gliù
lupu
!
E
tutti
,
di
corsa
,
addosso
al
malcapitato
che
fa
gliù
lupu
e
che
ha
sempre
la
peggio
.
Ecco
uno
di
questi
paesi
.
È
moribondo
.
Fu
costruito
,
chi
sa
quanti
secoli
fa
,
una
cara
sopra
l
'
altra
,
in
cima
a
un
monte
.
A
vederlo
,
sembra
isolato
dal
resto
del
mondo
.
E
deve
esserlo
,
infatti
,
se
i
suoi
stessi
abitanti
,
a
causa
di
quest
'
isolamento
,
l
'
abbandonano
l
'
uno
dopo
l
'
altro
e
vanno
ad
abitare
nelle
case
nuove
,
che
si
costruiscono
giù
vicino
alla
stazione
.
Fra
un
certo
tempo
resterà
disabitato
.
Le
sue
vecchissime
case
,
di
tufo
scuro
,
perfettamente
conservate
,
resteranno
deserte
e
silenziose
e
,
a
guardia
di
questa
minuscola
città
sperduta
fra
i
monti
,
si
leverà
il
castellaccio
medievale
che
le
dà
il
nome
.
L
'
orologio
della
piazzetta
resterà
fermo
per
sempre
,
segnando
quella
che
fu
l
'
ultima
ora
di
questo
Castel
di
non
so
che
,
mentre
per
le
strade
,
l
'
una
dopo
l
'
altra
,
cadranno
con
tonfo
silenzioso
le
pietre
delle
case
.
Allora
,
nel
paese
che
un
tempo
vide
scendere
,
chiusi
nelle
armature
ferree
,
i
signorotti
feudali
,
potranno
venire
a
ruzzare
,
indisturbati
,
i
lupi
,
nelle
notti
senza
luna
.
BATTISTA
PIGLIA
DELLE
SCORCIATOIE
.
Ore
6,5
Ammiratori
appiedati
spingono
Battista
.
Ore
8
M
'
ero
appisolato
sul
volante
.
Mi
si
dice
che
abbiamo
attraversato
Casoli
,
Corpisanti
,
Lama
dei
Peligni
,
e
Palena
.
Tanto
meglio
.
Traversando
questi
paesi
montani
si
sente
un
buon
odore
invernale
di
legna
bruciata
.
Buse
,
detentore
della
maglia
rosa
,
comincia
a
manifestare
una
vaga
intenzione
d
'
intavolar
trattative
per
essere
assunto
nella
nostra
squadra
.
Vedremo
come
si
comporterà
in
seguito
.
Riccò
,
il
Canguro
delle
Puglie
,
ha
un
'
andatura
triste
e
affaticata
.
Ore
9
-
Rivisondoli
e
Roccaraso
.
A
un
lato
della
strada
si
legge
su
un
cartello
:
«
Forza
,
Battista
,
non
lasciar
che
l
'
Italia
sia
sconfitta
!
»
.
In
verità
,
il
cartello
l
'
ha
fatto
mettere
Battista
stesso
da
un
emissario
che
ha
spiccato
ieri
.
Ma
esso
non
manca
di
produrre
ugualmente
una
forte
reazione
nel
buon
vecchio
che
decide
di
«
scatenare
la
battaglia
»
.
A
questo
scopo
,
si
carica
la
bicicletta
sulle
spalle
e
piglia
delle
scorciatoie
fra
i
monti
.
Ore
9,10
L
'
andatura
di
Riccò
è
sempre
più
triste
e
stentata
.
Che
il
Canguro
delle
Puglie
non
ce
la
faccia
più
?
Pedala
con
le
gambe
tremolanti
,
emettendo
fiochi
lamenti
.
Ore
9,25
Castel
di
Sangro
.
Primo
rifornimento
e
firma
.
Al
controllo
trovo
posta
per
me
.
Una
lettera
della
colonia
brindisina
di
Torino
mi
reca
cinquanta
lire
per
Riccò
.
Chiamo
:
Canguro
.
Un
sottile
gemito
:
Presente
,
capitano
.
Riccò
si
avvicina
pedalando
a
fatica
.
Par
che
le
gambe
gli
si
debbano
fermare
da
un
momento
all
'
altro
.
Il
dorso
penzola
sul
manubrio
.
Ci
sono
gli
dico
cinquanta
lire
per
voi
,
dai
brindisini
di
Torino
.
Cinquanta
....
Lire
:
eccole
.
Oh
,
metamorfosi
!
Riccò
intasca
i
quattrini
,
si
drizza
sul
dorso
,
stringe
con
energia
il
manubrio
,
gonfia
i
polpacci
e
parte
ad
andatura
rapidissima
.
Ora
è
capace
di
arrivare
primo
al
traguardo
.
Ringrazio
i
brindisini
di
Torino
.
Ma
,
con
questi
sistemi
,
finiranno
per
togliermi
i
miei
uomini
migliori
.
Ore
1l
Bivio
di
Vinchiaturo
.
Contadini
ci
salutano
al
passaggio
.
Quanta
gentilezza
in
questi
uomini
rozzi
!
Ricordo
un
contadino
che
partì
per
l
'
America
,
dove
andava
a
visitare
un
figlio
emigrato
.
Dopo
quindici
giorni
di
traversata
,
arriva
,
trova
il
figlio
allo
sbarco
,
e
questi
fa
per
abbracciarlo
strettamente
.
Piano
,
dice
il
padre
aspetta
.
E
si
fruga
in
petto
,
mormorando
:
T
'
ho
portato
un
uovo
fresco
.
È
della
nostra
chioccia
,
sai
!
Che
pensiero
gentile
!
esclama
il
figlio
,
preparandosi
a
sorbire
l
'
uovo
.
Ma
a
un
tratto
il
vecchio
lancia
un
grido
acutissimo
.
Che
avviene
?
fa
il
giovinotto
.
Avviene
balbetta
il
padre
pallido
come
un
cencio
avviene
che
c
'
è
qualcuno
qui
dentro
.
Dài
un
'
occhiata
tu
,
ché
io
non
ho
coraggio
.
Il
figlio
guarda
e
,
in
mezzo
al
via
vai
del
porto
di
New
York
,
nella
foresta
dei
grattacieli
,
comincia
a
fare
:
Pìo
....
pio
....
pio
....
C
'
era
un
pollastrino
giovane
.
FINALE
GEORGICO
.
Ore
12
L
'
espediente
di
Battista
è
pienamente
riuscito
.
Attraverso
scorciatoie
,
egli
è
apparso
a
distanza
davanti
al
gruppo
di
testa
.
Gli
assi
si
sono
lanciati
all
'
inseguimento
ed
è
scoppiata
la
battaglia
.
Perché
lo
Scarpone
di
Zogno
,
il
Signore
della
Montagna
e
il
Leone
delle
Fiandre
correvano
tanto
?
chiarissimo
:
per
raggiungere
Battista
.
Il
quale
Battista
sia
detto
a
onor
suo
appena
ottenuto
l
'
intento
di
aizzare
i
corridori
,
invece
di
profittare
del
vantaggio
,
si
ritira
,
come
Cincinnato
,
in
un
campicello
,
mentre
lo
Scarpone
si
avvia
a
cogliere
la
vittoria
.
Ore
13
Trovo
Battista
nel
campicello
a
riposarsi
,
presso
Crocella
di
Motta
,
confine
fra
il
Sannio
e
le
Puglie
.
Borbotta
qualche
cosa
,
come
se
recitasse
una
lezione
.
Che
stai
dicendo
?
chiedo
.
Mi
esercito
nella
frase
:
Si
Pariggi
tenesse
lu
mere
,
sarebbe
na
piccola
Bere
.
(
Si
tratta
di
un
detto
pugliese
che
tradotto
suona
così
:
Se
Parigi
avesse
il
mare
,
sarebbe
una
piccola
Bari
.
)
Capisco
a
volo
il
piano
del
mio
domestico
.
Battista
,
gli
dico
tu
ancora
cerchi
di
avere
un
posto
di
testa
.
Naturalmente
,
fa
al
traguardo
di
Foggia
,
fingendomi
pugliese
.
Mi
vien
da
ridere
a
vedere
questo
vecchio
bianco
per
antico
pelo
così
avido
di
trionfi
effimeri
.
Battista
,
gli
dico
con
bontà
tu
sei
vecchio
,
ormai
.
Battista
abbassa
il
capo
canuto
e
un
poco
mi
si
stringe
il
cuore
.
Continuo
:
Lascia
che
i
più
giovani
e
i
più
forti
di
te
colgano
l
'
alloro
di
cui
son
degni
,
e
tu
contentati
di
aver
additato
loro
la
via
della
vittoria
.
Battista
è
combattuto
.
Prendi
esempio
aggiungo
dal
buon
Gerbi
.
Nessuno
dirà
niente
,
se
marci
in
coda
.
Alla
tua
età
hai
bene
il
diritto
di
riposarti
.
Gli
batto
affettuosamente
una
mano
sulla
spalla
e
concludo
:
-
Orsù
,
aspettiamo
la
nostra
squadra
.
Una
lacrima
tremola
sul
ciglio
di
Battista
e
rotola
rapida
lungo
uno
dei
suoi
bianchi
favoriti
.
Poi
,
il
buon
vecchio
siede
nel
prato
,
vicino
a
me
,
e
lentamente
apre
il
sacchetto
delle
provvigioni
.
Intorno
,
fra
le
montagne
,
c
'
è
un
grande
silenzio
,
una
gran
pace
.
Cominciamo
a
mangiare
piano
piano
.
In
lontananza
si
vedono
ancora
monti
coperti
di
neve
,
che
scintillano
al
sole
.
Battista
si
tira
su
il
bavero
:
L
'
ho
proprio
indovinata
mormora
a
mettere
il
cappotto
,
oggi
.
Tira
un
vento
freddo
.
StampaQuotidiana ,
Middlesbrough
,
19
luglio
-
Giornata
amara
,
giornata
di
vergogna
.
Una
mesta
broccaggine
sembra
essersi
impadronita
dei
nostri
giocatori
.
Undici
ragazzi
coreani
sprovveduti
di
tecnica
ma
non
certo
di
coraggio
né
di
slancio
hanno
messo
sotto
,
votandoli
ad
un
'
ignobile
fine
,
i
nostri
miliardari
,
esaltati
da
megalomani
dei
quali
purtroppo
siamo
stati
complici
.
Mi
mancano
parole
per
esprimere
il
dispetto
che
ha
preso
tutti
noi
all
'
indegno
spettacolo
cui
abbiamo
assistito
.
Credo
che
abbiamo
toccato
il
fondo
e
poiché
quasi
tutto
è
storto
nel
nostro
calcio
e
nel
nostro
costume
sportivo
inerente
il
calcio
,
debbo
,
per
consolarmi
,
pensare
che
questa
ennesima
figuraccia
giovi
a
riportarci
su
piani
meno
scandalosi
nei
confronti
del
mondo
intero
.
Lasciamo
il
campo
di
Middlesbrough
fra
risate
giustamente
beffarde
e
ingiuriose
.
Eravamo
venuti
strombazzando
prezzi
ed
ingaggi
favolosi
,
mezzi
miliardi
,
milioni
a
centinaia
per
brocchetti
vuoti
come
canne
,
paurosi
e
imbelli
al
punto
da
sdegnare
chi
appartiene
al
loro
paese
e
da
esilarare
chiunque
,
conoscendoli
famosi
,
li
ha
veduti
goffi
ed
inutili
.
Francamente
non
avrei
mai
potuto
prevedere
questa
débâcle
.
Considerando
le
due
disastrose
partite
giocate
con
il
Cile
e
la
Russia
osavo
tuttavia
sperare
che
una
scuola
ormai
semisecolare
potesse
esprimere
una
prestazione
almeno
dignitosa
,
e
neppure
la
spregiosa
previsione
che
contro
i
più
deboli
si
sarebbe
maramaldeggiato
ha
avuto
consistenza
.
In
effetti
í
coreani
,
come
tutti
avranno
visto
,
non
sono
tecnicamente
tali
da
incantare
,
ma
il
loro
brio
,
la
loro
determinazione
hanno
smontato
via
via
le
velleità
degli
azzurri
sino
ad
annichilirle
.
Dei
dieci
che
sono
rimasti
in
campo
dopo
l
'
infortunio
a
Bulgarelli
non
saprei
francamente
salvare
se
non
i
più
modesti
e
perciò
più
generosi
,
i
Janich
,
i
Landini
.
Tutti
gli
altri
sono
stati
incapaci
di
connettere
e
di
costruire
.
Sprecate
un
paio
di
azioni
all
'
inizio
,
gli
azzurri
hanno
perduto
Bulgarelli
e
Fabbri
ha
richiamato
in
centrocampo
Mazzola
e
Rivera
tenendo
di
punta
le
ali
.
Per
alcuni
momenti
del
secondo
tempo
è
sembrato
che
Rivera
e
Mazzola
riuscissero
effettivamente
ad
impostare
e
a
entrare
in
azione
.
Si
sono
spenti
troppo
presto
e
hanno
preso
a
sciupare
,
scadendo
sui
toni
mosci
delle
giornate
avverse
.
Barison
non
è
mai
stato
in
grado
di
liberarsi
e
nessuno
ha
saputo
liberarlo
a
rete
.
Perani
ha
avuto
spunti
discreti
all
'
inizio
ma
ha
anche
sprecato
due
palle
-
gol
piuttosto
agevoli
.
Mazzola
ha
incominciato
male
da
centravanti
ed
ha
avuto
buoni
sprazzi
da
interno
finché
,
inadeguato
al
ritmo
del
ruolo
,
si
è
spento
fino
a
scadere
a
brocchetto
sgradevole
a
vedersi
anche
sotto
l
'
aspetto
morfologico
.
Si
è
capito
,
scadendo
Rivera
e
Mazzola
,
che
non
si
sarebbe
più
passati
:
galvanizzati
dalla
prospettiva
della
vittoria
e
dal
vantaggio
raggiunto
sul
finire
del
primo
tempo
,
i
coreani
hanno
preso
ammoina
con
determinazione
veramente
ammirevole
.
Senza
badare
a
finezze
essi
hanno
sempre
saputo
sventare
ogni
insidia
,
sia
che
fosse
condotta
su
lanci
volanti
,
sia
che
fosse
portata
con
azioni
inevitabilmente
confuse
e
irresolvibili
.
Una
sola
palla
-
gol
hanno
creato
gli
azzurri
nel
finale
su
cross
di
Perani
e
su
quella
palla
-
gol
si
sono
trovati
i
due
più
imbeceriti
della
giornata
,
cioè
i
giganti
Facchetti
e
Barison
che
si
sono
danneggiati
a
vicenda
.
Lo
smarrimento
di
questi
due
colossi
faceva
strano
contrasto
con
la
miseria
e
la
rassegnazione
dei
piccoletti
che
da
fin
troppo
tempo
abbiamo
preso
a
chiamare
abatini
.
Via
via
che
il
tempo
passava
un
'
amarezza
greve
calava
nel
mio
animo
alla
quale
dovevo
reagire
con
il
sarcasmo
e
con
la
irriguardosa
speranza
che
non
uno
,
ma
più
di
uno
,
avessero
a
segnare
i
coreani
per
rendere
più
schiacciante
e
altresì
incredibile
questa
nostra
ennesima
sconfitta
.
L
'
ennesima
Waterloo
del
calcio
italiano
farà
forse
(
ma
vale
illudersi
?
)
finire
una
situazione
di
fatto
veramente
insostenibile
e
insopportabile
.
Nulla
è
serio
,
nulla
è
fondato
sulla
realtà
economica
e
sportiva
nel
nostro
calcio
.
La
selezione
venga
attuata
da
tecnici
e
non
da
ignoranti
eternamente
condannati
all
'
empirismo
.
Si
avviino
al
calcio
gli
atleti
e
non
le
smunte
signorinelle
che
abbiamo
veduto
miseramente
pedalare
e
sentito
fin
troppo
esaltare
in
questi
anni
di
desolante
penuria
agonistica
.
Per
favore
,
non
si
parli
ora
di
moduli
,
di
catenacci
,
di
sciocchezze
,
per
giustificare
una
magra
che
non
trova
spiegazioni
se
non
in
incongrui
errori
di
fondo
,
le
facilonerie
,
le
leggerezze
,
gli
sperperi
indecorosi
e
colpevoli
.
Il
nostro
campionato
ritorna
,
deplorevole
moloch
,
a
scontare
la
sua
elefantiasi
.
La
preparazione
ha
risentito
del
suo
peso
massacrante
e
dunque
illogico
.
I
non
«
atleti
»
che
Fabbri
ha
portato
con
sé
non
hanno
vigore
né
riserve
psicofisiche
.
Le
gradassate
,
anch
'
esse
fasulle
,
che
abbiamo
perpetrato
ai
danni
di
rappresentative
rese
docili
dall
'
ospitalità
,
si
sono
inevitabilmente
scontate
allorché
l
'
agonismo
ha
imposto
sua
legge
.
Si
è
già
detto
quasi
tutto
,
ahimè
,
prima
ancora
che
il
tonfo
avesse
luogo
.
La
squadra
veduta
a
questi
mondiali
non
ha
mai
avuto
consistenza
né
tecnica
né
agonistica
.
Fino
all
'
ultimo
abbiamo
sperato
in
un
ricupero
.
Non
ha
avuto
e
non
poteva
aver
luogo
.
È
bastata
la
Corea
a
dimensionare
una
spedizione
sbagliata
in
partenza
,
e
per
giunta
dilatata
fino
al
ridicolo
,
accompagnata
da
speranze
che
,
deluse
,
danno
soltanto
dispetto
e
malinconia
.
Ora
ce
ne
torniamo
umiliati
fin
quasi
allo
sgomento
.
I
coreani
vanno
a
Liverpool
per
giocare
i
quarti
.
Il
topolino
nascosto
dietro
alla
gigantesca
montagna
di
carta
che
è
il
nostro
calcio
ha
dovuto
lasciare
il
passo
ai
cavallucci
mongoli
da
noi
applauditi
,
alla
fine
,
per
dovere
di
lealtà
sportiva
,
e
con
la
morte
nel
cuore
.
Intorno
a
noi
,
risate
,
soltanto
risate
.
Al
diavolo
,
dico
al
diavolo
,
tutto
ciò
!
StampaQuotidiana ,
Impossibile
l
'
indomani
della
morte
tracciare
un
giudizio
di
Paolo
VI
,
fare
un
bilancio
di
un
pontificato
:
solo
dopo
parecchi
decenni
appaiono
le
conseguenze
del
modo
con
cui
fu
diretta
la
vita
spirituale
e
materiale
di
uno
Stato
,
di
una
confessione
religiosa
,
di
una
comunità
(
ed
ancora
:
il
valore
di
quei
giudizi
ove
domina
il
«
post
hoc
,
ergo
propter
hoc
»
!
)
;
oggi
è
dato
solo
guardare
all
'
Uomo
.
Che
in
quindici
anni
di
Pontificato
si
prodigò
con
tutte
le
sue
forze
,
fisicamente
poche
,
ma
rette
da
una
fede
senza
confini
,
per
pronunciare
soprattutto
parole
di
pace
,
ricordare
alle
Chiese
più
lontane
l
'
unità
dei
credenti
in
Cristo
,
la
presenza
di
un
Vicario
del
Capo
invisibile
.
Nel
senso
strettamente
umano
,
delle
soddisfazioni
e
dei
dolori
che
si
possono
trarre
dal
proprio
operare
,
un
pontificato
non
lieto
.
Nei
quindici
anni
del
suo
pontificato
,
vide
in
Occidente
ed
in
Asia
la
continua
avanzata
del
comunismo
,
con
il
suo
diniego
del
divino
,
diniego
basilare
nella
dottrina
,
che
sarebbe
vano
sperare
vedere
attenuarsi
o
sparire
.
Constatò
i
lentissimi
,
quasi
nulli
progressi
dell
'
ecumenismo
,
in
un
mondo
dove
sono
invece
i
particolarismi
ad
insorgere
violenti
,
come
del
resto
segue
al
crollo
di
ogni
civiltà
.
Altri
Papi
avevano
avuto
l
'
aiuto
insperato
di
veder
sorgere
durante
il
loro
pontificato
uomini
di
Chiesa
la
cui
opera
di
bene
ebbe
subito
una
larga
risonanza
,
portò
una
popolarità
,
un
'
affermazione
nella
coscienza
di
tutti
,
di
quel
che
possa
la
carità
cristiana
,
e
che
non
può
alcuna
filantropia
:
don
Orione
,
don
Gnocchi
,
don
Facibeni
,
suor
Maria
Calabrini
;
pii
sacerdoti
esistono
sempre
,
ed
operano
ancor
oggi
,
ma
nessuno
ha
raggiunto
in
questi
ultimi
anni
quella
rapida
fama
;
anche
per
un
grande
credente
ed
apostolo
laico
,
Giorgio
La
Pira
(
Giuseppe
Capograssi
era
morto
nel
'56
)
furono
questi
ultimi
gli
anni
del
silenzio
.
I
giovanissimi
lo
hanno
ignorato
.
Paolo
VI
fu
in
gioventù
sacerdote
esemplare
;
la
sua
vocazione
era
di
formare
giovani
studenti
,
creare
una
forte
intellettualità
cattolica
;
ma
si
sottomise
sempre
agli
ordini
dei
superiori
,
accettò
compiti
meno
graditi
,
entrò
nella
Segreteria
di
Stato
,
dove
diede
ottima
prova
di
sé
,
fu
collaboratore
di
due
Pontefici
,
che
non
erano
affini
a
lui
per
carattere
,
ma
ch
'
egli
non
solo
servì
,
ma
amò
profondamente
;
e
di
cui
il
secondo
,
Pio
XII
,
poté
credere
,
negli
anni
susseguenti
la
prima
guerra
mondiale
,
in
un
'
epoca
trionfalistica
per
la
Chiesa
,
in
una
Italia
riconquistata
alla
fede
.
Collaborò
agli
atti
più
importanti
dei
due
Papi
,
la
dichiarazione
contro
i
princìpi
del
nazismo
;
mentre
poi
difese
strenuamente
la
memoria
di
Pio
XII
dall
'
accusa
,
ingiusta
,
di
non
aver
fatto
il
possibile
per
salvare
gli
ebrei
.
Fu
ottimo
arcivescovo
di
Milano
,
dove
,
conscio
dei
tempi
,
rivolse
particolarmente
le
sue
attenzioni
al
mondo
operaio
,
celebrò
in
officine
,
combatté
in
ogni
modo
perché
tutta
la
città
,
ma
soprattutto
i
ceti
più
umili
restassero
uniti
all
'
antica
madre
.
Pontefice
,
volle
ad
un
tempo
essere
il
Papa
dell
'
umiltà
,
quegli
che
riconosce
i
falli
e
le
deficienze
dell
'
opera
della
Chiesa
nel
lungo
corso
della
sua
storia
(
ma
ancora
cardinale
aveva
osato
benedire
la
perdita
del
potere
temporale
,
palla
di
piombo
ai
piedi
della
Chiesa
)
ed
al
tempo
stesso
difensore
strenuo
dell
'
essenza
del
dogma
;
rallentasse
pure
il
movimento
ecumenico
,
ma
il
successore
di
Pietro
non
può
essere
semplicemente
il
primo
tra
i
vescovi
.
No
al
divorzio
,
no
all
'
aborto
;
ma
sempre
l
'
uomo
della
pace
.
Se
i
cattolici
si
trovano
in
un
mondo
ostile
,
non
cedano
,
rimangano
forti
nell
'
attaccamento
al
loro
dovere
:
agire
come
i
più
non
è
un
'
attenuante
al
peccato
.
Però
non
anatemizzare
l
'
avversario
,
avvertirlo
solo
che
se
credente
è
in
peccato
,
se
non
credente
che
c
'
è
chi
prega
per
la
sua
conversione
.
Ci
sono
stati
i
Papi
del
trionfalismo
;
Paolo
VI
è
stato
il
Papa
dell
'
umiltà
,
della
espiazione
,
aveva
parlato
di
colpe
storiche
della
Chiesa
,
forse
aveva
chiesto
a
Dio
fin
dalla
elezione
di
esserne
la
vittima
espiatoria
.
I
giudizi
di
Dio
sono
imperscrutabili
,
ma
mi
prostro
al
ricordo
di
questi
che
ho
sempre
chiamato
il
Papa
del
Golgota
.
Papa
Giovanni
.
Papa
Paolo
.
Ripenso
ai
lineamenti
essenziali
dei
due
Pontificati
.
Quasi
una
riflessione
comparativa
finale
.
1958
:
Giovanni
XXIII
;
breve
pontificato
,
ma
pare
quasi
miracoloso
questo
accendersi
di
consensi
,
la
venerazione
che
desta
in
ogni
uomo
,
di
ogni
opinione
politica
;
la
stessa
figura
del
Papa
,
così
opposta
a
quella
ascetica
di
Pio
XII
,
e
che
un
po
'
ricordava
quella
bonaria
di
Pio
IX
,
la
sua
origine
contadina
,
il
parlare
semplice
,
il
familiarizzare
con
i
più
umili
,
accendono
verso
di
lui
tutte
le
simpatie
.
Paolo
VI
:
il
Concilio
continua
e
si
conclude
;
nel
'67
l
'
enciclica
Populorum
progressio
atto
di
fede
nella
pacifica
convivenza
e
nel
progresso
umano
,
nel
'68
la
Humanae
vitae
,
il
diritto
alla
vita
di
ogni
essere
concepito
,
ma
la
giusta
cautela
dei
genitori
nella
formazione
della
famiglia
.
Non
è
qui
possibile
riassumere
né
i
decreti
conciliare
né
gli
altri
atti
di
Paolo
VI
.
Basterà
ricordare
un
famoso
Credo
del
Papa
in
cui
riafferma
tutto
l
'
insegnamento
dogmatico
della
Chiesa
nel
corso
dei
secoli
:
il
dogma
resta
intoccabile
.
Può
solo
riassumersi
l
'
opera
dei
due
Papi
nel
ricordare
che
la
Chiesa
è
sempre
con
gli
umili
e
con
gli
oppressi
;
ch
'
essa
non
confida
nella
forza
e
nella
violenza
,
ma
soltanto
nel
libero
consenso
degl
'
individui
;
che
non
desidera
tanto
il
favore
dei
governi
,
quanto
la
spontanea
adesione
dei
popoli
.
Giovanni
XXIII
fu
alieno
da
ogni
trionfalismo
,
ma
aveva
in
sé
un
innato
ottimismo
;
godeva
la
letizia
cristiana
;
Paolo
VI
aveva
un
'
immensa
fiducia
in
Dio
ma
il
suo
temperamento
umano
non
era
portato
alla
letizia
;
mite
ed
umile
,
ma
temo
anche
triste
,
della
tristezza
che
conobbe
Gesù
.
SOSTA V ( CAMPANILE ACHILLE , 1932 )
StampaQuotidiana ,
STO
OSSERVANDO
BUSE
:
I
«
MIEI
»
LO
ASPETTANO
.
Foggia
,
25
maggio
.
Battista
ha
avuto
un
'
avventura
d
'
amore
all
'
albergo
Cicolella
.
Egli
desidera
che
sia
resa
pubblica
,
per
sfatare
alcune
leggende
che
circolano
sul
suo
conto
e
dimostrare
che
non
è
,
poi
,
quell
'
uomo
fuori
combattimento
che
tutti
credono
.
Lo
contento
volentieri
,
ma
prima
voglio
sgomberare
il
terreno
dagli
argomenti
più
urgenti
.
Comincio
col
trasmettervi
la
classifica
della
mia
squadra
che
ieri
sera
,
a
causa
del
ritardo
di
alcuni
arrivi
,
non
feci
in
tempo
a
telefonarvi
.
RINFORZI
ALLA
MIA
SQUADRA
.
Eccola
,
come
si
presenta
dopo
la
settima
tappa
:
1°
Gerbi
(
810
nella
classifica
generale
)
;
2°
Ranieri
(
30°
)
;
3°
Riccò
(
790
)
;
4°Reina
(
73°
)
;
5°
Vincenzi
(
77°
)
;
6°
Valente
(
76°
)
;
7°
Perna
(
73°
)
;
8°
Menegazzi
(
71°
)
;
9°
Improta
(
68°
)
;
10°
Godinat
(
62°
)
;
11°
Rovida
(
60°
)
;
12°
Liguori
(
53°
)
;
13°
Battista
(
fuori
classe
)
.
Come
si
vede
,
ho
fatto
un
buon
acquisto
:
Menegazzi
,
che
occupa
uno
dei
posti
lasciati
vuoti
dagli
svizzeri
ritiratisi
.
I
miei
tigrotti
volevano
acclamare
membro
d
'
onore
anche
il
francese
Moincau
e
il
toscano
Meini
,
ma
il
vincitore
della
corsa
Parigi
-
Tours
e
il
veloce
Meini
,
che
ha
al
suo
attivo
parecchie
importanti
vittorie
,
non
mi
dànno
molto
affidamento
per
la
mia
squadra
sebbene
occupino
due
buonissimi
posti
nella
classifica
generale
(
rispettivamente
il
65°
e
il
57°
)
.
Il
Diavolo
Rosso
,
l
'
Armadillo
di
Brindisi
e
il
Canguro
delle
Puglie
conservano
i
tre
primi
posti
nella
classifica
.
Perna
continua
a
tenere
il
comando
su
Improta
,
il
Leopardo
di
San
Giovanni
a
Teduccio
,
e
su
Liguori
,
il
Giaguaro
di
Barra
;
meritata
supremazia
ove
si
consideri
che
il
Puma
di
Cercola
ha
una
buona
voce
di
tenore
.
Tutti
i
miei
uomini
guadagnano
ben
tredici
posti
nella
classifica
generale
.
Singolare
coincidenza
:
fra
ieri
e
ieri
l
'
altro
,
ci
sono
stati
tredici
ritiri
.
Che
il
numero
tredici
porti
fortuna
alla
mia
squadra
?
Vi
darò
,
intanto
,
una
interessante
primizia
:
sto
osservando
Buse
.
Quel
giovinotto
non
mi
dispiace
,
come
corridore
,
e
lo
vedrei
volentieri
nella
mia
squadra
.
Naturalmente
,
ancora
non
è
maturo
per
essere
assunto
,
ma
si
farà
.
L
'
ho
visto
nella
tappa
di
ieri
,
specie
sulle
salite
,
e
so
dirvi
che
è
un
elemento
di
prim
'
ordine
.
Insomma
la
stoffa
c
'
è
.
Tutto
sta
che
egli
si
distingua
ancora
un
poco
.
I
miei
tigrotti
lo
aspettano
a
braccia
aperte
.
LETTERE
DI
AMMIRATORI
.
La
posta
di
stamane
mi
ha
portato
molte
lettere
di
ammiratori
della
mia
squadra
.
Il
dott
.
Oronzo
Giustizieri
di
Neviano
(
Lecce
)
,
medico
chirurgo
a
Nerola
(
Provincia
di
Roma
)
,
mi
invia
,
anche
a
nome
dei
suoi
figli
Carlo
,
Francesca
e
Clotilde
,
venti
lire
per
Riccò
e
l
'
augurio
che
altri
corregionali
si
ricordino
del
valoroso
campione
,
afflitto
da
una
acuta
crisi
economica
.
Così
,
con
le
cinquanta
della
Colonia
brindisina
di
Torino
,
saliamo
a
settanta
lire
.
Che
il
Canguro
delle
Puglie
sia
destinato
a
perdere
l
'
accento
sull
'
«
o
»
?
Una
lettera
da
Torino
,
firmata
«
Alcuni
ammiratori
di
Cuniolo
»
,
mi
parla
di
Gerbi
e
dell
'
«
amico
suo
e
collega
Cuniolo
»
;
e
accenna
nebulosamente
a
rivelazioni
del
Cuniolo
stesso
relative
a
certi
mattoni
che
il
Diavolo
Rosso
avrebbe
un
tempo
attaccato
al
sellino
della
bicicletta
per
rendere
più
severi
i
suoi
allenamenti
.
Gli
ammiratori
del
Cuniolo
sospettano
che
il
Diavolo
Rosso
abbia
dimenticato
di
togliere
i
mattoni
,
o
che
si
riservi
di
toglierli
all
'
improvviso
nelle
prossime
tappe
per
cogliere
una
sensazionale
vittoria
.
Mi
duole
dire
agli
ammiratori
di
Cuniolo
che
Gerbi
non
ha
nessun
mattone
dietro
il
sellino
.
Se
qualche
volta
resta
un
poco
indietro
agli
altri
,
non
è
perché
non
ce
la
faccia
,
ché
,
anzi
,
il
fiero
astigiano
scusate
:
il
Diavolo
Rosso
si
sente
ancora
capace
di
lasciarsi
tutti
in
coda
.
Ma
il
fatto
è
come
mi
ha
dichiarato
che
egli
di
vittorie
ne
ha
colte
parecchie
,
nella
lunga
carriera
,
e
ora
desidera
lasciar
vincere
i
più
giovani
.
Il
pittore
Onorato
mi
scrive
che
verrà
appositamente
per
ritrarre
le
fattezze
dei
componenti
la
mia
squadra
e
esporle
in
una
interessante
mostra
di
caricature
di
uomini
illustri
che
ha
inaugurato
in
questi
giorni
a
Foggia
.
Veramente
,
le
effigi
dei
nostri
tigrotti
sono
state
già
immortalate
sul
Guerin
Sportivo
da
«
Carlin
»
che
ha
fatto
bellissimi
ritratti
a
tutti
,
compreso
Battista
.
Ma
ben
venga
anche
Onorato
.
Per
l
'
occasione
,
il
Leopardo
di
San
Giovanni
a
Teduccio
indosserà
la
sua
elegante
giacca
in
pelle
di
coccodrillo
.
Stamani
ho
sfogliato
nervosamente
i
giornali
.
Nessuna
notizia
di
Occhiuzzi
Delfo
.
Forse
avrei
fatto
meglio
a
non
pronosticarlo
come
futuro
campione
.
Staremo
a
vedere
.
E
ora
passiamo
all
'
avventura
d
'
amore
di
Battista
.
Sin
dalle
prime
tappe
del
Giro
,
il
simpatico
vecchio
aveva
,
dimostrato
velleità
che
non
avrei
supposto
in
lui
.
Lungo
il
percorso
non
c
'
era
contadina
dalla
quale
non
si
facesse
rovesciare
una
brocca
d
'
acqua
in
testa
,
sorridendo
amabilmente
.
All
'
albergo
di
Vicenza
chiamò
la
cameriera
in
camera
con
la
scusa
di
farsi
rovesciare
sul
capo
una
catinella
di
acqua
.
Infelice
pretesto
in
quanto
,
dopo
la
doccia
,
i
suoi
propositi
dongiovanneschi
svanirono
.
A
Udine
percorse
in
largo
e
in
lungo
la
città
,
senza
trovare
«
il
suo
tipo
»
.
A
Ferrara
si
recò
a
mia
insaputa
al
Luna
Park
nella
speranza
di
avere
un
'
avventura
nei
vagoncini
dell
'
Otto
Volante
.
A
Rimini
lo
vidi
steso
sulla
spiaggia
con
un
costumino
succinto
che
lo
faceva
tremare
dal
freddo
,
in
attesa
delle
bagnanti
.
(
Le
quali
,
non
essendo
stagione
di
bagni
,
non
apparvero
affatto
.
)
A
Teramo
cercò
affannosamente
,
nella
quarta
pagina
del
giornale
locale
,
uno
di
quegli
avvisetti
in
cui
è
detto
che
«
massaggiatrice
recasi
domicilio
»
,
ma
non
lo
trovò
.
A
Lanciano
tentò
di
spacciarsi
per
Binda
avendo
saputo
che
una
dama
velata
cercava
il
Signore
della
Montagna
,
ma
i
bianchi
favoriti
lo
tradirono
.
E
,
finalmente
,
ieri
sera
la
fortuna
lo
assisté
.
Cenavamo
insieme
,
nella
sala
da
pranzo
dell
'
albergo
Cicolella
.
Battista
,
al
solito
,
aveva
occupato
un
tavolinetto
poco
lungi
dal
mio
e
,
solo
solo
,
consumava
una
frittura
di
gamberelli
,
dei
quali
,
tra
parentesi
,
è
ghiottissimo
.
A
un
certo
punto
,
vagando
con
lo
sguardo
attraverso
le
tavole
affollate
di
clienti
,
scorse
una
viaggiatrice
che
mangiava
senza
compagnia
.
Era
una
grassa
signora
dell
'
apparente
età
di
cinquant
'
anni
,
dalle
curve
abbondanti
e
dall
'
aspetto
imponente
.
Proprio
il
tipo
di
Battista
.
Il
mio
fido
domestico
la
fissò
con
occhi
di
cobra
.
La
formosa
viaggiatrice
fu
favorevolmente
impressionata
dalla
distinta
figura
di
lui
e
soprattutto
dai
suoi
candidi
e
leggeri
favoriti
;
gli
sorrise
follemente
.
Battista
sentì
vampe
di
sangue
salirgli
al
cervello
e
per
qualche
minuto
provò
una
leggera
vertigine
.
Attese
che
il
salone
si
sfollasse
.
Anche
io
,
a
un
certo
punto
,
mi
alzai
.
Non
vai
a
dormire
?
chiesi
al
mio
domestico
.
-
Mi
trattengo
ancora
un
poco
,
rispose
.
E
aggiunse
,
con
una
faccia
tosta
meravigliosa
:
Non
ho
sonno
.
Io
,
invece
,
avevo
un
sonno
terribile
:
eravamo
in
piedi
dalle
tre
del
mattino
!
Augurai
la
buona
notte
al
vecchio
diabolico
e
mi
ritirai
in
camera
.
CONSEGUENZE
DEL
FARE
TROPPO
A
LUNGO
L
'
OCCHIOLINO
.
Ormai
,
nel
salone
,
erano
rimasti
soltanto
Battista
,
la
grassa
signora
e
un
cameriere
,
che
aspettava
,
per
sparecchiare
e
andarsene
a
dormire
.
Ma
Battista
non
si
mosse
.
Continuava
a
fissare
con
occhi
concupiscenti
la
dama
,
che
,
dal
canto
suo
,
continuava
a
sorridergli
,
con
simulato
pudore
.
Il
mio
domestico
va
un
po
'
coi
vecchi
sistemi
:
usa
ancora
«
far
l
'
occhiolino
»
alle
donne
,
invece
di
ricorrere
ai
sistemi
più
spicciativi
in
voga
presso
le
giovani
generazioni
.
Egli
sostiene
che
nell
'
occhiolino
è
la
poesia
dell
'
avventura
galante
.
Così
,
il
vecchio
satiro
cominciò
a
fare
l
'
occhiolino
alla
signora
.
A
intervalli
regolari
chiudeva
e
riapriva
con
intenzione
l
'
occhio
destro
.
La
dama
aspettava
che
si
decidesse
a
chiamarla
alla
sua
tavola
.
Ma
Battista
vuole
sempre
essere
ben
esplicito
.
Acciocché
ella
capisse
i
suoi
propositi
,
che
i
francesi
non
esiterebbero
a
chiamare
coupables
,
prese
a
chiudere
l
'
occhio
sempre
più
a
lungo
.
Il
cameriere
in
attesa
s
'
era
addormentato
in
piedi
presso
la
porta
,
come
un
cavallo
.
I
lumi
erano
stati
quasi
tutti
spenti
.
Silenzio
e
solitudine
regnavano
nella
sala
.
A
poco
a
poco
,
a
poco
a
poco
,
a
furia
di
chiudere
l
'
occhio
destro
,
Battista
sentì
chiudersi
anche
il
sinistro
.
Reclinò
il
capo
sul
petto
e
li
tenne
chiusi
tutti
e
due
.
La
dama
si
alzò
e
uscì
,
spoetizzata
.
Dopo
poco
nel
salone
si
udiva
un
rumorino
ritmico
e
roco
,
a
intervalli
regolari
.
Il
vecchio
satiro
si
era
addormentato
.
StampaQuotidiana ,
Nuova
York
,
18
aprile
-
La
notte
italiana
del
Madison
resta
nella
memoria
con
tenebre
e
luci
accecanti
,
con
violenza
e
gloria
.
Notte
generosa
in
cui
tutti
hanno
bruciato
ciò
che
avevano
:
bellezza
atletica
e
volgarità
,
lacrime
,
urli
,
esaltazione
,
angosce
,
furori
e
quel
nome
scandito
Nino
Nino
.
Ha
detto
bene
il
«
Daily
News
»
:
«
È
stato
il
più
bel
combattimento
visto
"
in
a
long
long
time
"
»
.
Ora
il
problema
è
quello
di
ogni
storico
,
raccontare
il
passato
come
se
fosse
un
presente
aperto
e
incerto
.
Proviamoci
.
Dunque
,
sono
le
ventidue
di
lunedì
17
aprile
e
sul
ring
del
Madison
sfilano
le
vecchie
glorie
,
il
Sugar
Ray
Robinson
,
magro
,
bello
,
amato
da
donne
che
hanno
diamanti
sulla
pelle
nera
e
abiti
rosa
e
turchese
,
il
Rocky
Marciano
,
birraio
ingrassato
,
e
il
Joe
Louis
,
possente
e
melanconico
.
Il
Madison
è
un
'
arca
pugilistica
che
naviga
sul
diluvio
di
Nuova
York
e
dentro
ci
sono
tutte
le
specie
della
nobile
e
decaduta
arte
,
i
giudici
dal
cranio
lucido
e
dal
naso
schiacciato
,
che
stanno
in
camicia
bianca
e
farfalla
blu
,
nella
prima
fila
,
i
poliziotti
mansueti
,
i
secondi
trasognati
,
i
miliardari
con
i
grandi
sigari
verdi
,
i
radiocronisti
con
il
cappelluccio
a
quadretti
,
i
venditori
di
coca
-
cola
con
il
prezzo
scritto
sul
cappello
di
carta
,
i
fotografi
dai
capelli
rossi
.
Le
sedie
,
i
tavolini
della
stampa
,
i
paletti
del
ring
hanno
il
colore
del
vecchio
Madison
,
quel
marrone
scurito
dal
sudicio
e
levigato
dal
tempo
.
La
luce
del
ring
illumina
la
sala
fino
alla
balaustra
della
prima
galleria
,
fino
all
'
orologio
color
avorio
che
segna
il
tempo
dei
rounds
,
più
su
c
'
è
la
penombra
densa
di
folla
dove
lampeggiano
luci
rosse
e
azzurre
.
Stasera
il
Madison
è
italiano
o
italo
-
americano
.
In
platea
è
pieno
di
bandierine
tricolori
,
la
galleria
si
denuncia
con
il
boato
che
accoglie
Benvenuti
,
la
sua
vestaglia
dorata
,
i
capelli
scomposti
,
il
seguito
trepido
di
allenatori
e
parenti
.
Mentre
Nino
sale
sul
ring
,
due
pazzarielli
corrono
per
le
file
di
platea
innalzando
uno
striscione
che
inneggia
al
nostro
e
siccome
gran
parte
del
pubblico
si
alza
in
piedi
,
il
gran
cerimoniere
della
serata
che
sta
sul
ring
in
abito
da
sera
afferra
il
microfono
e
avverte
«
Ladies
and
Gentlemen
,
neh
assettatevi
guaglioni
»
.
Il
mio
vicino
è
un
giornalista
negro
,
di
mezza
età
,
che
porta
alla
mano
sinistra
una
gran
pietra
viola
.
Mi
guarda
melanconico
,
io
gli
sorrido
,
abbiamo
stabilito
tacitamente
un
patto
di
neutralità
.
Ora
osservo
con
calma
la
gente
esagitata
,
attorno
al
ring
,
e
la
noto
:
c
'
è
una
donna
in
abito
verde
dal
viso
lungo
e
inclinato
,
come
le
donne
di
Modigliani
.
Resterà
tutta
la
sera
così
,
fredda
e
lontana
,
nella
tempesta
.
Griffith
sale
sul
ring
chiuso
in
un
accappatoio
bianco
monacale
,
e
sotto
c
'
è
una
tunica
elegante
su
cui
è
scritto
semplicemente
Emile
.
Ora
entrano
in
scena
,
a
due
passi
da
me
,
i
suoi
fratelli
,
grasso
e
ricciuto
uno
,
magrissimo
e
spiritato
l
'
altro
,
con
portavoce
di
cartone
.
Ma
non
chiamano
Emile
,
chiamano
Nino
,
Nino
con
voci
concitate
febbrili
,
e
se
Nino
si
volge
miagolano
,
ridono
miagolano
,
poi
fanno
gesti
,
abbaiano
,
lo
maledicono
,
gli
mostrano
i
denti
.
La
gente
e
i
poliziotti
li
lasciano
fare
,
la
loro
faziosità
è
scoperta
,
persino
commovente
,
quel
fratello
che
saltella
sul
ring
li
ha
tirati
fuori
dalla
miseria
.
Per
ora
mamma
Griffith
si
riserva
,
lei
sta
buona
e
seduta
.
Enorme
,
con
un
abito
e
un
cappellino
bianco
e
nero
yé
-
yé
,
di
quelli
che
si
vendono
al
Village
.
Udito
da
pochi
passi
,
il
suono
del
gong
è
come
quello
di
una
nave
in
partenza
,
ma
subito
troncato
,
poi
la
goccia
sonora
della
campana
,
i
calzoncini
rossi
di
Nino
che
danzano
sul
ring
,
Emile
chiuso
in
guardia
stretta
,
il
mio
cuore
che
parte
nell
'
emozione
,
ma
non
solo
il
mio
,
il
match
è
subito
stupendo
,
trascinante
.
Il
primo
pugno
a
segno
è
di
Nino
,
un
sinistro
preciso
,
ma
debole
.
Ma
non
è
il
pugno
che
conta
,
conta
il
modo
con
cui
sta
sul
ring
,
sicuro
,
fra
l
'
imperio
e
la
disinvoltura
.
E
dà
subito
,
nettissima
,
l
'
impressione
di
essere
degno
del
combattimento
mondiale
.
Capace
di
resistere
,
magari
di
vincere
,
sciolto
dalle
sue
ansie
,
liberato
dai
suoi
timori
,
il
pubblico
italiano
si
sfoga
nel
grido
ritmato
di
Nino
,
Nino
che
rimbomba
nelle
tenebre
e
sulle
luci
del
Madison
.
Griffith
,
la
pantera
nera
,
chiude
ancora
più
la
guardia
,
ha
occhi
da
animale
inseguito
e
feroce
.
Ed
ecco
il
suo
fulmineo
contrattacco
,
la
scarica
dei
pugni
,
Nino
che
ne
esce
prima
sbalordito
,
poi
sorridente
,
ma
con
segni
rossi
sulle
guance
e
sul
fianco
.
E
già
parte
con
il
sinistro
,
già
spinge
Emile
alle
corde
.
Una
battaglia
senza
tregua
,
sarà
così
dal
principio
alla
fine
.
«
Nino
bene
»
dice
il
giornalista
negro
,
«
ma
un
po
'
lento
con
l
'uppercut.»
«
Emile
mi
sembra
molto
bravo
»
ricambio
io
.
Mamma
Griffith
si
è
alzata
,
viene
fino
al
ring
,
ma
poi
ci
ripensa
,
torna
al
suo
posto
,
non
è
ancora
il
momento
,
lascia
gridare
quegli
stupidi
cattivi
italiani
che
vogliono
togliere
al
suo
Emile
e
a
lei
e
ai
fratelli
questi
anni
buoni
di
abbondanza
e
di
fama
.
Fra
il
secondo
e
il
quarto
round
,
si
consuma
il
dramma
pugilistico
.
La
casualità
di
due
colpi
fortuiti
,
manda
al
tappeto
prima
Griffith
poi
Benvenuti
.
Per
due
volte
il
match
è
sull
'
orlo
di
un
epilogo
ingiusto
,
per
due
volte
questi
atleti
coraggiosi
lo
rifiutano
.
Non
dico
che
l
'
uppercut
destro
di
Nino
ad
Emile
e
il
diretto
destro
di
Emile
a
Nino
fossero
colpi
«
trovati
»
per
combinazione
,
ma
erano
certamente
colpi
aiutati
da
un
imprevedibile
casuale
sbilanciamento
dell
'
avversario
.
Sarebbe
stato
triste
che
lo
scontro
terminasse
così
,
credo
proprio
di
poter
dire
che
i
due
atleti
non
hanno
permesso
che
finisse
così
.
Eccoci
al
secondo
round
,
dopo
una
rapida
schermaglia
Nino
tira
un
uppercut
poco
convinto
,
mentre
è
già
in
movimento
di
disimpegno
e
trova
il
mento
di
Emile
,
sbilanciato
a
sinistra
e
un
po
'
all
'
indietro
.
Emile
non
va
giù
di
schianto
,
ma
si
siede
,
senza
perdere
mai
la
coscienza
.
È
però
stordito
,
sbalordito
,
con
quella
sua
aria
di
cane
bastonato
ingiustamente
.
Lo
contano
,
al
tre
è
già
in
piedi
,
attende
fino
all
'
otto
e
poi
riprende
il
combattimento
affidandosi
al
mestiere
per
sfuggire
alla
furia
di
Nino
che
lo
tempesta
alle
corde
.
La
risposta
di
Emile
è
al
quarto
round
.
Emile
parte
,
come
sa
,
in
un
attacco
frontale
,
spinge
Nino
alle
corde
e
lo
colpisce
con
una
serie
lunga
e
martellante
,
cinque
o
sei
pugni
fulminei
al
corpo
.
Nino
appare
ben
protetto
dalla
guardia
,
è
già
venuto
fuori
indenne
da
altre
sfuriate
così
e
improvvisamente
,
forse
credendo
che
Emile
si
sia
esaurito
,
apre
la
guardia
,
abbassa
il
viso
e
gli
arriva
al
mento
un
ultimo
diritto
di
Emile
.
È
così
sbilanciato
che
gira
su
se
stesso
e
cade
fra
le
due
corde
.
Nello
stordimento
si
appoggia
male
e
scivola
di
nuovo
sul
ginocchio
sinistro
.
Il
nostro
cuore
scoppia
,
non
è
giusto
che
finisca
così
.
Dai
Nino
,
su
Nino
non
deve
finire
così
,
non
è
giusto
che
finisca
così
.
Ora
Nino
si
volta
,
si
alza
e
dalla
maschera
sofferente
vien
fuori
,
a
poco
a
poco
,
quel
sorriso
sfottente
che
può
renderlo
antipatico
quando
l
'
avversario
è
debole
,
quando
fa
il
maramaldo
davanti
a
un
pubblico
e
a
giudici
di
casa
,
ma
che
qui
nella
bolgia
del
Madison
davanti
al
Griffith
già
pronto
a
colpirlo
per
il
conto
totale
,
è
stupenda
fierezza
.
«
Courageous
fighter
»
mormora
un
giornalista
americano
sin
lì
taciturno
.
Sì
,
combattente
coraggioso
e
tenace
e
anche
irridente
nella
sfortuna
.
Il
giudice
che
lo
conta
è
giunto
a
cinque
e
già
Nino
fa
segno
con
una
mano
che
è
pronto
a
ricominciare
.
Non
importa
se
la
pantera
infuriata
lo
trascinerà
a
colpi
,
a
testate
,
a
strattoni
per
tutto
il
ring
,
lui
continuerà
a
sorridere
a
testa
alta
,
anche
se
il
sangue
gli
cola
da
una
ferita
al
naso
e
spruzza
sui
calzoncini
candidi
di
Emile
e
segna
di
macchie
rosse
la
sua
zazzera
nera
sempre
protesa
nel
tentativo
di
graffiare
come
una
dura
spazzola
il
volto
di
Nino
.
Se
Dio
vuole
,
il
gong
,
le
lampadine
rosse
che
si
accendono
sui
paletti
,
i
secondi
che
salgono
sul
ring
come
alla
conquista
di
uno
spalto
con
spugne
,
emostatici
,
acqua
minerale
,
garze
.
Libero
Golinelli
,
l
'
allenatore
,
prende
fra
le
mani
il
volto
di
Nino
e
lo
guarda
come
se
volesse
ipnotizzarlo
e
gli
parla
fitto
sottovoce
,
il
gigantesco
Amaduzzi
,
il
procuratore
,
sta
ritto
in
fronte
a
Griffith
quasi
volesse
fare
scudo
a
Nino
,
Aldo
Spoldi
tace
preoccupato
,
lui
ne
ha
già
visti
troppi
di
italiani
finire
così
la
loro
avventura
americana
.
Alle
mie
spalle
sento
la
voce
di
Giuliana
,
la
moglie
di
Nino
che
lo
chiama
.
Lui
si
volta
e
sorride
,
sfottente
e
spavaldo
,
vada
come
vada
,
mi
batto
,
sembra
dire
.
Bravo
Nino
,
uomo
coraggioso
.
Attento
come
sono
a
Nino
non
mi
sono
accorto
che
mamma
Griffith
è
entrata
in
scena
,
ma
non
importa
,
la
guarderò
bene
nel
riposo
fra
il
quinto
e
il
sesto
round
.
Mamma
Griffith
deve
avere
un
suo
sicuro
istinto
pugilistico
.
Lei
ha
capito
meglio
di
tutti
i
secondi
e
degli
allenatori
che
questo
è
il
momento
decisivo
della
battaglia
,
che
ora
o
mai
più
il
suo
Emile
può
vincere
e
conservare
tutto
ciò
che
Harlem
le
invidia
.
Emile
è
laggiù
nel
suo
angolo
,
ansimante
dopo
il
quinto
round
in
cui
ha
gettato
invano
tutta
la
sua
forza
e
la
sua
scienza
,
e
la
madre
che
è
qui
vicino
a
me
,
dal
lato
opposto
del
ring
lo
chiama
.
Non
per
nome
ma
con
gemiti
e
guaiti
e
intanto
fa
dei
gesti
con
le
mani
come
lo
invocasse
a
sé
e
porta
le
mani
al
suo
gran
petto
come
a
dire
,
«
bambino
mio
vieni
dalla
tua
mamma
,
guarda
la
tua
mamma
che
ti
protegge
,
che
è
qui
per
aiutarti
»
.
I
due
fratelli
di
Emile
non
si
occupano
più
di
Nino
,
forse
sentono
che
le
loro
fatture
non
hanno
avuto
effetto
;
forse
intuiscono
che
l
'
unica
speranza
è
di
raccomandare
il
fratello
agli
spiriti
buoni
delle
Isole
Vergini
,
quegli
spiriti
eterni
che
resistono
ai
missionari
e
alla
civiltà
dei
bianchi
e
all
'
America
.
«
Emile
,
Emile
»
singhiozzano
,
«
Emile
»
.
Se
lui
alza
gli
occhi
a
guardarli
,
partono
in
una
sarabanda
di
suoni
,
di
fischi
,
di
gesti
rituali
,
di
gemiti
,
di
miagolii
,
come
si
fosse
risvegliata
tutta
la
foresta
,
come
se
tutte
le
creature
della
foresta
soffrissero
e
implorassero
la
vittoria
di
Emile
.
«
Nel
sesto
tempo
»
dirà
Nino
,
«
ho
avuto
la
certezza
di
potere
vincere
»
.
Nel
sesto
tempo
noi
spettatori
di
parte
abbiamo
solo
la
certezza
che
Nino
arriverà
alla
fine
delle
quindici
riprese
e
la
speranza
di
vederlo
crescere
.
La
prima
a
capire
che
Nino
sta
salendo
è
ancora
mamma
Griffith
che
sta
in
piedi
anche
durante
il
round
,
incurante
degli
urli
degli
spettatori
a
cui
impedisce
la
vista
e
dei
poliziotti
che
cercano
di
trascinarla
via
.
Adesso
deve
gridare
il
nome
di
Emile
e
rigridarlo
a
voce
bassa
e
dolente
mentre
con
impeto
e
acutezza
crescenti
risuona
lì
accanto
la
voce
fresca
e
gioiosa
di
Giuliana
Benvenuti
che
incoraggia
e
grida
«
Forza
Nino
,
Nino
lascialo
venire
sotto
,
adesso
,
adesso
,
spazzalo
via
,
è
tuo
Nino
,
è
tuo
»
.
No
,
non
è
ancora
suo
questo
Griffith
.
Il
pubblico
italiano
o
italo
-
americano
cede
alla
passione
quando
copre
con
i
suoi
«
uuuuuh
»
di
spregio
e
di
minaccia
i
tentativi
che
Emile
ripete
per
stringere
le
distanze
e
per
evitare
,
con
il
corpo
a
corpo
,
il
sinistro
lungo
di
Nino
che
lo
martella
implacabile
al
viso
,
la
gente
italiana
sbaglia
a
mormorare
irridente
se
Emile
viene
evitato
con
grazia
da
Nino
dopo
una
inutile
sfuriata
,
la
verità
è
che
questo
Griffith
è
un
ottimo
pugile
,
stilisticamente
più
completo
di
Benvenuti
,
capace
di
usare
il
diritto
come
il
montante
in
modo
più
rapido
,
capace
di
colpire
cinque
o
sei
volte
in
una
serie
di
colpi
mentre
Nino
supera
di
rado
l
'
uno
-
due
.
Dove
Nino
gli
è
nettamente
superiore
è
nella
forza
del
pugno
e
,
se
è
lecito
dirlo
,
nella
intelligenza
strategica
del
combattimento
,
in
quel
suo
senso
degli
eventi
che
,
a
un
certo
punto
,
lo
rende
sicuro
di
sé
,
padrone
di
sé
.
Nino
non
è
quell
'
intellettuale
che
hanno
detto
i
cronisti
sportivi
di
qui
abituati
a
pugili
stentatamente
alfabeti
,
ma
è
un
ragazzo
intelligente
che
vede
le
occasioni
e
le
coglie
e
le
sfrutta
.
Per
esempio
con
gli
sguardi
di
sopportazione
superiore
che
dedica
ai
giudici
quando
l
'
avversario
lo
immobilizza
o
con
i
sorrisi
che
sottolineano
i
suoi
periodi
felici
e
fanno
sembrare
tollerabili
quelli
avversi
.
Il
match
corre
sul
filo
della
incertezza
fino
al
decimo
round
,
poi
anche
un
profano
come
chi
scrive
capisce
che
il
gioco
è
fatto
.
Si
è
stabilita
come
una
regola
matematica
che
risolve
ogni
scontro
per
due
a
uno
in
favore
di
Nino
,
il
nostro
colpisce
secco
quasi
sempre
con
il
diritto
sinistro
seguito
dal
montante
destro
,
Emile
raccogliendo
le
forze
parte
al
contrattacco
,
tocca
a
sua
volta
Nino
,
ma
deve
desistere
e
una
serie
di
pugni
centrati
lo
riporta
all
'
inizio
dell
'
amaro
e
reiterato
tema
.
La
vittoria
di
Nino
è
di
una
fattura
chiara
onesta
indiscutibile
,
va
detto
però
senza
alcuna
intenzione
di
insinuare
che
negli
ultimi
rounds
Emile
cede
a
una
rassegnazione
strana
,
soprattutto
per
coloro
che
lo
conoscono
furibondo
e
implacabile
nel
finale
dei
match
.
Eccoci
all
'
ultimo
round
.
Il
viso
di
Nino
è
terso
e
disteso
.
Se
la
medicazione
del
naso
tiene
è
perché
Emile
non
riesce
più
a
colpirlo
.
Dove
sei
mamma
Griffith
?
E
voi
fratelli
Griffith
?
Sono
lì
,
seduti
e
fermi
e
desolati
,
guardano
il
loro
Emile
che
retrocede
,
si
difende
da
quel
bianco
cattivo
venuto
da
un
Paese
chiamato
Italia
a
portargli
via
,
senza
bisogno
,
l
'
agiatezza
e
la
gloria
.
La
vittoria
di
Nino
è
un
canto
di
battaglia
che
sale
nella
gola
della
folla
e
diventa
inno
trionfale
nell
'
attimo
in
cui
il
gong
segna
la
fine
.
Il
verdetto
è
chiaro
,
senza
aspettare
che
i
giudici
lo
pronuncino
.
Nino
si
volta
esultante
alla
folla
a
braccia
alzate
,
Emile
il
sovrano
detronizzato
compie
spontaneamente
il
primo
gesto
di
vassallaggio
:
corre
ad
abbracciarlo
,
lo
riconosce
campione
dandogli
con
il
guantone
ancora
lucido
di
sudore
un
colpo
lieve
sul
capo
.
Non
dimentichiamo
la
dignità
e
lo
stile
di
questo
negro
nato
nelle
Isole
Vergini
,
vissuto
ad
Harlem
,
molti
dei
nostri
potrebbero
imparare
da
lui
come
si
perde
.
Ciò
che
avviene
sul
ring
io
non
lo
vedo
.
I
fanatici
venuti
dall
'
Italia
con
vessilli
e
striscioni
sono
partiti
all
'
attacco
,
hanno
travolto
giudici
e
poliziotti
,
si
aggrappano
alle
corde
,
cadono
giù
,
risalgono
urlano
frasi
sconnesse
ai
giornalisti
americani
che
li
guardano
sbalorditi
,
ce
n
'
è
uno
grasso
e
roseo
che
viene
proprio
davanti
a
noi
a
fare
una
sua
scena
da
epilettico
giuggiolone
che
un
po
'
trema
e
un
po
'
piange
,
un
po
'
strabuzza
gli
occhi
,
un
po
'
invoca
Nino
,
il
quale
abilmente
è
scivolato
via
ed
è
già
in
salvo
negli
spogliatoi
.
Guardo
con
aria
di
scusa
il
mio
vicino
.
È
il
giornalista
negro
di
mezza
età
.
«
Davvero
bravo
Griffith
»
gli
dico
.
«
Sì
»
dice
lui
,
con
un
lieve
inchino
,
«
ma
il
campione
è
Benvenuti
.
»
Fuori
piove
a
diluvio
nella
luce
dei
riflettori
.
Ray
Sugar
Robinson
,
bello
e
aitante
,
sorride
ai
fotografi
fra
donne
splendide
in
abiti
rosa
,
turchese
,
argento
.