StampaQuotidiana ,
Quando
molti
anni
fa
,
essendo
democristiani
,
dirigevamo
l
'
edizione
milanese
de
"
Il
Popolo
"
,
contavamo
tra
i
più
autorevoli
collaboratori
il
prof.
Giordano
Dell
'
Amore
,
che
fino
da
allora
era
si
può
dire
già
tutto
:
professore
universitario
(
docente
di
tecnica
bancaria
,
che
è
una
materia
leggiadrissima
,
il
cui
più
arduo
impegno
scientifico
consiste
nell
'
insegnare
come
si
fanno
in
fretta
quei
vispi
uccellini
che
i
ragionieri
usano
apporre
accanto
alle
cifre
per
indicare
che
le
hanno
"
spuntate
"
)
,
Dell
'
Amore
era
anche
presidente
della
Cassa
di
Risparmio
,
consigliere
presso
gli
ospedali
civici
,
membro
del
Comitato
provinciale
DC
e
simpatizzante
dell
'
Arma
dei
Bersaglieri
.
In
quei
tempi
,
se
non
ricordiamo
male
,
insisteva
per
essere
assunto
come
primo
ballerino
della
Scala
.
(
Onestamente
,
non
possiamo
dire
se
abbia
poi
ottenuto
il
posto
,
ma
siamo
certi
che
anche
lì
si
sarebbe
fatto
onore
)
.
Usava
allora
un
tranquillante
-
sonnifero
di
nome
Sedobrol
e
in
redazione
tutti
chiamavano
Dell
'
Amore
"
Giordanobrol
"
.
Quando
arrivava
un
suo
pezzo
e
ce
lo
portavano
,
l
'
usciere
del
giornale
veniva
a
chiudere
la
finestra
,
posava
sul
nostro
tavolo
un
thermos
con
l
'
acqua
per
la
notte
e
ci
domandava
cordiale
e
premuroso
a
che
ora
desideravamo
essere
svegliati
.
Tutti
gli
articoli
di
questo
nostro
illustre
amico
cominciavano
così
:
"
Parleremo
oggi
della
bilancia
dei
pagamenti
...
"
e
la
ragione
di
questa
insistenza
era
che
l
'
ottimo
"
Giordanobrol
"
sapeva
che
a
questo
punto
non
c
'
era
nessuno
che
non
si
assopisse
,
donde
la
necessità
di
riprendere
ogni
volta
l
'
argomento
.
Una
volta
provammo
a
resistere
e
tentammo
di
proseguire
nella
lettura
,
ma
vedemmo
con
stupore
che
il
resto
del
foglio
,
fino
alla
fine
,
era
bianco
.
Dell
'
Amore
si
era
addormentato
anche
lui
.
Ci
sia
consentito
di
rievocare
affettuosamente
"
Giordanobrol
"
oggi
che
si
è
recato
presso
il
giudice
per
dichiarare
che
lui
nella
distribuzione
dei
fondi
neri
da
parte
dell
'
Italcasse
non
c
'
entra
per
nulla
.
Ne
siamo
sicuri
:
dormiva
.
E
l
'
eminente
professore
degli
uccellini
ha
anche
affermato
che
i
bilanci
della
Italcasse
erano
tutti
ineccepibili
,
controllati
rigorosamente
dai
sindaci
e
dal
personale
specializzato
della
Banca
d
'
Italia
.
Dallo
studio
del
magistrato
,
finita
la
sua
deposizione
,
si
è
notato
che
il
prof.
Dell
'
Amore
è
uscito
in
punta
di
piedi
,
tenendo
l
'
indice
sulla
bocca
a
raccomandare
il
silenzio
.
Filtrava
dalla
stanza
del
giudice
un
lievissimo
russare
e
tutti
sanno
che
in
casi
come
questi
è
d
'
obbligo
il
segreto
dormitorio
.
StampaQuotidiana ,
Premesse
comuni
.
Il
programma
della
Democrazia
Cristiana
,
partito
di
massa
ma
non
di
classe
quale
è
e
vuole
essere
,
va
oggi
determinato
sulle
basi
delle
aspirazioni
medesime
delle
masse
italiane
,
e
tenendo
conto
anche
del
programma
degli
altri
partiti
pure
di
massa
oggi
esistenti
in
Italia
,
con
i
quali
essa
ha
certe
premesse
comuni
che
potranno
agevolare
accordi
utili
alla
rinascita
del
paese
.
Così
anzitutto
la
premessa
di
ritenere
che
non
è
l
'
epoca
dei
compromessi
,
dei
palliativi
onde
tenere
a
freno
con
qualche
mezzo
termine
le
grandi
masse
lavoratrici
.
Pensare
che
semplici
modificazioni
dei
salari
,
intensificazione
degli
istituti
di
previdenza
,
eventuali
irrisorie
partecipazioni
agli
utili
bastino
a
soddisfare
le
classi
lavoratrici
,
sarebbe
oggi
altrettanto
assurdo
quanto
lo
furono
i
tentativi
del
secolo
scorso
di
risolvere
con
la
beneficienza
pubblica
o
altri
mezzi
del
genere
la
questione
sociale
.
Sarebbe
fraintendere
nel
modo
più
grossolano
l
'
animo
di
quelle
masse
di
cui
la
democrazia
cristiana
vuole
invece
essere
espressione
.
Sarebbe
misconoscere
in
primo
luogo
che
progetti
di
riforma
sociale
qualunque
ne
sia
l
'
entità
,
sarebbero
comunque
riguardati
con
diffidenza
o
addirittura
con
disprezzo
se
provenissero
dal
di
fuori
e
dall
'
alto
,
in
forma
paterna
anziché
sgorgare
dall
'
intimo
delle
masse
medesime
e
dei
rappresentanti
in
cui
queste
ripongono
la
loro
fiducia
.
Esse
si
pongono
oggi
,
e
con
tutta
ragione
,
come
le
prime
e
fondamentali
interpreti
dei
propri
bisogni
e
delle
proprie
aspirazioni
.
Sarebbe
misconoscere
in
secondo
luogo
che
le
classi
lavoratrici
non
aspirano
al
proprio
miglioramento
economico
ma
,
più
sostanzialmente
,
alla
eliminazione
di
quelle
condizioni
per
le
quali
si
creano
enormi
sperequazioni
sociali
e
si
ammassano
in
poche
mani
,
talvolta
anche
senza
nessun
merito
,
enormi
fortune
.
Non
è
da
scorgere
in
ciò
solo
un
sentimento
di
invidia
per
il
privilegiato
della
sorte
;
vi
è
anche
e
in
primo
luogo
un
retto
senso
di
giustizia
sociale
,
un
felice
intuito
dei
perturbamenti
,
delle
deturpazioni
morali
,
delle
perniciose
coalizioni
di
interessi
,
talora
fatali
a
tutto
un
popolo
sacrificato
agli
interessi
egoistici
di
pochi
,
a
cui
quelle
sperequazioni
quasi
inevitabilmente
danno
luogo
.
Fiducia
nell
'
uomo
.
Su
tutto
ciò
la
democrazia
cristiana
è
in
consonanza
con
i
partiti
di
sinistra
;
anzi
in
certo
senso
addirittura
all
'
avanguardia
.
Appunto
perché
democratica
e
perché
cristiana
,
essa
non
può
tendere
verso
una
democrazia
reale
e
integrale
,
basata
essenzialmente
su
quelle
classi
che
costituiscono
la
enorme
maggioranza
del
popolo
,
che
in
fatto
hanno
meglio
resistito
alla
propaganda
fascista
,
che
hanno
saputo
serbar
fede
e
coerenza
di
vita
anche
nei
tormentosi
anni
passati
,
che
,
se
appena
si
ha
cura
di
completarne
la
educazione
politica
,
potranno
apportare
il
più
benefico
rinnovamento
nella
vita
pubblica
,
anzi
il
solo
per
cui
ci
è
lecito
guardare
con
serenità
al
domani
.
Essa
che
porta
il
suo
appellativo
di
democrazia
«
cristiana
»
deve
,
contro
le
tante
denigrazioni
moderne
,
proclamare
altissimamente
la
sua
fiducia
nell
'
uomo
,
anche
il
più
umile
;
deve
dare
ogni
sua
opera
per
risvegliare
in
tutti
il
senso
della
propria
dignità
e
della
propria
responsabilità
,
per
rendere
ogni
cittadino
,
senza
esclusioni
di
sorta
,
capace
di
partecipare
attivamente
alla
vita
pubblica
portandovi
il
contributo
del
suo
autonomo
apprezzamento
e
della
sua
personale
esperienza
.
E
ancora
una
volta
perché
democrazia
«
cristiana
»
deve
avere
la
più
viva
sensibilità
per
ogni
problema
di
giustizia
,
ed
essere
disposta
a
ingaggiare
la
più
decisa
battaglia
contro
forme
di
diseguaglianza
sociale
e
di
mali
,
non
solo
materiali
ma
anche
morali
,
che
ne
derivano
.
Agire
nel
reale
.
La
divergenza
tra
la
democrazia
cristiana
e
i
partiti
di
sinistra
non
consiste
nel
fatto
che
la
prima
sia
meno
ardita
o
meno
radicale
nel
suo
programma
di
riforma
sociale
,
ma
nel
fatto
che
la
prima
attribuisce
gran
pregio
anche
ad
altri
elementi
a
cui
rimangono
invece
sordi
i
secondi
.
E
innanzi
tutto
la
democrazia
cristiana
è
ben
lungi
da
certa
unilateralità
che
rasenta
talvolta
la
grettezza
,
per
la
quale
alcune
spicce
e
semplici
formulette
date
una
volta
per
tutte
dovrebbero
risolvere
sempre
e
in
ogni
luogo
qualunque
problema
sociale
.
Sia
il
verbo
di
Carlo
Marx
o
sia
il
verbo
di
Mosca
o
altro
,
comunque
la
democrazia
cristiana
rifiuta
ogni
formula
,
troppo
semplicistica
,
appunto
perché
tale
,
perché
in
realtà
antistorica
,
e
quindi
fonte
sul
terreno
pratico
di
nuove
ingiustizie
,
di
nuove
tirannie
,
di
nuova
degradazione
umana
.
I
problemi
politici
vanno
risolti
,
senza
l
'
impaccio
di
definitive
formule
rigide
,
secondo
le
necessità
e
le
possibilità
del
momento
,
avendo
presente
il
benessere
reale
della
popolazione
,
le
sue
aspirazioni
concrete
,
così
come
sono
realmente
sentite
,
e
adoperando
i
mezzi
in
quel
momento
più
congrui
per
la
loro
realizzazione
.
Sempre
in
questo
campo
,
la
democrazia
cristiana
lamenta
,
come
altra
prova
di
unilateralità
,
che
ogni
programma
di
rinnovamento
sociale
sia
imperniato
da
altri
partiti
di
massa
esclusivamente
badando
alla
teoria
socialista
traeva
alla
interpretazione
orientale
che
ne
è
stata
data
,
dimenticando
il
notevolissimo
apporto
del
mondo
occidentale
in
ispecie
anglosassone
,
il
fermento
di
idee
che
ivi
si
è
avuto
,
le
stesse
imponenti
realizzazioni
pratiche
del
socialismo
da
parte
di
alcuni
paesi
come
l
'
Australia
e
la
Nuova
Zelanda
.
Alle
quali
esperienze
e
alle
quali
aspirazioni
la
democrazia
cristiana
guarda
invece
con
particolare
simpatia
,
perché
dimostrano
la
piena
conciliabilità
di
certe
riforme
sociali
con
altri
princìpi
che
le
sono
altrettanto
essenziali
come
il
rispetto
della
personalità
umana
e
la
assenza
di
ogni
forma
di
tirannia
sociale
.
Punti
inderogabili
.
Questi
ultimi
princìpi
nella
democrazia
cristiana
non
si
trovano
infatti
soltanto
per
incidenza
o
per
ragioni
tattiche
come
in
certi
altri
partiti
di
sinistra
,
ma
ne
costituiscono
una
delle
note
fondamentali
e
uno
dei
punti
inderogabili
.
La
restaurazione
della
dignità
umana
è
anzi
il
suo
scopo
precipuo
,
e
se
la
democrazia
cristiana
è
pienamente
concorde
nella
critica
contro
il
regime
liberale
e
la
illusoria
libertà
che
concede
;
trova
poi
la
sua
ragione
di
essere
e
la
ragione
del
suo
distacco
da
altri
partiti
con
programma
analogo
per
altri
aspetti
,
perché
non
meno
illusoria
le
appare
la
libertà
dell
'
uomo
quando
tutto
venga
concentrato
nello
Stato
e
da
questo
derivi
ogni
regolamento
della
attività
individuale
.
Non
si
contesta
che
forme
collettive
si
impongano
nel
mondo
moderno
,
ma
si
contesta
in
primo
luogo
che
questa
unica
formula
valga
a
risolvere
ogni
problema
;
si
contesta
in
secondo
luogo
che
il
collettivismo
debba
ritornare
a
tutta
vantaggio
di
uno
Stato
accentratore
e
denegatore
di
ogni
altra
realtà
sociale
.
Si
fa
in
ogni
modo
presente
che
,
oltre
agli
interessi
puramente
materiali
dell
'
umanità
,
ve
ne
sono
altri
di
non
certo
minor
conto
,
e
che
lo
Stato
deve
essere
organizzato
non
solo
in
vista
dei
primi
ma
anche
di
questi
altri
.
L
'
accertamento
che
può
essere
necessario
per
un
maggiore
benessere
e
una
maggiore
giustizia
sociale
,
deve
però
essere
contemperato
con
le
inderogabili
esigenze
della
libertà
umana
e
della
vita
spirituale
dell
'
uomo
.
Aderendo
alla
realtà
e
alla
complessità
della
realtà
,
la
.
democrazia
cristiana
,
affronta
pertanto
coraggiosamente
,
anziché
semplicisticamente
ignorarli
,
questi
gravi
problemi
.
Per
una
loro
risoluzione
pienamente
adeguata
e
soddisfacente
la
democrazia
cristiana
fa
il
massimo
affidamento
sulle
classi
intellettuali
,
dalle
quali
si
studia
di
ottenere
la
più
attiva
partecipazione
,
ed
agli
intellettuali
non
meno
che
alle
masse
rivolge
il
suo
appello
,
essenziale
gli
uni
non
meno
delle
altre
alla
realizzazione
del
suo
compito
,
e
fiduciosa
di
cementare
solidamente
nel
suo
seno
la
tradizionale
intesa
tra
gli
intellettuali
,
veramente
meritevoli
di
questo
nome
,
i
tecnici
e
i
lavoratori
dei
vari
settori
dell
'
economia
:
operai
,
contadini
,
artigiani
.
Per
la
civiltà
cristiana
.
Non
vi
è
bisogno
di
insistere
a
rilevare
il
fatale
errore
commesso
da
parecchi
cattolici
agli
esordi
del
liberalismo
,
allorquando
lo
reputarono
contrario
alle
loro
dottrine
e
lo
osteggiarono
in
ogni
modo
,
con
la
conseguenza
che
il
liberalismo
,
di
per
sé
già
fondato
su
di
un
pensiero
lontano
dal
cattolicismo
,
andò
accentuando
i
suoi
aspetti
antireligiosi
,
e
quegli
stessi
cattolici
si
avvidero
della
piena
conciliabilità
delle
loro
dottrine
con
alcuni
princìpi
liberali
,
quando
già
il
liberalismo
andava
tramontando
.
Il
medesimo
tenderebbe
ora
ad
avvenire
per
il
comunismo
e
certi
altri
partiti
di
estrema
sinistra
:
un
dato
programma
pratico
e
politico
appare
qui
in
fatto
connesso
con
date
ideologie
eminentemente
anticristiane
,
perché
proprio
sulla
base
di
quelle
ideologie
è
stato
svolto
e
sostenuto
dapprincipio
.
Onde
il
disagio
di
molti
,
i
quali
pur
concordando
,
come
si
è
detto
sopra
,
con
i
partiti
di
sinistra
quanto
alle
loro
aspirazioni
pratiche
,
restano
spaventati
per
le
conseguenze
che
ne
deriverebbero
a
quel
patrimonio
e
a
quelle
tradizioni
spirituali
che
intendono
invece
rigorosamente
conservare
.
Non
si
tratta
solo
di
cattolici
professanti
,
ma
di
timori
vivamente
sentiti
da
tutti
indistintamente
coloro
che
credono
nella
dignità
umana
,
che
concepiscono
lo
Stato
esclusivamente
a
servizio
dell
'
individuo
e
non
viceversa
,
che
non
sono
disposti
a
sottovalutare
,
a
tutto
vantaggio
di
quella
economia
,
le
varie
forme
di
attività
spirituale
umana
.
Son
tutti
coloro
in
sostanza
che
credono
nei
fondamentali
valori
morali
del
cristianesimo
,
che
,
siano
essi
più
o
meno
vicini
alla
Chiesa
,
appartengono
tuttavia
a
quella
che
può
genericamente
denominarsi
civiltà
cristiana
e
credono
quantomeno
nel
suo
significato
profondamente
umano
.
Son
tutti
coloro
che
,
in
conseguenza
,
a
nessun
prezzo
sono
disposti
a
consentire
alla
esaltazione
dell
'
odio
e
della
violenza
,
all
'
assorbimento
e
all
'
annullamento
dell
'
uomo
nello
Stato
,
ridotto
ivi
a
semplice
numero
e
ingranaggio
di
una
macchina
,
alla
negazione
dei
pregi
della
vita
familiare
,
della
libertà
individuale
,
degli
interessi
spirituali
umani
.
Invitandoli
alla
concordia
e
spronandoli
alla
attività
in
questo
grave
momento
in
cui
sono
in
gioco
gli
stessi
sommi
princìpi
morali
,
la
democrazia
cristiana
chiama
a
raccolta
intorno
a
sé
tutti
coloro
che
,
pur
orientati
nel
modo
più
deciso
verso
la
necessità
di
nuove
radicali
riforme
sociali
,
restano
fedeli
ai
tradizionali
princìpi
morali
,
si
avvedono
anzi
che
in
nome
di
questi
princìpi
quelle
stesse
riforme
possono
essere
giustificate
e
perseguite
in
modo
di
gran
lunga
migliore
.
StampaQuotidiana ,
CASTIGLIONE
DELLE
STIVIERE
,
31
.
-
In
questa
cara
e
piccola
città
dell
'
alto
Mantovano
,
che
si
affaccia
da
colline
bellissime
e
dai
ruderi
della
vecchia
rocca
,
quasi
alla
vista
del
Garda
,
"
l
'
Unità
"
ha
avuto
forse
la
più
grande
festa
.
I
compagni
di
Castiglione
,
sotto
la
guida
di
Severino
Negri
,
ispettore
della
Federazione
di
Mantova
,
l
'
avevano
agghindata
:
era
da
quattro
giorni
che
lavoravano
,
passando
l
'
ultima
notte
quasi
senza
dormire
.
Festoni
,
bandiere
,
scritte
luminose
alle
finestre
con
le
testate
di
tutta
la
nostra
stampa
,
da
"
l
'
Unità
"
a
"
Rinascita
"
,
dal
"
Calendario
dl
popolo
"
a
"
Vie
Nuove
"
,
a
"
Noi
Donne
"
,
un
palco
vasto
come
il
ponte
di
comando
di
una
nave
:
un
altoparlante
grande
come
la
tromba
del
giudizio
.
Quando
poi
siamo
giunti
da
Gottolengo
,
essi
stavano
lavorando
ancora
ed
hanno
continuato
a
lavorare
salutandoci
con
la
mano
.
La
Giustizia
con
la
bilancia
in
mano
sulla
colonna
della
piazza
e
Domenica
Calubini
,
in
piedi
col
suo
peplo
di
marmo
sul
piedistallo
della
fontana
,
ci
hanno
dato
il
benvenuto
della
vecchia
rocca
dei
Gonzaga
,
annunciandoci
alla
storia
,
che
spesso
si
è
fermata
da
queste
parti
a
portare
il
fragore
delle
battaglie
.
La
mattina
era
dolce
e
ventilata
ed
i
paesi
vicini
,
da
Goito
a
Solferino
,
sorridevano
alla
immagine
delle
vecchie
campagne
di
guerra
,
come
a
vecchie
stampe
colorate
nelle
quali
,
ora
,
pascolavano
le
mucche
di
un
pastore
sdraiato
sull
'
erba
e
correva
l
'
acqua
di
una
cascata
sino
a
lambire
le
mura
della
filanda
.
La
bella
cittadina
,
ove
pure
si
annidano
tanti
benpensanti
e
tanti
faccioni
(
così
,
nel
Mantovano
,
sono
chiamati
democristiani
e
fascisti
)
,
era
in
maniche
di
camicia
per
"
l
'
Unità
"
,
lavorava
cantando
,
cantava
lavorando
,
voleva
scrollarsi
di
dosso
l
'
inerzia
per
farsi
segnare
a
dito
non
più
come
una
pecora
nera
in
una
grande
provincia
rossa
,
ma
come
una
trincea
avanzata
del
socialismo
in
terra
bresciana
.
C
'
è
riuscito
al
di
là
di
ogni
aspettativa
e
l
'
organizzazione
di
cui
si
è
dimostrata
capace
era
così
sicura
,
così
vigilata
che
i
compagni
hanno
potuto
rompere
gli
schemi
ed
aprirsi
alla
spontaneità
più
commovente
,
e
quasi
alla
fantasia
,
senza
turbarla
.
I
compagni
della
Bassa
Mantovana
e
gli
stessi
compagni
del
Bresciano
hanno
aiutato
Castiglione
a
ritrovare
una
grande
sera
di
festa
,
a
mostrarla
ai
nemici
e
agli
avversari
,
all
'
arciprete
,
ai
democristiani
e
ai
fascisti
che
assistevano
al
comizio
:
sono
venuti
a
centinaia
e
centinaia
,
alcuni
facendo
,
fra
l
'
andata
e
il
ritorno
,
quasi
150
chilometri
di
viaggio
.
Alle
9
la
piazza
era
fitta
di
popolo
e
di
bandiere
sotto
il
cielo
stellato
:
i
canti
si
levavano
alti
nella
notte
verso
i
compagni
che
,
ancora
,
pedalavano
da
tutte
le
strade
per
raggiungere
la
città
.
Quanti
sindaci
dei
Comuni
democristiani
ci
erano
intorno
,
da
Mignoni
sindaco
di
Suzzara
,
ai
primi
cittadini
di
Marmirolo
,
di
Solferino
,
di
Volta
Mantovana
,
di
Castiglione
,
e
compagni
di
tutte
le
Sezioni
ci
stringevano
la
mano
,
venuti
con
ogni
mezzo
da
Guidizzolo
,
da
Goito
,
da
Desenzano
,
da
Solferino
,
da
Medole
,
da
Cavriago
,
che
è
una
roccaforte
del
clero
,
da
Castelgoffredo
,
da
Lonato
,
da
Acquafredda
,
da
Acquanegra
,
da
Castenedolo
,
da
Gonzaga
.
Centinaia
,
migliaia
di
compagni
:
volti
,
occhi
,
mani
di
vecchi
,
di
donne
,
di
bambini
,
di
uomini
di
fatica
.
I
compagni
di
Marmirolo
e
di
Pegognaga
,
lontana
70
chilometri
,
non
erano
giunti
:
pazientavamo
ad
aspettarli
.
Non
giungevano
,
ma
li
annunciavano
ormai
vicini
i
canti
che
tutti
udivano
nel
silenzio
che
si
era
fatto
sulla
piazza
.
Stavo
già
parlando
,
dopo
che
Negri
ed
il
compagno
Zanchi
delle
Federazione
di
Mantova
mi
avevano
presentato
,
spiegando
il
significato
della
festa
,
quando
li
abbiamo
visti
entrare
in
piazza
e
fendere
la
folla
già
assiepata
,
con
la
musica
ed
un
grande
striscione
in
testa
,
coperti
dagli
applausi
e
dagli
inni
.
Abbiamo
parlato
a
questa
folla
di
migliaia
di
amici
e
di
compagni
,
col
nostro
cuore
,
come
potevamo
,
e
al
di
là
delle
nostre
stesse
forze
.
Volevamo
ringraziarli
ad
uno
ad
uno
,
raggiungerli
con
lo
sguardo
e
con
la
voce
.
Parlavamo
a
tutte
le
case
di
Castiglione
,
a
quelle
chiuse
ed
a
quelle
aperte
,
perché
ci
ascoltassero
i
cittadini
di
buona
volontà
e
non
dimenticassero
la
loro
grande
serata
di
festa
.
Più
che
un
successo
,
è
stata
una
conferma
della
forza
organizzata
del
nostro
Partito
e
della
verità
del
messaggio
che
noi
,
ogni
sera
,
inviamo
al
Paese
perché
ci
ascolti
,
perché
ascolti
il
popolo
migliore
che
è
con
noi
,
intorno
a
noi
,
a
chiedere
che
siano
difese
la
pace
,
la
democrazia
e
il
lavoro
.
Un
sacco
di
grano
hanno
offerto
i
compagni
di
Castiglione
,
altro
grano
porteranno
alla
Sezione
i
contadini
.
Il
segretario
lo
venderà
,
spedendo
a
Fortini
il
ricavato
per
una
sottoscrizione
a
"
l
'
Unità
"
,
che
ricordi
la
grande
serata
passata
insieme
.
Ma
quanti
altri
piccoli
doni
i
compagni
non
hanno
voluto
offrirci
;
e
Dante
Bellini
e
Sfoi
ci
portavano
,
avvolte
in
un
giornale
,
le
pianelle
lavorate
con
le
loro
mani
,
e
Sergio
Borsadoli
un
pezzo
di
sapone
,
«
il
più
fine
»
,
tolto
dal
proprio
banco
di
profumiere
,
la
compagna
che
conoscemmo
a
Pescara
una
bottiglia
di
«
Sassolino
»
,
e
fiori
,
fiori
,
di
grandi
e
di
piccini
.
Eravamo
in
mezzo
ai
canti
,
in
mezzo
ai
brindisi
.
I
compagni
che
lasciavano
la
città
continuavano
a
mandarci
i
loro
saluti
da
lontano
,
dalla
notte
serena
in
cui
sul
cielo
,
in
mezzo
alle
alte
stelle
,
era
anche
apparsa
la
grande
stella
del
nostro
avvenire
.
La
portava
tra
le
braccia
Gavroche
,
l
'
angelo
della
carovana
.
StampaQuotidiana ,
Un
articolo
dell
'
«
Osservatore
Romano
»
,
firmato
da
un
galantuomo
e
da
un
democratico
come
Federico
Alessandrini
,
anticipa
la
linea
della
Santa
Sede
per
le
imminenti
celebrazioni
del
20
settembre
1870
,
la
storica
data
legata
alla
fine
del
potere
temporale
dei
Papi
e
alla
nascita
di
Roma
italiana
,
«
il
più
grande
giorno
del
secolo
XIX
»
come
disse
uno
storico
che
non
era
romano
e
neppure
italiano
.
È
una
linea
prudente
e
circospetta
,
è
una
linea
che
,
pur
di
giustificare
la
posizione
del
Vaticano
cent
'
anni
fa
,
tende
a
giustificare
tutto
e
tutti
a
posteriori
,
Pio
IX
non
meno
del
generale
Cadorna
,
proponendo
una
soluzione
«
senza
vincitori
né
vinti
»
.
Ci
dispiace
di
non
essere
d
'
accordo
con
l
'
eminente
collega
.
Sul
piano
della
storia
,
cioè
delle
forze
vive
che
nella
storia
contano
,
il
vincitore
ci
fu
:
e
fu
la
causa
dell
'
unità
d
'
Italia
,
fu
la
causa
dello
Stato
italiano
nazionale
e
indipendente
,
sempre
contraddetta
,
contrastata
o
ritardata
dall
'
esistenza
del
potere
temporale
dei
pontefici
(
non
ripetiamo
Machiavelli
)
.
È
impossibile
rendere
lo
stesso
omaggio
,
tranne
che
sul
piano
della
cristiana
pietà
,
al
generale
Kanzler
,
che
comandava
quella
specie
di
Legione
straniera
al
servizio
del
pontificato
civile
crollante
,
e
al
generale
Cadorna
,
che
con
infinite
esitazioni
d
'
animo
,
e
turbamenti
,
e
lacerazioni
ordinò
contro
voglia
,
da
cattolico
praticante
quale
era
ma
da
servitore
fedele
del
nuovo
Stato
,
l
'
apertura
della
breccia
di
Porta
Pia
.
Non
c
'
è
dubbio
,
sarebbe
stato
infinitamente
meglio
entrare
in
Roma
senza
sangue
.
Era
il
sogno
perseguito
da
Cavour
fino
alla
morte
.
Fu
il
sogno
coerente
e
tenace
di
tutta
la
classe
dirigente
liberale
,
dal
1861
al
1870
.
Se
quell
'
obiettivo
non
fu
raggiunto
,
ciò
avvenne
essenzialmente
per
la
resistenza
dell
'
intransigentismo
vaticano
,
sommata
alla
linea
ferrea
del
non
possumus
teologico
verso
il
liberalismo
moderno
,
e
verso
le
civili
libertà
,
che
si
riassunse
nella
condanna
del
Sillabo
non
meno
che
in
quella
del
Concilio
Vaticano
I
,
il
Concilio
dell
'
infallibilità
per
intenderci
.
Il
generale
Kanzler
,
sul
terreno
storico
,
non
è
diverso
dal
Re
di
Napoli
o
dal
Granduca
di
Toscana
,
i
vinti
del
Risorgimento
.
Il
temporalismo
armato
morì
per
sempre
in
quell
'
alba
del
20
settembre
1870
,
come
era
morto
undici
anni
prima
,
e
per
sempre
,
il
potere
dei
Lorena
in
Toscana
o
nove
anni
prima
quello
dei
Borbone
a
Napoli
.
Nessun
equivoco
,
quindi
,
è
possibile
,
sul
piano
dei
rapporti
fissati
dalla
storia
.
Ma
sul
piano
delle
idee
?
Lì
c
'
è
un
altro
vincitore
,
sul
quale
non
sono
egualmente
consentiti
né
doppi
sensi
né
qui
pro
quo
:
e
quel
vincitore
è
la
libertà
,
la
libertà
politica
e
religiosa
,
la
libertà
figlia
del
mondo
moderno
che
,
affrancando
la
Santa
Sede
dalle
infinite
umiliazioni
e
compromissioni
del
potere
temporale
,
avrebbe
permesso
nel
giro
di
pochi
decenni
una
nuova
primavera
di
energie
religiose
e
di
fermenti
spirituali
destinata
a
culminare
nel
Concilio
giovanneo
.
L
'
«
Osservatore
»
non
accetta
la
tesi
che
il
20
Settembre
abbia
rappresentato
una
«
data
provvidenziale
»
,
per
i
cattolici
non
meno
che
per
i
laici
:
quasi
un
ponte
fra
le
due
rive
del
Tevere
.
Era
una
tesi
di
origine
laica
,
ma
che
poteva
benissimo
incontrarsi
con
le
vie
della
Chiesa
attuale
,
della
Chiesa
post
-
conciliare
:
primo
passo
verso
quella
grande
«
concelebrazione
»
fra
i
due
mondi
divisi
cento
anni
fa
che
un
socialista
anticlericale
come
Pietro
Nenni
aveva
auspicato
per
il
centenario
di
Mentana
.
È
,
diciamolo
pure
,
una
occasione
perduta
.
Il
centenario
del
20
Settembre
è
una
ricorrenza
troppo
rara
per
non
approfittarne
.
Gli
ultimi
venticinque
anni
della
vita
italiana
,
gli
anni
di
questa
tormentata
Repubblica
,
hanno
già
visto
troppe
lacerazioni
,
anche
recentissime
,
fra
coscienza
religiosa
e
coscienza
civile
per
giustificare
nuovi
errori
di
prospettiva
,
il
risorgere
di
steccati
superati
dalla
storia
e
respinti
dalla
coscienza
.
Ci
mancherebbe
altro
,
a
questi
lumi
di
luna
e
con
i
problemi
aperti
anche
fra
Chiesa
e
Stato
,
che
una
polemica
sul
potere
temporale
!
StampaQuotidiana ,
Il
Tigrai
è
di
una
bellezza
senza
sorriso
,
incurante
di
se
stessa
e
insensibile
all
'
elogio
.
Non
si
aderge
e
non
si
avvalla
,
nonostante
le
forre
che
lo
solcano
e
le
ambe
che
lo
increspano
:
sta
.
Altri
paesaggi
di
questa
terra
d
'
Africa
son
mobili
e
vari
,
trasmutano
di
colore
,
si
abbigliano
con
cangevole
fantasia
all
'
alba
e
al
tramonto
,
mutano
secondo
la
prospettiva
,
civettano
con
chi
guarda
,
cercano
di
sedurre
con
infingimenti
da
femmina
.
Ma
il
Tigrai
taciturno
supino
sotto
un
cielo
di
cobalto
,
sembra
aver
dimenticato
per
sempre
,
o
forse
sempre
ignorato
,
la
chimica
complicata
del
belletto
.
Né
torvo
né
accogliente
,
ci
si
è
parato
davanti
dopo
la
valle
dell
'
Hasamò
bella
e
micidiale
come
il
canto
di
una
sirena
:
immenso
scenario
di
pietra
,
refrattario
all
'
orpello
e
immemore
dell
'
avventura
umana
che
nel
suo
sfondo
si
svolgeva
.
Re
senza
corona
,
ras
Seium
ha
abbandonato
il
suo
regno
.
Ma
il
suo
ringhio
feroce
giunge
ancora
d
oltre
i
torrioni
segmentati
di
monte
Raio
,
dove
andremo
a
scovarlo
dopo
la
sosta
.
Le
sue
orde
lo
abbandonano
:
i
fitaurari
,
i
barambaràs
,
i
barciai
gli
sfuggono
di
mano
,
si
sottraggono
all
'
ipnosi
di
questo
Marte
etiope
,
temuto
e
odiato
.
Giusto
ieri
il
Deggiaz
Ghezzesillassi
si
presentò
al
campo
del
Ventesimo
con
la
sua
banda
armata
a
far
atto
di
omaggio
al
giusto
e
potente
Governo
italiano
e
al
Signore
bianco
che
lo
rappresenta
.
Egli
ci
disse
che
Seium
si
ritirava
e
,
pur
ritirandosi
si
faceva
sempre
più
torvo
e
solitario
.
"
Tigre
dell
'
altopiano
,
"
lo
chiamano
i
Tigrini
;
e
,
pur
ora
che
la
sua
signoria
volge
al
tramonto
e
le
diserzioni
gli
fanno
il
vuoto
attorno
,
il
suo
prestigio
non
crolla
.
Se
ne
paventa
il
ritorno
che
si
lascerebbe
dietro
una
scia
lunga
di
stragi
e
incendi
:
se
ne
auspica
la
fine
,
come
il
risveglio
da
un
incubo
angoscioso
.
Intanto
su
questo
Tigrai
che
,
al
primo
entrarvi
,
trovammo
deserto
di
uomini
e
di
bestiami
,
rinascono
come
per
incanto
greggi
e
mandrie
.
Il
Tigrino
leva
la
testa
al
cielo
e
benedice
la
misericordia
di
Dio
discesa
in
terra
sotto
le
spoglie
del
Governo
Italiano
,
che
lascia
,
nonostante
la
guerra
,
intatti
i
campi
e
il
bestiame
.
"
Sono
suddito
del
Governo
,
"
disse
un
pastore
a
un
ascari
che
tentava
di
rapirgli
un
capretto
e
si
aderse
minaccioso
,
fissandomi
,
ad
attendere
che
Goitana
sanzionasse
con
una
parola
o
con
un
gesto
.
"
Civis
italicus
sum
.
"
So
di
qualche
stregone
che
a
donne
e
uomini
di
tribù
confinanti
,
atterriti
dal
cupo
brontolio
del
cannone
,
ha
suggerito
quella
formula
,
pur
debitamente
tradotta
in
suo
linguaggio
,
come
antidoto
di
ogni
possibile
catastrofe
.
Solo
il
nuovo
ascari
non
è
convinto
,
guarda
con
malinconia
.
Si
è
arruolato
per
la
guerra
,
con
l
'
idea
della
guerra
:
un
'
idea
che
non
ha
niente
che
fare
con
questa
realtà
.
Guerra
implica
morte
o
razzia
.
Qui
,
dietro
al
nemico
che
fugge
,
pascola
il
bestiame
fra
l
'
erbe
grasse
,
e
nei
tukul
,
a
sera
,
cuoce
la
burgutta
:
tutto
è
come
prima
.
Una
guerra
questa
?
C
'
è
perfino
l
'
obbligo
di
camminare
lungo
i
sentieri
per
non
pestare
il
taf
e
la
dura
:
è
veramente
misterioso
questo
Signore
bianco
venuto
dall
'
Italia
con
i
suoi
stormi
d
'
aeroplani
,
con
le
sue
mitragliatrici
crepitanti
,
con
quelli
strani
cosi
che
somigliano
a
automobili
,
ma
che
salgono
su
ogni
picco
,
discendono
in
qualsiasi
fosso
e
spargono
attorno
morte
e
terrore
.
Potrebbe
bruciare
,
saccheggiare
,
sterminare
,
e
invece
costruisce
,
protegge
,
bonifica
.
Bella
pel
nuovo
ascari
sarebbe
la
razzia
secondo
la
vecchia
consuetudine
di
guerra
:
precipitare
,
urlando
,
a
valle
e
appiccar
fuoco
ai
tukul
e
rubare
femmine
,
talleri
,
buoi
e
poi
,
a
sera
,
le
folli
fantasie
attorno
ai
bracieri
inceneriti
,
i
lunghi
cori
della
vittoria
,
la
spartizione
complicata
del
bottino
sotto
il
controllo
severo
e
imparziale
di
Goitana
e
il
carnevaleggiare
per
tutta
la
notte
nei
manti
rossi
o
sui
drappi
tolti
al
nemico
,
con
gli
spari
a
salve
e
le
daghe
arcobalenanti
in
aria
.
"
Come
allora
"
dice
Teremmà
Uorchè
ch
'
è
stato
a
Adua
.
Invece
,
l
'
hanno
messo
a
far
strade
.
Il
nuovo
ascari
odia
il
lavoro
in
genere
perché
lo
ritiene
incompatibile
con
la
dignità
del
soldato
,
e
il
lavoro
di
strada
in
specie
perché
toglie
ogni
fantasia
al
suo
nomadismo
.
Seguir
una
strada
significa
accettare
la
logica
di
un
altro
.
È
un
'
abdicazione
troppo
grave
.
All
'
ascari
che
marcia
piace
inventarla
la
strada
:
non
avere
davanti
a
sé
che
il
cavallo
di
Goitana
e
poi
ricamar
secondo
capriccio
,
galoppando
a
traiettoria
perpendicolare
lungo
la
roccia
,
procedere
o
attardarsi
lungo
la
petraia
del
torrente
.
Questo
Signore
bianco
è
veramente
incomprensibile
:
in
guerra
lascia
il
fucile
per
la
vanga
e
non
si
dà
pace
finché
non
si
vede
davanti
e
di
dietro
un
rivolo
di
pietre
bianche
e
di
terra
battuta
.
S
'
è
sparsa
la
notizia
e
da
principio
non
ci
volevan
credere
che
in
dieci
giorni
i
nazionali
che
operano
alla
nostra
destra
hanno
costruito
la
strada
dal
confine
ad
Adua
:
quaranta
chilometri
in
dieci
giorni
,
quaranta
chilometri
di
Tigrai
!
Il
Tigrai
soltanto
sembra
insensibile
a
questo
miracolo
.
Gli
indigeni
,
disorientati
come
formiche
non
riconoscono
il
loro
sentiero
,
vanno
,
vengono
,
s
'
inchinano
ogni
giorno
più
a
terra
,
mescolano
tutte
queste
cose
incomprensibili
con
l
'
idea
di
Dio
e
sigillano
la
loro
incapacità
a
comprendere
con
un
pio
segno
della
Croce
.
Ma
il
Tigrai
non
se
ne
accorge
.
Di
miracoli
non
crede
che
a
quelli
celesti
e
forse
nemmeno
a
questi
.
La
sua
immobilità
è
già
di
per
se
stessa
un
miracolo
,
con
quel
che
di
eterno
essa
spira
.
Ha
sentito
penetrargli
nel
fianco
la
punta
aguzza
del
piccone
italiano
che
,
implacabile
e
monotono
,
lo
martella
dall
'
alba
al
tramonto
,
ma
non
se
ne
fa
.
Pensa
che
i
picconi
si
smussano
,
che
i
muscoli
s
'
afflosciano
,
che
i
nervi
si
logorano
.
Forse
pensa
che
noi
non
si
potrà
nulla
contro
questa
sua
granitica
maestà
.
O
Italia
,
che
meraviglioso
lavoro
di
civiltà
Dio
ti
ha
assegnato
quaggiù
!
Tigrai
!
A
me
questo
accigliato
gigante
di
pietra
dà
una
sensazione
complessa
,
mescolata
,
come
quando
,
piccino
,
m
'
avvicinavo
agli
elefanti
del
Circo
equestre
,
forte
della
mia
fragilità
,
e
chiedevo
che
mi
issassero
sul
groppone
.
Qui
,
in
questa
petraia
angusta
di
Alissàt
Atri
,
me
lo
vedo
tutto
disteso
con
le
sue
scalinate
digradanti
a
rilento
e
i
suoi
picchi
improvvisi
,
come
isolotti
emersi
da
un
mare
di
nebbia
.
Ma
più
bello
è
di
notte
,
quando
si
veglia
ai
margini
del
bivacco
e
tutto
s
'
accende
di
fuochi
che
lo
punteggiano
,
come
fossero
gli
occhi
fosforescenti
di
un
immenso
mostro
silenzioso
.
Han
ragione
gli
ascari
che
nei
loro
canti
se
lo
rappresentano
come
l
'
ultimo
epigono
di
una
razza
di
giganti
partoriti
direttamente
dalla
terra
che
li
concepì
in
un
amplesso
smisurato
col
cielo
e
gli
dànno
voce
e
sensi
e
aspirazioni
umane
.
È
vivo
,
infatti
,
il
Tigrai
,
anche
se
sono
spenti
i
crateri
dei
suoi
enormi
vulcani
.
E
credo
anch
'
io
a
quel
che
si
dice
:
che
,
sotto
la
pelle
dura
,
fluisca
un
sangue
ricco
di
ferro
che
ogni
tanto
spumeggia
anche
,
se
si
incrosta
alla
superficie
.
Il
pensiero
di
quel
sangue
,
a
me
Italiano
,
dà
le
vertigini
.
E
qualcuno
già
sorride
al
sogno
della
ricchezza
che
ne
prenderà
domani
.
StampaQuotidiana ,
CASALMAGGIORE
,
1
.
-
Questo
compagno
cantoniere
col
quale
vado
camminando
lungo
il
Po
,
mi
piace
:
è
un
giovane
invecchiato
dal
sole
e
dalla
fatica
,
porta
sul
capo
una
paglia
larga
e
ormai
logora
.
Lui
guarda
le
grandi
e
bianche
strade
dell
'
estate
e
,
dopo
colazione
,
dorme
all
'
ombra
dei
pioppi
col
volto
in
una
mano
,
come
un
ragazzo
.
Odo
il
silenzio
largo
e
monotono
del
fiume
,
ove
le
barche
scendono
al
filo
della
rotta
senza
mare
.
Il
Po
è
una
grande
presenza
in
questa
terra
di
lavoro
,
che
si
perde
all
'
orizzonte
fino
alla
riva
emiliana
,
coi
suoi
arenili
abbaglianti
,
con
le
sue
isole
verdi
e
col
tremolare
lontano
delle
alberete
.
Questa
è
la
civiltà
contadina
dell
'
Italia
e
,
di
qua
e
di
là
dalle
due
sponde
,
ferve
la
lotta
dei
braccianti
e
dei
mezzadri
come
una
continua
giornata
di
luce
.
Questi
paesi
e
questa
città
della
pianura
Padana
sembrano
veramente
aspettare
il
giorno
della
resurrezione
popolare
,
e
gli
uomini
come
il
cantoniere
che
mi
cammina
al
fianco
,
saprebbero
come
dividere
la
propria
giornata
tra
il
lavoro
,
lo
sport
,
la
contemplazione
e
lo
studio
,
i
giovani
operai
come
Buttarelli
,
che
mi
è
alla
destra
,
saprebbero
far
rinascere
cartiere
in
mezzo
alle
pioppete
che
si
perdono
per
venti
-
trenta
chilometri
all
'
orizzonte
,
si
ricorderebbero
di
portare
sulla
propria
terra
le
esperienze
dei
viaggi
compiuti
nei
Paesi
che
si
vanno
organizzando
nelle
nuove
società
popolari
dell
'
Oriente
europeo
.
Così
,
camminando
camminando
,
i
due
compagni
mi
mostravano
quasi
una
città
che
non
c
'
era
,
ma
che
noi
tutti
vedevamo
su
quelle
rive
e
nel
fervido
silenzio
della
pianura
.
Gavroche
era
con
noi
,
altissimo
:
la
sua
ombra
leggera
passava
sul
greto
come
una
nuvola
e
i
ragazzi
che
si
rincorrevano
nuotando
nel
fiume
,
vicini
e
pur
così
lontani
coi
propri
gridi
,
se
lo
indicavano
.
Lungo
la
strada
da
Castiglione
delle
Stiviere
a
Canneto
sull
'
Oglio
,
passando
da
Asola
,
ci
eravamo
fermati
ad
Acquanegra
,
dove
i
compagni
mi
aspettavano
.
E
nella
grande
stanza
del
Circolo
popolare
,
intorno
ad
un
bicchiere
di
vino
bianco
,
avevamo
fatto
conoscenza
dei
più
vecchi
militanti
del
Partito
e
del
più
giovane
amico
de
"
l
'
Unità
"
.
Con
i
suoi
76
anni
,
Curzio
Rossi
cedeva
il
passo
a
Vegilio
Novellini
,
ancora
più
vecchio
come
uomo
e
come
comunista
,
tutti
e
due
in
gamba
,
affezionati
di
un
buon
bicchiere
e
dell
'
allegria
che
traspariva
dal
loro
incarnato
ancora
roseo
,
dagli
occhietti
vispi
e
dalla
arguta
serenità
delle
parole
.
Insieme
tutti
e
due
,
mi
mostravano
il
ragazzo
che
batte
i
grandi
nella
vendita
de
"
l
'
Unità
"
,
Ugo
Caprioli
di
14
anni
.
«
E
a
Gavroche
non
regaliamo
nulla
?
»
,
essi
mi
chiedevano
.
Acquanegra
e
Canneto
potrebbero
essere
i
paesi
dei
balocchi
:
vi
si
fabbricano
con
amore
artigiano
grandi
e
bellissimi
giocattoli
.
Dopo
qualche
minuto
,
Gavroche
era
in
sella
a
un
cavalluccio
a
dondolo
e
ammoniva
Fortini
che
a
Casalmaggiore
egli
sarebbe
giunto
al
galoppo
come
un
antico
cavaliere
.
La
piazza
di
Casalmaggiore
ove
si
affaccia
il
municipio
,
è
così
vasta
che
potrebbe
figurare
degnamente
in
una
grande
città
.
In
questa
piazza
era
stato
scritto
ovunque
,
a
forti
lettere
bianche
:
«
Viva
l
'
Unità
»
e
tabelloni
inneggianti
al
"
Mese
della
Stampa
comunista
"
,
striscioni
di
saluto
erano
tesi
allo
sbocco
di
tutte
le
vie
:
sulla
torre
del
palazzo
comunale
,
a
più
di
quaranta
metri
di
altezza
,
i
compagni
operai
stavano
innalzando
una
scritta
luminosa
visibile
in
tutta
la
pianura
del
Casalasco
.
Insieme
col
vicesindaco
compagno
Bravi
e
con
l
'
assessore
socialista
professoressa
Ramponi
,
arrampicandoci
per
le
ripide
scalette
,
siamo
saliti
a
salutarli
.
Mancavano
ancora
tre
ore
al
comizio
e
già
quel
faro
splendeva
,
ad
indicare
la
via
ai
compagni
che
si
erano
messi
in
viaggio
per
giungere
in
tempo
alla
festa
.
Tocchi
,
della
Federazione
di
Cremona
,
e
Gerelli
,
della
locale
Camera
del
Lavoro
,
insieme
con
Buttarelli
e
col
compagno
cantoniere
,
spendevano
le
ultime
raccomandazioni
.
Un
enorme
ritratto
di
Lenin
calava
lentamente
dal
balcone
centrale
del
Municipio
,
proprio
sul
palco
ove
già
si
affacciavano
in
effigie
Gramsci
e
Togliatti
.
La
piazza
,
vivida
di
insegne
di
bar
illuminati
al
neon
,
si
popolava
già
di
curiosi
,
di
amici
e
di
compagni
.
Stavamo
già
per
parlare
,
quando
in
piazza
sono
entrati
i
carri
carichi
di
giovani
e
di
ragazze
e
le
fiaccole
portate
dai
compagni
di
Gussola
e
di
Martignana
.
Hanno
fatto
il
giro
della
vasta
arena
affollata
,
salutati
alla
voce
e
coperti
di
applausi
.
Da
Cingia
de
'
Botti
,
da
San
Martino
del
Lago
,
da
Palvareto
,
erano
venuti
a
centinaia
e
centinaia
i
compagni
di
tutte
le
età
,
uomini
e
donne
,
ed
ora
se
ne
stavano
in
mezzo
alle
proprie
bandiere
,
in
quel
vasto
coro
di
voci
,
di
lumi
vicini
e
lontani
,
in
quell
'
allegro
sferragliare
di
carri
.
Ha
parlato
Buttarelli
,
ho
parlato
io
,
ma
soprattutto
ha
parlato
un
ragazzo
,
responsabile
giovanile
della
Sezione
di
San
Paolo
,
nel
Parmense
.
Senza
impaccio
alcuno
,
e
con
la
semplice
evidenza
delle
sue
parole
pensate
e
dosate
una
ad
una
,
egli
ha
ricordato
i
ventinove
compagni
arrestati
nello
sciopero
bracciantile
,
i
duecento
nuovi
iscritti
in
un
mese
,
i
nomi
degli
agrari
che
cercano
di
logorare
lo
spirito
di
resistenza
dei
contadini
.
Chiamava
questi
agrari
semplicemente
«
fetenti
»
,
con
una
parola
così
sobria
e
così
definitiva
che
acquistava
non
so
che
veridica
innocenza
,
pronunciata
con
quella
sua
voce
acerba
di
ragazzo
.
Gli
abbiamo
chiesto
il
nome
.
«
Orlandi
Ermes
»
,
ci
ha
risposto
,
arrossendo
e
ravviandosi
con
la
mano
i
capelli
biondi
.
Molto
più
impacciata
,
un
'
adolescente
che
ci
offriva
panieri
e
cestini
di
uva
non
era
riuscita
a
leggere
il
discorso
che
si
era
preparato
scritto
su
un
foglio
.
I
compagni
detenuti
ancora
in
conseguenza
dello
sciopero
bracciantile
,
avevano
inviato
a
"
l
'
Unità
"
un
bel
cestino
colorato
fatto
con
mollica
di
pane
.
E
il
cantoniere
,
abituato
a
guardare
all
'
infinito
le
bianche
strade
dell
'
estate
,
augurando
buon
viaggio
alla
carovana
,
ci
metteva
tra
le
mani
una
caravella
con
le
vele
di
argento
,
costruita
dagli
operai
della
Placcato
Oro
.
Oltre
alla
mongolfiera
ed
al
cavallo
a
dondolo
di
Gavroche
,
ora
abbiamo
anche
una
nave
.
La
nostra
flotta
incomincia
a
preoccupare
Saragat
e
l
'
alto
comando
del
Patto
Atlantico
.
Domani
saremo
a
Soresina
,
il
paese
del
latte
.
Chissà
che
non
portiamo
dietro
una
mucca
carica
di
fiori
e
di
campanelli
.
StampaQuotidiana ,
Noi
siamo
tra
coloro
che
non
finiranno
mai
di
rimpiangere
il
tempo
,
neppure
tanto
lontano
,
in
cui
a
Jader
Jacobelli
,
direttore
delle
"
Tribune
"
televisive
,
politiche
,
elettorali
,
sindacali
e
via
trasmettendo
,
erano
lasciati
più
ampi
poteri
per
organizzare
questo
genere
di
manifestazioni
.
Adesso
,
se
non
abbiamo
capito
male
quanto
lo
stesso
Jacobelli
ha
comunicato
più
volte
,
chi
decide
temi
,
strutture
,
limiti
e
orari
delle
"
Tribune
"
è
la
Commissione
parlamentare
di
vigilanza
,
organismo
notoriamente
privo
di
gente
(
salvo
rarissime
eccezioni
)
che
si
intenda
di
politica
,
sicché
queste
trasmissioni
sono
diventate
un
disastro
.
Ripetitive
,
futili
e
noiose
.
Vengono
trasmesse
a
tarda
ora
,
cominciano
in
ritardo
e
in
ritardo
finiscono
.
Se
si
escludono
i
partecipanti
comunisti
,
che
ormai
dicono
con
assoluta
chiarezza
come
la
pensano
e
ciò
che
vogliono
,
tutti
gli
altri
si
aggirano
in
cerca
di
parole
come
se
tentassero
invano
di
trovare
l
'
interruttore
della
luce
in
una
stanza
buia
,
e
le
"
Tribune
"
sembrano
diventate
il
ritrovo
degli
stanchi
di
vivere
.
Alla
fine
c
'
è
sempre
un
ascoltatore
sveglio
che
avverte
:
"
È
finita
"
.
Se
mancasse
lui
,
intere
famiglie
dormirebbero
tutta
la
notte
in
salotto
.
La
"
Tribuna
"
dell
'
altro
ieri
sera
(
guidata
da
Giorgio
Cingoli
,
interroganti
i
giornalisti
Fischer
della
"
Frankfurter
Zeitung
"
,
Alfonso
Madeo
,
direttore
de
"
L
'
Ora
"
e
Gaetano
Scardocchia
del
"
Corriere
della
Sera
"
)
è
stata
secondo
noi
caratterizzata
dalla
partecipazione
,
per
la
DC
,
dell
'
on.
Giancarlo
Tesini
,
membro
(
pensate
come
sono
ridotti
)
della
Direzione
scudocrociata
,
del
quale
nessuno
al
mondo
saprà
mai
che
cosa
abbia
detto
.
Questo
segreto
,
fra
moltissimi
anni
,
scenderà
nella
tomba
con
lui
.
L
'
on.
Tesini
possiede
un
requisito
raro
:
ha
le
parole
,
per
così
dire
,
mattiniere
e
il
pensiero
pigro
.
Succede
così
che
i
detti
gli
escono
dalla
bocca
assai
prima
che
li
abbia
pensati
,
e
una
volta
emessi
la
prima
cosa
della
quale
si
persuadono
è
che
il
raziocinio
è
del
tutto
inutile
.
Tesini
,
a
giudicare
da
quanto
gli
serve
,
deve
avere
ancora
il
cervello
nuovo
,
e
la
sua
esistenza
dimostra
che
siamo
tutti
prefabbricati
,
perché
se
Iddio
ci
facesse
uno
alla
volta
con
quest
'
uomo
l
'
encefalo
se
lo
poteva
risparmiare
.
Tolto
l
'
on.
Tesini
,
la
nostra
attenzione
è
stata
attratta
dall
'
on.
Bozzi
,
che
rappresenta
i
liberali
,
e
sembra
sempre
seduto
su
un
"
tilbury
"
.
Egli
è
l
'
ultimo
esemplare
di
un
tipo
umano
,
il
viveur
,
che
i
giovani
non
conoscono
più
.
Siamo
sicuri
che
,
in
segreto
,
l
'
on.
Bozzi
rimpiange
il
"
tabarin
"
e
ha
una
barba
"
Black
and
Decker
"
,
buona
per
molti
usi
:
per
spazzolare
gli
abiti
,
per
dare
la
polvere
ai
mobili
,
per
lucidarsi
le
scarpe
.
Se
ingigantisse
,
potrebbe
servire
anche
il
lavaggio
rapido
delle
macchine
.
Il
presidente
del
PLI
come
idee
non
ci
interessa
,
ma
come
barba
confessiamo
che
ci
piacerebbe
averlo
in
casa
.
StampaQuotidiana ,
Siamo
oggi
in
grado
di
offrire
ai
nostri
lettori
il
testo
di
un
radiomessaggio
che
Alcide
De
Gasperi
,
Segretario
del
nostro
Partito
e
Ministro
degli
Esteri
nell
'
attuale
Gabinetto
Bonomi
,
ha
rivolto
agli
italiani
dell
'
Italia
settentrionale
.
È
,
come
ognuno
vedrà
,
un
documento
di
notevolissimo
interesse
politico
,
in
quanto
definisce
e
chiarisce
la
posizione
e
i
doveri
dei
partiti
politici
in
rapporto
alla
situazione
attuale
e
a
quella
che
occorrerà
coraggiosamente
affrontare
quando
suonerà
l
'
ora
,
che
ci
par
lecito
ritenere
prossima
,
della
liberazione
di
tutto
il
Paese
.
«
Poiché
questa
mia
voce
potrà
,
spero
,
valicare
l
'
Appennino
ed
arrivare
fino
alle
mie
Alpi
trentine
ed
altoatesine
,
è
anzitutto
ai
fratelli
del
Settentrione
,
specie
a
quelli
che
combattono
sui
nostri
monti
e
ben
presto
sboccheranno
vittoriosi
nella
pianura
,
che
va
il
mio
accorato
e
fiducioso
saluto
.
Giovani
trentini
,
soldati
confinari
di
tutta
la
storia
dell
'
italianità
,
io
so
e
vi
vedo
nelle
vostre
trincee
montane
,
pronti
all
'
ultima
offensiva
contro
l
'
antico
nemico
e
voi
,
forti
alpigiani
delle
Dolomiti
altoatesine
,
immagino
come
dominate
i
passi
e
sbarrerete
le
valli
che
i
tedeschi
dovranno
ancora
una
volta
risalire
.
Tra
i
combattenti
,
fra
i
caduti
,
fra
i
perseguitati
,
la
Democrazia
Cristiana
è
nobilmente
rappresentata
.
Essi
costituiscono
la
nostra
gloria
ed
il
pegno
di
un
avvenire
migliore
.
Appello
all
'
equilibrio
.
Ma
il
mio
pensiero
in
questo
momento
si
volge
anche
a
tutte
le
larghe
masse
dei
lavoratori
e
dei
ceti
medi
nelle
città
e
nelle
campagne
,
dal
mare
di
Genova
alle
Alpi
valdostane
,
dalle
mie
Dolomiti
al
mare
di
Fiume
.
Forse
essi
hanno
da
attraversare
ancora
le
giornate
più
aspre
,
e
dopo
la
prova
del
fuoco
,
del
sangue
,
delle
distruzioni
,
si
sentiranno
come
schiacciati
dall
'
immenso
problema
del
rimettere
ordine
,
di
fare
giustizia
in
una
lotta
fratricida
,
di
ricostruire
la
vita
civile
ed
economica
.
La
crisi
,
nonostante
il
generoso
aiuto
degli
Alleati
,
sarà
complessa
e
profonda
.
Nuovo
appello
sarà
fatto
ai
vostri
nervi
,
o
amici
settentrionali
,
all
'
equilibrio
della
vostra
mente
,
alla
saldezza
del
vostro
cuore
.
In
America
,
come
radiotrasmette
Don
Sturzo
,
al
quale
va
la
gratitudine
di
tutti
gli
italiani
per
la
preziosa
opera
che
egli
svolge
certa
stampa
ha
creato
l
'
opinione
che
la
liberazione
dell
'
Italia
del
Nord
significhi
la
instaurazione
di
un
governo
rivoluzionario
di
parte
.
Io
ho
maggior
fiducia
nel
vostro
civismo
e
nel
vostro
senso
della
realtà
.
Credo
invece
che
per
parecchi
mesi
ancora
sentirete
tutta
l
'
esigenza
suprema
di
un
governo
democratico
ricostruttivo
e
di
emergenza
,
e
che
la
vostra
stessa
fraternità
di
armi
e
la
vostra
maggiore
solidità
organizzativa
vi
porteranno
a
reclamare
che
tale
cooperazione
,
al
governo
e
fuori
,
sia
sincera
,
più
fattiva
,
più
completa
.
Troppi
partiti
?
Certo
essa
esige
che
i
partiti
subordinino
la
loro
propaganda
alle
necessità
del
Paese
,
che
rimandino
ad
altro
tempo
le
rivendicazioni
massime
del
loro
programma
particolare
,
che
non
pretendano
di
mettere
le
mani
,
a
loro
esclusivo
vantaggio
,
su
quel
poco
di
organismo
statale
che
si
può
ancora
ricostruire
,
perché
esso
deve
essere
democratico
,
cioè
la
casa
di
tutti
i
cittadini
e
di
tutti
gli
italiani
degni
di
questo
nome
.
Ho
visto
che
qualche
giornale
americano
afferma
che
i
nostri
partiti
sono
troppi
,
per
far
funzionare
una
democrazia
.
Certo
in
America
il
sistema
dei
due
partiti
è
facilitato
dal
federalismo
,
dalle
autonomie
locali
,
da
un
concetto
approfondito
ed
applicato
delle
libertà
personali
;
ed
in
Inghilterra
,
ove
esiste
un
solo
deputato
comunista
e
il
laburismo
ha
assorbito
il
socialismo
,
subordinandolo
alla
organizzazione
sindacale
,
la
politica
di
coalizione
è
meno
complicata
.
Ma
la
vita
politica
italiana
subisce
le
sue
particolari
condizioni
storiche
che
non
può
cancellare
d
'
un
colpo
:
tra
le
quali
l
'
essere
esistito
in
Italia
un
socialismo
che
nel
suo
fiorire
si
affacciò
come
movimento
razionalista
,
materialista
e
quindi
anticristiano
,
e
poi
un
comunismo
che
trasferì
anche
nel
nostro
Paese
il
suo
patrimonio
di
dottrine
marxiste
e
metodi
leninisti
.
Molti
socialisti
d
'
oggi
hanno
fatto
del
cammino
verso
una
più
adeguata
considerazione
della
realtà
spirituale
e
della
libertà
,
ciò
che
li
potrà
avviare
alla
democrazia
;
i
capi
comunisti
proclamano
rispetto
alla
religione
ed
alla
Chiesa
Cattolica
e
il
loro
programma
contingente
intitolato
"
democrazia
progressista
"
.
Rimane
però
sempre
che
noi
in
Italia
non
abbiamo
da
fare
,
come
in
Inghilterra
,
con
un
partito
laburista
il
quale
come
mi
diceva
recentemente
un
suo
"
leader
"
benché
non
professi
il
cristianesimo
,
tuttavia
lo
suppone
;
ma
con
dei
movimenti
dottrinalmente
ispirati
a
concezioni
della
vita
in
contrasto
con
la
idea
cristiana
o
al
di
fuori
di
essa
;
e
ciò
rende
meno
agevole
la
costruzione
di
ponti
e
passerelle
,
per
le
quali
assicurare
una
collaborazione
politica
.
Averle
tuttavia
superate
,
queste
difficoltà
,
e
gettato
i
ponti
,
potrà
essere
attribuito
a
merito
degli
uomini
politici
italiani
,
se
l
'
esito
corrisponderà
alle
speranze
;
e
comunque
,
poiché
l
'
esperimento
è
una
necessità
di
salute
pubblica
,
ci
darà
almeno
il
diritto
di
essere
giudicati
con
indulgenza
e
comprensione
,
anche
in
quei
paesi
anglosassoni
ove
tali
contrasti
ideologici
non
furono
mai
acuti
.
La
mia
impressione
è
che
la
maggioranza
del
popolo
italiano
,
pur
accogliendo
o
invocando
un
rinnovamento
sostanziale
della
struttura
economico
-
sociale
,
non
vuole
andare
né
al
"
sistema
"
comunista
né
al
"
sistema
"
socialista
.
Inoltre
mi
pare
chiaro
che
l
'
Italia
non
vuole
nuove
dittature
né
politiche
,
né
economiche
;
vuole
libertà
,
concrete
libertà
della
famiglia
,
della
scuola
,
del
comune
,
della
religione
,
del
sindacato
,
della
proprietà
,
della
professione
,
della
vita
spirituale
ed
economica
;
oggi
il
popolo
italiano
vuole
innanzi
tutto
"
vivere
,
rivivere
,
rifarsi
,
risalire
dall
'
abisso
in
cui
è
caduto
"
:
l
'
unione
dei
partiti
deve
essere
mantenuta
appunto
per
aiutare
il
popolo
a
rimettersi
in
piedi
ed
a
tale
scopo
supremo
bisogna
subordinare
tutto
,
e
propaganda
e
stampa
e
agitazione
politica
;
ché
,
se
i
partiti
giocassero
a
sopraffarsi
,
farebbero
un
giuoco
miserabile
sul
corpo
mutilato
ed
esangue
della
patria
.
Ciò
non
deve
avvenire
e
non
avverrà
!
Per
parte
loro
i
Democratici
Cristiani
intendono
servire
il
paese
ed
il
popolo
italiano
affinché
esso
risorga
,
si
disciplini
e
,
dalle
isole
ai
suoi
mari
,
ridiventi
uno
»
.
StampaQuotidiana ,
S
.
ANGELO
LODIGIANO
,
3
-
Per
S
.
Angelo
passa
il
Lambro
che
è
un
bel
fiume
e
più
di
tutti
dice
Lombardia
e
Milano
.
Un
'
ingenua
cartolina
del
luogo
dà
a
vedere
persino
i
pescatori
che
all
'
orizzonte
d
'
un
cielo
nuvoloso
,
sullo
sfondo
del
celebre
castello
,
sono
pronti
a
partire
per
la
pesca
.
I
comunisti
di
S
.
Angelo
non
hanno
la
vita
facile
.
Nella
cittadina
della
pianura
lodigiana
che
ha
pur
dato
i
natali
a
una
santa
che
in
missione
girò
il
mondo
,
anziché
seminare
zizzanie
dal
pulpito
o
dal
convento
,
i
preti
tengono
in
soggezione
tutti
gli
abitanti
che
vivono
di
piccoli
affari
e
di
piccoli
lucri
,
facendo
i
venditori
ambulanti
e
a
poco
a
poco
ingrandendo
i
commerci
.
Giorni
fa
uno
straniero
che
fosse
capitato
a
S
.
Angelo
si
sarebbe
chiesto
:
«
Ma
dove
mi
trovo
?
»
.
Le
mura
erano
gremite
di
scritte
in
inglese
,
bandiere
americane
sventolavano
sui
palazzi
pubblici
,
sulle
torri
e
persino
sulle
chiese
.
Striscioni
davano
il
benvenuto
a
O
'
Brien
,
che
non
è
il
popolare
attore
,
ma
soltanto
un
monsignore
d
'
oltre
oceano
venuto
a
rendere
onore
alla
Santa
Cabrini
.
«
Welcome
to
O
'
Brian
»
,
abbiamo
ancora
trovato
scritto
su
tutti
i
muri
.
Per
fortuna
,
nella
notte
,
i
compagni
avevano
controbilanciato
l
'
offensiva
scrivendo
dovunque
il
nome
del
nostro
giornale
,
di
Togliatti
,
di
Fortini
,
e
persino
dell
'
angelo
Gavroche
.
Viaggiando
nel
pomeriggio
caldissimo
e
inseguendo
sulla
strada
affocata
la
Fata
Morgana
che
Fortini
ogni
volta
è
pronto
a
indicarmi
,
ci
siamo
imbattuti
a
Crema
in
uno
strano
uomo
che
ci
ha
chiesto
un
passaggio
.
Aveva
la
barba
come
Carlo
Marx
,
un
cappelluccio
di
cencio
in
testa
,
un
bastone
in
mano
e
sotto
il
braccio
portava
una
cartella
d
'
acquarelli
ed
egli
dipinge
con
una
scatoletta
di
pasticche
colorate
in
tasca
,
di
quelle
che
usano
i
ragazzi
.
Ci
ha
detto
subito
:
«
Io
dipingo
meglio
di
Churchill
,
eppure
non
sono
mai
stato
un
ministro
.
Dipingo
i
miei
sogni
e
i
sogni
di
tutti
gli
uomini
.
Guardate
»
.
Aperta
la
cartella
ci
ha
mostrato
a
una
a
una
le
sue
opere
.
Erano
cieli
azzurri
,
mari
verdi
e
lievissimi
,
uomini
che
correvano
su
grandi
spiagge
gli
uni
verso
gli
altri
,
case
di
vetro
trasparenti
,
arene
affollate
di
giochi
.
«
A
S
.
Angelo
farai
un
'
esposizione
in
piazza
»
,
gli
abbiamo
detto
.
E
difatti
sul
muretto
della
sezione
,
appena
giunto
,
egli
ha
messo
in
fila
i
suoi
cartoni
e
s
'
è
avuto
le
prime
strette
di
mano
dai
bambini
che
erano
accorsi
a
vederli
,
e
subito
dopo
occhiatacce
da
parte
degli
ambulanti
,
che
non
avevano
mai
pensato
che
si
potessero
esporre
in
vendita
i
propri
sogni
.
I
prudenti
si
tenevano
al
largo
dopo
aver
avvisato
il
maresciallo
che
è
venuto
a
vedere
di
persona
le
pitture
proibite
.
«
Sono
i
miei
sogni
»
,
ha
detto
il
vecchio
.
«
I
sogni
sono
sempre
pericolosi
-
ha
risposto
subito
il
maresciallo
-
ritirateli
subito
»
.
Il
comizio
nel
viale
ove
s
'
affaccia
la
sezione
è
andato
al
di
là
d
'
ogni
aspettativa
.
Insieme
coi
compagni
più
giovani
,
quali
i
due
cugini
Franco
e
Mario
Rusconi
,
e
Ranzoni
,
l
'
operaio
della
Face
di
Milano
che
fu
licenziato
perché
membro
della
Commissione
interna
,
c
'
era
il
vecchio
Gatti
che
ha
a
cuore
le
sorti
della
cooperativa
e
che
per
tanti
anni
ha
lavorato
nelle
Ferrovie
Nord
.
Anche
Gatti
ha
una
bella
barba
bianca
alla
Carlo
Marx
.
Dispiaceri
per
il
bravo
cittadino
qualunque
di
S
.
Angelo
che
vorrebbe
beatificare
e
santificare
anche
se
stesso
pur
di
continuare
a
fare
i
propri
comodi
con
la
protezione
del
cielo
e
della
terra
.
StampaQuotidiana ,
I
religiosi
dell
'
Ordine
dei
trappisti
,
che
osservano
,
se
non
siamo
male
informati
,
una
strettissima
clausura
,
consumano
una
frugalissima
cena
alle
sei
del
pomeriggio
(
ore
18
)
,
poi
si
recano
in
muta
processione
alla
cappella
del
convento
dove
recitano
in
coro
le
preghiere
della
sera
,
dopo
di
che
si
ritirano
nelle
loro
celle
e
,
spenta
ogni
luce
,
taciuta
ogni
voce
,
cessato
ogni
gesto
,
quei
santi
uomini
cadono
in
un
profondo
sonno
,
dal
quale
saranno
svegliati
alle
tre
per
le
preghiere
della
notte
volute
dalla
regola
.
È
a
quest
'
ora
che
la
Curia
generalizia
dei
trappisti
vorrebbe
che
fossero
trasmesse
le
"
Tribune
politiche
"
televisive
e
la
commissione
parlamentare
di
vigilanza
,
che
ne
esercita
,
come
tutti
desolatamente
sanno
,
la
suprema
regia
,
pare
propensa
ad
accogliere
la
richiesta
,
ma
,
desiderando
saggiamente
procedere
per
gradi
,
ha
iniziato
l
'
altro
ieri
una
prima
felicissima
prova
.
La
"
Tribuna
"
di
mercoledì
sera
(
guidata
da
Giorgio
Cingoli
,
che
impersonava
il
simbolo
delle
zone
depresse
,
interroganti
i
colleghi
Walser
della
"
Tages
Anzeiger
"
e
Granchi
del
"
Geniale
"
,
partecipanti
i
delegati
di
sei
partiti
:
radicale
,
demoproletario
,
sud
-
tiroler
V.P.
,
MSI
,
indipendenti
di
sinistra
e
socialista
)
è
cominciata
con
mezz
'
ora
di
ritardo
dopo
non
uno
ma
due
spettacoli
cinematografici
(
per
la
verità
il
secondo
,
una
sorta
di
antologia
dedicata
ai
film
di
Francesco
Rosi
,
è
stato
interessantissimo
)
e
si
è
svolta
sotto
il
segno
della
stanchezza
e
dello
scoramento
.
Domande
fiacche
e
vaghe
,
risposte
elusive
e
generiche
da
parte
di
tutti
,
se
si
fa
eccezione
per
l
'
indipendente
di
sinistra
on.
Spinelli
,
che
ha
concretamente
affrontato
il
tema
del
giorno
:
quello
della
data
delle
elezioni
.
Spinelli
ha
detto
con
chiarezza
che
celebrare
lo
stesso
giorno
le
due
prove
elettorali
,
quella
nazionale
e
quella
europea
,
sarebbe
un
errore
.
Sono
state
,
queste
sue
,
le
sole
parole
dirette
,
comprensibili
e
chiare
di
tutta
la
serata
.
Tutti
gli
altri
hanno
vagato
come
i
nautili
dell
'
abate
Zanella
,
compreso
il
socialista
Signorile
,
il
quale
era
talmente
sfinito
che
,
avendo
Cingoli
fatto
segno
di
concludere
,
ha
interrotto
di
botto
il
suo
dire
e
non
ha
neanche
finito
la
parola
che
stava
pronunciando
:
"
Noi
socialisti
pen
...
"
e
lì
si
è
fermato
.
Forse
voleva
dire
"
pensiamo
"
ma
francamente
stentiamo
a
crederlo
.
Pare
che
prima
o
poi
la
"
Tribuna
"
avrà
unsolo
ascoltatore
:
un
tale
di
Enna
che
da
quattro
anni
,
per
quante
cure
ubbia
seguito
,
non
riesce
più
a
dormire
.
I
medici
si
sono
mostrati
concordi
nel
consigliargli
quest
'
ultimo
tentativo
.