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Ricordo sonnolento di un amico ( Fortebraccio , 1979 )
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Quando molti anni fa , essendo democristiani , dirigevamo l ' edizione milanese de " Il Popolo " , contavamo tra i più autorevoli collaboratori il prof. Giordano Dell ' Amore , che fino da allora era si può dire già tutto : professore universitario ( docente di tecnica bancaria , che è una materia leggiadrissima , il cui più arduo impegno scientifico consiste nell ' insegnare come si fanno in fretta quei vispi uccellini che i ragionieri usano apporre accanto alle cifre per indicare che le hanno " spuntate " ) , Dell ' Amore era anche presidente della Cassa di Risparmio , consigliere presso gli ospedali civici , membro del Comitato provinciale DC e simpatizzante dell ' Arma dei Bersaglieri . In quei tempi , se non ricordiamo male , insisteva per essere assunto come primo ballerino della Scala . ( Onestamente , non possiamo dire se abbia poi ottenuto il posto , ma siamo certi che anche lì si sarebbe fatto onore ) . Usava allora un tranquillante - sonnifero di nome Sedobrol e in redazione tutti chiamavano Dell ' Amore " Giordanobrol " . Quando arrivava un suo pezzo e ce lo portavano , l ' usciere del giornale veniva a chiudere la finestra , posava sul nostro tavolo un thermos con l ' acqua per la notte e ci domandava cordiale e premuroso a che ora desideravamo essere svegliati . Tutti gli articoli di questo nostro illustre amico cominciavano così : " Parleremo oggi della bilancia dei pagamenti ... " e la ragione di questa insistenza era che l ' ottimo " Giordanobrol " sapeva che a questo punto non c ' era nessuno che non si assopisse , donde la necessità di riprendere ogni volta l ' argomento . Una volta provammo a resistere e tentammo di proseguire nella lettura , ma vedemmo con stupore che il resto del foglio , fino alla fine , era bianco . Dell ' Amore si era addormentato anche lui . Ci sia consentito di rievocare affettuosamente " Giordanobrol " oggi che si è recato presso il giudice per dichiarare che lui nella distribuzione dei fondi neri da parte dell ' Italcasse non c ' entra per nulla . Ne siamo sicuri : dormiva . E l ' eminente professore degli uccellini ha anche affermato che i bilanci della Italcasse erano tutti ineccepibili , controllati rigorosamente dai sindaci e dal personale specializzato della Banca d ' Italia . Dallo studio del magistrato , finita la sua deposizione , si è notato che il prof. Dell ' Amore è uscito in punta di piedi , tenendo l ' indice sulla bocca a raccomandare il silenzio . Filtrava dalla stanza del giudice un lievissimo russare e tutti sanno che in casi come questi è d ' obbligo il segreto dormitorio .
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Premesse comuni . Il programma della Democrazia Cristiana , partito di massa ma non di classe quale è e vuole essere , va oggi determinato sulle basi delle aspirazioni medesime delle masse italiane , e tenendo conto anche del programma degli altri partiti pure di massa oggi esistenti in Italia , con i quali essa ha certe premesse comuni che potranno agevolare accordi utili alla rinascita del paese . Così anzitutto la premessa di ritenere che non è l ' epoca dei compromessi , dei palliativi onde tenere a freno con qualche mezzo termine le grandi masse lavoratrici . Pensare che semplici modificazioni dei salari , intensificazione degli istituti di previdenza , eventuali irrisorie partecipazioni agli utili bastino a soddisfare le classi lavoratrici , sarebbe oggi altrettanto assurdo quanto lo furono i tentativi del secolo scorso di risolvere con la beneficienza pubblica o altri mezzi del genere la questione sociale . Sarebbe fraintendere nel modo più grossolano l ' animo di quelle masse di cui la democrazia cristiana vuole invece essere espressione . Sarebbe misconoscere in primo luogo che progetti di riforma sociale qualunque ne sia l ' entità , sarebbero comunque riguardati con diffidenza o addirittura con disprezzo se provenissero dal di fuori e dall ' alto , in forma paterna anziché sgorgare dall ' intimo delle masse medesime e dei rappresentanti in cui queste ripongono la loro fiducia . Esse si pongono oggi , e con tutta ragione , come le prime e fondamentali interpreti dei propri bisogni e delle proprie aspirazioni . Sarebbe misconoscere in secondo luogo che le classi lavoratrici non aspirano al proprio miglioramento economico ma , più sostanzialmente , alla eliminazione di quelle condizioni per le quali si creano enormi sperequazioni sociali e si ammassano in poche mani , talvolta anche senza nessun merito , enormi fortune . Non è da scorgere in ciò solo un sentimento di invidia per il privilegiato della sorte ; vi è anche e in primo luogo un retto senso di giustizia sociale , un felice intuito dei perturbamenti , delle deturpazioni morali , delle perniciose coalizioni di interessi , talora fatali a tutto un popolo sacrificato agli interessi egoistici di pochi , a cui quelle sperequazioni quasi inevitabilmente danno luogo . Fiducia nell ' uomo . Su tutto ciò la democrazia cristiana è in consonanza con i partiti di sinistra ; anzi in certo senso addirittura all ' avanguardia . Appunto perché democratica e perché cristiana , essa non può tendere verso una democrazia reale e integrale , basata essenzialmente su quelle classi che costituiscono la enorme maggioranza del popolo , che in fatto hanno meglio resistito alla propaganda fascista , che hanno saputo serbar fede e coerenza di vita anche nei tormentosi anni passati , che , se appena si ha cura di completarne la educazione politica , potranno apportare il più benefico rinnovamento nella vita pubblica , anzi il solo per cui ci è lecito guardare con serenità al domani . Essa che porta il suo appellativo di democrazia « cristiana » deve , contro le tante denigrazioni moderne , proclamare altissimamente la sua fiducia nell ' uomo , anche il più umile ; deve dare ogni sua opera per risvegliare in tutti il senso della propria dignità e della propria responsabilità , per rendere ogni cittadino , senza esclusioni di sorta , capace di partecipare attivamente alla vita pubblica portandovi il contributo del suo autonomo apprezzamento e della sua personale esperienza . E ancora una volta perché democrazia « cristiana » deve avere la più viva sensibilità per ogni problema di giustizia , ed essere disposta a ingaggiare la più decisa battaglia contro forme di diseguaglianza sociale e di mali , non solo materiali ma anche morali , che ne derivano . Agire nel reale . La divergenza tra la democrazia cristiana e i partiti di sinistra non consiste nel fatto che la prima sia meno ardita o meno radicale nel suo programma di riforma sociale , ma nel fatto che la prima attribuisce gran pregio anche ad altri elementi a cui rimangono invece sordi i secondi . E innanzi tutto la democrazia cristiana è ben lungi da certa unilateralità che rasenta talvolta la grettezza , per la quale alcune spicce e semplici formulette date una volta per tutte dovrebbero risolvere sempre e in ogni luogo qualunque problema sociale . Sia il verbo di Carlo Marx o sia il verbo di Mosca o altro , comunque la democrazia cristiana rifiuta ogni formula , troppo semplicistica , appunto perché tale , perché in realtà antistorica , e quindi fonte sul terreno pratico di nuove ingiustizie , di nuove tirannie , di nuova degradazione umana . I problemi politici vanno risolti , senza l ' impaccio di definitive formule rigide , secondo le necessità e le possibilità del momento , avendo presente il benessere reale della popolazione , le sue aspirazioni concrete , così come sono realmente sentite , e adoperando i mezzi in quel momento più congrui per la loro realizzazione . Sempre in questo campo , la democrazia cristiana lamenta , come altra prova di unilateralità , che ogni programma di rinnovamento sociale sia imperniato da altri partiti di massa esclusivamente badando alla teoria socialista traeva alla interpretazione orientale che ne è stata data , dimenticando il notevolissimo apporto del mondo occidentale in ispecie anglosassone , il fermento di idee che ivi si è avuto , le stesse imponenti realizzazioni pratiche del socialismo da parte di alcuni paesi come l ' Australia e la Nuova Zelanda . Alle quali esperienze e alle quali aspirazioni la democrazia cristiana guarda invece con particolare simpatia , perché dimostrano la piena conciliabilità di certe riforme sociali con altri princìpi che le sono altrettanto essenziali come il rispetto della personalità umana e la assenza di ogni forma di tirannia sociale . Punti inderogabili . Questi ultimi princìpi nella democrazia cristiana non si trovano infatti soltanto per incidenza o per ragioni tattiche come in certi altri partiti di sinistra , ma ne costituiscono una delle note fondamentali e uno dei punti inderogabili . La restaurazione della dignità umana è anzi il suo scopo precipuo , e se la democrazia cristiana è pienamente concorde nella critica contro il regime liberale e la illusoria libertà che concede ; trova poi la sua ragione di essere e la ragione del suo distacco da altri partiti con programma analogo per altri aspetti , perché non meno illusoria le appare la libertà dell ' uomo quando tutto venga concentrato nello Stato e da questo derivi ogni regolamento della attività individuale . Non si contesta che forme collettive si impongano nel mondo moderno , ma si contesta in primo luogo che questa unica formula valga a risolvere ogni problema ; si contesta in secondo luogo che il collettivismo debba ritornare a tutta vantaggio di uno Stato accentratore e denegatore di ogni altra realtà sociale . Si fa in ogni modo presente che , oltre agli interessi puramente materiali dell ' umanità , ve ne sono altri di non certo minor conto , e che lo Stato deve essere organizzato non solo in vista dei primi ma anche di questi altri . L ' accertamento che può essere necessario per un maggiore benessere e una maggiore giustizia sociale , deve però essere contemperato con le inderogabili esigenze della libertà umana e della vita spirituale dell ' uomo . Aderendo alla realtà e alla complessità della realtà , la . democrazia cristiana , affronta pertanto coraggiosamente , anziché semplicisticamente ignorarli , questi gravi problemi . Per una loro risoluzione pienamente adeguata e soddisfacente la democrazia cristiana fa il massimo affidamento sulle classi intellettuali , dalle quali si studia di ottenere la più attiva partecipazione , ed agli intellettuali non meno che alle masse rivolge il suo appello , essenziale gli uni non meno delle altre alla realizzazione del suo compito , e fiduciosa di cementare solidamente nel suo seno la tradizionale intesa tra gli intellettuali , veramente meritevoli di questo nome , i tecnici e i lavoratori dei vari settori dell ' economia : operai , contadini , artigiani . Per la civiltà cristiana . Non vi è bisogno di insistere a rilevare il fatale errore commesso da parecchi cattolici agli esordi del liberalismo , allorquando lo reputarono contrario alle loro dottrine e lo osteggiarono in ogni modo , con la conseguenza che il liberalismo , di per sé già fondato su di un pensiero lontano dal cattolicismo , andò accentuando i suoi aspetti antireligiosi , e quegli stessi cattolici si avvidero della piena conciliabilità delle loro dottrine con alcuni princìpi liberali , quando già il liberalismo andava tramontando . Il medesimo tenderebbe ora ad avvenire per il comunismo e certi altri partiti di estrema sinistra : un dato programma pratico e politico appare qui in fatto connesso con date ideologie eminentemente anticristiane , perché proprio sulla base di quelle ideologie è stato svolto e sostenuto dapprincipio . Onde il disagio di molti , i quali pur concordando , come si è detto sopra , con i partiti di sinistra quanto alle loro aspirazioni pratiche , restano spaventati per le conseguenze che ne deriverebbero a quel patrimonio e a quelle tradizioni spirituali che intendono invece rigorosamente conservare . Non si tratta solo di cattolici professanti , ma di timori vivamente sentiti da tutti indistintamente coloro che credono nella dignità umana , che concepiscono lo Stato esclusivamente a servizio dell ' individuo e non viceversa , che non sono disposti a sottovalutare , a tutto vantaggio di quella economia , le varie forme di attività spirituale umana . Son tutti coloro in sostanza che credono nei fondamentali valori morali del cristianesimo , che , siano essi più o meno vicini alla Chiesa , appartengono tuttavia a quella che può genericamente denominarsi civiltà cristiana e credono quantomeno nel suo significato profondamente umano . Son tutti coloro che , in conseguenza , a nessun prezzo sono disposti a consentire alla esaltazione dell ' odio e della violenza , all ' assorbimento e all ' annullamento dell ' uomo nello Stato , ridotto ivi a semplice numero e ingranaggio di una macchina , alla negazione dei pregi della vita familiare , della libertà individuale , degli interessi spirituali umani . Invitandoli alla concordia e spronandoli alla attività in questo grave momento in cui sono in gioco gli stessi sommi princìpi morali , la democrazia cristiana chiama a raccolta intorno a sé tutti coloro che , pur orientati nel modo più deciso verso la necessità di nuove radicali riforme sociali , restano fedeli ai tradizionali princìpi morali , si avvedono anzi che in nome di questi princìpi quelle stesse riforme possono essere giustificate e perseguite in modo di gran lunga migliore .
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CASTIGLIONE DELLE STIVIERE , 31 . - In questa cara e piccola città dell ' alto Mantovano , che si affaccia da colline bellissime e dai ruderi della vecchia rocca , quasi alla vista del Garda , " l ' Unità " ha avuto forse la più grande festa . I compagni di Castiglione , sotto la guida di Severino Negri , ispettore della Federazione di Mantova , l ' avevano agghindata : era da quattro giorni che lavoravano , passando l ' ultima notte quasi senza dormire . Festoni , bandiere , scritte luminose alle finestre con le testate di tutta la nostra stampa , da " l ' Unità " a " Rinascita " , dal " Calendario dl popolo " a " Vie Nuove " , a " Noi Donne " , un palco vasto come il ponte di comando di una nave : un altoparlante grande come la tromba del giudizio . Quando poi siamo giunti da Gottolengo , essi stavano lavorando ancora ed hanno continuato a lavorare salutandoci con la mano . La Giustizia con la bilancia in mano sulla colonna della piazza e Domenica Calubini , in piedi col suo peplo di marmo sul piedistallo della fontana , ci hanno dato il benvenuto della vecchia rocca dei Gonzaga , annunciandoci alla storia , che spesso si è fermata da queste parti a portare il fragore delle battaglie . La mattina era dolce e ventilata ed i paesi vicini , da Goito a Solferino , sorridevano alla immagine delle vecchie campagne di guerra , come a vecchie stampe colorate nelle quali , ora , pascolavano le mucche di un pastore sdraiato sull ' erba e correva l ' acqua di una cascata sino a lambire le mura della filanda . La bella cittadina , ove pure si annidano tanti benpensanti e tanti faccioni ( così , nel Mantovano , sono chiamati democristiani e fascisti ) , era in maniche di camicia per " l ' Unità " , lavorava cantando , cantava lavorando , voleva scrollarsi di dosso l ' inerzia per farsi segnare a dito non più come una pecora nera in una grande provincia rossa , ma come una trincea avanzata del socialismo in terra bresciana . C ' è riuscito al di là di ogni aspettativa e l ' organizzazione di cui si è dimostrata capace era così sicura , così vigilata che i compagni hanno potuto rompere gli schemi ed aprirsi alla spontaneità più commovente , e quasi alla fantasia , senza turbarla . I compagni della Bassa Mantovana e gli stessi compagni del Bresciano hanno aiutato Castiglione a ritrovare una grande sera di festa , a mostrarla ai nemici e agli avversari , all ' arciprete , ai democristiani e ai fascisti che assistevano al comizio : sono venuti a centinaia e centinaia , alcuni facendo , fra l ' andata e il ritorno , quasi 150 chilometri di viaggio . Alle 9 la piazza era fitta di popolo e di bandiere sotto il cielo stellato : i canti si levavano alti nella notte verso i compagni che , ancora , pedalavano da tutte le strade per raggiungere la città . Quanti sindaci dei Comuni democristiani ci erano intorno , da Mignoni sindaco di Suzzara , ai primi cittadini di Marmirolo , di Solferino , di Volta Mantovana , di Castiglione , e compagni di tutte le Sezioni ci stringevano la mano , venuti con ogni mezzo da Guidizzolo , da Goito , da Desenzano , da Solferino , da Medole , da Cavriago , che è una roccaforte del clero , da Castelgoffredo , da Lonato , da Acquafredda , da Acquanegra , da Castenedolo , da Gonzaga . Centinaia , migliaia di compagni : volti , occhi , mani di vecchi , di donne , di bambini , di uomini di fatica . I compagni di Marmirolo e di Pegognaga , lontana 70 chilometri , non erano giunti : pazientavamo ad aspettarli . Non giungevano , ma li annunciavano ormai vicini i canti che tutti udivano nel silenzio che si era fatto sulla piazza . Stavo già parlando , dopo che Negri ed il compagno Zanchi delle Federazione di Mantova mi avevano presentato , spiegando il significato della festa , quando li abbiamo visti entrare in piazza e fendere la folla già assiepata , con la musica ed un grande striscione in testa , coperti dagli applausi e dagli inni . Abbiamo parlato a questa folla di migliaia di amici e di compagni , col nostro cuore , come potevamo , e al di là delle nostre stesse forze . Volevamo ringraziarli ad uno ad uno , raggiungerli con lo sguardo e con la voce . Parlavamo a tutte le case di Castiglione , a quelle chiuse ed a quelle aperte , perché ci ascoltassero i cittadini di buona volontà e non dimenticassero la loro grande serata di festa . Più che un successo , è stata una conferma della forza organizzata del nostro Partito e della verità del messaggio che noi , ogni sera , inviamo al Paese perché ci ascolti , perché ascolti il popolo migliore che è con noi , intorno a noi , a chiedere che siano difese la pace , la democrazia e il lavoro . Un sacco di grano hanno offerto i compagni di Castiglione , altro grano porteranno alla Sezione i contadini . Il segretario lo venderà , spedendo a Fortini il ricavato per una sottoscrizione a " l ' Unità " , che ricordi la grande serata passata insieme . Ma quanti altri piccoli doni i compagni non hanno voluto offrirci ; e Dante Bellini e Sfoi ci portavano , avvolte in un giornale , le pianelle lavorate con le loro mani , e Sergio Borsadoli un pezzo di sapone , « il più fine » , tolto dal proprio banco di profumiere , la compagna che conoscemmo a Pescara una bottiglia di « Sassolino » , e fiori , fiori , di grandi e di piccini . Eravamo in mezzo ai canti , in mezzo ai brindisi . I compagni che lasciavano la città continuavano a mandarci i loro saluti da lontano , dalla notte serena in cui sul cielo , in mezzo alle alte stelle , era anche apparsa la grande stella del nostro avvenire . La portava tra le braccia Gavroche , l ' angelo della carovana .
PORTA PIA, LA CHIESA E L'ITALIA ( Spadolini Giovanni , 1970 )
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Un articolo dell ' « Osservatore Romano » , firmato da un galantuomo e da un democratico come Federico Alessandrini , anticipa la linea della Santa Sede per le imminenti celebrazioni del 20 settembre 1870 , la storica data legata alla fine del potere temporale dei Papi e alla nascita di Roma italiana , « il più grande giorno del secolo XIX » come disse uno storico che non era romano e neppure italiano . È una linea prudente e circospetta , è una linea che , pur di giustificare la posizione del Vaticano cent ' anni fa , tende a giustificare tutto e tutti a posteriori , Pio IX non meno del generale Cadorna , proponendo una soluzione « senza vincitori né vinti » . Ci dispiace di non essere d ' accordo con l ' eminente collega . Sul piano della storia , cioè delle forze vive che nella storia contano , il vincitore ci fu : e fu la causa dell ' unità d ' Italia , fu la causa dello Stato italiano nazionale e indipendente , sempre contraddetta , contrastata o ritardata dall ' esistenza del potere temporale dei pontefici ( non ripetiamo Machiavelli ) . È impossibile rendere lo stesso omaggio , tranne che sul piano della cristiana pietà , al generale Kanzler , che comandava quella specie di Legione straniera al servizio del pontificato civile crollante , e al generale Cadorna , che con infinite esitazioni d ' animo , e turbamenti , e lacerazioni ordinò contro voglia , da cattolico praticante quale era ma da servitore fedele del nuovo Stato , l ' apertura della breccia di Porta Pia . Non c ' è dubbio , sarebbe stato infinitamente meglio entrare in Roma senza sangue . Era il sogno perseguito da Cavour fino alla morte . Fu il sogno coerente e tenace di tutta la classe dirigente liberale , dal 1861 al 1870 . Se quell ' obiettivo non fu raggiunto , ciò avvenne essenzialmente per la resistenza dell ' intransigentismo vaticano , sommata alla linea ferrea del non possumus teologico verso il liberalismo moderno , e verso le civili libertà , che si riassunse nella condanna del Sillabo non meno che in quella del Concilio Vaticano I , il Concilio dell ' infallibilità per intenderci . Il generale Kanzler , sul terreno storico , non è diverso dal Re di Napoli o dal Granduca di Toscana , i vinti del Risorgimento . Il temporalismo armato morì per sempre in quell ' alba del 20 settembre 1870 , come era morto undici anni prima , e per sempre , il potere dei Lorena in Toscana o nove anni prima quello dei Borbone a Napoli . Nessun equivoco , quindi , è possibile , sul piano dei rapporti fissati dalla storia . Ma sul piano delle idee ? Lì c ' è un altro vincitore , sul quale non sono egualmente consentiti né doppi sensi né qui pro quo : e quel vincitore è la libertà , la libertà politica e religiosa , la libertà figlia del mondo moderno che , affrancando la Santa Sede dalle infinite umiliazioni e compromissioni del potere temporale , avrebbe permesso nel giro di pochi decenni una nuova primavera di energie religiose e di fermenti spirituali destinata a culminare nel Concilio giovanneo . L ' « Osservatore » non accetta la tesi che il 20 Settembre abbia rappresentato una « data provvidenziale » , per i cattolici non meno che per i laici : quasi un ponte fra le due rive del Tevere . Era una tesi di origine laica , ma che poteva benissimo incontrarsi con le vie della Chiesa attuale , della Chiesa post - conciliare : primo passo verso quella grande « concelebrazione » fra i due mondi divisi cento anni fa che un socialista anticlericale come Pietro Nenni aveva auspicato per il centenario di Mentana . È , diciamolo pure , una occasione perduta . Il centenario del 20 Settembre è una ricorrenza troppo rara per non approfittarne . Gli ultimi venticinque anni della vita italiana , gli anni di questa tormentata Repubblica , hanno già visto troppe lacerazioni , anche recentissime , fra coscienza religiosa e coscienza civile per giustificare nuovi errori di prospettiva , il risorgere di steccati superati dalla storia e respinti dalla coscienza . Ci mancherebbe altro , a questi lumi di luna e con i problemi aperti anche fra Chiesa e Stato , che una polemica sul potere temporale !
FUOCHI SUL TIGRAI ( MONTANELLI INDRO , 1935 )
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Il Tigrai è di una bellezza senza sorriso , incurante di se stessa e insensibile all ' elogio . Non si aderge e non si avvalla , nonostante le forre che lo solcano e le ambe che lo increspano : sta . Altri paesaggi di questa terra d ' Africa son mobili e vari , trasmutano di colore , si abbigliano con cangevole fantasia all ' alba e al tramonto , mutano secondo la prospettiva , civettano con chi guarda , cercano di sedurre con infingimenti da femmina . Ma il Tigrai taciturno supino sotto un cielo di cobalto , sembra aver dimenticato per sempre , o forse sempre ignorato , la chimica complicata del belletto . Né torvo né accogliente , ci si è parato davanti dopo la valle dell ' Hasamò bella e micidiale come il canto di una sirena : immenso scenario di pietra , refrattario all ' orpello e immemore dell ' avventura umana che nel suo sfondo si svolgeva . Re senza corona , ras Seium ha abbandonato il suo regno . Ma il suo ringhio feroce giunge ancora d ’ oltre i torrioni segmentati di monte Raio , dove andremo a scovarlo dopo la sosta . Le sue orde lo abbandonano : i fitaurari , i barambaràs , i barciai gli sfuggono di mano , si sottraggono all ' ipnosi di questo Marte etiope , temuto e odiato . Giusto ieri il Deggiaz Ghezzesillassi si presentò al campo del Ventesimo con la sua banda armata a far atto di omaggio al giusto e potente Governo italiano e al Signore bianco che lo rappresenta . Egli ci disse che Seium si ritirava e , pur ritirandosi si faceva sempre più torvo e solitario . " Tigre dell ' altopiano , " lo chiamano i Tigrini ; e , pur ora che la sua signoria volge al tramonto e le diserzioni gli fanno il vuoto attorno , il suo prestigio non crolla . Se ne paventa il ritorno che si lascerebbe dietro una scia lunga di stragi e incendi : se ne auspica la fine , come il risveglio da un incubo angoscioso . Intanto su questo Tigrai che , al primo entrarvi , trovammo deserto di uomini e di bestiami , rinascono come per incanto greggi e mandrie . Il Tigrino leva la testa al cielo e benedice la misericordia di Dio discesa in terra sotto le spoglie del Governo Italiano , che lascia , nonostante la guerra , intatti i campi e il bestiame . " Sono suddito del Governo , " disse un pastore a un ascari che tentava di rapirgli un capretto e si aderse minaccioso , fissandomi , ad attendere che Goitana sanzionasse con una parola o con un gesto . " Civis italicus sum . " So di qualche stregone che a donne e uomini di tribù confinanti , atterriti dal cupo brontolio del cannone , ha suggerito quella formula , pur debitamente tradotta in suo linguaggio , come antidoto di ogni possibile catastrofe . Solo il nuovo ascari non è convinto , guarda con malinconia . Si è arruolato per la guerra , con l ' idea della guerra : un ' idea che non ha niente che fare con questa realtà . Guerra implica morte o razzia . Qui , dietro al nemico che fugge , pascola il bestiame fra l ' erbe grasse , e nei tukul , a sera , cuoce la burgutta : tutto è come prima . Una guerra questa ? C ' è perfino l ' obbligo di camminare lungo i sentieri per non pestare il taf e la dura : è veramente misterioso questo Signore bianco venuto dall ' Italia con i suoi stormi d ' aeroplani , con le sue mitragliatrici crepitanti , con quelli strani cosi che somigliano a automobili , ma che salgono su ogni picco , discendono in qualsiasi fosso e spargono attorno morte e terrore . Potrebbe bruciare , saccheggiare , sterminare , e invece costruisce , protegge , bonifica . Bella pel nuovo ascari sarebbe la razzia secondo la vecchia consuetudine di guerra : precipitare , urlando , a valle e appiccar fuoco ai tukul e rubare femmine , talleri , buoi e poi , a sera , le folli fantasie attorno ai bracieri inceneriti , i lunghi cori della vittoria , la spartizione complicata del bottino sotto il controllo severo e imparziale di Goitana e il carnevaleggiare per tutta la notte nei manti rossi o sui drappi tolti al nemico , con gli spari a salve e le daghe arcobalenanti in aria . " Come allora " dice Teremmà Uorchè ch ' è stato a Adua . Invece , l ' hanno messo a far strade . Il nuovo ascari odia il lavoro in genere perché lo ritiene incompatibile con la dignità del soldato , e il lavoro di strada in specie perché toglie ogni fantasia al suo nomadismo . Seguir una strada significa accettare la logica di un altro . È un ' abdicazione troppo grave . All ' ascari che marcia piace inventarla la strada : non avere davanti a sé che il cavallo di Goitana e poi ricamar secondo capriccio , galoppando a traiettoria perpendicolare lungo la roccia , procedere o attardarsi lungo la petraia del torrente . Questo Signore bianco è veramente incomprensibile : in guerra lascia il fucile per la vanga e non si dà pace finché non si vede davanti e di dietro un rivolo di pietre bianche e di terra battuta . S ' è sparsa la notizia e da principio non ci volevan credere che in dieci giorni i nazionali che operano alla nostra destra hanno costruito la strada dal confine ad Adua : quaranta chilometri in dieci giorni , quaranta chilometri di Tigrai ! Il Tigrai soltanto sembra insensibile a questo miracolo . Gli indigeni , disorientati come formiche non riconoscono il loro sentiero , vanno , vengono , s ' inchinano ogni giorno più a terra , mescolano tutte queste cose incomprensibili con l ' idea di Dio e sigillano la loro incapacità a comprendere con un pio segno della Croce . Ma il Tigrai non se ne accorge . Di miracoli non crede che a quelli celesti e forse nemmeno a questi . La sua immobilità è già di per se stessa un miracolo , con quel che di eterno essa spira . Ha sentito penetrargli nel fianco la punta aguzza del piccone italiano che , implacabile e monotono , lo martella dall ' alba al tramonto , ma non se ne fa . Pensa che i picconi si smussano , che i muscoli s ' afflosciano , che i nervi si logorano . Forse pensa che noi non si potrà nulla contro questa sua granitica maestà . O Italia , che meraviglioso lavoro di civiltà Dio ti ha assegnato quaggiù ! Tigrai ! A me questo accigliato gigante di pietra dà una sensazione complessa , mescolata , come quando , piccino , m ' avvicinavo agli elefanti del Circo equestre , forte della mia fragilità , e chiedevo che mi issassero sul groppone . Qui , in questa petraia angusta di Alissàt Atri , me lo vedo tutto disteso con le sue scalinate digradanti a rilento e i suoi picchi improvvisi , come isolotti emersi da un mare di nebbia . Ma più bello è di notte , quando si veglia ai margini del bivacco e tutto s ' accende di fuochi che lo punteggiano , come fossero gli occhi fosforescenti di un immenso mostro silenzioso . Han ragione gli ascari che nei loro canti se lo rappresentano come l ' ultimo epigono di una razza di giganti partoriti direttamente dalla terra che li concepì in un amplesso smisurato col cielo e gli dànno voce e sensi e aspirazioni umane . È vivo , infatti , il Tigrai , anche se sono spenti i crateri dei suoi enormi vulcani . E credo anch ' io a quel che si dice : che , sotto la pelle dura , fluisca un sangue ricco di ferro che ogni tanto spumeggia anche , se si incrosta alla superficie . Il pensiero di quel sangue , a me Italiano , dà le vertigini . E qualcuno già sorride al sogno della ricchezza che ne prenderà domani .
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CASALMAGGIORE , 1 . - Questo compagno cantoniere col quale vado camminando lungo il Po , mi piace : è un giovane invecchiato dal sole e dalla fatica , porta sul capo una paglia larga e ormai logora . Lui guarda le grandi e bianche strade dell ' estate e , dopo colazione , dorme all ' ombra dei pioppi col volto in una mano , come un ragazzo . Odo il silenzio largo e monotono del fiume , ove le barche scendono al filo della rotta senza mare . Il Po è una grande presenza in questa terra di lavoro , che si perde all ' orizzonte fino alla riva emiliana , coi suoi arenili abbaglianti , con le sue isole verdi e col tremolare lontano delle alberete . Questa è la civiltà contadina dell ' Italia e , di qua e di là dalle due sponde , ferve la lotta dei braccianti e dei mezzadri come una continua giornata di luce . Questi paesi e questa città della pianura Padana sembrano veramente aspettare il giorno della resurrezione popolare , e gli uomini come il cantoniere che mi cammina al fianco , saprebbero come dividere la propria giornata tra il lavoro , lo sport , la contemplazione e lo studio , i giovani operai come Buttarelli , che mi è alla destra , saprebbero far rinascere cartiere in mezzo alle pioppete che si perdono per venti - trenta chilometri all ' orizzonte , si ricorderebbero di portare sulla propria terra le esperienze dei viaggi compiuti nei Paesi che si vanno organizzando nelle nuove società popolari dell ' Oriente europeo . Così , camminando camminando , i due compagni mi mostravano quasi una città che non c ' era , ma che noi tutti vedevamo su quelle rive e nel fervido silenzio della pianura . Gavroche era con noi , altissimo : la sua ombra leggera passava sul greto come una nuvola e i ragazzi che si rincorrevano nuotando nel fiume , vicini e pur così lontani coi propri gridi , se lo indicavano . Lungo la strada da Castiglione delle Stiviere a Canneto sull ' Oglio , passando da Asola , ci eravamo fermati ad Acquanegra , dove i compagni mi aspettavano . E nella grande stanza del Circolo popolare , intorno ad un bicchiere di vino bianco , avevamo fatto conoscenza dei più vecchi militanti del Partito e del più giovane amico de " l ' Unità " . Con i suoi 76 anni , Curzio Rossi cedeva il passo a Vegilio Novellini , ancora più vecchio come uomo e come comunista , tutti e due in gamba , affezionati di un buon bicchiere e dell ' allegria che traspariva dal loro incarnato ancora roseo , dagli occhietti vispi e dalla arguta serenità delle parole . Insieme tutti e due , mi mostravano il ragazzo che batte i grandi nella vendita de " l ' Unità " , Ugo Caprioli di 14 anni . « E a Gavroche non regaliamo nulla ? » , essi mi chiedevano . Acquanegra e Canneto potrebbero essere i paesi dei balocchi : vi si fabbricano con amore artigiano grandi e bellissimi giocattoli . Dopo qualche minuto , Gavroche era in sella a un cavalluccio a dondolo e ammoniva Fortini che a Casalmaggiore egli sarebbe giunto al galoppo come un antico cavaliere . La piazza di Casalmaggiore ove si affaccia il municipio , è così vasta che potrebbe figurare degnamente in una grande città . In questa piazza era stato scritto ovunque , a forti lettere bianche : « Viva l ' Unità » e tabelloni inneggianti al " Mese della Stampa comunista " , striscioni di saluto erano tesi allo sbocco di tutte le vie : sulla torre del palazzo comunale , a più di quaranta metri di altezza , i compagni operai stavano innalzando una scritta luminosa visibile in tutta la pianura del Casalasco . Insieme col vicesindaco compagno Bravi e con l ' assessore socialista professoressa Ramponi , arrampicandoci per le ripide scalette , siamo saliti a salutarli . Mancavano ancora tre ore al comizio e già quel faro splendeva , ad indicare la via ai compagni che si erano messi in viaggio per giungere in tempo alla festa . Tocchi , della Federazione di Cremona , e Gerelli , della locale Camera del Lavoro , insieme con Buttarelli e col compagno cantoniere , spendevano le ultime raccomandazioni . Un enorme ritratto di Lenin calava lentamente dal balcone centrale del Municipio , proprio sul palco ove già si affacciavano in effigie Gramsci e Togliatti . La piazza , vivida di insegne di bar illuminati al neon , si popolava già di curiosi , di amici e di compagni . Stavamo già per parlare , quando in piazza sono entrati i carri carichi di giovani e di ragazze e le fiaccole portate dai compagni di Gussola e di Martignana . Hanno fatto il giro della vasta arena affollata , salutati alla voce e coperti di applausi . Da Cingia de ' Botti , da San Martino del Lago , da Palvareto , erano venuti a centinaia e centinaia i compagni di tutte le età , uomini e donne , ed ora se ne stavano in mezzo alle proprie bandiere , in quel vasto coro di voci , di lumi vicini e lontani , in quell ' allegro sferragliare di carri . Ha parlato Buttarelli , ho parlato io , ma soprattutto ha parlato un ragazzo , responsabile giovanile della Sezione di San Paolo , nel Parmense . Senza impaccio alcuno , e con la semplice evidenza delle sue parole pensate e dosate una ad una , egli ha ricordato i ventinove compagni arrestati nello sciopero bracciantile , i duecento nuovi iscritti in un mese , i nomi degli agrari che cercano di logorare lo spirito di resistenza dei contadini . Chiamava questi agrari semplicemente « fetenti » , con una parola così sobria e così definitiva che acquistava non so che veridica innocenza , pronunciata con quella sua voce acerba di ragazzo . Gli abbiamo chiesto il nome . « Orlandi Ermes » , ci ha risposto , arrossendo e ravviandosi con la mano i capelli biondi . Molto più impacciata , un ' adolescente che ci offriva panieri e cestini di uva non era riuscita a leggere il discorso che si era preparato scritto su un foglio . I compagni detenuti ancora in conseguenza dello sciopero bracciantile , avevano inviato a " l ' Unità " un bel cestino colorato fatto con mollica di pane . E il cantoniere , abituato a guardare all ' infinito le bianche strade dell ' estate , augurando buon viaggio alla carovana , ci metteva tra le mani una caravella con le vele di argento , costruita dagli operai della Placcato Oro . Oltre alla mongolfiera ed al cavallo a dondolo di Gavroche , ora abbiamo anche una nave . La nostra flotta incomincia a preoccupare Saragat e l ' alto comando del Patto Atlantico . Domani saremo a Soresina , il paese del latte . Chissà che non portiamo dietro una mucca carica di fiori e di campanelli .
Tesini e Bozzi come ci interessano ( Fortebraccio , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Noi siamo tra coloro che non finiranno mai di rimpiangere il tempo , neppure tanto lontano , in cui a Jader Jacobelli , direttore delle " Tribune " televisive , politiche , elettorali , sindacali e via trasmettendo , erano lasciati più ampi poteri per organizzare questo genere di manifestazioni . Adesso , se non abbiamo capito male quanto lo stesso Jacobelli ha comunicato più volte , chi decide temi , strutture , limiti e orari delle " Tribune " è la Commissione parlamentare di vigilanza , organismo notoriamente privo di gente ( salvo rarissime eccezioni ) che si intenda di politica , sicché queste trasmissioni sono diventate un disastro . Ripetitive , futili e noiose . Vengono trasmesse a tarda ora , cominciano in ritardo e in ritardo finiscono . Se si escludono i partecipanti comunisti , che ormai dicono con assoluta chiarezza come la pensano e ciò che vogliono , tutti gli altri si aggirano in cerca di parole come se tentassero invano di trovare l ' interruttore della luce in una stanza buia , e le " Tribune " sembrano diventate il ritrovo degli stanchi di vivere . Alla fine c ' è sempre un ascoltatore sveglio che avverte : " È finita " . Se mancasse lui , intere famiglie dormirebbero tutta la notte in salotto . La " Tribuna " dell ' altro ieri sera ( guidata da Giorgio Cingoli , interroganti i giornalisti Fischer della " Frankfurter Zeitung " , Alfonso Madeo , direttore de " L ' Ora " e Gaetano Scardocchia del " Corriere della Sera " ) è stata secondo noi caratterizzata dalla partecipazione , per la DC , dell ' on. Giancarlo Tesini , membro ( pensate come sono ridotti ) della Direzione scudocrociata , del quale nessuno al mondo saprà mai che cosa abbia detto . Questo segreto , fra moltissimi anni , scenderà nella tomba con lui . L ' on. Tesini possiede un requisito raro : ha le parole , per così dire , mattiniere e il pensiero pigro . Succede così che i detti gli escono dalla bocca assai prima che li abbia pensati , e una volta emessi la prima cosa della quale si persuadono è che il raziocinio è del tutto inutile . Tesini , a giudicare da quanto gli serve , deve avere ancora il cervello nuovo , e la sua esistenza dimostra che siamo tutti prefabbricati , perché se Iddio ci facesse uno alla volta con quest ' uomo l ' encefalo se lo poteva risparmiare . Tolto l ' on. Tesini , la nostra attenzione è stata attratta dall ' on. Bozzi , che rappresenta i liberali , e sembra sempre seduto su un " tilbury " . Egli è l ' ultimo esemplare di un tipo umano , il viveur , che i giovani non conoscono più . Siamo sicuri che , in segreto , l ' on. Bozzi rimpiange il " tabarin " e ha una barba " Black and Decker " , buona per molti usi : per spazzolare gli abiti , per dare la polvere ai mobili , per lucidarsi le scarpe . Se ingigantisse , potrebbe servire anche il lavaggio rapido delle macchine . Il presidente del PLI come idee non ci interessa , ma come barba confessiamo che ci piacerebbe averlo in casa .
StampaQuotidiana ,
Siamo oggi in grado di offrire ai nostri lettori il testo di un radiomessaggio che Alcide De Gasperi , Segretario del nostro Partito e Ministro degli Esteri nell ' attuale Gabinetto Bonomi , ha rivolto agli italiani dell ' Italia settentrionale . È , come ognuno vedrà , un documento di notevolissimo interesse politico , in quanto definisce e chiarisce la posizione e i doveri dei partiti politici in rapporto alla situazione attuale e a quella che occorrerà coraggiosamente affrontare quando suonerà l ' ora , che ci par lecito ritenere prossima , della liberazione di tutto il Paese . « Poiché questa mia voce potrà , spero , valicare l ' Appennino ed arrivare fino alle mie Alpi trentine ed altoatesine , è anzitutto ai fratelli del Settentrione , specie a quelli che combattono sui nostri monti e ben presto sboccheranno vittoriosi nella pianura , che va il mio accorato e fiducioso saluto . Giovani trentini , soldati confinari di tutta la storia dell ' italianità , io so e vi vedo nelle vostre trincee montane , pronti all ' ultima offensiva contro l ' antico nemico e voi , forti alpigiani delle Dolomiti altoatesine , immagino come dominate i passi e sbarrerete le valli che i tedeschi dovranno ancora una volta risalire . Tra i combattenti , fra i caduti , fra i perseguitati , la Democrazia Cristiana è nobilmente rappresentata . Essi costituiscono la nostra gloria ed il pegno di un avvenire migliore . Appello all ' equilibrio . Ma il mio pensiero in questo momento si volge anche a tutte le larghe masse dei lavoratori e dei ceti medi nelle città e nelle campagne , dal mare di Genova alle Alpi valdostane , dalle mie Dolomiti al mare di Fiume . Forse essi hanno da attraversare ancora le giornate più aspre , e dopo la prova del fuoco , del sangue , delle distruzioni , si sentiranno come schiacciati dall ' immenso problema del rimettere ordine , di fare giustizia in una lotta fratricida , di ricostruire la vita civile ed economica . La crisi , nonostante il generoso aiuto degli Alleati , sarà complessa e profonda . Nuovo appello sarà fatto ai vostri nervi , o amici settentrionali , all ' equilibrio della vostra mente , alla saldezza del vostro cuore . In America , come radiotrasmette Don Sturzo , al quale va la gratitudine di tutti gli italiani per la preziosa opera che egli svolge certa stampa ha creato l ' opinione che la liberazione dell ' Italia del Nord significhi la instaurazione di un governo rivoluzionario di parte . Io ho maggior fiducia nel vostro civismo e nel vostro senso della realtà . Credo invece che per parecchi mesi ancora sentirete tutta l ' esigenza suprema di un governo democratico ricostruttivo e di emergenza , e che la vostra stessa fraternità di armi e la vostra maggiore solidità organizzativa vi porteranno a reclamare che tale cooperazione , al governo e fuori , sia sincera , più fattiva , più completa . Troppi partiti ? Certo essa esige che i partiti subordinino la loro propaganda alle necessità del Paese , che rimandino ad altro tempo le rivendicazioni massime del loro programma particolare , che non pretendano di mettere le mani , a loro esclusivo vantaggio , su quel poco di organismo statale che si può ancora ricostruire , perché esso deve essere democratico , cioè la casa di tutti i cittadini e di tutti gli italiani degni di questo nome . Ho visto che qualche giornale americano afferma che i nostri partiti sono troppi , per far funzionare una democrazia . Certo in America il sistema dei due partiti è facilitato dal federalismo , dalle autonomie locali , da un concetto approfondito ed applicato delle libertà personali ; ed in Inghilterra , ove esiste un solo deputato comunista e il laburismo ha assorbito il socialismo , subordinandolo alla organizzazione sindacale , la politica di coalizione è meno complicata . Ma la vita politica italiana subisce le sue particolari condizioni storiche che non può cancellare d ' un colpo : tra le quali l ' essere esistito in Italia un socialismo che nel suo fiorire si affacciò come movimento razionalista , materialista e quindi anticristiano , e poi un comunismo che trasferì anche nel nostro Paese il suo patrimonio di dottrine marxiste e metodi leninisti . Molti socialisti d ' oggi hanno fatto del cammino verso una più adeguata considerazione della realtà spirituale e della libertà , ciò che li potrà avviare alla democrazia ; i capi comunisti proclamano rispetto alla religione ed alla Chiesa Cattolica e il loro programma contingente intitolato " democrazia progressista " . Rimane però sempre che noi in Italia non abbiamo da fare , come in Inghilterra , con un partito laburista il quale come mi diceva recentemente un suo " leader " benché non professi il cristianesimo , tuttavia lo suppone ; ma con dei movimenti dottrinalmente ispirati a concezioni della vita in contrasto con la idea cristiana o al di fuori di essa ; e ciò rende meno agevole la costruzione di ponti e passerelle , per le quali assicurare una collaborazione politica . Averle tuttavia superate , queste difficoltà , e gettato i ponti , potrà essere attribuito a merito degli uomini politici italiani , se l ' esito corrisponderà alle speranze ; e comunque , poiché l ' esperimento è una necessità di salute pubblica , ci darà almeno il diritto di essere giudicati con indulgenza e comprensione , anche in quei paesi anglosassoni ove tali contrasti ideologici non furono mai acuti . La mia impressione è che la maggioranza del popolo italiano , pur accogliendo o invocando un rinnovamento sostanziale della struttura economico - sociale , non vuole andare né al " sistema " comunista né al " sistema " socialista . Inoltre mi pare chiaro che l ' Italia non vuole nuove dittature né politiche , né economiche ; vuole libertà , concrete libertà della famiglia , della scuola , del comune , della religione , del sindacato , della proprietà , della professione , della vita spirituale ed economica ; oggi il popolo italiano vuole innanzi tutto " vivere , rivivere , rifarsi , risalire dall ' abisso in cui è caduto " : l ' unione dei partiti deve essere mantenuta appunto per aiutare il popolo a rimettersi in piedi ed a tale scopo supremo bisogna subordinare tutto , e propaganda e stampa e agitazione politica ; ché , se i partiti giocassero a sopraffarsi , farebbero un giuoco miserabile sul corpo mutilato ed esangue della patria . Ciò non deve avvenire e non avverrà ! Per parte loro i Democratici Cristiani intendono servire il paese ed il popolo italiano affinché esso risorga , si disciplini e , dalle isole ai suoi mari , ridiventi uno » .
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S . ANGELO LODIGIANO , 3 - Per S . Angelo passa il Lambro che è un bel fiume e più di tutti dice Lombardia e Milano . Un ' ingenua cartolina del luogo dà a vedere persino i pescatori che all ' orizzonte d ' un cielo nuvoloso , sullo sfondo del celebre castello , sono pronti a partire per la pesca . I comunisti di S . Angelo non hanno la vita facile . Nella cittadina della pianura lodigiana che ha pur dato i natali a una santa che in missione girò il mondo , anziché seminare zizzanie dal pulpito o dal convento , i preti tengono in soggezione tutti gli abitanti che vivono di piccoli affari e di piccoli lucri , facendo i venditori ambulanti e a poco a poco ingrandendo i commerci . Giorni fa uno straniero che fosse capitato a S . Angelo si sarebbe chiesto : « Ma dove mi trovo ? » . Le mura erano gremite di scritte in inglese , bandiere americane sventolavano sui palazzi pubblici , sulle torri e persino sulle chiese . Striscioni davano il benvenuto a O ' Brien , che non è il popolare attore , ma soltanto un monsignore d ' oltre oceano venuto a rendere onore alla Santa Cabrini . « Welcome to O ' Brian » , abbiamo ancora trovato scritto su tutti i muri . Per fortuna , nella notte , i compagni avevano controbilanciato l ' offensiva scrivendo dovunque il nome del nostro giornale , di Togliatti , di Fortini , e persino dell ' angelo Gavroche . Viaggiando nel pomeriggio caldissimo e inseguendo sulla strada affocata la Fata Morgana che Fortini ogni volta è pronto a indicarmi , ci siamo imbattuti a Crema in uno strano uomo che ci ha chiesto un passaggio . Aveva la barba come Carlo Marx , un cappelluccio di cencio in testa , un bastone in mano e sotto il braccio portava una cartella d ' acquarelli ed egli dipinge con una scatoletta di pasticche colorate in tasca , di quelle che usano i ragazzi . Ci ha detto subito : « Io dipingo meglio di Churchill , eppure non sono mai stato un ministro . Dipingo i miei sogni e i sogni di tutti gli uomini . Guardate » . Aperta la cartella ci ha mostrato a una a una le sue opere . Erano cieli azzurri , mari verdi e lievissimi , uomini che correvano su grandi spiagge gli uni verso gli altri , case di vetro trasparenti , arene affollate di giochi . « A S . Angelo farai un ' esposizione in piazza » , gli abbiamo detto . E difatti sul muretto della sezione , appena giunto , egli ha messo in fila i suoi cartoni e s ' è avuto le prime strette di mano dai bambini che erano accorsi a vederli , e subito dopo occhiatacce da parte degli ambulanti , che non avevano mai pensato che si potessero esporre in vendita i propri sogni . I prudenti si tenevano al largo dopo aver avvisato il maresciallo che è venuto a vedere di persona le pitture proibite . « Sono i miei sogni » , ha detto il vecchio . « I sogni sono sempre pericolosi - ha risposto subito il maresciallo - ritirateli subito » . Il comizio nel viale ove s ' affaccia la sezione è andato al di là d ' ogni aspettativa . Insieme coi compagni più giovani , quali i due cugini Franco e Mario Rusconi , e Ranzoni , l ' operaio della Face di Milano che fu licenziato perché membro della Commissione interna , c ' era il vecchio Gatti che ha a cuore le sorti della cooperativa e che per tanti anni ha lavorato nelle Ferrovie Nord . Anche Gatti ha una bella barba bianca alla Carlo Marx . Dispiaceri per il bravo cittadino qualunque di S . Angelo che vorrebbe beatificare e santificare anche se stesso pur di continuare a fare i propri comodi con la protezione del cielo e della terra .
Sensibile desiderio dei frati ( Fortebraccio , 1979 )
StampaQuotidiana ,
I religiosi dell ' Ordine dei trappisti , che osservano , se non siamo male informati , una strettissima clausura , consumano una frugalissima cena alle sei del pomeriggio ( ore 18 ) , poi si recano in muta processione alla cappella del convento dove recitano in coro le preghiere della sera , dopo di che si ritirano nelle loro celle e , spenta ogni luce , taciuta ogni voce , cessato ogni gesto , quei santi uomini cadono in un profondo sonno , dal quale saranno svegliati alle tre per le preghiere della notte volute dalla regola . È a quest ' ora che la Curia generalizia dei trappisti vorrebbe che fossero trasmesse le " Tribune politiche " televisive e la commissione parlamentare di vigilanza , che ne esercita , come tutti desolatamente sanno , la suprema regia , pare propensa ad accogliere la richiesta , ma , desiderando saggiamente procedere per gradi , ha iniziato l ' altro ieri una prima felicissima prova . La " Tribuna " di mercoledì sera ( guidata da Giorgio Cingoli , che impersonava il simbolo delle zone depresse , interroganti i colleghi Walser della " Tages Anzeiger " e Granchi del " Geniale " , partecipanti i delegati di sei partiti : radicale , demoproletario , sud - tiroler V.P. , MSI , indipendenti di sinistra e socialista ) è cominciata con mezz ' ora di ritardo dopo non uno ma due spettacoli cinematografici ( per la verità il secondo , una sorta di antologia dedicata ai film di Francesco Rosi , è stato interessantissimo ) e si è svolta sotto il segno della stanchezza e dello scoramento . Domande fiacche e vaghe , risposte elusive e generiche da parte di tutti , se si fa eccezione per l ' indipendente di sinistra on. Spinelli , che ha concretamente affrontato il tema del giorno : quello della data delle elezioni . Spinelli ha detto con chiarezza che celebrare lo stesso giorno le due prove elettorali , quella nazionale e quella europea , sarebbe un errore . Sono state , queste sue , le sole parole dirette , comprensibili e chiare di tutta la serata . Tutti gli altri hanno vagato come i nautili dell ' abate Zanella , compreso il socialista Signorile , il quale era talmente sfinito che , avendo Cingoli fatto segno di concludere , ha interrotto di botto il suo dire e non ha neanche finito la parola che stava pronunciando : " Noi socialisti pen ... " e lì si è fermato . Forse voleva dire " pensiamo " ma francamente stentiamo a crederlo . Pare che prima o poi la " Tribuna " avrà unsolo ascoltatore : un tale di Enna che da quattro anni , per quante cure ubbia seguito , non riesce più a dormire . I medici si sono mostrati concordi nel consigliargli quest ' ultimo tentativo .