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IL GRANDE GIUOCO ( Spadolini Giovanni , 1971 )
StampaQuotidiana ,
La « diplomazia del ping pong » non ha cessato di produrre i suoi effetti . Fra le cause che spiegano l ' annuncio rapido e sensazionale da Washington e da Mosca dell ' intesa diretta per la limitazione delle armi strategiche nucleari ( non soltanto dei missili difensivi ma anche di quelli offensivi : dopo un anno e mezzo di caparbie resistenze e di ostinate negazioni sovietiche ) , c ' è indubbiamente l ' elemento Cina , la componente Pechino . Il riavvicinamento cino - americano di poche settimane fa , pur solcato da ambiguità e reticenze , aveva profondamente turbato l ' Unione Sovietica e sospinto Mosca a riconsiderare il complesso della sua strategia verso gli Stati Uniti : nell ' evidente tentativo di evitare quel possibile « isolamento » che l ' Urss paventa nel caso che dalle partite di ping pong si passi ad un ' intesa più stretta fra America e Cina . La diplomazia triangolare , aperta dal nuovo e complesso rapporto Washington - Mosca - Pechino , è un ' alleata indiretta ma sicura della pace e dell ' equilibrio mondiale . Non c ' è nulla che la Russia attuale , la Russia conservatrice e metternichiana di Breznev , tema quanto la Cina . Sul piano degli immensi confini che si estendono fra i due paesi , prolungandosi per oltre seimila chilometri , ma anche sul piano della leadership ideologica dei partiti comunisti , cui Mosca è decisa a non rinunciare , costi quello che costi . La nuova linea , non priva di spregiudicatezza , assunta da Nixon nei riguardi della Cina fin dagli inizi ha posto al Cremlino problemi delicati , risolti con una tecnica alterna , di lusinga e di intimidazione , di oltranzismo mescolato alla distensione . Un punto è certo : la Cina non si rassegna al ruolo di secondo del comunismo mondiale , cui voleva inchiodarla per primo Stalin . I sintomi dell ' attivismo maoista sono continui . L ' ultimo , e più significativo , è dato dall ' annuncio , proprio di questi giorni , dell ' imminente viaggio a Pechino del capo romeno Ceausescu , il leader di un comunismo nazionale profondamente venato di riserve verso la Russia : quasi a rilanciare la sfida al monopolio ideologico dell ' Urss , pur ribadito con tanto ostentata solennità al XXIV congresso del Pcus . E chi se non il presidente Nixon fu il primo a visitare l ' eretico romeno , accolto dagli applausi entusiastici di Bucarest , nel viaggio europeo di due anni or sono ? In queste condizioni la mano tesa di Pechino verso Washington preoccupa Mosca . Ma c ' è un secondo elemento che ha avuto pure la sua importanza nell ' ammorbidire la intransigenza sovietica sul negoziato Salt , e nell ' indurre la Russia a riprendere il dialogo missilistico con Washington su basi di realismo e di concretezza , al di fuori di ogni velleità di stravincere . Ed è stata la rapida ripresa dell ' Europa nelle ultime settimane , coronata dal felice successo delle trattative di Brusselles non meno che del vertice di Parigi e dal rilancio dell ' ingresso dell ' Inghilterra nel Mec , paradossalmente favorito dalle orgogliose misure tedesche sul marco . La paura della Cina si unisce nella diplomazia sovietica ad un ' altra costante : l ' ossessione , del resto comprensibile , della Germania . La Ostpolitik ha rappresentato un momento di questa paura : il desiderio di staccare la Repubblica di Bonn dai vincoli « privilegiati » con la Francia - la grande illusione di De Gaulle - e con gli altri paesi della Comunità europea per impedire il ricostituirsi di una qualsiasi minaccia , soprattutto di una qualsiasi potenziale minaccia nucleare , alle frontiere occidentali sovietiche , le stesse frontiere aggredite da Hitler nel giugno '41 . Non sembra che la Ostpolitik , così contrastata all ' interno e presso gli stessi alleati - satelliti di Mosca , abbia raggiunto tutti i risultati che il Cremlino se ne riprometteva . Il filo della maggioranza social - liberale , su cui si regge la cancelleria Brandt , è esilissimo ; le riserve e le resistenze in Germania e fuori crescenti . L ' ipotesi che la Comunità europea , rafforzata da Londra , possa sviluppare un suo deterrente nucleare è già sufficiente a turbare la Unione Sovietica ; ma l ' ipotesi , molto più remota e non impossibile in astratto , che la Germania possa avere un giorno , anche lontano , la possibilità di poggiare il dito sul « grilletto atomico » è sufficiente a generare un senso di terrore nell ' Unione Sovietica , spingendo il gruppo arrogante ma realista che si stringe intorno a Breznev a riconsiderare tutte le sue posizioni , con un occhio sempre più amichevole verso l ' America . Non a caso Breznev ha dato una mano , col discorso di Tiflis , al presidente Nixon per respingere la mossa , incauta e pericolosa sotto tutti i punti di vista , dell ' emendamento Mansfield volto a ridurre i contingenti americani in Europa . E non a caso Nixon ha detto no a Mansfield , col concorso di due ex presidenti che si chiamano Truman e Johnson , in vista di non compromettere le prospettive di un negoziato con la Russia per la riduzione reciproca e bilanciata delle forze dei due blocchi in Europa . È chiaro che gli Stati Uniti , attraverso il nuovo giuoco triangolare , stanno riguadagnando un po ' dovunque l ' iniziativa che avevano perduto . Nel Sud - Est asiatico la situazione non è peggiorata per loro , e la campagna cinese sui fatti della Cambogia o del Laos è quasi cessata . Più significativo ancora il corso degli eventi nel Medio Oriente : con l ' improvvisa svolta del regime di Sadat in Egitto , proprio all ' indomani della missione del segretario di Stato Rogers . Una missione tutt ' altro che fallita , a giudicare dalla rimozione di tutti , o quasi , gli elementi filo - sovietici dal governo post - nasseriano ( ripensiamo a quei democratici che rimpiangevano Nasser come genio della pace ! ) e all ' apertura di una linea di aperto e globale negoziato con Israele : e tocca a Israele non chiudere la porta . Ma l ' iniziativa americana non basta . È l ' ora di un ' iniziativa dell ' Europa . I risultati dell ' incontro di Parigi , nonostante ombre e riserve , sono incoraggianti ; Francia e Inghilterra hanno ritrovato una comune convenienza a « stare » in Europa . È imminente una riunione della Nato a Lisbona ; è emersa una linea comune dei paesi del Mec sui problemi del Mediterraneo , presenza navale sovietica non meno che petrolio . Quelli che furono i rapporti speciali della sola Gran Bretagna con l ' America dovrebbero diventare i rapporti speciali dell ' intero continente , finalmente organizzato a unità , col grande mondo americano : in un vincolo non di sudditanza ma di parità , tale da offrire tutte le garanzie di equilibrio all ' Unione Sovietica e da consentire una conferenza europea senza dimenticare Berlino . Le condizioni per l ' Europa europea esistono . Occorre che tutti i popoli del Mec non perdano questa occasione storica . Tutti : a cominciare dall ' Italia . E ci siamo capiti .
TASTIERA 7 ( BALDINI ANTONIO , 1942 )
StampaQuotidiana ,
Se , vinta questa guerra , la vita ci accorderà tanto margine di tempo da poterci riassuefare all ' idea e alla pratica della pace , quale effetto ci faranno i vent ' anni intercorsi fra le due « mondiali » ? A quella guisa che le cime di due aspre montagne viste di lontano qualche volta sembrano far parte d ' uno stesso crinale e poi qualcuno ci spiega come qualmente in mezzo vi si adagi una comoda valle , allegra di campanili e di agevoli strade , già d ' ora mi pare di capire che lo spazio frapposto all ' uno e all ' altro conflitto ( « conflagrazione » ! si diceva l ' altra volta ) ci sembrerà incredibilmente accorciato . Ebbi di ciò il senso nettissimo la prima notte di questa guerra agli urli della sirena che mi svegliarono nel bel mezzo del sonno . La mia mano corse a incontrare quella della sposa e rimanemmo qualche minuto immoti , senza scambiare parola , in ascolto delle artiglierie antiaeree e del ritmo leggermente affannato del nostro respiro . Fulmineo e concorde il pensiero ci era corso al primo allarme inteso insieme a Padova io già vecchio soldato e lei nuovissima a quella scena . nel diciotto , sposini da una settimana . Allora eravamo balzati dal letto e , vestiti alla meglio , eravamo scesi in cantina . Questa volta , più vecchi di vent ' anni , siamo rimasti immobili , con la mano nella mano , e nello stesso momento rivenne a entrambi sulle labbra la frase della nostra padrona di casa padovana in quei frangenti : I xe qua . Ringiovaniti di colpo ! Se non che , dopo un momento , ci entrarono in camera con due candele i figli già grandi ( il maschio , di leva ) , leggermente esaltati per la grande novità della cosa . La novità della cosa ... L ' ammiraglio « Canossa » ( il nome , naturalmente , è di mio cònio ) commentando alla Radio i « fatti del giorno » ha la debolezza di volerci far sapere che tutti gli strepitosi avvenimenti che da qualche anno a questa parte vanno succedendo nel mondo egli li aveva già previsti , scritti e stampati dieci , quindici , vent ' anni prima . E ogni tanto èccotelo che riapre nel discorso due virgolette e comincia a sillabare con particolare espressione questo o quel passaggio di certi suoi vecchi libri , riviste e giornali . Se ci fosse la televisione , sono sicuro che a quei passi ci guarderebbe da sopra gli occhiali come Azzeccagarbugli guarda Renzo mentre gli va leggendo la grida del 15 ottobre dell ' anno prima e ci strizzerebbe l ' occhio . In breve , il nostro ammiraglio tratta la Storia come una scolaretta famosa per la sua distrazione , e la richiama , e l ' ammonisce : Impara mo ' , ci sei venuta , carina , a Canossa , hai dovuto convincerti , cocciutella , che avevo ragione io ? Curiose fisime , malinconiche soddisfazioni : credere che tutta quest ' iradiddio sia capitata a bella posta per dare ragione a lui , all ' ammiraglio « Canossa » ! Tutte le volte che lo sento avvicinarsi a quei punti previsti a me pare di vedergli sorgere lenta alle spalle , come nel fondo verdecupo d ' un ritratto « metafisico » di De Chirico , una grandiosa testona di marmo : è Cronos , che dondola i riccioloni di marmo e sotto i suoi baffoni se la ride delle uscite del cronista . Infrarossi dovevano essere i raggi della immaginazione d ' Omero , per rompere , come fanno , lo spessore dell ' aria svelando la faccia abbagliante degl ' iddei dietro le terga degli eroi duramente impegnati nell ' azione . Sdegnato contro Agamènnone , Achille ha già tirato fuori più che mezza dal fodero la grande spada e Pallade Atena gli sorge alle spalle trattenendolo pei rossi capelli : l ' eroe si volge esterrefatto e allo splendore tremendo di quelle pupille riconosce la dea , fatta a lui solo visibile . Ieri sera , alla Radio , c ' era un tale dei « trenta minuti nel mondo » che diceva le Fonti del Clitunno in un modo così stonato e sguaiato che a un certo momento ho creduto di vedergli spuntare dietro le spalle l ' ombra corrucciata di Giosue con un tortóre in mano ; ma quegli seguitò a urlare i 4 lascia e i 5 corri delle due strofe centrali dell ' ode famosa senza un sospetto al mondo del tortóre imminente . Più tardi . quattro interpreti dei « dieci minuti Mondadori » entrarono a recitare dei brani delle Vergini delle rocce . Claudio Cantelmo tornava in biroccino al castello avito col solito cloc cloc cloc della cavallina a sonagli ( ma nel romanzo si trattava , se ben ricordo , d ' una borbonica carrozza a due cavalli ) , e , mentre l ' orchestra accennava un tema della Quinta sinfonia ; ( ma che trovate ! ) , si cominciavano a sentire in lontananza cantilenare le voci delle tre « sorelle prigioniere » in un modo così svenevole che questa volta , su quel « fondo verdecupo » , ho visto la fronte marmorea di Gabriele lui che non seppe mai vergogna diventare rossa come un peperone ... Il tono di voce di ... ( non starò a far nomi , ma dev ' esser pisano ) mi pare , di tutti , il più appropriato ai « commenti » che dicevamo : né da cattedra né da pulpito , né troppo drammatico né troppo chiacchieratico , con quel tanto d ' affabile sostenutezza che basti a cattivare e fermare l ' attenzione dei radioascoltatori . Altri , a dire il vero , strafà , si agita troppo , sembra che parli sempre da una barricata o dal ponte d ' una caravella conquassata dalla tempesta ; altri pare che detti il compito a una scuola serale scarsamente illuminata e poco frequentata , con lo scaldino fra i piedi e il gatto sulle ginocchia ; altri ha sempre quell ' ùzzolo di fare un contradittorio d ' alto stile coi grandi reggitori di popolo ; altri infine ci tratta , tutti quanti siamo , come tanti Pierini in calzoni corti sprovveduti di ogni memoria del passato e d ' ogni comprensione del presente . Con l ' aiuto della Radio è da pensare che nascerà ( ma già sta nascendo ) una nuova forma d ' oratoria , più normativa che esornativa , più persuasiva che provocante ; un ' oratoria , che non sarà né da chiesa , né da politeama , né da piazza ; che non potrà più contare sulle teatrali risorse del gesto né sulla suggestione contagiosa di trovarsi insieme a comizio ; una oratoria che arrivi spedita e franca di suggestioni a domicilio , alla famiglia , alla persona , il babbo che fuma la pipa , la mamma che rammenda , la ragazza che stira , il nonno in pantofole , il ragazzo che si rode le unghie , la serva al fornello : un ambiente assolutamente refrattario , dove i paroloni non darebbero rimbombo , le volate non hanno corso , gli effetti preparati cascano nel vuoto , le preziosità fanno ridere e i pistolotti fanno cecca . Ci s ' arriverà ; ci si sta arrivando . Bella tra le belle la grande orazione dannunziana della Sagra dei Mille , pronunciata in faccia al mare garibaldino , in mezzo alle bandiere ondeggianti ; ma pensate all ' effetto che v ' avrebbe fatto se vi fosse arrivata in casa all ' ora di cena : « la Notte di Michelangelo s ' è desta , l ' Aurora di Michelangelo , pontando sul sasso il piede e il cubito » ecc . ecc . ; i radioascoltatori in pantofole avrebbero detto : Ma dove le va trovando , Gabriele ... L ' immaginazione del poeta lavorò sempre in grande e nel peregrino . La prima volta che aveva parlato in pubblico fu al liceo « Benedetto Marcello » di Venezia nel novembre del '95 . Riscosse un bellissimo successo mondano e la serata si chiuse con un banchetto di cinquanta coperti ( Ojetti se ne deve ricordare ) . Aveva pronunziato l ' orazione detta dell ' Allegoria dell ' Autunno , quella stessa che poi inserì nella prima parte del Fuoco , mettendola in bocca al protagonista . Ma come se la fece fruttare , nel romanzo ! Cominciamo col dire che Stelio Effrena la pronuncia all ' augusta presenza ( immaginaria ) di Margherita di Savoia e nientemeno che nel Palazzo Ducale e nientemeno che nella Sala del Maggior Consiglio , sotto la portentosa Apoteosi di Venezia dipinta nel soffitto dal Veronese , sullo sfondo dello spettacolosissimo Paradiso dipinto dal Tintoretto , coi ritratti in giro di ben settantadue dogi che lo stavano a rimirare ... Quel benedetto uomo aveva bisogno di parlare sempre sopra le righe e di gittare le parole oltre il segno . Una platea di belle signore gli diventava una platea di regine . Ed ai contadini d ' Ortonammare parlava come a una folla d ' Ateniesi . « Meditando sul fato della stirpe io ho veduto talvolta nella confusa massa umana e terrestre disegnarsi una figura ideale che mi pareva avere io medesimo scolpita con le mie mani caduche , come quello statuario che scolpì nello smisurato monte la figura eroica di Alessandro cui dalla destra sorgeva una città e dalla sinistra scaturiva un fiume » ( discorso elettorale , agosto '97 ) . Pare di vederli , a bocc ' aperta , tutti quegli Aligi e Domenicantoni ... Qualche volta mi dico : quando l ' ultimo residuo del persistente dannunzianesimo sarà scomparso , e tutti , borghesi e militari , saran tornati a dire le cose alla spiccia e alla buona , e in questo anche la Radio avrà avuto la sua parte oh come ci parrà bello e ci sarà caro e come a cuore libero e animo tranquillo ci sarà dato finalmente d ' amarlo il nostro Gabriele !
Sedie filosofiche ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Mostra di sedie nel Salone dell ' « Osservatore delle Arti Industriali » . Sedie di nuovo modello , ideate , disegnate e perfezionate da specialisti , in modo che il fattore estetico e la comodità si equilibrino e si complementino . Sedie filosofiche . Sedie ottagonali , esagonali , semirigide , semiflessibili ; metalliche , lignee , miste , dure , soffici ; rosse , turchine , blu , canarino , brunastro . In quella , laggiù a sinistra ( costituita da un tripode di ferro , cui si sovrappongono lastre d ' acciaio e , finalmente , un cuscino ) , s ' intravede la collaborazione di alcuni giovani appassionati . Probabilmente , architetti . Guardandola , s ' intuisce il tormento , lo scrupolo intellettuale e morale con cui fu concepita e realizzata . Non è più una sedia . È il simbolo di una generazione che respinge ogni compromesso , ogni prodotto casuale . Sedervisi , significherebbe profanare tutto l ' illuminismo moderno . Intanto , lo scultore Francesco Messina mi racconta che quando nel 1932 si trasferì da Genova a Milano , assieme alla moglie , fu costretto , per mancanza di fondi , ad arredare un appartamento di via Boccaccio con casse da imballaggio di varia misura . Poi , pian piano , spendendo quindici o venti lire per volta , sostituì le casse con vecchie ma dignitose seggiole scovate dai rigattieri . I conoscenti trovarono geniale e di buon gusto quell ' insieme di sedie scompagnate . Tutti parlarono della « collezione » di sedie di Francesco Messina . Alcuni milionari la imitarono . La necessità diventò , anche in quel caso , virtù . Lo scultore , che attualmente abita in una casa lussuosissima , rievoca con nostalgia le sedie del '32 . È un aneddoto preistorico . Oggi le sedie obbediscono alle leggi di una società che non vuole , scompagnati , né cose né uomini . Un ignoto romano ha definito il Partito radicale : « Uno sguardo del conte ( Carandini ) » .
TASTIERA 8 ( BALDINI ANTONIO , 1942 )
StampaQuotidiana ,
Per quel viziaccio di « rugare » , tutta la vita di Rugantino è un continuo infortunio sul lavoro . ( « Rugante » esprime qualche cosa che sta fra bravante arrogante e brontolante ) . Alla resa dei conti ne busca sempre e di quelle dure ; ma questo non basta a guarirlo della sua ruganza , dato ch ' egli vive nella beata persuasione che la partita si chiuda sempre a suo favore : « me n ' hanno date , ma je n ' ho dette ! » . Anzi , è proprio sotto le botte che quella cucuzza dalla grinta feroce sprigiona le scintille più luminose . Come « personaggio » , Rugantino consiste solo in una vaga tradizione di popolano che protesta e ne busca . Il momento in cui la sua figura prese più determinata parvenza fu ai giorni e per merito d ' un burattinaio romano vissuto a cavallo del Sette e dell ' Ottocento , Gaetano Santangelo , detto « Gaetanaccio » . Andava costui per i larghi e le piazze di Roma col suo casotto sulle spalle per metterlo in piedi non appena s ' avesse raccolto intorno un numero sufficiente di spettatori . Primo attore e principale richiamo della sua « compagnia » era per appunto Rugantino . Le trovate di Gaetanaccio erano di quelle che facevano andare in visibilio il popolo minuto . Una delle più belle fu questa . Nel 1823 i Francesi , andati in Ispagna per rimettere sul trono Ferdinando VII , si affrettarono ad annunciare dal primo momento una strepitosa vittoria . Subito poi si sparse voce che erano invece state botte da orbi . Gaetanaccio coglie in aria la notizia e corre col suo trabaccolo a piazza di Spagna sotto le finestre dell ' Ambasciata . La gente gli fa mucchio intorno . Rugantino , quel giorno , ha una serva chiamata – guarda combinazione – Vittoria . Entra a diverbio con Pulcinella , il quale sfodera subito l ' asso di bastoni e comincia a farlo rimbalzare sulla zucca del « primo attore » . Sotto la gragnuola Rugantino inferocito fa il giro della scena chiamando : Vittoria ! Vittoria ! Entusiasmo del pubblico , e facce verdi dietro i vetri dell ' Ambasciata . A prenderle da Rugantino , poveretta , non c ' è che la moglie . Nell ' atto , entra il Diavolo a fargli paura . Rugantino gli si rivolta come una tigre : Che v ' impicciate de li fatti mii ? Ciavete moje voi ? Brum brum fa il Diavolo crollando la testa . Sete vedovo ? Brum brum . Nun ce l ' avete ? ... ma quela lì nun è testa da scapolo . Che lingua avran parlato all ' inferno Pluto e Nembrotte ? Dante la sapeva lunga : per tenere obbligata all ' infinito la curiosità dei lettori capì che niente sarebbe servito meglio che farli scervellare su dei quesiti propriamente insolubili , e con aria di niente ci ficcò il piè fermo , il veltro , pape satan , raphel may amech et similia . Altro bel quesito : in quale lingua Cacciaguida rivolge la parola al suo trisnipote ? Accetto le conclusioni , acutissime , di Manfredi Porena in un suo saggio recente : non la sola terzina iniziale ( 0 sanguis meus , Paradiso XV ) , ma tutte le novantanove terzine del suo discorso nonno Cacciaguida le discorre in latino . Sarà contento Galassi Paluzzi . Dante , bontà sua , ce le traduce . ( Mi dispiace per Galassi Paluzzi ) . Quella che Carlo Galassi Paluzzi , fondatore e presidente dell ' Istituto di Studi romani , va combattendo da molti anni , col mezzo di riviste bollettini repertori conferenze e congressi nazionali e internazionali , per far rifiorire a nuova vita l ' uso scritto e parlato della lingua latina si può veramente – a dirla con l ' anonimo dei Promessi Sposi – « deffinire una guerra illustre contro il Tempo » . Tutto lascia credere che sarà una guerra dura , lunga , forse disperata . Si fa già così fatica a discorrere in italiano ... Il mezzo più sicuro per imparare il latino lo aveva probabilmente escogitato quello scrittore indiavolato che fu Girolamo Gigli . Galassi Paluzzi dovrebbe riprendere l ' idea del settecentista . Non credo che esista libro di più curioso e ozioso spasso del ( il titolo è un po ' lungo ) Collegio Petroniano delle Balie Latine e solenne suo aprimento in quest ' anno 1719 in Siena per dote e istituto del Cardinale Riccardo Petroni a benefizio di tutta la Nazione Italiana ad effetto di rendere naturale la Lingua Latina quale fu presso i Romani , col vero metodo degli Studi per la Gioventù dell ' uno e dell ' altro Sesso nel medesimo Collegio stabiliti , del Dottor Salvatore Toraci , primo medico di detto Collegio . È una pensata in tutto e per tutto degna di quell ' amaro allegorista che fu Gionata Swift , quello della mostruosa Modesta proposta per impedire ai figli dei poveri d ' Irlanda d ' esser a carico dei loro genitori e del loro Paese e per renderli giovevoli al pubblico ( 1729 : di dieci anni posteriore alle Balie Latine e la proposta era di cibarsi della carne dei bambini in età d ' un anno ) ; ma resa festevole dalla fantasia d ' un Aldo Palazzeschi ( quello del Codice di Perelà ) o d ' un Ramón Gomez de la Serna ( quello del libro su I seni ) ; con l ' accompagnamento d ' una marcia trionfale come nei Maestri cantori , ma accomodata alla burlesca da uno Stravinski ( quello della Storia d ' un soldato ) ; perché tutta la prima parte del libro delle Balie Latine è presa dalla descrizione d ' una immaginaria processione sfilata sotto archi trionfali per le vie di Siena , dal Palazzo della Signoria all ' inaugurando Collegio , verso il tramonto d ' un giorno di febbraio . Precedono con trombe e tamburi ( siamo nella città del Palio ) i gonfaloni della Signoria , e i rappresentanti di tutti gli Ordini della città , delle Arti , delle Accademie , degli Studii , i Censori , i Confessori , i Cerusici , gli Speziali , i quali aprono solennemente il corteo delle trentotto Balie latine 24 oltramontane e 14 senesi : vestite di scarlatto le nutrici dei bambini nobili e di turchino le altre ciascuna portando al petto quando uno e quando due poppanti e avendo ai lati due Nobili gentildonne Moderatrici - Assistenti coronate d ' alloro , ciascuna delle quali servita da un Gentiluomo , dell ' Accademia degl ' Intronati , recante la impresa della Dama , e a ' fianchi vanno i Braccieri e gli Staffieri delle signore e dei nobili Lattanti . Seguono i mariti delle Balie , le carrozze delle Dame , i cavalcanti delle Contrade e gran turba di popolo . Per dare un saggio della regia , insaporita di tutta l ' onomastica e araldica toscana , prendo a caso una coppia di Balie oltramontane : Donna Vespasia Maria Ethingia di Pomerania , lattante il Signor felicissimo Massimo Antonio de ' Conti Fede di Pistoia di mesi tre e il signor Frediano Ferroni dei Signori di Bella Quadra di giorni 48 , allo stesso petto ; e Donna Amelia Pleutnitz di Pretervaradino , lattante il signor Sardino Sardini di Lucca di giorni 74; in mezzo alla signora Maura Dei ne ' Signori del Cotono ed alla signora Laura Pinocci ne ' Tancredi degli Antichi Signori di Terra Rossa , e queste erano servite dal Signor Affricano Dei e dal signor Polibio Petrucci . E una coppia di Balie senesi : Donna Orsola Penni Buzzichelli , tenente al petto Giovan Pilogio Romei di giorni 37 e Gaetano Torrenti di giorni 22 , Alunni ; e Donna Elisabetta Bidellini ne ' Bindi che sostenea le due Alunne Diomira Buginelli de ' Celli de ' Cecchi di giorni 63 e Luigia Funel di Mercante francese stanziato in Siena nata di giorni 9 , in mezzo alla signora Calidonia Guglielmi Guidini e Lucia Orlandini Cosatti : allato alle quali i signori Capitan Domenico Borghesi e Francesco Chigi . L ' idea geniale del Gigli è questa : che il latino , per saperlo veramente , vada succhiato col latte d ' una balia talmente impratichita , con lunga scuola e conveniente appartatura dal mondo , nella lingua di Cicerone da quasi aver messa in oblio la natia favella . L ' infante passa immediatamente dal ventre materno alla mammella latina ; i primi suoni che colpiscono le sue orecchie son tutti latini : i quadri che vede sulle pareti del Collegio son tutti di Storia Antica ; vedrà solo spettacoli latini e batterà le manine in latino , mangerà la pappa in latino , chiederà di fare pipì e popò in latino , invece di bambole bionde avrà pupazzi dell ' Eneide e della Tebaide ... Bollettini repertorii conferenze , tutto bene ; ma il giorno che Galassi Paluzzi , con quella sua barba di buon brigante , riuscisse a mettersi per le vie di Roma in testa a una processione come quella fantasticata dallo scanzonato senese nelle duecento pagine in 80 del Collegio Petroniano , solo quel giorno la sua battaglia contro il Tempo potrebbe dirsi bene avviata . Repertorii conferenze bollettini ... La pratica va ripresa da molto più indietro .
Divertimenti romani ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Roma , 22 aprile . Tempo fa , invitato dal Teatro Club , venne a Roma Georges Brassens , il « chitarrista malinconico » che René Clair mise accanto a Pierre Brasseur in Quartiere dei lillà . Brassens , che assomiglia vagamente a Folco Lulli , è noto per il carattere scontroso e poco espansivo . Dopo lo spettacolo , cedendo alle insistenze di alcuni ammiratori , andò a bere qualcosa da certi ricchi borghesi , i quali gli avevano preparato un grosso rinfresco notturno , con decine d ' invitati . Appartamento di gran lusso , reggimenti di tartine , battaglioni di bottiglie , giradischi lungo due metri , « hi - fi » : alta fedeltà . Brassens non si aspettava un ricevimento tanto impegnativo . Fasciato nella sua vecchia giacca di velluto marrone , attraversò il salone , pieno di giovanotti e ragazze accucciati sul tappeto , e andò a rattrappirsi in un angolo , con un bicchiere di grappa fra le mani tozze . Aveva lasciato la chitarra in anticamera . Passò una mezz ' ora senza che il cantante pronunciasse una sillaba . I suoi giovani fanatici , pur fingendo quell ' indifferenza un po ' scocciata che è il maggior vanto dei romani , lo guardavano di sottecchi . Le tartine giravano , le bottiglie calavano . Finalmente , i «4 barbu » , che avevano accompagnato Brassens , si esibirono in alcuni numeri divertenti . Ma non era che un surrogato . Gli invitati volevano Georges ; il quale , immobile , fissava il pavimento , dando segno di vita soltanto per sorseggiare la sua grappa . I barbu , esaurito il repertorio , si appisolarono sul sofà . L ' orologio segnava le tre . Le conversazioni , già fiacche , languirono del tutto . Il trattenimento si trasformò in una specie di veglia funebre . Finalmente , la padroncina di casa , chiamato a raccolta tutto il francese del ginnasio « Visconti » , affrontò il chitarrista e lo pregò di cantare qualcosa . Brassens sollevò il viso massiccio , si passò la mano nelle chiome ribelli , guardò la ragazza come se non la vedesse , fece di no col testone e ricadde nel suo isolamento . Allora , la padroncina spense un po ' di luci e mise sul giradischi l ' ultimo successo di Brassens . Costui restò ad ascoltarsi con la testa stretta fra le manone . Erano le 4 e un quarto . Fuori , piovigginava . La conseguenza più rilevante della rivoluzione all ' Avana è , per ora , che le ordinazioni di sigari sono sestuplicate e i prezzi quasi raddoppiati .
TASTIERA 9 ( BALDINI ANTONIO , 1942 )
StampaQuotidiana ,
Una ragazza siede al telaio e facendo « su la panchetta » un po ' di posto a Giovannino Pascoli gli mormora : Mio dolce amore ... ( La tessitrice , nei Canti di Castelvecchio ) ; ma la ragazza è morta da un gran pezzo e l ' incontro avviene solo nell ' affettuosa fantasia . Il poeta Giulio Orsini si strugge per Iacovella : Iacovella , è vespro e siamo soli : viene a sedermiti allato ... Ma Iacovella è morta da quattrocent ' anni . E con questo ? Vivi e morti , a noi che importa ? Sino a te lungo i secoli arrivo . Una bella giovane abbandona in quelle scarnite di Giacomo Leopardi una morbida mano che il contino ventunenne va coprendo di baci e si stringe al petto ( Il sogno , nei Canti ) ; ma anch ' essa è morta « or son più lune » e il sogno s ' interrompe sul più bello : e nell ' incerto raggio del Sol vederla io mi credeva ancora . ( Quattr ' anni più tardi scriverà la canzone Alla sua donna , che , per dichiarazione dell ' autore , è propriamente « la donna che non si trova » ) . Il Sannazaro ( canzone XII delle Rime ) stava sognando di tenere anche lui stretta fra le sue la tenera mano della Bella . Acciò il felice inganno si prolunghi , accòrtosi che il sonno è sul rompersi , lungo spazio non volli gli occhi aprire . Ma dalla bianca mano , che si stretta tenea , sentia lasciarme . Questo è proprio dei sogni , in sul mattino . Molto bello e poeticamente detto . Se la poesia italiana è piena di donne vagheggiate in sogno a occhi aperti o ad occhi chiusi , a distanza di luogo e a distanza di tempo , quando non addirittura divenute mummie da quattrocent ' anni , la colpa va fatta rimontare in gran parte al Sospiroso di Laura , che aveva finito col trovare un amaro piacere anche , e forse sopra tutto , nella non conclusione del suo amore . Proprio vero , che chi si contenta gode . Un giorno l ' imperatore d ' Oriente aveva mandato a regalare al Petrarca , che non sapeva di greco , un codice d ' Omero . « Vederlo scrive il poeta ( Lettere familiari XVIII , 2 ) a un amico è già per me una gioia straordinaria . Ogni tanto me lo stringo al seno e dico sospirando : oh quanto è d ' ascoltarti in me il desio ! » . Petrarca che amorosamente si stringe al seno un codice che non è in grado di sfogliare e di leggere , è tutto un programma . Prender coraggio a scrivere una dichiarazione d ' amore a una giovinetta straniera in una lingua ch ' ella non può intendere e unicamente per il fatto che non la possa intendere , anche questa è una situazione squisitamente petrarchesca e ci si trovò il gentile Pindemonte . La ragazza era una inglesina di Londra , Agnese H * * * alla quale il poeta aveva cercato d ' insegnare qualche po ' di italiano , ma l ' estatica zucconcella non aveva saputo trarre profitto di sorta da quelle preziose lezioni . Mancando pochi giorni al suo ritorno in patria , il marchese Ippolito sfogò sulla carta una canzone ( « O giovinetta che la dubbia via » ) che , quanto al sentimento , è tra le più delicate della nostra lirica amorosa . Canzone , a lei davante tu non andrai : ché né tua voce intende , né andarti lascerei , se l ' intendesse ... Ché se or ti parlo , e grido la fiamma di cui pieno il cor trabocca , farlo nella natia lingua mi lice , che non è ancor felice . si che uscir possa di tua rosea bocca . Gli basta e avanza di volerle bene nel suo segreto , di vederla e sentirla in quelle rare amabili occasioni , e altro per sé non domanda . Il men di che può donna esser cortese ver ' chi l ' ha di sé stesso assai più cara da te , Vergine pura , io non vorrei ... Sommo scrupolo e affettuoso terrore egli ha di poter turbare in qualche modo l ' incanto di quella innocenza , la rosea serenità di quei sogni verginali . Né volentier torrei di spargerti nel sen foco amoroso , ché quanto è a me più noto il fiero ardore delitto far maggiore mi parria , s ' io turbassi il tuo riposo . Maestro io primo ti sarò d ' affanno ? Non sia mai ! Ma neanche , diviso com ' è fra invidia desiderio curiosità gelosia , egli sopporta in pace il pensiero che ci possa essere un fortunato che abbia core di staccar quel fiore dalla pianta . Ma che fatto avrà mai di bello e strano chi vorrà la tua mano ? Non so sì grande e sì leggiadra cosa per cui degno un uom sia d ' averti sposa . Vieto il frasario madrigalesco e girato con qualche stento il periodo , ma il sentimento è genuino . Il poeta dunque partirà lasciando mezzo il suo cuore a Londra , e altra consolazione non ispera alle sue pene che di ricevere di quando in quando lettere , non già di Miss Agnese , ma di Lady Madre , che facilmente troverà modo di dargli qualche notizia della graziosa figliuola . Consolerà i miei pianti foglio che a me dalla tua madre viene , su cui ( deh spesso ! ) ella tuo nome segna . Avete mai incontrato un « patito » sui trentacinque anni di più trepido cuore e semplice contentatura del poeta delle Campestri ? Sentimenti squisiti per certo : specie se poi pensiamo ad Ugo , il grande amico d ' Ippolito , che non si faceva scrupolo di far girare la testa e sconvolgere l ' animo a quante belle giovani gli venissero incontrate . Insegni il caso della Cecchina dei conti Giovio , con la quale l ' invasato autore dell ' Ortis fece il cascamorto nello stesso periodo di tempo in cui portava avanti per lo meno altre quattro operazioni amorose . Aveva cacciato sé e la ragazza in una situazione alla lunga insostenibile e , quando la poverina fu per bene inciuccata , se la cavò con una lettera . Io vi amerò sempre , ve lo giuro dal profondo del cuore , vi amerò fino all ' estremo sospiro , e giuro sull ' onor mio [ che cosa mai le vorrà giurare con tanta solennità ? ] di non ammogliarmi finché voi non sarete d ' altri . Se l ' infermità , se gli anni , se gli accidenti vi rapiranno la beltà e gli agi , se sarete disgraziata , [ bei discorsi da toccar ferro , veramente bei discorsi da farsi a una povera ragazza innamorata e di cui ci si dice innamorati ! ] se vi mancasse nel mondo un marito , un amico , io volerò da voi : io vi sarò marito [ ohé ] , padre [ toh ] , amico [ ahi ] , fratello . Parole : e anche fredde , anche brutte parole . Nella guerra d ' amor vince chi fugge . Ma è una gran brutta vittoria . Una meschina vittoria . Non per questo dipingeremo Foscolo tutto rosso come il Diavolo , né Pindemonte tutto azzurro come un Serafino . Nobili , non v ' ha dubbio , i sentimenti del marchese ; ma che forse non a bastanza nascondono il suo desiderio di non vedersi togliere la bella libertà della quale fu sempre gelosissimo guardiano . Curioso tipo , il marchese Ippolito . Gli amici , e più ancora le amiche , si lamentarono di « possederlo poco » . Aveva un modo tutto suo , praticato ben prima del viaggio a Londra , di squagliarsi all ' inglese . Ma sapeva poi così bene indorare di cortesia l ' indifferenza , e l ' uggia di gentilezza , che amici ed amiche finivano col mandargliela buona , così che visse ben voluto da tutti e senza farsi dei nemici . Mentre Foscolo ! Nessuno , meglio del Pindemonte , sapeva , al momento opportuno , fare il distratto , il trasognato , il « poeta » , ed eclissarsi lasciando i restanti nella rispettosa credenza d ' una urgente chiamata delle Muse . Al promesso sposo della Malinconia non occorrevano pretesti per isolarsi , quando sentisse il richiamo della « Ninfa gentile » . « Una tal sicurezza acqueta ; quando parte si dice : nol perdo del tutto , egli va a dipingersi , lo rivedrò fra non molto » : così spiegava la cosa con affettuosa malizia , nel suo vivace Ritratto d ' Ippolito , la spiritosa Isabella Teotochi Albrizzi , che in un certo momento aveva anche sperato d ' accomodarsi marchesa Pindemonte . Mi piaci così tanto , pare che il Pindemonte in fondo voglia dire anche alla bionda vergine del Tamigi , e posso volerti tanto bene appunto perché , lasciandoti io così tua , posso restare così mio . Non ho fatto un passo per possederti , perché tu nel tuo entusiasmo giovanile non facessi quell ' altro mezzo che sarebbe bastato a farmiti prigione . Estatica zucconcella , il tuo poco poco - maestro d ' italiano per questo si fidò di consegnarti il segreto del suo cuore solo nell ' ornato scrigno d ' una lingua che tu non saresti riuscita ad aprire . In una parola , e secondo il suo costume , ti si dette in modo che tu non lo potessi acchiappare . Non è detto che nel Terzo cielo , nel ciel di Venere , il disastroso Ugo non sia sistemato un grado più alto dell ' inincatenabile Ippolito .
La fortuna di Barreto ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Per dare un ' idea di quanto poco durino le emozioni del popolo romano , Ennio Flaiano scrisse due anni or sono un divertente articolo nel quale raccontava quel che sarebbe capitato a un marziano qualora fosse piovuto nella capitale . Dopo un po ' d ' interesse iniziale , il turista con un occhio solo e due nasi sarebbe diventato uno dei tanti « cispadani » che si aggirano fra piazza di Spagna e il Colosseo . I pizzardoni gli avrebbero stancamente indicato la strada e in capo a poche ore un fotoreporter gli avrebbe strillato : « A marzià ! te voi levà de mezzo ? ' un lo vedi che devo fotografa ' a Loren ? » È una parabola che contiene tutto intero il carattere di questo agglomerato umano , stratificatosi nei secoli , nella cui memoria biologica c ' è già tutto : glorie , decadenze , scandali , vittorie , sconfitte , trionfi e cadute grottesche , in un paesaggio dominato da montagne di spaghetti alla carbonara e attraversato da fiumi di vino bianco . Essere notati , a Roma , per più di una settimana , è praticamente impossibile . Vi è riuscito il cantante sudamericano Marino Barreto jr. ( detto Barrito ) , che da qualche settimana intrattiene i frequentatori di un locale di via Frattina . Questo artista ha conquistato una folla di ammiratori , specialmente fra i giovani della grossa borghesia , interpretando canzoni alla moda con voce inconfondibile , uniforme , lamentosa , paragonabile a quella di certi posteggiatori ciechi che rattristano le periferie domenicali . A Roma , in questi giorni , è il numero 1 della vita notturna e il suo successo non accenna a impallidire . È paragonabile soltanto a quello che ebbe Bruno Quirinetta fra il '44 e il '48 . In più , Barreto riceve ogni giorno lettere vibranti di passione , inviti piccanti . Una giovane e bella signora gli ha addirittura proposto di fuggire insieme . Chissà perché , in Egitto .
FATTO DI POLITICA ITALIANA ( ROBERTO CANTALUPO , 1923 )
StampaQuotidiana ,
Il nostro eccellente amico Price , redattore politico di quel londinese Daily Mail che improvvisamente ci mostra un volto amico dopo anni di ostilità non celata , dopo anni di campagna giornalistica contro l ' affermazione dell ' Italia in Adriatico , ha avuto il piacere di lasciarsi dire dal Presidente italiano queste ( ed altre non meno definitive ) cose : « Era ben tempo che qualcuna di queste piccole nazioni balcaniche imparasse che l ' Italia non è uno Stato insignificante , di pochi milioni di abitanti , ma una grande Potenza , forte di una sua propria forza » . Questo discorso fatto ai minori con un linguaggio così preciso ha un valore doppio : ha , oltre quello intrinseco , anche il valore esterno di essere rivolto ad Atene , e quindi a qualunque altra nazione balcanica , attraverso un organo importante della opinione pubblica britannica : esso è perciò un discorso fatto in via pregiudiziale anche alle maggiori potenze , anche alle grandissime , anche insomma all ' Inghilterra . L ' abilità diplomatica del Presidente ha , oltre tutto , la caratteristica di essere un ' abilità non segreta : non segreta nella sostanza , non timida nelle manifestazioni . Questo uomo singolare e potente nomina le cose con il loro nome e definisce i propri sentimenti tali quali ; essi si definiscono entro di lui ; l ' intervista con Price è un documento insigne di diplomazia , come dire , scoperta ; noi seguiamo , modestamente , l ' esempio del nostro uomo di Stato . Andiamo al sodo : non è concepibile che il Governo rassegnatamente sopporti che la Lega delle Nazioni diventi lo strumento mediante il quale Potenze egemoniche possano impedire all ' Italia di affermarsi nel Mediterraneo orientale come grande Potenza alla quale deve essere tributato rispetto completo ed indiminuibile . Quando Mussolini dice che la Lega non è competente a giudicare questa circostanza solo apparentemente episodica , quando dimostra che nello statuto della Lega non è compreso il diritto della Lega stessa ad intervenire in casi nei quali una grande Potenza deve difendere il proprio prestigio ed il proprio onore , dice e dimostra che la Lega non deve costituire in mano altrui un ' arma per impedire il fatale sviluppo della politica italiana . E poiché egli è « l ' uomo che agisce nell ' Europa che chiacchiera » , dice queste cose definendo la linea teorica della nostra azione , e contemporaneamente le dimostra applicandole e praticandole . La lega , e per essa ed in essa le qualsiasi Potenze che vorrebbero giovarsene ai fini di una loro politica particolare , debbono rassegnarsi ad assistere alla nostra azione autonoma , debbono rinunciare ad intervenire contro l ' Italia e in difesa della Grecia ; la Lega questa volta non farà della politica , non farà la politica dei suoi più cospicui componenti . Premesso dunque che essa tende sostanzialmente a svolgere un ' azione che per il fatto stesso che si delinea fin da ora è già iniziata , ne deriva che la incompetenza sua è non solo giuridica ma anche morale e politica , ne deriva che un suo tentativo di intromissione sarebbe considerato dall ' Italia come illecito ; l ' Italia non si presterebbe , e potrebbe arrivare fino ad abbandonare la Lega , fino insomma all ' applicazione di qualunque misura che fosse necessaria a salvare l ' autonomia ed il prestigio italiano . Lo spirito pubblico nel nostro paese è in questa circostanza superbo ; la compattezza è completa ; i giornali di opposizione sono stretti intorno al Governo , non solo perché deliberatamente abbiano deciso di dare agli stranieri spettacolo di integrità nazionale , ma soprattutto ed è questo il risultato massimo degli otto mesi di governo di Mussolini perché non possono più spiritualmente sottrarsi all ' atmosfera patriottica creata dal Fascismo , perché il nazionalismo è in atto dal momento che l ' individuo si fonde nella collettività nazionale , perché non possono più concepire l ' onore della Patria diversamente da noi , perché insomma è avvenuta nello spirito degli oppositori almeno in questa circostanza la fatale conversione che sarà domani la loro nuova vita ; Mussolini cambia e redime l ' anima degli italiani ; Dio benedica e salvi sempre il maraviglioso missionario , restauratore della religione patria . Ora dico che la così detta « opinione pubblica » , che stavolta è spirito nazionale intatto e compatto , ha avvertito immediatamente che l ' episodio italo - greco ha una grande portata politica , è la circostanza nella quale l ' Italia , purché sia sola , purché non abbia aiuto straniero , purché non ricorra a mezzi di indiretta , artificiale e diplomatica pressione , purché adoperi la sola propria forma individuale e risolva la vertenza a beneficio del suo proprio onore soltanto e del suo proprio prestigio soltanto , purché insomma « da sola » imponga alla Grecia la sottomissione , risolleverà definitivamente il proprio prestigio e ristabilirà per lunghissimo tempo il peso reale della sua propria forza reale nel Mediterraneo orientale e nei Balcani . Questo il Presidente ha avvertito con rapidità fulminea , quale hanno solo gli uomini destinati a reggere e rendere felici e potenti i grandi popoli ; questo hanno avvertito con uguale rapidità tutti gli italiani , pervasi dal nuovo spirito di nazionalità resuscitato dalla commovente e giovanile paternità spirituale di Lui ; questa è diventata la volontà Sua ; noi non siamo con Mussolini , ma in Mussolini ; Egli non è con noi e per noi , ma è noi . Contro questa volontà unanime , cioè contro questa unanime certezza che la circostanza è definitiva per il ristabilimento del nostro prestigio orientale , si è destata l ' avversa ed opposta sensibilità orientale ed imperiale dell ' Inghilterra , la quale ricorre alla Lega non solo contro il pericolo inesistente di un conflitto , ma soprattutto contro il pericolo esistente e certo di una restaurazione inevitabile della forza italiana in Oriente . E l ' Inghilterra ricorre alla Lega , come allo strumento internazionale nel quale essa dispone di forza preponderante , perché la Lega regoli la vertenza estraneamente al nostro interesse maggiore e più vitale , la regoli insomma in modo che attraverso il componimento della vertenza l ' Italia non possa affermare la propria individualità di grande Potenza tra l ' Egeo e Costantinopoli . A questo punto la parola « incompetenza » non è che la classifica formale che noi diamo al tentativo di ingerenza della Lega pseudo internazionale , tentativo condotto in nome di una politica particolare e specifica . Appello alla Lega , no ; noi in una Lega che tentasse malgrado il nostro rifiuto di agire contro di noi , no . La soluzione di questa vertenza con gli assassini di Janina è un fatto di politica nazionale italiana , e come tale va risolto e come tale va chiuso dall ' Italia ed esclusivamente dall ' Italia .
La Volpini, Tofanelli e Garibaldi ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Mercoledì sera , nei saloni interni dell ' Excelsior di Roma , Flora Volpini ha organizzato il suo secondo « Incontro con l ' autore » . Il primo , tempo fa , vide al centro della serata Giovanni Artieri ; questo ha onorato , in mezzo a circa 200 commensali in abito da sera , Arturo Tofanelli e il suo libro L ' uomo d ' oro . Per l ' occasione , lo chef dell ' hotel , il bolognese Anselmo Savini , detto « er pataccaro » per le infinite decorazioni e onorificenze ricevute da ogni nazione , ha studiato un menu intonato alla produzione letteraria di Tofanelli : cannelloni « impossibilità di vivere » , a base di crema , gruviera e profumo di funghi secchi ; manzo alla « cielo di Nuova York » , brasato con chianti e funghi ; legumi « lettere al direttore » , zucchini piccoli al parmigiano , carotine tenere , crocchette di fonduta ; dolce « l ' uomo d ' oro » , preparato con mirabile abilità dal giovanissimo pasticcere Giorgio Garboli , e riproducente in pasta di mandorla , fino ai minimi particolari , il libro pubblicato da Mondadori . Il vino di Montepulciano è stato ribattezzato « il fiume rosso » , titolo di un ' opera che Tofanelli diede alle stampe nel 1938 . In fine di serata , hanno parlato Giancarlo Vigorelli , Paolo Monelli e Flora Volpini . Costei , applauditissima , si è rivolta in modo particolare al generale Ezio Garibaldi , dicendogli fra l ' altro : « Ho visto che lei si presenta candidato alle elezioni nella lista monarchica . Ciò mi rattrista . Avrei di gran lunga preferito , dato il suo cognome , saperla fra i repubblicani . No , è inutile che mi guardi così : non ho partecipato allo sbarco dei Mille . Ma non posso dimenticare che dopo la difesa di Roma , Garibaldi fuggiasco passò una notte nella nostra villa di famiglia a Cisterna , assieme ad Anita depressa » . Una rondine marina ha battuto la settimana scorsa il record mondiale di volo , categoria uccelli leggeri . Liberata in Groenlandia , è stata catturata nel Natal ( Africa del Nord ) : 18.600 chilometri in 4 mesi .
Sulle sponde del Tigrai ( Ginzburg Natalia , 1970 )
StampaQuotidiana ,
Pochissime sono le cose che mi rallegrano in questo inizio dell ' anno : mi rallegra però il fatto che Paolo Poli canti e reciti in un teatro della città . Sono stata a vederlo già due volte e vi potrei sempre tornare ; qualunque giornata disordinata e confusa , del tutto priva di senso , può avere al suo termine alcune ore in quel teatro ; e anche se io non ci vado , sono contenta che si avveri per altri ogni sera , non molto lontano da casa mia , il miracolo del divertimento . Se dovessi descrivere Paolo Poli a qualcuno che non l ' avesse mai visto , direi di lui che la sua figura è quella di un giovinetto esile : ignoro la sua età , ma ho l ' idea che comunque resterà sempre come un esile giovinetto ; che il suo linguaggio è un puro toscano ; che i suoi spettacoli sono , in genere , parodie di romanzi o di commedie dell ' Ottocento , o del primo Novecento , inframmezzate da canzoni ; che quando canta alza nell ' aria le sue lunghe braccia snodate e le mani fini e soavi , assomigliando a una bella ragazza , o a un cigno , o a un fiore dall ' altissimo stelo ; che suscita ilarità con la grazia , in un tempo in cui la comicità sembra poter nascere soltanto su note stridenti e odiose , da volti e gesti scomposti e ripugnanti . Lui è comico restando se stesso , conservando i suoi tratti lindi e gentili . Non c ' è tuttavia nulla di lezioso o vezzoso nella sua grazia : non c ' è in lui nessuna civetteria , e nessuna timidezza , nei confronti della realtà . La sua grazia sembra rispondere a un ' armonia intima , sembra sprigionarsi da un ' intima e lucidissima intelligenza . Fra i suoi molteplici volti nascosti , c ' è essenzialmente quello d ' un soave , ben educato e diabolico genio del male : è un lupo in pelli di agnello , e nelle sue farse sono parodiati insieme gli agnelli e i lupi , la crudeltà efferata e la casta e savia innocenza . Usa essere circondato , nei suoi spettacoli , da ragazzi vestiti da donna , e da donne vestite da uomo : ha pochi attori , e li traveste in un modo o nell ' altro a seconda delle esigenze della storia . I suoi attori hanno le voci chiocce o stridule , i costumi mal cuciti e infilati in fretta d ' una recita di collegio ; i costumi hanno l ' aria di coprire a malapena altri panni , come maglioni o calzettoni di lana : in verità questi maglioni forse non appaiono , ma vien fatto di pensarci e di riderne come se si intravedessero . I suoi attori evidentemente sono bravissimi , perché non li vorremmo diversi nemmeno di un ' unghia ; eppure le loro voci chiocce o in falsetto hanno l ' esatta intonazione di chi è chiamato a recitare per la prima volta . Quanto a lui , i suoi travestimenti ( da zingara , o da monaca , o da frate , o da diavolo , o da aviatore , o da signora ) sono sempre meravigliosi ; ha il dono di cambiare costume in un lampo , e quando appare in un nuovo travestimento , nel teatro corre un brivido di gioia e di emozione , esplodono applausi , e la sua alta persona volteggia sulla scena e nella sala svolazzando con ventagli , tuniche o piume . Fra i suoi spettacoli riusciti e felici , vanno ricordati La nemica di Nicodemi , il suo presente spettacolo che è una serie di romanzi di Carolina Invernizio , e La vita di Santa Rita da Cascia che era stupendo , e che fu sequestrato come blasfemo : in verità non so come si potesse definirlo blasfemo ; è un grande peccato che non si dia più , e darei non so cosa per vederlo ancora una volta . M ' è accaduto di assistere a suoi spettacoli non del tutto riusciti ; non che fossero mai sciocchi o freddi , ma avevano qualcosa di slegato e frammentario ; mi dispiaceva per lui , non per me , perché io mi divertivo ugualmente , quasi senza ombra di delusione ; un momento di suprema bellezza c ' era sempre : e per un fedele spettatore di Paolo Poli , come io sono , non importa molto la riuscita dello spettacolo , basta qualche attimo della sua presenza sulla scena , basta un attimo d ' una sua canzone ; per sentirgli cantare Sulle sponde del Tigrai penso che farei chilometri . Dell ' esito felice d ' un suo spettacolo , mi rallegro sempre , come della fortuna d ' un amico o d ' un parente ; in verità non sono che uno spettatore , e lui di persona lo conosco appena , per essere andata a salutarlo a volte nel suo camerino . Come persona , per quel poco che so di lui mi sembra estremamente civile , gentile e umile ; si sa cosa può fare il successo con le persone , come può deformarle e involgarirle ; pure mi sembra che sopra di lui il successo dovrebbe passare senza toccargli un capello . Inoltre la sua fortuna fra la gente è una fortuna di qualità particolare , è qualcosa che sembra rifiorire ogni sera dal nulla e come per caso , senza alcun legame né con lo snobismo , né con la pubblicità , né con la moda . Benché egli abbia tra la gente grande fortuna , benché il suo teatro sia ogni sera pieno , pure non mi sembra che lui sia diventato di moda : e spero che una cosa tossica , aberrante e pericolosa come la moda non riesca a giocare con la sua persona . E del resto forse ogni essere ha la fortuna che il suo spirito chiede ; e quando uno viene deturpato e involgarito dal successo , è ergermi della volgarità erano in lui preesistenti , e si potevano scorgere nel suo spirito anche quando era solo e oscuro . A pensarci bene , il segreto del fascino di Paolo Poli è proprio nella maniera nobile , civile e intelligente con cui tocca , esamina ed esprime la volgarità rimanendone pienamente immune . Poiché non c ' è ombra di volgarità in lui , le volgarità e i luoghi comuni che estrae dal passato egli li illumina con un totale distacco , non in una caricatura deformante e grottesca ma in un disegno penetrante e limpido . Dell ' Ottocento , del primo Novecento , altri avevano fatto parodie prima di lui . Di luoghi comuni e di trivialità del passato , esisteva una raccolta di parodie e farse che erano diventate non altro che luoghi comuni e trivialità nuovi . Paolo Poli ha buttato via dalla sua strada tutte le farse antiche ; ci ha restituito un mondo fantastico che ai nostri occhi ha l ' incanto delle cose ancor vive e dissepolte . L ' ilarità in noi nasce dalla meraviglia , dalla grande felicità di poter toccare età remote con mani e sguardi totalmente nuovi . Nel suo presente spettacolo , in mezzo a danze di zingare , neonati partoriti in cantina , spose tradite e sepolte vive , lui a un tratto prende a cantare Giovinezza . Canta questa canzone com ' era prima che diventasse l ' inno delle camicie nere , la restituisce in tutta la soavità floreale che aveva nella sua origine . E un momento meraviglioso . Questa « Giovinezza » di cui nessuno può dimenticare il destino e che sorge ad un tratto sopra una fantasia ottocentesca , mescolando le memorie e le età , ha il potere di riportare ai nostri piedi non soltanto la nostra infanzia , ma il mondo , le memorie e le illusioni della generazione che ci ha preceduto , cioè l ' epoca dei nostri padri . Su tali illusioni e memorie , non è proiettata alcuna sorta di rimpianto crepuscolare , ma le inchioda un giudizio inesorabile ; melodie floreali e spoglie innocenti e soavi , nascondono futuri fatti di sangue , il lupo si nasconde dietro ai bianchi riccioli dell ' agnello . E solo lui può cantare Giovinezza in un teatro senza che riappaia né l ' immagine di Mussolini , né l ' ironia ormai vecchia e involgarita che si è usata su questa immagine . Solo lui può farlo , essendo lui l ' esatto contrario del fascismo , essendo tutto quello che il fascismo ha voluto bandire dalla terra . Q meglio , a Mussolini quando lui canta Giovinezza pensano tutti , ma per misurare e giudicare le distanze che ci separano sia dall ' epoca in cui Mussolini viveva e operava , sia dall ' epoca in cui l ' abbiamo irriso . E in fondo appare chiaro che a Paolo Poli l ' unica cosa che stia a cuore nelle sue parodie è questa , lo scoprire nella goffaggine , nella apparente innocenza e nel candore delle età perdute , i veleni e gli orrori delle future abbiezioni .