StampaQuotidiana ,
No
,
non
mi
riferisco
al
celebre
racconto
olandese
di
Edgar
A
.
Poe
.
Il
diavolo
è
entrato
nella
Democrazia
cristiana
.
C
'
era
da
aspettarselo
!
Io
non
ho
mai
visto
il
diavolo
e
me
ne
dispiace
.
Credo
che
morirò
senza
avergli
potuto
parlare
a
tu
per
tu
e
senza
aver
goduto
alla
fonte
lo
scroscio
della
sua
risata
cosmica
.
Sì
,
confesso
di
aver
avuto
sempre
una
forte
simpatia
per
il
Maligno
,
non
tanto
per
quei
due
corni
che
i
chiericati
(
essi
lo
conoscono
da
vicino
)
dicono
gli
adornino
il
capo
o
per
il
suo
viso
arguto
o
per
la
lunga
coda
avvolgente
o
per
l
'
intelligenza
che
gli
sprizza
dagli
occhi
,
quanto
per
le
sue
diavolerie
,
per
la
sua
arte
naturalmente
diabolica
di
promuovere
il
bene
sollecitando
il
male
.
Ora
sembra
sia
andato
a
ficcarsi
nel
campanile
della
grossa
parrocchia
democristiana
.
È
stato
visto
aggirarsi
sotto
i
tavoli
di
Piazza
del
Gesù
,
ammiccare
dagli
armadi
del
Viminale
,
saltabeccare
negli
uffici
del
ministro
dell
'
agricoltura
.
Ha
osato
perfino
presenziare
i
lavori
della
commissione
dei
49
parlamentari
democristiani
convocata
per
irrobustire
la
nota
riforma
agraria
De
Gasperi
-
Segni
e
terminata
in
una
diabolica
confusione
.
A
pensarci
su
,
non
è
da
oggi
che
il
Maligno
si
aggira
in
campo
democristiano
.
Vi
ricordate
quando
,
durante
la
campagna
elettorale
,
De
Gasperi
ci
fece
sapere
che
sentiva
attorno
a
sé
odore
di
zolfo
?
Ci
sarebbe
da
chiedersi
dove
si
trovava
il
Maligno
il
18
aprile
(
1948
)
.
Domanda
ingenua
e
un
tantino
eretica
.
Il
diavolo
ha
i
suoi
misteri
incomprensibili
a
noi
mortali
.
Forse
ha
voluto
che
i
democristiani
fossero
abbrustoliti
a
fuoco
lento
.
Chi
può
comprendere
le
diavolerie
del
diavolo
?
È
certo
che
da
allora
ne
ha
fatto
di
tutti
i
colori
,
in
campo
democristiano
.
Giorno
per
giorno
,
con
quella
perfidia
che
lo
distingue
,
si
è
messo
a
fare
tanti
dispetti
ai
dirigenti
governativi
e
ai
loro
coalizzati
,
che
questi
non
ne
hanno
più
azzeccato
una
.
Basti
limitarsi
alla
politica
agraria
democristiana
,
alle
vicende
dei
programmi
,
dei
progetti
e
delle
leggi
agrarie
democristiane
dopo
il
18
aprile
,
per
rilevare
la
raffinatezza
veramente
diabolica
della
loro
ispirazione
.
Tutto
è
stato
fatto
e
viene
fatto
in
questo
campo
per
creare
il
disordine
e
gettare
la
confusione
.
Il
Maligno
è
entrato
in
corpo
al
ministro
Segni
,
il
quale
ne
soffre
anche
fisicamente
:
domina
le
riunioni
dei
tecnici
,
dei
consulenti
ministeriali
,
degli
uffici
legislativi
.
Così
che
a
un
programma
annunciato
,
ne
succede
un
altro
contrario
al
primo
,
il
quale
è
«
provvisoriamente
definitivo
»
.
De
Gasperi
comincia
col
dire
:
«
Ci
siamo
»
(
Pasqua
1949
)
;
poi
avverte
che
«
stiamo
per
esservi
»
(
novembre
1949
)
,
e
infine
ammicca
che
«
ci
saremo
»
(
gennaio
1950
)
.
E
intanto
vi
sono
leggi
favorevoli
ai
contadini
che
non
vengono
applicate
;
vi
sono
leggi
fatte
apposta
per
non
essere
applicate
,
come
quelle
sulle
terre
incolte
o
insufficientemente
coltivate
;
vi
sono
progetti
di
legge
,
annunciati
con
gran
chiasso
,
insabbiati
poi
nelle
Camere
,
anche
dopo
che
il
governo
le
ha
opportunamente
svuotate
.
Da
tre
anni
il
governo
annuncia
la
riforma
agraria
e
altre
riforme
sociali
.
Ed
ecco
che
ti
fa
la
legge
Silana
,
che
è
come
il
piccolo
naviglio
e
non
potrà
camminare
.
Il
governo
dice
:
«
Questo
è
un
inizio
.
Il
bello
verrà
poi
!
»
.
Finalmente
annuncia
il
bello
.
La
sua
riforma
generale
è
pronta
.
Ma
ne
mette
fuori
un
pezzo
,
uno
«
stralcio
»
,
da
discutersi
prima
della
legge
generale
e
che
presenta
alla
Camera
dei
deputati
.
È
chiaro
che
il
diavolo
la
fa
da
padrone
al
Viminale
.
La
legge
generale
arriva
ed
è
presentata
,
invece
,
al
senato
,
in
modo
che
la
Camera
discuta
una
parte
del
tutto
e
il
Senato
discuta
il
tutto
(
senza
la
parte
)
.
La
confusione
aumenta
.
Ma
il
progetto
di
legge
generale
presentato
non
è
quello
definitivo
perché
il
campo
democristiano
è
sottosopra
.
C
'
è
chi
vuole
il
progetto
Segni
e
chi
vuole
quello
De
Martino
,
perché
il
primo
è
una
«
riforma
»
e
il
secondo
è
la
«
non
riforma
»
.
Viene
nominata
una
commissione
,
detta
dei
49
,
la
quale
deve
irrobustire
il
progetto
Segni
con
i
sieri
del
De
Martino
.
È
come
virilizzare
un
uomo
deboluccio
con
il
metodo
della
castrazione
.
I
49
si
riuniscono
,
tempestano
,
osi
urtano
(
c
'
è
il
diavolo
)
,
tirano
di
qua
,
tirano
di
là
,
chiedono
,
pretendono
,
cedono
(
«
tu
midi
una
cosa
a
me
,
io
ti
do
una
cosa
a
te
»
)
e
modificano
la
legge
generale
,
e
quindi
lo
«
stralcio
»
.
Bisogna
,
dunque
,
ricominciare
.
Ma
la
modificazione
non
è
definitiva
.
«
Faisons
du
bruit
»
,
diceva
l
'
amico
tarasconese
di
Tartarino
,
nei
momenti
di
eccitazione
fragorosa
.
«
Facciamo
del
chiasso
!
»
Così
sembra
che
si
faccia
qualche
cosa
.
In
realtà
non
si
fa
altro
che
della
confusione
.
I
soli
democristiani
che
sappiano
cosa
vogliono
sono
gli
avversari
decisi
di
ogni
riforma
agraria
.
Gli
altri
annaspano
in
una
materia
di
cui
non
sanno
la
composizione
.
Sulla
contesa
si
elevano
voci
tonanti
:
«
Occorre
svuotare
il
comunismo
!
»
.
Ma
l
'
operazione
non
si
può
fare
con
poca
spesa
e
lasciando
sostanzialmente
le
cose
come
stanno
.
Altri
dicono
:
«
Aveva
ragione
quel
professore
che
voleva
seppellire
il
"
gatto
morto
"
della
riforma
agraria
.
Finiamola
con
la
demagogia
!
»
.
L
'
affare
si
imbroglia
maledettamente
.
E
il
diavolo
sghignazza
,
perché
ci
ha
messo
la
coda
,
che
è
lunga
e
avvolgente
.
Credo
che
gli
esorcismi
non
serviranno
a
nulla
.
StampaQuotidiana ,
Domani
avranno
luogo
le
elezioni
spagnole
di
secondo
turno
,
elezioni
supplettive
che
non
potranno
per
nulla
spostare
i
già
acquisiti
risultati
.
Le
sinistre
hanno
vinto
,
Azaña
ha
riconquistato
il
potere
,
le
rivendicazioni
del
Fronte
popolare
sono
già
in
via
di
realizzazione
.
Assai
simbolico
a
questo
proposito
è
il
fatto
che
i
condannati
politici
siano
stati
lasciati
liberi
e
portati
in
trionfo
per
le
città
ancora
prima
della
pubblicazione
della
generosa
amnistia
.
Che
significato
ha
il
grave
rivolgimento
avvenuto
nella
politica
spagnola
,
ed
a
quali
mete
tendono
i
nuovi
orientamenti
dell
'
opera
governativa
?
Su
questi
problemi
assai
complessi
rileviamo
le
impressioni
di
alcuni
dei
più
autorevoli
organi
dell
'
opinione
pubblica
internazionale
.
1
)
Immaturità
di
un
sistema
politico
.
Una
delle
ragioni
dei
troppo
facili
capovolgimenti
dell
'
ordinamento
politico
spagnolo
è
ritenuta
da
alcuni
l
'
immaturità
della
Spagna
ai
sistemi
democratici
.
«
La
verità
è
scrive
il
"
Journal
de
Génève
"
che
la
Spagna
non
è
matura
per
la
democrazia
.
Ne
aveva
già
date
prove
eloquenti
in
passato
,
e
le
ultime
elezioni
lo
riconfermano
una
volta
ancora
.
L
'
equilibrio
politico
che
solo
assicura
ad
una
nazione
un
massimo
di
benessere
,
non
si
acquista
né
in
un
qualche
mese
,
né
in
un
qualche
anno
.
I
cittadini
hanno
bisogno
della
pratica
di
più
generazioni
per
arrivare
a
comprendere
le
responsabilità
di
arbitri
dei
destini
del
loro
paese
.
Con
uomini
così
di
passione
come
gli
spagnoli
,
questo
tirocinio
è
più
difficile
che
altrove
.
Essi
si
lanciano
violentemente
da
sinistra
a
destra
e
da
destra
a
sinistra
,
ed
i
capi
popolari
passano
spesso
direttamente
dalla
prigione
al
potere
»
.
Tale
è
una
delle
spiegazioni
di
quella
che
lo
stesso
giornale
chiama
«
tempesta
d
'
inverno
»
.
2
)
Influenze
comuniste
sulla
formazione
dei
«
Fronti
popolari
»
.
In
Spagna
è
avvenuto
ciò
che
minaccia
d
'
avvenire
prossimamente
in
Francia
.
«
L
'
Echo
de
Paris
»
,
sotto
il
titolo
Régardez
l
'
Espagne
!
,
scrive
:
«
Gli
spagnoli
hanno
votato
con
un
sistema
di
scrutinio
il
quale
,
benché
assai
differente
dal
nostro
,
conduce
ugualmente
a
dividere
gli
elettori
in
due
blocchi
.
Anch
'
essi
hanno
avuto
un
Fronte
popolare
.
Pure
gli
spagnoli
hanno
subita
la
manovra
comunista
,
poiché
senza
dubbio
il
Komintern
intende
applicare
all
'
Occidente
(
Belgio
,
Francia
,
Spagna
)
la
sua
nuova
strategia
di
conquista
legale
del
potere
.
E
il
blocco
di
sinistra
ha
ottenuta
la
vittoria
»
.
Su
motivi
analoghi
insistono
molti
giornali
tedeschi
.
3
)
Mancanza
di
un
programma
governativo
delle
sinistre
.
La
vittoria
delle
sinistre
non
è
la
vittoria
di
un
programma
.
Per
questo
la
loro
opera
governativa
non
potrà
non
essere
incerta
,
indecisa
,
contraddittoria
.
«
Il
fronte
popolare
scrive
"
l
'
Intransigeant
"
non
è
un
partito
:
è
una
alleanza
elettorale
alla
quale
hanno
partecipato
in
Spagna
dei
repubblicani
avanzati
ma
uomini
di
governo
come
Azaña
,
e
degli
estremisti
come
Largo
Caballero
,
il
quale
vuoi
farsi
passare
come
una
specie
di
Lenin
spagnolo
»
.
«
Vi
è
un
disaccordo
completo
aggiunge
il
"
Journal
de
Génève
"
fra
i
borghesi
di
sinistra
ed
i
proletari
su
molti
punti
assai
importanti
.
Socialisti
e
comunisti
commettono
la
follia
di
voler
nazionalizzare
le
banche
,
mentre
i
loro
alleati
vi
si
oppongono
.
Contrasto
non
meno
accentuato
vi
è
sulla
questione
dei
sussidi
e
della
disoccupazione
.
Irritazione
ancora
maggiore
mostrano
í
repubblicani
di
sinistra
nei
riguardi
del
controllo
operaio
che
i
partigiani
di
Caballero
vorrebbero
instaurare
.
Opposizione
aperta
vi
è
infine
fra
le
due
ali
del
fronte
popolare
in
materia
di
nazionalizzazione
delle
terre
reclamata
dai
socialisti
»
.
4
)
Asservimento
del
governo
al
socialismo
.
Si
deve
agli
elementi
dell
'
estrema
sinistra
se
la
bilancia
è
piegata
in
un
senso
piuttosto
che
in
un
altro
.
Essi
anche
nel
Parlamento
restano
padroni
della
situazione
potendo
rovesciare
ad
ogni
momento
il
governo
di
Azaña
che
ha
bisogno
dei
loro
suffragi
.
«
Certamente
nota
il
"
Temps
"
il
gabinetto
Azaña
,
che
è
un
governo
di
minoranza
,
è
obbligato
a
dare
certe
soddisfazioni
immediate
ai
partiti
estremisti
che
furono
alleati
ai
repubblicani
di
sinistra
ed
ai
radicali
dissidenti
nella
lotta
elettorale
aprendo
così
la
via
al
potere
»
.
Solo
con
questa
politica
delle
progressive
soddisfazioni
e
dei
compromessi
Azaña
potrà
conservare
il
potere
.
5
)
Carattere
reazionario
dei
primi
provvedimenti
.
A
cominciare
dall
'
amnistia
fino
alla
distruzione
delle
chiese
,
i
provvedimenti
governativi
ed
i
movimenti
della
piazza
vanno
assumendo
un
carattere
rivoluzionario
.
Tutti
i
governatori
di
province
,
i
magistrati
,
i
funzionari
e
gli
agenti
sospetti
,
a
torto
o
a
ragione
,
di
essere
contrari
alle
sinistre
saranno
rimpiazzati
.
«
I
più
piccoli
impiegati
,
i
più
umili
funzionari
scrive
"
L
'
Echo
de
Paris
"
dovranno
cedere
il
posto
,
se
non
sono
di
sinistra
,
agli
antichi
occupanti
.
Ecco
ciò
che
si
chiama
governare
»
.
Le
misure
a
favore
delle
Camere
del
lavoro
,
delle
associazioni
anarchiche
,
dei
condannati
per
i
cosiddetti
delitti
sociali
che
non
sono
delitti
politici
ma
crimini
comuni
,
la
violenza
della
piazza
contro
le
sedi
di
associazioni
scuole
e
giornali
cattolici
determina
fin
d
'
ora
,
nelle
sue
grandi
linee
,
il
duplice
indirizzo
del
governo
e
della
massa
rivoluzionaria
.
6
)
Separatismo
.
Usciti
trionfalmente
dal
carcere
i
responsabili
dei
moti
separatisti
di
Barcellona
,
il
problema
catalano
e
quello
separatista
in
genere
si
ripresenta
in
tutta
la
sua
gravità
.
«
La
questione
nota
un
giornale
di
destra
è
posta
esattamente
come
all
'
indomani
della
caduta
della
monarchia
.
I
catalani
più
moderati
esigono
che
il
nuovo
governo
rimetta
in
vigore
lo
statuto
catalano
,
tale
quale
fu
votato
,
si
ricorda
bene
in
mezzo
a
quale
agitazione
,
dalle
prime
Cortes
nel
1931
»
.
Il
rovesciamento
delle
posizioni
politiche
ha
rimesso
sul
tappeto
anche
questo
grave
problema
che
certamente
è
uno
dei
più
preoccupanti
per
la
Spagna
repubblicana
.
Come
uscirà
il
governo
da
tutte
queste
incertezze
di
programmi
e
di
metodi
,
da
questa
pressione
delle
passioni
rivoluzionarie
,
da
questa
instabilità
parlamentare
che
lo
agganciò
al
socialismo
,
da
questa
complessità
di
problemi
che
toccano
le
radici
della
stessa
Costituzione
repubblicana
?
E
non
solamente
questi
sono
gli
interrogativi
davanti
ai
quali
viene
posto
l
'
osservatore
della
situazione
spagnola
.
StampaQuotidiana ,
Mi
piace
immaginare
che
il
presidente
del
consiglio
,
rivelando
ai
suoi
amici
che
i
comunisti
sono
posseduti
dal
diavolo
,
abbia
voluto
ritorcere
quella
che
egli
ritenne
fosse
una
mia
calunniosa
invenzione
:
essere
,
cioè
,
il
diavolo
entrato
nel
campanile
della
parrocchia
democristiana
.
Ma
nella
sua
ritorsione
il
presidente
ha
confermato
implicitamente
la
mia
notizia
anteriore
.
Il
suo
recente
discorso
al
gruppo
parlamentare
democristiano
è
stato
,
infatti
,
il
discorso
di
un
ossesso
.
Chiunque
conosca
,
del
resto
,
appena
l
'
abc
della
scienza
demoniaca
sa
che
il
diavolo
non
ha
tempo
da
perdere
per
indugiare
nei
luoghi
ove
abitano
i
suoi
amici
e
nei
corpi
dei
suoi
amici
.
No
.
Egli
va
dai
suoi
nemici
,
s
'
infila
nel
corpo
dei
suoi
nemici
,
come
è
ovvio
.
Voi
conoscete
certamente
il
colpo
fatto
dal
diavolo
a
Napoli
,
proprio
in
questi
giorni
,
mentre
De
Gasperi
parlava
a
Roma
.
La
signora
Maria
Giglio
,
nello
spostare
un
quadro
raffigurante
l
'
arcangelo
san
Michele
,
si
è
trovata
a
faccia
a
faccia
col
diavolo
.
Il
quale
diavolo
,
non
vi
è
dubbio
,
ha
soggiornato
e
forse
soggiorna
ancora
nella
camera
da
letto
della
signora
Giglio
,
dove
ha
lasciato
una
traccia
indiscutibile
e
indelebile
della
sua
presenza
:
la
sua
immagine
cornuta
,
sul
muro
,
dietro
l
'
arcangelo
Michele
,
che
è
l
'
arcangelo
con
la
spada
bizzarra
ma
folgorante
,
l
'
arcangelo
incaricato
proprio
di
ammazzare
il
diavolo
!
Sembra
incredibile
,
ma
è
vero
.
Ecco
dunque
un
modo
adoperato
dal
diavolo
per
manifestare
la
sua
presenza
!
I
suoi
modi
sono
numerosi
e
impensati
,
e
non
sempre
piacevoli
.
Il
diavolo
è
un
grande
moralizzatore
,
quindi
è
pure
un
castigatore
.
Il
capo
dei
diavoli
,
cioè
il
Satanasso
,
guida
milioni
di
diavoli
minori
,
buoni
e
cattivi
,
belli
e
brutti
,
buffoneschi
e
tristi
,
ciascuno
dei
quali
ha
la
propria
parte
da
assolvere
.
Si
dice
che
esistano
anche
delle
diavolesse
,
e
in
certi
paesi
si
parla
persino
di
una
suocera
del
diavolo
,
come
di
un
essere
spaventosamente
malvagio
(
sfido
io
!
)
,
ma
questo
punto
merita
di
essere
approfondito
.
Per
quanto
ne
sappiamo
,
le
donne
possedute
hanno
in
corpo
il
diavolo
maschio
,
e
la
cosa
si
comprende
a
lume
di
naso
;
ma
non
si
è
mai
sentito
dire
,
ad
esempio
,
che
una
diavolessa
fosse
entrata
nel
corpo
di
un
frate
.
Lasciamo
da
parte
questo
argomento
difficile
e
pericoloso
.
Voi
siete
soliti
giudicare
un
uomo
laborioso
,
probo
,
semplice
,
con
le
giudiziose
parole
:
è
un
buon
diavolo
!
Dunque
voi
sapete
che
il
diavolo
non
è
poi
così
brutto
come
lo
dipingono
i
suoi
nemici
.
E
del
piccolo
figliuolo
birichino
,
la
buona
mammina
dice
che
è
un
vero
e
proprio
diavoletto
.
O
gentile
e
cara
parola
della
nostra
infanzia
!
Ma
dopo
aver
conosciuto
le
leggi
agrarie
del
governo
,
scatterete
:
che
diavolo
di
riforma
agraria
è
mai
questa
?
Qui
il
diavolo
si
manifesta
,
infatti
,
in
atteggiamento
dispettoso
e
fraudolento
.
E
se
il
signor
Dayton
interviene
nelle
nostre
faccende
,
nel
modo
che
sappiamo
,
allora
,
senza
dubbio
,
diremo
tutti
:
al
diavolo
tutti
questi
americani
che
la
fanno
da
padroni
in
Italia
.
Invocheremo
cioè
il
diavolo
castigatore
,
verso
il
quale
io
nutro
una
grande
e
sperimentata
fiducia
,
da
quando
ho
costatato
che
il
diavolo
fa
non
solo
le
pentole
,
ma
pure
i
coperchi
.
Vi
sono
dunque
diavoli
e
diavoli
.
Quelli
più
brutti
però
,
i
più
cattivi
,
con
tre
corna
sulla
testa
(
tre
corna
,
dico
)
sono
i
diavoli
che
appartengono
ai
reparti
scelti
del
Satanasso
,
sono
«
i
diavoli
della
guardia
»
,
e
questi
vanno
a
ficcarsi
di
preferenza
nel
corpo
degli
esorcizzatori
.
Non
avete
notato
che
i
pinzocheri
hanno
un
alito
cattivo
?
(
Se
non
l
'
avete
notato
,
annusateli
d
'
ora
in
poi
.
)
Sì
,
hanno
l
'
alito
cattivo
a
cagione
della
presenza
nel
loro
corpo
dei
diavoli
zolfini
,
che
sono
i
più
brutti
.
Un
gruppo
di
pinzochere
,
anche
di
lontano
,
diffonde
uno
sgradevole
odore
di
bassa
marea
:
il
fatto
è
ormai
spiegato
.
Ma
dove
i
satanelli
prendono
gli
atteggiamenti
più
odiosi
è
nel
corpo
dei
frati
,
come
la
letteratura
classica
ci
insegna
.
Perché
questo
avvenga
io
non
so
.
L
'
onorevole
De
Gasperi
ha
ricordato
nel
suo
discorso
frate
Alberigo
dei
Manfredi
,
un
fior
di
canaglia
,
la
cui
anima
fu
incontrata
da
Dante
nell
'
inferno
mentre
il
frate
era
ancora
su
questa
terra
,
condotto
da
un
demone
di
servizio
,
addetto
alla
sua
persona
.
Ma
ci
sono
stati
e
ci
sono
tanti
frati
nelle
stesse
condizioni
dell
'
Alberigo
e
che
hanno
ricevuto
o
ricevono
«
dattero
per
figo
»
(
pan
per
focaccia
)
.
Nelle
stesse
condizioni
dell
'
Alberigo
si
trovano
molti
di
quei
religiosi
e
membri
del
clero
secolare
ai
quali
si
rivolgeva
il
pontefice
in
una
recente
lettera
sul
comportamento
dei
sacerdoti
.
Io
penso
che
nelle
stesse
condizioni
di
frate
Alberigo
si
trovi
pure
l
'
onorevole
presidente
del
consiglio
,
e
temo
per
l
'
anima
sua
.
Satana
gli
ha
preso
l
'
anima
per
le
ali
,
così
come
si
acchiappa
la
farfalla
,
e
la
tiene
stretta
.
Ecco
perché
il
presidente
del
consiglio
è
scatenato
verso
la
preparazione
della
guerra
,
ci
annuncia
l
'
«
epopea
»
della
guerra
americana
,
con
tutto
quanto
questa
«
epopea
»
comporta
per
l
'
Italia
e
per
gli
italiani
.
Frate
Alberigo
fece
ammazzare
alcuni
frati
del
suo
ordine
,
attratti
con
la
frode
a
convito
;
ma
1'Alcide
ci
prepara
un
colpo
ben
più
grosso
.
Ha
portato
l
'
Italia
al
convito
degli
imperialisti
americani
in
nome
della
difesa
della
pace
e
della
«
civiltà
cristiana
»
,
e
«
alle
frutta
»
alcuni
milioni
di
italiani
saranno
ammazzati
per
la
ingloriosa
«
epopea
»
dei
filibustieri
d
'
America
.
Frate
Alberigo
,
anche
come
traditore
,
era
un
'
anima
candida
al
confronto
dei
suoi
moderni
epigoni
,
i
quali
ordiscono
la
strage
di
interi
popoli
e
la
distruzione
di
intere
nazioni
.
Questi
sono
ossessi
,
che
mi
paiono
senza
speranza
,
perduti
:
tanto
che
non
possono
neppur
più
pregare
senza
maledire
.
StampaQuotidiana ,
Prima
di
giudicare
i
motivi
che
hanno
indotto
il
Reich
alla
inattesa
e
clamorosa
iniziativa
di
sabato
scorso
,
e
di
valutare
conseguentemente
la
gravità
dell
'
attuale
tensione
europea
è
necessario
avere
una
esatta
nozione
degli
impegni
ai
quali
la
Germania
,
con
iniziativa
unilaterale
,
intende
rinunciare
.
Le
azioni
diplomatiche
e
societarie
dei
prossimi
giorni
verteranno
sulle
seguenti
infrazioni
:
1
)
Trattato
di
Versailles
(
sezione
III
)
.
L
'
art
.
42
prescrive
:
«
È
interdetto
alla
Germania
mantenere
o
costruire
fortificazioni
sia
sulla
riva
sinistra
del
Reno
,
sia
sulla
riva
destra
ad
ovest
di
una
linea
tracciata
a
50
km
ad
est
di
questo
fiume
»
.
L
'
art
.
43
aggiunge
:
«
Sono
ugualmente
interdetti
nella
zona
definita
dall
'
art
.
42
lo
stanziamento
o
il
concentramento
di
forze
armate
,
sia
a
titolo
permanente
,
sia
a
titolo
temporaneo
,
nonché
tutte
le
manovre
militari
,
di
qualsiasi
natura
,
ed
il
mantenimento
di
ogni
opera
di
mobilitazione
»
.
Infine
l
'
art
.
44
prevede
:
«
Nel
caso
in
cui
la
Germania
contravvenga
,
in
qualsiasi
maniera
,
alle
disposizioni
degli
articoli
42
e
43
,
essa
sarà
considerata
come
commettente
un
atto
ostile
contro
le
potenze
firmatarie
del
presente
trattato
e
come
provocatrice
di
turbamento
della
pace
del
mondo
»
.
2
)
Patto
di
Locarno
.
I
predetti
articoli
del
trattato
di
Versailles
sono
esplicitamente
richiamati
dal
Patto
di
Locarno
che
mira
appunto
a
fornire
garanzie
nell
'
osservanza
di
tali
impegni
.
L
'
art
.
1
del
Patto
di
Locarno
prescrive
:
«
Le
Alte
parti
contraenti
garantiscono
individualmente
e
collettivamente
,
come
è
stipulato
negli
articoli
seguenti
,
il
mantenimento
dello
statu
quo
territoriale
risultante
dalle
frontiere
fra
la
Germania
ed
il
Belgio
,
fra
la
Germania
e
la
Francia
,
e
la
inviolabilità
delle
dette
frontiere
come
sono
state
fissate
da
od
in
esecuzione
del
trattato
di
pace
firmato
a
Versailles
il
28
giugno
1919
,
nonché
l
'
osservanza
delle
disposizioni
dell
'
art
.
42
,
43
del
detto
trattato
riguardanti
la
zona
demilitarizzata
»
.
L
'
art
.
8
stabilisce
:
«
Il
presente
trattato
sarà
registrato
presso
la
Società
delle
Nazioni
in
conformità
del
Patto
della
Società
.
Esso
resterà
in
vigore
fino
a
che
,
su
domanda
di
una
delle
Alte
parti
contraenti
,
notificata
alle
altre
potenze
firmatarie
tre
mesi
prima
,
il
Consiglio
,
votando
alla
maggioranza
di
due
terzi
almeno
,
constati
che
la
Società
delle
Nazioni
assicura
alle
Alte
parti
contraenti
delle
garanzie
sufficienti
,
ed
il
trattato
cesserà
allora
i
suoi
effetti
allo
spirare
del
termine
di
un
anno
»
.
Dunque
per
ciò
che
riguarda
la
sostanza
(
ingresso
delle
truppe
nella
zona
smilitarizzata
)
si
avrebbe
un
'
infrazione
degli
articoli
42
e
43
del
trattato
di
Versailles
e
dell
'
art
.
1
del
Patto
di
Locarno
,
per
ciò
che
riguarda
la
procedura
della
denuncia
del
Patto
di
Locarno
si
avrebbe
un
'
infrazione
dell
'
art
.
8
di
detto
Patto
,
nonché
dell
'
art
.
3
che
prescrive
di
sottoporre
le
controversie
a
procedure
arbitrali
e
di
conciliazione
.
Nel
caso
delle
predette
infrazioni
quali
procedimenti
sono
previsti
dal
Patto
di
Locarno
?
Anzitutto
l
'
art
.
2
stabilisce
che
le
parti
non
stipulano
un
impegno
di
«
non
ricorso
»
alla
guerra
per
il
caso
in
cui
sia
necessaria
«
un
'
azione
immediata
»
di
carattere
militare
provocata
da
un
concentramento
di
forze
armate
nella
zona
smilitarizzata
.
In
secondo
luogo
si
determina
(
art
.
4
)
che
una
delle
parti
può
portare
immediatamente
la
controversia
davanti
al
Consiglio
della
Lega
,
il
quale
,
quando
avrà
constatato
che
una
tale
violazione
è
stata
commessa
,
ne
darà
avviso
alle
Potenze
firmatarie
del
trattato
le
quali
si
impegnano
di
prestare
immediata
assistenza
alla
Potenza
i
cui
interessi
sono
lesi
dall
'
infrazione
.
Tali
sono
i
termini
giuridici
della
controversia
.
In
realtà
la
questione
è
ben
più
ampia
,
e
va
,
con
i
suoi
aspetti
politici
e
militari
,
assai
oltre
queste
determinazioni
di
Patti
.
L
'
iniziativa
germanica
:..,
rimesso
sul
tappeto
,
in
una
forma
clamorosa
,
la
validità
non
solo
del
trattato
di
pace
che
nel
discorso
di
Hitler
viene
definito
«
funesto
»
,
«
insensato
»
,
«
odioso
»
,
«
irragionevole
»
,
ecc
.
ma
anche
di
un
Patto
,
quale
è
quello
di
Locarno
,
che
le
parti
hanno
volontariamente
e
liberamente
sottoscritto
.
Anzi
,
di
tale
Patto
fu
appunto
Stresemann
l
'
iniziatore
,
mentre
da
parte
franco
-
inglese
non
mancarono
titubanze
e
riserve
,
almeno
inizialmente
.
Lo
stesso
Hitler
riconfermava
la
volontà
di
rispettare
questo
accordo
negoziato
su
un
piede
di
uguaglianza
.
Il
trattato
franco
-
sovietico
,
non
ancora
ratificato
da
ambedue
i
rami
del
Parlamento
francese
,
viene
considerato
dalla
Germania
come
disse
Hitler
un
'
alleanza
militare
antitedesca
:
tale
sarebbe
stato
il
motivo
della
denuncia
del
Patto
di
Locarno
.
La
stampa
francese
fa
presente
come
una
parte
non
abbia
libertà
di
rinunciare
agli
impegni
se
non
secondo
le
procedure
che
prevedono
il
ricorso
a
Ginevra
,
il
deferimento
all
'
arbitrato
di
ogni
eventuale
controversia
,
il
perdurare
degli
effetti
del
Patto
fino
ad
un
anno
dopo
l
'
abrogazione
che
deve
essere
effettuata
non
dalle
parti
ma
dalla
Lega
(
art
.
8
)
.
Per
queste
ragioni
l
'
opinione
francese
considera
il
gesto
germanico
non
una
denuncia
ma
una
violazione
,
e
,
come
risulta
dalle
dichiarazioni
di
Sarraut
,
l
'
esame
delle
nuove
proposte
germaniche
viene
posposto
alla
questione
fondamentale
e
preliminare
di
trarre
le
conseguenze
contro
la
violazione
,
secondo
quanto
prevede
il
Patto
.
Passa
quindi
in
seconda
linea
la
questione
della
compatibilità
del
Patto
franco
-
russo
col
Patto
di
Locarno
,
sulla
quale
questione
del
resto
il
governo
francese
si
era
dichiarato
disposto
di
adire
alla
Corte
dell
'
Aja
davanti
alla
quale
la
Germania
avrebbe
potuto
far
valere
le
sue
argomentazioni
.
Quindi
da
parte
francese
come
ha
esplicitamente
detto
Sarraut
viene
rifiutata
ogni
trattativa
sulle
proposte
tedesche
e
sul
Patto
franco
-
sovietico
.
Il
punto
di
partenza
d
'
ogni
azione
della
Lega
,
alla
quale
la
Francia
si
è
rivolta
,
sarà
un
giudizio
sul
fatto
compiuto
della
militarizzazione
della
Renania
e
sul
fatto
compiuto
del
ripudio
unilaterale
dei
trattati
.
Le
riunioni
di
domani
a
Parigi
e
di
venerdì
a
Ginevra
verteranno
su
tali
argomenti
.
Prescindendo
dai
vari
e
complessi
motivi
extra
-
giuridici
che
hanno
determinata
l
'
iniziativa
tedesca
e
che
sono
presentati
sul
piano
di
imprescindibili
rivendicazioni
dell
'
onore
nazionale
,
si
assiste
con
preoccupazione
assai
viva
all
'
eclisse
di
quel
Patto
di
Locarno
il
quale
,
nella
foresta
delle
convenzioni
internazionali
,
si
poteva
considerare
il
principale
punto
di
orientamento
e
la
principale
garanzia
della
pace
.
Con
tale
Patto
veniva
posto
fine
alle
controversie
territoriali
in
quella
zona
renana
che
fu
sempre
motivo
di
penosi
turbamenti
,
ed
il
reciproco
riconoscimento
dei
confini
fra
la
Francia
,
il
Belgio
e
la
Germania
veniva
posto
sotto
la
garanzia
dell
'
Italia
e
dell
'
Inghilterra
.
Nessuna
soluzione
più
rispondente
alle
necessità
di
un
riavvicinamento
franco
-
germanico
,
di
una
cooperazione
anglo
-
italiana
poteva
essere
trovata
in
vista
di
un
assetto
della
pace
europea
sulla
base
di
una
sicurezza
veramente
«
collettiva
»
.
Collettivismo
pratico
e
positivo
,
non
rettorico
ed
astratto
.
A
Locarno
un
passo
gigantesco
era
stato
fatto
,
ma
l
'
ombra
del
trattato
di
Versailles
è
rimasta
proiettata
sugli
articoli
del
Patto
.
Oggi
il
rinato
nazionalismo
germanico
dà
alle
costruzioni
giuridiche
e
contrattuali
una
scossa
che
Hitler
ritiene
«
finale
nella
lotta
per
l
'
uguaglianza
dei
diritti
della
Germania
»
,
mentre
si
chiamano
gli
uomini
e
le
donne
del
Reich
a
«
fare
il
giuramento
di
non
retrocedere
davanti
ad
alcuna
misura
di
forza
per
ristabilire
l
'
onore
del
popolo
»
.
È
questa
la
strada
che
conduce
alla
ricostruzione
della
«
famiglia
europea
»
auspicata
da
Hitler
?
Troppo
odio
avvelena
il
mondo
mentre
la
parola
data
perde
il
suo
carattere
sacro
.
StampaQuotidiana ,
È
noto
che
le
epopee
maturano
,
come
i
destini
.
Del
resto
l
'
epopea
è
un
atteggiamento
del
destino
.
Un
destino
senza
epopea
non
vale
un
turacciolo
.
Quando
a
Napoli
dicono
che
«
è
mmaturato
'
o
piro
»
,
denunciano
con
queste
parole
un
destino
mediocre
,
senza
epopea
.
Avvolto
nell
'
epos
è
il
destino
degli
uomini
forti
,
dei
soldati
americani
,
dei
marines
,
dei
ministri
della
difesa
e
degli
interni
.
Questi
ogni
giorno
scrivono
pagine
di
epopea
.
E
non
solo
ne
scrivono
,
ma
ne
abbozzano
sempre
delle
nuove
.
Lo
ha
detto
anche
De
Gasperi
,
giorni
fa
.
Ha
detto
che
i
guerrieri
americani
che
vengono
o
stanno
per
giungere
in
Europa
saranno
gli
uomini
della
nuova
epopea
.
È
questo
un
annuncio
di
grandi
gesta
anche
per
le
quadrate
legioni
democristiane
e
per
le
salmerie
someggiate
,
socialdemocratiche
e
repubblicano
-
storiche
.
Matura
,
dunque
,
una
nuova
epopea
e
questa
non
è
però
né
cotogno
,
né
ficodindia
.
È
,
niente
di
meno
,
una
figlia
del
Fato
.
Molti
segni
l
'
annunciano
e
la
preparano
.
Chiunque
abbia
l
'
animo
acceso
a
grandi
cose
ha
visto
nei
«
rai
fulminei
»
del
ministro
degli
interni
dai
piedi
piatti
o
nella
pugnace
cavalcante
oratoria
del
suo
collega
della
Difesa
che
la
grande
ora
della
epopea
americana
sta
per
scoccare
in
Europa
.
Per
mio
conto
ho
assistito
idealmente
,
con
malcelato
stupore
,
alle
astute
manovre
appenniniche
dei
mesi
estivi
,
guidate
dal
noto
Capitano
.
Lo
stupore
mi
ha
totalmente
conquistato
quando
il
genio
militare
che
guidò
le
manovre
si
è
scoperto
in
tutta
la
sua
grandezza
.
Al
di
sopra
di
ogni
atteggiamento
preconcetto
o
di
parte
,
riconosciamo
che
le
fittizie
ma
verosimili
battaglie
d
'
estate
rivelarono
il
Capitano
,
volgarmente
chiamato
colonnello
.
L
'
unghia
del
leone
era
evidente
nel
piano
strategico
e
sin
nei
dettagli
più
minuti
delle
operazioni
,
compreso
quello
genialissimo
del
«
partigiano
»
nascosto
sotto
il
fieno
sull
'
ingenuo
carretto
contadino
,
e
quindi
scoperto
al
fiuto
,
dai
reparti
specializzati
.
In
quei
giorni
anche
noi
che
stavamo
a
Roma
o
a
Milano
o
a
Napoli
sentimmo
l
'
odore
dell
'
epopea
che
ci
veniva
col
vento
dalle
montagne
e
d
'
ai
colli
del
non
varcato
Appennino
,
e
che
non
è
meno
delizioso
del
profumo
dei
fegatini
laureati
e
schidionati
.
Confesso
,
però
,
che
più
di
ogni
altro
evento
,
nella
guerra
finta
,
mi
colpi
il
gran
rapporto
fatto
dal
Capitano
dopo
la
finta
vittoria
.
Il
gran
rapporto
,
in
fondo
,
fu
l
'
unica
cosa
vera
in
tutta
questa
storia
.
Qui
il
Capitano
superò
se
stesso
per
capacità
di
sintesi
,
lucidità
di
prospettive
e
velleità
di
sterminio
.
Noi
abbiamo
conosciuto
il
Capitano
in
epoche
tristi
,
quando
ad
esempio
,
bisognava
tener
duro
dinanzi
alle
prevalenti
forze
avversarie
fasciste
nella
Spagna
ed
egli
si
impose
il
terribile
sacrificio
del
«
fuimme
fuì
»
,
che
è
una
sorta
di
«
obbedisco
»
,
lanciato
in
risposta
all
'
imperativo
del
proprio
sistema
nervoso
.
Non
si
è
eroi
tutti
i
giorni
e
tanto
meno
la
domenica
,
che
'
è
giorno
di
riposo
.
Abbiamo
visto
il
Capitano
in
un
'
altra
ora
,
quando
vi
era
da
combattere
contro
gli
invasori
tedeschi
.
Era
venuto
egli
dalle
Americhe
,
alla
maniera
garibaldina
,
per
liberare
l
'
Italia
;
e
la
gente
in
alto
mare
se
lo
additava
:
«
È
lui
,
è
lui
»
.
Giunto
in
Italia
si
avvide
che
la
monarchia
era
ancora
in
piedi
,
che
vi
era
in
Italia
un
re
,
e
allora
il
Capitano
schivò
il
destino
:
non
avrebbe
mai
combattuto
per
l
'
Italia
sotto
le
insegne
del
re
.
Si
ritrasse
sdegnoso
e
ci
privò
tutti
del
suo
genio
e
della
sua
spada
.
Dovemmo
perciò
cavarcela
alla
meglio
senza
di
lui
.
Ora
là
,
sull
'
Appennino
non
varcato
dal
nemico
,
a
cagione
dell
'
assenza
ingiuriosa
dello
stesso
,
il
Capitano
aveva
netta
la
visione
della
grande
epopea
americana
di
domani
;
e
il
suo
cuore
tutto
rivolto
,
per
naturale
costituzione
,
alle
facili
e
radiose
epopee
dell
'
avvenire
,
fremeva
di
furore
pugnace
.
La
sua
oratoria
era
senza
freni
,
irruente
come
un
carro
d
'
assalto
.
Certo
,
l
'
oratoria
del
nostro
non
è
quella
dei
grandi
capitani
che
vinsero
famose
battaglie
;
ma
non
è
del
tutto
estranea
alla
classicità
militare
.
Se
vuoi
trovarne
le
sorgenti
,
ti
basti
risalire
al
non
lontano
Cambronne
,
la
cui
micidialità
polemica
,
nel
corso
della
battaglia
,
fu
smentita
solo
per
una
serie
di
accidenti
estranei
al
robusto
ottimismo
del
generale
.
Oppure
le
puoi
trovare
nello
stile
dei
furieri
maggiori
,
tosi
ricco
del
senso
del
regolamento
,
della
gavetta
e
della
latrina
di
compagnia
,
con
un
pizzico
di
cultura
che
fa
un
bell
'
effetto
anche
nella
vita
militare
.
«
Quando
c
'
è
il
capitano
,
fiat
lux
:
faccia
lui
»
,
diceva
un
furiere
del
mio
tempo
,
con
maschia
eloquenza
;
e
concludeva
stabilendo
bene
le
funzioni
delle
gerarchie
discendenti
:
«
Quando
il
capitano
non
c
'
è
,
siamo
qua
noi
:
sine
qua
non
!
»
.
Se
questo
stile
è
un
po
'
confuso
,
a
cagione
dell
'
elmo
dello
Scipio
latino
che
cinge
la
nostra
testa
,
non
si
può
negare
che
sia
pieno
di
colore
.
Con
questi
modelli
davanti
agli
occhi
della
mente
parlava
il
nostro
al
gran
rapporto
.
E
avendo
dimenticato
il
cimiero
nell
'
armadio
di
casa
,
si
era
infilato
un
pennacchio
nella
cuticagna
(
esempio
mirabile
di
stoicismo
)
e
il
pennacchio
svettava
nell
'
aria
come
un
getto
di
fontana
.
Spinto
dall
'
aria
compressa
dei
suoi
sentimenti
,
il
Capitano
annunciò
le
grandi
imminenti
ore
della
storia
.
Ma
pose
una
condizione
alla
vittoria
alata
:
la
condizione
di
«
far
fuori
»
,
ovverosia
sbattere
al
muro
,
sbudellare
,
quattrocento
avversari
dell
'
epopea
.
Io
non
,
so
cosa
abbiano
pensato
gli
uomini
della
truppa
,
gli
ufficiali
e
i
generali
,
a
questa
trovata
.
Forse
saranno
rimasti
perplessi
.
Ma
le
idee
geniali
nascono
dalla
osservazione
acuta
di
un
fatto
elementare
.
Così
Newton
,
quando
ricevette
una
mela
sulla
testa
,
scopri
la
legge
dei
gravi
.
La
paura
,
che
è
un
fenomeno
elementarissimo
,
ha
certamente
indotto
il
Capitano
alla
scoperta
della
legge
dei
quattrocento
.
La
scoperta
ha
avuto
fortuna
.
Il
consiglio
dei
ministri
,
dietro
ispirazione
del
«
trust
dei
cervelli
»
del
dipartimento
di
Stato
,
l
'
ha
approvata
.
Ma
il
comitato
della
difesa
,
invece
di
400
,
ha
ritenuto
necessario
che
la
eliminazione
tocchi
mille
e
non
400
avversari
dell
'
epopea
.
Meglio
mille
che
400
.
Così
che
sono
state
preparate
opportunamente
le
liste
di
emergenza
.
Appena
,
scoccherà
l
'
ora
fatale
,
350
avversari
saranno
imprigionati
,
in
,
attesa
delle
decisioni
superiori
,
e
650
saranno
mandati
in
campi
di
concentramento
.
Dopo
di
che
la
strada
dell
'
epopea
sarà
aperta
in
Italia
e
il
Capitano
,
a
capo
del
suo
stato
maggiore
,
penetrerà
a
capofitto
nel
fronte
nemico
,
come
nel
burro
.
StampaQuotidiana ,
La
relazione
presentata
da
Stalin
all
'
Assemblea
plenaria
del
Comitato
Centrale
del
Partito
comunista
riunito
a
Mosca
il
3
marzo
viene
solo
ora
pubblicata
dalla
stampa
ufficiale
sovietica
.
Le
parole
del
dittatore
rosso
sono
autorevole
fonte
per
giudicare
quali
siano
i
propositi
della
nuova
politica
sovietica
sia
interna
che
estera
dopo
la
promulgazione
del
nuovo
ordinamento
costituzionale
dello
scorso
dicembre
,
ordinamento
che
ora
si
va
progressivamente
attuando
.
La
relazione
di
Stalin
,
alla
quale
non
manca
la
solita
prolissità
della
verbosa
eloquenza
sovietica
,
ha
soprattutto
la
preoccupazione
,
o
presunzione
,
di
mettere
le
cose
in
chiaro
a
proposito
dei
recenti
processi
e
della
ferocia
con
la
quale
si
è
proceduto
contro
la
vecchia
guardia
leninista
la
quale
è
stata
spazzata
via
dalla
nuova
ondata
di
terrore
staliniano
.
Nel
groviglio
delle
notizie
contraddittorie
e
tendenziose
è
bene
ascoltare
la
voce
che
viene
dal
Kremlino
,
poiché
nelle
stesse
parole
di
Stalin
vi
è
già
una
denuncia
della
miseria
morale
del
sistema
trionfante
.
Lo
spettro
interno
,
il
grande
e
spaventoso
spettro
del
bolscevismo
ufficiale
,
è
stato
ed
è
il
«
trotzkismo
»
.
È
opportuno
tener
presente
il
duplice
senso
che
ha
il
termine
«
trotzkismo
»
.
Anzitutto
significa
una
dottrina
rivoluzionaria
,
la
dottrina
rivoluzionaria
della
IV
Internazionale
che
sostiene
la
necessità
della
diffusione
del
comunismo
e
la
necessità
della
rivoluzione
mondiale
come
condizione
del
consolidamento
del
sistema
interno
del
comunismo
russo
(
questa
teoria
è
in
contrasto
con
quella
staliniana
che
inverte
i
termini
ponendo
in
primo
piano
il
consolidamento
del
sistema
comunista
in
Russia
)
.
In
secondo
luogo
per
«
trotzkismo
»
si
intende
il
nemico
interiore
,
il
nemico
che
il
comunismo
esprime
dal
suo
stesso
seno
,
diversamente
dal
nemico
esteriore
definito
sinteticamente
«
fascismo
»
.
La
relazione
di
Stalin
è
particolarmente
espressiva
nel
dipingere
a
chiare
tinte
questo
nemico
interiore
che
il
Kremlino
potrà
chiamare
anche
«
trotzkismo
»
ma
che
noi
chiamiamo
quintessenza
del
sistema
politico
e
del
costume
morale
sovietico
.
Stalin
ci
racconta
che
questi
comunisti
non
ortodossi
esercitavano
prevalentemente
la
loro
attività
in
combutta
con
elementi
dello
spionaggio
straniero
penetrando
con
la
loro
azione
corrosiva
nelle
«
organizzazioni
base
»
dello
Stato
.
Sulle
spalle
di
questi
cosiddetti
sabotatori
si
caricano
le
accuse
delle
peggiori
immoralità
pubbliche
e
private
,
e
Stalin
conclude
definendo
questa
gente
«
una
banda
di
sabotatori
senza
princìpi
,
di
spioni
e
di
assassini
»
.
Di
fronte
a
queste
definizioni
si
possono
porre
vari
interrogativi
.
Anzitutto
,
quale
è
il
regime
dal
cui
ambiente
i
sabotatori
,
gli
spioni
,
gli
assassini
escono
in
così
ricca
schiera
?
Si
tratta
forse
dell
'
immancabile
zavorra
di
ogni
regime
?
Per
rispondere
a
questa
domanda
bisogna
ricordare
che
,
escluso
Stalin
,
tutti
coloro
che
Lenin
ha
nel
suo
testamento
espressamente
nominati
come
suoi
eredi
spirituali
(
se
di
spirito
si
può
parlare
)
,
proprio
tutti
costoro
sono
stati
o
giustiziati
o
banditi
.
Quindi
i
sabotatori
,
gli
spioni
e
gli
assassini
sono
appunto
la
quintessenza
del
leninismo
.
Tutto
ciò
era
ben
noto
al
mondo
;
ma
la
definizione
staliniana
è
una
conferma
troppo
autorevole
per
non
esser
archiviata
.
Quale
fu
la
causa
di
questa
corrosione
interiore
esercitata
perfino
nelle
organizzazioni
-
base
?
Stalin
risponde
:
«
I
nostri
camerati
,
nel
corso
degli
ultimi
anni
,
sono
stati
interamente
assorbiti
dal
lavoro
economico
.
Offuscati
dai
successi
ottenuti
sul
terreno
economico
,
sono
arrivati
a
considerare
come
secondarie
,
poco
importanti
le
altre
questioni
che
sono
invece
essenziali
»
.
Evidentemente
si
tratta
di
mascherare
con
palliativi
le
ragioni
vere
del
disordine
,
cioè
la
crisi
del
sistema
che
si
allarga
ed
ingigantisce
malgrado
il
terrorismo
,
malgrado
la
vasta
rete
delle
organizzazioni
poliziesche
che
sono
costituite
da
camerati
non
certo
«
assorbiti
dal
lavoro
economico
»
.
Per
ridare
ossigeno
all
'
organizzazione
del
partito
,
che
è
in
crisi
sia
per
ciò
che
riguarda
i
principi
come
per
ciò
che
riguarda
la
pratica
,
Stalin
propone
un
nuovo
sistema
di
formazione
dei
dirigenti
e
di
organizzazione
dei
quadri
mediante
rigorose
selezioni
per
l
'
avanzamento
dei
lavoratori
nel
rango
dirigenti
.
Ciò
si
impone
specialmente
in
vista
delle
prossime
elezioni
nelle
quali
la
vantata
libertà
elettorale
dovrà
essere
arginata
dall
'
azione
del
partito
.
Stalin
riafferma
con
particolare
vigore
la
necessità
di
tener
fede
al
principio
della
lotta
di
classe
.
Ciò
può
servire
in
modo
particolare
a
coloro
che
si
illudono
ritenendo
possibile
un
miglioramento
del
sistema
sovietico
,
coloro
i
quali
,
come
affermava
il
Santo
Padre
nella
sua
enciclica
,
«
riferendosi
a
certi
cambiamenti
introdotti
recentemente
nella
legislazione
sovietica
ne
concludono
che
il
comunismo
sia
per
abbandonare
il
suo
programma
di
lotta
contro
Dio
»
.
«
Procurate
,
Venerabili
Fratelli
aggiungeva
il
Santo
Padre
che
i
fedeli
non
si
lascino
ingannare
.
Il
comunismo
è
intrinsecamente
perverso
»
.
A
proposito
della
lotta
di
classe
che
si
poteva
ritenere
almeno
assopita
con
la
dittatura
del
proletariato
,
Stalin
dice
:
«
È
necessario
combattere
e
rigettare
la
teoria
cattiva
secondo
la
quale
,
a
misura
che
avanziamo
,
la
lotta
di
classe
dovrebbe
per
noi
diminuire
,
la
teoria
cattiva
secondo
la
quale
a
misura
che
aumentano
i
nostri
successi
dovrebbe
diminuire
la
resistenza
dei
nostri
nemici
:
al
contrario
,
più
avanziamo
più
otterremo
successo
e
più
i
resti
delle
classi
che
abbiamo
vinte
si
eserciteranno
contro
di
noi
»
.
Quindi
,
rinnovata
insistenza
nella
lotta
classista
.
Quanto
alla
politica
estera
il
rapporto
di
Stalin
dice
ben
poco
.
Invece
è
espressiva
la
rimozione
avvenuta
negli
ultimi
giorni
del
sottosegretario
agli
Esteri
Krestinskij
il
quale
era
fautore
di
una
politica
di
avvicinamento
alla
Germania
in
contrasto
con
Litvinov
che
si
mantiene
favorevole
al
trattato
franco
-
sovietico
ed
alla
politica
societaria
.
Il
passaggio
di
Krestinskij
ad
altro
dicastero
è
considerato
come
un
rafforzamento
delle
direttive
di
Litvinov
che
,
anche
negli
avvenimenti
spagnoli
,
ha
una
politica
prevalentemente
interventista
nelle
cose
occidentali
.
StampaQuotidiana ,
Da
Gerusalemme
divisa
,
5
gennaio
-
Se
è
vero
che
le
forme
verbali
dell
'
aramaico
non
consentono
una
netta
distinzione
tra
passato
,
presente
e
futuro
,
e
lascio
la
responsabilità
dell
'
affermazione
a
Raymond
Aron
,
si
può
comprendere
che
il
continuum
di
un
eterno
presente
abbia
finito
per
imporre
una
certa
iconoclastia
ai
Paesi
di
lingue
semitiche
.
Da
un
lato
concreto
,
la
vita
quotidiana
,
dall
'
altro
ciò
che
non
si
può
né
vedere
né
rappresentare
.
Così
il
Dio
non
effigiato
doveva
prendere
,
presso
gli
ebrei
,
anche
gli
attributi
meno
nobili
dell
'
uomo
:
la
collera
,
la
violenza
.
Mancando
ai
monoteisti
il
conforto
che
ebbero
i
greci
di
popolare
la
Terra
di
divinità
terrene
o
di
subdivinità
in
incognito
,
molto
lento
dovette
essere
il
processo
che
vide
nascere
la
carità
,
in
sostituzione
dell
'
antica
pietas
,
accessibile
solo
a
pochi
privilegiati
.
E
fu
la
rivoluzione
cristiana
,
da
duemila
anni
la
sola
rivoluzione
che
,
anche
incompiuta
come
è
,
dica
ancora
qualcosa
al
cuore
dell
'
uomo
.
Questi
,
ed
altri
meno
peregrini
,
erano
i
sentimenti
che
mi
ispirava
la
strada
quasi
deserta
che
porta
da
Amman
a
Gerusalemme
.
Nella
città
di
Amman
ho
visto
solo
i
quartieri
dei
rifugiati
,
che
formano
una
sorta
di
lebbrosario
edilizio
.
Più
in
là
,
alle
baracche
e
alle
casupole
succedono
tende
di
forma
semiovoidale
,
attaccate
al
suolo
come
sanguisughe
.
Apparvero
poi
due
cammelli
,
uno
sciacallo
con
gli
occhi
accesi
dalle
prime
luci
del
tramonto
e
una
o
due
squadre
dei
mirabili
cavalleggeri
arabi
del
re
Ussein
.
Il
suolo
rossastro
e
ondulato
,
non
ci
si
accorgeva
di
scendere
gradatamente
dai
quasi
mille
metri
dell
'
altipiano
verso
i
quattrocentoquaranta
piedi
sotto
il
livello
del
mare
del
plumbeo
Mar
Morto
.
Sulle
rive
del
quale
sorge
un
Dead
Sea
Hotel
che
offriva
camere
libere
ma
non
riscaldate
.
E
il
freddo
in
terra
era
intenso
,
le
poche
erbe
erano
già
strinate
dal
gelo
.
Una
larva
di
calore
ci
offriva
,
invece
,
a
Gerusalemme
,
un
alberguccio
sul
Monte
degli
Ulivi
.
Ma
in
questi
giorni
un
solo
alloggio
non
bastava
ai
giornalisti
,
perché
la
città
è
divisa
in
due
parti
,
una
giordana
e
una
israeliana
,
e
chi
voleva
vedere
qualcosa
doveva
far
la
spola
dall
'
una
all
'
altra
,
dopo
essersi
imbottite
le
tasche
di
ogni
genere
di
documenti
,
tessere
e
salvacondotti
.
Per
la
prima
volta
in
vita
mia
,
ho
avuto
così
due
alloggi
,
uno
dei
quali
lussuoso
,
a
forse
un
chilometro
di
distanza
.
Che
cosa
pensavano
i
giordani
dell
'
imminente
arrivo
di
Paolo
VI
?
Secondo
re
Ussein
,
il
Papa
potrà
rendersi
conto
delle
condizioni
di
vita
di
un
milione
di
rifugiati
,
ma
non
bisogna
attribuirgli
compiti
di
mediatore
tra
due
Paesi
ancora
su
un
piede
di
guerra
,
seppure
in
regime
di
armistizio
.
Che
cosa
pensano
gli
arabi
del
nostro
coraggioso
Pontefice
?
Lo
abbiamo
chiesto
ad
un
arabo
ed
egli
ci
ha
interrogato
a
sua
volta
:
sa
camminare
sull
'
acqua
il
Papa
?
E
alla
nostra
risposta
se
ne
è
andato
,
deluso
.
Ciò
non
toglie
che
in
questo
Paese
l
'
interesse
per
l
'
inopinato
gesto
di
Paolo
VI
sia
stato
altissimo
.
Mentre
sto
scrivendo
,
levo
gli
occhi
e
guardo
la
mareggiata
umana
che
accoglie
il
Papa
alla
porta
di
Damasco
.
Neppure
il
forte
sbarramento
della
polizia
e
dell
'
esercito
giordano
ha
potuto
impedire
che
,
durante
l
'
ascensione
della
Via
Dolorosa
,
il
Pontefice
dovesse
procedere
tra
una
vera
calca
di
popolo
.
Eppure
la
Via
Crucis
,
quando
l
'
avevo
percorsa
io
,
non
era
che
un
vicolo
in
salita
,
a
zigzag
,
sul
quale
si
aprono
friggitorie
e
piccole
botteghe
.
Era
una
sera
di
luna
,
non
si
vedeva
anima
viva
.
In
un
seminterrato
un
uomo
impastava
coi
piedi
nudi
una
melma
di
olio
di
sesamo
e
il
tanfo
dilagava
intorno
.
La
vera
Via
Crucis
correva
sotto
l
'
attuale
strada
,
pochi
metri
al
di
sotto
;
qualche
traccia
ne
resta
ancora
ed
a
ogni
stazione
c
'
è
un
'
apertura
che
permette
di
scorgerla
.
La
chiesa
del
Santo
Sepolcro
sorge
su
quella
che
doveva
essere
poco
più
di
una
gibbosità
o
verruca
del
suolo
.
È
là
che
Paolo
VI
ha
celebrato
,
nello
storico
4
gennaio
1964
,
la
prima
Messa
di
un
Papa
in
Terrasanta
.
Se
è
lecito
attribuire
pensieri
nostri
a
così
alto
visitatore
,
si
può
credere
che
egli
abbia
invidiato
quei
pellegrini
che
vengono
qui
senza
clamore
di
pubblicità
e
senza
apparire
su
alcuno
schermo
.
Teoricamente
,
la
possibilità
esisteva
,
poiché
né
Giordania
né
Israele
posseggono
la
televisione
:
í
giordani
troppo
poveri
per
pagarsi
questo
lusso
,
gli
israeliani
convinti
che
la
televisione
distragga
dal
lavoro
e
corrompa
i
costumi
.
Ma
la
macchina
diabolica
poteva
essere
importata
per
pochi
giorni
,
e
nessun
uomo
di
prestigio
e
tanto
meno
il
capo
della
ecumene
cattolica
potrebbe
sognarsi
oggi
di
viaggiare
clandestinamente
.
A
Getsemani
poi
,
l
'
ultima
tappa
importante
di
questa
prima
spossante
fatica
del
Papa
,
è
quasi
impensabile
la
folla
.
L
'
orto
ha
ancora
la
ingenuità
dei
quadri
dei
primitivi
,
la
luce
sgronda
dagli
alberi
,
un
uccellino
ammaestrato
dai
francescani
viene
a
posarsi
sulla
vostra
spalla
;
e
nemmeno
il
cuore
più
indurito
può
trattenere
la
commozione
vedendo
la
più
che
bimillenaria
lastra
di
pietra
sulla
quale
il
Salvatore
,
per
lunga
ed
ininterrotta
tradizione
,
si
adagiò
e
pianse
.
Mi
accorgo
di
aver
saltato
a
piè
pari
la
tappa
intermedia
toccata
in
breve
tempo
dal
Papa
:
Betania
,
dove
si
vedono
i
resti
della
casa
di
Lazzaro
,
pure
custodita
dai
francescani
.
Qui
la
chiesa
è
quasi
addossata
a
una
moschea
e
il
suono
dell
'
organo
e
il
canto
rauco
del
muezzin
si
fondono
in
un
unico
stupefacente
concerto
.
Nazaret
,
il
più
famoso
dei
luoghi
santi
,
si
trova
,
invece
,
in
Israele
.
Mentre
continuo
a
scrivere
(
è
l
'
alba
del
5
gennaio
)
il
Papa
vi
giungerà
dalla
frontiera
giordana
di
Jenin
e
a
Megiddo
sarà
incontrato
dal
presidente
della
Repubblica
israeliana
,
pressappoco
lungo
quella
spaccatura
dove
Debora
sconfisse
Sela
(
Giudici
,
5
,
19
)
.
Anche
a
Nazaret
bisogna
scendere
sotto
terra
per
vedere
le
grotte
dove
vissero
a
lungo
Maria
e
Gesù
e
dove
Giuseppe
lavorò
come
falegname
.
Purtroppo
la
chiesa
che
sovrasta
le
grotte
raffredderebbe
la
fede
più
ardente
e
il
paesaggio
circostante
,
assai
deturpato
,
non
giustifica
più
la
sua
reputazione
.
Il
lago
di
Tiberiade
,
il
colle
delle
Beatitudini
,
il
Monte
Tabor
sono
altre
tappe
di
quella
che
qualche
giornale
definisce
the
Pope
'
s
cavalcade
.
Il
lago
resta
ed
è
probabilmente
eguale
a
quello
che
fu
visto
da
Gesù
:
non
vi
sono
che
poche
abitazioni
.
L
'
altro
giorno
questo
piccolo
mare
di
Galilea
era
sferzato
da
un
vento
furioso
,
le
onde
erano
altissime
,
di
un
colore
quasi
nero
.
Siamo
ancora
sotto
il
livello
del
mare
.
Una
piccola
monaca
espone
alla
mia
ammirazione
un
grosso
luccio
che
era
convinta
fosse
destinato
alla
cena
del
Pontefice
.
Di
fronte
è
la
Siria
che
un
tempo
mandava
qui
turisti
e
villeggianti
.
Nel
viaggio
di
ritorno
Paolo
VI
sosterà
a
Cana
,
dove
battezzerà
un
bambino
,
e
a
Ramla
,
dove
nacque
Giuseppe
d
'
Arimatea
.
Si
pensa
che
gli
sarà
mostrato
il
sicomoro
sul
quale
si
arrampicò
Zaccheo
per
vedere
Gesù
.
La
via
del
ritorno
lungo
la
fascia
costiera
,
che
in
qualche
punto
è
larga
appena
dieci
chilometri
,
e
la
strada
che
sale
poi
a
Gerusalemme
mostrano
un
paesaggio
folto
di
agrumeti
,
ben
diverso
da
quello
giordano
.
A
tratti
sembra
di
essere
in
Umbria
e
qualcuno
ha
pensato
alla
Val
Gardena
.
Tutto
il
coltivabile
è
stato
sfruttato
al
massimo
,
abbondano
gli
uliveti
ed
i
cipressi
,
sui
colli
biancheggiano
i
kibbuz
.
Negli
ultimi
chilometri
si
scorgono
i
resti
delle
autoblindo
israeliane
che
nel
'46
tentarono
di
rompere
un
accerchiamento
.
Oggi
vi
sono
appese
ghirlande
di
fiori
.
La
Gerusalemme
ebraica
è
una
città
moderna
dove
esiste
quasi
ogni
confort
,
escluso
un
buon
riscaldamento
.
Israele
conta
ben
sette
università
e
non
ha
analfabeti
.
Il
contrasto
psicologico
con
lo
Stato
giordano
non
potrebbe
essere
più
forte
.
Di
là
l
'
Oriente
con
la
sua
inerzia
e
la
sua
apparente
inoffensività
;
di
qua
uno
Stato
moderno
,
ma
ibridato
incredibilmente
.
Accanto
agli
ortodossi
,
che
portano
lunghe
trecce
e
insultano
chi
si
permette
di
fumare
il
sabato
,
stanno
gli
stessi
uomini
che
possiamo
incontrare
in
via
Montenapoleone
.
Non
mancano
i
cattolici
e
neppure
gli
arabi
,
lo
Stato
è
ufficialmente
laico
,
sette
partiti
si
contendono
il
potere
,
la
ferma
militare
è
obbligatoria
anche
per
le
donne
,
e
le
più
belle
ragazze
sono
quelle
che
portano
la
divisa
.
Di
fronte
alla
vastità
territoriale
degli
Stati
arabi
,
poco
spazio
resta
a
disposizione
di
Israele
.
Potranno
un
giorno
arabi
e
israeliani
convivere
in
pace
?
È
quello
che
si
augura
ogni
uomo
di
buona
volontà
.
Ma
il
solco
è
ancora
profondo
e
le
previsioni
sono
inutili
.
Domani
,
6
gennaio
,
Paolo
VI
visiterà
Betlemme
e
poi
tornerà
ad
Amman
per
riprendere
il
viaggio
di
ritorno
.
Proponendo
e
attuando
rapidamente
questa
sua
visita
egli
ha
compiuto
un
gesto
che
non
ha
precedenti
,
che
ha
creato
difficoltà
di
ogni
genere
,
e
non
solo
di
etichetta
e
di
protocollo
,
un
gesto
del
quale
non
possiamo
valutare
per
ora
le
possibili
ripercussioni
.
La
sua
visita
è
stata
considerata
importante
e
nello
stesso
tempo
è
stata
temuta
.
Religiosamente
,
nessuna
delle
parti
tuttora
in
lotta
appartiene
alla
cattolicità
.
Sul
piano
politico
si
è
trattato
della
visita
di
un
capo
straniero
ai
due
capi
di
Stato
che
lo
hanno
ricevuto
.
Ma
sul
piano
della
storia
esistono
forze
che
agiscono
nel
sottosuolo
e
che
sfuggono
alla
comprensione
dei
contemporanei
.
Forse
io
mi
sono
trovato
come
Fabrizio
del
Dongo
a
Waterloo
:
ho
assistito
a
una
grande
azione
storica
senza
rendermene
conto
.
Più
tardi
attraverso
il
ricordo
ne
prenderò
piena
coscienza
.
Per
fortuna
o
per
disgrazia
noi
uomini
dell
'
Occidente
possediamo
forme
verbali
che
ci
permettono
di
vivere
più
nel
passato
e
nel
futuro
che
nel
presente
.
Posso
concludere
queste
brevi
note
affidate
al
telegrafo
dicendo
con
quale
emozione
di
pellegrino
culturale
ho
rimesso
piede
dopo
anni
nelle
terre
dove
è
nato
il
monoteismo
.
Paesi
come
questi
lasciano
,
come
ha
detto
il
vecchio
re
Abdulla
assassinato
qui
a
Gerusalemme
,
una
impressione
di
eternità
.
Abbiamo
creato
tante
macchine
,
il
progresso
,
sebbene
a
rilento
,
è
giunto
anche
qui
,
eppure
noi
sentiamo
che
la
via
del
progresso
meccanico
non
è
che
una
delle
vie
possibili
e
forse
non
è
neppure
la
via
più
giusta
per
l
'
Oriente
che
noi
possiamo
dire
cristiano
anche
se
i
cristiani
vi
sono
in
minoranza
.
Io
ne
avevo
già
avuto
il
sentore
quando
visitai
rovine
e
santuari
,
oasi
e
città
morte
di
Libano
e
di
Siria
sotto
la
guida
di
Julian
Huxley
:
terre
che
si
possono
amare
o
detestare
,
prendere
o
lasciare
,
ma
che
in
nessun
caso
possono
lasciarci
indifferenti
.
E
per
conto
mio
anche
stavolta
,
vincendo
la
ripugnanza
del
grasso
di
montone
e
delle
sugne
di
olio
di
sesamo
,
posso
dire
che
non
mi
pento
di
aver
deciso
senza
esitazione
di
prenderle
e
di
conservarle
gelosamente
tra
i
miei
ricordi
più
cari
.
StampaQuotidiana ,
Il
caso
Yagoda
interessa
non
tanto
come
episodio
del
terrorismo
sovietico
quanto
come
sintomo
di
una
evoluzione
del
regime
.
La
conoscenza
delle
cose
russe
è
spesso
così
indiretta
e
contraddittoria
che
la
politica
europea
è
costretta
a
far
tesoro
anche
di
semplici
episodi
per
poi
collegarli
allo
sviluppo
generale
delle
cose
russe
.
L
'
episodio
Yagoda
è
considerato
rivelatore
rispetto
i
rapporti
fra
la
politica
e
l
'
esercito
.
Le
grandi
organizzazioni
della
polizia
segreta
(
Ceka
,
Ghepeù
)
che
hanno
foscamente
caratterizzato
il
regime
sovietico
nel
primo
ventennio
di
vita
tendono
a
lasciare
posto
all
'
affermarsi
sempre
più
accentuato
di
una
dittatura
di
carattere
militare
la
quale
finirebbe
per
soppiantare
in
modo
definitivo
quell
'
oligarchia
politica
degli
intimi
collaboratori
di
Lenin
che
si
ritenevano
gli
eredi
della
dottrina
rivoluzionaria
.
Finché
il
regime
conservava
un
carattere
oligarchico
la
polizia
segreta
aveva
una
funzione
di
primo
piano
,
specialmente
in
rapporto
ai
sospetti
ed
agli
antagonismi
fra
i
vari
capi
.
Frantumata
l
'
oligarchia
con
la
strage
dei
leninisti
della
prima
ora
,
tutto
il
regime
tende
ad
assumere
un
'
altra
fisionomia
.
La
fisionomia
militarista
e
dittatoriale
,
lo
zarismo
rinnovato
nella
forma
,
ricopiato
nella
sostanza
.
Che
l
'
oligarchia
sia
negli
ultimi
anni
tramontata
,
è
stato
sufficientemente
ricordato
dalle
cronache
degli
ultimi
anni
.
Il
«
Temps
»
,
ricordando
sinteticamente
il
cammino
percorso
dal
1924
,
cioè
dall
'
anno
della
morte
di
Lenin
,
rileva
che
a
quell
'
epoca
Stalin
non
era
che
uno
dei
membri
del
triumvirato
supremo
del
quale
facevano
parte
anche
Zinoviev
e
Kamenev
.
Trotzkij
aveva
in
mano
l
'
esercito
,
ed
ai
supremi
posti
di
comando
dell
'
oligarchia
sovietica
stavano
Bucharin
,
Rykov
e
Tomskij
,
dei
quali
erano
primi
collaboratori
Radek
,
Piatakov
,
Sokolnikov
.
Questo
stato
maggiore
è
scomparso
e
con
esso
è
scomparso
il
regime
oligarchico
.
Trotzkij
si
è
salvato
in
esilio
,
Radek
è
in
prigione
,
Bucharin
e
Rykov
,
espulsi
dal
partito
sono
sorvegliati
speciali
:
tutti
gli
altri
furono
giustiziati
.
Stalin
non
è
però
rimasto
solo
:
il
potere
è
diventato
una
specie
di
condominio
con
Voroscilov
,
il
capo
dell
'
esercito
,
il
maresciallo
sovietico
che
prima
di
essere
un
uomo
di
partito
è
un
uomo
d
'
arme
,
un
soldato
.
Stalin
domina
la
Russia
con
il
braccio
di
Voroscilov
.
Yagoda
non
serve
più
,
la
Ceka
e
le
istituzioni
che
ne
hanno
ereditato
lo
spirito
(
se
di
spirito
si
può
parlare
)
non
servono
più
:
sono
state
aggregate
al
commissariato
degli
Interni
.
Il
dittatore
comanda
con
l
'
esercito
,
quindi
in
fondo
è
l
'
esercito
che
comanda
.
Il
«
Temps
»
osserva
:
«
Questa
influenza
crescente
fino
ad
apparire
preponderante
dell
'
armata
è
uno
dei
tratti
caratteristici
del
nuovo
regime
russo
.
L
'
esercito
è
,
prima
del
partito
,
l
'
essenziale
sostegno
.
I
militari
costituiscono
nella
nazione
una
casta
ricolma
di
privilegi
»
.
Se
tale
è
la
nuova
fisionomia
della
politica
russa
,
è
legittimo
chiedersi
se
il
regime
non
tenda
a
rinnovare
,
sia
pure
con
nuove
forme
,
il
vecchio
Stato
zarista
,
dispotico
,
militarista
,
burocratico
,
asiatico
.
Anche
la
storia
delle
rivoluzioni
è
metodica
.
La
Rivoluzione
francese
finì
a
normalizzarsi
nell
'
esercito
,
che
ben
presto
ripose
in
luce
e
sfarzo
e
protocolli
e
costume
dell
'
antico
regime
.
Di
instaurazione
del
capitalismo
borghese
non
si
parla
,
ma
in
nessun
tempo
l
'
economia
russa
ebbe
una
struttura
capitalistica
.
Evidente
è
invece
la
progressiva
liquidazione
delle
aziende
agricole
statali
(
sovkhoz
)
che
sono
sostituite
da
aziende
cooperative
(
kolkhoz
)
nelle
quali
l
'
iniziativa
privata
tende
a
divenire
sempre
più
preminente
.
L
'
evoluzione
della
politica
sovietica
,
oltre
avere
la
caratteristica
di
tendere
ad
uno
Stato
dittatoriale
-
militaristico
con
rinuncia
all
'
integrale
socializzazione
,
ha
altre
note
non
meno
degne
di
rilievo
.
La
scomparsa
dell
'
oligarchia
leninista
ha
prodotto
pure
la
scomparsa
di
gran
parte
dell
'
elemento
semita
che
caratterizzava
la
vecchia
guardia
.
Stalin
è
caucasico
,
e
l
'
affermazione
della
sua
supremazia
dittatoriale
è
accompagnata
da
una
progressiva
eliminazione
dell
'
elemento
ebraico
dai
posti
di
comando
:
alcuni
osservatori
sono
arrivati
perfino
a
considerare
l
'
azione
di
Stalin
come
una
forma
di
larvato
antisemitismo
.
In
realtà
,
il
motivo
antisemita
non
è
mai
emerso
nei
recenti
processi
e
si
può
perciò
ritenere
che
la
persecuzione
contro
la
vecchia
guardia
di
Lenin
sia
stata
operata
da
Stalin
per
motivi
di
gelosia
di
potere
e
non
per
motivi
razziali
o
religiosi
.
Conferma
di
ciò
si
ha
nel
fatto
che
la
politica
estera
sovietica
è
attualmente
guidata
da
elemento
in
grande
prevalenza
ebraico
.
La
questione
semitica
nei
riguardi
della
politica
sovietica
è
oggetto
di
considerazioni
in
rapporto
all
'
antagonismo
fra
Berlino
e
Mosca
.
La
stampa
francese
considera
l
'
ipotetico
antisemitismo
di
Mosca
come
una
delle
cause
atte
ad
attenuare
il
contrasto
germano
-
sovietico
,
contrasto
che
si
ritiene
ancor
più
riducibile
nel
caso
in
cui
la
politica
tedesca
venga
influenzata
da
Ludendorf
e
dalla
Reichswehr
che
è
in
parte
non
contraria
ad
un
riavvicinamento
con
Mosca
.
Si
tratta
però
di
congetture
,
poiché
ufficialmente
sia
a
Mosca
che
a
Berlino
si
insiste
nell
'
intransigenza
.
L
'
unica
cosa
veramente
positiva
è
la
militarizzazione
progressiva
del
regime
sovietico
,
militarizzazione
che
è
stata
documentata
dai
vari
episodi
che
hanno
accompagnato
lo
scandalo
Yagoda
.
StampaQuotidiana ,
Così
era
scritto
sulla
bolletta
di
svincolo
di
un
pacco
postale
,
ricevuta
il
29
agosto
dai
coniugi
Dominici
,
abitanti
in
Roma
.
Erano
i
resti
del
loro
figliolo
Luigi
,
secondo
capo
di
marina
,
caduto
il
18
settembre
1944
combattendo
i
nazisti
sull
'
isola
di
Lissa
,
iscritto
nell
'
albo
d
'
oro
dei
Caduti
di
guerra
e
decorato
.
Le
ossa
di
Luigi
Dominici
venivano
restituite
a
sua
madre
,
in
un
pacco
,
con
l
'
avvertimento
che
lo
«
svincolo
»
comportava
il
pagamento
di
lire
1.280
per
spese
di
trasporto
e
di
dogana
:
prezzo
lieve
,
privilegiato
,
giacché
le
ossa
del
ragazzo
d
'
Italia
avevano
fruito
,
per
il
ritorno
«
a
casa
»
,
a
Roma
,
della
tariffa
militare
.
I
genitori
andarono
alla
dogana
,
costernati
per
l
'
irriverenza
e
per
l
'
oltraggio
patiti
.
Andarono
a
ritirare
il
«
pacco
»
.
-
Sì
,
il
pacco
è
vostro
,
è
di
vostra
proprietà
,
-
disse
un
impiegato
alla
madre
del
marinaio
d
'
Italia
Luigi
Dominici
.
E
quest
'
uomo
non
tremava
e
non
aveva
vergogna
.
-
È
vostro
e
potete
portarlo
via
.
-
Possiamo
portarlo
anche
a
casa
?
-
Anche
a
casa
,
dove
volete
,
la
cosa
non
ci
riguarda
.
La
pietà
dei
genitori
non
li
consigliava
,
però
,
di
portare
il
caro
fardello
nella
casa
di
via
Magliano
Sabina
.
Essi
chiedevano
l
'
onorata
sepoltura
dei
resti
del
loro
Luigi
e
gli
onori
militari
dovuti
al
soldato
caduto
in
combattimento
.
In
una
lettera
all
'
Unità
,
pubblicata
il
13
settembre
,
Augusto
e
Adele
Dominici
hanno
raccontato
l
'
incredibile
vicenda
e
il
loro
inammissibile
pellegrinaggio
da
un
ufficio
all
'
altro
,
per
ottenere
ciò
che
il
buon
senso
e
il
senso
del
'
onore
nazionale
ordinavano
di
fare
.
Hanno
ricevuto
,
invece
,
cortesi
rifiuti
e
repulse
burocratiche
.
Si
rilegga
la
lettera
dei
Dominici
,
e
si
capirà
meglio
a
quale
grado
di
bassezza
'
è
sceso
,
in
certi
ambienti
,
il
sentimento
nazionale
,
per
non
sparlare
del
sentimento
umano
.
Il
13
settembre
,
le
ossa
del
marinaio
Dominici
erano
ancora
«
in
deposito
»
alla
dogana
di
Roma
,
in
attesa
che
la
famiglia
comperasse
un
loculo
ossario
,
entro
il
termine
perentorio
di
cinque
giorni
,
per
chiudervele
.
Ora
,
mentre
scrivo
,
non
so
come
la
tristissima
vicenda
si
sia
conclusa
.
So
,
però
,
dagli
intrighi
diplomatici
,
dalle
guerre
in
corse
;
dai
piani
di
riarmo
effettivo
,
dalle
sfrenate
campagne
di
stampa
,
dai
discorsi
dei
capi
dei
governi
occidentali
,
dalle
manovre
militari
provocatorie
che
si
stanno
svolgendo
dal
Baltico
alla
Turchia
(
e
non
m
'
importa
se
i
temi
o
i
capi
militari
siano
sommamente
stupidi
)
,
so
che
vi
sono
dei
criminali
che
vogliono
e
stanno
preparando
nuove
vaste
aggressioni
e
una
terza
guerra
mondiale
.
Dicono
,
questi
pazzi
criminali
,
che
una
terza
guerra
mondiale
dovrebbe
servire
alla
difesa
della
civiltà
occidentale
,
di
quella
civiltà
dai
cui
cespi
abbiamo
staccato
il
fiore
mostruoso
del
nostro
racconto
.
Noi
sappiamo
a
che
cosa
mirano
questi
pazzi
criminali
.
Ma
se
meditiamo
sul
pacco
del
peso
di
kg
2
,
contenente
ossa
umane
,
sul
pacco
«
in
deposito
»
alla
sdogana
di
Roma
,
mi
pare
che
troviamo
meglio
,
tutti
insieme
,
la
regola
da
seguire
,
l
'
atteggiamento
di
avversione
e
di
lotta
attiva
da
tenere
di
fronte
al
pericolo
che
ci
sovrasta
,
e
per
affermare
la
dignità
dell
'
uomo
,
il
suo
diritto
a
vivere
nella
gioia
operosa
,
nella
pace
,
nella
libertà
.
Luigi
Dominici
è
morto
combattendo
per
questi
ideali
.
Mi
auguro
che
i
Partigiani
e
i
Combattenti
provvedano
a
riparare
la
vergogna
che
ci
è
stata
denunciata
,
e
che
ci
offende
tutti
,
anche
se
sarà
accolta
dai
Dominici
l
'
offerta
della
signora
romana
,
che
ha
messo
fraternamente
e
italianamente
a
disposizione
la
sua
tomba
di
famiglia
per
ricoverarvi
le
ossa
del
loro
figliolo
.
Ma
tradire
il
messaggio
dei
morti
che
s
'
immolarono
per
la
libertà
,
per
l
'
indipendenza
del
popolo
,
e
per
creare
al
popolo
un
'
esistenza
migliore
,
sarebbe
una
vergogna
peggiore
di
questa
.
StampaQuotidiana ,
Accanto
all
'
evoluzione
della
situazione
militare
spagnola
vi
è
una
evoluzione
della
situazione
civile
che
è
non
meno
significativa
della
prima
e
non
meno
necessaria
ad
integrare
il
quadro
delle
cose
spagnole
.
Dal
luglio
dello
scorso
anno
la
Spagna
che
si
definisce
«
governativa
»
ha
assistito
alla
nascita
e
morte
di
decine
di
governi
costituiti
non
solo
in
seguito
al
frantumarsi
dell
'
unità
nazionale
che
ha
incoraggiato
da
parte
repubblicana
lo
sviluppo
delle
autonomie
,
ma
anche
in
seguito
alla
lotta
fra
le
varie
correnti
dell
'
estremismo
socialista
ed
anarchico
in
perenne
dissenso
ed
in
perenne
difficoltà
a
mantenere
ordine
.
Dove
le
frazioni
si
contendono
manu
militari
il
potere
non
vi
è
legge
,
e
dove
non
vi
è
legge
non
vi
è
ordine
.
Questa
vicenda
di
trasformazioni
governative
,
che
caratterizza
la
politica
di
coloro
che
appunto
si
chiamano
«
governativi
»
,
deve
essere
documentata
in
quanto
fornisce
elementi
essenziali
per
un
giudizio
d
'
assieme
di
una
delle
più
micidiali
e
disastrose
convulsioni
della
storia
moderna
,
la
guerra
civile
spagnola
.
La
situazione
catalana
è
,
a
questo
proposito
,
sempre
simbolica
.
Gli
avvenimenti
degli
ultimi
giorni
hanno
riconfermato
che
in
tale
territorio
,
il
quale
si
dichiara
il
più
tenacemente
rosso
,
non
vi
è
un
governo
degno
di
tale
nome
.
A
Barcellona
la
Generalità
non
comanda
,
e
tanto
meno
comanda
il
remoto
governo
di
Valenza
,
il
quale
nei
consessi
internazionali
dichiara
di
rappresentare
tutta
la
Spagna
.
Una
delle
pagine
più
oscure
della
guerra
spagnola
è
il
trionfo
dell
'
arbitrio
anarchizzante
che
in
Catalogna
ha
instaurato
i
metodi
dell
'
assassinio
e
del
banditismo
:
anzi
la
stessa
organizzazione
del
banditismo
è
divenuta
organizzazione
statale
,
poiché
la
sorte
e
la
vita
stessa
dei
cittadini
è
rimasta
e
rimane
nelle
mani
dei
comitati
rivoluzionari
dal
cui
beneplacito
dipende
quel
minimo
di
libertà
che
può
essere
ancora
riconosciuta
.
Ed
i
profughi
catalani
ne
sanno
qualche
cosa
.
Ma
il
banditismo
e
l
'
anarchia
non
sono
forme
di
governo
:
sono
improvvisazioni
del
predominio
della
piazza
.
Per
questo
i
conflitti
degli
ultimi
giorni
fra
coloro
che
detengono
il
potere
non
possono
essere
oggetto
di
meraviglia
.
Sembra
che
la
causa
dell
'
ultimo
colpo
di
Stato
catalano
si
debba
cercare
nel
fatto
che
la
Generalità
,
sostenuta
dal
governo
di
Valenza
,
abbia
tentato
di
togliere
alla
Federazione
anarchica
la
sua
posizione
di
privilegio
.
Gli
anarchici
hanno
reagito
violentemente
e
la
«
crisi
governativa
»
si
è
tramutata
in
conflitti
armati
nelle
strade
di
Barcellona
.
La
Fai
è
passata
all
'
offensiva
:
le
sue
guardie
di
assalto
hanno
occupato
i
punti
strategici
della
città
ed
hanno
privata
la
Generalità
di
ogni
controllo
della
situazione
costringendo
il
presidente
Companys
a
fare
appello
alle
truppe
del
fronte
di
Aragona
,
ed
a
lanciare
un
manifesto
nel
quale
si
invitano
gli
operai
a
cessare
dalle
lotte
intestine
che
«
fanno
colare
il
sangue
a
fiotti
»
.
Secondo
testimonianze
dirette
,
il
pretesto
occasionale
sarebbe
stato
una
proposta
del
governo
di
Valenza
secondo
la
quale
un
generale
avrebbe
dovuto
essere
posto
a
capo
delle
forze
militari
catalane
.
Gli
anarchici
catalani
,
che
sono
pur
essi
«
governativi
»
,
hanno
opposto
resistenza
a
quanto
voleva
Valenza
:
la
Generalità
ha
allora
cercato
di
applicare
ugualmente
il
deliberato
di
Valenza
ma
ciò
ha
dato
motivo
allo
scontro
armato
.
Mentre
la
Generalità
ha
occupato
il
centro
di
Barcellona
,
la
Fai
ha
tenuto
sotto
il
suo
controllo
tutta
la
periferia
.
La
ragione
del
conflitto
è
però
ben
più
remota
.
Si
tratta
di
determinare
il
peso
che
deve
avere
la
Federazione
anarchica
iberica
nelle
nuove
condizioni
della
situazione
.
Gli
anarchici
,
osserva
il
«
Temps
»
,
avendo
dato
alla
guerra
civile
il
più
considerevole
contributo
di
forze
,
pretendono
ora
di
non
perdere
il
beneficio
che
tale
contributo
dovrebbe
loro
assicurare
.
Essendo
stati
dominati
a
Madrid
ed
a
Valenza
dalle
forze
socialcomuniste
,
unite
sotto
l
'
egida
di
Mosca
e
per
l
'
intervento
diretto
del
famoso
ambasciatore
sovietico
Rosenberg
,
la
cui
scomparsa
è
ancora
avvolta
nel
mistero
,
gli
anarchici
pretendono
continuare
,
almeno
in
Catalogna
,
il
controllo
assoluto
della
situazione
.
Quindi
la
lotta
fra
Barcellona
e
Valenza
non
è
che
una
lotta
fra
l
'
elemento
anarchico
e
l
'
elemento
socialcomunista
dei
«
governativi
»
.
Malgrado
le
assicurazioni
contenute
nei
comunicati
ufficiali
di
Barcellona
(
nei
quali
,
per
esempio
si
parla
di
morte
«
puramente
accidentale
»
del
«
camerata
Sesé
»
capo
dell
'
Unione
generale
dei
lavoratori
)
,
le
informazioni
dei
testimoni
passati
per
via
aerea
in
Francia
non
sono
rassicuranti
.
La
lotta
continuerebbe
per
le
strade
,
e
nello
stesso
palazzo
del
governo
ove
sarebbe
stato
assassinato
il
dirigente
socialista
Sesé
il
quale
era
stato
recentemente
nominato
consigliere
di
Giustizia
nel
Consiglio
provvisorio
della
Generalità
.
Questa
morte
è
un
sintomo
evidente
della
realtà
della
situazione
e
contribuisce
a
smentire
quelle
informazioni
ufficiali
secondo
le
quali
i
torbidi
di
Barcellona
sarebbero
stati
provocati
dall
'
elemento
monarchico
.
Assieme
al
Sesé
furono
assassinati
altri
elementi
del
socialismo
meno
rivoluzionario
.
Va
pure
sottolineato
che
lo
stesso
ambasciatore
di
Valenza
a
Parigi
,
in
un
comunicato
trasmesso
alla
stampa
,
riconosce
l
'
esistenza
a
Barcellona
di
«
qualche
gruppo
di
anarchici
in
buona
fede
i
quali
,
o
per
ideologia
o
per
temperamento
,
si
rifiutano
di
accettare
il
processo
di
consolidamento
e
di
rinforzamento
del
principio
di
autorità
rappresentato
dal
governo
di
Valenza
»
.
Con
parole
molto
prudenti
si
viene
a
riconoscere
ciò
che
tutti
affermano
:
che
le
stragi
di
Barcellona
hanno
il
loro
motivo
nel
contrasto
fra
gli
anarchici
catalani
ed
i
socialcomunisti
di
Valenza
.
La
risoluzione
di
compromesso
sembra
ora
assai
provvisoria
.
Continua
la
guerra
civile
nella
guerra
civile
.