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ROMA , 21 . L ' esame dei criteri cui deve essere informata la legge sull ' avocazione dei profitti di regime è stato ultimato nella recente riunione tenuta dalla Commissione incaricata di stendere il progetto della legge . Non resta che procedere al coordinamento delle singole disposizioni perché il decreto possa essere così sottoposto al Consiglio dei Ministri . Ciò potrà avvenire nella prossima settimana . La definizione delle sanzioni che la legge conterrà è comunque compiuta . Esse si possono riassumere in quattro punti : 1 ) confisca totale dei beni , senza discriminanti ; si applicherà ai membri del governo fascista ed ai gerarchi del fascismo che siano riconosciuti dall ' Alta Corte di giustizia colpevoli di avere annullato le garanzie costituzionali , di tutte le libertà popolari , creato il regime e tradite le sorti del paese . 2 ) Confisca totale o parziale dei beni ; ammessa la discriminante indicata dall ' art . 7 della legge 27 luglio 1944 ( posizione ostile al fascismo assunta prima dell ' inizio della guerra , partecipazione alla lotta contro i tedeschi , atti di valore compiuti ) sono puniti con la confisca totale o parziale del beni , a seconda della gravità del fatto , coloro che abbiano organizzato squadre fasciste , le quali abbiano compiuto atti di violenza o devastazione o che abbiano promosso o diretto l ' insurrezione del 28 ottobre 1922 o che abbiano promosso o diretto il colpo di stato del 3 gennaio 1925 , o che abbiano in seguito contribuito con atti rilevanti a mantenere in vigore il regime fascista . Rientrano in questa categoria anche alcuni delitti di collaborazionismo o di intelligenza coi tedeschi invasori . 3 ) Avocazione degli incrementi patrimoniali conseguiti dopo l'8 settembre . Colpirà chi abbia avuto rapporti di affari con i tedeschi . 4 ) Avocazione totale degli incrementi patrimoniali conseguiti dopo il 3 gennaio 1925 . Questa misura ha carattere di sanzione punitiva . Essa verrebbe applicata indipendentemente dalla liceità o meno della provenienza degli incrementi , a tutti i membri del gran consiglio fascista , ai membri del governo fascista , ai segretari , vice segretari e membri del direttorio nazionale dei partito fascista , al presidente , pubblico accusatore e membri del tribunale speciale per la difesa dello stato e di altri tribunali speciali costituiti dopo l'8 settembre 1943; agli ufficiali generali e i consoli della M.V.S.N. in servizio effettivo , ecc .
Una festa che vale un poema ( Gatto Alfonso , 1949 )
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SCANDIANO , 21 . - A Scandiano , tutte le ragazze sono belle per far diventare sempre più furioso quel povero Orlando innamorato , ma Boiardo non gode molto onore tra i suoi concittadini , che dànno il proprio voto di preferenza a Lazzaro Spallanzani , al quale sono dedicate la grande piazza ed una piccola statua . La questione si fa scottante ora che il bel cinema - teatro , costruito dai lavoratori con le proprie prestazioni volontarie , è un fatto compiuto , il maggiore dei monumenti che i nostri compagni amino mostrare al visitatore . Scandiano ha un partito forte , un segretario di Sezione intelligente , mobile , attivo ; un sindaco che ha tra le sue armi migliori , la decisione e la calma , apprese con anni di insegnamento alle sue scolaresche di campagna . Da Reggio , io andavo dicendo a Fortini : « Ormai tu vivi nelle pagine dei poemi cavallereschi e il tuo passato di paladino ti verrà più di una credenziale a farti far buona accoglienza . Avrai baci di ragazze , fiori : so che ti verrà dato in dono il famoso scudo di Orlando » . « Scudi non ne voglio - mi ha risposto il nostro Giulio romano - preferisco l ' elmo di Mambrino » . Da quando siamo partiti non facciamo altro che dar battaglia alla linea retta . Sarebbe troppo facile andare da Reggio a Scandiano per la breve strada asfaltata : ma i nostri compagni ci sono venuti incontro con biciclette , motociclette , bandiere e stendardi , a pilotarci per venti e più chilometri attraverso vie , viottoli , erte e discese , a scoprire frazioni e borgate nascoste tra i campi . Un giro lungo per l ' autunno , nel dolce chiaro pomeriggio di settembre . " l ' Unità " è giunta alla soglia di ogni casa a prendere appuntamento con le donne e con i bambini per la serata di festa . Il Polisportivo era pieno di luci colorate , dalla pedana di ballo alle tribune , ai padiglioni , e su tutti i pilastri del muro di cinta bruciavano le fiaccole che segnavano il porto ai naviganti che viaggiavano nella notte . Migliaia e migliaia di persone , bellissime ragazze , paladini , guerrieri , palafrenieri , maniscalchi , erano intorno a Fortini che , nascosto dietro un lenzuolo , stava indossando il suo vestito di maglia di ferro . Quando è apparso alla grande folla cavalleresca alzando la celata dell ' elmo , il nostro Giulio ha gridato : « Abbasso la guerra ! » . Aveva tra le mani una scatola di scarpe avvolta in un foglio rosso . Si è dato a sciogliere lo spago lentamente , sperando di trovarci per lo meno le rose dei giardini di Armida . Tolto il coperchio , due bianche colombe si sono alzate in volo , battendogli le ali sulla faccia e ritornando poi ad appollaiarsi sul suo naso . Sino alla mezzanotte , la festa di Scandiano è stata un omaggio alla cavalleria e alla bellezza . Le dame e i cavalieri ricamavano ottave d ' oro sotto il cielo stellato . Sdraiati sul prato a vedere il cinema , mano nella mano , gli uomini e le donne insieme , anche le vecchie coppie di sposi sembravano tutti innamorati di prima stagione . " l ' Unità " li univa veramente . Anche Fortini , illuminandosi con la luce dei fari scriveva una lettera d ' amore alla moglie . Si portava la destra al cuore , sorrideva alle sue stesse parole . Gavroche gli aveva dato per penna una piuma delle sue ali . Che bella festa , che bella festa !
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Signor Presidente della Repubblica , non le sottopongo il caso di un mio collega , ma quello di un cittadino . Non auspico un suo intervento , ma non saprei perdonarmi il silenzio . Vicende come quella che ha portato in carcere Enzo Tortora possono accadere a chiunque . E questo mi fa paura . Lei è il massimo esponente dell ' organo supremo dei Magistrati : e deve sapere . Ho un sincero e profondo rispetto per i giudici che , come i giornalisti , hanno pagato , e pagano , un duro conto con il crimine . Conoscevo Alessandrini , e voglio bene ai figli del dott. Galli . Credo nell ' onestà e nel sacrificio di quelli che lottano , a Napoli e ovunque , contro la camorra e la mafia . Ma ci sono aspetti del « blitz » contro i cutoliani che lasciano perplessi : dalla data , una settimana o poco più prima delle elezioni , agli sviluppi . Dalle conferenze stampa trionfalistiche , alla caccia all ' uomo con cineprese al seguito , dal segreto istruttorio largamente violato , al numero degli arrestati e dei dimessi . Su 350 , se le cronache sono esatte , 200 sono tornati fuori : ma , hanno detto gli Inquirenti , e mi scuso per l ' odioso e usatissimo termine che suscita il ricordo di antiche procedure , molti rientreranno in cella , Come dire , che si può sbagliare fino a tre volte : arresto , scarcerazione , altra cattura . Ma qual è la buona ? Tortora è denunciato da un tale Pandico , che fa il suo nome dopo tre interrogatori : guarda caso , un personaggio così popolare non gli viene in mente subito . Le conferme vengono da un certo Barra , conosciuto nell ' ambiente come « O ' animale » : è lui che parla dello « sgarro » , e che fa andar dentro il sindaco D ' Antuono , rilasciato poi al trentanovesimo giorno di detenzione per mancanza di indizi . È sempre lui che riferisce della visita a Cutolo dei Gava e dei servizi segreti , per tirare fuori dagli impicci l ' amico Cirillo , ma di questa impresa non si discute . Gli avvocati che difendono il presentatore non hanno potuto leggere neppure i verbali degli interrogatori del loro assistito ; ci sono periodici che hanno pubblicato i testi delle deposizioni dei due camorristi accusatori . Chi glieli ha dati ? Ogni mattina , la stampa ha ricevuto la sua dose di indiscrezioni : Tortora fu iniziato col taglio di una vena , Tortora ha spacciato droga per 80 milioni e non ha consegnato l ' incasso , Tortora ha riciclato denaro sporco , Tortora era amico di Turatello : smentisce la madre del bandito , smentisce , ed è a disposizione , il suo braccio destro . Nessun segno sui polsi . Ma ci sarebbe la conferma di una « contessa » : che non può testimoniare , perché , guarda caso , è morta . C ' è la prova che dovrebbe mettere in difficoltà Tortora : una lettera di Barbaro Domenico per dei centrini andati perduti alla RAI . Esiste un carteggio tenuto dall ' ufficio legale della TV di Stato , ma non significa nulla . Conta , invece , la parola di due assassini . Poi ci sarebbe l ' altro seguace di Cutolo , che messo in libertà avrebbe dovuto far fuori il compare Tortora che ha tradito , tanto è vero che ha scritto il nome dell ' autore di Portobello nella sua agenda che è come se Oswald avesse segnato sul calendario : « Mercoledì : sparare a Kennedy » . È pensabile che i misteriosi tipi che stanno sconvolgendo la nostra vita , per far fuori uno , o per far saltare una automobile , abbiano bisogno di aspettare che un detenuto torni in circolazione ? Si ha l ' impressione che , dopo aver messo le manette a Tortora , stiano cercando le ragioni del provvedimento . Ma ecco che arriva il colpo sensazionale : col caldo che imperversa , il dottor Di Persia corre a Milano , perché ha trovato finalmente chi può schiacciare quel finto galantuomo di Tortora . C ' è uno che lo ha visto , nientemeno , consegnare della polvere bianca in cambio di una mazzetta di banconote , a un terzetto di farabutti , ed ha assistito alla scena in compagnia della sua gentile signora . Il dottor Di Persia non si informa sui precedenti del « noto pittore » , che si chiama Giuseppe Margutti , ed è tanto riservato , odia tanto la pubblicità , e dà dello stesso fatto versioni differenti : una ad un redattore di « Stop » , l ' altra al Sostituto Procuratore . Bene , l ' artista , che si è fatto denunciare dal Louvre per una mostra delle sue opere non richiesta , che inventa , per andare con una donna , un rapimento , che mette in circolazione francobolli con la sua faccia , che dichiara guerra agli USA che lo hanno buttato fuori , che immagina un sequestro che non c ' è mai stato , che denuncia i critici che non lo capiscono , che si fa incatenare nella Galleria di Milano , che chiama i fotografi per farsi ammirare mentre imbianca i muri sudici dell ' asilo di sua figlia è il teste chiave . I giudici di Napoli spiegano poi agli avvocati Dall ' Ora , Della Valle e Coppola , tutori di Tortora , che le chiacchiere di Margutti costituiscono « un importante risultato sul piano probatorio » . Signor Presidente , chi risarcirà Tortora di queste calunnie ? Col pappagallo , dovrà forse andare a distribuire i pianeti della fortuna ? Del resto , visto come va la giustizia , a chi si dovrebbe affidare ?
SGOMBERATE LE STRADE ( - , 1945 )
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Bolognesi , voi potete contribuire ancora al trionfo della buona causa , mantenendo il più possibile sgombre le strade di modo che il traffico fra le retrovie e il fronte di battaglia non subisca rallentamenti o comunque impacci che potrebbero essere causati dall ' addensarsi della folla . Dà prova di patriottismo chi non circoli inutilmente e disordinatamente nelle città e nei paesi . Anche ai profughi si raccomanda di non mettersi per ora in cammino per fare ritorno ai loro paesi . Ogni impazienza è inopportuna e può riuscire assai dannosa . I provvedimenti , in conseguenza dei quali i profughi potranno tornare alle loro case , entreranno in vigore non appena la situazione militare lo consentirà . Non suscitate inciampi alle colonne che marciano verso la vittoria definitiva . Dopo mesi e mesi di sofferenze ognuno , in questi giorni di resurrezione civile , troverà lieve l ' assolvimento di questo semplice dovere .
LE RAGAZZE DI LVOV ( Calvino Italo , 1952 )
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Sabato , ore 10,30 Siamo da mezz ' ora in territorio sovietico , a Cop , stazione di confine . Prendiamo posto nel treno che ci porterà a Mosca . Il sole è pallido . Erano le 8 e mezzo ma qui cambia fuso orario . Infreddolito e assonnato , mi rallegro delle cuccette , del caldo , dell ' aria casalinga degli scompartimenti , con l ' abat - jour sul tavolino e le tendine bianche . Nel binario vicino , su un vagone merci , vedo due ragazze - forse contadine che caricano sacchi - col fazzoletto in testa , i giacconi imbottiti e gli stivali . Guardano e ridono . Sono le prime ragazze sovietiche che incontro ; il buon giorno si vede dal mattino . Ore 16 I compagni che vogliono già capire il socialismo dai finestrini del treno ( « Un trattore ! Là un silos ! Una casetta con le bandiere e i quadri di Lenin e Stalin ! » ) sono troppo impazienti . Siamo ancora nelle terre da poco ricongiunte all 'U.R.S.S . Quel che m ' interessa di vedere è il socialismo adulto , il socialismo che sta per compiere trentaquattr ' anni . Ma questo paesaggio che ci scorre monotono sotto gli occhi - da quando abbiamo lasciato le zone di fitti boschi e solo una stretta cintura d ' alberi accompagna il terrapieno sabbioso del treno - è pure un elemento importante , da non dimenticare mai di fronte alle cose che vedremo poi ; la distesa sterminata della campagna , questa nuda immensità di terra in cui la civiltà russa affonda le radici . Ore 21 Il treno si rivela il terreno di scoperte più interessante . Al nostro vagone sono addetti una ferroviera e un ferroviere . La donna ci prepara il tè . Il samovar è in fondo al corridoio ; non ha nulla in comune con l ' immagine che mi ero fatta di un samovar : è una specie di scaldabagno a carbone . Per passare al vagone ristorante dobbiamo attraversare alcuni altri vagoni . Ce n ' è di quelli uguali al nostro , e di quelli senza una vera e propria divisione in scompartimenti , ma pure a cuccette . Molti dei viaggiatori hanno l ' aria di contadini , sia in prima che in seconda ; e in entrambe le classi si può incontrare sia ufficiali che soldati . Certo , la seconda m ' attrae di più , con quell ' aria più movimentata , pacchi e fagotti e ceste , vecchiette e bambini e barbe bianche , gente che dorme con gli stivali di feltro che sporgono nel corridoio , gente che mangia , gente che canta , gente che legge ( pochi giornali , molti libri : il contrario che da noi ) . È il primo tuffo nell ' umanità sovietica ; mi par di riconoscere qualcosa che già sapevo , ritrovo quel sapore di vecchia Russia imparato sui libri ; perfino l ' odore dolciastro dei cibi mi sembra subito inconfondibile , ed è la prima volta che lo sento . Sarà quel caldo senso d ' umanità che abbiamo scoperto leggendo Tolstoj e Dostojevskij , che ora misi ripresenta con la stessa immagine : il popolo russo ? Ma questi probabilmente sono colcosiani che vanno nella città vicina per affari della loro azienda : di quanto saranno diversi dal popolo russo d ' una volta ? Non posso ancora dirlo . Certo , a quei tempi viaggiavano di meno ; e non c ' era tanta gente che leggeva libri in treno ; e forse anche quel sorriso d ' intesa che ci fanno , vedendoci stranieri , è un fatto nuovo . Bisognerebbe chiederlo a quei due vecchietti , marito e moglie , che con calma e diligenza stanno spolpando un ' oca . Ore 23 Il primo benvenuto della gioventù sovietica l ' abbiamo avuto alla stazione di Lvov ( l ' antica Leopoli ) . Un centinaio di ragazze del Komsomol erano sulla banchina ad aspettarci . Il vagone s ' è riempito di mazzi di fiori . Ragazze semplici , non dipinte , allegre . Confermano le impressioni sulle ragazze sovietiche che già avevo sentito da altri , ma non c ' è per nulla un tipo di ragazza standardizzato . Una parla spagnolo , e un po ' possiamo capirci . Ma lei ne chiama un ' altra che parla pure lo spagnolo , e un ' altra ancora . C ' è pieno di ragazze che parlano spagnolo , a Lvov ; ora da questa piccola folla sorridente si leva un brusio di desinenze sibilanti . All ' Istituto di Filologia di Lvov c ' è un corso di spagnolo che dev ' essere di gran voga tra le ragazze . Ed ecco che nel gruppo si fa largo il professore : uno spagnolino sui 35 anni , dall ' ossuto e ruvido viso iberico ; è un ex combattente della Repubblica , rifugiato qua , tra queste ragazze con le trecce castane e i manicotti di pelliccia . Ma anche qualche parola in italiano affiora sulle labbra delle ragazze : parole di canzoni . Ecco che si mettono a cantare Sul mare luccica ... in italiano . Facciamo coro , ma alla seconda strofa non possiamo più tener loro dietro ; nessuno di noi sa tutte le parole di Santa Lucia . Loro sì : continuano a cantare , in italiano , fino alla fine . Domenica , ore 10 Ormai posso dire di conoscere la fisionomia della piccola città sovietica . È da ieri che il treno continua a passarne in rassegna . La stazioncina con gli striscioni rossi dove c ' è la parola Mir : pace , il giardinetto con un bianco monumento a Stalin , le case basse , a un piano , in muratura o di legno , che spuntano tra il verde . Ricordo quel bel libro di Ilf e Petrov , un viaggio di due sovietici in America ; il titolo russo era : America a un piano . Capisco ora che il senso del libro era cercare nell ' America provinciale gli aspetti più familiari ai russi : le piccole città sovietiche e quelle americane hanno in comune quest ' amore per le piccole case a un piano , ciascuna col giardinetto intorno e lo steccato . Ore 14 La donna che dirige il vagone ristorante è un bel tipo di russa . Alta , castana , con una faccia bella e fiera , un corpo in cui il petto grande e i fianchi stretti accentuano l ' aria risoluta . Veste un lungo golf di lana come fosse in casa . Lancia occhiate severe : ieri , quando ha visto che nessuno di noi riusciva a mangiare la rossa zuppa ucraina , pareva allarmata . Oggi che facciamo festa ai piatti tutti più o meno di nostro gusto , l ' ho vista sorridere per la prima volta . Ho idea che qui siano le donne a comandare tutto . Nel nostro vagone , è la ferroviera , quella donnetta nera , che comanda ; il ferroviere ha solo mansioni subalterne . Ore 16,20 Abbiamo lasciato Kiev , la prima grande città sovietica incontrata sul nostro percorso . Bella , piena di verde , Kiev si estende su una gobba di collina con grandi palazzi nuovi e antichi . E ora abbiamo passato il Dnieper e i cantieri che ricostruiscono i ponti distrutti dalla guerra . È difficile vedere ancora tracce della guerra , tranne che ai fiumi , dove accanto al ponte nuovo affiorano i resti dei vecchi piloni . Dopo il Dnieper , in uno di questi villaggi di casette a un piano e orticelli , vedo un ballo all ' aperto , in un recinto zeppo di donne nere con fazzoletti gialli e rossi che saltano . Forse è una « balera » campagnola , forse è una festa di nozze nel giardinetto d ' una casa privata . Continuiamo a traversare corsi d ' acqua , braccia del Dnieper , o affluenti , ove í pescatori affondano le lenze . Stamane ho visto diversi cacciatori . Ora entriamo in una zona industriale , tra cumuli di carbone e grandi gru . Ore 22 Le nostre traversate per arrivare al vagone ristorante non sono prive di pericoli . Bisogna tirar dritto e non fermarsi mai , soprattutto vicino ai posti dei marinai . I marinai appena riescono a scambiar qualche saluto con uno di noi , quello non se n ' è ancora accorto e ha già la bocca piena di lardo , una forchetta con un salsicciotto in una mano e un bicchiere di vodka nell ' altra . E lì bisogna tracannare d ' un fiato . Cominciano i brindisi : a Stalin , a Togliatti ; come si può non brindare ? I marinai calcolano tutto sul loro metro ; ma per noi è una sbornia sicura . Quindi , appena vedi un berretto di marinaio : « Sdradstvo , tovàric » e passa al largo . Lunedì Ci svegliamo nella Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa . Dietro un trattore la terra verde diventa bruna . Uno sciame d ' uccelli segue il trattore e si butta sulla terra appena smossa . Ore 9,30 Finalmente a Mosca ! Il grattacielo della nuova Università , quasi finito , ci dà il benvenuto . Pomeriggio Dal settimo piano dell ' Hôtel Mosca , guardiamo le guglie del Cremlino , la torre dell ' orologio , e laggiù le cupole del duomo di Basilio . Victor Stepanovic , un compagno sovietico che accompagnerà la nostra delegazione , ci indica dall ' alto i vari monumenti . Giù nel cortile dell ' albergo passa un gatto . « I gatti devono essere uguali anche da voi » , dice Victor Stepanovic . Penso che diventeremo amici .
A Grenada con gli americani ( Malatesta Stefano , 1983 )
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Grenada , 31 . Si parte in aereo per Grenada , con la US Air Force , spintonando illustri giornalisti venuti da tutto il mondo , dopo aver bivaccato durante la notte in un capannone del vecchio aeroporto di Barbados . Ormai da anni il vecchio circo Barnum che accompagna e segue guerre e colpi di Stato si è gonfiato a proporzioni ipertrofiche , ed è diventato sempre più rissoso e ansioso : scene invereconde di anziani professionisti che pietiscono informazioni al passaggio degli ufficiali , altrimenti saranno licenziati ; maledizioni lanciate contro le onnipotenti catene televisive americane , che riescono con protervia ad essere sempre le prime . L ' altro ieri mattina qualche decina di ragazzi vestiti da « avventurieri » , come il baffone rosso della pubblicità delle Marlboro , si strappavano di mano i moduli che le forze armate USA distribuivano per la richiesta del volo a Grenada , sottoscrivendo che viaggiavano a loro rischio e pericolo eccetera . L ' isola appare dall ' alto assai verde e montuosa , con magnifiche spiagge intorno . L ' ufficiale che ci accompagna ne indica il nord , dicendo solo « cubani » : la resistenza , anche se sporadica , continua tra le macchie e nelle colline . Si parla anche di un contingente di cubani e di grenadesi scoperto a Carrincou , un isolotto subito a nord di Grenada . Si atterra quasi sul mare , senza difficoltà , tra gli Hercules che continuano a rollare , camion , jeep che attraversano la pista in tutte le direzioni , casse di materiali diversi e di viveri . Poi , dopo alcune istruzioni , avvertimenti sull ' ora del ritorno , proibizioni di comprare o vendere alcunché , inizia il giro guidato . « Tra un paio di giorni sarete liberi di andare dove volete , anche nel centro di St . George » dice l ' ufficiale al seguito . L ' air terminal dell ' aeroporto di Point Salines è ancora in costruzione : ci sono le impalcature di legno , le gru e le impastatrici di cemento abbandonate . Un altro ufficiale dell ' aviazione spiega che la pista lunga più di tremila metri avrebbe permesso ai Mig-23 da combattimento , ai trasporti sovietici di atterrare senza difficoltà : « come a dire : il Venezuela sotto la minaccia dei Mig » . Un giornalista inglese chiede , con aria sorniona , di vedere gli hangar blindati , i magazzini sotterranei , come ci sono in tutti gli aeroporti militari . C ' è un momento di imbarazzo , l ' ufficiale si scusa , non sa : « Probabilmente » dice « li avrebbero costruiti più tardi » . Si passeggia nei dintorni dell ' aeroporto . Dietro mucchi di terra scavata , sormontati dalla bandiera americana , è sdraiata una pattuglia di paracadutisti . La metà sono di colore , ragazzoni immensi , dall ' aria parecchio dura , che non si staccano mai un momento dai fucili mitragliatori . Non hanno l ' autorizzazione a parlare . Le poche frasi ripetono concetti già sentiti : i cubani hanno combattuto magnificamente , non ci aspettavamo una simile resistenza . Naturalmente gli americani hanno vinto : ma sono dovuti sbarcare in cinquemila appoggiati dai cacciabombardieri , dagli elicotteri , dalle navi , contro qualche centinaio di cubani e pochi soldati grenadesi ( come ha ammesso lo stesso comando americano ) . I marines , i rangers e i paracadutisti sono truppe scelte , battaglioni - crack , ma l ' invasione di Grenada non sembra essere stata un test sufficiente per le loro capacità . Secondo il « Miami Herald » , alcuni di loro non sapevano bene contro chi andavano a combattere : un comandante di pattuglia , incontrato da un reporter sbarcato avventurosamente nell ' isola durante le prime ore dell ' invasione , gli ha chiesto se sapesse cosa stava succedendo : « L ' esercito dei Caraibi è con noi o contro di noi ? » . Sembra che le carte in dotazione fossero fotocopie di mappe turistiche . I prigionieri cubani sono sempre sotto il sole , circondati da filo spinato . Dormono nelle baracche vicino : dovrebbero essere trasportati al più presto a Cuba in nave . Alcuni fumano ostentatamente , con piacere , con calma , grossi sigari , come ci avevano detto , il cappello di paglia . Un poliziotto di Barbados , di guardia insieme con un marine , racconta con un sorriso che non è che i cubani abbiano una riserva infinita di sigari . Fumano solo quando arrivano i giornalisti . Sembra che ci si sia messi quasi d ' accordo sul numero degli uomini di Fidel Castro presenti nell ' isola . Non sono 1100 , come aveva dichiarato due giorni fa con sicurezza l ' ammiraglio a tre stelle Joseph Metcalf III , comandante delle forze americane a Grenada . La cifra approssimativa , tra i sette e gli ottocento , è molto vicina a quella fatta dall ' ambasciatore cubano a Barbados . Prima di partire per Grenada , era arrivata la notizia della cattura di Hudson Austin , il capo del consiglio militare rivoluzionario , ritenuto il mandante dell ' assassinio di Maurice Bishop . Sembra che abbia continuato a combattere per alcuni giorni dopo l ' invasione , spalleggiato da cubani e dalla sua guardia grenadese . Il vice primo ministro Bernard Coard , il marxista inflessibile , molto legato a Castro , la mente del complotto , era stato preso sabato insieme con la moglie . Lo hanno trovato nascosto in una casa su una collina vicino alla residenza del governatore generale : secondo informazioni ricevute da fonti locali , un battaglione USA ha circondato il gruppo di Coard in un edificio governativo ad est della capitale e ne ha accettato la resa . Il gruppo non ha fatto alcuna resistenza . Grenadesi locali hanno inoltre indicato alle forze USA enormi depositi clandestini di armi e munizioni di piccolo calibro , immagazzinate in case private e depositi presso la capitale . Ci mostrano i magazzini traboccanti di armi : decine di casse di proiettili , armi anticarro , mortai cinesi , lanciarazzi . L ' ambasciatore di Grenada alle Nazioni Unite prima del colpo di Stato ha dichiarato di sospettare che le munizioni e le armi siano state piazzate là dagli invasori . Ma com ' è possibile che gli USA abbiano sempre a disposizione un arsenale militare straniero da rimorchiarsi dietro ad ogni invasione e da sistemare alla bisogna ? Quasi tutte le armi e munizioni sono infatti cubane , cecoslovacche , russe , cinesi . Sui documenti top - secret ritrovati si hanno notizie più a Washington che a Grenada : si assicura molto genericamente , ma con enfasi , di un accordo tra Grenada e l ' URSS per il rifornimento di armi attraverso Cuba . Non c ' è molta gente in giro , e pochi sono quindi disposti a parlare . Una donna racconta tra i singhiozzi gli attacchi degli aerei , i bombardamenti . Un inglese residente a Grenada spiega che c ' erano già fratture , nei giorni immediatamente prima l ' invasione , tra l ' esercito rivoluzionario del popolo , controllato da Hudson Austin , e la milizia , circa diecimila lavoratori con addestramento sommario , che adoravano Bishop . Sembra che molti soldati dell ' esercito rivoluzionario abbiano gettato nei campi le uniformi al primo sbarco dei marines , sistemandosi in abiti civili . I più volenterosi tra gli intervistati , che circolano nella zona dell ' aeroporto senza fare nulla , sono tutti pro americani . « Vi è stata una felicità alla notizia dello sbarco » dice uno , « sapevamo quello che era successo a Bishop , sapevamo dove stavamo andando . » Un altro racconta che le prime pattuglie dei marines , sbarcati nel nord di Grenada , sono stati accolti con frutta , acqua , vino e manifestazioni di giubilo : « Un ufficiale americano mi ha detto che sono stati gli abitanti di Grenada ad informarli sulle postazioni dei cubani e dell ' esercito . Una donna lo ha portato sul posto dove c ' era un cannone anticarro » . Dichiarazioni che contrastano con quelle fatte ad altri giornalisti e molto difficili , per ora , da verificare : è tardi e l ' aereo che torna a Barbados ci aspetta .
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Una grande manovra per aggirare la capitale . La rapida avanzata sul fronte del fiume Neisse . MOSCA , 21 . Profonde brecce sono state aperte dai russi negli accessi orientali di Berlino . Le fanterie sovietiche , precedute da imponenti forze di carri armati , hanno superata la cintura difensiva ai sobborghi della Grande Berlino e combattono ora addentrandosi nella città . I tedeschi hanno ammesso che l ' entrata dei sovietici nella capitale germanica potrebbe essere prossima , in quanto una colonna corazzata aveva sorpassato Fuerstenwalde , raggiungendo la foresta nei dintorni di Hangelsberg , 12 chilometri a sud - est dei sobborghi della capitale . Ciò significa un ' avanzata dall ' Oder di 37 chilometri nella vera e propria zona difensiva della città . Nello stesso tempo , a nord un ' altra colonna russa è giunta immediatamente a est di Strausberg a 15 chilometri dai sobborghi di Berlino , mentre una terza colonna si è spinta fino alla zona di Protzet , 24 chilometri a nord - est della capitale stessa . Le fanterie di Zhukov sono penetrate anche nella foresta di Sternebeker , a est di Wriezen . Più a sud le divisioni del Maresciallo Koniev proseguono l ' avanzata su Bautzen , 36 chilometri a ovest di Goerlitz , dopo aver realizzato profonde brecce nella linea difensiva tedesca fra Goerlitz e Kottbus . I soldati di Koniev avrebbero inoltre effettuato un movimento verso nord - ovest raggiungendo la zona di Vetschau , 16 chilometri a ovest di Kottbus , e 63 a sud - est dei sobborghi di Berlino , e penetrando in Calau , 24 chilometri a ovest di Kottbus e 64 da Berlino . Il corrispondente del «D.N.B.», ha riportato che i russi , sul fronte del Neisse , hanno raggiunto la zona di Senftenberg , 46 chilometri a nord - est di Dresda , il che significa che Koniev si trova a 82 chilometri da Patton . Ieri il Comando sovietico ha da parte sua modestamente annunciato che sono state estese le teste di ponte sull ' Oder e sul Neisse , a est e a sud - est di Berlino . Enormi forze stanno attualmente oltrepassando questi fiumi realizzando una grande operazione di aggiramento attorno alla capitale tedesca , mentre le colonne meridionali di Koniev marciano oltre la Sprea , con lo scopo di operare il collegamento con le forze di Patton , che puntano in direzione di Dresda . Due armate polacche partecipano alle operazioni . Un comunicato sovietico annuncia che Berlino è sotto il fuoco dei cannoni di Zhukov e che i russi hanno conquistato Wrienen , a nord - est della capitale tedesca . È stata anche espugnata Spremberg , circa 24 chilometri ad occidente del fiume Weisse . Le colonne di Malinovsky e di Tolbukin hanno continuato ad avanzare in Cecoslovacchia e In Austria , contro una resistenza accanita in direzione di Brno , Linz e Graz . Le truppe jugoslave di Tito minacciano ora Fiume , in seguito alla liberazione , da esse operata , del porto di Bakar , che si trova a 6 km , da Fiume .
PRIMI PASSI PER MOSCA ( Calvino Italo , 1952 )
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« Mosca non è bella , Kiev sì che è bella » , ci aveva detto un sovietico , in treno . Naturalmente , era uno di Kiev . Non so ancora dire se Mosca mi piaccia o no , - sono arrivato da poche ore , - ma so , da questo momento , che di Piazza Rossa ce ne può essere una sola . È una gran piazza lunghissima , un po ' in salita , A destra , dietro le alte mura rossicce , c ' è il Cremlino giallo , e sotto le mura il mausoleo di Lenin rosso cupo . Il fondale della piazza e San Basilio , l ' edificio più fantasioso e colorato e asimmetrico che mai si sia visto , una specie di carciofo di torri e cupole tutte diverse per altezza , forma e colore , eppure inspiegabilmente perfetto . Vicino c ' è un palco tondo e basso , si direbbe un chiostro per la banda musicale , invece è il palco dove gli zar facevano decapitare i condannati . Tutto il resto , - il grande palazzo grigio a portici dirimpetto al Cremlino , i due edifici rossi che fanti no da quinte d ' entrata alla piazza , quello del museo Lenin e quello assai bello del museo Storico - è tardo Ottocento ma d ' un angoloso stile russo per nulla ottocentesco . I viaggiatori che hanno qualche ora da passare a Mosca tra un treno e l ' altro , vengono sulla Piazza Rossa accompagnati da ciceroni . Questi ciceroni sono quasi sempre donne , specializzate nell ' organizzare comitive di viaggiatori alla stazione , guidarli in un veloce giro per Mosca , e riportarli al loro treno . Nei capannelli fermi sulla Piazza Rossa , intorno alla signora che fa la sua lezione , vedo vecchi contadini , e kirghisi col berrettino bianco e nero , e gialli soldati dell ' Estremo Oriente sovietico . Dal ponte sulla Moscova , guardo un grattacielo in costruzione profilarsi nella fredda bruma della sera . Stanno costruendo grattacieli dappertutto , a Mosca . L ' interprete Vitalij dice : « Non grattacielo . Case - a - molti - piani . Noi le chiamiamo case - a - molti - piani » . Il paradosso americano a contrasto con l ' assennata tranquillità dei sovietici . Forse d ' ora innanzi , ogni volta che sentirò dire : Cremlino , penserò a questo lungo fiume alberato , sotto le mura turrite , ai campanili dalle rotonde cuspidi verdi e dorate che fanno capolino sopra i merli . Il più bravo dei nostri tre interpreti è una ragazza , T.G. , studentessa d ' italiano all ' Istituto di Filologia . Le piacciono Verga e Fogazzaro . Le dico che a me Fogazzaro non piace . Risponde : « Per la lingua . Mi piace per la lingua » . Ha letto anche Carlo Levi . È stata anni fa a Firenze , Roma e Napoli in viaggio di piacere coi genitori . « Ma queste facce le conosciamo » , diciamo , vedendo i cartelloni dei cinema . Difatti il film che danno è intitolato Sotto il cielo di Sicilia , e dopo una sommaria indagine scopriamo che è il nostro In nome della legge . È il primo giorno che lo danno e non sappiamo ancora cosa ne dicono i sovietici . È appena finito il festival del film cinese ; fino a ieri i principali cinema sovietici hanno presentato tutti i film cinesi più recenti . Da oggi il circuito dei cinema di prima visione dà In nome della legge . A ogni cinema vediamo enormi cartelloni con Girotti , Charles Vanel , la Salinas ; a ogni cantone c ' è un manifesto di Girotti col cappello calato sugli occhi . Giriamo a piedi per via Gorki piena di gente . È l ' ora in cui la gente esce dal lavoro e affolla i negozi del centro . È una sera d ' ottobre qualsiasi e sembra Natale : i grandi magazzini dai lampioni luccicanti , i « Gastronom » dalle fastose decorazioni di pesci e bovi , inghiottono nere file di gente che va e viene per le scalee dalle marmoree balaustre ; la gente è incappottata , cortese e in gran daffare come sotto le feste . Ma cos ' ha questa gente di così diverso dall ' altra gente che stasera passa per le vie del centro di Milano , di Vienna o di Parigi ? Alla prima occhiata , capisco subito che qui c ' è una società diversa , sento la presenza d ' un elemento nuovo : l ' uguaglianza . Non l ' uniformità , sono tipi molto diversi uno dall ' altro ; ma l ' uguaglianza : non siamo nella « via dei ricchi » né nella « via dei poveri » , non posso fare i conti in tasca alla gente vedendola passare , e di queste rosee ragazze col cappotto bordato di pelliccia che passano a tre , a quattro , a braccetto , e di questi giovanotti tutti col cappello in testa , vestiti di scuro , posso scoprire , a un ' occhiata , se sono intelligenti , se son buoni , - il loro valore umano , insomma - ma non in che cosa son nati e che posto occuperanno nella loro società . In piazza Puskin alcuni passanti , vedendoci stranieri , si fermano per salutarci e domandarci donde veniamo , pieni di voglia di far quattro chiacchiere , pur con l ' impedimento delle diverse lingue . L ' internazionalismo è una caratteristica ormai naturale e spontanea del costume sovietico e lo vediamo saltar fuori a ogni momento ; è un ' amicizia istintiva che non ha niente a che fare con l ' attrazione per l ' esotico o l ' eccentrico , ma tende a ritrovare nella gente più diversa il fondo comune , a riconoscere la comune matrice popolare sotto le infinite forme in cui s ' esprime nelle varie nazionalità . Mosca , da questo punto di vista , è un buon punto d ' osservazione , col suo andirivieni di delegazioni da tutto il mondo . Da agosto di quest ' anno c ' è un continuo incrociarsi di delegazioni di giovani dei paesi più lontani , dal Brasile all ' Australia , che , venute in Europa per il Festival di Berlino , hanno prolungato il viaggio , invitate dalle democrazie popolari e dall ' Unione Sovietica . Per via Gorki c ' imbattiamo in un gruppo di indiani . Ci guardiamo con un ammicco d ' intesa come tra compatrioti . Ma la gran stazione di smistamento delle delegazioni , è l ' Hôtel Mosca . Per i corridoi , gli ascensori , nella gran sala da pranzo , passano a ondate cinesi , cechi , vietnamiti , svedesi , coreani , passano gruppi di sovietici dell ' Est dai socchiusi occhi orientali e dalle bianche camicie bordate di ricami rossi .
Così ho pagato i politici ( Pansa Giampaolo , 1983 )
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Torino . « Tangenti ? Be ' , io le chiamerei provvigioni , nei miei interrogatori ho sempre usato questo termine . Comunque » concede Zampini , assaporando il sigaretto « diciamo pure tangenti . Certo che ne ho pagate , per qualche miliardo . Vuole una cifra meno vaga ? Più di uno , meno di cinque . Se non le avessi pagate , le mie possibilità di lavoro si sarebbero ridotte quasi a zero . La tangente , del resto , è un investimento che frutta il cento per cento l ' anno . Ed è naturale che sia così : i politici sono gente attivissima , il loro mestiere è fare affari , la politica è appena un corollario ... » . Adriano Zampini , 34 anni , geometra , martella le parole con calma . È l ' « Alpino » dello scandalo torinese , l ' uomo nero che ha fatto crollare la giunta rossa , l ' imputato - chiave di un processo che fra pochi mesi scoperchierà molte pentole subalpine . Con lui in aula ci saranno i presunti corrotti : un mazzo di politici socialisti , democristiani , comunisti : « Se provo astio per loro ? Ma no ! Sono tutti degli amici . Li stimo come li stimavo prima . Oggi fanno il possibile per salvarsi . E per salvarsi dicono che sono un millantatore ... » . E sorride . Già , ma come sorride Zampini ? Ha un sorriso da giovane lupo , in un viso forte , con due occhi azzurro freddo , e una barba da vero alpino . È un tipo alto , ben squadrato , l ' aria terribilmente sicura di uno che s ' è conquistato tutto da solo , cominciando dal niente . Un « niente » molto lontano dal belmondo dei rampanti di Torino . La scena iniziale è la Valpolicella , provincia di Verona . Ambiente popolare , famiglia operaia - contadina . Papà Zampini fa il caporeparto in una fabbrica di casseforti . Un uomo che lavora duro e morirà a 56 anni di cancro al polmone , contratto nel verniciar forzieri per i soldi degli altri . Preso il diploma , anche l ' Adriano entra in ditta . È sveglio , ha grande iniziativa e una memoria da computer . Dopo un po ' è responsabile del servizio assistenza per gli impianti di sicurezza : « Che bella squadra eravamo ! Siamo stati i primi ad usare la lancia termica . In dieci secondi sapevamo aprire una cassaforte corazzata . Adesso però » mi avverte sornione « non so più farlo , lo scriva ... » . Un giorno arriva l ' amore . No , non è un dettaglio privato . L ' amore , infatti , è una maestrina piemontese di Villareggia , e sarà questo incontro a portar Zampini verso la fatal Torino . Una Torino che da lontano già conosce , per via del servizio di leva alla Scuola militare alpina di Aosta , dove ha preso il grado di tenente . Così , quando viene il tempo delle nozze , la scelta è fatta : via da Verona , si va ad ovest , verso la città del capitale e del lavoro . È il gennaio 1973 . A Torino , il giovane Zampini fa il rappresentante di mobili per ufficio e impara subito una verità : « Sì , imparo che vendere è molto difficile . Prima , quando aprivo le casseforti , erano i clienti ad implorarmi : venga , s ' è bloccato l ' impianto , dentro ci sono duecento milioni ! Vendere , invece , era tutt ' altra cosa . Poi , un po ' alla volta , ho capito come dovevo fare ... » . Mentre l ' Adriano comincia ad annusare il giro dei politici torinesi , la sua ditta vince ( « regolarmente ! » ) la gara per una grossa fornitura alla Regione Piemonte . Incoraggiato , Zampini decide di mettersi in proprio . Con dieci milioni in contanti , nell ' ottobre 1974 , a 25 anni , fonda la società Juppiter , mobili per ufficio e attrezzature scientifiche . Cinque anni dopo verrà la Concord , informatica e centri di calcolo . Quindi la Programma Immobiliare . Chiedo : e la Biolight di cui s ' è tanto parlato ? « Quella non l ' ho fondata io . Esisteva già quando ne son diventato l ' amministratore unico . Importava e vendeva lampade della Duro - Test Corporation , del New Jersey . Sì , fra i soci dichiarati c ' erano i fratelli Biffi - Gentili . Ma questi due io li conoscevo da molto tempo ... » . Li conosceva per comune militanza socialista ? « Macché . Io non ho mai fatto vita politica , a parte qualcosina da studente a Verona , nello PSIUP . Sì , lo scriva : PSIUP ! Altro che fascista di Ordine Nuovo ! È stato 1' " Avanti ! " a stampare questa bugia , e non ha nemmeno pubblicato la mia rettifica . Così Martelli e Intini si son meritati una querela . Ma non me la prendo . Erano i giorni degli arresti , un grande marasma , e poi il PSI è un partito che macina anche i sassi , un partito di movimento ... » . « Dopo il PSIUP niente più politica » garantisce Zampini . « Da allora ho avuto un motto solo : amico di ciascuno , fratello di nessuno . L ' uomo d ' affari dev ' essere così . Deve andare bene a tutti . Deve fare come il medico , che conforta e aiuta . Del resto , a noi piccoli imprenditori non ci serve essere impegnati politicamente . Se hai bisogno di un intervento politico , basta avere cinque milioni sull ' unghia e li hai tutti con te , pronti a farsi comprare , anche i parlamentari » . « Lavorando in proprio » continua 1'«Alpino» « ho scoperto sulla mia pelle che la strada giusta era quella di pagare . E allora son partito subito . Prima con personaggi di minimo cabotaggio , per poi , a poco a poco , salire di calibro . E così mi sono trovato in un meccanismo ben conosciuto da quelli che devono lavorare con le tangenti : una giostra dal moto perpetuo , che non ti consente né di scendere né di tornare indietro . Devo spiegarmi meglio ? Bene , da una parte c ' è l ' imprenditore che ha la giusta bramosia di buoni affari . Dall ' altra ci sono i politici con un appetito tremendo , che chiedono e chiedono , e domandano anche anticipi sugli affari futuri . Tu paghi , una volta , due , tre . Poi , a forza di pagare , ti trovi impegnato al di là del ragionevole , corri dei rischi , ti sveni , e così cerchi sempre nuovi affari con l ' aiuto di quei politici che hai pagato la prima volta » . Davvero una brutta giostra , Zampini ... L ' « Alpino » sospira : « Sì , ci si trova agganciati senza scampo . Il politico è come un drogato in crisi d ' astinenza , ha bisogno sempre di soldi , e non si disintossica se non quando l ' arrestano . Tu imprenditore devi dargli la dose , e non puoi abbandonarlo . Perché , se l ' abbandoni , perdi una montagna di soldi e poi ti fai un brutto nome sulla piazza dei partiti , una piazza importante ! » . È grazie a questo girone infernale che l ' attività di Zampini cresce . « All ' inizio , però , facevo solo operazioncine . Ero giovane , immigrato veneto , avevo una piccola azienda . Quindi ho impiegato qualche anno ad arrivare nelle vere anticamere delle stanze dei bottoni . Poi , mentre campavo con i miei lavori normali , finalmente ho incontrato gli amici giusti . E mi son reso conto anch ' io , come tanti in Italia , di un ' altra verità : i grossi affari stanno là dove c ' è il denaro pubblico e dove ci sono politici che lo gestiscono senza responsabilità . Gli amici che avevo scoperto fra il 1979 e l'80 erano così . Avevano in mano Torino . Rispetto a loro , io ero soltanto un satellite . E allora ho provato a diventare una stella . Non ci sono riuscito . Ho cominciato a volare alto , ma ho fatto la fine di Icaro » dice Zampini , con un sorriso mesto , « sì io sono un piccolo Icaro le cui ali di cera sono state bruciate da un sole : il procuratore Caccia . » Finalmente un nome pulito : Bruno Caccia , magistrato , capo della Procura di Torino , poi assassinato da mano ignota . L ' « Alpino » ne parla con ammirazione : « Come dice quel personaggio di Sciascia ? Ci sono gli uomini , i mezzi uomini , i quaraquaquà . Be ' , cari miei , Caccia quello sì che era un uomo ! Ha assistito a due miei interrogatori , alle undici di sera . Mi ha fatto pochissime domande , ma tutte centrate , centratissime ! Torniamo al mio volo . Grazie agli amici , le mie operazioni si sono fatte più grosse . E io pagavo , pagavo . Ma non era ancora niente rispetto a quello che avrebbe dovuto svolgersi nel 1983 : affari da decine di miliardi . E invece , zac ! , è caduta la mannaia dei magistrati . Hanno avuto fortuna , e così sono intervenuti al momento giusto . Ma avevano anche messo in campo la squadra vincente … » . Che vuol dire , Zampini ? « Vede , io ho fatto l ' arbitro di calcio . Prima della partita , vedendo entrare le squadre , tu capisci già da tante cose chi delle due ha la mentalità vincente . La squadra della Procura era quella giusta : giovani , preparati , con la mentalità di chi vuoi stroncare un certo giro . Pensi che quando son venuti in casa a perquisirmi , alle cinque di mattina , non ho nemmeno capito che quello che li comandava era un magistrato . Pensavo all ' Intendenza di Finanza ! Ho persino detto : guardate che il condono l ' ho fatto ! Poi ho chiesto : posso telefonare al vicesindaco Biffi per disdire un appuntamento ? E quel giudice : ma prego , faccia pure ! » . È il 2 marzo 1983 . Finita la perquisizione , l ' « Alpino » , ancora libero , va alla caserma dei carabinieri di Venaria sulla sua Alfetta con radiotelefono . Solo alle cinque del pomeriggio s ' accorge d ' avere le ali bruciate . Lo capisce leggendo l ' ordine di cattura : « Sette pagine tremende , firmate dal dottor Marzachì , con tutti i nomi . Allora ho deciso di parlare . Qualche giornale ha poi scritto che sono un pentito . Balle ! Io non mi son pentito di niente . Ho pagato le tangenti perché questo è il sistema e io dovevo lavorare ! » . Come mai ha detto tutto ? « Io ho una mentalità economica . A Venaria ho capito che mi erano sfumati affari per dieci miliardi . Dunque , perso per perso , tanto valeva difendermi raccontando quel che sapevo . Era l ' unico comportamento intelligente , me l ' ha consigliato anche il mio difensore , Graziano Masselli . E poi c ' era un ' altra ragione . Se fossi stato un uomo di partito , qualche grosso calibro pronto a soccorrermi l ' avrei trovato . Ma ero l ' uomo di nessuno , e quindi nessuno mi avrebbe difeso . Così , in quaranta giorni d ' interrogatori , ho scoperto tutti i sepolcri » . Avendoli scoperti , oggi Zampini è l ' uomo giusto per qualche domandina sulle tecniche e i misteri dell ' Italia tangentizia . Lui sorride : « Quali misteri ? È un sistema vecchio come il cucco , solo che adesso si ha il coraggio di parlarne . Ed è un sistema diffuso anche nell ' ambiente privato . Su cento lavori che prendi , per novanta devi dare la stecca . I politici la vogliono quasi tutti . Ma li capisco . Se uno spende duecento milioni per diventar deputato , si deve poi accontentare d ' andar su e giù da casa a Roma per fare il peone ? Certo , per qualcuno l ' ideologia è ancora importante . Ma gli altri stanno a Roma per far rendere i milioni spesi o , come minimo , per recuperarli ! » . Chi lavora con gli enti pubblici può fare a meno di pagar tangenti ? « Secondo me , no . Una gara la puoi anche vincere in modo pulito . Però poi scopri che l ' aggiornamento prezzi non viene , che gli stati d ' avanzamento lavori ti son pagati a uno o due anni , che delle tue forniture poche vanno bene . E allora ti devi decidere : o non partecipi più a nessun appalto , o cominci anche tu a pagare i funzionari e soprattutto i politici che li coprono » . Ma gli imprenditori che vogliono vendere beni o servizi allo Stato e agli enti locali , la pagano davvero tutti la tangente ? Zampini non ha dubbi : « Tutti quelli che conosco io sì » . E che cosa succede a chi non vuol pagare ? « Deve cambiar settore d ' attività , se no distrugge la propria azienda » . Ed è vero che le tangenti oggi vengono richieste anche sugli atti dovuti , e non più soltanto su quelli discrezionali ? L ' « Alpino » sorride ironico : « Ma in che mondo vive lei ? È soprattutto sugli atti dovuti che pretendono la tangente , perché è più facile nasconderla . L ' amministratore pubblico potrà sempre difendersi dicendo : io quella decisione l ' ho presa perché era obbligatoria ... » . Come viene pagata la tangente ? « In cash , in contanti . Questo sì che è un guaio ! Lei sa che negli istituti di credito , se uno ritira banconote per più di venti milioni , c ' è un controllo . E allora diventa una via crucis fare il giro di tante banche . Quelli che incassano hanno il problema rovesciato : suddividere i soldi neri in piccole somme , affidarle a portaborse che girino anche loro le banche a trasformare il denaro in tanti assegni circolari » . E i più affamati chi sono ? Zampini mette le mani avanti : « Sigle di partito io non ne faccio ! Le risponderò così : i più voraci sono i politici giovani . I meno affamati ? Quelli che fanno politica in sede strettamente locale , gente più anziana , che ha cominciato la militanza subito dopo la guerra , quando l ' Italia scopriva la democrazia . Per esempio , il capostazione socialista che è stato nella Resistenza . O il politico che era operaio quando ti licenziavano se avevi la tessera del sindacato . Questa gente di stecche non ne chiede . Però sono persone che operano a livelli amministrativi molto bassi » . « Appena più in su » giura Zampini « non c ' è scampo . L ' entità della tangente varia a seconda dell ' importanza dell ' incarico e del rischio che il politico corre . Ma a parte queste differenze , la prendono tutti . E sa perché ? Perché a quelli della politica gli frega poco o niente , e meno ancora degli elettori . Hanno una sola idea : arrivare ad una certa carica per farla fruttare » . Ma sono proprio tutti così ? I comunisti , per esempio , non sono diversi ? « Non sono assolutamente diversi . Però sono molto più precisi . Se lei sgarra sui tempi o sulla quantità del versamento , li perde e non li ritrova più . Ma se prendono un impegno , non ti bidonano , vanno fino in fondo . Insomma , sono più professionali . E sanno anche scegliersi gli affari . Loro non si vendono a cani e porci ... » . La tangente finanzia il partito o ingrassa il politico che la riceve ? « Finanzia i patrimoni personali dei politici e nient ' altro » . Vale anche per i comunisti ? « Rispondo di sì , ma con beneficio d ' inventario , perché bisogna vedere caso per caso . Secondo me , anche molti comunisti ormai fanno la cresta . Una prima volta gli dai cento e loro passano tutto al partito . La seconda volta gli dai cinquanta e se ne trattengono venti . Poi gettano la colpa su di te , dicendo alla casa madre : non ha versato tutto » . Fare il politico , dunque , è un mestiere che rende ? Zampini torna a sorridere da lupo : « Il politico italiano è un professionista molto ricco . E ha un unico problema : allenarsi a non far apparire i suoi soldi . Allora , ecco certe camicie un po ' lise , le scarpe consunte , il vecchio vestito , la 128 scassata ... Quella di non apparire è la loro sofferenza continua . Si concedono un unico lusso : i ristoranti costosi » . E lei , Zampini , che cos ' è : un disonesto , uno sciocco , un imprudente ? L ' « Alpino » ci pensa su : « Nessuna di queste tre cose e tutte e tre insieme . Vuole la verità ? Io sono come il novanta per cento degli imprenditori che lavorano con gli enti pubblici . Aggiungo : ultimamente non ero io a cercare i politici , mi cercavano loro . Il mio problema era rinunciare alle proposte d ' affari che mi facevano ! » . Si considera più onesto o meno onesto di loro ? Di colpo , Zampini diventa aspro : « Chi ha un ' azienda non può badare a certi princìpi , deve pensare solo alla sua attività . Ma i politici ? Loro no . Tocca a loro , non a me , badare alla moralità pubblica . E poi , io ero obbligato a versare . È tutto un sistema che campa sulla corruzione . Forse finirà quando i partiti s ' accorgeranno che , rubando , si arriva ai crolli elettorali , e i crolli fanno saltare le carriere . Ma ci vorranno molti anni » . In attesa di questo giusto finale , avremo l ' intermezzo del processo di Torino . Zampini mormora : « Io sono qui che l ' aspetto . E qualche volta ho paura . Non per oggi , ma per l ' avvenire . Anche per i politici la vendetta è un piatto da consumare freddo . Ma poi mi do coraggio e attendo di vedere gli amici in quell ' aula di tribunale . Le ho detto che ho fatto l ' arbitro , no ? Ho imparato a non tremare quando duemila persone mi gridano contro . E anche a non reagire se qualcuno mi sputa in faccia ... » .
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Infuria la battaglia per Brema e Amburgo - Stoccarda circondata - Ventun divisioni tedesche annientate nella sacca della Ruhr . LONDRA , 21 . L ' interesse mondiale , in questa ultima drammatica fase del conflitto in Europa , è volto a Berlino . La capitale germanica è investita da Oriente e da Occidente dagli eserciti alleati . Le ultime informazioni giunte dai fronti , nonostante il « silenzio di sicurezza » , fanno prevedere prossimo il congiungimento delle armate angloamericane con quelle sovietiche nella regione tra il Brandenburgo e la Sassonia . Intanto , il tentativo di contrattacco tedesco verso la sacca dell ' Harz , a nord di Brunswick , è stato arginato , dopo che le colonne tedesche erano riuscite a penetrare per 56 km . nello schieramento alleato ; combattimenti sono ancora in corso , ma l ' azione resta ormai circoscritta , mentre le forze isolate nella sacca , che si voleva soccorrere , perdono continuamente terreno . Tranne nel settore nordoccidentale , nelle restanti zone tedesche le truppe alleate hanno rallentato il ritmo del loro movimento , anzi in alcuni punti hanno addirittura sostato per prepararsi alle future operazioni . In Olanda , tuttavia , dove oltre ventimila persone ormai senza tetto cercano di arginare i danni della inondazione con dighe interne lavorando nell ' acqua alta 4 metri , truppe della 1.a Armata canadese sono entrate nella « sacca » nemica ed hanno raggiunto le difese esterne di Amersfoort . Tutta la parte nord orientale dell ' Olanda è stata liberata . Ventisettemila prigionieri . La lotta divampa furiosa a Brema , dove le forze di polizia germanica sono state gettate netta battaglia per dare man forte ai difensori ; e ad Amburgo , dove una colonna corazzata britannica è giunta a nove chilometri dal grande porto tedesco , dopo essere giunta in prossimità del sobborgo di Harburg . Un ' altra colonna si è attestata sull ' Elba lungo un tratto di 24 km . sui due lati di Luneburgp . Poco più a sud , la 9.a Armata ha continuato a svolgere azioni di rastrellamento , oltre ad arginare il contrattacco nemico a nord di Brunswick e nel corso di queste operazioni ha scoperto in una caverna valuta cartacea e argento per un valore di 20 milioni di dollari , oltre a tesori artistici di valore imprecisato . A Lipsia gli ultimi nidi di resistenza nemica sono stati eliminati . Anche l ' aeroporto della città è stato conquistato . Numerosi ufficiali e civili nazisti che si trovavano nella città , piuttosto di cadere in mano degli alleati , si sono suicidati . L ' esempio lo ha dato il borgomastro che si è ucciso , insieme alla moglie e alle due figlie , avvelenandosi . Ventisettemila tedeschi sono stati catturati , insieme a mille cannoni e ad altro ingente bottino bellico . Avanzata in Cecoslovacchia . Il nemico si difende ancora netta zona di Dessau , lungo il fiume Hulde , mentre più a sud la 3.a Armata è entrata in Grofenwoehr , 32 km . da Bayreuth , ed ha continuato il suo movimento in Cecoslovacchia , inoltrandosi nella foresta sudetica per saggiare le fase nemiche . Il confine è stato raggiunto anche in un altro punto , nella regione di Seld . A Norimberga la lotta è cessata dopo che gli ultimi difensori tedeschi sono stati costretti in una area di circa due km . quadrati nel centro della città . Circa diecimila prigionieri , tra i quali i generali Helmuth Thamm , comandante del 64.o corpo d ' armata , il generale Friedrich Herrlein , dello stato maggiore , e il generate Oeller che era ricoverato in un ospedale , sono stati catturati . Oltre Norimberga , la 7.a Armata ha continuato nel proprio movimento offensivo in direzione di Monaco e di Ratisbona . Truppe francesi operanti nel Baden e nel Württemberg hanno conquistato Tubingen ed hanno raggiunto Rottweil , sul Neckar , a circa 40 km . dal confine svizzero . Stoccarda , capitale del Wuerttemberg , è stata accerchiala . La avanzata prosegue verso l ' atto corso del Danubio . I francesi a Breglio . Truppe francesi hanno occupato Breglio , sul confine franco - italiano , a una trentina di chilometri da Montecarlo , sulla ferrovia Torino - Nizza . Nella sacca della Gironda sono state conquistate Royan e Pointe de Grave . Il generale Eisenhower ha diretto alle truppe un ordine del giorno nel quale è detto che la eliminazione della sacca della Ruhr è il presidio alle battaglie finali della guerra in Europa . Ventun divisioni nemiche sono state annientate dagli alleati , i quali hanno catturato oltre 320 mila prigionieri tra i quali 24 generali . Uno di questi , J . Hrape , comandante della 5.a armata corazzata , è stato preso mentre tentava di fuggire attraverso le linee americane . Altri sei generali sono stati presi in questi ultimi due giorni nella sacca .