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Quali referendum ( Jemolo Arturo Carlo , 1977 )
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Pare che il prossimo anno saremo alle prese con una serie di referendum . Vorrei considerare l ' istituto , non da giurista o teorico , ma nella realtà della vita . Appare come il vero strumento del governo democratico ; è quello che ci permette di conoscere l ' opinione dei più , senza intermediari . Comprendo l ' uso che se ne fa nel Paese che molti considerano il meglio governato , la Svizzera . Se fossi legislatore , gli avrei dato ampio posto e dettagliato regolamento nello statuto dei lavoratori ; laddove ho visto invece sentenze di pretori considerare comportamento antisindacale da reprimere il referendum che il datore di lavoro indice tra i dipendenti su orario , modalità di lavoro , mensa . Gli avrei dato posto nella legge , assicurando il segreto assoluto della provenienza del voto , punendo la corruzione , cioè i voti comprati , ma lasciando piena libertà di propaganda a partiti e sindacati , come a datori di lavoro , perché la risposta fosse in un senso o nell ' altro . So che non ci sono istituti perfetti , che anche nel referendum possono agire le passioni del momento , le reazioni ad un episodio , la simpatia e la ripugnanza per un dato soggetto , il coniuge che non sa contrastare all ' altro coniuge , il debole che non riesce a scorgere il veleno di un argomento : tutte imperfezioni umane non eliminabili . Ma quando i sindacati si oppongono al referendum , in materia di lavoro , invocando che solo l ' unità fa la forza , vengono , vogliano o non vogliano , a dare una patente di debolezza mentale ai singoli , perpetui minorenni , che hanno bisogno di un intermediario . E questa tendenza trionfante è in nuce la struttura dei regimi comunisti : il popolo guidato da un gruppo di potere , che si rinnova per cooptazione , palese o mal celata , e che tenta imporre l ' immobilità , impedire ogni evoluzione . E tuttavia ... non occorre mai concludere troppo affrettatamente . Né i rivoluzionari francesi del 1789-93 , né i dottrinari liberali del 1830 , né gli uomini del Risorgimento , conobbero altro referendum che non fossero i plebisciti ; e non c ' è storico che non ponga riserve sulla genuina espressione della volontà popolare che essi rappresentarono . Si può osservare che nel 1789-93 , come nel 1830 e nel 1848 , non si concepiva il voto alle donne né a chi non avesse un minimo di cultura e spesso neppure a chi non possedesse un minimo di reddito , di capitale o lavoro ; e già questo avrebbe invalidato parecchio il valore del referendum , votando solo una minoranza della popolazione : ciò che oggi non accadrebbe . Ma piuttosto , a farmi riflettere sul referendum , sta ch ' esso corre bene - salvo qualche rilievo che subito farò - quando la questione è semplice : divorzio , aborto , abolizione del Concordato ( salvo i dubbi che nascono qui sulla natura di questo e sulla interpretazione degli artt. 7 , 75 e 138 della Costituzione ) ; ma non sono oggetto idoneo di referendum provvedimenti complessi o che abbiano ripercussioni finanziarie . Piaccia o non piaccia , se si delinea un tramonto della democrazia , non è per il malvolere di prepotenti di destra o di sinistra , bensì per la complessità dei problemi , per cui ogni giorno diminuisce il numero delle persone in grado di dominarli appieno , cogliendone ogni lato . La democrazia , diretta o rappresentativa , è ottima cosa ; ma ha una condizione insuperabile ; che chi sceglie e decide abbia una consapevolezza di tutti i termini del problema che ha dinanzi ; e penso che la sua decadenza , palese o mal celata , non dipenda soltanto dal malvolere , dalla sete di dominio di uomini , destri o sinistri ; ma dal connettersi ed intrecciarsi dei vari problemi , che solo pochi esperti sono in grado di cogliere , e che possono sfuggire anche a luminari della economia e della finanza , se non conoscano le mezze promesse , gli scambi di cenni tra uomini di Stato , più spesso tra ministri di Paesi diversi o tra ministri e grandi dominatori dell ' alta banca internazionale . Sarei sul punto di votare sì o no in un referendum , ma un amico mi ammonisce : - bada che dall ' esito di questo referendum dipende poi il contegno di quello Stato verso i nostri lavoratori , le commesse che ci darà o non ci darà - anche se l ' oggetto del referendum non abbia in sé alcuna piega politica . E poi ... sono abbastanza vecchio per ricordare che quando sul finire del 1918 tutti si entusiasmavano alla iniziativa di Wilson : - basta con la politica fatta dalle cancellerie , con i trattati segreti ; anche i rapporti internazionali debbono essere trattati pubblicamente , noti ai popoli che poi ne portano le conseguenze - il chiaroveggente Luigi Salvatorelli ammoniva : - le prudenti ritirate , anche le umiliazioni , sono sopportabili nei rapporti internazionali fino a che non sono note che nella strettissima cerchia dei ministri degli Esteri e degli ambasciatori ; quando tutto è pubblico , quando si fa appello all ' amor proprio nazionale , all ' onore della bandiera , ed i quotidiani cominciano ad inveire contro l ' avversario , a ricordarci tutti i torti che ci ha fatto nei secoli , si è sul terreno sdrucciolevole che può portare alla guerra . Oggi le guerre paiono meno facili a dichiararsi che non sessant ' anni or sono , per gli effetti paurosi che sortirebbero ; ma gl ' inasprimenti , lo sdrucciolare indietro di dieci anni su una strada di distensione , sono sempre possibili . E quel che segue in politica estera , vale anche all ' interno . Penso ai rapporti tra Chiesa e Stato : dal 1900 si erano andati lentamente assestando ; il Papa restava sempre in Vaticano , ma nessuno pensava più al potere temporale , non c ' era più rancore , ci si rendeva conto che non occorrevano mutamenti legislativi ; al più , il Trattato senza il Concordato , proposto da Benedetto XV al governo Orlando , e che Vittorio Emanuele III non volle , né Orlando ebbe l ' energia occorrente per insistere , né Nitti quella per riprendere le file . Era proprio uno dei casi in cui le ferite si risanano per opera del tempo , e meno della questione si parlava , meglio era ; deismo , sincretismo religioso , ateismo proseguivano per la loro strada , il cattolicesimo per la sua ; non si prevedeva la scomparsa né degli uni né dell ' altro ; si confidava in un tempo prossimo in cui ogni cittadino avrebbe sempre agito secondo la propria coscienza , confessionale , o di fedeltà ad un partito , ed auto - determinandosi di volta in volta . Per questo , sarebbe stato meglio forse lasciare operare al tempo : ma se in un referendum sul semplice trattato ( le proposte recate a Parigi ad Orlando ) avrei risposto sì , al Concordato del '29 avrei risposto in un referendum no . Ma ora invece risponderò no alla proposta di abrogazione unilaterale ; perché la politica non è fatta semplicemente di giudizi di « buono » e « cattivo » , ma è sempre condizionata alle circostanze del momento : e dopo tutte le concessioni che la S . Sede si è dimostrata disposta ad accettare , questa abrogazione per referendum popolare , unilaterale , è il segno non dico di una guerra , ma di un contrasto che è un lusso che l ' Italia d ' oggi potrebbe ben risparmiarsi . Soggiungo ancora : per questo , come per altri referendum , sarebbe un grosso male che ci fosse un netto distacco nelle votazioni fra alcune Regioni ed altre ; penso soprattutto alle Regioni di confine , a certe Regioni a cui corre facilmente il pensiero ; ciascuno può comprendere a chi alludo ; un massiccio distacco nel risultato delle votazioni sarebbe un segno poco confortante , in un momento in cui le Regioni , od almeno alcune , reclamano una sempre maggiore autonomia , e si risvegliano vecchissime nostalgie , pure in campo linguistico . Istituto di perfetta democrazia il referendum , ma , come ogni istituto , va usato con giudizio e al momento opportuno . E se tocca norme della Costituzione , che potrebbero venire modificate con leggi costituzionali , propone sempre più il problema : - ha ancora una ragione d ' essere un Parlamento , quando ciò che è vitale è oggetto di trattative con i sindacati o di referendum ? Quando ogni riforma della Costituzione , pure prevista da questa , risulta un fatto impossibile per la inconciliabilità di partiti e di correnti ? - .
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Nuova York - Mi trovavo a Chicago , in macchina , insieme con altre quattro persone , due donne e due uomini e correvamo lungo il lago per andare al Museo d ' arte moderna . Per caso la conversazione cadde sulla psicanalisi . Allora con mia meraviglia scoprii che tutti e quattro i miei compagni erano già stati psicanalizzati o si stavano facendo psicanalizzare . Una settimana dopo , a San Francisco , una signora che mi aveva proposto di mostrarmi la città , mi disse : " Però dovrebbe farmi il piacere di aspettare in macchina un ' ora ... soltanto un ' ora ... debbo fare una cosa che non posso rimandare . " Andammo dunque in macchina in uno dei quartieri signorili della città e dopo molti saliscendi per le incredibili strade di San Francisco , ripide come coste di montagne , l ' automobile si fermò davanti una casa di bell ' aspetto , in una strada tranquilla . La signora disse : " Aspettiamo un momento , sono le quattro meno cinque . " Aspettammo cinque minuti e poi dalla casa uscì una giovane e bella donna e si avviò senza fretta verso la propria macchina , ferma a poca distanza . La signora disse : " Ora è il mio turno . " Domandai : " Ma quale turno ? " E lei : " Il mio turno di andare dal dottore . " " Si sente poco bene ? " " No - rispose lei sorridendo - mi sento benissimo ... è il dottore psicanalitico ... sono in cura da quattro anni . " Così detto , discese ed entrò nella casa lasciandomi solo . Aspettai nell ' automobile un ' ora , leggendo ; poi , verso la fine dell ' ora , vidi un ' altra macchina fermarsi davanti la porta del dottore : altra giovane e bella donna . Di lì a qualche minuto la mia compagna uscì e quella che era arrivata allora discese lesta ed entrò a sua volta . Domandai alla signora : " Come è andata ? " E lei : " Oh , come il solito ... il dottore è di una crudeltà spietata e mi fa soffrire ogni volta indicibilmente ... per fortuna per oggi , è finita " . Due settimane dopo ero a Washington e in un ricevimento fui accostato da una studentessa che si interessava di letteratura italiana . Questa volta le domandai senz ' altro se fosse mai stata psicanalizzata e lei ammise senza difficoltà che lo era stata , per due anni . Finalmente , dieci giorni dopo , a Nuova York , in un pranzo di amici , scoprii che , su sei persone , tre tra cui la padrona di casa si stavano facendo psicanalizzare . Di lì a poco arrivò anche il dottore e confermò quasi scherzosamente la cosa . Dunque : Chicago , San Francisco , Washington e Nuova York . Qualche cosa che avviene contemporaneamente e nello stesso modo nelle quattro maggiori città di questo Paese vasto come un continente merita certamente che se ne parli per esteso . Se si apre qualsiasi trattato di psicanalisi , si trova che questa scienza , come è noto , cura soprattutto le malattie psichiche e in particolare le anomalie e perversioni sessuali . Così , di fronte al grandissimo numero di persone , almeno in certi ceti e gruppi , che agli Stati Uniti si fanno psicanalizzare , verrebbe fatto di pensare che in questo Paese perversioni e anomalie psichiche sono più frequenti che altrove . Ma non è così ; agli Stati Uniti non ci sono più perversioni e pervertiti che in altri Paesi . In realtà , come si scopre facilmente discorrendo con dottori e pazienti , le vere e proprie malattie psichiche rappresentano una percentuale minima delle affezioni e dei disturbi curati . Perché vanno dal dottore psicanalitico gli Americani ? Per qualsiasi difficoltà o incaglio psicologico anche leggero : perché sono timidi , perché non sanno farsi amare o non sanno amare , perché non sono in buoni rapporti col marito o con la moglie o con la famiglia o con il datore di lavoro , perché non sono dei buoni compagni ( " good mixer " ) , perché si sentono tristi o depressi o , insomma , in un qualsiasi stato d ' animo che non gli sembri normale . Il che è quanto dire che la psicanalisi agli Stati Uniti è ormai quasi più una specie di correttivo , di contrappeso , di parte integrante del sistema sociale , che una pura scienza intesa a curare determinate malattie . La psicanalisi agli Stati Uniti conta ormai migliaia di praticanti sparsi per tutto il Paese ; e basta entrare in una qualsiasi libreria per vedere interi banchi coperti di libri sui più svariati aspetti e argomenti di questa scienza . Ultimamente ci fu a Nuova York un congresso psicanalitico al quale parteciparono circa 1500 dottori , e uno degli argomenti dibattuto fu la inadeguatezza dei compensi . Gli psicanalisti lamentarono , insomma , che nonostante la voga crescente della psicanalisi , il dottore psicanalista è ancora oggi uno degli specialisti che guadagna di meno . E in certo modo è vero . Il prezzo di un ' ora di cura varia da venti dollari fino a cinquanta secondo la notorietà del medico , ossia da dodicimila lire fino a trentamila , che è un bel pagare . Ma i dottori fanno giustamente osservare che mentre un medico normale si fa pagare dicci o venti dollari o anche più per dieci , quindici minuti di agevole consultazione , il dottore psicanalitico dedica al paziente un ' ora del suo tempo e durante quest ' ora è sottoposto ad una tensione nervosa , ad uno sforzo intellettuale talvolta oltremodo stremanti . Quanto dire , insomma , che il dottore psicanalitico agli Stati Uniti ha preso un poco il posto del confessore nei Paesi cattolici d ' Europa . A lui si confidano uomini e donne sui più varii e sempre delicatissimi problemi della loro vita privata . Il dottore psicanalitico deve perciò essere non soltanto un bravo scienziato ma anche , fino ad un certo segno , un uomo di cultura e di elevati sentimenti morali , un conoscitore di questioni sociali e religiose , un consigliere , una guida . È difficile oggi dire fin dove si estendano la responsabilità e l ' influenza del dottore psicanalitico nella società americana ; i limiti di questa scienza sono assai incerti e più di un dottore può essere tentato di varcarli e sconfinare in campi che nulla hanno a che fare con la psicanalisi . Comunque una cosa è certa : il posto della psicanalisi agli Stati Uniti era già segnato da un pezzo , ancor prima che Freud formulasse le sue famose teorie . In altri termini , la psicanalisi , in America , è venuta incontro a un bisogno diffuso , ha riempito , come si dice , un vuoto . Tentando una cauta interpretazione della importanza sociale della psicanalisi agli Stati Uniti , si potrebbe dire che essa sia inseparabile dal puritanesimo il quale tutt ' oggi informa se non proprio il costume per lo meno la psicologia e la concezione dei valori in questo Paese . Il puritanesimo , per dirla con frase familiare , trova la morte sua nella psicanalisi ; e dal canto suo la psicanalisi calza come un guanto al puritanesimo . Se si esamina infatti una delle fondamentali affermazioni della psicanalisi e cioè che " ogni neurosi è la negativa di una perversione " si avrà , forse con un po ' di semplicismo , la chiave o almeno una delle chiavi più importanti per capire il successo della psicanalisi agli Stati Uniti . Infatti il rigorismo puritano , per sua natura storica e morale , porta spesso a considerare e dunque a reprimere come perversioni o inclinazioni psicologiche colpevoli istinti e modi di condotta che in altri Paesi sono ritenuti affatto irrilevanti o innocenti . Basterà ricordare , a questo proposito , le pene severissime ( dieci , venti anni di prigione secondo gli Stati ) , che teoricamente dovrebbero essere comminate per manifestazioni sessuali non del tutto normali ; e passando dalle leggi ( che sono tuttavia l ' espressione di uno stato d ' animo e di una tradizione morale ) alle coscienze , le infinite cose , anche non riguardanti il fatto sessuale , che un Americano si inibisce o dovrebbe inibirsi . Naturalmente la bestia nera del puritanesimo fu sempre ed è tuttora il sesso ; e non è esagerato dire che il puritanesimo fin dal suo nascere contrappose violentemente l ' uomo alla propria natura e mirò ad una società in cui tutto quanto era naturale fosse represso e , per quanto possibile , soppresso . Ma la psicanalisi ci dice che il sintomo neurotico interviene non già quando c ' è repressione ( ogni civiltà è basata sopra la repressione di una certa quantità di istinti naturali ) , ma quando questa repressione , per qualche motivo ( sovente per eccesso ) fallisce in parte o del tutto . Storicamente il puritanesimo riuscì a reprimere con successo le manifestazioni istintive per un lungo periodo di tempo ; e la civiltà americana deve gran parte del suo carattere e del suo dinamismo a questa repressione . Ma oggi , sotto l ' influenza delle mutate condizioni sociali e ambientali , della prosperità , della presenza di tante razze di religione diversa da quella protestante , della scienza nemica di ogni tabù religioso e morale , il puritanesimo agli Stati Uniti comincia , se non a ritirarsi , per lo meno a cambiare e , insomma , ad allentare la propria azione di repressione . Così gli infiniti leggeri sintomi neurotici di tanti Americani sembrano essere l ' indizio della diminuita e ormai imperfetta repressione puritana , della richiesta sempre più urgente di un adeguamento delle inibizioni sociali e private allo stato reale del costume , dell ' aspirazione , insomma , ad una vita istintiva più libera e più naturale . A questo punto interviene la psicanalisi la quale , come è stato detto , va incontro ad un bisogno diffuso e cioè : avviare il paziente ad un assestamento ( " adjustment " ) meno penoso e più proficuo nella società di cui fa parte , liberarlo dal senso di colpa , chiarirgli l ' innocenza e la normalità di tanti istinti da lui repressi . Tuttavia la psicanalisi soltanto in apparenza prende le parti del paziente contro i tabù sociali e morali : in questo Paese dove tutto è al servizio della società , anche la psicanalisi , a ben guardare , assolve soprattutto una funzione sociale . E qui si viene ad un altro carattere importante e sconcertante della società americana : il suo odio del dolore . E si capisce anche perché : in una società fondata sull ' efficienza , sulla produttività , sulla razionalità , il dolore è una superfluità , una scoria , un residuo , un inciampo se non addirittura un tradimento e una insidia . Il dolore insomma è una cosa che non serve e che va eliminata senza indugio . L ' idea che gli Americani si fanno della vita non ammette infatti la presenza del dolore : basta guardare , per esempio , alla pubblicità commerciale per convincersene : tutti sorridenti , tutti felici , tutti giovani , tutti sani , tutti privi di problemi sia che guidino una certa automobile o fumino una certa sigaretta o si dissetino con una certa bevanda . E a chi volesse opporre che la pubblicità è sempre ottimista risponderemmo che questo non è vero . In altri Paesi la pubblicità , che è in fondo una forma di illustrazione popolare , esprime altri ideali : di forza , di grazia , di serietà e via dicendo . Dunque , niente dolore . E allora la psicanalisi non più in difesa del paziente ma in difesa della società , procede a rimuovere il dolore , a rendere indolore la vita del paziente , a restituirlo efficiente e produttivo alla macchina sociale . In altri termini la psicanalisi , con minuto e delicatissimo lavorio , smonta la psicologia del paziente sotto i suoi stessi occhi , gli dimostra come funziona , la lubrifica , e la rimonta pezzo per pezzo . Il paziente , per qualche motivo era " bloccato " ossia in preda al dolore ; la psicanalisi lo " sblocca " e lo rende alla vita produttiva . Da tutto questo si deduce che se è possibile rintracciare un ' etica della psicanalisi , questa è un ' etica molto rassomigliante a quella della società americana : utilitaria , civile , sociale , di carattere se non pagano per lo meno acristiano . Infatti il dolore nel duplice aspetto di peccato e di pentimento , di caduta e di riscatto , di delitto e di castigo , è alla base della vita cristiana . Rimuovendo il dolore , la psicanalisi indirettamente contribuisce alla decristianizzazione di questo paese , del resto già avviata dal macchinismo , dalla prosperità , dal razionalismo settecentesco e , in genere , dalla scienza . Naturalmente tutto questo non va senza inconvenienti , i quali sono tutti più o meno facilmente intuibili . Per esempio , che ne sarebbe stato dei libri di uomini come Dostoieschi , Kafka , Flaubert , Proust , per non citare che i primi nomi che mi cadono sotto la penna , se quegli scrittori invece di lasciare fare alla natura e di vivere con pazienza e con intensità i loro problemi spirituali e psicologici , fossero andati dal dottore psicanalitico ? Ma uomini come Dostoieschi , come Kafka , come Flaubert , come Proust sono rari : la maggior parte dell ' umanità , come è noto , non scrive capolavori e dunque non sa che farsene del dolore . In questo senso , e anche nel senso di un ' assistenza psicologica ai tanti che agli Stati Uniti soffrono di inadeguatezze e difficoltà di origine morale e religiosa , la psicanalisi assolve senza alcun dubbio una funzione molto utile . Una ragazza che si faceva curare da tre anni mi disse : " Quando andai dal dottore la prima volta , io non sapevo parlare ... addirittura non riuscivo a parlare anche nella più innocente conversazione ... oggi parlo , per lo meno . " Come si vede in questo caso forse non insolito , siamo qui molto lontani dalle perversioni e anomalie che hanno reso celebre la scienza psicanalitica . Così che non è troppo arrischiato affermare che il dottore psicanalitico agisce ormai in un campo altrettanto vasto che quello del dottore tradizionale ; e come questo cura le affezioni leggere e gravi del corpo , così quello cura quelle della psiche .
Divorzio e costume ( Jemolo Arturo Carlo , 1970 )
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La cronaca ha narrato di due casi , che trovano poi riscontro in un film che si proietta in tutte le città : una persona scomparsa , ritenuta morta ; in uno dei due casi , quello di un disperso in guerra , la moglie non passa ad altre nozze , alleva i figli oggi adulti ; nell ' altro , invece , il superstite si riforma una famiglia . Dopo oltre vent ' anni si apprende , da una richiesta di documenti che lo scomparso rivolge al suo Comune di nascita , ch ' egli è vivo ; non ha mosso alcun passo per ritrovare la famiglia di un giorno , anzi sembra che voglia assumere un ' altra cittadinanza , e che proprio per questo abbia fatto quella richiesta . La moglie che non si è risposata dev ' essere un ' ottima donna , e non conta di dare alcuna molestia al marito scomparso . Ma allorché quella che si riteneva vedova ha contratto un nuovo matrimonio , che segue ? L ' art. 68 del Codice civile è chiaro : il nuovo matrimonio è nullo . Dopo la prima guerra mondiale un decreto 15 agosto 1919 aveva stabilito per gli scomparsi in guerra che , ove lo scomparso ritornasse , la nullità del nuovo matrimonio contratto dalla donna avrebbe potuto essere dichiarata solo ad istanza di uno dei tre interessati : il reduce , il nuovo marito , la donna : disposizione molto equa , forse ispirata al ricordo di Il fu Mattia Pascal di Pirandello , dove il protagonista , che aveva fatto credere nel proprio suicidio , non intende dare alcuna molestia alla famigliola felice che la moglie ha riformato . Non è che uno dei casi cui occorrerebbe provvedere col ritorno alla norma del '19 , in una riforma del diritto di famiglia . Riforma che avevo sperato andasse avanti rapidamente con il ritorno al ministero della Giustizia dell ' on. Reale : egli già aveva presentato , allorché era stato titolare di quel dicastero , un progetto che consentiva tra l ' altro al coniuge separato non per propria colpa il riconoscimento dei figli adulterini . Mi dicono che non si è dismessa l ' idea d ' una riforma del diritto di famiglia , tutt ' altro ; solo che l ' afflusso di buone volontà forma ingorgo ; quanto a dire che ci sono più progetti e che nell ' intento di fonderli ci si è arrestati . Ancora una volta vale che il meglio è nemico del bene . Vada o no in porto il disegno di legge sul divorzio , mi sembra necessaria questa riforma del diritto di famiglia : che , va da sé , non sarà una panacea , in quanto ci si muove su un terreno in cui il legislatore poco può , non essendogli dato né mutare il costume , fare sorgere il senso di riprovazione sociale dove sarebbe bene sorgesse , né vivificare le coscienze , dare il senso dei doveri che nascono con il matrimonio e con la paternità , senso che costituisce il cemento insostituibile delle sane famiglie . Ho accennato alla norma sul matrimonio dei presunti morti , cui parificherei gli assenti da lungo tempo . In materia matrimoniale occorrerebbe poi provvedere ai casi di nullità e ritornare al primitivo progetto della Commissione per la riforma dei Codici , di circa quarant ' anni or sono , nell ' allargare le ipotesi di nullità per errore ( che la giurisprudenza ha praticamente eliminato ) . Converrebbe altresì correggere l ' assurdo insegnamento della Cassazione per cui la nullità per impotenza si prescrive in dieci anni , con una prescrizione che può essere opposta dal Pubblico Ministero contro i due coniugi concordi nel volere la nullità , ed accettare l ' insegnamento tradizionale , che trattasi di nullità imprescrittibile ; ed , ancora , mutuare dal diritto canonico lo scioglimento del matrimonio non consumato . Sono , queste , riforme in cui credo che tutti consentirebbero . Non in altre , che mi parrebbero ben più essenziali . In un libro antidivorzista di un professore cattolico c ' è questa battuta : si parla del divorzio e tra gli interlocutori c ' è un ' alta personalità della finanza , che dice : « Dato il numero delle unioni irregolari , occorre ammettere il divorzio per sanare la situazione » ; al che un interlocutore obietta : « Pensa che se fosse in circolazione un ingente numero di banconote false , sarebbe perciò il caso di riconoscerle per buone ? » . E la personalità si dichiara battuta . Non so se , quando il numero di banconote fosse tale che il rifiutarle potesse produrre una serie di fallimenti ( penso alle sterline perfette che pare la Germania avesse allestito durante la seconda guerra ) , non si finirebbe anche di accettarle , considerando la loro emissione alla pari di un cataclisma ; ma sono certo che comunque si avviserebbe subito a stampare altre banconote , diverse , che fosse più arduo falsificare . Mentre né il legislatore civile , né quello canonico mi consta pensino di modificare la legislazione matrimoniale , là dove l ' esperienza ha mostrato che si hanno matrimoni dall ' esito disastroso : matrimoni di riparazione ( dopo ratti , violenti o consensuali ) volti a fare estinguere processi penali in corso . Se non si abbandona l ' idea arcaica che il matrimonio sana tutto , rende l ' onore , elimina il peccato ; se il legislatore non mostra di disconoscere questa idea , continueranno ad aversi molti matrimoni condannati in partenza . E farei appello anche al legislatore canonico . So di parroci che malvolentieri accedono a battezzare bambini di famiglie notoriamente atee , che faranno crescere i figli senza fede religiosa e chiedono il battesimo solo per contentare qualche vecchio parente , o , peggio , per un ' occasione di festa ; e quei parroci sono a posto sul terreno teologico ; anche per la milizia cristiana , meglio un estraneo che un disertore . Del pari , anche dal punto di vista religioso , minor male il concubinato tra due persone sciolte da vincoli , che una serie di legami adulterini . Fuori del terreno matrimoniale , occorre essere sinceri e accettare o respingere quel che tanto spesso si afferma , che i figli non debbono scontare i peccati dei genitori ( per quanto è dato agli uomini l ' evitarlo ) . Occorre cioè ammettere la riconoscibilità , da parte del padre e della madre , del figlio adulterino , ed anche la possibilità per questo di ottenere l ' accertamento giudiziale di tale paternità o maternità , con conseguente acquisto dei diritti propri ai figli naturali oggi riconoscibili . Riconoscimento : che è cosa diversa dall ' accoglimento nella casa coniugale del genitore sposato , che non può essere imposto , anche se sia augurabile che la generosità del coniuge offeso da quella nascita lo consenta . Auguriamoci che i vari legislatori di buona volontà riescano a mettersi d ' accordo ( o , meglio , a ritirare i loro molteplici progetti , per lasciarne in vita uno solo ) e che almeno queste riforme siano varate : sarebbe un punto a favore di una legislatura che fin qui non mostra di dover passare alla storia come una delle più felici .
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Nuova York - Qualcuno mi ha raccontato la storia seguente che , a quanto pare , è vera . Un uomo politico americano , ritiratosi ormai da anni dagli affari pubblici , si è dedicato all ' allevamento in grande o meglio alla produzione in serie di polli . L ' allevamento di polli , per chi non lo sapesse , è una faccenda molto difficile e delicata . L ' allevatore deve prima di tutto produrre polli tutti quanti di eguale peso e di eguale qualità , in modo da poter soddisfare le esigenze del mercato collettivo ; in secondo luogo deve provvedere a che il costo del mangime consumato da ciascun pollo non superi il prezzo di vendita del pollo medesimo , pena la bancarotta . Inoltre i polli vanno soggetti a morie ed epidemie improvvise quanto massicce . Ma di questo basta . Quello che mi colpì in questa storia fu piuttosto il fatto che l ' allevatore , dopo profonda riflessione senza dubbio confortata da calcoli statistici ed economici , aveva deciso di tentare l ' esperimento della creazione di polli sforniti di ali . Il suo ragionamento era ineccepibile : " Le ali non servono a nessuno : non ai polli perché non volano ; non al consumatore perché pesano e non hanno che poca carne ; non a me perché esse rendono i miei polli simili a quelli dei miei concorrenti mentre la loro mancanza li distinguerebbe e li renderebbe più vantaggiosi . Dunque aboliamo le ali . » Se si vuol sapere la fine della storia , possiamo aggiungere che , dopo ripetuti esperimenti e incroci , l ' allevatore è oggi non troppo lontano dalla meta che si è prefissa ossia la produzione di polli senza ali , Passiamo ad altro argomento . Uno scrittore , svegliandosi un bel mattino , ha un ' idea che gli sembra nuova e brillante . Il nostro scrittore si chiude in casa , sospende il telefono , rifiuta inviti e occasioni sociali , si nutre di " sandwiches " e aranciate , fuma una enorme quantità di sigarette , beve innumerevoli tazze di caffè e alla fine , dopo lungo e doloroso travaglio , se ne esce con un saggio di una quarantina di pagine , il quale se accettato da certa diffusissima rivista gli frutterà dai millecinquecento ai duemila dollari ossia da un milione ad un milione e trecentoventicinquemila lire . Lo scrittore va alla direzione della rivista , si presenta dal direttore , uomo notoriamente timido ( la timidezza , in affari , è come un alibi ; è come avere un socio invisibile al quale , in ogni frangente , si può ricorrere adducendone il cuor duro e l ' intransigente giudizio ) , e dopo una schermaglia di opposte timidezze , riesce a strappare la promessa che il saggio verrà preso in seria considerazione . Passano alcuni giorni e poi , miracolo , la direzione della rivista fa sapere allo scrittore che il saggio è stato accettato . Il nostro scrittore è giubilante , il suo avvenire , poco prima limitato dalle torri di cemento di Manhattan si apre , si sfonda , abbraccia lontani orizzonti californiani o italiani : finalmente un viaggio , una vacanza , una distrazione . Ma subito dopo , come nelle docce scozzesi , al getto confortante dell ' acqua calda , segue quello agghiacciante dell ' acqua fredda ; lo scrittore è convocato alla direzione , questa volta non dal direttore ma da un subalterno redattore che vuole sottoporre alla sua approvazione , prima di pubblicare il saggio , alcune leggere modifiche che , a quanto pare , si sono rese necessarie . Lo scrittore va dal redattore ed esamina le leggere modifiche . Altro che leggere modifiche . Pagine e pagine intere sono state tagliate , periodi espunti , sostantivi , aggettivi , modi sintattici sostituiti e resi irriconoscibili . Le ragioni di questa manomissione non sono chiare , il saggio non conteneva particolari scabrosi o comunque eterodossi rispetto ai vari conformismi dominanti , né era troppo lungo . In realtà , come lo scrittore sa fin troppo bene , la manomissione è semmai da imputare al fatto che la rivista è fatta tutta così : cioè di testi rivisti e modificati dalla redazione . È questo lavoro della redazione che dà , appunto , alla rivista il suo carattere scorrevole , lubrificato , unitario , facile e digeribile , tutto di un tono solo , tutto di un solo umore . Lo scrittore aveva scritto il saggio in maniera troppo personale , ossia originale . Altrove , forse in Europa , questa è una qualità ricercata e apprezzata ; agli Stati Uniti , no . Lo scrittore pesa il pro e il contro , mette su uno dei piatti della bilancia la propria originalità e sull ' altro la vacanza californiana o italiana e alla fine china la testa e accetta . Abbiamo dato due esempi assai diversi di un solo aspetto assai caratteristico della presente civiltà degli Stati Uniti : la passione manipolatrice la quale fa sì che in qualsiasi campo , da quello alimentare a quello giornalistico , da quello dello spettacolo a quello manifatturiero nulla di originario , di autentico , di naturale , di genuino , di schietto arrivi al consumatore americano . Intendiamoci , tutte le civiltà , sopratutto le fortemente urbane , trasformano et come si dice oggi , ridimensionano il prodotto naturale . È nota la frase di quel marchese settecentesco francese : " La campagna ? Un luogo pieno di correnti d ' aria dove gli uccelli sono , crudi . " Ma le modificazioni apportate al prodotto naturale anche dalle civiltà più artificiose , come quella francese , erano sempre di qualità . In altri termini , si mirava all ' eccellenza nell ' artificio , secondo un criterio aristocratico di raffinamento del gusto , di bellezza , di difficoltà , di rarità . Invece , agli Stati Uniti , non si può dire davvero che il prodotto manipolato sia sempre superiore a quello naturale . In molti casi è inferiore , come appunto è inferiore ogni prodotto fabbricato in serie per la consumazione in serie ad un prodotto fabbricato individualmente per la consumazione individuale . Evidentemente ci sono prodotti che vanno fabbricati in serie , ossia manipolati , per esempio il sapone . Il guaio si è che questo sistema della manipolazione in vista della consumazione in serie agli Stati Uniti si è ormai esteso a tutti i campi , ha sconfinato , insomma , da quello strettamente produttivo a quello creativo , da quello commerciale a quello intellettuale . Se si ricerca il motivo di questo furore manipolatore degli Americani , si trova naturalmente il profitto ; in qualsiasi produzione , come è chiaro , tanto maggiore sarà il profitto quanto maggiore sarà il numero dei compratori , e tanto maggiore sarà il numero dei compratori quanto più il prodotto sarà razionale ossia manipolato secondo i bisogni più diffusi . Ma qui si viene al punto importante ; per determinare il grado di razionalità di un prodotto e dunque il modo di manipolarlo acconciamente , occorre prima di tutto elaborare un ' ideale figura di consumatore , ossia nientemeno creare un modello umano a cui adeguare la manipolazione e , in ultima analisi , la civiltà intera . Il modello umano delle civiltà europee del passato era aristocratico : il gentiluomo inglese , il cortigiano italiano , il marchese francese . S ' intende che queste civiltà , appunto perché avevano un modello umano aristocratico , correvano per così dire sul binario di due culture parallele : quella della classe dirigente e quella popolare ; ancor oggi , in Europa , abbiamo queste due culture , talvolta avverse , talvolta amiche ma sempre divise . Agli Stati Uniti , invece , il modello umano fu fin da principio democratico in una sola cultura tecnocratica e urbana , perché l ' egualitarismo non può non regnare là dove la macchina produce i beni di consumo . Questo modello umano democratico , ma non necessariamente liberale , è l ' Average Man , ossia uomo medio , il Common Man , ossia uomo comune , The man in the street , ossia l ' uomo della strada . Ma questo ideale tipo d ' uomo di cui tutti parlano con reverenza e timore , al quale tutti si sottomettono e che come uno spettro aleggia nelle redazioni dei giornali e delle riviste , nei laboratori , nelle fabbriche , negli uffici , è forse il prodotto di una dura , sottile e complicata esperienza civile e morale , o di un ' ideologia superiore o di una tradizione storica ? Nient ' affatto , come certi robots , esso è il prodotto di calcoli quantitativi e statistici , di deduzioni scientifiche o che tali pretendono di essere . Sarebbe forse divertente delineare i caratteri dell ' Average Man , di colui per il quale in America si producono polli senza ali e articoli senza stile personale , di colui , insomma , che è all ' origine della frenesia manipolatrice di questo Paese . L ' Average Man o uomo medio è pudibondo e perciò non deve essere scandalizzato con rappresentazioni realistiche di quell ' amore che , come diceva Manzoni , è così importante e frequente nella vita quotidiana ; ma in compenso è brutale e anche un tantino sadico e può e deve digerire qualsiasi descrizione di crudeltà e di violenza . Non ama le idee generali e le teorie e va nutrito perciò di fatti , di numeri e di documenti vissuti . È sfornito di dentatura intellettuale e critica e di conseguenza , in qualsivoglia campo , da quello politico a quello religioso , da quello culturale a quello scientifico è alimentato di slogans , di divulgazioni , di sunti , di estratti e di altri simili prodotti premasticati . È infantile e dunque gli si largiscono in gran copia comic stripes o fumetti , novelle sentimentali , e convenzionali , narrazioni puerilmente avveniristiche . È curioso e persino indiscreto e così gli si ammanniscono i particolari intimi , ora scabrosi ora melensi , della vita privata di uomini politici importanti , attori e attrici del cinema , miliardari , grandi uomini di tutti i generi e celebrità del momento . È di orecchio piuttosto ottuso e viene servito alla radio e , alla televisione di jazz in scatola e di musichette agevoli . È di vista facilmente contentabile e non si esita a stancargliela con le immagini di una pubblicità euforica quanto irreale e sazievole . È privo o quasi di senso estetico e perciò in tutto quanto riguarda l ' abbigliamento , la casa , l ' ornamento e il gusto viene sommerso in un torrente di prodotti la cui praticità sembra essere stata raggiunta a diretto detrimento della bellezza . E così via , e così via . Ma poi esiste veramente questo Average Man , quest ' uomo medio di cui tanto si favoleggia e per cui tanti sacrifici vengono imposti a gruppi creativi degli Stati Uniti ? Pensiamo che esso non esista affatto nella realtà , esso è invece il prodotto di una scelta operata nell ' uomo completo , nell ' uomo senza altri attributi che in America è sano , vitale e ben fornito di qualità umane quanto e più che altrove . E questa scelta a sua volta è il risultato di una operazione riduttiva che su scala gigantesca e collettiva equivale in fondo alla vecchia adulazione dei potenti da parte dei loro servitori nelle più antiche civiltà d ' Europa e d ' Asia . Così il cerchio si chiude , come sempre , in maniera che non si sa bene chi fosse al principio , se l ' Average Man che determina con i suoi supposti caratteri la manipolazione adulatrice , o questa che a sua volta crea a sua immagine e somiglianza l ' Average Man . Perché a forza di definire questo mitico uomo medio e di adularlo e di additargli soltanto alcuni aspetti umani , si è finito per crearlo davvero , ossia per convincere l ' uomo a diventare uomo medio . Una prova di più , se era necessario , della grande plasticità , docilità e influenzabilità delle masse . Naturalmente le conseguenze di tutto ciò sono profonde e piene di lontani significati . È stato detto : " Il potere corrompe e il potere assoluto corrompe assolutamente " ; ora questa manipolazione così vasta , così uniforme e così coerente di una civiltà intera equivale ad un potere quasi assoluto messo nelle mani di coloro che presiedono alla manipolazione stessa . In altri termini esistono oggi agli Stati Uniti i mezzi per guidare e sospingere le masse in qualsivoglia direzione e in qualsivoglia campo . Per fortuna , tuttavia , come sempre avviene in Paesi diStati Uniti 1955 democrazia organica quali sono gli Stati Uniti , questo potere è bilanciato dalla grande fluidità , vitalità e capacità consumatrice della società americana , per cui non sembra che classi , gruppi , situazioni , privilegi e poteri debbano mai cristallizzarsi e ossificarsi staticamente come avviene in altri Paesi , e continuamente nuove forze , nuovi interessi , nuove correnti scacciano le vecchie , ne prendono il posto e correggono gli antichi errori e conformismi , sia pure talvolta con nuovi errori e nuovi conformismi . Il problema dunque è , semmai , che l ' Average Man , esista o no nella realtà , sia guidato e sospinto da élites e concezioni fondamentalmente sane e umane . Indubbiamente l ' adulazione di cui abbiamo parlato c ' è ; però , a ben guardare , è un ' adulazione basata sopra un ' idea dell ' uomo certo riduttiva ma in complesso bonaria e ragionevole . L ' Average Man americano non ha nulla di decadente , di corrotto , di disumano , di spietato e di irreale come certi Uomini Medii di nostra conoscenza che in un recente passato si sono affacciati alla storia , coi risultati che tutti sanno , in Europa e altrove . Insomma l ' esperimento americano di creare una cultura di massa è in corso , con una ricchezza e ampiezza di mezzi mai viste , e naturalmente ha portato come primo risultato all ' abbassamento della cultura al livello della massa . Si può dunque criticare alcuni aspetti di quest ' esperimento , per esempio quello della manipolazione eccessiva ; ma sarebbe prematuro oltre che presuntuoso pronunziare un giudizio definitivo .
Lo spreco nella scuola e nella società ( Jemolo Arturo Carlo , 1972 )
StampaQuotidiana ,
A settembre dovrebbe essere affrontata , in fase conclusiva , la legge sull ' Università . So come ai politici sia indifferente tutto ciò che non proviene da partiti o da sindacati , che non si traduce in voti od in pericoli di scioperi . Eppure occorre talora fare il punto , mostrare quanto di contrario agl ' interessi dei meno agiati si compia nel nome della democrazia , quanto interessi di gruppi prevalgano sull ' interesse generale . Inutile ripetere cose che i politici avrebbero anche ragione di non ascoltare , se davvero valesse la regola che non si può mai accettare l ' impopolarità di certe riforme . Ripetere così che è folle apparecchiare nuove Università per creare sempre un maggior numero di laureati , senza curarsi di vedere se questi troveranno poi un ' occupazione ( in certi casi è anzi certo che non la troveranno , e si moltiplicherà il numero dei frustrati , dei laureati in legge od in economia o in scienze politiche che ad uno sportello di banca attendono ai depositi e riscossioni sui libretti di risparmio , o in un ufficio riempiono moduli ) . Inutile ripetere che l ' Università è un grande nome , ma appartenente al passato , ed oggi la realtà sono le Facoltà , alcune già ammasso di discipline eterogenee , come quelle di scienze ; e non si può legiferare se non per Facoltà . Inutile ripetere che è pura demagogia parlare delle esigenze delle Università considerando il numero degli iscritti , e volendo ignorare che da sempre in certe Facoltà solo una piccole percentuale degl ' iscritti frequenta , ed in alcune , dalla loro istituzione , solo una parte , non la maggioranza degli iscritti al primo anno , giunge al termine del corso . Inutile soggiungere che è falso che non si frequenta perché non ci sono posti o strutture adeguate , quando è noto che non si frequenta o perché si risiede altrove o si è occupati , o , più spesso , si ritiene , e per molte materie giustamente , che a vent ' anni si possa studiare sui libri e non occorra ascoltare lezioni ; e che sarebbe utile istituire consultori per coloro che non frequentano . Ed inutile altresì ripetere che sono diverse e non sovrapponibili le strade che portano a formare il buon professionista e quelle che portano a creare l ' uomo di studio , quello delle teorie , che pure necessita ; e che sulle prime molto potrebbero operare professionisti provetti , primari spedalieri , consigli dell ' Ordine degli avvocati , e via dicendo , scaricando le Università . Ma c ' è invece qualcosa che va detto , e non importa se abbiano a giovarsene i movimenti extraparlamentari ( non credo : essi pure hanno da guadagnare a che nulla muti ) . Va detto che in un Paese povero come il nostro , dove ciò che può spendersi per l ' istruzione è pur sempre limitato , le necessità primarie sono quelle delle scuole materne , primarie e medie , e tutte le altre debbono essere mantenute nei limiti dell ' indispensabile , non concedendosi alcuno scialo . Quando sento del ragazzino di 13 anni che non frequenta la scuola media perché la famiglia ha bisogno delle ventincinquemila lire mensili che guadagna addetto a una pompa di benzina ed alla ripulitura del cristallo delle macchine in sosta ; quando nell ' ascensore di un ' alta sede giudiziaria mi ritrovo col ragazzino , quasi un bimbetto , addetto al bar , che instancabilmente porta cappuccini e birre : allora ho uno dei miei rari moti d ' ira pensando al presalario degli universitari , reclamato ora da tutti . Ma della cattedra universitaria si tende a fare quel ch ' era il beneficio semplice ( che non comportava alcun obbligo , tolto portare la mantelletta nera di abate ; Monaldo Leopardi l ' offrì a Giacomo per dargli modo di vivere , ma dignitosamente Giacomo rifiutò ) , o l ' abbazia in commenda che alimentava le rendite di opulenti cardinali . Sento cose incredibili : una Università minore che propone per una sola Facoltà di scienze morali novantacinque materie d ' insegnamento , e pian piano , ma forse non tanto piano , ogni insegnante diverrà professore di ruolo , con assistenti , tali per il beneplacito d ' un cattedratico , ed inamovibili ; anzi mi dicono che ora si vogliono sistemare anche i « precari » , chi per incarico d ' un professore tenne qualche esercitazione . E quando poi mi guardo intorno , nel settore che conosco bene , scorgo : un piccolissimo numero ( credo bastino le dita di una mano per contarli ) di ottimi giovani che si stabiliscono nella città dove hanno cattedra , tengono corsi anche serali , suscitano interessi , sono un elemento vivificatore ; un numero sempre esiguo , ma un po ' meno , d ' insegnanti che trascorrono tre giorni della settimana nella loro sede , ed in quei giorni sono attivi , legano con i giovani ( va da sé che quelli interessati sono poi pochi , sicché spesso dopo la lezione insegnante ed allievi possono continuare la conversazione intorno ad un tavolo di birreria ) ; ma , almeno nei settori che ben conosco , vedo aspirare alla cattedra una serie di giovani che mai e poi mai si sposteranno dalla grande città in cui hanno il loro centro d ' affari , mai e poi mai si rassegneranno a vivere dello stipendio , per quanto questo possa essere aumentato . Nelle stesse Facoltà scientifiche , d ' altronde , ben so quanto sia raro il professore che porti la sua famiglia nella sede , s ' inserisca nel tessuto della città come elemento vivificatore . Ed occorre aggiungere , a fare il punto , che giustamente ogni ministro direbbe che non può fare nulla , perché libertà d ' insegnamento da noi significa anche libertà di non insegnare , e sarebbe un ' insurrezione generale il giorno di esami in cui si presentasse un ispettore ministeriale a vedere com ' è composta la commissione , quanto dura ogni esame . Scelta delle materie , libertà di programmi : e sia , anche se costituisca la pietra al collo per il ragazzo che non ha dietro a sé alcuna tradizione di cultura , e si fa indicare le materie dal compagno o dal bidello . Ma se c ' è qualcuno che vuole studiare ciò che è fuori delle grandi vie , l ' eros delle pulci o l ' astronomia dei cartaginesi , non pretenda si creino cattedre per lui . I poveri debbono spendere bene il poco di cui dispongono ; lo spreco non è loro consentito . Si considerino i bisogni reali delle Università , ma non si accordi il superfluo ; non si crei ( anche se possa essere una via per fare ciò che al fascismo non riuscì , l ' impronta politica posta sull ' Università , come si tende a metterla sulla magistratura } un esercito d ' insegnanti che non insegnano o perché non sanno , o perché non vogliono , o perché manca loro la studentesca cui insegnare .
StampaQuotidiana ,
L ' accusa di « professionisti » o - peggio - di « mestieranti » della politica ricorre spesso sulla bocca degli italiani nei confronti dei parlamentari e dei dirigenti di partito . E vi ricorre con una sfumatura di dispetto e di disprezzo . Per un motivo molto semplice : che del professionalismo la gente si sofferma a considerare solo gli aspetti negativi , che certamente ci sono : l ' attaccamento al posto , il carrierismo , l ' opportunismo eccetera . Ma ce ne sono anche di positivi , che non vanno o che non dovrebbero venire trascurati : la dedizione assoluta , la formazione di competenze specifiche , e via dicendo . Vediamo un po ' anzitutto di precisare fino a che punto il professionismo sia invalso , cioè quanti siano i parlamentari che vivono soltanto di politica . Gli studiosi fiorentini che hanno compilato il volume « Il Parlamento italiano » ci forniscono delle cifre - credo - abbastanza precise . Io non voglio affollarne la testa del povero lettore , e salto quindi a quella conclusiva : oggi come oggi , circa la metà dei nostri parlamentari non hanno altra attività che quella politica , la quale così viene a rappresentare per essi , oltre che una vocazione , una « sistemazione » . La prima conseguenza , certamente deteriore , di questo fatto è l ' accanimento della lotta per la conquista o il mantenimento del seggio . Per molti , il problema è drammatico : non impegna soltanto le ambizioni , ma addirittura il pane . Sempre dalla stessa documentazione risulta che appena un 15 per cento dei nostri deputati e senatori ha di che vivere anche senza la politica . La voce pubblica riassume questa situazione dicendo sommariamente che « sono tutti alla greppia » . Esistono tuttavia , fra partito e partito , delle differenze sostanziali . I comunisti sono quelli che meno risentono il dramma del seggio , per due motivi . Prima di tutto perché la ferrea disciplina di partito cui sono sottoposti fa di loro non dei « rappresentanti » , ma dei « comandanti alla rappresentanza » , e quindi li scoraggia in partenza da ogni pretesa di restarlo . Eppoi perché essi sono quasi tutti funzionari di partito , nel cui « apparato » ritrovano un posto , quando lo perdono in Parlamento . Anche i democristiani se la cavano abbastanza bene perché , appartenendo a un partito che ha in mano tutte le leve di potere , dispongono di una vasta collezione di enti pubblici , di banche , di compagnie di assicurazione eccetera , in cui sistemarsi se vengono esclusi dalle liste o trombati alle elezioni . Il guaio più grosso è per i socialisti che , essendo rimasti fin qui fuori dal governo e quindi non avendo le mani in nulla , e non disponendo di un « apparato » paragonabile a quello comunista in cui potersi riaccusare , non hanno alternative : o il Parlamento o la disoccupazione . Irriducibile sensazione Una seconda conseguenza , anch ' essa deteriore , è l ' estendersi e l ' aggrovigliarsi di quella equivoca zona di « sottogoverno » in cui tutti i partiti cercano dei compensi , cioè delle « sistemazioni di ricambio » . Come ho detto , i democristiani sono per questo in una posizione di privilegio . Ma non possono aspirare al monopolio . E questo fa sì ch ' essi trovino sempre degli alleati , quando si tratta di moltiplicare i « carrozzoni » . Intendiamoci bene : con ciò non voglio dire che i « carrozzoni » si moltiplicano solo per questa ragione . Ce ne sono anche altre di natura ideologica , che l ' apertura a sinistra ha ora accentuato . Ma è certo che il professionalismo politico crea nel Parlamento una predisposizione d ' animo favorevole a tutto ciò che può offrire una soluzione di ripiego a una carriera politica abortita o spezzata . C ' è infine una terza conseguenza , che intacca proprio la sostanza delle istituzioni e ne altera la natura . La dipendenza degli eletti dal rispettivo partito toglie loro sempre di più il carattere di « rappresentanti » e accentua quello di « funzionari » . In questo consiste la « partitocrazia » contro cui si levano tante proteste . In Italia l ' elettore si riconosce sempre meno nel suo eletto , dal quale anzi si sente perpetuamente « tradito » . Se gli si chiede in cosa ravvisa questo tradimento , con esattezza non sa rispondere . Però , per quanto generica , questa sensazione in lui è irriducibile . E non si può negare che abbia qualche fondamento nella realtà dei fatti . Lo stesso governo per esempio , quando vuoi venire a capo di uno sciopero , non si rivolge ai rappresentanti parlamentari degli scioperanti perché sa benissimo che essi non li rappresentano affatto . Si appella alla mediazione degli organizzatori sindacali , cioè tratta direttamente con la categoria . L ' uomo della strada non afferra molto bene i perché di questa situazione , ma l ' avverte , e corre alla conclusione più facile e sommaria : la colpa - dice - è dei partiti che non fanno , come dovrebbero , da cinghia di collegamento , ma da diaframma fra eletti ed elettori . Essi hanno creato - dice sempre l ' uomo della strada - una specie di « sovramondo » che ha confiscato ogni potere di decisione e che non si sente nemmeno in obbligo di rispondere del proprio operato agli elettori , o lo fa con un linguaggio da iniziati , che praticamente li esclude perfino dalla comprensione dei problemi . C ' è del vero . Ma , prima di addossarne la colpa ai partiti vediamo un po ' come tutto questo è successo . Anzitutto , il suffragio universale ha reso molto più arduo il compito della « rappresentanza » . Il suffragio ristretto era , si capisce , ingiusto , perché concedeva solo a una minima parte della popolazione il diritto di essere rappresentata , e creava così un privilegio . Però quella parte era chiaramente identificata nei suoi interessi e nelle sue aspirazioni . Ci voleva poco a rappresentare con fedeltà duemila elettori che volevano , poniamo , una scuola o una ferrovia . Bastava battersi per quella scuola e per quella ferrovia . Oggi un povero parlamentare deve rappresentare , se è deputato , dai 30 mila ai 50 mila elettori ; e se è senatore , il doppio . Trovare fra loro , sparpagliati come sono in località , categorie e ceti diversi , un minimo comun denominatore , è molto più difficile . Il solo rimedio I partiti hanno cercato di neutralizzare questo effetto controproducente del suffragio universale , ricreandone uno ristretto nel loro ambito . Il « diaframma » è qui . La composizione della « lista » dei candidati da presentare agli elettori è infatti una pre - elezione bell ' e buona , operata autoritariamente dalla piccola minoranza dei « militanti » , e per essi nella realtà delle cose , dalle direzioni dei vari partiti . Quella che viene dagli elettori , poi , non è che una conferma della scelta già fatta o , al massimo , una scelta nella scelta con l ' arma - piuttosto spuntata e inefficace - delle preferenze . Ecco perché si sentono « traditi » . Ma non c ' era altro rimedio , e quindi non si può considerarlo una « colpa » . La colpa , caso mai , va ricercata nel modo in cui è stato applicato . I partiti non si sono resi conto di una cosa , su cui gli studiosi di tutto il mondo ormai hanno fornito unanime testimonianza : e cioè che l ' elettore medio , a qualunque ceto appartenga , ha scarsi interessi politici , e raramente si lascia guidare nella scelta da operazioni intellettuali . Non solo le grandi ideologie come il liberalismo o il socialismo sono per lui nebulose astrazioni . Ma anche certi problemi concreti , come la difesa delle Costituzione , l ' economia di mercato , la pianificazione , l ' indipendenza della magistratura eccetera , lo toccano poco . E più sensibile caso mai , a degli « slogans » massicci tipo « via i capitalisti » , « la terra ai contadini » , « meno tasse » , « abbasso i forchettoni » eccetera , sebbene sia dimostrato che anche questa propaganda ormai intacca poco le scelte già fatte . Ma già fatte su che ? Ecco il punto su cui è nata la confusione . Gli americani e gl ' inglesi questa confusione l ' hanno evitata col sistema bipartitico che offre due sole alternative estremamente chiare : conservazione o progresso , oppure progresso a ritmo più lento o progresso a ritmo più affrettato . Il lettore non concluda subito che così bisognava fare anche in Italia . Non si poteva . Perché per farlo occorre una società stabilizzata e priva di forze centrifughe . Da questo lato , il nostro panorama politico è semplicemente pauroso . Se tiriamo le somme all ' ingrosso deducendole dall ' atteggiamento dei vari partiti , ci accorgiamo che mezza Italia rinnega il sistema politico che si è dato , e che resiste solo perché questo rifiuto viene da due parti opposte - l ' estrema destra e l ' estrema sinistra - che alla meglio si neutralizzano . In queste condizioni , che bipartitismo si poteva fare ? Esso presuppone una società che accetta interamente il sistema e solo si diversifica sui tempi della conservazione e del progresso . Grosso guazzabuglio Quello a cui però si poteva e si doveva mirare anche in un sistema pluripartitico come il nostro era la « identificabilità » delle rispettive posizioni politiche . Nei Paesi scandinavi i partiti sono quattro . E , sebbene tutti accettino il sistema e quindi non si differenzino tra loro che per lievi diversità , si caratterizzano con lineamenti precisi all ' occhio dell ' elettore . In Italia , su otto partiti , ci sono quattro « destre » ( quella missina , quella monarchica , quella liberale e quella democristiana ) , cinque « sinistre » ( comunista , socialista , socialdemocratica , repubblicana e democristiana ) e due « centri » ( quello democristiano e quello liberale ) . Non basta il cervello di un elettore per raccapezzarsi in un simile guazzabuglio . Ci vuole quello di uno psichiatra perché siamo nella follia pura . E di qui che nasce il puntiglioso dogmatismo ideologico dei nostri partiti , che in esso cercano un rimedio alla loro mancanza di una vera e chiara fisionomia . Come fanno quattro « destre » , cinque « sinistre » e due « centri » a distinguersi fra loro , se non sottolineando fino alla caricatura gli elementi che li dividono ? Di qui , la corsa agli estremi , la tendenza al radicalismo e la perpetua vocazione alle scissioni . Di qui la lotta di fazione portata al parossismo , tutta dibattuta su schemi astratti , su sottigliezze di dottrina , che richiedono perfino un linguaggio esoterico , fuori gittata dell ' intelligenza comune . E di qui la sensazione , sempre più diffusa tra il pubblico , d ' essere « tradito » dai propri rappresentanti . Regola invertita Anche noi giornalisti ne siamo trascinati . I resocontisti e commentatori di politica interna , sulla nostra stampa , formano ormai una famiglia speciale , che ha finito per adottare lo stesso linguaggio dei partiti , cioè ha perso ogni contatto col pubblico . Il collega Forcella riconobbe tempo fa che di lettori di articoli politici in Italia ce ne saranno 2500 , sì e no . Magari saranno anche 25 mila . Restano comunque una sparuta minoranza di iniziati a , qualcosa che sempre più somiglia a un « mistero » . E anche questo naturalmente contribuisce a diminuire il carattere « rappresentativo » e ad accentuare quello partitocratrico e funzionaresco del Parlamento . L ' indagine statistica degli studiosi fiorentini ce ne fornisce la riprova , in cifre . Alla Costituente del 1946 solo , l ' un per cento dei partecipanti venivano dagli « apparati » dei partiti . Oggi sono 1'87 . La carriera politica diventa sempre più esclusiva e chiusa ad apporti esterni . Il motivo ce lo forniscono altre cifre raccolte dagli studiosi fiorentini , particolarmente illuminanti . Dalle loro indagini risulta che quasi il 50 per cento dei nostri parlamentari sono figli di padri che hanno , come titolo d ' istruzione , la licenza elementare o quella di scuola media inferiore . Nulla di scandaloso , in sé e per sé . Anzi . Ma questo ci dice cosa è diventata oggi la carriera politica : non più il premio e il coronamento del successo conquistato in altri campi , come avveniva una volta col suffragio ristretto e il collegio uninominale , quando il seggio andava al « notabile » locale ; ma la scorciatoia per raggiungere d ' un balzo , nello spazio di una sola generazione , la élite dirigente . Prima ci si doveva inserire , economicamente e professionalmente , in un certo ceto almeno medio - superiore , per diventare deputato . Oggi si diventa deputato appunto per inserirsi in questo ceto . La Camera non è più la meta , ma lo strumento di una « promozione » sociale . Non dico , badate bene , che sia un male . Dico soltanto che la regola è stata invertita e che questo sovvertimento contribuisce la sua parte al professionalismo e ai suoi caratteri , quasi corporativi , di geloso monopolio . Ma la verità è che l ' attività politica , in Italia , si svolge dentro un quadro che non è più il suo , perché era stato predisposto per un tipo di Stato che non ha più nulla a che fare con quello in cui viviamo .
Prestazione straordinaria ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
Trovata : un impiegato restio si trova a venir desiderato , corteggiato , ricattato e semiviolentato dalla donna che sul lavoro è il suo capo , in una situazione imbarazzante che capovolge la norma per cui sono le donne a venir molestate dai capi in ufficio . Trovata originale ? Per niente . Il film precisa « da un ' idea di Gianfilippo Ascione » , ma quell ' idea l ' avevano già avuta in parecchi : stava al centro di almeno tre processi negli Stati Uniti , sta al centro del romanzo di Michael Crichton Rivelazioni pubblicato da Garzanti e del film americano con Michael Douglas che ne è stato tratto . Sergio Rubini , regista e protagonista che in un momento del film legge allusivamente Rivelazioni , lo sa benissimo : e affronta la storia non come un ' idea nuova , ma come la variazione su uno spunto di commedia . L ' esito è poco felice : il film slunga e trascina l ' aneddoto senza sapere come alimentarlo , salvo che mediante una di quelle gite turistiche all ' estero ( qui in Grecia , con danze tipiche , bevute eccessive , indigeni primitivi simpatici , mare bellissimo ) con cui molti film italiani tentano di dare respiro alla vicenda e di colmare i vuoti di sceneggiatura ; l ' avventura sessuale raccontata senza stile e senza brio è priva di eros e di sensualità ; lo svolgersi dei fatti non diventa mai analisi di costume , dei rapporti tra i sessi o del mondo editoriale ; a Sergio Rubini manca il fisico del ruolo , tanto da rendere incomprensibile che una bella dirigente si accanisca per portarselo a letto , anche se mossa da piccosa prepotenza più che da desiderio . Infatti l ' impiegato molestato , lettore in una grande casa editrice , ha carattere , vuole bene alla sua donna , non intende venir consumato in una notte e poi messo da parte ; resiste alle insistenze di Margherita Buy , dura manager tagliatrice di teste incaricata di ridurre il personale e le spese , donna vorace ma fredda - « Per me fare l ' amore non è una mania , è solo un hobby ... La seconda volta mi annoio » . Vendicativamente , l ' impiegato molestato che si nega viene degradato sul lavoro . Lascia il posto , perde la sua donna che lo spingeva a cedere per veder pubblicato un proprio libro , ma alla fine vince : naturalmente la manager s ' innamora , lui pure , insieme creano una nuova coppia e una nuova casa editrice . Margherita Buy , pochissimo spogliata e benissimo vestita da Valentino , inadatta al personaggio , è come imbarazzata , dislocata , convenzionale ; Simona Izzo recita bene la sua piccola parte di scrittrice velleitaria che mangia e ingrassa per frustrazione ; sono piacevoli le apparizioni di Gianrico Tedeschi e Gianni Bonagura .
DONNE EFFICIENTI, SPOSE INFELICI ( Moravia Alberto , 1955 )
StampaQuotidiana ,
Nuova York - In America dove tutti i problemi vengono semplificati e ridotti a slogans divulgativi e gettoni di scambio corrente , gira una frase o meglio una piccola metafora sul rapporto tra uomo e donna : the battle of sexes , ossia la battaglia dei sessi . Si leggono comunemente , a proposito di questa battaglia , frasi di sapore strategico come questa : " The battle of sexes is raging all over the country " , ossia " La battaglia dei sessi infuria su tutto il Paese " . Lo straniero che non sia addentro alle cose americane potrà prendere la metafora alla leggera , come una definizione esagerata ed enfatica di una condizione umana ovvia quanto universale . Ma non è così : la battaglia dei sessi , agli Stati Uniti , è veramente una battaglia , accanita , sanguinosa , combattuta da ambo le parti senza esclusione di colpi . E conoscerne le origini e i modi può aiutare a capire il vero carattere di questo Paese . Aggiungiamo , però , che per spiegare la metafora basterà parlare della donna americana . È da lei , difatti , che sono partite le ostilità , è lei che ha scatenato la guerra . L ' uomo ha quasi sempre subito la sua iniziativa . Prendiamo per esempio una ragazza tipica americana e chiamiamola Margery . Essa è figlia di una famiglia middle class , termine che impropriamente in Europa si traduce borghesia , ma che in realtà designa una classe molto più vasta , la classe burocratica tecnocratica , comprendente non soltanto i borghesi veri e propri , ma anche buona parte degli operai qualificati e non pochi farmers ossia contadini . Nata , dunque , in una famiglia middle class , Margery eredita immediatamente fin dalla culla la condizione di privilegio che per lei e prima di lei hanno strappato agli Stati Uniti generazioni e generazioni di donne americane . Quest ' eredità è pesante e altamente determinante . La donna in America ha fatto sue tutte le rivendicazioni e ambizioni femministe dell ' Occidente e le ha ormai tradotte perfettamente nella realtà . Quali erano queste rivendicazioni e ambizioni ? A dirla in breve , che la donna godesse , in tutti i campi , degli stessi diritti dell ' uomo , che potesse esercitare le stesse professioni , insomma che oltre che donna fosse anche uomo . Questi scopi sono stati raggiunti in pieno dalla donna agli Stati Uniti , così che oggi si può affermare senza esagerazione che in America la donna è ormai anche uomo , almeno per quanto riguarda i diritti civili e le capacità professionali . Ma essendo essa per sua natura anche donna e soprattutto donna , è accaduto che abbia accumulato , oltre ai diritti dell ' uomo , anche quelli , di cui già godeva , della donna . Di modo che si è venuta ben presto a trovare in una condizione dominante , un po ' come chi , al gioco del poker , disponga di molto denaro e perciò possa imporre il proprio gioco agli avversari più poveri . Il risultato è che oggi l ' America è il solo Paese al mondo che sia retto a matriarcato o meglio a ginecocrazia . Le donne sono dappertutto , attive , potenti , protette dalle leggi e dal costume ; fra l ' altro ( fatto importante in un Paese come questo , dove tutto si misura sul metro della capacità finanziaria ) controllano , secondo le statistiche ufficiali , circa due terzi della ricchezza nazionale . Ma torniamo alla nostra Margery . Margery , appena nata , si trova dunque in una condizione di privilegio la quale tuttavia è in diretto contrasto con la natura che , almeno per quanto riguarda la vita sentimentale , vuole la donna sottomessa all ' uomo . Da questa contraddizione di fondo nasce , diciamolo subito , il dramma di Margery nonché di innumerevoli donne americane . Margery , insomma , fin dagli anni della scuola e dell ' Università sarà un uomo in competizione assai aspra ( competitive , aggettivo assai in voga in America per designare l ' atteggiamento delle donne verso gli uomini ) con i ragazzi della sua età ; e al tempo stesso sentirà oscuramente che tale competizione , almeno in certe occasioni , non è precisamente quello che ci vuole . Aggressiva , dura , razionale e ambiziosa nel campo degli studi e in quello delle acquisizioni sociali , ella intimidirà e spaventerà gli uomini i quali , dal canto loro , per l ' educazione puritana , già considerano il sesso opposto come qualche cosa di proibito e di temibile . Così fin da principio si formerà , sotto la maschera del cameratismo più disinvolto , un rapporto di animosità ( animosity ) , di mutua rivalità , di mancanza di vera comunicazione . Margery porrà il fatto sociale e professionale avanti a quello amoroso ; e il suo compagno , messo in sospetto da un atteggiamento così poco femminile , sarà costretto a fare lo stesso , relegando l ' amore a quei rari momenti di dimenticanza e di abbandono che qui , assai spesso , si ottengono artificialmente da ambo le parti e per tacito consenso , con un consumo immoderato di bevande alcooliche . Comunque , Margery , con tutta la sua bravura al college e i suoi privilegi ereditati , sente che tuttavia è donna e che , dopo i diciotto anni , occorre che pensi seriamente a sposarsi . Il matrimonio verso quella età diventa per lei quasi una ossessione ; ella sa , infatti , che , passati i ventitré anni , sarà assai difficile che trovi marito , perché altra ondata di ragazze più giovani la travolgerà e la respingerà nella temuta e odiata categoria delle zitelle . Non vogliamo dire che Margery si metta proprio a caccia di marito , di proposito e freddamente ; in queste cose del resto la natura è molto più potente del calcolo razionale e pensa lei a fornire alla donna le armi inconsapevoli della civetteria e dell ' attrazione sessuale . Margery dunque si sposa più per necessità che per amore , sebbene si illuda di sposarsi più per amore che per necessità ; il marito è un giovane della sua età e condizione , spesso uno dello stesso college , anch ' egli figlio di famiglia middle class , quanto dire che , come tutti i giovani americani , pur avendo la possibilità di trovare quasi immediatamente un lavoro , non dispone di denaro . I due sposi partono così nella vita con poca autonomia economica , con pochissima conoscenza della vita stessa e con questa realtà assai dura della guerra dei sessi ossia della contraddizione tra la potenza sociale della donna e la sua debolezza naturale . Dopo il matrimonio si offrono a Margery due strade egualmente difficili . O fare la moglie in maniera tradizionale , cioè occupandosi esclusivamente di faccende domestiche , oppure continuare la sua carriera di donna - uomo , già avviata dagli studi e dalle incursioni nella vita sociale , e al tempo stesso ( poiché , dopo tutto , è donna ) fare anche la moglie tradizionale . Esaminiamo ambedue i casi : essi ci dimostreranno che per Margery tutte e due le strade saranno impervie per non dire impossibili . Nel primo caso , pur dedicandosi , come si è detto , esclusivamente alle faccende domestiche , ella risentirà la sua funzione di moglie tradizionale come una frustrazione ( frustration ) , una mutilazione , un ' umiliazione . Abitando nel suburbio , in un quartiere inameno di casette allineate e tutte eguali o di semigrattacieli brutali in cui , di giorno , non rimangono che donne e bambini , le sembrerà di essere quasi un paria relegato in una specie di ghetto femminile . Il marito se ne andrà al lavoro di buon mattino e lei passerà gran parte della giornata nel quartiere , sia a casa accudendo alle faccende domestiche , sia fuori di casa per fare le spese o accompagnare i bambini nello stento e malinconico parco locale . Tutto ciò le donne di altri Paesi lo fanno naturalmente se non allegramente ; ma Margery si roderà in cuor suo per la nostalgia dei giorni del college , del tempo in cui considerava probabile una propria carriera di tipo maschile . Ella avrebbe potuto diventare decoratrice , giornalista , fotografa , dottoressa , impiegata , segretaria e non so quante altre cose ed eccola , invece , ridotta a fare la moglie . Ma non si pensi ad una specie di piccola Madame Bovary , perduta in sogni impossibili quanto convenzionali . Margery avrebbe potuto diventare tutte quelle cose perché possiede e sa di possedere le qualità di praticità utilitaria , di riflessione razionale , di efficienza lavorativa , che ci vogliono per simili professioni . Il risultato di tutto ciò sarà che , pur disponendo di tutte le macchine che in America ormai sostituiscono la razza estinta delle domestiche ( macchine per lavare i piatti , per asciugarli , per far fare il bucato , per stirare , ghiacciaia , prodotti di macchina come scatolame e altri simili ) ella sbrigherà male e di malavoglia le faccende ; sarà , insomma , una di quelle donne di cui si dice che sono disordinate , trascurate , confuse e che non hanno attitudini casalinghe . In realtà queste attitudini Margery le possiede quanto qualsiasi altra donna al mondo ; ma avvezza per educazione e per tradizione a considerarle resti di un ' età barbara e remota , di quando cioè la donna non era né sapeva rendersi indipendente , in cuor suo le disprezza , ossia le rende inefficienti . Il peggio si è che con gli anni ella svilupperà nel suo animo se non addirittura del risentimento contro il marito per lo meno la convinzione radicata che egli le ha impedito di avere una sua vita sociale e professionale ; che le ha , insomma , negato la possibilità di esprimersi ed essere se stessa . Vera o errata , questa convinzione è molto spesso alla origine dei dissapori coniugali e dei divorzi agli Stati Uniti . Prendiamo ora il secondo caso . Margery decide di essere al tempo stesso moglie e professionista . Per esempio farà la giornalista . Il marito non obbietterà contro questa sua decisione , per la semplice ragione che agli Stati Uniti nessun marito obbietta contro le decisioni della moglie . Dunque , Margery , invece di alzarsi alle otto o alle nove , si alzerà alle sei e mezzo in modo da poter sbrigare o per lo meno avviare le varie faccende domestiche prima di recarsi al lavoro . Poiché adesso sono in due a guadagnare in casa e mettono insieme intorno ai mille dollari al mese ( da cui però bisogna detrarre un buon trenta per cento di tasse ) , ella potrà avere una donna che viene a ore ; e per i bambini , soprattutto nei pomeriggi e le sere , potrà permettersi il lusso di pagare una baby sitter , personaggio recente della fauna sociale degli Stati Uniti , una ragazza cioè o professionale o semplicemente studentessa e abitante nello stesso caseggiato , che per una somma variante da mezzo dollaro a un dollaro , all ' ora , invigilerà sui bambini mentre Margery lavorerà . Sbrigate , così , con la solita fretta e malagrazia alcune incombenze casalinghe ( toast troppo abbrustoliti , uova malcotte , caffè troppo lungo , aranciata troppo corta ) , Margery salirà in macchina con il marito e correrà alla volta della città . Non c ' è che una sola macchina ( millecinquecento , duemila dollari , pagati a rate in parti eguali dal marito e da lei ) , ma sarà Margery che se ne servirà durante la giornata ; il marito si arrangerà con la ferrovia sotterranea , con gli autobus , con i tassì . Margery lascerà il marito al suo ufficio e andrà alla redazione del giornale o rivista dove lavora . Qui ritroverà l ' atmosfera amata del college : cameratismo , lavoro in gruppo , linguaggio schietto e brutale , sigarette , discussioni , maschilità , dedizione professionale . Ma Margery avrà sonno tutto il tempo , nonostante i numerosi caffè , perché la sua doppia vita di moglie e di giornalista non le consente che poche ore di riposo . Alla fine della giornata lavorativa , verso le cinque , stanca morta , Margery andrà a prendere il marito all ' ufficio e con lui tornerà al suburbio . Qui , invece di un meritato sonnellino , l ' aspettano nuove fatiche domestiche , ormai , per lei , doppiamente ripugnanti e per la stanchezza e per quel disprezzo che si è detto . Consumata in fretta la cena preparata in furia , messi a letto i bambini , i due coniugi torneranno in città per uno dei soliti parties o ricevimenti che sono così frequenti e così rituali agli Stati Uniti . Tra venti , trenta persone assembrate in piedi in un piccolo salotto , Margery , un bicchiere in mano , tenderà un ' ultima volta i suoi nervi dolenti per sostenere una conversazione brillante , ostinata , piena di volontà , di stizza , di civetteria e di ambizione intellettuale . Al primo bicchiere , per sostenersi , ella ne farà seguire un secondo , poi un terzo , e poi non si sa quanti . Verso l ' una , brilli tutti e due , i coniugi rincaseranno . Si vorrà forse sapere , a questo punto , in che modo e quando Margery e suo marito trovano il tempo di sviluppare i rapporti affettivi , psicologici . Non si vuole qui cadere in facili generalizzazioni ( sebbene , parlando degli Stati Uniti , esse siano oltre che facili anche quasi sempre esatte ) , ma non si va lontano dal vero affermando che questi rapporti sono il contrario giusto , come è stato già accennato , di quelli che intercorrono tra coniugi in Europa . Nella famiglia , chi comanda è Margery ; e il marito , per tradizione ormai stabilita , ha accettato fin da principio di buon grado di sottomettersi al dominio della moglie . Ma in maniera contraddittoria , questa sottomissione desiderata , voluta , imposta , irrita e scuora Margery . Alle amiche , a qualche compagno di lavoro più intimo , al dottore psicanalitico ( ché una vita come la sua presto o tardi la farà ricorrere alla psicanalisi ) , ella confiderà che il marito per lei è come un figlio ; e che , invece che moglie , le tocca essere madre . In realtà il marito nei momenti di depressione , di tristezza , di abbattimento ricorrerà a lei per trovare conforto come , in ogni sodalizio , il più debole ricorre al più forte . Ma lei non potrà fare altrettanto ; anche se volesse farlo , ella ha distrutto da tempo le premesse psicologiche e sentimentali che ci vogliono per un tale ricorso . Donde un rinnovato sentimento di sfiducia e di rancore verso gli uomini . Margery , evidentemente non conosce né se stessa né il proverbio : chi è causa del suo mal pianga se stesso . Come abbiamo già avvertito , si tratta di una generalizzazione ; e non c ' è dubbio che anche agli Stati Uniti ci siano moltissime donne che conducono una vita diversa o sono più felici e più equilibrate di Margery . Tuttavia Margery si può chiamare figura tipica ; il suo ritratto è il risultato di osservazioni , giudizi e informazioni raccolte da una parte all ' altra dell ' America , da Nuova York a San Francisco . Il dramma di Margery come si vede è duplice come è duplice la sua natura di donna - uomo . Da un lato ella vorrebbe e sente che dovrebbe essere una buona moglie , una buona madre , e fino ad un certo segno , una buona massaia ; dall ' altra ella non può rinunziare ai privilegi di cui godono le donne agli Stati Uniti , né essere diversa da quello che è , cioè una donna con attitudini , mentalità e capacità professionali maschili . In questa contraddizione essa si macera e si consuma ; e aspetta che il tempo porti una soluzione . Indubbiamente se si potesse mangiare con le pillole , se gli automi sbrigassero le faccende casalinghe , se la comunità si incaricasse dei bambini , Margery potrebbe essere compiutamente e felicemente quello che oggi riesce ad essere soltanto in parte e con duro sforzo : un uomo in gonnella . Rimarrebbe , è vero , il problema di tutta la parte , diciamo così , sentimentale della sua vita che nessuna macchina o ritrovato scientifico può risolvere . Ma quella parte lì è forse la sola di cui si possa dire che , pur cambiando e trasformandosi , è bene che non trovi soluzione . Insolubile ed insoluta , essa costituirà sempre per le Margery di oggi e di domani la riserva istintiva e romantica da cui esse trarranno la giustificazione più profonda della loro vita .
Viaggio in Inghilterra ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
Film inglese tradizionale , strappalacrime intellettuale , operazione derivata multimediale : all ' origine c ' è un telefilm diretto nel 1985 per la BBC da William Nicholson , c ' è un testo teatrale dello stesso Nicholson andato in scena nel 1989 a Londra e poi a Broadway , rappresentato anche in Italia da Giancarlo Sbragia col titolo La mela magica . Nicholson , che è pure sceneggiatore del film , dice d ' essersi preso molte libertà raccontando il rapporto tra il famoso letterato inglese C.S. Lewis e la scrittrice americana Joy Gresham : « La loro storia d ' amore era molto privata e nessuno sa come e perché si siano innamorati . Ho usato frammenti della loro vita , ne ho eliminati alcuni e creati altri ... » . Peccato , magari i personaggi reali bastavano a se stessi . Clive Staples Lewis detto Jack ( 1898-1963 ) , nato a Belfast , professore di letteratura inglese a Oxford e poi a Cambridge , poeta , critico , conferenziere e apologeta cristiano , grande studioso del Medioevo e del Rinascimento inglese e della tradizione allegorica dell ' amor cortese , amico di J.K.K. Tolkien , narratore per bambini , scrittore di fantascienza , non è notissimo in Italia dove alcuni suoi libri ( Il leone , la strega e l ' armadio , Lontano dal pianeta silenzioso e altri ) sono stati pubblicati da Mondadori . Il film coglie Lewis a Oxford nel 1952 , cinquantaquattrenne appagato dagli studi , dalla celebrità e dal sentimento religioso , convivente con il fratello , uso all ' ambiente universitario esclusivamente maschile . L ' incontro con Joy Gresham , americana schietta , scrittrice e sua ardente fan , « ebreo - cristiana » appassionatamente di sinistra , madre d ' un bambino di otto anni separata dal marito alcolizzato , immise nella vita egocentrica e quieta di Lewis l ' amore e il dolore , diventò un vero matrimonio prima della morte di lei per un tumore alle ossa . Anthony Hopkins recita il personaggio magnificamente , Debra Winger è più schematica . Per il resto il film patetico e anche tedioso pare una realizzazione di routine di quella convenzione inglese che è ormai quasi un genere : vicende atroci e comportamenti impeccabili , prati verdi , le belle architetture di Oxford e i suoi interni di legno lustro , la campagna coi suoi paesaggi meravigliosi e tristi , le cerimonie scolastiche e religiose , i sardonici professori togati e gli studenti irrigiditi , sentimenti repressi e tazze di tè , bicchieri di cristallo ed esistenze disamorate , quante volte si son visti ?
StampaQuotidiana ,
Chicago - Il signor X , continuando il suo viaggio negli Stati Uniti , una bella mattina si precipita all ' aeroporto di La Guardia per prendere l ' aeroplano per Itaca . In questa città che porta il nome dell ' isola di Ulisse , lo aspetta un suo amico , un americano che si occupa di compravendita di case e a tempo perso anche di letteratura e di pittura , aspirazioni defunte della lontana gioventù . In Italia prendere un aeroplano è ancora qualche cosa di insolito ; ma agli Stati Uniti , a quanto pare , volare , come diceva D ' Annunzio , necesse est . Avete mai visto la stazione di Roma o di Milano in un giorno di punta ? Così , nei lunghi e stretti fabbricati dell ' aeroporto di La Guardia , un giorno qualsiasi della settimana . Una folla di gente trafelata che va e che viene ; facchini negri che ti buttano le valigie sul nastro semovente che le avvia dritte dritte all ' aereo e , intascata la mercede , ti piantano in asso ; bambini che si rincorrono giocando agli indiani ; moltissime persone che aspettano sui divani , tra le valigie ; macchine automatiche di tutti i generi che forniscono ogni sorta di conforti , ivi compreso , per la piccola somma di un quarto di dollaro , un ' assicurazione contro la morte in aereo di venticinquemila dollari . Intanto gli altoparlanti ( ma dove si nascondono le persone che vi parlano ? Ed esistono realmente ? ) non fanno che vociare cose incomprensibili , almeno per il signor X il quale di solito non capisce neppure gli altoparlanti in Italia , figuriamoci in America . Gli altoparlanti avvertono , gli pare , che il volo numero 371 è stato spostato dal cancello numero sette al cancello numero quattro . Il signor X indovina che si tratta del proprio cancello perché altre persone di cui aveva capito che si recavano anche esse ad Itaca , a quel vocio prendono i loro pacchi e le loro valigie e si mettono a correre come forsennate . Il signor X le segue , mentre l ' altoparlante , volubilmente , adesso , raccomanda alla " señorita Gomez " di raggiungere senza indugio il " señor Gomez " nella sala di attesa . Noncurante della sorte della " señorita Gomez " , il signor X percorre un lungo budello vetrato e scaturisce all ' aria aperta , subito investito dal vento impetuoso di molte eliche in movimento . Il signor X fa a tempo a notare sul vastissimo campo molti aerei che si allontanano ancheggiando come anatre , altri che si sollevano pesantemente a volo , altri ancora che planano accingendosi ad atterrare , quindi si arrampica sulla scaletta e si ingolfa dentro l ' aereo . Subito l ' apparecchio mette in moto le eliche e parte caracollando . La hostess , una bellissima ragazza in verità , si china verso il signor X domandandogli se vuole un caffè . Miracoli della pubblicità : per un momento il signor X ha l ' impressione di essere un personaggio da cartellone pubblicitario di qualche società di navigazione aerea , lui seduto , la bella ragazza che gli sorride con una fila di perfettissimi e bianchissimi denti ( c ' è una scuola per hostesses , a Denver a quanto pare , dove insegnano a sorridere in quel modo per dodici ore su ventiquattro ) , l ' aeroplano che adesso si libra in volo immobile sulle bianche torri di Nuova York , illuminate dalla rossa luce del sole declinante . Ma la hostess si allontana e l ' immagine si dissolve . L ' aeroplano è veramente simile ad un autobus , in un volo di poco più di un ' ora fa ben quattro atterraggi . La gente sale , scende , per lo più uomini che vanno ai loro affari , con la rivista o il giornale sotto il braccio , la sigaretta in bocca , a testa nuda , senza soprabito . L ' aeroplano atterra e riparte in pochi minuti , guai a non stare attenti ; se ne accorge a sue spese il signor X che , disceso per bere un ' aranciata nel bar dell ' aeroporto , ad un tratto attraverso i vetri vede ritirare su la scaletta e fa appena a tempo a correre sul campo e ad afferrare a volo l ' ultimo gradino già librato nel vuoto . Nonostante la fretta di quest ' ultima partenza , il signor X ha tuttavia il tempo di osservare la strana bellezza , da fantascienza , del quadro : il sereno cielo diafano del crepuscolo , punteggiato di stelle ; gli alberi intorno , neri ; il campo , di un verde prezioso , gelido ; e qua e là occhieggianti e funebri tanti lumettini di un blu da veglia di ospedale , mentre un altro aeroplano tutto illuminato di gialla luce , si solleva e fila sopra gli alberi . " Ah , l ' America , l ' America " , pensa il signor X . A Itaca , ultimo atterraggio , il signor X ha fatto appena a tempo a scacciare dalle orecchie il rombo assordante dei motori dell ' aereo che già subentra quello più basso e discontinuo dell ' automobile che sulla superhighway ( noi diremmo superautostrada : due strade parallele che non s ' incontrano mai e non si separano mai e sulle quali le automobili vanno a senso unico ) lo porta a gran velocità in direzione di Buffalo . L ' amico del signor X , che conduce la macchina , un grosso sigaro stretto tra i denti , è un uomo semplice e al tempo stesso sardonico , mescolanza non insolita in America dove l ' ingenuità e schiettezza originaria dei pionieri , a forza di delusioni e di potenza , ha finito per doppiarsi di una specie di brutale e allusiva ironia . Il signor X domanda all ' amico dove vadano e l ' amico risponde : " Stanotte dormiamo in un motel ; e domani mattina vediamo le cascate del Niagara . Mai visto le cascate del Niagara ? " Il signor X confessa di averne sentito molto parlare ma di non averle mai viste . " La seconda più grande delusione delle coppie in viaggio di nozze " ( the second greatest deception o f young married couples ) , spiega l ' amico senza batter ciglio . E poiché il signor X non sembra capire aggiunge : " La prima delusione è la prima notte di nozze . " Così , in conversari , si giunge al motel , non tanto lontano da Buffalo . I motel , per chi non lo sapesse , sono alberghi per automobilisti ( motor hotel ) cresciuti come funghi , è il caso di dirlo , sotto la pioggia delle automobili , lungo le strade , in questi ultimi anni . Fabbricati a un piano solo , con tante camere allineate in semicerchio intorno a uno spiazzo dove si parcheggiano le macchine , i motel , con i loro tetti di tegole , i loro veroni , le loro porte vivaci , la loro architettura civettuola rustica o coloniale , ricordano parecchio certe fattorie siciliane o spagnuole di simile conformazione e costituiscono un esempio di più della praticità americana : niente portieri , camerieri , cassieri , direttori , niente hall , ascensori , corridoi , bar , salotti , sale da pranzo . Si arriva , si suona il clacson ; il padrone esce , si fa pagare in anticipo e dà la chiave della stanza , come in uno stabilimento balneare ; quindi si va a dormire e la mattina si riparte , insalutati ospiti . Il signor X e il suo compagno pernottano dunque al motel ; e siccome non c ' è che una sola stanza libera , debbono adattarsi a dormire insieme in una bella camera a due letti . Il compagno , come si è detto , è uomo semplice ; eccolo , nudo e muscoloso , passeggiare per la camera , sotto gli occhi del signor X , chiacchierando del più e del meno . Notato l ' imbarazzo del signor X , lo rassicura : " Non formalizziamoci ... sono stato quattro anni nell ' esercito , so come si vive tra uomini . " Qualche minuto più tardi si corica e subito comincia , con la solita semplicità , a russare . Dopo aver provato varii sistemi per farlo tacere , tra i quali quello di adescare un gatto immaginario , il signor X , alla fine riesce a prender sonno anche lui . All ' alba la coppia riprende il viaggio . È primavera e gli alberi sono tutti ingioiellati di , gemme verdi ; ma è una primavera industriale e anemica che fiorisce tra i miasmi velenosi del carbone e dei prodotti chimici ; all ' orizzonte , infatti , è tutto un finimondo fumante e minaccioso di ciminiere , di fabbriche , di serbatoi e di gazometri . Siamo nella zona più fittamente industrializzata degli Stati Uniti , dove si trovano città celebri per la loro varia produzione come Cleveland , Rochester , Buffalo , Detroit , Chicago . Adesso la campagna cede al bosco e questo si fa sempre più rado e più pettinato , con sentieri di cemento , cartelli indicatori , chioschi per bevande ; finché un romorio di acque ruggenti fa drizzare le orecchie al signor X . " Le cascate del Niagara " , annunzia il compagno levandosi di bocca il sigaro ( un sigaro che sembra un bastone ) . Dopo un momento , infatti , eccoli affacciati ad una ringhieretta ammirando la spessa massa d ' acqua verde e livida che precipita dentro una nuvola tonante di spuma . In fondo alle alte ripe , il Niagara , fiume corto ma possente , esce dalla nuvola della spuma e scorre , denso e verde , tra rocce lustranti . Ma , ahimè , il compagno ha avuto ragione dicendo che le cascate del Niagara sono una delusione . Con la solita mania di modificare la natura e rendere accessibili perfino le cose ovvie ( che cosa di più ovvio di una cascata colossale ? ) gli americani hanno trasformato questo luogo un tempo selvaggio , in una specie di presepe turistico - industriale . Dovunque belvederi , case e casette , alberghi e locande , e anche piccole dighe e complessi idroelettrici . Lontani ricordi di letture infantili dei romanzi di Fenimore Cooper accentuano la delusione . Non mancano , pensa il signor X , che gli indiani imbottiti di stoppa , come se ne vedono nei musei di storia naturale , in agguato dietro gli alberi , il fucile in pugno , il compagno del signor X stancamente getta il sigaro nel fiume e conclude : " Le chiamano una delle meraviglie del mondo ... sì , il mondo si meraviglia che siano chiamate una meraviglia . " Si riprende la corsa , si varca il ponte che scavalca il Niagara , si fa una breve sosta prima al Consolato americano , sotto la bandiera stellata , poi al posto di blocco canadese sotto 1'Union Jack , quindi si fila in territorio canadese , attraverso l ' immensa lingua di terra pianeggiante che si sporge tra i laghi Ontario , Erie e Huron . " Il Canadà " , pensa il signor X vedendo i chilometri sfilare a decine senza che il paesaggio piatto e anonimo si modifichi anche leggermente , " è ben monotono . " E poi attraversando varie cittadine addormentate e bruttine in cui l ' americanismo sembra annacquato dalla rispettabilità britannica : " In fondo è un ' America più semplice , più povera . " Anche il compagno trova da ridire sui canadesi : " Sono tutti monarchici arrabbiati ... ci rimproverano ancor oggi a noialtri americani di essere repubblicani ... magari vorrebbero unirsi a noi , ma non per fare tutta una sola repubblica bensì per fare un solo regno ... il più piccolo che mangia il più grosso . " Canadà , Canadà , Canadà : più avanti si va e più è la stessa cosa . A tal segno che , come l ' automobile sbuca sul ponte di ferro che collega Windsor canadese con Detroit americana , il signor X prova quasi del sollievo . Ecco di nuovo l ' atmosfera eccitante , brutale , bizzarra e patetica degli Stati Uniti , finalmente . Le strade intorno a Detroit sono ingombrate di colossali autocarri a due piani che trasportano nelle loro gabbie di acciaio automobili nuove di zecca . Il compagno del signor X osserva : " Adesso , per far comprare le automobili , hanno escogitato le macchine chiare , a due tinte : verde e verdolino , rosso e rosa , blu e celeste . Ma quando questa moda sarà finita che faranno ? " Il signor X domanda che avvenga delle macchine vecchie . " Sono rivendute in provincia e poi sempre più a buon mercato e più in basso , finché finiscono nel cimitero delle macchine , ai margini delle città . Allora i ragazzi ( the kids ) frugano nei cimiteri , si costruiscono una macchina coi pezzi sparsi di molte , ci vanno e si rompono il collo . " Il signor X domanda se è vero che le grandi corporazioni automobilistiche hanno il programma : due macchine in ogni famiglia . L ' altro risponde : " Sicuro , due e anche più , una magari per il bambino di quattro anni e una per il nonno di novanta . Come si chiamava quel re francese che disse : un pollo in pentola in ogni famiglia ? I capi delle nostre corporazioni dicono invece : una macchina per ogni persona . Ma credetemi : il solo risultato sarà che gli americani si indebiteranno fino al collo per pagare le rate . " Ormai essi sono nel centro del Middlewest che a sua volta è il centro dell ' America . L ' automobile corre attraverso una campagna ondulata , bagnata da fiumicelli densi e pigri , punteggiata di case e di fattorie , per una strada fiancheggiata di grandi e antichi alberi fronzuti . Le cittadine , i borghi , i villaggi , le località si seguono , identici : vecchie case con verone a colonne e prato , case nuove di stile razionale , pubblicità immancabile dei prodotti standard , negozi in cui si vendono questi stessi prodotti , la chiesa gotica , il municipio neoclassico , la scuola , la banca , il cimitero . La sola cosa che distingua queste cittadine e borghi gli uni dagli altri sono talvolta i nomi scritti sulle insegne dei negozi , i quali indicano la diversa e compatta estrazione ( extraction ) o origine degli abitanti . In certi villaggi tutti i nomi sono polacchi , in altri tutti svedesi , in altri tutti tedeschi . A Jonesville , i due viaggiatori si fermano ed entrano in un drug - store per consumare , arrampicati sui soliti alti sgabelli , una frugale colazione . Allora tra il signor X e la cameriera , si svolge il seguente dialogo : " Jonesville . E chi era Jones ? " " Jones ? Ho cinquant ' anni , sono nata qui , ci sono sempre vissuta , ma non ho mai saputo chi fosse Jones . " " Ci pensi un po ' ; sarà pure stato qualcuno . Washington per esempio prende il nome dal grande uomo omonimo . Forse anche Jones era un grand 'uomo." " Jones ? Non ci avevo mai pensato ma ne dubito . Sarà stato piuttosto qualcuno di molto comune . Jones ? Come dire Smith . " " Insomma chi era questo Jones ? " " Adesso lo domando al cuoco . Forse lui lo sa ( forte , affacciandosi alla cucina ) : Chi era Jones ? " Risposta del cuoco , inviperito dal sospetto di essere preso in giro : " Jones ? Un figlio di ... " Grande risata della cameriera che è una donna allegra e sa stare allo scherzo : " Vedete , nessuno sa chi fosse questo Jones . Ciò non ci impedisce di vivere a Jonesville e di starci bene . " Il giorno dopo , il signor X che si era addormentato , si sveglia di soprassalto e scorge intorno a sé un paesaggio infernale : muraglie lisce , turrite , senza una sola finestra , cucine per titani di alluminio e ferro , con tubi che salgono al cielo contorcendosi come serpenti , serbatoi che sembrano pentole smisurate , file e file di fabbriche a grandi vetrate e ciminiere , ciminiere e ciminiere . E poi strade tetre tra queste mostruosità , sparse di detriti e di mattoni come le strade vuote dopo una rivolta operaia , e casucce sinistre e cadenti , e tra tutto questo squallore i soliti cartelloni pubblicitari pieni di sorridente e melensa euforia commerciale . " Chicago " , annunzia laconicamente il compagno . Il signor X osserva che tutto questo gli sembra brutto . E l ' altro : " A Chicago non hanno il tempo di pensare alla bellezza . Ma vi sembra poco poter dire della propria città che è la città più brutta del mondo ? Chicago è la più brutta città del mondo . " È il crepuscolo , ormai , rannuvolato e scuro , e l ' automobile corre a perdifiato per una larga strada lungo un mare tempestoso , livido , che poi è il lago . Dall ' altra parte , in fondo a una profonda trincea , si vedono ogni tanto correre i tetti dei vagoni della ferrovia metropolitana ; più in là si allineano , imbronciati e brutali , grattacieli e casamenti gremiti di finestre già illuminate e sormontati da pubblicità al neon verdi e violette . Il signor X , dopo circa mezz ' ora di questa corsa , domanda sconfortato dove si vada . " Siamo a Chicago est " , risponde il compagno , " questo è il lago Michigan ... andiamo a Chicago ovest ... eh , Chicago è lunga . " " Quanto lunga ? " " Eh , dalle venti alle quaranta miglia " , risponde il compagno .