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Siccome era stato precedentemente annunziato , il 2 giugno alle 5 p . m . avea luogo la solenne funzione di collocare la prima pietra dello scalo della ferrovia fuori la porta S . Antonino . Nel sito designato dalla pianta che venne qui inviata dal Ministero dei Lavori Pubblici , erasi nel breve tempo concesso agli apparecchi , innalzato un grande ed elegante padiglione e di fianco un gran palco , per accogliere gl ' invitati . La Guardia Nazionale chiudeva il recinto formando un gran rettangolo di là dal quale era una grande massa di popolo tranquillo e giulivo . Nel centro del recinto stava un grosso cubo di pietra tenuto in sospeso da un argano . All ' ora indicata convenivano nel padiglione S . E . il Luogotenente Generale del Re Cav . Della Rovere col suo seguito , S.E. Rev.ma Monsignor Naselli Arcivescovo di Palermo accompagnato dal suo clero , tutte le autorità civili e militari , ed una eletta di cittadini di ogni ordine e di eleganti signore . L ' Arcivescovo avendo rivestito gli abiti del suo ministero , secondo le prescrizioni del rituale , seguito dai suoi chierici , avanzavasi insieme al Luogotenente del Re dinanzi allo scavo sul quale pendeva la pietra . Ivi il Segretario Generale dei Lavori Pubblici pronunziò un discorso , dopo il quale Monsignore Arcivescovo recitò le preghiere e benedisse la pietra . Indi Sua Eccellenza il Rappresentante del Re versò nella fossa un cucchiaio di calce . Venne compilato verbale del fatto dal Notaro di Casa Reale , il quale fu sottoscritto dal Luogotenente , dall ' Arcivescovo , dai Segretari Generali , e da molte altre autorità presenti alla cerimonia .
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Questura della città e Circondario di Palermo . IL QUESTORE Ad evitare gl ' inconvenienti che possonsi sperimentare in pregiudizio del pubblico in occasione del passeggio delle carrozze tanto nello stradone della Libertà , che al Foro Italico Dispone Art . 1 . Il passeggio delle carrozze nello stradone della Libertà , e lungo il Foro Italico , sarà sempre in due file , le quali tanto allo andarsi dalla città , che al ritornare , dovranno sempre tenere la destra , lasciando nel centro uno spazio sufficiente . Art . 2 . Le carrozze che vorranno fermarsi potranno farlo nel seguente modo . Quelle che passeggiano nello stradone della Libertà si fermeranno sulla propria diritta alla estremità dello stesso stradone , che divide questo dal viale alberato destinato alla passeggiata a piedi . Quelle che vanno al Foro Italico potranno fermarsi sempre sulla propria diritta , cioè parte rasente la panchina , e parte nello spazio limitrofo a quello destinato pel passeggio delle carrozze , e sempre ad una conveniente distanza . Art . 3 . La passeggiata nello stradone della Libertà si estenderà sino al palazzo del signor Duca di Realmena , e quella nel Foro Italico sino alla casina del principe di Cutò , salvo prolungarsi , qualora il numero delle carrozze sia così eccedente da portare ostacolo al libero cammino . Art . 4 . Il passeggio delle carrozze alla Marina nelle ore serotine sarà eseguito collo stesso ordine , se non che nel solo intervallo in cui l ' orchestra suonerà dei pezzi di musica , è permesso alle carrozze che vorranno fermarsi innanzi al teatrino di praticarlo con raddoppiare le file e lasciando sempre al centro lo spazio sufficiente a potere le due file ordinarie proseguire la passeggiata . Finito il pezzo di musica le carrozze fermate riprenderanno il corso seguendo la propria direzione per rimettersi nelle fila ordinarie , e non potranno retrocedere , se non giunte alla distanza di 300 passi dal teatrino . Art . 5 . I cocchieri contravventori alle suddette disposizioni soggiaceranno ad una multa ai termini dell ' articolo 39 delle leggi penali che resta fissata in tarì dieci . I recidivi oltre della multa saranno sottoposti alla pena della detenzione ai sensi dell ' art . 36 suddette leggi
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Questura della Città e Circondario di Palermo . IL QUESTORE Nello scopo di far conservare la pubblica decenza , in occasione dei bagni nelle acque del mare ; Dispone Art . 1 . Tutti coloro che vorranno bagnarsi rimpetto l ' abitato all ' Acquasanta , o nella spiaggia di Romagnolo , debbono praticarlo in mutande . Art . 2 . È però assolutamente proibito di bagnarsi anche in mutande , lungo la passeggiata della Marina , dal punto della scogliera che guarda la sinistra di Porta Felice , sino alla casina del Principe Cutò . Art . 3 . Tutti coloro che vorranno bagnarsi in luoghi prossimi alle camere dei pubblici bagni , dovranno pure essere in mutande . Art . 4 . È vietato a chiunque , ancorché fosse in mutande , di avvicinarsi a nuoto alle camere dei bagni . Art . 5 . I contravventori saranno puniti colla detenzione ai termini dell ' articolo 36 LL . PP . Art . 6 . Gli Ispettori di Sezione , tutti gli Agenti di Pubblica Sicurezza , e specialmente l ' arma dei Reali Carabinieri , sono incaricati della esatta esecuzione della presente ordinanza . Art . 7 . I Comandanti della forza armata sono invitati a prestar braccio forte in caso di bisogno .
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Il 1° del novello anno , verso le ore 3 pom . videsi in vari punti del detto Comune un aggirarsi inquieto e minaccioso di parecchi individui armati ; e sulla via Garibaldi presero specialmente a tirarsi molte fucilate alle grida di « abbasso la leva , morte ai liberali , viva la repubblica » . Di un subito si vide anche inalberata una bandiera rossa . Il Delegato di Pubblica Sicurezza accorse coraggioso unitamente a un suo figlio , tentando colla parola ridurre al dovere i tumultuanti ; per tutta risposta ebbero tratti addosso molti colpi di fucile , e furono ben fortunati a rimanerne illesi . Accorsero a quella scarica i pochi Carabinieri Reali colà stanziati e il Giudice di Mandamento ; ma , visto voltarsi il fuoco anche contro loro , furono nella necessità d ' indietreggiare , e di ricoverarsi l ' uno in casa dei signori Coppola , e gli altri nella loro caserma . Poco dopo i medesimi Carabinieri si trovavano aggrediti , circondati , sopraffatti dal numero , disarmati nella detta caserma . I tumultuanti si dirigevano in seguito contro la casa del Comandante della Guardia Nazionale . Attaccato da presso , oppone quel prode quella resistenza che la certezza di una morte vicina sa ispirare a ' generosi . Fu sparso il suo sangue , ed insieme quello di una giovane figlia . Per mano di feroci assassini la casa andò in fiamme . Andò ugualmente in fiamme la casa della famiglia Asaro , che diede altre vittime al loro furore . Poi furono manomessi e bruciati l ' Ufficio e l ' Archivio Comunale , l ' Ufficio Doganale , la Cancelleria Mandamentale : seguì la uccisione del sig . Antonio Calandra , e l ' incendio dell ' abitazione del medico dottor Calandra ; al Percettore fu tolto il numerarlo che trovavasi in cassa di oltre a 200 ducati . Così passavasi quella luttuosa notte ; all ' alba del 2 le grida di « morte ai liberali » ricominciarono a frustare le vie . Dopo lungo stormeggiare qua e là senza freno né scopo , alle ore 10 a.m. i tumultuanti assalivano a fucilate la casa del delegato di Sicurezza Signor Fundarò , il quale , trovando inutile ogni resistenza , rendevasi vinto a quell ' orda frenetica , che con angoscioso alternare gridava morte e grazia a vicenda . Il SottoPrefetto di Alcamo , che fino a quell ' ora nessuna notizia aveva ricevuto di quelle deplorabili scene , al primo annunzio spediva persona ad indagare il vero stato delle cose , con obbligo di riferirne a ' RR . Carabinieri , Militi a cavallo e truppa di linea da cui l ' avrebbe fatto seguitare . Lungo il cammino si poté veramente conoscere come la sommossa avesse un carattere alquanto grave , e il Maresciallo de ' Carabinieri inchinava al consiglio di chi dissuadeva dal cimentarsi in sì scarso numero . Il Comandante de ' Militi a cavallo signor Varvaro , spinto a improvviso ardire , spronò con quattro de ' suoi verso la città ; sperava che la voce e la presenza di lui , nella sua qualità di pubblico ufficiale , imporrebbe a que ' tristi ; ma ne fu crudelmente deluso al suo ingresso , e pagava colla propria vita e con quella di due de ' propri compagni una troppa generosa fiducia . La Luogotenenza Generale del Re in Palermo ebbe il primo avviso degli scoppiati tumulti alle ore 5 p . m . del giorno 2 per dispaccio di Alcamo , partito da quella città alle ore 4 . E fu immantinente disposto e co ' mezzi più celeri che il battaglione di linea , il quale , reduce da Trapani , era in Calatafimi , marciasse su Alcamo e Castellammare con truppa e con a bordo il Maggior Generale Quintini , a cui si diede il comando di tutte le forze . Le truppe imbarcate sul « Monzambano » arrivarono alle 4 della mattina del 3 , ma lo sbarco non si operò che a giorno . È falso che da ' tumultuanti si fosse cercato impedirlo con due piccoli pezzi di artiglieria . Le truppe misero piede a terra senza opposizione . Avanzatesi nel paese , furono aggredite a fucilate ; si rispose vivamente ; ridottisi su per la sovrastante montagna , i tumultuanti ne furono sloggiati con alcuni colpi di cannone tratti dal « Monzambano » e dall ' « Ardita » . Nello scontro avuto fu a deplorare acerbamente la morte del bravo capitano Mazzetti , e quella di un sergente de ' bersaglieri , oltre le ferite toccate ad un uffiziale e taluni soldati . Il battaglione di Calatafimi era intanto arrivato in Alcamo verso il mezzogiorno del 3 . Non avendo preso cibo né riposo , dové fermarsi quivi alcun poco ; e partitosi non prima delle ore 2 e mezzo p . m . arrivava in Castellammare presso alle ore 6 . Il SottoPrefetto marciava colla vanguardia di quel battaglione . Giunto in Castellammare , trovò già l ' ordine ristabilito , ordinato il disarmo ; seppe inoltre che sei de ' colpevoli , presi colle armi alle mani e in atto di far fuoco contro le truppe , furono fucilati ; di costoro tre non vollero palesare il loro nome , uno fu un tristo prete imbrancatosi fra quella sanguinaria ribaldaglia . Le cure tanto del nominato SottoPrefetto che dell ' onorevole Maggior Generale Quintini si sono quindi rivolte a dare ordine e norma per le indagini politiche e per la punizione dei rei . Si è stabilita una commissione composta del giudice , del Sindaco , del Delegato , e da due altri onesti cittadini per la ricognizione di coloro che possansi lasciare rientrare impuni nel paese . Si è ordinato al Sindaco di convocare immediatamente la Giunta e il Consiglio Municipale per le operazioni richieste dalla urgenza del Comune .
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L ' Istituzione della Cassa Centrale di Risparmio di queste Siciliane provincie è un fatto compiuto . Il Luogotenente Generale del Re , Conte di Pettinengo , ricorrendo l ' anniversario di quel memorabile giorno , il quale delle genti d ' Italia fece una sola famiglia , ne decretò l ' organamento ; egli stesso accompagnato ieri da eletti cittadini e da funzionarii volle far bella di sua presenza la solenne cerimonia che apriva il Gran Libro del popolo , e che tramutando in proprietarii l ' artigiano , il lavoriero , il proletario , provvede a quei bisogni talvolta fatali , in cui sventure inaspettate sommergono in un tratto numerose famiglie . Non più solenne , non più commovente potea tornare la cittadina cerimonia e bellamente ne compieva gran parte il discorso inaugurale del Direttore Prof . Bruno . Ripetere in questa congiuntura gl ' innumerevoli vantaggi di questa eminentemente benefica e moralizzatrice istituzione sarebbe un fuor di luogo , ma pur futile a me non sembra il rammentare che l ' uomo che vive dell ' esile prodotto delle sue fatiche , l ' artigiano cui è dato cibarsi di un pane bagnato dal sudore della sua fronte trovano là in quella cassa un mezzo sicuro come crearsi coi più piccoli risparmii di che onestamente sostenere la loro famigliola , allorché spossato dagli anni e dalla fatica l ' inerte braccio non potrà più rispondere agl ' impulsi del cuore e della mente ; potrà egli un giorno , il proletario , quando chiamato da Dio al suo eterno bacio vedrassi cinto il letto dalla sposa e dai figli , andar tranquillo e calmo all ' eterno riposo , perché i risparmi delle sue fatiche cumulati in quella cassa lo faran certo che alla vedova e agli orfani non mancherà il pane .
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Ora si conosce la vera ragione della morte dell ' elefante che Menelik regalò a S.M. Umberto I e che questi donò al Municipio di Catania . La grotta in cui la bestia fu messa era buia , umida e l ' elefante era nutrito di erbaccie malsane . Si deplora il modo poco conveniente con cui si curò questo bellissimo dono meraviglia del giardino Bellini
REGNA IL BUON UMORE! ( SERAO MATILDE , 1906 )
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Nei nostri uffici di amministrazione regna un vivace buonumore . Sono ormai due mesi , che i nostri pochi ma intelligentissimi e zelantissimi impiegati lavorano furiosamente e gaiamente , a questo complicato affare di registrare migliaia e migliaia di abbonamenti : e non hanno preso e non prendono riposo . Pure , sono allegri ! Anzi tutto , essi che partecipano a tutte le speranze belle e a tutte le già belle realtà del giornale , si sono racconsolati ed esaltati , dinnanzi a questo vertice splendido che esso ha raggiunto : è anche naturale che qualche modesto ma securo e stabile compenso , sia venuto a premiare , in essi , tanta fede e tanta devozione : ciò , è vero , era loro dovuto , ma ha fatto loro , come comprenderete , un certo piacere ! Infine , essi sono pieni di buonumore . E ne hanno , anche , da una quindicina di giorni una ragione costante . Da che il Capo venerato e temuto del MATTINO Venite , adoremus ha stampato quell ' affare del colosso bonario , con relativi peli di barba strappati o non strappati , lo spirito di tutti i nostri abbonati vecchi e nuovi , si è giocondamente sfrenato , e non arrivano dodici lire , o centoventi lire , o milleduecento lire , in amministrazione , senza che l ' abbonato non dichiari nella targhetta di abbonamento , o nelle targhette , o a voce , che egli , così intende strappare un pelo o molti peli alla barba del Colosso ! E chi dichiara di averne strappato cinque , di peli : chi sostiene che la barba del Colosso ha venticinque peli di meno , a Guardia Sanframondi ; che ne ha quarantadue di meno ad Ariano di Puglia ; che a Cava dei Tirreni ben sessantasette peli mancano al Colosso : e così , dappertutto ! Abbiamo una collezione di queste lettere , di queste targhette , di queste dichiarazioni : ed esse formano l ' ilarità di chi le legge e di chi le ascolta . Alcuni ci hanno mandato , o portato la loro fascetta di ex abbonati del MATTINO lo nomino in ginocchio , come è giusto con questa dichiarazione : pelo strappato al Colosso , dopo cinque anni di fedeltà ! Infine la cosa è diventata così generale , che gli impiegati di amministrazione , in un accesso di buonissimo umore , hanno messo questo cartellone , nelle stanze ove si ricevono gli abbonati : QUI SI STRAPPANO PELI DALLA BARBA DEL COLOSSO Chiunque viene ad abbonarsi , ancora , potrà leggere questo cartellone . Irrispettoso , è vero : ma sincero : e allegro !
LASSÙ, LASSÙ... ( SERAO MATILDE , 1906 )
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Il Signor misericordioso , che tutto vede , ha voluto , evidentemente , metterci la sua mano , ieri , per rendere più bella la festa che , ad invito del comm . Tito Ricordi , s ' è fatta a Giacomo Puccini , lassù lassù , sulla verde collina del Vomero , da Pallino . Non mai una giornata di gennaio è stata così tiepida , non mai un cielo iemale così serenamente azzurro : era , ieri , tutta una fasta di mare e di sole , e pareva che dai rami nudi , per gli orti dispersi , dovessero , per un miracolo di primavera nova , sbocciare rose , a miriadi ... E intorno a Giacomo Puccini s ' è raccolta , festante , una larga schiera di musicisti , di letterati , di artisti , di ammiratori , infine ; e la più vibrante gaiezza ha accompagnato il lieto banchetto , in cui i tradizionali vermicelli alle vongole rappresentavano l ' espressione più gustosa e pittoresca dell ' ospitalità napoletana . Col sole e col brio , ieri , hanno fatto tutti onore , egualmente , all ' autore della Butterfly ed alla cucina napoletana ; e i musicisti hanno mangiato come tanti critici d ' arte , e i critici si sono punzecchiati a vicenda come tanti musicisti , e i letterati hanno intavolato dei duetti col pollo arrosto , da fare arrossire degli artisti di canto , che , per compenso , si sono sfogati sul gateau come dei poeti decadenti ... L ' entusiasmo assolveva tutti da ogni peccato , anche da quello di intonare delle canzonette napoletane , come si è fatto quando la consueta troupe dei posteggiatori è venuta a rievocare le dolcezze di Marechiaro e di Spingole francese , accompagnata dalle voci più diverse e più stonate che eccezione fatta per i nostri ottimi artisti di San Carlo possa riunire un banchetto ... E , con lo champagne , s ' è data la stura ai brindisi : a cominciare da quello esclusivamente ... mimico del principe di Sirignano , che ha avuto l ' abilità di tessere la più alata strofa a Giacomo Puccini ... a bocca chiusa , come il coro della Butterfly al finale del secondo atto suscitando , per questo suo silenzio ... gestito il più entusiastico successo , a quello di Emanuele Gianturco , pieno di bella poesia , con un saluto anche alla gloriosa casa Ricordi e al benemerito cav . de Sanna ; dal brindisi nobilissimo di Tito Ricordi , che ha rivendicato alla città nostra il vanto di aver dato il gran battesimo di gloria alla suggestiva e squisita Butterfly , al brindisi sentimentale di Daniele Marrama , che , in nome e per incarico dei critici d ' arte napoletana , ha cantato un inno alla femminilità pucciniana , rievocando le creature passionali dell ' opera del Maestro , ed ha portato un saluto alle gentili intervenute inviando , infine , un voto affettuoso a colui che è stato compagno nei trionfi di Giacomo Puccini , a Giuseppe Giacosa , ancora infermo . E , poi che l ' ultimo applauso entusiastico ha coronato questo brindisi della staffa , la gaia comitiva è ritornata in città , per pigliare , più tardi , la via del Vesuvio , dove , alla pension Eremo , il principe di Sirignano ha offerto un the . E , col cader del sole , le lave che si andavano accendendo di tutti i loro riflessi incandescenti di carbonchi , hanno messa la loro vivida cornice di fiamma alla bella festa che Napoli intellettualmente ha offerto a Giacomo Puccini , il vittorioso ! GL ' INTERVENUTI Erano , al banchetto , invitati dal comm . Tito Ricordi : Giacomo Puccini ; Giuseppe Martucci ; la signora Monti Baldini ; la signorina I . Mannarini ; il principe di Sirignano ; l ' on . Emanuele Gianturco ; il cav . Roberto de Sanna ; il conte Gennaro Mirabelli ; il conte V . Capasso ; il conte Carafa ; l ' on . Luigi Simeoni ; il comm . Giacomo Retz ; il cav . A . Monaco ; il cav . Augusto Laganà ; il maestro Ettore Panizza ; il signor Marcello Orilia ; Salvatore di Giacomo ; Giulio M . Scalinger ; Daniele Marrama ; Saverio Procida ; Gaspare di Martino ; Francesco dell ' Erba ; Diego Petriccione ; il cav . Carlo Clausetti ; Vincenzo Labella ; Ottavio de Sica ; Alberto Sannia ; A . Scandiani ; P . Wulmann ; G . Niola ; Stefano ed Alberto Donaudy ; i maestri : Carelli ; Alessandro Longo ; Florestano Rossomandi ; Enrico de Leva ; Oscar Palermi ; Ernesto Marciano ; Sigismondo Cesi ; Quaranta ; de Senna ; d ' Atri ; Massimino Perilli ; E . Cortile ; Umberto Mazzone ; Alagna ; il signor Neuberg ; il signor Miceli ; e qualche altro .
GEORGES HÉRELLE ( SERAO MATILDE , 1906 )
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Tutti i grandi giornali di Francia e tutte le grandi riviste , sovra tutto le due più grandi la « Revue de Deux Mondes » e la « Revue de Paris » vedono apparire questo nome noto , stimato e amato nell ' alta letteratura francese : Georges Hérelle . E la preconizzata , desiderata , sospirata unione fra la Francia e l ' Italia , deve a questo scrittore , a questo poeta immensamente ! Giacché questo scrittore e questo poeta , che ha una cattedra di filosofia a Bayonne , ma che è , prima di ogni altro , un conoscitore della lingua e dell ' arte letteraria italiana come nessun altro mai , che è uno scrittore francese di una purezza e di una bellezza indicibile di stile , ha messo tutto il suo spirito , tutta la sua anima vibrante a dare , in francese , una veste di arte , di poesia , di grazia alle maggiori opere di Gabriele d ' Annunzio , di Antonio Fogazzaro , di Matilde Serao . Traduttore ? Ah no , no , il vocabolo non dice che poco e male ! Georges Hérelle è un fratello d ' arte , è un ' anima gemella che tutto comprende , che tutto rende : e ogni più recondita beltà di stile è ragionata da lui e riprodotta , leggiadramente : e ogni sentimento è reso con efficacia : e tutta , tutta quanta l ' opera d ' arte di Gabriele d ' Annunzio , di Antonio Fogazzaro , di Matilde Serao ha , per Georges Hérelle , in Francia , come una novella vita . Poeta , egli è , come chi scrisse il romanzo , il dramma , la novella ; poeta egli è , nell ' intendere e nel rendere , mirabilmente : poeta , tanto da commuovere colui che , da lui è interpretato ed espresso , in francese . I tre romanzieri italiani debbono a Geroges Hérelle la loro gloria francese in gran parte ; ed è poca cosa , la croce della Legione d ' onore che gli fu data , per compensarlo di aver fatto conoscere , in Francia , Gabriele d ' Annunzio , Antonio Fogazzaro e Matilde Serao : ma è immensa , invece , l ' ammirazione , che egli ha , in sua vita modesta , appartata e taciturna . E in questo momento Georges Hérelle pubblica due romanzi , in Francia : Après le pardon di Matilde Serao che è cominciato , ieri l ' altro , nella Revue de Paris : e il Santo di Antonio Fogazzaro nella Revue de Deux Mondes : e queste due traduzioni sono due perfette , mirabili opere di arte !
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Sul primo numero dell ' « Osservatore Cattolico » i buoni lettori ameranno di leggere una parola di istruzione e conforto nelle circostanze presenti . Noi l ' abbiam scritta in capo all ' articolo , noi la ripetiamo altamente : Coraggio , o cattolici . Nel tramestio di tante opinioni e aspirazioni contrarie , nella lotta così fieramente impegnata oggidì fra la verità e l ' errore , nello stato di incertezza e pericolo in cui versa presentemente quasi tutta l ' Europa , avviene purtroppo che molti eziandio dei migliori cattolici cadano sfiduciati e si condannino a quella inazione , che tanto vantaggio arreca ai loro avversari e tanto danno alla causa cattolica . Non saremo noi quelli che veggano in color di rosa la situazione presente . L ' immoralità diffusa per mezzo di tristi libelli , di licenziosi giornali , di ciniche caricature , di osceni teatri , l ' eresia operosa ed audace là dove in altri tempi non avrebbe osato mostrarsi , la ribellione alla Chiesa , l ' intrusione illegittima del potere laicale nelle appartenenze di essa , la guerra alla sua autorità , alle sue istituzioni , ai suoi possessi ; l ' odio fanatico contro tutto ciò che è soprannaturale e rivelato ; la dimenticanza e lo sprezzo dei primi principi dell ' onestà naturale , sono , non lo dissimuliamo , una congerie di spaventosissimi mali . Ma noi non vorremmo che i buoni se ne addolorassero a segno di perdere la fiducia di un più lieto avvenire , di chiudersi nella prigione di un cuore timido e angustiato , di consumare il tempo in rimpianti inutili , obbliando i motivi che pure hanno di confortarsi e sperare . La Chiesa non può perire ; la navicella di Pietro galleggerà sempre sulle onde infurianti , perocché Dio lo ha promesso e Dio non muta . Sieno pure le nazioni un gran corpo piagato dalla pianta del piede sino alla sommità del capo ; non è egli scritto che Dio ha fatto sanabili le nazioni ? Se , girando intorno lo sguardo , vediamo ancora l ' antica fede durare più ferma ed operosa nelle lotte terribili , se vediamo il ridestarsi del laicato cattolico e il suo affratellarsi nel bene col sacerdozio ; se vediamo l ' episcopato mirabilmente concorde e unito col Sommo Pastore , quale non fu giammai in tutti i secoli andati , possiamo noi disperare di tempi migliori ? L ' eccesso medesimo della infelicità che aggrava e costringe alle lagrime la cattolica Chiesa non è egli ordinato da Dio a farci sentire più vivamente il nostro nulla e le nostre miserie , a provare la nostra fede , a persuaderci con un trionfo a suo tempo che la Chiesa è più forte dei suoi nemici , che Dio si ride dei fremiti e delle macchinazioni degli uomini , che niente è impossibile a Chi disse ai flutti del mare : Fin qui e non più oltre . Che se l ' errore si scatena ora più ardito , se moltiplica le sue violenze , se getta perfino il manto dell ' ipocrisia , e nuovi nemici di Cristo tentano nuovi assalti e prorompono in nuove bestemmie , si è perché ha il presentimento che poco gli rimane di tempo , che è giunta l ' ora decisiva , che è al punto di essere schiacciato o di schiacciare . Essere schiacciato ? Lo sia per il meglio di coloro stessi che insensati o colpevoli cammineranno nelle sue vie . Perocché a parte la politica , che non è il nostro precipuo assunto , noi invochiamo la pace nella pratica della giustizia , il bene del prossimo , la prosperità della patria , il trionfo della Chiesa di Gesù Cristo . Schiacciare ? No , non mai . Chi conosce le promesse di una Bontà e Potenza infinita , chi confida nella Misericordia e nella Giustizia , chi crede alle comunicazioni del cielo colla terra , non può neppure un istante accogliere il dubbio che il mondo rigenerato dell ' Uomo - Dio possa ritornare preda dell ' antico serpente . Ma la nostra poca fede e la nostra pusillanimità , ponno demeritarci la protezione del cielo e ritardare il trionfo della religione . Coraggio dunque , o cattolici , coraggio nel nome del Signore , colle armi della giustizia a destra ed a sinistra .