StampaQuotidiana ,
La
«
diplomazia
del
ping
pong
»
non
ha
cessato
di
produrre
i
suoi
effetti
.
Fra
le
cause
che
spiegano
l
'
annuncio
rapido
e
sensazionale
da
Washington
e
da
Mosca
dell
'
intesa
diretta
per
la
limitazione
delle
armi
strategiche
nucleari
(
non
soltanto
dei
missili
difensivi
ma
anche
di
quelli
offensivi
:
dopo
un
anno
e
mezzo
di
caparbie
resistenze
e
di
ostinate
negazioni
sovietiche
)
,
c
'
è
indubbiamente
l
'
elemento
Cina
,
la
componente
Pechino
.
Il
riavvicinamento
cino
-
americano
di
poche
settimane
fa
,
pur
solcato
da
ambiguità
e
reticenze
,
aveva
profondamente
turbato
l
'
Unione
Sovietica
e
sospinto
Mosca
a
riconsiderare
il
complesso
della
sua
strategia
verso
gli
Stati
Uniti
:
nell
'
evidente
tentativo
di
evitare
quel
possibile
«
isolamento
»
che
l
'
Urss
paventa
nel
caso
che
dalle
partite
di
ping
pong
si
passi
ad
un
'
intesa
più
stretta
fra
America
e
Cina
.
La
diplomazia
triangolare
,
aperta
dal
nuovo
e
complesso
rapporto
Washington
-
Mosca
-
Pechino
,
è
un
'
alleata
indiretta
ma
sicura
della
pace
e
dell
'
equilibrio
mondiale
.
Non
c
'
è
nulla
che
la
Russia
attuale
,
la
Russia
conservatrice
e
metternichiana
di
Breznev
,
tema
quanto
la
Cina
.
Sul
piano
degli
immensi
confini
che
si
estendono
fra
i
due
paesi
,
prolungandosi
per
oltre
seimila
chilometri
,
ma
anche
sul
piano
della
leadership
ideologica
dei
partiti
comunisti
,
cui
Mosca
è
decisa
a
non
rinunciare
,
costi
quello
che
costi
.
La
nuova
linea
,
non
priva
di
spregiudicatezza
,
assunta
da
Nixon
nei
riguardi
della
Cina
fin
dagli
inizi
ha
posto
al
Cremlino
problemi
delicati
,
risolti
con
una
tecnica
alterna
,
di
lusinga
e
di
intimidazione
,
di
oltranzismo
mescolato
alla
distensione
.
Un
punto
è
certo
:
la
Cina
non
si
rassegna
al
ruolo
di
secondo
del
comunismo
mondiale
,
cui
voleva
inchiodarla
per
primo
Stalin
.
I
sintomi
dell
'
attivismo
maoista
sono
continui
.
L
'
ultimo
,
e
più
significativo
,
è
dato
dall
'
annuncio
,
proprio
di
questi
giorni
,
dell
'
imminente
viaggio
a
Pechino
del
capo
romeno
Ceausescu
,
il
leader
di
un
comunismo
nazionale
profondamente
venato
di
riserve
verso
la
Russia
:
quasi
a
rilanciare
la
sfida
al
monopolio
ideologico
dell
'
Urss
,
pur
ribadito
con
tanto
ostentata
solennità
al
XXIV
congresso
del
Pcus
.
E
chi
se
non
il
presidente
Nixon
fu
il
primo
a
visitare
l
'
eretico
romeno
,
accolto
dagli
applausi
entusiastici
di
Bucarest
,
nel
viaggio
europeo
di
due
anni
or
sono
?
In
queste
condizioni
la
mano
tesa
di
Pechino
verso
Washington
preoccupa
Mosca
.
Ma
c
'
è
un
secondo
elemento
che
ha
avuto
pure
la
sua
importanza
nell
'
ammorbidire
la
intransigenza
sovietica
sul
negoziato
Salt
,
e
nell
'
indurre
la
Russia
a
riprendere
il
dialogo
missilistico
con
Washington
su
basi
di
realismo
e
di
concretezza
,
al
di
fuori
di
ogni
velleità
di
stravincere
.
Ed
è
stata
la
rapida
ripresa
dell
'
Europa
nelle
ultime
settimane
,
coronata
dal
felice
successo
delle
trattative
di
Brusselles
non
meno
che
del
vertice
di
Parigi
e
dal
rilancio
dell
'
ingresso
dell
'
Inghilterra
nel
Mec
,
paradossalmente
favorito
dalle
orgogliose
misure
tedesche
sul
marco
.
La
paura
della
Cina
si
unisce
nella
diplomazia
sovietica
ad
un
'
altra
costante
:
l
'
ossessione
,
del
resto
comprensibile
,
della
Germania
.
La
Ostpolitik
ha
rappresentato
un
momento
di
questa
paura
:
il
desiderio
di
staccare
la
Repubblica
di
Bonn
dai
vincoli
«
privilegiati
»
con
la
Francia
-
la
grande
illusione
di
De
Gaulle
-
e
con
gli
altri
paesi
della
Comunità
europea
per
impedire
il
ricostituirsi
di
una
qualsiasi
minaccia
,
soprattutto
di
una
qualsiasi
potenziale
minaccia
nucleare
,
alle
frontiere
occidentali
sovietiche
,
le
stesse
frontiere
aggredite
da
Hitler
nel
giugno
'41
.
Non
sembra
che
la
Ostpolitik
,
così
contrastata
all
'
interno
e
presso
gli
stessi
alleati
-
satelliti
di
Mosca
,
abbia
raggiunto
tutti
i
risultati
che
il
Cremlino
se
ne
riprometteva
.
Il
filo
della
maggioranza
social
-
liberale
,
su
cui
si
regge
la
cancelleria
Brandt
,
è
esilissimo
;
le
riserve
e
le
resistenze
in
Germania
e
fuori
crescenti
.
L
'
ipotesi
che
la
Comunità
europea
,
rafforzata
da
Londra
,
possa
sviluppare
un
suo
deterrente
nucleare
è
già
sufficiente
a
turbare
la
Unione
Sovietica
;
ma
l
'
ipotesi
,
molto
più
remota
e
non
impossibile
in
astratto
,
che
la
Germania
possa
avere
un
giorno
,
anche
lontano
,
la
possibilità
di
poggiare
il
dito
sul
«
grilletto
atomico
»
è
sufficiente
a
generare
un
senso
di
terrore
nell
'
Unione
Sovietica
,
spingendo
il
gruppo
arrogante
ma
realista
che
si
stringe
intorno
a
Breznev
a
riconsiderare
tutte
le
sue
posizioni
,
con
un
occhio
sempre
più
amichevole
verso
l
'
America
.
Non
a
caso
Breznev
ha
dato
una
mano
,
col
discorso
di
Tiflis
,
al
presidente
Nixon
per
respingere
la
mossa
,
incauta
e
pericolosa
sotto
tutti
i
punti
di
vista
,
dell
'
emendamento
Mansfield
volto
a
ridurre
i
contingenti
americani
in
Europa
.
E
non
a
caso
Nixon
ha
detto
no
a
Mansfield
,
col
concorso
di
due
ex
presidenti
che
si
chiamano
Truman
e
Johnson
,
in
vista
di
non
compromettere
le
prospettive
di
un
negoziato
con
la
Russia
per
la
riduzione
reciproca
e
bilanciata
delle
forze
dei
due
blocchi
in
Europa
.
È
chiaro
che
gli
Stati
Uniti
,
attraverso
il
nuovo
giuoco
triangolare
,
stanno
riguadagnando
un
po
'
dovunque
l
'
iniziativa
che
avevano
perduto
.
Nel
Sud
-
Est
asiatico
la
situazione
non
è
peggiorata
per
loro
,
e
la
campagna
cinese
sui
fatti
della
Cambogia
o
del
Laos
è
quasi
cessata
.
Più
significativo
ancora
il
corso
degli
eventi
nel
Medio
Oriente
:
con
l
'
improvvisa
svolta
del
regime
di
Sadat
in
Egitto
,
proprio
all
'
indomani
della
missione
del
segretario
di
Stato
Rogers
.
Una
missione
tutt
'
altro
che
fallita
,
a
giudicare
dalla
rimozione
di
tutti
,
o
quasi
,
gli
elementi
filo
-
sovietici
dal
governo
post
-
nasseriano
(
ripensiamo
a
quei
democratici
che
rimpiangevano
Nasser
come
genio
della
pace
!
)
e
all
'
apertura
di
una
linea
di
aperto
e
globale
negoziato
con
Israele
:
e
tocca
a
Israele
non
chiudere
la
porta
.
Ma
l
'
iniziativa
americana
non
basta
.
È
l
'
ora
di
un
'
iniziativa
dell
'
Europa
.
I
risultati
dell
'
incontro
di
Parigi
,
nonostante
ombre
e
riserve
,
sono
incoraggianti
;
Francia
e
Inghilterra
hanno
ritrovato
una
comune
convenienza
a
«
stare
»
in
Europa
.
È
imminente
una
riunione
della
Nato
a
Lisbona
;
è
emersa
una
linea
comune
dei
paesi
del
Mec
sui
problemi
del
Mediterraneo
,
presenza
navale
sovietica
non
meno
che
petrolio
.
Quelli
che
furono
i
rapporti
speciali
della
sola
Gran
Bretagna
con
l
'
America
dovrebbero
diventare
i
rapporti
speciali
dell
'
intero
continente
,
finalmente
organizzato
a
unità
,
col
grande
mondo
americano
:
in
un
vincolo
non
di
sudditanza
ma
di
parità
,
tale
da
offrire
tutte
le
garanzie
di
equilibrio
all
'
Unione
Sovietica
e
da
consentire
una
conferenza
europea
senza
dimenticare
Berlino
.
Le
condizioni
per
l
'
Europa
europea
esistono
.
Occorre
che
tutti
i
popoli
del
Mec
non
perdano
questa
occasione
storica
.
Tutti
:
a
cominciare
dall
'
Italia
.
E
ci
siamo
capiti
.
StampaQuotidiana ,
Se
,
vinta
questa
guerra
,
la
vita
ci
accorderà
tanto
margine
di
tempo
da
poterci
riassuefare
all
'
idea
e
alla
pratica
della
pace
,
quale
effetto
ci
faranno
i
vent
'
anni
intercorsi
fra
le
due
«
mondiali
»
?
A
quella
guisa
che
le
cime
di
due
aspre
montagne
viste
di
lontano
qualche
volta
sembrano
far
parte
d
'
uno
stesso
crinale
e
poi
qualcuno
ci
spiega
come
qualmente
in
mezzo
vi
si
adagi
una
comoda
valle
,
allegra
di
campanili
e
di
agevoli
strade
,
già
d
'
ora
mi
pare
di
capire
che
lo
spazio
frapposto
all
'
uno
e
all
'
altro
conflitto
(
«
conflagrazione
»
!
si
diceva
l
'
altra
volta
)
ci
sembrerà
incredibilmente
accorciato
.
Ebbi
di
ciò
il
senso
nettissimo
la
prima
notte
di
questa
guerra
agli
urli
della
sirena
che
mi
svegliarono
nel
bel
mezzo
del
sonno
.
La
mia
mano
corse
a
incontrare
quella
della
sposa
e
rimanemmo
qualche
minuto
immoti
,
senza
scambiare
parola
,
in
ascolto
delle
artiglierie
antiaeree
e
del
ritmo
leggermente
affannato
del
nostro
respiro
.
Fulmineo
e
concorde
il
pensiero
ci
era
corso
al
primo
allarme
inteso
insieme
a
Padova
io
già
vecchio
soldato
e
lei
nuovissima
a
quella
scena
.
nel
diciotto
,
sposini
da
una
settimana
.
Allora
eravamo
balzati
dal
letto
e
,
vestiti
alla
meglio
,
eravamo
scesi
in
cantina
.
Questa
volta
,
più
vecchi
di
vent
'
anni
,
siamo
rimasti
immobili
,
con
la
mano
nella
mano
,
e
nello
stesso
momento
rivenne
a
entrambi
sulle
labbra
la
frase
della
nostra
padrona
di
casa
padovana
in
quei
frangenti
:
I
xe
qua
.
Ringiovaniti
di
colpo
!
Se
non
che
,
dopo
un
momento
,
ci
entrarono
in
camera
con
due
candele
i
figli
già
grandi
(
il
maschio
,
di
leva
)
,
leggermente
esaltati
per
la
grande
novità
della
cosa
.
La
novità
della
cosa
...
L
'
ammiraglio
«
Canossa
»
(
il
nome
,
naturalmente
,
è
di
mio
cònio
)
commentando
alla
Radio
i
«
fatti
del
giorno
»
ha
la
debolezza
di
volerci
far
sapere
che
tutti
gli
strepitosi
avvenimenti
che
da
qualche
anno
a
questa
parte
vanno
succedendo
nel
mondo
egli
li
aveva
già
previsti
,
scritti
e
stampati
dieci
,
quindici
,
vent
'
anni
prima
.
E
ogni
tanto
èccotelo
che
riapre
nel
discorso
due
virgolette
e
comincia
a
sillabare
con
particolare
espressione
questo
o
quel
passaggio
di
certi
suoi
vecchi
libri
,
riviste
e
giornali
.
Se
ci
fosse
la
televisione
,
sono
sicuro
che
a
quei
passi
ci
guarderebbe
da
sopra
gli
occhiali
come
Azzeccagarbugli
guarda
Renzo
mentre
gli
va
leggendo
la
grida
del
15
ottobre
dell
'
anno
prima
e
ci
strizzerebbe
l
'
occhio
.
In
breve
,
il
nostro
ammiraglio
tratta
la
Storia
come
una
scolaretta
famosa
per
la
sua
distrazione
,
e
la
richiama
,
e
l
'
ammonisce
:
Impara
mo
'
,
ci
sei
venuta
,
carina
,
a
Canossa
,
hai
dovuto
convincerti
,
cocciutella
,
che
avevo
ragione
io
?
Curiose
fisime
,
malinconiche
soddisfazioni
:
credere
che
tutta
quest
'
iradiddio
sia
capitata
a
bella
posta
per
dare
ragione
a
lui
,
all
'
ammiraglio
«
Canossa
»
!
Tutte
le
volte
che
lo
sento
avvicinarsi
a
quei
punti
previsti
a
me
pare
di
vedergli
sorgere
lenta
alle
spalle
,
come
nel
fondo
verdecupo
d
'
un
ritratto
«
metafisico
»
di
De
Chirico
,
una
grandiosa
testona
di
marmo
:
è
Cronos
,
che
dondola
i
riccioloni
di
marmo
e
sotto
i
suoi
baffoni
se
la
ride
delle
uscite
del
cronista
.
Infrarossi
dovevano
essere
i
raggi
della
immaginazione
d
'
Omero
,
per
rompere
,
come
fanno
,
lo
spessore
dell
'
aria
svelando
la
faccia
abbagliante
degl
'
iddei
dietro
le
terga
degli
eroi
duramente
impegnati
nell
'
azione
.
Sdegnato
contro
Agamènnone
,
Achille
ha
già
tirato
fuori
più
che
mezza
dal
fodero
la
grande
spada
e
Pallade
Atena
gli
sorge
alle
spalle
trattenendolo
pei
rossi
capelli
:
l
'
eroe
si
volge
esterrefatto
e
allo
splendore
tremendo
di
quelle
pupille
riconosce
la
dea
,
fatta
a
lui
solo
visibile
.
Ieri
sera
,
alla
Radio
,
c
'
era
un
tale
dei
«
trenta
minuti
nel
mondo
»
che
diceva
le
Fonti
del
Clitunno
in
un
modo
così
stonato
e
sguaiato
che
a
un
certo
momento
ho
creduto
di
vedergli
spuntare
dietro
le
spalle
l
'
ombra
corrucciata
di
Giosue
con
un
tortóre
in
mano
;
ma
quegli
seguitò
a
urlare
i
4
lascia
e
i
5
corri
delle
due
strofe
centrali
dell
'
ode
famosa
senza
un
sospetto
al
mondo
del
tortóre
imminente
.
Più
tardi
.
quattro
interpreti
dei
«
dieci
minuti
Mondadori
»
entrarono
a
recitare
dei
brani
delle
Vergini
delle
rocce
.
Claudio
Cantelmo
tornava
in
biroccino
al
castello
avito
col
solito
cloc
cloc
cloc
della
cavallina
a
sonagli
(
ma
nel
romanzo
si
trattava
,
se
ben
ricordo
,
d
'
una
borbonica
carrozza
a
due
cavalli
)
,
e
,
mentre
l
'
orchestra
accennava
un
tema
della
Quinta
sinfonia
;
(
ma
che
trovate
!
)
,
si
cominciavano
a
sentire
in
lontananza
cantilenare
le
voci
delle
tre
«
sorelle
prigioniere
»
in
un
modo
così
svenevole
che
questa
volta
,
su
quel
«
fondo
verdecupo
»
,
ho
visto
la
fronte
marmorea
di
Gabriele
lui
che
non
seppe
mai
vergogna
diventare
rossa
come
un
peperone
...
Il
tono
di
voce
di
...
(
non
starò
a
far
nomi
,
ma
dev
'
esser
pisano
)
mi
pare
,
di
tutti
,
il
più
appropriato
ai
«
commenti
»
che
dicevamo
:
né
da
cattedra
né
da
pulpito
,
né
troppo
drammatico
né
troppo
chiacchieratico
,
con
quel
tanto
d
'
affabile
sostenutezza
che
basti
a
cattivare
e
fermare
l
'
attenzione
dei
radioascoltatori
.
Altri
,
a
dire
il
vero
,
strafà
,
si
agita
troppo
,
sembra
che
parli
sempre
da
una
barricata
o
dal
ponte
d
'
una
caravella
conquassata
dalla
tempesta
;
altri
pare
che
detti
il
compito
a
una
scuola
serale
scarsamente
illuminata
e
poco
frequentata
,
con
lo
scaldino
fra
i
piedi
e
il
gatto
sulle
ginocchia
;
altri
ha
sempre
quell
'
ùzzolo
di
fare
un
contradittorio
d
'
alto
stile
coi
grandi
reggitori
di
popolo
;
altri
infine
ci
tratta
,
tutti
quanti
siamo
,
come
tanti
Pierini
in
calzoni
corti
sprovveduti
di
ogni
memoria
del
passato
e
d
'
ogni
comprensione
del
presente
.
Con
l
'
aiuto
della
Radio
è
da
pensare
che
nascerà
(
ma
già
sta
nascendo
)
una
nuova
forma
d
'
oratoria
,
più
normativa
che
esornativa
,
più
persuasiva
che
provocante
;
un
'
oratoria
,
che
non
sarà
né
da
chiesa
,
né
da
politeama
,
né
da
piazza
;
che
non
potrà
più
contare
sulle
teatrali
risorse
del
gesto
né
sulla
suggestione
contagiosa
di
trovarsi
insieme
a
comizio
;
una
oratoria
che
arrivi
spedita
e
franca
di
suggestioni
a
domicilio
,
alla
famiglia
,
alla
persona
,
il
babbo
che
fuma
la
pipa
,
la
mamma
che
rammenda
,
la
ragazza
che
stira
,
il
nonno
in
pantofole
,
il
ragazzo
che
si
rode
le
unghie
,
la
serva
al
fornello
:
un
ambiente
assolutamente
refrattario
,
dove
i
paroloni
non
darebbero
rimbombo
,
le
volate
non
hanno
corso
,
gli
effetti
preparati
cascano
nel
vuoto
,
le
preziosità
fanno
ridere
e
i
pistolotti
fanno
cecca
.
Ci
s
'
arriverà
;
ci
si
sta
arrivando
.
Bella
tra
le
belle
la
grande
orazione
dannunziana
della
Sagra
dei
Mille
,
pronunciata
in
faccia
al
mare
garibaldino
,
in
mezzo
alle
bandiere
ondeggianti
;
ma
pensate
all
'
effetto
che
v
'
avrebbe
fatto
se
vi
fosse
arrivata
in
casa
all
'
ora
di
cena
:
«
la
Notte
di
Michelangelo
s
'
è
desta
,
l
'
Aurora
di
Michelangelo
,
pontando
sul
sasso
il
piede
e
il
cubito
»
ecc
.
ecc
.
;
i
radioascoltatori
in
pantofole
avrebbero
detto
:
Ma
dove
le
va
trovando
,
Gabriele
...
L
'
immaginazione
del
poeta
lavorò
sempre
in
grande
e
nel
peregrino
.
La
prima
volta
che
aveva
parlato
in
pubblico
fu
al
liceo
«
Benedetto
Marcello
»
di
Venezia
nel
novembre
del
'95
.
Riscosse
un
bellissimo
successo
mondano
e
la
serata
si
chiuse
con
un
banchetto
di
cinquanta
coperti
(
Ojetti
se
ne
deve
ricordare
)
.
Aveva
pronunziato
l
'
orazione
detta
dell
'
Allegoria
dell
'
Autunno
,
quella
stessa
che
poi
inserì
nella
prima
parte
del
Fuoco
,
mettendola
in
bocca
al
protagonista
.
Ma
come
se
la
fece
fruttare
,
nel
romanzo
!
Cominciamo
col
dire
che
Stelio
Effrena
la
pronuncia
all
'
augusta
presenza
(
immaginaria
)
di
Margherita
di
Savoia
e
nientemeno
che
nel
Palazzo
Ducale
e
nientemeno
che
nella
Sala
del
Maggior
Consiglio
,
sotto
la
portentosa
Apoteosi
di
Venezia
dipinta
nel
soffitto
dal
Veronese
,
sullo
sfondo
dello
spettacolosissimo
Paradiso
dipinto
dal
Tintoretto
,
coi
ritratti
in
giro
di
ben
settantadue
dogi
che
lo
stavano
a
rimirare
...
Quel
benedetto
uomo
aveva
bisogno
di
parlare
sempre
sopra
le
righe
e
di
gittare
le
parole
oltre
il
segno
.
Una
platea
di
belle
signore
gli
diventava
una
platea
di
regine
.
Ed
ai
contadini
d
'
Ortonammare
parlava
come
a
una
folla
d
'
Ateniesi
.
«
Meditando
sul
fato
della
stirpe
io
ho
veduto
talvolta
nella
confusa
massa
umana
e
terrestre
disegnarsi
una
figura
ideale
che
mi
pareva
avere
io
medesimo
scolpita
con
le
mie
mani
caduche
,
come
quello
statuario
che
scolpì
nello
smisurato
monte
la
figura
eroica
di
Alessandro
cui
dalla
destra
sorgeva
una
città
e
dalla
sinistra
scaturiva
un
fiume
»
(
discorso
elettorale
,
agosto
'97
)
.
Pare
di
vederli
,
a
bocc
'
aperta
,
tutti
quegli
Aligi
e
Domenicantoni
...
Qualche
volta
mi
dico
:
quando
l
'
ultimo
residuo
del
persistente
dannunzianesimo
sarà
scomparso
,
e
tutti
,
borghesi
e
militari
,
saran
tornati
a
dire
le
cose
alla
spiccia
e
alla
buona
,
e
in
questo
anche
la
Radio
avrà
avuto
la
sua
parte
oh
come
ci
parrà
bello
e
ci
sarà
caro
e
come
a
cuore
libero
e
animo
tranquillo
ci
sarà
dato
finalmente
d
'
amarlo
il
nostro
Gabriele
!
StampaQuotidiana ,
Mostra
di
sedie
nel
Salone
dell
'
«
Osservatore
delle
Arti
Industriali
»
.
Sedie
di
nuovo
modello
,
ideate
,
disegnate
e
perfezionate
da
specialisti
,
in
modo
che
il
fattore
estetico
e
la
comodità
si
equilibrino
e
si
complementino
.
Sedie
filosofiche
.
Sedie
ottagonali
,
esagonali
,
semirigide
,
semiflessibili
;
metalliche
,
lignee
,
miste
,
dure
,
soffici
;
rosse
,
turchine
,
blu
,
canarino
,
brunastro
.
In
quella
,
laggiù
a
sinistra
(
costituita
da
un
tripode
di
ferro
,
cui
si
sovrappongono
lastre
d
'
acciaio
e
,
finalmente
,
un
cuscino
)
,
s
'
intravede
la
collaborazione
di
alcuni
giovani
appassionati
.
Probabilmente
,
architetti
.
Guardandola
,
s
'
intuisce
il
tormento
,
lo
scrupolo
intellettuale
e
morale
con
cui
fu
concepita
e
realizzata
.
Non
è
più
una
sedia
.
È
il
simbolo
di
una
generazione
che
respinge
ogni
compromesso
,
ogni
prodotto
casuale
.
Sedervisi
,
significherebbe
profanare
tutto
l
'
illuminismo
moderno
.
Intanto
,
lo
scultore
Francesco
Messina
mi
racconta
che
quando
nel
1932
si
trasferì
da
Genova
a
Milano
,
assieme
alla
moglie
,
fu
costretto
,
per
mancanza
di
fondi
,
ad
arredare
un
appartamento
di
via
Boccaccio
con
casse
da
imballaggio
di
varia
misura
.
Poi
,
pian
piano
,
spendendo
quindici
o
venti
lire
per
volta
,
sostituì
le
casse
con
vecchie
ma
dignitose
seggiole
scovate
dai
rigattieri
.
I
conoscenti
trovarono
geniale
e
di
buon
gusto
quell
'
insieme
di
sedie
scompagnate
.
Tutti
parlarono
della
«
collezione
»
di
sedie
di
Francesco
Messina
.
Alcuni
milionari
la
imitarono
.
La
necessità
diventò
,
anche
in
quel
caso
,
virtù
.
Lo
scultore
,
che
attualmente
abita
in
una
casa
lussuosissima
,
rievoca
con
nostalgia
le
sedie
del
'32
.
È
un
aneddoto
preistorico
.
Oggi
le
sedie
obbediscono
alle
leggi
di
una
società
che
non
vuole
,
scompagnati
,
né
cose
né
uomini
.
Un
ignoto
romano
ha
definito
il
Partito
radicale
:
«
Uno
sguardo
del
conte
(
Carandini
)
»
.
StampaQuotidiana ,
Per
quel
viziaccio
di
«
rugare
»
,
tutta
la
vita
di
Rugantino
è
un
continuo
infortunio
sul
lavoro
.
(
«
Rugante
»
esprime
qualche
cosa
che
sta
fra
bravante
arrogante
e
brontolante
)
.
Alla
resa
dei
conti
ne
busca
sempre
e
di
quelle
dure
;
ma
questo
non
basta
a
guarirlo
della
sua
ruganza
,
dato
ch
'
egli
vive
nella
beata
persuasione
che
la
partita
si
chiuda
sempre
a
suo
favore
:
«
me
n
'
hanno
date
,
ma
je
n
'
ho
dette
!
»
.
Anzi
,
è
proprio
sotto
le
botte
che
quella
cucuzza
dalla
grinta
feroce
sprigiona
le
scintille
più
luminose
.
Come
«
personaggio
»
,
Rugantino
consiste
solo
in
una
vaga
tradizione
di
popolano
che
protesta
e
ne
busca
.
Il
momento
in
cui
la
sua
figura
prese
più
determinata
parvenza
fu
ai
giorni
e
per
merito
d
'
un
burattinaio
romano
vissuto
a
cavallo
del
Sette
e
dell
'
Ottocento
,
Gaetano
Santangelo
,
detto
«
Gaetanaccio
»
.
Andava
costui
per
i
larghi
e
le
piazze
di
Roma
col
suo
casotto
sulle
spalle
per
metterlo
in
piedi
non
appena
s
'
avesse
raccolto
intorno
un
numero
sufficiente
di
spettatori
.
Primo
attore
e
principale
richiamo
della
sua
«
compagnia
»
era
per
appunto
Rugantino
.
Le
trovate
di
Gaetanaccio
erano
di
quelle
che
facevano
andare
in
visibilio
il
popolo
minuto
.
Una
delle
più
belle
fu
questa
.
Nel
1823
i
Francesi
,
andati
in
Ispagna
per
rimettere
sul
trono
Ferdinando
VII
,
si
affrettarono
ad
annunciare
dal
primo
momento
una
strepitosa
vittoria
.
Subito
poi
si
sparse
voce
che
erano
invece
state
botte
da
orbi
.
Gaetanaccio
coglie
in
aria
la
notizia
e
corre
col
suo
trabaccolo
a
piazza
di
Spagna
sotto
le
finestre
dell
'
Ambasciata
.
La
gente
gli
fa
mucchio
intorno
.
Rugantino
,
quel
giorno
,
ha
una
serva
chiamata
guarda
combinazione
Vittoria
.
Entra
a
diverbio
con
Pulcinella
,
il
quale
sfodera
subito
l
'
asso
di
bastoni
e
comincia
a
farlo
rimbalzare
sulla
zucca
del
«
primo
attore
»
.
Sotto
la
gragnuola
Rugantino
inferocito
fa
il
giro
della
scena
chiamando
:
Vittoria
!
Vittoria
!
Entusiasmo
del
pubblico
,
e
facce
verdi
dietro
i
vetri
dell
'
Ambasciata
.
A
prenderle
da
Rugantino
,
poveretta
,
non
c
'
è
che
la
moglie
.
Nell
'
atto
,
entra
il
Diavolo
a
fargli
paura
.
Rugantino
gli
si
rivolta
come
una
tigre
:
Che
v
'
impicciate
de
li
fatti
mii
?
Ciavete
moje
voi
?
Brum
brum
fa
il
Diavolo
crollando
la
testa
.
Sete
vedovo
?
Brum
brum
.
Nun
ce
l
'
avete
?
...
ma
quela
lì
nun
è
testa
da
scapolo
.
Che
lingua
avran
parlato
all
'
inferno
Pluto
e
Nembrotte
?
Dante
la
sapeva
lunga
:
per
tenere
obbligata
all
'
infinito
la
curiosità
dei
lettori
capì
che
niente
sarebbe
servito
meglio
che
farli
scervellare
su
dei
quesiti
propriamente
insolubili
,
e
con
aria
di
niente
ci
ficcò
il
piè
fermo
,
il
veltro
,
pape
satan
,
raphel
may
amech
et
similia
.
Altro
bel
quesito
:
in
quale
lingua
Cacciaguida
rivolge
la
parola
al
suo
trisnipote
?
Accetto
le
conclusioni
,
acutissime
,
di
Manfredi
Porena
in
un
suo
saggio
recente
:
non
la
sola
terzina
iniziale
(
0
sanguis
meus
,
Paradiso
XV
)
,
ma
tutte
le
novantanove
terzine
del
suo
discorso
nonno
Cacciaguida
le
discorre
in
latino
.
Sarà
contento
Galassi
Paluzzi
.
Dante
,
bontà
sua
,
ce
le
traduce
.
(
Mi
dispiace
per
Galassi
Paluzzi
)
.
Quella
che
Carlo
Galassi
Paluzzi
,
fondatore
e
presidente
dell
'
Istituto
di
Studi
romani
,
va
combattendo
da
molti
anni
,
col
mezzo
di
riviste
bollettini
repertori
conferenze
e
congressi
nazionali
e
internazionali
,
per
far
rifiorire
a
nuova
vita
l
'
uso
scritto
e
parlato
della
lingua
latina
si
può
veramente
a
dirla
con
l
'
anonimo
dei
Promessi
Sposi
«
deffinire
una
guerra
illustre
contro
il
Tempo
»
.
Tutto
lascia
credere
che
sarà
una
guerra
dura
,
lunga
,
forse
disperata
.
Si
fa
già
così
fatica
a
discorrere
in
italiano
...
Il
mezzo
più
sicuro
per
imparare
il
latino
lo
aveva
probabilmente
escogitato
quello
scrittore
indiavolato
che
fu
Girolamo
Gigli
.
Galassi
Paluzzi
dovrebbe
riprendere
l
'
idea
del
settecentista
.
Non
credo
che
esista
libro
di
più
curioso
e
ozioso
spasso
del
(
il
titolo
è
un
po
'
lungo
)
Collegio
Petroniano
delle
Balie
Latine
e
solenne
suo
aprimento
in
quest
'
anno
1719
in
Siena
per
dote
e
istituto
del
Cardinale
Riccardo
Petroni
a
benefizio
di
tutta
la
Nazione
Italiana
ad
effetto
di
rendere
naturale
la
Lingua
Latina
quale
fu
presso
i
Romani
,
col
vero
metodo
degli
Studi
per
la
Gioventù
dell
'
uno
e
dell
'
altro
Sesso
nel
medesimo
Collegio
stabiliti
,
del
Dottor
Salvatore
Toraci
,
primo
medico
di
detto
Collegio
.
È
una
pensata
in
tutto
e
per
tutto
degna
di
quell
'
amaro
allegorista
che
fu
Gionata
Swift
,
quello
della
mostruosa
Modesta
proposta
per
impedire
ai
figli
dei
poveri
d
'
Irlanda
d
'
esser
a
carico
dei
loro
genitori
e
del
loro
Paese
e
per
renderli
giovevoli
al
pubblico
(
1729
:
di
dieci
anni
posteriore
alle
Balie
Latine
e
la
proposta
era
di
cibarsi
della
carne
dei
bambini
in
età
d
'
un
anno
)
;
ma
resa
festevole
dalla
fantasia
d
'
un
Aldo
Palazzeschi
(
quello
del
Codice
di
Perelà
)
o
d
'
un
Ramón
Gomez
de
la
Serna
(
quello
del
libro
su
I
seni
)
;
con
l
'
accompagnamento
d
'
una
marcia
trionfale
come
nei
Maestri
cantori
,
ma
accomodata
alla
burlesca
da
uno
Stravinski
(
quello
della
Storia
d
'
un
soldato
)
;
perché
tutta
la
prima
parte
del
libro
delle
Balie
Latine
è
presa
dalla
descrizione
d
'
una
immaginaria
processione
sfilata
sotto
archi
trionfali
per
le
vie
di
Siena
,
dal
Palazzo
della
Signoria
all
'
inaugurando
Collegio
,
verso
il
tramonto
d
'
un
giorno
di
febbraio
.
Precedono
con
trombe
e
tamburi
(
siamo
nella
città
del
Palio
)
i
gonfaloni
della
Signoria
,
e
i
rappresentanti
di
tutti
gli
Ordini
della
città
,
delle
Arti
,
delle
Accademie
,
degli
Studii
,
i
Censori
,
i
Confessori
,
i
Cerusici
,
gli
Speziali
,
i
quali
aprono
solennemente
il
corteo
delle
trentotto
Balie
latine
24
oltramontane
e
14
senesi
:
vestite
di
scarlatto
le
nutrici
dei
bambini
nobili
e
di
turchino
le
altre
ciascuna
portando
al
petto
quando
uno
e
quando
due
poppanti
e
avendo
ai
lati
due
Nobili
gentildonne
Moderatrici
-
Assistenti
coronate
d
'
alloro
,
ciascuna
delle
quali
servita
da
un
Gentiluomo
,
dell
'
Accademia
degl
'
Intronati
,
recante
la
impresa
della
Dama
,
e
a
'
fianchi
vanno
i
Braccieri
e
gli
Staffieri
delle
signore
e
dei
nobili
Lattanti
.
Seguono
i
mariti
delle
Balie
,
le
carrozze
delle
Dame
,
i
cavalcanti
delle
Contrade
e
gran
turba
di
popolo
.
Per
dare
un
saggio
della
regia
,
insaporita
di
tutta
l
'
onomastica
e
araldica
toscana
,
prendo
a
caso
una
coppia
di
Balie
oltramontane
:
Donna
Vespasia
Maria
Ethingia
di
Pomerania
,
lattante
il
Signor
felicissimo
Massimo
Antonio
de
'
Conti
Fede
di
Pistoia
di
mesi
tre
e
il
signor
Frediano
Ferroni
dei
Signori
di
Bella
Quadra
di
giorni
48
,
allo
stesso
petto
;
e
Donna
Amelia
Pleutnitz
di
Pretervaradino
,
lattante
il
signor
Sardino
Sardini
di
Lucca
di
giorni
74;
in
mezzo
alla
signora
Maura
Dei
ne
'
Signori
del
Cotono
ed
alla
signora
Laura
Pinocci
ne
'
Tancredi
degli
Antichi
Signori
di
Terra
Rossa
,
e
queste
erano
servite
dal
Signor
Affricano
Dei
e
dal
signor
Polibio
Petrucci
.
E
una
coppia
di
Balie
senesi
:
Donna
Orsola
Penni
Buzzichelli
,
tenente
al
petto
Giovan
Pilogio
Romei
di
giorni
37
e
Gaetano
Torrenti
di
giorni
22
,
Alunni
;
e
Donna
Elisabetta
Bidellini
ne
'
Bindi
che
sostenea
le
due
Alunne
Diomira
Buginelli
de
'
Celli
de
'
Cecchi
di
giorni
63
e
Luigia
Funel
di
Mercante
francese
stanziato
in
Siena
nata
di
giorni
9
,
in
mezzo
alla
signora
Calidonia
Guglielmi
Guidini
e
Lucia
Orlandini
Cosatti
:
allato
alle
quali
i
signori
Capitan
Domenico
Borghesi
e
Francesco
Chigi
.
L
'
idea
geniale
del
Gigli
è
questa
:
che
il
latino
,
per
saperlo
veramente
,
vada
succhiato
col
latte
d
'
una
balia
talmente
impratichita
,
con
lunga
scuola
e
conveniente
appartatura
dal
mondo
,
nella
lingua
di
Cicerone
da
quasi
aver
messa
in
oblio
la
natia
favella
.
L
'
infante
passa
immediatamente
dal
ventre
materno
alla
mammella
latina
;
i
primi
suoni
che
colpiscono
le
sue
orecchie
son
tutti
latini
:
i
quadri
che
vede
sulle
pareti
del
Collegio
son
tutti
di
Storia
Antica
;
vedrà
solo
spettacoli
latini
e
batterà
le
manine
in
latino
,
mangerà
la
pappa
in
latino
,
chiederà
di
fare
pipì
e
popò
in
latino
,
invece
di
bambole
bionde
avrà
pupazzi
dell
'
Eneide
e
della
Tebaide
...
Bollettini
repertorii
conferenze
,
tutto
bene
;
ma
il
giorno
che
Galassi
Paluzzi
,
con
quella
sua
barba
di
buon
brigante
,
riuscisse
a
mettersi
per
le
vie
di
Roma
in
testa
a
una
processione
come
quella
fantasticata
dallo
scanzonato
senese
nelle
duecento
pagine
in
80
del
Collegio
Petroniano
,
solo
quel
giorno
la
sua
battaglia
contro
il
Tempo
potrebbe
dirsi
bene
avviata
.
Repertorii
conferenze
bollettini
...
La
pratica
va
ripresa
da
molto
più
indietro
.
StampaQuotidiana ,
Roma
,
22
aprile
.
Tempo
fa
,
invitato
dal
Teatro
Club
,
venne
a
Roma
Georges
Brassens
,
il
«
chitarrista
malinconico
»
che
René
Clair
mise
accanto
a
Pierre
Brasseur
in
Quartiere
dei
lillà
.
Brassens
,
che
assomiglia
vagamente
a
Folco
Lulli
,
è
noto
per
il
carattere
scontroso
e
poco
espansivo
.
Dopo
lo
spettacolo
,
cedendo
alle
insistenze
di
alcuni
ammiratori
,
andò
a
bere
qualcosa
da
certi
ricchi
borghesi
,
i
quali
gli
avevano
preparato
un
grosso
rinfresco
notturno
,
con
decine
d
'
invitati
.
Appartamento
di
gran
lusso
,
reggimenti
di
tartine
,
battaglioni
di
bottiglie
,
giradischi
lungo
due
metri
,
«
hi
-
fi
»
:
alta
fedeltà
.
Brassens
non
si
aspettava
un
ricevimento
tanto
impegnativo
.
Fasciato
nella
sua
vecchia
giacca
di
velluto
marrone
,
attraversò
il
salone
,
pieno
di
giovanotti
e
ragazze
accucciati
sul
tappeto
,
e
andò
a
rattrappirsi
in
un
angolo
,
con
un
bicchiere
di
grappa
fra
le
mani
tozze
.
Aveva
lasciato
la
chitarra
in
anticamera
.
Passò
una
mezz
'
ora
senza
che
il
cantante
pronunciasse
una
sillaba
.
I
suoi
giovani
fanatici
,
pur
fingendo
quell
'
indifferenza
un
po
'
scocciata
che
è
il
maggior
vanto
dei
romani
,
lo
guardavano
di
sottecchi
.
Le
tartine
giravano
,
le
bottiglie
calavano
.
Finalmente
,
i
«4
barbu
»
,
che
avevano
accompagnato
Brassens
,
si
esibirono
in
alcuni
numeri
divertenti
.
Ma
non
era
che
un
surrogato
.
Gli
invitati
volevano
Georges
;
il
quale
,
immobile
,
fissava
il
pavimento
,
dando
segno
di
vita
soltanto
per
sorseggiare
la
sua
grappa
.
I
barbu
,
esaurito
il
repertorio
,
si
appisolarono
sul
sofà
.
L
'
orologio
segnava
le
tre
.
Le
conversazioni
,
già
fiacche
,
languirono
del
tutto
.
Il
trattenimento
si
trasformò
in
una
specie
di
veglia
funebre
.
Finalmente
,
la
padroncina
di
casa
,
chiamato
a
raccolta
tutto
il
francese
del
ginnasio
«
Visconti
»
,
affrontò
il
chitarrista
e
lo
pregò
di
cantare
qualcosa
.
Brassens
sollevò
il
viso
massiccio
,
si
passò
la
mano
nelle
chiome
ribelli
,
guardò
la
ragazza
come
se
non
la
vedesse
,
fece
di
no
col
testone
e
ricadde
nel
suo
isolamento
.
Allora
,
la
padroncina
spense
un
po
'
di
luci
e
mise
sul
giradischi
l
'
ultimo
successo
di
Brassens
.
Costui
restò
ad
ascoltarsi
con
la
testa
stretta
fra
le
manone
.
Erano
le
4
e
un
quarto
.
Fuori
,
piovigginava
.
La
conseguenza
più
rilevante
della
rivoluzione
all
'
Avana
è
,
per
ora
,
che
le
ordinazioni
di
sigari
sono
sestuplicate
e
i
prezzi
quasi
raddoppiati
.
StampaQuotidiana ,
Una
ragazza
siede
al
telaio
e
facendo
«
su
la
panchetta
»
un
po
'
di
posto
a
Giovannino
Pascoli
gli
mormora
:
Mio
dolce
amore
...
(
La
tessitrice
,
nei
Canti
di
Castelvecchio
)
;
ma
la
ragazza
è
morta
da
un
gran
pezzo
e
l
'
incontro
avviene
solo
nell
'
affettuosa
fantasia
.
Il
poeta
Giulio
Orsini
si
strugge
per
Iacovella
:
Iacovella
,
è
vespro
e
siamo
soli
:
viene
a
sedermiti
allato
...
Ma
Iacovella
è
morta
da
quattrocent
'
anni
.
E
con
questo
?
Vivi
e
morti
,
a
noi
che
importa
?
Sino
a
te
lungo
i
secoli
arrivo
.
Una
bella
giovane
abbandona
in
quelle
scarnite
di
Giacomo
Leopardi
una
morbida
mano
che
il
contino
ventunenne
va
coprendo
di
baci
e
si
stringe
al
petto
(
Il
sogno
,
nei
Canti
)
;
ma
anch
'
essa
è
morta
«
or
son
più
lune
»
e
il
sogno
s
'
interrompe
sul
più
bello
:
e
nell
'
incerto
raggio
del
Sol
vederla
io
mi
credeva
ancora
.
(
Quattr
'
anni
più
tardi
scriverà
la
canzone
Alla
sua
donna
,
che
,
per
dichiarazione
dell
'
autore
,
è
propriamente
«
la
donna
che
non
si
trova
»
)
.
Il
Sannazaro
(
canzone
XII
delle
Rime
)
stava
sognando
di
tenere
anche
lui
stretta
fra
le
sue
la
tenera
mano
della
Bella
.
Acciò
il
felice
inganno
si
prolunghi
,
accòrtosi
che
il
sonno
è
sul
rompersi
,
lungo
spazio
non
volli
gli
occhi
aprire
.
Ma
dalla
bianca
mano
,
che
si
stretta
tenea
,
sentia
lasciarme
.
Questo
è
proprio
dei
sogni
,
in
sul
mattino
.
Molto
bello
e
poeticamente
detto
.
Se
la
poesia
italiana
è
piena
di
donne
vagheggiate
in
sogno
a
occhi
aperti
o
ad
occhi
chiusi
,
a
distanza
di
luogo
e
a
distanza
di
tempo
,
quando
non
addirittura
divenute
mummie
da
quattrocent
'
anni
,
la
colpa
va
fatta
rimontare
in
gran
parte
al
Sospiroso
di
Laura
,
che
aveva
finito
col
trovare
un
amaro
piacere
anche
,
e
forse
sopra
tutto
,
nella
non
conclusione
del
suo
amore
.
Proprio
vero
,
che
chi
si
contenta
gode
.
Un
giorno
l
'
imperatore
d
'
Oriente
aveva
mandato
a
regalare
al
Petrarca
,
che
non
sapeva
di
greco
,
un
codice
d
'
Omero
.
«
Vederlo
scrive
il
poeta
(
Lettere
familiari
XVIII
,
2
)
a
un
amico
è
già
per
me
una
gioia
straordinaria
.
Ogni
tanto
me
lo
stringo
al
seno
e
dico
sospirando
:
oh
quanto
è
d
'
ascoltarti
in
me
il
desio
!
»
.
Petrarca
che
amorosamente
si
stringe
al
seno
un
codice
che
non
è
in
grado
di
sfogliare
e
di
leggere
,
è
tutto
un
programma
.
Prender
coraggio
a
scrivere
una
dichiarazione
d
'
amore
a
una
giovinetta
straniera
in
una
lingua
ch
'
ella
non
può
intendere
e
unicamente
per
il
fatto
che
non
la
possa
intendere
,
anche
questa
è
una
situazione
squisitamente
petrarchesca
e
ci
si
trovò
il
gentile
Pindemonte
.
La
ragazza
era
una
inglesina
di
Londra
,
Agnese
H
*
*
*
alla
quale
il
poeta
aveva
cercato
d
'
insegnare
qualche
po
'
di
italiano
,
ma
l
'
estatica
zucconcella
non
aveva
saputo
trarre
profitto
di
sorta
da
quelle
preziose
lezioni
.
Mancando
pochi
giorni
al
suo
ritorno
in
patria
,
il
marchese
Ippolito
sfogò
sulla
carta
una
canzone
(
«
O
giovinetta
che
la
dubbia
via
»
)
che
,
quanto
al
sentimento
,
è
tra
le
più
delicate
della
nostra
lirica
amorosa
.
Canzone
,
a
lei
davante
tu
non
andrai
:
ché
né
tua
voce
intende
,
né
andarti
lascerei
,
se
l
'
intendesse
...
Ché
se
or
ti
parlo
,
e
grido
la
fiamma
di
cui
pieno
il
cor
trabocca
,
farlo
nella
natia
lingua
mi
lice
,
che
non
è
ancor
felice
.
si
che
uscir
possa
di
tua
rosea
bocca
.
Gli
basta
e
avanza
di
volerle
bene
nel
suo
segreto
,
di
vederla
e
sentirla
in
quelle
rare
amabili
occasioni
,
e
altro
per
sé
non
domanda
.
Il
men
di
che
può
donna
esser
cortese
ver
'
chi
l
'
ha
di
sé
stesso
assai
più
cara
da
te
,
Vergine
pura
,
io
non
vorrei
...
Sommo
scrupolo
e
affettuoso
terrore
egli
ha
di
poter
turbare
in
qualche
modo
l
'
incanto
di
quella
innocenza
,
la
rosea
serenità
di
quei
sogni
verginali
.
Né
volentier
torrei
di
spargerti
nel
sen
foco
amoroso
,
ché
quanto
è
a
me
più
noto
il
fiero
ardore
delitto
far
maggiore
mi
parria
,
s
'
io
turbassi
il
tuo
riposo
.
Maestro
io
primo
ti
sarò
d
'
affanno
?
Non
sia
mai
!
Ma
neanche
,
diviso
com
'
è
fra
invidia
desiderio
curiosità
gelosia
,
egli
sopporta
in
pace
il
pensiero
che
ci
possa
essere
un
fortunato
che
abbia
core
di
staccar
quel
fiore
dalla
pianta
.
Ma
che
fatto
avrà
mai
di
bello
e
strano
chi
vorrà
la
tua
mano
?
Non
so
sì
grande
e
sì
leggiadra
cosa
per
cui
degno
un
uom
sia
d
'
averti
sposa
.
Vieto
il
frasario
madrigalesco
e
girato
con
qualche
stento
il
periodo
,
ma
il
sentimento
è
genuino
.
Il
poeta
dunque
partirà
lasciando
mezzo
il
suo
cuore
a
Londra
,
e
altra
consolazione
non
ispera
alle
sue
pene
che
di
ricevere
di
quando
in
quando
lettere
,
non
già
di
Miss
Agnese
,
ma
di
Lady
Madre
,
che
facilmente
troverà
modo
di
dargli
qualche
notizia
della
graziosa
figliuola
.
Consolerà
i
miei
pianti
foglio
che
a
me
dalla
tua
madre
viene
,
su
cui
(
deh
spesso
!
)
ella
tuo
nome
segna
.
Avete
mai
incontrato
un
«
patito
»
sui
trentacinque
anni
di
più
trepido
cuore
e
semplice
contentatura
del
poeta
delle
Campestri
?
Sentimenti
squisiti
per
certo
:
specie
se
poi
pensiamo
ad
Ugo
,
il
grande
amico
d
'
Ippolito
,
che
non
si
faceva
scrupolo
di
far
girare
la
testa
e
sconvolgere
l
'
animo
a
quante
belle
giovani
gli
venissero
incontrate
.
Insegni
il
caso
della
Cecchina
dei
conti
Giovio
,
con
la
quale
l
'
invasato
autore
dell
'
Ortis
fece
il
cascamorto
nello
stesso
periodo
di
tempo
in
cui
portava
avanti
per
lo
meno
altre
quattro
operazioni
amorose
.
Aveva
cacciato
sé
e
la
ragazza
in
una
situazione
alla
lunga
insostenibile
e
,
quando
la
poverina
fu
per
bene
inciuccata
,
se
la
cavò
con
una
lettera
.
Io
vi
amerò
sempre
,
ve
lo
giuro
dal
profondo
del
cuore
,
vi
amerò
fino
all
'
estremo
sospiro
,
e
giuro
sull
'
onor
mio
[
che
cosa
mai
le
vorrà
giurare
con
tanta
solennità
?
]
di
non
ammogliarmi
finché
voi
non
sarete
d
'
altri
.
Se
l
'
infermità
,
se
gli
anni
,
se
gli
accidenti
vi
rapiranno
la
beltà
e
gli
agi
,
se
sarete
disgraziata
,
[
bei
discorsi
da
toccar
ferro
,
veramente
bei
discorsi
da
farsi
a
una
povera
ragazza
innamorata
e
di
cui
ci
si
dice
innamorati
!
]
se
vi
mancasse
nel
mondo
un
marito
,
un
amico
,
io
volerò
da
voi
:
io
vi
sarò
marito
[
ohé
]
,
padre
[
toh
]
,
amico
[
ahi
]
,
fratello
.
Parole
:
e
anche
fredde
,
anche
brutte
parole
.
Nella
guerra
d
'
amor
vince
chi
fugge
.
Ma
è
una
gran
brutta
vittoria
.
Una
meschina
vittoria
.
Non
per
questo
dipingeremo
Foscolo
tutto
rosso
come
il
Diavolo
,
né
Pindemonte
tutto
azzurro
come
un
Serafino
.
Nobili
,
non
v
'
ha
dubbio
,
i
sentimenti
del
marchese
;
ma
che
forse
non
a
bastanza
nascondono
il
suo
desiderio
di
non
vedersi
togliere
la
bella
libertà
della
quale
fu
sempre
gelosissimo
guardiano
.
Curioso
tipo
,
il
marchese
Ippolito
.
Gli
amici
,
e
più
ancora
le
amiche
,
si
lamentarono
di
«
possederlo
poco
»
.
Aveva
un
modo
tutto
suo
,
praticato
ben
prima
del
viaggio
a
Londra
,
di
squagliarsi
all
'
inglese
.
Ma
sapeva
poi
così
bene
indorare
di
cortesia
l
'
indifferenza
,
e
l
'
uggia
di
gentilezza
,
che
amici
ed
amiche
finivano
col
mandargliela
buona
,
così
che
visse
ben
voluto
da
tutti
e
senza
farsi
dei
nemici
.
Mentre
Foscolo
!
Nessuno
,
meglio
del
Pindemonte
,
sapeva
,
al
momento
opportuno
,
fare
il
distratto
,
il
trasognato
,
il
«
poeta
»
,
ed
eclissarsi
lasciando
i
restanti
nella
rispettosa
credenza
d
'
una
urgente
chiamata
delle
Muse
.
Al
promesso
sposo
della
Malinconia
non
occorrevano
pretesti
per
isolarsi
,
quando
sentisse
il
richiamo
della
«
Ninfa
gentile
»
.
«
Una
tal
sicurezza
acqueta
;
quando
parte
si
dice
:
nol
perdo
del
tutto
,
egli
va
a
dipingersi
,
lo
rivedrò
fra
non
molto
»
:
così
spiegava
la
cosa
con
affettuosa
malizia
,
nel
suo
vivace
Ritratto
d
'
Ippolito
,
la
spiritosa
Isabella
Teotochi
Albrizzi
,
che
in
un
certo
momento
aveva
anche
sperato
d
'
accomodarsi
marchesa
Pindemonte
.
Mi
piaci
così
tanto
,
pare
che
il
Pindemonte
in
fondo
voglia
dire
anche
alla
bionda
vergine
del
Tamigi
,
e
posso
volerti
tanto
bene
appunto
perché
,
lasciandoti
io
così
tua
,
posso
restare
così
mio
.
Non
ho
fatto
un
passo
per
possederti
,
perché
tu
nel
tuo
entusiasmo
giovanile
non
facessi
quell
'
altro
mezzo
che
sarebbe
bastato
a
farmiti
prigione
.
Estatica
zucconcella
,
il
tuo
poco
poco
-
maestro
d
'
italiano
per
questo
si
fidò
di
consegnarti
il
segreto
del
suo
cuore
solo
nell
'
ornato
scrigno
d
'
una
lingua
che
tu
non
saresti
riuscita
ad
aprire
.
In
una
parola
,
e
secondo
il
suo
costume
,
ti
si
dette
in
modo
che
tu
non
lo
potessi
acchiappare
.
Non
è
detto
che
nel
Terzo
cielo
,
nel
ciel
di
Venere
,
il
disastroso
Ugo
non
sia
sistemato
un
grado
più
alto
dell
'
inincatenabile
Ippolito
.
StampaQuotidiana ,
Per
dare
un
'
idea
di
quanto
poco
durino
le
emozioni
del
popolo
romano
,
Ennio
Flaiano
scrisse
due
anni
or
sono
un
divertente
articolo
nel
quale
raccontava
quel
che
sarebbe
capitato
a
un
marziano
qualora
fosse
piovuto
nella
capitale
.
Dopo
un
po
'
d
'
interesse
iniziale
,
il
turista
con
un
occhio
solo
e
due
nasi
sarebbe
diventato
uno
dei
tanti
«
cispadani
»
che
si
aggirano
fra
piazza
di
Spagna
e
il
Colosseo
.
I
pizzardoni
gli
avrebbero
stancamente
indicato
la
strada
e
in
capo
a
poche
ore
un
fotoreporter
gli
avrebbe
strillato
:
«
A
marzià
!
te
voi
levà
de
mezzo
?
'
un
lo
vedi
che
devo
fotografa
'
a
Loren
?
»
È
una
parabola
che
contiene
tutto
intero
il
carattere
di
questo
agglomerato
umano
,
stratificatosi
nei
secoli
,
nella
cui
memoria
biologica
c
'
è
già
tutto
:
glorie
,
decadenze
,
scandali
,
vittorie
,
sconfitte
,
trionfi
e
cadute
grottesche
,
in
un
paesaggio
dominato
da
montagne
di
spaghetti
alla
carbonara
e
attraversato
da
fiumi
di
vino
bianco
.
Essere
notati
,
a
Roma
,
per
più
di
una
settimana
,
è
praticamente
impossibile
.
Vi
è
riuscito
il
cantante
sudamericano
Marino
Barreto
jr.
(
detto
Barrito
)
,
che
da
qualche
settimana
intrattiene
i
frequentatori
di
un
locale
di
via
Frattina
.
Questo
artista
ha
conquistato
una
folla
di
ammiratori
,
specialmente
fra
i
giovani
della
grossa
borghesia
,
interpretando
canzoni
alla
moda
con
voce
inconfondibile
,
uniforme
,
lamentosa
,
paragonabile
a
quella
di
certi
posteggiatori
ciechi
che
rattristano
le
periferie
domenicali
.
A
Roma
,
in
questi
giorni
,
è
il
numero
1
della
vita
notturna
e
il
suo
successo
non
accenna
a
impallidire
.
È
paragonabile
soltanto
a
quello
che
ebbe
Bruno
Quirinetta
fra
il
'44
e
il
'48
.
In
più
,
Barreto
riceve
ogni
giorno
lettere
vibranti
di
passione
,
inviti
piccanti
.
Una
giovane
e
bella
signora
gli
ha
addirittura
proposto
di
fuggire
insieme
.
Chissà
perché
,
in
Egitto
.
StampaQuotidiana ,
Il
nostro
eccellente
amico
Price
,
redattore
politico
di
quel
londinese
Daily
Mail
che
improvvisamente
ci
mostra
un
volto
amico
dopo
anni
di
ostilità
non
celata
,
dopo
anni
di
campagna
giornalistica
contro
l
'
affermazione
dell
'
Italia
in
Adriatico
,
ha
avuto
il
piacere
di
lasciarsi
dire
dal
Presidente
italiano
queste
(
ed
altre
non
meno
definitive
)
cose
:
«
Era
ben
tempo
che
qualcuna
di
queste
piccole
nazioni
balcaniche
imparasse
che
l
'
Italia
non
è
uno
Stato
insignificante
,
di
pochi
milioni
di
abitanti
,
ma
una
grande
Potenza
,
forte
di
una
sua
propria
forza
»
.
Questo
discorso
fatto
ai
minori
con
un
linguaggio
così
preciso
ha
un
valore
doppio
:
ha
,
oltre
quello
intrinseco
,
anche
il
valore
esterno
di
essere
rivolto
ad
Atene
,
e
quindi
a
qualunque
altra
nazione
balcanica
,
attraverso
un
organo
importante
della
opinione
pubblica
britannica
:
esso
è
perciò
un
discorso
fatto
in
via
pregiudiziale
anche
alle
maggiori
potenze
,
anche
alle
grandissime
,
anche
insomma
all
'
Inghilterra
.
L
'
abilità
diplomatica
del
Presidente
ha
,
oltre
tutto
,
la
caratteristica
di
essere
un
'
abilità
non
segreta
:
non
segreta
nella
sostanza
,
non
timida
nelle
manifestazioni
.
Questo
uomo
singolare
e
potente
nomina
le
cose
con
il
loro
nome
e
definisce
i
propri
sentimenti
tali
quali
;
essi
si
definiscono
entro
di
lui
;
l
'
intervista
con
Price
è
un
documento
insigne
di
diplomazia
,
come
dire
,
scoperta
;
noi
seguiamo
,
modestamente
,
l
'
esempio
del
nostro
uomo
di
Stato
.
Andiamo
al
sodo
:
non
è
concepibile
che
il
Governo
rassegnatamente
sopporti
che
la
Lega
delle
Nazioni
diventi
lo
strumento
mediante
il
quale
Potenze
egemoniche
possano
impedire
all
'
Italia
di
affermarsi
nel
Mediterraneo
orientale
come
grande
Potenza
alla
quale
deve
essere
tributato
rispetto
completo
ed
indiminuibile
.
Quando
Mussolini
dice
che
la
Lega
non
è
competente
a
giudicare
questa
circostanza
solo
apparentemente
episodica
,
quando
dimostra
che
nello
statuto
della
Lega
non
è
compreso
il
diritto
della
Lega
stessa
ad
intervenire
in
casi
nei
quali
una
grande
Potenza
deve
difendere
il
proprio
prestigio
ed
il
proprio
onore
,
dice
e
dimostra
che
la
Lega
non
deve
costituire
in
mano
altrui
un
'
arma
per
impedire
il
fatale
sviluppo
della
politica
italiana
.
E
poiché
egli
è
«
l
'
uomo
che
agisce
nell
'
Europa
che
chiacchiera
»
,
dice
queste
cose
definendo
la
linea
teorica
della
nostra
azione
,
e
contemporaneamente
le
dimostra
applicandole
e
praticandole
.
La
lega
,
e
per
essa
ed
in
essa
le
qualsiasi
Potenze
che
vorrebbero
giovarsene
ai
fini
di
una
loro
politica
particolare
,
debbono
rassegnarsi
ad
assistere
alla
nostra
azione
autonoma
,
debbono
rinunciare
ad
intervenire
contro
l
'
Italia
e
in
difesa
della
Grecia
;
la
Lega
questa
volta
non
farà
della
politica
,
non
farà
la
politica
dei
suoi
più
cospicui
componenti
.
Premesso
dunque
che
essa
tende
sostanzialmente
a
svolgere
un
'
azione
che
per
il
fatto
stesso
che
si
delinea
fin
da
ora
è
già
iniziata
,
ne
deriva
che
la
incompetenza
sua
è
non
solo
giuridica
ma
anche
morale
e
politica
,
ne
deriva
che
un
suo
tentativo
di
intromissione
sarebbe
considerato
dall
'
Italia
come
illecito
;
l
'
Italia
non
si
presterebbe
,
e
potrebbe
arrivare
fino
ad
abbandonare
la
Lega
,
fino
insomma
all
'
applicazione
di
qualunque
misura
che
fosse
necessaria
a
salvare
l
'
autonomia
ed
il
prestigio
italiano
.
Lo
spirito
pubblico
nel
nostro
paese
è
in
questa
circostanza
superbo
;
la
compattezza
è
completa
;
i
giornali
di
opposizione
sono
stretti
intorno
al
Governo
,
non
solo
perché
deliberatamente
abbiano
deciso
di
dare
agli
stranieri
spettacolo
di
integrità
nazionale
,
ma
soprattutto
ed
è
questo
il
risultato
massimo
degli
otto
mesi
di
governo
di
Mussolini
perché
non
possono
più
spiritualmente
sottrarsi
all
'
atmosfera
patriottica
creata
dal
Fascismo
,
perché
il
nazionalismo
è
in
atto
dal
momento
che
l
'
individuo
si
fonde
nella
collettività
nazionale
,
perché
non
possono
più
concepire
l
'
onore
della
Patria
diversamente
da
noi
,
perché
insomma
è
avvenuta
nello
spirito
degli
oppositori
almeno
in
questa
circostanza
la
fatale
conversione
che
sarà
domani
la
loro
nuova
vita
;
Mussolini
cambia
e
redime
l
'
anima
degli
italiani
;
Dio
benedica
e
salvi
sempre
il
maraviglioso
missionario
,
restauratore
della
religione
patria
.
Ora
dico
che
la
così
detta
«
opinione
pubblica
»
,
che
stavolta
è
spirito
nazionale
intatto
e
compatto
,
ha
avvertito
immediatamente
che
l
'
episodio
italo
-
greco
ha
una
grande
portata
politica
,
è
la
circostanza
nella
quale
l
'
Italia
,
purché
sia
sola
,
purché
non
abbia
aiuto
straniero
,
purché
non
ricorra
a
mezzi
di
indiretta
,
artificiale
e
diplomatica
pressione
,
purché
adoperi
la
sola
propria
forma
individuale
e
risolva
la
vertenza
a
beneficio
del
suo
proprio
onore
soltanto
e
del
suo
proprio
prestigio
soltanto
,
purché
insomma
«
da
sola
»
imponga
alla
Grecia
la
sottomissione
,
risolleverà
definitivamente
il
proprio
prestigio
e
ristabilirà
per
lunghissimo
tempo
il
peso
reale
della
sua
propria
forza
reale
nel
Mediterraneo
orientale
e
nei
Balcani
.
Questo
il
Presidente
ha
avvertito
con
rapidità
fulminea
,
quale
hanno
solo
gli
uomini
destinati
a
reggere
e
rendere
felici
e
potenti
i
grandi
popoli
;
questo
hanno
avvertito
con
uguale
rapidità
tutti
gli
italiani
,
pervasi
dal
nuovo
spirito
di
nazionalità
resuscitato
dalla
commovente
e
giovanile
paternità
spirituale
di
Lui
;
questa
è
diventata
la
volontà
Sua
;
noi
non
siamo
con
Mussolini
,
ma
in
Mussolini
;
Egli
non
è
con
noi
e
per
noi
,
ma
è
noi
.
Contro
questa
volontà
unanime
,
cioè
contro
questa
unanime
certezza
che
la
circostanza
è
definitiva
per
il
ristabilimento
del
nostro
prestigio
orientale
,
si
è
destata
l
'
avversa
ed
opposta
sensibilità
orientale
ed
imperiale
dell
'
Inghilterra
,
la
quale
ricorre
alla
Lega
non
solo
contro
il
pericolo
inesistente
di
un
conflitto
,
ma
soprattutto
contro
il
pericolo
esistente
e
certo
di
una
restaurazione
inevitabile
della
forza
italiana
in
Oriente
.
E
l
'
Inghilterra
ricorre
alla
Lega
,
come
allo
strumento
internazionale
nel
quale
essa
dispone
di
forza
preponderante
,
perché
la
Lega
regoli
la
vertenza
estraneamente
al
nostro
interesse
maggiore
e
più
vitale
,
la
regoli
insomma
in
modo
che
attraverso
il
componimento
della
vertenza
l
'
Italia
non
possa
affermare
la
propria
individualità
di
grande
Potenza
tra
l
'
Egeo
e
Costantinopoli
.
A
questo
punto
la
parola
«
incompetenza
»
non
è
che
la
classifica
formale
che
noi
diamo
al
tentativo
di
ingerenza
della
Lega
pseudo
internazionale
,
tentativo
condotto
in
nome
di
una
politica
particolare
e
specifica
.
Appello
alla
Lega
,
no
;
noi
in
una
Lega
che
tentasse
malgrado
il
nostro
rifiuto
di
agire
contro
di
noi
,
no
.
La
soluzione
di
questa
vertenza
con
gli
assassini
di
Janina
è
un
fatto
di
politica
nazionale
italiana
,
e
come
tale
va
risolto
e
come
tale
va
chiuso
dall
'
Italia
ed
esclusivamente
dall
'
Italia
.
StampaQuotidiana ,
Mercoledì
sera
,
nei
saloni
interni
dell
'
Excelsior
di
Roma
,
Flora
Volpini
ha
organizzato
il
suo
secondo
«
Incontro
con
l
'
autore
»
.
Il
primo
,
tempo
fa
,
vide
al
centro
della
serata
Giovanni
Artieri
;
questo
ha
onorato
,
in
mezzo
a
circa
200
commensali
in
abito
da
sera
,
Arturo
Tofanelli
e
il
suo
libro
L
'
uomo
d
'
oro
.
Per
l
'
occasione
,
lo
chef
dell
'
hotel
,
il
bolognese
Anselmo
Savini
,
detto
«
er
pataccaro
»
per
le
infinite
decorazioni
e
onorificenze
ricevute
da
ogni
nazione
,
ha
studiato
un
menu
intonato
alla
produzione
letteraria
di
Tofanelli
:
cannelloni
«
impossibilità
di
vivere
»
,
a
base
di
crema
,
gruviera
e
profumo
di
funghi
secchi
;
manzo
alla
«
cielo
di
Nuova
York
»
,
brasato
con
chianti
e
funghi
;
legumi
«
lettere
al
direttore
»
,
zucchini
piccoli
al
parmigiano
,
carotine
tenere
,
crocchette
di
fonduta
;
dolce
«
l
'
uomo
d
'
oro
»
,
preparato
con
mirabile
abilità
dal
giovanissimo
pasticcere
Giorgio
Garboli
,
e
riproducente
in
pasta
di
mandorla
,
fino
ai
minimi
particolari
,
il
libro
pubblicato
da
Mondadori
.
Il
vino
di
Montepulciano
è
stato
ribattezzato
«
il
fiume
rosso
»
,
titolo
di
un
'
opera
che
Tofanelli
diede
alle
stampe
nel
1938
.
In
fine
di
serata
,
hanno
parlato
Giancarlo
Vigorelli
,
Paolo
Monelli
e
Flora
Volpini
.
Costei
,
applauditissima
,
si
è
rivolta
in
modo
particolare
al
generale
Ezio
Garibaldi
,
dicendogli
fra
l
'
altro
:
«
Ho
visto
che
lei
si
presenta
candidato
alle
elezioni
nella
lista
monarchica
.
Ciò
mi
rattrista
.
Avrei
di
gran
lunga
preferito
,
dato
il
suo
cognome
,
saperla
fra
i
repubblicani
.
No
,
è
inutile
che
mi
guardi
così
:
non
ho
partecipato
allo
sbarco
dei
Mille
.
Ma
non
posso
dimenticare
che
dopo
la
difesa
di
Roma
,
Garibaldi
fuggiasco
passò
una
notte
nella
nostra
villa
di
famiglia
a
Cisterna
,
assieme
ad
Anita
depressa
»
.
Una
rondine
marina
ha
battuto
la
settimana
scorsa
il
record
mondiale
di
volo
,
categoria
uccelli
leggeri
.
Liberata
in
Groenlandia
,
è
stata
catturata
nel
Natal
(
Africa
del
Nord
)
:
18.600
chilometri
in
4
mesi
.
StampaQuotidiana ,
Pochissime
sono
le
cose
che
mi
rallegrano
in
questo
inizio
dell
'
anno
:
mi
rallegra
però
il
fatto
che
Paolo
Poli
canti
e
reciti
in
un
teatro
della
città
.
Sono
stata
a
vederlo
già
due
volte
e
vi
potrei
sempre
tornare
;
qualunque
giornata
disordinata
e
confusa
,
del
tutto
priva
di
senso
,
può
avere
al
suo
termine
alcune
ore
in
quel
teatro
;
e
anche
se
io
non
ci
vado
,
sono
contenta
che
si
avveri
per
altri
ogni
sera
,
non
molto
lontano
da
casa
mia
,
il
miracolo
del
divertimento
.
Se
dovessi
descrivere
Paolo
Poli
a
qualcuno
che
non
l
'
avesse
mai
visto
,
direi
di
lui
che
la
sua
figura
è
quella
di
un
giovinetto
esile
:
ignoro
la
sua
età
,
ma
ho
l
'
idea
che
comunque
resterà
sempre
come
un
esile
giovinetto
;
che
il
suo
linguaggio
è
un
puro
toscano
;
che
i
suoi
spettacoli
sono
,
in
genere
,
parodie
di
romanzi
o
di
commedie
dell
'
Ottocento
,
o
del
primo
Novecento
,
inframmezzate
da
canzoni
;
che
quando
canta
alza
nell
'
aria
le
sue
lunghe
braccia
snodate
e
le
mani
fini
e
soavi
,
assomigliando
a
una
bella
ragazza
,
o
a
un
cigno
,
o
a
un
fiore
dall
'
altissimo
stelo
;
che
suscita
ilarità
con
la
grazia
,
in
un
tempo
in
cui
la
comicità
sembra
poter
nascere
soltanto
su
note
stridenti
e
odiose
,
da
volti
e
gesti
scomposti
e
ripugnanti
.
Lui
è
comico
restando
se
stesso
,
conservando
i
suoi
tratti
lindi
e
gentili
.
Non
c
'
è
tuttavia
nulla
di
lezioso
o
vezzoso
nella
sua
grazia
:
non
c
'
è
in
lui
nessuna
civetteria
,
e
nessuna
timidezza
,
nei
confronti
della
realtà
.
La
sua
grazia
sembra
rispondere
a
un
'
armonia
intima
,
sembra
sprigionarsi
da
un
'
intima
e
lucidissima
intelligenza
.
Fra
i
suoi
molteplici
volti
nascosti
,
c
'
è
essenzialmente
quello
d
'
un
soave
,
ben
educato
e
diabolico
genio
del
male
:
è
un
lupo
in
pelli
di
agnello
,
e
nelle
sue
farse
sono
parodiati
insieme
gli
agnelli
e
i
lupi
,
la
crudeltà
efferata
e
la
casta
e
savia
innocenza
.
Usa
essere
circondato
,
nei
suoi
spettacoli
,
da
ragazzi
vestiti
da
donna
,
e
da
donne
vestite
da
uomo
:
ha
pochi
attori
,
e
li
traveste
in
un
modo
o
nell
'
altro
a
seconda
delle
esigenze
della
storia
.
I
suoi
attori
hanno
le
voci
chiocce
o
stridule
,
i
costumi
mal
cuciti
e
infilati
in
fretta
d
'
una
recita
di
collegio
;
i
costumi
hanno
l
'
aria
di
coprire
a
malapena
altri
panni
,
come
maglioni
o
calzettoni
di
lana
:
in
verità
questi
maglioni
forse
non
appaiono
,
ma
vien
fatto
di
pensarci
e
di
riderne
come
se
si
intravedessero
.
I
suoi
attori
evidentemente
sono
bravissimi
,
perché
non
li
vorremmo
diversi
nemmeno
di
un
'
unghia
;
eppure
le
loro
voci
chiocce
o
in
falsetto
hanno
l
'
esatta
intonazione
di
chi
è
chiamato
a
recitare
per
la
prima
volta
.
Quanto
a
lui
,
i
suoi
travestimenti
(
da
zingara
,
o
da
monaca
,
o
da
frate
,
o
da
diavolo
,
o
da
aviatore
,
o
da
signora
)
sono
sempre
meravigliosi
;
ha
il
dono
di
cambiare
costume
in
un
lampo
,
e
quando
appare
in
un
nuovo
travestimento
,
nel
teatro
corre
un
brivido
di
gioia
e
di
emozione
,
esplodono
applausi
,
e
la
sua
alta
persona
volteggia
sulla
scena
e
nella
sala
svolazzando
con
ventagli
,
tuniche
o
piume
.
Fra
i
suoi
spettacoli
riusciti
e
felici
,
vanno
ricordati
La
nemica
di
Nicodemi
,
il
suo
presente
spettacolo
che
è
una
serie
di
romanzi
di
Carolina
Invernizio
,
e
La
vita
di
Santa
Rita
da
Cascia
che
era
stupendo
,
e
che
fu
sequestrato
come
blasfemo
:
in
verità
non
so
come
si
potesse
definirlo
blasfemo
;
è
un
grande
peccato
che
non
si
dia
più
,
e
darei
non
so
cosa
per
vederlo
ancora
una
volta
.
M
'
è
accaduto
di
assistere
a
suoi
spettacoli
non
del
tutto
riusciti
;
non
che
fossero
mai
sciocchi
o
freddi
,
ma
avevano
qualcosa
di
slegato
e
frammentario
;
mi
dispiaceva
per
lui
,
non
per
me
,
perché
io
mi
divertivo
ugualmente
,
quasi
senza
ombra
di
delusione
;
un
momento
di
suprema
bellezza
c
'
era
sempre
:
e
per
un
fedele
spettatore
di
Paolo
Poli
,
come
io
sono
,
non
importa
molto
la
riuscita
dello
spettacolo
,
basta
qualche
attimo
della
sua
presenza
sulla
scena
,
basta
un
attimo
d
'
una
sua
canzone
;
per
sentirgli
cantare
Sulle
sponde
del
Tigrai
penso
che
farei
chilometri
.
Dell
'
esito
felice
d
'
un
suo
spettacolo
,
mi
rallegro
sempre
,
come
della
fortuna
d
'
un
amico
o
d
'
un
parente
;
in
verità
non
sono
che
uno
spettatore
,
e
lui
di
persona
lo
conosco
appena
,
per
essere
andata
a
salutarlo
a
volte
nel
suo
camerino
.
Come
persona
,
per
quel
poco
che
so
di
lui
mi
sembra
estremamente
civile
,
gentile
e
umile
;
si
sa
cosa
può
fare
il
successo
con
le
persone
,
come
può
deformarle
e
involgarirle
;
pure
mi
sembra
che
sopra
di
lui
il
successo
dovrebbe
passare
senza
toccargli
un
capello
.
Inoltre
la
sua
fortuna
fra
la
gente
è
una
fortuna
di
qualità
particolare
,
è
qualcosa
che
sembra
rifiorire
ogni
sera
dal
nulla
e
come
per
caso
,
senza
alcun
legame
né
con
lo
snobismo
,
né
con
la
pubblicità
,
né
con
la
moda
.
Benché
egli
abbia
tra
la
gente
grande
fortuna
,
benché
il
suo
teatro
sia
ogni
sera
pieno
,
pure
non
mi
sembra
che
lui
sia
diventato
di
moda
:
e
spero
che
una
cosa
tossica
,
aberrante
e
pericolosa
come
la
moda
non
riesca
a
giocare
con
la
sua
persona
.
E
del
resto
forse
ogni
essere
ha
la
fortuna
che
il
suo
spirito
chiede
;
e
quando
uno
viene
deturpato
e
involgarito
dal
successo
,
è
ergermi
della
volgarità
erano
in
lui
preesistenti
,
e
si
potevano
scorgere
nel
suo
spirito
anche
quando
era
solo
e
oscuro
.
A
pensarci
bene
,
il
segreto
del
fascino
di
Paolo
Poli
è
proprio
nella
maniera
nobile
,
civile
e
intelligente
con
cui
tocca
,
esamina
ed
esprime
la
volgarità
rimanendone
pienamente
immune
.
Poiché
non
c
'
è
ombra
di
volgarità
in
lui
,
le
volgarità
e
i
luoghi
comuni
che
estrae
dal
passato
egli
li
illumina
con
un
totale
distacco
,
non
in
una
caricatura
deformante
e
grottesca
ma
in
un
disegno
penetrante
e
limpido
.
Dell
'
Ottocento
,
del
primo
Novecento
,
altri
avevano
fatto
parodie
prima
di
lui
.
Di
luoghi
comuni
e
di
trivialità
del
passato
,
esisteva
una
raccolta
di
parodie
e
farse
che
erano
diventate
non
altro
che
luoghi
comuni
e
trivialità
nuovi
.
Paolo
Poli
ha
buttato
via
dalla
sua
strada
tutte
le
farse
antiche
;
ci
ha
restituito
un
mondo
fantastico
che
ai
nostri
occhi
ha
l
'
incanto
delle
cose
ancor
vive
e
dissepolte
.
L
'
ilarità
in
noi
nasce
dalla
meraviglia
,
dalla
grande
felicità
di
poter
toccare
età
remote
con
mani
e
sguardi
totalmente
nuovi
.
Nel
suo
presente
spettacolo
,
in
mezzo
a
danze
di
zingare
,
neonati
partoriti
in
cantina
,
spose
tradite
e
sepolte
vive
,
lui
a
un
tratto
prende
a
cantare
Giovinezza
.
Canta
questa
canzone
com
'
era
prima
che
diventasse
l
'
inno
delle
camicie
nere
,
la
restituisce
in
tutta
la
soavità
floreale
che
aveva
nella
sua
origine
.
E
un
momento
meraviglioso
.
Questa
«
Giovinezza
»
di
cui
nessuno
può
dimenticare
il
destino
e
che
sorge
ad
un
tratto
sopra
una
fantasia
ottocentesca
,
mescolando
le
memorie
e
le
età
,
ha
il
potere
di
riportare
ai
nostri
piedi
non
soltanto
la
nostra
infanzia
,
ma
il
mondo
,
le
memorie
e
le
illusioni
della
generazione
che
ci
ha
preceduto
,
cioè
l
'
epoca
dei
nostri
padri
.
Su
tali
illusioni
e
memorie
,
non
è
proiettata
alcuna
sorta
di
rimpianto
crepuscolare
,
ma
le
inchioda
un
giudizio
inesorabile
;
melodie
floreali
e
spoglie
innocenti
e
soavi
,
nascondono
futuri
fatti
di
sangue
,
il
lupo
si
nasconde
dietro
ai
bianchi
riccioli
dell
'
agnello
.
E
solo
lui
può
cantare
Giovinezza
in
un
teatro
senza
che
riappaia
né
l
'
immagine
di
Mussolini
,
né
l
'
ironia
ormai
vecchia
e
involgarita
che
si
è
usata
su
questa
immagine
.
Solo
lui
può
farlo
,
essendo
lui
l
'
esatto
contrario
del
fascismo
,
essendo
tutto
quello
che
il
fascismo
ha
voluto
bandire
dalla
terra
.
Q
meglio
,
a
Mussolini
quando
lui
canta
Giovinezza
pensano
tutti
,
ma
per
misurare
e
giudicare
le
distanze
che
ci
separano
sia
dall
'
epoca
in
cui
Mussolini
viveva
e
operava
,
sia
dall
'
epoca
in
cui
l
'
abbiamo
irriso
.
E
in
fondo
appare
chiaro
che
a
Paolo
Poli
l
'
unica
cosa
che
stia
a
cuore
nelle
sue
parodie
è
questa
,
lo
scoprire
nella
goffaggine
,
nella
apparente
innocenza
e
nel
candore
delle
età
perdute
,
i
veleni
e
gli
orrori
delle
future
abbiezioni
.