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La verità nelle mani del coroner ( Coen Leonardo , 1982 )
StampaQuotidiana ,
Londra , 21 . Il cadavere di Roberto Calvi è da tre giorni là dentro , nella « city mortuary » di Moor Lane Street , sotto lo squallido edificio a tre piani , tutto cemento grezzo della Milton Court , una lugubre serranda nera abbassata che viene sollevata soltanto per far passare le auto con le bare , un guardiano dai capelli rossi che protegge la privacy dell ' obitorio e tiene lontano i curiosi . Sul corpo del finanziere milanese non ci sono tracce né di ferite , né di lesioni o di violenza . Al secondo piano di questa corte , l ' ufficio del coroner Paul , il magistrato che deve stabilire se il finanziere italiano si è ucciso , impiccandosi sotto un ponte sul Tamigi , o se è stato « suicidato » , è sbarrato . Inutile suonare . Ma in Moor Lane finora non si è fatto vivo nessuno : non la moglie di Calvi , signora Clara , che da qualche tempo se ne stava a Washington , dove probabilmente avrebbe dovuto raggiungerla il marito , non il figlio Carlo , che pure Londra la conosce bene per averci trascorso qualche mese quando frequentava uno stage dell ' Hambros Bank , non la figlia Anna che l ' anno scorso i vicini di casa a Milano in via Frua , vedevano spesso piangere straziata dalle vicende giudiziarie e dagli scandali del padre . Persino gli avvocati di famiglia ritardano il viaggio e con loro il perito di parte civile prof. Giusti . L ' appuntamento con le autorità inglesi è rinviato a domani , infatti per il primo pomeriggio è previsto l ' arrivo dei legali e dei familiari . I conoscenti della City si sono volatilizzati : « Calvi ? Quasi uno sconosciuto » , eppure era socio del riservato St . James Club . « Il signor Calvi ? È parecchio che non lo vediamo » . La polizia brancola nel buio , è costretta a lanciare appelli per scovare possibili testimoni , il « Times » insiste sul mistero . Lo stesso Hugh Moore , comandante della stazione di polizia della City , oggi si è limitato a dire che « non ci sono ancora prove dalle quali risulti che la morte è stata provocata da cause diverse dal suicidio . Il caso è ancora oggetto di indagini e così pure le circostanze : restiamo aperti ad ogni ipotesi fino a quando il nostro lavoro non sarà completato » . La stazione di Polizia è a Snow Hill , dietro il mercato all ' ingrosso delle carni da macello e poco lontano c ' è 1'Old Bailey , il tribunale più famoso di tutta l ' Inghilterra . Il ponte del mistero dista cinque minuti a piedi : Black Friars Bridge , il ponte dei domenicani . Dipinto di celeste , con la statua della regina Vittoria , protetto dal motto « Domine dirige nos » un ponte della rivoluzione industriale che collega il South Wark alla City , alla Cattedrale di San Paolo . Ecco la prima arcata , sulla sinistra , guardando la forte corrente limacciosa che trascina alla foce detriti , rifiuti . C ' è una stradina per i pedoni , un lungo Tamigi che costeggia l ' argine , protetto da un robusto parapetto , qui le maree sono di sei metri . I lampioni , il fracasso assordante della strada che costeggia il fiume , la sera la luce fioca dei lampioni moderni e brutti ... Come si può pensare di impiccarsi proprio qui sotto ? L ' arcata è irraggiungibile , anche se invitante , con tutte le nervature d ' acciaio . Tuttavia , sotto questa struttura , il parapetto ospita una scaletta di metallo larga non più di una trentina di centimetri . Tre gradini dalla parte dei pedoni , una ventina sul fiume . Una scaletta simile a quella che í piroscafi hanno sulle ciminiere . Il mattino di venerdì 18 giugno , piovigginava , alle 7.50 un passante - così affermano gli investigatori londinesi - chiama il 999 . « Pronto polizia ? C ' è un morto nel Tamigi ! È un impiccato , correte ! » Quel passante si era sporto casualmente dal parapetto proprio all ' altezza di quella scaletta , incuriosito da alcuni pali arrugginiti , vecchi tubi Innocenti piantati nel fiume alla distanza di un metro dalla riva , un ' impalcatura abbandonata da chissà quanto tempo . A metà , vede spuntare dall ' acqua la testa e parte del busto di un uomo , il volto tumefatto , cianotico . Ha una giacca chiara , grigia . La camicia bianca con righine blu è aperta sul collo . Al posto della cravatta , una cordicella rossa , sembra di canapa , spessa un dito . La City Police , per tirar su il cadavere , fatica non poco : perché l ' impalcatura metallica non ha tavole . Perché la scaletta è adatta agli acrobati . E poi , ci vuole un coltellaccio per tranciare la corda . Il morto , sulla sessantina , è piccolo , dal cranio forte . È vestito molto elegantemente , « un abito da almeno 500 sterline » osservano con britannico stile i poliziotti , ha mocassini neri e calze in tinta , la camicia porta le iniziali , «R.C.», gli frugano in tasca . Uno strano suicidio : perché nelle tasche dell ' uomo ci trovano foglietti di carta per gli appunti , ma nessuna lettera di addio alla vita , pezzi di calcestruzzo grandi come mattoni , pesanti quasi dieci chili , e poi un mare di quattrini : 54 mila lire , 10 mila franchi svizzeri , 20 scellini austriaci , 10.700 dollari e soltanto 47 sterline . Tradotto in lire , quasi 23 milioni . Coi soldi anche una penna stilografica . Gli agenti ora vogliono scoprire chi è questo milionario che hanno trovato strangolato , appeso all ' impalcatura sul fiume , sotto il Black Friars Bridge : è un italiano , il passaporto è verde , porta il numero G 116847 , è intestato a un certo Gian Roberto Calvini , nato il 13 aprile 1920 . Rilasciato a Roma il 12 marzo 1981 , con un visto per il Brasile di poco successivo . Scatta il meccanismo di controllo internazionale : i telex di Londra avvisano l ' Interpol e questa la polizia italiana . Ci vuol poco per verificare che il passaporto è stato contraffatto abilmente e che con quel numero è stato rilasciato a Napoli . Mette in sospetto quel nome , Calvini , da Londra fanno sapere che le ultime sillabe sembrano aggiunte , Gian Roberto Calvini si trasformerebbe allora in Gian Roberto Calvi , il banchiere scomparso a Roma la sera di giovedì 10 giugno dalla sua abitazione romana di piazza Capranica , scappato si diceva in America , chi nelle Bahamas , chi in Austria . La data di nascita corrisponde , è la stessa del finanziere . Da Roma partono immediatamente con un volo speciale il giudice Domenico Sica accompagnato da quattro agenti dell ' Interpol e da un funzionario del ministero degli Interni . Tre ore dopo , grazie alla tattiloscopia , il confronto cioè delle impronte digitali , l ' uomo del Tamigi ha una precisa identità : è proprio lui , il banchiere milanese Roberto Calvi . « Un suicidio » pensano i poliziotti inglesi , non l ' aveva già tentato undici mesi prima in prigione , a Lodi ? Non aveva dichiarato lui stesso , nella sua ultima intervista , che quella notte tra 1'8 ed il 9 luglio 1981 aveva cercato d ' uccidersi « per una specie di lucida disperazione » ? Allora , sosteneva Calvi , i motivi c ' erano : « Perché non vi era traccia di giustizia in tutto quel che si stava facendo contro di me » . Anche oggi , sostengono i policemen , Calvi era incappato in una giornata nera : un crack , un giovedì 17 giugno così disgraziato da potergli aver distrutto l ' equilibrio psichico . Alle ore 17 l ' esclusione dalla presidenza del Banco Ambrosiano ; due ore dopo il volo dal quarto piano della sua segretaria Graziella Teresa Corrocher . Al mattino , l ' epurazione dal consiglio di amministrazione della Banca del Gottardo . In più , la sindrome del fuggiasco , del fallito , il « buco » di quasi 2000 miliardi ... Per la City Police tutto quadra . O , almeno , si fa credere che sia così . Perché ? I dubbi ci sono , eccome . Da quanti giorni Calvi si era rifugiato a Londra ? Chi aveva offerto appoggio e rifugio ? « Io non sono piduista » dichiarava orgoglioso , « io appartengo alla massoneria seria , quella del Duca di Kent . » Solidarietà massonica ? Perché allora nessuno parla ? La polizia non è riuscita a trovare ancora gli effetti di Calvi , i bagagli che si presume si fosse portato via dall ' Italia , non è riuscita a sapere dove abbia trascorso questi ultimi giorni di vita . Qualcuno pensa : cercava aiuto , ma quale tipo di aiuto ? I banchieri della City sono scettici , « se aveva bisogno di aiuto e di quattrini , non sarebbe stato impossibile trovarli ... » . Davvero , strano suicidio quello di un uomo che decide di uccidersi , presumibilmente a tarda notte ( l ' ora del decesso non ci è stata ancora comunicata , ndr ) con in tasca un mucchio di denaro , e magari perché « travolto » dal rimorso : ma tutti sanno che Calvi era un uomo gelido , un uomo , come disse il suo avvocato Valerio Mazzola , dai due cervelli , e poi , anche ammesso che qualcuno lo avesse informato da Milano della morte della sua segretaria , tutti sanno che lui della Corrocher non parlava granché bene : « è in menopausa ... » diceva . E poi , l ' operazione suicidio , quell ' issarsi sulla scaletta , preparare il cappio , portarsi con un balzo sulla impalcatura un metro più in là sul Tamigi , lasciarsi cadere , e tutto questo a sessantadue anni , con un fisico appesantito dal lavoro d ' ufficio ma anche da dieci chili di calcestruzzo . Più semplice che qualcuno , con una barca dal fiume , l ' abbia portato li - cloroformizzato - e lasciato in balia della marea ? La marea qui è mostruosa , un metro ogni ora , basta lasciare un corpo inanimato legato al collo e tenuto fermo a un paletto e il peso del corpo completa l ' opera , strangolando la persona via via che la bassa marea si fa più forte . L ' acqua stessa , così pare , fa sparire le tracce del cloroformio . Delitto perfetto , ma perché allora tutta questa messinscena ? La chiave di tutto sta nel ricostruire gli ultimi giorni di vita del finanziere , i suoi incontri , í suoi progetti . A chi poteva far paura un Calvi in libertà e magari desideroso di vendere cara la sua caduta dal trono di via Clerici ?
StampaQuotidiana ,
Sono richiesti subito , al servizio del comando del P.W.B. venti automobili in ottimo stato . Se necessario le macchine saranno requisite . Si preferisce , comunque , di prendere in affitto le macchine alle seguenti condizioni : le automobili non verranno requisite ; i proprietari riceveranno un compenso giornaliero per l ' uso che verrà fatto delle loro macchine ; questo comando provvederà la benzina necessaria mentre i proprietari muniranno le proprie macchine di autista che verrà rimunerato dal proprietario stesso , traendo l ' ammontare dalla rata di affitto ; in tal modo i proprietari saranno sicuri che le loro macchine saranno ben tenute . Saranno accettate solo quelle macchine in ordine perfetto di marcia . Tutte le offerte dovranno essere rivolte al signor Wheeler , Ufficiale Amministrativo del P.W.B.
Le ocarine di Budrio ( Gatto Alfonso , 1949 )
StampaQuotidiana ,
BUDRIO , 15 . - Quirico Filopanti , dall ' alto del suo monumento , ci ha dato il benvenuto . Se ne sta in mezzo alla piazza della sua città natale , il nostro caro enciclopedico , e dal piedistallo le lapidi dicono tutto di lui , che amò il cielo , gli uomini e la libertà . Ha smesso per un istante di tendere il braccio contro la chiesa che gli è di fronte e ci ha dato la mano , una mano larga , buona , da contadino . Budrio è uno dei più grandi comuni del Bolognese e la sua voce , da secoli , è quella delle ocarine , che lo hanno reso celebre in tutto il mondo : nell ' ingenuo strumento , che è come un bizzarro passerotto di creta che il suonatore raccoglie nelle mani , tutti i nostri amici che ci aspettavano si son dati a soffiare a piene gote . Gavroche , che se ne stava ancora crucciato in disparte , si è alfine rasserenato e , avuto tra le mani anche lui il suo uccellino di terracotta , ne ha cavato un filo di canto che ha mandato in sollucchero anche i virtuosi concertisti del luogo . Siamo andati a trovare Guido Chiesa , che da cinquant ' anni , nella sua bicocca di mattoni rossi , lavora a costruire ocarine . Chiesa è un artigiano ormai celebre , abituato alle visite dei giornalisti e dei curiosi . Ci aspettava sotto il pergolato del suo vecchio laboratorio di campagna , indossando un camice lungo e consunto , come una bandiera . La parola era subito data ai ricordi . Ed egli aiutava la memoria ponendoci sotto gli occhi vecchie fotografie di concertisti di Budrio , i quali erano adanti a suonare le ocarine al Palazzo di Cristallo a Londra e alla Corte dello zar di Russia , giornali e riviste ormai ingialliti che la moglie cavava fuori dal cassetto di un comò . Sul tavolo erano allineati sette ocarine che ci sarebbero state offerte in dono : dalla più piccola alla più grande , dal bombardino al basso e al « bassone » , una specie di dirigibile di terracotta . Il vecchio artigiano le provava a una a una , cavandone dolci motivi di opere , di mazurche e di canzoni . Speravamo che la dolce musica delle ocarine si portasse dietro , finalmente , il sereno . A Bologna aveva diluviato per tutto il pomeriggio , ma il cielo rimaneva chiuso nel più ostinato dispetto . Una città musicale ha pur sempre un grande teatro : e questo , all ' ora del comizio , era già affollato in ogni ordine di posti , dalla platea alle due balconate : un vero golfo di luce , nel quale navigavano anche le ciambelle di fumo di molti intellettuali , di molti amanti della poesia e dell ' arte , che erano stati invitati a passare qualche ora con noi nel dopo lo spettacolo . Sulla tarda sera , da Bologna erano venuti in molti i compagni ad assistere alla belle festa : erano venuti Bottonelli , Fabrizio Onofri , Masetti , Romagnoli , Melloni , Bugatti , Natoli della nostra Redazione bolognese . L ' infaticabile Masi , col suo faccione da ragazzo , era contento . Era già passata da molto la mezzanotte , quando siamo andati a visitare la bella Pinacoteca che il Comune ha allestito nelle sale attigue al teatro . Un ' ora insolita per guardare pitture e forse anche solo per tenere aperti gli occhi . Ma la passione del bravo dottore che è anche archivista del Comune , il quale ci accompagnava nella visita e ci illustrava con sobrietà e con gusto le opere esposte , claudicando sul suo bastoncello , meritava anche qualche ora rubata al sonno . Quando siamo tornati in piazza e l ' allegra brigata degli " Amici de l ' Unità " ha rotto le fila , Quirico Filopanti all ' improvviso si è mosso a declamare : « Tu sol pensando , o ideale , sei vero » . Abbiamo applaudito . Poi sotto il cielo ritornato sereno e stellato , Guido Chiesa con le sue ocarine ha suonato finalmente il silenzio . E tutti siamo andati a dormire .
StampaQuotidiana ,
Barcellona , 5 . È vero : ho chiesto a tutti , non credendo ai miei occhi e nemmeno al mio taccuino , che pure è pieno zeppo di note : l ' Italia ha battuto il Brasile ed ha acquisito il diritto a giocarsi giovedì la prima semifinale con la Polonia ! Io dunque metterò il saio dei flagellanti e seguirò la processione di san Bartolomeo il mese d ' agosto al mio paese . Ha vinto l ' Italia , sì , e il magno Brasile è andato insieme - come si dice in lombardo - ed ora torna a casa scornato . Un uruguagio che non dico mi ha rivelato di averli battuti nel '50 , quando erano infinitamente più forti di oggi , buttandosi su ogni palla e gridando con sleale insolenza : « Dejame la pelota , negro ! » ( « lasciami la palla , negro ! » ) . I poveri brasiliani diventavano matti e gemevano rabbia e impotenza , e gli uruguagi , perfidi razzisti per l ' occasione , li hanno sistemati quando loro avevano già pronto il disco con l ' inno per i campeaos do mundo . Io non credo che gli italiani abbiano usato le stesse armi degli uruguagi nel '50 ( e magari anche l ' anno scorso , al Mundialito ) : so tuttavia che hanno seguito la stessa tattica : li hanno lasciati giocare e illusi di essere i più forti in terra . Loro ci hanno creduto e sono stati presi d ' infilata . Per due volte sono riusciti a pareggiare i gol di Rossi , e il pareggio bastava loro a passare il turno per differenza reti , ma alla terza prodezza di Rossi non sono più riusciti a raccattarsi . Ciascuno di loro ha preteso di sbrigarsela per suo conto : e quali che fossero le sue prodezze doveva arrendersi alla fine , perché gli azzurri facevano squadra e loro , i brasiliani , non la facevano . E s ' incaponivano fino a perdere il color cioccolato o liquirizia e farsi lividi com ' erano lividi i loro compagni bianchi , Oscar in retrovia , Zico e Falcao e Socrates in centrocampo e in attacco . Onestamente , io avevo parlato di un pellegrinaggio al Tibidabo . Costretto a tradurre in cifre il mio pronostico , temevo che dovessimo perdere di goleada , dico per quattro o cinque gol a pochi : e quasi tutti che ho sentito parlare dell ' incontro , domandavano scherzosamente quando sarebbe partito l ' autobus per l ' allenamento del magno Brasile . Invece è vero che l ' Italia ha vinto e che il magno Brasile torna a casa . La spiegazione si rifà al sempiterno mistero agonistico che è stato , rimane e sarà il gioco del calcio . Ha incornato Rossi e i brasiliani si sono guardati sgrullando come mule assediate dai tafani . Hanno quasi subito pareggiato e si sono illusi . Rossi gli ha rubato una palla avvelenata ed ha riportato l ' Italia sul 2 a 1 con un tiro dal limite che ha fatto secco Valdir Peres . Poi sono stati arrembaggi roventi . I brasiliani soffocavano se stessi intasando a frotte la nostra area : non riuscivano letteralmente a controllare la palla , non dico a tirare . Un rimpallo fortuito ha messo Serginho in condizione di pareggiare prima di Socrates ( al 10' ) : ha dovuto affrettarsi tanto da mettere ignobilmente fuori . Dalla panchina l ' ha maledetto Telê Santana e fin da allora dev ' essere andato granendo in lui il proposito di metterlo fuori alla prima occasione . L ' ha lasciato alle prese con Collovati e poi con Bergomi , che si è conquistato brillantemente i galloni di azzurro . Bergomi è un jolly , cioè uno dei pochi , pochissimi che possono servire in tutti i quattro ruoli della difesa . Serginho si è arreso . E con lui si sono via via arresi i suoi compagni . Andare insieme , in lombardo , è un modo di dire che si rifà al gergo dei tecnici caseari : il latte si coagula e guasta : il siero si confonde con la panna e rende acido tutto . Per farlo quaglíare bene il latte va trattato con un caglio speciale . Così il calcio , e se io mi tiro fuori da queste metafore ( elle prometto di abbandonare in fretta il canone dei formaggiatti per tornare al calcio , che è mattissimo sport e rispetta l ' agonismo quando così vogliono gli astri ed Eupalla , rispetta la tecnica , ma soprattutto la tattica , senza la quale non è pensabile che si possa giocare un incontro degno . Gli italiani parevano discesi da Marte anche dopo che uno li aveva visti arrabbattarsi e lottare allo stremo con gli argentini . Proprio allora ho pensato agli uruguagi e all ' inferiority complex che afferra alla gola i negri quando non si chiamano Pelé ( ma anche del Rey ho saputo che nell ' intervallo della finale 1970 piangeva in aramaico : ed eravamo sull'1 a 1 , non certo in vantaggio sul Brasile ) . Sicuro . Gli azzurri parevano marziani . Se avessero giocato su uno standard possibile anche Antognoni e Conti e Graziani , forse la scoppola inferta ai brasiliani sarebbe stata più perentoria . Anche nell ' intervallo , quando si era in vantaggio per 2 a 1 , io riflettevo che ben tre uomini di primo piano non avevano giocato fra gli azzurri e quindi era impensabile che i brasiliani si lasciassero toreare come avevano fatto fino al 45' , ciascuno incornando per conto suo : Zico mostrando invano all ' arbitro la maglia strappatagli da Sala ed Din Gentile , Socrates corricchiando sornione con un distacco da calci nel sedere , Falcao picchiando anche mica male nei recuperi difensivi , Serginho sbattendo le palpebre da allocco al veder Collovati andarsene con le lacrime agli occhi , i difensori concedersi al centrocampo e all ' attacco con la degnazione di chi si ritiene troppo forte per dimostrarsi minimamente preoccupato . Rileggo il taccuino : trovo ancora dei « siamo cotti » da uomo di poca fede . E si badi la cottura era evidente , i raccordi fra i nostri saltavano spesso . Le difese erano sempre più ansiose . Muraglie umane si ergevano innanzi a Dino Zoff in un pirlare continuo di gente con gli occhi fissi e sbarrati . I miei timori non nascevano dallo scetticismo , bensì da constatazioni perfino troppo ovvie . Uscivamo da un incubo per rientrarvi subito dopo . Nessuno riusciva a tenere palla in centrocampo . Rossi aveva perduto smalto nel lottare quasi sempre da solo contro giganti che lo sovrastavano . Se tentava il dribbling di scatto lo spingevano con astuzia sleale . Una volta l ' hanno anche abbattuto di spinta in area . Klein non ha voluto mollare su nulla . È stato splendido anche nella pervicacia del sadico . Ma quando una palla era buona , Rossi tornava a impettire come certi cavalli da guerra al suonare della tromba : ha fallito il possibile 3 a 1 perché forse l ' occasione era troppo agevole , e nonché impuntarsi su quella vi si è rilassato anzitempo . Il recupero di Rossi è un merito del quale va senz ' altro lodato Bearzot . Mi sono stupito invece che non abbia pensato di toglier fuori Graziani , che non ne azzeccava una e troppo dimenticato dai compagni si andava disanimando a vista d ' occhio . Bearzot aveva preannunciato una marcatura mista , a uomo e a zona : non si è smentito per banale gusto di far pretattica . In effetti non si è mai visto un avversario che non avesse di fronte o alle costole un azzurro . E quando i brasiliani facevano muro a ridosso di Zoff , anche i nostri facevano muro , timorosi di nulla , sicuri , perfino spavaldi in certi atteggiamenti agonistici . Quando è stato picchiato duro Tardelli , è entrato il mio caro Marini con l ' esperienza del vecchio drago che ha fiutato il colpo e non se ne voleva lasciar scappare a nessun costo . Marini ha perseguito Cerezo fino a fargli perdere la sinteresi . Socrates , lui girava a largo . Il sostituto di Serginho , nero come un blocco di antracite , ha tentato invano di filtrare dalla destra . Qui tiravano gli ultimi fiati Cabrini e Gentile , accanto a loro si battevano Bergomi e Scirea , e Zoff con giovanile prontezza saltava su ogni palla . In una sola occasione è uscito da l ' area fallendo di ciccata una respinta con il destro : negli ultimi istanti è sceso in picchiata come un falco sulla palla che stava entrando : la TV ha dimostrato che aveva soltanto sfiorato la linea ; e perché fosse gol avrebbe dovuto superarla . Con quali stranguglioni io abbia seguito l ' incontro nella sua parte finale non sto a dire per comune pudore . Sul piano tecnico ho detto quanto ho potuto , vibrando fin troppo frettolosi polpastrelli sulla tastiera . L ' incontro ha una sua spiegazione che risulterà sempre più logica via via che potremo riflettere sulle sue fasi salienti . La vittoria è legittima e acquista sicuro valore storico . Come ai tempi del 4 a 3 con la Germania , il dubbioso e incerto prestigio del nostro calcio è stato risollevato d ' un colpo . Il merito è di tutti , dei dirigenti , dei tecnici e ovviamente dei giocatori . Sento dire , mentre chiudo , che parecchi dei nostri prodi sono stati duramente segnati nel corso di un combattimento che non ha mai concesso pause . Chi possa giocare contro la Polonia non è dato sapere . Per il momento è solo da deplorare che una formula largamente astrusa riproponga incontri già delibati e sofferti nel primo turno come la Polonia e l ' Italia . Pensare a domani è troppo presto . Io sono stremato per l ' emozione e per l ' ennesima conferma dell ' imprevedibilità del calcio a certi livelli . Per la prossima mi propongo uno studio accurato dei particolari , che almeno venga onorata la storia di questo sport così protervamente legato ai capricci del caso e alla indole precaria di chi lo fa . Se non pigio troppo sui pistoni della tromba , mi perdoni il lettore . Di calcio preferisco sempre parlare a freddo . Quando il cuore salta in gola , ovviamente per l ' emozione e la gioia , il cervello stenta ad argomentare . E poi debbo farmi tagliare addosso i panni del flagellante . Al Tibidabo li farò benedire . Parola di Gianni Brera .
StampaQuotidiana ,
DAL Q . G . DELLE FORZE ALLEATE , 21 APRILE . Il Maresciallo Alexander , Comandante supremo delle Forze alleate nel Mediterraneo , ha fatto le seguenti dichiarazioni sulla liberazione di Bologna : « La liberazione di Bologna è una vittoria che appartiene a tutti i combattenti alleati , soldati , marinai , aviatori , sul fronte italiano . Mando le mie più calde congratulazioni alle truppe che hanno occupato questo vitale obbiettivo militare dopo una campagna invernale che ha presentato ostacoli quasi insuperabili nel terreno nel clima e nella fanatica resistenza nemica . Continuiamo ora ad avanzare finché l ' ultimo soldato nemico non sia stato cacciato dall ' Italia » .
Due preti saltimbanchi ( Gatto Alfonso , 1949 )
StampaQuotidiana ,
MINERBIO , 16 . - Spesse volte , durante questo nostro lungo viaggio , abbiamo incontrato per strada i carrozzoni degli zingari o le casette ambulanti dei saltimbanchi che mettono le tende nelle piazze dei paesi : ci scambiavamo i saluti con la mano , regalavamo i nostri giornaletti illustrati ai bambini mocciosi accoccolati sulle stanghe . Non credevamo mai di doverci imbattere in due comici vestiti da frati missionari , i quali ci avevano preceduto a Minerbio e , da due sere , recitavano nella chiesa parrocchiale . Come nei dialoghi di Platone , uno dei frati faceva la parte dell ' imbecille che cade dalle nuvole , l ' altro la parte del filosofo che istruisce l ' ingenuo interlocutore e , via via , lo riporta sulla strada della verità . Domande e risposte erano preparate in sagrestia , anche con i consigli e con le prestazioni dell ' arciprete , che dava ragguagli sulla particolare situazione del paese , sugli usi e i costumi dei parrocchiani , su gli amici signorotti e sui nemici poveri in canna . In realtà i due frati missionari , non che attingere sia pure lontanamente un decoro socratico , si sono accontentati di essere piccoli imitatori di varietà , di quelli che rifanno le mosse dei fratelli De Rege , facendo ridere il pubblico più che per loro battute , per l ' imparaticcio della finzione che non riescono nemmeno a sostenere . Nella chiesa di Minerbio il pubblico , scarso in verità , ha riso come a teatro ed anche i più ingenui si chiedevano come mai il Vaticano non riesca a scritturare comici più provveduti , a meno che non si proponga di ottenere il successo soltanto con una carnevalata . E iinfatti i due zelanti missionari avevano raccolto , sì e no , cinquanta bambini e , portandoli a sfilare incolonnati per il paese , davano loro da gridare frasi solenni come questa : « Viva il papa dei lavoratori » , contentandosi di qualche applauso dalla parte dei saragattiani appollaiati sulla terrazza del caffè Centrale . Sotto il Municipio si fermavano , lanciando grida ancora più marziali , da guerra santa . Per l ' arrivo della nostra carovana essi avevano annunciato in chiesa una novità teatrale dallo strano titolo : « Il rinfresco di Gatto » . Ma , all ' ora di inizio dello spettacolo , per mancanza di spettatori , accorsi tutti al nostro comizio , il sagrestano si è visto costretto a chiudere le porte . Soltanto il parroco è rimasto ad ascoltare il dialogo dei due imbecilli . Minerbio usciva appena dallo sciopero di protesta per l ' arbitrario fermo del compagno sindacalista Mazzoli , avvenuto a Ca ' de ' Fabbri , una frazione che aveva mandato incontro alla nostra macchina donne , uomini e bambini a salutarci ed a lanciare tra le nostre mani grappoli di uva come fiori . In questo paese , la lotta sindacale è continua , quotidiana : gli operai della terra devono difendersi da tutte le manovre di scissione tentate dai saragattiani , solidali coi grandi agrari , che hanno chiuso per dispetto la bella e storica colombella , uccise tutte le colombe , pur di non sentir parlare di pace . Ma il Comune è di esempio ai cittadini , il Partito dirige la lotta con un ' opera lenta e sicura di mobilitazione di tutti i lavoratori . La festa de " l ' Unità " della scorsa domenica ha battuto sagre , processioni e parate di preti e di Azione Cattolica : è stato un trionfo . Al parroco e ai due comici missionari non restò altro che guardare dalla canonica - una agiata canonica dipinta in giallo , con le persiane verdi - l ' eccezionale corteo che passava sotto le loro finestre . La sera stessa , il missionario che faceva nella commedia la parte dell ' imbecille , chiese con la sua aria candida : « Chi erano , padre , quegli scomunicati che stamattina sono passati per via ? » . « Tutto il paese » , gli rispose pronta una donna che era tra il pubblico dei fedeli . Al filosofo in gonnella , che già gli alzava le braccia dal pulpito per chissà quale risposta biblica , la parola si strozzò in gola . E per trarsi comunque d ' impaccio , intonò il Miserere .
StampaQuotidiana ,
Beirut Ovest . La bambina ( tre o quattro anni ) è come accartocciata sopra una pietra , la testa nella terra , uno squarcio nel braccio sinistro da cui esce una materia nera , strisce di sangue non ancora seccato sulle gambe nude e sui piedini . Accanto alla testa c ' è un piede di donna , con le unghie smaltate di rosso ( la madre ? ) , il resto del corpo è nascosto dietro uno spezzone di parete . Poco più in là , nella casa semidistrutta , ancora due bambini morti , stretti nell ' ultimo abbraccio : del più grandicello , vedo la faccia livida e la bocca incatramata di sangue ; del piccolino , che mi gira le spalle , vedo solo la testolina nera con un buco vicino all ' orecchio . Poi altri cadaveri ; a neanche un metro , un uomo e due donne , irrigiditi in strane posizioni : forse sono caduti mentre cercavano di sfuggire agli assalitori . Il luogo è Chatila , uno dei « campi » dei palestinesi a sud di Beirut , una di quelle casbe di periferia su cui hanno maggiormente infierito le truppe di occupazione israeliane nella loro avanzata verso la capitale , sgretolandola e polverizzandola con l ' artiglieria pesante . I cadaveri che ieri ho visto tra le macerie sono le ultime vittime - forse un centinaio , forse di più - dell ' ultimo atto dell ' operazione « pace di Galilea » , cominciato all ' alba di mercoledì quando i carri armati e la fanteria di Sharon hanno marciato su Beirut Ovest . Ciò che è avvenuto a Chatila è spaventoso . È stato un massacro gratuito contro dei civili inermi , donne e bambini , che nessun obbiettivo strategico potrà mai giustificare . La strage è avvenuta nella notte fra venerdì e ieri , dopo cioè che le autorità militari israeliane avevano annunciato di aver ottenuto il « controllo completo » sulla Beirut musulmana : gli autori dell ' eccidio non sarebbero , secondo le prime testimonianze , i soldati israeliani , ma gli uomini del maggiore Haddad , cioè quei libanesi del Sud che si sono schierati con Israele per combattere l ' OLP e i palestinesi e cacciarli dalla loro terra . Ma se anche non direttamente responsabili - è l ' amaro commento che corre oggi a Beirut - sulle coscienze dei militari israeliani pesa il fatto di non essere intervenuti per impedire l ' esecuzione di una così folle manovra . La prima voce sulla strage di Chatila che parla di 200 morti - era una prima valutazione - ha cominciato a circolare nella mattinata di ieri , e un fotografo francese , Jacques - Marie Bourget , che ha raggiunto il luogo verso le 9 ha potuto contare 63 cadaveri : « C ' erano delle donne con i bambini in braccio » racconta « ammazzati con un colpo al cuore e alla testa . Ho visto degli uomini che erano stati freddati contro le pareti , insomma delle esecuzioni in piena regola . » Un altro giornalista , americano , ha detto di aver fotografato una donna con in braccio due bambini piccolissimi . La donna era stata colpita al cuore , i due bambini avevano un buco nella schiena . Per chi arriva più tardi in questo cimitero di Chatila , le proporzioni dell ' eccidio sembrano minori , perché , nel frattempo , gli israeliani hanno fatto venire una scavatrice che ha aperto una voragine dentro cui sono stati buttati gran parte dei morti . E quando noi arriviamo , in un punto remoto del quartiere , possiamo facilmente notare dove è avvenuta la frettolosa sepoltura , perché c ' è uno strato di terra fresca e rossa segnata dalle ruote del bulldozer che ha compiuto l ' operazione . Altri sono stati caricati su camion militari e portati e interrati chissà dove . Però una ventina di cadaveri sono ancora sparsi qui e là nel raggio di cinquecento metri , esposti a un sole atroce e l ' aria comincia ad essere impregnata dal fetore della morte . Sarà difficile dimostrare che i soldati dell ' esercito israeliano o i libanesi del maggiore Haddad hanno compiuto questa barbara incursione a Chatila per snidare dei guerriglieri superstiti : sembra assai più evidente che si sia trattato di una « vendetta » maturata da tempo e nutrita dall ' odio che quegli uomini del Sud hanno sempre covato nel sangue verso i palestinesi , responsabili - a loro giudizio - di tutti i mali che hanno afflitto e affliggono tuttora il Libano . Ne ho conferma visitando Sabra , un altro enorme quartiere abitato da palestinesi e adesso ridotto a cumulo di macerie , uno scenario impagabile per misurare l ' assurdità della guerra . Quei pochi che erano rimasti se ne stanno andando , caricano figli e masserizie su macchinoni ansimanti e decrepiti . Non se ne vanno soltanto perché , dopo l ' « operazione pulizia » del generale Sharon , non c ' è più la casa : se ne vanno perché - dice uno , avviando una vecchia Ford - « abbiamo paura che tornino gli uomini di Haddad » . Anche a Sabra li ritengono responsabili degli attacchi degli ultimi tre giorni . Anche qui cadaveri per le strade , in fondo ai vicoletti , dentro ciò che è rimasto delle case . Sono morti di ieri e dell ' altro ieri e non hanno avuto ancora il tempo di seppellirli . C ' era ancora resistenza qui ? Faccio il mio macabro sopralluogo in un dedalo di viuzze e trovo , dietro ad un angolo , i cadaveri di due giovani : uno , in una tuta azzurra , appoggiato al muro , quasi sereno ; l ' altro steso bocconi con i riccioli neri impastati di sangue e polvere : tra i due c ' è un fucile . Erano palestinesi dell ' OLP , rimasti a combattere fino in fondo la loro battaglia contro il sionismo ? O appartenevano ai Morabitun filo - nasseriani o ad altri gruppi di sinistra ? Non mi riesce di saperlo . Una donna , che è la madre di uno dei due , improvvisa una specie di danza , agita le braccia e canta e io sono colto da una angoscia insopportabile e me ne vado lasciandola sola nel suo strazio e nella sua follia . L ' « operazione pulizia » decisa da Gerusalemme ha certamente fatto piazza pulita nell ' esistenza di Karema Jasir , 29 anni , cui do un passaggio , nel taxi , da Sabra verso il centro . Una palestinese bionda e con gli occhi celesti , molto graziosa . È salita in macchina con la vecchia madre e piange . La cannonata che le è arrivata giovedì scorso nella finestra di casa le ha portato via , d ' un colpo , il padre , il marito e quattro figli : che avevano 13 , 12 , 9 e 4 anni . Piange e dice che è la volontà di Dio . Noi , che non abbiamo il dono della fede , siamo portati a individuare le responsabilità in zone meno eccelse e vorremmo suggerire a Karema di depositare i suoi quattro bambini , suo padre e suo marito , sulla scrivania di Begin , premio Nobel per la pace . Ora che ha completamente in pugno Beirut Ovest , l ' esercito israeliano ha dato il via alla seconda fase della sua operazione : le perquisizioni o i setacci , di via in via , di casa in casa . Hanno tutto in mano : mappe dettagliate , indirizzi , numeri di telefono . Vanno a colpo sicuro . Un migliaio di persone sono state arrestate e una grande quantità di armi e munizioni confiscate . Sharon ha fatto sapere che le sue truppe resteranno qualche settimana a Beirut Ovest in modo che la « ripulitura » sia completa e che l ' esercito libanese possa svolgere senza difficoltà i suoi compiti di gendarmeria quotidiana , che ora non è in grado di assolvere . Molti a Beirut si chiedono , con legittima perplessità , se fosse veramente necessario questo ultimo , cruento giro di vite che Israele ha dato al Libano . Evacuati i palestinesi , il movimento dei nasseriani indipendenti , Morabitun , restava probabilmente il solo gruppo di resistenza a poter essere preso in seria considerazione : e in effetti sono stati i soli che hanno cercato di arrestare in qualche modo l ' avanzata israeliana nella Beirut occidentale . Ma il loro ruolo e la loro consistenza numerica sono modesti ed è difficile giustificare la massiccia operazione militare decisa da Gerusalemme . In realtà si dice da questa parte della linea verde che divide le due Beirut , dopo l ' elezione a presidente di Bechir Gemayel , c ' è stato anche nel settore occidentale e musulmano della capitale un periodo di « vita idilliaca » . Forse , dopo tante lotte , era stato gettato il seme di una unione tra la comunità cristiano - maronita e la comunità musulmana sciita , e anche Beirut Ovest aveva preso il lutto per la morte di Bechir , dimenticando i tenebrosi trascorsi del passato . Ma Israele decide che l ' assassinio di Gemayel getterà il Paese in un mare di sangue e allora interviene : e così comincia il nuovo martirio di Chatila , il martirio di Sabra , il martirio di questa capitale del lutto infinito .
DA CARDUCCI A MUSSOLINI ( PUCCINI MARIO , 1935 )
StampaQuotidiana ,
La guerra prima , il Fascismo poi . Ma se questi grandi fenomeni non hanno avuto il loro Poeta , c ' è bene stato un uomo che al momento opportuno ha tradotto in azione ed in opera il sogno di poesia e di grandezza che il Poeta aveva perseguito . " La forte personalità , un ' italianità totalitaria , i tratti caratteristici del genio che , in un periodo di mediocrità e di debolezze politiche , ispirandosi alla grandezza antica di Roma , anticipava lo spirito della nuova generazione e i nuovi tempi . " Sono parole di Benito Mussolini , cioè di Colui che se non immediatamente , almeno mediatamente , è nato dal succo della poesia carducciana . Con il notevole apporto di un ' intelligenza nuova e possente , di una energia vivida e moderna , di un genio fortemente costruttivo . Ma insomma sentimento e pensiero , parole e anima , la stessa turgidezza , la stessa impetuosità , la stessa rude fermezza : e forse per questo l ' Italia non ha avuto bisogno di un altro grande poeta : mentre era ed è azione . Mussolini era infatti ed è anche l ' aedo dell ' epoca nuova . E nessuno meglio di noi , di questa generazione che , dopo aver sofferto una adolescenza umile inutile ed incolore , si riconobbe e si colori finalmente sulle balze del San Michele e dei Sei Busi , sulla pianura di Monfalcone , sulle montagne degli altipiani e della Carnia , nessuno meglio di noi lo senti e lo comprese . La sua voce fin dal suo primo accento ci suonò vicina : eravamo fisicamente lontani , lui già in una trincea non di guerra ma dura quanto una trincea di guerra , noi nei nostri nidi tuttavia quieti e comodi ; ma Egli parlava , e noi da lontano gli rispondevamo . Un accento riconoscibile tra mille ; e non ci ricordava solo quello di Carducci , ma anche quello di tutti i grandi , di tutti i veri grandi spiriti della Patria , da Dante a Petrarca , da Machiavelli a Foscolo . E chi non lo udí o lo fraintese , più tardi se ne penti : ché gli parve di aver tradito le proprie origini , peggio ancora , di aver offeso i sogni della propria giovinezza .
Per monti e valli fino a quota 1200 ( Gatto Alfonso , 1949 )
StampaQuotidiana ,
VILLA MINOZZO , 20 . - La carovana è andata a trovare l ' Appennino , il cielo azzurro , i pascoli verdi , i castagni carichi di ricci , le pecorelle : è andata a dormire sotto le coperte imbottite a 1200 metri . Da Modena , a Pavullo , a Lama Mocogno , a La Santona , e poi , per Sassuolo e Castellarano , a Baiso , a Carpinati , sino a Villa Minozzo , siamo passati per valli , monti , fiumi , e torrenti che ai giorni della guerra partigiana furono teatro di lotte memorabili e che , ancora oggi , testimoniano con le lapidi e con le croci , con le case dirute e bruciate , la triste eredità della guerra . Sulla strada dell ' Abetone , ove tante volte eravamo passati di volo dietro la ruota di Coppi e di Bartali , andando venerdì sera incontro al cielo tempestoso che non prometteva nulla di buono , chiamavamo alle finestre uomini , le donne e i bambini della montagna ; " l ' Unità " arrivava anche lassù e la sua casetta viaggiante su quattro ruote , con le bandierine del gran pavese , i libri variopinti affacciati dalle vetrinette , l ' angelo luccicante sul pennone , si colorava di fiaba , stava bene in quel gran presepe di monti di case , di pascoli , di greggi . A La Santona c ' era la medaglia d ' oro Borellini insieme con altre ragazze . A quegli ultimi villeggianti , insieme a giuocare interminabili partite a carte , abbiamo portato le ultime copie del nostro giornale , le notizie della città , delle festa di Modena che li chiamava tutti al ritorno . A Pavullo , sabato sera , ci aspettava Armando , il generale leggendario di queste montagne , e intorno a lui erano i partigiani che lo chiamavano ancora nelle loro canzoni . Pavullo è un lungo paese affacciato sulla strada , a 700 metri di altezza . Per venire ad ascoltarci , i montanari avevano fatto a piedi chilometri e chilometri , portandoci tra le braccia un agnellino di latte . Dopo il cinema , in una casa di campagna , ci avevano allestito una cena a base di « crescentine » e di prosciutto , di vino e di canzoni accompagnate dalla chitarra . Le « crescentine » sono piccole focacce cotte al momento su una lastra di ferro rovente . Anche un poeta estemporaneo improvvisava rime e saluti per tutti . Villa Minozzo è un povero paese dell ' Appennino reggiano . Il prete la fa da padrone e , da una settimana , aveva istruito i fedeli e le devote sul modo come disertare la nostra festa . Era corso ai ripari in tutti i modi : alle ragazze aveva ordinato tre giorni di ritiro per gli esercizi spirituali . I giovani li aveva mobilitati per una partita di calcio al pomeriggio . A Cavola , un paese vicino dove pontificava un vescovo , aveva dirottato una parte della popolazione . E nella mattinata , prima che noi arrivassimo , lui stesso aveva improvvisato , per le strade del paese , una piccola processione . Ma i montanari del vastissimo comune , che raggiunge quasi i confini della Garfagnana , gli hanno dato una giusta risposta . Hanno fatto persino cinque ore a piedi per ritrovarsi alla festa de " l ' Unità " , venendo da Civago , da Cerrè , da Sologno , da Cervarola , da Asta , da Gova . Settecento , ottocento persone erano presenti al comizio e gli stessi abitanti di Villa ci ascoltavano nascosti dietro le imposte delle finestre apparentemente chiuse . Una battaglia vinta sulla montagna : i compagni di Correggio , una delle Sezioni più forti del Reggiano , che erano venuti quassù ad aiutare i parenti poveri , erano contenti . Ermes Grappi , ispettore del Partito per la montagna , ci comunicava felice che , nella mattinata , otto nuovi compagni avevano chiesto l ' iscrizione . Era questo il miglior dono che gli eroici comunisti della montagna reggiana potessero offrire al loro giornale .
Il Capo e la Nuova Frontiera ( Scalfari Eugenio , 1983 )
StampaQuotidiana ,
Roma . Lo staff è al lavoro . Al completo . Il fantasioso Formica , che sogna a occhi aperti l ' avvento dell ' Era Nuova , Giuliano Amato , il dottor sottile , futuro sottosegretario alla presidenza del Consiglio , esperto di diritto , di Costituzione , di trabocchetti giuridici e di scappatoie politiche . Giuliano Vassalli , ex principe del Foro , laureato in utroque , grigio di vestito , grigio di capelli , grigio di pelle , autorevole fin dalla nascita . Luigi Covatta , il socialista cattolico , il craxiano di sinistra e quindi il più devoto tra i fidi del leader . Martelli il giovane , che tiene ambo le chiavi ... Gianni De Michelis , un corpo imponente , una testa da imperatore romano dell ' età argentea , che te lo vedi perfettamente a suo agio nelle stanze palatine di Adriano o al banchetto d ' un Trimalcione in quarantottesimo . Lelio Logorio , il « superman della Difesa » . Francesco Forte , faccia di volpe di giorno e di faina di notte , girandola di idee , fuoco d ' artificio di soluzioni , croce e delizia dei direttori generali delle Finanze . Questo è lo staff , con in più qualche complemento dell ' ultim ' ora . Poi c ' è la banda , e quella è un ' altra cosa . La banda bada al sodo , non si occupa di fumisterie . Si occupa di organigrammi , di posti , di rapporti di forza , di servizi alti e bassi , di recapito di messaggi di pace , di intimidazioni di guerra , di pubblici ministeri riottosi , di industriali amici da aiutare e di industriali nemici da ricondurre alla ragione , di giornalisti dimezzati ai quali spianare la carriera e di giornalisti restii ai quali fare la vita dura . La banda è anch ' essa all ' opera in tutte le direzioni . Il « Corriere della Sera » e la cordata Berlusconi è una delle piste più seguite , ma ce ne sono altre , non meno pingui e promettenti , a cominciare dalla RAI e dalla Procura della Repubblica di Roma , da dove se ne sta ormai per andare il « fido » Gallucci , che dovrà dunque essere opportunamente sostituito . Lui , il Capo , il « Big Boss » , sta al sommo della piramide , riflette , prende appunti , parla pochissimo e di solito per parabole . Ai molti interlocutori ufficiali di questi giorni , concede ampia condiscendenza . Raccontano i segretari di partito , che si avvicendano al suo cospetto , che fa quasi sempre di sì con la testa alle proposte di chi gli sta di fronte . « Ci vuole molta prudenza in economia » gli suggerisce il collega della DC o del PRI . E lui annuisce . « Bisogna avere il coraggio delle riforme » lo provoca Pannella . E lui fa sì tre volte col capo e dà un ' occhiata che sembra dire « aspetta e vedrai » . « Stringere con la moneta » dice un altro . E lui ancora è d ' accordo . « Allentare il rigore della Banca d ' Italia che strozzerà l ' industria » ( e sempre è d ' accordo ) . Il Capo non si lascia andare . Stringe nelle mani molti foglietti d ' appunti , ma ci butta sopra un occhio distratto e ne cava pochi spunti : corsia preferenziale per i disegni di legge giudicati urgenti dal governo , abolizione del voto segreto , abolizione del doppio voto sui singoli articoli d ' una legge e sulla legge nel suo complesso , modifica del sistema elettorale che consenta l ' apparentamento tra diversi partiti e quindi una migliore utilizzazione dei resti . Programma economico ? Se ne parlerà in seguito . Abolizione dell ' Inquirente ? Certo , ma bisogna pensarci e comunque non con effetti retroattivi : chi ha avuto ha avuto , chi ha dato ha dato . Sopprimere il Senato ? Neppure parlarne . Semmai , elezione diretta del Capo dello Stato da parte del popolo sovrano . Dunque una Repubblica presidenziale ? Non esageriamo . Una Repubblica mista , metà uomo e metà cavallo , col presidente eletto dal popolo ma senza poteri esecutivi . Poi si vedrà . Col tempo e con la paglia ... Il Capo non sa della banda . Ci mancherebbe altro . Teardo , Biffi Gentili , Pittella , chi li conosce ? Gangi , sì , quello è un fedele , ma con la banda non c ' entra . La Ganga , un altro fedele . Compagni che andavano bene fino a ieri , quando bisognava guadagnarsi lo spazio a colpi di grinta . Ma adesso bisogna alzare il tiro . Certe impazienze , certi « squadrismi » ( si fa per dire ) , certe facce vanno tolte dalla circolazione . Da uomini di mano bisogna diventare uomini politici e da politici - possibilmente - statisti . Chi riesce a fare il salto sarà bene accolto , e chi non ce la fa resterà in cantina e non verrà fatto neppure entrare nel salotto buono , dove si ricevono finalmente gli ospiti di riguardo . Il Capo , quel salto l ' ha fatto da un pezzo . Uomo politico c ' è nato , fin da quando faceva le sue primissime prove come delfino di Pietro Nenni , condividendone la fiducia assieme a Pietro Longo . Statista è diventato fin dal 1978 , quando riuscì a portare un socialista al Quirinale . In realtà , lui non voleva Pertini , ma insomma fu lui a portarcelo , una volta che il nome fu lanciato sul tavolo . Non so se il nostro presidente sappia a chi deve veramente la carica che così degnamente ricopre da cinque anni . Per esser stato testimone diretto di alcune di quelle vicende , voglio qui render pubblica testimonianza : il nome di Sandro Pertini , per le qualità morali e la biografia politica dell ' uomo , fu fatto a Berlinguer da Franco Rodano e fu indicato dal PCI a Craxi nell ' ambito della rosa dei candidati socialisti come il solo che il PCI avrebbe votato . Così andarono le cose , e mi piace dirlo oggi , nel giorno in cui Franco Rodano viene seppellito nel cimitero di Monterado . Dunque , un uomo politico e uno statista insieme . Ce n ' è pochi in circolazione . Morto Moro , morto La Malfa , sono rimasti Spadolini , Andreotti , De Mita . E Lui . Il nostro Giampaolo Pansa lo chiama affettuosamente « re Bettino » . E forse ha ragione . Lo statista ha capito una cosa , ha colto un punto : da questa crisi non si esce - o meglio non ne esce Lui - se si resta agganciati ai problemi quotidiani . Se si vuole a ogni costo la concretezza . Se si pretende di far quadrare le proposte degli uni con le proposte degli altri . Se si deve coniugare il rigore con lo sviluppo , il monetarismo con il keynesismo , l ' inflazione con la recessione , la scala mobile con la politica dei redditi . Lo statista ha capito che da questa crisi si esce - e uscirà Lui con le bandiere al vento - solo se si potrà creare un clima da Nuova Frontiera , un entusiasmo autentico , una speranza collettiva . Insomma , se il Capo sarà capace di provocare un transfert che concili gli opposti e metta insieme i distinti . Anche lo staff l ' ha capito . Perciò , più che consultazione alla vecchia maniera , gli ha organizzato qualche cosa che somiglia alla convocazione degli Stati Generali . Da domani in poi , dopo aver incontrato nei giorni scorsi tutti i partiti rappresentati in Parlamento , varcheranno la soglia della stanza dove l ' Incaricato riceve i rappresentanti di tutte le grandi e piccole corporazioni : non solo la Trimurti sindacale e la Confidustria , ma gli agricoltori , i coltivatori diretti , gli assicuratori , i membri delle Cooperative rosse e di quelle bianche , gli artigiani , i commercianti , gli inquilini , i proprietari di case . Ma questo è ancora nulla , sarebbe solo un ' estensione della prassi già adottata da Spadolini . L ' Incaricato va molto più in là . Riceverà il presidente del Consiglio dell ' Economia e del Lavoro , il presidente del Consiglio di Stato , il presidente della Corte dei Conti , il Ragioniere generale dello Stato , il Governatore della Banca d ' Italia . E , forse , il capo di Stato maggiore della Difesa , il comandante generale dei Carabinieri , il Capo della Polizia , il Capo dei Servizi segreti dell ' Interno e il Capo dei Servizi segreti militari . Tireranno fuori toghe polverose , parrucche incanutite , sciabole rugginose , alte uniformi , e via per la prima volta a dir la loro a qualcuno che finalmente li ascolterà . Si può chieder di più ? Perché quest ' apparato ? È solo un polverone per confondere le idee ? Per sfuggire alla stretta dei problemi concreti ? Per colpire l ' immaginazione delle masse ? O c ' è un ' altra ragione più seria , più riposta , più di sostanza che non la semplice facciata ? Un ' altra ragione c ' è , o almeno così viene spiegato a chi , per dovere professionale , cerca di informarsi e di capire : non si tratta d ' un semplice cambio di governo ma d ' un cambio di regime . Chi non se ne fosse accorto , farà bene a riflettere . Siamo a una svolta storica . O la svolta viene superata felicemente , e allora un nuovo patto sociale sarà stipulato e tutte le forze politiche dovranno tenerne conto . Oppure sarà il caos . Semplice : l ' insuccesso eventuale dell ' Incaricato coinciderebbe con íl caos . Chi non fosse d ' accordo è avvertito , ma chi lo fosse si faccia avanti perché per un ' impresa di queste dimensioni c ' è spazio per tutti . Spadolini ancora recalcitra , forse perché il dispetto e l ' ambizione personale lo accecano , ma finirà per cambiare idea . Berlinguer , che resta tetragono , è una mela rinsecchita ; comunque il Partito comunista , volente o nolente , sarà coinvolto nell ' operazione , se non altro come portatore d ' acqua « costituzionale » . Pannella , lui sì , ha capito al volo : se non altro sarà un Grande Spettacolo , con una quantità d ' entrate in scena e di chiamate , con Primi Attori e Comprimari , Prestigiatori e Funamboli , ci sarà il Tragico e il Comico . Potrebbe mancare Marco Pannella ? Perciò , sorprendendo tutti , Marco ha letto una dichiarazione ( fatto per lui del tutto inconsueto ) dove promette un « responsabile sostegno politico » al nuovo governo dell ' Incaricato . Grand jeu , Pannella nella stessa maggioranza di De Mita e di Spadolini : questa nessuno se la sarebbe aspettata . Ma , ce n ' est que le début . Ai sindacati - ai quali bisognerà pur comunicare che il salario reale per almeno un paio d ' anni dovrà essere bloccato - si prometterà nientemeno che di diventare soci dell ' IRI . Lo staff sta infatti congetturando di fare affluire in un Fondo di solidarietà nazionale , alimentato da contributi dei lavoratori e dei datori di lavoro , tutte le partecipazioni azionarie che lo Stato possiede al di sopra del pacco di controllo del 51 per cento . Quindi : un pezzo di Alitalia , un pezzo di Finsider , un pezzo di Italsider , un pezzo di Finmeccanica , un pezzo di Ansaldo , un pezzetto di Banca Commerciale e di Credito Italiano e di Banco di Roma , un pezzo di Alfa Romeo , e via numerando . Cogestione , ma con tanto di azioni nelle mani . Non fanno così anche in Germania ? Non c ' è una banca dei sindacati ? E dunque facciamolo anche da noi . E ai padroni si darà qualche cosa che è assai più interessante di una riduzione pura e semplice del tasso di interesse ( che si poteva reclamare quando a capo del governo c ' era Spadolini , ma che oggi è chiaro che non si può ) . Ai padroni si concederà una vera e propria moratoria bancaria : chi ha debiti a breve otterrà il consolidamento a lungo . Invece di rimborsare domani , rimborserà tra dieci o vent ' anni . Certo , le banche resteranno alquanto immobilizzate : ma che vogliono le banche ? Con tutti i soldi che guadagnano , tirino un po ' la cinghia anche loro . Ecco perché gli Stati Generali . Ecco la Nuova Frontiera . Il compito storico dell ' Incaricato è quello di riconciliare le masse con lo Stato . Pertini vedrà coronato finalmente il suo sogno . L ' unico cruccio sta nella polemica che ancora divide il movimento operaio , ma l ' Incaricato gli assicura che non durerà a lungo . E De Mita ? Forse è un po ' frastornato , De Mita , da tutto questo clangore di progetti e di iniziative . La DC era abituata a procedure più ovattate , più casalinghe . Andreotti poi detesta i rumori . Lui è abituato a lavorare in silenzio . Insomma si vedrà . Quelli della banda non hanno ancora capito se possono farsi vedere o se per loro è chiusa per sempre . « Squilli di tromba salutano il vol dal Campidoglio al Quirinal ... » .