StampaQuotidiana ,
Alcuni
avvenimenti
della
storia
civile
,
come
la
battaglia
di
Lepanto
,
furono
considerati
così
lieti
per
la
cattolicità
da
indurre
il
Pontefice
del
tempo
ad
istituire
una
festa
religiosa
in
loro
ricordo
.
Mi
chiedo
se
verrà
,
un
giorno
,
un
Papa
libero
dal
peso
di
ciò
che
suoi
predecessori
sentirono
,
al
punto
di
rendere
festivo
il
giorno
di
S
.
Eustachio
:
il
20
settembre
.
Perché
a
distanza
di
quasi
un
secolo
tutti
scorgono
che
la
perdita
del
potere
temporale
fu
evento
sommamente
felice
per
la
S
.
Sede
.
Non
mi
pare
ci
sia
più
alcuna
cerchia
cattolica
che
lo
ponga
in
dubbio
.
Nel
discorso
tenuto
l
'
ottobre
scorso
all
'
Istituto
di
studi
romani
,
l
'
allora
cardinal
Montini
vedeva
un
disegno
della
Provvidenza
nelle
vicende
del
Papato
e
dell
'
Italia
negli
ultimi
cento
anni
,
e
riteneva
che
bene
Cavour
avesse
affermato
poter
essere
Roma
la
sola
capitale
d
'
Italia
.
Sarebbe
esagerato
l
'
attribuire
l
'
enorme
incremento
dell
'
autorità
,
del
prestigio
morale
ed
anche
politico
del
Papato
nel
mondo
,
soltanto
alla
perdita
del
potere
temporale
.
Le
cause
sono
molte
:
una
,
la
rinnovata
giovinezza
della
Chiesa
,
le
generazioni
di
sacerdoti
operosi
,
entusiasti
,
che
hanno
preso
il
posto
di
altre
,
dove
gli
elementi
torpidi
o
sfiduciati
o
rassegnati
abbondavano
;
altresì
,
il
declino
,
in
quello
ch
'
era
l
'
ambito
tradizionale
della
cattolicità
,
del
materialismo
,
della
fede
incondizionata
in
una
scienza
che
avrebbe
tutto
spiegato
,
non
lasciando
più
posto
alcuno
al
soprannaturale
;
altre
cause
ancora
.
Ma
,
pure
avverandosi
tutte
queste
,
il
potere
temporale
sarebbe
sempre
rimasto
la
palla
al
piede
per
il
Papato
;
qualsiasi
processo
politico
,
scandalo
finanziario
,
svalutazione
di
moneta
,
problema
sociale
insoluto
nello
Stato
Pontificio
(
e
come
esso
avrebbe
potuto
divenire
ad
un
tratto
l
'
eldorado
?
)
,
avrebbe
toccato
anche
il
prestigio
del
capo
della
cattolicità
.
Non
può
affermarsi
che
il
potere
temporale
fosse
sempre
stato
un
peso
morto
per
la
Chiesa
.
Se
anche
si
ricordi
il
sacco
di
Roma
e
,
oltre
cento
anni
dopo
,
le
prepotenze
dei
soldati
dell
'
ambasciatore
francese
De
Créqui
,
è
difficile
pensare
che
dal
Quattrocento
al
Settecento
i
pontefici
si
sarebbero
meglio
giovati
col
vivere
oggi
sui
domini
di
Carlo
V
,
domani
su
quelli
di
Francesco
I
,
oggi
avere
addosso
pesante
consigliere
Filippo
Il
,
domani
l
'
imperatore
Ferdinando
.
Né
in
quei
secoli
un
processo
politico
seguito
da
una
esecuzione
capitale
in
Roma
,
dava
scandalo
.
Pio
IX
,
guardando
ad
un
passato
remoto
,
non
aveva
torto
;
ma
non
si
rendeva
conto
di
quel
che
v
'
era
di
mutato
,
soprattutto
dei
compiti
nuovi
,
delle
nuove
possibilità
per
il
Papato
,
cui
il
potere
temporale
contrastava
.
Questo
per
la
Chiesa
.
A
distanza
di
quasi
cento
anni
è
dato
considerare
con
occhio
spassionato
anche
quel
che
il
20
settembre
rappresentò
per
l
'
Italia
.
Ciò
non
implica
alcun
giudizio
sugli
uomini
che
lo
vollero
.
La
mia
vena
moralistica
non
riesce
a
guardare
con
compiacimento
quell
'
estate
del
1870;
l
'
Italia
in
luglio
ha
dichiarato
alla
Francia
di
considerare
sempre
in
vita
la
Convenzione
di
settembre
,
cioè
l
'
impegno
di
non
attaccare
e
non
permettere
sia
attaccato
lo
Stato
pontificio
;
la
speranza
sempre
nutrita
di
una
insurrezione
dei
romani
non
si
è
verificata
neppure
alla
partenza
della
guarnigione
francese
;
e
tuttavia
è
il
20
settembre
.
Ma
la
monarchia
,
il
gabinetto
Lanza
,
erano
veramente
coartati
;
da
nove
anni
Roma
era
stata
proclamata
capitale
necessaria
d
'
Italia
;
e
la
sinistra
non
dava
requie
;
all
'
aspirazione
unitaria
s
'
erano
mescolati
l
'
anticlericalismo
,
lo
spirito
che
domina
Giambi
ed
epodi
di
Carducci
,
l
'
avversione
per
quello
che
si
riteneva
ormai
partito
conservatore
.
Gli
uomini
dello
stampo
di
Sclopis
che
la
sera
del
21
settembre
indicava
nel
suo
diario
la
presa
di
Roma
come
"
una
gran
bricconata
"
,
erano
dei
sorpassati
.
Poste
le
premesse
,
non
si
potevano
ormai
evitare
le
conseguenze
,
la
realizzazione
del
proposito
a
lungo
maturato
.
Ma
quando
si
considerano
gli
uomini
che
posero
le
premesse
,
si
trova
una
conferma
dell
'
umiltà
che
la
storia
ispira
;
anche
i
sommi
della
politica
non
riescono
a
prevedere
gli
sviluppi
.
Cavour
era
assillato
dai
ricordi
del
'48
,
la
rivalità
tra
le
città
italiane
,
in
specie
tra
Milano
e
Torino
,
ma
in
fatto
dopo
il
'61
né
Napoli
,
né
Milano
,
né
Firenze
pretesero
a
capitale
.
D
'
Azeglio
era
contrario
a
Roma
per
il
carattere
dei
romani
,
cui
preferiva
di
gran
lunga
torinesi
e
fiorentini
.
Nessuno
pensava
ai
pericoli
insiti
al
grande
nome
di
Roma
.
Le
bellissime
pagine
di
Chabod
su
L
'
idea
di
Roma
li
evocano
.
Per
settant
'
anni
si
restò
soggiogati
dal
monito
che
a
Roma
non
si
sta
senza
una
idea
universale
,
e
si
pensò
a
volta
a
volta
a
Roma
capitale
del
libero
pensiero
,
centro
mondiale
della
scienza
,
capitale
dell
'
impero
fascista
:
prima
di
rassegnarsi
alla
fatale
conseguenza
che
,
accanto
alla
sede
del
Papa
,
quella
del
capo
dello
Stato
italiano
resta
seconda
.
Non
cecità
di
uomini
,
ma
fallacia
di
ogni
previsione
;
chi
può
conoscere
il
sentire
,
lo
stato
d
'
animo
dei
nascituri
?
Quella
constatazione
che
a
Roma
c
'
era
un
seggio
che
restava
più
alto
del
Quirinale
riempì
d
'
amarezza
gl
'
italiani
di
due
o
tre
generazioni
,
lascia
oggi
indifferenti
la
maggioranza
.
Chissà
che
tra
qualche
generazione
non
abbia
ad
essere
segnalata
come
un
vanto
,
o
nel
senso
che
l
'
Italia
dev
'
essere
anzitutto
paese
cattolico
,
od
in
quello
di
una
reazione
ad
ogni
forma
di
orgoglio
nazionale
.
Pio
IX
non
aveva
compreso
che
l
'
abbandono
del
potere
temporale
apriva
alla
Chiesa
ben
più
vaste
possibilità
.
Penso
che
,
del
pari
,
i
suoi
successori
tra
le
due
guerre
mondiali
non
si
rendessero
conto
che
i
concordati
-
pur
avendo
costituito
in
periodo
non
remoto
,
in
un
mondo
ostile
ma
legalitario
,
una
garanzia
per
la
Chiesa
-
divenivano
un
inceppo
allorché
si
apriva
a
questa
una
prospettiva
di
vastissima
messe
tra
le
anime
;
che
la
religione
di
Stato
,
i
privilegi
,
il
braccio
secolare
,
l
'
invasione
di
quello
ch
'
era
per
l
'
innanzi
l
'
ambito
del
codice
,
potevan
dar
vita
a
diffidenze
e
ripugnanze
che
allontanassero
gl
'
incerti
.
Onde
la
speranza
che
-
al
riconoscimento
attuale
di
tutti
i
cattolici
,
la
perdita
di
quel
potere
essere
stata
evento
propizio
per
la
Chiesa
-
segua
un
giorno
il
convincimento
che
mai
la
Chiesa
sarà
tanto
amata
e
rispettata
,
vedrà
affluire
più
facilmente
a
sé
gli
uomini
,
come
quando
terrà
ben
separato
ciò
che
essa
deve
esigere
dai
credenti
da
quel
che
lo
Stato
può
imporre
ai
cittadini
;
quando
cioè
non
premerà
sul
legislatore
perché
la
legge
religiosa
(
così
quanto
v
'
è
di
peculiare
nella
concezione
cattolica
del
matrimonio
)
,
le
sanzioni
ch
'
essa
impone
ai
fedeli
,
trovino
accoglimento
nei
codici
.
StampaQuotidiana ,
Caro
Assunta
,
stia
pure
tranquillo
:
non
corro
nessun
rischio
di
dovermi
pentire
perché
a
sua
volta
la
Dc
non
corre
nessun
rischio
di
uscire
battuta
.
Anche
se
dovesse
perdere
qualche
frangia
(
e
al
Nord
forse
la
perderà
,
ma
per
conquistarne
un
'
altra
al
Sud
)
,
essa
rimarrà
sempre
il
partito
di
maggioranza
:
pericoli
di
«
sorpasso
»
stavolta
non
ce
ne
sono
,
o
ce
ne
sono
infinitamente
meno
che
nel
'76
.
Lei
però
mi
offende
(
sia
pure
con
molto
garbo
)
sospettando
che
il
mio
mutato
atteggiamento
verso
la
Dc
dipenda
da
qualche
personale
rancore
verso
la
dirigenza
del
suo
partito
.
Sarei
proprio
un
giornalista
-
e
un
italiano
-
da
quattro
soldi
se
anteponessi
dei
risentimenti
,
per
quanto
giustificati
,
ai
miei
doveri
verso
il
lettore
.
Non
sono
io
che
ho
voltato
le
spalle
alla
Dc
;
è
la
Dc
che
-
ne
convenga
-
le
ha
voltate
a
me
e
a
quanti
nel
'76
le
dettero
il
voto
,
anche
grazie
ai
nostri
suggerimenti
,
in
base
a
certi
impegni
che
sono
stati
mantenuti
solo
in
parte
.
Lei
ha
perfettamente
ragione
di
dire
che
gli
altri
partiti
hanno
fatto
anche
di
peggio
.
Salvo
che
per
i
liberali
,
è
vero
.
Ma
dovrà
ammettere
che
la
Dc
porta
sulle
spalle
delle
responsabilità
ben
più
grosse
,
alle
quali
l
'
attuale
dirigenza
si
mostra
del
tutto
impari
.
Tuttavia
voglio
rassicurarla
.
Noi
siamo
critici
,
e
spesso
anche
duramente
,
verso
la
Dc
:
non
si
può
non
esserlo
.
Ma
non
perdiamo
né
perderemo
occasione
per
ricordare
ai
nostri
lettori
che
senza
di
essa
non
si
può
ricostruire
nulla
,
e
che
quindi
auspicarne
la
disfatta
sarebbe
da
suicidi
.
Al
momento
opportuno
,
noi
non
chiederemo
agli
elettori
Dc
di
voltar
bandiera
.
Gli
chiederemo
soltanto
di
concentrare
il
loro
voto
su
quei
candidati
che
prenderanno
-
se
lo
prenderanno
-
impegno
scritto
di
rifiutare
-
non
per
ora
,
come
dicono
Zaccagnini
e
i
suoi
accoliti
,
ma
per
sempre
-
qualsiasi
accordo
di
governo
col
Pci
.
Nel
'76
noi
aiutammo
il
suo
partito
appunto
perché
questo
impegno
lo
aveva
preso
.
Avendo
esso
manifestato
molti
cedimenti
,
e
dando
segno
di
volerne
ancora
fare
,
il
partito
non
ci
sentiamo
di
aiutarlo
.
Ma
aiuteremo
coloro
che
vi
si
sono
mostrati
e
danno
qualche
garanzia
di
volervi
restare
fedeli
.
Come
vede
,
io
non
volto
le
spalle
.
Rimango
sulla
mia
linea
,
pronto
ad
aiutare
i
democristiani
che
la
condividono
,
ma
quelli
soli
.
Per
concludere
,
vorrei
chiarire
una
cosa
.
Alcuni
lettori
mi
rimproverano
di
spostare
troppo
spesso
le
mie
simpatie
dall
'
uno
all
'
altro
partito
.
Ma
si
tratta
di
un
'
illusione
ottica
.
Io
sono
sempre
sulle
mie
posizioni
.
Quando
un
partito
le
condivide
o
almeno
vi
si
avvicina
,
lo
sostengo
.
Quando
se
ne
allontana
,
lo
attacco
.
Ebbi
un
duro
scontro
con
La
Malfa
(
e
Dio
solo
sa
quanto
mi
costò
,
sul
piano
affettivo
)
quando
favoriva
il
compromesso
storico
;
quando
invertì
la
marcia
,
ridiventai
-
con
sollievo
-
suo
sostenitore
.
Ma
era
stato
lui
a
spostarsi
,
non
io
.
E
così
con
la
Dc
.
Quando
vi
prevale
la
linea
degasperiana
,
l
'
appoggio
;
quando
vi
prevale
la
linea
morotea
,
la
combatto
.
Ma
non
venite
a
dirmi
che
vi
tradisco
.
Siete
voi
che
tradite
me
(
e
voi
stessi
)
.
StampaQuotidiana ,
Un
anno
fa
un
telefono
era
collocato
fra
Manchester
e
Liverpool
.
Era
una
linea
telefonica
particolare
posta
a
spese
di
una
grande
manifattura
di
Manchester
.
L
'
ufficio
postale
stabilì
ora
tra
codeste
due
città
inglesi
un
doppio
filo
telefonico
ad
uso
degli
abbuonati
che
hanno
già
sottoscritto
in
grandissimo
numero
a
questo
meraviglioso
modo
di
comunicazione
verbale
.
La
distanza
tra
le
due
città
non
è
minore
di
50
chilometri
:
si
tratta
pure
di
stabilire
un
servizio
telefonico
fra
Parigi
e
Versailles
.
StampaQuotidiana ,
La
Corte
Costituzionale
non
ha
deciso
la
questione
se
l
'
articolo
5
del
Concordato
,
nella
norma
per
cui
"
i
sacerdoti
apostati
o
irretiti
da
censura
non
potranno
essere
assunti
né
conservati
in
un
insegnamento
,
in
un
ufficio
od
in
un
impiego
,
nei
quali
siano
a
contatto
immediato
col
pubblico
"
,
resti
in
vigore
sotto
l
'
impero
della
Costituzione
repubblicana
.
La
Corte
ha
ritenuto
che
la
questione
non
le
fosse
stata
sottoposta
da
un
organo
giurisdizionale
,
e
quindi
non
fosse
suscettibile
di
esame
secondo
la
sua
legge
fondamentale
.
Non
dubito
dell
'
esattezza
dell
'
applicazione
di
questa
,
compiuta
dall
'
altissimo
organo
;
ma
credo
pure
non
sia
irriverente
pensare
che
i
membri
della
Corte
siano
stati
lieti
di
non
dover
emettere
una
decisione
che
,
quale
fosse
,
sarebbe
dispiaciuta
ad
una
notevole
parte
degl
'
italiani
.
Per
molti
cattolici
tutto
ciò
che
possa
apparire
scalfittura
del
Concordato
sembra
menomazione
di
una
posizione
faticosamente
raggiunta
,
e
che
occorre
ad
ogni
costo
conservare
intatta
.
Ad
ogni
spirito
liberale
ripugna
invece
l
'
idea
di
una
degradazione
civica
inflitta
per
una
crisi
di
coscienza
,
per
un
mutamento
di
convincimenti
per
la
perdita
della
fede
;
e
si
rende
conto
della
puerilità
della
giustificazione
,
che
il
prete
è
tale
avendo
assunto
liberamente
uno
stato
che
non
si
può
dismettere
;
quasi
che
la
libertà
dei
convincimenti
potesse
essere
compatibile
col
divieto
di
mutarli
,
quasi
il
diritto
dello
Stato
potesse
riconoscere
impegni
con
cui
165
f
Arturo
Carlo
,
jemolo
alcuno
promettesse
che
non
muterà
mai
d
'
idea
o
di
partito
,
quasi
infine
che
pure
i
granduchi
russi
e
gli
arciduchi
austriaci
non
potessero
rinunciare
e
divenire
comuni
cittadini
.
Il
giurista
sa
l
'
innegabile
contrasto
tra
l
'
art.
5
del
Concordato
e
le
norme
della
Costituzione
che
garantiscono
la
libertà
di
pensiero
,
bandiscono
ogni
discriminazione
su
motivi
religiosi
,
sul
terreno
giuridico
chi
difende
il
vigore
dell
'
art.
5
parla
di
un
ordine
pubblico
concordatario
che
prevale
sull
'
ordine
pubblico
della
Costituzione
;
tesi
ostica
a
chiunque
senta
poco
o
molto
lo
Stato
.
C
'
è
una
via
d
'
uscita
,
tra
l
'
attaccamento
di
molti
cattolici
ad
ogni
clausola
del
Concordato
ed
il
sentire
liberale
:
comune
anche
a
molti
altri
cattolici
,
che
amerebbero
più
il
Concordato
se
non
recasse
quell
'
articolo
(
di
cui
poi
i
prefetti
hanno
ampliato
la
portata
,
facendone
derivare
anche
una
ineleggibilità
a
consigliere
comunale
,
che
non
è
ufficio
che
ponga
a
contatto
immediato
col
pubblico
)
?
Crederei
di
sì
.
Trattati
internazionali
,
concordati
,
leggi
,
restano
cosa
viva
fino
a
che
abbiano
una
rispondenza
nella
coscienza
nazionale
Si
può
curarne
la
vitalità
,
vigilando
su
questa
rispondenza
e
modificandoli
man
mano
;
si
può
avere
il
culto
del
documento
o
,
più
spesso
,
la
pigrizia
,
la
paura
,
di
rimettere
le
mani
in
un
lavoro
non
facile
,
di
muovere
acque
stagnanti
.
Nel
secondo
caso
,
talora
il
buon
volere
delle
parti
supplisce
;
la
modifica
,
l
'
adattamento
segue
in
fatto
(
sarebbe
così
possibile
una
disapplicazione
dell
'
art.
5
,
che
seguisse
d
'
accordo
tra
autorità
statali
ed
autorità
ecclesiastiche
,
convinte
queste
che
meglio
vale
non
sia
applicata
una
norma
che
può
rendere
impopolari
i
Patti
Lateranensi
)
.
Ma
talora
nulla
si
fa
;
ed
il
documento
si
dissecca
,
il
suo
contenuto
appare
sempre
più
remoto
dal
sentire
comune
;
al
momento
della
prova
,
la
pergamena
va
in
briciole
(
la
vicenda
della
Triplice
Alleanza
)
.
Chi
scrive
è
un
superstite
separatista
,
convinto
che
ogni
legame
giuridico
tra
Chiesa
e
Stato
nuoccia
ad
entrambi
;
soffrì
alla
stipulazione
del
Concordato
,
anche
per
ciò
che
in
quel
momento
significava
.
Ma
sa
pure
che
questa
fede
separatista
siamo
ormai
in
ben
pochi
ad
averla
;
che
i
più
degl
'
italiani
sentono
pochissimo
il
problema
dei
rapporti
tra
Stato
e
Chiesa
,
meno
che
un
secondario
problema
economico
.
Non
ignora
che
una
denuncia
del
Concordato
turberebbe
moltissimi
;
quasi
certamente
si
accompagnerebbe
ad
una
ripresa
di
quell
'
anticlericalismo
becero
e
povero
d
'
idee
che
fioriva
agli
inizi
del
secolo
,
ed
il
cui
ricordo
gli
è
odioso
.
Mi
augurerei
quindi
che
il
Concordato
non
restasse
imbalsamato
,
subisse
man
mano
modifiche
ed
adattamenti
.
Il
primo
potrebbe
essere
l
'
abrogazione
di
quella
parte
dell
'
art.
5
e
la
rinuncia
dello
Stato
a
quei
controlli
nelle
nomine
di
vescovi
e
di
parroci
che
il
Concordato
gli
dà
e
che
non
credo
usi
.
Nell
'
Italia
del
1929
era
consono
allo
spirito
del
regime
non
ammettere
problemi
di
coscienza
,
punire
ogni
sorta
di
eresia
(
quelle
politiche
anzitutto
)
,
ed
anche
coltivare
l
'
ideale
napoleonico
,
i
vescovi
prefetti
in
sottana
.
Nel
1962
tutto
questo
è
distaccato
dalla
realtà
,
è
in
contrasto
col
sentire
dei
cittadini
e
dei
credenti
.
Sarebbe
un
reale
successo
di
un
governo
democristiano
varare
una
tale
modifica
del
Concordato
,
che
,
conchiusa
d
'
accordo
tra
i
due
poteri
,
andrebbe
approvata
con
legge
ordinaria
.
Amerei
vedere
questo
atto
:
che
ricevesse
le
sanzioni
di
Giovanni
XXIII
,
il
Pontefice
più
aperto
,
più
comprensivo
,
più
fiducioso
nell
'
espansione
che
può
avere
la
religione
su
terreno
democratico
,
in
paesi
liberi
,
nelle
conquiste
che
può
ivi
realizzare
,
e
di
Segni
,
cattolico
praticante
da
sempre
(
presidente
della
Unione
dei
giuristi
cattolici
)
,
e
sempre
antifascista
,
senza
compromissioni
.
Al
rammarico
dei
fascisti
che
vedrebbero
modificata
quella
che
resta
la
struttura
più
intatta
del
regime
,
e
della
sparuta
minoranza
di
cattolici
che
ancor
crede
nella
efficacia
benefica
del
braccio
secolare
,
farebbe
riscontro
il
consenso
dell
'
enorme
maggioranza
degl
'
italiani
.
Confido
che
dalle
due
parti
non
si
disattenda
questa
possibilità
di
rinvigorire
una
struttura
cui
entrambe
tengono
.
StampaQuotidiana ,
Caro
dottor
Papandrea
,
per
quanto
riguarda
la
prima
domanda
,
esprimo
soltanto
una
mia
opinione
senza
mettere
la
mano
sul
fuoco
circa
la
sua
esattezza
.
Quelli
che
lei
chiama
i
partiti
minori
comunisti
sono
certamente
una
filiazione
del
Pci
,
ma
non
voluta
.
Da
quando
esistono
,
i
comunisti
hanno
sempre
e
inflessibilmente
seguito
la
regola
di
non
aver
mai
nessuno
più
a
sinistra
di
loro
(
la
sinistra
comunista
è
uno
dei
più
comici
miti
del
nostro
tempo
:
se
c
'
è
un
regime
retrivo
,
immobile
,
repressivo
e
mummificatore
della
società
,
è
quello
comunista
:
basta
guardare
i
Paesi
in
cui
vige
.
Ma
questo
è
un
altro
discorso
)
.
Dovunque
e
in
qualsiasi
momento
ne
spunta
un
embrione
,
i
comunisti
o
lo
soffocano
o
lo
riassorbono
.
E
dal
loro
punto
di
vista
hanno
ragione
:
il
partito
comunista
si
muove
come
un
reggimento
prussiano
che
non
tollera
il
disordine
,
nemmeno
quello
dei
franchi
tiratori
.
Questi
partiti
minori
,
mi
creda
,
fanno
più
confusione
che
voti
.
Sulla
seconda
domanda
,
mi
sento
più
sicuro
.
Intanto
ritengo
impossibile
,
o
almeno
altamente
improbabile
,
che
le
sinistre
raggiungano
la
maggioranza
assoluta
:
il
vento
non
soffia
più
in
quella
direzione
(
forse
un
pochino
grazie
anche
a
noi
)
.
Ma
anche
se
la
raggiungessero
,
non
credo
alla
loro
coalizione
sotto
la
leadership
comunista
.
All
'
interno
del
Psi
avverrebbe
probabilmente
una
spaccatura
.
Ma
anche
se
non
avvenisse
,
non
succederebbe
nulla
perché
ciò
che
escludo
in
maniera
tassativa
(
e
qui
la
mano
sul
fuoco
sono
pronto
a
metterla
)
è
che
i
radicali
-
i
quali
riporteranno
certamente
un
notevole
successo
-
ci
stiano
.
Conosco
bene
Pannella
,
lo
conosco
come
le
mie
tasche
.
Forse
non
so
del
tutto
che
cosa
vuole
.
Ma
so
con
assoluta
certezza
che
cosa
non
vuole
.
Potremo
ritrovarlo
dovunque
,
meno
che
dalla
parte
della
repressione
,
dove
sarebbe
costretto
a
mettersi
in
caso
di
un
'
alleanza
di
governo
coi
comunisti
.
Per
concludere
,
caro
Papandrea
,
la
mia
convinzione
è
questa
:
il
pericolo
del
potere
in
mano
al
Pci
non
viene
da
sinistra
.
Viene
soltanto
dalla
Dc
.
Ed
è
per
questo
che
,
siccome
non
possiamo
sperare
di
togliere
alla
Dc
il
suo
primato
,
dobbiamo
a
tutti
i
costi
,
schede
alla
mano
e
mano
alle
«
preferenze
»
,
mandare
in
parlamento
una
Dc
decisa
a
rifiutare
il
connubio
col
Pci
.
Se
vogliamo
,
possiamo
farlo
.
StampaQuotidiana ,
Abbiamo
visitato
con
piacere
l
'
ufficio
centrale
telefonico
impiantato
fra
noi
sotto
la
direzione
dell
'
egregio
cav
.
Salmeri
.
Son
veramente
da
vedersi
i
vari
apparati
ed
il
modo
come
funzionano
i
numerosi
fili
che
sono
sparsi
in
gran
parte
della
città
e
mettono
in
comunicazione
l
'
ufficio
centrale
e
i
vari
abbonati
.
È
un
vero
prodigio
della
scienza
.
Noi
crediamo
che
questa
rete
telefonica
sarà
maggiormente
estesa
essendo
grande
la
utilità
che
se
ne
può
ricavare
.
StampaQuotidiana ,
Come
il
cielo
di
primavera
talora
a
brevi
intervalli
passa
dal
sereno
al
grigio
cupo
,
così
è
tra
noi
di
quelli
che
si
sogliono
chiamare
rapporti
tra
società
civile
e
società
religiosa
.
Epoca
giovannea
continuata
dal
successore
;
fine
dell
'
era
costantiniana
;
apertura
;
rifiuto
da
parte
della
Chiesa
del
potere
politico
;
si
può
parlare
di
tutto
,
discutere
di
tutto
;
colloquio
tra
cattolici
e
protestanti
,
tra
credenti
e
laici
;
si
cerca
onestamente
di
vedere
ciò
che
può
esserci
di
buono
,
di
sano
,
nel
sentire
dell
'
avversario
.
È
il
cielo
sereno
.
Ma
poi
,
si
prospetti
un
disegno
di
legge
sul
divorzio
,
od
un
magistrato
affermi
in
una
sentenza
che
alla
base
del
diritto
statale
v
'
è
un
'
etica
,
un
buon
costume
senza
impronta
confessionale
,
ed
a
questo
soltanto
i
cittadini
sono
tenuti
a
conformarsi
;
ed
ecco
si
sente
subito
il
brontolio
del
tuono
.
Altro
che
epoca
giovannea
;
torniamo
indietro
di
centosedici
anni
.
1850
.
il
foro
privilegiato
per
gli
ecclesiastici
è
un
ricordo
remoto
nei
paesi
più
cattolici
,
la
Restaurazione
non
Io
ha
risuscitato
;
né
in
Francia
né
nel
Belgio
né
in
Austria
i
più
zelanti
degl
'
interessi
della
Chiesa
pensano
a
reclamarlo
.
Ma
quando
il
Piemonte
vuole
sopprimerlo
è
la
rottura
,
i
rapporti
fra
Stato
e
Chiesa
con
la
legge
Siccardi
si
guastano
irrimediabilmente
,
occorreranno
tre
quarti
di
secolo
perché
si
ricompongano
.
1966
:
quasi
tutti
gli
Stati
europei
hanno
il
divorzio
,
nessun
partito
cattolico
,
nessun
episcopato
pensa
nei
paesi
dove
esiste
a
porre
sul
tappeto
la
questione
della
sua
soppressione
,
accettano
che
il
precetto
della
indissolubilità
senza
eccezioni
sia
precetto
religioso
,
vincolante
i
credenti
come
ogni
comandamento
di
Dio
,
ma
senza
coercizione
statale
;
in
Italia
non
se
ne
deve
parlare
.
Intendiamoci
.
E
proprio
porsi
sul
terreno
teologico
-
un
precetto
assoluto
,
di
diritto
divino
;
obbligo
dello
Stato
di
conformare
le
sue
leggi
ad
un
tale
precetto
-
parlare
di
un
problema
del
divorzio
genericamente
.
Su
un
terreno
di
opportunità
umana
,
di
convenienza
politica
,
non
si
possono
considerare
che
singoli
modelli
di
legislazioni
che
consentano
il
divorzio
(
già
istituire
un
ufficio
del
pubblico
ministero
analogo
al
difensore
del
vincolo
nei
tribunali
ecclesiastici
,
volto
ad
evitare
inganni
,
darebbe
un
aspetto
a
sé
ad
una
legge
sul
divorzio
)
.
E
si
può
essere
in
massima
antidivorzisti
,
anche
per
ragioni
non
religiose
,
nel
senso
che
è
ben
possibile
ispirare
pure
una
morale
laica
al
concetto
del
sacrificio
,
all
'
austerità
del
soffrire
insieme
,
e
ritenere
così
che
l
'
infermità
di
mente
di
un
coniuge
non
sia
ragione
per
ridare
la
libertà
all
'
altro
.
Ma
si
finisce
sempre
di
giungere
a
qualche
caso
estremo
(
quello
di
chi
ha
sposato
una
straniera
,
e
questa
tornata
al
suo
paese
ha
ottenuto
il
divorzio
,
si
è
risposata
,
è
moglie
e
madre
rispettata
e
felice
,
mentre
il
marito
italiano
rimane
legato
)
,
in
cui
soltanto
l
'
argomento
religioso
,
la
forza
del
sacramento
,
la
volontà
imperscrutabile
di
Dio
,
può
giustificare
l
'
indissolubilità
.
Ed
il
punto
è
proprio
quello
se
lo
Stato
possa
imporre
anche
ai
non
credenti
la
soluzione
che
abbia
una
base
puramente
religiosa
.
Discorso
parallelo
può
farsi
sulla
questione
:
morale
cattolica
o
morale
della
società
civile
?
La
nostra
società
si
è
formata
nella
matrice
del
cattolicesimo
,
e
,
a
parte
conati
di
punte
estreme
che
non
hanno
mai
attecchito
,
non
c
'
è
divario
tra
credenti
e
non
credenti
intorno
alla
quasi
totalità
dei
precetti
morali
.
Quando
si
discute
sul
Codice
Penale
,
sul
mantenimento
o
no
di
certi
reati
;
o
quando
in
sede
disciplinare
si
vuole
accertare
se
il
comportamento
di
un
impiegato
sia
da
tacciare
come
immorale
,
non
si
avvertono
contrasti
tra
credenti
e
non
credenti
.
Grazie
a
Dio
,
direi
la
totalità
del
popolo
italiano
-
e
non
prenderei
troppo
sul
serio
le
divagazioni
di
adolescenti
-
sa
che
un
libero
amore
,
una
venere
vaga
,
è
il
ritorno
all
'
animalità
,
la
distruzione
delle
basi
stesse
della
società
.
I
divari
nascono
su
pochissimi
punti
di
sostanza
-
così
la
limitazione
delle
nascite
-
e
su
alcuni
criteri
di
condotta
politica
:
punibilità
dell
'
adulterio
,
o
mera
sanzione
civile
,
considerandolo
come
causa
di
separazione
?
Libertà
di
discutere
di
tutto
,
apertamente
,
o
riserbo
su
certi
problemi
,
non
scriverne
in
giornali
o
libri
che
possano
andare
per
le
mani
di
chiunque
?
Come
vietare
spettacoli
che
potrebbero
essere
eccitanti
dell
'
erotismo
(
ma
molti
daremmo
il
primo
posto
nella
nostra
preoccupazione
alla
eccitazione
alla
violenza
,
che
del
resto
è
sorella
carnale
dell
'
erotismo
)
?
È
qui
che
una
sentenza
ha
potuto
dire
-
e
siamo
moltissimi
,
anche
credenti
e
praticanti
,
a
consentire
-
che
per
il
magistrato
(
che
personalmente
può
essere
uomo
piissimo
)
non
ci
dev
'
essere
che
la
morale
desumibile
dal
complesso
dell
'
ordinamento
dello
Stato
.
Per
il
credente
non
ci
sono
morali
,
ce
n
'
è
una
sola
,
si
obietta
.
Sì
,
ci
sono
i
precetti
eterni
,
accolti
nei
testi
sacri
;
l
'
amore
per
gli
altri
;
il
sacrificio
;
il
superamento
di
tutti
gli
appetiti
carnali
,
dal
sesso
alla
gola
,
alla
brama
del
potere
e
delle
ricchezze
,
per
conseguire
la
libertà
dalle
passioni
;
cercare
la
verità
,
realizzare
la
giustizia
.
Ma
le
applicazioni
di
quella
precettistica
eterna
mutano
continuamente
nel
tempo
;
ma
i
dubbi
sull
'
attuazione
pratica
della
regola
,
sono
quotidiani
.
Strano
che
dei
credenti
non
si
domandino
se
sarebbe
necessaria
una
Chiesa
docente
,
ove
tutto
fosse
così
chiaro
e
semplice
come
a
volte
affermano
essere
;
non
riflettano
che
le
trite
accuse
anticlericali
all
'
opera
della
Chiesa
nei
secoli
dipendano
dall
'
incomprensione
di
ciò
ch
'
è
lo
spirito
,
il
diffuso
sentire
di
ogni
epoca
,
attraverso
cui
faticosamente
anche
i
santi
,
anche
gli
spiriti
più
illuminati
,
riescono
a
fare
penetrare
un
po
'
di
luce
.
Il
credente
sa
che
Dio
si
rivela
man
mano
agli
uomini
;
l
'
ottimismo
cristiano
è
nel
credere
che
gli
occhi
degli
uomini
si
stiano
aprendo
gradatamente
alla
luce
;
che
,
se
anche
le
azioni
non
seguano
immediatamente
,
il
senso
del
bene
e
del
male
vada
man
mano
affinandosi
.
Per
tornare
al
contrasto
tra
chi
ritiene
che
il
precetto
religioso
debba
dominare
la
legislazione
civile
e
chi
lo
vuole
imperativo
solo
per
i
credenti
:
se
dal
lato
cattolico
si
possono
rievocare
prese
di
posizione
analoghe
di
oltre
un
secolo
fa
,
manca
ogni
parallelo
dell
'
altro
lato
.
Qui
c
'
è
vero
distacco
.
All
'
inizio
del
secolo
anche
il
socialismo
accanto
alle
rivendicazioni
economiche
poneva
una
serie
di
premesse
ideologiche
:
molte
campagne
che
oggi
paiono
assurde
(
Oddino
Morgari
che
voleva
far
fischiare
lo
zar
,
un
disprezzo
becero
dei
valori
religiosi
)
,
l
'
antimilitarismo
,
le
campagne
contro
la
massoneria
e
contro
il
duello
,
condotte
accanto
alla
lotta
sindacale
.
Oggi
lo
sblocco
dei
fitti
ha
ben
maggiore
importanza
del
divorzio
e
della
obiezione
di
coscienza
.
Certo
è
così
per
i
più
;
ma
la
vera
democrazia
consiste
proprio
nel
seguire
i
più
?
La
Repubblica
sociale
di
Mussolini
fu
larga
di
Stato
e
Chiesa
promesse
ai
lavoratori
;
ma
trovò
una
generazione
di
operai
e
contadini
che
ancora
sentiva
esserci
qualcosa
di
più
importante
delle
conquiste
sindacali
.
Forse
ignoravano
persino
il
nome
di
Croce
,
ma
avrebbero
detto
con
lui
che
ascoltare
o
no
la
Messa
è
più
importante
che
conquistare
Parigi
.
StampaQuotidiana ,
Il
nostro
galateo
di
giornalisti
«
borghesi
»
c
'
impone
di
pubblicare
questa
lettera
,
ma
non
ci
vieta
una
succinta
replica
:
a
)
Non
vedo
che
differenza
faccia
la
data
di
quelle
dichiarazioni
:
non
c
'
era
bisogno
di
aspettare
la
prova
del
Giornale
per
sapere
quali
fossero
le
nostre
posizioni
:
sono
quelle
che
abbiamo
sempre
tenuto
.
130
b
)
Fra
i
giornalisti
della
mia
generazione
,
io
sono
conosciuto
(
s
'
informi
,
sig.
Capanna
,
s
'
informi
)
come
uno
dei
pochissimi
che
non
ebbero
mai
commercio
coi
gerarchi
.
Quelli
che
ho
conosciuto
,
li
ho
conosciuti
solo
dopo
la
Liberazione
.
Ma
anche
se
li
avessi
conosciuti
prima
,
non
me
ne
vergognerei
,
visto
che
di
carriera
politica
non
ne
ho
fatta
né
con
loro
né
dopo
di
loro
.
Nel
nostro
mestiere
(
e
io
non
ne
ho
mai
fatti
altri
)
,
i
gradi
li
conferiscono
i
lettori
.
c
)
E
'
falso
che
il
Giornale
taccia
le
iniziative
della
Regione
.
Le
registra
sempre
,
anche
quando
recano
la
firma
di
Mario
Capanna
.
E
nessuno
lo
sa
meglio
di
lui
,
che
è
in
continuo
contatto
coi
nostri
cronisti
,
a
chiedere
favori
quasi
sempre
esauditi
.
d
)
Grazie
per
la
qualifica
di
«
maestro
»
.
Se
io
lo
sia
in
senso
positivo
o
negativo
,
non
sta
a
lei
giudicarlo
.
Sarà
il
futuro
a
dire
chi
,
fra
lei
e
me
,
ha
servito
gl
'
interessi
dei
giovani
,
dei
lavoratori
ecc
.
,
e
chi
se
n
'
è
servito
per
arrampicarsi
più
su
.
e
)
Due
colonne
di
piombo
sono
troppe
.
Come
avrà
visto
,
non
le
concedo
nemmeno
a
me
stesso
.
Ma
se
lei
vuole
esporre
le
sue
ragioni
,
questo
giornale
è
pronto
ad
ospitarle
,
come
certamente
i
giornali
vostri
,
se
voi
aveste
vinto
,
non
avrebbero
fatto
con
le
nostre
.
Naturalmente
mi
riservo
di
contestarle
sul
presupposto
-
forse
errato
-
che
il
vate
della
contestazione
sia
tenuto
a
riconoscermene
il
diritto
.
StampaQuotidiana ,
Non
è
guari
da
che
una
giovine
coppia
si
presentò
nell
'
albergo
...
Erano
due
novelli
sposi
,
che
venivano
a
passare
la
luna
di
miele
.
Siccome
le
stanze
eran
tutte
affittate
,
il
proprietario
,
uomo
di
risorse
.
aveva
fatto
levare
le
bagnarole
dalla
sua
gran
sala
da
bagno
e
ne
avea
fatto
una
camera
da
letto
molto
ben
messa
.
Questa
camera
toccò
ai
nuovi
maritati
.
Durante
la
notte
,
la
giovane
sposa
,
volendo
chiamare
una
delle
inservienti
,
cerca
con
la
mano
nell
'
oscurità
il
cordone
del
campanello
,
ed
allorché
crede
d
'
averlo
toccato
,
tira
con
forza
.
Disgraziatamente
si
era
sbagliata
,
giacché
avea
messa
la
mano
sulla
corda
di
una
doccia
al
di
sopra
della
sua
testa
.
Immediatamente
un
diluvio
di
acqua
ghiacciata
,
capace
di
raffreddare
lo
stesso
entusiasmo
di
due
giovani
sposi
,
cade
con
fracasso
spaventevole
sulla
testa
dei
medesimi
.
Si
può
facilmente
immaginare
il
comico
spettacolo
di
questi
due
sfortunati
agitantisi
nell
'
oscurità
.
Il
marito
spaventato
allunga
alla
sua
volta
il
braccio
e
s
'
impossessa
con
frenesia
dell
'
estremità
di
un
altro
cordone
pendente
dalla
sua
parte
e
lo
tira
col
massimo
furore
.
Per
tutta
risposta
un
diluvio
d
'
acqua
,
questa
volta
bollente
,
cade
a
rovesci
.
Degli
urli
escono
dalla
camera
dei
poveri
sposi
,
quando
i
domestici
accorrono
e
sfondano
la
porta
.
Veggono
la
sala
a
metà
piena
d
'
acqua
e
la
giovine
sposa
montata
come
una
scimmia
sulla
schiena
del
marito
,
che
grida
come
un
ossesso
,
mentre
il
povero
uomo
cercava
a
tentoni
la
porta
fra
le
tenebre
.
Quale
prima
notte
di
nozze
?
Oh
!
...
Qual
prima
notte
di
nozze
.
StampaQuotidiana ,
Come
si
giunse
dalla
opposizione
netta
,
irreducibile
,
disposta
ad
utilizzare
ogni
strumento
,
anche
a
benedire
eserciti
stranieri
che
intervenissero
a
ristabilire
il
vecchio
ordine
,
propria
ai
cattolici
politici
,
a
quelli
che
"
sentivano
col
Papa
"
,
negli
anni
dalla
unificazione
al
primo
decennio
circa
dopo
la
presa
di
Roma
;
come
si
giunse
da
questo
estremo
al
clima
di
alleanza
del
1929
,
alle
visite
dei
papi
al
Quirinale
?
Parlare
di
opera
del
tempo
,
non
è
rispondere
.
Sono
gli
uomini
a
far
sì
che
il
tempo
porti
dimenticanza
,
o
mantenga
inalterati
,
talvolta
inasprisca
i
rancori
.
Il
bruciore
della
Francia
per
la
sconfitta
del
1870-71
ed
il
desiderio
di
rivincita
eran
più
vivi
che
mai
dopo
quarant
'
anni
;
in
uno
spazio
di
tempo
di
gran
lunga
minore
l
'
Austria
aveva
quasi
perduto
il
ricordo
delle
sconfitte
del
1859
e
del
1866
.
De
Gaulle
ha
potuto
fare
accettare
alla
Francia
un
riavvicinamento
fattivo
alla
Germania
anche
dopo
gli
orrori
della
seconda
guerra
mondiale
.
Il
tempo
è
una
parola
;
gli
uomini
sono
la
realtà
.
I
punti
salienti
di
questa
traiettoria
che
si
svolge
in
un
secolo
circa
sono
evocati
nella
bella
raccolta
dei
suoi
articoli
che
Giovanni
Spadolini
ci
dà
col
titolo
Il
Tevere
più
largo
(
ed.
Morano
,
1967
)
,
preceduta
da
una
introduzione
,
la
cui
sintesi
è
questa
:
la
Chiesa
ha
potuto
accettare
come
un
fatto
provvidenziale
la
scomparsa
del
potere
temporale
;
si
è
operata
una
svolta
per
cui
i
cattolici
hanno
quasi
riscoperto
"
quei
valori
della
libertà
religiosa
,
e
del
pluralismo
democratico
,
che
tutta
la
tradizione
del
Sillabo
aveva
condannato
o
svalutato
o
comunque
offuscato
"
;
ma
non
si
può
parlare
di
conflitti
eliminati
per
sempre
.
Superato
un
clericalismo
di
tipo
reazionario
"
non
manca
talvolta
di
affacciarsi
all
'
orizzonte
con
burbanzoso
cipiglio
un
nuovo
clericalismo
,
di
opposto
segno
nell
'
apparenza
,
ma
gravido
di
eguali
pericoli
nella
sostanza
...
che
si
muove
nella
linea
strumentale
e
machiavellica
dell
'
articolo
7;
che
non
escluderebbe
di
salvare
domani
il
Concordato
...
col
concorso
determinante
del
partito
che
fu
di
Togliatti
"
;
e
la
prefazione
termina
esaltando
De
Gasperi
come
quegli
che
meglio
comprese
il
pericolo
di
questo
nuovo
clericalismo
.
I
capisaldi
della
evoluzione
che
Spadolini
evoca
sono
:
la
preoccupazione
di
Cavour
di
ricevere
in
punto
di
morte
i
sacramenti
;
la
corrispondenza
,
fattaci
conoscere
dal
padre
Pirri
,
tra
Vittorio
Emanuele
II
e
Pio
IX
,
da
cui
appare
l
'
opera
moderatrice
del
re
contro
ogni
intemperanza
anticlericale
dei
ministri
,
il
desiderio
costante
di
non
rompere
con
la
Chiesa
;
il
Sillabo
come
conseguenza
del
1859
,
momento
in
cui
la
S
.
Sede
perde
la
fiducia
nella
diplomazia
e
nelle
soluzioni
politiche
,
e
si
rende
conto
che
la
riconquista
da
operare
è
quella
delle
coscienze
.
Del
pari
il
Concilio
Vaticano
e
la
proclamazione
della
infallibilità
pontificia
esprimono
"
la
scissione
della
Chiesa
dal
mondo
,
in
vista
di
contrapporre
l
'
assolutezza
della
fede
alle
sconfitte
della
storia
"
;
e
dopo
il
20
settembre
Pio
IX
rifiuta
di
abbandonare
Roma
,
comprendendo
che
una
rinascita
cattolica
solo
da
qui
sarebbe
partita
;
rinascita
che
trova
come
avversario
non
tanto
gli
Stati
,
quanto
lo
"
spirito
borghese
"
,
cioè
la
fede
del
borghese
in
se
stesso
,
nella
sua
ragione
e
nel
suo
equilibrio
,
del
borghese
"
ai
cui
occhi
l
'
oro
si
santifica
,
il
lavoro
si
riscatta
,
il
commercio
si
purifica
"
.
E
pur
senza
dirlo
,
Spadolini
pare
contrapporre
a
questa
visuale
del
borghese
,
quella
del
cattolico
liberale
,
considerato
in
De
Sanctis
,
per
cui
"
il
peso
dei
valori
morali
ha
una
importanza
forse
superiore
a
quella
delle
esperienze
intellettuali
...
la
fermezza
dell
'
animo
sembra
più
importante
della
vastità
della
cultura
,
che
non
si
accompagni
all
'
integrità
della
coscienza
"
.
Leone
XIII
rappresenta
un
rinnovato
"
imperialismo
cattolico
"
col
rafforzamento
delle
missioni
,
l
'
allargamento
dell
'
attività
diplomatica
;
l
'
appoggio
a
determinate
forme
della
scienza
e
del
pensiero
moderni
,
e
soprattutto
l
'
iniziativa
sociale
,
la
fiducia
nella
democrazia
come
strumento
per
riaffermare
l
'
iniziativa
del
papato
nel
mondo
.
Il
periodo
giolittiano
rappresentò
"
la
conciliazione
silenziosa
"
;
e
di
questo
periodo
viene
ricordato
Romolo
Murri
,
le
cui
speranze
saranno
tutte
deluse
,
e
le
cui
parole
non
potevano
trovare
alcuna
eco
in
Giolitti
.
Pio
X
"
sentiva
in
modo
sovrumano
,
esclusivo
,
con
una
forza
di
ispirazione
degna
dei
Pontefici
del
Medio
Evo
,
la
preminenza
della
Chiesa
sulla
società
civile
"
;
fra
tutti
i
Pontefici
dell
'
età
moderna
,
fu
quello
"
che
più
fieramente
ribadirà
il
dovere
di
una
devozione
e
di
una
sudditanza
totale
,
senza
sottintesi
,
senza
riserve
,
al
magistero
pastorale
"
.
Benedetto
XV
,
pur
così
dissimile
,
era
sostanzialmente
sulla
stessa
linea
quando
condannava
la
guerra
"
come
la
conseguenza
diretta
della
stessa
visione
della
vita
che
dominava
il
mondo
moderno
,
fondata
come
era
sui
valori
della
lotta
,
dell
'
emulazione
,
della
selezione
e
della
concorrenza
"
.
È
rievocata
la
nascita
del
partito
popolare
,
e
belle
pagine
sono
dedicate
a
don
Sturzo
,
dandosi
tutto
il
suo
valore
a
quello
che
fu
il
lato
più
brillante
e
più
durevole
della
creazione
del
partito
popolare
,
averlo
fatto
nascere
disancorato
dalla
gerarchia
ecclesiastica
,
staccato
dall
'
Azione
cattolica
.
Ed
è
esaltato
De
Gasperi
,
considerato
cattolico
-
liberale
e
riformatore
sociale
.
Gli
ultimi
capitoli
sono
dedicati
al
nostro
decennio
:
indicano
ciò
che
abbia
rappresentato
,
per
chi
possegga
senso
storico
,
la
risposta
del
Nunzio
a
nome
del
Papa
Giovanni
XXIII
agli
auguri
fatti
pervenire
dal
segretario
del
partito
liberale
;
l
'
atteggiamento
di
Giovanni
XXIII
verso
i
paesi
di
oltre
-
cortina
e
le
ripercussioni
che
può
avere
avuto
sui
cattolici
italiani
,
come
ammissione
della
libertà
del
voto
cattolico
.
Affermano
che
il
pontificato
roncalliano
,
pur
nelle
sue
audacie
,
non
lascia
la
minima
traccia
d
'
innovazioni
sul
piano
dei
principii
:
né
nella
questione
sociale
,
né
sul
tema
della
pace
e
del
pacifismo
.
Ricordano
la
visita
di
Giovanni
XXIII
al
presidente
Segni
,
quella
di
Paolo
VI
al
presidente
Saragat
,
ed
il
discorso
di
questo
,
che
giustamente
fece
scaturire
i
principii
ispiratori
della
Costituzione
repubblicana
dal
tronco
dell
'
etica
cristiana
.
Sono
tutte
pagine
letterariamente
molto
belle
,
scritte
in
un
puro
italiano
che
ormai
è
raro
ritrovare
,
con
piena
conoscenza
dei
temi
,
vivacità
giovanile
e
calore
di
convinzione
.
Va
da
sé
che
non
concorderei
sempre
con
Spadolini
.
Accetto
la
sua
visione
dei
Pontefici
-
non
tutti
i
giudizi
particolari
;
non
escludo
com
'
egli
fa
che
Benedetto
XV
non
potesse
meglio
frenare
certi
empiti
di
nazionalismo
cattolico
,
e
credo
che
Pio
XII
,
pur
non
potendo
compiere
nulla
più
di
quanto
compì
in
favore
degli
ebrei
,
avrebbe
potuto
,
senza
inasprire
Hitler
,
scaldare
il
cuore
dei
cattolici
facendo
meglio
sentire
il
dolore
ch
'
egli
veramente
soffriva
per
la
persecuzione
e
che
ogni
credente
doveva
dividere
-
;
sottoscriverei
alle
pagine
su
Vittorio
Emanuele
II
e
su
Giolitti
.
Sono
molto
dubbioso
sul
sentimento
cattolico
di
Cavour
,
che
mi
appare
piuttosto
un
deista
,
che
vuoi
morire
da
cattolico
secondo
la
tradizione
dei
suoi
avi
,
e
soprattutto
per
il
male
che
verrebbe
all
'
Italia
da
una
sua
morte
che
permettesse
di
dirlo
empio
impenitente
.
Ritengo
De
Gasperi
un
grande
cattolico
,
che
rese
un
servizio
inestimabile
alla
Chiesa
contrastando
a
certe
tendenze
del
Pontefice
che
avrebbero
favorito
un
riformarsi
di
blocchi
anticlericali
;
un
intelligentissimo
cattolico
che
ebbe
chiara
l
'
idea
della
linea
di
condotta
da
seguire
per
ottenere
per
la
Chiesa
il
massimo
che
i
tempi
consentivano
(
credo
anche
che
nel
suo
intimo
,
se
non
ci
fosse
stata
una
decisa
volontà
pontificia
,
non
avrebbe
così
fermamente
voluto
l
'
art.
7
della
Costituzione
nei
suoi
attuali
termini
)
;
ma
non
scorgo
nella
sua
opera
quella
riaffermazione
vigorosa
dell
'
autorità
dello
Stato
,
della
dignità
e
sovranità
del
potere
centrale
,
che
scorge
Spadolini
.
Né
son
d
'
accordo
con
l
'
amico
Spadolini
quando
teme
che
un
certo
clericalismo
possa
vagheggiare
un
'
"
operazione
Sturzo
"
con
il
partito
comunista
.
Non
amo
gli
uomini
di
quel
clericalismo
,
ma
non
li
credo
né
scettici
né
privi
di
intelligenza
;
essi
sanno
che
i
comunisti
sono
tutt
'
oggi
,
malgrado
ogni
dialogo
,
gli
uomini
del
materialismo
;
che
a
differenza
dei
vecchi
liberali
non
concepiscono
in
seno
ai
loro
ranghi
-
se
non
proprio
all
'
ultimo
posto
tra
i
proseliti
-
chi
appartenga
ad
una
qualsiasi
religione
.
Perché
i
"
clericali
"
potessero
accettare
una
tale
alleanza
occorrerebbe
che
il
comunismo
fosse
così
lontano
dai
suoi
principi
dottrinali
,
quanto
il
liberalismo
del
1900
lo
era
dall
'
Illuminismo
e
dall
'
Enciclopedismo
,
sua
remota
matrice
.
Nulla
di
simile
sull
'
orizzonte
.