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RAVENNA , 12 . - Ce ne è voluto , a staccarsi da Carpi . Fortini , finalmente , ha avuto una donna . Era da giorni che andava gridando : « Datemi una donna , datemi una donna » . I compagni di Carpi gli hanno messo tra le braccia una donna di bronzo , modellata dallo scultore Baraldi . « Scriverò anche questa avventura nelle mie memorie » , ha detto con bella semplicità e con la sua abituale faccia tosta il nostro eroe . Un ' ora dopo il cielo era sgombro da ogni minaccia e il comizio è andato benissimo , nonostante tutte le avversità avessero impedito ai compagni ed agli amici dei paesi vicini di raggiungerci . Cento è un po ' la pecora nera dell ' Emilia , ma noi le abbiamo strigliato il pelo come si conveniva . Abbiamo parlato a molti nemici ed a molti avversari presenti , i quali sono rimasti sino a tarda notte a vedere il film . Tanto meglio . Sono seguite due giornate movimentate sullo sfondo del più drammatico e del più dolce paesaggio che abbia l ' Italia . Ma il nostro dovere di cronisti ci impone , prima , di parlare di Portomaggiore e della bella festa che sabato vi abbiamo tenuto a battesimo . Non fosse altro che per quel palco alto quasi otto metri , dal quale abbiamo parlato , arrampicandoci per raggiungerlo su una scala da pompieri che dava le vertigini . Per me è stata una vera e propria ascensione di sesto grado . Ma , una volta lassù , che spettacolo ! La piazza era illuminata a giorno e i compagni davano gli ultimi ritocchi ai padiglioni , agli spacci , al parcheggio del ballo : segavano , inchiodavano , davano di mano ai pennelli : c ' era lavoro per tutti , per gli uomini , per le donne , per i bambini . E la folla , che si andava raccogliendo da tutti i paesi che punteggiavano la notte di lumi , guardava con fiducia il cielo stellato rimesso a nuovo dal fresco e dal sereno . Robustini , il giovanissimo segretario , e Nino Beltrami , nero e barbuto come un marinaio , erano finalmente tranquilli e ringraziavano la carovana di aver dato alla festa della domenica una vigilia così ricca di promesse . Da Runco , da Voghenza , da Voghiera , da tutti i paesi che innalzano sulla vasta pianura fasci e fasci di canapa avvicinati insieme come tende di un accampamento , erano venuti i braccianti che avevano lavorato per tutto il giorno alla dura fatica dei maceri . Eravamo in uno dei paesi più distrutti dalla guerra , dove l ' acqua che stagna e si ammala nei canali è ancora un miraggio alla sete degli abitanti , che sono costretti a comprarla alla ferrovia o ad attingerla coi pozzi artesiani in fondo alla terra . La tubercolosi miete vittime tra i bambini , le donne e gli uomini piegati per tutta la stagione in un lavoro durissimo . Parlavamo a questi amici , a questi compagni , anche alla colonia dei saragattiani , che quaggiù vantano qualche successo . La domenica era dedicata a Comacchio . Nella bella mattina siamo partiti verso Ostellato e verso l ' ampio orizzonte delle valli salate , ove anche il cielo sembra solo , affacciato sullo specchio immobile delle acque . Comacchio vuole dire povertà , vuol dire sete , abbandono . Nella vecchia cittadina che ha addosso il viscido e il colore della laguna , il tenente dei carabinieri Caroppo , che è famoso quasi quanto il maresciallo Cau , aveva già pronto in mano il suo Verboten e gli stessi compagni , purtroppo , non avevano da mostrarci altro che la loro stessa rassegnazione . Che ci restava da fare , nella domenica , se non andare in cerca di qualche nostra festa , o là dove i compagni , anziché lasciarci andare , si sarebbero prodigati invece a trattenerci ? Siamo andati a trovare Garibaldi , a Porto Garibaldi , dove il vecchio cippo è rimasto ancora a ricordarlo sulla spiaggia ingombra di macerie e di sbarramenti anticarro . Addentrandoci poi nella strada che , tagliando canali e canali , porta a Ravenna , la fortuna doveva portarci ad incontrare compagni che restano sempre soli . Alla Cantoniera vi sono poche case di legno , un pontone che viaggia da una sponda all ' altra . I pochi abitanti erano raccolti davanti alla porta di un ' abitazione poco più grande di una garitta . « Sta per nascere un bambino - ci hanno detto - forse è già nato » . Fortini ha preparato il disco , ha alzato il pennone , Gavroche ha spiegato le ali . Tutti eravamo in silenzio : si vedeva in lontananza la casa dove morì Anita e le pinete correre nel cielo . Un vagito è risuonato , il pianto del bambino che si affacciava alla vita in quella capanna solitaria . È risuonato l ' inno di Garibaldi . E il padre , dopo qualche tempo , affacciandosi alla porta insieme con la levatrice che aveva il pupo tra le braccia , ha detto : « Lo chiamerò Garibaldi » . Siamo rimasti sino a notte con quelle poche decine di compagni . Abbiamo suonato tutti i nostri dischi , abbiamo fatto il cinematografo . E la nuova mamma , dal suo letto , attraverso la finestra aperta , guardava anche lei sul piccolo schermo . Proiettato 14 luglio , la dove si vede un paese del Sud con un pontone che attraversa il fiume da una sponda all ' altra . « Anche laggiù stanno come noi - diceva un vecchio - non hanno nemmeno un ponte » . Così sotto la notte stellata , in quel silenzio ove il bambino appena nato si era raccolto nel braccio della mamma addormentata , eravamo veramente pionieri di una terra leggendaria , di una umanità nuova , Bret Harte , il vecchio scrittore del far West , era con noi , con le mani ficcate nelle tasche , e rideva .
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Roma . Poiché è finita male , della storia di Alfredo nel pozzo restano angoscia e rabbia . Passi per le immagini della più terribile trasmissione televisiva . Passi per la tensione che in certi momenti ha stremato gli italiani . Quello che è difficile perdonare ( forse in nome soltanto delle emozioni e non della ragione ) è la voce del bambino che tutti abbiamo troppo bene udito e chiuso nella memoria . Molti di noi fuggivano udendo quel pianto amplificato , quelle invocazioni : il bambino Alfredo , struggente e cardiopatico di sei anni , aveva fiducia in Nando , il vigile del fuoco che era tutti noi al quale chiedeva uno yogurt col cucchiaino di ferro . Si dirà e scriverà molto su questa tragedia . E sulla trasmissione . E su Pertini , caparbio e stupendo vecchio che rappresentava tutti gli italiani . E sugli italiani bravissima gente che hanno fatto le cinque , le sei , le sette del mattino davanti alla televisione , piangendo , menando pugni , urlando di speranza , abbattendosi nella disillusione . Grande pasto per i tecnici e gli studiosi delle comunicazioni di massa , gli psico - psicologi e i socio - sociologi scatenati . È stato anche il festival della proiezione : tutti eravamo Alfredo nel pozzo , tutti eravamo la sua forte madre ( donna pratica e incredula ) , tutti eravamo Pertini che abbandona la crisi del governo , ma , più d ' ogni altro personaggio , tutti eravamo i vigili del fuoco , quei meravigliosi , generosi , audaci , pacifici , buoni vigili che scavavano , parlavano , agivano come forti giganti . Erano gli stessi vigili del fuoco , come razza , del Friuli e dell ' Irpinia : facce senza retorica , braccia dure . Quel povero Pastorelli , loro comandante , forse era poco « proiettivo » : chi voleva essere lui , nel cuor della notte , a non sapere che fare , quale decisione prendere , quale santo chiamare in soccorso ? Ma , meno di tutti , gli italiani si sono identificati nel ministro degli Interni , Virginio Rognoni , il quale stava lì immobile davanti alle telecamere , elegante e compunto , invece di stare al Viminale a fare il suo mestiere . E crediamo che il suo mestiere sarebbe stato , durante la terribile notte fra venerdì e sabato , quello di far squillare tutti i telefoni e le radio di ogni gruppo speciale , di ogni scuola ginnastica di polizia , di sommozzatori , alpini , uomini ragno ; di far squillare i telefoni di tutt ' Europa alla ricerca di una dozzina di esseri umani piccoli , resistenti e abili da mandare giù nel foro . Rognoni , se tutti noi fossimo stati lui , avrebbe fatto partire elicotteri e jet per portare sul posto speleologhi americani , russi , tedeschi , di ogni patria . Molti hanno detto e pensano : quanto chiasso per una triste singola tragedia infantile , mentre tante sciagure si consumano . A cominciare da quella siciliana in cui due bambini sono affogati proprio in un pozzo . Storia finita in una breve notizia sulle colonne dei giornali . È vero , e ragione vorrebbe che si mantenesse il senso delle proporzioni . Ma l ' emotività ( che è una cosa seria non meno della ragione ) altera la razionalità . È un dato di fatto . Sicché a dispetto apparente della ragione , la triste storia di Alfredo nel pozzo ha sconvolto la nostra vita : volevamo salvarlo tutti e tutti avremmo dato una parte di noi stessi per averlo vivo , perché eravamo lui e non lo sapevamo . Per questo ci sono sembrate enormità , forse bestialità , certe « sfortunate coincidenze » ( come le ha benevolmente qualificate la cronaca televisiva ) che hanno ucciso sia il vero Alfredo Rampi , sia il bambino che ognuno porta in sé . La tavoletta gettata in modo idiota nel pozzo , così da ostruirlo per sempre senza poter più utilizzare la sua apertura . La galleria laterale che si è fermata moltissimi metri più in alto del luogo in cui si supponeva che Alfredo fosse ( ed a prescindere dal fatto che il povero bambino nel frattempo fosse precipitato molto più in basso ) . E poi quella storia del pertugio da trenta centimetri che ha costretto alla caccia al nano ci è sembrata poco credibile : non siamo tecnici , ma roccia o no , in tante ore una banale raspa , una lima avrebbe potuto far guadagnare i centimetri bastanti per consentire il passaggio , se non di un granatiere almeno di un normale ragioniere . Invece nessuno ha allargato quel buco e nessuno ha provveduto a chiedere personale adatto in Italia e all ' estero . Quando un megafono ha gridato : « Si cerca una persona veramente magra per scendere giù » ( era passata mezzanotte da poco ) abbiamo capito che Alfredo sarebbe morto . E lo abbiamo capito ancora di più , ma con quanta rabbiosa disperazione , quando è stato annunciato il turno del « tappezziere di Acilia » . In quel momento il dramma , già aperto alla tragedia , è diventato un grottesco , un incubo . Piangi , piangi bambino Alfredo negli amplificatori gentilmente prestati dalla RAI : non avrai né il tuo yogurt col cucchiaino di ferro , né la coperta calda e neppure Mazinga che il buon Nando ( Nando che ha la faccia dei papà che vogliono bene a tutti i bambini ) ti ha promesso . Alfredo è morto e il magistrato di turno dirà se è omicidio colposo ; i tecnici diranno se si poteva fare di più e di meglio . Ma quel bambino è morto annegato nelle bugie perché nessuno era in grado di salvarlo . Adesso sappiamo che un sistema semplicissimo per salvare Alfredo sarebbe stato quello usato dai petrolieri quando vogliono chiudere un pozzo . Fanno così : mandano giù nel profondo un cannello collegato a una bombola . La bombola contiene polistirolo liquido e il pozzo si riempie di polistirolo espanso , che sarebbe quella morbida e leggera plastica bianca degli imballaggi . Bastava mandare il cannello sotto Alfredo ( nelle prime ore ) e non sarebbe mai più caduto di sotto . Oppure il pallone : bastava mandare un pallone speciale sgonfio e legato a un tubo sotto Alfredo e poi gonfiarlo . Il bambino sarebbe stato protetto . Forse così avrebbero fatto nell ' Oregon o nell ' Ohio . O a Stoccolma o a Bonn . Non sappiamo . Forse invece Alfredo sarebbe morto egualmente , ma ci piace pensare che quel bambino poteva essere salvato : ce lo dice l ' istinto e l ' istinto non è sempre da buttar via . Alle 22.30 Alfredo piangeva . Che insopportabile pianto quel pianto . Anche Pertini ( che nel pomeriggio lo aveva udito in cuffia ) ha avuto un sobbalzo : « Fate silenzio lì » ha gridato . Ed è stato l ' unico moto del presidente . È rimasto in piedi , immobile , monumento alla partecipazione per ore e ore . E tuttavia non si può tacere sul fatto che l ' arrivo non tanto di Pertini quanto del suo seguito è stato , nel pomeriggio , invadente : una marcia inattesa sul teatro delle operazioni che ha frantumato la tensione , ha fatto sbandare la folla che da silenziosa e composta si è fatta vociante ( « viva Pertini , viva il Presidente » ) e capricciosa : ha solleticato la vanità di chi ha preferito deconcentrarsi e andare a riverire il seguito presidenziale . La piana di Vermicino in cui la tragedia di Alfredo si è consumata , ha conosciuto nelle ore una lenta e orribile metamorfosi : si è trasformata in un circo equestre e in un sepolcro . La richiesta di « un nano » ( e subito comparve , per fallire se ricordate , il nano Claudio ) ha solleticato le fantasie . Ieri mattina intorno al sepolcro in cui Alfredo si era spento era radunata una corte dei miracoli : giovani di colore , nani gibbosi , relitti umani spiritati e vocianti , ciascuno accompagnato dal suo manager , si sono messi in fila per fare l ' esperimento . Ognuno si aspettava di poter vincere ; e brandivano strumenti artigiani fabbricati nella notte , cappiole e laccioli , cinghie e bracciali a cremagliera . A tutti , e brutalmente , è stato detto di no . Per la verità abbiamo avuto la sensazione che alle sette di ieri mattina fosse stata decretata la morte di Alfredo , grazie alla testimonianza dell ' ultimo soccorritore che alle 6.36 aveva potuto toccare il braccio della vittima trovandolo irrigidito e freddo . A quel punto , tornato lo speleologo alla superficie , il grande gioco per salvare Alfredo è finito : la madre ha potuto finalmente crollare e seguitare a morire nelle lacrime ; tutti noi abbiamo potuto spegnere il televisore , portatore di lutti e di rovinate speranze . La RAI ha trasmesso la più lunga diretta della sua storia : 18 ore consecutive . Indice d ' ascolto prossimo alla totalità . Si dava la morte in diretta che ( come il sesso e il denaro ) ottiene gradimenti altissimi . Ma non c ' era soltanto la RAI o le private : la catena americana ABC ha capito subito l ' importanza della storia e si è piazzata per prima . Le altre sono arrivate di carriera . Reporter americani e italiani si sono insultati mentre Alfredo agonizzava . Nella notte , la prima , si sono avute grandi cazzottature . Nella notte , la seconda , gruppi di ubriachi hanno sciamato fra le poche case di Vermicino arrecando tormento alla famiglia della vittima . Ma la grande Italia generosa e strappacore , sicuramente un po ' kitsch , quella che vede Portobello e si entusiasma , l ' Italia che ha le semplici e solide tradizioni della piccola borghesia era ( ed ancora è , in queste ore ) solidale con Alfredo , parla di Alfredo , non discute d ' altro . Ognuno , se andate nei bar e nei ristoranti , ha la sua formula sicura per assicurare la corda al braccino infangato del bambino che non grida più . Tutti si proclamano certi che fu commessa una grandissima ingiustizia , un sopruso tremendo . Un volontario con la testa poco a posto ieri gridava che « questo è lo schifo della società dei nostri giorni » . Gli ha risposto qualche cenno di assenso . Tutti si sono commossi quando si è presentato , erano le 3.10 di ieri mattina , il ragazzo Pietro Molino , napoletano di 16 anni che essendo emaciato e gracile ne dimostra nove . Caro ragazzo napoletano , Pertini ti aveva già abbracciato quando un giudice guastafeste ha bloccato tutto per mancanza del consenso paterno . Il giudice ha certamente commesso l ' errore di far conoscere il suo divieto ( mentre si doveva volare contro le ore , i minuti e i secondi ) dopo un ' ora di inutili imbragamenti e istruzioni . Commozione per l ' intrepido adolescente napoletano , indignazione popolare contro il magistrato . Commozione e risa e vergogna , quando si annuncia al microfono , come se fosse un teatro in piazza , il tentativo di « Er microbo der Tufello » , tal Luciano accompagnato dal padre . Fallisce il primo , fallisce il secondo : l ' impressione è che i soccorsi siano allo sbando ; che i dirigenti manchino di fantasia ( stremati come sono ) , che gli uomini alla macchina , alle funi e nella terra siano sfiniti . Alfredo , anche se non lo sappiamo con certezza , muore con lo spuntare dell ' aurora . Ha avuto sempre più freddo , ha pianto sempre più sommessamente , si è rannicchiato in una sacca del cunicolo e lì si è spento . Lo raggiunge l ' ultimo volontario che non riesce ad ammanettarlo ( ormai il sole sfolgora ) e che rinuncia . Siamo morti tutti ieri mattina alle 6.36 mentre gli speakers dei canali televisivi si rimandavano banalità di circostanza e si gratificavano reciprocamente dicendosi « esatto » , fino a trenta volte in un quarto d ' ora . Sono passati su questa scena il contorsionista francese , il sardo Angelo Cossu e un nano di una TV privata . Passeggia , inosservato , Agostino Greggi , missino ex democristiano . Il terreno è cosparso di lerciume : c ' è aria di stadio , di Lourdes , di festa campestre . I curiosi hanno calpestato tutto , si sono sparsi ovunque , hanno tenuto sotto pressione con il loro alito i vigili del fuoco . Al mattino , quando tutto è finito , le forze dell ' ordine diventano di colpo severe e superciliose : di qui non si passa , favorisca i documenti . C ' è un tubo dal diametro di trenta centimetri ; al primo sole del mattino i saltimbanchi che aspirano cimentarsi nel cunicolo in cui giace Alfredo , tentano di entrare nel tubo : è un test , come la scarpa di Cenerentola . Ma è inutile . Vola una polvere rossastra che acceca e la canicola è temperata dal vento . Sta per arrivare la nuova trivella .
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Proletari all ' erta . La plutocrazia ha gettato la maschera ! Nei vari stabilimenti Fiat i diversi lacchè , che solo perché possessori di uno sparuto pacco di azioni o perché parenti di qualche azionista , sono ai posti di capi servizio , ecc . ( e non certi per le loro intelligenze ) hanno tenuto a rapporto i loro più diretti collaboratori aguzzini anche essi della classe operaia ed impiegatizia . Il tema ? E già si sa ! Gli scioperi ... ! Con parole ambigue ( tanto era la loro criminosa attività che non hanno avuto il coraggio di essere franchi e leali ) hanno fatto capire , minacciato ed ... avvertito che ... qualora gli scioperi si fossero ripetuti , i tedeschi ( leggi : gli odierni gendarmi del capitale ) avrebbero fucilato il 5 per cento degli operai , i capi squadra e qualche dirigente . Gl ' impiegati ? oh ! tutti fucilati ! Dato che sono considerati ( a parole ... perché i capitalisti approfittando della loro immaturità politica in quest ' ultimo concordato li hanno lasciati sul lastrico ! ) anch ' essi quali capi squadra ! Un mezzo per uscire da tanto ... macello l ' hanno subito suggerito : fare i nomi dei promotori degli scioperi ! Secondo loro non v ' è altra via di scampo ! I tedeschi hanno la distinta di chi lavora in una data fabbrica , gli indirizzi di casa , ecc . , ecc . Chi ha procurato tali liste , constatiamo noi , sono le varie direzioni , e ciò è lampante quanto è ingenua ( per non dir altro ) la collaborazione che alcuni partiti fanno con tali criminali . Ciò non ci stupisce perché si sà che la plutocrazia , ha preferito avere i tedeschi in casa piuttosto che armare il proletariato per la cacciata del nemico . Ciò che invece ci fa specie è che certi mostri , a cui hanno affidato le responsabilità tecniche dei singoli riparti siano caduti così in basso da imporre le dilazioni ! Siamo certi però che , come i vari Agnelli , Bertolone Derossi , Valletta ; così pure i vari Morini , Muccini , Ricolfi , ecc . , già sono stati additati dalle Masse e se per ventura osassero mettere in esecuzione tali ignobili macchinazioni quelli ove sfollano le loro famiglie formanti un prezioso elenco che , assicuriamo , è sempre aggiornato , potrebbe ... servire ... La conclusione è questa : dente per dente , occhio per occhio con i ... dovuti interessi ! È inutile che ci facciamo passare sotto il naso i manifesti nazi , compreso quello che parla dei generi vittuari ... ( 3 kg . di patate al mese uguale a 100 grammi al giorno compreso le bucce ) . Inutile che promettano di lenire tanti nostri dolori ! La colpa di tutto il male è del capitalismo e dei loro sbirri nazi - fascisti . Ogni famiglia ha constatato che da quando sono calati i tedeschi , il latte , le uova e il burro , ecc . , sono divenuti cose da ... museo ! Ma in compenso sembra che i tedeschi si diano il burro pure alle scarpe tanta è l ' abbondanza di cui dispongono . Inutile rattoppo quello di mettere a capo della distribuzione dei generi vittuari ; un ufficiale ! egli non sarà certo di meno di quei poco edificante militari che hanno preferito la fuga al combattimento ed ora si fanno assoldare al pari dei « bravi » tutti compresi dallo stipendio . Inutile è dare qualche goccia d ' olio ai dipendenti Fiat . E gli altri ? Non hanno forse lo stesso diritto ... Sembra sentirsi rispondere : Sì ... ma quelli non fanno masse ... Ma i loro bambini debbono battere i denti per la fame ? Medita o proletario ! Sono inutili sì inutili le attenzioni ... ! che dimostrano di avere per chi lavora e chi soffre . Il loro disinteressato ... interessamento è paragonabile a quello che può avere un bifolco per la ... bestia da soma ! Da quel poco , tanto che ci si regge in piedi per avere la forza di ritornare all ' indomani a lavorare ( leggi farsi sfruttare ) . Ormai il proletariato , in quest ' atmosfera di Mortol , ( quanti bombardamenti , quanti assassini ancora , ) non sa che farne né degli aumenti illusorio né dei generi vittuari insufficienti . Egli vuole la PACE , per costruire su di essa , col solo ausilio della sua Volontà e del suo Sacrificio , la vita chi lavora .
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CESENA , 13 . - Sul palazzo del ridotto , ove ha sede il Partito , c ' è una colossale statua di Pio VI . A questo grosso papa seduto , capita oggi spesso di avere tra le gambe , sulla ringhiera della balconata , una lunga bandiera rossa . Ad indignarsene non sono tanto i democristiani , assenti o quasi dalla vita politica della città , quanto i cosiddetti " storioni " , i repubblicani che hanno tutti in testa il cappello da prete . Se hanno assistito a questa nostra grande festa , certamente se ne saranno tornati a casa carichi di meraviglia e di dispetto . Sulla piazza della Biblioteca Malatestiana , una gloriosa biblioteca alla quale Renato Serra guarda ancora dal suo piccolo monumento , ieri sera pioveva , nonostante che il cielo fosse stellato . E come pioveva ! Piovevano biglietti da mille , da cinquecento , da cento , da dieci , da cinque , piovevano monete , piovevano nomi e nomi di Sezioni e di compagni . Una bella , fragorosa pioggia di autunno e il compagno Sigfrido Sozzi , il fratello del martire Gastone , raccoglieva a piene mani le masse di oro e di argento che si rovesciava sul telone , sommerso anche dagli applausi , dalle musiche che si rispondevano da tutte le vie . È stata una mezz ' ora e più di diluvio . " l ' Unità " poteva raccogliere nel suo grembiule quasi 150 mila lire e caricarsi inoltre le spalle di cassette di uva e di vino d ' Albana , attaccarsi alle braccia , come il buon Pastore , pariglie di capponi , festoni di frutta , salami , libri , sì da diventare a poco a poco una vera statua dell ' Abbondanza . Che dispetto per i repubblicani : persino alcuni loro compagni lasciavano piovere le proprie offerte . Avevano perduto completamente la battaglia e , anche a cacciarsi in casa , la festa li avrebbe raggiunti col suo clamore , con le sue musiche , con i suoi canti . Da tutte le Sezioni continuavano a giungere colonne e colonne di compagni , con bandiere , ritratti , fiaccole , fanfare . La piazzetta Eduardo Fabbri era già piena e la vicina piazza Bufalini , via Mazzini , via Zeffirino Re , si andavano affollando sempre più . Aveva dato il via alla corsa podistica , al giro notturno della città . I ragazzi , fra due ali di popolo , scavalcavano barriera e barriera verso il traguardo . Tutti i bar , le botteghe più note , avevano offerto premi al passaggio degli atleti davanti alla loro porta : bottiglie di liquori , di sciroppi , cioccolato , caramella , danaro . Una piccola dea dell ' Abbondanza c ' era anche per loro e li precedeva bendata aprendo il vaso dei suoi doni . Anche Gavroche era in testa a indicare la strada a Fortini , che aveva preso parte alla gara come indipendente , e che ora era buon ultimo , nonostante che tutti i ragazzi facessero il tifo per lui e gli gridassero : « Dai vecchio , dai vecchio ! » . Il nostro Giulio è arrivato con sette minuti di ritardo ed ha guadagnato un sacchetto di cioccolatini , che porterà a Roma al suo ragazzo . La folla entusiasta , che pure aveva avuto modo , nei giorni scorsi , di fare la sua grande festa alla vecchia Rocca , dimostrava di essere così inesauribile e così spontanea da accorrere ancora al richiamo de " l ' Unità " e rovesciarle nel grembo le proprie tasche , il proprio cuore , la propria passione . Bravi , amici e compagni di Cesena . Bravo Sozzi , bravo il compagno imbonitore che al microfono ininterrottamente ripeteva nomi e nomi di sottoscrittori , tenendo dietro con vivacità e con fantasia al ritmo sempre più accelerato e febbrile della emulazione che aveva preso tutti , anche i bambini che sollevava tra le braccia , le donne , i vecchi , gli avversari . Bravo a Pieri , bravo ad Adria ed al ragazzetto e alle signorinelle vestite di rosso , bravo a Baffonero e alla sua ottima cucina , bravi ai miei vecchi allievi che ho ritrovato a dipingere in una torre della vecchia Rocca .
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Londra , 29 . « Tieni duro » ha sussurrato Carlo principe di Galles alla sua principessa velata che aveva appena invertito i nomi dello sposo nella formula matrimoniale , dicendo Filippo Carlo anziché Carlo Filippo Arturo Giorgio . Nessuno dei duemilaseicento presenti alla cerimonia ha sentito questa sua non ufficiale tenerezza , una minoranza dei settecento - cinquanta milioni di spettatori televisivi è riuscita ad afferrarla . All ' interno della più fastosa , solenne , enfatizzata , costosa ( due miliardi e mezzo di lire ) , pubblica , cerimonia nuziale , lo sposo reale è riuscito ad avere per sé e per la sua sposa un attimo privato e quasi segreto . E la sposa , appena uscita dalla chiesa , gli ha dato un ' impercettibile gomitata , ridendo di cuore , come del resto durante la cerimonia i due sono apparsi seri e sorridenti , abbastanza tranquilli da scambiarsi occhiate di conforto , più felici che commossi . Insomma , e riesce difficile pronunciare il banale aggettivo , fastidioso se riferito ai membri di una monarchia , innamorati . Carlo , principe di Galles , era « stupendo , divino , fantastico » almeno secondo le grida di centinaia di migliaia di donne frenetiche schiacciate lungo il percorso del corteo : in alta uniforme della Marina , per speciale concessione della regina , la lunga giacca blu coperta di decorazioni d ' oro e di medaglie , attraversata dalla fascia azzurra . Del resto , come resistere ad un uomo che regalmente saluta con la mano guantata di bianco , dentro un cocchio scoperto dipinto d ' oro su fondo rubino , foderato di raso rosso , tirato da quattro cavalli , con valletti e cocchieri vestiti di rosso e oro , che erano poi poliziotti armati , devotamente travestiti ? Queste precauzioni , tenute segrete , erano state decise per tutte le carrozze della famiglia reale , dopo che , dieci giorni fa , due uomini al servizio della Casa reale erano stati arrestati perché in possesso di esplosivo . Così al cocchio delle fate che ha portato Lady Diana alla Cattedrale , l ' unica carrozza chiusa di tutto il corteo , erano stati applicati nuovi vetri anti - bomba . Dentro si vedeva solo una grande nuvola di tulle perché la sposa aveva avuto il colpo di genio di velare , contrariamente alla tradizione della famiglia reale , il bellissimo viso . Poi , quando Lady Diana è scesa dal cocchio , mentre qualcuno sosteneva suo padre , Conte Spencer , grosso e sofferente di cuore , finalmente si è vista la monumentale e finora segreta opera dei due coniugi Emanuel : certo romantica , e adatta a far singhiozzare qualsiasi giovinetta che vede come culmine della sua vita il giorno del matrimonio , ma troppo ingombrante e persino goffa , sulla figura solitamente molto delicata della ragazza . Eccone gli indimenticabili particolari : di taffettà di seta inglese , con la gonna crinolina sopra una decina di gonne di tulle ; con scollatura profonda circondata da volants di pizzo antico , maniche eccessivamente gonfie , chiuse al gomito da volants di pizzo . Il tutto cosparso di scaglie di madreperla come il lungo velo . Mentre lo strascico , che qualunque bambina immaginerebbe disegnando una sua regina , era di taffettà bordato di pizzo e lungo otto metri . Gli orecchini di diamanti erano un regalo della ricca madre , il diadema di brillanti un prestito della regina . Nelle mani la sposa teneva un bouquet a cascata di rose gialle , gardenie bianche e mirto . D ' altra parte questo era il costume più adatto per il personaggio della principessa giovane e bella , della degna futura regina composta e dignitosa , che Lady Diana aveva il compito di interpretare in questo spettacolo straordinario , che forse non si ripeterà mai più e che doveva contemporaneamente confermare una storia d ' amore seguita da tutto il mondo , esaltare un matrimonio reale , ingigantire il prestigio della monarchia attraverso l ' autentica , immensa , partecipazione popolare , dimostrare al mondo che l ' Inghilterra è grande e unita perché ha questa regina , questo principe e adesso questa principessa , la quale promette a un popolo , come mille anni fa , di assicurare la continuità della monarchia e la sua stabilità indistruttibile e rassicurante , di erede in erede , in un mondo instabile , distruttibile , insicuro . E quindi la pompa , lo sfarzo , il cerimoniale , l ' etichetta , la tradizione : i cavalli , i cavalieri , le carrozze ; i valletti , gli scudieri , i palafrenieri ; le divise rosse e le corazze d ' argento , gli elmi d ' oro e le spade luccicanti , i tricorni di velluto e le polpe di seta ; le nappe , i ricami , le piume , gli alamari , i colbacchi , le decorazioni , i nastri e le alte cinture di seta ; i pizzi , gli stemmi , le insegne , il tutto , più entusiasmante soprattutto per i bambini , e anche più sontuoso e in qualche modo concreto , delle più attente ricostruzioni storiche o feste o palii in costume . E all ' interno della chiesa dorata , regnanti e re spodestati , capi di Stato potenti e insignificanti , la vasta famiglia reale inglese e poi tutte le persone che l ' erede al trono ha voluto al suo matrimonio perché in qualche modo hanno contato nella sua vita . Maestri di scuola e di sci , guardiani di tenute e custodi di case , compagni di classe degli anni tristi della sua giovinezza e qualche ex fiamma , come l ' attrice Susan George . Le signore della famiglia reale tutte vestite in corto color pastello : la regina esultante per avere accasato come si deve l ' erede al trono in turchese pallido , la regina madre in verde pallido , la principessa Margaret molto dimagrita in salmone pallido , la principessa Anna in bianco e giallo pallido . Tutte le signore invitate avevano prediletto il blu smalto , il rosa e il crema : sia l ' ex signora Spencer , madre di Lady Diana , che la signora Spencer , attuale moglie del padre di Diana , avevano scelto lo stesso colore , l ' azzurro madonna . Spettacolo ridicolo , noiosa perdita di tempo , volgare esibizionismo , insultante spreco , cerimonia inconsulta , pompa sorda all ' inquieta e drammatica situazione del paese ? Può darsi : ma d ' altra parte in quale altro modo può sposarsi un erede al trono , il cui compito , come dice il suo motto , è « servire » , cioè farsi vedere , fotografare , inseguire , pubblicizzare , e poi incontrare gente , stringere mani e dire battute scherzose , come i suoi sudditi vogliono e soprattutto come vogliono gli uomini politici ( e la signora Thatcher ) perché esibisca il prestigio formale di un paese in crisi ? E poi , dicono gli inglesi , meglio vedere una bella coppia principesca e senza potere politico dentro un cocchio dorato tirato da cavalli e circondato da cavalieri in alta uniforme , che un pesante e vecchio ministro accanto alla sua eccitata signora , carico di potere , dentro una macchina blindata e circondata da guardie del corpo con mitra e motociclisti vestiti da guerre stellari . E non è forse allarmante pensare a Nancy Reagan come ad una autoeletta regina ? Questa mattina la moglie del presidente americano come sempre molto benedicente , assisteva alla cerimonia vestita di rosa . Il quotidiano « The Guardian » sostiene che Reagan vuole cambiare la Costituzione americana per creare per sé e per la sua scatenata signora un degno futuro : creare cioè al di sopra della figura del presidente politico , un ruolo rappresentativo , e a vita , che toccherebbe ovviamente a lui . La signora Reagan che è accompagnata a Londra dal capo del cerimoniale della Casa Bianca , sarebbe venuta qui soprattutto per imparare le regole dell ' etichetta reale e per prepararsi , come sogna , a un ruolo di regina , sia pure senza corona . Meno fiabesco , ma forse ancora più sorprendente del matrimonio principesco , è stato lo spettacolo che ha offerto Londra in questi giorni : per nessun avvenimento , in nessuna parte del mondo , si era mai vista tanta folla entusiasta , un milione di persone che ha acclamato il principe e la principessa di Galles , che ha cantato commosso Dio salvi la regina e che l ' ha ostinatamente chiamata perché si affacciasse per la terza volta al balcone del palazzo . Verso le quattro del pomeriggio i due principi , visibilmente felici , hanno lasciato Buckingham Palace nel landò reale circondato da guardie a cavallo ; sul retro , qualcuno aveva attaccato il tradizionale cartello « just married » con cuori trafitti , e una selva di palloncini d ' argento con i loro ritratti . Carlo era vestito di grigio , Diana portava un abito rosa salmone con il bolero a maniche corte e il colletto di organza bianco , un cappellino piumato da paggio sulla bella testa e al collo un ' alta collana , certamente antica , con cinque file di perle e gocce di brillanti . Alla stazione di Waterloo i principi di Galles sono saliti su un treno non reale ma del governo che li ha portati dove trascorreranno i primi tre giorni della loro luna di miele : a Broadland , nello Hampshire , nella casa dove sino a due anni fa ha vissuto Lord Mountbatten , morto assassinato in Irlanda , prozio molto amato di Carlo . Anche Elisabetta , col marito Filippo , trascorse in quella casa nel 1947 i primi giorni del suo matrimonio . Il primo agosto sarà lo stesso Carlo a portare la moglie con un jet dell ' Air Force a Gibilterra , dove si imbarcheranno sullo yacht reale Britannia per una luna di miele di quindici giorni nel Mediterraneo : finalmente soli con un equipaggio di trecento persone .
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La battaglia d ' Italia ha toccato il punto in cui vanno tirate le somme . È il momento propizio per l ' esame della situazione . L ' inverno ci è sopraggiunto . Nella guerra guerreggiata esistono certi fattori costanti ( tra i quali è l ' inverno ) i quali hanno forza inesorabile di leggi nei secoli , qualunque siano le nuove invenzioni a disposizione di un comandante . Costituisce contributo costruttivo ai fini della valutazione della situazione presente della campagna d ' Italia il considerare per un momento gli avvenimenti degli ultimi mesi non solo in Italia , ma anche nel resto d ' Europa . Non dobbiamo dimenticare l ' interdipendenza dei vari fronti e le ripercussioni di ognuno sull ' altro . Gli obbiettivi degli eserciti alleati in Italia sono stati e sono : 1 ) distruggere le divisioni tedesche ; 2 ) scacciarle fuori d ' Italia . Questo è stato , per così dire , obbiettivo di carattere locale . D ' altra parte l ' obbiettivo di quelli che formulano i piani di guerra per la sconfitta della Germania dal punto di vista più largo , che si basa sulla carta di tutta l ' Europa , è stato di creare ai tedeschi la necessità di mantenere in Italia il maggior numero di truppe possibile allo scopo che altri e più vasti piani potessero ottenere la maggiore probabilità di successo . All ' osservatore superficiale questi due obbiettivi possono sembrare contraddittori , ma dopo un momento di riflessione risulta chiaro che contraddizione non esiste , perché più forte è l ' assalto e maggiore è l ' impiego delle forze necessarie per affrontarlo . Fino a quel punto ambo gli obbiettivi sono stati raggiunti può essere misurato dai fatti seguenti : 30 divisioni tedesche impiegate in Italia solo dall'11 maggio scorso , dall ' inizio , cioè , della campagna estiva ; 34.000 uomini uccisi ; 104 mila feriti e 56.000 fatti prigionieri . Dallo sbarco sull ' Italia continentale , gli alleati hanno avanzato per 850 km . attraverso terreno tra i più difficili per la guerra in tutto L ' Italia nuova , degna dell ' Europa nuova già esiste « in nuce » : la testimonianza del martirio e della persecuzione ne dà fede . Che attorno alla minoranza s ' allarghi e si svolga il senso della dignità , della lealtà , della responsabilità : solo se gli Alleati ci riconosceranno maturi potremo cooperare in modo effettivo alla causa comune della ricostruzione . Poiché , consapevoli che le conquiste d ' un nucleo di uomini son conquiste di tutti gli uomini , sentiamo di poter dire e fare qualcosa anche noi per il consorzio civile : noi , più spietatamente d ' ogni altro popolo ridotti in balia dell ' arbitrio e della reazione , vogliamo e vorremo le condizioni essenziali della rinascita : la Giustizia e la Libertà . Dignità , lealtà , responsabilità . Churchill così terminò un suo discorso : « Noi siamo sicuri di fare il nostro dovere » . Nella semplicità della frase ciascuno può riconoscere che il dovere è comune ; ciascuno deve far sì che sia identico per tutti gli uomini di buona volontà . Quésto il nostro saluto alle truppe alleate : questo , ce lo auguriamo , anche il saluto e l ' impegno della città e delle campagne .
È tornata donna ( Grazzini Giovanni , 1962 )
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Distesa nel sonno della morte , Marilyn sorride . Al prezzo più alto , ha vinto la sua battaglia . Ha temuto fino all ' ultimo di non farcela , di non trovare il coraggio . Poi si è guardata allo specchio , si è passata le mani sui capelli . « Ecco » ha detto « questo è il momento . » Da quanti anni ci pensava ? Forse dal giorno in cui , bambina , seppe che i nonni e la madre erano morti pazzi , il padre in un incidente stradale , uno zio suicida . Ci pensava da sveglia , quando recitava , si ubriacava , faceva all ' amore . Ci pensava nel sonno , quando si sognava , nuda , sopra un altare , in mezzo a una folla adorante ; quando i sonniferi la strappavano ai paradisi artificiali nei quali l ' avevano costretta a vivere , e la riconducevano al purgatorio dell ' infanzia . « Finirai male , brucerai tra le fiamme dell ' inferno » le avevano detto da bambina . E Marilyn sorrideva . Nessun inferno avrebbe potuto farle più male della vita . Un idolo , Marilyn non era più una donna . È tornata donna il giorno in cui la follia le ha armatola mano contro se stessa . Allora è tornata una povera donna , che nessuna clinica per malattie mentali era riuscita a guarire , e che terrorizzata di finire come la madre si è imposta di calare il sipario su se stessa quando ancora il suo corpo colpevole meritava di essere straziato . Chissà quante spiegazioni ci daranno gli psicanalisti . Diciamo , semplicemente , che Marilyn ha voluto , insieme , punire ed esaltare la parte di se stessa che credeva più responsabile della propria inquietudine . Punirla , devastandola con le proprie mani , di essere stata il simbolo di una mostruosa eccitazione collettiva , dalla quale a lei non venne la felicità ; esaltarla perché il simbolo si perpetuasse , perché nel momento in cui il mito stava declinando il mistero della morte lo rinverdisse e lo consegnasse ai secoli . Marilyn , vittima di un ' età di nevrotici , ha vinto il terrore della morte con la stessa facilità con cui aveva vinto , per trentasei anni , la paura della vita . Tutta la sua esistenza è stata decisa dagli altri . Oggi è toccato a lei dire qualcosa . È assurdo pretendere che la sua parola non fosse un amaro sorriso , una macabra strizzata d ' occhio . Non è questo , ancora , che il mondo le chiedeva ? Incarnare sino in fondo l ' idea del capriccio , spogliarsi di ogni sfumatura psicologica o morale , esporsi nuda , su un calendario o un tavolo anatomico , alla frenesia di un ' umanità che non ammette intimità segrete , che vuole assorbire , sfruttare , consumare , nei miti che si è creata la propria impotenza . Marilyn ha detto sì . Ha sempre detto sì , come una schiava . L ' abbiamo voluta nelle nostre case , nei nostri pensieri , dalle caserme e dai camion l ' abbiamo portata sulle nostre scrivanie , l ' abbiamo spogliata , vestita , rispogliata , rivestita , come una bambola , è stata la nostra amante , siamo fuggiti con lei nella giungla , in un ' isola deserta , sulla Luna , l ' abbiamo tradita con Brigitte e ce ne siamo pentiti ; guardando nostra moglie si pensava a lei ; dicevamo che Marilyn è come una forza della natura , irruente , spontanea , autentica ; dicevamo che la sua aggressività ci riscattava dalle nostre viltà di uomini civilizzati ; che la sua provocazione ci eccitava la fantasia spenta dall ' abitudine . Ecco , risponde oggi Marilyn , la natura ha un volto anche tragico . Guardatemi : se non inorridite , ora sono tutta per voi , tutta per tutti voi . Non ho più mariti , non ho più amici . Il mio abito succinto fascia uno scheletro , non vedete la camicetta come aderisce , come la gonna mi stringe ? « Assorbo da tutti come una cartasuga » disse . Una donna che se ne rende conto non è una donna stupida . Marilyn non era una stupida . Era un corpo cresciuto a propria insaputa , amministrato dalla pubblicità , piegato dal desiderio degli uomini e dalla gelosia delle donne . Dentro c ' era una ragazza americana del nostro secolo , ferita dall ' infanzia e dal successo . Una intelligenza violentata e deviata , ma un ' ossessionata sensibilità . C ' era la disperazione , ora che gli anni marciavano in fretta , di vedersi correre il tempo sul volto , forse persino di sentirsi sulle spalle la colpa dei peccati degli altri , l ' incubo di milioni di occhi e di pensieri , accumulati in quattordici anni di cinema . Il tentativo di Marilyn di avvicinarsi al mondo della cultura , il suo matrimonio con Miller , l ' amicizia con le « teste d ' uovo » di Nuova York , cosa altro erano stati se non il tentativo di spezzare questa catena di sguardi ? Non ci riuscì . Come una schiava , legata alla propria carne , Marilyn ha continuato a divincolarsi . E più si agitava , più si contorceva , e più il mondo aguzzava gli occhi . Riversa sul letto di una clinica , disperata , il mondo guardava il suo corpo . Marilyn piangeva , e il suo mondo le cercava nello sguardo il fremito della voluttà . Brancolava , annaspava nel buio delle depressioni psichiche , e il mondo pensava alla sua anca lussata . Era convinto che , soprattutto , a lei piacesse essere guardata . Era vero , è vero . Perché Marilyn era l ' unica donna di questo secolo che , toccandosi , potesse chiedersi se era già morta , se non fosse , anziché una creatura di carne e ossa , uno stemma araldico , un ' impresa d ' amore e di guerra , l ' emblema di una speranza in cui finzione e realtà si confondono . Ieri inciso sullo scudo , dipinto su uno stendardo , disegnato in un romanzo di cavalleria , oggi impresso nella celluloide e nella carta patinata , il suo volto , perché bastava il suo volto riverso nel riso , era lo stesso per il quale generazioni sono partite , hanno combattuto , sopportato la pena del vivere . L ' eterno femminino , edizione XX secolo . Ora Marilyn è muta . Non c ' è un bambino che ha ereditato il suo sorriso . Ci sono degli uomini che l ' hanno conosciuta , delle donne che l ' hanno invidiata . C ' è un mondo che si compiaceva di esserne scandalizzato . C ' è un ' immensa organizzazione di mercanti che forse non l ' ha aiutata . Ma non c ' è lo stupore della morte , il male che tocca le creature di ogni giorno , quelle che incontriamo per la strada . La morte non tocca i miti , non spegne le illusioni . Aiuta la fantasia . Dove sarà , ora , Marilyn ? Chi turberà ? I diavoli , gli angeli , i marziani ? Ora , forse , tocca a loro credere che il meraviglioso , incarnato da una psicosi collettiva , è anche di questo mondo . Gli antichi lo sapevano , anche Marilyn lo sapeva . E perciò che questa volta , lei che arrivava sempre in ritardo , è stata puntuale .
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Tel Aviv , 9 . Menacem Begin sta progettando una risistemazione della carta geografica ( e degli equilibri politici ) del Medio Oriente ? È questo l ' interrogativo suscitato stasera dalle notizie che giungono dai fronti libanesi . L ' operazione « pace in Galilea » , che stando alle dichiarazioni del governo israeliano avrebbe dovuto limitarsi a ricacciare i palestinesi verso le zone centrali del Libano , sta infatti diventando una guerra con più protagonisti , né più né meno che il quinto conflitto arabo - israeliano . Un comunicato del ministro della Difesa Ariel Sharon ha reso noto , nella tarda serata , che le forze israeliane hanno attaccato il corpo di spedizione siriano in Libano . Non più gli scambi di artiglieria degli ultimi due giorni ma un colpo tremendo - e forse decisivo - al potenziale bellico e al prestigio politico del regime di Damasco . Tutte le batterie di missili terra - aria Sam 6 che i siriani avevano disposto nella valle della Bekaa , sono state distrutte . E negli scontri aerei che hanno preceduto e seguito il « raid » contro le postazioni missilistiche , gli israeliani hanno abbattuto 20 Mig siriani . Ma la spinta contro le forze di Damasco non si è fermata a questo . Calate lunedì , con una spettacolare azione aviotrasportata , sui bordi della strada Beirut - Damasco , le truppe di Israele hanno stasera preso il controllo di questa arteria da cui passano la gran parte dei rifornimenti per il corpo di spedizione siriano e per le milizie dell ' OLP . Il controllo della Beirut - Damasco significa per il capo di stato maggiore israeliano , generale Eytan , il raggiungimento di due fondamentali risultati . Non solo i siriani si trovano ora preclusa la loro maggiore via di ritirata , ma essi sono da stasera divisi in due monconi . La parte più grossa del contingente nella valle della Bekaa , e una parte più ridotta - dunque alla totale mercé delle avanguardie di Israele - dislocata attorno a Beirut . Ma ci sono altri e concreti segni che dimostrano come l ' invasione del Libano avesse obiettivi assai più estesi e ambiziosi di quanto il governo di Gerusalemme non avesse detto . Come si ricorderà , l ' operazione « pace in Galilea » era stata presentata come un tentativo di « bonificare » il sud del Libano dalla presenza delle milizie dell ' OLP . Per realizzare un tale obiettivo , il governo israeliano aveva detto che le sue truppe sarebbero avanzate di circa quaranta chilometri dalla frontiera tra Israele e il Libano . Ma tra ieri pomeriggio e stasera , è divenuto chiaro che le intenzioni di Begin non erano così limitate . Gli israeliani sono infatti nelle immediate vicinanze di Beirut . Stasera è caduta , dopo un ' accanita resistenza opposta dai palestinesi , la città di Damur , a quindici chilometri dalla capitale . Damur era il maggiore caposaldo dell ' OLP sulla strada per Beirut , ed il più vasto deposito di armi e materiali della struttura militare palestinese . Intanto la periferia di Beirut viene bombardata dal mare , e continuano le incursioni aeree israeliane . Così , un ' impressione che ancora ieri sera si affacciava vaga alla mente degli osservatori , s ' è fatta in queste ore assai più nitida . Begin e il suo esercito stanno puntando ad annientare il comando politico - militare dell ' OLP , e per riuscirvi potrebbero anche decidere un attacco finale contro Beirut . Secondo una delle radio libanesi , Yasser Arafat è stato ferito gravemente , oggi pomeriggio , da una bomba caduta sull ' edificio dello stato maggiore dell ' OLP . La notizia è incerta , probabilmente non vera . Ma è sicuro che a questo punto il leader palestinese starà studiando - e non è facile - come mettersi in salvo . Se infatti gli israeliani continuano la loro avanzata , e si congiungono con le milizie falangiste cristiane di Bechir Gemayel , le loro azioni successive saranno queste : 1 ) neutralizzare le truppe siriane attorno a Beirut ; 2 ) iniziare la caccia ai capi palestinesi . E poiché l ' aeroporto di Beirut è chiuso , gli israeliani non esiteranno a sparare contro qualsiasi aereo si levasse in volo , pensando che a bordo potrebbe esserci Arafat . Ora , quali sono le intenzioni di Eytan e del ministro della difesa Sharon ? L ' « Haaretz » , il quotidiano laburista , s ' era posto stamane questa ed altre domande . Se , cioè , i piani dello stato maggiore e del governo di Israele fossero cambiati negli ultimi due giorni , e se davvero la tesi di Sharon avesse trionfato sulle esitazioni di Begin . La tesi del ministro della Difesa è nota . Sharon pensa da tempo ad un Libano « libero » , controllato dai cristiani falangisti , svuotato dei palestinesi e protetto da Israele . Ebbene , stasera ( anche se l ' incalzare degli eventi impedisce analisi sufficientemente precise ) molti segni inducono a pensare che il piano del Governo israeliano sia proprio questo . Annientare fisicamente l ' OLP , ribaltare i rapporti di forza in Libano , rifare la faccia politica della regione . In ogni caso , è ormai chiaro che l ' operazione « pace in Galilea » non si concluderà in pochi giorni . Durerà molte settimane , se non molti mesi . E se nel Governo di Gerusalemme prevarranno davvero le tendenze più radicali ( appunto la visione di Ariel Sharon ) , allora questa guerra del Libano che era iniziata come una delle crisi « minori » del Medio Oriente ( minore rispetto alle guerre del passato ) , si rivelerà come una delle più esplosive e più cariche di rischi per la pace mondiale . Quel che sta avvenendo in Libano può sembrare allettante per i dirigenti di Israele . Ma quanto lo è per gli altri : per l ' Europa , per l ' Egitto post - sadattiano , per l ' Unione Sovietica ? Il sommovimento di questa regione si presenta stasera , insomma , più profondo e grave di quel che era sembrato appena tre giorni fa . Tra l ' altro , esso è stato scatenato sulla spinta d ' un ragionamento politico assurdo . Begin e i suoi hanno creduto infatti , ancora una volta , di poter eliminare l ' OLP come avversario ed interlocutore . Ma essi hanno dimostrato di avere la memoria corta , di non ricordare che tentativi del genere , dal Settembre nero di dodici anni fa sino all ' ultima operazione in Libano dell ' anno scorso , ne erano già stati fatti . È che ogni volta l ' organizzazione palestinese è riaffiorata dal buio delle sconfitte più solida e combattiva di prima . D ' altra parte basta scorrere i giornali di Israele , che cominciano a riempirsi degli annunci mortuari dei soldati caduti nella guerra del Libano , per capire che gli anni passano e che le cose non sono più identiche a prima . « Partecipiamo al dolore della famiglia R . per la morte del figlio M . » . « Le nostre condoglianze per la morte del capitano G . , caduto nell ' adempimento del suo dovere » . Gli annunci di questo tipo sono già numerosi , e intanto ai cimiteri di Tel Aviv e Gerusalemme è un seguito di commosse cerimonie funebri . Israele s ' accorge che l ' operazione « pace in Galilea » è già molto costosa . Sino a stasera , le cifre delle perdite subite ( aggiornate a martedì sera ) sono di trentasei morti e centocinquanta feriti . E dunque assai più alte ( tre o quattro volte più alte ) che in quell ' altra guerra del Libano che fu 1'«operazione Litani » nel '78 : infatti i morti furono allora , in un ' intera settimana , soltanto diciotto . L ' esercito israeliano ha avanzato come sempre , fulmineo e terribile , e ormai tiene sotto controllo oltre la metà del territorio libanese . Ma questa volta ha incontrato da parte dei palestinesi una resistenza molto più dura e coraggiosa delle altre volte . I portavoce militari lasciano capire chiaramente che è questa « la vera sorpresa » dei tre giorni di operazioni in Libano . E la radio ha trasmesso varie interviste con soldati sul fronte , in cui i giovani israeliani hanno parlato dei fedayn dell ' OLP come di « validi e coraggiosi » combattenti . Ancora stasera , la situazione sul terreno dimostra che sgominare l ' avversario non è più facile come un tempo . Circondata da quarantott ' ore , colpita dal mare e dall ' aria , Sidone non è ancora caduta . Certo , portando le vittime civili da centinaia e centinaia a migliaia e migliaia , gli israeliani potrebbero occuparla in mezza giornata ; ma questo è un prezzo che Begin vorrebbe non pagare , ed ecco che Sidone resiste . Roma . « La Santa Sede continuerà ad operare , per quanto possibile , affinché questa dura prova sia abbreviata e le armi cedano il posto alla tregua e al negoziato » ha dichiarato ieri papa Wojtyla a proposito del conflitto in atto nel Libano in un vibrato appello per la cessazione del fuoco . Dopo avere espresso « profonda pena » per le « centinaia di vittime » e per quanti « innocentemente soffrono la violenza e sono costretti , in preda al terrore , ad abbandonare le loro case » , Wojtyla ha denunciato i rischi di un allargamento del conflitto all ' intera area mediorientale : « La stessa pace mondiale » ha aggiunto « potrebbe esserne minacciata » . Ha auspicato infine che l ' appello dell ' ONU per un cessate il fuoco venga accolto .
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ROMA . 21 . Il Consiglio dei Ministri ha approvato nella seduta del 20 aprile un dichiarazione che esprime piena fiducia nella opera del C.L.N. dell ' alta Italia e la convinzione che la prossima liberazione del territorio nazionale avverrà nella concordia degli animi e nell ' atmosfera della restaurata democrazia , e conclude auspicando che i fratelli del nord porteranno il contributo delle loro energie all ' opera di ricostruzione e creazione di una nuova vita nella patria risorta . Il Ministro degli esteri ha informato dell ' azione svolta dal suo dicastero a favore dei nostri prigionieri , di cui , come è noto , le nostre rappresentanze diplomatiche in Gran Bretagna e negli Stati Uniti hanno assunto la protezione , e dei nostri internati e deportati in Germania , a proposito dei quali sono stati intrapresi passi presso i Governi alleati perché ad essi venga assicurata un ' adeguata assistenza , in attesa di poter procedere al loro rimpatrio .
A Bagnacavallo passava la Neva ( Gatto Alfonso , 1949 )
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BAGNOCAVALLO , 14 . - Una cartolina illustrata , piccola , molto piccola , da questo paesetto di Romagna che si gira intorno facendo grandi cerchi sulla campagna e ritrovandosi sempre la piazza sotto la torre dell ' orologio illuminato dalla quale , tra qualche mese , squillerà la nuova campana che ricorda i 350 civili caduti nella guerra . Il fronte , allora , era a pochi passi da qui , verso Alfonsine e verso Cotignola fermo sul Senio . Dovevamo andare a Lugo , come sapete , ma a Lugo non c ' era più posto per noi . Tutta la città era occupata dalla Fiera : la grande piazza del monumento a Baracca ed anche le altre piazze più piccole , le vie adiacenti e persino il campo sportivo , erano occupati da macchine agricole , da aratri , da buoi , vitelli , muli , cavalli , asini . Nulla da fare . E siamo andati a Bagnacavallo , invitati dal sindaco compagno Martini , che domenica avevamo visto a Ravenna . Fortini e Regi hanno riposato : nello stesso grande cinema dove abbiamo parlato , si proiettava L ' educazione dei sentimenti e i nostri documentari non hanno osato mettere il naso fuori dalla scatola ove sono rinchiusi . In compenso , tutti gli intervenuti sedevano comodamente in poltrona : erano stati invitati gli intellettuali e gli avversari , e si può calcolare che pochi siano rimasti in casa e che il nostro improvvisato comizio abbia raccolto gli stessi ascoltatori che sarebbero stati presenti in piazza . Ma Gavroche era indispettito lo stesso e non si è fatto vedere . Convenite , ad ogni modo , che è strano andare a Bagnacavallo per vivere due lunghe ore in Siberia , tra paesaggi indimenticabili , fiumi ghiacciati , infinite distese di neve e quei bellissimi bambini mongoli che si affacciano dai banchi delle scuole . È strano affacciarsi ad una notte bianca sulla Neva e poi ritrovarsi a pochi passi da quei verdi fiumiciattoli che pure hanno avuto un nome nella guerra . Fortini non si raccapezzava più : « Come faccio a tornare a casa ? » , si chiedeva . È strano che siamo andati a vedere a Bagnacavallo , per la prima volta , un bellissimo film che mai c ' era stato possibile di vedere , per colpa nostra , a Roma o a Milano . Vedete che in questo mondo tutto torna . Il ricordo di Bagnacavallo ove una volta si abbeveravano e si lustravano i cavalli di Tiberio , sarà per noi sempre legato alla Siberia , a quel piccolo paese che ingrandisce sotto i nostri occhi o a misura che l ' incantata e bellissima educatrice invecchia e saluta , nei colossali soldati che tornano dalla guerra ad abbracciarla , i suoi primi scolari ai quali insegnò l ' alfabeto , il nome delle stelle , il nome dei fiumi , le meraviglie del creato e , soprattutto , i grandi sentimenti che fanno migliore la vita .