StampaQuotidiana ,
Questo
breve
sostanzioso
opuscolo
di
Armando
Zanetti
(
«
Dal
nazionalismo
al
liberalismo
»
a
cura
del
Gruppo
giovanile
liberale
Roma
)
merita
attenzione
,
non
tanto
e
solo
perché
chiarisce
un
fatto
personale
che
ha
l
'
andamento
appassionato
e
dibattuto
d
'
una
crisi
di
coscienza
,
nobilmente
sofferta
e
serenamente
risolta
,
ma
sopratutto
perché
ripropone
,
con
acutezza
e
sincerità
nuove
,
alle
più
giovani
generazioni
,
la
questione
dell
'
idea
e
dello
Stato
liberali
.
Non
si
preoccupa
,
qui
,
lo
scrittore
di
riprendere
,
nel
suo
svolgimento
storico
e
nelle
sue
successive
teorizzazioni
filosofiche
,
il
liberalismo
e
di
definirlo
:
altro
è
il
suo
scopo
e
meglio
determinato
e
certo
,
politicamente
,
più
concreto
.
In
confronto
dei
vari
partiti
,
in
cui
oggi
si
polarizza
la
lotta
politica
e
delle
soluzioni
che
essi
rispettivamente
propongono
alla
crisi
dello
Stato
nazionale
,
non
è
il
caso
di
dilungarsi
e
sperdersi
in
ricerche
sul
contenuto
etico
e
le
determinazioni
storiche
del
pensiero
liberale
per
mio
conto
ritengo
con
alcuni
giovani
studiosi
del
pensiero
liberale
,
che
il
liberalismo
,
essendo
solo
una
teoria
della
convivenza
sociale
non
può
pretendere
di
affrontare
i
grandi
problemi
etici
individuali
e
storici
che
esso
presuppone
,
risolve
e
supera
nella
realtà
delle
sue
creazioni
ma
basta
fissare
con
precisione
il
compito
e
le
funzioni
che
il
liberalismo
,
dottrina
e
arte
di
governo
,
quale
risulta
,
dalla
tradizione
,
dall
'
esperienza
,
negli
istituti
che
esso
ha
creato
e
nella
pratica
che
da
questi
si
è
svolta
,
può
e
deve
assolvere
nell
'
attuale
momento
.
La
politica
,
in
genere
,
e
quella
liberale
in
specie
,
proprio
perché
non
tende
né
pretende
risolvere
«
sub
specie
aeternitatis
»
i
problemi
della
storia
e
dello
spirito
,
ma
si
limita
a
operare
empiricamente
su
elaborazioni
e
sistemazione
provvisorie
della
realtà
,
deve
costantemente
riferirsi
a
determinate
e
concrete
situazioni
per
avvertirne
le
esigenze
e
le
antitesi
e
le
une
e
le
altre
poi
interpretare
e
comporre
nell
'
ordine
spirituale
e
giuridico
dello
Stato
.
Ora
,
nell
'
attuale
situazione
,
il
cosiddetto
problema
della
rinascita
liberale
,
più
che
attraverso
rivendicazioni
storiche
e
formule
filosofiche
come
taluni
,
con
lodevoli
propositi
,
fanno
va
posto
in
termini
obiettivi
e
per
così
dire
contingenti
:
è
attuale
il
metodo
liberale
?
e
se
è
attuale
perché
esso
non
interviene
a
proporre
le
sue
soluzioni
e
cioè
soluzioni
liberali
alla
crisi
che
ha
tentato
di
diroccare
dalle
fondamenta
la
costruzione
dello
Stato
liberale
prima
cogli
assalti
rivoluzionari
del
socialismo
e
recentemente
con
l
'
aspra
,
accanita
e
talora
astiosa
critica
del
fascismo
?
Questi
quesiti
,
Armando
Zanetti
li
ha
discussi
nel
suo
spirito
e
automaticamente
risolti
quando
,
concordata
la
fusione
e
l
'
inquadramento
delle
forze
nazionalistiche
nel
partito
fascista
,
non
solo
si
rifiutò
di
aderirvi
ma
dopo
qualche
mese
di
raccoglimento
e
di
meditazione
decise
di
inscriversi
nel
partito
liberale
.
Ma
ad
essi
risponde
più
chiaramente
e
direttamente
nello
scritto
che
ho
innanzi
quando
,
esaminate
le
posizioni
dei
partiti
,
le
loro
concezioni
dello
Stato
e
le
loro
possibilità
d
'
azione
e
di
sviluppo
nell
'
ambiente
storico
italiano
,
raccoglie
e
riassume
le
sue
conclusioni
:
«
A
meno
che
non
si
concepisca
egli
scrive
come
suscettibile
di
riapparire
o
di
durare
illimitatamente
nella
vita
d
'
una
grande
nazione
moderna
un
regime
di
illuminata
tirannia
o
di
larvata
dittatura
,
le
concezioni
e
le
forme
statali
che
oggi
si
contendono
il
governo
in
tutti
gli
Stati
europei
restano
sempre
due
,
e
sempre
quelle
:
la
borghese
-
individualista
,
intimamente
e
incontestabilmente
liberale
(
con
tutte
le
sfumature
dalla
più
conservatrice
alla
più
democratica
)
e
la
socialista
,
essenzialmente
collettivista
e
antindividualista
necessariamente
antiliberale
.
Tra
queste
due
forme
statali
moderne
,
il
fascismo
non
può
,
anche
se
lo
pretendesse
,
inserire
una
nuova
»
.
Ma
riconoscere
e
riaffermare
l
'
attualità
della
concezione
liberale
,
in
confronto
delle
altre
concezioni
concorrenti
e
fra
queste
vanno
pur
compresi
quei
tentativi
contraddittori
che
i
teorici
del
fascismo
,
alcuni
rifacendosi
a
San
Tommaso
altri
a
Hegel
e
a
Vico
vanno
faticosamente
accumulando
per
sistemare
,
comunque
,
le
loro
idee
e
le
loro
esperienze
sullo
Stato
ma
,
dicevo
,
riaffermare
l
'
attualità
della
concezione
liberale
non
basta
:
e
non
può
essere
l
'
unico
scopo
della
rinascita
liberale
.
Anzi
tale
risultato
sarebbe
nullo
,
o
press
'
a
poco
;
e
rimarrebbe
senza
alcuna
influenza
e
conseguenza
sulla
realtà
politica
dell
'
oggi
e
del
prossimo
domani
se
non
servisse
a
orientare
,
su
concrete
soluzioni
d
'
ordine
politico
,
e
quindi
attraverso
una
positiva
e
assidua
azione
pratica
,
le
forze
e
le
correnti
liberali
.
Anche
qui
,
Armando
Zanetti
vede
giusto
e
acutamente
.
È
necessario
egli
dice
costituire
e
rafforzare
in
Italia
la
solidarietà
cosciente
di
quella
massa
media
,
fattiva
ed
equilibrata
,
che
oggi
,
in
modo
più
o
meno
vario
e
disciplinato
,
compie
il
suo
dovere
di
fiancheggiare
l
'
opera
del
governo
di
Mussolini
,
ma
che
in
qualunque
momento
e
in
qualunque
evenienza
deve
essere
pronta
a
mettere
l
'
altolà
ad
ogni
reviviscenza
di
velleità
estremiste
che
mirassero
a
rigettare
la
nave
d
'
Italia
tra
i
marosi
delle
passate
tempeste
.
Sì
,
queste
forze
medie
,
disperse
e
,
per
così
dire
,
irregolari
,
che
si
sono
sottratte
sinora
alla
disciplina
e
alla
responsabilità
d
'
un
partito
ma
che
sempre
,
quando
i
pericoli
urgevano
dappresso
e
minacciavano
la
stabilità
o
le
conquiste
dello
Stato
liberale
,
hanno
fatto
sentire
la
loro
presenza
e
il
loro
peso
decisivo
;
tali
forze
bisogna
trarre
dall
'
oscurità
e
dall
'
inerzia
alla
luce
e
all
'
azione
della
lotta
politica
quotidiana
e
disciplinarle
,
organizzarle
,
educarle
.
Educarle
soprattutto
a
una
chiara
coscienza
dello
Stato
,
che
è
tradizione
e
continuità
storica
della
Nazione
,
per
sottrarle
alle
facili
e
funeste
suggestioni
di
certi
estremisti
.
A
quest
'
opera
lenta
e
difficile
cui
debbono
rivolgersi
con
assiduità
e
fervore
i
giovani
liberali
e
che
è
condizione
indispensabile
perché
l
'
attualità
della
concezione
liberale
possa
tradursi
in
efficiente
ed
effettiva
azione
politica
,
possono
servire
come
degno
e
nobile
viatico
le
parole
con
le
quali
Antonio
Salandra
nel
1912
definiva
la
missione
del
partito
liberale
:
«
Non
ha
bisogno
il
liberalismo
italiano
d
'
essere
anticattolico
o
antisocialista
perché
non
può
disconoscere
gli
elementi
ideali
a
cui
cattolicismo
e
socialismo
debbono
il
loro
pertinace
vigor
di
vita
.
Ma
nell
'
orbita
dello
Stato
devono
prevalere
le
idealità
della
patria
e
il
sentimento
della
Nazione
.
A
chiunque
riconosca
queste
supremazie
la
Patria
non
contro
,
ma
prima
della
Chiesa
;
la
Patria
non
contro
,
ma
prima
dell
'
umanità
,
il
liberalismo
italiano
deve
essere
aperto
»
.
StampaQuotidiana ,
FOLLONICA
,
aprile
-
Visti
da
lontano
,
quando
si
passa
in
treno
,
quei
poggi
fra
Castiglione
e
Follonica
presentano
un
profilo
compatto
,
grigio
-
azzurro
.
Nella
lontananza
la
macchia
pare
uno
strato
omogeneo
,
disteso
uniforme
sulle
pendici
:
persino
le
fumate
delle
carbonaie
,
sotto
l
'
aria
già
greve
della
primavera
,
paiono
fondersi
col
profilo
dei
monti
e
con
la
foschia
.
Ma
se
questi
poggi
li
guardiamo
da
vicino
,
si
scoprono
volumi
nuovi
;
ciascuno
ha
un
suo
singolare
profilo
di
anfratti
,
botri
,
fossi
.
Il
lavoro
lungo
del
tempo
,
della
pioggia
,
ha
scavato
questa
complessa
fisionomia
.
Anche
la
macchia
prende
rilievo
.
Si
scoprono
piante
diverse
,
vari
toni
di
verde
,
e
profumi
mutevoli
:
questo
è
leccio
,
questa
è
mortella
,
frassine
,
carpino
,
albatro
,
ornello
.
La
macchia
è
bassa
,
giovane
;
da
questa
parte
,
ci
spiegano
,
il
tipo
predominante
.
Quella
più
giovane
,
nove
-
dieci
anni
,
si
chiama
pedagna
o
taglio
ceduo
;
quella
un
po
'
più
vecchia
invece
forteto
,
sui
quattordici
-
sedici
anni
.
I
boscaioli
distinguono
la
macchia
sia
secondo
il
criterio
dell
'
età
,
sia
secondo
quello
della
qualità
,
e
,
come
dicono
,
dell
'
essenza
:
dolce
e
forte
secondo
la
resa
della
carbonizzazione
.
Sono
tutte
cose
nuove
,
che
si
scoprono
a
poco
a
poco
,
avvicinando
i
boscaioli
e
conversando
con
loro
:
in
genere
,
rispondono
molto
brevemente
,
e
senza
mai
sospendere
il
lavoro
.
Veramente
i
primi
che
incontrammo
erano
mulattieri
,
all
'
imposto
.
L
'
imposto
,
cioè
la
piazzola
di
caricamento
,
è
sulle
pendici
più
basse
,
vicino
alla
strada
,
dove
possono
arrivare
anche
gli
autocarri
col
rimorchio
.
Intorno
si
vedono
lunghe
cataste
di
legna
,
tutta
tagliata
in
pezzi
di
eguale
lunghezza
,
un
metro
,
ed
anche
sui
muli
che
scendono
in
fila
dal
poggio
,
si
scorge
la
stessa
legna
,
nella
stessa
misura
.
Anche
la
catasta
è
alta
un
metro
,
ed
in
questo
modo
risulta
molto
facile
calcolare
la
quantità
di
legna
tagliata
.
I
metri
di
lunghezza
della
catasta
corrispondono
infatti
esattamente
ai
metri
steri
del
volume
complessivo
.
Queste
cose
ce
le
dice
un
mulattiere
,
alto
e
grosso
di
Cecina
,
mentre
carica
il
suo
mulo
:
intanto
continua
il
suo
lavoro
,
e
non
interrompe
neanche
la
conversazione
con
la
sua
bestia
;
a
volte
,
la
rimprovera
,
a
volte
la
vezzeggia
.
Quando
il
carico
è
ultimato
dà
un
ordine
breve
,
ed
il
mulo
si
muove
,
dietro
gli
altri
.
Più
su
sta
caricando
un
suo
compagno
,
un
marchigiano
bassotto
e
tarchiato
.
Il
cecinese
si
rivolge
a
lui
ad
alta
voce
,
qualche
volta
,
per
avere
un
chiarimento
alle
nostre
domande
:
«
Ehi
,
tu
,
Passione
,
quanti
ce
ne
sono
qua
,
delle
tu
parti
?
»
.
Gli
chiedo
perché
lo
chiama
in
quel
modo
,
che
cosa
significa
«
Passione
»
e
mi
risponde
che
il
suo
compagno
,
da
buon
marchigiano
,
ha
sempre
in
bocca
quella
parola
,
come
intercalare
,
e
che
perciò
tutti
,
ormai
,
gli
dicono
«
Passione
»
.
Ma
i
boscaioli
sono
più
in
alto
,
e
non
sarà
difficile
trovarli
,
basta
seguire
il
taglio
del
bosco
.
La
macchia
infatti
,
fino
alla
metà
della
pendice
,
è
stata
tagliata
ed
il
legno
è
quasi
tutto
a
terra
,
tranne
qualche
pianta
che
resta
in
piedi
,
e
che
viene
lasciata
perché
il
bosco
non
resti
tutto
abbattuto
:
queste
piante
risparmiate
costituiscono
il
«
corredo
»
del
bosco
.
Ma
più
su
ecco
la
macchia
compatta
,
che
si
leva
dritta
e
folta
,
impenetrabile
come
una
muraglia
verde
.
Basta
girare
il
colle
ed
ecco
i
boscaioli
.
I
primi
che
abbiamo
incontrato
erano
tre
fratelli
della
Garfagnana
,
i
fratelli
Bechelli
.
Nemmeno
loro
hanno
interrotto
il
lavoro
,
quando
li
abbiamo
interpellati
.
Uno
,
il
mezzano
,
Francesco
Bechelli
di
22
anni
,
accetta
una
sigaretta
e
si
mette
a
parlare
con
noi
,
mentre
prepara
il
pranzo
.
Sono
appena
le
undici
e
mezzo
,
ma
il
pranzo
dei
boscaioli
è
sempre
molto
per
tempo
,
perché
il
lavoro
si
regola
col
sole
,
e
quindi
c
'
è
ancora
molto
da
lavorare
in
questa
stagione
.
«
Cosa
mangiate
di
buono
?
»
«
Minestra
in
brodo
.
»
Riempie
d
'
acqua
un
paiolo
,
accende
sotto
un
focherello
di
sterpi
.
«
Quando
l
'
acqua
bolle
ci
butto
la
pasta
.
»
In
un
recipiente
a
parte
prepara
un
soffritto
con
un
po
'
d
'
olio
,
aglio
,
conserva
di
pomodoro
.
«
Quando
il
soffritto
è
pronto
,
mescolo
tutto
,
e
si
mangia
.
»
«
Ma
la
carne
non
ce
la
metti
?
»
«
La
carne
?
Quella
si
mangia
la
domenica
»
.
«
E
per
dopo
cos
'
hai
?
»
«
Pane
e
cacio
»
.
Francesco
Bechelli
,
ventiduenne
,
ha
un
paio
di
calzoni
fino
al
ginocchio
,
di
vecchia
stoffa
,
rattoppati
.
Indossa
un
farsetto
a
maglia
di
tipo
militare
,
e
sotto
si
vede
una
camiciola
bianca
,
di
lana
grezza
.
In
testa
porta
un
vecchio
cappello
da
alpino
,
che
apparteneva
a
suo
padre
,
durante
l
'
altra
guerra
.
«
Così
anche
quella
è
servita
a
qualcosa
»
conclude
.
Lui
non
ha
fatto
la
guerra
,
naturalmente
,
e
nemmeno
il
soldato
:
alla
visita
lo
scartarono
perché
aveva
l
'
ernia
,
e
l
'
ha
ancora
.
Le
sue
prospettive
per
l
'
avvenire
?
Ha
un
fratello
in
America
,
e
potrebbe
andar
via
anche
lui
,
se
facesse
la
richiesta
,
ma
con
l
'
ernia
incontra
difficoltà
;
e
poi
non
ha
soldi
per
il
viaggio
.
Guadagna
bene
,
dice
lui
,
più
di
mille
lire
al
giorno
,
e
qualche
volta
riesce
persino
a
metter
soldi
da
parte
.
Ma
poi
capita
la
stagione
morta
,
senza
lavoro
,
ed
allora
ci
si
mangia
tutto
.
Poi
c
'
è
il
babbo
,
che
ormai
è
vecchio
,
e
bisogna
mantenerlo
.
Ora
è
su
al
paese
,
in
Garfagnana
.
Francesco
Bechelli
vive
coi
due
fratelli
e
con
un
altro
,
nella
capanna
lì
accanto
.
È
una
piccola
capanna
a
«
dispensa
»
.
La
capanna
dei
boscaioli
ha
un
'
armatura
di
rami
sfondati
,
a
sezione
trapezoidale
,
come
un
padiglione
(
quello
che
,
in
gergo
,
si
dice
appunto
«
dispensa
»
)
.
Ce
ne
sono
anche
con
due
sole
pareti
oblique
riunite
al
vertice
;
questa
foggia
si
dice
,
in
gergo
,
a
«
Gesù
»
,
perché
la
posizione
delle
pareti
ricorda
quella
delle
palme
riunite
nella
preghiera
.
Ma
è
una
foggia
antica
,
scomoda
,
che
va
scomparendo
,
ed
infatti
quasi
tutte
le
capanne
che
abbiamo
visto
sono
dell
'
altro
tipo
.
Sopra
l
'
armatura
di
rami
si
pongono
larghe
zolle
di
terra
,
con
la
parte
erbosa
rivolta
verso
l
'
interno
.
Così
,
dal
di
fuori
,
le
capanne
di
boscaioli
paiono
più
grandi
mucchi
di
fango
che
abitazioni
.
Lo
spazio
interno
è
molto
limitato
.
Oltre
la
porta
,
molto
stretta
e
costruita
di
solito
con
rami
e
scopa
,
c
'
è
un
breve
tratto
di
terra
battuta
,
nuda
,
coperta
di
cenere
.
Qui
,
infatti
,
si
accende
ogni
sera
un
fuoco
di
carbonella
,
che
rimane
acceso
tutta
la
notte
.
Da
una
parte
e
dall
'
altra
sono
sistemate
le
«
rapazzole
»
,
e
cioè
le
lettiere
di
rami
,
scopa
e
paglia
.
Per
coprirsi
hanno
coperte
di
tipo
militare
.
Naturalmente
all
'
interno
non
c
'
è
altra
illuminazione
se
non
quella
dell
'
acetilene
,
ma
capisco
che
ne
fanno
un
uso
molto
parco
,
appena
sono
a
letto
,
si
spenge
.
Oltre
alla
compagnia
dei
fratelli
Bechelli
,
nei
paraggi
si
trovano
due
famiglie
al
completo
,
babbo
,
mamma
e
figlioli
:
la
famiglia
Bisacci
e
la
famiglia
Cresci
,
l
'
una
e
l
'
altra
pistoiesi
.
Qua
non
è
affatto
raro
trovare
forestieri
,
anzi
,
sono
pochi
i
maremmani
,
quelli
che
,
finito
il
lavoro
tornano
a
casa
in
bicicletta
.
Ci
sono
molti
abruzzesi
,
per
esempio
,
come
due
giovanotti
,
fratelli
,
che
lavorano
al
forno
da
brace
:
vivono
isolati
dagli
altri
,
anche
perché
sono
di
un
villaggio
albanese
e
non
parlano
quasi
affatto
l
'
italiano
.
Alle
veglie
nessuno
li
invita
mai
.
«
Non
c
'
è
nemmeno
sugo
,
mi
dice
il
Bisacci
,
nemmeno
si
capisce
quando
ragionano
.
»
La
veglia
è
l
'
unico
rudimentale
segno
di
una
vita
associata
,
fra
i
boscaioli
.
Quando
piove
,
qualche
volta
la
sera
dopo
cena
,
le
famiglie
amiche
,
come
i
Bisacci
e
i
Cresci
,
si
riuniscono
in
una
capanna
e
passano
insieme
un
'
ora
,
prima
di
dormire
.
Di
solito
,
raccontano
favole
e
,
meglio
ancora
,
storie
di
cronaca
nera
,
delitti
celebri
e
processi
.
«
Si
parla
del
bandito
Cucchiara
,
del
bandito
Russo
,
quelli
che
rubavano
dalle
parti
di
Massa
Marittima
.
Erano
delle
parti
della
Sicilia
,
laggiù
»
.
Dentro
la
capanna
si
conversa
con
la
moglie
del
Bisacci
,
una
bella
donna
sopra
i
quaranta
,
alta
e
robusta
.
«
Il
nostro
lavoro
,
caro
lei
,
è
il
peggiore
del
mondo
»
dice
il
Bisacci
.
«
Ma
anche
i
minatori
stanno
male
»
,
interviene
la
moglie
.
«
Pensa
un
po
'
tutto
il
giorno
ficcati
sotto
terra
,
senza
nemmeno
vedere
il
sole
.
E
poi
l
'
aria
che
respirano
.
Almeno
noi
la
salute
non
ci
abbandona
.
Meglio
così
,
Bisacci
»
.
La
moglie
chiama
il
marito
con
il
cognome
,
come
spesso
in
Toscana
fanno
i
contadini
.
Quando
la
chiamo
«
signora
Bisacci
»
diventa
rossa
e
si
schernisce
:
«
Signora
io
?
...
Ma
lo
vede
come
sono
conciata
,
che
non
sembro
nemmeno
più
una
donna
,
con
questi
pantalonacci
»
.
Resta
inteso
che
mangeremo
da
loro
,
e
la
Bisacci
si
dà
da
fare
,
per
trovarci
un
po
'
di
farina
gialla
per
la
polenta
.
Prepara
anche
una
bella
salsiccia
sulla
padella
,
col
grasso
che
gocciola
sulla
fetta
di
polenta
,
ed
ha
un
po
'
di
sapore
.
L
'
acqua
è
quella
del
bariletto
,
ancora
gelata
dopo
la
notte
.
Poi
si
fuma
,
e
gli
uomini
accettano
come
una
festa
le
nostre
sigarette
.
Il
Bisacci
di
solito
prende
il
trinciato
forte
.
«
E
quello
ti
rovina
lo
stomaco
»
conclude
la
moglie
.
I
Cresci
hanno
cinque
figlioli
e
stanno
poco
più
su
,
tutti
in
una
capanna
.
Delle
due
rapazzole
,
una
serve
ai
genitori
e
alle
bambine
,
l
'
altra
ai
figli
maschi
.
I
Bisacci
hanno
solo
due
figli
.
Uno
maggiore
,
Domenico
,
un
ragazzo
alto
e
biondo
che
da
poco
ha
passato
la
visita
di
leva
,
parla
volentieri
,
ed
accetta
anche
le
burle
,
come
quando
gli
domandiamo
se
si
è
trovato
la
fidanzata
.
Ogni
tanto
,
ci
dice
,
va
a
ballare
dai
contadini
;
sabato
scorso
,
per
esempio
,
rientrò
tardi
,
ed
il
vecchio
non
ne
fu
contento
.
«
Tu
sei
boscaiolo
ed
il
posto
tuo
è
qui
al
capanno
.
Guarda
se
io
mi
muovo
mai
!
»
«
Ma
non
ci
siamo
mica
legati
con
la
catena
,
qua
dentro
»
.
Domenico
ha
fra
le
mani
un
settimanale
illustrato
di
sport
.
Capisco
che
ne
compra
spesso
,
perché
la
madre
ne
ha
fatto
dei
ritagli
per
ornare
una
mensoletta
di
legno
,
con
sopra
un
bicchiere
,
il
pettine
,
la
medicina
per
lo
stomaco
del
marito
.
Chiedo
a
Domenico
cosa
legge
di
solito
,
se
si
limita
ai
giornali
sportivi
,
o
se
legge
anche
gli
altri
.
«
Si
legge
quel
che
capita
.
L
'
Unità
,
Il
Mattino
,
l
'
Avanti
!
,
Il
Messaggero
,
La
settimana
enigmistica
,
Otto
,
Bolero
.
Quando
uscirà
lo
scritto
suo
me
lo
mandi
:
Domenico
Bisacci
,
Puntone
.
Follonica
,
provincia
di
Grosseto
.
Parlate
di
noi
,
spiegate
come
si
campa
,
il
nostro
lavoro
.
Fate
qualche
cosa
per
noi
!
»
.
StampaQuotidiana ,
Rimini
.
Nel
novembre
del
1980
i
carabinieri
irruppero
nella
disordinata
e
fangosa
comunità
di
San
Patrignano
e
vi
trovarono
,
come
li
aveva
informati
una
ragazza
appena
fuggita
,
cinque
o
sei
ragazzi
legati
e
chiusi
a
chiave
:
il
fondatore
della
prima
comunità
laica
per
tossicodipendenti
,
il
massiccio
e
rumoroso
Vincenzo
Muccioli
,
fu
arrestato
e
sui
giornali
,
tranne
«
Repubblica
»
,
fiorì
la
solita
fremente
indignazione
stracolma
di
lager
e
di
Pagliuca
.
I
ragazzi
,
subito
liberati
,
tornarono
alle
loro
piazze
e
ai
loro
sballi
,
uno
,
la
sera
stessa
,
finì
sotto
un
treno
.
Quattro
anni
dopo
,
da
domani
12
novembre
,
inizia
il
processo
contro
Muccioli
che
allora
era
stato
in
carcere
35
giorni
,
e
13
suoi
collaboratori
,
accusati
,
tra
l
'
altro
,
di
sequestro
di
persona
,
maltrattamenti
,
lesioni
,
abuso
della
professione
medica
,
truffa
aggravata
,
abuso
della
credulità
popolare
.
Il
processo
,
presidente
della
corte
Gino
Righi
,
pubblico
ministero
Roberto
Sapio
,
durerà
almeno
due
mesi
e
chiamerà
a
testimoniare
centinaia
di
persone
:
tossicodipendenti
e
loro
genitori
,
ex
drogati
,
magistrati
,
medici
,
psichiatri
,
politici
;
perché
in
realtà
il
processo
contro
Muccioli
si
trasformerà
nel
più
grande
dibattito
attorno
all
'
amaro
,
angoscioso
,
irrisolto
e
irrisolvibile
problema
della
droga
,
dentro
al
profondo
labirinto
sotterraneo
in
cui
vagano
e
si
dibattono
un
numero
sempre
più
irragionevole
di
giovani
e
adolescenti
,
i
loro
stremati
genitori
,
gli
incerti
legislatori
,
i
politici
chiacchieroni
,
gli
esperti
generosi
o
esibizionisti
,
gli
esasperati
operatori
sociali
,
la
folla
ancora
troppo
esigua
di
quei
volontari
,
cattolici
o
laici
,
che
,
in
assenza
dell
'
intervento
pubblico
,
affrontano
il
vuoto
,
la
disperazione
,
la
solitudine
e
l
'
abbandono
di
troppi
giovani
,
dentro
le
comunità
terapeutiche
private
.
Quindi
il
collegio
di
difesa
che
comprende
gli
avvocati
Accreman
,
Giovanetti
,
Cocchianella
,
Sorrentino
di
Rimini
,
Virga
di
Roma
,
Pisapia
e
Dall
'
Ora
di
Milano
,
oltre
al
costituzionalista
Barile
,
non
si
limiterà
a
sostenere
le
ragioni
di
Muccioli
,
ma
affronterà
la
violenta
assenza
dello
Stato
davanti
a
un
contagio
che
uccide
più
di
un
ragazzo
al
giorno
,
che
ne
dilania
e
annulla
a
centinaia
di
migliaia
,
che
nella
sola
Italia
regala
3650
miliardi
alla
criminalità
organizzata
dei
trafficanti
di
droga
.
Dice
l
'
avvocato
Alberto
Dall
'
Ora
:
«
Sono
entusiasta
di
affrontare
questo
processo
,
per
puro
senso
morale
.
Ho
conosciuto
la
comunità
di
San
Patrignano
quest
'
estate
,
in
occasione
della
visita
del
mio
amico
Pannella
,
sostenitore
della
droga
libera
,
sconfitto
dalla
determinazione
e
dalla
saggezza
,
sperimentata
sulla
loro
pelle
da
quei
500
ragazzi
.
Le
loro
ragioni
mi
hanno
conquistato
.
In
realtà
,
questa
sarà
l
'
occasione
,
forse
ormai
superata
,
per
un
processo
alla
comunità
terapeutica
accusata
tra
l
'
altro
di
sostituire
la
dipendenza
alla
droga
con
la
dipendenza
alla
sua
organizzazione
e
per
lo
scontro
di
due
modi
di
concepire
la
terapia
di
recupero
:
se
è
giusto
cioè
far
uso
anche
della
coercizione
e
della
privazione
della
libertà
,
per
impedire
la
ricaduta
nella
tossicodipendenza
o
se
invece
questa
scelta
,
oltre
che
illegale
,
sia
anche
scientificamente
inutile
»
.
In
questi
quattro
anni
,
l
'
eroina
ha
continuato
a
diffondersi
,
come
dice
Piera
Piatti
,
segretaria
della
Lenad
,
la
Lega
nazionale
antidroga
,
«
per
un
meccanismo
di
imitazione
,
consumismo
,
proselitismo
,
facilità
a
trovare
la
merce
,
fragilità
personale
.
È
impressionante
come
i
nuovi
dipendenti
della
cultura
dello
sballo
,
che
hanno
dai
13
ai
17
anni
,
siano
simili
a
bambocci
di
gomma
,
ragazzi
quasi
privi
di
parola
e
di
desideri
,
il
cui
mondo
è
composto
dai
biliardini
,
dalla
televisione
,
dal
giubbotto
.
Parlare
con
loro
è
una
fatica
improba
,
quasi
impossibile
»
.
È
aumentato
il
numero
dei
morti
e
si
è
diffuso
una
specie
di
silenzio
,
di
paralisi
,
di
rimozione
,
di
rigetto
,
da
parte
dell
'
opinione
pubblica
.
Però
contemporaneamente
sono
nate
agguerrite
associazioni
di
genitori
,
come
appunto
la
Lenad
,
che
ha
anche
messo
a
punto
una
rivoluzionaria
e
severa
proposta
di
legge
,
tutti
i
partiti
hanno
a
loro
volta
steso
una
serie
di
emendamenti
alla
legge
attuale
,
o
come
nel
caso
del
PCI
,
redatto
una
nuova
proposta
che
tra
l
'
altro
chiede
che
al
tossicodipendente
arrestato
per
fatti
connessi
con
la
droga
sia
consentito
in
alternativa
al
carcere
,
il
ricovero
in
una
comunità
terapeutica
.
Sono
diminuiti
i
fautori
del
metadone
,
si
è
proposta
la
liberalizzazione
dell
'
eroina
,
tutti
hanno
concordato
sul
fatto
che
il
mezzo
di
recupero
finora
più
positivo
è
la
comunità
terapeutica
.
Il
governo
si
è
molto
riunito
,
ha
molto
discusso
e
ha
molto
ipotizzato
,
promettendo
vuoi
aiuti
e
riconoscimenti
alle
comunità
private
,
vuoi
stanziamenti
di
miliardi
,
vuoi
la
costruzione
di
carceri
«
recuperatine
»
,
per
i
17
mila
detenuti
,
un
terzo
della
popolazione
carceraria
,
in
galera
per
reati
connessi
all
'
uso
di
droga
.
Il
presidente
del
Consiglio
Craxi
,
ma
anche
il
Papa
,
sono
intervenuti
al
congresso
mondiale
delle
comunità
terapeutiche
,
la
presidenza
del
Consiglio
ha
promosso
il
convegno
veneziano
«
Comunità
e
droga
»
.
Tanto
rumorosa
buona
volontà
,
per
ora
non
si
è
concretizzata
in
nulla
.
Per
i
tossicodipendenti
italiani
o
meglio
per
una
piccola
parte
di
loro
,
la
più
fortunata
,
la
meno
abbandonata
,
la
meno
degradata
,
ci
sono
le
comunità
terapeutiche
religiose
e
gratuite
,
qualche
costosa
comunità
all
'
estero
,
qualche
dubbiosa
iniziativa
,
a
pagamento
,
di
privati
.
C
'
è
soprattutto
quel
San
Patrignano
che
da
domani
va
alla
sbarra
,
l
'
unica
comunità
,
assieme
a
quella
di
Mondox
,
che
accolga
ragazzi
non
disintossicati
,
anche
i
più
disgregati
.
In
quattro
anni
,
anche
questa
comunità
è
cambiata
:
è
diventata
una
piccola
,
ricca
città
,
dove
vivono
540
giovani
,
50
coppie
sposate
,
40
bambini
,
128
studenti
di
scuola
superiore
o
universitari
;
vi
si
insegnano
,
e
si
praticano
,
36
mestieri
,
si
allevano
135
cavalli
da
corsa
,
150
mucche
da
latte
,
gatti
e
cani
di
razza
,
maiali
per
il
prossimo
salumificio
;
si
coltivano
un
milione
e
ottocentomila
metri
quadrati
a
frutteto
e
vigneto
,
si
produce
vino
,
si
confezionano
pellicce
di
lusso
,
carte
da
parati
di
pregio
,
c
'
è
un
laboratorio
di
maglieria
,
uno
di
infissi
,
uno
di
fotolito
.
Muccioli
è
appena
tornato
dall
'
America
dove
ha
piazzato
tutta
la
produzione
di
vino
di
quest
'
anno
e
ha
tenuto
conferenze
sulla
comunità
.
Nell
'
Italia
dei
paradossi
e
delle
incongruenze
,
la
vicenda
di
San
Patrignano
è
tra
1c
più
sorprendenti
.
C
'
è
il
giudice
istruttore
di
Rimini
,
Vincenzo
Antonucci
che
,
in
buona
fede
e
applicando
la
legge
,
dopo
un
'
inchiesta
durata
tre
anni
,
emette
nel
gennaio
'83
un
'
ordinanza
per
vietare
l
'
ingresso
ad
altri
tossicodipendenti
:
quelli
che
ci
sono
pazienza
,
anche
se
il
guru
Muccioli
deve
essere
tra
l
'
altro
processato
per
maltrattamenti
e
sequestro
di
persona
,
non
si
saprebbe
dove
mandarli
.
Da
quel
giorno
,
magistrati
da
tutta
Italia
emettono
contrordinanze
e
inviano
,
scortati
dagli
stessi
carabinieri
che
avevano
consegnato
il
fonogramma
di
divieto
alla
comunità
,
quasi
un
centinaio
di
nuovi
ospiti
.
Questi
magistrati
che
contraddicono
il
collega
di
Rimini
avranno
torto
o
ragione
?
StampaQuotidiana ,
Assisi
,
26
luglio
.
Il
Congresso
dei
combattenti
assume
particolare
importanza
per
il
suo
significato
,
non
tanto
politico
quanto
morale
,
specie
dal
delicato
e
grave
momento
in
cui
è
stato
convocato
.
I
recenti
avvenimenti
che
hanno
turbato
e
commosso
la
coscienza
pubblica
,
provocando
orientazioni
nuove
e
nuove
possibilità
,
non
potevano
non
suscitare
ripercussioni
e
reazioni
nel
campo
dei
combattenti
,
dove
l
'
amore
della
Patria
e
l
'
attaccamento
alle
istituzioni
sono
fieramente
sentiti
e
fortemente
costoditi
.
La
voce
del
grande
veggente
,
Carlo
Delcroix
,
prima
alla
Camera
,
dopo
a
Fiume
,
interpretò
la
volontà
e
la
coscienza
dei
combattenti
,
e
indicò
al
Governo
e
all
'
opinione
pubblica
la
sola
via
quella
della
legge
e
della
giustizia
per
la
quale
l
'
Italia
può
e
deve
conquistare
la
sua
pace
,
il
suo
ordine
e
la
sua
fortuna
.
Il
Congresso
,
che
inizierà
domani
i
suoi
lavori
,
è
chiamato
a
dare
la
sua
solenne
sanzione
e
il
suo
imponente
consenso
alla
ammonitrice
e
severa
parola
di
Carlo
Delcroix
.
È
bene
dire
subito
che
s
'
ingannerebbero
di
grosso
coloro
che
dagli
osservatori
dei
vari
partiti
vigilano
,
attendendo
o
sollecitando
l
'
adesione
dei
combattenti
a
questa
o
a
quella
parte
politica
.
Come
s
'
ingannano
quanti
,
più
o
meno
apertamente
,
sperano
che
dal
Congresso
possa
venire
una
dichiarazione
di
guerra
al
Governo
.
Evidentemente
,
gli
uni
e
gli
altri
,
hanno
poco
o
niente
capito
dello
spirito
che
anima
e
guida
queste
gloriose
giovanili
falangi
che
,
avendo
fatto
la
loro
maggiore
esperienza
di
vita
nel
quotidiano
sacrificio
della
trincea
,
hanno
conquistato
,
fuori
d
'
ogni
retorica
,
la
divina
grazia
del
vero
e
sereno
amor
patrio
.
Tra
gli
uni
che
minacciano
nuove
rappresaglie
e
nuove
avventure
e
gli
altri
che
sfuggono
ostinatamente
,
ciechi
di
rancore
e
di
vendetta
,
a
ogni
senso
e
richiamo
del
dovere
nazionale
,
i
combattenti
non
hanno
preferenze
o
scelta
.
Anzi
,
tra
gli
uni
e
gli
altri
,
che
non
sanno
che
parole
di
guerra
e
di
odio
,
essi
vogliono
intervenire
per
dire
una
parola
di
pace
.
Troppo
gli
italiani
si
sono
dilaniati
e
troppo
odiati
.
L
'
Italia
di
Vittorio
Veneto
non
può
essere
e
non
dev
'
essere
l
'
Italia
delle
fazioni
inestinguibili
:
quella
fu
grande
per
volontà
di
concordia
e
di
fede
,
questa
si
è
umiliata
e
divisa
nei
contrasti
fraterni
e
nella
guerriglia
civile
,
perché
la
concordia
e
la
fede
furono
disertate
o
dimenticate
.
I
combattenti
,
in
quest
'
ora
in
cui
gli
odi
di
fazione
minacciano
ancora
una
volta
di
esplodere
,
si
leveranno
a
parlare
,
essi
i
sopravvissuti
,
in
nome
dei
nostri
seicentomila
Morti
per
richiamare
gli
Italiani
alla
concordia
e
alla
fede
.
Certo
questa
parola
,
che
non
è
solo
monito
ma
è
volontà
ferma
e
viva
degli
800
mila
iscritti
alla
Associazione
,
non
potrà
soddisfare
i
politicanti
e
gli
sconsigliati
dell
'
una
o
dell
'
altra
parte
.
Ma
non
a
questi
,
che
non
potranno
udirla
,
perché
ormai
irrimediabilmente
sordi
ad
ogni
pura
voce
,
essa
si
rivolgerà
:
ma
a
quanti
e
sono
milioni
e
sono
il
vero
sano
popolo
nostro
sapranno
intenderla
perché
hanno
serbato
e
custodito
,
nell
'
umiltà
dello
spirito
e
nel
silenzio
delle
opere
,
fede
all
'
Italia
e
alle
sue
fortune
.
StampaQuotidiana ,
I
lavoratori
boschivi
,
in
Italia
,
sono
sessanta
o
settantamila
.
Di
questi
quasi
trentamila
lavorano
in
provincia
di
Grosseto
.
E
sono
per
metà
indigeni
e
per
metà
forestieri
.
Durante
la
guerra
,
quando
c
'
era
gran
richiesta
di
legna
da
ardere
e
di
carbone
vegetale
(
usato
perfino
nei
forni
di
fusione
,
al
posto
del
coke
)
,
aumentarono
fino
ad
otto
-
novecentomila
.
Oggi
,
vi
è
una
forte
crisi
,
dovuta
al
cresciuto
uso
delle
cucine
e
dei
forni
elettrici
od
a
gas
,
alla
concorrenza
della
legna
straniera
,
alla
spogliazione
dei
boschi
che
si
fece
in
passato
.
Se
fino
a
qualche
tempo
fa
buona
parte
della
lavorazione
era
affidata
a
piccoli
appaltatori
,
oggi
questi
sono
stati
ovunque
soppiantati
dalle
grandi
imprese
industriali
(
l
'
Armenti
,
il
Morganti
,
il
Poli
)
.
L
'
appalto
del
bosco
implica
sempre
una
forte
anticipazione
di
capitali
.
Occorre
acquistare
il
taglio
(
il
bosco
«
in
piedi
»
,
come
si
dice
)
,
pagare
gli
operai
,
provvedere
agli
attrezzi
,
e
prima
che
il
bosco
dia
il
guadagno
,
passano
cinque
,
sci
mesi
.
D
'
altro
canto
il
guadagno
è
sicuro
e
molto
forte
.
Il
Signor
Garibaldo
Nannetti
,
un
ex
boscaiolo
maremmano
,
che
è
stato
anche
segretario
nazionale
del
suo
sindacato
,
che
in
tale
veste
ha
stipulato
nello
scorso
aprile
il
contratto
nazionale
,
ci
ragguaglia
rapidamente
sui
costi
e
sui
redditi
.
Un
bosco
di
12
anni
,
tipo
forteto
-
Maremma
(
cioè
leccio
,
corbezzolo
,
erica
,
ornello
)
dà
una
media
di
50-55
metri
steri
per
ettaro
,
equivalenti
a
455-460
quintali
di
legna
,
ed
a
93
quintali
di
carbone
.
La
media
produttiva
di
un
taglio
ceduo
di
madricano
o
di
cerro
sale
invece
a
65-70
metri
steri
,
per
595mi1a
quintali
di
legna
,
o
125
di
carbone
.
La
legna
costa
800
lire
al
quintale
,
il
carbone
3000
lire
(
si
parla
di
prezzo
posto
stazione
)
.
Le
spese
,
con
un
calcolo
generoso
,
si
possono
così
riassumere
:
110
al
quintale
per
mano
d
'
opera
,
200
per
il
macchiatico
,
150
di
trasporto
,
50-60
di
assicurazioni
,
100
lire
per
spese
varie
ed
impreviste
.
Complessivamente
quindi
un
quintale
di
legna
costa
6
820
lire
,
ed
il
guadagno
netto
è
di
190
lire
al
quintale
.
Ciò
significa
che
per
ogni
etto
di
bosco
si
realizza
un
guadagno
che
va
dalle
81.900
alle
108.000
per
ettaro
.
Il
guadagno
è
superiore
se
si
calcola
in
carbone
.
I
principali
prodotti
dell
'
industria
boschiva
sono
:
la
legna
da
ardere
ed
il
carbone
vegetale
,
che
si
ottengono
specialmente
dal
taglio
ceduo
(
che
qui
si
chiama
«
pedagna
»
)
e
dal
forteto
.
Il
ciocco
di
scopa
si
utilizza
per
la
fabbricazione
delle
pipe
,
e
se
ne
esporta
molto
anche
all
'
estero
,
in
Francia
,
in
Svizzera
e
persino
oltremare
,
in
Inghilterra
ed
in
America
.
La
macchia
di
alto
fusto
ha
un
impiego
più
largo
.
Con
la
quercia
si
fanno
traverse
per
la
ferrovia
;
travi
di
quercia
si
usano
anche
per
la
costruzione
di
carri
,
ferroviari
ed
agricoli
,
o
come
legname
da
miniera
.
Il
legno
di
castagno
,
anch
'
esso
di
alto
fusto
,
serve
invece
come
materiale
da
mobilio
,
perché
è
molto
leggero
.
Inoltre
la
parte
più
vecchia
del
tronco
e
dei
rami
fornisce
il
tannino
,
indispensabile
per
le
concerie
.
La
sughera
,
anch
'
essa
di
alto
fusto
,
dà
il
sughero
,
che
è
poi
la
scorza
della
pianta
,
oltre
al
legno
,
che
è
ottimo
per
ardere
.
Mobili
si
fanno
anche
con
il
pino
,
l
'
abete
,
il
larice
,
il
pioppo
e
l
'
ontano
.
Dai
boschi
si
ricava
anche
la
ramaglia
minuta
,
che
si
utilizza
per
le
fascine
da
ardere
e
per
la
carbonella
.
I
lavoratori
boschivi
secondo
il
compito
loro
affidato
,
sono
perciò
carbonai
,
segantini
,
cavatori
di
ciocco
,
tagliatori
,
braciai
.
La
carbonizzazione
è
il
compito
più
difficile
e
più
faticoso
.
Ammucchiata
una
catasta
di
legna
,
con
un
foro
centrale
per
il
tiraggio
,
si
copre
il
tutto
con
uno
strato
di
terra
e
la
scelta
della
terra
da
copertura
ha
grande
importanza
:
il
carbone
maremmano
,
rispetto
agli
altri
,
ha
un
pregio
maggiore
proprio
per
questo
.
Il
processo
di
carbonizzazione
,
che
si
effettua
sempre
a
«
fuoco
morto
»
deve
essere
ininterrottamente
sorvegliato
per
tre
giorni
.
Una
distrazione
del
carbonaio
potrebbe
far
bruciare
tutto
e
compromettere
irrimediabilmente
l
'
operazione
.
E
occorre
stare
attenti
a
quando
cambia
il
vento
.
Se
il
carbonaio
non
ha
possibilità
di
darsi
il
turno
,
e
questo
accade
ancora
,
gli
tocca
vegliare
di
continuo
sulla
carbonaia
.
Per
la
brace
si
segue
un
processo
analogo
,
perfezionato
in
questi
ultimi
tempi
.
Si
scava
una
fossa
rettangolare
,
profonda
un
paio
di
metri
,
lunga
altrettanto
e
larga
poco
più
della
metà
;
la
si
riempie
di
ramaglia
,
quindi
si
incendia
e
si
copre
con
una
larga
lamiera
di
ferro
,
a
cerniera
,
e
si
provvede
,
man
mano
che
la
ramaglia
brucia
,
a
metterne
altra
fresca
.
Quando
si
apre
la
fossa
,
le
fiamme
erompono
improvvise
e
altissime
,
non
senza
rischio
di
scottature
per
i
braciai
.
I
due
ragazzi
abruzzesi
,
più
a
cenni
che
a
parole
,
ci
fecero
capire
che
non
passa
giorno
senza
incidenti
del
genere
.
Per
questo
lavoro
quali
sono
i
guadagni
?
Il
contratto
nazionale
di
lavoro
assegna
agli
operai
specializzati
1
232,25
lire
giornaliere
,
comprendenti
60
lire
di
caropane
ed
un
19%
quale
indennità
accessoria
.
La
paga
scende
a
973,15
per
i
manovali
adulti
,
fino
a
445,80
per
i
minori
di
16
anni
.
Purtroppo
queste
paghe
non
sono
nemmeno
rispettate
dai
datori
di
lavoro
:
i
Bisacci
ed
i
Cresci
,
per
esempio
,
ignoravano
persino
l
'
esistenza
del
contratto
nazionale
,
né
venivano
,
naturalmente
,
applicate
queste
tabelle
nei
loro
riguardi
.
Nannetti
spiega
anche
questo
.
Anche
lui
è
stato
come
loro
.
Ricorda
anzi
volentieri
la
sua
infanzia
nei
boschi
,
quando
faceva
il
«
meo
»
.
Bisogna
sapere
che
le
compagnie
maschili
non
possono
distaccare
un
adulto
per
i
lavori
,
se
così
si
può
dire
,
domestici
;
ed
allora
si
servono
di
un
ragazzino
,
nove
-
dieci
anni
per
rassettare
il
capanno
,
preparare
il
pranzo
ecc.
I
Cresci
hanno
Giselda
,
quattordicenne
.
Le
donne
adulte
hanno
il
lavoro
come
gli
uomini
.
Per
i
boscaioli
non
c
'
è
riposo
:
il
contratto
di
lavoro
impone
un
minimo
di
produzione
giornaliera
,
che
è
gravosa
,
anche
perché
non
prevede
situazioni
di
particolare
difficoltà
(
macchia
folta
,
per
esempio
,
o
terreno
scosceso
)
.
Per
i
boscaioli
non
c
'
è
riposo
,
tranne
quello
forzato
,
e
non
pagato
si
capisce
,
della
disoccupazione
o
del
maltempo
.
Quando
è
finito
il
taglio
basso
,
sotto
i
settecento
metri
,
si
spostano
in
montagna
e
continuano
.
Alcuni
cercano
un
'
occupazione
stagionale
come
contadini
,
piccoli
coltivatori
diretti
o
badilanti
.
In
termini
tecnici
i
boscaioli
sono
una
categoria
stagionale
,
di
emigrazione
,
promiscua
.
Il
loro
lavoro
li
disperde
,
e
non
si
formano
mai
gruppi
associati
di
notevole
entità
.
Anche
sindacalmente
,
quindi
,
sono
isolati
.
Eppure
bisogna
far
qualcosa
per
loro
,
come
chiedeva
Domenico
salutandoci
al
limite
del
taglio
.
Di
lassù
si
scopriva
buon
tratto
di
costa
,
illuminata
da
un
gran
tramonto
rosso
:
il
golfo
di
Follonica
,
la
pineta
,
i
campi
lavorati
,
tanti
rettangoli
di
terra
verde
e
scura
,
a
perdita
d
'
occhio
,
fino
alla
punta
di
Piombino
,
avvolta
dal
fumo
delle
ciminiere
.
StampaQuotidiana ,
Questo
fagotto
gettato
dietro
il
sedile
posteriore
della
Renault
color
amaranto
parcheggiata
in
via
Caetani
è
il
corpo
di
Aldo
Moro
.
È
un
fagotto
informe
,
avvolto
in
una
coperta
di
lana
color
cammello
,
con
un
bordo
di
raso
,
una
coperta
come
ce
ne
sono
in
tutte
le
nostre
case
.
Il
sedile
è
leggermente
inclinato
verso
l
'
avanti
.
La
macchina
ha
gli
sportelli
aperti
.
A
pochi
metri
ci
sono
il
ministro
Cossiga
,
i
sottosegretari
Darida
e
Lettieri
,
il
procuratore
capo
Giovanni
Di
Matteo
,
il
capo
della
polizia
,
Parlato
,
il
generale
Comini
comandante
dei
carabinieri
.
Sono
le
14.15
.
Giancarlo
Pajetta
passa
attraverso
il
cordone
di
carabinieri
,
rivolge
uno
sguardo
interrogativo
a
Cossiga
:
«
Sì
,
è
Moro
»
risponde
il
ministro
dell
'
Interno
a
voce
bassissima
.
La
Renault
è
parcheggiata
,
contromano
il
muso
rivolto
verso
via
dei
Funari
,
sotto
una
impalcatura
metallica
che
protegge
i
lavori
di
restauro
della
chiesa
di
S
.
Caterina
.
È
una
vecchia
macchina
,
impolverata
,
maltenuta
,
la
vernice
della
carrozzeria
in
qualche
punto
è
scrostata
.
Contro
le
transenne
controllate
dalla
polizia
,
che
isolano
via
Caetani
dalla
parte
di
via
dei
Funari
e
dalla
parte
delle
Botteghe
Oscure
preme
,
silenziosa
e
cupa
,
la
folla
di
abitanti
del
quartiere
,
giovani
soprattutto
.
Alcune
donne
si
allontanano
,
correndo
.
Una
,
prendendo
in
collo
un
bambino
,
grida
:
«
C
'
è
una
bomba
,
c
'
è
una
bomba
!
»
.
Non
è
vero
.
Ma
attorno
alla
macchina
abbandonata
c
'
è
il
vuoto
.
«
È
meglio
non
avvicinarsi
»
avverte
Cossiga
,
«
aspettiamo
gli
artificieri
.
Ci
sono
molti
bossoli
.
»
C
'
è
qualche
istante
d
'
irreale
silenzio
attorno
a
quella
bara
di
metallo
dentro
la
quale
è
rinchiuso
Moro
.
Poi
qualcuno
si
avvicina
alla
porta
posteriore
della
macchina
.
Oltre
a
Cossiga
,
ci
sono
Bonifacio
,
Pecchioli
.
Un
ufficiale
di
polizia
alza
un
lembo
della
coperta
di
lana
giallino
:
s
'
intravvede
la
faccia
di
Moro
,
gli
occhi
semichiusi
,
la
barba
lunga
,
bianchissimo
il
collo
della
camicia
.
Da
via
delle
Botteghe
Oscure
,
chiusa
al
traffico
,
giunge
un
rumore
di
grida
e
imprecazioni
.
C
'
è
gente
arrampicata
sulle
macchine
in
sosta
,
abbarbicata
alle
inferriate
dell
'
Istituto
Pontificio
di
S
.
Lucia
.
C
'
è
gente
che
arriva
correndo
,
chiedendo
notizie
,
premendo
contro
i
cordoni
dei
reparti
della
guardia
di
finanza
,
della
polizia
e
dei
carabinieri
.
Arriva
Gonnella
,
e
sembra
piccolissimo
,
con
le
labbra
tremanti
.
Arriva
un
vecchio
sacerdote
,
la
stola
violetta
gettata
di
traverso
su
una
tonaca
consunta
,
l
'
ampolla
dell
'
olio
santo
tra
le
mani
.
Si
chiama
padre
Damiani
,
è
stato
avvertito
da
due
agenti
di
polizia
,
pochi
minuti
fa
arrivati
a
prelevarlo
nella
sua
chiesa
di
piazza
del
Gesù
.
Sono
le
14.45
.
Padre
Damiani
traccia
un
segno
di
croce
sulla
fronte
ghiaccia
di
Moro
e
gli
impartisce
l
'
assoluzione
.
Alle
15
,
a
sirene
spiegate
arriva
un
'
ambulanza
dei
vigili
del
fuoco
mentre
la
folla
ondeggia
,
preme
pericolosamente
e
scoppia
qualche
piccolo
incidente
.
Bastano
pochi
minuti
,
poi
l
'
ambulanza
scortata
dai
mezzi
della
polizia
parte
in
direzione
dell
'
Istituto
di
medicina
legale
dove
avrà
luogo
l
'
autopsia
.
La
folla
adesso
rompe
i
cordoni
:
sotto
la
palizzata
dove
era
parcheggiata
la
Renault
color
amaranto
,
trasportata
in
questura
,
viene
posata
una
bandiera
bianca
della
DC
,
tre
rose
,
e
alcuni
cartelli
scritti
a
mano
:
«
Moro
siamo
tutti
con
te
»
.
Una
telefonata
anonima
pervenuta
al
centralino
della
questura
poco
dopo
le
13.30
aveva
segnalato
la
presenza
di
una
bomba
in
via
Caetani
,
una
traversa
di
via
delle
Botteghe
Oscure
,
a
poche
centinaia
di
metri
dalla
direzione
del
PCI
e
della
Democrazia
cristiana
.
Era
la
prima
,
inesatta
notizia
,
che
gettava
l
'
allarme
nella
zona
,
immediatamente
isolata
da
cordoni
di
polizia
.
Questa
è
una
versione
.
Ma
ce
n
'
è
anche
un
'
altra
,
secondo
la
quale
alle
13
sarebbe
arrivata
una
telefonata
,
sempre
anonima
,
alla
segreteria
di
Moro
con
l
'
annuncio
:
«
In
via
Caetani
c
'
è
un
'
auto
rossa
con
il
corpo
»
.
La
telefonata
sarebbe
stata
intercettata
dalla
questura
e
immediatamente
sarebbe
scattato
l
'
allarme
nella
zona
.
Il
ritrovamento
del
cadavere
è
avvenuto
poco
dopo
.
Qualche
minuto
prima
delle
due
i
segretari
di
tutti
i
partiti
politici
sapevano
che
il
cadavere
gettato
nel
portabagagli
della
Renault
targata
Roma
N
57686
era
quello
di
Aldo
Moro
.
Via
Michelangelo
Caetani
costeggia
il
palazzo
Mattei
e
il
palazzo
Caetani
dove
ha
sede
la
Biblioteca
di
Storia
Moderna
,
la
Discoteca
di
Stato
e
un
Istituto
di
Studi
americani
.
È
una
strada
molto
frequentata
,
dove
è
difficile
trovare
posto
per
parcheggiare
.
È
possibile
quindi
che
la
macchina
con
gli
assassini
di
Moro
sia
giunta
sul
posto
nella
primissima
mattinata
:
il
portiere
del
Palazzo
Mattei
afferma
di
non
aver
notato
la
macchina
quando
alle
7.40
ha
aperto
il
portone
.
La
segretaria
della
discoteca
l
'
avrebbe
invece
notata
quando
,
poco
dopo
le
otto
,
si
è
recata
al
vicino
bar
dei
Funari
.
Le
prime
testimonianze
sono
contraddittorie
,
la
polizia
non
esclude
nemmeno
che
la
macchina
possa
essere
stata
portata
in
via
Caetani
nella
tarda
mattinata
.
In
un
angolo
del
bagagliaio
,
dalla
parte
dov
'
è
sistemata
la
ruota
di
scorta
sulla
quale
poggiava
la
testa
di
Moro
,
c
'
erano
anche
le
catene
da
neve
,
e
qualche
ciuffo
di
capelli
grigi
.
Questo
particolare
può
far
pensare
che
la
macchina
con
il
cadavere
abbia
percorso
un
tragitto
accidentato
,
durante
il
quale
il
corpo
avrebbe
subito
dei
sobbalzi
.
Ai
piedi
del
cadavere
c
'
era
una
busta
di
plastica
contenente
un
bracciale
e
l
'
orologio
.
Il
corpo
di
Moro
,
quando
è
stato
estratto
dagli
artificieri
,
era
ripiegato
e
irrigidito
.
Indossava
lo
stesso
abito
scuro
che
aveva
il
giorno
del
rapimento
,
un
abito
blu
,
con
la
camicia
bianca
a
righine
,
e
la
cravatta
ben
annodata
.
L
'
abito
era
macchiato
di
sangue
;
sul
petto
di
Moro
erano
stati
premuti
alcuni
fazzoletti
per
impedire
che
il
sangue
sgorgasse
dalle
ferite
.
Nei
risvolti
dei
pantaloni
è
stata
trovata
una
notevole
quantità
di
sabbia
o
terriccio
.
La
morte
risaliva
certamente
a
molte
ore
prima
,
forse
all
'
alba
di
ieri
martedì
,
forse
addirittura
al
pomeriggio
del
giorno
precedente
.
Sotto
il
corpo
e
sul
tappetino
della
Renault
c
'
erano
alcuni
bossoli
di
proiettile
7,65
o
9
corto
.
La
presenza
dei
bossoli
faceva
pensare
,
in
un
primo
momento
che
l
'
esecuzione
fosse
avvenuta
all
'
interno
stesso
della
macchina
,
ma
i
primi
rilievi
effettuati
in
serata
all
'
Istituto
di
medicina
legale
sembrano
suggerire
una
sequenza
se
possibile
ancora
più
spietata
e
agghiacciante
.
Moro
sarebbe
stato
ucciso
con
una
raffica
di
pistola
mitragliatrice
,
calibro
7,65
o
9
corto
.
Almeno
undici
sono
i
fori
che
hanno
squarciato
il
petto
del
prigioniero
inerme
.
Visto
che
l
'
abito
appariva
intatto
,
la
camicia
stirata
,
è
inevitabile
immaginare
la
macabra
rivestizione
del
cadavere
,
e
poi
il
suo
trasporto
dal
luogo
della
prigionia
e
dell
'
esecuzione
fino
al
centro
di
Roma
,
fino
al
quartiere
non
scelto
a
caso
,
al
confine
con
la
sede
della
direzione
comunista
e
di
quella
democristiana
,
quasi
un
macabro
avvertimento
e
insieme
un
'
ultima
sfida
alle
forze
di
polizia
.
La
Renault
pare
avesse
la
targa
che
corrisponde
a
una
delle
FIAT
128
usate
dai
terroristi
in
via
Fani
e
ritrovata
poi
abbandonata
in
via
Licinio
Calvo
.
Si
tratterebbe
cioè
di
un
'
auto
rubata
che
i
terroristi
hanno
usato
dopo
averle
sostituito
la
targa
.
La
Renault
risulta
in
regola
col
pagamento
della
tassa
di
circolazione
e
con
il
contrassegno
dell
'
assicurazione
,
che
sono
scritti
con
una
macchina
che
ha
gli
stessi
caratteri
della
Ibm
a
testina
rotante
usata
per
i
comunicati
delle
BR
.
StampaQuotidiana ,
Assisi
,
27
luglio
.
La
giornata
inaugurale
del
Congresso
ha
rivelato
,
immediatamente
e
interamente
,
lo
spirito
e
la
volontà
che
presiederanno
al
dibattito
politico
,
dove
non
si
scontreranno
frazioni
avverse
e
irriconciliabili
,
ma
si
misureranno
e
saggeranno
,
attorno
al
comune
programma
di
servire
la
Patria
,
orientamenti
e
tendenze
,
tutti
egualmente
rivolti
a
consolidare
l
'
unità
dell
'
Associazione
e
a
rafforzarne
la
efficienza
.
Si
è
detto
che
nella
discussione
finiranno
per
delinearsi
tre
tendenze
:
una
sinistra
,
una
destra
e
un
centro
;
di
queste
si
sono
anche
indicati
i
vari
leaders
ed
esposte
le
tesi
.
Qualcuno
,
infine
,
ha
voluto
sinanche
anticipare
le
decisioni
ed
ha
senz
'
altro
previsto
la
vittoria
del
centro
.
Non
mi
fermerò
a
dimostrare
la
esattezza
di
questa
topografia
politica
che
torna
automaticamente
in
ogni
Congresso
e
di
fronte
a
qualsiasi
avvenimento
politico
:
né
starò
a
riassumere
gli
elementi
che
caratterizzano
e
distinguono
le
tre
tendenze
.
Forse
,
a
una
prima
generica
occhiata
,
esse
si
rivelano
pur
reali
e
vitali
,
forti
ed
agguerrite
,
disposte
a
battersi
e
a
combattersi
lealmente
,
senza
ambiguità
e
senza
compromissioni
.
Ma
,
guardando
meglio
e
penetrando
lo
spirito
che
è
al
fondo
di
queste
divisioni
,
non
è
difficile
convincersi
che
essi
,
sì
,
esistono
ed
ognuna
con
le
sue
buone
motivazioni
e
con
le
sue
chiare
note
differenziatrici
ma
in
linea
puramente
contingente
e
per
ragioni
puramente
formali
.
I
destri
,
è
vero
,
sostengono
la
necessità
di
maggiori
e
più
stretti
rapporti
tra
l
'
Associazione
ed
il
Governo
contro
i
sinistri
che
pretendono
piena
ed
intera
autonomia
.
Ma
queste
posizioni
che
appaiono
antagoniste
automaticamente
si
riducono
e
scompaiono
allorché
cadono
in
giuoco
l
'
unità
e
l
'
indipendenza
dell
'
Associazione
.
Attorno
a
questi
due
cardini
fondamentali
i
dissidi
si
annullano
e
la
vera
grande
anima
dei
combattenti
si
ritrova
e
si
riconosce
,
fuori
da
ogni
particolare
atteggiamento
e
sopra
ad
ogni
altra
passione
,
nell
'
anima
della
Nazione
.
Da
qui
,
da
questa
subordinazione
di
ogni
personale
interesse
a
quello
nazionale
diventata
abito
naturale
e
inseparabile
in
chi
per
quattr
'
anni
praticò
ogni
giorno
senza
stanchezza
e
senza
ambizione
,
l
'
umiltà
e
il
sacrificio
,
procede
quello
spirito
essenziale
e
caratteristico
che
è
comune
a
tutti
i
combattenti
e
che
li
fa
i
fedeli
della
Nazione
.
Governi
e
partiti
sono
,
per
chi
guarda
e
crede
solo
alla
Patria
,
momenti
mutevoli
e
strumenti
transitori
della
sua
storia
:
valgono
e
servono
per
quello
che
essi
sanno
creare
e
dare
al
suo
accrescimento
e
alla
sua
potenza
.
I
combattenti
guardano
oggi
,
solo
e
soprattutto
all
'
Italia
:
e
all
'
Italia
essi
vogliono
che
sia
restituita
la
pace
e
l
'
ordine
nella
giustizia
e
nella
legge
.
L
'
atteggiamento
assunto
in
ispecie
dall
'
on
.
Paolucci
la
parola
del
quale
come
è
accaduto
nell
'
assemblea
,
avrà
certo
larga
risonanza
nella
Penisola
è
chiarissimo
.
Dal
delitto
commesso
contro
l
'
on
.
Matteotti
egli
ha
detto
oltre
che
un
'
opera
severa
di
giustizia
bisogna
derivarne
una
di
epurazione
.
Il
taglio
deve
farsi
netto
:
non
indulgenze
né
per
gli
esecutori
né
pei
preordinatori
.
E
andando
più
oltre
,
egli
ha
dichiarato
indispensabile
un
ritorno
all
'
ossequio
fecondo
per
i
valori
spirituali
,
i
soli
veramente
puri
e
rigeneratori
.
E
non
meno
esplicito
è
stato
il
Presidente
dell
'
Associazione
,
cui
spetta
la
gratitudine
nazionale
.
Egli
,
ripetendo
con
l
'
autorità
che
non
può
essergli
contesa
,
come
i
combattenti
non
abbiano
da
confondersi
coi
partiti
,
ma
di
starne
al
di
sopra
,
mirando
esclusivamente
alla
Patria
,
ha
con
nobile
eloquenza
affermata
la
necessità
della
pacificazione
in
ogni
paese
,
in
tutti
gli
animi
buoni
,
pacificazione
che
deve
essere
raggiunta
dal
Governo
mercé
la
forza
offertagli
dalla
osservanza
delle
leggi
.
Non
c
'
è
bisogno
di
ondate
seconde
e
terze
;
lo
Stato
è
forte
,
i
cittadini
desiderano
la
cessazione
di
qualsiasi
violenza
,
cessazione
che
non
va
soltanto
annunciata
o
promessa
.
Insomma
,
secondo
la
parola
di
due
autorevolissimi
interpreti
del
pensiero
diffuso
fra
i
gloriosi
superstiti
della
guerra
,
né
Destra
né
Sinistra
,
né
per
gli
uni
né
per
gli
altri
;
ma
per
la
Patria
,
e
per
ottenere
che
questa
consegua
il
raggiungimento
dei
suoi
voti
alti
e
urgenti
.
Il
Paese
abbisogna
di
riordinarsi
economicamente
e
spiritualmente
e
cioè
di
consolidare
,
nella
tranquillità
delle
opere
e
nella
concordia
delle
volontà
,
i
risultati
della
vittoria
:
e
se
ieri
a
salvarlo
dalla
estrema
perdizione
bolscevica
,
fu
necessario
che
la
gioventù
combattente
si
levasse
a
riprendere
le
armi
e
la
battaglia
,
qualunque
minaccia
tentasse
sconvolgerlo
ancora
una
volta
e
a
precipitarlo
nelle
lotte
fratricide
,
ritroverà
,
i
combattenti
,
pronti
e
presenti
,
a
difendere
lo
Stato
e
la
Nazione
.
«
Siamo
ha
detto
Host
Venturi
cittadini
e
soldati
che
vogliono
difendere
la
Patria
per
l
'
avvenire
,
come
per
il
passato
»
.
Questo
è
il
programma
,
questo
lo
spirito
dei
combattenti
:
e
questa
la
loro
consapevole
,
risoluta
e
ferma
volontà
.
StampaQuotidiana ,
MONTEPESCALI
,
giugno
-
Montepescali
si
vede
benissimo
,
passando
in
treno
,
pochi
chilometri
a
nord
di
Grosseto
.
E
un
paesino
in
vetta
di
un
colle
,
come
tanti
altri
della
Maremma
,
di
chiara
origine
feudale
,
con
le
stradine
ripide
e
tortuose
,
vecchie
case
,
palazzotti
con
qualche
pretesa
.
E
come
tutti
i
paesini
feudali
di
Maremma
,
tende
a
formarsi
a
fondo
valle
un
vasto
sobborgo
moderno
,
col
distributore
di
benzina
,
lo
spaccio
di
vino
e
tabacchi
,
la
trattoria
per
i
camionisti
.
Nel
caso
di
Montepescali
,
il
sobborgo
moderno
si
chiama
Braccagni
,
un
agglomerato
di
case
disteso
sulla
via
Aurelia
,
e
accanto
alla
ferrovia
che
raduna
tutta
la
vita
della
vasta
pianura
sovrastata
dal
colle
.
Oggi
,
Braccagni
,
con
tutta
la
campagna
,
conta
più
di
tremila
abitanti
,
mentre
su
al
paese
non
ve
ne
sono
più
di
mille
.
E
fu
un
giovanotto
di
Braccagni
,
proprio
il
padrone
della
trattoria
,
che
ci
propose
la
conferenza
.
Aveva
sentito
dire
che
alla
biblioteca
cittadina
si
conserva
un
vecchio
volume
di
cartapecora
,
che
riguarda
la
vita
amica
di
Montepescali
,
e
ci
chiese
di
illustrarlo
,
di
leggerlo
.
«
Non
velo
dovete
tenere
tutto
voi
;
è
anche
roba
nostra
,
e
celo
dovete
far
vedere
.
»
Fu
così
che
decidemmo
di
inaugurare
le
gite
del
bibliobus
,
proprio
come
una
lettura
commentata
degli
Statuti
del
comune
di
Montepescali
,
redatti
nel
1427
da
Intendem
ser
Egidi
,
Nello
Nicolai
Nelli
e
Antonio
Di
Simone
.
Nella
vetrina
del
bibliobus
,
mettemmo
in
bella
mostra
il
codice
manoscritto
in
bei
caratteri
rossi
e
neri
su
pergamena
logora
dall
'
uso
,
e
con
i
margini
pieni
di
chiose
.
La
gente
si
avvicinava
,
nella
piazzetta
,
intorno
all
'
autofurgone
,
a
guardare
gli
scaffali
metallici
,
nell
'
interno
,
tutti
pieni
di
libri
:
c
'
era
l
'
Università
Economica
,
la
collezione
popolare
Einaudi
,
rossi
e
grigi
,
i
volumetti
cinerini
della
BUR
di
Rizzoli
,
i
tometti
eleganti
e
ben
legati
con
la
copertina
bianca
e
rossa
di
Mondadori
.
E
poi
una
raccolta
di
costituzioni
antiche
e
moderne
,
dall
'
Inghilterra
agli
Stati
Uniti
,
all
'
Urss
,
all
'
Italia
.
Ed
ancora
:
manuali
Hoepli
di
divulgazione
tecnica
,
la
coltivazione
del
grano
,
le
assicurazioni
sociali
,
l
'
allevamento
del
bestiame
;
una
piccola
enciclopedia
,
un
dizionario
,
la
Bibbia
ed
il
Corano
.
Nella
vetrina
di
esposizione
,
accanto
agli
«
Statuti
»
una
modernissima
edizione
d
'
arte
su
Picasso
,
ed
il
secentesco
Teatro
del
mondo
di
Abramo
Ortolio
,
aperto
alla
tavola
della
Maremma
,
dove
tutti
cercavano
Montepescali
.
Ma
l
'
attenzione
maggiore
andava
agli
Statuti
,
al
libro
di
Montepescali
,
come
già
tutti
lo
chiamavano
.
Al
teatro
venne
tanta
gente
,
potevano
essere
duecentocinquanta
o
trecento
.
Gli
statuti
del
comune
di
Montepescali
sono
un
aspetto
della
generale
revisione
statutaria
che
la
repubblica
di
Siena
ordinò
tra
la
fine
del
Trecento
e
l
'
inizio
del
Quattrocento
,
per
ovviare
alla
gran
confusione
legislativa
che
si
era
creata
con
la
promulgazione
di
tana
vera
e
propria
selva
di
norme
spesso
contraddittorie
o
pleonastiche
.
Sotto
questo
aspetto
,
gli
statuti
di
Montepescali
non
differiscono
molto
da
tutti
gli
altri
.
La
grossa
novità
e
il
motivo
centrale
di
interesse
stanno
nel
fatto
che
alla
redazione
hanno
visibilmente
partecipato
uomini
del
popolo
di
Montepescali
:
da
qui
la
vivacità
della
stesura
,
e
soprattutto
l
'
aderenza
a
problemi
concreti
della
comunità
.
Si
insiste
a
lungo
,
ad
esempio
,
sulla
necessità
di
una
rigorosa
regolamentazione
idrica
:
«
La
fossa
maestra
,
la
fossa
del
pozzo
,
la
fossa
de
la
lama
,
le
fosse
di
corneccoli
,
la
fossa
de
le
pastine
,
infino
a
la
lama
mantelluccia
,
la
fossa
a
lato
a
la
via
de
'
pastini
et
la
fossa
de
la
roveta
,
la
fossa
del
piano
di
Sancto
Martino
,
la
fossa
di
Sansucola
,
la
fossa
d
'
archi
,
et
la
fossa
de
la
piscina
di
prato
vecchio
cl
comune
di
Montepescali
faccia
mantenere
et
acconciare
da
quelli
che
sono
vicini
ad
esse
fosse
,
quanto
tiene
el
loro
»
.
Ed
ecco
,
attraverso
la
norma
,
questa
drammatica
descrizione
della
cattura
di
un
malfattore
:
«
Se
assalimento
o
offesa
in
persona
,
con
effuxione
di
sangue
o
senza
,
homicidio
,
furto
o
robaria
,
o
alcuno
altro
enorme
delicto
fusse
commesso
in
Montepescali
,
o
ne
la
sua
corte
,
per
alcuna
persona
et
romore
ne
nascesse
,
ciascuno
al
romore
coll
'
armi
sua
debba
trarre
et
pigliare
al
mal
fattore
et
menarlo
preso
et
ne
la
forza
del
comune
di
Siena
preso
ci
debba
inectare
»
.
O
il
tono
dell
'
igiene
cittadina
,
attraverso
questa
colorita
vignetta
:
«
Lavatura
di
scudelle
o
altra
bructura
de
le
finestre
ne
le
vie
non
si
gitti
per
alcuna
persona
,
ac
,
prima
,
chi
la
gitta
no
dica
tre
volte
guarda
,
guarda
,
guarda
,
a
la
pena
di
soldi
cinque
di
denari
per
ciascuna
volta
et
mendi
el
danno
a
chi
Farà
ricevuto
senza
alcuna
dilazione
»
.
Ed
ancora
,
due
norme
di
moralità
pubblica
:
«
Per
servare
l
'
onestà
avemo
statuito
che
,
quando
le
femmine
macendolano
el
lino
,
nessun
huomo
vi
s
'
accosti
né
vada
a
casa
,
né
presso
si
stia
passando
per
via
né
con
le
femmine
favelli
»
.
«
Per
conservare
l
'
onestà
delle
donne
,
et
a
riparare
che
inconvenienti
ne
seguino
,
aviamo
deliberato
che
nessuna
femmina
,
nel
tempo
si
lavorano
le
vigne
et
si
fa
raccolta
de
'
biadi
,
possa
portare
agli
uomini
mangiare
né
bere
»
.
Un
vecchio
seduto
in
prima
fila
e
che
aveva
ascoltato
senza
perdere
una
parola
,
a
questo
punto
esplode
:
«
E
allora
,
come
facevano
quei
disgraziati
?
Dovevano
lavorare
senza
mangiare
?
Questa
legge
la
devono
aver
fatta
i
preti
»
.
E
non
ci
fu
verso
di
fargli
intendere
il
contrario
.
Si
affollarono
in
molti
,
dopo
la
lettura
,
a
chiedere
spiegazioni
.
«
È
vero
,
professore
,
che
le
donne
non
potevano
andare
ai
funerali
?
Perché
?
»
Qualcuno
aveva
preso
in
mano
il
codice
e
compitava
attento
la
scrittura
quattrocentesca
;
poi
chiesero
,
come
primo
prestito
del
bibliobus
,
una
copia
degli
statuti
.
«
Ma
poi
tornate
,
tornate
presto
,
a
parlarci
,
a
darci
altri
libri
.
»
Eravamo
contenti
al
ritorno
.
Soprattutto
per
questa
constatazione
.
Si
può
fare
della
cultura
popolare
anche
su
di
un
«
cimelio
»
.
Si
può
legare
la
tradizione
con
le
esigenze
moderne
e
popolari
.
Si
può
interessare
un
pubblico
non
specializzato
proprio
sudi
una
rarità
bibliografica
,
che
di
solito
si
tiene
chiusa
in
cassaforte
,
in
attesa
di
mostrarla
agli
specialisti
.
StampaQuotidiana ,
Palermo
,
9
.
Ai
compagni
aveva
detto
di
aspettarlo
:
giusto
il
tempo
di
fare
un
salto
a
casa
,
prendere
un
boccone
e
tornare
in
sede
per
continuare
la
riunione
.
Non
si
è
più
visto
.
Lo
hanno
trovato
all
'
alba
di
ieri
,
orrendamente
dilaniato
da
un
'
esplosione
,
sulla
linea
ferroviaria
Palermo
-
Trapani
,
all
'
altezza
del
chilometro
38
.
Giuseppe
Impastato
,
Peppino
per
i
compagni
,
trent
'
anni
,
militante
della
nuova
sinistra
e
candidato
nelle
liste
di
Democrazia
proletaria
alle
prossime
elezioni
amministrative
che
si
terranno
anche
nel
comune
di
Cinisi
(
quindici
chilometri
da
Palermo
)
secondo
gli
investigatori
ha
voluto
dunque
uccidersi
«
in
modo
eclatante
»
.
Ovvero
,
è
la
tesi
subordinata
,
è
rimasto
vittima
di
un
«
incidente
»
durante
un
attentato
.
A
sostegno
della
prima
ipotesi
c
'
è
una
lettera
,
trovata
in
casa
della
zia
,
dove
il
giovane
si
recava
a
dormire
:
un
estemporaneo
,
fallimentare
bilancio
della
sua
vita
con
la
preghiera
agli
amici
che
il
suo
corpo
venga
cremato
.
La
seconda
ipotesi
si
regge
invece
sul
semplice
dato
di
fatto
:
un
cadavere
a
pezzi
,
lungo
la
ferrovia
.
Tutto
il
resto
,
la
cosiddetta
«
dinamica
»
,
i
movimenti
della
vittima
nella
serata
precedente
all
'
esplosione
,
le
testimonianze
dei
compagni
sulla
sua
vita
e
sulla
sua
attività
politica
,
non
solo
non
coincide
con
il
quadro
di
ipotetiche
soluzioni
tracciato
dagli
investigatori
,
ma
semmai
legittima
una
terza
ben
più
sconcertante
,
ma
non
meno
plausibile
,
verità
:
quella
del
delitto
di
mafia
.
Peppino
Impastato
ed
il
suo
gruppo
,
negli
ultimi
anni
non
avevano
dato
tregua
alla
mafia
della
zona
,
denunciando
,
attraverso
i
microfoni
di
una
radio
e
i
volantini
,
lo
strapotere
di
personaggi
come
Tanino
Badalamenti
-
boss
indiscusso
della
Sicilia
occidentale
,
compare
di
Luciano
Liggio
-
e
del
suo
clan
.
Peppino
Impastato
andava
denunciando
da
tempo
,
con
tanto
di
nomi
e
cognomi
,
le
speculazioni
e
i
ricatti
della
mafia
locale
.
Domenica
scorsa
aveva
tenuto
un
comizio
a
cui
avevano
assistito
quattrocento
persone
,
rimaste
lì
ad
ascoltarlo
,
dicono
i
compagni
,
nonostante
la
pioggia
insistente
.
Che
la
sua
azione
avesse
finito
col
disturbare
l
'
establishment
politico
mafioso
locale
,
lo
stanno
a
dimostrare
i
numerosi
avvertimenti
e
le
minacce
telefoniche
che
periodicamente
riceveva
a
Radio
-
out
.
Peppino
Impastato
,
per
di
più
,
non
aveva
mai
manifestato
propositi
suicidi
.
Anzi
,
proprio
in
ragione
del
piccolo
successo
che
ogni
giorno
di
più
e
particolarmente
in
questa
fase
di
campagna
elettorale
,
riscuoteva
la
sua
azione
,
cominciava
-
dicono
i
compagni
-
a
sentirsi
«
realizzato
»
.
E
contro
la
tesi
del
suicidio
,
seguita
dagli
investigatori
assieme
a
quella
di
un
fallito
attentato
,
depongono
i
movimenti
del
giovane
la
sera
precedente
l
'
esplosione
.
Per
tutto
il
pomeriggio
fino
alle
20.15
è
in
radio
.
Poi
,
come
ogni
sera
,
esce
per
andare
a
cenare
e
dà
un
appuntamento
a
tutti
per
le
21
.
Non
si
farà
mai
più
vedere
.
I
compagni
lo
aspettano
fino
ad
una
certa
ora
,
poi
lo
vanno
a
cercare
.
Fanno
il
giro
del
paese
,
dei
parenti
,
cercano
almeno
di
rintracciare
la
macchina
.
Tra
mezzanotte
e
mezza
e
l
'
una
scoppia
la
bomba
che
lo
uccide
.
Che
senso
ha
tutto
questo
?
Ammesso
che
Impastato
avesse
in
effetti
intenzione
di
collocare
l
'
ordigno
,
perché
dare
un
appuntamento
ai
compagni
,
farsi
aspettare
,
farsi
cercare
?
La
tecnica
dell
'
attentato
,
infine
,
giustifica
solo
in
parte
l
'
ipotesi
della
disgrazia
imprevista
.
Accanto
alla
ferrovia
,
su
una
trazzera
distante
venti
metri
,
è
stata
infatti
trovata
l
'
auto
-
una
850
-
con
cui
Peppino
ha
raggiunto
il
luogo
dell
'
esplosione
.
Si
suppone
che
l
'
ordigno
fosse
ad
innesco
elettronico
e
che
dovesse
essere
collegato
,
attraverso
una
deviazione
,
alla
batteria
dell
'
automobile
.
Ma
allora
,
la
posizione
della
vittima
dovrebbe
essere
accanto
alla
macchina
,
da
dove
avrebbe
potuto
azionare
il
congegno
,
e
non
nei
pressi
della
bomba
.
StampaQuotidiana ,
Assisi
,
29
luglio
.
La
discussione
sulla
relazione
morale
,
come
si
era
previsto
,
è
stata
una
discussione
programmatica
e
politica
.
I
discorsi
pronunciati
nelle
tre
sedute
hanno
chiaramente
indicato
e
svolto
gli
argomenti
sostanziali
su
cui
il
Congresso
deve
decidere
e
che
riguardano
direttamente
i
problemi
specifici
dell
'
attuale
situazione
politica
.
Le
due
questioni
che
sembrano
interessare
solo
e
particolarmente
i
combattenti
,
sono
l
'
unità
e
l
'
autonomia
dell
'
Associazione
,
e
la
discussione
finora
ha
voluto
toccare
,
esaminare
e
svolgere
i
modi
concreti
e
pratici
,
attraverso
cui
l
'
unità
può
e
deve
conseguirsi
e
l
'
autonomia
essere
garantita
e
difesa
.
L
'
unità
non
può
limitarsi
ad
essere
un
semplice
fatto
amministrativo
e
l
'
autonomia
una
pura
proclamazione
verbale
di
indipendenza
.
Perché
l
'
unità
possa
esistere
meglio
,
e
più
che
nella
tessera
negli
spiriti
,
bisogna
che
essa
sia
efficiente
,
dia
un
chiaro
segno
della
sua
vitalità
e
verità
e
si
realizzi
innanzi
tutto
nella
autonomia
.
I
due
termini
sono
inseparabili
e
il
primo
precede
l
'
altro
per
integrarsi
in
una
definitiva
azione
e
in
una
precisa
norma
direttiva
.
L
'
ordine
del
giorno
presentato
dall
'
avvocato
Bergmann
,
quasi
a
prefazione
del
dibattito
,
ha
avuto
il
merito
non
solo
di
porre
le
due
questioni
sullo
stesso
piano
,
quanto
di
uscire
da
certe
genericità
di
formule
da
cui
derivarono
all
'
Associazione
le
crisi
morali
e
politiche
che
la
hanno
agitata
negli
ultimi
tempi
;
ma
sopratutto
di
fissare
il
dibattito
perché
potesse
più
efficacemente
svolgersi
e
concretare
una
linea
direttiva
e
fondamentale
ed
un
'
organica
esposizione
dei
compiti
cui
l
'
Associazione
,
conquistata
e
consacrata
l
'
unità
e
l
'
autonomia
,
deve
assolvere
.
Non
si
tratta
naturalmente
di
compiti
e
funzioni
politiche
,
se
con
queste
parole
si
vuole
solo
accennare
a
soluzioni
e
atteggiamenti
prestabiliti
di
partito
:
i
combattenti
,
come
ho
detto
altra
volta
,
non
vogliono
e
non
credono
che
questa
sia
l
'
ora
di
tenere
a
battesimo
e
di
dar
vita
a
nuovi
partiti
,
ma
si
tratta
di
funzioni
squisitamente
ed
altamente
politiche
,
se
si
vuole
,
come
deve
essere
e
come
i
combattenti
vogliono
,
che
la
politica
non
si
esaurisca
tutta
e
solo
nelle
lotte
e
nelle
passioni
di
partito
,
ma
riassuma
ed
interpreti
gli
sforzi
di
volontà
le
aspirazioni
della
collettività
nazionale
.
In
questo
senso
,
che
ben
si
addice
per
il
suo
disinteresse
e
la
sua
nobiltà
e
che
l
'
Italia
conobbe
nella
dura
esperienza
della
trincea
e
da
quel
giorno
lo
ha
sempre
recato
nel
cuore
,
l
'
influenza
dei
combattenti
,
cioè
di
circa
un
milione
di
cittadini
devoti
alla
Patria
ed
ai
suoi
Istituti
liberali
,
potrà
essere
decisiva
.
La
discussione
di
ieri
ha
,
anche
su
questo
punto
,
raggiunto
risultati
notevoli
,
che
finiranno
per
essere
il
vero
e
sostanziale
risultato
del
Congresso
.
Tanto
l
'
avv
.
Bergmann
,
quanto
gli
on
.
Pirano
e
Biaggi
,
che
hanno
pronunciato
,
specie
il
primo
,
i
discorsi
più
inquadrati
e
più
organici
per
quanto
talune
considerazioni
non
sempre
concordi
,
hanno
con
buoni
argomenti
,
talvolta
aspramente
realistici
,
sostenuto
che
i
combattenti
,
non
potendosi
rifiutare
di
avere
un
pensiero
sulla
situazione
politica
,
debbono
chiaramente
esprimersi
e
uniformarsi
ad
una
sicura
norma
di
condotta
e
di
azione
.
Questa
norma
,
sopra
ed
oltre
i
convincimenti
dei
vani
oratori
,
è
l
'
atteggiamento
di
fronte
al
Governo
com
'
è
stato
da
tutti
concordemente
indicato
.
Restaurazione
della
legge
,
che
significa
ritorno
effettivo
alla
pratica
costituzionale
e
repressione
di
ogni
illegalismo
ed
ogni
violenza
,
fine
di
ogni
provvedimento
eccezionale
,
libertà
di
stampa
e
di
riunione
;
ecco
le
norme
che
i
combattenti
vogliono
seguire
e
che
il
Congresso
stasera
additerà
.
Le
mediocri
divisioni
partigiane
e
i
risentimenti
sono
stati
tutti
superati
:
i
combattenti
si
propongono
ancora
una
volta
d
'
interpretare
l
'
anima
della
Nazione
,
senza
tessera
e
senza
partito
,
perché
conquistata
la
vittoria
e
la
pace
,
abbia
il
suo
lavoro
e
la
sua
fortuna
.