Narrativa ,
CAPITOLO
PRIMO
.
Lac
d
'
amour
.
Jeanne
si
posò
aperto
sulle
ginocchia
il
volumetto
sottile
che
stava
leggendo
presso
la
finestra
.
Contemplò
pensosa
dentro
la
ovale
acqua
plumbea
dormente
a
'
suoi
piedi
il
passar
delle
nubi
primaverili
che
ad
ora
ad
ora
trascoloravano
la
villetta
,
il
giardino
deserto
,
gli
alberi
dell
'
altra
sponda
,
le
campagne
lontane
,
a
sinistra
il
ponte
,
a
destra
le
quiete
vie
che
si
perdevano
dietro
il
Bèguinage
,
e
i
tetti
acuti
della
grande
mistica
morta
,
Bruges
.
Ah
se
quella
Intruse
di
cui
stava
leggendo
,
se
quella
funerea
visitatrice
movesse
ora
,
invisibile
,
per
la
città
sepolcrale
,
se
le
rughe
brevi
dell
'
acqua
plumbea
fossero
l
'
orma
sua
,
s
'
ella
toccasse
già
la
riva
,
la
soglia
della
villetta
,
con
il
suo
sospirato
dono
di
sonno
eterno
!
Suonarono
le
cinque
;
su
su
,
presso
le
bianche
nubi
,
magiche
voci
d
'
innumerevoli
campane
cantarono
sopra
le
case
,
le
piazze
,
le
vie
di
Bruges
il
malinconico
incantesimo
che
ne
eterna
il
sopore
.
Jeanne
si
sentì
su
gli
occhi
due
mani
fresche
,
un
'
aura
profumata
sul
viso
,
e
sui
capelli
un
alito
,
un
sussurro
"
encore
une
intruse
!
"
un
bacio
.
Non
parve
sorpresa
.
Alzò
la
mano
ad
accarezzare
il
viso
chino
sopra
di
lei
e
disse
solamente
:
"
Addio
,
Noemi
.
Magari
fossi
tu
l
'
Intruse
!
"
La
signorina
Noemi
non
intese
.
"
Magari
?
"
diss
'
ella
.
"
È
italiano
,
questo
?
Non
è
arabo
?
Spiegati
subito
.
"
Jeanne
si
alzò
.
"
Non
capiresti
lo
stesso
"
diss
'
ella
con
un
sorriso
triste
.
"
Dobbiamo
fare
il
nostro
esercizio
di
conversazione
italiana
,
adesso
?
"
"
Ma
,
prego
!
"
"
Dove
sei
andata
con
mio
fratello
?
"
"
All
'
Ospitale
di
S
.
Giovanni
a
salutare
Memling
.
"
"
Bene
,
parla
di
Memling
.
-
No
,
prima
dimmi
se
Carlino
ti
ha
fatto
dichiarazioni
.
"
La
signorina
rise
.
"
Sì
,
mi
ha
dichiarato
la
guerra
e
io
gli
.
"
"
E
io
a
lui
,
si
dice
.
-
Vorrei
che
s
'
innamorasse
di
te
"
soggiunse
Jeanne
,
seria
.
La
signorina
aggrottò
le
ciglia
.
"
Io
non
vorrei
"
diss
'
ella
.
"
Perché
?
Non
è
simpatico
?
Non
ha
spirito
?
Non
è
colto
?
Non
è
distinto
?
Ed
è
anche
ricco
,
poi
,
sai
.
Disprezziamo
pure
la
ricchezza
,
ma
è
una
cosa
comoda
.
"
Noemi
d
'
Arxel
posò
le
mani
sulle
spalle
dell
'
amica
e
la
guardò
nelle
pupille
.
Gli
azzurri
occhi
erano
gravi
e
tristi
.
I
bruni
occhi
indagati
sostenevano
quello
sguardo
con
fermezza
lampeggiante
a
vicenda
di
sfida
,
di
cruccio
e
di
riso
.
"
Intanto
"
disse
la
signorina
"
il
signor
Carlino
mi
piace
per
vedere
Memling
,
per
suonare
a
quattro
mani
musica
classica
e
anche
per
farmi
leggere
Kempis
,
benché
questo
suo
nuovo
amore
di
Kempis
pare
una
profanazione
pensando
che
crede
niente
.
Je
suis
catholique
autant
qu
'
on
peut
l
'
être
lorsqu
'
on
ne
l
'
est
pas
,
eppure
quando
sento
un
miscredente
come
tuo
fratello
leggere
Kempis
così
bene
,
perdo
quasi
anche
la
mia
fede
cristiana
!
Gli
voglio
poi
bene
perché
è
tuo
fratello
,
ma
è
tutto
!
Oh
,
questa
signora
Jeanne
Dessalle
dice
qualche
volta
cose
...
cose
...
!
Non
so
,
non
so
,
non
so
.
Ma
warte
nur
,
du
Räthsel
,
mi
diceva
la
mia
istitutrice
.
Aspetta
,
enigma
!
"
"
Cosa
devo
aspettare
?
"
Noemi
cinse
di
un
braccio
il
collo
dell
'
amica
:
"
Io
ti
sonderò
l
'
anima
con
una
sonda
che
porterà
su
perle
tanto
grandi
,
tanto
belle
e
anche
forse
qualche
alga
,
qualche
poco
di
fango
del
fondo
e
forse
una
piccolissima
pi
uvre."
"
Non
mi
conosci
"
replicò
Jeanne
.
"
Sei
la
sola
persona
,
fra
i
miei
amici
,
che
non
mi
conosce
.
"
"
Già
,
solamente
quelli
che
ti
adorano
ti
conoscono
,
penso
io
,
eh
?
Oh
sì
,
questa
è
una
mania
che
hai
,
di
credere
che
tutta
la
gente
ti
adora
.
"
Jeanne
fece
la
solita
boccuccia
di
bambina
infastidita
.
"
Che
sciocca
!
"
diss
'
ella
.
E
subito
corresse
la
parola
con
un
bacio
e
una
smorfia
,
mezzo
sorriso
,
mezzo
lamento
.
"
Le
donne
!
"
riprese
.
"
Le
donne
,
ti
ho
sempre
detto
,
mi
adorano
!
Vuoi
dire
che
non
mi
adori
,
tu
?
"
"
Mais
point
du
tout
!
"
esclamò
Noemi
.
Jeanne
brillò
negli
occhi
di
malizia
e
di
dolcezza
:
"
In
italiano
si
dice
:
sì
,
di
tutto
cuore
!
"
I
fratelli
Dessalle
avevano
passato
l
'
estate
precedente
a
Maloja
,
Jeanne
studiandosi
di
essere
una
compagna
gradevole
,
nascondendo
quanto
poteva
la
sua
insanabile
piaga
;
Carlino
cercando
,
nelle
ore
mistiche
,
a
Sils
Maria
e
nei
dintorni
,
le
traccie
di
Nietzsche
,
farfalleggiando
nelle
ore
mondane
di
dama
in
dama
,
pranzando
spesso
a
S
.
Moritz
e
persino
a
Pontresina
,
facendo
musica
con
un
addetto
militare
dell
'
ambasciata
germanica
di
Roma
e
con
Noemi
d
'
Arxel
,
discorrendo
di
religione
con
la
sorella
e
il
cognato
di
lei
.
Le
due
sorelle
d
'
Arxel
,
orfane
,
erano
belghe
di
nascita
,
olandesi
di
origine
e
protestanti
.
La
maggiore
di
esse
,
Maria
,
aveva
sposato
,
dopo
un
idillio
singolare
e
poetico
,
il
vecchio
pensatore
italiano
Giovanni
Selva
,
che
sarebbe
popolare
in
Italia
se
gl
'
italiani
avessero
maggiore
interesse
per
gli
studi
religiosi
;
poiché
il
Selva
è
forse
il
più
legittimo
rappresentante
italiano
del
cattolicesimo
progressista
.
Maria
si
era
fatta
cattolica
prima
del
matrimonio
.
I
Selva
passavano
l
'
inverno
a
Roma
,
il
resto
dell
'
anno
a
Subiaco
.
Noemi
,
serbatasi
fedele
alla
religione
de
'
suoi
padri
,
alternava
Bruxelles
con
l
'
Italia
.
Ora
la
vecchia
istitutrice
,
colla
quale
viveva
,
era
morta
a
Bruxelles
da
un
mese
,
alla
fine
di
marzo
.
Né
Giovanni
Selva
né
sua
moglie
avevano
potuto
,
per
una
indisposizione
del
primo
,
venire
ad
assistere
Noemi
in
quei
frangenti
.
Jeanne
Dessalle
,
che
si
era
legata
particolarmente
a
Noemi
,
aveva
persuaso
il
fratello
a
un
viaggio
nel
Belgio
,
da
lui
non
conosciuto
,
e
quindi
offerto
ai
Selva
di
recarsi
a
Bruxelles
in
loro
vece
.
Così
era
avvenuto
che
Noemi
si
trovasse
con
i
Dessalle
a
Bruges
verso
la
fine
di
aprile
.
Vi
abitavano
una
villetta
in
riva
al
breve
specchio
d
'
acqua
che
chiamano
Lac
d
'
amour
.
Carlino
si
era
innamorato
di
Bruges
e
particolarmente
del
Lac
d
'
amour
come
titolo
di
un
romanzo
che
andava
sognando
di
scrivere
,
senza
tenerne
ancora
in
mente
molto
più
che
la
compiacenza
profetica
di
aver
mostrato
al
mondo
uno
squisito
e
originale
magistero
di
arte
.
"
En
tout
cas
"
replicò
Noemi
"
di
tutto
cuore
,
no
!
"
"
Perché
?
"
"
Perché
il
mio
cuore
lo
sto
dedicando
a
un
'
altra
persona
.
"
"
A
chi
?
"
"
A
un
frate
.
"
Jeanne
trasalì
,
e
Noemi
,
confidente
dell
'
amica
,
del
suo
insanabile
amore
per
l
'
uomo
scomparso
,
probabilmente
sepolto
in
qualche
ignota
solitudine
claustrale
,
tremò
di
aver
sbagliato
il
tôno
dell
'
esordio
di
un
discorso
che
aveva
in
mente
.
"
A
proposito
,
Memling
!
"
diss
'
ella
arrossendo
forte
.
"
Dobbiamo
parlare
di
Memling
!
"
Lo
disse
in
francese
e
Jeanne
le
sussurrò
:
"
Sai
che
devi
parlare
italiano
.
"
Gli
occhi
suoi
erano
così
tristi
e
amari
che
Noemi
non
parlò
italiano
,
le
disse
,
ancora
in
francese
,
tante
cose
tenere
,
implorò
una
parola
buona
,
un
bacio
,
ebbe
l
'
una
e
l
'
altro
.
Non
riuscì
a
rasserenare
Jeanne
che
tuttavia
,
blandendo
a
due
mani
l
'
amica
lungo
l
'
arco
dei
capelli
e
guardando
il
proprio
lavoro
amoroso
,
le
diceva
piano
che
non
temesse
di
averla
ferita
.
Triste
,
sì
,
lo
era
.
Che
novità
!
Vero
,
gaia
non
era
mai
,
Noemi
lo
ammise
;
oggi
però
le
nuvole
interne
parevano
più
dense
.
Colpa
della
Intruse
,
forse
.
Jeanne
fece
"
proprio
!
"
con
un
viso
e
un
accento
che
significavano
come
l
'
Intruse
colpevole
della
sua
malinconia
non
fosse
quella
immaginaria
del
libro
ma
la
Falciatrice
terribile
in
persona
.
"
Ho
avuto
una
lettera
dall
'
Italia
"
diss
'
ella
dopo
aver
debolmente
resistito
alle
domande
pressanti
di
Noemi
.
"
È
morto
don
Giuseppe
Flores
.
"
Flores
?
Chi
era
?
Noemi
non
lo
ricordava
più
e
Jeanne
la
rimproverò
con
acerbità
,
come
se
una
tale
smemoratezza
la
rendesse
indegna
del
suo
ufficio
di
confidente
.
Don
Giuseppe
Flores
era
il
vecchio
prete
veneto
che
le
aveva
portato
a
villa
Diedo
l
'
ultimo
messaggio
di
Piero
Maironi
.
Ella
lo
aveva
creduto
consigliere
all
'
amante
della
sua
uscita
dal
mondo
e
non
le
era
bastato
di
fargli
un
'
accoglienza
gelida
,
lo
aveva
trafitto
di
allusioni
ironiche
all
'
azione
sua
,
proprio
degna
di
un
ministro
della
infinita
Pietà
.
Il
vecchio
le
aveva
risposto
con
tanto
lume
,
nelle
parole
gravi
e
soavi
,
di
sapienza
spirituale
,
il
suo
bel
viso
si
era
fatto
,
parlando
,
così
augusto
,
ch
'
ella
aveva
finito
con
domandargli
perdono
e
pregarlo
di
venire
qualche
volta
da
lei
.
C
'
era
infatti
ritornato
due
volte
e
mai
ella
non
s
'
era
trovata
in
casa
.
Allora
lo
aveva
visitato
lei
nella
sua
villa
solitaria
e
di
quella
visita
,
di
quella
conversazione
col
vecchio
tanto
alto
d
'
intelletto
,
tanto
umile
di
cuore
,
tanto
caldo
nell
'
anima
,
tanto
verecondo
e
quasi
timido
nella
parola
,
serbava
ricordi
non
cancellabili
.
Egli
era
morto
,
le
scrivevano
,
donandosi
dolcemente
alla
Divina
Volontà
.
Poco
prima
di
morire
,
durante
una
notte
intera
,
aveva
sognato
senza
tregua
le
parole
del
servo
fedele
nella
parabola
dei
talenti
:
"
ecce
superlucratus
sum
alia
quinque
"
e
l
'
ultima
voce
era
stata
:
"
non
fiat
voluntas
mea
sed
tua
.
"
Chi
le
aveva
scritto
non
sapeva
che
,
malgrado
certi
turbamenti
del
senso
interno
,
malgrado
certi
assalti
di
desideri
religiosi
,
Jeanne
respingeva
,
tanto
inesorabilmente
quanto
in
passato
,
Iddio
e
l
'
immortalità
umana
come
illusioni
eterne
,
ch
'
ella
andava
di
quando
in
quando
a
messa
per
non
darsi
l
'
aria
spiacente
di
libera
pensatrice
e
non
per
altro
.
Ella
non
raccontò
a
Noemi
quei
particolari
della
morte
di
don
Giuseppe
,
ma
li
ripensava
con
l
'
oscuro
senso
,
mortalmente
amaro
,
di
una
ben
altra
sorte
che
le
sarebbe
toccata
s
'
ella
pure
avesse
potuto
credere
così
;
perché
in
fondo
all
'
anima
di
Piero
Maironi
vi
era
sempre
stata
una
religiosità
atavica
e
oggi
ella
era
convinta
che
confessandogli
,
la
sera
dell
'
eclissi
,
di
non
credere
,
aveva
scritto
la
propria
sventura
nel
libro
del
destino
.
E
pensava
un
'
altra
taciuta
parte
angosciosa
della
lettera
venuta
dall
'
Italia
.
Si
vedeva
il
suo
soffrire
benché
non
lo
dicesse
.
Noemi
le
posò
,
le
fermò
silenziosamente
le
labbra
in
fronte
,
vi
sentì
l
'
occulto
dolore
che
accettava
la
sua
pietà
,
si
sciolse
infine
dal
bacio
lenta
lenta
,
quasi
temendo
guastar
qualche
delicato
filo
tra
le
congiunte
anime
,
mormorò
:
"
Forse
questo
vecchio
buono
sapeva
dove
....
Credi
che
fosse
in
relazione
...
?
"
Jeanne
accennò
di
no
.
Nel
settembre
successivo
al
luglio
doloroso
il
suo
disgraziato
marito
era
morto
a
Venezia
,
di
delirium
tremens
.
Ella
era
andata
a
villa
Flores
nell
'
ottobre
e
là
nello
stesso
giardino
dove
anche
la
marchesa
Scremin
era
venuta
aprendo
a
Don
Giuseppe
il
suo
povero
vecchio
cuore
tribolato
,
gli
aveva
espresso
il
desiderio
che
Piero
sapesse
di
questa
morte
,
sapesse
di
poter
pensare
a
lei
,
se
ciò
gli
avvenisse
mai
,
senza
ombra
di
colpa
.
Don
Giuseppe
l
'
aveva
prima
dolcemente
sconsigliata
dal
perdersi
dietro
a
quel
sogno
,
e
poi
le
aveva
detto
,
con
sincerità
intera
,
che
nessuna
notizia
gli
era
pervenuta
mai
di
Piero
dal
giorno
della
sua
scomparsa
.
Temendo
altre
domande
,
schiva
di
sentirsi
toccar
la
ferita
da
mani
inesperte
,
Jeanne
desiderò
uscire
dall
'
argomento
.
"
Raccontami
pure
del
tuo
frate
"
diss
'
ella
.
Ma
proprio
allora
si
udì
nell
'
anticamera
la
voce
di
Carlino
.
"
Adesso
no
"
rispose
Noemi
.
"Stasera."
Carlino
entrò
,
fasciato
il
collo
di
seta
bianca
,
brontolando
contro
il
Lac
d
'
amour
che
infine
era
una
grandissima
corbellatura
,
e
infettava
poi
anche
l
'
aria
di
piccole
creature
odiose
,
velenose
per
le
sue
tonsille
.
"
Già
"
diss
'
egli
.
"
L
'
amore
stesso
non
vale
meglio
.
"
Noemi
gli
volle
proibire
di
parlar
dell
'
amore
.
Lui
,
parlarne
,
che
non
lo
intendeva
!
Carlino
la
ringraziò
.
Stava
appunto
per
innamorarsi
di
lei
,
ne
aveva
avuto
una
paura
enorme
.
Queste
parole
venute
presto
presto
dopo
l
'
apparizione
di
certa
disordinata
piuma
sopra
un
cappello
detestabile
e
dopo
certa
frase
molto
borghesemente
ammirativa
su
quel
povero
diavolo
noioso
di
Mendelssohn
,
lo
avevano
salvato
à
jamais
.
I
due
si
scambiarono
altre
impertinenze
e
Carlino
fu
tanto
brioso
malgrado
le
tonsille
infette
,
che
la
signorina
d
'
Arxel
lo
felicitò
per
il
suo
romanzo
.
"
Si
capisce
che
va
bene
"
diss
'
ella
.
"
Che
!
Punto
!
"
rispose
il
romanziere
.
Non
andava
punto
bene
,
anzi
aveva
dato
nelle
secche
di
una
situazione
disperata
.
Lo
sapeva
l
'
esofago
dell
'
autore
che
ci
aveva
lì
due
personaggi
incapaci
di
scendere
e
di
risalire
,
uno
grasso
e
buono
,
l
'
altro
sottile
e
pungente
,
similissimo
alla
signorina
d
'
Arxel
.
Gli
pareva
di
aver
inghiottito
insieme
un
fico
e
un
'
ape
,
come
certo
disgraziato
contadino
toscano
che
n
'
era
morto
in
quei
giorni
.
L
'
ape
capì
che
aveva
voglia
di
parlarne
,
lo
punse
e
lo
ripunse
tanto
che
infatti
ne
parlò
.
Il
suo
romanzo
poggiava
sopra
un
caso
curioso
di
contagio
spirituale
.
Il
protagonista
era
un
prete
francese
di
ottant
'
anni
,
pio
,
puro
e
dotto
.
Francese
?
Perché
francese
?
Ma
!
Perché
il
personaggio
abbisognava
di
certo
colore
di
fantasia
poetica
,
di
certa
mobilità
sentimentale
e
queste
belle
cose
non
si
trovano
in
un
prete
italiano
,
secondo
Carlino
,
a
sgusciarne
mille
.
Accadeva
un
giorno
a
questo
prete
di
confessare
un
uomo
di
grande
ingegno
,
combattuto
da
terribili
dubbi
circa
la
fede
.
A
confessione
finita
il
penitente
se
n
'
andava
tranquillo
e
il
confessore
rimaneva
scosso
nelle
credenze
proprie
.
Qui
doveva
seguire
un
'
analisi
minuta
e
lunga
dei
successivi
stati
di
coscienza
di
questo
vecchio
,
che
aspettava
la
morte
di
giorno
in
giorno
con
lo
sgomento
di
uno
scolare
il
quale
attenda
nell
'
anticamera
della
scuola
il
suo
turno
di
esame
e
non
si
trovi
più
in
testa
niente
.
Egli
capita
a
Bruges
.
Qui
l
'
ostile
interruttrice
esclamò
:
"
A
Bruges
?
Perché
?
"
"
Perché
io
sono
il
suo
Papa
"
rispose
Carlino
"
e
lo
mando
dove
voglio
.
Perché
a
Bruges
c
'
è
un
silenzio
di
anticamera
dell
'
Eternità
e
quel
carillon
,
che
in
fondo
comincia
a
seccarmi
,
può
anche
passare
per
un
richiamo
di
angeli
.
Finalmente
perché
a
Bruges
c
'
è
una
signorina
brunetta
,
sottile
,
alta
e
che
si
può
anche
dire
intelligente
benché
parli
l
'
italiano
male
e
non
capisca
la
musica
.
"
Noemi
porse
le
labbra
e
arricciò
il
naso
.
"
Che
sciocchezza
!
"
diss
'
ella
.
Carlino
proseguì
dicendo
che
non
sapeva
ancora
come
,
ma
che
insomma
,
in
qualche
modo
,
la
brunetta
sarebbe
diventata
penitente
del
vecchio
prete
.
Noemi
protestò
ridendo
:
come
mai
?
allora
non
era
lei
!
Un
'
eretica
?
Confessarsi
?
Carlino
si
strinse
nelle
spalle
.
Dramma
di
follia
più
,
dramma
di
follia
meno
,
protestantesimo
e
cattolicismo
erano
la
stessa
cosa
.
Dunque
il
vecchio
prete
ritroverebbe
la
sua
fede
antica
nel
contatto
di
quella
semplice
e
sicura
di
lei
.
Qui
Carlino
aperse
una
parentesi
nel
suo
racconto
per
confessare
che
veramente
non
sapeva
che
qualità
di
fede
avesse
Noemi
.
Ella
arrossì
,
rispose
che
aveva
la
fede
protestante
.
Protestante
,
sì
;
ma
semplice
?
Ma
sicura
?
Noemi
s
'
impazientì
.
"
Insomma
sono
protestante
"
diss
'
ella
"
e
Lei
non
si
occupi
della
mia
fede
!
"
In
fatto
Noemi
era
molto
ferma
nella
propria
religione
non
per
virtù
di
ragionamenti
ma
per
affetto
riverente
alla
memoria
dei
genitori
;
e
in
cuor
suo
non
aveva
approvato
la
conversione
della
sorella
.
Carlino
tirò
avanti
.
Una
influenza
mistica
del
sesso
conduce
il
vecchio
a
ricercare
un
'
armonia
di
anime
con
la
fanciulla
.
"
Che
pasticcio
!
"
fece
Noemi
con
il
solito
atto
delle
labbra
.
E
Carlino
tirò
imperterrito
avanti
.
Il
fine
,
il
nuovo
,
lo
squisito
del
suo
libro
era
l
'
analisi
appunto
di
questa
recondita
influenza
del
sesso
sul
vecchio
prete
e
anche
sulla
fanciulla
.
"
Carlino
!
"
fece
Jeanne
.
"
Cosa
ti
viene
in
mente
?
Un
vecchio
di
ottant
'
anni
?
"
Carlino
guardò
in
aria
come
per
dire
a
qualche
invisibile
amico
superiore
:
"
Non
capiscono
niente
!
"
Il
suo
desiderio
era
d
'
invecchiare
ancora
il
prete
e
dargliene
novanta
degli
anni
,
farne
una
specie
di
essere
intermedio
fra
l
'
uomo
e
lo
spirito
,
che
avesse
negli
occhi
le
profondità
nebulose
delle
cose
eterne
imminenti
.
E
la
signorina
avrebbe
nel
sangue
quella
misteriosa
inclinazione
ai
vecchi
,
non
rarissima
nel
suo
sesso
,
ch
'
è
il
vero
stigma
della
nobiltà
femminile
,
per
il
quale
la
donna
si
distingue
dalla
femmina
.
Carlino
si
sentiva
in
mente
delle
cose
divine
a
dire
su
questo
mistico
senso
che
attrae
la
fanciulla
di
ventiquattro
anni
verso
l
'
uomo
di
novanta
,
sacerdote
,
quasi
già
eternato
,
diafano
,
non
però
curvo
né
tremolo
né
infiacchito
nella
voce
.
Si
vedono
di
questi
vecchioni
che
lo
spirito
alto
erige
,
invitti
dal
tempo
.
Ma
come
finirebbe
poi
tutto
ciò
?
Né
Noemi
né
Jeanne
sapevano
immaginarlo
.
Eh
già
,
Carlino
lo
aveva
ben
detto
fino
dal
principio
,
il
fico
e
l
'
ape
che
non
potevano
né
scendere
né
risalire
.
Se
ne
consolava
però
.
Questa
necessità
di
finire
,
in
fondo
,
è
un
pregiudizio
da
droghiere
.
Cosa
finisce
mai
al
mondo
?
Va
bene
,
dicevano
le
signore
,
ma
il
libro
deve
pure
avere
una
fine
.
Oh
certo
!
L
'
ultima
scena
,
di
bellezza
ineffabile
,
sarebbe
una
passeggiata
notturna
,
al
chiaro
di
luna
,
del
prete
e
della
giovine
per
le
vie
di
Bruges
,
dove
le
loro
anime
si
aprirebbero
a
confidenze
quasi
di
amanti
,
a
sogni
quasi
di
profeti
.
I
due
si
troverebbero
a
mezzanotte
davanti
alle
acque
addormentate
del
Lac
d
'
amour
,
ascolterebbero
immobili
il
suono
mistico
del
carillon
sotto
le
nuvole
e
avrebbero
allora
la
rivelazione
vaga
di
una
sessualità
delle
loro
anime
,
di
un
avvenire
di
amore
nella
stella
Fomalhaut
.
"
Perché
mai
proprio
in
Fomalhaut
?
"
esclamò
Noemi
.
"
Lei
è
insopportabile
!
"
rispose
Carlino
.
"
Perché
è
un
nome
delizioso
,
ha
il
suono
di
una
parola
indurita
dal
gelo
tedesco
ma
piena
di
anima
,
che
si
scioglie
nel
sole
di
Oriente
.
"
"
Dio
mio
,
che
chimica
!
A
me
piace
Algol
.
"
"
Lei
e
il
Suo
pastore
andranno
in
Algol
.
"
Noemi
rise
,
e
Carlino
si
appellò
a
Jeanne
.
Quale
stella
preferiva
?
Jeanne
non
sapeva
,
non
aveva
fatto
attenzione
.
Carlino
ne
fu
irritatissimo
,
parve
volerla
rimproverare
non
tanto
della
sua
distrazione
quanto
degli
occulti
pensieri
che
ne
fossero
in
colpa
,
e
,
quasi
temendo
dir
troppo
,
la
mandò
a
meditare
,
a
sognare
,
a
scrivere
la
filosofia
del
fumo
e
delle
nuvole
.
Ma
poi
quand
'
ella
,
niente
malcontenta
,
se
n
'
andava
,
la
richiamò
per
domandarle
se
almeno
avesse
udito
come
il
romanzo
si
sarebbe
chiuso
.
Sì
,
questo
lo
aveva
udito
:
con
una
passeggiata
dell
'
eroina
e
dell
'
eroe
per
Bruges
,
al
chiaro
di
luna
.
"
Bene
"
fece
Carlino
"
siccome
stasera
c
'
è
luna
,
io
ho
bisogno
di
passeggiare
dalle
dieci
a
mezzanotte
con
Noemi
e
te
per
prender
note
.
"
"
Debbo
vestirmi
da
prete
?
"
rispose
Jeanne
,
uscendo
.
Noemi
voleva
seguirla
ma
la
stessa
Jeanne
la
pregò
di
rimanere
.
Rimase
per
dire
a
Carlino
ch
'
egli
era
indegno
di
una
simile
sorella
.
Carlino
andò
a
pescare
nel
portamusica
un
fascicolo
di
Bach
brontolandole
che
lei
non
sapeva
niente
,
non
sapeva
niente
.
Scaramucciarono
alquanto
e
neppure
Bach
li
poté
pacificare
subito
;
per
un
bel
pezzo
tennero
duro
,
anche
suonando
,
a
insolentirsi
,
prima
per
Jeanne
,
poi
per
le
note
sbagliate
.
Finalmente
il
musicale
rivo
limpido
che
le
loro
collere
rompevano
come
sassi
spumeggianti
,
le
soverchiò
,
corse
via
liscio
,
specchiando
cielo
e
idilliache
sponde
.
Jeanne
si
portò
in
camera
l
'
Intruse
,
ma
non
la
lesse
più
.
Anche
la
sua
camera
guardava
il
Lac
d
'
amour
.
Sedette
presso
la
finestra
contemplando
di
là
da
un
ponte
,
di
là
da
vette
spoglie
di
alberi
tondeggianti
fra
casa
e
casa
,
il
fantasma
piramidale
di
una
torre
altissima
velata
di
nebbioline
azzurrognole
.
Udiva
discorrere
pietosamente
la
vena
limpida
di
Bach
e
pensava
a
don
Giuseppe
col
malinconico
senso
di
chi
si
allontana
per
sempre
da
una
casa
diletta
,
e
vi
torna
con
lo
sguardo
ogni
momento
,
e
ad
una
svolta
del
cammino
ne
vede
sparire
l
'
ultimo
angolo
,
l
'
ultima
finestra
.
La
sua
tristezza
aveva
una
viva
punta
inquieta
.
Le
avevano
scritto
che
fra
le
carte
del
morto
si
era
trovato
un
plico
suggellato
con
questa
soprascritta
di
suo
pugno
:
"
da
consegnarsi
per
cura
del
mio
esecutore
testamentario
nelle
mani
di
Monsignor
Vescovo
"
.
L
'
incarico
era
stato
adempiuto
e
voci
uscite
dall
'
episcopio
dicevano
che
fossero
nel
plico
una
lettera
di
don
Giuseppe
a
Sua
Eccellenza
e
una
busta
suggellata
con
la
scritta
di
altra
mano
"
Da
aprirsi
dopo
la
morte
di
Piero
Maironi
.
"
Riferivano
pure
questo
motto
del
Vescovo
:
"
Speriamo
che
il
signor
Piero
Maironi
,
d
'
ignota
dimora
,
ricomparisca
per
farci
sapere
che
è
morto
.
"
Jeanne
ignorava
che
Piero
Maironi
,
prima
della
notte
in
cui
era
fuggito
di
casa
senza
lasciare
traccia
di
sé
,
avesse
consegnato
a
don
Giuseppe
il
racconto
scritto
di
una
visione
della
propria
vita
nel
futuro
e
della
propria
morte
,
visione
pure
ignorata
da
lei
,
avuta
da
Piero
nella
chiesetta
vicina
al
manicomio
dove
sua
moglie
stava
morendo
.
Che
mai
poteva
contenere
la
busta
suggellata
?
Certo
uno
scritto
suo
;
ma
quale
?
Una
confessione
,
probabilmente
,
delle
sue
colpe
.
Il
concetto
e
la
forma
dell
'
atto
rispondevano
bene
al
suo
misticismo
innato
,
al
predominio
della
sua
fantasia
sulla
ragione
,
alla
sua
fisionomia
intellettuale
.
Tre
anni
erano
corsi
dal
giorno
in
cui
Jeanne
,
disperata
,
a
Vena
di
Fonte
Alta
,
si
era
detto
che
non
avrebbe
più
voluto
amare
Piero
e
che
niente
altro
mai
avrebbe
potuto
amare
al
mondo
.
Ancora
lo
amava
così
e
ancora
,
come
in
passato
,
lo
giudicava
col
suo
intelletto
indipendente
dal
cuore
:
indipendenza
cara
al
suo
orgoglio
.
Lo
giudicava
severamente
in
tutte
le
sue
azioni
,
in
tutto
il
suo
contegno
,
dal
momento
in
cui
lo
aveva
conquistato
di
viva
forza
nel
monastero
di
Praglia
sino
al
momento
in
cui
le
loro
labbra
si
erano
congiunte
presso
la
vasca
dell
'
Acqua
Barbarena
.
Egli
si
era
mostrato
incapace
di
amare
,
incapace
di
agire
,
irresoluto
,
femmineo
nella
mobilità
dell
'
animo
.
Ecco
,
lo
era
stato
fino
all
'
ultimo
,
femmineo
;
femmineo
,
inetto
ad
esercitare
alcuna
critica
virile
sul
suo
isterismo
mistico
.
Vi
era
forse
in
questo
giudizio
una
sincerità
imperfetta
,
un
eccesso
di
acerbità
voluto
,
un
proposito
vano
di
ribellione
contro
il
prepotente
,
invincibile
amore
.
Se
si
era
fatto
frate
,
Jeanne
prevedeva
che
si
sarebbe
pentito
.
Era
troppo
sensuale
.
Passato
un
primo
periodo
di
dolore
e
di
fervore
,
la
sensualità
si
sarebbe
risvegliata
,
lo
avrebbe
ricondotto
alla
rivolta
contro
una
fede
radicata
piuttosto
nel
sentimento
e
nelle
abitudini
dell
'
età
prima
che
nell
'
intelletto
.
Ma
si
era
veramente
fatto
frate
?
Jeanne
pensò
che
la
torre
colossale
di
Notre
Dame
colla
sua
sottile
punta
saettata
nel
cielo
,
e
le
mura
tristi
del
Béguinage
,
e
il
povero
stagnante
scuro
Lac
d
'
amour
,
e
lo
stesso
silenzio
solenne
della
città
morta
le
significassero
di
sì
,
ma
che
sarebbe
superstizioso
di
creder
loro
.
"
Dove
andiamo
?
"
chiese
Jeanne
,
alle
dieci
,
mettendo
i
guanti
,
mentre
Carlino
,
dato
a
tenere
a
Noemi
un
capo
della
sua
sciarpa
sesquipedale
ben
tesa
,
se
ne
fermava
l
'
altro
all
'
occipite
e
rotava
poi
sul
suo
proprio
asse
come
un
fuso
,
sino
al
farsi
il
collo
più
grosso
della
testa
.
"
E
il
prete
di
novant
'
anni
ho
proprio
a
esser
io
?
"
Carlino
si
arrabbiò
perché
Noemi
rideva
e
non
teneva
tesa
a
dovere
la
sciarpa
.
"
Tu
o
lei
non
importa
"
rispose
,
quando
Noemi
,
fermatagli
la
sciarpa
con
uno
spillo
,
licenziò
il
romanziere
in
fasce
.
"
E
andate
dove
volete
!
Purché
adesso
si
vada
verso
il
centro
e
si
ritorni
per
l
'
altro
lato
del
Lac
d
'
amour
.
E
parlate
di
qualche
cosa
che
v
'
interessi
molto
.
"
"
Presente
Lei
?
"
fece
Noemi
.
"
Com
'
è
possibile
?
"
Carlino
le
spiegò
che
non
si
sarebbe
accompagnato
a
loro
,
che
le
avrebbe
seguite
col
taccuino
e
la
matita
alla
mano
.
Bisognava
però
che
sostassero
di
tratto
in
tratto
a
piacer
suo
,
e
che
,
s
'
egli
significasse
loro
qualche
altra
sua
volontà
,
obbedissero
.
"
Va
bene
"
disse
Noemi
.
"
Intanto
andiamo
al
Quai
du
Rosaire
a
vedere
i
cigni
.
"
Si
avviarono
verso
Notre
Dame
,
Carlino
dietro
le
signore
,
a
venti
passi
.
In
principio
fu
un
continuo
battibecco
,
per
le
vie
deserte
,
fra
l
'
avanguardia
e
la
retroguardia
.
L
'
avanguardia
camminava
troppo
forte
,
e
Carlino
:
"
A
novant
'
anni
?
A
novant
'
anni
?
"
oppure
rideva
,
e
Carlino
:
"
Ma
che
fate
?
Ma
che
fate
?
Zitto
!
"
oppure
si
fermava
a
guardare
una
chiesa
antica
,
le
cuspidi
,
i
pinnacoli
strani
al
chiaro
di
luna
,
il
cimitero
accanto
alla
chiesa
e
Carlino
:
"
Ma
parlate
,
discorrete
,
fate
qualche
gesto
!
Niente
il
naso
all
'
aria
!
"
Dall
'
avanguardia
venivano
le
ribellioni
;
le
più
acerbe
,
da
Noemi
.
Ella
si
voltò
sul
Dyver
battendo
i
piedi
e
protestando
di
volersene
ritornare
a
casa
se
il
noiosissimo
romanziere
in
fasce
non
la
smetteva
con
i
suoi
comandi
e
rimbrotti
.
Allora
Jeanne
le
sussurrò
:
"
Parlami
del
tuo
frate
.
"
"
Ah
,
il
frate
,
sì
!
"
rispose
Noemi
e
gridò
a
Carlino
che
l
'
avrebbero
accontentato
ma
che
stesse
più
lontano
.
Dal
quai
du
Rosaire
non
si
vedevano
più
i
cigni
che
Noemi
aveva
scôrti
la
mattina
pavoneggiarsi
nel
canale
,
turbandovi
con
le
scie
lente
i
languidi
spettri
di
quell
'
accozzaglia
di
case
e
casucce
che
levano
dall
'
acqua
,
come
bestie
satolle
,
le
lunghe
facce
orecchiute
,
e
guardano
stupide
,
quale
a
un
verso
,
quale
a
un
altro
,
nella
custodia
dell
'
imminente
torrione
delle
Halles
.
Ora
la
luna
batteva
di
sghembo
alle
case
,
stampava
sulle
une
l
'
ombra
delle
altre
,
e
glorificava
comignoli
e
pinnacoli
,
l
'
aguzzo
cappello
da
mago
caldeo
di
una
vecchia
torricciula
,
e
sopra
la
intera
scena
il
sublime
diadema
ottagonale
della
torre
possente
;
ma
non
toccava
l
'
acqua
nera
.
Tuttavia
Jeanne
e
Noemi
,
chine
sulla
sbarra
del
parapetto
,
guardarono
a
lungo
,
Noemi
parlando
sempre
,
nell
'
acqua
nera
;
tanto
a
lungo
che
Carlino
ebbe
tempo
di
riempire
tre
o
quattro
pagine
del
suo
taccuino
e
anche
di
disegnare
i
fregi
onde
un
ambizioso
mercante
brugitano
cinse
sulla
facciata
della
propria
casa
cifre
dell
'
anno
memorabile
1716
,
in
cui
fu
veduta
per
la
prima
volta
dal
sole
,
dalla
luna
e
dagli
astri
.
Il
frate
era
un
benedettino
del
monastero
di
Santa
Scolastica
in
Subiaco
.
Si
chiamava
don
Clemente
.
Era
un
conoscente
dei
Selva
.
Giovanni
lo
aveva
incontrato
la
prima
volta
per
caso
sul
sentiero
di
Spello
,
presso
certe
rovine
.
Gli
aveva
chiesto
della
via
,
eran
venuti
a
discorrere
.
Mostrava
aver
passato
di
poco
i
trent
'
anni
,
aveva
modi
e
aspetto
signorili
.
Il
discorso
era
stato
prima
delle
rovine
,
poi
dei
monasteri
e
della
Regola
,
poi
di
religione
.
Dalla
stessa
voce
del
benedettino
spirava
come
un
aroma
di
santità
.
Si
sentiva
però
in
lui
uno
spirito
avido
del
sapere
e
del
pensiero
moderno
.
Si
erano
lasciati
col
desiderio
reciproco
e
la
promessa
di
rivedersi
.
A
Giovanni
era
stata
benefica
l
'
aura
spirituale
del
giovine
monaco
illuminato
nel
viso
da
una
bellezza
interna
;
e
il
giovine
monaco
aveva
sentito
il
fascino
della
cultura
religiosa
di
Giovanni
,
degli
orizzonti
che
la
breve
conversazione
aveva
pure
aperti
alla
sua
fede
cupida
di
lume
razionale
.
Giovanni
aveva
inteso
parlare
a
Subiaco
di
un
giovine
di
nascita
nobile
,
venuto
a
vestir
l
'
abito
benedettino
in
Santa
Scolastica
per
morte
di
una
donna
amata
.
Non
dubitava
che
fosse
lui
.
Ne
aveva
poi
chiesto
ad
altri
monaci
senza
poterne
cavar
niente
.
Ma
si
erano
riveduti
più
volte
e
trattenuti
lungamente
insieme
.
Giovanni
aveva
prestato
dei
libri
a
don
Clemente
e
don
Clemente
era
venuto
a
casa
Selva
,
aveva
conosciuto
Maria
.
Si
era
rivelato
musicista
,
aveva
suonato
un
"
Salmo
dell
'
aurora
"
composto
da
lui
per
organo
e
canto
,
dopo
aver
udito
Selva
paragonare
il
lento
manifestarsi
del
sole
,
dal
primo
punto
rutilante
fra
i
vapori
alla
gloria
trionfale
del
mezzogiorno
,
con
il
manifestarsi
lento
di
Dio
dal
fumo
lampeggiante
intorno
agli
alti
dirupi
del
Sinai
fino
alla
gloria
trionfale
che
ancora
tutta
non
si
è
svolta
nello
spirito
dell
'
uomo
.
Un
'
altra
volta
Giovanni
gli
aveva
proposta
certa
questione
già
da
lui
dibattuta
con
Noemi
:
se
le
anime
umane
all
'
uscir
di
questa
vita
sieno
subito
fatte
conscie
della
loro
sorte
futura
.
La
risposta
di
don
Clemente
era
stata
che
dopo
la
morte
...
A
questo
punto
della
narrazione
di
Noemi
,
Carlino
domandò
se
dovesse
piantare
lì
tre
tabernacoli
per
passarvi
la
notte
.
Le
signore
si
rizzarono
e
si
avviarono
per
la
rue
des
Laines
.
"
La
risposta
"
riprese
Noemi
"
era
stata
che
probabilmente
dopo
la
morte
le
anime
umane
si
troveranno
in
uno
stato
e
in
un
ambiente
regolati
da
leggi
naturali
come
in
questa
vita
;
dove
,
come
in
questa
vita
,
l
'
avvenire
potrà
prevedersi
per
indizi
,
senza
certezza
.
"
Un
viandante
,
che
avevano
incontrato
all
'
entrata
della
stretta
via
tenebrosa
,
tornò
indietro
e
ripassando
accanto
alle
signore
,
le
guardò
fisso
.
Jeanne
pretese
di
aver
paura
di
quell
'
uomo
,
si
fermò
,
chiamò
Carlino
,
propose
di
ritornare
a
casa
.
La
sua
voce
era
veramente
alterata
ma
Carlino
non
poteva
credere
che
avesse
paura
.
Paura
di
che
?
Non
vedeva
là
davanti
,
a
pochi
passi
,
i
lumi
della
Grande
Place
?
Egli
conosceva
,
del
resto
,
quell
'
uomo
e
lo
avrebbe
posto
nel
suo
romanzo
.
Era
il
fratello
di
Edith
dal
collo
di
cigno
,
ora
spirito
delle
tenebre
,
condannato
a
vagare
la
notte
per
le
vie
di
Bruges
,
in
pena
di
avere
tentata
la
seduzione
di
Santa
Gunhild
,
sorella
di
re
Harold
.
Ogni
volta
che
Carlino
si
era
avventurato
la
notte
per
i
quartieri
più
deserti
di
Bruges
,
aveva
veduto
aggirarvisi
come
a
caso
quell
'
uomo
sinistro
.
"
Bel
modo
"
fece
Noemi
"
di
rassicurare
la
gente
!
"
Carlino
si
strinse
nelle
spalle
e
dichiarò
che
l
'
incontro
era
stato
fortunato
perché
gli
aveva
fatto
venire
in
mente
il
nome
di
Gunhild
per
la
sua
eroina
,
Noemi
essendo
un
nome
da
suocera
.
Nell
'
ombra
nera
delle
Halles
enormi
,
torreggianti
da
manca
sulla
via
,
l
'
uomo
sinistro
ritornato
sui
suoi
passi
sfiorò
quasi
il
fianco
di
Jeanne
che
stavolta
rabbrividì
davvero
.
In
quel
mentre
le
innumerevoli
campane
suonarono
fra
le
nubi
sopra
il
suo
capo
.
Ella
strinse
convulsivamente
,
senza
parlare
,
il
braccio
di
Noemi
.
Attraversarono
la
piazza
in
silenzio
.
Carlino
le
mise
per
una
via
a
sinistra
,
pure
deserta
ma
tutta
chiara
della
luna
imminente
ai
dentati
culmini
bruni
delle
case
.
Jeanne
mormorò
alla
sua
compagna
:
"
Affrettiamo
,
ritorniamo
a
casa
presto
"
.
Ma
Carlino
,
udendo
un
suono
di
musica
da
ballo
venire
dall
'
Hôtel
de
Flandre
,
ordinò
loro
di
fermarsi
e
diede
di
piglio
al
taccuino
.
Noemi
stava
dicendo
qualche
cosa
sull
'
Hôtel
de
Flandre
dove
aveva
alloggiato
anni
prima
,
quando
Jeanne
le
domandò
di
scatto
:
"
È
Maria
che
ti
scrive
una
storia
tanto
lunga
?
"
Noemi
rispose
,
non
sorpresa
ma
piuttosto
trepidante
:
"
Sì
,
Maria
.
"
"
Non
capisco
,
"
replicò
Jeanne
"
perché
si
sia
presa
tutta
questa
briga
.
"
Noemi
non
rispose
.
Carlino
diede
l
'
ordine
di
rimettersi
in
cammino
.
S
'
incamminarono
e
Noemi
non
parlava
.
"
Eh
?
"
riprese
Jeanne
.
"
Perché
si
sarà
presa
tutta
questa
briga
?
"
Noemi
non
parlò
.
Jeanne
le
scosse
il
braccio
che
teneva
ancora
.
"
Non
rispondi
?
Cosa
pensi
?
"
Benché
ambedue
,
ora
,
tacessero
,
non
udirono
Carlino
che
gridava
di
piegare
a
sinistra
.
Egli
sopraggiunse
arrabbiato
,
le
spinse
,
tempestando
,
per
le
spalle
,
alla
volta
di
un
'
altra
via
,
ed
esse
ubbidirono
senz
'
accorgersi
mai
di
quelle
voci
né
di
quel
modo
.
"
Non
rispondi
?
"
ripeté
Jeanne
fra
risentita
e
attonita
.
Noemi
le
strinse
il
braccio
alla
sua
volta
.
"
Aspettiamo
di
essere
a
casa
"
diss
'
ella
.
Carlino
gridò
:
"
Fermatevi
sotto
gli
alberi
!
"
Ma
Jeanne
si
fermò
subito
,
nell
'
affacciarsi
a
un
improvviso
largo
,
a
piccoli
alberi
,
a
un
gran
fianco
di
cattedrale
vetusta
,
battuto
dalla
luna
.
Si
fermò
e
allungando
il
braccio
che
teneva
sotto
quello
di
Noemi
,
le
afferrò
la
mano
,
le
disse
vibrando
affannosamente
:
"
Noemi
,
dimmelo
subito
;
hai
raccontato
qualche
cosa
a
tua
sorella
?
"
Carlino
gridò
che
potevano
fermarsi
anche
lì
,
ma
che
simulassero
un
discorso
interessante
.
Noemi
rispose
all
'
amica
un
sì
così
debole
,
così
timido
,
che
Jeanne
capì
tutto
.
Maria
Selva
credeva
che
il
suo
frate
,
questo
don
Clemente
,
fosse
Piero
Maironi
.
"
Oh
,
Signore
!
"
esclamò
stringendo
forte
forte
la
mano
di
Noemi
.
"
Ma
lo
dice
,
lo
dice
,
anche
?
"
"
Cosa
?
"
"
Eh
,
cosa
!
"
Santo
cielo
,
che
ci
voleva
per
farla
parlar
chiaro
,
questa
creatura
?
Jeanne
si
sciolse
da
lei
che
subito
,
spaventata
,
le
si
riappiccò
al
braccio
.
"
Brave
!
"
gridò
Carlino
.
"
Ma
non
troppo
!
"
"
Perdonami
!
"
supplicò
Noemi
.
"
È
un
dubbio
,
dopo
tutto
,
è
una
congettura
.
Sì
,
lo
dice
.
"
"
No
!
"
fece
Jeanne
,
risoluta
,
scotendo
via
il
dubbio
e
la
congettura
.
"
Non
è
lui
,
non
è
possibile
.
Non
è
mai
stato
musicista
!
"
"
No
,
no
,
non
sarà
lui
,
non
sarà
lui
"
si
affrettò
a
dire
a
Noemi
,
sotto
voce
,
perché
veniva
Carlino
.
Questi
sopraggiunse
,
lodò
,
espresse
il
desiderio
che
si
inoltrassero
lentamente
fra
gli
alberi
.
Sotto
gli
alberi
Jeanne
si
dolse
,
quasi
sdegnosamente
,
che
l
'
amica
avesse
aspettato
quel
momento
a
farle
un
discorso
simile
,
che
non
avesse
parlato
prima
,
in
casa
.
E
tornò
a
protestare
che
questo
benedettino
non
poteva
essere
Maironi
,
che
Maironi
non
era
mai
stato
musicista
.
Noemi
si
giustificò
.
Aveva
avuto
in
animo
di
parlare
al
ritorno
dall
'
Ospitale
di
S
.
Giovanni
,
dalla
visita
ai
Memling
,
ma
Jeanne
era
già
tanto
triste
!
Però
ne
avrebbe
parlato
se
non
fosse
venuto
Carlino
.
E
ora
,
a
passeggio
,
interrogata
,
non
aveva
saputo
schermirsi
.
Se
,
quando
erano
ferme
presso
l
'
Hôtel
de
Flandre
,
Jeanne
non
avesse
ricondotto
il
discorso
a
quel
tema
,
sarebbe
stata
cosa
finita
;
e
lei
,
Noemi
,
non
ne
avrebbe
riparlato
che
a
casa
.
"
E
tua
sorella
crede
proprio
...
?
"
disse
Jeanne
.
Ecco
,
Maria
dubitava
.
Pareva
che
il
persuaso
fosse
Giovanni
.
Giovanni
era
certo
;
almeno
Maria
scriveva
così
.
A
questa
risposta
di
Noemi
Jeanne
scattò
.
Come
poteva
esser
certo
,
suo
cognato
?
Che
ne
sapeva
?
Maironi
non
era
capace
di
metter
giù
un
accordo
,
sul
piano
.
Ecco
la
bella
certezza
!
Noemi
osservò
sommessamente
che
in
tre
anni
poteva
avere
imparato
,
che
i
frati
hanno
interesse
a
educare
i
musicisti
per
l
'
organo
.
"
Allora
lo
credi
anche
tu
?
"
esclamò
Jeanne
.
Noemi
balbettò
un
non
so
così
incerto
che
Jeanne
,
agitatissima
,
dichiarò
di
voler
partire
subito
per
Subiaco
,
di
voler
sapere
.
C
'
era
già
l
'
intelligenza
con
Maria
Selva
di
condurle
sua
sorella
.
Adesso
penserebbe
lei
a
persuadere
Carlino
di
partire
immediatamente
.
Noemi
si
mostrò
spaventata
.
Suo
cognato
non
avrebbe
voluto
che
la
Dessalle
venisse
più
a
Subiaco
,
tanto
per
la
pace
di
lei
quanto
per
la
pace
di
don
Clemente
.
Noemi
aveva
la
missione
di
farle
comprendere
la
convenienza
di
una
tale
rinuncia
.
Selva
era
guarito
e
offriva
di
venir
lui
a
prendere
la
cognata
;
anche
nel
Belgio
,
se
fosse
necessario
.
Ella
si
trovò
a
combattere
,
intanto
,
l
'
idea
di
partire
subito
.
Non
fece
che
irritare
Jeanne
,
la
quale
protestò
e
riprotestò
che
i
Selva
s
'
ingannavano
;
né
seppe
dare
altra
ragione
del
suo
violento
resistere
.
Carlino
,
udito
un
aspro
"
basta
!
"
di
sua
sorella
,
accorse
.
Litigavano
,
il
prete
e
la
signorina
?
Adesso
che
dovevano
cominciare
le
tenerezze
mistiche
?
"
Ci
lasci
in
pace
"
rispose
Noemi
.
"
A
quest
'
ora
il
Suo
prete
di
novant
'
anni
sarebbe
morto
dieci
volte
di
stanchezza
.
Non
ci
dia
più
ordini
.
Guiderò
io
,
che
conosco
Bruges
meglio
di
Lei
.
E
Lei
stia
cento
passi
indietro
.
"
Carlino
non
seppe
replicare
che
"
oh
oh
!
-
oh
oh
!
-
oh
oh
!
"
e
la
D
'
Arxel
si
portò
via
Jeanne
avviandosi
lungo
la
cancellata
del
piccolo
cimitero
di
Saint
-
Sauveur
.
Le
parve
giunto
il
momento
di
metter
fuori
l
'
ultima
rivelazione
.
"
Credo
che
Giovanni
abbia
ragione
,
sai
"
diss
'
ella
.
"
Questo
don
Clemente
è
di
Brescia
.
"
Allora
Jeanne
,
presa
da
un
impeto
di
dolore
,
cinse
con
un
braccio
il
collo
dell
'
amica
,
ruppe
in
singhiozzi
.
Noemi
,
atterrita
,
la
supplicò
di
chetarsi
.
"
Per
amor
di
Dio
,
Jeanne
!
"
Questa
le
domandò
,
fra
un
singhiozzo
soffocato
e
l
'
altro
,
se
Carlino
sapesse
.
Oh
no
,
ma
che
direbbe
adesso
?
"
Qui
non
può
vedere
"
singhiozzò
Jeanne
.
Erano
nell
'
ombra
della
chiesa
.
Noemi
ammirò
che
Jeanne
,
in
preda
a
quell
'
emozione
,
se
ne
fosse
accorta
.
"
Per
carità
,
non
sappia
niente
!
Per
carità
!
"
Noemi
promise
di
non
parlare
.
Jeanne
si
venne
a
poco
a
poco
chetando
e
fu
la
prima
a
muoversi
.
Ah
esser
sola
,
esser
sola
nella
sua
camera
!
La
vista
della
torre
di
Notre
Dame
saettante
il
cielo
con
la
guglia
affilata
le
fece
male
come
la
vista
di
un
nemico
vincitore
e
implacabile
.
Lo
comprendeva
bene
adesso
,
si
era
illusa
per
tre
anni
di
non
avere
più
speranza
.
Come
soffriva
e
si
dibatteva
la
sua
speranza
creduta
morta
,
come
si
ostinava
a
tempestarle
nel
cuore
:
no
,
no
,
non
si
è
fatto
frate
,
non
è
lui
!
Ella
strinse
con
uno
spasimo
di
desiderio
il
braccio
di
Noemi
.
Lo
voce
consolatrice
si
affievolì
,
venne
meno
.
Probabilmente
era
lui
,
probabilmente
tutto
era
proprio
finito
per
sempre
.
Il
silenzio
della
notte
,
la
tristezza
della
luna
,
la
tristezza
delle
vie
morte
,
un
'
aria
gelida
che
si
era
levata
,
consentivano
con
i
pensieri
amari
.
Oltrepassata
di
poco
Notre
Dame
,
ecco
ancora
scivolare
lungo
il
muro
,
dalla
parte
ombrosa
della
via
,
l
'
uomo
sinistro
.
Noemi
affrettò
il
passo
,
desiderosa
ella
pure
di
arrivare
a
casa
.
Quando
Carlino
si
avvide
che
le
signore
andavano
diritte
alla
villetta
invece
di
pigliare
il
ponte
che
conduce
all
'
altra
sponda
del
Lac
d
'
amour
,
protestò
.
Come
?
E
l
'
ultima
scena
?
Avevano
dimenticato
?
Noemi
voleva
ribellarsi
,
ma
Jeanne
,
trepidante
che
Carlino
venisse
a
scoprire
qualche
cosa
,
la
pregò
di
cedere
.
"
Sul
ponte
"
gridò
Carlino
"
fermatevi
due
minuti
!
"
Si
appoggiarono
alla
sbarra
,
guardando
l
'
ovale
specchio
dell
'
acqua
immobile
.
La
luna
si
era
nascosta
dietro
le
nuvole
.
"
Questa
illunità
è
divina
per
me
"
disse
Carlino
"
Ma
ora
io
darei
metà
della
mia
gloria
futura
perché
nelle
nuvole
si
aprisse
una
piccola
finestra
con
una
piccola
stella
nel
mezzo
,
che
si
potesse
veder
nell
'
acqua
.
Voi
non
sapete
immaginare
come
mi
verrà
quest
'
ultimo
capitolo
.
Sentite
.
Sul
quai
du
Rosaire
voi
guardavate
i
cigni
.
"
"
Ma
non
c
'
erano
"
interruppe
Noemi
.
"
Non
importa
"
riprese
Carlino
"
voi
guardavate
i
cigni
illuminati
dalla
luna
.
"
"
Ma
la
luna
non
batteva
sull
'
acqua
"
fece
ancora
Noemi
.
"
Ma
che
importa
?
"
replicò
Carlino
,
seccato
.
E
siccome
Noemi
osservò
che
allora
era
inutile
di
trascinarle
attorno
per
Bruges
a
quell
'
ora
,
egli
paragonò
poeticamente
il
suo
studio
preparatorio
,
le
sue
note
quasi
fotografiche
,
all
'
aglio
che
in
cucina
serve
ma
in
tavola
non
si
porta
.
E
continuò
a
dire
dei
cigni
e
della
luna
.
"
Voi
avete
allora
paragonato
il
candor
vivente
e
il
candor
morto
.
Il
vecchio
prete
viene
fuori
con
questa
squisita
cosa
che
forse
il
candore
vivo
della
giovinetta
s
'
irradia
ai
suoi
pensieri
scolorati
come
i
suoi
capelli
da
un
principio
di
morte
e
ch
'
egli
si
sente
ora
nell
'
anima
un
'
alba
di
candore
tepido
.
Mormora
poi
fra
sé
involontariamente
:
"
Abisag
"
.
Allora
la
fanciulla
dice
:
"
Chi
è
Abisag
?
"
perché
è
ignorante
come
voi
due
che
non
conoscete
chi
è
Abisag
,
il
mio
primo
amore
.
Il
prete
non
risponde
,
si
avvia
con
la
ragazza
per
la
rue
des
Laines
.
Ella
domanda
ancora
chi
sia
Abisag
e
il
vecchio
tace
.
Ecco
quell
'
ombra
torva
,
nera
,
che
va
,
che
viene
,
che
si
dilegua
al
suono
delle
ventiquattro
campane
.
"
Non
è
esatto
"
mormorò
Noemi
.
Carlino
fu
per
dirle
:
stupida
!
"
Il
prete
"
proseguì
"
paragona
quell
'
ombra
nera
a
uno
spirito
maligno
che
va
e
viene
intorno
agli
spiriti
candidi
,
voi
non
capite
il
legame
ma
il
legame
c
'
è
,
avido
di
cacciarvisi
a
star
dentro
,
lui
con
altri
peggiori
di
lui
.
Poi
,
qui
il
legame
non
l
'
ho
ancora
trovato
ma
lo
troverò
,
si
viene
a
parlar
dell
'
amore
.
Voi
avete
traversato
la
Grande
Place
.
Questa
sera
non
c
'
era
la
musica
,
ma
di
solito
c
'
è
,
e
suppongo
che
allora
vi
si
faccia
molto
all
'
amore
cogli
occhi
come
in
tutto
il
mondo
.
Il
vecchio
torrione
e
il
vecchio
prete
mostrano
certa
indulgenza
;
invece
la
giovinetta
trova
stupide
queste
forme
dell
'
amore
,
le
sdegna
.
È
l
'
amore
della
terra
,
dice
il
prete
.
Ed
ecco
l
'
Hôtel
de
Flandre
,
la
musica
del
ballo
di
nozze
.
"
Come
?
"
esclamò
Noemi
"
Era
un
ballo
di
nozze
?
"
Carlino
strinse
,
scrollò
i
pugni
,
soffiando
dall
'
impazienza
;
e
proseguì
,
dopo
un
sospiro
:
"
La
giovinetta
domanda
:
vi
è
un
amore
del
cielo
?
Allora
io
vi
ho
detto
di
fermarvi
sotto
gli
alberi
di
Saint
-
Sauveur
e
voi
vi
siete
invece
fermate
all
'
entrata
della
piazza
.
Fa
niente
,
si
vedeva
la
cattedrale
,
basta
.
Il
prete
risponde
:
sì
,
vi
è
un
amore
del
cielo
.
La
maestà
della
cattedrale
antica
,
della
notte
,
del
silenzio
,
lo
esalta
.
Egli
parla
.
Io
non
posso
dirvi
adesso
la
sua
tirata
,
l
'
ho
in
mente
assai
confusa
,
ma
insomma
il
succo
è
questo
che
anche
l
'
amore
del
cielo
nasce
sulla
terra
e
che
non
vi
matura
mai
.
Il
vecchio
si
lascerà
andare
quasi
a
delle
confessioni
.
Confesserà
col
petto
ansante
,
colla
parola
accesa
,
di
aver
sentito
,
non
particolari
inclinazioni
a
persone
,
né
inclinazioni
da
doversene
vergognare
,
ma
un
'
aspirazione
intellettuale
e
morale
a
congiungersi
con
una
femminilità
incorporea
che
fosse
complemento
dell
'
essere
suo
incorporeo
,
restandone
però
insieme
tanto
divisa
da
poter
intercedere
amore
fra
l
'
una
e
l
'altro."
"
Misericordia
!
"
mormorò
Noemi
.
Carlino
si
era
tanto
riscaldato
che
non
la
udì
.
"
Pare
al
vecchio
"
diss
'
egli
"
d
'
intravvedere
in
questa
unione
una
trinità
umana
simile
alla
Trinità
divina
e
trova
quindi
giusto
,
trova
santo
che
l
'
uomo
vi
aspiri
.
Finalmente
egli
tace
,
tutto
pieno
,
tutto
fremente
delle
cose
che
ha
dette
;
e
s
'
incammina
verso
Notre
Dame
.
La
fanciulla
gli
prende
il
braccio
.
Ecco
l
'
uomo
sinistro
,
lo
spirito
tentatore
.
Lo
avete
ben
veduto
!
Dite
se
tutto
questo
non
è
ben
trovato
,
non
è
combinato
bene
!
Il
vecchio
e
la
fanciulla
lo
sfuggono
,
ma
,
come
il
cielo
,
anche
il
loro
cuore
si
oscura
.
Adesso
mi
occorrerebbe
un
finestrino
nelle
nuvole
,
una
stellina
nel
mezzo
.
Il
vecchio
e
la
fanciulla
guarderebbero
silenziosi
la
stellina
tremolare
nel
Lac
d
'
amour
e
tanti
movimenti
segreti
dei
loro
pensieri
metterebbero
capo
a
quest
'
idea
:
forse
,
oltre
le
nuvole
della
Terra
,
là
,
in
quel
mondo
lontano
!
"
Jeanne
non
aveva
mai
detto
parola
né
mostrato
di
fare
attenzione
al
racconto
di
suo
fratello
.
China
sulla
sbarra
,
guardava
nell
'
acqua
scura
.
A
questo
punto
si
rizzò
impetuosamente
.
"
Ma
tu
non
lo
credi
!
"
esclamò
.
"
Tu
lo
sai
che
sono
illusioni
,
sogni
!
Tu
non
vorresti
mai
che
io
credessi
così
!
Saresti
capace
di
cacciarmi
!
"
"
No
!
"
protestò
Carlino
.
"
Sì
!
E
per
fare
della
bella
letteratura
ti
metti
a
fomentare
anche
tu
questi
sogni
che
snervano
già
tanto
la
gente
,
che
sviano
già
tanto
dalla
vita
vera
!
Non
mi
piace
niente
!
Un
incredulo
come
te
!
Uno
persuaso
,
come
sono
persuasa
io
,
che
noi
siamo
bolle
di
sapone
,
che
si
brilla
un
momento
e
poi
si
ritorna
non
nel
niente
ma
nel
Tutto
!
"
"
Io
?
"
rispose
Carlino
,
intontito
.
"
Io
non
sono
persuaso
di
niente
.
Io
dubito
.
È
il
mio
sistema
,
lo
sai
bene
.
Se
adesso
uno
mi
dicesse
che
la
religione
vera
è
quella
dei
Cafri
o
quella
dei
Pelli
Rosse
,
direi
:
forse
!
Non
le
conosco
!
Io
vedo
la
falsità
di
quelle
che
conosco
e
per
questo
non
vorrei
certo
che
tu
diventassi
cattolica
sul
serio
.
Cacciarti
di
casa
,
poi
...
!
"
"
Intanto
ci
posso
andare
,
prima
di
esserne
cacciata
?
"
Così
dicendo
,
Jeanne
prese
il
braccio
di
Noemi
.
Carlino
pregò
che
facessero
il
giro
del
Lac
d
'
amour
.
Chi
sa
,
forse
intanto
si
aprirebbe
il
finestrino
nel
cielo
.
Ci
teneva
.
Noemi
espresse
il
dubbio
,
ricordando
la
conversazione
di
poche
ore
prima
,
che
alla
finestra
ci
venisse
proprio
la
signorina
Fomalhaut
.
"
Già
"
fece
Carlino
,
pensieroso
.
"
Non
avevo
più
pensato
a
Fomalhaut
.
Se
non
sarà
Fomalhaut
adesso
,
sarà
Fomalhaut
allora
.
"
Ma
Noemi
non
aveva
finito
con
le
sue
difficoltà
.
Se
alla
finestra
non
ci
venisse
nessuna
stella
,
né
grande
né
piccola
?
A
questo
,
Carlino
trovò
subito
rimedio
.
La
stella
ci
sarà
.
Potrà
essere
telescopica
,
perduta
in
una
profondità
immensa
,
ma
ci
sarà
.
La
fanciulla
non
la
vede
;
la
vede
il
prete
,
con
i
suoi
occhi
di
presbite
decrepito
.
Dopo
la
vede
anche
la
fanciulla
,
per
fede
.
"
"
E
così
quella
povera
fanciulla
"
disse
Jeanne
amaramente
"
sulla
fede
di
un
vecchio
prete
mezzo
cieco
vedrà
delle
stelle
che
non
ci
sono
,
perderà
il
suo
buon
senso
,
la
sua
giovinezza
,
la
sua
vita
,
tutto
.
La
farai
bene
seppellire
lì
al
Béguinage
,
dopo
?
"
E
si
avviò
con
Noemi
senz
'
attendere
la
risposta
.
Fatto
il
giro
del
Lac
d
'
amour
,
le
due
signore
si
trattennero
lungamente
sull
'
altro
ponte
;
ma
nessun
finestrino
si
aperse
nel
cielo
.
Il
torrione
lontano
delle
Halles
,
il
campanile
enorme
di
Notre
Dame
,
una
tozza
torre
imminente
allo
stagno
,
gli
acuti
comignoli
del
Béguinage
si
disegnavano
,
venerabile
concilio
di
alti
vecchioni
,
sulle
nubi
lattee
.
Carlino
,
non
potendo
far
di
meglio
,
incominciò
un
ragionamento
ad
alta
voce
sul
posto
più
opportuno
per
la
sua
finestra
.
"
Che
giorno
è
oggi
?
"
chiese
Jeanne
all
'
amica
,
sotto
voce
.
"Sabato."
"
Domani
parlo
a
Carlino
,
lunedì
e
martedì
si
regolano
tante
cose
,
mercoledì
si
fanno
i
bagagli
e
giovedì
partiamo
.
Puoi
scrivere
a
tua
sorella
che
saremo
a
Subiaco
l
'
altra
settimana
.
"
"
Non
decidere
così
!
Pensaci
!
"
"
Ho
deciso
.
Voglio
sapere
.
Se
è
lui
,
non
lo
impedirò
nel
suo
cammino
.
Ma
voglio
vederlo
.
"
"
Ne
riparleremo
domani
,
Jeanne
.
Non
decidere
ancora
.
"
"
Ho
pensato
e
ho
deciso
.
"
Mezzanotte
suonò
al
torrione
delle
Halles
;
suonò
nelle
nuvole
,
a
lungo
,
il
solenne
canto
malinconico
delle
innumerevoli
campane
.
Noemi
,
che
prima
voleva
insistere
,
tacque
,
piena
il
cuore
di
sgomento
;
come
se
quelle
malinconiche
voci
del
cielo
notturno
parlassero
a
lei
di
un
destino
dell
'
amica
sua
,
di
un
destino
di
amore
e
di
dolore
,
che
si
dovesse
compiere
.
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
CAPITOLO
SECONDO
.
Don
Clemente
.
La
luce
veniva
meno
,
nello
studio
di
Giovanni
Selva
,
sul
tavolino
ingombro
di
libri
e
di
carte
.
Giovanni
si
alzò
,
aperse
la
finestra
di
ponente
.
L
'
orizzonte
ardeva
,
dietro
il
prossimo
Subiaco
,
sulla
obliqua
fuga
dei
monti
Sabini
che
da
Rocca
di
Canterano
e
Rocca
di
Mezzo
vanno
verso
Rocca
San
Stefano
.
Subiaco
,
l
'
aguzza
catasta
di
case
e
casupole
grigie
che
si
appunta
nella
Rocca
del
Cardinale
,
si
era
velata
di
ombra
;
non
si
moveva
fronda
degli
ulivi
affollati
a
tergo
della
villetta
rossa
dalle
persiane
verdi
,
ritta
in
testa
dello
scoglio
tondo
cui
la
pubblica
via
cinge
al
piede
;
non
si
moveva
fronda
della
gran
quercia
pendente
al
suo
fianco
,
sopra
il
piccolo
oratorio
antico
di
S
.
Maria
della
Febbre
.
L
'
aria
,
odorata
d
'
erbe
selvagge
e
di
pioggia
recente
,
spirava
fresca
da
Monte
Calvo
.
Erano
le
sette
e
un
quarto
.
Nella
conca
bella
che
l
'
Aniene
riga
le
campane
suonarono
;
prima
la
grossa
di
Sant
'
Andrea
,
poi
le
querule
di
Santa
Maria
della
Valle
e
in
alto
,
a
destra
,
dalla
chiesetta
bianca
presso
la
grande
macchia
,
quelle
dei
Cappuccini
,
poi
altre
ancora
,
lontane
.
Una
femminile
voce
sommessa
,
soave
,
una
voce
di
venticinque
anni
,
disse
dall
'
uscio
socchiuso
alle
spalle
di
Giovanni
,
quasi
timidamente
,
in
francese
:
"
Posso
venire
?
"
Giovanni
si
volse
a
mezzo
,
sorridendo
,
stese
un
braccio
,
raccolse
e
strinse
a
sé
la
giovine
signora
senza
rispondere
.
Ella
sentì
che
non
doveva
parlare
,
che
suo
marito
seguiva
con
l
'
anima
la
luce
moribonda
e
il
canto
mistico
delle
campane
.
Gli
piegò
il
capo
sull
'
omero
e
solo
dopo
un
minuto
di
silenzio
religioso
,
gli
disse
piano
:
"
Diciamo
la
nostra
preghiera
?
"
Una
stretta
del
caro
braccio
le
rispose
.
Né
le
labbra
di
lei
né
quelle
di
lui
si
apersero
.
Soltanto
gli
occhi
dell
'
una
e
dell
'
altro
ingrandirono
aspirando
all
'
Infinito
,
si
colorarono
di
riverenza
e
di
tristezza
,
dei
pensieri
che
non
si
dicono
,
dell
'
incerto
futuro
,
delle
porte
oscure
che
mettono
a
Dio
.
Le
campane
tacquero
e
la
signora
Selva
pose
negli
occhi
del
marito
gli
azzurri
suoi
,
avidi
,
gli
porse
la
bocca
.
La
testa
canuta
dell
'
uomo
e
la
bionda
della
donna
si
congiunsero
in
un
lungo
bacio
che
avrebbe
fatto
stupire
il
mondo
.
Maria
d
'
Arxel
si
era
innamorata
a
ventun
'
anni
di
Giovanni
Selva
per
averne
letto
un
libro
di
filosofia
religiosa
,
tradotto
in
francese
.
Scrisse
all
'
ignoto
autore
parole
tanto
calde
di
ammirazione
che
Selva
le
rispose
accennando
ai
suoi
cinquantasei
anni
e
ai
suoi
capelli
bianchi
La
signorina
replicò
che
sapeva
,
che
non
offriva
né
chiedeva
amore
,
che
avrebbe
soltanto
desiderato
qualche
rigo
di
tanto
in
tanto
.
Le
sue
lettere
lucevano
d
'
ingegno
infuocato
.
Giunsero
a
Selva
mentr
'
egli
si
dibatteva
in
una
oscura
crisi
,
in
una
lotta
amarissima
che
non
accade
raccontare
qui
.
Pensò
che
questa
Maria
d
'
Arxel
poteva
essere
una
stella
di
salute
.
Le
scrisse
ancora
.
"
Sai
che
anniversario
è
oggi
"
disse
Maria
.
"
Ti
ricordi
?
"
Giovanni
ricordava
;
era
l
'
anniversario
del
loro
primo
incontro
.
Le
due
anime
si
erano
rivelate
l
'
una
all
'
altra
,
nella
corrispondenza
,
sino
al
fondo
,
con
indicibili
ardori
di
sincerità
;
e
le
persone
non
si
erano
vedute
che
nei
ritratti
.
Sin
dalla
quarta
o
dalla
quinta
lettera
scambiata
,
Giovanni
aveva
chiesto
alla
signorina
sconosciuta
il
suo
;
attesa
,
temuta
domanda
.
La
signorina
consentì
a
patto
di
riavere
tosto
la
fotografia
,
e
spasimò
fino
a
che
non
le
giunse
di
ritorno
con
parole
dolcissime
dell
'
amico
rapito
dalla
giovanilità
intellettuale
,
appassionata
,
del
viso
di
lei
,
dalla
dolcezza
degli
occhi
grandi
,
dalla
eleganza
del
busto
.
Poi
,
quando
si
erano
accordati
d
'
incontrarsi
,
venendo
lui
dal
lago
di
Como
e
lei
da
Bruxelles
,
a
Hergyswyl
,
presso
Lucerna
,
erano
state
febbri
di
terrori
per
l
'
uno
e
per
l
'
altra
.
Ella
pensava
:
"
Il
ritratto
piacque
,
ma
le
movenze
della
persona
vera
,
una
linea
,
un
colore
delle
vesti
,
il
modo
dell
'
incontro
,
le
parole
prime
,
il
tono
della
voce
possono
forse
distrugger
d
'
un
colpo
il
suo
amore
.
"
Egli
pensava
:
"
Conosce
il
mio
viso
guasto
dagli
anni
,
i
miei
capelli
bianchi
,
li
ama
nei
ritratti
ma
ogni
giorno
più
mi
sciupa
,
forse
al
vedermi
questo
incredibile
amore
cadrà
di
un
colpo
.
"
Egli
era
giunto
a
Hergyswyl
qualche
ora
prima
di
lei
col
piroscafo
;
ella
,
partita
il
mattino
da
Basilea
,
vi
era
arrivata
nel
pomeriggio
con
la
Brünigbahn
.
"
Sai
"
soggiunse
Maria
"
quando
non
ti
vidi
alla
stazione
il
mio
primo
sentimento
fu
di
piacere
;
tremavo
tanto
!
Il
secondo
no
,
il
secondo
fu
di
terrore
.
"
Giovanni
sorrise
.
"
Questo
non
me
lo
hai
mai
raccontato
"
diss
'
egli
.
La
giovine
moglie
lo
guardò
,
sorrise
alla
sua
volta
.
"
Anche
tu
,
forse
,
non
mi
hai
detto
proprio
tutto
tutto
di
quei
momenti
.
"
Giovanni
le
prese
il
collo
fra
le
mani
,
le
mormorò
all
'
orecchio
:
"Vero."
Ella
trasalì
,
rise
di
aver
trasalito
;
e
Giovanni
rise
con
lei
.
"
Cosa
,
cosa
?
"
diss
'
ella
,
rossa
in
viso
,
malcontenta
e
tuttavia
ridente
.
Suo
marito
le
sussurrò
ancora
,
in
tono
di
grande
mistero
:
"
Che
avevi
il
cappello
in
disordine
.
"
"
No
,
non
è
vero
!
Non
è
vero
!
"
Scintillante
di
riso
e
fremente
insieme
all
'
idea
di
un
gran
pericolo
corso
senza
saperlo
,
ella
protestò
che
non
era
possibile
,
che
si
era
tanto
guardata
,
prima
di
arrivare
a
Hergyswyl
,
nello
specchietto
del
suo
nécessaire
.
E
riandarono
insieme
scherzando
,
baciando
ella
spesso
il
petto
di
lui
ed
egli
i
capelli
di
lei
,
ogni
momento
di
quell
'
ora
passata
da
due
anni
.
Giovanni
non
l
'
aveva
attesa
alla
stazione
dov
'
era
una
folla
di
villeggianti
,
ma
pochi
passi
lontano
,
sulla
via
dell
'
albergo
.
L
'
aveva
veduta
venire
,
alta
,
snella
,
con
una
piccola
fronda
in
seno
di
olea
fragrans
,
il
segno
convenuto
;
le
era
andato
incontro
a
capo
scoperto
,
si
erano
stretta
la
mano
forte
forte
,
senza
parlare
.
Egli
aveva
fatto
cenno
al
portiere
,
che
seguiva
con
la
valigia
della
viaggiatrice
,
di
precederli
.
Poi
si
erano
incamminati
adagio
,
stretti
alla
gola
da
una
emozione
senza
nome
.
Ell
'
aveva
sussurrato
per
la
prima
,
con
la
sua
voce
dolce
e
fine
di
dama
:
"
Mon
ami
.
"
Allora
egli
aveva
parlato
sommessamente
,
con
parole
rotte
,
della
sua
ebbrezza
,
del
suo
amore
,
del
suo
rapimento
,
e
non
si
era
poi
accorto
di
avere
oltrepassato
l
'
albergo
e
per
ben
due
volte
né
l
'
una
né
l
'
altro
avevano
udito
il
portiere
chiamarli
alle
spalle
:
"
Monsieur
!
Madame
!
C
'
est
ici
!
C
'
est
ici
!
"
Poi
la
viaggiatrice
era
salita
nella
sua
camera
,
sorridente
,
ma
pallida
di
stanchezza
e
di
mal
di
capo
.
Giovanni
aveva
ripreso
a
passeggiare
fra
gli
orti
e
i
frutteti
piani
di
Hergyswyl
,
a
caso
,
respirando
da
uomo
spossato
per
l
'
eccesso
del
sentire
,
benedicendo
ogni
sasso
e
ogni
foglia
del
verde
angolo
di
terra
straniera
,
il
lago
che
gli
dorme
in
seno
,
la
folla
,
in
faccia
,
delle
grandi
religiose
montagne
,
benedicendo
Iddio
che
gli
aveva
donato
,
alla
sua
età
,
un
tale
amore
.
Ed
era
ritornato
presto
,
troppo
presto
,
all
'
albergo
.
I
due
soli
ospiti
del
piccolo
albergo
in
quel
giorno
di
maggio
,
un
vecchio
professore
tedesco
e
sua
figlia
,
erano
saliti
al
Pilato
.
Nel
salottino
di
lettura
non
c
'
era
nessuno
.
In
quel
salottino
Maria
e
Giovanni
avevano
passato
due
ore
felici
,
tenendosi
per
mano
,
parlando
a
bassa
voce
,
palpitando
spesso
di
paura
che
qualcuno
entrasse
.
"
Ti
ricordi
"
disse
Maria
"
che
nel
salottino
,
di
fianco
al
canapè
dove
eravamo
seduti
,
ci
stava
un
caminetto
?
"
"
Sì
,
cara
.
"
"
E
che
faceva
freddo
benché
fosse
maggio
,
tanto
che
un
cameriere
è
venuto
ad
accendere
il
fuoco
?
"
"
Sì
,
e
mi
ricordo
che
allora
ti
ho
fatto
piangere
.
"
"
Potresti
ripeterla
oggi
,
quella
cosa
?
"
"
Oh
no
!
"
Così
dicendo
,
Giovanni
baciò
riverente
la
bianca
fronte
della
donna
sua
come
una
cosa
santa
.
Quando
a
Hergyswyl
il
cameriere
era
venuto
ad
accendere
il
fuoco
nel
salottino
,
Giovanni
aveva
lasciato
la
mano
diletta
e
,
indugiandosi
colui
,
aveva
detto
:
"
il
vecchio
ceppo
brucierà
bene
sino
alla
fine
,
ma
chi
sa
quanto
possa
durare
la
vampa
giovine
?
"
Maria
non
aveva
risposto
,
lo
aveva
guardato
con
occhi
dilatati
,
offuscati
nel
freddo
tocco
dell
'
ingiusto
sospetto
,
come
vetri
di
una
serra
infocata
nel
tocco
del
gelo
esterno
.
No
,
Giovanni
non
aveva
mai
più
pensata
una
cosa
simile
.
Si
dicevano
spesso
,
egli
e
Maria
,
che
non
v
'
era
forse
sulla
terra
un
'
altra
unione
come
la
loro
,
altrettanto
piena
e
penetrata
di
pace
per
la
sicurezza
solennemente
grave
e
dolce
che
,
comunque
Iddio
avesse
a
disporre
le
esistenze
loro
dopo
la
morte
,
certo
l
'
uno
e
l
'
altro
spirito
sarebbero
stati
congiunti
nell
'
amore
della
Divina
Volontà
.
Però
non
lasciavano
di
confidare
al
Signore
il
sospiro
dell
'
anima
.
La
preghiera
che
avevano
dianzi
pregata
insieme
contemplandola
nel
proprio
interno
,
era
stata
composta
da
Giovanni
e
diceva
così
:
"
Padre
,
sia
di
noi
come
pregò
Gesù
l
'
ultima
sera
;
una
vita
con
Esso
in
Voi
,
per
l
'eternità."
Eran
due
e
uno
anche
in
presente
,
nel
senso
più
stretto
ed
esatto
della
parola
,
perché
pure
nella
loro
unità
spirituale
si
vedeva
la
dualità
;
come
a
una
corrente
cerulea
talvolta
si
confonde
una
corrente
verde
e
nel
primo
lor
fluire
commisto
balenano
qua
e
là
rotte
ondate
color
di
bosco
,
rotte
ondate
color
di
cielo
.
Giovanni
era
un
mistico
che
di
ogni
amore
umano
si
faceva
in
cuore
un
'
armonia
col
divino
.
Sua
moglie
,
venuta
per
lui
dal
protestantesimo
a
un
cattolicismo
assetato
di
ragione
,
gli
si
era
infusa
quanto
aveva
potuto
nell
'
anima
mistica
;
ma
in
lei
l
'
amore
di
Giovanni
soverchiava
ogni
altro
sentimento
.
Ella
era
ricca
,
egli
agiato
;
vivevano
tuttavia
quasi
poveramente
,
per
aver
modo
di
liberalità
larghe
,
l
'
inverno
in
Roma
,
dall
'
aprile
al
novembre
in
Subiaco
,
nella
modesta
villetta
di
cui
avevano
appigionato
il
secondo
piano
.
Non
spendevano
abbondantemente
che
in
libri
e
nella
corrispondenza
.
Giovanni
preparava
un
'
opera
sulle
ragioni
della
morale
cristiana
.
Sua
moglie
leggeva
per
lui
,
scriveva
sunti
,
pigliava
note
.
"
Mi
piacerebbe
tanto
andare
a
Hergyswyl
,
l
'
anno
venturo
"
diss
'
ella
.
"
Vorrei
che
tu
vi
scrivessi
l
'
ultimo
capitolo
del
libro
,
il
capitolo
della
Purità
!
"
Giunse
le
mani
,
così
dicendo
,
felice
nella
visione
del
paesello
appiattato
fra
i
meli
in
fondo
al
piccolo
golfo
,
del
lago
sereno
,
delle
grandi
montagne
religiose
,
di
giorni
tranquilli
dati
al
lavoro
e
alla
contemplazione
in
pace
.
Conosceva
tutto
il
disegno
dell
'
opera
di
suo
marito
e
la
tesi
di
ogni
capitolo
con
i
suoi
principali
argomenti
.
Il
capitolo
della
Purità
le
piaceva
più
di
tutti
,
per
la
forte
trama
razionale
.
Suo
marito
intendeva
porvi
e
sciogliervi
questo
problema
:
"
Perché
il
Cristianesimo
esalta
come
un
elemento
di
perfezione
umana
la
rinuncia
che
contraddice
alle
leggi
della
Natura
,
che
travaglia
l
'
uomo
di
lotte
fierissime
senza
giovare
a
nessuno
,
che
a
possibili
vite
umane
chiude
la
via
dell
'
esistere
?
"
La
risposta
doveva
discendere
dallo
studio
del
fenomeno
morale
nelle
sue
origini
storiche
e
nel
suo
sviluppo
,
cui
erano
dedicati
i
primi
capitoli
dell
'
opera
.
Selva
vi
dimostrava
con
l
'
esempio
de
'
bruti
che
si
sacrificano
per
la
prole
o
per
i
compagni
del
branco
e
sono
talvolta
capaci
di
unioni
strettamente
monogamiche
,
come
nella
natura
animale
inferiore
lo
stimolo
morale
si
palesi
e
si
venga
sviluppando
in
antagonismo
con
gli
stimoli
dell
'
istinto
corporeo
.
Egli
vi
sosteneva
l
'
ipotesi
che
si
elaborasse
così
progressivamente
nelle
specie
inferiori
la
coscienza
umana
.
Si
proponeva
ora
di
rifarsi
da
queste
conclusioni
e
determinare
il
principio
generale
che
la
rinuncia
al
piacere
corporeo
per
una
soddisfazione
di
ordine
superiore
significa
sforzo
della
specie
verso
una
superiore
forma
di
esistenza
.
Avrebbe
quindi
esaminato
il
fatto
straordinario
di
quegl
'
individui
umani
che
agli
stimoli
del
piacere
corporeo
,
grandemente
ringagliarditi
per
la
complicità
dell
'
intelligenza
e
della
immaginazione
col
senso
,
contrappongono
energie
di
rinuncia
più
forti
ancora
,
senz
'
altro
obbietto
che
di
onorare
la
Divinità
.
Avrebbe
dimostrato
che
parecchie
religioni
ne
forniscono
esempi
,
che
la
rinuncia
vi
è
glorificata
,
che
resta
però
sempre
un
atto
libero
dell
'
individuo
.
Avrebbe
riconosciuto
che
sarebbe
atto
biasimevole
e
stolto
se
non
rispondesse
a
un
misterioso
impulso
della
stessa
natura
,
dell
'
elemento
detto
spirituale
che
persiste
nell
'
antico
antagonismo
con
gli
stimoli
dell
'
istinto
corporeo
per
effetto
di
una
legge
cosmica
.
Inconscii
collaboratori
di
Colui
che
governa
l
'
Universo
,
gli
eroi
della
rinuncia
suprema
si
credono
di
onorarlo
col
semplice
sacrificio
,
mentre
incarnano
in
fatto
,
giusta
il
Divino
Disegno
,
la
energia
progressiva
della
specie
,
preparano
al
proprio
elemento
spirituale
il
potere
di
crearsi
una
forma
corporea
superiore
,
più
simile
ad
esso
;
onde
la
purità
loro
è
perfezione
umana
,
è
altezza
in
cui
la
natura
nostra
culmina
e
tocca
i
nebulosi
principii
d
'
una
ignota
natura
sovrumana
.
"
Se
io
penso
alla
Purità
incarnata
"
disse
Giovanni
"
mi
vedo
davanti
don
Clemente
.
Ti
ho
detto
che
viene
alla
riunione
di
stasera
?
Scenderà
subito
dopo
cena
.
"
Maria
trasalì
.
"
Oh
!
"
diss
'
ella
,
"
e
io
che
dimenticavo
!
Mi
ha
scritto
Noemi
.
Partiva
da
Milano
ieri
,
con
i
Dessalle
.
Si
fermano
a
Roma
forse
un
paio
di
giorni
e
poi
vengono
.
"
"
Te
ne
sei
ricordata
perché
ho
nominato
don
Clemente
"
disse
Giovanni
sorridendo
.
"
Sì
"
rispose
sua
moglie
"
ma
però
,
sai
che
non
credo
.
"
L
'
alta
fronte
,
gli
occhi
azzurri
di
don
Clemente
tanto
sereni
e
puri
,
come
avrebbero
conosciuta
la
passione
?
Anche
nella
voce
soffice
,
sommessa
,
quasi
timida
del
giovane
benedettino
era
,
secondo
Maria
,
un
troppo
delicato
pudore
,
un
candore
troppo
virgineo
.
"
Non
credi
"
replicò
Giovanni
"
e
forse
avrai
ragione
,
forse
non
sarà
Maironi
.
Però
stasera
converrà
pure
fargli
sapere
,
in
qualche
modo
,
che
questa
signora
Jeanne
Dessalle
sta
per
venire
a
Subiaco
e
che
visiterà
,
naturalmente
,
i
Conventi
.
È
anche
il
Padre
foresterario
,
lui
;
dovrebbe
accompagnarla
.
"
Di
questo
non
c
'
era
dubbio
.
Lo
avvertirebbe
lei
,
Maria
.
Poiché
non
lo
credeva
l
'
amante
della
Dessalle
,
le
sarebbe
più
facile
di
parlargliene
con
semplicità
.
Che
cosa
terribile
,
però
,
se
fosse
veramente
lui
,
Maironi
,
e
nessuno
l
'
avvertisse
e
si
trovassero
improvvisamente
a
fronte
del
monastero
,
egli
e
questa
donna
!
Era
certo
,
Giovanni
,
che
il
frate
venisse
alla
riunione
?
Sì
,
n
'
era
certissimo
.
Don
Clemente
ne
aveva
ottenuto
il
permesso
dal
Padre
Abate
,
stando
lui
,
Giovanni
,
al
monastero
;
e
gliel
'
aveva
detto
subito
.
Verrebbe
e
condurrebbe
seco
quel
garzone
ortolano
di
cui
gli
aveva
parlato
,
per
farglielo
conoscere
.
Così
un
'
altra
volta
l
'
ortolano
verrebbe
solo
e
gl
'
insegnerebbe
a
rincalzar
le
patate
nel
campicello
dietro
la
villa
che
Giovanni
aveva
pure
preso
in
affitto
per
lavorarlo
con
le
proprie
mani
.
Questa
del
lavoro
manuale
era
una
piccola
mania
di
Giovanni
,
venutagli
tardi
,
che
dispiaceva
un
poco
a
Maria
,
parendole
cosa
non
più
conveniente
alle
sue
abitudini
,
alla
sua
età
.
La
rispettava
,
però
,
e
tacque
.
In
quel
momento
la
ragazza
di
Affile
che
li
serviva
entrò
ad
avvertire
che
quei
signori
stavano
salendo
la
scala
,
e
che
la
cena
sarebbe
pronta
subito
.
Tre
persone
salivano
infatti
per
la
scaletta
a
chiocciola
del
villino
.
Giovanni
scese
loro
incontro
.
Il
primo
era
il
suo
giovane
amico
di
Leynì
,
che
si
scusò
,
salutandolo
,
di
precedere
i
compagni
,
due
ecclesiastici
.
"
Sono
il
cerimoniere
"
diss
'
egli
.
E
li
presentò
lì
sulla
scala
:
"
Il
signor
abate
Marinier
,
di
Ginevra
.
Don
Paolo
Farè
,
di
Varese
,
che
Lei
conosce
già
di
nome
.
"
Selva
rimase
un
po
'
perplesso
ma
poi
si
affrettò
a
far
salire
i
suoi
visitatori
,
li
avviò
alla
terrazza
dov
'
erano
già
disposte
delle
sedie
.
"
E
Dane
?
"
diss
'
egli
,
inquieto
a
di
Leynì
,
pigliando
a
braccetto
.
"
E
il
professor
Minucci
?
E
il
padre
Salvati
?
"
"
Sono
qui
"
rispose
il
giovine
sorridendo
.
"
Sono
all
'
Aniene
.
Le
racconterò
,
è
tutta
una
storia
,
verranno
subito
"
Intanto
l
'
abate
Marinier
esclamava
uscendo
sulla
terrazza
:
"
Oh
,
c
'
est
admirable
!
"
E
don
Paolo
Farè
,
da
buon
comasco
,
mormorava
:
"
sì
,
bello
,
bello
,
"
col
tôno
discreto
di
chi
pensa
:
"
Ma
se
vedeste
il
mio
paese
!
"
.
Sopraggiunse
Maria
,
si
rinnovarono
le
presentazioni
e
di
Leynì
raccontò
la
sua
storia
,
mentre
Marinier
girava
i
piccoli
occhi
scintillanti
per
il
paesaggio
,
dalla
piramide
di
Subiaco
,
quinta
fosca
del
chiaro
sfondo
di
ponente
,
ai
prossimi
carpineti
selvaggi
del
Francolano
che
serra
,
scuro
e
grande
,
il
levante
.
Don
Farè
divorava
con
gli
occhi
Selva
,
l
'
autore
di
scritti
critici
sul
Vecchio
e
Nuovo
Testamento
,
e
particolarmente
di
un
libro
sulle
basi
della
futura
teologia
cattolica
,
che
avevano
innalzata
e
trasfigurata
la
sua
fede
.
La
storia
del
barone
di
Leynì
era
che
alla
stazione
di
Mandela
tirava
un
gran
vento
,
che
il
professore
Dane
temeva
forte
di
esservisi
buscata
un
'
infreddatura
,
che
sospettando
di
non
trovare
cognac
in
casa
di
un
odiatore
dell
'
alcool
come
il
signor
Selva
,
ed
essendo
anche
l
'
ora
in
cui
soleva
pigliare
ogni
giorno
due
uova
,
s
'
era
fermato
all
'
Albergo
dell
'
Aniene
per
avere
le
uova
e
il
cognac
;
che
sulla
terrazza
della
trattoria
,
verso
il
fiume
,
c
'
era
troppa
aria
e
negli
stanzini
attigui
troppa
poca
;
che
si
era
fatto
servire
il
suo
pasto
in
una
camera
dell
'
albergo
e
aveva
rimandato
le
uova
due
volte
;
che
loro
erano
partiti
a
piedi
lasciando
il
professore
Minucci
e
il
padre
Salvati
a
tenergli
compagnia
.
Poiché
il
delicato
,
freddoloso
professore
Dane
non
c
'
era
,
Giovanni
propose
il
cenare
sulla
terrazza
.
Ne
smise
però
subito
l
'
idea
vedendo
che
garbava
poco
all
'
abate
di
Ginevra
.
L
'
elegante
,
mondano
Marinier
,
amico
di
Dane
,
aveva
la
stessa
cura
del
proprio
individuo
,
con
maggiore
dissimulazione
e
senza
scuse
di
salute
.
Non
aveva
cenato
all
'
Aniene
con
l
'
amico
suo
perché
la
cucina
dell
'
Aniene
gli
era
parsa
,
in
una
sua
prima
visita
a
Subiaco
,
troppo
semplice
,
e
sperava
dalla
signora
Selva
una
cena
francese
.
Di
Leynì
sapeva
bene
quanto
la
speranza
fosse
fallace
;
maliziosamente
,
non
lo
aveva
istruito
.
Nel
salottino
da
pranzo
appena
ci
capivano
i
cinque
commensali
.
Guai
se
fossero
venuti
anche
gli
altri
due
!
Per
verità
né
l
'
abate
Marinier
,
né
don
Farè
erano
attesi
.
Altri
,
invece
,
mancava
.
Mancavano
un
frate
e
un
prete
,
uomini
conosciuti
,
che
avrebbero
dovuto
venire
dall
'
alta
Italia
.
Si
erano
scusati
l
'
uno
e
l
'
altro
,
per
lettera
,
con
vivo
rincrescimento
di
Selva
e
di
Farè
pure
,
e
del
di
Leynì
.
Marinier
si
scusò
,
invece
,
di
essere
venuto
.
Era
stato
Dane
,
il
colpevole
.
E
per
don
Paolo
Farè
il
colpevole
era
stato
di
Leynì
.
Selva
protestò
.
Amici
di
amici
,
come
non
sarebbero
graditi
?
E
tanto
di
Leynì
quanto
Dane
sapevano
di
potere
accompagnare
persone
di
loro
fiducia
,
persone
che
dividessero
le
loro
idee
.
Maria
non
parlava
;
Marinier
le
piaceva
poco
.
Anche
le
pareva
che
Dane
e
di
Leynì
avrebbero
fatto
bene
a
non
portare
altri
senza
avvertire
.
Parlò
Marinier
,
dopo
aver
esplorato
con
gli
occhi
,
aggrottando
lievemente
le
sopracciglia
,
una
zuppa
di
fave
.
"
Io
non
so
"
diss
'
egli
"
se
recheremo
noia
alla
signora
Selva
discorrendo
un
poco
adesso
di
quello
che
sarà
poi
il
discorso
della
riunione
.
"
Maria
lo
rassicurò
.
Ella
non
avrebbe
partecipato
alla
riunione
ma
pigliava
moltissimo
interesse
allo
scopo
.
"
Bene
"
proseguì
Marinier
"
allora
sarà
molto
utile
per
me
che
io
conosca
esattamente
questo
scopo
,
perché
Dane
me
ne
ha
parlato
non
con
tanta
precisione
,
e
io
non
posso
esser
sicuro
di
dividere
le
vostre
idee
in
tutto
.
"
Don
Paolo
non
seppe
trattenere
un
gesto
d
'
impazienza
.
Anche
Selva
parve
un
po
'
seccato
,
perché
davvero
un
consenso
in
certe
idee
fondamentali
era
necessario
.
Senza
di
esso
la
riunione
poteva
riescire
peggio
che
inutile
,
pericolosa
.
"
Ecco
"
diss
'
egli
"
siamo
parecchi
cattolici
,
in
Italia
e
fuori
d
'
Italia
,
ecclesiastici
e
laici
,
che
desideriamo
una
riforma
della
Chiesa
.
La
desideriamo
senza
ribellioni
,
operata
dall
'
autorità
legittima
.
Desideriamo
riforme
dell
'
insegnamento
religioso
,
riforme
del
culto
,
riforme
della
disciplina
del
clero
,
riforme
anche
nel
supremo
governo
della
Chiesa
.
Per
questo
abbiamo
bisogno
di
creare
un
'
opinione
che
induca
l
'
autorità
legittima
ad
agire
di
conformità
sia
pure
fra
venti
,
trenta
,
cinquant
'
anni
.
Ora
noi
che
pensiamo
così
siamo
affatto
disgregati
.
Non
sappiamo
l
'
uno
dell
'
altro
,
eccetto
i
pochi
che
pubblicano
articoli
o
libri
.
Molto
probabilmente
vi
è
nel
mondo
cattolico
una
grandissima
quantità
di
persone
religiose
e
colte
che
pensano
come
noi
.
Io
ho
pensato
che
sarebbe
utilissimo
,
per
la
propaganda
dalle
nostre
idee
,
almeno
di
conoscerci
.
Stasera
ci
si
riunisce
in
pochi
per
una
prima
intesa
.
"
Mentre
Giovanni
parlava
,
gli
altri
tenevano
gli
occhi
sull
'
abate
ginevrino
.
L
'
abate
guardava
nel
suo
piatto
.
Seguì
un
breve
silenzio
.
Giovanni
lo
ruppe
il
primo
.
"
Il
professore
Dane
"
diss
'
egli
"
non
Le
aveva
detto
questo
?
"
"
Sì
sì
"
rispose
l
'
abate
,
levando
finalmente
gli
occhi
dal
piatto
"
qualche
cosa
di
simile
.
"
Il
tono
fu
d
'
uno
che
approvasse
poco
.
Ma
perché
,
allora
,
era
venuto
?
Don
Paolo
faceva
smorfie
di
malcontento
,
gli
altri
tacevano
.
Vi
fu
un
momento
d
'
imbarazzo
.
Marinier
disse
:
"
Ne
parleremo
stasera
.
"
"
Sì
"
ripeté
Selva
,
tranquillo
.
"
Ne
riparleremo
stasera
.
"
Pensava
che
avrebbe
trovato
nell
'
abate
un
avversario
e
che
Dane
aveva
commesso
un
errore
di
giudizio
e
di
tatto
invitandolo
alla
riunione
.
Si
confortò
in
pari
tempo
con
la
tacita
riflessione
che
l
'
udirsi
rappresentare
tutte
le
obbiezioni
possibili
sarebbe
utile
;
e
che
un
amico
del
professore
Dane
sarebbe
almeno
onesto
,
non
propalerebbe
nomi
e
discorsi
ancora
da
tacersi
.
Invece
il
giovine
di
Leynì
si
crucciava
di
questo
pericolo
,
sapendo
quante
e
quanto
diverse
amicizie
tenesse
l
'
abate
Marinier
in
Roma
,
dove
dimorava
da
cinque
anni
per
certi
suoi
studi
storici
;
e
si
crucciava
di
non
avere
saputo
della
sua
venuta
in
tempo
di
scriverne
ai
Selva
,
per
suggerir
loro
che
intraprendessero
la
sua
conquista
incominciando
dal
palato
.
La
mensa
di
casa
Selva
,
sempre
nitidissima
e
fiorita
,
era
,
quanto
ai
cibi
,
molto
parsimoniosa
,
molto
semplice
.
I
Selva
non
bevevano
vino
mai
.
Il
vino
chiaretto
,
acerbetto
di
Subiaco
non
poteva
che
inasprire
un
uomo
avvezzo
ai
vini
di
Francia
.
La
ragazza
di
Affile
aveva
già
servito
il
caffè
quando
arrivarono
,
a
un
punto
,
don
Clemente
a
piedi
da
Santa
Scolastica
,
Dane
,
il
padre
Salvati
,
e
il
professore
Minucci
in
un
legno
a
due
cavalli
da
Subiaco
.
Ma
don
Clemente
,
ch
'
era
seguito
dal
suo
ortolano
,
vista
la
carrozza
movere
verso
il
cancello
del
villino
e
non
dubitando
che
portasse
gente
a
casa
Selva
,
affrettò
il
passo
perché
Giovanni
e
l
'
ortolano
potessero
vedersi
,
parlarsi
un
minuto
,
prima
della
riunione
.
I
Selva
e
i
loro
tre
commensali
si
erano
levati
da
cena
e
Maria
,
uscendo
,
a
braccio
del
cavalleresco
abate
Marinier
,
sulla
terrazza
,
vide
,
benché
annotasse
già
,
il
benedettino
sul
ripido
sentiero
che
sale
dal
cancello
aperto
sulla
via
pubblica
.
Lo
salutò
dall
'
alto
e
lo
pregò
di
aspettare
,
a
piè
della
scala
,
che
gli
facessero
lume
.
Scese
ella
stessa
col
lume
la
scala
a
chiocciola
,
accennò
a
don
Clemente
di
volergli
parlare
e
diede
un
'
occhiata
significativa
all
'
uomo
che
gli
stava
dietro
le
spalle
.
Don
Clemente
si
voltò
a
costui
,
gli
disse
di
stare
ad
attenderlo
lì
fuori
sotto
le
rubinie
;
e
saliti
,
al
muto
invito
della
signora
,
alcuni
scalini
,
sostò
ad
ascoltarla
.
Ella
gli
parlò
,
frettolosa
,
dei
suoi
tre
ospiti
e
particolarmente
dell
'
abate
Marinier
.
Disse
che
stava
in
pena
per
suo
marito
il
quale
aveva
posto
tanto
amore
e
tanta
fede
nell
'
idea
di
questa
associazione
cattolica
e
ora
si
troverebbe
a
fronte
di
una
inattesa
opposizione
.
Desiderava
che
don
Clemente
lo
sapesse
,
che
fosse
preparato
.
Glielo
diceva
lei
perché
suo
marito
non
poteva
in
quel
momento
lasciare
i
suoi
ospiti
.
E
si
congedava
,
nel
tempo
stesso
,
da
don
Clemente
,
non
avendo
intenzione
,
lei
donna
e
tanto
ignorante
,
di
assistere
alla
seduta
.
Forse
lo
avrebbe
riveduto
fra
pochi
giorni
,
al
monastero
.
Non
era
il
Padre
foresterario
,
egli
?
Ella
verrebbe
forse
fra
tre
o
quattro
giorni
a
Santa
scolastica
con
una
sua
sorella
...
A
questo
punto
la
signora
Selva
alzò
involontariamente
il
lume
per
vedere
meglio
il
suo
interlocutore
in
viso
,
e
subito
se
ne
pentì
come
di
un
mancato
rispetto
a
quell
'
anima
certamente
santa
,
certamente
pari
di
virile
e
verginale
bellezza
all
'
alta
,
snella
persona
,
al
viso
eretto
abitualmente
in
atto
quasi
di
franca
modestia
militare
,
tanto
nobile
nella
fronte
spaziosa
,
negli
occhi
cerulei
chiari
,
spiranti
a
un
punto
dolcezza
femminea
e
maschio
fuoco
.
"
Ci
sarà
pure
"
disse
a
bassa
voce
,
vergognando
di
sé
"
un
'
amica
intima
di
mia
sorella
,
certa
signora
Dessalle
.
"
Don
Clemente
voltò
la
testa
di
scatto
,
e
Maria
n
'
ebbe
il
contraccolpo
,
tremò
.
Era
dunque
lui
!
Egli
le
rivolse
subito
il
viso
da
capo
.
Era
un
po
'
acceso
ma
composto
.
"
Scusi
"
diss
'
egli
"
questa
signora
,
come
si
chiama
?
"
"
Chi
?
La
Dessalle
?
"
"Sì."
"
Si
chiama
Jeanne
.
"
"
Che
età
può
avere
?
"
"
Non
lo
so
.
Tra
i
trenta
e
i
trentacinque
anni
direi
.
"
Adesso
Maria
non
comprendeva
più
.
Il
padre
faceva
queste
domande
con
tanta
indifferente
calma
!
Ne
arrischiò
una
essa
pure
.
"
Lei
la
conosce
,
padre
?
"
Don
Clemente
non
rispose
.
Sopraggiungeva
in
quel
momento
il
povero
gottoso
Dane
,
che
con
grande
stento
si
era
trascinato
su
dal
cancello
a
braccio
del
professore
Minucci
.
Erano
amici
di
casa
l
'
uno
e
l
'
altro
;
la
signora
Selva
fece
loro
un
'
accoglienza
gentile
ma
lievemente
distratta
.
La
seduta
si
tenne
nello
studiolo
di
Giovanni
.
Era
così
piccolo
che
il
bollente
don
Farè
,
non
potendosi
tenere
aperte
le
finestre
per
un
dovuto
riguardo
ai
reumi
di
Dane
,
vi
si
sentiva
soffocare
e
lo
disse
con
la
sua
rudezza
lombarda
.
Gli
altri
finsero
di
non
udire
,
meno
di
Leynì
,
che
gli
accennò
silenziosamente
di
non
insistere
,
e
Giovanni
che
aperse
l
'
uscio
del
corridoio
e
l
'
altro
vicino
che
dal
corridoio
mette
sulla
terrazza
.
Dane
sentì
subito
un
odore
di
bosco
umido
e
bisognò
chiudere
.
Sullo
scrittoio
ardeva
una
vecchia
lampada
a
petrolio
.
Il
professore
Minucci
soffriva
di
occhi
e
chiese
timidamente
un
paralume
,
che
fu
cercato
,
trovato
e
posto
.
Don
Paolo
si
fremette
dentro
:
"
questa
è
un
'
infermeria
!
"
e
anche
il
suo
amico
di
Leynì
,
a
cui
pareva
che
tante
piccole
cure
si
dovessero
in
quel
momento
dimenticare
,
ebbe
uno
spiacevole
senso
di
freddo
.
Lo
ebbe
lo
stesso
Giovanni
ma
riflesso
;
sentì
l
'
impressione
che
del
Dane
e
forse
anche
del
Minucci
doveano
riportare
coloro
,
fra
i
presenti
,
che
non
li
conoscevano
.
Egli
li
conosceva
.
Il
Dane
,
con
tutti
i
suoi
reumi
e
i
nervi
e
i
sessantadue
anni
,
possedeva
,
oltre
al
sapere
grande
,
una
indomita
vigoria
di
spirito
,
un
coraggio
morale
a
tutta
prova
.
Andrea
Minucci
,
malgrado
il
biondo
pelo
rabbuffato
,
gli
occhiali
,
certa
rigidezza
di
movimenti
,
che
gli
davano
un
aspetto
di
erudito
tedesco
,
era
una
giovane
anima
delle
più
ardenti
,
provata
dalla
vita
,
non
effervescente
alla
superficie
come
l
'
anima
del
prete
lombardo
,
ma
chiusa
nel
proprio
fuoco
,
severa
,
probabilmente
più
forte
.
Giovanni
prese
la
parola
con
animo
franco
.
Ringraziò
i
presenti
e
scusò
gli
assenti
,
il
frate
e
il
prete
,
dolendosi
però
molto
che
mancassero
.
Disse
che
a
ogni
modo
la
loro
adesione
era
sicura
e
insistette
sul
valore
di
quest
'
adesione
.
Soggiunse
parlando
più
alto
e
più
lento
,
tenendo
gli
occhi
sull
'
abate
Marinier
,
che
per
ora
stimava
prudente
non
divulgare
niente
né
della
riunione
,
né
delle
deliberazioni
che
vi
si
prendessero
;
e
pregò
tutti
a
considerarsi
legati
al
silenzio
da
un
impegno
di
onore
.
Quindi
espose
l
'
idea
che
aveva
concepita
,
lo
scopo
della
riunione
,
un
po
'
più
diffusamente
che
non
avesse
fatto
a
cena
.
"
E
adesso
"
conchiuse
"
ciascuno
dica
quel
che
pensa
.
"
Seguì
un
silenzio
profondo
.
L
'
abate
Marinier
stava
per
parlare
quando
si
alzò
in
piedi
,
stentatamente
,
Dane
.
Il
suo
pallido
viso
scarno
,
fine
,
pregno
d
'
intelletto
,
era
atteggiato
a
gravità
solenne
.
"
Io
credo
"
diss
'
egli
in
un
italiano
esotico
,
rigido
e
tuttavia
caldo
di
vita
"
che
trovandoci
noi
sul
cominciamento
di
una
comune
azione
religiosa
,
dobbiamo
fare
due
cose
;
subito
!
Prima
cosa
!
Dobbiamo
raccogliere
l
'
anima
nostra
in
Dio
,
silenziosamente
,
ciascuno
la
sua
,
fino
a
sentire
la
presenza
,
in
noi
,
di
Dio
stesso
,
il
desiderio
Suo
stesso
,
nel
nostro
cuore
,
della
Sua
propria
gloria
.
È
questo
che
io
faccio
e
prego
fare
con
me
.
"
Ciò
detto
,
il
professore
Dane
s
'
incrociò
le
braccia
sul
petto
,
piegò
il
capo
,
chiuse
gli
occhi
.
Tutti
si
alzarono
e
,
meno
l
'
abate
Marinier
,
giunsero
le
mani
.
L
'
abate
se
le
raccolse
al
petto
con
un
ampio
gesto
,
abbracciando
l
'
aria
.
Si
poté
udire
un
gemer
dolce
della
lucerna
,
un
passo
al
piano
terreno
.
Marinier
fu
il
primo
a
guardar
sottecchi
se
gli
altri
pregavano
ancora
.
Dane
rialzò
il
capo
e
disse
:
"Amen."
"
Seconda
cosa
!
"
soggiunse
.
"
Noi
ci
proponiamo
di
obbedire
sempre
l
'
autorità
ecclesiastica
legittima
...
"
Don
Paolo
Farè
scattò
.
"
Secondo
!
"
Un
vibrare
di
subiti
pensamenti
,
un
fremere
sordo
di
parole
non
nate
scosse
ogni
persona
.
Dane
disse
lentamente
:
"
esercitata
con
le
debite
norme
.
"
Quel
moto
discese
a
un
mormorio
di
consenso
,
posò
.
Dane
riprese
:
"
Ancora
questo
!
Mai
non
sarà
odio
né
su
nostro
labbro
,
né
in
nostro
petto
verso
nessuno
!
"
Don
Paolo
scattò
da
capo
.
"
Odio
no
ma
sdegno
sì
!
Circumspiciens
eos
cum
ira
!
"
"
Sì
"
disse
don
Clemente
con
la
sua
dolce
voce
velata
"
quando
avremo
edificato
Cristo
in
noi
,
quando
sentiremo
una
collera
di
puro
amore
.
"
Don
Paolo
,
che
gli
stava
vicino
,
non
rispose
niente
,
lo
guardò
con
le
lagrime
agli
occhi
,
gli
afferrò
una
mano
per
baciargliela
.
Il
benedettino
la
ritrasse
spaventato
,
tutto
una
fiamma
in
viso
.
"
E
non
edificheremo
Cristo
in
noi
"
disse
Giovanni
,
commosso
anche
lui
,
felice
di
quel
mistico
soffio
che
gli
pareva
spirare
nell
'
adunanza
"
se
non
purificheremo
nell
'
amore
le
nostre
idee
di
riforma
;
se
,
quando
venisse
il
momento
di
operare
,
non
ci
purificheremo
prima
le
mani
e
gli
strumenti
.
Questo
sdegno
,
questa
ira
che
Lei
,
don
Paolo
,
dice
,
è
una
grande
potenza
del
Maligno
sopra
di
noi
,
appunto
perché
ha
un
'
apparenza
e
qualche
volta
,
come
nei
Santi
,
una
sostanza
di
bontà
.
In
noi
è
quasi
sempre
vera
inimicizia
perché
non
sappiamo
amare
.
La
preghiera
a
me
più
cara
dopo
il
Pater
noster
è
la
preghiera
dell
'
Unità
,
la
preghiera
che
ci
unisce
allo
spirito
di
Cristo
quando
prega
il
Padre
così
:
"
ut
et
ipsi
in
nobis
unum
sint
.
"
Abbiamo
sempre
il
desiderio
e
la
speranza
dell
'
unità
in
Dio
con
i
fratelli
che
sono
divisi
da
noi
nelle
idee
.
E
adesso
,
dunque
,
dite
se
accettate
la
proposta
di
fondare
l
'
associazione
che
io
vi
propongo
.
Prima
discutete
questo
e
poi
,
se
la
proposta
è
accettata
,
si
vedrà
in
qual
modo
sia
da
porla
in
atto
.
"
Don
Paolo
esclamò
impetuosamente
che
il
principio
nemmanco
era
da
discutere
e
Minucci
osservò
in
tono
sommesso
che
lo
scopo
della
riunione
era
stato
conosciuto
da
tutti
i
presenti
prima
d
'
intervenire
,
che
perciò
,
intervenendo
,
essi
lo
avevano
implicitamente
approvato
,
avevano
implicitamente
consentito
di
legarsi
per
un
'
azione
comune
,
salvo
appunto
a
decidere
sui
modi
e
le
forme
.
L
'
abate
Marinier
chiese
di
parlare
.
"
Me
ne
rincresce
veramente
"
diss
'
egli
sorridendo
,
"
ma
per
legarmi
io
non
ho
portato
con
me
il
menomo
filo
.
Io
sono
pure
di
coloro
che
vedono
molte
cose
andar
male
nella
Chiesa
e
tuttavia
,
quando
il
signor
Selva
mi
ha
bene
spiegato
,
prima
a
cena
e
ora
qui
,
la
sua
idea
che
non
avevo
bene
compresa
dal
mio
amico
professore
Dane
,
mi
si
sono
affacciate
obbiezioni
che
credo
serie
.
"
"
Già
"
pensò
Minucci
che
aveva
udito
parlare
di
certe
ambizioni
del
Marinier
"
se
vuoi
far
carriera
non
ti
devi
mettere
con
noi
.
"
E
soggiunse
forte
:
"
Dica
!
"
"
In
primo
luogo
,
signori
"
cominciò
il
fine
abate
"
mi
pare
che
abbiate
principiato
dalla
seconda
riunione
.
Dirò
con
un
rispetto
grande
che
voi
mi
parete
bravissime
persone
,
le
quali
si
mettano
festosamente
a
sedere
per
giuocare
insieme
alle
carte
,
e
non
possono
andare
avanti
perché
uno
ha
le
carte
italiane
,
un
altro
le
francesi
,
un
altro
le
tedesche
e
non
s
'
intendono
.
Io
ho
udito
parlare
di
idee
comuni
,
ma
forse
vi
ha
fra
noi
piuttosto
una
comunanza
di
idee
negative
.
Noi
siamo
d
'
accordo
,
probabilmente
,
in
questo
,
che
la
Chiesa
Cattolica
è
venuta
somigliando
a
un
tempio
antichissimo
di
grande
semplicità
originaria
,
di
grande
spiritualità
,
che
il
seicento
,
il
settecento
e
l
'
ottocento
hanno
infarcito
di
pasticci
.
Forse
i
più
maligni
di
voi
diranno
pure
che
vi
si
parla
forte
solamente
una
lingua
morta
,
che
le
lingue
vive
appena
vi
si
possono
parlare
piano
e
che
il
sole
vi
prende
alle
finestre
un
colore
falso
.
Ma
io
non
posso
credere
che
siamo
poi
tutti
d
'
accordo
nella
qualità
e
nella
quantità
dei
rimedii
.
Prima
dunque
di
iniziare
questa
frammassoneria
cattolica
,
io
credo
che
vi
converrebbe
intendervi
circa
le
riforme
.
Dirò
di
più
;
io
credo
che
anche
quando
fosse
fra
voi
un
pienissimo
accordo
nelle
idee
,
io
non
vi
consiglierei
di
legarvi
con
un
vincolo
sensibile
come
propone
il
signor
Selva
.
La
mia
obbiezione
è
di
una
natura
molto
delicata
.
Voi
pensate
certo
di
poter
navigare
sicuri
sott
'
acqua
come
pesci
cauti
,
e
non
pensate
che
un
occhio
acuto
di
Sommo
Pescatore
o
vice
-
Pescatore
vi
può
scoprire
benissimo
e
un
buon
colpo
di
fiocina
cogliere
.
Ora
io
non
consiglierei
mai
ai
pesci
più
fini
,
più
saporiti
,
più
ricercati
,
di
legarsi
insieme
.
Voi
capite
cosa
può
succedere
quando
uno
è
colto
e
tirato
su
.
E
,
voi
lo
sapete
bene
,
il
grande
Pescatore
di
Galilea
metteva
i
pesciolini
nel
suo
vivaio
,
ma
il
grande
Pescatore
di
Roma
li
frigge
.
"
"
Questa
è
buona
!
"
fece
don
Paolo
con
un
sussulto
di
riso
.
Gli
altri
tacevano
,
gelidi
.
L
'
abate
continuò
:
"
Non
credo
poi
che
con
questa
lega
possiate
far
niente
di
buono
.
Le
associazioni
fanno
progredire
forse
i
salari
,
forse
le
industrie
,
forse
i
commerci
;
la
scienza
e
la
verità
,
no
.
Le
riforme
si
faranno
un
giorno
,
perché
le
idee
sono
più
forti
degli
uomini
e
camminano
;
ma
voi
,
armandole
in
guerra
e
facendole
marciare
per
compagnie
,
le
esporrete
a
un
fuoco
terribile
che
le
arresterà
per
un
pezzo
.
Sono
gl
'
individui
,
i
Messia
,
che
fanno
progredire
la
scienza
e
la
religione
.
Vi
è
un
Santo
fra
voi
?
Oppure
sapete
dove
prenderlo
?
Prendetelo
e
mandatelo
avanti
.
Parola
ardente
,
grande
carità
,
due
o
tre
piccoli
miracoli
,
suggeritegli
quello
che
deve
dire
e
il
vostro
Messia
farà
più
che
tutti
voi
insieme
.
"
L
'
abate
tacque
e
Giovanni
prese
la
parola
.
"
Forse
il
signor
abate
"
diss
'
egli
"
non
ha
potuto
formarsi
ancora
un
giusto
concetto
della
unione
che
noi
desideriamo
.
Noi
ci
siamo
associati
testé
in
una
preghiera
silenziosa
e
intensa
,
cercando
di
tenerci
uniti
nella
Presenza
Divina
.
Questo
indica
il
carattere
della
nostra
unione
.
Considerando
i
mali
che
affliggono
la
Chiesa
,
i
quali
,
in
sostanza
,
sono
disaccordi
del
suo
elemento
mutabile
umano
con
il
suo
elemento
immutabile
di
Verità
Divina
,
noi
ci
vogliamo
unire
in
Dio
Verità
col
desiderio
ch
'
Egli
tolga
questi
disaccordi
;
e
vogliamo
sentirci
uniti
.
Una
tale
unione
non
ha
bisogno
di
intelligenze
circa
idee
particolari
,
benché
alcuni
di
noi
ne
abbiamo
alquante
di
comuni
.
Noi
non
pensiamo
di
promuovere
un
'
azione
collettiva
né
pubblica
né
privata
per
attuare
una
riforma
o
l
'
altra
.
Io
sono
abbastanza
vecchio
per
ricordare
i
tempi
del
dominio
austriaco
.
Se
i
patrioti
lombardi
e
veneti
si
raccoglievano
allora
a
parlare
di
politica
,
non
era
mica
sempre
per
congiure
,
per
atti
di
rivoluzione
;
era
per
comunicarsi
notizie
,
per
conoscersi
,
per
tener
viva
la
fiamma
dell
'
idea
.
È
questo
che
noi
vogliamo
fare
nel
campo
religioso
.
Lo
creda
il
signor
abate
Marinier
,
quell
'
accordo
negativo
ch
'
egli
diceva
può
bastare
benissimo
.
Facciamo
che
si
allarghi
,
che
abbracci
la
maggioranza
dei
fedeli
intelligenti
,
che
salga
nella
gerarchia
;
vedrà
che
gli
accordi
positivi
vi
matureranno
dentro
occultamente
come
semi
vitali
dentro
la
spoglia
caduca
del
frutto
.
Sì
,
basta
un
accordo
negativo
.
Basta
di
sentire
che
la
Chiesa
di
Cristo
soffre
,
per
unirci
nell
'
amore
di
nostra
Madre
e
almeno
pregare
per
essa
,
noi
e
i
nostri
fratelli
che
,
come
noi
,
la
sentono
soffrire
!
Che
ne
dice
,
signor
abate
?
"
L
'
abate
mormorò
con
un
lievissimo
sorriso
:
"
C
'
est
beau
mais
ce
n
'
est
pas
la
logique
.
"
Don
Paolo
scattò
:
"
Ma
che
logica
!
"
"
Ah
!
"
rispose
il
Marinier
con
una
maligna
faccia
compunta
.
"
Se
rinunciate
alla
logica
...
!
"
Don
Paolo
,
tutto
acceso
,
era
per
protestare
ma
il
professore
Dane
gli
accennò
di
chetarsi
.
"
Noi
non
vogliamo
rinunciare
alla
logica
"
diss
'
egli
.
"
Solamente
non
è
facile
misurare
il
valore
logico
di
una
conclusione
in
materia
di
sentimento
,
di
amore
,
di
fede
,
come
è
facile
misurare
il
valore
logico
di
una
conclusione
in
materia
di
geometria
.
Nella
materia
nostra
il
procedimento
logico
è
occulto
.
Certo
il
mio
caro
amico
Marinier
,
una
delle
menti
acutissime
che
io
conosco
,
non
ha
voluto
dire
questa
cosa
in
risposta
al
mio
caro
amico
Selva
,
che
quando
una
persona
molto
amata
da
noi
cade
inferma
,
è
necessario
a
noi
di
accordarci
sulla
cura
che
le
faremo
,
prima
di
correre
insieme
al
suo
letto
!
"
"
Queste
sono
bellissime
figure
"
disse
l
'
abate
Marinier
alquanto
vivacemente
.
"
Ma
sapete
bene
che
le
similitudini
non
sono
argomenti
!
"
Don
Clemente
,
che
stava
in
piedi
nell
'
angolo
tra
l
'
uscio
del
corridoio
e
la
finestra
,
e
il
professore
Minucci
seduto
presso
a
lui
,
fecero
atto
di
parlare
.
Subito
si
arrestarono
,
volendo
ciascuno
dei
due
cedere
la
parola
all
'
altro
.
Selva
propose
che
prima
parlasse
il
monaco
.
Tutti
guardarono
a
quel
nobile
viso
di
arcangelo
,
arrossente
ma
eretto
.
Don
Clemente
esitò
un
poco
,
e
quindi
parlò
con
la
sua
voce
soffice
,
velata
di
modestia
:
"
Il
signor
abate
Marinier
ha
detto
una
cosa
che
io
credo
molto
vera
.
Ha
detto
:
ci
vuole
un
Santo
.
Io
pure
lo
credo
.
Chi
sa
?
Io
non
dispero
che
possa
già
esistere
.
"
"
Lui
"
mormorò
don
Paolo
.
"
Ora
"
proseguì
don
Clemente
"
io
vorrei
dire
al
signor
abate
Marinier
:
siamo
in
qualche
maniera
i
profeti
di
questo
Santo
,
di
questo
Messia
,
prepariamo
le
sue
vie
,
che
poi
significa
solo
far
sentire
universalmente
il
bisogno
di
un
rinnovamento
di
tutto
che
nella
religione
nostra
è
veste
,
non
corpo
della
verità
,
anche
se
questo
rinnovamento
sarà
doloroso
per
certe
coscienze
.
Ingemiscit
et
parturit
!
E
far
sentire
tutto
ciò
stando
sopra
un
terreno
assolutamente
cattolico
,
aspettando
le
nuove
leggi
dalle
autorità
vecchie
,
dimostrando
però
che
se
non
si
cambiano
le
vesti
portate
da
tanto
tempo
,
fra
tante
intemperie
,
nessuna
persona
civile
si
avvicinerà
più
a
noi
,
e
Dio
non
voglia
che
molti
di
noi
le
svestano
senza
permesso
,
per
un
disgusto
insopportabile
.
Vorrei
anche
dire
al
signor
abate
Marinier
,
se
me
lo
permette
:
non
abbiamo
troppi
timori
umani
!
"
Un
mormorio
caldo
di
assenso
gli
rispose
e
Minucci
scattò
tutto
vibrante
.
Mentre
parlava
l
'
abate
Marinier
,
di
Leynì
e
Selva
lo
avevano
visto
bollire
accigliato
;
e
appunto
Giovanni
,
che
conosceva
il
carattere
fiero
di
quel
mistico
asceta
,
si
era
proposto
,
facendo
parlare
prima
don
Clemente
,
di
dargli
tempo
a
chetarsi
.
Egli
scattò
.
La
parola
non
gli
veniva
fluida
,
gli
si
rompeva
per
soverchio
impeto
,
e
rotta
gli
sgorgava
dal
labbro
a
ondate
,
precisa
,
però
,
e
potente
nel
vigoroso
accento
romano
:
"
Ecco
!
Non
abbiamo
timori
umani
!
Noi
vogliamo
cose
troppo
grandi
e
le
vogliamo
troppo
fortemente
per
avere
timori
umani
!
Noi
vogliamo
comunicare
nel
Cristo
vivo
,
quanti
sentiamo
che
il
concetto
della
Via
,
della
Verità
e
della
Vita
si
...
si
...
si
...
-
si
dilata
,
ecco
,
si
dilata
nel
nostro
cuore
,
nella
nostra
mente
!
E
rompe
tante
-
come
dirò
?
-
vecchie
fasce
di
formole
che
ci
stringono
,
che
ci
soffocano
,
che
soffocherebbero
la
Chiesa
,
se
la
Chiesa
fosse
mortale
!
Noi
vogliamo
comunicare
nel
Cristo
vivente
,
quanti
abbiamo
sete
-
sete
,
signor
abate
Marinier
!
Sete
!
Sete
!
-
che
la
nostra
fede
,
se
perde
di
estensione
,
cresca
di
intensità
-
a
cento
doppi
,
cresca
,
viva
Dio
!
-
e
possa
radiare
fuori
di
noi
,
e
possa
,
dico
,
purificare
come
il
fuoco
,
prima
il
pensiero
e
poi
l
'
azione
cattolica
-
ecco
.
Noi
vogliamo
comunicare
nel
Cristo
vivente
quanti
sentiamo
ch
'
Egli
prepara
una
lenta
ma
immensa
trasformazione
religiosa
per
opera
di
profeti
e
di
Santi
,
la
quale
si
opererà
con
sacrificio
,
con
dolore
,
con
divisione
di
cuori
;
quanti
sentiamo
che
i
profeti
sono
sacri
al
soffrire
e
che
queste
cose
non
ci
vengono
rivelate
dalla
carne
o
dal
sangue
ma
dall
'
Iddio
vivo
nelle
anime
nostre
!
Comunicare
,
vogliamo
,
tutti
,
di
ogni
paese
,
ordinare
la
nostra
azione
.
Massoneria
Cattolica
?
Sì
,
Massoneria
delle
Catacombe
.
Lei
teme
,
signor
abate
?
Teme
che
si
taglino
tante
teste
con
un
colpo
solo
?
Io
dirò
:
dov
'
è
la
scure
per
un
tal
colpo
?
Uno
alla
volta
tutti
si
possono
colpire
:
oggi
il
professore
Dane
,
ad
esempio
,
domani
don
Farè
,
posdomani
qui
il
padre
;
ma
il
giorno
in
cui
quella
fantastica
fiocina
del
signor
abate
Marinier
pescasse
,
attaccati
a
un
filo
,
laici
di
grido
,
preti
,
frati
,
vescovi
,
cardinali
fors
'
anche
,
quale
sarà
,
ditemi
,
il
pescatore
,
piccolo
o
grande
,
che
non
lascerà
cadere
nell
'
acqua
,
spaventato
,
la
fiocina
e
ogni
cosa
?
-
Ma
poi
mi
perdoni
,
signor
abate
,
se
io
dico
a
Lei
e
ai
prudenti
come
Lei
:
dov
'
è
la
vostra
fede
?
Esiterete
voi
,
per
paura
di
Pietro
,
a
servire
Cristo
?
Uniamoci
contro
il
fanatismo
che
lo
ha
crocifisso
e
che
avvelena
ora
la
Sua
Chiesa
e
se
ne
avremo
a
soffrire
,
ringraziamone
il
Padre
:
"
beati
estis
cum
persecuti
vos
fuerint
et
dixerint
omne
malum
adversum
vos
,
mentientes
,
propter
me
.
"
Don
Paolo
Farè
saltò
in
piedi
e
abbracciò
l
'
oratore
.
Di
Leynì
si
affisava
in
lui
con
occhi
accesi
di
entusiasmo
.
Dane
,
Selva
,
don
Clemente
,
l
'
altro
frate
tacevano
,
imbarazzati
,
sentendo
,
specie
i
tre
ecclesiastici
,
che
Minucci
era
trascorso
troppo
,
che
le
sue
frasi
sulla
estensione
e
la
intensità
della
fede
,
sul
timore
di
Pietro
,
non
erano
misurate
,
che
tutta
l
'
intonazione
del
suo
discorso
era
stata
troppo
bellicosa
e
non
si
accordava
né
col
mistico
esordio
di
Dane
né
con
le
parole
usate
da
Selva
a
delineare
il
carattere
dell
'
unione
proposta
.
L
'
abate
di
Ginevra
non
aveva
levato
un
momento
dal
viso
di
Minucci
,
mentr
'
egli
parlava
,
i
suoi
piccoli
occhi
brillanti
.
Guardò
l
'
amplesso
di
don
Paolo
con
un
misto
d
'
ironia
e
di
pietà
,
poi
si
alzò
in
piedi
:
"
Sta
bene
"
diss
'
egli
.
"
Io
non
so
se
il
mio
amico
Dane
in
particolare
divida
le
opinioni
del
signore
.
Veramente
ne
dubito
un
poco
.
Il
signore
ha
nominato
Pietro
.
Ecco
,
mi
pare
che
qui
ci
si
dispone
a
uscire
dalla
barca
di
Pietro
sperando
forse
di
camminare
sopra
le
onde
.
Io
dico
umilmente
che
non
ho
fede
abbastanza
e
andrei
subito
al
fondo
.
Io
intendo
di
restare
nella
barca
e
forse
tutt
'
al
più
adoperarvi
qualche
piccolo
remo
secondo
la
mia
intenzione
,
perché
,
come
ha
detto
il
signore
,
sono
molto
pauroso
.
È
dunque
necessario
che
ci
separiamo
e
non
mi
resta
che
a
domandarvi
perdono
di
essere
venuto
.
Ho
anche
bisogno
di
una
piccola
passeggiata
per
la
mia
vile
digestione
.
-
"
Caro
amico
"
soggiunse
rivolgendosi
a
Dane
"
ci
ritroveremo
all
'Aniene."
E
mosse
verso
Selva
con
la
mano
stesa
,
per
accomiatarsi
.
Subito
gli
furono
tutti
attorno
,
meno
don
Paolo
e
Minucci
,
per
non
lasciarlo
partire
.
Egli
insisteva
tranquillo
,
arrestava
ora
con
un
gelido
sorrisetto
,
ora
con
una
parolina
graziosamente
sarcastica
,
ora
con
un
gesto
elegante
gli
assalitori
troppo
veementi
.
Di
Leynì
si
voltò
a
Farè
,
gli
accennò
di
unirsi
agli
altri
;
ma
il
focoso
don
Paolo
gli
rispose
con
una
violenta
spallata
,
con
una
smorfia
di
fastidio
.
Intanto
dal
gruppo
che
attorniava
il
Marinier
una
voce
toscana
si
alzò
sopra
le
altre
:
"
Stia
bono
!
Non
si
è
ancora
deciso
niente
!
Aspetti
!
Io
non
ho
ancora
detto
la
mia
!
"
Era
il
padre
Salvati
,
scolopio
,
che
aveva
parlato
;
un
vecchio
dai
capelli
candidi
,
dal
volto
rubizzo
,
dagli
occhi
vivaci
.
"
Non
si
è
ancora
deciso
niente
!
"
ripeté
.
"
Io
,
per
esempio
,
per
l
'
unione
ci
sto
ma
io
vorrei
una
cosa
e
i
discorsi
che
si
son
fatti
me
ne
arieggiano
un
'
altra
.
Progresso
intellettuale
,
sta
bene
;
rinnovamento
delle
formole
della
fede
secondo
vogliono
i
tempi
,
sta
bene
;
riforma
cattolica
,
benissimo
!
Io
sto
con
Raffaello
Lambruschini
,
che
era
un
grand
'
omo
;
io
sto
con
i
Pensieri
di
un
solitario
;
ma
per
il
signor
professore
Minucci
il
carattere
della
riforma
mi
pare
che
avrebbe
a
essere
sopra
tutto
intellettuale
e
questo
,
scusate
...
"
Qui
Dane
alzò
la
sua
bianca
,
piccola
mano
di
dama
.
"
Permetta
,
padre
"
diss
'
egli
.
"
Il
mio
caro
amico
Marinier
vede
che
si
ritorna
a
discutere
.
Io
lo
prego
di
rimettersi
a
sedere
.
"
L
'
abate
levò
un
poco
le
ciglia
in
su
,
mise
un
sospiro
scettico
e
obbedì
.
Gli
altri
sedettero
pure
,
soddisfatti
.
Non
si
fidavano
della
discrezione
dell
'
abate
,
sarebbe
stato
un
grosso
guaio
ch
'
egli
fosse
partito
ab
irato
.
Il
padre
Salvati
riprese
a
parlare
.
Egli
era
contrario
a
che
s
'
imprimesse
al
movimento
riformista
un
carattere
sopra
tutto
intellettuale
,
non
tanto
per
il
pericolo
di
Roma
quanto
per
il
pericolo
di
turbare
nella
loro
fede
semplice
una
quantità
immensa
di
anime
tranquille
.
Voleva
che
l
'
Unione
si
proponesse
anzi
tutto
una
grande
opera
morale
,
il
richiamo
dei
credenti
alla
pratica
della
parola
evangelica
.
Illuminare
i
cuori
era
secondo
lui
il
primo
dovere
di
uomini
,
che
aspiravano
a
illuminare
gl
'
intelletti
.
Evidentemente
non
importava
tanto
di
trasformare
secondo
un
ossequio
razionale
la
fede
cattolica
nella
Bibbia
,
quanto
di
rendere
effettiva
la
fede
cattolica
nella
parola
di
Cristo
.
Bisognava
dimostrare
che
generalmente
dai
fedeli
si
onora
Cristo
con
le
labbra
ma
che
il
cuore
del
popolo
è
lontano
da
lui
;
dimostrare
quanto
posto
sia
lasciato
agli
egoismi
da
certe
pietà
fervorose
che
credono
santificarsi
...
Qui
don
Paolo
e
Minucci
brontolarono
:
"
Questo
non
c
'entra."
Il
Salvati
esclamò
che
c
'
entrava
benissimo
e
che
avessero
la
bontà
di
aspettare
.
Continuò
a
dire
di
un
pervertimento
generale
nel
concetto
del
dovere
cristiano
intorno
alla
ricerca
e
all
'
uso
della
ricchezza
,
pervertimento
difficilissimo
a
raddrizzare
perché
indurato
da
secoli
e
secoli
nelle
coscienze
cristiane
con
la
piena
complicità
del
clero
.
"
Il
tempo
,
signori
"
esclamò
il
vecchio
frate
"
domanda
un
'
azione
francescana
.
Ora
io
non
ne
vedo
segno
.
Vedo
antichi
Ordini
religiosi
che
non
hanno
più
forza
di
agire
sulla
Società
.
Vedo
una
Democrazia
Cristiana
amministrativa
e
politica
che
non
ha
lo
spirito
di
S
.
Francesco
,
che
non
ama
la
santa
Povertà
.
Vedo
una
società
di
studi
francescani
;
trastulli
intellettuali
!
Io
intenderei
che
noi
si
provvedesse
all
'
azione
francescana
.
Dico
se
si
vuole
una
riforma
cattolica
!
"
"
Ma
come
?
"
domandò
Farè
.
Minucci
brontolò
seccato
:
"
Non
è
questo
.
"
Selva
sentiva
disgregarsi
le
anime
che
si
erano
unite
in
un
primo
slancio
.
Sentiva
che
Dane
,
Minucci
,
probabilmente
anche
Farè
,
intendevano
,
com
'
egli
stesso
intendeva
,
iniziare
un
movimento
intellettuale
e
che
quella
divampata
francescana
era
venuta
fuor
di
tempo
e
fuor
di
luogo
.
Era
tanto
più
inopportuna
quanto
più
calda
di
verità
viva
.
Perché
molta
verità
c
'
era
senza
dubbio
nelle
parole
del
padre
Salvati
,
egli
lo
riconosceva
,
egli
che
si
era
più
volte
dibattuto
nel
pensiero
il
dubbio
se
non
convenisse
promovere
,
per
il
bene
della
Chiesa
un
'
azione
piuttosto
morale
che
intellettuale
.
Ma
egli
non
sentiva
in
sé
le
attitudini
all
'
apostolato
francescano
e
non
le
vedeva
negli
amici
suoi
,
neppure
nel
più
ardente
,
Luigi
Minucci
,
un
solitario
,
un
asceta
schivo
della
folla
come
lui
,
Selva
.
Le
ragioni
del
Salvati
valevano
a
guastare
e
non
a
edificare
.
Giovanni
sentiva
segrete
ironie
andare
al
Marinier
e
anche
al
Dane
,
di
cui
si
conoscevano
i
gusti
poco
francescani
,
il
palato
difficile
,
i
nervi
delicati
,
gli
affetti
dati
a
cagnolini
e
a
pappagalli
.
Se
si
voleva
riescire
a
qualche
cosa
,
conveniva
correre
al
riparo
.
"
Mi
perdoni
"
diss
'
egli
"
il
carissimo
padre
Salvati
se
io
gli
osservo
che
il
suo
discorso
,
tanto
caldo
di
spirito
cristiano
,
è
intempestivo
.
Mi
pare
ch
'
egli
consenta
con
noi
nel
desiderio
di
una
riforma
cattolica
.
Stasera
non
è
davanti
a
noi
che
una
proposta
;
quella
di
promuovere
una
specie
di
Lega
fra
quanti
hanno
lo
stesso
desiderio
.
Ora
decidiamo
questo
!
"
Lo
scolopio
non
si
arrese
.
Non
poteva
comprendere
una
Lega
inattiva
,
e
un
'
azione
secondo
le
idee
degli
intellettuali
non
gli
piaceva
.
L
'
abate
ginevrino
esclamò
:
"
Je
l
'
avais
bien
dit
!
"
E
si
alzò
per
andarsene
davvero
,
stavolta
.
Selva
non
lo
permise
,
propose
di
sciogliere
la
seduta
,
pensando
di
richiamare
l
'
indomani
o
più
tardi
il
professore
Dane
,
Minucci
,
di
Leynì
,
Farè
.
Con
Salvati
non
c
'
era
niente
a
fare
,
ed
era
meglio
lasciar
partire
Marinier
dandogli
a
credere
che
tutto
fosse
andato
a
monte
.
Minucci
indovinò
il
suo
pensiero
e
tacque
,
l
'
inconsiderato
don
Paolo
non
capì
nulla
e
strepitò
che
si
doveva
deliberare
,
votare
subito
.
Selva
,
e
per
ossequio
a
Selva
,
di
Leynì
,
lo
fecero
aspettare
.
Fremeva
,
però
;
fremeva
contro
lo
svizzero
,
sopra
tutto
.
Dane
e
don
Clemente
erano
poco
soddisfatti
,
quale
per
una
ragione
,
quale
per
un
'
altra
.
Dane
era
molto
irritato
in
cuor
suo
contro
Marinier
e
si
doleva
di
averlo
portato
con
sé
;
don
Clemente
avrebbe
voluto
dire
che
le
parole
del
padre
Salvati
erano
state
molto
belle
e
sante
e
non
intempestive
perché
anzi
era
bene
che
ciascuno
lavorasse
giusta
la
vocazione
propria
,
gl
'
intellettuali
per
una
via
,
i
francescani
per
un
'
altra
.
Colui
che
chiama
provvederebbe
a
coordinare
l
'
azione
dei
chiamati
;
le
diverse
vocazioni
potevano
benissimo
stare
insieme
nella
Lega
.
Avrebbe
voluto
dire
così
ma
non
fu
pronto
,
lasciò
passare
il
momento
,
anche
per
verecondia
intellettuale
,
per
paura
di
non
dir
bene
,
per
un
riguardo
verso
Selva
,
che
desiderava
evidentemente
di
troncare
.
E
fu
troncato
,
tutti
si
alzarono
,
uscirono
sulla
terrazzina
,
meno
Dane
e
Giovanni
.
L
'
abate
Marinier
intendeva
recarsi
l
'
indomani
a
Santa
Scolastica
e
al
Sacro
Speco
;
poi
,
forse
,
ritornare
a
Roma
per
Olevano
e
Palestrina
,
una
via
nuova
per
lui
.
Chi
gliela
poteva
indicare
di
lì
?
Gliela
indicò
don
Clemente
.
Era
la
stessa
che
aveva
percorso
venendo
da
Subiaco
.
Passava
lì
sotto
,
valicava
l
'
Aniene
poco
più
a
sinistra
,
sul
ponte
di
S
.
Mauro
,
volgeva
a
destra
,
saliva
verso
i
monti
Affilani
,
là
di
fronte
.
L
'
aria
veniva
,
odorata
di
boschi
,
dalla
gola
stretta
ond
'
esce
il
fiume
sonoro
sotto
i
Conventi
.
Il
cielo
era
coperto
,
salvo
sul
Francolano
.
Là
sopra
il
gran
monte
nero
tremolavano
due
stelle
.
Minucci
le
mostrò
a
di
Leynì
.
"
Guardi
"
diss
'
egli
"
quelle
due
stelline
come
sfavillano
!
Dante
le
direbbe
le
fiammelle
di
San
Benedetto
e
di
Santa
Scolastica
che
sfavillano
vedendo
nell
'
ombra
un
'
anima
simile
ad
esse
.
"
"
Voi
parlate
di
Santi
?
"
fece
Marinier
,
accostandosi
.
"
Io
ho
domandato
poco
fa
se
avete
un
Santo
e
vi
ho
augurato
di
possederne
uno
.
Queste
sono
figure
oratorie
,
perché
so
bene
che
non
lo
avete
.
Se
lo
aveste
,
il
vostro
Santo
sarebbe
subito
ammonito
dalla
questura
o
spedito
in
China
dalla
Chiesa
.
"
"
Ebbene
?
"
rispose
di
Leynì
"
E
se
fosse
ammonito
?
"
"
Se
fosse
ammonito
oggi
,
sarebbe
imprigionato
domani
.
"
"
Ebbene
?
"
replicò
il
giovane
.
"
E
S
.
Paolo
,
signor
abate
?
"
"
Eh
,
mio
caro
,
S
.
Paolo
,
S
.
Paolo
...
!
"
Con
questa
reticenza
l
'
abate
Marinier
intendeva
probabilmente
dire
che
S
.
Paolo
era
S
.
Paolo
.
L
'
altro
pensò
invece
che
Marinier
era
Marinier
.
Don
Clemente
osservò
che
neppure
tutti
i
Santi
si
potevano
mandare
in
China
.
Perché
non
sarebbe
laico
il
futuro
Santo
?
"
Questo
lo
credo
"
esclamò
il
padre
Salvati
.
Invece
l
'
entusiasta
don
Faré
si
teneva
certo
che
sarebbe
Sommo
Pontefice
.
L
'
abate
rise
.
"
Idea
semplice
ed
eccellente
"
diss
'
egli
.
"
Ma
io
sento
la
carrozza
che
viene
a
pigliarci
,
Dane
,
me
e
chi
vuol
venire
con
noi
a
Subiaco
;
per
cui
vado
a
congedarmi
dal
signor
Selva
.
"
Si
chinò
dal
parapetto
a
cogliere
una
frondetta
dell
'
olivo
piantato
nel
terrazzo
del
piano
inferiore
.
"
Dovrò
presentargli
questo
"
disse
.
"
E
anche
a
Loro
signori
"
soggiunse
con
un
gesto
grazioso
,
sorridendo
.
E
uscì
della
terrazza
.
Si
udì
infatti
,
giù
nella
strada
,
il
rumore
di
un
legno
a
due
cavalli
che
,
venendo
da
Subiaco
,
girò
lo
scoglio
sul
quale
la
villetta
è
assisa
e
si
fermò
davanti
al
cancello
.
Pochi
momenti
dopo
vennero
nella
terrazza
Maria
Selva
e
Dane
col
suo
gran
pastrano
e
il
grandissimo
cappello
nero
a
cencio
.
Seguivano
Giovanni
e
l
'
abate
.
"
Chi
viene
con
noi
?
"
disse
Dane
.
Nessuno
parlò
.
S
'
intesero
,
sul
rumore
fondo
dell
'
Aniene
,
voci
e
passi
che
salivano
dal
cancello
verso
la
villa
.
Minucci
che
stava
sull
'
angolo
di
levante
della
terrazza
,
guardò
e
disse
:
"
Signore
.
Due
signore
.
"
Maria
trasalì
.
"
Due
signore
?
"
diss
'
ella
.
Balzò
al
parapetto
,
vide
due
figure
chiare
che
salivano
lentamente
,
facevano
allora
la
prima
svolta
del
ripido
viottolo
.
Non
era
possibile
distinguerne
le
forme
,
erano
ancora
troppo
giù
e
faceva
troppo
scuro
.
Giovanni
osservò
che
probabilmente
si
trattava
di
persone
dirette
al
primo
piano
,
a
visitare
i
padroni
di
casa
.
Il
professore
Dane
sorrise
misteriosamente
.
"
Potrebbero
venire
anche
al
secondo
"
diss
'
egli
.
Maria
esclamò
:
"
Lei
sa
qualche
cosa
!
"
e
gridò
abbasso
:
"
Noemi
!
est
-
ce
vous
?
"
La
voce
limpida
di
Noemi
rispose
:
"
Oui
,
c
'
est
nous
!
"
Si
udì
un
'
altra
voce
femminile
dirle
forte
:
"
Che
bambina
!
Dovevi
tacere
!
"
Maria
mise
un
piccolo
grido
di
gioia
e
disparve
,
corse
giù
per
la
scala
a
chiocciola
.
"
Lei
sapeva
,
professore
Dane
?
"
fece
Selva
.
Sì
,
Dane
sapeva
,
aveva
veduto
a
Roma
la
signora
Dessalle
,
conosciuta
da
lui
nella
sua
villa
del
Veneto
,
nella
villa
degli
affreschi
del
Tiepolo
.
Suo
fratello
,
il
signor
Carlino
Dessalle
,
era
rimasto
a
Firenze
.
Lei
e
la
signorina
d
'
Arxel
volevano
fare
una
sorpresa
,
gli
avevano
proibito
di
parlare
.
Il
nome
Dessalle
richiamò
alla
mente
di
Selva
,
in
un
baleno
,
quello
cui
subito
non
aveva
pensato
,
la
presenza
di
don
Clemente
,
il
dubbio
che
fosse
lui
l
'
amante
scomparso
di
quella
signora
,
la
necessità
di
evitare
un
incontro
che
poteva
essere
terribile
per
l
'
una
e
per
l
'
altro
.
Del
colloquio
fra
sua
moglie
e
il
padre
egli
non
sapeva
,
naturalmente
.
Intanto
si
udì
Maria
scender
di
corsa
il
sentiero
,
poi
suonare
le
esclamazioni
e
i
saluti
festosi
.
Dane
,
inquieto
per
la
troppo
lunga
fermata
sulla
terrazza
,
propose
di
scendere
.
Quelle
signore
si
erano
certo
servite
della
carrozza
che
veniva
a
prender
lui
!
Anche
don
Clemente
pareva
molto
inquieto
.
Selva
si
affrettò
,
dissimulando
la
commozione
propria
,
di
prenderlo
a
braccetto
.
"
Se
Lei
non
vuole
imbarazzarsi
con
signore
"
diss
'
egli
"
venga
subito
con
me
che
La
faccio
passare
dal
Casino
,
per
il
sentiero
alto
.
"
Il
padre
parve
contentissimo
,
i
due
partirono
in
gran
fretta
,
il
benedettino
senza
nemmeno
salutare
.
"
È
anche
tardi
"
diss
'
egli
"
Ho
detto
all
'
Abate
,
chiedendogli
il
permesso
,
che
sarei
ritornato
alle
nove
e
mezzo
.
"
Scesero
a
precipizio
la
scala
a
chiocciola
;
ma
quando
uscirono
sul
piazzaletto
delle
robinie
,
Jeanne
Dessalle
vi
metteva
il
piede
dall
'
altro
capo
con
Maria
e
Noemi
.
Non
era
tanto
buio
,
sotto
le
robinie
,
che
Maria
non
potesse
riconoscere
suo
marito
e
don
Clemente
nelle
due
ombre
che
uscivano
di
casa
sua
.
Ella
,
che
a
fianco
di
Jeanne
precedeva
sua
sorella
,
prontamente
piegò
e
fece
piegare
a
destra
la
sua
vicina
,
verso
il
piccolo
casino
ch
'
è
un
'
appendice
della
villa
,
voltando
le
spalle
a
questa
.
Dal
canto
suo
,
Selva
,
vedendo
l
'
atto
di
sua
moglie
,
prontamente
sussurrò
al
padre
:
"
Scenda
diritto
,
subito
!
"
Ma
non
valse
.
Non
valse
perché
Noemi
,
meravigliata
di
veder
sua
sorella
svoltare
a
destra
,
si
fermò
esclamando
:
"
Dove
andate
?
"
e
don
Clemente
,
forse
per
aver
veduta
questa
signora
ferma
sulla
sua
via
,
invece
di
passare
e
scendere
,
andò
a
raccogliere
l
'
ortolano
che
lo
attendeva
nell
'
angolo
più
oscuro
del
piazzaletto
,
dove
il
fianco
della
casa
s
'
incontra
col
monte
.
Chiamò
"
Benedetto
!
"
e
si
volse
a
Selva
.
"
Se
Lei
volesse
mostrargli
il
campicello
?
"
Giovanni
rispose
:
"
A
quest
'
ora
?
"
mentre
sua
moglie
diceva
piano
a
Noemi
:
"
C
'
è
forestieri
che
partono
,
lasciamoli
passare
,
restiamo
qui
al
casino
.
"
Ella
le
accennò
in
pari
tempo
del
capo
così
risolutamente
che
la
Dessalle
se
ne
avvide
,
pensò
tosto
a
qualche
mistero
.
"
Perché
?
"
disse
.
"
Sono
terribili
?
"
E
rallentò
il
passo
.
Invece
Noemi
che
aveva
afferrato
l
'
intenzione
della
sorella
,
non
però
le
ragioni
occulte
,
mise
troppo
zelo
a
secondarla
,
abbracciò
alla
vita
le
due
compagne
,
le
spinse
verso
il
casino
.
Jeanne
Dessalle
ebbe
un
moto
istintivo
di
ribellione
,
si
voltò
di
botto
dicendo
:
"
che
fai
?
"
vide
Selva
che
veniva
alla
loro
volta
e
che
subito
salutò
allargando
le
braccia
,
come
per
nascondere
don
Clemente
,
il
quale
,
seguito
dall
'
ortolano
,
passò
frettolosamente
a
cinque
passi
da
Jeanne
,
prese
la
discesa
.
Noemi
,
che
al
saluto
di
suo
cognato
si
era
pure
voltata
,
corse
ad
abbracciarlo
.
Intanto
Selva
si
compiacque
di
vedere
che
don
Clemente
era
sfuggito
all
'
incontro
.
Selva
,
scioltosi
dall
'
abbraccio
di
Noemi
,
stese
la
mano
a
Jeanne
,
che
non
se
ne
avvide
,
mormorò
,
trasognata
,
qualche
incomprensibile
parola
di
saluto
.
In
quel
momento
uscirono
dalla
villa
Dane
,
Marinier
,
Faré
,
di
Leynì
,
il
padre
Salvati
.
I
due
Selva
mossero
loro
incontro
,
lasciando
Noemi
e
la
Dessalle
ad
aspettare
in
disparte
.
I
saluti
di
commiato
furono
abbastanza
lunghi
.
Dane
desiderava
salutare
anche
la
Dessalle
.
Maria
non
la
scorse
più
dove
l
'
aveva
lasciata
,
suppose
che
lei
e
Noemi
fossero
entrate
in
casa
girando
alle
loro
spalle
,
s
'
incaricò
dei
saluti
del
professore
.
Finalmente
quando
i
cinque
discesero
,
accompagnati
da
Giovanni
,
si
udì
chiamare
da
Noemi
:
"
Maria
!
"
Un
accento
particolare
nella
voce
di
sua
sorella
le
disse
che
era
accaduto
qualche
cosa
.
Accorse
;
la
signora
Dessalle
,
seduta
sopra
un
fascio
di
legna
,
nell
'
angolo
lasciato
cinque
minuti
prima
dall
'
ortolano
di
Santa
Scolastica
,
ripeteva
con
voce
debole
:
"
niente
,
niente
,
niente
,
adesso
entriamo
,
adesso
entriamo
.
"
Noemi
,
tutta
palpitante
,
raccontò
che
l
'
amica
si
era
sentita
mancare
a
un
tratto
mentre
quei
signori
discorrevano
e
che
a
lei
era
appena
riuscito
di
trarla
fino
a
quel
fascio
di
legna
.
"
Andiamo
,
andiamo
"
ripeté
Jeanne
e
si
sforzò
di
alzarsi
,
si
trascinò
,
sorretta
dalle
altre
due
,
fino
all
'
uscio
della
villa
,
sedette
sullo
scalino
,
aspettando
un
po
'
d
'
acqua
che
poi
assaggiò
appena
.
Altro
non
volle
e
presto
si
rimise
tanto
da
poter
salire
,
adagio
adagio
,
le
scale
.
Si
scusava
ad
ogni
sosta
e
sorrideva
;
ma
la
fantesca
che
saliva
innanzi
col
lume
,
a
ritroso
,
venne
quasi
meno
ella
stessa
vedendo
quegli
occhi
smarriti
,
quelle
labbra
bianche
,
quel
terribile
pallore
.
La
condussero
al
canapè
del
salottino
;
e
là
,
dopo
un
momento
di
silenzioso
abbandono
a
occhi
chiusi
,
poté
dire
alla
signora
Selva
,
sorridendo
ancora
,
ch
'
erano
affetti
di
anemia
e
che
c
'
era
avvezza
.
Noemi
e
Maria
si
parlarono
piano
fra
loro
.
Jeanne
intese
le
parole
"
a
letto
"
e
assentì
del
capo
con
uno
sguardo
di
gratitudine
.
Maria
aveva
disposto
per
lei
e
per
Noemi
la
migliore
camera
del
piccolo
alloggio
,
la
camera
d
'
angolo
opposta
allo
studio
di
Giovanni
,
dall
'
altra
parte
del
corridoio
.
Mentre
Jeanne
vi
si
avviava
stentatamente
a
braccio
di
Noemi
,
ritornò
Selva
che
aveva
accompagnato
gli
amici
sino
al
cancello
.
Sua
moglie
ne
udì
il
passo
sulla
scala
,
gli
scese
incontro
,
lo
trattenne
.
Si
parlarono
al
buio
,
sotto
voce
.
Era
dunque
lui
,
ma
come
lo
aveva
riconosciuto
?
Eh
,
Giovanni
aveva
ben
cercato
di
frapporsi
,
nel
momento
pericoloso
,
fra
la
signora
e
don
Clemente
,
il
padre
era
anche
passato
quasi
di
corsa
,
ma
egli
aveva
sospettato
subito
,
perché
la
Dessalle
non
aveva
quasi
risposto
al
suo
saluto
,
non
gli
aveva
stesa
la
mano
,
era
rimasta
come
una
statua
.
Anche
il
padre
,
quando
aveva
udito
sulla
terrazza
ch
'
era
arrivata
la
signora
Dessalle
,
si
era
mostrato
inquieto
;
poi
aveva
mostrato
un
vivo
desiderio
di
evitarla
;
si
era
però
serbato
molto
padrone
di
sé
.
Oh
sì
,
molto
padrone
di
sé
!
Questo
era
pure
il
giudizio
di
Maria
che
raccontò
il
suo
colloquio
con
lui
,
lì
in
fondo
alla
scala
.
Marito
e
moglie
salirono
lentamente
,
compresi
di
quello
straordinario
dramma
,
di
quel
dolor
mortale
della
povera
donna
,
dell
'
impressione
terribile
che
doveva
aver
riportato
anche
lui
,
dopo
tutto
,
della
notte
che
passerebbero
l
'
uno
e
l
'
altra
;
pensosi
di
quel
che
accadrebbe
l
'
indomani
,
di
quel
che
farebbe
lui
,
di
quel
che
farebbe
lei
.
"
Per
queste
cose
è
bene
di
pregare
,
non
è
vero
?
"
disse
Maria
.
"
Sì
,
cara
,
è
bene
.
Preghiamo
ch
'
ella
sappia
donare
il
suo
amore
e
il
suo
dolore
a
Dio
"
rispose
suo
marito
.
Entrarono
,
tenendosi
per
mano
,
nella
camera
nuziale
,
divisa
in
due
da
un
cortinaggio
pesante
.
Si
affacciarono
alla
finestra
guardando
il
cielo
,
pregarono
silenziosamente
.
Un
alito
di
tramontana
passò
come
un
lamento
per
la
quercia
che
pende
sulla
piccola
Santa
Maria
della
Febbre
.
"
Povera
creatura
!
"
disse
Maria
.
Parve
a
lei
e
a
suo
marito
di
amarsi
anche
più
teneramente
del
solito
e
tuttavia
sentirono
ambedue
,
senza
dirselo
,
che
qualche
cosa
li
tratteneva
dal
bacio
dell
'
amore
.
Jeanne
,
appena
Noemi
ebbe
chiuso
dietro
a
sé
l
'
uscio
della
loro
camera
,
le
si
avvinghiò
al
collo
,
ruppe
in
singhiozzi
irrefrenabili
.
La
povera
Noemi
,
avendo
compreso
,
per
l
'
effetto
vedutone
,
che
quell
'
ecclesiastico
passato
in
fretta
davanti
all
'
amica
sua
era
Maironi
,
si
struggeva
di
pietà
.
Disse
parole
della
più
ardente
,
della
più
soave
tenerezza
con
la
voce
di
chi
blandisce
un
bambino
che
soffre
.
Jeanne
non
rispondeva
,
singhiozzava
sempre
.
"
È
quasi
meglio
,
cara
"
si
arrischiò
a
dire
Noemi
"
è
quasi
meglio
che
tu
sappia
,
che
tu
non
possa
illuderti
;
è
quasi
meglio
che
tu
lo
abbia
veduto
con
quell
'
abito
!
"
Stavolta
udì
rispondersi
,
fra
i
singhiozzi
,
tanti
appassionati
"
no
,
no
"
così
strani
nel
loro
impeto
quasi
non
doloroso
,
che
ne
rimase
interdetta
.
Riprese
quindi
i
suoi
conforti
ma
più
timidamente
.
"
Sì
,
cara
,
sì
,
cara
,
perché
non
essendoci
più
rimedio
...
"
Jeanne
alzò
il
viso
tutto
lagrimoso
.
"
Non
capisci
che
non
è
lui
?
"
diss
'
ella
.
Noemi
si
sciolse
,
stupefatta
,
dalle
sue
braccia
.
"
Come
,
non
è
lui
?
Tutto
questo
perché
non
è
lui
?
"
Ancora
Jeanne
le
si
lanciò
al
collo
.
"
Non
è
quel
frate
che
mi
è
passato
davanti
"
disse
fra
i
singhiozzi
"
è
l
'
altro
!
"
"
Chi
,
l
'
altro
?
"
"
Quell
'
uomo
che
lo
seguiva
,
che
è
partito
con
lui
!
"
Noemi
neppure
se
n
'
era
accorta
,
di
quest
'
uomo
.
Jeanne
le
strinse
il
collo
da
soffocarla
,
con
un
riso
convulso
.
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
CAPITOLO
TERZO
.
Notte
di
tempeste
.
Nello
scendere
al
cancello
della
villa
don
Clemente
si
domandava
con
ansia
segreta
:
l
'
avrà
riconosciuta
o
no
?
E
se
l
'
ha
riconosciuta
,
quale
impressione
gli
avrà
fatto
?
Giunto
al
cancello
,
si
voltò
a
colui
che
aveva
chiamato
Benedetto
,
gli
scrutò
il
viso
,
un
viso
scarno
,
pallido
,
intellettuale
.
Non
vi
lesse
turbamento
.
Quegli
occhi
lo
fissavano
attoniti
,
quasi
dicendo
:
perché
mi
guarda
?
Il
monaco
pensò
:
forse
non
l
'
ha
riconosciuta
o
forse
non
suppone
che
io
sappia
del
suo
arrivo
.
Passò
il
braccio
sotto
quello
del
compagno
,
pigliò
,
tenendoselo
stretto
senza
parlare
,
a
sinistra
,
verso
la
fragorosa
gola
oscura
dell
'
Aniene
.
Fatti
pochi
passi
sotto
gli
alberi
che
fiancheggiano
la
via
,
gli
disse
:
"
Non
mi
domandi
della
riunione
?
"
con
maggiore
dolcezza
che
le
parole
indifferenti
non
comportassero
.
Quegli
rispose
:
"
Sì
,
mi
racconti
.
"
La
voce
era
fioca
e
vuota
di
desiderio
.
Don
Clemente
si
disse
:
"
l
'
ha
riconosciuta
"
e
parlò
della
riunione
come
persona
preoccupata
di
altro
,
senza
calore
,
senza
cura
di
particolari
;
né
fu
interrotto
mai
dal
compagno
con
domande
o
commenti
.
"
Ci
si
è
sciolti
"
diss
'
egli
"
senza
conchiuder
nulla
,
anche
perché
sono
arrivati
dei
forestieri
.
Così
non
ho
potuto
nemmeno
combinar
niente
per
te
col
signor
Giovanni
.
Ma
,
domani
,
o
tutti
o
in
parte
,
credo
che
ci
riuniremo
ancora
.
E
tu
"
soggiunse
esitante
"
sei
disposto
a
ritornare
o
non
sei
disposto
?
"
Benedetto
rispose
nel
medesimo
tôno
sommesso
di
prima
e
sempre
camminando
:
"
Le
forestiere
che
ho
vedute
,
restano
?
"
Don
Clemente
gli
strinse
il
braccio
forte
forte
.
"
Non
so
"
diss
'
egli
.
E
soggiunse
con
un
'
altra
stretta
,
commosso
:
"
Se
avessi
saputo
...
!
"
Benedetto
aperse
la
bocca
per
parlare
ma
si
trattenne
.
Procedettero
così
in
silenzio
verso
le
due
nere
fronti
della
gola
fragorosa
,
e
,
lasciata
la
strada
maestra
volgente
a
cavalcar
l
'
Aniene
sul
ponte
di
San
Mauro
,
presero
la
mulattiera
dei
Conventi
che
sale
alla
fronte
di
sinistra
.
Là
in
faccia
l
'
obliquo
scoglio
enorme
parve
a
don
Clemente
,
in
quel
momento
,
simbolo
minaccioso
di
una
demoniaca
forza
ferma
sul
cammino
di
Benedetto
;
come
gli
parve
minacciosa
simbolicamente
la
cresciuta
oscurità
,
minaccioso
il
cresciuto
rombo
profondo
del
fiume
nella
solitudine
.
Passato
l
'
Oratorio
di
san
Mauro
,
dove
la
mulattiera
dei
Conventi
gira
a
sinistra
,
sul
fianco
del
monte
,
verso
la
Madonnina
dell
'
Oro
e
un
'
altra
mulattiera
entra
diritta
nella
gola
per
i
ruderi
delle
Terme
neroniane
,
Benedetto
si
sciolse
dolcemente
dal
braccio
del
monaco
e
si
fermò
.
"
Senta
,
padre
"
diss
'
egli
.
"
Avrei
bisogno
di
parlarle
.
Forse
un
poco
a
lungo
.
"
"
Sì
,
caro
,
ma
è
tardi
.
Entriamo
nel
monastero
.
"
Benedetto
abitava
nell
'
Ospizio
dei
pellegrini
,
la
casa
rustica
dove
sono
anche
le
stalle
di
Santa
Scolastica
a
cui
si
accede
da
un
cortile
che
comunica
per
un
cancello
grande
colla
via
pubblica
e
per
un
cancello
piccolo
con
il
corridoio
del
monastero
,
che
dalla
via
pubblica
mette
alla
chiesa
e
al
secondo
dei
tre
chiostri
.
"
Non
vorrei
entrare
nel
monastero
,
stanotte
,
padre
mio
"
diss
'
egli
.
"
Non
vorresti
entrare
?
"
Altre
volte
Benedetto
,
nei
tre
anni
passati
al
servizio
libero
del
monastero
,
aveva
ottenuto
da
don
Clemente
licenza
di
passar
la
notte
fuori
,
sulla
montagna
,
pregando
.
Il
Maestro
pensò
tosto
che
fosse
giunto
per
il
discepolo
uno
di
quei
terribili
cimenti
interni
che
gli
facevano
fuggire
il
povero
giaciglio
e
le
ombre
chiuse
,
complici
del
Maligno
nel
martoriargli
la
immaginazione
.
"
Mi
ascolti
,
padre
"
disse
Benedetto
.
Il
suo
accento
fu
così
fermo
,
significò
a
don
Clemente
tanta
gravità
di
prossime
parole
,
che
questi
non
credette
di
dover
insistere
sull
'
ora
inoltrata
.
Uditi
in
alto
zoccoli
ferrati
di
cavalcature
scendere
alla
loro
volta
,
i
due
uscirono
sul
breve
piano
erboso
che
porta
umili
avanzi
delle
magnificenze
neroniane
incontro
ad
archi
sperduti
nel
carpineto
selvaggio
dell
'
altra
sponda
,
membra
un
tempo
delle
uniche
Terme
,
cui
ora
divide
in
profondo
il
pianto
dell
'
Aniene
.
Sopra
quegli
archi
era
la
dimora
del
prete
diabolico
e
delle
peccatrici
insidianti
ai
figli
di
San
Benedetto
.
Il
monaco
pensò
a
Jeanne
Dessalle
.
Là
in
fondo
alla
gola
,
alte
sopra
il
monte
Preclaro
e
il
monte
di
Jenne
Vecchio
,
splendevano
le
due
stelle
di
cui
si
era
parlato
sulla
terrazza
dei
Selva
come
di
luci
sante
.
Aspettarono
che
passassero
le
cavalcature
.
Passate
che
furono
,
Benedetto
abbracciò
il
suo
maestro
in
silenzio
.
Don
Clemente
,
sorpreso
,
sentendolo
scosso
da
tremiti
,
da
sussulti
,
immaginando
che
lo
avesse
turbato
così
la
vista
di
quella
signora
,
gli
ripeteva
:
"
Coraggio
,
caro
,
coraggio
,
questa
è
una
prova
che
il
Signore
ti
manda
.
"
Benedetto
gli
mormorò
:
"
Non
è
quello
che
Lei
pensa
.
"
E
ricomposto
,
pregò
il
Maestro
di
sedere
sopra
un
rudero
al
quale
egli
stesso
,
postosi
ginocchioni
sull
'
erba
,
appoggiò
le
braccia
incrociate
.
"
Da
questa
mattina
"
diss
'
egli
"
io
ho
segni
di
una
volontà
nuova
del
Signore
a
mio
riguardo
,
senza
ch
'
io
possa
intendere
quale
.
Ella
sa
cosa
mi
è
avvenuto
tre
anni
sono
in
quella
piccola
chiesa
dove
stavo
pregando
mentre
la
mia
povera
moglie
era
per
morire
.
"
"
Vuoi
parlare
della
tua
Visione
?
"
"
No
,
prima
della
Visione
,
tenendo
chiusi
gli
occhi
,
mi
sono
lette
nelle
palpebre
le
parole
di
Marta
:
"
MAGISTER
ADEST
ET
VOCAT
TE
"
.
Questa
mattina
,
mentre
Lei
celebrava
,
all
'
Elevazione
,
mi
sono
vedute
nel
mio
interno
le
stesse
parole
.
Ho
creduto
a
un
ritorno
automatico
di
ricordi
.
Dopo
la
Comunione
ebbi
un
momento
di
ansia
,
parendomi
che
Cristo
mi
dicesse
nell
'
anima
:
non
intendi
,
non
intendi
,
non
intendi
?
Passai
la
giornata
in
un
'
agitazione
continua
,
benché
cercassi
di
affaticarmi
più
del
solito
nell
'
orto
.
Nel
pomeriggio
stetti
un
poco
a
leggere
sotto
il
leccio
dove
si
raccolgono
Loro
padri
.
Avevo
Sant
'
Agostino
:
"
De
opere
monachorum
"
.
Passa
gente
sulla
strada
alta
,
discorrendo
forte
.
Io
alzo
il
viso
,
meccanicamente
.
Poi
,
non
so
perché
,
invece
di
riprendere
la
lettura
,
chiudo
il
libro
,
mi
metto
a
pensare
.
Pensavo
a
quello
che
scrive
Sant
'
Agostino
del
lavoro
manuale
dei
monaci
,
pensavo
alla
Regola
di
san
Benedetto
,
a
Rancé
,
e
come
si
potrebbe
ritornare
,
nell
'
Ordine
benedettino
,
al
lavoro
manuale
.
Poi
,
in
un
momento
di
stanchezza
,
avendo
però
in
cuore
quella
grandezza
immensa
di
Sant
'
Agostino
,
ho
creduto
proprio
di
udire
una
voce
dalla
strada
alta
:
"
MAGISTER
ADEST
ET
VOCAT
TE
"
.
Sarà
stata
un
'
illusione
,
sarà
stato
per
Sant
'
Agostino
,
per
un
ricordo
inconscio
del
"
Tolle
,
lege
"
,
non
dico
di
no
,
ma
intanto
tremavo
,
tremavo
come
una
foglia
.
E
mi
venne
questo
dubbio
pauroso
:
che
il
Signore
mi
voglia
monaco
?
Ella
lo
sa
,
padre
mio
,
perché
gliel
'
ho
detto
ancora
forse
due
o
tre
volte
,
che
questo
si
accorderebbe
con
la
fine
della
mia
Visione
,
almeno
in
una
cosa
.
Le
ho
però
anche
detto
,
quando
Lei
mi
consigliava
,
come
don
Giuseppe
Flores
,
di
non
credere
nella
Visione
,
che
appunto
per
me
questa
era
una
ragione
di
non
crederci
,
non
solo
perché
mi
sento
indegno
di
essere
sacerdote
,
ma
più
ancora
perché
mi
ripugna
stranamente
di
entrare
in
qualsiasi
Ordine
religioso
.
Però
,
se
Iddio
me
lo
imponesse
!
Se
questa
grande
ripugnanza
fosse
appunto
una
prova
!
Volevo
parlarle
quando
siamo
andati
dai
Selva
,
ma
Lei
aveva
fretta
,
non
era
possibile
.
Là
,
su
quel
fascio
di
legne
,
sotto
quelle
rubinie
,
ho
avuto
l
'
ultimo
colpo
.
Ero
stanco
,
tanto
stanco
,
e
mi
sono
lasciato
vincere
dal
sonno
per
cinque
minuti
.
Ho
sognato
che
camminavo
con
don
Giuseppe
Flores
sotto
le
arcate
del
cortile
pensile
di
Praglia
.
Io
gli
dicevo
piangendo
:
'
Ecco
,
è
stato
qui
.
'
E
don
Giuseppe
mi
rispondeva
con
tanto
affetto
:
'
sì
ma
non
pensi
a
questo
,
pensi
che
il
Signore
La
chiama
.
'
E
io
replicavo
:
'
ma
dove
,
dove
mi
chiama
?
'
con
tanta
angoscia
che
mi
svegliai
.
Udii
una
voce
dall
'
alto
della
casa
.
Si
rispose
dal
fondo
del
giardino
,
in
francese
.
Vidi
una
signora
uscire
correndo
dal
fondo
della
villa
,
udii
i
saluti
che
si
scambiarono
lei
e
le
persone
arrivate
,
distinsi
quella
voce
.
Subito
non
la
riconobbi
con
certezza
,
ma
poi
,
siccome
le
voci
si
avvicinavano
,
non
dubitai
più
.
Era
lei
.
Per
un
attimo
sbigottii
,
ma
fu
proprio
un
attimo
.
Mi
si
fece
una
gran
luce
nella
mente
.
"
Benedetto
alzò
il
viso
e
le
mani
giunte
.
La
voce
gli
s
'
infiammò
di
ardore
mistico
.
"
Magister
adest
"
diss
'
egli
.
"
Comprende
?
Il
Divino
Maestro
era
con
me
,
non
avevo
niente
a
temere
,
padre
mio
.
E
non
temetti
niente
,
né
lei
,
né
me
.
La
vidi
montare
sul
piazzaletto
.
Il
mio
sentimento
fu
:
se
c
'
incontriamo
soli
,
le
parlerò
come
a
una
sorella
,
le
domanderò
perdono
,
Iddio
mi
darà
forse
per
lei
una
parola
di
verità
,
le
mostrerò
di
sperare
per
l
'
anima
sua
e
non
di
temere
per
la
mia
!
"
Don
Clemente
non
poté
a
meno
d
'
interromperlo
.
"
No
no
no
,
figlio
mio
"
diss
'
egli
,
quasi
atterrito
,
prendendogli
il
capo
a
due
mani
,
pensando
appunto
come
avrebbe
potuto
evitare
un
simile
incontro
,
come
allontanare
Benedetto
.
I
Selva
,
i
Selva
!
Bisognava
avvertire
i
Selva
.
"
Comprendo
che
Lei
mi
dica
così
"
riprese
Benedetto
affannosamente
"
ma
se
la
incontro
,
non
devo
io
cercare
di
metterla
a
parte
del
mio
bene
come
cercai
di
metterla
a
parte
del
male
?
E
non
mi
ha
insegnato
Lei
che
l
'
amare
Dio
sopra
ogni
cosa
e
il
porre
sopra
ogni
cosa
la
salute
dell
'
anima
propria
non
possono
andare
insieme
?
Che
quando
si
ama
non
si
pensa
mai
a
sé
?
Che
si
desidera
solamente
fare
la
volontà
dell
'
amato
e
si
vorrebbe
che
tutti
la
facessero
?
Che
in
questo
modo
uno
si
salva
certo
e
che
chi
ha
sempre
in
mente
la
salute
dell
'
anima
propria
arrischia
di
perderla
?
"
"
Bene
bene
bene
,
caro
"
rispose
il
padre
,
accarezzandogli
la
testa
.
"
Tu
intanto
domani
vai
a
Jenne
e
ci
stai
fino
a
che
non
ti
richiamo
io
.
Ti
do
una
lettera
per
l
'
arciprete
,
che
è
una
buona
persona
,
e
stai
con
lui
.
Hai
capito
?
E
adesso
andiamo
al
monastero
perché
è
tardi
.
"
Si
alzò
e
fece
alzare
Benedetto
.
Sopra
il
loro
capo
l
'
orologio
di
Santa
Scolastica
suonava
le
ore
.
Erano
dieci
?
Erano
undici
?
Don
Clemente
non
le
aveva
contate
dal
principio
e
temeva
il
peggio
,
aveva
perduta
,
per
tante
diverse
emozioni
,
la
misura
del
tempo
.
Che
andava
mai
a
capitare
!
Chi
avrebbe
previsto
?
E
che
accadrebbe
ora
?
Uscirono
dal
piano
erboso
e
s
'
incamminarono
per
la
ripida
,
sassosa
mulattiera
,
don
Clemente
davanti
,
Benedetto
alle
sue
spalle
,
ambedue
con
l
'
anima
in
tempesta
,
silenziosi
,
rispondendo
ai
loro
pensieri
la
scura
voce
dell
'
Aniene
.
Ecco
,
ad
una
svolta
,
i
lumi
lontani
di
Subiaco
.
Pochi
;
sono
forse
le
undici
!
In
breve
l
'
angolo
nero
del
recinto
di
Santa
Scolastica
sorge
a
fronte
dei
viandanti
.
Per
quali
occulte
vie
,
pensa
Benedetto
,
non
lo
ha
condotto
Iddio
dalle
logge
di
Praglia
,
dove
Jeanne
lo
ha
tentato
e
vinto
,
a
questa
faticosa
salita
nelle
tenebre
,
verso
un
altro
luogo
santo
,
con
lei
vicina
e
il
cuore
fondato
in
Cristo
!
Intanto
le
ragioni
della
prudenza
pratica
,
prementi
,
in
quella
distretta
,
su
don
Clemente
e
le
ragioni
della
santità
ideale
,
insegnate
da
lui
al
diletto
discepolo
in
tempo
di
calma
,
si
contendevano
la
sua
volontà
non
più
tanto
ferma
;
le
prime
da
vicino
con
violenza
imperiosa
,
le
seconde
da
lontano
,
con
la
sola
bellezza
severa
e
mesta
.
Le
due
"
luci
sante
"
,
alte
sopra
l
'
angolo
nero
del
recinto
,
lo
guardavano
appunto
,
come
gli
parve
,
severe
e
meste
.
Oh
terra
impura
,
pensò
,
terra
trista
!
E
forse
prudenza
impura
,
prudenza
trista
,
la
prudenza
terrena
!
Giunti
all
'
angolo
,
i
due
viandanti
presero
a
sinistra
voltando
le
spalle
al
rombo
profondo
dell
'
Aniene
,
passarono
davanti
al
cancello
grande
del
monastero
e
,
girato
l
'
altro
canto
del
recinto
,
giunsero
,
per
la
galleria
oscura
che
corre
sotto
la
biblioteca
,
a
una
porticina
.
Don
Clemente
suonò
.
C
'
era
da
aspettare
alquanto
perché
alle
nove
o
poco
dopo
tutte
le
chiavi
del
monastero
si
portano
all
'
Abate
.
"
Dunque
mi
permette
"
chiese
Benedetto
"
di
restare
fuori
?
"
Le
altre
volte
che
il
Maestro
glielo
aveva
permesso
,
egli
era
salito
a
passar
la
notte
in
preghiera
sui
greppi
nudi
del
Colle
Lungo
,
imminenti
al
monastero
,
o
su
quelli
del
Taleo
o
sulla
costa
petrosa
che
si
taglia
movendo
dall
'
oratorio
di
Santa
Crocella
al
bosco
del
Sacro
Speco
.
Il
Maestro
esitò
un
poco
,
non
ci
aveva
più
pensato
.
E
il
discepolo
gli
era
parso
quel
giorno
più
smunto
,
più
esangue
del
consueto
;
temeva
per
la
sua
salute
alquanto
logora
dalle
fatiche
del
lavoro
campestre
,
dalle
penitenze
,
dal
vivere
disagiato
.
Glielo
disse
.
"
Non
pensi
al
mio
corpo
"
supplicò
il
giovane
,
umile
e
ardente
.
"
Il
mio
corpo
è
infinitamente
lontano
da
me
!
Abbia
solo
paura
che
io
non
faccia
il
possibile
per
conoscere
la
Volontà
Divina
!
"
Soggiunse
che
avrebbe
pregato
anche
per
aver
lume
circa
questo
incontro
e
che
mai
aveva
sentito
Iddio
come
pregando
la
notte
sui
monti
.
Il
Maestro
gli
prese
il
capo
a
due
mani
,
lo
baciò
in
fronte
.
"
Va
"
diss
'
egli
.
"
E
Lei
pregherà
per
me
?
"
"
Sì
,
nunc
et
semper
.
"
Passi
nel
corridoio
.
Una
chiave
gira
nella
toppa
.
Benedetto
si
dilegua
come
un
'
ombra
.
Il
buon
vecchio
fra
Antonio
,
portinaio
del
monastero
,
aperse
,
non
mostrò
di
essersi
atteso
a
vedere
anche
Benedetto
,
e
con
quel
rispetto
dignitoso
in
cui
si
confondevano
la
sua
umiltà
d
'
inferiore
e
la
sua
coscienza
di
onesto
famigliare
antico
,
disse
a
don
Clemente
che
il
padre
Abate
lo
attendeva
nel
suo
alloggio
.
Don
Clemente
salì
con
un
lanternino
al
corridoio
grande
dove
mettevano
l
'
alloggio
dell
'
Abate
e
,
poco
discosto
,
la
sua
cella
stessa
.
L
'
Abate
,
padre
Omobono
Ravasio
da
Bergamo
,
lo
stava
aspettando
in
un
salottino
male
rischiarato
da
una
povera
lucernina
a
petrolio
.
Il
salottino
,
nella
sua
severa
modestia
ecclesiastica
,
non
aveva
di
singolare
che
una
tela
del
Morone
,
bel
ritratto
d
'
uomo
,
due
piccole
tavole
con
teste
d
'
angeli
di
maniera
luinesca
,
un
piano
a
coda
,
carico
di
musica
.
L
'
abate
,
appassionato
per
i
quadri
,
la
musica
e
il
tabacco
da
fiuto
,
dedicava
a
Mozart
e
a
Haydn
gran
parte
del
tempo
non
largo
che
gli
concedevano
i
suoi
doveri
religiosi
e
le
cure
del
governo
.
Era
intelligente
,
alquanto
bizzarro
,
ricco
di
una
cultura
letteraria
,
filosofica
e
religiosa
ferma
sdegnosamente
sul
1850
.
Piccolo
,
canuto
,
aveva
una
fisonomia
arguta
.
Certi
suoi
modi
orobii
,
certe
familiarità
ruvide
avevano
meravigliato
i
monaci
,
avvezzi
alle
maniere
squisitamente
signorili
del
suo
predecessore
,
nobile
romano
.
Veniva
da
Parma
ed
era
entrato
in
carica
da
soli
tre
giorni
.
Don
Clemente
gli
s
'
inginocchiò
davanti
,
gli
baciò
la
mano
.
"
Che
mode
avete
voialtri
a
Subiaco
?
"
disse
l
'
Abate
.
"
Fate
venire
le
dieci
alle
undici
?
"
Don
Clemente
si
scusò
.
Aveva
tardato
per
un
dovere
di
carità
.
L
'
Abate
lo
fece
sedere
.
"
Figlio
mio
"
diss
'
egli
.
"
Voi
soffrite
il
sonno
?
"
Don
Clemente
sorrise
,
non
rispose
.
"
Ebbene
"
riprese
l
'
Abate
"
voi
ne
avete
buttato
via
un
'
ora
e
adesso
io
ho
le
mie
ragioni
di
prendervene
un
altro
poco
.
Vi
devo
parlare
di
due
cose
.
Mi
avete
chiesto
il
permesso
di
recarvi
a
visitare
certi
signori
Selva
.
Ci
siete
andato
?
Sì
?
Potete
dirmi
di
essere
tranquillo
nella
vostra
coscienza
?
"
Don
Clemente
fu
pronto
a
rispondere
con
un
lieve
gesto
di
sorpresa
:
"
Eh
,
sì
!
"
"
Bene
bene
bene
"
fece
l
'
Abate
;
e
fiutò
,
contento
,
una
grossa
presa
di
tabacco
.
"
Io
non
conosco
questi
signori
Selva
,
ma
c
'
è
a
Roma
chi
li
conosce
o
crede
di
conoscerli
.
Non
è
uno
scrittore
,
il
signor
Selva
?
Non
ha
scritto
di
religione
?
Mi
figuro
che
sarà
un
rosminiano
,
a
giudicare
dalla
gente
che
ce
l
'
ha
su
con
lui
;
gente
indegna
di
allacciar
le
scarpe
a
Rosmini
,
ma
intendiamoci
!
Rosminiani
sicuri
sono
quelli
di
Domodossola
e
non
quelli
che
hanno
moglie
,
eh
?
Dunque
stasera
,
dopo
cena
,
ho
ricevuto
una
lettera
da
Roma
.
Mi
scrivono
-
un
pezzo
grosso
,
capite
,
-
che
appunto
stasera
si
doveva
tenere
in
casa
di
questo
falso
cattolico
signor
Selva
un
conciliabolo
di
altri
insetti
malefici
come
lui
,
e
che
probabilmente
vi
ci
sareste
recato
anche
voi
,
e
che
io
dovevo
impedirlo
.
Non
so
cosa
avrei
fatto
,
perché
se
parla
il
Santo
Padre
obbedisco
,
se
non
parla
il
Santo
Padre
rifletto
;
ma
per
vostra
fortuna
voi
eravate
già
fuori
.
Del
resto
c
'
è
della
brava
gente
che
scoverà
qualche
eretico
anche
in
Paradiso
.
Adesso
voi
mi
dite
che
la
vostra
coscienza
è
tranquilla
.
Dunque
non
devo
credere
alla
lettera
?
"
Don
Clemente
rispose
che
certamente
a
casa
Selva
non
ci
erano
venuti
né
eretici
,
né
scismatici
.
Vi
si
era
parlato
della
Chiesa
,
dei
suoi
mali
,
di
possibili
rimedî
,
ma
come
lo
stesso
padre
Abate
avrebbe
potuto
parlarne
.
"
No
,
figlio
mio
"
rispose
l
'
Abate
.
"
Ai
mali
della
Chiesa
e
ai
possibili
rimedî
non
ci
ho
a
pensar
io
.
Ossia
,
ci
posso
pensare
ma
non
ho
a
parlarne
che
a
Dio
perché
ne
parli
poi
Lui
a
chi
tocca
.
E
così
fate
anche
voi
.
Tenete
a
mente
,
figlio
mio
!
I
mali
ci
sono
e
i
rimedî
ci
saranno
,
ma
questi
rimedî
,
chi
sa
?
possono
essere
veleni
e
bisogna
lasciarli
adoperare
al
Grande
Medico
.
Noi
,
preghiamo
.
Se
non
si
credesse
alla
comunione
dei
Santi
,
cosa
si
starebbe
a
fare
nei
monasteri
?
E
in
quella
casa
,
figlio
mio
,
per
la
nostra
pace
,
non
ci
ritornare
!
Non
me
lo
chiedere
più
!
"
Passando
paternamente
così
dal
voi
al
tu
,
l
'
Abate
posò
una
mano
affettuosa
sulla
spalla
del
suo
monaco
afflitto
di
non
poter
rivedere
quei
buoni
amici
e
anche
particolarmente
di
non
poter
l
'
indomani
mattina
conferire
col
signor
Giovanni
,
avvertirlo
del
pericolo
che
correva
Benedetto
,
avvisare
insieme
al
riparo
.
"
Sono
cristiani
aurei
"
diss
'
egli
con
voce
sommessa
,
dolente
.
"
Lo
credo
"
rispose
l
'
Abate
"
Credo
che
saranno
migliori
assai
di
questi
zelanti
che
scrivono
di
queste
lettere
.
Vedi
che
non
faccio
complimenti
.
Tu
sei
di
Brescia
,
eh
?
Bene
,
io
sono
di
Bergamo
.
Noi
si
direbbe
che
sono
piaghe
.
Sono
infatti
piaghe
della
Chiesa
.
Io
risponderò
a
tôno
.
I
miei
monaci
non
prendono
parte
a
congreghe
di
eretici
.
Ma
tu
a
,
casa
Selva
,
non
ci
ritornerai
.
"
Don
Clemente
baciò
rassegnato
la
mano
del
paterno
vecchio
.
"
Adesso
all
'
altro
argomento
!
"
disse
costui
.
"
Apprendo
che
qui
nell
'
Ospizio
dei
pellegrini
,
dove
di
regola
non
ci
dovrebbe
abitare
stabilmente
che
il
vaccaro
,
ci
sta
da
tre
anni
un
giovine
che
ci
avete
collocato
voi
;
oh
,
col
permesso
del
mio
predecessore
,
s
'
intende
!
Un
giovine
che
vi
è
molto
legato
,
che
voi
dirigete
spiritualmente
,
che
fate
anche
studiare
in
biblioteca
.
Vero
che
lavora
nell
'
orto
,
vero
che
mostra
una
pietà
grande
,
ch
'
è
di
edificazione
a
tutti
,
ma
però
,
siccome
non
pare
che
abbia
intenzione
di
farsi
religioso
,
questo
suo
soggiorno
nell
'
Ospizio
nostro
dove
occupa
un
posto
da
tre
anni
,
è
poco
regolare
.
Cosa
me
ne
potete
dire
?
Sentiamo
.
"
Don
Clemente
sapeva
che
alcuni
suoi
confratelli
,
e
non
i
più
vecchi
ma
proprio
i
più
giovani
,
non
approvavano
l
'
ospitalità
concessa
dall
'
Abate
defunto
a
Benedetto
.
Neppure
andava
loro
troppo
a
sangue
che
don
Clemente
e
lui
fossero
tanto
legati
.
Qualche
dispiacere
per
questo
,
don
Clemente
l
'
aveva
già
avuto
.
Comprese
che
quei
tali
non
avevano
perduto
tempo
,
che
stavano
già
lavorando
il
nuovo
Abate
.
Il
suo
bel
viso
si
colorò
di
rossore
.
Egli
non
rispose
subito
,
volendo
prima
spegnersi
dentro
il
suo
corruccio
con
un
atto
di
perdono
mentale
;
poi
disse
ch
'
era
suo
dovere
e
suo
desiderio
d
'
informarlo
.
"
Questo
giovine
"
diss
'
egli
"
è
un
tale
Piero
Maironi
,
di
Brescia
.
Ell
'
avrà
udito
nominare
la
famiglia
.
Suo
padre
,
don
Franco
Maironi
,
sposò
una
donna
senza
nobiltà
né
ricchezza
.
Egli
allora
non
aveva
più
i
genitori
,
viveva
colla
nonna
paterna
,
la
marchesa
Maironi
,
donna
imperiosa
,
orgogliosa
.
"
"
Oh
!
"
esclamò
l
'
Abate
.
"
L
'
ho
conosciuta
!
Uno
spavento
!
Mi
ricordo
!
A
Brescia
la
chiamavano
la
marchesa
Haynau
!
Aveva
dodici
gatti
!
Una
gran
parrucca
nera
!
Mi
ricordo
!
"
Io
non
l
'
ho
conosciuta
che
per
fama
"
ripigliò
don
Clemente
,
sorridendo
,
mentre
l
'
Abate
si
faceva
passare
con
una
buona
presa
di
tabacco
e
un
mugolio
gutturale
il
cattivo
sapore
di
quell
'
antipatica
memoria
.
"
La
nonna
,
dunque
,
non
volle
assolutamente
saperne
di
questo
matrimonio
disuguale
.
Gli
sposi
furono
ospitati
da
uno
zio
della
sposa
,
ella
pure
orfana
.
Lui
,
don
Franco
,
si
fece
soldato
nel
1859
e
morì
di
ferite
.
Sua
moglie
morì
poco
dopo
.
Il
figliuolo
venne
raccolto
dalla
nonna
Maironi
e
,
morta
lei
,
da
certi
Scremin
,
suoi
parenti
veneti
.
La
nonna
lo
lasciò
ricchissimo
.
Sposò
una
figlia
di
questi
Scremin
,
che
disgraziatamente
perdette
la
ragione
poco
dopo
le
nozze
,
credo
.
Lui
ne
fu
afflittissimo
,
condusse
vita
ritirata
fino
a
che
s
'
incontrò
,
per
sua
sventura
,
in
una
signora
divisa
dal
marito
.
Allora
venne
un
periodo
di
traviamento
;
traviamento
di
costume
e
traviamento
di
fede
.
Quando
,
pare
un
miracolo
del
Signore
!
,
ecco
che
sua
moglie
viene
a
morire
e
nel
morire
ricupera
la
ragione
,
fa
venire
il
marito
,
gli
parla
,
muore
come
una
Santa
.
Questa
morte
gli
volta
il
cuore
verso
Dio
,
egli
lascia
la
signora
,
lascia
le
ricchezze
,
lascia
tutto
,
fugge
di
notte
da
casa
sua
senza
dire
a
nessuno
dove
va
.
Siccome
aveva
conosciuto
me
a
Brescia
una
volta
che
ci
andai
per
una
malattia
di
mio
padre
,
e
sapeva
ch
'
ero
a
Subiaco
,
siccome
anche
aveva
caro
il
nostro
Ordine
e
certe
memorie
della
nostra
povera
Praglia
,
è
capitato
qua
.
Mi
ha
raccontato
la
sua
storia
,
mi
ha
supplicato
di
aiutarlo
a
condurre
una
vita
di
penitenza
.
Credetti
che
aspirasse
a
entrare
nell
'
Ordine
.
Egli
mi
disse
invece
di
non
sentirsene
degno
,
di
non
aver
potuto
ancora
conoscere
,
circa
questo
punto
,
la
Divina
Volontà
,
di
volere
intanto
far
penitenza
,
lavorare
colle
proprie
mani
,
guadagnarsi
il
pane
,
un
poverissimo
pane
.
Mi
disse
altre
cose
,
mi
parlò
di
certi
fatti
sovrannaturali
che
gli
sarebbero
intervenuti
.
Io
ne
parlai
subito
al
padre
Abate
di
allora
e
si
combinò
così
:
alloggiarlo
nell
'
Ospizio
,
farlo
lavorare
nella
chiusura
come
aiuto
all
'
ortolano
e
fornirgli
il
vitto
magrissimo
ch
'
egli
desiderava
.
In
tre
anni
non
ha
preso
né
vino
,
né
caffè
,
né
latte
,
né
un
uovo
.
Pane
,
polenta
,
frutta
,
erbaggi
,
olio
,
acqua
pura
:
non
ha
preso
altro
.
La
sua
vita
è
stata
una
vita
di
Santo
,
ciascuno
glielo
può
dire
.
E
si
crede
il
più
gran
peccatore
del
mondo
!
"
"
Hm
!
"
fece
l
'
Abate
,
pensoso
.
"
Hm
!
Capisco
!
Ma
perché
non
entra
nell
'
Ordine
?
Altra
cosa
:
so
che
ha
passato
qualche
notte
fuori
.
"
Don
Clemente
sentì
ancora
corrersi
un
fuoco
al
viso
.
"
In
preghiera
"
diss
'
egli
.
"
Sarà
così
ma
forse
non
tutti
crederanno
.
Sapete
cosa
dice
Dante
:
"
Sempre
a
quel
ch
'
ha
faccia
di
menzogna
Dee
l
'
uom
chiuder
la
bocca
quant
'
ei
puote
,
Però
che
senza
colpa
fa
vergogna
.
"
"
Oh
!
"
esclamò
don
Clemente
arrossendo
,
nella
sua
dignità
vereconda
,
per
coloro
che
potessero
aver
concepito
un
vile
sospetto
.
"
Scusate
,
figlio
mio
"
disse
l
'
Abate
.
"
Non
si
accusa
.
Si
biasimano
le
apparenze
.
Non
riscaldatevi
.
È
meglio
pregare
in
casa
.
E
questi
fatti
soprannaturali
,
dite
su
,
cosa
sono
?
"
Don
Clemente
rispose
che
erano
state
visioni
,
voci
udite
nell
'
aria
.
"
Hm
!
Hm
!
"
fece
ancora
l
'
Abate
con
un
complicato
gioco
di
rughe
,
di
labbra
e
di
sopracciglia
,
come
se
avesse
inghiottito
un
sorso
di
aceto
.
"
Avete
detto
che
si
chiama
?
...
Il
nome
proprio
?
"
"
Piero
,
ma
quando
è
venuto
ha
desiderato
separarsi
da
questo
nome
,
mi
ha
pregato
d
'
imporgliene
un
altro
.
Ho
scelto
Benedetto
;
mi
parve
il
più
appropriato
.
"
L
'
Abate
,
a
questo
punto
,
espresse
la
volontà
di
vedere
il
signor
Benedetto
e
ordinò
a
don
Clemente
di
mandarglielo
l
'
indomani
mattina
,
dopo
il
coro
.
Allora
don
Clemente
si
turbò
un
poco
,
dovette
confessare
che
non
poteva
prometterlo
assolutamente
perché
appunto
anche
in
quella
notte
il
giovine
era
uscito
a
pregare
ed
egli
non
sapeva
con
certezza
a
quale
ora
sarebbe
rientrato
.
L
'
Abate
s
'
inquietò
molto
,
borbottò
una
sequela
di
rimbrotti
e
di
riflessioni
acide
.
Don
Clemente
si
decise
perciò
a
raccontare
l
'
incontro
colla
signora
Dessalle
,
l
'
antica
amante
,
quel
ch
'
era
poi
seguito
per
via
,
la
sua
idea
di
mandare
Benedetto
a
Jenne
e
di
farvelo
rimanere
fino
a
che
la
signora
non
fosse
partita
.
Il
superiore
lo
ascoltò
a
ciglia
aggrottate
,
con
un
continuo
brontolîo
sordo
.
"
Qui
"
esclamò
finalmente
"
si
torna
a
san
Benedetto
!
Si
torna
alle
insidie
delle
peccatrici
!
Vada
vada
vada
,
il
nostro
Benedetto
!
A
questo
Jenne
e
anche
più
in
là
!
E
non
mi
dicevate
questo
?
Vi
pareva
poco
?
Vi
pareva
niente
che
si
ordissero
intorno
al
monastero
delle
trame
di
questa
fatta
?
Andate
,
adesso
;
andate
pure
!
"
Don
Clemente
fu
per
rispondere
che
non
sapeva
se
si
ordissero
trame
,
se
la
signora
avesse
riconosciuto
o
no
il
suo
discepolo
,
che
a
ogni
modo
egli
aveva
già
espresso
a
Benedetto
il
proposito
di
allontanarlo
;
ma
impose
silenzio
a
questo
inutile
sfogo
di
amor
proprio
,
e
prese
,
ginocchioni
,
congedo
.
Ritolto
il
lanternino
che
aveva
lasciato
nel
corridoio
,
non
entrò
nella
sua
cella
.
Percorse
lento
lento
il
corridoio
sino
al
fondo
,
scese
lento
lento
,
non
senza
qualche
sosta
,
per
una
scaletta
a
chiocciola
,
nell
'
altro
corridoio
strettissimo
che
mette
al
Capitolo
.
Il
pensiero
del
diletto
discepolo
orante
nella
notte
sul
monte
,
l
'
aspettazione
delle
risoluzioni
che
prenderebbe
dopo
avere
comunicato
con
Dio
,
le
coperte
ostilità
dei
fratelli
,
i
cipigli
e
i
dubbî
dell
'
Abate
,
il
timore
ch
'
egli
ponesse
Benedetto
nella
necessità
di
scegliere
fra
i
voti
monastici
e
il
bando
dal
convento
,
gli
accumulavano
sul
cuore
un
peso
spossante
.
Il
fervore
mistico
di
Benedetto
,
quella
sua
grande
inconscia
umiltà
,
i
suoi
progressi
nella
intelligenza
della
Fede
giusta
le
idee
che
originavano
dal
signor
Giovanni
,
certi
lumi
nuovi
che
gli
scaturivano
,
conversando
,
dal
pensiero
,
la
forza
crescente
del
mutuo
affetto
,
gli
avevano
fatto
concepire
speranze
di
una
prossima
rivelazione
,
in
quel
naufrago
del
mondo
,
della
Divina
Grazia
,
della
Divina
Verità
,
della
Divina
Potenza
,
per
il
bene
delle
anime
.
Lo
avevano
detto
,
alla
riunione
di
casa
Selva
:
ci
vorrebbe
un
Santo
.
Lo
aveva
detto
per
il
primo
quell
'
abate
svizzero
.
Secondo
altri
era
desiderabile
un
Santo
laico
.
E
questo
era
pure
il
suo
pensiero
,
e
gli
pareva
provvidenziale
che
a
Benedetto
ripugnasse
la
vita
monastica
.
Quasi
quasi
gli
parve
provvidenziale
anche
la
venuta
della
signora
,
che
lo
costringeva
a
lasciare
il
convento
.
Ma
che
gli
succedeva
ora
sul
monte
?
Che
gli
diceva
Iddio
nel
cuore
?
E
se
...
Questo
balenare
di
un
se
nuovo
,
inatteso
,
formidabile
,
arrestò
il
meditabondo
nel
suo
lento
cammino
.
"
MAGISTER
ADEST
ET
VOCAT
TE
.
"
Forse
lo
stesso
Maestro
Divino
chiamava
Benedetto
a
servirgli
sotto
le
vesti
del
monaco
.
Egli
cessò
,
sbigottito
,
di
pensare
,
e
dal
Capitolo
,
posato
il
lanternino
,
entrò
nella
chiesa
,
mosse
diritto
alla
cappella
del
Sacramento
.
Con
quella
dignità
che
nessuna
tempesta
interna
poteva
togliere
alle
movenze
signorili
della
persona
,
alla
pura
bellezza
del
viso
,
si
compose
sull
'
inginocchiatoio
nel
mezzo
della
cappella
,
fra
le
quattro
colonne
,
sotto
la
lampada
;
e
alzò
gli
occhi
al
Tabernacolo
.
Il
Maestro
della
Via
,
della
Verità
e
della
Vita
,
il
Diletto
dell
'
anima
,
era
là
e
dormiva
come
la
procellosa
notte
sul
mare
di
Genezareth
,
fra
Gadara
e
la
Galilea
,
nella
barca
che
altre
barche
travagliate
dai
flutti
seguivano
per
le
tenebre
sonore
.
Era
là
e
pregava
come
un
'
altra
notte
,
solo
,
sul
monte
.
Era
là
e
diceva
con
la
sua
dolce
voce
eterna
:
-
venite
a
me
,
voi
dolenti
;
voi
cui
la
vita
è
grave
,
tutti
venite
a
me
.
-
Era
là
e
parlava
,
il
Vivente
:
credete
in
me
che
sono
con
Voi
,
ristoro
vostro
e
pace
,
io
l
'
Umile
,
figlio
del
Potente
,
io
il
Mite
,
figlio
del
Terribile
,
io
lavoratore
dei
cuori
per
il
regno
della
giustizia
,
per
la
futura
unità
di
voi
tutti
meco
nel
Padre
mio
.
Era
là
,
il
Pietoso
,
nel
Tabernacolo
e
spirava
l
'
invito
ineffabile
:
vieni
,
apriti
,
abbandonati
a
me
.
E
Clemente
si
abbandonò
,
gli
disse
quello
che
non
aveva
mai
confessato
neppure
a
sé
stesso
.
Sentiva
nell
'
antico
monastero
,
tutto
,
tranne
Cristo
nel
Tabernacolo
,
morire
.
Come
cellula
dell
'
organismo
ecclesiastico
,
elaboratrice
di
calore
cristiano
radiante
al
mondo
,
il
monastero
si
ossificava
nella
vecchiaia
inesorabile
.
Onorandi
fochi
di
fede
e
di
pietà
chiuse
nelle
forme
tradizionali
,
simili
alle
fiamme
dei
ceri
accesi
sugli
altari
,
vi
consumavano
i
loro
involucri
umani
inviandone
al
cielo
il
vapore
invisibile
,
senza
che
una
sola
onda
calorifica
o
luminosa
ne
vibrasse
al
di
là
delle
muraglie
antiche
.
Le
correnti
dell
'
aria
viva
non
vi
entravano
più
e
i
monaci
non
uscivano
più
a
cercarle
come
nei
primi
secoli
,
lavorando
nei
boschi
e
sui
prati
,
cooperando
alle
vitali
energie
della
natura
,
nell
'
atto
stesso
che
magnificavano
Iddio
col
canto
.
I
colloquii
con
Giovanni
Selva
lo
avevano
indirettamente
condotto
,
poco
a
poco
,
a
sentire
così
della
vita
claustrale
nelle
sue
forme
presenti
,
pure
essendo
convinto
che
ha
indestruttibili
radici
nell
'
anima
umana
.
Ma
forse
ora
per
la
prima
volta
gli
avveniva
di
guardare
il
suo
sentimento
in
faccia
.
Era
da
un
pezzo
suo
voto
,
era
sua
speranza
che
Benedetto
diventasse
un
grande
operaio
del
Vangelo
;
non
un
operaio
comune
,
un
predicatore
,
un
confessore
,
bensì
un
operaio
straordinario
;
non
un
soldato
dell
'
esercito
regolare
,
impedito
dall
'
uniforme
e
dalla
disciplina
,
bensì
un
libero
cavaliere
dello
Spirito
Santo
;
ma
la
Regola
monastica
non
gli
si
era
mai
ripresentata
in
tale
antagonismo
con
il
suo
ideale
di
un
Santo
moderno
.
E
se
ora
la
Volontà
Divina
si
manifestasse
a
Benedetto
proprio
diversa
dal
desiderio
suo
?
Ah
non
era
egli
già
quasi
sull
'
orlo
di
un
peccato
mortale
?
Non
presumeva
già
egli
quasi
,
polvere
tracotante
,
di
giudicare
le
vie
di
Dio
?
Prosternato
sull
'
inginocchiatoio
,
s
'
immerse
nell
'
Onnipotente
,
anelando
senza
parole
al
perdono
,
alla
rivelazione
,
in
Benedetto
,
della
Volontà
Divina
,
adorandola
da
quel
momento
qualunque
fosse
.
Nell
'
alzarsi
con
un
naturale
defluire
dell
'
onda
mistica
dal
cuore
,
con
gli
occhi
vôlti
ancora
all
'
altare
ma
non
più
fissi
nel
Tabernacolo
,
non
poté
a
meno
di
pensare
alla
Dessalle
e
al
discorso
di
Benedetto
.
La
mediocre
pala
di
quell
'
altare
rappresenta
la
martire
Anatolia
che
offre
dal
paradiso
la
palma
simbolica
ad
Audax
,
il
giovine
pagano
che
tentò
sedurla
e
ne
fu
invece
condotto
a
Cristo
.
La
Dessalle
aveva
sedotto
Benedetto
;
per
quanto
Benedetto
si
fosse
studiato
di
scolpare
lei
e
d
'
incolpare
sé
,
don
Clemente
non
dubitava
che
le
cose
fossero
andate
così
.
Se
ora
egli
operasse
la
conversione
di
lei
?
Se
fosse
giusto
che
la
tentasse
?
Se
il
sentimento
di
Benedetto
fosse
realmente
più
cristiano
che
il
timore
suo
e
gli
spasimi
del
padre
Abate
?
Don
Clemente
si
dibatteva
in
testa
questi
problemi
attraversando
a
capo
basso
la
chiesa
.
Anatolia
e
Audax
!
Gli
sovvenne
che
un
forestiere
scettico
,
udita
da
lui
la
spiegazione
del
quadro
,
aveva
detto
:
sì
,
ma
se
non
li
avessero
ammazzati
,
né
l
'
uno
né
l
'
altra
?
E
se
Audax
avesse
avuto
moglie
?
E
queste
beffarde
parole
gli
erano
parse
una
indegna
profanazione
.
Le
ripensò
e
,
sospirando
,
raccattò
da
terra
il
lanternino
posato
nel
Capitolo
.
Invece
di
avviarsi
alla
sua
cella
si
recò
nel
secondo
chiostro
a
guardare
il
dorso
del
Colle
Lungo
,
dove
forse
Benedetto
stava
in
orazione
.
Alcune
stelle
brillavano
sul
roccioso
dorso
grigio
macchiato
di
nero
e
il
loro
lume
oscuro
mostrava
nel
chiostro
il
piazzale
,
gli
arboscelli
sparsi
,
la
torre
possente
dell
'
Abate
Umberto
,
le
arcate
,
le
mura
vecchie
di
nove
secoli
e
,
sulla
ogiva
del
portale
grande
dove
don
Clemente
stava
contemplando
,
la
doppia
riga
dei
fraticelli
di
sasso
che
vi
salgono
in
processione
.
Il
chiostro
e
la
torre
si
affermavano
nella
notte
con
maestà
di
potenza
.
Era
proprio
vero
che
stessero
morendo
?
Nel
lume
delle
stelle
il
monastero
pareva
più
vivo
che
nel
sole
,
grandeggiava
in
una
mistica
comunione
di
senso
religioso
con
gli
astri
.
Era
vivo
,
era
pregno
di
effluvi
spirituali
diversi
,
confusi
in
una
persona
unica
,
come
le
diverse
pietre
tagliate
e
scolpite
a
comporre
la
unità
del
suo
corpo
,
come
diversi
pensamenti
e
sentimenti
in
una
coscienza
umana
.
Le
vetuste
pietre
,
sature
di
anime
commiste
ad
esse
in
amore
,
sature
di
desiderii
santi
e
di
santo
dolore
,
di
gemiti
e
di
preci
,
radiavano
un
che
oscuro
,
penetrante
nel
subcosciente
.
A
quei
lavoratori
di
Dio
che
nelle
ore
aride
vi
si
ritraessero
dal
mondo
a
breve
riposo
,
potevano
rinfondere
forza
come
d
'
estate
al
falciatore
in
deserti
montani
una
fonte
.
Ma
perché
le
pietre
durassero
vive
,
un
continuo
fiume
di
vita
doveva
pure
trapassar
per
esse
,
un
fiume
di
spiriti
adoranti
,
contemplanti
.
Don
Clemente
sentì
quasi
rimorso
dei
pensieri
volontariamente
accolti
in
chiesa
circa
la
decrepitezza
del
monastero
,
pensieri
radicati
nel
suo
giudizio
personale
,
piacenti
al
suo
amor
proprio
,
quindi
viziati
di
quella
concupiscenza
dello
spirito
che
i
suoi
diletti
Mistici
gl
'
insegnavano
a
discernere
e
ad
aborrire
.
Giunte
le
mani
,
fissò
il
dorso
selvaggio
del
monte
dove
si
figurava
Benedetto
pregante
,
fece
un
atto
mentale
di
rinuncia
,
di
umile
abbandono
delle
proprie
idee
circa
l
'
avvenire
di
quel
giovine
.
Benedisse
Iddio
se
lo
voleva
laico
,
benedisse
Iddio
se
lo
voleva
monaco
,
se
scopriva
la
Sua
volontà
e
se
non
la
scopriva
.
"
Si
vis
me
esse
in
luce
sis
benedictus
,
si
vis
me
esse
in
tenebris
sis
iterum
benedictus
.
"
E
si
avviò
alla
sua
cella
.
Nel
grande
corridoio
dove
le
due
fioche
lampade
ardevano
ancora
,
passando
davanti
all
'
uscio
dell
'
Abate
,
ripensò
la
conversazione
avuta
col
vecchio
e
quelle
sue
massime
circa
i
mali
della
Chiesa
e
la
opportunità
di
operare
contro
di
essi
.
Ricordò
un
discorso
del
signor
Giovanni
sulle
parole
"
fiat
voluntas
tua
"
che
il
comune
dei
fedeli
intende
soltanto
come
un
atto
di
rassegnazione
,
e
che
implicano
,
invece
,
il
dovere
di
lavorare
con
tutte
le
nostre
forze
per
il
prevalere
della
legge
divina
nel
campo
della
libertà
umana
.
Il
signor
Giovanni
gli
aveva
fatto
battere
il
cuore
più
forte
e
l
'
Abate
glielo
aveva
fatto
battere
più
fiacco
.
Quale
dei
due
aveva
detto
la
parola
di
Vita
e
di
Verità
?
La
sua
cella
era
l
'
ultima
a
destra
,
presso
il
balcone
che
guarda
la
conca
rigata
dall
'
Aniene
,
Subiaco
e
i
monti
Sabini
.
Prima
di
entrar
nella
sua
cella
don
Clemente
si
fermò
a
guardar
i
lumi
lontani
di
Subiaco
,
pensò
alla
villetta
rossa
,
più
vicina
ma
invisibile
,
pensò
a
quella
donna
.
Trame
,
aveva
detto
l
'
Abate
.
Amava
ella
ancora
Piero
Maironi
?
Aveva
scoperto
,
sapeva
ch
'
egli
si
era
rifugiato
a
Santa
Scolastica
?
Lo
aveva
riconosciuto
?
Se
sì
,
che
meditava
di
fare
?
Probabilmente
non
aveva
preso
stanza
nel
minuscolo
quartiere
dei
signori
Selva
;
probabilmente
alloggiava
in
un
albergo
di
Subiaco
.
Quei
lumi
lontani
erano
fuochi
di
un
campo
nemico
?
Si
fece
il
segno
della
croce
ed
entrò
nella
sua
celletta
per
un
breve
sonno
fino
alle
due
,
ora
di
coro
.
Benedetto
prese
la
via
del
Sacro
Speco
.
Oltrepassato
,
all
'
altro
angolo
del
monastero
,
il
letto
asciutto
di
un
torrentello
,
raggiunto
a
destra
l
'
oratorio
antichissimo
di
Santa
Crocella
,
salì
per
la
petraia
che
ruina
giù
verso
il
rombo
dell
'
Aniene
di
fronte
ai
carpineti
del
Francolano
,
erto
e
nero
fino
alla
croce
del
vertice
,
incoronata
di
stelle
.
Prima
di
toccare
l
'
Arco
che
mette
al
bosco
del
Sacro
Speco
,
uscì
di
via
,
si
arrampicò
a
sinistra
,
cercando
il
posto
dell
'
ultima
sua
veglia
,
alto
sui
tetti
quadrati
e
sulla
torre
tozza
di
Santa
Scolastica
.
La
ricerca
del
sasso
dove
aveva
pregato
ginocchioni
un
'
altra
dolorosa
notte
,
sviandogli
il
pensiero
dal
mistico
foco
in
cui
era
chiuso
,
glielo
raffreddò
.
Se
ne
avvide
tosto
,
ne
sentì
un
rammarico
affannoso
,
una
impazienza
di
ricuperar
calore
acuita
dal
timore
di
non
riuscirvi
,
dal
senso
di
esserne
in
colpa
,
dal
ricordo
di
altre
aridità
tristi
.
Gelava
,
gelava
sempre
più
.
Cadde
ginocchioni
,
chiamò
Iddio
con
uno
spasimo
di
preghiera
.
Come
piccola
fiamma
inutilmente
apposta
ad
un
fascio
di
legna
verde
,
lo
slancio
della
volontà
gli
venne
meno
senza
movere
il
cuore
inerte
e
mancò
in
uno
stupido
ascoltare
del
rombo
eguale
dell
'
Aniene
.
La
mente
gli
ritornò
in
un
assalto
di
terrore
.
Forse
la
notte
passerebbe
intera
così
;
forse
al
gelo
arido
seguirebbe
la
tentazione
calda
!
Impose
silenzio
al
fervere
delle
immaginazioni
,
si
raccolse
nel
proposito
di
non
smarrirsi
d
'
animo
.
Allora
sorse
in
lui
l
'
idea
chiara
che
spiriti
nemici
gli
erano
sopra
.
Se
avesse
veduto
intorno
a
sé
fiammeggiare
occhi
diabolici
nei
fessi
delle
pietre
,
ne
sarebbe
stato
meno
certo
.
Sentiva
in
sé
il
vaporare
di
un
veleno
,
sentiva
un
'
assenza
di
amore
,
un
'
assenza
di
dolore
,
un
tedio
,
un
peso
,
l
'
aggravarsi
di
un
assopimento
mortale
.
Ricadde
nello
stupido
ascoltare
il
rumore
del
fiume
,
fissi
gli
occhi
senza
sguardo
al
bosco
nero
del
Francolano
.
Gli
passò
nella
visione
interna
,
lento
automa
,
la
immagine
del
prete
malvagio
vissuto
là
colla
sua
corte
di
peccatrici
.
Sentì
stanchezza
di
star
ginocchioni
,
si
accasciò
su
sé
stesso
.
Ecco
ancora
l
'
automa
lento
.
Si
voltò
con
un
faticoso
sforzo
a
sedere
,
abbandonò
le
mani
sui
ciuffi
dell
'
erba
soffice
,
fra
sasso
e
sasso
,
odorante
.
Chiuse
gli
occhi
nella
dolcezza
di
quel
tocco
morbido
,
dell
'
odor
selvaggio
,
del
riposo
;
e
vide
Jeanne
pallida
sotto
l
'
ala
obliqua
di
un
cappello
nero
,
piumato
,
che
gli
sorrideva
con
gli
occhi
umidi
di
lagrime
.
Il
cuore
gli
batté
forte
,
forte
,
forte
;
un
filo
,
un
filo
solo
di
volontà
buona
lo
tratteneva
sulla
china
dell
'
abbandono
all
'
invito
di
quel
volto
.
Spalancò
gli
occhi
,
mise
,
a
braccia
distese
,
a
mani
aperte
,
un
lungo
gemito
.
E
subito
pensò
che
qualche
viandante
notturno
potesse
averlo
udito
,
trattenne
il
respiro
,
stette
in
ascolto
.
Silenzio
;
silenzio
di
tutte
le
cose
fuorché
del
fiume
.
Il
cuore
gli
si
venne
chetando
.
"
Dio
mio
,
Dio
mio
"
mormorò
,
inorridito
del
pericolo
corso
,
dell
'
abisso
intravvisto
.
Si
afferrò
con
gli
occhi
,
con
l
'
anima
,
al
gran
dado
sacro
,
lì
sotto
,
di
santa
Scolastica
,
al
torrione
tozzo
,
tanto
buono
,
che
amava
.
Trapassò
con
lo
spirito
l
'
ombre
e
i
tetti
,
attrasse
in
sé
la
visione
della
chiesa
,
della
lampada
ardente
,
del
Tabernacolo
,
del
Sacramento
,
vi
si
affisse
avido
.
Si
raffigurò
con
uno
sforzo
i
chiostri
,
le
celle
,
le
grandi
croci
presso
i
giacigli
dei
monaci
,
il
volto
serafico
del
suo
Maestro
addormentato
.
Durò
nello
sforzo
quanto
poté
,
reprimendosi
dentro
con
angoscia
un
balenar
frequente
dell
'
obliquo
cappello
piumato
e
del
viso
pallido
,
fino
a
che
i
baleni
gli
si
affiochirono
,
gli
si
perdettero
giù
nelle
profondità
inconscie
dell
'
anima
.
Allora
sorse
faticosamente
in
piedi
e
lento
come
se
la
maestà
di
una
grandezza
pensata
governasse
gli
stessi
suoi
moti
,
giunse
le
mani
,
vi
piegò
il
mento
su
.
Fermò
il
pensiero
nella
preghiera
dell
'
Imitazione
:
"
DOMINE
,
DUMMODO
VOLUNTAS
MEA
RECTA
ET
FIRMA
AD
TE
PERMANEAT
,
FAC
DE
ME
QUIDQUID
TIBI
PLACUERIT
.
"
Non
vi
era
commozione
nel
suo
interno
,
pareva
che
gli
spiriti
di
nequizia
se
ne
fossero
allontanati
;
ma
neppure
vi
erano
discesi
angeli
.
La
mente
stanca
gli
posò
nel
senso
delle
cose
esterne
,
delle
vaghe
forme
,
dei
fiochi
biancori
nell
'
ombra
,
del
lontano
ululo
di
un
gufo
nei
carpineti
,
del
tenue
aroma
d
'
erba
che
le
mani
giunte
odoravano
ancora
.
L
'
aroma
selvaggio
gli
richiamò
il
momento
in
cui
aveva
posato
le
mani
sull
'
erba
,
prima
che
gli
apparisse
il
sorriso
triste
di
Jeanne
.
Sciolse
le
mani
impetuoso
,
tornò
con
gli
occhi
avidi
al
monastero
.
No
no
,
Iddio
non
avrebbe
permesso
ch
'
egli
fosse
vinto
,
Iddio
lo
serbava
alle
opere
sue
.
Allora
dal
profondo
dell
'
anima
,
senza
che
il
volere
vi
avesse
parte
,
gli
si
levarono
fantasmi
non
più
evocati
,
per
consiglio
del
Maestro
,
da
quando
era
venuto
a
Santa
Scolastica
;
fantasmi
della
visione
affidata
in
iscritto
alla
custodia
di
don
Giuseppe
Flores
.
Egli
si
vide
ginocchioni
a
Roma
in
piazza
San
Pietro
,
di
notte
,
fra
l
'
obelisco
e
la
fronte
del
tempio
immenso
,
illuminato
dalla
luna
.
La
piazza
era
vuota
;
il
rumore
dell
'
Aniene
gli
diventò
il
rumore
delle
fontane
.
Dalla
porta
del
tempio
si
porgeva
sulla
gradinata
un
gruppo
di
uomini
vestiti
di
rosso
,
di
violetto
e
di
nero
.
Lo
fissavano
minacciosi
,
appuntando
gl
'
indici
verso
Castel
Sant
'
Angelo
,
come
per
intimargli
di
partirsi
dal
luogo
sacro
.
Ma
ecco
,
questa
non
era
più
la
Visione
,
questo
era
un
immaginar
nuovo
!
Egli
sorgeva
,
diritto
e
fiero
,
in
faccia
al
manipolo
nemico
.
Gli
ruggiva
improvviso
alle
spalle
un
rombo
di
moltitudini
accorrenti
che
irrompevano
nella
piazza
dalle
bocche
di
tutte
le
vie
,
a
fiumi
.
Un
'
ondata
lo
travolgeva
con
sé
acclamando
al
riformatore
della
Chiesa
,
al
vero
Vicario
di
Cristo
,
lo
posava
sulla
soglia
del
tempio
.
Di
là
egli
si
volgeva
come
ad
affermare
autorità
sull
'
Orbe
.
In
quel
momento
gli
folgorò
nel
pensiero
Satana
offrente
a
Cristo
il
regno
del
mondo
.
Precipitò
a
terra
,
si
stese
bocconi
sulle
pietre
,
gemendo
nello
spirito
:
"
Gesù
,
Gesù
,
non
son
degno
,
non
son
degno
di
venir
tentato
come
Te
!
"
E
porse
le
labbra
strette
,
le
affisse
al
sasso
,
cercando
Iddio
nella
creatura
muta
,
Iddio
,
Iddio
,
il
sospiro
,
la
vita
,
la
pace
ardente
dell
'
anima
.
Un
soffio
di
vento
gli
corse
sopra
,
gli
mosse
l
'
erbe
intorno
.
"
Sei
Tu
"
egli
gemette
"
sei
Tu
,
sei
Tu
?
"
Il
vento
tacque
.
Benedetto
si
stringe
i
pugni
alle
guancie
,
leva
il
capo
puntando
i
gomiti
al
sasso
,
sta
in
ascolto
senza
saper
di
che
.
Sospira
,
si
ripone
a
sedere
.
Iddio
non
gli
parlerà
.
L
'
anima
stanca
tace
,
vuota
di
pensiero
.
Passa
il
tempo
,
lento
.
L
'
anima
stanca
richiama
a
fatica
per
suo
ristoro
l
'
ultima
parte
della
Visione
,
il
suo
ascendere
,
per
un
notturno
cielo
tempestoso
,
incontro
ad
angeli
discendenti
.
E
pensa
torbidamente
:
se
questa
sorte
mi
aspetta
,
perché
rattristarmi
?
Se
sarò
tentato
non
sarò
vinto
e
se
sarò
vinto
Iddio
mi
rialzerà
.
Neppure
è
necessario
di
domandargli
cosa
voglia
da
me
.
Perché
non
scendo
a
dormire
?
Benedetto
si
alzò
,
greve
il
capo
di
stanchezza
plumbea
.
Il
cielo
si
era
tutto
coperto
di
nuvole
pesanti
fino
ai
monti
di
Jenne
,
dove
la
valle
dell
'
alto
Aniene
gira
.
Appena
Benedetto
poteva
discernere
la
tenebra
nera
del
Francolano
,
in
faccia
,
e
i
lividori
,
a
'
suoi
piedi
,
della
petraia
.
Mosse
per
discendere
e
al
secondo
passo
si
arrestò
.
Le
gambe
non
lo
reggevano
,
un
soffio
di
sangue
gli
accese
il
viso
.
Era
quasi
digiuno
da
trent
'
ore
.
Non
aveva
preso
che
un
tozzo
di
pane
a
mezzodì
.
Si
sentì
punger
la
persona
da
miriadi
di
spilli
,
batter
forte
il
cuore
,
annebbiar
la
mente
.
Quali
viluppi
di
serpi
gli
si
attorcigliavano
ai
piedi
simulando
la
innocenza
dell
'
erba
?
E
qual
demonio
sinistro
lo
attendeva
lì
sotto
,
carponi
sulla
pietra
,
simulando
un
cespuglio
per
avventarglisi
?
Non
lo
aspettavano
i
demonii
anche
nel
monastero
?
Non
si
annidavano
negli
occhi
del
torrione
?
Non
avevano
quegli
occhi
una
fiamma
nera
?
No
,
no
,
adesso
non
più
;
adesso
lo
fissavano
semichiusi
e
beffardi
.
Il
rombo
dell
'
Aniene
,
questo
?
No
,
il
ruggito
dell
'
Abisso
trionfante
.
Non
credeva
interamente
a
quello
che
vedeva
,
a
quello
che
udiva
,
ma
tremava
tremava
come
una
festuca
nel
vento
e
le
miriadi
di
spilli
gli
camminavano
per
tutta
la
persona
.
Cercò
svincolar
i
piedi
dai
viluppi
di
serpi
,
non
gli
riuscì
.
Dal
terrore
alla
collera
:
"
devo
potere
!
"
esclamò
,
forte
.
Dalla
gola
fosca
di
Jenne
gli
rispose
il
sordo
rumor
del
tuono
.
Guardò
a
quella
volta
.
Un
lampo
aperse
le
nubi
sopra
il
negrore
del
monte
Preclaro
e
sparì
.
Benedetto
si
provò
di
levar
i
piedi
dalle
serpi
e
ancora
la
leonina
voce
del
tuono
lo
minacciò
.
"
Cosa
faccio
?
"
si
diss
'
egli
,
cercando
raccapezzarsi
.
"
Perché
voglio
scendere
?
"
Non
lo
sapeva
più
,
ebbe
bisogno
di
uno
sforzo
mentale
per
ricordare
.
Ecco
,
aveva
pensato
di
scendere
a
dormire
perché
la
preghiera
era
inutile
a
un
uomo
sicuro
di
salire
al
cielo
.
E
un
lampo
arse
anche
dentro
di
lui
:
"
Io
tento
Iddio
!
"
Le
serpi
lo
stringevano
,
il
demonio
strisciava
carponi
alla
sua
volta
per
la
petraia
tutta
infernalmente
viva
di
spiriti
feroci
,
le
fiamme
nere
ardevano
negli
occhi
del
torrione
,
ruggendo
sempre
l
'
Abisso
a
trionfo
.
Ma
il
rugghio
sovrano
del
tuono
romoreggiò
per
le
nubi
:
"
NON
TENTARE
IL
SIGNORE
IDDIO
TUO
.
"
Benedetto
levò
al
cielo
il
viso
e
le
mani
congiunte
,
adorando
,
come
poté
,
con
l
'
ultimo
lume
della
offuscata
coscienza
,
vacillò
,
allargò
le
braccia
,
afferrò
l
'
aria
,
piegò
lentamente
all
'
indietro
,
stramazzò
riverso
sulla
china
,
giacque
senza
moto
.
Il
suo
corpo
giaceva
immobile
nel
vento
del
temporale
,
come
un
tronco
schiantato
,
fra
il
dibattersi
delle
ginestre
e
il
mareggiare
dell
'
erba
.
L
'
anima
dovette
chiudersi
nel
contatto
centrale
con
l
'
Essere
senza
tempo
e
senza
spazio
,
perché
Benedetto
,
al
primo
ritorno
della
coscienza
,
non
ebbe
senso
né
del
luogo
né
dell
'
ora
.
Sentiva
una
levità
strana
delle
membra
,
una
spossatezza
fisica
piacevole
,
una
infinita
dolcezza
interna
;
prima
sul
viso
,
poi
sulle
mani
tanti
minuti
titillamenti
come
di
animati
atomi
amorosi
dell
'
aria
:
teneri
sussurri
di
voci
timide
intorno
a
quello
che
gli
pareva
il
suo
letto
.
Si
rizzò
a
sedere
,
guardò
smarrito
ma
in
pace
;
dimentico
del
dove
e
del
quando
,
ma
tanto
in
pace
,
tanto
contento
della
quieta
fonte
interna
di
un
indistinto
amore
che
gli
fluiva
in
tutti
i
vasi
della
vita
e
se
ne
spandeva
per
le
cose
intorno
,
per
le
dolci
piccole
vite
fatte
amorose
a
lui
.
Sorridendo
fra
sé
del
suo
proprio
smarrimento
,
riconobbe
il
dove
e
il
come
.
Il
quando
,
no
.
Neppure
ne
sentì
desiderio
,
neppure
si
domandò
se
dalla
caduta
fossero
trascorse
ore
o
minuti
,
tanto
lo
appagava
il
beato
presente
.
Il
temporale
era
disceso
verso
Roma
.
Nel
mormorio
della
pioggia
senza
vento
,
piana
piana
,
nella
voce
grande
dell
'
Aniene
,
nella
riposata
maestà
dei
monti
,
nell
'
odore
selvaggio
della
petraia
umida
,
nello
stesso
proprio
cuore
,
Benedetto
sentiva
un
Divino
confuso
alla
creatura
,
un
'
ascosa
essenza
di
paradiso
.
Sentiva
di
fondersi
con
le
anime
delle
cose
come
piccola
voce
in
un
coro
immenso
,
di
essere
uno
con
la
montagna
odorante
,
con
l
'
aria
beata
.
E
così
sommerso
nel
mare
della
paradisiaca
dolcezza
,
abbandonate
le
mani
sulle
ginocchia
,
socchiusi
gli
occhi
,
blandito
dalla
pioggia
piana
piana
,
godeva
non
senza
un
vago
desiderio
che
tanta
soavità
fosse
conosciuta
dalla
gente
che
non
crede
,
dalla
gente
che
non
ama
.
Nel
declinare
del
rapimento
gli
ritornarono
a
mente
i
perché
della
presenza
sua
sul
monte
deserto
nelle
tenebre
della
notte
,
e
le
incertezze
del
domani
,
e
Jeanne
,
e
l
'
esilio
dal
monastero
.
Ma
ora
incertezze
e
dubbî
erano
indifferenti
all
'
anima
sua
ferma
in
Dio
,
come
al
Francolano
immobile
i
tremolii
del
suo
manto
di
foglie
.
Incertezze
,
dubbî
,
ricordi
della
mistica
Visione
gli
si
disciolsero
nel
profondo
abbandono
alla
Divina
Volontà
,
che
avrebbe
disposto
di
lui
a
suo
piacimento
.
La
immagine
di
Jeanne
,
contemplata
quasi
dall
'
alto
di
una
inaccessibile
torre
,
gli
moveva
solo
il
desiderio
di
operare
fraternamente
per
lei
.
La
tranquilla
ragione
ripigliando
intero
l
'
ufficio
suo
,
egli
si
accorse
di
esser
molle
di
pioggia
fin
dentro
le
vesti
;
e
la
pioggia
,
piana
piana
,
continuava
.
Che
fare
?
Rientrare
all
'
Ospizio
dei
pellegrini
no
perché
il
vaccaro
dormiva
;
svegliarlo
per
farsi
aprire
non
avrebbe
voluto
né
sarebbe
stato
facile
.
Pensò
di
riparare
sotto
i
lecci
del
Sacro
Speco
.
Alzatosi
faticosamente
,
ebbe
un
assalto
di
vertigini
.
Aspettò
un
poco
e
poi
scese
adagio
adagio
sulla
via
che
da
Santa
Scolastica
mette
all
'
Arco
d
'
ingresso
nel
bosco
.
Là
nella
nera
ombra
dei
grandi
lecci
chini
e
protesi
,
a
braccia
sparse
,
sulla
china
del
monte
,
fra
il
chiarore
fioco
,
a
sinistra
,
della
costa
esterna
al
bosco
,
cadde
a
sedere
,
sfinito
.
Desiderava
un
po
'
di
cibo
e
non
osò
domandarlo
al
Signore
,
parendogli
domandare
un
miracolo
.
Si
dispose
ad
attendere
il
giorno
.
L
'
aria
era
tepida
,
il
suolo
quasi
asciutto
,
radi
goccioloni
battevano
qua
e
là
dal
fogliame
dei
lecci
.
Benedetto
si
assopì
di
un
sopor
lieve
che
appena
gli
velava
le
sensazioni
,
tramutandole
in
sogno
.
Si
figurò
di
stare
in
un
sicuro
asilo
di
preghiera
e
di
pace
,
all
'
ombra
di
braccia
sante
,
protese
sopra
il
suo
capo
;
e
gli
pareva
di
doverlo
abbandonare
per
ragioni
di
cui
gli
era
evidente
l
'
impero
,
benché
non
avesse
coscienza
della
loro
natura
.
Poteva
uscirne
per
una
porta
cui
metteva
capo
la
via
discendente
al
mondo
,
poteva
uscirne
dalla
parte
opposta
,
per
un
cammino
ascendente
a
solitudini
sacre
.
Pendeva
incerto
.
Il
batter
vicino
di
una
grossa
goccia
gli
fece
aprire
gli
occhi
.
Dopo
un
primo
momento
di
torpore
riconobbe
l
'
Arco
a
destra
,
cui
metteva
capo
il
cammino
discendente
verso
Santa
Scolastica
,
Subiaco
,
Roma
;
a
sinistra
il
cammino
ascendente
verso
il
Sacro
Speco
.
E
notò
attonito
che
dall
'
uno
e
dall
'
altro
lato
,
fuori
dei
lecci
,
le
pietre
scoperte
erano
molto
più
chiare
di
prima
,
che
tanti
minuti
chiarori
traforavano
il
fogliame
sopra
il
suo
capo
.
Giorno
?
Si
fa
giorno
?
Benedetto
avrebbe
creduto
oltrepassata
di
poco
la
mezzanotte
.
Le
ore
suonano
a
Santa
Scolastica
;
una
,
due
,
tre
,
quattro
.
È
giorno
e
sarebbe
anche
più
chiaro
se
il
cielo
non
fosse
tutto
una
pesante
nube
dai
monti
di
Subiaco
a
quelli
di
Jenne
,
quantunque
non
piova
più
.
Un
passo
da
lontano
;
qualcuno
sale
verso
l
'
Arco
.
Era
il
vaccaro
di
Santa
Scolastica
che
,
per
un
caso
insolito
,
portava
a
quell
'
ora
il
latte
al
Sacro
Speco
.
Benedetto
lo
salutò
.
Colui
all
'
udir
questa
voce
,
tramortì
e
fu
per
lasciar
cadere
il
vaso
del
latte
.
"
Oh
,
Benedè
!
"
esclamò
riconoscendo
Benedetto
.
"
Qui
,
siete
?
"
Benedetto
gli
chiese
un
sorso
di
latte
per
amor
di
Dio
.
"
Lo
racconterete
ai
padri
"
diss
'
egli
.
"
Direte
ch
'
ero
sfinito
e
che
vi
ho
chiesto
un
po
'
di
latte
per
amor
di
Dio
.
"
"
Eh
sì
!
eh
sta
bene
!
eh
pigliate
!
eh
bevete
!
"
fece
colui
,
rispettoso
,
avendo
Benedetto
per
un
Santo
.
"
Che
ci
avete
passato
la
notte
qui
?
Che
ci
avete
preso
tutta
quella
pioggia
?
Dio
come
siete
molle
!
Siete
inzuppato
come
una
spugna
,
siete
!
"
Benedetto
bevve
.
"
Benedico
Iddio
"
diss
'
egli
"
per
la
bontà
vostra
e
per
la
bontà
del
latte
.
"
Lo
abbracciò
e
,
anni
dopo
,
il
vaccaro
,
Nazzareno
Mercuri
,
soleva
raccontare
che
mentre
Benedetto
lo
stringeva
fra
le
sue
braccia
non
gli
pareva
esser
lui
;
che
il
sangue
gli
era
diventato
prima
tutto
un
gelo
poi
tutto
un
foco
;
che
il
core
gli
batteva
forte
forte
come
la
prima
volta
che
aveva
ricevuto
Cristo
in
Sacramento
;
che
un
gran
dolor
di
capo
statogli
addosso
due
giorni
gli
era
sfumato
via
;
che
allora
egli
aveva
capito
subito
di
trovarsi
nelle
braccia
di
un
Santo
da
miracoli
e
gli
era
caduto
ginocchioni
ai
piedi
.
In
fatto
non
s
'
inginocchiò
ma
restò
di
sasso
e
Benedetto
gli
dovette
dire
due
volte
:
"
ora
andate
,
Nazzareno
;
andate
,
figliolo
caro
.
"
Avviatolo
amorevolmente
così
al
Sacro
Speco
,
s
'
incamminò
egli
stesso
verso
Santa
Scolastica
.
La
petraia
chiara
era
vôta
di
spiriti
buoni
e
rei
.
Montagne
,
nuvole
,
le
stesse
fosche
mura
del
monastero
e
la
torre
parevano
,
nella
luce
scialba
,
gravi
di
sonno
.
Benedetto
entrò
nell
'
Ospizio
e
coricatosi
,
senza
spogliar
le
vesti
bagnate
,
sul
misero
giaciglio
,
si
raccolse
al
petto
le
braccia
in
croce
,
si
addormentò
profondamente
.
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
CAPITOLO
QUARTO
.
A
fronte
.
Il
rombo
del
tuono
svegliò
,
dopo
le
due
,
Noemi
,
che
da
pochi
momenti
aveva
potuto
prender
sonno
.
Ella
dormiva
nella
camera
vicina
a
quella
di
Jeanne
,
con
l
'
uscio
aperto
.
Jeanne
la
chiamò
subito
.
Avevano
conversato
fino
alle
due
e
Noemi
,
esausta
,
aveva
finalmente
ottenuto
dall
'
instancabile
amica
,
dopo
molto
pregare
inutile
,
di
essere
lasciata
in
pace
.
Finse
di
non
udire
.
Jeanne
la
chiamò
da
capo
:
"
Noemi
!
Il
temporale
!
Ho
paura
!
"
"
Non
hai
paura
niente
!
"
rispose
Noemi
,
irritata
.
"
Taci
!
Dormi
!
"
"
Ho
paura
!
Vengo
da
te
!
"
"
Proibisco
!
"
"
Allora
vieni
tu
!
"
Noemi
replicò
un
"
vuoi
finirla
?
"
tanto
risoluto
che
l
'
altra
si
chetò
.
Per
poco
.
La
voce
di
bambina
dolente
,
che
Noemi
conosceva
bene
,
ricominciò
:
"
Non
hai
dormito
abbastanza
?
Non
puoi
parlare
,
adesso
?
Avrai
dormito
tre
ore
!
"
Noemi
accese
uno
zolfanello
e
guardò
l
'
orologio
col
quale
alla
mano
aveva
prima
invocato
il
silenzio
.
"
Ventidue
minuti
!
"
diss
'
ella
.
"
Basta
!
"
Jeanne
tacque
un
momento
e
poi
mise
fuori
quei
piccoli
hm
!
-
hm
!
-
hm
!
che
son
preludio
al
pianto
di
un
bambino
viziato
.
E
seguì
la
voce
sommessa
:
"
Non
mi
vuoi
niente
bene
!
-
Hm
!
Hm
!
-
Abbi
pietà
,
parliamo
un
poco
!
-
Hm
!
Hm
!
"
Noemi
sospirò
nella
sua
lingua
nativa
:
"
Oh
,
mon
Dieu
!
"
E
si
rassegnò
con
un
secondo
sospiro
:
"
Avanti
!
Cosa
puoi
dirmi
che
tu
non
abbia
già
detto
in
quattr
'
ore
?
"
Il
tuono
ruggì
ma
Jeanne
oramai
non
se
ne
curava
più
.
"
Domattina
andremo
al
monastero
"
diss
'
ella
.
"
Ma
sì
,
va
bene
!
"
"
Andremo
noi
due
sole
?
"
"
Ma
sì
,
è
già
inteso
!
"
La
voce
piagnolosa
tacque
un
momento
e
riprese
:
"
Tu
non
mi
hai
mica
promesso
,
ancora
,
che
qui
in
casa
non
dirai
niente
?
"
"
Dieci
volte
te
l
'
ho
promesso
!
"
"
Sai
,
non
è
vero
,
cosa
devi
dire
per
quello
svenimento
di
ieri
sera
,
se
ti
domandano
?
"
"
Lo
so
!
"
"
Devi
dire
che
quel
padre
non
è
lui
,
che
ho
perduta
una
illusione
e
che
mi
sono
sentita
male
per
questo
.
"
"
Ma
mio
Dio
,
Jeanne
,
queste
son
venti
,
delle
volte
!
"
"
Come
sei
cattiva
,
Noemi
!
Come
non
mi
vuoi
bene
!
"
Silenzio
.
La
voce
di
Jeanne
riprende
:
"
Dimmi
quello
che
pensi
.
Credi
proprio
che
mi
abbia
dimenticata
?
"
"
Non
rispondo
più
.
"
"
Rispondi
,
invece
!
Una
parola
sola
!
Dopo
ti
lascio
dormire
.
"
Noemi
pensa
un
poco
e
poi
risponde
asciutta
,
per
finirla
:
"
Ebbene
,
credo
di
sì
.
Credo
che
non
ti
abbia
mai
amata
!
"
"
Questo
lo
dici
perché
te
l
'
ho
detto
io
"
ribatte
Jeanne
,
aspra
,
senza
lagrime
nella
voce
.
"
Tu
non
puoi
saperlo
!
"
"
Bon
,
ça
!
"
brontolò
Noemi
.
"
C
'
est
elle
qui
me
l
'
a
dit
et
je
ne
dois
pas
le
savoir
!
"
Silenzio
.
La
voce
flebile
:
"Noemi."
Nessuna
risposta
.
"
Noemi
,
ascolta
.
"
Niente
.
Jeanne
si
mette
a
piangere
e
Noemi
cede
.
"
Ma
,
santo
cielo
,
cosa
vuoi
?
"
"
Piero
non
può
sapere
che
mio
marito
è
morto
.
"
"
Bene
.
E
allora
?
"
"
Allora
non
può
sapere
che
sono
libera
.
"
"
E
dunque
?
"
"
Stupida
!
Mi
fai
venire
una
rabbia
!
"
Silenzio
.
Jeanne
sa
bene
quale
specie
di
rabbia
è
la
sua
.
L
'
amica
pensa
troppo
come
lei
stessa
che
vorrebbe
tanto
essere
contraddetta
nel
suo
presentimento
doloroso
,
avere
una
parola
di
speranza
.
Rise
un
riso
lieve
,
forzato
:
"
Noemi
,
fai
l
'
offesa
,
adesso
,
apposta
,
per
non
parlare
.
"
Silenzio
.
Jeanne
riprende
,
mansueta
:
"
Senti
.
Non
credi
che
avrà
delle
tentazioni
?
"
Silenzio
.
Jeanne
non
si
cura
,
stavolta
,
che
Noemi
non
risponda
.
Esclama
:
"
Sarebbe
bella
che
proprio
adesso
non
avesse
più
intenzioni
!
"
Il
suo
sdegno
è
tanto
comico
che
Noemi
,
pure
molto
scandolezzata
,
non
può
a
meno
di
ridere
;
e
ride
anche
lei
.
Noemi
ride
;
però
anche
la
sgrida
di
queste
sciocchezze
enormi
che
dice
senza
riflettere
.
Perché
Noemi
conosce
Jeanne
e
sa
che
Jeanne
in
questo
momento
non
è
la
vera
Jeanne
,
conscia
e
signora
di
sé
;
o
forse
è
la
Jeanne
più
vera
ma
non
certo
quella
che
starà
a
fronte
di
Piero
Maironi
se
mai
s
'
incontrano
.
Il
tuono
tace
e
Jeanne
vorrebbe
vedere
il
tempo
che
fa
,
ma
le
pesa
di
scendere
dal
letto
,
teme
di
sentirsi
male
,
teme
il
dubbio
di
non
poter
salire
fra
qualche
ora
al
monastero
.
Teme
poi
anche
le
difficoltà
che
gli
ospiti
farebbero
se
il
tempo
fosse
troppo
cattivo
;
le
preme
dunque
di
sapere
come
si
dispone
il
cielo
.
Bisogna
che
scenda
Noemi
,
la
schiava
cui
ben
di
rado
riescono
vittoriose
le
ribellioni
.
Noemi
scende
,
apre
la
finestra
,
esplora
il
buio
con
la
mano
distesa
.
Minute
frettolose
goccioline
le
titillano
la
mano
.
Il
buio
si
varia
un
poco
agli
occhi
di
lei
.
Ella
distingue
,
lì
sotto
,
Santa
Maria
della
Febbre
,
grigia
sul
campo
nero
.
Le
si
rischiara
la
nuvolaglia
pesante
,
vi
nereggiano
su
le
braccia
della
quercia
imminente
a
destra
,
i
profili
delle
montagne
.
Le
minute
frettolose
goccioline
titillano
titillano
la
mano
distesa
,
che
si
ritrae
.
Jeanne
domanda
:
"
Dunque
?
"
"Piove."
Ella
sospira
:
"
che
noia
!
"
come
se
avesse
a
piovere
in
eterno
.
E
le
goccioline
prendono
maggior
voce
,
riempiono
di
sommesse
parole
la
camera
,
si
affiochiscono
ancora
.
Jeanne
non
ha
inteso
le
sommesse
parole
,
non
ha
inteso
che
l
'
uomo
di
cui
ha
pieno
il
cuore
giace
svenuto
sulla
petraia
deserta
che
la
pioggia
lava
.
A
mattina
inoltrata
la
signora
Selva
,
un
po
'
inquieta
per
non
avere
ancora
veduto
comparire
né
l
'
una
né
l
'
altra
delle
due
signore
,
entrò
pian
piano
nella
camera
di
sua
sorella
.
Noemi
era
quasi
vestita
e
le
accennò
di
tacere
.
Jeanne
dormiva
,
finalmente
.
Le
due
sorelle
uscirono
insieme
,
si
recarono
nello
studio
di
Giovanni
che
ve
le
attendeva
.
Dunque
?
Don
Clemente
era
proprio
l
'
uomo
?
Marito
e
moglie
desideravano
sapere
,
per
regolarsi
.
Giovanni
non
dubitava
più
e
sua
moglie
dubitava
ancora
.
Noemi
!
Noemi
doveva
sapere
!
Giovanni
chiuse
l
'
uscio
,
mentre
Maria
,
interpretando
il
silenzio
di
sua
sorella
per
una
conferma
,
insisteva
:
"
ma
davvero
?
ma
davvero
?
"
Noemi
taceva
.
Avrebbe
forse
tradito
il
segreto
dell
'
amica
nell
'
intento
di
cospirare
con
i
Selva
per
la
sua
felicità
,
se
non
l
'
avesse
trattenuta
il
dubbio
di
un
disaccordo
con
i
Selva
e
anche
il
senso
di
qualche
cosa
di
malfermo
in
sé
stessa
.
Probabilmente
i
Selva
,
cattolici
,
non
desideravano
che
l
'
uomo
fuggito
dal
mondo
vi
ritornasse
.
Lei
,
protestante
,
non
poteva
pensare
così
.
Almeno
non
lo
avrebbe
dovuto
.
Lei
doveva
pensare
che
Iddio
si
serve
meglio
nel
mondo
e
nel
matrimonio
.
Lo
pensava
,
ma
non
si
nascondeva
che
se
il
signor
Maironi
adesso
sposasse
Jeanne
non
lo
potrebbe
stimare
molto
.
Insomma
era
meglio
tacere
la
strana
verità
.
"
Cosa
pensate
?
"
diss
'ella."
Che
quell
'
ecclesiastico
di
ieri
sera
,
che
è
passato
davanti
a
noi
dopo
tutta
quella
vostra
mimica
,
fosse
l
'
amante
antico
?
È
quello
il
vostro
don
Clemente
?
Bene
,
non
è
lui
.
"
"
Ah
!
Proprio
no
?
"
esclamò
Giovanni
fra
sorpreso
e
incredulo
.
Sua
moglie
trionfò
.
"
Ecco
!
"
diss
'
ella
.
Ma
Giovanni
non
si
diede
per
vinto
.
Domandò
a
Noemi
se
fosse
ben
certa
di
quello
che
diceva
,
e
come
potesse
spiegare
il
tramortimento
della
signora
Dessalle
.
Noemi
rispose
che
non
c
'
era
da
spiegar
niente
.
Jeanne
soffriva
di
anemia
ed
era
soggetta
ad
accessi
di
spossatezza
mortale
.
Giovanni
tacque
,
poco
persuaso
.
Se
proprio
era
stato
così
,
come
poteva
Noemi
affermare
con
tanta
sicurezza
che
don
Clemente
non
era
l
'
uomo
?
Nelle
parole
,
nel
fare
,
nel
viso
di
sua
cognata
,
Giovanni
sentiva
qualche
cosa
di
poco
chiaro
,
di
poco
naturale
.
Maria
s
'
informò
della
notte
.
Come
l
'
aveva
passata
la
signora
Dessalle
?
Inquieta
?
Ma
di
quale
inquietudine
?
"
È
stata
inquieta
!
Che
vi
debbo
dire
?
"
fece
Noemi
,
un
po
'
seccata
.
E
si
accostò
alla
finestra
aperta
come
per
spiare
le
intenzioni
delle
nuvole
.
Giovanni
fece
un
passo
verso
di
lei
,
risoluto
di
venire
a
capo
delle
sue
reticenze
.
Ella
lo
presentì
e
si
affrettò
ad
un
rifugio
,
a
chiedergli
il
suo
pronostico
del
tempo
.
Il
cielo
era
tutto
coperto
,
grandi
nuvole
basse
traboccavano
dai
dorsi
di
Monte
Calvo
sopra
i
Cappuccini
e
la
Rocca
.
L
'
aria
era
tepida
,
il
fragore
dell
'
Aniene
,
forte
.
Giù
in
basso
il
curvo
nastro
della
strada
di
Subiaco
traspariva
fosco
di
mota
fra
i
fogliami
degli
ulivi
.
Giovanni
rispose
:
"Pioggia."
Noemi
domandò
subito
quanta
strada
ci
fosse
dal
villino
ai
Conventi
.
A
Santa
Scolastica
venti
minuti
.
Perché
lo
domandava
?
Udito
che
Jeanne
intendeva
andarvi
con
Noemi
quella
mattina
stessa
,
Maria
protestò
.
Con
un
tempo
simile
?
L
'
ultimo
tratto
bisognava
farlo
a
piedi
.
Non
potevano
aspettare
,
rimandare
a
domani
,
a
dopo
domani
?
"
Quando
te
l
'
ha
detto
?
"
chiese
Giovanni
,
quasi
brusco
.
Noemi
esitò
e
poi
rispose
:
"Stanotte."
Comprese
,
nel
dire
la
parola
,
che
suggeriva
sospetti
,
specie
dopo
quell
'
attimo
di
esitazione
;
e
attese
un
assalto
,
incerta
se
resistere
o
cedere
.
"
Noemi
!
"
esclamò
Giovanni
,
severo
.
Ella
lo
guardò
,
soffusa
il
viso
di
un
lieve
rossore
.
Non
disse
neppure
-
che
c
'
è
?
-
;
tacque
.
"
Non
negare
!
"
ripigliò
suo
cognato
.
"
Questa
signora
ha
riconosciuto
don
Clemente
.
Non
negare
,
dillo
,
è
un
dovere
di
coscienza
per
te
!
Non
è
possibile
di
permettere
che
s
'
incontrino
!
"
"
Quello
che
ho
detto
è
vero
"
rispose
Noemi
,
ferma
oramai
della
via
che
terrebbe
.
Nella
sua
voce
senza
sdegno
,
quasi
sommessa
,
era
una
implicita
confessione
di
non
aver
detto
la
verità
intera
.
"
Non
lo
ha
riconosciuto
?
Però
tu
,
qualche
cosa
sai
!
"
"
So
qualche
cosa
"
rispose
Noemi
"
sì
,
ma
non
posso
dire
quello
che
so
.
Vi
dico
solo
di
far
avvertire
subito
don
Clemente
che
la
signora
Dessalle
e
io
si
va
stamane
a
visitare
i
Conventi
.
Altro
non
vi
dico
e
vado
a
vedere
se
Jeanne
si
è
svegliata
.
"
Ella
uscì
di
volo
.
I
Selva
si
guardarono
.
Che
significava
questo
voler
avvertire
don
Clemente
?
Maria
lesse
nel
pensiero
di
suo
marito
qualche
cosa
che
le
dispiacque
,
che
non
avrebbe
voluto
gli
venisse
alle
labbra
.
"
Scrivi
questo
biglietto
a
don
Clemente
,
intanto
"
diss
'
ella
.
Ma
Giovanni
,
prima
di
scrivere
,
volle
pur
dire
quello
che
pensava
.
Per
lui
vi
era
una
sola
spiegazione
possibile
.
Don
Clemente
era
veramente
l
'
uomo
.
Noemi
aveva
promesso
alla
signora
Dessalle
di
non
dirlo
ma
voleva
impedire
l
'
incontro
.
Maria
esclamò
vivacemente
:
"
Oh
Noemi
,
mentire
,
no
!
"
e
poi
arrossì
,
sorrise
,
abbracciò
suo
marito
come
se
temesse
di
averlo
offeso
.
Perché
appunto
Giovanni
si
era
offeso
una
volta
di
certe
parole
sfuggite
a
lei
sulla
poca
sincerità
degl
'
italiani
e
adesso
un
'
ombra
di
quella
nube
poteva
forse
ritornare
per
effetto
della
sua
esclamazione
.
Egli
fu
punto
infatti
,
più
dall
'
abbraccio
che
dalla
protesta
,
e
arrossì
pure
,
ricordando
,
e
sostenne
che
al
posto
di
Noemi
anche
Maria
avrebbe
negato
.
Maria
tacque
,
uscì
dallo
studio
,
brillandole
negli
occhi
una
lagrima
importuna
.
Giovanni
si
compiacque
,
in
principio
,
di
avere
rintuzzata
una
tenerezza
offensiva
e
si
mise
a
scrivere
il
biglietto
per
don
Clemente
.
Non
l
'
aveva
finito
di
scrivere
e
il
suo
corruccio
gli
era
già
diventato
rimorso
.
Si
alzò
,
uscì
in
cerca
della
moglie
.
Era
nel
corridoio
con
Noemi
che
discorreva
piano
.
Volse
tosto
il
viso
a
lui
,
lo
intese
,
gli
sorrise
con
gli
occhi
ancora
umidi
,
gli
fé
cenno
di
accostarsi
e
di
parlar
sotto
voce
.
Che
c
'
era
?
C
'
era
che
Jeanne
voleva
partire
subito
per
Santa
Scolastica
.
Noemi
avvertì
ch
'
era
appena
svegliata
e
che
questo
subito
significava
un
'
ora
e
mezzo
,
almeno
.
Ma
bisognava
mandare
a
Subiaco
per
una
carrozza
,
poiché
Jeanne
non
era
in
grado
di
fare
a
piedi
che
lo
stretto
necessario
,
l
'
ultimo
tratto
di
via
.
Un
tocco
di
campanello
richiamò
Noemi
.
Jeanne
l
'
aspettava
,
impaziente
.
"
Che
cameriera
pettegola
!
"
diss
'
ella
,
tra
sorridente
e
crucciata
.
"
Cosa
sei
andata
a
raccontare
a
tua
sorella
?
"
Noemi
la
minacciò
di
andarsene
.
Jeanne
giunse
le
mani
,
supplichevole
.
E
le
domandò
fissandola
negli
occhi
,
scrutandone
l
'
anima
:
"
Come
mi
pettino
?
Come
mi
vesto
?
"
Noemi
rispose
sbadatamente
:
"
Ma
come
vuoi
!
"
L
'
altra
batté
il
piede
a
terra
,
sbuffando
.
Allora
Noemi
capì
.
"
Da
contadina
"
diss
'
ella
.
"
Sciocchissima
creatura
!
"
Noemi
rise
.
Jeanne
gemette
il
solito
ritornello
:
"
Non
mi
vuoi
bene
!
Non
mi
vuoi
bene
!
"
Allora
Noemi
si
fece
seria
,
le
domandò
se
volesse
proprio
riprenderselo
,
il
suo
Maironi
.
"
Voglio
esser
bella
!
"
esclamò
Jeanne
.
"
Ecco
!
"
Ella
era
veramente
bella
così
,
nella
sua
veste
da
camera
di
un
giallo
ardente
,
con
il
suo
fiume
di
capelli
bruni
,
cadenti
un
palmo
sotto
la
cintura
.
Era
molto
più
bella
e
più
giovine
che
la
sera
prima
.
Aveva
negli
occhi
quella
intensità
di
vita
che
prendevano
un
tempo
quando
Maironi
entrava
nella
stanza
dov
'
era
lei
,
quando
anche
solo
ella
ne
udiva
il
passo
nell
'
anticamera
.
"
Vorrei
la
mia
toilette
di
Praglia
"
diss
'
ella
.
"
Vorrei
comparirgli
davanti
col
mio
mantello
verde
foderato
di
pelliccia
,
adesso
in
maggio
.
Vorrei
che
vedesse
subito
quanto
sono
ancora
la
stessa
e
quanto
voglio
essere
la
stessa
.
-
Oh
Dio
Dio
!
"
Gettò
le
braccia
,
con
un
subito
slancio
,
al
collo
di
Noemi
,
le
impresse
la
bocca
sulla
spalla
,
soffocando
un
singhiozzo
,
mormorò
parole
che
Noemi
non
poteva
distinguere
.
"
No
no
no
"
diceva
"
sono
pazza
,
sono
cattiva
,
andiamo
via
,
andiamo
via
.
"
Alzò
il
viso
lagrimoso
.
"
Andiamo
a
Roma
"
diss
'
ella
.
"
Sì
sì
"
rispose
Noemi
,
commossa
"
andiamo
a
Roma
,
partiamo
subito
.
Adesso
domando
a
che
ora
c
'
è
un
treno
.
"
Jeanne
l
'
afferrò
di
colpo
,
la
trattenne
.
No
,
no
,
era
una
pazzia
,
cos
'
avrebbe
detto
sua
sorella
?
Era
una
pazzia
,
era
una
cosa
impossibile
.
E
poi
,
e
poi
,
e
poi
...
Si
coperse
il
viso
,
si
mormorò
dentro
le
mani
che
le
bastava
di
vederlo
,
di
vederlo
un
solo
momento
,
ma
che
partire
senza
vederlo
non
poteva
,
non
poteva
,
non
poteva
.
"
Andiamo
!
"
diss
'
ella
,
dopo
un
lungo
silenzio
,
scoprendosi
il
viso
.
"
Vestiamoci
!
Mi
vestirò
come
vorrai
tu
;
di
sacco
,
se
vorrai
,
di
cilicio
.
"
Ell
'
aveva
ricuperato
il
suo
sorriso
cruccioso
di
prima
.
"
Chi
sa
?
"
disse
.
"
Forse
mi
farà
bene
di
vederlo
vestito
da
contadino
.
"
"
Io
guarirei
subito
"
mormorò
Noemi
;
e
arrossì
,
sentendo
di
aver
detto
una
grossa
falsità
.
Quando
la
signora
Selva
bussò
all
'
uscio
per
avvertire
che
la
carrozza
era
pronta
,
Jeanne
pregò
Noemi
,
con
umiltà
comica
,
di
lasciarle
mettere
il
grande
cappello
Rembrandt
che
prediligeva
.
Le
nere
ali
piumate
,
curve
sul
viso
pallido
,
sui
neri
fuochi
degli
occhi
,
sull
'
alta
persona
avvolta
in
un
mantello
scuro
,
parevan
vive
dell
'
anima
stessa
di
lei
,
cupa
,
appassionata
e
altera
.
Ella
sentì
,
nel
dare
il
buongiorno
a
Maria
Selva
,
l
'
ammirazione
che
destava
.
La
sentì
anche
negli
occhi
di
Giovanni
,
ma
diversa
,
non
simpatica
.
Appena
lasciatolo
per
scendere
con
Noemi
al
cancello
dove
la
carrozza
aspettava
,
le
domandò
se
avesse
detto
niente
,
proprio
niente
,
a
suo
cognato
.
Avutane
una
risposta
rassicurante
,
mormorò
:
"
Mi
pareva
.
"
Fatti
pochi
passi
,
le
strinse
forte
il
braccio
,
esclamò
lieta
come
per
una
scoperta
improvvisa
:
"
Però
sono
ancora
bella
!
"
Noemi
non
le
dava
retta
.
Noemi
si
domandava
:
il
nome
Dessalle
avrà
detto
qualche
cosa
al
quel
frate
?
Lo
avrà
egli
udito
da
Maironi
?
Se
Maironi
gli
ha
raccontato
di
questo
amore
,
non
potrebbe
avere
taciuto
il
nome
della
signora
?
In
fondo
ell
'
aveva
un
'
acuta
curiosità
di
conoscere
l
'
uomo
che
aveva
ispirato
a
Jeanne
un
sentimento
così
forte
ed
era
scomparso
dal
mondo
in
un
modo
così
strano
.
Ma
lo
avrebbe
voluto
vedere
da
sola
.
Era
uno
sgomento
di
pensare
che
i
due
s
'
incontrassero
senza
qualche
preparazione
.
Almeno
poter
prima
parlare
a
questo
frate
,
a
questo
don
Clemente
,
accertarsi
che
sa
,
informarlo
se
non
sa
,
apprendere
da
lui
qualche
cosa
di
quell
'
altro
,
il
suo
stato
d
'
animo
,
le
sue
intenzioni
!
Basta
,
pensò
salendo
in
carrozza
,
faccia
la
Provvidenza
!
E
assista
questa
povera
creatura
!
Nel
metter
piede
a
terra
dove
comincia
la
mulattiera
,
Jeanne
propose
timidamente
,
come
chi
prevede
un
rifiuto
e
lo
riconosce
ragionevole
,
di
salire
ai
Conventi
sola
,
colla
guida
di
un
monello
corso
da
Subiaco
dietro
la
carrozza
.
Il
rifiuto
venne
infatti
e
vivacissimo
.
Non
era
possibile
!
Che
mai
le
veniva
in
mente
?
Allora
Jeanne
supplicò
di
essere
almeno
lasciata
sola
con
lui
,
se
lo
avesse
trovato
.
Noemi
non
seppe
che
rispondere
.
"
E
se
ti
precedessi
?
"
diss
'
ella
.
"
Se
domandassi
del
padre
Clemente
?
Se
cercassi
di
capire
cos
'
è
,
cosa
fa
e
cosa
pensa
il
tuo
...
"
Jeanne
la
interruppe
,
esterrefatta
.
"
Il
padre
?
Parlare
al
padre
?
"
esclamò
squadernandole
ambedue
le
mani
sul
viso
come
per
turarle
la
bocca
.
"
Guai
a
te
se
parli
al
padre
!
"
S
'
incamminarono
lentamente
per
la
sassosa
mulattiera
.
Jeanne
si
fermava
spesso
,
presa
da
tremiti
,
vibrando
come
un
filo
teso
al
vento
.
Porgeva
allora
in
silenzio
a
Noemi
le
mani
gelate
perché
sentisse
e
le
sorrideva
.
Nel
mare
delle
nebbie
correnti
a
monte
comparve
,
curioso
anche
lui
,
l
'
occhio
smorto
del
sole
.
II
.
Don
Clemente
celebrò
messa
verso
le
sette
,
parlò
coll
'
Abate
e
poi
si
recò
all
'
Ospizio
dei
pellegrini
.
Trovò
Benedetto
addormentato
con
le
braccia
in
croce
sul
petto
,
le
labbra
socchiuse
,
il
viso
composto
a
una
visione
interna
di
beatitudine
.
Gli
accarezzò
i
capelli
,
lo
chiamò
sottovoce
.
Il
giovine
si
scosse
,
alzò
,
smarrito
,
il
capo
,
balzò
dal
letto
,
afferrò
e
baciò
la
mano
a
don
Clemente
che
la
ritrasse
con
un
impeto
di
umiltà
frenato
subito
dal
suo
pudore
d
'
anima
,
dalla
coscienza
dignitosa
del
suo
ministero
.
"
Dunque
?
"
diss
'
egli
.
"
Il
Signore
ti
ha
parlato
?
"
"
Sono
nella
Sua
volontà
"
rispose
Benedetto
"
come
una
foglia
nel
vento
.
Come
una
foglia
che
non
sa
niente
.
"
Il
monaco
gli
prese
il
capo
a
due
mani
,
lo
attirò
a
sé
,
gli
posò
le
labbra
sui
capelli
,
ve
le
tenne
a
lungo
in
una
silenziosa
comunicazione
di
spirito
.
"
Devi
andare
dall
'
Abate
"
diss
'
egli
.
"
Dopo
verrai
da
me
.
"
Benedetto
lo
fissò
,
lo
interrogò
senza
parole
:
perché
questa
visita
?
Gli
occhi
di
don
Clemente
si
velarono
di
silenzio
e
il
discepolo
si
umiliò
in
uno
slancio
muto
ma
visibile
di
obbedienza
.
"
Subito
?
"
diss
'
egli
.
"Subito."
"
Posso
lavarmi
al
torrente
?
"
Il
Maestro
sorrise
:
"
Va
,
lavati
al
torrente
.
"
Lavarsi
all
'
acqua
che
talvolta
,
per
abbondanza
di
pioggie
,
suona
nella
valle
Pucceia
a
levante
del
monastero
e
taglia
di
rigagnoli
la
via
del
Sacro
Speco
sotto
Santa
Crocella
,
era
il
solo
piacere
fisico
che
Benedetto
si
concedesse
.
Piovigginava
;
nebbie
fumavano
lente
nel
vallone
alto
,
le
tremole
acque
tenui
si
dolevano
a
Benedetto
fuggendo
attraverso
la
via
,
gli
tacevano
contente
nel
cavo
delle
mani
,
gl
'
infondevano
per
la
fronte
,
gli
occhi
,
le
guance
,
il
collo
,
fino
al
cuore
,
un
senso
della
loro
anima
casta
,
dolce
,
un
senso
di
bontà
Divina
.
Benedetto
si
versò
l
'
acqua
sul
capo
largamente
,
e
lo
spirito
dell
'
acqua
gli
alitò
nel
pensiero
.
Sentì
che
il
Padre
lo
avviava
per
novo
cammino
,
che
ve
lo
avrebbe
portato
nella
Sua
mano
potente
.
Benedisse
riverente
la
creatura
per
la
quale
gli
si
era
infuso
tanto
lume
di
grazia
,
l
'
acqua
purissima
;
e
ritornò
all
'
Ospizio
.
Don
Clemente
,
che
lo
attendeva
nel
cortile
,
trasalì
al
vederlo
;
tanto
gli
parve
trasfigurato
.
Sotto
la
selva
umida
dei
capelli
in
disordine
gli
occhi
avevano
una
quieta
gioia
celestiale
,
e
lo
scarno
viso
di
avorio
una
spiritualità
occulta
quale
fluiva
dai
pennelli
del
Quattrocento
.
Come
poteva
quel
volto
accordarsi
con
gli
abiti
contadineschi
?
Don
Clemente
si
applaudì
in
cuor
suo
di
un
pensiero
concepito
nella
notte
e
già
espresso
all
'
Abate
:
dare
a
Benedetto
un
vecchio
abito
di
converso
.
Prima
di
concedere
o
rifiutare
il
proprio
consenso
,
l
'
Abate
voleva
vedere
Benedetto
,
parlargli
.
L
'
Abate
aspettava
Benedetto
suonando
un
pezzo
di
sua
composizione
con
le
nocche
delle
dita
,
e
accompagnando
il
suono
con
diabolici
storcimenti
delle
labbra
,
delle
narici
,
delle
sopracciglia
.
Udito
bussar
discretamente
all
'
uscio
,
non
rispose
né
tralasciò
di
suonare
.
Terminato
il
pezzo
,
lo
ricominciò
,
lo
suonò
una
seconda
volta
da
capo
a
fondo
.
Poi
stette
in
ascolto
.
Fu
bussato
ancora
,
più
lievemente
di
prima
.
L
'
Abate
esclamò
:
"
Seccatore
!
"
E
,
strappati
alcuni
accordi
,
si
pose
a
fare
delle
scale
cromatiche
.
Dalle
scale
cromatiche
passò
agli
arpeggi
.
Poi
stette
ancora
in
ascolto
,
per
tre
o
quattro
minuti
.
Non
udendo
più
nulla
,
andò
ad
aprire
,
vide
Benedetto
che
s
'
inginocchiò
.
"
Chi
è
costui
?
"
diss
'
egli
,
ruvido
.
"
Il
mio
nome
è
Piero
Maironi
"
rispose
Benedetto
"
ma
qui
al
monastero
mi
chiamano
Benedetto
.
"
E
fece
l
'
atto
di
prender
la
mano
dell
'
Abate
per
baciarla
.
"
Un
momento
!
"
disse
l
'
Abate
,
accigliato
,
ritraendo
e
alzando
la
mano
.
"
Cosa
fate
qui
?
"
"
Lavoro
nell
'
orto
del
monastero
"
rispose
Benedetto
.
"
Sciocco
!
"
esclamò
l
'
Abate
.
"
Domando
cosa
state
facendo
qui
davanti
alla
mia
porta
!
"
"
Ero
per
venire
da
Vostra
Paternità
.
"
"
Chi
vi
ha
detto
di
venire
da
me
?
"
"
Don
Clemente
.
"
L
'
Abate
tacque
,
considerò
lungamente
l
'
uomo
inginocchiato
,
poi
brontolò
qualche
cosa
d
'
incomprensibile
e
finalmente
gli
porse
la
mano
a
baciare
.
"
Alzatevi
!
"
diss
'
egli
ancora
brusco
.
"
Entrate
!
Chiudete
l
'
uscio
!
"
L
'
Abate
,
entrato
che
fu
Benedetto
,
parve
dimenticarlo
.
Inforcò
gli
occhiali
,
si
pose
a
sfogliare
libri
e
a
leggere
carte
,
voltandogli
le
spalle
.
Benedetto
aspettava
diritto
in
piedi
,
con
ossequio
militare
,
ch
'
egli
parlasse
.
"
Maironi
di
Brescia
?
"
disse
l
'
Abate
,
con
la
voce
ostile
di
prima
e
senza
voltarsi
.
Avuta
la
risposta
,
continuò
a
sfogliare
e
a
leggere
.
Finalmente
si
levò
gli
occhiali
e
si
voltò
.
"
Cosa
siete
venuto
a
fare
"
diss
'
egli
"
qui
a
Santa
Scolastica
?
"
"
Sono
stato
un
gran
peccatore
"
rispose
Benedetto
.
"
Iddio
mi
ha
chiamato
fuori
del
mondo
e
fuori
ne
son
venuto
.
"
L
'
Abate
tacque
un
momento
,
guardò
fisso
il
giovine
,
disse
con
dolcezza
ironica
:
"
No
,
caro
.
"
Trasse
la
tabacchiera
,
la
scosse
ripetendo
dei
piccoli
"
no
-
no
-
no
"
quasi
sotto
voce
,
guardò
nel
tabacco
,
vi
piantò
le
dita
e
levati
gli
occhi
da
capo
su
Benedetto
,
gli
disse
articolando
lentamente
le
parole
:
"
Questo
non
è
vero
.
"
Ghermita
la
presa
con
il
pollice
,
l
'
indice
e
il
medio
,
alzò
la
mano
rapidamente
come
per
gettar
il
tabacco
in
aria
e
proseguì
con
il
braccio
alzato
:
"
Sarà
vero
che
siete
stato
un
gran
peccatore
,
ma
non
è
vero
che
siate
venuto
fuori
del
mondo
.
Non
siete
né
fuori
né
dentro
.
"
Fiutò
rumorosamente
la
sua
presa
e
ripeté
:
"
Né
fuori
né
dentro
.
"
Benedetto
lo
guardava
senza
rispondere
.
Vi
era
in
quegli
occhi
qualche
cosa
di
tanto
grave
e
di
tanto
dolce
che
l
'
Abate
riabbassò
i
suoi
alla
tabacchiera
aperta
,
tornò
a
frugarvi
,
a
giocherellare
col
tabacco
.
"
Non
vi
capisco
"
diss
'
egli
.
"
Siete
nel
mondo
e
non
siete
nel
mondo
.
Siete
nel
monastero
e
non
siete
nel
monastero
.
Ho
paura
che
la
testa
vi
serva
come
a
vostro
bisnonno
,
a
vostro
nonno
e
a
vostro
padre
.
Belle
teste
!
"
Il
viso
di
avorio
di
Benedetto
si
colorò
lievemente
.
"
Sono
anime
in
Dio
"
diss
'
egli
"
superiori
a
noi
;
e
le
parole
Sue
vanno
contro
un
comandamento
di
Dio
.
"
"
Fate
silenzio
!
"
esclamò
l
'
Abate
.
"
Dite
di
avere
lasciato
il
mondo
e
siete
pieno
del
suo
orgoglio
.
Se
volevate
lasciare
il
mondo
sul
serio
,
dovevate
cercare
di
farvi
novizio
!
Perché
non
l
'
avete
cercato
?
Avete
voluto
venir
qua
in
villeggiatura
,
ecco
la
storia
.
O
forse
avevate
degl
'
impegni
a
casa
vostra
,
dei
pasticci
,
mi
capite
!
Nec
nominentur
in
nobis
.
E
avete
voluto
liberarvi
per
farne
poi
degli
altri
.
E
contate
delle
frottole
a
quel
buon
don
Clemente
,
prendete
il
posto
a
un
povero
pellegrino
,
eh
dite
su
,
magari
cercando
di
darla
a
intendere
ai
frati
,
che
è
facile
,
e
a
Domeneddio
,
che
è
difficile
,
con
orazioni
e
sacramenti
.
Non
dite
di
no
!
"
Il
lieve
rossore
si
era
dileguato
dal
viso
di
avorio
,
le
labbra
apertesi
un
momento
a
parole
pacatamente
severe
non
si
muovevano
più
,
gli
occhi
penetranti
fissavano
l
'
Abate
con
la
dolce
gravità
di
prima
.
E
l
'
Abate
parve
inasprito
da
quel
silenzio
tranquillo
.
"
Parlate
,
dunque
!
"
diss
'
egli
"
Confessate
!
Non
vi
siete
anche
vantato
di
doni
speciali
,
di
visioni
,
che
so
io
,
di
miracoli
forse
anche
?
Siete
stato
un
gran
peccatore
?
Mostrate
che
non
lo
siete
ancora
!
Scolpatevi
,
se
potete
.
Dite
come
avete
vissuto
,
spiegate
la
vostra
pretensione
che
Iddio
vi
abbia
chiamato
,
giustificatevi
di
essere
venuto
a
mangiare
il
pane
dei
frati
a
ufo
,
perché
frate
non
avete
voluto
essere
e
quanto
a
lavorare
avete
lavorato
ben
poco
!
"
"
Padre
"
rispose
Benedetto
e
il
tôno
severo
della
voce
,
la
severa
dignità
del
volto
mal
si
accordavano
con
la
mansuetudine
umile
delle
parole
,
"
questo
è
buono
per
me
peccatore
che
da
tre
anni
vivo
,
per
lo
spirito
,
nella
mollezza
e
nelle
delizie
,
vivo
nella
pace
,
vivo
nell
'
affetto
di
persone
sante
,
vivo
in
un
'
aria
piena
di
Dio
.
Le
Sue
parole
sono
buone
e
dolcissime
all
'
anima
mia
,
sono
una
grazia
del
Signore
,
mi
hanno
fatto
sentire
con
le
loro
punte
quanto
orgoglio
vi
è
ancora
in
me
che
non
lo
sapevo
,
perché
nel
disprezzarmi
da
me
sentivo
piacere
.
Come
servo
,
poi
,
della
santa
Verità
,
le
dico
che
la
durezza
non
è
buona
neppure
con
uno
che
inganna
,
perché
forse
la
soavità
lo
farebbe
pentire
del
suo
inganno
;
e
che
nelle
parole
della
Paternità
Vostra
non
è
lo
spirito
del
nostro
Padre
solo
e
vero
,
al
quale
sia
gloria
.
"
Nel
dire
"
al
quale
sia
gloria
"
Benedetto
cadde
ginocchioni
,
acceso
in
viso
da
un
fervore
augusto
.
"
Sei
tu
,
peccatore
tristo
,
che
vuoi
fare
il
maestro
?
"
esclamò
l
'
Abate
.
"
Ha
ragione
,
ha
ragione
"
rispose
Benedetto
di
slancio
,
affannosamente
e
giungendo
le
mani
.
"
Ora
Le
dico
il
mio
peccato
.
Desiderai
l
'
amore
illecito
,
mi
compiacqui
della
passione
di
una
donna
ch
'
era
d
'
altri
come
d
'
altri
ero
io
e
l
'
accettai
.
Lasciai
ogni
pratica
di
religione
,
non
curai
di
dare
scandalo
.
Questa
donna
non
credeva
in
Dio
e
io
disonorai
Dio
presso
di
lei
colla
mia
fede
morta
,
mostrandomi
sensuale
,
egoista
,
debole
,
falso
.
Iddio
mi
richiamò
colla
voce
dei
miei
morti
,
di
mio
padre
e
di
mia
madre
.
Mi
allontanai
allora
dalla
donna
che
mi
amava
,
ma
senza
vigore
di
volontà
,
ondeggiando
nel
mio
cuore
fra
il
bene
e
il
male
.
In
breve
ritornai
a
lei
,
tutto
ardente
di
peccato
,
conoscendo
di
perdermi
e
risoluto
a
perdermi
.
Non
vi
era
più
un
atomo
di
volontà
buona
nell
'
anima
mia
quando
una
mano
morente
,
cara
,
santa
,
mi
afferrò
e
mi
salvò
.
"
"
Guardatemi
bene
"
disse
allora
l
'
Abate
senza
farlo
alzare
.
"
Avete
mai
fatto
sapere
a
nessuno
ch
'
eravate
qui
?
"
"
A
nessuno
.
Mai
.
"
L
'
Abate
rispose
secco
:
"
Non
vi
credo
.
"
Benedetto
non
batté
ciglio
.
"
Voi
sapete
"
ripigliò
l
'
Abate
"
perché
non
vi
credo
.
"
"
Lo
suppongo
"
rispose
Benedetto
piegando
il
viso
.
"
Peccatum
meum
contra
me
est
semper
.
"
"
Alzatevi
!
"
comandò
l
'
inflessibile
Abate
.
"
Io
vi
caccio
dal
monastero
.
Ora
vi
recherete
a
salutare
don
Clemente
nella
sua
cella
e
poi
partirete
per
non
ritornare
mai
più
.
Avete
inteso
?
"
Benedetto
assentì
del
capo
,
ed
era
per
piegare
il
ginocchio
all
'
omaggio
di
rito
quando
l
'
Abate
lo
trattenne
con
un
gesto
.
"
Aspettate
"
diss
'
egli
.
Rinforcò
gli
occhiali
,
prese
un
foglio
di
carta
e
vi
scrisse
,
stando
in
piedi
,
alcune
parole
.
"
Cosa
farete
"
disse
scrivendo
"
quando
sarete
fuori
?
"
Benedetto
rispose
piano
:
"
Il
bambino
preso
in
braccia
dal
padre
mentre
dormiva
,
sa
egli
cosa
il
padre
farà
di
lui
?
"
L
'
Abate
non
replicò
niente
,
finì
di
scrivere
,
pose
il
foglio
in
una
busta
,
la
chiuse
,
la
tese
,
senza
voltare
il
capo
,
a
Benedetto
che
gli
stava
dietro
le
spalle
.
"
Prendete
"
disse
"
portate
a
don
Clemente
.
"
Benedetto
gli
chiese
il
permesso
di
baciargli
la
mano
.
"
No
,
no
,
andate
via
,
andate
via
!
"
La
voce
dell
'
Abate
tremava
di
collera
.
Benedetto
ubbidì
.
Appena
fu
nel
corridoio
udì
l
'
uomo
incollerito
strepitare
sul
piano
.
Prima
di
entrare
nella
celletta
di
don
Clemente
,
Benedetto
si
fermò
davanti
alla
grande
finestra
che
termina
il
corridoio
.
Ivi
si
era
trattenuto
,
poche
ore
prima
,
il
Maestro
a
contemplare
i
lumi
di
Subiaco
pensando
la
nemica
,
la
creatura
di
bellezza
,
d
'
ingegno
,
di
naturale
bontà
,
venuta
forse
a
contendergli
il
suo
figliuolo
spirituale
,
a
contenderlo
a
Dio
.
Ora
il
figliuolo
spirituale
era
misteriosamente
certo
che
la
donna
male
amata
da
lui
nel
tempo
del
suo
gravitare
cieco
e
ardente
sulle
cose
inferiori
,
aveva
scoperto
la
sua
presenza
nel
monastero
e
sarebbe
venuta
a
cercarlo
.
Disceso
dentro
lo
Spirito
interno
al
proprio
cuore
,
egli
vi
attingeva
un
pio
sentimento
del
Divino
ch
'
era
pure
in
lei
,
ascoso
a
lei
stessa
,
una
mistica
speranza
che
per
qualche
oscura
via
ella
pure
arriverebbe
un
giorno
al
mare
di
verità
eterna
e
di
amore
,
che
attende
tante
povere
anime
erranti
.
Don
Clemente
lo
aveva
udito
venire
e
aperse
a
mezzo
l
'
uscio
della
cella
.
Benedetto
entrò
,
gli
porse
la
lettera
dell
'
Abate
.
"
Debbo
lasciare
il
monastero
"
diss
'
egli
,
sereno
.
"
Subito
e
per
sempre
.
"
Don
Clemente
non
rispose
,
aperse
la
lettera
.
Letta
che
l
'
ebbe
,
osservò
a
Benedetto
,
sorridendo
,
che
la
sua
partenza
per
Jenne
era
stata
decisa
fin
dalla
sera
precedente
.
Vero
,
ma
l
'
Abate
aveva
detto
:
per
non
ritornare
mai
più
.
Don
Clemente
aveva
le
lagrime
agli
occhi
e
sorrideva
ancora
.
"
Lei
è
contento
?
"
disse
Benedetto
,
quasi
dolente
.
Oh
,
contento
!
Come
avrebbe
potuto
dire
il
suo
Maestro
,
quel
che
sentiva
?
Partiva
il
discepolo
diletto
,
partiva
per
sempre
,
dopo
tre
anni
di
dolce
unione
spirituale
;
ma
ecco
,
l
'
ascosa
Volontà
si
era
manifestata
,
Iddio
lo
toglieva
dal
monastero
,
lo
chiamava
per
altre
vie
.
Contento
!
Sì
,
afflitto
e
contento
,
ma
della
sua
contentezza
non
poteva
dire
il
perché
a
Benedetto
.
La
parola
divina
non
avrebbe
avuto
valore
per
Benedetto
s
'
egli
non
la
intendeva
da
sé
.
"
Contento
,
no
"
diss
'
egli
.
"
In
pace
,
sì
.
Noi
c
'
intendiamo
,
vero
?
E
adesso
raccogliti
per
le
mie
parole
ultime
,
che
spero
ti
saranno
care
.
"
Don
Clemente
,
nel
dir
così
a
voce
bassa
,
si
colorò
tutto
di
rossore
.
Benedetto
piegò
il
capo
a
lui
che
gl
'
impose
ambo
le
mani
con
dignità
soave
.
"
Desideri
"
disse
la
virile
voce
piana
"
dare
tutto
te
stesso
alla
Verità
Suprema
,
alla
sua
Chiesa
visibile
e
invisibile
?
"
Come
se
si
fosse
atteso
a
quell
'
atto
e
a
quella
domanda
,
Benedetto
rispose
pronto
con
voce
ferma
:
"Sì."
La
voce
piana
:
"
Prometti
tu
,
da
uomo
a
uomo
,
vivere
senza
nozze
e
povero
fino
a
che
io
ti
sciolga
della
tua
promessa
?
"
La
voce
ferma
:
"Sì."
La
voce
piana
:
"
Prometti
tu
essere
sempre
obbediente
all
'
autorità
della
Santa
Chiesa
esercitata
secondo
le
sue
leggi
?
"
La
voce
ferma
:
"Sì."
Don
Clemente
attirò
a
sé
il
capo
del
discepolo
e
gli
parlò
sulla
fronte
:
"
Ho
chiesto
all
'
Abate
di
poterti
dare
un
abito
di
converso
,
perché
uscendo
di
qua
tu
porti
sopra
di
te
almeno
il
segno
di
un
umile
ministero
religioso
.
L
'
Abate
,
prima
di
decidere
,
ha
voluto
parlarti
.
"
Qui
don
Clemente
baciò
il
discepolo
in
fronte
,
significando
così
il
giudizio
dell
'
Abate
dopo
il
colloquio
,
chiudendo
in
quel
bacio
silenzioso
parole
di
lode
,
non
credute
convenienti
al
suo
carattere
paterno
né
alla
umiltà
del
discepolo
.
E
non
si
avvide
che
il
discepolo
tremava
da
capo
a
piedi
.
"
Ecco
"
diss
'
egli
"
quel
che
l
'
Abate
scrive
dopo
averti
parlato
.
"
Mostrò
a
Benedetto
il
foglio
dove
l
'
Abate
aveva
scritto
:
"
Concedo
.
Fatelo
partire
subito
perché
io
non
sia
tentato
di
trattenerlo
.
"
Benedetto
abbracciò
di
slancio
il
suo
Maestro
e
gli
appoggiò
la
fronte
a
una
spalla
,
senza
parlare
.
Don
Clemente
mormorò
:
"
Sei
contento
?
Adesso
te
lo
domando
io
.
"
Ripeté
due
volte
la
domanda
senza
ottenere
risposta
.
Venne
finalmente
un
sussurro
:
"
Posso
non
rispondere
?
Posso
pregare
un
momento
?
"
"
Sì
,
caro
,
sì
.
"
Accanto
al
lettuccio
del
monaco
,
alta
sopra
l
'
inginocchiatoio
,
una
grande
croce
nuda
diceva
:
Cristo
è
risorto
,
configgi
ora
tu
a
me
l
'
anima
tua
.
Infatti
qualcuno
,
forse
don
Clemente
,
forse
un
suo
predecessore
,
vi
aveva
scritto
sotto
:
"
omnes
superbiae
motus
ligno
crucis
affigat
.
"
Benedetto
si
stese
bocconi
a
terra
,
posò
la
fronte
ov
'
eran
da
posare
le
ginocchia
.
Per
la
finestra
aperta
della
cella
uno
scialbo
lume
del
cielo
piovoso
batteva
,
di
sghembo
,
sul
dorso
dell
'
uomo
prosteso
e
dell
'
uomo
ritto
in
piedi
con
la
faccia
levata
verso
la
croce
grande
.
Il
mormorio
della
pioggia
,
il
rombo
dell
'
Aniene
profondo
avrebbero
detto
a
Jeanne
uno
sconsolato
compianto
di
tutto
che
vive
sulla
terra
e
ama
.
A
don
Clemente
dicevano
un
consenso
pio
della
creatura
inferiore
con
la
creatura
supplice
al
Padre
comune
.
Benedetto
non
li
udiva
.
Egli
si
alzò
,
pacato
in
viso
,
vestì
,
a
un
cenno
del
Maestro
,
la
tonaca
di
converso
stesa
sul
letto
,
cinse
la
cintura
di
cuoio
.
Vestito
che
fu
,
si
mostrò
,
aprendo
le
braccia
e
sorridendo
,
al
Maestro
,
che
si
compiacque
di
vederlo
così
dignitoso
,
così
spiritualmente
bello
in
quell
'
abito
.
"
Lei
non
ha
inteso
?
"
disse
Benedetto
.
"
Non
ha
pensato
una
cosa
?
"
No
,
don
Clemente
aveva
pensato
che
quella
gran
commozione
di
Benedetto
fosse
stata
effetto
di
umiltà
.
Adesso
capiva
che
altro
gli
sarebbe
dovuto
venire
in
mente
;
ma
cosa
?
"
Ah
!
"
esclamò
a
un
tratto
.
"
Forse
la
tua
Visione
?
"
Certo
.
Benedetto
si
era
visto
morire
sulla
nuda
terra
,
all
'
ombra
di
un
grande
albero
,
nell
'
abito
benedettino
;
e
argomento
di
non
credere
nella
Visione
giusta
i
consigli
di
don
Giuseppe
Flores
e
di
don
Clemente
gli
era
stata
la
contraddizione
di
ciò
con
la
sua
ripugnanza
strana
per
i
voti
monastici
,
venutagli
sempre
crescendo
da
quando
aveva
lasciato
il
mondo
.
Ora
questa
contraddizione
pareva
dileguarsi
;
pareva
quindi
risorgere
la
credibilità
di
un
carattere
profetico
della
Visione
.
Don
Clemente
ne
conosceva
questa
parte
e
avrebbe
potuto
leggere
nel
cuore
di
Benedetto
il
suo
sbigottimento
al
riaffacciarsi
di
un
misterioso
disegno
Divino
sopra
di
lui
,
il
suo
terrore
di
cadere
in
peccato
di
superbia
.
Non
ci
aveva
pensato
.
"
Non
pensarci
neppure
tu
"
diss
'
egli
.
E
si
affrettò
a
mutar
discorso
.
Gli
diede
una
lettera
e
dei
libri
per
l
'
arciprete
di
Jenne
.
Intanto
l
'
arciprete
lo
avrebbe
ospitato
.
Se
dovesse
restare
a
Jenne
o
no
,
ritornare
,
in
questo
caso
,
a
Subiaco
o
recarsi
altrove
,
glielo
farebbe
sapere
la
Divina
Provvidenza
.
"
Padre
mio
"
disse
Benedetto
"
proprio
non
penso
cosa
sarà
di
me
domani
.
Penso
unicamente
questo
:
"
magister
adest
et
vocat
me
"
ma
non
come
una
voce
sovrannaturale
.
Ho
avuto
torto
di
non
capire
che
il
Maestro
è
presente
sempre
e
chiama
sempre
:
me
,
Lei
,
tutti
.
Basta
farsi
un
po
'
di
silenzio
nell
'
anima
,
la
sua
voce
si
sente
.
"
Un
raggio
fioco
di
sole
entrò
nella
cella
.
Don
Clemente
pensò
subito
che
,
se
cessasse
di
piovere
,
la
signora
Dessalle
verrebbe
probabilmente
a
visitare
il
monastero
.
Non
disse
niente
ma
la
sua
inquietudine
interna
si
tradì
con
un
trasalire
della
persona
,
con
un
'
occhiata
al
cielo
,
che
significarono
a
Benedetto
come
fosse
tempo
di
partire
.
Egli
domandò
in
grazia
di
poter
pregare
,
prima
nella
chiesa
di
Santa
Scolastica
e
poi
al
Sacro
Speco
.
Il
sole
si
nascose
,
ricominciò
a
piovere
,
Maestro
e
discepolo
scesero
insieme
nella
chiesa
,
vi
si
trattennero
in
preghiera
l
'
uno
accanto
all
'
altro
e
fu
quello
il
loro
solo
addio
.
Benedetto
prese
la
via
del
Sacro
Speco
alle
nove
.
Uscì
di
Santa
Scolastica
inosservato
,
mentre
fra
Antonio
stava
confabulando
col
messo
di
Giovanni
Selva
.
In
quel
momento
,
il
lume
del
sole
redivivo
riaccese
rapidamente
i
vecchi
muri
,
la
via
,
il
monte
;
acuto
gioire
,
ali
veloci
di
uccelletti
ruppero
in
ogni
parte
il
verde
,
e
alle
sue
labbra
salì
spontanea
la
parola
:
"Vengo."
III
.
Jeanne
e
Noemi
arrivarono
al
monastero
alle
dieci
.
A
pochi
passi
dal
cancello
Jeanne
fu
presa
da
una
palpitazione
violenta
.
Avrebbe
desiderato
visitare
l
'
orto
prima
del
Convento
,
poiché
il
monello
di
Subiaco
le
aveva
detto
che
i
frati
di
Santa
Scolastica
ci
avevano
un
bell
'
orto
e
gente
loro
che
vi
lavorava
:
un
vecchio
di
Subiaco
e
un
giovine
forestiere
.
Non
era
più
da
parlarne
.
Pallida
,
sfinita
,
si
trascinò
male
,
al
braccio
di
Noemi
,
fino
alla
porta
dove
un
accattone
aspettava
la
minestra
.
Per
fortuna
fra
Antonio
aperse
prima
ancora
che
Noemi
suonasse
e
Noemi
lo
pregò
di
una
sedia
,
di
un
bicchier
d
'
acqua
per
la
signora
che
si
sentiva
male
.
Sgomentato
alla
vista
di
Jeanne
,
smorta
smorta
,
cadente
sul
fianco
della
sua
compagna
,
il
vecchio
umile
fraticello
pose
in
mano
a
Noemi
la
scodella
di
zuppa
che
aveva
portata
per
l
'
accattone
,
corse
per
la
sedia
e
per
l
'
acqua
.
Un
po
'
la
comicità
di
quella
scodella
fra
le
mani
di
Noemi
sbalordita
,
un
po
'
il
riposo
,
un
po
'
l
'
acqua
,
un
po
'
la
visione
del
chiostro
antico
dormiente
in
pace
,
un
po
'
il
reagire
della
volontà
ristorarono
sufficientemente
Jeanne
in
pochi
minuti
.
Fra
Antonio
andò
in
cerca
del
Padre
foresterario
che
guidasse
le
visitatrici
.
"
Gli
dica
le
due
signore
di
casa
Selva
"
fece
Noemi
.
Don
Clemente
si
presentò
arrossendo
,
nel
suo
verginale
candore
d
'
animo
,
di
conoscere
i
casi
di
Jeanne
all
'
insaputa
di
lei
,
come
avrebbe
arrossito
di
un
inganno
.
Scambiò
Noemi
,
che
prima
gli
si
fece
incontro
,
per
la
Dessalle
.
Alta
,
snella
,
elegante
,
Noemi
rappresentava
bene
una
seduttrice
;
però
non
mostrava
più
di
venticinque
anni
,
non
poteva
essere
,
per
questo
verso
,
la
donna
di
cui
Benedetto
gli
aveva
raccontate
le
vicende
.
Ma
il
benedettino
non
seppe
fare
di
questi
calcoli
.
A
Noemi
premeva
di
assicurarsi
che
fra
Antonio
avesse
adempiuto
bene
il
suo
incarico
.
"
Buongiorno
,
padre
"
diss
'
ella
con
la
sua
bella
voce
cui
l
'
accento
straniero
aggiungeva
grazia
.
"
Ci
siamo
visti
iersera
.
Lei
usciva
di
casa
Selva
.
"
Don
Clemente
fece
un
lievissimo
cenno
del
capo
.
Veramente
Noemi
lo
aveva
appena
intravvisto
.
Era
però
rimasta
colpita
dalla
sua
bellezza
e
aveva
pensato
che
se
quello
era
il
signor
Maironi
si
capiva
la
passione
di
Jeanne
.
Nella
coscienza
della
propria
fresca
gioventù
non
le
passò
per
la
mente
che
i
suoi
venticinque
anni
fossero
stati
scambiati
per
i
trentadue
di
Jeanne
.
Jeanne
,
intanto
,
meditava
di
trar
partito
dal
suo
malessere
.
"
Non
erano
aspettate
,
iersera
"
disse
don
Clemente
a
Noemi
.
"
Lei
viene
dal
Veneto
?
"
Dal
Veneto
?
Noemi
parve
sorpresa
.
"
I
signori
Selva
mi
hanno
detto
"
soggiunse
il
padre
"
che
Lei
abita
nel
Veneto
.
"
Allora
Noemi
capì
,
sorrise
,
rispose
con
un
monosillabo
che
non
era
né
un
sì
né
un
no
,
e
pensò
ella
pure
di
trar
partito
dal
caso
,
di
prepararsi
,
grazie
a
questo
equivoco
,
un
colloquio
particolare
con
don
Clemente
,
per
istruirlo
se
fosse
necessario
.
Le
parve
anche
divertente
di
conversare
con
quel
bel
frate
essendo
creduta
Jeanne
.
Avvertì
con
un
'
occhiata
quest
'
ultima
che
guardava
ora
lei
,
ora
il
frate
,
imbarazzata
,
avendo
capito
l
'
errore
di
lui
,
non
sapendo
se
tacere
o
parlare
.
"
La
mia
amica
"
diss
'
ella
"
conosce
già
Santa
Scolastica
,
naturalmente
.
Io
invece
non
ci
sono
stata
mai
.
Si
volse
a
Jeanne
:
"
Se
il
padre
"
disse
"
ha
la
bontà
di
accompagnarmi
,
mi
pare
che
tu
,
poiché
non
ti
senti
bene
,
potresti
restare
.
"
Jeanne
acconsentì
tanto
prontamente
che
Noemi
dubitò
di
qualche
suo
segreto
disegno
,
si
domandò
se
non
commettesse
un
errore
.
A
ogni
modo
adesso
era
troppo
tardi
.
Don
Clemente
,
poco
soddisfatto
di
aver
ad
accompagnare
una
signora
sola
,
propose
di
attendere
.
Forse
l
'
altra
signora
,
fra
poco
,
si
sentirebbe
meglio
.
Jeanne
protestò
.
No
,
non
dovevano
attendere
,
ella
era
contentissima
di
rimaner
lì
.
Nel
passare
dal
primo
al
secondo
chiostro
Noemi
ricordò
nuovamente
al
padre
l
'
incontro
della
sera
precedente
.
"
Lei
aveva
un
compagno
?
"
diss
'
ella
e
subito
vergognò
del
suo
simulare
,
di
non
aver
tratto
il
monaco
dall
'
inganno
in
cui
era
caduto
.
Don
Clemente
rispose
quasi
sotto
voce
;
"
Sì
signora
,
un
ortolano
del
monastero
.
"
Erano
rossi
in
viso
tutt
'
e
due
ma
non
si
guardarono
,
ciascuno
sentì
solo
il
rossore
proprio
.
"
Lei
sa
chi
siamo
?
"
riprese
Noemi
.
Don
Clemente
rispose
che
supponeva
di
saperlo
.
Dovevano
essere
le
due
signore
aspettate
dalla
signora
Selva
.
Gli
pareva
che
la
signora
Selva
gli
avesse
nominata
sua
sorella
e
la
signora
Dessalle
.
"
Ah
Lei
lo
ha
saputo
da
mia
sorella
?
"
A
queste
parole
di
Noemi
don
Clemente
non
poté
trattenersi
dall
'
esclamare
:
"
Dunque
la
signora
Dessalle
non
è
Lei
?
"
Noemi
comprese
che
l
'
uomo
sapeva
.
Quindi
aveva
provveduto
,
certo
;
un
improvviso
incontro
non
era
possibile
.
Respirò
,
e
il
suo
cuore
femminile
,
vôto
d
'
inquietudine
,
si
riempì
di
curiosità
.
Don
Clemente
le
parlava
della
torre
,
delle
arcate
antiche
,
degli
affreschi
presso
la
porta
della
chiesa
ed
ella
pensava
:
come
farlo
parlare
di
Maironi
?
Lo
interruppe
spensieratamente
mentre
le
mostrava
la
processione
dei
fraticelli
di
sasso
,
per
domandargli
se
capitassero
spesso
al
monastero
anime
stanche
del
mondo
,
disilluse
,
avide
di
darsi
a
Dio
.
"
Sono
protestante
"
diss
'
ella
.
"
Questo
mi
interessa
molto
.
"
Don
Clemente
pensò
in
cuor
suo
che
questo
le
interessasse
molto
non
per
il
suo
protestantesimo
ma
per
la
sua
amicizia
colla
signora
Dessalle
.
"
Spesso
no
"
rispose
"
Qualche
volta
.
Di
solito
quelle
anime
preferiscono
altri
Ordini
.
Ah
,
Lei
è
protestante
?
Non
Le
rincrescerà
,
però
,
di
entrare
nella
nostra
chiesa
?
Non
dico
nella
Chiesa
cattolica
"
soggiunse
sorridendo
e
arrossendo
"
dico
nella
chiesa
del
nostro
monastero
.
"
E
raccontò
di
un
inglese
,
protestante
,
innamorato
di
San
Benedetto
,
che
faceva
lunghi
soggiorni
a
Subiaco
,
frequentava
Santa
Scolastica
e
il
Sacro
Speco
.
"
È
un
'
anima
bellissima
"
diss
'
egli
.
Ma
Noemi
voleva
ritornare
al
primo
soggetto
,
sapere
se
qualcuno
venisse
mai
dal
mondo
a
servire
il
monastero
per
spirito
di
penitenza
,
senza
vestire
l
'
abito
.
Non
ebbe
risposta
perché
don
Clemente
,
veduto
un
colossale
monaco
entrare
nel
chiostro
,
le
si
scusò
,
andò
a
parlargli
e
ritornato
a
lei
con
il
maestoso
compagno
,
Le
presentò
in
don
Leone
una
guida
superiore
a
lui
di
gran
lunga
per
copia
e
profondità
di
dottrina
;
e
,
con
molto
dispetto
di
lei
,
si
allontanò
.
Rimasta
sola
,
Jeanne
fu
ripresa
dalla
palpitazione
violenta
.
Dio
,
come
riviveva
il
passato
,
come
riviveva
Praglia
!
Pensare
ch
'
egli
andava
e
veniva
per
quell
'
ingresso
,
per
quei
chiostri
,
chi
sa
quante
volte
al
giorno
,
che
aveva
tanto
dovuto
ricordare
Praglia
,
quell
'
ora
disposta
dal
destino
,
quell
'
acqua
versata
,
quell
'
ebbrezza
,
quelle
mani
strette
,
nel
ritorno
,
sotto
la
coperta
di
pelliccia
!
Pensare
ch
'
egli
era
libero
e
che
anche
lei
lo
era
!
Che
febbre
,
che
febbre
!
Fra
Antonio
,
sgomentato
sulle
prime
di
trovarsi
lì
questa
signora
che
pareva
senza
fiato
,
rimase
poi
sbalordito
della
rapida
loquela
con
la
quale
,
a
un
tratto
,
ella
lo
assalì
di
domande
.
Il
monastero
,
non
aveva
un
orto
vicino
?
-
Sì
,
vicinissimo
,
a
tramontana
.
Di
mezzo
non
c
'
era
che
una
stradicciuola
.
-
E
chi
lo
coltivava
?
-
Un
ortolano
.
-
Giovane
?
Vecchio
?
Di
Subiaco
?
Forestiere
?
-
Vecchio
.
Di
Subiaco
.
-
E
nessun
altro
?
-
Sì
,
Benedetto
.
-
Benedetto
?
Chi
era
Benedetto
?
-
Un
giovane
,
del
paese
del
Padre
foresterario
.
-
Di
dov
'
era
il
Padre
foresterario
?
-
Di
Brescia
.
-
E
questo
giovine
si
chiamava
Benedetto
?
-
Tutti
lo
chiamavano
Benedetto
;
se
fosse
proprio
il
suo
vero
nome
fra
Antonio
non
lo
poteva
dire
.
-
Ma
che
uomo
era
?
-
Oh
,
questo
sì
,
fra
Antonio
lo
poteva
dire
.
Era
quasi
più
santo
dei
frati
.
Si
capiva
dalla
faccia
che
doveva
essere
di
buona
famiglia
e
alloggiava
come
un
cane
,
non
mangiava
che
pane
,
frutta
ed
erba
,
qualche
notte
la
passava
in
preghiere
,
magari
sulla
montagna
.
Lavorava
la
terra
e
anche
studiava
in
biblioteca
col
Padre
foresterario
.
E
un
cuore
,
un
cuore
grande
!
Tante
volte
aveva
dato
ai
poveri
anche
quel
magro
vitto
del
convento
.
-
E
dove
lo
si
potrebbe
vedere
adesso
?
-
Eh
,
nell
'
orto
certamente
.
Fra
Antonio
supponeva
che
stesse
amministrando
il
solfato
di
rame
alle
viti
.
A
Jeanne
batte
il
cuore
tanto
forte
che
la
vista
le
si
oscura
.
Ella
tace
e
non
si
move
.
Fra
Antonio
crede
che
non
pensi
più
a
Benedetto
.
"
Ah
signora
"
dice
"
Santa
Scolastica
è
un
bel
monastero
,
ma
bisogna
vedere
Praglia
!
"
Perché
fra
Antonio
nella
sua
giovinezza
,
prima
della
soppressione
dell
'
Abbazia
di
Praglia
,
vi
ha
passato
alcuni
anni
,
e
ne
parla
come
di
una
madre
venerata
.
-
Ah
,
la
chiesa
di
Praglia
!
I
chiostri
!
Il
chiostro
pensile
,
il
refettorio
!
-
Alle
inattese
parole
Jeanne
si
esalta
.
Esse
le
dicono
:
va
,
va
,
va
subito
!
Ella
scatta
dalla
seggiola
.
"
Quest
'
orto
?
Per
qual
parte
ci
si
va
?
"
Fra
Antonio
,
un
po
'
sorpreso
,
le
risponde
che
può
recarvisi
attraversando
il
monastero
oppure
girandolo
di
fuori
.
Jeanne
esce
,
chiusa
nel
suo
pensiero
ardente
,
passa
il
cancello
,
gira
a
destra
,
entra
nella
galleria
sotto
la
biblioteca
,
vi
si
ferma
un
momento
stringendosi
le
mani
sul
cuore
e
procede
.
Il
vaccaro
del
convento
,
fermo
sull
'
entrata
del
cortile
dov
'
è
l
'
Ospizio
dei
pellegrini
,
le
mostra
sull
'
opposto
fianco
della
viuzza
chiusa
fra
due
muri
,
l
'
uscio
dell
'
orto
.
Ella
gli
domanda
se
avrebbe
trovato
nell
'
orto
un
tale
Benedetto
.
Malgrado
lo
sforzo
di
dominarsi
,
le
trema
la
voce
nell
'
attesa
di
un
sì
.
Il
vaccaro
risponde
che
non
sa
,
si
offre
di
andar
a
vedere
,
bussa
più
volte
,
chiama
:
"
Benedè
!
Benedè
!
"
Un
passo
,
finalmente
.
Jeanne
si
appoggia
allo
stipite
,
per
non
cadere
.
Dio
,
se
è
Piero
,
cosa
gli
dirà
?
L
'
uscio
si
apre
,
non
è
Piero
,
è
un
vecchio
.
Jeanne
respira
,
contenta
,
per
un
momento
.
Il
vecchio
la
guarda
,
meravigliato
,
dice
al
vaccaro
:
"
Benedetto
non
c
'è."
La
contentezza
di
lei
è
già
svanita
,
ella
si
sente
gelare
;
quei
due
la
guardano
curiosi
,
in
silenzio
.
"
È
questa
signora
"
disse
il
vecchio
"
che
cerca
di
Benedetto
?
"
Jeanne
non
rispose
.
Rispose
per
lei
il
vaccaro
;
e
poi
raccontò
che
Benedetto
aveva
passato
la
notte
fuori
,
ch
'
egli
lo
aveva
trovato
all
'
alba
,
tutto
molle
di
pioggia
,
nel
bosco
del
Sacro
Speco
,
che
gli
aveva
offerto
del
latte
e
che
Benedetto
aveva
bevuto
come
un
moribondo
in
cui
rifluisca
la
vita
.
"
Udite
,
Giovacchino
"
soggiunse
il
vaccaro
,
fattosi
a
un
tratto
solenne
.
"
Quell
'
omo
bevuto
ch
'
ebbe
,
mi
abbracciò
così
.
Io
stavo
male
,
non
avevo
dormito
,
mi
doleva
il
capo
,
mi
dolevano
tutte
l
'
ossa
.
Ebbene
,
dalle
sue
braccia
mi
vennero
come
tanti
piccoli
brividi
e
poi
come
un
calore
buono
,
un
piacere
,
un
sentirmi
così
bene
che
mi
pareva
avere
nello
stomaco
due
sorsi
di
acquavite
,
la
più
fina
.
Via
il
mal
di
capo
,
via
il
male
d
'
ossa
,
via
tutto
.
E
mi
sono
detto
:
per
Caterina
,
quest
'
omo
è
un
Santo
.
E
un
Santo
è
.
"
Passò
,
mentr
'
egli
parlava
,
un
povero
sciancato
,
un
accattone
di
Subiaco
.
Vista
la
signora
,
si
fermò
,
le
tese
il
cappello
.
Jeanne
,
tutta
in
quel
che
il
vaccaro
diceva
,
non
si
avvide
di
lui
né
lo
udì
quando
,
avendo
il
vaccaro
finito
di
parlare
,
le
chiese
l
'
elemosina
per
l
'
amore
di
Dio
.
Ella
domandò
all
'
ortolano
dove
questo
Benedetto
si
potesse
trovare
.
L
'
ortolano
si
cercò
una
risposta
nella
nuca
.
Allora
la
voce
flebile
dell
'
accattone
gemette
:
"
Cercate
Benedetto
?
Sta
al
Sacro
Speco
,
sta
al
Sacro
Speco
.
"
Jeanne
gli
si
voltò
avida
.
"
Al
Sacro
Speco
?
"
diss
'
ella
.
E
l
'
ortolano
domandò
all
'
accattone
se
ce
l
'
avesse
veduto
lui
.
L
'
accattone
raccontò
,
lagrimoso
più
che
mai
,
come
si
fosse
trovato
più
di
un
'
ora
prima
sulla
strada
del
Sacro
Speco
,
oltre
il
bosco
dei
lecci
,
proprio
a
due
passi
dal
Convento
con
un
fastello
di
legna
;
come
fosse
caduto
malamente
e
rimasto
a
giacere
sotto
il
fastello
.
"
Iddio
e
san
Benedetto
"
diss
'
egli
"
fecero
che
passasse
un
monaco
.
Questo
monaco
mi
rialzò
,
mi
confortò
,
mi
prese
a
braccio
,
mi
accompagnò
al
Convento
dove
gli
altri
monaci
mi
ristorarono
.
Io
me
ne
venni
via
e
il
monaco
rimase
al
Sacro
Speco
.
"
"
E
che
c
'
entra
?
"
fece
l
'
ortolano
.
"
C
'
entra
che
prima
,
vestito
com
'
era
,
non
lo
riconobbi
,
ma
poi
lo
riconobbi
.
Era
lui
.
"
"
Chi
,
lui
?
"
"Benedetto."
"
Ma
chi
era
Benedetto
?
"
"
Il
monaco
.
"
"
Ma
che
sei
pazzo
!
-
Scemo
che
sei
!
"
fecero
l
'
ortolano
e
il
vaccaro
.
Jeanne
diede
allo
sciancato
una
moneta
d
'
argento
.
"
Pensate
bene
"
diss
'
ella
.
"
Dite
la
verità
.
"
Lo
sciancato
si
sdilinquì
in
benedizioni
,
intercalandovi
degli
umili
"
quello
che
volete
,
quello
che
volete
,
-
mi
sarò
sbagliato
,
mi
sarò
sbagliato
"
e
se
ne
andò
con
la
sequela
di
pii
borbottamenti
.
Jeanne
interrogò
ancora
il
vaccaro
e
l
'
ortolano
.
Possibile
che
Benedetto
avesse
vestito
l
'
abito
?
Ma
che
!
L
'
accattone
era
un
povero
scemo
.
Se
n
'
andò
anche
il
vaccaro
e
Jeanne
entrò
nell
'
orto
,
sedette
sotto
un
ulivo
,
pensando
che
Noemi
avrebbe
facilmente
saputo
del
portinaio
dove
trovarla
.
Il
vecchio
ortolano
,
curioso
la
sua
parte
,
le
domandò
con
molte
scuse
se
fosse
parente
di
Benedetto
.
"
Perché
si
sa
ch
'
è
un
signore
"
diss
'
egli
.
"
Un
signore
grande
.
"
Jeanne
non
rispose
alla
domanda
.
Volle
invece
sapere
perché
si
avesse
quell
'
opinione
della
ricchezza
di
Piero
.
Ecco
,
si
capiva
dai
modi
,
e
anche
dalla
faccia
;
una
faccia
da
signore
,
proprio
.
E
non
s
'
era
fatto
monaco
?
Eh
,
no
.
E
perché
non
s
'
era
fatto
monaco
?
Non
si
sapeva
,
di
certo
.
Se
ne
dicevano
tante
.
Si
diceva
persino
che
avesse
moglie
e
che
la
moglie
gli
avesse
fatto
ciò
che
l
'
ortolano
chiamava
un
brutto
gioco
.
Jeanne
tacque
e
all
'
ortolano
balenò
che
quella
lì
fosse
la
moglie
appunto
,
la
donna
del
brutto
gioco
,
che
venisse
,
pentita
,
a
implorar
perdono
.
"
Se
questo
fatto
della
moglie
è
vero
"
diss
'
egli
allora
"
la
ci
avrà
avuto
le
sue
ragioni
,
non
dico
,
ma
però
come
bontà
d
'
uomo
,
la
non
ne
avrà
trovato
di
certo
uno
migliore
.
Guardi
,
signora
,
questi
padri
sono
persone
sante
,
non
c
'
è
che
dire
,
ma
uno
buono
come
lui
,
né
a
Santa
Scolastica
né
al
Sacro
Speco
,
glielo
giuro
io
,
non
ci
sta
,
benché
c
'
è
don
Clemente
ch
'
è
santissimo
!
Però
come
questo
Benedetto
,
no
.
"
A
Jeanne
tornarono
subitamente
in
cuore
le
parole
dell
'
accattone
:
Benedetto
,
fatto
monaco
.
Perché
mai
?
Si
sgomentò
che
le
tornassero
in
cuore
senza
una
ragione
.
Non
avevan
detto
quei
due
ch
'
era
una
stoltezza
e
che
l
'
accattone
era
uno
scimunito
?
Sì
,
una
stoltezza
,
lo
capiva
anche
lei
;
sì
,
uno
scimunito
,
era
parso
tale
anche
a
lei
;
ma
le
parole
stolte
battevano
e
ribattevano
al
suo
cuore
,
sinistre
come
maschere
dalle
facce
assurde
che
battessero
al
vostro
uscio
in
altro
tempo
che
di
carnevale
.
"
Se
si
trattiene
,
signora
"
disse
l
'
ortolano
"
non
passa
una
mezz
'
ora
che
capita
.
Che
!
Un
quarto
d
'
ora
!
Sta
forse
in
biblioteca
con
don
Clemente
a
studiare
,
o
forse
in
chiesa
.
"
Dalla
biblioteca
che
cavalca
la
stradicciuola
si
esce
direttamente
nell
'
orto
.
"
Eccolo
!
"
esclamò
il
vecchio
.
Jeanne
balzò
in
piedi
.
L
'
uscio
che
mette
dalla
biblioteca
nell
'
orto
si
aperse
lentamente
.
Invece
di
Piero
comparve
Noemi
seguita
da
un
gran
frate
.
Noemi
vide
l
'
amica
fra
gli
ulivi
e
si
arrestò
di
botto
,
sorpresa
.
Jeanne
nell
'
orto
?
Possibile
che
...
?
No
,
il
vecchio
che
le
stava
accanto
non
poteva
essere
Maironi
e
nessun
altro
era
con
lei
.
Sorrise
,
la
minacciò
col
dito
.
Don
Leone
,
inteso
da
Noemi
che
quella
era
la
signora
della
quale
gli
aveva
detto
durante
la
visita
del
monastero
ch
'
era
rimasta
in
portineria
,
prese
congedo
.
Naturalmente
le
signore
salirebbero
al
Sacro
Speco
e
la
passeggiata
del
Sacro
Speco
non
conveniva
più
alla
sua
mole
.
Erano
quasi
le
undici
,
la
carrozza
doveva
trovarsi
alle
dodici
e
mezzo
dove
l
'
avevano
lasciata
,
perché
a
casa
Selva
si
pranzava
al
tocco
;
se
Jeanne
voleva
vedere
il
Sacro
Speco
non
c
'
era
tempo
da
perdere
,
posto
che
il
suo
malessere
si
fosse
dileguato
,
come
pareva
.
Noemi
consigliava
così
e
non
s
'
indugiò
a
chiedere
spiegazioni
,
in
presenza
dell
'
ortolano
,
dell
'
aver
piantato
fra
Antonio
per
correre
a
esplorare
l
'
orto
.
Si
accontentò
di
sussurrare
:
"
fingevi
,
eh
?
"
Jeanne
rispose
che
al
Sacro
Speco
ci
doveva
andar
lei
,
Noemi
,
e
subito
,
appunto
.
Ella
intendeva
di
stare
ad
aspettarla
nell
'
orto
.
Noemi
indovinò
un
'
altra
commedia
.
"
Oh
no
!
"
diss
'
ella
.
"
O
vieni
al
Sacro
Speco
o
,
se
non
stai
bene
,
scendiamo
subito
a
Subiaco
!
"
Jeanne
obbiettò
che
scendere
subito
era
inutile
perché
non
si
sarebbe
trovata
la
carrozza
;
ma
Noemi
non
si
arrese
.
Avrebbero
fatto
la
discesa
a
grande
agio
,
sarebbero
state
pronte
a
salire
in
carrozza
appena
venisse
.
Jeanne
rifiutò
ancora
,
più
vivacemente
,
non
avendo
altre
ragioni
a
opporre
.
Allora
Noemi
la
guardò
in
silenzio
,
cercando
leggerle
negli
occhi
un
disegno
nascosto
.
In
quell
'
attimo
di
silenzio
Jeanne
fu
rimorsa
nel
cuore
dalle
parole
dell
'
accattone
.
Prese
impetuosamente
il
braccio
dell
'
amica
.
"
Vuoi
che
venga
al
Sacro
Speco
?
"
diss
'
ella
.
"
Bene
,
andiamo
.
Tu
credi
una
cosa
e
non
sai
.
Faccia
il
destino
!
"
Ma
prima
ancora
di
muovere
un
passo
si
sciolse
da
Noemi
,
che
la
guardava
trasognata
,
scrisse
a
matita
nel
suo
portafogli
:
"
Sono
al
Sacro
Speco
.
In
nome
di
don
Giuseppe
Flores
,
mi
aspetti
.
"
Non
firmò
,
stracciò
la
paginetta
,
la
diede
all
'
ortolano
"
per
quell
'
uomo
,
se
ritornava
"
riprese
il
braccio
dell
'
amica
,
dicendo
:
"
Andiamo
!
"
Il
sole
ardeva
sulla
petraia
fumante
umidi
odori
di
erbe
e
di
sasso
,
inargentava
i
cirri
di
nebbione
erranti
lungo
i
fianchi
della
stretta
valle
selvaggia
fino
al
cumulo
enorme
assiso
là
sul
fondo
,
a
cappello
delle
cime
di
Jenne
;
la
voce
grande
dell
'
Aniene
empiendo
le
solitudini
.
Jeanne
saliva
senza
dir
parola
,
senza
rispondere
alle
domande
di
Noemi
più
e
più
sgomentata
del
suo
silenzio
,
del
suo
pallore
,
del
vederle
le
labbra
strette
a
comprimere
il
pianto
,
del
sentir
sussultare
il
suo
braccio
.
Perché
?
Nella
notte
e
fino
all
'
entrata
di
Santa
Scolastica
la
povera
creatura
aveva
ondeggiato
fra
il
timore
e
la
speranza
,
in
una
febbre
di
aspettazione
.
Adesso
era
un
'
altra
febbre
.
Almeno
pareva
.
Pareva
che
avesse
saputo
,
là
nell
'
orto
,
qualche
cosa
di
cui
non
volesse
parlare
,
qualche
cosa
di
penoso
,
di
pauroso
.
Cosa
poteva
essere
?
Il
tragico
pianto
delle
acque
invisibili
,
il
tremare
silenzioso
dei
fili
d
'
erba
per
la
petraia
,
lo
stesso
calore
ardente
stringevano
il
cuore
.
Pochi
passi
prima
dell
'
Arco
ritto
a
contenere
la
folla
nereggiante
dei
lecci
,
Noemi
ebbe
il
conforto
di
udire
voci
umane
.
Erano
Dane
,
a
cavallo
,
Marinier
e
l
'
Abate
a
piedi
,
che
scendevano
insieme
dal
Sacro
Speco
.
Dane
mostrò
molto
piacere
dell
'
incontro
,
trattenne
la
sua
cavalcatura
,
presentò
le
signore
all
'
Abate
,
parlò
con
entusiasmo
del
Sacro
Speco
.
Jeanne
,
scambiata
qualche
parola
coll
'
Abate
,
gli
domandò
se
qualcuno
avesse
pronunciato
i
voti
solenni
,
o
almeno
vestito
l
'
abito
,
di
recente
.
L
'
Abate
rispose
ch
'
era
venuto
a
Santa
Scolastica
da
pochi
giorni
e
non
era
in
grado
di
risponderle
lì
per
lì
;
ma
non
credeva
che
da
un
anno
,
a
dir
poco
,
nessuno
a
Santa
Scolastica
avesse
fatto
la
professione
solenne
né
vestito
l
'
abito
di
novizio
.
Jeanne
s
'
illuminò
di
gioia
.
Adesso
lo
capiva
,
era
stata
una
stupida
di
dubitare
possibile
,
anche
per
un
solo
momento
,
che
Piero
fosse
diventato
frate
,
da
contadino
,
in
dodici
ore
.
Avrebbe
voluto
ritornare
subito
all
'
orto
di
Santa
Scolastica
;
ma
come
fare
?
Quale
pretesto
prendere
?
Proseguì
,
ansiosa
di
sbrigarsi
presto
del
Sacro
Speco
.
Noemi
propose
di
sostare
un
poco
all
'
ombra
dei
lecci
che
là
sulla
via
delle
anime
agitate
dall
'
amor
divino
paiono
torti
anch
'
essi
da
un
interno
furore
ascetico
,
da
un
frenetico
sforzo
di
svellersi
dalla
terra
per
avventar
le
braccia
nel
cielo
.
Jeanne
rifiutò
,
impaziente
.
Aveva
ripreso
colore
nel
volto
e
luce
negli
occhi
.
Si
mise
spedita
per
la
scaletta
che
termina
il
breve
cammino
e
malgrado
le
proteste
di
Noemi
,
che
non
capiva
il
perché
di
tanto
mutamento
,
non
volle
neppure
riprender
fiato
in
capo
alla
scala
,
ove
improvvisamente
si
scopre
la
scena
cupa
,
profonda
della
vallea
,
e
alto
,
a
sinistra
,
l
'
orrido
sasso
caro
ai
falchi
e
ai
corvi
,
rigonfio
sopra
le
murature
squallide
,
bucate
di
fori
disadorni
,
che
vi
s
'
incrostano
per
traverso
sugli
anfratti
nudi
e
sono
il
monastero
del
Sacro
Speco
.
Sotto
il
monastero
,
nel
profondo
,
pende
il
roseto
di
san
Benedetto
e
sotto
il
roseto
pendono
gli
orti
,
pendono
gli
uliveti
al
ruggente
Aniene
scoperto
.
Il
cumulo
assiso
sui
monti
di
Jenne
saliva
invadendo
il
cielo
.
Una
ondata
d
'
ombra
passò
sul
sasso
enorme
,
sul
monastero
,
sul
parapetto
cui
Noemi
aveva
appoggiato
i
gomiti
,
contemplando
.
"
Questo
è
magnifico
"
diss
'
ella
.
"
Lasciami
fermare
un
po
'
qui
almeno
,
ora
che
c
'
è
ombra
!
"
Ma
in
quel
momento
,
a
due
passi
da
loro
,
si
apriva
la
porticina
del
monastero
e
ne
usciva
una
compagnia
di
stranieri
,
signori
e
signore
.
Il
monaco
che
li
aveva
guidati
,
vedendo
Jeanne
e
Noemi
,
tenne
aperto
l
'
uscio
in
atto
di
aspettazione
.
Jeanne
si
affrettò
a
entrare
e
Noemi
,
mal
suo
grado
,
la
seguì
.
"
Affreschi
del
Trecento
"
disse
il
benedettino
nell
'
oscuro
corridoio
di
entrata
,
con
voce
indifferente
e
passando
.
Noemi
si
fermò
,
curiosa
delle
pitture
antiche
.
Jeanne
tenne
dietro
al
benedettino
,
senza
guardare
né
a
destra
né
a
sinistra
,
distratta
,
tentata
da
un
dubbio
.
Se
l
'
Abate
non
avesse
detto
il
vero
?
Se
lo
avesse
detto
l
'
accattone
?
La
fantasia
le
rappresentò
l
'
incontro
felice
nel
cortile
di
Praglia
,
il
viso
pallidissimo
di
lui
,
il
"
grazie
"
che
l
'
aveva
fatta
tremar
di
gioia
.
Le
correvano
brividi
nel
sangue
e
,
come
per
una
strappata
di
redini
all
'
immaginazione
,
si
voltò
a
Noemi
:
"
Vieni
"
diss
'
ella
.
Seguì
il
monaco
nulla
udendo
di
quello
ch
'
egli
diceva
,
nulla
guardando
di
quello
che
indicava
.
Noemi
dissimulava
a
fatica
le
proprie
inquietudini
.
Presentiva
un
pericolo
nel
ritorno
.
Il
punto
pericoloso
era
l
'
orto
di
Santa
Scolastica
dove
Jeanne
intendeva
rientrare
,
secondo
aveva
detto
al
vecchio
ortolano
.
Adesso
le
era
passato
il
desiderio
di
vedere
questo
famoso
Maironi
.
Non
desiderava
che
di
ritornare
con
Jeanne
a
casa
Selva
senz
'
aver
fatto
incontri
e
avrebbe
voluto
indugiarsi
al
Sacro
Speco
il
più
possibile
perché
poi
mancasse
loro
il
tempo
di
sostare
a
Santa
Scolastica
.
Perciò
fingeva
prendere
alle
viscere
preziose
del
monastero
dalla
squallida
pelle
un
interesse
continuo
,
mentre
invece
sentiva
solamente
desiderio
di
ritornarvi
un
'
altra
volta
,
con
sua
sorella
o
con
suo
cognato
,
in
pace
.
Nel
discendere
in
quella
miniera
della
santità
,
né
l
'
una
né
l
'
altra
sapevano
qual
via
facessero
per
l
'
aria
morta
e
fredda
,
per
le
ombre
mistiche
,
per
i
chiarori
giallognoli
pioventi
dall
'
alto
,
per
gli
odori
di
sasso
umido
,
di
lucignoli
fumosi
,
di
arredi
vecchioni
,
per
le
visioni
di
cappelle
,
di
grotte
,
di
croci
negli
sfondi
bui
di
scale
perdentisi
in
fuga
,
a
paro
con
le
loro
volte
acute
,
giù
verso
caverne
inferiori
,
di
marmi
color
di
sangue
,
color
di
notte
,
color
di
neve
,
di
rigide
folle
pie
dalle
facce
bizantine
ingombranti
le
pareti
,
i
timpani
delle
arcate
,
di
monacelle
e
di
fraticelli
ritti
nelle
strombature
delle
finestre
,
nei
pennacchi
delle
vôlte
,
lungo
il
giro
degli
archivolti
,
ciascuno
con
la
sua
venerabile
aureola
.
Non
sapevano
quale
cammino
vi
facessero
e
Jeanne
appena
ne
sentiva
la
realtà
.
Nello
scendere
la
Scala
Santa
,
precedendo
il
monaco
seguito
immediatamente
da
Jeanne
e
Noemi
venendo
ultima
a
cinque
o
sei
gradini
di
distanza
,
Jeanne
,
improvvisamente
,
gittò
le
mani
alle
spalle
della
guida
e
subito
,
vergognando
dell
'
atto
involontario
,
le
ritolse
mentre
il
monaco
,
fermatosi
,
le
volgeva
il
capo
,
attonito
.
"
Scusi
"
diss
'
ella
.
"
Chi
è
quel
padre
?
"
Fra
due
ripiani
della
Scala
,
dietro
un
risalto
della
parete
di
sinistra
,
una
figura
tutta
nera
nella
tonaca
benedettina
si
teneva
ritta
nell
'
angolo
oscuro
,
appoggiando
la
fronte
al
marmo
.
Jeanne
l
'
aveva
oltrepassata
di
quattro
o
cinque
gradini
senza
vederla
.
S
'
era
voltata
a
guardare
per
caso
,
l
'
aveva
veduta
,
un
istintivo
sospetto
le
era
lampeggiato
nel
cuor
tremante
.
Il
monaco
rispose
:
"
Non
è
un
padre
,
signora
.
"
Si
chinò
ad
aprire
con
la
chiave
la
cancellata
di
una
cappella
.
"
Cosa
c
'
è
?
"
chiese
Noemi
,
sopraggiungendo
.
"
Non
è
un
padre
?
"
ripeté
Jeanne
.
Nell
'
udire
la
voce
strana
dell
'
amica
,
Noemi
trasalì
.
Neppure
lei
aveva
notato
la
figura
ritta
nell
'
ombra
della
parete
.
"
Chi
?
"
diss
'
ella
.
Il
monaco
,
che
intanto
aveva
aperto
,
intese
"
qui
?
"
e
riferì
la
parola
a
un
discorso
di
prima
.
"
No
"
disse
"
il
ritratto
autentico
di
san
Francesco
non
è
qui
.
Più
abbasso
c
'
è
un
san
Francesco
dipinto
dal
cavalier
Manente
.
Lo
vedranno
dopo
.
Se
vogliono
passare
...
"
Noemi
disse
piano
a
Jeanne
"
cos
'
hai
?
"
e
avendo
l
'
altra
risposto
con
voce
più
tranquilla
"
niente
"
le
passò
avanti
,
entrò
nella
cappella
,
ascoltando
le
spiegazioni
del
monaco
.
Allora
la
figura
nera
si
staccò
dalla
parete
.
Jeanne
la
vide
salire
lenta
nell
'
ombra
sotto
le
arcate
ogivali
.
Toccato
il
ripiano
superiore
,
la
figura
sparve
a
destra
e
subito
ricomparve
in
un
braccio
di
scala
attraversato
dall
'
obliquo
sfondo
della
scena
,
luminoso
nel
raggio
di
una
finestra
invisibile
.
La
figura
saliva
lenta
,
quasi
faticosamente
.
Prima
di
sparire
dietro
il
fianco
enorme
di
un
'
arcata
,
piegò
il
capo
a
guardare
in
basso
.
Jeanne
la
riconobbe
.
Sull
'
attimo
,
quasi
obbedendo
a
una
fulminea
volontà
impostasi
a
lei
,
quasi
portata
dal
turbine
del
suo
destino
,
pallida
,
risoluta
,
senza
sapere
cos
'
avrebbe
detto
,
cos
'
avrebbe
fatto
,
ella
prese
l
'
ascesa
.
Attraversato
il
ripiano
superiore
,
nel
metter
piede
sulla
scala
chiara
,
traboccò
a
terra
,
vi
giacque
un
momento
;
sì
che
Noemi
,
uscita
della
cappella
,
non
la
vide
,
la
credette
discesa
in
cerca
del
ritratto
di
san
Francesco
.
Si
rialzò
,
riprese
la
via
,
povera
creatura
di
passione
,
richiamata
invano
dalle
immagini
di
celeste
pace
,
irrigidite
sulle
mura
sacre
.
Tutto
era
davanti
a
lei
silenzio
e
vuoto
.
Ell
'
andava
per
vie
ignote
a
lei
,
veloce
,
sicura
,
come
nella
chiaroveggenza
dell
'
ipnosi
.
Passava
per
buie
stretture
,
per
chiarori
larghi
,
senza
esitar
mai
,
senza
guardare
né
a
destra
né
a
sinistra
,
chiusi
e
acuiti
tutti
i
sensi
nell
'
udito
,
seguendo
attimi
di
sussurri
lontani
,
il
dolersi
lieve
di
un
uscio
,
il
vento
di
un
altro
,
lo
sfiorar
di
un
abito
a
uno
stipite
.
Così
dai
due
spinti
battenti
dell
'
ultima
porta
ella
emerse
rapida
in
faccia
a
lui
.
Anch
'
egli
l
'
aveva
riconosciuta
sulla
Scala
Santa
,
all
'
ultimo
momento
.
Si
tenne
quasi
certo
di
non
essere
stato
riconosciuto
alla
sua
volta
;
cercò
tuttavia
di
togliersi
dal
solito
cammino
dei
visitatori
.
Quando
udì
giungere
a
quella
recondita
sala
un
fruscìo
rapido
di
vesti
femminili
,
comprese
,
aspettò
,
a
fronte
della
porta
.
Ella
lo
vide
e
impietrò
sull
'
atto
fra
i
battenti
aperti
,
fissi
gli
occhi
negli
occhi
di
lui
,
che
non
avevano
più
lo
sguardo
di
Piero
Maironi
.
Era
trasfigurato
.
La
persona
,
forse
per
le
vesti
nere
,
pareva
più
sottile
.
Il
viso
pallido
,
scarno
,
spirava
dalla
fronte
,
fatta
più
alta
,
una
dignità
,
una
gravità
,
una
dolcezza
triste
,
che
Jeanne
non
gli
aveva
conosciute
mai
.
E
gli
occhi
erano
del
tutto
altri
occhi
,
avevano
un
inesprimibile
divino
,
tanta
umiltà
e
tanto
impero
,
l
'
impero
di
un
amore
trascendente
,
originario
non
del
suo
cuore
ma
di
una
mistica
fonte
ad
esso
interna
,
di
un
amore
oltrepassante
il
cuore
di
lei
,
ricercantele
più
addentro
una
recondita
regione
dell
'
anima
,
ignota
a
lei
stessa
.
Ella
giunse
lenta
lenta
le
mani
e
piegò
i
ginocchi
a
terra
.
Benedetto
si
recò
alle
labbra
l
'
indice
della
sinistra
e
tese
l
'
altro
alla
parete
fronteggiante
il
balcone
aperto
sui
carpineti
del
Francolano
e
sul
fragore
del
fiume
profondo
.
Nel
mezzo
della
parete
nereggiava
,
grande
,
la
parola
SILENTIUM
.
Per
secoli
,
da
quando
la
parola
era
stata
scritta
,
mai
voce
umana
si
era
udita
là
dentro
.
Jeanne
non
guardò
,
non
vide
.
A
lei
bastò
quell
'
indice
alle
labbra
di
Piero
per
serrar
le
sue
.
Ma
non
bastò
per
costringerle
il
pianto
in
gola
.
Guardava
guardava
lui
con
le
labbra
strette
e
le
sdrucciolavano
grosse
sul
viso
lagrime
silenziose
.
Immobile
,
pendenti
le
braccia
lungo
la
persona
,
Benedetto
chinò
un
poco
il
capo
e
chiuse
gli
occhi
,
assorto
nello
spirito
.
La
grande
,
nera
parola
imperatoria
,
grave
di
ombre
e
di
morte
,
trionfava
sulle
due
anime
umane
,
ruggendo
contro
a
lei
dal
balcone
lucente
le
anime
belluine
dell
'
Aniene
e
del
vento
.
A
un
tratto
,
pochi
secondi
dopo
che
gli
occhi
di
Benedetto
si
erano
chiusi
allo
sguardo
di
lei
,
ella
balenò
e
si
spezzò
,
dalle
spalle
alle
ginocchia
,
in
un
singhiozzo
amaro
di
tutta
l
'
amara
sua
sorte
.
Egli
aperse
allora
gli
occhi
,
la
guardò
dolcemente
,
ed
ella
ribevve
avida
il
suo
sguardo
,
ebbe
ancora
due
singhiozzi
,
quasi
di
dolorosa
gratitudine
.
E
perché
l
'
amato
si
recò
nuovamente
l
'
indice
alla
bocca
,
gli
accennò
del
capo
di
sì
,
di
sì
,
che
avrebbe
taciuto
,
che
si
sarebbe
chetata
.
Obbedendo
sempre
al
suo
gesto
,
al
suo
sguardo
,
si
alzò
in
piedi
,
si
fece
da
banda
,
lo
lasciò
passare
per
i
battenti
aperti
,
lo
seguì
umile
,
con
la
sua
speranza
morta
nel
petto
,
con
tanti
dolci
fantasmi
morti
nella
mente
,
con
il
suo
amore
fatto
tremore
e
venerazione
.
Lo
seguì
fino
alla
cappella
che
chiamano
la
chiesa
superiore
.
Colà
,
di
fronte
alle
tre
piccole
ogive
che
chiudono
interne
ombre
dove
si
disegna
un
altare
e
una
croce
di
argento
brilla
su
parvenze
fosche
di
pitture
antiche
,
Jeanne
s
'
inginocchiò
,
com
'
egli
accennolle
,
sull
'
inginocchiatoio
appoggiato
al
fianco
destro
della
grande
arcata
che
gira
sulla
volta
acuta
,
mentr
'
egli
s
'
inginocchiava
su
quello
appoggiato
al
fianco
sinistro
.
Sul
timpano
dell
'
arcata
un
pittore
del
secolo
XIV
ha
dipinto
il
poema
del
massimo
Dolore
.
Da
un
'
alta
finestra
di
sinistra
scendeva
la
luce
alla
Dolorosa
;
Benedetto
era
nell
'
ombra
.
La
voce
di
lui
mormorò
appena
udibilmente
:
"
Senza
fede
ancora
?
"
Sommesso
come
aveva
parlato
egli
e
senza
volgere
il
capo
,
ella
rispose
:
"Sì."
Egli
tacque
un
momento
e
poi
riprese
con
la
stessa
voce
:
"
La
desidera
?
Potrebbe
operare
come
se
credesse
in
Dio
?
"
"
Se
non
è
necessario
di
mentire
,
sì
.
"
"
Promette
di
vivere
per
i
miseri
e
per
gli
afflitti
,
come
se
ciascuno
di
essi
fosse
una
parte
dell
'
anima
da
Lei
amata
?
"
Jeanne
non
rispose
.
Era
troppo
veggente
e
troppo
leale
per
affermare
che
lo
poteva
.
"
Promette
di
farlo
"
riprese
Benedetto
"
se
io
prometto
di
chiamarla
presso
di
me
in
un
'
ora
fissa
dell
'
avvenire
?
"
Ella
non
sapeva
quale
ora
solenne
,
non
lontana
,
egli
pensasse
,
parlando
così
.
Rispose
palpitante
:
"
Sì
sì
.
"
"
In
quell
'
ora
La
chiamerò
"
disse
la
voce
nell
'
ombra
.
"
Però
non
cerchi
mai
rivedermi
prima
.
"
Jeanne
si
strinse
le
mani
sugli
occhi
,
rispose
un
"
no
"
soffocato
.
Le
pareva
di
turbinare
negli
angosciosi
sogni
di
una
febbre
mortale
.
Piero
non
parlava
più
.
Passarono
due
,
tre
minuti
.
Ella
si
levò
le
mani
dagli
occhi
lagrimosi
,
li
fissò
sulla
croce
che
brillava
là
in
faccia
,
oltre
gli
archetti
ogivali
,
sulle
fosche
parvenze
di
pitture
antiche
.
Mormorò
:
"
Sa
che
don
Giuseppe
Flores
è
morto
?
"
Silenzio
.
Jeanne
volse
il
capo
.
Nessuno
era
più
nella
chiesa
.
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
CAPITOLO
QUINTO
.
Il
Santo
.
I
.
La
luna
era
già
tramontata
e
nel
vento
della
tarda
sera
l
'
Aniene
discorreva
ora
forte
ora
piano
,
come
colui
che
parlando
concitato
ricorda
di
tratto
in
tratto
al
suo
interlocutore
cosa
da
non
lasciar
udire
ad
altri
.
Il
solo
forse
che
in
tutta
la
bella
conca
di
Subiaco
stesse
attento
al
suo
discorso
,
era
Giovanni
Selva
.
Seduto
presso
il
parapetto
della
terrazza
,
egli
vi
teneva
appoggiati
i
gomiti
e
guardava
silenzioso
nell
'
ombra
sonora
.
Maria
e
Noemi
uscite
anch
'
esse
a
goder
la
frescura
e
gli
aromi
selvaggi
del
vento
notturno
,
si
tenevano
in
disparte
.
Maria
sussurrò
una
parola
all
'
orecchio
della
sorella
,
che
uscì
.
Rimasta
sola
,
si
accostò
pian
piano
al
marito
,
gli
posò
un
bacio
sui
capelli
:
"
Giovanni
"
diss
'
ella
.
Quante
volte
,
oppressa
dalla
violenza
dell
'
amore
,
non
gli
aveva
ella
data
l
'
anima
sua
,
tutta
sé
stessa
,
in
questa
sola
parola
detta
sotto
voce
,
tutte
l
'
altre
essendo
manchevoli
,
per
lei
,
o
sciupate
da
troppe
labbra
!
Giovanni
rispose
mestamente
,
come
stanco
:
"Maria."
Non
sentendosi
più
il
viso
di
lei
sui
capelli
,
temette
di
esserle
parso
freddo
.
"
Cara
"
diss
'
egli
.
Ella
tacque
un
momento
e
posategli
ambedue
le
mani
sul
capo
,
prese
ad
accarezzarglielo
lentamente
,
dicendo
:
"
Beati
coloro
che
soffrono
per
la
Verità
.
"
Egli
si
voltò
con
un
sorridente
fremito
di
affetto
,
guardò
se
Noemi
fosse
ancora
presente
,
si
attirò
con
un
braccio
il
caro
viso
sulla
bocca
.
"
Ho
tanto
bisogno
di
te
,
"
disse
"
della
tua
forza
!
"
"
Sono
tua
per
questo
"
rispose
Maria
"
e
sono
forte
solo
perché
tu
mi
ami
.
"
Egli
le
prese
una
mano
,
la
baciò
,
riverente
.
"
Vedi
?
"
esclamò
poi
,
alzando
il
viso
.
"
Forse
non
sai
proprio
il
più
profondo
del
mio
soffrire
,
perché
è
una
cosa
oscura
anche
a
me
che
sono
vecchio
e
non
mi
conosco
ancora
.
Ci
pensavo
adesso
.
Pensavo
che
quando
si
soffre
di
una
ferita
la
causa
del
soffrire
si
vede
,
ma
quando
si
soffre
di
una
febbre
la
causa
è
oscura
così
e
non
si
arriva
mai
a
conoscerla
bene
.
"
Un
mese
non
era
ancora
trascorso
dalla
sera
della
riunione
in
cui
si
era
parlato
di
una
lega
fra
i
cattolici
progressisti
.
Nessuna
lega
n
'
era
venuta
fuori
ma
uno
strano
seguito
di
fatti
spiacevoli
non
poteva
ragionevolmente
attribuirsi
ad
altra
origine
.
Il
professore
Dane
era
stato
richiamato
in
Irlanda
dal
suo
arcivescovo
.
Egli
si
era
subito
recato
da
un
cardinale
di
curia
,
inglese
,
per
rappresentargli
le
sue
cattive
condizioni
di
salute
e
chiedergli
di
appoggiare
presso
l
'
Arcivescovo
una
domanda
di
dilazione
.
Sua
Eminenza
gli
aveva
aperto
gli
occhi
.
Il
colpo
era
venuto
da
Roma
dove
si
era
malissimo
disposti
verso
di
lui
.
Soltanto
per
un
riguardo
al
cardinale
stesso
,
amico
del
Dane
,
e
sopra
tutto
per
riguardo
al
governo
inglese
,
non
si
accontenterebbero
coloro
che
avrebbero
voluto
far
mettere
all
'
Indice
i
suoi
libri
e
costringer
lui
a
lasciare
la
cattedra
.
Il
cardinale
gli
aveva
consigliato
di
partire
da
Roma
,
dove
il
caldo
era
già
molesto
,
e
di
ammalarsi
un
po
'
più
sul
serio
a
Montecatini
o
a
Salsomaggiore
,
dove
lo
avrebbero
lasciato
tranquillo
.
Don
Clemente
non
si
era
più
visto
.
Giovanni
era
andato
a
trovarlo
a
Santa
Scolastica
,
dove
il
monaco
gli
aveva
significato
con
le
lagrime
agli
occhi
che
la
loro
amicizia
doveva
seppellirsi
come
un
tesoro
in
tempo
di
guerra
.
A
don
Paolo
Farè
,
che
teneva
in
Pavia
un
corso
di
religione
per
gli
adulti
,
era
stato
imposto
di
tacere
.
Il
giovane
di
Leynì
era
stato
colpito
per
mezzo
della
sua
famiglia
.
La
sua
pia
,
eccellente
madre
lo
aveva
supplicato
piangendo
,
in
nome
del
morto
padre
suo
,
di
rompere
con
i
pericolosi
amici
Selva
;
ed
egli
credeva
che
il
passo
le
fosse
stato
suggerito
dal
confessore
.
Aveva
resistito
ma
a
prezzo
della
sua
pace
domestica
.
Finalmente
,
un
periodico
clericale
aveva
pubblicato
tre
articoli
sull
'
opera
intera
di
Giovanni
,
riassumendo
parziali
lodi
temperate
e
parziali
biasimi
aspri
in
un
giudizio
severissimo
sul
carattere
,
secondo
il
censore
,
razionalistico
dell
'
opera
stessa
e
sulla
temerità
intollerabile
dell
'
autore
,
che
,
unicamente
armato
di
sapere
laico
,
aveva
osato
pubblicare
scritture
dove
il
difetto
di
scienza
teologica
si
rivelava
miseramente
.
In
sostanza
quegli
articoli
erano
una
terribile
condanna
preventiva
proprio
del
libro
che
Giovanni
stava
scrivendo
sui
fondamenti
razionali
della
morale
cristiana
,
e
preannunciavano
,
a
giudizio
degli
esperti
,
l
'
Indice
per
gli
altri
suoi
lavori
.
"
Dubiti
delle
tue
idee
?
"
disse
Maria
.
La
domanda
non
era
sincera
.
Ell
'
aveva
,
malgrado
il
suo
grande
amore
,
una
conoscenza
profonda
e
chiara
dell
'
animo
di
suo
marito
.
Pensava
che
soffrisse
nel
suo
interno
per
il
presentimento
di
una
condanna
ecclesiastica
.
Giovanni
poteva
parlare
con
disistima
di
certe
sentenze
della
Congregazione
dell
'
Indice
,
ma
la
sua
coscienza
,
riverente
verso
l
'
autorità
più
ch
'
egli
stesso
non
pensasse
,
si
turbava
,
secondo
Maria
,
più
ch
'
egli
stesso
non
volesse
,
del
minacciato
colpo
.
E
Maria
,
temendo
di
ferirlo
se
dicesse
"
hai
paura
?
"
aveva
simulato
un
altro
dubbio
per
aprirgli
la
via
di
confessare
spontaneamente
il
vero
.
La
risposta
di
Giovanni
la
sorprese
.
"
Sì
"
diss
'
egli
.
"
Dubito
di
me
.
Non
però
nel
modo
che
tu
credi
.
Dubito
di
essere
puramente
un
intellettuale
e
di
esagerarmi
l
'
importanza
,
davanti
a
Dio
,
delle
mie
idee
.
Dubito
di
non
viverle
,
le
mie
idee
.
Dubito
di
sentire
troppo
sdegno
contro
coloro
che
non
le
dividono
,
contro
dei
persecutori
che
dobbiamo
amare
,
contro
quell
'
abate
svizzero
che
venne
qua
con
Dane
e
poi
ha
probabilmente
parlato
di
ciò
che
si
è
detto
allora
tra
noi
,
dove
e
come
non
doveva
.
Dubito
di
condurre
una
vita
troppo
inoperosa
,
troppo
facile
,
troppo
piacevole
,
perché
a
me
lo
studio
è
piacevole
.
Dubito
del
mio
stesso
amore
di
Dio
perché
sento
troppo
poco
l
'
amore
del
prossimo
.
Mi
viene
in
mente
che
le
dolcezze
mistiche
mi
possono
addormentare
circa
questo
punto
.
Tu
,
Maria
,
tu
vivi
la
tua
fede
!
Tu
visiti
gl
'
infermi
,
tu
lavori
per
i
poveri
,
tu
conforti
,
tu
istruisci
.
Io
non
faccio
niente
.
"
"
Io
sono
tu
"
mormorò
Maria
.
"
Sei
tu
che
mi
hai
fatta
così
.
E
poi
tu
eserciti
la
carità
intellettuale
.
"
"
No
no
,
questa
è
per
me
una
parola
presuntuosa
!
"
Egli
ricadde
a
contemplare
in
silenzio
l
'
ombra
sonora
.
Maria
sapeva
che
veramente
il
sentimento
affettuoso
della
fraternità
umana
non
era
vivace
in
lui
.
Sentiva
,
non
volendolo
quasi
confessare
a
sé
stessa
,
che
questa
deficienza
toglieva
a
suo
marito
di
esercitare
con
successo
il
grande
apostolato
religioso
che
avrebbe
dovuto
rispondere
alle
sue
disposizioni
intellettuali
,
a
quella
fede
profonda
e
luminosa
ch
'
era
in
lui
frutto
d
'
ingegno
,
di
studio
,
di
amor
divino
più
che
di
tradizione
e
di
abitudine
.
Si
rimproverava
di
essersi
qualche
volta
compiaciuta
della
freddezza
di
Giovanni
verso
gli
uomini
,
per
il
prezioso
sapore
che
ne
prendevano
i
tesori
di
affetto
dati
a
lei
.
Egli
aveva
però
la
coscienza
del
dovere
fraterno
e
mai
ella
non
lo
aveva
conosciuto
sordo
alla
preghiera
,
duro
al
dolore
altrui
.
Non
sentiva
e
quindi
non
amava
Dio
negli
uomini
,
ch
'
è
il
più
sublime
fuoco
della
carità
;
sentiva
e
amava
gli
uomini
in
Dio
,
ch
'
è
freddo
amore
,
come
di
un
fratello
buono
al
fratello
soltanto
per
compiacere
al
padre
.
Ma
quest
'
ultima
è
la
tempra
comune
anche
dei
cuori
umani
migliori
.
Quello
di
Giovanni
era
temprato
così
,
non
poteva
dare
la
carità
sublime
di
cui
umilmente
,
tristemente
si
conosceva
vôto
.
Maria
,
accarezzandogli
i
capelli
con
infinita
tenerezza
pia
,
sognava
che
fluisse
per
il
proprio
cuore
,
per
le
proprie
mani
a
quel
capo
la
soave
indulgenza
Divina
.
"
Sai
"
diss
'
ella
"
ti
offro
subito
io
un
'
opera
di
carità
che
avrà
molto
merito
.
C
'
è
Noemi
che
ha
ricevuto
una
lettera
della
sua
amica
Dessalle
e
dice
di
aver
bisogno
del
tuo
aiuto
.
"
"
Chiamala
"
diss
'
egli
.
Noemi
venne
.
Una
leggera
nube
era
passata
quel
giorno
fra
lei
e
Giovanni
.
Caso
raro
,
avevano
conversato
insieme
di
religione
.
Noemi
si
teneva
ciecamente
aggrappata
alla
propria
e
non
amava
discuterne
.
Malgrado
la
sua
tenerezza
per
Maria
,
il
suo
affettuoso
rispetto
per
Giovanni
,
temeva
di
piegare
,
se
esaminasse
le
ragioni
e
la
natura
del
proprio
credere
,
piuttosto
verso
lo
scetticismo
di
Jeanne
che
verso
il
cattolicismo
liberale
e
progressista
dei
Selva
.
Questo
cattolicismo
le
pareva
una
cosa
ibrida
e
forse
aveva
appreso
da
Jeanne
a
giudicarlo
così
,
perché
Jeanne
,
in
qualche
momento
di
cattiveria
nervosa
,
difendeva
con
acrimonia
il
proprio
scetticismo
da
quella
fede
che
per
essere
luminosa
di
spirito
e
verità
poteva
riuscirgli
formidabile
.
Ell
'
era
poi
anche
sempre
in
sospetto
,
non
di
sua
sorella
,
ma
di
Giovanni
che
meditasse
di
convertirla
;
e
il
sospetto
era
trapelato
,
quel
giorno
,
discorrendo
i
due
della
confessione
,
nella
vivacità
di
qualche
risposta
.
Allora
Giovanni
le
aveva
dolcemente
e
gravemente
ricordato
che
l
'
errore
accolto
senz
'
averne
coscienza
,
col
desiderio
sincero
e
puro
della
verità
,
era
incolpevole
davanti
a
Dio
;
ma
che
se
un
sentimento
estraneo
a
quel
desiderio
avesse
parte
nella
ripulsa
della
verità
,
ne
sorgeva
il
peccato
.
Questo
argomento
ferì
Noemi
ancora
più
addentro
.
Ella
fu
per
domandare
al
cognato
i
suoi
titoli
di
vice
-
giudice
divino
.
Si
contenne
e
lasciò
cadere
il
discorso
.
Più
tardi
,
ripensandoci
,
ebbe
rimorso
del
suo
silenzio
imbronciato
;
non
tanto
perché
le
ultime
parole
di
Giovanni
avessero
fatto
cammino
nella
sua
mente
,
quanto
perché
sapeva
dei
dispiaceri
che
le
opinioni
religiose
da
lui
professate
gli
fruttavano
,
perché
lo
vedeva
abbattuto
di
spirito
.
Anche
per
questo
,
richiamata
da
lui
,
pregata
da
sua
sorella
d
'
essergli
molto
affettuosa
,
ella
si
risolse
a
una
infedeltà
verso
Jeanne
.
Di
quanto
Jeanne
le
aveva
scritto
sotto
il
suggello
del
segreto
,
si
era
aperta
con
Maria
solo
fino
al
confine
dello
stretto
necessario
.
Jeanne
,
sempre
malata
di
corpo
e
di
spirito
,
aveva
udito
parlare
del
Santo
di
Jenne
che
guariva
i
corpi
e
le
anime
,
la
pregava
di
recarsi
a
Jenne
,
di
vedere
questo
Santo
,
di
scrivergliene
qualche
cosa
.
Ora
Noemi
non
poteva
andare
a
Jenne
tutta
sola
,
doveva
pur
chiedere
a
Giovanni
di
accompagnarla
.
La
sua
prima
confidenza
si
era
fermata
qui
.
Adesso
ruppe
tutti
i
suggelli
dell
'
amicizia
e
parlò
.
La
povera
Dessalle
era
più
infelice
che
mai
.
Nel
breve
soggiorno
a
Subiaco
aveva
incontrato
l
'
antico
amante
.
Esclamazione
di
Giovanni
:
era
dunque
proprio
don
Clemente
?
No
,
era
l
'
uomo
venuto
alla
villa
col
padre
la
sera
dell
'
arrivo
di
Jeanne
,
il
garzone
ortolano
di
Santa
Scolastica
,
colui
che
non
era
più
al
monastero
,
colui
del
quale
si
parlava
già
in
tutta
la
valle
dell
'
Aniene
,
e
anche
a
Roma
,
come
del
Santo
di
Jenne
.
Noemi
si
scusò
di
non
averlo
detto
subito
,
allora
.
Guai
se
Jeanne
fosse
venuta
a
saperlo
,
dopo
le
sue
proibizioni
di
parlare
!
E
poi
non
serviva
.
Giovanni
prese
quasi
furtivamente
una
mano
di
sua
moglie
e
se
la
recò
alle
labbra
.
Maria
intese
e
sorrise
.
Ambedue
assalirono
Noemi
di
domande
.
Sì
,
lo
aveva
riconosciuto
la
sera
dell
'
arrivo
e
adesso
Giovanni
e
Maria
potevano
intendere
il
perché
di
quel
tramortimento
che
si
era
visto
.
L
'
incontro
era
poi
avvenuto
l
'
indomani
al
Sacro
Speco
.
Noemi
ne
sapeva
soltanto
che
le
speranze
di
lei
n
'
erano
state
distrutte
,
ch
'
egli
vestiva
da
monaco
e
aveva
parlato
come
un
uomo
datosi
a
Dio
per
sempre
,
ch
'
ella
gli
aveva
promesso
di
dedicarsi
ad
opere
di
carità
e
che
nessuna
relazione
diretta
era
più
possibile
fra
loro
.
Adesso
la
Dessalle
scriveva
da
villa
Diedo
,
il
soggiorno
veneto
dove
si
era
ricondotta
col
fratello
da
Roma
,
due
giorni
dopo
aver
lasciato
Subiaco
.
Scriveva
in
un
'
ora
di
amarissimo
sconforto
.
Il
fratello
,
sorpreso
ch
'
ella
si
occupasse
tanto
de
'
poveri
,
s
'
irritava
di
questa
novità
nei
suoi
pensieri
e
nella
sua
vita
.
Largheggiasse
di
denaro
,
se
le
piaceva
,
quanto
le
piaceva
!
Farsi
venire
una
fila
di
pezzenti
in
casa
,
visitarli
nei
loro
tugurii
,
no
!
Questo
era
sciocco
,
era
inutile
,
era
noioso
,
era
ridicolo
,
era
pazzesco
,
era
clericale
.
C
'
erano
altre
difficoltà
.
Ell
'
avrebbe
desiderato
entrare
nelle
associazioni
femminili
caritatevoli
della
città
.
Al
contatto
della
signora
che
aveva
tanto
fatto
parlare
di
sé
per
Maironi
,
che
se
pure
andava
qualche
volta
in
chiesa
la
domenica
però
non
adempiva
il
precetto
pasquale
,
esse
indietreggiavano
chiudendosi
in
sé
stesse
come
sensitive
.
E
finalmente
anche
le
sue
abitudini
di
dama
oziosa
si
ricomponevano
via
via
dopo
il
primo
strappo
a
impedirle
il
nuovo
cammino
,
tanto
più
pronte
quanto
più
il
cammino
si
faceva
difficile
.
Sentiva
di
dover
soccombere
se
non
le
venisse
una
parola
di
consiglio
,
di
aiuto
da
lui
.
Vederlo
non
poteva
,
scrivere
non
osava
perché
certamente
egli
aveva
inteso
vietare
anche
questo
ed
ella
sarebbe
morta
piuttosto
che
fargli
cosa
sgradita
,
potendo
evitarlo
.
Aveva
letto
una
corrispondenza
romana
del
Corriere
sul
"
Santo
di
Jenne
"
dove
si
diceva
che
il
Santo
era
giovine
e
aveva
lavorato
da
bracciante
nell
'
orto
di
Santa
Scolastica
.
Era
lui
,
dunque
!
Supplicava
Noemi
di
andare
a
Jenne
,
di
chiedergli
per
lei
l
'
elemosina
di
un
conforto
.
Noemi
era
risoluta
di
andare
.
Vorrebbe
Giovanni
accompagnarla
?
Nel
tôno
umile
col
quale
lo
chiese
Giovanni
sentì
una
tacita
offerta
di
scuse
e
di
pace
,
le
stese
la
mano
.
"
Di
tutto
cuore
"
diss
'
egli
.
Maria
si
offerse
per
terza
compagna
.
Fu
stabilito
di
andare
l
'
indomani
,
a
piedi
,
e
di
partire
alle
cinque
del
mattino
per
non
avere
il
sole
ardente
sulla
costa
di
Jenne
,
nuda
e
scoscesa
.
Poi
si
parlò
del
Santo
.
Tutta
la
valle
ne
era
piena
.
La
corrispondenza
letta
dalla
Dessalle
diceva
che
una
quantità
di
gente
affluiva
a
Jenne
per
vedere
e
udire
il
Santo
,
che
si
proclamavano
guarigioni
miracolose
operate
da
lui
,
che
i
benedettini
raccontavano
con
ammirazione
la
vita
di
penitenza
e
di
preghiera
ch
'
egli
aveva
condotto
per
tre
anni
lavorando
nell
'
orto
di
Santa
Scolastica
.
A
Subiaco
si
raccontava
ben
altro
.
Un
tale
Torquato
,
guardaboschi
,
brav
'
uomo
,
parente
della
domestica
dei
Selva
,
aveva
detto
a
costei
di
essere
andato
a
Jenne
con
un
forestiere
,
una
specie
di
poeta
,
venuto
da
Roma
per
parlare
al
Santo
.
Nell
'
andata
e
nel
ritorno
aveva
veduto
,
tutt
'
assieme
,
forse
una
cinquantina
di
persone
che
si
recavano
a
Jenne
per
lo
stesso
scopo
.
Fior
di
signori
,
anche
;
sulla
costa
di
Jenne
una
processione
di
donne
che
cantavano
le
litanie
.
A
Jenne
aveva
saputo
tutta
la
storia
.
Una
notte
l
'
arciprete
di
Jenne
aveva
sognato
un
globo
di
fuoco
sulla
grande
croce
piantata
a
sommo
della
costa
e
questo
globo
di
fuoco
aveva
acceso
la
croce
che
ardeva
e
splendeva
senza
consumarsi
,
illuminava
tutte
le
montagne
e
le
valli
.
Il
giorno
di
poi
egli
si
era
visto
capitare
un
giovine
vestito
da
converso
benedettino
,
che
aveva
l
'
incarico
di
recargli
una
lettera
.
Questa
lettera
era
dell
'
Abate
di
Santa
Scolastica
e
diceva
:
"
Vi
mando
un
angelo
di
fuoco
ardente
che
farà
parlare
di
Jenne
in
tutto
l
'
universo
mondo
.
"
Anche
vi
era
scritto
che
questo
giovine
era
nato
principe
grande
di
sangue
di
re
,
e
che
per
servire
Dio
in
umiltà
si
era
fatto
ortolano
per
tre
anni
a
Santa
Scolastica
.
E
l
'
arciprete
si
era
come
impazzito
per
la
commozione
di
questo
fuoco
sognato
e
di
questo
fuoco
arrivato
,
e
gli
era
venuta
una
grandissima
febbre
.
L
'
indomani
era
giorno
di
festa
.
Degli
altri
due
preti
che
stanno
a
Jenne
uno
era
infermo
e
l
'
altro
se
n
'
era
andato
a
Filettino
due
giorni
prima
per
vedere
sua
madre
inferma
.
La
fantesca
del
parroco
aveva
raccontato
nel
paese
di
questo
benedettino
e
del
sogno
e
ogni
cosa
.
La
gente
del
paese
era
andata
in
chiesa
per
udir
la
messa
del
benedettino
che
avean
veduto
entrarvi
,
e
non
voleva
credere
che
il
benedettino
non
dicesse
messa
.
Volevano
che
almeno
predicasse
,
malgrado
le
sue
proteste
di
non
averne
il
diritto
in
chiesa
;
e
,
presolo
in
mezzo
,
gli
facevano
tanta
ressa
intorno
ch
'
egli
aveva
accennato
con
la
mano
di
uscire
della
chiesa
promettendo
ai
vicini
di
parlare
fuori
.
E
fuori
aveva
parlato
.
Che
avesse
propriamente
detto
,
la
fantesca
non
l
'
aveva
saputo
dire
a
Maria
,
né
Maria
l
'
aveva
poi
potuto
cavar
bene
a
Torquato
.
Un
po
'
interrogando
,
un
po
'
immaginando
,
ella
si
ricostituì
il
suo
discorso
così
:
Potete
voi
entrare
in
chiesa
?
Siete
voi
riconciliati
con
i
vostri
fratelli
?
Sapete
cosa
Vi
dice
il
Signore
Gesù
con
questa
parola
che
non
si
può
avvicinarsi
all
'
altare
senza
essersi
riconciliati
con
i
fratelli
?
Sapete
che
non
potete
entrare
in
chiesa
se
avete
mancato
contro
la
carità
e
la
giustizia
e
non
ne
avete
fatto
ammenda
,
o
non
ne
siete
pentiti
quando
nessuna
ammenda
è
possibile
?
Sapete
che
non
Vi
è
lecito
di
entrare
in
chiesa
se
nutrite
qualche
rancore
verso
i
fratelli
vostri
non
solo
,
ma
pure
se
avete
fatto
torto
loro
in
qualunque
modo
,
negl
'
interessi
o
nel
'
onore
,
se
avete
detto
loro
ingiuria
,
se
portate
nel
cuore
desiderii
disonesti
contro
i
loro
corpi
e
le
loro
anime
?
Sapete
che
tutte
le
messe
,
le
benedizioni
,
i
rosarii
,
le
litanie
contano
meno
che
niente
se
voi
prima
non
vi
purificate
il
cuore
secondo
la
parola
di
Gesù
?
Siete
voi
immondi
di
odio
,
d
'
impurità
?
Andate
,
Gesù
non
vi
vuole
in
chiesa
!
Ma
che
!
diceva
Torquato
.
Il
discorso
era
niente
,
era
la
voce
,
era
il
viso
,
erano
gli
occhi
!
Il
buon
uomo
ne
parlava
come
se
vi
ci
fosse
trovato
.
Allora
la
gente
,
giù
,
in
ginocchio
,
e
pianti
;
e
certe
donne
,
nemiche
fra
loro
,
ad
abbracciarsi
.
Già
non
c
'
erano
che
donne
e
vecchi
perché
gli
uomini
di
Jenne
son
tutti
pecorai
a
Nettuno
e
ad
Anzio
,
e
prima
della
fine
di
giugno
non
ritornano
alla
montagna
.
Il
Santo
,
vedutili
così
contriti
,
aveva
detto
:
entrate
,
inginocchiatevi
,
Iddio
è
dentro
di
voi
,
adoratelo
in
silenzio
.
La
gente
era
entrata
,
una
moltitudine
.
Eran
caduti
in
ginocchio
,
tutti
,
e
per
un
quarto
d
'
ora
,
Torquato
raccontava
così
,
si
sarebbe
udita
,
in
quella
grande
chiesa
,
una
mosca
volare
.
Poi
il
Santo
aveva
intonato
il
"
Padre
nostro
"
a
voce
alta
e
,
seguito
dal
popolo
,
lo
aveva
recitato
lentamente
sostando
a
ogni
versetto
.
E
Torquato
raccontava
che
l
'
arciprete
,
udito
tutto
questo
,
aveva
baciato
il
suo
ospite
e
nel
baciarlo
era
guarito
della
febbre
.
Ecco
portare
infermi
al
Santo
,
in
canonica
,
perché
li
benedica
e
li
sani
.
Egli
non
voleva
ma
quanti
riuscivano
a
toccargli
,
magari
di
furto
,
la
tonaca
,
guarivano
.
E
tanti
andavano
a
lui
per
consiglio
.
C
'
era
stato
un
miracolo
grande
di
una
mula
imbizzarrita
sulla
discesa
della
costa
,
ch
'
era
per
gittare
il
suo
cavaliere
sulle
pietre
in
vista
del
Santo
,
il
quale
saliva
dall
'
Infernillo
portando
acqua
.
Il
Santo
aveva
stesa
la
mano
e
la
mula
si
era
chetata
sull
'
atto
.
Il
racconto
del
guardaboschi
fu
riferito
da
Maria
.
"
Che
tutto
sia
vero
come
il
principe
di
sangue
reale
?
"
disse
Noemi
.
"
Domani
si
saprà
"
rispose
Giovanni
,
alzandosi
.
II
.
Partirono
verso
le
sei
,
col
cielo
coperto
e
un
venticello
fresco
,
fragrante
di
bosco
e
di
montagna
,
vivo
di
vocine
allegre
di
uccelli
,
purificatore
anche
dell
'
anima
.
Ai
bagni
di
Nerone
presero
la
mulattiera
ch
'
entra
nella
stretta
gola
verde
risalendo
la
destra
dell
'
Aniene
.
Si
lasciarono
a
sinistra
,
in
alto
,
Santa
Scolastica
,
il
Sacro
Speco
,
la
Casa
del
Beato
Lorenzo
,
bianca
sotto
lo
scoglio
ferrigno
.
Si
lasciarono
a
destra
il
ponte
della
Scalilla
,
una
trave
gettata
alla
sinistra
sponda
selvaggia
del
turbolento
fiumicello
.
Parlarono
molto
,
per
la
via
,
di
questo
strano
Santo
.
Giovanni
si
stupiva
che
don
Clemente
non
gli
avesse
detto
nulla
,
in
passato
,
della
qualità
di
quel
garzone
ortolano
.
Gli
piaceva
il
discorsino
in
piazza
.
Eran
cose
di
cui
aveva
parlato
con
don
Clemente
,
mostrandogli
come
quella
parola
di
Gesù
non
sia
affatto
praticata
né
insegnata
a
dovere
,
come
i
cristiani
migliori
non
l
'
applichino
che
all
'
uso
dei
sacramenti
,
come
se
i
fedeli
sapessero
di
non
poter
entrare
in
chiesa
senz
'
avere
il
cuore
puro
,
il
popolo
cristiano
sarebbe
veramente
di
esempio
al
mondo
e
non
si
oserebbe
affermare
che
la
moralità
è
presso
a
poco
la
stessa
dappertutto
e
non
dipende
dalle
credenze
.
Gli
piaceva
molto
anche
il
"
Padre
nostro
"
recitato
in
chiesa
così
.
Non
gli
piacevano
invece
i
miracoli
;
dubitava
di
una
debolezza
dell
'
uomo
che
non
sapesse
romperla
risolutamente
con
la
superstizione
popolare
a
lui
lusinghiera
.
Che
poteva
dire
Noemi
del
carattere
di
quest
'
uomo
?
Quale
concetto
se
n
'
era
fatto
per
le
confidenze
di
Jeanne
?
Noemi
s
'
imbarazzò
.
Tutto
quello
che
ne
aveva
udito
da
Jeanne
la
persuadeva
che
Maironi
si
fosse
condotto
male
con
essa
,
che
non
l
'
avesse
veramente
amata
mai
;
e
le
suggeriva
in
pari
tempo
una
curiosità
intellettuale
che
,
combattuta
,
ritornava
sempre
:
la
curiosità
di
sapere
se
quell
'
uomo
avrebbe
amato
lei
meglio
di
Jeanne
.
Rispose
che
il
carattere
di
Maironi
era
per
lei
un
enigma
.
E
l
'
intelligenza
?
E
la
cultura
?
Dell
'
intelligenza
né
della
cultura
non
poteva
dir
nulla
;
però
,
se
una
donna
come
Jeanne
Dessalle
lo
aveva
tanto
amato
,
doveva
essere
intelligente
e
colto
.
E
le
sue
idee
religiose
di
una
volta
?
A
quest
'
ultima
domanda
Noemi
rispose
che
da
certi
fatti
di
cui
le
aveva
parlato
Jeanne
,
dalla
influenza
decisiva
che
le
tradizioni
religiose
di
famiglia
avevano
esercitato
sopra
di
lui
,
secondo
Jeanne
,
in
una
crisi
del
loro
amore
,
ell
'
arguiva
che
fosse
allora
un
cattolico
della
vecchia
scuola
,
non
un
cattolico
...
Qui
,
Noemi
s
'
interruppe
,
arrossì
e
sorrise
.
Sorrise
anche
Giovanni
.
Invece
Maria
si
oscurò
un
poco
.
Il
discorso
cadde
.
Camminarono
per
alquanto
tempo
in
silenzio
,
solo
scambiando
un
saluto
con
qualche
montanaro
che
scendeva
ai
mulini
di
Subiaco
sul
mulo
carico
di
grano
.
Sostarono
a
riposare
sul
prato
di
S
.
Giovanni
che
parte
quel
di
Subiaco
da
quel
di
Jenne
.
Il
Beato
Lorenzo
,
bianco
sotto
lo
scoglio
ferrigno
,
li
guardava
alle
spalle
oramai
,
dall
'
alto
.
Lumi
di
sole
,
rotte
le
nuvole
,
doravano
i
monti
,
e
la
piccola
compagnia
,
pensando
alla
costa
bruciata
di
Jenne
,
si
rimetteva
in
cammino
quando
la
incontrò
il
medico
di
Jenne
che
riconobbe
Maria
per
averla
veduta
,
tempo
addietro
,
in
casa
di
un
collega
di
Subiaco
.
Salutò
,
trattenne
la
sua
mula
,
sorridendo
.
"
Loro
signori
vanno
a
Jenne
?
Vanno
a
vedere
il
Santo
?
Troveranno
gran
gente
,
oggi
.
"
Gran
gente
?
Noemi
è
seccata
perché
teme
di
non
poter
vedere
Maironi
a
suo
agio
,
i
Selva
son
curiosi
di
sapere
.
Perché
,
gran
gente
?
Perché
vogliono
il
Santo
a
Filettino
,
lo
vogliono
a
Vallepietra
,
a
Trevi
,
e
le
donne
di
Jenne
intendono
averlo
per
sé
.
"
Tutto
per
farmi
riposare
!
"
soggiunse
il
medico
.
"
E
anche
per
far
riposare
il
farmacista
.
Oggi
il
medico
è
il
benedettino
e
la
farmacia
è
la
sua
tonaca
.
"
E
raccontò
che
quel
giorno
doveva
venir
gente
da
Filettino
,
gente
da
Vallepietra
,
gente
da
Trevi
per
parlamentare
con
Jenne
,
venire
a
un
accordo
e
dividersi
il
Santo
.
"
Chi
sa
se
non
si
bastoneranno
!
"
Intanto
a
Jenne
c
'
erano
già
i
carabinieri
.
"
Anche
lei
lo
chiama
"
il
Santo
"
?
"
disse
Maria
.
"
Eh
!
"
rispose
il
medico
,
ridendo
.
"
Così
lo
chiaman
tutti
.
Meno
però
chi
lo
chiama
il
Diavolo
,
perché
adesso
a
Jenne
c
'
è
anche
di
questi
.
"
Sorpresa
.
Questa
era
nuova
.
Chi
lo
chiamava
il
Diavolo
?
E
perché
?
"
Eh
!
"
Il
medico
fece
il
viso
del
furbo
che
la
sa
lunga
e
non
la
vuole
dire
tutta
.
"
Ma
!
"
diss
'
egli
"
ci
sono
due
preti
di
Roma
che
villeggiano
a
Jenne
;
due
preti
,
due
preti
...
!
Son
fini
di
molto
.
Cosa
pensino
del
Santo
a
me
non
l
'
hanno
detto
,
ma
intanto
l
'
arciprete
s
'
è
tirato
molto
indietro
e
qualche
altro
pure
.
Quella
è
gente
che
lavora
.
Non
si
vede
ma
lavora
.
Sono
insetti
...
non
per
dirne
male
!
Anzi
,
forse
,
in
questo
caso
,
per
dirne
bene
!...Sono
insetti
che
quando
si
mettono
ad
ammazzare
una
pianta
non
toccano
i
frutti
,
non
toccano
i
fiori
,
non
toccano
le
foglie
,
sto
per
dire
non
toccano
neanche
le
radici
perché
un
beveraggio
li
arriverebbe
,
un
colpo
di
zappa
li
scoprirebbe
e
loro
non
vogliono
essere
arrivati
,
non
vogliono
essere
veduti
.
Si
ficcano
nel
midollo
.
Ora
ci
stanno
,
nel
midollo
.
Andrà
un
mese
,
andranno
due
,
la
pianta
deve
seccare
e
seccherà
.
"
"
Ma
Lei
"
domandò
Maria
"
cosa
ne
pensa
?
Quest
'
uomo
si
spaccia
proprio
per
un
santo
?
È
contento
che
della
gente
superstiziosa
se
lo
disputi
così
?
È
vero
che
ha
guarito
degli
ammalati
?
"
Mentr
'
ella
parlava
il
medico
rideva
sempre
.
"
Io
rido
"
rispose
.
"
È
un
caso
di
psicopatia
mistica
contagiosa
.
Scusino
,
devo
trovarmi
a
Subiaco
alle
otto
.
Buon
divertimento
!
"
Dato
il
colpo
del
suo
malanimo
,
scosse
le
redini
al
mulo
,
e
se
n
'
andò
per
paura
di
dover
mostrare
come
colpissero
le
sue
ragioni
.
Noemi
,
la
più
commossa
dei
tre
per
l
'
atteso
incontro
con
l
'
uomo
amato
da
Jeanne
,
incominciava
a
sentirsi
stanca
.
Una
seconda
sosta
si
fece
a
piedi
della
costa
di
Jenne
,
sulle
ghiaie
rigate
dai
sottili
rivoletti
che
vanno
al
fiume
dalla
grotta
dell
'
Infernillo
.
Ecco
sopraggiungere
qualcuno
alle
loro
spalle
.
Che
sorpresa
e
che
gioia
!
Don
Clemente
!
Anche
il
bel
volto
del
padre
si
accese
.
Egli
amava
e
riveriva
Giovanni
Selva
come
un
grande
cristiano
,
aveva
talvolta
a
difendersi
contro
la
tentazione
di
giudicar
il
suo
superiore
,
l
'
Abate
,
che
gli
aveva
interdetto
di
visitarlo
,
contro
la
tentazione
di
appellarsi
dall
'
Abate
a
Qualcuno
maggiore
degli
Abati
e
anche
dei
Pontefici
,
interno
all
'
anima
sua
.
Ora
Questi
gli
disse
nell
'
anima
:
"
l
'
incontro
è
mio
dono
"
e
il
monaco
si
unì
lieto
agli
amici
.
Maria
lo
presentò
a
Noemi
ed
egli
arrossì
ancora
nel
riconoscere
la
persona
che
aveva
scambiato
per
la
persecutrice
di
Benedetto
.
"
E
la
sua
amica
?
"
diss
'
egli
,
tremando
di
apprendere
che
fosse
lì
presso
.
Rassicurato
,
lampeggiò
di
sollievo
nel
viso
.
Noemi
ne
sorrise
ed
egli
,
avvedutosene
,
rimase
confuso
.
Sorrisero
anche
gli
altri
ma
nessuno
parlò
.
Il
primo
a
rompere
il
silenzio
fu
Giovanni
.
Certo
don
Clemente
andava
a
Jenne
come
loro
?
E
forse
ci
andava
per
lo
stesso
scopo
,
per
vedere
la
stessa
persona
,
l
'
ortolano
,
eh
,
l
'
ortolano
di
quella
sera
?
Ah
don
Clemente
,
don
Clemente
!
Sì
,
don
Clemente
andava
pure
a
Jenne
,
ci
andava
per
vedere
Benedetto
.
E
quanto
all
'
ortolano
,
si
scusò
.
Inganno
non
c
'
era
stato
,
c
'
era
stato
il
desiderio
che
le
due
anime
si
avvicinassero
senza
violenza
,
nel
modo
più
spontaneo
,
senza
raccomandazioni
e
informazioni
preventive
.
Preso
a
salire
insieme
la
costa
,
parlarono
di
Benedetto
.
Noemi
,
dimentica
della
stanchezza
,
pendeva
dalle
labbra
del
padre
,
e
il
padre
,
appunto
per
questo
,
parlava
così
poco
e
così
circospetto
ch
'
ella
ne
fremeva
d
'
impazienza
,
e
in
breve
si
sentì
stanca
da
capo
.
Prese
il
braccio
di
Maria
,
lasciò
che
don
Clemente
si
dilungasse
con
suo
cognato
.
Allora
don
Clemente
confidò
a
Giovanni
che
aveva
una
missione
penosa
.
Pareva
che
qualcuno
avesse
scritto
a
Roma
da
Jenne
in
modo
ostile
a
Benedetto
,
accusandolo
di
tenere
discorsi
non
perfettamente
ortodossi
,
di
spacciarsi
per
taumaturgo
e
di
vestire
senza
diritto
un
abito
religioso
che
rendeva
gravissimo
lo
scandalo
.
Certo
da
Roma
era
stato
scritto
all
'
Abate
e
l
'
Abate
aveva
dato
l
'
incarico
a
lui
,
don
Clemente
,
di
recarsi
a
Jenne
e
di
chiedere
a
Benedetto
la
restituzione
dell
'
abito
.
Don
Clemente
aveva
cercato
invano
dissuadere
il
vecchio
Abate
che
se
l
'
era
cavata
con
una
barzelletta
:
"
leggete
il
Vangelo
,
la
Passione
secondo
S
.
Marco
:
chi
segue
Cristo
quando
tutti
lo
abbandonano
bisogna
che
ci
rimetta
l
'
abito
.
È
un
segno
di
santità
.
"
E
poiché
qualcuno
doveva
portare
questo
messaggio
a
Jenne
,
don
Clemente
preferì
di
portarlo
egli
.
Aveva
poi
anche
ricevuto
una
strana
lettera
dell
'
arciprete
di
Jenne
.
L
'
arciprete
,
brav
'
uomo
ma
timido
,
gli
aveva
scritto
che
Benedetto
,
a
suo
avviso
,
era
veramente
un
pio
cristiano
ma
che
discorreva
troppo
di
religione
alla
gente
e
che
i
suoi
discorsi
avevano
qualche
volta
un
certo
sapore
di
quietismo
e
di
razionalismo
;
che
lo
si
accusava
di
esercitare
a
profitto
delle
sue
idee
non
tanto
ortodosse
un
potere
diabolico
;
che
l
'
accusa
era
sicuramente
falsa
ma
ch
'
egli
non
aveva
potuto
,
per
prudenza
,
tenerlo
ancora
presso
di
sé
,
che
forse
il
miglior
partito
sarebbe
per
lui
di
andarsene
in
qualche
paese
dove
non
fosse
conosciuto
e
viverci
quieto
.
Il
dialogo
fu
interrotto
da
una
chiamata
di
Maria
.
Noemi
,
spossata
dal
sole
ardente
,
presa
da
palpitazione
,
aveva
bisogno
di
un
'
altra
sosta
.
Le
signore
si
erano
sedute
all
'
ombra
di
un
sasso
.
Don
Clemente
si
congedò
.
Si
sarebbero
riveduti
a
Jenne
!
Maria
era
molto
angustiata
per
sua
sorella
,
si
rimproverava
in
cuor
suo
di
non
essersi
opposta
a
che
venisse
a
piedi
.
Lei
e
Giovanni
tacevano
guardando
Noemi
che
sorrideva
loro
,
pallida
.
In
quel
deserto
di
montagne
senza
bellezza
,
su
quei
sassi
bruciati
dal
sole
,
il
silenzio
pesava
di
un
peso
mortale
.
Fu
per
tutti
e
tre
un
sollievo
di
udire
voci
di
viandanti
che
salivano
.
Erano
sei
o
sette
persone
,
avevano
seco
due
muli
e
salivano
cantando
il
rosario
.
Quando
furono
vicini
si
videro
sui
muli
una
giovinetta
e
un
uomo
,
sparuti
ambedue
,
quasi
cadaverici
.
La
giovinetta
,
visti
i
Selva
,
spalancò
gli
occhi
;
l
'
uomo
li
teneva
chiusi
.
Gli
altri
guardarono
con
certe
facce
compunte
,
continuando
le
preghiere
.
La
nenia
monotona
si
dilungò
insieme
al
calpestio
dei
muli
,
si
perdette
nell
'
alto
.
Poco
dopo
la
triste
processione
sopraggiunse
dal
basso
una
brigata
allegra
di
giovinotti
borghesi
che
ridevano
parlando
di
Quiriti
a
caccia
piuttosto
di
Sabine
che
di
Santi
.
Al
vedere
Giovanni
e
le
due
signore
ammutolirono
.
Passati
,
ripresero
a
ridere
e
a
scherzare
;
scherzarono
su
Giovanni
che
forse
era
il
Santo
fra
le
tentatrici
.
Una
grande
nube
dagli
orli
di
argento
,
la
prima
di
una
flotta
che
veleggiava
verso
ponente
,
oscurò
il
sole
;
e
Noemi
,
alquanto
rinfrancata
,
propose
di
approfittare
dell
'
ombra
per
rimettersi
in
via
.
Pochi
passi
sotto
la
croce
sognata
,
secondo
quel
Torquato
,
dall
'
arciprete
,
incontrarono
un
borghese
vestito
di
nero
che
scendeva
sul
mulo
.
"
Scusino
"
diss
'
egli
alle
signore
,
trattenendo
il
mulo
,
"
una
di
Loro
è
Sua
Eccellenza
la
duchessa
di
Civitella
?
"
Udita
la
risposta
,
si
scusò
dicendo
che
un
senatore
suo
amico
gli
aveva
raccomandata
questa
duchessa
,
da
lui
non
conosciuta
,
che
doveva
capitare
a
Jenne
per
vedere
il
Santo
.
"
Già
"
diss
'
egli
sorridendo
.
"
Forse
anche
Loro
.
Tutti
adesso
.
Una
volta
ci
venivano
a
vedere
un
Papa
.
Sicuro
.
A
Jenne
c
'
era
un
Papa
.
Alessandro
IV
.
Vedranno
l
'
iscrizione
.
"
Calores
aestivos
vitandi
caussa
.
"
Adesso
ci
vengono
per
un
Santo
.
Dovrebb
'
essere
più
che
un
Papa
.
Ho
paura
che
sia
meno
!
Hanno
visto
i
due
malati
?
Hanno
visto
gli
studenti
di
Roma
?
Eh
,
vedranno
altro
,
vedranno
altro
!
Ma
ho
paura
che
sia
meno
.
Buon
viaggio
a
Loro
signori
!
"
Oltrepassata
la
croce
,
montarono
in
faccia
al
cielo
aperto
,
fra
i
dorsi
verdi
pendenti
alla
conca
romita
di
Jenne
,
incoronata
là
di
fronte
dalla
povera
greggia
di
casupole
che
il
campanile
governa
.
Giovanni
era
stato
a
Jenne
altre
volte
e
non
gli
parve
diversa
perché
ora
vi
dimorasse
un
Santo
e
vi
si
operassero
miracoli
.
Sua
moglie
,
che
ci
veniva
per
la
prima
volta
,
ebbe
l
'
impressione
di
un
luogo
spirante
raccoglimento
religioso
per
quel
senso
di
altezza
non
suggerito
da
vedute
lontane
,
per
quel
cielo
profondo
dietro
il
villaggio
,
per
la
solitudine
,
per
il
silenzio
.
Noemi
pensò
con
pietà
profonda
alla
povera
lontana
Jeanne
.
III
.
L
'
oste
di
Jenne
,
un
brav
'
uomo
in
occhiali
,
nobilmente
cortese
,
che
conosceva
il
mondo
per
essere
stato
in
America
e
tuttavia
pareva
immune
delle
sue
corruzioni
,
parlò
di
Benedetto
ai
nuovi
arrivati
con
favore
,
in
sostanza
;
però
non
senza
certo
riserbo
diplomatico
.
Non
lo
chiamava
il
Santo
;
lo
chiamava
fra
Benedetto
.
I
Selva
seppero
da
lui
che
Benedetto
viveva
in
una
capanna
sua
,
lavorandogli
per
compenso
un
campicello
.
Chi
lo
volesse
vedere
doveva
aspettare
le
undici
.
Adesso
stava
falciando
l
'
erba
.
La
sua
vita
era
questa
.
Sull
'
alba
andava
alla
messa
dell
'
arciprete
.
Lavorava
fino
alle
undici
.
Mangiava
pane
,
erbe
,
frutta
,
non
beveva
che
acqua
.
Nel
pomeriggio
lavorava
per
niente
le
terre
delle
vedove
e
degli
orfani
.
La
sera
,
seduto
sulla
sua
porta
,
parlava
di
religione
.
Alle
dieci
e
mezzo
i
Selva
e
Noemi
andarono
a
veder
Sant
'
Andrea
,
la
chiesa
di
Jenne
,
accompagnati
dall
'
ostessa
,
bella
donna
poderosa
,
pulitissima
,
semplice
,
ilare
modestamente
.
Usciti
in
piazza
dal
dedaluccio
di
vicoletti
dov
'
è
l
'
osteria
,
vi
trovarono
gran
capannelli
di
donne
,
a
detta
dell
'
ostessa
,
forestiere
.
Ella
le
distingueva
dai
busti
,
dai
guarnelli
,
dalle
calzature
.
Queste
erano
di
Trevi
,
quelle
di
Filettino
,
quell
'
altre
di
Vallepietra
.
L
'
ostessa
entrò
in
un
forno
a
destra
della
chiesa
dove
parecchie
donne
di
Jenne
si
facevan
cuocere
le
stiacciate
,
ciascuna
la
propria
.
"
Forestiere
che
vogliono
parlare
al
nostro
Santo
"
diss
'
ella
a
Maria
.
Ella
non
diceva
"
Fra
Benedetto
"
come
il
marito
;
diceva
"
il
Santo
"
.
"
Non
a
lui
,
però
"
dichiarò
arrossendo
"
perché
lui
si
stizzisce
.
"
No
,
non
si
stizziva
veramente
,
perché
gli
era
un
Santo
;
ma
pregava
con
dolore
di
non
venir
chiamato
così
.
Nel
gran
chiesone
rovinoso
che
"
una
domenica
o
l
'
altra
"
diceva
l
'
ostessa
"
ce
schiaccia
tutti
come
topi
"
non
c
'
erano
che
i
due
malati
e
la
loro
compagnia
.
I
due
malati
erano
stati
adagiati
sul
pavimento
,
proprio
nel
mezzo
della
chiesa
,
con
due
guanciali
sotto
il
capo
.
I
loro
compagni
salmeggiavano
ginocchioni
e
non
guardarono
a
chi
entrava
,
continuarono
a
salmeggiare
.
"
Forse
li
hanno
condotti
per
farli
benedire
al
Santo
"
disse
l
'
ostessa
sotto
voce
"
ma
di
questo
il
Santo
ha
dolore
.
Non
vuole
.
Forse
cercheranno
di
toccargli
l
'
abito
di
soppiatto
e
questo
pure
è
difficile
,
ora
.
"
Quella
povera
gente
cessò
di
salmeggiare
e
una
donna
venne
a
domandare
all
'
ostessa
se
le
undici
fossero
suonate
.
Le
rispose
Maria
che
mancava
un
quarto
d
'
ora
e
le
domandò
degl
'
infermi
.
L
'
uomo
era
malato
di
febbri
,
da
due
anni
;
la
ragazza
,
sua
sorella
,
di
cuore
.
Venivano
dal
piano
di
Arcinazzo
,
una
strada
di
parecchie
ore
,
per
farsi
guarire
dal
Santo
di
Jenne
.
Una
donna
di
Arcinazzo
,
malata
di
cuore
,
era
guarita
giorni
prima
solo
con
toccargli
l
'
abito
.
Maria
e
Noemi
parlarono
agli
infermi
.
La
ragazza
era
fidente
.
L
'
uomo
,
che
tremava
di
febbre
,
pareva
fosse
esser
venuto
per
accontentare
i
suoi
,
per
provare
anche
questa
.
Aveva
molto
sofferto
del
viaggio
.
"
So
'
strade
per
andare
all
'
altro
mondo
"
diss
'
egli
"
e
la
guarigione
sarà
quella
.
"
Una
donna
,
forse
sua
madre
,
ruppe
in
pianto
e
lo
supplicò
di
pregare
,
di
raccomandarsi
a
Gesù
e
Maria
.
Le
due
signore
si
allontanarono
,
richiamate
da
Giovanni
per
un
tafferuglio
che
avveniva
sulla
piazza
fra
le
donne
e
quegli
studenti
che
avevano
oltrepassato
i
Selva
sulla
costa
di
Jenne
.
Gli
studenti
dovevano
avere
scherzato
male
sulla
devozione
loro
al
Santo
.
Erano
inviperite
.
Quelle
di
Jenne
sbucarono
dal
forno
.
Da
un
'
altra
parte
sbucarono
due
pennacchi
di
carabinieri
.
Noemi
e
Maria
entrarono
fra
le
donne
a
metter
pace
.
Giovanni
arringò
gli
studenti
che
ridevano
per
braveria
,
con
pericolo
di
peggio
.
Un
canto
suonò
dalla
chiesa
,
prima
velato
,
poi
,
aprendosi
la
porta
,
forte
:
"
Sancta
Maria
,
ora
pro
nobis
.
"
Comparvero
i
due
ammalati
.
La
ragazza
camminava
sorretta
,
l
'
uomo
era
portato
a
braccia
,
dalla
testa
e
dai
piedi
,
spenzolato
come
un
cadavere
.
E
anche
le
portatrici
cantavano
,
solenni
in
viso
:
"
Sancta
Virgo
virginum
,
ora
pro
nobis
.
"
Sulla
piazza
le
donne
caddero
ginocchioni
tutte
insieme
,
intorno
ai
carabinieri
sbalorditi
;
gli
studenti
ammutolirono
;
una
cavalcata
di
signori
e
signore
che
entrava
in
piazza
dalla
mulettiera
di
Val
d
'
Aniene
,
si
arrestò
.
Maria
prima
,
quindi
Noemi
,
tratte
a
terra
da
uno
spirito
che
metteva
loro
brividi
di
commozione
,
s
'
inginocchiarono
.
Giovanni
esitò
.
Quella
non
era
la
sua
fede
.
A
lui
sarebbe
parso
di
offendere
il
Creatore
e
Donatore
della
ragione
facendo
viaggiare
a
lungo
sul
mulo
degli
ammalati
perché
un
simulacro
,
una
reliquia
,
un
uomo
,
li
guarisse
miracolosamente
.
Però
era
fede
.
Era
,
dentro
un
rude
involucro
d
'
ignoranze
caduche
,
il
senso
,
negato
alle
menti
superbe
,
dell
'
ascosa
Verità
che
è
Vita
,
radio
misterioso
dentro
un
ammasso
di
minerale
impuro
.
Era
fede
,
era
incolpevole
errore
,
era
amore
,
era
dolore
,
era
un
che
visibile
degli
accolti
più
alti
misteri
dell
'
Universo
.
La
terra
stessa
e
la
grande
faccia
triste
della
chiesa
e
le
piccole
facce
umili
delle
casupole
intorno
alla
piazza
,
parevano
averne
intelletto
e
riverenza
.
Giovanni
si
vide
in
mente
la
immagine
di
una
morta
,
statagli
cara
,
che
aveva
creduto
così
,
un
'
aura
gelata
corse
anche
a
lui
nel
sangue
,
le
ginocchia
gli
si
piegarono
sotto
.
La
compagnia
degli
ammalati
passò
cantando
colla
faccia
levata
:
"
Mater
Christi
"
.
Le
donne
inginocchiate
risposero
colla
faccia
a
terra
:
"
Ora
pro
nobis
"
.
Poi
si
alzarono
e
seguirono
il
corteo
.
Intanto
tre
o
quattro
donne
di
Jenne
dissero
forte
:
"
Non
vole
!
Non
vole
!
"
Una
spiegò
a
Maria
che
il
Santo
non
voleva
gli
fossero
portati
infermi
.
Non
furono
ascoltate
e
seguirono
anche
loro
,
curiose
di
quel
che
sarebbe
.
Pure
i
Selva
,
sulle
prime
renitenti
,
si
mossero
dietro
a
Noemi
,
avida
.
Alle
loro
spalle
,
con
quel
giusto
intervallo
che
li
dimostrasse
spettatori
e
non
seguaci
,
si
avviarono
gli
studenti
.
Soli
,
assai
più
da
lontano
,
seguivano
i
carabinieri
,
ultima
coda
del
serpe
di
gente
,
che
guizzò
e
scomparve
dentro
un
fesso
dell
'
ammasso
di
casolari
fronteggianti
la
chiesa
.
Scomparve
,
si
torse
per
i
vicoletti
oscuri
dai
nomi
pomposi
,
che
riescono
a
un
'
altra
fronte
del
villaggio
,
la
più
misera
,
la
più
deforme
.
Ivi
,
sulla
ruina
sassosa
del
monte
,
male
affisse
ai
ronchioni
,
alle
lastre
della
roccia
,
sdrucciolano
in
basso
fra
i
ciottoli
le
stamberghe
ammassellate
.
Le
finestrine
nere
guardano
come
occhiaie
di
scheletri
il
silenzio
della
valle
profonda
,
chiusa
.
Le
porte
versano
sulla
ruina
scalini
diruti
.
Le
più
non
ne
hanno
che
tre
o
quattro
scheggioni
.
Qualcuna
n
'
è
rimasta
del
tutto
vedova
.
Quando
ci
si
è
a
fatica
inerpicati
dentro
si
trovan
caverne
senza
luce
né
aria
.
"
So
'
mali
passi
,
vigoli
cattivi
"
disse
alle
signore
dalla
sua
porta
una
vecchia
,
sorridendo
.
Una
di
questa
caverne
male
accessibili
era
la
dimora
di
Benedetto
.
Due
rivi
della
turba
,
rotta
nella
discesa
,
vi
si
riunirono
sotto
la
porta
aperta
.
Da
un
forno
lì
accanto
le
donne
uscirono
a
dire
che
Benedetto
non
c
'
era
.
La
turba
ondeggiò
intorno
ai
due
infermi
,
si
levarono
voci
di
lamento
.
Domande
ansiose
,
diversi
mormorii
risalirono
per
i
due
rivi
di
gente
su
all
'
altro
capo
della
processione
,
dove
non
si
era
inteso
il
perché
di
quei
gemiti
e
si
faceva
ressa
per
scendere
,
per
vedere
.
Forse
qualche
maggior
guaio
era
accaduto
agli
ammalati
,
fermi
nel
sole
ardente
.
Tre
studenti
scivolarono
giù
fra
le
donne
levandone
grugniti
di
male
parole
.
Ecco
,
una
donna
di
Jenne
ha
detto
:
"
Portateli
dentro
,
poverini
.
"
Sì
,
sì
,
dentro
,
dentro
!
Nella
casa
del
Santo
!
La
gente
si
aspetta
già
il
miracolo
dalle
pareti
fra
le
quali
egli
vive
,
dal
suolo
che
preme
,
dagli
arredi
pregni
della
sua
santità
.
Sul
letto
del
Santo
!
Sul
letto
del
Santo
!
Si
posano
delle
assicelle
sui
pietroni
smozzicati
che
salgono
alla
porta
di
Benedetto
,
i
due
infermi
sono
tra
spinti
e
portati
su
da
un
'
ondata
.
Eccoli
stesi
per
traverso
sul
giaciglio
del
Santo
.
L
'
ondata
empie
la
caverna
.
Tutti
cadono
ginocchioni
,
a
pregare
.
È
caverna
veramente
.
Un
fianco
intero
n
'
è
parete
giallastra
di
roccia
,
tagliata
per
isghembo
.
Si
cammina
sulla
terra
nuda
,
mal
calcata
.
Accanto
al
giaciglio
,
alto
due
palmi
,
è
un
focolare
.
Non
vi
son
finestre
,
ma
un
raggio
di
sole
,
entrato
per
il
camino
,
batte
,
celeste
fiamma
,
sulla
pietra
senza
cenere
del
focolare
.
Una
coperta
bruna
è
stesa
sul
letto
.
Una
croce
è
scolpita
rozzamente
sulla
parete
obliqua
di
roccia
,
presso
all
'
entrata
.
In
un
angolo
si
vede
,
sola
ricchezza
,
una
gran
secchia
piena
d
'
acqua
,
un
catino
verde
,
una
bottiglia
,
un
bicchiere
.
Alcuni
libri
sono
accatastati
sopra
una
sdruscita
seggiola
di
paglia
.
Un
'
altra
seggiola
porta
un
piatto
di
fave
e
del
pane
.
Il
luogo
ha
l
'
aspetto
di
una
estrema
povertà
,
ordinata
e
pulita
.
L
'
uomo
,
febbricitante
,
si
lagna
del
freddo
,
dell
'
umido
,
del
buio
.
Dice
di
star
peggio
e
che
lo
hanno
condotto
a
morire
.
Lo
scongiurano
di
chetarsi
,
di
sperare
.
Invece
la
sua
giovinetta
sorella
dal
cuore
ammalato
,
un
minuto
dopo
che
l
'
han
posata
sul
letto
,
sente
sollievo
.
Lo
annuncia
subito
,
annuncia
che
guarisce
.
Intorno
a
lei
si
lagrima
e
si
ride
insieme
,
si
loda
il
Signore
.
Le
si
baciano
le
vesti
come
s
'
ella
pure
fosse
divenuta
santa
,
si
grida
l
'
annuncio
fuori
.
Voci
di
gioia
rispondono
,
altra
gente
si
caccia
nella
caverna
col
viso
acceso
,
con
gli
occhi
avidi
.
Ma
in
quel
momento
qualcuno
,
ch
'
è
sceso
più
abbasso
in
cerca
del
Santo
,
grida
da
lontano
:
il
Santo
viene
!
il
Santo
viene
!
Allora
la
caverna
rigurgita
gente
sulla
china
,
un
fracasso
di
voci
e
di
passi
trabocca
in
giù
,
in
un
attimo
tutto
è
vuoto
intorno
ai
Selva
e
a
tre
o
quattro
studenti
,
fermi
sotto
l
'
entrata
della
capanna
.
Delle
donne
di
Jenne
parte
è
ritornata
nel
forno
al
lavoro
,
parte
sta
a
guardare
sulla
porta
.
Maria
scambia
qualche
parola
con
queste
.
Tutta
forestiera
quella
gente
ch
'
è
scesa
?
Eh
sì
,
non
tutta
ma
quasi
.
Gente
di
Vallepietra
,
la
più
parte
.
Sarebbe
meglio
che
da
Vallepietra
ci
venisse
l
'
acqua
.
E
che
vogliono
?
Portarsi
via
il
Santo
da
Jenne
?
Sì
,
dicevano
anche
questo
,
parlavano
di
far
gran
cose
.
E
voi
?
Noi
si
sa
che
lui
non
vole
andare
.
E
poi
...
Le
compagne
gridano
qualche
cosa
dal
di
dentro
,
la
donna
si
volta
,
succede
un
litigio
,
i
due
Selva
e
gli
studenti
entrano
a
vedere
la
guarita
miracolosamente
.
Noemi
rimane
fuori
.
È
impaziente
di
vedere
Benedetto
,
palpita
,
non
ne
comprende
il
perché
,
si
chiama
stupida
nel
suo
cuore
;
ma
non
si
muove
.
Due
tonache
benedettine
venivano
per
i
campicelli
del
basso
,
da
lontano
.
Sopra
la
seconda
lampeggiava
tratto
tratto
un
ferro
di
falce
.
Udito
piombar
dall
'
alto
lo
scroscio
delle
voci
e
dei
passi
,
Benedetto
disse
al
suo
compagno
con
un
sorriso
:
"
Padre
mio
.
"
Don
Clemente
,
appena
arrivato
a
Jenne
,
aveva
raggiunto
Benedetto
sul
praticello
che
stava
falciando
,
gli
aveva
recato
il
messaggio
doloroso
e
promesso
,
dopo
un
lungo
colloquio
,
di
tenere
a
chi
lo
chiamava
santo
certo
discorso
che
Benedetto
desiderò
.
Udì
anche
lui
lo
scroscio
della
folla
che
scendeva
,
le
grida
"
il
Santo
!
il
Santo
!
"
e
quando
Benedetto
gli
ebbe
detto
sorridendo
:
"
Padre
mio
!
"
impallidì
,
fece
un
gesto
di
acquiescenza
e
passò
avanti
.
Benedetto
depose
la
falce
,
uscì
un
poco
del
sentiero
,
sedette
dietro
un
masso
e
un
gran
melo
fiorito
,
che
lo
nascondevano
ai
sopravvegnenti
.
Don
Clemente
li
affrontò
solo
.
Al
primo
vederlo
coloro
si
arrestarono
.
Più
voci
dissero
:
"
non
è
lui
!
"
e
altre
voci
:
"
lui
è
dietro
!
"
e
altre
ancora
dalla
retroguardia
:
"
passate
avanti
!
"
La
colonna
si
mosse
.
Allora
don
Clemente
levò
la
mano
e
disse
:
"Ascoltate."
L
'
uomo
che
non
sapeva
parlare
a
due
persone
sconosciute
senza
coprirsi
di
rossore
,
adesso
era
pallidissimo
.
La
voce
dolcemente
velata
si
udì
appena
ma
si
vide
il
gesto
.
Il
bellissimo
viso
sereno
,
l
'
alta
persona
,
imposero
riverenza
.
"
Voi
cercate
Benedetto
"
diss
'
egli
.
"
Voi
lo
chiamate
Santo
.
Questo
è
un
grandissimo
dolore
che
voi
gli
date
.
Egli
ha
pur
detto
a
tutti
dal
primo
giorno
del
suo
arrivo
a
Jenne
di
essere
un
gran
peccatore
ridotto
a
penitenza
per
la
infinita
bontà
di
Dio
.
Ma
egli
vuole
che
io
vi
confermi
questo
.
Lo
confermo
,
è
la
verità
.
È
stato
un
gran
peccatore
.
Domani
potrebbe
cadere
ancora
.
Se
vi
credesse
un
solo
momento
quando
voi
lo
chiamate
Santo
,
Iddio
si
allontanerebbe
da
lui
.
Non
lo
chiamate
più
Santo
e
soprattutto
,
poi
,
non
gli
domandate
più
miracoli
.
"
"
Padre
"
lo
interruppe
con
voce
solenne
,
facendosi
avanti
e
allargando
le
braccia
,
un
vecchio
alto
,
magro
,
sdentato
,
dal
profilo
d
'
aquila
.
"
Padre
,
noi
non
domandiamo
il
miracolo
,
il
miracolo
è
fatto
,
la
donna
,
come
ha
toccato
la
dimora
dell
'
uomo
è
guarita
,
e
noi
Le
diciamo
che
l
'
uomo
è
santo
e
se
a
Jenne
vi
è
gente
che
dice
altre
cose
è
gente
degna
di
bruciare
nel
fondo
dell
'
inferno
.
Padre
,
noi
Le
baciamo
le
mani
ma
diciamo
questo
.
"
"
C
'
è
un
ammalato
,
ancora
!
C
'
è
un
ammalato
,
ancora
!
"
gridarono
dieci
,
venti
voci
.
"
Venga
il
Santo
!
"
Dal
gruppo
degli
studenti
,
alla
retroguardia
,
si
gridò
:
"
avanti
il
Santo
!
Il
Santo
parli
!
"
"
O
che
modo
è
questo
?
"
fece
il
vecchio
volgendosi
addietro
con
dispetto
,
da
spodestato
oratore
del
popolo
.
"
Che
modo
è
questo
?
"
Un
subisso
di
voci
sdegnose
coperse
la
sua
,
gridando
gli
studenti
sempre
più
forte
:
"
Venga
il
Santo
!
Parli
il
Santo
!
Via
il
prete
!
Via
!
"
Le
donne
si
voltarono
minacciose
:
"
Via
voi
,
via
!
"
E
in
alto
,
dalle
stamberghe
appollaiate
sulla
rovina
,
sbucarono
i
pennacchi
dei
carabinieri
.
Allora
Benedetto
si
alzò
,
uscì
allo
scoperto
.
Appena
fu
veduto
,
un
gran
clamore
di
gioia
lo
accolse
.
I
Selva
si
fecero
sulla
porta
della
caverna
a
guardare
in
giù
,
Noemi
scese
di
corsa
.
Benedetto
si
trovò
attorniato
in
un
lampo
da
gente
che
gli
baciava
la
tonaca
benedicendo
.
Molti
,
ginocchioni
,
piangevano
.
Noemi
,
ch
'
era
discesa
sola
dietro
gli
studenti
,
si
slanciò
avanti
,
vide
finalmente
l
'
uomo
.
Jeanne
le
ne
aveva
mostrate
più
fotografie
,
dicendo
però
che
di
nessuna
era
soddisfatta
pienamente
.
Nella
fisonomia
simpatica
di
Piero
Maironi
Noemi
aveva
letto
un
'
ombra
interna
di
tristezza
;
quella
di
Benedetto
luceva
di
straordinaria
vita
.
Da
due
giorni
egli
si
era
fatto
radere
capelli
e
barba
per
aver
udito
una
donna
sussurrare
:
"
è
bello
come
Gesù
.
"
La
espressione
dell
'
anima
dominatrice
gli
si
era
accentuata
nel
naso
più
prominente
per
la
maggiore
magrezza
,
nelle
grandi
occhiaie
scure
.
Gli
occhi
avevano
un
fascino
inesprimibile
.
Spiravano
tristezza
anche
adesso
ma
una
tristezza
dolce
,
piena
di
vigore
e
di
pace
,
di
devozione
mistica
.
Attorniato
,
sotto
la
bianca
nuvoletta
del
melo
fiorente
,
dalla
turba
prostrata
,
circonfuso
di
sole
e
di
mobili
ombre
,
pareva
una
visione
di
pittore
antico
.
Noemi
impietrò
,
stretta
alla
gola
da
un
groppo
di
pianto
.
Presso
a
lei
parecchie
donne
piangevano
,
solo
per
averlo
veduto
,
penetrate
da
una
suggestione
vicendevole
.
Una
di
esse
,
ammalata
,
stanca
,
si
era
seduta
sull
'
orlo
del
sentiero
,
non
poteva
vedere
il
Santo
,
piangeva
di
commozione
senza
saperne
il
perché
.
Sopraggiunsero
dei
ritardatarii
,
un
vecchio
e
tre
donne
di
Vallepietra
.
Subito
le
tre
donne
,
scambiando
don
Clemente
per
Benedetto
,
si
misero
a
singhiozzare
e
a
gridare
:
"
com
'
è
bello
,
com
'
è
bello
!
"
Intanto
,
sotto
la
bianca
nuvoletta
del
melo
fiorito
,
Benedetto
riuscì
con
parole
di
dolore
,
di
supplica
,
di
rampogna
,
a
respingere
l
'
assalto
della
turba
adoratrice
,
a
farla
rialzare
in
piedi
.
Un
grido
partì
dal
gruppo
degli
studenti
:
"
parli
!
"
In
quello
stesso
momento
,
lassù
in
alto
,
le
campane
di
Jenne
annunciarono
solenni
il
mezzogiorno
al
villaggio
,
alle
solitudine
,
al
monte
Leo
,
al
monte
Sant
'
Antonio
,
al
monte
Altuino
,
alle
nubi
veleggianti
verso
ponente
.
Benedetto
si
pose
l
'
indice
alla
bocca
,
le
campane
parlarono
sole
.
Guardò
don
Clemente
come
per
un
tacito
invito
.
Don
Clemente
si
scoperse
e
cominciò
a
dire
l
'
Angelus
Domini
.
Benedetto
,
in
piedi
,
a
mani
giunte
,
lo
disse
con
lui
e
fino
a
che
le
campane
suonarono
tenne
gli
occhi
fissi
sul
giovane
che
gli
aveva
gridato
di
parlare
:
gli
occhi
pieni
di
tristezza
,
di
dolcezza
mistica
.
Quello
sguardo
ineffabile
,
il
suono
delle
campane
solenni
,
il
tremar
dell
'
erba
,
l
'
ondular
lieve
dei
rami
fioriti
al
vento
,
il
rapimento
di
tante
facce
lagrimose
volte
a
una
sola
si
componevano
insieme
per
Noemi
in
una
parola
unica
che
la
esaltava
senza
rivelarsi
,
come
tormenta
l
'
anima
nel
desiderio
di
sé
la
parola
occulta
sotto
una
tragica
processione
di
accordi
musicali
.
Le
campane
tacquero
e
Benedetto
disse
dolcemente
a
chi
gli
stava
di
fronte
:
"
Chi
siete
voi
e
cosa
è
accaduto
che
vi
ha
fatto
venire
a
me
come
se
io
fossi
quello
che
non
sono
?
"
Gli
fu
risposto
da
più
voci
a
un
tempo
,
gli
fu
detto
del
miracolo
e
com
'
egli
fosse
desiderato
nel
villaggio
degli
uni
e
nel
villaggio
degli
altri
.
"
Voi
esaltate
me
"
diss
'
egli
"
perché
siete
ciechi
.
Se
questa
giovine
è
guarita
non
io
l
'
ho
guarita
ma
la
sua
fede
.
Questa
forza
della
fede
che
l
'
ha
fatta
alzarsi
e
camminare
è
nel
mondo
di
Dio
,
dappertutto
e
sempre
,
come
la
forza
dello
spavento
che
fa
tremare
e
cadere
.
È
una
forza
nell
'
anima
come
le
forze
che
sono
nell
'
acqua
e
nel
fuoco
.
Dunque
se
la
giovine
è
guarita
è
perché
Dio
ha
disposto
nel
suo
mondo
questa
gran
forza
;
datene
lode
a
Dio
e
non
a
me
.
Ma
poi
udite
.
Voi
offendete
Dio
se
la
Sua
potenza
e
bontà
vi
paiono
più
grandi
nei
miracoli
.
Esse
sono
dappertutto
e
sempre
infinite
.
È
difficile
di
capire
come
la
fede
risani
,
ma
è
impossibile
di
capire
come
questi
fiori
vivano
.
Il
Signore
non
sarebbe
mica
meno
potente
né
meno
buono
se
questa
giovane
non
fosse
guarita
.
Pregate
di
guarire
sì
,
ma
pregate
più
ancora
di
comprendere
questa
grande
cosa
che
vi
ho
detto
ora
,
pregate
di
poter
adorare
la
volontà
del
Signore
quando
vi
dà
la
morte
come
quando
vi
dà
la
vita
.
Vi
sono
nel
mondo
degli
uomini
che
credono
di
non
credere
in
Dio
e
quando
le
malattie
e
la
morte
entrano
nelle
loro
case
,
dicono
:
è
la
legge
,
è
la
natura
,
è
l
'
ordine
dell
'
Universo
,
noi
pieghiamo
il
capo
,
noi
accettiamo
senza
mormorare
,
noi
proseguiamo
il
cammino
del
nostro
dovere
.
Guardate
che
questi
uomini
non
passino
avanti
a
voi
nel
regno
dei
cieli
.
E
pensate
anche
quali
miracoli
domandate
.
Voi
venite
per
esser
guariti
dalle
malattie
del
corpo
,
voi
volete
che
io
venga
nei
vostri
villaggi
per
questo
.
Abbiate
fede
e
guarirete
senza
di
me
.
Ricordatevi
però
che
potreste
usare
anche
meglio
la
vostra
fede
secondo
la
volontà
di
Dio
.
Siete
voi
tutti
e
interamente
sani
dell
'
anima
vostra
?
No
,
voi
non
lo
siete
;
e
che
vi
servirà
di
aver
l
'
otre
sana
se
il
vino
è
guasto
?
Voi
amate
voi
stessi
e
le
vostre
famiglie
più
della
verità
,
più
della
giustizia
,
più
della
legge
divina
.
Voi
avete
presente
sempre
quello
ch
'
è
dovuto
a
voi
e
ai
vostri
e
ben
di
rado
quello
ch
'
è
dovuto
agli
altri
.
Voi
credete
di
salvarvi
colla
moltitudine
delle
preghiere
.
E
nemmeno
sapete
pregare
.
Voi
pregate
allo
stesso
modo
i
Santi
che
sono
i
servi
e
Iddio
ch
'
è
il
Padrone
;
quando
non
fate
peggio
!
Voi
non
pensate
che
al
Padrone
non
importano
le
molte
parole
,
ch
'
Egli
preferisce
essere
servito
fedelmente
in
silenzio
col
pensiero
sempre
alla
Sua
volontà
.
E
non
intendete
i
vostri
mali
,
siete
come
il
moribondo
che
dice
:
"
sto
bene
.
"
Forse
alcuno
di
voi
pensa
in
questo
momento
:
se
non
intendo
il
male
che
faccio
,
il
Signore
non
mi
condannerà
.
Ma
il
Signore
non
giudica
come
i
giudici
del
mondo
.
L
'
uomo
che
ha
preso
un
veleno
senza
saperlo
deve
cadere
come
colui
che
lo
ha
voluto
prendere
.
L
'
uomo
che
non
ha
la
veste
bianca
non
può
entrare
nella
cena
del
Signore
anche
se
non
sapeva
che
la
veste
non
era
necessaria
.
Colui
che
ama
se
stesso
sopra
ogni
cosa
,
sappia
o
non
sappia
il
suo
peccato
,
non
passa
per
la
porta
del
regno
dei
cieli
,
allo
stesso
modo
che
il
dito
della
sposa
,
se
è
ripiegato
sopra
sé
stesso
,
non
entra
nell
'
anello
offerto
dallo
sposo
.
Conoscete
le
infermità
dell
'
anima
vostra
e
pregate
con
fede
di
esserne
sanati
.
Vi
dico
in
nome
di
Cristo
che
lo
sarete
.
La
guarigione
del
vostro
corpo
è
buona
per
voi
,
per
la
famiglia
vostra
,
per
gli
animali
e
le
piante
che
avete
in
cura
;
ma
la
guarigione
dell
'
anima
vostra
,
credete
questa
cosa
benché
non
la
comprendete
!
la
guarigione
dell
'
anima
vostra
è
buona
per
tutte
le
povere
anime
dei
viventi
sbattuti
fra
il
bene
e
il
male
,
è
buona
per
tutte
le
povere
anime
dei
morti
che
si
purificano
con
fatica
e
dolore
,
come
la
vittoria
di
un
soldato
è
buona
per
tutti
della
sua
nazione
.
È
anche
buona
per
gli
Angeli
,
che
sentono
tanta
gioia
,
ha
detto
Gesù
,
per
la
guarigione
di
un
'
anima
,
e
la
gioia
fa
crescere
la
loro
potenza
,
e
la
loro
potenza
,
credete
voi
che
sia
per
le
tenebre
o
per
la
luce
,
per
la
morte
o
per
la
vita
?
Domandate
con
fede
,
prima
la
guarigione
dell
'
anima
e
poi
la
guarigione
del
corpo
!
"
Dal
ripido
pendìo
gli
si
porgeva
una
fitta
di
visi
;
avidi
i
più
alti
cui
soltanto
giungeva
il
suono
della
voce
,
e
rigati
di
pianto
;
parte
attoniti
i
più
vicini
,
parte
entusiasti
,
parte
dubbiosi
.
Anche
a
Noemi
colavano
lagrime
lungo
le
guancie
smorte
.
Gli
studenti
avevano
smesso
l
'
aria
beffarda
.
Quando
Benedetto
tacque
,
uno
di
loro
avanzò
risoluto
e
serio
,
per
parlare
.
In
quel
mentre
il
vecchio
esclamò
:
"
E
voi
ci
guarite
l
'
anima
!
"
Altre
voci
ripeterono
ansiose
:
"
E
voi
ci
guarite
l
'
anima
!
E
voi
ci
guarite
l
'
anima
!
"
In
un
baleno
,
tutta
l
'
avanguardia
,
presa
dal
contagio
,
traboccò
in
ginocchio
tendendo
le
braccia
supplici
:
"
E
voi
ci
guarite
l
'
anima
!
E
voi
ci
guarite
l
'
anima
!
"
Benedetto
si
gettò
avanti
con
le
mani
nei
capelli
,
esclamando
:
"
Che
fate
ancora
?
Che
fate
ancora
?
"
Un
grido
suonò
dall
'
alto
:
"
la
miracolata
!
"
La
giovinetta
che
,
posata
sul
giaciglio
di
Benedetto
,
si
era
sentita
risanare
,
scendeva
al
braccio
di
una
sorella
maggiore
,
cercando
Benedetto
.
Questi
non
badò
al
grido
,
al
balenar
della
gente
lassù
,
che
si
divideva
per
lasciar
passare
le
due
donne
.
Non
valendo
a
far
rialzare
la
gente
,
cadde
ginocchioni
egli
pure
.
Allora
coloro
che
gli
stavano
intorno
si
rialzarono
,
e
giungendo
ad
essi
il
fremito
commosso
e
le
voci
:
"
La
miracolata
!
La
miracolata
!
"
fecero
rialzare
lui
che
pareva
non
avere
udito
.
"
La
miracolata
!
"
gli
diceva
ciascuno
,
"
la
miracolata
!
"
cercando
sul
suo
viso
la
compiacenza
del
miracolo
con
occhi
che
gridavano
:
"
viene
per
voi
,
l
'
avete
guarita
voi
!
"
come
s
'
egli
poco
prima
non
avesse
detto
nulla
.
La
giovinetta
scendeva
,
smorta
e
giallognola
come
la
petrosa
via
battuta
dal
sole
,
triste
nel
visetto
gentile
inclinato
al
braccio
della
sorella
.
E
la
sorella
pure
era
triste
.
La
turba
si
divise
davanti
a
loro
e
Benedetto
si
fece
da
parte
,
riparò
dietro
don
Clemente
con
un
involontario
moto
che
parve
deliberato
.
Tutti
trepidavano
e
sorridevano
come
nell
'
attesa
di
un
altro
miracolo
.
Le
due
donne
non
s
'
ingannarono
,
passarono
davanti
a
don
Clemente
senza
neppur
guardarlo
,
si
volsero
a
Benedetto
e
la
maggiore
gli
disse
,
sicura
:
"
Uomo
santo
di
Dio
,
tu
hai
guarito
questa
,
guarisci
l
'
altro
!
"
Benedetto
rispose
quasi
sotto
voce
,
tutto
fremente
:
"
Io
non
sono
un
uomo
santo
,
io
non
ho
guarito
questa
,
per
quest
'
altro
che
dite
io
potrò
solamente
pregare
.
"
Udito
che
l
'
altro
era
loro
fratello
,
che
stava
nella
sua
capanna
,
sul
suo
letto
e
che
soffriva
molto
,
disse
a
don
Clemente
:
"
Andiamo
ad
assisterlo
.
"
E
si
mosse
con
il
suo
Maestro
.
Dietro
a
loro
si
ricompose
rumoreggiando
il
fiotto
diviso
della
gente
.
Benedetto
si
voltò
a
proibire
che
lo
seguissero
,
a
comandare
che
le
donne
si
prendessero
invece
cura
di
quella
giovinetta
,
la
quale
non
doveva
risalir
l
'
erta
a
piedi
sotto
la
sferza
del
sole
ardente
.
Comandò
che
la
portassero
all
'
osteria
,
la
facessero
porre
a
letto
,
la
ristorassero
con
cibo
e
vino
.
Quelli
che
lo
seguivano
si
fermarono
,
gli
altri
fecero
ala
per
lasciarlo
passare
.
Lo
studente
che
prima
aveva
chiesto
di
parlare
,
lo
accostò
rispettosamente
,
gli
domandò
se
più
tardi
egli
e
alcuni
amici
suoi
avrebbero
potuto
trattenersi
un
poco
,
soli
,
con
esso
.
"
Oh
sì
!
"
rispose
Benedetto
con
un
virile
,
caldo
impeto
di
assenso
.
Noemi
ch
'
era
lì
presso
,
si
fece
coraggio
.
"
Devo
chiederle
cinque
minuti
anch
'
io
"
diss
'
ella
in
francese
,
arrossendo
;
e
subito
le
balenò
di
aver
dato
così
a
capire
che
lo
conosceva
persona
colta
,
si
fece
tutta
una
vampa
e
ripeté
la
sua
preghiera
in
italiano
.
Don
Clemente
premette
un
poco
,
quasi
senza
volerlo
,
il
braccio
a
Benedetto
,
che
rispose
garbato
ma
un
po
'
asciutto
:
"
Vuol
far
del
bene
?
Si
occupi
di
quella
povera
ragazza
.
"
E
passò
oltre
.
Entrò
nella
sua
stamberga
,
solo
con
Don
Clemente
.
Nessuno
lo
aveva
seguito
.
Una
vecchia
,
la
madre
dell
'
ammalato
,
vedutolo
entrare
,
gli
si
gettò
piangendo
ai
piedi
con
le
parole
di
sua
figlia
:
"
Siete
voi
l
'
uomo
santo
?
Siete
voi
?
Una
me
ne
avete
guarita
,
guaritemi
anche
l
'
altro
!
"
Sulle
prime
Benedetto
,
entrando
dal
sole
in
quel
buio
,
non
discerneva
niente
.
Poi
vide
steso
sul
letto
l
'
uomo
che
respirava
male
,
gemeva
,
piangeva
,
imprecava
ai
Santi
,
alle
femmine
,
al
paese
di
Jenne
,
al
suo
maledetto
destino
.
Inginocchiata
accanto
a
lui
,
Maria
Selva
gli
tergeva
con
un
fazzoletto
il
sudore
della
fronte
.
Nessun
altro
era
nella
caverna
.
Presso
alla
porta
luminosa
la
grande
croce
scolpita
per
isghembo
sulla
parete
giallastra
di
roccia
diceva
in
quel
momento
una
oscura
parola
solenne
.
"
Sperate
in
Dio
"
rispose
Benedetto
alla
vecchia
,
dolcemente
.
E
si
accostò
al
letto
,
si
piegò
sull
'
infermo
,
gli
prese
il
polso
.
La
vecchia
cessò
di
singhiozzare
,
l
'
infermo
d
'
imprecare
e
di
gemere
.
Si
udì
il
ronzio
delle
mosche
nel
focolare
chiaro
.
"
Avete
chiamato
il
medico
?
"
mormorò
Benedetto
.
La
vecchia
riprese
a
singhiozzare
:
"
Guaritelo
voi
,
guaritelo
voi
,
in
nome
di
Gesù
e
Maria
!
"
L
'
infermo
riprese
a
gemere
.
Maria
Selva
disse
sotto
voce
a
Benedetto
:
"
Il
medico
è
a
Subiaco
.
Il
signor
Selva
,
che
Lei
forse
conosce
,
è
andato
alla
farmacia
.
Io
sono
sua
moglie
.
"
In
quel
punto
rientrò
Giovanni
,
ansante
,
afflitto
.
La
farmacia
era
chiusa
,
il
farmacista
assente
.
L
'
arciprete
gli
aveva
dato
del
marsala
.
Dei
signori
venuti
da
Roma
con
gran
provvigioni
gli
avevano
dato
del
cognac
e
del
caffè
.
Benedetto
chiamò
a
sé
con
un
cenno
don
Clemente
,
gli
disse
all
'
orecchio
che
facesse
venire
l
'
arciprete
;
quell
'
uomo
stava
morendo
.
Avrebbe
potuto
andar
egli
a
chiamarlo
ma
gli
pareva
duro
per
la
povera
madre
di
allontanarsi
.
Don
Clemente
uscì
senza
far
motto
.
A
pochi
passi
dalla
casupola
,
la
compagnia
elegante
venuta
da
Roma
per
curiosità
del
Santo
di
Jenne
,
tre
signore
e
quattro
signori
,
guidata
da
quel
signore
di
Jenne
che
s
'
era
incontrato
con
i
Selva
sulla
costa
,
si
stava
consultando
.
Veduto
il
benedettino
,
si
parlarono
sottovoce
rapidamente
e
uno
di
loro
,
un
giovinotto
elegantissimo
,
incastratasi
nell
'
occhio
la
caramella
,
avanzò
verso
don
Clemente
che
era
guardato
dalle
signore
con
ammirazione
,
con
rammarico
che
il
Santo
,
come
avevano
udito
dalla
loro
guida
,
non
fosse
lui
.
Anche
costoro
desideravano
un
colloquio
con
Benedetto
.
Lo
desideravano
specialmente
le
signore
.
Il
giovinotto
soggiunse
con
un
sorriso
beffardo
che
quanto
a
sé
non
se
ne
credeva
degno
.
Don
Clemente
gli
rispose
breve
breve
che
per
ora
era
impossibile
di
parlare
a
Benedetto
;
e
tirò
via
.
Colui
riferì
alle
signore
che
il
Santo
stava
nel
tabernacolo
chiuso
a
chiave
.
Intanto
Benedetto
,
supplicandolo
sempre
la
madre
desolata
che
non
usasse
medicine
,
che
facesse
il
miracolo
,
confortava
il
giacente
con
qualche
sorso
dei
cordiali
portati
da
Giovanni
Selva
e
più
con
parole
,
con
lievi
carezze
,
con
la
promessa
di
altre
parole
di
salute
che
altri
gli
avrebbe
portato
.
E
la
voce
pia
,
tenera
,
grave
,
operò
un
miracolo
di
pace
.
L
'
infermo
respirava
male
assai
,
gemeva
ancora
,
ma
non
imprecava
più
.
La
madre
,
folle
di
speranza
,
mormorava
a
mani
giunte
,
lagrimando
:
"
Il
miracolo
,
il
miracolo
,
il
miracolo
.
"
"
Caro
"
diceva
Benedetto
"
sei
in
mano
di
Dio
e
la
senti
terribile
.
Abbandònati
,
la
sentirai
soave
.
Ti
poserà
da
capo
nel
mare
di
questa
vita
,
ti
poserà
nel
cielo
,
ti
poserà
dove
vorrà
lei
,
abbandònati
,
non
ci
pensare
.
Quand
'
eri
bambino
la
tua
mamma
ti
portava
,
tu
non
domandavi
né
il
come
né
il
quando
né
il
perché
,
tu
eri
nelle
sue
braccia
,
tu
eri
nel
suo
amore
,
tu
non
domandavi
altro
.
Così
anche
ora
,
caro
.
Io
che
ti
parlo
ho
fatto
tanto
male
nella
mia
vita
,
forse
un
poco
ne
hai
fatto
anche
tu
,
forse
te
ne
ricordi
.
Piangi
piangi
così
abbandonato
sul
seno
del
Padre
che
ti
chiama
,
che
ti
vuole
perdonare
,
che
vuol
dimenticare
tutto
.
Ora
verrà
il
sacerdote
e
tu
glielo
dirai
,
il
male
che
forse
hai
fatto
,
così
come
ricordi
,
senza
angoscia
.
E
poi
,
sai
chi
verrà
da
te
nel
mistero
?
Sai
che
amore
,
caro
,
sai
che
pietà
,
sai
che
gioia
,
sai
che
vita
?
"
Lottando
con
le
ombre
della
morte
,
figgendo
in
Benedetto
gli
occhi
vitrei
,
lucenti
di
un
desiderio
intenso
e
del
terrore
di
non
poterlo
esprimere
,
il
povero
giovine
che
aveva
inteso
male
il
discorso
di
Benedetto
,
credendo
di
doversi
confessare
a
lui
,
cominciò
a
dire
i
suoi
peccati
.
La
madre
che
durante
il
discorso
di
Benedetto
,
buttatasi
ginocchioni
alla
parete
di
roccia
vi
teneva
le
labbra
sulla
croce
aspettando
il
compimento
del
miracolo
,
scattò
,
al
suono
strano
di
quella
voce
,
in
piedi
,
balzò
al
letto
,
comprese
,
gittò
un
grido
disperato
con
le
mani
al
cielo
,
mentre
Benedetto
,
atterrito
,
esclamava
:
"
no
,
caro
,
non
a
me
,
non
a
me
!
"
Ma
l
'
infermo
non
intese
,
gli
cinse
con
un
braccio
il
collo
,
lo
raccolse
a
sé
,
continuò
la
sua
confessione
ambasciata
,
ripetendo
Benedetto
:
"
Dio
mio
!
Dio
mio
!
"
nello
sforzo
di
non
udire
,
né
avendo
cuore
di
strapparsi
dal
morente
.
Non
udì
infatti
né
udire
era
facile
,
tanto
rade
,
rotte
e
torbide
venivano
le
parole
.
E
non
si
vedeva
arrivare
l
'
arciprete
,
e
don
Clemente
non
ritornava
!
Passi
e
voci
sommesse
si
udirono
bene
al
di
fuori
,
qualche
testa
curiosa
comparve
all
'
uscio
,
ma
nessuno
entrò
.
Le
parole
del
morente
si
perdettero
in
un
garbuglio
di
suoni
fiochi
,
egli
tacque
.
"
C
'
è
gente
fuori
?
"
chiese
Benedetto
.
"
Qualcuno
vada
dall
'
arciprete
,
dica
di
far
presto
.
"
Giovanni
e
Maria
stavano
attorno
alla
madre
che
,
fuori
di
sé
,
trabalzava
dal
dolore
alla
collera
.
Dopo
aver
creduto
al
miracolo
,
non
voleva
credere
che
il
suo
figliuolo
si
fosse
ridotto
naturalmente
a
quegli
estremi
,
ora
singhiozzava
per
lui
,
ora
imprecava
alle
medicine
che
gli
aveva
date
Benedetto
,
per
quanto
i
Selva
le
dicessero
che
non
erano
state
medicine
.
Maria
se
l
'
era
abbracciata
e
per
confortarla
e
per
trattenerla
.
Accennò
a
Giovanni
che
andasse
lui
dall
'
arciprete
e
Giovanni
corse
via
.
Gli
occhi
lucenti
del
moribondo
supplicarono
.
Benedetto
gli
disse
:
"
Figlio
mio
,
desideri
Cristo
?
"
Il
poveretto
accennò
di
sì
col
capo
e
con
un
gemito
inesprimibile
.
Benedetto
lo
baciò
,
lo
ribaciò
teneramente
.
"
Cristo
mi
dice
che
i
tuoi
peccati
ti
sono
rimessi
e
che
tu
parta
in
pace
.
"
Gli
occhi
lucenti
sfavillarono
di
gioia
.
Benedetto
chiamò
la
madre
che
dalle
aperte
braccia
di
Maria
si
precipitò
sul
figlio
suo
.
Ecco
entrare
don
Clemente
trafelato
,
con
Giovanni
e
l
'
arciprete
.
Don
Clemente
aveva
trovato
in
canonica
un
ecclesiastico
non
conosciuto
da
lui
,
alle
prese
coll
'
arciprete
.
A
sentir
costui
,
una
turba
fanatica
voleva
portare
in
Sant
'
Andrea
la
pretesa
miracolata
per
un
ringraziamento
a
Dio
.
Era
dovere
dell
'
arciprete
impedire
un
tale
scandalo
.
La
guarigione
della
ragazza
se
non
era
impostura
non
era
nemmanco
realtà
.
Il
preteso
taumaturgo
poi
aveva
predicato
un
sacco
di
eresie
sui
miracoli
e
sulla
salute
eterna
,
aveva
parlato
della
fede
come
di
una
virtù
naturale
,
aveva
criticato
Gesù
che
guariva
gl
'
infermi
.
Adesso
stava
fabbricando
un
altro
miracolo
con
un
altro
disgraziato
.
Bisognava
finirla
.
Finirla
?
pensava
il
povero
arciprete
che
sentiva
già
odore
di
Sant
'
Uffizio
.
Era
presto
detto
"
finirla
"
.
Ma
come
,
finirla
?
La
visita
di
don
Clemente
,
che
sopravvenne
a
questo
punto
del
discorso
,
lo
fece
respirare
.
Adesso
,
pensò
,
mi
aiuterà
lui
.
Invece
le
cose
volsero
al
peggio
.
Udito
il
triste
messaggio
di
don
Clemente
,
quel
prete
esclamò
:
"
Vede
?
Ecco
i
miracoli
come
finiscono
!
Ma
Lei
non
deve
entrare
col
Santo
Viatico
nella
casa
di
quell
'
eretico
s
'
egli
prima
non
esce
e
non
esce
per
non
tornarci
più
!
"
Don
Clemente
avvampò
nel
viso
.
"
Non
è
un
eretico
!
"
diss
'
egli
.
"
È
un
uomo
di
Dio
!
"
"
Lo
dice
Lei
!
"
esclamò
il
prete
.
"
E
Lei
"
proseguì
volto
all
'
arciprete
"
Lei
ci
pensi
!
Faccia
come
vuole
,
del
resto
;
io
non
c
'
entro
.
A
rivederla
.
"
Fatto
un
inchino
a
don
Clemente
,
senza
parole
,
scivolò
fuori
della
camera
.
"
E
adesso
?
E
adesso
?
"
gemette
il
povero
arciprete
recandosi
le
mani
alle
tempie
.
"
Quello
è
un
uomo
terribile
ma
io
non
voglio
mancare
verso
Domeneddio
.
Dimmi
tu
,
dimmi
tu
!
"
Aveva
un
santo
timore
di
Dio
,
sì
,
l
'
arciprete
,
ma
non
era
neppure
senza
un
timore
fra
santo
e
umano
di
don
Clemente
,
della
coscienza
severa
che
lo
avrebbe
giudicato
.
A
don
Clemente
lampeggiò
,
nella
stretta
del
momento
,
il
partito
da
prendere
.
"
Disponi
per
il
Viatico
"
diss
'
egli
"
e
vieni
subito
con
me
a
confessare
quel
povero
giovane
.
Benedetto
farà
vedere
se
è
un
eretico
o
se
è
un
uomo
di
Dio
.
"
La
fantesca
venne
ad
avvertire
che
un
signore
pregava
il
signor
arciprete
di
far
presto
,
presto
,
perché
quell
'
ammalato
moriva
.
Don
Clemente
,
trafelato
,
entrò
nella
stamberga
con
Giovanni
e
l
'
arciprete
.
Chiamò
Benedetto
a
sé
,
presso
l
'
uscio
e
gli
parlò
sotto
voce
.
L
'
ammalato
rantolava
.
Benedetto
ascoltò
,
a
capo
chino
,
le
parole
dolorose
che
gli
chiedevano
un
atto
di
umiliazione
santa
,
s
'
inginocchiò
senza
rispondere
davanti
alla
croce
scolpita
da
lui
nella
roccia
,
la
baciò
avidamente
nell
'
incontro
delle
braccia
tragiche
e
riaspirare
in
sé
dal
solco
della
pietra
il
segno
del
sacrificio
,
il
suo
amore
,
il
suo
bene
,
la
sua
forza
,
la
sua
vita
;
e
,
rialzatosi
,
uscì
di
là
per
sempre
.
Il
sole
scompariva
in
un
turbinoso
fumo
di
nuvoli
montanti
a
settentrione
,
dietro
il
villaggio
.
I
luoghi
che
avevano
poco
prima
brulicato
di
gente
erano
un
livido
deserto
.
Dalle
svolte
dei
viottoli
ghiaiosi
,
dietro
gli
usci
socchiusi
,
dai
canti
dei
casolari
,
donne
spiavano
.
All
'
apparire
di
Benedetto
si
ritrassero
tutte
.
Egli
sentì
che
Jenne
sapeva
l
'
agonia
dell
'
uomo
venuto
a
lui
per
salute
,
che
l
'
ora
della
potestà
era
venuta
per
i
suoi
avversari
.
Don
Clemente
,
il
Maestro
,
l
'
amico
,
gli
aveva
prima
chiesto
di
deporre
il
suo
abito
e
ora
di
uscire
della
sua
casa
,
di
uscire
da
Jenne
.
Con
dolore
e
amore
,
ma
glielo
aveva
chiesto
.
Fra
l
'
amarezza
e
il
digiuno
,
poiché
non
aveva
potuto
prendere
la
sua
refezione
meridiana
di
pane
e
fave
,
si
sentì
quasi
venir
meno
,
gli
si
oscurò
la
vista
.
Sedette
sulla
soglia
ruinosa
di
una
porticina
chiusa
,
all
'
entrata
della
viuzza
della
Corte
.
Un
lungo
rombo
di
tuono
suonò
sul
suo
capo
.
Poco
a
poco
,
nel
riposo
,
si
riebbe
.
Pensò
all
'
uomo
che
moriva
nel
desiderio
di
Cristo
e
un
'
onda
di
dolcezza
gli
tornò
nell
'
anima
.
Sentì
rimorso
di
aver
dimenticato
per
alcuni
istanti
quel
gran
dono
del
Signore
,
di
avere
disamata
la
croce
appena
bevutone
vita
e
gioia
.
Si
nascose
il
viso
fra
le
mani
e
pianse
silenziosamente
.
Un
rumor
lieve
,
in
alto
,
d
'
imposte
che
si
aprono
;
qualche
cosa
di
molle
gli
batte
sul
capo
.
Si
toglie
trasalendo
le
mani
dagli
occhi
;
ai
suoi
piedi
è
una
rosellina
selvatica
.
Rabbrividì
.
Da
parecchi
giorni
,
o
la
sera
rientrando
nella
sua
spelonca
o
uscendone
la
mattina
,
ogni
giorno
aveva
trovato
fiori
sulla
soglia
.
Non
li
aveva
tolti
mai
.
Li
poneva
da
banda
,
sopra
un
sasso
,
perché
non
fossero
calpestati
;
non
altro
.
Neppure
aveva
mai
cercato
di
sapere
qual
mano
li
recasse
.
Certo
la
rosellina
selvatica
era
caduta
dalla
stessa
mano
.
Non
alzò
il
capo
e
comprese
che
pur
non
raccogliendo
la
rosellina
né
accennando
a
raccoglierla
,
gli
bisognava
partire
.
Cercò
levarsi
,
le
gambe
non
lo
reggevano
ancora
bene
,
tardò
un
momento
a
rimettersi
in
cammino
.
Il
tuono
rumoreggiava
da
capo
,
più
forte
,
continuo
.
Una
porticina
si
aperse
,
se
ne
porse
una
giovine
vestita
di
nero
,
bionda
,
bianca
come
la
cera
,
piena
gli
occhi
azzurrini
di
sbigottimento
e
di
lagrime
.
Benedetto
non
poté
a
meno
di
volgere
il
capo
a
lei
.
Riconobbe
la
maestra
del
Comune
,
che
aveva
veduto
un
momento
in
casa
dell
'
arciprete
,
e
già
proseguiva
senza
salutarla
quando
ella
gli
gettò
un
gemito
:
"
mi
ascolti
!
"
e
,
fatto
un
passo
indietro
nell
'
andito
,
cadde
sulle
ginocchia
,
gli
stese
le
mani
imploranti
,
ripiegando
il
capo
sul
petto
.
Benedetto
si
fermò
.
Esitò
un
momento
e
poi
disse
,
con
gravità
severa
:
"
Che
vuole
da
me
?
"
Si
era
fatto
quasi
buio
.
I
lampi
abbagliavano
,
il
fragore
del
tuono
empiva
la
misera
viuzza
,
impediva
ai
due
di
udirsi
.
Benedetto
si
accostò
all
'
uscio
.
"
Mi
hanno
detto
"
rispose
la
giovine
senz
'
alzare
il
viso
e
sostando
agli
scoppi
del
tuono
"
che
Lei
forse
dovrà
partire
da
Jenne
.
Una
Sua
parola
mi
ha
dato
la
vita
,
la
Sua
partenza
mi
farà
morire
ancora
.
Mi
ripeta
quella
parola
,
la
dica
per
me
,
solo
per
me
!
"
"
Quale
parola
?
"
"
Lei
stava
col
signor
arciprete
,
io
ero
nella
stanza
vicina
colla
fantesca
e
l
'
uscio
aperto
.
Lei
diceva
che
un
uomo
può
negare
Dio
senza
essere
veramente
ateo
e
senza
meritare
la
morte
eterna
,
quando
nega
quel
Dio
che
gli
è
proposto
in
una
forma
ripugnante
al
suo
intelletto
ma
poi
ama
la
Verità
,
ama
il
Bene
,
ama
gli
uomini
,
pratica
questi
amori
.
"
Benedetto
tacque
.
Lo
aveva
detto
,
sì
,
ma
parlando
a
un
prete
e
non
sapendo
di
venire
udito
da
persone
forse
non
atte
a
comprenderlo
.
Ella
sospettò
la
cagione
di
quel
silenzio
.
"
Non
si
tratta
di
me
"
disse
.
"
Io
credo
,
sono
cattolica
.
È
per
mio
padre
che
ha
vissuto
così
ed
è
morto
così
e
...
se
sapesse
!
...
hanno
persuaso
anche
mia
madre
ch
'
egli
non
ha
potuto
salvarsi
!
"
Mentr
'
ella
parlava
,
rade
gocce
,
grosse
,
cominciarono
a
battere
,
fra
i
lampi
e
i
tuoni
,
sulla
via
,
macchiarono
la
polvere
di
grandi
macchie
,
scrosciarono
col
vento
,
sferzando
i
muri
;
ma
né
Benedetto
riparò
dentro
l
'
uscio
né
lei
gliene
fece
invito
,
e
questa
fu
da
parte
di
lei
la
confessione
sola
del
sentimento
profondo
che
si
copriva
di
misticismo
e
di
pietà
filiale
.
"
Mi
dica
,
mi
dica
"
implorò
,
alzando
finalmente
il
viso
"
che
mio
padre
è
salvo
,
che
lo
ritroverò
in
Paradiso
!
"
Benedetto
rispose
:
"Preghi."
"
Dio
!
Solo
questo
?
"
"
Si
prega
forse
per
il
perdono
di
chi
non
può
essere
perdonato
?
Preghi
.
"
"
Oh
,
grazie
!
Lei
è
sofferente
?
"
Queste
ultime
parole
furono
sussurrate
così
piano
che
Benedetto
non
poté
udirle
.
Fece
un
gesto
di
addio
e
si
allontanò
fra
le
ondate
di
pioggia
che
flagellavano
e
urtavano
via
per
il
fango
la
morta
rosellina
selvatica
.
Forse
da
una
finestra
,
forse
dalla
porta
dell
'
osteria
,
Noemi
,
che
vi
stava
con
la
ragazza
di
Arcinazzo
,
lo
vide
passare
.
Si
fece
dare
un
ombrello
dall
'
oste
e
lo
seguì
sfidando
la
violenza
del
vento
e
della
pioggia
.
Lo
seguì
,
soffrendo
di
vederlo
a
capo
scoperto
e
senza
ombrello
,
pensando
che
se
non
fosse
stato
un
Santo
,
lo
si
sarebbe
detto
un
pazzo
.
Uscita
sulla
piazza
della
chiesa
,
vide
socchiudersi
un
uscio
a
mano
diritta
,
un
prete
lungo
e
magro
guardare
dall
'
interno
.
Credette
che
il
prete
avrebbe
invitato
Benedetto
a
entrare
,
ma
invece
il
prete
,
quando
Benedetto
gli
fu
vicino
,
chiuse
l
'
uscio
rumorosamente
,
con
grande
sdegno
di
lei
.
Benedetto
entrò
in
Sant
'
Andrea
ed
ella
pure
vi
entrò
.
Quegli
andò
a
inginocchiarsi
davanti
all
'
altar
maggiore
,
ella
si
tenne
presso
la
porta
.
Il
sagrestano
,
che
sonnecchiava
seduto
sui
gradini
di
un
altare
,
uditi
i
loro
passi
,
si
alzò
,
mosse
verso
Benedetto
.
Ma
egli
era
del
partito
dei
preti
romani
e
,
riconosciuto
l
'
eretico
,
ritornò
indietro
,
domandò
alla
signorina
forestiera
se
potesse
dirgli
niente
di
quel
giovine
ammalato
di
Arcinazzo
ch
'
era
stato
portato
in
chiesa
la
mattina
,
quando
il
sagrestano
ci
aveva
veduta
anche
lei
.
E
soggiunse
che
ne
domandava
perché
aveva
l
'
ordine
di
aspettare
l
'
arciprete
che
sarebbe
venuto
per
portargli
il
Viatico
.
Noemi
sapeva
che
l
'
uomo
di
Arcinazzo
era
moribondo
ma
non
più
di
così
.
"
Ho
capito
"
disse
il
sagrestano
,
forte
,
con
intenzione
.
"
Non
vorrà
saperne
di
Cristo
.
Questi
sono
i
belli
miracoli
!
Sia
benedetto
Iddio
per
i
tuoni
e
i
fulmini
che
altrimenti
ci
portavan
qui
la
ragazza
!
"
E
ritornò
a
sedere
,
a
sonnecchiare
sul
suo
gradino
.
Noemi
non
sapeva
levare
gli
occhi
da
Benedetto
.
Non
era
un
proprio
e
vero
fascino
né
il
sentimento
appassionato
della
giovine
maestra
.
Lo
vide
vacillare
,
poggiar
le
mani
ai
gradini
e
poi
voltarsi
,
stentatamente
,
a
sedere
,
né
si
domandò
se
soffrisse
.
Guardava
lui
ma
più
assorta
in
sé
che
in
lui
,
assorta
in
un
mutamento
progressivo
del
proprio
interno
che
la
veniva
facendo
diversa
,
non
riconoscibile
a
se
stessa
,
in
un
senso
ancora
confuso
e
cieco
di
una
verità
immensa
che
le
si
venisse
comunicando
per
vie
misteriose
,
che
le
torcesse
con
sofferenza
intime
fibre
del
cuore
.
I
ragionamenti
religiosi
di
suo
cognato
potevano
averle
turbata
la
mente
;
il
cuore
non
glielo
avevano
toccato
mai
.
E
ora
perché
?
Come
?
Cos
'
aveva
detto
,
infine
,
quell
'
uomo
macilento
?
Oh
ma
lo
sguardo
,
ma
la
voce
,
ma
...
Che
altro
?
Qualche
altra
cosa
,
impossibile
a
comprendere
.
Un
presentimento
,
forse
.
Quale
?
Ma
!
Chi
sa
?
Un
presentimento
di
qualche
futuro
legame
fra
quell
'
uomo
e
lei
.
Lo
aveva
seguito
,
era
entrata
in
chiesa
per
non
perdere
l
'
occasione
di
parlargli
e
adesso
ne
aveva
quasi
paura
.
Parlargli
di
Jeanne
,
poi
anche
.
Jeanne
,
lo
aveva
ella
compreso
?
Come
mai
aveva
potuto
Jeanne
,
amandolo
,
resistere
alla
corrente
di
pensiero
superiore
ch
'
era
in
lui
,
che
forse
a
quel
tempo
sarà
stata
latente
ma
che
una
Jeanne
doveva
pur
sentire
?
Cos
'
aveva
ella
amato
?
L
'
uomo
inferiore
?
Se
gli
parlasse
,
non
gli
parlerebbe
solamente
di
Jeanne
,
gli
parlerebbe
di
religione
,
pure
.
Gli
domanderebbe
quale
fosse
la
sua
,
proprio
.
E
poi
,
s
'
egli
le
rispondesse
una
cosa
sciocca
,
una
cosa
volgare
?
Per
questo
aveva
quasi
paura
di
parlargli
.
Una
folata
di
pioggia
batté
dalle
invetriate
rotte
di
una
finestra
sul
pavimento
.
Noemi
pensò
che
mai
più
non
avrebbe
dimenticato
quell
'
ora
,
quella
grande
chiesa
vuota
,
quell
'
oscuro
cielo
,
quel
colpo
di
pioggia
entrato
come
un
colpo
di
pianto
,
il
naufrago
del
mondo
assorto
sui
gradini
dell
'
altare
maggiore
,
Dio
sa
in
quali
sublimi
pensieri
,
e
neppure
il
sagrestano
suo
nemico
,
postosi
a
dormire
sui
gradini
di
un
altro
altare
con
la
famigliarità
noncurante
di
un
collega
di
Domeneddio
.
Passò
molto
tempo
,
forse
un
'
ora
,
forse
più
.
La
chiesa
si
venne
rischiarando
,
parve
che
smettesse
di
piovere
.
Suonarono
le
quattro
.
Entrò
in
chiesa
don
Clemente
e
dietro
a
lui
entrarono
Maria
e
Giovanni
,
contenti
di
trovar
Noemi
,
della
quale
non
sapevano
che
fosse
avvenuto
.
Si
mosse
anche
il
sagrestano
che
conosceva
il
padre
.
"
Dunque
?
Il
Viatico
?
"
Il
Viatico
?
L
'
uomo
,
pur
troppo
,
era
morto
.
Al
Viatico
si
era
pensato
troppo
tardi
.
Il
padre
domandò
di
Benedetto
e
Noemi
glielo
indicò
.
Parlarono
del
colloquio
che
Noemi
desiderava
.
Don
Clemente
arrossì
,
esitò
,
ma
poi
non
seppe
come
rifiutarsi
a
chiederlo
e
raggiunse
Benedetto
.
Mentre
i
due
discorrevano
insieme
,
Giovanni
e
Maria
ragguagliarono
Noemi
di
quel
ch
'
era
accaduto
.
Entrato
l
'
arciprete
,
l
'
infermo
non
aveva
parlato
più
.
Non
era
stato
possibile
di
confessarlo
.
Intanto
era
scoppiato
il
temporale
con
tale
veemenza
,
tali
torrenti
strepitavano
intorno
alla
capanna
che
l
'
arciprete
non
aveva
potuto
uscirne
per
andar
a
prendere
l
'
olio
santo
.
Si
credeva
che
l
'
ammalato
durasse
qualche
ora
;
invece
,
alle
tre
,
era
morto
.
Don
Clemente
e
l
'
arciprete
erano
usciti
appena
lo
avevano
permesso
i
torrenti
.
Giovanni
e
Maria
erano
rimasti
colla
madre
,
che
pareva
impazzita
,
fino
all
'
arrivo
della
sorella
maggiore
del
morto
.
Allora
erano
partiti
,
anche
per
venire
in
cerca
di
Noemi
.
Non
l
'
avevano
trovata
all
'
osteria
,
si
erano
diretti
alla
chiesa
.
Avevano
incontrato
sulla
piazza
il
padre
che
usciva
da
una
casa
civile
.
Non
sapevano
che
ci
fosse
andato
a
fare
.
Maria
parlò
con
entusiasmo
di
Benedetto
,
de
'
suoi
conforti
spirituali
al
moribondo
.
Era
sdegnatissima
,
come
suo
marito
,
della
guerra
fattagli
da
gente
che
adesso
aveva
buon
giuoco
a
voltargli
contro
tutto
il
paese
.
Biasimavano
la
debolezza
dell
'
arciprete
e
non
erano
contenti
neppure
di
don
Clemente
.
Don
Clemente
non
avrebbe
dovuto
prestarsi
alla
cacciata
del
suo
discepolo
!
Perché
gli
aveva
detto
lui
di
andarsene
,
quando
era
venuto
l
'
arciprete
.
Il
suo
primo
torto
era
stato
di
portare
il
messaggio
dell
'
Abate
.
Noemi
non
sapeva
di
questo
messaggio
.
Udito
che
si
voleva
spogliare
Benedetto
della
sua
tonaca
,
scattò
:
Benedetto
non
doveva
obbedire
!
Intanto
Benedetto
e
il
padre
mossero
verso
la
porta
.
Benedetto
si
tenne
in
disparte
;
il
padre
venne
a
dire
ai
Selva
e
a
Noemi
che
,
parecchia
gente
volendo
parlare
a
Benedetto
,
egli
aveva
combinato
un
ritrovo
comune
presso
un
signore
del
paese
.
Doveva
ora
precederli
,
con
Benedetto
,
colà
.
Sarebbe
venuto
a
riprenderli
in
chiesa
fra
pochi
minuti
.
Il
signore
era
quel
tale
che
i
Selva
avevano
incontrato
sulla
costa
di
Jenne
dove
stava
in
attesa
della
duchessa
di
Civitella
.
La
duchessa
era
poi
arrivata
con
altre
due
dame
e
con
alcuni
cavalieri
fra
i
quali
un
giornalista
,
il
giovinotto
elegantissimo
dalla
caramella
.
Il
signore
di
Jenne
non
capiva
più
nella
pelle
,
si
sentiva
per
quel
giorno
in
corpo
uno
spirito
ducale
di
bontà
e
di
magnificenza
.
Perciò
don
Clemente
,
consigliato
dall
'
arciprete
di
rivolgersi
a
lui
,
ne
aveva
facilmente
ottenuto
la
promessa
,
per
Benedetto
,
di
un
vecchio
abito
nero
da
mattina
,
di
una
cravatta
nera
,
di
un
cappello
nero
a
cencio
.
Quando
,
nella
camera
dov
'
erano
preparate
le
vesti
laicali
,
il
discepolo
,
svestita
la
tonaca
,
prese
,
tacendo
sempre
,
a
indossarle
,
il
Maestro
,
che
stava
alla
finestra
,
non
poté
trattenere
un
singhiozzo
.
Pochi
momenti
dopo
Benedetto
lo
chiamò
dolcemente
.
-
Padre
mio
diss
'
egli
.
"
Mi
guardi
.
"
Vestito
dei
nuovi
panni
,
troppo
lunghi
e
larghi
,
egli
sorrideva
,
mostrando
pace
.
Il
padre
gli
afferrò
una
mano
per
baciargliela
;
ma
Benedetto
,
ritratta
con
impeto
la
mano
,
allargò
le
braccia
,
si
strinse
al
petto
lui
che
parve
allora
il
minore
,
il
figliuolo
,
il
penitente
ministro
di
tristi
prepotenze
umane
che
sul
palpito
divino
di
quel
petto
si
sciogliessero
in
polvere
,
cenere
e
niente
.
Stettero
così
abbracciati
lungamente
senza
dir
parola
.
"
L
'
ho
fatto
per
te
"
mormorò
alfine
don
Clemente
.
"
Ti
ho
portato
io
il
messaggio
ignominioso
per
vedere
la
grazia
del
Signore
risplendere
in
questo
tuo
abito
vile
più
che
nella
tonaca
.
"
Benedetto
lo
interruppe
.
"
No
no
"
diss
'
egli
"
non
mi
tenti
,
non
mi
tenti
!
Ringraziamo
Iddio
,
invece
,
che
appunto
mi
castiga
per
quel
compiacimento
presuntuoso
che
ho
avuto
a
Santa
Scolastica
quando
Lei
mi
ha
offerto
l
'
abito
benedettino
e
io
ho
pensato
che
nella
mia
visione
mi
ero
visto
morire
con
quell
'
abito
.
Il
mio
cuore
si
alzò
allora
come
dicendosi
:
"
sono
veramente
prediletto
da
Dio
!
"
E
adesso
...
"
Oh
ma
..
!
"
esclamò
il
padre
e
subito
tacque
,
tutto
una
fiamma
nel
viso
.
Benedetto
credette
intendere
che
avesse
pensato
:
"
non
è
detto
che
tu
non
lo
riprenda
,
l
'
abito
che
hai
spogliato
!
non
è
detto
che
la
visione
non
si
avveri
!
"
e
che
poi
non
avesse
voluto
dire
il
suo
pensiero
,
sia
per
prudenza
,
sia
per
non
alludere
alla
sua
morte
.
Sorrise
,
lo
abbracciò
.
Il
padre
si
affrettò
a
parlare
d
'
altro
,
scusò
l
'
arciprete
ch
'
era
dolente
di
quanto
accadeva
,
che
non
avrebbe
voluto
allontanare
Benedetto
ma
temeva
i
Superiori
.
Non
era
un
don
Abbondio
,
non
temeva
per
sé
,
temeva
per
lo
scandalo
di
un
conflitto
con
l
'
Autorità
.
"
Io
gli
perdono
"
disse
Benedetto
"
e
prego
Dio
che
gli
perdoni
,
ma
questo
difetto
di
coraggio
morale
è
una
piaga
della
Chiesa
.
Piuttosto
che
mettersi
in
conflitto
con
i
Superiori
ci
si
mette
in
conflitto
con
Dio
.
E
si
crede
di
sfuggire
a
questo
sostituendo
alla
propria
coscienza
,
dove
Dio
parla
,
la
coscienza
dei
Superiori
.
E
non
s
'
intende
che
operando
contro
il
Bene
o
astenendosi
da
operare
contro
il
Male
per
obbedire
ai
Superiori
si
è
di
scandalo
al
mondo
,
si
macchia
davanti
al
mondo
il
carattere
cristiano
.
Non
s
'
intende
che
il
debito
verso
Dio
e
il
debito
verso
i
Superiori
si
possono
compiere
insieme
non
operando
mai
contro
il
Bene
,
non
astenendosi
mai
da
operare
contro
il
Male
,
ma
senza
giudicare
i
Superiori
,
ma
obbedendo
loro
con
perfetta
obbedienza
in
tutto
che
non
è
contro
il
Bene
o
a
favore
del
Male
,
deponendo
ai
loro
piedi
la
propria
vita
stessa
,
solo
non
la
coscienza
;
la
coscienza
,
mai
!
Allora
questo
inferiore
spogliato
di
tutto
fuorché
della
sua
coscienza
e
della
sua
obbedienza
giusta
,
questo
inferiore
è
un
puro
grano
del
sale
della
terra
e
dove
molti
di
questi
grani
si
trovino
uniti
,
ciò
cui
essi
aderiscono
resterà
incorrotto
e
ciò
cui
non
aderiscono
cadrà
imputridito
!
"
A
misura
che
parlava
,
Benedetto
si
veniva
trasfigurando
.
Nel
pronunciare
le
ultime
parole
sorse
in
piedi
.
Gli
occhi
avevano
lampi
,
la
fronte
un
chiarore
augusto
dello
spirito
di
Verità
.
Posò
le
mani
sulle
spalle
di
don
Clemente
.
"
Maestro
mio
"
diss
'
egli
raddolcendosi
nel
viso
"
io
lascio
il
tetto
,
il
pane
e
l
'
abito
che
mi
furono
offerti
,
ma
non
lascerò
di
parlare
di
Cristo
Verità
fino
a
che
avrò
vita
.
Me
ne
vado
ma
non
per
tacere
.
Si
ricorda
di
avermi
fatto
leggere
la
lettera
di
S
.
Pier
Damiano
a
quel
laico
che
predicava
?
E
quello
là
predicava
in
chiesa
!
Io
non
predicherò
in
chiesa
ma
se
Cristo
vuole
che
io
parli
nei
tugurii
,
nei
tugurii
parlerò
;
se
vuole
che
io
parli
nei
palazzi
,
nei
palazzi
parlerò
;
se
vuole
che
io
parli
nei
cubicoli
,
parlerò
nei
cubicoli
;
se
vuole
che
io
parli
sui
tetti
,
parlerò
sui
tetti
.
Pensi
all
'
uomo
che
operava
nel
nome
di
Cristo
e
ne
fu
proibito
dai
discepoli
.
Cristo
ha
detto
:
lasciatelo
fare
.
È
da
obbedire
ai
discepoli
o
è
da
obbedire
a
Cristo
?
"
"
Per
l
'
uomo
del
Vangelo
sta
bene
,
caro
"
rispose
don
Clemente
"
ma
ora
sulla
volontà
di
Cristo
ci
si
può
anche
ingannare
,
bada
.
"
Il
cuore
di
don
Clemente
non
parlava
propriamente
così
;
ma
le
parole
imprudenti
,
indisciplinate
del
cuore
non
furon
lasciate
passare
alle
labbra
.
"
Del
resto
,
padre
mio
"
riprese
Benedetto
"
lo
creda
,
io
non
sono
bandito
per
avere
evangelizzato
il
popolo
.
Vi
sono
due
cose
ch
'
Ella
deve
sapere
.
La
prima
è
questa
:
mi
è
stato
proposto
,
qui
a
Jenne
,
da
qualcuno
che
mi
parlò
quella
volta
e
poi
non
vidi
più
,
di
abbracciare
la
carriera
ecclesiastica
per
diventare
missionario
.
Risposi
che
non
mi
sentivo
chiamato
.
La
seconda
è
questa
.
Nei
primi
giorni
dopo
la
mia
venuta
a
Jenne
,
discorrendo
di
religione
con
l
'
arciprete
,
gli
parlai
della
vitalità
eterna
della
dottrina
cattolica
,
del
potere
che
ha
l
'
anima
della
dottrina
cattolica
di
trasformare
continuamente
il
proprio
corpo
,
accrescendone
senza
limiti
la
forza
e
la
bellezza
.
Lei
sa
,
padre
mio
,
da
chi
mi
sono
venute
queste
idee
per
mezzo
di
Lei
.
L
'
arciprete
deve
avere
riferito
il
mio
discorso
,
che
gli
era
piaciuto
.
Il
giorno
dopo
mi
domandò
se
a
Subiaco
avessi
conosciuto
Selva
,
se
avessi
letto
i
suoi
libri
.
Mi
disse
ch
'
egli
non
li
aveva
letti
ma
sapeva
ch
'
erano
da
fuggire
.
Padre
mio
,
Ella
comprende
.
È
per
causa
del
signor
Selva
e
dell
'
amicizia
di
Lei
col
signor
Selva
che
io
parto
da
Jenne
così
.
Non
La
ho
mai
tanto
amata
quanto
adesso
,
non
so
dove
andrò
ma
dovunque
il
Signore
mi
mandi
,
vicino
o
lontano
,
non
mi
abbandoni
nell
'
anima
Sua
!
"
Così
dicendo
con
un
tumulto
,
nella
voce
,
di
dolore
e
di
amore
,
Benedetto
si
gettò
un
'
altra
volta
nelle
braccia
del
Maestro
che
,
straziato
egli
pure
da
una
tempesta
di
sentimenti
diversi
,
non
sapeva
se
domandargli
perdono
o
promettergli
gloria
,
la
vera
;
e
solamente
poté
dirgli
,
ansando
:
"
Anch
'
io
,
tu
non
sai
!
ho
bisogno
di
non
essere
abbandonato
dall
'
anima
tua
.
"
Don
Clemente
raccolse
in
un
fardello
,
maneggiandolo
con
mani
guardinghe
,
riverenti
,
l
'
abito
deposto
dal
discepolo
.
Raccolto
che
l
'
ebbe
,
disse
a
Benedetto
che
non
poteva
offrirgli
l
'
ospitalità
di
Santa
Scolastica
,
che
aveva
avuto
in
animo
di
pregare
i
signori
Selva
,
ma
che
ora
gli
sorgeva
il
dubbio
se
a
Benedetto
fosse
opportuno
,
nell
'
interesse
del
suo
stesso
apostolato
,
mettersi
così
pubblicamente
sotto
la
protezione
del
signor
Giovanni
.
Benedetto
sorrise
.
"
Oh
,
questo
no
!
"
diss
'
egli
.
"
Temeremo
noi
le
tenebre
più
che
non
ameremo
la
luce
?
Ma
ho
bisogno
di
pregare
il
Signore
che
mi
faccia
conoscere
,
se
possibile
,
la
Sua
volontà
.
Forse
vorrà
questo
,
forse
altro
.
E
adesso
vorrebbe
farmi
portare
un
po
'
di
cibo
e
di
vino
?
Poi
mi
mandi
chi
mi
vuole
parlare
.
"
Don
Clemente
si
meravigliò
,
nel
suo
interno
,
che
Benedetto
gli
domandasse
del
vino
ma
non
ne
fece
mostra
.
Disse
che
gli
avrebbe
mandata
pure
quella
signorina
che
stava
con
i
Selva
.
Benedetto
lo
interrogò
cogli
occhi
,
ricordando
che
quando
la
signorina
,
poi
riveduta
in
chiesa
,
gli
aveva
chiesto
un
colloquio
,
don
Clemente
gli
aveva
stretto
il
braccio
come
per
ammonirlo
tacitamente
di
stare
in
guardia
.
Don
Clemente
,
arrossendo
molto
,
si
spiegò
.
Aveva
veduta
la
signorina
a
Santa
Scolastica
insieme
a
un
'
altra
persona
.
Quel
moto
era
stato
involontario
.
L
'
altra
persona
era
lontana
.
"
Non
ci
rivedremo
"
diss
'
egli
"
perché
appena
ti
avrò
mandato
il
cibo
e
avrò
avvertite
queste
persone
,
dovrò
partire
per
Santa
Scolastica
.
"
Benedetto
,
parlando
di
andare
a
Subiaco
o
altrove
,
aveva
detto
"
forse
questo
,
forse
altro
"
con
un
accento
così
pregno
di
sottintesi
,
che
don
Clemente
,
nel
congedarsi
,
gli
sussurrò
:
"
Pensi
a
Roma
?
"
Invece
di
rispondere
,
Benedetto
gli
prese
dolcemente
di
mano
il
fardello
dov
'
era
la
povera
tonaca
concessa
e
ritolta
,
se
l
'
accostò
,
non
senza
un
tremito
delle
mani
,
alle
labbra
,
ve
le
impresse
,
ve
le
tenne
lungamente
.
Era
il
rimpianto
dei
giorni
di
pace
,
di
lavoro
,
di
preghiera
,
di
parola
evangelica
?
Era
l
'
attesa
di
un
'
ora
lucente
nell
'
avvenire
?
Rese
il
fardello
al
Maestro
.
"
Addio
"
diss
'
egli
.
Don
Clemente
uscì
a
precipizio
.
La
stanza
offerta
dal
padrone
di
casa
per
le
udienze
di
Benedetto
aveva
un
grande
canapè
,
un
tavolino
quadrato
coperto
di
un
panno
giallo
a
fiorami
azzurri
,
delle
sedie
sgangherate
,
delle
poltrone
che
mostravano
la
stoppa
per
gli
squarci
del
vecchio
cuoio
stinto
,
due
ritratti
di
avoli
parrucconi
dalle
cornici
annerite
,
due
finestre
,
una
quasi
accecata
da
una
muraglia
greggia
,
l
'
altra
aperta
sui
prati
,
sulla
faccia
di
un
bel
monte
pensoso
,
sul
cielo
.
Benedetto
,
prima
di
ricevere
visitatori
,
vi
si
affacciò
per
un
addio
ai
prati
,
al
monte
,
al
povero
paese
.
Preso
da
spossatezza
,
si
appoggiò
al
davanzale
.
Era
una
spossatezza
dolce
dolce
.
Non
si
sentiva
quasi
più
il
peso
del
corpo
e
il
cuore
gli
si
ammolliva
di
beatitudine
mistica
.
Poco
a
poco
,
perdendo
i
suoi
pensieri
oggetto
e
forma
,
il
senso
della
quieta
innocente
vita
esterna
,
delle
stille
che
gocciavano
dai
tetti
,
dell
'
aria
odorata
di
montagna
,
lievemente
,
occultamente
mossa
ora
in
questa
ora
in
quella
parte
,
lo
intenerì
.
Gli
rinacquero
nella
memoria
ore
lontane
della
sua
giovinezza
prima
,
quando
non
aveva
moglie
né
pensava
al
matrimonio
,
la
fine
di
un
temporale
nell
'
alta
Valsolda
,
sui
dorsi
del
Pian
Biscagno
.
Quanto
diversa
la
sua
sorte
se
i
suoi
genitori
avessero
vissuto
trenta
,
vent
'
anni
di
più
!
Almeno
uno
di
essi
!
Si
vide
nel
pensiero
la
lapide
del
camposanto
di
Oria
:
A
FRANCO
IN
DIO
LA
SUA
LUISA
e
gli
occhi
gli
si
gonfiarono
di
pianto
.
Venne
allora
una
reazione
violenta
della
volontà
contro
questi
languori
molli
del
sentimento
,
questa
tentazione
di
debolezza
.
"
No
no
no
"
mormorò
egli
,
udibilmente
.
Una
voce
,
alle
sue
spalle
,
rispose
:
"
Non
ci
vuole
ascoltare
?
"
Benedetto
si
voltò
,
sorpreso
.
Tre
giovani
stavano
davanti
a
lui
.
Egli
non
li
aveva
uditi
entrare
.
Quello
di
essi
che
pareva
il
maggiore
,
un
bel
ragazzo
,
basso
di
statura
,
bruno
,
dagli
occhi
esperti
di
molte
cose
,
gli
chiese
arditamente
perché
avesse
spogliato
l
'
abito
clericale
.
Benedetto
non
rispose
.
"
Non
lo
vuol
dire
?
"
fece
colui
.
"
Non
importa
,
senta
.
Noi
siamo
studenti
dell
'
Università
di
Roma
,
gente
di
poca
fede
,
glielo
dico
schietto
e
subito
.
E
ci
godiamo
la
nostra
giovinezza
,
più
o
meno
;
glielo
dico
subito
anche
questo
.
"
Uno
dei
compagni
tirò
l
'
oratore
per
la
falda
dell
'
abito
.
"
Sta
zitto
!
"
disse
il
primo
.
"
Sì
,
uno
di
noi
crede
poco
ai
Santi
ma
è
un
purissimo
.
Quello
però
non
è
qui
davanti
a
Lei
,
come
non
vi
sono
altri
che
stanno
giuocando
all
'
osteria
.
Il
Purissimo
non
ha
voluto
venire
con
noi
.
Dice
che
troverà
modo
di
parlarle
da
solo
a
solo
.
Noi
siamo
quello
che
Le
ho
detto
.
Siamo
venuti
da
Roma
per
fare
una
gita
e
per
vedere
un
miracolo
,
s
'
era
possibile
;
insomma
per
stare
allegri
.
"
I
compagni
lo
interruppero
,
protestando
.
"
Ma
sì
!
"
ribatté
lui
.
"
Per
stare
allegri
!
Scusi
,
io
sono
più
sincero
.
Infatti
mancò
poco
che
la
nostra
allegria
ci
costasse
cara
.
Si
scherzò
e
ci
volevano
accoppare
,
capisce
;
a
Suo
onore
e
gloria
.
Ma
poi
s
'
è
udito
il
discorsino
ch
'
Ella
fece
a
quella
turba
fanatica
.
Per
il
demonio
,
si
disse
,
questo
è
un
linguaggio
che
ha
del
novo
in
una
bocca
pretina
o
semipretina
,
questo
è
un
Santo
che
ci
va
meglio
degli
altri
,
scusi
la
confidenza
.
E
ci
si
accordò
subito
di
chiederle
un
colloquio
.
Perché
poi
,
se
siamo
un
poco
scettici
e
gaudenti
,
siamo
anche
un
poco
intellettuali
e
certe
verità
religiose
c
'
interessano
.
Io
,
per
esempio
,
sono
forse
per
diventare
un
neo
buddista
.
"
I
suoi
compagni
risero
ed
egli
si
voltò
ad
essi
adirato
.
"
Sì
,
non
sarò
buddista
nella
pratica
ma
il
Buddismo
m
'
interessa
più
del
Cristianesimo
!
"
Qui
successe
un
battibecco
fra
i
tre
per
quest
'
uscita
poco
opportuna
;
e
un
secondo
oratore
,
lungo
,
sottile
,
in
occhiali
,
prese
il
posto
del
primo
.
Costui
parlava
nervoso
,
con
frequenti
scatti
del
capo
e
degli
avambracci
rigidi
.
Il
suo
discorso
fu
questo
.
I
suoi
compagni
e
lui
avevano
discusso
più
volte
intorno
alla
vitalità
del
Cattolicismo
.
Tutti
ammettevano
che
fosse
esausta
e
che
la
morte
seguirebbe
presto
se
non
intervenisse
una
riforma
radicale
.
Alla
possibilità
di
questa
riforma
chi
credeva
e
chi
non
credeva
.
Desideravano
conoscere
l
'
opinione
di
un
cattolico
intelligente
e
moderno
nello
spirito
come
si
era
rivelato
Benedetto
.
Avevano
molte
domande
a
fargli
.
Qui
il
terzo
ambasciatore
della
compagnia
studentesca
giudicò
venuto
il
suo
momento
e
scaraventò
addosso
a
Benedetto
una
tempesta
disordinata
di
quesiti
.
Sarebb
'
egli
stato
disposto
a
farsi
propugnatore
di
una
riforma
della
Chiesa
?
Credeva
nell
'
infallibilità
del
Papa
e
del
Concilio
?
Approvava
il
culto
di
Maria
e
dei
Santi
nella
sua
forma
presente
?
Era
democratico
cristiano
?
Quale
concetto
aveva
di
una
riforma
desiderabile
?
Avevano
veduto
a
Jenne
Giovanni
Selva
.
Benedetto
,
conosceva
i
suoi
libri
?
Approvava
le
sue
idee
?
Gli
piaceva
che
fosse
proibito
ai
cardinali
di
uscire
a
piedi
e
ai
preti
di
andare
in
bicicletta
?
Cosa
pensava
della
Bibbia
e
dell
'
ispirazione
?
Prima
di
rispondere
,
Benedetto
guardò
a
lungo
,
severo
in
viso
,
il
suo
giovine
interlocutore
.
"
Un
medico
"
diss
'
egli
finalmente
"
aveva
fama
di
saper
guarire
tutte
le
malattie
.
Qualcuno
che
non
credeva
nella
medicina
andò
da
lui
per
curiosità
,
per
interrogarlo
sull
'
arte
sua
,
sugli
studî
,
sulle
opinioni
.
Il
medico
lo
lasciò
parlare
lungamente
e
poi
gli
prese
il
polso
,
così
.
"
Benedetto
prese
il
polso
del
primo
che
gli
aveva
parlato
e
proseguì
:
"
Glielo
prese
,
glielo
tenne
un
momento
in
silenzio
,
poi
gli
disse
:
-
Amico
,
voi
soffrite
di
cuore
.
Io
ve
l
'
ho
letto
in
viso
e
ora
sento
battere
il
martello
del
falegname
che
vi
lavora
la
bara
.
"
Il
giovine
dal
polso
prigioniero
non
poté
a
meno
di
batter
le
ciglia
.
"
Non
parlo
per
Lei
"
disse
Benedetto
.
"
Parla
quel
medico
a
quel
tale
che
non
crede
nella
medicina
.
E
continua
:
-
Venite
voi
a
me
per
avere
vita
e
salute
?
Io
vi
darò
l
'
una
e
l
'
altra
.
Non
venite
per
questo
?
Io
non
ho
tempo
per
voi
.
-
Allora
colui
,
che
si
era
sempre
creduto
sano
,
allibbì
e
disse
:
-
Maestro
,
eccomi
nelle
vostre
mani
,
fate
che
io
viva
.
"
I
tre
rimasero
per
un
momento
sbalorditi
.
Quando
accennarono
a
riaversi
e
a
replicare
,
Benedetto
riprese
:
"
Se
tre
ciechi
mi
domandano
la
mia
lampada
di
verità
,
cosa
risponderò
io
?
Risponderò
:
andate
prima
e
preparate
gli
occhi
vostri
ad
essa
perché
se
io
ve
la
dessi
nelle
mani
ora
,
voi
non
ne
avreste
alcun
lume
,
voi
non
potreste
che
guastarla
.
"
"
Non
vorrei
"
disse
lo
studente
lungo
,
smilzo
e
occhialuto
"
che
per
vedere
questa
Sua
lampada
di
verità
si
dovessero
chiudere
le
finestre
alla
luce
del
sole
.
Ma
insomma
capisco
ch
'
Ella
non
voglia
spiegarsi
con
noi
,
che
ci
prenda
per
dei
reporters
.
Oggi
noi
non
abbiamo
o
almeno
io
non
ho
le
disposizioni
che
Lei
desidera
.
Sarò
un
cieco
ma
non
mi
sento
di
domandar
la
luce
al
Papa
e
nemmeno
a
un
Lutero
.
Però
,
se
Lei
viene
a
Roma
,
troverà
dei
giovani
disposti
meglio
di
me
,
meglio
di
noi
.
Venga
,
parli
,
permetta
anche
a
noi
di
udirla
.
Oggi
abbiamo
la
curiosità
,
domani
,
chi
sa
?
potremo
avere
il
desiderio
buono
.
Venga
a
Roma
.
"
"
Mi
dia
il
Suo
nome
"
disse
Benedetto
.
Colui
gli
porse
una
carta
da
visita
.
Si
chiamava
Elia
Viterbo
.
Benedetto
lo
guardò
,
curioso
.
"
Sì
signore
"
diss
'
egli
"
sono
israelita
,
ma
questi
due
battezzati
non
sono
più
cristiani
di
me
.
Del
resto
io
non
ho
nessun
pregiudizio
religioso
.
"
Il
colloquio
era
finito
.
Nell
'
uscire
,
il
più
giovane
dei
tre
,
quello
dalla
gragnuola
di
domande
,
tentò
un
ultimo
assalto
.
"
Ci
dica
almeno
se
i
cattolici
,
secondo
Lei
,
dovrebbero
andare
alle
urne
politiche
?
"
Benedetto
tacque
.
L
'
altro
insistette
:
"
Non
vuoi
rispondere
neppure
a
questo
?
"
Benedetto
sorrise
.
"
Non
expedit
"
diss
'
egli
.
Passi
nell
'
anticamera
;
due
colpettini
leggeri
all
'
uscio
;
entrano
i
Selva
con
Noemi
.
Maria
Selva
entra
prima
e
vedendo
Benedetto
così
vestito
,
non
può
trattenere
un
movimento
di
sdegno
,
di
compianto
e
di
riso
;
arrossisce
,
vorrebbe
dire
una
parola
di
protesta
,
non
la
trova
.
A
Noemi
vengono
le
lagrime
agli
occhi
.
Tutti
e
quattro
tacciono
per
un
momento
e
si
comprendono
.
Poi
Giovanni
mormora
:
Non
fu
dal
vel
del
cuor
giammai
disciolto
e
stringe
la
mano
all
'
uomo
che
nei
suoi
goffi
abiti
gli
pare
augusto
.
"
Sì
ma
Lei
non
deve
portare
questa
roba
!
"
esclamò
Maria
,
meno
mistica
di
suo
marito
.
Benedetto
fece
un
gesto
come
per
dire
"
non
parliamo
di
ciò
!
"
e
guardava
il
maestro
del
suo
Maestro
con
occhi
desiderosi
e
riverenti
.
"
Sa
"
diss
'
egli
"
quanto
Vero
e
quanto
Bene
mi
sono
venuti
da
Lei
?
"
Giovanni
non
sapeva
di
avere
tanto
influito
su
quell
'
uomo
attraverso
don
Clemente
.
Suppose
che
avesse
letto
i
suoi
libri
.
Ne
fu
commosso
e
ringraziò
nel
suo
cuore
Iddio
che
gli
faceva
sentire
con
dolcezza
un
po
'
di
effettivo
bene
operato
in
un
'
anima
.
"
Quanto
sarei
stato
felice
"
ripigliò
Benedetto
"
di
lavorare
nel
Suo
orto
per
vederla
qualche
volta
,
per
udirla
parlare
!
"
Noemi
,
all
'
udir
ricordare
quella
sera
,
si
lasciò
sfuggire
una
esclamazione
sommessa
piena
di
memorie
che
non
si
potevano
dire
.
Giovanni
ne
prese
occasione
per
offrire
a
Benedetto
l
'
ospitalità
,
poiché
don
Clemente
gli
aveva
detto
che
intendeva
lasciare
Jenne
la
sera
stessa
.
Potremmo
partire
insieme
,
quando
piacesse
a
lui
,
dopo
il
colloquio
ch
'
egli
avrebbe
concesso
a
sua
cognata
.
Noemi
,
pallida
,
fissò
Benedetto
per
la
prima
volta
,
aspettando
la
sua
risposta
.
"
La
ringrazio
"
diss
'
egli
,
dopo
avere
pensato
un
poco
.
"
Se
busserò
alla
Sua
porta
Ella
mi
aprirà
.
Ora
non
Le
posso
dire
altro
.
"
Giovanni
fece
atto
di
ritirarsi
con
sua
moglie
.
Benedetto
li
pregò
di
restare
.
Certo
la
signorina
non
aveva
segreti
per
loro
;
almeno
per
sua
sorella
se
non
per
il
cognato
.
Anche
questo
coperto
invito
a
Maria
cadde
perché
Noemi
osservò
,
imbarazzata
,
che
non
si
trattava
di
segreti
suoi
.
I
Selva
si
ritirarono
.
Benedetto
rimase
in
piedi
e
non
disse
a
Noemi
di
sedere
.
Egli
sapeva
di
avere
a
fronte
l
'
amica
di
Jeanne
,
presentiva
il
discorso
che
verrebbe
,
un
messaggio
di
Jeanne
.
"
Signorina
"
diss
'
egli
.
Il
modo
non
fu
scortese
ma
significò
chiaramente
:
"
quanto
più
presto
,
tanto
meglio
.
"
Noemi
intese
.
Qualunque
altro
l
'
avrebbe
offesa
.
Benedetto
,
no
.
Con
lui
si
sentiva
umile
.
"
Ho
l
'
incarico
"
diss
'
egli
"
di
domandarle
se
sa
niente
di
una
persona
ch
'
Ella
deve
avere
conosciuto
molto
.
Anche
molto
amato
,
credo
.
Il
nome
,
io
non
so
se
lo
pronuncio
bene
perché
non
sono
italiana
,
è
don
Giuseppe
Flores
.
"
Benedetto
trasalì
.
Non
si
aspettava
questo
.
"
No
"
esclamò
ansioso
.
"
Non
so
niente
!
"
Noemi
lo
guardò
un
momento
in
silenzio
.
Avrebbe
voluto
,
prima
di
parlare
,
domandargli
perdono
del
dolore
che
gli
avrebbe
recato
.
Disse
a
bassa
voce
,
mestamente
:
"
Mi
è
stato
scritto
di
apprenderle
che
non
è
più
di
questa
vita
.
"
Benedetto
piegò
il
viso
,
se
lo
nascose
fra
le
mani
.
Don
Giuseppe
,
caro
don
Giuseppe
,
cara
grande
anima
pura
,
cara
fronte
luminosa
,
cari
occhi
pieni
di
Dio
,
cara
voce
buona
!
Pianse
dolcemente
due
lagrime
,
due
sole
lagrime
che
Noemi
non
vide
,
si
udì
dentro
la
voce
di
don
Giuseppe
che
gli
diceva
:
non
senti
che
sono
qui
,
che
sono
con
te
,
che
sono
nel
tuo
cuore
?
Noemi
,
dopo
un
lungo
silenzio
,
mormorò
:
"
Mi
perdoni
.
Vorrei
non
averle
dovuto
recare
un
dolore
così
grande
.
"
Benedetto
si
scoperse
il
viso
.
"
Dolore
e
non
dolore
"
diss
'
egli
.
Noemi
tacque
,
riverente
.
Benedetto
le
domandò
se
sapesse
quando
quella
persona
fosse
morta
.
Verso
la
fine
di
aprile
,
credeva
Noemi
.
Ella
era
allora
fuori
d
'
Italia
.
Era
nel
Belgio
,
a
Bruges
,
con
un
'
amica
sua
alla
quale
era
stata
scritta
la
notizia
.
Per
quanto
ne
aveva
udito
dall
'
amica
,
quella
persona
,
Noemi
non
ne
ripeté
il
nome
per
un
delicato
riguardo
,
aveva
fatto
una
morte
santa
.
Le
sue
carte
,
ella
era
incaricata
di
riferire
anche
questo
,
erano
state
affidate
al
Vescovo
della
città
.
Benedetto
fece
un
gesto
di
approvazione
che
poteva
servire
anche
per
chiusa
del
colloquio
.
Noemi
non
si
mosse
.
"
Non
ho
ancora
finito
"
diss
'
ella
.
E
soggiunse
subito
:
"
Ho
un
'
amica
cattolica
...
io
non
sono
cattolica
,
sono
protestante
...
che
ha
perduta
la
fede
in
Dio
.
Le
hanno
consigliato
di
dedicarsi
a
opere
di
carità
.
Vive
con
un
fratello
contrarissimo
a
qualunque
religione
.
Questa
novità
che
sua
sorella
si
occupi
di
beneficenza
,
che
si
metta
in
relazione
con
gente
dedita
alle
opere
buone
per
principio
religioso
,
gli
è
spiacente
.
Adesso
è
ammalato
,
s
'
irrita
,
si
esalta
,
inveisce
contro
le
bigotte
del
Bene
,
non
vuole
che
sua
sorella
si
occupi
di
visitare
poveri
,
né
di
proteggere
ragazze
,
né
di
raccogliere
bambini
abbandonati
.
Dice
che
tutto
questo
è
clericalismo
,
è
utopia
,
che
il
mondo
va
come
vuole
andare
,
che
si
deve
lasciarlo
andare
e
che
con
questo
mescolarsi
alle
classi
inferiori
non
si
fa
che
metter
loro
in
testa
delle
idee
false
e
pericolose
.
Ora
è
stato
detto
alla
mia
amica
che
deve
o
mentire
a
suo
fratello
facendo
di
nascosto
ciò
che
prima
faceva
in
palese
,
o
separarsi
da
lui
.
Essa
ha
tanto
bisogno
di
un
consiglio
sicuro
!
Mi
scrive
di
domandarlo
a
Lei
.
Ha
letto
nei
giornali
ch
'
Ella
consiglia
qui
tanta
gente
di
queste
montagne
,
spera
che
non
rifiuterà
.
"
"
Poiché
suo
fratello
"
rispose
Benedetto
"
è
ammalato
di
corpo
e
anche
di
spirito
,
non
le
si
offre
il
Bene
nella
sua
casa
stessa
?
Diventerà
una
cattiva
sorella
per
arrivare
a
conoscere
Iddio
?
Interrompa
le
sue
opere
,
si
dedichi
a
suo
fratello
,
lo
curi
come
del
male
del
corpo
così
del
male
dello
spirito
,
con
tutto
l
'
amore
che
...
"
Stava
per
dire
"
che
gli
porta
"
si
corresse
per
non
ammettere
così
espressamente
che
conosceva
la
persona
,
"
...
con
tutto
l
'
amore
di
cui
è
capace
,
gli
si
faccia
preziosa
,
lo
vinca
poco
a
poco
,
senza
prediche
,
solo
colla
bontà
.
Farà
tanto
bene
anche
a
lei
di
cercar
d
'
incarnare
in
sé
la
bontà
stessa
,
la
bontà
attiva
,
instancabile
,
paziente
e
prudente
.
E
lo
vincerà
,
lo
persuaderà
,
poco
a
poco
,
senza
discorsi
,
che
tutto
quello
che
fa
lei
è
ben
fatto
.
Allora
potrà
riprendere
le
sue
opere
e
le
potrà
riprendere
anche
da
sola
.
E
vi
riuscirà
meglio
.
Adesso
le
fa
per
un
consiglio
avuto
,
forse
non
vi
riesce
tanto
bene
.
Allora
le
farà
per
quest
'
abitudine
del
Bene
acquistata
con
suo
fratello
,
vi
riuscirà
meglio
.
"
"
Grazie
"
disse
Noemi
.
"
Grazie
per
l
'
amica
mia
e
anche
per
me
,
perché
mi
piace
tanto
questo
che
ha
detto
.
E
posso
io
ripetere
i
suoi
consigli
,
il
Suo
incoraggiamento
in
Suo
nome
?
"
La
domanda
pareva
superflua
poiché
incoraggiamento
e
consigli
erano
chiesti
proprio
a
Benedetto
,
proprio
per
incarico
dell
'
amica
.
Ma
Benedetto
si
turbò
.
Era
un
esplicito
messaggio
che
Noemi
gli
chiedeva
per
Jeanne
.
"
Chi
son
io
?
"
diss
'
egli
.
"
Che
autorità
posso
avere
?
Le
dica
che
pregherò
.
"
Noemi
tremò
nel
suo
interno
.
Sarebbe
stato
tanto
facile
,
ora
,
parlargli
di
religione
!
E
non
osava
.
Ah
perdere
una
occasione
simile
!
No
,
bisognava
parlare
ma
non
poteva
mica
pensare
per
un
quarto
d
'
ora
a
quello
che
direbbe
.
Disse
la
prima
cosa
che
le
venne
in
mente
.
"
Scusi
,
poiché
dice
di
pregare
;
vorrei
tanto
sapere
se
Lei
proprio
le
approva
tutte
,
le
idee
religiose
di
mio
cognato
?
"
Appena
proferita
la
domanda
,
le
parve
tanto
impertinente
,
tanto
goffa
,
da
vergognarne
.
E
si
affrettò
a
soggiungere
sentendo
di
dir
cosa
ancora
più
sciocca
e
dicendola
irresistibilmente
:
"
Perché
mio
cognato
è
cattolico
,
io
sono
protestante
e
vorrei
regolarmi
.
"
"
Signorina
"
rispose
Benedetto
"
verrà
giorno
in
cui
tutti
adoreranno
il
Padre
in
ispirito
e
verità
,
sulle
cime
;
oggi
è
ancora
il
tempo
di
adorarlo
nelle
ombre
e
nelle
figure
,
in
fondo
alle
valli
.
Molti
possono
salire
,
quale
più
,
quale
meno
,
verso
lo
spirito
e
la
verità
;
molti
non
possono
.
Vi
hanno
piante
che
oltre
una
certa
zona
non
fruttificano
e
,
portate
ancora
più
su
,
muoiono
.
Sarebbe
follia
di
toglierle
al
loro
clima
.
Io
non
La
conosco
,
non
posso
dirle
se
le
idee
religiose
di
suo
cognato
possano
,
portate
in
Lei
così
,
senza
preparazione
,
dare
un
frutto
buono
.
Le
dico
però
di
studiare
molto
molto
il
cattolicismo
con
l
'
aiuto
di
suo
cognato
,
perché
non
vi
è
un
solo
protestante
convinto
che
lo
conosca
bene
.
"
"
Lei
non
verrà
a
Subiaco
?
"
chiese
Noemi
timidamente
.
Qualche
nascosta
malinconia
salì
nella
sua
voce
che
fece
salir
nel
cuore
a
Benedetto
un
senso
di
dolore
dolce
,
tosto
fatto
sgomento
,
tanto
era
nuovo
.
"
No
"
diss
'
egli
"
non
credo
.
"
Noemi
volle
e
non
volle
dire
che
n
'
era
dolente
,
pronunciò
alcune
parole
confuse
.
Si
udì
gente
nell
'
anticamera
.
Noemi
piegò
il
viso
,
Benedetto
pure
;
e
il
colloquio
si
sciolse
senz
'
altro
saluto
.
Anche
la
duchessa
volle
parlare
a
Benedetto
.
Portò
con
sé
compagni
e
compagne
.
Non
più
giovine
ma
galante
ancora
,
mezzo
superstiziosa
e
mezzo
scettica
,
egoista
e
non
senza
cuore
,
voleva
bene
alla
figliuola
tisica
di
un
suo
vecchio
cocchiere
.
Udito
parlare
del
Santo
di
Jenne
e
de
'
suoi
miracoli
,
aveva
combinata
la
gita
,
un
po
'
per
divertimento
,
un
po
'
per
curiosità
,
per
vedere
se
fosse
il
caso
di
far
venire
il
Santo
a
Roma
o
di
mandargli
la
ragazza
.
Cugina
di
un
cardinale
,
aveva
conosciuto
presso
di
lui
uno
dei
preti
che
villeggiavano
a
Jenne
.
Ora
colui
,
incontratala
,
le
aveva
già
parlato
a
modo
suo
del
Santo
e
annunciato
il
crollo
della
sua
riputazione
.
Però
siccome
la
duchessa
non
si
fidava
di
nessun
prete
ed
era
curiosa
di
conoscere
un
uomo
cui
si
attribuiva
un
passato
romanzesco
,
e
la
stessa
curiosità
avevano
i
suoi
compagni
,
una
compagna
in
particolare
,
si
risolse
di
avvicinarlo
a
ogni
modo
.
Era
venuta
con
lei
una
vecchia
nobildonna
inglese
,
famosa
per
la
sua
ricchezza
,
per
le
sue
toilettes
bizzarre
,
per
il
suo
misticismo
teosofico
e
cristiano
,
innamorata
metafisicamente
del
Papa
e
anche
della
duchessa
che
ne
rideva
con
i
suoi
amici
.
I
quali
amici
,
nel
vedere
Benedetto
in
quell
'
arnese
,
si
scambiarono
occhiate
e
sorrisi
che
per
poco
non
diventarono
sghignazzamenti
quando
la
vecchia
inglese
,
prevenendo
tutti
,
prese
la
parola
.
Disse
,
in
un
cattivo
francese
,
che
sapeva
di
parlare
a
una
persona
colta
:
che
lei
,
con
amici
e
amiche
di
ogni
nazione
,
lavorava
per
riunire
tutte
le
Chiese
cristiane
sotto
il
Papa
,
riformando
il
cattolicismo
in
alcune
parti
troppo
assurde
che
nessuno
nel
suo
cuore
credeva
più
buone
a
niente
,
come
il
celibato
ecclesiastico
e
il
dogma
dell
'
inferno
;
che
avevano
bisogno
,
per
fare
questo
,
di
un
Santo
;
che
questo
Santo
sarebbe
lui
perché
uno
spirito
-
ella
non
era
spiritista
ma
un
'
amica
sua
lo
era
-
anzi
proprio
lo
spirito
della
contessa
Blawatzky
aveva
rivelato
questo
;
ch
'
era
perciò
necessaria
la
sua
venuta
a
Roma
e
che
a
Roma
egli
avrebbe
potuto
con
i
suoi
doni
di
santità
rendere
servigio
anche
alla
duchessa
di
Civitella
,
ivi
presente
.
Finì
il
suo
discorso
così
:
"
Nous
vous
attendons
absolument
,
monsieur
!
Quittez
ce
vilain
trou
!
Quittez
-
le
bientôt
!
Bientôt
!
"
Benedetto
,
girato
rapidamente
lo
sguardo
severo
per
la
cerchia
delle
facce
sardoniche
o
stolide
,
dall
'
occhialetto
della
duchessa
alla
caramella
del
giornalista
,
rispose
:
"
A
l
'
instant
,
madame
!
"
E
uscì
della
camera
.
Uscì
della
camera
e
della
casa
,
attraversò
la
piazza
camminando
male
negli
abiti
disadatti
,
prese
la
via
della
costa
senza
guardare
né
a
destra
né
a
sinistra
,
portato
dallo
spirito
più
che
dalle
forze
affievolite
del
corpo
,
pensando
passar
la
notte
sotto
qualche
albero
e
l
'
indomani
portarsi
a
Subiaco
e
di
là
,
con
l
'
aiuto
di
don
Clemente
,
a
Tivoli
dove
conosceva
un
buon
vecchio
prete
solito
venire
di
tanto
in
tanto
a
Santa
Scolastica
.
All
'
ospitalità
dei
Selva
,
che
gli
sarebbe
stata
cara
,
non
pensava
più
.
Il
suo
cuore
era
puro
e
in
pace
ma
egli
non
poteva
dimenticare
che
la
voce
soave
di
quella
signorina
straniera
e
l
'
accento
mesto
col
quale
aveva
detto
:
"
Lei
non
verrà
a
Subiaco
?
"
gli
avevano
risuonato
dentro
in
un
modo
strano
,
che
un
minuto
secondo
era
bastato
perché
gli
balenasse
in
mente
questo
pensiero
:
"
se
Jeanne
fosse
stata
così
non
mi
sarei
sciolto
.
"
Avevano
ragione
i
mistici
:
penitenza
e
digiuno
non
valgono
.
A
ogni
modo
tutto
era
oramai
dileguato
.
Restava
solamente
l
'
umile
sentimento
di
una
fralezza
essenzialmente
umana
che
,
uscita
vittoriosa
da
prove
difficili
,
può
ricomparire
improvvisamente
ed
essere
vinta
da
un
soffio
.
Il
paesello
era
deserto
.
La
gente
di
Trevi
,
di
Filettino
,
di
Vallepietra
,
cessato
il
temporale
,
era
partita
commentando
i
fatti
della
mattina
,
la
guarigione
dubbia
,
la
guarigione
fallita
,
i
moniti
seminati
alacremente
da
seconde
mani
contro
il
seduttore
del
popolo
,
il
falso
cattolico
.
All
'
uscita
del
villaggio
Benedetto
fu
veduto
da
due
o
tre
donne
di
Jenne
.
L
'
abito
laico
le
fece
allibire
,
lo
credettero
scomunicato
,
lo
lasciarono
passare
in
silenzio
.
Pochi
passi
più
in
là
fu
raggiunto
da
qualcuno
che
correva
.
Era
un
giovinetto
magro
,
biondo
,
dagli
occhi
azzurri
,
intelligentissimi
.
"
Lei
va
a
Roma
,
signore
Maironi
?
"
diss
'
egli
.
"
La
prego
di
non
chiamarmi
così
"
rispose
Benedetto
,
spiacente
di
apprendere
che
il
suo
nome
,
chi
sa
in
qual
modo
,
si
era
divulgato
.
"
Non
so
se
vado
a
Roma
.
"
"
Io
La
seguo
"
disse
il
giovine
,
impetuoso
.
"
Mi
segue
?
Perché
mi
segue
?
"
Il
giovine
gli
prese
,
per
tutta
risposta
,
una
mano
,
se
la
recò
alle
labbra
malgrado
la
resistenza
e
le
proteste
di
Benedetto
.
"
Perché
?
"
diss
'
egli
.
"
Perché
ho
il
disgusto
del
mondo
e
non
trovavo
Dio
e
oggi
mi
pare
,
per
Lei
,
di
essere
nato
alla
gioia
.
Permetta
,
permetta
che
La
segua
!
"
"
Caro
"
rispose
Benedetto
,
commosso
,
"
non
so
neppur
io
dove
andrò
.
"
Il
giovinetto
lo
supplicò
di
dirgli
almeno
quando
avrebbe
potuto
rivederlo
,
e
siccome
Benedetto
non
sapeva
veramente
come
rispondergli
,
esclamò
:
"
Oh
La
vedrò
a
Roma
!
Lei
andrà
a
Roma
,
certo
!
"
Benedetto
sorrise
.
"
A
Roma
?
E
dove
trovarmi
,
a
Roma
,
se
ci
vado
?
"
Quegli
rispose
che
sicuramente
a
Roma
si
parlerebbe
di
lui
,
che
tutti
saprebbero
dove
trovarlo
.
"
Se
Dio
vorrà
!
"
disse
Benedetto
con
un
affettuoso
cenno
di
saluto
.
Il
giovinetto
gentile
lo
trattenne
un
momento
per
la
mano
.
"
Sono
lombardo
anch
'
io
"
diss
'
egli
.
"
Sono
Alberti
,
di
Milano
.
Si
ricordi
di
me
!
"
E
seguì
Benedetto
con
lo
sguardo
intenso
finché
,
a
una
svolta
della
mulattiera
,
disparve
.
Alla
vista
della
croce
dalle
grandi
braccia
,
sull
'
orlo
della
discesa
,
Benedetto
ebbe
un
improvviso
sussulto
di
commozione
,
dovette
arrestarsi
.
Quando
si
rimise
in
cammino
fu
preso
da
vertigini
.
Fece
pochi
passi
ancora
,
barcollando
,
fuori
della
via
per
togliersi
dal
passaggio
della
gente
e
si
lasciò
cadere
sull
'
erba
in
un
grembo
del
prato
.
Allora
,
chiusi
gli
occhi
,
sentì
che
non
era
un
malessere
passaggero
,
ch
'
era
qualche
cosa
di
più
grave
.
Non
smarrì
del
tutto
la
conoscenza
,
smarrì
l
'
udito
,
il
tatto
,
la
memoria
,
la
nozione
del
tempo
.
Al
primo
riaversi
,
la
sensazione
,
ai
dorsi
delle
mani
,
del
panno
grosso
,
diverso
da
quello
della
solita
sua
veste
,
gli
mise
una
curiosità
non
tormentosa
,
quasi
divertente
,
circa
l
'
identità
propria
.
Si
andò
tastando
il
petto
,
i
bottoni
,
gli
occhielli
,
senza
capire
.
Pensò
.
Un
ragazzo
di
Jenne
che
gli
passò
vicino
sul
prato
,
corse
a
Jenne
,
raccontò
ansante
che
il
Santo
giaceva
morto
sull
'
erba
,
presso
la
croce
.
Benedetto
pensò
con
quell
'
ombra
di
ragione
oscura
che
ci
governa
nel
sogno
e
al
primo
svegliarci
.
Non
erano
i
panni
suoi
,
erano
i
panni
di
Piero
Maironi
.
Egli
era
Piero
Maironi
ancora
.
Ne
fu
sgomentato
e
rinvenne
del
tutto
.
Si
levò
a
sedere
,
si
mirò
la
persona
,
girò
lo
sguardo
intorno
,
per
il
prato
,
per
i
monti
velati
dalle
ombre
della
sera
.
Alla
vista
della
grande
croce
la
sua
mente
si
ricompose
.
Si
sentiva
male
,
male
assai
.
Cercò
di
rimettersi
in
piedi
e
vi
riuscì
a
fatica
.
Si
avviò
verso
la
mulattiera
domandandosi
che
potrebbe
fare
in
quello
stato
.
Vide
qualcuno
venir
frettoloso
per
la
mulattiera
,
da
Jenne
,
fermarglisi
in
faccia
;
udì
esclamare
:
"
Dio
,
è
Lei
!
"
riconobbe
la
voce
della
donna
che
gli
aveva
parlato
con
tanta
passione
fra
i
tuoni
e
i
lampi
.
Ella
sola
,
di
tanti
che
avevano
udito
a
Jenne
il
racconto
del
ragazzo
,
era
venuta
.
Gli
altri
non
avevano
creduto
o
non
avevano
voluto
credere
.
Era
venuta
correndo
,
folle
di
angoscia
.
Ora
si
era
fermata
di
botto
,
a
due
passi
da
lui
,
incapace
di
proferir
parola
.
Egli
non
sospettò
che
fosse
venuta
per
lui
,
le
diede
la
buona
sera
e
passò
.
Ella
non
gli
ricambiò
il
saluto
,
affannata
,
dopo
la
prima
gioia
,
di
vederlo
camminare
male
,
non
osando
seguirlo
.
Lo
vide
fermarsi
con
un
uomo
a
cavallo
che
saliva
,
parlargli
;
fece
un
balzo
avanti
per
udire
.
L
'
uomo
era
un
mulattiere
mandato
dai
Selva
in
cerca
di
Benedetto
.
I
Selva
erano
partiti
da
Jenne
poco
dopo
quest
'
ultimo
,
con
due
muli
per
le
signore
,
credendo
raggiungerlo
sulla
costa
.
Giunti
all
'
Aniene
senza
veder
nessuno
,
avevano
interrogato
un
viandante
che
veniva
da
Subiaco
.
Colui
non
seppe
darne
notizia
.
Noemi
che
doveva
prendere
l
'
ultimo
treno
per
Tivoli
,
era
partita
con
Giovanni
,
nascondendo
il
suo
rammarico
;
il
mulattiere
era
stato
rimandato
a
Jenne
per
cercarvi
di
Benedetto
e
anche
per
riportarne
un
ombrellino
dimenticato
all
'
osteria
;
Maria
era
rimasta
ad
aspettarlo
sulle
ghiaie
dell
'
Infernillo
.
La
giovine
maestra
udì
Benedetto
domandare
al
mulattiere
,
per
carità
,
che
gli
portasse
da
Jenne
un
po
'
d
'
acqua
.
I
due
si
parlarono
ancora
ma
lei
non
attese
altro
,
scomparve
.
Benedetto
aveva
accettato
,
dopo
una
breve
conversazione
col
mulattiere
,
di
raggiungere
,
a
cavallo
,
la
signora
Selva
.
Rimasto
solo
,
sedette
sotto
la
croce
aspettando
il
ritorno
del
mulattiere
con
l
'
acqua
e
con
l
'
ombrello
.
La
luna
falcata
si
veniva
dorando
nel
cielo
chiaro
sopra
i
monti
di
Arcinazzo
;
la
sera
era
senza
vento
,
tepida
.
Benedetto
si
sentiva
le
tempie
pulsare
e
ardere
,
celere
e
breve
il
respiro
.
Dolore
non
sentiva
;
e
l
'
erba
odorante
del
prato
,
gli
alberi
sparsi
,
le
grandi
montagne
ombrose
,
tutto
gli
era
vivo
,
tutto
gli
era
pio
,
tutto
gli
era
dolce
di
un
mistero
di
amore
orante
che
inclinava
la
stessa
falce
della
luna
verso
le
cime
placide
nel
cielo
di
opale
.
Don
Giuseppe
Flores
gli
diceva
nel
cuore
che
sarebbe
soave
di
morire
così
col
giorno
,
pregando
insieme
alle
cose
innocenti
.
Passi
frettolosi
,
dalla
parte
di
Jenne
.
Si
fermarono
un
po
'
discosto
.
Una
bambina
si
avanza
verso
Benedetto
,
gli
porge
timidamente
una
bottiglia
d
'
acqua
e
un
bicchiere
,
fugge
indietro
.
Benedetto
,
meravigliato
,
la
richiama
;
ella
viene
lenta
,
vergognosa
.
Richiesta
del
suo
nome
,
tace
;
dei
suoi
genitori
,
tace
.
Una
voce
dice
:
"
È
la
bambina
dell
'oste."
Benedetto
riconosce
la
voce
e
,
al
fioco
lume
della
luna
,
la
persona
silenziosa
rimasta
indietro
per
lo
stesso
squisito
sentimento
che
le
ha
fatto
prender
con
sé
la
bambina
.
"
Grazie
"
diss
'
egli
.
Ella
si
appressò
un
poco
,
tenendo
la
bambina
per
mano
,
sussurrò
:
"
Sa
che
i
preti
hanno
parlato
colla
madre
del
morto
?
Sa
che
ora
questa
donna
accusa
Lei
di
averlo
fatto
morire
?
"
Benedetto
rispose
con
qualche
severità
nella
voce
:
"
Perché
mi
dice
questo
?
"
Ella
conobbe
di
avergli
fatto
dispiacere
accusando
alla
sua
volta
,
esclamò
desolata
:
"
Oh
mi
perdoni
!
"
E
riprese
:
"
Posso
farle
una
domanda
?
"
"Dica."
"
Ritornerà
mai
a
Jenne
?
"
"No."
La
donna
tacque
.
Si
udirono
venire
,
da
lontano
,
il
mulattiere
e
il
suo
mulo
.
Ella
disse
,
a
voce
più
bassa
:
"
Per
pietà
,
una
domanda
ancora
.
Come
si
figura
Lei
l
'
altra
vita
?
Crede
che
uno
possa
ritrovare
le
persone
conosciute
in
questa
?
"
Se
il
lume
della
luna
non
fosse
stato
così
fioco
,
Benedetto
avrebbe
vedute
due
grosse
lagrime
rigar
il
viso
della
giovine
.
"
Credo
"
rispose
gravemente
"
che
fino
alla
morte
del
nostro
pianeta
l
'
altra
vita
sarà
per
noi
un
grande
continuo
lavoro
sopra
di
esso
e
che
tutte
le
intelligenze
aspiranti
alla
Verità
e
all
'
Unità
vi
si
ritroveranno
insieme
all
'opera."
Le
scarpe
ferrate
del
mulattiere
suonano
vicine
sui
ciottoli
.
La
donna
dice
:
"Addio."
Stavolta
le
lagrime
suonano
anche
nella
voce
.
Benedetto
le
risponde
:
"
A
Dio
.
"
Egli
scende
sul
mulo
,
ardendo
di
febbre
,
nelle
ombre
della
valle
.
Andrà
dunque
a
casa
Selva
.
Sa
,
lo
ha
saputo
dal
mulattiere
,
che
non
troverà
Noemi
,
ma
questo
gli
è
indifferente
,
non
la
teme
,
neppure
ricorda
quel
momento
di
lieve
emozione
.
Un
altro
pensiero
si
agita
,
infiammato
dalla
febbre
,
nell
'
anima
sua
.
Vi
turbinano
parole
di
don
Clemente
,
parole
di
quel
giovine
Alberti
,
parole
della
vecchia
dama
inglese
,
vi
lampeggiano
dentro
immagini
rotte
della
Visione
.
A
casa
Selva
,
sì
,
ma
per
poco
!
Egli
scende
e
la
gran
voce
dell
'
Aniene
gli
rugge
in
profondo
,
più
e
più
forte
:
"
Roma
,
Roma
,
Roma
.
"
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
CAPITOLO
SESTO
.
Tre
lettere
.
Jeanne
a
Noemi
.
Vena
di
Fonte
Alta
,
4
luglio
...
Perdonami
se
ti
scrivo
colla
matita
.
Ho
riletto
la
tua
lettera
qui
,
a
mezz
'
ora
dall
'
albergo
,
seduta
sull
'
orlo
di
una
vasca
dove
le
mandre
vengono
ad
abbeverarsi
.
L
'
acqua
piccola
che
vi
cade
da
un
canaletto
di
legno
mi
ricorda
con
la
sua
voce
tenera
qualche
cosa
che
mi
fa
dolere
il
cuore
:
una
passeggiata
con
lui
per
i
prati
e
i
boschi
,
nella
nebbia
,
una
sosta
presso
questa
fonte
,
parole
dolorose
,
qualche
lagrima
,
una
cosa
scritta
nell
'
acqua
,
un
momento
felice
,
l
'
ultimo
.
È
stato
un
grande
sacrificio
che
ho
fatto
a
Carlino
di
ritornare
a
Vena
dopo
tre
anni
.
Gli
ho
sempre
voluto
bene
ma
il
messaggio
di
Jenne
mi
farebbe
affrontare
per
lui
ben
altri
sacrifici
che
questo
,
e
lietamente
,
e
sapendo
di
averne
perduto
tutto
il
merito
.
Non
sono
contenta
della
tua
lettera
,
te
ne
dirò
il
perché
;
non
però
adesso
.
Qui
scrivo
troppo
male
e
ora
scende
il
nebbione
dai
prati
alti
sopra
la
fonte
,
soffia
una
tramontana
fredda
.
Debbo
curare
la
mia
salute
per
Carlino
.
Anche
questo
è
un
sacrificio
perché
odio
la
mia
salute
!
Più
tardi
.
Noemi
,
non
potresti
far
sì
che
il
mezzo
foglietto
di
carta
qui
unito
,
scritto
a
matita
,
gli
cadesse
sotto
gli
occhi
?
Tu
esiti
a
dirgli
come
l
'
obbedisco
;
non
potresti
almeno
aiutarmi
a
farglielo
sapere
così
?
Non
sono
contenta
delle
tue
lettere
sopra
tutto
perché
sono
troppo
corte
.
Tu
sai
quanto
io
sia
insaziabile
di
udire
di
lui
,
egli
è
ospite
della
casa
dove
lo
sei
anche
tu
,
a
Subiaco
non
devi
assolutamente
saper
che
fare
,
e
te
la
sbrighi
in
due
parole
!
-
Sta
meglio
.
-
Legge
molto
.
-
Ha
lavorato
nell
'
orto
.
-
Forse
passerà
l
'
estate
con
noi
.
-
Scrive
.
-
E
non
hai
ancora
saputo
dirmi
che
male
veramente
abbia
,
cosa
legga
,
dove
andrà
se
non
passa
l
'
estate
con
voi
,
se
scrive
lettere
o
libri
,
e
di
cosa
parlate
fra
voi
;
perché
è
impossibile
che
non
parliate
insieme
qualche
volta
.
Non
ripetermi
la
tua
scusa
che
quanto
meno
mi
si
parla
di
lui
,
tanto
meglio
è
per
me
.
È
una
scusa
comoda
che
hai
trovato
ma
è
sciocca
;
perché
,
mi
si
parli
o
non
mi
si
parli
,
è
la
stessa
cosa
.
La
mia
speranza
è
ben
morta
.
Non
rinasce
.
Dunque
scrivi
a
lungo
.
Sono
certa
ch
'
egli
ti
vuole
convertire
,
che
avete
insieme
delle
conversazioni
intime
e
che
mi
parli
poco
di
lui
per
questo
.
Sarebbe
una
piccola
gloria
,
sai
,
di
convertire
te
perché
in
religione
tu
sei
una
sentimentale
,
non
hai
la
visione
chiara
,
fredda
e
sicura
della
verità
che
ho
pur
troppo
io
senz
'
avere
studiato
e
che
tanto
non
vorrei
avere
.
Quando
pensi
di
ritornare
nel
Belgio
?
I
tuoi
interessi
non
ti
richiamano
lassù
?
Mi
hai
parlato
una
volta
di
un
tuo
agente
che
non
t
'
ispirava
molta
fiducia
.
Pare
che
in
agosto
viaggeremo
.
Almeno
così
dice
ora
Carlino
che
poi
cambia
facilmente
assai
.
Mi
piacerebbe
vedere
l
'
Olanda
in
settembre
,
con
te
.
Addio
.
Dunque
scrivi
.
S
'
egli
legge
molto
potresti
farti
prestare
un
libro
da
lui
e
lasciarvi
dentro
il
mezzo
foglietto
per
segno
.
Insomma
,
trova
!
O
questo
o
altro
;
sei
donna
.
Trova
,
se
pure
mi
vuoi
bene
.
Penso
del
resto
che
non
me
ne
vuoi
più
niente
.
È
così
,
di
'
la
verità
.
Invece
qui
all
'
albergo
c
'
è
una
signora
innamorata
di
me
.
Ridi
pure
,
è
proprio
vero
.
Vive
a
Roma
.
Suo
marito
è
sottosegretario
di
Stato
.
Vuole
a
ogni
costo
che
io
passi
l
'
inverno
venturo
a
Roma
.
Dipenderà
da
Carlino
.
La
signora
lo
assedia
ed
egli
si
lascia
assediare
,
né
ben
resiste
né
ben
capitola
.
Addio
,
scrivi
,
scrivi
e
scrivi
.
Noemi
a
Jeanne
(
dal
francese
)
.
Subiaco
,
8
luglio
...
Ho
fatto
meglio
.
Mio
cognato
gli
disse
a
memoria
,
in
presenza
mia
,
un
passo
latino
che
lo
colpì
,
un
passo
su
certi
monaci
del
tempo
antico
,
prima
di
Cristo
.
Egli
pregò
Giovanni
di
scriverglielo
.
Eravamo
nell
'
uliveto
sopra
la
villetta
,
seduti
sull
'
erba
.
Io
porsi
prontamente
a
Giovanni
una
matita
e
il
mezzo
foglietto
,
presentandogliene
il
lato
bianco
.
Egli
scrisse
e
Maironi
prese
il
mezzo
biglietto
,
vi
lesse
il
passo
latino
,
se
lo
pose
in
tasca
senza
guardare
l
'
altra
facciata
.
È
stato
un
vero
tradimento
e
ho
tradito
per
amor
tuo
.
Dubiterai
ancora
di
me
?
Cosa
ti
potrei
dire
della
sua
malattia
più
che
non
ti
abbia
già
detto
?
Per
due
settimane
,
circa
,
gli
è
stata
addosso
la
febbre
.
Un
giorno
il
medico
diceva
ch
'
era
tifoide
,
un
giorno
diceva
che
non
era
.
Cessò
ma
le
forze
non
sono
ancora
interamente
ritornate
,
la
magrezza
è
grande
,
pare
che
qualche
disordine
interno
persista
,
il
medico
è
rigoroso
riguardo
alla
qualità
dei
cibi
,
egli
ha
rinunciato
al
suo
regime
,
prende
carni
e
anche
un
po
'
di
vino
.
È
venuto
ieri
da
Roma
a
trovare
Giovanni
un
suo
amico
,
un
professore
famoso
,
il
professore
Mayda
.
Giovanni
lo
ha
pregato
di
vedere
Maironi
,
di
consigliare
qualche
cosa
.
Ha
consigliato
una
cura
di
acque
che
Maironi
certamente
non
prenderà
.
Mi
pare
di
conoscerlo
abbastanza
per
poterlo
dire
.
Da
otto
giorni
in
qua
ha
migliorato
sensibilmente
,
del
resto
.
Lavora
nell
'
orto
qualche
poco
la
mattina
e
qualche
poco
la
sera
.
Stamani
si
è
levato
per
tempissimo
e
non
gli
è
venuto
in
mente
di
lavare
la
scala
?
Maria
rimproverò
ieri
la
sua
vecchia
fantesca
perché
la
scala
non
era
pulita
.
Questa
vecchia
,
che
dorme
a
Subiaco
,
quando
venne
alle
sette
trovò
il
lavoro
fatto
da
Maironi
.
Mia
sorella
e
mio
cognato
lo
rimproverarono
,
quest
'
ultimo
quasi
aspramente
,
forse
perché
è
tanto
diverso
da
Maironi
e
non
gli
verrebbe
in
mente
di
pigliare
la
granata
neppure
se
si
trovasse
dentro
una
nuvola
di
ragnatele
.
Cosa
Maironi
legge
?
A
me
di
letture
sue
non
parlò
che
una
volta
e
per
breve
tempo
,
come
ti
dirò
.
Ti
ho
scritto
che
forse
passerà
l
'
estate
con
noi
,
perché
so
che
Maria
e
Giovanni
lo
desiderano
.
Il
mio
presentimento
è
che
ora
non
resterà
e
che
andrà
a
Roma
.
Però
è
una
mia
idea
,
niente
di
più
,
non
ne
so
niente
.
Quanto
a
volermi
convertire
,
io
non
so
se
la
cosa
sia
facile
né
se
Maironi
ci
pensi
.
Bada
,
io
lo
chiamo
Maironi
scrivendo
a
te
;
parlando
a
lui
lo
chiamo
Benedetto
senz
'
altro
,
perché
il
suo
desiderio
è
questo
.
Sono
sicura
che
a
convertirmi
ci
pensava
Giovanni
.
L
'
ha
trovato
tanto
facile
che
non
me
ne
parla
più
.
Di
Maironi
non
lo
crederei
.
Mi
pare
che
per
lui
il
Cristianesimo
sia
sopra
tutto
azione
e
vita
secondo
lo
spirito
di
Cristo
,
del
Cristo
risorto
che
vive
sempre
in
mezzo
a
noi
,
del
quale
noi
abbiamo
,
com
'
egli
dice
,
l
'
esperienza
.
Mi
pare
che
la
sua
propaganda
religiosa
non
abbia
per
oggetto
il
Credo
di
una
Chiesa
cristiana
piuttosto
che
di
un
'
altra
,
benché
senza
dubbio
la
santità
del
suo
vivere
sia
rigorosamente
cattolica
.
Quando
l
'
ho
inteso
parlare
di
dogmi
con
Giovanni
non
era
mai
per
discutere
le
differenze
fra
Chiesa
e
Chiesa
,
era
piuttosto
per
aprire
certe
formole
della
Fede
e
mostrare
la
luce
grande
che
n
'
esciva
aprendole
in
un
certo
modo
.
In
questo
Giovanni
è
maestro
ma
quando
parla
Giovanni
si
sente
sopra
tutto
che
nella
sua
mente
vi
ha
un
sapere
immenso
,
e
quando
parla
Maironi
si
sente
sopra
tutto
che
nel
suo
cuore
vi
ha
il
Cristo
vivo
,
il
Cristo
risorto
,
e
ci
si
accende
.
Per
essere
interamente
,
scrupolosamente
sincera
,
ti
dirò
che
se
non
credo
ch
'
egli
desideri
di
convertirmi
,
però
non
posso
esserne
certissima
.
Eravamo
un
giorno
nell
'
uliveto
.
Egli
e
Giovanni
discorrevano
di
un
libro
tedesco
sull
'
essenza
del
Cristianesimo
che
pare
aver
fatto
rumore
ed
è
stato
scritto
da
un
teologo
protestante
.
Maironi
osservava
come
questo
protestante
,
quando
parla
del
Cattolicismo
,
ne
parli
colla
più
onesta
attenzione
d
'
imparzialità
,
ma
come
in
fatto
non
conosca
la
religione
cattolica
.
Secondo
lui
nessun
protestante
la
conosce
,
son
tutti
pieni
di
pregiudizi
,
giudicano
essenziali
al
Cattolicismo
certe
alterazioni
della
sua
pratica
,
esteriori
e
sanabili
.
C
'
era
lì
un
panierino
di
albicocche
ed
egli
ne
tolse
una
bellissima
,
però
un
poco
guasta
.
"
Ecco
"
disse
"
un
frutto
guasto
.
Se
io
offro
questo
frutto
a
uno
che
non
conosce
ma
vuole
esser
gentile
,
mi
dice
che
vi
è
del
sano
e
del
buono
ma
che
pur
troppo
vi
è
anche
del
malato
e
che
perciò
egli
,
con
dispiacere
,
non
lo
prenderà
.
Così
parla
del
Cattolicismo
questo
protestante
insigne
.
Ma
se
io
offro
il
frutto
a
uno
che
conosce
,
egli
lo
accetterà
quand
'
anche
fosse
tutto
putrido
e
porrà
il
nocciuolo
immortale
nel
proprio
terreno
con
la
speranza
di
avere
albicocche
bellissime
e
sane
.
"
Il
discorso
era
rivolto
a
Giovanni
,
ma
gli
occhi
guardavano
sempre
me
.
Devo
soggiungere
che
anche
a
Jenne
egli
mi
aveva
detto
d
'
imparare
a
conoscere
il
Cattolicismo
.
A
ogni
modo
se
io
rimango
protestante
non
è
per
il
conoscere
e
il
non
conoscere
,
è
perché
così
vogliono
i
miei
sentimenti
più
sacri
.
Mia
cara
Jeanne
,
vi
ha
un
'
altra
cosa
che
ti
voglio
schiettamente
dire
.
Sospetto
che
tu
sia
gelosa
.
Ho
paura
che
tu
non
possa
comprendere
il
dolore
indicibile
che
mi
faresti
se
lo
fossi
veramente
;
ho
paura
che
tu
non
possa
comprendere
la
gravità
immensa
dell
'
offesa
che
faresti
a
lui
prima
e
poi
anche
a
me
.
Adesso
io
ti
apro
il
mio
cuore
.
Avrei
rimorso
di
non
farlo
,
amica
mia
;
rimorso
rispetto
a
te
,
rispetto
a
lui
,
rispetto
a
me
stessa
.
Quanto
a
lui
,
egli
è
buono
e
dolce
a
tutti
coloro
che
avvicina
ma
in
modo
particolare
ai
più
umili
,
e
forse
tu
potresti
esser
gelosa
della
vecchia
di
Subiaco
che
viene
in
casa
per
i
bassi
servizî
.
Con
Maria
e
con
me
la
sua
bontà
e
dolcezza
si
mostrano
silenziosamente
più
che
con
parole
.
Con
noi
egli
è
sereno
,
semplice
,
affabile
;
non
ha
mai
l
'
aria
di
sfuggirci
ma
non
è
mai
accaduto
che
si
trattenesse
a
parte
né
con
l
'
una
né
con
l
'
altra
.
Io
sono
agli
occhi
di
lui
un
'
anima
e
le
anime
sono
per
lui
tutte
come
erano
per
mio
padre
le
menome
pianticelle
del
suo
grande
giardino
,
ch
'
egli
avrebbe
voluto
difendere
dal
gelo
col
calore
del
suo
cuore
,
far
crescere
e
fiorire
colla
comunicazione
della
sua
vita
.
Ma
sono
un
'
anima
come
un
'
altra
,
forse
appunto
colla
differenza
sola
ch
'
egli
mi
giudica
più
lontana
dalla
verità
e
perciò
più
minacciata
dal
gelo
;
benché
questo
non
si
vede
nel
suo
contegno
.
Quanto
a
me
,
cara
,
io
provo
certamente
un
sentimento
profondo
per
lui
;
ma
sarebbe
abbominevole
dire
che
il
mio
sentimento
somigli
anche
da
lontano
a
quello
che
gli
uomini
chiamano
col
solito
nome
.
Il
mio
sentimento
è
riverenza
,
è
una
specie
di
timore
devoto
,
una
specie
di
awe
per
cui
io
sento
intorno
alla
sua
persona
come
un
circolo
magico
che
non
oserei
passare
.
Nella
sua
presenza
il
mio
cuore
non
ha
un
battito
di
più
.
Non
lo
so
,
direi
piuttosto
che
ne
abbia
uno
di
meno
.
Non
potrei
essere
più
sincera
di
così
,
cara
Jeanne
.
Dunque
ti
prego
,
ti
supplico
di
non
immaginare
altra
cosa
.
Per
ora
non
penso
al
Belgio
.
Può
darsi
che
vi
faccia
una
corsa
più
tardi
.
Salutami
tuo
fratello
,
del
quale
vorrei
sapere
se
ha
finalmente
portato
il
vecchio
prete
e
la
signorina
in
Fomalhaut
.
Ci
penso
anch
'
io
qualche
volta
,
alla
sua
Fomalhaut
.
Digli
che
se
quest
'
inverno
verrete
a
Roma
faremo
musica
insieme
.
Addio
,
ti
abbraccio
.
Benedetto
a
don
Clemente
.
(
Non
spedita
)
.
Padre
mio
,
il
Signore
si
è
ritirato
dall
'
anima
mia
,
non
dico
per
abbandonarmi
al
peccato
ma
per
togliermi
ogni
senso
della
presenza
Sua
,
e
il
desolato
grido
di
Gesù
Cristo
sulla
croce
freme
,
a
momenti
,
in
tutto
il
mio
essere
.
Se
mi
sforzo
di
richiamare
ogni
mio
pensiero
nel
pensiero
della
Presenza
Divina
,
ogni
mio
sentimento
in
un
atto
di
abbandono
alla
Divina
Volontà
,
non
ne
ho
che
pena
e
scoramento
,
mi
par
di
essere
una
bestia
caduta
sotto
il
carico
,
che
a
un
primo
colpo
di
frusta
fa
uno
sforzo
,
ricade
;
a
un
secondo
colpo
,
a
un
terzo
,
a
un
quarto
trasalisce
appena
,
neppure
tenta
rialzarsi
.
Se
apro
il
Vangelo
o
l
'
Imitazione
,
non
vi
trovo
sapore
.
Se
ripeto
preghiere
mi
vince
il
tedio
e
ammutolisco
.
Se
mi
prostro
sul
pavimento
,
il
pavimento
mi
gela
.
Se
mi
lamento
a
Dio
di
essere
trattato
così
,
il
Suo
silenzio
mi
par
diventare
più
ostile
.
Se
con
l
'
autorità
dei
grandi
mistici
mi
dico
che
ho
torto
di
avere
tanto
affetto
alle
dolcezze
spirituali
,
di
soffrire
tanto
per
la
loro
privazione
,
mi
rispondo
che
hanno
torto
i
mistici
,
che
nello
stato
di
grazia
sensibile
si
cammina
sicuri
e
che
invece
in
questa
notte
spirituale
senza
stelle
il
cammino
non
si
vede
,
non
c
'
è
altra
regola
che
ritrarre
il
piede
quando
si
sente
molle
l
'
erba
,
e
ciò
non
basta
,
ch
'
è
anche
possibile
di
porlo
addirittura
,
il
piede
,
nel
vuoto
.
Padre
,
padre
mio
,
mi
apra
le
Sue
braccia
,
ch
'
io
senta
il
calore
del
Suo
petto
pieno
di
Dio
!
Vi
sono
cento
ragioni
per
me
di
non
venire
a
Santa
Scolastica
,
ma
in
ogni
modo
preferirei
scrivere
.
Ella
è
qui
presente
a
me
più
che
nel
corpo
;
io
mi
unisco
,
mi
confondo
meglio
a
Lei
col
pensiero
che
se
Le
fossi
davanti
;
e
ho
bisogno
di
confondermi
a
Lei
col
pensiero
,
ho
bisogno
di
costringere
l
'
anima
mia
dentro
la
Sua
.
Forse
Le
manderò
questa
lettera
,
forse
neppure
la
manderò
.
Padre
mio
,
padre
mio
,
mi
fa
bene
di
scriverti
più
che
di
parlarti
,
non
ti
potrei
parlare
colla
foga
che
ora
mi
viene
alla
penna
e
non
mi
verrebbe
alle
labbra
.
Scrivendo
,
io
parlo
,
io
grido
a
te
immortale
,
io
ti
spoglio
dalle
mortalità
che
sono
anche
nell
'
anima
tua
e
che
mi
romperebbero
,
nella
tua
presenza
,
questa
foga
,
delle
mortalità
di
conoscenze
incomplete
delle
cose
,
di
prudenze
che
ti
consiglierebbero
veli
al
tuo
pensiero
.
No
,
non
te
la
spedirò
questa
lettera
,
eppure
tu
l
'
avrai
;
l
'
arderò
,
eppure
tu
l
'
avrai
,
sì
,
tu
l
'
avrai
,
non
è
possibile
che
il
mio
tacito
grido
non
ti
raggiunga
,
forse
adesso
nelle
tenebre
della
notte
,
mentre
dormi
,
forse
fra
due
ore
,
ancora
nelle
tenebre
della
notte
,
mentre
preghi
con
i
fratelli
nella
dolce
chiesa
dove
tanto
abbiamo
adorato
insieme
.
Io
so
perché
sono
arido
,
io
so
perché
Dio
mi
abbandona
.
Sempre
quando
Dio
mi
abbandona
,
quando
tutte
le
sorgenti
vive
dell
'
anima
mia
inaridiscono
e
i
germi
vivi
si
disseccano
e
il
mio
cuore
diventa
un
mare
morto
,
io
so
perché
.
Perché
ho
udita
una
musica
soave
alle
mie
spalle
e
mi
sono
voltato
,
oppure
perché
il
vento
mi
recò
fragranze
dai
prati
in
fiore
a
lato
della
mia
via
e
mi
arrestai
,
oppure
perché
la
nebbia
mi
è
salita
di
fronte
e
ho
temuto
,
oppure
perché
uno
spino
mi
offese
il
piede
e
ne
ho
concepita
ira
.
Istanti
,
baleni
,
ma
intanto
l
'
uscio
si
apre
,
un
soffio
maligno
entra
.
È
sempre
così
,
basta
uno
sguardo
raccolto
,
una
lode
gustata
,
una
immagine
trattenuta
,
una
offesa
rimeditata
,
il
soffio
maligno
entra
.
E
adesso
è
tutto
questo
insieme
!
È
scesa
la
notte
sul
mio
cammino
,
ho
messo
il
piede
nell
'
erba
molle
,
la
ho
sentita
,
ho
ritratto
il
piede
ma
non
subito
.
Perché
adopero
figure
?
Scrivi
scrivi
,
mano
mia
vile
,
la
nuda
verità
!
Scrivi
che
questa
casa
è
un
nido
di
mollezza
e
che
se
ho
gustato
il
letto
soffice
,
la
biancheria
fine
,
l
'
odore
di
lavanda
,
ho
molto
più
gustato
la
conversazione
del
signor
Giovanni
e
le
letture
assorbenti
nel
diletto
della
mente
,
l
'
aura
di
due
giovani
donne
pure
,
intellettuali
,
piene
di
grazia
,
la
loro
ammirazione
segreta
,
il
profumo
di
un
sentimento
che
una
di
esse
mi
è
parsa
chiudere
in
sé
,
la
visione
di
una
vita
nascosta
in
questo
nido
fra
queste
persone
,
lontana
da
tutto
ch
'
è
volgare
,
ch
'
è
basso
,
ch
'
è
immondo
,
ch
'
è
schifoso
.
Ho
sentito
il
male
del
mondo
con
il
ribrezzo
che
se
ne
ritrae
e
non
con
il
focoso
dolore
che
lo
affronta
per
strappargli
le
anime
.
Istanti
,
baleni
;
mi
rifugiai
come
un
tempo
nell
'
abbraccio
della
Croce
ma
la
Croce
,
poco
a
poco
,
altrimenti
da
un
tempo
,
mi
diventò
nelle
braccia
legno
insensibile
e
morto
.
Mi
sono
detto
:
spiriti
di
nequizia
,
male
volontà
sapienti
e
forti
che
sono
nell
'
aria
,
congiurano
contro
di
me
,
contro
la
mia
missione
.
Mi
sono
risposto
:
superbia
,
giù
!
E
poi
la
prima
idea
mi
riprese
,
ondeggiai
cieco
in
questa
vicenda
trista
,
ogni
giorno
,
tutto
il
giorno
.
E
poiché
niente
ne
ho
lasciato
trasparire
,
poiché
capivo
che
il
signor
Giovanni
e
le
signore
non
dubitavano
che
io
non
fossi
nell
'
interno
così
sereno
,
così
puro
come
il
mio
esterno
pareva
,
mi
disprezzai
,
certi
momenti
,
come
un
ipocrita
,
per
dirmi
,
il
momento
dopo
,
che
invece
il
mio
esterno
puro
e
sereno
mi
aiutava
a
vivere
,
parlo
della
vita
spirituale
;
che
il
parer
forte
mi
obbligava
a
esser
forte
.
Mi
paragonai
a
un
albero
che
ha
il
midollo
divorato
dai
vermi
,
il
legno
consunto
dalla
putrefazione
e
vive
per
la
corteccia
,
può
dare
foglie
e
fiori
per
lei
,
può
dare
ombra
benefica
.
E
poi
mi
dissi
che
questo
era
buono
per
gli
uomini
;
ma
davanti
a
Dio
,
davanti
a
Dio
?
E
poi
mi
dissi
ancora
che
Dio
mi
potrebbe
sanare
perché
l
'
albero
divorato
nel
midollo
non
è
sanabile
ma
l
'
uomo
sì
;
e
allora
mi
torturai
per
la
impotenza
di
fare
quello
che
Dio
avrebbe
chiesto
a
me
come
cooperazione
della
mia
volontà
alla
Sua
:
fuggire
,
fuggire
.
Dio
è
nella
voce
dell
'
Aniene
che
dalla
sera
della
mia
partenza
da
Jenne
mi
dice
:
"
Roma
,
Roma
,
Roma
"
;
e
Dio
è
pure
nella
forza
dei
vermi
invisibili
che
mi
hanno
rosô
le
virtù
vitali
del
corpo
.
E
allora
e
allora
e
allora
?
Signore
,
ascolta
il
mio
gemito
che
Ti
domanda
giustizia
.
Ho
detto
tante
volte
che
certamente
partirò
appena
ne
avrò
la
forza
e
qui
mi
vorrebbero
trattenere
e
come
potrò
io
dir
loro
:
amici
miei
,
voi
mi
siete
nemici
?
Ecco
,
viltà
mia
!
Perché
non
potrei
dirlo
?
Perché
non
lo
dirò
?
Ho
letto
un
giorno
nello
sguardo
della
giovine
protestante
:
-
Se
Lei
parte
che
sarà
dell
'
anima
mia
?
Non
deve
Lei
desiderare
di
condurmi
alla
fede
Sua
?
Io
non
mi
lascio
condurre
ancora
.
-
No
,
non
posso
,
non
debbo
scrivere
tutto
.
E
come
scrivere
l
'
espressione
di
uno
sguardo
,
l
'
intonazione
di
una
parola
per
sé
indifferente
?
Non
sono
sguardi
come
quello
per
il
quale
San
Girolamo
s
'
immerse
nell
'
acqua
gelata
o
almeno
la
commozione
mia
non
somiglia
alla
sua
.
Non
vale
acqua
gelata
contro
uno
sguardo
puro
nella
sua
dolcezza
.
Solo
il
fuoco
vi
arriva
,
il
fuoco
dell
'
Amore
supremo
.
Oh
chi
mi
libera
dal
mio
cuore
mortale
che
non
si
move
di
un
solo
picciol
moto
senza
movere
tutte
le
fibre
del
corpo
,
chi
mi
libera
il
cuore
immortale
che
gli
è
interno
come
il
germe
al
frutto
e
si
prepara
un
corpo
celeste
?
Non
posso
,
non
debbo
scrivere
tutto
,
ma
questo
sì
lo
voglio
scrivere
:
il
Signore
mi
tende
insidie
e
lacci
!
Caduto
,
mi
deriderà
!
Perché
è
avvenuto
che
io
scrivessi
il
passo
latino
sulla
gente
che
vive
in
penitenza
fra
il
Mar
Morto
e
il
deserto
,
"
sine
pecunia
,
sine
ulla
femina
,
omni
venere
abdicata
,
socia
palmarum
"
su
quel
pezzo
di
carta
che
recava
sull
'
altra
faccia
parole
di
J
.
D
.
,
calde
ancora
del
mio
peccato
antico
e
del
suo
,
delle
memorie
più
terribili
?
Perché
una
persona
così
timida
ha
osato
impormi
una
comunicazione
segreta
?
Il
vento
mi
ha
spalancata
la
finestra
.
Oh
Aniene
Aniene
,
come
non
ti
stanchi
di
ruggirmi
il
tuo
comando
!
Che
io
parta
sul
momento
?
Impossibile
,
le
porte
sono
chiuse
.
E
poi
sarebbe
indegno
di
partire
così
.
Disonorerei
Dio
,
farei
dire
:
che
qualità
di
servi
ingrati
e
pazzi
ha
il
Signore
?
Vieni
,
spirito
del
mio
Maestro
,
vieni
,
vieni
,
parla
,
io
ti
ascolto
.
Che
mi
dici
?
Che
mi
dici
?
Ah
tu
sorridi
delle
mie
tempeste
,
tu
mi
dici
di
partire
,
sì
,
ma
di
partire
nobilmente
,
di
annunciare
che
il
Signore
me
lo
comanda
.
Tu
mi
dici
di
obbedire
alla
voce
di
Dio
nell
'
Aniene
.
Ecco
che
il
vento
si
allontana
,
pare
chetarsi
,
contento
.
Sì
,
sì
,
sì
,
con
lagrime
.
Domani
,
domattina
.
Lo
annuncierò
.
E
so
a
chi
andrò
in
Roma
.
Oh
luce
,
oh
pace
,
oh
sorgenti
redivive
dell
'
anima
mia
,
oh
mare
morto
che
ti
gonfii
in
una
calda
ondata
!
Sì
,
sì
,
sì
,
con
lagrime
.
Grazie
,
grazie
.
Gloria
a
Te
,
Padre
nostro
che
sei
nei
cieli
,
sia
santificato
il
nome
Tuo
,
venga
il
regno
Tuo
,
sia
fatta
la
Tua
volontà
!
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
CAPITOLO
SETTIMO
.
Nel
turbine
del
mondo
.
Una
carrozza
signorile
si
fermò
sull
'
imbrunire
davanti
a
una
casa
di
via
della
Vite
,
in
Roma
.
Due
signore
ne
discesero
frettolosamente
e
sparirono
dentro
la
porta
oscura
.
La
carrozza
partì
.
Due
minuti
dopo
ne
arrivò
un
'
altra
,
versò
due
altre
signore
nella
stessa
porta
e
partì
.
In
un
quarto
d
'
ora
ne
capitarono
cinque
.
La
porta
oscura
non
inghiottì
meno
di
dodici
signore
.
La
piccola
via
ritornò
silenziosa
.
Trascorsa
una
mezz
'
ora
cominciarono
a
venire
dal
Corso
gruppi
di
uomini
.
Si
fermavano
davanti
a
quella
stessa
porta
,
leggevano
il
numero
al
lume
del
fanale
vicino
,
entravano
.
E
la
porta
oscura
inghiottì
a
questo
modo
un
'
altra
quarantina
di
persone
.
Gli
ultimi
furono
due
preti
.
Quello
che
guardò
il
numero
era
miope
,
non
riusciva
a
decifrarlo
.
L
'
altro
gli
disse
ridendo
:
"
Entra
,
entra
,
io
sento
puzzo
di
Lutero
,
dev
'
essere
qui
.
"
E
il
primo
entrò
nelle
tenebre
puzzolente
.
Salirono
per
una
scala
nera
,
sucida
,
su
su
verso
l
'
unico
lumicino
a
olio
che
ardeva
al
quarto
piano
.
Quando
furono
al
terzo
,
accesero
dei
fiammiferi
per
leggere
i
nomi
sulle
placche
degli
usci
.
Una
voce
chiamò
dall
'
alto
:
"
Qui
,
signori
,
qui
!
"
Un
giovine
affabile
signore
in
abito
nero
di
mattina
discese
a
incontrarli
,
li
ossequiò
molto
,
disse
che
si
aspettava
solamente
loro
,
li
fece
entrare
,
per
un
'
anticamera
e
un
andito
quasi
tanto
oscuri
quanto
la
scala
,
in
una
stanza
grande
,
piena
di
gente
,
illuminata
alla
meglio
da
quattro
candele
e
da
due
vecchie
lucerne
a
olio
.
Il
giovine
signore
si
scusò
dell
'
oscurità
.
I
suoi
genitori
non
volevano
in
casa
né
luce
elettrica
né
gaz
né
petrolio
.
Tutti
gli
uomini
venuti
a
gruppi
erano
raccolti
lì
.
Tre
o
quattro
vestivano
l
'
abito
ecclesiastico
.
Gli
altri
,
meno
un
vecchio
dalla
faccia
rossa
e
dalla
barba
bianca
,
parevano
studenti
.
Nessuna
signora
.
Erano
tutti
in
piedi
,
eccetto
il
vecchio
,
persona
di
riguardo
,
certamente
.
Conversavano
sottovoce
.
La
stanza
sussurrava
come
una
grotta
tutta
rivoletti
e
goccie
cadenti
.
Entrati
i
due
preti
,
il
giovine
padrone
di
casa
disse
:
"Allora!..."
Le
persone
strette
nel
gruppo
maggiore
si
scostarono
a
cerchio
e
vi
apparve
nel
mezzo
Benedetto
.
Un
tavolino
con
due
candele
e
una
sedia
erano
preparati
per
lui
.
Pregò
che
si
togliessero
le
candele
.
Poi
gli
dispiacque
anche
il
tavolino
.
Si
disse
stanco
,
chiese
di
parlare
seduto
sul
canapè
,
vicino
al
vecchio
signore
dal
viso
acceso
e
dalla
barba
bianca
.
Vestiva
di
nero
,
era
pallido
e
magro
più
ancora
che
a
Jenne
.
La
fronte
gli
si
era
scoperta
di
capelli
,
aveva
preso
qualche
cosa
della
fronte
solenne
di
don
Giuseppe
Flores
.
E
gli
occhi
avevano
un
azzurro
più
lucente
.
Molte
delle
facce
volte
avidamente
a
lui
parevano
piuttosto
affascinate
da
quegli
occhi
e
da
quella
fronte
che
ansiose
di
udire
la
sua
parola
.
Egli
prese
a
parlare
così
,
senza
un
gesto
,
tenendosi
le
mani
sulle
ginocchia
:
"
Io
devo
dire
subito
a
chi
parlo
perché
non
tutti
qui
hanno
le
stesse
disposizioni
di
anima
verso
Cristo
e
la
Chiesa
.
Non
credo
di
parlare
ai
sacerdoti
presenti
,
credo
e
spero
ch
'
essi
non
abbiano
bisogno
della
parola
mia
.
Non
parlo
a
questo
signore
seduto
presso
a
me
,
perché
egli
pure
,
lo
so
,
non
ne
ha
bisogno
.
Non
parlo
ad
alcuno
che
sia
fermo
nella
fede
cattolica
.
Io
parlo
unicamente
a
quei
giovani
che
mi
hanno
scritto
così
.
"
Trasse
una
lettera
e
lesse
:
"
Noi
siamo
stati
educati
nella
fede
cattolica
e
,
fatti
uomini
,
abbiamo
accettato
con
un
nuovo
atto
di
libera
volontà
i
suoi
più
ardui
misteri
,
abbiamo
lavorato
per
essa
nel
campo
amministrativo
e
sociale
;
ma
ora
un
altro
mistero
sorge
sul
nostro
cammino
e
la
nostra
fede
tituba
davanti
ad
esso
.
La
Chiesa
cattolica
che
si
proclama
fonte
di
verità
,
oggi
contrasta
la
ricerca
della
verità
quando
si
esercita
sui
fondamenti
suoi
,
sui
libri
sacri
,
sulle
formole
dei
dogmi
,
sull
'
asserita
infallibilità
sua
.
Questo
per
noi
significa
ch
'
essa
non
ha
più
fede
in
sé
stessa
.
La
Chiesa
cattolica
che
si
proclama
ministra
della
Vita
,
oggi
incatena
e
soffoca
tutto
che
dentro
di
lei
vive
giovanilmente
,
oggi
puntella
tutte
le
sue
cadenti
vecchiaie
.
Questo
per
noi
significa
morte
;
lontana
,
ma
ineluttabile
morte
.
La
Chiesa
cattolica
che
proclama
di
volere
rinnovar
tutto
in
Cristo
,
è
ostile
a
noi
che
vogliamo
contendere
ai
nemici
di
Cristo
la
direzione
del
progresso
sociale
.
Questo
per
noi
significa
,
insieme
a
molti
altri
fatti
,
avere
Cristo
sulle
labbra
e
non
nel
cuore
.
La
Chiesa
cattolica
oggi
è
tale
e
Dio
vorrà
che
noi
le
obbediamo
ancora
?
Ecco
perché
noi
veniamo
a
Voi
.
Che
dobbiamo
fare
?
Voi
che
vi
professate
cattolico
e
,
predicate
il
cattolicismo
e
avete
fama
...
"
Qui
Benedetto
troncò
la
lettura
,
dicendo
:
"
Seguono
parole
inutili
.
"
E
riprese
a
parlare
:
"
Io
rispondo
a
chi
mi
ha
scritto
così
:
-
Ditemi
;
perché
vi
siete
rivolti
a
me
che
mi
professo
cattolico
?
Mi
credete
voi
forse
,
nella
Chiesa
,
un
Superiore
dei
Superiori
?
È
forse
per
questo
che
se
la
parola
mia
sarà
diversa
da
quella
che
voi
dite
la
parola
della
Chiesa
,
voi
riposerete
in
pace
sulla
parola
mia
?
Udite
una
figura
.
Pellegrini
assetati
si
accostano
a
una
fonte
famosa
.
Trovano
una
vasca
piena
di
acqua
stagnante
,
ingrata
al
gusto
.
La
scaturigine
viva
è
sul
fondo
della
vasca
,
non
la
trovano
.
Si
volgono
mesti
a
un
cavatore
di
pietre
che
lavora
in
una
cava
vicina
.
II
cavatore
offre
loro
acqua
viva
.
Gli
chiedono
il
nome
della
sorgente
.
"
È
la
stessa
della
vasca
"
dice
.
"
È
tutta
,
nel
sottosuolo
,
una
sola
corrente
.
Chi
scava
,
trova
.
"
I
pellegrini
sitibondi
siete
voi
,
il
cavatore
oscuro
sono
io
e
la
corrente
occulta
nel
sottosuolo
è
la
Verità
,
cattolica
.
La
vasca
non
è
la
Chiesa
,
la
Chiesa
è
tutto
il
campo
corso
dalle
acque
vive
.
Voi
vi
siete
rivolti
a
me
per
un
vostro
inconscio
conoscere
che
la
Chiesa
non
è
la
sola
gerarchia
,
è
la
universale
assemblea
dei
fedeli
,
gens
sancta
,
che
dal
fondo
di
ogni
cuore
cristiano
può
zampillare
acqua
viva
della
sorgente
stessa
,
della
stessa
Verità
.
Inconscio
conoscere
;
perché
se
non
fosse
inconscio
,
voi
non
direste
-
la
Chiesa
contrasta
questo
-
la
Chiesa
soffoca
quello
-
la
Chiesa
invecchia
-
la
Chiesa
ha
Cristo
sulle
labbra
e
non
nel
cuore
.
"
Intendetemi
bene
.
Io
non
giudico
la
gerarchia
,
io
riconosco
e
onoro
l
'
autorità
della
gerarchia
,
io
dico
unicamente
che
la
Chiesa
non
è
la
gerarchia
sola
.
Udite
un
'
altra
similitudine
.
Vi
ha
nei
pensieri
di
ciascun
uomo
una
specie
di
gerarchia
.
Prendete
un
uomo
giusto
.
Certe
idee
,
certi
propositi
sono
in
lui
pensieri
dominanti
,
governano
la
sua
vita
,
e
sono
questi
:
compiere
il
dovere
religioso
,
il
dovere
morale
,
il
dovere
civile
.
Egli
ha
dei
varii
doveri
il
concetto
tradizionale
che
gliene
fu
appreso
.
Ma
poi
questa
gerarchia
d
'
idee
ferme
con
impero
non
è
tutto
l
'
uomo
.
Sotto
di
essa
vi
è
in
lui
una
moltitudine
di
altre
idee
,
una
moltitudine
di
pensieri
che
continuamente
si
muovono
e
si
modificano
per
le
impressioni
e
l
'
esperienza
della
vita
.
E
sotto
questi
pensieri
vi
ha
un
'
altra
regione
dell
'
anima
,
vi
ha
l
'
Inconscio
dove
facoltà
occulte
lavorano
un
lavoro
occulto
,
dove
avvengono
i
contatti
mistici
con
Dio
.
Le
idee
dominanti
esercitano
autorità
sul
volere
dell
'
uomo
giusto
,
ma
tutto
l
'
altro
mondo
del
suo
pensiero
ha
pure
una
importanza
immensa
perché
attinge
continuamente
alla
Verità
con
l
'
esperienza
del
reale
nell
'
esterno
,
con
l
'
esperienza
del
Divino
nell
'
interno
,
e
quindi
tende
a
rettificare
le
idee
superiori
,
le
idee
dominanti
in
quanto
il
loro
elemento
tradizionale
non
è
adeguato
al
Vero
;
è
per
esse
una
perenne
fonte
di
fresca
vita
che
le
rinnova
,
una
sorgente
di
autorità
legittima
fondata
sulla
natura
delle
cose
,
sul
valore
delle
idee
,
più
che
sui
decreti
degli
uomini
.
La
Chiesa
è
tutto
l
'
uomo
,
non
un
solo
gruppo
d
'
idee
eminenti
e
dominanti
;
la
Chiesa
è
la
gerarchia
con
i
suoi
concetti
tradizionali
ed
è
il
laicato
con
il
suo
continuo
attingere
alla
realtà
,
con
il
suo
continuo
reagire
sulla
tradizione
;
la
Chiesa
è
la
teologia
ufficiale
ed
è
il
tesoro
inesausto
della
Verità
divina
che
reagisce
sulla
teologia
ufficiale
;
la
Chiesa
non
muore
,
la
Chiesa
non
invecchia
,
la
Chiesa
ha
nel
cuore
il
Cristo
vivente
meglio
che
sulle
labbra
,
la
Chiesa
è
un
laboratorio
di
verità
in
azione
continua
e
Iddio
comanda
che
voi
restiate
nella
Chiesa
,
che
voi
operiate
nella
Chiesa
,
che
voi
siate
,
nella
Chiesa
,
sorgenti
di
acqua
viva
.
"
Uno
spirito
di
commozione
e
di
ammirazione
agitò
l
'
uditorio
con
il
rumore
del
vento
.
Benedetto
,
ch
'
era
venuto
alzando
la
voce
,
sorse
in
piedi
.
"
Ma
qual
fede
è
la
vostra
"
esclamò
acceso
"
se
parlate
di
uscire
dalla
Chiesa
perché
vi
offendono
certe
dottrine
antiquate
dei
suoi
capi
,
certi
decreti
delle
Congregazioni
romane
,
certi
indirizzi
del
governo
di
un
Pontefice
?
Quali
figli
siete
voi
che
parlate
di
rinnegare
la
madre
perché
veste
come
a
voi
non
aggrada
?
È
forse
cambiato
,
per
una
veste
,
il
seno
materno
?
Quando
piegati
sovr
'
esso
voi
dite
piangendo
a
Cristo
le
vostre
infermità
,
e
Cristo
vi
sana
,
pensate
voi
all
'
autenticità
di
un
passo
di
S
.
Giovanni
,
al
vero
autore
del
quarto
Vangelo
o
ai
due
Isaia
?
Quando
raccolti
sovr
'
esso
vi
unite
a
Cristo
in
sacramento
,
vi
turbano
i
decreti
dell
'
Indice
o
del
Sant
'
Uffizio
?
Quando
abbandonati
sovr
'
esso
entrate
nelle
tenebre
della
morte
,
vi
è
meno
dolce
la
pace
che
a
voi
ne
spira
,
perché
un
Papa
è
,
contrario
alla
democrazia
cristiana
?
"
Amici
miei
,
voi
dite
:
noi
abbiamo
riposato
all
'
ombra
di
questo
albero
,
ma
ora
la
sua
corteccia
si
fende
,
la
sua
corteccia
si
dissecca
,
l
'
albero
morrà
,
andiamo
in
cerca
di
un
'
altra
ombra
.
L
'
albero
non
morrà
.
Se
aveste
orecchi
udreste
il
moto
della
corteccia
nuova
che
si
forma
,
che
avrà
il
suo
periodo
di
vita
,
che
si
fenderà
,
che
si
disseccherà
alla
sua
volta
perché
un
'
altra
corteccia
le
succeda
.
L
'
albero
non
muore
,
l
'
albero
cresce
.
Benedetto
sedette
spossato
e
tacque
.
L
'
uditorio
ebbe
un
moto
e
un
fremito
di
onda
verso
di
lui
.
Egli
,
lo
arrestò
alzando
le
mani
.
"
Amici
"
riprese
con
voce
stanca
e
dolce
"
ascoltatemi
ancora
.
Scribi
e
Farisei
,
anziani
e
principi
dei
sacerdoti
zelanti
contro
le
novità
sono
in
ogni
tempo
e
anche
in
quest
'
ora
.
Non
ho
a
parlar
di
loro
a
voi
,
Iddio
li
giudicherà
.
Noi
preghiamo
per
tutti
coloro
che
non
sanno
quello
che
fanno
.
Ma
forse
nell
'
altro
campo
cattolico
militante
non
si
è
senza
peccato
.
Nell
'
altro
campo
si
è
inebbriati
della
idea
di
modernità
.
La
modernità
è
buona
ma
l
'
eterno
è
migliore
.
Io
temo
che
colà
non
si
tenga
l
'
eterno
nel
debito
conto
.
Vi
si
attende
molta
salute
alla
Chiesa
di
Cristo
dall
'
azione
cattolica
collettiva
nel
campo
amministrativo
e
politico
,
azione
di
battaglia
per
la
quale
il
Padre
riceverà
ingiuria
dagli
uomini
,
e
non
se
ne
attende
abbastanza
dalla
luce
delle
opere
buone
di
ciascun
cristiano
per
la
quale
il
Padre
è
glorificato
.
Supremo
fine
delle
creature
umane
è
glorificare
il
Padre
.
Ora
gli
uomini
glorificano
il
Padre
di
coloro
che
hanno
lo
spirito
di
carità
,
di
pace
,
di
sapienza
,
di
povertà
,
di
purità
,
di
fortezza
,
che
adoperano
per
i
fratelli
le
energie
della
vita
.
Uno
di
questi
giusti
che
professi
e
pratichi
il
Cattolicismo
è
profittevole
alla
gloria
del
Padre
,
di
Cristo
e
della
Chiesa
più
di
molti
Congressi
,
di
molti
Circoli
,
di
molte
vittorie
elettorali
cattoliche
.
"
Ho
inteso
testé
uno
di
voi
mormorare
:
"
e
l
'
azione
sociale
?
"
L
'
azione
sociale
,
amici
miei
,
è
sicuramente
buona
come
opera
di
giustizia
e
di
fraternità
,
ma
,
simili
ai
socialisti
,
certi
cattolici
la
marchiano
con
il
marchio
delle
loro
opinioni
religiose
e
politiche
,
rifiutano
di
accomunarvi
gli
uomini
di
buona
volontà
se
non
accettano
quel
marchio
,
respingono
da
sé
il
buon
Samaritano
e
questo
è
abbominevole
agli
occhi
di
Dio
.
Improntano
col
marchio
cattolico
anche
opere
che
sono
strumenti
di
lucro
e
questo
pure
è
abbominevole
agli
occhi
di
Dio
.
Predicano
la
giusta
distribuzione
della
ricchezza
ed
è
bene
,
ma
troppo
dimenticano
di
predicare
insieme
la
povertà
del
cuore
;
e
se
lo
ommettono
deliberatamente
per
ragioni
di
opportunità
,
questo
è
abbominevole
agli
occhi
di
Dio
.
Purgate
l
'
azione
vostra
di
questi
abbominii
.
Chiamate
alle
opere
particolari
di
giustizia
e
di
amore
tutti
gli
uomini
di
buona
volontà
,
contenti
di
esserne
voi
gli
iniziatori
.
Predicate
a
ricchi
e
poveri
,
con
la
parola
e
con
l
'
esempio
,
la
povertà
del
cuore
.
"
L
'
uditorio
ondeggiò
confusamente
,
sospinto
in
parti
diverse
.
Benedetto
si
raccolse
un
momento
celando
il
viso
fra
le
mani
.
"
Voi
mi
avete
domandato
che
fare
?
"
diss
'
egli
,
scoprendo
il
viso
.
Pensò
ancora
un
poco
e
riprese
:
"
Io
vedo
nell
'
avvenire
cattolici
laici
,
zelatori
di
Cristo
e
della
Verità
,
trovar
modo
di
costituire
unioni
diverse
dalle
presenti
.
Si
armeranno
un
giorno
cavalieri
dello
Spirito
Santo
per
l
'
associata
difesa
di
Dio
e
della
morale
cristiana
nel
campo
scientifico
,
artistico
,
civile
,
sociale
,
per
l
'
associata
difesa
delle
legittime
libertà
nel
campo
religioso
,
con
certi
particolari
obblighi
,
non
però
di
convivenza
né
di
celibato
,
integrando
l
'
ufficio
del
clero
cattolico
dal
quale
non
avranno
a
dipendere
come
Ordine
,
ma
solo
come
persone
nella
pratica
individuale
del
Cattolicismo
.
Pregate
che
la
volontà
di
Dio
si
manifesti
circa
quest
'
Opera
nelle
anime
che
la
pensano
;
pregate
ch
'
esse
anime
si
spoglino
lietamente
della
compiacenza
di
averla
immaginata
e
della
speranza
di
vederla
compiuta
,
se
Dio
si
rivela
contrario
ad
essa
.
Se
Dio
si
rivela
favorevole
,
pregate
che
gli
uomini
la
sappiano
bene
ordinare
in
ogni
parte
a
gloria
di
Lui
e
a
gloria
della
Chiesa
.
Amen
.
"
Egli
aveva
finito
e
nessuno
si
mosse
.
Tutti
gli
occhi
lo
fissavano
,
ansiosi
,
avidi
di
altre
parole
dopo
le
inattese
ultime
di
tôno
scuro
e
grande
.
Molti
avrebbero
voluto
e
non
osarono
rompere
quel
silenzio
.
Ma
quando
Benedetto
si
alzò
e
tutti
gli
si
scostarono
d
'
intorno
a
cerchio
riverenti
,
si
alzò
pure
il
vecchio
signore
dal
viso
rosso
e
dai
capelli
bianchi
,
e
disse
con
voce
rotta
dalla
emozione
:
"
Ella
riceverà
oltraggi
e
battiture
,
sarà
incoronato
di
spine
e
abbeverato
di
fiele
,
sarà
deriso
dai
farisei
e
dai
pagani
,
non
vedrà
l
'
avvenire
che
desidera
,
ma
l
'
avvenire
è
per
Lei
,
i
discepoli
dei
discepoli
suoi
lo
vedranno
.
"
Abbracciò
Benedetto
e
lo
baciò
in
fronte
.
Due
o
tre
vicini
batterono
le
mani
timidamente
,
uno
scroscio
di
applausi
suonò
nella
sala
.
Benedetto
,
turbatissimo
,
accennò
a
un
giovinetto
biondo
che
lo
aveva
accompagnato
,
e
questi
corse
a
lui
,
proprio
lucente
in
viso
di
commozione
e
di
gioia
.
Qualcuno
sussurrò
:
"
Un
discepolo
.
"
Altri
soggiunse
,
piano
:
"
Sì
,
e
il
prediletto
.
"
Il
padrone
di
casa
si
prostrò
,
quasi
,
davanti
a
Benedetto
con
parole
di
ossequio
e
di
gratitudine
.
Allora
uno
dei
sacerdoti
ardì
pure
farsi
avanti
,
disse
con
voce
commossa
:
"
E
per
noi
,
maestro
,
non
avrà
un
consiglio
?
"
"
Non
mi
chiami
maestro
"
rispose
Benedetto
,
tutto
ancora
turbato
;
"
preghi
luce
a
questi
giovani
,
ai
nostri
Pastori
e
anche
a
me
.
"
Uscito
ch
'
egli
fu
,
si
levò
nella
sala
un
crepitìo
di
voci
vibrate
,
brevi
e
fioche
,
premendo
ancora
lo
stupore
sulle
anime
commosse
.
Poi
la
commozione
scoppiò
qua
e
là
,
forte
,
ruppe
da
ogni
banda
,
urtandosi
anche
le
ammirazioni
fra
loro
nell
'
esaltare
queste
o
quelle
parole
,
queste
o
quelle
idee
del
discorso
,
l
'
accento
o
lo
sguardo
dell
'
oratore
,
o
lo
spirito
di
santità
diffuso
nel
suo
volto
,
spirante
anche
dalla
sua
mano
.
Ma
il
padrone
di
casa
congedò
gli
ospiti
;
con
molte
scuse
,
sì
,
con
molte
parole
di
cerimonia
,
ma
con
una
fretta
quasi
scortese
.
Rimasto
solo
,
aperse
un
uscio
ch
'
era
chiuso
a
chiave
,
s
'
inchinò
dentro
l
'
apertura
.
"
Signore
!
"
diss
'
egli
.
E
spalancò
l
'
uscio
.
Uno
sciame
di
signore
irruppe
nella
sala
vuota
.
Una
signorina
matura
si
slanciò
addirittura
verso
il
giovine
,
a
mani
giunte
,
esclamando
:
"
Oh
quanto
Le
siamo
grate
!
Oh
che
Santo
!
Non
so
perché
non
siamo
corse
tutte
fuori
ad
abbracciarlo
!
"
"
Cara
"
disse
una
signora
con
ironica
flemma
veneta
,
sorridendo
nei
due
grandi
belli
occhi
,
"
perché
,
fortunatamente
per
lui
,
l
'
uscio
era
chiuso
a
chiave
.
"
Erano
dodici
signore
.
Il
padrone
di
casa
,
professore
Guarnacci
,
figlio
dell
'
agente
generale
di
una
di
queste
,
la
marchesa
Fermi
,
romana
,
le
aveva
raccontato
della
riunione
che
doveva
tenersi
in
casa
sua
,
del
discorso
che
vi
avrebbe
pronunciato
lo
strano
personaggio
di
cui
si
parlava
già
in
Roma
come
di
un
agitatore
religioso
entusiasta
e
taumaturgo
,
popolare
nel
quartiere
del
Testaccio
.
La
marchesa
si
era
posta
in
capo
di
udirlo
non
veduta
.
Presi
gli
accordi
col
Guarnacci
,
aveva
tratte
nella
congiura
tre
o
quattro
amiche
e
ciascuna
di
queste
aveva
ottenuto
di
aggregarsi
delle
appendici
.
Era
una
miscela
curiosa
,
in
vista
.
Molte
avevano
toilettes
da
società
,
due
vestivano
proprio
come
quacchere
,
una
sola
di
nero
.
Le
due
quacchere
,
straniere
,
parevano
impazzite
dall
'
entusiasmo
e
fremevano
contro
la
marchesa
,
una
vecchia
scettica
,
alquanto
sarcastica
,
che
diceva
tranquillamente
:
"
Sì
,
ha
parlato
bene
ma
però
avrei
voluto
vedere
la
sua
faccia
mentre
parlava
.
"
E
dichiarando
di
saper
giudicare
gli
uomini
dalla
faccia
meglio
che
dalle
parole
,
la
vecchia
marchesa
rimproverò
il
Guarnacci
di
non
aver
praticato
un
buco
nell
'
uscio
o
almeno
levata
la
chiave
dalla
toppa
.
"
Sei
troppo
santo
"
diss
'
ella
.
"
Non
conosci
le
donne
.
"
Il
Guarnacci
rise
,
si
scusò
con
l
'
ossequio
dovuto
alla
padrona
di
suo
padre
e
affermò
che
Benedetto
era
bello
come
un
angelo
.
Ma
una
giovine
signora
insipidetta
,
venuta
,
pensavano
rabbiosamente
le
quacchere
,
Dio
sa
perché
,
uscì
a
dire
quieta
quieta
che
lo
aveva
veduto
due
volte
e
ch
'
era
brutto
.
"
Bisognerebbe
conoscere
la
Sua
idea
di
bellezza
,
signora
"
disse
acremente
una
quacchera
.
E
l
'
altra
quacchera
mise
subito
fuori
,
ma
sottovoce
per
acuire
la
malignità
espressamente
,
un
velenoso
:
"
Naturellement
!
"
La
signora
insipidetta
replicò
,
un
poco
arrossendo
fra
l
'
imbarazzo
e
il
dispetto
,
ch
'
era
magro
,
pallido
;
e
le
due
quacchere
si
guardarono
,
si
sorrisero
con
tacito
disprezzo
.
Ma
dove
lo
aveva
veduto
?
Questo
volevano
sapere
le
altre
dalla
Insipidetta
.
"
Eh
!
Sempre
nel
giardino
di
mia
cognata
"
diss
'
ella
.
"
Sempre
nel
giardino
?
"
esclamò
la
marchesa
.
"
È
un
angelo
in
piena
terra
o
è
un
angelo
in
vaso
?
"
La
Insipidetta
rise
e
le
quacchere
fulminarono
la
marchesa
con
gli
occhi
furiosi
.
Entrò
il
thè
,
compreso
nell
'
invito
del
professore
Guarnacci
.
"
Bella
discussione
,
eh
?
"
disse
piano
la
signora
Albacina
,
moglie
dell
'
onorevole
Albacina
,
sottosegretario
di
Stato
per
l
'
Interno
,
all
'
orecchio
della
signora
vestita
di
nero
,
che
non
aveva
mai
aperto
bocca
.
Colei
sorrise
tristemente
e
non
rispose
.
Il
thè
,
servito
dal
professore
e
da
una
sua
sorellina
,
ammorzò
per
un
momento
la
conversazione
che
si
riaccese
sul
discorso
di
Benedetto
e
diventò
un
guazzabuglio
tale
di
ragionamenti
senza
ragione
,
di
giudizi
senza
giudizio
,
di
dottrine
senza
dottrina
,
che
la
signora
silenziosa
vestita
di
nero
propose
all
'
Albacina
,
con
la
quale
era
venuta
,
di
andarsene
.
Ma
in
quel
momento
la
marchesa
Fermi
,
scovato
un
campanellino
sopra
una
caminiera
,
si
mise
a
scampanellare
per
ottenere
silenzio
.
"
Vorrei
sapere
di
questo
giardino
"
diss
'
ella
.
Le
quacchere
e
la
signorina
matura
,
infervorate
a
discutere
l
'
ortodossia
cattolica
di
Benedetto
,
non
avrebbero
taciuto
per
dieci
campanelli
;
ma
la
curiosità
della
signorina
matura
,
all
'
udire
la
parola
"
giardino
"
scattò
.
Scattò
fuori
tutta
intera
.
Altro
che
giardino
!
Il
signor
professore
doveva
raccontare
tutto
che
sapeva
di
questo
padre
Hecker
italiano
e
laico
.
Un
po
'
per
sfoggio
di
cultura
,
un
po
'
per
avventatezza
,
ella
aveva
già
battezzato
Benedetto
così
.
Allora
la
Insipidetta
guardò
l
'
orologio
.
La
sua
carrozza
avrebbe
dovuto
trovarsi
alla
porta
.
La
piccola
Guarnacci
disse
che
di
carrozze
ce
n
'
erano
già
quattro
o
cinque
.
La
Insipidetta
voleva
arrivare
al
Valle
per
il
terzo
atto
della
commedia
.
Due
altre
signore
avevano
altri
impegni
e
partirono
con
lei
.
La
Fermi
restò
:
"
Fa
presto
,
però
,
professore
,
"
diss
'
ella
,
"
perché
stasera
mia
figlia
ci
aspetta
,
me
e
queste
altre
signore
di
cui
vedi
le
spalle
.
"
"
Faccia
prestissimo
"
disse
,
dispettosetta
,
la
signorina
matura
.
"
Dopo
parlerà
per
la
povera
gente
che
non
mostra
le
spalle
.
"
Una
forestiera
bionda
,
molto
scollata
,
bellissima
,
lanciò
uno
sguardo
ineffabile
alle
povere
coperte
spallucce
magre
della
dispettosa
,
che
diventò
rossa
di
rabbia
come
un
gambero
.
"
Allora
"
incominciò
il
professore
"
siccome
la
signora
marchesa
e
forse
anche
le
altre
signore
che
hanno
fretta
sanno
già
quanto
so
io
del
Santo
di
Jenne
prima
della
sua
partenza
da
Jenne
,
quello
lo
lascio
.
Io
dunque
un
mese
fa
,
in
ottobre
,
neanche
ricordavo
di
aver
letto
nei
giornali
,
in
giugno
o
in
luglio
,
di
questo
Benedetto
che
predicava
e
faceva
miracoli
a
Jenne
,
quando
un
giorno
uscendo
da
S
.
Marcello
m
'
incontrai
in
un
tale
Porretti
che
una
volta
scriveva
nell
'
Osservatore
e
adesso
non
vi
scrive
più
.
Questo
Porretti
mi
si
accompagna
,
si
parla
della
condanna
dei
libri
di
Giovanni
Selva
che
si
aspetta
di
giorno
in
giorno
e
,
tra
parentesi
,
non
è
ancora
venuta
,
e
Porretti
mi
dice
che
adesso
in
Roma
c
'
è
un
amico
di
Selva
,
il
quale
farà
parlare
di
sé
più
che
lo
stesso
Selva
.
"
Chi
è
?
"
faccio
io
.
"
II
Santo
di
Jenne
"
dice
.
E
mi
racconta
questo
.
L
'
uomo
è
stato
cacciato
da
Jenne
per
opera
di
due
preti
,
farisei
terribili
,
che
a
Roma
si
conoscono
.
Si
è
rifugiato
a
Subiaco
presso
i
Selva
che
villeggiano
lì
e
si
è
ammalato
gravemente
.
Guarito
,
è
venuto
a
Roma
circa
alla
metà
di
luglio
.
Il
professore
Mayda
,
amico
del
Selva
anche
lui
,
e
che
lo
aveva
conosciuto
a
Subiaco
,
lo
prese
per
aiuto
giardiniere
nella
villa
che
si
è
fabbricata
due
anni
sono
sull
'
Aventino
,
sotto
Sant
'
Anselmo
.
Il
nuovo
aiuto
giardiniere
che
si
fa
chiamare
Benedetto
e
nient
'
altro
,
come
a
Jenne
,
è
diventato
presto
popolare
in
tutto
il
quartiere
del
Testaccio
.
Divide
il
pane
con
pezzenti
,
assiste
malati
,
pare
che
ne
abbia
guarito
qualcuno
con
l
'
imposizione
delle
mani
e
la
preghiera
.
È
divenuto
tanto
popolare
che
la
nuora
del
professore
Mayda
,
benché
sia
credente
e
praticante
,
lo
avrebbe
licenziato
volentieri
per
non
avere
la
seccatura
di
tanta
gente
che
viene
a
cercarlo
;
ma
il
suocero
,
che
non
è
né
praticante
né
credente
,
non
ha
voluto
.
Il
suocero
gli
ha
riguardi
grandissimi
.
Se
sopporta
di
vederlo
rastrellare
i
viali
,
annaffiare
i
fiori
,
è
solo
per
rispetto
alle
sue
idee
di
Santo
,
e
non
glielo
permette
oltre
una
certa
misura
di
tempo
,
molto
breve
.
Vuole
che
attenda
liberamente
alla
sua
missione
religiosa
.
Egli
stesso
scende
sovente
in
giardino
a
parlare
di
religione
con
lui
.
Benedetto
,
per
compiacergli
,
ha
smesso
il
regime
di
pane
,
erbaggi
e
acqua
che
teneva
a
Jenne
,
prende
carne
e
vino
.
E
per
compiacere
a
Benedetto
il
professore
ne
fa
distribuire
molto
largamente
agli
ammalati
del
quartiere
.
Vi
ha
chi
ride
di
lui
e
magari
lo
ingiuria
,
ma
dal
popolino
è
venerato
come
,
in
principio
,
a
Jenne
.
Ed
esercita
la
carità
delle
anime
più
ancora
che
l
'
altra
.
Ha
levato
certi
disordini
morali
di
famiglie
,
fu
minacciato
di
morte
per
questo
da
una
mala
femmina
,
ha
fatto
ritornare
in
chiesa
gente
che
non
ci
aveva
più
messo
piede
dalla
fanciullezza
in
poi
.
Lo
sanno
i
benedettini
di
Sant
'
Anselmo
.
La
sera
poi
,
due
o
tre
volte
la
settimana
,
parla
nelle
catacombe
.
"
La
signorina
matura
esclamò
:
"
Nelle
catacombe
?
"
E
si
porse
,
palpitante
,
verso
il
narratore
.
Una
delle
quacchere
mormorò
:
"
Mon
Dieu
!
Mon
Dieu
!
"
e
un
'
altra
voce
,
grave
di
stupore
riverente
:
"
Che
senso
!
"
"
Ecco
"
riprese
il
giovine
,
sorridendo
"
Porretti
ha
detto
"
nelle
catacombe
"
ma
intendeva
in
un
luogo
privato
,
conosciuto
da
pochi
.
Adesso
lo
conosco
anch
'io."
"
Ah
!
"
fece
la
signorina
matura
.
"
Lei
lo
conosce
?
Dov
'
è
?
"
Guarnacci
tacque
ed
ella
sentì
la
sua
indiscrezione
.
"
Scusi
,
scusi
!
"
disse
,
frettolosa
.
"
Lo
sapremo
,
lo
sapremo
"
fece
la
marchesa
.
"
Ma
senti
un
po
'
,
figliuolo
mio
,
questo
tuo
Santo
che
predica
in
segreto
,
non
sarebbe
una
specie
di
eresiarca
?
Cosa
ne
dicono
i
preti
?
"
"
Stasera
"
rispose
il
professore
Guarnacci
"
ne
avrebbe
veduto
qui
tre
o
quattro
e
sono
andati
via
contentissimi
.
"
"
Saranno
preti
poco
preti
,
preti
mal
cotti
,
pretoidi
.
Ma
cosa
dicono
gli
altri
?
Vedrai
che
gli
altri
,
presto
o
tardi
,
gli
daranno
il
torcibudella
.
"
E
con
quest
'
allegra
profezia
la
marchesa
se
n
'
andò
seguita
da
tutte
le
spalle
scoperte
.
La
signorina
matura
e
le
quacchere
,
felici
che
quello
spregevole
sciame
mondano
se
ne
fosse
andato
,
assalirono
il
professore
con
domande
.
Non
si
poteva
proprio
sapere
il
posto
delle
nuove
catacombe
?
Quante
persone
vi
si
radunavano
?
Anche
donne
?
Quali
erano
i
temi
dei
discorsi
?
Cosa
dicevano
i
frati
di
Sant
'
Anselmo
?
E
della
vita
passata
di
quest
'
uomo
si
era
venuti
a
sapere
nulla
?
Il
professore
si
schermì
quanto
poté
,
riferì
solamente
le
parole
di
un
padre
di
Sant
'
Anselmo
:
"
un
Benedetto
per
ogni
parrocchia
di
Roma
e
Roma
diventa
davvero
la
Città
Santa
.
"
Ma
quando
,
partite
tutte
le
altre
signore
,
si
trovò
solo
con
l
'
Albacina
e
con
la
Silenziosa
che
aspettavano
la
loro
carrozza
,
siccome
all
'
Albacina
era
legato
di
amicizia
,
lasciò
capire
a
questa
che
avrebbe
parlato
ma
che
la
presenza
di
una
signora
sconosciuta
lo
imbarazzava
,
pregò
l
'
Albacina
di
presentarlo
.
L
'
Albacina
non
ci
aveva
pensato
.
"
Il
professore
Guarnacci
"
diss
'
ella
.
"
La
signora
Dessalle
,
mia
buona
amica
.
"
La
"
catacomba
"
era
proprio
la
sala
stessa
dove
stavano
in
quel
momento
.
Prima
,
le
riunioni
avevano
luogo
nell
'
alloggio
dei
Selva
,
in
via
Arenula
.
Quel
posto
non
pareva
molto
adatto
,
per
diverse
ragioni
.
Guarnacci
,
fattosi
discepolo
egli
pure
,
aveva
offerto
la
casa
propria
.
Le
riunioni
vi
si
tenevano
due
volte
la
settimana
.
Ci
venivano
i
Selva
,
una
sorella
della
signora
,
alcuni
ecclesiastici
,
quella
stessa
signora
veneta
ch
'
era
partita
poc
'
anzi
,
alcuni
giovani
fra
i
quali
certo
Alberti
,
prediletto
dal
Maestro
che
quella
sera
era
venuto
e
partito
con
lui
,
e
anche
un
ebreo
,
certo
Viterbo
,
già
prossimo
a
farsi
cattolico
e
dal
quale
il
Maestro
sperava
cose
grandi
;
un
operaio
tipografo
,
qualche
artista
,
persino
due
membri
del
Parlamento
.
Lo
scopo
delle
riunioni
era
di
far
conoscere
a
persone
attratte
da
Cristo
ma
ripugnanti
al
Cattolicismo
,
ciò
che
il
Cattolicismo
è
veramente
,
la
essenza
vitale
,
indistruttibile
della
religione
cattolica
e
il
carattere
umano
di
quelle
sue
diverse
forme
che
la
rendono
appunto
ripugnante
a
molti
,
che
sono
mutabili
e
mutano
e
muteranno
per
una
elaborazione
dell
'
interno
elemento
divino
combinata
con
le
reazioni
dell
'
esterno
,
della
scienza
e
della
coscienza
pubblica
.
Benedetto
era
severissimo
nell
'
ammettere
alle
riunioni
perché
nessuno
più
di
lui
sapeva
trattare
delicatamente
colle
anime
,
rispettarne
i
candori
,
farsi
piccino
alle
piccine
,
alto
alle
alte
,
usare
con
le
timide
il
linguaggio
riguardoso
che
istruisce
e
non
turba
.
"
La
marchesa
"
continuò
il
professore
"
dice
:
sarà
un
eresiarca
,
i
preti
che
lo
seguono
saranno
eretici
.
No
.
Con
Benedetto
non
c
'
è
a
temere
di
eresie
né
di
scismi
.
Proprio
nell
'
ultima
riunione
egli
ha
dimostrato
che
scismi
ed
eresie
,
oltre
ad
essere
condannabili
per
sé
,
sono
funesti
alla
Chiesa
non
solamente
perché
le
sottraggono
anime
,
ma
perché
,
anche
,
le
sottraggono
elementi
di
progresso
,
perché
se
i
novatori
restassero
nella
soggezione
della
Chiesa
gli
errori
loro
perirebbero
e
quell
'
elemento
di
verità
,
quell
'
elemento
di
bene
che
quasi
sempre
è
unito
,
in
qualche
misura
,
all
'
errore
,
diventerebbe
vitale
nel
corpo
della
Chiesa
.
"
L
'
Albacina
osservò
che
questo
era
molto
bello
e
che
se
le
cose
stavano
a
questo
modo
la
sinistra
profezia
della
marchesa
non
si
sarebbe
avverata
.
"
La
profezia
del
torcibudella
,
no
!
"
disse
il
professore
,
ridendo
.
"
Queste
cose
non
accadono
e
io
non
credo
che
sieno
accadute
mai
.
Sono
calunnie
.
Bisogna
essere
la
marchesa
e
certa
gente
come
la
marchesa
che
si
trova
qui
a
Roma
per
crederle
.
Un
prete
romano
,
capisce
,
un
prete
ha
osato
avvertire
Benedetto
che
si
guardasse
!
Ma
Benedetto
gli
ha
levato
il
coraggio
di
parlargliene
un
'
altra
volta
.
Dunque
,
torcibudella
no
;
ma
persecuzione
sì
.
Quei
tali
due
preti
di
Roma
ch
'
erano
a
Jenne
non
hanno
mica
dormito
.
Io
non
volli
dirlo
prima
perché
la
marchesa
non
è
persona
cui
raccontare
queste
cose
,
ma
ci
sono
in
aria
dei
guai
grossi
.
Si
è
spiato
ogni
passo
di
Benedetto
,
si
è
adoperata
anche
la
nuora
di
Mayda
,
a
mezzo
del
confessore
,
per
avere
informazioni
dei
suoi
discorsi
,
si
è
saputo
delle
riunioni
.
La
sola
presenza
di
Selva
dà
loro
il
carattere
che
quella
gente
abborre
e
siccome
contro
un
laico
non
può
far
niente
,
così
pare
che
si
cerchi
l
'
aiuto
del
braccio
secolare
contro
Benedetto
,
l
'
aiuto
dei
carabinieri
e
dei
giudici
.
Loro
si
meravigliano
?
Eppure
è
così
.
Finora
non
c
'
è
niente
di
positivo
,
niente
di
fatto
,
ma
si
macchina
.
Siamo
stati
avvertiti
da
un
ecclesiastico
straniero
che
un
'
altra
volta
ha
chiacchierato
male
ma
stavolta
ha
chiacchierato
bene
.
Si
preparano
e
si
fabbricano
materiali
per
un
'
azione
penale
.
"
La
Silenziosa
trasalì
,
uscì
finalmente
del
suo
mutismo
.
"
Come
è
possibile
?
"
diss
'
ella
.
"
Signora
mia
,
"
disse
il
professore
"
Lei
non
sa
di
cosa
sieno
capaci
alcuni
intransigenti
in
tonaca
.
Gl
'
intransigenti
laici
sono
agnelli
,
in
paragone
.
Si
vuol
servirsi
di
un
disgraziato
caso
successo
a
Jenne
.
Ora
però
noi
speriamo
in
un
fatto
nuovo
,
che
non
occorre
di
raccontare
a
molti
,
senza
discernimento
,
ma
ch
'
è
importantissimo
.
"
II
professore
tacque
un
momento
,
assaporando
l
'
acuta
curiosità
che
aveva
destato
e
che
,
muta
sulle
labbra
,
sfavillava
dagli
occhi
intenti
delle
due
dame
.
"
L
'
altro
giorno
"
riprese
"
il
segretario
del
cardinale
....
un
giovine
prete
tedesco
,
si
recò
a
Sant
'
Anselmo
e
parlò
coi
frati
.
In
seguito
a
questa
visita
Benedetto
fu
chiamato
a
Sant
'
Anselmo
dove
i
benedettini
gli
hanno
un
grande
affetto
e
un
grande
rispetto
.
Gli
fu
chiesto
se
non
avesse
intenzione
di
rendere
omaggio
a
Sua
Santità
,
di
domandare
udienza
.
Rispose
ch
'
era
venuto
a
Roma
con
questo
desiderio
nel
cuore
,
che
aspettava
un
cenno
dalla
Provvidenza
,
e
che
questo
era
il
cenno
.
Allora
gli
fu
detto
che
Sua
Santità
lo
avrebbe
ricevuto
certamente
volentieri
ed
egli
domandò
l
'
udienza
.
Questo
fu
raccontato
a
Giovanni
Selva
da
un
benedettino
tedesco
.
"
"
E
quando
ci
va
?
"
chiese
l
'
Albacina
.
"
Posdomani
sera
.
"
Il
professore
soggiunse
che
da
parte
del
Vaticano
la
cosa
era
tenuta
segretissima
,
che
si
era
imposto
a
Benedetto
di
non
parlare
con
alcuno
,
che
niente
ne
sarebbe
trapelato
senza
l
'
indiscrezione
di
quel
frate
tedesco
,
e
che
gli
amici
di
Benedetto
speravano
grandi
cose
da
questa
visita
.
L
'
Albacina
domandò
cosa
si
proponesse
Benedetto
di
dire
al
Pontefice
.
Il
professore
sorrise
.
Benedetto
non
se
n
'
era
aperto
con
nessuno
e
nessuno
aveva
osato
interrogarlo
.
Secondo
il
professore
,
Benedetto
parlerebbe
a
favore
di
Selva
,
pregherebbe
che
i
suoi
libri
non
fossero
posti
all
'
Indice
.
"
Sarebbe
poco
"
disse
l
'
Albacina
,
sottovoce
;
Jeanne
ebbe
un
fremito
di
consenso
.
"
Pochissimo
!
"
esclamò
,
quasi
pigliandosela
col
professore
che
parve
sorpreso
di
quel
subito
scatto
dopo
tanto
silenzio
.
Egli
si
scusò
.
Non
aveva
inteso
dire
che
Benedetto
non
parlerebbe
anche
di
altre
cose
,
al
Papa
.
Aveva
inteso
dire
che
,
secondo
lui
,
di
quell
'
argomento
gli
parlerebbe
certo
.
L
'
Albacina
non
sapeva
spiegarsi
il
desiderio
del
Papa
di
vedere
Benedetto
.
Come
lo
spiegavano
i
suoi
amici
?
Come
lo
spiegava
Selva
?
Eh
,
nessuno
lo
sapeva
spiegare
;
né
Selva
né
gli
altri
.
"
Io
lo
spiego
!
"
disse
Jeanne
,
impetuosa
,
compiacendosi
di
capire
quello
che
nessuno
capiva
.
"
Il
Papa
,
non
è
stato
vescovo
a
Brescia
?
"
Guarnacci
sorrise
di
un
sorriso
fra
l
'
ammirativo
e
l
'
ironico
,
rispose
.
Ah
,
la
signora
era
molto
informata
del
passato
di
Benedetto
!
La
signora
sapeva
con
certezza
cose
che
a
Roma
si
dicevano
ma
che
però
trovavano
anche
degli
increduli
!
Solo
una
cosa
non
sapeva
.
Il
Papa
non
era
mai
stato
vescovo
a
Brescia
,
aveva
coperto
due
sedi
vescovili
nel
Mezzogiorno
.
Jeanne
irritata
con
se
stessa
,
vergognosa
di
essersi
quasi
tradita
,
non
replicò
.
L
'
Albacina
voleva
sapere
quale
opinione
Benedetto
avesse
del
Papa
.
"
Oh
lui
"
rispose
il
professore
"
nel
Papa
non
considera
e
non
venera
che
l
'
ufficio
.
Almeno
credo
.
Della
persona
non
l
'
ho
inteso
parlare
mai
.
Dell
'
ufficio
sì
.
Ne
ha
discorso
una
sera
magnificamente
,
contrapponendo
il
Cattolicismo
al
Protestantesimo
,
svolgendo
il
suo
ideale
di
governo
della
Chiesa
:
principato
e
giusta
libertà
.
Del
resto
il
nuovo
Papa
non
si
sa
ancora
cosa
sia
.
Si
dice
che
sia
santo
,
intelligente
,
malato
e
debole
.
Nell
'
accompagnare
le
signore
alla
carrozza
,
sulla
scala
buia
,
il
professore
uscì
a
dire
sospirando
:
"
Quello
che
pur
troppo
si
teme
è
che
Benedetto
non
viva
.
Almeno
Mayda
lo
teme
.
"
L
'
Albacina
,
che
scendeva
a
braccio
del
professore
,
esclamò
senza
fermarsi
:
"
Oh
poveretto
!
Di
che
soffre
?
"
"
Ma
!
"
rispose
il
professore
.
"
Di
un
male
inguaribile
,
pare
;
conseguenza
della
tifoide
ch
'
ebbe
a
Subiaco
e
sopra
tutto
della
vita
disagiatissima
che
ha
fatto
,
delle
penitenze
,
dei
digiuni
.
"
E
continuarono
la
lunga
discesa
in
silenzio
.
Soltanto
in
fondo
alla
scala
si
avvidero
che
la
loro
compagna
era
rimasta
indietro
.
Il
professore
risalì
rapidamente
e
trovò
Jeanne
ferma
sul
penultimo
pianerottolo
,
aggrappata
alla
ringhiera
.
Sulle
prime
non
si
mosse
né
parlò
.
Poi
mormorò
:
"
Non
ci
si
vede
.
"
Guarnacci
non
sapeva
e
non
fece
attenzione
né
a
quel
momento
di
silenzio
né
al
tôno
sommesso
e
incerto
della
voce
.
Le
offerse
il
braccio
e
discese
con
lei
,
scusando
sé
del
buio
,
accusandone
l
'
avarizia
del
padrone
di
casa
.
Jeanne
salì
nella
carrozza
dell
'
Albacina
che
la
portò
al
Grand
Hôtel
.
Nel
tragitto
l
'
Albacina
parlò
con
rammarico
della
notizia
che
le
aveva
dato
il
Guarnacci
.
Jeanne
non
aperse
bocca
.
Il
suo
mutismo
dispiacque
all
'
amica
.
"
Lei
non
è
stata
contenta
del
discorso
?
"
diss
'
ella
.
Non
conosceva
affatto
le
idee
religiose
di
Jeanne
.
"
Sì
"
rispose
questa
.
"
Perché
?
"
"
Così
.
Mi
pareva
.
Allora
non
Le
dispiace
di
essere
venuta
?
"
L
'
Albacina
si
sentì
,
con
molta
sorpresa
,
prendere
una
mano
e
rispondere
:
"
Le
sono
tanto
grata
!
"
La
voce
fu
sommessa
e
quieta
,
la
stretta
della
mano
quasi
violenta
.
"
Nientemeno
!
"
pensò
l
'
Albacina
.
"
Questa
è
una
futura
dama
dello
Spirito
Santo
.
"
"
Per
conto
mio
"
riprese
ad
alta
voce
"
capisco
che
mi
terrò
la
mia
religione
vecchia
,
quella
degl
'
intransigenti
.
Saranno
farisei
,
saranno
tutto
quello
che
vi
piace
,
ma
ho
paura
che
a
volerla
tanto
ritoccare
e
ristaurare
,
la
religione
vecchia
,
essa
crolli
e
non
resti
più
niente
in
piedi
.
E
poi
volendo
seguire
i
Benedetti
bisognerebbe
cambiare
troppe
cose
.
No
no
.
Però
l
'
uomo
m
'
ispira
un
interesse
straordinario
.
Adesso
bisognerebbe
cercare
di
vederlo
.
Bisogna
che
lo
vediamo
.
Molto
più
se
proprio
è
condannato
a
morire
presto
.
Non
Le
pare
?
E
come
si
fa
?
Pensiamo
.
"
"
Io
non
desidero
di
vederlo
"
s
'
affrettò
a
dire
Jeanne
.
"
Davvero
?
"
esclamò
l
'
amica
.
"
Ma
come
?
Mi
spieghi
questo
enigma
.
"
"
Così
.
Non
desidero
.
"
"
Curiosa
!
"
pensò
l
'
Albacina
.
La
carrozza
si
fermò
davanti
all
'
entrata
del
Grand
Hôtel
.
Nell
'
atrio
Jeanne
s
'
incontrò
con
Noemi
e
suo
cognato
,
che
uscivano
.
"
Finalmente
!
"
disse
Noemi
.
"
Va
,
corri
,
tuo
fratello
è
arrabbiatissimo
con
questa
Jeanne
che
non
arriva
mai
.
Noi
siamo
discesi
ora
perché
è
venuto
il
medico
.
"
I
Dessalle
erano
a
Roma
da
quindici
giorni
.
Un
principio
di
ottobre
umido
e
freddo
,
preoccupazioni
di
salute
,
il
progetto
di
uno
studio
sul
Bernini
seguito
al
progetto
di
romanzo
,
avevano
persuaso
Carlino
ad
accontentare
la
signora
Albacina
più
presto
che
non
avrebbe
voluto
,
a
lasciare
villa
Diedo
per
i
tepori
di
Roma
prima
dell
'
inverno
,
con
molta
chiusa
gioia
di
sua
sorella
.
Due
o
tre
giorni
dopo
l
'
arrivo
fu
preso
da
una
leggera
bronchite
.
Si
diede
per
tisico
,
si
tappò
in
camera
con
il
proposito
di
starci
tutto
l
'
inverno
,
volle
il
medico
due
volte
al
giorno
,
tiranneggiò
Jeanne
con
un
egoismo
spietato
,
le
numerò
i
minuti
di
libertà
.
Ella
si
fece
sua
schiava
,
parve
godere
di
quell
'
irragionevole
soprappiù
di
sacrificio
,
che
passava
la
misura
del
suo
affetto
fraterno
.
Lo
donava
mentalmente
,
con
dolce
ardore
,
a
Benedetto
.
Vedeva
spesso
i
Selva
e
Noemi
,
non
a
casa
loro
,
al
Grand
Hôtel
.
Anche
i
Selva
erano
soggiogati
dal
suo
fascino
di
donna
superiore
,
bella
,
gentile
e
triste
.
Tutto
che
aveva
udito
di
Benedetto
in
casa
Guarnacci
lo
sapeva
già
da
Noemi
.
Solo
non
sapeva
che
Mayda
avesse
espresso
quel
giudizio
.
Noemi
,
pietosamente
e
anche
per
non
lasciar
trasparire
la
commozione
propria
,
gliel
'
aveva
taciuto
.
Carlino
l
'
accolse
male
.
Il
medico
,
che
gli
aveva
trovato
il
polso
frequente
,
capì
subito
che
era
un
polso
collerico
.
Scherzò
un
poco
sulla
gravità
del
male
e
se
ne
andò
.
Carlino
,
burbero
,
volle
sapere
dove
Jeanne
si
fosse
tanto
indugiata
ed
ella
non
glielo
nascose
.
Solamente
gli
nascose
il
nome
vero
di
Benedetto
.
"
Non
ti
sei
vergognata
"
diss
'
egli
"
di
star
ad
ascoltare
alle
porte
?
"
E
senza
lasciarle
il
tempo
di
rispondere
inveì
contro
le
nuove
tendenze
che
le
aveva
scoperte
.
"
Domani
andrai
a
confessarti
!
E
posdomani
reciterai
il
rosario
!
"
Sotto
la
usuale
tolleranza
cortese
del
suo
linguaggio
,
la
benevolenza
che
mostrava
pure
a
non
pochi
ecclesiastici
,
si
nascondeva
una
vera
fobìa
antireligiosa
.
L
'
idea
che
sua
sorella
potesse
un
giorno
accostarsi
ai
preti
,
alla
fede
,
alle
pratiche
,
gli
faceva
perdere
il
lume
degli
occhi
.
Jeanne
non
rispose
,
si
offerse
mansuetamente
per
la
solita
lettura
serale
.
Carlino
le
dichiarò
netto
di
non
volerne
sapere
,
pretese
di
sentire
degli
spifferi
,
la
tenne
un
quarto
d
'
ora
colla
candela
in
mano
a
scrutar
usci
,
finestre
,
pareti
,
pavimento
,
e
poi
la
mandò
a
dormire
.
Ma
Jeanne
entrata
nella
sua
camera
,
non
pensò
a
dormire
né
a
coricarsi
.
Spense
la
luce
e
sedette
sul
letto
.
Strepiti
di
carrozze
sonavano
nella
via
,
passi
e
fruscii
di
vesti
femminili
nei
corridoi
;
immobile
fra
le
tenebre
,
ella
non
udiva
.
Aveva
spento
la
luce
per
pensare
,
per
non
vedere
che
il
proprio
pensiero
,
l
'
idea
balenatale
nello
scender
la
scala
di
casa
Guarnacci
al
braccio
del
professore
dopo
che
,
udite
le
parole
sinistre
"
si
teme
che
non
viva
"
aveva
quasi
smarriti
i
sensi
.
In
carrozza
con
l
'
Albacina
,
in
camera
con
suo
fratello
,
mentre
doveva
pur
parlare
e
con
l
'
una
e
con
l
'
altro
,
fare
attenzione
a
tante
diverse
cose
,
era
stato
un
balenar
continuo
,
nel
suo
profondo
,
di
quest
'
idea
,
di
questa
proposta
offerta
dal
cuore
ardente
alla
volontà
.
Adesso
non
balenava
più
.
Jeanne
la
contemplava
in
sé
,
ferma
.
Nella
figura
seduta
sul
letto
,
immobile
fra
le
tenebre
,
due
anime
si
stavano
tacite
a
fronte
.
Una
Jeanne
umile
,
appassionata
,
persuasa
di
poter
tutto
sacrificare
all
'
amore
,
si
misurava
con
una
Jeanne
inconsciamente
orgogliosa
,
persuasa
di
possedere
una
dura
e
fredda
verità
.
Gli
strepiti
delle
carrozze
si
fecero
più
radi
nella
via
,
i
passi
e
i
fruscii
più
radi
nei
corridoi
.
A
un
tratto
le
due
Jeanne
parvero
riconfondersi
in
una
che
pensò
:
"
Quando
mi
annuncieranno
la
sua
morte
,
mi
potrò
dire
:
almeno
hai
fatto
questo
.
"
Si
alzò
,
accese
la
luce
,
sedette
alla
scrivania
,
prese
un
foglietto
e
scrisse
:
"
A
Piero
Maironi
,
la
notte
del
29
ottobre
...
"
Credo
.
"
JEANNE
DESSALLE
.
"
Scrisse
e
guardò
a
lungo
,
a
lungo
,
la
parola
solenne
.
Più
la
guardava
,
più
le
due
Jeanne
si
venivano
lente
ridividendo
.
La
Jeanne
inconsciamente
orgogliosa
soverchiò
,
oppresse
l
'
altra
quasi
senza
lotta
.
Tutta
amara
di
amarezza
mortale
,
lacerò
il
foglio
macchiato
della
parola
impossibile
a
mantenere
,
impossibile
a
scrivere
sinceramente
.
Spenta
da
capo
la
luce
,
accusò
di
crudeltà
Iddio
se
mai
esistesse
,
pianse
,
pianse
nelle
volontarie
tenebre
,
senza
freno
.
II
L
'
orologio
di
San
Pietro
suonò
le
otto
.
Benedetto
lasciò
un
piccolo
gruppo
di
persone
allo
sbocco
della
via
di
Porta
Angelica
,
entrò
solo
nel
colonnato
del
Bernini
,
si
avviò
lentamente
verso
il
Portone
di
bronzo
,
sostò
ad
ascoltar
il
rumore
delle
fontane
,
a
guardar
i
grappoli
di
fiamme
dei
quattro
candelabri
intorno
all
'
obelisco
,
e
tremolo
,
opaco
sul
volto
della
luna
,
il
sommo
getto
della
fontana
di
sinistra
.
Fra
cinque
,
fra
dieci
minuti
,
forse
fra
un
quarto
d
'
ora
egli
si
sarebbe
trovato
alla
presenza
del
Papa
.
Il
suo
pensiero
era
fermo
e
vibrante
in
questo
apice
come
nell
'
apice
suo
la
saliente
acqua
viva
della
fontana
.
La
piazza
era
vuota
.
Nessuno
lo
avrebbe
visto
entrare
in
Vaticano
fuorché
la
corona
spettrale
dei
Santi
,
ritti
là
in
faccia
sopra
il
giro
dell
'
altro
colonnato
.
I
Santi
e
le
fontane
gli
dicevano
insieme
che
a
lui
pareva
di
vivere
un
'
ora
solenne
ma
che
questo
atomo
del
tempo
ed
egli
stesso
ed
il
Pontefice
passerebbero
in
breve
,
si
perderebbero
per
sempre
nel
regno
dell
'
oblio
,
continuando
le
fontane
il
loro
monotono
lamento
e
i
Santi
la
loro
tacita
contemplazione
.
Egli
sentiva
invece
che
la
parola
della
Verità
è
parola
di
vita
eterna
;
e
raccolto
un
'
ultima
volta
in
sé
stesso
,
chiusi
gli
occhi
,
pregò
intensamente
,
come
da
due
giorni
pregava
,
che
lo
Spirito
gliela
suscitasse
,
davanti
al
Papa
,
nel
petto
,
gliela
portasse
alle
labbra
.
Egli
aspettava
qualcuno
,
fra
le
otto
e
le
otto
e
un
quarto
.
Le
otto
e
un
quarto
erano
suonate
ma
nessuno
compariva
.
Si
voltò
a
guardar
il
Portone
di
bronzo
.
Non
n
'
era
aperto
che
uno
sportello
e
si
vedeva
luce
nell
'
interno
.
Vi
entravano
di
tempo
in
tempo
,
come
spensierati
moscerini
nelle
fauci
di
un
leone
,
gruppetti
di
genterella
minuta
.
Finalmente
vi
si
affacciò
dal
di
dentro
un
prete
,
accennando
.
Benedetto
si
avvicinò
.
Quegli
disse
:
"
Lei
viene
per
Sant
'
Anselmo
?
"
Era
la
domanda
convenuta
.
Come
Benedetto
gli
ebbe
risposto
di
sì
,
il
prete
gli
fece
segno
di
entrare
.
"
Favorisca
"
diss
'
egli
.
Benedetto
lo
seguì
.
Passarono
fra
le
guardie
pontificie
che
salutarono
militarmente
il
prete
.
Svoltarono
a
destra
,
salirono
la
Scala
Pia
.
All
'
entrata
del
Cortile
di
San
Damaso
altre
guardie
,
altri
saluti
,
un
ordine
del
prete
,
dato
sottovoce
;
Benedetto
non
lo
intese
.
Attraversarono
il
Cortile
lasciando
a
sinistra
la
porta
della
Biblioteca
,
a
destra
la
porta
per
la
quale
si
accede
alle
stanze
del
Papa
.
In
alto
,
le
vetrate
delle
logge
sfavillavano
alla
luna
.
Benedetto
,
che
ricordava
un
'
udienza
,
avuta
dal
Pontefice
defunto
,
si
meravigliò
della
strana
via
che
gli
si
faceva
prendere
.
Attraversato
il
cortile
in
linea
retta
,
il
prete
si
avviò
per
l
'
andito
stretto
che
conduce
alla
scaletta
dei
Mosaici
,
e
si
fermò
davanti
all
'
uscio
che
si
apre
a
destra
,
ove
scende
la
scala
del
Triangolo
.
"
Lei
conosce
il
Vaticano
?
"
diss
'
egli
.
"
Conosco
i
musei
e
le
logge
"
rispose
Benedetto
"
e
sono
stato
ricevuto
dal
predecessore
del
Pontefice
attuale
nel
suo
appartamento
.
Altro
non
conosco
.
"
"
Qui
non
è
stato
mai
?
"
"Mai."
Il
prete
si
mise
primo
per
la
scaletta
debolmente
illuminata
da
lampadine
elettriche
.
A
un
tratto
,
dove
la
prima
branca
della
scaletta
monta
sur
un
pianerottolo
,
le
lampadine
si
spensero
.
Benedetto
,
fermatosi
con
un
piede
sul
pianerottolo
,
udì
la
sua
guida
salir
di
corsa
una
scala
,
a
destra
.
Poi
non
udì
più
nulla
.
Pensò
che
la
luce
fosse
mancata
per
caso
,
che
il
prete
fosse
salito
per
farla
riaccendere
.
Attese
.
Nessun
lume
,
nessun
passo
,
nessuna
voce
.
Montò
sul
pianerottolo
;
sentì
a
sinistra
,
tentando
l
'
aria
buia
,
una
parete
;
procedette
verso
destra
,
sempre
a
tentoni
;
si
accorse
,
urtandovi
il
piede
,
di
due
diverse
branche
di
scala
che
salivano
dal
pianerottolo
.
Attese
ancora
,
non
dubitò
che
il
prete
non
avesse
a
ritornare
.
Ma
cinque
,
dieci
minuti
passarono
e
il
prete
non
ritornava
.
Che
poteva
essere
accaduto
?
Si
era
voluto
ingannarlo
,
deriderlo
?
Ma
perché
?
Benedetto
s
'
interdisse
un
sospetto
inutile
a
discutere
.
Pensò
invece
al
partito
da
prendere
.
Aspettare
ancora
non
gli
parve
ragionevole
.
Era
da
ridiscendere
?
Era
da
salire
?
In
quest
'
ultimo
caso
,
per
quale
delle
due
vie
?
Si
raccolse
in
sé
stesso
interrogando
l
'
Onnipresente
.
Ridiscendere
,
no
.
Gli
ripugnava
.
Salì
a
caso
una
delle
scale
,
quella
che
conduce
alle
camere
dei
domestici
.
Era
corta
,
Benedetto
trovò
subito
un
altro
pianerottolo
.
Ora
egli
aveva
udito
il
prete
salir
di
corsa
e
di
seguito
molti
scalini
,
il
rumore
de
'
suoi
passi
si
era
perduto
molto
in
alto
.
Ridiscese
,
tentò
l
'
altra
scala
.
Era
più
lunga
.
Il
prete
doveva
avere
salito
quella
.
Decise
di
seguire
il
prete
.
Giunto
alla
sommità
,
sbucò
da
una
porticina
in
una
loggia
illuminata
dalla
luna
.
Si
guardò
attorno
.
A
destra
,
quasi
immediatamente
,
una
cancellata
partiva
quella
dalla
loggia
.
Le
due
vi
s
'
incontravano
ad
angolo
retto
.
A
sinistra
la
loggia
terminava
,
alquanto
lontano
,
a
una
porta
chiusa
.
La
luna
piena
batteva
per
le
grandi
vetrate
sul
pavimento
,
mostrava
i
fianchi
del
Cortile
di
San
Damaso
e
nello
sfondo
,
tra
le
due
grandi
ali
scure
del
Palazzo
,
umili
tetti
,
gli
alberi
di
villa
Celsi
,
le
alture
di
Sant
'
Onofrio
.
Tanto
la
porta
di
sinistra
quanto
la
cancellata
di
destra
parevano
chiuse
.
Benedetto
guardò
,
guardò
,
a
destra
e
a
sinistra
.
Impronte
antiche
gli
venivano
ricomparendo
poco
a
poco
nella
memoria
.
Sì
,
in
quella
loggia
egli
era
stato
ancora
,
aveva
veduto
quella
cancellata
recandosi
con
un
suo
conoscente
,
lettore
della
Vaticana
,
a
visitare
la
Galleria
delle
lapidi
,
la
via
Appia
del
Vaticano
.
Ecco
,
sì
,
adesso
ricordava
bene
.
La
porta
di
sinistra
,
in
fondo
alla
loggia
,
doveva
mettere
agli
appartamenti
del
cardinale
segretario
di
Stato
.
La
loggia
oltre
la
cancellata
era
la
loggia
di
Giovanni
da
Udine
,
le
grandi
finestre
colle
inferriate
che
mettevano
nella
loggia
di
Giovanni
da
Udine
erano
le
finestre
dell
'
appartamento
Borgia
,
l
'
entrata
della
Galleria
delle
lapidi
doveva
aprirsi
proprio
nell
'
angolo
.
Allora
presso
la
cancellata
ci
stava
uno
svizzero
.
Adesso
non
c
'
era
nessuno
.
Tutto
era
deserto
,
a
destra
e
a
sinistra
,
tutto
era
silenzio
.
A
tentar
la
porta
del
cardinale
segretario
di
Stato
non
era
da
pensare
.
Benedetto
spinse
la
cancellata
.
Era
aperta
.
Sostò
,
si
trovò
davanti
all
'
entrata
della
Galleria
delle
lapidi
.
Stette
ancora
in
ascolto
.
Silenzio
profondo
.
Gli
parve
che
una
voce
interna
gli
dicesse
:
"
Sali
,
entra
.
"
Salì
,
franco
,
i
cinque
gradini
.
La
via
Appia
del
Vaticano
,
larga
forse
quanto
l
'
antica
,
non
aveva
una
lampada
.
Fiochi
chiarori
ne
rigavano
il
pavimento
,
a
intervalli
,
dalle
finestre
che
fra
le
lapidi
e
i
cippi
e
i
sarcofaghi
pagani
guardano
Roma
.
Da
quelle
della
parete
cristiana
,
che
guardano
il
cortile
del
Belvedere
,
non
entrava
lume
.
Il
fondo
lontano
,
verso
il
museo
Chiaramonti
,
si
perdeva
nelle
tenebre
più
nere
.
Allora
,
sentendosi
nel
tacito
cuore
del
Vaticano
immenso
,
Benedetto
ebbe
un
assalto
di
terrore
sacro
.
Si
accostò
a
una
grande
finestra
onde
si
vedeva
Castel
Sant
'
Angelo
,
infiniti
dispersi
lumi
nel
piano
,
e
all
'
orizzonte
,
più
alti
,
più
splendenti
,
quelli
del
Quirinale
.
La
vista
,
non
di
Roma
illuminata
,
ma
di
una
panca
bassa
e
sottile
,
coperta
di
tela
verde
,
che
correva
lungo
i
cippi
e
i
sarcofaghi
,
gli
quietò
lo
spirito
.
Intravvide
poi
nell
'
ombra
un
padiglione
mezzo
disfatto
.
Che
poteva
essere
?
Anche
lungo
la
parete
opposta
correva
una
panca
eguale
all
'
altra
.
Procedendo
,
urtò
in
qualche
cosa
che
trovò
essere
un
seggiolone
a
bracciuoli
.
Adesso
al
terrore
era
sottentrato
un
proposito
sicuro
.
La
interna
voce
imperiosa
che
gli
aveva
prima
detto
di
entrare
,
ora
gli
diceva
:
"
procedi
"
.
Glielo
disse
così
chiaro
,
così
forte
,
che
un
subito
bagliore
gl
'
illuminò
la
memoria
.
Si
percosse
la
fronte
.
Nella
Visione
egli
si
era
visto
a
colloquio
col
Papa
.
Questo
non
lo
aveva
potuto
dimenticare
mai
.
Bensì
aveva
dimenticato
,
e
adesso
glien
'
era
ritornata
la
memoria
in
un
lampo
,
che
lo
guidava
per
il
Vaticano
al
Papa
uno
spirito
.
Procedette
lungo
la
parete
di
sinistra
presso
la
quale
aveva
urtato
nel
seggiolone
.
Si
teneva
sicuro
che
giunto
al
fondo
della
Galleria
avrebbe
trovato
un
'
uscita
e
,
finalmente
,
luce
.
Che
nel
fondo
ci
fosse
il
cancello
del
museo
Chiaramonti
non
ricordava
.
Procedeva
appoggiando
spesso
la
mano
alla
parete
,
alle
lapidi
.
A
un
tratto
sentì
che
non
toccava
più
né
marmo
né
muro
.
Batté
leggermente
la
parete
col
pugno
.
Era
legno
,
una
porta
.
Si
fermò
involontariamente
,
sospeso
.
Un
passo
suonò
dall
'
interno
,
una
chiave
girò
nella
toppa
,
una
lama
di
luce
fendette
di
sghembo
la
Galleria
,
si
allargò
;
comparve
una
figura
nera
,
il
prete
che
aveva
abbandonato
Benedetto
sulla
scala
.
Egli
uscì
con
un
atto
rapido
,
richiuse
la
porta
,
disse
a
Benedetto
come
se
niente
fosse
stato
:
"
Lei
sta
per
trovarsi
alla
presenza
di
Sua
Santità
.
"
Lo
fece
entrare
e
chiuse
la
porta
daccapo
,
rimanendo
fuori
.
Benedetto
,
entrando
,
non
vide
che
un
tavolino
,
una
lucernetta
col
paralume
verde
,
una
figura
bianca
seduta
in
faccia
a
lui
,
dietro
il
tavolino
.
Cadde
ginocchioni
.
La
Figura
Bianca
stese
un
braccio
e
disse
:
"
Alzati
.
Come
sei
venuto
?
"
Il
viso
incorniciato
di
capelli
grigi
,
singolarmente
dolce
,
aveva
una
espressione
di
stupore
.
La
voce
,
dall
'
accento
meridionale
,
era
commossa
.
Benedetto
si
alzò
e
rispose
:
"
Dal
Portone
di
bronzo
fino
a
un
luogo
che
non
so
indicare
sono
venuto
col
sacerdote
che
stava
presso
Vostra
Santità
;
poi
sono
venuto
solo
.
"
"
Conoscevi
il
Vaticano
?
Ti
hanno
detto
che
mi
avresti
trovato
qui
?
"
Quando
Benedetto
gli
ebbe
risposto
che
aveva
visitato
anni
prima
i
musei
vaticani
,
le
logge
e
la
Galleria
lapidaria
una
sola
volta
,
che
alla
logge
non
era
salito
dal
Cortile
di
San
Damaso
,
che
non
sapeva
affatto
dove
avrebbe
trovato
il
Sommo
Pontefice
,
questi
tacque
un
momento
,
pensoso
;
poi
disse
benignamente
,
affettuosamente
,
indicandogli
una
sedia
in
faccia
a
lui
:
"
Siedi
,
figlio
mio
.
"
Se
Benedetto
non
fosse
stato
assorto
nel
volto
ascetico
e
benigno
del
Papa
,
avrebbe
,
mentre
il
suo
angusto
interlocutore
stava
raccogliendo
alcune
carte
sparse
sul
tavolino
,
girato
lo
sguardo
non
senza
meraviglia
per
quella
strana
sala
di
ricevimento
,
un
polveroso
caos
di
vecchi
quadri
,
di
vecchi
libri
,
di
vecchi
mobili
,
un
'
anticamera
,
si
sarebbe
detto
,
di
qualche
biblioteca
,
di
qualche
museo
dove
si
fossero
intraprese
opere
di
riordino
.
Ma
egli
era
assorto
nel
volto
del
Papa
,
nel
magro
,
cereo
volto
che
aveva
una
espressione
ineffabile
di
purezza
e
di
bontà
.
Si
avvicinò
,
piegò
il
ginocchio
,
baciò
la
mano
che
il
Santo
Padre
gli
stese
dicendo
con
gravità
soave
:
"
Non
mihi
,
sed
Petro
.
"
Quindi
sedette
.
Il
Papa
gli
porse
un
foglio
,
gli
avvicinò
la
lucernetta
.
"
Guarda
"
diss
'
egli
.
"
Conosci
la
scrittura
?
"
Benedetto
guardò
,
trasalì
,
non
poté
frenare
un
'
esclamazione
di
mesta
riverenza
.
"
Sì
"
rispose
"
è
la
scrittura
di
un
santo
prete
che
ho
molto
amato
,
che
è
morto
e
si
chiamava
don
Giuseppe
Flores
.
"
Sua
Santità
riprese
:
"
Adesso
leggi
.
Ad
alta
voce
.
"
Benedetto
lesse
.
"
Monsignore
Affido
al
mio
Vescovo
il
plico
suggellato
,
chiuso
insieme
a
questo
foglietto
in
una
busta
recante
l
'
indirizzo
a
Lei
.
Lo
lasciò
a
me
per
essere
aperto
dopo
la
sua
morte
,
come
sopra
vi
è
scritto
,
il
signor
Piero
Maironi
,
ben
conosciuto
da
Lei
,
prima
di
scomparire
dal
mondo
.
S
'
egli
ancora
viva
o
sia
passato
di
vita
né
so
né
ho
modo
di
sapere
.
Il
plico
deve
contenere
il
racconto
di
una
visione
di
carattere
soprannaturale
che
il
Maironi
ebbe
nel
ritornare
a
Dio
dal
fuoco
di
una
passione
colpevole
.
Sperai
allora
che
Iddio
lo
avesse
veramente
eletto
per
ministro
di
qualche
singolare
opera
Sua
.
Sperai
che
la
santità
dell
'
opera
verrebbe
confermata
dopo
la
morte
del
Maironi
dalla
lettura
di
questo
documento
,
che
se
ne
rivelerebbe
un
carattere
profetico
.
Lo
sperai
benché
mi
fossi
studiato
,
per
prudenza
di
nascondere
al
Maironi
stesso
la
mie
speranze
segrete
.
Due
anni
sono
trascorsi
dal
giorno
in
cui
egli
scomparve
e
nulla
si
è
mai
saputo
di
lui
.
Quando
Monsignore
,
ella
starà
leggendo
quello
che
adesso
io
scrivo
,
sarò
scomparso
anch
'
io
.
La
prego
di
volersi
sostituire
a
me
in
questa
custodia
religiosa
.
Ella
ne
disporrà
secondo
la
coscienza
Sua
come
crederà
meglio
.
E
preghi
per
l
'
anima
del
Suo
povero
don
GIUSEPPE
FLORES
.
"
Benedetto
depose
lo
scritto
e
guardò
il
Pontefice
in
viso
,
aspettando
.
"
Sei
tu
Pietro
Maironi
?
"
disse
questi
.
"
Sì
,
Santità
.
"
Il
Pontefice
sorrise
con
bontà
.
"
Intanto
"
diss
'
egli
"
mi
rallegro
che
vivi
.
Quel
Vescovo
ti
suppose
morto
,
aperse
il
plico
e
credette
di
doverlo
rimettere
al
Vicario
di
Cristo
.
Questo
avvenne
circa
sei
mesi
sono
,
vivendo
il
mio
santo
Predecessore
che
ne
parlò
ad
alcuni
cardinali
e
anche
a
me
.
Poi
si
è
saputo
che
vivevi
,
e
dove
e
come
.
Ora
ti
devo
movere
alcune
domande
.
Ti
esorto
a
rispondermi
la
esatta
verità
.
"
Il
Pontefice
fermò
gli
occhi
gravi
negli
occhi
di
Benedetto
che
piegò
lievemente
il
capo
.
"
Qui
hai
scritto
"
diss
'
egli
"
che
stando
in
quella
piccola
chiesa
veneta
ti
sei
visto
in
Vaticano
a
colloquio
col
Papa
.
Cosa
ricordi
di
questa
parte
della
tua
visione
?
"
"
La
mia
visione
"
rispose
Benedetto
"
nel
tempo
che
passai
a
Santa
Scolastica
,
circa
tre
anni
,
mi
si
venne
spezzando
nelle
memoria
,
anche
perché
il
mio
maestro
spirituale
di
Santa
Scolastica
,
come
il
povero
don
Giuseppe
Flores
,
mi
ha
sempre
consigliato
di
non
tenerne
conto
.
Alcune
parti
ne
restano
nette
,
altre
si
oscurarono
.
Che
mi
ero
veduto
in
Vaticano
a
fronte
del
Sommo
Pontefice
,
mi
restò
sempre
fisso
nella
mente
;
ma
non
più
di
così
.
Invece
,
pochi
momenti
sono
,
nella
galleria
buia
dalla
quale
sono
entrato
qua
,
mi
risovvenni
improvvisamente
che
nella
Visione
io
ero
guidato
al
Pontefice
da
uno
spirito
.
Me
ne
risovvenni
quando
trovandomi
solo
,
di
notte
,
al
buio
,
in
un
luogo
ignoto
o
quasi
ignoto
perché
c
'
ero
stato
una
volta
sola
molti
anni
addietro
,
senz
'
avere
un
'
idea
della
direzione
che
avrei
dovuto
tenere
,
fui
per
ritornare
sui
miei
passi
e
una
voce
interna
,
molto
chiara
,
molto
forte
,
mi
disse
di
andare
avanti
.
"
"
E
quando
hai
bussato
alla
porta
"
chiese
il
Papa
"
sapevi
di
trovarmi
qui
?
Sapevi
di
bussare
alla
porta
della
Biblioteca
?
"
"
No
,
Santità
.
Non
intendevo
neppure
di
bussare
.
Ero
al
buio
,
non
vedevo
niente
,
intendevo
di
saggiare
colla
mano
la
parete
.
"
Il
Papa
stette
alquanto
sopra
pensiero
e
poi
osservò
che
nel
manoscritto
ci
stava
pure
:
"
prima
mi
guidava
un
uomo
vestito
di
nero
.
"
Di
questo
,
Benedetto
non
aveva
memoria
.
"
Sai
"
riprese
il
Papa
"
che
il
profetare
non
è
,
per
sé
solo
,
sufficiente
prova
di
santità
.
Sai
che
si
possono
avere
,
che
si
sono
avute
visioni
profetiche
,
non
dico
per
opera
di
spiriti
maligni
,
noi
ne
sappiamo
troppo
poco
per
poterlo
dire
,
ma
insomma
per
effetto
di
forze
occulte
,
forze
insite
alla
natura
umana
,
le
quali
,
a
ogni
modo
,
non
hanno
che
fare
colla
santità
.
Puoi
dirmi
le
disposizioni
dell
'
anima
tua
quando
hai
avuto
la
Visione
?
"
"
Sentivo
"
rispose
Benedetto
"
un
amarissimo
dolore
di
essermi
allontanato
da
Dio
,
di
averne
respinto
i
richiami
,
una
gratitudine
infinita
per
la
Sua
paziente
bontà
,
un
infinito
desiderio
di
Cristo
.
Mi
ero
appena
viste
nella
mente
,
proprio
viste
,
proprio
distinte
,
bianche
sopra
un
fondo
nero
,
queste
parole
del
Vangelo
che
prima
,
nel
tempo
buono
,
mi
erano
state
tanto
care
:
"
Magister
adest
et
vocat
te
.
"
Don
Giuseppe
Flores
celebrava
e
la
Messa
era
presso
alla
fine
quando
,
stando
in
preghiera
,
con
gli
occhi
coperti
dalle
mani
,
ebbi
la
Visione
;
ma
istantanea
,
fulminea
!
"
Benedetto
ansava
nel
ritorno
violento
delle
memorie
.
"
Ha
potuto
essere
un
'
illusione
"
diss
'
egli
"
Opera
di
spiriti
maligni
,
no
.
"
"
Gli
spiriti
maligni
"
disse
il
Pontefice
"
possono
trasfigurarsi
in
angeli
di
luce
.
Possono
avere
operato
allora
contro
lo
spirito
buono
ch
'
era
in
te
.
Ti
sei
inorgoglito
poi
,
di
questa
visione
?
"
Benedetto
piegò
il
capo
e
pensò
alquanto
.
"
Forse
una
volta
"
diss
'
egli
"
per
un
momento
,
a
Santa
Scolastica
,
quando
il
mio
maestro
,
a
nome
dell
'
Abate
,
mi
offerse
una
veste
di
converso
,
la
veste
che
poi
mi
fu
tolta
a
Jenne
.
Allora
pensai
per
un
momento
che
questa
offerta
inattesa
confermasse
l
'
ultima
parte
della
Visione
e
n
'
ebbi
un
moto
di
compiacenza
,
mi
stimai
oggetto
di
una
predilezione
divina
.
Ne
domandai
subito
perdono
a
Dio
e
adesso
ne
domando
perdono
a
Vostra
Santità
.
"
Il
Pontefice
non
parlò
,
ma
la
sua
mano
si
alzò
spiegata
e
ridiscese
in
un
atto
di
indulgenza
.
Egli
si
diede
poi
a
maneggiare
le
carte
diverse
che
aveva
sul
tavolino
,
parve
consultarne
attentamente
più
d
'
una
.
Quindi
le
posò
,
le
raccolse
,
le
fece
da
banda
,
riprese
a
parlare
.
"
Figlio
mio
"
diss
'
egli
"
ti
devo
domandare
altre
cose
.
Hai
nominato
Jenne
.
Io
neppure
non
sapevo
che
esistesse
,
questo
Jenne
.
Me
lo
hanno
descritto
.
Diciamo
il
vero
,
non
si
capisce
perché
tu
ti
sia
andato
a
cacciare
a
Jenne
.
"
Benedetto
sorrise
lievemente
ma
non
volle
discolparsi
,
interrompere
il
Papa
,
il
quale
continuò
:
"
È
stata
un
'
idea
disgraziata
,
perché
chi
può
dir
bene
cosa
succede
a
Jenne
?
Sai
di
aver
avuto
lassù
della
gente
che
ti
vedeva
di
mal
occhio
?
"
Benedetto
pregò
semplicemente
Sua
Santità
che
lo
dispensasse
dal
rispondere
.
"
Ti
capisco
"
rispose
il
Papa
"
e
debbo
dire
che
la
tua
preghiera
è
cristiana
.
Tu
non
dirai
niente
ma
io
non
posso
tacere
che
sei
stato
accusato
di
molte
cose
.
Lo
sai
?
"
Benedetto
sapeva
di
un
'
accusa
sola
o
almeno
ne
dubitava
.
Il
Papa
aveva
l
'
aria
più
imbarazzata
di
lui
.
Egli
era
sereno
.
"
Ti
accusano
"
ripigliò
il
Papa
"
di
esserti
spacciato
,
a
Jenne
,
per
un
taumaturgo
e
di
essere
stato
causa
,
per
questi
tuoi
vanti
,
che
un
disgraziato
morisse
in
casa
tua
.
Si
arriva
persino
a
dire
ch
'
egli
è
morto
per
certi
beveraggi
che
gli
hai
dati
.
Ti
accusano
di
aver
predicato
al
popolo
piuttosto
da
protestante
che
da
cattolico
e
anche
...
"
Il
Santo
Padre
esitò
.
Al
suo
pudore
verginale
ripugnava
persino
accennare
a
certe
cose
.
"
Di
relazioni
non
lecite
"
disse
"
con
la
maestra
del
paese
.
Cosa
rispondi
,
figlio
mio
?
"
"
Santo
Padre
"
rispose
Benedetto
,
tranquillo
,
"
lo
Spirito
risponde
per
me
nel
Suo
cuore
.
"
Il
Pontefice
lo
guardò
,
attonito
,
ma
non
solamente
attonito
;
anche
un
poco
turbato
,
come
se
Benedetto
gli
avesse
letto
nell
'
anima
.
Il
viso
gli
si
dipinse
di
un
lieve
rossore
.
"
Spiegati
"
diss
'
egli
.
"
Iddio
mi
dona
di
leggere
nel
Suo
cuore
che
Lei
non
crede
ad
alcuna
di
quelle
accuse
.
"
A
queste
parole
di
Benedetto
il
Papa
contrasse
lievemente
le
sopracciglia
.
"
Adesso
"
riprese
Benedetto
"
Vostra
Santità
pensa
che
io
mi
attribuisca
una
chiaroveggenza
miracolosa
.
No
,
è
una
cosa
che
vedo
nel
Suo
viso
,
che
sento
nella
Sua
voce
,
da
povero
uomo
comune
quale
sono
.
"
"
Forse
tu
sai
"
esclamò
il
Papa
"
chi
è
stato
in
questi
giorni
da
me
!
"
Egli
aveva
fatto
chiamare
a
Roma
l
'
arciprete
di
Jenne
,
lo
aveva
interrogato
su
Benedetto
.
L
'
arciprete
,
trovato
un
Papa
di
suo
genio
,
un
Papa
ben
diverso
dai
due
zelanti
che
lo
avevano
intimorito
a
Jenne
,
non
aveva
perduta
l
'
occasione
di
mettersi
facilmente
in
pace
colla
propria
coscienza
,
aveva
dato
sfogo
ai
rimorsi
lodando
e
rilodando
.
Benedetto
non
ne
sapeva
niente
.
"
No
"
rispose
"
non
lo
so
.
"
Il
Pontefice
tacque
,
ma
il
suo
viso
,
le
mani
,
la
intera
persona
,
tradivano
una
viva
inquietudine
.
Egli
si
abbandonò
finalmente
sulla
spalliera
della
seggiola
,
chinò
il
capo
sul
petto
,
stese
le
braccia
al
tavolino
e
appoggiatevi
le
mani
,
una
presso
all
'
altra
,
pensò
.
Mentre
pensava
,
immobile
,
fissi
gli
occhi
nel
vuoto
,
la
fiamma
della
lucernina
a
petrolio
salì
fumigando
,
rossa
,
nel
tubo
.
Egli
non
se
n
'
avvide
subito
.
Quando
se
n
'
avvide
la
regolò
e
poi
ruppe
il
silenzio
.
"
Credi
tu
"
diss
'
egli
"
avere
veramente
una
missione
?
"
Benedetto
rispose
,
con
una
espressione
di
fervore
umile
:
"
Sì
,
lo
credo
.
"
"
E
perché
lo
credi
?
"
"
Santità
,
perché
ciascuno
viene
al
mondo
con
una
missione
scritta
nella
sua
natura
.
Quand
'
anche
non
avessi
avuto
visioni
né
altri
segni
straordinari
,
la
mia
natura
ch
'
è
religiosa
mi
imporrebbe
il
dovere
di
un
'
azione
religiosa
.
Come
posso
dirlo
?
Ecco
,
lo
dirò
...
"
Qui
la
voce
di
Benedetto
tremò
di
emozione
"...come
non
l
'
ho
detto
a
nessuno
.
Io
credo
,
io
so
che
Dio
è
il
nostro
Padre
di
tutti
,
ma
io
sento
nella
mia
natura
la
Sua
paternità
.
Quasi
non
è
un
dovere
il
mio
,
è
un
sentimento
di
figlio
.
"
"
E
credi
avere
il
cómpito
di
esercitarla
qui
,
adesso
,
un
'
azione
religiosa
?
"
Benedetto
giunse
le
mani
come
se
implorasse
già
di
venire
ascoltato
.
"
Sì
"
diss
'
egli
"
anche
qui
,
anche
adesso
.
"
Ciò
detto
,
pose
un
ginocchio
a
terra
tenendo
sempre
giunte
le
mani
.
"
Alzati
"
disse
il
Santo
Padre
.
"
Di
'
liberamente
quello
che
lo
Spirito
ti
consiglia
.
"
Benedetto
non
si
alzò
.
"
Mi
perdoni
"
diss
'
egli
"
io
devo
parlare
al
solo
Pontefice
e
qui
non
mi
ascolta
il
solo
Pontefice
!
"
Il
Papa
trasalì
,
lo
interrogò
con
gli
occhi
,
severo
.
Benedetto
porse
un
poco
il
mento
,
inarcando
le
sopracciglia
,
verso
una
porta
grande
alle
spalle
del
Papa
.
Questi
prese
un
campanello
di
argento
che
stava
sul
tavolino
,
accennò
imperiosamente
a
Benedetto
di
alzarsi
e
suonò
.
Ricomparve
dalla
porta
della
Galleria
il
prete
di
prima
.
Il
Papa
gli
ordinò
di
far
venire
in
Galleria
don
Teofilo
,
il
cameriere
fedele
che
aveva
portato
con
sé
dalla
sua
sede
arcivescovile
del
Mezzogiorno
.
Venuto
don
Teofilo
,
egli
andrebbe
ad
attendere
Sua
Santità
nelle
sale
della
Biblioteca
.
"
Ripasserai
di
qua
"
diss
'
egli
.
Parecchi
minuti
trascorsero
nell
'
attesa
silenziosa
che
colui
rientrasse
.
Il
Pontefice
,
pensoso
,
non
alzò
mai
gli
occhi
dal
tavolino
.
Benedetto
,
in
piedi
,
teneva
chiusi
i
suoi
.
Li
aperse
quando
rientrò
il
prete
.
Uscito
che
fu
costui
per
la
porta
sospetta
,
il
Papa
accennò
con
la
mano
e
Benedetto
parlò
,
a
voce
bassa
.
Il
Pontefice
lo
ascoltava
stringendo
i
bracciuoli
della
sedia
,
pôrta
in
avanti
la
persona
e
chino
il
viso
.
"
Santo
Padre
"
disse
Benedetto
"
la
Chiesa
è
inferma
.
Quattro
spiriti
maligni
sono
entrati
nel
suo
corpo
per
farvi
guerra
allo
Spirito
Santo
.
Uno
è
lo
spirito
di
menzogna
.
Anche
lo
spirito
di
menzogna
si
trasfigura
in
angelo
di
luce
e
molti
pastori
,
molti
maestri
della
Chiesa
,
molti
fedeli
buoni
e
pii
ascoltano
devotamente
lo
spirito
di
menzogna
credendo
ascoltare
un
angelo
.
Cristo
ha
detto
:
"
io
sono
la
Verità
"
e
molti
nella
Chiesa
,
anche
buoni
,
anche
pii
,
scindono
la
Verità
nel
loro
cuore
,
non
hanno
riverenza
per
la
Verità
che
non
chiamano
religiosa
,
temono
che
la
verità
distrugga
la
verità
,
pongono
Dio
contro
Dio
,
preferiscono
le
tenebre
alla
luce
e
così
ammaestrano
gli
uomini
.
Si
dicono
fedeli
e
non
comprendono
quanto
scarsa
e
codarda
è
la
loro
fede
,
quanto
è
loro
straniero
lo
spirito
dell
'
apostolo
che
tutto
scruta
.
Adoratori
della
lettera
,
vogliono
costringere
gli
adulti
a
un
cibo
d
'
infanti
che
gli
adulti
respingono
,
non
comprendono
che
se
Dio
è
infinito
e
immutabile
,
l
'
uomo
però
se
ne
fa
un
'
idea
sempre
più
grande
di
secolo
in
secolo
e
che
di
tutta
la
Verità
Divina
si
può
dire
così
.
Essi
sono
causa
di
una
funesta
perversione
della
Fede
,
che
corrompe
tutta
la
vita
religiosa
;
perché
il
cristiano
che
con
uno
sforzo
si
è
piegato
ad
accettare
quello
ch
'
essi
accettano
e
a
respingere
quello
che
respingono
,
crede
aver
già
fatto
il
più
per
servire
Iddio
,
mentre
ha
fatto
meno
che
niente
e
gli
resta
di
vivere
la
fede
nella
parola
di
Cristo
,
nella
dottrina
di
Cristo
,
gli
resta
di
vivere
il
fiat
voluntas
tua
,
che
è
tutto
.
Santo
Padre
,
oggi
pochi
cristiani
sanno
che
la
religione
non
è
principalmente
adesione
dell
'
intelletto
a
formole
di
verità
ma
che
è
principalmente
azione
e
vita
secondo
questa
verità
,
e
che
alla
fede
vera
non
rispondono
solamente
doveri
religiosi
negativi
e
obblighi
verso
l
'
autorità
ecclesiastica
.
E
quelli
che
lo
sanno
,
quelli
che
non
scindono
la
Verità
nel
loro
cuore
,
quelli
che
hanno
il
culto
supremo
di
Dio
verità
,
che
ardono
di
una
fede
impavida
in
Cristo
,
nella
Chiesa
e
nella
Verità
,
ne
conosco
,
Santo
Padre
!
,
quelli
sono
combattuti
acremente
,
sono
diffamati
come
eretici
,
sono
costretti
al
silenzio
,
tutto
per
opera
dello
Spirito
di
menzogna
,
che
lavora
da
secoli
nella
Chiesa
una
tradizione
d
'
inganno
per
la
quale
coloro
che
oggi
lo
servono
si
credono
di
servire
Iddio
,
come
lo
credettero
i
primi
persecutori
dei
cristiani
.
Santità
...
"
Qui
Benedetto
pose
un
ginocchio
a
terra
.
Il
Papa
non
si
mosse
.
Pareva
aver
abbassato
il
capo
ancora
di
più
.
Il
zucchetto
bianco
era
quasi
tutto
nel
lume
della
lucernina
.
"...io
ho
letto
proprio
oggi
grandi
parole
di
Lei
ai
Suoi
diocesani
antichi
,
sulla
molteplice
rivelazione
di
Dio
Verità
nella
Fede
e
nella
Scienza
,
e
anche
direttamente
,
misteriosamente
,
nell
'
anima
umana
.
Santo
Padre
,
molti
,
moltissimi
cuori
di
sacerdoti
e
di
laici
appartengono
allo
Spirito
Santo
;
la
Spirito
di
menzogna
non
ha
potuto
entrarvi
neppure
sotto
una
veste
angelica
.
Dica
una
parola
,
Santo
Padre
,
faccia
un
atto
che
rialzi
questi
cuori
devoti
alla
Santa
Sede
del
Pontefice
romano
!
Onori
davanti
a
tutta
la
Chiesa
qualcuno
di
questi
uomini
,
di
questi
sacerdoti
che
sono
combattuti
dallo
Spirito
di
menzogna
,
ne
sollevi
qualcuno
all
'
episcopato
,
ne
sollevi
qualcuno
al
Sacro
Collegio
!
Anche
questo
,
Santo
Padre
!
Consigli
esegeti
e
teologi
,
se
è
necessario
,
a
camminare
prudenti
poiché
la
scienza
non
progredisce
che
a
patto
di
essere
prudente
;
ma
non
lasci
colpire
dall
'
Indice
né
dal
Sant
'
Uffizio
per
qualche
soverchio
ardimento
uomini
che
sono
l
'
onore
della
Chiesa
,
che
hanno
la
mente
piena
di
Verità
e
il
cuore
pieno
di
Cristo
,
che
combattono
per
difesa
della
fede
cattolica
!
E
poiché
Vostra
Santità
ha
detto
che
Iddio
rivela
le
sue
verità
anche
nel
segreto
delle
anime
,
non
lasci
moltiplicare
le
divozioni
esterne
,
che
bastano
,
raccomandi
ai
Pastori
la
pratica
e
l
'
insegnamento
della
preghiera
interiore
!
"
Benedetto
tacque
un
momento
,
spossato
.
Il
Papa
alzò
il
viso
,
guardò
l
'
uomo
inginocchiato
che
lo
fissava
con
occhi
dolorosi
,
luminosi
sotto
le
sopracciglie
contratte
,
vibrando
nelle
mani
giunte
dove
si
appuntava
lo
sforzo
dello
spirito
.
Il
viso
del
Papa
tradiva
una
commozione
intensa
.
Egli
voleva
dire
a
Benedetto
che
si
alzasse
,
che
sedesse
;
e
non
parlò
per
timore
di
tradire
la
commozione
anche
nella
voce
.
Insistette
a
cenni
,
tanto
che
Benedetto
si
alzò
e
presa
la
sua
seggiola
,
appoggiatevi
alla
spalliera
le
mani
ancora
giunte
,
ricominciò
a
parlare
.
"
Se
il
clero
insegna
poco
al
popolo
la
preghiera
interiore
che
risana
l
'
anima
quanto
certe
superstizioni
la
corrompono
,
è
per
causa
del
secondo
spirito
maligno
che
infesta
la
Chiesa
trasfigurato
in
angelo
di
luce
.
Questo
è
lo
spirito
di
dominazione
del
clero
.
A
quei
sacerdoti
che
hanno
lo
spirito
di
dominazione
non
piace
che
le
anime
comunichino
direttamente
e
normalmente
con
Dio
per
domandarne
consiglio
e
direzione
.
A
buon
fine
!
Il
Maligno
inganna
,
così
la
loro
coscienza
;
a
buon
fine
!
Ma
le
vogliono
dirigere
essi
in
qualità
di
mediatori
e
queste
anime
diventano
fiacche
,
timide
,
servili
.
Non
saranno
molte
,
forse
;
i
peggiori
maleficî
dello
spirito
di
dominazione
sono
diversi
.
Egli
ha
soppressa
l
'
antica
santa
libertà
cattolica
.
Egli
cerca
fare
all
'
obbedienza
,
anche
quando
non
è
dovuta
per
legge
,
la
prima
delle
virtù
.
Egli
vorrebbe
imporre
sottomissioni
non
obbligatorie
,
ritrattazioni
contro
coscienza
,
dovunque
un
gruppo
d
'
uomini
si
associa
per
un
'
opera
buona
prenderne
il
comando
,
e
,
se
declinano
il
comando
,
rifiutar
loro
l
'
aiuto
.
Egli
tende
a
portare
l
'
autorità
religiosa
anche
fuori
del
campo
religioso
.
Lo
sa
l
'
Italia
,
Santo
Padre
.
Ma
cosa
è
l
'
Italia
?
Non
è
per
essa
che
io
parlo
,
è
per
tutto
il
mondo
cattolico
.
Santo
padre
,
Ella
forse
non
lo
avrà
provato
ancora
,
ma
lo
spirito
di
dominazione
vorrà
esercitarsi
anche
sopra
di
Lei
.
Non
ceda
,
Santo
Padre
!
Ella
è
il
Governatore
della
Chiesa
,
non
permetta
che
altri
governi
Lei
,
non
sia
il
Suo
potere
un
guanto
per
invisibili
mani
altrui
.
Abbia
consiglieri
pubblici
e
siano
i
vescovi
raccolti
spesso
nei
Concilii
nazionali
e
faccia
partecipare
il
popolo
alla
elezione
dei
vescovi
scegliendo
uomini
amati
e
riveriti
dal
popolo
,
e
i
vescovi
si
mescolino
al
popolo
non
solamente
per
passare
sotto
archi
di
trionfo
e
farsi
salutare
dal
suono
delle
campane
ma
per
conoscere
le
turbe
e
per
edificarle
a
imitazione
di
Cristo
,
invece
di
starsene
chiusi
da
principi
orientali
negli
episcopii
,
come
tanti
fanno
.
E
lasci
loro
tutta
l
'
autorità
che
è
compatibile
con
quella
di
Pietro
!
Santità
,
posso
parlare
ancora
?
"
Il
Papa
,
che
da
quando
Benedetto
aveva
ricominciato
a
parlare
gli
teneva
gli
occhi
in
viso
,
rispose
con
un
lieve
abbassar
del
capo
.
"
Il
terzo
spirito
maligno
"
riprese
Benedetto
"
che
corrompe
la
Chiesa
,
non
si
trasfigura
in
angelo
di
luce
perché
saprebbe
di
non
poter
ingannare
,
si
accontenta
di
vestire
una
comune
onestà
umana
.
È
lo
spirito
di
avarizia
.
Il
Vicario
di
Cristo
vive
in
questa
reggia
come
visse
nel
suo
episcopio
,
con
un
cuore
puro
di
povero
.
Molti
Pastori
venerandi
vivono
nella
Chiesa
con
eguale
cuore
,
ma
lo
spirito
di
povertà
non
vi
è
bastantemente
insegnato
come
Cristo
lo
insegnò
,
le
labbra
dei
ministri
di
Cristo
sono
troppo
spesso
compiacenti
ai
cupidi
dell
'
avere
.
Quale
di
essi
piega
la
fronte
con
ossequio
a
chi
ha
molto
solamente
perché
ha
molto
,
quale
lusinga
con
la
lingua
chi
agogna
molto
,
e
il
godere
la
pompa
e
gli
onori
della
ricchezza
,
l
'
aderire
con
l
'
anima
alle
comodità
della
ricchezza
pare
lecito
a
troppi
predicatori
della
parola
e
degli
esempî
di
Cristo
.
Santo
padre
,
richiami
il
clero
a
meglio
usare
verso
i
cupidi
dell
'
avere
,
sieno
ricchi
,
sieno
poveri
,
la
carità
che
ammonisce
,
che
minaccia
,
che
rampogna
.
Santo
Padre
!
"
Benedetto
tacque
,
fissando
il
Papa
con
una
espressione
intensa
di
appello
.
"
Ebbene
?
"
mormorò
il
Papa
.
Benedetto
allargò
le
braccia
e
riprese
:
"
Lo
Spirito
mi
sforza
a
dire
di
più
.
Non
è
opera
di
un
giorno
ma
si
prepari
il
giorno
e
non
si
lasci
questo
cómpito
ai
nemici
di
Dio
e
della
Chiesa
,
si
prepari
il
giorno
in
cui
i
sacerdoti
di
Cristo
dieno
l
'
esempio
della
effettiva
povertà
,
vivano
poveri
per
obbligo
come
per
obbligo
vivono
casti
,
e
servano
loro
di
norma
per
questo
le
parole
di
Cristo
ai
Settantadue
.
Il
Signore
circonderà
gli
ultimi
fra
loro
di
tale
onore
,
di
tale
riverenza
quale
ora
non
è
nel
cuore
della
gente
intorno
ai
Principi
della
Chiesa
.
Saranno
pochi
ma
la
luce
del
mondo
.
Santo
Padre
,
lo
sono
essi
oggi
?
Qualcuno
lo
è
;
i
più
non
sono
né
luce
né
tenebre
.
"
Qui
,
per
la
prima
volta
,
il
Pontefice
assentì
del
capo
mestamente
.
"
Il
quarto
spirito
maligno
"
proseguì
Benedetto
"
è
lo
spirito
d
'
immobilità
.
Questo
si
trasfigura
in
angelo
di
luce
.
Anche
i
cattolici
,
ecclesiastici
e
laici
,
dominati
dallo
spirito
d
'
immobilità
credono
piacere
a
Dio
come
gli
ebrei
zelanti
che
fecero
crocifiggere
Cristo
.
Tutti
i
clericali
,
Santità
,
anzi
tutti
gli
uomini
religiosi
che
oggi
avversano
il
cattolicismo
progressista
,
avrebbero
fatto
crocifiggere
Cristo
in
buona
fede
,
nel
nome
di
Mosè
.
Sono
idolatri
del
passato
,
tutto
vorrebbero
immutabile
nella
Chiesa
,
sino
alle
forme
del
linguaggio
pontificio
,
sino
ai
flabelli
che
ripugnano
al
cuore
sacerdotale
di
Vostra
Santità
,
sino
alle
tradizioni
stolte
per
le
quali
non
è
lecito
a
un
cardinale
di
uscire
a
piedi
e
sarebbe
scandaloso
che
visitasse
i
poveri
nelle
loro
case
.
È
lo
spirito
d
'
immobilità
che
volendo
conservare
cose
impossibili
a
conservare
ci
attira
le
derisioni
degl
'
increduli
;
colpa
grave
davanti
a
Dio
!
"
Il
petrolio
veniva
mancando
nella
lucerna
,
il
cerchio
delle
tenebre
si
stringeva
,
si
addensava
intorno
e
sopra
la
breve
sfera
di
luce
in
cui
si
disegnavano
,
l
'
una
in
faccia
all
'
altra
,
la
bianca
figura
del
Pontefice
seduto
e
la
bruna
di
Benedetto
in
piedi
.
"
Contro
lo
spirito
d
'
immobilità
"
disse
questi
"
io
la
supplico
di
non
permettere
che
sieno
posti
all
'
Indice
i
libri
di
Giovanni
Selva
.
"
Quindi
,
posta
la
seggiola
da
banda
,
s
'
inginocchiò
nuovamente
,
stese
le
mani
al
Pontefice
,
parlò
più
trepido
e
più
acceso
:
"
Vicario
di
Cristo
,
io
La
scongiuro
di
un
'
altra
cosa
.
Sono
un
peccatore
indegno
di
venire
paragonato
ai
Santi
ma
lo
Spirito
di
Dio
può
parlare
anche
per
la
bocca
più
vile
.
Se
una
donna
ha
potuto
scongiurare
un
Papa
di
venire
a
Roma
,
io
scongiuro
Vostra
santità
di
uscire
dal
Vaticano
.
Uscite
,
Santo
Padre
;
ma
la
prima
volta
,
almeno
la
prima
volta
,
uscite
per
un
'
opera
del
vostro
ministero
!
Lazzaro
soffre
e
muore
ogni
giorno
,
andate
a
vedere
Lazzaro
.
Cristo
chiama
soccorso
in
tutte
le
povere
creature
umane
che
soffrono
.
Ho
vista
dalla
Galleria
delle
lapidi
i
lumi
che
fronteggiano
un
altro
palazzo
di
Roma
.
Se
il
dolore
umano
chiama
in
nome
di
Cristo
,
là
si
risponderà
forse
:
"
no
"
ma
si
va
.
Dal
Vaticano
si
risponde
"
sì
"
a
Cristo
,
ma
non
si
va
.
Che
dirà
Cristo
,
Santo
Padre
,
nell
'
ora
terribile
?
Queste
parole
mie
,
se
fossero
conosciute
dal
mondo
,
mi
frutterebbero
vituperî
da
chi
più
si
professa
devoto
al
Vaticano
;
ma
per
vituperi
e
fulmini
che
mi
si
scagliassero
non
griderei
io
fino
alla
morte
:
che
dirà
Cristo
?
Che
dirà
Cristo
?
A
Lui
mi
appello
.
"
La
fiammella
della
lucerna
mancava
,
mancava
;
nella
breve
sfera
di
luce
fioca
che
le
tenebre
premevano
non
si
vedeva
quasi
più
di
Benedetto
che
le
mani
stese
,
non
si
vedeva
quasi
più
del
Papa
che
la
destra
posata
sul
campanello
d
'
argento
.
Appena
Benedetto
tacque
,
il
Santo
Padre
gli
ordinò
di
alzarsi
,
poi
scosse
il
campanello
due
volte
.
La
porta
della
Galleria
si
aperse
,
entrò
il
fido
cameriere
già
popolare
in
Vaticano
col
nome
di
don
Teofilo
.
"
Teofilo
"
disse
il
Papa
,
"
in
Galleria
,
è
riaccesa
la
luce
?
"
"
Sì
,
Santità
.
"
"
Allora
passa
in
Biblioteca
dove
troverai
monsignore
.
Digli
che
venga
qua
,
che
mi
aspetti
.
E
tu
provvedigli
un
'
altra
lucerna
.
"
Ciò
detto
,
Sua
Santità
si
alzò
.
Era
piccolo
di
statura
e
tuttavia
un
po
'
curvo
.
Mosse
verso
la
porta
della
Galleria
accennando
a
Benedetto
di
seguirlo
.
Don
Teofilo
uscì
dalla
parte
opposta
.
Triste
presagio
,
nella
buia
sala
dov
'
eran
corse
tante
fiammelle
di
parole
accese
dallo
Spirito
,
non
rimase
che
la
piccola
lucernina
morente
.
La
Galleria
delle
lapidi
,
là
dove
il
Papa
e
Benedetto
vi
entrarono
,
era
semibuia
.
Ma
nel
fondo
una
grande
lampada
a
riflettore
illuminava
l
'
iscrizione
commemorativa
a
destra
della
porta
che
mette
nella
loggia
di
Giovanni
da
Udine
.
Fra
le
grandi
ali
di
lapidi
schierate
da
capo
a
fondo
della
Galleria
,
che
guardavano
l
'
oscuro
dibattito
delle
due
anime
viventi
come
testimoni
muti
che
già
conoscessero
i
misteri
di
oltre
tomba
e
del
giudizio
divino
,
il
Papa
si
avanzava
lento
,
silenzioso
,
seguito
,
un
passo
indietro
e
a
sinistra
,
da
Benedetto
.
Sostò
un
momento
presso
il
torso
del
fiume
Oronte
,
guardò
dalla
finestra
.
Benedetto
si
domandò
se
guardasse
i
lumi
del
Quirinale
,
palpitò
,
attendendo
una
parola
.
La
parola
non
venne
.
Il
Papa
riprese
,
tacendo
sempre
,
il
suo
lento
andare
,
con
le
mani
congiunte
dietro
il
dorso
,
e
il
mento
appoggiato
al
petto
.
Sostò
presso
al
fondo
,
nella
luce
della
grande
lampada
;
parve
incerto
se
ritornare
o
procedere
.
A
sinistra
della
lampada
la
porta
della
Galleria
si
apriva
sopra
uno
sfondo
di
notte
,
di
luna
,
di
colonne
,
di
vetri
,
di
pavimento
marmoreo
.
Il
Papa
si
avviò
a
quella
volta
,
scese
i
cinque
gradini
.
La
luna
batteva
per
isghembo
sul
pavimento
rigato
dalle
ombre
nere
delle
colonne
,
tagliato
in
fondo
alla
loggia
dall
'
obliquo
profilo
dell
'
ombra
piena
,
dentro
la
quale
mal
si
discerneva
il
busto
di
Giovanni
.
Il
Papa
percorse
la
loggia
fino
a
quell
'
ombra
,
vi
entrò
,
vi
si
trattenne
.
Intanto
Benedetto
,
fermatosi
molti
passi
indietro
per
non
avere
l
'
aria
di
premere
irriverentemente
nel
desiderio
di
una
risposta
,
mirava
l
'
astro
veleggiante
fra
nuvole
grandi
su
Roma
.
Mirando
l
'
astro
,
domandò
a
sé
,
a
qualche
Invisibile
che
gli
fosse
vicino
,
quasi
anche
allo
stesso
volto
severo
e
triste
della
luna
,
se
avesse
troppo
osato
,
male
osato
.
Si
pentì
subito
del
suo
dubbio
.
Aveva
forse
parlato
egli
?
Oh
no
,
le
parole
gli
erano
venute
alle
labbra
senza
meditazione
,
aveva
parlato
lo
Spirito
.
Chiuse
gli
occhi
in
uno
sforzo
di
preghiera
mentale
ancora
levando
la
faccia
verso
l
'
astro
,
come
un
cieco
che
porgesse
il
viso
avido
al
divinato
splendore
di
argento
.
Una
mano
lo
toccò
lievemente
sulla
spalla
.
Trasalì
e
aperse
gli
occhi
.
Era
il
Papa
e
il
suo
viso
diceva
come
avesse
finalmente
maturate
nel
pensiero
parole
che
lo
appagavano
.
Benedetto
chinò
il
capo
rispettosamente
ad
ascoltarlo
.
"
Figlio
mio
"
disse
Sua
Santità
"
alcune
di
queste
cose
il
Signore
le
ha
dette
da
gran
tempo
anche
nel
cuore
mio
.
Tu
,
Dio
ti
benedica
,
te
la
intendi
col
Signore
solo
;
io
devo
intendermela
anche
cogli
uomini
che
il
Signore
ha
posto
intorno
a
me
perché
io
mi
governi
con
essi
secondo
carità
e
prudenza
;
e
devo
sovratutto
misurare
i
miei
consigli
,
i
miei
comandi
,
alle
capacità
diverse
,
alle
mentalità
diverse
di
tanti
milioni
di
uomini
.
Io
sono
un
povero
maestro
di
scuola
che
di
settanta
scolari
ne
ha
venti
meno
che
mediocri
,
quaranta
mediocri
e
dieci
soli
buoni
.
Egli
non
può
governare
la
scuola
per
i
soli
dieci
buoni
e
io
non
posso
governare
la
Chiesa
soltanto
per
te
e
per
quelli
che
somigliano
a
te
.
Vedi
,
per
esempio
;
Cristo
ha
pagato
il
tributo
allo
Stato
e
io
,
non
come
Pontefice
ma
come
cittadino
,
pagherei
volentieri
il
mio
tributo
di
omaggio
là
in
quel
palazzo
di
cui
hai
veduto
i
lumi
,
se
non
temessi
di
offendere
così
i
sessanta
scolari
,
di
perdere
anche
una
sola
delle
loro
anime
che
mi
sono
preziose
come
le
altre
.
E
così
sarebbe
se
io
facessi
togliere
certi
libri
dall
'
Indice
,
se
chiamassi
nel
Sacro
Collegio
certi
uomini
che
hanno
fama
di
non
essere
rigidamente
ortodossi
,
se
,
scoppiando
un
'
epidemia
,
andassi
,
ex
abrupto
,
a
visitare
gli
ospedali
di
Roma
.
"
"
Oh
Santità
!
"
esclamò
Benedetto
"
mi
perdoni
ma
non
è
sicuro
che
queste
anime
disposte
a
scandolezzarsi
del
Vicario
di
Cristo
per
ragioni
simili
poi
si
salvino
,
e
invece
è
sicuro
che
si
acquisterebbero
tante
altre
anime
le
quali
non
si
acquistano
!
"
"
E
poi
"
continuò
il
Papa
come
se
non
avesse
udito
"
sono
vecchio
,
sono
stanco
,
i
cardinali
non
sanno
chi
hanno
messo
qui
,
non
volevo
.
Sono
anche
ammalato
,
ho
certi
segni
di
dover
presto
comparire
davanti
al
mio
Giudice
.
Sento
,
figlio
mio
,
che
tu
hai
lo
spirito
buono
ma
il
Signore
non
può
volere
da
un
poveruomo
come
me
le
cose
che
tu
dici
,
cose
a
cui
non
basterebbe
neppure
un
Pontefice
giovine
e
valido
.
Però
vi
sono
cose
che
anch
'
io
,
con
il
Suo
aiuto
,
potrò
fare
;
se
non
le
cose
grandi
,
almeno
altre
cose
.
Le
cose
grandi
preghiamo
il
Signore
che
susciti
chi
a
loro
tempo
le
sappia
fare
e
chi
sappia
bene
aiutare
a
farle
.
Figlio
mio
,
se
io
mi
metto
da
stasera
a
trasformare
il
Vaticano
,
a
riedificarlo
,
dove
trovo
poi
Raffaello
che
lo
dipinga
?
E
neppure
questo
Giovanni
?
Non
dico
però
di
non
fare
niente
.
"
Benedetto
era
per
replicare
.
Il
Pontefice
,
forse
per
non
volersi
spiegare
di
più
,
non
gliene
lasciò
né
il
modo
né
il
tempo
,
gli
fece
una
domanda
gradita
.
"
Tu
conosci
Selva
"
diss
'
egli
.
"
Privatamente
,
che
uomo
è
?
"
"
È
un
giusto
"
si
affrettò
a
rispondere
Benedetto
.
"
Un
gran
giusto
.
I
suoi
libri
sono
stati
denunciati
alla
Congregazione
dell
'
Indice
.
Forse
vi
si
troveranno
alcune
opinioni
ardite
ma
non
vi
è
confronto
fra
la
religiosità
calda
e
profonda
dei
libri
di
Selva
e
il
formalismo
freddo
,
misero
di
altri
libri
che
corrono
,
più
del
Vangelo
,
per
le
mani
del
clero
.
Santo
Padre
,
la
condanna
di
Selva
sarebbe
un
colpo
alle
energie
più
vive
e
più
vitali
del
Cattolicismo
.
La
Chiesa
tollera
migliaia
di
libri
ascetici
stupidi
che
rimpiccioliscono
indegnamente
l
'
idea
di
Dio
nello
spirito
umano
;
non
condanni
questi
che
la
ingrandiscono
!
"
Le
ore
suonarono
da
lontano
.
Nove
e
mezzo
.
Sua
Santità
prese
tacendo
una
mano
di
Benedetto
,
la
chiuse
fra
le
sue
,
gli
fece
intendere
con
quella
muta
stretta
sensi
e
consensi
trattenuti
dalla
bocca
prudente
.
La
strinse
,
la
scosse
,
l
'
accarezzò
,
la
strinse
ancora
,
disse
finalmente
con
voce
soffocata
:
"
Prega
per
me
,
prega
che
il
Signore
m
'illumini."
Due
lagrime
brillavano
nei
belli
occhi
soavi
di
vecchio
che
mai
non
si
macchiò
di
un
volontario
pensiero
impuro
,
di
vecchio
tutto
dolcezza
di
carità
.
Benedetto
non
riuscì
,
per
la
commozione
,
a
parlare
.
"
Vieni
ancora
"
disse
il
Papa
.
"
Dobbiamo
discorrere
ancora
.
"
"
Quando
,
Santità
?
"
"
Presto
.
Ti
farò
avvertire
.
"
Intanto
l
'
ombra
,
avanzando
,
aveva
inghiottito
la
Figura
bianca
e
la
Figura
nera
.
Sua
Santità
pose
una
mano
sulla
spalla
di
Benedetto
,
gli
domandò
sommessamente
,
quasi
esitante
:
"
Ricordi
la
fine
della
tua
visione
?
"
Benedetto
rispose
,
pure
sottovoce
,
abbassando
il
viso
:
"
Nescio
diem
neque
horam
.
"
"
Non
sono
nel
manoscritto
"
riprese
Sua
Santità
.
"
Ma
ricordi
?
"
Benedetto
mormorò
:
"
In
abito
benedettino
,
sulla
nuda
terra
,
all
'
ombra
di
un
albero
.
"
"
Se
così
sarà
"
riprese
il
Santo
Padre
,
dolcemente
"
ti
voglio
benedire
per
quel
momento
.
Allora
sarò
ad
aspettarti
in
cielo
.
"
Benedetto
s
'
inginocchiò
.
La
voce
del
Papa
suonò
solenne
nell
'
ombra
:
"
Benedico
te
in
nomine
Patris
et
Filii
et
Spiritus
Sancti
.
"
Il
Papa
risalì
rapidamente
i
cinque
gradini
,
scomparve
.
Benedetto
rimase
ginocchioni
,
assorto
in
quella
benedizione
che
gli
era
parsa
venire
da
Cristo
.
Si
alzò
al
suono
di
un
passo
nella
Galleria
.
Pochi
momenti
dopo
egli
scendeva
,
accompagnato
da
don
Teofilo
,
al
Portone
di
bronzo
.
III
.
La
camera
,
al
quarto
piano
,
era
appena
decente
.
Un
letto
di
ferro
,
un
tavolino
da
notte
,
uno
scrittoio
con
pochi
libri
logori
e
sfasciati
,
un
cassettone
di
abete
,
un
lavamani
di
ferro
,
qualche
sedia
impagliata
,
n
'
erano
tutto
il
mobiglio
.
Un
abito
grigio
pendeva
da
un
chiodo
,
un
cappello
nero
a
cencio
da
un
altro
.
Un
baglior
frequente
di
lampi
entrava
dalla
finestra
aperta
,
entravano
soffî
della
buia
notte
burrascosa
,
facevano
oscillare
la
fiammella
della
lampada
a
petrolio
che
ardeva
sul
tavolino
da
notte
,
oscillare
il
lume
e
le
ombre
sulle
lenzuola
non
tanto
bianche
,
su
due
mani
scarne
,
sur
un
fascio
di
rose
sciolto
fra
le
due
mani
,
sulla
camicia
di
flanella
dell
'
uomo
infermo
che
si
era
tratto
su
a
sedere
,
sul
suo
viso
rugoso
,
magro
,
grigiastro
di
barba
d
'
un
mese
.
Dall
'
altra
parte
del
letto
povero
,
nella
penombra
,
stava
Benedetto
,
in
piedi
.
L
'
uomo
infermo
guardava
i
fiori
e
taceva
.
Le
sue
mani
,
anche
le
sue
labbra
,
tremavano
.
Egli
era
stato
frate
.
A
trent
'
anni
aveva
gettato
la
cocolla
e
preso
moglie
.
Uomo
di
poco
ingegno
e
di
pochi
studî
,
era
vissuto
miseramente
colla
moglie
e
con
due
figliuole
,
facendo
lo
scrivano
.
La
moglie
era
morta
,
le
figliuole
si
erano
date
alla
mala
vita
.
Si
spegneva
lentamente
anche
lui
,
adesso
,
in
quel
quarto
piano
di
via
della
Marmorata
,
presso
all
'
angolo
di
via
Manuzio
,
consunto
dalla
miseria
,
dalla
tabe
,
dall
'
animo
amaro
.
Un
singhiozzo
irrefrenabile
gli
ruppe
dal
petto
.
Allargò
le
braccia
,
raccolse
e
strinse
a
sé
il
capo
di
Benedetto
e
subito
fece
atto
di
respingerlo
,
si
coperse
il
viso
colle
mani
.
"
Non
son
degno
,
non
son
degno
!
"
diss
'
egli
.
Ma
Benedetto
gli
abbracciò
alla
sua
volta
il
capo
,
glielo
baciò
,
rispose
:
"
Neppur
io
son
degno
di
questa
grazia
che
mi
fa
il
Signore
.
"
"
Quale
grazia
?
"
chiese
l
'
infermo
.
"
Che
Lei
pianga
con
me
!
"
Così
dicendo
,
Benedetto
si
levò
dall
'
abbraccio
;
e
durava
a
fissare
affettuosamente
il
vecchio
.
Questi
lo
guardò
attonito
,
come
per
dire
:
"
voi
sapete
?
"
Egli
accennò
del
capo
lievemente
,
silenziosamente
,
di
sì
.
Colui
non
sospettava
che
il
suo
passato
fosse
conosciuto
.
Abitava
lì
da
tre
anni
.
Una
vicina
più
vecchia
di
lui
,
una
povera
gobbina
caritatevole
e
pia
,
gli
rendeva
dei
servigi
,
lo
assisteva
nelle
sue
infermità
,
trovava
modo
di
soccorrerlo
con
le
due
lire
giornaliere
di
pensione
ch
'
erano
tutta
la
sua
sostanza
.
Aveva
saputo
dai
portinai
ch
'
egli
era
un
frate
sfratato
,
lo
vedeva
tanto
triste
,
tanto
umile
,
tanto
riconoscente
,
pregava
sera
e
mattina
la
Madonna
e
tutti
i
Santi
del
Paradiso
che
le
facessero
la
grazia
di
aiutarla
presso
Gesù
che
gli
perdonasse
e
lo
facesse
ritornare
in
grembo
alla
Chiesa
.
Raccontava
le
sue
pene
e
le
sue
speranze
ad
altre
vecchiette
pie
,
diceva
:
"
Non
oso
pregarlo
io
,
Gesù
;
quel
disgraziato
gliel
'
ha
fatta
troppo
grossa
.
Ci
vuole
anche
un
pezzo
grosso
che
preghi
.
"
Quel
giorno
il
vecchio
le
era
andato
dicendo
più
volte
che
sarebbe
stato
felice
di
avere
delle
rose
.
Allora
la
gobbina
aveva
pensato
:
"
C
'
è
l
'
uomo
santo
di
cui
tutti
parlano
,
che
fa
il
giardiniere
.
Io
vado
,
gli
racconto
la
cosa
,
gli
dico
che
le
rose
gliele
porti
lui
e
chi
sa
cosa
ne
può
venire
!
"
Aveva
pensato
così
e
subito
si
era
detto
:
"
Questo
pensiero
,
se
non
mi
viene
dalla
Madonna
,
mi
viene
di
sicuro
da
Sant
'
Antonio
!
"
Allora
il
semplice
suo
cuore
puro
aveva
dato
un
'
ondata
di
dolcezza
e
di
letizia
.
Senza
por
tempo
in
mezzo
ella
era
andata
a
villa
Mayda
,
alla
elegante
villa
pompeiana
biancheggiante
sull
'
Aventino
fra
belle
palme
,
quasi
in
faccia
alla
finestra
del
vecchio
ex
-
frate
.
Benedetto
stava
per
coricarsi
in
obbedienza
al
professore
che
gli
aveva
trovato
la
febbre
,
la
piccola
frodolenta
febbre
che
di
tempo
in
tempo
lo
rodeva
da
qualche
settimana
senz
'
altre
sofferenze
.
Udito
di
che
si
trattava
,
era
venuto
subito
colle
rose
.
Il
vecchio
si
coperse
ancora
il
viso
,
vergognando
.
Poi
,
senza
più
guardare
Benedetto
,
parlò
delle
rose
,
spiegò
il
perché
del
suo
desiderio
.
Era
figlio
di
un
giardiniere
,
avrebbe
voluto
fare
il
giardiniere
anche
lui
ma
gli
piaceva
di
frequentare
le
chiese
e
i
suoi
trastulli
erano
tutti
di
cose
sacre
:
altarini
,
candelabri
,
busti
di
vescovi
mitrati
.
I
padroni
,
gente
religiosissima
,
avevano
lasciato
intendere
ai
suoi
genitori
che
se
gli
si
fosse
manifestata
la
vocazione
ecclesiastica
,
lo
avrebbero
fatto
educare
a
proprie
spese
;
e
i
genitori
lo
avevano
destinato
senz
'
altro
a
quella
via
.
Egli
si
era
accorto
ben
presto
di
non
avere
forze
bastanti
a
tener
le
promesse
sacerdotali
;
ma
neppure
gli
bastò
l
'
animo
di
prendere
una
risoluzione
che
avrebbe
afflitto
i
suoi
mortalmente
.
Invece
si
figurò
che
se
uscisse
del
tutto
dal
mondo
potrebbe
forse
andar
salvo
,
e
seguendo
imprudenti
consigli
entrò
là
ond
'
ebbe
poi
a
venir
fuori
male
,
si
fece
di
quella
frateria
della
quale
soleva
dire
più
tardi
,
questo
non
lo
raccontò
,
scherzando
copertamente
cogli
amici
:
"
quando
stavo
al
reggimento
.
"
Ragazzo
,
aveva
amato
i
fiori
;
dall
'
entrata
nel
Seminario
in
poi
non
ci
aveva
pensato
più
,
mai
più
,
per
quarant
'
anni
.
La
notte
prima
della
visita
di
Benedetto
aveva
sognato
un
gran
rosaio
del
giardino
dov
'
era
trascorsa
la
sua
fanciullezza
.
Le
bianche
rose
piegavano
tutte
a
lui
,
lo
guardavano
,
nel
mondo
dei
sogni
,
come
curiose
anime
pie
un
pellegrino
nel
mondo
delle
ombre
.
Gli
dicevano
:
"
dove
vai
,
dove
vai
,
povero
amico
,
perché
non
ritorni
a
noi
?
"
Destatosi
,
aveva
sentito
un
desiderio
di
rose
,
tenero
,
pungente
fino
alle
lagrime
.
E
quante
rose
adesso
sul
suo
letto
,
per
la
bontà
di
una
persona
santa
,
quante
belle
,
odoranti
rose
!
Tacque
e
fissava
Benedetto
a
bocca
semiaperta
,
lucenti
gli
occhi
di
una
domanda
dolorosa
:
tu
sai
,
tu
comprendi
;
cosa
pensi
di
me
?
Pensi
che
vi
sia
speranza
di
perdono
?
Benedetto
,
curvo
sull
'
ammalato
,
prese
a
parlargli
accarezzandolo
.
La
vena
delle
parole
soavi
fluiva
fluiva
con
un
suono
vario
di
tenerezza
ora
lieta
ora
dolente
.
Ora
il
vecchio
ne
pareva
beato
,
ora
usciva
in
domande
affannose
;
subito
allora
la
fluida
vena
soave
gli
ristorava
beatitudine
in
viso
.
Intanto
la
gobbina
andava
e
veniva
col
rosario
in
mano
dalla
sua
camera
all
'
uscio
del
vicino
,
divisa
fra
il
desiderio
di
precipitare
le
avemarie
in
quel
momento
decisivo
e
il
desiderio
di
udire
se
là
dentro
parlassero
,
cosa
dicessero
.
Ma
giù
nella
strada
si
era
venuta
raccogliendo
,
malgrado
il
cattivo
tempo
,
della
gente
che
aspettava
il
Santo
di
Jenne
.
Una
merciaia
lo
aveva
veduto
entrare
colle
rose
in
mano
,
accompagnato
dalla
gobbina
.
In
un
batter
d
'
occhio
si
erano
aggruppate
davanti
alla
porta
forse
cinquanta
persone
,
donne
la
maggior
parte
,
quali
per
vederlo
,
quali
per
avere
un
sua
parola
.
Aspettavano
pazientemente
,
parlando
piano
,
come
se
fossero
in
chiesa
,
di
Benedetto
,
dei
miracoli
che
faceva
,
delle
grazie
che
avrebbero
implorate
da
lui
.
Sopraggiunse
un
ciclista
,
scese
dalla
bicicletta
,
domandò
il
perché
di
quell
'
assembramento
,
si
fece
informare
appuntino
del
luogo
dove
stava
il
Santo
di
Jenne
e
risalito
in
macchina
ripartì
di
gran
corsa
.
Poco
dopo
,
una
botte
seguita
dal
ciclista
di
prima
venne
a
fermarsi
davanti
alla
porta
.
Ne
discese
un
signore
che
attraversò
l
'
assembramento
ed
entrò
in
casa
.
Il
ciclista
rimase
presso
la
botte
.
L
'
altro
parlò
col
portinaio
,
si
fece
accompagnare
da
lui
fino
all
'
uscio
dove
la
gobbina
stava
col
suo
rosario
in
mano
,
palpitante
.
Bussò
malgrado
le
tacite
giaculatorie
di
lei
che
implorava
la
Madonna
di
allontanare
quell
'
importuno
.
Benedetto
venne
ad
aprire
.
"
Scusi
"
disse
colui
,
cortesemente
.
"
Lei
è
il
signor
Pietro
Maironi
?
"
"
Non
porto
più
questo
nome
"
rispose
Benedetto
,
tranquillo
"
ma
l
'
ho
portato
.
"
"
Mi
rincresce
d
'
incomodarla
.
Le
sarei
grato
se
si
compiacesse
di
venire
con
me
.
Le
dirò
poi
dove
.
"
L
'
infermo
udì
queste
parole
dello
sconosciuto
e
gemette
:
"
No
,
sant
'
uomo
,
non
andate
via
per
amor
di
Dio
!
"
Benedetto
rispose
:
"
Favorisca
dirmi
il
Suo
nome
e
perché
dovrei
venire
con
Lei
.
"
L
'
altro
parve
imbarazzato
.
"
Ecco
"
disse
.
"
Sono
un
delegato
di
P
.
S
.
"
L
'
infermo
esclamò
:
"
Gesummaria
!
"
e
la
gobbina
,
esterrefatta
,
lasciò
cadere
il
rosario
,
guardò
Benedetto
che
non
poté
trattenere
un
atto
di
sorpresa
.
Il
delegato
si
affrettò
a
soggiungere
,
sorridendo
,
che
la
sua
visita
non
aveva
un
significato
troppo
pauroso
,
ch
'
egli
non
era
venuto
ad
arrestare
nessuno
,
che
non
aveva
a
comunicare
ordini
,
ma
solamente
un
invito
.
Siccome
gl
'
inviti
della
Questura
hanno
un
carattere
speciale
,
Benedetto
non
pensò
a
scusarsi
,
domandò
di
restar
solo
con
l
'
infermo
e
con
la
donna
per
cinque
minuti
,
sussurrò
qualche
cosa
all
'
orecchio
del
primo
che
parve
assentire
con
lagrime
nella
voce
,
prese
la
gobbina
a
parte
,
le
disse
che
l
'
infermo
era
disposto
a
ricevere
un
sacerdote
,
ch
'
egli
ora
non
sapeva
quando
sarebbe
stato
libero
di
condurgliene
uno
egli
stesso
.
La
povera
piccola
creatura
tremava
tutta
fra
lo
sgomento
e
la
gioia
,
non
sapeva
dire
che
"
Gesù
mio
!
Madonna
mia
!
"
Benedetto
la
rincorò
,
promise
di
ritornare
appena
lo
potesse
e
,
preso
congedo
,
discese
le
scale
col
delegato
.
Nella
via
il
gruppo
di
gente
si
era
fatto
più
grosso
e
rumoreggiava
,
stringeva
minacciosamente
il
ciclista
rimasto
presso
la
botte
,
ch
'
era
stato
riconosciuto
per
una
guardia
di
P
.
S
.
e
non
voleva
dire
perché
fosse
prima
venuto
a
informarsi
e
poi
ritornato
con
l
'
altro
individuo
.
Si
voleva
forzare
il
fiaccheraio
ad
andarsene
,
si
parlava
di
staccare
il
cavallo
.
Quando
apparve
il
delegato
con
Benedetto
,
gli
si
fecero
tutti
addosso
gridando
:
-
Via
,
birro
!
-
Via
!
-
Abbasso
!
-
Lasciate
quell
'
uomo
!
Badate
ai
ladri
,
per
Dio
!
Voi
pigliate
i
servi
di
Dio
e
lasciate
i
ladri
!
-
Via
!
-
Abbasso
!
-
Benedetto
si
fece
avanti
,
accennò
,
a
due
mani
,
di
tacere
,
pregò
e
ripregò
che
se
n
'
andassero
in
pace
poiché
nessuno
gli
voleva
far
male
,
egli
non
era
arrestato
,
se
n
'
andava
con
quel
signore
di
sua
libera
volontà
.
Nello
stesso
momento
scrosciò
un
tuono
in
cielo
,
un
impeto
di
acquazzone
sul
marciapiede
.
La
folla
balenò
,
si
disperse
rapidamente
.
Il
delegato
diede
un
ordine
al
ciclista
e
salì
nella
botte
con
Benedetto
.
Partirono
verso
il
Tevere
,
fra
i
tuoni
,
i
lampi
e
la
pioggia
furiosa
.
Benedetto
domandò
al
delegato
,
molto
quietamente
,
che
si
volesse
da
lui
alla
Questura
.
Il
delegato
rispose
che
non
si
trattava
di
Questura
.
Chi
voleva
parlare
al
signor
Maironi
era
un
pezzo
più
grosso
del
questore
.
"
Non
so
se
avrei
dovuto
dirlo
"
soggiunse
"
ma
già
glielo
dirà
lui
.
"
E
raccontò
che
lo
aveva
cercato
inutilmente
a
villa
Mayda
,
disse
quanto
gli
sarebbe
seccato
di
non
trovarlo
presto
.
Benedetto
si
provò
a
domandargli
se
sapesse
la
cagione
della
chiamata
.
Realmente
il
delegato
non
la
sapeva
,
ma
finse
un
silenzio
diplomatico
,
si
rannicchiò
nel
suo
angolo
come
per
salvarsi
dalle
folate
di
pioggia
.
Un
lampo
mostrò
a
Benedetto
il
fiume
giallastro
,
i
neri
barconi
di
Ripagrande
;
un
altro
il
tempio
di
Vesta
.
Poi
non
si
raccapezzò
più
affatto
,
gli
parve
di
attraversare
una
sconosciuta
necropoli
,
un
dedalo
di
vie
funeree
dove
ardessero
lampade
sepolcrali
.
Finalmente
la
carrozzella
entrò
con
fracasso
in
un
atrio
,
si
fermò
al
piede
di
uno
scalone
scuro
,
fiancheggiato
di
colonne
.
Benedetto
lo
salì
col
delegato
fino
al
secondo
ripiano
sul
quale
si
aprivano
due
porte
.
Quella
di
sinistra
era
chiusa
,
quella
di
destra
guardava
sullo
scalone
per
un
occhio
ovale
lucente
.
Il
delegato
la
spinse
,
entrò
con
Benedetto
in
un
bugigattolo
,
in
una
specie
di
anticamera
.
Un
usciere
che
dormicchiava
si
alzò
stentatamente
.
Il
delegato
lasciò
Benedetto
e
passò
in
un
'
altra
stanza
.
Allora
l
'
usciere
si
chinò
come
per
raccogliere
qualche
cosa
e
disse
a
Benedetto
porgendogli
una
lettera
chiusa
:
"
Guardi
che
Le
è
caduta
una
carta
.
"
Perché
Benedetto
si
meravigliava
,
insistette
:
"
Lei
è
bene
quello
del
Testaccio
?
Veda
che
sarà
Sua
,
faccia
presto
!
"
Faccia
presto
?
Benedetto
guardò
l
'
uomo
che
si
era
rimesso
a
sedere
.
Quegli
lo
guardò
alla
su
volta
e
confermò
il
suo
consiglio
con
uno
scatto
secco
del
capo
che
significava
:
tu
sospetti
che
ci
sia
sotto
qualche
cosa
e
realmente
c
'
è
.
Benedetto
guardò
la
busta
.
Vi
si
leggeva
questo
indirizzo
:
"
Al
garzone
giardiniere
di
villa
Mayda
"
E
sotto
,
a
caratteri
più
grandi
:
"
SUBITO
"
La
scrittura
era
femminile
ma
Benedetto
non
la
riconobbe
.
Aperse
e
lesse
:
"
Sappia
che
il
Direttore
generale
della
Pubblica
Sicurezza
farà
il
possibile
per
indurla
a
lasciare
volontariamente
Roma
.
Rifiuti
.
Quello
che
segue
lo
potrà
leggere
a
Suo
agio
.
"
Benedetto
ripose
frettolosamente
la
lettera
.
Ma
poiché
nessuno
compariva
e
tutto
pareva
dormire
intorno
a
lui
,
la
cavò
,
riprese
a
leggerla
.
Seguiva
così
:
"
In
Vaticano
si
è
poco
contenti
,
dopo
le
sue
visite
,
del
Santo
Padre
,
il
quale
,
fra
l
'
altre
cose
,
ha
richiamato
a
sé
l
'
affare
Selva
dalla
Congregazione
dell
'
Indice
.
Ella
non
può
immaginare
gl
'
intrighi
che
si
tramano
contro
di
Lei
,
le
calunnie
che
si
fanno
arrivare
anche
ai
Suoi
amici
,
tutto
per
lo
scopo
di
allontanarla
da
Roma
,
di
impedire
ch
'
Ella
veda
più
il
Pontefice
.
Si
è
ottenuto
che
il
Governo
aiuti
la
congiura
promettendogli
in
compenso
di
non
mandare
ad
effetto
certa
nomina
di
persona
molto
sgradita
al
Quirinale
,
per
la
sede
arcivescovile
di
Torino
.
Non
ceda
,
non
abbandoni
il
Santo
Padre
e
la
Sua
missione
.
La
minaccia
per
l
'
affare
di
Jenne
non
è
seria
,
sarebbe
impossibile
di
procedere
contro
di
Lei
e
lo
sanno
.
Chi
non
Le
può
scrivere
ha
saputo
tutto
questo
,
lo
ha
fatto
scrivere
a
me
,
lo
farà
pervenire
a
Lei
.
NOEMI
D
'
ARXEL
.
Benedetto
guardò
involontariamente
l
'
usciere
,
quasi
dubitando
ch
'
egli
conoscesse
il
senso
di
quella
lettera
passata
per
le
sue
mani
.
Ma
l
'
usciere
dormicchiava
da
capo
e
non
si
scosse
che
al
ricomparire
del
delegato
,
il
quale
gli
ordinò
di
accompagnare
Benedetto
dal
signor
commendatore
.
Benedetto
fu
introdotto
in
una
stanza
spaziosa
,
tutta
buia
fuorché
nell
'
angolo
dove
un
signore
sui
cinquant
'
anni
stava
leggendo
la
Tribuna
nel
chiarore
di
una
lampada
elettrica
,
vivo
sul
suo
cranio
calvo
,
sul
giornale
,
sul
tavolo
coperto
di
carte
.
Sopra
di
lui
,
nella
penombra
,
si
intravvedeva
un
grande
ritratto
del
Re
.
Egli
non
levò
dal
giornale
il
capo
grave
di
conscio
potere
.
Lo
levò
quando
gli
piacque
e
guardò
con
occhi
noncuranti
l
'
atomo
di
popolo
che
aveva
davanti
a
sé
.
"
Prenda
una
sedia
"
diss
'
egli
,
gelido
.
Benedetto
ubbidì
.
"
Lei
è
il
signor
Pietro
Maironi
?
"
"
Sì
signore
.
"
"
Mi
rincresce
di
averla
incomodata
ma
era
necessario
.
"
Sotto
le
parole
cortesi
del
signor
commendatore
si
sentiva
un
fondo
di
durezza
e
di
sarcasmo
.
"
A
proposito
"
diss
'
egli
.
"
Perché
non
si
fa
chiamare
col
Suo
nome
,
Lei
?
"
Alla
improvvisa
domanda
Benedetto
non
rispose
immediatamente
.
"
Bene
bene
"
ripigliò
colui
.
"
Questo
adesso
importa
poco
.
Qui
non
siamo
in
Tribunale
.
Io
penso
che
se
si
vuole
fare
il
bene
si
deve
farlo
col
proprio
nome
.
Ma
io
non
vado
in
chiesa
,
ho
idee
diverse
dalle
Sue
.
Non
importa
,
dico
.
Lei
sa
chi
sono
io
?
Il
delegato
gliel
'
ha
detto
?
"
"
No
signore
.
"
"
Bene
,
sono
un
funzionario
dello
Stato
che
s
'
interessa
un
poco
della
sicurezza
pubblica
e
che
ha
un
certo
potere
;
sì
,
un
certo
potere
.
Ora
io
voglio
dimostrarle
che
ho
interesse
anche
per
Lei
.
Lei
,
mi
dispiace
il
dirlo
,
è
in
una
situazione
critica
,
mio
caro
signor
Maironi
o
signor
Benedetto
,
a
Sua
scelta
.
È
pervenuta
all
'
Autorità
giudiziaria
un
'
accusa
contro
di
Lei
,
veramente
grave
;
e
io
vedo
molto
in
pericolo
non
soltanto
la
Sua
fama
di
santità
ma
pure
la
Sua
libertà
personale
e
quindi
la
Sua
predicazione
almeno
per
qualche
anno
.
"
Una
fiamma
salì
al
viso
di
Benedetto
,
i
suoi
occhi
scintillarono
.
"
Lasci
la
santità
e
la
fama
"
diss
'
egli
.
L
'
augusto
funzionario
dello
Stato
riprese
senza
scomporsi
:
"
Lei
si
sente
ferito
.
Badi
,
sa
,
che
la
Sua
fama
di
santità
corre
altri
pericoli
.
Altre
cose
si
dicono
di
Lei
che
non
hanno
a
che
fare
,
per
questo
stia
tranquillo
,
col
codice
penale
ma
che
non
si
accordano
molto
colla
morale
cattolica
;
e
Le
assicuro
che
sono
abbastanza
credute
.
Dico
per
dire
;
son
cose
che
non
mi
riguardano
affatto
.
Del
resto
la
santità
non
è
mai
reale
,
è
sempre
,
più
o
meno
,
una
idealizzazione
che
lo
specchio
fa
della
immagine
.
Se
c
'
è
una
santità
è
quella
dello
specchio
,
è
quella
della
gente
che
crede
ai
Santi
.
Io
non
ci
credo
.
Ma
veniamo
al
serio
.
Le
ho
dovuto
dire
delle
cose
sgradevoli
,
La
ho
anche
ferita
;
ora
medicherò
.
Io
non
sono
credente
ma
però
apprezzo
il
principio
religioso
come
elemento
di
ordine
pubblico
,
e
questo
è
poi
il
sentimento
dei
miei
superiori
,
è
il
sentimento
del
Governo
.
Perciò
il
Governo
non
può
aver
piacere
che
si
faccia
un
processo
scandaloso
a
qualcuno
che
presso
il
popolo
passa
per
santo
;
un
processo
che
potrebbe
poi
anche
provocare
dei
disordini
.
Ma
c
'
è
di
più
!
Noi
sappiamo
che
Lei
è
persona
gradita
al
Papa
il
quale
La
vede
spesso
.
Ora
in
alto
non
si
ha
nessuna
voglia
di
recare
dispiaceri
personali
al
Papa
.
Si
ha
dunque
la
buona
intenzione
di
evitargli
questo
,
se
possibile
.
E
sarà
possibile
a
una
condizione
.
Qui
in
Roma
Lei
ha
dei
nemici
attivi
,
non
di
parte
nostra
,
sa
!
non
di
parte
liberale
!
,
che
si
preparano
a
rovinarla
interamente
;
nella
riputazione
e
in
tutto
.
Se
vuole
che
Le
apra
il
mio
pensiero
,
il
mio
pensiero
è
questo
:
dal
punto
di
vista
cattolico
hanno
ragione
.
Io
modifico
un
poco
,
per
mio
uso
e
per
loro
uso
,
il
motto
famoso
dei
Gesuiti
:
"
aut
sint
ut
sunt
"
dico
io
"
aut
non
erunt
.
"
Mi
riferiscono
che
Lei
è
un
cattolico
largo
.
Ciò
significa
semplicemente
che
lei
non
è
cattolico
.
Tiriamo
via
.
I
Suoi
nemici
L
'
hanno
denunciata
al
Procuratore
del
Re
.
Per
verità
noi
dovremmo
far
arrestare
dai
carabinieri
il
signor
Pietro
Maironi
condannato
in
contumacia
dalla
Corte
d
'
Assise
di
Brescia
per
mancato
servizio
di
giurato
;
ma
questa
è
una
bazzecola
.
Lei
si
figura
di
avere
guarito
della
gente
a
Jenne
ed
è
accusato
non
solamente
di
esercizio
illegale
della
medicina
ma
persino
di
aver
avvelenato
un
paziente
,
niente
meno
!
Ora
noi
abbiamo
i
mezzi
di
salvarla
.
Noi
faremo
in
modo
che
la
denuncia
si
ponga
a
dormire
.
Ma
se
Lei
resta
in
Roma
i
Suoi
nemici
di
Roma
faranno
un
rumore
così
grande
che
non
ci
potremo
fingere
sordi
.
Bisogna
che
Lei
se
ne
vada
lontano
;
e
subito
!
Meglio
se
va
fuori
d
'
Italia
.
Vada
in
Francia
,
dove
c
'
è
carestia
di
santità
.
O
almeno
...
non
ci
ha
una
casa
,
Lei
,
sul
lago
di
Lugano
?
Adesso
vi
sono
delle
suore
,
vero
?
Suore
e
Santi
stanno
benissimo
insieme
.
Vada
colle
suore
e
lasci
passare
la
burrasca
.
"
Il
commendatore
parlava
serio
serio
,
lento
lento
,
coprendo
lo
scherno
di
flemma
più
insolente
.
Benedetto
si
alzò
in
piedi
,
risoluto
e
severo
.
"
Io
stavo
"
rispose
"
presso
un
infermo
che
aveva
bisogno
della
medicina
illegale
mia
.
Mi
si
poteva
lasciare
al
mio
posto
.
Lei
e
il
Governo
sono
i
peggiori
miei
nemici
se
mi
offrono
di
fuggire
la
giustizia
.
Lei
faccia
il
Suo
dovere
di
mandare
i
carabinieri
ad
arrestarmi
per
il
mancato
servizio
di
giurato
.
Io
proverò
poi
che
non
potei
ricevere
la
citazione
.
Il
signor
procuratore
del
Re
faccia
il
dovere
Suo
di
procedere
contro
di
me
per
la
denuncia
di
Jenne
;
mi
si
troverà
sempre
a
villa
Mayda
.
Lo
dica
ai
Suoi
superiori
.
Dica
loro
che
non
mi
moverò
da
Roma
,
che
temo
un
Giudice
solo
e
ch
'
essi
pure
lo
temano
nel
loro
doppio
cuore
,
perché
Egli
sarà
più
terribile
al
doppio
cuore
che
alla
violenza
sincera
!
"
Il
commendatore
,
impreparato
a
quel
colpo
,
livido
di
veleno
impotente
,
prorompeva
già
in
parole
di
collera
quando
si
udì
il
rumor
sordo
di
una
carrozza
ch
'
entrava
nell
'
atrio
.
Levò
allora
lo
sguardo
da
Benedetto
,
stette
in
ascolto
.
Benedetto
afferrò
la
spalliera
della
sua
seggiola
per
levarsi
quell
'
impaccio
a
voltar
le
spalle
.
L
'
altro
si
scosse
,
riacceso
negli
occhi
dall
'
ira
un
momento
sopita
;
gettò
il
giornale
che
aveva
sempre
tenuto
in
mano
,
batté
il
pugno
sul
tavolo
,
esclamando
:
"
Che
fa
?
Non
si
muova
!
"
I
due
uomini
si
fissarono
per
alcuni
secondi
in
silenzio
,
uno
con
autorità
maestosa
,
l
'
altro
bieco
.
Poi
questi
riprese
,
veemente
:
"
Debbo
farla
arrestare
qui
?
"
Benedetto
durò
a
fissarlo
in
silenzio
.
Quindi
rispose
:
"
Aspetto
.
Faccia
.
"
Un
usciere
,
che
aveva
bussato
più
volte
inutilmente
,
comparve
sulla
soglia
,
s
'
inchinò
al
commendatore
senza
dir
parola
.
Il
commendatore
disse
subito
"
vengo
"
e
alzatosi
frettolosamente
uscì
con
una
faccia
strana
dove
la
collera
spariva
e
spuntava
l
'
ossequio
.
L
'
usciere
rientrò
immediatamente
,
disse
a
Benedetto
che
aspettasse
.
Passò
un
quarto
d
'
ora
.
Benedetto
,
tutto
fremente
,
con
il
cuore
in
tumulto
e
la
testa
in
fiamme
,
eccitato
e
spossato
dalla
febbre
,
era
ricaduto
sulla
sua
seggiola
,
turbinandogli
dentro
alla
rinfusa
i
più
diversi
pensieri
.
-
Dio
gli
perdoni
a
quest
'
uomo
!
-
A
tutti
!
-
Che
gioia
se
il
Pontefice
non
permette
la
condanna
di
Selva
!
-
La
persona
che
non
mi
può
scrivere
,
come
sa
?
-
E
adesso
perché
mi
fanno
aspettare
?
-
Cosa
vogliono
ancora
da
me
?
-
Oh
,
con
questa
febbre
,
se
non
avessi
a
esser
più
padrone
dei
miei
pensieri
,
delle
mie
parole
!
-
Che
terrore
!
-
Dio
,
Dio
,
non
lo
permettete
!
-
Ma
che
orride
viltà
sono
nel
mondo
,
che
vergogna
di
fornicazioni
occulte
fra
questa
gente
della
Chiesa
e
dello
Stato
che
si
odia
,
che
si
disprezza
!
Come
,
come
lo
permetti
,
Signore
?
-
Nessuno
viene
ancora
!
-
La
febbre
!
-
Dio
,
Dio
,
fa
che
io
resti
padrone
dei
miei
pensieri
,
delle
mie
parole
.
Dio
Verità
,
il
tuo
servo
è
in
potere
de
'
suoi
nemici
congiurati
,
fa
ch
'
egli
Ti
glorifichi
anche
nel
fuoco
ardente
!
-
Quelle
due
persone
pensano
a
me
,
adesso
.
Io
non
devo
pensare
a
loro
!
-
Esse
non
dormono
,
pensano
a
me
.
-
Non
sono
ingrato
,
non
sono
ingrato
,
ma
non
devo
pensare
a
loro
!
-
Penserò
a
te
,
vecchio
santo
del
Vaticano
,
che
dormi
e
non
sai
!
-
Ah
quella
scaletta
non
la
farò
più
,
quel
dolce
viso
pieno
di
Spirito
Santo
non
lo
vedrò
più
!
-
Però
,
Dio
sia
lodato
,
non
lo
avrò
visto
invano
.
-
Ma
cosa
faccio
qui
?
-
Perché
non
me
ne
vado
?
-
Potrò
poi
andare
?
-
Questa
febbre
!
Si
alzò
,
cercò
di
legger
l
'
ora
sur
un
occhio
tondo
di
orologio
biancheggiante
nell
'
ombra
.
Mancavano
cinque
minuti
alle
undici
.
Fuori
,
il
temporale
continuava
.
La
potenza
degli
elementi
furibondi
e
la
potenza
del
tempo
che
spingeva
la
piccola
sfera
sul
quadrante
,
parevano
amiche
a
Benedetto
nel
loro
prevalere
indifferente
sulla
potenza
umana
che
aveva
sede
dov
'
egli
era
e
lo
teneva
in
sua
balìa
.
Ma
la
febbre
,
la
crescente
febbre
!
Ardeva
di
sete
.
Se
almeno
avesse
potuto
aprire
una
finestra
,
tendere
la
bocca
all
'
acqua
del
cielo
!
Un
tocco
di
campanello
elettrico
,
passi
affrettati
nell
'
anticamera
,
finalmente
.
Ecco
il
commendatore
,
in
soprabito
e
cappello
.
Chiude
l
'
uscio
dietro
a
sé
,
raccoglie
delle
carte
sul
suo
tavolo
,
dice
a
Benedetto
con
piglio
sprezzante
:
"
Stia
attento
.
Lei
ha
tre
giorni
per
lasciare
Roma
.
Ha
capito
?
"
Non
cura
di
aspettare
risposta
,
preme
un
bottone
.
Entrato
l
'
usciere
,
gli
ordina
:
"
Accompagnate
!
"
Giunto
colla
sua
guida
sullo
scalone
,
Benedetto
,
credendosi
oramai
libero
di
scendere
,
le
chiese
un
po
'
d
'
acqua
.
"
Acqua
?
"
rispose
l
'
usciere
.
"
Non
posso
andarne
a
prendere
,
adesso
.
Sua
Eccellenza
aspetta
.
Favorisca
qui
.
"
Lo
fece
entrare
,
con
sua
meraviglia
,
nell
'
ascensore
.
"
Anzi
le
Loro
Eccellenze
"
diss
'
egli
;
e
mentre
l
'
ascensore
saliva
al
secondo
piano
,
venne
guardando
Benedetto
come
si
guarda
qualcuno
cui
è
fatto
un
grande
onore
e
che
non
pare
meritarlo
.
Giunti
al
secondo
piano
,
i
due
attraversarono
una
grandissima
sala
semioscura
.
Da
questa
sala
Benedetto
venne
fatto
passare
in
una
stanza
illuminata
così
riccamente
ch
'
egli
ne
provò
fastidio
e
sofferenza
,
ne
rimase
quasi
acciecato
.
Due
uomini
,
seduti
ai
due
angoli
di
un
largo
canapè
,
ve
lo
attendevano
in
attitudine
diversa
;
il
più
giovine
con
le
mani
in
tasca
,
una
gamba
a
cavalcioni
dell
'
altra
,
il
capo
rovesciato
sulla
spalliera
;
il
più
vecchio
col
busto
piegato
in
avanti
e
le
mani
occupate
in
un
continuo
blando
maneggio
alterno
della
barba
grigia
.
Il
primo
aveva
una
guardatura
sarcastica
;
il
secondo
l
'
aveva
scrutatrice
,
malinconica
,
buona
.
Questi
,
evidentemente
il
più
autorevole
dei
due
,
invitò
Benedetto
a
sedere
sur
una
poltrona
di
fronte
a
lui
.
"
Non
creda
,
sa
,
caro
signor
Maironi
"
diss
'
egli
con
voce
armoniosa
e
sonora
ma
rispondente
in
qualche
modo
alla
malinconia
dello
sguardo
,
"
non
creda
che
noi
siamo
qui
due
artigli
potenti
dello
Stato
.
Noi
siamo
qui
in
questo
momento
due
individui
di
una
specie
rara
,
due
uomini
politici
geniali
che
conoscono
bene
il
loro
mestiere
e
che
lo
disprezzano
meglio
.
Siamo
due
grandi
idealisti
che
sanno
mentire
idealmente
bene
colla
gente
che
altro
non
merita
e
sanno
adorare
la
Verità
;
due
democratici
,
ma
però
adoratori
di
quella
Verità
recondita
che
non
è
stata
mai
toccata
dalle
mani
sudicie
del
vecchio
Demos
.
"
Detto
così
,
l
'
uomo
dalla
barba
grigia
fluente
riprese
a
farvi
scorrere
su
le
due
mani
a
vicenda
e
strinse
gli
occhi
scintillanti
di
un
sorriso
acuto
,
pago
delle
proprie
parole
,
cercando
la
sorpresa
sul
viso
di
Benedetto
.
"
Siamo
poi
anche
credenti
"
riprese
.
Allora
l
'
altro
personaggio
alzò
,
senza
levar
il
capo
dalla
spalliera
,
le
mani
distese
e
disse
quasi
solennemente
:
"Piano."
"
Lascia
,
caro
amico
"
ripigliò
il
primo
senza
volgersi
all
'
amico
.
"
Siamo
ambedue
credenti
,
però
in
modo
diverso
.
Io
credo
in
Dio
con
tutte
le
mie
forze
che
sono
molte
e
lo
avrò
sempre
meco
.
Tu
credi
in
Dio
con
tutte
le
tue
debolezze
che
sono
poche
e
non
lo
avrai
che
al
tuo
letto
di
morte
.
"
Altro
sorriso
acuto
e
pago
,
altra
pausa
.
L
'
amico
scosse
il
capo
alzando
le
sopracciglia
come
per
una
udita
corbelleria
che
meritasse
pietà
e
non
risposta
.
"
Io
poi
"
continuò
la
voce
sonora
e
armoniosa
"
sono
anche
cristiano
.
Non
cattolico
ma
cristiano
.
Anzi
,
come
cristiano
,
sono
anticattolico
.
Il
mio
cuore
è
cristiano
e
il
mio
cervello
è
protestante
.
Io
vedo
con
gioia
nel
cattolicismo
i
segni
,
non
dico
della
decrepitezza
ma
della
putrefazione
.
La
carità
si
va
disfacendo
nei
cuori
più
schiettamente
cattolici
in
una
melma
oscura
tutta
vermi
di
odio
.
Vedo
il
Cattolicismo
fendersi
da
ogni
parte
e
vedo
spuntare
per
le
fessure
la
vecchia
idolatria
cui
si
è
sovrapposto
.
Le
poche
energie
giovani
,
sane
,
vitali
,
che
vi
si
manifestano
,
tendono
tutte
a
separarsene
.
So
che
Lei
è
appunto
un
cattolico
radicale
,
ch
'
è
amico
di
un
uomo
veramente
sano
e
forte
che
si
dice
cattolico
ma
ch
'
è
giudicato
eretico
,
però
,
dai
cattolici
puri
;
e
lo
è
certamente
.
Mi
hanno
detto
che
Lei
è
scolare
di
questo
nobile
eretico
,
che
fa
una
propaganda
riformatrice
e
che
in
pari
tempo
cerca
di
agire
sul
Pontefice
.
Ora
un
grande
riformatore
lo
aspetto
anch
'
io
ma
dev
'
essere
un
antipapa
;
non
un
antipapa
nel
piccolo
senso
storico
;
un
antipapa
nel
grande
senso
luterano
della
parola
.
"
Curiosità
ci
punge
di
sapere
"
come
Lei
creda
possibile
ringiovanire
questo
povero
vecchione
di
Papato
che
noi
laici
precediamo
non
soltanto
nella
conquista
della
civiltà
ma
nella
scienza
di
Dio
,
anche
,
e
persino
nella
scienza
di
Cristo
;
che
ci
anfana
dietro
a
grande
distanza
e
ogni
tanto
si
pianta
sulla
via
,
restio
come
una
bestia
che
fiuta
il
macello
,
e
poi
,
quando
è
tirato
ben
forte
,
fa
un
salto
avanti
per
tornarsi
a
piantare
fermo
fino
a
un
altro
strappo
di
fune
.
Ci
dica
il
Suo
concetto
di
una
riforma
cattolica
.
Sentiamo
.
"
Benedetto
rimase
silenzioso
.
"
Parli
"
riprese
il
nume
ignoto
che
pareva
imperare
in
quel
luogo
.
"
Il
mio
amico
non
è
Erode
né
io
sono
Pilato
.
Noi
potremmo
forse
diventare
due
apostoli
della
Sua
idea
.
"
L
'
amico
stese
ancora
le
due
mani
aperte
,
senza
levar
il
capo
dalla
spalliera
,
disse
ancora
,
però
pigiando
più
forte
sulla
prima
sillaba
:
"Piano."
Benedetto
tacque
.
"
Mi
pare
,
caro
mio
"
disse
l
'
amico
voltando
il
capo
,
senz
'
alzarlo
,
verso
il
collega
"
che
questo
sarà
il
primo
fiasco
della
tua
eloquenza
.
Qui
il
modello
del
nihil
respondit
è
preso
molto
sul
serio
.
"
Benedetto
trasalì
,
atterrito
dal
richiamo
al
Divino
Maestro
,
dal
dubbio
di
parerne
un
imitatore
superbo
.
Cessò
in
quel
momento
di
sentire
il
suo
male
,
la
febbre
,
la
sete
,
la
gravezza
del
capo
.
"
Oh
no
"
esclamò
"
adesso
io
rispondo
!
Lei
dice
che
non
è
Pilato
.
Il
vero
è
invece
che
io
sono
l
'
ultimo
dei
servi
di
Cristo
perché
gli
sono
stato
infedele
e
che
Lei
mi
ripete
proprio
la
domanda
di
Pilato
:
-
Quid
est
veritas
?
Ora
Lei
non
è
disposto
a
ricevere
la
verità
,
come
non
vi
era
disposto
Pilato
.
"
"
Oh
!
"
esclamò
il
suo
interlocutore
.
"
E
perché
?
"
L
'
amico
rise
rumorosamente
.
"
Perché
"
rispose
Benedetto
"
chi
opera
tenebre
,
le
tenebre
lo
avvolgono
e
la
luce
non
gli
può
arrivare
.
Lei
opera
tenebre
.
È
facile
di
comprenderlo
,
Lei
è
il
signor
ministro
dell
'
Interno
,
La
conosco
di
fama
.
Lei
non
è
nato
per
operare
tenebre
,
vi
è
stata
molta
luce
in
certe
opere
Sue
,
vi
è
molta
luce
nella
Sua
anima
,
molta
luce
di
verità
e
di
bontà
;
ma
in
questo
momento
Lei
opera
tenebre
.
Io
sono
questa
notte
qui
perché
Lei
ha
pattuito
un
mercato
non
confessabile
.
Lei
dice
di
adorare
la
Verità
,
domanda
a
un
fratello
se
possiede
la
Verità
e
tace
che
lo
ha
già
venduto
!
"
Mentre
Benedetto
parlava
,
l
'
amico
del
ministro
,
Eccellenza
egli
pure
ma
in
sottordine
,
alzò
finalmente
il
capo
dalla
spalliera
del
canapè
.
Parve
che
incominciasse
soltanto
allora
a
stimar
degno
di
attenzione
l
'
uomo
e
quello
che
diceva
.
Parve
anche
divertirsi
della
lezione
toccata
al
principale
del
quale
ammirava
l
'
ingegno
grandissimo
ma
derideva
in
cuor
suo
le
velleità
idealistiche
.
Il
principale
rimase
,
sulle
prime
,
sbalordito
;
poi
scattò
in
piedi
,
gridando
come
un
ossesso
:
"
Siete
un
mentitore
!
Siete
un
insolente
!
Non
meritate
la
mia
bontà
!
Non
vi
ho
venduto
,
non
valete
niente
,
vi
regalerò
!
Andate
!
Andate
via
!
"
Cercò
il
bottone
del
campanello
elettrico
e
non
trovandolo
nella
cecità
della
collera
,
gridò
:
"
Usciere
!
Usciere
!
"
Il
sottosegretario
di
Stato
,
avvezzo
a
queste
scenate
ch
'
eran
poi
sempre
fuochi
di
paglia
perché
il
ministro
aveva
un
cuore
d
'
oro
,
se
la
rideva
,
in
principio
sotto
i
baffi
.
Ma
quando
lo
udì
chiamar
l
'
usciere
a
quel
modo
,
conoscendo
bene
le
indiscrezioni
degli
uscieri
e
pensando
i
pettegolezzi
pericolosi
che
potevano
nascere
di
questo
incidente
,
il
ridicolo
che
ne
sarebbe
schizzato
anche
sopra
di
lui
,
trattenne
risolutamente
il
ministro
imponendogli
,
quasi
,
di
chetarsi
,
e
disse
brusco
a
Benedetto
:
"
Lei
se
ne
vada
.
"
Il
ministro
si
diede
a
camminare
per
la
sala
,
muto
,
a
capo
basso
,
a
passi
frettolosi
e
brevi
,
male
vincendo
in
sé
il
bambino
che
avrebbe
voluto
battere
i
piedi
sul
posto
.
Benedetto
non
ubbidì
.
Ritto
e
severo
,
radiante
invisibili
raggi
di
uno
spirito
dominatore
,
che
tennero
a
distanza
il
sottosegretario
di
Stato
,
egli
costrinse
l
'
altro
con
questo
potere
magnetico
a
voltarsi
verso
di
lui
,
a
fermarsi
,
a
guardarlo
in
faccia
.
"
Signor
ministro
"
diss
'
egli
"
io
sto
per
uscire
non
solo
da
questo
palazzo
ma
credo
anche
,
fra
non
molto
,
da
questo
mondo
.
Non
La
rivedrò
più
,
mi
ascolti
un
'
ultima
volta
.
Ella
non
è
ora
disposto
alla
Verità
,
però
la
Verità
è
alle
Sue
porte
,
e
verrà
l
'
ora
,
e
non
è
lontana
perché
la
Sua
vita
discende
,
che
si
farà
notte
sopra
di
Lei
,
sopra
i
Suoi
poteri
,
i
Suoi
onori
,
le
Sue
ambizioni
.
Allora
Ella
udrà
la
Verità
chiamare
nella
notte
.
Potrà
rispondere
-
parti
-
e
non
la
incontrerà
più
mai
.
Potrà
rispondere
-
entra
-
e
la
vedrà
comparire
velata
,
spirante
dolcezza
dal
velo
.
Ella
non
sa
ora
come
risponderà
,
né
io
lo
so
,
né
alcuno
al
mondo
.
Si
prepari
colle
opere
buone
a
risponder
bene
.
Qualunque
sieno
gli
errori
Suoi
,
vi
è
religiosità
nel
Suo
spirito
.
Iddio
Le
ha
dato
molto
potere
nel
mondo
;
lo
adoperi
per
il
Bene
.
Lei
ch
'
è
nato
cattolico
dice
di
essere
protestante
.
Forse
Lei
non
conosce
abbastanza
il
Cattolicismo
per
comprendere
che
il
Protestantesimo
si
sfascia
sopra
il
Cristo
morto
e
che
il
Cattolicismo
evolve
per
virtù
del
Cristo
vivente
.
Ma
io
parlo
adesso
all
'
uomo
di
Stato
,
non
certo
per
domandargli
di
proteggere
la
Chiesa
cattolica
che
sarebbe
una
sventura
,
ma
per
dirgli
che
se
lo
Stato
non
ha
ad
essere
né
cattolico
né
protestante
,
non
gli
è
però
lecito
d
'
ignorare
Iddio
e
voi
osate
negarlo
in
più
di
una
scuola
vostra
,
di
quelle
che
chiamate
alte
,
in
nome
della
libertà
della
scienza
che
voi
confondete
colla
libertà
del
pensiero
e
della
parola
perché
il
pensiero
e
la
parola
sono
liberi
di
negare
Iddio
ma
la
negazione
di
Dio
non
ha
né
può
avere
carattere
di
scienza
e
voi
solo
la
scienza
dovete
insegnare
.
Voi
conoscete
bene
la
piccola
politica
che
vi
fa
transigere
in
segreto
con
la
vostra
coscienza
per
avere
celatamente
un
favore
dal
Vaticano
,
nel
quale
non
credete
;
ma
voi
conoscete
male
la
grande
politica
di
mantenere
l
'
autorità
di
Chi
è
il
principio
eterno
di
ogni
giustizia
.
Voi
lavorate
a
distruggerla
ben
peggio
che
con
i
professori
atei
;
in
fondo
i
professori
atei
hanno
un
piccolo
potere
;
voi
uomini
politici
che
dite
spesso
di
credere
in
Dio
,
voi
ne
distruggete
l
'
autorità
molto
più
che
quei
professori
,
con
i
mali
esempî
del
vostro
ateismo
pratico
.
Voi
che
vi
figurate
di
credere
nel
Dio
di
Cristo
,
siete
in
realtà
profeti
e
sacerdoti
degli
dei
falsi
.
Voi
li
servite
come
li
servivano
i
principi
idolatri
ebrei
,
nei
luoghi
alti
,
in
cospetto
del
popolo
.
Voi
servite
nei
luoghi
alti
gli
dei
di
tutte
le
cupidigie
terrestri
.
"
"
Bravo
!
"
interruppe
il
ministro
,
conosciuto
per
la
sua
morigeratezza
,
per
le
virtù
famigliari
,
per
la
noncuranza
del
danaro
.
"
Mi
divertite
!
"
E
soggiunse
,
vôlto
all
'
amico
:
"
Proprio
non
valeva
la
pena
.
"
"
M
'
intenda
bene
!
"
riprese
Benedetto
.
"
Sì
,
anche
Lei
è
uno
di
questi
sacerdoti
.
Parlo
io
forse
di
gaudenti
comuni
?
Parlo
di
Lei
e
di
altri
come
Lei
che
si
credono
gente
onesta
perché
non
cacciano
le
mani
nel
danaro
dello
Stato
,
che
si
credono
gente
morale
perché
non
si
danno
ai
piaceri
dei
sensi
.
Vi
dirò
due
cose
.
Intanto
,
voi
adorate
piaceri
più
perversi
.
Voi
fate
di
voi
stessi
i
vostri
falsi
dei
,
voi
adorate
il
piacere
di
contemplarvi
nel
vostro
potere
,
nei
vostri
onori
,
nell
'
ammirazione
della
gente
.
Ai
vostri
dei
voi
sacrificate
colpevolmente
molte
vittime
umane
e
la
integrità
del
vostro
stesso
carattere
.
Fra
voi
vi
è
il
patto
che
ciascuno
rispetti
il
falso
dio
del
collega
e
ne
aiuti
il
culto
.
I
più
puri
di
voi
sono
colpevoli
almeno
di
questa
complicità
.
Voi
torcete
lo
sguardo
da
torbide
congiure
d
'
interessi
vili
,
da
non
confessabili
intrighi
di
sêtte
che
strisciano
nell
'
ombra
e
li
lasciate
passare
in
silenzio
.
Voi
vi
credete
incorrotti
e
corrompete
!
Voi
distribuite
regolarmente
denaro
pubblico
a
gente
che
vi
vende
la
parola
e
l
'
onestà
della
coscienza
.
Voi
disprezzate
e
nutrite
questa
infamia
sotto
di
voi
.
È
più
empio
comperare
voti
e
lodi
che
venderne
!
I
più
corrotti
siete
voi
!
Secondo
peccato
,
voi
considerate
il
mentire
una
necessità
della
vostra
condizione
,
voi
mentite
come
bere
acqua
,
mentite
al
popolo
,
mentite
al
Parlamento
,
mentite
al
Principe
,
mentite
agli
avversarî
,
mentite
agli
amici
.
Lo
so
,
qualcuno
di
voi
personalmente
non
pratica
l
'
abituale
mentire
,
solamente
lo
tollera
nei
colleghi
,
molti
di
voi
prendono
con
ripugnanza
quest
'
abito
nell
'
entrare
dove
si
governa
,
come
entrando
in
una
miniera
si
prende
talvolta
una
veste
sudicia
che
difende
la
nostra
;
e
all
'
uscire
lo
depongono
con
gioia
.
Ma
costoro
che
sono
i
migliori
,
si
diranno
essi
buoni
e
fedeli
servi
della
Verità
?
Voi
credete
in
Dio
e
forse
al
vostro
letto
di
morte
pensate
di
avere
maggiormente
offeso
Iddio
come
uomini
politici
con
azioni
di
violenza
contro
la
Chiesa
nel
nome
dello
Stato
.
No
,
non
saranno
state
queste
le
vostre
maggiori
offese
.
Se
vengono
in
Parlamento
e
dal
Parlamento
al
Governo
uomini
che
professino
come
filosofi
di
non
conoscere
Dio
ma
che
insorgano
nel
nome
della
Verità
contro
quest
'
arbitraria
tirannia
della
Menzogna
,
meglio
serviranno
Dio
e
saranno
più
grati
a
Dio
di
voi
che
credete
in
esso
come
in
un
idolo
e
non
come
nello
Spirito
di
Verità
,
di
voi
che
osate
parlare
di
putrefazioni
del
Cattolicismo
,
puzzolenti
di
falsità
come
siete
.
Sì
,
puzzolenti
!
Voi
fate
tanto
impura
l
'
aria
delle
altezze
,
a
rovescio
di
quello
che
sarebbe
naturale
,
da
rendere
ben
difficile
di
respirarla
.
Voi
avete
un
cuore
religioso
,
signor
ministro
;
non
rispondetemi
che
in
questo
palazzo
non
si
può
servire
Iddio
...
"
"
Sa
Lei
...
"
esclamò
con
ira
il
ministro
incrociando
le
braccia
sul
petto
.
Il
sottosegretario
di
Stato
stese
graziosamente
una
mano
verso
di
lui
per
arrestarne
la
parola
sdegnosa
.
"
Piano
piano
piano
"
diss
'
egli
.
"
Permetti
?
Perché
mi
ci
diverto
.
"
Il
sottosegretario
di
Stato
,
piccolo
,
rotondetto
,
rispettoso
della
propria
sottosegretarietà
,
simile
a
un
uovo
in
possesso
cosciente
di
un
sacro
pulcino
,
ben
minore
uomo
del
ministro
e
ben
diverso
da
lui
,
non
aveva
affatto
le
curiosità
intellettuali
del
Superiore
e
non
era
venuto
che
per
compiacere
al
Superiore
.
Il
Superiore
,
luminosa
intelligenza
,
soleva
fermare
il
proprio
lume
ora
sull
'
una
ora
sull
'
altra
delle
persone
che
gli
giravano
attorno
e
crederli
allora
lucenti
per
loro
virtù
come
forse
penserà
il
sole
degli
astri
che
gli
fanno
la
corte
.
Il
sottosegretario
di
Stato
rifletteva
luce
al
ministro
e
il
ministro
rifletteva
ammirazione
al
sottosegretario
di
Stato
.
Il
ministro
lo
aveva
desiderato
a
quel
colloquio
non
comprendendo
affatto
che
il
piccolo
Mercurio
del
suo
sistema
planetario
,
avendo
risoluto
da
giovine
di
sciogliersi
dal
soprannaturale
che
gl
'
impediva
i
movimenti
più
spontanei
della
sua
natura
egoistica
,
si
era
preso
per
il
soprannaturale
dell
'
odio
che
gl
'
infermi
concepiscono
talvolta
per
la
persona
della
quale
sanno
che
ha
fatto
delle
infermità
loro
un
pronostico
triste
.
Come
questi
infelici
vogliono
persuadersi
che
il
profeta
non
merita
fede
e
più
la
sua
profezia
si
viene
avverando
,
più
s
'
irritano
,
più
si
struggono
di
abbattere
quell
'
autorità
minacciosa
;
così
colui
,
più
sentiva
declinargli
il
vigor
giovanile
e
perder
credito
i
dogmi
materialistici
e
folgorargli
nel
cuore
di
quando
in
quando
certe
apprensioni
lancinanti
di
una
verità
formidabile
che
poi
venivano
lentamente
meno
,
più
s
'
inveleniva
nell
'
odio
coperto
d
'
ironica
noncuranza
.
"
Senta
un
po
'
,
caro
Lei
"
diss
'
egli
a
Benedetto
dopo
essersi
fatto
largo
nella
conversazione
con
quella
parola
e
quel
gesto
.
"
Lei
parla
molto
di
dei
falsi
e
di
dei
veri
.
Io
non
so
se
il
Suo
sia
falso
o
vero
.
Sarà
vero
ma
è
certamente
irragionevole
.
Un
Dio
che
ha
creato
il
mondo
come
gli
è
piaciuto
,
in
modo
che
deve
andare
come
va
,
e
poi
viene
a
dirci
che
dobbiamo
farlo
andare
in
un
modo
diverso
,
eh
senta
,
via
!
non
è
un
Dio
ragionevole
!
Lei
si
è
permesso
di
vuotare
un
sacco
di
contumelie
,
un
sacco
di
accuse
agli
uomini
politici
,
che
sono
calunnie
,
specialmente
se
le
vuole
applicare
a
quel
signore
lì
e
a
me
;
ma
io
Le
concedo
che
la
politica
,
per
forza
,
non
è
mestiere
da
Santi
.
Chi
ha
fatto
il
mondo
non
ha
voluto
che
lo
sia
!
Se
la
sbrighi
con
lui
.
Ebbene
,
bisogna
pure
che
qualcuno
lo
faccia
,
quel
mestiere
lì
.
Adesso
lo
facciamo
noi
che
se
non
siamo
Santi
,
almeno
Lei
vede
quanto
pazientemente
trattiamo
con
i
Santi
.
E
senta
.
"
Il
sottosegretario
guardò
l
'
orologio
.
"
Si
fa
tardi
"
diss
'
egli
"
e
nelle
vie
di
Roma
,
a
ora
tarda
,
la
santità
corre
qualche
pericolo
.
È
meglio
che
Lei
se
ne
vada
.
"
Stese
la
mano
al
campanello
elettrico
per
chiamare
l
'
usciere
.
"
Signor
ministro
!
"
esclamò
Benedetto
con
tal
vigore
di
accento
che
il
sottosegretario
rimase
immobile
a
braccio
steso
come
colto
da
un
colpo
di
gelo
.
"
Lei
teme
per
lo
Stato
,
per
la
monarchia
,
per
la
libertà
,
i
socialisti
e
gli
anarchici
;
tema
molto
più
i
Suoi
colleghi
schernitori
di
Dio
,
perché
i
socialisti
e
gli
anarchici
sono
febbre
,
gli
schernitori
di
Dio
sono
cancrena
!
-
Quanto
a
Lei
"
soggiunse
vôlto
al
sottosegretario
"
Lei
deride
Uno
che
tace
.
Tema
il
suo
silenzio
!
"
Senza
che
né
l
'
uno
né
l
'
altro
dei
due
potenti
dicesse
una
parola
,
facesse
un
gesto
,
Benedetto
uscì
della
sala
.
Egli
discese
lo
scalone
vibrando
tutto
nel
contraccolpo
delle
parole
che
gli
erano
scoppiate
dal
cuore
e
nel
fuoco
febbrile
del
sangue
.
Le
gambe
gli
tremavano
,
gli
mancavano
sotto
.
Fu
costretto
due
o
tre
volte
di
afferrarsi
al
parapetto
e
di
sostare
.
Giunto
all
'
ultima
colonna
,
vi
premette
la
fronte
pulsante
,
cercando
frescura
.
Se
ne
staccò
subito
,
sentì
ripugnanza
della
stessa
pietra
di
quel
palazzo
come
se
fosse
infetta
di
tradimento
,
complice
del
commercio
vile
che
vi
si
era
fatto
,
atrocemente
vile
,
fra
ministri
di
Cristo
e
ministri
della
Patria
.
Sedette
sul
penultimo
gradino
,
non
potendone
più
,
senza
guardare
ai
fanali
accesi
della
carrozza
che
aspettava
lì
a
due
passi
,
senza
dubbio
la
carrozza
del
ministro
;
non
curando
esser
veduto
.
Respirò
un
poco
,
lo
sdegno
gli
si
venne
quietando
un
poco
,
quietando
in
dolore
,
in
desiderio
di
piangere
sulle
tristi
cecità
del
mondo
.
E
cominciò
anche
a
sentirsi
solo
,
amaramente
solo
.
Unica
lei
,
la
donna
del
suo
passato
errore
,
aveva
vegliato
,
aveva
scoperto
,
aveva
agito
.
Solo
per
lei
gli
era
stato
dato
di
far
fronte
al
ministro
sapendo
quale
linguaggio
fosse
da
tenergli
.
Gli
altri
amici
suoi
,
gli
amici
devoti
alle
sue
idee
religiose
,
avevano
dormito
e
dormivano
.
Gli
piacque
l
'
acre
pensiero
che
non
si
curassero
più
di
lui
.
Gli
piacque
di
abbandonarsi
almeno
una
volta
alla
pietà
della
propria
sorte
,
di
gustarla
,
almeno
una
volta
,
sino
al
fondo
,
di
figurarsi
la
propria
sorte
anche
più
dolorosa
e
amara
che
non
fosse
.
Tutti
erano
contro
di
lui
,
si
accordavano
contro
di
lui
,
tutti
!
Solo
,
solo
,
solo
.
E
i
suoi
sostegni
interni
eran
proprio
buoni
?
Eran
proprio
sicuri
?
Quell
'
uomo
là
in
alto
,
quel
ministro
di
tanto
ingegno
,
di
tanto
sapere
,
di
tanta
bontà
personale
,
se
avesse
ragione
?
Se
il
Cattolicismo
fosse
veramente
insanabile
?
Oh
,
ecco
,
anche
il
Signore
,
il
Signore
da
lui
servito
,
il
Signore
che
lo
colpiva
nel
corpo
,
che
lo
metteva
in
potere
dei
suoi
nemici
,
adesso
lo
abbandonava
nell
'
anima
.
Angoscia
,
mortale
angoscia
!
Desiderò
morire
lì
,
aver
pace
.
Le
voci
,
in
alto
,
del
ministro
e
del
sottosegretario
che
discendono
.
Benedetto
si
sforzò
di
alzarsi
,
si
trascinò
nella
via
,
vide
a
sinistra
,
pochi
passi
oltre
il
portone
,
un
'
altra
carrozza
ferma
.
Un
domestico
in
livrea
stava
sul
marciapiede
discorrendo
col
cocchiere
.
Al
comparire
di
Benedetto
il
domestico
gli
si
fece
premurosamente
incontro
.
Benedetto
riconobbe
alla
luce
del
gas
il
romano
antico
di
villa
Diedo
,
il
cameriere
dei
Dessalle
.
Gli
balenò
nel
cervello
torbido
che
Jeanne
fosse
ad
aspettarlo
in
carrozza
,
diede
un
passo
indietro
.
"
No
"
diss
'
egli
.
Intanto
la
carrozza
era
venuta
avanti
.
Benedetto
immaginò
di
vedere
Jeanne
,
esser
fatto
salire
con
lei
,
di
non
avere
forza
sufficiente
a
impedirlo
.
Preso
da
vertigine
,
retrocesse
ancora
e
sarebbe
caduto
se
il
domestico
non
lo
avesse
raccolto
nelle
sue
braccia
.
Si
trovò
in
carrozza
senza
saper
come
,
con
un
fastidioso
lume
vivo
incontro
e
un
forte
ronzio
negli
orecchi
.
A
poco
a
poco
si
raccapezzò
.
Era
solo
,
una
lampadina
ad
acetilene
gli
luceva
in
faccia
.
Lo
sportello
alla
sua
destra
era
aperto
e
il
domestico
gli
parlava
.
Che
diceva
?
Dove
andare
?
A
villa
Mayda
?
Sì
certo
,
a
villa
Mayda
.
Non
si
poteva
spegnere
quel
lume
?
Il
domestico
spense
e
parlò
ancora
,
di
una
carta
.
Quale
carta
?
Una
carta
che
la
signora
aveva
fatto
mettere
nel
taschino
interno
del
coupé
,
coll
'
ordine
di
consegnarla
al
signore
.
Benedetto
non
capiva
,
non
vedeva
.
Il
domestico
prese
la
carta
e
gliela
pose
in
tasca
.
Poi
domandò
,
per
ordine
dei
signori
,
stavolta
disse
così
,
come
il
signore
stesse
di
salute
.
Se
lo
avesse
veduto
morto
,
il
rigido
uomo
avrebbe
ugualmente
eseguito
l
'
ordine
.
Benedetto
pregò
,
per
tutta
risposta
,
che
gli
fosse
portata
un
po
'
d
'
acqua
;
bevette
avidamente
quella
che
il
domestico
gli
recò
da
un
caffè
vicino
,
ne
provò
alquanto
ristoro
.
Riprendendo
la
tazza
vuota
,
il
domestico
credette
bene
di
compiere
la
sua
missione
:
"
La
signora
mi
ha
ordinato
di
dirle
,
se
Lei
domanda
,
che
i
signori
hanno
mandato
la
carrozza
perché
sanno
che
Lei
non
sta
bene
e
hanno
pensato
che
qui
,
a
quest
'
ora
,
non
ne
troverebbe
.
"
Il
coupé
aveva
molle
eccellenti
e
le
gomme
alle
ruote
.
Che
riposo
era
per
Benedetto
di
correre
silenziosamente
così
,
solo
dentro
un
'
oscura
carrozza
soffice
,
nel
cuore
della
notte
!
Di
quando
in
quando
apparivano
a
destra
e
a
sinistra
sfondi
di
vie
lucenti
e
allora
era
per
lui
una
sofferenza
,
come
se
quelle
lunghe
file
di
lumi
fossero
nemiche
.
Tornava
subito
l
'
ombra
delle
vie
strette
,
la
fuga
,
sui
marciapiedi
e
sulle
case
,
della
luce
trabalzante
dai
fanali
del
coupé
.
Il
cocchiere
mise
il
cavallo
al
passo
e
Benedetto
guardò
fuori
,
nel
buio
.
Gli
parve
che
incominciasse
la
salita
dell
'
Aventino
.
Si
sentiva
meglio
;
la
febbre
,
inasprita
dai
travagli
fisici
e
morali
di
quella
notte
di
battaglia
,
declinava
rapidamente
.
Avvertì
allora
,
per
la
prima
volta
,
il
sottilissimo
profumo
del
coupé
,
il
solito
profumo
usato
da
Jeanne
,
e
lo
morse
la
memoria
viva
del
ritorno
da
Praglia
con
lei
,
del
momento
in
cui
,
lasciata
lei
al
piede
della
salita
di
villa
Diedo
,
si
era
allontanato
solo
nella
victoria
profumata
e
tepida
di
lei
;
solo
,
ebbro
del
suo
segreto
di
amore
.
Atterrito
dalla
vivezza
dei
ricordi
,
si
strinse
le
braccia
al
petto
,
si
sforzò
di
ritrarsi
dai
sensi
e
dalla
memoria
nel
centro
di
sé
,
ansava
a
bocca
semiaperta
non
riuscendo
a
spinger
la
immagine
fuori
dalla
sua
visione
interna
.
E
altre
gliene
lampeggiavano
nel
cuore
senza
vincere
la
sua
volontà
resistente
ma
facendola
fremere
come
una
corda
tesa
.
Era
l
'
idea
che
soltanto
lei
,
Jeanne
,
lo
amasse
davvero
,
che
soltanto
lei
soffrisse
del
suo
soffrire
.
Era
la
voce
di
lei
che
si
doleva
di
non
essere
riamata
,
la
voce
di
lei
che
lo
pregava
di
amore
con
una
cantilena
di
Saint
-
Saëns
,
tanto
dolce
,
tanto
triste
,
nota
ad
ambedue
,
della
quale
egli
le
aveva
detto
a
villa
Diedo
che
nulla
saprebbe
ricusare
a
chi
pregasse
così
.
Era
l
'
idea
di
fuggir
lontano
,
ben
lontano
e
per
sempre
,
da
Roma
pagana
e
farisea
.
Era
una
visione
di
pace
,
di
colloquî
purissimi
con
la
donna
ch
'
egli
conquisterebbe
finalmente
alla
fede
.
Era
un
desiderio
ardente
di
dire
al
Signore
:
troppo
tristo
è
il
mondo
,
concedi
che
ti
adori
così
.
Era
il
pensiero
che
in
tutto
ciò
non
vi
fosse
colpa
,
che
non
fosse
colpa
l
'
abbandono
della
sua
missione
a
fronte
di
tanti
nemici
.
Era
il
dubbio
di
non
avere
realmente
missione
alcuna
,
di
aver
ceduto
a
suggestioni
d
'
inganno
,
di
aver
creduto
a
realtà
di
fantasmi
,
di
essere
stato
illuso
da
parvenze
del
caso
.
Erano
le
fisionomie
spirituali
e
morali
dei
suoi
amici
e
seguaci
,
fatte
difformi
agli
occhi
suoi
come
da
uno
specchio
convesso
;
era
la
scorata
certezza
che
ogni
speranza
posta
in
essi
gli
fallirebbe
.
Era
da
capo
la
cantilena
tenera
e
triste
,
con
un
senso
non
più
di
preghiera
ma
di
pietà
,
di
una
pietà
circonfusa
alla
sua
lotta
amara
,
dell
'
accorata
pietà
di
qualche
spirito
ignoto
che
pure
soffrisse
e
si
dolesse
di
Dio
ma
umilmente
,
dolcemente
,
e
parlasse
per
tutto
che
ama
e
soffre
nel
mondo
.
La
carrozza
si
fermò
a
un
crocicchio
e
il
domestico
scese
dal
serpe
,
si
affacciò
allo
sportello
.
Pareva
che
tanto
egli
quanto
il
cocchiere
non
avessero
un
'
idea
chiara
del
posto
di
questa
villa
Mayda
.
A
destra
scendeva
una
stradicciuola
fra
due
muri
.
Dietro
quello
più
alto
di
sinistra
colossali
alberi
neri
ruggivano
al
tramontano
che
aveva
spazzato
le
nubi
.
Nello
sfondo
nereggiavano
al
fioco
lume
stellare
il
Gianicolo
e
San
Pietro
.
Era
una
stradicciuola
da
pedoni
.
Doveva
il
signore
scendere
lì
per
andare
a
villa
Mayda
?
No
,
ma
"
il
signore
"
volle
scendere
a
ogni
modo
,
uscire
della
carrozza
avvelenata
.
Si
trascinò
,
lottando
col
suo
povero
corpo
infermo
e
col
vento
,
fino
a
Sant
'
Anselmo
.
Rifinito
,
pensò
a
domandare
l
'
ospitalità
dei
monaci
ma
non
lo
fece
.
Scese
lungo
il
grande
,
silenzioso
asilo
benedettino
di
pace
,
passò
sospirando
davanti
alla
porta
chiusa
che
dice
vanamente
quieti
et
amicis
,
giunse
infine
al
cancello
di
villa
Mayda
.
Il
giardiniere
venne
ad
aprirgli
mezzo
svestito
e
si
meravigliò
molto
di
vederlo
.
Gli
disse
che
lo
credeva
in
prigione
perché
verso
le
nove
un
delegato
di
P
.
S
.
e
una
guardia
erano
venuti
a
cercarlo
.
Anzi
la
signora
,
la
nuora
del
professore
,
saputo
questo
,
aveva
dato
senz
'
altro
l
'
ordine
di
non
lasciarlo
entrare
se
per
caso
ritornasse
;
ma
poi
,
con
molta
gioia
del
giardiniere
,
affezionato
a
Benedetto
e
al
padrone
quanto
avverso
alla
signora
,
era
venuto
un
fiero
contrordine
del
professore
.
Udito
ciò
,
Benedetto
sarebbe
ripartito
subito
se
gliene
fossero
bastate
le
forze
.
Ma
non
era
in
grado
di
fare
cento
passi
.
"
Sarà
per
questa
sola
notte
"
diss
'
egli
.
Abitava
una
cameretta
nella
casina
del
giardiniere
.
Sperò
,
nell
'
entrarvi
,
che
vi
avrebbe
ritrovata
la
pace
del
cuore
;
ma
non
fu
così
.
Lo
cacciavano
anche
di
là
;
ecco
l
'
annuncio
amaro
che
il
suo
cuore
diede
al
povero
lettuccio
,
ai
poveri
arredi
,
ai
pochi
libri
,
alla
fumosa
candela
di
sego
.
Fissi
gli
occhi
nel
Crocifisso
pendente
sopra
uno
sgabello
a
fianco
del
letto
,
egli
gemette
mentalmente
con
uno
sforzo
di
volontà
:
"
Come
posso
io
dolermi
tanto
,
Signore
,
delle
croci
mie
?
"
Invano
;
il
suo
spirito
non
aveva
senso
vivo
né
di
Cristo
né
della
Croce
.
Sedette
desolato
,
non
volendo
coricarsi
così
,
aspettando
una
stilla
di
dolcezza
che
non
veniva
.
Una
folata
di
vento
gli
fece
volgere
il
capo
alla
finestra
che
si
era
spalancata
.
Vide
laggiù
nel
cielo
lucidissimo
,
sopra
i
merli
di
Porta
San
Paolo
e
la
nera
punta
della
piramide
di
Cestio
e
le
vette
dei
cipressi
che
cingono
la
tomba
di
Shelley
,
un
grande
pianeta
.
Il
vento
urlava
intorno
alla
casina
.
Oh
la
notte
nel
manicomio
dove
sua
moglie
moriva
,
e
le
urla
delle
agitate
,
e
il
grande
pianeta
!
Nel
reclinare
il
capo
grave
di
tristezza
si
accorse
per
caso
della
carta
che
il
domestico
gli
aveva
cacciata
in
tasca
.
Era
una
grande
busta
orlata
di
nero
.
La
spiegò
,
vi
lesse
il
nome
e
i
titoli
della
sua
povera
vecchia
suocera
,
la
marchesa
Nene
Scremin
,
e
le
due
semplici
parole
che
seguivano
:
IN
PACE
.
Impietrò
col
foglio
aperto
nelle
mani
e
gli
occhi
fissi
alle
due
parole
anguste
.
Poi
le
mani
gli
cominciarono
a
tremare
e
dalle
mani
il
tremito
gli
salì
al
petto
,
crescendo
,
crescendo
,
e
dall
'
affollar
del
petto
gli
ruppe
su
per
la
gola
una
tempesta
di
pianto
.
Piange
per
il
ritorno
di
tante
memorie
ricondotte
a
lui
dalla
povera
morta
,
dolorose
e
soavi
;
piange
affissandosi
nel
Crocifisso
,
in
Cristo
,
al
quale
,
oh
certo
,
ella
si
abbandonò
fidente
,
nel
morire
,
come
l
'
altra
cara
,
come
la
sua
Elisa
;
piange
di
gratitudine
a
lei
che
ancora
dal
mondo
ignoto
gli
è
pia
,
gl
'
intenerisce
il
cuore
.
Ricorda
le
ultime
parole
udite
dalla
sua
bocca
:
"
Allora
,
vederci
,
mai
più
?
"
Sorride
nell
'
anima
presaga
,
si
volge
alla
finestra
spalancata
,
contempla
il
grande
pianeta
.
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
CAPITOLO
OTTAVO
.
Jeanne
.
I
.
Un
piccolo
gruppo
di
operai
veniva
sul
mezzogiorno
da
una
casa
in
costruzione
di
via
Galvani
verso
via
della
Marmorata
.
Vedendo
capannelli
di
gente
sotto
gli
alberi
e
capannelli
agli
usci
,
gente
alle
finestre
delle
due
ultime
case
di
destra
e
di
sinistra
,
un
operaio
che
seguiva
il
gruppo
a
pochi
passi
di
distanza
disse
forte
ai
compagni
:
"
Quanti
scemi
per
un
furbo
!
"
Un
omaccione
barbuto
che
stava
sulla
soglia
d
'
una
botteguccia
l
'
udì
e
gli
si
fece
incontro
,
lo
apostrofò
minaccioso
:
"
Tu
che
dici
?
"
L
'
altro
si
fermò
a
squadrarlo
,
gli
rispose
beffardo
:
"
To
'
!
Quello
che
piace
a
me
!
"
L
'
omaccione
gli
menò
un
pugno
,
gli
altri
operai
gli
si
fecero
addosso
in
aiuto
del
compagno
.
Grida
,
bestemmie
,
lampeggiar
di
coltelli
,
strilli
di
donne
dalle
finestre
,
accorrer
di
gente
dal
viale
,
accorrer
di
guardie
e
di
vigili
,
in
un
baleno
la
via
fu
tutta
un
bollimento
nero
,
un
ondeggiar
della
calca
urlante
trabalzata
da
destra
a
sinistra
e
da
sinistra
a
destra
come
a
bordo
di
una
nave
sul
mare
in
tempesta
;
e
a
due
passi
dal
fitto
dove
contendevano
gli
operai
e
le
guardie
,
bravo
chi
avesse
saputo
quel
che
accadeva
.
La
folla
era
feroce
contro
gl
'
insultatori
del
Santo
ma
cieca
;
quali
fossero
non
sapeva
;
voleva
a
morte
con
cento
voci
discordi
l
'
omaccione
,
gli
operai
,
le
guardie
,
uno
che
aveva
riso
,
uno
che
aveva
fatto
il
paciere
e
chi
dava
gomitate
per
cacciarsi
avanti
e
chi
ne
dava
per
tirarsi
fuori
.
Un
conduttore
del
tram
di
S
.
Paolo
,
passando
davanti
a
via
Galvani
,
vide
il
tumulto
e
si
divertì
a
gridare
a
un
gruppo
di
popolane
,
cento
metri
più
in
là
,
che
il
Santo
di
Jenne
era
stato
ritrovato
in
via
Galvani
.
La
voce
corse
per
i
viali
pieni
di
capannelli
e
di
curiosi
solitari
,
come
fuoco
per
la
polvere
.
I
capannelli
si
ruppero
,
precipitarono
verso
via
Galvani
,
interrogandosi
le
persone
,
nel
correre
,
a
vicenda
.
I
curiosi
solitari
seguirono
più
lenti
,
più
cauti
,
e
videro
presto
alquante
facce
seccate
ritornare
indietro
.
Che
Santo
ritrovato
!
Era
una
cagnara
delle
solite
.
Qualcuno
vede
gente
scendere
in
fretta
da
Sant
'
Anselmo
.
Un
'
altra
voce
corre
:
quelli
vengono
da
villa
Mayda
,
quelli
sanno
!
E
si
fa
popolo
da
destra
,
da
sinistra
,
tutti
si
affrettano
,
come
piccioni
a
una
manciata
di
grano
,
allo
sbocco
della
via
di
Santa
Sabina
.
E
i
curiosi
solitari
,
più
lenti
,
più
cauti
,
dietro
.
Che
!
A
villa
Mayda
non
sanno
niente
,
neppure
vogliono
più
rispondere
,
tanto
sono
infastiditi
dalla
processione
di
gente
che
viene
a
suonare
il
campanello
.
E
un
drappello
di
carabinieri
arriva
serrato
,
a
passo
di
carica
,
svolta
in
via
Galvani
.
Si
odono
dei
fischi
,
delle
grida
irose
:
"
Quelli
sanno
!
Quelli
lo
hanno
menato
via
!
"
"
No
!
"
grida
una
fruttivendola
in
un
gruppo
fermo
sull
'
angolo
di
via
Alessandro
Volta
.
"
È
stato
un
delegato
!
Sono
state
le
guardie
!
"
In
quel
gruppo
s
'
inveisce
non
tanto
contro
il
delegato
e
le
guardie
quanto
contro
le
marmotte
che
avrebbero
potuto
,
se
volevano
,
buttare
a
fiume
delegato
,
guardie
,
botte
,
cavallo
e
cocchiere
e
si
son
lasciate
sgominare
da
quattro
parole
,
da
quattro
gocce
d
'
acqua
.
La
vecchietta
che
ha
fatto
venire
Benedetto
dall
'
ex
-
frate
è
lì
anche
lei
.
L
'
hanno
fermata
mentre
usciva
dal
fornaio
e
racconta
per
la
centesima
volta
la
storia
dell
'
arresto
,
s
'
intenerisce
per
la
centesima
volta
dicendo
delle
rose
e
delle
parole
pie
e
dell
'
aria
tanto
malata
che
il
Santo
aveva
.
Gli
uditori
si
commovono
,
gemono
le
odi
del
Santo
.
E
chi
racconta
una
guarigione
miracolosa
ch
'
egli
ha
operata
e
chi
ne
racconta
un
'
altra
e
chi
dice
di
quel
suo
parlare
che
va
all
'
anima
e
chi
di
quel
viso
che
vale
una
predica
e
chi
della
sua
povertà
e
chi
della
carità
che
trova
modo
,
così
povero
,
di
fare
.
Ecco
da
via
Galvani
guardie
,
carabinieri
,
arrestati
e
folla
.
Un
curioso
solitario
si
avvicina
a
un
altro
individuo
della
sua
specie
,
gli
domanda
che
sia
avvenuto
nel
quartiere
.
Colui
non
sa
niente
.
I
due
si
mettono
insieme
,
interrogano
un
popolano
che
pare
averne
abbastanza
,
volersene
andare
.
Il
popolano
risponde
che
lì
sopra
,
in
una
villa
presso
Sant
'
Anselmo
,
ci
sta
un
sant
'
uomo
adorato
in
tutto
il
quartiere
perché
visita
gli
ammalati
e
ne
guarisce
molti
e
parla
di
religione
meglio
dei
preti
,
così
che
tutti
lo
chiamano
il
Santo
.
Il
Santo
di
Jenne
,
anzi
;
perché
ha
fatto
molti
miracoli
in
un
paese
dei
monti
,
che
si
chiama
Jenne
,
e
ne
hanno
parlato
anche
i
giornali
.
E
iersera
,
mentre
stava
assistendo
un
povero
infermo
,
la
Questura
lo
ha
portato
via
,
non
si
sa
perché
.
Si
diceva
che
poi
lo
avessero
rilasciato
e
ch
'
egli
fosse
ritornato
a
casa
,
alla
villa
dove
lavora
da
giardiniere
;
ma
la
gente
della
villa
nega
ch
'
egli
vi
si
trovi
più
e
non
dà
spiegazioni
.
Il
popolo
è
riscaldato
,
vuole
...
Ecco
un
tram
,
dei
passeggeri
fanno
segno
alla
gente
e
la
gente
grida
,
corre
verso
la
prossima
fermata
,
il
popolano
pianta
i
due
,
corre
anche
lui
là
dove
una
folla
già
si
addensa
rapida
intorno
al
tram
.
Lo
strascico
lento
dei
curiosi
si
avvia
dietro
alla
folla
,
i
due
apprendono
come
il
tram
abbia
ricondotto
sei
cittadini
del
quartiere
che
,
motu
proprio
,
si
erano
recati
dal
Questore
.
I
sei
discesero
fra
la
turba
impaziente
di
udire
,
di
sapere
.
Non
parevano
lieti
.
Alla
tempesta
delle
domande
rispondevano
di
chetarsi
.
Avrebbero
parlato
,
avrebbero
riferito
,
ma
non
lì
nella
strada
.
E
già
la
gente
protestava
,
l
'
ingiuria
fremeva
su
molte
labbra
.
Colui
che
pareva
il
capo
dei
sei
,
un
tabaccaio
,
si
fece
levar
sulle
spalle
dei
colleghi
e
arringò
brevemente
la
folla
.
"
Abbiamo
notizie
"
diss
'
egli
.
"
Possiamo
assicurarvi
fin
d
'
ora
che
il
Santo
non
è
in
carcere
!
"
Scoppiarono
dei
viva
,
dei
bravo
,
degli
applausi
.
"
Ma
dov
'
egli
sia
"
proseguì
l
'
oratore
"
propriamente
non
si
sa
.
"
Urla
e
fischi
.
L
'
oratore
allibbì
e
dopo
essersi
debolmente
provato
di
parlare
,
cedette
alla
burrasca
e
calò
dai
suoi
rostri
viventi
.
Ma
un
'
altro
dei
sei
,
più
gagliardo
e
ardito
,
balzò
su
a
rispondere
violentemente
.
Allora
le
urla
,
le
invettive
raddoppiarono
.
"
Vi
hanno
infinocchiato
!
"
gridava
la
gente
.
"
Scemi
che
siete
!
In
prigione
lo
hanno
cacciato
!
In
prigione
!
"
Il
grido
si
diffonde
,
l
'
odono
i
lontani
che
altro
non
hanno
udito
e
persino
coloro
che
né
questo
né
altro
udirono
,
sentono
attraversarsi
il
petto
dalle
magnetiche
onde
oscure
dell
'
ira
.
Parecchi
urlano
:
"
abbasso
!
"
senza
sapere
chi
vogliano
giù
.
Ed
ecco
da
capo
i
grandi
cappelli
dei
carabinieri
,
da
capo
le
guardie
.
Invano
i
sei
si
sgolano
a
protestare
,
le
grida
di
abbasso
e
di
morte
ne
coprono
la
voce
.
Un
delegato
fa
dare
gli
squilli
.
Al
terzo
succede
un
fuggi
fuggi
.
Fugge
anche
la
Deputazione
col
tabaccaio
a
capo
;
ma
,
fuggendo
,
i
sei
riescono
a
trar
con
sé
chi
l
'
uno
e
chi
l
'
altro
dei
popolani
meno
infuriati
,
con
la
promessa
di
dare
in
un
luogo
opportuno
spiegazioni
che
non
si
possono
gridare
in
piazza
.
Riparano
in
un
deposito
di
materiali
da
fabbrica
,
cinto
di
un
assito
.
Parecchi
li
seguono
,
filtrano
,
a
uno
a
uno
,
per
l
'
uscio
dell
'
assito
;
e
il
tabaccaio
,
pensando
avere
nel
petto
cose
da
far
crollare
il
mondo
,
parla
in
cospetto
della
piramide
di
Caio
Cestio
,
che
aspetta
indifferente
il
passar
dei
secoli
fino
al
silenzio
,
alle
rovine
,
alla
selva
.
Il
tabaccaio
parla
,
con
voce
misurata
,
fra
una
trentina
di
facce
attente
.
Dice
che
il
Santo
di
Jenne
non
è
sicuramente
in
prigione
,
che
non
si
sa
dove
sia
,
ma
che
si
sanno
altre
cose
,
pur
troppo
.
E
dice
le
altre
cose
.
Se
le
avesse
dette
alle
turbe
scendendo
dal
tram
,
lo
avrebbero
fatto
a
brani
.
In
Questura
ridono
del
Santo
e
di
chi
gli
crede
.
Raccontano
ch
'
egli
ha
un
amante
,
una
signora
molto
ricca
;
che
nella
notte
è
stato
interrogato
dal
Direttore
generale
della
P
.
S
.
per
ragioni
non
tanto
belle
;
che
quando
è
uscito
del
ministero
,
ha
trovato
l
'
amante
che
lo
attendeva
in
carrozza
ed
è
partito
con
lei
.
"
Io
non
volevo
credere
"
conchiude
il
tabaccaio
"
ma
ecco
!
Adesso
dica
lui
.
"
Uno
dei
sei
,
oste
a
Santa
Sabina
,
si
fece
a
raccontare
che
sua
moglie
aveva
udito
nel
cuore
della
notte
una
carrozza
fermarsi
presso
l
'
osteria
;
che
si
era
alzata
e
aveva
veduta
la
carrozza
,
un
legno
signorile
,
con
il
cocchiere
e
il
domestico
in
tuba
;
che
il
domestico
stava
allo
sportello
e
aiutava
una
persona
a
scendere
;
che
la
persona
scesa
di
carrozza
era
passata
a
piedi
sotto
la
finestra
andando
verso
Sant
'
Anselmo
e
ch
'
ella
aveva
riconosciuto
il
Santo
di
Jenne
.
L
'
oste
soggiunse
che
non
aveva
creduto
al
riconoscimento
perché
non
c
'
era
luna
ed
era
piovuto
fin
dopo
le
undici
,
per
cui
la
notte
doveva
essere
stata
molto
buia
;
che
non
avendo
creduto
neppure
aveva
parlato
;
ma
che
poi
,
all
'
udire
il
racconto
della
Questura
,
si
era
dovuto
persuadere
.
E
sua
moglie
aveva
dell
'
altro
a
raccontare
.
Si
era
alzata
alle
sei
.
Fra
le
sette
e
le
otto
era
passata
una
botte
andando
verso
Sant
'
Anselmo
.
Poco
dopo
,
la
botte
era
ripassata
.
Questa
volta
sua
moglie
ci
aveva
veduto
dentro
il
Santo
di
Jenne
.
Era
pronta
ad
attestarlo
con
giuramento
.
Qui
,
alcuni
fra
gli
uditori
sgattaiolarono
dal
recinto
,
corsero
a
sussurrare
le
notizie
nel
quartiere
.
Ne
successe
che
mentre
il
tabaccaio
e
l
'
oste
e
i
loro
amici
stavano
ancora
nel
recinto
,
si
fece
gente
sulla
strada
di
Santa
Sabina
e
un
grosso
gruppo
salì
,
seguito
da
due
guardie
,
verso
l
'
osteria
.
Entrarono
nel
cortile
.
L
'
ostessa
ciarlava
con
un
cliente
,
sotto
il
pergolato
.
La
interrogarono
ed
essa
rifece
il
racconto
che
aveva
fatto
al
marito
.
La
interrogarono
ancora
,
volevano
sapere
questo
e
quello
,
tanti
particolari
.
La
donna
finì
con
rispondere
di
non
ricordar
bene
.
Avrebbe
portato
da
bere
,
da
rinfrescare
ad
essi
l
'
ugola
,
a
sé
la
memoria
.
Che
!
Quelli
non
erano
venuti
per
bere
,
glielo
dissero
bruscamente
.
Due
ferrovieri
,
attavolati
sotto
il
pergolato
,
poco
discosto
,
si
seccarono
di
quell
'
interrogatorio
.
Uno
di
essi
chiamò
l
'
ostessa
,
le
parlò
a
voce
alta
:
"
Che
voglion
sapere
?
L
'
ho
veduto
io
l
'
uomo
che
cercano
.
È
partito
stamattina
alle
otto
,
con
una
ragazza
,
per
la
linea
di
Pisa
.
"
La
gente
si
volse
a
lui
,
lo
interrogò
e
quegli
giurò
incollerito
che
aveva
detto
la
verità
,
che
il
loro
Santo
di
Jenne
era
partito
alle
otto
in
una
vettura
di
seconda
classe
con
una
bella
bionda
,
conosciutissima
.
Allora
coloro
,
mogi
mogi
,
se
n
'
andarono
.
Usciti
che
furono
tutti
,
una
guardia
travestita
si
avvicinò
al
ferroviere
,
gli
domandò
alla
sua
volta
se
fosse
ben
certo
di
quello
che
aveva
detto
.
"
Io
?
"
rispose
colui
.
"
Se
sono
certo
?
Che
si
ammazzino
!
Non
so
nulla
di
nulla
,
io
.
Le
ho
fatte
chetare
,
le
ho
fatte
andare
al
diavolo
,
quelle
bestiacce
.
Corrano
almeno
fino
a
Civitavecchia
,
adesso
,
e
affoghino
tutti
in
mare
,
loro
e
il
loro
Santo
!
"
"
E
allora
?
"
fece
l
'
ostessa
.
"
Dove
sarà
andato
?
"
"
Vada
a
cercarlo
in
cantina
"
rispose
il
ferroviere
"
che
il
fiasco
è
vuoto
e
noi
si
ha
sete
ancora
.
"
II
.
"
Se
continui
così
"
esclamò
Carlino
udendo
sua
sorella
ordinare
alla
cameriera
cappello
,
pelliccia
e
guanti
,
"
se
mi
lasci
solo
tutto
il
giorno
,
ti
giuro
che
ritorniamo
a
villa
Diedo
.
Almeno
là
non
saprai
dove
andare
.
"
"
Ho
pensato
di
mandarti
Chieco
"
diss
'
ella
.
"
Oggi
alle
due
suona
dalla
Regina
e
poi
verrà
da
te
.
Addio
.
"
E
partì
senza
lasciare
al
fratello
il
tempo
di
replicare
.
Il
suo
coupé
l
'
aspettava
.
Diede
al
domestico
l
'
indirizzo
del
sottosegretario
di
Stato
per
l
'
Interno
e
salì
.
Era
un
sabato
.
Da
più
giorni
Jeanne
non
dormiva
né
,
quasi
,
mangiava
.
Il
martedì
sera
aveva
saputo
dall
'
Albacina
quello
che
si
tramava
contro
Piero
e
come
suo
marito
,
il
sottosegretario
di
Stato
,
fosse
invitato
dal
ministro
ad
unirsi
a
lui
per
avere
al
ministero
una
conversazione
con
quest
'
uomo
tanto
temuto
e
odiato
dalla
corte
del
Sommo
Pontefice
,
dalla
fazione
intransigente
che
voleva
prevalere
in
Vaticano
.
Ella
corse
da
Noemi
,
le
fece
scrivere
quel
biglietto
,
telefonò
a
un
giovine
segretario
suo
ammiratore
di
venire
al
Grand
Hôtel
e
diede
a
lui
l
'
incarico
di
trovare
la
persona
che
consegnasse
il
biglietto
,
perché
di
mandarlo
a
villa
Mayda
non
era
forse
più
in
tempo
.
Ma
sapeva
pure
,
questo
gliel
'
aveva
detto
Noemi
,
che
Piero
era
febbricitante
.
Pensò
di
fargli
trovare
alla
porta
del
ministero
la
sua
carrozza
col
domestico
che
aveva
conosciuto
Maironi
a
villa
Diedo
.
Un
'
imprudenza
;
ma
che
le
ne
importava
?
Niente
le
importava
fuorché
la
vita
cara
.
La
partecipazione
di
morte
della
marchesa
Nene
le
era
arrivata
quella
sera
stessa
,
coll
'
ultima
distribuzione
.
Volle
che
Piero
l
'
avesse
subito
,
che
potesse
subito
pregare
per
la
povera
morta
.
Strana
cosa
ma
vera
:
ella
si
trasfondeva
in
lui
,
dimenticando
sé
,
la
propria
incredulità
,
per
sentire
cosa
dovesse
sentire
o
desiderar
egli
con
la
sua
fede
.
La
notte
stessa
il
domestico
le
diede
conto
della
sua
missione
.
Le
descrisse
Maironi
come
uno
spettro
,
un
cadavere
.
Ella
si
disperò
.
Sapeva
del
conflitto
fra
il
professore
Mayda
e
sua
nuora
,
sapeva
che
il
professore
era
chiamato
molto
spesso
fuori
di
Roma
,
lo
stimava
un
grande
chirurgo
ma
non
un
grande
medico
,
immaginava
che
nella
sua
assenza
la
giovine
signora
non
avrebbe
avuto
un
riguardo
,
un
'
attenzione
al
mondo
per
l
'
infermo
.
E
sapeva
dei
tre
soli
giorni
che
s
'
intendevano
concedere
dal
Direttore
generale
.
Oh
non
era
possibile
lasciar
Piero
a
villa
Mayda
!
Portarlo
via
,
bisognava
!
Trovargli
un
nascondiglio
dove
né
Questura
né
carabinieri
sapessero
scovarlo
,
dove
fosse
assistito
bene
,
con
ogni
cura
e
da
un
medico
valente
!
Non
pensò
a
consultare
i
Selva
.
Neppure
aveva
detto
a
Noemi
la
propria
intenzione
di
mandare
la
carrozza
al
ministero
.
Le
passò
per
la
mente
l
'
idea
di
proporre
loro
che
ospitassero
Piero
ma
non
le
parve
buona
;
le
relazioni
di
Piero
con
Giovanni
Selva
erano
troppo
note
perché
quello
fosse
un
nascondiglio
sicuro
.
Dentro
questa
considerazione
prudente
fremeva
una
segreta
gelosia
di
Noemi
,
una
gelosia
di
carattere
particolare
,
non
violenta
,
non
ardente
,
perché
Noemi
non
amava
Piero
di
un
amore
simile
al
suo
,
ma
quasi
più
tormentosa
perché
ella
comprendeva
che
Piero
poteva
accettare
il
sentimento
mistico
di
Noemi
,
perché
di
un
tale
sentimento
ella
era
incapace
e
anche
perché
non
aveva
una
ragione
giusta
di
dolersi
dell
'
amica
,
di
rimproverarla
,
di
sfogarsi
.
Un
altro
possibile
nascondiglio
le
si
offerse
al
pensiero
,
l
'
alloggio
di
un
vecchio
senatore
suo
conoscente
,
stato
amico
intimo
di
suo
padre
,
molto
religioso
e
pieno
di
ammirazione
affettuosa
per
Maironi
.
Afferrò
quell
'
idea
.
Ora
,
rivolgendosi
al
senatore
per
chiedergli
nientemeno
che
di
accogliere
a
casa
sua
un
uomo
ammalato
e
in
pericolo
di
arresto
,
le
conveniva
di
giustificare
il
proprio
zelo
.
Ella
non
figurava
fra
i
discepoli
di
Piero
e
il
senatore
ignorava
affatto
il
passato
.
Ma
il
senatore
conosceva
Noemi
;
egli
era
quel
vecchio
dai
capelli
bianchi
e
dalla
faccia
rossa
che
si
era
trovato
alla
riunione
di
via
della
Vite
;
Noemi
e
lui
s
'
incontravano
spesso
nella
"
catacomba
"
.
Jeanne
gli
scrisse
immediatamente
dicendo
di
farlo
a
nome
dell
'
amica
Noemi
che
non
osava
;
mise
fuori
le
condizioni
di
salute
e
le
circostanze
che
sempre
per
questo
riguardo
consigliavano
di
togliere
Maironi
da
villa
Mayda
;
tacque
del
pericolo
di
arresto
;
espose
la
preghiera
dell
'
amica
;
soggiunse
che
lo
stato
dell
'
infermo
rendeva
la
cosa
urgentissima
,
che
se
il
senatore
acconsentisse
lo
pregava
di
consegnare
al
latore
della
lettera
una
sua
carta
di
visita
per
Maironi
con
due
semplici
parole
di
offerta
.
Chiuse
domandandogli
un
colloquio
al
Senato
nella
giornata
e
pregandolo
di
tacere
,
intanto
,
ogni
cosa
.
Poi
scrisse
a
Noemi
,
l
'
avvertì
di
quanto
aveva
fatto
a
suo
nome
,
la
incaricò
di
ottenere
da
suo
cognato
,
se
il
senatore
avesse
dato
la
carta
di
visita
,
che
si
recasse
subito
in
vettura
,
con
la
detta
carta
di
visita
,
a
villa
Mayda
,
che
persuadesse
Maironi
ad
accettare
l
'
offerta
e
il
professore
Mayda
a
lasciarlo
partire
,
servendosi
delle
ragioni
politiche
.
Scritte
le
due
lettere
ebbe
un
accesso
di
prostrazione
con
fenomeni
così
gravi
che
la
cameriera
si
sgomentò
.
Costei
non
svegliò
Carlino
perché
Jeanne
trovò
la
forza
di
vietarglielo
imperiosamente
ma
fece
chiamare
il
medico
senza
dirlo
alla
signora
.
Il
medico
pure
si
sgomentò
.
Venendo
per
Carlino
l
'
aveva
conosciuta
nervosa
;
però
non
gli
era
mai
accaduto
di
vederla
in
uno
stato
simile
,
irrigidita
,
cadaverica
,
incapace
di
parlare
.
L
'
accesso
durò
fino
alle
sei
della
mattina
.
Il
primo
segno
di
miglioramento
fu
questo
che
Jeanne
domandò
l
'
ora
.
La
cameriera
,
pratica
,
mormorò
al
medico
"
passa
"
e
rispose
forte
:
"
Le
sei
,
signora
.
"
La
parola
parve
miracolosa
.
Jeanne
ch
'
era
stata
adagiata
sul
letto
senza
spogliarla
,
si
alzò
a
sedere
,
smarrita
sì
ma
padrona
delle
sue
membra
e
della
sua
voce
.
Domandò
subito
di
Carlino
,
ansiosamente
.
Carlino
dormiva
,
non
aveva
udito
nulla
,
non
sapeva
nulla
.
Ella
respirò
,
disse
sorridendo
al
medico
:
"
Adesso
caccio
Lei
.
"
E
non
ebbe
pace
fino
a
che
il
medico
non
se
ne
andò
.
La
cameriera
si
accinse
a
spogliarla
;
si
prese
prima
della
stupida
e
poi
delle
scuse
,
quasi
lagrimose
.
"
Oh
!
"
disse
la
ragazza
"
Lei
vuol
prima
mandare
quelle
lettere
!
Sì
,
sì
,
le
mandi
via
,
quelle
cattive
lettere
,
che
Le
hanno
fatto
tanto
male
!
"
Jeanne
le
diede
un
bacio
.
Quella
giovine
l
'
adorava
e
lei
pure
le
voleva
bene
,
la
trattava
qualche
volta
come
una
cara
sorellina
scioccherella
.
Chiuse
le
due
lettere
,
le
disse
di
chiamare
il
domestico
,
gli
diede
le
istruzioni
:
prendere
una
botte
,
andare
dal
signor
senatore
...
,
via
della
Polveriera
,
40
,
consegnare
la
lettera
diretta
a
lui
,
aspettare
la
risposta
.
Se
gli
si
rispondesse
che
non
c
'
era
risposta
,
ritornare
al
Grand
Hôtel
e
riferire
.
Se
invece
il
signor
senatore
gli
facesse
rimettere
un
biglietto
,
portarlo
con
l
'
altra
lettera
,
in
via
Arenula
,
a
casa
Selva
.
Un
'
ora
dopo
,
il
domestico
venne
a
riferire
che
tutto
era
stato
fatto
;
due
ore
dopo
,
un
biglietto
del
senatore
avvertiva
Jeanne
che
Benedetto
era
già
a
casa
sua
.
A
mattina
inoltrata
venne
Noemi
.
Jeanne
riposava
,
finalmente
.
Noemi
attese
che
si
svegliasse
,
le
raccontò
che
suo
cognato
si
era
subito
recato
a
villa
Mayda
;
che
non
vi
aveva
trovato
il
professore
il
quale
era
partito
a
mezz
'
ora
dopo
mezzanotte
per
Napoli
;
che
Maironi
aveva
subito
accettato
l
'
offerta
del
senatore
;
che
conoscendo
l
'
umore
della
persona
,
Giovanni
non
aveva
creduto
di
farne
saper
niente
alla
giovine
signora
Mayda
;
che
aveva
trovato
Maironi
molto
giù
,
ma
però
senza
febbre
;
per
cui
era
sicuro
che
non
avrebbe
sofferto
del
tragitto
dall
'
Aventino
a
via
della
Polveriera
.
Quel
buon
giardiniere
lo
aveva
bene
avviluppato
,
colle
lagrime
agli
occhi
,
in
una
grossa
coperta
.
Forse
Jeanne
s
'
ingannava
ma
le
pareva
che
Noemi
,
pure
mostrandole
molto
interesse
nel
parlarle
di
Piero
,
mostrandole
molto
riguardo
ai
sentimenti
di
lei
,
le
parlasse
però
in
un
tôno
diverso
da
quello
di
una
volta
e
come
un
'
amica
che
non
avesse
mutato
linguaggio
ma
si
fosse
fatta
straniera
nel
cuore
.
Avrebb
'
ella
forse
desiderato
Piero
a
casa
Selva
?
Probabile
.
Da
quel
mercoledì
mattina
in
poi
erano
state
corse
continue
.
A
Palazzo
Madama
si
sorrideva
di
un
riverito
collega
dai
capelli
bianchi
e
dalla
faccia
rossa
,
che
riceveva
ogni
giorno
,
nella
sala
dei
telegrammi
,
lunghe
visite
di
una
bella
ed
elegante
signora
.
Dal
Senato
Jeanne
correva
al
Grand
Hôtel
per
somministrare
una
medicina
a
Carlino
;
dal
Grand
Hôtel
a
via
Arenula
per
avere
e
dare
notizie
o
in
via
Tre
Pile
per
vedere
il
medico
del
senatore
,
che
aveva
in
cura
Piero
.
Corse
il
giorno
e
lagrime
la
notte
;
lagrime
di
angoscia
per
lui
consumato
da
un
recondito
male
invincibile
,
ripreso
dalla
febbre
dopo
ventiquattr
'
ore
di
apiressia
perfetta
.
Anche
altre
lagrime
,
altre
crucciose
lagrime
per
le
accuse
ch
'
erano
state
sparse
fra
i
discepoli
e
gli
amici
di
Piero
e
non
da
tutti
respinte
.
Ella
n
'
era
informata
da
Noemi
.
Le
accuse
che
riguardavano
presunti
amori
di
Piero
a
Jenne
non
eran
credute
,
ma
era
invece
creduto
da
molti
ch
'
egli
avesse
in
Roma
relazioni
segrete
con
una
signora
maritata
della
quale
però
nessuno
sapeva
il
nome
.
Che
fossero
relazioni
tanto
colpevoli
quanto
dicevano
i
calunniatori
non
si
credeva
.
I
più
fedeli
non
credevano
neppure
a
un
legame
ideale
;
ma
erano
pochi
.
Una
volta
Noemi
,
nel
riferire
a
Jeanne
certe
defezioni
,
certe
freddezze
,
ruppe
improvvisamente
in
pianto
.
Jeanne
fremette
,
si
rabbuiò
;
vide
allora
negli
occhi
dell
'
amica
uno
sgomento
tanto
supplice
che
,
trapassando
dalla
collera
gelosa
a
un
impeto
di
affetti
senza
nome
,
le
aperse
le
braccia
,
se
la
strinse
al
seno
.
Questo
era
successo
il
venerdì
sera
,
la
sera
in
cui
spiravano
i
tre
giorni
concessi
a
Maironi
per
allontanarsi
da
Roma
.
Verso
il
mezzogiorno
di
sabato
Jeanne
ricevette
un
biglietto
dell
'
Albacina
.
La
signora
del
sottosegretario
di
Stato
aspettava
Jeanne
in
casa
sua
,
alle
due
.
Fu
per
questo
invito
ch
'
ella
uscì
in
carrozza
poco
prima
delle
due
,
non
curando
le
proteste
di
Carlino
.
Appena
la
carrozza
partì
,
Jeanne
rialzò
il
velo
,
tolse
il
biglietto
dal
manicotto
e
chinatovi
su
il
bel
viso
pallido
,
lo
fissò
non
già
leggendo
,
non
già
scrutando
il
senso
molto
piano
e
semplice
delle
parole
,
ma
pensando
che
avesse
a
dirle
l
'
Albacina
,
immaginando
ogni
cosa
possibile
.
Si
era
deciso
di
lasciare
Maironi
in
pace
?
O
la
Questura
ne
aveva
scoperto
la
dimora
e
s
'
intendeva
procedere
all
'
arresto
?
"
Certo
sarà
il
peggio
!
"
si
disse
Jeanne
.
"
Ah
,
Dio
!
"
E
dimentica
un
momento
di
sé
,
si
levò
il
manicotto
al
viso
,
vi
premette
la
fronte
.
Ah
forse
no
,
forse
no
!
Rialzato
rapidamente
il
capo
,
guardò
fuori
,
se
qualcuno
l
'
avesse
veduta
.
La
carrozza
correva
veloce
,
silenziosa
sulle
ruote
di
gomma
.
Ella
tornò
alle
sue
congetture
,
vi
si
perdette
a
segno
di
non
avvedersi
che
la
carrozza
si
era
fermata
se
non
quando
il
cameriere
aperse
lo
sportello
.
Discese
.
L
'
Albacina
le
venne
incontro
sulle
scale
,
pronta
per
uscire
.
Jeanne
doveva
ripartire
con
lei
,
subito
.
Subito
?
E
dove
andare
?
Sì
,
subito
,
subito
,
con
la
carrozza
di
Jeanne
,
perché
l
'
Albacina
non
poteva
in
quel
momento
disporre
della
propria
.
E
l
'
Albacina
stesse
diede
l
'
indirizzo
al
cameriere
di
Jeanne
,
un
indirizzo
ignoto
a
Jeanne
,
molto
lontano
.
Si
sarebbe
spiegata
in
viaggio
.
E
la
carrozza
riprese
la
corsa
veloce
,
silenziosa
sulle
ruote
di
gomma
.
Ah
,
l
'
Albacina
aveva
dimenticate
le
carte
di
visita
!
Fece
fermare
ma
poi
guardò
l
'
orologio
,
vide
che
si
perdeva
troppo
tempo
;
avanti
!
Jeanne
ne
fremeva
d
'
impazienza
.
Dunque
,
dunque
?
Dove
si
va
?
Ecco
,
si
va
dal
cardinale
...
Jeanne
trasalì
.
Dal
cardinale
...
?
Il
cardinale
aveva
fama
d
'
intransigente
fra
i
più
fieri
.
L
'
Albacina
lo
doveva
assolutamente
vedere
e
un
quarto
d
'
ora
più
tardi
non
lo
avrebbe
più
trovato
in
casa
.
Ah
che
complicazione
di
cose
!
Ella
non
poteva
spiegare
tutto
in
poche
parole
.
Lo
scopo
della
visita
,
s
'
intende
,
era
sempre
quello
per
il
quale
donna
Rosetta
Albacina
lavorava
da
tre
giorni
con
il
confessato
interesse
alle
idee
e
alla
persona
del
Santo
di
Jenne
,
e
il
non
confessato
piacere
di
condurre
un
intrigo
difficile
senza
dissapori
con
la
propria
coscienza
.
Ella
si
era
incapricciata
di
Jeanne
a
Vena
di
Fonte
Alta
,
nulla
sapendo
del
suo
passato
.
E
nulla
ne
sapeva
ora
.
La
sospettava
innamorata
del
Santo
ma
supponeva
un
amore
mistico
,
nato
all
'
udirlo
parlare
nella
catacomba
di
via
della
Vite
.
Si
teneva
certa
ch
'
ell
'
avesse
avuto
parte
nella
scomparsa
di
lui
da
villa
Mayda
,
che
conoscesse
il
suo
nascondiglio
e
non
volesse
dirlo
per
aver
promesso
il
segreto
agli
amici
.
Perché
Jeanne
,
fidandosi
poco
della
signora
che
le
pareva
leggera
e
della
quale
non
poteva
dimenticare
ch
'
era
moglie
di
un
nemico
potente
,
le
aveva
ripetutamente
negato
di
saperlo
.
Questa
scarsa
fiducia
di
Jeanne
la
offendeva
un
poco
perché
in
fondo
,
lei
,
donna
Rosetta
,
moglie
di
un
'
Eccellenza
,
arrischiava
molto
più
;
ma
insomma
il
suo
amor
proprio
era
oramai
impegnato
nel
giuoco
la
cui
posta
era
la
permanenza
libera
del
Santo
di
Jenne
in
Roma
,
ed
ella
era
ferma
di
tirare
avanti
la
partita
.
Una
gran
complicazione
di
cose
,
dunque
.
Intanto
,
almeno
fino
a
venerdì
sera
,
la
Questura
non
aveva
ancora
scoperto
l
'
asilo
del
Santo
.
Riteneva
che
fosse
in
Roma
,
questo
sì
.
Qui
donna
Rosetta
fece
una
pausa
,
sperando
che
Jeanne
dicesse
qualche
cosa
.
Niente
.
Ammise
,
riprendendo
il
discorso
,
che
suo
marito
potesse
sospettare
i
maneggi
ch
'
ella
gli
nascondeva
,
non
essere
interamente
sincero
con
lei
.
Questo
non
era
però
verisimile
.
Quando
suo
marito
non
parlava
sincero
,
donna
Rosetta
lo
capiva
in
aria
.
Capiva
pure
gli
altri
,
del
resto
.
Quanto
a
suo
marito
,
donna
Rosetta
s
'
ingannava
.
A
Palazzo
Braschi
si
sapeva
fino
da
mercoledì
sera
dove
trovare
Maironi
,
e
non
lo
si
voleva
dire
,
e
il
sottosegretario
di
Stato
si
fidava
di
sua
moglie
meno
ancora
che
se
ne
fidasse
Jeanne
.
Ma
le
novità
grosse
erano
le
vaticane
.
Avevano
raccontato
al
Papa
i
fatti
di
via
della
Marmorata
e
Sua
Santità
era
irritatissima
contro
il
Governo
perché
le
si
era
fatto
credere
che
il
Governo
fosse
strumento
,
in
questo
affare
,
degli
odiiche
massonici
contro
un
uomo
gradito
al
Papa
.
Intorno
al
Papa
gli
animi
erano
divisi
.
Gl
'
intransigenti
più
fanatici
,
contrarii
al
cardinale
segretario
di
Stato
,
caldeggiavano
la
nomina
sgradita
al
Quirinale
per
la
sede
arcivescovile
di
Torino
e
disapprovavano
gl
'
intrighi
segreti
col
Governo
italiano
.
Secondo
il
loro
capo
,
l
'
Eminentissimo
che
donna
Rosetta
si
proponeva
ora
di
visitare
,
altri
mezzi
dovevano
adoperarsi
per
sottrarre
il
Santo
Padre
alla
influenza
pestifera
di
un
razionalista
inverniciato
di
misticismo
.
Queste
cose
l
'
Albacina
le
sapeva
dall
'
abate
Marinier
che
veniva
a
sorriderne
argutamente
nel
suo
salotto
.
Bisognava
sentire
quanto
veleno
di
accuse
,
con
quali
arti
,
si
seminava
dagl
'
intransigenti
,
tutti
d
'
accordo
in
questo
,
contro
quel
povero
diavolo
di
razionalista
mistico
del
quale
l
'
abate
sorrideva
non
meno
che
de
'
suoi
nemici
!
C
'
erano
novità
anche
al
ministero
dell
'
Interno
.
Quali
novità
?
Donna
Rosetta
stava
per
rispondere
quando
la
carrozza
si
fermò
davanti
a
un
grande
convento
.
Il
cardinale
alloggiava
lì
.
Donna
Rosetta
discese
sola
.
Dal
cardinale
la
presenza
di
Jeanne
non
occorreva
,
sarebbe
anzi
stata
inopportuna
.
Occorreva
in
altro
luogo
.
Jeanne
attese
in
carrozza
,
crucciata
di
non
sapere
ancora
,
dopo
tante
chiacchiere
,
il
perché
di
quella
visita
.
Passarono
cinque
,
dieci
minuti
.
Jeanne
si
rizzò
sulla
persona
,
dall
'
angolo
dove
si
era
raccolta
nei
suoi
pensieri
,
a
guardar
l
'
entrata
del
convento
,
se
donna
Rosetta
ricomparisse
.
Radi
viandanti
passavano
lenti
per
la
via
silenziosa
,
guardavano
nella
carrozza
.
A
Jeanne
pareva
offensivo
che
vi
fosse
della
gente
tanto
tranquilla
.
Ah
Dio
,
e
lui
,
e
lui
?
Il
medico
le
aveva
promesso
un
bollettino
al
Grand
Hôtel
per
le
sette
.
Non
erano
ancora
le
tre
.
Più
di
quattr
'
ore
di
attesa
.
E
cosa
direbbe
il
bollettino
?
Tante
corse
,
tante
pratiche
,
tanti
maneggi
,
tante
cose
,
e
poi
?
Dio
Dio
,
e
poi
?
Si
morse
le
labbra
,
si
soffocò
un
singhiozzo
in
gola
.
Ah
,
ecco
donna
Rosetta
,
finalmente
.
Il
cameriere
apre
lo
sportello
,
ella
gli
ordina
:
"
Palazzo
Braschi
!
"
E
sale
in
carrozza
,
si
getta
un
libriccino
ai
piedi
,
si
strofina
a
furia
le
labbra
,
invece
di
parlare
,
col
fazzoletto
profumato
,
dice
fremendo
che
ha
dovuto
baciar
la
mano
al
cardinale
e
ch
'
era
tanto
poco
pulita
.
Però
la
visita
è
andata
bene
.
Ah
se
suo
marito
sapesse
!
Ell
'
aveva
fatto
una
parte
veramente
orribile
.
Il
cardinale
era
quello
famoso
che
si
era
incontrato
una
volta
con
Giovanni
Selva
nella
biblioteca
del
monastero
di
Santa
Scolastica
a
Subiaco
,
e
lo
aveva
assalito
chiamandolo
profanatore
delle
mure
sacre
,
promettendogli
che
sarebbe
andato
all
'
inferno
e
più
giù
.
Donna
Rosetta
aveva
soffiato
nel
suo
fuoco
per
mandare
a
monte
l
'
accordo
segreto
fra
Vaticano
e
palazzo
Braschi
,
era
andata
a
raccontargli
che
la
haute
religiosa
di
Torino
voleva
l
'
uomo
scelto
dal
Vaticano
e
sgradito
al
Quirinale
.
Quel
diavolo
di
cardinale
,
conosciuto
da
lei
nel
salotto
di
un
prelato
francese
,
aveva
sulle
prime
risposto
solamente
,
col
suo
accento
né
francese
né
italiano
:
"
C
'
est
vous
qui
me
dites
ça
?
C
'
est
vous
qui
me
dites
ça
?
"
Infatti
donna
Rosetta
aveva
risposto
ridendo
:
"
Oh
c
'
est
énorme
,
je
le
sais
!
"
Era
un
discorso
che
poteva
costare
l
'
Eccellenza
a
suo
marito
.
Ma
poi
l
'
Eminentissimo
le
aveva
quasi
promesso
che
i
voti
della
haute
di
Torino
parrebbero
stati
soddisfatti
:
"
Ce
sera
lui
,
ce
sera
lui
!
"
Finalmente
le
aveva
detto
:
"
Comment
donc
,
madame
,
avez
-
vous
épousé
un
franc
-
maçon
?
Un
des
pires
,
aussi
!
Un
des
pires
!
Faites
lui
lire
cela
!
"
E
le
aveva
dato
un
libretto
sulle
dottrine
infernali
e
la
dannazione
inevitabile
dei
framassoni
.
Era
il
libretto
che
l
'
Albacina
si
era
gettato
ai
piedi
salendo
in
carrozza
.
"
Figuriamoci
"
diss
'
ella
"
se
mio
marito
legge
questa
roba
!
"
Ma
che
ne
importava
a
Jeanne
?
Jeanne
era
impaziente
di
conoscere
le
novità
del
ministero
dell
'
Interno
.
E
ora
da
chi
si
andava
,
al
ministero
dell
'
Interno
?
Dal
ministro
o
dal
sottosegretario
di
Stato
?
Si
andava
dal
sottosegretario
di
Stato
,
dal
marito
di
donna
Rosetta
.
Donna
Rosetta
aveva
taciuto
fino
a
quel
momento
il
proposito
e
l
'
oggetto
di
questa
visita
per
non
lasciare
a
Jeanne
il
tempo
di
schermirsi
né
di
prepararsi
troppo
.
L
'
on
.
Albacina
sapeva
dell
'
amicizia
di
sua
moglie
per
la
signora
Dessalle
e
dell
'
amicizia
della
signora
Dessalle
per
i
Selva
,
tanto
legati
,
alla
loro
volta
,
a
Maironi
.
Egli
aveva
detto
a
sua
moglie
di
voler
parlare
direttamente
a
questa
signora
,
per
fini
suoi
che
intendeva
tacere
.
L
'
avrebbe
aspettata
al
ministero
dopo
le
tre
.
Ce
la
poteva
portare
lei
,
sua
moglie
;
ma
senz
'
assistere
al
colloquio
.
Il
movimento
primo
di
Jeanne
fu
un
'
esclamazione
di
rifiuto
.
Donna
Rosetta
la
persuase
facilmente
a
mutar
consiglio
.
Ella
non
poteva
dire
che
progetti
avesse
in
testa
suo
marito
,
non
lo
sapeva
;
ma
secondo
lei
sarebbe
stata
follia
di
non
andare
,
di
non
udire
,
poiché
non
ci
poteva
essere
pericolo
,
da
parte
di
Jeanne
,
d
'
impegnarsi
a
niente
.
Jeanne
si
arrese
,
benché
il
silenzio
serbato
dall
'
Albacina
fino
all
'
ultimo
in
cosa
di
tanto
momento
,
la
facesse
trepidare
come
un
infermo
cui
si
annunci
,
dopo
molti
discorsi
scherzosi
,
la
visita
di
un
chirurgo
celebre
che
verrà
per
dargli
un
'
occhiata
e
non
più
.
"
Non
Le
direi
di
andar
sola
"
conchiuse
sorridendo
l
'
Albacina
.
"
Gli
uscieri
ne
hanno
viste
tante
,
al
tempo
di
certi
ministri
e
vice
-
ministri
!
Ma
ci
vengo
io
che
al
ministero
sono
conosciuta
;
e
poi
adesso
quello
che
accadeva
una
volta
non
accade
più
.
"
L
'
on
.
Albacina
stava
presso
il
ministro
.
Un
deputato
,
chiamato
allora
allora
per
entrare
,
riconobbe
donna
Rosetta
e
le
offerse
di
annunciarla
a
suo
marito
.
Egli
non
aveva
che
due
parole
a
dire
,
sarebbe
uscito
subito
.
Infatti
dopo
cinque
minuti
l
'
on
.
deputato
uscì
insieme
ad
Albacina
che
pregò
Jeanne
di
passare
dal
ministro
con
lui
.
Le
due
signore
non
si
attendevano
a
ciò
,
donna
Rosetta
domandò
a
suo
marito
se
non
fosse
lui
che
voleva
parlare
a
Jeanne
.
Sua
Eccellenza
non
si
smarrì
per
così
poco
,
congedò
sua
moglie
con
modi
molto
sommarî
e
portò
,
di
sorpresa
,
la
Dessalle
dal
ministro
.
La
presentò
al
superiore
,
imbarazzata
,
quasi
offesa
.
Il
ministro
l
'
accolse
colla
più
rispettosa
cortesia
,
da
uomo
austero
solito
a
onorare
la
donna
tenendosene
a
distanza
.
Egli
aveva
conosciuto
il
banchiere
Dessalle
,
padre
di
Jeanne
,
e
le
ne
parlò
subito
:
"
Un
uomo
"
disse
"
che
aveva
molto
oro
nei
suoi
forzieri
ma
il
più
puro
nella
sua
coscienza
!
"
Soggiunse
che
questa
memoria
lo
aveva
incoraggiato
ad
abboccarsi
con
lei
per
una
faccenda
delicatissima
.
Proferite
ch
'
egli
ebbe
queste
parole
,
anzi
mentre
le
diceva
,
Jeanne
sentì
con
certezza
che
quell
'
uomo
sapeva
il
passato
.
Ella
non
poté
a
meno
,
di
guardare
alla
sfuggita
il
sottosegretario
.
Gli
lesse
negli
occhi
la
stessa
scienza
;
ma
lo
sguardo
del
sottosegretario
la
turbava
e
la
irritava
;
quello
del
ministro
,
invece
,
le
apriva
un
'
anima
paterna
.
Il
ministro
entrò
in
argomento
parlando
di
Giovanni
Selva
del
quale
fece
ampie
lodi
.
Si
dolse
di
non
avere
con
lui
relazioni
personali
.
Disse
di
sapere
che
Jeanne
era
amica
della
famiglia
Selva
.
Egli
si
rivolgeva
a
lei
per
affidare
a
questi
suoi
amici
una
missione
importante
presso
un
'
altra
persona
.
E
parlò
di
Maironi
,
sempre
avendo
cura
d
'
interporre
i
Selva
fra
lo
stesso
Maironi
e
Jeanne
,
di
evitare
ogni
accenno
a
possibili
comunicazioni
dirette
fra
l
'
uno
e
l
'
altra
.
Jeanne
lo
ascoltava
,
divisa
fra
l
'
attenzione
alle
sue
parole
,
intensa
,
lo
studio
,
pure
intenso
,
di
preparare
una
risposta
prudente
,
misurata
,
e
il
fastidio
sdegnoso
che
le
dava
la
presenza
del
piccolo
,
mefistofelico
Albacina
.
Il
discorso
del
ministro
fu
diverso
da
quello
che
,
in
principio
,
ella
si
attendeva
;
migliore
ma
più
imbarazzante
.
Egli
le
disse
che
non
parlava
come
ministro
ma
come
amico
;
che
con
lei
non
voleva
fare
misteri
;
che
certe
ombre
non
avevano
avuto
assolutamente
corpo
;
che
né
ministri
,
né
magistrati
,
né
agenti
di
P
.
S
.
avevano
a
occuparsi
affatto
del
signor
Maironi
il
quale
era
perfettamente
libero
di
sé
e
niente
aveva
a
temere
dalla
giustizia
del
suo
paese
,
fattasi
persuasa
della
inanità
di
certe
accuse
mossegli
per
odio
religioso
;
ch
'
egli
aveva
molta
simpatia
per
le
idee
religiose
del
signor
Maironi
e
anche
molta
stima
per
i
suoi
propositi
di
apostolato
,
ma
che
il
signor
Selva
doveva
persuaderlo
della
opportunità
di
allontanarsi
,
almeno
per
qualche
tempo
,
nell
'
interesse
del
suo
stesso
apostolato
,
da
Roma
dove
gli
si
faceva
dai
suoi
nemici
religiosi
una
guerra
tale
,
a
colpi
di
calunnie
,
ch
'
egli
era
per
rimanere
ben
presto
,
inevitabilmente
,
senza
discepoli
.
Qui
il
ministro
,
anche
credendo
fare
cosa
gradita
a
Jeanne
,
affermò
la
propria
religiosità
;
abbaglio
tragico
,
pensò
lei
amaramente
.
Egli
sperava
che
in
un
prossimo
avvenire
il
signor
Maironi
potesse
esercitare
liberamente
la
propria
influenza
in
luogo
altissimo
;
vi
erano
molti
segni
di
una
prossima
trasformazione
di
quel
tale
ambiente
,
di
una
prossima
disgrazia
degl
'
intransigenti
;
ma
per
ora
gli
era
opportuno
di
eclissarsi
.
Questo
era
il
consiglio
amichevole
ma
pressante
che
si
desiderava
di
fargli
pervenire
per
mezzo
del
suo
illustre
amico
.
Accettava
la
signora
Dessalle
di
parlare
all
'
illustre
amico
?
Jeanne
trepidava
.
Era
da
fidarsi
?
Era
da
dir
cose
che
forse
coloro
non
sapevano
e
cercavano
sapere
da
lei
?
Guardò
involontariamente
il
sottosegretario
e
gli
occhi
suoi
parlarono
così
chiaro
ch
'
egli
non
poté
a
meno
di
pigliare
una
risoluzione
.
"
Signora
"
disse
col
suo
abituale
sorriso
sarcastico
,
"
vedo
che
Lei
non
mi
desidera
.
La
mia
presenza
non
è
necessaria
e
me
ne
vado
per
ossequio
al
Suo
desiderio
:
desiderio
giusto
e
che
si
capisce
.
"
Jeanne
arrossì
ed
egli
se
ne
accorse
,
si
compiacque
di
averla
ferita
con
la
coperta
allusione
che
si
conteneva
nelle
sue
ultime
parole
e
più
ancora
nel
sorriso
maligno
.
"
Però
"
soggiunse
collo
stesso
sorriso
"
non
me
ne
andrò
senz
'
affermarle
,
sulla
mia
parola
,
che
mia
moglie
Le
è
un
'
amica
fedelissima
,
che
non
mi
ha
mai
tenuto
sul
Suo
conto
un
solo
discorso
indiscreto
;
come
,
sullo
stesso
argomento
,
non
ne
ho
mai
tenuto
io
a
mia
moglie
.
"
Vendicatosi
così
,
l
'
omino
se
ne
andò
,
lasciando
Jeanne
agitatissima
.
Dio
,
intendevano
proprio
che
avesse
a
parlare
lei
,
a
Piero
?
Supponevano
che
lo
vedesse
,
pensavano
essi
pure
che
la
santità
di
Piero
fosse
mentita
?
Si
ricompose
con
uno
sforzo
supremo
,
cercò
aiuto
nello
sguardo
grave
,
mesto
,
rispettoso
del
ministro
.
"
Parlerò
al
signor
Giovanni
"
diss
'
ella
.
"
Credo
però
"
soggiunse
esitando
"
che
il
signor
Maironi
sia
ammalato
,
che
non
possa
viaggiare
.
"
Nel
nominare
Maironi
le
salirono
le
vampe
al
viso
.
Ella
le
sentì
assai
più
che
non
si
vedessero
.
Però
il
ministro
se
ne
avvide
e
venne
in
suo
soccorso
.
"
Forse
,
signora
"
diss
'
egli
"
Ella
dubita
di
compromettere
i
Suoi
amici
Selva
.
Non
abbia
questo
dubbio
.
Prima
Le
ripeto
che
il
signor
Maironi
non
ha
niente
a
temere
da
nessuno
e
poi
aggiungo
che
noi
sappiamo
tutto
.
Sappiamo
ch
'
è
in
Roma
,
che
sta
,
per
poche
ore
ancora
,
presso
un
senatore
del
Regno
,
in
via
della
Polveriera
.
Sappiamo
pure
ch
'
è
ammalato
ma
ch
'
è
in
grado
di
viaggiare
;
anzi
Lei
può
dire
al
signor
Selva
che
io
gli
farò
avere
,
se
vuole
,
dal
mio
collega
dei
Lavori
Pubblici
un
coupé
riservato
.
"
Jeanne
,
tremante
,
fu
per
interromperlo
,
per
esclamare
:
poche
ore
ancora
?
Si
contenne
appena
e
prese
congedo
per
correre
al
Senato
,
sapere
.
"
Forse
il
signor
Selva
lo
ignora
"
disse
il
ministro
,
accompagnandola
verso
l
'
uscio
"
ma
il
senatore
aspetta
non
so
quali
parenti
e
non
potrà
più
alloggiare
il
signor
Maironi
.
Gli
rincresce
.
Gran
brav
'
uomo
!
Siamo
vecchi
amici
.
"
Jeanne
tremava
di
avere
intravveduta
la
verità
.
A
palazzo
Braschi
che
il
senatore
congedasse
Piero
;
un
'
altra
spinta
per
allontanarlo
da
Roma
!
Ma
possibile
che
il
senatore
si
fosse
lasciato
persuadere
?
Congedare
un
infermo
in
quello
stato
?
Salì
nel
suo
coupé
,
si
fece
portare
a
palazzo
Madama
,
chiese
del
senatore
.
Non
c
'
era
.
L
'
usciere
che
le
rispose
così
le
parve
un
po
'
imbarazzato
.
Aveva
una
consegna
?
Non
osò
insistere
,
lasciò
una
carta
colla
preghiera
di
passare
dal
Grand
Hôtel
prima
di
pranzo
.
Ella
stessa
partì
per
il
Grand
Hôtel
fremendo
,
e
gemendo
insieme
nel
suo
cuore
,
battendo
colla
punta
del
piede
il
libretto
contro
la
Massoneria
,
dimenticato
da
donna
Rosetta
.
Avrebbe
voluto
che
i
due
sauri
volassero
.
Erano
le
quattro
e
tre
quarti
e
il
suo
dovere
quotidiano
era
di
preparare
la
medicina
per
Carlino
alle
quattro
e
mezza
.
II
.
Mezz
'
ora
prima
ch
'
ella
fosse
di
ritorno
al
Grand
Hôtel
,
vi
capitarono
Giovanni
e
Maria
Selva
.
In
pari
tempo
vi
capitò
il
giovane
Leynì
che
veniva
egli
pure
a
domandare
della
signora
Dessalle
e
parve
soddisfatto
dell
'
incontro
,
però
senza
letizia
.
Udito
che
la
signora
Dessalle
era
fuori
,
i
tre
visitatori
chiesero
di
aspettarla
nella
sala
di
conversazione
.
I
Selva
parevano
ancor
più
tristi
che
di
Leynì
.
Dopo
un
breve
silenzio
,
Maria
osservò
ch
'
erano
le
quattro
e
un
quarto
e
che
Jeanne
non
avrebbe
potuto
tardar
molto
perché
alle
quattro
e
mezzo
,
ogni
giorno
,
aveva
un
impegno
presso
suo
fratello
.
Di
Leynì
pregò
di
venirle
presentato
,
quando
arrivasse
.
Aveva
un
messaggio
per
lei
che
non
conosceva
;
un
messaggio
,
del
resto
,
che
riguardava
pure
gli
amici
di
Benedetto
,
quindi
anche
i
Selva
.
Maria
trasalì
.
"
Un
messaggio
di
lui
?
"
diss
'
ella
,
impetuosa
.
"
Un
messaggio
di
Benedetto
?
"
Di
Leynì
la
guardò
,
sorpreso
di
quell
'
impeto
,
e
tardò
un
poco
a
rispondere
.
No
,
non
era
di
Benedetto
ma
lo
riguardava
.
Poiché
la
signora
Dessalle
poteva
sopraggiungere
di
momento
in
momento
e
si
trattava
di
cosa
non
tanto
breve
,
non
tanto
semplice
,
gli
pareva
opportuno
di
non
cominciare
a
parlarne
prima
del
suo
arrivo
.
Domandò
poi
ingenuamente
come
mai
avesse
preso
interesse
alla
sorte
di
Benedetto
questa
signora
Dessalle
che
non
si
era
veduta
mai
alle
riunioni
di
via
della
Vite
,
e
della
quale
non
aveva
mai
udito
il
nome
.
"
Ma
Lei
"
disse
Maria
"
perché
crede
che
ci
abbia
interesse
?
"
"
Eh
"
rispose
di
Leynì
"
ho
un
messaggio
per
lei
,
che
riguarda
lui
,
capirà
!
"
Di
Leynì
,
devoto
a
Benedetto
di
una
devozione
senza
confini
,
non
aveva
mai
creduto
alle
voci
calunniose
sparse
sul
suo
conto
,
le
aveva
respinte
sempre
con
appassionato
sdegno
.
Non
ammetteva
del
suo
maestro
né
amori
colpevoli
né
amori
ideali
.
Nel
fare
quella
domanda
non
gli
era
potuto
passare
per
la
mente
che
fra
la
Dessalle
e
Benedetto
vi
fosse
una
relazione
non
confessabile
.
Giovanni
troncò
il
discorso
dicendo
che
la
Dessalle
avrebbe
anche
potuto
tardare
molto
e
che
intanto
di
Leynì
parlasse
.
Di
Leynì
parlò
.
Egli
aveva
visitato
Benedetto
.
Arrivando
in
via
della
Polveriera
da
San
Pietro
in
Vincoli
,
aveva
riconosciuto
due
guardie
travestite
che
passeggiavano
.
Poteva
essersi
ingannato
oppure
anche
poteva
essere
stato
un
caso
.
Però
era
cosa
da
farne
menzione
.
Il
senatore
lo
aveva
fatto
pregare
,
appena
entrato
in
casa
,
di
passare
nel
suo
studio
.
Là
,
parlando
con
molta
cortesia
ma
con
un
manifesto
imbarazzo
,
gli
aveva
detto
ch
'
era
lieto
di
vedere
,
proprio
in
quel
momento
,
un
amico
del
suo
caro
ospite
;
che
Benedetto
era
fortunatamente
senza
febbre
e
,
secondo
lui
,
avviato
alla
guarigione
;
che
un
telegramma
lo
avvertiva
dell
'
arrivo
imminente
di
una
sua
vecchia
sorella
;
ch
'
egli
aveva
una
sola
camera
da
letto
,
nel
suo
alloggio
,
oltre
alla
propria
e
a
quella
della
fantesca
;
che
gli
era
impossibile
di
mandare
sua
sorella
all
'
albergo
e
anche
impossibile
oramai
di
telegrafarle
che
ritardasse
la
sua
venuta
perché
era
già
in
viaggio
;
quindi
...
Il
senatore
aveva
lasciato
a
di
Leynì
la
cura
di
venire
alla
conclusione
.
Di
Leynì
ch
'
era
con
altri
pochi
fedeli
nel
segreto
delle
trame
contro
Benedetto
,
era
rimasto
sbalordito
.
Cosa
rispondere
?
Che
il
senatore
era
solo
padrone
in
casa
sua
?
Era
forse
l
'
unica
risposta
possibile
.
Di
Leynì
aveva
osato
esprimere
riguardosamente
il
dubbio
che
un
trasloco
riescisse
fatale
all
'
ammalato
.
Il
senatore
si
teneva
certo
del
contrario
.
Credeva
che
un
cambiamento
di
aria
gli
sarebbe
utilissimo
.
Non
aveva
ancora
potuto
parlare
al
medico
ma
non
ne
dubitava
.
Suggeriva
Sorrento
.
Siccome
di
Leynì
né
sapeva
più
che
dire
né
si
muoveva
,
il
senatore
lo
aveva
congedato
pregandolo
di
recarsi
in
nome
suo
al
Gran
Hôtel
dalla
signora
Dessalle
,
per
le
istanze
della
quale
egli
aveva
ospitato
Benedetto
,
e
di
invitarla
a
voler
provvedere
perché
sua
sorella
sarebbe
arrivata
la
sera
stessa
,
prima
delle
undici
.
Di
Leynì
si
era
poi
recato
da
Benedetto
.
Dio
,
in
quali
condizioni
lo
aveva
trovato
!
Senza
febbre
,
sì
,
forse
;
ma
con
l
'
aspetto
e
la
guardatura
di
un
moribondo
.
Il
giovine
aveva
le
lagrime
agli
occhi
nel
parlarne
.
Benedetto
non
sapeva
di
dover
partire
.
Gliene
aveva
parlato
lui
come
di
una
cosa
non
sicura
ma
possibile
.
Benedetto
lo
aveva
guardato
in
silenzio
per
leggergli
nell
'
animo
,
e
poi
gli
aveva
detto
sorridendo
:
devo
andar
in
prigione
?
Allora
di
Leynì
si
era
pentito
di
non
aver
aperto
subito
a
un
uomo
tanto
forte
e
sereno
in
Dio
tutta
la
verità
e
gli
aveva
riferito
per
intero
il
discorso
del
senatore
.
"
Egli
mi
prese
"
disse
il
giovine
con
voce
rotta
dalla
commozione
"
la
mano
e
tenendomela
e
accarezzandomela
pronunciò
queste
parole
precise
:
"
Da
Roma
non
parto
.
Vuoi
che
venga
a
morire
da
te
?
"
Io
mi
turbai
tanto
che
non
ebbi
la
forza
di
rispondergli
,
perché
poi
non
so
nemmeno
se
il
pericolo
dell
'
arresto
non
ci
sia
veramente
,
se
l
'
atto
incredibile
del
senatore
non
sia
appunto
un
pretesto
per
evitare
che
glielo
arrestino
in
casa
e
come
si
potrebbe
portarlo
in
un
altro
asilo
sfuggendo
alle
guardie
.
Lo
abbracciai
,
borbottai
qualche
parola
senza
senso
e
corsi
via
,
corsi
qua
per
parlare
a
questa
signora
Dessalle
.
Potrebbe
forse
venir
lei
dal
senatore
e
persuaderlo
.
"
I
Selva
avevano
spesso
interrotto
di
Leynì
con
esclamazioni
di
sorpresa
e
di
sdegno
.
Finito
ch
'
egli
ebbe
il
suo
racconto
,
tacquero
,
sbalorditi
.
Prima
a
interrompere
il
silenzio
fu
la
signora
Maria
.
"
Questa
Jeanne
che
non
viene
!
"
diss
'
ella
,
piano
.
Fece
un
segno
impercettibile
a
suo
marito
e
gli
propose
di
andare
insieme
a
vedere
se
fosse
rientrata
e
non
l
'
avessero
avvertita
.
Nell
'
attraversare
il
jardin
d
'
hiver
gli
disse
che
le
pareva
necessario
di
far
sapere
a
di
Leynì
chi
fosse
veramente
la
signora
Dessalle
.
Jeanne
non
era
rientrata
.
Giovanni
prese
a
parte
il
giovine
,
gli
parlò
sotto
voce
.
Maria
,
che
lo
guardava
,
lo
vide
trasalire
,
spalancare
gli
occhi
,
impallidire
;
quindi
parlare
alla
sua
volta
,
domandare
qualche
cosa
.
Jeanne
Dessalle
entrò
frettolosa
,
sorridente
.
Il
portiere
le
aveva
consegnato
un
biglietto
del
medico
.
Diceva
:
"
Non
credo
di
poterci
ritornare
.
Stamane
era
sfebbrato
.
Speriamo
che
l
'
accesso
non
si
rinnovi
.
"
Jeanne
notò
subito
che
non
vi
si
parlava
di
portare
l
'
ammalato
altrove
.
Ell
'
abbracciò
la
signora
,
stese
la
mano
a
Selva
che
le
presentò
di
Leynì
.
Ella
si
scusò
poi
con
tutti
di
doverli
lasciare
per
cinque
minuti
.
Suo
fratello
l
'
aspettava
.
Uscita
che
fu
promettendo
di
ritornare
subito
,
di
Leynì
si
affrettò
ad
appartarsi
ancora
con
Selva
.
Maria
gli
vide
ricomparire
in
viso
l
'
ansia
di
prima
,
vide
che
faceva
molte
domande
e
che
alle
risposte
di
suo
marito
si
andava
ricomponendo
.
Vide
finalmente
suo
marito
posargli
le
mani
sulle
spalle
,
dirgli
qualche
cosa
ch
'
ella
indovinò
,
una
segreta
cosa
,
ancora
non
conosciuta
da
Jeanne
;
vide
negli
occhi
del
giovine
una
commozione
,
una
riverenza
profonda
.
Un
cameriere
entrò
a
dire
che
la
signora
Dessalle
aspettava
i
signori
nel
suo
alloggio
.
Vi
era
molto
movimento
nell
'
albergo
.
Sussurri
di
strascichi
e
sordi
tocchi
di
passi
si
confondevano
sui
tappeti
dei
corridoi
,
sommesse
voci
straniere
,
gaie
,
crucciose
,
lusinghiere
,
indifferenti
,
andavano
e
venivano
,
agli
ascensori
si
faceva
ressa
.
Ciascuno
della
piccola
comitiva
silenziosa
aveva
in
cuore
lo
stesso
senso
amaro
di
quella
mondanità
indifferente
.
Jeanne
era
nel
suo
salotto
,
attiguo
alla
camera
di
Carlino
che
vi
stava
accompagnando
al
piano
il
violoncello
di
Chieco
.
Ella
venne
incontro
ai
suoi
amici
con
un
sorriso
che
insieme
alla
musica
,
un
'
antica
musica
italiana
semplice
e
serena
,
strinse
loro
il
cuore
.
Parve
un
po
'
sorpresa
di
vedere
di
Leynì
,
del
quale
non
attendeva
la
visita
.
Li
aveva
fatti
salire
per
parlare
più
libera
;
disse
invece
che
aveva
pensato
di
offrir
loro
un
concerto
di
Chieco
,
il
quale
però
non
voleva
che
si
aprisse
l
'
uscio
.
Del
resto
si
udiva
egualmente
abbastanza
bene
.
Giovanni
l
'
avvertì
subito
che
il
cavaliere
di
Leynì
aveva
un
messaggio
per
lei
del
senatore
.
"
Mentre
Loro
parlano
"
diss
'
egli
"
noi
ascolteremo
la
musica
.
"
E
si
scostò
con
sua
moglie
da
Jeanne
ch
'
era
diventata
pallida
e
nascondeva
male
malgrado
estremi
sforzi
l
'
angosciosa
impazienza
di
udire
questo
messaggio
.
Seduto
presso
a
lei
,
di
Leynì
cominciò
a
parlarle
sottovoce
.
Il
violoncello
e
il
piano
scherzavano
insieme
sopra
un
tema
pastorale
,
pieno
d
'
ingenua
tenerezza
ilare
e
di
carezze
.
Maria
non
poté
a
meno
di
mormorare
:
"
Dio
,
poveretta
!
"
E
suo
marito
non
poté
a
meno
di
seguire
sul
viso
di
Jeanne
,
al
suono
della
tenera
musica
ilare
,
le
parole
affliggenti
del
suo
interlocutore
.
Osservava
pure
il
viso
del
giovine
,
il
quale
,
parlando
alla
signora
,
guardava
spesso
lui
come
per
significar
pena
e
attingere
consiglio
.
Jeanne
lo
ascoltava
con
gli
occhi
fissi
a
terra
.
Quando
egli
ebbe
finito
,
li
alzò
ai
Selva
,
i
grandi
occhi
pietosamente
addolorati
;
guardò
l
'
una
,
guardò
l
'
altro
,
dicendo
muta
,
involontariamente
:
"
voi
sapete
?
"
Gli
occhi
tristi
dell
'
uno
e
dell
'
altra
le
risposero
:
sì
,
sappiamo
.
La
musica
ebbe
uno
scoppio
sonoro
di
gioia
.
Maria
ne
approfittò
per
mormorare
al
marito
:
"
Le
avrà
riferito
anche
il
discorso
del
voler
morire
a
Roma
?
"
Il
marito
rispose
che
sarebbe
stato
meglio
,
che
lo
sperava
.
Jeanne
pose
gli
occhi
all
'
uscio
onde
veniva
il
fragore
della
musica
,
attese
un
poco
e
poi
accennò
ai
Selva
di
avvicinarsi
,
disse
con
voce
tranquilla
che
il
senatore
avrebbe
dovuto
far
avvertire
loro
,
che
non
sapeva
perché
si
fosse
rivolto
a
lei
.
Vedessero
loro
,
adesso
,
che
fosse
a
fare
.
La
musica
tacque
,
si
udirono
Carlino
e
Chieco
discorrere
.
Di
Leynì
,
che
abitava
un
quartierino
di
scapolo
alla
salita
di
Sant
'
Onofrio
,
l
'
offerse
.
Ma
se
c
'
era
un
mandato
di
arresto
?
Se
non
si
attendeva
,
per
eseguirlo
,
che
l
'
uscita
di
Benedetto
da
quella
casa
?
Jeanne
smentì
,
pacatamente
,
la
possibilità
dell
'
arresto
.
I
Selva
la
guardavano
pieni
di
ammirazione
per
quella
calma
voluta
.
Jeanne
aveva
supposto
da
un
pezzo
ch
'
essi
sapessero
il
nome
vero
di
Benedetto
;
come
non
sarebbe
sfuggita
una
parola
a
Noemi
,
malgrado
tutti
i
divieti
?
E
un
istante
prima
,
nel
tacito
scambio
di
sguardi
dolorosi
,
i
Selva
e
lei
si
erano
intesi
.
Giovanni
e
sua
moglie
comprendevano
che
Jeanne
si
faceva
eroicamente
violenza
non
per
loro
ma
per
di
Leynì
.
E
adesso
anche
di
Leynì
,
per
le
confidenze
di
Giovanni
,
sapeva
!
Parve
loro
di
avere
quasi
commesso
un
tradimento
.
Essi
si
tennero
certi
che
se
Jeanne
diceva
di
non
credere
alla
possibilità
dell
'
arresto
doveva
averne
ragioni
da
loro
non
conosciute
.
Osservarono
che
Benedetto
avrebbe
potuto
accettare
l
'
ospitalità
loro
.
Jeanne
ricordò
pronta
che
Benedetto
stesso
aveva
espresso
un
desiderio
e
che
la
salita
di
Sant
'
Onofrio
pareva
più
adatta
di
via
Arenula
per
il
soggiorno
di
un
ammalato
bisognoso
di
pace
.
Però
,
secondo
lei
,
non
era
possibile
ammettere
che
il
trasporto
avesse
luogo
senza
un
'
espressa
licenza
del
medico
.
In
questo
si
accordarono
tutti
.
I
Selva
diedero
incarico
a
di
Leynì
di
riferire
al
senatore
che
gli
amici
di
Benedetto
avrebbero
provveduto
a
trovargli
un
altro
asilo
ma
però
a
condizione
che
il
medico
curante
autorizzasse
in
iscritto
il
suo
trasporto
.
Mentre
Giovanni
parlava
,
irruppe
dalla
stanza
vicina
un
tumultuoso
allegro
del
piano
,
tutto
singhiozzi
e
grida
.
Egli
tacque
,
non
volendo
alzar
troppo
la
voce
,
lasciò
passare
l
'
impeto
della
musica
straziante
.
E
straziante
fu
la
parola
che
gli
occhi
di
lui
e
gli
occhi
del
giovine
si
dissero
durante
quel
silenzio
delle
labbra
.
Di
Leynì
non
aveva
tempo
da
perdere
,
prese
congedo
.
Gli
spiaceva
di
andare
solo
,
avrebbe
desiderato
presentarsi
al
senatore
con
qualcuno
fra
gli
amici
di
Benedetto
che
potesse
mettergli
un
po
'
di
soggezione
,
perché
il
suo
contegno
non
si
capiva
.
Giovanni
Selva
mormorò
qualche
cosa
circa
una
vicepresidenza
del
senato
cui
quel
vecchio
aspirava
e
che
non
otterrebbe
.
Amaro
dolore
,
scoprire
miserie
tali
dove
meno
si
sarebbe
creduto
!
Maria
si
alzò
,
offerse
a
di
Leynì
di
andare
con
lui
.
"
Lei
resta
?
"
chiese
Jeanne
,
vivacemente
,
a
Giovanni
.
L
'
accento
diceva
:
Lei
deve
restare
.
Selva
rispose
che
sarebbe
rimasto
a
ogni
modo
e
l
'
espressione
della
sua
voce
,
del
suo
viso
fu
tale
da
significare
a
Jeanne
che
gli
pesavano
sul
cuore
parole
tristi
non
ancora
dette
.
Oh
,
pensò
Jeanne
,
se
adesso
Chieco
uscisse
,
se
Carlino
chiamasse
e
non
fosse
più
possibile
di
parlarsi
!
Perché
anche
lei
doveva
parlare
a
Selva
.
Gli
doveva
riferire
il
discorso
del
ministro
.
I
due
musicisti
avevano
nuovamente
smesso
di
suonare
,
discorrevano
.
Jeanne
bussò
discretamente
all
'
uscio
,
vi
soffiò
dentro
due
paroline
gaie
:
"
Bravi
!
Già
finito
?
"
"
No
,
bella
mia
"
rispose
Chieco
,
di
dentro
.
"
Accidenti
a
Voi
se
vi
seccate
!
"
E
modulò
un
fischio
infernale
,
da
forare
l
'
uscio
.
Jeanne
batté
le
mani
.
Piano
e
violoncello
attaccarono
un
grave
andante
.
Ella
si
volse
a
Selva
che
rientrava
dall
'
avere
accompagnato
fuori
sua
moglie
per
dirle
di
telegrafare
a
don
Clemente
.
Gli
andò
incontro
a
mani
giunte
,
colle
lagrime
agli
occhi
.
"
Selva
"
mormorò
con
voce
soffocata
,
"
Lei
già
sa
tutto
,
a
Lei
non
posso
nascondermi
.
Vi
è
qualche
cosa
di
peggio
,
mi
dica
la
verità
.
"
Selva
le
prese
le
mani
,
gliele
strinse
in
silenzio
mentre
il
violoncello
rispondeva
per
lui
,
amaro
e
grave
:
"
Piangi
,
piangi
,
perché
non
è
sorte
di
amore
e
di
dolore
come
la
tua
sorte
.
"
Egli
stringeva
le
povere
mani
di
ghiaccio
,
non
riuscendo
a
parlare
.
Lo
capiva
bene
,
di
Leynì
non
aveva
osato
riferirle
le
parole
terribili
-
vengo
a
morire
da
te
-
;
toccava
a
lui
di
darle
il
primo
colpo
.
"
Cara
"
diss
'
egli
dolcemente
,
paternamente
,
"
non
Le
ha
egli
detto
al
Sacro
Speco
che
in
un
'
ora
solenne
La
chiamerebbe
a
sé
?
L
'
ora
è
venuta
,
egli
la
chiama
.
"
Jeanne
diede
un
balzo
,
le
parve
di
non
aver
capito
.
"
Oh
,
come
?
No
!
"
diss
'
ella
.
Poi
,
tacendo
Selva
con
la
stessa
pietà
negli
occhi
,
ebbe
un
lampo
al
cuore
,
fece
"
ah
!
"
,
si
porse
tutta
in
una
muta
angosciosa
domanda
.
Selva
le
strinse
le
mani
ancora
più
forte
,
un
singhiozzo
represso
gli
scosse
il
petto
,
gli
contorse
le
labbra
serrate
.
Ella
non
disse
niente
ma
cadeva
se
non
la
sorreggevano
le
mani
di
lui
.
La
sorresse
,
la
pose
a
sedere
.
"
Subito
?
"
diss
'
ella
.
"
Subito
?
È
una
cosa
imminente
?
"
"
No
,
no
,
La
chiama
per
domani
.
Lui
crede
che
sia
domani
,
ma
può
essere
che
s
'
inganni
,
speriamo
che
s
'
inganni
!
"
"
Dio
,
Selva
,
ma
se
il
medico
scrive
ch
'
è
senza
febbre
!
"
Selva
fece
il
gesto
di
chi
è
costretto
ad
ammettere
una
sventura
senza
comprenderla
.
La
musica
taceva
,
egli
parlò
sotto
voce
.
Benedetto
gli
aveva
scritto
.
Il
medico
lo
aveva
trovato
senza
febbre
ma
egli
presentiva
un
nuovo
accesso
dopo
il
quale
sarebbe
venuta
la
fine
.
Iddio
gli
faceva
la
grazia
di
un
'
attesa
quieta
e
dolce
.
Aveva
una
preghiera
da
fargli
.
Sapeva
che
la
signora
Dessalle
,
amica
della
signorina
Noemi
,
era
in
Roma
.
Egli
aveva
promesso
a
questa
signora
,
davanti
a
un
altare
del
Sacro
Speco
,
di
chiamarla
a
sé
,
prima
di
morire
,
per
un
colloquio
.
Molto
probabilmente
la
signorina
Noemi
gliene
potrebbe
dire
il
perché
.
Selva
s
'
interruppe
.
Aveva
in
tasca
la
lettera
,
fece
l
'
atto
di
cavarla
.
Jeanne
se
n
'
avvide
,
fu
presa
da
un
tremito
convulso
.
"
No
no
"
diss
'
egli
.
"
Le
ripeto
che
può
ingannarsi
.
"
Aspettò
che
si
chetasse
e
invece
di
trarre
la
lettera
,
ne
disse
l
'
ultima
parte
a
memoria
:
"
L
'
accesso
ritornerà
stasera
o
stanotte
,
domani
sera
o
dopodomani
mattina
sarà
la
fine
.
Desidero
vedere
domani
la
signora
Dessalle
per
una
parola
nel
nome
del
Signore
,
al
quale
vado
.
Ho
testé
pregato
il
senatore
di
ottenermi
questo
colloquio
ma
egli
si
scusò
.
Mi
rivolgo
dunque
a
Lei
.
"
Jeanne
si
era
coperto
il
viso
colle
mani
e
taceva
.
Selva
credette
bene
di
suggerire
speranze
.
L
'
accesso
poteva
non
ritornare
,
poteva
esser
vinto
.
Ella
scosse
violentemente
il
capo
ed
egli
non
osò
insistere
.
A
un
tratto
le
parve
udire
Chieco
prender
congedo
.
Trasalì
,
scostò
le
mani
dal
viso
spettrale
fra
i
capelli
scomposti
.
Invece
scoppiarono
le
prime
allegre
note
del
Curricolo
napoletano
,
il
pezzo
che
Chieco
suonava
sempre
per
ultimo
.
Ella
balzò
in
piedi
,
parlò
convulsa
,
senza
lagrime
:
"
Selva
,
so
che
Piero
muore
,
so
che
non
s
'
inganna
.
Lo
faccia
restare
dov
'
è
,
s
'
è
possibile
.
Gli
conduca
i
suoi
amici
,
me
lo
giuri
che
glieli
condurrà
,
che
gli
procurerà
questo
conforto
.
Dica
tutto
ad
essi
di
me
,
dica
loro
la
verità
,
dica
loro
quanto
è
puro
,
quanto
è
santo
,
Piero
.
Io
aspetto
qui
.
Non
mi
muovo
.
Andrò
quando
Lei
mi
dirà
,
dove
lei
mi
dirà
.
Sono
forte
,
vede
,
non
piango
più
.
Telegrafi
a
don
Clemente
che
il
suo
discepolo
muore
e
che
venga
.
Facciamo
tutto
quello
che
dobbiamo
fare
.
È
tardi
,
vada
.
E
Lei
già
in
un
modo
o
nell
'
altro
lo
vedrà
,
Piero
,
stasera
.
Gli
dica
...
"
Qui
un
colpo
di
spasimo
ruppe
la
parola
.
Chieco
entrò
zufolando
,
battendo
palma
a
palma
nella
sua
bizzarra
maniera
e
Selva
scivolò
fuori
dell
'
uscio
.
Jeanne
gli
corse
dietro
nel
corridoio
scuro
,
gli
afferrò
una
mano
,
v
'
impresse
un
bacio
frenetico
.
Qualche
ora
dopo
,
verso
le
dieci
,
Jeanne
stava
leggendo
il
Figaro
a
Carlino
sprofondato
in
una
poltrona
con
le
gambe
avvolte
in
una
coperta
,
e
sulle
ginocchia
,
strettavi
a
due
mani
,
una
gran
tazza
di
latte
.
Jeanne
leggeva
talmente
male
,
talmente
noncurante
di
punti
e
di
virgole
,
che
suo
fratello
la
interrompeva
ogni
momento
,
s
'
impazientiva
.
Leggeva
da
cinque
minuti
quando
la
cameriera
venne
ad
avvertirla
che
c
'
era
la
signorina
Noemi
.
Jeanne
gettò
il
giornale
,
balzò
in
un
lampo
fuori
della
camera
.
Noemi
raccontò
frettolosamente
,
in
piedi
,
premendole
per
l
'
ora
tarda
di
ripartire
,
che
mentre
Giovanni
e
Maria
stavano
al
Grand
Hôtel
,
il
professor
Mayda
,
reduce
da
Napoli
,
era
venuto
a
casa
Selva
,
fuori
di
sé
,
a
chiedere
spiegazioni
della
scomparsa
di
Benedetto
da
casa
sua
;
che
allora
ella
gli
aveva
raccontato
tutto
;
che
Mayda
era
andato
direttamente
in
via
della
Polveriera
;
che
ci
aveva
trovato
Maria
,
di
Leynì
,
il
senatore
e
il
medico
,
il
quale
era
di
opinione
che
Benedetto
si
potesse
trasportare
;
che
fra
il
medico
e
Mayda
vi
era
stato
un
diverbio
a
proposito
di
ciò
e
che
Mayda
lo
aveva
troncato
dicendo
:
"
ebbene
,
piuttosto
di
lasciarlo
qui
,
me
lo
riporto
via
io
.
"
Ed
era
ritornato
più
tardi
con
una
carrozza
piena
di
guanciali
e
di
coperte
,
se
lo
era
portato
via
.
Pareva
che
il
viaggio
fosse
andato
bene
.
Udito
il
racconto
,
Jeanne
abbracciò
silenziosamente
l
'
amica
,
stretta
stretta
.
E
l
'
amica
,
palpitante
,
lagrimosa
,
le
sussurrò
:
"
Senti
,
Jeanne
.
Per
domani
,
preghi
?
"
"
Sì
"
rispose
Jeanne
.
Tacque
,
lottando
contro
l
'
insorgere
di
una
tempesta
di
pianto
.
Quando
ebbe
vinto
,
riprese
sotto
voce
:
"
Non
so
pregar
Dio
.
Sai
chi
prego
?
Prego
don
Giuseppe
Flores
.
"
Noemi
le
posò
il
viso
sur
una
spalla
,
disse
con
voce
soffocata
:
"
Vorrei
che
dopo
egli
ci
vedesse
lavorare
insieme
per
la
sua
fede
.
"
Jeanne
non
rispose
ed
ella
partì
.
Jeanne
ritornò
da
Carlino
per
la
lettura
e
Carlino
l
'
accolse
aspramente
.
Le
dichiarò
che
ne
aveva
abbastanza
di
quella
vita
e
ch
'
ella
doveva
prepararsi
a
partire
con
lui
l
'
indomani
per
Napoli
.
Jeanne
rispose
che
era
una
follia
e
che
non
sarebbe
partita
.
Allora
Carlino
diede
in
escandescenze
,
le
afferrò
i
polsi
,
la
scosse
a
segno
da
farle
male
.
Doveva
assolutamente
partire
!
Poiché
resisteva
,
era
venuto
il
momento
di
dirle
che
si
sapevano
i
motivi
dei
suoi
andirivieni
,
dei
suoi
misteri
,
dei
suoi
occhi
rossi
,
del
suo
leggere
male
e
anche
,
ora
,
del
suo
non
voler
partire
da
Roma
.
Egli
n
'
era
stato
informato
da
lettere
anonime
.
Guai
a
lei
se
non
la
rompesse
con
quel
pazzo
!
Guai
a
lei
se
gli
sacrificasse
le
sue
idee
,
se
si
lasciasse
conquistare
dalla
superstizione
,
dal
bigottismo
,
dalla
religione
dei
preti
!
Non
l
'
avrebbe
mai
più
guardata
in
faccia
.
L
'
avrebbe
rinnegata
per
sorella
,
da
libero
pensatore
come
voleva
vivere
e
morire
.
No
no
,
troncare
,
troncare
,
Napoli
,
Palermo
,
l
'
Africa
,
se
occorresse
!
"
Libero
pensatore
?
Certo
.
E
la
libertà
mia
?
"
disse
Jeanne
senza
sdegno
,
a
ricordo
di
un
diritto
e
non
per
il
proposito
di
usarne
.
Carlino
intese
invece
che
proprio
volesse
usarne
come
a
lui
non
piaceva
e
perdette
addirittura
il
lume
degli
occhi
.
Jeanne
tramortì
nell
'
udire
quell
'
uomo
nervoso
ma
creduto
da
lei
buono
e
gentile
scagliar
tante
ingiurie
con
tanto
fiele
.
Non
rispose
niente
,
si
ritirò
,
tutta
tremante
,
nella
sua
camera
,
gli
scrisse
due
righe
per
dirgli
che
la
sua
dignità
non
le
permetteva
di
restare
con
lui
fino
a
che
non
si
fosse
disdetto
delle
sue
offese
,
che
se
ne
andava
,
che
s
'
egli
avesse
una
parola
per
lei
la
mandasse
a
casa
Selva
.
Non
prese
con
sé
che
una
piccola
borsa
e
uscì
accompagnata
dalla
cameriera
lasciando
la
lettera
sulla
scrivania
.
Non
vide
carrozzelle
presso
l
'
albergo
e
si
avviò
verso
l
'
esedra
per
prendervi
il
tram
.
Infuriava
il
tramontano
,
i
lecci
del
viale
si
dibattevano
stridendo
,
era
buio
,
si
camminava
malissimo
sul
suolo
tutto
sossopra
,
la
cameriera
esclamò
sgomenta
:
"
Gesummaria
,
signora
,
dove
andiamo
?
"
Jeanne
,
col
capo
in
fiamme
,
col
cuore
e
i
polsi
in
tumulto
,
continuò
la
via
senza
rispondere
;
parendole
venir
portata
dai
flutti
di
un
mare
ignoto
,
nelle
tenebre
,
verso
lui
.
Verso
lui
,
verso
lui
.
Anche
verso
il
suo
Dio
?
Il
vento
potente
la
stordiva
ruggendole
sopra
e
ai
lati
.
Le
parole
di
Noemi
,
le
parole
di
Carlino
le
straziavano
l
'
anima
con
opposta
violenza
.
Anche
verso
il
suo
Dio
?
Ah
che
ne
poteva
sapere
?
Intanto
verso
lui
!
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
CAPITOLO
NONO
.
Nel
turbine
di
Dio
.
I
.
Alle
due
pomeridiane
del
giorno
seguente
Jeanne
aspettava
in
casa
Selva
,
con
Maria
e
Noemi
,
le
notizie
di
villa
Mayda
non
senza
pensare
di
quando
in
quando
al
silenzio
pertinace
del
Grand
Hôtel
.
Giovanni
era
andato
a
villa
Mayda
prima
delle
sette
.
N
'
era
ritornato
alle
nove
.
Non
aveva
potuto
vedere
Benedetto
.
Il
professore
Mayda
non
l
'
aveva
permesso
né
a
lui
né
ad
altri
.
Sapeva
che
l
'
ammalato
aveva
ricevuto
i
Sacramenti
,
ma
piuttosto
per
devozione
che
per
imminenza
di
pericolo
.
Però
nella
notte
un
filo
di
febbre
si
era
rifatto
.
Si
sperava
ora
di
poter
dominare
l
'
accesso
,
contenerlo
.
Forse
Giovanni
nel
fare
la
sua
relazione
a
Jeanne
l
'
aveva
un
po
'
colorata
di
ottimismo
.
Benedetto
stava
nella
camera
stessa
del
professore
.
Non
era
possibile
,
disse
Giovanni
,
immaginare
con
quale
femminile
squisitezza
di
cure
egli
fosse
assistito
da
questo
terribile
Mayda
che
tanti
credevano
duro
e
superbo
.
Giovanni
era
ritornato
colà
dopo
colazione
,
sul
mezzogiorno
.
Da
parte
di
Carlino
,
niente
;
né
scritti
né
messaggi
.
Jeanne
,
malgrado
l
'
altra
grande
angoscia
,
non
poteva
a
meno
di
pensare
anche
a
lui
.
Se
il
dolore
,
la
collera
,
lo
avessero
fatto
ammalare
?
Le
amiche
la
rassicuravano
.
La
cameriera
o
il
cameriere
sarebbero
venuti
ad
avvertirla
!
Ella
dubitava
della
intelligenza
di
quella
gente
.
Che
fare
?
Jeanne
era
per
chiedere
che
si
mandasse
qualcuno
ad
informarsi
,
quando
,
alle
due
e
un
quarto
,
si
udì
un
passo
frettoloso
nell
'
anticamera
ed
entrò
Giovanni
col
soprabito
indosso
e
col
cappello
in
mano
.
Jeanne
lo
guardò
in
faccia
,
intese
ch
'
era
venuto
il
momento
.
Si
alzò
,
bianca
come
una
morta
.
Subito
si
alzarono
silenziosamente
anche
Maria
e
Noemi
,
la
prima
guardando
Jeanne
,
Noemi
guardando
suo
cognato
che
non
sapeva
,
davanti
a
quel
viso
spettrale
di
Jeanne
,
trovar
parole
.
Furono
cinque
o
sei
terribili
secondi
,
non
più
.
Maria
disse
sommessamente
:
"
Si
va
?
"
Suo
marito
rispose
:
"
È
meglio
.
"
Niente
altro
fu
detto
.
Le
tre
signore
si
ritirarono
per
mettere
mantello
e
cappello
;
Jeanne
in
una
stanza
,
Maria
e
Noemi
in
un
'
altra
.
Giovanni
seguì
quest
'
ultime
.
Dunque
?
La
febbre
è
salita
molto
,
il
professore
non
ha
più
speranza
.
Noemi
,
udito
questo
,
mette
il
cappello
in
furia
e
va
nella
camera
di
Jeanne
che
sta
mettendo
il
suo
.
Jeanne
si
volta
,
la
vede
venire
a
un
bacio
,
la
ferma
col
gesto
,
si
pone
un
dito
alle
labbra
.
Noemi
intende
.
È
l
'
ora
della
fortezza
,
Jeanne
non
vuole
baci
né
parole
né
lagrime
.
E
non
domanda
particolari
,
non
domanda
niente
.
Si
raccolgono
tutti
;
Maria
dice
piano
a
suo
marito
di
prendere
due
carrozzelle
coperte
,
anche
perché
il
cielo
si
è
annerito
,
un
temporale
da
inverno
romano
è
imminente
.
Non
occorrono
carrozzelle
.
Giovanni
è
venuto
col
landau
di
casa
Mayda
.
Si
sale
nel
landau
,
chiuso
.
Jeanne
si
accorge
allora
che
le
sue
compagne
sono
vestite
di
scuro
e
che
lei
ha
un
vestito
cenere
,
troppo
chiaro
,
troppo
elegante
.
Trasalisce
lievemente
,
gli
altri
la
interrogano
collo
sguardo
.
Ella
esita
un
momento
,
pensa
che
non
ha
né
tempo
né
modo
di
rimediare
,
risponde
:
"Niente."
Si
parte
.
Nessuno
parla
più
.
Svoltando
in
via
del
Pianto
,
la
carrozzella
si
ferma
per
un
impedimento
.
Si
è
fatto
ancora
più
buio
,
tuona
,
i
cavalli
s
'
impennano
,
Maria
guarda
inquieta
dallo
sportello
;
Jeanne
,
ch
'
è
seduta
in
faccia
a
Giovanni
,
gli
domanda
sotto
voce
se
ha
telegrafato
a
don
Clemente
.
Giovanni
risponde
che
don
Clemente
è
a
villa
Mayda
fino
dalle
dieci
e
mezzo
.
La
carrozza
prosegue
.
A
Piazza
Montanara
comincia
la
pioggia
.
I
cavalli
trottano
serrato
.
Quando
finalmente
il
cocchiere
li
mette
al
passo
,
Maria
guarda
suo
marito
:
-
È
bene
l
'
Aventino
?
Dobbiamo
essere
vicini
.
-
Questo
è
detto
con
gli
occhi
,
non
con
le
labbra
.
Jeanne
non
era
mai
passata
di
là
ma
sente
anche
lei
che
si
è
per
arrivare
.
Eretta
sulla
persona
,
guarda
il
muro
che
le
passa
davanti
agli
occhi
.
Lo
guarda
attentamente
come
se
volesse
contare
le
commessure
delle
pietre
.
I
cavalli
riprendono
il
trotto
.
Passato
Sant
'
Anselmo
,
si
scende
al
basso
.
Popolani
fermi
,
a
destra
e
a
sinistra
,
guardano
nella
carrozza
.
Giovanni
Selva
mormora
involontariamente
:
"Ecco."
Allora
Jeanne
ha
un
sussulto
,
si
copre
impetuosa
il
viso
colle
mani
.
Maria
,
seduta
al
suo
fianco
,
le
cinge
il
collo
con
un
braccio
,
si
piega
tutta
a
lei
,
le
sussurra
:
"
Coraggio
!
"
Ma
Jeanne
si
stringe
in
sé
,
si
schermisce
quanto
può
,
e
Noemi
accenna
a
sua
sorella
,
scuotendo
il
capo
,
di
smettere
.
Maria
sospira
e
la
carrozza
svolta
a
sinistra
fra
due
fitte
ali
di
gente
,
passa
un
cancello
.
Le
ruote
stridono
sulla
ghiaia
,
si
fermano
.
Un
domestico
viene
allo
sportello
.
Il
signor
professore
prega
di
favorire
nella
villa
.
Solamente
allora
Giovanni
Selva
dice
alle
sue
compagne
che
Benedetto
non
è
più
nella
villa
,
che
ha
voluto
essere
portato
nella
sua
vecchia
cameretta
in
casa
del
giardiniere
.
La
carrozza
procede
di
qualche
passo
,
i
quattro
scendono
fra
due
gruppi
di
palme
,
davanti
a
una
gradinata
di
marmo
bianco
.
Piove
ancora
ma
non
molto
e
nessuno
se
ne
cura
,
né
il
popolo
che
si
affolla
al
cancello
né
un
gruppo
di
persone
che
dal
viale
di
aranci
discendente
lungo
il
muro
di
cinta
alla
casina
del
giardiniere
sta
guardando
i
nuovi
arrivati
.
Qualcuno
si
stacca
da
quel
gruppo
.
È
di
Leynì
che
sale
la
gradinata
di
marmo
bianco
dietro
a
Selva
,
lo
ferma
sotto
un
'
arcata
del
vestibolo
pompeiano
e
discorre
con
lui
a
voce
bassa
,
senza
dare
un
'
occhiata
alla
magnifica
scena
distesa
fra
i
due
gruppi
di
palme
,
al
fiume
di
begonie
che
casca
fra
due
sponde
di
muse
giù
per
la
china
dell
'
Aventino
,
al
nero
cielo
procelloso
tagliato
da
strie
bianche
laggiù
sopra
i
merli
di
Porta
San
Paolo
,
sopra
la
piramide
di
Caio
Cestio
e
la
selvetta
funebre
che
pullula
dal
cuore
di
Shelley
.
Selva
entrò
nel
vestibolo
e
ricomparve
un
momento
dopo
con
sua
moglie
.
I
due
scesero
la
gradinata
insieme
a
di
Leynì
,
si
avviarono
verso
le
persone
che
parevano
aspettarli
nel
viale
degli
aranci
.
In
quel
momento
un
fuoco
di
voci
sdegnose
divampa
al
cancello
.
La
via
è
piena
di
popolo
.
Aspettano
da
ore
,
da
quando
è
corsa
nel
quartiere
del
Testaccio
la
voce
che
il
Santo
di
Jenne
è
ritornato
infermo
a
villa
Mayda
.
Finora
si
sono
accontentati
di
notizie
.
Adesso
hanno
chiesto
che
una
deputazione
possa
entrare
,
vederlo
;
i
domestici
rifiutano
di
portare
il
messaggio
,
avviene
uno
scambio
di
parole
irose
che
improvvisamente
si
cheta
.
Compare
dal
viale
degli
aranci
l
'
alta
figura
bruna
del
professore
Mayda
,
i
popolani
si
levano
il
cappello
.
Egli
ordina
di
aprire
il
cancello
,
dice
al
popolo
che
tutti
vedranno
Benedetto
ma
più
tardi
,
che
intanto
entrino
pure
nel
giardino
.
"
Ma
sì
,
povera
gente
!
"
.
E
il
popolo
entra
lento
,
rispettoso
,
alcuni
attorniano
il
professore
,
lo
interrogano
colle
lagrime
agli
occhi
:
"
È
vero
,
signor
professore
?
È
vero
che
muore
?
Dica
!
"
E
dietro
a
loro
si
accalcano
altri
,
ansiosi
,
aspettando
la
risposta
.
La
risposta
è
solamente
questa
:
"
Ma
!
Cosa
volete
che
vi
dica
?
"
Il
virile
viso
malinconico
dice
più
delle
parole
e
la
folla
s
'
inoltra
compunta
per
le
verdi
chine
,
livide
in
faccia
al
cielo
nero
striato
di
bianco
,
mistico
simbolo
di
morte
,
di
un
oscuro
passo
dalle
ombre
terrestri
alle
alte
vie
dalla
chiarità
infinita
.
II
.
Benedetto
amava
il
professore
Mayda
.
Quando
,
nella
casa
del
senatore
,
udì
ch
'
egli
aveva
risoluto
di
portarlo
con
sé
a
villa
Mayda
,
ebbe
un
momento
di
gioia
.
Amava
il
professore
,
forse
incapace
ancora
di
fede
ma
profondamente
convinto
che
vi
hanno
enigmi
insolubili
per
la
scienza
,
generoso
,
fiero
ai
potenti
,
mite
agli
umili
.
Amava
pure
il
giardino
,
gli
alberi
,
i
fiori
e
l
'
erba
ond
'
era
stato
,
come
del
professore
,
il
servo
e
l
'
amico
.
Tutto
vi
era
pieno
di
care
,
innocenti
anime
,
con
le
quali
in
certi
momenti
di
rapimento
spirituale
aveva
adorato
Iddio
posando
le
labbra
sulle
loro
vesti
picciolette
,
sopra
un
fiore
,
sopra
una
foglia
,
sopra
uno
stelo
,
dentro
un
alito
di
frescura
verde
.
Gli
piaceva
l
'
idea
di
morire
in
mezzo
ad
esse
.
Talvolta
,
sotto
un
pino
volgente
al
Celio
l
'
ombrello
pieno
di
vento
e
di
suono
,
aveva
pensato
all
'
ultima
scena
della
Visione
,
si
era
contemplato
lì
steso
sull
'
erba
nell
'
abito
benedettino
,
pallido
,
sereno
tra
faccie
compiangenti
,
cantando
il
pino
sopra
di
lui
un
canto
misterioso
del
cielo
.
Ogni
volta
si
era
soffocata
nel
cuore
questa
compiacenza
non
scevra
di
vanità
egoistiche
,
umane
,
non
tutta
raccolta
e
chiusa
nell
'
ossequio
della
Divina
Volontà
;
ma
non
aveva
potuto
svellerne
la
radice
.
Tese
dunque
le
braccia
,
riconoscente
,
al
professore
.
Ma
subito
fu
preso
da
uno
scrupolo
.
La
sua
intelligenza
e
il
suo
sentimento
cristiano
si
trovarono
in
contraddizione
.
Sapeva
di
essere
sgradito
alla
signora
che
aveva
sposato
il
figlio
del
professore
,
ufficiale
di
marina
,
allora
in
Oriente
;
capiva
che
ritornando
a
villa
Mayda
sarebbe
stato
causa
di
dispiacere
a
lei
e
perciò
di
dissapori
con
il
suocero
.
Ma
come
ora
dirlo
senz
'
accusare
di
poca
giustizia
e
di
poca
carità
una
persona
che
appunto
per
essergli
nemica
egli
doveva
particolarmente
amare
?
Pregò
il
professore
di
lasciarlo
andare
a
Sant
'
Onofrio
.
La
mutazione
fu
così
repentina
che
Mayda
ne
meravigliò
,
pensò
un
momento
,
capì
,
gli
disse
aggrottando
le
ciglia
:
"
Volete
che
io
non
perdoni
mai
più
qualche
cosa
a
qualcuno
?
"
Benedetto
non
si
oppose
più
.
Soltanto
quando
a
notte
venne
il
momento
di
scendere
alla
carrozza
ed
egli
si
sentì
incapace
di
reggersi
,
sorrise
,
disse
al
professore
posandogli
la
mano
sul
braccio
:
"
Lei
sa
che
a
questo
modo
domani
o
posdomani
avrà
un
morto
in
casa
?
"
Il
professore
rispose
che
con
lui
non
mentiva
,
che
questo
era
possibile
,
ma
non
certo
.
"
Lei
sa
"
rispose
Benedetto
,
non
più
sorridente
,
"
che
prima
vi
avrà
...
"
"
So
quello
che
volete
dire
"
interruppe
il
professore
.
"
Venite
in
pace
,
caro
.
Non
sono
credente
come
voi
ma
lo
vorrei
essere
e
aprirò
rispettosamente
la
mia
porta
a
chi
vorrete
voi
.
Intanto
prenderemo
questo
,
vero
?
"
Staccò
dalla
parete
il
Crocifisso
che
Benedetto
aveva
portato
con
sé
e
prese
l
'
infermo
nelle
sue
braccia
potenti
.
Il
tragitto
si
fece
senza
guai
.
Adagiato
nel
traverso
nel
landau
sopra
una
diga
di
cuscini
,
Benedetto
,
che
sembrava
diminuito
di
statura
,
rispondeva
più
col
sorriso
che
colla
voce
fievole
alle
frequenti
domande
del
professore
.
Questi
gli
teneva
continuamente
la
mano
al
polso
e
di
tempo
in
tempo
gli
amministrava
un
cordiale
.
All
'
entrata
della
villa
,
fosse
commozione
o
stanchezza
,
il
povero
viso
scarno
dell
'
infermo
imbiancò
e
si
coperse
di
sudore
,
i
grandi
occhi
lucenti
si
chiusero
.
Mayda
lo
portò
nel
suo
proprio
letto
.
Così
avvenne
che
Benedetto
,
nel
ricuperare
la
coscienza
,
non
si
raccapezzasse
più
.
Egli
non
la
ricuperò
,
in
quella
sua
spossatezza
estrema
,
senza
passare
per
ombre
di
pensamenti
vani
.
Gli
parve
esser
morto
,
giacere
steso
sulla
faccia
perpetuamente
oscura
della
luna
,
avere
a
cerchio
di
sé
l
'
imbuto
dei
raggi
solari
fuggenti
all
'
infinito
e
vedere
sul
fondo
nero
dell
'
imbuto
fiammeggianti
occhi
di
stelle
.
Poco
a
poco
si
conobbe
in
un
letto
enorme
,
tutto
scuro
,
cinto
di
un
chiaror
fioco
che
si
perdeva
ai
lati
verso
pareti
male
visibili
.
Grandi
ombre
gli
si
movevano
intorno
.
A
fronte
gli
si
apriva
un
azzurro
tutto
sparso
di
punti
lucenti
.
Gli
batté
il
cuore
;
non
erano
veramente
stelle
?
Dovette
richiamarsi
alle
sensazioni
del
letto
e
del
proprio
vivere
per
comprendere
ch
'
erano
veramente
stelle
ma
ch
'
egli
non
giaceva
sulla
luna
.
Allora
dov
'
era
?
Si
lasciò
andare
a
una
dolcezza
che
lo
invadeva
,
alla
dolcezza
di
non
sentirsi
quasi
più
il
corpo
e
di
sentirsi
Dio
nell
'
anima
,
tanto
vicino
e
tenero
e
ardente
.
Era
dove
piaceva
a
Dio
.
Una
mano
gli
si
posò
sulla
fronte
,
una
lampadina
elettrica
lo
abbagliò
,
un
'
affettuosa
voce
forte
disse
:
"
Come
va
?
"
Egli
riconobbe
Mayda
.
Allora
domandò
a
lui
dove
fosse
,
perché
non
fosse
nella
sua
cameretta
antica
.
Prima
ancora
che
il
professore
gli
rispondesse
,
lo
assalse
un
dubbio
angoscioso
.
Il
Crocifisso
?
Il
caro
Crocifisso
?
Era
rimasto
in
casa
del
senatore
?
Il
Crocifisso
era
sul
tavolino
da
notte
.
Il
professore
glielo
mostrò
.
"
Non
sai
"
diss
'
egli
"
che
lo
abbiamo
portato
con
noi
?
"
Benedetto
lo
guardò
,
contento
del
nuovo
tu
e
porse
la
mano
tremante
cercando
quella
di
Mayda
che
gliela
prese
fra
le
proprie
,
dolcemente
.
In
pari
tempo
si
sentì
umiliato
della
sua
dimenticanza
.
Era
egli
vicino
a
perder
la
mente
?
Tutto
il
giorno
prima
aveva
pensato
le
ultime
parole
da
dire
agli
amici
e
alla
persona
che
tanto
gli
aveva
fatto
sentire
la
sua
presenza
invisibile
.
Ma
se
perdeva
la
mente
?
Il
professore
diede
mano
a
saturarlo
di
chinino
.
In
principio
Benedetto
accettò
volontieri
iniezioni
dolorose
e
pozioni
amare
,
così
per
il
desiderio
di
rinvigorirsi
un
poco
e
quindi
di
difendersi
contro
un
oscuramento
dello
spirito
,
come
per
il
desiderio
di
soffrire
.
Oh
sì
,
soffrire
,
soffrire
!
Nei
giorni
precedenti
aveva
sofferto
molto
,
non
di
sofferenze
locali
,
non
di
sofferenze
acute
,
ma
di
una
sofferenza
inesprimibile
,
diffusa
dalle
radici
dei
capelli
alle
estremità
dei
piedi
.
Era
stata
una
beatitudine
dell
'
anima
poter
associare
in
tali
momenti
la
volontà
propria
alla
Volontà
Divina
,
accettare
dall
'
Amore
tutto
il
dolore
che
gli
aveva
destinato
senza
dirgliene
il
misterioso
perché
,
un
perché
nascosto
nel
disegno
dell
'
Universo
,
certo
un
perché
di
bene
;
non
di
solo
bene
della
persona
sofferente
ma
di
bene
universale
,
di
un
bene
radiante
dal
suo
povero
corpo
senza
conosciuto
confine
,
come
il
moto
da
un
vibrante
atomo
del
mondo
.
Grande
cosa
soffrire
,
continuare
umilmente
Cristo
,
continuare
la
redenzione
come
un
peccatore
può
,
compensare
col
dolore
proprio
il
male
altrui
!
Là
sul
sentiero
solitario
del
Sacro
Speco
,
nel
fragore
dell
'
Aniene
,
fra
le
montagne
religiose
,
don
Clemente
gli
aveva
parlato
così
.
E
adesso
quel
soffrir
mortale
era
cessato
.
Quando
il
chinino
cominciò
a
rombargli
nel
capo
,
se
ne
sgomentò
.
Questi
rimedî
lo
istupidivano
.
Chiamò
il
professore
;
gli
rispose
una
suora
.
Chiese
che
gli
facessero
venire
un
sacerdote
dalla
Bocca
della
Verità
.
Il
professore
ch
'
era
andato
a
riposare
per
un
'
ora
,
venne
a
rassicurarlo
e
credette
allora
dirgli
quello
che
prima
aveva
taciuto
.
Don
Clemente
aveva
telegrafato
a
Selva
che
sarebbe
giunto
a
Roma
l
'
indomani
mattina
alle
dieci
.
Benedetto
n
'
ebbe
una
gran
gioia
.
"
Ma
non
sarà
tardi
?
"
diss
'
egli
"
Non
sarà
tardi
?
"
No
,
non
poteva
esser
tardi
.
Egli
non
si
trovava
presentemente
in
pericolo
prossimo
.
Questione
di
vita
o
di
morte
era
il
rinnovarsi
della
febbre
e
nel
caso
più
disgraziato
vi
sarebbero
state
ancora
molte
ore
.
Mayda
dubitò
di
avere
parlato
troppo
crudamente
,
gli
sussurrò
:
"
Ma
guarirai
.
"
E
uscì
della
camera
.
Benedetto
,
pensando
a
don
Clemente
,
passò
dalla
quiete
della
sua
contentezza
nel
sopore
e
nel
sogno
,
dove
discesero
gli
spiriti
mali
a
comporgli
con
le
ultime
parole
del
professore
una
visione
d
'
inganno
.
Egli
si
vide
in
faccia
un
colossale
muraglione
di
marmo
,
incoronato
di
ricche
balaustrate
,
tutto
bianco
di
luna
.
Là
in
alto
,
dietro
le
balaustrate
,
agitavasi
al
vento
una
densa
foresta
.
Sei
scale
,
pure
fiancheggiate
di
balaustri
,
scendevano
per
isghembo
,
tre
da
sinistra
e
tre
da
destra
,
sulla
fronte
del
muraglione
,
terminando
a
sei
ripiani
sporgenti
.
Le
balaustrate
superiori
erano
partite
da
pilastrini
che
reggevano
urne
.
Ed
ecco
fra
le
urne
,
a
mezzo
di
ciascun
intervallo
,
apparire
come
in
danza
,
nello
stesso
istante
,
nello
stesso
abito
celeste
scollato
,
nello
stesso
grazioso
atto
del
capo
,
sei
giovani
donne
bellissime
;
e
con
lo
stesso
armonioso
gesto
delle
braccia
ignudo
tendere
a
lui
dall
'
alto
,
piegando
il
busto
,
sei
scintillanti
coppe
di
argento
.
Si
ritraevano
quindi
a
un
punto
dalla
balaustrata
e
a
un
punto
ricomparivano
sulle
sei
scale
,
le
scendevano
uguali
velocemente
,
e
,
toccati
i
ripiani
,
a
un
punto
riporgevano
graziose
il
busto
,
gli
tendevano
,
guardandolo
con
una
gravità
strana
,
le
sei
coppe
scintillanti
.
Dalle
loro
labbra
non
usciva
parola
e
tuttavia
gli
era
evidente
che
le
sei
giovani
gli
offrivano
nell
'
argento
un
liquore
di
vita
,
di
salute
,
di
piacere
.
Egli
sentiva
di
averne
uno
sgomento
morale
angoscioso
e
tuttavia
di
non
poter
levare
lo
sguardo
dalle
coppe
scintillanti
,
dai
bei
volti
gravi
,
chini
sopra
di
esse
.
Si
sforzava
di
chiudere
gli
occhi
e
non
poteva
,
di
levarsi
e
non
poteva
,
d
'
invocare
Dio
e
non
poteva
.
Le
sei
danzatrici
piegarono
a
un
punto
le
coppe
verso
di
lui
,
sei
mobili
nastri
di
liquore
rigarono
l
'
aria
.
"
Come
io
"
pensò
il
dormente
scambiando
persone
nella
memoria
turbata
"
a
Praglia
.
"
E
tutto
scomparve
,
si
vide
davanti
Jeanne
.
Ritta
in
piedi
,
chiusa
nel
mantello
verde
foderato
di
skuntz
,
ombrata
il
viso
dal
grande
cappello
nero
,
ella
lo
guardava
come
lo
aveva
guardato
a
Praglia
nel
momento
del
primo
incontro
.
Ma
stavolta
il
dormente
vide
una
rispondenza
fra
la
gravità
di
quello
sguardo
e
la
gravità
dei
volti
delle
danzatrici
,
vide
con
lo
spirito
la
parola
silenziosa
delle
sette
anime
:
povero
uomo
,
tu
ora
conosci
il
tuo
doloroso
errore
,
tu
ora
sai
che
Dio
non
è
.
La
gravità
degli
sguardi
non
era
che
tristezza
di
pietà
.
Le
coppe
della
vita
,
della
salute
e
del
piacere
gli
erano
offerte
discretamente
e
senza
gioia
come
a
uno
ch
'
è
nel
lutto
,
che
ha
perduto
ogni
cosa
più
cara
;
come
il
solo
povero
conforto
che
gli
rimane
.
Così
Jeanne
offriva
il
suo
amore
.
E
il
dormente
fu
invaso
da
questa
presunta
evidenza
nuova
che
Dio
non
è
.
Era
una
vera
e
propria
sensazione
fisica
,
un
gelo
diffuso
per
tutte
le
membra
,
movente
lento
al
cuore
.
Egli
prese
a
tremare
,
a
tremare
,
e
si
destò
.
Mayda
pendeva
sopra
di
lui
col
termometro
in
mano
.
Benedetto
mormorò
con
gli
occhi
sbarrati
:
Padre
!
-
Padre
!
-
Padre
!
-
La
suora
suggerì
:
-
Padre
nostro
che
sei
nei
cieli
...
-
e
avrebbe
continuato
con
la
sua
voce
disgraziatamente
sciocca
senza
un
brusco
richiamo
del
professore
.
Questi
mise
il
termometro
a
Benedetto
che
quasi
non
se
ne
avvide
.
Era
tutto
nello
sforzo
di
staccare
dall
'
intimo
sé
le
immagini
delle
figure
tentatrici
e
della
orribile
loro
parola
,
di
gettarsi
,
anima
e
coscienza
,
in
seno
al
Padre
,
di
aderire
a
Lui
con
l
'
intero
essere
proprio
,
di
annientarsi
in
esso
.
Le
immagini
cedevano
lentamente
,
con
ritorni
di
assalto
sempre
più
brevi
,
sempre
più
deboli
.
Il
viso
appariva
tanto
trasfigurato
nella
mistica
tensione
dell
'
anima
che
Mayda
si
pietrificò
a
contemplarlo
,
dimenticò
di
guardar
l
'
orologio
fino
a
che
i
lineamenti
contratti
nell
'
affannosa
preghiera
non
si
vennero
distendendo
in
una
compostezza
di
pace
.
Allora
si
sovvenne
,
levò
il
termometro
.
La
suora
,
dietro
a
lui
,
reggeva
la
lampadina
elettrica
cercando
pure
di
vedere
.
Egli
non
discerneva
,
sulle
prime
,
il
grado
.
In
quei
pochi
secondi
di
silenzio
e
di
attenzione
intensa
né
l
'
uno
né
l
'
altra
si
avvidero
che
l
'
infermo
si
era
voltato
sul
fianco
e
guardava
il
professore
.
Finalmente
Mayda
scosse
lo
strumento
.
Che
grado
aveva
segnato
?
La
suora
non
osò
chiederlo
e
la
faccia
del
professore
era
impenetrabile
.
L
'
ammalato
allungò
la
mano
senza
ch
'
egli
se
ne
avvedesse
,
lo
toccò
lievemente
sul
braccio
.
Mayda
si
volse
a
lui
,
gli
lesse
negli
occhi
sorridenti
la
domanda
:
"
e
dunque
?
"
Non
rispose
a
parole
ma
solo
con
l
'
ondular
della
mano
spiegata
:
né
bene
né
male
.
Poi
sedette
accanto
al
letto
,
silenzioso
ancora
,
impenetrabile
,
guardando
Benedetto
che
non
guardava
più
lui
ma
guardava
,
rimessosi
a
giacere
supino
,
i
punti
lucenti
nell
'
immenso
azzurro
.
"
Professore
"
diss
'
egli
"
che
ore
sono
?
"
"
Le
tre
.
"
"
Alle
cinque
mandi
ad
avvertire
a
Bocca
della
Verità
.
"
"
Va
bene
.
"
"
Sarebbe
tardi
?
"
A
quest
'
ultima
domanda
il
professore
rispose
con
un
"
no
"
sonoro
,
vibrato
.
E
dopo
un
momento
di
silenzio
soggiunse
a
voce
più
bassa
"
no
"
come
a
conclusione
di
un
ragionamento
interno
.
Il
termometro
era
salito
a
trentasette
e
cinque
;
dalla
sera
precedente
,
più
d
'
un
grado
.
Se
l
'
ascensione
continuasse
rapida
,
se
vi
fosse
pericolo
di
delirio
avrebbe
mandato
a
Bocca
della
Verità
prima
delle
cinque
.
L
'
ascensione
rapida
non
gli
pareva
probabile
benché
quel
trentasette
e
cinque
avesse
un
colore
nero
.
Domandò
all
'
ammalato
se
la
luce
della
lampadina
l
'
offendesse
.
Benedetto
rispose
che
materialmente
non
l
'
offendeva
,
spiritualmente
sì
;
gli
toglieva
di
vedere
per
la
finestra
il
cielo
,
la
notte
stellata
.
"
Illuminatio
mea
"
diss
'
egli
,
dolcemente
.
Il
professore
non
capì
,
gli
fece
ripetere
la
parola
,
chiese
quale
fosse
il
suo
lume
,
udì
la
voce
fievole
mormorare
:
"Nox."
Mayda
non
conosceva
i
Salmi
,
la
parola
profonda
dell
'
antico
ebreo
,
al
quale
parve
oscuro
il
nostro
piccolo
sole
che
occulta
il
mondo
superiore
.
Intese
e
non
intese
.
Tacque
riverente
.
Benedetto
cercava
con
gli
occhi
le
stelle
.
La
sua
propria
coscienza
trapassava
in
esse
che
lo
guardavano
austere
sapendolo
presso
a
raccogliere
,
prima
della
morte
imminente
,
tutta
la
storia
morale
della
sua
vita
per
dirla
con
parole
che
sarebbero
un
primo
giudizio
pronunciato
nel
nome
di
Dio
Giustizia
per
impulso
del
Dio
Amore
,
che
non
si
perderebbero
perché
nessun
moto
si
perde
,
che
apparirebbero
,
chi
sa
come
,
chi
sa
dove
chi
sa
quando
,
per
la
gloria
di
Cristo
,
come
testimonianza
suprema
di
uno
spirito
alla
Verità
morale
contro
sé
stesso
.
Così
gli
parlavano
le
stelle
silenziose
,
animate
del
suo
pensiero
.
E
la
sua
vita
gli
si
disegnò
nella
mente
da
capo
a
fondo
,
non
tanto
nei
punti
salienti
esterni
,
come
nella
linea
morale
interna
.
Egli
ne
vide
tutta
la
prima
parte
dominata
da
una
concezione
religiosa
prevalentemente
egoistica
,
ordinata
a
far
convergere
l
'
amore
di
Dio
e
degli
uomini
a
un
bene
individuale
,
a
un
fine
di
perfezione
propria
e
di
premio
.
Sentiva
dolore
di
avere
così
obbedita
solamente
a
parole
la
legge
che
all
'
amore
di
sé
stesso
antepone
l
'
amore
di
Dio
;
ed
era
un
dolore
dolce
,
non
perché
gli
fosse
facile
trovare
scuse
all
'
errore
,
imputarlo
a
maestri
,
ma
perché
gli
era
dolcezza
sentire
il
proprio
niente
nell
'
onda
di
grazia
che
lo
avvolgeva
.
E
sentiva
il
proprio
niente
in
quel
passato
sfacelo
di
una
religiosità
manchevole
,
operato
dall
'
insorgere
dei
sensi
,
nella
depressione
centrale
della
sua
vita
,
tutta
un
tessuto
di
sensualità
,
di
debolezze
,
di
contraddizioni
e
di
menzogne
;
il
proprio
niente
anche
nella
vita
posteriore
alla
sua
conversione
,
impulso
e
opera
di
una
Volontà
interna
e
prevalente
alla
sua
,
durante
il
quale
ultimo
tempo
gli
pareva
di
avere
,
per
conto
proprio
,
solamente
gravato
contro
l
'
impulso
buono
.
Anelò
a
deporre
come
una
spoglia
pesante
tutto
quel
"
sé
"
che
lo
tardava
.
Conobbe
parte
di
questo
"
sé
"
pesante
anche
l
'
affetto
alla
Visione
,
aspirò
alla
Verità
Divina
nel
suo
mistero
qualunque
ella
fosse
,
si
donò
a
lei
con
tale
violenza
di
desiderio
da
spezzarsi
,
quasi
,
nel
palpito
;
e
le
stelle
gli
folgorarono
un
senso
così
vivo
della
incommensurabile
grandezza
della
Verità
Divina
di
fronte
alla
concezione
religiosa
sua
e
dei
suoi
amici
,
e
insieme
una
fede
così
certa
di
essere
avviato
a
quella
immensità
,
ch
'
egli
esclamò
alzando
di
scatto
la
testa
dal
guanciale
:
"
Ah
!
"
La
suora
si
era
appisolata
ma
il
professore
no
.
"
Cosa
c
'
è
?
"
diss
'
egli
.
"
Vedi
qualche
cosa
?
"
Sulle
prime
Benedetto
non
rispose
.
Il
professore
alzò
la
lampadina
e
si
chinò
sopra
di
lui
che
volse
il
viso
a
guardarlo
con
una
espressione
di
desiderio
intenso
e
dopo
averlo
guardato
lungamente
sospirò
:
"
Ah
professore
,
c
'
è
che
Lei
deve
venire
dove
vado
io
.
"
"
Ma
sai
"
disse
Mayda
"
dove
vai
,
tu
?
"
"
So
"
rispose
Benedetto
"
che
mi
separo
da
tutto
quello
che
si
corrompe
e
che
pesa
.
"
Poi
domandò
se
qualcuno
fosse
andato
alla
parrocchia
.
Come
,
se
non
era
passato
che
un
quarto
d
'
ora
?
Si
scusò
,
gli
pareva
che
fosse
passato
un
secolo
.
Supplicò
il
professore
di
ritirarsi
,
di
prendere
riposo
,
contemplò
daccapo
i
lumi
celesti
;
poi
chiuse
gli
occhi
,
desiderò
Gesù
,
due
braccia
umane
che
lo
sollevassero
e
lo
cingessero
,
un
petto
umano
,
animato
di
Divino
,
dove
celare
il
viso
entrando
nell
'
immenso
mistero
.
Ebbe
i
sacramenti
alle
sei
.
Il
termometro
era
salito
di
qualche
linea
.
Alle
nove
Benedetto
domandò
di
Giovanni
Selva
.
Seppe
ch
'
era
venuto
,
ch
'
era
ripartito
e
che
c
'
era
invece
di
Leynì
.
Volle
vederlo
malgrado
l
'
opposizione
del
professore
.
Gli
disse
che
desiderava
salutare
almeno
alcuni
dei
suoi
amici
delle
catacombe
.
Di
Leynì
lo
sapeva
,
gliene
aveva
parlato
Selva
.
Poté
annunciare
che
si
erano
dato
convegno
a
villa
Mayda
verso
il
tocco
.
La
suora
infermiera
,
venuta
poco
prima
a
sostituire
la
sua
compagna
,
ebbe
l
'
imprudenza
di
dire
che
tanta
gente
del
popolo
domandava
notizie
.
Benedetto
,
lì
per
lì
,
non
disse
nulla
;
ma
,
uscito
di
Leynì
,
fece
chiamare
il
professore
.
Il
professore
non
c
'
era
,
aveva
dovuto
recarsi
all
'
Università
.
Il
discorso
della
suora
avea
fatto
prendere
definitivamente
a
Benedetto
una
risoluzione
pensata
fin
da
quando
la
prima
luce
del
giorno
gli
aveva
mostrato
le
pareti
della
camera
dipinte
di
soggetti
mitologici
nello
stile
della
Casa
di
Livia
.
Desiderò
di
un
desiderio
indicibile
la
sua
cameretta
antica
.
Là
avrebbe
veduto
gli
amici
,
i
popolani
che
volessero
visitarlo
,
e
,
se
fosse
venuta
,
l
'
altra
persona
.
Pregò
di
parlare
al
giardiniere
e
ai
servi
,
espresse
il
suo
desiderio
;
e
perché
coloro
rifiutavano
di
trasportarlo
,
li
supplicò
per
amor
di
Dio
,
li
commosse
tanto
che
si
arresero
,
a
rischio
di
venir
cacciati
.
"
Idee
proprio
di
Santi
"
pensò
la
suora
.
Benedetto
fece
il
tragitto
nelle
braccia
del
giardiniere
e
di
un
servo
,
avviluppato
di
coperte
,
col
Crocifisso
in
mano
.
La
sua
consolazione
di
trovarsi
nella
cameretta
povera
fu
così
grande
che
parve
a
tutti
migliorato
.
Ma
il
termometro
saliva
.
Dopo
il
tocco
il
termometro
segnava
trentanove
.
Don
Clemente
era
arrivato
alle
dieci
e
mezzo
.
III
.
I
Selva
e
di
Leynì
raggiunsero
il
gruppo
di
persone
che
li
aspettavano
nel
viale
degli
aranci
.
Erano
tutti
laici
meno
uno
,
un
giovine
sacerdote
abruzzese
,
piccolo
,
dal
viso
olivastro
,
dagli
occhi
neri
,
profondi
e
ardenti
.
Vi
era
lo
studente
Elia
Viterbo
,
ora
cristiano
,
stato
battezzato
da
quel
sacerdote
.
Vi
era
il
biondo
giovinetto
lombardo
prediletto
dal
Maestro
.
Vi
era
un
giovine
operaio
,
abruzzese
anche
lui
,
amico
del
prete
,
bellissimo
,
dalla
faccia
di
apostolo
;
vi
era
quell
'
Andrea
Minucci
della
riunione
religiosa
di
Subiaco
;
vi
erano
un
pittore
,
un
ufficiale
di
marina
comandato
al
Ministero
e
altri
;
tutti
uomini
che
ogni
amore
terreno
avrebbero
sacrificato
all
'
amore
di
Benedetto
.
Nessuno
di
loro
aveva
creduta
vera
una
sola
delle
voci
calunniose
sparse
contro
di
lui
.
Lo
avevano
difeso
con
impetuoso
sdegno
contro
i
compagni
diffidenti
.
Si
potrà
dire
di
essi
un
giorno
che
furono
posti
alla
prova
dalla
Provvidenza
ed
eletti
quindi
a
continuatori
dell
'
opera
del
Maestro
.
Di
Leynì
era
della
loro
schiera
;
in
Giovanni
Selva
essi
ammiravano
e
riverivano
un
uomo
ammirato
e
riverito
dal
Maestro
,
provandone
però
soggezione
.
Stavano
da
un
pezzo
nel
viale
degli
aranci
ad
aspettare
appunto
lui
;
perché
a
entrar
dal
Maestro
non
si
aspettava
che
il
signor
Giovanni
.
Molti
di
loro
avevano
le
lagrime
agli
occhi
.
All
'
avvicinarsi
dei
Selva
,
tutti
si
levarono
il
cappello
in
silenzio
.
Giovanni
si
avviò
,
seguito
dall
'
intero
gruppo
,
verso
la
casina
.
Sua
moglie
veniva
ultima
.
Uno
dei
giovani
le
accennò
di
passare
avanti
,
ma
ella
non
volle
e
nessuno
insistette
.
Non
era
luogo
né
ora
di
cerimonie
;
Maria
sentiva
che
quegli
uomini
erano
chiamati
prima
di
lei
a
continuare
l
'
opera
di
Benedetto
dopo
la
sua
morte
.
Camminavano
in
silenzio
e
a
capo
scoperto
malgrado
la
pioggia
,
Selva
come
gli
altri
.
Mayda
li
ricevette
sulla
soglia
.
Al
suo
ritorno
dall
'
Università
,
egli
aveva
accolto
la
notizia
del
passaggio
di
Benedetto
alla
casina
con
un
terribile
scoppio
di
collera
.
Non
aveva
poi
disarmato
con
la
suora
,
con
il
giardiniere
,
con
i
servi
;
ma
si
era
persuaso
in
cuor
suo
,
considerando
la
nota
delle
temperature
prese
ogni
mezz
'
ora
,
che
quel
colpo
di
follia
non
aveva
modificato
sensibilmente
il
corso
fatale
della
febbre
.
Alla
domanda
se
si
dovesse
restar
poco
nella
camera
,
cercare
che
l
'
ammalato
parlasse
il
meno
possibile
,
rispose
:
"
Fate
tutto
quello
che
desidera
;
è
il
banchetto
del
condannato
.
"
E
li
precedette
sur
una
scaletta
di
legno
.
"
I
tuoi
amici
"
diss
'
egli
,
entrando
nella
camera
.
Li
fece
passare
,
e
,
chiuso
l
'
uscio
,
si
appoggiò
a
uno
stipite
della
porta
,
con
le
mani
incrociate
dietro
il
dorso
,
guardando
Benedetto
.
L
'
alta
figura
bruna
non
si
mosse
più
di
là
tutto
il
tempo
che
Benedetto
trattenne
i
suoi
fedeli
.
Benedetto
aveva
il
viso
acceso
,
gli
occhi
lucenti
,
il
respiro
frequente
.
Salutò
gli
amici
con
un
"
grazie
"
vibrante
di
sovreccitazione
lieta
che
strappò
a
qualcuno
dei
singhiozzi
.
Allora
egli
alzò
la
mano
come
pregando
di
chetarsi
.
Dopo
ricevuto
il
Viatico
la
sua
continua
preghiera
era
stata
di
poter
parlare
ai
suoi
discepoli
prediletti
,
di
avere
da
Dio
parole
di
verità
e
forza
bastevole
a
pronunciarle
.
Si
sentiva
ora
il
petto
pieno
dello
Spirito
.
"
Venitemi
vicini
"
diss
'
egli
.
Il
giovinetto
biondo
passò
avanti
agli
altri
,
s
'
inginocchiò
,
rigato
il
viso
di
tacite
lagrime
,
al
letto
del
Maestro
che
gli
posò
la
mano
sul
capo
e
riprese
:
"
Restate
uniti
.
"
Le
dolorose
parole
taciute
accorarono
maggiormente
;
ma
ciascuno
sentì
che
quell
'
anima
era
per
dare
l
'
ultima
luce
di
ammaestramento
e
di
consiglio
,
ciascuno
represse
il
pianto
.
La
voce
di
Benedetto
suonò
nel
silenzio
più
profondo
.
"
Pregate
senza
posa
e
insegnate
a
pregare
senza
posa
.
Questo
è
il
fondamento
primo
.
Quando
l
'
uomo
ama
veramente
di
amore
una
persona
umana
o
una
idea
della
propria
mente
,
il
suo
pensiero
aderisce
in
segreto
continuamente
al
suo
amore
mentr
'
egli
attende
alle
più
diverse
occupazioni
della
vita
,
sia
vita
di
servo
,
sia
vita
di
re
;
e
ciò
non
gli
toglie
di
attendervi
bene
ed
egli
non
ha
bisogno
di
rivolgere
molte
parole
al
suo
amore
.
Gli
uomini
del
mondo
possono
portare
così
nel
loro
cuore
una
creatura
,
una
idea
di
verità
o
di
bellezza
.
Portate
voi
sempre
nel
vostro
il
Padre
che
non
avete
veduto
ma
che
avete
sentito
tante
volte
come
uno
Spirito
di
amore
spirante
in
voi
,
che
vi
metteva
il
desiderio
dolcissimo
di
vivere
per
esso
.
Se
così
farete
,
l
'
azione
vostra
sarà
tutta
viva
di
spirito
di
Verità
.
"
Riposò
un
poco
,
guardò
don
Clemente
seduto
accanto
al
letto
,
sorrise
.
"
Parole
Sue
della
cara
Santa
Scolastica
"
diss
'
egli
.
E
continuò
:
"
Siate
puri
nella
vita
perché
altrimenti
disonorerete
Cristo
davanti
al
mondo
;
siate
puri
nel
pensiero
perché
altrimenti
disonorerete
Cristo
davanti
agli
spiriti
di
bontà
e
agli
spiriti
di
nequizia
che
si
combattono
nelle
anime
dei
viventi
.
"
Detto
così
,
egli
cinse
col
braccio
la
testa
del
giovinetto
biondo
quasi
a
difenderla
dal
male
e
pregò
nell
'
anima
per
lui
ch
'
era
forse
la
sua
maggiore
speranza
.
Poi
ripigliò
:
"
Siate
santi
,
non
cercate
né
lucri
né
onori
,
mettete
in
comune
per
le
vostre
opere
di
verità
e
di
carità
il
superfluo
misurato
secondo
la
voce
interna
dello
Spirito
.
Siate
benefici
amici
a
tutti
i
dolori
umani
nei
quali
v
'
incontrerete
,
siate
mansueti
ai
vostri
offensori
e
derisori
che
saranno
molti
anche
nell
'
interno
della
Chiesa
,
siate
intrepidi
a
fronte
del
male
;
datevi
alle
necessità
l
'
uno
dell
'
altro
;
perché
se
tali
non
vivrete
non
potrete
servire
lo
Spirito
di
Verità
e
perché
il
mondo
riconosca
la
Verità
dai
vostri
frutti
,
perché
i
fratelli
riconoscano
dai
vostri
frutti
che
voi
siete
di
Cristo
.
"
Don
Clemente
si
piegò
sopra
di
lui
per
la
pietà
del
suo
respirare
affannoso
,
gli
disse
piano
che
riposasse
.
Benedetto
gli
prese
,
gli
strinse
la
mano
,
tacque
alcuni
istanti
.
Poi
,
levatigli
in
viso
i
grandi
occhi
lucenti
,
rispose
:
"
Hora
ruit
.
"
E
ricominciò
:
"
Ciascuno
di
voi
adempia
i
suoi
doveri
di
culto
come
la
Chiesa
prescrive
,
secondo
stretta
giustizia
e
con
perfetta
obbedienza
.
Non
prendete
nomi
per
la
vostra
unione
,
né
parlate
mai
collettivamente
,
né
fatevi
regole
comuni
oltre
a
queste
che
vi
ho
dette
.
Amatevi
,
l
'
amore
basta
.
E
comunicate
gli
uni
con
gli
altri
.
Molti
lavorano
nella
Chiesa
lo
stesso
lavoro
al
quale
vi
preparate
voi
con
la
preparazione
morale
che
vi
ho
prescritta
:
voglio
dire
un
lavoro
di
purificazione
della
fede
e
di
penetrazione
della
fede
purificata
nella
vita
.
Onorateli
e
apprendete
da
essi
ma
non
fateli
partecipi
della
vostra
unione
se
spontaneamente
non
vengano
a
voi
per
mettere
il
loro
superfluo
in
comune
.
Questo
sarà
il
segno
che
Iddio
li
manda
a
voi
.
"
Qui
Benedetto
s
'
interruppe
,
pregò
dolcemente
Giovanni
Selva
di
venirgli
più
vicino
.
"
Desidero
vederla
"
diss
'
egli
.
"
Quello
che
ho
detto
e
più
ancora
quello
che
dirò
è
nato
da
Lei
.
"
Stese
la
mano
a
prendere
quella
di
don
Clemente
,
soggiunse
:
"
Il
padre
lo
sa
.
-
Noi
dobbiamo
sentire
Iddio
presente
in
noi
stessi
ma
dobbiamo
anche
sentirlo
ciascuno
di
noi
nell
'
altro
e
io
lo
sento
tanto
in
Lei
.
-
Sì
"
proseguì
volgendosi
a
don
Clemente
come
per
un
appello
alla
sua
autorità
"
questo
è
il
fondamento
vero
della
fraternità
umana
e
per
questo
coloro
che
amano
gli
uomini
e
si
figurano
di
essere
freddi
con
Dio
sono
più
vicini
al
Regno
di
tanti
che
si
figurano
di
amare
Dio
e
non
amano
gli
uomini
.
"
Il
giovine
prete
che
stava
,
quasi
timidamente
,
dietro
Selva
,
esclamò
:
"
oh
sì
sì
!
"
Selva
piegò
il
capo
,
sospirando
.
L
'
alta
figura
bruna
addossata
a
uno
stipite
della
porta
non
si
mosse
,
ma
il
suo
sguardo
fermo
a
Benedetto
ebbe
una
intensità
,
una
tenerezza
,
una
tristezza
indicibili
.
Don
Clemente
si
piegò
da
capo
all
'
infermo
,
gli
disse
di
sostare
un
poco
;
anche
la
suora
ne
lo
pregò
.
Mayda
non
parlò
né
parlarono
i
discepoli
.
Benedetto
bevve
un
po
'
d
'
acqua
,
ringraziò
e
riprese
il
suo
dire
.
"
Purificate
la
fede
per
gli
adulti
ai
quali
è
incomportabile
il
cibo
degl
'
infanti
.
Questa
parte
del
vostro
lavoro
è
per
quelli
che
sono
fuori
della
Chiesa
,
le
appartengano
di
nome
o
no
,
per
quelli
ai
quali
voi
vi
mescolerete
incessantemente
.
Lavorate
a
glorificare
l
'
idea
di
Dio
adorando
sopra
ogni
cosa
la
Verità
e
insegnando
che
non
vi
è
verità
contro
Dio
né
contro
la
Sua
legge
.
Badate
però
con
altrettanta
cura
che
gl
'
infanti
non
accostino
la
bocca
al
cibo
degli
adulti
.
Non
vi
offenda
una
fede
impura
,
una
fede
imperfetta
dove
pura
è
la
vita
e
giusta
è
la
coscienza
;
perché
rispetto
alle
profondità
infinite
di
Dio
poca
differenza
vi
è
tra
la
fede
della
femminetta
e
la
fede
vostra
e
se
la
coscienza
della
femminetta
è
giusta
,
se
la
sua
vita
è
pura
,
voi
non
passerete
avanti
a
lei
nel
Regno
dei
Cieli
.
Non
pubblicate
mai
scritti
intorno
a
questioni
religiose
difficili
perché
sieno
venduti
ma
distribuiteli
secondo
prudenza
e
mai
non
vi
apponete
il
vostro
nome
.
"
Lavorate
per
la
penetrazione
della
fede
purificata
nella
vita
.
Questo
lavoro
è
per
quelli
che
nella
Chiesa
sono
e
nella
Chiesa
vogliono
essere
e
si
chiamano
turba
,
popolo
infinito
;
per
coloro
che
veramente
credono
nei
dogmi
e
si
compiacerebbero
di
crederne
anche
più
,
che
veramente
credono
nei
miracoli
e
si
compiacciono
di
crederne
anche
più
,
ma
veramente
non
credono
nelle
Beatitudini
,
che
dicono
a
Cristo
:
"
Signore
,
Signore
!
"
ma
pensano
che
sarebbe
troppo
duro
di
fare
tutta
la
Sua
volontà
e
neppure
hanno
zelo
di
cercarla
nel
Libro
Santo
e
non
sanno
che
religione
è
sopra
tutto
azione
e
vita
.
A
costoro
che
pregano
abbondantemente
,
spesso
idolatricamente
,
insegnate
voi
a
praticare
,
oltre
alle
preghiere
prescritte
,
anche
la
preghiera
mistica
in
cui
è
la
fede
più
pura
,
la
più
perfetta
speranza
,
la
più
perfetta
carità
,
che
purifica
per
sé
l
'
anima
e
purifica
la
vita
.
Vi
dico
io
di
prendere
pubblicamente
il
posto
dei
Pastori
?
No
;
ciascuno
lavori
nella
propria
famiglia
,
ciascuno
lavori
fra
i
propri
amici
,
chi
può
lavori
nel
libro
.
Così
lavorerete
anche
il
terreno
onde
i
Pastori
sorgono
.
"
Figli
miei
,
non
vi
prometto
che
rinnoverete
il
mondo
.
Lavorerete
nella
notte
senza
profitto
apparente
come
Pietro
e
i
suoi
compagni
sul
mare
di
Galilea
,
ma
Cristo
alfine
verrà
e
allora
il
vostro
guadagno
sarà
grande
.
"
Tacque
,
pregò
per
i
suoi
discepoli
,
sospirò
nella
prescienza
di
molto
loro
soffrire
da
molte
specie
di
nemici
e
disse
le
ultime
parole
:
"
Più
tardi
le
vostre
preghiere
;
adesso
il
vostro
bacio
.
"
I
discepoli
domandarono
a
una
voce
di
essere
benedetti
.
Egli
si
schermì
,
disse
di
non
sentirsi
degno
:
"
Non
sono
che
il
povero
cieco
,
al
quale
il
Signore
ha
aperti
gli
occhi
col
fango
.
"
Don
Clemente
non
parve
udire
,
s
'
inginocchiò
dicendo
:
"
Anche
me
.
"
Benedetto
gl
'
impose
con
umile
obbedienza
la
mano
sul
capo
,
disse
le
parole
latine
della
benedizione
rituale
e
lo
baciò
.
Così
fece
agli
altri
,
uno
per
uno
.
Parve
a
ciascuno
sentirsi
fluire
nell
'
interno
da
quella
mano
il
vento
dello
Spirito
.
Quando
fu
la
volta
del
prete
,
questi
mormorò
:
"
Maestro
,
e
noi
?
"
Il
morente
si
raccolse
alcuni
istanti
,
rispose
:
"
Siate
poveri
,
vivete
da
poveri
,
siate
perfetti
,
non
compiacetevi
né
di
titoli
né
di
vesti
di
onore
,
non
dell
'
autorità
personale
né
dell
'
autorità
collettiva
,
amate
coloro
che
vi
odiano
,
astenetevi
dalle
parti
,
pacificate
nel
nome
di
Dio
,
non
accettate
uffici
civili
,
non
tiranneggiate
le
anime
né
vogliate
governarle
troppo
,
non
fate
culture
artificiali
di
sacerdoti
,
pregate
Dio
di
esser
molti
ma
non
temete
di
esser
pochi
;
non
crediate
che
vi
abbisogni
molta
scienza
umana
,
solo
vi
abbisogna
molto
rispetto
per
la
ragione
e
molta
fede
nella
Verità
universale
e
inscindibile
.
"
Ultima
si
avvicinò
Maria
Selva
.
S
'
inginocchiò
a
due
passi
dal
letto
.
L
'
infermo
le
sorrise
,
le
fe
'
cenno
di
alzarsi
.
"
La
ho
già
benedetta
in
Suo
marito
"
diss
'
egli
.
"
Non
li
so
distinguere
.
Ella
è
una
parte
dell
'
anima
sua
.
Ella
è
il
suo
coraggio
,
lo
sia
sempre
più
nelle
ore
penose
che
lo
aspettano
.
E
siate
insieme
la
poesia
dell
'
amore
cristiano
fino
all
'
ultimo
.
Fermatevi
ora
qui
un
poco
tutt
'
e
due
.
"
La
luce
venne
meno
rapidamente
nella
camera
mentre
i
discepoli
uscivano
.
Si
udì
il
rombo
del
tuono
,
la
suora
andò
a
chiudere
la
finestra
.
Prima
guardò
nel
giardino
,
esclamò
:
"
poverini
!
"
Benedetto
udì
,
volle
sapere
,
apprese
che
il
giardino
formicolava
di
persone
venute
per
vederlo
,
che
una
pioggia
tempestosa
era
imminente
.
Pregò
i
Selva
di
attendere
e
Mayda
di
far
entrare
il
popolo
.
Un
calpestio
pesante
suonò
sulla
scaletta
di
legno
.
La
porta
si
aperse
,
parecchi
popolani
entrarono
adagio
in
punta
di
piedi
.
In
un
momento
la
camera
fu
piena
.
Una
calca
di
teste
scoperte
si
affacciava
alla
porta
.
Nessuno
parlava
,
tutti
guardavano
Benedetto
,
smarriti
,
riverenti
.
Benedetto
salutò
colle
due
mani
,
a
braccia
aperte
.
"
Vi
ringrazio
"
diss
'
egli
.
"
Pregate
come
certo
a
qualcuno
di
voi
ho
insegnato
.
E
Dio
sia
con
voi
,
sempre
.
"
Un
omone
grande
gli
rispose
,
tutto
rosso
:
"
Noi
si
pregherà
ma
Lei
non
more
,
sa
.
Lei
non
creda
sta
cosa
.
Però
ce
benedica
.
"
"
Sì
,
ce
benedica
"
suonò
da
ogni
parte
.
"
Ce
benedica
.
"
Intanto
dalla
scaletta
venivano
voci
impazienti
di
gente
che
voleva
e
non
poteva
salire
.
Benedetto
disse
qualche
cosa
,
piano
,
a
don
Clemente
.
Don
Clemente
ordinò
che
i
presenti
sfilassero
davanti
al
letto
uscendo
poi
dalla
camera
perché
potessero
sfilare
anche
gli
altri
.
A
uno
a
uno
passarono
tutti
.
Erano
genterella
del
Testaccio
,
operai
,
garzoni
di
negozio
,
venditrici
di
frutta
,
piccoli
merciaiuoli
,
accattoni
.
Benedetto
andava
ripetendo
di
tanto
in
tanto
,
con
voce
stanca
,
parole
di
congedo
.
-
Addio
.
-
Pregate
per
me
.
-
A
rivederci
in
paradiso
.
-
Chi
passando
davanti
lui
piegava
il
ginocchio
in
silenzio
,
chi
toccava
il
letto
e
si
faceva
il
segno
della
croce
,
chi
gli
raccomandava
sé
o
persone
care
,
chi
gli
diceva
benedizioni
.
Uno
gli
domandò
perdono
di
aver
creduto
ai
suoi
calunniatori
.
Fu
allora
una
sequela
di
"
anche
a
me
,
anche
a
me
.
"
Passò
la
gobbina
di
via
della
Marmorata
,
cominciò
a
raccontargli
piangendo
che
il
suo
vecchio
prete
si
era
confessato
e
avrebbe
voluto
dirgli
tutta
la
sua
gratitudine
.
Chi
seguiva
la
spinse
via
ed
ella
passò
per
sempre
dagli
occhi
di
lui
.
Tanti
così
gli
passarono
davanti
l
'
ultima
volta
e
piangendo
si
allontanarono
da
lui
per
sempre
,
ch
'
egli
aveva
consolati
nello
spirito
e
nel
corpo
.
Molti
ne
riconobbe
e
salutò
col
gesto
.
Quelli
giravano
via
pure
girando
il
volto
lagrimoso
continuamente
a
lui
.
La
fila
che
scendeva
sfiorando
sulla
scaletta
la
fila
che
saliva
,
le
antecipava
le
impressioni
della
camera
dolorosa
.
-
Ah
che
viso
!
-
Ah
che
voce
!
-
Dio
,
muore
!
-
È
un
angelo
di
Dio
!
-
Vedrete
!
-
Ci
ha
il
paradiso
negli
occhi
!
-
E
non
pochi
mormoravano
maledizioni
agi
'
infamacci
che
lo
avevano
calunniato
,
non
pochi
parlavano
,
fremendo
,
di
veleno
e
di
assassinio
.
Dio
,
portato
via
dai
questurini
,
ritornava
così
!
Un
lugubre
tuonare
continuo
e
il
gran
pianto
uguale
della
pioggia
coprivano
i
sussurri
pietosi
e
irosi
.
Finito
di
scolare
il
fiume
del
popolo
,
Mayda
fece
aprire
la
finestra
perché
l
'
aria
si
era
viziata
.
Benedetto
pregò
che
gli
alzassero
un
poco
il
capo
,
desiderando
vedere
il
gran
pino
inclinato
al
Celio
.
La
verde
livida
corona
dell
'
ombrello
tagliava
obliqua
il
cielo
tempestoso
.
La
guardò
a
lungo
.
Riadagiato
il
capo
sul
guanciale
,
accennò
a
don
Clemente
di
piegarsi
verso
di
lui
,
gli
disse
,
quasi
all
'
orecchio
:
"
Sa
,
quando
mi
hanno
portato
qua
dalla
villa
,
ho
sentito
un
fortissimo
impulso
a
pregare
che
mi
portassero
sotto
il
pino
che
si
vede
dalla
finestra
,
per
morire
lì
.
Ma
ho
anche
pensato
subito
ch
'
era
una
cosa
troppo
voluta
,
e
che
non
era
buona
.
E
poi
-
soggiunse
sorridendo
-
sarebbe
sempre
mancato
l
'abito."
Un
lieve
moto
delle
labbra
di
don
Clemente
gli
rivelò
ch
'
egli
aveva
recato
l
'
abito
con
sé
da
Subiaco
.
N
'
ebbe
un
assalto
di
commozione
intensa
.
Giunte
le
mani
,
stette
in
silenzio
fino
a
che
durò
la
lotta
interna
fra
il
desiderio
che
la
Visione
si
compiesse
e
la
coscienza
che
non
si
sarebbe
compiuta
naturalmente
.
Si
raccolse
in
un
atto
di
abbandono
alla
Divina
Volontà
.
"
Il
Signore
vuole
che
io
muoia
qui
"
diss
'
egli
.
"
Però
mi
permette
di
avere
almeno
l
'
abito
sul
letto
prima
di
morire
.
"
Don
Clemente
si
chinò
sopra
di
lui
e
lo
baciò
in
fronte
.
Intanto
i
Selva
attendevano
in
disparte
.
Benedetto
li
chiamò
a
sé
,
disse
loro
che
avrebbe
ricevuto
la
signora
Dessalle
fra
mezz
'
ora
,
ma
che
la
pregava
di
non
venire
sola
.
Poteva
venire
con
loro
.
Insieme
ai
Selva
uscì
anche
Mayda
.
La
suora
dormicchiava
.
Allora
Benedetto
pregò
don
Clemente
di
recarsi
poi
dal
Pontefice
,
di
dirgli
come
la
fine
della
Visione
non
si
fosse
avverata
,
come
quindi
tutto
l
'
apparente
miracoloso
della
sua
vita
svanisse
,
come
finalmente
egli
avesse
sentita
con
grande
dolcezza
,
prima
di
morire
,
la
benedizione
del
Papa
.
"
E
gli
dica
"
finì
"
che
spero
di
poter
parlare
ancora
nel
suo
cuore
.
"
L
'
ambascia
era
diminuita
ma
la
voce
si
affiochiva
,
le
forze
venivano
mancando
colla
febbre
.
Don
Clemente
gli
prese
e
tenne
a
lungo
il
polso
.
Poi
si
alzò
.
"
Lei
va
a
prendere
l
'
abito
?
"
mormorò
Benedetto
con
un
sorriso
dolcissimo
.
Il
bel
viso
del
padre
si
coperse
di
rossore
.
Egli
vinse
presto
il
sentimento
umano
che
gli
consigliava
di
simulare
,
e
rispose
:
"
Sì
,
caro
.
Credo
che
sia
il
tempo
.
"
"
Che
ore
sono
?
"
"
Le
cinque
e
mezzo
.
"
"
Lei
crede
alle
sette
?
Alle
otto
?
"
"
No
,
non
così
presto
,
ma
desidero
che
tu
abbia
questa
consolazione
subito
.
"
In
un
salottino
della
villa
,
Giovanni
Selva
,
guardato
l
'
orologio
,
disse
a
sua
moglie
:
"Andate."
L
'
intelligenza
era
che
con
Jeanne
andassero
da
Benedetto
Maria
e
Noemi
.
Questa
stese
le
mani
a
suo
cognato
.
"
Sai
"
diss
'
ella
,
tutta
tremante
"
vado
a
dargli
una
notizia
che
riguarda
l
'
anima
mia
.
Non
ti
offendere
se
la
do
a
lui
prima
che
a
te
.
"
Jeanne
intuì
la
notizia
che
Noemi
avrebbe
portato
al
morente
:
la
sua
prossima
conversione
al
Cattolicismo
.
Tutta
la
forza
ch
'
ell
'
aveva
raccolto
in
sé
per
il
momento
supremo
l
'
abbandonò
.
Abbracciò
Noemi
e
scoppiò
in
lagrime
.
I
Selva
le
fecero
animo
,
ingannandosi
circa
quel
pianto
.
Ella
pregò
,
fra
i
singhiozzi
,
che
andassero
,
che
andassero
;
a
lei
era
impossibile
di
venire
.
Noemi
sola
intese
.
Jeanne
non
voleva
venire
perché
aveva
indovinato
e
non
poteva
fare
quanto
avrebbe
fatto
lei
.
La
supplicò
,
la
scongiurò
,
le
mormorò
tenendola
abbracciata
:
"
perché
non
cedi
,
in
questo
momento
?
"
Jeanne
rispose
solamente
,
singhiozzando
:
"
Oh
tu
mi
capisci
!
"
E
perché
Noemi
protestava
di
non
voler
più
andare
,
la
supplicò
alla
sua
volta
di
andare
,
di
andare
subito
,
di
non
tardare
a
dargli
questa
consolazione
.
Ella
non
poteva
,
non
poteva
,
non
poteva
!
Non
ci
fu
verso
di
smuoverla
.
Un
domestico
venne
a
chiamare
Selva
.
Maria
e
Noemi
uscirono
.
Rimasta
sola
,
Jeanne
ebbe
un
momento
l
'
idea
di
raggiungerle
,
di
arrendersi
,
di
andargli
a
dire
ella
pure
una
parola
di
gioia
.
Cadde
ginocchioni
,
stese
le
braccia
,
quasi
a
lui
che
le
stesse
davanti
,
singhiozzò
:
"
caro
,
caro
,
come
ti
potrei
ingannare
?
"
Aveva
lottato
più
volte
col
proprio
scetticismo
imperioso
e
sempre
invano
.
Uno
slancio
di
dedizione
alla
fede
,
lo
sapeva
,
non
sarebbe
stato
durevole
.
"
Perché
non
mi
vuoi
sola
?
"
gemette
ancora
,
sempre
ginocchioni
.
"
Perché
non
mi
vuoi
sola
?
Perché
le
coscienze
pie
non
si
offendano
?
Perché
la
mia
disperazione
non
ti
turbi
?
Perché
non
mi
vuoi
sola
?
Posso
io
dire
davanti
a
loro
quello
che
ho
dentro
di
me
?
Tu
che
sei
buono
come
il
tuo
Signore
Gesù
,
perché
non
mi
vuoi
sola
?
Oh
!
"
Ella
scattò
in
piedi
,
convinta
che
se
Piero
la
udisse
risponderebbe
"
sì
,
vieni
.
"
Stette
un
attimo
come
impietrata
,
colle
mani
alle
tempie
;
e
mosse
poi
lentamente
,
simile
a
una
sonnambula
,
uscì
del
salotto
,
attraversò
il
vestibolo
,
scese
in
giardino
.
Pioveva
tanto
dirottamente
,
il
cielo
,
corso
tuttora
di
tempo
in
tempo
dal
tuono
,
era
tanto
fosco
che
prima
delle
sei
,
quella
sera
di
febbraio
,
pareva
già
quasi
notte
.
Jeanne
entrò
come
stava
,
a
capo
scoperto
,
nella
pioggia
fitta
e
fredda
,
prese
,
senz
'
affrettar
il
passo
,
non
il
viale
degli
aranci
a
destra
ma
il
sentiero
che
scende
a
sinistra
fra
due
righe
di
grandi
agavi
a
un
boschetto
di
lauri
,
di
cipressi
e
di
ulivi
cui
si
aggrappano
rose
.
Passò
dal
gran
pino
che
guarda
il
Celio
e
girando
al
basso
verso
destra
per
un
lungo
arco
di
via
,
si
condusse
alla
fonte
che
un
avello
antico
raccoglie
nel
pendìo
ripido
fra
una
cintura
di
mirti
,
pochi
passi
più
giù
che
la
casina
del
giardiniere
.
Ivi
si
fermò
.
Una
finestra
della
casina
luceva
;
certo
la
finestra
di
Piero
.
Vi
passò
un
'
ombra
;
forse
Noemi
!
Jeanne
sedette
sull
'
orlo
marmoreo
della
vasca
.
Era
possibile
di
affogare
lì
dentro
?
Avrebbe
cercato
di
morire
se
non
ci
fosse
Carlino
?
Pensieri
vani
;
non
vi
si
trattenne
.
Attese
,
attese
,
sotto
la
pioggia
fredda
,
con
gli
occhi
e
l
'
anima
fermi
alla
finestra
lucente
.
Altre
ombre
.
Partono
,
adesso
?
Sì
,
forse
partono
Maria
e
Noemi
ma
non
lasceranno
Piero
solo
.
Ci
sarà
Mayda
,
ci
sarà
il
benedettino
,
ci
sarà
la
suora
.
Ebbene
,
ella
tenterà
.
Un
passo
frettoloso
nel
viale
degli
aranci
;
qualcuno
che
si
avvia
alla
casina
.
Jeanne
,
che
si
era
alzata
,
torna
a
sedere
.
Ecco
,
quell
'
ignoto
è
entrato
.
Movimento
di
ombre
alla
finestra
.
Due
persone
escono
parlando
vivacemente
;
le
voci
del
professore
e
di
Giovanni
Selva
.
Pare
che
parlino
di
qualcuno
venuto
a
prendere
notizie
.
Altre
persone
escono
,
l
'
acqua
delle
grondaie
mormora
sugli
ombrelli
.
Devono
esser
loro
,
Maria
e
Noemi
.
Jeanne
si
alza
da
capo
,
si
avvia
.
Passa
l
'
uscio
della
casina
,
vede
gente
nella
cucina
del
giardiniere
,
prega
una
ragazza
di
salire
a
vedere
presso
l
'
ammalato
,
chi
ci
sta
.
Quella
esita
,
cerca
schermirsi
,
ma
poi
va
,
scende
subito
.
Ci
stanno
il
prete
e
la
suora
.
Jeanne
domanda
un
po
'
di
carta
,
una
matita
,
un
lume
.
Comincia
a
scrivere
:
"
Padre
-
Mi
rivolgo
...
"
S
'
interrompe
,
sta
in
ascolto
.
Qualcuno
scende
la
scaletta
di
legno
.
Un
passo
d
'
uomo
;
dunque
il
padre
.
Allora
gli
parlerà
.
Butta
via
la
matita
,
gli
va
incontro
sulla
scaletta
.
È
scuro
,
don
Clemente
la
scambia
per
Maria
Selva
.
"
È
quieto
"
dice
,
prima
ch
'
ell
'
apra
bocca
.
"
Pare
che
dorma
.
Gli
ha
fatto
tanto
bene
quello
che
Sua
sorella
gli
ha
detto
.
Il
professore
crede
che
passerà
la
notte
.
Faccia
venire
anche
l
'
altra
signora
.
L
'
ha
domandata
.
Credevo
che
fossero
andate
a
prenderla
.
"
Jeanne
tace
,
si
fa
da
banda
.
Egli
dice
"
permesso
"
e
passa
senza
guardarla
,
va
in
cucina
per
avere
un
po
'
di
pane
e
un
po
'
d
'
acqua
,
digiuno
com
'
è
dalla
sera
precedente
.
Jeanne
trema
come
una
foglia
.
Egli
l
'
ha
domandata
!
Queste
parole
,
il
favore
del
caso
le
danno
le
vertigini
.
Sale
piano
piano
,
spinge
l
'
uscio
piano
piano
.
La
suora
la
vede
,
fa
per
alzarsi
.
Ella
le
accenna
,
col
dito
alla
bocca
,
di
non
si
muovere
,
si
accosta
piano
piano
al
letto
,
vede
una
lunga
cosa
nera
distesa
sulle
coltri
,
si
arresta
esterrefatta
,
non
comprende
.
Ode
un
lievissimo
gemito
.
Il
giacente
alza
la
mano
destra
con
un
gesto
vago
,
come
se
cercasse
qualche
cosa
.
La
suora
si
alza
ma
Jeanne
,
più
pronta
,
è
di
slancio
al
guanciale
,
si
china
su
Piero
che
ha
ripreso
a
gemere
,
ad
agitar
la
mano
.
Jeanne
lo
interroga
affannosa
,
egli
non
risponde
,
geme
,
guarda
qualche
cosa
accanto
al
letto
e
Jeanne
offre
un
bicchiere
d
'
acqua
,
gli
vede
scotere
il
capo
,
si
dispera
di
non
capire
.
Ah
,
il
Crocifisso
,
il
Crocifisso
!
La
suora
alza
il
lume
da
terra
,
Jeanne
porge
il
Crocifisso
a
Piero
che
gli
affligge
le
labbra
e
la
guarda
,
la
guarda
con
gli
occhi
grandi
,
vitrei
,
dov
'
è
la
morte
.
La
suora
getta
un
grido
,
corre
a
chiamare
il
padre
.
Piero
guarda
Jeanne
,
guarda
Jeanne
,
si
sforza
di
prendere
il
Crocifisso
a
due
mani
,
di
alzarlo
verso
lei
,
le
sue
labbra
si
agitano
,
si
agitano
,
non
ne
esce
suono
.
Jeanne
si
raccoglie
nelle
proprie
le
mani
di
Piero
,
bacia
il
Crocifisso
di
un
bacio
appassionato
.
Egli
chiude
allora
gli
occhi
,
il
suo
volto
s
'
irradia
di
un
sorriso
,
si
piega
un
poco
sulla
spalla
destra
,
non
si
move
più
.
FINE
.
95