Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> categoria_s:"StampaQuotidiana"
Il diavolo nel campanile ( Grieco Ruggero , 1950 )
StampaQuotidiana ,
No , non mi riferisco al celebre racconto olandese di Edgar A . Poe . Il diavolo è entrato nella Democrazia cristiana . C ' era da aspettarselo ! Io non ho mai visto il diavolo e me ne dispiace . Credo che morirò senza avergli potuto parlare a tu per tu e senza aver goduto alla fonte lo scroscio della sua risata cosmica . Sì , confesso di aver avuto sempre una forte simpatia per il Maligno , non tanto per quei due corni che i chiericati ( essi lo conoscono da vicino ) dicono gli adornino il capo o per il suo viso arguto o per la lunga coda avvolgente o per l ' intelligenza che gli sprizza dagli occhi , quanto per le sue diavolerie , per la sua arte naturalmente diabolica di promuovere il bene sollecitando il male . Ora sembra sia andato a ficcarsi nel campanile della grossa parrocchia democristiana . È stato visto aggirarsi sotto i tavoli di Piazza del Gesù , ammiccare dagli armadi del Viminale , saltabeccare negli uffici del ministro dell ' agricoltura . Ha osato perfino presenziare i lavori della commissione dei 49 parlamentari democristiani convocata per irrobustire la nota riforma agraria De Gasperi - Segni e terminata in una diabolica confusione . A pensarci su , non è da oggi che il Maligno si aggira in campo democristiano . Vi ricordate quando , durante la campagna elettorale , De Gasperi ci fece sapere che sentiva attorno a sé odore di zolfo ? Ci sarebbe da chiedersi dove si trovava il Maligno il 18 aprile ( 1948 ) . Domanda ingenua e un tantino eretica . Il diavolo ha i suoi misteri incomprensibili a noi mortali . Forse ha voluto che i democristiani fossero abbrustoliti a fuoco lento . Chi può comprendere le diavolerie del diavolo ? È certo che da allora ne ha fatto di tutti i colori , in campo democristiano . Giorno per giorno , con quella perfidia che lo distingue , si è messo a fare tanti dispetti ai dirigenti governativi e ai loro coalizzati , che questi non ne hanno più azzeccato una . Basti limitarsi alla politica agraria democristiana , alle vicende dei programmi , dei progetti e delle leggi agrarie democristiane dopo il 18 aprile , per rilevare la raffinatezza veramente diabolica della loro ispirazione . Tutto è stato fatto e viene fatto in questo campo per creare il disordine e gettare la confusione . Il Maligno è entrato in corpo al ministro Segni , il quale ne soffre anche fisicamente : domina le riunioni dei tecnici , dei consulenti ministeriali , degli uffici legislativi . Così che a un programma annunciato , ne succede un altro contrario al primo , il quale è « provvisoriamente definitivo » . De Gasperi comincia col dire : « Ci siamo » ( Pasqua 1949 ) ; poi avverte che « stiamo per esservi » ( novembre 1949 ) , e infine ammicca che « ci saremo » ( gennaio 1950 ) . E intanto vi sono leggi favorevoli ai contadini che non vengono applicate ; vi sono leggi fatte apposta per non essere applicate , come quelle sulle terre incolte o insufficientemente coltivate ; vi sono progetti di legge , annunciati con gran chiasso , insabbiati poi nelle Camere , anche dopo che il governo le ha opportunamente svuotate . Da tre anni il governo annuncia la riforma agraria e altre riforme sociali . Ed ecco che ti fa la legge Silana , che è come il piccolo naviglio e non potrà camminare . Il governo dice : « Questo è un inizio . Il bello verrà poi ! » . Finalmente annuncia il bello . La sua riforma generale è pronta . Ma ne mette fuori un pezzo , uno « stralcio » , da discutersi prima della legge generale e che presenta alla Camera dei deputati . È chiaro che il diavolo la fa da padrone al Viminale . La legge generale arriva ed è presentata , invece , al senato , in modo che la Camera discuta una parte del tutto e il Senato discuta il tutto ( senza la parte ) . La confusione aumenta . Ma il progetto di legge generale presentato non è quello definitivo perché il campo democristiano è sottosopra . C ' è chi vuole il progetto Segni e chi vuole quello De Martino , perché il primo è una « riforma » e il secondo è la « non riforma » . Viene nominata una commissione , detta dei 49 , la quale deve irrobustire il progetto Segni con i sieri del De Martino . È come virilizzare un uomo deboluccio con il metodo della castrazione . I 49 si riuniscono , tempestano , osi urtano ( c ' è il diavolo ) , tirano di qua , tirano di là , chiedono , pretendono , cedono ( « tu midi una cosa a me , io ti do una cosa a te » ) e modificano la legge generale , e quindi lo « stralcio » . Bisogna , dunque , ricominciare . Ma la modificazione non è definitiva . « Faisons du bruit » , diceva l ' amico tarasconese di Tartarino , nei momenti di eccitazione fragorosa . « Facciamo del chiasso ! » Così sembra che si faccia qualche cosa . In realtà non si fa altro che della confusione . I soli democristiani che sappiano cosa vogliono sono gli avversari decisi di ogni riforma agraria . Gli altri annaspano in una materia di cui non sanno la composizione . Sulla contesa si elevano voci tonanti : « Occorre svuotare il comunismo ! » . Ma l ' operazione non si può fare con poca spesa e lasciando sostanzialmente le cose come stanno . Altri dicono : « Aveva ragione quel professore che voleva seppellire il " gatto morto " della riforma agraria . Finiamola con la demagogia ! » . L ' affare si imbroglia maledettamente . E il diavolo sghignazza , perché ci ha messo la coda , che è lunga e avvolgente . Credo che gli esorcismi non serviranno a nulla .
StampaQuotidiana ,
Domani avranno luogo le elezioni spagnole di secondo turno , elezioni supplettive che non potranno per nulla spostare i già acquisiti risultati . Le sinistre hanno vinto , Azaña ha riconquistato il potere , le rivendicazioni del Fronte popolare sono già in via di realizzazione . Assai simbolico a questo proposito è il fatto che i condannati politici siano stati lasciati liberi e portati in trionfo per le città ancora prima della pubblicazione della generosa amnistia . Che significato ha il grave rivolgimento avvenuto nella politica spagnola , ed a quali mete tendono i nuovi orientamenti dell ' opera governativa ? Su questi problemi assai complessi rileviamo le impressioni di alcuni dei più autorevoli organi dell ' opinione pubblica internazionale . 1 ) Immaturità di un sistema politico . Una delle ragioni dei troppo facili capovolgimenti dell ' ordinamento politico spagnolo è ritenuta da alcuni l ' immaturità della Spagna ai sistemi democratici . « La verità è scrive il " Journal de Génève " che la Spagna non è matura per la democrazia . Ne aveva già date prove eloquenti in passato , e le ultime elezioni lo riconfermano una volta ancora . L ' equilibrio politico che solo assicura ad una nazione un massimo di benessere , non si acquista né in un qualche mese , né in un qualche anno . I cittadini hanno bisogno della pratica di più generazioni per arrivare a comprendere le responsabilità di arbitri dei destini del loro paese . Con uomini così di passione come gli spagnoli , questo tirocinio è più difficile che altrove . Essi si lanciano violentemente da sinistra a destra e da destra a sinistra , ed i capi popolari passano spesso direttamente dalla prigione al potere » . Tale è una delle spiegazioni di quella che lo stesso giornale chiama « tempesta d ' inverno » . 2 ) Influenze comuniste sulla formazione dei « Fronti popolari » . In Spagna è avvenuto ciò che minaccia d ' avvenire prossimamente in Francia . « L ' Echo de Paris » , sotto il titolo Régardez l ' Espagne ! , scrive : « Gli spagnoli hanno votato con un sistema di scrutinio il quale , benché assai differente dal nostro , conduce ugualmente a dividere gli elettori in due blocchi . Anch ' essi hanno avuto un Fronte popolare . Pure gli spagnoli hanno subita la manovra comunista , poiché senza dubbio il Komintern intende applicare all ' Occidente ( Belgio , Francia , Spagna ) la sua nuova strategia di conquista legale del potere . E il blocco di sinistra ha ottenuta la vittoria » . Su motivi analoghi insistono molti giornali tedeschi . 3 ) Mancanza di un programma governativo delle sinistre . La vittoria delle sinistre non è la vittoria di un programma . Per questo la loro opera governativa non potrà non essere incerta , indecisa , contraddittoria . « Il fronte popolare scrive " l ' Intransigeant " non è un partito : è una alleanza elettorale alla quale hanno partecipato in Spagna dei repubblicani avanzati ma uomini di governo come Azaña , e degli estremisti come Largo Caballero , il quale vuoi farsi passare come una specie di Lenin spagnolo » . « Vi è un disaccordo completo aggiunge il " Journal de Génève " fra i borghesi di sinistra ed i proletari su molti punti assai importanti . Socialisti e comunisti commettono la follia di voler nazionalizzare le banche , mentre i loro alleati vi si oppongono . Contrasto non meno accentuato vi è sulla questione dei sussidi e della disoccupazione . Irritazione ancora maggiore mostrano í repubblicani di sinistra nei riguardi del controllo operaio che i partigiani di Caballero vorrebbero instaurare . Opposizione aperta vi è infine fra le due ali del fronte popolare in materia di nazionalizzazione delle terre reclamata dai socialisti » . 4 ) Asservimento del governo al socialismo . Si deve agli elementi dell ' estrema sinistra se la bilancia è piegata in un senso piuttosto che in un altro . Essi anche nel Parlamento restano padroni della situazione potendo rovesciare ad ogni momento il governo di Azaña che ha bisogno dei loro suffragi . « Certamente nota il " Temps " il gabinetto Azaña , che è un governo di minoranza , è obbligato a dare certe soddisfazioni immediate ai partiti estremisti che furono alleati ai repubblicani di sinistra ed ai radicali dissidenti nella lotta elettorale aprendo così la via al potere » . Solo con questa politica delle progressive soddisfazioni e dei compromessi Azaña potrà conservare il potere . 5 ) Carattere reazionario dei primi provvedimenti . A cominciare dall ' amnistia fino alla distruzione delle chiese , i provvedimenti governativi ed i movimenti della piazza vanno assumendo un carattere rivoluzionario . Tutti i governatori di province , i magistrati , i funzionari e gli agenti sospetti , a torto o a ragione , di essere contrari alle sinistre saranno rimpiazzati . « I più piccoli impiegati , i più umili funzionari scrive " L ' Echo de Paris " dovranno cedere il posto , se non sono di sinistra , agli antichi occupanti . Ecco ciò che si chiama governare » . Le misure a favore delle Camere del lavoro , delle associazioni anarchiche , dei condannati per i cosiddetti delitti sociali che non sono delitti politici ma crimini comuni , la violenza della piazza contro le sedi di associazioni scuole e giornali cattolici determina fin d ' ora , nelle sue grandi linee , il duplice indirizzo del governo e della massa rivoluzionaria . 6 ) Separatismo . Usciti trionfalmente dal carcere i responsabili dei moti separatisti di Barcellona , il problema catalano e quello separatista in genere si ripresenta in tutta la sua gravità . « La questione nota un giornale di destra è posta esattamente come all ' indomani della caduta della monarchia . I catalani più moderati esigono che il nuovo governo rimetta in vigore lo statuto catalano , tale quale fu votato , si ricorda bene in mezzo a quale agitazione , dalle prime Cortes nel 1931 » . Il rovesciamento delle posizioni politiche ha rimesso sul tappeto anche questo grave problema che certamente è uno dei più preoccupanti per la Spagna repubblicana . Come uscirà il governo da tutte queste incertezze di programmi e di metodi , da questa pressione delle passioni rivoluzionarie , da questa instabilità parlamentare che lo agganciò al socialismo , da questa complessità di problemi che toccano le radici della stessa Costituzione repubblicana ? E non solamente questi sono gli interrogativi davanti ai quali viene posto l ' osservatore della situazione spagnola .
Frate Alberigo e il diavolo ( Grieco Ruggero , 1950 )
StampaQuotidiana ,
Mi piace immaginare che il presidente del consiglio , rivelando ai suoi amici che i comunisti sono posseduti dal diavolo , abbia voluto ritorcere quella che egli ritenne fosse una mia calunniosa invenzione : essere , cioè , il diavolo entrato nel campanile della parrocchia democristiana . Ma nella sua ritorsione il presidente ha confermato implicitamente la mia notizia anteriore . Il suo recente discorso al gruppo parlamentare democristiano è stato , infatti , il discorso di un ossesso . Chiunque conosca , del resto , appena l ' abc della scienza demoniaca sa che il diavolo non ha tempo da perdere per indugiare nei luoghi ove abitano i suoi amici e nei corpi dei suoi amici . No . Egli va dai suoi nemici , s ' infila nel corpo dei suoi nemici , come è ovvio . Voi conoscete certamente il colpo fatto dal diavolo a Napoli , proprio in questi giorni , mentre De Gasperi parlava a Roma . La signora Maria Giglio , nello spostare un quadro raffigurante l ' arcangelo san Michele , si è trovata a faccia a faccia col diavolo . Il quale diavolo , non vi è dubbio , ha soggiornato e forse soggiorna ancora nella camera da letto della signora Giglio , dove ha lasciato una traccia indiscutibile e indelebile della sua presenza : la sua immagine cornuta , sul muro , dietro l ' arcangelo Michele , che è l ' arcangelo con la spada bizzarra ma folgorante , l ' arcangelo incaricato proprio di ammazzare il diavolo ! Sembra incredibile , ma è vero . Ecco dunque un modo adoperato dal diavolo per manifestare la sua presenza ! I suoi modi sono numerosi e impensati , e non sempre piacevoli . Il diavolo è un grande moralizzatore , quindi è pure un castigatore . Il capo dei diavoli , cioè il Satanasso , guida milioni di diavoli minori , buoni e cattivi , belli e brutti , buffoneschi e tristi , ciascuno dei quali ha la propria parte da assolvere . Si dice che esistano anche delle diavolesse , e in certi paesi si parla persino di una suocera del diavolo , come di un essere spaventosamente malvagio ( sfido io ! ) , ma questo punto merita di essere approfondito . Per quanto ne sappiamo , le donne possedute hanno in corpo il diavolo maschio , e la cosa si comprende a lume di naso ; ma non si è mai sentito dire , ad esempio , che una diavolessa fosse entrata nel corpo di un frate . Lasciamo da parte questo argomento difficile e pericoloso . Voi siete soliti giudicare un uomo laborioso , probo , semplice , con le giudiziose parole : è un buon diavolo ! Dunque voi sapete che il diavolo non è poi così brutto come lo dipingono i suoi nemici . E del piccolo figliuolo birichino , la buona mammina dice che è un vero e proprio diavoletto . O gentile e cara parola della nostra infanzia ! Ma dopo aver conosciuto le leggi agrarie del governo , scatterete : che diavolo di riforma agraria è mai questa ? Qui il diavolo si manifesta , infatti , in atteggiamento dispettoso e fraudolento . E se il signor Dayton interviene nelle nostre faccende , nel modo che sappiamo , allora , senza dubbio , diremo tutti : al diavolo tutti questi americani che la fanno da padroni in Italia . Invocheremo cioè il diavolo castigatore , verso il quale io nutro una grande e sperimentata fiducia , da quando ho costatato che il diavolo fa non solo le pentole , ma pure i coperchi . Vi sono dunque diavoli e diavoli . Quelli più brutti però , i più cattivi , con tre corna sulla testa ( tre corna , dico ) sono i diavoli che appartengono ai reparti scelti del Satanasso , sono « i diavoli della guardia » , e questi vanno a ficcarsi di preferenza nel corpo degli esorcizzatori . Non avete notato che i pinzocheri hanno un alito cattivo ? ( Se non l ' avete notato , annusateli d ' ora in poi . ) Sì , hanno l ' alito cattivo a cagione della presenza nel loro corpo dei diavoli zolfini , che sono i più brutti . Un gruppo di pinzochere , anche di lontano , diffonde uno sgradevole odore di bassa marea : il fatto è ormai spiegato . Ma dove i satanelli prendono gli atteggiamenti più odiosi è nel corpo dei frati , come la letteratura classica ci insegna . Perché questo avvenga io non so . L ' onorevole De Gasperi ha ricordato nel suo discorso frate Alberigo dei Manfredi , un fior di canaglia , la cui anima fu incontrata da Dante nell ' inferno mentre il frate era ancora su questa terra , condotto da un demone di servizio , addetto alla sua persona . Ma ci sono stati e ci sono tanti frati nelle stesse condizioni dell ' Alberigo e che hanno ricevuto o ricevono « dattero per figo » ( pan per focaccia ) . Nelle stesse condizioni dell ' Alberigo si trovano molti di quei religiosi e membri del clero secolare ai quali si rivolgeva il pontefice in una recente lettera sul comportamento dei sacerdoti . Io penso che nelle stesse condizioni di frate Alberigo si trovi pure l ' onorevole presidente del consiglio , e temo per l ' anima sua . Satana gli ha preso l ' anima per le ali , così come si acchiappa la farfalla , e la tiene stretta . Ecco perché il presidente del consiglio è scatenato verso la preparazione della guerra , ci annuncia l ' « epopea » della guerra americana , con tutto quanto questa « epopea » comporta per l ' Italia e per gli italiani . Frate Alberigo fece ammazzare alcuni frati del suo ordine , attratti con la frode a convito ; ma 1'Alcide ci prepara un colpo ben più grosso . Ha portato l ' Italia al convito degli imperialisti americani in nome della difesa della pace e della « civiltà cristiana » , e « alle frutta » alcuni milioni di italiani saranno ammazzati per la ingloriosa « epopea » dei filibustieri d ' America . Frate Alberigo , anche come traditore , era un ' anima candida al confronto dei suoi moderni epigoni , i quali ordiscono la strage di interi popoli e la distruzione di intere nazioni . Questi sono ossessi , che mi paiono senza speranza , perduti : tanto che non possono neppur più pregare senza maledire .
StampaQuotidiana ,
Prima di giudicare i motivi che hanno indotto il Reich alla inattesa e clamorosa iniziativa di sabato scorso , e di valutare conseguentemente la gravità dell ' attuale tensione europea è necessario avere una esatta nozione degli impegni ai quali la Germania , con iniziativa unilaterale , intende rinunciare . Le azioni diplomatiche e societarie dei prossimi giorni verteranno sulle seguenti infrazioni : 1 ) Trattato di Versailles ( sezione III ) . L ' art . 42 prescrive : « È interdetto alla Germania mantenere o costruire fortificazioni sia sulla riva sinistra del Reno , sia sulla riva destra ad ovest di una linea tracciata a 50 km ad est di questo fiume » . L ' art . 43 aggiunge : « Sono ugualmente interdetti nella zona definita dall ' art . 42 lo stanziamento o il concentramento di forze armate , sia a titolo permanente , sia a titolo temporaneo , nonché tutte le manovre militari , di qualsiasi natura , ed il mantenimento di ogni opera di mobilitazione » . Infine l ' art . 44 prevede : « Nel caso in cui la Germania contravvenga , in qualsiasi maniera , alle disposizioni degli articoli 42 e 43 , essa sarà considerata come commettente un atto ostile contro le potenze firmatarie del presente trattato e come provocatrice di turbamento della pace del mondo » . 2 ) Patto di Locarno . I predetti articoli del trattato di Versailles sono esplicitamente richiamati dal Patto di Locarno che mira appunto a fornire garanzie nell ' osservanza di tali impegni . L ' art . 1 del Patto di Locarno prescrive : « Le Alte parti contraenti garantiscono individualmente e collettivamente , come è stipulato negli articoli seguenti , il mantenimento dello statu quo territoriale risultante dalle frontiere fra la Germania ed il Belgio , fra la Germania e la Francia , e la inviolabilità delle dette frontiere come sono state fissate da od in esecuzione del trattato di pace firmato a Versailles il 28 giugno 1919 , nonché l ' osservanza delle disposizioni dell ' art . 42 , 43 del detto trattato riguardanti la zona demilitarizzata » . L ' art . 8 stabilisce : « Il presente trattato sarà registrato presso la Società delle Nazioni in conformità del Patto della Società . Esso resterà in vigore fino a che , su domanda di una delle Alte parti contraenti , notificata alle altre potenze firmatarie tre mesi prima , il Consiglio , votando alla maggioranza di due terzi almeno , constati che la Società delle Nazioni assicura alle Alte parti contraenti delle garanzie sufficienti , ed il trattato cesserà allora i suoi effetti allo spirare del termine di un anno » . Dunque per ciò che riguarda la sostanza ( ingresso delle truppe nella zona smilitarizzata ) si avrebbe un ' infrazione degli articoli 42 e 43 del trattato di Versailles e dell ' art . 1 del Patto di Locarno , per ciò che riguarda la procedura della denuncia del Patto di Locarno si avrebbe un ' infrazione dell ' art . 8 di detto Patto , nonché dell ' art . 3 che prescrive di sottoporre le controversie a procedure arbitrali e di conciliazione . Nel caso delle predette infrazioni quali procedimenti sono previsti dal Patto di Locarno ? Anzitutto l ' art . 2 stabilisce che le parti non stipulano un impegno di « non ricorso » alla guerra per il caso in cui sia necessaria « un ' azione immediata » di carattere militare provocata da un concentramento di forze armate nella zona smilitarizzata . In secondo luogo si determina ( art . 4 ) che una delle parti può portare immediatamente la controversia davanti al Consiglio della Lega , il quale , quando avrà constatato che una tale violazione è stata commessa , ne darà avviso alle Potenze firmatarie del trattato le quali si impegnano di prestare immediata assistenza alla Potenza i cui interessi sono lesi dall ' infrazione . Tali sono i termini giuridici della controversia . In realtà la questione è ben più ampia , e va , con i suoi aspetti politici e militari , assai oltre queste determinazioni di Patti . L ' iniziativa germanica :.., rimesso sul tappeto , in una forma clamorosa , la validità non solo del trattato di pace che nel discorso di Hitler viene definito « funesto » , « insensato » , « odioso » , « irragionevole » , ecc . ma anche di un Patto , quale è quello di Locarno , che le parti hanno volontariamente e liberamente sottoscritto . Anzi , di tale Patto fu appunto Stresemann l ' iniziatore , mentre da parte franco - inglese non mancarono titubanze e riserve , almeno inizialmente . Lo stesso Hitler riconfermava la volontà di rispettare questo accordo negoziato su un piede di uguaglianza . Il trattato franco - sovietico , non ancora ratificato da ambedue i rami del Parlamento francese , viene considerato dalla Germania come disse Hitler un ' alleanza militare antitedesca : tale sarebbe stato il motivo della denuncia del Patto di Locarno . La stampa francese fa presente come una parte non abbia libertà di rinunciare agli impegni se non secondo le procedure che prevedono il ricorso a Ginevra , il deferimento all ' arbitrato di ogni eventuale controversia , il perdurare degli effetti del Patto fino ad un anno dopo l ' abrogazione che deve essere effettuata non dalle parti ma dalla Lega ( art . 8 ) . Per queste ragioni l ' opinione francese considera il gesto germanico non una denuncia ma una violazione , e , come risulta dalle dichiarazioni di Sarraut , l ' esame delle nuove proposte germaniche viene posposto alla questione fondamentale e preliminare di trarre le conseguenze contro la violazione , secondo quanto prevede il Patto . Passa quindi in seconda linea la questione della compatibilità del Patto franco - russo col Patto di Locarno , sulla quale questione del resto il governo francese si era dichiarato disposto di adire alla Corte dell ' Aja davanti alla quale la Germania avrebbe potuto far valere le sue argomentazioni . Quindi da parte francese come ha esplicitamente detto Sarraut viene rifiutata ogni trattativa sulle proposte tedesche e sul Patto franco - sovietico . Il punto di partenza d ' ogni azione della Lega , alla quale la Francia si è rivolta , sarà un giudizio sul fatto compiuto della militarizzazione della Renania e sul fatto compiuto del ripudio unilaterale dei trattati . Le riunioni di domani a Parigi e di venerdì a Ginevra verteranno su tali argomenti . Prescindendo dai vari e complessi motivi extra - giuridici che hanno determinata l ' iniziativa tedesca e che sono presentati sul piano di imprescindibili rivendicazioni dell ' onore nazionale , si assiste con preoccupazione assai viva all ' eclisse di quel Patto di Locarno il quale , nella foresta delle convenzioni internazionali , si poteva considerare il principale punto di orientamento e la principale garanzia della pace . Con tale Patto veniva posto fine alle controversie territoriali in quella zona renana che fu sempre motivo di penosi turbamenti , ed il reciproco riconoscimento dei confini fra la Francia , il Belgio e la Germania veniva posto sotto la garanzia dell ' Italia e dell ' Inghilterra . Nessuna soluzione più rispondente alle necessità di un riavvicinamento franco - germanico , di una cooperazione anglo - italiana poteva essere trovata in vista di un assetto della pace europea sulla base di una sicurezza veramente « collettiva » . Collettivismo pratico e positivo , non rettorico ed astratto . A Locarno un passo gigantesco era stato fatto , ma l ' ombra del trattato di Versailles è rimasta proiettata sugli articoli del Patto . Oggi il rinato nazionalismo germanico dà alle costruzioni giuridiche e contrattuali una scossa che Hitler ritiene « finale nella lotta per l ' uguaglianza dei diritti della Germania » , mentre si chiamano gli uomini e le donne del Reich a « fare il giuramento di non retrocedere davanti ad alcuna misura di forza per ristabilire l ' onore del popolo » . È questa la strada che conduce alla ricostruzione della « famiglia europea » auspicata da Hitler ? Troppo odio avvelena il mondo mentre la parola data perde il suo carattere sacro .
La strada dell'epopea ( Grieco Ruggero , 1950 )
StampaQuotidiana ,
È noto che le epopee maturano , come i destini . Del resto l ' epopea è un atteggiamento del destino . Un destino senza epopea non vale un turacciolo . Quando a Napoli dicono che « è mmaturato ' o piro » , denunciano con queste parole un destino mediocre , senza epopea . Avvolto nell ' epos è il destino degli uomini forti , dei soldati americani , dei marines , dei ministri della difesa e degli interni . Questi ogni giorno scrivono pagine di epopea . E non solo ne scrivono , ma ne abbozzano sempre delle nuove . Lo ha detto anche De Gasperi , giorni fa . Ha detto che i guerrieri americani che vengono o stanno per giungere in Europa saranno gli uomini della nuova epopea . È questo un annuncio di grandi gesta anche per le quadrate legioni democristiane e per le salmerie someggiate , socialdemocratiche e repubblicano - storiche . Matura , dunque , una nuova epopea e questa non è però né cotogno , né ficodindia . È , niente di meno , una figlia del Fato . Molti segni l ' annunciano e la preparano . Chiunque abbia l ' animo acceso a grandi cose ha visto nei « rai fulminei » del ministro degli interni dai piedi piatti o nella pugnace cavalcante oratoria del suo collega della Difesa che la grande ora della epopea americana sta per scoccare in Europa . Per mio conto ho assistito idealmente , con malcelato stupore , alle astute manovre appenniniche dei mesi estivi , guidate dal noto Capitano . Lo stupore mi ha totalmente conquistato quando il genio militare che guidò le manovre si è scoperto in tutta la sua grandezza . Al di sopra di ogni atteggiamento preconcetto o di parte , riconosciamo che le fittizie ma verosimili battaglie d ' estate rivelarono il Capitano , volgarmente chiamato colonnello . L ' unghia del leone era evidente nel piano strategico e sin nei dettagli più minuti delle operazioni , compreso quello genialissimo del « partigiano » nascosto sotto il fieno sull ' ingenuo carretto contadino , e quindi scoperto al fiuto , dai reparti specializzati . In quei giorni anche noi che stavamo a Roma o a Milano o a Napoli sentimmo l ' odore dell ' epopea che ci veniva col vento dalle montagne e d ' ai colli del non varcato Appennino , e che non è meno delizioso del profumo dei fegatini laureati e schidionati . Confesso , però , che più di ogni altro evento , nella guerra finta , mi colpi il gran rapporto fatto dal Capitano dopo la finta vittoria . Il gran rapporto , in fondo , fu l ' unica cosa vera in tutta questa storia . Qui il Capitano superò se stesso per capacità di sintesi , lucidità di prospettive e velleità di sterminio . Noi abbiamo conosciuto il Capitano in epoche tristi , quando ad esempio , bisognava tener duro dinanzi alle prevalenti forze avversarie fasciste nella Spagna ed egli si impose il terribile sacrificio del « fuimme fuì » , che è una sorta di « obbedisco » , lanciato in risposta all ' imperativo del proprio sistema nervoso . Non si è eroi tutti i giorni e tanto meno la domenica , che ' è giorno di riposo . Abbiamo visto il Capitano in un ' altra ora , quando vi era da combattere contro gli invasori tedeschi . Era venuto egli dalle Americhe , alla maniera garibaldina , per liberare l ' Italia ; e la gente in alto mare se lo additava : « È lui , è lui » . Giunto in Italia si avvide che la monarchia era ancora in piedi , che vi era in Italia un re , e allora il Capitano schivò il destino : non avrebbe mai combattuto per l ' Italia sotto le insegne del re . Si ritrasse sdegnoso e ci privò tutti del suo genio e della sua spada . Dovemmo perciò cavarcela alla meglio senza di lui . Ora là , sull ' Appennino non varcato dal nemico , a cagione dell ' assenza ingiuriosa dello stesso , il Capitano aveva netta la visione della grande epopea americana di domani ; e il suo cuore tutto rivolto , per naturale costituzione , alle facili e radiose epopee dell ' avvenire , fremeva di furore pugnace . La sua oratoria era senza freni , irruente come un carro d ' assalto . Certo , l ' oratoria del nostro non è quella dei grandi capitani che vinsero famose battaglie ; ma non è del tutto estranea alla classicità militare . Se vuoi trovarne le sorgenti , ti basti risalire al non lontano Cambronne , la cui micidialità polemica , nel corso della battaglia , fu smentita solo per una serie di accidenti estranei al robusto ottimismo del generale . Oppure le puoi trovare nello stile dei furieri maggiori , tosi ricco del senso del regolamento , della gavetta e della latrina di compagnia , con un pizzico di cultura che fa un bell ' effetto anche nella vita militare . « Quando c ' è il capitano , fiat lux : faccia lui » , diceva un furiere del mio tempo , con maschia eloquenza ; e concludeva stabilendo bene le funzioni delle gerarchie discendenti : « Quando il capitano non c ' è , siamo qua noi : sine qua non ! » . Se questo stile è un po ' confuso , a cagione dell ' elmo dello Scipio latino che cinge la nostra testa , non si può negare che sia pieno di colore . Con questi modelli davanti agli occhi della mente parlava il nostro al gran rapporto . E avendo dimenticato il cimiero nell ' armadio di casa , si era infilato un pennacchio nella cuticagna ( esempio mirabile di stoicismo ) e il pennacchio svettava nell ' aria come un getto di fontana . Spinto dall ' aria compressa dei suoi sentimenti , il Capitano annunciò le grandi imminenti ore della storia . Ma pose una condizione alla vittoria alata : la condizione di « far fuori » , ovverosia sbattere al muro , sbudellare , quattrocento avversari dell ' epopea . Io non , so cosa abbiano pensato gli uomini della truppa , gli ufficiali e i generali , a questa trovata . Forse saranno rimasti perplessi . Ma le idee geniali nascono dalla osservazione acuta di un fatto elementare . Così Newton , quando ricevette una mela sulla testa , scopri la legge dei gravi . La paura , che è un fenomeno elementarissimo , ha certamente indotto il Capitano alla scoperta della legge dei quattrocento . La scoperta ha avuto fortuna . Il consiglio dei ministri , dietro ispirazione del « trust dei cervelli » del dipartimento di Stato , l ' ha approvata . Ma il comitato della difesa , invece di 400 , ha ritenuto necessario che la eliminazione tocchi mille e non 400 avversari dell ' epopea . Meglio mille che 400 . Così che sono state preparate opportunamente le liste di emergenza . Appena , scoccherà l ' ora fatale , 350 avversari saranno imprigionati , in , attesa delle decisioni superiori , e 650 saranno mandati in campi di concentramento . Dopo di che la strada dell ' epopea sarà aperta in Italia e il Capitano , a capo del suo stato maggiore , penetrerà a capofitto nel fronte nemico , come nel burro .
UN RAPPORTO DI STALIN SUL COMUNISMO ( GONELLA GUIDO , 1937 )
StampaQuotidiana ,
La relazione presentata da Stalin all ' Assemblea plenaria del Comitato Centrale del Partito comunista riunito a Mosca il 3 marzo viene solo ora pubblicata dalla stampa ufficiale sovietica . Le parole del dittatore rosso sono autorevole fonte per giudicare quali siano i propositi della nuova politica sovietica sia interna che estera dopo la promulgazione del nuovo ordinamento costituzionale dello scorso dicembre , ordinamento che ora si va progressivamente attuando . La relazione di Stalin , alla quale non manca la solita prolissità della verbosa eloquenza sovietica , ha soprattutto la preoccupazione , o presunzione , di mettere le cose in chiaro a proposito dei recenti processi e della ferocia con la quale si è proceduto contro la vecchia guardia leninista la quale è stata spazzata via dalla nuova ondata di terrore staliniano . Nel groviglio delle notizie contraddittorie e tendenziose è bene ascoltare la voce che viene dal Kremlino , poiché nelle stesse parole di Stalin vi è già una denuncia della miseria morale del sistema trionfante . Lo spettro interno , il grande e spaventoso spettro del bolscevismo ufficiale , è stato ed è il « trotzkismo » . È opportuno tener presente il duplice senso che ha il termine « trotzkismo » . Anzitutto significa una dottrina rivoluzionaria , la dottrina rivoluzionaria della IV Internazionale che sostiene la necessità della diffusione del comunismo e la necessità della rivoluzione mondiale come condizione del consolidamento del sistema interno del comunismo russo ( questa teoria è in contrasto con quella staliniana che inverte i termini ponendo in primo piano il consolidamento del sistema comunista in Russia ) . In secondo luogo per « trotzkismo » si intende il nemico interiore , il nemico che il comunismo esprime dal suo stesso seno , diversamente dal nemico esteriore definito sinteticamente « fascismo » . La relazione di Stalin è particolarmente espressiva nel dipingere a chiare tinte questo nemico interiore che il Kremlino potrà chiamare anche « trotzkismo » ma che noi chiamiamo quintessenza del sistema politico e del costume morale sovietico . Stalin ci racconta che questi comunisti non ortodossi esercitavano prevalentemente la loro attività in combutta con elementi dello spionaggio straniero penetrando con la loro azione corrosiva nelle « organizzazioni base » dello Stato . Sulle spalle di questi cosiddetti sabotatori si caricano le accuse delle peggiori immoralità pubbliche e private , e Stalin conclude definendo questa gente « una banda di sabotatori senza princìpi , di spioni e di assassini » . Di fronte a queste definizioni si possono porre vari interrogativi . Anzitutto , quale è il regime dal cui ambiente i sabotatori , gli spioni , gli assassini escono in così ricca schiera ? Si tratta forse dell ' immancabile zavorra di ogni regime ? Per rispondere a questa domanda bisogna ricordare che , escluso Stalin , tutti coloro che Lenin ha nel suo testamento espressamente nominati come suoi eredi spirituali ( se di spirito si può parlare ) , proprio tutti costoro sono stati o giustiziati o banditi . Quindi i sabotatori , gli spioni e gli assassini sono appunto la quintessenza del leninismo . Tutto ciò era ben noto al mondo ; ma la definizione staliniana è una conferma troppo autorevole per non esser archiviata . Quale fu la causa di questa corrosione interiore esercitata perfino nelle organizzazioni - base ? Stalin risponde : « I nostri camerati , nel corso degli ultimi anni , sono stati interamente assorbiti dal lavoro economico . Offuscati dai successi ottenuti sul terreno economico , sono arrivati a considerare come secondarie , poco importanti le altre questioni che sono invece essenziali » . Evidentemente si tratta di mascherare con palliativi le ragioni vere del disordine , cioè la crisi del sistema che si allarga ed ingigantisce malgrado il terrorismo , malgrado la vasta rete delle organizzazioni poliziesche che sono costituite da camerati non certo « assorbiti dal lavoro economico » . Per ridare ossigeno all ' organizzazione del partito , che è in crisi sia per ciò che riguarda i principi come per ciò che riguarda la pratica , Stalin propone un nuovo sistema di formazione dei dirigenti e di organizzazione dei quadri mediante rigorose selezioni per l ' avanzamento dei lavoratori nel rango dirigenti . Ciò si impone specialmente in vista delle prossime elezioni nelle quali la vantata libertà elettorale dovrà essere arginata dall ' azione del partito . Stalin riafferma con particolare vigore la necessità di tener fede al principio della lotta di classe . Ciò può servire in modo particolare a coloro che si illudono ritenendo possibile un miglioramento del sistema sovietico , coloro i quali , come affermava il Santo Padre nella sua enciclica , « riferendosi a certi cambiamenti introdotti recentemente nella legislazione sovietica ne concludono che il comunismo sia per abbandonare il suo programma di lotta contro Dio » . « Procurate , Venerabili Fratelli aggiungeva il Santo Padre che i fedeli non si lascino ingannare . Il comunismo è intrinsecamente perverso » . A proposito della lotta di classe che si poteva ritenere almeno assopita con la dittatura del proletariato , Stalin dice : « È necessario combattere e rigettare la teoria cattiva secondo la quale , a misura che avanziamo , la lotta di classe dovrebbe per noi diminuire , la teoria cattiva secondo la quale a misura che aumentano i nostri successi dovrebbe diminuire la resistenza dei nostri nemici : al contrario , più avanziamo più otterremo successo e più i resti delle classi che abbiamo vinte si eserciteranno contro di noi » . Quindi , rinnovata insistenza nella lotta classista . Quanto alla politica estera il rapporto di Stalin dice ben poco . Invece è espressiva la rimozione avvenuta negli ultimi giorni del sottosegretario agli Esteri Krestinskij il quale era fautore di una politica di avvicinamento alla Germania in contrasto con Litvinov che si mantiene favorevole al trattato franco - sovietico ed alla politica societaria . Il passaggio di Krestinskij ad altro dicastero è considerato come un rafforzamento delle direttive di Litvinov che , anche negli avvenimenti spagnoli , ha una politica prevalentemente interventista nelle cose occidentali .
Terra di Dio ( Montale Eugenio , 1964 )
StampaQuotidiana ,
Da Gerusalemme divisa , 5 gennaio - Se è vero che le forme verbali dell ' aramaico non consentono una netta distinzione tra passato , presente e futuro , e lascio la responsabilità dell ' affermazione a Raymond Aron , si può comprendere che il continuum di un eterno presente abbia finito per imporre una certa iconoclastia ai Paesi di lingue semitiche . Da un lato concreto , la vita quotidiana , dall ' altro ciò che non si può né vedere né rappresentare . Così il Dio non effigiato doveva prendere , presso gli ebrei , anche gli attributi meno nobili dell ' uomo : la collera , la violenza . Mancando ai monoteisti il conforto che ebbero i greci di popolare la Terra di divinità terrene o di subdivinità in incognito , molto lento dovette essere il processo che vide nascere la carità , in sostituzione dell ' antica pietas , accessibile solo a pochi privilegiati . E fu la rivoluzione cristiana , da duemila anni la sola rivoluzione che , anche incompiuta come è , dica ancora qualcosa al cuore dell ' uomo . Questi , ed altri meno peregrini , erano i sentimenti che mi ispirava la strada quasi deserta che porta da Amman a Gerusalemme . Nella città di Amman ho visto solo i quartieri dei rifugiati , che formano una sorta di lebbrosario edilizio . Più in là , alle baracche e alle casupole succedono tende di forma semiovoidale , attaccate al suolo come sanguisughe . Apparvero poi due cammelli , uno sciacallo con gli occhi accesi dalle prime luci del tramonto e una o due squadre dei mirabili cavalleggeri arabi del re Ussein . Il suolo rossastro e ondulato , non ci si accorgeva di scendere gradatamente dai quasi mille metri dell ' altipiano verso i quattrocentoquaranta piedi sotto il livello del mare del plumbeo Mar Morto . Sulle rive del quale sorge un Dead Sea Hotel che offriva camere libere ma non riscaldate . E il freddo in terra era intenso , le poche erbe erano già strinate dal gelo . Una larva di calore ci offriva , invece , a Gerusalemme , un alberguccio sul Monte degli Ulivi . Ma in questi giorni un solo alloggio non bastava ai giornalisti , perché la città è divisa in due parti , una giordana e una israeliana , e chi voleva vedere qualcosa doveva far la spola dall ' una all ' altra , dopo essersi imbottite le tasche di ogni genere di documenti , tessere e salvacondotti . Per la prima volta in vita mia , ho avuto così due alloggi , uno dei quali lussuoso , a forse un chilometro di distanza . Che cosa pensavano i giordani dell ' imminente arrivo di Paolo VI ? Secondo re Ussein , il Papa potrà rendersi conto delle condizioni di vita di un milione di rifugiati , ma non bisogna attribuirgli compiti di mediatore tra due Paesi ancora su un piede di guerra , seppure in regime di armistizio . Che cosa pensano gli arabi del nostro coraggioso Pontefice ? Lo abbiamo chiesto ad un arabo ed egli ci ha interrogato a sua volta : sa camminare sull ' acqua il Papa ? E alla nostra risposta se ne è andato , deluso . Ciò non toglie che in questo Paese l ' interesse per l ' inopinato gesto di Paolo VI sia stato altissimo . Mentre sto scrivendo , levo gli occhi e guardo la mareggiata umana che accoglie il Papa alla porta di Damasco . Neppure il forte sbarramento della polizia e dell ' esercito giordano ha potuto impedire che , durante l ' ascensione della Via Dolorosa , il Pontefice dovesse procedere tra una vera calca di popolo . Eppure la Via Crucis , quando l ' avevo percorsa io , non era che un vicolo in salita , a zigzag , sul quale si aprono friggitorie e piccole botteghe . Era una sera di luna , non si vedeva anima viva . In un seminterrato un uomo impastava coi piedi nudi una melma di olio di sesamo e il tanfo dilagava intorno . La vera Via Crucis correva sotto l ' attuale strada , pochi metri al di sotto ; qualche traccia ne resta ancora ed a ogni stazione c ' è un ' apertura che permette di scorgerla . La chiesa del Santo Sepolcro sorge su quella che doveva essere poco più di una gibbosità o verruca del suolo . È là che Paolo VI ha celebrato , nello storico 4 gennaio 1964 , la prima Messa di un Papa in Terrasanta . Se è lecito attribuire pensieri nostri a così alto visitatore , si può credere che egli abbia invidiato quei pellegrini che vengono qui senza clamore di pubblicità e senza apparire su alcuno schermo . Teoricamente , la possibilità esisteva , poiché né Giordania né Israele posseggono la televisione : í giordani troppo poveri per pagarsi questo lusso , gli israeliani convinti che la televisione distragga dal lavoro e corrompa i costumi . Ma la macchina diabolica poteva essere importata per pochi giorni , e nessun uomo di prestigio e tanto meno il capo della ecumene cattolica potrebbe sognarsi oggi di viaggiare clandestinamente . A Getsemani poi , l ' ultima tappa importante di questa prima spossante fatica del Papa , è quasi impensabile la folla . L ' orto ha ancora la ingenuità dei quadri dei primitivi , la luce sgronda dagli alberi , un uccellino ammaestrato dai francescani viene a posarsi sulla vostra spalla ; e nemmeno il cuore più indurito può trattenere la commozione vedendo la più che bimillenaria lastra di pietra sulla quale il Salvatore , per lunga ed ininterrotta tradizione , si adagiò e pianse . Mi accorgo di aver saltato a piè pari la tappa intermedia toccata in breve tempo dal Papa : Betania , dove si vedono i resti della casa di Lazzaro , pure custodita dai francescani . Qui la chiesa è quasi addossata a una moschea e il suono dell ' organo e il canto rauco del muezzin si fondono in un unico stupefacente concerto . Nazaret , il più famoso dei luoghi santi , si trova , invece , in Israele . Mentre continuo a scrivere ( è l ' alba del 5 gennaio ) il Papa vi giungerà dalla frontiera giordana di Jenin e a Megiddo sarà incontrato dal presidente della Repubblica israeliana , pressappoco lungo quella spaccatura dove Debora sconfisse Sela ( Giudici , 5 , 19 ) . Anche a Nazaret bisogna scendere sotto terra per vedere le grotte dove vissero a lungo Maria e Gesù e dove Giuseppe lavorò come falegname . Purtroppo la chiesa che sovrasta le grotte raffredderebbe la fede più ardente e il paesaggio circostante , assai deturpato , non giustifica più la sua reputazione . Il lago di Tiberiade , il colle delle Beatitudini , il Monte Tabor sono altre tappe di quella che qualche giornale definisce the Pope ' s cavalcade . Il lago resta ed è probabilmente eguale a quello che fu visto da Gesù : non vi sono che poche abitazioni . L ' altro giorno questo piccolo mare di Galilea era sferzato da un vento furioso , le onde erano altissime , di un colore quasi nero . Siamo ancora sotto il livello del mare . Una piccola monaca espone alla mia ammirazione un grosso luccio che era convinta fosse destinato alla cena del Pontefice . Di fronte è la Siria che un tempo mandava qui turisti e villeggianti . Nel viaggio di ritorno Paolo VI sosterà a Cana , dove battezzerà un bambino , e a Ramla , dove nacque Giuseppe d ' Arimatea . Si pensa che gli sarà mostrato il sicomoro sul quale si arrampicò Zaccheo per vedere Gesù . La via del ritorno lungo la fascia costiera , che in qualche punto è larga appena dieci chilometri , e la strada che sale poi a Gerusalemme mostrano un paesaggio folto di agrumeti , ben diverso da quello giordano . A tratti sembra di essere in Umbria e qualcuno ha pensato alla Val Gardena . Tutto il coltivabile è stato sfruttato al massimo , abbondano gli uliveti ed i cipressi , sui colli biancheggiano i kibbuz . Negli ultimi chilometri si scorgono i resti delle autoblindo israeliane che nel '46 tentarono di rompere un accerchiamento . Oggi vi sono appese ghirlande di fiori . La Gerusalemme ebraica è una città moderna dove esiste quasi ogni confort , escluso un buon riscaldamento . Israele conta ben sette università e non ha analfabeti . Il contrasto psicologico con lo Stato giordano non potrebbe essere più forte . Di là l ' Oriente con la sua inerzia e la sua apparente inoffensività ; di qua uno Stato moderno , ma ibridato incredibilmente . Accanto agli ortodossi , che portano lunghe trecce e insultano chi si permette di fumare il sabato , stanno gli stessi uomini che possiamo incontrare in via Montenapoleone . Non mancano i cattolici e neppure gli arabi , lo Stato è ufficialmente laico , sette partiti si contendono il potere , la ferma militare è obbligatoria anche per le donne , e le più belle ragazze sono quelle che portano la divisa . Di fronte alla vastità territoriale degli Stati arabi , poco spazio resta a disposizione di Israele . Potranno un giorno arabi e israeliani convivere in pace ? È quello che si augura ogni uomo di buona volontà . Ma il solco è ancora profondo e le previsioni sono inutili . Domani , 6 gennaio , Paolo VI visiterà Betlemme e poi tornerà ad Amman per riprendere il viaggio di ritorno . Proponendo e attuando rapidamente questa sua visita egli ha compiuto un gesto che non ha precedenti , che ha creato difficoltà di ogni genere , e non solo di etichetta e di protocollo , un gesto del quale non possiamo valutare per ora le possibili ripercussioni . La sua visita è stata considerata importante e nello stesso tempo è stata temuta . Religiosamente , nessuna delle parti tuttora in lotta appartiene alla cattolicità . Sul piano politico si è trattato della visita di un capo straniero ai due capi di Stato che lo hanno ricevuto . Ma sul piano della storia esistono forze che agiscono nel sottosuolo e che sfuggono alla comprensione dei contemporanei . Forse io mi sono trovato come Fabrizio del Dongo a Waterloo : ho assistito a una grande azione storica senza rendermene conto . Più tardi attraverso il ricordo ne prenderò piena coscienza . Per fortuna o per disgrazia noi uomini dell ' Occidente possediamo forme verbali che ci permettono di vivere più nel passato e nel futuro che nel presente . Posso concludere queste brevi note affidate al telegrafo dicendo con quale emozione di pellegrino culturale ho rimesso piede dopo anni nelle terre dove è nato il monoteismo . Paesi come questi lasciano , come ha detto il vecchio re Abdulla assassinato qui a Gerusalemme , una impressione di eternità . Abbiamo creato tante macchine , il progresso , sebbene a rilento , è giunto anche qui , eppure noi sentiamo che la via del progresso meccanico non è che una delle vie possibili e forse non è neppure la via più giusta per l ' Oriente che noi possiamo dire cristiano anche se i cristiani vi sono in minoranza . Io ne avevo già avuto il sentore quando visitai rovine e santuari , oasi e città morte di Libano e di Siria sotto la guida di Julian Huxley : terre che si possono amare o detestare , prendere o lasciare , ma che in nessun caso possono lasciarci indifferenti . E per conto mio anche stavolta , vincendo la ripugnanza del grasso di montone e delle sugne di olio di sesamo , posso dire che non mi pento di aver deciso senza esitazione di prenderle e di conservarle gelosamente tra i miei ricordi più cari .
DALL'OLIGARCHIA ALLA DITTATURA RUSSA ( GONELLA GUIDO , 1937 )
StampaQuotidiana ,
Il caso Yagoda interessa non tanto come episodio del terrorismo sovietico quanto come sintomo di una evoluzione del regime . La conoscenza delle cose russe è spesso così indiretta e contraddittoria che la politica europea è costretta a far tesoro anche di semplici episodi per poi collegarli allo sviluppo generale delle cose russe . L ' episodio Yagoda è considerato rivelatore rispetto i rapporti fra la politica e l ' esercito . Le grandi organizzazioni della polizia segreta ( Ceka , Ghepeù ) che hanno foscamente caratterizzato il regime sovietico nel primo ventennio di vita tendono a lasciare posto all ' affermarsi sempre più accentuato di una dittatura di carattere militare la quale finirebbe per soppiantare in modo definitivo quell ' oligarchia politica degli intimi collaboratori di Lenin che si ritenevano gli eredi della dottrina rivoluzionaria . Finché il regime conservava un carattere oligarchico la polizia segreta aveva una funzione di primo piano , specialmente in rapporto ai sospetti ed agli antagonismi fra i vari capi . Frantumata l ' oligarchia con la strage dei leninisti della prima ora , tutto il regime tende ad assumere un ' altra fisionomia . La fisionomia militarista e dittatoriale , lo zarismo rinnovato nella forma , ricopiato nella sostanza . Che l ' oligarchia sia negli ultimi anni tramontata , è stato sufficientemente ricordato dalle cronache degli ultimi anni . Il « Temps » , ricordando sinteticamente il cammino percorso dal 1924 , cioè dall ' anno della morte di Lenin , rileva che a quell ' epoca Stalin non era che uno dei membri del triumvirato supremo del quale facevano parte anche Zinoviev e Kamenev . Trotzkij aveva in mano l ' esercito , ed ai supremi posti di comando dell ' oligarchia sovietica stavano Bucharin , Rykov e Tomskij , dei quali erano primi collaboratori Radek , Piatakov , Sokolnikov . Questo stato maggiore è scomparso e con esso è scomparso il regime oligarchico . Trotzkij si è salvato in esilio , Radek è in prigione , Bucharin e Rykov , espulsi dal partito sono sorvegliati speciali : tutti gli altri furono giustiziati . Stalin non è però rimasto solo : il potere è diventato una specie di condominio con Voroscilov , il capo dell ' esercito , il maresciallo sovietico che prima di essere un uomo di partito è un uomo d ' arme , un soldato . Stalin domina la Russia con il braccio di Voroscilov . Yagoda non serve più , la Ceka e le istituzioni che ne hanno ereditato lo spirito ( se di spirito si può parlare ) non servono più : sono state aggregate al commissariato degli Interni . Il dittatore comanda con l ' esercito , quindi in fondo è l ' esercito che comanda . Il « Temps » osserva : « Questa influenza crescente fino ad apparire preponderante dell ' armata è uno dei tratti caratteristici del nuovo regime russo . L ' esercito è , prima del partito , l ' essenziale sostegno . I militari costituiscono nella nazione una casta ricolma di privilegi » . Se tale è la nuova fisionomia della politica russa , è legittimo chiedersi se il regime non tenda a rinnovare , sia pure con nuove forme , il vecchio Stato zarista , dispotico , militarista , burocratico , asiatico . Anche la storia delle rivoluzioni è metodica . La Rivoluzione francese finì a normalizzarsi nell ' esercito , che ben presto ripose in luce e sfarzo e protocolli e costume dell ' antico regime . Di instaurazione del capitalismo borghese non si parla , ma in nessun tempo l ' economia russa ebbe una struttura capitalistica . Evidente è invece la progressiva liquidazione delle aziende agricole statali ( sovkhoz ) che sono sostituite da aziende cooperative ( kolkhoz ) nelle quali l ' iniziativa privata tende a divenire sempre più preminente . L ' evoluzione della politica sovietica , oltre avere la caratteristica di tendere ad uno Stato dittatoriale - militaristico con rinuncia all ' integrale socializzazione , ha altre note non meno degne di rilievo . La scomparsa dell ' oligarchia leninista ha prodotto pure la scomparsa di gran parte dell ' elemento semita che caratterizzava la vecchia guardia . Stalin è caucasico , e l ' affermazione della sua supremazia dittatoriale è accompagnata da una progressiva eliminazione dell ' elemento ebraico dai posti di comando : alcuni osservatori sono arrivati perfino a considerare l ' azione di Stalin come una forma di larvato antisemitismo . In realtà , il motivo antisemita non è mai emerso nei recenti processi e si può perciò ritenere che la persecuzione contro la vecchia guardia di Lenin sia stata operata da Stalin per motivi di gelosia di potere e non per motivi razziali o religiosi . Conferma di ciò si ha nel fatto che la politica estera sovietica è attualmente guidata da elemento in grande prevalenza ebraico . La questione semitica nei riguardi della politica sovietica è oggetto di considerazioni in rapporto all ' antagonismo fra Berlino e Mosca . La stampa francese considera l ' ipotetico antisemitismo di Mosca come una delle cause atte ad attenuare il contrasto germano - sovietico , contrasto che si ritiene ancor più riducibile nel caso in cui la politica tedesca venga influenzata da Ludendorf e dalla Reichswehr che è in parte non contraria ad un riavvicinamento con Mosca . Si tratta però di congetture , poiché ufficialmente sia a Mosca che a Berlino si insiste nell ' intransigenza . L ' unica cosa veramente positiva è la militarizzazione progressiva del regime sovietico , militarizzazione che è stata documentata dai vari episodi che hanno accompagnato lo scandalo Yagoda .
Ossa umane kg 2 ( Grieco Ruggero , 1952 )
StampaQuotidiana ,
Così era scritto sulla bolletta di svincolo di un pacco postale , ricevuta il 29 agosto dai coniugi Dominici , abitanti in Roma . Erano i resti del loro figliolo Luigi , secondo capo di marina , caduto il 18 settembre 1944 combattendo i nazisti sull ' isola di Lissa , iscritto nell ' albo d ' oro dei Caduti di guerra e decorato . Le ossa di Luigi Dominici venivano restituite a sua madre , in un pacco , con l ' avvertimento che lo « svincolo » comportava il pagamento di lire 1.280 per spese di trasporto e di dogana : prezzo lieve , privilegiato , giacché le ossa del ragazzo d ' Italia avevano fruito , per il ritorno « a casa » , a Roma , della tariffa militare . I genitori andarono alla dogana , costernati per l ' irriverenza e per l ' oltraggio patiti . Andarono a ritirare il « pacco » . - Sì , il pacco è vostro , è di vostra proprietà , - disse un impiegato alla madre del marinaio d ' Italia Luigi Dominici . E quest ' uomo non tremava e non aveva vergogna . - È vostro e potete portarlo via . - Possiamo portarlo anche a casa ? - Anche a casa , dove volete , la cosa non ci riguarda . La pietà dei genitori non li consigliava , però , di portare il caro fardello nella casa di via Magliano Sabina . Essi chiedevano l ' onorata sepoltura dei resti del loro Luigi e gli onori militari dovuti al soldato caduto in combattimento . In una lettera all ' Unità , pubblicata il 13 settembre , Augusto e Adele Dominici hanno raccontato l ' incredibile vicenda e il loro inammissibile pellegrinaggio da un ufficio all ' altro , per ottenere ciò che il buon senso e il senso del ' onore nazionale ordinavano di fare . Hanno ricevuto , invece , cortesi rifiuti e repulse burocratiche . Si rilegga la lettera dei Dominici , e si capirà meglio a quale grado di bassezza ' è sceso , in certi ambienti , il sentimento nazionale , per non sparlare del sentimento umano . Il 13 settembre , le ossa del marinaio Dominici erano ancora « in deposito » alla dogana di Roma , in attesa che la famiglia comperasse un loculo ossario , entro il termine perentorio di cinque giorni , per chiudervele . Ora , mentre scrivo , non so come la tristissima vicenda si sia conclusa . So , però , dagli intrighi diplomatici , dalle guerre in corse ; dai piani di riarmo effettivo , dalle sfrenate campagne di stampa , dai discorsi dei capi dei governi occidentali , dalle manovre militari provocatorie che si stanno svolgendo dal Baltico alla Turchia ( e non m ' importa se i temi o i capi militari siano sommamente stupidi ) , so che vi sono dei criminali che vogliono e stanno preparando nuove vaste aggressioni e una terza guerra mondiale . Dicono , questi pazzi criminali , che una terza guerra mondiale dovrebbe servire alla difesa della civiltà occidentale , di quella civiltà dai cui cespi abbiamo staccato il fiore mostruoso del nostro racconto . Noi sappiamo a che cosa mirano questi pazzi criminali . Ma se meditiamo sul pacco del peso di kg 2 , contenente ossa umane , sul pacco « in deposito » alla sdogana di Roma , mi pare che troviamo meglio , tutti insieme , la regola da seguire , l ' atteggiamento di avversione e di lotta attiva da tenere di fronte al pericolo che ci sovrasta , e per affermare la dignità dell ' uomo , il suo diritto a vivere nella gioia operosa , nella pace , nella libertà . Luigi Dominici è morto combattendo per questi ideali . Mi auguro che i Partigiani e i Combattenti provvedano a riparare la vergogna che ci è stata denunciata , e che ci offende tutti , anche se sarà accolta dai Dominici l ' offerta della signora romana , che ha messo fraternamente e italianamente a disposizione la sua tomba di famiglia per ricoverarvi le ossa del loro figliolo . Ma tradire il messaggio dei morti che s ' immolarono per la libertà , per l ' indipendenza del popolo , e per creare al popolo un ' esistenza migliore , sarebbe una vergogna peggiore di questa .
GLI ANARCHICI CONTRO I SOCIALCOMUNISTI ( GONELLA GUIDO , 1937 )
StampaQuotidiana ,
Accanto all ' evoluzione della situazione militare spagnola vi è una evoluzione della situazione civile che è non meno significativa della prima e non meno necessaria ad integrare il quadro delle cose spagnole . Dal luglio dello scorso anno la Spagna che si definisce « governativa » ha assistito alla nascita e morte di decine di governi costituiti non solo in seguito al frantumarsi dell ' unità nazionale che ha incoraggiato da parte repubblicana lo sviluppo delle autonomie , ma anche in seguito alla lotta fra le varie correnti dell ' estremismo socialista ed anarchico in perenne dissenso ed in perenne difficoltà a mantenere ordine . Dove le frazioni si contendono manu militari il potere non vi è legge , e dove non vi è legge non vi è ordine . Questa vicenda di trasformazioni governative , che caratterizza la politica di coloro che appunto si chiamano « governativi » , deve essere documentata in quanto fornisce elementi essenziali per un giudizio d ' assieme di una delle più micidiali e disastrose convulsioni della storia moderna , la guerra civile spagnola . La situazione catalana è , a questo proposito , sempre simbolica . Gli avvenimenti degli ultimi giorni hanno riconfermato che in tale territorio , il quale si dichiara il più tenacemente rosso , non vi è un governo degno di tale nome . A Barcellona la Generalità non comanda , e tanto meno comanda il remoto governo di Valenza , il quale nei consessi internazionali dichiara di rappresentare tutta la Spagna . Una delle pagine più oscure della guerra spagnola è il trionfo dell ' arbitrio anarchizzante che in Catalogna ha instaurato i metodi dell ' assassinio e del banditismo : anzi la stessa organizzazione del banditismo è divenuta organizzazione statale , poiché la sorte e la vita stessa dei cittadini è rimasta e rimane nelle mani dei comitati rivoluzionari dal cui beneplacito dipende quel minimo di libertà che può essere ancora riconosciuta . Ed i profughi catalani ne sanno qualche cosa . Ma il banditismo e l ' anarchia non sono forme di governo : sono improvvisazioni del predominio della piazza . Per questo i conflitti degli ultimi giorni fra coloro che detengono il potere non possono essere oggetto di meraviglia . Sembra che la causa dell ' ultimo colpo di Stato catalano si debba cercare nel fatto che la Generalità , sostenuta dal governo di Valenza , abbia tentato di togliere alla Federazione anarchica la sua posizione di privilegio . Gli anarchici hanno reagito violentemente e la « crisi governativa » si è tramutata in conflitti armati nelle strade di Barcellona . La Fai è passata all ' offensiva : le sue guardie di assalto hanno occupato i punti strategici della città ed hanno privata la Generalità di ogni controllo della situazione costringendo il presidente Companys a fare appello alle truppe del fronte di Aragona , ed a lanciare un manifesto nel quale si invitano gli operai a cessare dalle lotte intestine che « fanno colare il sangue a fiotti » . Secondo testimonianze dirette , il pretesto occasionale sarebbe stato una proposta del governo di Valenza secondo la quale un generale avrebbe dovuto essere posto a capo delle forze militari catalane . Gli anarchici catalani , che sono pur essi « governativi » , hanno opposto resistenza a quanto voleva Valenza : la Generalità ha allora cercato di applicare ugualmente il deliberato di Valenza ma ciò ha dato motivo allo scontro armato . Mentre la Generalità ha occupato il centro di Barcellona , la Fai ha tenuto sotto il suo controllo tutta la periferia . La ragione del conflitto è però ben più remota . Si tratta di determinare il peso che deve avere la Federazione anarchica iberica nelle nuove condizioni della situazione . Gli anarchici , osserva il « Temps » , avendo dato alla guerra civile il più considerevole contributo di forze , pretendono ora di non perdere il beneficio che tale contributo dovrebbe loro assicurare . Essendo stati dominati a Madrid ed a Valenza dalle forze socialcomuniste , unite sotto l ' egida di Mosca e per l ' intervento diretto del famoso ambasciatore sovietico Rosenberg , la cui scomparsa è ancora avvolta nel mistero , gli anarchici pretendono continuare , almeno in Catalogna , il controllo assoluto della situazione . Quindi la lotta fra Barcellona e Valenza non è che una lotta fra l ' elemento anarchico e l ' elemento socialcomunista dei « governativi » . Malgrado le assicurazioni contenute nei comunicati ufficiali di Barcellona ( nei quali , per esempio si parla di morte « puramente accidentale » del « camerata Sesé » capo dell ' Unione generale dei lavoratori ) , le informazioni dei testimoni passati per via aerea in Francia non sono rassicuranti . La lotta continuerebbe per le strade , e nello stesso palazzo del governo ove sarebbe stato assassinato il dirigente socialista Sesé il quale era stato recentemente nominato consigliere di Giustizia nel Consiglio provvisorio della Generalità . Questa morte è un sintomo evidente della realtà della situazione e contribuisce a smentire quelle informazioni ufficiali secondo le quali i torbidi di Barcellona sarebbero stati provocati dall ' elemento monarchico . Assieme al Sesé furono assassinati altri elementi del socialismo meno rivoluzionario . Va pure sottolineato che lo stesso ambasciatore di Valenza a Parigi , in un comunicato trasmesso alla stampa , riconosce l ' esistenza a Barcellona di « qualche gruppo di anarchici in buona fede i quali , o per ideologia o per temperamento , si rifiutano di accettare il processo di consolidamento e di rinforzamento del principio di autorità rappresentato dal governo di Valenza » . Con parole molto prudenti si viene a riconoscere ciò che tutti affermano : che le stragi di Barcellona hanno il loro motivo nel contrasto fra gli anarchici catalani ed i socialcomunisti di Valenza . La risoluzione di compromesso sembra ora assai provvisoria . Continua la guerra civile nella guerra civile .