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Il comunismo come restaurazione ( Romeo Rosario , 1976 )
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Democrazia e pluralismo sono il pezzo forte della grande « operazione sorriso » lanciata negli ultimi anni dal Pci : ma l ' opinione democratica , alla quale è in primo luogo rivolta questa campagna pubblicitaria , dovrebbe guardare con attenzione il contenuto della scatola che le viene offerta con tanta generosità . Potrebbe rivelarsi intriso di contenuti inquinanti , e di autentici veleni . Un buon punto di partenza può essere l ' esame del duplice atteggiamento del gruppo dirigente comunista verso l ' ondata di contestazione iniziata nel 1968 . Dopo una fase di incertezza , condanne e deplorazioni si sono moltiplicate : il movimento è stato bollato come espressione di estremismo infantile e di spontaneismo incontrollato ; la sua debolezza organizzativa , l ' inconsistenza delle sue posizioni teoriche , la povertà delle sue mitologie - non ultima il maoismo - sono state duramente denunciate e non di rado fatte oggetto di impietose derisioni . Sono queste le posizioni alle quali attinge fiducia e sicurezza il pubblico democratico e borghese , vittima per tanti anni di ogni sorta di aggressioni materiali e morali , e tentato alfine di vedere nel Pci quella forza d ' ordine e di restaurazione di cui la sua stanchezza gli fa avvertire così vivamente il bisogno . Non v ' è alcuna necessità di mettere in discussione la buona fede di chi adesso si fa paladino di tesi così rassicuranti . Viene piuttosto in mente il « bispensiero » di orwelliana memoria - se il riferimento è consentito a proposito di un partito che si presenta agli italiani con la figura rispettabile di Giorgio Amendola e con quella , un po ' più ambigua , di Enrico Berlinguer . E tuttavia , quale immagine più adatta a designare l ' intreccio fra le ampie assicurazioni date ai pavidi e ai timorosi , e la spregiudicata utilizzazione che il Pci continua a fare delle spinte eversive così duramente condannate in altra sede ? Di fatto , le spinte eversive vengono condannate dai comunisti sino a quando sono controllate dai « gruppuscoli » dell ' ultrasinistra ; ma vengono invece levate al cielo , ed esaltate come grande moto democratico dei lavoratori , dei giovani e delle donne , quando il Pci riesce ad assoggettarle alla propria guida . Che è ciò che in misura sempre più ampia è accaduto negli ultimi anni , grazie alla superiore efficienza dell ' organizzazione comunista ufficiale . In tal modo le spinte contestatrici e le loro emanazioni sono venute ad assumere un posto centrale nelle nuove strategie del Pci : e il non averlo inteso è all ' origine di non pochi errori di alcuni dei più noti leader democratici . Del movimento sessantottesco il Pci ha infatti ritenuto e fatto propria soprattutto la spinta al regime assembleare , che i gruppuscoli avevano promosso per imporre la propria volontà di minoranza alle maggioranze disorganizzate . Nella versione controllata dal Pci , alla violenza dei gruppuscoli si sostituisce l ' azione ben più vasta e penetrante del partito e delle organizzazioni parallele ad esso collegate . Esautorati i poteri legali creati dal voto espresso dalle maggioranze democratiche , le loro funzioni vengono di fatto trasferite ad assemblee che si presumono unitarie , ma di cui i comunisti sono certi di acquistare il controllo grazie ad una organizzazione politico - sindacale di tipo capillare alla quale i partiti democratici , proprio perché democratici , non hanno nulla di equivalente da contrapporre . Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti . Sul terreno sindacale , opportune disposizioni dello statuto dei lavoratori , riecheggiate in decine di provvedimenti legislativi , escludono dalla rappresentanza le organizzazioni diverse dalla Triplice , anche quando sono di fatto maggioritarie . Nelle università e nelle scuole è in corso già da qualche anno una vasta manovra tendente ad affidare il controllo ad assemblee di tutto il personale docente e non docente dominate dai sindacati confederali , senza alcun riguardo ai livelli tecnici e di competenza . Operazioni , queste , agevolate dagli errori di valutazione della direzione democristiana , ancora vittima dell ' illusione che la società italiana rimanga , a livello « antropologico » , fondamentalmente cattolica . Su queste premesse Berlinguer può dichiarare tranquillamente , come ha fatto nella sua ultima relazione al Comitato Centrale del Pci , che i comunisti non vogliono « fare da soli né con i soli partiti di sinistra » , e che anzi considerano « essenziale il ruolo e l ' iniziativa di ogni altra forza politica democratica e popolare » . Gli strumenti in possesso del Pci garantiscono infatti che queste iniziative resteranno confinate a un ruolo nettamente subordinato e che il potere di controllo sarà affidato a mani sicure . E chiaro che in questa fase i comunisti , ancora ai margini del potere , dovranno allargare i propri consensi anche facendo concessioni a ogni sorta di richieste : ma esse diverranno superflue nel secondo tempo , quando il Pci disporrà di « argomenti » più efficaci . E non si tratta di un processo limitato ai livelli intermedi e di base . La nuova struttura di potere destinata a governare la società italiana in regime di compromesso storico dovrebbe estendersi , nei disegni del Pci , sino ai vertici dello Stato . Quale essa debba essere a livello costituzionale è stato autorevolmente indicato in uno studio recente dell ' on. Natta , presidente del gruppo parlamentare comunista alla Camera ( « Critica marxista » , 1975 , n . 6 ) : e le sue vedute sono state subito avallate dai soliti intellettuali organici alla Luigi Berlinguer . Nel nuovo regime , chiariscono i costituzionalisti del berlinguerismo , maggioranza parlamentare e maggioranza di governo potranno essere cose diverse ; e anzi a livello parlamentare si potrà anche rinunciare alla distinzione fra maggioranza e opposizione , e affidare invece le funzioni di controllo e d ' opposizione ai canali « interni » della partecipazione ai vari livelli , regionale , sindacale , locale . Il Parlamento assumerebbe in tal modo la fisionomia di una sorta di stanza di compensazione , chiamata a mediare le spinte diverse che vengono dai vari organismi - sempre , peraltro , « unitari » - nei quali si articola il corpo sociale . Naturalmente , i nuovi teorici abbondano in fatto di professione di fede nelle validità della tradizione garantista , e ammoniscono anzi solennemente sulla necessità di evitare che in Italia si ripeta quel che negli Stati socialisti è capitato quando da quelle tradizioni ci si è discostati . Quasi che non capitino tuttora , e quasi che il regime così delineato non assomigli pericolosamente , al di là di tutte le buone intenzioni , a quello sovietico ( anche dei tempi più oscuri ) , dove pure si pretende che il regime unanimistico e l ' assenza di opposizione venga compensato , e largamente , dalla partecipazione delle masse , mobilitate a comando , tutte le volte che serve , ad approvare democraticamente le decisioni dei dirigenti . « Pluralismo » e « democrazia » per i teorici dell ' eurocomunismo hanno dunque un significato ben diverso da quello che ad essi attribuiscono i democratici . Intanto , una rete dalle maglie sempre più strette viene stendendosi su tutto il paese : e ciascuno può constatarlo nell ' ambito della propria esperienza . I soli a non vederlo sono quei politici che , nonostante i leali ed espliciti avvertimenti di Berlinguer , continuano a considerare il compromesso storico come un semplice incontro di vertice , che addirittura servirebbe alla democrazia .
StampaQuotidiana ,
È circolata da pochi giorni la voce , sebbene in una ristretta cerchia di persone , di ingenti truffe , commesse nella nostra città da una bella quanto furba avventuriera francese , delle quali sarebbero rimaste vittime cospicui personaggi , dell ' uno e dell ' altro sesso , appartenenti ai più alti gradi sociali . A mezzo il maggio dell ' anno scorso , capitarono qui , non si sa di dove , due eleganti straniere , dall ' aria molto distinta e , su per giù , della medesima età , le quali presero alloggio nella casa al n . 3 di via Mura delle Cattive , di proprietà del cav . Tagliavia , che misero su con grande lusso di arredamento . Le due signore , entrambe bionde , che dicevano di essere parigine , si qualificarono una per Isabella Maria Margherita Miloska , l ' altra semplicemente per Théodosie Monel . Di lì a poco che si furono installate nel quartiere da loro preso a pigione , su per i giornali cittadini apparvero degli avvisi , tanto suggestivi nella loro laconicità , con i quali Madama Miloska , famosa chiromante , si offriva di predire l ' avvenire alle persone che avessero avuto desiderio di conoscerlo , mercé il compenso di cinque lire . Da quel momento , nella loro casa , ch ' era apparsa solitaria e pur circondata da una aureola d ' impenetrabile mistero , si determinò un via vai di persone , dall ' aria trepida e circospetta , da principio limitato , ma che a mano a mano andava assumendo proporzioni addirittura impressionanti . Non vi era ora del giorno nella quale sotto quella casa non si vedessero stazionare carrozze ed automobili signorili ; eccezion fatta del mercoledì , giorno nel quale , perché da lei ritenuto nefasto , madama Miloska non teneva seduta . I clienti della famosa chiromante , i cui prodigi già volavano di bocca in bocca , appartenevano , per lo più , al sesso debole ; ma anche quello cosiddetto forte vi aveva una larga ed eletta rappresentanza ; e , mentre quello si componeva di donne dell ' aristocrazia e della più alta borghesia , in questo figuravano persino professori e magistrati ! Madama Miloska , bella , dagli occhi azzurri , con una carnagione meravigliosa , la voce incantevole , oltre che alla suggestione in lei proveniente dalle sue arti misteriose , esercitava sulle clienti , e più sui clienti , un fascino irresistibile ; conscia delle debolezze e dei dolori dell ' anima umana , sapeva , con arte squisita e ad un tempo terribile , coltivarli ed addolcirli . Chi aveva un desiderio da raggiungere , un sogno da realizzare , un dolore da abolire , un male da guarire , in madama Miloska trovava la sicura via per conseguire le proprie aspirazioni ; ma non tutti i presagi della chiromante riuscivano lieti ; fra quelli rosei , promettenti la vincita di una quaterna al lotto o il ritorno alla famiglia del marito traviato , qualcuno ne sortiva terribilmente nero e spaventevole . Si afferma , al riguardo di una grande donna della nostra aristocrazia , ben nota nei più alti circoli , che , avendo avuto predetti non sappiamo quali funesti avvenimenti , fosse stata trasportata nel proprio palazzo in un grave accesso di convulsione . Per contro , ad una distinta signora , osservandole la palma della mano , ebbe profeticamente a dire : « Io vi scorgo una pianta , dalla quale sortiranno sicuramente quattro numeri . Coltiverò questa pianta , i cui germogli saranno la vostra ricchezza ma essi non potranno spuntare prima del 916 » . La signora , da quel momento , cominciò a credersi milionaria ; e , nella certezza della propria illusione , si dette a fare regali a diritta e a manca , ai propri congiunti . Ma i miracoli , perchè madama Miloska potesse operarli , bisognava che fossero agevoli per via di certe operazioni sopra oggetti personali di chi li invocava . Tali oggetti , si intende , dovevano essere preziosi , preferibilmente brillanti , e servivano a madama per talismanarli . In che cosa consistesse tale operazione , nessuno sa : ma certo è che , a quella guisa che senza denaro non si canta messa , senza ... brillanti non si potevano ottenere miracoli , almeno da madama Miloska . Ella , da prima , se li faceva consegnare ad uno ad uno , li talismanava e li riconsegnava ; ma appresso , la talismanazione dovendo essere collettiva , se li faceva ridare tutti in una volta . In questo modo , semplice e pur sciocco , madama Miloska , oltre a molti danari , strappati alle clienti con le sue altre subdole arti , era venuta in possesso di una grande quantità di gioielli formanti addirittura un tesoro . Le signore andavano e venivano dalla di lei casa , le loro automobili vi rombavano a basso , vi scalpitavano i cavalli delle carrozze , ma il miracolo non era ancora maturo ; il miracolo , per tutto in una volta , si compì il giorno 2 di questo mese e , precisamente , perché la data non ne potesse essere scordata , il Venerdì Santo . Quando , quel triste e pur fatale giorno , le fervide clienti e i non meno fervidi clienti della miracolosa , bella , suggestiva , sempre giovane chiromante , andarono come di consueto al n . 3 di via Mura delle Cattive , trovarono ohimè , che madama Miloska era fuggita , portando seco i loro gioielli . Non è a dire l ' amara delusione provata , forse più grande del dolore pel danno patito ; ma nessuna e nessuno per allora parlò . Ora , però , che la coscienza della truffa patita è penetrata in tutti , le denuncie contro la fuggitiva madama Miloska sono cominciate a fioccare sul tavolo del procuratore del Re . Sino a ieri solo , se le nostre informazioni sono esatte , egli ne aveva ricevute sei ; ma molte e molte altre ancora se ne aspetta .
Liberi o austeri ( Romeo Rosario , 1977 )
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Avremmo preferito una maggiore schiettezza nel discorso dell ' on. Enrico Berlinguer sull ' austerità . Le prospettive di cui egli ha parlato solo in parte , e in parte minore , nascono infatti da straordinarie circostanze , dipendenti da sviluppi internazionali o dalla interna fragilità del sistema economico italiano . In misura assai più grande la paralisi del « modello di sviluppo » finora esistente , la violenza e il disordine che attanagliano la vita del nostro paese , tutte quelle « traversie » , insomma , che il Pci si propone di trasformare in « opportunità » , sono il risultato dell ' aggressione che per anni i comunisti hanno condotto contro le istituzioni politiche e sociali della democrazia italiana , in accordo più o meno dichiarato con l ' estremismo extraparlamentare . Non si vede , del resto , perché un partito che si propone di cambiare la società debba nascondere la parte ch ' esso ha avuto nella demolizione del vecchio ordine di cose : ed è verosimile che in sede storica i comunisti non mancheranno di sottolineare questo loro contributo . Ma per adesso non si tratta di fare storia ma di sviluppare un ' azione politica in corso : e che in politica la « simulazione » e la « doppia verità » siano assai redditizie non è l ' ultimo insegnamento che i comunisti abbiano tratto dai loro sempre più stretti commerci con certo cattolicesimo « di sinistra » . Ma ciò che conta è il contenuto specifico della proposta berlingueriana . Non è impossibile vedervi , e vi si è vista , una larga coincidenza con tesi politiche che per anni sono state proprie della sinistra democratica . Una correzione dello sviluppo nel senso della destinazione di una quota sempre più ampia delle risorse disponibili agli investimenti sociali , volta a riequilibrare l ' eccessivo incremento dei consumi privati , è stata da anni riconosciuta necessaria ad assicurare alle grandi masse degli italiani una più autentica partecipazione ai vantaggi del progresso economico e civile del paese . Che ciò debba comportare il contenimento dei consumi a favore degli investimenti , e che in taluni casi possa essere opportuna l ' adozione dei meccanismi atti a soddisfare con forme sociali e collettive bisogni la cui soddisfazione su scala individuale sarebbe assai meno efficace e più costosa , è parimenti indiscusso . Ma nel pensiero democratico queste misure hanno solo un valore strumentale e subordinato al fine del migliore funzionamento di un tipo di sviluppo nel quale il consumo e il consumatore individuale rimangono i destinatari principali dei beni prodotti e delle opportunità offerte dal progresso civile . Non v ' è posto , in una concezione democratica del rapporto tra consumi individuali e consumi pubblici , per l ' erezione del momento sociale e collettivo a ideale politico e morale . Che è proprio ciò che invece caratterizza l ' austerità berlingueriana , di cui sarebbe grave errore sottovalutare le implicazioni a lungo termine in vista di parziali coincidenze con gli obiettivi delle forze democratiche nel breve e nel medio termine . L ' austerità proposta dal Pci vuol essere infatti la realizzazione di un modello di vita ispirato a una scala di valori profondamente diversa e al limite opposta a quella che presiede a ogni società libera e democratica . Tra questi valori il momento collettivo occupa un posto assai più alto del momento individuale , e finisce di fatto per coincidere col momento etico in quanto superamento dell ' individualismo , sempre qualificato come « eccessivo » ed « esasperato » : che è poi la motivazione con la quale si vorrebbero giustificare l ' indigenza e la mancanza di prospettive personali e individuali che caratterizzano i felici paesi del socialismo e della democrazia popolare . E possibile che nell ' accezione berlingueriana questi valori si colorino anche di un ' esaltazione dell ' istanza pauperistica di cui è facile individuare l ' origine , ancora una volta , nelle frequentazioni cattoliche del leader comunista : e certo , l ' insistenza sul tema del sacrificio quale connotazione etica della nuova società , in contrapposizione all ' egoismo e al materialismo che caratterizzerebbero la nostra realtà capitalistica e borghese , conferisce al programma di austerità ambizioni di riforma di grande respiro , sociale e morale : alle quali è doveroso dare risposta sullo stesso terreno . Occorre dunque ricordare che per la cultura liberale e democratica - quella autentica , rimasta fedele ai princìpi da cui è nata la libertà moderna - l ' individuo non è un disvalore ma il fine stesso alla cui esaltazione e al cui sviluppo sono ordinate tutte le attività economiche e culturali della società . Che l ' uomo abbia diritto a un proprio individuale destino e a riempire la propria vita dei contenuti che liberamente vorrà scegliere e riuscirà a conseguire è il principio sul quale si regge l ' insieme di garanzie che il mondo libero ha eretto a difesa della persona umana . In questo senso , l ' abbondanza dei beni di consumo e la possibilità della loro appropriazione individuale nella misura più larga possibile offrono una sempre più vasta e più varia gamma di alternative tra le quali si opera la libera scelta di ognuno : e quanto più ampia sarà questa possibilità di scelta tanto più concreta e più ricca di contenuti sarà la libertà di ciascuno . Gli italiani della generazione presente hanno sperimentato ciò che questo può significare per la vita dei singoli e delle collettività nel suo insieme : con la possibilità , incomparabilmente maggiore che in passato , che dopo il « miracolo economico » si è offerta a ciascuno di accedere a nuove forme di svago e di cultura , dai viaggi alle letture agli spettacoli e non meno alla possibilità di impiegare le proprie energie ' ad attività di lavoro che , nonostante tutti i discorsi sull ' alienazione , sono assai più diversificate e significative di quelle consentite nella vecchia società rurale e pauperistica . In tal senso va denunciato l ' equivoco contenuto nelle affermazioni dei Berlinguer , Lama o Barca sull ' austerità come momento caratterizzante di tutte le fasi creative della storia . Perché certo anche nell ' economia di mercato vi è un momento di « astinenza capitalistica » di smithiana memoria , nella misura in cui la limitazione del consumo è ineliminabile da ogni processo di accumulazione . Ma nella società libera , che i marxisti chiamano borghese , l ' astinenza e l ' austerità sono preliminari al conseguimento di quella abbondanza di beni al servizio dei bisogni individuali che resta la finalità ultima di tutto il processo produttivo . Non l ' austerità ma l ' edonismo » è l ' asse su cui ruotano i sistemi capitalistici : quelli attuali non meno di quelli delle origini , ai quali si deve l ' abbattimento del modo di produzione preindustriale . Edonismo da intendere nel senso , che i vecchi trattatisti ritenevano appena necessario chiarire , che i « piaceri » da soddisfare possono essere i più diversi , dai minori e triviali ai più alti . Vi sono state e vi sono , in questi sistemi , distorsioni che è doveroso correggere con misure atte ad assicurare la necessaria priorità ai bisogni riconosciuti prioritari , e ad affinare e qualificare sempre meglio i bisogni di cui la domanda presente sul mercato chiede la soddisfazione . Ma nelle società libere questo compito è affidato alle capacità di progresso interne alla società stessa , attraverso la crescita della cultura e della coscienza civile quali forze chiamate a orientarla e a dirigerla verso nuove e più alte finalità . Vi sono anche altri modi per affrontare questi problemi : quelli , per esempio , che affidano ai poteri pubblici e alle istanze collettive le scelte che le società libere riservano invece agli individui . Allora , sarà il consumatore collettivo , espresso dalle istituzioni sociali , a indicare quali beni , quali servizi o quale tipo di svaghi siano da preferire agli altri , magari designati dalle preferenze individuali . Sono modi nei quali si realizza il ricorrente bisogno di dare un ordine ( che spesso è solo la proiezione dei propri criteri e valori ) all ' apparente disordine e al caos delle molteplici scelte degli individui . Tra i due modi siamo tutti chiamati a fare , in qualche modo , la nostra scelta . Ma chi sceglie lo faccia avendo ben chiaro che l ' alternativa è tra la società libera dell ' Occidente e lo squallido universo senza speranza che abbiamo imparato a conoscere nei paesi dell ' orbe sovietico : che restano , nonostante tutte le acrobazie dialettiche , il solo e unico modello al quale siano capaci di guardare i nostri « eurocomunisti » . In nome di scelte collettive e di « austerità » destinate a realizzare un mondo migliore si sono a lungo considerati gli individui alla stregua di pietre sulle quali passa il cammino della storia . Al di là delle intenzioni personali ( che sono anche in questo caso irrilevanti ) l ' austerità berlingueriana è figlia della stessa matrice .
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Alle 8,15 il ministro della guerra , generale Zupelli , si è recato al Quirinale , dove è stato ricevuto dal Re . Il colloquio tra il Sovrano ed il Ministro è durato sino alle 8,30 . Alle 8,15 è entrato alla Consulta l ' on . Sonnino . Alle 9,15 vi si è recato il presidente del Consiglio on . Salandra . Alle 10 è giunto alla Consulta il solito segretario del principe di Bülow , latore di una lettera . Alle 10,15 il Presidente del Consiglio ed il Ministro degli Esteri , che attendevano evidentemente la comunicazione dell ' ambasciatore di Germania , hanno lasciato la Consulta e si sono recati al Consiglio dei ministri , che si è riunito subito a palazzo Braschi . La riunione dei ministri è durata fino alle 12,30 . La presidenza del Consiglio non ha ritenuto opportuno , come ha sempre fatto sino ad oggi , di distribuire il comunicato alla stampa . Questa omissione del comunicato è giudicata un sintomo grave . Il governo si dice non ha diramato il consueto comunicato perché si riserva di far conoscere al paese le risoluzioni prese , per mezzo di un comunicato ufficiale , che sarà trasmesso dalla « Stefani » . I circoli giornalistici sono dunque completamente all ' oscuro di qualsiasi preciso dato di fatto . Per due volte si è diffusa la voce della partenza di Bülow , che è stata subito smentita . Tale voce ha avuto origine dal fatto che ieri l ' ambasciatore straordinario del Kaiser , che ha a Roma tanti amici nel mondo politico e nell ' aristocrazia , ha inviato numerose carte di visita per congedo , nelle quali il principe si scusa di non poter porgere personalmente i saluti e dichiara esplicitamente che la sua missione è finita . Intanto continua sempre l ' esodo dei sudditi tedeschi e austriaci .
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Ieri , nel pomeriggio , in esecuzione del deliberato del Consiglio dei ministri , l ' on . Sonnino ha telegrafato al duca D ' Avarna a Vienna il testo della dichiarazione di guerra . Il telegramma , a causa della interruzione delle comunicazioni , non è giunto al nostro ambasciatore a Vienna . Oggi alle 15,30 l ' on . Sonnino ha perciò consegnato al barone Macchio il testo della dichiarazione di guerra insieme coi passaporti , anche per il personale diplomatico e consolare dell ' Austria , e di conseguenza l ' ambasciatore partirà stasera o domani via Svizzera . Per la via Svizzera rientreranno anche il duca D ' Avarna , il personale di ambasciata di Vienna , e i consoli , appena avranno notizia del richiamo .
Il vero conflitto di interessi ( Belpietro Maurizio , 2001 )
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Per tutta la lunga campagna elettorale , la sinistra ha sognato di poter trovare una scorciatoia che le consentisse di sorpassare in fretta una Casa delle Libertà che la precedeva di molti chilometri . Certi com ' erano del ritardo accumulato in cinque anni di governi inconcludenti , e abituati a imboccare vie giudiziarie e ad aprire cantieri istituzionali per far ribaltare la macchina dell ' opposizione , anche questa volta i piloti dell ' Ulivo hanno premuto l ' acceleratore alla ricerca della strada breve e sbrigativa , evitando il normale confronto elettorale . Naturalmente , per costringere l ' auto della Casa delle Libertà a fermarsi o , meglio , a uscire di strada , bisognava incepparne il motore , ossia Silvio Berlusconi . Così in tutta fretta sono state riesumate le carte sulla nascita delle sue fortune , affidando ai comici l ' incarico di gettare olio sulla pista . Ma ciò non è bastato ed ecco allora spuntare magicamente sulle pagine di « Repubblica » la divisione guastatori scelti della sinistra , un rapporto sui conti della Fininvest preparato dalla società di revisione Kpmg per incarico della procura di Milano . Nella relazione si congettura di società fiscalmente impenetrabili e di intrecci segreti : il tutto certificato da un perito , cioè la Kpmg , che - spiega Ezio Mauro , direttore di « Repubblica » - è un gigante dell ' accounting , una multinazionale della revisione ; insomma , in fatto di conti sarebbe , secondo il direttore del quotidiano ulivista , appena sotto Dio . Mauro naturalmente evita di dire che la Kpmg è stata la prima società di revisione a essere condannata in Italia per aver cagionato danni ai risparmiatori che avevano affidato il loro denaro ai simpatici fratelli Canavesio e per questo - per le sue gravi disattenzioni - è stata costretta a pagare 8,8 miliardi di lire . Nel primo di una serie di scivolosi articoli che sono stati stesi in mezzo alla strada per far sbandare la Casa delle Libertà , il direttore di « Repubblica » dimentica anche di riferire che la stessa Kpmg è stata coinvolta nel crac dell ' Ifm leasing ( per chiudere la vicenda accettò di pagare 18 miliardi alla Banca Popolare di Milano ) e nel fallimento della Scotti finanziaria , e in quello della Trevitex , e in quello della Sasea . E scorda di precisare che su alcune di queste vicende sta ancora indagando la procura di Milano , sì - avete letto bene - la stessa procura che ha incaricato la Kpmg di studiare le carte della Fininvest . Naturalmente in questo caso non c ' è conflitto d ' interesse . No , no , qui è tutto regolare , tutto certificato con i timbri al posto giusto . Dimenticavo : la Kpmg è coinvolta anche nel crac del Crédit Lyonnais , una grande banca francese . Secondo gli avvocati che si occupano di recuperare il denaro di quella banca , la Kpmg , « in spregio alle regole legate al suo ruolo di revisore di conti , ha scientemente ingannato il Crédit Lyonnais sulla qualità dei crediti poi concessi dalla sua filiale olandese al gruppo Fiorini - Parretti , spingendo così la banca nella voragine di perdite storiche » . E per tali motivi , gli avvocati hanno chiesto al gigante dell ' accounting citato da Ezio Mauro 22 miliardi di franchi francesi , equivalenti a 6500 miliardi di lire . Potrei proseguire , ma non voglio annoiarvi in una domenica così radiosa . Comunque , neanche lo sgambetto di « Repubblica » , con la sua Kpmg , è servito a metter fuori pista Berlusconi e allora nelle settimane successive si è puntato tutto sulla curva pericolosa del conflitto d ' interessi . Il tempo stringe , il divario tra Ulivo e CDL s ' allarga , ed ecco che il capo dell ' opposizione diventa un pericoloso attentatore degli interessi pubblici nazionali . Egli è ricco , possiede TV e giornali , non può governare . In nessun Paese del mondo potrebbe diventare presidente del Consiglio , scrivono e dicono gli uomini di sinistra . Deve vendere , non basta che abbia rinunciato ai consigli di amministrazione , non basta neppure che faccia un blind trust , ossia che affidi ad amministratori privati il proprio patrimonio . No , o vende o consegna i suoi averi ad amministratori nominati dalla sinistra . Se non lo fa - insistono i cantori dell ' Ulivo - saremo lo zimbello d ' Europa , ci escluderanno dai consessi internazionali , saremo tenuti a distanza come appestati . I più eleganti dicono che un Berlusconi al governo sarebbe un ' anomalia della democrazia . La realtà , naturalmente , è ben diversa . Basta conoscere appena l ' Europa . Uno degli uomini più ricchi di Francia , André Bettencourt , proprietario di L'Oréa1 , è stato per anni ministro degli Esteri , e Marcel Dassault - fondatore , proprietario e presidente dell ' omonima industria aeronautica - entrò in Parlamento e continuò a vendere i suoi aerei allo Stato francese . In Germania , il padrone della Rosenthal fu invece al fianco del primo ministro socialdemocratico Helmut Schmidt . Potrei citarne altri , ma anche stavolta mi fermo qui , sempre per via della domenica radiosa . Comunque , in tutti questi casi non ci fu alcuno scandalo , non scattò nessuna legge sul conflitto d ' interessi , nessuno parlò di anomalia , per la semplice ragione che in questi Paesi le leggi sul conflitto d ' interessi non sono delle trappole , ma delle norme severe , ma per niente punitive . Al punto che in Germania un ministro - se autorizzato dal Parlamento - può sedere nel consiglio di amministrazione di una società privata e in qualche caso è successo . Vi chiederete perché nel giorno in cui dovete decidere come votare vi tedio con queste storie di Kpmg e di ministri europei e relativi patrimoni . È solo per rimarcare come su questa campagna elettorale , una campagna decisiva per archiviare l ' era dell ' Ulivo , siano state sparse montagne di menzogne . Bugie , colpi bassi , calunnie e strumentalizzazioni . Pur di non perdere il potere , tutto ciò che era possibile fare la sinistra lo ha fatto . Anche a costo di danneggiare il proprio Paese . Nelle scorse settimane vi abbiamo dato conto degli articoli che la stampa internazionale ha pubblicato contro Berlusconi e la Casa delle Libertà , articoli che naturalmente hanno fatto strillare l ' Ulivo , il quale ne ha approfittato per avvisare gli elettori che un governo di centrodestra sarebbe stato severamente giudicato dai nostri partner europei . La verità , anche in questo caso , è molto più banale e l ' ha confessata lo stesso direttore di « Repubblica » un paio di giorni fa , quando ha scritto che « gli inviati dei giornali stranieri che visitano l ' Italia in questi giorni elettorali passano ogni tanto da " Repubblica " e verificano le notizie raccolte » . Se c ' era un dubbio su quale fosse la centrale di smistamento degli articoli anti - italiani - perché di questo si tratta - improvvisamente comparsi sulla stampa estera , ora questo dubbio ci è tolto . Se c ' era un dubbio - e non c ' era - sul perché « la Repubblica » avesse celato o mutilato gli articoli positivi a favore di Berlusconi e dei suoi alleati apparsi sulla stampa estera , ora questo dubbio ci è caduto . Quella cui abbiamo assistito è stata la campagna più feroce e aspra che si sia mai vista negli ultimi trent ' anni . E la ragione di tanta durezza è una sola . Qui si tratta di risolvere il vero conflitto d ' interesse di cui patisce l ' Italia : quello tra una casta politica che ha occupato lo Stato e il futuro del Paese . Per sciogliere questo conflitto non serve una legge : basta un voto . Oggi . E per questa sinistra ogni scorciatoia da domani diventerà un vicolo cieco .
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Come annunziano i comunicati dello Stato Maggiore le nostre truppe hanno varcato la vecchia frontiera ed operano già con successo nell ' Isonzo . Tra le altre truppe sta pure il XII corpo d ' armata composto nella sua massima parte di baldi soldati siciliani ed è perciò uno fra i primi corpi operanti che abbiano ricevuto il battesimo del fuoco riconsacrando sul campo della lotta , di fronte al mondo , l ' indiscutibile diritto che l ' Italia abbia i suoi naturali confini . Il Giornale di Sicilia ha fissato un premio di lire 1000 da assegnarsi al primo soldato siciliano che sarà fregiato della medaglia d ' oro al valore militare . La detta somma resta a disposizione del Comando del XII corpo d ' armata .
Caro Topner ( Montanelli Indro , 1980 )
StampaQuotidiana ,
Caro Topner , non ho letto l ' articolo di Alberoni : mi rimane da vivere troppo poco tempo per sprecarlo coi sociologi . Debbo tuttavia riconoscere che l ' ipotesi di un matrimonio fra islamismo e marxismo , anche se per ora litigano ( ma non dappertutto : in Libia , per esempio , c ' è una specie di castrismo mussulmano ) , è tutt ' altro che infondata . Non sono due regimi . Sono due Chiese , entrambe totalitarie e nemiche delle libertà individuali , che per sopprimerle potrebbero anche mettersi d ' accordo . Tutte due impongono ai loro fedeli di portare il cervello all ' ammasso , e fra scervellati è facile intendersi . Il punto in cui mi pare che Alberoni dica una grossa sciocchezza ( se è esatto quanto tu mi riferisci del suo articolo ) è là dove sostiene che marxismo e islamismo sono le uniche due culture vive del nostro tempo . E dove la vede , questa vita ? L ' Islam ebbe una grande cultura solo quando , nella loro cavalcata conquistatrice , i suoi Califfi incontrarono la cultura greca , quella egiziana e quella ebraica . Ma questo risale a Averroè e ad Avicenna , cioè a mille anni fa pressappoco . Da allora l ' atteggiamento dell ' Islam verso la cultura è sempre rimasto quello del famoso Califfo che , quando gli chiesero cosa dovevano fare della grande biblioteca di Alessandria , da lui conquistata , rispose : « Se tutti quei libri dicono ciò che dice il Corano , sono inutili . Se dicono cose diverse , sono dannosi . Nell ' un caso e nell ' altro , meglio bruciarli » . Si dirà : « Altri tempi » . No , Khomeini pensa e parla come quel Califfo . L ' Islam è una religione di analfabeti , in cui la cultura è monopolio degli Ulema , che sanno solo di Corano e passano la vita a indagarne i misteri ( che non ci sono ) . Mi citi Alberoni un ' opera d ' arte e di pensiero islamica degli ultimi due o trecent ' anni . I mussulmani colti sono quelli che escono dalle nostre università . Quanto al marxismo , senza dubbio esso ha portato nella nostra cultura cose nuove . Ma a parte il fatto che da questa cultura esso stesso deriva ( nessuno più contesta , credo , la discendenza di Marx da Hegel e quindi la sua parentela con tutto l ' idealismo ) , i suoi fiori sono da un pezzo avvizziti . La sua esplosione culturale risale agli anni ruggenti di Essenin e Majakovski , entrambi suicidi . Da quando Stalin lo congelò , il marxismo non è più che una enorme mummia in cui di vivo e vitale c ' è solo il dissenso . Gl ' intellettuali dell ' Occidente che baciano la pantofola al marxismo non s ' inchinano al marxismo , ma alle divisioni corazzate e ai carri armati del marxismo , così come i loro padri si erano inchinati a quelli del nazismo . Gli intellettuali sono bravissimi a nobilitare la loro viltà attribuendo blasoni culturali a chi gli fa paura . Anche qui Alberoni ci dica che cosa esporta , come opere d ' arte e di pensiero , il mondo comunista . Esporta Solgenitzin , Bukovski , Siniavski ecc . , cioè coloro che non hanno mai accettato o che hanno ripudiato il marxismo . Oppure esporta i reggimenti che invadono l ' Afghanistan , e che sono senza dubbio una cosa seria . Ma non vedo cosa c ' entri la cultura . Caro Topner , non sei un illuso . Può anche darsi che islamismo e marxismo , miscelandosi , producano una bomba più devastatrice di quella atomica . Essa potrà distruggere la nostra civiltà ( che forse , per la sua codardìa , se lo merita ) . Sostituirla mai .
Caro amico ( Montanelli Indro , 1980 )
StampaQuotidiana ,
Caro amico , il pericolo più grosso che si corre sempre nel giudicare le cose italiane è di generalizzare facendo di ogni erba un fascio . Io conosco fior di magistrati che fanno il possibile per liberare leggi e procedure dai bizantinismi che le affliggono , e fior di avvocati che a questi bizantinismi si rifiutano di contribuire e di approfittarne . Ma purtroppo il quadro generale è quello che lei , sia pure con qualche forzatura , descrive , e di cui Montesquieu inorridirebbe . Io non credo , sia chiaro , che fra legislatori , giudici e avvocati ci sia una congiura per tenere il cittadino in loro balìa , quando entra negl ' ingranaggi della Giustizia . Ma le leggi le fanno gli avvocati . E non c ' è dubbio che gli avvocati hanno tutto l ' interesse a farle in modo che solo degli specialisti come loro possano penetrarne i misteri concettuali e linguistici , e orientarsi nelle puntigliose procedure di cui sono rivestite . In qualche parte mi pare di aver letto che nella sola Napoli ci sono più avvocati che in tutta l ' Inghilterra . Essi possono vivere solo se anche le cause più semplici come la sua diventano complicate , interminabili e soprattutto incomprensibili al cliente . Ricordo che una volta Ojetti che , da quel grande giornalista che era , aveva la manìa della chiarezza , mi propose di « tradurre in italiano » , insieme a lui , il codice penale . Dapprincipio pensai che scherzasse . Invece diceva sul serio . Poi non ne facemmo nulla . Ma il semplice fatto che nella testa di un uomo intelligente e colto come Ojetti fosse potuta balenare l ' intenzione di « tradurre in italiano » il principale corpo di leggi che regolano i rapporti del cittadino con la società , la dice molto lunga ( e molto brutta ) sul concetto in cui il legislatore tiene questo cittadino : pecorella sconsiderata cui il pastore non deve neanche delle spiegazioni . Ricorda nei Promessi Sposi il discorso che Azzeccagarbugli tiene all ' intontito Renzo ? Badi però , caro amico , che il linguaggio ermetico non è una esclusiva degli uomini di legge . Ogni « corporazione » , in Italia , ha il suo . Se lo lasci dire da un povero direttore di giornale , che deve sudare le sette camicie per indurre i suoi « specialisti » - di medicina , di fisica ecc. - a esprimersi in termini che tutti possano capire . Il loro ermetismo , è ovvio , non è suggerito da nessun calcolo d ' interesse . E solo il derivato dell ' orrendo vizio della cultura italiana a chiudersi in accademie e chiesuole che considerano degradante qualsiasi contatto col « volgo » . I miei libri di storia sono disprezzati dagli accademici proprio per questo : perché non sono scritti nella lingua dell ' accademia . A questi libri non voglio fare pubblicità . Ma se lei legge le mie Italia della Controriforma e Italia del Seicento , ci troverà la spiegazione di questa malformazione , o almeno quella che a me sembra la spiegazione .
OCCHIO ALLE SPIE... ( - , 1915 )
StampaQuotidiana ,
Sin dai primi giorni della guerra abbiamo avuto prove della spontanea attività di molti cittadini , che all ' opera di vigilanza e di immunizzazione di possibili spie , si dedicano con ardore . Contro le spie o , più semplicemente contro tutti gli stranieri e gli individui sospetti , bisogna mantenere una sorveglianza costante . I cittadini possono e debbono cooperare così con le Autorità : i semplici privati , o per relazioni o per conoscenze , possono meglio accertare le ragioni che spingono a soggiornare ancora fra noi tanti austriaci o tedeschi , che avrebbero dovuto dare il migliore aiuto alla loro patria col braccio . Già in tutte le principali città questa cooperazione dei cittadini ha dato ottimi frutti . In tutte le città sono avvenuti numerosi arresti ; a Roma soltanto , per esempio , sono state presentate 800 denunzie , delle quali molte sono risultate gravissime . Tutti i giornali italiani coadiuvano a quest ' opera di difesa civile . Molti pubblicano tutte le denunzie che loro pervengono . Noi riceviamo pure ogni giorno lettere di cittadini , che esprimono i loro sospetti . Le accenneremo a volta a volta , senza nominare gli autori cosa che non ha importanza né i nomi da essi indicati per un riguardo giustificabile fino a quando non si tratti di accertamenti indiscutibili . Mettiamo , d ' altra parte , le lettere a disposizione dell ' autorità di P.S. per gli opportuni provvedimenti e cominciamo con le prime segnalazioni . Un amico ci scrive meravigliandosi di un elogio , da noi fatto ad una Ditta per avere assicurato un equo trattamento ai suoi impiegati , che si allontanavano . Egli ci fa osservare che si tratta d ' una celebre Ditta tedesca , alimentata da capitale tedesco , diretta da tedeschi , con operai tedeschi e solo da tre mesi la Ditta ha cambiato il titolo tedesco nell ' insegna italiana . Il trattamento di favore non riguarda , quindi , operai ed impiegati italiani . ma operai ed impiegati tedeschi partiti per la guerra contro l ' Intesa e perciò anche contro l ' Italia . Tale Ditta ha inoltre costruito un pontile da sbarco che tutti dichiarano un vero pericolo . Un assiduo ci informa che un negoziante di nazionalità austriaca avrebbe dovuto , data la sua età , rimpatriare per il servizio militare . Egli invece chiese la cittadinanza italiana , ma soltanto per sé e non per i due figli , che sono ora ufficiali nell ' esercito austriaco . La sua presenza non potrebbe per questo solo fatto , essere più tollerata perché egli corrisponde per via indiretta con i suoi figli . Da un importante centro agricolo ci si segnala il pericolo che stranieri o contadini incoscienti , per lauti compensi , tentino di incendiare i raccolti prossimi . Un maggiore rigore nella sorveglianza dei carabinieri , dei campieri , dei contadini stessi , i più interessati , sarà sufficiente a sventare gli eventuali tentativi .