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Sofia , 28 aprile . L ' istruzione del processo dei terroristi è prossima alla fine . Si assicura che gravi risultanze sono state accertate . Venerdì , secondo una notizia confermataci dal ministro della Guerra generale Volkoff , la Corte marziale inizierà il suo lavoro . Saranno giudicati gli autori principali , che sono sette , e in seguito saranno discussi gli altri processi che ammontano ad oltre 500 . Il Governo e l ' esercito hanno il fermo proposito di dare prova di esemplare energia e fedeltà alla patria . La legge militare condanna alla fucilazione i rei di attentato e di congiura contro l ' esistenza dello Stato . Si prevede che i capi dell ' organizzazione terroristica Petrini , Granciaroff , Coeff e Friedmann saranno condannati a morte . Il ministro della guerra Volkoff mi ha dichiarato che i processi riveleranno documenti impressionanti sull ' organizzazione rivoluzionaria bulgara . Riguardo alla situazione interna , le autorità del porto di Varna riferiscono che è stata segnalata una nave misteriosa in prossimità della costa , mentre stava facendo delle segnalazioni . Si suppone che la nave stesse in attesa di raccogliere a bordo fuggiaschi comunisti per trasportarli in Russia e sottrarli così alla giustizia bulgara . Un motoscafo fu mandato alla caccia della nave misteriosa la quale però riuscì a dileguarsi nell ' oscurità della notte .
TEORIA RM ( Bianciardi Luciano , 1959 )
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Per prima cosa bisogna stabilire qual è il ritardo medio (R.M.) cioè il lasso di tempo che intercorre fra il giorno in cui si imbuca la lettera diretta all ' Ufficio delle Imposte , e il giorno in cui , con ogni probabilità , l ' ufficio suddetto decide di rispondere . L ' esperienza insegna che R.M. è di solito uguale a 27 giorni . Orbene : prima ancora che sia arrivato l ' avviso di pagamento , si scrive all ' Ufficio Imposte , chiedendo perché non si è provveduto ancora a notificare l ' importo . Si può anche chiedere un ' altra cosa , non chiedere nulla , basta che parta una lettera qualsiasi . L ' ufficio la ritira , apre la pratica e la inserisce agli atti . Cioè in fondo al mucchio delle pratiche che attendono d ' essere evase . Passano i giorni e la nostra pratica sale . Al venticinquesimo , quando cioè essa sta per affiorare a galla , si scrive un ' altra lettera . « Che cosa fate in codesto ufficio ? Perché non avete risposto alla mia di venticinque giorni or sono ? » La lettera arriva a destinazione , la pratica si riapre , e quindi riaffonda alla base del mucchio . Ci vorranno venticinque giorni prima che di nuovo assommi . Ma intanto noi avremo scritto una terza lettera ... Passeranno in tal modo gli anni , e tasse non ne pagheremo . Tutto questo funziona se c ' è un R.M. ( ritardo medio ) apprezzabile e individuabile . Funziona cioè nei paesi in cui la burocrazia è efficiente . Altrove conviene spedire un assegno . Mettiamo di lire 1 270 . « A saldo mio debito con codesto ufficio » sta scritto nella letterina allegata . Si lascia passare una settimana e poi si spedisce , al medesimo ufficio , un vaglia di lire 30 . « Vi prego di scusarmi l ' errore » , dice la letterina allegata . « Il mio debito ammontava in realtà a lire 1 300 esatte » . È un evento , questo , straordinario nella vita della burocrazia , la quale perciò entra in crisi e ci resta per circa diciotto mesi . Verso la metà del diciassettesimo conviene perciò spedire un altro assegno ( di lire 1 525 ) con la solita letterina . La burocrazia sfiorerà il coma , e noi continueremo a non pagare le tasse . Questi criteri di vita moderna sono esposti in un libretto veramente aureo . Ne è autore il signor C . Northcote Parkinson , inglese residente a Singapore e specialista in sociologia . Si intitola La legge di Parkinson e sta per uscire in traduzione italiana a cura dell ' editore Bompiani . Il Parkinson , in dieci agilissimi saggi , spiega alcuni punti fondamentali per comprendere la burocrazia di un paese moderno . La sua « legge » , destinata a diventare famosa , descrive in termini matematici i motivi per cui l ' apparato burocratico - sia esso di un ministero o di un ente privato - tende a crescere con norme proprie , indipendenti cioè dalla crescita ( e anche dalla dimensione o dalla cessazione ) del lavoro . Esempio formidabile : l ' aumento del personale al ministero inglese della Marina , e a quello delle Colonie , anche e soprattutto negli anni in cui navi e territori di oltremare calano di numero e si contraggono . Qual è il criterio migliore per scegliere i propri dipendenti ? Quello cinese o quello britannico ? Perché l ' efficienza di un ' istituzione è inversamente proporzionale alla monumentalità della sede che la ospita ? È possibile , con mezzi leciti e non disumani , costringere il proprio superiore a dimettersi ? È possibile , prescindendo da qualsiasi argomentazione politica , formare una salda maggioranza in Parlamento ? E durante un ricevimento , come si fa a capire quali sono i personaggi che « contano » veramente ? Ogni volta il Parkinson si affida al rigore matematico e geometrico . Nel caso del « cocktail party » , per esempio , egli ci dimostra che i personaggi importanti son quelli che all ' ora H+I40 si trovano compresi nel riquadro 07 del salone dove avviene il ricevimento . La legge è dedotta da uno studio profondo delle regole che governano il comportamento umano in una stanza affollata . Qualcuno dirà che il tono del libro è qualunquistico . Qualcun altro parlerà di gratuito cinismo inglese . Non mancheranno quelli disposti a non intentare Io scherzo e a citare la « legge » di Parkinson come se fosse una formula di Einstein . Pazienza . A nostro parere queste centocinquanta pagine sono la materia prima di una serata dilettevole , in compagnia di un uomo intelligente . A proposito . Sapete perché , secondo il Parkinson , le popolazioni primitive si convertono al cristianesimo e alla civiltà moderna ? Lo fanno perché , dopo , gli entomologi smetteranno di occuparsi di loro , e di tormentarli con quell ' armamentario di taccuini , dittafoni e apparecchi fotografici .
Una cultura antimafia ( Sciascia Leonardo , 1987 )
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Il comunicato del cosiddetto Coordinamento antimafia è la dimostrazione esatta che sulla lotta alla mafia va fondandosi o si è addirittura fondato un potere che non consente dubbio , dissenso , critica . Proprio come se fossimo all ' anno 1927 . Nel mio articolo di sabato 10 gennaio , c ' era in effetti soltanto un richiamo alle regole , alle leggi dello stato , alla Costituzione della repubblica : e questo cosiddetto Coordinamento - frangia fanatica e stupida di quel costituendo o costituito potere - risponde con una violenza che rende più che attendibili le mie preoccupazioni , la mia denuncia . Ne sono soddisfatto : si sono consegnati all ' opinione di chi sa avere un ' opinione , nella loro vera immagine . Ed è chiaro che non da loro né da chi sta dietro a loro - e ne è riconoscibile ( si dice per dire ) lo stile - verrà una radicale lotta alla mafia . Loro sono affezionati alla " tensione " , e si preoccupano che non cada . Ma le " tensioni " sono appunto destinate a cadere : e specialmente quando obbediscono a giochi di fazione e mirano al conseguimento di un potere . In quanto al dottor Borsellino , non ho messo in discussione la sua competenza , che magari può essere oggetto di discussione per i suoi colleghi ; sono le modalità della suanomina che mi sono apparse e mi appaiono preoccupanti . Ed è proprio nella sentenza di un processo che mi pare sia stato appunto istruito dal dottor Borsellino , sentenza pronunciata dalla corte d ' assise di Palermo , seconda sezione , íl 10 novembre dell ' anno scorso , che trovo la migliore ragione , perché non ci si acquieti agli intendimenti del cosiddetto Coordinamento . Una sentenza che ha mandato assolti gli imputati e in cui ad un certo punto si legge : " Non può essere consentito al giudice lo stravolgimento delle regole probatorie da applicare solo ai processi di mafia ; necessita sempre un serio e rigoroso controllo di tutti gli elementi del reato : le prove devono assumere carattere di certezza e gli indizi devono essere concordanti ed univoci ; non c ' è ingresso nel processo penale ai semplici sospetti e alle generiche opinioni . La lotta concreta al crimine potrà essere fatta solo con la seria utilizzazione degli strumenti normativi " . Parole che credo nessuna persona onesta e intelligente rifiuterebbe di sottoscrivere .
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Dopo avere detto dei redditi che occorre denunciare ai fini della imposta complementare sul reddito , è più simpatico , per il contribuente , dire delle detrazioni che si possono fare dal totale dei redditi . Bisogna innanzi tutto distinguere due specie differenti di detrazioni : quelle che si possono sintetizzare nelle parole detrazioni per spese e annualità passive e quelle che si dicono per carichi di famiglia . Il contribuente , il quale tenga sotto gli occhi il modulo di dichiarazione , scriverà le prime a pagina 4 , le seconde a pagina 5 . Importa tener ben separate le due specie di detrazione ; ed il perché cercherò di spiegarlo con un esempio : Tizio Caio 9000 7000 Totale dei redditi Detrazioni della prima specie ( spese ed annualità 3100 1000 passive ) Reddito netto 5900 6000 Detrazioni della seconda specie ( carichi di famiglia ) 3300 Reddito imponibile 5900 2700 Ambo i contribuenti sono esenti , ma per ragioni diverse . Tizio è scapolo od ammogliato senza prole ; non ha persone a carico e non ha quindi diritto ad alcuna detrazione della seconda specie . Però , pur avendo 9000 lire di reddito , ha debiti e paga imposte diverse per 3100 lire all ' anno ( detrazioni della prima specie ) . Il suo reddito netto , risultando di sole lire 5900 , non è tassabile . Chiamasi reddito netto quello che risulta dalla somma dei vari redditi detratte le spese ed annualità passive . Se il reddito netto non raggiunge almeno le 6000 lire ( per esempio è di sole 5999 lire ) , il contribuente è esente . Può darsi che il netto raggiunga le 6000 lire e tuttavia il contribuente sia ugualmente esente . È il caso di Caio , il quale , fortuna o disgrazia volle fosse fornito di numerosa figliuolanza ed avesse genitori e sorelle a carico . In totale egli può dimostrare di avere undici persone a carico . Ha quindi diritto a detrarre dal netto un ventesimo di questo per ogni persona a carico ; epperciò , undici ventesimi di 6000 ossia 3300 lire . Detraendo questa , si ottiene in lire 2700 il reddito imponibile . Il reddito " imponibile " sarebbe quasi un reddito " ultra netto " , ottenuto deducendo dal reddito già netto le detrazioni per carichi di famiglia . Perché , dirà il lettore , fare queste detrazioni una dopo l ' altra e non insieme ? Perché in tal modo il contribuente ha maggiori probabilità di essere esente . Gode dell ' esenzione senz ' altro se , come nel caso di Tizio , il reddito semplicemente netto non raggiunge le lire 6000 . In tal caso non è più necessario di preoccuparsi se vi siano o non vi siano carichi di famiglia . Se poi il netto raggiunge o supera le 6000 lire , c ' è caso di poter godere ugualmente dell ' esenzione , se le persone a carico sono molte . Caio , ad esempio , che ne ha undici , è esente , perché sono immuni coloro il cui reddito ultranetto od imponibile non raggiunge le lire 3000 . Due sono adunque le ragioni dell ' esenzione : non avere un reddito netto di lire 6000 , o non avere un reddito imponibile di lire 3000 . Basta una sola di queste due condizioni per essere esente . Spiegato così il meccanismo generale delle detrazioni , comincio a dire delle detrazioni della prima specie dette per spese ed annualità passive . " Spesa " è una parola che tutti capiscono e che si capirà meglio aggiungendo che essa comprende anche le imposte e tasse . Si può cominciare a dire che il contribuente , dovendo essere tassato sul suo reddito netto , ha diritto di detrarre tutte le " spese " che riducano il reddito medesimo : quando si dice tutte si vuol dire davvero tutte , nessuna esclusa . Per ciò , ad esempio , si porteranno in deduzione tutte le altre imposte e tasse già pagate dal contribuente . L ' imposta " complementare " sul reddito , come dice la parola stessa " complementare " , è un ' imposta aggiunta a tutte le altre imposte e tasse esistenti e vuole colpire il reddito già depurato da esse . Altrimenti sarebbe un ' imposta sull ' imposta . Dopo aver detto che si detraggono tutte le spese ed imposte , bisogna subito fare alcune avvertenze : 1 ) Fa d ' uopo che si tratti di una spesa vera e propria . È spesa quella somma che si è dovuto erogare per ottenere il reddito . Il negoziante che deve spendere 10000 lire per l ' affitto del negozio sopporta una vera spesa perché , senza di essa , non avrebbe potuto ottenere il reddito ; ma se lo stesso negoziante paga poi 10000 lire per l ' affitto del suo appartamento privato , questa non è più una spesa nel senso finanziario . È una erogazione del reddito già ottenuto . Se potesse dedursi , come spesa , la pigione , perché non il vitto e i vestiti e il teatro e i viaggi , ecc . ecc . ? Tutti i redditi si ridurrebbero a zero ; o almeno al fisco rimarrebbe solo da tassare il risparmio . Ma chi confesserebbe ancora di aver fatto un risparmio , se bastasse dire di avere speso il reddito per non pagare l ' imposta ? Sia dunque ben chiaro che le spese sono tutte e sole quelle sostenute allo scopo di ottenere il reddito , escluse quelle che si fanno per spenderlo , quando lo si sia già ottenuto . Nove decimi di contribuenti , quando per la prima volta sono chiamati all ' ufficio delle imposte , cadono a questo proposito in equivoco . All ' agente - chiamiamolo ancora così , sebbene oggi il suo vero nome sia " procuratore alle imposte " - il quale gli afferma che il suo reddito è , ad esempio , di 6000 lire , il contribuente replica , indignato , che si tratta di un ' enormità , che egli non si è mai sognato di avere un tal reddito ; ed eccolo a snocciolare la filza delle sue " spese " : 5000 lire per l ' alloggio , l000 lire al mese alla moglie per la casa , totale 12000 lire all ' anno ; e poi medici e medicine , vestiti , carbone , qualche piccola scampagnata . Egli non se la può cavare con meno di 20 000 lire all ' anno di spesa , a farla stretta stretta . Come può l ' agente asseverare che gli restino 6000 lire all ' anno di reddito ? L ' agente , che lo aspettava al solito notissimo varco , non ha più che da prendere atto della confessione spontanea del contribuente : se questi confessa di spendere 20000 lire , ciò vuol dire che le aveva guadagnate . Guardi , il contribuente , come egli era stato prudente e onesto nel fissargli un reddito di sole 6000 lire ! Complimenti per il successo del negozio , che gli dà 20000 lire all ' anno . È probabile che , chi è cascato una volta nell ' equivoco del significato della parola " spesa " non ci caschi una seconda . Ma è un equivoco frequentissimo per i principianti . 2 ) Fa d ' uopo che la spesa non sia già stata detratta . Nelle detrazioni , come nei redditi , non bisogna fare il bis in idem . Se il contribuente , negoziante , ha già detratto il fitto del negozio quando ha concordato il reddito commerciale da tassarsi con l ' imposta di ricchezza mobile , ed ha fissato in lire 30000 il reddito netto del negozio , non potrà dalle 30000 lire dedurne nuovamente il fitto , quando compila la denuncia per la complementare . Giova osservare che i redditi singoli già tassati dall ' imposta terreni , fabbricati e ricchezza mobile sono già netti dalle proprie spese di produzione ; ed essendo già netti , bisogna denunciarli tali e quali , senza purificarli ulteriormente . Si devono e possono invece detrarre le imposte , per esempio quella di ricchezza mobile , pagate su quel reddito . 3 ) Finalmente è necessario che le spese ed imposte si riferiscano ai redditi denunciati . Riferendomi all ' articolo precedente , dirò che nei casi in cui si deve denunciare il reddito per il 1925 , bisognerà detrarre altresì le spese e tasse pagabili nello stesso anno 1925 , e non quelle pagate nel 1924 . Se si devono invece denunciare i redditi del 1924 , bisognerà detrarre le imposte pagate nello stesso 1924 . Se non si conoscono ancora tutte le imposte pagabili nel 1925 , Si faccia riserva di rettifica od aggiunta . Alla regola dell ' anno , fa eccezione soltanto l ' imposta sul patrimonio . In via di legalità pura , questa non si sarebbe dovuta detrarre affatto , perché essa non si riferisce né ai redditi del 1924 né a quelli del 1925; ma al patrimonio esistente al 1° gennaio 1920 , di cui avrebbe dovuto costituire una amputazione per una volta tanto , sia pure ripartibile , per comodità di pagamento , in dieci o venti annualità . Altro è , però , la legalità stretta ed altro è l ' equità . Il legislatore volle , riflettendo che in realtà l ' imposta patrimoniale è pagata sul reddito , equamente riconoscere il diritto alla detrazione anche di essa . Il contribuente detragga quindi l ' imposta patrimoniale , la quale essendo costante , non importa sia quella del 1924 o del 1925 . Se la tassazione è ancora provvisoria , detraggasi la cifra provvisoria , salvo a chiedere un supplemento di detrazione quando si conosca la valutazione definitiva . Il contribuente , il quale abbia effettuato il riscatto della patrimoniale , conserva il diritto di detrarre per tutto il resto del ventennio o del decennio l ' importo di essa , che avrebbe dovuto pagare , se non avesse effettuato il riscatto . Badisi , non l ' importo pagato a titolo di riscatto , ma quello che avrebbe pagato se il riscatto non fosse avvenuto . Chi abbia effettuato ( non semplicemente richiesto ) il riscatto entro il 31 dicembre 1925 ha inoltre un secondo vantaggio : di potere detrarre per i tre anni 1925 , 1926 e 1927 dal suo reddito complessivo una somma corrispondente al 2% del patrimonio riscattato . Sono due vantaggi cospicui ( detrazione dell ' imposta che si sarebbe pagata e detrazione del 2% ) , i quali dovrebbero indurre molti contribuenti ad effettuare il riscatto .
16 MARZO. KOVANIEMI ( MONTANELLI INDRO , 1940 )
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Juhani morì il 7 marzo mentre tornava a Inari con la sua pulca . Morì per strada e la renna forse nemmeno se ne avvide . Quando arrivò a Utsamo , a cinque chilometri dal villaggio e dalla chiesa , i compagni lo condussero su quella stessa pulca al cimitero e qui lo interrarono . L ' orazione funebre fu questa : " Ti ringraziamo , nostro Signore , di avere fatto morire Juhani ora che è inverno . Se fosse morto d ' estate , quando le renne pascolano e le pulche sono ferme , avremmo dovuto lasciarlo nella foresta coperto di rami e di foglie , eppoi aspettare che la neve tornasse a cadere per dare al suo corpo il dovuto riposo " . Io non ho le statistiche precise , ma credo che Juhani sia l ' unico lappone morto in questa guerra . In suo onore non è stato elevato nessun monumento . Quando i Russi cominciarono a calare da Petsamo , l ' unica misura che i lapponi presero fu quella di aggiungere una traduzione in russo ai cartelli appesi agli alberi della foresta che dicevano : " Per piacere , fate attenzione a non buttare fiammiferi né altra roba che brucia nel bosco , specialmente quando il bosco è secco . Soltanto in questo modo potremo salvarci dagli incendi " . I lapponi non odiano - e forse non amano - nessuno . Solo Juhani aveva contro i Russi un fatto personale per via di una certa storia che gli aveva raccontato suo nonno . La storia era questa : un giorno un Russo venne a stabilirsi nel distretto di Inari e dichiarò che avrebbe messo su un branco di renne . I lapponi dei dintorni che possedevano anche loro dei branchi , in ognuno dei quali le renne erano segnate da un tatuaggio speciale all ' orecchio , chiesero al Russo di far sapere alla collettività qual era il tatuaggio che egli intendeva adottare per riconoscere le renne sue quando erano al pascolo con le altre . Il Russo rispose che le renne sue si sarebbero riconosciute perché lui le orecchie gliele avrebbe addirittura tagliate . I lapponi non trovarono nulla da ridire . Però nei tempi che seguirono avvenne che ora a uno ora all ' altro branco una renna ogni giorno mancava , mentre il branco del Russo aumentava proprio di una renna al giorno . Allora i lapponi cominciarono a pensare e dopo aver pensato bene bene il Russo finì in prigione . Juhani si ricordava di questa storia e per questo odiava i Russi e per questo quando i Russi cominciarono a calare da Nord si arruolò nei cacciatori di capitan Pajakka . Egli venne al campo con la sua renna , la sua pulca e il suo cane . E con la renna , la pulca e il cane cominciò a fare la guerra . Delle gesta di Juhani non è rimasto gran ricordo , ma solo delle sue storie . Juhani sapeva mille storie e sapeva raccontarle . Sapeva per esempio la storia del primo cane diventato amico dell ' uomo . Questo avvenne molti e molti anni fa , quando nemmeno il nonno di Juhani era nato . Il cane era allora un animale feroce e cacciava nel bosco insieme al lupo . Poi il lupo lo scacciò e allora il cane , che da solo non sapeva cacciare , divenne il paria degli altri animali più forti e viveva dei resti delle loro prede . Però un giorno esso incontrò nel bosco un lappone che cercava di riunire il suo branco di renne e non ci riusciva . Il cane si offrì di aiutarlo e così fa i due fu stabilito un patto : il cane bada il branco delle renne , lo riunisce e avverte l ' uomo quando i lupi stanno per venire . In compenso egli riceve un pezzo di carne al giorno , ha diritto di mangiare tutti . i resti che trova per strada , a non essere picchiato quando è stanco e a morire per impiccagione quando è vecchio . Questo fu , secondo Juhani , il primo e vero patto stabilito fra cane e uomo . E siccome il cane ha sempre mantenuto i suoi impegni , così anche l ' uomo deve mantenere i suoi , compreso quello d ' impiccare il vecchio cane , come appunto fanno i lapponi . Capitan Pajakka si divertiva alle storie di Juhani . Egli non aveva molta stima di lui come guerriero , ma diceva che i lapponi essendo non le spine ma i fiori della Finlandia era giusto che non sapessero combattere e uccidere . A metà dicembre la compagnia si trovava a Ivalo e i soldati vivevano in baracche di legno . Juhani stava col capitano che a sua volta stava col cannone . Perché c ' era un vecchio cannone russo a Ivalo , un cannone del '18 , l ' unico cannone della Lapponia . Capitan Pajakka prima di ripartire con i suoi uomini verso il Nord disse a Juhani : " Tu rimarrai a far la guardia al cannone " . E Juhani rimase . Egli trovò che la guerra non è un sacrificio né un eroismo . Queste parole del resto al suo povero vocabolario di lappone erano ignote . A Ivalo egli era solo col suo cane che si chiamava Leikko , la sua renna che si chiamava Peikko , e il suo Scita , cioè il suo Dio , che si chiamava Ukon , cioè il Vecchio . Ukon era un buon uomo , lappone anche lui , e Juhani per onorarlo gli consacrò un grosso macigno . Era intorno a questo macigno che Peikko pascolava il lichene rompendo col muso la crosta di ghiaccio e Leikko le montava la guardia proprio come ai primi tempi del patto . Juhani , a cavallo del cannone dentro la capanna di legno , canticchiava all ' infinito , nel vuoto buio , l ' antica e bella storia di Battje e Nanna . Il lume della lanterna oscillava , i giorni passavano uguali , uguali alle notti che anch ' esse erano uguali . Nell ' angolo c ' erano scatole da mangiare , scaffali di galletta e una botte che capitan Pajakka aveva raccomandato di non toccare . Per molti giorni Juhan non la toccò . Poi una volta , chissà come , gli venne fatto di aprirne il coperchio . Chi gli consigliò quel gesto ? Forse Ukon , forse Leikko . C ' era dentro qualcosa che somigliava ad acqua , come acqua era ingenua ed incolore . Juhani vi vide rispecchiato il suo volto dagli zigomi acuti , dagli occhietti ridenti , come nel lago a primavera o nel torrente . Sullo specchio si curvò fino a toccarlo . Quell ' acqua chiara mandava un forte odore che , a respirarlo , dava una strana e felice torpidezza alla testa . Juhani lo respirò e quel giorno nella storia di Battje e Nanna gli venne fatto di apportare felici innovazioni personali che molto gli piacquero . Per un pezzo , nei giorni che seguirono , egli non riaprì la botte . Poi una notte di vento e di lupi vi si riaccostò . Il vecchio anno era finito e quello nuovo cominciato - lo si vedeva da una pallida colata di latte che per poche ore velocemente allungantisi interpolava la notte - quando un giorno capitan Pajakka tornò a Ivalo . Vi tornò con tre uomini soli , dopo due giorni e due notti di marcia nella neve : i volti erano infossati sotto il velame della barba lunga , sulle ciglia la neve si era rappresa in lacrime di ghiaccio . La porta della capanna era chiusa , ma dalle fessure si vedeva la luce filtrare e dentro qualcuno cantava . I quattro uomini ristettero , non capivano , bussarono , nessuno venne ad aprire , ribussarono , la voce seguitava a cantare . Quando ebbero buttato giù la porta a spallate , videro Juhani a cavallo del cannone che gridava qualcosa di cattivo contro Leikko impiccato a un gancio sopra il macigno di Ukon e Peikko con le orecchie monche distesa accanto alla botte e ubriaca fradicia di vodka . Capitan Pajakka non disse nulla , prese Juhani tra le sue forti braccia come un padre prende un bambino malato , lo stese sul tappeto di renna , aspettò che il sonno venisse . Intanto diceva dolcemente : " Perché hai impiccato Leikko ? Perché hai impiccato il cane ancora giovane ? Tu non hai rispettato il patto , Juhani , e sventura te ne verrà . Ukon era presente e ha visto tutto . È la prima volta che un lappone impicca il cane ancora giovane e taglia le orecchie alla renna e si ubriaca di vodka . Domani partiremo , Juhani , per abbandonare questo luogo di sventura , ma la sventura ti seguirà " . L ' indomani partirono con le renne che trascinavano il cannone , e il viaggio fu penoso . Juhani seguiva senza pulca tirando Peikko dalle orecchie monche . Stavolta ci vollero tre giorni e tre notti per arrivare a Nautsi . Ogni tanto si fermavano e dormivano in un buco di neve , vigilati dai cani di Lapponia . A Nautsi c ' erano i soldati , non proprio nel paese , ma un poco più a Nord , sulla strada dove i Russi stavano avanzando . Si udivano in quella direzione fucilate stracche e un gran clamore di motori . A un certo punto Juhani prese la pulca , vi attaccò Peikko e disse che voleva andare nella foresta a cercare Leikko che si era perduto . Capitan Pajakka cercò di dissuaderlo dicendogli che Leikko sarebbe tornato da solo e che nella foresta era pericoloso andarci per via dei Russi che pattugliavano dovunque ; ma Juhani insistè e capitan Pajakka comprese che non c ' era nulla da fare . Juhani diceva che sentiva due voci che lo chiamavano nella foresta : una veniva di fuori ed era quella di Leikko , l ' altra veniva di dentro ed era quella di Ukon . Così mosse con la pulca e per quel giorno più nessuno lo vide . Tornò l ' indomani all ' alba e disse che aveva inseguito Leikko di qua e di là e che Leikko a un certo punto si era lasciato prendere , ma solo per svanirgli nelle mani come una nuvola a primavera e proprio nello stesso istante , preceduta da un gran colpo , egli aveva udito la voce di Ukon che gli comandava di tornare a Inari , dove Leikko lo attendeva . Parlando , un rivolo di sangue gli scorreva dalla bocca atteggiata a sorriso . Poi aggiunse che ora doveva sbrigarsi a tornare perché Leikko poteva anche spazientirsi del ritardo . E capitan Pajakka non si oppose . Così tornò Juhani a Inari e per strada morì . Credo proprio che sia l ' unico lappone morto in questa guerra , e delle sue gesta non è rimasto gran ricordo , ma solo delle sue storie .
OLTRE IL PRUT ( MALAPARTE CURZIO , 1941 )
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Shante - Bani , in Bessarabia , 2 luglio Il tempo era incerto , un vento vivido e freddo trascorreva ieri sibilando nelle immense distese di giunchi , dove pascolano mandre di buoi e branchi di cavalli . Dopo cinque ore e mezza , verso le dieci , eravamo vicini a Stefanesti ( da Jasci a Stefanesti , per circa ottanta chilometri , la strada si svolge lungo la riva destra del Prut , sul ciglio dell ' ampia valle paludosa che sino a pochi giorni or sono segnava il confine tra la Romania e la Russia ) e già si intravedevano , nella nebbiosa mattina , tutta striata di sole , i tetti di lamiera di quel grosso borgo , quasi una cittadina , quando un rombo di motori e lo schianto caratteristico dei proiettili della difesa contraerea ci consigliavano di fermarci e di nascondere le macchine sotto un gruppo di alberi . Dopo alcuni istanti , le prime bombe sovietiche scoppiavano , laggiù , davanti a noi , fra le case di Stefanesti . Era un bombardamento violento , insistente : che ebbe fine soltanto allorché si profilarono nel cielo grigio gli apparecchi di una pattuglia di Messerschmitt . La battaglia aerea si svolse nelle dense nubi , fuori del nostro sguardo , si allontanò nel cielo della Bessarabia . Così potemmo rimetterci in moto , ed entrammo in Stefanesti . Di quella graziosa cittadina del Prut non è rimasto ormai , dopo i continui bombardamenti sovietici , che un mucchio di rovine fumanti . Molte case bruciavano , nelle strade deserte gruppi di soldati tedeschi passavano recando barelle pietosamente coperte di tele cerate , in una piazzetta dietro la chiesa due grossi autotrasporti germanici , colpiti in pieno , non erano ormai che un ammasso di ferraglia contorta . Una grossa bomba era caduta proprio davanti all ' entrata di quella specie di giardino che è intorno alla chiesa , a pochi passi dal piccolo cimitero dove dormono i soldati tedeschi vittime dei bombardamenti dei giorni scorsi . In piedi , in mezzo al crocicchio , il Feldgendarme stava rigido , immobile , il viso inondato di sangue : non s ' era mosso dal suo posto . " Per andare al ponte ? " , gli domandammo . Alzò la paletta bianca e rossa , stese il braccio nella direzione del ponte . E , nel voltarsi che fece , notò cinque o sei ragazzi , il maggiore avrà avuto dieci anni , che s ' erano raccolti , tutti spauriti , sulla soglia del caffè che è all ' angolo della strada . ( Nell ' insegna che pendeva divelta sulla porta lessi macchinalmente Cafe Central de Iancu Liebermann . ) L ' interno appariva distrutto , un po ' di fumo usciva dalla porta . " Weg , weg , Kinder ! " , gridò il Feldgendarme con voce dura e insieme bonaria . Sorrideva asciugandosi col dorso della mano il viso insanguinato . A quella voce i ragazzi fuggirono in silenzio , si nascosero fra le macerie d ' una casa poeti distante . Il Feldgendarme ci disse , ridendo , che stavano lì tutto il giorno a guardarlo sollevar le braccia , agitar la paletta , voltarsi di scatto per lasciar via libera . " Non se ne vanno neppure quando piovon le bombe " , aggiunse . " Hanno più paura di me che delle bombe sovietiche : ma appena volto la schiena ... " E infatti eran là , che spuntavan cauti da dietro un muro in rovina . " Nichts zu machen " , disse il Feldgendarme ridendo . I ponti sul Prut , a Stefanesti , erano due , costruiti di grosse travi di legno : all ' inizio delle ostilità , i russi riuscirono a farli saltare . E pareva che la distruzione dei due ponti avesse reso impossibile ai tedeschi il passaggio del fiume . In questo settore , infatti nei primi giorni della guerra , le truppe germaniche non si son mosse . Neppure un colpo di cannone , neppure un colpo di fucile partiva dalla riva romena contro la riva sovietica . Un vero idillio . La guerra , qui , si svolgeva nell ' aria , fra gli apparecchi sovietici che bombardavano Stefanesti e le formazioni da caccia germaniche , appoggiate dalla " Flak " . Ma ieri l ' altro , improvvisamente , i pontieri tedeschi , tranquilli sotto il fuoco russo , si sono messi a costruire un ponte di barche , e dopo tre ore dall ' inizio del combattimento i carri armati d ' una Panzerdivision scorrazzavano lungo la riva sovietica . Attraversiamo stamane il ponte di barche , presso il quale l ' organizzazione Todt sta già costruendo un secondo ponte . Sebbene disturbato dai continui bombardamenti aerei , il lavoro procede rapido e ordinato , come se le truppe sovietiche fossero a cento chilometri di distanza ; eppure non sono che a una ventina di chilometri , laggiù , dietro le colline . Passiamo sotto il rustico arco trionfale , sormontato dall ' emblema della falce e del martello , che i bolscevichi innalzavano a ogni loro posto di frontiera . Non una casa del villaggio sovietico , antistante a Stefanesti , appare distrutta . I tedeschi hanno voluto rispettare le case di quei poveri contadini romeni di Bessarabia ; hanno varcato il fiume senza sparare un solo colpo di artiglieria , con una audacia fredda e insolente . Una decina di bianche croci di legno di acacia sono allineate sul ciglio della strada , presso il villaggio intatto . Mi fermo a leggere i nomi dei caduti : sono tutti giovanissimi , ragazzi dai venti ai venticinque anni . I soldati tedeschi scendono dalle loro macchine , strappano dei fiori di campo , li depongono sulle tombe dei compagni . Mi guardo intorno . Le case del villaggio sono linde , dai muti bianchi di calce , dai tetti di paglia . Gli infissi delle finestre sono di legno traforato a mano , con bei ricami d ' intarsio . Gruppi di donne e di ragazzi , in piedi dietro la staccionata del piccolo giardino che circonda ogni casa , guardano passare la colonna motorizzata . I vecchi , seduti sulle soglie , stanno immoti , il viso lievemente piegato sul petto . Non ci sono giovanotti , né uomini dai trenta ai quarant ' anni . Molti bambini , molte ragazze , giovanissime , e non senza grazia nei loro vestiti dai colori vivaci , la fronte coperta dalla pezzuola bianca o rossa . Tutti hanno gli occhi ridenti , ma il viso è pallido , di una tristezza quasi dura . Non è il pallore della fame , ma di un sentimento che non saprei spiegare a parole . È tutto un complesso morale , di cui dirò forse in seguito , quando io pure sarò riuscito a capire il segreto di quegli occhi ridenti in quei visi pallidi e tristi . Fa meraviglia vedere il bestiame pascolare nei prati , i campi biondi di messi ondeggiare nel vento , le galline razzolare fra i cingoli dei carri armati , sulla strada polverosa . Abbiamo lasciato poc ' anzi la riva romena coperta di fango , qui troviamo la polvere . E ciò dipende , credo , dal fatto che la riva romena è bassa , paludosa , in contrasto con la riva sovietica , a poco a poco elevantesi in ampi ondeggiamenti per gl ' immensi cerchi di un anfiteatro di colline coperte di biade e di boschi . Appena fuori del villaggio è ferma la colonna motorizzata tedesca con la quale dobbiamo proseguire verso la linea del fuoco . Verso mezzogiorno la colonna si mette in moto . Un ' altissima nube di polvere si solleva al nostro passaggio , offusca il verde delle colline , sembra il fumo di un vasto incendio . Le colonne di avanguardia ci precedono di poche ore , i segni della battaglia intorno a noi sono , si può dire , ancora caldi . E sono i segni di scontri rapidi e violenti , piuttosto che le tracce di combattimenti veri e propri . L ' attacco tedesco in questo settore ha progredito lentamente , ma senza soste : superando con alternativa continua di manovre e di urti la mobilità della difesa russa che , appoggiata da carri armati , lancia frequenti puntate controffensive contro la testa e contro i fianchi delle colonne . Ma sono contrattacchi condotti debolmente , più per ritardare che per arrestare la marcia tedesca . Sembra , tuttavia , che da stamane le truppe sovietiche reagiscano con maggiore violenza , sulle colline a est e a nord di Zaicani , a una decina di chilometri da qui . Il rombo delle artiglierie , cui si accompagna lo schianto secco delle batterie contraeree , si fa di ora in ora più cupo . Procediamo con lentezza , sia per l ' ingombro del traffico , sia per superare gli ostacoli di cui i russi , ritirandosi , hanno seminato il terreno . Ogni tanto la strada è interrotta dal cratere di una mina . ( Intorno , per un gran raggio , carcasse di automobili sventrate dallo scoppio , motociclette contorte , elmi di acciaio sparsi nell 'erba.) Di mano in mano che saliamo verso il sommo della collina che sovrasta Stefanesti , il terreno vien mostrando più frequenti e profonde le tracce della lotta . Ogni metro è sconvolto dalie buche dei proiettili . Finché , a una svolta , coricato sul fianco proprio sul ciglio della strada , ci appare un carro armato sovietico , le lunghe canne dei suoi due cannoni puntate verso la valle . È qui che la battaglia si è protratta a lungo , rabbiosa e accanita . Il carro russo era solo , appoggiato da esigui reparti di fucilieri del Turkestan , trincerati qua e là nei campi di grano e nei boschi . Sembra quasi che l ' aria sia ancora piena del rombo delle esplosioni , sospeso su noi con quella vibrazione lunga che segue gli schianti rauchi delle artiglierie . Nubi di piccoli uccelli grigi volano rasente il grano con un frullio di pallottole di mitragliatrice . Durante il breve alt , impostoci da una delle tante interruzioni stradali , scendiamo a osservare il terreno della lotta . Il carro armato sovietico ha uno squarcio nel fianco , da cui sporgono le interiora di ferro contorto . Per quanto cerchiamo intorno , non un cadavere russo . Le truppe bolsceviche , quando è possibile , si portano dietro i propri morti . Sempre li spogliano delle carte che hanno indosso , e dei distintivi dei reparti cui appartengono . Un gruppo di soldati tedeschi si indugia a osservare il carro armato . Sembra di assistere a un sopraluogo , a un controllo di esperti . Quello che interessa soprattutto i soldati tedeschi è la qualità del materiale nemico , e il modo come questo materiale viene impiegato sul terreno : è la tecnica sovietica , voglio dire , nel suo duplice aspetto industriale e tattico . Osservano le piccole trincee scavate dai russi , i bossoli delle cartucce , i fucili abbandonati , le buche delle granate intorno al carro , esaminano l ' acciaio del carro armato , il congegno dei due cannoni e scuotono la testa dicendo : " Ja , ja , aber ... " . Il segreto dei successi tedeschi è in gran parte in questo " aber ... " , in questo " ma ... " . La nostra colonna si rimette in moto , risale battaglioni di fanteria , treni di artiglieria , squadroni di cavalleria . Il rombo dei motori squarcia la rossa nube di polvere che copre le colline . Fredde lame di sole tagliano quella caligine densa , rimbalzano sull ' acciaio dei carri , sulle groppe dei cavalli bianchi di schiuma . Gelide raffiche di vento formano nel polverone grumi taglienti di terriccio . La bocca si riempie di sabbia , gli occhi bruciano , le palpebre sanguinano . Siamo in luglio e il freddo è intenso . Da quante ore siamo in cammino ? Quanti chilometri abbiamo percorso ? È già il tramonto , l ' umidità della sera imminente appesantisce la nube di polvere , appanna l ' acciaio dei carri . Il cannone batte all ' orizzonte come un ' enorme trave . II rombo si avvicina , si allontana , in un ' alterna vicenda di echi sonori o soffocati . A un certo punto un motociclista trasmette alla colonna l ' ordine di fermarsi e di disporsi per la sosta in un prato che fiancheggia la strada , al riparo di un bosco . In breve la colonna assume la formazione prescritta per le soste notturne . Un ronzio di motori scende dal cielo sulle colline e sulle valli già umide d ' ombra . " Laggiù si combatte " , mi dice il tenente Lauser , un giovanotto di Lipsia , dalle spalle atletiche e dagli occhi giovanili dietro gli spessi occhiali di miope ( è Dozent in qualche università , se non sbaglio ) , e mi accenna un punto del prossimo orizzonte dove la nube di polvere è più alta , più densa , simile al fumo di un incendio . Una sera verde si posa leggera sugli alberi e sul grano . Sulla strada passano alcune autoambulanze cariche di feriti . Quanto diversi i feriti di questa guerra da quelli della guerra di venticinque anni or sono ! L ' ho già detto altra volta : sembrano operai vittime di un infortunio sul lavoro piuttosto che soldati feriti in combattimento . Fumano in silenzio , un po ' pallidi . Un autobus della CFR di Bucarest , requisito per il servizio sanitario , si ferma per pochi istanti vicino alla nostra colonna . È carico di feriti leggeri , moltissimi hanno la testa avvolta di bende . Un carrista tedesco ha le due braccia fasciate fino alle spalle . Un compagno gli mette fra le labbra una sigaretta accesa . L ' ampio berretto basco di panno nero inclinato sull ' occhio , il carrista fuma in silenzio , guardandosi intorno . Si direbbe che non soffrano . Forse il dolore non può nulla su quegli animi intimamente distratti dallo strazio della ferita , su quegli animi assenti , segretamente assorti . Passano quei volti pallidi nella sera verde . I soldati della nostra colonna siedono sull ' erba , mangiano fette di pane spalmate di marmellata , bevono il tè che si sono portati nel termos , gridano , scherzano fra loro , parlano a voce bassa . Non parlano della guerra . Ho osservato che non parlano mai della guerra . Cantano , ma quasi per conto proprio , non in coro . Finito il breve pasto si mettono intorno alle macchine , stringono dadi , bulloni , lubrificano gli ingranaggi , si stendono , sotto il ventre dei carri a verificare , ad aggiustare . Poi , quando è scesa la notte , si avvolgono nelle coperte , dormono sui sedili delle loro macchine . Mi avvolgo anch ' io nella mia coperta , cerco di addormentarmi . Un chiarore nasce a poco a poco , ed è il chiarore della luna . Io penso alla ritirata delle truppe sovietiche , a quella loro triste , solitaria , disperata lotta . Non è la classica ritirata russa , quella di Guerra e pace , la ritirata nel bagliore degli incendi , sulle vie ingombre di fuggiaschi , di feriti , di armi abbandonate . È questa , una ritirata che lascia nell ' aria la fredda , vuota , deserta atmosfera dei cortili delle fabbriche dopo uno sciopero fallito . Qualche arma per terra , qualche indumento , qualche carcassa di macchine . Un enorme sciopero è fallito . Non c ' è forse , su questo campo di battaglia , nessun Andrea Wolkonski disteso nel grano , come nella notte di Austerlitz : ma soltanto qualche stakanovista dei carri armati , qualche fuciliere del Turkestan . A un tratto odo passare gente sulla strada . Poi all ' improvviso una voce rauca , una voce triste . Parla in russo , dice : " Niet , niet " , con insistenza , come un grido . Dice : " Niet , no " , come una protesta . Il calpestio si allontana . Non posso vedere in viso i prigionieri , e a poco a poco m ' addormento , affondo a occhi chiusi dentro la voce del cannone .
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Dovendo rinnovarsi l ' appalto dei trasporti di neve in questa Città dalle due montagne nominate Pizzuta presso Piana dei Greci e Busambra vicino il sito di Ficuzza pel corso di due anni da gennaro 1862 a dicembre 1863 , sono invitati gli attendenti a comparire in questo Palazzo di Città nel giorno trenta corrente a mezzodì , onde procedersi all ' aggiudicazione preparatoria in persona del miglior dicitore allo stato , coi seguenti patti e condizioni : Art . 1 . L ' appaltatore è obbligato trasportare tutta quella neve , che giornalmente sarà dimandata dall ' Amministratore , dalle neviere della Montagna della Pizzuta in Piana dei Greci , e di quella di Busambra esistente nel bosco di Ficuzza giusta gli ordini del suddetto Amministratore , e suoi Uffiziali competenti , e consegnarla tanto nel riposto di neve in Palermo allo Spasimo , che nelle botteghe di smercio , e particolari compratori analogamente alle disposizioni del replicato Amministratore . Art . 2 . Deve l ' Appaltatore a proprie spese trasportare dalle neviere suddette fino al punto di stradone tutta la neve , che sarà per richiedergli il suddetto Amministratore a schiena di mulo , e dal punto di stradone fino in Palermo con appositi carri , anche a sue spese , che debbonsi trovare in detto punto di strada allo arrivo delle mule , onde la neve , che devesi trasportare soffra il minor sfrido possibile , ed arrivi al più presto in Palermo ; al quale oggetto l ' appaltatore è obbligato a mantenere a disposizione del detto Amministratore numero sessanta mule pcl trasporto suddetto . Art . 3 . L ' Appaltatore dovrà eseguire in ogni giorno dalla Montagna della Pizzuta , ovvero da quella di Busambra fino al punto della strada rotabile tutti quei viaggi , che abbisognano , onde fornire ai carri , che come sopra si è detto , debbonsi trovare nella strada , di tutta quella neve , che dal detto Aministratore sarà stata richiamata ...
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Elenco dei Senatori stati nominati nelle Provincie Siciliane da S . M . in udienza del 20 corr . : Ruggiero Settimo , Principe Romualdo Trigona di S . Elia , Principe Torremuzza , Principe Pandolfina di S . Giuseppe , Professore Michele Amari , Principe di S . Cataldo , Marchese Spedalieri . Barone Bruca , Conte Sommatino dei Principi di Butera , Giuseppe Lella , Marchese di Gregorio , Marchese di S . Giuliano
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Mi sono recato talune sere ai Colli onde fare delle osservazioni benché solo , trovandosi in Firenze l ' Abb . Pirrone , che altre volte mi ha assistito . Fra tutte ne ho fatto tre , che sono , io credo , molto approssimate . Mi sono servito del Refrattore costruito a Monaco , che ha 72 pollici di fuoco e 52 di apertura , che non è però montato parallatticamente ; per cui ho fatto le osservazioni col micrometro circolare ove sono passate le comete , e la stessa di confronto . Se la cometa è nuova , ovvero di quelle calcolate , saranno primi a darne giudizio i grandi Osservatori . Da principio sembrava quella di Carlo V , che si è veduta due volte , e si attendeva nel 1848 , ma potrebbe essere più facilmente quella del 1807 . Il suo moto da principio fu molto rapido ; comparì nella costellazione della Lince , indi passò nell ' Orsa Maggiore , e poscia nel Dragone ; benché il 4 e 5 non potei fare osservazioni , credo , però , che fu in uno di detti giorni che toccò il 67° grado boreale all ' incirca ; mentre ora però è molto scemata detta declinazione . L ' istessa , di giorno in giorno si va allontanando sì dalla terra che dal sole , e non passerà molto tempo che si renderà invisibile ad occhio nudo ....
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Il Pretore della città di Palermo . Visti i regolamenti del Consiglio edile ; Ritenuto che molte strade principali di questa città si trovano oggi ricostruite in miglior forma , e rifatte , tra le quali sono precisamente annoverate le seguenti : via Butera , via Alloro , via di Casaprofessa e Ponticello , via di S . Agostino al Crocifisso di Lucca , via Montevergine e Gelso , strada della Bara all ' Olivella sino al Monte di Santa Rosalia , stradone S . Antonino ; Volendo recare un provvedimento tale che riesca a togliere ogni causa di danneggiamento delle strade che trovansi riformate , non che delle altre che vanno a riformarsi : ORDINA 1 ) Tutti i proprietari delle case , le quali fiancheggiano la strada Macqueda non che le altre di sopra notate , nel termine improrogabile di tre mesi a contare da oggi , faranno incanalare le grondaie delle loro case nei modi e nelle forme stabilite dal Consiglio edile , cui prima presenteranno gli analoghi disegni per l ' approvazione ... 4 ) I Senatori delle Sezioni , ciascuno per la parte che lo riguarda , cureranno la esecuzione della presente ordinanza . Palermo , 1 aprile 1861 . II Pretore : Duca DI VERDURA