StampaQuotidiana ,
I
problemi
base
.
Il
ministro
Corbino
e
il
nuovo
sottosegretario
prof
.
Serpieri
hanno
avuto
fin
da
principio
una
buona
stampa
:
giusto
omaggio
alle
riconosciute
qualità
d
'
ingegno
,
di
competenza
,
di
carattere
dei
due
uomini
,
spiegabile
soddisfazione
di
vedere
finalmente
avvenuta
una
scelta
che
si
sapeva
oltremodo
difficile
e
per
molti
versi
interessava
e
preoccupava
l
'
opinione
pubblica
;
legittima
speranza
che
uomini
non
logori
dalla
lotta
politica
e
non
legati
alle
vicende
dei
partiti
portino
nella
soluzione
dei
gravi
problemi
loro
affidati
uno
spirito
di
realistica
visione
dei
fatti
e
di
sapiente
intuizione
dell
'
interesse
integrale
della
Nazione
.
Certo
il
compito
che
il
sen
.
Corbino
in
modo
particolare
affronta
con
tanta
modestia
e
coraggio
insieme
,
è
difficile
e
molteplice
.
In
primo
luogo
,
è
da
augurare
che
egli
sappia
superare
le
divergenze
,
spesso
gravi
,
di
interessi
tra
agricoltura
e
industria
cercando
la
soluzione
del
problema
in
un
ordine
di
vedute
superiore
,
nel
quale
gli
opposti
interessi
trovino
la
loro
conciliazione
:
trasformando
cioè
il
problema
di
distribuzione
dei
gravami
e
delle
protezioni
in
un
problema
di
intensificazione
generale
della
produzione
.
Di
questo
problema
egli
ha
scorto
uno
degli
aspetti
tipici
,
cioè
la
necessità
di
vivificare
l
'
agricoltura
nel
Mezzogiorno
e
nelle
Isole
in
modo
da
portarla
al
livello
altissimo
in
cui
è
già
nella
maggior
parte
dell
'
Italia
settentrionale
;
e
possiede
la
chiave
tecnica
nella
sua
perfetta
conoscenza
e
nella
sua
tenace
opera
di
propaganda
per
l
'
utilizzazione
elettrica
delle
energie
idrauliche
del
nostro
paese
.
Il
problema
è
di
portare
alla
massima
intensità
e
al
massimo
rendimento
e
buon
mercato
la
produzione
della
sola
energia
fisica
per
la
quale
possiamo
non
essere
tributari
di
paesi
stranieri
meglio
favoriti
dalla
natura
:
l
'
acqua
.
E
questo
è
problema
strettamente
connesso
con
quelli
del
rimboschimento
e
risolto
darà
nuovo
impulso
ai
lavori
di
bonifica
e
di
irrigazione
,
in
cui
è
il
segreto
della
redenzione
delle
plaghe
più
infelici
d
'
Italia
.
V
'
è
poi
il
problema
tecnico
-
politico
delle
tariffe
doganali
,
sul
quale
il
Corbino
non
ha
voluto
pronunciarsi
nella
prima
intervista
concessa
al
nostro
giornale
,
ma
che
attende
dalla
sua
competenza
e
dall
'
energia
e
intuito
dell
'
on
.
Mussolini
una
soluzione
adeguata
:
dovendo
il
Governo
egualmente
essere
pronto
a
sacrificare
grossi
interessi
privati
qualora
risultino
parassitari
dell
'
economia
nazionale
,
come
a
imporre
al
paese
i
sacrifici
necessari
qualora
o
le
esigenze
della
difesa
nazionale
o
la
considerazione
del
vantaggio
integrale
dell
'
economia
stessa
imponga
di
concedere
a
determinate
forme
di
produzione
protezioni
singolarmente
passive
.
Noi
crediamo
che
difficilmente
si
potrà
trovare
la
formula
di
questa
utile
distribuzione
di
pesi
e
delle
protezioni
,
se
il
Ministro
dell
'
Economia
Nazionale
non
sarà
in
grado
,
resistendo
alla
pressione
abilissima
e
continua
dei
mille
interessi
particolari
consumati
nell
'
arte
di
circuire
i
ministri
di
via
XX
Settembre
,
di
prendere
le
sue
decisioni
avendo
sotto
mano
,
continuamente
chiariti
dall
'
aperta
discussione
degli
interessati
,
tutti
gli
elementi
costitutivi
della
produzione
nazionale
.
Il
problema
di
creare
organi
consultivi
in
cui
i
diversi
interessi
possano
,
venendo
ad
aperto
contradittorio
,
fornire
al
ministro
responsabile
una
visione
generale
e
una
controllata
conoscenza
specifica
delle
questioni
inerenti
alle
tariffe
doganali
,
è
fondamentale
per
il
retto
funzionamento
dell
'
importantissimo
dicastero
.
Il
quale
,
liquidati
gli
ultimi
residui
dell
'
economia
associata
e
dell
'
intervenzionismo
statale
,
deve
riprendere
le
sue
vere
funzioni
che
sono
essenzialmente
di
ispezione
,
di
statistica
,
di
studio
,
di
incoraggiamento
,
di
istruzione
professionale
,
e
il
meno
possibile
di
ingerenze
nel
meccanismo
della
produzione
e
nel
giuoco
della
concorrenza
.
La
vasta
mole
delle
responsabilità
che
si
concentrano
nel
nuovo
ministro
,
è
aumentata
dall
'
alta
vigilanza
che
ad
esso
spetta
sui
problemi
del
lavoro
e
sulla
legislazione
sociale
.
È
questo
certo
,
nelle
sue
linee
generali
,
un
problema
di
politica
generale
la
cui
soluzione
in
ultima
analisi
risale
alla
Presidenza
del
Consiglio
;
ma
anche
in
questo
campo
,
per
ora
pacificato
,
il
contributo
d
'
una
agile
mente
organizzatrice
e
d
'
una
conoscenza
delle
esigenze
tecniche
delle
varie
produzioni
è
necessaria
e
può
essere
preziosa
.
Ci
sarebbe
da
dire
infine
delle
difficoltà
dell
'
ambiente
con
cui
certamente
il
ministro
deve
lottare
prima
di
assicurarsi
l
'
efficace
cooperazione
di
tutti
i
funzionari
del
riunificato
dicastero
,
giacché
in
questo
,
più
che
in
altri
,
fu
sensibile
l
'
influenza
del
periodo
in
cui
l
'
Italia
fu
governata
con
criteri
socialdemocratici
.
Ma
l
'
argomento
è
ampio
e
delicato
,
ed
è
preferibile
per
oggi
limitarsi
ad
augurare
al
nuovo
ministro
che
anche
questa
difficoltà
egli
sappia
superare
ottenendo
da
tutti
,
o
almeno
da
tutti
i
migliori
,
quella
collaborazione
degli
organi
esecutivi
,
senza
la
quale
la
miglior
buona
volontà
degli
uomini
chiamati
al
Governo
non
può
tradursi
in
efficace
azione
per
il
bene
concreto
del
Paese
.
In
treno
col
nuovo
Ministro
Il
suo
programma
di
azione
Sulla
Roma
-
Pisa
.
Si
parte
alle
17,30
.
In
una
cabina
della
vettura
-
letto
è
il
nuovo
ministro
dell
'
Economia
Nazionale
,
senatore
Corbino
,
diretto
a
Sant
'
Anna
di
Valdieri
per
prestare
giuramento
nelle
mani
del
Re
.
Non
mi
è
facile
avvicinarlo
:
ma
quando
,
superati
felicemente
tutti
quei
contrattempi
sempre
,
sotto
ogni
cielo
e
in
ogni
occasione
,
gli
stessi
!
che
fanno
la
delizia
dell
'
intervistatore
ad
ogni
costo
,
mi
son
seduto
di
fronte
a
lui
nella
cabina
,
ormai
l
'
abbrivio
era
preso
e
l
'
intervista
assicurata
.
La
conversazione
s
'
è
subito
sciolta
d
'
ogni
impaccio
.
Il
senatore
Corbino
parla
breve
e
arguto
e
la
frase
,
prima
d
'
esser
detta
,
par
che
gli
si
muova
negli
occhi
vivaci
.
Sono
un
po
'
stanco
.
Pensi
che
nel
pomeriggio
di
ieri
son
partito
da
Bolzano
ed
ora
mi
tocca
raggiungere
subito
Sant
'
Anna
di
Valdieri
e
immediatamente
ritornare
a
Roma
.
Ancora
due
giorni
di
viaggio
e
non
facili
:
stanotte
dovrò
scendere
a
Savona
e
prendere
il
treno
per
Cuneo
;
di
qui
in
automobile
continuare
per
Sant
'
Anna
.
Prestato
giuramento
,
ho
da
rifare
la
strada
per
Roma
.
Ma
quando
,
Eccellenza
,
ha
avuto
notizia
dell
'
altissimo
incarico
affidatole
dall
'
on
.
Mussolini
?
Le
assicuro
mi
risponde
sorridendo
il
senatore
Corbino
che
,
a
ripensarci
la
cosa
mi
pare
un
po
'
strana
.
Ero
,
con
la
mia
famiglia
,
da
qualche
giorno
a
Cortina
d
'
Ampezzo
in
breve
riposo
.
Venerdì
da
Verona
improvvisamente
fui
informato
che
l
'
on
.
Carnazza
era
in
viaggio
per
vedermi
.
Andai
ad
incontrarlo
a
Bolzano
e
qui
seppi
che
l
'
on
.
Mussolini
aveva
intenzione
di
affidarmi
il
nuovo
dicastero
dell
'
Economia
Nazionale
.
Non
le
nascondo
che
fui
sorpreso
e
lusingato
.
La
sera
stessa
partii
,
in
compagnia
del
ministro
Carnazza
,
alla
volta
di
Roma
.
Appena
arrivati
,
senz
'
altro
ci
dirigemmo
a
Palazzo
Chigi
e
...
il
resto
è
noto
...
Il
senatore
Corbino
continua
a
sorridere
:
e
tutto
il
volto
bruno
ne
ha
luce
:
solo
gli
occhi
,
piccoli
e
neri
,
sotto
la
vasta
fronte
pensosa
,
sembrano
indugiarsi
nei
recenti
ricordi
.
La
pausa
è
breve
,
ché
io
sono
all
'
agguato
e
incalzo
:
Eccellenza
,
e
i
suoi
propositi
?
Ho
capito
mi
risponde
il
Ministro
.
Ho
capito
...
Siamo
all
'
argomento
e
lei
non
mi
lascerà
sfuggire
!
...
Ancora
una
pausa
,
in
cui
il
senatore
Corbino
pare
raccogliersi
e
meditare
.
Poi
continua
secco
e
sicuro
.
Non
ho
né
posso
avere
programmi
in
saccoccia
.
Nella
vita
non
mi
son
mai
trovato
preparato
per
nessuna
cosa
.
Il
che
è
un
inconveniente
grave
,
in
quanto
è
prova
e
confessione
di
non
eccessivo
orgoglio
:
ma
offre
anche
qualche
vantaggio
nel
garantire
al
proprio
spirito
l
'
assenza
di
preconcetti
o
di
servitù
a
idee
precedentemente
sostenute
.
In
questo
senso
,
sono
impreparatissimo
all
'
enorme
e
formidabile
compito
cui
m
'
ha
chiamato
la
fiducia
del
Capo
del
Governo
.
Mi
conforta
,
però
,
un
pensiero
:
il
dicastero
che
vado
a
reggere
non
ha
tanto
da
esercitare
funzioni
attive
di
Stato
,
quanto
invece
da
conoscere
,
vigilare
e
favorire
il
mirabile
sviluppo
dell
'
attività
privata
in
tutti
i
campi
della
produzione
.
Penso
che
lo
Stato
farebbe
già
molto
se
queste
libere
attività
individuali
non
contrastasse
né
inceppasse
con
la
sua
azione
.
Quanto
ai
problemi
industriali
,
quali
saranno
le
Sue
direttive
?
Non
mi
è
facile
rispondere
.
Ma
la
mia
via
sarà
ben
presto
chiara
a
tutti
.
Nel
campo
industriale
l
'
opera
delle
aziende
private
,
che
diede
risultati
sorprendenti
durante
la
guerra
,
non
poté
essere
proseguita
con
pari
successo
dopo
la
smobilitazione
per
molte
ragioni
politiche
,
sociali
e
fiscali
.
Non
è
d
'
altra
parte
solo
un
problema
interno
il
raggiungimento
desiderato
di
una
più
energica
attività
industriale
:
ma
per
mille
ragioni
che
sarebbe
lungo
elencare
,
esso
si
riconnette
a
problemi
economici
di
carattere
internazionale
per
la
nostra
scarsezza
di
materie
prime
.
Ciò
impone
la
ricerca
,
che
già
avviene
spontaneamente
nel
mondo
industriale
,
di
quei
tipi
di
produzione
che
implicano
maggiore
possibilità
di
sfruttamento
delle
qualità
eccezionali
di
intelligenza
dei
nostri
operai
.
Ma
l
'
intelligenza
non
basta
:
e
per
provvedere
l
'
operaio
italiano
della
preparazione
culturale
indispensabile
,
occorrerà
affrontare
il
problema
dell
'
insegnamento
industriale
di
grado
inferiore
.
Solo
così
sarà
possibile
sperare
che
si
riesca
a
produrre
bene
e
a
buon
mercato
,
come
occorre
per
favorire
l
'
espansione
anche
all
'
estero
dei
nostri
prodotti
.
E
l
'
agricoltura
?
Io
considero
l
'
agricoltura
la
fondamentale
industria
del
nostro
paese
,
e
i
problemi
relativi
a
questo
campo
di
attività
formeranno
oggetto
precipuo
delle
cure
del
mio
Ministero
,
il
quale
potrà
avvalersi
dell
'
opera
preziosa
e
illuminata
del
Sottosegretario
,
prof
.
Serpieri
,
che
l
'
on
.
Mussolini
,
con
geniale
intuito
,
ha
scelto
come
mio
collaboratore
.
Altro
non
potrei
aggiungere
sui
suoi
propositi
senza
venir
meno
alla
norma
elementare
di
serietà
che
è
imposta
a
chi
,
come
me
,
deve
sapere
e
apprezzare
la
necessità
della
silenziosa
e
meditata
elaborazione
del
proprio
pensiero
.
E
qui
il
sen
.
Corbino
ha
mostrato
di
voler
concludere
.
Ma
Pisa
è
ancora
lontana
e
la
conversazione
è
facile
ravvivarla
.
Si
parla
del
fascismo
,
che
ha
salvato
con
energica
cura
il
paese
dall
'
anarchia
e
lo
Stato
dalla
rovina
,
della
situazione
internazionale
che
non
accenna
a
chiarirsi
,
e
infine
del
Mezzogiorno
,
alla
cui
economia
non
potranno
non
volgersi
le
cure
del
nuovo
Ministro
.
Io
penso
mi
ha
detto
a
questo
proposito
l
'
illustre
interlocutore
che
pur
la
mia
qualità
di
meridionale
non
è
stata
estranea
nella
scelta
del
mio
nome
per
il
dicastero
dell
'
Economia
Nazionale
.
Il
cui
problema
fondamentale
è
l
'
incremento
della
produzione
nazionale
e
quindi
l
'
incoraggiamento
a
tutto
ciò
che
può
favorire
lo
sviluppo
agricolo
del
Mezzogiorno
.
Ogni
mio
sforzo
spiegherò
perché
questa
regione
che
è
una
delle
più
nobili
e
più
fattive
del
nostro
paese
,
abbia
un
continuo
e
assiduo
incoraggiamento
per
lo
sviluppo
e
il
perfezionamento
industriale
della
sua
agricoltura
.
Nel
Mezzogiorno
non
mancano
abili
e
intelligenti
coltivatori
:
ma
sono
ancora
insoluti
i
problemi
della
irrigazione
,
della
bonifica
agraria
e
dell
'
impiego
dei
concimi
artificiali
a
buon
mercato
.
La
mia
qualità
di
ex
presidente
del
Consiglio
Superiore
delle
acque
mi
dà
la
speranza
di
poter
affrontare
questi
problemi
con
qualche
successo
.
E
sui
problemi
del
lavoro
,
quali
sono
i
suoi
propositi
?
Ai
problemi
del
lavoro
ho
pensato
lungamente
da
cittadino
:
ma
ciò
è
ben
altra
cosa
che
considerarli
da
ministro
.
Ho
avuto
,
però
,
sempre
l
'
idea
che
per
ragioni
politiche
contingenti
si
siano
esagerati
i
contrasti
tra
i
datori
e
gli
assuntori
di
lavoro
.
La
marcia
all
'
aumento
progressivo
e
illimitato
dei
salari
non
può
in
ultima
analisi
che
danneggiare
i
lavoratori
,
rendendo
economicamente
disastrosa
la
produzione
e
conducendo
,
perciò
,
all
'
arresto
d
'
ogni
progresso
industriale
.
Ho
detto
altra
volta
che
una
guerra
o
una
rivoluzione
possono
consentire
il
risorgere
di
un
migliaio
di
nuovi
millionari
:
ciò
che
richiede
appena
un
miliardo
;
ma
non
possono
permettere
a
quaranta
milioni
d
'
italiani
di
lavorare
meno
e
guadagnare
di
più
.
Ciò
può
avvenire
solo
per
il
sorgere
della
possibilità
di
sfruttamento
di
una
nuova
forza
naturale
:
così
dopo
la
Rivoluzione
Francese
per
la
scoperta
della
macchina
a
vapore
e
dopo
il
1900
per
l
'
impiego
dell
'
energia
elettrica
.
Quando
una
di
queste
scoperte
è
matura
,
può
la
pressione
d
'
una
classe
rompere
la
crosta
degli
interessi
formatisi
intorno
ai
vecchi
sistemi
e
spingere
la
classe
industriale
a
ricorrere
a
nuovi
processi
tecnici
.
Ma
è
vano
tentare
di
rompere
il
guscio
dell
'
uovo
se
non
v
'
è
dentro
il
pulcino
maturo
.
E
purtroppo
la
guerra
non
ha
ancora
dato
la
grande
scoperta
tecnica
capace
di
consentire
a
tutti
gli
uomini
di
lavorare
meno
e
vivere
meglio
.
Per
queste
ragioni
conclude
il
Ministro
io
credo
che
operai
e
industriali
finiranno
per
convincersi
della
necessità
di
collaborare
nel
loro
interesse
e
in
quello
superiore
della
Nazione
.
E
qui
l
'
intervista
è
veramente
finita
.
Pisa
è
prossima
e
bisogna
congedarsi
.
StampaQuotidiana ,
Belluno
,
9
aprile
.
-
Cinque
operai
bellunesi
morti
assieme
sotto
una
valanga
di
neve
è
una
notizia
sconvolgente
e
drammatica
anche
per
la
popolazione
di
una
provincia
abituata
da
secoli
a
stare
col
cuore
sospeso
,
sempre
in
attesa
di
qualche
dolorosa
notizia
dai
cantieri
all
'
estero
e
delle
altre
province
italiane
,
dove
la
manodopera
bellunese
è
più
che
di
casa
.
Qui
,
in
queste
zone
di
emigrazione
,
quando
un
lutto
colpisce
una
famiglia
,
l
'
intera
comunità
si
sente
partecipe
della
disgrazia
.
«
È
capitato
a
te
,
ma
potrebbe
essere
capitato
a
me
»
,
è
una
frase
che
qualche
volta
si
dice
ma
che
più
spesso
si
indovina
,
soprattutto
nel
muto
linguaggio
delle
donne
degli
emigrati
,
madri
e
spose
accomunate
per
anni
dallo
stesso
tarlo
doloroso
delle
lunghe
separazioni
dai
mariti
e
dai
figli
;
dalla
paura
di
sciagure
,
e
purtroppo
dalla
speranza
che
non
succedano
,
e
infine
dall
'
attesa
spasmodica
del
loro
ritorno
stagionale
.
E
così
,
domani
o
dopodomani
,
altri
cinque
lavoratori
torneranno
alle
proprie
case
,
ma
dentro
una
bara
.
Sono
i
cinque
bellunesi
ghermiti
ieri
dalla
«
morte
bianca
»
in
Valle
Aurina
,
un
luogo
a
quattro
passi
da
casa
,
dove
erano
contenti
di
essere
andati
a
lavorare
,
avvezzi
com
'
erano
quasi
tutti
all
'
emigrazione
in
terre
lontane
.
Le
loro
famiglie
,
alcune
delle
quali
hanno
appreso
la
notizia
dai
giornali
,
sono
piombate
nella
disperazione
.
Non
abbiamo
fatto
gli
sciacalli
in
cerca
di
notizie
intime
;
abbiamo
rispettato
il
dolore
delle
famiglie
.
Ma
abbiamo
parlato
con
amici
e
conoscenti
delle
vittime
nei
loro
paesi
d
'
origine
.
E
ancora
una
volta
,
come
purtroppo
molto
spesso
è
avvenuto
,
le
conversazioni
hanno
illustrato
la
solita
triste
condizione
di
una
provincia
senza
lavoro
,
che
costringe
i
propri
abitanti
a
vere
odissee
,
sballottandoli
in
giro
per
il
mondo
in
nome
di
una
civiltà
tanto
decantata
dai
nostri
governi
ma
tanto
lontana
dai
bisogni
degli
uomini
.
Ecco
il
paese
di
Vito
Lise
,
anni
38
,
capo
minatore
,
e
di
Angelo
De
Zanet
,
di
35
anni
:
Sospirolo
.
Quattromila
abitanti
,
il
90
percento
degli
uomini
validi
emigrati
.
Registra
la
percentuale
più
alta
in
tutta
la
provincia
di
silicotici
.
Anche
Vito
Lise
,
il
capo
minatore
,
travolto
dalla
valanga
,
aveva
ormai
girato
,
a
trentotto
anni
,
mezzo
mondo
:
la
Svizzera
,
il
Congo
,
l
'
Argentina
,
il
Venezuela
.
Quando
tornava
reclutava
altre
persone
del
villaggio
di
San
Zenon
,
dove
abitava
,
ed
esse
gliene
erano
grate
.
Andavano
volentieri
con
lui
,
lo
stimavano
per
la
sua
serietà
e
preparazione
professionale
.
Era
figlio
di
minatore
.
Suo
padre
è
attualmente
all
'
ospedale
con
la
silicosi
.
Con
lui
in
valle
Aurina
c
'
erano
altri
due
fratelli
;
uno
si
è
salvato
per
caso
dalla
valanga
.
Angelo
De
Zanet
,
pure
lui
da
San
Zenon
,
faceva
parte
di
una
schiera
di
cinque
fratelli
,
che
sono
tutti
emigrati
.
Lui
aveva
conosciuto
tutte
le
miniere
di
ferro
e
di
carbone
della
Germania
.
Questo
è
il
paese
di
Sospirolo
,
dove
oggi
una
terza
famiglia
di
emigrati
è
in
lutto
.
L
'
operaio
Francesco
Viel
,
di
53
anni
,
è
deceduto
di
sincope
in
un
cantiere
della
Svizzera
.
Trichiana
,
Longarone
,
San
Gregorio
nelle
Alpi
,
i
paesi
degli
altri
tre
operai
deceduti
in
valle
Aurina
,
presentano
le
stesse
caratteristiche
.
Tre
-
quattromila
abitanti
,
un
migliaio
di
emigrati
.
Giovanni
De
Bastian
,
di
Trichiana
,
era
figlio
unico
.
Sua
madre
non
fa
che
ripetere
,
pazza
di
dolore
:
«
Chissà
quante
volte
avrà
chiamato
aiuto
prima
di
morire
»
.
Nessuno
riesce
a
convincerla
che
suo
figlio
è
morto
sull
'
istante
.
Di
Antonio
Bristot
,
da
Longarone
,
le
donne
della
frazione
di
Pirago
,
dove
abitava
con
la
famiglia
,
assicurano
tutte
«
che
era
un
grandissimo
lavoratore
»
.
È
il
massimo
omaggio
che
le
genti
di
montagna
possono
rivolgere
a
un
morto
.
La
quinta
delle
vittime
,
Renato
Bulz
,
da
San
Gregorio
nelle
Alpi
,
era
il
più
giovane
:
diciassette
anni
appena
.
Un
'
età
in
cui
non
si
è
ancora
uomini
per
le
leggi
dello
Stato
ma
purtroppo
si
è
considerati
uomini
da
sfruttare
sul
piano
fisico
e
produttivo
.
L
'
elenco
delle
vittime
sul
lavoro
si
allunga
così
anno
dopo
anno
,
accanto
alle
località
dove
avvengono
le
sciagure
,
che
restano
impresse
per
sempre
nella
memoria
delle
famiglie
degli
emigranti
bellunesi
.
Non
importa
se
le
disgrazie
avvengono
in
Italia
o
all
'
estero
,
se
la
località
si
chiama
Marchinelle
,
Zermatt
o
Valle
Aurina
.
Esse
significano
comunque
sempre
sofferenze
e
dolore
per
le
famiglie
dei
trentasettemila
emigrati
bellunesi
e
richiamano
alle
loro
gravi
responsabilità
i
governanti
italiani
,
che
mai
hanno
voluto
prendere
in
seria
considerazione
il
problema
delle
zone
di
emigrazione
,
salvo
che
sul
piano
dei
discorsi
e
delle
promesse
,
specialmente
nei
periodi
delle
varie
campagne
elettorali
.
StampaQuotidiana ,
Aita
,
aita
:
tornano
gli
anticlericali
!
Erano
decenni
che
non
si
vedevano
così
in
massa
,
confinati
tutt
'
al
più
in
sparuti
Circoli
dello
Sbattezzo
e
sugli
editoriali
in
neretto
di
Repubblica
.
Ora
invece
Roma
è
tappezzata
di
manifesti
cubitali
:
"
XX
settembre
(
sic
!
,
con
le
cifre
romane
come
nelle
targhe
delle
strade
!
)
.
Tutti
alla
grande
MANIFESTAZIONE
ANTICLERICALE
"
.
Il
raduno
-
ovviamente
-
è
presso
Porta
Pia
:
e
speriamo
di
non
(
ri
)
vedere
le
camicie
rosse
.
Dopo
il
Gay
Pride
,
anche
gli
anticlericali
mostrano
dunque
il
loro
orgoglio
.
Peccato
che
l
'
adunata
,
anziché
Garibaldi
-
che
era
pur
sempre
un
Eroe
di
due
mondi
-
,
gliela
debbano
suonare
Marco
Pannella
ed
Emma
Bonino
(
accompagnamento
di
Edoardo
Bennato
e
Arnoldo
Foà
)
.
Sono
essi
gli
eredi
del
Risorgimento
?
Povero
Mazzini
,
povero
Salvemini
e
povero
anche
Spadolini
:
così
fieri
del
loro
aristocratico
liberalismo
.
Qui
il
cartellone
sembra
raffazzonato
con
richiami
polemici
dell
'
ultim
'
ora
(
c
'
è
pure
un
convegno
dove
si
parlerà
,
uno
in
fila
all
'
altro
,
di
:
Sillabo
,
Pio
IX
,
Giordano
Bruno
,
Risorgimento
e
persino
Ratzinger
,
circa
il
recente
documento
Dominus
Iesus
)
;
e
bisogna
pur
ammettere
che
qualche
ragione
per
insorgere
,
negli
ultimi
mesi
,
gli
avversari
"
clericali
"
gliel
'
hanno
pur
data
.
Insomma
:
sarà
il
contraccolpo
per
il
plateale
successo
della
Giornata
mondiale
dei
giovani
;
sarà
la
preoccupazione
per
il
ritorno
in
forze
di
un
certo
"
revisionismo
"
sui
miti
risorgimentali
(
leggi
mostra
anti
-
sabauda
al
Meeting
di
Rimini
e
beatificazione
di
Pio
IX
)
,
ma
gli
anticlericali
hanno
stavolta
deciso
di
reagire
in
forze
.
Basta
consultare
la
mailing
list
"
Ateismo
"
dell
'
Unione
atei
e
razionalisti
agnostici
italiani
per
constatare
come
i
contatti
siano
cresciuti
regolarmente
lungo
il
Giubileo
,
con
punte
a
giugno
(
Gay
Pride
)
,
e
in
settembre
siano
già
oltre
230
.
Adesso
Pannella
disegna
il
130°
anniversario
della
presa
di
Roma
come
una
sorta
di
replica
a
Tor
Vergata
.
Solo
che
non
sono
più
i
tempi
del
Papa
-
Re
e
anche
l
'
anticlericalismo
è
profondamente
cambiato
.
Del
resto
:
che
senso
avrebbe
l
'
odio
ottocentesco
per
i
preti
ai
tempi
del
mea
culpa
e
dei
credenti
minoranza
?
Così
l
'
armata
anticlericale
si
presenta
a
Porta
Pia
più
brancaleone
che
no
:
i
sostenitori
della
liberalizzazione
delle
droghe
fanno
corteo
con
le
delegazioni
dei
mazziniani
,
i
fans
di
Giordano
Bruno
insieme
agli
omosessuali
del
Fuori
...
E
pure
le
intenzioni
meno
bellicose
e
le
posizioni
più
sfumate
rischiano
di
finire
nella
caldera
della
strumentalizzazione
politica
.
Lo
conferma
indirettamente
anche
uno
dei
relatori
al
convegno
"
Scienza
Chiesa
e
Libertà
.
Ieri
e
oggi
"
che
contorna
la
manifestazione
romana
:
Domenico
Settembrini
,
docente
di
Storia
delle
dottrine
politiche
.
Professore
,
ma
davvero
lei
ce
l
'
ha
coi
preti
?
"
C
'
è
un
carattere
di
verità
in
certe
critiche
che
possono
sembrare
anti
-
cattoliche
.
Si
sono
verificati
ultimamente
alcuni
avvenimenti
ecclesiastici
(
Pio
IX
,
il
documento
Ratzinger
,
gli
attacchi
anti
-
risorgimentali
del
Meeting
,
eccetera
)
che
ritengo
di
tipo
clericale
.
Io
non
voglio
sacralizzare
l
'
unità
d
'
Italia
;
però
vorrei
che
si
ricordasse
che
il
nostro
regime
di
libertà
e
di
convivenza
ha
come
precedente
quell
'
atto
chiamato
Risorgimento
"
.
Diciamo
allora
che
lei
è
anticlericale
per
ragion
patria
;
ma
basta
questo
per
farsi
vedere
oggi
a
Porta
Pia
?
"
Sì
,
anzi
considero
che
il
20
settembre
dovrebbe
essere
festa
nazionale
...
Se
poi
la
manifestazione
pannelliana
acquisterà
un
sapore
più
eccessivo
di
quello
che
mi
potrebbe
star
bene
,
beh
,
sarà
colpa
delle
contingenze
che
lo
hanno
creato
.
È
anche
inevitabile
,
perché
oggi
in
politica
i
due
schieramenti
fanno
a
gara
per
accaparrarsi
il
voto
cattolico
.
Se
ci
sono
travalicamenti
clericali
,
dunque
(
e
secondo
me
ci
sono
)
,
la
responsabilità
sono
assai
più
dei
politici
laici
che
della
Chiesa
.
Dirò
di
più
:
quando
la
minoranza
cattolica
era
rappresentata
dalla
Dc
le
cose
andavano
meglio
,
tra
noi
"
laici
"
c
'
era
meno
opportunismo
"
.
Ma
guarda
un
po
'
:
un
anticlericale
che
rimpiange
la
Dc
...
E
perché
poi
,
se
la
colpa
è
dei
laici
diventati
troppo
"
chierichetti
"
,
prendersela
coi
preti
tanto
da
rinverdire
le
tristezze
dell
'
anticlericalismo
?
Forse
qualcuno
vuole
puntare
sul
bersaglio
grosso
,
tanto
per
coalizzare
il
frammentato
fronte
progressista
.
Eh
già
:
i
radicali
parlano
a
suocera
-
il
Vaticano
-
perché
nuora
intenda
;
ovvero
Giuliano
Amato
e
soprattutto
l
'
ex
enfant
prodige
Francesco
Rutelli
,
già
pannelliano
,
ambedue
in
odore
di
troppo
smaccato
"
servilismo
"
cattolico
.
La
rediviva
Porta
Pia
2000
vuol
dunque
far
breccia
più
nella
sinistra
piuttosto
che
non
nella
stessa
Chiesa
?
Lo
conferma
il
programma
della
manifestazione
odierna
,
aizzata
contro
"
la
"
politica
"
italiana
...
incapace
di
riaffermare
la
distinzione
tra
dettato
confessionale
,
norma
morale
e
norma
giuridica
,
tra
peccato
e
reato
"
.
Un
altro
professore
,
il
filosofo
Raimondo
Cubeddu
,
giustifica
così
la
sua
partecipazione
al
convegno
romano
:
"
Voglio
rivendicare
la
dignità
e
la
validità
della
tradizione
liberale
.
Prima
la
Giornata
della
gioventù
e
le
tante
voci
levate
a
chiedere
"
esami
di
coscienza
"
sulla
cultura
laica
;
poi
MicroMega
che
pende
dalle
labbra
del
Papa
e
del
cardinal
Martini
(
personaggi
che
peraltro
rispetto
)
...
Beh
,
insomma
,
un
po
'
di
sconforto
mi
viene
davanti
alla
posizione
supina
di
questa
sinistra
,
che
cerca
di
sostituire
la
fede
(
fallita
)
nel
marxismo
con
un
'
altra
e
dimentica
una
cultura
laica
che
invece
conserva
la
sua
dignità
e
vuole
avere
spazio
politico
.
La
cultura
laica
non
esiste
più
?
Macché
,
siete
voi
di
sinistra
che
avete
fallito
"
.
E
così
lei
va
a
Porta
Pia
...
"
Mica
sono
un
anticlericale
,
io
.
Per
me
la
manifestazione
è
un
tentativo
per
mettere
insieme
i
cocci
di
una
laicità
rimasta
ferma
ai
miti
dell
'
Ottocento
e
che
ora
-
vedendosi
sopravanzata
-
si
ribella
"
.
E
i
cattolici
,
come
prenderanno
questo
presunto
ritorno
dell
'
anticlericalismo
?
Lo
storico
Giorgio
Rumi
non
si
scompone
:
"
Grazie
a
Dio
l
'
anticlericalismo
in
Italia
è
finito
;
anzi
,
c
'
è
un
bisogno
del
prete
anche
tra
i
non
credenti
che
da
gran
tempo
non
si
vedeva
...
Lo
stesso
Pannella
si
è
premurato
di
precisare
che
la
sua
iniziativa
non
è
contro
la
religione
;
il
che
accentua
l
'
aspetto
anti
-
temporalista
della
manifestazione
romana
"
.
Che
-
tradotto
-
significa
?
"
Un
aumento
della
preoccupazione
laica
per
i
supposti
"
successi
temporali
"
della
Chiesa
e
la
paura
di
un
"
arieccoli
"
dei
cattolici
nella
politica
italiana
.
Ma
si
tratta
di
timori
fuori
dalla
realtà
:
niente
è
più
lontano
dal
governo
di
questo
Papa
che
una
rentrée
temporale
"
.
Il
collega
Franco
Cardini
annusa
invece
il
complotto
:
"
Senza
dubbio
Pannella
cerca
elementi
di
coagulo
per
una
sinistra
che
sta
perdendo
referenti
.
Ma
c
'
è
anche
una
posta
più
alta
e
non
solo
italiana
:
la
Chiesa
cattolica
è
rimasta
l
'
unica
forza
universale
ad
opporsi
agli
aspetti
più
disumani
della
globalizzazione
e
negli
ultimi
mesi
i
radicali
si
sono
fatti
assoluti
promotori
proprio
di
quel
progressismo
neo
-
capitalistico
.
La
rievocazione
di
Porta
Pia
cela
dunque
qualcosa
di
più
di
un
rigurgito
anticlericale
tutto
sommato
"
romantico
"
;
l
'
avversione
accanita
alla
Chiesa
nasconde
la
volontà
di
eliminare
l
'
ultimo
avversario
sulla
strada
del
capitalismo
più
selvaggio
e
più
cinico
"
.
StampaQuotidiana ,
Alto
,
snello
,
bruno
,
due
occhi
vivaci
,
e
mobilissimi
,
il
nuovo
sottosegretario
all
'
Economia
nazionale
,
colpisce
subito
per
il
suo
parlare
franco
e
breve
.
Musacchio
ha
postato
i
suoi
pezzi
ed
è
necessario
conversare
.
Sono
qui
mi
dice
il
prof
.
Serpieri
quasi
inaspettatamente
.
Lunedì
scorso
fui
invitato
dal
prefetto
di
Firenze
di
venire
a
Roma
dove
mi
chiamava
l
'
on
.
Acerbo
.
Il
sottosegretario
alla
Presidenza
,
fascisticamente
,
a
nome
dell
'
on
.
Mussolini
,
mi
invitò
ad
assumere
il
sottosegretariato
all
'
Economia
nazionale
.
Io
rimasi
un
po
'
stupito
ed
incerto
.
Per
ventiquattr
'
ore
fui
tormentato
da
mille
dubbi
.
Il
pensiero
di
lasciare
i
miei
studi
preferiti
e
la
tranquillità
del
mio
lavoro
mi
faceva
esitare
.
Ma
alla
fine
mi
decisi
.
Ed
ora
eccomi
qua
...
E
quali
sono
i
suoi
propositi
?
È
questa
una
domanda
alla
quale
non
saprei
sull
'
istante
rispondere
.
Sono
un
tecnico
modesto
che
non
ha
altra
ambizione
che
di
servire
il
Paese
e
l
'
Uomo
insigne
che
oggi
regge
le
fortune
d
'
Italia
.
E
non
ho
,
perciò
,
programmi
preparati
.
Ho
bisogno
d
'
un
periodo
,
più
o
meno
lungo
,
di
adattamento
ai
nuovi
doveri
cui
sono
stato
chiamato
.
Certo
la
mia
è
e
sarà
la
voce
d
'
un
uomo
che
ha
vissuto
in
continuo
contatto
con
le
molteplici
e
varie
necessità
della
nostra
agricoltura
,
e
mi
lusingo
che
questa
mia
voce
serena
potrà
essere
di
beneficio
e
di
giovamento
allo
sviluppo
e
alla
prosperità
della
nostra
economia
agraria
.
Perciò
vorrei
considerare
la
mia
nuova
funzione
di
governo
né
più
né
meno
che
la
continuazione
logica
di
quelle
che
sono
state
sinora
la
mia
opera
e
la
mia
attività
.
Quindi
nessuno
sforzo
di
originalità
e
di
novità
,
ma
vigilanza
assidua
e
amorosa
delle
varie
questioni
che
attendono
una
soluzione
,
o
solo
l
'
avviamento
a
una
soluzione
.
Ma
quali
sono
le
sue
idee
generali
sull
'
attuale
situazione
agraria
?
Anche
questa
è
una
domanda
alla
quale
non
si
può
rispondere
direttamente
.
Io
penso
che
,
più
che
considerarlo
generalmente
,
e
però
genericamente
,
il
problema
agrario
va
esaminato
e
studiato
nelle
sue
singole
questioni
concrete
,
senza
apriorismi
e
formalismi
,
ma
sul
terreno
obiettivo
della
realtà
economica
.
La
quale
,
in
verità
,
è
complessa
e
varia
specie
nel
campo
agricolo
,
da
regione
a
regione
e
importa
,
quindi
,
soluzioni
diverse
secondo
le
diverse
peculiarità
regionali
.
Ora
io
mi
propongo
,
in
collaborazione
dell
'
illustre
senatore
Corbino
,
di
studiare
,
con
criterio
obiettivo
,
questi
problemi
che
,
per
la
varietà
delle
cause
che
li
determinano
,
non
ammettono
soluzioni
uniche
e
generali
.
Bisogna
studiare
e
risolvere
i
problemi
non
della
agricoltura
italiana
ma
,
come
diceva
Stefano
Jacini
,
delle
agricolture
italiane
.
Questi
sono
i
miei
propositi
e
mi
auguro
che
colla
buona
volontà
cooperi
anche
la
buona
fortuna
per
attuarli
.
Eccellenza
,
e
la
questione
del
Mezzogiorno
?
Non
è
possibile
proporsi
di
favorire
lo
sviluppo
agricolo
senza
pensare
al
Mezzogiorno
.
E
con
grandissimo
amore
mi
auguro
che
un
uomo
del
settentrione
,
possa
fare
un
po
'
di
bene
all
'
agricoltura
meridionale
.
Ma
ripeto
per
il
Mezzogiorno
quello
che
ho
detto
in
genere
per
il
nostro
paese
.
Anche
per
il
Mezzogiorno
è
necessario
,
se
si
vuole
contribuire
alla
sua
prosperità
,
impostare
chiaramente
e
serenamente
il
problema
,
fuori
d
'
ogni
preconcetto
dottrinario
,
soprattutto
senza
formule
prestabilite
.
Dieci
anni
fa
d
'
ogni
parte
si
gridava
che
solo
il
rimboschimento
avrebbe
risolto
la
crisi
meridionale
.
Adesso
siamo
alla
moda
delle
bonifiche
e
delle
irrigazioni
e
non
v
'
è
soluzione
che
non
sia
,
più
o
meno
,
perseguita
attraverso
l
'
uno
o
l
'
altro
sistema
.
Certo
il
bosco
può
essere
utile
a
una
regione
,
come
altrove
possono
essere
necessarie
le
bonifiche
.
Ma
non
è
possibile
confondere
i
bisogni
della
Campania
con
quelli
della
Sicilia
.
Generalizzare
,
in
materia
economica
e
particolarmente
nel
campo
agricolo
è
un
grave
e
insidioso
errore
.
E
quanto
al
Mezzogiorno
,
definire
isolatamente
i
vari
problemi
,
questo
bisogna
.
La
Basilicata
presenta
problemi
ed
esigenze
diversi
da
quelli
della
Puglia
e
della
Calabria
e
solo
da
una
specificazione
di
queste
varie
individualità
è
possibile
che
derivi
finalmente
una
conoscenza
più
diretta
e
più
realistica
del
cosiddetto
problema
del
Mezzogiorno
.
La
vita
agraria
è
necessariamente
locale
ed
io
mi
considererei
felice
se
,
collaborando
con
il
mio
ministro
riuscissi
a
dare
a
questa
vita
quegli
organi
locali
,
che
oggi
mancano
e
che
costringono
gli
organi
centrali
a
disimpegnare
funzioni
che
non
sono
loro
proprie
,
con
danno
generale
del
paese
e
dello
Stato
.
Il
prof
.
Serpieri
,
che
parla
a
scatti
,
con
acuta
precisione
di
frase
,
che
rivela
precisione
e
chiarezza
di
pensiero
,
dopo
una
breve
pausa
accenna
a
concludere
:
Questo
che
ho
rapidamente
riassunto
,
è
un
programma
notevole
,
che
abbisogna
,
per
essere
attuato
,
di
vasta
preparazione
e
di
molto
lavoro
.
E
spero
che
da
esso
deriveranno
al
nostro
paese
e
alla
nostra
agricoltura
benefici
incalcolabili
.
StampaQuotidiana ,
Belluno
,
22
gennaio
.
-
A
Carassagno
D
'
Arsiè
trentaquattro
persone
continuano
lo
sciopero
a
rovescio
,
per
la
costruzione
della
strada
che
colleghi
la
frazione
al
capoluogo
.
Il
loro
gesto
continua
ad
avere
la
solidarietà
della
stampa
e
perfino
della
radio
,
che
oggi
ha
trasmesso
nel
notiziario
veneto
un
servizio
registrato
sul
luogo
.
Le
uniche
persone
che
ancora
non
si
sono
mosse
sono
le
autorità
comunali
,
provinciali
e
centrali
,
alle
quali
erano
state
inoltrare
petizioni
e
telegrammi
,
il
tutto
rimasto
ancora
senza
risposta
.
Il
sindaco
se
ne
lava
le
mani
con
la
scusa
che
non
ci
sono
soldi
e
quindi
la
questione
deve
essere
risolta
dal
centro
.
Ciò
può
essere
vero
,
ma
lui
,
come
prima
autorità
del
Comune
,
cosa
fa
per
far
intervenire
o
sollecitare
ad
intervenire
le
autorità
centrali
?
E
il
prefetto
,
al
quale
era
stata
inoltrata
una
petizione
firmata
da
coloro
che
hanno
dato
inizio
ai
lavori
,
il
prefetto
,
che
rappresenta
il
governo
centrale
,
cosa
ha
fatto
per
venire
in
aiuto
di
questa
gente
che
è
sotto
la
sua
giurisdizione
?
E
il
ministro
Bertinelli
,
informato
con
un
telegramma
di
quanto
sta
accadendo
a
Carassagno
?
Silenzio
su
tutto
il
fronte
della
Democrazia
cristiana
e
del
governo
.
Intanto
,
quelli
di
Carassagno
continuano
a
dodici
giorni
la
loro
azione
di
protesta
,
proseguendo
i
lavori
di
sterro
perché
la
loro
strada
la
vogliono
veder
fatta
.
Sono
decisi
ad
andare
fino
in
fondo
,
e
dopo
qualcuno
dovrà
pure
pagare
il
lavoro
fatto
.
«
Perché
avete
dato
inizio
ai
lavori
?
»
.
A
questa
domanda
dei
radio
-
intervistatori
hanno
risposto
diversi
protagonisti
dello
sciopero
a
rovescio
.
«
Perché
non
crediamo
più
alle
promesse
»
;
«
Perché
la
strada
è
il
principale
elemento
di
civiltà
»
;
«
Per
non
restare
più
isolati
dal
mondo
»
;
«
Per
poterci
recare
dal
medico
e
in
farmacia
»
.
Una
donna
che
partecipa
allo
sciopero
,
ha
risposto
:
«
Domani
una
ragazza
della
frazione
di
sposa
e
deve
fare
a
piedi
venti
chilometri
per
recarsi
in
chiesa
»
.
Tutti
gli
abitanti
del
villaggio
hanno
un
loro
validissimo
motivo
per
volere
la
strada
,
un
motivo
che
ha
trovato
nella
solidarietà
di
ognuno
di
loro
il
coraggio
di
diventare
forza
ed
unità
e
di
dare
avvio
ai
lavori
che
non
interromperanno
,
fino
a
quando
le
autorità
competenti
non
manifestino
concretamente
la
volontà
di
realizzare
l
'
opera
tanto
necessaria
.
Pensiamo
alla
giovane
sposa
di
Carassagno
,
che
nella
giornata
più
bella
della
sua
vita
,
è
costretta
a
percorrere
infreddolita
il
lungo
sentiero
infangato
,
senza
l
'
ausilio
di
un
mezzo
necessario
.
Le
provviste
per
il
pranzo
di
nozze
dovranno
essere
portate
a
spalle
dai
Boldi
,
l
'
acqua
per
cuocerle
dovrà
essere
attinta
e
trasportata
a
spalla
dai
Boldi
,
una
borgata
a
tre
-
quattro
chilometri
da
Carassagno
,
dove
c
'
è
l
'
unico
acquedotto
di
tutta
la
zona
,
rappresentato
da
un
lungo
e
rattoppato
tubo
di
gomma
che
,
sospeso
per
aria
sopra
il
torrente
,
attraversa
la
valle
da
un
versante
all
'
altro
,
e
riversa
il
suo
prezioso
liquido
in
un
mastello
posto
a
fianco
della
carreggiata
.
È
l
'
unica
«
moderna
»
opera
pubblica
fatta
dall
'
Amministrazione
comunale
,
tranne
la
scuoletta
dei
Boldi
,
che
però
è
chiusa
,
essendo
stata
costruita
troppo
distante
dal
luogo
dove
sono
i
bambini
in
età
scolastica
.
StampaQuotidiana ,
Il
più
fantastico
viaggio
,
l
'
avventura
più
grande
,
il
sogno
più
impossibile
di
generazioni
di
poeti
,
di
scienziati
,
di
uomini
comuni
come
tutti
noi
,
si
è
compiuto
.
Alle
22.17'40''
(
ora
italiana
di
oggi
20
luglio
1969
)
Neil
Armstrong
e
Aldrin
,
in
rappresentanza
di
tutti
gli
abitanti
della
Terra
,
a
bordo
della
loro
meravigliosa
"
Aquila
"
hanno
toccato
il
suolo
della
Luna
,
un
corpo
extra
-
terrestre
lontano
dal
nostro
pianeta
384
mila
chilometri
.
Ne
ha
dato
l
'
annuncio
Armstrong
,
senza
tradire
la
minima
emozione
,
con
queste
parole
:
"
L
'
Aquila
è
atterrata
"
.
Indescrivibile
ciò
che
è
avvenuto
qui
:
per
la
emozione
,
la
gioia
,
l
'
entusiasmo
di
una
conquista
che
è
di
tutta
l
'
umanità
.
Si
era
spenta
appena
l
'
eco
delle
parole
di
Armstrong
che
si
è
udita
la
voce
di
Aldrin
,
anch
'
essa
quasi
priva
di
emozione
:
"
Atterraggio
molto
tranquillo
"
.
Impossibile
dire
la
tensione
,
l
'
emozione
,
la
febbre
che
ci
ha
assaliti
tutti
qui
,
al
Centro
di
controllo
di
Houston
,
mentre
i
secondi
scanditi
sui
quadranti
luminosi
passavano
uno
dopo
l
'
altro
per
segnare
il
conto
alla
rovescia
del
momento
in
cui
il
retrorazzo
dell
'
"
Aquila
"
si
è
acceso
a
quello
in
cui
le
solide
zampe
del
veicolo
si
sono
posate
con
un
sobbalzo
nella
desolata
landa
del
Mare
della
Tranquillità
.
Meno
59
...
57
...
55
...
ecco
,
ora
la
poderosa
fiamma
del
razzo
frenante
lambisce
già
le
grige
rocce
seleniche
.
Il
veicolo
caracolla
un
po
'
,
mentre
i
piccoli
razzi
latitudinali
provvedono
a
mantenerlo
in
perfetto
assetto
.
Infine
si
posa
.
Armstrong
e
Aldrin
sono
in
piedi
ai
comandi
.
Li
sentiamo
.
Per
quanto
la
loro
voce
si
mantenga
fredda
e
quasi
monotona
,
avvertiamo
la
loro
commozione
più
che
udire
le
loro
parole
che
sono
poche
e
non
si
distaccano
dal
gergo
tecnico
.
D
'
altra
parte
troppo
importanti
troppo
delicate
,
troppo
precise
debbono
essere
le
operazioni
da
compiere
perché
possano
lasciarsi
andare
a
considerazioni
descrittive
o
sentimentali
.
Se
le
sono
riservate
per
il
momento
in
cui
tra
poco
scenderanno
a
piedi
a
camminare
sulla
Luna
.
Intanto
però
descrivono
il
luogo
dove
sono
atterrati
,
ma
brevemente
"
perché
-
dice
Armstrong
-
avremo
parecchio
da
fare
per
qualche
momento
"
.
Il
comandante
aggiunge
:
"
Siamo
su
un
suolo
roccioso
,
in
una
zona
relativamente
pianeggiante
con
crateri
larghi
dai
2
ai
17
metri
.
Vediamo
delle
alture
.
E
vi
sono
piccoli
crateri
di
30
o
60
centimetri
a
migliaia
.
Possiamo
anche
vedere
una
collina
davanti
a
noi
.
È
difficile
calcolare
ma
penso
che
sia
a
circa
800
metri
o
un
chilometro
e
mezzo
da
noi
"
.
È
intervenuto
Aldrin
:
"
Sembra
una
vera
e
propria
collezione
di
rocce
di
ogni
tipo
immaginabile
,
alcune
ovoidali
.
Il
panorama
non
offre
colori
molto
vivi
,
ad
eccezione
di
alcune
rocce
con
colori
interessanti
"
.
Quanto
agli
effetti
della
gravità
lunare
che
è
soltanto
un
sesto
di
quella
della
Terra
,
Armstrong
ha
detto
:
"
E
'
come
essere
in
un
aeroplano
"
ed
ha
aggiunto
di
non
trovare
alcuna
difficoltà
nell
'
adattarvisi
.
Entrambi
gli
astronauti
appaiono
calmi
e
per
nulla
emozionati
.
"
Vi
sono
molti
visi
sorridenti
qui
e
in
tutto
il
mondo
"
ha
detto
il
centro
spaziale
.
"
Ve
ne
sono
due
anche
qui
da
noi
"
ha
risposto
Armstrong
.
"
Vorrei
una
birra
"
ha
detto
Aldrin
.
"
La
troverai
al
ritorno
"
gli
è
stato
risposto
.
Il
controllo
a
terra
di
Houston
ha
segnalato
nel
frattempo
un
dato
essenziale
per
la
riuscita
dell
'
impresa
:
l
'
inclinazione
dell
'
"
Aquila
"
sulla
superficie
è
di
poco
più
di
quattro
gradi
.
Come
è
noto
una
inclinazione
superiore
ai
12
gradi
avrebbe
segnato
la
fine
degli
astronauti
perché
la
sezione
di
ascesa
del
modulo
non
avrebbe
potuto
funzionare
regolarmente
.
Poco
dopo
lo
stesso
Armstrong
ha
confermato
la
misurazione
effettuata
da
Terra
.
Il
centro
di
controllo
ha
subito
cominciato
a
rivolgere
i
suoi
messaggi
ad
"
Aquila
"
chiamandolo
"
Base
Tranquillità
"
.
Nel
descrivere
l
'
ultima
fase
della
discesa
Armstrong
ha
detto
che
il
sistema
di
guida
automatica
stava
conducendo
il
veicolo
lunare
in
una
zona
di
crateri
"
della
grandezza
di
un
campo
da
football
"
.
Egli
aveva
quindi
assunto
il
controllo
manuale
dell
'
operazione
di
discesa
per
individuare
una
zona
abbastanza
liscia
per
l
'
atterraggio
.
Dalle
4.40
alle
4.56
si
è
svolta
,
sotto
gli
occhi
dei
telespettatori
di
tutto
il
mondo
,
la
fase
emozionante
dei
primi
passi
dell
'
uomo
sulla
Luna
.
Armstrong
,
aperto
il
portello
,
è
rimasto
per
qualche
minuto
sulla
passerella
esterna
.
Le
istruzioni
erano
infatti
quelle
di
comunicare
a
Terra
le
sue
prime
sensazioni
sull
'
ambiente
lunare
.
Lo
si
è
visto
muovere
con
grande
cautela
un
piede
e
poi
posarlo
al
suolo
.
Contemporaneamente
le
comunicazioni
erano
ridiventate
buone
.
La
passeggiata
sulla
Luna
è
incominciata
esattamente
alle
4.57
.
Poco
prima
di
fare
quello
storico
passo
,
Armstrong
,
confermando
la
sua
calma
e
il
suo
senso
dell
'
umorismo
,
aveva
detto
:
"
Ora
incomincia
la
ginnastica
"
.
Alle
4.40
Neil
Armstrong
ha
aperto
il
portello
dell
'
"
Aquila
"
per
scendere
sul
suolo
lunare
.
Per
gli
astronauti
le
manovre
preparatorie
della
sortita
dal
veicolo
lunare
si
sono
rivelate
più
complesse
e
lunghe
del
previsto
.
Prima
di
poter
uscire
dall
'
"
Aquila
"
,
Armstrong
e
Aldrin
hanno
dovuto
indossare
le
speciali
tute
,
provvedere
a
depressurizzare
l
'
interno
dell
'
"
Aquila
"
:
ciò
allo
scopo
di
poter
impunemente
sortire
nell
'
ambiente
lunare
dove
la
pressione
,
mancando
l
'
atmosfera
,
è
zero
.
Le
comunicazioni
verbali
fra
Houston
e
l
'
"
Aquila
"
sono
state
difficoltose
:
a
volte
eccellenti
,
a
volte
mediocri
.
Il
ritardo
,
come
si
è
poi
appreso
dal
centro
di
controllo
,
è
dovuto
per
l
'
appunto
all
'
operazione
di
depressurizzazione
della
cabina
,
la
quale
si
è
svolta
sotto
la
sorveglianza
di
Houston
.
Ad
un
certo
punto
fra
la
Terra
e
la
Luna
sono
state
scambiate
le
seguenti
battute
:
"
Ci
vuole
un
certo
tempo
per
questa
operazione
"
.
"
Certo
che
ci
vuole
"
è
stata
la
pacata
risposta
giunta
dal
satellite
della
Terra
.
Finalmente
alle
4
e
40
italiane
precise
,
Houston
ha
dato
l
'
autorizzazione
di
aprire
il
portello
e
Armstrong
ha
obbedito
.
I
primi
minuti
dei
cosmonauti
sulla
Luna
sono
stati
di
grande
trepidazione
e
poco
ciarlieri
.
Gli
"
uomini
lunari
"
hanno
approntato
a
velocità
vertiginosa
tutti
gli
apparati
per
una
eventuale
partenza
frettolosa
dalla
Luna
,
se
necessaria
.
Ma
passato
il
tempo
prefissato
per
un
anticipato
ritorno
,
i
due
hanno
cominciato
a
riposarsi
per
il
momento
in
cui
usciranno
dall
'
"
Aquila
"
e
scenderanno
sul
suolo
lunare
.
Collins
quando
ha
sorvolato
la
zona
dell
'
atterraggio
ha
inviato
le
sue
congratulazioni
ai
colleghi
.
Mentre
scriviamo
,
Armstrong
e
Aldrin
stanno
procedendo
alle
più
accurate
verifiche
della
loro
formidabile
macchina
.
Debbono
tenerla
nelle
condizioni
di
partenza
in
qualunque
momento
fosse
necessario
.
Le
verifiche
e
i
controlli
sono
stati
tanto
più
necessari
in
quanto
,
come
si
ricorderà
,
c
'
era
stato
un
piccolo
guasto
ad
una
valvola
di
pressurizzazione
dell
'
azoto
liquido
.
Domani
,
al
momento
della
partenza
,
saranno
impiegati
tutti
i
sistemi
,
sia
quello
di
riserva
,
sia
quello
difettoso
.
StampaQuotidiana ,
L
'
UNITA
organo
dei
comunisti
pubblica
un
manifesto
del
Partito
in
cui
dice
:
Venerdì
prossimo
avrà
luogo
la
commemorazione
ufficiale
del
martirio
di
Matteotti
.
In
tale
occasione
la
classe
lavoratrice
non
può
e
non
deve
limitarsi
a
esprimere
il
suo
dolore
e
il
suo
sdegno
per
il
feroce
delitto
compiuto
.
Essa
deve
lanciare
un
monito
alla
classe
dominante
e
al
Fascismo
assassino
,
che
segni
aperta
condanna
al
regime
di
sangue
e
di
terrore
instaurato
in
Italia
dalla
ripresa
del
privilegio
capitalista
e
dalla
oppressione
degli
operai
e
dei
contadini
...
StampaQuotidiana ,
Belluno
,
7
gennaio
-
California
è
un
paese
che
un
tempo
esisteva
,
lindo
,
colmo
di
vegetazione
,
posto
in
fondo
alla
valle
del
Mis
,
dove
vivevano
una
cinquantina
di
famiglie
che
si
erano
costruite
la
casa
dopo
tanti
anni
di
miniera
e
di
emigrazione
.
C
'
era
pure
un
albergo
,
messo
su
da
tre
intraprendenti
fratelli
,
dove
d
'
estate
si
era
affermato
un
«
turismo
minore
»
fatto
da
chi
intende
la
villeggiatura
come
un
riposo
dello
spirito
.
California
è
un
nome
inconsueto
da
queste
parti
;
chissà
,
forse
,
la
zona
che
abbraccia
diversi
villaggi
abbarbicati
sui
costoni
delle
montagne
era
stata
così
denominata
da
qualche
emigrante
tornato
dall
'
America
;
o
da
qualche
solitario
escursionista
che
di
fronte
alle
bellezze
dei
boschi
,
delle
acque
un
tempo
chiarissime
dei
torrenti
,
gli
sarà
venuto
spontaneo
alle
labbra
quel
nome
prestigioso
,
in
una
esclamazione
di
stupore
,
di
ammirazione
.
Sta
di
fatto
che
un
nome
così
non
era
sprecato
per
il
luogo
,
reso
in
questi
ultimi
anni
confortevole
dalle
case
sorte
tutte
intorno
,
con
i
fiori
ai
davanzali
,
gerani
rossi
che
spiccavano
come
grappoli
di
ciliege
mature
sullo
sfondo
verde
del
paesaggio
;
poi
,
lì
vicino
,
avevano
costruito
anche
un
lago
ed
anche
quello
attirava
i
turisti
.
tutto
questo
esisteva
prima
del
4
novembre
1966
.
Poi
venne
il
diluvio
e
fu
la
fine
di
una
località
conosciuta
da
pochi
,
della
quale
,
col
tempo
,
si
perderà
anche
il
ricordo
.
Ora
è
tutta
un
ghiaione
:
le
verdi
montagne
sono
franate
dentro
la
valle
;
i
due
torrenti
che
si
congiungevano
proprio
all
'
imbocco
del
paese
,
hanno
allargato
i
loro
alvei
a
dismisura
;
California
è
stata
quasi
del
tutto
spazzata
via
dalla
furia
degli
elementi
e
quel
poco
di
essa
che
ancora
si
vede
è
sommerso
dai
detriti
.
La
gente
ha
fatto
in
tempo
a
fuggire
,
a
mettersi
in
salvo
con
l
'
acqua
che
incalzava
e
le
frane
in
movimento
.
Ora
è
sparsa
un
po
'
ovunque
,
da
parenti
domiciliati
in
altri
paesi
,
o
a
Gosaldo
,
il
capoluogo
,
anch
'
esso
terremotato
dal
triste
evento
.
Molti
sono
stati
i
paesi
bellunesi
devastati
dall
'
alluvione
,
ma
chi
ha
perso
la
casa
potrà
rifarla
nello
stesso
paese
.
A
California
non
si
potrà
ricostruire
nulla
,
poiché
non
esiste
più
un
terreno
solido
,
non
esiste
la
possibilità
di
rifare
le
strade
,
il
luogo
è
ormai
terra
bruciata
.
Del
resto
sono
gli
stessi
abitanti
che
non
vogliono
ritornare
.
A
far
cosa
?
Terra
da
lavorare
non
ce
n
'
è
più
;
di
turismo
è
assurdo
parlare
.
La
Giunta
municipale
sembra
sia
dello
stesso
parere
;
soltanto
cerca
di
trattenere
nella
zona
la
gente
.
Si
parla
di
trasferire
l
'
abitato
di
California
in
cima
ad
una
montagna
,
a
S
.
Andrea
,
a
1500
metri
di
altitudine
«
dove
non
cresce
neanche
un
cavolo
»
.
Contro
questa
ventilata
soluzione
uomini
e
donne
di
California
si
oppongono
.
Bisogna
trasferirsi
,
ricominciare
tutto
da
capo
?
Ebbene
dateci
un
luogo
decente
per
impiantare
il
nostro
paese
,
dove
vi
siano
terre
da
coltivare
,
scuole
per
i
nostri
figli
,
qualche
possibilità
di
trovare
lavoro
.
Queste
cose
sono
state
dette
durante
una
assemblea
promossa
dal
capofrazione
,
alla
quale
hanno
partecipato
anche
il
segretario
regionale
del
partito
comunista
,
Marangoni
,
il
segretario
provinciale
,
Olivotto
,
l
'
onorevole
Busetto
.
Da
tutta
la
California
-
una
decina
di
villaggi
lontani
diversi
chilometri
-
erano
giunti
in
una
località
chiamata
Lambroi
,
uomini
e
donne
e
ragazzi
per
discutere
«
ciò
che
non
si
può
discutere
col
sindaco
,
perché
non
ti
ascolta
;
ciò
che
non
si
può
discutere
col
prefetto
perché
ascolta
soltanto
il
sindaco
.
E
così
il
nostro
parere
non
si
sente
mai
,
e
quando
i
nostri
emigranti
ritornano
via
,
alle
donne
ed
ai
vecchi
fanno
firmare
qualsiasi
cosa
e
li
sistemano
come
vogliono
.
Oppure
la
tirano
per
le
lunghe
,
intanto
ci
dicono
di
sfollare
:
la
tattica
è
conosciuta
.
Più
si
aspetta
,
più
la
gente
se
ne
va
via
e
più
lo
Stato
risparmia
»
.
Circa
500
persone
di
California
centro
e
di
diversi
villaggi
con
le
case
in
bilico
sulle
frane
-
Patine
,
Mori
,
Beltrai
,
Rozze
,
Macator
,
Noneta
,
Scoli
,
Zocche
-
non
sanno
che
fare
di
preciso
,
soltanto
sono
tutti
d
'
accordo
che
dove
sono
non
possono
stare
(
in
primavera
potrebbe
capitare
di
nuovo
il
finimondo
)
non
vogliono
essere
reclusi
in
un
ghetto
a
1500
metri
,
ma
vogliono
scendere
,
invece
di
salire
,
avvicinarsi
alla
società
organizzata
.
Si
è
parlato
della
costituzione
di
un
consorzio
dei
capifamiglia
,
per
poter
imporre
all
'
autorità
una
scelta
secondo
queste
esigenze
.
La
scelta
di
un
luogo
anche
in
un
altro
Comune
,
dove
la
comunità
possa
rimanere
unita
.
Alla
fine
della
riunione
hanno
voluto
che
i
dirigenti
comunisti
facessero
un
giro
nella
zona
disastrata
.
A
un
certo
punto
le
strade
non
esistevano
più
;
si
passava
soltanto
su
piste
che
il
ghiaccio
e
la
neve
hanno
reso
solide
sopra
i
torrenti
e
le
frane
.
Un
paesaggio
da
dopo
il
diluvio
.
Dentro
quello
che
resta
dell
'
albergo
di
California
,
semicrollato
,
interrato
fino
al
primo
piano
,
sberciato
e
divelto
,
in
una
piccola
cucina
,
la
padrona
offre
la
grappa
e
gli
uomini
che
hanno
seguito
la
comitiva
discorrono
fra
di
loro
alla
ricerca
di
un
tempo
perduto
:
«
Ricordi
quando
ci
si
riuniva
qui
,
la
sera
,
a
bere
l
'
ombretta
,
tutti
insieme
tutti
uniti
?
»
.
Uno
dice
:
«
Venti
anni
di
emigrazione
mi
era
costata
la
casa
.
L
'
avevo
appena
finita
la
scorsa
estate
!
»
.
Un
altro
più
anziano
:
«
Quarant
'
anni
sono
andato
all
'
estero
.
Ora
mi
ero
un
po
'
sistemato
».,
sospira
e
aggiunge
con
rabbia
parlando
al
plurale
:
«
Tutte
le
nostre
fatiche
andate
in
malora
»
.
È
facile
registrare
o
leggere
simili
cose
.
Naturalmente
ci
si
commuove
,
si
partecipa
all
'
altrui
smarrimento
.
Ma
proviamo
un
po
'
a
metterci
noi
al
posto
di
questa
gente
,
proviamo
ad
immaginare
di
avere
faticato
nelle
miniere
o
nei
cantieri
edili
dell
'
estero
venti
,
trenta
,
quarant
'
anni
,
per
farci
una
casa
,
con
ore
straordinarie
,
con
la
silicosi
e
vedersi
rubare
la
casa
a
un
tratto
e
pensare
di
aver
perduto
la
giovinezza
,
di
aver
faticato
proprio
per
niente
.
È
una
tragedia
che
sconvolge
.
E
malgrado
ciò
,
questa
gente
è
ancora
tanto
equilibrata
da
discutere
con
calma
.
L
'
essenziale
è
ricominciare
,
come
si
può
,
ma
ricominciare
,
più
in
fretta
possibile
e
con
una
chiara
visione
davanti
.
Tutti
uniti
ancora
perché
almeno
le
consuetudini
e
i
legami
di
una
comunità
non
vadano
dispersi
.
La
proposta
del
consorzio
è
nata
da
queste
esigenze
.
Che
bisogna
rispettare
.
StampaQuotidiana ,
"
Per
un
uomo
è
un
piccolo
passo
,
per
l
'
umanità
un
balzo
gigantesco
"
,
ha
detto
ieri
notte
Neil
Armstrong
al
momento
in
cui
,
uscito
dal
LEM
,
egli
ha
posto
piede
sul
suolo
della
Luna
.
Sono
queste
le
parole
con
cui
egli
ha
soddisfatto
l
'
attesa
di
coloro
che
gli
avevano
chiesto
di
pronunciare
una
"
frase
storica
"
,
che
rimanesse
legata
nella
memoria
dei
posteri
all
'
impresa
del
primo
sbarco
umano
sulla
Luna
.
La
sensazione
generale
,
al
livello
conscio
e
inconscio
,
è
che
qualcosa
di
fondamentale
è
cambiato
nella
nostra
vita
.
"
La
Luna
non
sarà
più
la
stessa
"
intitolava
stamane
un
quotidiano
di
Houston
.
Ma
questo
coglie
solo
un
aspetto
secondario
del
fatto
;
l
'
aspetto
vero
è
che
da
ora
in
poi
la
Terra
non
sarà
più
la
stessa
.
Con
lo
sbarco
lunare
di
Armstrong
e
di
Al
drin
un
'
era
nuova
si
apre
nella
lunga
vicenda
dell
'
homo
sapiens
,
un
'
era
di
cui
non
è
possibile
prevedere
la
configurazione
e
lo
sviluppo
.
Ieri
sera
siamo
"
entrati
nel
futuro
"
,
in
uno
stato
d
'
animo
nel
quale
le
sensazioni
visive
ed
emotive
erano
simili
a
quelle
di
un
film
di
fantascienza
,
in
cui
occorreva
uno
sforzo
logico
di
riflessione
per
ricordare
che
ciò
a
cui
assistevamo
non
era
il
frutto
dell
'
immaginazione
di
un
romanziere
avveniristico
ma
il
prodotto
di
una
realtà
tecnologica
concreta
.
L
'
eccezionale
suspense
che
ha
accompagnato
lo
svolgimento
della
grande
impresa
è
stata
pari
all
'
enorme
portata
storica
di
essa
.
Per
tre
volte
in
ventiquattro
ore
l
'
America
intera
ha
trattenuto
il
fiato
e
ha
temuto
per
il
rischio
mortale
che
l
'
"
ignoto
"
presentava
per
gli
astronauti
;
ieri
pomeriggio
,
al
momento
in
cui
il
LEM
si
è
posato
sulla
Luna
,
ieri
notte
quando
Armstrong
prima
e
Al
drin
dopo
,
sono
usciti
dalla
navicella
e
hanno
camminato
sulla
Luna
,
e
questo
pomeriggio
al
momento
in
cui
il
LEM
ha
riacceso
i
motori
per
ripartire
verso
lo
spazio
.
E
per
tre
volte
l
'
America
ha
lanciato
un
respiro
di
sollievo
quando
ciascuna
delle
tre
difficili
manovre
è
stata
coronata
dal
successo
.
Oggi
,
mentre
ancora
attonito
il
mondo
guarda
indietro
alla
straordinaria
vicenda
,
lo
stato
d
'
animo
degli
Stati
Uniti
vede
intrecciarsi
due
elementi
:
la
fierezza
nazionale
per
un
evento
che
ricompensa
al
tempo
stesso
il
coraggio
di
uno
scelto
gruppo
di
uomini
e
l
'
efficienza
organizzativa
e
tecnica
di
una
intera
società
e
la
speranza
che
l
'
evento
serva
a
stabilire
un
clima
di
pace
e
di
solidarietà
"
planetaria
"
nel
mondo
.
Sono
questi
i
due
sentimenti
che
il
presidente
Nixon
ha
voluto
esprimere
nel
colloquio
televisivo
di
ieri
notte
con
i
due
astronauti
al
momento
in
cui
essi
si
trovavano
sulla
Luna
.
(
Ugo
Stille
)
StampaQuotidiana ,
La
responsabilità
è
il
fattore
che
ormai
ci
distingue
più
nettamente
dal
passato
.
È
vero
che
il
principio
della
responsabilità
predomina
ugualmente
in
tutti
i
campi
dell
'
attività
fascista
,
ma
per
il
giornalista
,
anche
il
più
modesto
,
questa
responsabilità
è
accresciuta
dal
fatto
di
essere
pubblica
.
Ogni
nostra
parola
,
ogni
nostro
atto
,
è
pubblico
per
sua
natura
.
Perciò
deve
essere
due
volte
meditato
.
Generalmente
il
libero
professionista
che
sbaglia
provoca
il
danno
proprio
o
quello
del
cliente
,
o
di
ambedue
,
ma
il
suo
errore
,
nella
maggior
parte
dei
casi
,
rimane
in
un
ambito
privato
.
Invece
il
giornalista
che
sbaglia
può
provocare
un
danno
morale
o
materiale
tanto
più
grave
quanto
maggiore
è
la
diffusione
del
suo
giornale
.
Il
pregiudizio
politico
e
sociale
di
ogni
nostro
atto
può
diventare
,
in
certe
contingenze
,
enorme
,
perché
ogni
giornalista
,
attraverso
la
tiratura
del
suo
giornale
,
raggiunge
tante
coscienze
quanti
sono
i
lettori
,
vale
a
dire
di
decine
o
centinaia
di
migliaia
di
persone
.
Il
terreno
che
noi
coltiviamo
non
è
un
chiuso
orticello
,
ma
un
campo
talvolta
vasto
come
una
provincia
,
una
regione
o
molte
regioni
,
e
,
per
i
massimi
quotidiani
,
la
nazione
intera
.
L
'
eco
del
nostro
lavoro
si
ripercuote
anche
all
'
estero
e
può
,
in
certi
momenti
delicati
,
compromettere
interessi
d
'
ordine
superiore
.
Data
questa
premessa
,
è
naturale
che
il
giornalismo
fascista
non
si
possa
concepire
libero
nel
senso
democratico
e
liberale
,
cioè
libero
fino
all
'
arbitrio
.
Vi
sono
degli
estremi
oltre
i
quali
l
'
interesse
della
collettività
può
essere
compromesso
dall
'
arbitrio
del
singolo
.
Tutte
le
volte
che
il
giornalista
,
dalla
sua
doverosa
,
indispensabile
attività
di
critica
in
buona
fede
,
accenna
a
passare
alla
difesa
di
interessi
particolari
ed
oscuri
,
all
'
offesa
di
istituzioni
sacre
,
alla
violazione
di
principi
superiori
,
deve
essere
bloccato
,
perché
il
fascismo
sostiene
tutte
le
libertà
individuali
ma
nega
fermamente
la
libertà
dell
'
illecito
.
Sono
già
abbastanza
enormi
le
difficoltà
che
la
Nazione
incontra
ogni
giorno
nello
sforzo
permanente
di
progredire
;
sono
già
fin
troppi
gli
ostacoli
opposti
dalla
natura
delle
cose
,
dal
contrasto
degli
interessi
fra
le
nazioni
,
perché
noi
possiamo
prenderci
il
lusso
di
sperperare
energie
sopra
il
terreno
della
piccola
polemica
disgregatrice
di
vecchio
stile
,
o
perché
si
possa
riconoscere
a
chicchessia
la
facoltà
di
mettere
bastoni
fra
le
ruote
dell
ingranaggio
,
per
incapacità
o
per
ambizione
o
per
malafede
.
L
interesse
della
collettività
nazionale
sta
nettamente
al
di
sopra
dell
'
interesse
individuale
.
Questo
criterio
base
non
si
discute
,
e
va
applicato
nel
campo
giornalistico
in
pieno
,
come
va
applicato
in
tutti
gli
altri
campi
di
attività
professionale
.
Questa
e
soltanto
questa
è
la
limitazione
alla
libertà
come
la
si
concepiva
un
tempo
.
Altre
limitazioni
non
esistono
.
E
se
sentite
qualche
giornalista
lamentarsi
di
essere
costretto
all
'
inazione
o
al
silenzio
,
non
gli
credete
.
In
questo
caso
egli
parla
per
intima
mancanza
di
spirito
di
iniziativa
o
per
timor
panico
di
responsabilità
...