StampaQuotidiana ,
RAVENNA
,
12
.
-
Ce
ne
è
voluto
,
a
staccarsi
da
Carpi
.
Fortini
,
finalmente
,
ha
avuto
una
donna
.
Era
da
giorni
che
andava
gridando
:
«
Datemi
una
donna
,
datemi
una
donna
»
.
I
compagni
di
Carpi
gli
hanno
messo
tra
le
braccia
una
donna
di
bronzo
,
modellata
dallo
scultore
Baraldi
.
«
Scriverò
anche
questa
avventura
nelle
mie
memorie
»
,
ha
detto
con
bella
semplicità
e
con
la
sua
abituale
faccia
tosta
il
nostro
eroe
.
Un
'
ora
dopo
il
cielo
era
sgombro
da
ogni
minaccia
e
il
comizio
è
andato
benissimo
,
nonostante
tutte
le
avversità
avessero
impedito
ai
compagni
ed
agli
amici
dei
paesi
vicini
di
raggiungerci
.
Cento
è
un
po
'
la
pecora
nera
dell
'
Emilia
,
ma
noi
le
abbiamo
strigliato
il
pelo
come
si
conveniva
.
Abbiamo
parlato
a
molti
nemici
ed
a
molti
avversari
presenti
,
i
quali
sono
rimasti
sino
a
tarda
notte
a
vedere
il
film
.
Tanto
meglio
.
Sono
seguite
due
giornate
movimentate
sullo
sfondo
del
più
drammatico
e
del
più
dolce
paesaggio
che
abbia
l
'
Italia
.
Ma
il
nostro
dovere
di
cronisti
ci
impone
,
prima
,
di
parlare
di
Portomaggiore
e
della
bella
festa
che
sabato
vi
abbiamo
tenuto
a
battesimo
.
Non
fosse
altro
che
per
quel
palco
alto
quasi
otto
metri
,
dal
quale
abbiamo
parlato
,
arrampicandoci
per
raggiungerlo
su
una
scala
da
pompieri
che
dava
le
vertigini
.
Per
me
è
stata
una
vera
e
propria
ascensione
di
sesto
grado
.
Ma
,
una
volta
lassù
,
che
spettacolo
!
La
piazza
era
illuminata
a
giorno
e
i
compagni
davano
gli
ultimi
ritocchi
ai
padiglioni
,
agli
spacci
,
al
parcheggio
del
ballo
:
segavano
,
inchiodavano
,
davano
di
mano
ai
pennelli
:
c
'
era
lavoro
per
tutti
,
per
gli
uomini
,
per
le
donne
,
per
i
bambini
.
E
la
folla
,
che
si
andava
raccogliendo
da
tutti
i
paesi
che
punteggiavano
la
notte
di
lumi
,
guardava
con
fiducia
il
cielo
stellato
rimesso
a
nuovo
dal
fresco
e
dal
sereno
.
Robustini
,
il
giovanissimo
segretario
,
e
Nino
Beltrami
,
nero
e
barbuto
come
un
marinaio
,
erano
finalmente
tranquilli
e
ringraziavano
la
carovana
di
aver
dato
alla
festa
della
domenica
una
vigilia
così
ricca
di
promesse
.
Da
Runco
,
da
Voghenza
,
da
Voghiera
,
da
tutti
i
paesi
che
innalzano
sulla
vasta
pianura
fasci
e
fasci
di
canapa
avvicinati
insieme
come
tende
di
un
accampamento
,
erano
venuti
i
braccianti
che
avevano
lavorato
per
tutto
il
giorno
alla
dura
fatica
dei
maceri
.
Eravamo
in
uno
dei
paesi
più
distrutti
dalla
guerra
,
dove
l
'
acqua
che
stagna
e
si
ammala
nei
canali
è
ancora
un
miraggio
alla
sete
degli
abitanti
,
che
sono
costretti
a
comprarla
alla
ferrovia
o
ad
attingerla
coi
pozzi
artesiani
in
fondo
alla
terra
.
La
tubercolosi
miete
vittime
tra
i
bambini
,
le
donne
e
gli
uomini
piegati
per
tutta
la
stagione
in
un
lavoro
durissimo
.
Parlavamo
a
questi
amici
,
a
questi
compagni
,
anche
alla
colonia
dei
saragattiani
,
che
quaggiù
vantano
qualche
successo
.
La
domenica
era
dedicata
a
Comacchio
.
Nella
bella
mattina
siamo
partiti
verso
Ostellato
e
verso
l
'
ampio
orizzonte
delle
valli
salate
,
ove
anche
il
cielo
sembra
solo
,
affacciato
sullo
specchio
immobile
delle
acque
.
Comacchio
vuole
dire
povertà
,
vuol
dire
sete
,
abbandono
.
Nella
vecchia
cittadina
che
ha
addosso
il
viscido
e
il
colore
della
laguna
,
il
tenente
dei
carabinieri
Caroppo
,
che
è
famoso
quasi
quanto
il
maresciallo
Cau
,
aveva
già
pronto
in
mano
il
suo
Verboten
e
gli
stessi
compagni
,
purtroppo
,
non
avevano
da
mostrarci
altro
che
la
loro
stessa
rassegnazione
.
Che
ci
restava
da
fare
,
nella
domenica
,
se
non
andare
in
cerca
di
qualche
nostra
festa
,
o
là
dove
i
compagni
,
anziché
lasciarci
andare
,
si
sarebbero
prodigati
invece
a
trattenerci
?
Siamo
andati
a
trovare
Garibaldi
,
a
Porto
Garibaldi
,
dove
il
vecchio
cippo
è
rimasto
ancora
a
ricordarlo
sulla
spiaggia
ingombra
di
macerie
e
di
sbarramenti
anticarro
.
Addentrandoci
poi
nella
strada
che
,
tagliando
canali
e
canali
,
porta
a
Ravenna
,
la
fortuna
doveva
portarci
ad
incontrare
compagni
che
restano
sempre
soli
.
Alla
Cantoniera
vi
sono
poche
case
di
legno
,
un
pontone
che
viaggia
da
una
sponda
all
'
altra
.
I
pochi
abitanti
erano
raccolti
davanti
alla
porta
di
un
'
abitazione
poco
più
grande
di
una
garitta
.
«
Sta
per
nascere
un
bambino
-
ci
hanno
detto
-
forse
è
già
nato
»
.
Fortini
ha
preparato
il
disco
,
ha
alzato
il
pennone
,
Gavroche
ha
spiegato
le
ali
.
Tutti
eravamo
in
silenzio
:
si
vedeva
in
lontananza
la
casa
dove
morì
Anita
e
le
pinete
correre
nel
cielo
.
Un
vagito
è
risuonato
,
il
pianto
del
bambino
che
si
affacciava
alla
vita
in
quella
capanna
solitaria
.
È
risuonato
l
'
inno
di
Garibaldi
.
E
il
padre
,
dopo
qualche
tempo
,
affacciandosi
alla
porta
insieme
con
la
levatrice
che
aveva
il
pupo
tra
le
braccia
,
ha
detto
:
«
Lo
chiamerò
Garibaldi
»
.
Siamo
rimasti
sino
a
notte
con
quelle
poche
decine
di
compagni
.
Abbiamo
suonato
tutti
i
nostri
dischi
,
abbiamo
fatto
il
cinematografo
.
E
la
nuova
mamma
,
dal
suo
letto
,
attraverso
la
finestra
aperta
,
guardava
anche
lei
sul
piccolo
schermo
.
Proiettato
14
luglio
,
la
dove
si
vede
un
paese
del
Sud
con
un
pontone
che
attraversa
il
fiume
da
una
sponda
all
'
altra
.
«
Anche
laggiù
stanno
come
noi
-
diceva
un
vecchio
-
non
hanno
nemmeno
un
ponte
»
.
Così
sotto
la
notte
stellata
,
in
quel
silenzio
ove
il
bambino
appena
nato
si
era
raccolto
nel
braccio
della
mamma
addormentata
,
eravamo
veramente
pionieri
di
una
terra
leggendaria
,
di
una
umanità
nuova
,
Bret
Harte
,
il
vecchio
scrittore
del
far
West
,
era
con
noi
,
con
le
mani
ficcate
nelle
tasche
,
e
rideva
.
StampaQuotidiana ,
Roma
.
Poiché
è
finita
male
,
della
storia
di
Alfredo
nel
pozzo
restano
angoscia
e
rabbia
.
Passi
per
le
immagini
della
più
terribile
trasmissione
televisiva
.
Passi
per
la
tensione
che
in
certi
momenti
ha
stremato
gli
italiani
.
Quello
che
è
difficile
perdonare
(
forse
in
nome
soltanto
delle
emozioni
e
non
della
ragione
)
è
la
voce
del
bambino
che
tutti
abbiamo
troppo
bene
udito
e
chiuso
nella
memoria
.
Molti
di
noi
fuggivano
udendo
quel
pianto
amplificato
,
quelle
invocazioni
:
il
bambino
Alfredo
,
struggente
e
cardiopatico
di
sei
anni
,
aveva
fiducia
in
Nando
,
il
vigile
del
fuoco
che
era
tutti
noi
al
quale
chiedeva
uno
yogurt
col
cucchiaino
di
ferro
.
Si
dirà
e
scriverà
molto
su
questa
tragedia
.
E
sulla
trasmissione
.
E
su
Pertini
,
caparbio
e
stupendo
vecchio
che
rappresentava
tutti
gli
italiani
.
E
sugli
italiani
bravissima
gente
che
hanno
fatto
le
cinque
,
le
sei
,
le
sette
del
mattino
davanti
alla
televisione
,
piangendo
,
menando
pugni
,
urlando
di
speranza
,
abbattendosi
nella
disillusione
.
Grande
pasto
per
i
tecnici
e
gli
studiosi
delle
comunicazioni
di
massa
,
gli
psico
-
psicologi
e
i
socio
-
sociologi
scatenati
.
È
stato
anche
il
festival
della
proiezione
:
tutti
eravamo
Alfredo
nel
pozzo
,
tutti
eravamo
la
sua
forte
madre
(
donna
pratica
e
incredula
)
,
tutti
eravamo
Pertini
che
abbandona
la
crisi
del
governo
,
ma
,
più
d
'
ogni
altro
personaggio
,
tutti
eravamo
i
vigili
del
fuoco
,
quei
meravigliosi
,
generosi
,
audaci
,
pacifici
,
buoni
vigili
che
scavavano
,
parlavano
,
agivano
come
forti
giganti
.
Erano
gli
stessi
vigili
del
fuoco
,
come
razza
,
del
Friuli
e
dell
'
Irpinia
:
facce
senza
retorica
,
braccia
dure
.
Quel
povero
Pastorelli
,
loro
comandante
,
forse
era
poco
«
proiettivo
»
:
chi
voleva
essere
lui
,
nel
cuor
della
notte
,
a
non
sapere
che
fare
,
quale
decisione
prendere
,
quale
santo
chiamare
in
soccorso
?
Ma
,
meno
di
tutti
,
gli
italiani
si
sono
identificati
nel
ministro
degli
Interni
,
Virginio
Rognoni
,
il
quale
stava
lì
immobile
davanti
alle
telecamere
,
elegante
e
compunto
,
invece
di
stare
al
Viminale
a
fare
il
suo
mestiere
.
E
crediamo
che
il
suo
mestiere
sarebbe
stato
,
durante
la
terribile
notte
fra
venerdì
e
sabato
,
quello
di
far
squillare
tutti
i
telefoni
e
le
radio
di
ogni
gruppo
speciale
,
di
ogni
scuola
ginnastica
di
polizia
,
di
sommozzatori
,
alpini
,
uomini
ragno
;
di
far
squillare
i
telefoni
di
tutt
'
Europa
alla
ricerca
di
una
dozzina
di
esseri
umani
piccoli
,
resistenti
e
abili
da
mandare
giù
nel
foro
.
Rognoni
,
se
tutti
noi
fossimo
stati
lui
,
avrebbe
fatto
partire
elicotteri
e
jet
per
portare
sul
posto
speleologhi
americani
,
russi
,
tedeschi
,
di
ogni
patria
.
Molti
hanno
detto
e
pensano
:
quanto
chiasso
per
una
triste
singola
tragedia
infantile
,
mentre
tante
sciagure
si
consumano
.
A
cominciare
da
quella
siciliana
in
cui
due
bambini
sono
affogati
proprio
in
un
pozzo
.
Storia
finita
in
una
breve
notizia
sulle
colonne
dei
giornali
.
È
vero
,
e
ragione
vorrebbe
che
si
mantenesse
il
senso
delle
proporzioni
.
Ma
l
'
emotività
(
che
è
una
cosa
seria
non
meno
della
ragione
)
altera
la
razionalità
.
È
un
dato
di
fatto
.
Sicché
a
dispetto
apparente
della
ragione
,
la
triste
storia
di
Alfredo
nel
pozzo
ha
sconvolto
la
nostra
vita
:
volevamo
salvarlo
tutti
e
tutti
avremmo
dato
una
parte
di
noi
stessi
per
averlo
vivo
,
perché
eravamo
lui
e
non
lo
sapevamo
.
Per
questo
ci
sono
sembrate
enormità
,
forse
bestialità
,
certe
«
sfortunate
coincidenze
»
(
come
le
ha
benevolmente
qualificate
la
cronaca
televisiva
)
che
hanno
ucciso
sia
il
vero
Alfredo
Rampi
,
sia
il
bambino
che
ognuno
porta
in
sé
.
La
tavoletta
gettata
in
modo
idiota
nel
pozzo
,
così
da
ostruirlo
per
sempre
senza
poter
più
utilizzare
la
sua
apertura
.
La
galleria
laterale
che
si
è
fermata
moltissimi
metri
più
in
alto
del
luogo
in
cui
si
supponeva
che
Alfredo
fosse
(
ed
a
prescindere
dal
fatto
che
il
povero
bambino
nel
frattempo
fosse
precipitato
molto
più
in
basso
)
.
E
poi
quella
storia
del
pertugio
da
trenta
centimetri
che
ha
costretto
alla
caccia
al
nano
ci
è
sembrata
poco
credibile
:
non
siamo
tecnici
,
ma
roccia
o
no
,
in
tante
ore
una
banale
raspa
,
una
lima
avrebbe
potuto
far
guadagnare
i
centimetri
bastanti
per
consentire
il
passaggio
,
se
non
di
un
granatiere
almeno
di
un
normale
ragioniere
.
Invece
nessuno
ha
allargato
quel
buco
e
nessuno
ha
provveduto
a
chiedere
personale
adatto
in
Italia
e
all
'
estero
.
Quando
un
megafono
ha
gridato
:
«
Si
cerca
una
persona
veramente
magra
per
scendere
giù
»
(
era
passata
mezzanotte
da
poco
)
abbiamo
capito
che
Alfredo
sarebbe
morto
.
E
lo
abbiamo
capito
ancora
di
più
,
ma
con
quanta
rabbiosa
disperazione
,
quando
è
stato
annunciato
il
turno
del
«
tappezziere
di
Acilia
»
.
In
quel
momento
il
dramma
,
già
aperto
alla
tragedia
,
è
diventato
un
grottesco
,
un
incubo
.
Piangi
,
piangi
bambino
Alfredo
negli
amplificatori
gentilmente
prestati
dalla
RAI
:
non
avrai
né
il
tuo
yogurt
col
cucchiaino
di
ferro
,
né
la
coperta
calda
e
neppure
Mazinga
che
il
buon
Nando
(
Nando
che
ha
la
faccia
dei
papà
che
vogliono
bene
a
tutti
i
bambini
)
ti
ha
promesso
.
Alfredo
è
morto
e
il
magistrato
di
turno
dirà
se
è
omicidio
colposo
;
i
tecnici
diranno
se
si
poteva
fare
di
più
e
di
meglio
.
Ma
quel
bambino
è
morto
annegato
nelle
bugie
perché
nessuno
era
in
grado
di
salvarlo
.
Adesso
sappiamo
che
un
sistema
semplicissimo
per
salvare
Alfredo
sarebbe
stato
quello
usato
dai
petrolieri
quando
vogliono
chiudere
un
pozzo
.
Fanno
così
:
mandano
giù
nel
profondo
un
cannello
collegato
a
una
bombola
.
La
bombola
contiene
polistirolo
liquido
e
il
pozzo
si
riempie
di
polistirolo
espanso
,
che
sarebbe
quella
morbida
e
leggera
plastica
bianca
degli
imballaggi
.
Bastava
mandare
il
cannello
sotto
Alfredo
(
nelle
prime
ore
)
e
non
sarebbe
mai
più
caduto
di
sotto
.
Oppure
il
pallone
:
bastava
mandare
un
pallone
speciale
sgonfio
e
legato
a
un
tubo
sotto
Alfredo
e
poi
gonfiarlo
.
Il
bambino
sarebbe
stato
protetto
.
Forse
così
avrebbero
fatto
nell
'
Oregon
o
nell
'
Ohio
.
O
a
Stoccolma
o
a
Bonn
.
Non
sappiamo
.
Forse
invece
Alfredo
sarebbe
morto
egualmente
,
ma
ci
piace
pensare
che
quel
bambino
poteva
essere
salvato
:
ce
lo
dice
l
'
istinto
e
l
'
istinto
non
è
sempre
da
buttar
via
.
Alle
22.30
Alfredo
piangeva
.
Che
insopportabile
pianto
quel
pianto
.
Anche
Pertini
(
che
nel
pomeriggio
lo
aveva
udito
in
cuffia
)
ha
avuto
un
sobbalzo
:
«
Fate
silenzio
lì
»
ha
gridato
.
Ed
è
stato
l
'
unico
moto
del
presidente
.
È
rimasto
in
piedi
,
immobile
,
monumento
alla
partecipazione
per
ore
e
ore
.
E
tuttavia
non
si
può
tacere
sul
fatto
che
l
'
arrivo
non
tanto
di
Pertini
quanto
del
suo
seguito
è
stato
,
nel
pomeriggio
,
invadente
:
una
marcia
inattesa
sul
teatro
delle
operazioni
che
ha
frantumato
la
tensione
,
ha
fatto
sbandare
la
folla
che
da
silenziosa
e
composta
si
è
fatta
vociante
(
«
viva
Pertini
,
viva
il
Presidente
»
)
e
capricciosa
:
ha
solleticato
la
vanità
di
chi
ha
preferito
deconcentrarsi
e
andare
a
riverire
il
seguito
presidenziale
.
La
piana
di
Vermicino
in
cui
la
tragedia
di
Alfredo
si
è
consumata
,
ha
conosciuto
nelle
ore
una
lenta
e
orribile
metamorfosi
:
si
è
trasformata
in
un
circo
equestre
e
in
un
sepolcro
.
La
richiesta
di
«
un
nano
»
(
e
subito
comparve
,
per
fallire
se
ricordate
,
il
nano
Claudio
)
ha
solleticato
le
fantasie
.
Ieri
mattina
intorno
al
sepolcro
in
cui
Alfredo
si
era
spento
era
radunata
una
corte
dei
miracoli
:
giovani
di
colore
,
nani
gibbosi
,
relitti
umani
spiritati
e
vocianti
,
ciascuno
accompagnato
dal
suo
manager
,
si
sono
messi
in
fila
per
fare
l
'
esperimento
.
Ognuno
si
aspettava
di
poter
vincere
;
e
brandivano
strumenti
artigiani
fabbricati
nella
notte
,
cappiole
e
laccioli
,
cinghie
e
bracciali
a
cremagliera
.
A
tutti
,
e
brutalmente
,
è
stato
detto
di
no
.
Per
la
verità
abbiamo
avuto
la
sensazione
che
alle
sette
di
ieri
mattina
fosse
stata
decretata
la
morte
di
Alfredo
,
grazie
alla
testimonianza
dell
'
ultimo
soccorritore
che
alle
6.36
aveva
potuto
toccare
il
braccio
della
vittima
trovandolo
irrigidito
e
freddo
.
A
quel
punto
,
tornato
lo
speleologo
alla
superficie
,
il
grande
gioco
per
salvare
Alfredo
è
finito
:
la
madre
ha
potuto
finalmente
crollare
e
seguitare
a
morire
nelle
lacrime
;
tutti
noi
abbiamo
potuto
spegnere
il
televisore
,
portatore
di
lutti
e
di
rovinate
speranze
.
La
RAI
ha
trasmesso
la
più
lunga
diretta
della
sua
storia
:
18
ore
consecutive
.
Indice
d
'
ascolto
prossimo
alla
totalità
.
Si
dava
la
morte
in
diretta
che
(
come
il
sesso
e
il
denaro
)
ottiene
gradimenti
altissimi
.
Ma
non
c
'
era
soltanto
la
RAI
o
le
private
:
la
catena
americana
ABC
ha
capito
subito
l
'
importanza
della
storia
e
si
è
piazzata
per
prima
.
Le
altre
sono
arrivate
di
carriera
.
Reporter
americani
e
italiani
si
sono
insultati
mentre
Alfredo
agonizzava
.
Nella
notte
,
la
prima
,
si
sono
avute
grandi
cazzottature
.
Nella
notte
,
la
seconda
,
gruppi
di
ubriachi
hanno
sciamato
fra
le
poche
case
di
Vermicino
arrecando
tormento
alla
famiglia
della
vittima
.
Ma
la
grande
Italia
generosa
e
strappacore
,
sicuramente
un
po
'
kitsch
,
quella
che
vede
Portobello
e
si
entusiasma
,
l
'
Italia
che
ha
le
semplici
e
solide
tradizioni
della
piccola
borghesia
era
(
ed
ancora
è
,
in
queste
ore
)
solidale
con
Alfredo
,
parla
di
Alfredo
,
non
discute
d
'
altro
.
Ognuno
,
se
andate
nei
bar
e
nei
ristoranti
,
ha
la
sua
formula
sicura
per
assicurare
la
corda
al
braccino
infangato
del
bambino
che
non
grida
più
.
Tutti
si
proclamano
certi
che
fu
commessa
una
grandissima
ingiustizia
,
un
sopruso
tremendo
.
Un
volontario
con
la
testa
poco
a
posto
ieri
gridava
che
«
questo
è
lo
schifo
della
società
dei
nostri
giorni
»
.
Gli
ha
risposto
qualche
cenno
di
assenso
.
Tutti
si
sono
commossi
quando
si
è
presentato
,
erano
le
3.10
di
ieri
mattina
,
il
ragazzo
Pietro
Molino
,
napoletano
di
16
anni
che
essendo
emaciato
e
gracile
ne
dimostra
nove
.
Caro
ragazzo
napoletano
,
Pertini
ti
aveva
già
abbracciato
quando
un
giudice
guastafeste
ha
bloccato
tutto
per
mancanza
del
consenso
paterno
.
Il
giudice
ha
certamente
commesso
l
'
errore
di
far
conoscere
il
suo
divieto
(
mentre
si
doveva
volare
contro
le
ore
,
i
minuti
e
i
secondi
)
dopo
un
'
ora
di
inutili
imbragamenti
e
istruzioni
.
Commozione
per
l
'
intrepido
adolescente
napoletano
,
indignazione
popolare
contro
il
magistrato
.
Commozione
e
risa
e
vergogna
,
quando
si
annuncia
al
microfono
,
come
se
fosse
un
teatro
in
piazza
,
il
tentativo
di
«
Er
microbo
der
Tufello
»
,
tal
Luciano
accompagnato
dal
padre
.
Fallisce
il
primo
,
fallisce
il
secondo
:
l
'
impressione
è
che
i
soccorsi
siano
allo
sbando
;
che
i
dirigenti
manchino
di
fantasia
(
stremati
come
sono
)
,
che
gli
uomini
alla
macchina
,
alle
funi
e
nella
terra
siano
sfiniti
.
Alfredo
,
anche
se
non
lo
sappiamo
con
certezza
,
muore
con
lo
spuntare
dell
'
aurora
.
Ha
avuto
sempre
più
freddo
,
ha
pianto
sempre
più
sommessamente
,
si
è
rannicchiato
in
una
sacca
del
cunicolo
e
lì
si
è
spento
.
Lo
raggiunge
l
'
ultimo
volontario
che
non
riesce
ad
ammanettarlo
(
ormai
il
sole
sfolgora
)
e
che
rinuncia
.
Siamo
morti
tutti
ieri
mattina
alle
6.36
mentre
gli
speakers
dei
canali
televisivi
si
rimandavano
banalità
di
circostanza
e
si
gratificavano
reciprocamente
dicendosi
«
esatto
»
,
fino
a
trenta
volte
in
un
quarto
d
'
ora
.
Sono
passati
su
questa
scena
il
contorsionista
francese
,
il
sardo
Angelo
Cossu
e
un
nano
di
una
TV
privata
.
Passeggia
,
inosservato
,
Agostino
Greggi
,
missino
ex
democristiano
.
Il
terreno
è
cosparso
di
lerciume
:
c
'
è
aria
di
stadio
,
di
Lourdes
,
di
festa
campestre
.
I
curiosi
hanno
calpestato
tutto
,
si
sono
sparsi
ovunque
,
hanno
tenuto
sotto
pressione
con
il
loro
alito
i
vigili
del
fuoco
.
Al
mattino
,
quando
tutto
è
finito
,
le
forze
dell
'
ordine
diventano
di
colpo
severe
e
superciliose
:
di
qui
non
si
passa
,
favorisca
i
documenti
.
C
'
è
un
tubo
dal
diametro
di
trenta
centimetri
;
al
primo
sole
del
mattino
i
saltimbanchi
che
aspirano
cimentarsi
nel
cunicolo
in
cui
giace
Alfredo
,
tentano
di
entrare
nel
tubo
:
è
un
test
,
come
la
scarpa
di
Cenerentola
.
Ma
è
inutile
.
Vola
una
polvere
rossastra
che
acceca
e
la
canicola
è
temperata
dal
vento
.
Sta
per
arrivare
la
nuova
trivella
.
StampaQuotidiana ,
Proletari
all
'
erta
.
La
plutocrazia
ha
gettato
la
maschera
!
Nei
vari
stabilimenti
Fiat
i
diversi
lacchè
,
che
solo
perché
possessori
di
uno
sparuto
pacco
di
azioni
o
perché
parenti
di
qualche
azionista
,
sono
ai
posti
di
capi
servizio
,
ecc
.
(
e
non
certi
per
le
loro
intelligenze
)
hanno
tenuto
a
rapporto
i
loro
più
diretti
collaboratori
aguzzini
anche
essi
della
classe
operaia
ed
impiegatizia
.
Il
tema
?
E
già
si
sa
!
Gli
scioperi
...
!
Con
parole
ambigue
(
tanto
era
la
loro
criminosa
attività
che
non
hanno
avuto
il
coraggio
di
essere
franchi
e
leali
)
hanno
fatto
capire
,
minacciato
ed
...
avvertito
che
...
qualora
gli
scioperi
si
fossero
ripetuti
,
i
tedeschi
(
leggi
:
gli
odierni
gendarmi
del
capitale
)
avrebbero
fucilato
il
5
per
cento
degli
operai
,
i
capi
squadra
e
qualche
dirigente
.
Gl
'
impiegati
?
oh
!
tutti
fucilati
!
Dato
che
sono
considerati
(
a
parole
...
perché
i
capitalisti
approfittando
della
loro
immaturità
politica
in
quest
'
ultimo
concordato
li
hanno
lasciati
sul
lastrico
!
)
anch
'
essi
quali
capi
squadra
!
Un
mezzo
per
uscire
da
tanto
...
macello
l
'
hanno
subito
suggerito
:
fare
i
nomi
dei
promotori
degli
scioperi
!
Secondo
loro
non
v
'
è
altra
via
di
scampo
!
I
tedeschi
hanno
la
distinta
di
chi
lavora
in
una
data
fabbrica
,
gli
indirizzi
di
casa
,
ecc
.
,
ecc
.
Chi
ha
procurato
tali
liste
,
constatiamo
noi
,
sono
le
varie
direzioni
,
e
ciò
è
lampante
quanto
è
ingenua
(
per
non
dir
altro
)
la
collaborazione
che
alcuni
partiti
fanno
con
tali
criminali
.
Ciò
non
ci
stupisce
perché
si
sà
che
la
plutocrazia
,
ha
preferito
avere
i
tedeschi
in
casa
piuttosto
che
armare
il
proletariato
per
la
cacciata
del
nemico
.
Ciò
che
invece
ci
fa
specie
è
che
certi
mostri
,
a
cui
hanno
affidato
le
responsabilità
tecniche
dei
singoli
riparti
siano
caduti
così
in
basso
da
imporre
le
dilazioni
!
Siamo
certi
però
che
,
come
i
vari
Agnelli
,
Bertolone
Derossi
,
Valletta
;
così
pure
i
vari
Morini
,
Muccini
,
Ricolfi
,
ecc
.
,
già
sono
stati
additati
dalle
Masse
e
se
per
ventura
osassero
mettere
in
esecuzione
tali
ignobili
macchinazioni
quelli
ove
sfollano
le
loro
famiglie
formanti
un
prezioso
elenco
che
,
assicuriamo
,
è
sempre
aggiornato
,
potrebbe
...
servire
...
La
conclusione
è
questa
:
dente
per
dente
,
occhio
per
occhio
con
i
...
dovuti
interessi
!
È
inutile
che
ci
facciamo
passare
sotto
il
naso
i
manifesti
nazi
,
compreso
quello
che
parla
dei
generi
vittuari
...
(
3
kg
.
di
patate
al
mese
uguale
a
100
grammi
al
giorno
compreso
le
bucce
)
.
Inutile
che
promettano
di
lenire
tanti
nostri
dolori
!
La
colpa
di
tutto
il
male
è
del
capitalismo
e
dei
loro
sbirri
nazi
-
fascisti
.
Ogni
famiglia
ha
constatato
che
da
quando
sono
calati
i
tedeschi
,
il
latte
,
le
uova
e
il
burro
,
ecc
.
,
sono
divenuti
cose
da
...
museo
!
Ma
in
compenso
sembra
che
i
tedeschi
si
diano
il
burro
pure
alle
scarpe
tanta
è
l
'
abbondanza
di
cui
dispongono
.
Inutile
rattoppo
quello
di
mettere
a
capo
della
distribuzione
dei
generi
vittuari
;
un
ufficiale
!
egli
non
sarà
certo
di
meno
di
quei
poco
edificante
militari
che
hanno
preferito
la
fuga
al
combattimento
ed
ora
si
fanno
assoldare
al
pari
dei
«
bravi
»
tutti
compresi
dallo
stipendio
.
Inutile
è
dare
qualche
goccia
d
'
olio
ai
dipendenti
Fiat
.
E
gli
altri
?
Non
hanno
forse
lo
stesso
diritto
...
Sembra
sentirsi
rispondere
:
Sì
...
ma
quelli
non
fanno
masse
...
Ma
i
loro
bambini
debbono
battere
i
denti
per
la
fame
?
Medita
o
proletario
!
Sono
inutili
sì
inutili
le
attenzioni
...
!
che
dimostrano
di
avere
per
chi
lavora
e
chi
soffre
.
Il
loro
disinteressato
...
interessamento
è
paragonabile
a
quello
che
può
avere
un
bifolco
per
la
...
bestia
da
soma
!
Da
quel
poco
,
tanto
che
ci
si
regge
in
piedi
per
avere
la
forza
di
ritornare
all
'
indomani
a
lavorare
(
leggi
farsi
sfruttare
)
.
Ormai
il
proletariato
,
in
quest
'
atmosfera
di
Mortol
,
(
quanti
bombardamenti
,
quanti
assassini
ancora
,
)
non
sa
che
farne
né
degli
aumenti
illusorio
né
dei
generi
vittuari
insufficienti
.
Egli
vuole
la
PACE
,
per
costruire
su
di
essa
,
col
solo
ausilio
della
sua
Volontà
e
del
suo
Sacrificio
,
la
vita
chi
lavora
.
StampaQuotidiana ,
CESENA
,
13
.
-
Sul
palazzo
del
ridotto
,
ove
ha
sede
il
Partito
,
c
'
è
una
colossale
statua
di
Pio
VI
.
A
questo
grosso
papa
seduto
,
capita
oggi
spesso
di
avere
tra
le
gambe
,
sulla
ringhiera
della
balconata
,
una
lunga
bandiera
rossa
.
Ad
indignarsene
non
sono
tanto
i
democristiani
,
assenti
o
quasi
dalla
vita
politica
della
città
,
quanto
i
cosiddetti
"
storioni
"
,
i
repubblicani
che
hanno
tutti
in
testa
il
cappello
da
prete
.
Se
hanno
assistito
a
questa
nostra
grande
festa
,
certamente
se
ne
saranno
tornati
a
casa
carichi
di
meraviglia
e
di
dispetto
.
Sulla
piazza
della
Biblioteca
Malatestiana
,
una
gloriosa
biblioteca
alla
quale
Renato
Serra
guarda
ancora
dal
suo
piccolo
monumento
,
ieri
sera
pioveva
,
nonostante
che
il
cielo
fosse
stellato
.
E
come
pioveva
!
Piovevano
biglietti
da
mille
,
da
cinquecento
,
da
cento
,
da
dieci
,
da
cinque
,
piovevano
monete
,
piovevano
nomi
e
nomi
di
Sezioni
e
di
compagni
.
Una
bella
,
fragorosa
pioggia
di
autunno
e
il
compagno
Sigfrido
Sozzi
,
il
fratello
del
martire
Gastone
,
raccoglieva
a
piene
mani
le
masse
di
oro
e
di
argento
che
si
rovesciava
sul
telone
,
sommerso
anche
dagli
applausi
,
dalle
musiche
che
si
rispondevano
da
tutte
le
vie
.
È
stata
una
mezz
'
ora
e
più
di
diluvio
.
"
l
'
Unità
"
poteva
raccogliere
nel
suo
grembiule
quasi
150
mila
lire
e
caricarsi
inoltre
le
spalle
di
cassette
di
uva
e
di
vino
d
'
Albana
,
attaccarsi
alle
braccia
,
come
il
buon
Pastore
,
pariglie
di
capponi
,
festoni
di
frutta
,
salami
,
libri
,
sì
da
diventare
a
poco
a
poco
una
vera
statua
dell
'
Abbondanza
.
Che
dispetto
per
i
repubblicani
:
persino
alcuni
loro
compagni
lasciavano
piovere
le
proprie
offerte
.
Avevano
perduto
completamente
la
battaglia
e
,
anche
a
cacciarsi
in
casa
,
la
festa
li
avrebbe
raggiunti
col
suo
clamore
,
con
le
sue
musiche
,
con
i
suoi
canti
.
Da
tutte
le
Sezioni
continuavano
a
giungere
colonne
e
colonne
di
compagni
,
con
bandiere
,
ritratti
,
fiaccole
,
fanfare
.
La
piazzetta
Eduardo
Fabbri
era
già
piena
e
la
vicina
piazza
Bufalini
,
via
Mazzini
,
via
Zeffirino
Re
,
si
andavano
affollando
sempre
più
.
Aveva
dato
il
via
alla
corsa
podistica
,
al
giro
notturno
della
città
.
I
ragazzi
,
fra
due
ali
di
popolo
,
scavalcavano
barriera
e
barriera
verso
il
traguardo
.
Tutti
i
bar
,
le
botteghe
più
note
,
avevano
offerto
premi
al
passaggio
degli
atleti
davanti
alla
loro
porta
:
bottiglie
di
liquori
,
di
sciroppi
,
cioccolato
,
caramella
,
danaro
.
Una
piccola
dea
dell
'
Abbondanza
c
'
era
anche
per
loro
e
li
precedeva
bendata
aprendo
il
vaso
dei
suoi
doni
.
Anche
Gavroche
era
in
testa
a
indicare
la
strada
a
Fortini
,
che
aveva
preso
parte
alla
gara
come
indipendente
,
e
che
ora
era
buon
ultimo
,
nonostante
che
tutti
i
ragazzi
facessero
il
tifo
per
lui
e
gli
gridassero
:
«
Dai
vecchio
,
dai
vecchio
!
»
.
Il
nostro
Giulio
è
arrivato
con
sette
minuti
di
ritardo
ed
ha
guadagnato
un
sacchetto
di
cioccolatini
,
che
porterà
a
Roma
al
suo
ragazzo
.
La
folla
entusiasta
,
che
pure
aveva
avuto
modo
,
nei
giorni
scorsi
,
di
fare
la
sua
grande
festa
alla
vecchia
Rocca
,
dimostrava
di
essere
così
inesauribile
e
così
spontanea
da
accorrere
ancora
al
richiamo
de
"
l
'
Unità
"
e
rovesciarle
nel
grembo
le
proprie
tasche
,
il
proprio
cuore
,
la
propria
passione
.
Bravi
,
amici
e
compagni
di
Cesena
.
Bravo
Sozzi
,
bravo
il
compagno
imbonitore
che
al
microfono
ininterrottamente
ripeteva
nomi
e
nomi
di
sottoscrittori
,
tenendo
dietro
con
vivacità
e
con
fantasia
al
ritmo
sempre
più
accelerato
e
febbrile
della
emulazione
che
aveva
preso
tutti
,
anche
i
bambini
che
sollevava
tra
le
braccia
,
le
donne
,
i
vecchi
,
gli
avversari
.
Bravo
a
Pieri
,
bravo
ad
Adria
ed
al
ragazzetto
e
alle
signorinelle
vestite
di
rosso
,
bravo
a
Baffonero
e
alla
sua
ottima
cucina
,
bravi
ai
miei
vecchi
allievi
che
ho
ritrovato
a
dipingere
in
una
torre
della
vecchia
Rocca
.
StampaQuotidiana ,
Londra
,
29
.
«
Tieni
duro
»
ha
sussurrato
Carlo
principe
di
Galles
alla
sua
principessa
velata
che
aveva
appena
invertito
i
nomi
dello
sposo
nella
formula
matrimoniale
,
dicendo
Filippo
Carlo
anziché
Carlo
Filippo
Arturo
Giorgio
.
Nessuno
dei
duemilaseicento
presenti
alla
cerimonia
ha
sentito
questa
sua
non
ufficiale
tenerezza
,
una
minoranza
dei
settecento
-
cinquanta
milioni
di
spettatori
televisivi
è
riuscita
ad
afferrarla
.
All
'
interno
della
più
fastosa
,
solenne
,
enfatizzata
,
costosa
(
due
miliardi
e
mezzo
di
lire
)
,
pubblica
,
cerimonia
nuziale
,
lo
sposo
reale
è
riuscito
ad
avere
per
sé
e
per
la
sua
sposa
un
attimo
privato
e
quasi
segreto
.
E
la
sposa
,
appena
uscita
dalla
chiesa
,
gli
ha
dato
un
'
impercettibile
gomitata
,
ridendo
di
cuore
,
come
del
resto
durante
la
cerimonia
i
due
sono
apparsi
seri
e
sorridenti
,
abbastanza
tranquilli
da
scambiarsi
occhiate
di
conforto
,
più
felici
che
commossi
.
Insomma
,
e
riesce
difficile
pronunciare
il
banale
aggettivo
,
fastidioso
se
riferito
ai
membri
di
una
monarchia
,
innamorati
.
Carlo
,
principe
di
Galles
,
era
«
stupendo
,
divino
,
fantastico
»
almeno
secondo
le
grida
di
centinaia
di
migliaia
di
donne
frenetiche
schiacciate
lungo
il
percorso
del
corteo
:
in
alta
uniforme
della
Marina
,
per
speciale
concessione
della
regina
,
la
lunga
giacca
blu
coperta
di
decorazioni
d
'
oro
e
di
medaglie
,
attraversata
dalla
fascia
azzurra
.
Del
resto
,
come
resistere
ad
un
uomo
che
regalmente
saluta
con
la
mano
guantata
di
bianco
,
dentro
un
cocchio
scoperto
dipinto
d
'
oro
su
fondo
rubino
,
foderato
di
raso
rosso
,
tirato
da
quattro
cavalli
,
con
valletti
e
cocchieri
vestiti
di
rosso
e
oro
,
che
erano
poi
poliziotti
armati
,
devotamente
travestiti
?
Queste
precauzioni
,
tenute
segrete
,
erano
state
decise
per
tutte
le
carrozze
della
famiglia
reale
,
dopo
che
,
dieci
giorni
fa
,
due
uomini
al
servizio
della
Casa
reale
erano
stati
arrestati
perché
in
possesso
di
esplosivo
.
Così
al
cocchio
delle
fate
che
ha
portato
Lady
Diana
alla
Cattedrale
,
l
'
unica
carrozza
chiusa
di
tutto
il
corteo
,
erano
stati
applicati
nuovi
vetri
anti
-
bomba
.
Dentro
si
vedeva
solo
una
grande
nuvola
di
tulle
perché
la
sposa
aveva
avuto
il
colpo
di
genio
di
velare
,
contrariamente
alla
tradizione
della
famiglia
reale
,
il
bellissimo
viso
.
Poi
,
quando
Lady
Diana
è
scesa
dal
cocchio
,
mentre
qualcuno
sosteneva
suo
padre
,
Conte
Spencer
,
grosso
e
sofferente
di
cuore
,
finalmente
si
è
vista
la
monumentale
e
finora
segreta
opera
dei
due
coniugi
Emanuel
:
certo
romantica
,
e
adatta
a
far
singhiozzare
qualsiasi
giovinetta
che
vede
come
culmine
della
sua
vita
il
giorno
del
matrimonio
,
ma
troppo
ingombrante
e
persino
goffa
,
sulla
figura
solitamente
molto
delicata
della
ragazza
.
Eccone
gli
indimenticabili
particolari
:
di
taffettà
di
seta
inglese
,
con
la
gonna
crinolina
sopra
una
decina
di
gonne
di
tulle
;
con
scollatura
profonda
circondata
da
volants
di
pizzo
antico
,
maniche
eccessivamente
gonfie
,
chiuse
al
gomito
da
volants
di
pizzo
.
Il
tutto
cosparso
di
scaglie
di
madreperla
come
il
lungo
velo
.
Mentre
lo
strascico
,
che
qualunque
bambina
immaginerebbe
disegnando
una
sua
regina
,
era
di
taffettà
bordato
di
pizzo
e
lungo
otto
metri
.
Gli
orecchini
di
diamanti
erano
un
regalo
della
ricca
madre
,
il
diadema
di
brillanti
un
prestito
della
regina
.
Nelle
mani
la
sposa
teneva
un
bouquet
a
cascata
di
rose
gialle
,
gardenie
bianche
e
mirto
.
D
'
altra
parte
questo
era
il
costume
più
adatto
per
il
personaggio
della
principessa
giovane
e
bella
,
della
degna
futura
regina
composta
e
dignitosa
,
che
Lady
Diana
aveva
il
compito
di
interpretare
in
questo
spettacolo
straordinario
,
che
forse
non
si
ripeterà
mai
più
e
che
doveva
contemporaneamente
confermare
una
storia
d
'
amore
seguita
da
tutto
il
mondo
,
esaltare
un
matrimonio
reale
,
ingigantire
il
prestigio
della
monarchia
attraverso
l
'
autentica
,
immensa
,
partecipazione
popolare
,
dimostrare
al
mondo
che
l
'
Inghilterra
è
grande
e
unita
perché
ha
questa
regina
,
questo
principe
e
adesso
questa
principessa
,
la
quale
promette
a
un
popolo
,
come
mille
anni
fa
,
di
assicurare
la
continuità
della
monarchia
e
la
sua
stabilità
indistruttibile
e
rassicurante
,
di
erede
in
erede
,
in
un
mondo
instabile
,
distruttibile
,
insicuro
.
E
quindi
la
pompa
,
lo
sfarzo
,
il
cerimoniale
,
l
'
etichetta
,
la
tradizione
:
i
cavalli
,
i
cavalieri
,
le
carrozze
;
i
valletti
,
gli
scudieri
,
i
palafrenieri
;
le
divise
rosse
e
le
corazze
d
'
argento
,
gli
elmi
d
'
oro
e
le
spade
luccicanti
,
i
tricorni
di
velluto
e
le
polpe
di
seta
;
le
nappe
,
i
ricami
,
le
piume
,
gli
alamari
,
i
colbacchi
,
le
decorazioni
,
i
nastri
e
le
alte
cinture
di
seta
;
i
pizzi
,
gli
stemmi
,
le
insegne
,
il
tutto
,
più
entusiasmante
soprattutto
per
i
bambini
,
e
anche
più
sontuoso
e
in
qualche
modo
concreto
,
delle
più
attente
ricostruzioni
storiche
o
feste
o
palii
in
costume
.
E
all
'
interno
della
chiesa
dorata
,
regnanti
e
re
spodestati
,
capi
di
Stato
potenti
e
insignificanti
,
la
vasta
famiglia
reale
inglese
e
poi
tutte
le
persone
che
l
'
erede
al
trono
ha
voluto
al
suo
matrimonio
perché
in
qualche
modo
hanno
contato
nella
sua
vita
.
Maestri
di
scuola
e
di
sci
,
guardiani
di
tenute
e
custodi
di
case
,
compagni
di
classe
degli
anni
tristi
della
sua
giovinezza
e
qualche
ex
fiamma
,
come
l
'
attrice
Susan
George
.
Le
signore
della
famiglia
reale
tutte
vestite
in
corto
color
pastello
:
la
regina
esultante
per
avere
accasato
come
si
deve
l
'
erede
al
trono
in
turchese
pallido
,
la
regina
madre
in
verde
pallido
,
la
principessa
Margaret
molto
dimagrita
in
salmone
pallido
,
la
principessa
Anna
in
bianco
e
giallo
pallido
.
Tutte
le
signore
invitate
avevano
prediletto
il
blu
smalto
,
il
rosa
e
il
crema
:
sia
l
'
ex
signora
Spencer
,
madre
di
Lady
Diana
,
che
la
signora
Spencer
,
attuale
moglie
del
padre
di
Diana
,
avevano
scelto
lo
stesso
colore
,
l
'
azzurro
madonna
.
Spettacolo
ridicolo
,
noiosa
perdita
di
tempo
,
volgare
esibizionismo
,
insultante
spreco
,
cerimonia
inconsulta
,
pompa
sorda
all
'
inquieta
e
drammatica
situazione
del
paese
?
Può
darsi
:
ma
d
'
altra
parte
in
quale
altro
modo
può
sposarsi
un
erede
al
trono
,
il
cui
compito
,
come
dice
il
suo
motto
,
è
«
servire
»
,
cioè
farsi
vedere
,
fotografare
,
inseguire
,
pubblicizzare
,
e
poi
incontrare
gente
,
stringere
mani
e
dire
battute
scherzose
,
come
i
suoi
sudditi
vogliono
e
soprattutto
come
vogliono
gli
uomini
politici
(
e
la
signora
Thatcher
)
perché
esibisca
il
prestigio
formale
di
un
paese
in
crisi
?
E
poi
,
dicono
gli
inglesi
,
meglio
vedere
una
bella
coppia
principesca
e
senza
potere
politico
dentro
un
cocchio
dorato
tirato
da
cavalli
e
circondato
da
cavalieri
in
alta
uniforme
,
che
un
pesante
e
vecchio
ministro
accanto
alla
sua
eccitata
signora
,
carico
di
potere
,
dentro
una
macchina
blindata
e
circondata
da
guardie
del
corpo
con
mitra
e
motociclisti
vestiti
da
guerre
stellari
.
E
non
è
forse
allarmante
pensare
a
Nancy
Reagan
come
ad
una
autoeletta
regina
?
Questa
mattina
la
moglie
del
presidente
americano
come
sempre
molto
benedicente
,
assisteva
alla
cerimonia
vestita
di
rosa
.
Il
quotidiano
«
The
Guardian
»
sostiene
che
Reagan
vuole
cambiare
la
Costituzione
americana
per
creare
per
sé
e
per
la
sua
scatenata
signora
un
degno
futuro
:
creare
cioè
al
di
sopra
della
figura
del
presidente
politico
,
un
ruolo
rappresentativo
,
e
a
vita
,
che
toccherebbe
ovviamente
a
lui
.
La
signora
Reagan
che
è
accompagnata
a
Londra
dal
capo
del
cerimoniale
della
Casa
Bianca
,
sarebbe
venuta
qui
soprattutto
per
imparare
le
regole
dell
'
etichetta
reale
e
per
prepararsi
,
come
sogna
,
a
un
ruolo
di
regina
,
sia
pure
senza
corona
.
Meno
fiabesco
,
ma
forse
ancora
più
sorprendente
del
matrimonio
principesco
,
è
stato
lo
spettacolo
che
ha
offerto
Londra
in
questi
giorni
:
per
nessun
avvenimento
,
in
nessuna
parte
del
mondo
,
si
era
mai
vista
tanta
folla
entusiasta
,
un
milione
di
persone
che
ha
acclamato
il
principe
e
la
principessa
di
Galles
,
che
ha
cantato
commosso
Dio
salvi
la
regina
e
che
l
'
ha
ostinatamente
chiamata
perché
si
affacciasse
per
la
terza
volta
al
balcone
del
palazzo
.
Verso
le
quattro
del
pomeriggio
i
due
principi
,
visibilmente
felici
,
hanno
lasciato
Buckingham
Palace
nel
landò
reale
circondato
da
guardie
a
cavallo
;
sul
retro
,
qualcuno
aveva
attaccato
il
tradizionale
cartello
«
just
married
»
con
cuori
trafitti
,
e
una
selva
di
palloncini
d
'
argento
con
i
loro
ritratti
.
Carlo
era
vestito
di
grigio
,
Diana
portava
un
abito
rosa
salmone
con
il
bolero
a
maniche
corte
e
il
colletto
di
organza
bianco
,
un
cappellino
piumato
da
paggio
sulla
bella
testa
e
al
collo
un
'
alta
collana
,
certamente
antica
,
con
cinque
file
di
perle
e
gocce
di
brillanti
.
Alla
stazione
di
Waterloo
i
principi
di
Galles
sono
saliti
su
un
treno
non
reale
ma
del
governo
che
li
ha
portati
dove
trascorreranno
i
primi
tre
giorni
della
loro
luna
di
miele
:
a
Broadland
,
nello
Hampshire
,
nella
casa
dove
sino
a
due
anni
fa
ha
vissuto
Lord
Mountbatten
,
morto
assassinato
in
Irlanda
,
prozio
molto
amato
di
Carlo
.
Anche
Elisabetta
,
col
marito
Filippo
,
trascorse
in
quella
casa
nel
1947
i
primi
giorni
del
suo
matrimonio
.
Il
primo
agosto
sarà
lo
stesso
Carlo
a
portare
la
moglie
con
un
jet
dell
'
Air
Force
a
Gibilterra
,
dove
si
imbarcheranno
sullo
yacht
reale
Britannia
per
una
luna
di
miele
di
quindici
giorni
nel
Mediterraneo
:
finalmente
soli
con
un
equipaggio
di
trecento
persone
.
StampaQuotidiana ,
La
battaglia
d
'
Italia
ha
toccato
il
punto
in
cui
vanno
tirate
le
somme
.
È
il
momento
propizio
per
l
'
esame
della
situazione
.
L
'
inverno
ci
è
sopraggiunto
.
Nella
guerra
guerreggiata
esistono
certi
fattori
costanti
(
tra
i
quali
è
l
'
inverno
)
i
quali
hanno
forza
inesorabile
di
leggi
nei
secoli
,
qualunque
siano
le
nuove
invenzioni
a
disposizione
di
un
comandante
.
Costituisce
contributo
costruttivo
ai
fini
della
valutazione
della
situazione
presente
della
campagna
d
'
Italia
il
considerare
per
un
momento
gli
avvenimenti
degli
ultimi
mesi
non
solo
in
Italia
,
ma
anche
nel
resto
d
'
Europa
.
Non
dobbiamo
dimenticare
l
'
interdipendenza
dei
vari
fronti
e
le
ripercussioni
di
ognuno
sull
'
altro
.
Gli
obbiettivi
degli
eserciti
alleati
in
Italia
sono
stati
e
sono
:
1
)
distruggere
le
divisioni
tedesche
;
2
)
scacciarle
fuori
d
'
Italia
.
Questo
è
stato
,
per
così
dire
,
obbiettivo
di
carattere
locale
.
D
'
altra
parte
l
'
obbiettivo
di
quelli
che
formulano
i
piani
di
guerra
per
la
sconfitta
della
Germania
dal
punto
di
vista
più
largo
,
che
si
basa
sulla
carta
di
tutta
l
'
Europa
,
è
stato
di
creare
ai
tedeschi
la
necessità
di
mantenere
in
Italia
il
maggior
numero
di
truppe
possibile
allo
scopo
che
altri
e
più
vasti
piani
potessero
ottenere
la
maggiore
probabilità
di
successo
.
All
'
osservatore
superficiale
questi
due
obbiettivi
possono
sembrare
contraddittori
,
ma
dopo
un
momento
di
riflessione
risulta
chiaro
che
contraddizione
non
esiste
,
perché
più
forte
è
l
'
assalto
e
maggiore
è
l
'
impiego
delle
forze
necessarie
per
affrontarlo
.
Fino
a
quel
punto
ambo
gli
obbiettivi
sono
stati
raggiunti
può
essere
misurato
dai
fatti
seguenti
:
30
divisioni
tedesche
impiegate
in
Italia
solo
dall'11
maggio
scorso
,
dall
'
inizio
,
cioè
,
della
campagna
estiva
;
34.000
uomini
uccisi
;
104
mila
feriti
e
56.000
fatti
prigionieri
.
Dallo
sbarco
sull
'
Italia
continentale
,
gli
alleati
hanno
avanzato
per
850
km
.
attraverso
terreno
tra
i
più
difficili
per
la
guerra
in
tutto
L
'
Italia
nuova
,
degna
dell
'
Europa
nuova
già
esiste
«
in
nuce
»
:
la
testimonianza
del
martirio
e
della
persecuzione
ne
dà
fede
.
Che
attorno
alla
minoranza
s
'
allarghi
e
si
svolga
il
senso
della
dignità
,
della
lealtà
,
della
responsabilità
:
solo
se
gli
Alleati
ci
riconosceranno
maturi
potremo
cooperare
in
modo
effettivo
alla
causa
comune
della
ricostruzione
.
Poiché
,
consapevoli
che
le
conquiste
d
'
un
nucleo
di
uomini
son
conquiste
di
tutti
gli
uomini
,
sentiamo
di
poter
dire
e
fare
qualcosa
anche
noi
per
il
consorzio
civile
:
noi
,
più
spietatamente
d
'
ogni
altro
popolo
ridotti
in
balia
dell
'
arbitrio
e
della
reazione
,
vogliamo
e
vorremo
le
condizioni
essenziali
della
rinascita
:
la
Giustizia
e
la
Libertà
.
Dignità
,
lealtà
,
responsabilità
.
Churchill
così
terminò
un
suo
discorso
:
«
Noi
siamo
sicuri
di
fare
il
nostro
dovere
»
.
Nella
semplicità
della
frase
ciascuno
può
riconoscere
che
il
dovere
è
comune
;
ciascuno
deve
far
sì
che
sia
identico
per
tutti
gli
uomini
di
buona
volontà
.
Quésto
il
nostro
saluto
alle
truppe
alleate
:
questo
,
ce
lo
auguriamo
,
anche
il
saluto
e
l
'
impegno
della
città
e
delle
campagne
.
StampaQuotidiana ,
Distesa
nel
sonno
della
morte
,
Marilyn
sorride
.
Al
prezzo
più
alto
,
ha
vinto
la
sua
battaglia
.
Ha
temuto
fino
all
'
ultimo
di
non
farcela
,
di
non
trovare
il
coraggio
.
Poi
si
è
guardata
allo
specchio
,
si
è
passata
le
mani
sui
capelli
.
«
Ecco
»
ha
detto
«
questo
è
il
momento
.
»
Da
quanti
anni
ci
pensava
?
Forse
dal
giorno
in
cui
,
bambina
,
seppe
che
i
nonni
e
la
madre
erano
morti
pazzi
,
il
padre
in
un
incidente
stradale
,
uno
zio
suicida
.
Ci
pensava
da
sveglia
,
quando
recitava
,
si
ubriacava
,
faceva
all
'
amore
.
Ci
pensava
nel
sonno
,
quando
si
sognava
,
nuda
,
sopra
un
altare
,
in
mezzo
a
una
folla
adorante
;
quando
i
sonniferi
la
strappavano
ai
paradisi
artificiali
nei
quali
l
'
avevano
costretta
a
vivere
,
e
la
riconducevano
al
purgatorio
dell
'
infanzia
.
«
Finirai
male
,
brucerai
tra
le
fiamme
dell
'
inferno
»
le
avevano
detto
da
bambina
.
E
Marilyn
sorrideva
.
Nessun
inferno
avrebbe
potuto
farle
più
male
della
vita
.
Un
idolo
,
Marilyn
non
era
più
una
donna
.
È
tornata
donna
il
giorno
in
cui
la
follia
le
ha
armatola
mano
contro
se
stessa
.
Allora
è
tornata
una
povera
donna
,
che
nessuna
clinica
per
malattie
mentali
era
riuscita
a
guarire
,
e
che
terrorizzata
di
finire
come
la
madre
si
è
imposta
di
calare
il
sipario
su
se
stessa
quando
ancora
il
suo
corpo
colpevole
meritava
di
essere
straziato
.
Chissà
quante
spiegazioni
ci
daranno
gli
psicanalisti
.
Diciamo
,
semplicemente
,
che
Marilyn
ha
voluto
,
insieme
,
punire
ed
esaltare
la
parte
di
se
stessa
che
credeva
più
responsabile
della
propria
inquietudine
.
Punirla
,
devastandola
con
le
proprie
mani
,
di
essere
stata
il
simbolo
di
una
mostruosa
eccitazione
collettiva
,
dalla
quale
a
lei
non
venne
la
felicità
;
esaltarla
perché
il
simbolo
si
perpetuasse
,
perché
nel
momento
in
cui
il
mito
stava
declinando
il
mistero
della
morte
lo
rinverdisse
e
lo
consegnasse
ai
secoli
.
Marilyn
,
vittima
di
un
'
età
di
nevrotici
,
ha
vinto
il
terrore
della
morte
con
la
stessa
facilità
con
cui
aveva
vinto
,
per
trentasei
anni
,
la
paura
della
vita
.
Tutta
la
sua
esistenza
è
stata
decisa
dagli
altri
.
Oggi
è
toccato
a
lei
dire
qualcosa
.
È
assurdo
pretendere
che
la
sua
parola
non
fosse
un
amaro
sorriso
,
una
macabra
strizzata
d
'
occhio
.
Non
è
questo
,
ancora
,
che
il
mondo
le
chiedeva
?
Incarnare
sino
in
fondo
l
'
idea
del
capriccio
,
spogliarsi
di
ogni
sfumatura
psicologica
o
morale
,
esporsi
nuda
,
su
un
calendario
o
un
tavolo
anatomico
,
alla
frenesia
di
un
'
umanità
che
non
ammette
intimità
segrete
,
che
vuole
assorbire
,
sfruttare
,
consumare
,
nei
miti
che
si
è
creata
la
propria
impotenza
.
Marilyn
ha
detto
sì
.
Ha
sempre
detto
sì
,
come
una
schiava
.
L
'
abbiamo
voluta
nelle
nostre
case
,
nei
nostri
pensieri
,
dalle
caserme
e
dai
camion
l
'
abbiamo
portata
sulle
nostre
scrivanie
,
l
'
abbiamo
spogliata
,
vestita
,
rispogliata
,
rivestita
,
come
una
bambola
,
è
stata
la
nostra
amante
,
siamo
fuggiti
con
lei
nella
giungla
,
in
un
'
isola
deserta
,
sulla
Luna
,
l
'
abbiamo
tradita
con
Brigitte
e
ce
ne
siamo
pentiti
;
guardando
nostra
moglie
si
pensava
a
lei
;
dicevamo
che
Marilyn
è
come
una
forza
della
natura
,
irruente
,
spontanea
,
autentica
;
dicevamo
che
la
sua
aggressività
ci
riscattava
dalle
nostre
viltà
di
uomini
civilizzati
;
che
la
sua
provocazione
ci
eccitava
la
fantasia
spenta
dall
'
abitudine
.
Ecco
,
risponde
oggi
Marilyn
,
la
natura
ha
un
volto
anche
tragico
.
Guardatemi
:
se
non
inorridite
,
ora
sono
tutta
per
voi
,
tutta
per
tutti
voi
.
Non
ho
più
mariti
,
non
ho
più
amici
.
Il
mio
abito
succinto
fascia
uno
scheletro
,
non
vedete
la
camicetta
come
aderisce
,
come
la
gonna
mi
stringe
?
«
Assorbo
da
tutti
come
una
cartasuga
»
disse
.
Una
donna
che
se
ne
rende
conto
non
è
una
donna
stupida
.
Marilyn
non
era
una
stupida
.
Era
un
corpo
cresciuto
a
propria
insaputa
,
amministrato
dalla
pubblicità
,
piegato
dal
desiderio
degli
uomini
e
dalla
gelosia
delle
donne
.
Dentro
c
'
era
una
ragazza
americana
del
nostro
secolo
,
ferita
dall
'
infanzia
e
dal
successo
.
Una
intelligenza
violentata
e
deviata
,
ma
un
'
ossessionata
sensibilità
.
C
'
era
la
disperazione
,
ora
che
gli
anni
marciavano
in
fretta
,
di
vedersi
correre
il
tempo
sul
volto
,
forse
persino
di
sentirsi
sulle
spalle
la
colpa
dei
peccati
degli
altri
,
l
'
incubo
di
milioni
di
occhi
e
di
pensieri
,
accumulati
in
quattordici
anni
di
cinema
.
Il
tentativo
di
Marilyn
di
avvicinarsi
al
mondo
della
cultura
,
il
suo
matrimonio
con
Miller
,
l
'
amicizia
con
le
«
teste
d
'
uovo
»
di
Nuova
York
,
cosa
altro
erano
stati
se
non
il
tentativo
di
spezzare
questa
catena
di
sguardi
?
Non
ci
riuscì
.
Come
una
schiava
,
legata
alla
propria
carne
,
Marilyn
ha
continuato
a
divincolarsi
.
E
più
si
agitava
,
più
si
contorceva
,
e
più
il
mondo
aguzzava
gli
occhi
.
Riversa
sul
letto
di
una
clinica
,
disperata
,
il
mondo
guardava
il
suo
corpo
.
Marilyn
piangeva
,
e
il
suo
mondo
le
cercava
nello
sguardo
il
fremito
della
voluttà
.
Brancolava
,
annaspava
nel
buio
delle
depressioni
psichiche
,
e
il
mondo
pensava
alla
sua
anca
lussata
.
Era
convinto
che
,
soprattutto
,
a
lei
piacesse
essere
guardata
.
Era
vero
,
è
vero
.
Perché
Marilyn
era
l
'
unica
donna
di
questo
secolo
che
,
toccandosi
,
potesse
chiedersi
se
era
già
morta
,
se
non
fosse
,
anziché
una
creatura
di
carne
e
ossa
,
uno
stemma
araldico
,
un
'
impresa
d
'
amore
e
di
guerra
,
l
'
emblema
di
una
speranza
in
cui
finzione
e
realtà
si
confondono
.
Ieri
inciso
sullo
scudo
,
dipinto
su
uno
stendardo
,
disegnato
in
un
romanzo
di
cavalleria
,
oggi
impresso
nella
celluloide
e
nella
carta
patinata
,
il
suo
volto
,
perché
bastava
il
suo
volto
riverso
nel
riso
,
era
lo
stesso
per
il
quale
generazioni
sono
partite
,
hanno
combattuto
,
sopportato
la
pena
del
vivere
.
L
'
eterno
femminino
,
edizione
XX
secolo
.
Ora
Marilyn
è
muta
.
Non
c
'
è
un
bambino
che
ha
ereditato
il
suo
sorriso
.
Ci
sono
degli
uomini
che
l
'
hanno
conosciuta
,
delle
donne
che
l
'
hanno
invidiata
.
C
'
è
un
mondo
che
si
compiaceva
di
esserne
scandalizzato
.
C
'
è
un
'
immensa
organizzazione
di
mercanti
che
forse
non
l
'
ha
aiutata
.
Ma
non
c
'
è
lo
stupore
della
morte
,
il
male
che
tocca
le
creature
di
ogni
giorno
,
quelle
che
incontriamo
per
la
strada
.
La
morte
non
tocca
i
miti
,
non
spegne
le
illusioni
.
Aiuta
la
fantasia
.
Dove
sarà
,
ora
,
Marilyn
?
Chi
turberà
?
I
diavoli
,
gli
angeli
,
i
marziani
?
Ora
,
forse
,
tocca
a
loro
credere
che
il
meraviglioso
,
incarnato
da
una
psicosi
collettiva
,
è
anche
di
questo
mondo
.
Gli
antichi
lo
sapevano
,
anche
Marilyn
lo
sapeva
.
E
perciò
che
questa
volta
,
lei
che
arrivava
sempre
in
ritardo
,
è
stata
puntuale
.
StampaQuotidiana ,
Tel
Aviv
,
9
.
Menacem
Begin
sta
progettando
una
risistemazione
della
carta
geografica
(
e
degli
equilibri
politici
)
del
Medio
Oriente
?
È
questo
l
'
interrogativo
suscitato
stasera
dalle
notizie
che
giungono
dai
fronti
libanesi
.
L
'
operazione
«
pace
in
Galilea
»
,
che
stando
alle
dichiarazioni
del
governo
israeliano
avrebbe
dovuto
limitarsi
a
ricacciare
i
palestinesi
verso
le
zone
centrali
del
Libano
,
sta
infatti
diventando
una
guerra
con
più
protagonisti
,
né
più
né
meno
che
il
quinto
conflitto
arabo
-
israeliano
.
Un
comunicato
del
ministro
della
Difesa
Ariel
Sharon
ha
reso
noto
,
nella
tarda
serata
,
che
le
forze
israeliane
hanno
attaccato
il
corpo
di
spedizione
siriano
in
Libano
.
Non
più
gli
scambi
di
artiglieria
degli
ultimi
due
giorni
ma
un
colpo
tremendo
-
e
forse
decisivo
-
al
potenziale
bellico
e
al
prestigio
politico
del
regime
di
Damasco
.
Tutte
le
batterie
di
missili
terra
-
aria
Sam
6
che
i
siriani
avevano
disposto
nella
valle
della
Bekaa
,
sono
state
distrutte
.
E
negli
scontri
aerei
che
hanno
preceduto
e
seguito
il
«
raid
»
contro
le
postazioni
missilistiche
,
gli
israeliani
hanno
abbattuto
20
Mig
siriani
.
Ma
la
spinta
contro
le
forze
di
Damasco
non
si
è
fermata
a
questo
.
Calate
lunedì
,
con
una
spettacolare
azione
aviotrasportata
,
sui
bordi
della
strada
Beirut
-
Damasco
,
le
truppe
di
Israele
hanno
stasera
preso
il
controllo
di
questa
arteria
da
cui
passano
la
gran
parte
dei
rifornimenti
per
il
corpo
di
spedizione
siriano
e
per
le
milizie
dell
'
OLP
.
Il
controllo
della
Beirut
-
Damasco
significa
per
il
capo
di
stato
maggiore
israeliano
,
generale
Eytan
,
il
raggiungimento
di
due
fondamentali
risultati
.
Non
solo
i
siriani
si
trovano
ora
preclusa
la
loro
maggiore
via
di
ritirata
,
ma
essi
sono
da
stasera
divisi
in
due
monconi
.
La
parte
più
grossa
del
contingente
nella
valle
della
Bekaa
,
e
una
parte
più
ridotta
-
dunque
alla
totale
mercé
delle
avanguardie
di
Israele
-
dislocata
attorno
a
Beirut
.
Ma
ci
sono
altri
e
concreti
segni
che
dimostrano
come
l
'
invasione
del
Libano
avesse
obiettivi
assai
più
estesi
e
ambiziosi
di
quanto
il
governo
di
Gerusalemme
non
avesse
detto
.
Come
si
ricorderà
,
l
'
operazione
«
pace
in
Galilea
»
era
stata
presentata
come
un
tentativo
di
«
bonificare
»
il
sud
del
Libano
dalla
presenza
delle
milizie
dell
'
OLP
.
Per
realizzare
un
tale
obiettivo
,
il
governo
israeliano
aveva
detto
che
le
sue
truppe
sarebbero
avanzate
di
circa
quaranta
chilometri
dalla
frontiera
tra
Israele
e
il
Libano
.
Ma
tra
ieri
pomeriggio
e
stasera
,
è
divenuto
chiaro
che
le
intenzioni
di
Begin
non
erano
così
limitate
.
Gli
israeliani
sono
infatti
nelle
immediate
vicinanze
di
Beirut
.
Stasera
è
caduta
,
dopo
un
'
accanita
resistenza
opposta
dai
palestinesi
,
la
città
di
Damur
,
a
quindici
chilometri
dalla
capitale
.
Damur
era
il
maggiore
caposaldo
dell
'
OLP
sulla
strada
per
Beirut
,
ed
il
più
vasto
deposito
di
armi
e
materiali
della
struttura
militare
palestinese
.
Intanto
la
periferia
di
Beirut
viene
bombardata
dal
mare
,
e
continuano
le
incursioni
aeree
israeliane
.
Così
,
un
'
impressione
che
ancora
ieri
sera
si
affacciava
vaga
alla
mente
degli
osservatori
,
s
'
è
fatta
in
queste
ore
assai
più
nitida
.
Begin
e
il
suo
esercito
stanno
puntando
ad
annientare
il
comando
politico
-
militare
dell
'
OLP
,
e
per
riuscirvi
potrebbero
anche
decidere
un
attacco
finale
contro
Beirut
.
Secondo
una
delle
radio
libanesi
,
Yasser
Arafat
è
stato
ferito
gravemente
,
oggi
pomeriggio
,
da
una
bomba
caduta
sull
'
edificio
dello
stato
maggiore
dell
'
OLP
.
La
notizia
è
incerta
,
probabilmente
non
vera
.
Ma
è
sicuro
che
a
questo
punto
il
leader
palestinese
starà
studiando
-
e
non
è
facile
-
come
mettersi
in
salvo
.
Se
infatti
gli
israeliani
continuano
la
loro
avanzata
,
e
si
congiungono
con
le
milizie
falangiste
cristiane
di
Bechir
Gemayel
,
le
loro
azioni
successive
saranno
queste
:
1
)
neutralizzare
le
truppe
siriane
attorno
a
Beirut
;
2
)
iniziare
la
caccia
ai
capi
palestinesi
.
E
poiché
l
'
aeroporto
di
Beirut
è
chiuso
,
gli
israeliani
non
esiteranno
a
sparare
contro
qualsiasi
aereo
si
levasse
in
volo
,
pensando
che
a
bordo
potrebbe
esserci
Arafat
.
Ora
,
quali
sono
le
intenzioni
di
Eytan
e
del
ministro
della
difesa
Sharon
?
L
'
«
Haaretz
»
,
il
quotidiano
laburista
,
s
'
era
posto
stamane
questa
ed
altre
domande
.
Se
,
cioè
,
i
piani
dello
stato
maggiore
e
del
governo
di
Israele
fossero
cambiati
negli
ultimi
due
giorni
,
e
se
davvero
la
tesi
di
Sharon
avesse
trionfato
sulle
esitazioni
di
Begin
.
La
tesi
del
ministro
della
Difesa
è
nota
.
Sharon
pensa
da
tempo
ad
un
Libano
«
libero
»
,
controllato
dai
cristiani
falangisti
,
svuotato
dei
palestinesi
e
protetto
da
Israele
.
Ebbene
,
stasera
(
anche
se
l
'
incalzare
degli
eventi
impedisce
analisi
sufficientemente
precise
)
molti
segni
inducono
a
pensare
che
il
piano
del
Governo
israeliano
sia
proprio
questo
.
Annientare
fisicamente
l
'
OLP
,
ribaltare
i
rapporti
di
forza
in
Libano
,
rifare
la
faccia
politica
della
regione
.
In
ogni
caso
,
è
ormai
chiaro
che
l
'
operazione
«
pace
in
Galilea
»
non
si
concluderà
in
pochi
giorni
.
Durerà
molte
settimane
,
se
non
molti
mesi
.
E
se
nel
Governo
di
Gerusalemme
prevarranno
davvero
le
tendenze
più
radicali
(
appunto
la
visione
di
Ariel
Sharon
)
,
allora
questa
guerra
del
Libano
che
era
iniziata
come
una
delle
crisi
«
minori
»
del
Medio
Oriente
(
minore
rispetto
alle
guerre
del
passato
)
,
si
rivelerà
come
una
delle
più
esplosive
e
più
cariche
di
rischi
per
la
pace
mondiale
.
Quel
che
sta
avvenendo
in
Libano
può
sembrare
allettante
per
i
dirigenti
di
Israele
.
Ma
quanto
lo
è
per
gli
altri
:
per
l
'
Europa
,
per
l
'
Egitto
post
-
sadattiano
,
per
l
'
Unione
Sovietica
?
Il
sommovimento
di
questa
regione
si
presenta
stasera
,
insomma
,
più
profondo
e
grave
di
quel
che
era
sembrato
appena
tre
giorni
fa
.
Tra
l
'
altro
,
esso
è
stato
scatenato
sulla
spinta
d
'
un
ragionamento
politico
assurdo
.
Begin
e
i
suoi
hanno
creduto
infatti
,
ancora
una
volta
,
di
poter
eliminare
l
'
OLP
come
avversario
ed
interlocutore
.
Ma
essi
hanno
dimostrato
di
avere
la
memoria
corta
,
di
non
ricordare
che
tentativi
del
genere
,
dal
Settembre
nero
di
dodici
anni
fa
sino
all
'
ultima
operazione
in
Libano
dell
'
anno
scorso
,
ne
erano
già
stati
fatti
.
È
che
ogni
volta
l
'
organizzazione
palestinese
è
riaffiorata
dal
buio
delle
sconfitte
più
solida
e
combattiva
di
prima
.
D
'
altra
parte
basta
scorrere
i
giornali
di
Israele
,
che
cominciano
a
riempirsi
degli
annunci
mortuari
dei
soldati
caduti
nella
guerra
del
Libano
,
per
capire
che
gli
anni
passano
e
che
le
cose
non
sono
più
identiche
a
prima
.
«
Partecipiamo
al
dolore
della
famiglia
R
.
per
la
morte
del
figlio
M
.
»
.
«
Le
nostre
condoglianze
per
la
morte
del
capitano
G
.
,
caduto
nell
'
adempimento
del
suo
dovere
»
.
Gli
annunci
di
questo
tipo
sono
già
numerosi
,
e
intanto
ai
cimiteri
di
Tel
Aviv
e
Gerusalemme
è
un
seguito
di
commosse
cerimonie
funebri
.
Israele
s
'
accorge
che
l
'
operazione
«
pace
in
Galilea
»
è
già
molto
costosa
.
Sino
a
stasera
,
le
cifre
delle
perdite
subite
(
aggiornate
a
martedì
sera
)
sono
di
trentasei
morti
e
centocinquanta
feriti
.
E
dunque
assai
più
alte
(
tre
o
quattro
volte
più
alte
)
che
in
quell
'
altra
guerra
del
Libano
che
fu
1'«operazione
Litani
»
nel
'78
:
infatti
i
morti
furono
allora
,
in
un
'
intera
settimana
,
soltanto
diciotto
.
L
'
esercito
israeliano
ha
avanzato
come
sempre
,
fulmineo
e
terribile
,
e
ormai
tiene
sotto
controllo
oltre
la
metà
del
territorio
libanese
.
Ma
questa
volta
ha
incontrato
da
parte
dei
palestinesi
una
resistenza
molto
più
dura
e
coraggiosa
delle
altre
volte
.
I
portavoce
militari
lasciano
capire
chiaramente
che
è
questa
«
la
vera
sorpresa
»
dei
tre
giorni
di
operazioni
in
Libano
.
E
la
radio
ha
trasmesso
varie
interviste
con
soldati
sul
fronte
,
in
cui
i
giovani
israeliani
hanno
parlato
dei
fedayn
dell
'
OLP
come
di
«
validi
e
coraggiosi
»
combattenti
.
Ancora
stasera
,
la
situazione
sul
terreno
dimostra
che
sgominare
l
'
avversario
non
è
più
facile
come
un
tempo
.
Circondata
da
quarantott
'
ore
,
colpita
dal
mare
e
dall
'
aria
,
Sidone
non
è
ancora
caduta
.
Certo
,
portando
le
vittime
civili
da
centinaia
e
centinaia
a
migliaia
e
migliaia
,
gli
israeliani
potrebbero
occuparla
in
mezza
giornata
;
ma
questo
è
un
prezzo
che
Begin
vorrebbe
non
pagare
,
ed
ecco
che
Sidone
resiste
.
Roma
.
«
La
Santa
Sede
continuerà
ad
operare
,
per
quanto
possibile
,
affinché
questa
dura
prova
sia
abbreviata
e
le
armi
cedano
il
posto
alla
tregua
e
al
negoziato
»
ha
dichiarato
ieri
papa
Wojtyla
a
proposito
del
conflitto
in
atto
nel
Libano
in
un
vibrato
appello
per
la
cessazione
del
fuoco
.
Dopo
avere
espresso
«
profonda
pena
»
per
le
«
centinaia
di
vittime
»
e
per
quanti
«
innocentemente
soffrono
la
violenza
e
sono
costretti
,
in
preda
al
terrore
,
ad
abbandonare
le
loro
case
»
,
Wojtyla
ha
denunciato
i
rischi
di
un
allargamento
del
conflitto
all
'
intera
area
mediorientale
:
«
La
stessa
pace
mondiale
»
ha
aggiunto
«
potrebbe
esserne
minacciata
»
.
Ha
auspicato
infine
che
l
'
appello
dell
'
ONU
per
un
cessate
il
fuoco
venga
accolto
.
StampaQuotidiana ,
ROMA
.
21
.
Il
Consiglio
dei
Ministri
ha
approvato
nella
seduta
del
20
aprile
un
dichiarazione
che
esprime
piena
fiducia
nella
opera
del
C.L.N.
dell
'
alta
Italia
e
la
convinzione
che
la
prossima
liberazione
del
territorio
nazionale
avverrà
nella
concordia
degli
animi
e
nell
'
atmosfera
della
restaurata
democrazia
,
e
conclude
auspicando
che
i
fratelli
del
nord
porteranno
il
contributo
delle
loro
energie
all
'
opera
di
ricostruzione
e
creazione
di
una
nuova
vita
nella
patria
risorta
.
Il
Ministro
degli
esteri
ha
informato
dell
'
azione
svolta
dal
suo
dicastero
a
favore
dei
nostri
prigionieri
,
di
cui
,
come
è
noto
,
le
nostre
rappresentanze
diplomatiche
in
Gran
Bretagna
e
negli
Stati
Uniti
hanno
assunto
la
protezione
,
e
dei
nostri
internati
e
deportati
in
Germania
,
a
proposito
dei
quali
sono
stati
intrapresi
passi
presso
i
Governi
alleati
perché
ad
essi
venga
assicurata
un
'
adeguata
assistenza
,
in
attesa
di
poter
procedere
al
loro
rimpatrio
.
StampaQuotidiana ,
BAGNOCAVALLO
,
14
.
-
Una
cartolina
illustrata
,
piccola
,
molto
piccola
,
da
questo
paesetto
di
Romagna
che
si
gira
intorno
facendo
grandi
cerchi
sulla
campagna
e
ritrovandosi
sempre
la
piazza
sotto
la
torre
dell
'
orologio
illuminato
dalla
quale
,
tra
qualche
mese
,
squillerà
la
nuova
campana
che
ricorda
i
350
civili
caduti
nella
guerra
.
Il
fronte
,
allora
,
era
a
pochi
passi
da
qui
,
verso
Alfonsine
e
verso
Cotignola
fermo
sul
Senio
.
Dovevamo
andare
a
Lugo
,
come
sapete
,
ma
a
Lugo
non
c
'
era
più
posto
per
noi
.
Tutta
la
città
era
occupata
dalla
Fiera
:
la
grande
piazza
del
monumento
a
Baracca
ed
anche
le
altre
piazze
più
piccole
,
le
vie
adiacenti
e
persino
il
campo
sportivo
,
erano
occupati
da
macchine
agricole
,
da
aratri
,
da
buoi
,
vitelli
,
muli
,
cavalli
,
asini
.
Nulla
da
fare
.
E
siamo
andati
a
Bagnacavallo
,
invitati
dal
sindaco
compagno
Martini
,
che
domenica
avevamo
visto
a
Ravenna
.
Fortini
e
Regi
hanno
riposato
:
nello
stesso
grande
cinema
dove
abbiamo
parlato
,
si
proiettava
L
'
educazione
dei
sentimenti
e
i
nostri
documentari
non
hanno
osato
mettere
il
naso
fuori
dalla
scatola
ove
sono
rinchiusi
.
In
compenso
,
tutti
gli
intervenuti
sedevano
comodamente
in
poltrona
:
erano
stati
invitati
gli
intellettuali
e
gli
avversari
,
e
si
può
calcolare
che
pochi
siano
rimasti
in
casa
e
che
il
nostro
improvvisato
comizio
abbia
raccolto
gli
stessi
ascoltatori
che
sarebbero
stati
presenti
in
piazza
.
Ma
Gavroche
era
indispettito
lo
stesso
e
non
si
è
fatto
vedere
.
Convenite
,
ad
ogni
modo
,
che
è
strano
andare
a
Bagnacavallo
per
vivere
due
lunghe
ore
in
Siberia
,
tra
paesaggi
indimenticabili
,
fiumi
ghiacciati
,
infinite
distese
di
neve
e
quei
bellissimi
bambini
mongoli
che
si
affacciano
dai
banchi
delle
scuole
.
È
strano
affacciarsi
ad
una
notte
bianca
sulla
Neva
e
poi
ritrovarsi
a
pochi
passi
da
quei
verdi
fiumiciattoli
che
pure
hanno
avuto
un
nome
nella
guerra
.
Fortini
non
si
raccapezzava
più
:
«
Come
faccio
a
tornare
a
casa
?
»
,
si
chiedeva
.
È
strano
che
siamo
andati
a
vedere
a
Bagnacavallo
,
per
la
prima
volta
,
un
bellissimo
film
che
mai
c
'
era
stato
possibile
di
vedere
,
per
colpa
nostra
,
a
Roma
o
a
Milano
.
Vedete
che
in
questo
mondo
tutto
torna
.
Il
ricordo
di
Bagnacavallo
ove
una
volta
si
abbeveravano
e
si
lustravano
i
cavalli
di
Tiberio
,
sarà
per
noi
sempre
legato
alla
Siberia
,
a
quel
piccolo
paese
che
ingrandisce
sotto
i
nostri
occhi
o
a
misura
che
l
'
incantata
e
bellissima
educatrice
invecchia
e
saluta
,
nei
colossali
soldati
che
tornano
dalla
guerra
ad
abbracciarla
,
i
suoi
primi
scolari
ai
quali
insegnò
l
'
alfabeto
,
il
nome
delle
stelle
,
il
nome
dei
fiumi
,
le
meraviglie
del
creato
e
,
soprattutto
,
i
grandi
sentimenti
che
fanno
migliore
la
vita
.