StampaQuotidiana ,
Pare
che
il
prossimo
anno
saremo
alle
prese
con
una
serie
di
referendum
.
Vorrei
considerare
l
'
istituto
,
non
da
giurista
o
teorico
,
ma
nella
realtà
della
vita
.
Appare
come
il
vero
strumento
del
governo
democratico
;
è
quello
che
ci
permette
di
conoscere
l
'
opinione
dei
più
,
senza
intermediari
.
Comprendo
l
'
uso
che
se
ne
fa
nel
Paese
che
molti
considerano
il
meglio
governato
,
la
Svizzera
.
Se
fossi
legislatore
,
gli
avrei
dato
ampio
posto
e
dettagliato
regolamento
nello
statuto
dei
lavoratori
;
laddove
ho
visto
invece
sentenze
di
pretori
considerare
comportamento
antisindacale
da
reprimere
il
referendum
che
il
datore
di
lavoro
indice
tra
i
dipendenti
su
orario
,
modalità
di
lavoro
,
mensa
.
Gli
avrei
dato
posto
nella
legge
,
assicurando
il
segreto
assoluto
della
provenienza
del
voto
,
punendo
la
corruzione
,
cioè
i
voti
comprati
,
ma
lasciando
piena
libertà
di
propaganda
a
partiti
e
sindacati
,
come
a
datori
di
lavoro
,
perché
la
risposta
fosse
in
un
senso
o
nell
'
altro
.
So
che
non
ci
sono
istituti
perfetti
,
che
anche
nel
referendum
possono
agire
le
passioni
del
momento
,
le
reazioni
ad
un
episodio
,
la
simpatia
e
la
ripugnanza
per
un
dato
soggetto
,
il
coniuge
che
non
sa
contrastare
all
'
altro
coniuge
,
il
debole
che
non
riesce
a
scorgere
il
veleno
di
un
argomento
:
tutte
imperfezioni
umane
non
eliminabili
.
Ma
quando
i
sindacati
si
oppongono
al
referendum
,
in
materia
di
lavoro
,
invocando
che
solo
l
'
unità
fa
la
forza
,
vengono
,
vogliano
o
non
vogliano
,
a
dare
una
patente
di
debolezza
mentale
ai
singoli
,
perpetui
minorenni
,
che
hanno
bisogno
di
un
intermediario
.
E
questa
tendenza
trionfante
è
in
nuce
la
struttura
dei
regimi
comunisti
:
il
popolo
guidato
da
un
gruppo
di
potere
,
che
si
rinnova
per
cooptazione
,
palese
o
mal
celata
,
e
che
tenta
imporre
l
'
immobilità
,
impedire
ogni
evoluzione
.
E
tuttavia
...
non
occorre
mai
concludere
troppo
affrettatamente
.
Né
i
rivoluzionari
francesi
del
1789-93
,
né
i
dottrinari
liberali
del
1830
,
né
gli
uomini
del
Risorgimento
,
conobbero
altro
referendum
che
non
fossero
i
plebisciti
;
e
non
c
'
è
storico
che
non
ponga
riserve
sulla
genuina
espressione
della
volontà
popolare
che
essi
rappresentarono
.
Si
può
osservare
che
nel
1789-93
,
come
nel
1830
e
nel
1848
,
non
si
concepiva
il
voto
alle
donne
né
a
chi
non
avesse
un
minimo
di
cultura
e
spesso
neppure
a
chi
non
possedesse
un
minimo
di
reddito
,
di
capitale
o
lavoro
;
e
già
questo
avrebbe
invalidato
parecchio
il
valore
del
referendum
,
votando
solo
una
minoranza
della
popolazione
:
ciò
che
oggi
non
accadrebbe
.
Ma
piuttosto
,
a
farmi
riflettere
sul
referendum
,
sta
ch
'
esso
corre
bene
-
salvo
qualche
rilievo
che
subito
farò
-
quando
la
questione
è
semplice
:
divorzio
,
aborto
,
abolizione
del
Concordato
(
salvo
i
dubbi
che
nascono
qui
sulla
natura
di
questo
e
sulla
interpretazione
degli
artt.
7
,
75
e
138
della
Costituzione
)
;
ma
non
sono
oggetto
idoneo
di
referendum
provvedimenti
complessi
o
che
abbiano
ripercussioni
finanziarie
.
Piaccia
o
non
piaccia
,
se
si
delinea
un
tramonto
della
democrazia
,
non
è
per
il
malvolere
di
prepotenti
di
destra
o
di
sinistra
,
bensì
per
la
complessità
dei
problemi
,
per
cui
ogni
giorno
diminuisce
il
numero
delle
persone
in
grado
di
dominarli
appieno
,
cogliendone
ogni
lato
.
La
democrazia
,
diretta
o
rappresentativa
,
è
ottima
cosa
;
ma
ha
una
condizione
insuperabile
;
che
chi
sceglie
e
decide
abbia
una
consapevolezza
di
tutti
i
termini
del
problema
che
ha
dinanzi
;
e
penso
che
la
sua
decadenza
,
palese
o
mal
celata
,
non
dipenda
soltanto
dal
malvolere
,
dalla
sete
di
dominio
di
uomini
,
destri
o
sinistri
;
ma
dal
connettersi
ed
intrecciarsi
dei
vari
problemi
,
che
solo
pochi
esperti
sono
in
grado
di
cogliere
,
e
che
possono
sfuggire
anche
a
luminari
della
economia
e
della
finanza
,
se
non
conoscano
le
mezze
promesse
,
gli
scambi
di
cenni
tra
uomini
di
Stato
,
più
spesso
tra
ministri
di
Paesi
diversi
o
tra
ministri
e
grandi
dominatori
dell
'
alta
banca
internazionale
.
Sarei
sul
punto
di
votare
sì
o
no
in
un
referendum
,
ma
un
amico
mi
ammonisce
:
-
bada
che
dall
'
esito
di
questo
referendum
dipende
poi
il
contegno
di
quello
Stato
verso
i
nostri
lavoratori
,
le
commesse
che
ci
darà
o
non
ci
darà
-
anche
se
l
'
oggetto
del
referendum
non
abbia
in
sé
alcuna
piega
politica
.
E
poi
...
sono
abbastanza
vecchio
per
ricordare
che
quando
sul
finire
del
1918
tutti
si
entusiasmavano
alla
iniziativa
di
Wilson
:
-
basta
con
la
politica
fatta
dalle
cancellerie
,
con
i
trattati
segreti
;
anche
i
rapporti
internazionali
debbono
essere
trattati
pubblicamente
,
noti
ai
popoli
che
poi
ne
portano
le
conseguenze
-
il
chiaroveggente
Luigi
Salvatorelli
ammoniva
:
-
le
prudenti
ritirate
,
anche
le
umiliazioni
,
sono
sopportabili
nei
rapporti
internazionali
fino
a
che
non
sono
note
che
nella
strettissima
cerchia
dei
ministri
degli
Esteri
e
degli
ambasciatori
;
quando
tutto
è
pubblico
,
quando
si
fa
appello
all
'
amor
proprio
nazionale
,
all
'
onore
della
bandiera
,
ed
i
quotidiani
cominciano
ad
inveire
contro
l
'
avversario
,
a
ricordarci
tutti
i
torti
che
ci
ha
fatto
nei
secoli
,
si
è
sul
terreno
sdrucciolevole
che
può
portare
alla
guerra
.
Oggi
le
guerre
paiono
meno
facili
a
dichiararsi
che
non
sessant
'
anni
or
sono
,
per
gli
effetti
paurosi
che
sortirebbero
;
ma
gl
'
inasprimenti
,
lo
sdrucciolare
indietro
di
dieci
anni
su
una
strada
di
distensione
,
sono
sempre
possibili
.
E
quel
che
segue
in
politica
estera
,
vale
anche
all
'
interno
.
Penso
ai
rapporti
tra
Chiesa
e
Stato
:
dal
1900
si
erano
andati
lentamente
assestando
;
il
Papa
restava
sempre
in
Vaticano
,
ma
nessuno
pensava
più
al
potere
temporale
,
non
c
'
era
più
rancore
,
ci
si
rendeva
conto
che
non
occorrevano
mutamenti
legislativi
;
al
più
,
il
Trattato
senza
il
Concordato
,
proposto
da
Benedetto
XV
al
governo
Orlando
,
e
che
Vittorio
Emanuele
III
non
volle
,
né
Orlando
ebbe
l
'
energia
occorrente
per
insistere
,
né
Nitti
quella
per
riprendere
le
file
.
Era
proprio
uno
dei
casi
in
cui
le
ferite
si
risanano
per
opera
del
tempo
,
e
meno
della
questione
si
parlava
,
meglio
era
;
deismo
,
sincretismo
religioso
,
ateismo
proseguivano
per
la
loro
strada
,
il
cattolicesimo
per
la
sua
;
non
si
prevedeva
la
scomparsa
né
degli
uni
né
dell
'
altro
;
si
confidava
in
un
tempo
prossimo
in
cui
ogni
cittadino
avrebbe
sempre
agito
secondo
la
propria
coscienza
,
confessionale
,
o
di
fedeltà
ad
un
partito
,
ed
auto
-
determinandosi
di
volta
in
volta
.
Per
questo
,
sarebbe
stato
meglio
forse
lasciare
operare
al
tempo
:
ma
se
in
un
referendum
sul
semplice
trattato
(
le
proposte
recate
a
Parigi
ad
Orlando
)
avrei
risposto
sì
,
al
Concordato
del
'29
avrei
risposto
in
un
referendum
no
.
Ma
ora
invece
risponderò
no
alla
proposta
di
abrogazione
unilaterale
;
perché
la
politica
non
è
fatta
semplicemente
di
giudizi
di
«
buono
»
e
«
cattivo
»
,
ma
è
sempre
condizionata
alle
circostanze
del
momento
:
e
dopo
tutte
le
concessioni
che
la
S
.
Sede
si
è
dimostrata
disposta
ad
accettare
,
questa
abrogazione
per
referendum
popolare
,
unilaterale
,
è
il
segno
non
dico
di
una
guerra
,
ma
di
un
contrasto
che
è
un
lusso
che
l
'
Italia
d
'
oggi
potrebbe
ben
risparmiarsi
.
Soggiungo
ancora
:
per
questo
,
come
per
altri
referendum
,
sarebbe
un
grosso
male
che
ci
fosse
un
netto
distacco
nelle
votazioni
fra
alcune
Regioni
ed
altre
;
penso
soprattutto
alle
Regioni
di
confine
,
a
certe
Regioni
a
cui
corre
facilmente
il
pensiero
;
ciascuno
può
comprendere
a
chi
alludo
;
un
massiccio
distacco
nel
risultato
delle
votazioni
sarebbe
un
segno
poco
confortante
,
in
un
momento
in
cui
le
Regioni
,
od
almeno
alcune
,
reclamano
una
sempre
maggiore
autonomia
,
e
si
risvegliano
vecchissime
nostalgie
,
pure
in
campo
linguistico
.
Istituto
di
perfetta
democrazia
il
referendum
,
ma
,
come
ogni
istituto
,
va
usato
con
giudizio
e
al
momento
opportuno
.
E
se
tocca
norme
della
Costituzione
,
che
potrebbero
venire
modificate
con
leggi
costituzionali
,
propone
sempre
più
il
problema
:
-
ha
ancora
una
ragione
d
'
essere
un
Parlamento
,
quando
ciò
che
è
vitale
è
oggetto
di
trattative
con
i
sindacati
o
di
referendum
?
Quando
ogni
riforma
della
Costituzione
,
pure
prevista
da
questa
,
risulta
un
fatto
impossibile
per
la
inconciliabilità
di
partiti
e
di
correnti
?
-
.
StampaQuotidiana ,
Nuova
York
-
Mi
trovavo
a
Chicago
,
in
macchina
,
insieme
con
altre
quattro
persone
,
due
donne
e
due
uomini
e
correvamo
lungo
il
lago
per
andare
al
Museo
d
'
arte
moderna
.
Per
caso
la
conversazione
cadde
sulla
psicanalisi
.
Allora
con
mia
meraviglia
scoprii
che
tutti
e
quattro
i
miei
compagni
erano
già
stati
psicanalizzati
o
si
stavano
facendo
psicanalizzare
.
Una
settimana
dopo
,
a
San
Francisco
,
una
signora
che
mi
aveva
proposto
di
mostrarmi
la
città
,
mi
disse
:
"
Però
dovrebbe
farmi
il
piacere
di
aspettare
in
macchina
un
'
ora
...
soltanto
un
'
ora
...
debbo
fare
una
cosa
che
non
posso
rimandare
.
"
Andammo
dunque
in
macchina
in
uno
dei
quartieri
signorili
della
città
e
dopo
molti
saliscendi
per
le
incredibili
strade
di
San
Francisco
,
ripide
come
coste
di
montagne
,
l
'
automobile
si
fermò
davanti
una
casa
di
bell
'
aspetto
,
in
una
strada
tranquilla
.
La
signora
disse
:
"
Aspettiamo
un
momento
,
sono
le
quattro
meno
cinque
.
"
Aspettammo
cinque
minuti
e
poi
dalla
casa
uscì
una
giovane
e
bella
donna
e
si
avviò
senza
fretta
verso
la
propria
macchina
,
ferma
a
poca
distanza
.
La
signora
disse
:
"
Ora
è
il
mio
turno
.
"
Domandai
:
"
Ma
quale
turno
?
"
E
lei
:
"
Il
mio
turno
di
andare
dal
dottore
.
"
"
Si
sente
poco
bene
?
"
"
No
-
rispose
lei
sorridendo
-
mi
sento
benissimo
...
è
il
dottore
psicanalitico
...
sono
in
cura
da
quattro
anni
.
"
Così
detto
,
discese
ed
entrò
nella
casa
lasciandomi
solo
.
Aspettai
nell
'
automobile
un
'
ora
,
leggendo
;
poi
,
verso
la
fine
dell
'
ora
,
vidi
un
'
altra
macchina
fermarsi
davanti
la
porta
del
dottore
:
altra
giovane
e
bella
donna
.
Di
lì
a
qualche
minuto
la
mia
compagna
uscì
e
quella
che
era
arrivata
allora
discese
lesta
ed
entrò
a
sua
volta
.
Domandai
alla
signora
:
"
Come
è
andata
?
"
E
lei
:
"
Oh
,
come
il
solito
...
il
dottore
è
di
una
crudeltà
spietata
e
mi
fa
soffrire
ogni
volta
indicibilmente
...
per
fortuna
per
oggi
,
è
finita
"
.
Due
settimane
dopo
ero
a
Washington
e
in
un
ricevimento
fui
accostato
da
una
studentessa
che
si
interessava
di
letteratura
italiana
.
Questa
volta
le
domandai
senz
'
altro
se
fosse
mai
stata
psicanalizzata
e
lei
ammise
senza
difficoltà
che
lo
era
stata
,
per
due
anni
.
Finalmente
,
dieci
giorni
dopo
,
a
Nuova
York
,
in
un
pranzo
di
amici
,
scoprii
che
,
su
sei
persone
,
tre
tra
cui
la
padrona
di
casa
si
stavano
facendo
psicanalizzare
.
Di
lì
a
poco
arrivò
anche
il
dottore
e
confermò
quasi
scherzosamente
la
cosa
.
Dunque
:
Chicago
,
San
Francisco
,
Washington
e
Nuova
York
.
Qualche
cosa
che
avviene
contemporaneamente
e
nello
stesso
modo
nelle
quattro
maggiori
città
di
questo
Paese
vasto
come
un
continente
merita
certamente
che
se
ne
parli
per
esteso
.
Se
si
apre
qualsiasi
trattato
di
psicanalisi
,
si
trova
che
questa
scienza
,
come
è
noto
,
cura
soprattutto
le
malattie
psichiche
e
in
particolare
le
anomalie
e
perversioni
sessuali
.
Così
,
di
fronte
al
grandissimo
numero
di
persone
,
almeno
in
certi
ceti
e
gruppi
,
che
agli
Stati
Uniti
si
fanno
psicanalizzare
,
verrebbe
fatto
di
pensare
che
in
questo
Paese
perversioni
e
anomalie
psichiche
sono
più
frequenti
che
altrove
.
Ma
non
è
così
;
agli
Stati
Uniti
non
ci
sono
più
perversioni
e
pervertiti
che
in
altri
Paesi
.
In
realtà
,
come
si
scopre
facilmente
discorrendo
con
dottori
e
pazienti
,
le
vere
e
proprie
malattie
psichiche
rappresentano
una
percentuale
minima
delle
affezioni
e
dei
disturbi
curati
.
Perché
vanno
dal
dottore
psicanalitico
gli
Americani
?
Per
qualsiasi
difficoltà
o
incaglio
psicologico
anche
leggero
:
perché
sono
timidi
,
perché
non
sanno
farsi
amare
o
non
sanno
amare
,
perché
non
sono
in
buoni
rapporti
col
marito
o
con
la
moglie
o
con
la
famiglia
o
con
il
datore
di
lavoro
,
perché
non
sono
dei
buoni
compagni
(
"
good
mixer
"
)
,
perché
si
sentono
tristi
o
depressi
o
,
insomma
,
in
un
qualsiasi
stato
d
'
animo
che
non
gli
sembri
normale
.
Il
che
è
quanto
dire
che
la
psicanalisi
agli
Stati
Uniti
è
ormai
quasi
più
una
specie
di
correttivo
,
di
contrappeso
,
di
parte
integrante
del
sistema
sociale
,
che
una
pura
scienza
intesa
a
curare
determinate
malattie
.
La
psicanalisi
agli
Stati
Uniti
conta
ormai
migliaia
di
praticanti
sparsi
per
tutto
il
Paese
;
e
basta
entrare
in
una
qualsiasi
libreria
per
vedere
interi
banchi
coperti
di
libri
sui
più
svariati
aspetti
e
argomenti
di
questa
scienza
.
Ultimamente
ci
fu
a
Nuova
York
un
congresso
psicanalitico
al
quale
parteciparono
circa
1500
dottori
,
e
uno
degli
argomenti
dibattuto
fu
la
inadeguatezza
dei
compensi
.
Gli
psicanalisti
lamentarono
,
insomma
,
che
nonostante
la
voga
crescente
della
psicanalisi
,
il
dottore
psicanalista
è
ancora
oggi
uno
degli
specialisti
che
guadagna
di
meno
.
E
in
certo
modo
è
vero
.
Il
prezzo
di
un
'
ora
di
cura
varia
da
venti
dollari
fino
a
cinquanta
secondo
la
notorietà
del
medico
,
ossia
da
dodicimila
lire
fino
a
trentamila
,
che
è
un
bel
pagare
.
Ma
i
dottori
fanno
giustamente
osservare
che
mentre
un
medico
normale
si
fa
pagare
dicci
o
venti
dollari
o
anche
più
per
dieci
,
quindici
minuti
di
agevole
consultazione
,
il
dottore
psicanalitico
dedica
al
paziente
un
'
ora
del
suo
tempo
e
durante
quest
'
ora
è
sottoposto
ad
una
tensione
nervosa
,
ad
uno
sforzo
intellettuale
talvolta
oltremodo
stremanti
.
Quanto
dire
,
insomma
,
che
il
dottore
psicanalitico
agli
Stati
Uniti
ha
preso
un
poco
il
posto
del
confessore
nei
Paesi
cattolici
d
'
Europa
.
A
lui
si
confidano
uomini
e
donne
sui
più
varii
e
sempre
delicatissimi
problemi
della
loro
vita
privata
.
Il
dottore
psicanalitico
deve
perciò
essere
non
soltanto
un
bravo
scienziato
ma
anche
,
fino
ad
un
certo
segno
,
un
uomo
di
cultura
e
di
elevati
sentimenti
morali
,
un
conoscitore
di
questioni
sociali
e
religiose
,
un
consigliere
,
una
guida
.
È
difficile
oggi
dire
fin
dove
si
estendano
la
responsabilità
e
l
'
influenza
del
dottore
psicanalitico
nella
società
americana
;
i
limiti
di
questa
scienza
sono
assai
incerti
e
più
di
un
dottore
può
essere
tentato
di
varcarli
e
sconfinare
in
campi
che
nulla
hanno
a
che
fare
con
la
psicanalisi
.
Comunque
una
cosa
è
certa
:
il
posto
della
psicanalisi
agli
Stati
Uniti
era
già
segnato
da
un
pezzo
,
ancor
prima
che
Freud
formulasse
le
sue
famose
teorie
.
In
altri
termini
,
la
psicanalisi
,
in
America
,
è
venuta
incontro
a
un
bisogno
diffuso
,
ha
riempito
,
come
si
dice
,
un
vuoto
.
Tentando
una
cauta
interpretazione
della
importanza
sociale
della
psicanalisi
agli
Stati
Uniti
,
si
potrebbe
dire
che
essa
sia
inseparabile
dal
puritanesimo
il
quale
tutt
'
oggi
informa
se
non
proprio
il
costume
per
lo
meno
la
psicologia
e
la
concezione
dei
valori
in
questo
Paese
.
Il
puritanesimo
,
per
dirla
con
frase
familiare
,
trova
la
morte
sua
nella
psicanalisi
;
e
dal
canto
suo
la
psicanalisi
calza
come
un
guanto
al
puritanesimo
.
Se
si
esamina
infatti
una
delle
fondamentali
affermazioni
della
psicanalisi
e
cioè
che
"
ogni
neurosi
è
la
negativa
di
una
perversione
"
si
avrà
,
forse
con
un
po
'
di
semplicismo
,
la
chiave
o
almeno
una
delle
chiavi
più
importanti
per
capire
il
successo
della
psicanalisi
agli
Stati
Uniti
.
Infatti
il
rigorismo
puritano
,
per
sua
natura
storica
e
morale
,
porta
spesso
a
considerare
e
dunque
a
reprimere
come
perversioni
o
inclinazioni
psicologiche
colpevoli
istinti
e
modi
di
condotta
che
in
altri
Paesi
sono
ritenuti
affatto
irrilevanti
o
innocenti
.
Basterà
ricordare
,
a
questo
proposito
,
le
pene
severissime
(
dieci
,
venti
anni
di
prigione
secondo
gli
Stati
)
,
che
teoricamente
dovrebbero
essere
comminate
per
manifestazioni
sessuali
non
del
tutto
normali
;
e
passando
dalle
leggi
(
che
sono
tuttavia
l
'
espressione
di
uno
stato
d
'
animo
e
di
una
tradizione
morale
)
alle
coscienze
,
le
infinite
cose
,
anche
non
riguardanti
il
fatto
sessuale
,
che
un
Americano
si
inibisce
o
dovrebbe
inibirsi
.
Naturalmente
la
bestia
nera
del
puritanesimo
fu
sempre
ed
è
tuttora
il
sesso
;
e
non
è
esagerato
dire
che
il
puritanesimo
fin
dal
suo
nascere
contrappose
violentemente
l
'
uomo
alla
propria
natura
e
mirò
ad
una
società
in
cui
tutto
quanto
era
naturale
fosse
represso
e
,
per
quanto
possibile
,
soppresso
.
Ma
la
psicanalisi
ci
dice
che
il
sintomo
neurotico
interviene
non
già
quando
c
'
è
repressione
(
ogni
civiltà
è
basata
sopra
la
repressione
di
una
certa
quantità
di
istinti
naturali
)
,
ma
quando
questa
repressione
,
per
qualche
motivo
(
sovente
per
eccesso
)
fallisce
in
parte
o
del
tutto
.
Storicamente
il
puritanesimo
riuscì
a
reprimere
con
successo
le
manifestazioni
istintive
per
un
lungo
periodo
di
tempo
;
e
la
civiltà
americana
deve
gran
parte
del
suo
carattere
e
del
suo
dinamismo
a
questa
repressione
.
Ma
oggi
,
sotto
l
'
influenza
delle
mutate
condizioni
sociali
e
ambientali
,
della
prosperità
,
della
presenza
di
tante
razze
di
religione
diversa
da
quella
protestante
,
della
scienza
nemica
di
ogni
tabù
religioso
e
morale
,
il
puritanesimo
agli
Stati
Uniti
comincia
,
se
non
a
ritirarsi
,
per
lo
meno
a
cambiare
e
,
insomma
,
ad
allentare
la
propria
azione
di
repressione
.
Così
gli
infiniti
leggeri
sintomi
neurotici
di
tanti
Americani
sembrano
essere
l
'
indizio
della
diminuita
e
ormai
imperfetta
repressione
puritana
,
della
richiesta
sempre
più
urgente
di
un
adeguamento
delle
inibizioni
sociali
e
private
allo
stato
reale
del
costume
,
dell
'
aspirazione
,
insomma
,
ad
una
vita
istintiva
più
libera
e
più
naturale
.
A
questo
punto
interviene
la
psicanalisi
la
quale
,
come
è
stato
detto
,
va
incontro
ad
un
bisogno
diffuso
e
cioè
:
avviare
il
paziente
ad
un
assestamento
(
"
adjustment
"
)
meno
penoso
e
più
proficuo
nella
società
di
cui
fa
parte
,
liberarlo
dal
senso
di
colpa
,
chiarirgli
l
'
innocenza
e
la
normalità
di
tanti
istinti
da
lui
repressi
.
Tuttavia
la
psicanalisi
soltanto
in
apparenza
prende
le
parti
del
paziente
contro
i
tabù
sociali
e
morali
:
in
questo
Paese
dove
tutto
è
al
servizio
della
società
,
anche
la
psicanalisi
,
a
ben
guardare
,
assolve
soprattutto
una
funzione
sociale
.
E
qui
si
viene
ad
un
altro
carattere
importante
e
sconcertante
della
società
americana
:
il
suo
odio
del
dolore
.
E
si
capisce
anche
perché
:
in
una
società
fondata
sull
'
efficienza
,
sulla
produttività
,
sulla
razionalità
,
il
dolore
è
una
superfluità
,
una
scoria
,
un
residuo
,
un
inciampo
se
non
addirittura
un
tradimento
e
una
insidia
.
Il
dolore
insomma
è
una
cosa
che
non
serve
e
che
va
eliminata
senza
indugio
.
L
'
idea
che
gli
Americani
si
fanno
della
vita
non
ammette
infatti
la
presenza
del
dolore
:
basta
guardare
,
per
esempio
,
alla
pubblicità
commerciale
per
convincersene
:
tutti
sorridenti
,
tutti
felici
,
tutti
giovani
,
tutti
sani
,
tutti
privi
di
problemi
sia
che
guidino
una
certa
automobile
o
fumino
una
certa
sigaretta
o
si
dissetino
con
una
certa
bevanda
.
E
a
chi
volesse
opporre
che
la
pubblicità
è
sempre
ottimista
risponderemmo
che
questo
non
è
vero
.
In
altri
Paesi
la
pubblicità
,
che
è
in
fondo
una
forma
di
illustrazione
popolare
,
esprime
altri
ideali
:
di
forza
,
di
grazia
,
di
serietà
e
via
dicendo
.
Dunque
,
niente
dolore
.
E
allora
la
psicanalisi
non
più
in
difesa
del
paziente
ma
in
difesa
della
società
,
procede
a
rimuovere
il
dolore
,
a
rendere
indolore
la
vita
del
paziente
,
a
restituirlo
efficiente
e
produttivo
alla
macchina
sociale
.
In
altri
termini
la
psicanalisi
,
con
minuto
e
delicatissimo
lavorio
,
smonta
la
psicologia
del
paziente
sotto
i
suoi
stessi
occhi
,
gli
dimostra
come
funziona
,
la
lubrifica
,
e
la
rimonta
pezzo
per
pezzo
.
Il
paziente
,
per
qualche
motivo
era
"
bloccato
"
ossia
in
preda
al
dolore
;
la
psicanalisi
lo
"
sblocca
"
e
lo
rende
alla
vita
produttiva
.
Da
tutto
questo
si
deduce
che
se
è
possibile
rintracciare
un
'
etica
della
psicanalisi
,
questa
è
un
'
etica
molto
rassomigliante
a
quella
della
società
americana
:
utilitaria
,
civile
,
sociale
,
di
carattere
se
non
pagano
per
lo
meno
acristiano
.
Infatti
il
dolore
nel
duplice
aspetto
di
peccato
e
di
pentimento
,
di
caduta
e
di
riscatto
,
di
delitto
e
di
castigo
,
è
alla
base
della
vita
cristiana
.
Rimuovendo
il
dolore
,
la
psicanalisi
indirettamente
contribuisce
alla
decristianizzazione
di
questo
paese
,
del
resto
già
avviata
dal
macchinismo
,
dalla
prosperità
,
dal
razionalismo
settecentesco
e
,
in
genere
,
dalla
scienza
.
Naturalmente
tutto
questo
non
va
senza
inconvenienti
,
i
quali
sono
tutti
più
o
meno
facilmente
intuibili
.
Per
esempio
,
che
ne
sarebbe
stato
dei
libri
di
uomini
come
Dostoieschi
,
Kafka
,
Flaubert
,
Proust
,
per
non
citare
che
i
primi
nomi
che
mi
cadono
sotto
la
penna
,
se
quegli
scrittori
invece
di
lasciare
fare
alla
natura
e
di
vivere
con
pazienza
e
con
intensità
i
loro
problemi
spirituali
e
psicologici
,
fossero
andati
dal
dottore
psicanalitico
?
Ma
uomini
come
Dostoieschi
,
come
Kafka
,
come
Flaubert
,
come
Proust
sono
rari
:
la
maggior
parte
dell
'
umanità
,
come
è
noto
,
non
scrive
capolavori
e
dunque
non
sa
che
farsene
del
dolore
.
In
questo
senso
,
e
anche
nel
senso
di
un
'
assistenza
psicologica
ai
tanti
che
agli
Stati
Uniti
soffrono
di
inadeguatezze
e
difficoltà
di
origine
morale
e
religiosa
,
la
psicanalisi
assolve
senza
alcun
dubbio
una
funzione
molto
utile
.
Una
ragazza
che
si
faceva
curare
da
tre
anni
mi
disse
:
"
Quando
andai
dal
dottore
la
prima
volta
,
io
non
sapevo
parlare
...
addirittura
non
riuscivo
a
parlare
anche
nella
più
innocente
conversazione
...
oggi
parlo
,
per
lo
meno
.
"
Come
si
vede
in
questo
caso
forse
non
insolito
,
siamo
qui
molto
lontani
dalle
perversioni
e
anomalie
che
hanno
reso
celebre
la
scienza
psicanalitica
.
Così
che
non
è
troppo
arrischiato
affermare
che
il
dottore
psicanalitico
agisce
ormai
in
un
campo
altrettanto
vasto
che
quello
del
dottore
tradizionale
;
e
come
questo
cura
le
affezioni
leggere
e
gravi
del
corpo
,
così
quello
cura
quelle
della
psiche
.
StampaQuotidiana ,
La
cronaca
ha
narrato
di
due
casi
,
che
trovano
poi
riscontro
in
un
film
che
si
proietta
in
tutte
le
città
:
una
persona
scomparsa
,
ritenuta
morta
;
in
uno
dei
due
casi
,
quello
di
un
disperso
in
guerra
,
la
moglie
non
passa
ad
altre
nozze
,
alleva
i
figli
oggi
adulti
;
nell
'
altro
,
invece
,
il
superstite
si
riforma
una
famiglia
.
Dopo
oltre
vent
'
anni
si
apprende
,
da
una
richiesta
di
documenti
che
lo
scomparso
rivolge
al
suo
Comune
di
nascita
,
ch
'
egli
è
vivo
;
non
ha
mosso
alcun
passo
per
ritrovare
la
famiglia
di
un
giorno
,
anzi
sembra
che
voglia
assumere
un
'
altra
cittadinanza
,
e
che
proprio
per
questo
abbia
fatto
quella
richiesta
.
La
moglie
che
non
si
è
risposata
dev
'
essere
un
'
ottima
donna
,
e
non
conta
di
dare
alcuna
molestia
al
marito
scomparso
.
Ma
allorché
quella
che
si
riteneva
vedova
ha
contratto
un
nuovo
matrimonio
,
che
segue
?
L
'
art.
68
del
Codice
civile
è
chiaro
:
il
nuovo
matrimonio
è
nullo
.
Dopo
la
prima
guerra
mondiale
un
decreto
15
agosto
1919
aveva
stabilito
per
gli
scomparsi
in
guerra
che
,
ove
lo
scomparso
ritornasse
,
la
nullità
del
nuovo
matrimonio
contratto
dalla
donna
avrebbe
potuto
essere
dichiarata
solo
ad
istanza
di
uno
dei
tre
interessati
:
il
reduce
,
il
nuovo
marito
,
la
donna
:
disposizione
molto
equa
,
forse
ispirata
al
ricordo
di
Il
fu
Mattia
Pascal
di
Pirandello
,
dove
il
protagonista
,
che
aveva
fatto
credere
nel
proprio
suicidio
,
non
intende
dare
alcuna
molestia
alla
famigliola
felice
che
la
moglie
ha
riformato
.
Non
è
che
uno
dei
casi
cui
occorrerebbe
provvedere
col
ritorno
alla
norma
del
'19
,
in
una
riforma
del
diritto
di
famiglia
.
Riforma
che
avevo
sperato
andasse
avanti
rapidamente
con
il
ritorno
al
ministero
della
Giustizia
dell
'
on.
Reale
:
egli
già
aveva
presentato
,
allorché
era
stato
titolare
di
quel
dicastero
,
un
progetto
che
consentiva
tra
l
'
altro
al
coniuge
separato
non
per
propria
colpa
il
riconoscimento
dei
figli
adulterini
.
Mi
dicono
che
non
si
è
dismessa
l
'
idea
d
'
una
riforma
del
diritto
di
famiglia
,
tutt
'
altro
;
solo
che
l
'
afflusso
di
buone
volontà
forma
ingorgo
;
quanto
a
dire
che
ci
sono
più
progetti
e
che
nell
'
intento
di
fonderli
ci
si
è
arrestati
.
Ancora
una
volta
vale
che
il
meglio
è
nemico
del
bene
.
Vada
o
no
in
porto
il
disegno
di
legge
sul
divorzio
,
mi
sembra
necessaria
questa
riforma
del
diritto
di
famiglia
:
che
,
va
da
sé
,
non
sarà
una
panacea
,
in
quanto
ci
si
muove
su
un
terreno
in
cui
il
legislatore
poco
può
,
non
essendogli
dato
né
mutare
il
costume
,
fare
sorgere
il
senso
di
riprovazione
sociale
dove
sarebbe
bene
sorgesse
,
né
vivificare
le
coscienze
,
dare
il
senso
dei
doveri
che
nascono
con
il
matrimonio
e
con
la
paternità
,
senso
che
costituisce
il
cemento
insostituibile
delle
sane
famiglie
.
Ho
accennato
alla
norma
sul
matrimonio
dei
presunti
morti
,
cui
parificherei
gli
assenti
da
lungo
tempo
.
In
materia
matrimoniale
occorrerebbe
poi
provvedere
ai
casi
di
nullità
e
ritornare
al
primitivo
progetto
della
Commissione
per
la
riforma
dei
Codici
,
di
circa
quarant
'
anni
or
sono
,
nell
'
allargare
le
ipotesi
di
nullità
per
errore
(
che
la
giurisprudenza
ha
praticamente
eliminato
)
.
Converrebbe
altresì
correggere
l
'
assurdo
insegnamento
della
Cassazione
per
cui
la
nullità
per
impotenza
si
prescrive
in
dieci
anni
,
con
una
prescrizione
che
può
essere
opposta
dal
Pubblico
Ministero
contro
i
due
coniugi
concordi
nel
volere
la
nullità
,
ed
accettare
l
'
insegnamento
tradizionale
,
che
trattasi
di
nullità
imprescrittibile
;
ed
,
ancora
,
mutuare
dal
diritto
canonico
lo
scioglimento
del
matrimonio
non
consumato
.
Sono
,
queste
,
riforme
in
cui
credo
che
tutti
consentirebbero
.
Non
in
altre
,
che
mi
parrebbero
ben
più
essenziali
.
In
un
libro
antidivorzista
di
un
professore
cattolico
c
'
è
questa
battuta
:
si
parla
del
divorzio
e
tra
gli
interlocutori
c
'
è
un
'
alta
personalità
della
finanza
,
che
dice
:
«
Dato
il
numero
delle
unioni
irregolari
,
occorre
ammettere
il
divorzio
per
sanare
la
situazione
»
;
al
che
un
interlocutore
obietta
:
«
Pensa
che
se
fosse
in
circolazione
un
ingente
numero
di
banconote
false
,
sarebbe
perciò
il
caso
di
riconoscerle
per
buone
?
»
.
E
la
personalità
si
dichiara
battuta
.
Non
so
se
,
quando
il
numero
di
banconote
fosse
tale
che
il
rifiutarle
potesse
produrre
una
serie
di
fallimenti
(
penso
alle
sterline
perfette
che
pare
la
Germania
avesse
allestito
durante
la
seconda
guerra
)
,
non
si
finirebbe
anche
di
accettarle
,
considerando
la
loro
emissione
alla
pari
di
un
cataclisma
;
ma
sono
certo
che
comunque
si
avviserebbe
subito
a
stampare
altre
banconote
,
diverse
,
che
fosse
più
arduo
falsificare
.
Mentre
né
il
legislatore
civile
,
né
quello
canonico
mi
consta
pensino
di
modificare
la
legislazione
matrimoniale
,
là
dove
l
'
esperienza
ha
mostrato
che
si
hanno
matrimoni
dall
'
esito
disastroso
:
matrimoni
di
riparazione
(
dopo
ratti
,
violenti
o
consensuali
)
volti
a
fare
estinguere
processi
penali
in
corso
.
Se
non
si
abbandona
l
'
idea
arcaica
che
il
matrimonio
sana
tutto
,
rende
l
'
onore
,
elimina
il
peccato
;
se
il
legislatore
non
mostra
di
disconoscere
questa
idea
,
continueranno
ad
aversi
molti
matrimoni
condannati
in
partenza
.
E
farei
appello
anche
al
legislatore
canonico
.
So
di
parroci
che
malvolentieri
accedono
a
battezzare
bambini
di
famiglie
notoriamente
atee
,
che
faranno
crescere
i
figli
senza
fede
religiosa
e
chiedono
il
battesimo
solo
per
contentare
qualche
vecchio
parente
,
o
,
peggio
,
per
un
'
occasione
di
festa
;
e
quei
parroci
sono
a
posto
sul
terreno
teologico
;
anche
per
la
milizia
cristiana
,
meglio
un
estraneo
che
un
disertore
.
Del
pari
,
anche
dal
punto
di
vista
religioso
,
minor
male
il
concubinato
tra
due
persone
sciolte
da
vincoli
,
che
una
serie
di
legami
adulterini
.
Fuori
del
terreno
matrimoniale
,
occorre
essere
sinceri
e
accettare
o
respingere
quel
che
tanto
spesso
si
afferma
,
che
i
figli
non
debbono
scontare
i
peccati
dei
genitori
(
per
quanto
è
dato
agli
uomini
l
'
evitarlo
)
.
Occorre
cioè
ammettere
la
riconoscibilità
,
da
parte
del
padre
e
della
madre
,
del
figlio
adulterino
,
ed
anche
la
possibilità
per
questo
di
ottenere
l
'
accertamento
giudiziale
di
tale
paternità
o
maternità
,
con
conseguente
acquisto
dei
diritti
propri
ai
figli
naturali
oggi
riconoscibili
.
Riconoscimento
:
che
è
cosa
diversa
dall
'
accoglimento
nella
casa
coniugale
del
genitore
sposato
,
che
non
può
essere
imposto
,
anche
se
sia
augurabile
che
la
generosità
del
coniuge
offeso
da
quella
nascita
lo
consenta
.
Auguriamoci
che
i
vari
legislatori
di
buona
volontà
riescano
a
mettersi
d
'
accordo
(
o
,
meglio
,
a
ritirare
i
loro
molteplici
progetti
,
per
lasciarne
in
vita
uno
solo
)
e
che
almeno
queste
riforme
siano
varate
:
sarebbe
un
punto
a
favore
di
una
legislatura
che
fin
qui
non
mostra
di
dover
passare
alla
storia
come
una
delle
più
felici
.
StampaQuotidiana ,
Nuova
York
-
Qualcuno
mi
ha
raccontato
la
storia
seguente
che
,
a
quanto
pare
,
è
vera
.
Un
uomo
politico
americano
,
ritiratosi
ormai
da
anni
dagli
affari
pubblici
,
si
è
dedicato
all
'
allevamento
in
grande
o
meglio
alla
produzione
in
serie
di
polli
.
L
'
allevamento
di
polli
,
per
chi
non
lo
sapesse
,
è
una
faccenda
molto
difficile
e
delicata
.
L
'
allevatore
deve
prima
di
tutto
produrre
polli
tutti
quanti
di
eguale
peso
e
di
eguale
qualità
,
in
modo
da
poter
soddisfare
le
esigenze
del
mercato
collettivo
;
in
secondo
luogo
deve
provvedere
a
che
il
costo
del
mangime
consumato
da
ciascun
pollo
non
superi
il
prezzo
di
vendita
del
pollo
medesimo
,
pena
la
bancarotta
.
Inoltre
i
polli
vanno
soggetti
a
morie
ed
epidemie
improvvise
quanto
massicce
.
Ma
di
questo
basta
.
Quello
che
mi
colpì
in
questa
storia
fu
piuttosto
il
fatto
che
l
'
allevatore
,
dopo
profonda
riflessione
senza
dubbio
confortata
da
calcoli
statistici
ed
economici
,
aveva
deciso
di
tentare
l
'
esperimento
della
creazione
di
polli
sforniti
di
ali
.
Il
suo
ragionamento
era
ineccepibile
:
"
Le
ali
non
servono
a
nessuno
:
non
ai
polli
perché
non
volano
;
non
al
consumatore
perché
pesano
e
non
hanno
che
poca
carne
;
non
a
me
perché
esse
rendono
i
miei
polli
simili
a
quelli
dei
miei
concorrenti
mentre
la
loro
mancanza
li
distinguerebbe
e
li
renderebbe
più
vantaggiosi
.
Dunque
aboliamo
le
ali
.
»
Se
si
vuol
sapere
la
fine
della
storia
,
possiamo
aggiungere
che
,
dopo
ripetuti
esperimenti
e
incroci
,
l
'
allevatore
è
oggi
non
troppo
lontano
dalla
meta
che
si
è
prefissa
ossia
la
produzione
di
polli
senza
ali
,
Passiamo
ad
altro
argomento
.
Uno
scrittore
,
svegliandosi
un
bel
mattino
,
ha
un
'
idea
che
gli
sembra
nuova
e
brillante
.
Il
nostro
scrittore
si
chiude
in
casa
,
sospende
il
telefono
,
rifiuta
inviti
e
occasioni
sociali
,
si
nutre
di
"
sandwiches
"
e
aranciate
,
fuma
una
enorme
quantità
di
sigarette
,
beve
innumerevoli
tazze
di
caffè
e
alla
fine
,
dopo
lungo
e
doloroso
travaglio
,
se
ne
esce
con
un
saggio
di
una
quarantina
di
pagine
,
il
quale
se
accettato
da
certa
diffusissima
rivista
gli
frutterà
dai
millecinquecento
ai
duemila
dollari
ossia
da
un
milione
ad
un
milione
e
trecentoventicinquemila
lire
.
Lo
scrittore
va
alla
direzione
della
rivista
,
si
presenta
dal
direttore
,
uomo
notoriamente
timido
(
la
timidezza
,
in
affari
,
è
come
un
alibi
;
è
come
avere
un
socio
invisibile
al
quale
,
in
ogni
frangente
,
si
può
ricorrere
adducendone
il
cuor
duro
e
l
'
intransigente
giudizio
)
,
e
dopo
una
schermaglia
di
opposte
timidezze
,
riesce
a
strappare
la
promessa
che
il
saggio
verrà
preso
in
seria
considerazione
.
Passano
alcuni
giorni
e
poi
,
miracolo
,
la
direzione
della
rivista
fa
sapere
allo
scrittore
che
il
saggio
è
stato
accettato
.
Il
nostro
scrittore
è
giubilante
,
il
suo
avvenire
,
poco
prima
limitato
dalle
torri
di
cemento
di
Manhattan
si
apre
,
si
sfonda
,
abbraccia
lontani
orizzonti
californiani
o
italiani
:
finalmente
un
viaggio
,
una
vacanza
,
una
distrazione
.
Ma
subito
dopo
,
come
nelle
docce
scozzesi
,
al
getto
confortante
dell
'
acqua
calda
,
segue
quello
agghiacciante
dell
'
acqua
fredda
;
lo
scrittore
è
convocato
alla
direzione
,
questa
volta
non
dal
direttore
ma
da
un
subalterno
redattore
che
vuole
sottoporre
alla
sua
approvazione
,
prima
di
pubblicare
il
saggio
,
alcune
leggere
modifiche
che
,
a
quanto
pare
,
si
sono
rese
necessarie
.
Lo
scrittore
va
dal
redattore
ed
esamina
le
leggere
modifiche
.
Altro
che
leggere
modifiche
.
Pagine
e
pagine
intere
sono
state
tagliate
,
periodi
espunti
,
sostantivi
,
aggettivi
,
modi
sintattici
sostituiti
e
resi
irriconoscibili
.
Le
ragioni
di
questa
manomissione
non
sono
chiare
,
il
saggio
non
conteneva
particolari
scabrosi
o
comunque
eterodossi
rispetto
ai
vari
conformismi
dominanti
,
né
era
troppo
lungo
.
In
realtà
,
come
lo
scrittore
sa
fin
troppo
bene
,
la
manomissione
è
semmai
da
imputare
al
fatto
che
la
rivista
è
fatta
tutta
così
:
cioè
di
testi
rivisti
e
modificati
dalla
redazione
.
È
questo
lavoro
della
redazione
che
dà
,
appunto
,
alla
rivista
il
suo
carattere
scorrevole
,
lubrificato
,
unitario
,
facile
e
digeribile
,
tutto
di
un
tono
solo
,
tutto
di
un
solo
umore
.
Lo
scrittore
aveva
scritto
il
saggio
in
maniera
troppo
personale
,
ossia
originale
.
Altrove
,
forse
in
Europa
,
questa
è
una
qualità
ricercata
e
apprezzata
;
agli
Stati
Uniti
,
no
.
Lo
scrittore
pesa
il
pro
e
il
contro
,
mette
su
uno
dei
piatti
della
bilancia
la
propria
originalità
e
sull
'
altro
la
vacanza
californiana
o
italiana
e
alla
fine
china
la
testa
e
accetta
.
Abbiamo
dato
due
esempi
assai
diversi
di
un
solo
aspetto
assai
caratteristico
della
presente
civiltà
degli
Stati
Uniti
:
la
passione
manipolatrice
la
quale
fa
sì
che
in
qualsiasi
campo
,
da
quello
alimentare
a
quello
giornalistico
,
da
quello
dello
spettacolo
a
quello
manifatturiero
nulla
di
originario
,
di
autentico
,
di
naturale
,
di
genuino
,
di
schietto
arrivi
al
consumatore
americano
.
Intendiamoci
,
tutte
le
civiltà
,
sopratutto
le
fortemente
urbane
,
trasformano
et
come
si
dice
oggi
,
ridimensionano
il
prodotto
naturale
.
È
nota
la
frase
di
quel
marchese
settecentesco
francese
:
"
La
campagna
?
Un
luogo
pieno
di
correnti
d
'
aria
dove
gli
uccelli
sono
,
crudi
.
"
Ma
le
modificazioni
apportate
al
prodotto
naturale
anche
dalle
civiltà
più
artificiose
,
come
quella
francese
,
erano
sempre
di
qualità
.
In
altri
termini
,
si
mirava
all
'
eccellenza
nell
'
artificio
,
secondo
un
criterio
aristocratico
di
raffinamento
del
gusto
,
di
bellezza
,
di
difficoltà
,
di
rarità
.
Invece
,
agli
Stati
Uniti
,
non
si
può
dire
davvero
che
il
prodotto
manipolato
sia
sempre
superiore
a
quello
naturale
.
In
molti
casi
è
inferiore
,
come
appunto
è
inferiore
ogni
prodotto
fabbricato
in
serie
per
la
consumazione
in
serie
ad
un
prodotto
fabbricato
individualmente
per
la
consumazione
individuale
.
Evidentemente
ci
sono
prodotti
che
vanno
fabbricati
in
serie
,
ossia
manipolati
,
per
esempio
il
sapone
.
Il
guaio
si
è
che
questo
sistema
della
manipolazione
in
vista
della
consumazione
in
serie
agli
Stati
Uniti
si
è
ormai
esteso
a
tutti
i
campi
,
ha
sconfinato
,
insomma
,
da
quello
strettamente
produttivo
a
quello
creativo
,
da
quello
commerciale
a
quello
intellettuale
.
Se
si
ricerca
il
motivo
di
questo
furore
manipolatore
degli
Americani
,
si
trova
naturalmente
il
profitto
;
in
qualsiasi
produzione
,
come
è
chiaro
,
tanto
maggiore
sarà
il
profitto
quanto
maggiore
sarà
il
numero
dei
compratori
,
e
tanto
maggiore
sarà
il
numero
dei
compratori
quanto
più
il
prodotto
sarà
razionale
ossia
manipolato
secondo
i
bisogni
più
diffusi
.
Ma
qui
si
viene
al
punto
importante
;
per
determinare
il
grado
di
razionalità
di
un
prodotto
e
dunque
il
modo
di
manipolarlo
acconciamente
,
occorre
prima
di
tutto
elaborare
un
'
ideale
figura
di
consumatore
,
ossia
nientemeno
creare
un
modello
umano
a
cui
adeguare
la
manipolazione
e
,
in
ultima
analisi
,
la
civiltà
intera
.
Il
modello
umano
delle
civiltà
europee
del
passato
era
aristocratico
:
il
gentiluomo
inglese
,
il
cortigiano
italiano
,
il
marchese
francese
.
S
'
intende
che
queste
civiltà
,
appunto
perché
avevano
un
modello
umano
aristocratico
,
correvano
per
così
dire
sul
binario
di
due
culture
parallele
:
quella
della
classe
dirigente
e
quella
popolare
;
ancor
oggi
,
in
Europa
,
abbiamo
queste
due
culture
,
talvolta
avverse
,
talvolta
amiche
ma
sempre
divise
.
Agli
Stati
Uniti
,
invece
,
il
modello
umano
fu
fin
da
principio
democratico
in
una
sola
cultura
tecnocratica
e
urbana
,
perché
l
'
egualitarismo
non
può
non
regnare
là
dove
la
macchina
produce
i
beni
di
consumo
.
Questo
modello
umano
democratico
,
ma
non
necessariamente
liberale
,
è
l
'
Average
Man
,
ossia
uomo
medio
,
il
Common
Man
,
ossia
uomo
comune
,
The
man
in
the
street
,
ossia
l
'
uomo
della
strada
.
Ma
questo
ideale
tipo
d
'
uomo
di
cui
tutti
parlano
con
reverenza
e
timore
,
al
quale
tutti
si
sottomettono
e
che
come
uno
spettro
aleggia
nelle
redazioni
dei
giornali
e
delle
riviste
,
nei
laboratori
,
nelle
fabbriche
,
negli
uffici
,
è
forse
il
prodotto
di
una
dura
,
sottile
e
complicata
esperienza
civile
e
morale
,
o
di
un
'
ideologia
superiore
o
di
una
tradizione
storica
?
Nient
'
affatto
,
come
certi
robots
,
esso
è
il
prodotto
di
calcoli
quantitativi
e
statistici
,
di
deduzioni
scientifiche
o
che
tali
pretendono
di
essere
.
Sarebbe
forse
divertente
delineare
i
caratteri
dell
'
Average
Man
,
di
colui
per
il
quale
in
America
si
producono
polli
senza
ali
e
articoli
senza
stile
personale
,
di
colui
,
insomma
,
che
è
all
'
origine
della
frenesia
manipolatrice
di
questo
Paese
.
L
'
Average
Man
o
uomo
medio
è
pudibondo
e
perciò
non
deve
essere
scandalizzato
con
rappresentazioni
realistiche
di
quell
'
amore
che
,
come
diceva
Manzoni
,
è
così
importante
e
frequente
nella
vita
quotidiana
;
ma
in
compenso
è
brutale
e
anche
un
tantino
sadico
e
può
e
deve
digerire
qualsiasi
descrizione
di
crudeltà
e
di
violenza
.
Non
ama
le
idee
generali
e
le
teorie
e
va
nutrito
perciò
di
fatti
,
di
numeri
e
di
documenti
vissuti
.
È
sfornito
di
dentatura
intellettuale
e
critica
e
di
conseguenza
,
in
qualsivoglia
campo
,
da
quello
politico
a
quello
religioso
,
da
quello
culturale
a
quello
scientifico
è
alimentato
di
slogans
,
di
divulgazioni
,
di
sunti
,
di
estratti
e
di
altri
simili
prodotti
premasticati
.
È
infantile
e
dunque
gli
si
largiscono
in
gran
copia
comic
stripes
o
fumetti
,
novelle
sentimentali
,
e
convenzionali
,
narrazioni
puerilmente
avveniristiche
.
È
curioso
e
persino
indiscreto
e
così
gli
si
ammanniscono
i
particolari
intimi
,
ora
scabrosi
ora
melensi
,
della
vita
privata
di
uomini
politici
importanti
,
attori
e
attrici
del
cinema
,
miliardari
,
grandi
uomini
di
tutti
i
generi
e
celebrità
del
momento
.
È
di
orecchio
piuttosto
ottuso
e
viene
servito
alla
radio
e
,
alla
televisione
di
jazz
in
scatola
e
di
musichette
agevoli
.
È
di
vista
facilmente
contentabile
e
non
si
esita
a
stancargliela
con
le
immagini
di
una
pubblicità
euforica
quanto
irreale
e
sazievole
.
È
privo
o
quasi
di
senso
estetico
e
perciò
in
tutto
quanto
riguarda
l
'
abbigliamento
,
la
casa
,
l
'
ornamento
e
il
gusto
viene
sommerso
in
un
torrente
di
prodotti
la
cui
praticità
sembra
essere
stata
raggiunta
a
diretto
detrimento
della
bellezza
.
E
così
via
,
e
così
via
.
Ma
poi
esiste
veramente
questo
Average
Man
,
quest
'
uomo
medio
di
cui
tanto
si
favoleggia
e
per
cui
tanti
sacrifici
vengono
imposti
a
gruppi
creativi
degli
Stati
Uniti
?
Pensiamo
che
esso
non
esista
affatto
nella
realtà
,
esso
è
invece
il
prodotto
di
una
scelta
operata
nell
'
uomo
completo
,
nell
'
uomo
senza
altri
attributi
che
in
America
è
sano
,
vitale
e
ben
fornito
di
qualità
umane
quanto
e
più
che
altrove
.
E
questa
scelta
a
sua
volta
è
il
risultato
di
una
operazione
riduttiva
che
su
scala
gigantesca
e
collettiva
equivale
in
fondo
alla
vecchia
adulazione
dei
potenti
da
parte
dei
loro
servitori
nelle
più
antiche
civiltà
d
'
Europa
e
d
'
Asia
.
Così
il
cerchio
si
chiude
,
come
sempre
,
in
maniera
che
non
si
sa
bene
chi
fosse
al
principio
,
se
l
'
Average
Man
che
determina
con
i
suoi
supposti
caratteri
la
manipolazione
adulatrice
,
o
questa
che
a
sua
volta
crea
a
sua
immagine
e
somiglianza
l
'
Average
Man
.
Perché
a
forza
di
definire
questo
mitico
uomo
medio
e
di
adularlo
e
di
additargli
soltanto
alcuni
aspetti
umani
,
si
è
finito
per
crearlo
davvero
,
ossia
per
convincere
l
'
uomo
a
diventare
uomo
medio
.
Una
prova
di
più
,
se
era
necessario
,
della
grande
plasticità
,
docilità
e
influenzabilità
delle
masse
.
Naturalmente
le
conseguenze
di
tutto
ciò
sono
profonde
e
piene
di
lontani
significati
.
È
stato
detto
:
"
Il
potere
corrompe
e
il
potere
assoluto
corrompe
assolutamente
"
;
ora
questa
manipolazione
così
vasta
,
così
uniforme
e
così
coerente
di
una
civiltà
intera
equivale
ad
un
potere
quasi
assoluto
messo
nelle
mani
di
coloro
che
presiedono
alla
manipolazione
stessa
.
In
altri
termini
esistono
oggi
agli
Stati
Uniti
i
mezzi
per
guidare
e
sospingere
le
masse
in
qualsivoglia
direzione
e
in
qualsivoglia
campo
.
Per
fortuna
,
tuttavia
,
come
sempre
avviene
in
Paesi
diStati
Uniti
1955
democrazia
organica
quali
sono
gli
Stati
Uniti
,
questo
potere
è
bilanciato
dalla
grande
fluidità
,
vitalità
e
capacità
consumatrice
della
società
americana
,
per
cui
non
sembra
che
classi
,
gruppi
,
situazioni
,
privilegi
e
poteri
debbano
mai
cristallizzarsi
e
ossificarsi
staticamente
come
avviene
in
altri
Paesi
,
e
continuamente
nuove
forze
,
nuovi
interessi
,
nuove
correnti
scacciano
le
vecchie
,
ne
prendono
il
posto
e
correggono
gli
antichi
errori
e
conformismi
,
sia
pure
talvolta
con
nuovi
errori
e
nuovi
conformismi
.
Il
problema
dunque
è
,
semmai
,
che
l
'
Average
Man
,
esista
o
no
nella
realtà
,
sia
guidato
e
sospinto
da
élites
e
concezioni
fondamentalmente
sane
e
umane
.
Indubbiamente
l
'
adulazione
di
cui
abbiamo
parlato
c
'
è
;
però
,
a
ben
guardare
,
è
un
'
adulazione
basata
sopra
un
'
idea
dell
'
uomo
certo
riduttiva
ma
in
complesso
bonaria
e
ragionevole
.
L
'
Average
Man
americano
non
ha
nulla
di
decadente
,
di
corrotto
,
di
disumano
,
di
spietato
e
di
irreale
come
certi
Uomini
Medii
di
nostra
conoscenza
che
in
un
recente
passato
si
sono
affacciati
alla
storia
,
coi
risultati
che
tutti
sanno
,
in
Europa
e
altrove
.
Insomma
l
'
esperimento
americano
di
creare
una
cultura
di
massa
è
in
corso
,
con
una
ricchezza
e
ampiezza
di
mezzi
mai
viste
,
e
naturalmente
ha
portato
come
primo
risultato
all
'
abbassamento
della
cultura
al
livello
della
massa
.
Si
può
dunque
criticare
alcuni
aspetti
di
quest
'
esperimento
,
per
esempio
quello
della
manipolazione
eccessiva
;
ma
sarebbe
prematuro
oltre
che
presuntuoso
pronunziare
un
giudizio
definitivo
.
StampaQuotidiana ,
A
settembre
dovrebbe
essere
affrontata
,
in
fase
conclusiva
,
la
legge
sull
'
Università
.
So
come
ai
politici
sia
indifferente
tutto
ciò
che
non
proviene
da
partiti
o
da
sindacati
,
che
non
si
traduce
in
voti
od
in
pericoli
di
scioperi
.
Eppure
occorre
talora
fare
il
punto
,
mostrare
quanto
di
contrario
agl
'
interessi
dei
meno
agiati
si
compia
nel
nome
della
democrazia
,
quanto
interessi
di
gruppi
prevalgano
sull
'
interesse
generale
.
Inutile
ripetere
cose
che
i
politici
avrebbero
anche
ragione
di
non
ascoltare
,
se
davvero
valesse
la
regola
che
non
si
può
mai
accettare
l
'
impopolarità
di
certe
riforme
.
Ripetere
così
che
è
folle
apparecchiare
nuove
Università
per
creare
sempre
un
maggior
numero
di
laureati
,
senza
curarsi
di
vedere
se
questi
troveranno
poi
un
'
occupazione
(
in
certi
casi
è
anzi
certo
che
non
la
troveranno
,
e
si
moltiplicherà
il
numero
dei
frustrati
,
dei
laureati
in
legge
od
in
economia
o
in
scienze
politiche
che
ad
uno
sportello
di
banca
attendono
ai
depositi
e
riscossioni
sui
libretti
di
risparmio
,
o
in
un
ufficio
riempiono
moduli
)
.
Inutile
ripetere
che
l
'
Università
è
un
grande
nome
,
ma
appartenente
al
passato
,
ed
oggi
la
realtà
sono
le
Facoltà
,
alcune
già
ammasso
di
discipline
eterogenee
,
come
quelle
di
scienze
;
e
non
si
può
legiferare
se
non
per
Facoltà
.
Inutile
ripetere
che
è
pura
demagogia
parlare
delle
esigenze
delle
Università
considerando
il
numero
degli
iscritti
,
e
volendo
ignorare
che
da
sempre
in
certe
Facoltà
solo
una
piccole
percentuale
degl
'
iscritti
frequenta
,
ed
in
alcune
,
dalla
loro
istituzione
,
solo
una
parte
,
non
la
maggioranza
degli
iscritti
al
primo
anno
,
giunge
al
termine
del
corso
.
Inutile
soggiungere
che
è
falso
che
non
si
frequenta
perché
non
ci
sono
posti
o
strutture
adeguate
,
quando
è
noto
che
non
si
frequenta
o
perché
si
risiede
altrove
o
si
è
occupati
,
o
,
più
spesso
,
si
ritiene
,
e
per
molte
materie
giustamente
,
che
a
vent
'
anni
si
possa
studiare
sui
libri
e
non
occorra
ascoltare
lezioni
;
e
che
sarebbe
utile
istituire
consultori
per
coloro
che
non
frequentano
.
Ed
inutile
altresì
ripetere
che
sono
diverse
e
non
sovrapponibili
le
strade
che
portano
a
formare
il
buon
professionista
e
quelle
che
portano
a
creare
l
'
uomo
di
studio
,
quello
delle
teorie
,
che
pure
necessita
;
e
che
sulle
prime
molto
potrebbero
operare
professionisti
provetti
,
primari
spedalieri
,
consigli
dell
'
Ordine
degli
avvocati
,
e
via
dicendo
,
scaricando
le
Università
.
Ma
c
'
è
invece
qualcosa
che
va
detto
,
e
non
importa
se
abbiano
a
giovarsene
i
movimenti
extraparlamentari
(
non
credo
:
essi
pure
hanno
da
guadagnare
a
che
nulla
muti
)
.
Va
detto
che
in
un
Paese
povero
come
il
nostro
,
dove
ciò
che
può
spendersi
per
l
'
istruzione
è
pur
sempre
limitato
,
le
necessità
primarie
sono
quelle
delle
scuole
materne
,
primarie
e
medie
,
e
tutte
le
altre
debbono
essere
mantenute
nei
limiti
dell
'
indispensabile
,
non
concedendosi
alcuno
scialo
.
Quando
sento
del
ragazzino
di
13
anni
che
non
frequenta
la
scuola
media
perché
la
famiglia
ha
bisogno
delle
ventincinquemila
lire
mensili
che
guadagna
addetto
a
una
pompa
di
benzina
ed
alla
ripulitura
del
cristallo
delle
macchine
in
sosta
;
quando
nell
'
ascensore
di
un
'
alta
sede
giudiziaria
mi
ritrovo
col
ragazzino
,
quasi
un
bimbetto
,
addetto
al
bar
,
che
instancabilmente
porta
cappuccini
e
birre
:
allora
ho
uno
dei
miei
rari
moti
d
'
ira
pensando
al
presalario
degli
universitari
,
reclamato
ora
da
tutti
.
Ma
della
cattedra
universitaria
si
tende
a
fare
quel
ch
'
era
il
beneficio
semplice
(
che
non
comportava
alcun
obbligo
,
tolto
portare
la
mantelletta
nera
di
abate
;
Monaldo
Leopardi
l
'
offrì
a
Giacomo
per
dargli
modo
di
vivere
,
ma
dignitosamente
Giacomo
rifiutò
)
,
o
l
'
abbazia
in
commenda
che
alimentava
le
rendite
di
opulenti
cardinali
.
Sento
cose
incredibili
:
una
Università
minore
che
propone
per
una
sola
Facoltà
di
scienze
morali
novantacinque
materie
d
'
insegnamento
,
e
pian
piano
,
ma
forse
non
tanto
piano
,
ogni
insegnante
diverrà
professore
di
ruolo
,
con
assistenti
,
tali
per
il
beneplacito
d
'
un
cattedratico
,
ed
inamovibili
;
anzi
mi
dicono
che
ora
si
vogliono
sistemare
anche
i
«
precari
»
,
chi
per
incarico
d
'
un
professore
tenne
qualche
esercitazione
.
E
quando
poi
mi
guardo
intorno
,
nel
settore
che
conosco
bene
,
scorgo
:
un
piccolissimo
numero
(
credo
bastino
le
dita
di
una
mano
per
contarli
)
di
ottimi
giovani
che
si
stabiliscono
nella
città
dove
hanno
cattedra
,
tengono
corsi
anche
serali
,
suscitano
interessi
,
sono
un
elemento
vivificatore
;
un
numero
sempre
esiguo
,
ma
un
po
'
meno
,
d
'
insegnanti
che
trascorrono
tre
giorni
della
settimana
nella
loro
sede
,
ed
in
quei
giorni
sono
attivi
,
legano
con
i
giovani
(
va
da
sé
che
quelli
interessati
sono
poi
pochi
,
sicché
spesso
dopo
la
lezione
insegnante
ed
allievi
possono
continuare
la
conversazione
intorno
ad
un
tavolo
di
birreria
)
;
ma
,
almeno
nei
settori
che
ben
conosco
,
vedo
aspirare
alla
cattedra
una
serie
di
giovani
che
mai
e
poi
mai
si
sposteranno
dalla
grande
città
in
cui
hanno
il
loro
centro
d
'
affari
,
mai
e
poi
mai
si
rassegneranno
a
vivere
dello
stipendio
,
per
quanto
questo
possa
essere
aumentato
.
Nelle
stesse
Facoltà
scientifiche
,
d
'
altronde
,
ben
so
quanto
sia
raro
il
professore
che
porti
la
sua
famiglia
nella
sede
,
s
'
inserisca
nel
tessuto
della
città
come
elemento
vivificatore
.
Ed
occorre
aggiungere
,
a
fare
il
punto
,
che
giustamente
ogni
ministro
direbbe
che
non
può
fare
nulla
,
perché
libertà
d
'
insegnamento
da
noi
significa
anche
libertà
di
non
insegnare
,
e
sarebbe
un
'
insurrezione
generale
il
giorno
di
esami
in
cui
si
presentasse
un
ispettore
ministeriale
a
vedere
com
'
è
composta
la
commissione
,
quanto
dura
ogni
esame
.
Scelta
delle
materie
,
libertà
di
programmi
:
e
sia
,
anche
se
costituisca
la
pietra
al
collo
per
il
ragazzo
che
non
ha
dietro
a
sé
alcuna
tradizione
di
cultura
,
e
si
fa
indicare
le
materie
dal
compagno
o
dal
bidello
.
Ma
se
c
'
è
qualcuno
che
vuole
studiare
ciò
che
è
fuori
delle
grandi
vie
,
l
'
eros
delle
pulci
o
l
'
astronomia
dei
cartaginesi
,
non
pretenda
si
creino
cattedre
per
lui
.
I
poveri
debbono
spendere
bene
il
poco
di
cui
dispongono
;
lo
spreco
non
è
loro
consentito
.
Si
considerino
i
bisogni
reali
delle
Università
,
ma
non
si
accordi
il
superfluo
;
non
si
crei
(
anche
se
possa
essere
una
via
per
fare
ciò
che
al
fascismo
non
riuscì
,
l
'
impronta
politica
posta
sull
'
Università
,
come
si
tende
a
metterla
sulla
magistratura
}
un
esercito
d
'
insegnanti
che
non
insegnano
o
perché
non
sanno
,
o
perché
non
vogliono
,
o
perché
manca
loro
la
studentesca
cui
insegnare
.
StampaQuotidiana ,
L
'
accusa
di
«
professionisti
»
o
-
peggio
-
di
«
mestieranti
»
della
politica
ricorre
spesso
sulla
bocca
degli
italiani
nei
confronti
dei
parlamentari
e
dei
dirigenti
di
partito
.
E
vi
ricorre
con
una
sfumatura
di
dispetto
e
di
disprezzo
.
Per
un
motivo
molto
semplice
:
che
del
professionalismo
la
gente
si
sofferma
a
considerare
solo
gli
aspetti
negativi
,
che
certamente
ci
sono
:
l
'
attaccamento
al
posto
,
il
carrierismo
,
l
'
opportunismo
eccetera
.
Ma
ce
ne
sono
anche
di
positivi
,
che
non
vanno
o
che
non
dovrebbero
venire
trascurati
:
la
dedizione
assoluta
,
la
formazione
di
competenze
specifiche
,
e
via
dicendo
.
Vediamo
un
po
'
anzitutto
di
precisare
fino
a
che
punto
il
professionismo
sia
invalso
,
cioè
quanti
siano
i
parlamentari
che
vivono
soltanto
di
politica
.
Gli
studiosi
fiorentini
che
hanno
compilato
il
volume
«
Il
Parlamento
italiano
»
ci
forniscono
delle
cifre
-
credo
-
abbastanza
precise
.
Io
non
voglio
affollarne
la
testa
del
povero
lettore
,
e
salto
quindi
a
quella
conclusiva
:
oggi
come
oggi
,
circa
la
metà
dei
nostri
parlamentari
non
hanno
altra
attività
che
quella
politica
,
la
quale
così
viene
a
rappresentare
per
essi
,
oltre
che
una
vocazione
,
una
«
sistemazione
»
.
La
prima
conseguenza
,
certamente
deteriore
,
di
questo
fatto
è
l
'
accanimento
della
lotta
per
la
conquista
o
il
mantenimento
del
seggio
.
Per
molti
,
il
problema
è
drammatico
:
non
impegna
soltanto
le
ambizioni
,
ma
addirittura
il
pane
.
Sempre
dalla
stessa
documentazione
risulta
che
appena
un
15
per
cento
dei
nostri
deputati
e
senatori
ha
di
che
vivere
anche
senza
la
politica
.
La
voce
pubblica
riassume
questa
situazione
dicendo
sommariamente
che
«
sono
tutti
alla
greppia
»
.
Esistono
tuttavia
,
fra
partito
e
partito
,
delle
differenze
sostanziali
.
I
comunisti
sono
quelli
che
meno
risentono
il
dramma
del
seggio
,
per
due
motivi
.
Prima
di
tutto
perché
la
ferrea
disciplina
di
partito
cui
sono
sottoposti
fa
di
loro
non
dei
«
rappresentanti
»
,
ma
dei
«
comandanti
alla
rappresentanza
»
,
e
quindi
li
scoraggia
in
partenza
da
ogni
pretesa
di
restarlo
.
Eppoi
perché
essi
sono
quasi
tutti
funzionari
di
partito
,
nel
cui
«
apparato
»
ritrovano
un
posto
,
quando
lo
perdono
in
Parlamento
.
Anche
i
democristiani
se
la
cavano
abbastanza
bene
perché
,
appartenendo
a
un
partito
che
ha
in
mano
tutte
le
leve
di
potere
,
dispongono
di
una
vasta
collezione
di
enti
pubblici
,
di
banche
,
di
compagnie
di
assicurazione
eccetera
,
in
cui
sistemarsi
se
vengono
esclusi
dalle
liste
o
trombati
alle
elezioni
.
Il
guaio
più
grosso
è
per
i
socialisti
che
,
essendo
rimasti
fin
qui
fuori
dal
governo
e
quindi
non
avendo
le
mani
in
nulla
,
e
non
disponendo
di
un
«
apparato
»
paragonabile
a
quello
comunista
in
cui
potersi
riaccusare
,
non
hanno
alternative
:
o
il
Parlamento
o
la
disoccupazione
.
Irriducibile
sensazione
Una
seconda
conseguenza
,
anch
'
essa
deteriore
,
è
l
'
estendersi
e
l
'
aggrovigliarsi
di
quella
equivoca
zona
di
«
sottogoverno
»
in
cui
tutti
i
partiti
cercano
dei
compensi
,
cioè
delle
«
sistemazioni
di
ricambio
»
.
Come
ho
detto
,
i
democristiani
sono
per
questo
in
una
posizione
di
privilegio
.
Ma
non
possono
aspirare
al
monopolio
.
E
questo
fa
sì
ch
'
essi
trovino
sempre
degli
alleati
,
quando
si
tratta
di
moltiplicare
i
«
carrozzoni
»
.
Intendiamoci
bene
:
con
ciò
non
voglio
dire
che
i
«
carrozzoni
»
si
moltiplicano
solo
per
questa
ragione
.
Ce
ne
sono
anche
altre
di
natura
ideologica
,
che
l
'
apertura
a
sinistra
ha
ora
accentuato
.
Ma
è
certo
che
il
professionalismo
politico
crea
nel
Parlamento
una
predisposizione
d
'
animo
favorevole
a
tutto
ciò
che
può
offrire
una
soluzione
di
ripiego
a
una
carriera
politica
abortita
o
spezzata
.
C
'
è
infine
una
terza
conseguenza
,
che
intacca
proprio
la
sostanza
delle
istituzioni
e
ne
altera
la
natura
.
La
dipendenza
degli
eletti
dal
rispettivo
partito
toglie
loro
sempre
di
più
il
carattere
di
«
rappresentanti
»
e
accentua
quello
di
«
funzionari
»
.
In
questo
consiste
la
«
partitocrazia
»
contro
cui
si
levano
tante
proteste
.
In
Italia
l
'
elettore
si
riconosce
sempre
meno
nel
suo
eletto
,
dal
quale
anzi
si
sente
perpetuamente
«
tradito
»
.
Se
gli
si
chiede
in
cosa
ravvisa
questo
tradimento
,
con
esattezza
non
sa
rispondere
.
Però
,
per
quanto
generica
,
questa
sensazione
in
lui
è
irriducibile
.
E
non
si
può
negare
che
abbia
qualche
fondamento
nella
realtà
dei
fatti
.
Lo
stesso
governo
per
esempio
,
quando
vuoi
venire
a
capo
di
uno
sciopero
,
non
si
rivolge
ai
rappresentanti
parlamentari
degli
scioperanti
perché
sa
benissimo
che
essi
non
li
rappresentano
affatto
.
Si
appella
alla
mediazione
degli
organizzatori
sindacali
,
cioè
tratta
direttamente
con
la
categoria
.
L
'
uomo
della
strada
non
afferra
molto
bene
i
perché
di
questa
situazione
,
ma
l
'
avverte
,
e
corre
alla
conclusione
più
facile
e
sommaria
:
la
colpa
-
dice
-
è
dei
partiti
che
non
fanno
,
come
dovrebbero
,
da
cinghia
di
collegamento
,
ma
da
diaframma
fra
eletti
ed
elettori
.
Essi
hanno
creato
-
dice
sempre
l
'
uomo
della
strada
-
una
specie
di
«
sovramondo
»
che
ha
confiscato
ogni
potere
di
decisione
e
che
non
si
sente
nemmeno
in
obbligo
di
rispondere
del
proprio
operato
agli
elettori
,
o
lo
fa
con
un
linguaggio
da
iniziati
,
che
praticamente
li
esclude
perfino
dalla
comprensione
dei
problemi
.
C
'
è
del
vero
.
Ma
,
prima
di
addossarne
la
colpa
ai
partiti
vediamo
un
po
'
come
tutto
questo
è
successo
.
Anzitutto
,
il
suffragio
universale
ha
reso
molto
più
arduo
il
compito
della
«
rappresentanza
»
.
Il
suffragio
ristretto
era
,
si
capisce
,
ingiusto
,
perché
concedeva
solo
a
una
minima
parte
della
popolazione
il
diritto
di
essere
rappresentata
,
e
creava
così
un
privilegio
.
Però
quella
parte
era
chiaramente
identificata
nei
suoi
interessi
e
nelle
sue
aspirazioni
.
Ci
voleva
poco
a
rappresentare
con
fedeltà
duemila
elettori
che
volevano
,
poniamo
,
una
scuola
o
una
ferrovia
.
Bastava
battersi
per
quella
scuola
e
per
quella
ferrovia
.
Oggi
un
povero
parlamentare
deve
rappresentare
,
se
è
deputato
,
dai
30
mila
ai
50
mila
elettori
;
e
se
è
senatore
,
il
doppio
.
Trovare
fra
loro
,
sparpagliati
come
sono
in
località
,
categorie
e
ceti
diversi
,
un
minimo
comun
denominatore
,
è
molto
più
difficile
.
Il
solo
rimedio
I
partiti
hanno
cercato
di
neutralizzare
questo
effetto
controproducente
del
suffragio
universale
,
ricreandone
uno
ristretto
nel
loro
ambito
.
Il
«
diaframma
»
è
qui
.
La
composizione
della
«
lista
»
dei
candidati
da
presentare
agli
elettori
è
infatti
una
pre
-
elezione
bell
'
e
buona
,
operata
autoritariamente
dalla
piccola
minoranza
dei
«
militanti
»
,
e
per
essi
nella
realtà
delle
cose
,
dalle
direzioni
dei
vari
partiti
.
Quella
che
viene
dagli
elettori
,
poi
,
non
è
che
una
conferma
della
scelta
già
fatta
o
,
al
massimo
,
una
scelta
nella
scelta
con
l
'
arma
-
piuttosto
spuntata
e
inefficace
-
delle
preferenze
.
Ecco
perché
si
sentono
«
traditi
»
.
Ma
non
c
'
era
altro
rimedio
,
e
quindi
non
si
può
considerarlo
una
«
colpa
»
.
La
colpa
,
caso
mai
,
va
ricercata
nel
modo
in
cui
è
stato
applicato
.
I
partiti
non
si
sono
resi
conto
di
una
cosa
,
su
cui
gli
studiosi
di
tutto
il
mondo
ormai
hanno
fornito
unanime
testimonianza
:
e
cioè
che
l
'
elettore
medio
,
a
qualunque
ceto
appartenga
,
ha
scarsi
interessi
politici
,
e
raramente
si
lascia
guidare
nella
scelta
da
operazioni
intellettuali
.
Non
solo
le
grandi
ideologie
come
il
liberalismo
o
il
socialismo
sono
per
lui
nebulose
astrazioni
.
Ma
anche
certi
problemi
concreti
,
come
la
difesa
delle
Costituzione
,
l
'
economia
di
mercato
,
la
pianificazione
,
l
'
indipendenza
della
magistratura
eccetera
,
lo
toccano
poco
.
E
più
sensibile
caso
mai
,
a
degli
«
slogans
»
massicci
tipo
«
via
i
capitalisti
»
,
«
la
terra
ai
contadini
»
,
«
meno
tasse
»
,
«
abbasso
i
forchettoni
»
eccetera
,
sebbene
sia
dimostrato
che
anche
questa
propaganda
ormai
intacca
poco
le
scelte
già
fatte
.
Ma
già
fatte
su
che
?
Ecco
il
punto
su
cui
è
nata
la
confusione
.
Gli
americani
e
gl
'
inglesi
questa
confusione
l
'
hanno
evitata
col
sistema
bipartitico
che
offre
due
sole
alternative
estremamente
chiare
:
conservazione
o
progresso
,
oppure
progresso
a
ritmo
più
lento
o
progresso
a
ritmo
più
affrettato
.
Il
lettore
non
concluda
subito
che
così
bisognava
fare
anche
in
Italia
.
Non
si
poteva
.
Perché
per
farlo
occorre
una
società
stabilizzata
e
priva
di
forze
centrifughe
.
Da
questo
lato
,
il
nostro
panorama
politico
è
semplicemente
pauroso
.
Se
tiriamo
le
somme
all
'
ingrosso
deducendole
dall
'
atteggiamento
dei
vari
partiti
,
ci
accorgiamo
che
mezza
Italia
rinnega
il
sistema
politico
che
si
è
dato
,
e
che
resiste
solo
perché
questo
rifiuto
viene
da
due
parti
opposte
-
l
'
estrema
destra
e
l
'
estrema
sinistra
-
che
alla
meglio
si
neutralizzano
.
In
queste
condizioni
,
che
bipartitismo
si
poteva
fare
?
Esso
presuppone
una
società
che
accetta
interamente
il
sistema
e
solo
si
diversifica
sui
tempi
della
conservazione
e
del
progresso
.
Grosso
guazzabuglio
Quello
a
cui
però
si
poteva
e
si
doveva
mirare
anche
in
un
sistema
pluripartitico
come
il
nostro
era
la
«
identificabilità
»
delle
rispettive
posizioni
politiche
.
Nei
Paesi
scandinavi
i
partiti
sono
quattro
.
E
,
sebbene
tutti
accettino
il
sistema
e
quindi
non
si
differenzino
tra
loro
che
per
lievi
diversità
,
si
caratterizzano
con
lineamenti
precisi
all
'
occhio
dell
'
elettore
.
In
Italia
,
su
otto
partiti
,
ci
sono
quattro
«
destre
»
(
quella
missina
,
quella
monarchica
,
quella
liberale
e
quella
democristiana
)
,
cinque
«
sinistre
»
(
comunista
,
socialista
,
socialdemocratica
,
repubblicana
e
democristiana
)
e
due
«
centri
»
(
quello
democristiano
e
quello
liberale
)
.
Non
basta
il
cervello
di
un
elettore
per
raccapezzarsi
in
un
simile
guazzabuglio
.
Ci
vuole
quello
di
uno
psichiatra
perché
siamo
nella
follia
pura
.
E
di
qui
che
nasce
il
puntiglioso
dogmatismo
ideologico
dei
nostri
partiti
,
che
in
esso
cercano
un
rimedio
alla
loro
mancanza
di
una
vera
e
chiara
fisionomia
.
Come
fanno
quattro
«
destre
»
,
cinque
«
sinistre
»
e
due
«
centri
»
a
distinguersi
fra
loro
,
se
non
sottolineando
fino
alla
caricatura
gli
elementi
che
li
dividono
?
Di
qui
,
la
corsa
agli
estremi
,
la
tendenza
al
radicalismo
e
la
perpetua
vocazione
alle
scissioni
.
Di
qui
la
lotta
di
fazione
portata
al
parossismo
,
tutta
dibattuta
su
schemi
astratti
,
su
sottigliezze
di
dottrina
,
che
richiedono
perfino
un
linguaggio
esoterico
,
fuori
gittata
dell
'
intelligenza
comune
.
E
di
qui
la
sensazione
,
sempre
più
diffusa
tra
il
pubblico
,
d
'
essere
«
tradito
»
dai
propri
rappresentanti
.
Regola
invertita
Anche
noi
giornalisti
ne
siamo
trascinati
.
I
resocontisti
e
commentatori
di
politica
interna
,
sulla
nostra
stampa
,
formano
ormai
una
famiglia
speciale
,
che
ha
finito
per
adottare
lo
stesso
linguaggio
dei
partiti
,
cioè
ha
perso
ogni
contatto
col
pubblico
.
Il
collega
Forcella
riconobbe
tempo
fa
che
di
lettori
di
articoli
politici
in
Italia
ce
ne
saranno
2500
,
sì
e
no
.
Magari
saranno
anche
25
mila
.
Restano
comunque
una
sparuta
minoranza
di
iniziati
a
,
qualcosa
che
sempre
più
somiglia
a
un
«
mistero
»
.
E
anche
questo
naturalmente
contribuisce
a
diminuire
il
carattere
«
rappresentativo
»
e
ad
accentuare
quello
partitocratrico
e
funzionaresco
del
Parlamento
.
L
'
indagine
statistica
degli
studiosi
fiorentini
ce
ne
fornisce
la
riprova
,
in
cifre
.
Alla
Costituente
del
1946
solo
,
l
'
un
per
cento
dei
partecipanti
venivano
dagli
«
apparati
»
dei
partiti
.
Oggi
sono
1'87
.
La
carriera
politica
diventa
sempre
più
esclusiva
e
chiusa
ad
apporti
esterni
.
Il
motivo
ce
lo
forniscono
altre
cifre
raccolte
dagli
studiosi
fiorentini
,
particolarmente
illuminanti
.
Dalle
loro
indagini
risulta
che
quasi
il
50
per
cento
dei
nostri
parlamentari
sono
figli
di
padri
che
hanno
,
come
titolo
d
'
istruzione
,
la
licenza
elementare
o
quella
di
scuola
media
inferiore
.
Nulla
di
scandaloso
,
in
sé
e
per
sé
.
Anzi
.
Ma
questo
ci
dice
cosa
è
diventata
oggi
la
carriera
politica
:
non
più
il
premio
e
il
coronamento
del
successo
conquistato
in
altri
campi
,
come
avveniva
una
volta
col
suffragio
ristretto
e
il
collegio
uninominale
,
quando
il
seggio
andava
al
«
notabile
»
locale
;
ma
la
scorciatoia
per
raggiungere
d
'
un
balzo
,
nello
spazio
di
una
sola
generazione
,
la
élite
dirigente
.
Prima
ci
si
doveva
inserire
,
economicamente
e
professionalmente
,
in
un
certo
ceto
almeno
medio
-
superiore
,
per
diventare
deputato
.
Oggi
si
diventa
deputato
appunto
per
inserirsi
in
questo
ceto
.
La
Camera
non
è
più
la
meta
,
ma
lo
strumento
di
una
«
promozione
»
sociale
.
Non
dico
,
badate
bene
,
che
sia
un
male
.
Dico
soltanto
che
la
regola
è
stata
invertita
e
che
questo
sovvertimento
contribuisce
la
sua
parte
al
professionalismo
e
ai
suoi
caratteri
,
quasi
corporativi
,
di
geloso
monopolio
.
Ma
la
verità
è
che
l
'
attività
politica
,
in
Italia
,
si
svolge
dentro
un
quadro
che
non
è
più
il
suo
,
perché
era
stato
predisposto
per
un
tipo
di
Stato
che
non
ha
più
nulla
a
che
fare
con
quello
in
cui
viviamo
.
StampaQuotidiana ,
Trovata
:
un
impiegato
restio
si
trova
a
venir
desiderato
,
corteggiato
,
ricattato
e
semiviolentato
dalla
donna
che
sul
lavoro
è
il
suo
capo
,
in
una
situazione
imbarazzante
che
capovolge
la
norma
per
cui
sono
le
donne
a
venir
molestate
dai
capi
in
ufficio
.
Trovata
originale
?
Per
niente
.
Il
film
precisa
«
da
un
'
idea
di
Gianfilippo
Ascione
»
,
ma
quell
'
idea
l
'
avevano
già
avuta
in
parecchi
:
stava
al
centro
di
almeno
tre
processi
negli
Stati
Uniti
,
sta
al
centro
del
romanzo
di
Michael
Crichton
Rivelazioni
pubblicato
da
Garzanti
e
del
film
americano
con
Michael
Douglas
che
ne
è
stato
tratto
.
Sergio
Rubini
,
regista
e
protagonista
che
in
un
momento
del
film
legge
allusivamente
Rivelazioni
,
lo
sa
benissimo
:
e
affronta
la
storia
non
come
un
'
idea
nuova
,
ma
come
la
variazione
su
uno
spunto
di
commedia
.
L
'
esito
è
poco
felice
:
il
film
slunga
e
trascina
l
'
aneddoto
senza
sapere
come
alimentarlo
,
salvo
che
mediante
una
di
quelle
gite
turistiche
all
'
estero
(
qui
in
Grecia
,
con
danze
tipiche
,
bevute
eccessive
,
indigeni
primitivi
simpatici
,
mare
bellissimo
)
con
cui
molti
film
italiani
tentano
di
dare
respiro
alla
vicenda
e
di
colmare
i
vuoti
di
sceneggiatura
;
l
'
avventura
sessuale
raccontata
senza
stile
e
senza
brio
è
priva
di
eros
e
di
sensualità
;
lo
svolgersi
dei
fatti
non
diventa
mai
analisi
di
costume
,
dei
rapporti
tra
i
sessi
o
del
mondo
editoriale
;
a
Sergio
Rubini
manca
il
fisico
del
ruolo
,
tanto
da
rendere
incomprensibile
che
una
bella
dirigente
si
accanisca
per
portarselo
a
letto
,
anche
se
mossa
da
piccosa
prepotenza
più
che
da
desiderio
.
Infatti
l
'
impiegato
molestato
,
lettore
in
una
grande
casa
editrice
,
ha
carattere
,
vuole
bene
alla
sua
donna
,
non
intende
venir
consumato
in
una
notte
e
poi
messo
da
parte
;
resiste
alle
insistenze
di
Margherita
Buy
,
dura
manager
tagliatrice
di
teste
incaricata
di
ridurre
il
personale
e
le
spese
,
donna
vorace
ma
fredda
-
«
Per
me
fare
l
'
amore
non
è
una
mania
,
è
solo
un
hobby
...
La
seconda
volta
mi
annoio
»
.
Vendicativamente
,
l
'
impiegato
molestato
che
si
nega
viene
degradato
sul
lavoro
.
Lascia
il
posto
,
perde
la
sua
donna
che
lo
spingeva
a
cedere
per
veder
pubblicato
un
proprio
libro
,
ma
alla
fine
vince
:
naturalmente
la
manager
s
'
innamora
,
lui
pure
,
insieme
creano
una
nuova
coppia
e
una
nuova
casa
editrice
.
Margherita
Buy
,
pochissimo
spogliata
e
benissimo
vestita
da
Valentino
,
inadatta
al
personaggio
,
è
come
imbarazzata
,
dislocata
,
convenzionale
;
Simona
Izzo
recita
bene
la
sua
piccola
parte
di
scrittrice
velleitaria
che
mangia
e
ingrassa
per
frustrazione
;
sono
piacevoli
le
apparizioni
di
Gianrico
Tedeschi
e
Gianni
Bonagura
.
StampaQuotidiana ,
Nuova
York
-
In
America
dove
tutti
i
problemi
vengono
semplificati
e
ridotti
a
slogans
divulgativi
e
gettoni
di
scambio
corrente
,
gira
una
frase
o
meglio
una
piccola
metafora
sul
rapporto
tra
uomo
e
donna
:
the
battle
of
sexes
,
ossia
la
battaglia
dei
sessi
.
Si
leggono
comunemente
,
a
proposito
di
questa
battaglia
,
frasi
di
sapore
strategico
come
questa
:
"
The
battle
of
sexes
is
raging
all
over
the
country
"
,
ossia
"
La
battaglia
dei
sessi
infuria
su
tutto
il
Paese
"
.
Lo
straniero
che
non
sia
addentro
alle
cose
americane
potrà
prendere
la
metafora
alla
leggera
,
come
una
definizione
esagerata
ed
enfatica
di
una
condizione
umana
ovvia
quanto
universale
.
Ma
non
è
così
:
la
battaglia
dei
sessi
,
agli
Stati
Uniti
,
è
veramente
una
battaglia
,
accanita
,
sanguinosa
,
combattuta
da
ambo
le
parti
senza
esclusione
di
colpi
.
E
conoscerne
le
origini
e
i
modi
può
aiutare
a
capire
il
vero
carattere
di
questo
Paese
.
Aggiungiamo
,
però
,
che
per
spiegare
la
metafora
basterà
parlare
della
donna
americana
.
È
da
lei
,
difatti
,
che
sono
partite
le
ostilità
,
è
lei
che
ha
scatenato
la
guerra
.
L
'
uomo
ha
quasi
sempre
subito
la
sua
iniziativa
.
Prendiamo
per
esempio
una
ragazza
tipica
americana
e
chiamiamola
Margery
.
Essa
è
figlia
di
una
famiglia
middle
class
,
termine
che
impropriamente
in
Europa
si
traduce
borghesia
,
ma
che
in
realtà
designa
una
classe
molto
più
vasta
,
la
classe
burocratica
tecnocratica
,
comprendente
non
soltanto
i
borghesi
veri
e
propri
,
ma
anche
buona
parte
degli
operai
qualificati
e
non
pochi
farmers
ossia
contadini
.
Nata
,
dunque
,
in
una
famiglia
middle
class
,
Margery
eredita
immediatamente
fin
dalla
culla
la
condizione
di
privilegio
che
per
lei
e
prima
di
lei
hanno
strappato
agli
Stati
Uniti
generazioni
e
generazioni
di
donne
americane
.
Quest
'
eredità
è
pesante
e
altamente
determinante
.
La
donna
in
America
ha
fatto
sue
tutte
le
rivendicazioni
e
ambizioni
femministe
dell
'
Occidente
e
le
ha
ormai
tradotte
perfettamente
nella
realtà
.
Quali
erano
queste
rivendicazioni
e
ambizioni
?
A
dirla
in
breve
,
che
la
donna
godesse
,
in
tutti
i
campi
,
degli
stessi
diritti
dell
'
uomo
,
che
potesse
esercitare
le
stesse
professioni
,
insomma
che
oltre
che
donna
fosse
anche
uomo
.
Questi
scopi
sono
stati
raggiunti
in
pieno
dalla
donna
agli
Stati
Uniti
,
così
che
oggi
si
può
affermare
senza
esagerazione
che
in
America
la
donna
è
ormai
anche
uomo
,
almeno
per
quanto
riguarda
i
diritti
civili
e
le
capacità
professionali
.
Ma
essendo
essa
per
sua
natura
anche
donna
e
soprattutto
donna
,
è
accaduto
che
abbia
accumulato
,
oltre
ai
diritti
dell
'
uomo
,
anche
quelli
,
di
cui
già
godeva
,
della
donna
.
Di
modo
che
si
è
venuta
ben
presto
a
trovare
in
una
condizione
dominante
,
un
po
'
come
chi
,
al
gioco
del
poker
,
disponga
di
molto
denaro
e
perciò
possa
imporre
il
proprio
gioco
agli
avversari
più
poveri
.
Il
risultato
è
che
oggi
l
'
America
è
il
solo
Paese
al
mondo
che
sia
retto
a
matriarcato
o
meglio
a
ginecocrazia
.
Le
donne
sono
dappertutto
,
attive
,
potenti
,
protette
dalle
leggi
e
dal
costume
;
fra
l
'
altro
(
fatto
importante
in
un
Paese
come
questo
,
dove
tutto
si
misura
sul
metro
della
capacità
finanziaria
)
controllano
,
secondo
le
statistiche
ufficiali
,
circa
due
terzi
della
ricchezza
nazionale
.
Ma
torniamo
alla
nostra
Margery
.
Margery
,
appena
nata
,
si
trova
dunque
in
una
condizione
di
privilegio
la
quale
tuttavia
è
in
diretto
contrasto
con
la
natura
che
,
almeno
per
quanto
riguarda
la
vita
sentimentale
,
vuole
la
donna
sottomessa
all
'
uomo
.
Da
questa
contraddizione
di
fondo
nasce
,
diciamolo
subito
,
il
dramma
di
Margery
nonché
di
innumerevoli
donne
americane
.
Margery
,
insomma
,
fin
dagli
anni
della
scuola
e
dell
'
Università
sarà
un
uomo
in
competizione
assai
aspra
(
competitive
,
aggettivo
assai
in
voga
in
America
per
designare
l
'
atteggiamento
delle
donne
verso
gli
uomini
)
con
i
ragazzi
della
sua
età
;
e
al
tempo
stesso
sentirà
oscuramente
che
tale
competizione
,
almeno
in
certe
occasioni
,
non
è
precisamente
quello
che
ci
vuole
.
Aggressiva
,
dura
,
razionale
e
ambiziosa
nel
campo
degli
studi
e
in
quello
delle
acquisizioni
sociali
,
ella
intimidirà
e
spaventerà
gli
uomini
i
quali
,
dal
canto
loro
,
per
l
'
educazione
puritana
,
già
considerano
il
sesso
opposto
come
qualche
cosa
di
proibito
e
di
temibile
.
Così
fin
da
principio
si
formerà
,
sotto
la
maschera
del
cameratismo
più
disinvolto
,
un
rapporto
di
animosità
(
animosity
)
,
di
mutua
rivalità
,
di
mancanza
di
vera
comunicazione
.
Margery
porrà
il
fatto
sociale
e
professionale
avanti
a
quello
amoroso
;
e
il
suo
compagno
,
messo
in
sospetto
da
un
atteggiamento
così
poco
femminile
,
sarà
costretto
a
fare
lo
stesso
,
relegando
l
'
amore
a
quei
rari
momenti
di
dimenticanza
e
di
abbandono
che
qui
,
assai
spesso
,
si
ottengono
artificialmente
da
ambo
le
parti
e
per
tacito
consenso
,
con
un
consumo
immoderato
di
bevande
alcooliche
.
Comunque
,
Margery
,
con
tutta
la
sua
bravura
al
college
e
i
suoi
privilegi
ereditati
,
sente
che
tuttavia
è
donna
e
che
,
dopo
i
diciotto
anni
,
occorre
che
pensi
seriamente
a
sposarsi
.
Il
matrimonio
verso
quella
età
diventa
per
lei
quasi
una
ossessione
;
ella
sa
,
infatti
,
che
,
passati
i
ventitré
anni
,
sarà
assai
difficile
che
trovi
marito
,
perché
altra
ondata
di
ragazze
più
giovani
la
travolgerà
e
la
respingerà
nella
temuta
e
odiata
categoria
delle
zitelle
.
Non
vogliamo
dire
che
Margery
si
metta
proprio
a
caccia
di
marito
,
di
proposito
e
freddamente
;
in
queste
cose
del
resto
la
natura
è
molto
più
potente
del
calcolo
razionale
e
pensa
lei
a
fornire
alla
donna
le
armi
inconsapevoli
della
civetteria
e
dell
'
attrazione
sessuale
.
Margery
dunque
si
sposa
più
per
necessità
che
per
amore
,
sebbene
si
illuda
di
sposarsi
più
per
amore
che
per
necessità
;
il
marito
è
un
giovane
della
sua
età
e
condizione
,
spesso
uno
dello
stesso
college
,
anch
'
egli
figlio
di
famiglia
middle
class
,
quanto
dire
che
,
come
tutti
i
giovani
americani
,
pur
avendo
la
possibilità
di
trovare
quasi
immediatamente
un
lavoro
,
non
dispone
di
denaro
.
I
due
sposi
partono
così
nella
vita
con
poca
autonomia
economica
,
con
pochissima
conoscenza
della
vita
stessa
e
con
questa
realtà
assai
dura
della
guerra
dei
sessi
ossia
della
contraddizione
tra
la
potenza
sociale
della
donna
e
la
sua
debolezza
naturale
.
Dopo
il
matrimonio
si
offrono
a
Margery
due
strade
egualmente
difficili
.
O
fare
la
moglie
in
maniera
tradizionale
,
cioè
occupandosi
esclusivamente
di
faccende
domestiche
,
oppure
continuare
la
sua
carriera
di
donna
-
uomo
,
già
avviata
dagli
studi
e
dalle
incursioni
nella
vita
sociale
,
e
al
tempo
stesso
(
poiché
,
dopo
tutto
,
è
donna
)
fare
anche
la
moglie
tradizionale
.
Esaminiamo
ambedue
i
casi
:
essi
ci
dimostreranno
che
per
Margery
tutte
e
due
le
strade
saranno
impervie
per
non
dire
impossibili
.
Nel
primo
caso
,
pur
dedicandosi
,
come
si
è
detto
,
esclusivamente
alle
faccende
domestiche
,
ella
risentirà
la
sua
funzione
di
moglie
tradizionale
come
una
frustrazione
(
frustration
)
,
una
mutilazione
,
un
'
umiliazione
.
Abitando
nel
suburbio
,
in
un
quartiere
inameno
di
casette
allineate
e
tutte
eguali
o
di
semigrattacieli
brutali
in
cui
,
di
giorno
,
non
rimangono
che
donne
e
bambini
,
le
sembrerà
di
essere
quasi
un
paria
relegato
in
una
specie
di
ghetto
femminile
.
Il
marito
se
ne
andrà
al
lavoro
di
buon
mattino
e
lei
passerà
gran
parte
della
giornata
nel
quartiere
,
sia
a
casa
accudendo
alle
faccende
domestiche
,
sia
fuori
di
casa
per
fare
le
spese
o
accompagnare
i
bambini
nello
stento
e
malinconico
parco
locale
.
Tutto
ciò
le
donne
di
altri
Paesi
lo
fanno
naturalmente
se
non
allegramente
;
ma
Margery
si
roderà
in
cuor
suo
per
la
nostalgia
dei
giorni
del
college
,
del
tempo
in
cui
considerava
probabile
una
propria
carriera
di
tipo
maschile
.
Ella
avrebbe
potuto
diventare
decoratrice
,
giornalista
,
fotografa
,
dottoressa
,
impiegata
,
segretaria
e
non
so
quante
altre
cose
ed
eccola
,
invece
,
ridotta
a
fare
la
moglie
.
Ma
non
si
pensi
ad
una
specie
di
piccola
Madame
Bovary
,
perduta
in
sogni
impossibili
quanto
convenzionali
.
Margery
avrebbe
potuto
diventare
tutte
quelle
cose
perché
possiede
e
sa
di
possedere
le
qualità
di
praticità
utilitaria
,
di
riflessione
razionale
,
di
efficienza
lavorativa
,
che
ci
vogliono
per
simili
professioni
.
Il
risultato
di
tutto
ciò
sarà
che
,
pur
disponendo
di
tutte
le
macchine
che
in
America
ormai
sostituiscono
la
razza
estinta
delle
domestiche
(
macchine
per
lavare
i
piatti
,
per
asciugarli
,
per
far
fare
il
bucato
,
per
stirare
,
ghiacciaia
,
prodotti
di
macchina
come
scatolame
e
altri
simili
)
ella
sbrigherà
male
e
di
malavoglia
le
faccende
;
sarà
,
insomma
,
una
di
quelle
donne
di
cui
si
dice
che
sono
disordinate
,
trascurate
,
confuse
e
che
non
hanno
attitudini
casalinghe
.
In
realtà
queste
attitudini
Margery
le
possiede
quanto
qualsiasi
altra
donna
al
mondo
;
ma
avvezza
per
educazione
e
per
tradizione
a
considerarle
resti
di
un
'
età
barbara
e
remota
,
di
quando
cioè
la
donna
non
era
né
sapeva
rendersi
indipendente
,
in
cuor
suo
le
disprezza
,
ossia
le
rende
inefficienti
.
Il
peggio
si
è
che
con
gli
anni
ella
svilupperà
nel
suo
animo
se
non
addirittura
del
risentimento
contro
il
marito
per
lo
meno
la
convinzione
radicata
che
egli
le
ha
impedito
di
avere
una
sua
vita
sociale
e
professionale
;
che
le
ha
,
insomma
,
negato
la
possibilità
di
esprimersi
ed
essere
se
stessa
.
Vera
o
errata
,
questa
convinzione
è
molto
spesso
alla
origine
dei
dissapori
coniugali
e
dei
divorzi
agli
Stati
Uniti
.
Prendiamo
ora
il
secondo
caso
.
Margery
decide
di
essere
al
tempo
stesso
moglie
e
professionista
.
Per
esempio
farà
la
giornalista
.
Il
marito
non
obbietterà
contro
questa
sua
decisione
,
per
la
semplice
ragione
che
agli
Stati
Uniti
nessun
marito
obbietta
contro
le
decisioni
della
moglie
.
Dunque
,
Margery
,
invece
di
alzarsi
alle
otto
o
alle
nove
,
si
alzerà
alle
sei
e
mezzo
in
modo
da
poter
sbrigare
o
per
lo
meno
avviare
le
varie
faccende
domestiche
prima
di
recarsi
al
lavoro
.
Poiché
adesso
sono
in
due
a
guadagnare
in
casa
e
mettono
insieme
intorno
ai
mille
dollari
al
mese
(
da
cui
però
bisogna
detrarre
un
buon
trenta
per
cento
di
tasse
)
,
ella
potrà
avere
una
donna
che
viene
a
ore
;
e
per
i
bambini
,
soprattutto
nei
pomeriggi
e
le
sere
,
potrà
permettersi
il
lusso
di
pagare
una
baby
sitter
,
personaggio
recente
della
fauna
sociale
degli
Stati
Uniti
,
una
ragazza
cioè
o
professionale
o
semplicemente
studentessa
e
abitante
nello
stesso
caseggiato
,
che
per
una
somma
variante
da
mezzo
dollaro
a
un
dollaro
,
all
'
ora
,
invigilerà
sui
bambini
mentre
Margery
lavorerà
.
Sbrigate
,
così
,
con
la
solita
fretta
e
malagrazia
alcune
incombenze
casalinghe
(
toast
troppo
abbrustoliti
,
uova
malcotte
,
caffè
troppo
lungo
,
aranciata
troppo
corta
)
,
Margery
salirà
in
macchina
con
il
marito
e
correrà
alla
volta
della
città
.
Non
c
'
è
che
una
sola
macchina
(
millecinquecento
,
duemila
dollari
,
pagati
a
rate
in
parti
eguali
dal
marito
e
da
lei
)
,
ma
sarà
Margery
che
se
ne
servirà
durante
la
giornata
;
il
marito
si
arrangerà
con
la
ferrovia
sotterranea
,
con
gli
autobus
,
con
i
tassì
.
Margery
lascerà
il
marito
al
suo
ufficio
e
andrà
alla
redazione
del
giornale
o
rivista
dove
lavora
.
Qui
ritroverà
l
'
atmosfera
amata
del
college
:
cameratismo
,
lavoro
in
gruppo
,
linguaggio
schietto
e
brutale
,
sigarette
,
discussioni
,
maschilità
,
dedizione
professionale
.
Ma
Margery
avrà
sonno
tutto
il
tempo
,
nonostante
i
numerosi
caffè
,
perché
la
sua
doppia
vita
di
moglie
e
di
giornalista
non
le
consente
che
poche
ore
di
riposo
.
Alla
fine
della
giornata
lavorativa
,
verso
le
cinque
,
stanca
morta
,
Margery
andrà
a
prendere
il
marito
all
'
ufficio
e
con
lui
tornerà
al
suburbio
.
Qui
,
invece
di
un
meritato
sonnellino
,
l
'
aspettano
nuove
fatiche
domestiche
,
ormai
,
per
lei
,
doppiamente
ripugnanti
e
per
la
stanchezza
e
per
quel
disprezzo
che
si
è
detto
.
Consumata
in
fretta
la
cena
preparata
in
furia
,
messi
a
letto
i
bambini
,
i
due
coniugi
torneranno
in
città
per
uno
dei
soliti
parties
o
ricevimenti
che
sono
così
frequenti
e
così
rituali
agli
Stati
Uniti
.
Tra
venti
,
trenta
persone
assembrate
in
piedi
in
un
piccolo
salotto
,
Margery
,
un
bicchiere
in
mano
,
tenderà
un
'
ultima
volta
i
suoi
nervi
dolenti
per
sostenere
una
conversazione
brillante
,
ostinata
,
piena
di
volontà
,
di
stizza
,
di
civetteria
e
di
ambizione
intellettuale
.
Al
primo
bicchiere
,
per
sostenersi
,
ella
ne
farà
seguire
un
secondo
,
poi
un
terzo
,
e
poi
non
si
sa
quanti
.
Verso
l
'
una
,
brilli
tutti
e
due
,
i
coniugi
rincaseranno
.
Si
vorrà
forse
sapere
,
a
questo
punto
,
in
che
modo
e
quando
Margery
e
suo
marito
trovano
il
tempo
di
sviluppare
i
rapporti
affettivi
,
psicologici
.
Non
si
vuole
qui
cadere
in
facili
generalizzazioni
(
sebbene
,
parlando
degli
Stati
Uniti
,
esse
siano
oltre
che
facili
anche
quasi
sempre
esatte
)
,
ma
non
si
va
lontano
dal
vero
affermando
che
questi
rapporti
sono
il
contrario
giusto
,
come
è
stato
già
accennato
,
di
quelli
che
intercorrono
tra
coniugi
in
Europa
.
Nella
famiglia
,
chi
comanda
è
Margery
;
e
il
marito
,
per
tradizione
ormai
stabilita
,
ha
accettato
fin
da
principio
di
buon
grado
di
sottomettersi
al
dominio
della
moglie
.
Ma
in
maniera
contraddittoria
,
questa
sottomissione
desiderata
,
voluta
,
imposta
,
irrita
e
scuora
Margery
.
Alle
amiche
,
a
qualche
compagno
di
lavoro
più
intimo
,
al
dottore
psicanalitico
(
ché
una
vita
come
la
sua
presto
o
tardi
la
farà
ricorrere
alla
psicanalisi
)
,
ella
confiderà
che
il
marito
per
lei
è
come
un
figlio
;
e
che
,
invece
che
moglie
,
le
tocca
essere
madre
.
In
realtà
il
marito
nei
momenti
di
depressione
,
di
tristezza
,
di
abbattimento
ricorrerà
a
lei
per
trovare
conforto
come
,
in
ogni
sodalizio
,
il
più
debole
ricorre
al
più
forte
.
Ma
lei
non
potrà
fare
altrettanto
;
anche
se
volesse
farlo
,
ella
ha
distrutto
da
tempo
le
premesse
psicologiche
e
sentimentali
che
ci
vogliono
per
un
tale
ricorso
.
Donde
un
rinnovato
sentimento
di
sfiducia
e
di
rancore
verso
gli
uomini
.
Margery
,
evidentemente
non
conosce
né
se
stessa
né
il
proverbio
:
chi
è
causa
del
suo
mal
pianga
se
stesso
.
Come
abbiamo
già
avvertito
,
si
tratta
di
una
generalizzazione
;
e
non
c
'
è
dubbio
che
anche
agli
Stati
Uniti
ci
siano
moltissime
donne
che
conducono
una
vita
diversa
o
sono
più
felici
e
più
equilibrate
di
Margery
.
Tuttavia
Margery
si
può
chiamare
figura
tipica
;
il
suo
ritratto
è
il
risultato
di
osservazioni
,
giudizi
e
informazioni
raccolte
da
una
parte
all
'
altra
dell
'
America
,
da
Nuova
York
a
San
Francisco
.
Il
dramma
di
Margery
come
si
vede
è
duplice
come
è
duplice
la
sua
natura
di
donna
-
uomo
.
Da
un
lato
ella
vorrebbe
e
sente
che
dovrebbe
essere
una
buona
moglie
,
una
buona
madre
,
e
fino
ad
un
certo
segno
,
una
buona
massaia
;
dall
'
altra
ella
non
può
rinunziare
ai
privilegi
di
cui
godono
le
donne
agli
Stati
Uniti
,
né
essere
diversa
da
quello
che
è
,
cioè
una
donna
con
attitudini
,
mentalità
e
capacità
professionali
maschili
.
In
questa
contraddizione
essa
si
macera
e
si
consuma
;
e
aspetta
che
il
tempo
porti
una
soluzione
.
Indubbiamente
se
si
potesse
mangiare
con
le
pillole
,
se
gli
automi
sbrigassero
le
faccende
casalinghe
,
se
la
comunità
si
incaricasse
dei
bambini
,
Margery
potrebbe
essere
compiutamente
e
felicemente
quello
che
oggi
riesce
ad
essere
soltanto
in
parte
e
con
duro
sforzo
:
un
uomo
in
gonnella
.
Rimarrebbe
,
è
vero
,
il
problema
di
tutta
la
parte
,
diciamo
così
,
sentimentale
della
sua
vita
che
nessuna
macchina
o
ritrovato
scientifico
può
risolvere
.
Ma
quella
parte
lì
è
forse
la
sola
di
cui
si
possa
dire
che
,
pur
cambiando
e
trasformandosi
,
è
bene
che
non
trovi
soluzione
.
Insolubile
ed
insoluta
,
essa
costituirà
sempre
per
le
Margery
di
oggi
e
di
domani
la
riserva
istintiva
e
romantica
da
cui
esse
trarranno
la
giustificazione
più
profonda
della
loro
vita
.
StampaQuotidiana ,
Film
inglese
tradizionale
,
strappalacrime
intellettuale
,
operazione
derivata
multimediale
:
all
'
origine
c
'
è
un
telefilm
diretto
nel
1985
per
la
BBC
da
William
Nicholson
,
c
'
è
un
testo
teatrale
dello
stesso
Nicholson
andato
in
scena
nel
1989
a
Londra
e
poi
a
Broadway
,
rappresentato
anche
in
Italia
da
Giancarlo
Sbragia
col
titolo
La
mela
magica
.
Nicholson
,
che
è
pure
sceneggiatore
del
film
,
dice
d
'
essersi
preso
molte
libertà
raccontando
il
rapporto
tra
il
famoso
letterato
inglese
C.S.
Lewis
e
la
scrittrice
americana
Joy
Gresham
:
«
La
loro
storia
d
'
amore
era
molto
privata
e
nessuno
sa
come
e
perché
si
siano
innamorati
.
Ho
usato
frammenti
della
loro
vita
,
ne
ho
eliminati
alcuni
e
creati
altri
...
»
.
Peccato
,
magari
i
personaggi
reali
bastavano
a
se
stessi
.
Clive
Staples
Lewis
detto
Jack
(
1898-1963
)
,
nato
a
Belfast
,
professore
di
letteratura
inglese
a
Oxford
e
poi
a
Cambridge
,
poeta
,
critico
,
conferenziere
e
apologeta
cristiano
,
grande
studioso
del
Medioevo
e
del
Rinascimento
inglese
e
della
tradizione
allegorica
dell
'
amor
cortese
,
amico
di
J.K.K.
Tolkien
,
narratore
per
bambini
,
scrittore
di
fantascienza
,
non
è
notissimo
in
Italia
dove
alcuni
suoi
libri
(
Il
leone
,
la
strega
e
l
'
armadio
,
Lontano
dal
pianeta
silenzioso
e
altri
)
sono
stati
pubblicati
da
Mondadori
.
Il
film
coglie
Lewis
a
Oxford
nel
1952
,
cinquantaquattrenne
appagato
dagli
studi
,
dalla
celebrità
e
dal
sentimento
religioso
,
convivente
con
il
fratello
,
uso
all
'
ambiente
universitario
esclusivamente
maschile
.
L
'
incontro
con
Joy
Gresham
,
americana
schietta
,
scrittrice
e
sua
ardente
fan
,
«
ebreo
-
cristiana
»
appassionatamente
di
sinistra
,
madre
d
'
un
bambino
di
otto
anni
separata
dal
marito
alcolizzato
,
immise
nella
vita
egocentrica
e
quieta
di
Lewis
l
'
amore
e
il
dolore
,
diventò
un
vero
matrimonio
prima
della
morte
di
lei
per
un
tumore
alle
ossa
.
Anthony
Hopkins
recita
il
personaggio
magnificamente
,
Debra
Winger
è
più
schematica
.
Per
il
resto
il
film
patetico
e
anche
tedioso
pare
una
realizzazione
di
routine
di
quella
convenzione
inglese
che
è
ormai
quasi
un
genere
:
vicende
atroci
e
comportamenti
impeccabili
,
prati
verdi
,
le
belle
architetture
di
Oxford
e
i
suoi
interni
di
legno
lustro
,
la
campagna
coi
suoi
paesaggi
meravigliosi
e
tristi
,
le
cerimonie
scolastiche
e
religiose
,
i
sardonici
professori
togati
e
gli
studenti
irrigiditi
,
sentimenti
repressi
e
tazze
di
tè
,
bicchieri
di
cristallo
ed
esistenze
disamorate
,
quante
volte
si
son
visti
?
StampaQuotidiana ,
Chicago
-
Il
signor
X
,
continuando
il
suo
viaggio
negli
Stati
Uniti
,
una
bella
mattina
si
precipita
all
'
aeroporto
di
La
Guardia
per
prendere
l
'
aeroplano
per
Itaca
.
In
questa
città
che
porta
il
nome
dell
'
isola
di
Ulisse
,
lo
aspetta
un
suo
amico
,
un
americano
che
si
occupa
di
compravendita
di
case
e
a
tempo
perso
anche
di
letteratura
e
di
pittura
,
aspirazioni
defunte
della
lontana
gioventù
.
In
Italia
prendere
un
aeroplano
è
ancora
qualche
cosa
di
insolito
;
ma
agli
Stati
Uniti
,
a
quanto
pare
,
volare
,
come
diceva
D
'
Annunzio
,
necesse
est
.
Avete
mai
visto
la
stazione
di
Roma
o
di
Milano
in
un
giorno
di
punta
?
Così
,
nei
lunghi
e
stretti
fabbricati
dell
'
aeroporto
di
La
Guardia
,
un
giorno
qualsiasi
della
settimana
.
Una
folla
di
gente
trafelata
che
va
e
che
viene
;
facchini
negri
che
ti
buttano
le
valigie
sul
nastro
semovente
che
le
avvia
dritte
dritte
all
'
aereo
e
,
intascata
la
mercede
,
ti
piantano
in
asso
;
bambini
che
si
rincorrono
giocando
agli
indiani
;
moltissime
persone
che
aspettano
sui
divani
,
tra
le
valigie
;
macchine
automatiche
di
tutti
i
generi
che
forniscono
ogni
sorta
di
conforti
,
ivi
compreso
,
per
la
piccola
somma
di
un
quarto
di
dollaro
,
un
'
assicurazione
contro
la
morte
in
aereo
di
venticinquemila
dollari
.
Intanto
gli
altoparlanti
(
ma
dove
si
nascondono
le
persone
che
vi
parlano
?
Ed
esistono
realmente
?
)
non
fanno
che
vociare
cose
incomprensibili
,
almeno
per
il
signor
X
il
quale
di
solito
non
capisce
neppure
gli
altoparlanti
in
Italia
,
figuriamoci
in
America
.
Gli
altoparlanti
avvertono
,
gli
pare
,
che
il
volo
numero
371
è
stato
spostato
dal
cancello
numero
sette
al
cancello
numero
quattro
.
Il
signor
X
indovina
che
si
tratta
del
proprio
cancello
perché
altre
persone
di
cui
aveva
capito
che
si
recavano
anche
esse
ad
Itaca
,
a
quel
vocio
prendono
i
loro
pacchi
e
le
loro
valigie
e
si
mettono
a
correre
come
forsennate
.
Il
signor
X
le
segue
,
mentre
l
'
altoparlante
,
volubilmente
,
adesso
,
raccomanda
alla
"
señorita
Gomez
"
di
raggiungere
senza
indugio
il
"
señor
Gomez
"
nella
sala
di
attesa
.
Noncurante
della
sorte
della
"
señorita
Gomez
"
,
il
signor
X
percorre
un
lungo
budello
vetrato
e
scaturisce
all
'
aria
aperta
,
subito
investito
dal
vento
impetuoso
di
molte
eliche
in
movimento
.
Il
signor
X
fa
a
tempo
a
notare
sul
vastissimo
campo
molti
aerei
che
si
allontanano
ancheggiando
come
anatre
,
altri
che
si
sollevano
pesantemente
a
volo
,
altri
ancora
che
planano
accingendosi
ad
atterrare
,
quindi
si
arrampica
sulla
scaletta
e
si
ingolfa
dentro
l
'
aereo
.
Subito
l
'
apparecchio
mette
in
moto
le
eliche
e
parte
caracollando
.
La
hostess
,
una
bellissima
ragazza
in
verità
,
si
china
verso
il
signor
X
domandandogli
se
vuole
un
caffè
.
Miracoli
della
pubblicità
:
per
un
momento
il
signor
X
ha
l
'
impressione
di
essere
un
personaggio
da
cartellone
pubblicitario
di
qualche
società
di
navigazione
aerea
,
lui
seduto
,
la
bella
ragazza
che
gli
sorride
con
una
fila
di
perfettissimi
e
bianchissimi
denti
(
c
'
è
una
scuola
per
hostesses
,
a
Denver
a
quanto
pare
,
dove
insegnano
a
sorridere
in
quel
modo
per
dodici
ore
su
ventiquattro
)
,
l
'
aeroplano
che
adesso
si
libra
in
volo
immobile
sulle
bianche
torri
di
Nuova
York
,
illuminate
dalla
rossa
luce
del
sole
declinante
.
Ma
la
hostess
si
allontana
e
l
'
immagine
si
dissolve
.
L
'
aeroplano
è
veramente
simile
ad
un
autobus
,
in
un
volo
di
poco
più
di
un
'
ora
fa
ben
quattro
atterraggi
.
La
gente
sale
,
scende
,
per
lo
più
uomini
che
vanno
ai
loro
affari
,
con
la
rivista
o
il
giornale
sotto
il
braccio
,
la
sigaretta
in
bocca
,
a
testa
nuda
,
senza
soprabito
.
L
'
aeroplano
atterra
e
riparte
in
pochi
minuti
,
guai
a
non
stare
attenti
;
se
ne
accorge
a
sue
spese
il
signor
X
che
,
disceso
per
bere
un
'
aranciata
nel
bar
dell
'
aeroporto
,
ad
un
tratto
attraverso
i
vetri
vede
ritirare
su
la
scaletta
e
fa
appena
a
tempo
a
correre
sul
campo
e
ad
afferrare
a
volo
l
'
ultimo
gradino
già
librato
nel
vuoto
.
Nonostante
la
fretta
di
quest
'
ultima
partenza
,
il
signor
X
ha
tuttavia
il
tempo
di
osservare
la
strana
bellezza
,
da
fantascienza
,
del
quadro
:
il
sereno
cielo
diafano
del
crepuscolo
,
punteggiato
di
stelle
;
gli
alberi
intorno
,
neri
;
il
campo
,
di
un
verde
prezioso
,
gelido
;
e
qua
e
là
occhieggianti
e
funebri
tanti
lumettini
di
un
blu
da
veglia
di
ospedale
,
mentre
un
altro
aeroplano
tutto
illuminato
di
gialla
luce
,
si
solleva
e
fila
sopra
gli
alberi
.
"
Ah
,
l
'
America
,
l
'
America
"
,
pensa
il
signor
X
.
A
Itaca
,
ultimo
atterraggio
,
il
signor
X
ha
fatto
appena
a
tempo
a
scacciare
dalle
orecchie
il
rombo
assordante
dei
motori
dell
'
aereo
che
già
subentra
quello
più
basso
e
discontinuo
dell
'
automobile
che
sulla
superhighway
(
noi
diremmo
superautostrada
:
due
strade
parallele
che
non
s
'
incontrano
mai
e
non
si
separano
mai
e
sulle
quali
le
automobili
vanno
a
senso
unico
)
lo
porta
a
gran
velocità
in
direzione
di
Buffalo
.
L
'
amico
del
signor
X
,
che
conduce
la
macchina
,
un
grosso
sigaro
stretto
tra
i
denti
,
è
un
uomo
semplice
e
al
tempo
stesso
sardonico
,
mescolanza
non
insolita
in
America
dove
l
'
ingenuità
e
schiettezza
originaria
dei
pionieri
,
a
forza
di
delusioni
e
di
potenza
,
ha
finito
per
doppiarsi
di
una
specie
di
brutale
e
allusiva
ironia
.
Il
signor
X
domanda
all
'
amico
dove
vadano
e
l
'
amico
risponde
:
"
Stanotte
dormiamo
in
un
motel
;
e
domani
mattina
vediamo
le
cascate
del
Niagara
.
Mai
visto
le
cascate
del
Niagara
?
"
Il
signor
X
confessa
di
averne
sentito
molto
parlare
ma
di
non
averle
mai
viste
.
"
La
seconda
più
grande
delusione
delle
coppie
in
viaggio
di
nozze
"
(
the
second
greatest
deception
o
f
young
married
couples
)
,
spiega
l
'
amico
senza
batter
ciglio
.
E
poiché
il
signor
X
non
sembra
capire
aggiunge
:
"
La
prima
delusione
è
la
prima
notte
di
nozze
.
"
Così
,
in
conversari
,
si
giunge
al
motel
,
non
tanto
lontano
da
Buffalo
.
I
motel
,
per
chi
non
lo
sapesse
,
sono
alberghi
per
automobilisti
(
motor
hotel
)
cresciuti
come
funghi
,
è
il
caso
di
dirlo
,
sotto
la
pioggia
delle
automobili
,
lungo
le
strade
,
in
questi
ultimi
anni
.
Fabbricati
a
un
piano
solo
,
con
tante
camere
allineate
in
semicerchio
intorno
a
uno
spiazzo
dove
si
parcheggiano
le
macchine
,
i
motel
,
con
i
loro
tetti
di
tegole
,
i
loro
veroni
,
le
loro
porte
vivaci
,
la
loro
architettura
civettuola
rustica
o
coloniale
,
ricordano
parecchio
certe
fattorie
siciliane
o
spagnuole
di
simile
conformazione
e
costituiscono
un
esempio
di
più
della
praticità
americana
:
niente
portieri
,
camerieri
,
cassieri
,
direttori
,
niente
hall
,
ascensori
,
corridoi
,
bar
,
salotti
,
sale
da
pranzo
.
Si
arriva
,
si
suona
il
clacson
;
il
padrone
esce
,
si
fa
pagare
in
anticipo
e
dà
la
chiave
della
stanza
,
come
in
uno
stabilimento
balneare
;
quindi
si
va
a
dormire
e
la
mattina
si
riparte
,
insalutati
ospiti
.
Il
signor
X
e
il
suo
compagno
pernottano
dunque
al
motel
;
e
siccome
non
c
'
è
che
una
sola
stanza
libera
,
debbono
adattarsi
a
dormire
insieme
in
una
bella
camera
a
due
letti
.
Il
compagno
,
come
si
è
detto
,
è
uomo
semplice
;
eccolo
,
nudo
e
muscoloso
,
passeggiare
per
la
camera
,
sotto
gli
occhi
del
signor
X
,
chiacchierando
del
più
e
del
meno
.
Notato
l
'
imbarazzo
del
signor
X
,
lo
rassicura
:
"
Non
formalizziamoci
...
sono
stato
quattro
anni
nell
'
esercito
,
so
come
si
vive
tra
uomini
.
"
Qualche
minuto
più
tardi
si
corica
e
subito
comincia
,
con
la
solita
semplicità
,
a
russare
.
Dopo
aver
provato
varii
sistemi
per
farlo
tacere
,
tra
i
quali
quello
di
adescare
un
gatto
immaginario
,
il
signor
X
,
alla
fine
riesce
a
prender
sonno
anche
lui
.
All
'
alba
la
coppia
riprende
il
viaggio
.
È
primavera
e
gli
alberi
sono
tutti
ingioiellati
di
,
gemme
verdi
;
ma
è
una
primavera
industriale
e
anemica
che
fiorisce
tra
i
miasmi
velenosi
del
carbone
e
dei
prodotti
chimici
;
all
'
orizzonte
,
infatti
,
è
tutto
un
finimondo
fumante
e
minaccioso
di
ciminiere
,
di
fabbriche
,
di
serbatoi
e
di
gazometri
.
Siamo
nella
zona
più
fittamente
industrializzata
degli
Stati
Uniti
,
dove
si
trovano
città
celebri
per
la
loro
varia
produzione
come
Cleveland
,
Rochester
,
Buffalo
,
Detroit
,
Chicago
.
Adesso
la
campagna
cede
al
bosco
e
questo
si
fa
sempre
più
rado
e
più
pettinato
,
con
sentieri
di
cemento
,
cartelli
indicatori
,
chioschi
per
bevande
;
finché
un
romorio
di
acque
ruggenti
fa
drizzare
le
orecchie
al
signor
X
.
"
Le
cascate
del
Niagara
"
,
annunzia
il
compagno
levandosi
di
bocca
il
sigaro
(
un
sigaro
che
sembra
un
bastone
)
.
Dopo
un
momento
,
infatti
,
eccoli
affacciati
ad
una
ringhieretta
ammirando
la
spessa
massa
d
'
acqua
verde
e
livida
che
precipita
dentro
una
nuvola
tonante
di
spuma
.
In
fondo
alle
alte
ripe
,
il
Niagara
,
fiume
corto
ma
possente
,
esce
dalla
nuvola
della
spuma
e
scorre
,
denso
e
verde
,
tra
rocce
lustranti
.
Ma
,
ahimè
,
il
compagno
ha
avuto
ragione
dicendo
che
le
cascate
del
Niagara
sono
una
delusione
.
Con
la
solita
mania
di
modificare
la
natura
e
rendere
accessibili
perfino
le
cose
ovvie
(
che
cosa
di
più
ovvio
di
una
cascata
colossale
?
)
gli
americani
hanno
trasformato
questo
luogo
un
tempo
selvaggio
,
in
una
specie
di
presepe
turistico
-
industriale
.
Dovunque
belvederi
,
case
e
casette
,
alberghi
e
locande
,
e
anche
piccole
dighe
e
complessi
idroelettrici
.
Lontani
ricordi
di
letture
infantili
dei
romanzi
di
Fenimore
Cooper
accentuano
la
delusione
.
Non
mancano
,
pensa
il
signor
X
,
che
gli
indiani
imbottiti
di
stoppa
,
come
se
ne
vedono
nei
musei
di
storia
naturale
,
in
agguato
dietro
gli
alberi
,
il
fucile
in
pugno
,
il
compagno
del
signor
X
stancamente
getta
il
sigaro
nel
fiume
e
conclude
:
"
Le
chiamano
una
delle
meraviglie
del
mondo
...
sì
,
il
mondo
si
meraviglia
che
siano
chiamate
una
meraviglia
.
"
Si
riprende
la
corsa
,
si
varca
il
ponte
che
scavalca
il
Niagara
,
si
fa
una
breve
sosta
prima
al
Consolato
americano
,
sotto
la
bandiera
stellata
,
poi
al
posto
di
blocco
canadese
sotto
1'Union
Jack
,
quindi
si
fila
in
territorio
canadese
,
attraverso
l
'
immensa
lingua
di
terra
pianeggiante
che
si
sporge
tra
i
laghi
Ontario
,
Erie
e
Huron
.
"
Il
Canadà
"
,
pensa
il
signor
X
vedendo
i
chilometri
sfilare
a
decine
senza
che
il
paesaggio
piatto
e
anonimo
si
modifichi
anche
leggermente
,
"
è
ben
monotono
.
"
E
poi
attraversando
varie
cittadine
addormentate
e
bruttine
in
cui
l
'
americanismo
sembra
annacquato
dalla
rispettabilità
britannica
:
"
In
fondo
è
un
'
America
più
semplice
,
più
povera
.
"
Anche
il
compagno
trova
da
ridire
sui
canadesi
:
"
Sono
tutti
monarchici
arrabbiati
...
ci
rimproverano
ancor
oggi
a
noialtri
americani
di
essere
repubblicani
...
magari
vorrebbero
unirsi
a
noi
,
ma
non
per
fare
tutta
una
sola
repubblica
bensì
per
fare
un
solo
regno
...
il
più
piccolo
che
mangia
il
più
grosso
.
"
Canadà
,
Canadà
,
Canadà
:
più
avanti
si
va
e
più
è
la
stessa
cosa
.
A
tal
segno
che
,
come
l
'
automobile
sbuca
sul
ponte
di
ferro
che
collega
Windsor
canadese
con
Detroit
americana
,
il
signor
X
prova
quasi
del
sollievo
.
Ecco
di
nuovo
l
'
atmosfera
eccitante
,
brutale
,
bizzarra
e
patetica
degli
Stati
Uniti
,
finalmente
.
Le
strade
intorno
a
Detroit
sono
ingombrate
di
colossali
autocarri
a
due
piani
che
trasportano
nelle
loro
gabbie
di
acciaio
automobili
nuove
di
zecca
.
Il
compagno
del
signor
X
osserva
:
"
Adesso
,
per
far
comprare
le
automobili
,
hanno
escogitato
le
macchine
chiare
,
a
due
tinte
:
verde
e
verdolino
,
rosso
e
rosa
,
blu
e
celeste
.
Ma
quando
questa
moda
sarà
finita
che
faranno
?
"
Il
signor
X
domanda
che
avvenga
delle
macchine
vecchie
.
"
Sono
rivendute
in
provincia
e
poi
sempre
più
a
buon
mercato
e
più
in
basso
,
finché
finiscono
nel
cimitero
delle
macchine
,
ai
margini
delle
città
.
Allora
i
ragazzi
(
the
kids
)
frugano
nei
cimiteri
,
si
costruiscono
una
macchina
coi
pezzi
sparsi
di
molte
,
ci
vanno
e
si
rompono
il
collo
.
"
Il
signor
X
domanda
se
è
vero
che
le
grandi
corporazioni
automobilistiche
hanno
il
programma
:
due
macchine
in
ogni
famiglia
.
L
'
altro
risponde
:
"
Sicuro
,
due
e
anche
più
,
una
magari
per
il
bambino
di
quattro
anni
e
una
per
il
nonno
di
novanta
.
Come
si
chiamava
quel
re
francese
che
disse
:
un
pollo
in
pentola
in
ogni
famiglia
?
I
capi
delle
nostre
corporazioni
dicono
invece
:
una
macchina
per
ogni
persona
.
Ma
credetemi
:
il
solo
risultato
sarà
che
gli
americani
si
indebiteranno
fino
al
collo
per
pagare
le
rate
.
"
Ormai
essi
sono
nel
centro
del
Middlewest
che
a
sua
volta
è
il
centro
dell
'
America
.
L
'
automobile
corre
attraverso
una
campagna
ondulata
,
bagnata
da
fiumicelli
densi
e
pigri
,
punteggiata
di
case
e
di
fattorie
,
per
una
strada
fiancheggiata
di
grandi
e
antichi
alberi
fronzuti
.
Le
cittadine
,
i
borghi
,
i
villaggi
,
le
località
si
seguono
,
identici
:
vecchie
case
con
verone
a
colonne
e
prato
,
case
nuove
di
stile
razionale
,
pubblicità
immancabile
dei
prodotti
standard
,
negozi
in
cui
si
vendono
questi
stessi
prodotti
,
la
chiesa
gotica
,
il
municipio
neoclassico
,
la
scuola
,
la
banca
,
il
cimitero
.
La
sola
cosa
che
distingua
queste
cittadine
e
borghi
gli
uni
dagli
altri
sono
talvolta
i
nomi
scritti
sulle
insegne
dei
negozi
,
i
quali
indicano
la
diversa
e
compatta
estrazione
(
extraction
)
o
origine
degli
abitanti
.
In
certi
villaggi
tutti
i
nomi
sono
polacchi
,
in
altri
tutti
svedesi
,
in
altri
tutti
tedeschi
.
A
Jonesville
,
i
due
viaggiatori
si
fermano
ed
entrano
in
un
drug
-
store
per
consumare
,
arrampicati
sui
soliti
alti
sgabelli
,
una
frugale
colazione
.
Allora
tra
il
signor
X
e
la
cameriera
,
si
svolge
il
seguente
dialogo
:
"
Jonesville
.
E
chi
era
Jones
?
"
"
Jones
?
Ho
cinquant
'
anni
,
sono
nata
qui
,
ci
sono
sempre
vissuta
,
ma
non
ho
mai
saputo
chi
fosse
Jones
.
"
"
Ci
pensi
un
po
'
;
sarà
pure
stato
qualcuno
.
Washington
per
esempio
prende
il
nome
dal
grande
uomo
omonimo
.
Forse
anche
Jones
era
un
grand
'uomo."
"
Jones
?
Non
ci
avevo
mai
pensato
ma
ne
dubito
.
Sarà
stato
piuttosto
qualcuno
di
molto
comune
.
Jones
?
Come
dire
Smith
.
"
"
Insomma
chi
era
questo
Jones
?
"
"
Adesso
lo
domando
al
cuoco
.
Forse
lui
lo
sa
(
forte
,
affacciandosi
alla
cucina
)
:
Chi
era
Jones
?
"
Risposta
del
cuoco
,
inviperito
dal
sospetto
di
essere
preso
in
giro
:
"
Jones
?
Un
figlio
di
...
"
Grande
risata
della
cameriera
che
è
una
donna
allegra
e
sa
stare
allo
scherzo
:
"
Vedete
,
nessuno
sa
chi
fosse
questo
Jones
.
Ciò
non
ci
impedisce
di
vivere
a
Jonesville
e
di
starci
bene
.
"
Il
giorno
dopo
,
il
signor
X
che
si
era
addormentato
,
si
sveglia
di
soprassalto
e
scorge
intorno
a
sé
un
paesaggio
infernale
:
muraglie
lisce
,
turrite
,
senza
una
sola
finestra
,
cucine
per
titani
di
alluminio
e
ferro
,
con
tubi
che
salgono
al
cielo
contorcendosi
come
serpenti
,
serbatoi
che
sembrano
pentole
smisurate
,
file
e
file
di
fabbriche
a
grandi
vetrate
e
ciminiere
,
ciminiere
e
ciminiere
.
E
poi
strade
tetre
tra
queste
mostruosità
,
sparse
di
detriti
e
di
mattoni
come
le
strade
vuote
dopo
una
rivolta
operaia
,
e
casucce
sinistre
e
cadenti
,
e
tra
tutto
questo
squallore
i
soliti
cartelloni
pubblicitari
pieni
di
sorridente
e
melensa
euforia
commerciale
.
"
Chicago
"
,
annunzia
laconicamente
il
compagno
.
Il
signor
X
osserva
che
tutto
questo
gli
sembra
brutto
.
E
l
'
altro
:
"
A
Chicago
non
hanno
il
tempo
di
pensare
alla
bellezza
.
Ma
vi
sembra
poco
poter
dire
della
propria
città
che
è
la
città
più
brutta
del
mondo
?
Chicago
è
la
più
brutta
città
del
mondo
.
"
È
il
crepuscolo
,
ormai
,
rannuvolato
e
scuro
,
e
l
'
automobile
corre
a
perdifiato
per
una
larga
strada
lungo
un
mare
tempestoso
,
livido
,
che
poi
è
il
lago
.
Dall
'
altra
parte
,
in
fondo
a
una
profonda
trincea
,
si
vedono
ogni
tanto
correre
i
tetti
dei
vagoni
della
ferrovia
metropolitana
;
più
in
là
si
allineano
,
imbronciati
e
brutali
,
grattacieli
e
casamenti
gremiti
di
finestre
già
illuminate
e
sormontati
da
pubblicità
al
neon
verdi
e
violette
.
Il
signor
X
,
dopo
circa
mezz
'
ora
di
questa
corsa
,
domanda
sconfortato
dove
si
vada
.
"
Siamo
a
Chicago
est
"
,
risponde
il
compagno
,
"
questo
è
il
lago
Michigan
...
andiamo
a
Chicago
ovest
...
eh
,
Chicago
è
lunga
.
"
"
Quanto
lunga
?
"
"
Eh
,
dalle
venti
alle
quaranta
miglia
"
,
risponde
il
compagno
.