Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> categoria_s:"StampaQuotidiana"
StampaQuotidiana ,
I problemi base . Il ministro Corbino e il nuovo sottosegretario prof . Serpieri hanno avuto fin da principio una buona stampa : giusto omaggio alle riconosciute qualità d ' ingegno , di competenza , di carattere dei due uomini , spiegabile soddisfazione di vedere finalmente avvenuta una scelta che si sapeva oltremodo difficile e per molti versi interessava e preoccupava l ' opinione pubblica ; legittima speranza che uomini non logori dalla lotta politica e non legati alle vicende dei partiti portino nella soluzione dei gravi problemi loro affidati uno spirito di realistica visione dei fatti e di sapiente intuizione dell ' interesse integrale della Nazione . Certo il compito che il sen . Corbino in modo particolare affronta con tanta modestia e coraggio insieme , è difficile e molteplice . In primo luogo , è da augurare che egli sappia superare le divergenze , spesso gravi , di interessi tra agricoltura e industria cercando la soluzione del problema in un ordine di vedute superiore , nel quale gli opposti interessi trovino la loro conciliazione : trasformando cioè il problema di distribuzione dei gravami e delle protezioni in un problema di intensificazione generale della produzione . Di questo problema egli ha scorto uno degli aspetti tipici , cioè la necessità di vivificare l ' agricoltura nel Mezzogiorno e nelle Isole in modo da portarla al livello altissimo in cui è già nella maggior parte dell ' Italia settentrionale ; e possiede la chiave tecnica nella sua perfetta conoscenza e nella sua tenace opera di propaganda per l ' utilizzazione elettrica delle energie idrauliche del nostro paese . Il problema è di portare alla massima intensità e al massimo rendimento e buon mercato la produzione della sola energia fisica per la quale possiamo non essere tributari di paesi stranieri meglio favoriti dalla natura : l ' acqua . E questo è problema strettamente connesso con quelli del rimboschimento e risolto darà nuovo impulso ai lavori di bonifica e di irrigazione , in cui è il segreto della redenzione delle plaghe più infelici d ' Italia . V ' è poi il problema tecnico - politico delle tariffe doganali , sul quale il Corbino non ha voluto pronunciarsi nella prima intervista concessa al nostro giornale , ma che attende dalla sua competenza e dall ' energia e intuito dell ' on . Mussolini una soluzione adeguata : dovendo il Governo egualmente essere pronto a sacrificare grossi interessi privati qualora risultino parassitari dell ' economia nazionale , come a imporre al paese i sacrifici necessari qualora o le esigenze della difesa nazionale o la considerazione del vantaggio integrale dell ' economia stessa imponga di concedere a determinate forme di produzione protezioni singolarmente passive . Noi crediamo che difficilmente si potrà trovare la formula di questa utile distribuzione di pesi e delle protezioni , se il Ministro dell ' Economia Nazionale non sarà in grado , resistendo alla pressione abilissima e continua dei mille interessi particolari consumati nell ' arte di circuire i ministri di via XX Settembre , di prendere le sue decisioni avendo sotto mano , continuamente chiariti dall ' aperta discussione degli interessati , tutti gli elementi costitutivi della produzione nazionale . Il problema di creare organi consultivi in cui i diversi interessi possano , venendo ad aperto contradittorio , fornire al ministro responsabile una visione generale e una controllata conoscenza specifica delle questioni inerenti alle tariffe doganali , è fondamentale per il retto funzionamento dell ' importantissimo dicastero . Il quale , liquidati gli ultimi residui dell ' economia associata e dell ' intervenzionismo statale , deve riprendere le sue vere funzioni che sono essenzialmente di ispezione , di statistica , di studio , di incoraggiamento , di istruzione professionale , e il meno possibile di ingerenze nel meccanismo della produzione e nel giuoco della concorrenza . La vasta mole delle responsabilità che si concentrano nel nuovo ministro , è aumentata dall ' alta vigilanza che ad esso spetta sui problemi del lavoro e sulla legislazione sociale . È questo certo , nelle sue linee generali , un problema di politica generale la cui soluzione in ultima analisi risale alla Presidenza del Consiglio ; ma anche in questo campo , per ora pacificato , il contributo d ' una agile mente organizzatrice e d ' una conoscenza delle esigenze tecniche delle varie produzioni è necessaria e può essere preziosa . Ci sarebbe da dire infine delle difficoltà dell ' ambiente con cui certamente il ministro deve lottare prima di assicurarsi l ' efficace cooperazione di tutti i funzionari del riunificato dicastero , giacché in questo , più che in altri , fu sensibile l ' influenza del periodo in cui l ' Italia fu governata con criteri socialdemocratici . Ma l ' argomento è ampio e delicato , ed è preferibile per oggi limitarsi ad augurare al nuovo ministro che anche questa difficoltà egli sappia superare ottenendo da tutti , o almeno da tutti i migliori , quella collaborazione degli organi esecutivi , senza la quale la miglior buona volontà degli uomini chiamati al Governo non può tradursi in efficace azione per il bene concreto del Paese . In treno col nuovo Ministro – Il suo programma di azione Sulla Roma - Pisa . Si parte alle 17,30 . In una cabina della vettura - letto è il nuovo ministro dell ' Economia Nazionale , senatore Corbino , diretto a Sant ' Anna di Valdieri per prestare giuramento nelle mani del Re . Non mi è facile avvicinarlo : ma quando , superati felicemente tutti quei contrattempi – sempre , sotto ogni cielo e in ogni occasione , gli stessi ! – che fanno la delizia dell ' intervistatore ad ogni costo , mi son seduto di fronte a lui nella cabina , ormai l ' abbrivio era preso e l ' intervista assicurata . La conversazione s ' è subito sciolta d ' ogni impaccio . Il senatore Corbino parla breve e arguto e la frase , prima d ' esser detta , par che gli si muova negli occhi vivaci . – Sono un po ' stanco . Pensi che nel pomeriggio di ieri son partito da Bolzano ed ora mi tocca raggiungere subito Sant ' Anna di Valdieri e immediatamente ritornare a Roma . Ancora due giorni di viaggio e non facili : stanotte dovrò scendere a Savona e prendere il treno per Cuneo ; di qui in automobile continuare per Sant ' Anna . Prestato giuramento , ho da rifare la strada per Roma . – Ma quando , Eccellenza , ha avuto notizia dell ' altissimo incarico affidatole dall ' on . Mussolini ? – Le assicuro – mi risponde sorridendo il senatore Corbino – che , a ripensarci la cosa mi pare un po ' strana . Ero , con la mia famiglia , da qualche giorno a Cortina d ' Ampezzo in breve riposo . Venerdì da Verona improvvisamente fui informato che l ' on . Carnazza era in viaggio per vedermi . Andai ad incontrarlo a Bolzano e qui seppi che l ' on . Mussolini aveva intenzione di affidarmi il nuovo dicastero dell ' Economia Nazionale . Non le nascondo che fui sorpreso e lusingato . La sera stessa partii , in compagnia del ministro Carnazza , alla volta di Roma . Appena arrivati , senz ' altro ci dirigemmo a Palazzo Chigi e ... il resto è noto ... Il senatore Corbino continua a sorridere : e tutto il volto bruno ne ha luce : solo gli occhi , piccoli e neri , sotto la vasta fronte pensosa , sembrano indugiarsi nei recenti ricordi . La pausa è breve , ché io sono all ' agguato e incalzo : – Eccellenza , e i suoi propositi ? – Ho capito – mi risponde il Ministro . – Ho capito ... Siamo all ' argomento e lei non mi lascerà sfuggire ! ... Ancora una pausa , in cui il senatore Corbino pare raccogliersi e meditare . Poi continua secco e sicuro . – Non ho né posso avere programmi in saccoccia . Nella vita non mi son mai trovato preparato per nessuna cosa . Il che è un inconveniente grave , in quanto è prova e confessione di non eccessivo orgoglio : ma offre anche qualche vantaggio nel garantire al proprio spirito l ' assenza di preconcetti o di servitù a idee precedentemente sostenute . In questo senso , sono impreparatissimo all ' enorme e formidabile compito cui m ' ha chiamato la fiducia del Capo del Governo . Mi conforta , però , un pensiero : il dicastero che vado a reggere non ha tanto da esercitare funzioni attive di Stato , quanto invece da conoscere , vigilare e favorire il mirabile sviluppo dell ' attività privata in tutti i campi della produzione . Penso che lo Stato farebbe già molto se queste libere attività individuali non contrastasse né inceppasse con la sua azione . – Quanto ai problemi industriali , quali saranno le Sue direttive ? – Non mi è facile rispondere . Ma la mia via sarà ben presto chiara a tutti . Nel campo industriale l ' opera delle aziende private , che diede risultati sorprendenti durante la guerra , non poté essere proseguita con pari successo dopo la smobilitazione per molte ragioni politiche , sociali e fiscali . Non è d ' altra parte solo un problema interno il raggiungimento desiderato di una più energica attività industriale : ma per mille ragioni che sarebbe lungo elencare , esso si riconnette a problemi economici di carattere internazionale per la nostra scarsezza di materie prime . Ciò impone la ricerca , che già avviene spontaneamente nel mondo industriale , di quei tipi di produzione che implicano maggiore possibilità di sfruttamento delle qualità eccezionali di intelligenza dei nostri operai . Ma l ' intelligenza non basta : e per provvedere l ' operaio italiano della preparazione culturale indispensabile , occorrerà affrontare il problema dell ' insegnamento industriale di grado inferiore . Solo così sarà possibile sperare che si riesca a produrre bene e a buon mercato , come occorre per favorire l ' espansione anche all ' estero dei nostri prodotti . – E l ' agricoltura ? – Io considero l ' agricoltura la fondamentale industria del nostro paese , e i problemi relativi a questo campo di attività formeranno oggetto precipuo delle cure del mio Ministero , il quale potrà avvalersi dell ' opera preziosa e illuminata del Sottosegretario , prof . Serpieri , che l ' on . Mussolini , con geniale intuito , ha scelto come mio collaboratore . Altro non potrei aggiungere sui suoi propositi senza venir meno alla norma elementare di serietà che è imposta a chi , come me , deve sapere e apprezzare la necessità della silenziosa e meditata elaborazione del proprio pensiero . E qui il sen . Corbino ha mostrato di voler concludere . Ma Pisa è ancora lontana e la conversazione è facile ravvivarla . Si parla del fascismo , che ha salvato con energica cura il paese dall ' anarchia e lo Stato dalla rovina , della situazione internazionale che non accenna a chiarirsi , e infine del Mezzogiorno , alla cui economia non potranno non volgersi le cure del nuovo Ministro . – Io penso – mi ha detto a questo proposito l ' illustre interlocutore – che pur la mia qualità di meridionale non è stata estranea nella scelta del mio nome per il dicastero dell ' Economia Nazionale . Il cui problema fondamentale è l ' incremento della produzione nazionale e quindi l ' incoraggiamento a tutto ciò che può favorire lo sviluppo agricolo del Mezzogiorno . Ogni mio sforzo spiegherò perché questa regione che è una delle più nobili e più fattive del nostro paese , abbia un continuo e assiduo incoraggiamento per lo sviluppo e il perfezionamento industriale della sua agricoltura . Nel Mezzogiorno non mancano abili e intelligenti coltivatori : ma sono ancora insoluti i problemi della irrigazione , della bonifica agraria e dell ' impiego dei concimi artificiali a buon mercato . La mia qualità di ex presidente del Consiglio Superiore delle acque mi dà la speranza di poter affrontare questi problemi con qualche successo . – E sui problemi del lavoro , quali sono i suoi propositi ? – Ai problemi del lavoro ho pensato lungamente da cittadino : ma ciò è ben altra cosa che considerarli da ministro . Ho avuto , però , sempre l ' idea che per ragioni politiche contingenti si siano esagerati i contrasti tra i datori e gli assuntori di lavoro . La marcia all ' aumento progressivo e illimitato dei salari non può in ultima analisi che danneggiare i lavoratori , rendendo economicamente disastrosa la produzione e conducendo , perciò , all ' arresto d ' ogni progresso industriale . Ho detto altra volta che una guerra o una rivoluzione possono consentire il risorgere di un migliaio di nuovi millionari : ciò che richiede appena un miliardo ; ma non possono permettere a quaranta milioni d ' italiani di lavorare meno e guadagnare di più . Ciò può avvenire solo per il sorgere della possibilità di sfruttamento di una nuova forza naturale : così dopo la Rivoluzione Francese per la scoperta della macchina a vapore e dopo il 1900 per l ' impiego dell ' energia elettrica . Quando una di queste scoperte è matura , può la pressione d ' una classe rompere la crosta degli interessi formatisi intorno ai vecchi sistemi e spingere la classe industriale a ricorrere a nuovi processi tecnici . Ma è vano tentare di rompere il guscio dell ' uovo se non v ' è dentro il pulcino maturo . E purtroppo la guerra non ha ancora dato la grande scoperta tecnica capace di consentire a tutti gli uomini di lavorare meno e vivere meglio . Per queste ragioni – conclude il Ministro – io credo che operai e industriali finiranno per convincersi della necessità di collaborare nel loro interesse e in quello superiore della Nazione . E qui l ' intervista è veramente finita . Pisa è prossima e bisogna congedarsi .
StampaQuotidiana ,
Belluno , 9 aprile . - Cinque operai bellunesi morti assieme sotto una valanga di neve è una notizia sconvolgente e drammatica anche per la popolazione di una provincia abituata da secoli a stare col cuore sospeso , sempre in attesa di qualche dolorosa notizia dai cantieri all ' estero e delle altre province italiane , dove la manodopera bellunese è più che di casa . Qui , in queste zone di emigrazione , quando un lutto colpisce una famiglia , l ' intera comunità si sente partecipe della disgrazia . « È capitato a te , ma potrebbe essere capitato a me » , è una frase che qualche volta si dice ma che più spesso si indovina , soprattutto nel muto linguaggio delle donne degli emigrati , madri e spose accomunate per anni dallo stesso tarlo doloroso delle lunghe separazioni dai mariti e dai figli ; dalla paura di sciagure , e purtroppo dalla speranza che non succedano , e infine dall ' attesa spasmodica del loro ritorno stagionale . E così , domani o dopodomani , altri cinque lavoratori torneranno alle proprie case , ma dentro una bara . Sono i cinque bellunesi ghermiti ieri dalla « morte bianca » in Valle Aurina , un luogo a quattro passi da casa , dove erano contenti di essere andati a lavorare , avvezzi com ' erano quasi tutti all ' emigrazione in terre lontane . Le loro famiglie , alcune delle quali hanno appreso la notizia dai giornali , sono piombate nella disperazione . Non abbiamo fatto gli sciacalli in cerca di notizie intime ; abbiamo rispettato il dolore delle famiglie . Ma abbiamo parlato con amici e conoscenti delle vittime nei loro paesi d ' origine . E ancora una volta , come purtroppo molto spesso è avvenuto , le conversazioni hanno illustrato la solita triste condizione di una provincia senza lavoro , che costringe i propri abitanti a vere odissee , sballottandoli in giro per il mondo in nome di una civiltà tanto decantata dai nostri governi ma tanto lontana dai bisogni degli uomini . Ecco il paese di Vito Lise , anni 38 , capo minatore , e di Angelo De Zanet , di 35 anni : Sospirolo . Quattromila abitanti , il 90 percento degli uomini validi emigrati . Registra la percentuale più alta in tutta la provincia di silicotici . Anche Vito Lise , il capo minatore , travolto dalla valanga , aveva ormai girato , a trentotto anni , mezzo mondo : la Svizzera , il Congo , l ' Argentina , il Venezuela . Quando tornava reclutava altre persone del villaggio di San Zenon , dove abitava , ed esse gliene erano grate . Andavano volentieri con lui , lo stimavano per la sua serietà e preparazione professionale . Era figlio di minatore . Suo padre è attualmente all ' ospedale con la silicosi . Con lui in valle Aurina c ' erano altri due fratelli ; uno si è salvato per caso dalla valanga . Angelo De Zanet , pure lui da San Zenon , faceva parte di una schiera di cinque fratelli , che sono tutti emigrati . Lui aveva conosciuto tutte le miniere di ferro e di carbone della Germania . Questo è il paese di Sospirolo , dove oggi una terza famiglia di emigrati è in lutto . L ' operaio Francesco Viel , di 53 anni , è deceduto di sincope in un cantiere della Svizzera . Trichiana , Longarone , San Gregorio nelle Alpi , i paesi degli altri tre operai deceduti in valle Aurina , presentano le stesse caratteristiche . Tre - quattromila abitanti , un migliaio di emigrati . Giovanni De Bastian , di Trichiana , era figlio unico . Sua madre non fa che ripetere , pazza di dolore : « Chissà quante volte avrà chiamato aiuto prima di morire » . Nessuno riesce a convincerla che suo figlio è morto sull ' istante . Di Antonio Bristot , da Longarone , le donne della frazione di Pirago , dove abitava con la famiglia , assicurano tutte « che era un grandissimo lavoratore » . È il massimo omaggio che le genti di montagna possono rivolgere a un morto . La quinta delle vittime , Renato Bulz , da San Gregorio nelle Alpi , era il più giovane : diciassette anni appena . Un ' età in cui non si è ancora uomini per le leggi dello Stato ma purtroppo si è considerati uomini da sfruttare sul piano fisico e produttivo . L ' elenco delle vittime sul lavoro si allunga così anno dopo anno , accanto alle località dove avvengono le sciagure , che restano impresse per sempre nella memoria delle famiglie degli emigranti bellunesi . Non importa se le disgrazie avvengono in Italia o all ' estero , se la località si chiama Marchinelle , Zermatt o Valle Aurina . Esse significano comunque sempre sofferenze e dolore per le famiglie dei trentasettemila emigrati bellunesi e richiamano alle loro gravi responsabilità i governanti italiani , che mai hanno voluto prendere in seria considerazione il problema delle zone di emigrazione , salvo che sul piano dei discorsi e delle promesse , specialmente nei periodi delle varie campagne elettorali .
Anticlericali, rieccoli ( Beretta Roberto , 2000 )
StampaQuotidiana ,
Aita , aita : tornano gli anticlericali ! Erano decenni che non si vedevano così in massa , confinati tutt ' al più in sparuti Circoli dello Sbattezzo e sugli editoriali in neretto di Repubblica . Ora invece Roma è tappezzata di manifesti cubitali : " XX settembre ( sic ! , con le cifre romane come nelle targhe delle strade ! ) . Tutti alla grande MANIFESTAZIONE ANTICLERICALE " . Il raduno - ovviamente - è presso Porta Pia : e speriamo di non ( ri ) vedere le camicie rosse . Dopo il Gay Pride , anche gli anticlericali mostrano dunque il loro orgoglio . Peccato che l ' adunata , anziché Garibaldi - che era pur sempre un Eroe di due mondi - , gliela debbano suonare Marco Pannella ed Emma Bonino ( accompagnamento di Edoardo Bennato e Arnoldo Foà ) . Sono essi gli eredi del Risorgimento ? Povero Mazzini , povero Salvemini e povero anche Spadolini : così fieri del loro aristocratico liberalismo . Qui il cartellone sembra raffazzonato con richiami polemici dell ' ultim ' ora ( c ' è pure un convegno dove si parlerà , uno in fila all ' altro , di : Sillabo , Pio IX , Giordano Bruno , Risorgimento e persino Ratzinger , circa il recente documento Dominus Iesus ) ; e bisogna pur ammettere che qualche ragione per insorgere , negli ultimi mesi , gli avversari " clericali " gliel ' hanno pur data . Insomma : sarà il contraccolpo per il plateale successo della Giornata mondiale dei giovani ; sarà la preoccupazione per il ritorno in forze di un certo " revisionismo " sui miti risorgimentali ( leggi mostra anti - sabauda al Meeting di Rimini e beatificazione di Pio IX ) , ma gli anticlericali hanno stavolta deciso di reagire in forze . Basta consultare la mailing list " Ateismo " dell ' Unione atei e razionalisti agnostici italiani per constatare come i contatti siano cresciuti regolarmente lungo il Giubileo , con punte a giugno ( Gay Pride ) , e in settembre siano già oltre 230 . Adesso Pannella disegna il 130° anniversario della presa di Roma come una sorta di replica a Tor Vergata . Solo che non sono più i tempi del Papa - Re e anche l ' anticlericalismo è profondamente cambiato . Del resto : che senso avrebbe l ' odio ottocentesco per i preti ai tempi del mea culpa e dei credenti minoranza ? Così l ' armata anticlericale si presenta a Porta Pia più brancaleone che no : i sostenitori della liberalizzazione delle droghe fanno corteo con le delegazioni dei mazziniani , i fans di Giordano Bruno insieme agli omosessuali del Fuori ... E pure le intenzioni meno bellicose e le posizioni più sfumate rischiano di finire nella caldera della strumentalizzazione politica . Lo conferma indirettamente anche uno dei relatori al convegno " Scienza Chiesa e Libertà . Ieri e oggi " che contorna la manifestazione romana : Domenico Settembrini , docente di Storia delle dottrine politiche . Professore , ma davvero lei ce l ' ha coi preti ? " C ' è un carattere di verità in certe critiche che possono sembrare anti - cattoliche . Si sono verificati ultimamente alcuni avvenimenti ecclesiastici ( Pio IX , il documento Ratzinger , gli attacchi anti - risorgimentali del Meeting , eccetera ) che ritengo di tipo clericale . Io non voglio sacralizzare l ' unità d ' Italia ; però vorrei che si ricordasse che il nostro regime di libertà e di convivenza ha come precedente quell ' atto chiamato Risorgimento " . Diciamo allora che lei è anticlericale per ragion patria ; ma basta questo per farsi vedere oggi a Porta Pia ? " Sì , anzi considero che il 20 settembre dovrebbe essere festa nazionale ... Se poi la manifestazione pannelliana acquisterà un sapore più eccessivo di quello che mi potrebbe star bene , beh , sarà colpa delle contingenze che lo hanno creato . È anche inevitabile , perché oggi in politica i due schieramenti fanno a gara per accaparrarsi il voto cattolico . Se ci sono travalicamenti clericali , dunque ( e secondo me ci sono ) , la responsabilità sono assai più dei politici laici che della Chiesa . Dirò di più : quando la minoranza cattolica era rappresentata dalla Dc le cose andavano meglio , tra noi " laici " c ' era meno opportunismo " . Ma guarda un po ' : un anticlericale che rimpiange la Dc ... E perché poi , se la colpa è dei laici diventati troppo " chierichetti " , prendersela coi preti tanto da rinverdire le tristezze dell ' anticlericalismo ? Forse qualcuno vuole puntare sul bersaglio grosso , tanto per coalizzare il frammentato fronte progressista . Eh già : i radicali parlano a suocera - il Vaticano - perché nuora intenda ; ovvero Giuliano Amato e soprattutto l ' ex enfant prodige Francesco Rutelli , già pannelliano , ambedue in odore di troppo smaccato " servilismo " cattolico . La rediviva Porta Pia 2000 vuol dunque far breccia più nella sinistra piuttosto che non nella stessa Chiesa ? Lo conferma il programma della manifestazione odierna , aizzata contro " la " politica " italiana ... incapace di riaffermare la distinzione tra dettato confessionale , norma morale e norma giuridica , tra peccato e reato " . Un altro professore , il filosofo Raimondo Cubeddu , giustifica così la sua partecipazione al convegno romano : " Voglio rivendicare la dignità e la validità della tradizione liberale . Prima la Giornata della gioventù e le tante voci levate a chiedere " esami di coscienza " sulla cultura laica ; poi MicroMega che pende dalle labbra del Papa e del cardinal Martini ( personaggi che peraltro rispetto ) ... Beh , insomma , un po ' di sconforto mi viene davanti alla posizione supina di questa sinistra , che cerca di sostituire la fede ( fallita ) nel marxismo con un ' altra e dimentica una cultura laica che invece conserva la sua dignità e vuole avere spazio politico . La cultura laica non esiste più ? Macché , siete voi di sinistra che avete fallito " . E così lei va a Porta Pia ... " Mica sono un anticlericale , io . Per me la manifestazione è un tentativo per mettere insieme i cocci di una laicità rimasta ferma ai miti dell ' Ottocento e che ora - vedendosi sopravanzata - si ribella " . E i cattolici , come prenderanno questo presunto ritorno dell ' anticlericalismo ? Lo storico Giorgio Rumi non si scompone : " Grazie a Dio l ' anticlericalismo in Italia è finito ; anzi , c ' è un bisogno del prete anche tra i non credenti che da gran tempo non si vedeva ... Lo stesso Pannella si è premurato di precisare che la sua iniziativa non è contro la religione ; il che accentua l ' aspetto anti - temporalista della manifestazione romana " . Che - tradotto - significa ? " Un aumento della preoccupazione laica per i supposti " successi temporali " della Chiesa e la paura di un " arieccoli " dei cattolici nella politica italiana . Ma si tratta di timori fuori dalla realtà : niente è più lontano dal governo di questo Papa che una rentrée temporale " . Il collega Franco Cardini annusa invece il complotto : " Senza dubbio Pannella cerca elementi di coagulo per una sinistra che sta perdendo referenti . Ma c ' è anche una posta più alta e non solo italiana : la Chiesa cattolica è rimasta l ' unica forza universale ad opporsi agli aspetti più disumani della globalizzazione e negli ultimi mesi i radicali si sono fatti assoluti promotori proprio di quel progressismo neo - capitalistico . La rievocazione di Porta Pia cela dunque qualcosa di più di un rigurgito anticlericale tutto sommato " romantico " ; l ' avversione accanita alla Chiesa nasconde la volontà di eliminare l ' ultimo avversario sulla strada del capitalismo più selvaggio e più cinico " .
StampaQuotidiana ,
Alto , snello , bruno , due occhi vivaci , e mobilissimi , il nuovo sottosegretario all ' Economia nazionale , colpisce subito per il suo parlare franco e breve . Musacchio ha postato i suoi pezzi ed è necessario conversare . Sono qui mi dice il prof . Serpieri quasi inaspettatamente . Lunedì scorso fui invitato dal prefetto di Firenze di venire a Roma dove mi chiamava l ' on . Acerbo . Il sottosegretario alla Presidenza , fascisticamente , a nome dell ' on . Mussolini , mi invitò ad assumere il sottosegretariato all ' Economia nazionale . Io rimasi un po ' stupito ed incerto . Per ventiquattr ' ore fui tormentato da mille dubbi . Il pensiero di lasciare i miei studi preferiti e la tranquillità del mio lavoro mi faceva esitare . Ma alla fine mi decisi . Ed ora eccomi qua ... E quali sono i suoi propositi ? È questa una domanda alla quale non saprei sull ' istante rispondere . Sono un tecnico modesto che non ha altra ambizione che di servire il Paese e l ' Uomo insigne che oggi regge le fortune d ' Italia . E non ho , perciò , programmi preparati . Ho bisogno d ' un periodo , più o meno lungo , di adattamento ai nuovi doveri cui sono stato chiamato . Certo la mia è e sarà la voce d ' un uomo che ha vissuto in continuo contatto con le molteplici e varie necessità della nostra agricoltura , e mi lusingo che questa mia voce serena potrà essere di beneficio e di giovamento allo sviluppo e alla prosperità della nostra economia agraria . Perciò vorrei considerare la mia nuova funzione di governo né più né meno che la continuazione logica di quelle che sono state sinora la mia opera e la mia attività . Quindi nessuno sforzo di originalità e di novità , ma vigilanza assidua e amorosa delle varie questioni che attendono una soluzione , o solo l ' avviamento a una soluzione . Ma quali sono le sue idee generali sull ' attuale situazione agraria ? Anche questa è una domanda alla quale non si può rispondere direttamente . Io penso che , più che considerarlo generalmente , e però genericamente , il problema agrario va esaminato e studiato nelle sue singole questioni concrete , senza apriorismi e formalismi , ma sul terreno obiettivo della realtà economica . La quale , in verità , è complessa e varia specie nel campo agricolo , da regione a regione e importa , quindi , soluzioni diverse secondo le diverse peculiarità regionali . Ora io mi propongo , in collaborazione dell ' illustre senatore Corbino , di studiare , con criterio obiettivo , questi problemi che , per la varietà delle cause che li determinano , non ammettono soluzioni uniche e generali . Bisogna studiare e risolvere i problemi non della agricoltura italiana ma , come diceva Stefano Jacini , delle agricolture italiane . Questi sono i miei propositi e mi auguro che colla buona volontà cooperi anche la buona fortuna per attuarli . – Eccellenza , e la questione del Mezzogiorno ? – Non è possibile proporsi di favorire lo sviluppo agricolo senza pensare al Mezzogiorno . E con grandissimo amore mi auguro che un uomo del settentrione , possa fare un po ' di bene all ' agricoltura meridionale . Ma ripeto per il Mezzogiorno quello che ho detto in genere per il nostro paese . Anche per il Mezzogiorno è necessario , se si vuole contribuire alla sua prosperità , impostare chiaramente e serenamente il problema , fuori d ' ogni preconcetto dottrinario , soprattutto senza formule prestabilite . Dieci anni fa d ' ogni parte si gridava che solo il rimboschimento avrebbe risolto la crisi meridionale . Adesso siamo alla moda delle bonifiche e delle irrigazioni e non v ' è soluzione che non sia , più o meno , perseguita attraverso l ' uno o l ' altro sistema . Certo il bosco può essere utile a una regione , come altrove possono essere necessarie le bonifiche . Ma non è possibile confondere i bisogni della Campania con quelli della Sicilia . Generalizzare , in materia economica e particolarmente nel campo agricolo è un grave e insidioso errore . E quanto al Mezzogiorno , definire isolatamente i vari problemi , questo bisogna . La Basilicata presenta problemi ed esigenze diversi da quelli della Puglia e della Calabria e solo da una specificazione di queste varie individualità è possibile che derivi finalmente una conoscenza più diretta e più realistica del cosiddetto problema del Mezzogiorno . La vita agraria è necessariamente locale ed io mi considererei felice se , collaborando con il mio ministro riuscissi a dare a questa vita quegli organi locali , che oggi mancano e che costringono gli organi centrali a disimpegnare funzioni che non sono loro proprie , con danno generale del paese e dello Stato . Il prof . Serpieri , che parla a scatti , con acuta precisione di frase , che rivela precisione e chiarezza di pensiero , dopo una breve pausa accenna a concludere : – Questo che ho rapidamente riassunto , è un programma notevole , che abbisogna , per essere attuato , di vasta preparazione e di molto lavoro . E spero che da esso deriveranno al nostro paese e alla nostra agricoltura benefici incalcolabili .
StampaQuotidiana ,
Belluno , 22 gennaio . - A Carassagno D ' Arsiè trentaquattro persone continuano lo sciopero a rovescio , per la costruzione della strada che colleghi la frazione al capoluogo . Il loro gesto continua ad avere la solidarietà della stampa e perfino della radio , che oggi ha trasmesso nel notiziario veneto un servizio registrato sul luogo . Le uniche persone che ancora non si sono mosse sono le autorità comunali , provinciali e centrali , alle quali erano state inoltrare petizioni e telegrammi , il tutto rimasto ancora senza risposta . Il sindaco se ne lava le mani con la scusa che non ci sono soldi e quindi la questione deve essere risolta dal centro . Ciò può essere vero , ma lui , come prima autorità del Comune , cosa fa per far intervenire o sollecitare ad intervenire le autorità centrali ? E il prefetto , al quale era stata inoltrata una petizione firmata da coloro che hanno dato inizio ai lavori , il prefetto , che rappresenta il governo centrale , cosa ha fatto per venire in aiuto di questa gente che è sotto la sua giurisdizione ? E il ministro Bertinelli , informato con un telegramma di quanto sta accadendo a Carassagno ? Silenzio su tutto il fronte della Democrazia cristiana e del governo . Intanto , quelli di Carassagno continuano a dodici giorni la loro azione di protesta , proseguendo i lavori di sterro perché la loro strada la vogliono veder fatta . Sono decisi ad andare fino in fondo , e dopo qualcuno dovrà pure pagare il lavoro fatto . « Perché avete dato inizio ai lavori ? » . A questa domanda dei radio - intervistatori hanno risposto diversi protagonisti dello sciopero a rovescio . « Perché non crediamo più alle promesse » ; « Perché la strada è il principale elemento di civiltà » ; « Per non restare più isolati dal mondo » ; « Per poterci recare dal medico e in farmacia » . Una donna che partecipa allo sciopero , ha risposto : « Domani una ragazza della frazione di sposa e deve fare a piedi venti chilometri per recarsi in chiesa » . Tutti gli abitanti del villaggio hanno un loro validissimo motivo per volere la strada , un motivo che ha trovato nella solidarietà di ognuno di loro il coraggio di diventare forza ed unità e di dare avvio ai lavori che non interromperanno , fino a quando le autorità competenti non manifestino concretamente la volontà di realizzare l ' opera tanto necessaria . Pensiamo alla giovane sposa di Carassagno , che nella giornata più bella della sua vita , è costretta a percorrere infreddolita il lungo sentiero infangato , senza l ' ausilio di un mezzo necessario . Le provviste per il pranzo di nozze dovranno essere portate a spalle dai Boldi , l ' acqua per cuocerle dovrà essere attinta e trasportata a spalla dai Boldi , una borgata a tre - quattro chilometri da Carassagno , dove c ' è l ' unico acquedotto di tutta la zona , rappresentato da un lungo e rattoppato tubo di gomma che , sospeso per aria sopra il torrente , attraversa la valle da un versante all ' altro , e riversa il suo prezioso liquido in un mastello posto a fianco della carreggiata . È l ' unica « moderna » opera pubblica fatta dall ' Amministrazione comunale , tranne la scuoletta dei Boldi , che però è chiusa , essendo stata costruita troppo distante dal luogo dove sono i bambini in età scolastica .
L'uomo è sulla Luna ( - , 1969 )
StampaQuotidiana ,
Il più fantastico viaggio , l ' avventura più grande , il sogno più impossibile di generazioni di poeti , di scienziati , di uomini comuni come tutti noi , si è compiuto . Alle 22.17'40'' ( ora italiana di oggi 20 luglio 1969 ) Neil Armstrong e Aldrin , in rappresentanza di tutti gli abitanti della Terra , a bordo della loro meravigliosa " Aquila " hanno toccato il suolo della Luna , un corpo extra - terrestre lontano dal nostro pianeta 384 mila chilometri . Ne ha dato l ' annuncio Armstrong , senza tradire la minima emozione , con queste parole : " L ' Aquila è atterrata " . Indescrivibile ciò che è avvenuto qui : per la emozione , la gioia , l ' entusiasmo di una conquista che è di tutta l ' umanità . Si era spenta appena l ' eco delle parole di Armstrong che si è udita la voce di Aldrin , anch ' essa quasi priva di emozione : " Atterraggio molto tranquillo " . Impossibile dire la tensione , l ' emozione , la febbre che ci ha assaliti tutti qui , al Centro di controllo di Houston , mentre i secondi scanditi sui quadranti luminosi passavano uno dopo l ' altro per segnare il conto alla rovescia del momento in cui il retrorazzo dell ' " Aquila " si è acceso a quello in cui le solide zampe del veicolo si sono posate con un sobbalzo nella desolata landa del Mare della Tranquillità . Meno 59 ... 57 ... 55 ... ecco , ora la poderosa fiamma del razzo frenante lambisce già le grige rocce seleniche . Il veicolo caracolla un po ' , mentre i piccoli razzi latitudinali provvedono a mantenerlo in perfetto assetto . Infine si posa . Armstrong e Aldrin sono in piedi ai comandi . Li sentiamo . Per quanto la loro voce si mantenga fredda e quasi monotona , avvertiamo la loro commozione più che udire le loro parole che sono poche e non si distaccano dal gergo tecnico . D ' altra parte troppo importanti troppo delicate , troppo precise debbono essere le operazioni da compiere perché possano lasciarsi andare a considerazioni descrittive o sentimentali . Se le sono riservate per il momento in cui tra poco scenderanno a piedi a camminare sulla Luna . Intanto però descrivono il luogo dove sono atterrati , ma brevemente " perché - dice Armstrong - avremo parecchio da fare per qualche momento " . Il comandante aggiunge : " Siamo su un suolo roccioso , in una zona relativamente pianeggiante con crateri larghi dai 2 ai 17 metri . Vediamo delle alture . E vi sono piccoli crateri di 30 o 60 centimetri a migliaia . Possiamo anche vedere una collina davanti a noi . È difficile calcolare ma penso che sia a circa 800 metri o un chilometro e mezzo da noi " . È intervenuto Aldrin : " Sembra una vera e propria collezione di rocce di ogni tipo immaginabile , alcune ovoidali . Il panorama non offre colori molto vivi , ad eccezione di alcune rocce con colori interessanti " . Quanto agli effetti della gravità lunare che è soltanto un sesto di quella della Terra , Armstrong ha detto : " E ' come essere in un aeroplano " ed ha aggiunto di non trovare alcuna difficoltà nell ' adattarvisi . Entrambi gli astronauti appaiono calmi e per nulla emozionati . " Vi sono molti visi sorridenti qui e in tutto il mondo " ha detto il centro spaziale . " Ve ne sono due anche qui da noi " ha risposto Armstrong . " Vorrei una birra " ha detto Aldrin . " La troverai al ritorno " gli è stato risposto . Il controllo a terra di Houston ha segnalato nel frattempo un dato essenziale per la riuscita dell ' impresa : l ' inclinazione dell ' " Aquila " sulla superficie è di poco più di quattro gradi . Come è noto una inclinazione superiore ai 12 gradi avrebbe segnato la fine degli astronauti perché la sezione di ascesa del modulo non avrebbe potuto funzionare regolarmente . Poco dopo lo stesso Armstrong ha confermato la misurazione effettuata da Terra . Il centro di controllo ha subito cominciato a rivolgere i suoi messaggi ad " Aquila " chiamandolo " Base Tranquillità " . Nel descrivere l ' ultima fase della discesa Armstrong ha detto che il sistema di guida automatica stava conducendo il veicolo lunare in una zona di crateri " della grandezza di un campo da football " . Egli aveva quindi assunto il controllo manuale dell ' operazione di discesa per individuare una zona abbastanza liscia per l ' atterraggio . Dalle 4.40 alle 4.56 si è svolta , sotto gli occhi dei telespettatori di tutto il mondo , la fase emozionante dei primi passi dell ' uomo sulla Luna . Armstrong , aperto il portello , è rimasto per qualche minuto sulla passerella esterna . Le istruzioni erano infatti quelle di comunicare a Terra le sue prime sensazioni sull ' ambiente lunare . Lo si è visto muovere con grande cautela un piede e poi posarlo al suolo . Contemporaneamente le comunicazioni erano ridiventate buone . La passeggiata sulla Luna è incominciata esattamente alle 4.57 . Poco prima di fare quello storico passo , Armstrong , confermando la sua calma e il suo senso dell ' umorismo , aveva detto : " Ora incomincia la ginnastica " . Alle 4.40 Neil Armstrong ha aperto il portello dell ' " Aquila " per scendere sul suolo lunare . Per gli astronauti le manovre preparatorie della sortita dal veicolo lunare si sono rivelate più complesse e lunghe del previsto . Prima di poter uscire dall ' " Aquila " , Armstrong e Aldrin hanno dovuto indossare le speciali tute , provvedere a depressurizzare l ' interno dell ' " Aquila " : ciò allo scopo di poter impunemente sortire nell ' ambiente lunare dove la pressione , mancando l ' atmosfera , è zero . Le comunicazioni verbali fra Houston e l ' " Aquila " sono state difficoltose : a volte eccellenti , a volte mediocri . Il ritardo , come si è poi appreso dal centro di controllo , è dovuto per l ' appunto all ' operazione di depressurizzazione della cabina , la quale si è svolta sotto la sorveglianza di Houston . Ad un certo punto fra la Terra e la Luna sono state scambiate le seguenti battute : " Ci vuole un certo tempo per questa operazione " . " Certo che ci vuole " è stata la pacata risposta giunta dal satellite della Terra . Finalmente alle 4 e 40 italiane precise , Houston ha dato l ' autorizzazione di aprire il portello e Armstrong ha obbedito . I primi minuti dei cosmonauti sulla Luna sono stati di grande trepidazione e poco ciarlieri . Gli " uomini lunari " hanno approntato a velocità vertiginosa tutti gli apparati per una eventuale partenza frettolosa dalla Luna , se necessaria . Ma passato il tempo prefissato per un anticipato ritorno , i due hanno cominciato a riposarsi per il momento in cui usciranno dall ' " Aquila " e scenderanno sul suolo lunare . Collins quando ha sorvolato la zona dell ' atterraggio ha inviato le sue congratulazioni ai colleghi . Mentre scriviamo , Armstrong e Aldrin stanno procedendo alle più accurate verifiche della loro formidabile macchina . Debbono tenerla nelle condizioni di partenza in qualunque momento fosse necessario . Le verifiche e i controlli sono stati tanto più necessari in quanto , come si ricorderà , c ' era stato un piccolo guasto ad una valvola di pressurizzazione dell ' azoto liquido . Domani , al momento della partenza , saranno impiegati tutti i sistemi , sia quello di riserva , sia quello difettoso .
StampaQuotidiana ,
L ' UNITA ’ organo dei comunisti pubblica un manifesto del Partito in cui dice : Venerdì prossimo avrà luogo la commemorazione ufficiale del martirio di Matteotti . In tale occasione la classe lavoratrice non può e non deve limitarsi a esprimere il suo dolore e il suo sdegno per il feroce delitto compiuto . Essa deve lanciare un monito alla classe dominante e al Fascismo assassino , che segni aperta condanna al regime di sangue e di terrore instaurato in Italia dalla ripresa del privilegio capitalista e dalla oppressione degli operai e dei contadini ...
StampaQuotidiana ,
Belluno , 7 gennaio - California è un paese che un tempo esisteva , lindo , colmo di vegetazione , posto in fondo alla valle del Mis , dove vivevano una cinquantina di famiglie che si erano costruite la casa dopo tanti anni di miniera e di emigrazione . C ' era pure un albergo , messo su da tre intraprendenti fratelli , dove d ' estate si era affermato un « turismo minore » fatto da chi intende la villeggiatura come un riposo dello spirito . California è un nome inconsueto da queste parti ; chissà , forse , la zona che abbraccia diversi villaggi abbarbicati sui costoni delle montagne era stata così denominata da qualche emigrante tornato dall ' America ; o da qualche solitario escursionista che di fronte alle bellezze dei boschi , delle acque un tempo chiarissime dei torrenti , gli sarà venuto spontaneo alle labbra quel nome prestigioso , in una esclamazione di stupore , di ammirazione . Sta di fatto che un nome così non era sprecato per il luogo , reso in questi ultimi anni confortevole dalle case sorte tutte intorno , con i fiori ai davanzali , gerani rossi che spiccavano come grappoli di ciliege mature sullo sfondo verde del paesaggio ; poi , lì vicino , avevano costruito anche un lago ed anche quello attirava i turisti . tutto questo esisteva prima del 4 novembre 1966 . Poi venne il diluvio e fu la fine di una località conosciuta da pochi , della quale , col tempo , si perderà anche il ricordo . Ora è tutta un ghiaione : le verdi montagne sono franate dentro la valle ; i due torrenti che si congiungevano proprio all ' imbocco del paese , hanno allargato i loro alvei a dismisura ; California è stata quasi del tutto spazzata via dalla furia degli elementi e quel poco di essa che ancora si vede è sommerso dai detriti . La gente ha fatto in tempo a fuggire , a mettersi in salvo con l ' acqua che incalzava e le frane in movimento . Ora è sparsa un po ' ovunque , da parenti domiciliati in altri paesi , o a Gosaldo , il capoluogo , anch ' esso terremotato dal triste evento . Molti sono stati i paesi bellunesi devastati dall ' alluvione , ma chi ha perso la casa potrà rifarla nello stesso paese . A California non si potrà ricostruire nulla , poiché non esiste più un terreno solido , non esiste la possibilità di rifare le strade , il luogo è ormai terra bruciata . Del resto sono gli stessi abitanti che non vogliono ritornare . A far cosa ? Terra da lavorare non ce n ' è più ; di turismo è assurdo parlare . La Giunta municipale sembra sia dello stesso parere ; soltanto cerca di trattenere nella zona la gente . Si parla di trasferire l ' abitato di California in cima ad una montagna , a S . Andrea , a 1500 metri di altitudine « dove non cresce neanche un cavolo » . Contro questa ventilata soluzione uomini e donne di California si oppongono . Bisogna trasferirsi , ricominciare tutto da capo ? Ebbene dateci un luogo decente per impiantare il nostro paese , dove vi siano terre da coltivare , scuole per i nostri figli , qualche possibilità di trovare lavoro . Queste cose sono state dette durante una assemblea promossa dal capofrazione , alla quale hanno partecipato anche il segretario regionale del partito comunista , Marangoni , il segretario provinciale , Olivotto , l ' onorevole Busetto . Da tutta la California - una decina di villaggi lontani diversi chilometri - erano giunti in una località chiamata Lambroi , uomini e donne e ragazzi per discutere « ciò che non si può discutere col sindaco , perché non ti ascolta ; ciò che non si può discutere col prefetto perché ascolta soltanto il sindaco . E così il nostro parere non si sente mai , e quando i nostri emigranti ritornano via , alle donne ed ai vecchi fanno firmare qualsiasi cosa e li sistemano come vogliono . Oppure la tirano per le lunghe , intanto ci dicono di sfollare : la tattica è conosciuta . Più si aspetta , più la gente se ne va via e più lo Stato risparmia » . Circa 500 persone di California centro e di diversi villaggi con le case in bilico sulle frane - Patine , Mori , Beltrai , Rozze , Macator , Noneta , Scoli , Zocche - non sanno che fare di preciso , soltanto sono tutti d ' accordo che dove sono non possono stare ( in primavera potrebbe capitare di nuovo il finimondo ) non vogliono essere reclusi in un ghetto a 1500 metri , ma vogliono scendere , invece di salire , avvicinarsi alla società organizzata . Si è parlato della costituzione di un consorzio dei capifamiglia , per poter imporre all ' autorità una scelta secondo queste esigenze . La scelta di un luogo anche in un altro Comune , dove la comunità possa rimanere unita . Alla fine della riunione hanno voluto che i dirigenti comunisti facessero un giro nella zona disastrata . A un certo punto le strade non esistevano più ; si passava soltanto su piste che il ghiaccio e la neve hanno reso solide sopra i torrenti e le frane . Un paesaggio da dopo il diluvio . Dentro quello che resta dell ' albergo di California , semicrollato , interrato fino al primo piano , sberciato e divelto , in una piccola cucina , la padrona offre la grappa e gli uomini che hanno seguito la comitiva discorrono fra di loro alla ricerca di un tempo perduto : « Ricordi quando ci si riuniva qui , la sera , a bere l ' ombretta , tutti insieme tutti uniti ? » . Uno dice : « Venti anni di emigrazione mi era costata la casa . L ' avevo appena finita la scorsa estate ! » . Un altro più anziano : « Quarant ' anni sono andato all ' estero . Ora mi ero un po ' sistemato »., sospira e aggiunge con rabbia parlando al plurale : « Tutte le nostre fatiche andate in malora » . È facile registrare o leggere simili cose . Naturalmente ci si commuove , si partecipa all ' altrui smarrimento . Ma proviamo un po ' a metterci noi al posto di questa gente , proviamo ad immaginare di avere faticato nelle miniere o nei cantieri edili dell ' estero venti , trenta , quarant ' anni , per farci una casa , con ore straordinarie , con la silicosi e vedersi rubare la casa a un tratto e pensare di aver perduto la giovinezza , di aver faticato proprio per niente . È una tragedia che sconvolge . E malgrado ciò , questa gente è ancora tanto equilibrata da discutere con calma . L ' essenziale è ricominciare , come si può , ma ricominciare , più in fretta possibile e con una chiara visione davanti . Tutti uniti ancora perché almeno le consuetudini e i legami di una comunità non vadano dispersi . La proposta del consorzio è nata da queste esigenze . Che bisogna rispettare .
SIAMO ENTRATI NEL FUTURO ( Stille Ugo , 1969 )
StampaQuotidiana ,
" Per un uomo è un piccolo passo , per l ' umanità un balzo gigantesco " , ha detto ieri notte Neil Armstrong al momento in cui , uscito dal LEM , egli ha posto piede sul suolo della Luna . Sono queste le parole con cui egli ha soddisfatto l ' attesa di coloro che gli avevano chiesto di pronunciare una " frase storica " , che rimanesse legata nella memoria dei posteri all ' impresa del primo sbarco umano sulla Luna . La sensazione generale , al livello conscio e inconscio , è che qualcosa di fondamentale è cambiato nella nostra vita . " La Luna non sarà più la stessa " intitolava stamane un quotidiano di Houston . Ma questo coglie solo un aspetto secondario del fatto ; l ' aspetto vero è che da ora in poi la Terra non sarà più la stessa . Con lo sbarco lunare di Armstrong e di Al drin un ' era nuova si apre nella lunga vicenda dell ' homo sapiens , un ' era di cui non è possibile prevedere la configurazione e lo sviluppo . Ieri sera siamo " entrati nel futuro " , in uno stato d ' animo nel quale le sensazioni visive ed emotive erano simili a quelle di un film di fantascienza , in cui occorreva uno sforzo logico di riflessione per ricordare che ciò a cui assistevamo non era il frutto dell ' immaginazione di un romanziere avveniristico ma il prodotto di una realtà tecnologica concreta . L ' eccezionale suspense che ha accompagnato lo svolgimento della grande impresa è stata pari all ' enorme portata storica di essa . Per tre volte in ventiquattro ore l ' America intera ha trattenuto il fiato e ha temuto per il rischio mortale che l ' " ignoto " presentava per gli astronauti ; ieri pomeriggio , al momento in cui il LEM si è posato sulla Luna , ieri notte quando Armstrong prima e Al drin dopo , sono usciti dalla navicella e hanno camminato sulla Luna , e questo pomeriggio al momento in cui il LEM ha riacceso i motori per ripartire verso lo spazio . E per tre volte l ' America ha lanciato un respiro di sollievo quando ciascuna delle tre difficili manovre è stata coronata dal successo . Oggi , mentre ancora attonito il mondo guarda indietro alla straordinaria vicenda , lo stato d ' animo degli Stati Uniti vede intrecciarsi due elementi : la fierezza nazionale per un evento che ricompensa al tempo stesso il coraggio di uno scelto gruppo di uomini e l ' efficienza organizzativa e tecnica di una intera società e la speranza che l ' evento serva a stabilire un clima di pace e di solidarietà " planetaria " nel mondo . Sono questi i due sentimenti che il presidente Nixon ha voluto esprimere nel colloquio televisivo di ieri notte con i due astronauti al momento in cui essi si trovavano sulla Luna . ( Ugo Stille )
IL GIORNALISMO FASCISTA ( PINI GIORGIO , 1937 )
StampaQuotidiana ,
La responsabilità è il fattore che ormai ci distingue più nettamente dal passato . È vero che il principio della responsabilità predomina ugualmente in tutti i campi dell ' attività fascista , ma per il giornalista , anche il più modesto , questa responsabilità è accresciuta dal fatto di essere pubblica . Ogni nostra parola , ogni nostro atto , è pubblico per sua natura . Perciò deve essere due volte meditato . Generalmente il libero professionista che sbaglia provoca il danno proprio o quello del cliente , o di ambedue , ma il suo errore , nella maggior parte dei casi , rimane in un ambito privato . Invece il giornalista che sbaglia può provocare un danno morale o materiale tanto più grave quanto maggiore è la diffusione del suo giornale . Il pregiudizio politico e sociale di ogni nostro atto può diventare , in certe contingenze , enorme , perché ogni giornalista , attraverso la tiratura del suo giornale , raggiunge tante coscienze quanti sono i lettori , vale a dire di decine o centinaia di migliaia di persone . Il terreno che noi coltiviamo non è un chiuso orticello , ma un campo talvolta vasto come una provincia , una regione o molte regioni , e , per i massimi quotidiani , la nazione intera . L ' eco del nostro lavoro si ripercuote anche all ' estero e può , in certi momenti delicati , compromettere interessi d ' ordine superiore . Data questa premessa , è naturale che il giornalismo fascista non si possa concepire libero nel senso democratico e liberale , cioè libero fino all ' arbitrio . Vi sono degli estremi oltre i quali l ' interesse della collettività può essere compromesso dall ' arbitrio del singolo . Tutte le volte che il giornalista , dalla sua doverosa , indispensabile attività di critica in buona fede , accenna a passare alla difesa di interessi particolari ed oscuri , all ' offesa di istituzioni sacre , alla violazione di principi superiori , deve essere bloccato , perché il fascismo sostiene tutte le libertà individuali ma nega fermamente la libertà dell ' illecito . Sono già abbastanza enormi le difficoltà che la Nazione incontra ogni giorno nello sforzo permanente di progredire ; sono già fin troppi gli ostacoli opposti dalla natura delle cose , dal contrasto degli interessi fra le nazioni , perché noi possiamo prenderci il lusso di sperperare energie sopra il terreno della piccola polemica disgregatrice di vecchio stile , o perché si possa riconoscere a chicchessia la facoltà di mettere bastoni fra le ruote dell ’ ingranaggio , per incapacità o per ambizione o per malafede . L ’ interesse della collettività nazionale sta nettamente al di sopra dell ' interesse individuale . Questo criterio base non si discute , e va applicato nel campo giornalistico in pieno , come va applicato in tutti gli altri campi di attività professionale . Questa e soltanto questa è la limitazione alla libertà come la si concepiva un tempo . Altre limitazioni non esistono . E se sentite qualche giornalista lamentarsi di essere costretto all ' inazione o al silenzio , non gli credete . In questo caso egli parla per intima mancanza di spirito di iniziativa o per timor panico di responsabilità ...