Miscellanea ,
"
Tutto
è
stato
per
me
un
passare
tra
la
vita
per
giungere
a
completare
la
mia
anima
"
.
Tozzi
Premessa
Nel
presentare
un
nuovo
volume
del
Tozzi
non
ci
dovrebbe
essere
bisogno
di
aggiungere
parola
,
se
non
,
forse
,
per
spiegarne
le
origini
,
o
le
intenzioni
di
chi
ne
curò
la
stampa
.
Notando
le
incertezze
o
inesattezze
di
alcuni
giudizi
susseguitisi
in
molti
giornali
e
riviste
,
mi
sono
accorta
della
necessità
di
dare
a
conoscere
meglio
il
Tozzi
a
coloro
che
per
giudicare
della
sua
arte
debbono
riferirsi
unicamente
ad
opere
le
quali
,
perché
appartenenti
tutte
a
periodi
di
travaglio
e
di
lotta
,
dovrebbero
considerarsi
,
piuttosto
,
in
quanto
a
valore
psicologico
,
indici
di
stato
d
'
animo
transitori
che
di
realtà
spirituale
permanente
.
Distinzione
che
non
viene
fatta
quasi
mai
;
così
,
mentre
concorde
è
il
riconoscimento
della
perfezione
di
espressione
e
di
forma
raggiunta
nell
'
arte
dal
Tozzi
,
da
pochi
è
ammesso
che
questa
eccellenza
,
anzi
che
il
frutto
di
gravi
studi
o
paziente
tirocinio
,
sia
prima
di
tutto
,
in
ogni
sua
caratteristica
-
come
lucidità
scultorea
del
pensiero
,
acutezza
d
'
analisi
,
sincerità
di
sentimento
,
ecc
.
-
rivelazione
non
dubbia
di
una
poderosa
potenza
creatrice
,
predestinata
immancabilmente
ad
affermarsi
in
opere
di
valore
spirituale
universale
,
se
all
'
autore
fosse
stato
concesso
il
tempo
,
o
data
la
possibilità
,
di
compiere
la
propria
evoluzione
interiore
e
di
fermarsi
sulle
acquistate
certezze
.
Specialmente
,
guardando
all
'
opera
pubblicata
,
non
si
pensa
abbastanza
che
del
Tozzi
si
ha
,
si
può
dire
,
un
solo
periodo
di
produzione
e
relativamente
breve
;
perché
anche
le
cose
scritte
prima
:
Con
gli
occhi
chiusi
(
1912
)
,
Ricordi
di
un
impiegato
(
1910
)
,
ecc
.
,
furono
stampate
nel
1918
e
1920
,
ed
ebbero
,
perciò
,
nell
'
ultimo
rimaneggiamento
,
più
o
meno
,
l
'
impronta
di
questo
periodo
unico
.
E
in
quali
condizioni
d
'
animo
naturali
potesse
trovarsi
allora
il
Tozzi
per
potere
essere
obbiettivo
,
basti
,
tra
il
resto
,
pensare
che
,
artista
precoce
-
come
dal
presente
volume
-
avendo
al
sogno
d
'
arte
sempre
sacrificato
e
sottoposto
tutto
se
stesso
,
non
riusciva
che
allora
,
cioè
al
suo
trentaquattresimo
anno
d
'
età
,
e
soltanto
per
raccomandazione
,
a
farsi
aprire
i
battenti
di
una
Casa
Editrice
importante
!
Per
un
autore
fecondo
come
lui
-
lavorava
di
getto
,
con
vena
prodigiosa
,
riempiendo
cartelle
dietro
cartelle
quasi
le
ricevesse
dettate
-
ma
per
cui
il
consenso
o
successo
era
condizione
base
se
non
all
'
impeto
creativo
certamente
alla
facilità
di
produrre
,
ciò
che
questo
significò
non
è
facilmente
computabile
.
Ad
aiutare
,
dunque
,
uno
studio
sul
Tozzi
più
esteso
e
fedele
intesi
che
bisognava
pubblicare
altri
documenti
;
e
,
il
più
possibile
,
diretti
,
perché
non
si
avesse
sospetto
di
parzialità
o
di
esagerazione
.
Dovevano
,
quindi
,
necessariamente
,
essere
pagine
del
Tozzi
stesso
e
anche
,
per
quanto
si
poteva
,
libere
da
preoccupazioni
d
'
arte
.
Il
mio
primo
disegno
fu
di
comporre
con
dei
frammenti
inediti
,
scelti
tra
i
più
soggettivi
,
una
specie
di
autobiografia
.
Ma
,
cominciata
la
scelta
da
le
lettere
che
sono
quelle
che
formano
la
seconda
parte
del
presente
volume
,
mi
avvidi
che
sarebbero
state
esse
sole
sufficienti
a
dimostrare
limpidamente
l
'
anima
vera
del
Tozzi
.
Però
,
non
si
potevano
pubblicare
isolate
per
più
motivi
:
anzitutto
,
non
davano
della
vita
dell
'
autore
che
un
periodo
breve
;
poi
,
non
vi
era
abbastanza
sviluppata
la
parte
narrativa
,
e
,
infine
,
potevano
non
convincere
,
perché
troppo
esclusivamente
passionali
.
Mentre
,
indecisa
,
pensavo
al
modo
migliore
,
da
scegliere
,
per
completare
il
lavoro
,
inaspettatamente
venne
in
mio
contatto
una
persona
che
aveva
conosciuto
il
Tozzi
diciannovenne
.
Erano
stati
amici
,
ma
poi
,
separati
dalle
circostanze
,
dal
1903
non
si
erano
più
incontrati
,
e
né
l
'
uno
aveva
saputo
dell
'
altro
.
Risale
a
quell
'
epoca
lontana
uno
studio
analitico
sull
'
arte
del
Tozzi
fatto
da
questa
stessa
persona
,
sulla
sola
base
di
alcune
lettere
scritte
dal
Tozzi
ad
una
ignota
:
Annalena
;
e
da
esse
date
a
quest
'
amico
appunto
per
averne
un
giudizio
.
Lettere
che
egli
copiò
senza
che
il
Tozzi
né
l
'
Annalena
lo
sapessero
mai
.
Sono
quelle
che
formano
il
primo
gruppo
del
presente
,
di
cui
non
si
hanno
più
gli
originali
perché
distrutti
dal
Tozzi
con
altre
,
poco
dopo
scritte
.
Si
deve
,
dunque
,
alla
chiaroveggenza
del
caso
,
alla
devota
e
disinteressata
ammirazione
di
un
amico
che
esse
si
siano
conservate
e
concesse
a
integrare
la
presente
raccolta
.
Sono
le
più
importanti
perché
dell
'
epoca
la
più
remota
e
perché
appunto
in
esse
l
'
autore
si
è
lungamente
indugiato
a
descriversi
per
riuscire
a
farsi
conoscere
dall
'
ignota
alla
quale
scriveva
.
Con
l
'
insieme
dei
due
gruppi
,
così
,
si
ha
l
'
evolversi
di
quasi
tutta
la
prima
giovinezza
del
Tozzi
(
quella
che
si
può
dire
,
è
la
parte
fondamentale
della
vita
d
'
ogni
uomo
)
la
meno
conosciuta
,
dov
'
è
già
,
però
,
la
rivelazione
sicura
della
sua
inconfondibile
personalità
,
se
anche
adombrata
dalle
influenze
degli
autori
preferiti
.
Personalità
,
che
,
se
porta
le
stimmate
certe
delle
passioni
e
dei
sentimenti
che
si
dovranno
sviluppare
in
corso
di
tempo
e
farlo
soffrire
tanto
,
porta
anche
scolpiti
i
caratteri
di
quella
forza
con
la
quale
trionferà
poi
sempre
d
'
ogni
contagio
:
la
bontà
semplice
e
schietta
dell
'
animo
.
Perché
,
se
è
vero
che
Egli
fu
senza
remissione
e
più
che
non
si
creda
,
esposto
a
risentire
e
soffrire
tutte
le
influenze
,
le
più
disparate
,
a
partirsi
dalle
sensuali
e
passare
per
tutte
le
deviazioni
dello
spirito
(
dalle
nichiliste
-
tra
cui
le
reazionarie
cattoliche
e
le
reazionarie
bolsceviche
-
alle
malate
di
misticismo
nordico
;
dall
'
intellettualità
pretenziosa
e
gretta
di
provincia
alle
raffinatezze
ambiziose
dei
cerebrali
intriganti
della
capitale
;
dalla
mondanità
frivola
fino
alle
compiacenti
esibizioni
spiritistiche
)
;
è
pure
anche
certo
che
si
trattò
sempre
di
aberrazioni
momentanee
,
le
quali
se
lo
turbarono
non
lo
modificarono
,
mai
,
sostanzialmente
.
Nella
scelta
dei
brani
,
oltre
lo
scopo
fondamentale
,
cercai
di
raggiungere
anche
quello
di
una
lettura
che
interessasse
per
se
stessa
:
da
qui
la
forma
a
diario
e
la
concessione
di
alcuni
particolari
non
strettamente
necessari
.
Dichiaro
che
nella
compilazione
delle
note
non
guardai
tanto
a
una
chiarificazione
immediata
quanto
all
'
occasione
che
mi
si
porgeva
per
sottolineare
sentimenti
o
fatti
d
'
importanza
biografica
.
Vinsi
la
naturale
ritrosia
a
pubblicare
pagine
intime
con
la
coscienza
di
un
dovere
da
compiere
:
quello
di
restituire
al
Tozzi
,
e
alla
sua
più
nobile
fama
,
cosa
che
gli
appartiene
.
Del
resto
considero
impossibile
sbagliare
:
di
attori
,
in
quest
'
opera
come
in
qualche
altra
del
Tozzi
,
ce
n
'
è
uno
solo
:
l
'
autore
.
Non
m
'
illudo
che
la
storia
troppo
ingenua
e
semplice
,
passi
senza
incontrare
sogghigni
:
roba
d
'
altri
tempi
,
roba
superata
!
Ma
le
generazioni
non
nascono
adulte
.
Ci
sono
dei
giovani
oggi
;
ci
saranno
domani
-
e
tra
essi
il
figlio
di
Tozzi
.
A
loro
dedico
il
libro
.
EMMA
TOZZI
Parte
prima
Da
Siena
,
a
Siena
27
novembre
1902
(
A
)
.
Veramente
non
dovrei
scriverle
,
dal
momento
che
alla
mia
prima
lettera
Ella
non
ha
né
meno
risposto
...
Ma
non
posso
ritenere
il
vivo
desiderio
che
ho
di
comunicare
così
con
una
donna
che
io
non
conosco
,
forse
trasportato
dalla
novità
stessa
di
questo
fatto
.
Le
dissi
che
avrei
desiderato
essere
uno
fra
i
suoi
corrispondenti
,
per
avere
agio
di
studiare
il
carattere
di
una
giovane
donna
.
Riconosco
di
aver
mostrato
troppo
rudemente
il
mio
scopo
facendolo
apparire
privo
di
ogni
grazia
.
Spero
di
rimediare
con
la
presente
dicendole
che
io
vorrei
conoscere
le
sue
impressioni
su
l
'
arte
senese
;
intendo
dire
su
quanto
di
artistico
esiste
in
Siena
,
specialmente
nelle
chiese
,
dove
si
trovano
veramente
tesori
di
pitture
e
di
sculture
quasi
obliati
dall
'
indifferenza
.
Io
che
ho
diritto
di
chiamarmi
un
artista
,
come
Ella
potrebbe
riconoscere
accettando
la
mia
proposta
,
ho
passato
molto
tempo
a
contemplare
tali
capolavori
,
rapito
nell
'
idea
istessa
che
l
'
artista
aveva
saputo
infondere
nel
suo
soggetto
.
Vorrei
che
Ella
mi
dicesse
-
per
esempio
-
l
'
affresco
tale
che
trovasi
nella
chiesa
tale
,
mi
piace
specialmente
perché
ha
questa
maniera
,
ecc
.
Riconosco
che
così
non
le
posso
essere
chiaro
.
Ma
in
ogni
modo
Ella
dev
'
essere
capace
di
afferrare
il
mio
concetto
e
di
apprezzarlo
.
Le
scrivo
in
un
momento
in
cui
non
potrei
fare
di
meglio
perché
(
glielo
voglio
dire
)
sono
in
un
...
caffè
dove
,
d
'
intorno
a
me
,
si
giuoca
,
si
grida
,
si
bestemmia
,
si
sputa
...
Un
mio
amico
m
'
interrompe
per
voler
sapere
quello
che
io
scrivo
,
ma
con
un
pugno
lo
ricaccio
al
suo
posto
e
continuo
a
scrivere
,
Questo
accenno
rapidissimo
le
darà
così
un
'
idea
del
mio
modo
di
fare
facendole
conoscere
un
lembo
della
mia
vita
e
in
qual
ambiente
si
svolga
.
Ma
non
mi
creda
un
triviale
!
Nella
rozzezza
degli
atti
esteriori
,
conservo
intatta
la
purità
della
mia
anima
a
cui
non
giungono
se
non
le
armonie
...
(
1
)
4
dicembre
1902
.
Non
ho
potuto
rispondere
subito
alla
sua
grata
perché
mi
trovavo
fuori
di
Siena
a
tessere
uno
dei
più
deliziosi
idillii
con
la
mia
...
Mimì
(
B
)
.
Quindi
sono
certo
di
trovare
presso
di
lei
il
perdono
e
il
desiderio
di
spendere
un
altro
soldo
per
scrivermi
un
'
altra
volta
.
Ecco
:
io
penso
che
Ella
abbia
notato
quella
mano
mentre
stava
pregando
.
Non
è
vero
?
Se
così
è
,
non
posso
lodarla
come
religiosa
né
non
ammettere
che
Ella
sia
una
brava
e
intelligente
signorina
come
se
ne
trovano
poche
.
Non
per
la
ragione
di
aver
rilevato
quel
grossolano
difetto
di
figurazione
,
che
sarebbe
ben
poca
cosa
;
ma
perché
da
quello
facilmente
si
comprende
come
i
suoi
occhi
devono
essere
animati
da
una
curiosità
nobilissima
(
2
)
.
Quel
dipinto
del
Casolani
è
uno
dei
peggiori
,
sia
pel
colorito
che
pel
disegno
.
Non
sono
stato
a
rivederlo
dopo
la
sua
lettera
per
una
ragione
semplicissima
,
che
dietro
i
vetri
delle
finestre
che
sono
lì
di
fronte
alla
chiesa
,
potrebbe
esservi
la
fronte
ridente
di
Annalena
.
Però
mi
ricordo
bene
della
chiesa
.
Anzi
le
dirò
che
se
io
fossi
un
credente
non
andrei
a
pregare
lì
dentro
.
Per
me
ci
vorrebbero
delle
chiese
più
grandi
,
capaci
di
darmi
impressione
ed
immagini
.
S
.
Quirico
(
parlo
della
chiesa
)
è
un
aborto
dell
'
arte
.
Che
potevan
far
di
più
il
Salimbeni
,
il
Casolani
e
magari
anche
il
Vanni
?
Per
me
questi
tre
artisti
e
i
minori
che
furono
della
scuola
loro
,
non
meriterebbero
di
essere
ricordati
.
Badiamo
:
a
proposito
del
Vanni
parlo
di
quello
che
ha
dipinto
a
S
.
Quirico
e
non
dell
'
altro
che
ha
lavorato
anche
in
Duomo
nella
cappella
di
S
.
Ansano
,
alla
sinistra
di
chi
entra
,
al
lato
dell
'
altar
maggiore
.
Il
Salimbeni
poi
è
il
più
incapace
di
tutti
.
Basta
vedere
i
lavori
che
ha
fatto
nella
Chiesa
di
S
.
Spirito
.
Che
roba
!
Degna
di
stare
vicina
alle
carceri
.
Il
Casolani
ha
qualche
cosa
di
buono
.
Per
esempio
,
al
Carmine
c
'
è
il
supplizio
di
S
.
Bartolommeo
,
che
,
toltane
la
troppa
aridezza
,
è
riuscito
lodevolmente
.
Questa
volta
le
scrivo
tra
una
forchettata
e
l
'
altra
di
pasta
al
sugo
e
non
ho
avuto
voglia
di
consultare
alcun
libro
o
le
mie
note
,
per
sfoggiare
il
mio
patrimonio
artistico
.
Ho
scritto
così
alla
buona
,
distendendo
in
periodi
quello
che
mi
veniva
a
mente
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
la
prego
a
riscrivermi
,
indicandole
di
visitare
la
Chiesa
del
Convento
dell
'
Osservanza
,
quasi
l
'
unica
che
accolga
bellezze
artistiche
di
diverse
scuole
.
Ci
vada
.
Non
badi
al
fango
.
Poi
me
ne
parli
.
Il
prossimo
lunedì
andrò
alla
Posta
.
Badi
:
non
mi
faccia
fare
il
viaggio
invano
.
8
dicembre
1902
.
Per
tutto
il
fascino
che
sento
per
lei
mi
perdoni
quello
che
sono
per
scrivere
!
Questa
volta
non
la
terrò
allegra
,
son
certo
.
Non
tutti
i
giorni
della
mia
vita
hanno
il
riso
della
giovinezza
e
la
gioia
di
un
cuore
soddisfatto
.
Una
volta
gli
angeli
scendevano
volentieri
dai
loro
troni
lucenti
per
consolare
gli
uomini
,
ma
ora
,
ohimè
,
la
sola
leggenda
ci
rimane
per
rimpiangerli
.
Io
devo
,
signorina
,
lavorare
più
di
lei
.
Ella
forse
nel
lavoro
trova
una
soddisfazione
,
le
sue
mani
sui
fiori
di
qualche
ricamo
,
hanno
più
fortuna
delle
mie
.
A
Lei
la
tranquillità
soffusa
nel
salottino
elegante
,
nella
luce
temperata
e
nel
tepore
:
a
me
,
Ella
lo
indovina
,
una
stanza
brutta
assai
volgare
,
per
valermi
di
un
aggettivo
di
moda
,
dove
solo
i
miei
sogni
pieni
di
fantasmi
e
di
suggestioni
come
le
visioni
pallide
di
frati
medioevali
,
danzano
intorno
vanamente
.
Se
Ella
mi
vedesse
con
la
fronte
posata
dentro
il
cavo
trepido
di
una
mano
,
guardare
dolcemente
lungo
le
righe
d
'
una
pagina
stampata
,
inseguendo
nel
volo
ardente
e
silenzioso
della
mia
anima
una
immagine
incantevole
,
oh
!
Ella
non
riderebbe
!
I
miei
segreti
,
Ella
non
li
conosce
;
ed
è
bene
.
Ho
bisogno
di
dirle
che
le
mie
lettere
sono
come
le
stoffe
orgogliose
che
coprono
l
'
ossa
d
'
un
disperato
?
Forse
Ella
non
mi
crederebbe
.
Ma
è
così
.
Sì
,
nella
corsa
ardente
della
mia
vita
,
che
pulsa
nelle
mie
vene
irrequiete
e
anelanti
,
nel
pensiero
angoscioso
che
m
'
invade
,
mi
troverebbe
or
dubbioso
,
scettico
,
magari
beffardo
.
Ma
non
lo
sono
.
Anch
'
io
ho
bisogno
più
d
'
altri
della
finzione
,
della
finzione
che
piace
,
sa
!
Ella
pensa
:
questo
...
Rodolfo
ha
bisogno
d
'
un
soldo
?
Io
le
rispondo
gridando
:
no
,
no
!
Ho
bisogno
d
'
illusioni
,
io
che
penso
con
Max
Nordau
che
l
'
illusione
è
il
migliore
dei
beni
dello
spirito
umano
.
Come
vede
,
sono
contento
di
un
paradosso
!
Ride
?
Il
fumo
del
mio
ponce
è
un
'
evanescenza
che
sale
nell
'
Invisibile
...
Le
mie
digestioni
-
molto
differenti
dalle
sue
,
o
signorina
-
sono
necessarie
-
sono
la
base
prima
del
Necessario
...
Come
vede
,
questo
misticismo
,
a
cui
pochi
credono
,
mi
domina
interamente
.
Ride
?
Io
invece
mi
faccio
più
serio
.
Conosce
il
Cyrano
?
-
Diamine
!
Allora
queste
parole
non
le
possono
essere
sfuggite
:
".............non,
merci
!
Mais
...
chanter
,
Rêver
,
rire
,
passer
,
être
seul
,
être
libre
,
Avoir
l
'
oeil
qui
regarde
bien
,
la
voix
qui
vibre
,
Mettre
,
quand
il
vous
plaît
,
son
feutre
de
travers
,
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
..
N
'
écrire
jamais
rien
qui
de
soi
ne
sortît
,
Et
modeste
,
d
'
ailleurs
,
se
dire
:
mon
petit
,
Sois
satisfait
des
fleures
,
des
fruits
,
même
des
feuilles
,
Si
c
'
est
dans
ton
jardin
à
toi
que
tu
les
cueilles
!
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
..
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
..
Déplaire
est
mon
plaisir
.
J
'
aime
qu
'
on
m
'
haïsse
"
.
Ora
,
meno
il
suo
intelletto
o
il
...
suo
naso
,
io
ho
il
cuore
di
Cyrano
!
Se
ho
scritto
le
due
lettere
in
un
caffè
e
in
una
trattoria
,
non
è
perché
io
passi
tutto
il
giorno
a
bere
caffè
o
a
mangiare
porzioni
di
pasta
asciutta
,
ma
perché
scrivendole
lì
,
mi
piaceva
di
più
.
Mi
vuole
più
sincero
?
Lo
so
,
a
volte
,
anzi
spesso
,
la
sincerità
non
piace
alle
donne
,
perché
essa
ha
la
disgrazia
di
essere
troppo
rude
;
per
Annalena
dovevo
fingermi
un
elegante
col
naso
pieno
di
aromi
e
co
'
baffi
tirati
in
su
...
Ma
che
vuole
,
io
conosco
e
gusto
altri
passatempi
!
E
poi
-
ci
creda
-
non
è
questione
di
volgarità
,
è
questione
...
d
'
appetito
.
Con
ciò
,
si
capisce
,
io
non
voglio
urtarmi
con
lei
.
Se
mi
scappa
qualche
sgarbatezza
mi
perdoni
,
ché
all
'
infuori
della
mia
Mimì
non
conosco
altre
donne
.
Ci
crede
?
Non
posso
spiegarmi
.
Lasciamo
andare
le
chiese
!
Stiamo
pure
all
'
aria
libera
,
respirando
liberamente
altre
aure
.
Per
un
momento
posso
lasciare
anche
il
diletto
dell
'
arte
religiosa
,
ché
poco
danno
me
ne
viene
.
Ma
non
ci
partiamo
dall
'
arte
.
E
dicendo
così
,
questa
volta
,
intendo
di
esprimermi
in
una
concezione
latissima
che
tutte
le
forme
dell
'
arte
comprende
.
Le
piace
notomizzare
con
me
questa
manifestazione
dell
'
intelletto
?
Posso
essere
importuno
e
insistente
quanto
lo
è
una
zanzara
,
ma
non
per
questo
cedo
alla
speranza
d
'
avere
corrispondenza
con
Lei
!
Le
pare
?
Nel
tempo
che
scrivo
una
lettera
non
sento
manco
il
freddo
della
mia
stanza
!
11
dicembre
1902
,
ore
18
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sì
,
io
credo
che
ella
m
'
abbia
compreso
e
che
desideri
conoscere
a
fondo
tutto
il
segreto
dell
'
anima
mia
,
con
la
voluttà
ingenua
di
una
innamorata
.
Ed
io
l
'
appagherò
con
la
fede
di
un
mistico
.
Però
,
che
mai
abbia
da
pentirmi
dell
'
orecchio
d
'
Annalena
!
Le
mie
lettere
saranno
come
i
petali
della
mia
anima
,
strappati
l
'
uno
dopo
l
'
altro
e
sparsi
in
grembo
ad
una
donna
che
lo
sconosciuto
mi
fa
somigliare
a
una
nova
Melisenda
,
non
di
Tripoli
.
E
parlerò
ancora
di
quella
Mimì
perché
Ella
,
nel
profilo
morale
,
colga
gl
'
incanti
di
una
giovine
che
non
disdegnerebbe
ad
amica
.
Ma
creda
a
tutto
quello
che
io
le
scrivo
!
La
menzogna
m
'
appare
come
il
peggiore
dei
mostri
,
che
dell
'
alito
pestifero
dell
'
umanità
vive
e
si
nutre
.
Ma
la
credo
immortale
e
invincibile
come
lo
erano
quelle
antiche
Sfingi
che
gli
Orientali
avevano
create
in
una
delle
loro
aberrazioni
fantastiche
e
che
,
pur
tuttavia
,
sovrastavano
fatalmente
a
'
destini
degli
uomini
.
Oggi
queste
Sfingi
non
sono
morte
.
Vivono
spiritualmente
nelle
nostre
abitudini
viziose
,
ne
'
nostri
pensieri
,
e
il
bagliore
de
'
loro
occhi
spaventa
i
buoni
.
Per
questo
non
amare
la
verità
?
Ah
,
no
;
mai
!
Mi
attorciglio
ad
essa
,
come
un
'
edera
che
sfida
primavere
ed
inverni
.
Con
me
,
un
'
altra
pianta
intreccerà
le
foglie
e
dall
'
alto
guarderà
eternamente
il
cielo
,
rapita
nell
'
estasi
di
tanta
bellezza
.
Ed
Ella
?
(
3
)
13
dicembre
1902
,
ore
20
.
Quando
sono
per
scriverle
non
mi
preoccupo
mai
di
ritrovare
l
'
intonazione
precedente
;
non
sono
io
che
comando
,
ma
le
mie
passioni
che
lascio
passare
come
un
pastore
assopito
guarda
l
'
acqua
che
corre
.
Così
,
a
seconda
del
diverso
umore
in
cui
mi
trovo
,
esse
sono
tristi
o
liete
,
dolci
o
amare
,
odiose
o
amorevoli
.
In
fondo
,
si
capisce
,
sono
sempre
il
medesimo
:
soltanto
il
campo
marginale
della
mia
coscienza
è
quello
che
si
muta
,
perché
esposto
direttamente
alle
impressioni
esteriori
;
ma
,
naturalmente
,
il
mio
io
non
oscilla
.
Stasera
,
per
esempio
,
sono
più
disposto
ad
esporre
un
'
analisi
psicologica
,
che
a
cercar
fiori
in
immagini
e
fantasmi
.
Ciò
dipende
dal
fatto
che
tutto
il
giorno
ho
letto
un
libro
dello
psicologo
americano
James
,
ossia
Gl
'
ideali
della
Vita
.
Mi
riuscirebbe
imperfetto
e
faticoso
cambiare
tal
modo
di
associare
le
idee
mie
...
Forse
,
nel
corso
della
lettera
,
pensando
specialmente
che
io
sto
scrivendo
ad
una
signorina
,
e
che
non
devo
sperdermi
inutilmente
in
discussioni
di
un
'
indole
disadatta
,
è
facile
che
lentamente
ritorni
a
quello
che
mi
piace
di
più
:
alla
poesia
.
Se
ciò
non
chiama
sincerità
io
non
so
quello
che
dovrò
dire
.
Perché
è
un
caso
curioso
che
a
me
,
forse
più
sincero
di
ogni
altro
(
per
carità
non
pensi
che
io
voglia
dir
male
d
'
alcuno
)
,
Ella
non
sappia
trovare
un
sentimento
completo
di
fiducia
.
O
quella
Mimì
?
Io
non
l
'
avrei
più
portata
in
campo
se
Ella
,
nella
seconda
lettera
,
mi
pare
,
non
l
'
avesse
creduta
...
È
stato
per
un
bisogno
istintivo
di
protezione
e
di
difesa
che
io
ho
speso
alcune
parole
,
per
essa
.
Del
resto
la
mia
Mimì
,
che
non
potrebbe
né
meno
immaginare
d
'
occupare
l
'
attenzione
sua
,
non
l
'
avrei
più
tolta
dal
segreto
ripostiglio
del
mio
cuore
.
E
le
dà
da
pensare
?
Perché
?
Veda
,
se
Ella
non
mi
credesse
ancora
quello
che
realmente
sono
,
sa
che
farei
?
Rinuncerei
da
me
stesso
ad
ottenere
una
corrispondenza
,
ed
invece
del
solito
pseudonimo
metterei
il
mio
nome
senza
timore
e
senza
vergogna
.
La
prego
di
non
dirmi
più
a
quel
modo
,
che
lo
faccio
da
vero
!
In
quanto
poi
ad
essere
caduto
in
varie
contraddizioni
non
mi
pare
giusto
,
anzi
sono
certo
del
contrario
,
ché
ho
la
coscienza
d
'
aver
parlato
sempre
sinceramente
.
Mi
chiede
Ella
:
perché
con
tanta
insistenza
cerca
di
mettersi
meco
in
relazione
se
ha
la
possibilità
di
espandere
in
un
altro
cuore
fidato
i
tesori
della
sua
anima
?
Questa
domanda
non
doveva
essere
fatta
.
Le
chiedo
io
:
perché
con
tanta
insistenza
cerca
di
non
mettersi
meco
in
relazione
se
ha
la
possibilità
di
espandere
in
un
cuore
fidato
i
tesori
della
sua
anima
?
Probabilmente
come
le
rispondo
io
,
ossia
...
stando
zitta
!
Ora
,
perdoni
la
troppa
confidenza
che
mi
prendo
con
queste
chiacchiere
(
o
ragionamenti
se
vuole
)
,
ma
non
ne
posso
fare
a
meno
dal
momento
che
Ella
non
mi
ha
risparmiato
.
Scommetto
che
questa
volta
mi
trova
...
di
un
altro
carattere
...
È
vero
?
Di
un
carattere
pessimo
,
un
po
'
acre
,
disadorno
.
Oh
,
non
tutti
i
giorni
sono
uguali
!
Oggi
mi
vesto
di
lana
ché
nevica
;
domani
di
tela
,
ché
splende
un
bel
sole
:
ma
le
vesti
sono
sempre
le
mie
.
Una
volta
scrivendo
a
un
mio
amico
e
parlandogli
del
mio
primo
amore
(
che
allora
da
poco
tempo
avevo
perso
e
che
era
passato
dinanzi
a
gli
occhi
abbagliati
del
mio
cuore
come
un
astro
nella
notte
profonda
della
mia
ingenuità
)
tra
le
altre
cose
io
gli
dicevo
:
"
È
tanto
dolce
il
primo
amore
!
Ignoriamo
la
donna
e
la
si
ama
per
conoscerla
.
Questa
ingenuità
da
Dafni
è
così
soave
che
non
si
dimentica
più
.
I
primi
baci
!
Il
mistero
che
si
svela
!
Sorprese
della
gioventù
sempre
rosee
!
Quando
la
si
guarda
negli
occhi
,
che
ebbrezza
!
La
mia
donna
aveva
gli
occhi
neri
;
ma
io
non
sono
stato
mai
capace
di
scrutarli
perché
m
'
abbagliavano
e
tremavo
.
Se
io
dovessi
descrivere
il
suo
viso
non
potrei
.
Ne
ho
avuta
sempre
,
una
sensazione
scompigliata
,
meravigliosa
.
Ecco
:
chiudendo
gli
occhi
la
rivedo
,
ma
non
bene
.
Riconosco
la
guancia
tanto
bianca
come
un
petalo
di
rosa
,
e
la
bocca
leggermente
rosea
,
sempre
atteggiata
ad
un
sorriso
calmo
,
incantevole
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Deliziosa
!
Deliziosa
!
Fa
che
ti
ribaci
,
che
le
mie
mani
scorrano
sui
tuoi
capelli
tanto
neri
,
pieni
di
profumi
come
fiori
selvaggi
:
pieni
di
dolcezze
ignote
.
Ma
tu
non
arrossisci
più
,
quando
mi
vedi
.
Io
ti
sono
indifferente
.
È
vero
?
Pensi
che
me
ne
dolga
?..."
Non
so
a
lei
che
impressione
hanno
fatto
queste
parole
;
a
me
,
rileggendole
prima
e
riscrivendole
,
sono
parse
non
più
vere
,
anzi
esagerate
.
Ora
devo
forse
dire
che
due
anni
fa
,
scrivendole
,
non
ero
sincero
?
La
risposta
non
è
dubbia
.
Potrei
riportare
a
mio
comodo
una
infinità
di
documenti
psicologici
,
ché
io
ho
la
buona
abitudine
di
fermare
,
ogni
giorno
,
su
la
carta
,
quello
che
è
passato
nella
mia
anima
.
E
tutti
questi
documenti
proverebbero
come
non
solo
da
un
anno
ad
un
altro
si
cambia
interiormente
,
ma
come
di
giorno
in
giorno
le
nostre
associazioni
intellettive
si
trasformino
evolvendosi
in
poco
tempo
;
e
che
quindi
il
nostro
carattere
,
pur
rimanendo
fermo
sostanzialmente
l
'
io
,
assuma
tante
forme
quante
sono
le
circostanze
esteriori
e
cause
interiori
che
entrano
in
giuoco
a
modificarlo
.
Un
'
altra
volta
,
per
esempio
,
parlare
di
queste
cose
mi
parrebbe
troppo
fatica
e
mancando
una
necessità
a
influire
su
la
decisione
della
mia
volontà
,
preferirei
o
parlare
d
'
altre
cose
o
valermi
d
'
altri
materiali
.
E
per
questo
Annalena
direbbe
che
lo
non
sono
lo
stesso
?
Adesso
le
chiedo
scusa
della
noia
che
devo
averle
procurata
.
Lo
so
,
certe
conversazioni
richiedono
uno
sforzo
particolare
d
'
attenzione
che
snerva
e
che
spiace
.
Ma
...
la
colpa
è
un
po
'
sua
!
In
ogni
modo
Le
prometto
però
che
in
seguito
terrò
tutt
'
altro
contegno
.
Specialmente
quando
avrò
anch
'
io
qualche
segretuccio
di
Lei
.
Non
è
vero
?
Dunque
...
m
'
assolva
.
17
dicembre
1902
,
ore
18
.
Giobbe
avrebbe
avuto
meno
pazienza
di
me
!
Tuttavia
non
mi
sono
adirato
della
sua
letterina
,
perché
l
'
ho
trovata
abbastanza
spiritosa
;
e
lo
spirito
mi
piace
,
specialmente
quando
in
parte
...
è
meritato
.
Perciò
le
dico
subito
quello
che
ho
creduto
o
sperato
e
credo
e
spero
di
trovare
in
Annalena
.
Ecco
:
un
giorno
Rodolfo
che
era
in
bottega
del
suo
barbiere
,
legge
...
che
c
'
è
una
signorina
senese
che
accetterebbe
corrispondenza
epistolare
(
C
)
.
Rodolfo
pensa
:
ciò
non
l
'
aspettavo
e
mi
piace
;
non
mi
perderò
sulla
scelta
dell
'
argomento
,
che
sono
felice
in
ogni
modo
quando
una
signorina
rubi
al
mio
cuore
!
E
bene
,
le
scrive
e
le
dice
:
"
vorrei
essere
uno
de
'
suoi
corrispondenti
,
per
conoscere
il
carattere
di
una
giovine
donna
"
.
Imposta
la
lettera
e
più
tardi
riflette
:
-
che
bestia
!
non
mi
risponderà
,
perché
è
impossibile
che
una
donna
risponda
a
certe
curiosità
.
Rodolfo
aspetta
due
...
tre
giorni
e
la
risposta
non
viene
.
Allora
riscrive
e
le
propone
una
discussione
su
l
'
arte
sacra
,
esistente
in
Siena
.
Peggio
che
peggio
!
Ma
non
si
perde
di
coraggio
!
propone
un
tema
più
vasto
;
una
discussione
generica
su
l
'
arte
.
Peggio
che
peggio
!
E
allora
?
Signorina
Annalena
,
a
Rodolfo
non
rimarrebbe
che
abbassare
la
coda
-
se
l
'
avesse
-
e
andarsene
.
Ma
...
no
!
In
sostanza
che
cosa
le
ha
chiesto
senza
mai
stancarsi
?
Di
confondere
i
suoi
sogni
,
di
respirare
un
po
'
di
tempo
insieme
,
di
confondere
il
rumore
dei
nostri
cuori
in
un
solo
.
Alle
conseguenze
poi
non
vi
ha
mai
pensato
.
Chi
s
'
occupa
di
certe
conseguenze
?
A
Rodolfo
l
'
onda
libera
dell
'
anima
sgorgante
senza
fine
nel
mare
delizioso
della
fantasia
;
a
Rodolfo
que
'
giuochi
di
pensiero
che
fanno
sorridere
i
più
e
che
incantano
i
poeti
,
come
i
rosignoli
i
viatori
.
Chi
s
'
occupa
del
rimanente
?
Ma
Annalena
-
ora
sono
io
che
faccio
la
domanda
-
è
da
vero
fatta
come
Rodolf
?
Se
sì
,
perché
tanti
dubbi
e
tante
riluttanze
?
Se
no
,
perché
non
troncargli
la
speranza
di
aver
trovato
quella
che
,
senza
saperlo
,
l
'
anima
di
Rodolfo
aspettava
?
Se
Rodolfio
non
avesse
trovato
tanta
opposizione
,
il
colloquio
sarebbe
già
cominciato
.
Ella
si
duole
di
non
aver
conosciute
le
sue
brame
...
La
contento
io
,
abusando
delle
confidenze
che
il
mio
protetto
Rodolfo
mi
ha
fatte
.
Egli
,
come
tutti
i
pazzi
,
ha
un
'
idea
fissa
:
la
sua
è
quella
che
un
giorno
(
tra
un
anno
,
due
...
)
avrà
potuto
comporre
(
come
egli
dice
)
un
'
operuccia
drammatica
.
Il
soggetto
della
quale
-
benché
non
ancora
ben
sviluppato
,
come
egli
lo
sente
confusamente
-
l
'
ha
già
trovato
...
Ed
ora
su
ciò
mi
permetta
di
non
fare
più
altre
parole
,
ché
se
Rodolfo
lo
sapesse
guai
a
me
!
Ma
le
dirò
,
per
darle
un
documento
abbastanza
prezioso
su
di
lui
,
che
egli
è
iscritto
nel
partito
socialista
e
che
...
non
dico
altro
,
altrimenti
lo
riconosce
subito
!
Ora
è
contenta
?
Deve
anche
comprendere
che
se
Rodolfo
non
ha
un
carattere
ben
delineato
e
fermo
dipende
prima
di
tutto
dalla
sua
età
(
19
anni
)
e
dagli
studi
che
hanno
su
di
lui
una
grande
influenza
morale
,
a
seconda
degli
autori
di
cui
studia
il
pensiero
(
D
)
.
Deve
anche
comprendere
che
Rodolfo
non
ha
una
coltura
completa
,
benché
abbia
scorazzato
assai
,
più
che
nell
'
italiano
,
nella
letteratura
francese
e
tedesca
.
Adesso
la
parola
alla
signorina
Annalena
!
Dalla
camera
n
.
22
,
dell
'
albergo
de
'
Tre
Re
.
-
21
dicembre
1902
.
Per
una
strana
necessità
mi
trovo
in
questo
albergo
da
cinque
giorni
e
non
ne
sono
uscito
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Che
ho
fatto
in
questo
tempo
?
Che
fo
?
Da
un
amico
mi
sono
fatto
prestare
le
opere
drammatiche
di
Shakespeare
e
me
le
sono
lette
una
dietro
l
'
altra
,
con
l
'
avidità
insaziabile
di
un
assetato
.
A
punto
,
quando
ho
letto
la
sua
graditissima
lettera
,
stavo
ripassando
quell
'
immortale
monologo
di
Amleto
che
comincia
con
le
parole
:
Essere
ovver
non
essere
!
Da
quello
ho
subito
ricavato
...
il
tema
per
intavolare
la
nostra
conversazione
,
scartando
concezioni
scientifiche
o
religiose
o
morali
,
e
dicendo
è
più
bello
pensare
quel
mistero
che
noi
chiamiamo
anima
,
immortale
o
mortale
?
(
4
)
Amleto
dice
:
"
Morir
-
dormire
...
e
nulla
più
;
-
del
core
La
tortura
finir
con
questo
sonno
,
E
i
mille
strazi
che
natura
fece
Eredità
di
carne
.
Unico
è
dunque
La
putredine
amor
!..."
Questo
principe
infelice
preferisce
dunque
l
'
idea
di
una
morte
pagana
?
Lasciamo
andare
il
suo
particolare
umore
e
le
cagioni
che
l
'
hanno
indotto
a
ragionare
così
-
ché
da
un
caso
speciale
non
potremmo
trarre
un
concetto
generico
-
;
ma
badiamo
a
ciò
che
egli
dice
dopo
:
"
Chi
mai
vorria
La
sfera
e
l
'
onte
sopportar
del
tempo
,
Dell
'
oppressor
gli
oltraggi
,
o
del
superbo
La
contumelia
,
di
schernito
amore
L
'
angoscie
,
il
duro
della
legge
indugio
,
E
l
'
insolenza
de
'
ministri
,
e
il
vile
Dispregio
,
onde
ogni
tristo
al
paziente
Merito
insulta
,
s
'
ei
potesse
appena
Con
la
punta
saldar
dello
stiletto
Le
sue
partite
?
"
E
poi
continua
in
altre
considerazioni
concludendo
:
"
Se
non
fosse
il
terror
di
qualche
cosa
Dopo
la
morte
?
"
Vuol
dire
che
mettendoci
nelle
condizioni
patologiche
d
'
Amleto
veniamo
a
pensare
che
la
fede
nell
'
immortalità
dell
'
anima
è
bella
,
poiché
in
essa
si
nutre
la
speranza
di
una
vita
ineffabilmente
migliore
.
E
se
non
ci
fosse
questa
credenza
?
Che
forse
alcuno
più
sopportare
vorrebbe
la
sferza
e
l
'
onta
del
tempo
,
gli
oltraggi
dell
'
oppressore
,
ed
altre
sofferenze
e
calamità
?
Io
credo
di
sì
.
Anzi
tutto
,
per
prova
di
fatto
,
ché
pochi
credenti
si
consolano
mettendosi
dinanzi
agli
occhi
della
mente
il
panorama
del
paradiso
;
ma
tutti
trovano
nell
'
effondere
,
o
nella
puerizia
o
nella
gioventù
,
gl
'
incanti
dei
propri
desiderî
,
delle
splendide
speranze
,
gli
abbagli
delle
illusioni
,
la
tenerezza
di
un
affetto
,
il
godimento
fisico
di
una
bella
giornata
o
di
una
camminata
o
di
un
altro
piacere
,
la
soddisfazione
intellettuale
,
il
cibo
delizioso
all
'
istinto
di
conservarsi
in
vita
.
Ma
ciò
non
è
propriamente
nello
svolgimento
del
tema
.
Domandando
se
è
più
bella
l
'
immortalità
o
la
mortalità
dell
'
anima
,
voglio
indagare
qual
'
è
il
sentimento
che
ci
piace
,
se
quello
che
proviene
dalla
percezione
intellettiva
d
'
un
vivere
eterno
o
se
quello
del
contrario
.
Una
volta
,
dopo
aver
sofferto
una
lunga
malattia
-
ero
ancora
in
convalescenza
-
mi
capitò
di
trovarmi
solo
in
camera
.
Non
so
perché
guardandomi
nello
specchio
i
miei
occhi
si
inumidirono
ed
io
mi
volsi
a
guardare
un
piccolo
crocifisso
d
'
avorio
che
stava
su
la
parete
della
stanza
.
M
'
era
balenato
,
senza
che
l
'
aspettassi
,
il
fantasma
della
morte
e
con
esso
avevo
sentito
empire
il
mio
spirito
di
un
terrore
indicibile
.
Per
un
momento
mi
parve
di
aspirare
quell
'
odore
sacro
di
cadavere
,
e
vidi
le
mie
mani
farsi
ceree
e
m
'
immaginai
steso
in
un
letto
di
fiori
e
la
stanza
piena
di
fiamme
di
torce
.
Sentii
anche
piangere
mia
madre
e
mio
padre
,
la
donna
di
servizio
,
una
giovinetta
che
allora
amavo
e
due
amici
.
Strana
cosa
?
Pur
morto
non
avevo
perduto
i
sensi
!
Anzi
ero
contento
di
sapere
quello
che
intorno
a
me
si
faceva
.
Ma
poi
quando
pensai
che
mi
avrebbero
chiuso
dentro
una
cassa
e
portato
al
cimitero
,
dove
tante
volte
avevo
riso
e
scherzato
,
e
che
io
perdevo
tutto
,
cominciai
a
piangere
e
dicevo
rivolto
al
Cristo
:
-
"
Perché
,
perché
son
nato
?
Fammi
vivere
"
.
E
in
quel
momento
ero
pieno
di
dolcezza
e
di
umiltà
.
Oh
,
se
avessi
sperato
in
un
'
altra
vita
!
Ma
non
lo
potevo
perché
troppo
possente
era
il
distacco
da
tutto
quello
che
i
miei
occhi
avevano
veduto
.
E
quel
tormento
interiore
durò
lungo
tempo
.
Finalmente
mi
assopii
sopra
una
poltrona
:
quando
mi
svegliai
non
conservavo
che
un
ricordo
spaventoso
,
ma
tanto
lontano
che
presto
svanì
.
Oggi
quando
la
mia
anima
si
lascia
afferrare
da
quel
fascino
doloroso
dell
'
ignoto
,
ho
le
medesime
pene
.
Sembrami
di
scendere
per
una
spirale
senza
fine
,
spinto
a
viva
forza
dal
destino
,
udendo
il
grido
affannoso
di
mille
disperati
che
,
come
me
,
spariscono
in
quella
tomba
eternamente
aperta
in
cui
il
rumore
dei
nostri
corpi
rotolanti
,
a
pena
giunge
all
'
orecchio
.
E
fino
a
quando
?
Rivedremo
un
dì
le
nostre
ossa
?
E
i
nostri
teschi
ritorneranno
a
parlare
?
Oh
,
abissi
spaventosi
!
Oh
,
infinito
maligno
!
De
Musset
gridava
:
"
Réponds
-
moi
,
toi
qui
m
'
as
falt
naître
,
Et
demain
me
feras
mourir
!
"
Ma
nessuna
voce
rispose
.
Muto
è
il
cielo
,
muto
è
il
suo
Creatore
.
Siamo
dunque
dannati
come
un
gregge
di
pecore
a
guardare
stupidamente
la
terra
?
Ah
,
perché
,
o
Mistero
,
io
posso
vederti
e
non
posso
comprenderti
?
Perché
la
mia
anima
giunge
fino
a
te
,
anzi
è
desiosa
di
sentire
il
tuo
alito
che
le
dà
i
brividi
della
più
alta
voluttà
?
Sei
tu
un
'
allucinazione
del
pensiero
che
t
'
insegue
?
La
mia
Mimì
,
un
giorno
che
m
'
ero
lasciato
prendere
da
queste
tetre
fantasticherie
,
mi
chiuse
le
labbra
con
un
bacio
;
ed
io
non
vi
pensai
più
.
Soave
bocca
!
...
Ma
Ella
,
signorina
,
aspetta
la
mia
risposta
,
non
è
vero
?
Eccola
:
per
me
,
che
non
posso
credere
ad
una
vita
spirituale
eterna
(
pur
non
ritenendola
impossibile
)
è
penoso
ma
bello
il
pensare
che
la
nostra
anima
finirà
.
Attendo
la
sua
critica
.
Badi
però
-
come
Ella
vede
-
ho
escluso
dal
mio
sentimento
ogni
influenza
religiosa
o
atea
;
quindi
non
vorrei
essere
frainteso
.
E
...
basta
!
Perdonerà
se
alcuna
volta
mi
scapperà
qualche
parola
sconveniente
o
impertinente
.
Ma
,
desiderando
di
esprimermi
con
quelle
forme
che
più
mi
sembrano
adatte
al
mio
pensiero
,
non
credo
di
recarle
alcuna
offesa
.
In
ogni
modo
fin
da
ora
le
chiedo
perdono
per
sempre
.
Accetto
i
suoi
patti
e
desidero
che
anche
per
parte
sua
siano
osservati
,
specialmente
quello
che
riflette
il
caso
che
uno
di
noi
fosse
conosciuto
dall
'
altro
.
Troverà
la
mia
lettera
inferiore
all
'
aspettativa
!
Specialmente
nella
prima
parte
...
Vero
?
Me
lo
dica
.
Ho
piacere
di
conoscere
l
'
impressione
che
le
mie
lettere
le
fanno
.
La
sua
m
'
è
piaciuta
immensamente
per
quello
spirito
sparso
con
tanto
criterio
nelle
sue
pagine
.
Io
non
sarei
capace
.
28
dicembre
1902
.
Oggi
parlo
d
'
una
cosa
che
ho
avidamente
provata
e
sempre
provo
:
il
bisogno
d
'
amare
.
Quest
'
altra
volta
:
il
bisogno
d
'
essere
amati
.
Glielo
dico
perché
si
tenga
pronta
e
perché
possa
dirmi
nella
lettera
sua
se
tale
scelta
di
tema
le
piace
,
ché
altrimenti
Ella
stessa
lo
cambia
in
un
altro
suo
.
La
mia
paura
è
sempre
quella
di
proporle
conversazioni
che
non
possano
interessarla
quanto
interessano
me
.
Perciò
ho
desiderio
che
Ella
scelga
i
temi
e
per
prima
li
tratti
:
sono
certo
che
il
suo
gusto
sarà
conforme
al
mio
.
Per
esempio
,
nel
parlare
del
bisogno
di
amare
,
occorre
entrare
in
certe
intimità
psicologiche
che
la
potrebbero
offendere
,
ma
io
da
buon
cavaliere
sacrificherò
volentieri
alcune
parti
dello
svolgimento
del
tema
al
rispetto
che
dovrei
portare
ad
Annalena
.
Cosi
spero
di
comportarmi
come
devo
.
Amen
!
Io
ho
sofferto
due
mesi
la
fame
.
Non
ero
in
Siena
(
E
)
;
amici
non
ne
avevo
,
perché
tutti
quelli
che
mi
era
dato
avvicinare
,
non
mi
piacevano
...
Quando
siamo
affamati
ed
è
inverno
non
si
può
stare
in
casa
.
Io
me
ne
uscivo
e
andavo
sempre
alla
campagna
,
tutto
beato
quando
un
po
'
di
sole
splendeva
.
Era
un
pezzo
che
non
mi
ero
fatto
tagliare
la
lanuggine
del
mento
e
i
capelli
avevo
lunghi
e
riccioli
;
portavo
un
cappello
nero
a
larga
tesa
e
un
pastrano
alla
...
Rodolfo
,
spelacchiato
e
scolorito
.
La
quotidiana
sofferenza
m
'
aveva
procurato
un
'
aria
di
sognatore
,
dolorosa
.
Alle
donne
non
potevo
piacere
!
(
5
)
E
poi
io
ero
in
una
città
piena
di
brio
e
di
eleganza
,
dove
anche
le
ragazze
povere
rubano
le
occhiate
ai
principi
.
Si
figuri
io
che
non
sono
principe
,
come
m
'
estasiavo
dinanzi
a
una
bellezza
!
Col
tormento
fisico
che
m
'
infiacchiva
ed
esagerava
le
impressioni
estetiche
,
io
non
ero
padrone
di
lasciarmi
cadere
in
un
vortice
d
'
idee
senza
desiderare
l
'
amicizia
di
una
di
quelle
donne
che
per
un
momento
mi
avevano
affascinato
e
poi
erano
scomparse
nell
'
ombra
della
loro
vita
.
A
volte
alcune
di
esse
-
erano
lavoratrici
-
mi
producevano
una
pena
indicibile
:
mi
pareva
che
la
loro
giovinezza
dovesse
cadere
nell
'
abbrutimento
dell
'
insaziabilità
carnale
,
sfatte
lentamente
nella
corruzione
,
come
fiori
nel
fondo
di
un
'
acqua
.
Altre
le
avrei
volute
odiare
,
perché
m
'
apparivano
cattive
,
vane
;
ma
i
loro
occhi
erano
troppo
dolci
perché
non
mi
dessero
tanta
voluttà
,
quanto
ne
basta
ad
innamorare
un
uomo
.
Quelle
brutte
?
Chi
guarda
una
donna
brutta
?
Mi
facevano
compassione
;
ma
tuttavia
avrei
desiderato
che
anch
'
esse
fossero
amate
,
con
meno
squisitezza
di
sentimento
,
ma
bonariamente
da
un
onesto
operaio
.
In
quei
giorni
io
respiravo
tutte
quante
le
dolcezze
femminee
;
amavo
infinitamente
e
astrattamente
la
donna
,
con
tutta
l
'
ingenua
passione
di
cui
è
capace
il
mio
cuore
.
Era
la
fame
?
io
non
lo
so
.
È
un
fatto
che
se
io
fossi
stato
costretto
a
non
vedere
più
una
donna
,
ne
sarei
morto
di
desiderio
.
Come
esplica
Ella
questa
sentimentalità
?
(
6
)
7
gennaio
1903
.
Ella
ha
perfettamente
indovinato
il
mio
carattere
:
io
sono
d
'
un
temperamento
nervosissimo
,
eccitabile
fino
all
'
eccesso
;
capace
di
piangere
(
io
che
sono
ateo
)
dentro
una
chiesa
,
di
tremare
al
suono
d
'
una
musica
,
d
'
avere
illusioni
e
allucinazioni
.
La
mia
calligrafia
,
s
'
ella
ha
qualche
cognizione
grafologica
,
le
confermerà
quanto
le
ho
detto
.
Di
qui
-
come
Ella
ha
bene
osservato
-
-
quell
'
iperbolico
fascino
femmineo
che
sorse
in
un
momento
in
cui
una
sofferenza
fisica
lungamente
prolungata
metteva
il
mio
organismo
in
uno
stato
anormale
.
Del
resto
,
anche
ora
,
la
donna
,
per
me
,
nuota
dentro
un
infinito
d
'
idealità
da
cui
malamente
posso
togliere
il
mio
spirito
.
E
pure
dalla
donna
non
ho
avuto
che
amarezze
.
lo
amo
teneramente
la
mia
Mimì
,
ella
pure
mi
ama
.
Ma
la
sua
bocca
spesso
è
bugiarda
...
Non
so
perché
.
Il
bisogno
d
'
amare
è
innato
in
me
;
bisogno
strano
,
amaro
,
infelice
.
Una
donna
non
mi
farà
mai
contento
.
Siccome
io
l
'
amo
secondo
i
suoi
meriti
e
sento
l
'
amoroso
dovere
di
ricompensarla
in
più
,
quanto
più
ella
accresce
il
suo
affetto
tanto
più
io
accresco
il
mio
,
già
superiore
,
e
quindi
avrò
sempre
quel
senso
di
dispiacere
che
proviamo
quando
si
crede
di
non
essere
amati
bastantemente
.
Questo
è
il
mio
supplizio
di
Tantalo
...
È
inutile
che
cerchi
guarire
i
miei
nervi
con
bagni
di
letture
filosofiche
,
non
sarò
mai
capace
ché
la
mia
volontà
in
ciò
è
fiacca
.
Vede
Ella
che
dubitava
della
mia
sincerità
,
io
le
apro
lealmente
il
mio
cuore
e
le
ho
proposto
anche
di
discutere
su
questo
male
che
è
comune
a
noi
uomini
e
che
affligge
me
con
più
forza
.
A
un
certo
punto
della
sua
lettera
-
dopo
il
consiglio
d
'
invecchiare
-
c
'
è
questa
domanda
:
"
Il
suo
dialogo
con
l
'
impiegato
postale
,
me
lo
ha
dato
per
saggio
delle
sue
qualità
drammatiche
?
"
.
Questa
è
stata
una
freccia
scoccata
con
molta
maestria
,
ma
non
a
proposito
,
poiché
non
feci
che
trascrivere
quello
che
realmente
mi
accadde
la
prima
volta
che
usai
del
nome
di
Bernardo
...
Ella
,
lo
so
,
sarebbe
curiosa
di
conoscere
fino
a
qual
grado
può
spingersi
la
mia
abilità
,
ma
io
le
giuro
che
terrò
sempre
velato
il
mio
sapere
e
nascosti
quei
pochi
(
o
molti
)
criteri
d
'
arte
che
posseggo
.
Per
carità
,
non
mi
giudichi
dalle
lettere
che
io
le
mando
!
Se
comincio
ad
analizzare
tutti
i
periodi
è
difficile
che
non
trovi
in
ognuno
almeno
una
dissonanza
di
rettorica
.
Questo
non
lo
faccio
per
irriverenza
a
Lei
,
ma
le
dico
che
quando
scrivo
una
lettera
non
mi
curo
punto
né
poco
di
quello
che
la
punta
metallica
va
segnando
su
la
carta
:
è
un
'
altra
abitudine
che
io
della
nuova
bohème
non
mi
curo
di
perdere
.
Rilegge
Ella
le
lettere
che
mi
manda
?
Io
no
.
Se
sapesse
nella
mia
vita
piena
di
avventure
curiose
quante
viole
potrei
cogliere
per
profumare
la
mia
prosa
!
Ora
non
lo
faccio
,
ma
lo
farò
in
seguito
,
quando
i
miei
criteri
in
proposito
saranno
più
definiti
.
Veda
,
io
sono
socialista
ma
il
mio
socialismo
non
è
conforme
a
quello
dei
miei
compagni
...
Così
in
tutte
le
cose
per
una
originalità
della
quale
alcune
volte
mi
dolgo
,
perché
agli
occhi
degli
uomini
che
mi
giudicano
non
posso
mostrare
chiaramente
quello
che
valgo
.
Insomma
,
a
diciannove
anni
che
si
può
fare
?
Io
non
so
,
o
Annalena
,
quanti
ne
abbia
Ella
;
certo
dev
'
essere
più
vecchia
di
me
.
Vero
?
Quando
mi
risponde
,
mi
parli
un
po
'
del
bisogno
d
'
amare
che
sente
lei
,
perché
io
non
voglio
fare
la
parte
di
un
libro
aperto
:
voglio
leggere
anch
'
io
.
Non
è
giusta
?
....
.
ora
non
mi
faccio
indirizzare
le
lettere
a
casa
da
alcuno
,
non
avendo
domicilio
fisso
;
ma
vagolando
ora
in
questo
albergo
,
poi
in
quella
casa
,
ora
a
Siena
,
ora
in
un
altra
città
.
Ricevette
due
cartoline
da
Firenze
?
11
gennaio
1903
.
Ella
ha
finito
per
conoscermi
...
Ma
perché
non
faccia
dipendere
la
gamma
scapigliata
dei
miei
sentimenti
dalla
sola
costituzione
del
mio
temperamento
le
dirò
brevemente
come
io
vivo
.
Vivo
da
gran
signore
:
da
un
certo
tempo
sono
fuori
di
famiglia
,
padrone
di
prendermi
tutti
quei
spassi
e
godimenti
che
la
miseria
concede
ad
un
giovane
.
Per
ora
sto
a
Siena
,
ma
da
un
giorno
all
'
altro
non
so
dove
andrò
.
Per
esempio
,
un
mio
amico
e
compagno
di
fede
e
di
abitudini
,
un
socialista
,
mi
ha
proposto
una
gita
di
propaganda
nell
'
Umbria
e
nel
Monferrato
,
nel
paradiso
e
nell
'
inferno
...
Lo
farò
?
Io
non
lo
so
.
-
Certo
,
per
ora
non
ho
altri
orizzonti
!
Il
mio
temperamento
vorrebbe
che
non
lo
esponessi
alle
emozioni
della
folla
e
ai
disagi
d
'
una
peregrinazione
,
compiuta
in
paesi
e
villaggi
dove
l
'
imprevisto
e
le
dure
necessità
materiali
a
cui
dovrei
sottoporlo
finirebbero
di
acutizzargli
quella
sensibilità
patologica
che
ora
di
tratto
in
tratto
a
lui
fa
capo
.
Quindi
,
con
assai
facilità
,
preferirò
rimanere
nell
'
ombra
,
in
compagnia
segreta
dei
miei
sogni
,
pago
se
qualche
anima
come
quella
di
Annalena
gentile
non
mi
dimenticherà
.
La
mia
Mimiì
La
donna
che
mi
ama
non
mi
piace
tanto
quanto
quella
che
scorgo
di
lontano
soffusa
dietro
il
velame
desiderato
dello
ignoto
.
Ed
ella
che
conosce
ormai
queste
fughe
di
tenui
faville
,
spente
nel
loro
diffondersi
per
uno
sforzo
di
volontà
negativa
,
potrà
comprendere
perché
a
volte
io
mi
soffermi
,
incerto
su
la
soglia
di
un
'
idea
e
poi
ripieghi
di
tutto
tediato
e
di
me
stesso
.
Sì
,
spesso
avviene
che
io
mi
contraddica
e
non
trovi
la
forza
di
una
decisione
;
e
così
mi
lascio
andare
in
labirinti
oziosi
(
F
)
e
non
invoco
mai
il
filo
d
'
una
Arianna
...
Ella
,
buona
,
mi
dice
:
"
Bisognerebbe
che
ella
s
'
esercitasse
all
'
esercizio
del
volere
"
.
Come
devo
fare
?
Senta
,
le
porto
un
esempio
recente
:
ieri
sera
verso
le
dieci
,
quando
ero
già
andato
a
letto
(
in
un
letto
patriarcale
dove
dorme
anche
quell
'
amico
di
cui
le
ho
parlato
)
non
so
come
mai
entrammo
a
parlare
di
spiritismo
,
di
superstizioni
,
di
terrore
e
di
arte
del
terrore
,
ripensando
alle
novelle
del
Poe
.
Fatto
sta
,
a
forza
di
raccontarci
vicendevolmente
certi
fenomeni
e
certe
leggende
eravamo
entrati
in
uno
stato
suggestivo
tremendo
.
Bastava
che
il
canterano
scricchiolasse
perché
il
mio
cervello
udisse
il
digrignare
maligno
d
'
uno
di
quei
spiriti
che
la
mia
fantasia
aveva
creato
...
Avevo
la
pelle
d
'
oca
!
!
Il
mio
amico
,
del
pari
,
era
invaso
dalla
paura
del
terrore
e
la
sua
voce
,
quasi
attraversata
da
un
insolito
brivido
,
mi
faceva
fremere
.
...
Nel
buio
percepivo
dei
fiocchi
fosforescenti
,
ondeggianti
,
prima
piccoli
,
poi
grandi
,
prima
stretti
,
poi
lunghi
,
della
lunghezza
meravigliosa
d
'
uno
spettro
.
Chiudevo
gli
occhi
e
allora
vedevo
dei
limoni
tagliati
,
poi
un
teschio
d
'
oro
,
poi
una
corona
di
lauro
verde
e
rossa
,
una
grande
bandiera
nerastra
,
dei
punti
turchini
,
dei
fiocchi
,
delle
donne
,
degli
occhi
,
dei
gatti
,
dei
mostri
,
una
statua
greca
,
una
girandola
vaporosa
,
una
luce
lontana
,
un
panno
,
un
orecchio
...
Ed
il
cervello
mi
doleva
sotto
la
fronte
fredda
.
Il
racconto
d
'
una
novella
del
Poe
(
Cuore
rivelatore
)
mi
aveva
stravolto
.
Poi
lentamente
mi
assopii
,
scorgendo
sempre
dinanzi
agli
occhi
delle
luci
sanguigne
.
La
notte
l
'
ho
passata
in
sogni
straordinari
,
ma
sconnessi
.
C
'
era
un
'
enorme
girandola
che
parlava
,
una
luna
che
rideva
,
un
uomo
che
mi
tirava
i
sassi
,
il
rombo
misurato
di
una
cascata
.
Stamani
,
naturalmente
,
ho
rifatto
a
mente
tutta
la
via
della
sera
e
senza
un
evidente
legame
di
continuità
,
ho
pensato
alla
mia
Mimì
,
ma
in
un
modo
cattivo
.
L
'
ho
trovata
piena
di
difetti
morali
,
bugiarda
sopratutto
.
E
l
'
idea
della
menzogna
in
quella
bocca
tante
volte
baciata
,
mi
travolgeva
in
un
dolore
muto
,
indicibile
.
Ma
stamani
avrei
dovuto
rimeditare
su
l
'
"
Agamennone
"
di
Eschilo
...
Come
potevo
farlo
?
Ho
interrotta
la
lettera
per
guardare
il
cielo
.
Un
cielo
pieno
di
splendori
metallici
su
le
colline
soffuse
di
polvere
d
'
oro
.
Ma
come
-
Ella
dirà
-
come
ha
fatto
questo
ciarlatano
a
guardare
un
cielo
pieno
di
splendori
metallici
,
se
tutto
il
giorno
è
stato
nuvolo
e
la
sera
ha
piovuto
?
È
vero
,
ma
io
l
'
ho
guardato
con
gli
occhi
della
mia
mente
,
avendomi
ricordato
un
libro
di
Zola
che
ho
visto
sopra
il
tavolino
,
la
descrizione
di
uno
splendido
tramonto
primaverile
.
Se
fossi
stato
in
una
conversazione
che
non
mi
avesse
dato
tanto
interesse
,
io
avrei
cessato
di
parlare
o
di
ascoltare
per
risentire
dentro
di
me
tutta
quanta
la
bellezza
di
quella
descrizione
o
di
un
'
altra
a
seconda
del
caso
.
E
siccome
dopo
la
domanda
che
le
avevo
rivolta
,
sono
stato
un
momento
con
l
'
attenzione
sospesa
attendendo
qualche
idea
,
mi
è
capitato
invece
di
rivedere
una
cosa
che
senza
dubbio
non
m
'
aspettavo
e
che
c
'
entrava
(
per
dirla
alla
senese
)
come
il
cavolo
a
merenda
.
Ecco
anche
perché
,
scrivendo
o
parlando
,
io
mi
perdo
e
non
tratto
profondamente
il
soggetto
preso
in
esame
.
Così
,
fuori
,
anche
se
in
compagnia
,
mi
avviene
di
cadere
in
un
buio
completo
e
allora
faccio
dei
calcoli
aritmetici
mentalmente
...
Sono
sempre
i
soliti
.
O
rileggo
per
tre
o
nove
volte
di
seguito
l
'
insegna
d
'
una
bottega
o
il
nome
di
una
strada
o
compio
qualche
atto
-
preferibilmente
con
le
dita
o
con
la
bocca
-
per
tre
o
nove
volte
,
sforzandomi
di
essere
esatto
per
paura
...
di
che
?
Non
saprei
.
È
un
fenomeno
curioso
che
un
ateo
abbia
certe
debolezze
superstiziose
,
non
è
vero
?
Se
noi
continueremo
a
stare
in
corrispondenza
,
come
ardentemente
desidero
,
ne
ascolterà
delle
curiose
.
Oh
,
come
gli
uomini
sono
pieni
di
cose
ridicole
!
Altri
si
vergognerebbero
a
fare
certe
confessioni
,
perché
-
come
dice
il
Rousseau
-
l
'
uomo
è
più
proclive
a
farsi
stimare
per
mezzi
di
violenza
che
di
sincerità
.
Ed
ora
,
Annalena
,
ora
che
tutte
le
piaghe
della
mia
anima
cominciano
ad
aprirsi
sotto
il
suo
occhio
indagatore
,
non
mi
sia
avara
del
suo
consiglio
benefico
.
Certo
,
se
Ella
vuole
,
può
farmi
del
bene
.
Quando
vuole
che
cominciamo
a
fare
un
'
escursione
artistica
per
le
nostre
chiese
?
Dobbiamo
da
prima
trattare
il
soggetto
promesso
,
ossia
del
bisogno
d
'
essere
amati
?
Come
crede
.
Scriva
presto
.
14
gennaio
1903
.
I
due
anni
che
Ella
ha
sopra
i
miei
,
le
danno
il
diritto
di
consigliarmi
come
una
buona
mammina
?
La
maggiore
età
poco
;
ma
la
saggezza
,
di
cui
mostra
avere
un
largo
senso
,
si
.
Io
gliene
sono
grato
.
Potrà
Ella
influire
tanto
su
me
,
da
migliorarmi
?
Lo
desidero
e
non
lo
spero
,
conoscendo
troppo
bene
la
natura
disgraziata
del
mio
carattere
.
S
'
immagini
di
vedermi
in
una
selva
,
solo
,
a
'
piedi
di
tronchi
smisurati
;
e
di
lontano
io
oda
avvicinarsi
il
latrato
d
'
infiniti
cani
e
io
fugga
,
e
la
paura
mi
faccia
correre
e
urlare
come
un
dannato
nella
selva
delle
arpie
;
ad
un
tratto
,
mi
sembra
che
una
voce
mi
chiami
,
una
voce
melodiosa
in
quell
'
inferno
di
suoni
bestiali
;
io
rispondo
con
un
grido
e
mi
soffermo
ansando
,
girando
gli
occhi
smarriti
...
la
voce
mi
chiama
,
io
singhiozzo
-
i
cani
sbucano
,
gli
occhi
sanguigni
-
io
caccio
un
urlo
di
terrore
e
corro
,
corro
mentre
la
voce
si
spegne
e
gli
animali
sono
alle
mie
calcagna
.
Que
'
cani
li
infuria
il
Destino
,
e
il
suo
ghigno
cattivo
è
in
ogni
persona
e
in
ogni
cosa
.
Ma
la
selva
finisce
,
i
cani
son
quieti
:
io
ho
finito
di
correre
e
di
vivere
all
'
aprirsi
della
luce
.
Muoio
così
,
senza
un
riso
di
donna
,
senza
una
carezza
di
fiore
.
Negli
ultimi
lampi
di
vita
,
ho
gli
occhi
pieni
di
fantasmi
orribili
e
l
'
orizzonte
me
ne
sembra
oscurato
.
Molti
anni
dopo
due
pastorelli
inciampano
nelle
mie
ossa
terrose
.
Uno
di
essi
dice
:
-
Questo
scheletro
è
di
un
uomo
?
Risponde
l
'
altro
:
-
Poco
me
ne
interessa
.
Ma
tu
perché
lo
guardi
e
ti
commuovi
?
-
Chi
sa
?
Queste
mani
mi
possono
aver
toccato
.
-
Sciocco
!
Vendiamo
la
sua
testa
;
guadagneremo
qualche
cosa
...
Piangi
?
-
I
suoi
occhi
mi
hanno
guardato
.
-
Ma
gli
occhi
non
ci
sono
più
.
-
Non
li
vedi
?
-
Io
non
vaneggio
.
-
Non
li
vedi
?
Avvicinati
.
-
È
vero
.
-
Ti
sembrano
umani
?
-
Oh
,
oh
,
come
guardano
.
-
Copriamoli
col
fango
.
-
Guardano
sempre
.
Mi
fanno
paura
.
-
Ora
sono
neri
,
ma
sembra
che
uno
splendore
rosso
li
attraversi
.
-
Si
fanno
più
grandi
.
-
Dio
!
-
Fuggiamo
!
-
Sotterriamoli
.
-
Sono
gli
occhi
del
diavolo
.
-
Si
,
si
,
di
lui
.
-
Dio
!
Dio
!
E
i
due
pastorelli
fuggono
.
Gli
occhi
erano
quelli
del
mio
destino
.
Che
le
pare
?
Potrò
un
giorno
divenire
com
'
Ella
mi
consiglia
?
Mai
,
mai
...
Pensando
alla
mia
vita
,
al
mio
avvenire
,
non
posso
mai
separare
il
reale
dall
'
immaginario
o
dal
fantastico
.
Ho
nel
cervello
un
vulcanetto
che
non
si
stanca
mai
e
le
sue
ceneri
e
le
sue
fiamme
si
diffondono
per
tutta
la
mia
anima
in
un
turbinìo
che
acceca
e
abbaglia
.
Del
resto
,
dato
il
mio
temperamento
,
non
potrei
esercitare
alcuna
di
quelle
professioni
in
cui
la
normalità
degli
individui
si
cristallizza
.
Se
facessi
l
'
avvocato
farei
a
pugni
con
tutti
i
presidenti
,
giurati
,
ecc
.
Se
facessi
il
professore
strozzerei
qualche
alunno
.
Il
medico
?
Non
me
ne
parli
manco
.
Quindi
se
sarò
capace
di
esplicare
la
mia
intelligenza
nell
'
arte
,
la
mia
vita
troverà
il
suo
senso
.
Altrimenti
l
'
unica
volontà
che
mi
farà
una
volta
decidere
sarà
quella
della
morte
.
Non
si
spaventi
!
Sarà
una
morte
da
vero
stoico
!
Prima
di
parlare
del
bisogno
d
'
essere
amati
voglio
fare
un
'
osservazione
circa
i
libri
che
Ella
mi
ha
suggeriti
;
poi
...
se
ci
sarà
carta
,
parlerò
del
mio
socialismo
.
Non
conosco
il
libro
di
Ippolito
Nievo
perché
non
ho
mai
avuto
i
danari
per
comprarlo
e
alcuno
dei
miei
amici
ce
l
'
ha
.
Non
sono
d
'
accordo
con
lei
di
porre
i
"
Promessi
Sposi
"
a
corona
della
letteratura
italiana
perché
in
quel
libro
,
all
'
infuori
della
prosa
scritta
bene
,
non
ci
trovo
niente
.
Ho
letto
il
principio
dei
Ricordi
,
ma
cessai
subito
perché
non
mi
davano
nessuna
impressione
di
bellezza
artistica
-
quindi
...
nel
cestino
.
Ella
ha
detto
che
il
Sogno
e
le
novelle
del
Poe
dilettano
ma
riescono
per
un
temperamento
fantastico
un
incentivo
dannoso
.
Niente
di
vero
.
Possono
dilettare
soltanto
quelle
persone
che
li
leggono
così
per
passatempo
;
senza
alcun
interesse
intellettuale
.
Ma
per
chi
ha
un
fine
artistico
,
non
è
così
.
Inoltre
,
invece
che
dannosi
,
quei
libri
sono
utilissimi
a
un
temperamento
fantastico
che
voglia
speculare
.
Le
conosce
le
novelle
del
Poe
?
Se
non
le
conosce
le
compri
,
che
avrei
piacere
di
esaminarle
insieme
.
Per
esempio
,
prendo
il
racconto
intitolato
Il
ritratto
ovale
.
Si
tratta
di
un
pittore
che
dipingendo
una
donna
,
mano
mano
che
compie
il
lavoro
sottrae
i
colori
dalla
carne
della
modella
e
li
stempera
sul
ritratto
;
poi
quando
ha
finito
vi
trasfonde
anche
l
'
anima
della
giovane
.
Pare
il
sogno
di
un
pazzo
e
forse
lo
è
.
Ma
quanta
bellezza
in
quell
'
idea
!
Che
m
'
importa
se
il
Poe
era
un
alcoolico
,
se
quel
pittore
è
un
fantasma
sorto
tra
i
fumi
del
vino
,
e
se
quella
donna
è
impossibile
?
Quando
l
'
artista
,
contemplando
il
suo
quadro
ormai
penosamente
finito
,
grida
con
voce
possente
:
"
Da
vero
che
è
la
vita
istessa
"
non
è
questa
voce
l
'
allegoria
che
glorifica
l
'
arte
nell
'
amore
?
o
l
'
amore
nell
'
arte
?
E
quando
si
rivolge
bruscamente
per
guardare
la
sua
amata
e
la
sua
amata
è
morta
,
non
è
forse
lì
scolpito
il
sacrificio
umano
a
un
ideale
?
Poe
è
sublime
.
Oh
,
sì
,
altro
che
Manzoni
col
suo
classicismo
camuffato
da
romantico
!
E
quei
racconti
mi
colpiscono
tanto
più
quando
penso
al
temperamento
diabolico
del
loro
autore
.
Che
forza
!
Quando
egli
con
lo
stomaco
pieno
di
vino
,
di
zozza
,
e
la
bocca
fetente
di
cicche
masticate
chinava
la
testa
sul
marmo
lurido
di
un
tavolino
,
dentro
una
bettolaccia
,
la
sua
anima
diveniva
meravigliosa
.
Dentro
a
quel
cranio
ributtante
c
'
era
un
sole
.
Un
sole
da
tempesta
che
apriva
le
nuvolaglie
degli
istinti
immondi
e
cacciava
a
stormi
gli
uccellacci
delle
idee
nere
dentro
il
Maelstrom
.
Edgardo
teneva
a
memoria
quello
che
in
quel
momento
vedeva
.
Erano
abissi
inarrivabili
,
tramonti
di
sangue
,
lame
di
coltello
,
profili
soavi
di
donna
.
Sì
,
il
Poe
,
dopo
il
sommo
poeta
inglese
,
è
quello
che
di
più
ha
ingrandito
la
compagna
dell
'
uomo
.
Le
donne
del
Poe
sono
tutte
straordinariamente
affascinanti
per
quel
contenuto
che
hanno
,
fin
dentro
le
ossa
,
d
'
inverosimile
.
In
quanto
allo
Zola
,
mi
limito
al
Sogno
,
riuscendomi
qui
sul
tamburo
troppo
difficile
anche
uno
sguardo
rapido
a
tutta
l
'
opera
sua
poderosa
.
Il
Sogno
è
un
libro
mistico
.
La
fanciulla
che
sogna
un
principe
a
sposo
e
tanto
oro
che
abbaglia
i
suoi
occhi
,
è
il
Desiderio
di
una
ragazza
ingenua
.
In
ogni
pagina
di
quel
libro
c
'
è
una
frase
che
vorrei
sapere
a
memoria
.
Anche
questo
,
se
non
l
'
ha
letto
,
lo
legga
.
Il
mio
socialismo
?
Io
seguo
la
teoria
rivoluzionaria
del
Ferri
;
ma
vi
sono
giunto
non
per
via
scientifica
(
come
sarebbe
meglio
)
ma
per
via
sentimentale
:
ossia
naturalmente
mi
sento
portato
alla
ribellione
aperta
,
magari
violenta
.
Nei
momenti
di
eccitazione
mi
balenano
imagini
criminose
d
'
anarchico
.
Odio
i
potenti
,
i
preti
e
i
soldati
.
È
un
odio
implacabile
che
morirà
con
me
.
Dopo
che
ho
letti
i
suoi
libri
ho
sempre
amato
idealmente
il
Ferri
,
e
quando
vi
potetti
conversare
mi
parve
un
sogno
nella
realtà
.
Del
resto
per
farsi
un
'
idea
chiara
di
quello
che
è
il
socialismo
non
basta
dirlo
così
in
una
lettera
,
Bisogna
leggere
molti
libri
e
molto
...
indigesti
.
Leggerebbe
Ella
La
teoria
materialistica
del
Marx
,
L
'
origine
della
famiglia
dell
'
Engels
,
Socialismo
e
scienza
positiva
del
Ferri
,
ecc
.
ecc
.
?
(
G
)
.
Se
vuole
gliene
posso
fare
dei
riassunti
.
Quando
riscriverà
,
cominci
Ella
a
parlare
del
bisogno
di
essere
amati
.
Io
non
ne
ho
avuto
...
la
carta
bastante
!
E
poi
mi
dica
sinceramente
una
cosa
,
che
è
questa
:
dei
tre
suoi
corrispondenti
quale
posto
occupo
io
?
Lo
dica
francamente
.
Se
occupo
l
'
ultimo
non
le
scriverò
più
perché
mi
riuscirebbe
spiacevole
non
essere
io
il
migliore
degli
altri
.
Me
lo
dica
senza
riguardi
.
Veda
,
io
non
nascondo
né
meno
le
mie
ambizioncelle
!
17
gennaio
1903
.
Ecco
quello
che
ci
vuole
ad
urtare
i
nervi
ad
una
donna
!
Ella
spende
quasi
tre
pagine
per
dirmi
...
quello
che
io
non
le
avevo
chiesto
.
Se
ora
volessi
abusare
della
mia
abilità
di
polemista
potrei
metterla
in
sacco
e
dirgliene
tante
da
farla
arrossire
,
ma
siccome
la
nostra
amicizia
non
mi
concede
il
diritto
di
tanta
confidenza
l
'
avverto
soltanto
che
un
'
altra
volta
non
le
porterò
alcun
rispetto
.
Donna
avvisata
è
...
quasi
salvata
.
Che
poi
non
ci
troveremo
d
'
accordo
nella
questione
politica
è
un
fatto
anche
da
me
preveduto
.
Il
mio
temperamento
ribelle
è
naturalmente
violento
e
la
violenza
mi
piace
quando
sia
esplicata
contro
un
ordine
sociale
o
politico
o
morale
che
è
il
resultato
di
una
umanità
degenerata
.
La
nostra
società
è
un
letamaio
:
i
ricchi
sono
i
funghi
che
essa
ha
prodotto
.
La
nostra
politica
è
una
sopraffazione
,
la
nostra
religione
(
errore
psicologico
in
principio
)
è
divenuta
un
'
ipocrisia
indecente
;
la
nostra
morale
è
stupida
.
Io
sono
socialista
perché
credo
unico
il
partito
socialista
efficace
a
combattere
e
migliorare
moralmente
ed
economicamente
;
quindi
io
faccio
della
propaganda
socialista
convinto
del
suo
contenuto
ideale
e
pratico
,
pieno
di
verità
incontrastabile
,
espressione
esatta
d
'
una
plebe
oppressa
,
sofferente
,
ma
buona
ed
ardita
.
Ma
io
non
ho
l
'
anima
socialista
;
io
sono
anarchico
e
lo
sono
divenuto
senza
volerlo
né
senza
averne
contezza
.
Non
faccio
della
propaganda
anarchica
-
ma
milito
invece
in
un
partito
sostanzialmente
differente
-
perché
gli
effetti
della
propaganda
anarchica
sono
inefficaci
e
perché
inevitabilmente
generano
esplosioni
di
forme
delinquenti
e
mattoidi
.
Ravachol
,
Pini
sono
esseri
schifosi
,
mi
ripugnano
;
ma
non
mi
impediscono
di
sentirmi
nel
fondo
dell
'
anima
l
'
aculeo
dell
'
anarchia
che
fa
sanguinare
.
Vorrei
che
l
'
idea
anarchica
fosse
posseduta
da
individui
sani
,
intelligenti
:
Ottavio
Mirbeau
è
un
anarchico
bellissimo
.
Perché
Ella
sentisse
a
un
tratto
l
'
indignazione
dolorosa
che
produce
la
sofferenza
della
miseria
che
urla
e
geme
nei
fondamenti
luridi
dei
palazzi
signorili
,
bisognerebbe
che
per
un
momento
dimenticasse
la
sua
pace
e
la
sua
tranquillità
,
il
suo
adattamento
alle
necessità
che
la
inseguono
,
ed
entrasse
con
me
nell
'
anima
di
chi
spasima
e
maledice
quotidianamente
,
di
chi
è
corrotto
nella
prostituzione
,
di
chi
gavazza
nell
'
aberrazione
turpe
della
delinquenza
.
Ma
Ella
non
vuole
sporcare
le
scarpette
di
coppale
su
tanto
fango
...
quindi
il
mondo
del
dolore
le
rimarrà
sempre
ignoto
.
Pertanto
io
le
do
una
definizione
rigorosamente
scientifica
del
socialismo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Senza
offenderla
io
penso
che
questa
definizione
le
rimarrà
un
po
'
ostica
e
bisognevole
di
commento
.
Sono
disposto
a
farcelo
quando
Ella
me
lo
dica
.
Adesso
,
scommetto
che
dopo
aver
lette
queste
quattro
pagine
,
Ella
mi
vuole
...
un
altro
Rodolfo
;
non
è
vero
?
Mai
mi
ero
fatto
conoscere
nell
'
aspetto
politico
,
e
insolita
le
sarà
la
mia
intonazione
,
tutt
'
altro
che
serena
,
ma
aspramente
violenta
,
e
diretta
a
demolire
,
senza
scrupolo
alcuno
,
tutto
quello
che
la
gran
massa
dell
'
umanità
oggi
tiene
gelosamente
come
suo
patrimonio
morale
.
Del
resto
,
giudicando
sotto
questo
punto
di
vista
,
ella
non
ha
un
artista
né
un
sognatore
,
ma
un
politicante
che
nell
'
agone
delle
sue
lotte
è
deciso
di
battere
qualsiasi
avversario
.
È
così
.
Per
ora
le
mie
convinzioni
politiche
(
che
per
me
sono
subordinate
alle
mie
speciali
vedute
morali
)
sono
incrollabili
.
Forse
con
il
tempo
potrei
modificarmi
senza
avvedermene
,
come
m
'
è
avvenuto
di
dovermi
conoscere
anarchico
senza
averlo
mai
pensato
.
Ma
di
politica
non
parliamone
più
.
A
volte
,
scrivendole
,
mi
sono
immaginato
una
donna
dai
capelli
biondi
oscuri
,
dagli
occhi
celesti
,
dalla
fronte
pensosa
,
dal
sorriso
gentile
,
alta
,
snella
,
ma
di
un
insieme
quasi
brutto
(
7
)
.
Senza
che
Ella
mi
renda
pan
per
focaccia
le
dico
preventivamente
da
me
,
il
mio
aspetto
fisico
:
capelli
lunghi
e
anellati
,
biondi
con
chiazza
d
'
oro
;
fronte
alta
e
spaziosa
con
due
rughe
;
occhi
color
d
'
acciaio
turchiniccio
e
vivaci
,
aspetto
non
florido
,
quasi
sempre
pallido
,
bocca
da
violento
;
camminatura
da
epilettico
;
parlata
franca
,
ma
nervosa
(
a
volte
stentata
)
;
agito
le
mani
in
mimica
a
seconda
il
significato
delle
parole
(
di
bontà
,
di
irritazione
,
di
paura
)
,
guardo
in
viso
quasi
tutte
le
persone
.
E
basta
.
Oggi
le
propongo
un
tema
che
credo
essere
originale
perché
non
m
'
è
occorso
di
trovarlo
in
alcun
libro
e
perché
m
'
è
sorto
spontaneamente
senza
una
derivazione
.
Eccolo
:
se
l
'
uomo
deve
subordinare
la
sua
felicità
alla
sua
moralità
,
quando
quella
fosse
in
contrasto
con
questa
.
Per
felicità
(
tanto
per
intenderci
subito
nel
significato
dei
termini
)
intendo
un
godimento
illimitato
fisico
,
morale
,
intellettuale
,
e
per
moralità
intendo
certi
confini
stabiliti
convenzionalmente
,
al
di
fuori
dei
quali
un
uomo
perderebbe
la
sua
integrazione
di
onestà
.
Per
onestà
intendo
tutto
quello
che
è
fatto
per
utile
proprio
senza
danneggiare
altrui
,
oppure
tutto
ciò
che
si
fa
nei
giusti
limiti
dei
rapporti
amorevoli
.
Per
rapporti
amorevoli
intendo
quelli
derivati
dalla
pratica
della
massima
biblica
:
"
Non
fare
agli
altri
quello
che
non
vorresti
fatto
a
te
"
.
Premesso
ciò
,
si
tratta
di
stabilire
se
l
'
uomo
deve
avere
per
scopo
supremo
il
raggiungimento
della
propria
felicità
,
qualunque
poi
siano
le
conseguenze
naturali
dello
stato
di
questa
felicità
;
oppure
se
l
'
uomo
,
prefissosi
costantemente
di
essere
morale
,
sacrifichi
il
raggiungimento
di
quello
stato
felice
al
compimento
dei
propri
doveri
(
H
)
.
Ma
,
intendiamoci
bene
.
Non
si
tratta
di
sacrificare
il
dovere
occasionale
per
il
godimento
effimero
d
'
una
particella
di
felicità
,
ma
io
intendo
parlare
del
sistema
sociale
a
cui
gli
uomini
possono
giungere
per
via
di
processi
psicologici
dipendenti
o
da
cause
economiche
o
da
fenomeni
fisici
.
Nella
società
attuale
mi
pare
che
non
si
miri
né
al
raggiungimento
della
felicità
né
al
compimento
d
'
una
morale
.
La
nostra
società
,
essendo
organizzata
con
criterii
essenzialmente
di
egoismo
economico
perde
di
vista
il
mondo
morale
ed
anche
il
mondo
intellettuale
,
poiché
presentemente
non
conta
chi
è
ma
conta
chi
ha
.
Quindi
deriva
che
ognuno
cerca
di
accumulare
quella
maggior
copia
di
energie
economiche
perché
quasi
solamente
da
quelle
dipende
il
suo
sviluppo
e
il
suo
evolversi
morale
e
intellettuale
.
Da
ciò
ne
deriva
che
la
mia
tesi
è
un
'
ipotesi
astratta
prodotta
da
uno
stato
di
ideazione
,
prodotto
alla
sua
volta
o
da
una
impressione
estetica
o
da
un
sentimento
di
dolore
o
di
piacere
.
Ma
questo
per
noi
non
vuol
dir
nulla
.
Possiamo
stabilire
ugualmente
una
discussione
in
questo
campo
immaginario
,
sottoponendolo
alle
leggi
fondamentali
della
logica
.
E
...
tanto
per
cominciare
,
enuncio
la
mia
opinione
,
che
è
questa
:
l
'
uomo
,
siccome
dovrebbe
trovare
la
felicità
nel
compimento
del
proprio
dovere
,
deve
subordinare
all
'
ordine
morale
il
sentimento
del
proprio
egoismo
.
Quest
'
opinione
se
volessi
sostenerla
in
pubblico
farebbe
ridere
.
Alcuno
si
immaginerebbe
per
quale
processo
psicologico
io
sia
pervenuto
a
questo
paradosso
,
e
per
questo
motivo
poi
me
lo
tenessi
caro
,
quando
d
'
intorno
a
me
non
avrei
che
a
ritrovare
esempi
d
'
opinione
che
mi
smentiscono
.
Ma
...
io
me
ne
curo
poco
.
Intanto
però
,
prima
di
tenermela
per
inoppugnabile
,
la
sottopongo
alla
disamina
di
Lei
che
per
me
può
rappresentare
l
'
espressione
di
una
critica
intelligente
.
Oggi
avviene
tutto
l
'
opposto
di
quello
su
cui
ho
basato
il
mio
paradosso
,
non
c
'
è
bisogno
che
glielo
dimostri
perché
certamenle
Ella
lo
deve
sentire
e
riconoscere
più
di
me
.
Prima
di
ragionare
attorno
ai
fatti
pratici
aspetto
che
Ella
mi
dica
come
la
pensa
(
8
)
.
Ma
scusi
la
maniera
disordinata
della
presente
che
ho
scritta
in
momenti
piuttosto
...
difficili
per
me
.
Facilmente
le
annunzio
che
me
ne
anderò
da
Siena
,
per
stabilirmi
a
Firenze
.
Ancora
non
lo
posso
sapere
né
meno
io
.
In
ogni
modo
anche
di
là
(
se
vi
andrò
)
avrò
piacere
di
continuare
la
nostra
corrispondenza
.
Non
si
turbi
se
alcuna
volta
non
mi
riguardo
di
metter
fuori
pensieri
e
parole
che
la
potrebbero
urtare
nella
sua
suscettibilità
;
lo
faccio
liberamente
certo
di
trovare
in
Lei
una
buona
Annalena
,
che
comprende
tutto
il
mio
brutto
,
assai
brutto
retroscena
.
La
saluto
cordialmente
,
ringraziandola
de
'
buoni
consigli
dei
quali
forse
(
non
per
mia
colpa
)
non
potrò
mai
fare
uso
.
Il
destino
è
più
forte
di
me
e
di
Lei
.
26
gennaio
1903
.
Scriva
pure
.
La
precedente
mia
ebbe
un
ritardo
perché
la
tenni
due
o
tre
giorni
nelle
tasche
...
in
mancanza
di
francobollo
.
Miserie
della
bohème
!
29
gennaio
1903
.
Per
ciarlare
bene
di
tutte
le
cose
che
abbiamo
sfiorato
è
necessario
che
io
le
divida
con
ordine
e
ne
prenda
poi
una
per
una
...
Comincio
dal
mio
e
dal
suo
ritratto
.
Non
metto
in
dubbio
la
veridicità
della
sua
descrizione
,
ma
la
trovo
mancante
in
quella
parte
che
non
aveva
né
meno
la
mia
,
e
per
riparare
quella
lacuna
io
per
il
primo
lo
farò
adesso
.
Da
circa
due
mesi
ho
cambiate
le
mie
abitudini
.
Vado
a
letto
prima
delle
nove
e
non
mi
addormento
che
dopo
le
due
,
consumando
più
d
'
una
candela
a
leggere
opere
letterarie
straniere
.
La
mattina
mi
sveglio
alle
otto
e
leggo
fino
alle
undici
i
passi
che
più
mi
sono
piaciuti
durante
la
notte
.
Poi
mi
alzo
,
mi
lavo
,
faccio
un
po
'
di
ginnastica
e
alle
dodici
mangio
.
Alle
due
la
stanza
dove
sono
a
mangiare
è
piena
di
amici
che
sono
sempre
i
soliti
e
allora
se
l
'
albergatore
ha
acceso
il
caminetto
ci
mettiamo
a
parlare
,
cantare
,
discutere
,
lottare
lì
,
altrimenti
(
o
tempo
buono
o
tempo
cattivo
)
ce
ne
andiamo
fuori
di
qualche
Porta
,
spingendoci
dentro
i
campi
e
facendo
delle
camminate
che
durano
fino
alle
sette
della
sera
,
ora
in
cui
modestamente
ceno
.
La
mia
camera
fa
ribrezzo
.
Su
'
l
tavolino
sono
sparsi
alla
rinfusa
opuscoli
,
giornali
,
carta
da
scrivere
,
un
fazzoletto
...
poco
pulito
,
una
ciarpa
stracciata
;
in
terra
,
cicche
di
sigarette
,
carta
bruciata
ed
....
altro
;
su
'
l
canterano
c
'
è
uno
specchio
verde
...
che
non
specchia
;
e
,
infilata
nella
cornice
di
questo
,
una
cartolina
ill
:
che
è
una
caricatura
(
orrenda
)
del
maestro
Giordano
.
Sul
marmo
del
canterano
,
coperto
di
macchie
di
tutti
'
l
colori
,
stanno
sparsi
altri
giornali
,
una
spazzola
,
una
dozzina
di
colletti
,
un
bicchiere
sbocconcellato
,
una
ciarpa
di
seta
,
un
paio
di
forbici
(
che
hanno
servito
al
cuoco
dell
'
albergo
a
pulire
il
pesce
)
un
portasigarette
(
regalo
di
Mimì
)
;
su
'
l
comodino
una
bottiglia
d
'
acqua
,
un
candeliere
pieno
di
fitte
,
libri
d
'
ogni
genere
,
e
da
una
parte
,
pensato
con
un
certo
riguardo
,
un
libro
delle
poesie
di
Alfredo
De
Musset
che
è
il
mio
poeta
preferito
.
Poi
di
mio
non
c
'
è
altro
.
Oh
!
no
,
dicevo
una
bugia
!
Nel
cassettino
dello
specchio
ci
sono
due
bollette
(
sacre
per
me
)
del
Monte
Pio
;
una
è
di
un
orologio
,
l
'
altra
di
un
anello
e
di
una
medaglia
che
avevo
preso
alla
scuola
.
Ora
all
'
infuori
delle
lettere
che
ricevo
e
del
ritratto
di
Mimì
e
d
'
un
pacco
di
manoscritti
miei
,
non
c
'
è
proprio
altro
.
Dico
tutto
questo
con
grande
abbondanza
di
particolari
perché
Ella
mi
possa
conoscere
senza
sapere
chi
sono
.
Al
mio
ritratto
debbo
aggiungere
un
paio
di
baffetti
biondi
,
spuntati
precocemente
fino
dai
dodici
anni
.
La
mia
fisonomia
quindi
tradisce
la
mia
età
.
Porto
(
eternamente
)
un
cappello
e
un
cappotto
neri
;
rido
spesso
e
,
come
le
dissi
,
caccio
i
miei
occhi
in
viso
a
tutte
le
persone
che
mi
capita
di
notare
,
che
non
sono
poche
.
Una
volta
(
ai
bei
tempi
dell
'
abbondanza
)
portavo
i
capelli
pettinati
alla
Chopin
,
ma
ora
,
invece
,
li
lascio
crescere
come
vogliono
.
Un
'
altra
cosa
.
Anche
la
mia
fisonomia
è
dolce
e
la
mia
aria
ordinariamente
è
malinconica
;
e
se
anche
rido
spesso
il
mio
riso
si
spegne
in
una
naturale
e
severa
compostezza
di
linee
.
Le
dico
tutto
ciò
perché
anche
quando
mi
legge
Ella
,
possa
avere
un
'
impressione
più
definita
e
più
forte
del
mio
amico
Rodolfo
.
Per
questo
motivo
ho
cercato
d
'
avere
la
descrizione
del
suo
ritratto
.
Il
quale
(
Ella
era
sicura
del
mio
complimento
)
mi
piace
malgrado
delle
sue
reticenze
nel
dirmi
che
sa
di
non
essere
bella
.
Via
più
sincerità
!
Si
è
guardata
allo
specchio
prima
di
scrivermi
?
Del
resto
delle
bellezze
a
Siena
non
ce
ne
sono
,
o
almeno
gliele
posso
contare
su
le
dita
d
'
una
mano
...
Fra
quelle
può
essere
lei
!
Me
lo
auguro
con
tutto
il
cuore
.
Io
vorrei
ancora
che
mi
fosse
noto
il
nome
di
Annalena
...
Il
mio
,
se
ben
ripensa
ad
una
lettera
da
molto
tempo
ricevuta
,
lo
conoscerà
facilmente
insieme
con
quello
di
Mimì
.
Tanto
non
c
'
è
nulla
di
male
,
e
le
nostre
conversazioni
non
rimarranno
intaccate
!
Buone
e
belle
le
parole
che
Ella
malamente
adopra
per
annegare
in
un
triste
pessimismo
.
Già
le
donne
le
ho
trovate
tutte
così
,
ed
io
spiego
questo
sentimento
predominante
di
accasciamento
nella
inettitudine
e
nella
debolezza
organica
e
morale
della
femmina
.
Tuttavia
ho
speranza
che
Ella
cambierà
l
'
ordine
delle
sue
idee
(
I
)
,
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
...
L
'
ideale
evangelico
(
a
cui
Ella
forse
voleva
alludere
per
tutti
gli
altri
)
è
fallito
appunto
perché
era
contrario
e
nemico
alla
natura
degli
uomini
.
Leone
Tolstoi
,
che
in
uno
slancio
potente
del
suo
genio
ha
ricondotto
le
nubi
opprimenti
del
misticismo
su
l
'
orizzonte
della
letteratura
,
non
sarà
ascoltato
.
Egli
è
un
socialista
inefficace
perché
,
come
dice
il
Ferri
in
un
suo
libro
,
è
rimasto
troppo
al
di
fuori
al
movimento
scientifico
contemporaneo
su
'
l
quale
ogni
dottrina
morale
è
d
'
uopo
che
si
basi
,
e
altre
religioni
poi
non
hanno
mai
pensato
alle
condizioni
degli
uomini
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Con
quale
gioia
mi
do
a
calpestare
quello
che
odio
!
Uccidere
un
mostro
che
è
?
Ma
sgominare
le
legioni
di
tutti
i
pregiudizi
è
qualche
cosa
di
grande
che
mi
dilata
e
mi
riscalda
l
'
anima
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Di
quel
problema
che
le
avevo
proposto
ne
riparleremo
in
seguito
,
quando
avremo
discusso
di
cose
che
ne
sono
l
'
orditura
.
Perdoni
se
oggi
scrivo
peggio
delle
altre
volte
.
Ho
un
'
idea
fissa
che
mi
perseguita
.
3
febbraio
1903
.
"
La
politique
,
hélas
!
Voilà
notre
misère
.
Mes
meilleurs
ennemis
me
conseillent
d
'
en
faire
...
"
e
facendone
non
posso
fare
a
meno
di
essere
violento
fino
alla
cattiveria
.
Ma
Ella
,
spirito
infinitamente
buono
,
ha
perdonato
tutto
quello
che
la
bocca
dell
'
esaltazione
mi
diceva
di
scrivere
,
ed
io
ne
sono
rimasto
colpito
fino
all
'
umiliazione
.
A
che
la
politica
?
Torniamo
ai
nostri
sogni
che
sono
belli
,
perché
noi
soli
li
conosciamo
,
ed
apriamo
con
una
gioia
avara
il
nostro
cuore
pieno
di
essi
.
Rodolfo
sente
che
la
sua
Annalena
non
può
occuparsi
di
una
idea
politica
senza
guardarla
con
gli
occhi
mansueti
e
ingenui
d
'
una
donna
che
ama
troppo
le
cose
belle
nella
modesta
considerazione
di
se
stessa
e
del
suo
piccolo
mondo
,
e
Rodolfo
non
farà
più
della
politica
con
la
sua
Annalena
.
È
contenta
così
?
Stasera
se
non
avessi
uno
strano
malessere
che
serpeggia
nelle
mie
vene
come
uno
spirito
maligno
per
le
vie
della
sua
dannazione
,
avrei
l
'
anima
aperta
alle
più
dolci
emozioni
e
ne
direi
con
quella
gioia
pura
di
vaghe
dubbiezze
,
che
è
la
linfa
deliziosa
dei
cuori
giovani
.
Ma
non
potrò
mai
sentirmi
tanto
sano
?
Chi
sono
io
?
Perché
quel
tormento
indefinito
che
proviene
dalla
presenza
di
tutte
le
cose
?
Tutto
mi
è
cagione
di
rimpianto
.
Mi
pare
che
la
mia
vita
vada
sperdendosi
come
un
rigagnolo
nelle
fogne
melmose
del
comune
destino
,
e
ne
provo
un
malessere
interiore
paragonabile
a
quello
d
'
un
malato
che
vede
le
sue
carni
sfarsi
lentamente
senza
rimedio
.
Io
compiango
me
stesso
,
mi
addoloro
dei
miei
stessi
dolori
,
che
forse
non
ho
,
ma
che
sono
orribili
.
Ah
!
oggi
ho
pensato
di
ubriacarmi
.
Perché
no
?
Ho
imaginato
la
mia
ebrezza
,
l
'
ebrezza
di
un
uomo
che
beve
per
non
soffrire
.
Soffrire
?
ma
soffro
io
realmente
?
Sono
i
miei
nervi
malati
che
opprimono
la
mia
esistenza
?
Non
esistere
!
E
di
quello
che
ho
veduto
e
udito
che
ne
sarà
?
Che
è
questa
mano
che
ubbidisce
al
mio
pensiero
e
traccia
su
la
carta
dei
segni
che
mi
hanno
fatto
imparare
?
Rispondi
,
rispondi
tu
,
che
mi
tormenti
,
o
triste
dubbio
!
Ma
il
dubbio
esiste
di
per
se
stesso
o
sono
io
che
lo
fabbrico
e
vi
abito
dentro
?
Forse
.
Ah
,
poveri
i
miei
vent
'
anni
che
molti
invidiano
,
che
siete
voi
per
me
?
Per
me
,
per
...
Non
so
,
non
so
come
definire
il
mio
io
.
Che
sono
io
?
Il
mio
pensiero
che
è
,
e
da
che
proviene
?
Potrà
morire
come
muore
la
carne
?
O
pure
si
riconfonderà
nella
forza
infinita
di
tutte
le
cose
dell
'
universo
,
sotto
la
forma
di
un
altro
fenomeno
che
poi
,
alla
sua
volta
,
si
trasformerà
in
un
altro
e
poi
in
un
altro
per
non
morire
mai
e
sentire
sempre
?
E
la
mia
consapevolezza
che
ho
di
quel
pensiero
dove
finirà
?
Si
è
essa
prodotta
nel
volgere
degli
anni
crescendo
con
la
carne
o
pure
è
un
elemento
dissociato
da
tutti
gli
altri
ma
che
nella
vita
si
combina
con
altre
energie
,
con
altre
forze
,
per
dare
l
'
esistenza
agli
esseri
animati
?
C
'
è
una
coscienza
comune
a
tutti
gli
animali
?
Oh
,
com
'
è
triste
la
chimica
di
chi
si
dedica
alla
meditazione
dell
'
esistenza
!
Mimì
!
non
so
perché
io
ti
penso
in
questo
momento
e
perché
i
miei
occhi
abbiano
delle
lagrime
.
Oh
,
come
è
grande
e
smisurato
il
sentimento
dell
'
amore
!
Somiglia
alla
sua
fragilità
.
Ma
tu
,
Mimì
,
capisci
?
Già
,
che
t
'
importa
di
tutto
questo
?
Tu
mi
baci
,
e
nei
baci
effondi
tutta
la
tua
anima
;
sei
troppo
semplice
.
Io
,
vedi
,
mentre
scrivo
e
penso
a
te
e
a
tante
cose
di
cui
tu
non
ti
curi
,
ho
avuto
paura
di
un
rumore
che
il
vento
ha
fatto
attraverso
il
mio
uscio
...
Tu
avresti
riso
.
A
me
,
invece
,
è
parso
il
ghigno
d
'
un
essere
maligno
e
sconosciuto
che
mi
perseguita
.
Guai
,
guai
se
il
vento
spegnesse
la
mia
candela
!
Morrei
di
spavento
.
Più
tardi
,
uscendo
avrò
paura
.
Ora
mi
soffermo
,
il
mio
cuore
è
agitato
,
il
mio
respiro
è
breve
:
ho
avuto
paura
lo
stesso
.
Ed
è
sempre
così
.
Oggi
non
sono
uscito
.
Chi
mi
avesse
visto
mi
avrebbe
preso
per
uno
di
quei
fantocci
che
non
hanno
il
cerebro
per
pensare
.
Sono
stato
con
gli
occhi
stranamente
fissi
al
soffitto
perseguendovi
qualche
cosa
,
ed
aspettandovi
una
figura
che
non
vi
è
apparsa
.
Poi
mi
sono
guardato
nello
specchio
.
Le
mie
pupille
erano
enormemente
dilatate
e
cupamente
turchinicce
.
Chi
sa
!
Ho
pensato
a
certi
cipressi
che
ho
intraveduti
in
una
poesia
del
Carducci
,
ho
ripensato
ad
un
cielo
d
'
arancio
,
a
un
cielo
che
mi
pare
d
'
aver
visto
,
poi
a
tante
croci
nere
gigantesche
,
a
una
donna
del
d
'
Annunzio
,
che
s
'
è
fusa
in
una
statua
bianca
,
che
è
divenuta
il
corpo
nudo
della
mia
adorata
Mimì
,
poi
ho
sentito
il
rumore
di
un
sospiro
.
Mi
sono
alzato
dalla
sedia
dov
'
ero
seduto
da
sì
gran
tempo
,
sono
uscito
di
camera
guardandomi
indietro
come
fossi
inseguito
.
Ed
ora
ho
come
una
vertigine
.
Mi
sembra
d
'
esser
travolto
per
il
baratro
d
'
un
precipizio
,
insieme
con
della
neve
che
mi
ha
tutto
avvolto
e
precipitato
;
precipito
senza
toccare
mai
il
fondo
.
La
neve
?
Se
ne
avessi
,
ne
mangerei
.
Certo
io
sono
un
anormale
e
la
mia
anima
è
come
un
turbine
che
passa
devastando
e
uccidendo
:
ella
devasta
e
uccide
la
mia
giovinezza
.
Ora
io
penso
a
una
novella
che
volevo
scrivere
,
a
una
novella
strana
,
pazza
.
Mi
alzo
e
vado
in
cerca
di
amici
.
Il
mio
nome
è
F
...
Mi
dica
il
suo
.
28
marzo
1903
.
...
m
'
è
venuta
una
cosa
orribile
...
Andando
improvvisamente
a
trovare
la
mia
fidanzata
,
Mimì
,
-
dopo
quattro
mesi
di
assenza
-
l
'
ho
trovata
...
l
'
ho
trovata
...
Ed
io
l
'
avevo
rispettata
sempre
come
una
sorella
!
Vorrei
impazzire
piuttosto
che
credere
alla
verità
di
ciò
.
Federigo
.
30
marzo
1903
.
Mi
permetta
che
io
le
narri
in
poche
parole
la
storia
del
mio
amore
e
perdoni
se
metterò
a
nudo
delle
verità
atroci
e
ributtanti
.
Sento
,
il
bisogno
di
fare
così
.
Molti
anni
fa
-
possono
essere
otto
o
nove
anni
-
avevo
conosciuto
Mimì
:
era
una
mia
contadina
.
Fra
di
noi
erasi
stabilita
un
'
amicizia
forte
e
passionale
,
ed
io
ricordo
che
provavo
quasi
un
'
ebrezza
quando
,
vincendo
la
mia
ritrosia
ingenua
,
riuscivo
a
farmi
dare
del
tu
.
Ricordo
anche
che
sono
stato
quasi
un
mese
intero
senza
frequentare
la
mia
scuola
perché
la
mattina
ella
mi
aspettava
nel
fondo
del
campo
ed
andavamo
a
braccetto
lungo
il
torrente
che
serve
di
confine
al
campo
.
Le
davo
anche
dei
baci
senza
che
me
ne
rendesse
.
Mio
padre
,
quando
si
accorse
della
nostra
relazione
la
intese
in
un
senso
peggiore
,
e
cacciò
Isola
dal
podere
.
Da
quel
tempo
siamo
stati
sette
anni
senza
rivederci
,
eccetto
che
una
volta
per
una
festa
religiosa
,
quando
ella
,
ritornando
a
Siena
di
passaggio
mi
fece
vedere
il
ritratto
del
suo
amante
.
Durante
tutto
questo
tempo
l
'
avevo
scordata
completamente
;
la
mia
educazione
e
la
mia
condizione
sociale
non
la
richiedevano
.
Ma
,
stando
agli
studi
a
Firenze
,
mi
venne
lentamente
un
desiderio
che
poi
divenne
una
brama
insensata
,
e
scrissi
a
casa
sua
per
avere
il
suo
indirizzo
.
Quando
lo
ebbi
,
circostanze
gravi
di
famiglia
mi
richiamarono
a
Siena
ed
io
non
potei
né
meno
vederla
.
Le
dirò
(
perché
devo
scrivere
molto
confusamente
)
che
Isola
stette
poco
tempo
a
casa
-
in
un
paesetto
del
Chianti
-
e
che
se
ne
andò
a
servizio
.
Allora
,
dopo
aver
avuto
il
suo
indirizzo
,
le
mandai
quasi
giornalmente
delle
cartoline
illustrate
,
ed
ella
mi
contraccambiava
.
Non
so
perché
,
senza
né
meno
rivederla
l
'
amavo
egualmente
da
desiderarla
con
tutte
le
forze
dell
'
anima
.
Finalmente
,
un
anno
fa
,
detti
gli
esami
a
Firenze
ed
improvvisamente
andai
a
trovarla
(
J
)
.
La
trovai
molto
cambiata
,
assai
più
bella
(
è
una
ragazza
bellissima
)
e
mi
parve
anche
più
intelligente
di
quello
che
potevo
supporre
.
Mi
piacque
tanto
che
il
giorno
dopo
le
feci
dichiarazione
e
fui
riamato
.
Le
vicende
del
nostro
amore
sono
state
assai
tristi
.
Non
ci
vedevamo
che
una
volta
al
mese
,
per
poche
ore
.
Per
questo
motivo
ho
pianto
tanto
che
mi
sono
reso
così
tenero
ad
ogni
emozione
...
da
far
ridere
,
forse
!
Non
posso
fare
a
meno
di
includere
in
questa
lettera
il
suo
ritratto
!
La
giudicherà
e
mi
scuserà
meglio
!
Mercoledì
passato
ricevetti
una
lettera
da
una
donna
che
io
non
conosco
affatto
,
nella
quale
mi
si
diceva
che
la
mia
fidanzata
faceva
delle
cose
sconvenienti
.
Senza
né
pure
dirlo
a
nessuno
-
feci
avvisare
mio
padre
da
Empoli
per
mezzo
di
un
conoscente
-
partii
e
...
Per
non
cedere
all
'
emozione
provata
fuggii
da
quella
casa
,
gridando
di
fondo
alle
scale
:
"
Tornerò
più
tardi
!
Non
posso
!
non
posso
!
"
.
Quando
fui
in
istrada
camminai
verso
i
viali
dalla
parte
di
S
.
Gallo
(
è
pratica
,
vero
?
)
e
mi
sedetti
sopra
un
mucchio
di
sassi
.
Allora
cominciò
a
farsi
chiaro
in
me
.
Avevo
un
senso
vago
di
tutto
quello
che
avevo
veduto
da
credermi
in
sogno
.
In
poche
parole
,
m
'
ero
convinto
che
io
fossi
un
allucinato
:
e
ci
credevo
tanto
che
ebbi
una
gran
paura
di
me
.
Di
lì
passò
un
antico
compagno
di
scuola
,
e
quando
mi
vide
,
disse
:
-
Che
hai
?
Ti
senti
male
?
Parla
.
Io
gli
risposi
con
un
sorriso
e
gli
dissi
che
era
una
bella
giornata
,
ma
che
il
sole
era
ancora
molto
freddo
.
Che
mi
piacevano
tanto
i
mandorli
in
fiore
e
che
se
fossi
stato
ricco
ne
avrei
voluti
un
giardino
per
respirare
interamente
nella
primavera
...
Il
mio
amico
penso
che
mi
credesse
rimbambito
.
Sorrise
e
mi
lasciò
augurandomi
tante
cose
...
Poi
entrai
in
una
gran
calma
.
Mi
pareva
che
io
fossi
divenuto
un
altro
e
che
Isola
non
fosse
lei
.
Sembra
impossibile
questa
incoscienza
della
propria
personalità
,
ma
avviene
realmente
.
Domandai
a
un
facchino
che
mi
trovasse
una
camera
...
Non
le
dico
per
quali
generi
di
case
fossi
scortato
...
Da
per
tutto
la
miseria
e
la
prostituzione
;
da
per
tutto
la
melma
e
l
'
orrore
del
vizio
...
Quante
cose
conobbi
in
quelle
ore
.
Finii
col
sentire
piacere
di
tutto
quello
che
vedevo
.
Sì
,
ne
avevo
piacere
perché
mi
veniva
mostrato
senza
veli
un
aspetto
della
nostra
società
,
forse
l
'
aspetto
più
caratteristico
ed
importante
.
Finalmente
trovai
una
camera
in
via
S
.
Cristoforo
.
Mangiai
e
tornai
da
Isola
.
Mi
accorsi
(
dico
così
perché
la
prima
volta
avevo
visto
tutto
annebbiato
)
mi
accorsi
che
la
casa
dove
stava
era
quella
di
una
levatrice
.
Una
casa
orrida
.
Mi
chiusi
con
Isola
nella
sua
camera
e
feci
alcuni
passi
avanti
,
con
le
mani
tese
e
tremando
.
Ella
era
pallida
e
doveva
soffrire
orribilmente
.
Volevo
farle
del
male
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
questa
imagine
si
arrestò
.
Caddi
in
ginocchio
e
la
baciai
senza
posa
;
ed
ella
piangeva
,
tenendo
la
testa
su
una
delle
mie
spalle
,
quasi
tramortita
sul
canapè
dove
erasi
seduta
.
Le
dissi
io
:
-
Isola
,
così
?
-
È
vero
,
è
vero
...
-
E
...
perché
?
-
Non
lo
so
,
non
me
lo
domandare
.
Ella
piangeva
;
lo
domandai
:
-
Chi
...
è
stato
?
Dovetti
pregarla
molto
per
saperlo
e
quando
lo
seppi
un
'
ira
potentissima
s
'
impadronì
di
me
.
Ma
affettavo
di
essere
calmo
e
nessuno
avrebbe
imaginato
quello
che
passava
per
il
mio
cervello
.
Sono
stato
tre
giorni
con
Isola
...
Ne
ho
avuta
una
compassione
sincera
e
grande
.
Quando
sotto
la
carne
del
suo
corpo
sentivo
muoversi
il
corpicciuolo
di
un
'
altra
vita
,
avevo
quasi
un
terrore
sacro
di
me
,
di
lei
,
di
tutto
.
Che
ho
deciso
?
In
tutte
le
maniere
non
devo
abbandonarla
.
Certo
non
l
'
amo
più
,
ma
ho
fatto
questo
:
ho
detto
a
mio
padre
che
io
ero
il
colpevole
e
che
volevo
aiutare
quella
ragazza
.
Forse
con
un
'
altra
vita
,
può
divenire
onesta
.
Mi
ha
ingannato
interamente
,
ma
la
scuso
perché
il
suo
amore
mi
ha
procurato
delle
gioie
indicibili
.
Che
gliene
pare
?
Io
non
so
,
non
so
come
giudicarmi
,
e
come
giudicare
.
Mi
scusi
.
P.S.
Prima
di
chiudere
in
busta
la
presente
,
l
'
ho
riletta
e
m
'
è
venuto
il
pensiero
di
stracciarla
.
In
ogni
modo
non
metterò
il
suo
ritratto
come
ho
detto
.
Non
so
se
io
sono
un
insensato
a
far
conoscere
certe
cose
...
A
volte
mi
viene
il
desiderio
di
gridarlo
a
tutti
,
a
volte
vorrei
circondarlo
di
un
segreto
...
Ieri
sera
mi
ubriacai
con
mezza
bottiglia
di
cognac
.
Stamani
mi
duole
fortemente
la
testa
e
mi
brucia
il
cervello
.
Ho
passato
la
notte
su
l
'
erba
nel
piazzale
della
chiesa
dei
Servi
.
Mio
padre
non
se
n
'
è
accorto
e
l
'
ho
confessato
spontaneamente
alla
matrigna
.
Credo
di
aver
la
febbre
per
l
'
umidità
che
ho
preso
.
2
aprile
1903
.
Mi
provo
a
scriverle
lo
stato
d
'
animo
presente
quantunque
io
sappia
che
i
dolori
altrui
finiscono
col
diventare
noiosi
...
Ella
,
così
buona
con
me
,
non
conosce
a
fondo
il
mio
carattere
,
e
forse
è
un
bene
.
Dovrei
mettere
in
luce
certi
sentimenti
oscuri
che
in
me
nessuno
suppone
;
ma
che
formano
la
base
della
mia
volontà
,
se
volontà
può
chiamarsi
quel
fluttuamento
passionale
che
mai
non
mi
abbandona
.
Non
ho
mai
parlato
di
quelle
vertigini
che
mi
travolgono
nel
loro
impeto
incosciente
in
gorghi
di
brutalità
animale
,
in
fondo
al
vizio
!
lei
mi
capisce
?
Come
sono
bestialmente
ebbro
di
me
stesso
allora
!
Sul
mondo
in
orgia
danzano
le
peccatrici
livide
...
L
'
aria
è
procace
,
l
'
orizzonte
è
un
bacio
,
la
luce
un
brivido
,
la
vita
una
voluttà
.
Le
povere
fanciulle
caste
-
stranamente
contorte
dalla
rachidine
della
loro
anima
-
s
'
avviano
silenziose
verso
un
luogo
oscuro
,
dove
le
aspettano
il
viscidume
e
il
ribrezzo
di
serpi
ammucchiati
e
di
rospi
morenti
.
E
tutto
è
silenzio
...
Qualcuna
di
esse
si
volge
e
guarda
la
vita
che
splende
come
un
gran
sole
fiammante
e
mormora
:
la
verginità
mi
ha
condannata
.
È
una
pentita
.
Un
'
altra
,
idiota
,
sorride
facendosi
velo
agli
occhi
perché
anche
quel
chiarore
incerto
le
fa
male
;
un
'
altra
ha
i
brividi
lunghi
della
febbre
.
E
le
loro
figure
si
sperdono
,
mentre
nel
mondo
volteggiano
le
risa
isteriche
delle
cortigiane
;
e
il
mostro
della
libidine
,
il
cui
alito
fa
male
al
sangue
,
urla
,
urla
...
Passa
così
molto
tempo
,
ma
nessuno
s
'
annoia
.
Gli
uomini
hanno
intuito
la
religione
del
Piacere
.
Non
vi
sono
sacerdoti
,
ma
sacerdotesse
.
È
un
culto
semplice
,
primitivo
.
Non
vi
sono
preghiere
in
segreto
.
Avvengono
fenomeni
straordinarii
,
il
pensiero
si
può
materializzare
;
anzi
,
tutto
ciò
che
è
desiderato
con
una
certa
intensità
ha
la
proprietà
di
divenire
un
corpo
.
Il
quale
allorché
il
desiderio
cessa
,
si
sperde
e
si
riconfonde
nella
fluidità
cosmica
che
avvolge
tutte
le
cose
.
Questa
fluidità
verrà
a
costituire
il
punto
di
partenza
della
nuova
chimica
.
È
un
composto
di
vari
elementi
emananti
dal
grande
Invisibile
le
cui
proprietà
verranno
assiduamente
studiate
,
rimanendo
sempre
sconosciute
.
Il
fenomeno
fisico
più
elementare
sarà
quello
di
due
desiderii
identici
che
producendo
un
corpo
identico
cagioneranno
un
disturbo
nell
'
ordine
naturale
delle
cose
...
Il
quale
disturbo
entrerà
nella
classe
della
fisiologia
,
perché
gli
uomini
tutti
ne
risentiranno
organicamente
.
Non
si
avrà
più
né
meno
un
concetto
modesto
come
abbiamo
ora
del
tempo
.
Lo
spazio
sarà
incomprensibile
.
Due
amanti
potranno
baciarsi
a
quella
distanza
che
vorranno
...
per
esempio
,
a
due
o
tre
chilometri
.
Sarà
scomparso
il
regno
animale
,
vegetale
,
minerale
...
Solo
l
'
uomo
perfetto
,
con
le
vene
in
cui
,
invece
del
sangue
,
scorrerà
la
voluttà
,
dominerà
nel
mondo
.
La
donna
sarà
l
'
anima
di
tutte
le
cose
...
Infine
si
può
definire
il
mondo
uu
immenso
ed
unico
cervello
etereo
,
la
cui
sostanza
grigia
è
la
donna
e
la
bianca
l
'
uomo
...
Vi
saranno
uomini
che
,
per
raccontare
delle
fanfaronate
agli
altri
,
diranno
:
stamani
il
fumo
della
mia
pipa
addensandosi
sopra
la
mia
casa
e
caricandosi
di
elettricità
ha
fatto
piovere
un
diluvio
.
Un
altro
:
il
mio
sputo
ha
annegato
diverse
persone
...
Queste
esagerazioni
dipenderanno
dal
fatto
reale
che
un
profeta
molto
sciocco
ha
creduto
di
potere
stabilire
una
dottrina
emanata
,
dice
lui
,
dall
'
Impossibile
.
Si
capisce
che
verrà
chiuso
in
un
manicomio
!
Le
donne
naturalmente
saranno
tutte
belle
e
tutte
bionde
.
Perché
questo
colore
sarà
nell
'
intonazione
morale
estetica
,
musicale
,
economica
,
ecc
...
,
di
tutte
le
idee
.
Ora
riesce
difficile
a
concepire
un
biondo
cosi
...
ma
...
allora
!
Frattanto
i
filosofi
vanno
costruendo
diversi
sistemi
...
Colui
che
saprà
indovinare
,
diverrà
il
centro
e
l
'
emanazione
di
tutto
perché
egli
stesso
è
costituito
dall
'
essenza
dell
'
emanazione
...
Perdoni
:
ho
bevuto
!
7
aprile
1903
.
Isola
non
è
più
mia
:
è
di
tutti
!
Il
suo
orgoglio
di
ragazza
corrotta
la
fa
sprofondare
di
luridezza
in
luridezza
...
Che
cosa
costa
per
lei
il
sacrificio
del
suo
onore
?
La
folla
del
vizio
la
domina
.
È
schiava
del
suo
istinto
brutale
.
Il
piacere
della
carne
è
troppo
possente
in
lei
perché
abbia
un
moto
di
rivolta
contro
il
mondo
che
la
compra
...
Ora
si
deve
vendere
perché
il
bisogno
materiale
della
vita
vuole
il
denaro
.
Per
lei
non
c
'
è
più
la
famiglia
.
Io
le
sono
troppo
lontano
perché
possa
sperare
...
Tutto
le
sfugge
.
Con
me
ha
orrore
della
sua
colpa
.
La
vergogna
la
schiaccia
come
un
sughero
.
Il
rimorso
la
fa
peggiore
.
Non
deve
rivedere
più
le
amiche
della
sua
innocenza
.
Il
mondo
le
ghigna
in
faccia
...
È
una
vinta
.
È
anche
vile
perché
non
si
uccide
.
La
sua
bellezza
val
bene
qualcosa
!
Il
maschio
-
il
terribile
maschio
-
la
paga
a
contanti
.
Un
bacio
,
due
baci
...
e
le
carezze
.
Io
non
entro
nella
sua
anima
che
con
la
fitta
del
dolore
suo
...
Deve
piangere
molto
.
Dopo
la
voluttà
,
quando
la
nausea
assale
anche
le
anime
le
più
brutali
,
deve
vedere
la
mia
imagine
.
Forse
essa
mi
rimpiange
...
Ma
perché
prendersela
tanto
a
cuore
?
La
giovinezza
avvizzisce
presto
...
dunque
?
Bisogna
goderla
la
giovinezza
.
E
quando
siamo
povere
,
quando
non
si
ha
famiglia
,
né
parenti
né
amici
né
sogni
,
che
c
'
è
di
meglio
dopo
il
piacere
?
Il
domani
non
conta
.
Chi
ha
delle
preoccupazioni
non
può
godere
pienamente
...
Del
resto
,
anche
,
esse
non
potrebbero
nulla
...
dunque
?
"
Ieri
ero
quasi
affamata
,
oggi
sono
sazia
abbastanza
"
.
E
al
bimbo
chi
ci
pensa
?
Suo
padre
?
Chi
lo
conosce
?
E
poi
suo
padre
è
troppo
ricco
perché
possa
ricordarsi
di
lui
!
Un
giorno
,
il
figlio
della
prostituta
si
vendicherà
...
oh
,
sì
,
che
si
vendicherà
!
Sarà
un
ladro
,
un
assassino
...
Già
la
madre
non
guadagna
più
!
Ha
un
bel
fare
di
lisciarsi
la
faccia
con
quei
cosmetici
!
È
vecchia
:
non
la
vogliono
più
.
Ci
sono
delle
giovani
ora
!
E
quante
!
Bisogna
vederle
.
E
anch
'
esse
si
lamentano
.
Il
figlio
perde
la
pazienza
,
batte
sua
madre
...
Diamine
!
Non
gli
dà
più
né
meno
un
soldo
per
la
zozza
.
Come
si
fa
a
vivere
così
?
E
poi
una
casaccia
sporca
,
puzzolente
...
Gli
avventori
sono
tutti
anziani
e
ingiovabili
...
Ma
né
meno
loro
si
contentano
!
Dicono
che
alla
vecchia
puzza
troppo
il
fiato
.
E
poi
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Del
suo
corpo
non
rimangono
che
gli
ossi
indolenziti
e
le
giunture
,
Il
figlio
che
fa
?
Una
malattia
terribile
lo
corrode
e
lo
rende
ripugnante
.
Da
per
tutto
è
scacciato
,
lo
si
percuote
anche
.
Ma
egli
grida
minaccioso
con
la
sua
voce
rauca
,
di
sifilitico
e
si
caccia
le
mani
nella
tasca
dei
pantaloni
come
per
levare
un
'
arma
...
Lo
si
arresta
;
resiste
.
Una
convulsione
lo
scontorce
su
'
l
rigagnolo
nero
della
via
schifosa
.
Sua
madre
è
disopra
che
sbaciucchia
il
suo
vecchio
amante
.
Poche
ragazze
spaurite
guardano
trascinare
il
corpo
del
loro
amico
...
Una
d
'
esse
sospira
,
un
'
altra
sputa
e
bestemmia
...
La
strada
torna
silenziosa
.
Dopo
poco
,
la
vecchia
meretrice
va
su
la
porta
del
suo
postribolo
;
ha
il
mal
di
cuore
e
respira
affannosamente
.
Un
bambinetto
le
racconta
la
scena
...
Ella
non
ci
crede
,
poi
qualche
lagrima
le
scende
fin
su
le
labbra
alquanto
pelose
.
Ma
si
dà
pace
.
Una
gran
calma
sembra
scendere
dalla
breve
striscia
di
cielo
cupamente
azzurro
che
s
'
accende
di
stelle
..
Si
ode
il
suono
vellutato
di
una
chitarra
e
una
vociaccia
sguaiata
di
mastino
,
il
suono
di
un
cornetto
,
un
fischio
,
una
folata
di
vento
,
poi
torna
il
silenzio
.
Le
ombre
verdognole
,
quasi
nere
.
La
megera
guarda
in
su
,
sembra
commossa
da
quella
pace
inaspettata
.
Ora
tosse
e
tiene
una
mano
sul
cuore
:
il
dolore
è
più
forte
.
Mormora
:
"
Dio
mio
,
Dio
mio
,
morire
!
"
.
Ma
l
'
dea
improvvisa
della
morte
spaventandola
l
'
ha
fatta
ritornare
in
sé
;
dice
:
-
Che
sciocca
sono
ad
aver
paura
!
Poi
chiama
:
-
Martino
!
Martino
!
Silenzio
.
-
Dov
'
è
quell
'
imbecille
?
Martino
!
Martino
!
Il
vuoto
oscuro
del
bordello
non
risponde
.
In
fondo
vede
biancheggiare
il
letto
e
una
tenda
si
agita
:
le
sembra
il
braccio
di
qualcuno
che
la
chiami
.
Va
là
,
ferma
la
tenda
,
poi
torna
su
la
strada
.
Ora
sente
un
malessere
opprimente
in
tutta
la
persona
,
le
gambe
le
tremano
;
si
guarda
le
mani
e
vede
che
sono
bianche
...
-
Dio
mio
è
la
morte
?
Perché
pensa
per
la
seconda
volta
alla
morte
?
Questa
osservazione
le
mette
nell
'
animo
uno
spavento
grandissimo
.
S
'
avvia
lentamente
verso
la
sua
camera
e
si
distende
sopra
il
letto
supina
.
Tutta
la
camera
gira
...
Un
rombo
confuso
le
empie
le
orecchie
.
Sembra
che
qualcuno
vicino
a
lei
singhiozzi
,
ma
ha
paura
a
volgersi
da
quella
parte
...
Vede
entrare
delle
figure
che
si
chinano
,
la
tastano
,
la
frucano
...
Ella
vuol
gridare
;
ma
dalla
sua
bocca
contratta
a
forza
non
esce
che
un
gemito
debole
.
Un
tappeto
immenso
,
nero
come
la
notte
,
la
soffoca
,
la
involge
,
la
trascina
via
lontana
...
lontana
...
vertiginosamente
.
La
vecchia
puttana
è
morta
!
Queste
sono
le
cupe
fantasticherie
che
ingombrano
la
mia
mente
.
Io
non
me
ne
posso
liberare
.
Anche
le
larve
del
vino
non
sono
più
belle
.
Attenderò
che
la
spugna
del
tempo
lavi
il
mio
spirito
e
allora
...
allora
...
Ci
vuole
un
altro
amore
;
più
frenetico
del
prirno
,
più
folle
...
che
duri
due
settimane
,
un
mese
,
non
importa
!
Io
la
ringrazio
infinitamente
della
cura
premurosa
che
dimostra
per
me
,
e
gliene
sarò
grato
per
sempre
.
Di
una
cosa
sola
però
non
mi
capacito
,
come
Ella
,
senza
conoscermi
,
possa
amarmi
di
un
'
amicizia
così
tenera
.
Certo
,
noi
due
c
'
intendiamo
più
di
quello
che
non
sembra
:
Vero
?
Chi
avrebbe
detto
che
quel
birichino
,
del
sor
Bernardo
-
allora
perfetto
bohémien
-
potesse
acquistarsi
tanta
fiducia
e
tanta
benevolenza
?
Si
ricorda
delle
prime
incertezze
inquietanti
?
La
nostra
amicizia
era
proprio
in
fasce
e
per
sorreggerla
c
'
è
voluta
tutta
la
mia
buona
volontà
.
Che
balia
,
che
balia
!
Perché
non
mi
manda
mai
un
fiore
?
Mi
piacciono
molto
.
Le
farò
una
confessione
(
scusi
se
salto
di
palo
in
frasca
)
:
più
d
'
una
volta
m
'
è
venuta
la
tentazione
di
darle
del
tu
,
ma
poi
...
certi
scrupoli
...
certe
riflessioni
...
insomma
,
non
ne
son
stato
buono
!
Guardi
se
è
capace
Lei
,
per
prima
.
Mille
cose
gentili
(
K
)
.
Note
alla
parte
prima
(
A
)
Avvertiamo
che
le
note
segnate
coi
numeri
sono
dell
'
autore
;
e
quelle
con
le
lettere
dell
'
alfabeto
sono
di
chi
ha
curato
la
stampa
del
volume
.
(
1
)
L
'
altra
volta
mi
firmai
Isola
di
Federigo
,
ma
riconoscendo
ciò
inadatto
ho
cambiato
...
pseudonimo
.
(
B
)
L
'
autore
,
secondando
lo
scherzo
della
sua
corrispondente
che
ha
chiamato
lui
...
Rodolfo
,
chiama
Mimì
la
ragazza
di
cui
qui
si
parla
.
(
2
)
La
forma
del
mio
scrivere
le
parrà
grossolana
e
quello
che
voglio
dire
non
le
sarà
sempre
chiaro
...
è
vero
?
(
3
)
Finché
Ella
non
abbia
acconsentito
a
tenere
corrispondenza
con
me
,
sono
costretto
a
scriverle
...
monche
,
senza
un
soggetto
determinato
.
Perciò
perdoni
la
loro
poca
correttezza
.
(
C
)
Legge
negli
avvisi
di
quarta
pagina
di
un
giornale
.
(
D
)
Fino
a
qual
punto
,
si
potrà
giudicare
nel
progredire
di
queste
lettere
.
(
4
)
Ella
m
'
ha
chiesto
una
conversazione
da
buoni
amici
ed
io
credo
di
contentarla
portandola
con
me
a
riflettere
e
fantasticare
su
tutto
quello
che
può
dare
interesse
a
due
cuori
e
due
menti
,
ancora
giovani
,
desiderosi
di
apprendere
e
di
migliorare
;
senza
pretensioni
né
frasi
ricopiate
.
Le
piace
così
?
Ella
che
conosce
il
mio
segreto
,
comprende
facilmente
quant
'
io
mi
appassioni
e
quanto
sia
contento
d
'
aver
trovato
una
signorina
tanto
cortese
e
spiritosa
,
che
rispondendo
mi
faccia
accorgere
de
'
miei
errori
e
m
'
incoraggi
,
se
ne
sono
meritevole
,
all
'
attuazione
di
ciò
che
è
il
desiderio
ardente
del
mio
animo
.
Che
se
io
dovessi
disilludermi
non
troverei
più
la
volontà
di
vivere
.
Mi
sono
tanto
ingrandito
nel
mio
sogno
che
ogni
altra
cosa
mi
sembra
meschina
e
immeritevole
d
'
attenzione
!
-
Povero
Rodolfo
!
Se
tu
conoscessi
la
vita
!
Ti
senti
re
quando
un
altro
cuore
palpita
con
il
tuo
e
alla
tua
voce
risponde
un
'
eco
!
...
E
dimentichi
la
tua
picciolezza
e
nel
tuo
pensiero
si
riflette
il
firmamento
:
un
po
'
d
'
affetto
ti
rende
orgoglioso
.
(
E
)
Al
principio
di
questo
stesso
anno
(
1902
)
l
'
autore
faceva
il
2°
dell
'
Istituto
Tecnico
a
Firenze
.
Non
lo
finì
perché
si
sentiva
quasi
sempre
male
.
Continuò
da
sé
a
Siena
e
poi
si
ripresentò
a
Firenze
per
l
'
esame
di
ammissione
in
terza
;
ma
bocciò
in
italiano
e
in
disegno
.
"
Allora
non
seppi
più
che
fare
.
"
(
5
)
Nè
meno
ora
!
...
(
6
)
Rileggendola
mi
accorgo
che
è
scritta
orrendamente
.
Pare
che
io
non
conosca
la
sintassi
manco
di
nome
.
Forse
è
colpa
del
freddo
che
a
forza
di
brividi
scompone
l
'
orditezza
delle
idee
.
Dev
'
essere
così
.
In
ogni
modo
non
sto
a
rifarla
,
ché
dovendola
leggere
Ella
soltanto
,
sarò
perdonato
.
(
F
)
Confessione
importante
.
(
G
)
A
questa
e
simili
sorgenti
filosofiche
,
si
è
quasi
esclusivamente
abbeverata
la
gioventù
studiosa
appartenente
alla
generazione
del
Tozzi
.
(
Particolarmente
la
toscana
:
vedi
Un
uomo
finito
del
Papini
.
)
Con
il
resultato
,
per
quelli
che
non
ebbero
a
loro
sventura
da
contrapporre
principi
più
solidi
e
influenze
più
sane
,
di
una
quantità
immensa
di
energie
disperse
in
andirivieni
tortuosi
per
strade
che
erano
fermate
.
"
Ma
il
mio
spirito
non
ha
incontrato
ancora
una
cosa
solida
,
su
la
quale
s
'
assieda
a
guardare
.
Sembra
che
cammini
sempre
per
certe
strade
silvestri
,
senza
scopo
,
per
sfuggire
gli
altri
"
.
(
Pag
.
?
?
?
del
presente
volurne
.
)
(
7
)
-
Perdoni
l
'
offesa
a
quello
che
la
donna
ha
di
più
caro
,
e
mi
perdoni
due
volte
se
invece
di
essere
...
come
ho
detto
io
...
è
quasi
bella
.
(
H
)
Dilemma
posto
di
nuovo
nell
'
Incalco
(
Gli
Egoisti
,
Mondadori
)
e
ivi
risolto
con
verità
derivate
all
'
autore
dall
'
esperienza
;
quindi
,
non
appartenenti
a
presupposti
ideologici
astratti
(
com
'
è
nel
caso
qui
)
come
con
facilità
può
propendere
a
credere
chi
non
ha
le
medesime
convinzioni
.
(
8
)
-
Mi
perdoni
anche
l
'
audacia
di
questo
intermezzo
che
ho
fatto
in
un
momento
di
rilassatezza
mentale
.
La
lettera
poi
è
scritta
a
pezzettini
in
diversi
tempi
.
(
I
)
Di
questa
lettera
,
quasi
tutta
su
tema
politico
,
lunghissima
,
ho
soppresso
quanto
,
da
parte
dell
'
autore
,
non
offriva
carattere
d
'
interpretazione
originale
.
(
J
)
"
Suonò
al
piccolo
uscio
...
"
-
Con
gli
occhi
chiusi
.
(
Pag
.
?
?
?
-
Treves
.
)
(
K
)
Nessun
'
altra
lettera
più
resta
dei
tre
anni
intercorsi
tra
quest
'
ultima
e
quella
con
cui
s
'
inizia
la
raccolta
seguente
.
Ma
l
'
autore
,
nelle
pagine
che
seguono
,
dice
quanto
occorre
a
fare
intendere
quello
che
resterebbe
oscuro
.
Basti
perciò
accennare
che
la
relazione
tra
Lui
e
l
'
Annalena
continuò
,
intima
,
per
qualche
mese
.
Poi
venne
interrotta
.
Indi
ripresa
quando
il
Tozzi
era
malato
agli
occhi
(
1904
)
e
dopo
poco
di
nuovo
lasciata
a
cagione
dei
parenti
che
la
ostacolavano
.
Fu
allora
che
il
Tozzi
distrusse
gli
originali
delle
lettere
riprodotte
fin
qui
,
e
le
lettere
dei
tre
anni
,
di
cui
sopra
.
Parte
seconda
Da
Siena
,
a
Siena
Settembre
,
1906
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
sono
in
momento
terribile
d
'
incoscienza
.
Tanto
che
non
ho
più
volontà
né
so
come
regolarmi
in
qualsiasi
cosa
;
e
ciò
che
mi
piaceva
un
'
ora
fa
mi
pare
orribile
.
La
conclusione
?
Io
ho
bisogno
di
rinnovarmi
completamente
e
di
mettermi
in
una
condizione
,
la
quale
mi
faccia
profittare
della
mia
coltura
e
di
quel
pochissimo
che
la
natura
mi
ha
dato
.
Tu
stessa
,
quando
ci
parlammo
,
avrai
potuto
capire
ch
'
io
sono
divenuto
un
essere
quasi
imbecille
,
sottoposto
a
una
volontà
non
sincera
,
e
che
non
ho
altra
soddisfazione
se
non
quella
di
fare
male
a
me
stesso
e
ad
altrui
.
A
volte
,
anzi
,
sono
così
sicuro
della
mia
pazzia
,
che
per
me
è
divenuto
abito
l
'
adattarmi
a
ciò
che
essa
esige
.
Tu
sai
che
a
te
solamente
il
mio
animo
s
'
è
aperto
,
così
come
si
apre
ora
.
Mai
in
tutta
la
mia
vita
,
nessuna
altra
persona
ha
bevuto
alla
mia
fonte
amara
come
hai
fatto
tu
.
E
così
forse
mai
io
troverò
chi
vorrà
porgere
orecchio
a
me
:
né
lo
desidero
.
Quando
mi
confido
a
te
sento
dileguarsi
ogni
nebbia
;
ma
dentro
a
me
c
'
è
un
essere
che
mi
comanda
,
dinanzi
al
quale
io
tremo
.
E
quest
'
essere
brutale
ride
di
me
,
quand
'
io
appoggio
l
'
anima
a
chicchessia
.
E
quest
'
essere
,
forse
,
è
la
mia
verità
.
Che
vale
amare
,
quand
'
esso
non
è
contento
,
e
urla
,
e
piange
,
e
si
curva
per
la
rabbia
?
Ora
tace
,
ascoltando
ciò
che
la
mia
anima
sta
per
dire
.
Ora
parla
.
E
la
mia
anima
si
dilegua
dinanzi
al
padrone
che
comanda
.
Emma
,
ciò
che
ho
passato
io
è
terribile
e
grottesco
.
Da
questo
ne
deriva
la
confusione
della
mia
mente
e
la
minaccia
(
che
non
mi
fa
paura
)
della
follia
.
(
Forse
perché
è
molto
tempo
ch
'
io
respiro
sul
suo
petto
)
(
A
)
.
Per
lavorare
da
vero
ho
bisogno
di
togliermi
da
Siena
,
la
quale
è
divenuta
per
me
come
una
grande
allucinazione
,
per
questa
insistenza
quasi
di
persecuzione
.
Ho
perduto
il
mio
ingegno
?
Non
so
.
Non
scriverò
più
finché
non
produrrò
tale
,
quale
io
mi
sforzo
di
produrre
.
Lascia
ch
'
io
scriva
così
a
intervalli
,
perché
sinceramente
tu
possa
ricevere
gli
stati
d
'
animo
che
attraverso
parlandoti
.
Occorre
anche
ch
'
io
mi
senta
bene
.
Chi
ha
più
avuto
la
testa
al
posto
?
Soltanto
il
pensare
che
fra
poco
debbo
uscire
a
passeggiare
tra
la
gente
,
mi
fa
star
male
.
Io
non
ti
sposerò
mai
.
Mi
sento
legato
a
te
da
un
'
amicizia
che
mi
fa
star
male
quand
'
io
non
ho
la
tua
anima
ad
ascoltare
i
miei
pensieri
.
E
t
'
amo
anche
sensualmente
.
T
'
amo
,
ma
soffro
lo
stesso
.
Forse
,
un
medico
sorriderebbe
de
'
miei
nervi
malati
!
Per
oggi
non
ti
scrivo
più
,
né
so
quando
ti
scriverò
.
Hai
tu
davvero
la
forza
di
fuggirmi
?
Di
acquietare
tutto
dentro
di
te
?
Di
reprimere
,
come
io
faccio
,
ogni
moto
di
sentimento
?
Tu
,
quando
mi
ami
,
stai
male
.
Ciò
non
è
amore
.
Anche
io
soffro
perché
l
'
emozione
che
tu
mi
susciti
è
contraria
alla
mia
natura
.
Rimaniamo
in
ciò
che
si
chiama
amicizia
.
Mi
sembra
che
ora
si
riproducano
gli
istanti
di
Porta
Tufi
.
Perdona
alla
mia
perversione
insaziabile
.
Di
più
non
puoi
avere
.
(
Lettera
2.a
)
Settembre
1906
.
Che
devo
combattere
?
Io
mi
sono
provvidamente
rifugiato
in
me
,
e
ad
altrui
non
credo
nulla
.
Non
ti
scriverò
se
non
quando
avrò
me
stesso
;
ora
,
no
.
Molte
cose
devo
fare
,
alle
quali
non
devo
dare
indugio
.
Ti
prego
di
non
scrivermi
più
,
però
ch
'
io
son
libero
di
non
ricordarmi
di
te
,
anche
avendoti
amata
.
Se
tu
sei
all
'
altezza
del
mio
animo
,
questa
lettera
non
ti
farà
dispiacere
(
B
)
.
Da
Siena
,
a
Roma
20
gennaio
1907
.
Ti
prego
d
'
una
cosa
.
Mandami
prima
che
tu
possa
i
denari
per
venire
a
Roma
.
Partirò
la
sera
alle
diciotto
,
il
giorno
stesso
ch
'
io
abbia
ricevuto
il
denaro
.
Non
so
se
la
signora
R
...
ti
abbia
fatto
sapere
che
con
mio
padre
ho
dovuto
rompere
affatto
la
relazione
....
Ma
di
ciò
ora
non
mi
sento
di
scrivere
.
Costà
ho
una
raccomandazione
per
un
giornalista
;
ma
io
stesso
mi
presenterò
più
volentieri
ad
alcune
redazioni
.
Non
so
s
'
io
sogni
;
però
che
credo
io
possa
trovare
un
'
occupazione
tale
,
bastante
a
farmi
vivere
.
Ti
renderò
il
denaro
tosto
che
sarò
in
grado
di
guadagnare
.
Qua
è
impossibile
ch
'
io
possa
lavorare
.
Sento
diminuirmi
l
'
intelligenza
a
poco
a
poco
come
una
cera
che
si
fonde
.
E
poi
a
che
pro
lavorerei
?
Sono
divenuto
stupido
anche
.
Non
ti
preoccupare
niente
per
il
modo
di
vivere
costà
prima
che
io
abbia
trovato
da
lavorare
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ho
scritto
cose
che
non
avrei
mai
voluto
rivelare
.
Da
Roma
,
a
Roma
25
gennaio
1907
.
Tu
avresti
diritto
di
non
amarmi
...
In
questa
mia
solitudine
aspra
io
ti
cerco
con
gelosia
,
e
vorrei
che
tu
fossi
sempre
con
me
.
Oggi
ho
sofferto
tutto
il
giorno
pensando
che
se
tu
per
un
momento
disprezzassi
la
mia
pusillanimità
,
potresti
amare
un
altro
.
Domani
per
me
è
il
giorno
veramente
decisivo
.
Vorrei
vederti
presso
la
fine
della
giornata
per
dirtene
l
'
esito
.
E
poi
che
non
tornerò
a
Siena
,
quale
che
sia
la
mia
condizione
qua
,
è
bene
che
ti
parli
forse
per
consigliarmi
di
una
cosa
.
Emma
,
io
devo
chiederti
solo
pietà
.
Non
parmi
d
'
aver
diritto
a
nessuna
cosa
da
te
,
finché
io
non
siami
sistemato
e
non
ti
tolga
dallo
stare
lungi
da
me
;
perocché
non
soffro
poco
avendoti
così
distante
e
non
in
mio
potere
.
Mi
pare
che
tu
a
poco
a
poco
sfugga
dalla
mia
volontà
.
Che
anche
tu
mi
ami
,
volendomi
male
.
26
gennaio
1907
.
...
avrei
dovuto
ricevere
un
vaglia
telegrafico
da
...
Siena
.
Se
non
vogliano
addirittura
non
aiutarmi
!
Lo
scopo
di
avere
un
posto
nel
giornalismo
è
per
guadagnare
per
potere
studiare
per
conto
mio
,
e
non
per
avanzare
nel
giornalismo
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ora
sono
nervosissimo
perché
prevedo
qualche
cosa
d
'
inatteso
.
Forse
anche
perché
stanotte
non
ho
avuto
da
dormire
ed
ho
...
digiunato
.
Ma
oggi
quel
Commendatore
del
quale
ti
parlai
mi
ha
invitato
un
'
altra
volta
a
pranzo
,
e
mi
ha
prestato
cinque
lire
.
A
te
non
voglio
scrivere
più
con
la
solita
preoccupazione
di
scrivere
bene
,
ma
voglio
scriverti
come
a
quell
'
essere
dolce
(
capace
di
rivolgere
ad
un
tratto
tutto
il
mio
animo
)
che
sta
in
me
come
un
sogno
reale
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
se
io
scorgessi
in
te
una
piccola
macchia
ti
ucciderei
.
Bada
,
Emma
,
tu
sei
riuscita
a
vincermi
.
E
a
volte
non
ti
amo
,
perché
dubito
di
te
.
27
gennaio
1907
.
Il
Commendatore
mi
ha
fatto
il
biglietto
di
presentazione
per
...
senza
parlarmi
di
te
,
né
della
tua
amica
.
Mi
ha
promesso
anche
di
interessarsi
di
più
parlando
con
altri
amici
suoi
;
ma
non
ha
dissimulato
la
difficoltà
dell
'
intento
.
Dunque
,
dovranno
passare
alcuni
giorni
.
Scrivo
nello
stesso
tempo
a
mio
padre
per
i
denari
.
Hai
ancora
in
mente
le
brutte
parole
che
ti
dissi
?
Perdonami
:
mi
vengono
perché
ti
amo
(
C
)
.
Fai
ch
'
io
ritrovi
l
'
antico
io
.
Mi
parve
,
al
contrario
,
che
tu
sia
ironica
con
me
.
E
basterebbe
che
le
nostre
anime
riaccendessero
la
loro
fiaccola
!
Quando
da
Siena
scrivevo
di
essere
impazzito
,
non
esageravo
.
Veramente
io
sono
inceppato
da
una
nuova
vita
,
che
non
ho
capito
.
Mi
sembra
di
camminare
tra
le
nebbie
grosse
di
un
mattino
di
cui
sento
l
'
immenso
sole
.
Ma
fai
che
le
mie
mani
non
carezzino
mai
l
'
imagine
della
follia
,
amata
da
me
più
che
la
vita
.
Mi
sembra
di
vederla
,
capisci
,
questa
follia
!
Una
faccia
bianca
,
quasi
floscia
,
senz
'
occhi
,
e
sorridente
.
È
qui
.
Non
dubitare
se
non
sempre
produco
.
Mi
sono
assicurato
anche
oggi
che
è
cosi
.
Non
ti
dico
i
nomi
degli
artisti
viventi
,
ai
quali
accade
lo
stesso
...
Ma
è
vero
.
Non
mi
tormentare
.
O
meglio
:
tormentami
.
Ti
ringrazio
di
averti
trovata
indifferente
.
Emma
,
anche
quando
credo
di
aver
ragione
di
trattarti
male
,
poi
sento
da
tutto
il
mio
animo
un
affetto
più
grande
.
Guariscimi
interamente
.
Sai
che
non
ho
altri
che
te
.
Ma
è
proprio
vero
che
mi
credi
qualche
cosa
?
Dimmelo
.
Ti
credo
ironica
;
che
tu
sappia
ch
'
io
son
pazzo
inutilmente
.
28
gennaio
1907
.
Puoi
mandarmi
per
stasera
almeno
cinque
lire
?
Altrimenti
non
ho
un
'
altra
volta
da
dormire
.
Quando
ti
scrissi
,
ieri
sera
,
ne
avevo
quattro
e
ottanta
;
poi
spesi
una
lira
e
cinquanta
per
la
camera
,
una
per
mangiare
,
due
mi
occorrono
oggi
,
ed
anche
con
meno
non
potrei
fare
.
...
riscrissi
a
mio
padre
...
30
gennaio
1907
.
Mio
padre
ha
mandato
venticinque
lire
.
Il
Commendatore
al
quale
egli
ha
inviato
i
denari
,
penserà
a
fargli
regolare
il
mio
sussidio
.
Gli
confermerà
che
io
o
prima
o
dopo
troverò
lavoro
,
ed
altre
cose
...
Poi
che
a
me
non
crede
!
Per
il
troppo
camminare
mi
è
venuto
male
ad
un
calcagno
.
Non
mancava
questa
?
6
febbraio
1907
.
Tu
credi
di
far
bene
mostrandoti
indifferente
.
È
il
contrario
,
perché
sto
male
finché
non
ho
trovata
alcuna
spiegazione
o
altro
.
Passai
malissimo
la
notte
della
domenica
.
Piangevo
quasi
.
E
credevo
già
finito
tutto
.
Io
voglio
trovare
in
te
ciò
che
alcuna
volta
può
mancare
in
me
.
Ma
se
,
quando
t
'
adoro
,
tu
fai
credere
come
...
mi
facesti
credere
!
Uscii
dalla
tua
casa
scoraggiato
,
deluso
.
Non
trovavo
in
te
l
'
essere
adorato
,
per
il
quale
mi
piace
di
piangere
con
dolcezza
.
Sono
un
poco
sognatore
.
Ma
non
capisco
perché
mi
si
disperdano
tante
cose
ch
'
io
penso
.
Io
sono
veramente
un
artista
,
ma
non
ho
ne
'
miei
nervi
l
'
energia
per
produrre
.
Sono
sfinito
.
È
così
.
S
'
io
ti
potessi
far
vedere
un
momento
la
mia
anima
!
Ma
tu
devi
essere
anche
rude
.
Dimmi
apertamente
ciò
che
ti
faccio
pensare
di
me
.
Respingimi
,
fai
bene
.
Non
mi
volere
,
finché
io
non
abbia
creato
.
Sarebbe
buono
ch
'
io
non
sentissi
nessuna
amarezza
scrivendo
così
...
Ma
io
ti
ho
fatta
parte
di
me
stesso
.
Volerti
bene
significa
appoggiare
la
mia
anima
alla
tua
.
18
febbraio
1907
.
Non
rispondo
punto
per
punto
alla
tua
lettera
,
perché
vi
sono
cose
che
mi
spiacciono
.
Penserai
,
poi
,
come
me
.
Ma
bada
;
ho
provato
il
più
grande
de
'
dolori
.
Ricorda
ch
'
io
non
sono
uguale
agli
altri
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
È
necessario
ch
'
io
sia
libero
come
te
.
La
mia
dignità
non
mi
permette
più
di
leggere
le
lettere
che
mio
padre
si
permette
di
mandarmi
.
Non
esagero
,
né
posso
.
Ma
non
basta
un
atto
della
mia
volontà
,
per
annullare
l
'
esistenza
di
tale
gente
!
19
febbraio
1907
.
Strappo
la
busta
,
e
ti
dico
ciò
che
nascosi
ieri
sera
.
Mio
padre
ha
saputo
che
tu
sei
a
Roma
,
e
,
dopo
aver
insultato
me
e
te
,
non
vuole
più
mandarmi
i
denari
.
24
febbraio
1907
.
Se
tu
fossi
venuta
a
me
,
che
ti
attendevo
,
avresti
saputo
che
non
potevo
scriverti
.
Il
perché
...
te
lo
imagini
.
Oggi
vendo
un
libruccio
che
non
mi
serve
a
nulla
e
così
posso
.
Manda
subito
la
presentazione
alla
Tribuna
.
Te
ne
prego
.
Lascia
fare
a
me
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Dovresti
sapere
l
'
angoscia
e
lo
sbigottimento
che
provo
,
quando
ti
devo
lasciare
.
Attendo
dalle
tue
parole
la
mia
forza
.
25
febbraio
1907
.
Mio
padre
(
non
avendogli
io
risposto
)
m
'
ha
scritto
domandandomi
se
mi
ero
recata
ad
offesa
la
lettera
ultima
sua
,
e
ritornando
nel
buono
animo
della
penultima
.
Stasera
sono
stato
dal
G
.
È
il
primo
uomo
ch
'
io
creda
onesto
e
buono
.
Non
ha
potuto
farmi
nulla
,
ma
mi
ha
fatto
intravedere
in
seguito
,
promettendo
di
scrivere
all
'
indirizzo
della
signora
Bisi
-
Albini
.
È
stato
pieno
di
rispetto
.
M
'
ha
dato
un
biglietto
d
'
invito
per
una
sua
conferenza
,
della
quale
spero
di
fare
alcuna
cosa
.
(
Un
'
ora
dopo
)
Sono
stato
alla
C
.
Ti
riferisco
ciò
che
m
'
ha
detto
il
direttore
:
"
È
un
giornale
che
si
fa
in
tre
ore
.
Se
potessi
mandare
via
due
giovani
,
che
sono
a
carico
mio
,
lo
farei
.
Vada
al
Popolo
Romano
.
Le
daranno
cento
lire
al
mese
.
Lavorerà
la
notte
.
È
possibile
che
Chauvet
lo
prenda
,
perché
ha
tante
rubriche
.
Qui
gli
articoli
di
quinta
colonna
son
fatti
dal
...
e
non
glieli
pago
.
Li
fa
tanto
per
avere
i
biglietti
per
i
teatri
.
I
suoi
articoli
sono
traduzioni
dal
francese
.
Piacciono
molto
.
Egli
non
ha
nessuna
cultura
.
Si
faccia
presentare
dal
F
.
ed
anch
'
io
dirò
due
parole
a
Chauvet
.
Dia
retta
a
me
,
vada
al
Popolo
Romano
...
"
All
'
inferno
!
Non
ti
pare
ch
'
io
debba
attendere
prima
di
andare
in
certe
mani
?
Se
tu
sapessi
che
impressione
ho
di
tali
persone
!
Comprendo
che
tutto
il
mio
lavoro
non
servirebbe
a
nulla
.
E
,
poi
,
con
cento
lire
,
posso
pensare
al
nostro
domani
?
-
Dal
G
.
mi
sono
sentito
sulla
soglia
della
mia
strada
.
Ma
io
ho
deciso
.
Mi
stringo
a
te
ed
ai
miei
studii
.
Così
non
mi
perderò
.
-
Tuttavia
non
ho
deciso
se
andrò
o
no
un
'
altra
volta
dal
F
.
per
il
Popolo
Romano
.
Vi
andrò
se
persisterà
il
mio
stato
depresso
.
26
febbraio
1907
.
Un
'
altra
lettera
di
mio
padre
,
ma
differente
.
I
soliti
insulti
usciti
dalla
sua
idiozia
,
dove
tutte
le
male
volontà
contro
di
me
hanno
potere
.
Onde
sono
pronto
ad
accogliere
qualunque
lavoro
,
solo
che
basti
a
scrivergli
che
io
non
voglio
più
lettere
sue
né
denari
.
Cioè
(
per
non
sognare
troppo
)
ne
approfitterò
finché
ne
ho
bisogno
,
e
poi
potrò
sentirmi
uomo
.
Domattina
vado
da
F
.
Ma
,
se
vuoi
ch
'
io
ti
possa
amare
sempre
,
devi
sentire
anche
tu
lo
stesso
odio
o
ribrezzo
o
ripugnanza
verso
tale
gente
,
e
quindi
non
volerne
sapere
nulla
;
vergognartene
.
Credo
di
non
ingannarmi
,
rifugiandomi
nel
tuo
amore
.
4
marzo
1907
.
Per
me
tu
sei
sacra
.
Ma
bada
di
scrivermi
intelligentemente
,
e
non
dimenticare
che
ogni
tua
lettera
è
un
mare
di
dolcezza
dove
perdo
me
stesso
.
Da
,
ciò
,
dunque
,
deve
nascere
il
mio
lavoro
.
Considera
il
momento
tristissimo
che
attraverso
.
Io
credo
che
non
ve
n
'
è
peggiore
.
Ma
basta
ch
'
io
t
'
ami
perché
mi
senta
come
pieno
d
'
una
luce
dolcissima
.
Non
so
trovare
un
'
imagine
.
Io
sorrido
:
sono
forte
:
t
'
amo
.
Non
era
in
ufficio
né
meno
il
F
.
Ma
che
non
voglia
più
ricevermi
?
Perdona
la
mia
supposizione
,
perché
sono
triste
e
dolorosamente
pessimista
.
Io
non
ne
posso
giudicare
.
7
Marzo
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ho
studiato
assai
in
biblioteca
,
e
sono
quasi
a
raggiungere
il
nuovo
mondo
,
che
sentivo
muoversi
dentro
di
me
.
Vorrei
che
tu
credessi
come
me
,
a
qualche
cosa
di
nuovo
che
io
porterò
nel
pensiero
.
Leggendo
,
ora
,
mi
tornano
tutte
le
sensazioni
,
che
prima
si
perdevano
in
tutto
il
male
che
era
penetrato
fino
alle
ossa
della
mia
anima
.
Con
te
e
con
la
mia
intelligenza
,
Emma
!
9
marzo
1907
.
Non
ti
voglio
sentire
come
un
idealismo
molto
stupido
per
me
,
ma
devi
attaccarti
al
mio
spirito
,
il
quale
può
ricevere
da
te
qualsiasi
forza
.
-
Non
approvo
ciò
che
fai
in
un
ospedale
.
Ciò
è
estraneo
a
me
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sei
vile
,
vile
.
E
dovevi
scrivere
quell
'
articolo
nella
Vita
femminile
?
Di
me
soltanto
dovresti
scrivere
,
se
tu
mi
amassi
.
Sai
ch
'
io
ti
voglio
mia
,
realmente
.
Tutto
il
mio
essere
respinge
questi
momenti
.
Ho
disgusto
anche
di
me
.
Ma
scrivimi
come
la
mia
moglie
.
Risveglia
in
me
tutte
le
dolcezze
,
e
,
poi
che
sei
intelligente
,
risveglierai
anche
la
mia
intelligenza
.
Così
no
.
Mi
sento
solamente
un
amico
affezionato
e
fedele
,
il
quale
deve
molto
a
te
.
Smetto
di
scriverti
;
preferisco
il
sole
e
la
strada
.
10
marzo
1907
.
Perdonami
.
Fai
ch
'
io
ti
veda
presto
.
11
marzo
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Mai
più
accadranno
queste
cose
.
Ne
ho
avuto
paura
come
un
bambino
.
Adesso
risorrido
perché
vedo
i
tuoi
occhi
fulgidi
di
gioia
.
Non
so
se
lavorerò
,
ma
sento
fremere
al
soffio
della
mia
anima
come
una
vegetazione
di
pensieri
.
M
'
è
apparso
anche
un
breve
dramma
,
il
cui
fondo
m
'
è
stato
dato
dalla
portineria
di
questa
casa
.
Non
saprei
.
Una
stanzetta
col
paravento
,
che
cela
un
letto
dov
'
è
malato
il
padre
del
protagonista
...
Ma
non
saprei
.
Ho
veduti
questi
personaggi
come
in
un
viale
d
'
imagini
:
ho
avuto
un
brivido
(
D
)
.
Non
studio
più
,
ma
rifletto
senza
sforzo
.
Sono
travolgimenti
immensi
.
E
ogni
volta
trovo
più
bianco
il
sentimento
di
te
.
Una
sola
cosa
non
mi
piace
del
tutto
:
che
tu
non
creda
d
'
essere
la
sorgente
di
ogni
mio
bene
.
Almeno
,
lo
hai
dubitato
a
parole
con
me
.
Ma
non
ci
torniamo
sopra
.
Scrivo
malvolentieri
,
perché
scrivo
male
.
Solo
la
necessità
mi
s
'
impone
.
Prima
ch
'
io
ti
scrivessi
la
prima
lettera
,
erano
passati
molti
anni
senza
che
io
avessi
potuto
pensare
qualcosa
.
Del
resto
,
ciò
spiega
la
mia
bocciatura
agli
esami
dell
'
istituto
tecnico
.
Se
non
dovessi
scrivere
a
te
non
prenderei
certamente
la
penna
in
mano
.
Mi
ci
vuole
qualcosa
che
muova
i
miei
sentimenti
.
Lascia
stare
.
A
poco
a
poco
tu
farai
tutto
.
Hai
fatto
già
molto
facendomi
scrivere
queste
lettere
.
Credo
che
questo
sia
il
segno
dell
'
intelletto
superiore
.
Che
ti
devo
dire
?
Penso
a
quando
scriverò
bene
.
Nel
mio
libretto
,
ho
notato
:
Durante
un
anno
scrissi
solo
queste
parole
:
"
Vorrei
uccidere
tutti
"
.
Ed
è
vero
.
Ho
dimenticato
completamente
la
schifosissima
città
,
onde
sono
venuto
.
Parlo
a
tutti
volentieri
per
vivere
e
sentire
qui
.
Non
ho
altra
dolcezza
che
la
tua
.
12
marzo
1907
.
Quanti
giorni
ti
attenderò
?
Anche
oggi
m
'
è
parso
che
tu
dovessi
venire
.
Mi
sono
alzato
da
tavola
con
il
presentimento
che
tu
venissi
.
Come
ti
desidero
ad
ogni
momento
!
È
necessario
che
noi
ci
sposiamo
presto
.
Al
mio
lavoro
non
pensare
per
ora
.
Se
non
viene
,
che
dobbiamo
fare
?
Sono
in
un
periodo
(
ahimé
,
troppo
lungo
!
)
d
'
impotenza
.
Io
passo
le
giornate
quali
le
passava
un
vecchio
poeta
:
né
meno
sono
capace
a
ripensare
al
passato
.
Sembra
ch
'
io
possa
prendere
qualche
cosa
da
un
'
immensa
montagna
di
pensieri
...
e
non
trovo
nulla
.
Non
piace
né
meno
a
me
l
'
analisi
di
ciò
.
Ma
come
potrei
assicurarti
che
t
'
amo
?
Non
ci
vediamo
,
ed
è
necessario
ch
'
io
butti
fuora
le
mie
gonfiezze
dall
'
anima
.
Leggo
anche
il
Tolstoi
...
A
volte
devo
interrompermi
e
gettarmi
sul
letto
,
perché
mi
prende
come
uno
sbalordimento
doloroso
.
Sembra
che
tante
funi
siano
tirate
...
Che
malessere
!
Nel
Tolstoi
ho
segnate
in
margine
queste
parole
,
perché
leggendole
,
ho
esclamato
:
"
Ecco
,
Emma
,
credi
come
io
credo
"
.
Le
parole
:
"
Nessun
rètore
troverà
la
parola
o
la
disposizione
di
parola
che
trova
senza
sforzi
chi
esprime
quello
che
sente
"
.
"
L
'
insegnamento
delle
scuole
s
'
arresta
dove
comincia
il
tocco
,
cioè
dove
comincia
l
'
arte
"
.
"
Così
si
spiega
come
non
ci
siano
artisti
peggiori
che
quelli
i
quali
sono
passati
per
le
scuole
e
vi
riportarono
dei
successi
...
"
Tu
capisci
che
ciò
è
la
mia
maggiore
preoccupazione
,
e
che
il
mio
pensiero
nascerà
da
essa
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Quanto
hai
da
fare
ancora
!
Credo
che
dopo
quest
'
altra
passeggiata
lavorerò
(
E
)
.
Sempre
più
fitti
vengono
i
pensieri
.
A
momenti
ne
ho
come
un
peso
.
Figurati
che
a
volte
mi
par
di
vedere
due
mani
all
'
anima
...
Ma
quanto
sono
insulsi
e
sciocchi
ancora
!
Non
ho
da
dire
nulla
.
Appare
qualche
cosa
e
poi
se
ne
va
lasciandomi
scontento
.
Come
vorrei
vedere
i
tuoi
pensieri
di
mano
in
mano
che
tu
leggi
!
Come
non
devi
avere
nessuna
ombra
di
tristezza
pensando
al
nostro
passato
sbiadito
!
Ma
che
dico
?
Come
devo
ancora
trasformare
i
miei
nervi
!
Ora
non
posso
scrivere
.
Vorrei
averti
qui
per
ringiovanire
la
mia
forza
.
Vorrei
che
noi
fossimo
felici
presto
.
Vorrei
che
tu
non
fossi
stanca
;
vorrei
adorarti
,
mia
signora
,
in
casa
mia
.
Com
'
è
tisico
tutto
ciò
che
ho
fatto
!
E
non
vorrei
che
la
sua
infezione
prendesse
i
pensieri
d
'
ora
.
Devo
ricominciare
a
vivere
.
Amami
,
amami
con
tutta
la
tua
anima
,
senza
velature
...
Non
siamo
mica
morti
:
dammiti
tutta
senza
esitazioni
.
Come
mal
pensasti
l
'
altro
giorno
!
Ecco
la
causa
della
mia
ira
.
Non
ti
potevo
perdonare
il
tuo
ripiegamento
su
te
stessa
,
quasi
la
tua
rinuncia
.
Che
sono
questi
gomitoli
di
timore
!
Noi
stessi
siamo
la
causa
della
mia
impotenza
.
Giù
tutto
:
strappiamo
le
tende
,
buttiamo
giù
le
imposte
:
aria
.
Siamo
come
tutti
gli
altri
.
Amiamoci
senza
i
nervi
guasti
...
Ti
bacio
con
la
gioia
semplice
de
'
forti
.
Come
mi
vanno
via
a
pezzi
le
stupidaggini
che
avevano
coperto
il
mio
spirito
.
Giù
,
giù
:
mi
par
di
veder
cadere
tutte
le
male
cose
dall
'
anima
.
Che
freschezza
c
'
è
ora
!
Sembra
un
senso
di
rigagnolo
tra
i
ciuffi
verdi
dell
'
erba
.
No
,
no
:
questa
non
è
un
'
imagine
.
Come
ancora
è
confuso
tutto
il
mio
pensiero
!
Forza
,
forza
!
Il
mio
pensiero
ricade
come
un
velo
che
si
ripiega
dopo
che
è
stato
alzato
.
Ciò
che
passa
non
dura
.
Sono
come
le
sassate
dei
monelli
contro
le
invetriate
.
Spariscono
i
vetri
.
Amami
:
il
solo
amore
tuo
è
la
forza
mia
.
Non
è
vero
che
non
saremo
lieti
finché
i
nostri
figli
spirituali
non
saranno
nati
?
Devono
nascere
,
C
'
è
come
un
caos
di
cose
che
non
sta
fermo
mai
.
Mi
dà
l
'
aspetto
della
bufera
infernale
,
che
mena
gli
spiriti
con
la
sua
rapina
.
Figure
piegate
e
pigiate
che
piangono
...
Il
resto
sta
a
te
.
Fai
ch
'
io
ti
veda
.
A
volte
pare
che
nel
mio
cervello
stiano
le
cose
come
l
'
acqua
nella
spugna
;
mi
par
di
vedere
questa
spugna
,
che
,
premuta
,
scola
tutta
...
16
marzo
1907
.
Sono
otto
pagine
che
voglio
empirti
.
Penso
dirti
tante
cose
!
Non
ho
nessuno
amico
,
ma
parlo
sempre
con
te
.
Mi
piace
tanto
quest
'
illusione
!
Veniamo
a
cose
serie
.
Tu
mi
hai
scritto
per
incitarmi
al
lavoro
,
ed
hai
fatto
bene
.
Maltrattami
anche
.
Sentendo
la
tua
volontà
vicina
alla
mia
,
torno
alla
vita
.
Stamani
ho
pianto
quando
un
raggio
di
sole
è
entrato
nella
mia
camera
.
Ritorno
artista
.
Ma
,
vedi
,
potresti
anche
bastonarmi
senza
ch
'
io
potessi
scrivere
una
parola
.
Nè
amor
proprio
o
altro
può
muovermi
.
Cioè
,
io
mi
consumo
per
l
'
ansia
di
studiare
,
ma
la
mia
poesia
non
è
nata
ancora
tutta
.
Ho
qualche
accenno
,
ogni
giorno
più
insistente
,
che
mi
fa
gonfiare
il
petto
di
tenerezza
.
Come
mi
sento
buono
allora
.
Penso
che
l
'
ingegno
sia
solamente
bontà
.
Sapere
amare
tutte
le
cose
.
Si
:
io
ho
dentro
di
me
questo
sentimento
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
farò
nulla
su
Siena
.
Mi
ricordo
solamente
che
esiste
una
città
di
tal
nome
,
ma
essa
è
ben
morta
?
Qui
è
la
mia
vita
.
Qui
sento
tornare
le
mie
sensazioni
.
Qui
anelo
ad
un
sentimento
legittimo
.
Ma
vedi
come
son
fatto
?
Dianzi
avevo
la
certezza
di
essere
qualche
cosa
,
adesso
ho
la
certezza
di
essere
un
melanconico
solamente
.
Che
mi
vuoi
fare
?
Conviene
che
tu
aiuti
tutto
il
mio
io
a
risorgere
.
Dì
alla
signora
Celli
ch
'
io
studierò
il
tedesco
e
che
lo
conosco
già
un
poco
,
avendolo
studiato
un
anno
a
scuola
.
Comprerò
una
grammatica
e
un
vocabolario
,
poi
che
si
tratterà
solamente
di
farmi
tornare
a
memoria
cose
note
.
Ma
ora
mi
sono
dato
tutto
a
Dante
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Vuoi
sapere
a
chi
penso
quando
lavoro
?
Mi
par
di
vedere
(
o
meglio
:
vedo
)
il
tuo
viso
fisso
nel
mio
.
E
ti
parlo
.
Non
so
se
tu
puoi
rievocare
le
imagini
visive
.
Ma
io
ho
quasi
un
'
allucinazione
.
Non
ho
veduto
ora
la
tua
fronte
?
E
odo
la
tua
voce
.
Se
non
temessi
di
turbare
tanta
tranquillità
,
ti
direi
le
mie
impressioni
dell
'
altro
giorno
.
Sono
cose
che
anderanno
via
tosto
che
tu
non
sarai
più
infermiera
.
Ma
,
no
:
ho
torto
.
Io
non
ti
devo
forzare
a
modellarti
secondo
il
mio
sogno
.
Voglio
vederti
lieta
di
te
stessa
,
e
capace
di
farmi
piangere
di
tenerezza
.
Perché
non
immagini
come
io
sento
te
?
Quando
ti
rivolgi
a
Dio
,
non
hai
il
sentimento
della
divinità
?
Non
senti
una
forza
che
non
è
tua
,
così
pura
che
non
vi
è
paragone
?
E
ti
senti
presa
da
Dio
,
e
ti
pare
di
avere
contatto
con
lui
,
non
è
vero
?
Io
sento
ciò
per
te
.
Vorrei
avere
quasi
terrore
del
tuo
affetto
.
Perciò
tu
mi
chiami
bambino
.
Io
ti
ammiro
e
t
'
amo
.
Ma
bada
,
sai
.
Non
turbare
mai
questa
serenità
.
Una
piccola
menzogna
o
contraddizione
,
romperebbe
tutto
.
-
E
non
è
vero
che
questo
affetto
sarà
immutabile
?
Sì
,
perché
io
lo
sento
fuori
dell
'
umano
.
Lo
sento
confuso
con
la
mia
intelligenza
.
Ah
,
non
t
'
ho
detto
mai
una
cosa
.
Compongo
molta
musica
originalissima
.
Ma
,
ohimè
,
tutto
nasce
e
muore
nella
mia
mente
.
Mentre
scrivevo
il
principio
di
questa
pagina
(
ed
è
ciò
che
m
'
ha
fatto
ricordare
di
parlartene
)
ho
pensato
un
motivo
bellissimo
.
Qualche
cosa
di
simile
ad
un
pianto
.
Oh
,
come
ora
ritorna
!
È
bello
molto
(
F
)
.
Tutto
ciò
io
lo
chiamo
il
tuo
amore
.
Poiché
una
minuzia
di
esso
vale
molto
più
di
ogni
altra
cosa
.
Esso
è
tutta
la
dolcezza
del
mio
ingegno
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ho
letto
due
terzine
di
Dante
,
che
ho
dinanzi
,
ed
ho
provato
scoraggiamento
.
Sento
da
vero
qualcosa
e
lo
capisco
,
o
è
un
'
illusione
?
M
'
è
venuto
a
mente
:
Pianger
di
doglia
,
e
sospirar
d
'
angoscia
...
Sono
per
piangere
.
17
marzo
1907
.
Sono
stato
alla
Galleria
di
Villa
Borghese
,
e
ti
mando
ora
queste
violette
colte
attraverso
i
bellissimi
prati
.
Ho
quasi
certezza
di
me
.
I
quadri
che
guardavo
divenivano
mie
idee
,
e
del
loro
sentimento
userò
scrivendo
.
Un
paesaggio
del
Francia
...
(
Non
so
dire
ciò
che
ho
in
mente
)
.
Ma
è
necessario
che
con
un
atto
di
volontà
mi
decida
a
star
lontano
dal
solito
studiare
,
il
quale
m
'
ha
indebolito
e
confuso
molto
.
Deve
venire
tutto
da
sé
,
però
che
sembra
che
l
'
imagini
scorrano
alla
superficie
del
mio
pensiero
,
senza
ch
'
io
le
sappia
fermare
.
Così
è
per
ora
.
Non
ti
posso
dire
tutte
le
cose
indefinite
che
si
accolgono
nel
mio
essere
.
Pare
che
pensi
anche
il
mio
corpo
.
E
quando
io
apro
le
mie
sensazioni
per
vedere
che
cosa
abbiano
dentro
,
vi
trovo
solamente
il
desiderio
di
te
.
(
Non
so
se
abbia
detto
una
cosa
seria
facendoti
ridere
.
Non
mi
piace
)
.
Sì
;
il
mio
sentimento
ha
origine
da
te
.
Tutto
quel
senso
ineffabile
che
accompagna
la
mia
mente
è
solamente
il
tuo
amore
.
Tutto
ciò
che
posso
adunare
nella
mia
volontà
,
è
sigillato
da
te
.
Capisco
che
esprimo
il
mio
pensiero
balbuziendo
,
e
con
la
mente
debole
di
un
fanciullo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
studia
anche
tu
.
Non
t
'
ho
mai
domandato
che
tu
capissi
un
quadro
o
altro
,
ma
ho
fatto
male
.
Che
pensi
di
tali
ammoscimenti
?
Io
ne
rido
con
te
(
ho
riveduta
la
tua
bocca
)
,
ma
desidero
che
tu
obbedisca
.
Del
resto
,
fiat
voluntas
tua
!
22
marzo
1907
.
Non
ho
ancora
potuto
piangere
dinanzi
a
te
,
a
cagione
delle
cose
vili
che
lo
star
lungi
da
te
ha
raccolte
.
Ma
io
lo
faccio
ora
imaginando
il
tuo
volto
.
Sembra
anche
ch
'
io
mi
purifichi
tutto
così
.
Sentomi
tornato
ad
una
tenerezza
innocente
.
Amami
.
Non
ti
so
dire
ciò
che
questa
parola
significa
per
me
.
Ho
la
sensazione
di
una
cosa
eterna
.
Parmi
che
il
silenzio
della
mia
anima
sia
la
significazione
del
nostro
amore
.
Ma
questo
gaudio
,
così
quasi
libero
dai
sensi
,
lo
hai
anche
tu
.
Anzi
,
io
l
'
ho
appreso
da
te
.
Fai
che
a
poco
a
poco
il
mio
animo
possa
tornare
alla
sua
completa
esistenza
.
Ora
esso
è
ancora
in
formazione
.
È
inutile
che
tu
chieda
adesso
lavoro
.
Sono
ancora
tra
le
nebbie
della
impossibilità
.
Non
hai
ancora
capito
ch
'
io
sono
stato
un
anno
troppo
lontano
dalla
vita
.
A
Siena
ho
voluto
ritirarmi
da
ogni
contatto
.
Tu
sola
,
a
poco
a
poco
mi
riconduci
al
naturale
,
all
'
umano
.
Sono
anche
stato
cattivo
molto
;
o
pazzo
.
Pensava
di
essere
privilegiato
da
Dio
sopra
tutti
gli
altri
.
Pensavo
che
avrei
dovuto
comandare
a
tutti
,
e
pensavo
che
tutti
mi
dovessero
avere
tale
rispetto
.
Pazzo
addirittura
.
Ed
ora
ciò
mi
fa
dubitare
.
Ma
io
sento
che
questo
male
mi
ha
lasciato
.
Ne
ho
terrore
soltanto
.
Mi
pare
,
sai
,
che
questa
oscurità
ridiscenda
alcuna
volta
sull
'
anima
,
ma
ora
ne
ho
un
'
imagine
soltanto
.
Tu
sola
mi
hai
guarito
e
mi
tieni
sano
.
Perciò
tu
hai
qualunque
diritto
su
ciò
che
potrò
fare
.
Non
avrei
dovuto
dirtene
alcuna
cosa
,
per
non
attristarti
.
Ma
devi
conoscere
me
fino
al
fondo
dell
'
anima
.
Non
vi
deve
essere
per
te
nessuna
cosa
incompresa
.
Ma
tutto
deve
cadere
di
ciò
.
Tu
mi
darai
e
mi
dai
un
nuovo
aspetto
del
tempo
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
che
fa
lo
studiare
,
e
la
Biblioteca
?
Non
devo
studiar
più
,
come
studia
-
per
esempio
-
un
professore
;
cioè
per
sapere
.
Conviene
che
studi
come
prima
,
cioè
torni
a
vedere
ciò
che
mi
è
intorno
.
Questa
sala
non
mi
deve
interessare
se
non
come
un
oggetto
della
mia
attenzione
creatrice
(
G
)
.
Ma
devo
avere
pazienza
che
si
combinino
insieme
tutti
i
frammenti
disparati
che
ho
nella
mente
.
Allora
sorgeranno
le
idee
.
23
marzo
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ch
'
io
non
senta
più
la
fiacca
nell
'
anima
,
che
io
non
sia
più
triste
...
Se
tu
sapessi
quanto
ho
sofferto
io
!
Devi
essere
di
me
gelosa
ed
egoista
,
come
sei
,
non
è
vero
?
Perché
non
dovrei
dar
retta
a
te
?
Dentro
te
c
'
è
tutto
,
poi
che
ci
metto
tutto
.
24
marzo
1907
.
Ieri
sera
mi
si
formarono
alcuni
simboli
bellissimi
,
ma
al
solito
sfuggenti
.
Io
credo
di
non
poterli
descrivere
per
il
grande
cambiamento
che
essi
hanno
rispetto
gli
altri
di
un
tempo
.
E
ti
assicuro
che
sono
belli
da
vero
.
La
maggiore
gioia
mia
è
di
scrivere
a
te
.
Mi
sono
così
infuso
dentro
di
te
,
che
tu
devi
percepirne
qualcosa
.
Ora
ho
pensato
ad
una
statua
del
Rodin
:
il
Pensiero
.
Egli
è
uno
dei
maestri
che
mi
ha
dato
molto
della
sua
arte
.
Non
ti
posso
dire
bene
che
è
questo
Pensiero
,
però
che
è
un
simbolo
.
È
una
testa
di
donna
che
ha
il
collo
sorgente
da
un
blocco
di
marmo
.
Credi
che
il
volto
di
lei
è
un
pensiero
.
Ma
che
Rodin
!
In
parte
,
il
mio
scrivere
non
bene
dipende
dalla
confusa
mescolanza
di
stili
che
io
ho
studiato
.
È
stata
una
fatica
per
ora
,
la
quale
mi
ha
guastato
.
Lascia
che
ritorni
la
chiarezza
,
e
avrò
coscienza
dello
scrivere
.
25
marzo
1907
.
Sono
desideroso
di
parlarti
martedì
della
mia
sistemazione
,
dalla
quale
dipende
la
nostra
contentezza
.
Mi
consiglierai
.
Tornerei
a
Siena
,
se
mio
padre
smettesse
la
trattoria
(
H
)
(
me
lo
ha
anche
scritto
)
e
non
avesse
più
in
casa
la
solita
donna
di
servizio
.
Con
la
mia
matrigna
staresti
benissimo
.
Ma
,
poi
,
a
Siena
che
faccio
?
Ho
orrore
ricordando
.
D
'
altra
parte
desidero
che
tu
non
stia
più
al
Policlinico
.
27
marzo
1907
.
Non
faresti
cosa
ridicola
se
tu
scrivessi
in
un
foglio
ogni
pensiero
di
me
che
t
'
avviene
.
Potresti
farne
due
gruppi
:
l
'
uno
di
quelli
riguardanti
la
nostra
vita
,
l
'
altro
di
ciò
che
dubiti
di
me
.
Ho
notato
molte
volte
una
diffidenza
mal
celata
contro
me
.
Tu
hai
messo
sopra
me
molto
delle
chiacchiere
,
e
mi
hai
giudicato
come
gli
altri
(
alcuna
volta
,
s
'
intende
)
.
Domanda
tutto
,
ogni
minuzia
oscura
,
e
se
tu
non
domanderai
,
dirò
io
spontaneamente
.
E
ciò
per
chiudere
definitivamente
ogni
cosa
brutta
.
Vorrei
che
tu
comprendessi
tutto
il
rimorso
che
ho
di
non
averti
adorata
come
ora
.
E
questo
intensifica
di
più
la
mia
adorazione
.
Ma
sul
passato
ho
posto
i
piedi
.
È
vero
però
ch
'
io
t
'
amo
anche
per
il
passato
.
Tutti
i
miei
ricordi
sono
come
una
brace
che
tiemmi
calda
l
'
anima
.
Forse
,
ti
amavo
fin
dalla
prima
lettera
.
Sentivo
da
te
una
luce
sopra
tutta
la
volgarità
.
È
vero
così
.
Il
primo
che
adulò
le
mie
speranze
,
predisse
che
io
avrei
scritto
dopo
averti
sposata
.
Come
io
volli
perdere
te
,
non
sono
stato
più
buono
di
scrivere
una
parola
.
A
Firenze
(
e
fui
maligno
di
non
dirtene
alcuna
cosa
)
scrissi
una
prosa
esaltante
la
tua
anima
.
Ma
non
volevo
manifestarti
il
mio
affetto
perché
ti
chiudevo
con
tutto
l
'
altro
del
mio
passato
,
del
quale
ora
sono
vincitore
.
Dalla
signora
R
.
sentii
il
desiderio
di
cadere
come
fulminato
;
non
so
che
voglia
ebbi
di
divenire
niente
:
ti
adorai
come
penso
che
alcuni
adorino
gli
dèi
.
Divenisti
una
cosa
della
mia
anima
,
inseparabilmente
.
Ma
la
mia
pazzia
e
la
mia
malvagità
,
forse
necessarie
per
uscire
dal
pelago
(
e
allora
credevo
che
fosse
necessaria
)
m
'
impedì
di
manifestare
il
mio
amore
.
Sentivo
mordermi
tutte
le
membra
dal
dolore
,
ma
dovevo
essere
impassibile
.
E
alcuna
volta
ne
piangevo
.
Sentivami
legato
dalla
pietra
della
mia
sciocca
pazzia
,
invasato
dall
'
idea
fissa
di
essere
una
potenza
,
e
non
ti
dovevo
scrivere
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
di
quando
in
quando
il
tuo
ricordo
sfondava
la
mia
anima
,
ed
io
mi
dolevo
anche
fisicamente
.
Pensavo
il
mio
dolore
anche
dentro
le
ossa
.
E
credevo
di
aver
perduto
per
sempre
l
'
intelligenza
.
Credevo
di
aver
sulle
labbra
il
riso
degli
idioti
,
e
che
tu
mi
disprezzassi
.
E
ti
davo
ragione
.
Ti
domandavo
tante
cose
che
non
ricordavo
più
la
sera
,
stando
un
'
ora
fermo
a
guardare
lontano
.
Oh
,
s
'
io
potessi
ridirti
bene
ogni
cosa
!
Pensavo
di
essere
pazzo
e
che
tu
mi
tenessi
come
un
bambino
,
poi
mi
facevi
cadere
,
ed
io
piangevo
.
Ciò
è
un
momento
di
quello
che
ho
sofferto
!
La
signora
R
.
mi
parlò
di
te
,
ed
io
decisi
ciò
che
prima
parevami
come
un
buco
alla
luce
fatto
in
una
grotta
.
Tornai
quasi
in
me
,
e
non
mi
vergognai
di
chiederti
il
denaro
per
venire
a
Roma
.
Sentivo
di
fare
una
cosa
dignitosa
.
Già
vedevo
il
tuo
volto
e
i
tuoi
atti
.
Pensavo
che
avremmo
pianto
insieme
.
Tu
vedi
ora
quanto
la
mia
anima
ha
camminato
,
senza
che
tu
la
vedessi
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Così
si
gonfia
l
'
anima
di
sogni
,
come
di
succo
.
Penso
agli
alberi
che
colano
di
linfa
.
Quando
la
solidità
del
mio
passato
sarà
divenuta
polvere
e
non
sarà
più
come
una
corteccia
sopra
la
mia
anima
,
lavorerò
.
Ma
senza
il
tuo
amore
non
farei
niente
,
però
che
esso
è
la
sola
acqua
che
bagna
la
mia
anima
.
28
marzo
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
ti
pare
che
ambedue
dovremmo
preoccuparci
di
scrivere
meglio
?
Dammi
l
'
emulazione
tu
.
Però
che
se
prendo
l
'
abitudine
di
scrivere
rilassatamente
,
temo
di
non
aver
perduto
tempo
quando
ho
studiato
la
stilistica
e
altre
cose
!
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Oggi
sono
un
poco
ragazzo
.
Ma
conviene
esser
così
per
avere
la
spensieratezza
.
Mi
par
d
'
essere
in
mezzo
a
tante
vigne
verdi
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sono
allegro
ho
detto
?
Ohimè
,
si
è
rivelata
la
faccia
già
.
Quanta
grandine
su
le
vigne
!
1
aprile
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Pensando
con
te
la
mia
anima
si
ritrae
dalle
sue
vacuità
,
e
rifletto
,
e
mi
appaiono
le
mie
vie
.
Si
risolvono
tante
incertezze
,
in
un
'
ora
di
amore
!
Non
saprei
spiegarti
questa
influenza
intellettuale
.
E
di
quella
morale
?
Non
ho
dipinta
la
mia
vita
attorno
alla
tua
persona
?
So
come
dovrò
comportarmi
sempre
,
però
che
in
te
ho
trovato
il
mio
sostegno
.
2
aprile
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Perché
credi
che
i
miei
impulsi
saranno
cagione
di
dolore
?
Quanto
erri
!
I
miei
impulsi
sono
simili
alle
bizze
dei
fanciulli
:
se
tu
non
lo
credessi
,
non
avresti
veduto
nell
'
anima
mia
qual
fanciullo
è
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
...
ho
bisogno
di
leggere
due
o
tre
volte
le
tue
lettere
,
però
che
nella
prima
lettura
mi
assale
un
tremito
fortissimo
.
4
aprile
1907
.
Mentre
studio
,
mi
viene
di
risentire
tutti
i
tuoi
atti
,
e
particolarmente
le
espressioni
del
tuo
volto
.
Le
ripenso
e
le
rifaccio
nel
pensiero
.
Come
sono
esaltato
da
me
stesso
di
questo
amore
!
Parmi
di
avere
dinanzi
la
felicità
.
Ed
ogni
giorno
vi
aggiungo
un
atto
di
devozione
col
pensiero
,
e
lo
allargo
con
tante
minuzie
di
sogno
.
Il
mio
fine
morale
è
di
scomparire
in
te
,
di
perdermi
nella
tua
anima
.
Allora
sento
che
sarò
felice
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Lascia
ch
'
io
esca
dal
pantano
della
mia
mente
.
Perché
non
lavorerò
,
se
dentro
di
me
sono
tante
cose
?
5
aprile
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Il
verso
libero
dovrebbe
essere
trasportato
nella
nostra
letteratura
.
Non
ti
pare
?
Esso
è
buon
mezzo
per
riconoscere
chi
è
poeta
o
no
,
però
che
non
fa
figurare
se
non
il
vero
pensiero
.
E
quante
chiacchiere
rimate
di
meno
!
Ma
ciò
precisamente
lo
fa
tenere
lontano
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Se
io
lavorerò
sarà
tutta
roba
ricevuta
dal
tuo
amore
.
E
come
mi
piace
il
tuo
dubitare
di
ciò
!
Ma
lascia
stare
.
Io
so
che
vivremo
bene
,
e
che
io
sarò
qualcosa
.
7
aprile
1907
.
Ho
deciso
di
tradurre
La
Cathédrale
,
ed
ho
già
ricopiato
il
frontespizio
e
la
dedica
.
Metterò
anche
una
inserzione
nella
Tribuna
offrente
lezioni
d
'
italiano
.
Ma
sono
ancora
inquieto
,
oscillante
.
Non
ti
posso
descrivere
il
mio
stato
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Queste
belle
giornate
mi
ricordano
la
Piazza
del
Carmine
,
quando
io
venivo
a
passare
sotto
la
tua
finestra
,
inquieto
come
ora
,
come
una
tavola
nell
'
acqua
mossa
.
Capisci
bene
ch
'
io
non
ho
ancora
dimenticato
Siena
:
vi
è
di
lei
in
me
uno
sfondo
di
sensazioni
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Adesso
sono
i
ricordi
i
quali
io
vedo
.
La
Torre
del
Mangia
,
quasi
bianca
nel
cielo
azzurro
;
e
sotto
,
quasi
annebbiate
,
le
case
di
Siena
.
Non
altro
.
Distruggi
tu
con
un
colpo
della
tua
anima
queste
cose
informi
.
Che
confusione
tutto
il
mio
passato
!
Vedi
che
tavole
si
presentano
nella
mia
anima
,
ed
io
non
so
ridirtele
!
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Imagina
che
io
ho
qui
dinanzi
,
come
pitture
,
tutte
le
figure
della
novella
di
Candia
.
Questa
forza
,
che
,
forse
,
è
anima
,
tutta
libera
dalla
felicità
,
è
il
tuo
amore
.
Io
non
ho
niente
,
potresti
ritogliere
tutto
ciò
che
mi
hai
dato
.
E
perché
questa
forza
non
diverrà
il
mio
lavoro
?
Ti
parlo
come
se
tu
fossi
qui
realmente
.
Prendo
proprio
da
te
questo
ideale
che
fa
fremere
la
mia
anima
.
Ma
ho
paura
,
domani
,
di
non
aver
più
questo
slancio
spirituale
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Togliamo
questi
mucchi
di
sassi
che
aggravano
la
mia
anima
.
Togliamoli
.
Lavorerò
,
guadagnerò
,
t
'
amerò
.
Sono
tre
cose
in
una
sola
:
uno
stesso
pensiero
delizioso
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
t
'
umiliare
più
con
le
parole
dinanzi
a
me
,
però
che
i
fatti
sono
l
'
origine
non
sproporzionata
del
mio
sogno
.
Direi
che
tu
fossi
questo
sogno
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Avevo
pensato
durante
la
malattia
de
'
miei
occhi
,
che
non
avrei
più
amato
nessuna
persona
,
ma
solamente
le
sensazioni
che
mi
avrebbero
date
le
pitture
dei
miei
preferiti
.
Scacciavo
la
realtà
,
e
adoravo
una
faccia
femminea
di
Leonardo
...
Così
si
perdeva
la
mia
vita
,
senza
sentimenti
,
nella
freddezza
della
conoscenza
.
Ciò
che
pensavo
,
il
quale
era
pochissimo
e
tenue
,
era
tolto
dalle
superfici
delle
tavole
guardate
.
Credevo
che
in
esse
fosse
tutta
la
vita
per
il
mio
spirito
.
Non
avrei
voluto
altro
.
Ma
nella
guarigione
,
i
miei
nervi
(
credo
tutto
ciò
un
effetto
di
essi
)
migliorarono
...
Sono
sempre
stato
tuo
nella
grande
astrazione
in
cui
vivevo
.
Ma
tu
,
prima
,
e
a
Roma
,
hai
ricondotto
me
a
vivere
.
Guariscimi
ancora
.
Togli
tutta
la
secchezza
del
mio
egoismo
,
del
quale
anche
il
ricordo
mi
ha
agghiacciata
ora
l
'
anima
,
come
una
colonna
di
marmo
(
I
)
.
Togli
,
togli
!
Fammi
guarire
.
9
aprile
1907
.
Che
abbiamo
guadagnato
con
tali
lettere
tue
?
Non
ti
meraviglierai
se
ho
manifestato
il
mio
animo
materialmente
,
buttando
per
terra
ciò
che
avevo
dinanzi
!
Mi
pare
impossibile
che
tu
non
veda
la
mia
anima
piena
di
sogni
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ti
dissi
che
ogni
giorno
,
a
ogni
ora
,
è
come
se
il
mio
io
si
rinnovellasse
tutto
.
A
tratti
,
lo
cambio
.
14
aprile
1907
.
Le
altre
due
volte
precedenti
,
scrissi
movendo
il
mio
animo
con
le
impressioni
ancora
recenti
di
una
lettura
carducciana
.
Tu
hai
avuto
paura
del
mio
gridare
alla
forza
;
a
torto
.
17
aprile
1907
.
Tu
non
sapevi
che
cosa
era
per
me
il
lasciarti
allora
.
T
'
imaginai
legata
a
me
solamente
con
un
tenue
filo
d
'
affetto
,
e
pensai
che
tu
godessi
più
della
vita
che
fai
ora
.
Il
non
desiderarmi
,
il
non
obbedirmi
,
mi
provava
(
e
forse
mi
prova
)
il
tuo
poco
affetto
.
Ma
ora
non
posso
giudicare
nulla
.
Ciò
che
tu
chiami
desiderio
meschino
di
prolungare
di
dieci
minuti
una
gioia
,
fu
per
me
il
compimento
delle
ore
precedenti
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
ho
prodotto
più
nulla
per
una
sfiducia
che
avevo
dentro
di
me
e
fuori
di
me
.
Onde
t
'
ho
detto
sempre
che
il
tuo
amore
può
farmi
tornare
a
scrivere
.
Ma
non
farmi
ripetere
sempre
le
cose
stesse
.
Facesti
di
più
con
un
sorriso
e
una
stretta
di
mano
,
prima
di
salire
sul
tranvai
.
Allora
mi
amasti
.
Vorrei
che
tu
avessi
fiducia
in
me
per
tutte
le
cose
.
S
'
io
non
lavoro
credo
che
se
ne
debba
cercare
la
cagione
nella
mia
struttura
psichica
.
Chi
sa
prima
ch
'
io
voglia
lavorare
,
quante
altre
combinazioni
devono
avvenire
nella
materialità
della
mia
psiche
.
Prima
di
tutto
,
ho
bisogno
della
contentezza
.
Intendiamoci
bene
:
contentezza
nel
senso
di
aver
trovato
chi
raccolga
,
come
li
ha
suscitati
,
i
miei
sentimenti
.
Sufficienza
spirituale
nel
nostro
amore
.
Tu
capisci
da
ciò
che
ti
dico
,
come
ogni
sensazione
di
te
è
causa
d
'
ascendere
o
di
fermarmi
.
Ciò
che
ricevo
proprio
da
te
è
splendore
di
un
ideale
;
ciò
che
mi
danno
le
persone
,
le
cose
e
i
fatti
che
ti
vedo
intorno
mi
fa
soffermare
.
Molta
parte
di
ieri
non
t
'
amai
,
appunto
perché
ti
sentivo
come
scomparsa
o
chiusa
dentro
questa
tavola
,
o
barriera
come
dici
tu
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
...
si
può
essere
poeti
anche
per
la
distruzione
.
Ed
io
ho
molta
dose
d
'
anarchia
nella
mente
e
nell
'
unghie
.
18
aprile
1907
.
Ho
ricevuto
una
lettera
del
babbo
,
che
m
'
impone
di
tornare
a
Siena
.
Io
cercherò
,
in
questi
giorni
,
in
tutti
i
modi
.
Sono
tornato
oggi
ad
una
agenzia
,
dove
avevo
chiesto
per
lezioni
d
'
italiano
.
Il
proprietario
m
'
ha
detto
che
non
è
facile
che
io
trovi
.
Domani
andrò
dal
direttore
del
Giornale
d
'
Italia
.
Credo
che
saprò
presentarmi
.
Emma
mia
,
è
possibile
ch
'
io
lavori
in
queste
condizioni
d
'
animo
?
Ciò
che
sentivo
stamani
è
già
scomparso
dalla
mente
.
Senti
:
in
questo
momento
mi
sembra
il
meglio
che
io
obbedisca
al
babbo
.
Tornerò
a
Siena
,
e
interpreterò
il
mio
stare
a
Roma
,
come
una
scappata
:
egli
dice
cosi
.
Tanto
è
impossibile
l
'
intenderci
.
Mi
sarei
ammazzato
se
tu
non
mi
legassi
alla
vita
e
al
lavoro
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sono
ricaduto
?
Abbi
pazienza
con
me
.
Non
tutto
è
immobile
nella
mia
anima
.
19
aprile
1907
.
Ora
vado
dal
direttore
del
Giornale
d
'
Italia
.
Questo
sole
mi
fa
bene
.
Ho
accettata
la
condizione
di
tornare
a
Siena
,
con
più
tranquillità
che
non
avrei
creduto
.
Forse
è
ora
ch
'
io
lavori
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Verrai
a
Siena
ad
agosto
?
Ci
sposeremo
allora
?
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Stamani
ho
letto
tre
o
quattro
libri
:
un
minimo
per
uno
,
e
via
.
Non
posso
più
star
fermo
,
ed
odio
i
libri
.
Mi
paiono
brutti
.
Penso
ora
che
a
Siena
potrò
lavorare
,
perché
da
vero
sento
empirsi
i
miei
pensieri
come
ad
una
fontana
ignota
.
Ma
com
'
è
bello
il
d
'
Annunzio
!
Basta
un
periodo
suo
per
far
fiorire
,
sia
pure
poco
per
ora
,
il
mio
animo
.
Vedi
:
ogni
mio
pensiero
parla
d
'
amore
,
ed
ho
tanta
dolcezza
nel
cuore
che
parmi
di
avere
una
musica
divina
qui
nella
segretezza
del
mio
essere
(
J
)
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Scriverò
,
forse
,
la
novella
;
ed
altre
ancora
,
ma
ho
bisogno
che
tu
mi
mantenga
in
questa
nebbiuzza
fantastica
,
che
è
tutta
dolce
del
tuo
amore
.
Imagina
una
fessura
da
cui
si
veda
qualche
cosa
della
campagna
fuora
:
tale
è
la
mia
mente
.
Non
so
perché
sono
insensibile
ora
a
Siena
(
K
)
;
certamente
perché
m
'
appare
come
un
sogno
.
Ne
ho
una
sensazione
d
'
arte
.
A
Siena
non
ho
né
meno
un
amico
,
e
mi
conserverò
tale
.
21
aprile
1907
.
Può
darsi
ch
'
io
prolunghi
il
soggiorno
a
Roma
fino
a
giugno
.
La
padrona
di
casa
scrive
a
mio
padre
che
vuole
essere
pagata
anche
del
mese
di
maggio
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Col
direttore
del
Giornale
d
'
Italia
non
ho
potuto
parlare
per
ora
;
ma
lo
cercherò
anche
domani
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
So
che
sei
intricata
in
troppe
cose
,
e
che
riesci
ad
amarmi
solo
quando
mi
scrivi
.
E
poco
anche
allora
.
22
aprile
1907
.
Ciò
che
scrivo
mi
pare
una
tela
intessuta
di
fumo
.
Dietro
,
senza
che
il
mio
pensiero
possa
toccarlo
,
è
ciò
che
vedo
.
8
maggio
1907
.
Che
pace
non
mai
sognata
quando
penso
a
te
!
20
maggio
1907
.
Non
ci
dobbiamo
mai
contentare
di
noi
stessi
.
Per
me
,
è
questo
dispiacere
che
mi
si
ferma
nell
'
anima
,
che
mi
fa
agire
.
27
maggio
1907
.
Anch
'
io
penso
la
stessa
cosa
;
ma
riesco
a
sopprimerla
per
il
bene
nostro
.
Non
hai
indovinato
le
lunghe
giornate
d
'
abbattimento
,
con
certi
pensieri
oscuri
che
raspano
su
l
'
anima
come
cani
affamati
?
Oh
!
,
taci
,
taci
.
Quando
la
mia
anima
sta
bene
,
ed
io
sogno
il
lavoro
,
non
ci
sono
preoccupazioni
.
Non
devi
averle
.
Sono
riuscito
a
rimorchiare
la
tua
anima
nel
mare
di
forza
che
vedo
io
?
Emmina
mia
,
non
mi
fare
triste
.
Sognavo
di
dirti
tante
cose
piene
di
sole
!
Ho
scritto
tanto
;
quasi
cinquanta
pagine
di
quella
traduzione
...
Ed
un
dramma
l
'
ho
visto
io
,
l
'
ho
sentito
nel
suo
principio
.
Sii
forte
come
me
:
noncurante
.
Noncurante
?
Oh
,
noncuranza
fatta
di
dolori
e
di
impeti
!
Ma
non
è
essa
la
nostra
speranza
e
la
mia
forza
?
(
Se
devo
chiamare
noncuranza
quella
fiducia
che
ho
di
me
...
)
31
maggio
1907
.
Ti
mando
la
lettera
ricevuta
stamani
del
C
.
Se
le
cose
andassero
bene
,
sarebbero
tutto
secondo
il
nostro
piano
.
Per
ora
non
rispondo
al
C
.
e
mi
riservo
di
decidermi
se
accetterò
ciò
che
è
proposto
da
mio
padre
.
Di
questo
parleremo
lunedì
.
Non
so
anche
se
devo
accettare
l
'
amicizia
e
la
confidenza
del
C
.
Data
la
mia
sincerità
,
si
tratta
di
prenderlo
com
'
egli
s
'
è
offerto
o
di
non
occuparsene
,
come
ho
fatto
fino
a
qui
.
1
giugno
1907
.
Ieri
passai
la
giornata
malissimo
,
in
previsione
di
ciò
che
mi
avverrà
a
Siena
.
Sono
di
parere
che
non
debba
accettare
la
camera
fuori
di
casa
mia
.
Io
gliela
chiederò
in
campagna
.
E
poi
,
capisco
che
per
farmi
lavorare
scrivendo
,
è
necessario
ch
'
io
lavori
con
la
vita
.
Ora
mi
pare
d
'
essere
pieno
solamente
di
cose
quasi
fittizie
.
Del
resto
,
colpa
mia
.
Perché
ho
voluto
io
così
tentare
quasi
la
costruzione
di
un
interiore
fatto
di
pensieri
più
eletti
.
Ho
detto
male
sopra
.
La
mia
vita
non
è
stata
mai
fittizia
.
2
giugno
1907
.
Non
so
che
c
'
è
dopo
domani
.
Ho
già
fatto
una
cassetta
.
Da
Siena
,
a
Roma
,
5
giugno
1907
.
Mio
padre
è
affezionatissimo
ed
è
pronto
a
qualunque
volere
mio
.
Ora
sta
alla
fortuna
.
Perdonami
.
Sono
così
agitato
dalla
fatica
e
dalle
impressioni
di
Siena
che
non
potrei
dirti
nulla
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ho
vedute
le
solite
facce
di
vagabondi
e
di
persone
non
molto
per
bene
.
Credo
che
per
la
salute
mia
(
e
tua
)
dovremmo
tentare
d
'
uscirne
per
sempre
.
Che
silenzio
e
che
antipatia
!
Sono
in
una
camera
in
via
del
Refe
Nero
e
vi
sto
bene
(
L
)
.
Come
t
'
ho
detto
,
mio
padre
mi
vuol
bene
.
Onde
tutto
è
da
credere
.
Ti
devo
spiegare
.
Mio
padre
non
m
'
ha
fatto
nessuna
domanda
.
M
'
ha
accolto
da
vero
padre
.
Nel
suo
viso
si
vedeva
tutto
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Vuole
ch
'
io
faccia
una
cura
ricostituente
,
perché
m
'
ha
trovato
molto
magro
...
Ho
tanta
voglia
di
lavorare
.
Non
so
;
porrei
mano
a
tutto
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ho
mangiato
in
una
stanza
di
questa
casa
.
Un
lume
a
petrolio
,
al
quale
assomigliavo
me
;
e
i
canti
dei
beceri
dentro
le
taverne
.
Io
sono
sopra
una
taverna
.
6
giugno
1907
.
Mi
dimenticai
di
dirti
che
mio
padre
,
perché
gli
sembrai
magro
molto
,
andò
a
piangere
dal
C
.
Il
quale
lo
ha
detto
a
me
.
Ti
faccio
sapere
tali
cose
per
appianarti
verso
di
lui
.
Ancora
non
ho
aperto
un
libro
.
Non
volevo
né
meno
rientrare
nello
stanzino
di
prima
(
M
)
.
Ho
sentito
addosso
tutta
l
'
ottusità
antica
.
E
un
odore
di
rinchiuso
!
Quei
libri
lì
,
certamente
,
non
mi
serviranno
più
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Siena
ha
messo
tra
me
e
tutti
gli
altri
quella
distanza
che
volevo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sono
stato
convinto
a
lasciar
fare
quella
persona
che
è
in
casa
.
E
,
infatti
,
è
meglio
ch
'
io
non
me
ne
occupi
.
È
meglio
ch
'
io
non
pensi
a
lei
,
ne
pure
per
farle
male
.
Ho
riletto
il
Boccaccio
nel
Decamerone
.
Che
freschezza
di
stile
e
di
lingua
!
Certi
autori
li
sento
come
fossero
moderni
.
Dunque
,
il
mio
sforzo
passato
è
servito
a
qualche
cosa
.
Ma
vorrei
anche
guadagnare
.
Mio
padre
ha
detto
,
mangiando
,
ed
io
ero
lì
,
che
quella
ragazza
prende
presto
marito
.
È
vero
?
Vorrò
sapere
per
bene
.
Se
fosse
sempre
così
,
non
avrei
nessuna
difficoltà
a
stare
in
casa
del
babbo
.
Ma
ancora
io
non
vedo
niente
a
cui
concorrere
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
È
curiosa
!
Leggo
due
poesie
del
Leopardi
,
poi
una
dell
'
Alfieri
,
un
'
altra
del
Chiabrera
.
Un
poco
di
riposo
,
e
poi
due
o
tre
terzine
di
Dante
.
Il
mio
animo
passeggia
qua
e
là
attratto
da
tante
cose
.
Ieri
rividi
il
S
.
Sebastiano
del
Sodoma
,
che
mi
fece
fare
uno
dei
miei
primi
lavori
.
Ma
il
più
delle
volte
non
gusto
più
quell
'
arte
.
Non
lo
so
.
In
me
ci
sono
travolgimenti
profondi
.
Ora
ho
la
coscienza
di
tali
fatti
in
un
modo
,
ora
vedo
altri
aspetti
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
T
'
annoio
?
Ma
con
chi
devo
parlare
?
Ma
tutti
questi
libri
che
sono
accanto
a
me
,
mi
hanno
già
dato
qualcosa
.
Siena
è
bella
da
vero
.
7
giugno
1907
.
Sono
stato
seduto
mezz
'
ora
sull
'
inforcatura
di
un
ciliegio
(
N
)
.
Ho
un
dispiacere
oscurissimo
di
te
.
Ed
ho
pianto
.
Ora
dimentico
e
ti
scrivo
.
Vorresti
sapere
quel
che
pensavo
su
quel
ciliegio
?
Pensavo
che
tu
fossi
seduta
sopra
un
bel
greppo
che
è
lì
,
ed
io
t
'
avrei
buttate
le
ciliege
.
In
faccia
a
me
c
'
era
un
paesaggio
che
mi
ricordava
una
tela
del
Segantini
.
Un
bove
bianco
e
una
contadina
con
un
fascio
d
'
erba
;
ma
velati
dal
sole
,
ch
'
era
in
cima
al
poggio
.
Io
sono
così
fatto
che
non
posso
né
pure
pensare
che
tu
sei
costà
.
Quando
le
cose
in
cui
sei
,
prendono
il
sopravvento
,
tutto
il
mio
amore
prova
un
'
angoscia
che
mi
fa
piangere
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Quel
ciliegio
m
'
ha
fatto
bene
.
L
'
ho
ancora
nell
'
anima
con
tutte
le
altre
cose
.
Poi
sono
andato
nel
pisellaio
dove
erano
le
contadine
che
s
'
empivano
i
grembiali
,
e
ho
mangiato
molti
piselli
,
lasciando
il
guscio
attaccato
alla
pianta
.
Mio
padre
andava
in
cantina
per
empire
alcuni
barili
.
E
mi
ha
dato
mezzo
bicchiere
di
vino
.
Avrei
anche
mangiato
,
ma
nella
madia
della
contadina
era
solo
un
pezzetto
di
pane
.
Il
cane
,
che
è
bianco
nella
pancia
e
nero
sopra
,
m
'
ha
attaccato
molti
peli
su
i
ginocchi
.
Per
la
strada
che
porta
al
podere
,
pare
quasi
d
'
essere
a
Roma
,
perché
è
sempre
piena
di
forestieri
.
Per
andare
al
podere
,
sono
passato
dalla
scorciatoia
a
traverso
altri
poderi
e
mi
son
fermato
alla
casa
di
una
contadina
,
dove
una
bambina
m
'
ha
colto
una
rosa
che
ho
infilata
nel
vestito
.
Ti
mando
questi
fiori
strappati
a
un
melo
.
Erano
tra
certe
meluzze
di
un
verde
oscuro
,
grosse
poco
più
che
le
noci
.
Odorano
molto
.
Già
,
a
me
piace
anche
l
'
odore
delle
zolle
che
s
'
aprono
sotto
la
vanga
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Credi
che
Siena
non
mi
abbia
fatto
bene
?
Credo
che
abbia
maturato
le
melucce
dei
miei
sogni
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
(
Ho
portato
anche
una
formica
.
È
passata
proprio
rasente
la
punta
della
penna
.
)
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Qui
a
Siena
si
sentono
battere
le
ore
con
una
tranquillità
strana
.
A
volte
mi
par
di
vedere
passare
quest
'
ore
(
O
)
.
9
giugno
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
È
inutile
ch
'
io
ti
dica
che
in
fondo
alla
mia
anima
è
la
noia
.
10
giugno
1907
.
Anch
'
io
sento
prossimo
il
tuo
ritorno
.
Ma
vorrei
vivere
ora
per
ora
,
come
se
l
'
avvenire
fosse
un
sacco
vuoto
.
E
non
so
che
è
,
e
che
sarà
di
me
.
Ero
venuto
qui
a
casa
pensando
di
scriverti
;
ma
i
miei
pensieri
sono
rimasti
fuori
.
Li
sento
fuori
tra
un
raggio
di
sole
e
una
zolla
verde
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
A
chi
dovrei
parlare
qua
,
tolte
le
conversazioni
insignificanti
?
Preferisco
le
parole
delle
mie
contadine
,
a
cui
rispondo
pensando
ai
campi
.
11
giugno
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Con
mio
padre
è
impossibile
.
Io
non
so
quel
che
voglia
.
Gli
ho
parlato
e
fatto
dire
che
ho
fretta
di
guadagnare
,
ed
egli
mi
faceva
capire
che
me
ne
lasciava
il
tempo
.
Dunque
,
speravo
bene
di
tutto
.
Ma
ieri
sera
m
'
è
saltato
addosso
e
mi
ha
picchiato
.
Approfitto
di
questa
cosa
per
andare
oggi
dal
Procuratore
del
Re
.
Credo
che
darà
ragione
a
me
e
obbligherà
mio
padre
a
tenermi
fuori
di
Siena
.
È
ciò
ch
'
io
cerco
.
Ricordi
come
nella
lettera
del
C
.
,
egli
mi
prometteva
una
stanza
e
il
vitto
per
alcuni
mesi
?
La
camera
ce
l
'
ho
,
ma
egli
è
già
cambiato
.
Imagina
il
mio
immenso
dispiacere
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Da
queste
lotte
io
riesco
sempre
più
forte
.
Non
avevo
mai
pensato
con
tale
freddezza
.
12
giugno
1907
.
Il
Procuratore
m
'
ha
detto
conoscere
da
un
pezzo
le
condizioni
che
sono
tra
me
e
il
babbo
,
e
m
'
ha
chiamato
giovane
disgraziato
.
Onde
tra
un
certo
numero
di
giorni
egli
farà
in
modo
ch
'
io
possa
rivenire
via
da
Siena
,
imponendo
a
mio
padre
un
mantenimento
di
tre
mesi
,
come
ho
chiesto
io
.
Ora
,
egli
m
'
ha
detto
d
'
aspettare
lui
,
il
quale
farà
tutto
,
per
evitare
una
tragedia
tra
mio
padre
e
me
.
Egli
mi
ha
consigliato
Milano
.
Anzi
ha
insistito
molto
che
andassi
là
.
Io
ho
detto
che
deciderò
pochi
giorni
avanti
che
tutto
sia
fatto
.
Veramente
non
potrei
stare
senza
rivederti
.
Onde
penso
che
se
tu
non
sarai
tornata
a
Siena
,
quando
io
me
ne
verrò
via
,
sceglierò
un
mese
a
Roma
,
e
gli
altri
due
a
Milano
.
A
Roma
mi
ripresenterei
al
direttore
della
C
.
,
per
esempio
.
E
,
poi
,
pensando
,
mi
vengono
alla
mente
tutte
le
cose
da
essere
tentate
.
Emma
mia
,
riuscirò
questa
volta
?
Ho
molta
esperienza
di
più
.
Mi
sento
più
piegato
ad
entrare
in
qualunque
posto
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
In
generale
,
ho
perso
la
fiducia
in
tutti
.
Ma
trattandosi
di
una
autorità
non
posso
dubitare
interamente
delle
sue
parole
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sembra
,
non
so
,
che
il
nostro
amore
prenda
un
sentimento
di
santità
.
Ma
il
mio
libro
di
lettura
sai
qual
'
è
?
Oggi
l
'
ho
letto
quattro
volte
.
13
giugno
1907
.
Non
ho
più
veduto
mio
padre
.
Il
quale
non
vuole
né
meno
ch
'
io
vada
là
in
campagna
.
Ma
ciò
mi
ha
messo
un
desiderio
di
vivere
da
me
.
Se
potessimo
non
chiedere
il
permesso
a
nessuno
!
Sei
contenta
ch
'
io
prendessi
non
più
di
tre
lire
al
giorno
?
Ti
basterebbe
il
mio
amore
,
come
a
me
il
tuo
?
Che
m
'
è
datore
di
ogni
soavità
.
Suonano
le
nove
.
Voglio
uscire
per
chiedere
i
soldi
per
le
sigarette
,
cioè
del
francobollo
.
Torno
a
casa
a
mezzanotte
.
Ho
girato
molte
strade
giù
tra
i
Pispini
e
il
Casato
;
e
in
S
.
Martino
mi
sono
trovato
dentro
la
bottega
di
un
pizzicagnolo
che
conoscevo
da
prima
;
il
quale
m
'
ha
domandato
...
informazioni
sulle
pizzicherie
di
Roma
.
Con
grande
meraviglia
ha
udito
rispondersi
che
non
...
le
avevo
vedute
.
È
curiosa
però
che
quando
parlo
,
tutti
i
ricordi
di
Roma
mi
si
fanno
più
netti
e
più
vicini
.
Io
ero
con
te
,
la
notte
fuori
porta
Pia
o
il
giorno
nelle
nostre
passeggiate
.
Risentivo
proprio
la
realtà
di
tali
cose
.
Desideravo
di
tornare
a
casa
presto
.
Mi
pareva
che
tu
m
'
aspettassi
.
Non
so
se
t
'
ho
detto
mai
che
io
mi
lascio
guidare
da
tali
superstizioni
o
impressioni
.
Mi
pare
d
'
avere
il
tuo
desiderio
,
ed
io
sto
male
se
non
faccio
come
vuoi
.
Per
le
strade
che
ho
fatte
,
non
c
'
è
stata
quasi
una
persona
che
non
siasi
voltata
o
che
non
m
'
abbia
guardato
.
Con
l
'
ignorante
insistenza
dei
visi
senesi
.
No
,
di
te
non
parlammo
.
Ti
avevo
scritto
una
lettera
con
la
narrazione
di
tutto
,
ma
temendo
di
aumentarti
il
dispiacere
,
non
l
'
ho
mandata
,
anzi
l
'
ho
strappata
.
Io
chiesi
alla
matrigna
,
il
giorno
,
che
mi
comprasse
una
saponetta
.
La
sera
,
alle
undici
,
andai
in
bottega
per
prenderla
.
Perché
ella
m
'
aveva
comprato
un
pezzo
di
sapone
da
panni
,
le
dissi
:
-
Con
gli
stessi
denari
poteva
comprarmi
una
saponetta
da
teletta
.
Mio
padre
,
che
stava
seduto
,
col
capo
appoggiato
sul
tavolino
,
si
alzò
e
con
i
modi
più
ributtanti
disse
:
-
Che
diritto
hai
tu
del
sapone
e
della
saponetta
?
Io
t
'
afferro
per
il
collo
e
t
'
ammazzo
!
Dato
il
gran
cambiamento
da
poche
ore
innanzi
,
non
seppi
ne
meno
quel
che
rispondere
.
Solo
pensai
a
te
.
Allora
egli
con
le
mani
sopra
il
mio
viso
continuò
:
-
Vigliacco
,
mascalzone
,
voglio
sapere
che
facevi
a
Roma
.
Tu
non
mangiavi
,
perché
sei
magro
.
Ed
io
:
-
Non
mangiavo
?
Mangiavo
meglio
che
in
casa
tua
.
-
No
,
non
mangiavi
.
Adesso
con
me
non
potresti
fare
ai
pugni
.
Sei
il
più
debole
,
ora
.
-
Io
non
voglio
fare
ai
pugni
.
Se
dici
che
non
mangiavo
o
stavo
male
,
sei
un
imbecille
.
Perché
ho
mangiato
e
bevuto
alle
spalle
tue
.
Allora
egli
mi
prese
e
mi
piegò
in
terra
,
facendomi
un
poco
male
a
un
fianco
e
pigiandomi
uno
zigomo
.
Poi
mi
tenne
un
ginocchio
su
lo
stomaco
,
sempre
ingiuriando
e
dicendo
che
mi
voleva
ammazzare
.
Io
mi
difesi
solamente
.
Gridavo
a
tutta
la
gente
ch
'
era
intorno
a
noi
che
non
mi
facessero
percuotere
e
che
andassero
a
chiamare
le
guardie
.
Allora
egli
mi
lasciò
.
Io
mi
feci
rendere
il
cappello
,
ch
'
era
caduto
sopra
una
tavola
ed
uscii
,
dicendo
:
-
Sei
ammattito
.
In
casa
de
'
matti
non
ci
sto
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Tra
le
altre
ingiurie
è
questa
:
-
Tu
non
sei
il
mio
figliuolo
.
No
,
non
sei
.
Tu
sei
un
degenerato
.
Sei
un
vigliacco
...
Ma
nessun
accenno
a
te
.
Ora
so
che
scriverà
alla
padrona
di
casa
(
P
)
,
alla
quale
io
manderò
una
cartolina
per
prevenirla
.
Tu
non
te
ne
occupare
.
Che
cosa
era
?
Tutto
il
fondaccio
di
odio
e
di
passione
contro
di
me
.
Mio
padre
non
mi
sente
eguale
a
sé
.
E
così
mi
tratta
come
un
nemico
(
Q
)
.
Il
giorno
dopo
prese
parte
anche
un
mio
cugino
,
del
quale
non
m
'
ero
mai
rammentato
.
Lo
trovai
sull
'
uscio
dalla
X
...
dov
'
è
cuoco
,
e
prese
le
parti
del
babbo
dicendo
che
se
i
suoi
figli
dicessero
a
lui
imbecille
,
egli
li
sbatterebbe
nel
muro
.
Io
non
potei
evitare
le
prime
parole
,
perché
m
'
ero
fermato
a
salutarlo
.
Ma
ti
puoi
imaginare
quale
vergogna
sentii
.
Anche
egli
(
beato
lui
)
disse
che
ero
un
cretino
e
che
non
capivo
niente
.
Da
queste
parole
,
ora
comprendiamo
bene
quali
pensieri
siano
contro
a
me
.
Ma
non
so
perché
questa
volta
mi
senta
tanto
più
agile
quanto
più
sono
preso
dalle
mani
di
costoro
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ora
vedo
che
dentro
quest
'
anno
mi
devo
impiegare
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sto
un
poco
meglio
.
Ma
mi
sento
sempre
la
febbre
.
Qualunque
intelligente
m
'
avvicini
,
capisce
che
sono
agitato
.
Anche
il
Procuratore
mi
raccomandò
che
stessi
calmo
e
mi
divagassi
.
Più
che
l
'
amore
non
c
'
è
.
L
'
inchiostro
s
'
è
appastato
dentro
i
calamai
.
In
media
vanno
tre
lettori
al
giorno
.
E
che
lettori
!
(
R
)
.
Un
'
altra
cosa
mi
piace
di
prometterti
.
È
che
quando
io
guadagnassi
prenderemo
in
casa
una
delle
tue
sorelle
piccole
.
15
giugno
1907
.
Mio
padre
non
l
'
ho
più
visto
.
Ho
l
'
ordine
da
lui
di
non
entrare
più
in
casa
,
né
in
bottega
o
di
andare
in
campagna
.
Così
mi
fa
vivere
come
un
signore
;
perché
sto
in
una
camera
bella
come
non
ho
mai
avuta
,
ho
il
cameriere
che
mi
porta
il
pranzo
e
la
cena
e
più
di
un
litro
di
latte
la
mattina
.
Naturalmente
non
c
'
era
bisogno
del
suo
ordine
per
non
farmi
più
andare
in
casa
,
in
bottega
e
in
campagna
.
La
biancheria
me
la
cambio
quaggiù
;
la
campagna
è
bella
in
ogni
luogo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
di
che
parlo
?
Stasera
m
'
urta
i
nervi
la
penna
che
non
va
bene
,
e
gli
spropositi
che
metto
nelle
parole
.
Non
so
più
scrivere
né
meno
come
un
ragazzo
?
Io
ho
per
te
come
una
religione
.
Tutti
gli
altri
esseri
sono
le
figure
di
una
lanterna
,
illuminata
da
essa
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Che
lettere
,
non
è
vero
?
Dovrei
almeno
ricopiarle
,
per
togliere
le
macchie
d
'
inchiostro
.
Ma
non
ne
avrei
la
pazienza
.
Ho
presi
alcuni
appunti
per
un
commento
,
a
uso
mio
,
delle
poesie
del
Carducci
.
Ma
in
Biblioteca
io
studio
bene
.
La
gente
non
dà
noia
.
Solamente
gli
impiegati
non
hanno
molta
garbatezza
!
E
poi
,
quando
voglio
trovare
un
libro
,
bisogna
che
,
stando
col
naso
su
la
spalla
dell
'
impiegato
che
sfoglia
le
schede
,
agguanti
con
gli
occhi
il
nome
dell
'
autore
,
mentre
che
sta
per
sparire
.
Non
so
se
hai
capito
.
E
gli
autori
,
che
domando
io
,
non
sono
molto
noti
.
Conviene
che
li
presenti
scritti
all
'
impiegato
,
il
quale
,
brontolando
un
poco
,
se
ne
va
allo
schedario
.
Per
trovare
il
Bartsch
,
dovetti
bisticciare
quasi
.
Osservare
queste
cose
potrebbe
essere
bene
.
Ma
non
le
so
scrivere
!
Ho
acceso
la
candela
ed
ho
chiusa
la
finestra
.
Che
pasticci
...
poetici
ancora
!
Da
Dante
alla
Bibbia
,
dalla
Bibbia
a
Omero
,
da
Omero
a
Platone
,
da
Platone
al
Maeterlink
,
dal
Maeterlink
al
Leibniz
,
e
dal
Leibniz
a
Dante
e
via
in
un
cerchio
d
'
imagini
.
Mi
vergogno
perfino
a
scriverlo
.
Ne
faccio
il
viso
rosso
.
Ma
come
mi
si
potrebbe
comandare
un
certo
ordine
se
io
ho
appetito
di
tutti
?
In
questo
momento
ho
ripensato
a
Virgilio
,
e
sono
stato
proprio
lì
per
aprirlo
.
Io
ti
ho
già
trovato
il
lavoro
,
tanto
più
che
dovrò
togliermi
le
ore
dell
'
impiego
.
Ora
non
te
lo
posso
spiegare
chiaramente
,
ma
si
tratta
,
di
mano
in
mano
che
ve
n
'
è
bisogno
,
di
prendere
appunti
da
dizionarii
o
da
libri
.
Peccato
che
tu
non
sappia
un
poco
il
latino
!
Oggi
t
'
avrei
fatta
arrabbiare
per
un
certo
nome
biblico
.
L
'
ho
dovuto
cercare
in
molti
libri
,
perché
in
principio
non
sapevo
se
fosse
biblico
o
no
.
Dunque
,
prima
ho
dovuto
con
la
mia
ignoranza
conoscere
questo
.
Poi
ritrovarlo
in
un
dizionario
scritto
in
latino
.
E
perché
non
mi
piaceva
la
spiegazione
che
ne
derivava
,
ho
guardato
nell
'
Enciclopedia
italiana
e
francese
,
nel
dizionario
geografico
,
nel
dizionario
latino
,
nel
dizionario
d
'
antichità
,
in
quello
mitologico
,
ecc
.
L
'
impiegato
mi
guardava
.
Sai
:
tutti
questi
libri
sono
in
quello
scaffale
basso
che
è
vicino
alla
porta
,
ed
io
li
prendevo
di
mano
in
mano
che
li
scorgevo
.
Domattina
,
t
'
ho
detto
,
ho
voglia
d
'
andare
alle
Taverne
d
'
Arbia
.
Porterò
con
me
un
libro
.
Il
quale
è
già
scelto
,
quantunque
mi
si
rivolga
nell
'
animo
il
desiderio
di
ciascuno
.
Ma
adesso
sono
più
forte
.
Oggi
sono
stato
all
'
Osservanza
.
Ricordavo
bene
la
nostra
passeggiata
fatta
per
quella
strada
.
Mi
sono
seduto
sul
muricciolo
della
chiesa
,
e
guardavo
la
campagna
fino
al
Monte
Amiata
,
ch
'
era
quasi
schiacciato
dalle
nuvole
.
Un
fraticello
è
venuto
a
spazzare
,
e
due
poveri
mangiavano
la
zuppa
.
Mi
sono
ricordato
del
desiderio
,
molto
velato
,
che
ebbi
di
farmi
frate
.
Ridi
,
perché
rido
anch
'
io
.
Ciò
è
il
lato
comico
del
mio
animo
.
E
pure
,
se
non
avessi
riveduta
te
,
se
non
ti
avessi
più
sentita
,
c
'
era
caso
che
fuggissi
in
un
convento
.
La
mia
vita
non
è
se
non
una
preparazione
alla
nostra
.
Vivendo
così
nell
'
attesa
,
non
potrei
tessere
da
solo
un
avvenire
senza
strappi
.
19
giugno
1907
.
Perdonami
se
ti
scrivo
in
fretta
.
Stamani
mi
sentivo
quasi
male
.
Io
penso
di
andare
a
trovare
il
Procuratore
per
sollecitare
.
Credi
che
ogni
giorno
mi
diviene
sempre
più
triste
.
E
poi
,
senza
te
!
Non
voglio
abbracciare
sempre
una
forma
del
mio
spirito
(
S
)
.
Io
voglio
te
,
ti
voglio
vicina
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sto
sempre
solo
,
e
passeggio
sempre
solo
.
Ciò
mi
dà
una
libertà
immensa
.
Tra
questa
gente
mi
sento
un
viaggiatore
che
s
'
è
fermato
poco
volentieri
.
Oggi
ho
riveduto
mio
padre
,
il
quale
mi
ha
tranquillamente
sorriso
.
Ma
i
giuochi
bastano
anche
con
lui
.
Quel
che
egli
ha
fatto
è
fatto
.
E
poi
,
non
sarebbe
il
ricominciare
da
capo
domani
?
Quindi
...
via
!
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Anche
passando
dalla
casa
tua
mi
agito
tutto
.
...
quando
penso
a
te
,
tutta
la
mia
anima
si
muove
come
le
foglie
di
una
vigna
.
Hai
ragione
.
Per
distrarmi
era
necessario
ch
'
io
pensassi
seriamente
a
te
ed
a
me
.
Con
la
voglia
di
questo
impiego
,
io
ho
acquistato
un
vigore
nuovo
.
Mi
sento
anche
meglio
.
Ma
è
necessario
che
noi
siamo
uguali
.
E
quando
ti
sento
tale
la
mia
anima
è
come
un
torrente
che
freme
di
spume
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
In
me
è
una
purezza
,
alla
quale
voglio
foggiare
te
.
In
me
,
forse
,
non
traspare
perché
...
non
lo
so
.
Ma
questo
bisogno
d
'
una
cosa
ignota
che
cos
'
è
?
Questo
vuoto
che
la
bocca
della
volontà
fa
?
Ciò
che
ho
ottenuto
un
momento
fa
,
diminuisce
.
Io
ho
bisogno
di
accrescermi
sempre
,
perché
l
'
acquistato
scompare
.
Ma
il
mio
spirito
non
ha
incontrata
ancora
una
cosa
solida
,
su
la
quale
s
'
assieda
a
guardare
.
Sembra
che
cammini
sempre
per
certe
strade
silvestri
,
senza
scopo
,
per
fuggire
gli
altri
.
Ti
dirò
una
cosa
.
Oggi
sono
stato
al
sole
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
so
di
quale
piacere
esso
riempie
tutta
la
mia
carne
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Senti
:
risogno
anche
il
caldo
di
Roma
.
Mi
ricordo
ora
della
via
Venti
Settembre
tutta
accecante
di
luce
,
la
quale
m
'
ha
fatto
provare
piaceri
acutissimi
.
Da
vero
,
ne
ho
il
desiderio
.
Tu
,
scommetto
,
sei
spaventata
anche
a
sentirne
parlare
!
20
giugno
1907
.
Non
so
ancora
come
dirti
di
questo
fuoco
divino
che
tu
hai
riacceso
in
me
.
Occorrevano
,
dunque
,
le
tue
parole
perché
la
mia
anima
si
sentisse
così
gonfia
!
Quando
saremo
insieme
,
io
non
so
se
potremo
desiderare
che
sia
aggiunta
qualche
cosa
alla
nostra
felicità
.
22
giugno
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Poi
ti
scriverò
con
più
pace
.
Ora
sono
ancora
inquieto
per
gli
opposti
sentimenti
di
ieri
e
di
oggi
.
Vedi
:
ieri
sentivo
un
rincrescimento
indicibile
di
te
.
T
'
amavo
,
passai
sotto
la
tua
casa
,
ma
avevo
dentro
un
abisso
di
desolazione
,
e
il
bisogno
d
'
amare
.
Poi
che
tu
eri
stata
quasi
scancellata
da
tutte
queste
sensazioni
,
e
pensavo
che
tu
non
mi
amassi
.
Ed
è
logico
che
pensassi
così
.
No
;
credevo
d
'
averti
amato
io
solamente
.
Delusione
e
dolore
era
il
miscuglio
che
m
'
amareggiava
.
E
ti
chiedevo
con
una
angoscia
indicibile
.
Ma
tutto
mi
pareva
delusione
.
Stamani
sei
riuscita
a
trionfare
un
'
altra
volta
in
me
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
mi
amare
soltanto
.
Serviti
di
me
per
la
tua
anima
.
25
giugno
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sarebbe
impossibile
che
il
nostro
amore
non
avesse
fatto
eguali
le
nostre
anime
.
Ciò
che
sento
io
deve
essere
sentito
da
te
,
identicamente
.
Altrimenti
è
impossibile
che
la
felicità
s
'
adagi
in
noi
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Già
vedo
l
'
altra
faccia
del
tuo
amore
qui
a
Siena
.
Non
mai
il
ricordo
di
tali
cose
mi
turberà
.
26
giugno
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Dovresti
credere
con
me
di
avere
una
personalità
più
complessa
e
più
estesa
.
Non
è
possibile
che
i
tuoi
pensieri
si
dipartano
senza
di
me
.
Per
me
,
tu
sei
il
secondo
io
,
a
cui
ricorre
il
primo
.
Mi
pare
che
il
nostro
possesso
sia
uguale
per
ambedue
.
Ci
ameremo
così
sempre
.
Penso
che
qualsiasi
modificazione
che
avvenisse
in
me
sarebbe
provata
anche
da
te
.
È
impossible
che
tra
i
nostri
spiriti
sia
un
luogo
per
l
'
ombra
o
dell
'
uno
o
dell
'
altro
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Perdonami
dell
'
altro
giorno
.
Fu
un
egoismo
brutale
.
Da
Siena
,
a
Siena
6
luglio
1907
.
Ho
parlato
stamani
,
con
il
C
.
che
non
vide
mio
padre
.
E
mi
ha
detto
che
oggi
gli
scriverà
un
bigliettino
per
invitarlo
da
lui
.
Senza
i
denari
,
non
posso
fare
i
molti
fogli
che
sono
chiesti
nel
concorso
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Quando
ci
sono
motivi
per
andare
in
ira
,
io
non
ho
niente
da
dirti
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
mi
scriverai
tutto
quello
che
fai
e
quel
che
pensi
all
'
infuori
di
me
?
Non
t
'
avrò
mai
fatta
quale
t
'
ho
sognata
o
sentita
?
Dimmi
che
è
così
.
Ci
sono
le
sensazioni
di
alcuni
istanti
che
mi
danno
questa
gioia
profonda
,
ma
poi
...
Vincerai
,
dunque
?
Io
ti
chiamo
.
Sai
che
i
miei
occhi
non
possono
mentire
,
perche
hanno
chiesto
da
'
tuoi
la
loro
amicizia
.
E
la
mia
anima
ha
chiesto
la
tua
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ed
è
strano
che
tu
non
capisca
il
mio
animo
,
o
che
tu
non
faccia
nulla
allora
per
farmi
piangere
ai
tuoi
piedi
.
Era
così
.
Io
t
'
annullavo
o
ti
calpestavo
come
una
pianta
che
si
vuol
distruggere
.
E
tu
eri
sempre
più
ferma
nelle
cose
che
ti
hanno
modificata
.
Perché
a
volte
,
penso
questo
.
E
più
lo
credo
,
quando
ti
vedo
reagire
.
No
,
Emma
:
è
possibile
che
tu
mi
strazi
così
?
Bada
:
assicurami
che
non
sei
stata
mai
un
'
infermiera
.
Che
non
hai
sentito
mai
come
un
'
infermiera
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Che
se
mi
assicuro
essere
così
come
angosciosamente
penso
,
io
ti
lascio
.
È
impossibile
ch
'
io
mi
possa
togliere
queste
cose
,
e
bisognerebbe
che
non
ti
scrivessi
per
tacertele
e
per
allontanarmi
da
te
.
7
luglio
1907
.
Ho
sognato
di
te
oggi
e
dopo
ho
pensato
.
È
orribile
la
via
che
abbiamo
presa
.
Non
è
possibile
che
io
,
alla
mia
fidanzata
,
a
te
che
comprendi
tutti
i
miei
sentimenti
,
possa
scrivere
tali
lettere
.
Ed
ho
pensato
che
il
mio
grande
affetto
fosse
la
causa
di
turbarmi
tanto
.
Dove
è
grande
altezza
è
grande
profondità
.
Onde
anche
il
ricordo
delle
questioni
passate
,
a
cui
non
è
da
negare
la
verità
,
mi
fa
talvolta
esaminare
se
io
dovessi
aver
tale
dolore
un
'
altra
volta
da
divenire
un
bruto
.
Non
potrei
lasciarti
senza
impazzire
.
Perché
tutto
ciò
che
è
mio
è
da
te
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
,
purtroppo
,
per
giungere
all
'
affetto
quasi
divino
che
abbiamo
già
provato
è
necessario
,
se
ce
n
'
è
bisogno
,
togliere
tutte
le
questioni
.
Amando
te
,
la
mia
anima
è
quieta
.
Mio
padre
ha
risposto
al
C
.
voler
fare
i
fogli
da
sé
.
Onde
io
gli
devo
dare
la
lista
dei
documenti
necessarii
.
Ma
non
ti
pare
...
curiosa
?
Starò
a
vedere
se
vorrà
scrivermi
anche
la
domanda
.
Del
resto
,
è
meglio
ch
'
io
m
'
approfitti
di
questa
...
idea
per
togliermi
le
noie
.
Ma
,
nello
stesso
tempo
,
sento
l
'
impeto
di
distruggere
questa
noia
.
E
farò
il
concorso
con
la
deliberazione
di
andare
poi
fuori
di
Siena
.
8
luglio
1907
.
Anelo
tanto
a
te
che
tu
sei
sempre
nella
mia
mente
come
un
'
allucinazione
dolcissima
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
sappiamo
perché
,
a
vicenda
,
possiamo
essere
la
mèta
di
noi
stessi
,
ma
abbiamo
di
ciò
la
voluttà
quasi
folle
.
Io
non
penso
se
non
vedendoti
dentro
a
me
stesso
.
Ecco
che
,
scrivendoti
,
sono
tornato
contento
,
felice
,
anzi
.
Non
occorre
che
tu
mi
punisca
per
quel
che
ti
scrissi
.
È
sufficiente
il
mio
rimorso
e
la
mia
vergogna
.
Ma
dimmi
che
mi
ami
e
mi
perdoni
.
Ti
posso
baciare
?
Vorrei
che
il
tuo
sorriso
m
'
assentisse
.
9
luglio
1907
.
Ti
prego
di
non
guastare
quel
che
faccio
con
molta
pazienza
.
E
tieni
in
mente
che
l
'
ospedale
m
'
ha
fatto
star
male
ogni
ora
e
m
'
ha
fatto
dubitare
.
Quando
eri
laggiù
provavo
un
dolore
fortissimo
,
di
cui
nessuno
ti
potrebbe
parlare
.
E
,
peggio
ancora
,
non
ho
potuto
mettere
in
dubbio
la
tua
purezza
?
Oh
,
Emma
,
vorrei
che
non
t
'
avessi
detto
mai
nulla
,
perché
prima
di
tagliar
te
,
tagliavo
le
mie
carni
.
Mi
son
roso
più
che
piangendo
,
perché
stavi
laggiù
.
Ed
ora
pensa
al
dolore
che
mi
daresti
se
tu
andassi
via
(
T
)
.
E
non
ti
potrei
amare
più
.
Onde
non
mettiamo
a
rischio
un
avvenire
che
deve
essere
felice
,
perché
preparato
con
tanto
dolore
e
con
tanto
affetto
.
È
impossibile
che
tu
non
risenta
il
mio
dolore
.
Ma
t
'
amo
anche
se
mi
fai
soffrire
.
Forse
,
di
più
.
10
luglio
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Questi
momenti
non
si
possono
narrare
.
Vorrei
piangere
ai
tuoi
piedi
.
Dimmi
che
mi
perdoni
;
ma
non
ho
voluto
offenderti
.
E
saresti
capace
di
lasciarmi
?
Non
senti
come
la
mia
anima
si
sbrana
?
Oh
,
stasera
è
necessario
ch
'
io
ti
veda
.
Dimmi
che
hai
compreso
ch
'
io
non
ti
volevo
offendere
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
M
'
hai
perdonato
?
Rivedo
la
gioia
risorridere
ne
'
tuoi
occhi
?
Tu
mi
vedresti
arrossire
dinanzi
alla
tua
purezza
.
Rispondi
con
tutta
la
tua
anima
alla
mia
che
ti
ascolta
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
t
'
amo
ogni
giorno
di
più
.
È
come
un
'
esaltazione
di
te
.
Ti
sento
più
frequente
,
quasi
in
forma
visiva
,
qui
accanto
a
me
.
E
non
puoi
sapere
la
disperazione
provata
dalla
tua
lettera
.
T
'
amo
come
ti
devo
amare
,
e
la
tua
fierezza
m
'
ha
fatto
balzare
di
gioia
e
d
'
adorazione
.
Voglio
tenerti
informata
delle
brevi
conversazioni
che
ho
con
tuo
padre
.
-
Come
sta
Emma
?
-
Io
l
'
ho
lasciata
che
stava
bene
.
-
No
,
voglio
dire
se
sta
bene
d
'
animo
e
se
sta
volentieri
qua
.
-
Per
ora
certamente
.
-
Io
non
l
'
ho
più
veduta
.
-
Esce
poco
perché
avrà
paura
che
incontri
lei
.
Così
evita
ciò
che
le
ho
detto
.
-
Fa
bene
.
Ma
senta
:
molti
giovani
sono
accolti
nella
famiglia
della
fidanzata
anche
prima
d
'
avere
un
impiego
,
i
quali
non
hanno
i
mezzi
che
ho
io
.
Che
se
dentro
quest
'
anno
non
riuscissi
a
trovare
un
impiego
,
ho
sempre
modo
di
unirmi
con
Emma
.
-
Oh
,
io
non
le
dico
che
s
'
impieghi
.
Basta
che
si
sistemi
con
suo
padre
.
-
Va
bene
,
va
bene
.
Per
ora
sono
contento
che
ella
non
pensi
male
di
me
.
-
Sì
;
di
ciò
sono
convinto
.
E
quando
ella
avrà
una
sistemazione
,
le
cose
cambieranno
.
E
ciò
m
'
ha
soppresso
la
domanda
di
volerti
vedere
ora
.
Ed
ho
avuto
un
impeto
di
sdegno
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
io
,
t
'
avevo
scritto
quelle
due
lettere
così
,
confidenzialmente
.
Pensavo
appunto
alla
nostra
confidenza
,
e
mi
sentivo
così
unito
a
te
,
come
se
le
nostre
anime
fossero
già
invecchiate
insieme
.
Non
dobbiamo
dinanzi
a
noi
prendere
nessun
tono
.
Io
mi
sento
completamente
tuo
e
abbandonato
alla
tua
anima
.
Puoi
fare
di
me
quello
che
vuoi
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
E
so
che
senza
di
te
,
io
m
'
ucciderei
.
Perché
sai
bene
che
nessuna
persona
,
ne
meno
per
amicizia
,
può
tenermi
compagnia
o
farmi
vivere
.
Ricordati
che
ciò
ch
'
io
ti
dico
è
scritto
incancellabilmente
nella
mia
anima
.
L
'
idea
di
uccidermi
è
la
parte
opposta
e
legata
al
tuo
amore
.
Ma
scrivimi
,
scrivimi
tanto
.
Fa
così
bene
e
m
'
innalza
il
tuo
animo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
T
'
ho
veduta
!
Ed
abbiamo
compreso
quanto
dolore
è
passato
in
noi
.
11
luglio
1907
.
Ho
scritto
all
'
avviso
che
ti
mando
,
con
il
francobollo
per
la
risposta
.
E
penso
di
fare
un
'
inserzione
(
a
pena
potrò
)
per
correttore
di
bozze
.
Ti
giuro
che
non
passerà
giorno
nel
quale
io
non
abbia
procurato
come
posso
qualche
cosa
.
Prima
di
leggere
la
tua
lettera
,
ho
baciato
sul
tuo
nome
.
Sapevo
che
mi
avresti
scritto
così
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Abbiamo
pazienza
.
La
gioia
presente
non
è
poca
.
12
luglio
1907
.
Ieri
sera
t
'
avevo
scritto
che
ho
parlato
col
babbo
mio
e
che
non
è
cattivo
.
Curioso
.
Non
crede
che
io
possa
concorrere
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
T
'
ho
talmente
dentro
di
me
,
che
per
chiamare
qualche
persona
devo
prima
correggere
il
nome
che
direi
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
È
molto
bene
che
io
abbia
presa
questa
via
pratica
dei
concorsi
,
perché
ci
darà
il
mezzo
di
sposarci
.
E
perché
non
dentro
quest
'
anno
?
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Stasera
è
bene
che
non
ti
veda
.
Quantunque
ciò
sia
per
me
uno
squilibrio
mentale
.
13
luglio
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
A
me
,
se
mi
hai
capito
,
non
devi
negare
mai
nessuna
soddisfazione
,
perché
voglio
che
tu
risponda
a
quell
'
ideale
che
mi
son
fatto
di
te
.
Condizione
necessaria
al
mio
affetto
.
Vuoi
dirmi
ch
'
io
m
'
illudo
di
te
?
No
.
A
volte
sento
che
né
meno
la
mia
imaginazione
giunge
a
comprendere
tutta
la
tua
bellezza
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
mi
sforzo
di
contraccambiare
tutto
ciò
che
sogno
dentro
di
te
.
E
le
cose
del
mio
passato
sono
come
un
incubo
.
Non
t
'
amo
per
abitudine
.
Voglio
avere
sempre
cagione
di
amarti
.
Ed
io
chiedo
a
te
,
per
sempre
,
la
mia
resurrezione
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
In
te
ho
trovato
quella
purezza
e
bellezza
che
m
'
ero
finta
tante
volte
studiando
.
E
tutti
i
miei
pensieri
sono
come
una
corona
di
fuoco
a
te
.
Si
:
tu
sei
come
il
tipo
eterno
che
avevo
pensato
.
Ho
trovato
in
te
ciò
che
è
di
più
puro
,
e
voglio
che
tu
m
'
inalzi
sempre
di
più
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Oh
,
Emma
!
Compissi
anche
le
cose
più
vili
della
gelosia
non
lo
farei
se
non
per
poterti
adorare
di
più
.
Perché
so
che
il
male
è
dentro
di
me
,
e
che
basta
una
tua
affermazione
per
toglierlo
.
Ma
è
necessario
che
questa
affermazione
tu
la
faccia
.
Vedi
che
t
'
abbozzo
il
mio
carattere
,
a
cui
non
puoi
rimproverare
se
non
un
esaltamento
datogli
dal
tuo
affetto
.
Ma
son
cose
passeggere
.
Ti
scriverò
sempre
meglio
.
E
ciò
che
sento
di
te
sarà
uno
sforzo
a
migliorarmi
sempre
.
Ti
devo
nascondere
ciò
che
provo
?
Dianzi
pensavo
che
tu
non
m
'
avresti
scritto
e
mi
son
gettato
sul
letto
.
Pensavo
di
ammazzarmi
.
In
tali
momenti
la
morte
non
è
nulla
.
È
l
'
andare
là
dove
il
pensiero
giunge
.
14
luglio
1907
.
Con
mio
padre
ho
fatto
bene
di
contenermi
così
.
Ci
parliamo
senza
rancori
visibili
;
ma
è
necessario
ch
'
io
continui
la
mia
via
,
e
sarà
possibile
che
anche
viviamo
insieme
in
concordia
.
Abbiamo
lottato
per
interessi
,
al
suo
modo
di
capire
,
e
non
c
'
è
ragione
di
tenere
cattiverie
.
15
luglio
1907
.
Perdonami
se
non
riesco
nell
'
animo
tuo
a
fare
il
bene
che
vorrei
farvi
.
Perché
è
per
me
il
torto
più
grave
.
Io
vorrei
compensarti
con
una
cosa
simile
alla
felicità
che
ho
da
te
.
Mi
sono
offerto
come
correttore
di
bozze
(
ottima
coltura
letteraria
)
e
come
cassiere
.
17
luglio
1907
.
Mi
sono
divertito
abbastanza
,
con
i
nostri
rispettivi
padri
!
Prima
il
mio
.
Non
è
contrario
al
mio
matrimonio
con
te
,
si
capisce
,
perché
sa
quanto
t
'
amo
(
e
non
c
'
è
stato
bisogno
di
fare
il
tuo
nome
)
anzi
è
favorevole
e
ci
metterei
anche
l
'
issimo
.
Ma
un
giorno
non
basta
per
assodare
bene
il
discorso
.
Quindi
,
domani
o
tosto
che
venga
il
momento
favorevole
,
un
signore
di
Livorno
,
che
è
là
in
villeggio
(
U
)
,
riparlerà
a
mio
padre
per
incarico
mio
,
esprimendo
il
suo
favore
a
me
.
È
un
uomo
,
a
cui
mio
padre
obbedisce
molto
.
E
uno
.
Ho
trovato
il
tuo
in
Camollia
.
Gli
ho
riferito
tutto
,
e
gli
ho
detto
d
'
aspettare
due
giorni
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Tuo
padre
,
poi
,
ha
preso
sul
serio
certi
discorsi
allegri
che
usa
mio
padre
nei
suoi
momenti
.
Ha
l
'
abitudine
di
dire
:
-
Già
,
voglio
finir
tutto
.
Quel
che
ho
fatto
me
lo
voglio
mangiare
,
ecc
.
-
E
tali
cose
ha
detto
,
a
tuo
padre
tempo
fa
.
Figuriamoci
!
Egli
vuole
assicurarsi
che
mio
padre
non
finirà
niente
,
che
lascerà
a
me
,
che
non
soffriremo
la
fame
,
ecc
.
Io
,
quando
ho
udito
la
confidenza
che
mio
padre
ha
dato
al
tuo
,
mi
sono
fregato
le
mani
e
mi
sono
sentito
molto
più
contento
.
E
per
togliere
anche
tale
impiccio
non
ci
vorrà
molto
.
Lasciami
fare
.
Parmi
proprio
di
assomigliare
a
quei
sensali
che
tirano
le
mani
del
compratore
e
del
venditore
perché
facciano
l
'
accordo
.
Ma
che
cosa
non
farei
?
Ed
ora
?
Forse
,
siamo
sulla
via
della
nostra
felicità
.
Non
so
perché
sono
tanto
di
buon
umore
.
Non
ho
mai
riso
come
questa
sera
.
Via
via
che
scioglievo
i
nodi
,
m
'
aumentava
la
contentezza
.
È
stato
un
crescendo
d
'
ilarità
.
Di
Roma
,
mio
padre
ha
detto
:
-
Con
quei
denari
che
hai
speso
là
,
potevi
fare
una
casetta
e
starci
.
18
luglio
1907
.
Le
cose
hanno
proseguito
bene
!
Stamani
quel
signore
ha
parlato
a
mio
padre
.
Il
quale
ha
detto
esser
contentissimo
,
e
che
il
padre
tuo
può
andare
da
lui
quando
voglia
.
Ma
,
qui
,
c
'
è
da
murar
bene
i
mattoni
,
perché
non
cadano
su
noi
...
Quindi
ho
pensato
che
debbano
passare
ancora
due
giorni
,
per
far
decidere
meglio
la
cosa
nell
'
animo
di
mio
padre
e
perché
si
maturino
i
mezzi
di
farlo
parlare
con
il
tuo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Vedi
quanta
...
pace
mi
ci
vuole
?
Ma
l
'
erba
è
seminata
,
e
la
segheremo
.
Questa
sera
,
io
non
ho
potuto
parlare
a
mio
padre
,
perché
s
'
è
arrabbiato
con
una
contadina
.
Per
causa
di
un
ramo
d
'
olivo
,
che
quella
aveva
trascinato
a
casa
senza
farlo
sapere
...
Io
guardo
queste
cose
da
artista
.
19
luglio
1907
.
Sì
,
è
bene
che
tu
venga
al
podere
,
perché
può
darsi
,
con
molta
probabilità
,
che
mio
padre
s
'
affezioni
subito
a
te
,
ecc
.
Sai
da
te
le
altre
cose
buone
che
possono
derivare
.
Vedremo
.
Potei
parlare
a
tuo
padre
ieri
sera
molto
tardi
.
Siamo
sempre
alla
stessa
stecconata
,
e
temo
ch
'
egli
non
butti
all
'
aria
tutto
.
20
luglio
1907
.
Io
sono
diventato
ottimista
;
perché
per
mio
padre
è
come
se
volesse
darmi
una
prova
d
'
affetto
e
,
forse
,
sente
il
bisogno
d
'
essere
corrisposto
da
me
.
In
somma
,
siamo
d
'
accordo
.
E
per
lui
,
se
anche
tuo
padre
guastasse
,
sarebbe
lo
stesso
dopo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
avevo
mai
provato
a
parlare
col
babbo
così
.
E
credo
che
da
parte
mia
non
verranno
fuori
cause
a
scompigliare
.
21
luglio
1907
.
Emma
,
non
ti
addolorare
.
Mio
padre
,
a
cui
poco
fa
avevo
rivolta
tutta
l
'
intensità
del
nostro
sogno
,
m
'
ha
...
percosso
e
maltrattato
.
Ha
maltrattato
anche
te
,
e
vuole
dirti
ciò
che
ha
detto
a
me
.
Ma
non
ti
parlerà
.
Tu
non
abboccherai
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
m
'
impiegherò
fuori
di
Siena
,
da
commesso
,
e
vivremo
insieme
.
So
che
Dio
fa
forti
le
nostre
anime
e
guarda
la
nostra
onestà
.
Forse
,
a
voce
potrei
dirti
tutto
.
Ma
se
non
vuoi
..
Anche
il
dolore
mi
è
dolce
.
Domani
parlerò
col
Procuratore
un
'
altra
volta
,
senza
aspettare
il
concorso
(
V
)
.
Appoggiati
a
me
,
com
'
io
a
te
.
E
non
posso
narrarti
alcuna
cosa
.
Come
ieri
si
fingeva
affettuoso
e
lieto
,
oggi
ha
insolentito
con
le
peggiori
parole
.
Tu
conosci
la
mia
serenità
,
e
non
penserai
,
né
meno
un
poco
,
male
di
me
se
lo
chiamo
mascalzone
.
È
tale
.
Ed
è
bene
che
di
nessuna
cosa
abbiamo
da
ringraziarlo
.
Non
avremo
da
ringraziarli
.
Perdonami
se
,
per
un
istante
,
questo
fango
non
mi
è
parso
fango
.
Su
la
carne
mi
ha
fatto
poco
,
perché
è
stato
tenuto
.
Ho
graffiato
il
collo
e
il
petto
,
e
basta
.
Non
è
niente
.
E
non
ne
sento
niente
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
E
di
ciò
incolpa
solamente
la
mia
bontà
,
che
mi
faceva
credere
nel
mio
genitore
;
quantunque
lo
avessi
giudicato
quel
che
è
(
W
)
.
22
luglio
1907
.
Col
Procuratore
ho
parlato
molto
di
te
.
Ma
io
non
mi
fido
più
d
'
alcuno
.
Vedo
che
bisogna
rendere
dattero
per
fico
.
E
mi
stringo
tutto
a
te
per
il
mio
bisogno
di
sentirmi
amato
e
stimato
,
e
di
amare
e
stimare
.
Da
mio
padre
ero
chiamato
vile
,
perché
non
picchiavo
anche
io
.
Proseguo
dopo
che
sono
stato
dal
Commissario
di
Polizia
,
il
quale
m
'
ha
chiamato
per
incarico
del
babbo
.
Non
ha
voluto
concedermi
che
io
mi
faccia
mantenere
dal
babbo
,
due
o
tre
mesi
fuori
,
prima
che
io
abbia
sicurezza
d
'
impiegarmi
.
M
'
ha
consigliato
di
cercare
da
qua
.
E
,
capirai
,
che
non
potevo
fare
altrimenti
,
perché
è
stato
inutile
ch
'
io
insistessi
su
ciò
.
Ma
vedrò
in
seguito
.
Forse
tu
leggi
più
giornali
di
me
,
e
puoi
dirmi
quando
s
'
apriranno
i
concorsi
alle
Poste
o
alle
Ferrovie
.
Di
ogni
avviso
,
insomma
,
per
il
quale
possiamo
sperare
.
Tu
sai
che
ho
a
pena
due
soldi
al
giorno
,
e
che
questa
settimana
non
ho
avuto
niente
.
23
luglio
1907
.
Mio
padre
ha
seguitato
a
trattarmi
secondo
il
solito
.
Era
possibile
che
in
una
cosa
così
grave
cambiasse
?
Per
lui
,
trattavasi
di
una
modificazione
(
e
l
'
ha
giudicata
troppo
grande
)
de
'
suoi
interessi
.
Ha
temuto
ch
'
io
mi
potessi
imporre
di
più
;
o
,
meglio
,
potessi
cominciare
a
impormi
.
Io
gli
avevo
detto
che
non
volevo
obbligarlo
a
mantenermi
,
e
,
che
,
anzi
(
e
ciò
nel
seguito
del
discorso
)
non
ti
avrei
messa
in
casa
sua
certamente
,
finché
ci
fossero
le
stesse
persone
.
E
tu
sai
che
mio
padre
è
minato
da
quella
ragazza
,
da
suoi
zii
,
che
vanno
in
casa
sua
,
e
da
suoi
nonni
che
sono
due
vecchi
invalidi
,
cui
mio
padre
terrà
di
conto
più
che
il
figlio
,
finché
vivranno
.
Sue
parole
.
Era
naturale
,
quindi
,
che
,
sotto
l
'
aspetto
tranquillo
,
dovesse
essere
in
fermento
tutto
il
miscuglio
delle
questioni
che
abbiamo
avute
.
Io
so
che
ho
ragione
,
perché
sono
sempre
andato
innanzi
con
un
ideale
,
cui
ora
tu
nutri
.
E
ciò
non
dobbiamo
mai
dimenticare
.
Le
persone
alle
quali
ne
avevo
parlato
credevano
che
si
trattasse
di
una
ragazza
che
non
disturbasse
.
E
mio
padre
,
perché
sono
tutte
sue
amicizie
,
le
ha
potute
avere
con
sé
con
una
parola
,
o
per
un
torto
ch
'
io
possa
avere
con
lui
.
Al
babbo
bisogna
obbedire
,
ed
ha
ragione
se
si
oppone
ad
un
matrimonio
,
che
non
gli
frutta
niente
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Insomma
,
il
perché
è
nelle
condizioni
con
le
quali
vivevamo
io
e
il
padre
.
I
primi
due
giorni
mi
disse
di
sì
,
forse
senza
riflettere
e
farsi
consigliare
.
Poi
cambiò
senza
nessuna
cagione
nata
allora
.
Ciò
avvenne
nella
trattoria
,
dalla
quale
fui
mandato
via
;
perché
mi
disse
averla
regalata
.
(
E
può
darsi
da
vero
:
a
quella
gente
.
)
Finita
la
speranza
ch
'
io
potessi
fare
il
fidanzamento
,
così
detto
officiale
,
io
andai
a
piedi
al
podere
dove
era
andato
egli
con
la
moglie
.
Al
podere
mi
disse
:
-
Che
cerchi
qui
?
-
Niente
.
Sono
venuto
a
sentire
se
me
ne
devo
andare
anche
di
qui
;
dato
che
tu
l
'
avessi
regalato
.
-
Sì
:
anche
questo
.
-
Non
stento
a
crederlo
.
A
quella
...
ragazza
che
hai
in
casa
.
Allora
m
'
assalì
e
mi
picchiò
molti
pugni
,
senza
che
io
mai
reagissi
.
Tre
o
cinque
dei
contadini
,
che
erano
sotto
un
arco
a
mangiare
,
si
alzarono
e
lo
tennero
a
stento
.
Mentre
che
m
'
allontanavo
,
prese
un
palo
.
Fu
tenuto
,
ed
egli
me
l
'
attraventò
senza
colpirmi
.
Quel
signore
,
che
è
similissimo
al
padre
mio
,
gli
ha
dato
ragione
,
perché
lo
volevo
forzare
a
questa
cosa
.
Capirai
che
mio
padre
è
irriducibile
.
Io
non
ho
nessun
rimorso
,
ed
anche
una
minuzia
me
lo
farebbe
avere
.
Mio
padre
s
'
è
voluto
imporre
con
i
pugni
,
e
quel
signore
stamani
ha
approvato
,
e
molto
,
tale
sistema
.
Noi
,
dicono
,
abbiamo
i
muscoli
buoni
e
combattiamo
così
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
nego
però
di
avere
stupore
di
me
stesso
.
Come
avevo
potuto
illudermi
di
tali
persone
?
Non
sapevo
io
per
prova
quali
sono
?
E
il
mio
carattere
chiuso
non
mi
ha
fatto
nascere
come
funghi
i
nemici
?
Mio
padre
pareva
proprio
dettato
da
loro
.
E
le
sue
parole
non
erano
differenti
a
quelle
che
hanno
usate
tante
persone
,
che
mi
vogliono
male
.
Ma
io
non
t
'
avrei
né
meno
più
parlato
di
loro
,
se
tu
non
mi
avessi
chiesto
con
ansia
il
perché
.
25
luglio
1907
.
Il
concorso
del
Comune
è
prorogato
fino
al
17
,
per
l
'
aggiunta
di
un
altro
posto
.
Ma
non
m
'
attrae
,
ne
mi
distoglie
dal
cercare
fuori
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
,
picchiando
tutti
i
giorni
,
qualche
porta
sarà
spalancata
.
27
luglio
1907
.
Ho
riparlato
con
il
Commissario
:
mio
padre
dice
non
avermi
percosso
né
maltrattato
.
E
una
lira
che
dette
alla
padrona
di
casa
,
ieri
,
è
divenuta
dieci
lire
.
Non
vuole
darmi
l
'
assegno
per
fuori
né
per
Siena
.
Lunedì
devo
tornare
lassù
per
un
'
altra
deliberazione
.
Ma
,
se
non
faccio
da
me
,
nessuno
mi
farà
una
cosa
minima
.
Nè
amici
né
polizia
.
La
nostra
forza
è
la
nostra
pazienza
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
ho
deliberato
questa
cosa
.
Prepararmi
in
agosto
,
settembre
e
ottobre
per
il
concorso
ai
Telegrafi
,
e
intanto
tentare
tutti
i
giorni
qualche
avviso
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
posso
né
pure
riflettere
al
male
che
riceviamo
quotidianamente
.
Hanno
voluto
essere
combattuti
come
nemici
...
E
così
sia
.
28
luglio
1907
.
Oggi
farò
il
piccolo
orario
per
le
materie
che
devo
studiare
.
Vorrei
che
il
concorso
fosse
tra
un
mese
!
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ora
ti
lascio
Ma
mi
avviene
come
quando
ti
vedo
.
Non
me
ne
anderei
mai
.
E
devo
fare
male
alla
mia
volontà
,
per
non
lasciarti
mai
più
.
Ma
tre
mesi
passeranno
quasi
rapidamente
,
e
poi
avremo
la
nostra
gioia
completa
.
E
perché
non
prima
?
29
luglio
1907
.
Ho
già
cominciato
a
prepararmi
,
e
volevo
che
tu
mi
mandassi
Arturo
acciocché
mi
spiegasse
una
formula
chimica
,
a
me
molto
capricciosa
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sacrifico
anch
'
io
ogni
gioia
del
presente
per
il
nostro
avvenire
,
e
non
ti
prego
,
né
meno
per
la
mia
angoscia
,
di
ritardare
la
tua
partenza
.
Non
te
ne
prego
.
Ma
tu
sai
quel
che
ne
provo
già
.
Se
ti
fosse
possibile
...
non
resteresti
?
So
che
,
farai
anche
per
me
,
e
sono
tranquillo
.
30
luglio
1907
.
Non
parrebbe
vero
,
ma
dovrò
studiare
molto
bene
le
materie
per
questo
esame
.
Chi
ricordava
le
frazioni
?
Mi
son
provato
a
risolvere
un
esercizio
e
non
ci
sono
riuscito
...
In
un
mese
entrano
dieci
lezioni
.
per
ogni
materia
;
onde
di
quelle
che
t
'
ho
detto
,
avrò
fatto
buon
vantaggio
.
E
poi
devo
imparare
bene
l
'
alfabeto
del
Morse
.
Studio
la
mattina
perché
il
giorno
mi
riesce
quasi
impossibile
l
'
applicarmi
a
tali
materie
.
Il
giorno
mi
serve
a
digerire
ciò
che
ho
imparato
la
mattina
ed
a
riflettere
se
fa
bisogno
che
io
ripassi
alcuni
punti
.
Ma
vivo
come
in
un
sogno
.
Ed
è
come
una
luce
sempre
più
splendente
.
Quando
penso
a
te
mi
sento
bene
,
e
voglio
,
rabbiosamente
,
farmi
una
condizione
da
poterti
sposare
.
Imagina
che
volontà
sia
entrata
dentro
di
me
.
Quando
sarò
con
te
,
lavorerò
.
Accetto
la
tua
scodella
in
due
.
E
perché
non
mangeremo
sempre
così
?
Lo
faremo
anche
se
ne
avremo
due
(
X
)
.
Ma
infine
de
'
conti
che
c
'
è
di
tanto
male
?
Non
avrei
dovuto
lo
stesso
impiegarmi
?
Non
avrei
dovuto
studiare
lo
stesso
?
E
credi
che
mi
sia
fatica
?
Ben
altre
cose
ho
studiate
,
perché
trattatucci
elementari
,
che
mi
rimangono
tosto
in
mente
,
mi
possano
affaticare
!
Non
ne
sorrideresti
se
ti
dicessi
che
m
'
affaticassi
?
Che
c
'
è
,
dunque
,
di
tanto
male
?
Si
tratta
di
attendere
ancora
tre
mesi
.
E
passeranno
presto
.
Considera
i
già
passati
.
Ma
vero
è
che
l
'
ansia
e
il
desiderio
aumentano
;
e
la
nostra
sensibilità
s
'
accresce
.
Basta
il
tuo
nome
soltanto
per
svegliarmi
una
infinità
di
sensazioni
deliziose
.
E
le
tue
lettere
!
Scrivimi
sempre
come
hai
fatto
queste
volte
ultime
.
Non
abbiamo
un
'
altra
soddisfazione
.
2
agosto
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
vivo
con
un
affetto
troppo
intimo
perché
il
tuo
andar
via
mi
sembri
come
un
dispiacere
momentaneo
.
Per
me
è
come
una
disgrazia
.
Provo
lo
stesso
dolore
che
proverei
se
tu
mi
fossi
strappata
dopo
due
o
tre
anni
della
nostra
unione
.
6
agosto
1907
.
Manda
(
perdona
il
verbo
)
Arturo
oggi
alle
quattordici
perché
ho
risoluto
bene
e
male
molti
altri
problemi
aritmetici
,
e
non
mi
scomodano
alcune
spiegazioni
della
chimica
studiata
stamani
.
Io
non
ho
punta
pazienza
.
Ma
riesco
a
sfuggire
ad
essa
,
sovrapponendomi
sempre
a
tutte
le
contrarietà
.
Taglia
la
coda
ad
una
lucertola
,
e
dopo
alcun
tempo
gliene
troverai
una
nuova
.
Noi
ci
vedremo
.
Perché
tuo
padre
ha
voluto
che
facessimo
così
.
Io
non
gli
mandai
la
lettera
,
che
avevo
anche
affrancata
...
Sei
ancora
sotto
il
dolore
?
Da
un
punto
di
vista
,
considero
queste
repulsioni
essere
un
bene
.
Noi
evitiamo
il
pericolo
di
sottometterci
alle
condizioni
paterne
,
che
farebbero
della
nostra
vita
come
una
camera
buia
.
7
agosto
1907
.
Ritorno
a
tuo
padre
.
Sai
perché
s
'
arrabbiò
d
'
essere
stato
fermato
nel
mezzo
della
via
e
in
pieno
mezzogiorno
?
Prima
per
una
certa
posa
che
ha
ancora
con
me
e
che
mi
vuol
dimostrare
.
Poi
,
credo
,
perché
trovammo
don
M
.
e
quel
tale
alto
che
va
sempre
con
lui
,
poi
il
S
.
e
alcuni
alunni
.
Sicché
furono
fatte
scappellate
doppie
.
E
chi
ci
vide
dovette
credere
che
il
professore
Palagi
fosse
divenuto
il
più
domestico
suocero
di
questo
mondo
.
Quindi
...
se
ne
seccò
;
ed
io
ridevo
e
rido
ancora
.
Bisogna
vincere
con
la
bontà
e
la
superiorità
...
8
agosto
1907
.
Stamani
ero
molto
debole
,
e
non
ho
potuto
studiare
come
il
solito
.
La
stessa
debolezza
m
'
ha
fatto
dormire
un
poco
più
che
l
'
altre
mattine
.
Ma
ora
sono
uscito
al
sole
,
e
mi
sento
meglio
.
Soffro
anche
perché
non
ti
posso
né
vedere
né
parlare
.
Soffro
anche
fisicamente
.
Ma
non
dovrei
dirlo
a
te
,
per
non
peggiorare
il
tuo
animo
.
Ma
tu
sai
che
ci
amiamo
così
,
e
avresti
supposte
queste
mie
condizioni
.
Voglio
lavorare
.
Voglio
averti
con
me
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Stasera
ho
quasi
fatto
quel
che
dovevo
fare
stamani
.
Ho
da
imparare
a
mente
le
noiose
e
difficili
città
e
circondari
.
In
camera
mia
fa
un
caldo
soffocante
,
e
terrei
le
due
porte
aperte
se
non
ci
fossero
due
ragazzi
a
gridare
e
due
donne
a
chiacchierare
.
E
anche
dalla
strada
il
chiasso
è
vario
.
C
'
è
un
segantino
,
un
calzolaio
e
una
taverna
sempre
piena
.
La
sera
tutti
i
bevoni
si
mettono
a
cantare
,
e
,
durante
il
giorno
,
non
è
difficile
che
debba
ascoltare
qualche
conversazione
tra
l
'
una
finestra
e
l
'
altra
.
Io
sono
tuo
,
e
se
altri
di
casa
tua
hanno
una
parte
del
mio
sentimento
è
per
te
.
12
agosto
1907
.
Tutto
ciò
che
ci
guasta
sono
appunto
le
difficoltà
che
abbiamo
.
Basta
un
minuto
con
te
perché
mi
senta
incamminato
nella
mia
strada
.
E
non
posso
non
avere
te
.
Allora
soltanto
al
mio
animo
il
mondo
si
spezza
,
ed
io
percepisco
ciò
che
prima
mi
era
dietro
un
velo
.
È
curiosa
.
Le
nostre
lettere
(
e
specialmente
le
mie
)
somigliano
a
una
statua
coperta
da
qualche
cencio
sottile
.
Aspetta
,
ve
'
;
ti
spiego
quel
che
voglio
dire
.
Il
cencio
si
modella
così
bene
su
la
statua
,
che
essa
si
vede
com
'
è
fatta
.
Così
io
voglio
nascondere
ciò
che
non
vorrei
far
sapere
,
ma
lo
dico
in
modo
che
...
14
agosto
1907
.
Ero
indeciso
se
cominciavo
a
scrivere
,
perché
da
due
giorni
avevo
chiesto
invano
la
mezza
lira
.
Ma
mentre
stavo
per
rimettere
il
foglio
nel
cassetto
,
è
venuto
lo
sguattero
con
una
lira
in
mano
...
Quanto
deve
durare
?
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Poi
stetti
una
mezzoretta
in
conversazione
con
X
.
,
che
ieri
sera
era
più
...
balordo
che
il
solito
.
È
matto
come
tutti
i
senesi
.
Anche
per
lui
,
la
musica
è
rappresentata
...
dal
Franci
,
e
la
pittura
...
dal
Maccari
,
dal
F
.
e
dal
V
.
E
la
letteratura
,
gli
volevo
chiedere
?
Ah
,
si
!
Anche
la
letteratura
è
...
senese
.
Egli
sa
a
mente
le
poesie
di
un
professore
senese
che
sta
a
Milano
.
Non
ti
diverti
?
Ma
mi
fa
anche
schifo
.
Scusa
la
parola
che
ci
vuole
.
19
agosto
1907
.
Ho
riparlato
con
quell
'
impiegato
di
Roma
che
mi
ha
detto
dei
concorsi
alla
Congregazione
di
Carità
.
Saranno
tenuti
a
Novembre
!
Ma
,
cosa
strana
e
inaspettata
,
non
m
'
ha
detto
...
del
francobollo
che
avevo
appiccicato
bene
nella
lettera
mandatagli
a
Roma
(
Y
)
.
E
non
m
'
ispira
più
fiducia
.
Ti
scriverò
anch
'
io
quel
che
ho
passato
,
ma
penso
,
che
venga
un
manoscritto
più
lungo
che
una
lettera
.
Se
mi
sentirò
in
grado
di
farlo
,
scriverò
,
Ma
non
devo
preoccuparmene
:
regola
prima
.
E
devo
scrivere
senza
né
meno
far
preoccupare
te
.
Ma
lo
farò
...
Per
ora
è
proprio
come
questo
tempo
.
Un
poco
di
sole
,
le
nuvole
sparse
imbiancano
,
e
sembra
che
debba
nascere
così
un
giorno
eterno
.
Poi
...
Non
potrò
scrivere
nulla
ancora
.
Perché
la
mia
anima
s
'
apre
e
si
chiude
;
si
illumina
e
si
oscura
.
20
agosto
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
In
quanto
al
mio
io
,
son
ben
certo
che
c
'
è
tutto
ciò
di
cui
ha
bisogno
il
tuo
.
Tu
a
me
sei
,
psicologicamente
,
ciò
che
per
altrui
è
la
divinità
.
Sono
certo
,
dicendo
così
,
di
esprimere
bene
la
verità
che
è
dentro
di
me
.
Io
mi
sentii
come
abbandonato
,
come
respinto
da
tale
atto
,
ed
errai
.
Ma
solo
degli
errori
che
t
'
ho
scritto
.
Sai
bene
che
non
potrei
nascondere
la
mia
sincerità
,
che
riscapperebbe
da
una
parte
se
io
la
volessi
respingere
dall
'
altra
.
Del
resto
,
in
tal
modo
è
cacciato
ancor
meglio
,
il
male
che
per
una
allucinazione
forse
(
perché
devo
credere
alla
stima
che
tu
hai
ad
altrui
)
io
trovo
riunito
in
quella
persona
.
Ma
credi
ch
'
io
sono
stato
sempre
puro
con
la
tua
anima
?
Dimmi
che
non
hai
nessun
motivo
di
lagnarti
e
di
addolorarti
.
E
che
appunto
per
preservare
te
stessa
da
quel
male
io
ho
cercato
di
allontanartelo
.
Ma
non
sono
state
queste
le
mie
intenzioni
?
Non
ho
agito
male
,
dunque
.
21
agosto
1907
.
Lo
scrivere
al
babbo
tuo
mi
sarà
difficile
,
perché
le
cose
che
a
me
sono
molto
evidenti
non
riesco
ad
esprimerle
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
ho
baloccato
la
bambina
della
padrona
,
con
dei
voli
magnifici
,
fino
a
farle
toccare
la
testa
al
soffitto
!
28
agosto
1907
.
Entra
la
bambina
in
camera
.
Tiene
il
pollice
in
bocca
e
ha
gli
occhi
un
poco
rossi
.
Non
vuole
andare
a
vestirsi
per
la
passeggiata
,
e
si
distende
nella
mia
poltrona
.
-
O
che
fai
costì
?
-
Le
dico
io
.
-
Dormo
!
-
E
appunta
i
piedi
al
tavolino
.
-
Tanto
in
camera
tua
,
la
mia
mamma
non
mi
picchia
!
Guarda
dove
le
metto
le
gambe
,
o
signore
!
perché
fai
lesto
,
dimmelo
?
dimmelo
!
dimmelo
!
perché
fai
lesto
?
Vuol
domandarmi
perché
scrivo
presto
.
-
Perché
non
vuoi
andare
fuori
?
-
Sì
.
La
tua
mamma
chiama
!
Sta
distesa
e
non
risponde
.
Poi
dice
:
-
Mi
picchia
.
-
Perché
?
-
Perché
il
mio
babbo
ha
buttato
i
pomidori
in
terra
.
(
Non
mica
lei
!
)
-
Mi
dici
perché
fai
lesto
?
E
s
'
alza
e
mi
tira
i
capelli
.
-
Stai
buona
,
se
no
ti
picchio
anch
'
io
!
Ora
s
'
è
decisa
ad
andarsene
.
Non
ne
busca
,
ma
piagnucola
.
-
Guarda
come
sono
bella
,
signore
!
-
E
mi
batte
il
dito
sul
gomito
della
destra
.
-
Sta
buona
!
E
se
ne
va
.
S
'
è
vestita
per
fuori
.
L
'
altro
giorno
le
feci
,
sopra
un
pezzetto
di
stoffa
scura
,
una
casetta
col
filo
bianco
.
Passai
sei
o
sette
volte
l
'
ago
tra
sopra
e
sotto
.
E
poi
che
era
impaziente
,
per
farla
star
ferma
,
dovetti
trattenermi
dal
pronunciare
il
tuo
nome
.
Ma
mi
accade
sovente
,
quando
parlo
con
chi
non
mi
toglie
l
'
incanto
interiore
del
mio
affetto
.
Quando
mi
parli
di
Dio
tu
,
ci
credo
anch
'
io
.
Ne
ho
la
sensazione
.
Ma
devi
gridarmi
che
all
'
infuori
della
mia
anima
(
perché
non
nostra
?
)
non
sapresti
trovare
alcuna
cosa
per
cui
la
vita
ti
sembrasse
a
contatto
con
una
realtà
divina
.
Devi
sentire
come
me
.
Io
credo
in
te
e
in
Dio
.
Onde
puoi
comprendere
ciascuno
mio
sforzo
verso
una
perfezione
morale
,
che
,
combinandosi
con
il
mio
affetto
,
fa
del
nostro
amore
una
spiritualità
meravigliosa
.
29
agosto
1907
.
Può
darsi
che
io
sia
pagano
,
almeno
superficialmente
.
Io
bacio
te
,
e
soddisfo
al
bisogno
della
mia
anima
.
A
quel
bisogno
della
divinità
.
Quando
ti
saprò
parlare
,
capirai
meglio
,
come
a
traverso
un
vetro
,
da
quale
spiritualità
io
t
'
amo
.
E
non
t
'
ho
mai
lasciata
.
Solo
in
me
si
compiva
una
lenta
trasformazione
.
Era
necessario
che
si
compisse
il
mio
intelletto
.
E
s
'
è
compiuto
da
un
dolore
,
quand
'
io
credevo
d
'
essere
ucciso
da
ciascuno
,
e
forse
,
pensavo
d
'
uccidere
,
T
'
ho
riparlato
di
questa
calma
di
delirio
.
Le
poche
volte
che
ho
scritto
,
abbozzavo
una
lettera
a
chi
era
rimasto
nella
mia
anima
come
una
limpidezza
senza
nome
.
Tu
esistevi
in
me
.
Io
non
so
se
ti
potrò
mai
ridire
qualche
cosa
.
Ma
voglio
che
tu
comprenda
con
quale
angoscia
è
venuto
fuori
il
mio
amore
.
Ma
tutto
ora
s
'
è
scancellato
.
Io
t
'
amo
per
la
tua
realtà
;
e
sono
rivenuti
in
me
gli
affetti
umani
.
Ora
m
'
addolora
e
m
'
impaurisce
anche
la
tua
scottatura
.
La
sento
anche
io
.
Meglio
è
,
forse
,
ch
'
io
non
rientri
ora
in
questo
stato
di
formazione
.
Non
ne
traggo
parole
chiare
.
Io
ti
scrivo
tali
cose
,
perché
tu
sappia
compiere
l
'
opera
tua
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
...
tu
mi
hai
fatto
avere
una
fiducia
che
è
sostenuta
da
Dio
veramente
.
Io
mi
sento
libero
da
tutti
.
Sono
felice
e
pieno
di
speranza
.
...
ti
dirò
un
modo
di
mangiare
che
ho
quando
sono
solo
(
si
capisce
!
l
'
abolivo
anche
a
Roma
)
.
Prima
mangio
la
pietanza
,
che
oggi
era
costituita
da
tre
taglioli
di
lesso
.
Un
pizzico
di
sale
preso
da
un
cartoccino
azzurro
,
che
tengo
in
uno
dei
cassetti
dello
specchio
,
e
basta
.
Poi
le
frutta
e
il
formaggio
.
Un
tocchettino
di
parmigiano
,
una
pesca
e
una
pera
.
La
pesca
in
due
morsi
,
la
pera
in
quattro
spicchi
sbucciati
alquanto
;
e
nella
meditazione
che
m
'
avviene
dopo
il
mangiare
,
ingoio
anche
le
bucce
.
Dopo
ciò
,
bevo
alla
tazza
la
minestra
,
che
è
già
fredda
.
Ora
m
'
attira
anche
il
vino
,
ma
non
ne
bevo
più
che
un
litro
al
giorno
.
Soltanto
due
volte
ne
ho
preso
un
altro
bicchiere
dal
padrone
di
casa
.
Ho
soddisfatto
la
tua
curiosità
?
Dopo
mangiato
,
appallottolo
la
midolla
che
è
rimasta
del
pane
,
e
penso
.
E
il
mio
pensiero
nasce
dalla
tua
sensazione
.
30
agosto
1907
.
Perché
prendersela
?
Essi
(
tutti
)
credono
di
non
farci
male
se
mantengono
una
opposizione
che
di
mano
in
mano
diminuisca
,
finché
io
ti
possa
sposare
.
Non
vogliono
capire
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
credo
che
si
tenti
in
tutti
i
modi
il
mio
amor
proprio
per
fare
allargare
la
buca
che
è
tra
me
e
loro
.
Ma
su
questo
ho
deciso
di
vincere
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
È
necessario
saper
vivere
con
costoro
,
perché
il
ribellarsi
non
concluderebbe
altro
che
la
nostra
peggiore
separazione
.
Contentiamoci
di
ciò
.
Io
non
comprendo
perché
tu
possa
addolorarti
per
un
tale
rifiuto
...
Non
era
preparato
?
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
io
sono
tuo
e
non
soffro
.
Non
so
;
sono
insensibile
a
tutti
gli
altri
.
Ho
te
come
diffusa
nella
mia
anima
,
e
non
sento
altro
.
Perché
non
è
così
anche
a
te
?
Devi
assicurarmi
che
saprai
...
Pensa
che
nessun
rispetto
è
dovuto
a
colui
che
non
lo
porta
.
E
che
nella
vita
è
necessario
fare
così
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Entra
nella
nostra
realtà
.
Consigliati
anche
dinanzi
a
Dio
,
che
non
toglierà
a
te
ciò
che
è
la
tua
vita
.
Sforzati
di
dimenticare
ciò
che
volevamo
ottenere
in
faccia
alla
gente
.
Amiamoci
segretamente
come
una
volta
.
È
il
mezzo
per
conservare
al
nostro
affetto
la
sua
forza
.
Dimentichiamo
ciò
che
abbiamo
chiesto
(
del
quale
aspettavamo
questa
risposta
)
e
amiamoci
senza
pretendere
niente
.
Egli
ti
può
negare
ciò
che
ci
può
dare
da
sé
medesimo
,
ma
alla
tua
anima
non
toglierà
niente
.
Ricordi
quanta
forza
spirituale
avevamo
?
Noi
la
perdiamo
comunicandoci
con
altrui
.
31
agosto
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
faccio
tutte
le
cose
insieme
con
te
?
Non
vedo
sempre
il
tuo
volto
?
Non
pensi
anche
tu
le
cose
che
io
penso
?
Io
prendo
un
libro
,
tu
mi
dici
qualche
cosa
;
e
poi
l
'
imaginazione
s
'
intensifica
ed
io
giungo
a
riprovare
la
soavità
dei
nostri
istanti
migliori
.
È
un
alternarsi
di
tali
effetti
.
Allora
completo
tutti
i
pensieri
che
m
'
erano
sorti
con
te
,
di
cui
la
mia
coscienza
non
aveva
avuta
la
scoperta
.
Si
sviluppano
lentamente
tutte
le
sensazioni
rapide
(
Z
)
.
3
settembre
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ti
lascio
un
mi
momento
,
perché
non
posso
trascurare
lo
studiare
(
per
la
prima
volta
...
)
l
'
alfabeto
telegrafico
...
Dopo
tre
quarti
d
'
ora
ho
trascritto
,
con
un
solo
errore
,
una
strofa
del
Carducci
.
Ma
ho
capito
che
la
difficoltà
è
nel
ricevimento
.
Tuttavia
...
lascia
fare
a
me
.
M
'
uggiano
da
vero
le
interruzioni
!
È
venuta
nella
poltrona
la
bambina
a
canticchiarmi
la
Colombina
bella
.
Oggi
ho
chiuso
l
'
uscio
subito
.
Mio
padre
ha
fatto
rispondere
a
voce
(
perché
a
voce
gliel
'
ho
fatto
domandare
)
che
non
intende
la
mia
calligrafia
.
Allora
mi
riporteranno
la
lettera
cui
io
ricopierò
sufficientemente
bene
,
sottoponendola
prima
agli
occhi
di
qualche
altro
ignorante
.
E
poi
...
vedremo
.
Tra
la
buffonata
e
la
vigliaccheria
!
Perché
anzi
tutto
doveva
dirmi
subito
ciò
che
mi
ha
detto
dopo
tre
giorni
,
e
perché
la
lettera
è
già
stata
letta
e
discussa
.
Sempre
la
verità
!
Anche
la
mezza
lira
che
mi
dà
ogni
due
o
tre
giorni
(
e
dopo
averla
mandata
a
chiedere
)
è
-
dice
-
divenuta
quotidiana
!
Ma
perché
penso
a
tali
cose
?
Sempre
avrò
io
,
se
con
uno
,
se
con
due
e
quattro
,
aver
da
fare
!
La
vita
è
uguale
per
tutti
.
Ho
mangiato
in
fretta
,
e
ho
scritto
in
calligrafia
da
maestro
la
lettera
al
babbo
.
Per
prova
l
'
ho
fatta
leggere
alla
padrona
di
casa
.
Poi
mi
sono
sbarbato
,
con
una
riga
di
sangue
giù
per
il
collo
,
che
mi
faceva
assomigliare
a
un
crocefisso
di
Sano
di
Pietro
.
Il
Donati
(
A1
)
,
che
ha
negato
a
me
i
libri
ch
'
egli
chiama
di
lettura
amena
,
quelli
del
d
'
Annunzio
,
dell
'
Ibsen
ecc
.
,
li
dà
,
al
contrario
...
ai
consiglieri
comunali
.
A
que
'
pochi
che
vanno
in
Biblioteca
.
Naturalmente
,
gli
domanderò
se
per
studiare
è
necessario
essere
prima
consiglieri
.
A
me
li
negò
per
questa
ragione
:
"
Li
ha
letti
già
,
e
può
fare
a
meno
quindi
,
di
riprenderli
!
"
.
I
consiglieri
,
si
capisce
,
non
li
conoscono
ancora
,
e
quindi
...
bisogna
che
li
prendano
.
Mi
pare
d
'
essere
molto
più
giù
che
a
Siena
.
Si
vede
che
le
zucche
s
'
incontrano
da
per
tutto
.
Rimetto
un
po
'
d
'
onore
ai
nostri
babbi
.
Ho
voglia
di
riferirti
ciò
che
la
padrona
mi
ha
detto
,
perché
può
darsi
che
sia
informata
bene
.
M
'
ha
detto
che
mio
padre
si
contenterebbe
che
io
gli
chiedessi
perdono
(
!
)
e
che
solo
per
una
mezz
'
ora
gli
amministrassi
le
aziende
(
senza
insistere
su
le
persone
che
ha
in
casa
)
perché
mi
facesse
sposare
te
e
fossi
libero
di
fare
il
comodo
mio
.
(
?
)
Che
egli
tenga
a
un
qualche
cosa
di
simile
,
per
riprendere
l
'
onore
che
...
non
ha
acquistato
con
tali
questioni
e
per
far
piacere
a
quella
gente
,
può
essere
.
Ma
alle
altre
cose
,
meno
che
non
mi
faccia
una
dichiarazione
legale
...
5
settembre
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
mio
padre
non
ha
ancora
risposto
.
Può
essere
un
segno
buono
.
E
sarebbe
,
se
ci
fosse
una
persona
che
entrasse
nel
mezzo
.
Ma
come
vuoi
fare
?
S
'
è
rovinato
la
mente
con
tutti
i
sudicissimi
che
gli
stanno
addosso
.
6
settembre
1907
.
Mio
padre
ha
mandato
a
dire
per
un
uomo
,
espressamente
:
"
Oggi
non
ho
tempo
di
scrivere
.
Quando
sarai
chiamato
a
dare
gli
esami
io
farò
tutto
ciò
che
c
'
è
da
fare
"
.
Io
ho
avuto
il
torto
di
dire
,
piuttosto
nervosamente
,
che
me
lo
scrivesse
.
Ho
avuto
torto
,
perché
con
mio
padre
non
bisognava
che
esigessi
ciò
.
Spero
che
quell
'
uomo
abbia
fatto
l
'
ambasciata
in
modo
da
non
irritarlo
.
Me
l
'
ha
fatto
notare
anche
la
padrona
di
casa
,
che
insieme
con
il
marito
era
in
salotto
e
ha
udito
,
essendo
rimasto
l
'
uscio
aperto
.
Ed
in
fatti
...
Ma
,
certo
,
non
lo
farò
mutare
.
8
settembre
1907
.
Sono
seduto
a
lato
della
Cappella
in
cui
è
sepolta
una
contessa
,
molto
devota
,
secondo
la
sua
lapide
latina
(
A2
)
.
T
'
ho
colto
questi
ciclamini
....
Sento
il
campano
di
un
gregge
e
odo
un
belato
tra
gli
alberi
,
ma
lungi
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Passa
il
campano
vicino
.
Hai
indovinato
il
mio
desiderio
intenso
di
tutta
la
giornata
,
che
s
'
è
accresciuto
con
la
dimenticanza
?
Il
campano
erra
tra
gli
alberi
.
Odo
i
passi
della
pecora
che
ha
il
campano
.
Non
vorresti
tu
essere
con
me
?
Uguale
nel
mio
pensiero
?
Ti
adoro
così
,
ed
esiste
questa
rispondenza
.
La
pecora
è
venuta
qui
.
Ha
un
rogo
sul
dorso
.
Le
altre
giungono
con
un
calpestio
su
le
foglie
.
La
pecora
guarda
.
Sul
muso
le
batte
il
sole
.
Guarda
verso
le
altre
.
Non
sei
tu
il
mio
pensiero
stesso
?
Di
quale
altra
sostanza
esso
è
fatto
?
La
pecora
è
rimasta
attraverso
la
strada
.
S
'
è
fermata
volta
verso
me
.
Ne
giunge
un
'
altra
che
la
cozza
col
muso
;
e
ambedue
si
muovono
.
Non
mi
ami
tu
per
sentire
ciò
che
è
,
nella
nostra
unione
?
Le
pecore
passano
.
Odo
il
campano
.
Giunge
tutto
il
gregge
.
S
'
è
fermato
.
Si
sente
lo
strappìo
dell
'
erba
.
12
settembre
1907
.
(
A3
)
Se
io
potessi
guardare
i
tuoi
occhi
,
sentirei
tutto
il
mio
essere
pieno
di
febbre
.
Allora
mi
si
definisce
come
un
paesaggio
da
raggiungere
;
mi
sento
roso
da
tutti
i
miei
istinti
d
'
ambizione
.
Ma
ciò
non
è
tutto
.
Ciò
è
il
mio
io
che
si
agita
.
Tu
ora
anche
capisci
come
io
ho
voluto
associarti
a
questa
fiamma
di
forze
.
Tu
ora
sai
come
le
migliori
tue
energie
sono
la
fonte
al
mio
affetto
.
Capisci
che
da
te
,
quanto
da
me
,
dipende
il
mio
cammino
intellettuale
.
Ma
anche
tu
hai
sofferto
per
conto
tuo
.
E
non
sempre
hai
capito
di
quali
fuochi
la
mia
anima
fosse
bruciata
.
Adesso
noi
siamo
ricongiunti
,
e
una
parola
tua
m
'
ha
svelato
come
tutto
il
tuo
essere
dipende
dal
mio
.
Che
cosa
sono
quelle
nuvole
bruciate
su
la
vetta
dei
monti
?
Onde
sono
venute
?
Vorrei
che
il
mio
spirito
fosse
il
mondo
,
per
comprendere
tutte
queste
cose
.
Io
ho
sognato
di
amare
le
foglie
di
una
siepe
!
Fuggivo
per
i
campi
a
guardare
un
granturcheto
perché
esso
m
'
escludeva
gli
uomini
.
Che
cosa
volevo
?
Io
pensavo
di
scoprire
qualche
pezzo
del
mistero
che
copre
tutta
la
natura
.
Io
avrei
dato
tutto
me
stesso
per
parlare
ad
un
albero
.
Io
guardavo
la
luna
tra
gli
ulivi
,
bassa
come
una
fiamma
rossa
,
e
pensavo
che
essa
volesse
parlare
al
mio
io
.
Perché
era
lì
ed
io
pensavo
ad
essa
?
Allora
gli
uomini
mi
apparivano
come
greggi
da
guidare
.
La
mia
voce
li
avrebbe
condotti
.
Non
era
possibile
che
un
uomo
mi
amasse
.
Io
non
ero
più
un
uomo
.
Io
partecipavo
dell
'
aria
e
delle
nubi
.
Il
mio
spirito
era
simile
alla
rugiada
sparsa
su
tutti
i
campi
.
Ricordavo
che
gli
uomini
avessero
un
corpo
?
La
carne
mi
appariva
come
una
cosa
sconcia
da
lasciare
.
Io
odiavo
ed
amavo
questa
carne
.
Ma
nessuno
doveva
possedere
la
mia
.
Io
era
divenuto
un
Dio
.
Chi
poteva
amare
me
?
Io
conservavo
del
tuo
amore
la
sola
energia
.
Chi
me
l
'
aveva
prodotta
era
scomparsa
in
questo
miscuglio
umano
,
a
cui
io
non
appartenevo
più
.
Io
ero
conservato
da
questa
sola
energia
che
talvolta
strappava
alla
mia
anima
parole
.
Ma
non
dovevo
amare
,
non
potevo
amare
colei
,
perché
più
non
esisteva
realmente
.
Ella
era
sacrificata
alla
mia
volontà
segnata
da
Dio
.
Anche
tu
,
dunque
saresti
stata
infranta
.
Perché
talvolta
mi
sembrava
di
pigiare
con
l
'
anima
tutta
la
folla
umana
,
come
con
le
mani
.
Io
percepivo
degli
uomini
una
realtà
simile
a
quella
di
una
pittura
...
(
A4
)
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Stasera
mi
sono
ricordato
meglio
di
tutte
queste
sensazioni
e
le
ho
scritte
.
Da
esse
tu
comprendi
come
il
mio
io
sia
stato
sempre
governato
da
te
.
E
comprendi
quale
significato
ha
per
me
questo
te
.
Quando
ti
rividi
a
Siena
,
fu
come
uno
spiraglio
della
realtà
che
io
avevo
lasciato
,
o
che
aveva
lasciato
me
.
Mi
sono
sempre
accostato
di
più
ad
essa
.
E
tu
mi
ridonerai
alla
nostra
vita
.
Gli
uomini
,
in
generale
,
m
'
erano
divenuti
come
simboli
d
'
idee
.
Io
,
in
un
bambino
non
so
quali
pensieri
componevo
.
Gli
uomini
m
'
erano
divisi
dalla
mia
anima
.
Non
ho
mai
voluto
amare
nessuna
altra
donna
.
Debbo
ringraziare
gli
amici
di
avere
respinto
il
mio
io
nel
suo
proprio
confine
,
acciocché
vivesse
di
sé
e
non
straripasse
a
fruttificare
altrui
.
Il
mio
io
era
come
un
albero
che
avesse
disteso
i
rami
lungo
una
strada
.
Adesso
non
è
più
un
albero
:
è
come
un
giuocattolo
nelle
mani
della
tua
anima
.
Con
te
io
ritrovo
tutte
queste
sensazioni
...
Non
ho
mai
domandato
a
me
stesso
,
prima
di
stasera
,
se
tu
avessi
potuto
pensare
queste
cose
che
aveva
prodotte
il
mio
spirito
.
Non
ho
mai
domandato
se
nel
tuo
dolore
avessi
imaginato
che
io
vivevo
solo
dell
'
energia
datami
da
te
.
Un
'
energia
simile
ad
una
ossessione
.
Perché
io
passavo
da
casa
tua
?
Quale
ricordo
mi
ci
spingeva
?
Perché
,
sfuggendo
tutti
,
io
ti
ricordavo
?
T
'
avevo
dentro
di
me
incancellabilmente
?
Io
aspettavo
di
rivederti
.
E
quando
ti
rividi
tutto
il
mio
essere
fu
scosso
.
Emma
!
Emma
!
Non
avevo
più
provato
un
sentimento
umano
.
E
come
spiegarti
perché
,
dopo
,
io
non
ti
scrivessi
che
t
'
amavo
così
?
Con
una
malvagità
di
cui
era
pieno
il
mio
spirito
.
Malvagità
verso
di
te
,
perché
io
negavo
alcuno
interesse
agli
uomini
.
Essi
erano
quasi
fantasmi
che
potevo
avvicinare
e
allontanare
....
Sorridi
mesta
?
È
la
pazzia
di
cui
altra
volta
t
'
ho
parlato
.
Allontanandomi
da
te
,
per
colpa
di
ambedue
,
io
non
sentii
più
nessuno
intorno
.
Io
mi
sentii
obbligato
ad
odiare
,
fino
al
negamento
dell
'
esistenza
altrui
.
Tu
avevi
tratto
fuori
da
me
qualche
cosa
,
io
ti
ricordavo
come
un
'
aurora
tiepida
.
Ma
perché
non
era
venuto
il
meriggio
?
Perché
io
avevo
guardato
soltanto
tra
le
nuvole
dell
'
alba
.
Non
era
il
tuo
essere
che
doveva
sospingermi
ancora
verso
l
'
alto
?
Verso
un
'
altezza
apparsa
al
mio
spirito
,
per
la
quale
m
'
era
sembrato
di
camminare
fino
allora
tra
gli
sterpi
d
'
una
bassura
?
E
per
colpa
mia
io
t
'
avevo
perduta
.
Oppure
,
per
colpa
di
nessuno
.
Ma
ciò
che
pensavo
allora
era
sorto
ancora
da
te
.
Il
mio
pensiero
s
'
era
ingigantito
di
sottilità
.
E
se
talvolta
piangevo
era
per
il
ricordo
di
te
.
Che
cosa
avevo
perso
?
Che
cosa
mi
mancava
?
Dove
tendevo
ora
?
Ma
a
nessun
luogo
.
Io
non
trovai
mai
,
quando
ridiscesi
alla
realtà
degli
uomini
,
una
persona
a
cui
potessi
attribuire
qualche
cosa
di
te
.
Nessuna
,
nessuna
!
Solo
a
lei
,
dal
viso
ideale
,
trasformato
dal
mio
spirito
,
visto
dal
mio
spirito
,
l
'
anima
mia
si
alzava
.
Io
studiavo
allora
Dante
.
Ed
esso
,
forse
,
era
la
mia
realtà
.
Io
amavo
le
sue
parole
.
Io
mi
riempivo
di
esse
.
Non
volevo
ascoltare
altro
.
Non
volevo
nessuna
voce
reale
.
Non
volevo
ascoltare
nessuno
.
In
esso
il
mio
spirito
s
'
esaltava
.
Ma
quando
io
volevo
ricordarmi
d
'
alcun
contatto
,
il
tuo
solo
,
perché
esso
è
stato
il
solo
,
era
pronto
con
un
invito
.
"
Ella
t
'
ama
...
t
'
aspetta
...
vuole
te
...
è
degna
di
te
...
Ma
,
vedi
,
vuoi
tu
farla
piangere
?
Non
senti
le
sue
lagrime
?
...
Non
ricordi
?
"
E
purtroppo
io
rispondevo
:
"
Nessun
ricordo
ho
io
.
Io
appartengo
a
questo
ignoto
.
Ch
'
ella
mi
scriva
come
la
mia
anima
aspetta
,
ed
ella
sarà
amata
.
Ma
ella
mi
scriverà
come
una
volta
.
Io
proverò
le
stesse
sensazioni
.
Dunque
,
io
ricadrò
nel
mondo
che
ho
lasciato
...
"
.
E
mi
veniva
da
piangere
.
Stavo
con
la
fronte
su
'
vetri
quasi
verdi
di
una
finestra
,
a
cui
giungeva
il
lezzo
di
tante
camere
che
s
'
aprivano
nello
stesso
luogo
.
E
mi
contentavo
di
un
pezzo
di
cielo
azzurro
...
Passavo
molte
ore
con
la
testa
assopita
sotto
un
raggio
di
sole
,
quasi
incerto
,
attraverso
i
vetri
vecchi
.
E
poi
riprendevo
a
leggere
.
Dante
parla
con
S
.
Tommaso
...
Molti
giorni
ho
passato
in
queste
incertezze
.
Ricordo
che
desideravo
tanto
il
canto
di
una
passera
,
che
non
ho
mai
veduta
,
ma
che
doveva
essere
proprio
sotto
quell
'
azzurro
.
Il
canto
di
quell
'
uccello
mi
sembrava
una
musica
.
E
,
poi
,
mi
alzavo
.
In
quello
stanzino
dov
'
erano
ammuchiati
tutti
i
libri
era
puzzo
di
rinchiuso
.
Non
aprivo
le
finestre
perché
mi
vergognavo
di
farmi
vedere
lì
su
quel
tavolino
,
coperto
di
cartone
,
dalla
gente
che
passava
ai
piani
di
sopra
.
E
la
mattina
,
in
una
luce
quasi
verdognola
,
si
alzava
il
fumo
acido
di
un
cappellaio
,
mischiato
a
quello
della
carta
bruciata
,
la
quale
serviva
a
dare
fuoco
al
fornello
.
Poi
riudivo
le
stesse
persone
(
A5
)
.
"
Ecco
,
l
'
uscio
è
sospinto
da
quella
.
Entra
in
camera
ora
.
Perché
non
l
'
uccido
?
Perché
non
esco
fuori
da
questo
stanzino
per
rompere
la
sua
testa
?
"
Non
hai
avuto
tu
molte
volte
l
'
imagine
sanguinosa
di
una
persona
odiata
?
"
No
:
tutto
deve
andare
regolarmente
.
Io
devo
stare
qui
,
e
lavorare
.
"
Prendo
il
mio
classico
:
Ovidio
.
Sfoglio
il
vocabolario
finché
non
mi
s
'
annebbiano
gli
occhi
.
E
mi
propongo
di
non
uscire
più
.
Di
non
esistere
più
per
altrui
.
Mi
passano
per
il
cervello
tutte
le
imaginazioni
di
questi
poeti
...
"
Emma
dov
'
è
?
E
com
'
è
?
Ha
qualche
cosa
di
quel
che
provo
io
ora
?
Emma
t
'
ha
fatto
star
male
.
Ella
t
'
ha
aperto
la
via
e
non
t
'
ha
accompagnato
.
Emma
ti
lascia
sognare
senza
speranza
.
Ma
se
ella
non
ti
ama
,
più
,
dove
ti
rivolgerai
?
Quale
affetto
è
più
possibile
in
te
?
Non
rivedi
il
suo
viso
?
Non
desideri
tu
,
senza
volerlo
,
i
suoi
baci
?
Non
vorresti
tu
che
le
sue
mani
ti
toccassero
?
Ma
scrivele
,
dunque
.
Dille
che
l
'
ami
.
Diglielo
.
Non
senti
che
cosa
quasi
nuova
le
è
ciò
?
Tu
non
hai
provato
mai
questo
pianto
...
Io
non
scriverò
mai
più
a
nessuno
.
Il
mio
io
è
prigioniero
solo
di
se
stesso
.
Egli
guarda
dalla
sua
rude
fortezza
,
cui
s
'
è
costruita
,
tutti
gli
altri
.
E
li
odia
tutti
.
Perché
tutti
devono
odiare
lui
.
"
Una
mattina
,
anche
le
mie
mani
m
'
apparvero
cose
staccate
dal
mio
io
.
Potevo
non
averle
.
E
le
guardavo
come
fossero
rosse
...
Da
questo
stato
mentale
,
tu
ora
capisci
come
sono
rivenuto
a
te
.
Capisci
come
tu
mi
hai
fatto
ridoventare
.
Ma
ricorda
sempre
che
in
questa
selva
io
ho
radunato
tutta
l
'
energia
sufficiente
.
Guardando
i
tuoi
occhi
,
io
sento
di
avere
attuato
il
mio
sogno
.
Io
non
sono
più
di
queste
cose
.
Io
sono
tuo
e
posso
amarti
.
Sei
lieta
?
(
Sera
del
12
settembre
)
.
13
settembre
1907
.
Sono
stato
lungo
tempo
dinanzi
alla
Croce
.
(
A6
)
Il
cipresso
mi
teneva
compagnia
.
Poi
che
piove
e
vengono
i
lampi
,
(
A7
)
ho
chiuso
la
finestra
e
sto
a
scrivere
.
Andrei
volentieri
a
letto
adesso
,
quantunque
siano
soltanto
le
venti
.
Sono
quasi
abbattuto
.
Quanto
tempo
passerà
prima
che
le
nostre
vite
abbiano
le
stesse
siepi
lungo
la
loro
via
sola
?
Stasera
sono
simile
a
questo
tempo
,
che
è
pieno
di
nuvoloni
.
Penso
che
noi
siamo
molto
disgraziati
.
Non
c
'
è
cosa
tanto
umile
che
ci
possa
invidiare
.
Pensavo
alla
strada
ed
a
'
suoi
sassi
.
Noi
siamo
separati
.
Ci
amiamo
quanto
nessuna
immaginazione
mi
dà
esempio
.
Abbiamo
bisogno
l
'
uno
dell
'
altro
per
sentire
che
siamo
umani
anche
noi
.
Io
non
so
che
pietre
metto
nella
tua
anima
.
Sono
pieno
di
spine
io
.
Quando
ci
potremo
parlare
?
Vorrei
che
la
pioggia
distruggesse
tutto
.
Domani
mi
vorrei
alzare
e
non
veder
più
le
stesse
cose
.
Penso
ai
vigneti
co
'
loro
grappoli
quasi
acerbi
.
Ma
fingo
che
il
tuo
spirito
sia
qui
mescolato
nel
mio
.
Nessuna
cosa
ci
può
diminuire
questa
adorazione
.
Anche
se
Dio
disponesse
il
mondo
in
tal
modo
che
non
ci
vedessimo
più
,
il
nostro
pensiero
sarebbe
sufficiente
a
noi
.
Ma
tu
credi
più
che
me
in
Dio
.
Perché
Egli
,
che
ci
vede
,
non
ti
dà
ciò
che
gli
chiedi
?
Smetto
di
scrivere
,
perché
sono
troppo
triste
.
Come
quel
cipresso
...
14
mattina
,
settembre
1907
.
...
fu
la
desolazione
di
un
momento
.
Bastò
che
uscissi
di
casa
e
mi
avvicinassi
alla
tua
per
star
meglio
.
Tu
vi
eri
.
Che
importava
se
non
ti
vedevo
?
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Vorrei
che
tu
provassi
con
me
questa
dolcezza
...
15
settembre
1907
.
(
A8
)
Io
passavo
le
serate
d
'
inverno
sul
focolare
dei
contadini
del
podere
.
Non
v
'
erano
molte
legna
,
ma
mi
potevo
scaldare
.
Stavo
fino
alle
undici
in
campagna
e
poi
venivo
a
dormire
in
città
,
piacendomi
di
camminare
così
solo
di
notte
.
Io
non
so
se
pensassi
.
Per
due
mesi
furono
in
villeggio
un
professore
di
violoncello
e
la
moglie
;
e
mi
sarebbe
piaciuto
di
udire
di
suonare
.
Ma
una
sera
mi
accontentò
.
Non
erano
intelligenti
.
Mi
negavano
l
'
ambizione
e
dicevano
che
non
avrei
mai
fatto
nulla
.
E
che
fra
quattro
o
cinque
anni
mi
avrebbero
ritrovato
lì
al
podere
con
gli
stessi
desiderii
.
Io
odiavo
in
tal
modo
tutti
,
piacendomi
di
stare
in
tale
stato
d
'
animo
.
Una
volta
d
'
estate
mi
sentii
meglio
dopo
esser
stato
circa
un
'
ora
sdraiato
su
l
'
aia
in
pieno
sole
,
tra
gli
stocchi
imputriditi
del
granoturco
.
Stavo
bocconi
posando
il
capo
sopra
le
mani
,
e
dinanzi
avevo
un
mucchio
di
alberi
tagliati
.
Guardavo
le
foglioline
che
avevano
ributtato
,
mentre
i
tronchi
,
dentro
,
erano
quasi
secchi
e
scortecciati
in
molti
luoghi
.
Mi
ricordo
bene
di
tal
giorno
.
Un
contadino
scaricava
le
pietre
,
e
lì
sull
'
aia
passeggiava
una
di
quelle
donne
che
aveva
in
casa
mio
padre
.
I
contadini
non
mi
dicevano
niente
.
Pochi
momenti
innanzi
avevo
accarezzato
un
piccolo
gatto
a
cui
volevo
portare
un
certo
affetto
,
ma
credo
che
non
mi
fosse
possibile
.
Questo
gattino
mi
saliva
su
per
i
calzoni
,
le
mani
,
e
mi
stava
sul
collo
anche
se
io
camminavo
per
i
campi
.
Una
volta
lo
posi
dentro
la
giubba
e
lo
portai
a
casa
.
Non
mi
riuscì
a
farlo
mangiare
,
perché
era
impaurito
.
La
mattina
lo
ripresi
e
lo
riportai
in
campagna
.
Passai
per
i
campi
ancora
umidi
di
pioggia
,
e
feci
alle
scarpe
zoccoli
di
fango
.
Il
gattino
mi
sfuggì
dalle
mani
e
corse
per
un
altro
campo
.
Dovetti
correre
anche
io
tra
le
erbe
fradicie
,
passare
tra
i
filari
,
e
lo
ripresi
.
Poi
tornai
lesto
a
Siena
,
perché
volevo
che
nessuno
s
'
accorgesse
che
l
'
avevo
preso
.
Passavo
il
più
del
tempo
con
il
capo
appoggiato
al
mio
tavolino
.
Non
so
che
pensassi
e
se
fossi
in
grado
.
Studiavo
molto
,
ma
con
un
atto
di
volontà
esterna
,
senza
che
sentissi
niente
.
Era
un
impulso
che
m
'
ero
proposto
.
Passavo
anche
una
settimana
senza
parlare
.
Le
poche
parole
erano
scambiate
,
per
necessità
,
con
la
matrigna
quando
veniva
a
rifare
il
letto
:
"
È
possibile
ch
'
io
possa
stare
in
questa
camera
?
Siete
vigliacchi
!
Vi
ucciderei
!
"
.
Ella
arrossiva
e
mi
diceva
:
"
Sta
'
zitto
,
sta
'
zitto
.
Ci
penseremo
"
.
"
Ma
io
che
faccio
qui
?
Io
voglio
andar
via
.
Voglio
anche
andar
via
da
Siena
.
È
possibile
che
io
viva
tra
voi
?
Chi
siete
voi
per
me
?
Io
vi
odio
.
Vi
sputerei
addosso
.
"
La
matrigna
taceva
e
rifaceva
lesta
il
letto
.
Ricordo
il
coltrone
rosso
e
il
comodino
verniciato
di
scuro
.
Nella
camera
uno
specchio
verdognolo
con
un
ornato
vecchio
d
'
oro
.
Il
marmo
del
canterano
sporco
e
segnato
da
me
di
lapis
.
Nella
camera
era
l
'
uscietto
dello
stanzino
dove
stavo
a
lavorare
.
Una
volta
vi
bruciai
molto
incenso
,
che
si
sparse
per
tutta
la
casa
.
Non
so
che
significato
gli
dessi
.
Mi
noiava
e
n
'
ero
umiliato
,
il
puzzo
di
quella
stanza
.
Puzza
di
latrine
,
di
altre
camere
,
e
di
rinchiuso
.
Sotto
alla
mia
finestra
era
quella
della
...
donna
,
e
fino
alle
undici
,
la
mattina
,
dovevo
udire
i
suoi
rumori
.
Talvolta
non
volevo
che
l
'
uomo
passasse
in
camera
con
il
pranzo
.
Me
lo
facevo
posare
dietro
l
'
uscio
.
E
quando
egli
saliva
su
nella
mia
camera
,
io
mi
chiudevo
nello
stanzino
e
procuravo
di
non
farmi
sentire
.
Se
mi
chiamava
non
rispondevo
.
Tutte
le
mattine
dovevo
chiedere
alla
matrigna
i
quindici
centesimi
per
le
sigarette
.
"
Mi
dà
,
per
piacere
,
i
soliti
tre
soldi
?
"
"
Non
te
li
detti
ieri
?
"
"
Si
,
si
:
li
ebbi
ieri
.
Sono
troppi
?
"
E
dovevo
pregarla
che
me
li
mandasse
per
mezzo
di
una
cuginetta
che
era
in
casa
,
e
credo
,
sia
ancora
.
Era
una
bambina
che
mi
avrebbe
fatto
del
bene
.
Ma
quando
s
'
accorsero
che
la
trattavo
differente
,
le
imposero
di
non
obbedirmi
.
Ella
mi
rifaceva
inconsciamente
tutti
i
modi
di
loro
.
Dallo
stanzino
,
perché
stavo
attento
,
udivo
cadere
i
tre
soldi
dentro
la
cassetta
da
lettere
dell
'
uscio
(
A9
)
.
Perché
,
senza
aprirlo
,
me
li
davano
così
.
E
lo
chiesi
io
per
non
vedere
alcuno
.
Poi
cominciai
a
mangiare
in
cucina
(
A10
)
.
Una
stanza
che
ha
tutto
il
necessario
ma
non
è
adoperata
.
Vi
avevo
portato
uno
sgabello
,
che
era
ritolto
regolarmente
,
perché
dava
noia
alle
donne
la
mattina
per
le
faccende
.
Chiudevo
l
'
uscio
della
cucina
,
perché
non
fossi
veduto
.
Quando
saliva
il
professere
Citernesi
,
tenevo
una
mano
dinanzi
al
lume
,
perché
,
vedendo
la
luce
,
egli
non
cercasse
qualcuno
lì
dentro
.
Meno
che
d
'
inverno
,
perché
andavo
in
campagna
,
non
uscivo
più
la
sera
.
Imaginavo
di
non
essere
a
Siena
.
E
le
voci
degli
uomini
erano
interessanti
come
i
rumori
delle
cose
.
Quando
udivo
chiudere
l
'
uscio
di
casa
,
fuggivo
in
camera
mia
.
Una
volta
udii
due
signore
dire
che
ero
pazzo
(
A11
)
.
Non
mi
dispiaceva
.
Aumentava
il
mio
odio
e
camminavo
per
la
strada
d
'
aridità
che
m
'
ero
tracciato
.
Nessun
affetto
:
motto
del
mio
spirito
.
Ma
un
affetto
c
'
era
.
A
me
non
sembrava
,
perché
chissà
come
ero
divenuto
.
C
'
eri
tu
,
e
ricordo
bene
le
improvvise
mie
disperazioni
.
Sentivo
ad
un
tratto
gli
occhi
bagnati
,
mi
si
torceva
la
bocca
e
mi
mettevo
le
mani
nei
capelli
.
Poi
sedevo
sul
canapé
,
con
la
testa
quasi
in
giù
.
Ma
il
deserto
della
mia
anima
era
più
potente
.
Tale
affetto
mi
pareva
da
scordare
.
Dovevo
scordarlo
.
Altrimenti
non
avrei
camminato
più
verso
i
diademi
che
il
mio
ingegno
mi
metteva
dinanzi
.
E
credevo
che
tu
non
mi
amassi
sufficientemente
.
Pensavo
che
tu
non
mi
avessi
compreso
più
.
"
Perché
devo
ricadere
?
Ella
non
può
tener
dietro
a
te
.
Che
ti
scriva
...
ti
scriva
...
ti
prenda
.
Ma
ella
,
al
contrario
,
vivrà
di
ricordi
.
Ella
non
avrà
saputo
foggiare
un
'
altra
spada
.
Si
;
tutto
il
tuo
animo
è
una
spada
:
fredda
e
senza
pietà
.
Ed
Emma
,
Emma
non
seppe
entrare
in
queste
recenti
sinuosità
del
tuo
animo
.
Ella
non
sa
quello
che
pensi
.
Ma
devi
tu
pensare
ad
Emma
?
Non
ti
riesce
di
lasciarla
?
Non
ti
riesce
di
ucciderla
?
Odiala
"
.
E
talvolta
sono
andato
a
letto
,
spogliandomi
subito
dopo
queste
crisi
,
nervosissimo
;
coprendomi
tutto
il
capo
,
con
i
lenzuoli
stretti
tra
i
pugni
chiusi
.
Una
volta
scrissi
qualche
cosa
:
e
fu
pensata
con
te
.
Era
lo
spirito
tuo
nel
mio
.
Io
m
'
ero
messo
moralmente
dinanzi
agli
uomini
così
.
Li
paragonavo
ad
una
processione
svolgentesi
dinanzi
a
me
,
e
dovevo
vederla
senza
prendervi
parte
.
Non
imaginavo
mai
che
vita
tu
facessi
.
Ricordavo
semplicemente
te
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
In
una
camera
senza
finestre
,
a
metà
della
scala
per
venire
in
camera
mia
,
dormiva
un
giovinetto
compaesano
a
mio
padre
.
Era
venuto
a
Siena
per
lavare
i
piatti
,
ed
era
tenuto
,
invece
,
in
campagna
per
ramare
le
viti
.
Ricordo
il
suo
viso
rosso
con
la
scottatura
del
sole
,
la
sua
giubba
bianca
di
ramato
e
il
cappello
,
sfondato
,
di
paglia
.
Prima
di
andare
a
letto
andavo
in
camera
sua
.
Gli
puzzavano
i
piedi
,
e
tutti
i
cassetti
del
canterano
avevano
un
odore
di
cicca
e
di
sudore
.
Talvolta
mi
divertivo
a
fargli
dispetti
.
Lo
bagnavo
.
Egli
batteva
i
pugni
sul
muro
che
divideva
le
nostre
camere
;
io
gli
rispondevo
battendo
i
piedi
.
Quando
ero
malato
(
A12
)
,
mi
ha
aiutato
anche
un
cugino
,
che
è
minatore
in
Austria
.
I
ricordi
di
allora
hanno
un
significato
quasi
simbolico
.
Una
volta
questionai
con
il
padre
,
e
andai
la
sera
a
bussare
all
'
Osservanza
.
Più
che
bisogno
di
mangiare
e
del
dormire
,
mi
piaceva
il
significato
che
aveva
per
me
un
convento
.
Io
pensavo
al
suo
giardino
rude
,
alle
mura
gialle
,
a
studiare
.
Sarei
divenuto
(
avevo
quest
'
ambizione
)
un
uomo
dotto
e
celebre
per
tutto
.
Mi
davano
una
tenerezza
infinita
i
cipressi
e
le
valli
.
Io
scorgevo
da
per
tutto
un
significato
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Intellettualmente
ero
molto
variabile
.
Un
giorno
ero
inondato
dall
'
acque
del
misticismo
cristiano
;
un
'
altra
volta
l
'
imaginazione
pagana
mi
travolgeva
lo
spirito
.
Ma
era
un
giuoco
puro
dell
'
intelletto
.
Una
ricerca
sua
.
Ero
giunto
a
sopprimere
qualsiasi
contatto
morale
.
Gli
uomini
erano
sensazioni
.
Gli
ultimi
giorni
che
stetti
a
Siena
,
ero
riuscito
,
pensando
,
a
trasformare
tutto
un
paesaggio
d
'
intorno
.
Lo
sentivo
dentro
di
me
...
Anche
gli
affetti
degli
uomini
divenivano
in
me
spiritualità
intellettuale
.
Io
non
li
provavo
.
Li
analizzavo
nel
mio
spirito
,
e
li
credevo
mia
proprietà
.
Quando
mi
fosse
passato
per
il
capo
che
non
era
così
,
si
scancellava
il
mio
sogno
intellettuale
.
Gli
uomini
mi
sembravano
affini
alle
bestie
.
In
loro
non
trovavo
se
non
un
pezzo
di
carnaccia
con
le
budella
sudicie
dentro
.
Io
amavo
le
cose
e
,
principalmente
,
le
piante
.
Le
trovavo
uguali
a
me
.
E
ho
desiderato
spesso
di
divenire
uno
stocco
di
granoturco
...
(
Anche
di
ciò
,
ora
non
ho
maggiore
chiarezza
)
.
Capisci
come
tu
stessa
sia
stata
l
'
origine
di
questa
forma
di
spiritualità
.
Capisci
come
tu
stessa
generasti
l
'
ascetismo
di
questa
ambizione
.
E
come
,
in
ogni
abbiezione
,
io
conservassi
sempre
una
quantità
di
tua
energia
.
E
l
'
errore
fatale
era
che
tu
non
mi
scrivessi
secondo
le
nuove
ambizioni
.
(
Pensavo
allora
così
)
.
Potrei
darti
un
dolore
ora
?
Ieri
sera
ero
per
piangere
.
Ma
io
ho
voluto
che
tu
suggessi
tutta
la
mia
forza
.
Io
non
t
'
amerei
se
non
ti
sentissi
uguale
a
me
.
E
sei
tale
.
E
provo
anche
un
'
altra
cosa
.
Hai
mai
pensato
la
morte
tu
?
Io
molte
volte
.
A
Roma
per
colpa
tua
;
e
qui
a
Siena
ho
sentito
che
moriremmo
insieme
prima
che
ci
accadesse
qualche
cosa
.
...
ti
sento
come
una
ineffabilità
;
e
,
forse
,
anche
per
l
'
effetto
del
tuo
amore
.
Potrei
pensare
un
tempo
indefinito
qualche
cosa
per
esprimere
come
ci
adoriamo
,
senza
che
trovassi
una
parola
.
Non
parliamo
,
dunque
.
L
'
affetto
è
inesprimibile
.
Quando
scrivo
,
penso
invece
.
L
'
affetto
non
dice
una
parola
.
Il
che
ti
spiega
che
quando
siamo
stati
insieme
io
abbia
provato
ciò
che
è
possibile
provare
,
cambiandomi
nell
'
anima
;
e
senza
riferirtene
niente
.
Sono
lieto
di
sentire
la
differenza
del
mondo
che
ho
lasciato
e
la
gioia
reale
che
tu
mi
dài
.
Potrò
mai
dirti
meglio
come
tutto
il
mio
essere
ti
venera
?
Come
io
mi
senta
in
un
abisso
dinanzi
a
te
?
E
quando
penso
che
da
parte
tua
mi
ami
altrettanto
,
arrossisco
.
Non
ne
sono
degno
.
Ma
sento
tutta
la
tua
anima
.
Arrossisco
anche
di
non
avere
mai
saputo
parlare
di
te
.
Io
penso
alla
nostra
unione
come
ad
un
simbolo
.
Non
può
avere
altro
scopo
a
noi
.
Molte
volte
,
anche
ora
,
tu
,
non
sei
una
persona
.
Il
che
dipende
dal
non
vederci
.
Tu
sei
la
mia
anima
.
Tu
sei
qui
dentro
.
"
Se
tutto
il
mondo
perisse
,
Emma
non
morirebbe
"
.
Ma
ieri
sera
,
passando
sotto
le
tue
finestre
,
sentii
come
questa
spiritualità
è
congiunta
alla
realtà
.
Io
adoravo
la
mia
sposa
.
Domenica
,
15
settembre
1907
.
Dalle
19
alle
21
.
16
settembre
1907
.
...
non
c
'
è
un
accordo
più
sublime
che
il
nostro
.
I
tuoi
occhi
,
interamente
,
sono
miei
.
E
tu
ne
'
miei
trovi
la
stessa
rispondenza
.
E
odo
e
vedo
il
tuo
sorriso
,
e
il
mio
gli
risponde
.
Io
trovo
nel
tuo
essere
la
completa
soddisfazione
dell
'
anima
.
E
così
è
per
te
.
Torno
ora
dalla
stazione
ove
non
sono
stato
tenuto
il
tempo
promesso
.
Sono
stato
consigliato
di
comprarmi
un
tasto
e
d
'
esercitarmi
a
casa
.
Laggiù
ho
imparato
a
scrivere
quattro
o
cinque
lettere
.
Stasera
ho
un
appuntamento
con
uno
che
mi
porterà
una
zona
da
leggere
.
Ma
sono
molto
inquieto
.
Alle
Ferrovie
sono
aperti
i
concorsi
;
e
penso
che
debba
fare
i
fogli
anche
per
essi
.
17
settembre
1907
.
Io
riesco
a
provare
le
mie
emozioni
reali
con
te
soltanto
.
Con
gli
altri
,
la
superficie
della
mia
anima
non
è
intaccata
;
o
,
per
lo
meno
,
v
'
è
tanta
corteccia
che
gli
aghi
bucano
poco
dove
ne
farei
sangue
...
Ridi
?
Quando
saremo
stati
insieme
un
mese
,
diventerai
identica
a
me
.
Non
puoi
capire
tal
cosa
se
non
ripensando
com
'
io
sia
come
colui
che
stesse
nel
fondo
di
una
caverna
,
ed
egli
vedesse
il
fuori
.
Ridi
ancora
?
Stamani
sono
meno
inquieto
per
la
telegrafia
.
Ho
ordinato
ad
un
legnaiolo
un
tasto
,
dopo
aver
persa
quasi
un
'
ora
a
disegnarglielo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Da
mio
padre
,
ieri
,
ebbi
un
'
attenzione
che
non
taccio
.
Sa
che
mi
piace
soltanto
l
'
uva
fragola
.
E
ieri
ne
trovai
con
le
altre
frutta
,
una
ciocca
abbastanza
grossa
.
Non
poteva
non
esser
colta
se
non
per
me
,
perché
non
piace
a
nessuno
.
Ti
parlerò
presto
di
Firenze
e
di
Roma
,
perché
ciò
che
provavo
(
A13
)
è
lontano
ugualmente
come
quel
che
provavo
a
Firenze
.
È
passato
tutto
come
un
fiume
,
e
ne
ho
,
nell
'
udito
,
a
pena
lo
scroscio
.
Pure
d
'
averti
con
me
,
di
sposarti
,
farei
qualunque
cosa
.
Ma
fammi
esser
forte
.
Non
dimenticare
che
questo
lavoro
è
momentaneo
,
e
che
è
solo
la
sveglia
per
quello
che
dirà
di
noi
.
Senza
di
te
,
io
mi
perderei
nel
mio
sogno
.
Il
che
mi
avvenne
a
Firenze
.
Ma
ora
non
ne
scrivo
...
Quando
parlo
del
passato
,
mi
sembra
che
i
personaggi
non
siano
nemmeno
un
riflesso
di
noi
.
19
settembre
1907
.
Credo
che
il
tuo
affetto
sia
un
'
emanazione
infinita
e
inestimabile
del
tuo
essere
.
E
che
tu
hai
bisogno
di
questo
raccoglimento
in
te
stessa
e
di
questa
adorazione
che
arroventa
la
tua
anima
.
Da
quando
sono
tuo
per
sempre
,
tu
hai
avuto
i
tuoi
diritti
.
Ho
sentito
in
me
compiersi
questa
purificazione
,
che
aumenterà
con
la
nostra
unione
completa
.
Ho
avuto
sempre
un
istinto
invincibile
di
trovarti
...
20
settembre
1907
.
Ho
trasmesso
anche
un
verso
di
Dante
,
e
ho
capito
a
orecchio
le
lettere
che
un
impiegato
mi
faceva
del
suo
nome
.
Ti
mando
una
strisciolina
col
tuo
nome
scritto
diciassette
volte
,
in
fretta
,
quando
sono
rimasto
io
e
gli
apparati
.
Bada
se
i
tuoi
telegrafisti
riescono
a
leggere
.
Per
ridere
:
il
capostazione
,
pestandomi
un
piede
e
chiedendo
scusa
:
-
Lei
verrà
un
provetto
telegrafista
.
Forza
!
forza
!
21
settembre
1907
.
Oggi
non
ho
potuto
dormire
,
perché
la
padrona
e
la
sua
figlia
degnissima
stavano
proprio
in
salotto
a
cantarellare
.
I
rumori
della
strada
non
mi
danno
noia
.
Ma
una
voce
...
che
non
vorrei
udire
,
mi
dà
uggia
da
vero
.
Pensavo
,
prima
di
decidermi
a
saltare
dal
letto
,
che
certe
necessità
non
si
possono
evitare
.
Ma
io
voglio
la
tua
voce
,
e
pensavo
che
tu
non
m
'
avresti
dato
noia
.
In
certi
momenti
,
che
il
desiderio
quasi
si
sovrappone
alla
realtà
,
m
'
è
insopportabile
qualunque
cosa
.
23
settembre
1907
.
Non
c
'
è
bisogno
ch
'
io
ti
dipinga
i
miei
pensieri
.
Ecco
:
l
'
impiego
,
specialmente
di
tal
genere
,
non
farà
se
non
aumentare
l
'
attività
mentale
.
Il
giornalismo
mi
guasterebbe
.
Di
letteratura
non
si
campa
.
Tutti
o
sono
ricchi
di
famiglia
o
hanno
un
impiego
o
sono
in
un
giornale
.
In
un
giornale
,
non
guasta
quando
si
scriva
per
la
rubrica
...
più
o
meno
letteraria
.
Ma
per
tutto
il
resto
,
è
una
corruzione
grammaticale
ed
estetica
.
L
'
impiego
,
lasciando
libera
la
mente
(
a
me
l
'
eccita
già
)
(
l
'
eccita
lo
studio
che
faccio
)
aiuta
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
sento
,
nell
'
anima
che
m
'
è
congiunta
,
questa
soglia
dell
'
immortalità
.
24
settembre
1907
.
Firenze
,
non
dandomi
quel
che
la
mia
ambizione
voleva
,
cominciò
a
produrre
la
malvagità
nel
mio
animo
(
A14
)
.
Io
non
cercai
mai
una
rispondenza
da
sostituire
alla
nostra
.
E
volevo
soppressa
questa
,
perché
non
trovava
più
nel
mio
animo
quelle
inclinazioni
morali
che
l
'
avevano
mantenuta
.
Io
volevo
dimenticare
la
nostra
relazione
,
perché
mi
sembrava
che
un
altro
orizzonte
fosse
per
aprirsi
.
Non
volevo
più
scriverti
per
dimenticare
(
e
ci
riuscii
)
tutto
quel
complesso
di
vita
che
la
circondava
.
Ciò
che
produceva
le
mie
lettere
a
te
,
doveva
essere
superato
.
Io
ti
trattai
come
tutti
gli
altri
.
Ma
tu
,
quanto
più
io
volevo
ottenere
,
insorgevi
in
me
.
E
io
,
tornato
a
Siena
,
ti
scrissi
:
"
Scrivimi
"
.
Ora
ricordo
di
averti
parlato
un
'
altra
volta
di
questo
punto
.
Tu
non
rispondesti
,
e
io
ne
rimasi
sdegnato
.
Perché
non
scrivevi
?
Io
ero
molto
salito
nella
mia
coscienza
,
e
ne
provai
quel
che
si
prova
quando
siamo
delusi
.
Io
t
'
aspettavo
sempre
.
Ogni
giorno
aumentava
il
tuo
orizzonte
.
Una
mattina
guardai
lungo
tempo
il
sole
e
ne
piansi
.
"
La
mia
giovinezza
-
scrissi
-
si
leva
fiammeggiando
.
Mille
angioli
gridano
in
questo
sole
.
Ma
Dio
solo
li
ode
.
Il
mondo
si
volge
e
non
ascolta
"
.
Ed
altro
simile
,
cui
non
ricordo
più
.
Quando
stavo
chiuso
in
casa
per
gli
occhi
,
cominciò
il
mio
vaneggiamento
intellettuale
.
Io
volevo
sopprimere
gli
uomini
e
vivere
delle
mie
allucinazioni
.
Mi
sarebbe
impossibile
rientrare
in
tale
stato
mentale
.
Io
non
comprendevo
più
.
Non
comprendevo
più
le
tue
lettere
.
Se
tu
ricordi
le
mie
,
conosci
di
quale
sforzo
inane
io
fossi
pieno
,
per
esprimere
quel
che
non
pensavo
completamente
.
Avevo
intraveduto
qualche
cosa
d
'
ignoto
a
me
,
e
volevo
esprimerlo
.
Ma
non
vi
riuscivo
,
perché
ne
ero
troppo
al
disotto
.
Una
volta
,
d
'
inverno
,
io
camminai
su
la
neve
ed
entrai
nella
chiesa
di
S
.
Francesco
;
ero
accompagnato
dallo
stesso
uomo
che
vedesti
con
me
la
prima
volta
che
uscii
e
ci
trovammo
ai
Quattro
Cantoni
.
Tornato
a
casa
scrissi
:
"
Il
vento
mormora
le
preghiere
ai
vetri
della
Cattedrale
.
Il
vento
che
abbatte
nei
piani
le
grandi
foreste
"
.
Ripiglio
a
lumeggiare
il
periodo
di
Siena
,
che
precedette
la
mia
malattia
.
Rimasi
offeso
che
tu
ti
offrissi
a
me
soltanto
quando
cominciai
ad
ammalarmi
.
Perché
prima
no
?
Avrei
voluto
,
quando
mi
sentivo
bene
,
essere
amato
secondo
i
miei
bisogni
.
Ed
io
non
capivo
affatto
la
tua
astensione
dal
manifestarmi
l
'
affetto
.
Ora
capisco
che
tu
hai
altrettante
ragioni
per
dimostrarmi
che
non
ti
pareva
conveniente
il
giungere
prima
a
me
.
Da
Firenze
non
t
'
avevo
mai
scritto
.
Ma
,
appunto
,
il
malinteso
nostro
è
sempre
sorto
dal
nascondiglio
in
cui
tu
sei
entrata
quando
di
più
avevo
bisogno
d
'
affetto
.
Tu
,
in
silenzio
,
mi
amavi
.
Ma
che
valeva
a
me
tale
amore
?
Io
non
potevo
toccare
il
tuo
spirito
.
E
il
mio
temperamento
non
è
fatto
di
rinunzie
.
Per
un
istinto
ampio
di
imitazione
,
io
volli
fare
lo
stesso
.
Volli
sentire
in
me
quegli
spazî
silenziosi
di
affetto
,
in
cui
l
'
anima
cammina
come
in
sogno
.
Ma
sorpassai
quel
che
volevo
.
Giunsi
a
negare
la
realtà
di
quel
che
non
era
in
me
,
e
a
dare
realtà
soltanto
ai
fenomeni
del
mio
spirito
.
Chi
sa
da
quali
antri
io
ti
scrivevo
!
29
settembre
1907
.
Stamani
ho
potuto
trovare
da
comperare
la
mia
psicologia
a
tre
lire
mensili
.
E
ne
sono
contento
per
quando
potrò
leggerla
e
la
leggerò
.
Adesso
desidero
tanto
per
precauzione
come
per
un
tuo
adornamento
intellettuale
,
che
il
libro
sia
tagliato
da
te
e
stia
nelle
tue
mani
.
Col
solo
patto
che
sia
toccato
solo
dalle
tue
mani
,
e
veduto
soltanto
da
'
tuoi
occhi
.
E
ciò
per
non
diminuire
una
sensazione
che
decide
molto
nel
godimento
che
ne
avrò
.
E
sta
a
te
di
essere
gelosa
di
questa
mia
adorazione
e
relazione
,
da
non
farmi
avere
bisogno
di
altri
"
sbocchi
intellettuali
"
.
In
quanto
ai
miei
principî
morali
,
essi
ti
sarebbero
piaciuti
se
fossero
stati
scritti
astrattamente
.
È
impossibile
,
poi
che
mi
ami
,
che
non
ti
possa
piacere
la
faccia
della
mia
anima
.
E
penso
che
educherò
così
una
nostra
figlia
.
E
io
che
non
sarei
nel
caso
di
essere
dispregiato
da
una
sorella
,
non
sarò
dispregiato
da
una
figliuola
.
Ambizione
nobile
che
hai
anche
tu
.
Per
la
quale
ci
siamo
sentiti
spinti
l
'
uno
verso
l
'
altra
,
in
tutta
la
rimanente
indifferenza
delle
altre
persone
.
1
ottobre
1907
.
Se
ti
scrivo
così
a
scatti
attribuiscine
la
causa
al
mio
lavoro
multiforme
,
di
cui
sono
molto
più
preoccupato
.
Do
alle
tue
lettere
soltanto
un
'
ora
al
giorno
,
da
dividersi
in
due
parti
.
Ma
tu
sai
che
,
studiando
,
sono
con
te
e
faccio
per
noi
.
Senza
di
te
,
mi
sembra
come
di
perdere
tempo
.
Sento
la
mancanza
e
l
'
insufficienza
della
mia
vita
.
Io
penso
ora
a
te
come
all
'
unica
mia
gioia
.
E
la
mia
vita
è
una
roccia
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
vorrei
scrivere
a
te
un
libro
di
preghiere
.
2
ottobre
1907
.
Dal
mio
tavolino
sono
partiti
tutti
i
libri
non
appartenenti
a
questi
esami
.
Tra
poco
,
la
padrona
e
la
sua
figlia
andranno
in
campagna
.
È
molto
tempo
che
le
dico
:
-
Quando
se
ne
va
da
vero
,
signora
Maria
?
Quantunque
un
poco
di
conversazione
non
guasti
.
Iolanda
si
butta
su
la
poltrona
,
mette
le
mani
nel
piatto
della
frutta
...
Ed
io
,
che
non
voglio
più
scherzare
,
la
prendo
di
peso
e
la
porto
fuori
.
Nelle
altre
ore
chiudo
a
stanghetta
e
non
mi
dà
noia
.
Ma
è
bene
che
se
ne
vadano
.
A
volte
,
ho
bisogno
di
non
salutare
nessuno
.
3
ottobre
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Le
cose
piccine
sono
sempre
intorno
,
e
bisogna
evitare
di
affezionarsi
o
di
abituarsi
ad
esse
e
specialmente
alle
persone
che
le
producono
.
Cerca
di
comprendere
come
tutto
il
mio
io
,
tutto
il
mio
essere
t
'
appartiene
.
E
come
esso
subisca
le
leggi
di
ciò
che
prova
da
te
.
E
voglio
che
la
mia
intelligenza
e
il
mio
animo
siano
affidati
a
te
.
Quando
saremo
insieme
,
tu
giungerai
a
non
curarti
più
di
nessuno
,
a
non
desiderare
più
nulla
:
contentandoti
del
mio
possesso
completo
.
Ma
per
me
,
anche
ora
è
così
.
5
ottobre
1907
.
Stamani
ho
studiato
soltanto
il
Belgio
,
e
alcune
cose
di
telegrafia
,
per
istrada
,
in
un
manuale
che
m
'
ha
comprato
subito
mio
padre
,
a
pena
chiesto
.
Ho
avuto
anche
denari
per
altri
fogli
.
Ed
assicurazione
che
quando
sarò
impiegato
mi
sarà
possibile
riavvicinarmi
a
lui
ed
avere
ciò
che
alla
paga
manca
per
me
e
per
chi
sarà
con
me
.
È
stato
il
C
.
,
che
è
una
persona
onesta
e
rispettabilissima
,
a
malgrado
del
male
passeggero
che
anche
egli
può
produrre
.
Ma
io
li
ringrazio
,
perché
formano
il
mio
carattere
e
mi
spingono
alla
mia
condizione
.
Così
bisogna
fare
l
'
altalena
della
vita
.
7
ottobre
1907
.
La
padrona
di
casa
,
che
ieri
andò
a
farsi
pagare
il
mese
e
due
lire
di
candele
,
ebbe
questo
incarico
.
-
Glielo
dica
a
quel
mascalzone
;
che
io
a
cercare
il
pane
per
lui
non
ci
voglio
andare
!
E
poi
,
che
io
passeggio
tutto
il
giorno
...
Ed
altre
cose
che
ti
dirò
quando
saremo
in
grado
di
guardare
in
faccia
certa
gente
.
T
'
arrabbieresti
?
Sognerei
se
cercassi
da
lui
altri
discorsi
.
E
sta
a
me
d
'
essere
cosciente
della
mia
età
e
della
mia
vita
.
È
così
.
9
ottobre
1907
.
Ieri
sera
pensavo
che
tu
sei
divenuta
il
mio
impulso
a
fare
.
10
ottobre
1907
.
Dammi
tu
di
che
sognare
in
te
stessa
,
e
mi
sembrerà
(
e
sarà
così
)
ch
'
io
ascenda
a
quel
che
Dio
mi
ha
dato
.
Non
è
vero
ch
'
Egli
,
a
cui
io
credo
(
A15
)
,
ha
donato
ed
affidato
te
a
me
;
che
l
'
ho
trovato
?
Non
è
vero
che
Egli
ha
voluto
ch
'
io
provassi
in
te
quel
che
il
mio
intelletto
aveva
foggiato
?
Tu
comprendi
come
tu
mi
sia
sacra
.
Ma
io
adopero
Dio
per
amare
te
.
Di
quel
che
Egli
ha
aumentato
il
mio
io
,
mi
faccio
come
una
forza
per
adorare
te
.
Non
sento
altro
scopo
.
E
la
mia
anima
termina
in
te
.
Stamani
ho
portato
al
C
.
l
'
elenco
delle
spese
da
farsi
per
i
fogli
alla
Ferrovia
,
e
tra
poco
vado
a
prendere
la
risposta
paterna
ch
'
egli
ha
avuto
.
Avrei
già
presentato
gli
altri
alla
Posta
se
mio
padre
avesse
saputo
firmare
un
foglio
di
carta
bollata
.
Egli
ha
messo
la
firma
...
troppo
distante
;
onde
gli
ci
vorranno
ancora
sessanta
centesimi
.
Questa
volta
,
va
a
cercare
il
pane
da
vero
!
Io
vivo
solamente
di
te
.
E
come
se
tutto
il
rimanente
non
fosse
altro
che
una
sensazione
:
talvolta
tediosa
.
Vorrei
essere
lungi
dal
rumore
degli
uomini
.
Il
C
.
s
'
adopra
,
quanto
può
,
per
affrettare
i
miei
fogli
.
Ma
non
gli
è
stato
possibile
avere
oggi
una
risposta
,
perché
ora
è
il
tempo
della
vendemmia
...
Egli
m
'
ha
detto
che
procurerà
di
farmeli
fare
,
ed
io
son
deciso
di
farmi
prestare
le
dieci
lire
da
lui
,
nel
caso
di
un
rifiuto
.
Credo
però
,
che
il
buon
senso
comune
prevalga
.
12
ottobre
1907
.
Finalmente
,
la
padrona
se
n
'
è
andata
in
Vald
'
Arno
!
E
vi
starà
un
mese
!
14
ottobre
1907
.
Ho
già
mandato
via
i
fogli
della
Ferrovia
,
con
una
gioia
che
fa
crescere
la
mia
volontà
di
essere
sicuro
di
ciò
che
studio
.
Ci
è
lecito
di
non
disperare
più
di
noi
stessi
e
prega
Dio
ch
'
io
sappia
riuscire
.
Non
gli
chiediamo
altro
.
15
ottobre
1907
.
Un
particolare
.
Capisco
che
oggi
è
fiera
o
mercato
da
...
quel
che
ho
mangiato
.
In
tali
giorni
mio
padre
è
in
cucina
,
e
il
piatto
che
mi
manda
invariabilmente
è
la
trippa
.
Io
non
sono
veramente
per
essa
,
ma
oggi
era
buona
e
sembrava
che
ci
fosse
anche
il
burro
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
...
e
la
minestra
in
brodo
,
della
quale
la
metà
cade
nella
scodella
e
nel
tovagliolo
,
durante
...
il
viaggio
dalla
bottega
a
qui
.
18
ottobre
1907
.
Ho
bisogno
,
la
mattina
,
di
avere
subito
le
tue
parole
.
Ma
tu
sei
sempre
dentro
di
me
,
e
mi
parli
come
vuole
la
mia
anima
.
Le
tue
lettere
,
forse
,
non
basterebbero
;
ma
tu
sei
qui
in
me
sempre
,
come
un
desiderio
.
Io
non
ho
mai
più
avuto
un
'
amicizia
da
tre
anni
ormai
,
né
mai
ho
amato
una
donna
in
tutta
la
mia
vita
.
M
'
è
piaciuta
qualcuna
ed
ho
desiderato
carnalmente
,
ma
la
mia
anima
è
sempre
stata
disdegnosa
e
ne
ho
conservata
l
'
infanzia
.
Della
quale
io
irroro
l
'
affetto
per
te
.
Ne
'
lunghi
mesi
che
non
ci
siamo
scritti
io
ho
desiderato
e
voluto
che
il
mio
io
discendesse
come
nella
propria
profondità
oscura
,
opponendo
alla
vita
ogni
mezzo
di
sviamento
.
Così
,
non
ho
desiderato
carnalmente
più
alcuna
.
Così
ero
giunto
a
desiderare
una
completa
castità
limpida
per
la
quale
mi
piacevano
le
letture
mistiche
del
Trecento
e
per
la
quale
io
ho
camminato
più
che
una
volta
intorno
al
recinto
di
un
convento
,
pensando
di
trovar
là
quell
'
indicibile
contatto
con
una
divinità
.
Ma
hanno
prevalso
,
senza
che
io
le
volessi
,
le
conseguenze
pratiche
del
mio
passato
.
Ed
ho
avuto
bisogno
di
te
.
Non
ti
potrò
mai
dire
la
mia
sofferenza
a
Roma
.
Tu
comprendesti
subito
la
mia
adorazione
.
Ma
mi
mancavi
.
Non
trovavo
in
te
quel
che
trovo
ora
.
E
m
'
imposi
,
non
senza
sforzo
,
la
mia
adorazione
passiva
,
finché
io
fossi
giunto
a
provare
il
tuo
affetto
.
M
'
imposi
,
a
traverso
a
siepi
di
riluttanze
morali
,
di
ritrovarti
.
E
sentivo
,
come
di
là
da
un
ostacolo
opaco
,
la
tua
anima
inquieta
come
la
mia
,
che
passava
dinanzi
a
me
come
dinanzi
al
bel
pascolo
dalla
mia
anima
e
non
la
mangiava
.
Non
ti
so
dire
in
quali
profondità
umide
io
discendessi
.
Giunsi
perfino
a
scrivere
che
non
mi
amavi
,
e
fui
come
pentito
e
respinto
.
Allora
camminai
su
le
rocce
di
uno
smarrimento
.
Ma
inesauribilmente
quel
che
m
'
ero
imposto
ti
chiamava
sempre
.
Ti
chiamava
,
ti
chiamava
...
E
tutta
la
mia
adorazione
a
Roma
fu
come
un
'
espiazione
.
19
ottobre
1907
.
Lo
zampillo
del
babbo
mio
s
'
accresce
.
Oggi
mi
ha
mandato
a
dire
che
è
necessario
che
egli
mi
faccia
un
vestiario
nuovo
.
Il
che
vuol
dire
che
tra
...
due
o
tre
settimane
lo
avrò
.
Gli
scriverò
oggi
che
me
lo
mandi
prima
ch
'
io
vada
a
Firenze
...
20
ottobre
1907
.
M
'
hanno
già
portato
il
mangiare
,
ma
prima
voglio
scriverti
tante
cose
.
Eccole
.
I
fogli
sono
tutti
ribattezzati
.
Si
capisce
che
mio
padre
non
s
'
è
fidato
né
meno
del
C
.
,
e
ha
fatta
vedere
la
dichiarazione
per
il
Ministero
a
non
so
quanti
avvocati
.
Finalmente
ha
capito
...
che
non
volevo
fargli
firmare
una
obbligazione
estranea
al
concorso
,
e
i
fogli
sono
qui
(
A16
)
.
Ringraziando
il
C
.
,
il
quale
mi
ha
parlato
,
come
desideravo
da
molto
tempo
.
M
'
ha
detto
che
mio
padre
sa
che
ti
sposerò
appena
impiegato
.
M
'
ha
riferito
come
fa
a
condurre
mio
padre
ad
accettare
questa
cosa
giusta
,
acciocché
non
ci
siano
più
contrasti
contro
di
noi
.
"
Perché
fare
i
figliuoli
crocifissi
?
"
M
'
ha
parlato
di
sé
e
del
proprio
matrimonio
.
Ha
detto
aver
capito
che
tu
sei
la
molla
della
mia
volontà
,
e
m
'
ha
augurato
che
possiamo
presto
sistemarci
.
Mi
pare
che
si
tratti
di
un
galantuomo
di
quelli
radi
.
Poi
...
ho
veduto
la
matrigna
reduce
dal
Pola
e
Todescan
,
con
un
ampio
rotolo
sotto
il
braccio
.
Non
è
di
fuori
il
caso
che
si
tratti
di
un
vestiario
a
me
.
Perché
lo
scelgono
,
ad
ogni
modo
,
a
modo
loro
.
Ma
...
piano
!
Domani
sentirò
se
mi
sono
sbagliato
.
E
ora
noi
continuiamo
nella
nostra
via
,
senza
impazienza
di
quel
che
Dio
non
ci
negherà
.
21
ottobre
1907
.
Ho
dovuto
fare
altre
legalizzazioni
ai
fogli
della
Posta
,
che
non
mi
furono
ancora
accettati
.
Ma
dentro
domani
potrò
ripresentarli
come
hanno
voluto
.
Ringraziando
anche
il
C
.
,
che
s
'
incarica
,
con
molta
pazienza
,
di
convincere
mio
padre
ad
andare
da
un
notaro
per
autentificare
la
sua
firma
.
Chi
sa
che
imbrogli
crede
!
Anche
il
C
.
e
tutti
i
suoi
uomini
ne
ridono
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Tutto
quello
che
mi
darai
tu
,
rispondendo
io
,
darà
luogo
al
mio
lavoro
.
Andrò
dai
L
.
anche
se
mio
padre
non
m
'
avrà
fatto
il
vestiario
nuovo
.
Quantunque
malvolentieri
,
perché
questo
vestito
mi
dà
un
'
aria
come
non
vorrei
.
Sorridi
tu
di
questa
trivialità
?
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
senza
di
te
mi
sentirei
avvilito
e
pronto
ad
uccidermi
.
23
ottobre
1907
.
Dimmi
che
comprendi
la
mia
adorazione
,
e
di
quale
febbrilità
è
preso
il
mio
animo
in
questa
rispondenza
di
pensiero
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Quando
ti
scrivo
pare
che
le
parole
si
traggano
da
una
febbre
del
mio
spirito
.
25
ottobre
1907
.
Dimmi
se
tu
hai
tutta
questa
felicità
.
Io
non
so
come
esprimermi
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Nè
capisco
affatto
perché
tu
hai
paura
che
non
giungiamo
al
nostro
sogno
.
Io
non
mi
abbandono
a
fantasticherie
:
ho
messo
la
mia
volontà
nella
realtà
.
La
mia
volontà
,
che
non
erra
mai
,
sa
bene
quale
fecondità
spirituale
sarà
nella
nostra
famiglia
.
E
se
tu
fossi
malinconica
come
ora
...
non
vi
sarebbe
nessuna
altra
pena
maggiore
per
me
.
Tu
non
hai
nessuna
cagione
di
paura
.
La
malinconia
ti
viene
dalle
persone
tra
cui
tu
vivi
.
26
ottobre
1907
.
La
padrona
di
casa
mi
mandò
una
cartolina
con
veduta
del
corso
di
S
.
Giovanni
Valdarno
,
e
io
l
'
ho
fatta
risalutare
dal
suo
marito
e
ho
scritto
,
nell
'
angolo
della
cartolina
:
"
Auguri
di
lunghissima
permanenza
dov
'
ella
si
trova
"
.
Non
parlo
quasi
mai
,
e
quando
parlo
...
c
'
è
poco
da
parlare
.
Ora
viene
il
padrone
a
rifare
il
letto
:
-
Buon
giorno
a
lei
,
-
dice
.
E
poi
:
-
Oggi
,
piove
.
-
Già
.
-
E
io
m
'
alzo
dall
'
atlante
e
accendo
una
sigaretta
.
Stamani
gli
ho
domandato
:
-
Ha
sentito
tutti
quei
gridi
fino
alle
undici
e
mezzo
?
-
Che
gridi
?
-
Ma
,
io
non
so
.
Si
sentivano
bene
dalla
piazzetta
interna
.
-
Ah
!
devono
essere
stati
i
...
i
...
come
si
chiamano
?
...
accidenti
...
ora
non
mi
viene
in
mente
...
i
...
Finalmente
viene
il
nome
(
interessante
)
.
Io
vado
a
riempire
il
brocchino
dell
'
acqua
,
che
consumo
due
o
tre
volte
.
Poi
egli
esce
.
Viene
il
latte
.
-
Buon
giorno
-
dice
il
ragazzo
.
Ed
io
a
volte
rispondo
e
a
volte
dico
:
-
Piglia
il
tovagliolo
sporco
e
le
posate
...
Ieri
sera
,
volevano
che
io
andassi
a
misurarmi
il
vestiario
a
casa
,
lassù
.
-
Non
ci
vengo
-
scrissi
-
mandatelo
e
lo
farò
guardare
dalla
donna
della
pigionale
.
Dopo
tre
quarti
d
'
ora
che
aspetto
la
risposta
,
viene
il
ragazzo
con
la
cena
e
mi
dice
:
-
C
'
è
la
padrona
all
'
uscio
.
-
Quale
uscio
?
-
Quello
...
quello
...
di
fuori
.
Ripiglio
la
candela
e
vado
ad
aprire
.
Entra
,
con
un
"
buona
sera
"
a
cui
non
rispondo
,
la
matrigna
avvolta
in
uno
scialle
di
lana
bianca
.
Mi
svesto
.
Faccio
prendere
dal
ragazzo
una
candela
,
l
'
accendo
e
gliela
faccio
tenere
in
mano
,
dinanzi
allo
specchio
.
I
calzoni
erano
cuciti
,
la
giubba
e
la
sottoveste
aggiuntate
.
Stavano
bene
(
A17
)
.
Io
dico
:
-
Per
lunedì
alle
quattro
,
devono
essere
fatte
.
Potevate
pensarci
anche
prima
.
La
matrigna
non
se
la
prende
e
risponde
:
-
Farò
quello
che
posso
.
-
Ora
mi
mandi
subito
mezza
lira
,
perché
ho
da
pagare
il
rasoio
al
barbiere
.
-
Domattina
non
sei
a
tempo
?
-
Stasera
,
perché
ho
combinato
stasera
.
Apro
l
'
uscio
e
li
richiudo
fuori
.
Al
ragazzo
,
mentre
la
matrigna
mi
appunta
la
sottoveste
,
domando
:
-
Che
hai
portato
da
cena
?
-
Io
...
non
lo
so
.
27
ottobre
1907
.
...
Volevo
dirti
un
'
altra
cosa
.
Vorrei
che
tu
comprendessi
il
dispiacere
che
ho
non
avendo
tu
mai
tempo
di
educare
la
tua
intelligenza
.
Ma
col
nostro
matrimonio
,
quando
io
non
ci
sarò
,
tu
potrai
occuparti
benissimo
secondo
che
ti
consiglierò
io
.
...
Ho
avuto
mezza
lira
dopo
aver
scritto
(
in
bella
calligrafia
!
!
)
quattro
bigliettini
.
Cominciano
i
canti
...
domenicali
!
Da
questo
vinaio
qui
,
no
;
ma
ce
n
'
è
un
'
altro
proprio
di
fianco
.
Quando
avrai
veduto
il
mio
animo
,
conoscerai
che
si
può
fare
a
meno
di
tutti
gli
uomini
.
Entro
in
Duomo
e
parlo
con
l
'
arte
,
e
nell
'
animo
è
come
una
luce
del
tuo
affetto
.
Onde
il
significato
mistico
al
mio
,
e
la
superiorità
che
ti
attribuisco
,
perché
l
'
hai
.
Superiorità
che
è
sopra
tutti
gli
uomini
e
confina
,
con
la
mia
anima
,
in
quella
specie
di
divinità
che
ho
raggiunta
in
me
.
Non
ti
senti
tu
penetrata
da
Dio
?
Non
senti
tu
questa
divinità
collegata
col
tuo
essere
?
Prima
di
adorarti
come
ora
,
era
individuale
nel
mio
animo
.
M
'
ero
congiunto
con
Dio
,
e
la
sua
forza
era
distribuita
a
me
.
Ed
ora
io
trasfiguro
la
tua
carne
e
tutto
il
tuo
essere
con
la
mia
anima
.
Tanto
che
mi
è
impossibile
un
attimo
di
pensiero
il
quale
non
provenga
da
te
.
Ora
mi
sono
spiegato
.
E
tu
hai
tutta
la
verità
del
mio
affetto
.
Ho
paura
che
io
non
riuscirò
ad
approfittare
di
tutto
ciò
che
mi
suggerirai
leggendo
insieme
.
Molte
altre
volte
,
quando
siamo
stati
insieme
,
è
nata
l
'
effigie
di
un
'
idea
,
senza
ch
'
io
l
'
abbia
potuta
ricevere
...
Il
nostro
affetto
farà
tutto
.
Tu
hai
insistito
più
di
una
volta
su
la
noia
di
studiare
queste
cose
.
No
:
io
sto
male
quando
per
ragioni
non
dipendenti
dalla
mia
volontà
,
devo
star
seduto
senza
far
niente
.
Io
desidero
perciò
di
sentirmi
sempre
bene
e
forte
.
Anche
oggi
farò
meno
che
il
solito
.
Ma
dopo
il
riposo
vengono
più
sicure
le
energie
.
1
novembre
1907
.
Ho
sempre
detto
via
via
delle
cose
cattive
che
sono
passate
attraverso
la
mia
anima
,
per
purificarcene
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
non
facciamo
che
le
nostre
intelligenze
possano
turbare
il
nostro
affetto
.
Prima
esso
,
e
poi
quel
che
Dio
ci
ha
concesso
.
2
novembre
1907
.
Comprometti
la
tua
serietà
quando
vuoi
sapere
le
donne
che
mi
sono
piaciute
.
Prima
di
conoscere
te
,
non
sono
mai
stato
amato
da
nessuna
,
quando
ho
avuto
una
simpatia
:
due
volte
sole
.
Ma
la
mia
intelligenza
m
'
ha
sempre
salvato
.
Come
ti
posso
parlare
di
quella
cosa
inesprimibile
che
mi
tiene
fuori
delle
sensazioni
comuni
?
Dopo
aver
amata
te
,
senza
averne
coscienza
,
non
ho
più
parlato
a
nessuna
,
né
mi
è
più
piaciuta
nessuna
.
Chiameresti
amori
quelli
della
giovinetta
che
era
sarta
in
casa
della
padrona
di
Firenze
?
Io
le
parlavo
come
ad
un
'
altra
qualunque
.
Ella
soltanto
sentiva
qualche
cosa
.
Così
pure
dei
fidanzamenti
carnevaleschi
di
Siena
.
C
'
è
bisogno
che
ti
faccia
conoscere
ch
'
io
son
fatto
così
?
Da
quella
giovinetta
di
Firenze
,
io
non
ho
ingannato
più
nessuna
.
Ed
esse
non
mi
hanno
dato
effetto
differente
a
tutte
le
altre
donne
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Dunque
,
di
me
nemmeno
gelosia
nei
ricordi
.
Tu
mi
creasti
l
'
intelligenza
e
l
'
affetto
.
Perché
prima
d
'
allora
io
non
sapevo
scrivere
.
Sentivo
dentro
di
me
qualche
potenza
,
ma
non
avevo
trovato
chi
me
la
sviluppasse
.
Io
mi
sono
rinnovato
.
Ma
vedi
:
è
tanta
la
differenza
presente
,
che
quando
parlo
di
tali
cose
mi
sento
avvilitissimo
.
Ti
chiedo
sempre
perdono
.
3
novembre
1907
.
Il
mio
affetto
per
te
m
'
ha
ridestato
una
sensazione
che
ebbi
confessandomi
per
la
prima
comunione
.
Avrei
voluto
urlare
,
per
mandar
via
dall
'
anima
le
cose
che
sentivo
esser
peccato
.
Era
una
percezione
del
peccato
.
E
piansi
improvvisamente
,
mentre
parlavo
.
Il
tuo
affetto
,
da
un
pezzo
,
m
'
ha
ricondotto
a
questa
sensazione
di
limpidezza
e
di
trasparenza
.
Nella
mia
anima
non
ci
sono
più
peccati
.
E
il
ricordo
di
essi
ha
l
'
imagine
di
una
macchia
che
se
ne
va
.
Il
tuo
affetto
mi
fa
riprovare
questa
innocenza
.
4
novembre
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Un
altro
particolare
.
M
'
hanno
mandato
,
in
un
affisso
del
cinematografo
,
una
camicia
greve
,
le
mutande
e
un
solino
,
che
s
'
è
tutto
sporcato
dell
'
inchiostro
ancor
fresco
del
manifesto
.
Sì
che
l
'
ho
dovuto
rimandare
.
M
'
hanno
detto
che
mi
mutassi
subito
la
camicia
perché
...
non
ce
ne
sono
più
.
E
me
l
'
hanno
mandata
di
lana
.
Così
,
quest
'
altra
volta
,
toccherà
quella
di
cotone
,
alternativamente
.
La
stessa
cosa
per
le
mutande
....
Basta
che
non
sia
né
men
veduto
il
libro
di
psicologia
.
E
così
pure
gli
altri
libri
.
Non
ho
la
preoccupazione
comune
,
ma
qualche
cosa
di
più
.
Prestare
un
libro
mio
e
nostro
mi
lega
quasi
in
un
'
amicizia
.
9
novembre
1907
.
Ieri
sera
tornò
la
padrona
di
casa
,
che
ho
pregata
di
aiutarmi
facendo
silenzio
.
Infatti
oggi
è
stato
come
non
ci
fosse
.
Manda
la
bambina
dalla
pigionale
.
Il
cuore
mi
dice
che
passerò
.
È
impossibile
di
no
.
11
novembre
1907
.
Stamani
ho
avuto
un
effetto
magnifico
d
'
un
sonetto
del
Carducci
dopo
aver
studiate
volontieri
le
assegnate
pagine
della
fisica
.
Così
,
l
'
altro
giorno
,
di
un
canto
del
Paradiso
.
18
novembre
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sono
passate
due
ore
in
cui
non
ho
più
creduto
in
te
,
ed
ho
riprovato
quel
brivido
che
avevo
quando
la
mia
anima
era
sola
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
è
strano
.
Nascono
gl
'
imbrogli
fra
noi
per
un
differente
modo
di
esprimersi
.
Quando
chiedo
vorrei
che
tu
mi
rispondessi
con
la
stessa
gioia
e
la
stessa
forza
mia
:
si
!
Così
(
e
c
'
è
da
sorridere
)
se
io
non
ti
conoscessi
,
ora
starei
un
'
altra
volta
in
dubbio
della
tua
decisione
.
Perché
io
,
che
sono
violento
nella
mia
passione
,
ho
come
il
bisogno
di
afferrare
subito
la
tua
anima
nelle
parole
.
E
ciò
è
soltanto
da
attribuirsi
a
una
differenza
superficiale
del
temperamento
,
la
quale
sparirà
con
lo
scambio
mutuo
del
nostro
essere
.
Ecco
quel
che
m
'
ha
fatto
Iolanda
.
Sono
andato
in
cucina
dov
'
erano
a
mangiare
.
La
padrona
ha
voluto
darmi
un
pezzetto
d
'
arrosto
e
intanto
ella
m
'
aveva
riempito
un
bicchiere
di
vino
.
Iolanda
l
'
ha
afferrato
e
,
bevendone
,
ha
dato
dopo
la
ragione
:
-
Se
no
diventi
briaco
!
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Quattro
anni
fa
io
t
'
amavo
ma
non
avevo
lasciato
né
meno
con
te
quell
'
ironia
fredda
con
la
quale
vedo
.
Adesso
tu
mi
hai
cambiato
,
e
son
venuto
a
bussare
alla
tua
anima
.
Ma
a
te
soltanto
.
Sono
orgoglioso
della
tua
gioia
,
che
significa
la
nostra
piena
concordia
.
20
novembre
1907
.
(
Adesso
suona
un
organetto
.
Ho
cessato
di
scrivere
perché
i
suoni
quasi
aggrovigliolano
la
mia
anima
.
Mi
ricordo
che
una
volta
potevo
piangere
.
Lascia
spiegarti
una
cosa
,
cui
io
non
intendo
.
Nel
tempo
che
stetti
solo
,
avevo
voglia
di
piangere
pensando
a
un
bambino
qualunque
che
avessi
veduto
.
Spiega
tu
;
ma
deve
essere
una
cosa
troppo
anormale
per
essere
compresa
)
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ieri
sera
bussò
qui
all
'
uscio
la
matrigna
e
quella
cuginetta
,
che
è
una
bambina
di
sette
anni
,
orfana
e
povera
,
che
tiene
in
casa
mio
padre
.
Andai
io
ad
aprire
.
Fu
gentile
.
Mi
prese
la
misura
del
pastrano
sopra
un
foglietto
,
e
portò
via
gli
altri
panni
d
'
estate
.
M
'
ha
promesso
di
cucirmi
una
camicia
in
pochi
giorni
,
Anch
'
io
fui
sorridente
dentro
di
me
,
e
quindi
non
molto
orso
,
perché
pensavo
a
quel
che
mi
scrivesti
l
'
altra
volta
,
quando
ella
rivenne
per
mesurarmi
i
panni
.
Ma
io
non
desidero
d
'
essere
minchione
.
E
quindi
studiai
bene
quale
parte
morale
rappresentasse
di
fronte
a
me
e
...
a
mio
padre
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
L
'
accompagnai
,
un
poco
nervoso
,
fino
alla
porta
,
e
mostrai
impazienza
perché
la
bambina
cavando
fuori
una
manata
di
fiammiferi
dalla
scatola
,
non
si
spicciava
ad
accenderli
,
per
scendere
le
scale
.
Questa
volta
s
'
erano
premunite
...
dell
'
illuminazione
!
Ma
,
d
'
altra
parte
,
io
devo
sfuggire
la
loro
influenza
,
e
devo
tenere
il
mio
contegno
.
Sono
contenti
perché
credono
ch
'
io
passi
.
(
Si
capisce
bene
)
.
22
novembre
1907
.
Mio
padre
ha
avuto
male
a
un
piede
,
per
una
bulletta
.
Lo
domandai
,
ieri
,
al
ragazzo
;
perché
non
mi
avevano
detta
alcuna
cosa
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Quante
volte
la
mia
anima
prima
di
lasciarsi
prendere
da
tale
intensità
,
ha
origliato
su
la
soglia
del
nostro
affetto
per
scorgere
entro
te
le
cose
indicibili
.
Ed
ella
ha
voluto
come
camminare
su
per
il
fiume
della
tua
anima
,
fino
alla
sorgente
,
ammaliata
sempre
di
più
,
in
una
fissità
di
paesaggio
.
Tutta
la
tua
anima
ha
gorgogliato
in
me
,
come
un
'
acqua
.
25
novembre
1907
.
Tuo
padre
ha
molta
simpatia
per
il
mio
,
perché
con
il
lavoro
s
'
è
fatto
un
poco
di
capitale
.
Ed
io
anche
gli
sarei
rimasto
più
simpatico
se
...
avessi
portato
il
grembiulone
e
avessi
lavato
i
piatti
.
Allora
mi
avrebbero
detto
:
-
Tenga
:
ecco
la
mia
figliola
.
"
Peccato
,
non
è
vero
,
Emma
!
"
26
novembre
1907
.
Ho
ripassato
i
minerali
più
importanti
,
e
mi
trovo
ben
fornito
.
Ma
guai
se
facessi
capolino
dalla
parte
della
letteratura
!
Dovrei
stare
parecchie
ore
a
riserrare
dentro
me
la
voglia
di
leggere
qualche
cosa
.
27
novembre
1907
.
Uno
ha
già
avuto
la
chiamata
per
il
trenta
(
A18
)
.
Io
non
ho
avuto
niente
.
Ora
m
'
informo
.
28
novembre
1907
.
...
ho
saputo
finalmente
(
il
ragazzo
s
'
era
tenuto
in
tasca
l
'
avviso
)
che
io
ho
l
'
esame
il
primo
dicembre
.
Da
Firenze
,
a
Siena
29
novembre
1907
.
Ti
scrivo
in
treno
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Stanotte
ho
dormito
pochissimo
.
Dall
'
una
ho
sentito
battere
tutte
le
ore
.
30
novembre
1907
.
Ti
scrivo
passeggiando
,
o
,
meglio
,
attraversando
Piazza
della
Signoria
...
Ho
avute
informazioni
dai
già
esaminati
,
e
mi
sento
sicurissimo
per
la
teoria
,
forse
farò
meglio
di
parecchi
.
Per
l
'
udito
sono
tra
i
mediocri
.
Domattina
,
tocca
a
me
.
1
dicembre
1907
.
(
Telegramma
)
Teoria
ottimamente
,
elogi
;
pratica
,
mediocremente
.
Parto
stasera
.
Da
Siena
,
a
Siena
2
dicembre
1907
.
Anche
se
ti
dicessi
un
'
infinità
di
particolari
del
mio
esame
,
saremmo
sempre
incerti
.
Ma
dallo
spoglio
di
tutti
i
risultati
,
io
spero
di
essere
ammesso
relativamente
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ho
sempre
dormito
poco
;
alle
tre
ero
alzato
a
studiare
.
E
le
altre
ore
le
ho
passate
febbrilmente
a
leggere
altre
nozioni
in
libri
prestatimi
,
o
a
ripassare
le
cose
più
difficili
con
altri
,
lungo
l
'
Arno
e
lungo
il
Mugnone
.
Per
la
teoria
fui
elogiato
da
tutti
e
tre
della
commissione
.
La
trasmissione
finì
con
un
bene
del
presidente
.
Ma
al
ricevimento
non
scrissi
affatto
il
primo
(
italiano
)
mezzo
il
secondo
(
francese
)
e
interamente
il
terzo
(
inglese
)
.
Ne
parleremo
.
In
questi
giorni
bisogna
che
studi
tutte
le
altre
cose
anche
per
le
Ferrovie
,
che
faranno
gli
esami
prima
di
quelli
scritti
della
Posta
(
pare
)
.
4
dicembre
1907
.
Ho
saputo
che
gli
esami
delle
ferrovie
saranno
fatti
a
Siena
(
nei
locali
del
convitto
)
nel
giorni
27
e
28
di
questo
mese
.
6
dicembre
1907
.
Le
occasioni
di
rubare
capitano
a
chi
è
ladro
.
E
così
a
te
sono
avvenute
quelle
...
Ma
le
occasioni
si
respingono
,
quando
si
desidera
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Dal
canto
mio
ti
faccio
notare
che
tali
sciocchezze
avrebbero
la
forza
di
cambiarmi
moralmente
,
e
di
dipingerti
come
tutte
le
altre
donne
.
7
dicembre
1907
.
La
mia
lettera
t
'
avrà
fatto
dispiacere
.
Ma
essa
è
l
'
espressione
quasi
selvaggia
della
mia
severità
,
che
mi
conserva
degno
del
più
puro
affetto
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Quando
si
ama
non
si
discute
.
Perdona
me
,
ora
.
12
dicembre
1907
.
Devo
darti
la
brutta
notizia
,
che
ha
solo
la
soddisfazione
morale
di
un
'
uguale
riuscita
per
tutti
gli
altri
.
Perdonami
.
13
dicembre
1907
.
Provo
dispiacere
per
aver
perduto
un
'
occasione
di
farci
indipendenti
.
Non
per
l
'
esame
in
se
stesso
.
Ho
studiato
l
'
udito
quanto
ho
potuto
,
e
in
questa
prova
sono
riusciti
soltanto
coloro
che
da
diversi
anni
facevano
servizio
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Stamani
ho
comprato
i
quaderni
per
la
calligrafia
.
Se
non
fossero
state
le
tue
lettere
,
non
so
in
quale
stato
d
'
animo
io
sarei
.
Tu
mi
hai
confortato
e
fatto
conoscere
una
parte
della
tua
bontà
.
L
'
affetto
toglie
il
dolore
.
Ho
cercato
di
fare
tardi
inutilmente
per
le
vie
.
Qui
nel
salotto
c
'
è
un
branco
di
briachi
,
che
hanno
festeggiato
Santa
Lucia
.
Credevo
che
avessero
finito
.
È
la
prima
volta
che
accade
una
porcheria
di
questo
genere
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Intanto
,
poi
che
sono
andato
giù
fuori
di
Porta
Tufi
,
fino
quasi
alla
cappella
(
battevano
le
21
)
ho
fatto
una
riflessione
:
il
primo
dell
'
anno
compio
25
anni
,
e
così
nessuno
c
'
impedirà
il
matrimonio
.
Non
è
poco
.
Dato
che
nessuno
dei
nostri
padri
fosse
disposto
ad
accordarcelo
.
Non
so
se
te
n
'
eri
accorta
!
Ho
quasi
voglia
in
questi
giorni
di
...
farti
vedere
che
so
scrivere
bene
.
Voglio
dire
calligraficamente
.
Guarda
:
ieri
empii
un
quaderno
tra
questo
corsivo
e
il
rotondo
.
Non
potrei
schiacciare
per
...
non
saper
scrivere
?
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Mi
duole
già
la
mano
!
(
1
)
15
dicembre
1907
.
Dinanzi
a
questi
esami
,
mi
son
sentito
fuggire
tutto
quel
che
ti
volevo
scrivere
,
Ti
volevo
dire
quanto
stasera
ho
veduto
nella
campagna
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Dove
hai
messo
la
psicologia
?
Son
desideroso
forte
di
rileggerla
.
Ma
fra
due
settimane
sento
che
sarò
libero
di
farlo
.
16
dicembre
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
come
tu
diverresti
un
oggetto
comune
!
Senza
ch
'
io
compia
un
atto
di
riflessione
tu
diverresti
una
persona
qualunque
,
priva
della
mia
anima
.
Diverresti
come
tutte
le
persone
ch
'
io
conosco
.
Un
impulso
decisivo
a
difendermi
da
te
,
e
la
ricerca
insaziabile
di
un
'
anima
che
mi
comprenda
ed
è
soddisfatta
solo
del
mio
affetto
.
Io
capii
che
tu
temevi
che
io
divenissi
estraneo
a
te
e
mi
comportassi
come
se
tu
non
esistessi
.
E
ciò
che
t
'
ha
scusato
meno
,
dopo
,
sono
state
le
tue
scuse
.
Tu
non
dovevi
ragionare
.
Tu
dovevi
comprendere
la
mia
disperazione
...
Basta
.
Io
ti
scrivo
sensazioni
di
questi
giorni
,
le
quali
io
avrei
scritte
in
un
mio
libretto
se
tu
non
fossi
divenuta
la
pagina
dove
si
segnano
tutti
i
miei
pensieri
.
È
cosa
che
se
ne
va
.
Ma
voglio
dirti
anche
che
molte
volte
ho
supposto
che
tu
non
mi
trovassi
abbastanza
serio
da
prendere
la
tua
anima
.
E
ne
ho
sorriso
con
sarcasmo
.
E
questa
cosa
ti
prova
quanto
io
sia
sensibile
a
te
.
Ma
,
più
di
ogni
altra
cosa
io
incolpo
la
nostra
separazione
.
Se
tu
avessi
vissuto
con
me
,
non
mi
avresti
ingannato
mai
.
Penso
così
!
Sono
stupido
a
scrivere
queste
cose
!
Dovrei
essere
tanto
forte
da
lasciarle
passare
,
senza
che
te
le
confidassi
.
Ma
tu
le
leggerai
come
le
hai
intuite
.
Fai
conto
di
avere
trovato
qualche
foglio
dove
io
le
avessi
dimenticate
.
Io
non
te
le
scrivo
.
Tu
me
le
perdoni
,
perché
sono
tuo
e
rivenuto
a
pensare
con
te
.
E
quando
penso
con
te
,
sono
felice
.
Io
ho
trovato
un
'
altra
anima
.
La
mia
non
era
sufficiente
a
contenere
i
suoi
contorcimenti
,
e
tu
l
'
hai
presa
e
la
fai
credere
.
Sì
:
tu
m
'
hai
fatto
credere
.
Io
ho
bisogno
di
essere
amato
.
Quando
sono
vicino
ad
una
siepe
,
mi
sembra
ch
'
essa
debba
comprendere
il
mio
desiderio
.
E
quando
penso
ch
'
essa
sa
che
io
sono
adorato
,
ch
'
io
possiedo
finalmente
quel
che
ho
domandato
sempre
,
mi
sembra
che
ne
provi
con
me
la
soddisfazione
dell
'
infinito
.
Essere
amato
!
Io
non
aveva
mai
saputo
che
in
ciò
stia
il
limite
spirituale
:
la
felicità
.
Non
avevo
mai
saputo
d
'
essere
amato
.
Da
te
,
Emma
,
dipende
la
nostra
vita
e
la
mia
spiritualità
.
Una
volta
,
quando
non
ci
scrivevamo
,
io
studiavo
,
e
nelle
parole
e
nei
libri
era
la
realtà
percepita
da
me
.
Gli
uomini
non
esistevano
.
Io
avevo
sensazioni
di
tal
genere
soltanto
.
Era
lo
stesso
ch
'
io
camminassi
non
tra
gli
altri
.
Io
non
volevo
nessuno
d
'
intorno
.
Volevo
che
non
esistesse
alcun
altro
uomo
.
E
nei
libri
io
trovavo
la
mia
realtà
.
Così
tornai
a
te
,
perché
mi
ero
conservato
e
preparato
per
la
tua
anima
.
Tu
non
eri
uscita
mai
dal
mio
intelletto
.
Quand
'
io
mi
rivolsi
alla
vita
,
trovai
te
sola
.
E
ricordo
bene
la
sera
ch
'
io
mi
decisi
a
scriverti
.
Lo
gridai
da
solo
:
"
Le
scrivo
"
.
Sono
ricordi
veri
.
Perché
non
dirteli
?
Siamo
lungi
,
non
è
vero
?
Siamo
prossimi
alla
nostra
realtà
.
Tu
hai
sorriso
di
me
quando
hai
creduto
ch
'
io
m
'
avvicinassi
a
te
o
ti
guardassi
con
un
pensiero
che
non
appartenesse
al
nostro
infinito
;
ma
hai
avuto
torto
.
Tu
mi
facesti
trovare
la
mia
anima
,
e
tu
l
'
hai
conservata
.
S
'
io
sono
un
superiore
,
tu
ne
devi
essere
lieta
.
Della
tua
letizia
pura
,
inesprimibile
.
Ecco
perché
io
sorrido
d
'
ogni
altra
cosa
.
Ecco
perché
io
passo
come
un
soffio
davanti
a
tutto
.
Tu
sola
sei
reale
.
E
se
ho
pensate
cose
volgari
di
te
,
è
stato
perché
non
m
'
hai
dimostrato
sempre
di
comprendermi
.
Di
non
sempre
comprendere
quel
che
è
il
mio
affetto
.
E
allora
t
'
ho
come
maledetta
.
T
'
ho
scacciata
da
me
,
dal
mio
spirito
puro
,
che
vive
per
la
tua
realtà
in
una
carne
pura
.
Ma
se
così
non
ti
piaccio
,
basta
che
tu
mi
ami
e
ch
'
io
abbia
confidenza
in
te
.
Tu
puoi
condurmi
dove
vuoi
.
E
di
ciò
soltanto
sono
preoccupato
.
Stamani
.
Devo
mandarti
questa
lettera
?
No
.
La
devo
stracciare
.
La
leggerai
quale
conferma
di
ciò
che
avevi
intuito
da
te
medesima
.
Ma
tu
attendi
da
me
la
tua
letizia
spirituale
ed
io
così
ti
contristerei
se
ti
avessi
scritto
tali
cose
.
Non
te
le
ho
scritte
.
Ti
scrivo
che
devi
essere
lieta
,
così
come
abbiamo
vissuto
alcuni
istanti
.
E
devi
leggere
nei
miei
occhi
il
mio
affetto
.
Sei
mia
.
Scrivo
,
ciò
con
gaudio
senza
limite
.
Io
non
ricordo
più
quel
che
non
mi
piace
del
tuo
sguardo
alcuna
volta
.
Quando
m
'
è
sembrato
che
tu
vivessi
solo
in
te
stessa
,
e
che
tu
fossi
addolorata
.
Quando
ho
supposto
che
i
tuoi
occhi
fossero
stati
torbidi
;
se
io
li
avessi
potuti
vedere
.
Quando
il
mio
affetto
,
la
mia
vicinanza
,
avrebbero
solo
sfiorato
il
tuo
animo
.
Ma
quando
penso
che
il
mio
affetto
è
come
sensibile
sul
tuo
volto
,
e
che
il
tuo
sorriso
è
il
mio
affetto
,
allora
mi
s
'
aduna
nell
'
anima
come
una
moltitudine
di
pensieri
tutti
giocondi
.
Stamani
non
mi
hai
scritto
?
Ciascuna
lettera
mi
fa
sognare
.
Quando
lessi
quella
con
la
rosa
sfogliata
,
io
sentii
trascinarmi
nell
'
infinito
del
nostro
affetto
,
che
ha
Dio
sulla
sua
vetta
.
Dio
,
cui
io
ho
percepito
per
il
tuo
affetto
.
Tu
m
'
hai
aperto
a
questa
soglia
,
dove
le
nostre
anime
tremano
per
la
delizia
.
20
dicembre
1907
.
Io
tesso
il
filo
che
tu
mi
porgi
.
(
Ora
ho
sorriso
.
È
venuta
Iolanda
e
,
messasi
,
senza
invito
,
coi
gomiti
sul
tavolino
,
m
'
ha
detto
:
"
Ma
te
fai
anche
gli
scarabocchi
!
"
)
Non
posso
mandarla
subito
via
,
perché
suppongo
che
in
questo
momento
non
siano
in
casa
i
suoi
genitori
.
Il
modo
suo
d
'
entrare
è
questo
:
molti
calci
e
pugni
su
l
'
uscio
.
Ho
risolto
più
di
venti
problemi
geometrici
e
ho
anche
compreso
come
un
matematico
(
A19
)
sia
completamente
stupido
e
anche
un
poco
cattivo
.
23
dicembre
1907
.
Io
non
penso
se
non
avendo
dentro
di
me
la
tua
imagine
.
E
mi
è
impossibile
separare
alcun
mio
pensiero
dalla
tua
presenza
spirituale
.
Che
è
per
me
un
indirizzo
e
una
volontà
morale
.
Voglio
dire
che
ogni
mio
atto
è
segnato
dallo
scopo
di
possedere
te
e
di
farmi
possedere
da
te
.
Tutto
il
tempo
trascorso
è
lo
svolgersi
delle
nostre
anime
.
Alcune
volte
mi
sono
domandato
se
tu
avevi
sempre
presente
questa
specie
di
fato
...
E
più
di
una
volta
ho
riconosciuto
che
la
coscienza
del
mio
affetto
mi
aveva
come
nascosto
il
tuo
.
Ed
ho
compreso
che
io
non
giungerò
mai
a
riamarti
quanto
tu
mi
ami
.
Il
che
non
è
punto
un
'
illusione
del
mio
stesso
affetto
.
Io
ti
imagino
,
sempre
come
una
protezione
su
di
me
;
ma
anche
tu
,
forse
,
provi
la
stessa
sensazione
.
Ora
avevo
interrotto
un
poco
.
E
sono
andato
da
Pispini
alla
Certosa
,
insieme
con
due
fratelli
che
concorrono
.
Non
avevo
mai
provato
tanto
nettamente
la
poesia
della
Terra
.
24
dicembre
1907
.
Io
sono
quasi
impaziente
dell
'
esame
.
Tre
giorni
soli
!
27
dicembre
1907
.
È
andata
bene
.
28
dicembre
1907
.
Ad
Arturo
ho
potuto
raccontare
bene
del
problema
che
ho
risolto
esattamente
,
senza
aver
tempo
di
ridurre
in
ore
le
frazioni
dei
giorni
.
Cosa
che
non
era
richiesta
e
la
maggioranza
non
ha
fatto
.
Mi
dimenticavo
di
dirti
una
cosa
strana
.
L
'
altra
notte
sognai
esattamente
il
problema
che
ho
risolto
stamani
,
senza
percepirne
le
quantità
,
però
.
Lo
dissi
perfino
a
un
concorrente
!
Il
tema
è
stato
così
facile
che
non
mi
è
stato
possibile
adoprare
la
mia
cultura
.
Errori
di
grammatica
,
credo
che
non
ce
ne
siano
.
Gli
orali
vanno
dal
gennaio
al
marzo
,
e
non
posso
sapere
quando
sarò
chiamato
.
30
dicembre
1907
.
Sono
in
Biblioteca
da
un
'
ora
.
Ma
capisco
che
se
voglio
lavorare
devo
studiare
meno
che
sia
possibile
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
guardavo
nei
campi
e
pensavo
a
noi
.
E
il
cimitero
mi
faceva
sembrare
che
tutto
fosse
morto
.
Mi
ributtava
!
Ridevo
anche
di
certe
fantasticherie
,
che
una
volta
,
frettolosamente
,
avrei
scritte
.
Sensazioni
di
racconti
del
Poe
...
1
gennaio
1908
.
(
A20
)
Stasera
ti
faccio
un
poco
di
...
biografia
.
Ho
fatto
fino
alla
metà
del
terzo
anno
di
ginnasio
,
al
seminario
.
Fui
fatto
allontanare
dal
Rettore
,
che
ora
è
vescovo
a
Montalcino
,
perché
non
studiavo
e
per
la
non
buona
condotta
.
Infatti
...
ci
sarebbero
molte
cose
della
mia
condotta
.
Del
latino
ricordavo
poco
.
Più
della
sala
ove
mi
facevano
lezione
e
del
teatro
dei
seminaristi
.
E
per
avere
appunto
,
durante
una
recita
,
scandalizzato
i
vicini
con
le
mie
schiette
osservazioni
intorno
...
all
'
arte
degli
attori
,
fui
escluso
dall
'
intervenirvi
,
e
pochi
giorni
dopo
fu
consigliato
mio
padre
a
togliermi
di
la
giù
.
Bisogna
che
dica
la
verità
.
Allora
fui
messo
,
dalla
mamma
,
a
ripetizione
da
quel
prete
da
cui
ho
imparato
il
latino
tre
anni
fa
.
Il
quale
s
'
era
preso
l
'
incarico
di
farmi
fare
terza
,
quarta
e
quinta
,
in
sette
mesi
,
e
prepararmi
per
le
scuole
governative
.
Io
non
so
quanto
ero
intelligente
.
Ricordo
che
mi
sentivo
quasi
sempre
male
;
avendo
la
febbre
quasi
tutti
i
giorni
.
E
il
volto
di
quel
prete
mi
era
odiosissimo
.
Non
lo
potevo
guardare
più
.
Dopo
due
settimane
,
la
mia
mamma
,
mentre
si
accingeva
a
portarmi
a
ripetizione
...
(
A21
)
.
Stetti
tre
giorni
senza
andarvi
.
Mio
padre
non
si
combinò
con
il
prezzo
delle
lezioni
,
e
non
mi
ci
mandò
più
.
Credo
che
si
guastasse
per
due
lire
al
mese
.
Da
ragazzo
avevo
attitudine
al
disegno
,
quantunque
sentissi
,
dentro
di
me
,
che
quella
manifestazione
era
la
preparazione
di
una
cosa
più
interna
.
Avevo
quest
'
idea
.
Ingrandivo
i
ritratti
discretamente
.
E
fui
mandato
alle
Belle
Arti
.
Feci
il
corso
d
'
ornato
,
mezzo
di
quello
dell
'
Architettura
e
,
poi
passai
al
corso
della
Figura
.
Ohimé
!
Le
sospensioni
erano
frequentissime
.
Alcune
meritate
e
altre
per
malvagità
di
un
tale
.
In
fine
,
lui
sospeso
per
sempre
,
credo
.
E
non
volendo
essere
picchiato
più
,
smisi
.
Questi
fatti
mi
trasformarono
interamente
.
Disegnavo
un
giorno
,
e
due
andavo
con
i
compagni
a
bagnarmi
.
Sudavo
,
m
'
eccitavo
alla
vista
di
tutto
.
E
anche
ora
che
scrivo
ho
presente
quella
sensazione
di
avidità
con
che
scoprivo
le
cose
.
E
come
esse
mi
si
manifestassero
come
cose
del
mio
animo
.
Dopo
un
anno
di
questa
vita
,
fui
messo
alle
scuole
tecniche
.
Tentò
,
un
maestrucolo
,
di
farmi
ammettere
al
secondo
anno
,
ma
fui
schiacciato
in
aritmetica
,
e
dovetti
studiare
tutti
i
tre
anni
.
Al
principio
della
seconda
,
per
una
sospensione
,
fuggii
con
due
altri
,
senza
soldi
,
e
chiesi
il
pane
fino
a
Certaldo
.
Al
terzo
anno
ebbi
molte
sospensioni
,
tanto
che
fui
costretto
a
dare
l
'
esame
di
ammissione
all
'
Istituto
ad
Arezzo
.
Passai
io
solo
.
Feci
il
primo
anno
qui
a
Siena
,
in
quell
'
istituto
tecnico
posticcio
.
E
a
Firenze
non
finii
il
secondo
perché
mi
sentivo
continuamente
male
.
Male
d
'
esser
solo
,
e
più
volte
pensai
di
suicidarmi
.
Detti
l
'
esame
di
ammissione
al
terzo
anno
,
avendo
continuato
da
me
il
secondo
a
Siena
,
e
fui
bocciato
in
italiano
e
in
disegno
(
A22
)
.
Allora
non
seppi
più
che
fare
.
Le
questioni
in
famiglia
erano
frequenti
.
Io
facevo
una
vita
sciocca
e
sudicia
.
Quando
ti
scrissi
non
pensavo
veramente
di
essere
quale
sono
.
Più
volte
ho
paragonato
questo
passo
all
'
ultima
vignetta
delle
avventure
di
Pinocchio
.
Mi
cadde
,
con
te
,
la
veste
di
sudicio
e
di
volgarità
che
mi
s
'
era
addossata
.
Ed
ho
ricevuto
ora
qualche
cosa
,
che
somiglia
a
pena
soltanto
alla
mia
purità
dell
'
adolescenza
.
E
,
in
questi
giorni
,
di
essa
ho
riavuto
tante
sensazioni
.
Ma
io
non
so
perché
ho
dovuto
essere
prima
un
uomo
comune
.
Come
fossi
avviluppato
da
una
tela
di
volgarità
e
di
stupidità
.
Quanto
tempo
sei
stata
attesa
,
senza
che
ne
avessi
coscienza
?
Forse
mai
se
non
quando
tu
venisti
.
Ma
a
parlare
di
quel
tempo
mi
pare
di
essere
stato
un
bruto
.
Allora
leggevo
i
materialisti
:
il
Comte
,
il
Bu
...
(
non
ricordo
nemmeno
il
nome
)
,
il
Darwin
.
Durante
la
terza
elementare
ebbi
il
tifo
.
Stetti
in
fin
di
vita
due
volte
,
e
ricordo
le
pallide
allucinazioni
che
avevo
.
Ma
come
erano
dolci
alla
mia
imaginazione
l
'
aspetto
della
campagna
e
i
suoni
ch
'
io
udivo
!
Mi
pareva
che
la
campagna
avesse
una
voce
speciale
,
quasi
un
fruscìo
.
E
quando
fui
guarito
,
vedevo
dentro
di
me
tante
imagini
che
mi
davano
come
una
pazzia
.
E
quando
tornai
a
scuola
,
dopo
essere
stato
una
settimana
a
Roma
,
presso
quel
commendatore
,
non
ebbi
più
voglia
.
Credo
che
sentissi
dentro
di
me
un
vocìo
assordante
di
cose
.
Sognavo
di
giorno
.
Non
ricordo
più
nulla
.
Il
tuo
affetto
mi
ha
ripurificato
.
Lo
sai
.
La
tua
conoscenza
mi
dette
un
'
energia
inaspettata
.
Tu
mi
rivelasti
l
'
anima
.
Prima
che
io
scrivessi
a
te
,
non
pensavo
e
non
sapevo
scrivere
.
E
quando
ti
lasciai
,
non
per
mia
volontà
,
avevo
bisogno
di
raggiungere
un
'
altra
sommità
del
mio
spirito
.
Oh
,
come
mi
sentivo
avvilito
per
non
poterti
distruggere
!
Io
ti
credevo
un
danno
,
per
sempre
.
Io
volevo
,
nel
vuoto
di
me
stesso
,
trovare
la
nuova
perfezione
,
la
nuova
forza
cui
avevo
percepita
.
E
prima
ch
'
io
tornassi
a
te
è
stato
necessario
ch
'
io
abbia
toccato
il
culmine
di
questo
sforzo
,
ch
'
io
abbia
sentito
la
mia
vita
esser
piena
,
ch
'
io
non
potevo
aggiungere
altra
cosa
a
me
stesso
.
Ma
mi
sentivo
arido
;
dell
'
aridezza
prodotta
dalla
mia
volontà
(
A23
)
.
E
più
d
'
una
volta
,
t
'
ho
detto
,
in
quel
tempo
,
essere
stato
pazzo
.
E
non
avrei
potuto
nemmeno
imaginare
l
'
affetto
di
ora
.
È
necessario
però
che
tu
apprenda
meglio
di
quale
affetto
io
t
'
adoro
,
e
come
per
produrlo
è
stata
necessaria
la
modificazione
morale
avvenuta
nel
silenzio
.
Perciò
ti
mando
quest
'
altra
lettera
di
cui
t
'
ho
parlato
stamani
.
Piacerebbe
a
te
,
forse
di
sapere
come
io
abbia
conosciuto
Dio
.
Sono
per
scrivertelo
.
Oggi
la
mia
anima
è
come
un
prato
ben
umido
dalle
piogge
che
lo
hanno
coltivato
,
e
io
parlo
.
Fu
da
principio
un
insolito
aspetto
di
me
stesso
,
di
cui
anche
temevo
.
Stetti
molto
in
dubbio
se
dovevo
accogliere
questa
visione
che
mi
sembrava
strana
.
Ma
essa
fu
tirata
alla
sua
pienezza
dal
ricordo
di
te
.
Non
dico
bene
ricordo
.
Io
ti
amavo
;
amavo
quel
che
m
'
avevi
dato
di
te
,
e
lo
desideravo
un
'
altra
volta
.
Ma
io
sfuggivo
te
perché
non
eri
quel
che
il
mio
animo
sognava
.
Parevami
che
di
noi
non
fosse
rimasto
qualche
cosa
se
non
nel
mio
pensiero
.
Non
so
perché
non
sapemmo
continuare
il
nostro
contatto
.
Che
si
disperse
in
me
per
una
serie
di
considerazioni
intorno
a
fatti
che
mi
dipingevano
te
incapace
di
continuare
e
di
comprendere
la
nuova
superiorità
che
m
'
ero
imposta
.
E
finii
col
divenire
assolutamente
indifferente
alla
vita
.
Io
studiai
,
studiai
tanto
;
e
leggendo
Dante
ora
sento
quella
nuova
volontà
.
Ma
essa
non
sarebbe
fiorita
senza
ch
'
io
t
'
avessi
amata
.
Ora
sento
tutto
il
tuo
affetto
!
E
,
secondo
la
mia
coscienza
,
mai
finisco
di
piangere
sul
male
che
ti
feci
.
Spesso
il
mio
stato
è
tale
.
Dunque
,
dicevo
,
il
ricordo
di
te
fece
spuntare
l
'
idea
di
Dio
.
E
fin
dal
giorno
ch
'
io
son
tornato
a
te
,
mai
nel
mio
animo
il
mio
affetto
è
stato
separato
da
esso
.
Così
ho
provato
per
te
,
e
provo
,
adorazioni
che
sole
mi
danno
le
idee
che
ho
.
Anche
tutto
il
mio
intelletto
è
legato
ad
esse
.
E
s
'
io
voglio
sentirmi
come
raffermato
in
una
vita
che
io
non
so
esprimere
,
bacio
il
tuo
ritratto
.
Mi
sento
bene
,
allora
.
Comprendo
la
terribilità
dei
nostro
affetto
.
Prova
a
pensare
che
un
istante
tu
non
diriga
la
mia
anima
e
la
mia
carne
!
Prova
a
pensare
ch
'
io
non
abbia
nella
mia
carne
le
tue
volontà
!
E
,
senza
ch
'
io
ne
sappia
la
ragione
,
quest
'
affetto
è
come
sospeso
su
l
'
abisso
di
Dio
.
C
'
è
l
'
Inesprimibile
intorno
,
c
'
è
una
voragine
di
una
potenza
superiore
.
Ecco
:
Dio
esiste
.
Io
Lo
provo
.
La
mia
anima
si
spaventa
,
quasi
.
E
questo
bisogno
,
questa
fede
,
sono
date
da
te
.
Io
voglio
avere
un
concetto
di
te
,
come
io
te
ne
scrivo
.
Io
lo
provo
.
Sei
mia
!
Eccoti
quel
che
provavo
quando
ero
condotto
per
forza
in
chiesa
(
A24
)
.
In
quella
di
S
.
Donato
ero
dispiacente
che
non
suonasse
l
'
organo
;
e
i
dipinti
che
sono
dietro
il
coro
erano
guardati
da
me
durante
tutta
la
mezz
'
ora
.
Mi
sembravano
vivi
.
Mi
scuotevano
.
Credo
che
se
n
'
avvedesse
anche
la
mamma
.
Come
seguivo
il
moto
di
un
angiolo
,
che
con
la
spada
percuote
un
dannato
che
cade
in
giù
!
Ora
lo
taglia
!
E
tutti
gli
altri
angioli
mi
davano
un
senso
di
movimento
e
di
scompiglio
.
La
domenica
dopo
mi
meravigliavo
che
fossero
sempre
negli
stessi
luoghi
,
ed
io
studiavo
il
dipinto
da
un
altro
verso
.
Vi
trovavo
allora
nuove
battaglie
,
nuove
vicende
,
e
...
poi
mi
impazientivo
a
stare
in
ginocchio
!
A
Provenzano
,
guardavo
i
volti
dei
canonici
.
La
messa
cantata
mi
piaceva
per
le
cotte
e
gli
ori
.
Le
voci
no
.
Il
messale
grande
,
molto
;
ed
anche
il
gruppo
dei
preti
che
vi
leggevano
.
Anche
a
Provenzano
guardavo
le
pitture
.
Ma
questa
chiesa
era
piena
di
contadini
,
che
stavano
in
ginocchio
soltanto
con
una
gamba
,
e
sdrusciavano
gli
sputi
con
le
scarpe
.
Il
che
pensavo
avrei
fatto
anch
'
io
quando
fossi
stato
grande
.
La
mamma
aveva
un
vestito
di
un
rosso
pallido
,
che
non
mi
piaceva
.
Molte
volte
l
'
avrei
stracciato
.
A
lei
ciò
sarà
parso
una
ragazzata
,
ma
era
l
'
impeto
cieco
di
distruggere
quel
che
non
mi
piaceva
.
I
suoi
orecchini
mi
piacevano
.
Una
volta
,
ella
mi
dette
una
Beatrice
Cenci
illustrata
.
E
perché
io
sostenni
che
quei
passi
d
'
autore
messi
a
principio
di
ogni
capitolo
non
erano
la
spiegazione
delle
figure
,
come
ella
diceva
,
ne
buscai
...
Mattina
.
Non
vorrei
mandarti
quel
che
ho
scritto
.
Perché
io
ho
avuto
bisogno
di
sopprimere
in
me
tutte
queste
cose
.
Ma
ho
preso
occasione
dal
non
saper
tu
quali
studii
ho
fatto
.
Perdonami
questa
vita
estranea
a
te
.
Io
non
potei
ascoltare
la
tua
senza
provarne
angoscia
.
Dunque
sarebbe
bene
ch
'
io
potessi
scrivere
molto
di
me
.
Ma
i
ricordi
a
volte
non
vengono
,
o
sono
vinti
dal
presente
.
3
gennaio
1908
.
Hai
pensato
mai
essere
una
pura
anima
,
e
percepire
il
peso
del
corpo
?
T
'
è
mai
sembrato
essere
egli
un
ingombro
fra
la
vera
vita
delle
sensazioni
,
che
sono
la
superficie
dello
spirito
?
Hai
pensato
mai
di
perdere
questo
corpo
,
per
provare
qualche
cosa
di
più
?
Hai
pensato
che
le
nostre
percezioni
siano
come
una
cosa
velata
;
che
Dio
si
manifesti
a
noi
soltanto
ne
'
pensieri
?
Hai
tu
pensato
che
io
e
tu
siamo
uniti
indissolubilmente
?
E
che
le
nostre
anime
si
trovano
in
questa
realtà
?
4
gennaio
1908
.
Le
vacanze
se
ne
vanno
.
Il
giorno
dopo
l
'
Epifania
mi
rimetto
a
studiare
.
Ma
questa
volta
la
fatica
è
meno
,
perché
si
tratta
di
ripassare
quel
che
so
discretamente
.
Ora
non
scrivo
per
mancanza
di
una
vera
ispirazione
,
della
quale
non
sono
privo
affatto
.
Ma
alle
idee
che
mi
vengono
sono
mescolati
sentimenti
interamente
estranei
.
Ne
vuoi
un
esempio
?
Dalla
fortezza
ho
guardato
l
'
Appennino
coperto
di
neve
rosea
,
ed
ho
pensato
:
"
Ecco
i
veli
delle
fate
"
.
E
dopo
:
"
È
carducciano
"
.
E
poi
:
"
Parmi
di
esser
fatto
di
questa
luce
,
e
di
questi
alberi
,
e
dei
monti
:
sono
un
uomo
informe
composto
di
tali
elementi
"
.
E
dopo
:
"
Mi
ricorda
un
passo
delle
Odi
del
d
'
Annunzio
"
.
La
strada
di
Pescaia
,
che
scende
giù
tra
gli
alberi
,
quasi
tagliando
,
mi
ricordava
un
'
idea
mistica
dell
'
Hujsman
.
E
poi
ho
pensato
al
Maeterlink
.
"
Gli
alberi
parlavano
"
.
"
Ieri
sera
,
un
angelo
nero
volò
dall
'
una
parte
all
'
altra
della
strada
,
sparendo
tra
gli
olivi
"
.
È
il
Passavanti
.
Sono
pensieri
che
ho
avuti
dallo
studiare
quell
'
epoca
.
E
a
te
non
so
quel
che
rispondere
.
Perché
le
idee
e
le
imagini
spariscono
e
appaiono
nel
mio
pensiero
,
come
tagliate
,
sminuzzate
da
se
stesse
o
trascinate
via
da
un
fiume
che
precipita
sempre
dentro
la
mia
mente
.
Ho
scorse
le
poesie
del
Panzacchi
.
Mi
pare
impossibile
che
siano
prese
per
poesie
.
Le
sciocchezze
dette
belle
e
rimate
,
purtroppo
piacciono
.
E
chissà
quante
signorine
esse
commuovono
.
Oh
,
gloria
!
Non
sapevo
come
impostare
questa
lettera
,
ma
riprendendo
il
cappello
che
avevo
messo
sul
marmo
del
canterano
,
ho
scorto
due
ventini
sopra
un
diecino
.
È
poco
.
Mi
farò
mandare
altrettanto
domani
.
8
gennaio
1908
.
Ho
mangiato
,
e
non
ho
voglia
di
continuare
a
studiare
la
geometria
.
O
meglio
,
avrei
voglia
ma
non
ne
posso
più
.
Ma
studio
.
Bisogna
che
non
mi
occupi
più
di
letteratura
fin
dopo
l
'
esame
.
Sono
un
ragazzo
anch
'
io
?
Per
divertire
Iolanda
ho
messo
alcune
pasticche
di
potassio
nello
scaldino
.
E
Iolanda
,
saltando
:
"
Me
lo
rifà
,
signore
?
Via
,
signore
;
me
lo
rifà
?
"
9
gennaio
1908
.
Non
so
se
tra
l
'
uno
ambasciatore
,
e
l
'
altro
avrai
saputo
che
sono
chiamato
agli
orali
la
mattina
del
quindici
.
13
gennaio
1908
Di
me
in
questi
giorni
,
giudica
soltanto
dall
'
esito
dell
'
esame
.
15
gennaio
1908
.
Il
desiderio
di
scriverti
è
stato
quanto
puoi
comprendere
,
ma
non
ho
avuto
tempo
,
né
mezzi
,
né
...
materia
.
Tuo
fratello
t
'
avrà
detto
dell
'
esito
buono
,
e
dell
'
altra
cosa
.
Cioè
che
fino
a
marzo
non
ci
sono
chiamate
.
Ad
aritmetica
scritta
nussun
errore
e
a
italiano
ho
veduto
una
pagina
piena
di
sottolineature
.
Imbecilli
!
Ma
mi
passarono
,
e
,
quindi
,
non
ci
sono
...
rancori
!
A
geografia
benissimo
e
così
ad
aritmetica
e
a
italiano
,
nel
quale
m
'
hanno
domandato
,
non
cose
come
agli
altri
ma
...
gli
artisti
che
hanno
scritto
nel
cinquecento
.
Non
ho
avuto
paura
.
17
gennaio
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Noi
siamo
come
i
pensieri
di
un
sogno
,
e
ci
percepiamo
nella
lontananza
.
Ieri
mattina
rinchiusi
bene
i
libri
degli
esami
!
19
gennaio
1908
.
Ho
sperimentato
che
talvolta
abbiamo
alimentato
un
sentimento
affatto
estraneo
alla
realtà
delle
nostre
anime
.
Nella
nostra
separazione
abbiamo
trovato
come
tante
braccia
di
pensieri
,
che
non
hanno
alcuna
cosa
con
la
nostra
realtà
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
credevo
(
ed
è
vero
)
che
la
tua
anima
si
sarebbe
attorcigliata
a
me
come
un
'
edera
attorno
ad
un
vaso
antico
.
E
che
nel
mio
essere
avresti
trovato
la
fiamma
per
accendere
il
tuo
.
E
non
è
così
?
Ma
io
ho
notato
che
alcuni
miei
trasporti
non
m
'
hanno
fruttato
alcun
pomo
,
di
cui
sono
avidissimo
.
E
che
,
ad
una
mia
lettera
,
è
succeduta
una
tua
,
che
non
aveva
in
sé
niente
di
quel
che
avevo
desiderato
.
Ed
allora
mi
son
sforzato
di
comprendere
quale
cavità
non
avevo
prevista
;
o
se
le
mie
parole
fossero
troppo
lievi
per
produrre
alcun
suono
alle
orecchie
del
tuo
spirito
.
E
la
Disperazione
è
passata
in
me
.
Ma
simile
all
'
insistenza
di
un
ramo
,
che
ributta
la
gemma
là
dove
prima
è
stata
strappata
,
il
mio
sogno
,
uscito
dalle
lagrime
,
ha
parlato
.
E
poi
la
gemma
è
divenuta
una
pianta
.
Con
qual
tremore
io
ho
atteso
un
temporale
!
E
la
pianta
non
cresceva
più
.
Ma
per
essa
,
lo
sai
,
occorre
tutta
la
tua
anima
.
Occorrono
i
baci
della
tua
anima
,
e
le
mani
della
tua
Volontà
.
Ed
io
,
un
anno
fa
,
m
'
imposi
di
seminarla
.
M
'
imposi
ch
'
essa
fosse
da
prima
costrutta
dalle
mie
lagrime
non
versate
.
E
poi
io
attesi
il
tepore
tuo
.
Io
la
vidi
divenire
il
tuo
Perdono
.
E
poi
essa
raggiò
del
mio
spirito
.
Ella
divenne
come
d
'
oro
.
Quante
volte
le
nostre
mani
si
sono
toccate
nella
cura
di
crescerla
!
21
gennaio
1908
.
Io
non
sono
capace
a
giudicarmi
.
Ma
credo
che
il
mio
pensiero
si
esplichi
meglio
in
brani
di
prosa
.
Nelle
scene
o
dialoghi
,
per
sapere
se
hanno
qualche
merito
,
converrebbe
che
provassi
quel
che
provi
tu
a
leggerli
.
Quando
io
li
scrivo
,
non
faccio
altro
che
ricordare
di
quel
che
mi
viene
in
mente
dopo
che
il
mio
spirito
è
stato
toccato
dal
tuo
affetto
.
E
all
'
infuori
delle
lettere
a
te
non
saprei
scrivere
.
Tutto
è
l
'
espressione
del
mio
animo
fecondato
dal
tuo
affetto
.
22
gennaio
1908
.
Sono
stato
dal
C
.
per
una
nuova
farabuttata
del
padre
mio
.
Disse
,
ieri
,
al
T
.
che
non
doveva
pagargli
niente
e
che
dovevo
pagarlo
io
.
L
'
ho
portato
dal
C
.
che
s
'
è
impegnato
di
mettere
le
cose
a
posto
.
Aggiungi
che
a
quello
della
stazione
disse
aver
già
pagato
il
T
.
Se
non
fosse
per
metterti
nella
verità
di
quell
'
uomo
non
ti
scriverei
queste
cose
.
25
gennaio
1908
.
Ti
lamenti
,
scherzando
,
ch
'
io
ti
scrivo
poco
,
ma
quando
ho
questo
peso
nell
'
anima
non
potrei
di
più
.
Conviene
che
io
stia
a
pensare
sempre
la
stessa
cosa
,
con
la
stessa
intensità
,
anche
quando
non
ho
la
carta
dinanzi
.
Mi
sembra
anche
che
tutto
debba
aver
fine
;
penso
che
tu
abbia
lo
stesso
sogno
,
che
è
come
il
sangue
della
mia
anima
.
E
questa
doglia
segreta
mi
fa
sovvenire
di
cose
indefinibili
.
Sembra
ch
'
io
barcolli
dentro
la
realtà
.
Dove
sei
tu
?
Io
udivo
tutta
la
tua
voce
.
E
quando
ho
scritto
riappare
il
dolore
.
Ed
io
ho
voglia
di
alzarmi
e
di
correre
verso
una
campagna
silenziosa
,
dove
la
mia
anima
e
la
mia
carne
si
dileguino
.
O
dove
io
ritrovi
le
tue
mani
illuminate
di
sole
,
o
dove
la
tua
anima
sia
come
un
usignolo
.
Dove
ci
ameremo
giocondamente
.
Dio
ci
consola
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Tu
hai
il
mio
bacio
come
un
filo
nell
'
invisibile
...
Io
ho
conosciuto
la
bontà
della
preghiera
,
che
è
il
linguaggio
più
profondo
dell
'
anima
.
Per
essa
posso
esprimere
quel
che
non
si
dice
con
le
parole
.
Oh
,
io
l
'
ho
provata
come
un
fiume
che
scorre
da
noi
nell
'
infinito
.
Io
l
'
ho
provata
come
un
rapimento
.
-
O
Dio
,
che
mi
hai
atteso
,
o
Dio
che
mi
hai
udito
,
io
sono
annientato
alla
tua
presenza
.
Quel
che
dirò
di
te
-
siano
pure
le
parole
bagnate
dalla
tua
rugiada
-
è
come
il
suono
del
mio
compimento
in
Te
.
29
gennaio
1908
.
Se
tu
fossi
qui
con
me
non
avrei
alcune
disperazioni
piene
d
'
echi
tristi
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
La
tua
lettera
che
ho
avuto
stamani
darà
origine
,
credo
,
ad
una
novella
...
Scrivimi
di
più
.
Non
se
'
qui
con
me
e
per
me
?
Ho
bisogno
d
'
essere
amato
.
30
gennaio
1908
.
Ci
son
già
tre
novelle
da
darti
.
31
gennaio
1908
.
Nelle
lettere
voglio
essere
breve
,
per
parlarti
nelle
novelle
.
Se
no
quel
buono
che
può
darmi
l
'
intelligenza
anderebbe
in
una
forma
da
cui
non
se
ne
trarrebbe
più
.
Ti
paio
un
avaro
?
No
;
perché
tutto
è
nostro
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
E
più
di
ogni
altra
cosa
mi
piace
che
questo
amore
nostro
ci
empia
della
sua
forza
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sono
stato
sciocco
a
dirti
che
volevo
essere
breve
per
l
'
importante
ragione
detta
.
Io
dissimulavo
il
mio
affetto
.
Che
è
senza
limiti
nella
mia
anima
dilatata
da
te
fino
a
Dio
.
Io
t
'
amo
non
come
se
tu
fossi
una
creatura
,
ma
come
se
tu
rappresentassi
quel
mistero
ignoto
della
mia
esistenza
,
quel
bisogno
di
toccare
l
'
infinito
e
di
sentirmi
prendere
,
meravigliosamente
,
in
tutto
il
mio
spirito
;
ed
ho
avuto
abbandoni
,
in
cui
anche
la
mia
carne
sembrava
attaccata
alla
mia
anima
.
In
cui
io
percepivo
la
mia
carne
animata
dalla
violenza
pura
dello
spirito
.
Preferirei
che
la
bambina
della
padrona
non
piangesse
!
Devo
smettere
,
perché
mi
fa
male
ai
nervi
.
E
la
critica
dorme
in
te
?
Sai
bene
che
per
scrivere
è
necessario
che
tu
me
ne
parli
come
me
ne
sai
parlare
.
Dimmi
,
dunque
,
di
quel
che
avesti
mercoledì
.
Bada
ch
'
esse
ti
diano
soltanto
un
interesse
estetico
,
e
per
ciò
,
in
tale
tempo
,
fai
conto
che
non
si
parli
di
una
ispirazione
datami
da
te
.
3
febbraio
1908
.
Nella
lettera
indirizzata
all
'
uomo
del
C
.
è
detto
:
"
Ti
faccio
sapere
che
il
tuo
amico
Federigo
Tozzi
è
stato
promosso
;
lo
so
con
certezza
da
un
esaminatore
,
il
quale
m
'
ha
detto
che
già
cinque
persone
glielo
avevano
domandato
(
A25
)
.
-
"
Dunque
devono
venire
anche
le
altre
informazioni
!
Questa
è
venuta
per
espresso
"
.
Oggi
ho
lavorato
quanto
tutti
gli
altri
giorni
insieme
,
e
,
secondo
il
mio
parere
,
meglio
.
Forse
il
presentimento
!
In
fatti
,
se
tu
m
'
avessi
veduto
,
avresti
notato
una
gioia
...
No
:
quella
era
la
gioia
del
mio
lavoro
,
che
è
più
importante
del
responso
dell
'
inclita
commissione
.
Poveretta
!
Con
tutti
quei
freghi
sotto
il
mio
componimento
!
Si
vede
che
non
so
scrivere
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sono
molto
allegro
.
E
tu
?
4
febbraio
1908
.
Vicino
a
te
,
ieri
sera
,
mi
apparve
meglio
la
forza
della
mia
vita
,
e
le
aspirazioni
del
mio
essere
si
maturarono
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
ti
preoccupare
di
quel
che
avverrà
tra
i
nostri
padri
.
Noi
,
ormai
,
siamo
entrati
nella
certezza
nostra
ineluttabile
.
7
febbraio
1908
.
Il
mio
affetto
è
terribile
anche
.
Io
sono
legato
a
te
ed
in
te
,
come
una
cosa
che
galleggia
alla
superficie
del
tuo
essere
.
Io
non
ho
altri
sentimenti
.
Ma
io
ho
notato
che
tu
sei
sempre
tale
che
io
non
debba
mai
ritorcere
questo
affetto
.
Tu
mi
presenti
sempre
un
'
infinita
bellezza
.
E
non
ho
mai
da
chiederti
.
Perché
tu
hai
sempre
molta
copia
per
nutrire
la
mia
volontà
e
i
miei
spiriti
.
Tu
rimani
dinanzi
alla
mia
anima
con
l
'
immobilità
di
un
sogno
reale
...
A
volte
non
mi
sembro
degno
di
guardare
la
tua
bellezza
.
Io
mi
sento
troppo
incompleto
dinanzi
a
te
.
Però
che
la
mia
anima
scruta
incessantemente
,
io
ti
vedo
come
una
roccia
di
bellezza
.
Come
una
cosa
che
fa
piangere
la
mia
anima
come
la
gola
di
un
usignolo
.
Tu
mi
crei
tutte
le
cose
della
mia
intelligenza
.
Per
te
,
m
'
è
possibile
lo
svolgimento
di
quel
che
sarebbe
soltanto
latente
in
me
.
10
febbraio
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
tu
non
capivi
che
il
gusto
e
i
sentimenti
di
colui
che
è
amato
,
per
farsi
contraccambiare
devono
essere
condivisi
.
E
andò
talmente
che
ci
trovammo
sempre
più
lontani
,
pur
avendo
dentro
di
noi
la
necessità
di
amarci
.
È
proprio
così
.
Poi
che
sembra
che
noi
siamo
nati
da
una
stessa
volontà
divina
.
Non
ti
scriverò
più
di
ciò
.
Quel
che
hai
avuto
basta
a
farti
vedere
,
come
in
un
lampo
,
la
costruzione
della
mia
anima
e
del
tuo
passato
.
Tu
sbagliasti
a
scrivermi
che
hai
una
nemica
.
Perché
il
tuo
amore
è
il
bagliore
che
folgora
la
mia
ambizione
,
che
sarebbe
inerte
senza
di
te
.
Io
non
so
come
provarti
la
grandezza
del
mio
affetto
.
Ogni
cosa
per
esprimermi
sembra
meschina
.
Da
te
,
da
te
,
solo
da
te
tutto
il
mio
avvenire
.
11
febbraio
1908
Devi
avere
anche
tu
una
gran
gioia
.
Io
ne
ho
tanta
che
ricordo
le
cose
come
se
fossero
lucide
.
Non
puoi
imaginare
quel
che
hai
fatto
ieri
sera
a
me
.
Mi
sembrò
un
sogno
questa
notte
e
oggi
m
'
esalta
.
Vorrei
...
E
fino
a
domani
il
tempo
non
è
poco
.
Ogni
imagine
di
te
mi
fa
come
stupefatto
di
quel
che
provo
.
Io
posso
star
così
a
sognare
di
te
,
delle
tue
mani
,
come
se
tu
fossi
(
e
sei
)
il
termine
della
mia
anima
.
Ieri
sera
avrei
pianto
di
gioia
e
il
mio
spirito
pianse
;
ma
(
vedi
?
)
ogni
cosa
scritta
è
niente
.
Ed
io
scrivo
soltanto
perché
so
che
tu
provi
quel
che
provo
io
.
Hai
lo
stesso
slancio
in
un
infinito
raggiante
.
Sembra
che
io
trattenga
il
fiato
sotto
il
senso
di
trovarmi
in
una
immensità
.
Capisco
che
in
quel
momento
dovesti
perdonarmi
.
Ma
in
tal
modo
giungiamo
ad
un
amore
che
non
aveva
concepito
né
meno
la
mia
mente
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Oggi
mi
pare
un
giorno
di
festa
.
17
febbraio
1908
.
Oggi
ho
bisogno
di
sentirmi
cullato
da
tutti
i
nostri
sogni
.
La
mia
anima
è
un
libro
dove
tu
puoi
scrivere
quel
che
vuoi
.
È
vero
che
ho
sofferto
,
ma
il
nostro
amore
è
uno
zampillo
che
ha
ribagnato
i
miei
pensieri
.
Scrivimi
,
parlami
:
dalle
tue
parole
,
dai
tuoi
atti
ha
forma
il
mio
essere
.
Pensavo
a
qualche
cosa
da
scrivere
,
ma
pare
che
stamani
le
mie
idee
siano
inchiodate
nella
volta
profonda
dell
'
anima
.
21
febbraio
1908
.
Stasera
ho
provato
,
in
altro
modo
,
l
'
amarezza
della
nostra
separazione
.
Sono
uscito
dalle
tue
mani
e
sono
entrato
qui
in
una
stanza
circondata
di
estranei
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Avrei
scritto
tante
cose
di
noi
,
ma
è
strano
che
la
voce
di
questa
gente
mi
svii
.
Io
fuggirei
in
qualunque
luogo
,
perché
la
mia
anima
non
si
nascondesse
come
una
colomba
a
cui
sono
state
toccate
le
ali
.
22
febbraio
1908
.
Prima
di
scriverti
ho
riletto
quel
che
ho
scritto
oggi
...
(
A26
)
.
Sei
tu
che
salvi
i
nostri
figli
.
Avrei
strappato
tutto
.
Io
non
posso
dirti
a
voce
quel
che
sei
per
me
.
Ma
tu
senti
bene
nel
tuo
affetto
come
tu
sei
la
migliore
parte
di
me
stesso
.
Quella
che
mi
dà
ogni
emozione
,
e
quella
a
cui
io
devo
tutto
.
Ad
ogni
istante
il
mio
pensiero
ricorre
alla
tua
tenerezza
,
alla
tua
compagnia
.
Tu
mi
sorreggi
come
se
rispondessi
immediatamente
ad
ogni
mia
ansia
,
ad
ogni
mio
timore
di
me
stesso
.
E
ciò
mi
esalta
dandomi
una
gioia
vibrante
(
A27
)
.
A
volte
sembra
che
un
'
oscurità
si
faccia
nella
mia
anima
,
o
ch
'
io
vacilli
in
un
vuoto
;
ma
io
trovo
tutta
te
.
E
non
m
'
è
piccola
gioia
il
sapere
che
anche
il
mio
amore
è
il
tuo
nutrimento
.
A
volte
,
io
vorrei
che
il
mio
essere
sapesse
così
sorreggere
il
tuo
!
Io
agisco
sempre
in
modo
che
tu
mi
creda
degno
della
tua
tenerezza
.
Tu
anche
sai
come
io
ho
bisogno
di
essere
amato
da
te
.
Oh
,
perdonami
anche
le
presenti
volgarità
involontarie
,
perdonami
se
non
sempre
io
ti
comprendo
.
Ma
tutto
avviene
perché
si
compia
indissolubilmente
nell
'
infinito
la
nostra
unione
.
Tutto
ci
dà
una
confidenza
di
una
intimità
di
lunghi
mesi
.
Una
parola
od
un
atto
rude
ci
svela
una
plaga
dello
spinto
,
verso
la
quale
ci
precipitiamo
per
afferrare
la
nostra
felicità
.
24
febbraio
1908
.
Stamani
,
devo
cercare
X
.
,
che
cura
mio
padre
da
quattro
giorni
.
Il
C
.
m
'
ha
allarmato
dicendomi
aver
saputo
che
gli
è
venuta
la
cancrena
in
ambedue
le
gambe
.
Ma
anche
egli
non
è
sicuro
,
perché
lo
ha
saputo
da
una
donnicciola
di
lì
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
spero
che
sia
un
incubo
e
basta
.
Ho
trovato
il
dottore
,
che
mi
ha
smentito
la
chiacchiera
,
dicendomi
però
che
la
cosa
era
grave
e
che
potrebbe
darsi
,
non
curandosi
,
che
avvenisse
una
brutta
conseguenza
.
Ma
poi
che
sicura
,
guarirà
col
tempo
.
Da
Pontedera
,
a
Siena
4
marzo
1908
.
Entro
in
servizio
domattina
alle
otto
,
alla
gestione
.
5
marzo
1908
.
Son
qui
dentro
la
stazione
da
un
quarto
d
'
ora
,
e
,
finché
non
arriva
il
nuovo
capostazione
e
l
'
ispettore
,
devo
aspettare
.
Per
darti
un
'
idea
precisa
di
Pontedera
ti
faccio
ricordare
quel
pezzo
di
Firenze
che
è
di
là
dalla
piazza
Beccaria
,
con
via
Aretina
per
strada
principale
e
le
altre
,
uguali
,
al
lato
.
Ci
sono
le
stesse
botteghe
,
gli
stessi
marciapiedi
,
e
la
linea
del
tram
che
va
a
Pisa
.
La
campagna
è
bellissima
.
Non
ho
veduto
ancora
l
'
Arno
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
posso
scrivere
oltre
per
ora
,
perché
c
'
è
una
confusione
di
persone
nuove
che
si
installano
(
parola
ufficiale
)
e
il
capostazione
vecchio
,
che
se
ne
va
.
Ancora
non
ho
capito
chi
mi
comanderà
e
quel
che
mi
si
comanderà
.
Passano
continuamente
treni
.
Ora
ho
scritto
una
cartolina
a
mio
padre
.
Urli
di
facchini
e
fischi
del
sottocapo
.
6
marzo
1908
.
L
'
orario
è
dalle
otto
alle
dodici
e
dalle
quattordici
alle
diciannove
.
Ho
trovato
da
spendere
poco
.
Con
una
lira
e
venti
il
giorno
mangio
due
minestre
,
due
pietanze
,
formaggio
e
un
litro
di
vino
.
La
camera
,
sudicissima
,
come
te
l
'
attesta
la
carta
che
mi
s
'
è
sporcata
su
l
'
incerato
del
tavolino
,
costa
mezza
lira
a
sera
.
(
Il
lume
è
compreso
nella
mezza
lira
)
.
7
marzo
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Vedi
bene
che
non
spendo
più
che
cinquantotto
lire
il
mese
,
comprendendo
anche
cinque
lire
per
la
biancheria
.
Faccio
i
conti
perché
ci
sono
interessanti
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
ho
preoccupazioni
dell
'
avvenire
economico
.
Per
ora
quest
'
impiego
ci
dà
la
possibilità
che
abbiamo
invocata
.
Quel
che
faremo
insieme
non
so
né
meno
io
.
Pensando
a
te
,
sembra
che
la
mia
anima
s
'
esalti
violentemente
.
Vedi
come
va
qui
?
Potrei
imparare
subito
molte
cose
e
...
devo
fare
,
invece
,
macchinalmente
.
Perciò
non
sono
contento
di
questa
stazione
.
8
marzo
1908
.
Senti
come
sono
fatti
i
paesi
.
Ho
saputo
oggi
,
alla
stazione
,
che
nella
mia
camera
,
il
venerdì
e
la
domenica
,
ci
viene
un
dentista
a
cavare
i
denti
.
Domani
,
tornerò
improvvisamente
facendo
una
scappatina
di
una
mezz
'
ora
.
Vedrò
e
...
non
pagherò
tutto
il
mese
.
Ma
se
dovrò
stare
qua
...
(
A28
)
Intanto
oggi
,
per
acquietarmi
,
ho
scritto
ad
un
mio
conoscente
per
domandare
quali
libri
sono
pubblicati
appositamente
per
chi
vuol
dare
subito
gli
esami
di
cultura
e
passare
applicato
:
prendere
cioè
cinque
lire
al
giorno
.
Credi
che
così
sto
molto
male
.
Mi
sembra
di
perdere
tempo
.
Io
non
so
come
sia
il
paese
nelle
altre
ore
.
Quando
l
'
attraverso
io
per
andare
a
casa
,
dalla
stazione
,
c
'
è
una
corrente
di
donne
sui
marciapiedi
le
quali
vanno
alla
lavorazione
dei
tessuti
o
della
cicoria
.
L
'
altro
giorno
ti
dissi
inesattamente
della
somiglianza
con
la
via
Aretina
.
Dalla
Posta
in
su
somiglia
,
invece
,
a
via
dei
Servi
,
perché
c
'
è
il
lastricato
,
e
le
botteghe
sono
migliori
.
Non
ho
mai
varcato
un
ponticello
che
passa
su
l
'
affluente
dell
'
Arno
.
Ma
,
del
resto
,
dall
'
ufficio
c
'
è
l
'
aria
buona
,
e
la
porta
è
quasi
sempre
aperta
sul
piazzale
che
collega
il
paese
.
Odo
arrivare
i
treni
,
ma
se
li
voglio
vedere
bisogna
che
vada
nella
stanza
del
telegrafo
o
in
quella
del
capostazione
.
Che
gente
!
T
'
assicuro
che
una
fastella
è
uguale
a
Cristo
...
9
marzo
1908
.
Dunque
,
oggi
alle
undici
e
mezzo
sono
andato
a
casa
.
Su
l
'
uscio
della
camera
c
'
era
un
cartello
:
Tale
dei
tali
,
dentista
.
Io
entro
.
Il
dentista
mi
fa
un
inchino
...
Ho
trattato
male
il
padrone
di
casa
,
dicendogli
che
stasera
riprendo
le
dieci
lire
e
la
roba
mia
.
Ma
,
scese
le
scale
,
ho
fatto
una
risata
.
Non
ti
pare
?
Ho
visto
il
mio
tavolino
,
su
cui
sono
quei
libretti
firmati
da
te
e
quei
pochi
libri
,
tutto
insanguinato
e
imbavato
.
Sopra
una
sedia
un
canavaccio
sanguinoso
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
È
tanto
caldo
...
Ci
sono
soltanto
poche
nuvole
in
fondo
alla
pianura
e
una
su
la
cima
di
un
monte
:
credo
sui
monti
lucchesi
.
Dianzi
volevo
scriverti
da
casa
per
avere
quiete
,
ma
come
potevo
fare
?
Son
ritornato
quaggiù
e
ti
scrivo
fra
gli
apparati
telegrafici
che
scricchiolano
.
(
Mentre
aspetto
che
sia
cotta
la
minestra
)
.
-
Io
devo
imparare
la
gestione
delle
merci
,
la
gestione
dei
biglietti
e
mettermi
nella
possibilità
di
far
servizio
al
telegrafo
.
Non
basta
saperlo
come
lo
so
io
.
Bisogna
imparare
a
leggere
delle
zone
orribili
nella
stazione
.
Pare
che
prima
delle
due
mi
scappi
il
tempo
(
A29
)
di
trovare
la
camera
,
per
cui
ho
avuto
un
indirizzo
.
Ho
già
imparicchiato
(
come
m
'
è
stato
insegnato
)
,
la
registrazione
delle
partenze
e
degli
arrivi
delle
merci
,
che
sono
moltissime
.
Forse
trecento
al
giorno
.
E
qui
basta
per
sempre
su
tale
argomento
.
Son
convinto
che
quando
mi
sarò
tolto
queste
preoccupazioni
,
mi
sarà
possibile
di
lavorare
per
noi
.
Sentomi
aumentare
il
desiderio
e
lo
slancio
.
Vorrei
farti
ricopiare
una
o
due
volte
delle
novelle
che
hai
;
ma
non
mi
decido
,
perché
vorrei
riguardarle
.
Ho
trovato
un
'
altra
camera
.
Sembra
di
essere
in
campagna
completamente
.
È
di
là
dalla
ferrovia
tra
case
di
contadini
.
9
marzo
1908
.
Cosa
non
ho
fatto
mai
,
ti
scrivo
stando
a
letto
.
Ma
questa
carriera
mi
piace
tanto
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Dinanzi
a
me
la
finestra
,
che
dà
su
alcuni
orti
e
sulla
pianura
dalla
parte
di
Empoli
.
Stasera
ho
sognato
tanto
,
alla
finestra
,
dimenticando
che
potremmo
stare
meglio
in
una
città
.
10
marzo
1908
.
Scrivo
mangiando
perché
oggi
c
'
è
stato
un
ispettore
,
ed
ho
dovuto
sgobbare
tutte
le
quattro
ore
.
È
impossibile
migliorare
l
'
orario
.
Ed
è
anche
impossibile
che
io
mi
possa
apprestare
agli
esami
di
passaggio
.
Ora
non
mi
preoccupo
per
l
'
arte
.
È
necessario
,
poi
che
ho
potuto
fare
la
nostra
vita
,
che
io
la
sappia
conservare
.
11
marzo
1908
.
Senti
che
superiori
:
Perché
il
mio
cappello
era
tutto
infangato
di
fresco
,
il
capogestione
mi
dette
il
suo
,
ed
io
tutto
il
giorno
,
passando
dinanzi
al
suo
banco
dicevo
:
-
Mi
sento
mordere
!
-
E
lui
:
-
Badi
che
non
me
li
attacchi
lei
,
invece
!
-
Lo
riposi
subito
.
Ieri
sera
mi
fece
fare
mezzanotte
per
pagarmi
un
ponce
.
Quegli
che
fa
le
funzioni
di
capostazione
,
dice
:
-
Ma
com
'
è
serio
lei
!
Ha
lasciato
la
fidanzata
?
Invece
sono
seccato
della
confidenza
e
della
differenza
.
Ma
non
credere
però
che
io
facessi
a
baratto
con
Siena
!
Non
capisco
perché
ti
piaccia
ch
'
io
ti
scriva
tutti
i
giorni
di
queste
cose
.
No
,
da
vero
.
T
'
ho
detto
come
li
sfrutterò
.
E
quando
tu
hai
tempo
ricopia
la
novella
che
ti
piace
di
più
.
13
marzo
1908
.
Mio
padre
sta
sempre
al
solito
.
Il
C
.
ieri
mi
mandò
una
cartolina
nella
quale
mi
diceva
che
mio
padre
era
ansioso
di
riavere
mie
notizie
.
14
marzo
1908
.
Per
la
prima
volta
mi
sento
tra
i
miei
libri
.
Avrei
baciati
i
libretti
dove
tu
segnasti
il
tuo
nome
,
ma
non
ho
scritto
nulla
.
Aspetto
te
,
se
devo
restare
qua
,
a
vivere
.
Il
paese
è
una
fabbrica
.
Cinque
o
sei
camini
si
alzano
sopra
una
striscia
di
case
,
che
sembrano
una
fabbrica
sola
.
Tu
hai
avuto
la
mia
fronte
sulle
tue
mani
ed
hai
avuto
il
mio
unico
sogno
d
'
amore
.
Tutto
il
resto
è
stato
per
me
un
passare
tra
la
vita
per
giungere
a
completare
la
mia
anima
.
Ma
,
forse
,
anche
tutto
il
passato
è
tuo
.
Perché
allora
cercavo
invano
chi
mi
amasse
;
io
cercavo
te
.
Dimmi
ch
'
io
mi
fermi
in
te
.
Ecco
perché
io
mi
sono
potuto
,
adesso
,
serbare
casto
per
te
.
Per
farti
sognare
il
tuo
sogno
.
Perché
tu
trovassi
quanto
ha
bisogno
la
tua
anima
.
Il
credere
in
Dio
per
me
è
stata
una
cosa
sola
col
conoscimento
del
tuo
amore
e
di
te
.
Stamani
il
nuovo
Capo
mi
ha
elogiato
.
Ma
c
'
è
gente
che
è
contro
me
.
Ed
io
sono
anche
più
seccato
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
t
'
avevo
ancora
detto
della
feccia
che
c
'
è
e
del
chiasso
che
fanno
...
Non
ho
voglia
di
stare
dove
non
c
'
è
né
capo
né
coda
,
a
pagare
le
multe
per
la
leggerezza
altrui
.
17
marzo
1908
.
Stamani
sono
venuto
in
ufficio
alle
sette
.
Il
nuovo
Capo
ha
aumentato
di
due
ore
l
'
orario
;
dalle
sette
fino
alle
venti
!
Oggi
o
domani
,
domando
se
,
domenica
,
mi
danno
il
permesso
di
venire
costà
.
L
'
altro
giorno
mi
fu
indicato
un
palazzo
vicino
che
una
volta
mi
avrebbe
dato
noia
,
e
quando
mi
fu
detto
riprovai
fortemente
una
specie
di
febbre
violenta
.
Perdonami
se
non
ho
taciuto
.
19
marzo
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Perché
non
sei
qui
,
perché
non
posso
scriverti
sempre
?
Vedi
?
Scrivendoti
,
sono
tornato
io
;
ho
una
tenerezza
che
mi
empie
l
'
anima
.
Sembra
che
il
mio
animo
si
completi
e
si
dilati
.
Andando
lungo
l
'
Arno
,
l
'
altra
sera
,
io
avrei
benedetto
la
campagna
e
tutto
ciò
che
vedevo
,
per
il
tuo
amore
.
Sentivo
un
antico
strazio
dileguarmisi
dal
cuore
.
Sembrava
ch
'
io
fossi
assunto
ad
una
eternità
con
te
;
perché
t
'
amo
.
Dio
mi
perdonava
tutto
.
In
certi
momenti
dico
che
la
mia
faccia
esprima
questi
pensieri
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Devi
sentire
anche
tu
come
ci
completiamo
.
La
tua
lettera
ha
risposto
pienamente
a
quel
che
non
t
'
ho
detto
.
Ed
è
stata
bastante
a
farmi
tornare
me
stesso
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Molte
volte
(
anche
ieri
sera
)
sentivo
la
morte
dietro
il
senso
del
bacio
.
Dopo
te
non
c
'
è
nulla
.
Quando
saremo
insieme
?
A
noi
è
destinata
una
grande
cosa
.
È
dentro
di
me
,
nella
mia
anima
o
nella
mia
intelligenza
:
nel
nostro
amore
e
nella
tua
intelligenza
.
Perdona
se
nella
lettera
di
ieri
ti
parlai
di
un
'
emozione
costante
,
ma
che
devo
tenere
segreta
perché
inutile
.
20
marzo
1908
.
Oggi
non
sono
soltanto
undici
ore
,
ma
dodici
.
E
anche
non
ho
tempo
di
scriverti
.
Sto
in
ufficio
fino
all
'
una
,
ma
non
viene
nessuna
spedizione
di
polli
.
(
Ragione
del
prolungamento
d
'
orario
)
.
Anzi
...
mentre
me
ne
guardavo
una
molto
canora
,
un
tale
m
'
ha
detto
:
-
Lei
fa
la
caccia
alle
uova
,
eh
?
(
A30
)
Dove
vanno
a
essere
interpretati
i
miei
gusti
d
'
estetica
!
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Lavoro
bene
e
volontieri
quando
non
avvengono
becerate
tra
gli
impiegati
.
Che
cantano
come
gli
ubriachi
delle
taverne
,
s
'
attraventano
la
roba
,
ecc
.
21
marzo
1908
.
L
'
altra
sera
m
'
avvenne
una
cosa
grave
.
Il
Capo
m
'
aveva
dato
l
'
inventario
della
stazione
,
ed
io
lo
lasciai
,
essendo
dovuto
andare
a
compiere
un
altro
lavoro
,
sopra
il
tavolino
.
Quando
lo
ricercai
non
c
'
era
più
.
Pare
che
uno
lo
avesse
portato
per
sbadataggine
sopra
il
tavolino
dove
fu
ritrovato
.
Dovetti
dirlo
al
Capo
,
che
mi
fece
capire
il
pericolo
che
correvo
se
non
l
'
avessi
ritrovato
...
Per
fortuna
dopo
dieci
minuti
fu
ritrovato
sotto
molte
altre
carte
.
Non
è
il
caso
di
pensare
che
mi
sia
stato
fatto
un
brutto
tiro
?
Chi
sa
!
Non
ho
potuto
tacerti
questo
fatto
.
23
marzo
1908
.
Stamani
non
ho
durato
nessuna
fatica
a
lavorare
.
Il
rivederti
m
'
ha
dato
una
gran
forza
.
Nel
vagone
tutti
i
pensieri
chiacchieravano
con
la
tua
anima
.
Ti
dicevo
:
-
vedi
?
non
ci
sarà
doloroso
quest
'
altro
tempo
,
perché
tu
lo
impiegherai
nel
prepararti
i
fogli
e
mi
scriverai
se
io
posso
farli
fare
da
qua
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Perché
non
sei
qui
con
la
luce
,
nell
'
aria
?
Ma
credo
che
l
'
amore
componga
l
'
anima
di
molta
essenza
dell
'
amata
.
Tu
sei
qui
.
24
marzo
1908
.
Può
darsi
che
questo
lavoro
mi
divenga
sempre
meno
faticoso
,
ma
per
quel
che
sappiamo
è
necessario
ch
'
io
stia
in
una
città
ed
abbia
meno
ore
per
gli
altri
.
25
marzo
1908
.
Mentre
scrivo
,
entra
uno
nella
trattoria
:
-
Siete
voi
che
state
allo
sportello
?
-
No
.
-
C
'
è
una
spedizione
di
bovi
.
-
Ma
lo
sportello
sta
chiuso
fino
alle
due
.
È
un
paese
fatto
così
.
Quegli
se
n
'
è
andato
brontolando
.
Forse
qualcuno
della
stazione
l
'
ha
mandato
qui
a
cercarmi
.
O
meglio
:
è
certo
che
è
stato
indirizzato
qui
.
Mi
ci
viene
da
ridere
.
Ogni
giorno
che
mi
allontana
da
domenica
mi
attrista
di
più
.
Lo
sento
oggi
.
Stamani
pensavo
se
la
"
Nuova
Antologia
"
(
A31
)
pubblicherà
le
novelle
di
uno
affatto
ignoto
.
È
un
tentativo
.
Ma
un
tentativo
da
non
rimettersi
.
26
marzo
1908
.
Stasera
ti
posso
scrivere
:
non
mi
sento
stanco
.
Domattina
è
necessario
che
vada
verso
le
sei
in
ufficio
,
per
fare
un
lavoro
che
si
chiama
il
riassunto
della
quindicina
.
A
pena
viene
un
ispettore
gli
domanderò
di
mandarmi
a
Firenze
,
o
se
devo
rimanere
qui
ch
'
io
non
debba
fare
sempre
la
stessa
cosa
.
Capisco
però
che
come
stazione
non
ho
combinato
male
;
ci
devono
essere
peggiori
.
Rimane
sempre
l
'
ignoranza
,
ma
ho
saputo
dirozzarmi
bene
a
suo
riguardo
.
Ecco
:
sono
uscito
quasi
lieto
dalla
trattoria
perché
conversavo
con
te
.
Ma
è
ben
altra
cosa
.
Quando
so
che
è
un
'
illusione
mi
sento
male
.
Sembra
che
mi
entri
nell
'
anima
una
cosa
spaventevole
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Che
finisca
questa
lontananza
.
Io
ricordo
tutti
i
tuoi
atti
;
anzi
,
essi
sono
dentro
di
me
.
Ho
voglia
di
stare
qui
a
ripensarli
.
Io
risento
le
tue
mani
che
prendono
le
mie
.
Che
mi
dici
oggi
?
Parlami
,
parlami
.
Mi
fai
lieto
perché
ti
sento
mia
,
sempre
mia
,
come
se
anche
il
tuo
passato
fosse
stato
mio
.
Io
posso
chiedere
alla
tua
bocca
la
mia
coscienza
e
tutta
la
mia
vita
.
Ma
non
senti
come
il
nostro
amore
si
continua
con
Dio
medesimo
,
come
noi
completiamo
il
bisogno
dell
'
anima
?
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Tu
mi
conosci
innocente
in
tutta
la
mia
vita
,
dinanzi
a
te
.
Come
se
il
mio
carattere
fosse
fatto
per
te
.
Perché
tu
fossi
amata
.
(
Mi
ricordo
quando
ti
volevo
uccidere
,
credendo
che
tu
non
fossi
più
la
stessa
)
.
Dimmi
sciocco
.
Dove
sono
entrato
?
Ti
devo
parlare
così
adesso
?
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sei
mia
;
sei
degna
della
mia
passione
,
che
io
ho
sempre
racchiuso
.
Ma
essa
prorompe
sotto
la
tua
anima
.
Io
ti
devo
amare
perché
non
c
'
è
cosa
più
pura
di
te
.
Io
devo
lasciarmi
prendere
dallo
spavento
del
tuo
affetto
,
come
siamo
presi
dallo
spavento
di
Dio
.
Io
ho
del
tuo
amore
la
sensazione
che
tu
hai
di
Lui
.
28
marzo
1908
.
È
mezz
'
ora
che
aspetto
di
finire
di
mangiare
.
Sono
entrati
tre
avventori
,
e
la
padrona
è
occupata
per
loro
.
Suo
marito
,
che
è
un
mattonaio
,
addormenta
suo
figlio
.
La
bambina
gira
dalla
stanza
alla
cucina
,
e
si
approssima
ad
una
lanterna
di
ferrovieri
che
è
accanto
a
un
mucchio
di
fiaschi
.
Un
mattonaio
è
seduto
dinanzi
a
me
.
Ha
un
naso
che
somiglia
il
becco
di
un
'
anatra
.
Un
altro
,
che
ha
già
mangiato
,
s
'
appoggia
con
il
braccio
al
tavolino
.
Ho
avuto
una
lettera
da
casa
dove
mi
si
prega
di
avere
pazienza
se
devo
lavorare
undici
ore
,
e
...
si
finisce
con
la
santa
benedizione
.
Dice
che
è
migliorato
...
Tutti
i
giorni
viene
qui
una
ragazza
delle
filature
.
Si
mette
a
sedere
dinanzi
ai
vetri
e
guarda
nel
piazzale
.
È
stata
fatta
madre
dal
portalettere
,
che
in
quest
'
ora
scarica
i
pacchi
alla
stazione
.
Quando
ella
lo
scorge
le
si
arrossano
gli
occhi
.
Ora
è
scoppiata
a
piangere
...
È
strano
il
colloquio
che
ella
fa
,
piangendo
,
con
un
facchino
che
le
è
seduto
di
dietro
...
Entrano
i
ragazzi
del
trattore
,
ed
ella
guarda
,
sporgendosi
.
29
marzo
1908
.
Ecco
quel
che
mi
scrive
il
C
.
del
babbo
:
"
Babbo
suo
sta
proprio
al
solito
ed
io
prevedo
che
sarà
una
cosa
lunga
molto
trattandosi
non
solo
di
malattia
locale
,
ma
generale
"
.
Anderei
a
casa
a
scriverti
.
Ma
se
facessi
così
non
avrei
tempo
...
Qui
mi
urtano
i
rumori
che
ci
sono
...
...
dipenderà
dalla
stazione
a
cui
sono
destinato
,
meno
che
se
mi
mandassero
a
quella
del
Campo
di
Marte
...
Sogno
?
Mi
par
d
'
essere
certo
di
Firenze
.
30
marzo
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
A
volte
,
ho
l
'
allucinazione
che
tu
debba
entrare
improvvisamente
,
ed
ho
voglia
di
volgermi
per
scorgerti
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
A
volte
penso
che
tu
m
'
attenda
a
casa
mia
,
ed
io
non
abbia
che
da
alzarmi
per
vederti
.
È
un
sogno
la
sensazione
.
3
aprile
1908
.
Ho
riletto
qua
e
là
le
novelle
,
mangiando
.
Non
tutto
mi
piace
:
specialmente
lo
stile
,
che
è
ingenuo
.
(
Così
m
'
è
sembrato
)
.
Ma
i
ritratti
sono
belli
.
Vedi
che
il
critico
è
stato
vinto
...
dall
'
artista
.
Mi
hanno
fatto
tanto
bene
.
Se
ho
tempo
,
stasera
accomodo
Il
musicomane
,
metto
qualche
virgola
tralasciata
da
me
,
e
le
mando
alla
Nuova
Antologia
.
Proprio
alla
Nuova
Antologia
?
Ma
,
in
ogni
modo
le
respingerà
perché
metterò
i
francobolli
per
la
spesa
...
O
ne
avrò
almeno
una
parola
incoraggiante
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Più
il
desiderio
è
forte
e
violento
,
più
l
'
urto
scompone
l
'
anima
.
4
aprile
1908
.
Fai
conto
ch
'
io
non
abbia
altra
cosa
nella
vita
all
'
infuori
di
te
.
Perdonami
la
brevità
.
Ma
anche
lo
scrivere
,
adesso
che
il
bisogno
di
te
s
'
è
fatto
più
acuto
,
mi
sembra
una
cosa
inutile
prossima
la
nostra
unione
.
5
aprile
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Starei
bene
anche
moralmente
e
nell
'
intelletto
se
fossi
qua
tu
e
non
fossi
oppresso
da
tredici
ore
di
lavoro
.
Ma
son
certo
che
anderò
a
Firenze
.
E
là
,
anche
se
non
andrò
agli
uffici
subito
,
non
avrò
più
di
sette
ore
da
fare
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sai
che
oggi
è
una
giornata
magnifica
?
Scrivendo
,
all
'
ufficio
,
vedo
la
montagna
lucchese
turchina
e
verde
,
sparsa
di
case
,
di
ponti
e
di
strade
!
9
aprile
1908
.
Io
non
soffro
più
quanto
prima
,
ma
t
'
assicuro
che
un
paese
non
è
roba
per
noi
.
È
un
'
ignoranza
tale
che
ci
farebbe
sfigurare
l
'
anima
.
O
forse
tale
rimpiattamento
l
'
ho
provato
più
forte
perché
son
solo
.
10
aprile
1908
.
Per
darti
un
'
idea
dell
'
ignoranza
di
qua
ti
riscrivo
quel
che
mi
disse
la
padrona
della
trattoria
l
'
altro
ieri
:
-
Mi
pare
impossibile
che
il
signor
Tozzi
(
ella
ha
l
'
abitudine
di
rivolgersi
in
terza
persona
)
che
è
così
freddo
e
taciturno
possa
avere
un
affetto
per
una
persona
.
Quando
lo
vedo
scrivere
alla
sua
sposa
,
mi
pare
una
cosa
strana
.
Un
'
altra
:
-
Scommetto
io
che
il
signor
Tozzi
,
quantunque
a
vederlo
pare
che
non
debba
capir
niente
,
è
il
più
osservatore
di
tutti
.
Ed
io
:
-
Grazie
del
complimento
.
Il
gestore
ride
.
11
aprile
1908
.
Stanotte
ho
avuto
un
altro
saggio
pontederino
.
A
mezzanotte
sono
stato
svegliato
da
una
sassata
su
la
persiana
.
E
odo
gridare
la
padrona
e
due
uomini
:
-
Oè
?
Quanto
ci
vuole
a
svegliarlo
?
Ci
butti
la
chiave
!
Un
uomo
diceva
:
-
Ci
volevano
le
fucilate
a
svegliarti
?
Come
capisci
,
non
è
acqua
per
la
nostra
barca
.
Naturalmente
,
né
meno
grazie
.
E
stamani
ci
sorrido
.
T
'
è
piaciuto
quel
che
ho
scritto
là
a
Firenze
?
Era
necessario
non
parlare
in
altro
modo
.
Oggi
,
la
lettera
sarà
letta
e
...
avverrà
quel
che
Dio
ha
disposto
.
Non
c
'
è
altra
speranza
.
Per
noi
il
matrimonio
deve
essere
una
cosa
semplicissima
:
una
camminata
in
piazza
del
Campo
e
una
a
S
.
Quirico
.
Tanto
meno
faremo
mostra
del
nostro
atto
e
più
,
nella
semplicità
,
il
compimento
della
nostra
vita
ci
sarà
grato
e
buono
.
Parlami
tanto
della
tua
anima
:
puoi
abbreviare
il
mio
star
male
qua
.
Ch
'
io
possa
assicurarmi
che
da
essa
io
avrò
conforto
alla
mia
.
Perché
molte
volte
,
ne
'
momenti
miei
di
dolore
,
mi
vedevo
come
scacciato
da
essa
,
ed
io
ne
piangevo
invano
.
Dimmi
che
pensi
come
me
;
che
sei
identica
a
me
.
Che
tutto
il
tuo
essere
sia
un
sorriso
immenso
al
mio
.
Sono
in
un
momento
di
sconforto
,
ed
ho
bisogno
di
scacciare
l
'
oppressione
di
quel
che
dovevo
provare
una
volta
.
Ora
che
sono
uscito
di
casa
sto
meglio
.
Scrivo
sul
tavolino
del
telegrafo
.
Non
ebbi
niente
dal
babbo
né
dal
C
.
:
però
scriveranno
.
Ma
se
anche
non
mi
fosse
assegnato
niente
non
me
la
prenderei
che
dal
lato
finanziario
.
Finalmente
,
mi
trovo
libero
e
pronto
a
fare
della
nostra
vita
l
'
atto
della
nostra
volontà
.
Un
altro
particolare
:
stamani
,
alla
stazione
,
sapevano
già
che
per
svegliarmi
ci
sono
volute
due
ore
.
(
Ridiamo
)
.
12
aprile
1908
.
La
lettera
dal
babbo
è
abbastanza
gentile
e
mi
fa
pensare
che
egli
siasi
preparato
alla
prossima
domanda
.
Dice
:
circa
l
'
assegno
che
tu
mi
chiedi
,
io
non
posso
sbilanciarmi
e
quello
che
potrei
darti
in
questo
momento
sarebbe
di
lire
venticinque
mensili
e
quando
sarò
guarito
vedremo
se
ti
potrò
dare
qualche
cosa
di
più
e
credo
che
potrai
essere
contento
.
14
aprile
1908
.
A
Pasqua
ci
vedremo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
M
'
ha
scritto
il
C
.
per
dirmi
che
mio
padre
sta
peggio
(
mentre
egli
m
'
aveva
detto
che
stava
meglio
)
.
15
marzo
1908
.
Ebbi
ieri
sera
la
tua
lettera
.
Ogni
volta
ch
'
io
ne
ricevo
una
rivivo
realmente
con
te
,
e
fuori
di
qui
.
Già
,
oggi
,
non
mi
pare
di
essere
...
impiegato
.
Sembra
ch
'
io
debba
essere
costà
tra
un
attimo
.
Ieri
sera
mi
provai
a
continuare
il
lavoro
senza
il
quale
sarebbe
impossibile
avere
il
permesso
,
ma
dovetti
andarmene
a
casa
per
le
becerate
chiassose
.
Stasera
,
se
sarà
lo
stesso
,
farò
rapporto
.
Sai
una
cosa
?
Vorrei
che
per
un
giorno
tu
fossi
qua
,
tanto
per
vedere
dove
sto
io
.
Oggi
il
monte
pistoiese
era
meraviglioso
.
E
se
staremo
qua
vi
faremo
una
gita
.
A
me
la
primavera
fa
bene
.
Ma
tutto
è
per
l
'
illusione
che
ho
di
essere
con
te
.
Da
vero
!
Non
avevo
mai
provato
questa
cosa
certa
.
Mi
sembra
di
vederti
incontro
a
me
:
rivedo
il
tuo
sorriso
.
Tu
hai
ancora
da
comprendere
,
forse
,
quel
che
fa
il
tuo
affetto
a
me
.
Tu
sei
tutto
...
io
ti
devo
ringraziare
di
tutta
la
festività
che
allieta
la
mia
anima
,
ti
devo
ringraziare
del
senso
indicibile
di
cui
s
'
empie
il
mio
animo
.
16
marzo
1908
.
Dalle
venti
ad
ora
,
che
è
la
mezza
dell
'
una
,
ho
tirato
a
finire
quel
lavoro
.
È
una
bella
notte
chiara
.
Mi
sono
soffermato
a
guardare
.
Poche
case
nella
lucentezza
della
luna
,
molti
rospi
e
il
respiro
della
macchina
elettrica
.
20
marzo
1908
.
Dissi
che
la
lettera
della
stazione
ti
venga
consegnata
:
per
mio
padre
detti
incarico
al
padrone
,
perché
non
riuscii
a
vedere
nessuno
di
casa
sua
(
A32
)
!
Stamani
mi
sentivo
benissimo
,
ma
la
lontananza
ha
già
fatto
il
suo
effetto
.
Ora
sto
male
.
A
volte
,
anche
dianzi
,
pensavo
che
tu
dovessi
fuggirtene
da
casa
per
venire
con
me
subito
.
Una
cosa
che
provavo
stamani
:
non
sono
salito
in
treno
fino
all
'
ultimo
momento
,
perché
aspettavo
che
tu
comparissi
al
cancello
della
stazione
.
Ma
ora
trovo
che
non
era
possibile
.
Ieri
sera
...
non
t
'
accorgesti
di
un
'
altra
cosa
.
La
lettera
che
scrissi
a
mio
padre
...
sembrava
una
di
quelle
che
ho
scritto
a
te
!
Cioè
:
te
ne
accorgesti
e
non
me
lo
dicesti
perché
ancora
non
siamo
soli
.
Il
nostro
affetto
e
la
certezza
della
nostra
unione
imminente
,
mi
fa
essere
me
stesso
.
Quando
non
sono
vinto
alla
lontananza
.
Vedi
:
io
non
posso
né
meno
parlare
a
nessuno
.
E
lo
stesso
avviene
a
te
.
Ricordati
sempre
che
tra
un
mese
e
mezzo
saremo
marito
e
moglie
,
e
che
la
vita
allora
comincerà
ad
esserci
normale
.
Quando
ci
ameremo
come
dobbiamo
amarci
,
io
lavorerò
tanto
.
Non
sentirò
nessuna
fatica
.
Tu
,
m
'
ispirerai
.
E
noi
saremo
felici
per
il
nostro
amore
e
per
la
nostra
intelligenza
.
Senti
come
la
nostra
unione
,
che
respira
in
noi
,
ci
solleva
?
Come
ci
sembra
che
l
'
anima
nostra
attenda
una
cosa
quasi
dal
di
là
?
Una
cosa
che
abbiamo
intravista
,
quando
il
desiderio
ci
faceva
vedere
intorno
a
noi
come
un
sogno
eterno
?
Amami
come
t
'
amo
io
.
Rinunciando
ad
ogni
cosa
,
ad
ogni
altra
relazione
.
Io
mi
sento
con
te
come
dinanzi
ad
una
divinità
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Tu
mi
dài
il
tuo
affetto
come
se
la
mia
anima
fosse
fatta
di
esso
soltanto
.
E
quando
ti
ho
baciata
,
m
'
è
sembrato
che
una
soavità
che
ignoravo
m
'
avesse
fatto
simile
ad
un
fanciullo
.
Allora
io
ho
benedetta
la
tua
bocca
.
Ma
quando
non
t
'
ho
più
veduta
!
Tutte
le
torture
mi
hanno
affiaccato
fino
a
credere
che
la
terra
fosse
tutta
nell
'
ombra
,
E
vedendo
le
piante
fiorite
ho
pensato
al
simbolo
della
tua
castità
e
del
nostro
amore
.
21
aprile
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ora
sono
certo
finalmente
dei
passi
che
facciamo
.
Non
si
tratta
più
di
pensieri
o
di
sentimento
:
noi
agiamo
sicuramente
alla
nostra
felicità
.
Come
potrei
leggere
in
questo
tempo
un
libro
?
Tutto
il
resto
mi
sembra
fittizio
,
e
la
mia
anima
è
piena
del
suo
orgoglio
e
del
sito
amore
.
22
aprile
1908
.
Che
pace
nella
tua
anima
!
...
Sono
così
tuo
che
tutto
il
resto
è
per
me
una
rappresentazione
che
svolge
il
mio
pensiero
.
23
aprile
1908
.
Adesso
,
in
stazione
,
sono
in
soprannumero
.
Il
Capo
ha
fatto
un
telegramma
alla
Direzione
per
chiedere
come
deve
disporre
di
me
ma
(
e
non
me
l
'
aspettavo
)
pregando
di
tener
conto
di
una
sua
nota
che
chiede
aumento
di
personale
.
Egli
mi
ha
domandato
stamani
se
avessi
ricevuto
niente
;
ed
io
gli
ho
detto
che
aspettavo
di
essere
chiamato
a
Firenze
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
È
un
'
illusione
?
Ma
sento
quel
cambiamento
d
'
animo
che
si
ha
quando
si
cambia
di
luogo
.
Domani
,
certo
,
verrà
la
risposta
a
mio
riguardo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
mi
è
impossibile
di
scriverti
.
Mi
sembra
da
un
'
ora
all
'
altra
possa
andare
a
casa
a
fare
le
valige
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ora
rimane
a
vedere
se
questo
nuovo
impiegato
è
stato
mandato
per
traslocare
me
o
per
aumento
di
personale
.
25
aprile
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ho
interrotto
per
leticare
allo
sportello
...
Per
darti
una
pittura
dell
'
ambiente
:
Qui
non
si
parla
se
non
della
mia
sistemazione
e
dell
'
imbroglio
mosso
dall
'
altro
...
e
aspettano
quel
che
avverrà
.
Subito
dopo
mangiare
,
il
Capo
mi
ha
detto
:
"
Tozzino
,
finisca
per
stasera
l
'
inventario
e
poi
credo
di
darle
una
buona
notizia
!
"
.
Ed
ora
mi
sono
messo
qui
nel
suo
ufficio
a
finirlo
.
26
aprile
1908
.
(
Telegramma
)
Parto
Firenze
,
stazione
centrale
;
trasloco
.
26
aprile
1908
.
Dovevo
essere
partito
stamani
alle
undici
e
mezzo
,
e
seppi
dal
Capo
soltanto
ieri
sera
del
trasloco
e
della
nomina
a
quella
stazione
.
Ma
il
benedetto
inventario
non
era
finito
e
l
'
ho
dovuto
finire
...
Non
posso
né
men
concepire
la
mia
contentezza
.
Finalmente
abbiamo
quel
che
chiediamo
.
Da
Firenze
,
a
Siena
1
maggio
1908
.
Sono
stato
messo
in
archivio
,
cioè
...
a
impolverarmi
le
dita
e
la
bocca
per
ritrovare
nei
registri
vecchi
le
spedizioni
e
gli
arrivi
inesatti
...
Il
lavoro
è
meno
,
e
riposato
quanto
non
imaginavo
né
pure
.
A
mezzogiorno
ero
a
tavola
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ieri
sera
mi
sentii
male
un
poco
.
Ma
non
era
se
non
l
'
effetto
di
lasciarti
.
Che
mi
sembrava
impossibile
...
Dianzi
pensavo
che
tu
m
'
aspettassi
dai
L
.
Con
la
nostra
intimità
sarà
possibile
una
esistenza
che
sia
il
compimento
della
mia
intelligenza
...
Tutto
il
mio
essere
è
a
tua
disposizione
:
tu
hai
la
gioia
di
conoscerne
tutti
i
segreti
.
2
maggio
1908
.
Sono
contento
della
gente
che
mi
sta
intorno
.
Io
ti
attendo
.
Non
può
incominciare
la
mia
vita
senza
di
te
.
Ora
è
come
un
sonno
.
E
so
che
sarò
felice
perché
sono
degno
della
felicità
.
3
maggio
1908
.
Stamani
ho
avuto
tempo
di
rivedere
la
Cattedrale
,
entrando
da
un
lato
e
uscendo
dal
mezzo
...
Non
t
'
ho
mica
detto
com
'
è
la
stanza
dove
sto
io
?
È
tutta
cinta
di
scaffali
,
e
alla
finestra
c
'
è
uno
scaleo
con
due
vasi
di
colla
,
un
fiasco
e
un
bricco
con
un
pennello
grande
dentro
.
Sotto
due
tegamini
,
uno
dei
quali
è
pieno
di
latte
e
l
'
altro
di
acqua
.
E
lì
intorno
,
due
o
tre
carte
col
ventricello
...
È
per
due
gattini
.
Ma
c
'
è
,
in
ogni
modo
,
più
pulizia
di
dov
'
ero
prima
.
Anche
col
Capo
ufficio
di
qua
mi
son
trovato
alla
stessa
trattoria
!
...
Sembra
che
una
vita
nuova
,
sorta
dal
nostro
sentimento
,
mi
avvii
nella
mia
strada
di
volontà
.
Perché
io
ho
bisogno
di
vivere
e
di
essere
amato
fino
in
fondo
...
5
maggio
1908
.
M
'
ha
scritta
una
cartolina
abbastanza
fitta
lo
S
.
,
nella
quale
ho
capito
soltanto
che
mio
padre
sta
al
solito
.
Con
le
informazioni
finanziarie
che
t
'
ho
dato
abbiamo
veduto
che
fino
all
'
uno
o
il
due
di
giugno
,
o
alla
fine
di
maggio
,
è
impossibile
sposarci
.
Con
i
denari
d
'
ora
posso
pensare
alle
spese
mie
di
questo
mese
,
e
con
quelli
che
riscuoterò
possiamo
trovare
un
fondamento
alla
nostra
casa
.
Sono
impazientissimo
della
tua
risposta
.
Da
vero
che
ti
parlerei
anche
con
il
telefono
!
Sto
molto
volentieri
tra
questa
gente
buona
e
cattiva
,
ma
dov
'
è
sempre
possibile
essere
noi
.
Non
mi
sembra
né
meno
un
impiego
.
Ma
è
la
nostra
felicità
che
mi
tiene
così
contento
.
Sappiamo
essere
felici
e
usufruire
della
nostra
intelligenza
.
Io
non
mi
sono
mai
alienato
da
te
,
ma
se
non
trovassi
in
te
quel
bisogno
ideale
che
è
quotidianamente
nel
mio
animo
e
nelle
mie
parole
,
quale
vita
sarebbe
la
nostra
?
...
Tu
devi
venire
a
me
dopo
aver
calpestato
nella
purezza
del
tuo
affetto
ciò
che
mi
urta
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Il
C
.
mi
ha
spedito
venticinque
lire
dicendomi
che
mio
padre
ha
detto
che
non
può
darmi
per
ora
di
più
,
e
che
è
peggiorato
nelle
condizioni
generali
.
Io
spero
di
ottenere
qualche
cosa
nell
'
occasione
del
nostro
matrimonio
.
Ho
potuto
capire
di
più
la
calligrafia
del
medico
che
mi
diceva
del
leggero
peggioramento
,
e
non
miglioramento
come
avevo
inteso
io
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ora
rassomiglio
a
quando
,
ragazzo
,
ero
nervoso
per
la
prima
comunione
.
Tutto
il
mio
essere
bevve
un
'
altra
esistenza
.
9
maggio
1908
.
Io
non
voglio
parlare
più
di
nulla
,
perché
dopo
una
settimana
che
avremo
vissuto
insieme
tu
sarai
quale
ti
voglio
io
,
anche
di
fronte
a
me
,
perché
pur
non
avendo
più
nulla
da
domandarti
è
avvenuto
che
mi
sono
ingannato
.
E
se
è
l
'
amore
che
ottiene
tutto
,
posso
bene
essere
certo
.
Ma
se
ambedue
ci
incolpiamo
adesso
di
cose
che
non
esistono
dobbiamo
rimproverare
la
nostra
lontananza
.
Vedrai
poi
che
il
mio
amore
non
è
mai
piccino
.
Cosa
che
non
pensi
,
pur
avendomela
scritta
.
Ogni
palpito
della
mia
vita
voglio
che
sia
speso
per
il
tuo
essere
.
Voglio
che
tutta
l
'
energia
che
Dio
e
la
natura
mi
hanno
dato
sia
per
produrti
una
gioia
nella
nuova
vita
comune
.
E
allora
non
parlerai
più
d
'
imposizioni
.
(
Quantunque
,
né
meno
ora
pensi
ch
'
io
m
'
impongo
.
Mi
ameresti
se
tu
dicessi
cosi
?
)
M
'
incolpo
,
qua
da
Firenze
,
di
avere
fatto
intravedere
a
te
stessa
,
male
,
le
infinite
dolcezze
che
l
'
essere
tuo
irradia
nel
mio
.
Siamo
uno
solo
.
E
se
t
'
ho
detto
che
dovresti
calpestare
ciò
che
è
stato
il
tuo
passato
è
perché
nella
mia
coscienza
improvvisa
di
questa
felicità
che
ci
attende
,
avrei
fatto
così
...
E
tu
non
l
'
hai
fatto
?
Perdonami
,
perché
anche
tu
hai
fatto
così
.
Sono
io
che
ho
precipitato
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Perché
mi
scriverai
poco
?
Sono
egoista
.
Togliti
anche
dal
pensiero
che
io
sia
inclinato
a
farmi
del
male
.
Non
è
vero
.
Io
sono
forse
permaloso
.
E
quel
tacermi
,
m
'
ha
fatto
pensare
male
del
tuo
carattere
.
Ecco
la
semplicissima
spiegazione
.
Temevo
,
che
tu
non
mi
volessi
confidare
,
siano
pure
le
sciocchezze
.
Dalle
tue
labbra
pende
la
mia
anima
.
E
la
gioia
è
tanta
che
nessuno
mi
riconoscerebbe
.
Ho
cambiato
anche
modo
di
fare
.
Perdonami
tutto
.
Anche
io
m
'
avvedo
che
a
torto
ti
scrivo
questi
pensieri
cattivi
(
?
)
.
Dovrei
aprire
la
bocca
e
darli
al
vento
.
11
maggio
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Da
questa
signora
ho
saputo
che
mio
padre
era
in
bottega
l
'
altra
settimana
.
(
Ella
vi
andò
a
mangiare
)
.
E
ciò
mi
rammenta
che
devo
stare
sempre
in
guardia
verso
di
lui
.
Perché
non
me
l
'
ha
scritto
nessuno
?
E
bada
che
non
c
'
è
da
dubitare
di
lei
,
perché
sono
molti
anni
che
va
lì
a
mangiare
.
In
ogni
modo
ho
già
riscritto
al
medico
.
Io
ho
voluto
amare
soltanto
colei
che
nella
sua
vita
non
trovava
altro
all
'
infuori
di
me
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Se
tu
ti
supponessi
morta
t
'
amerei
ancora
come
un
'
apparizione
divina
.
Se
tu
non
mi
amassi
io
ti
ucciderei
.
Io
ho
veduto
di
rado
i
tuoi
occhi
farsi
lieti
,
irradiarsi
,
per
guardare
me
(
non
so
quando
pensi
al
nostro
amore
)
.
Ma
quando
ti
rivedrò
io
voglio
che
il
tuo
sguardo
sia
così
.
Io
lo
sorpresi
una
volta
,
a
Roma
,
ma
non
so
se
era
per
il
nostro
affetto
.
Fu
un
sorriso
e
una
pace
per
la
tua
anima
:
era
per
me
.
Tu
pensavi
a
noi
.
E
ti
apparve
,
in
un
sorriso
spirituale
,
la
realtà
che
ci
è
prossima
.
Tutto
il
tuo
animo
era
quieto
.
Tu
avevi
dimenticato
ogni
cosa
:
tu
possedevi
il
tuo
amore
.
Dammi
le
tue
mani
;
guardami
come
tu
guardasti
allora
.
Nei
miei
occhi
tu
devi
leggere
tutte
le
parole
gioconde
dell
'
anima
.
Sono
tue
:
è
un
libro
per
te
sola
.
Ma
se
io
sono
giunto
a
ciò
,
a
non
poter
chieder
e
più
oltre
,
io
ho
dovuto
amarti
anche
quando
...
dubitavo
(
forse
)
.
Io
ho
dovuto
sentirti
posseditrice
d
'
ogni
mia
fibra
.
E
l
'
ideale
posto
in
te
m
'
ha
salvato
dalle
contaminazioni
.
Perdonami
se
non
sempre
ti
ho
fatta
lieta
.
Ma
più
che
così
non
ci
possiamo
amare
.
Noi
abbiamo
preparato
a
tutta
la
nostra
vita
il
guanciale
della
felicità
.
Ora
sento
che
posso
riposarmi
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Dio
ha
creato
in
me
un
mondo
di
cui
tu
sei
la
forza
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
sono
così
lieto
intimamente
che
io
vedo
brillare
la
mia
lettera
,
e
il
cielo
sembra
attendere
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sei
lieta
?
Dobbiamo
essere
pieni
di
letizia
.
Non
mai
più
dolcezza
era
stata
in
me
.
12
maggio
1908
.
Io
non
ho
tanta
confidenza
con
quella
persona
da
poterla
invitare
a
fare
da
testimonio
.
Dunque
,
dì
a
tuo
padre
,
rileggendogli
questa
lettera
,
come
se
avessi
scritto
a
lui
,
che
egli
pensi
a
trovarli
di
sua
conoscenza
,
perché
io
sarò
contentissimo
della
sua
scelta
.
E
se
facesse
l
'
imbecille
,
digli
che
io
all
'
infuori
della
stessa
persona
non
posso
disporre
di
altri
e
che
saremmo
costretti
a
sceglierli
(
se
a
lui
non
garbasse
)
ambedue
come
piacciono
a
noi
.
Ridigli
proprio
così
,
risparmiando
di
scrivergli
.
Come
ti
dissi
nella
lettera
di
ieri
,
io
ho
provveduto
ad
informarmi
di
quel
che
avviene
a
mio
padre
e
...
tra
me
e
mio
padre
...
Non
sono
affatto
convinto
di
quello
che
t
'
ha
detto
il
tuo
(
A33
)
.
Vedremo
la
cartolina
che
mi
giungerà
domani
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
arriverò
costà
alle
nove
e
minuti
.
Alle
dieci
e
mezzo
potremo
essere
al
Comune
,
e
dopo
in
chiesa
.
La
sera
bisogna
esser
qua
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Tutti
questi
preparativi
aumentano
il
mio
affetto
e
desiderio
.
Mi
pare
di
aver
fatto
quello
che
chiedi
,
scrivendo
al
medico
e
al
babbo
.
Al
quale
dicevo
che
mi
scrivesse
e
domandavo
se
il
matrimonio
gli
recherà
dispiacere
.
Dimenticavo
dirti
che
se
mio
padre
risponderà
,
gli
chiederò
che
io
lo
possa
vedere
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Fai
che
la
mia
anima
abbia
pace
in
te
,
interamente
.
Da
Siena
,
a
Siena
Castagneto
,
14
maggio
1908
.
È
agonizzante
.
Non
mi
muovo
da
qua
(
A34
)
.
Castagneto
,
15
maggio
1908
.
È
spirato
stamani
alle
otto
.
Note
alla
Parte
seconda
(
A
)
Non
c
'
è
dubbio
che
Lombroso
ci
entrasse
per
qualche
cosa
.
Peraltro
,
l
'
autore
era
in
un
momento
di
reale
squilibrio
molto
somigliante
alla
pazzia
.
(
B
)
Questo
distacco
,
significante
,
dall
'
ultima
lettera
del
settembre
alla
prima
del
gennaio
susseguente
,
corrispose
ad
una
pausa
effettiva
nei
rapporti
dei
due
corrispondenti
.
(
C
)
Si
tenga
presente
che
le
lettere
si
alternano
con
i
colloquî
.
(
D
)
Più
tardi
verrà
notata
e
quasi
rimproverata
al
Tozzi
,
la
sua
preferenza
per
i
soggetti
umili
e
i
personaggi
di
poca
importanza
.
Se
Egli
si
ferma
di
solito
ad
essi
non
è
solo
perché
è
vissuto
molto
fra
gli
umili
,
né
perché
sono
quelli
che
s
'
incontrano
più
di
frequente
(
che
di
cose
e
di
persone
mediocri
è
fatta
gran
parte
della
vita
)
;
ma
,
specialmente
,
lo
interessano
di
più
per
l
'
inesplicabilità
della
loro
esistenza
.
Non
dimentichiamo
che
Egli
ha
il
bisogno
di
razzolare
nel
mistero
!
Vuole
rendersi
conto
di
tutto
;
sapere
qual
'
è
la
ragione
che
fa
agire
,
soffrire
o
godere
!
Ora
quale
mistero
più
profondo
della
umanità
negli
esseri
in
cui
si
presenta
limitato
il
possesso
della
coscienza
,
o
negli
anormali
ai
quali
non
può
servire
di
regola
la
legge
comune
?
Ma
,
certo
,
anche
,
i
suoi
personaggi
,
specie
nelle
novelle
,
spesso
sono
solo
semplici
comparse
,
create
all
'
ufficio
di
mascherare
quel
sentimento
,
attuale
o
no
,
che
l
'
autore
non
potè
sempre
esprimere
in
prima
persona
,
e
dal
quale
,
talvolta
,
tentava
di
liberarsi
scrivendo
(
e
,
come
un
altro
s
'
ubriaca
,
scrivo
!
)
.
Nei
quali
casi
,
è
la
sua
anima
stessa
,
piena
di
ombre
,
che
foggia
dalla
stia
tinta
i
personaggi
che
debbono
rappresentarla
:
Oh
,
dall
'
anima
mia
potessi
togliere
le
cose
tristi
che
son
piene
d
'
ombra
,
come
di
un
peso
immenso
che
m
'
ingombra
!
Come
rugiada
il
cor
potessi
sciogliere
!
(
inedito
)
(
E
)
Passeggiata
da
farsi
insieme
.
(
F
)
"
Ad
un
tratto
,
gli
parve
che
la
sua
anima
si
mettesse
a
suonare
...
"
(
Gli
egoisti
,
pag
.
18
,
Mondadori
)
.
(
G
)
Scrive
dalla
Biblioteca
Vittorio
Emanuele
.
(
H
)
La
trattoria
del
Sasso
.
(
I
)
Egoismo
dell
'
intelligenza
.
Quello
,
appunto
,
che
l
'
autore
si
prefisse
,
poi
,
di
colpire
con
il
romanzo
Gli
egoisti
"
Dario
aveva
voluto
trovare
dovunque
i
segni
del
proprio
pensiero
;
credendo
di
potersi
sostituire
a
tutto
.
Quanti
lasciava
a
Roma
in
simili
presunzioni
!
"
(
Gli
egoisti
,
pag
.
105
,
Mondadori
)
.
(
J
)
Ogni
mio
pensiero
parla
d
'
amore
è
detto
quî
.
E
a
pagina
?
?
:
Il
bisogno
d
'
amare
è
innato
in
me
.
Nei
Ricordi
di
un
impiegato
(
novella
scritta
nel
1910
,
circa
,
e
pubblicata
nel
1920
)
ritoccando
il
testo
aggiunge
:
L
'
amore
mi
occupa
tanto
quanto
l
'
animo
e
mi
pare
l
'
unico
mestiere
che
si
confaccia
alla
mia
coscienza
e
alla
mia
superbia
.
Non
possiamo
non
sentire
la
verità
di
questo
istinto
,
e
notandone
l
'
insistenza
non
dubitare
che
vi
si
connetta
una
ragione
profonda
.
È
l
'
anima
di
grande
capacità
la
quale
presentisce
nella
dolcezza
di
questo
sentimento
universale
l
'
attuazione
della
sua
felicità
.
Dice
S
.
Giovanni
della
Croce
,
come
non
possa
darsi
beatitudine
senza
amore
,
e
d
'
amore
essa
sia
frutto
.
(
Opere
Spirituali
,
vol
.
II
,
Lega
Eucaristica
,
Milano
.
)
Io
non
avevo
mai
saputo
che
in
ciò
stia
il
limite
spirituale
:
la
felicità
,
ripete
anche
il
Tozzi
a
pag
.
?
?
?
del
presente
volume
.
Ma
,
infine
,
accortosi
che
è
stolto
chi
cerchi
il
bene
dov
'
è
sommo
male
,
e
la
luce
dove
sono
le
tenebre
,
dov
'
è
la
morte
cerchi
la
vita
,
la
ricchezza
dov
'
è
somma
povertà
,
e
e
lo
infinito
nelle
cose
finite
(
S
.
Caterina
da
Siena
)
,
nell
'
Incalco
,
la
sua
ultima
opera
,
dice
:
Se
avessi
creduto
in
Dio
sarei
stato
un
santo
(
pag
.
232
)
.
L
'
affermazione
prova
quanto
l
'
autore
cosciente
della
meravigliosa
potenza
racchiusa
nella
sua
anima
fosse
nel
vero
presagendo
l
'
altezza
a
cui
egli
era
mancato
.
Che
nell
'
amore
-
dice
ancora
S
.
Tomaso
-
è
riposto
il
segreto
della
santità
.
(
K
)
Insensibile
alle
influenze
contrarie
a
lui
.
(
L
)
-
Suo
padre
aveva
preferito
di
prendergli
in
affitto
una
camera
fuori
di
casa
,
come
aveva
fatto
altre
volte
.
(
M
)
Parla
di
uno
stanzino
in
casa
del
padre
dove
erano
rinchiusi
i
suoi
libri
.
(
N
)
-
"
Alla
bella
pianta
di
ciliegio
da
capo
ad
un
filare
di
viti
"
.
Con
gli
occhi
chiusi
,
pag
.
68
(
Treves
)
.
"
Siena
,
da
sotto
il
mio
ciliegio
,
pareva
un
arco
che
non
si
potesse
aprire
di
più
...
"
(
Bestie
,
pag
.
104
,
Treves
)
.
(
O
)
Non
si
potrebbe
ridire
meglio
l
'
effetto
del
suono
delle
ore
,
battute
dalla
Torre
del
Mangia
,
quando
si
ripercuote
nelle
strade
silenziose
di
Siena
.
Bisogna
averlo
sentito
.
(
P
)
-
Di
Roma
.
(
Q
)
Ad
onta
di
tutto
si
amavano
.
Quanto
al
padre
basti
dire
che
,
in
fondo
,
era
sempre
lui
a
piegare
,
purché
non
entrassero
in
gioco
interessi
o
sentimenti
suoi
particolari
;
ma
tra
loro
,
anche
i
sentimenti
più
benevoli
e
dolci
erano
come
quelli
dei
nemici
.
(
Incalco
,
pag
.
246
)
.
(
R
)
Scrive
dalla
Biblioteca
Comunale
.
(
S
)
Momenti
nei
quali
doveva
balenargli
la
verità
:
cioè
che
la
sua
anima
non
tesseva
con
altro
filo
che
il
proprio
.
(
T
)
Da
Siena
.
(
U
)
Cioè
:
in
villeggiatura
al
podere
di
Castagneto
.
(
V
)
Del
Comune
di
Siena
.
(
W
)
Era
nel
suo
carattere
di
passare
da
un
eccesso
di
fiducia
all
'
eccesso
opposto
,
istantaneamente
,
violentemente
;
esponendosi
in
tal
modo
,
spesso
,
a
delusioni
e
dolori
quasi
irragionevoli
.
Si
pensi
che
bastava
,
in
ogni
caso
,
la
più
leggera
emozione
per
fargli
perdere
ogni
dominio
di
sé
.
Questo
,
forse
,
per
la
grande
quantità
di
idee
che
l
'
emozione
svegliava
nella
sua
mente
.
Ho
nel
cervello
un
vulcanetto
che
non
si
stanca
mai
e
le
sue
ceneri
e
le
sue
fiamme
si
diffondono
in
tutta
la
mia
anima
in
un
turbinio
che
accieca
e
abbaglia
...
non
posso
mai
separare
il
reale
dall
'
immaginario
.
(
Pag
.
?
?
del
presente
volume
)
.
Ma
è
certo
che
questa
facoltà
,
preziosa
e
terribile
,
è
stata
la
piaga
che
ha
fatto
sanguinare
di
più
la
sua
anima
;
perché
,
in
ogni
modo
,
la
vita
non
gli
fu
avversa
senza
compensi
,
né
più
di
quello
che
lo
è
a
tutti
.
Frequentissimo
,
per
Lui
,
il
caso
di
torti
o
meriti
,
che
s
'
ingrandivano
per
solo
effetto
di
fantasia
.
Nè
la
consapevolezza
di
uno
sbaglio
accertato
,
di
cui
appena
accorto
si
pentiva
e
confessava
,
valevagli
,
all
'
occasione
prossima
,
per
evitargli
un
nuovo
eccesso
.
Ma
,
così
,
pure
,
nessuna
delusione
reale
sofferta
che
riuscisse
a
sminuirgli
la
prodigiosa
e
divina
facoltà
che
aveva
di
entusiasmarsi
di
tutto
come
un
fanciullo
.
Credi
che
bisogna
vivere
così
,
con
entusiasmo
di
tutto
e
non
discuter
mai
quello
che
Dio
ci
mette
dinnanzi
agli
occhi
.
Tutto
è
bello
e
forse
anche
buono
,
quando
il
nostro
animo
è
aperto
e
senza
considerazioni
.
(
Lett
.
agosto
1919
)
.
(
X
)
Non
è
da
scambiarsi
questa
facilità
d
'
adattamento
per
l
'
effetto
di
un
entusiasmo
passeggero
.
Il
Tozzi
non
ha
sofferto
la
povertà
al
modo
inteso
dai
più
.
Pochi
i
suoi
bisogni
materiali
;
tanto
pochi
da
sembrargli
superfluo
possedere
due
abiti
e
preferire
spendere
quel
poco
denaro
che
aveva
-
o
che
non
aveva
come
al
tempo
delle
cambiali
,
durante
il
periodo
del
"
Podere
"
-
in
gite
strapazzose
,
dove
però
c
'
era
la
gioia
di
vivere
,
di
sentirsi
giovine
e
forte
,
e
di
dare
all
'
anima
la
sua
,
libertà
armoniosa
.
La
stanza
in
Via
del
Gesù
,
a
Roma
-
dov
'
è
morto
-
con
il
letto
,
il
suo
tavolo
,
un
armadio
a
muro
dove
teneva
la
valigia
dei
manoscritti
e
i
libri
,
due
casse
con
sopra
i
vocabolari
e
le
carte
da
adoperare
,
due
sedie
,
la
bicicletta
e
varie
stampe
artistiche
giro
giro
alla
parete
,
gli
bastava
e
gli
piaceva
anche
,
come
diceva
;
e
non
sognava
di
aggiungervi
che
una
stufa
per
l
'
inverno
e
un
asse
,
lunga
quanto
la
parete
più
lunga
,
per
degli
altri
libri
.
Mi
sono
tanto
ingrandito
nel
mio
sogno
che
ogni
altra
cosa
,
mi
sembra
meschina
e
immeritevole
d
'
attenzione
.
Ma
è
fuori
di
dubbio
che
questa
semplicità
istintiva
,
ammirevole
,
incomprensibilie
oggi
,
portata
incosciamente
nella
vita
,
sia
stato
uno
degli
anacronismi
che
lo
ha
esposto
di
più
a
soffrire
senza
sapere
perché
.
(
Y
)
Francobollo
per
la
risposta
.
(
Z
)
Cioè
:
del
primo
momento
.
(
A1
)
Direttore
,
allora
,
della
Biblioteca
Comunale
.
(
A2
)
Sulla
vetta
di
Montemaggio
.
(
A3
)
Lettera
di
rievocazione
di
quel
tempo
di
cui
non
si
hanno
più
i
documenti
.
Crediamo
di
riprodurla
quasi
per
intero
,
come
qualche
altra
sul
medesimo
argomento
,
per
la
loro
importanza
psicologica
;
se
bene
l
'
insistenza
del
tema
e
la
confusione
che
può
derivare
al
lettore
da
questi
intermezzi
retrospettivi
,
starebbero
a
sconsigliarne
.
(
A4
)
La
scena
tra
Virgilio
e
Flora
nell
'
atto
3°
dell
'
Incalco
è
certamente
ispirata
dal
ricordo
di
questo
tempo
.
Si
noti
,
però
,
che
il
Tozzi
non
aveva
mai
rilette
queste
lettere
.
(
A5
)
Componenti
la
sua
famiglia
.
(
A6
)
"...in
fondo
alla
strada
del
Mandorlo
,..."
"...c'è
una
croce
di
legno
,
con
un
gallo
colorato
in
cima
;
in
mezzo
a
due
cipressi
"
Tre
Croci
,
Pagine
71-72
(
Treves
)
.
(
A7
)
I
temporali
lo
mettevano
sempre
in
grande
agitazione
.
(
A8
)
Lettera
sul
suo
passato
.
(
A9
)
Il
restante
della
famiglia
stava
,
durante
il
giorno
,
nella
trattoria
.
(
A10
)
La
cucina
della
casa
,
che
non
era
adoperata
perché
si
servivano
di
quella
della
trattoria
.
(
A11
)
Affittavano
delle
camere
ai
clienti
della
trattoria
.
(
A12
)
Di
una
malattia
grave
e
pericolosa
agli
occhi
.
(
A13
)
Quel
che
provava
a
Roma
.
(
A14
)
A
Firenze
c
'
era
stato
diverse
volte
.
Qui
allude
ad
una
volta
dopo
smessa
la
scuola
.
(
A15
)
Per
accertarci
dell
'
entità
di
questa
fede
sarà
bene
osservare
che
il
Tozzi
veniva
da
famiglia
cattolica
praticante
,
ed
era
stato
da
bambino
ammesso
ai
Sacramenti
(
pag
.
190
del
presente
volume
)
.
Poi
,
adolescente
,
e
specie
nel
periodo
dell
'
entusiasmo
socialista
,
non
aveva
voluto
più
credere
.
"
Anche
prima
che
Anna
morisse
non
voleva
andare
in
chiesa
;
ed
ella
non
riusciva
quasi
mai
a
farlo
pregare
.
Ormai
si
sentiva
ateo
.
Bestemmiava
perché
non
voleva
avere
i
pregiudizi
dei
preti
"
.
-
Con
gli
occhi
chiusi
,
pag
.
107-108
(
Treves
)
.
Ma
è
da
supporsi
che
i
germi
della
fede
,
deposti
nell
'
anima
del
fanciullo
,
anche
se
non
sembrava
,
avessero
trovato
dove
mettere
radice
,
perché
appena
gli
riuscì
di
liberarsi
dal
socialismo
e
dalle
cattive
amicizie
,
la
fede
risorse
.
Da
quel
punto
,
che
coincise
con
la
sua
malattia
agli
occhi
(
1904
)
,
torna
ad
ammettere
l
'
esistenza
di
Dio
;
e
ciò
chiamerà
,
poi
,
Conversione
(
S
.
Giorgio
,
n
.
9-12
,
Bologna
,
1913
)
;
ma
non
è
da
intendersi
conversione
nel
senso
di
accettazione
concreta
del
domma
cattolico
.
A
ciò
non
arriverà
che
dopo
avere
imparato
,
con
la
propria
esperienza
che
la
fede
vuole
essere
accompagnata
dall
'
azione
perché
solo
in
essa
è
la
realtà
.
(
Incalco
,
248
)
.
(
A16
)
Per
il
concorso
alle
Poste
.
(
A17
)
Era
la
matrigna
,
non
sarta
,
che
gli
cuciva
gli
abiti
.
Da
qui
la
sua
poca
eleganza
(
che
Egli
portava
con
perfetta
disinvoltura
)
scambiata
qualche
volta
per
posa
.
(
A18
)
Chiamata
all
'
esame
per
il
concorso
alle
Poste
.
(
1
)
Tutte
le
lettere
di
quel
tempo
sono
scritte
...
calligraficamente
.
(
A19
)
Allude
ad
una
data
persona
.
(
A20
)
Altra
lettera
sul
passato
.
(
B21
)
Morte
della
madre
descritta
in
Con
gli
occhi
chiusi
pag
.
90
(
Treves
)
.
(
A22
)
Si
osservi
che
questo
giudizio
ufficiale
di
non
idoneità
in
italiano
,
colpiva
il
Tozzi
precisamente
nell
'
esame
governativo
di
ottobre
,
di
quello
stesso
1902
da
cui
ha
principio
l
'
attuale
epistolario
.
(
A23
)
Ma
mi
sentivo
arido
dell
'
aridezza
prodotta
dalla
mia
volontà
.
Effetto
del
contrasto
in
cui
,
in
una
mente
imbevuta
di
filosofie
anarchiche
,
viene
a
trovarsi
la
volontà
quando
s
'
incontra
con
la
realtà
della
vita
.
E
in
ciò
è
consistito
,
sempre
,
il
dramma
interiore
del
Tozzi
.
Da
qui
il
ripetersi
,
troppo
frequente
nella
sua
vita
,
di
resultati
negativi
,
di
cui
la
ripercussione
nell
'
arte
.
Avevo
la
devozione
e
il
rispetto
di
me
stesso
,
confessa
nell
'
Incalco
(
pag
.
232
)
e
subito
dopo
,
a
dimostrare
che
cosa
gli
è
valso
:
"
E
ora
io
sono
un
uomo
qualunque
,
mediocre
e
stanco
anche
di
questa
sopravvivenza
di
vita
che
mi
fa
spavento
"
.
Ma
se
è
scoraggiato
di
sé
,
non
lo
è
,
però
della
vita
.
Pensa
che
se
"
il
bene
che
si
cerca
è
sempre
introvabile
,
dipende
da
noi
.
Ma
esso
esiste
e
dobbiamo
rispettarlo
"
.
Egli
ha
finalmente
riconosciuto
che
la
causa
del
contrasto
è
in
noi
e
non
giova
ribellarsi
alla
legge
(
che
è
da
Dio
)
ma
,
piuttosto
,
giova
secondarla
per
realizzare
quanto
all
'
uomo
è
possibile
di
bene
.
"
Ho
imparato
che
l
'
opera
di
ogni
uomo
consiste
nell
'
attività
della
sua
anima
secondo
ragione
"
.
Ed
anche
:
"
Bisogna
trovare
un
punto
fermo
dentro
di
noi
;
ma
non
fatto
soltanto
di
noi
"
.
Le
citazioni
sono
dell
'
Incalco
(
Gli
egoisti
-
Mondadori
)
.
Per
dare
ad
esse
tutta
l
'
importanza
che
meritano
si
deve
tenere
presente
che
L
'
Incalco
fu
l
'
ultima
opera
del
Tozzi
,
ed
in
questa
opera
Egli
intese
particolarmente
di
fissare
le
conclusioni
alle
quali
si
era
fermata
la
sua
anima
.
(
A24
)
Dalla
mamma
:
alla
messa
.
(
A25
)
Nel
concorso
per
le
Ferrovie
.
(
A26
)
Una
novella
.
(
A27
)
L
'
eccitazione
favorivagli
il
lavoro
creativo
.
Da
ciò
,
il
bisogno
continuo
di
sentirsi
esaltato
e
la
sensazione
di
non
vivere
se
non
lo
era
.
(
A28
)
Vedi
:
Ricordi
di
un
impiegato
.
Rivista
Letteraria
N
.
II
1920
(
Berlutti
)
.
(
A29
)
Modo
di
dire
senese
.
(
A30
)
Le
galline
,
chiuse
nelle
ceste
di
spedizione
,
facevano
le
uova
,
che
qualcuno
,
con
una
canna
,
riusciva
a
levare
senza
romperle
.
(
A31
)
"
La
Nuova
Antologia
"
,
nel
1919
,
rifiutò
anche
di
pubblicargli
Tre
Croci
.
(
A32
)
Si
riferisce
a
una
visita
a
Siena
,
dalla
quale
è
di
ritorno
.
(
A33
)
Cioè
:
che
suo
padre
era
agli
estremi
.
Cosa
che
nessuno
della
sua
famiglia
aveva
pensato
di
fargli
sapere
.
(
A34
)
"
La
mattina
dopo
Giacomo
era
già
in
agonia
...
"
.
(
Il
podere
,
pag
.
11
,
Treves
)
.
Pagine
di
taccuino
(
A
)
3
settembre
1903
.
Ad
una
certa
strada
incontriamo
il
curato
,
vestito
con
una
giacca
e
calzoni
neri
.
Gli
facciamo
una
scappellata
esagerata
;
poi
io
torno
indietro
e
gli
dico
:
-
Reverendo
,
avremmo
piacere
di
conoscerlo
più
intimamente
:
noi
siamo
artisti
,
e
...
stasera
verremo
a
mangiare
da
lei
.
-
Come
?
Loro
sono
artisti
,
e
...
-
Certamente
:
vogliamo
questo
onore
.
-
Ma
cosa
vogliono
mangiare
?
-
Quello
che
ella
vorrà
:
in
questo
caso
il
suo
gusto
è
superiore
al
nostro
,
e
quindi
ci
rimettiamo
...
a
lei
.
Il
prete
mi
guarda
,
guarda
gli
altri
e
scoppia
in
una
risata
.
Il
G
...
mi
tocca
nel
gomito
,
incitandomi
a
proseguire
.
Allora
dico
:
-
Ci
dica
a
che
ora
è
solito
cenare
ché
noi
mangiamo
a
qualunque
ora
.
E
il
prete
:
-
Intanto
verranno
a
vedere
la
chiesa
!
Andiamo
.
Su
la
scalinata
della
canonica
troviamo
un
branco
di
galline
.
-
Queste
son
sue
?
-
Ma
che
:
io
non
ci
conto
né
pure
per
la
decima
.
Intanto
entriamo
in
chiesa
.
Una
costruzione
barocca
.
Diciamo
che
ci
piace
e
guardiamo
anche
un
affresco
del
Lorenzoni
.
Quando
riusciamo
,
il
prete
dice
:
-
Chiudete
bene
la
porta
,
se
no
le
galline
vanno
a
pregare
.
-
E
ride
.
Entrati
nella
sua
canonica
ci
ha
fatto
ammirare
lo
splendido
panorama
:
si
vede
Chiusdino
,
Ciciano
,
la
miniera
,
Siena
e
Monticiano
.
Quando
stiamo
per
uscire
,
ci
ferma
dinanzi
un
andito
,
e
dice
:
-
Vogliono
sentire
la
mia
mamma
,
quando
le
dico
che
stasera
mangiano
qui
.
-
Sì
.
Ci
spinge
verso
una
scala
,
e
chiama
:
-
Mamma
!
-
Oh
!
-
Stasera
ci
sono
tre
senesi
a
cena
.
Un
poco
di
silenzio
,
e
poi
sentiamo
una
voce
di
vecchia
,
che
risponde
.
-
Ecché
?
Maledetta
questa
casa
!
Non
siamo
mai
liberi
...
E
,
fortunatamente
,
non
intendiamo
le
altre
parole
.
Facciamo
tutti
una
bella
risata
(
e
il
prete
ha
riso
più
di
tutti
)
e
ritorniamo
al
sole
.
LE
FOGLIE
SECCHE
.
Prendo
in
mano
una
foglia
e
la
stritolo
.
Dentro
il
mio
pugno
stride
,
e
mi
fa
pensare
.
M
'
è
parso
che
quello
scricchiolio
dicesse
molte
cose
.
In
quel
balbettar
doloroso
,
simile
a
un
pianto
,
c
'
è
una
malinconia
potente
e
la
storia
di
una
rapida
esistenza
.
Ci
sono
i
baci
del
sole
e
le
gocce
picchiettanti
della
tempesta
.
La
foglia
secca
è
lo
scheletro
di
un
sorriso
verde
.
NELLE
MINIERE
DI
BOCCHEGGIANO
.
(
Miniere
di
rame
)
.
4
settembre
1903
.
Entrai
in
una
galleria
di
quattrocento
metri
.
Il
terreno
era
fangoso
,
e
le
traverse
della
ferrovia
,
che
serve
per
il
trasporto
del
minerale
scavato
,
sconnesse
e
disguazzanti
.
Le
pareti
gocciolano
.
In
principio
si
ha
un
'
impressione
di
freddo
,
poi
giungono
soffi
caldi
di
vento
.
Quando
fummo
,
io
ed
il
sorvegliante
,
quasi
a
metà
della
galleria
ci
dovemmo
fermare
in
una
incavatura
,
per
lasciar
passare
gli
operai
scaricatori
.
Erano
cinque
e
nudi
.
Spingevano
i
vagoncini
carichi
di
minerale
,
ansando
.
Quando
passarono
mi
salutarono
.
Proseguimmo
ed
entrammo
nel
primo
cantiere
:
una
grotta
,
nera
e
scabrosa
,
in
fondo
alla
quale
tre
minatori
battevano
colpi
di
martello
su
i
loro
lunghi
scalpelli
.
Ciascuno
aveva
una
lucerna
a
guisa
di
cipolla
,
alimentata
con
l
'
olio
minerale
.
L
'
aria
,
per
me
,
era
insopportabile
.
Provavo
una
pena
come
se
il
mondo
intero
mi
avesse
imprigionato
per
sempre
in
uno
dei
suoi
buchi
.
La
lanterna
,
a
gas
acetilene
,
mi
tremava
nella
mano
.
Bisognava
urlare
per
farsi
intendere
.
I
colpi
su
gli
scalpelli
vibravano
per
tutta
la
volta
.
I
minatori
avevano
l
'
aria
di
dirmi
:
-
Perché
sei
venuto
a
vederci
?
E
il
mio
sorriso
rispondeva
:
-
Vi
amo
.
Ci
fu
per
un
istante
il
ritorno
violento
de
miei
sentimenti
,
e
mi
vergognai
d
'
essere
andato
in
quel
luogo
a
godere
delle
sofferenze
altrui
.
Giunsi
a
pensare
:
Io
non
ho
il
diritto
di
credermi
superiore
a
loro
.
Queste
ombre
d
'
alcoolici
e
d
'
idioti
hanno
in
sé
una
potenza
smisurata
:
nel
loro
pugno
si
condensa
l
'
energia
dell
'
umanità
.
-
E
per
un
istante
non
vidi
che
il
lavoro
trionfante
nel
mondo
.
Ma
il
sorvegliante
mi
spiegava
le
qualità
della
roccia
,
ed
io
con
la
testa
accennavo
d
'
intendere
ma
guardando
altrove
:
dove
quelle
membra
si
scaldavano
affannosamente
,
nel
tormento
del
bisogno
.
Di
lì
scendemmo
per
una
botolina
-
in
cui
era
infilata
,
verticalmente
,
una
scaletta
di
legno
-
in
un
altro
cantiere
.
Era
abbandonato
.
Rimaneva
ancora
l
'
armatura
consistente
in
una
piramide
di
traverse
,
nel
mezzo
della
grotta
.
Dai
fianchi
,
sporgevano
massi
di
minerale
sterile
,
luccicante
in
un
verde
smorto
.
Mi
parve
di
vedere
una
fila
d
'
operai
a
martellare
.
Il
letto
del
cantiere
era
umido
,
e
vi
erano
alcune
tavole
imporrite
.
Risalii
a
stento
ed
entrai
in
un
altro
buco
.
Dovetti
fare
venti
scalini
con
le
mani
e
con
i
piedi
,
piegando
le
spalle
per
non
urtare
ne
'
macigni
.
Il
lume
mi
batteva
su
le
ginocchia
.
Vidi
sei
operai
che
cercavano
un
mezzo
acconcio
a
far
saltare
in
aria
una
grossa
porzione
di
minerale
.
Il
sorvegliante
che
era
con
me
dette
loro
alcuni
consigli
che
furono
accettati
in
silenzio
.
Quegli
uomini
,
quando
mi
passavano
accanto
,
si
voltavano
a
guardarmi
fissamente
.
Io
cercavo
di
leggere
nei
loro
occhi
una
qualche
espressione
,
ma
li
trovai
ghiacci
e
pieni
di
ombre
.
Che
cosa
attraversava
il
loro
cranio
sfuggente
?
Alcuni
non
risposero
al
mio
saluto
,
e
gli
altri
lo
fecero
quasi
di
malavoglia
.
Perché
salutarmi
?
Lasciandoli
,
mi
parve
che
piombassero
in
un
'
ombra
di
delusione
.
Il
sorvegliante
mi
propose
di
visitare
altri
cantieri
,
ma
io
ero
stanco
e
volli
tornare
al
sole
.
La
mia
giacchetta
di
minatore
era
fradicia
per
le
gocciole
ghiacce
cadute
dal
soffitto
;
la
camiciola
s
'
attaccava
alla
pelle
sudata
.
Mi
sentivo
male
.
Un
certo
silenzio
era
penetrato
in
me
,
interrotto
da
irruzioni
sensatoriali
.
Pensavo
certe
ariette
popolari
che
avevo
cantate
il
giorno
avanti
,
a
come
rideva
il
prete
,
a
quello
che
avrei
veduto
nelle
altre
gallerie
.
Ebbi
il
desiderio
di
tornare
subito
dentro
.
Entrammo
in
una
galleria
di
centoquaranta
metri
.
Non
aveva
nulla
differente
all
'
altra
,
se
non
che
era
più
umida
,
ed
alcune
armature
avevano
ceduto
alla
pressione
del
minerale
.
Mi
parve
che
qualche
traversa
si
dovesse
staccare
e
farmi
del
male
.
Guardai
il
sorvegliante
:
pensai
che
egli
mi
accompagnava
volentieri
,
e
sorrisi
alla
sua
nuca
rugosa
e
sporca
.
Il
suo
lume
dondolava
malamente
.
Guardai
la
fiamma
del
mio
,
e
mi
parve
molto
bella
.
L
'
acetilene
bruciava
con
un
fruscio
di
gonnella
di
seta
:
mi
fece
pensare
ad
una
cosa
indeterminata
.
Da
'
miei
capelli
cadde
una
goccia
di
sudore
su
la
mano
:
ebbi
timore
d
'
ammalarmi
.
Rivedevo
il
contorno
esteriore
de
'
monti
verdi
e
il
sole
.
Un
uccello
svolazzava
nel
cielo
.
Ma
il
sorvegliante
mi
toccò
nel
braccio
e
disse
:
"
Scenderemo
nella
sala
dov
'
era
la
pompa
"
.
-
La
pompa
?
-
E
mentalmente
continuai
:
"
c
'
è
una
pompa
.
Dev
'
essere
pericolosa
.
Perché
?
"
.
Mi
rispose
:
-
La
pompa
che
serviva
a
tirar
fuori
l
'
acqua
d
'
una
sorgente
,
che
abbiamo
incontrata
nel
seguire
un
filone
.
Ebbi
uno
sguardo
di
diffidenza
,
ma
sapevo
bene
che
certe
macchine
si
trovano
nelle
miniere
.
Scendemmo
per
una
scala
di
legno
abbastanza
larga
.
Un
soffio
gelato
mi
passò
su
la
fronte
;
posi
la
mano
al
cuore
.
Udivo
lo
scroscio
di
un
torrente
rapido
.
Pensai
che
la
miniera
ne
poteva
essere
invasa
.
A
quel
fracasso
s
'
univa
il
gocciolare
sommesso
delle
rocce
.
Percepivo
tutto
distintamente
.
Da
una
parte
della
scala
era
una
specie
di
fosso
colmo
di
ombra
.
Supposi
che
l
'
acqua
corresse
lì
dentro
.
Ma
dovetti
accorgermi
che
,
invece
,
passava
di
sotto
alla
scala
dove
erano
i
miei
piedi
,
e
che
quando
un
gradino
si
piegava
al
peso
del
mio
corpo
ne
usciva
a
piccole
onde
che
dilagavano
.
Era
un
'
acqua
sporca
di
sostanze
di
ferro
,
e
quindi
giallastra
.
I
muri
eran
coperti
di
quel
colore
.
La
scala
fu
molto
lunga
.
In
fondo
era
cessato
il
rumore
dell
'
acqua
ed
udivo
i
colpi
sordi
dei
minatori
.
Una
crociera
di
gallerie
si
apriva
,
ma
io
mi
ricusai
di
visitarle
.
Trovavo
sconveniente
guardare
degli
uomini
affaticati
.
Entrai
nella
stanza
della
pompa
:
avevo
creduto
di
trovarla
sola
,
e
,
invece
,
vi
erano
molti
operai
.
Quello
che
facessero
precisamente
non
so
.
Ero
preoccupato
da
certi
tonfi
enormi
che
facevano
tremare
il
suolo
,
e
dallo
sbuffo
caldo
e
forzato
di
un
tubo
rosso
.
Dopo
un
poco
,
scorsi
la
gabbia
che
scendeva
e
si
fermava
al
livello
della
stanza
.
Vidi
che
un
operaio
vi
era
dentro
.
Il
sorvegliante
guardava
i
minatori
e
parlava
a
me
.
Mi
dava
delle
spiegazioni
che
non
m
'
interessavano
.
Avevo
paura
di
una
idea
:
che
la
stanza
dovesse
scoppiare
con
tutte
le
provocazioni
che
le
facevano
quegli
uomini
.
Il
tubo
,
da
cui
schizzava
quell
'
acqua
bollente
,
perché
non
sarebbe
scoppiato
?
E
perché
qualche
congegno
dell
'
ascensore
non
sarebbesi
strappato
?
Quei
petti
nudi
mi
facevano
male
.
Il
pelo
arricciato
,
dove
le
gocce
di
sudore
si
soffermavano
prima
di
cadere
,
più
male
ancora
...
Gli
operai
rovesciavano
in
terra
lunghi
pezzi
di
legno
bianco
.
Pareva
che
si
sfasciassero
.
In
terra
,
per
quanto
era
lunga
la
stanza
,
era
uno
strato
di
cemento
;
e
,
ficcato
in
questo
,
rimanevano
gli
avanzi
della
pompa
,
che
consistevano
in
cavicchi
tozzi
di
ferro
verniciato
in
rosso
.
Mettevo
una
cura
estrema
di
non
urtare
in
quelli
:
mi
sarei
vergognato
molto
.
Degli
uomini
si
muovevano
negli
angoli
di
fondo
:
uno
cercava
nella
sua
giacca
.
Rumori
violenti
mi
ferivano
senza
posa
:
percepivo
un
urlo
confuso
,
in
cui
passavano
,
di
quanto
in
quanto
,
dei
suoni
che
non
riuscivo
a
spiegare
.
Il
sorvegliante
mi
domandò
se
avevo
caldo
.
Gli
risposi
mostrandogli
il
viso
.
Sotto
le
ascelle
mi
si
appiccicava
anche
la
camicia
.
Le
scarpe
erano
umide
.
Mi
doleva
la
testa
.
-
Scendiamo
?
-
Scendiamo
.
Entriamo
nella
gabbia
,
ed
io
domando
come
devo
attenermi
.
Da
prima
credo
che
quella
scesa
mi
dia
una
vertigine
,
ma
poi
mi
assicuro
di
no
.
Vedo
i
ferri
scorrere
,
larghi
e
piatti
,
sopra
ad
un
altro
rettangolare
,
con
un
moto
sicuro
.
Il
sorvegliante
tossisce
più
volte
:
io
credo
che
sorridessi
.
Intravedo
diversi
tubi
verniciati
in
rosso
.
Finalmente
provo
un
sobbalzo
;
la
gabbia
ha
urtato
terra
.
-
Ha
avuto
paura
?
-
No
,
no
.
In
un
polverone
,
qua
e
là
acceso
da
lumi
rossastri
,
vedo
agitarsi
molti
uomini
.
Prima
d
'
uscire
esito
e
guardo
la
mia
lanterna
.
Il
caldo
è
insopportabile
;
più
tardi
ho
saputo
che
eravamo
a
47°
sopra
zero
ed
a
una
profondità
di
150
metri
.
Viene
incontro
un
giovine
.
Io
saluto
ma
non
mi
risponde
.
Mi
pare
beffardo
.
La
sua
fronte
è
solcata
da
un
raggio
di
rughe
secche
,
come
se
un
ragno
vi
avesse
accomodate
le
sue
zampe
.
Chi
è
?
Ha
gli
occhi
chiari
e
cristallini
,
la
bocca
contorta
.
Passa
oltre
.
Ne
vedo
un
altro
a
cui
mancano
le
estremità
interne
dei
baffi
:
la
bocca
ha
una
cicatrice
verticale
.
Non
lo
saluto
.
La
stanza
dove
sono
tutti
questi
uomini
ha
il
pavimento
soltanto
alle
pareti
:
nel
mezzo
è
una
fossa
rettangolare
coperta
di
tavole
messe
a
caso
.
Là
dentro
si
muovono
le
perforatrici
a
vapore
,
che
non
ho
voluto
vedere
.
I
loro
colpi
di
una
sonorità
sorda
mi
danno
una
pena
fisica
.
Passo
in
una
nuova
stanza
,
dove
si
sta
costruendo
una
nuova
pompa
.
Non
mi
curo
di
nulla
.
Guardo
i
minatori
.
Sono
agitati
.
Ne
saluto
qualcuno
che
mi
risponde
con
una
indifferenza
seria
.
Un
giovine
mi
guarda
nel
viso
,
sporgendo
il
suo
in
avanti
.
Quando
ho
cercato
di
contraccambiare
lo
sguardo
,
è
sparito
.
Che
significava
?
C
'
è
un
altro
sorvegliante
;
un
uomo
alto
e
dagli
occhi
slargati
,
che
mi
dà
alcune
spiegazioni
con
sicurezza
.
Quello
che
mi
ha
accompagnato
smozzica
il
lucignolo
del
suo
lume
.
Voltandomi
a
sinistra
,
scorgo
un
ventilatore
,
dalle
ali
d
'
acciaio
,
girare
come
un
vortice
affannoso
,
ronzando
acutamente
.
Il
sorvegliante
s
'
avvicina
ad
un
operaio
bruno
e
gracile
,
e
gli
parla
all
'
orecchio
.
L
'
operaio
guarda
ora
me
ora
il
sorvegliante
,
tenendosi
i
pugni
sui
fianchi
.
Mi
parve
che
egli
fosse
più
degli
altri
rôso
dalla
fatica
,
e
che
la
sua
volontà
si
fosse
ritratta
per
non
più
uscire
.
"
Quell
'
uomo
non
deve
pensare
a
se
stesso
.
La
sua
anima
brutale
,
sofferente
,
è
scomparsa
nel
tormento
selvaggio
dei
sensi
.
Il
lavoro
,
come
un
incubo
eterno
,
ha
succhiato
il
sangue
nero
della
sua
vita
"
.
Il
sorvegliante
mi
chiama
,
e
mi
dice
se
voglio
vedere
la
porta
che
rattiene
l
'
acqua
calda
.
Esito
.
Non
volevo
più
saperne
.
Ma
egli
si
era
avviato
,
ed
io
lo
seguo
.
In
fondo
ad
un
corridoio
,
largo
ed
alto
un
metro
,
scorsi
una
paletta
di
ferro
:
somigliava
ad
una
vanga
piantata
nella
terra
.
Ma
il
caldo
era
insopportabile
:
mi
aveva
ridotto
di
una
debolezza
estrema
...
Temevo
di
sentirmi
male
.
Dissi
di
risalire
.
Mi
pareva
che
il
tempo
fosse
lentissimo
.
Lasciai
con
un
certo
piacere
quegli
uomini
.
Pensai
ch
'
io
fossi
un
loro
nemico
,
com
'
essi
erano
a
me
:
ero
diffidente
d
'
ogni
più
piccolo
gesto
.
Entrando
nella
gabbia
mi
sentii
inquieto
.
Il
sorvegliante
non
mi
disse
più
nulla
.
Però
,
a
un
certo
punto
della
salita
,
domandò
sorridendo
:
-
Che
ne
pensa
di
quello
che
ha
veduto
?
Non
ricordo
la
risposta
che
feci
mentalmente
:
era
un
accozzo
di
sentimenti
disparati
e
terribili
.
Perdurava
in
me
la
violenza
delle
sensazioni
.
Ma
risposi
così
,
con
un
sorriso
nervoso
ed
evitando
lo
sguardo
del
mio
compagno
:
-
Io
?
...
Vorrei
che
venissero
a
minare
le
nostre
città
.
E
dentro
di
me
,
ebbi
un
senso
di
timore
.
Mi
parve
di
vedere
una
cosa
lunga
e
bianca
giacere
di
fianco
;
mi
accorsi
che
mi
era
cominciato
a
dolere
la
testa
e
che
respiravo
male
.
19
ottobre
1903
.
PAESAGGIO
D
'
OTTOBRE
.
Sorgono
i
monti
turchini
,
e
in
cima
la
neve
biancheggia
,
come
un
chiaro
di
sogno
veduto
da
lontano
.
Pallidi
i
boschi
,
e
rinchiusi
tra
poggi
che
scendono
a
valle
,
fremon
a
'
venti
freddi
,
con
le
poche
foglie
vizze
.
È
questo
il
mese
maligno
,
che
lascia
squagliare
nel
fango
i
colori
maliardi
,
pieni
di
nostri
amori
.
L
'
anima
ancora
si
spoglia
d
'
orgogli
fioriti
in
estate
:
nuda
,
ricerca
il
sole
tiepido
,
e
aspetta
stanca
,
quasi
ch
'
un
altro
sorriso
le
giunga
,
invitandola
a
amare
.
Passano
in
fretta
donne
meste
,
con
nere
trecce
:
vanno
lontano
a
morire
in
nebbie
giallognole
e
verdi
di
visioni
oppresse
da
la
mestizia
loro
:
sembrano
foglie
travolte
dal
vento
,
avviate
ad
un
lago
;
e
un
riso
di
pezzente
s
'
asconde
dietro
i
tronchi
.
21
ottobre
1903
.
Come
un
ruscello
di
rose
vermiglie
,
che
scorra
olezzante
,
lungo
il
mio
verso
nuoti
radiante
d
'
amore
:
ridono
i
denti
più
bianchi
di
neve
,
la
chioma
respira
dentro
la
luce
,
e
il
cielo
splende
su
la
tua
fronte
.
Chinansi
i
rami
fioriti
di
sopra
al
tuo
corpo
maliardo
da
le
sponde
esultanti
in
desiderii
nuovi
.
Tu
placida
,
non
curante
del
ritmo
,
che
lene
ti
spinge
a
plaghe
di
bellezza
,
stese
ne
la
mia
angoscia
,
socchiudi
gli
occhi
che
sono
due
sogni
dell
'
anima
stanca
e
dolce
t
'
abbandoni
al
murmure
avvolgente
.