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StampaQuotidiana ,
Ecco qua , tutti sono per la conciliazione , per la collaborazione universale . Bisogna salvare il paese , e però andiamo tutti al governo . Chiamiamo addirittura tutti gli ex - presidenti del Consiglio , dicono alcuni che si dicono depositari del pensiero dell ' on . Giolitti , facciamo un grande ministero . Dall ' altra parte Nitti anche lui invoca il grande comitato di salute pubblica , cui eventualmente darebbe i suoi lumi , sulla base di tutte quelle peregrine scoperte che ha fatte nel suo discorso . Ebbene questa chiacchiera è pessima . Non è questa l ' ora di moltiplicare rappresentanze di partiti e di gruppi , di fare ricognizioni di carriere politiche , di presentare un ' adunata di bei nomi . Questi sono gusti commemorativi . Con questi criteri si fa un museo di gessi , una gipsoteca , non mai un governo . E tanto meno si fa un governo con i numeri e con le massime del discorso Nitti , rifugiato a Lauria . Il caso dell ' on . Nitti è , l ' abbiamo dimostrato , il caso di chi pratica per essere generosi con la sua impudenza e con i suoi tentativi di ottenere l ' oblio la retorica dei numeri , del pessimismo , del realismo . Ed è perfettamente inutile , che , oltre i consensi del resto poco entusiastici della stampa nittiana , altri giornali della equidistanza e del falso realismo democratico elenchino con compunta gravità le coincidenze del programma nittiano con le necessità dell ' ora . Anche questi giornali sanno , nei loro commenti , che sono del resto la confessione più chiara della loro smidollatura politica , della retorica . Perché se l ' on . Nitti fosse rimasto e fosse così rimasto un professore di volgarizzazione giornalistica come era il suo temperamento , si potrebbe anche consentire , dopo una chiacchierata come quella di Lauria , nel dire : Sì , c ' è del buono . Ma l ' on . Nitti non è soltanto un predicatore , è stato purtroppo uomo di governo , anzi capo di governo , e capo di governo in un ' ora storica per la Nazione . E allora bisogna ricordare quello che ha fatto , quello che ha voluto l ' on . Nitti come uomo di governo , quello che ha detto e ha fatto e ha voluto che si dicesse e si facesse dai suoi amici , dai suoi portavoce , dalla sua stampa , dopo che fu rovesciato dal governo . E se tutto questo , come abbiamo dimostrato , coincide con le cose sciocche e cattive e ignoranti del suo discorso , con le reticenze del suo discorso ; ed è in aperto contrasto con le constatazioni concrete del suo discorso , impostegli dalla gravità della situazione ; allora che cosa significa il voler consentire oggi nella « precisione della visione dell ' on . Nitti » , o nella volontà di « valorizzare le forze economiche nazionali » o con « le parole sulla situazione militare mondiale e la nostra impreparazione » ? Sono proprio consensi di parole con parole . Niente altro . Di cattive parole con cattive parole , poiché si consente retoricamente con un discorso , che è la sconfessione di un ' azione . E non una sconfessione maturata , seguita ad una rimeditazione raccolta , come se ne potrebbero ammettere : ma una sconfessione audace , impunita , di chi ha l ' aria di aver voluto le cose che invece non ha voluto e ha impedito che fossero . Ebbene per Nitti o per chicchessia bisogna farla finita con questa retorica alla rovescia ; con questa retorica del realismo , che è esibita da uomini , da gruppi , da giornali , che fino a ieri infuriavano o malignavano oscenamente contro il fascismo , contro i partiti nazionali , contro la « reazione » e pretendevano che , in offesa aperta di queste massime esigenze dell ' ora , si recassero al potere i socialisti e i loro complici , e cioè i responsabili della violenza interna , della disintegrazione statale , della dissoluzione dell ' esercito e della marina , del maggior deficit statale , della paralisi della economia . Questa rettorica dev ' esser respinta , risolutamente , come la più sconcia sopraffazione della verità . Respinta come un caso tipico di immoralità politica ; respinta come metodo di azione politica , essendo il metodo della confusione parlamentaristica , socialdemocratica , che è il rovescio del metodo di sopraffazione che si abbandona quando è fallito . Dopo i tentativi collaborazionistici ora siamo a quelli confusionistici : museo di gessi o realismo economico . E tutti amici , tutti a studiare le cifre , tutti a voler portafogli e sottoportafogli per salvare l ' Italia . Eh ! no ! queste sono cose ridicole . Proprio il contrario della situazione che è seria .
StampaQuotidiana ,
Nel numero 14 del 27 ottobre di Voce Operaia di Parigi , in testa alla 4a colonna , della 4a pagina , abbiamo trovato il titolo che integralmente riproduciamo : « Il partito comunista si purifica e si rafforza , cacciando dalle sue file i traditori » . Molto bene ! Ma chi sono questi traditori che il partito comunista indegnamente caccia dalle sue file ? Sono i seguenti : Luigi Repossi , Onorato Damen , Bruno Fortichiari . Un minuto di sosta . Questi sono i nomi di quelli che una volta furono considerati capi , apostoli , profeti del comunismo milanese e italiano . Erano tre « assi » del leninismo in Italia . Chi poteva dubitare della loro fede ? Tutte le speranze dell ' avvenire e relativo sole convergevano verso questi uomini , che oggi , sono bollati col marchio dei traditori . Ma si può sapere che cosa hanno fatto ? Il giornale non lo dice chiaramente . Sembrano sospetti di « bordighismo » . « Avendo continuato dice « Voce Operaia » a sostenere ideologie in opposizione alle ideologie comuniste e rivoluzionarie , essendo rimasti sordi agli appelli del Partito che li invitava a cessare il lavoro frazionista e di disgregazione del Partito , i tre suddetti cittadini vengono cacciati dal Partito della rivoluzione proletaria . Tutti gli interventi del Comitato centrale per richiamare costoro alla disciplina per discutere con loro al fine di convincerli e di evitare loro di cadere nelle file della controrivoluzione , di diventare di fatto degli alleati del fascismo , furono inutili o restarono senza risposta . Repossi , Fortichiari e Damen continuarono il loro lavoro frazionista per disgregare il Partito , per demoralizzarlo e per paralizzare l ' azione contro il fascismo . Essi sono giunti fino a diffondere opinioni che la polizia fascista si sforza di mettere in circolazione nel movimento comunista . Essi hanno tentato di spezzare il Partito , essi si sono posti accanitamente contro il fronte unico antifascista . L ' espulsione di questi ultimi residui del bordighismo rivoluzionario si rendeva inevitabile . Essi hanno persistito nel loro errore e il Partito che aveva fatto di tutto per trattenerli dalla via della controrivoluzione , esauriti tutti i tentativi , ha dovuto cacciarli . Numerose organizzazioni e compagni avevano chiesto da tempo di espellere costoro dal Partito come traditori del comunismo e del proletariato . I compagni immigrati , gli operai immigrati rivoluzionari , che conoscono quale è l ' azione controrivoluzionaria e antioperaia dei pochi bordighisti dell ' emigrazione , ridotti a balbettare menzogne e calunnie di ogni genere contro l ' Internazionale comunista , il Partito e I 'U.R.S.S., incarogniti in un ' attività che si concretezza esclusivamente in tentativi vani , fortunatamente tendenti ad ostacolare e ad impedire la marcia delle masse verso il comunismo , ad intralciare il movimento di unità d ' azione proletaria antifascista e le lotte rivendicative dei lavoratori plaudiranno tutti , ne siamo certi , alla decisione del C . C . del P . C . d ' Italia che , espellendo dalle nostre file gli ultimi residui del bordighismo scissionista controrivoluzionario , ha difeso l ' unità del partito e del movimento rivoluzionario . Nessuna neutralità dice il comunicato del C . C . del Partito può essere tollerata di fronte ad una questione che mette in discussione la esistenza stessa del Partito del proletariato italiano , che è stato creato e si è sviluppato attraverso i sacrifici di migliaia di compagni , dei quadri migliori della classe operaia » . Per fortuna che i tre nominati « traditori » non vivono in Russia , poiché se fossero cittadini dello Stato di Lenin , l ' espulsione per tradimento avrebbe un fatale corollario : le pallottole amministrative , ma per ciò non meno micidiali , di un qualsiasi plotone di esecuzione . La vita , tutto sommato , è ancora più « comoda » nell ' Italia fascista , anche per i dormienti comunisti , più o meno traditi , più o meno traditori !
Bascologia ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
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L ' amico M . , approfittando di due giornate festive , ha fatto una scappata fino a Grenoble , dove ha una figlia in collegio . Ha dato anche un ' occhiata alla Costa Azzurra . Aveva immaginato di trovare chissà che fermento : capannelli di cittadini eccitati , aria di polemiche , vie di fatto fra i fautori di de Gaulle e í parlamentaristi a oltranza . Niente di tutto ciò : perlomeno nel vecchio Delfinato . In un sole color limone , davanti ai loro eterni aperitivi opalescenti , tranquilli signori , che parevano appena usciti da una litografia di Toulouse - Lautrec o di un disegno di Van Gogh , aspettavano l ' ora di colazione . Più sbadigli che parole . Nelle rade conversazioni , le ricette di cucina e le donne avevano ancora il primo posto . Inutilmente l ' amico M . cercò di attualizzare l ' atmosfera , attaccando discorsi di tono politico . I suoi interlocutori occasionali lo stavano ad ascoltare con occhi vaghi , emettevano interiezioni di significato incerto , tornavano a chiudersi nel loro torpore . Soltanto un pensionato dai baffi ritorti e dalle sopracciglia arruffate , disse , fra due colpi di tosse bronchiale , qualcosa di preciso : « Le " gros Charles " ( vale a dire de Gaulle ) è una specie di " bomba al cobalto " . Quando si ha un cancro , anche una probabilità su mille di guarire è preziosa » . « Non sarebbe più conveniente un ' operazione chirurgica ? » , osservò M . Il vecchio pensionato s ' inumidì i baffi col pernod , poi concluse : « Forse . Ma ci vorrebbe un ' anestesia molto profonda . La Francia non ha più il cuore di una volta . Rischierebbe di non svegliarsi mai più » . Anche a Grenoble , ordinaria amministrazione : eccezion fatta per i baschi dei « tirailleurs des Alpes » . Il caratteristico copricapo degli alpini francesi si è improvvisamente dilatato . Sta assumendo , giorno per giorno , forme bizzarre , angoli d ' inclinazione sempre più lontani dal regolamento . Alcuni militari , piccoli e tarchiati come italiani , spariscono sotto enormi padelle . Sembrano funghi . Sintomo grave . I francesi , forse , lo ignorano : ma noi , memori di Salò , conosciamo a fondo la « bascologia » . Sappiamo che il diametro dei baschi militari è inversamente proporzionale al diametro della libertà . Una battuta di Paola Borboni : « Le donne preferiscono sentirsi dar torto quando hanno ragione , piuttosto che quando hanno veramente torto » .
ORA DECISIVA ( - , 1922 )
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Di fronte alle voci di un colpo di mano fascista per la conquista del potere , voci che hanno preso nuova consistenza in seguito alla rapida conclusione del Congresso di Napoli , crediamo utile e doveroso esprimere nettamente il nostro pensiero . Al contrario di quanto hanno scritto alcuni giornali , i quali hanno attribuito l ' intempestiva chiusura dei lavori del Congresso alla decisione di passare immediatamente dalle parole ai fatti , noi crediamo che il vero movente dell ' arresto improvviso dei lavori del Congresso , sia stato invece il desiderio di sottrarre alle tumultuose discussioni e alle affrettate decisioni del Congresso le limitate richieste di Mussolini , che rappresentano la base accettabile per una soluzione pacifica della crisi . La rinunzia ad una discussione pericolosa , nonché interpretata così come un proposito di guerra , testimonia invece il proposito di non creare ostacoli a quella soluzione pacifica , a cui gli avvenimenti erano stati avvinti dal discorso Mussolini . Il timore che il conflitto esistente fra la volontà del Parlamento , la quale tende a perpetuare il dominio di una casta , che ha esaurito il suo compito storico , e la volontà del Paese , che pretende , con uomini nuovi , instaurare i valori della vittoria , abbia a risolversi con un urto violento , trae invece la sua ragion d ' essere ed è perfettamente commisurato alla capacità di resistenza che gli uomini di governo e quando diciamo uomini di governo intendiamo tutti i parlamentari a cui potrebbe far capo la soluzione di una crisi ministeriale potrebbero opporre ad un mutamento radicale e ad un rinnovamento totale delle direttive di governo . Per quanto oggi non sia in discussione il regime , né nel suo istituto immanente né nella sua struttura parlamentare , ma soltanto il predominio di una classe e di un indirizzo di governo , la situazione è nondimeno estremamente pericolosa , perché le forze nazionali non possono assolutamente consentire ad alcuna rinunzia o transazione , che equivarrebbe alla loro soppressione e alla restaurazione definitiva e rinvigorita di un governo democratico - sociale , che sarebbe antinazionale non soltanto per istinto , ma per necessità . La situazione è oggi tale che la restaurazione di un governo democratico - sociale necessariamente antinazionale non può essere evitata che con la instaurazione di un governo decisamente nazionale . Questa condizione di cose è oggi chiara nella coscienza di ogni italiano , non obliterata dal preconcetto parlamentaristico . Il Paese oramai sa che i governanti non difendono più , contro la pressione delle forze nazionali , le istituzioni , ma soltanto la permanenza al potere delle loro persone e della loro casta . Essi non difendono neppure la legalità , perché le ultime soluzioni proposte come quella dell ' on . Mussolini nel suo discorso di Napoli non escono dal campo più ortodosso della costituzionalità . Né l ' averle pubblicamente comunicate al Paese , prima d ' averle confidate all ' orecchio della persona incaricata a comporre il ministero , cambia aspetto alle cose . L ' ostinazione dei governanti e dei parlamentari , che appartengono alla categoria degli uomini di governo , potrebbe dunque costituire il solo e vero ostacolo ad una soluzione pacifica e legale della crisi e all ' instaurazione di un governo nazionale . Ma detto questo , noi dobbiamo altresì avvertire ad ammonimento dei partiti nazionali che si mostrano più impazienti che bisogna assolutamente guardarsi dal pericolo di un ' azione violenta intempestiva e superflua . Anche la vittoria sarebbe in questo caso amaramente scontata non soltanto da tutto il Paese , ma anche e soprattutto dalla parte vittoriosa . Un moto violento , nelle attuali condizioni della vita economica del nostro Paese , avrebbe delle ripercussioni formidabili e nefaste ; ad esso terrebbe immancabilmente dietro un ulteriore crollo dei cambi con conseguente larga svalutazione della nostra moneta , già così fortemente svalutata . Al trionfo della parte nazionale seguirebbe pertanto uno sconvolgimento della nostra vita economica , che sarebbe il secondo dopo quello del 1919-20 , che fu così propizio ai progressi del bolscevismo . La vita economica purtroppo non si svolge entro i limiti della società nazionale ; però se anche il rivolgimento fosse stimato necessario ed utile all ' interno del Paese , non cesserebbe di reagire sinistramente sulle condizioni economiche della Nazione , attraverso le false interpretazioni e le deformazioni dell ' opinione straniera . La parte nazionale verrebbe quindi ad assumere il governo in condizioni disastrose , e vedrebbe quindi le sue difficoltà moltiplicate di fronte a quelle che dovrebbe superare se il suo trionfo avvenisse per le vie legali . Gli uomini che dirigono le forze nazionali , se hanno vera coscienza dell ' interesse di queste , non possono non tenere presente la considerazione di questa condizione di cose , nello scegliere i mezzi per raggiungere lo scopo . D ' altra parte gli uomini di governo , i quali alla loro volta debbono decidere se , nell ' interesse dell ' Italia , convenga resistere o collaborare all ' avvento di un governo nazionale , darebbero prova di supremo antipatriottismo , se tentassero di ricattare il patriottismo della parte nazionale , speculando su questa triste prospettiva .
PAROLA! ( - , 1925 )
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« La libertà : grande parola ! » . Sì , ha perfettamente ragione l ' on . Orlando : « parola » , grande quanto si vuole , ma parola , niente altro che parola . Tale è la libertà contrapposta al Fascismo , che è fede , passione , febbre di tutto un popolo ; al Fascismo , che è movimento di volontà e presentimento di potenza italiana . Anche i miti tramontano come gli dei e ciò che prima era idea , sentimento , movente dell ' anima , oggi è soltanto parola : non muove e non commuove più . O muove e commuove soltanto cerebralmente alcuni raffinati costruttori di sofismi e oziosi discettatori , che si dilettano a sovrapporre i loro sillogismi alla dolorante e pur grandiosa realtà , nella quale viviamo . Ma le masse non sentono più il fascino di quella parola , perché istintivamente comprendono che quanto in essa vi era di sostanziale , di giusto e di nazionalmente utile è stato solidamente assicurato al popolo e non corre più alcun pericolo ; e quanto di superfluo , di stolto , di personalmente vantaggioso e di nazionalmente nocivo , in nome della stessa idea e con la stessa parola , si vorrebbe ancora rivendicare , ripugna alla rinnovata coscienza del popolo italiano . « Libertà » è parola grande , da riempire la bocca , ma è altresì la parola più equivoca che esista nel vocabolario . Essa non ha contenuto proprio , ma l ' acquista dall ' idea o dal fatto a cui si contrappone . E una parola che può funzionare contro ogni istituto positivo : è la parola della negazione . Anche contro Dio si può invocare e rivendicare la libertà di credere . Però è assurdo ed è sciocco insorgere in nome della libertà per la libertà . La parola non ha senso se prima non si giudica il regime alla quale essa si contrappone e contro il quale si vuole insorgere . Ora quale funzione dovrebbe avere il mito della libertà oggi in Italia ? Nessun ' altra se non quella di paralizzare lo sforzo , a cui tendono il governo e il Fascismo , di elevare l ' Italia a potenza di prim ' ordine . L ' unica finalità del Fascismo è quella di valorizzare politicamente ed economicamente l ' Italia . Nessun ' altra finalità né superiore né in concorrenza con questa . L ' Italia rappresenta l ' alfa e l ' omega del programma fascista . Il fine universale e il fine nazionale coincidono nel Fascismo , mentre non coincidono in tutti gli altri partiti . Noi perciò respingiamo il binomio Patria e libertà dell ' on . Orlando . Patria e libertà non possono stare sullo stesso piano . L ' interesse della Patria deve superare qualsiasi altro interesse . Salus Reipublicae ... E poi se non date alla libertà un valore di mezzo rispetto al fine : Patria , cioè se non mettete la Patria ad un piano superiore , voi finite per dare la prevalenza assoluta all ' idea di libertà . Il diritto di negare la Patria è infatti compatibilissimo con l ' idea di libertà , intesa non come mezzo , ma come fine . Il binomio dell ' on . Orlando , è dunque falso , perché moralmente insostenibile . Ma gli avversari non contestano , né discutono il fine del Fascismo , per commisurare ad esso i limiti , che praticamente devono essere imposti alla libertà . Essi affermano « aprioristicamente » che il regime fascista è contrario alla libertà . E si capisce : quando della libertà si ha un concetto così astratto ed assoluto da anteporlo praticamente a quello di Patria , qualsiasi limite diventa insopportabile ed è considerato come una totale soppressione della libertà . Invece l ' unica e sostanziale differenza che caratterizza il regime fascista rispetto agli altri regimi , nei riguardi del problema della libertà è questa : che esso non consente ai suoi nemici la libertà di abbatterlo o di ostacolargli il raggiungimento del fine nazionale , a cui esso tende . Tale sostanziale differenza dipende dal carattere etico del regime fascista e dal carattere agnostico dei regimi demoliberali . Questi ultimi non avevano alcun fine da difendere e però non avevano alcuna ragione di difendere se stessi ; mentre il regime fascista difendendo se stesso , sente di difendere un altissimo fine nazionale . Il Fascismo ha un concetto religioso della propria missione . Tale coscienza gli conferisce dei diritti , che agli altri regimi non potevano spettare e ai quali nemmeno essi aspiravano . Come si vede , volendo ragionare di Fascismo e di libertà , ci si deve trasportare sopra un terreno assai diverso da quello sul quale è rimasto l ' on . Orlando : sul terreno della realtà e della moralità e non su quello dell ' astrazione e dell ' agnosticismo . E sul terreno della realtà i sofismi e i giochi dialettici non attraggono nessuno ; le parole restano parole e non hanno la virtù di commuovere nemmeno i gonzi . Decisamente il regime fascista è un regime duro , niente affatto propizio ai professori . Ma è il regime che farà grande l ' Italia .
I letterati e il maresciallo ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
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Qualche tempo fa , lo scrittore Giorgio Soavi e il critico Emilio Tadini decisero di visitare la celebre abbazia di Pomposa . Partirono da Milano con l ' elegante « MG » bianca del Soavi e dopo aver trascorso un ' intera mattinata e buona parte del pomeriggio a Pomposa , andarono a cenare a Mesola . Se il Polesine , per certi aspetti , somiglia un poco al Far West , Mesola , cittadina sui diciottomila abitanti , contribuisce ad accentuare tale somiglianza . Qualche mese fa , alcuni mesolesi linciarono un ladro di biciclette , fra i calorosi incitamenti della folla . Soavi e Tadini lasciarono la « MG » nella piazza principale ed entrarono nel miglior ristorante del luogo . Ambedue provavano la fastidiosa sensazione di essere guardati con diffidenza . Anche il padrone della trattoria li accolse con freddezza . Mangiarono . Alla frutta , arrivò , ostentando indifferenza , il maresciallo dei carabinieri e si sedette al loro tavolo . « Buona sera , signori » , cominciò il sottufficiale . « Potrei sapere da dove vengono e di che si occupano ? » Un po ' meravigliati , i due intellettuali declinarono generalità e professione . « Così , loro sarebbero letterati » , fece il maresciallo , squadrandoli . « E come mai si trovano da queste parti ? » « Siamo venuti a visitare Pomposa » , dichiarò , imbarazzato , Soavi . « Ah ! Pomposa ! E dicano , già che sono letterati , di che secolo è l ' abbazia ? » I due giovanotti restarono a bocca aperta . Davvero non sapevano che rispondere . « Già , forse ... Però ... » balbettò Tadini . « Credo che nel 1200 ... Forse un po ' prima ... » « Cari signori , non ci siamo » , tagliò brusco il maresciallo . « Le prime notizie del monastero risalgono al IX secolo . La chiesa è anteriore . Documenti , prego ! » I passaporti parlavano chiaro : giornalista e dottore in lettere . « Incredibile » , bisbigliò , stupito , il sottufficiale . Poi , salutando militarmente : « Scusino . Posso offrire un cognac ? Brinderemo alla bellezza di Pomposa . Mi era stata segnalata la presenza della loro bella macchina . Qualcuno li aveva presi per ladri d ' automobili . Questo paese è fatto così ... » Pensando al linciaggio del ladro di biciclette , i due letterati rabbrividirono .
FUORI DELLA REALTÀ ( GRAMSCI ANTONIO , 1921 )
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Il popolo italiano ha seguito la cerimonia d ' apertura della XXVI legislatura con la stessa curiosità con la quale ha seguito la corsa ciclistica per il giro d ' Italia . Ha guardato alla coreografia , non ha meditato sul discorso , perché sapeva che quel discorso stava a completare la coreografia , quindi non poteva essere che insincero ed irreale ? Gli stessi uomini politici manifestano segni di nausea e stanchezza . Ma malgrado ciò il discorso della Corona è stato sventrato , frugato da capo a fondo , ed ogni partito si è sforzato di trarre da esso il tema per qualche discorso brillante sia in laude che in opposizione al contenuto . Ma mentre sulla scena politica si seguono queste banali rappresentazioni , nelle quali tutte le ambizioni umane intessono la loro menzogna , sullo sfondo giganteggia la maschera sghignazzante della realtà . Ardono per le vie , nelle case , nell ' intimità tutte le passioni di cui si sente capace l ' anima umana . L ' individualismo ha preso il sopravvento sull ' armonia delle collettività operanti ad un fine . La vita collettiva si è spezzata in tante singole tragedie . Delitti che abbassano e riconducono l ' uomo allo stato selvaggio ; violenze truccate di legalità che rivelano , sotto la mano inguantata dell ' uomo colto e aristocratico , il callo e l ' artiglio del negriero ; torture morali e materiali che strappano gli ultimi veli alle ipocrisie del diritto ; arbitrii che spezzano i rapporti sociali ma non osano mettere a parte i ciarpami delle tradizioni e lanciare la grande definitiva parola di sfida . In quest ' ambiente arroventato , slegato , tentennante , distratto , si leva un ministro della monarchia a ripetere , con la puntualità di un burocrate , le menzogne costituzionali , ed a colui che simboleggia e riassume il potere monarchico si fanno dire pensieri che suonano beffa e insulto . Beffa ed insulto l ' invocazione all ' equilibrio delle energie di lavoro , all ' ordinato ascendere delle classi lavoratrici , alla collaborazione per il rafforzamento dell ' autorità dello Stato ! Questo Stato che vuol farsi paciere fra le classi a condizione che la lotta della classe lavoratrice segni il passo col cronometro degli interessi di classe borghese , non si accorge di vivere fuori della realtà ? La realtà non rivela forse tutto un popolo buono e laborioso sanguinante per mille ferite , per disoccupazione , fame e miseria , mentre tutto l ' affarismo agrario e siderurgico minaccia , se non si salvano i suoi privilegi , di affamare l ' Italia del lavoro ? La realtà non ci fa vedere navi di emigranti che ritornano , onuste di proletariato , in patria , perché altrove non s ' accettano quelle bestie da soma ? Questo spettro di Stato incarognito in mille delitti , questi ministri adusati nell ' arte della menzogna e del cinismo , questo canagliume che vuol pontificare dalla cattedra del diritto e della morale crede di bendarci gli occhi e di sollazzarci per non vedere in faccia la realtà ? La sovranità dello Stato per placare le passioni esorbitanti ? Ma chi se non lo Stato ha mandato in briciole quel poco che era rimasto di puro nei rapporti sociali ? Lo stesso governo s ' è fatto brigante e non osa confessarlo . Il delinquente che grida viva l ' Italia , mentre consuma il suo delitto , spezza tutti gli ostacoli del codice e non va in galera , ma ci va colui che vuol tenere fede ad un ' idea che ha sposato fra i dolori e le privazioni e sotto il giogo del lavoro . Non si parli di libertà ! Bando agli omaggi per gli uomini che dettarono leggi e codificarono i rapporti sociali . Siamo giunti al punto culminante dei contrasti di classe , e la realtà ci dimostra come il potere statale vada sempre più assumendo carattere di oppressione e di dominio di classe . Noi non ci lasciamo fuorviare dalle esteriorità , legga o non legga il re un discorso , abbia o non abbia fiducia un ministero , si battano o non si battano i partiti per un progetto di legge , a noi la realtà dà la sensazione che tutto ciò serva per fare indugiare le masse operaie , per farle desistere dagli assalti violenti al regime . Poiché la realtà ha gettato per le vie la violenza , poiché questa è partorita dai contrasti di classe , poiché questa classe è la borghesia in orgasmo per ricacciare indietro il proletariato , poiché ovunque trionfa il forte in barba alle leggi e alle tradizioni , poiché la vendetta sta in agguato ovunque porti la sua attività la classe operaia , poiché tutto questo è e non è fantasia che valga a diminuire la portata e l ' importanza di questi fatti , noi preferiamo la sincerità dei violenti , mercenari o non della borghesia , perché , rotte le menzogne , essi stanno insegnando a tutti come può esercitarsi il dominio di classe all ' ombra della legalità . Chi ha fede , chi solo alla realtà attinge l ' energia necessaria per combattere le lotte sociali deve rimanere sul terreno della violenza contro la violenza e non subirà umiliazioni . Se vi è forza nel produrre , si può , si deve usare la stessa forza perché non sia conculcato il proprio diritto .
Vecchi scherzi ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
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La grande stagione degli « scherzi per famiglia » durò quindici anni : dal 1900 al 1915 . Una breve estate di San Martino dei giochetti « esilaranti » e delle « divertenti sorprese » Si ebbe nel quinquennio attorno alla marcia su Roma . Fautori di quelle « amenità » erano certi scapoli « impenitenti » , sbarazzini fino alle soglie della vecchiaia , oggi rari quanto gli orsi in Abruzzo , e certi signori di mezza età , apparentemente austeri , ma pieni di nascosta goliardia . Le tasche di quei campioni , insostituibili animatori delle vecchie villeggiature , specialmente in settembre , erano sempre piene di munizioni : finte mosche e finti ragni da gettare di soppiatto nelle pietanze , polvere per dare il prurito , sigarette esplosive , bocchini detonanti , fiammiferi pirotecnici , cucchiaini solubili nel caffè , finte piaghe da applicarsi alle mani o al viso , pompette di gomma per far sussultare i piatti da sotto la tovaglia , bombolette di vetro capaci di sprigionare puzze irresistibili eccetera . Gli specialisti di quarant ' anni fa erano nichilisti in embrione . Non risparmiavano nessuno . Non li arrestava né la bellezza femminile , né la severità dei senatori . Io stesso rammento , una sera d ' estate , a Viareggio , donna Franca Florio , considerata allora regina di avvenenza ed eleganza , grattarsi furiosamente per una buona dose di polvere cavallina soffiatale nel décolleté dal barone Donnorso . Lo stesso gentiluomo che un ' altra volta aveva bruciacchiato i baffi del generale Petitti di Loreto , aiutante di campo del re , accendendogli un falso avana esplosivo . Quei giochetti , talvolta arditissimi , non avevano mai conseguenze preoccupanti o spiacevoli . Il buonumore costava meno , un po ' di cattivo gusto non era peccato mortale . Una gran dama , un generale , un ministro si sentivano troppo al sicuro e troppo sicuri di sé , per temere quei piccoli attentati . Altri tempi . L ' altra sera , un distinto giovanotto mi raccontava , con tristezza un po ' sbalordita , di essere stato cacciato di casa dalla findanzata ( nozze già fissate a ottobre ) e dai futuri suoceri , facoltosi borghesi , per aver sparso un po ' di polvere per far grattare in salotto , durante un ricevimento , e aver gettato un paio di bombette pestilenziali sul pianerottolo . « Domando e dico , che male c ' è ? » ripeteva il giovane . « Non si può più scherzare . » Già . Non si può . O , perlomeno , non più come una volta . Da qualche anno a questa parte il verbo « grattare » è diventato una cosa estremamente seria . Durante una conferenza - stampa , il leader del partito algerino pro - Francia , Sidi Cara , ha illustrato il libero arbitrio maomettano dicendo : « Allah ha dato le noci agli uomini , ma non gliele rompe » .
IL POPOLO DELLE SCIMMIE ( GRAMSCI ANTONIO , 1921 )
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Il fascismo è stata l ' ultima " rappresentazione " offerta dalla piccola borghesia urbana nel teatro della vita politica nazionale . La miserevole fine dell ' avventura fiumana è l ' ultima scena della rappresentazione . Essa può assumersi come l ' episodio più importante del processo di intima dissoluzione di questa classe della popolazione italiana . Il processo di sfacelo della piccola borghesia si inizia nell ' ultimo decennio del secolo scorso . La piccola borghesia perde ogni importanza e scade da ogni funzione vitale nel campo della produzione , con lo sviluppo della grande industria e del capitale finanziario : essa diventa pura classe politica e si specializza nel " cretinismo parlamentare " . Questo fenomeno che occupa una gran parte della storia contemporanea italiana , prende diversi nomi nelle sue varie fasi : si chiama originalmente " avvento della sinistra al potere " , diventa giolittismo , è lotta contro i tentativi kaiseristici di Umberto I , dilaga nel riformismo socialista . La piccola borghesia si incrosta nell ' istituto parlamentare : da organismo di controllo della borghesia capitalistica sulla Corona e sull ' Amministrazione pubblica , il Parlamento diviene una bottega di chiacchiere e di scandali , diviene un mezzo al parassitismo . Corrotto fino alle midolla , asservito completamente al potere governativo , il Parlamento perde ogni prestigio presso le masse popolari . Le masse popolari si persuadono che l ' unico strumento di controllo e di opposizione agli arbitri del potere amministrativo è l ' azione diretta , è la pressione dall ' esterno . La settimana rossa del giugno 1914 contro gli eccidi , è il primo grandioso intervento delle masse popolari nella scena politica , per opporsi direttamente agli arbitrii del potere , per esercitare realmente la sovranità popolare , che non trova più una qualsiasi espressione nella Camera rappresentativa : si può dire che nel giugno 1914 il parlamentarismo è , in Italia , entrato nella via della sua organica dissoluzione e col parlamentarismo la funzione politica della piccola borghesia . La piccola borghesia , che ha definitivamente perduto ogni speranza di riacquistare una funzione produttiva ( solo oggi una speranza di questo genere si riaffaccia , coi tentativi del Partito popolare per ridare importanza alla piccola proprietà agricola e coi tentativi dei funzionari della Confederazione generale del Lavoro per galvanizzare il morticino - controllo sindacale ) cerca in ogni modo di conservare una posizione di iniziativa storica : essa scimmieggia la classe operaia , scende in piazza . Questa nuova tattica si attua nei modi e nelle forme consentiti ad una classe di chiacchieroni , di scettici , di corrotti : lo svolgimento dei fatti che ha preso il nome di " radiose giornate di maggio " , con tutti i loro riflessi giornalistici , oratori , teatrali , piazzaioli durante la guerra , è come la proiezione nella realtà di una novella della jungla del Kipling : la novella del Bandar - Log , del popolo delle scimmie , il quale crede di essere superiore a tutti gli altri popoli della jungla , di possedere tutta l ' intelligenza , tutta l ' intuizione storica , tutto lo spirito rivoluzionario , tutta la sapienza di governo , ecc . , ecc . Era avvenuto questo : la piccola borghesia , che si era asservita al potere governativo attraverso la corruzione parlamentare , muta la forma della sua prestazione d ' opera , diventa antiparlamentare e cerca di corrompere la piazza . Nel periodo della guerra il Parlamento decade completamente : la piccola borghesia cerca di consolidare la sua nuova posizione e si illude di aver realmente ucciso la lotta di classe , di aver preso la direzione della classe operaia e contadina , di aver sostituito l ' idea socialista , immanente nelle masse , con uno strano e bislacco miscuglio ideologico di imperialismo nazionalista , di " vero rivoluzionarismo " , di " sindacalismo nazionale " . L ' azione diretta delle masse nei giorni 2-3- dicembre , dopo le violenze verificatesi a Roma da parte degli ufficiali contro i deputati socialisti , pone un freno all ' attività politica della piccola borghesia , che da quel momento cerca di organizzarsi e di sistemarsi intorno a padroni più ricchi e più sicuri che non sia il potere di Stato ufficiale , indebolito e esaurito dalla guerra . L ' avventura fiumana è il motivo sentimentale e il meccanismo pratico di questa organizzazione sistematica , ma appare subito evidente che la base solida dell ' organizzazione è la diretta difesa della proprietà industriale e agricola dagli assalti della classe rivoluzionaria degli operai e dei contadini poveri . Questa attività della piccola borghesia , divenuta ufficialmente " il fascismo " , non è senza conseguenza per la compagine dello Stato . Dopo aver corrotto e rovinato l ' istituto parlamentare , la piccola borghesia corrompe e rovina gli altri istituti , i fondamentali sostegni dello Stato : l ' esercito , la polizia , la magistratura . Corruzione e rovina condotte in pura perdita , senza alcun fine preciso ( l ' unico fine preciso avrebbe dovuto essere la creazione di un nuovo Stato : ma il " popolo delle scimmie " è caratterizzato appunto dall ' incapacità organica a darsi una legge , a fondare uno Stato ) : il proprietario , per difendersi , finanzia e sorregge una organizzazione privata , la quale per mascherare la sua reale natura , deve assumere atteggiamenti politici " rivoluzionari " e disgregare la più potente difesa della proprietà , lo Stato . La classe proprietaria ripete , nei riguardi del potere esecutivo , lo stesso errore che aveva commesso nei riguardi del Parlamento : crede di potersi meglio difendere dagli assalti della classe rivoluzionaria , abbandonando gli istituti del suo Stato ai capricci isterici del " popolo delle scimmie " , della piccola borghesia . La piccola borghesia , anche in questa ultima incarnazione politica del " fascismo " , si è definitivamente mostrata nella sua vera natura di serva del capitalismo e della proprietà terriera , di agente della controrivoluzione . Ma ha anche dimostrato di essere fondamentalmente incapace a svolgere un qualsiasi compito storico : il popolo delle scimmie riempie la cronaca , non crea storia , lascia traccia nel giornale , non offre materiali per scrivere libri . La piccola borghesia , dopo aver rovinato il Parlamento , sta rovinando lo Stato borghese : essa sostituisce , in sempre più larga scala , la violenza privata all ' " autorità " della legge , esercita ( e non può fare altrimenti ) questa violenza caoticamente , brutalmente , e fa sollevare contro lo Stato , contro il capitalismo , sempre più larghi strati della popolazione .
Fratelli misteriosi ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Giorni fa , a San Antonio , nel Texas , due sorelle di sangue indio , Inecita e Ines , hanno festeggiato il loro centesimo compleanno . Circa tremila cittadini si sono riuniti attorno alle vegliarde e il sindaco ha pronunciato un discorso : mettendo fra l ' altro in rilievo che per la prima volta due gemelli raggiungevano insieme il traguardo del secolo . Vi è di più : le vecchie sorelle sconvolgono , con la loro biografia e le loro abitudini , ogni opinione sulla longevità . Ines si è sposata tre volte e ha avuto , complessivamente , 14 figli ; Inecita è rimasta nubile , nonostante diverse proposte di matrimonio . Ines è sempre stata sobria , non ha mai bevuto alcoolici , si è nutrita prevalentemente di latte e verdura , assaggiando un po ' di carne soltanto a Natale e Pasqua ; Inecita non può fare a meno della carne due volte al giorno , preferibilmente al sangue , pasteggia indifferentemente con vino o birra , va matta per i liquori forti . Una punta di zenzero o un acino di pepe bastano a sconvolgere lo stomaco dell ' Ines , mentre Inecita ha un debole per i peperoni infuocati e seppellisce le sue bistecche nel pepe di Cajenna e nelle salse piccanti . Ines è piuttosto apprensiva e malinconica ; Inecita , a dispetto del nubilato , fu instancabile ballerina , e ha tuttora un carattere allegro e spensierato . Sembra , dunque , che le strade per arrivare senza troppi guasti a tardissima età siano diverse e perfino opposte , anche per creature concepite e generate assieme , biologicamente omogenee . Del resto , a parte l ' età , i famosi fratelli Ciang , originari del Siam e in seguito cittadini americani ( dopo i quali tutti i fratelli attaccati assieme furono detti « siamesi » ) , rappresentarono , nella seconda metà del secolo scorso , un vero enigma : non soltanto dal punto di vista genetico , ma anche psicologico e morale . Uno era religiosissimo , l ' altro miscredente : uno sobrio fino alla mortificazione , l ' altro dedito al gioco e all ' alcool . Essendo indissolubilmente legati , s ' erano messi d ' accordo : quello morigerato , seduto di traverso sulla panca della bettola o della bisca , leggeva la Bibbia mentre l ' altro sbevazzava whisky o rilanciava a poker ; il dissoluto , in chiesa , guardava distrattamente cose e persone , mentre il fratello pregava . Il buono , fatto incredibile , era di « costituzione più forte » : ma fu « costretto » a morire sessantenne in seguito a una polmonite doppia buscata dal fratello . Tutto ciò fa pensare che l ' eguaglianza fra gli uomini sia un nobile obiettivo , ma alquanto difficile da raggiungere . I giocattoli di moda a Londra rappresentano animali preistorici in gomma : brontosauri , tirannosauri , plesiosauri eccetera . Sembra che i bambini provino speciale simpatia per i dinosauri .