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IL SANTO ( FOGAZZARO ANTONIO , 1905 )
Narrativa ,
CAPITOLO PRIMO . Lac d ' amour . Jeanne si posò aperto sulle ginocchia il volumetto sottile che stava leggendo presso la finestra . Contemplò pensosa dentro la ovale acqua plumbea dormente a ' suoi piedi il passar delle nubi primaverili che ad ora ad ora trascoloravano la villetta , il giardino deserto , gli alberi dell ' altra sponda , le campagne lontane , a sinistra il ponte , a destra le quiete vie che si perdevano dietro il Bèguinage , e i tetti acuti della grande mistica morta , Bruges . Ah se quella Intruse di cui stava leggendo , se quella funerea visitatrice movesse ora , invisibile , per la città sepolcrale , se le rughe brevi dell ' acqua plumbea fossero l ' orma sua , s ' ella toccasse già la riva , la soglia della villetta , con il suo sospirato dono di sonno eterno ! Suonarono le cinque ; su su , presso le bianche nubi , magiche voci d ' innumerevoli campane cantarono sopra le case , le piazze , le vie di Bruges il malinconico incantesimo che ne eterna il sopore . Jeanne si sentì su gli occhi due mani fresche , un ' aura profumata sul viso , e sui capelli un alito , un sussurro " encore une intruse ! " un bacio . Non parve sorpresa . Alzò la mano ad accarezzare il viso chino sopra di lei e disse solamente : " Addio , Noemi . Magari fossi tu l ' Intruse ! " La signorina Noemi non intese . " Magari ? " diss ' ella . " È italiano , questo ? Non è arabo ? Spiegati subito . " Jeanne si alzò . " Non capiresti lo stesso " diss ' ella con un sorriso triste . " Dobbiamo fare il nostro esercizio di conversazione italiana , adesso ? " " Ma , prego ! " " Dove sei andata con mio fratello ? " " All ' Ospitale di S . Giovanni a salutare Memling . " " Bene , parla di Memling . - No , prima dimmi se Carlino ti ha fatto dichiarazioni . " La signorina rise . " Sì , mi ha dichiarato la guerra e io gli . " " E io a lui , si dice . - Vorrei che s ' innamorasse di te " soggiunse Jeanne , seria . La signorina aggrottò le ciglia . " Io non vorrei " diss ' ella . " Perché ? Non è simpatico ? Non ha spirito ? Non è colto ? Non è distinto ? Ed è anche ricco , poi , sai . Disprezziamo pure la ricchezza , ma è una cosa comoda . " Noemi d ' Arxel posò le mani sulle spalle dell ' amica e la guardò nelle pupille . Gli azzurri occhi erano gravi e tristi . I bruni occhi indagati sostenevano quello sguardo con fermezza lampeggiante a vicenda di sfida , di cruccio e di riso . " Intanto " disse la signorina " il signor Carlino mi piace per vedere Memling , per suonare a quattro mani musica classica e anche per farmi leggere Kempis , benché questo suo nuovo amore di Kempis pare una profanazione pensando che crede niente . Je suis catholique autant qu ' on peut l ' être lorsqu ' on ne l ' est pas , eppure quando sento un miscredente come tuo fratello leggere Kempis così bene , perdo quasi anche la mia fede cristiana ! Gli voglio poi bene perché è tuo fratello , ma è tutto ! Oh , questa signora Jeanne Dessalle dice qualche volta cose ... cose ... ! Non so , non so , non so . Ma warte nur , du Räthsel , mi diceva la mia istitutrice . Aspetta , enigma ! " " Cosa devo aspettare ? " Noemi cinse di un braccio il collo dell ' amica : " Io ti sonderò l ' anima con una sonda che porterà su perle tanto grandi , tanto belle e anche forse qualche alga , qualche poco di fango del fondo e forse una piccolissima pi œuvre." " Non mi conosci " replicò Jeanne . " Sei la sola persona , fra i miei amici , che non mi conosce . " " Già , solamente quelli che ti adorano ti conoscono , penso io , eh ? Oh sì , questa è una mania che hai , di credere che tutta la gente ti adora . " Jeanne fece la solita boccuccia di bambina infastidita . " Che sciocca ! " diss ' ella . E subito corresse la parola con un bacio e una smorfia , mezzo sorriso , mezzo lamento . " Le donne ! " riprese . " Le donne , ti ho sempre detto , mi adorano ! Vuoi dire che non mi adori , tu ? " " Mais point du tout ! " esclamò Noemi . Jeanne brillò negli occhi di malizia e di dolcezza : " In italiano si dice : sì , di tutto cuore ! " I fratelli Dessalle avevano passato l ' estate precedente a Maloja , Jeanne studiandosi di essere una compagna gradevole , nascondendo quanto poteva la sua insanabile piaga ; Carlino cercando , nelle ore mistiche , a Sils Maria e nei dintorni , le traccie di Nietzsche , farfalleggiando nelle ore mondane di dama in dama , pranzando spesso a S . Moritz e persino a Pontresina , facendo musica con un addetto militare dell ' ambasciata germanica di Roma e con Noemi d ' Arxel , discorrendo di religione con la sorella e il cognato di lei . Le due sorelle d ' Arxel , orfane , erano belghe di nascita , olandesi di origine e protestanti . La maggiore di esse , Maria , aveva sposato , dopo un idillio singolare e poetico , il vecchio pensatore italiano Giovanni Selva , che sarebbe popolare in Italia se gl ' italiani avessero maggiore interesse per gli studi religiosi ; poiché il Selva è forse il più legittimo rappresentante italiano del cattolicesimo progressista . Maria si era fatta cattolica prima del matrimonio . I Selva passavano l ' inverno a Roma , il resto dell ' anno a Subiaco . Noemi , serbatasi fedele alla religione de ' suoi padri , alternava Bruxelles con l ' Italia . Ora la vecchia istitutrice , colla quale viveva , era morta a Bruxelles da un mese , alla fine di marzo . Né Giovanni Selva né sua moglie avevano potuto , per una indisposizione del primo , venire ad assistere Noemi in quei frangenti . Jeanne Dessalle , che si era legata particolarmente a Noemi , aveva persuaso il fratello a un viaggio nel Belgio , da lui non conosciuto , e quindi offerto ai Selva di recarsi a Bruxelles in loro vece . Così era avvenuto che Noemi si trovasse con i Dessalle a Bruges verso la fine di aprile . Vi abitavano una villetta in riva al breve specchio d ' acqua che chiamano Lac d ' amour . Carlino si era innamorato di Bruges e particolarmente del Lac d ' amour come titolo di un romanzo che andava sognando di scrivere , senza tenerne ancora in mente molto più che la compiacenza profetica di aver mostrato al mondo uno squisito e originale magistero di arte . " En tout cas " replicò Noemi " di tutto cuore , no ! " " Perché ? " " Perché il mio cuore lo sto dedicando a un ' altra persona . " " A chi ? " " A un frate . " Jeanne trasalì , e Noemi , confidente dell ' amica , del suo insanabile amore per l ' uomo scomparso , probabilmente sepolto in qualche ignota solitudine claustrale , tremò di aver sbagliato il tôno dell ' esordio di un discorso che aveva in mente . " A proposito , Memling ! " diss ' ella arrossendo forte . " Dobbiamo parlare di Memling ! " Lo disse in francese e Jeanne le sussurrò : " Sai che devi parlare italiano . " Gli occhi suoi erano così tristi e amari che Noemi non parlò italiano , le disse , ancora in francese , tante cose tenere , implorò una parola buona , un bacio , ebbe l ' una e l ' altro . Non riuscì a rasserenare Jeanne che tuttavia , blandendo a due mani l ' amica lungo l ' arco dei capelli e guardando il proprio lavoro amoroso , le diceva piano che non temesse di averla ferita . Triste , sì , lo era . Che novità ! Vero , gaia non era mai , Noemi lo ammise ; oggi però le nuvole interne parevano più dense . Colpa della Intruse , forse . Jeanne fece " proprio ! " con un viso e un accento che significavano come l ' Intruse colpevole della sua malinconia non fosse quella immaginaria del libro ma la Falciatrice terribile in persona . " Ho avuto una lettera dall ' Italia " diss ' ella dopo aver debolmente resistito alle domande pressanti di Noemi . " È morto don Giuseppe Flores . " Flores ? Chi era ? Noemi non lo ricordava più e Jeanne la rimproverò con acerbità , come se una tale smemoratezza la rendesse indegna del suo ufficio di confidente . Don Giuseppe Flores era il vecchio prete veneto che le aveva portato a villa Diedo l ' ultimo messaggio di Piero Maironi . Ella lo aveva creduto consigliere all ' amante della sua uscita dal mondo e non le era bastato di fargli un ' accoglienza gelida , lo aveva trafitto di allusioni ironiche all ' azione sua , proprio degna di un ministro della infinita Pietà . Il vecchio le aveva risposto con tanto lume , nelle parole gravi e soavi , di sapienza spirituale , il suo bel viso si era fatto , parlando , così augusto , ch ' ella aveva finito con domandargli perdono e pregarlo di venire qualche volta da lei . C ' era infatti ritornato due volte e mai ella non s ' era trovata in casa . Allora lo aveva visitato lei nella sua villa solitaria e di quella visita , di quella conversazione col vecchio tanto alto d ' intelletto , tanto umile di cuore , tanto caldo nell ' anima , tanto verecondo e quasi timido nella parola , serbava ricordi non cancellabili . Egli era morto , le scrivevano , donandosi dolcemente alla Divina Volontà . Poco prima di morire , durante una notte intera , aveva sognato senza tregua le parole del servo fedele nella parabola dei talenti : " ecce superlucratus sum alia quinque " e l ' ultima voce era stata : " non fiat voluntas mea sed tua . " Chi le aveva scritto non sapeva che , malgrado certi turbamenti del senso interno , malgrado certi assalti di desideri religiosi , Jeanne respingeva , tanto inesorabilmente quanto in passato , Iddio e l ' immortalità umana come illusioni eterne , ch ' ella andava di quando in quando a messa per non darsi l ' aria spiacente di libera pensatrice e non per altro . Ella non raccontò a Noemi quei particolari della morte di don Giuseppe , ma li ripensava con l ' oscuro senso , mortalmente amaro , di una ben altra sorte che le sarebbe toccata s ' ella pure avesse potuto credere così ; perché in fondo all ' anima di Piero Maironi vi era sempre stata una religiosità atavica e oggi ella era convinta che confessandogli , la sera dell ' eclissi , di non credere , aveva scritto la propria sventura nel libro del destino . E pensava un ' altra taciuta parte angosciosa della lettera venuta dall ' Italia . Si vedeva il suo soffrire benché non lo dicesse . Noemi le posò , le fermò silenziosamente le labbra in fronte , vi sentì l ' occulto dolore che accettava la sua pietà , si sciolse infine dal bacio lenta lenta , quasi temendo guastar qualche delicato filo tra le congiunte anime , mormorò : " Forse questo vecchio buono sapeva dove .... Credi che fosse in relazione ... ? " Jeanne accennò di no . Nel settembre successivo al luglio doloroso il suo disgraziato marito era morto a Venezia , di delirium tremens . Ella era andata a villa Flores nell ' ottobre e là nello stesso giardino dove anche la marchesa Scremin era venuta aprendo a Don Giuseppe il suo povero vecchio cuore tribolato , gli aveva espresso il desiderio che Piero sapesse di questa morte , sapesse di poter pensare a lei , se ciò gli avvenisse mai , senza ombra di colpa . Don Giuseppe l ' aveva prima dolcemente sconsigliata dal perdersi dietro a quel sogno , e poi le aveva detto , con sincerità intera , che nessuna notizia gli era pervenuta mai di Piero dal giorno della sua scomparsa . Temendo altre domande , schiva di sentirsi toccar la ferita da mani inesperte , Jeanne desiderò uscire dall ' argomento . " Raccontami pure del tuo frate " diss ' ella . Ma proprio allora si udì nell ' anticamera la voce di Carlino . " Adesso no " rispose Noemi . "Stasera." Carlino entrò , fasciato il collo di seta bianca , brontolando contro il Lac d ' amour che infine era una grandissima corbellatura , e infettava poi anche l ' aria di piccole creature odiose , velenose per le sue tonsille . " Già " diss ' egli . " L ' amore stesso non vale meglio . " Noemi gli volle proibire di parlar dell ' amore . Lui , parlarne , che non lo intendeva ! Carlino la ringraziò . Stava appunto per innamorarsi di lei , ne aveva avuto una paura enorme . Queste parole venute presto presto dopo l ' apparizione di certa disordinata piuma sopra un cappello detestabile e dopo certa frase molto borghesemente ammirativa su quel povero diavolo noioso di Mendelssohn , lo avevano salvato à jamais . I due si scambiarono altre impertinenze e Carlino fu tanto brioso malgrado le tonsille infette , che la signorina d ' Arxel lo felicitò per il suo romanzo . " Si capisce che va bene " diss ' ella . " Che ! Punto ! " rispose il romanziere . Non andava punto bene , anzi aveva dato nelle secche di una situazione disperata . Lo sapeva l ' esofago dell ' autore che ci aveva lì due personaggi incapaci di scendere e di risalire , uno grasso e buono , l ' altro sottile e pungente , similissimo alla signorina d ' Arxel . Gli pareva di aver inghiottito insieme un fico e un ' ape , come certo disgraziato contadino toscano che n ' era morto in quei giorni . L ' ape capì che aveva voglia di parlarne , lo punse e lo ripunse tanto che infatti ne parlò . Il suo romanzo poggiava sopra un caso curioso di contagio spirituale . Il protagonista era un prete francese di ottant ' anni , pio , puro e dotto . Francese ? Perché francese ? Ma ! Perché il personaggio abbisognava di certo colore di fantasia poetica , di certa mobilità sentimentale e queste belle cose non si trovano in un prete italiano , secondo Carlino , a sgusciarne mille . Accadeva un giorno a questo prete di confessare un uomo di grande ingegno , combattuto da terribili dubbi circa la fede . A confessione finita il penitente se n ' andava tranquillo e il confessore rimaneva scosso nelle credenze proprie . Qui doveva seguire un ' analisi minuta e lunga dei successivi stati di coscienza di questo vecchio , che aspettava la morte di giorno in giorno con lo sgomento di uno scolare il quale attenda nell ' anticamera della scuola il suo turno di esame e non si trovi più in testa niente . Egli capita a Bruges . Qui l ' ostile interruttrice esclamò : " A Bruges ? Perché ? " " Perché io sono il suo Papa " rispose Carlino " e lo mando dove voglio . Perché a Bruges c ' è un silenzio di anticamera dell ' Eternità e quel carillon , che in fondo comincia a seccarmi , può anche passare per un richiamo di angeli . Finalmente perché a Bruges c ' è una signorina brunetta , sottile , alta e che si può anche dire intelligente benché parli l ' italiano male e non capisca la musica . " Noemi porse le labbra e arricciò il naso . " Che sciocchezza ! " diss ' ella . Carlino proseguì dicendo che non sapeva ancora come , ma che insomma , in qualche modo , la brunetta sarebbe diventata penitente del vecchio prete . Noemi protestò ridendo : come mai ? allora non era lei ! Un ' eretica ? Confessarsi ? Carlino si strinse nelle spalle . Dramma di follia più , dramma di follia meno , protestantesimo e cattolicismo erano la stessa cosa . Dunque il vecchio prete ritroverebbe la sua fede antica nel contatto di quella semplice e sicura di lei . Qui Carlino aperse una parentesi nel suo racconto per confessare che veramente non sapeva che qualità di fede avesse Noemi . Ella arrossì , rispose che aveva la fede protestante . Protestante , sì ; ma semplice ? Ma sicura ? Noemi s ' impazientì . " Insomma sono protestante " diss ' ella " e Lei non si occupi della mia fede ! " In fatto Noemi era molto ferma nella propria religione non per virtù di ragionamenti ma per affetto riverente alla memoria dei genitori ; e in cuor suo non aveva approvato la conversione della sorella . Carlino tirò avanti . Una influenza mistica del sesso conduce il vecchio a ricercare un ' armonia di anime con la fanciulla . " Che pasticcio ! " fece Noemi con il solito atto delle labbra . E Carlino tirò imperterrito avanti . Il fine , il nuovo , lo squisito del suo libro era l ' analisi appunto di questa recondita influenza del sesso sul vecchio prete e anche sulla fanciulla . " Carlino ! " fece Jeanne . " Cosa ti viene in mente ? Un vecchio di ottant ' anni ? " Carlino guardò in aria come per dire a qualche invisibile amico superiore : " Non capiscono niente ! " Il suo desiderio era d ' invecchiare ancora il prete e dargliene novanta degli anni , farne una specie di essere intermedio fra l ' uomo e lo spirito , che avesse negli occhi le profondità nebulose delle cose eterne imminenti . E la signorina avrebbe nel sangue quella misteriosa inclinazione ai vecchi , non rarissima nel suo sesso , ch ' è il vero stigma della nobiltà femminile , per il quale la donna si distingue dalla femmina . Carlino si sentiva in mente delle cose divine a dire su questo mistico senso che attrae la fanciulla di ventiquattro anni verso l ' uomo di novanta , sacerdote , quasi già eternato , diafano , non però curvo né tremolo né infiacchito nella voce . Si vedono di questi vecchioni che lo spirito alto erige , invitti dal tempo . Ma come finirebbe poi tutto ciò ? Né Noemi né Jeanne sapevano immaginarlo . Eh già , Carlino lo aveva ben detto fino dal principio , il fico e l ' ape che non potevano né scendere né risalire . Se ne consolava però . Questa necessità di finire , in fondo , è un pregiudizio da droghiere . Cosa finisce mai al mondo ? Va bene , dicevano le signore , ma il libro deve pure avere una fine . Oh certo ! L ' ultima scena , di bellezza ineffabile , sarebbe una passeggiata notturna , al chiaro di luna , del prete e della giovine per le vie di Bruges , dove le loro anime si aprirebbero a confidenze quasi di amanti , a sogni quasi di profeti . I due si troverebbero a mezzanotte davanti alle acque addormentate del Lac d ' amour , ascolterebbero immobili il suono mistico del carillon sotto le nuvole e avrebbero allora la rivelazione vaga di una sessualità delle loro anime , di un avvenire di amore nella stella Fomalhaut . " Perché mai proprio in Fomalhaut ? " esclamò Noemi . " Lei è insopportabile ! " rispose Carlino . " Perché è un nome delizioso , ha il suono di una parola indurita dal gelo tedesco ma piena di anima , che si scioglie nel sole di Oriente . " " Dio mio , che chimica ! A me piace Algol . " " Lei e il Suo pastore andranno in Algol . " Noemi rise , e Carlino si appellò a Jeanne . Quale stella preferiva ? Jeanne non sapeva , non aveva fatto attenzione . Carlino ne fu irritatissimo , parve volerla rimproverare non tanto della sua distrazione quanto degli occulti pensieri che ne fossero in colpa , e , quasi temendo dir troppo , la mandò a meditare , a sognare , a scrivere la filosofia del fumo e delle nuvole . Ma poi quand ' ella , niente malcontenta , se n ' andava , la richiamò per domandarle se almeno avesse udito come il romanzo si sarebbe chiuso . Sì , questo lo aveva udito : con una passeggiata dell ' eroina e dell ' eroe per Bruges , al chiaro di luna . " Bene " fece Carlino " siccome stasera c ' è luna , io ho bisogno di passeggiare dalle dieci a mezzanotte con Noemi e te per prender note . " " Debbo vestirmi da prete ? " rispose Jeanne , uscendo . Noemi voleva seguirla ma la stessa Jeanne la pregò di rimanere . Rimase per dire a Carlino ch ' egli era indegno di una simile sorella . Carlino andò a pescare nel portamusica un fascicolo di Bach brontolandole che lei non sapeva niente , non sapeva niente . Scaramucciarono alquanto e neppure Bach li poté pacificare subito ; per un bel pezzo tennero duro , anche suonando , a insolentirsi , prima per Jeanne , poi per le note sbagliate . Finalmente il musicale rivo limpido che le loro collere rompevano come sassi spumeggianti , le soverchiò , corse via liscio , specchiando cielo e idilliache sponde . Jeanne si portò in camera l ' Intruse , ma non la lesse più . Anche la sua camera guardava il Lac d ' amour . Sedette presso la finestra contemplando di là da un ponte , di là da vette spoglie di alberi tondeggianti fra casa e casa , il fantasma piramidale di una torre altissima velata di nebbioline azzurrognole . Udiva discorrere pietosamente la vena limpida di Bach e pensava a don Giuseppe col malinconico senso di chi si allontana per sempre da una casa diletta , e vi torna con lo sguardo ogni momento , e ad una svolta del cammino ne vede sparire l ' ultimo angolo , l ' ultima finestra . La sua tristezza aveva una viva punta inquieta . Le avevano scritto che fra le carte del morto si era trovato un plico suggellato con questa soprascritta di suo pugno : " da consegnarsi per cura del mio esecutore testamentario nelle mani di Monsignor Vescovo " . L ' incarico era stato adempiuto e voci uscite dall ' episcopio dicevano che fossero nel plico una lettera di don Giuseppe a Sua Eccellenza e una busta suggellata con la scritta di altra mano " Da aprirsi dopo la morte di Piero Maironi . " Riferivano pure questo motto del Vescovo : " Speriamo che il signor Piero Maironi , d ' ignota dimora , ricomparisca per farci sapere che è morto . " Jeanne ignorava che Piero Maironi , prima della notte in cui era fuggito di casa senza lasciare traccia di sé , avesse consegnato a don Giuseppe il racconto scritto di una visione della propria vita nel futuro e della propria morte , visione pure ignorata da lei , avuta da Piero nella chiesetta vicina al manicomio dove sua moglie stava morendo . Che mai poteva contenere la busta suggellata ? Certo uno scritto suo ; ma quale ? Una confessione , probabilmente , delle sue colpe . Il concetto e la forma dell ' atto rispondevano bene al suo misticismo innato , al predominio della sua fantasia sulla ragione , alla sua fisionomia intellettuale . Tre anni erano corsi dal giorno in cui Jeanne , disperata , a Vena di Fonte Alta , si era detto che non avrebbe più voluto amare Piero e che niente altro mai avrebbe potuto amare al mondo . Ancora lo amava così e ancora , come in passato , lo giudicava col suo intelletto indipendente dal cuore : indipendenza cara al suo orgoglio . Lo giudicava severamente in tutte le sue azioni , in tutto il suo contegno , dal momento in cui lo aveva conquistato di viva forza nel monastero di Praglia sino al momento in cui le loro labbra si erano congiunte presso la vasca dell ' Acqua Barbarena . Egli si era mostrato incapace di amare , incapace di agire , irresoluto , femmineo nella mobilità dell ' animo . Ecco , lo era stato fino all ' ultimo , femmineo ; femmineo , inetto ad esercitare alcuna critica virile sul suo isterismo mistico . Vi era forse in questo giudizio una sincerità imperfetta , un eccesso di acerbità voluto , un proposito vano di ribellione contro il prepotente , invincibile amore . Se si era fatto frate , Jeanne prevedeva che si sarebbe pentito . Era troppo sensuale . Passato un primo periodo di dolore e di fervore , la sensualità si sarebbe risvegliata , lo avrebbe ricondotto alla rivolta contro una fede radicata piuttosto nel sentimento e nelle abitudini dell ' età prima che nell ' intelletto . Ma si era veramente fatto frate ? Jeanne pensò che la torre colossale di Notre Dame colla sua sottile punta saettata nel cielo , e le mura tristi del Béguinage , e il povero stagnante scuro Lac d ' amour , e lo stesso silenzio solenne della città morta le significassero di sì , ma che sarebbe superstizioso di creder loro . " Dove andiamo ? " chiese Jeanne , alle dieci , mettendo i guanti , mentre Carlino , dato a tenere a Noemi un capo della sua sciarpa sesquipedale ben tesa , se ne fermava l ' altro all ' occipite e rotava poi sul suo proprio asse come un fuso , sino al farsi il collo più grosso della testa . " E il prete di novant ' anni ho proprio a esser io ? " Carlino si arrabbiò perché Noemi rideva e non teneva tesa a dovere la sciarpa . " Tu o lei non importa " rispose , quando Noemi , fermatagli la sciarpa con uno spillo , licenziò il romanziere in fasce . " E andate dove volete ! Purché adesso si vada verso il centro e si ritorni per l ' altro lato del Lac d ' amour . E parlate di qualche cosa che v ' interessi molto . " " Presente Lei ? " fece Noemi . " Com ' è possibile ? " Carlino le spiegò che non si sarebbe accompagnato a loro , che le avrebbe seguite col taccuino e la matita alla mano . Bisognava però che sostassero di tratto in tratto a piacer suo , e che , s ' egli significasse loro qualche altra sua volontà , obbedissero . " Va bene " disse Noemi . " Intanto andiamo al Quai du Rosaire a vedere i cigni . " Si avviarono verso Notre Dame , Carlino dietro le signore , a venti passi . In principio fu un continuo battibecco , per le vie deserte , fra l ' avanguardia e la retroguardia . L ' avanguardia camminava troppo forte , e Carlino : " A novant ' anni ? A novant ' anni ? " oppure rideva , e Carlino : " Ma che fate ? Ma che fate ? Zitto ! " oppure si fermava a guardare una chiesa antica , le cuspidi , i pinnacoli strani al chiaro di luna , il cimitero accanto alla chiesa e Carlino : " Ma parlate , discorrete , fate qualche gesto ! Niente il naso all ' aria ! " Dall ' avanguardia venivano le ribellioni ; le più acerbe , da Noemi . Ella si voltò sul Dyver battendo i piedi e protestando di volersene ritornare a casa se il noiosissimo romanziere in fasce non la smetteva con i suoi comandi e rimbrotti . Allora Jeanne le sussurrò : " Parlami del tuo frate . " " Ah , il frate , sì ! " rispose Noemi e gridò a Carlino che l ' avrebbero accontentato ma che stesse più lontano . Dal quai du Rosaire non si vedevano più i cigni che Noemi aveva scôrti la mattina pavoneggiarsi nel canale , turbandovi con le scie lente i languidi spettri di quell ' accozzaglia di case e casucce che levano dall ' acqua , come bestie satolle , le lunghe facce orecchiute , e guardano stupide , quale a un verso , quale a un altro , nella custodia dell ' imminente torrione delle Halles . Ora la luna batteva di sghembo alle case , stampava sulle une l ' ombra delle altre , e glorificava comignoli e pinnacoli , l ' aguzzo cappello da mago caldeo di una vecchia torricciula , e sopra la intera scena il sublime diadema ottagonale della torre possente ; ma non toccava l ' acqua nera . Tuttavia Jeanne e Noemi , chine sulla sbarra del parapetto , guardarono a lungo , Noemi parlando sempre , nell ' acqua nera ; tanto a lungo che Carlino ebbe tempo di riempire tre o quattro pagine del suo taccuino e anche di disegnare i fregi onde un ambizioso mercante brugitano cinse sulla facciata della propria casa cifre dell ' anno memorabile 1716 , in cui fu veduta per la prima volta dal sole , dalla luna e dagli astri . Il frate era un benedettino del monastero di Santa Scolastica in Subiaco . Si chiamava don Clemente . Era un conoscente dei Selva . Giovanni lo aveva incontrato la prima volta per caso sul sentiero di Spello , presso certe rovine . Gli aveva chiesto della via , eran venuti a discorrere . Mostrava aver passato di poco i trent ' anni , aveva modi e aspetto signorili . Il discorso era stato prima delle rovine , poi dei monasteri e della Regola , poi di religione . Dalla stessa voce del benedettino spirava come un aroma di santità . Si sentiva però in lui uno spirito avido del sapere e del pensiero moderno . Si erano lasciati col desiderio reciproco e la promessa di rivedersi . A Giovanni era stata benefica l ' aura spirituale del giovine monaco illuminato nel viso da una bellezza interna ; e il giovine monaco aveva sentito il fascino della cultura religiosa di Giovanni , degli orizzonti che la breve conversazione aveva pure aperti alla sua fede cupida di lume razionale . Giovanni aveva inteso parlare a Subiaco di un giovine di nascita nobile , venuto a vestir l ' abito benedettino in Santa Scolastica per morte di una donna amata . Non dubitava che fosse lui . Ne aveva poi chiesto ad altri monaci senza poterne cavar niente . Ma si erano riveduti più volte e trattenuti lungamente insieme . Giovanni aveva prestato dei libri a don Clemente e don Clemente era venuto a casa Selva , aveva conosciuto Maria . Si era rivelato musicista , aveva suonato un " Salmo dell ' aurora " composto da lui per organo e canto , dopo aver udito Selva paragonare il lento manifestarsi del sole , dal primo punto rutilante fra i vapori alla gloria trionfale del mezzogiorno , con il manifestarsi lento di Dio dal fumo lampeggiante intorno agli alti dirupi del Sinai fino alla gloria trionfale che ancora tutta non si è svolta nello spirito dell ' uomo . Un ' altra volta Giovanni gli aveva proposta certa questione già da lui dibattuta con Noemi : se le anime umane all ' uscir di questa vita sieno subito fatte conscie della loro sorte futura . La risposta di don Clemente era stata che dopo la morte ... A questo punto della narrazione di Noemi , Carlino domandò se dovesse piantare lì tre tabernacoli per passarvi la notte . Le signore si rizzarono e si avviarono per la rue des Laines . " La risposta " riprese Noemi " era stata che probabilmente dopo la morte le anime umane si troveranno in uno stato e in un ambiente regolati da leggi naturali come in questa vita ; dove , come in questa vita , l ' avvenire potrà prevedersi per indizi , senza certezza . " Un viandante , che avevano incontrato all ' entrata della stretta via tenebrosa , tornò indietro e ripassando accanto alle signore , le guardò fisso . Jeanne pretese di aver paura di quell ' uomo , si fermò , chiamò Carlino , propose di ritornare a casa . La sua voce era veramente alterata ma Carlino non poteva credere che avesse paura . Paura di che ? Non vedeva là davanti , a pochi passi , i lumi della Grande Place ? Egli conosceva , del resto , quell ' uomo e lo avrebbe posto nel suo romanzo . Era il fratello di Edith dal collo di cigno , ora spirito delle tenebre , condannato a vagare la notte per le vie di Bruges , in pena di avere tentata la seduzione di Santa Gunhild , sorella di re Harold . Ogni volta che Carlino si era avventurato la notte per i quartieri più deserti di Bruges , aveva veduto aggirarvisi come a caso quell ' uomo sinistro . " Bel modo " fece Noemi " di rassicurare la gente ! " Carlino si strinse nelle spalle e dichiarò che l ' incontro era stato fortunato perché gli aveva fatto venire in mente il nome di Gunhild per la sua eroina , Noemi essendo un nome da suocera . Nell ' ombra nera delle Halles enormi , torreggianti da manca sulla via , l ' uomo sinistro ritornato sui suoi passi sfiorò quasi il fianco di Jeanne che stavolta rabbrividì davvero . In quel mentre le innumerevoli campane suonarono fra le nubi sopra il suo capo . Ella strinse convulsivamente , senza parlare , il braccio di Noemi . Attraversarono la piazza in silenzio . Carlino le mise per una via a sinistra , pure deserta ma tutta chiara della luna imminente ai dentati culmini bruni delle case . Jeanne mormorò alla sua compagna : " Affrettiamo , ritorniamo a casa presto " . Ma Carlino , udendo un suono di musica da ballo venire dall ' Hôtel de Flandre , ordinò loro di fermarsi e diede di piglio al taccuino . Noemi stava dicendo qualche cosa sull ' Hôtel de Flandre dove aveva alloggiato anni prima , quando Jeanne le domandò di scatto : " È Maria che ti scrive una storia tanto lunga ? " Noemi rispose , non sorpresa ma piuttosto trepidante : " Sì , Maria . " " Non capisco , " replicò Jeanne " perché si sia presa tutta questa briga . " Noemi non rispose . Carlino diede l ' ordine di rimettersi in cammino . S ' incamminarono e Noemi non parlava . " Eh ? " riprese Jeanne . " Perché si sarà presa tutta questa briga ? " Noemi non parlò . Jeanne le scosse il braccio che teneva ancora . " Non rispondi ? Cosa pensi ? " Benché ambedue , ora , tacessero , non udirono Carlino che gridava di piegare a sinistra . Egli sopraggiunse arrabbiato , le spinse , tempestando , per le spalle , alla volta di un ' altra via , ed esse ubbidirono senz ' accorgersi mai di quelle voci né di quel modo . " Non rispondi ? " ripeté Jeanne fra risentita e attonita . Noemi le strinse il braccio alla sua volta . " Aspettiamo di essere a casa " diss ' ella . Carlino gridò : " Fermatevi sotto gli alberi ! " Ma Jeanne si fermò subito , nell ' affacciarsi a un improvviso largo , a piccoli alberi , a un gran fianco di cattedrale vetusta , battuto dalla luna . Si fermò e allungando il braccio che teneva sotto quello di Noemi , le afferrò la mano , le disse vibrando affannosamente : " Noemi , dimmelo subito ; hai raccontato qualche cosa a tua sorella ? " Carlino gridò che potevano fermarsi anche lì , ma che simulassero un discorso interessante . Noemi rispose all ' amica un sì così debole , così timido , che Jeanne capì tutto . Maria Selva credeva che il suo frate , questo don Clemente , fosse Piero Maironi . " Oh , Signore ! " esclamò stringendo forte forte la mano di Noemi . " Ma lo dice , lo dice , anche ? " " Cosa ? " " Eh , cosa ! " Santo cielo , che ci voleva per farla parlar chiaro , questa creatura ? Jeanne si sciolse da lei che subito , spaventata , le si riappiccò al braccio . " Brave ! " gridò Carlino . " Ma non troppo ! " " Perdonami ! " supplicò Noemi . " È un dubbio , dopo tutto , è una congettura . Sì , lo dice . " " No ! " fece Jeanne , risoluta , scotendo via il dubbio e la congettura . " Non è lui , non è possibile . Non è mai stato musicista ! " " No , no , non sarà lui , non sarà lui " si affrettò a dire a Noemi , sotto voce , perché veniva Carlino . Questi sopraggiunse , lodò , espresse il desiderio che si inoltrassero lentamente fra gli alberi . Sotto gli alberi Jeanne si dolse , quasi sdegnosamente , che l ' amica avesse aspettato quel momento a farle un discorso simile , che non avesse parlato prima , in casa . E tornò a protestare che questo benedettino non poteva essere Maironi , che Maironi non era mai stato musicista . Noemi si giustificò . Aveva avuto in animo di parlare al ritorno dall ' Ospitale di S . Giovanni , dalla visita ai Memling , ma Jeanne era già tanto triste ! Però ne avrebbe parlato se non fosse venuto Carlino . E ora , a passeggio , interrogata , non aveva saputo schermirsi . Se , quando erano ferme presso l ' Hôtel de Flandre , Jeanne non avesse ricondotto il discorso a quel tema , sarebbe stata cosa finita ; e lei , Noemi , non ne avrebbe riparlato che a casa . " E tua sorella crede proprio ... ? " disse Jeanne . Ecco , Maria dubitava . Pareva che il persuaso fosse Giovanni . Giovanni era certo ; almeno Maria scriveva così . A questa risposta di Noemi Jeanne scattò . Come poteva esser certo , suo cognato ? Che ne sapeva ? Maironi non era capace di metter giù un accordo , sul piano . Ecco la bella certezza ! Noemi osservò sommessamente che in tre anni poteva avere imparato , che i frati hanno interesse a educare i musicisti per l ' organo . " Allora lo credi anche tu ? " esclamò Jeanne . Noemi balbettò un non so così incerto che Jeanne , agitatissima , dichiarò di voler partire subito per Subiaco , di voler sapere . C ' era già l ' intelligenza con Maria Selva di condurle sua sorella . Adesso penserebbe lei a persuadere Carlino di partire immediatamente . Noemi si mostrò spaventata . Suo cognato non avrebbe voluto che la Dessalle venisse più a Subiaco , tanto per la pace di lei quanto per la pace di don Clemente . Noemi aveva la missione di farle comprendere la convenienza di una tale rinuncia . Selva era guarito e offriva di venir lui a prendere la cognata ; anche nel Belgio , se fosse necessario . Ella si trovò a combattere , intanto , l ' idea di partire subito . Non fece che irritare Jeanne , la quale protestò e riprotestò che i Selva s ' ingannavano ; né seppe dare altra ragione del suo violento resistere . Carlino , udito un aspro " basta ! " di sua sorella , accorse . Litigavano , il prete e la signorina ? Adesso che dovevano cominciare le tenerezze mistiche ? " Ci lasci in pace " rispose Noemi . " A quest ' ora il Suo prete di novant ' anni sarebbe morto dieci volte di stanchezza . Non ci dia più ordini . Guiderò io , che conosco Bruges meglio di Lei . E Lei stia cento passi indietro . " Carlino non seppe replicare che " oh oh ! - oh oh ! - oh oh ! " e la D ' Arxel si portò via Jeanne avviandosi lungo la cancellata del piccolo cimitero di Saint - Sauveur . Le parve giunto il momento di metter fuori l ' ultima rivelazione . " Credo che Giovanni abbia ragione , sai " diss ' ella . " Questo don Clemente è di Brescia . " Allora Jeanne , presa da un impeto di dolore , cinse con un braccio il collo dell ' amica , ruppe in singhiozzi . Noemi , atterrita , la supplicò di chetarsi . " Per amor di Dio , Jeanne ! " Questa le domandò , fra un singhiozzo soffocato e l ' altro , se Carlino sapesse . Oh no , ma che direbbe adesso ? " Qui non può vedere " singhiozzò Jeanne . Erano nell ' ombra della chiesa . Noemi ammirò che Jeanne , in preda a quell ' emozione , se ne fosse accorta . " Per carità , non sappia niente ! Per carità ! " Noemi promise di non parlare . Jeanne si venne a poco a poco chetando e fu la prima a muoversi . Ah esser sola , esser sola nella sua camera ! La vista della torre di Notre Dame saettante il cielo con la guglia affilata le fece male come la vista di un nemico vincitore e implacabile . Lo comprendeva bene adesso , si era illusa per tre anni di non avere più speranza . Come soffriva e si dibatteva la sua speranza creduta morta , come si ostinava a tempestarle nel cuore : no , no , non si è fatto frate , non è lui ! Ella strinse con uno spasimo di desiderio il braccio di Noemi . Lo voce consolatrice si affievolì , venne meno . Probabilmente era lui , probabilmente tutto era proprio finito per sempre . Il silenzio della notte , la tristezza della luna , la tristezza delle vie morte , un ' aria gelida che si era levata , consentivano con i pensieri amari . Oltrepassata di poco Notre Dame , ecco ancora scivolare lungo il muro , dalla parte ombrosa della via , l ' uomo sinistro . Noemi affrettò il passo , desiderosa ella pure di arrivare a casa . Quando Carlino si avvide che le signore andavano diritte alla villetta invece di pigliare il ponte che conduce all ' altra sponda del Lac d ' amour , protestò . Come ? E l ' ultima scena ? Avevano dimenticato ? Noemi voleva ribellarsi , ma Jeanne , trepidante che Carlino venisse a scoprire qualche cosa , la pregò di cedere . " Sul ponte " gridò Carlino " fermatevi due minuti ! " Si appoggiarono alla sbarra , guardando l ' ovale specchio dell ' acqua immobile . La luna si era nascosta dietro le nuvole . " Questa illunità è divina per me " disse Carlino " Ma ora io darei metà della mia gloria futura perché nelle nuvole si aprisse una piccola finestra con una piccola stella nel mezzo , che si potesse veder nell ' acqua . Voi non sapete immaginare come mi verrà quest ' ultimo capitolo . Sentite . Sul quai du Rosaire voi guardavate i cigni . " " Ma non c ' erano " interruppe Noemi . " Non importa " riprese Carlino " voi guardavate i cigni illuminati dalla luna . " " Ma la luna non batteva sull ' acqua " fece ancora Noemi . " Ma che importa ? " replicò Carlino , seccato . E siccome Noemi osservò che allora era inutile di trascinarle attorno per Bruges a quell ' ora , egli paragonò poeticamente il suo studio preparatorio , le sue note quasi fotografiche , all ' aglio che in cucina serve ma in tavola non si porta . E continuò a dire dei cigni e della luna . " Voi avete allora paragonato il candor vivente e il candor morto . Il vecchio prete viene fuori con questa squisita cosa che forse il candore vivo della giovinetta s ' irradia ai suoi pensieri scolorati come i suoi capelli da un principio di morte e ch ' egli si sente ora nell ' anima un ' alba di candore tepido . Mormora poi fra sé involontariamente : " Abisag " . Allora la fanciulla dice : " Chi è Abisag ? " perché è ignorante come voi due che non conoscete chi è Abisag , il mio primo amore . Il prete non risponde , si avvia con la ragazza per la rue des Laines . Ella domanda ancora chi sia Abisag e il vecchio tace . Ecco quell ' ombra torva , nera , che va , che viene , che si dilegua al suono delle ventiquattro campane . " Non è esatto " mormorò Noemi . Carlino fu per dirle : stupida ! " Il prete " proseguì " paragona quell ' ombra nera a uno spirito maligno che va e viene intorno agli spiriti candidi , voi non capite il legame ma il legame c ' è , avido di cacciarvisi a star dentro , lui con altri peggiori di lui . Poi , qui il legame non l ' ho ancora trovato ma lo troverò , si viene a parlar dell ' amore . Voi avete traversato la Grande Place . Questa sera non c ' era la musica , ma di solito c ' è , e suppongo che allora vi si faccia molto all ' amore cogli occhi come in tutto il mondo . Il vecchio torrione e il vecchio prete mostrano certa indulgenza ; invece la giovinetta trova stupide queste forme dell ' amore , le sdegna . È l ' amore della terra , dice il prete . Ed ecco l ' Hôtel de Flandre , la musica del ballo di nozze . " Come ? " esclamò Noemi " Era un ballo di nozze ? " Carlino strinse , scrollò i pugni , soffiando dall ' impazienza ; e proseguì , dopo un sospiro : " La giovinetta domanda : vi è un amore del cielo ? Allora io vi ho detto di fermarvi sotto gli alberi di Saint - Sauveur e voi vi siete invece fermate all ' entrata della piazza . Fa niente , si vedeva la cattedrale , basta . Il prete risponde : sì , vi è un amore del cielo . La maestà della cattedrale antica , della notte , del silenzio , lo esalta . Egli parla . Io non posso dirvi adesso la sua tirata , l ' ho in mente assai confusa , ma insomma il succo è questo che anche l ' amore del cielo nasce sulla terra e che non vi matura mai . Il vecchio si lascerà andare quasi a delle confessioni . Confesserà col petto ansante , colla parola accesa , di aver sentito , non particolari inclinazioni a persone , né inclinazioni da doversene vergognare , ma un ' aspirazione intellettuale e morale a congiungersi con una femminilità incorporea che fosse complemento dell ' essere suo incorporeo , restandone però insieme tanto divisa da poter intercedere amore fra l ' una e l 'altro." " Misericordia ! " mormorò Noemi . Carlino si era tanto riscaldato che non la udì . " Pare al vecchio " diss ' egli " d ' intravvedere in questa unione una trinità umana simile alla Trinità divina e trova quindi giusto , trova santo che l ' uomo vi aspiri . Finalmente egli tace , tutto pieno , tutto fremente delle cose che ha dette ; e s ' incammina verso Notre Dame . La fanciulla gli prende il braccio . Ecco l ' uomo sinistro , lo spirito tentatore . Lo avete ben veduto ! Dite se tutto questo non è ben trovato , non è combinato bene ! Il vecchio e la fanciulla lo sfuggono , ma , come il cielo , anche il loro cuore si oscura . Adesso mi occorrerebbe un finestrino nelle nuvole , una stellina nel mezzo . Il vecchio e la fanciulla guarderebbero silenziosi la stellina tremolare nel Lac d ' amour e tanti movimenti segreti dei loro pensieri metterebbero capo a quest ' idea : forse , oltre le nuvole della Terra , là , in quel mondo lontano ! " Jeanne non aveva mai detto parola né mostrato di fare attenzione al racconto di suo fratello . China sulla sbarra , guardava nell ' acqua scura . A questo punto si rizzò impetuosamente . " Ma tu non lo credi ! " esclamò . " Tu lo sai che sono illusioni , sogni ! Tu non vorresti mai che io credessi così ! Saresti capace di cacciarmi ! " " No ! " protestò Carlino . " Sì ! E per fare della bella letteratura ti metti a fomentare anche tu questi sogni che snervano già tanto la gente , che sviano già tanto dalla vita vera ! Non mi piace niente ! Un incredulo come te ! Uno persuaso , come sono persuasa io , che noi siamo bolle di sapone , che si brilla un momento e poi si ritorna non nel niente ma nel Tutto ! " " Io ? " rispose Carlino , intontito . " Io non sono persuaso di niente . Io dubito . È il mio sistema , lo sai bene . Se adesso uno mi dicesse che la religione vera è quella dei Cafri o quella dei Pelli Rosse , direi : forse ! Non le conosco ! Io vedo la falsità di quelle che conosco e per questo non vorrei certo che tu diventassi cattolica sul serio . Cacciarti di casa , poi ... ! " " Intanto ci posso andare , prima di esserne cacciata ? " Così dicendo , Jeanne prese il braccio di Noemi . Carlino pregò che facessero il giro del Lac d ' amour . Chi sa , forse intanto si aprirebbe il finestrino nel cielo . Ci teneva . Noemi espresse il dubbio , ricordando la conversazione di poche ore prima , che alla finestra ci venisse proprio la signorina Fomalhaut . " Già " fece Carlino , pensieroso . " Non avevo più pensato a Fomalhaut . Se non sarà Fomalhaut adesso , sarà Fomalhaut allora . " Ma Noemi non aveva finito con le sue difficoltà . Se alla finestra non ci venisse nessuna stella , né grande né piccola ? A questo , Carlino trovò subito rimedio . La stella ci sarà . Potrà essere telescopica , perduta in una profondità immensa , ma ci sarà . La fanciulla non la vede ; la vede il prete , con i suoi occhi di presbite decrepito . Dopo la vede anche la fanciulla , per fede . " " E così quella povera fanciulla " disse Jeanne amaramente " sulla fede di un vecchio prete mezzo cieco vedrà delle stelle che non ci sono , perderà il suo buon senso , la sua giovinezza , la sua vita , tutto . La farai bene seppellire lì al Béguinage , dopo ? " E si avviò con Noemi senz ' attendere la risposta . Fatto il giro del Lac d ' amour , le due signore si trattennero lungamente sull ' altro ponte ; ma nessun finestrino si aperse nel cielo . Il torrione lontano delle Halles , il campanile enorme di Notre Dame , una tozza torre imminente allo stagno , gli acuti comignoli del Béguinage si disegnavano , venerabile concilio di alti vecchioni , sulle nubi lattee . Carlino , non potendo far di meglio , incominciò un ragionamento ad alta voce sul posto più opportuno per la sua finestra . " Che giorno è oggi ? " chiese Jeanne all ' amica , sotto voce . "Sabato." " Domani parlo a Carlino , lunedì e martedì si regolano tante cose , mercoledì si fanno i bagagli e giovedì partiamo . Puoi scrivere a tua sorella che saremo a Subiaco l ' altra settimana . " " Non decidere così ! Pensaci ! " " Ho deciso . Voglio sapere . Se è lui , non lo impedirò nel suo cammino . Ma voglio vederlo . " " Ne riparleremo domani , Jeanne . Non decidere ancora . " " Ho pensato e ho deciso . " Mezzanotte suonò al torrione delle Halles ; suonò nelle nuvole , a lungo , il solenne canto malinconico delle innumerevoli campane . Noemi , che prima voleva insistere , tacque , piena il cuore di sgomento ; come se quelle malinconiche voci del cielo notturno parlassero a lei di un destino dell ' amica sua , di un destino di amore e di dolore , che si dovesse compiere . _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ CAPITOLO SECONDO . Don Clemente . La luce veniva meno , nello studio di Giovanni Selva , sul tavolino ingombro di libri e di carte . Giovanni si alzò , aperse la finestra di ponente . L ' orizzonte ardeva , dietro il prossimo Subiaco , sulla obliqua fuga dei monti Sabini che da Rocca di Canterano e Rocca di Mezzo vanno verso Rocca San Stefano . Subiaco , l ' aguzza catasta di case e casupole grigie che si appunta nella Rocca del Cardinale , si era velata di ombra ; non si moveva fronda degli ulivi affollati a tergo della villetta rossa dalle persiane verdi , ritta in testa dello scoglio tondo cui la pubblica via cinge al piede ; non si moveva fronda della gran quercia pendente al suo fianco , sopra il piccolo oratorio antico di S . Maria della Febbre . L ' aria , odorata d ' erbe selvagge e di pioggia recente , spirava fresca da Monte Calvo . Erano le sette e un quarto . Nella conca bella che l ' Aniene riga le campane suonarono ; prima la grossa di Sant ' Andrea , poi le querule di Santa Maria della Valle e in alto , a destra , dalla chiesetta bianca presso la grande macchia , quelle dei Cappuccini , poi altre ancora , lontane . Una femminile voce sommessa , soave , una voce di venticinque anni , disse dall ' uscio socchiuso alle spalle di Giovanni , quasi timidamente , in francese : " Posso venire ? " Giovanni si volse a mezzo , sorridendo , stese un braccio , raccolse e strinse a sé la giovine signora senza rispondere . Ella sentì che non doveva parlare , che suo marito seguiva con l ' anima la luce moribonda e il canto mistico delle campane . Gli piegò il capo sull ' omero e solo dopo un minuto di silenzio religioso , gli disse piano : " Diciamo la nostra preghiera ? " Una stretta del caro braccio le rispose . Né le labbra di lei né quelle di lui si apersero . Soltanto gli occhi dell ' una e dell ' altro ingrandirono aspirando all ' Infinito , si colorarono di riverenza e di tristezza , dei pensieri che non si dicono , dell ' incerto futuro , delle porte oscure che mettono a Dio . Le campane tacquero e la signora Selva pose negli occhi del marito gli azzurri suoi , avidi , gli porse la bocca . La testa canuta dell ' uomo e la bionda della donna si congiunsero in un lungo bacio che avrebbe fatto stupire il mondo . Maria d ' Arxel si era innamorata a ventun ' anni di Giovanni Selva per averne letto un libro di filosofia religiosa , tradotto in francese . Scrisse all ' ignoto autore parole tanto calde di ammirazione che Selva le rispose accennando ai suoi cinquantasei anni e ai suoi capelli bianchi La signorina replicò che sapeva , che non offriva né chiedeva amore , che avrebbe soltanto desiderato qualche rigo di tanto in tanto . Le sue lettere lucevano d ' ingegno infuocato . Giunsero a Selva mentr ' egli si dibatteva in una oscura crisi , in una lotta amarissima che non accade raccontare qui . Pensò che questa Maria d ' Arxel poteva essere una stella di salute . Le scrisse ancora . " Sai che anniversario è oggi " disse Maria . " Ti ricordi ? " Giovanni ricordava ; era l ' anniversario del loro primo incontro . Le due anime si erano rivelate l ' una all ' altra , nella corrispondenza , sino al fondo , con indicibili ardori di sincerità ; e le persone non si erano vedute che nei ritratti . Sin dalla quarta o dalla quinta lettera scambiata , Giovanni aveva chiesto alla signorina sconosciuta il suo ; attesa , temuta domanda . La signorina consentì a patto di riavere tosto la fotografia , e spasimò fino a che non le giunse di ritorno con parole dolcissime dell ' amico rapito dalla giovanilità intellettuale , appassionata , del viso di lei , dalla dolcezza degli occhi grandi , dalla eleganza del busto . Poi , quando si erano accordati d ' incontrarsi , venendo lui dal lago di Como e lei da Bruxelles , a Hergyswyl , presso Lucerna , erano state febbri di terrori per l ' uno e per l ' altra . Ella pensava : " Il ritratto piacque , ma le movenze della persona vera , una linea , un colore delle vesti , il modo dell ' incontro , le parole prime , il tono della voce possono forse distrugger d ' un colpo il suo amore . " Egli pensava : " Conosce il mio viso guasto dagli anni , i miei capelli bianchi , li ama nei ritratti ma ogni giorno più mi sciupa , forse al vedermi questo incredibile amore cadrà di un colpo . " Egli era giunto a Hergyswyl qualche ora prima di lei col piroscafo ; ella , partita il mattino da Basilea , vi era arrivata nel pomeriggio con la Brünigbahn . " Sai " soggiunse Maria " quando non ti vidi alla stazione il mio primo sentimento fu di piacere ; tremavo tanto ! Il secondo no , il secondo fu di terrore . " Giovanni sorrise . " Questo non me lo hai mai raccontato " diss ' egli . La giovine moglie lo guardò , sorrise alla sua volta . " Anche tu , forse , non mi hai detto proprio tutto tutto di quei momenti . " Giovanni le prese il collo fra le mani , le mormorò all ' orecchio : "Vero." Ella trasalì , rise di aver trasalito ; e Giovanni rise con lei . " Cosa , cosa ? " diss ' ella , rossa in viso , malcontenta e tuttavia ridente . Suo marito le sussurrò ancora , in tono di grande mistero : " Che avevi il cappello in disordine . " " No , non è vero ! Non è vero ! " Scintillante di riso e fremente insieme all ' idea di un gran pericolo corso senza saperlo , ella protestò che non era possibile , che si era tanto guardata , prima di arrivare a Hergyswyl , nello specchietto del suo nécessaire . E riandarono insieme scherzando , baciando ella spesso il petto di lui ed egli i capelli di lei , ogni momento di quell ' ora passata da due anni . Giovanni non l ' aveva attesa alla stazione dov ' era una folla di villeggianti , ma pochi passi lontano , sulla via dell ' albergo . L ' aveva veduta venire , alta , snella , con una piccola fronda in seno di olea fragrans , il segno convenuto ; le era andato incontro a capo scoperto , si erano stretta la mano forte forte , senza parlare . Egli aveva fatto cenno al portiere , che seguiva con la valigia della viaggiatrice , di precederli . Poi si erano incamminati adagio , stretti alla gola da una emozione senza nome . Ell ' aveva sussurrato per la prima , con la sua voce dolce e fine di dama : " Mon ami . " Allora egli aveva parlato sommessamente , con parole rotte , della sua ebbrezza , del suo amore , del suo rapimento , e non si era poi accorto di avere oltrepassato l ' albergo e per ben due volte né l ' una né l ' altro avevano udito il portiere chiamarli alle spalle : " Monsieur ! Madame ! C ' est ici ! C ' est ici ! " Poi la viaggiatrice era salita nella sua camera , sorridente , ma pallida di stanchezza e di mal di capo . Giovanni aveva ripreso a passeggiare fra gli orti e i frutteti piani di Hergyswyl , a caso , respirando da uomo spossato per l ' eccesso del sentire , benedicendo ogni sasso e ogni foglia del verde angolo di terra straniera , il lago che gli dorme in seno , la folla , in faccia , delle grandi religiose montagne , benedicendo Iddio che gli aveva donato , alla sua età , un tale amore . Ed era ritornato presto , troppo presto , all ' albergo . I due soli ospiti del piccolo albergo in quel giorno di maggio , un vecchio professore tedesco e sua figlia , erano saliti al Pilato . Nel salottino di lettura non c ' era nessuno . In quel salottino Maria e Giovanni avevano passato due ore felici , tenendosi per mano , parlando a bassa voce , palpitando spesso di paura che qualcuno entrasse . " Ti ricordi " disse Maria " che nel salottino , di fianco al canapè dove eravamo seduti , ci stava un caminetto ? " " Sì , cara . " " E che faceva freddo benché fosse maggio , tanto che un cameriere è venuto ad accendere il fuoco ? " " Sì , e mi ricordo che allora ti ho fatto piangere . " " Potresti ripeterla oggi , quella cosa ? " " Oh no ! " Così dicendo , Giovanni baciò riverente la bianca fronte della donna sua come una cosa santa . Quando a Hergyswyl il cameriere era venuto ad accendere il fuoco nel salottino , Giovanni aveva lasciato la mano diletta e , indugiandosi colui , aveva detto : " il vecchio ceppo brucierà bene sino alla fine , ma chi sa quanto possa durare la vampa giovine ? " Maria non aveva risposto , lo aveva guardato con occhi dilatati , offuscati nel freddo tocco dell ' ingiusto sospetto , come vetri di una serra infocata nel tocco del gelo esterno . No , Giovanni non aveva mai più pensata una cosa simile . Si dicevano spesso , egli e Maria , che non v ' era forse sulla terra un ' altra unione come la loro , altrettanto piena e penetrata di pace per la sicurezza solennemente grave e dolce che , comunque Iddio avesse a disporre le esistenze loro dopo la morte , certo l ' uno e l ' altro spirito sarebbero stati congiunti nell ' amore della Divina Volontà . Però non lasciavano di confidare al Signore il sospiro dell ' anima . La preghiera che avevano dianzi pregata insieme contemplandola nel proprio interno , era stata composta da Giovanni e diceva così : " Padre , sia di noi come pregò Gesù l ' ultima sera ; una vita con Esso in Voi , per l 'eternità." Eran due e uno anche in presente , nel senso più stretto ed esatto della parola , perché pure nella loro unità spirituale si vedeva la dualità ; come a una corrente cerulea talvolta si confonde una corrente verde e nel primo lor fluire commisto balenano qua e là rotte ondate color di bosco , rotte ondate color di cielo . Giovanni era un mistico che di ogni amore umano si faceva in cuore un ' armonia col divino . Sua moglie , venuta per lui dal protestantesimo a un cattolicismo assetato di ragione , gli si era infusa quanto aveva potuto nell ' anima mistica ; ma in lei l ' amore di Giovanni soverchiava ogni altro sentimento . Ella era ricca , egli agiato ; vivevano tuttavia quasi poveramente , per aver modo di liberalità larghe , l ' inverno in Roma , dall ' aprile al novembre in Subiaco , nella modesta villetta di cui avevano appigionato il secondo piano . Non spendevano abbondantemente che in libri e nella corrispondenza . Giovanni preparava un ' opera sulle ragioni della morale cristiana . Sua moglie leggeva per lui , scriveva sunti , pigliava note . " Mi piacerebbe tanto andare a Hergyswyl , l ' anno venturo " diss ' ella . " Vorrei che tu vi scrivessi l ' ultimo capitolo del libro , il capitolo della Purità ! " Giunse le mani , così dicendo , felice nella visione del paesello appiattato fra i meli in fondo al piccolo golfo , del lago sereno , delle grandi montagne religiose , di giorni tranquilli dati al lavoro e alla contemplazione in pace . Conosceva tutto il disegno dell ' opera di suo marito e la tesi di ogni capitolo con i suoi principali argomenti . Il capitolo della Purità le piaceva più di tutti , per la forte trama razionale . Suo marito intendeva porvi e sciogliervi questo problema : " Perché il Cristianesimo esalta come un elemento di perfezione umana la rinuncia che contraddice alle leggi della Natura , che travaglia l ' uomo di lotte fierissime senza giovare a nessuno , che a possibili vite umane chiude la via dell ' esistere ? " La risposta doveva discendere dallo studio del fenomeno morale nelle sue origini storiche e nel suo sviluppo , cui erano dedicati i primi capitoli dell ' opera . Selva vi dimostrava con l ' esempio de ' bruti che si sacrificano per la prole o per i compagni del branco e sono talvolta capaci di unioni strettamente monogamiche , come nella natura animale inferiore lo stimolo morale si palesi e si venga sviluppando in antagonismo con gli stimoli dell ' istinto corporeo . Egli vi sosteneva l ' ipotesi che si elaborasse così progressivamente nelle specie inferiori la coscienza umana . Si proponeva ora di rifarsi da queste conclusioni e determinare il principio generale che la rinuncia al piacere corporeo per una soddisfazione di ordine superiore significa sforzo della specie verso una superiore forma di esistenza . Avrebbe quindi esaminato il fatto straordinario di quegl ' individui umani che agli stimoli del piacere corporeo , grandemente ringagliarditi per la complicità dell ' intelligenza e della immaginazione col senso , contrappongono energie di rinuncia più forti ancora , senz ' altro obbietto che di onorare la Divinità . Avrebbe dimostrato che parecchie religioni ne forniscono esempi , che la rinuncia vi è glorificata , che resta però sempre un atto libero dell ' individuo . Avrebbe riconosciuto che sarebbe atto biasimevole e stolto se non rispondesse a un misterioso impulso della stessa natura , dell ' elemento detto spirituale che persiste nell ' antico antagonismo con gli stimoli dell ' istinto corporeo per effetto di una legge cosmica . Inconscii collaboratori di Colui che governa l ' Universo , gli eroi della rinuncia suprema si credono di onorarlo col semplice sacrificio , mentre incarnano in fatto , giusta il Divino Disegno , la energia progressiva della specie , preparano al proprio elemento spirituale il potere di crearsi una forma corporea superiore , più simile ad esso ; onde la purità loro è perfezione umana , è altezza in cui la natura nostra culmina e tocca i nebulosi principii d ' una ignota natura sovrumana . " Se io penso alla Purità incarnata " disse Giovanni " mi vedo davanti don Clemente . Ti ho detto che viene alla riunione di stasera ? Scenderà subito dopo cena . " Maria trasalì . " Oh ! " diss ' ella , " e io che dimenticavo ! Mi ha scritto Noemi . Partiva da Milano ieri , con i Dessalle . Si fermano a Roma forse un paio di giorni e poi vengono . " " Te ne sei ricordata perché ho nominato don Clemente " disse Giovanni sorridendo . " Sì " rispose sua moglie " ma però , sai che non credo . " L ' alta fronte , gli occhi azzurri di don Clemente tanto sereni e puri , come avrebbero conosciuta la passione ? Anche nella voce soffice , sommessa , quasi timida del giovane benedettino era , secondo Maria , un troppo delicato pudore , un candore troppo virgineo . " Non credi " replicò Giovanni " e forse avrai ragione , forse non sarà Maironi . Però stasera converrà pure fargli sapere , in qualche modo , che questa signora Jeanne Dessalle sta per venire a Subiaco e che visiterà , naturalmente , i Conventi . È anche il Padre foresterario , lui ; dovrebbe accompagnarla . " Di questo non c ' era dubbio . Lo avvertirebbe lei , Maria . Poiché non lo credeva l ' amante della Dessalle , le sarebbe più facile di parlargliene con semplicità . Che cosa terribile , però , se fosse veramente lui , Maironi , e nessuno l ' avvertisse e si trovassero improvvisamente a fronte del monastero , egli e questa donna ! Era certo , Giovanni , che il frate venisse alla riunione ? Sì , n ' era certissimo . Don Clemente ne aveva ottenuto il permesso dal Padre Abate , stando lui , Giovanni , al monastero ; e gliel ' aveva detto subito . Verrebbe e condurrebbe seco quel garzone ortolano di cui gli aveva parlato , per farglielo conoscere . Così un ' altra volta l ' ortolano verrebbe solo e gl ' insegnerebbe a rincalzar le patate nel campicello dietro la villa che Giovanni aveva pure preso in affitto per lavorarlo con le proprie mani . Questa del lavoro manuale era una piccola mania di Giovanni , venutagli tardi , che dispiaceva un poco a Maria , parendole cosa non più conveniente alle sue abitudini , alla sua età . La rispettava , però , e tacque . In quel momento la ragazza di Affile che li serviva entrò ad avvertire che quei signori stavano salendo la scala , e che la cena sarebbe pronta subito . Tre persone salivano infatti per la scaletta a chiocciola del villino . Giovanni scese loro incontro . Il primo era il suo giovane amico di Leynì , che si scusò , salutandolo , di precedere i compagni , due ecclesiastici . " Sono il cerimoniere " diss ' egli . E li presentò lì sulla scala : " Il signor abate Marinier , di Ginevra . Don Paolo Farè , di Varese , che Lei conosce già di nome . " Selva rimase un po ' perplesso ma poi si affrettò a far salire i suoi visitatori , li avviò alla terrazza dov ' erano già disposte delle sedie . " E Dane ? " diss ' egli , inquieto a di Leynì , pigliando a braccetto . " E il professor Minucci ? E il padre Salvati ? " " Sono qui " rispose il giovine sorridendo . " Sono all ' Aniene . Le racconterò , è tutta una storia , verranno subito " Intanto l ' abate Marinier esclamava uscendo sulla terrazza : " Oh , c ' est admirable ! " E don Paolo Farè , da buon comasco , mormorava : " sì , bello , bello , " col tôno discreto di chi pensa : " Ma se vedeste il mio paese ! " . Sopraggiunse Maria , si rinnovarono le presentazioni e di Leynì raccontò la sua storia , mentre Marinier girava i piccoli occhi scintillanti per il paesaggio , dalla piramide di Subiaco , quinta fosca del chiaro sfondo di ponente , ai prossimi carpineti selvaggi del Francolano che serra , scuro e grande , il levante . Don Farè divorava con gli occhi Selva , l ' autore di scritti critici sul Vecchio e Nuovo Testamento , e particolarmente di un libro sulle basi della futura teologia cattolica , che avevano innalzata e trasfigurata la sua fede . La storia del barone di Leynì era che alla stazione di Mandela tirava un gran vento , che il professore Dane temeva forte di esservisi buscata un ' infreddatura , che sospettando di non trovare cognac in casa di un odiatore dell ' alcool come il signor Selva , ed essendo anche l ' ora in cui soleva pigliare ogni giorno due uova , s ' era fermato all ' Albergo dell ' Aniene per avere le uova e il cognac ; che sulla terrazza della trattoria , verso il fiume , c ' era troppa aria e negli stanzini attigui troppa poca ; che si era fatto servire il suo pasto in una camera dell ' albergo e aveva rimandato le uova due volte ; che loro erano partiti a piedi lasciando il professore Minucci e il padre Salvati a tenergli compagnia . Poiché il delicato , freddoloso professore Dane non c ' era , Giovanni propose il cenare sulla terrazza . Ne smise però subito l ' idea vedendo che garbava poco all ' abate di Ginevra . L ' elegante , mondano Marinier , amico di Dane , aveva la stessa cura del proprio individuo , con maggiore dissimulazione e senza scuse di salute . Non aveva cenato all ' Aniene con l ' amico suo perché la cucina dell ' Aniene gli era parsa , in una sua prima visita a Subiaco , troppo semplice , e sperava dalla signora Selva una cena francese . Di Leynì sapeva bene quanto la speranza fosse fallace ; maliziosamente , non lo aveva istruito . Nel salottino da pranzo appena ci capivano i cinque commensali . Guai se fossero venuti anche gli altri due ! Per verità né l ' abate Marinier , né don Farè erano attesi . Altri , invece , mancava . Mancavano un frate e un prete , uomini conosciuti , che avrebbero dovuto venire dall ' alta Italia . Si erano scusati l ' uno e l ' altro , per lettera , con vivo rincrescimento di Selva e di Farè pure , e del di Leynì . Marinier si scusò , invece , di essere venuto . Era stato Dane , il colpevole . E per don Paolo Farè il colpevole era stato di Leynì . Selva protestò . Amici di amici , come non sarebbero graditi ? E tanto di Leynì quanto Dane sapevano di potere accompagnare persone di loro fiducia , persone che dividessero le loro idee . Maria non parlava ; Marinier le piaceva poco . Anche le pareva che Dane e di Leynì avrebbero fatto bene a non portare altri senza avvertire . Parlò Marinier , dopo aver esplorato con gli occhi , aggrottando lievemente le sopracciglia , una zuppa di fave . " Io non so " diss ' egli " se recheremo noia alla signora Selva discorrendo un poco adesso di quello che sarà poi il discorso della riunione . " Maria lo rassicurò . Ella non avrebbe partecipato alla riunione ma pigliava moltissimo interesse allo scopo . " Bene " proseguì Marinier " allora sarà molto utile per me che io conosca esattamente questo scopo , perché Dane me ne ha parlato non con tanta precisione , e io non posso esser sicuro di dividere le vostre idee in tutto . " Don Paolo non seppe trattenere un gesto d ' impazienza . Anche Selva parve un po ' seccato , perché davvero un consenso in certe idee fondamentali era necessario . Senza di esso la riunione poteva riescire peggio che inutile , pericolosa . " Ecco " diss ' egli " siamo parecchi cattolici , in Italia e fuori d ' Italia , ecclesiastici e laici , che desideriamo una riforma della Chiesa . La desideriamo senza ribellioni , operata dall ' autorità legittima . Desideriamo riforme dell ' insegnamento religioso , riforme del culto , riforme della disciplina del clero , riforme anche nel supremo governo della Chiesa . Per questo abbiamo bisogno di creare un ' opinione che induca l ' autorità legittima ad agire di conformità sia pure fra venti , trenta , cinquant ' anni . Ora noi che pensiamo così siamo affatto disgregati . Non sappiamo l ' uno dell ' altro , eccetto i pochi che pubblicano articoli o libri . Molto probabilmente vi è nel mondo cattolico una grandissima quantità di persone religiose e colte che pensano come noi . Io ho pensato che sarebbe utilissimo , per la propaganda dalle nostre idee , almeno di conoscerci . Stasera ci si riunisce in pochi per una prima intesa . " Mentre Giovanni parlava , gli altri tenevano gli occhi sull ' abate ginevrino . L ' abate guardava nel suo piatto . Seguì un breve silenzio . Giovanni lo ruppe il primo . " Il professore Dane " diss ' egli " non Le aveva detto questo ? " " Sì sì " rispose l ' abate , levando finalmente gli occhi dal piatto " qualche cosa di simile . " Il tono fu d ' uno che approvasse poco . Ma perché , allora , era venuto ? Don Paolo faceva smorfie di malcontento , gli altri tacevano . Vi fu un momento d ' imbarazzo . Marinier disse : " Ne parleremo stasera . " " Sì " ripeté Selva , tranquillo . " Ne riparleremo stasera . " Pensava che avrebbe trovato nell ' abate un avversario e che Dane aveva commesso un errore di giudizio e di tatto invitandolo alla riunione . Si confortò in pari tempo con la tacita riflessione che l ' udirsi rappresentare tutte le obbiezioni possibili sarebbe utile ; e che un amico del professore Dane sarebbe almeno onesto , non propalerebbe nomi e discorsi ancora da tacersi . Invece il giovine di Leynì si crucciava di questo pericolo , sapendo quante e quanto diverse amicizie tenesse l ' abate Marinier in Roma , dove dimorava da cinque anni per certi suoi studi storici ; e si crucciava di non avere saputo della sua venuta in tempo di scriverne ai Selva , per suggerir loro che intraprendessero la sua conquista incominciando dal palato . La mensa di casa Selva , sempre nitidissima e fiorita , era , quanto ai cibi , molto parsimoniosa , molto semplice . I Selva non bevevano vino mai . Il vino chiaretto , acerbetto di Subiaco non poteva che inasprire un uomo avvezzo ai vini di Francia . La ragazza di Affile aveva già servito il caffè quando arrivarono , a un punto , don Clemente a piedi da Santa Scolastica , Dane , il padre Salvati , e il professore Minucci in un legno a due cavalli da Subiaco . Ma don Clemente , ch ' era seguito dal suo ortolano , vista la carrozza movere verso il cancello del villino e non dubitando che portasse gente a casa Selva , affrettò il passo perché Giovanni e l ' ortolano potessero vedersi , parlarsi un minuto , prima della riunione . I Selva e i loro tre commensali si erano levati da cena e Maria , uscendo , a braccio del cavalleresco abate Marinier , sulla terrazza , vide , benché annotasse già , il benedettino sul ripido sentiero che sale dal cancello aperto sulla via pubblica . Lo salutò dall ' alto e lo pregò di aspettare , a piè della scala , che gli facessero lume . Scese ella stessa col lume la scala a chiocciola , accennò a don Clemente di volergli parlare e diede un ' occhiata significativa all ' uomo che gli stava dietro le spalle . Don Clemente si voltò a costui , gli disse di stare ad attenderlo lì fuori sotto le rubinie ; e saliti , al muto invito della signora , alcuni scalini , sostò ad ascoltarla . Ella gli parlò , frettolosa , dei suoi tre ospiti e particolarmente dell ' abate Marinier . Disse che stava in pena per suo marito il quale aveva posto tanto amore e tanta fede nell ' idea di questa associazione cattolica e ora si troverebbe a fronte di una inattesa opposizione . Desiderava che don Clemente lo sapesse , che fosse preparato . Glielo diceva lei perché suo marito non poteva in quel momento lasciare i suoi ospiti . E si congedava , nel tempo stesso , da don Clemente , non avendo intenzione , lei donna e tanto ignorante , di assistere alla seduta . Forse lo avrebbe riveduto fra pochi giorni , al monastero . Non era il Padre foresterario , egli ? Ella verrebbe forse fra tre o quattro giorni a Santa scolastica con una sua sorella ... A questo punto la signora Selva alzò involontariamente il lume per vedere meglio il suo interlocutore in viso , e subito se ne pentì come di un mancato rispetto a quell ' anima certamente santa , certamente pari di virile e verginale bellezza all ' alta , snella persona , al viso eretto abitualmente in atto quasi di franca modestia militare , tanto nobile nella fronte spaziosa , negli occhi cerulei chiari , spiranti a un punto dolcezza femminea e maschio fuoco . " Ci sarà pure " disse a bassa voce , vergognando di sé " un ' amica intima di mia sorella , certa signora Dessalle . " Don Clemente voltò la testa di scatto , e Maria n ' ebbe il contraccolpo , tremò . Era dunque lui ! Egli le rivolse subito il viso da capo . Era un po ' acceso ma composto . " Scusi " diss ' egli " questa signora , come si chiama ? " " Chi ? La Dessalle ? " "Sì." " Si chiama Jeanne . " " Che età può avere ? " " Non lo so . Tra i trenta e i trentacinque anni direi . " Adesso Maria non comprendeva più . Il padre faceva queste domande con tanta indifferente calma ! Ne arrischiò una essa pure . " Lei la conosce , padre ? " Don Clemente non rispose . Sopraggiungeva in quel momento il povero gottoso Dane , che con grande stento si era trascinato su dal cancello a braccio del professore Minucci . Erano amici di casa l ' uno e l ' altro ; la signora Selva fece loro un ' accoglienza gentile ma lievemente distratta . La seduta si tenne nello studiolo di Giovanni . Era così piccolo che il bollente don Farè , non potendosi tenere aperte le finestre per un dovuto riguardo ai reumi di Dane , vi si sentiva soffocare e lo disse con la sua rudezza lombarda . Gli altri finsero di non udire , meno di Leynì , che gli accennò silenziosamente di non insistere , e Giovanni che aperse l ' uscio del corridoio e l ' altro vicino che dal corridoio mette sulla terrazza . Dane sentì subito un odore di bosco umido e bisognò chiudere . Sullo scrittoio ardeva una vecchia lampada a petrolio . Il professore Minucci soffriva di occhi e chiese timidamente un paralume , che fu cercato , trovato e posto . Don Paolo si fremette dentro : " questa è un ' infermeria ! " e anche il suo amico di Leynì , a cui pareva che tante piccole cure si dovessero in quel momento dimenticare , ebbe uno spiacevole senso di freddo . Lo ebbe lo stesso Giovanni ma riflesso ; sentì l ' impressione che del Dane e forse anche del Minucci doveano riportare coloro , fra i presenti , che non li conoscevano . Egli li conosceva . Il Dane , con tutti i suoi reumi e i nervi e i sessantadue anni , possedeva , oltre al sapere grande , una indomita vigoria di spirito , un coraggio morale a tutta prova . Andrea Minucci , malgrado il biondo pelo rabbuffato , gli occhiali , certa rigidezza di movimenti , che gli davano un aspetto di erudito tedesco , era una giovane anima delle più ardenti , provata dalla vita , non effervescente alla superficie come l ' anima del prete lombardo , ma chiusa nel proprio fuoco , severa , probabilmente più forte . Giovanni prese la parola con animo franco . Ringraziò i presenti e scusò gli assenti , il frate e il prete , dolendosi però molto che mancassero . Disse che a ogni modo la loro adesione era sicura e insistette sul valore di quest ' adesione . Soggiunse parlando più alto e più lento , tenendo gli occhi sull ' abate Marinier , che per ora stimava prudente non divulgare niente né della riunione , né delle deliberazioni che vi si prendessero ; e pregò tutti a considerarsi legati al silenzio da un impegno di onore . Quindi espose l ' idea che aveva concepita , lo scopo della riunione , un po ' più diffusamente che non avesse fatto a cena . " E adesso " conchiuse " ciascuno dica quel che pensa . " Seguì un silenzio profondo . L ' abate Marinier stava per parlare quando si alzò in piedi , stentatamente , Dane . Il suo pallido viso scarno , fine , pregno d ' intelletto , era atteggiato a gravità solenne . " Io credo " diss ' egli in un italiano esotico , rigido e tuttavia caldo di vita " che trovandoci noi sul cominciamento di una comune azione religiosa , dobbiamo fare due cose ; subito ! Prima cosa ! Dobbiamo raccogliere l ' anima nostra in Dio , silenziosamente , ciascuno la sua , fino a sentire la presenza , in noi , di Dio stesso , il desiderio Suo stesso , nel nostro cuore , della Sua propria gloria . È questo che io faccio e prego fare con me . " Ciò detto , il professore Dane s ' incrociò le braccia sul petto , piegò il capo , chiuse gli occhi . Tutti si alzarono e , meno l ' abate Marinier , giunsero le mani . L ' abate se le raccolse al petto con un ampio gesto , abbracciando l ' aria . Si poté udire un gemer dolce della lucerna , un passo al piano terreno . Marinier fu il primo a guardar sottecchi se gli altri pregavano ancora . Dane rialzò il capo e disse : "Amen." " Seconda cosa ! " soggiunse . " Noi ci proponiamo di obbedire sempre l ' autorità ecclesiastica legittima ... " Don Paolo Farè scattò . " Secondo ! " Un vibrare di subiti pensamenti , un fremere sordo di parole non nate scosse ogni persona . Dane disse lentamente : " esercitata con le debite norme . " Quel moto discese a un mormorio di consenso , posò . Dane riprese : " Ancora questo ! Mai non sarà odio né su nostro labbro , né in nostro petto verso nessuno ! " Don Paolo scattò da capo . " Odio no ma sdegno sì ! Circumspiciens eos cum ira ! " " Sì " disse don Clemente con la sua dolce voce velata " quando avremo edificato Cristo in noi , quando sentiremo una collera di puro amore . " Don Paolo , che gli stava vicino , non rispose niente , lo guardò con le lagrime agli occhi , gli afferrò una mano per baciargliela . Il benedettino la ritrasse spaventato , tutto una fiamma in viso . " E non edificheremo Cristo in noi " disse Giovanni , commosso anche lui , felice di quel mistico soffio che gli pareva spirare nell ' adunanza " se non purificheremo nell ' amore le nostre idee di riforma ; se , quando venisse il momento di operare , non ci purificheremo prima le mani e gli strumenti . Questo sdegno , questa ira che Lei , don Paolo , dice , è una grande potenza del Maligno sopra di noi , appunto perché ha un ' apparenza e qualche volta , come nei Santi , una sostanza di bontà . In noi è quasi sempre vera inimicizia perché non sappiamo amare . La preghiera a me più cara dopo il Pater noster è la preghiera dell ' Unità , la preghiera che ci unisce allo spirito di Cristo quando prega il Padre così : " ut et ipsi in nobis unum sint . " Abbiamo sempre il desiderio e la speranza dell ' unità in Dio con i fratelli che sono divisi da noi nelle idee . E adesso , dunque , dite se accettate la proposta di fondare l ' associazione che io vi propongo . Prima discutete questo e poi , se la proposta è accettata , si vedrà in qual modo sia da porla in atto . " Don Paolo esclamò impetuosamente che il principio nemmanco era da discutere e Minucci osservò in tono sommesso che lo scopo della riunione era stato conosciuto da tutti i presenti prima d ' intervenire , che perciò , intervenendo , essi lo avevano implicitamente approvato , avevano implicitamente consentito di legarsi per un ' azione comune , salvo appunto a decidere sui modi e le forme . L ' abate Marinier chiese di parlare . " Me ne rincresce veramente " diss ' egli sorridendo , " ma per legarmi io non ho portato con me il menomo filo . Io sono pure di coloro che vedono molte cose andar male nella Chiesa e tuttavia , quando il signor Selva mi ha bene spiegato , prima a cena e ora qui , la sua idea che non avevo bene compresa dal mio amico professore Dane , mi si sono affacciate obbiezioni che credo serie . " " Già " pensò Minucci che aveva udito parlare di certe ambizioni del Marinier " se vuoi far carriera non ti devi mettere con noi . " E soggiunse forte : " Dica ! " " In primo luogo , signori " cominciò il fine abate " mi pare che abbiate principiato dalla seconda riunione . Dirò con un rispetto grande che voi mi parete bravissime persone , le quali si mettano festosamente a sedere per giuocare insieme alle carte , e non possono andare avanti perché uno ha le carte italiane , un altro le francesi , un altro le tedesche e non s ' intendono . Io ho udito parlare di idee comuni , ma forse vi ha fra noi piuttosto una comunanza di idee negative . Noi siamo d ' accordo , probabilmente , in questo , che la Chiesa Cattolica è venuta somigliando a un tempio antichissimo di grande semplicità originaria , di grande spiritualità , che il seicento , il settecento e l ' ottocento hanno infarcito di pasticci . Forse i più maligni di voi diranno pure che vi si parla forte solamente una lingua morta , che le lingue vive appena vi si possono parlare piano e che il sole vi prende alle finestre un colore falso . Ma io non posso credere che siamo poi tutti d ' accordo nella qualità e nella quantità dei rimedii . Prima dunque di iniziare questa frammassoneria cattolica , io credo che vi converrebbe intendervi circa le riforme . Dirò di più ; io credo che anche quando fosse fra voi un pienissimo accordo nelle idee , io non vi consiglierei di legarvi con un vincolo sensibile come propone il signor Selva . La mia obbiezione è di una natura molto delicata . Voi pensate certo di poter navigare sicuri sott ' acqua come pesci cauti , e non pensate che un occhio acuto di Sommo Pescatore o vice - Pescatore vi può scoprire benissimo e un buon colpo di fiocina cogliere . Ora io non consiglierei mai ai pesci più fini , più saporiti , più ricercati , di legarsi insieme . Voi capite cosa può succedere quando uno è colto e tirato su . E , voi lo sapete bene , il grande Pescatore di Galilea metteva i pesciolini nel suo vivaio , ma il grande Pescatore di Roma li frigge . " " Questa è buona ! " fece don Paolo con un sussulto di riso . Gli altri tacevano , gelidi . L ' abate continuò : " Non credo poi che con questa lega possiate far niente di buono . Le associazioni fanno progredire forse i salari , forse le industrie , forse i commerci ; la scienza e la verità , no . Le riforme si faranno un giorno , perché le idee sono più forti degli uomini e camminano ; ma voi , armandole in guerra e facendole marciare per compagnie , le esporrete a un fuoco terribile che le arresterà per un pezzo . Sono gl ' individui , i Messia , che fanno progredire la scienza e la religione . Vi è un Santo fra voi ? Oppure sapete dove prenderlo ? Prendetelo e mandatelo avanti . Parola ardente , grande carità , due o tre piccoli miracoli , suggeritegli quello che deve dire e il vostro Messia farà più che tutti voi insieme . " L ' abate tacque e Giovanni prese la parola . " Forse il signor abate " diss ' egli " non ha potuto formarsi ancora un giusto concetto della unione che noi desideriamo . Noi ci siamo associati testé in una preghiera silenziosa e intensa , cercando di tenerci uniti nella Presenza Divina . Questo indica il carattere della nostra unione . Considerando i mali che affliggono la Chiesa , i quali , in sostanza , sono disaccordi del suo elemento mutabile umano con il suo elemento immutabile di Verità Divina , noi ci vogliamo unire in Dio Verità col desiderio ch ' Egli tolga questi disaccordi ; e vogliamo sentirci uniti . Una tale unione non ha bisogno di intelligenze circa idee particolari , benché alcuni di noi ne abbiamo alquante di comuni . Noi non pensiamo di promuovere un ' azione collettiva né pubblica né privata per attuare una riforma o l ' altra . Io sono abbastanza vecchio per ricordare i tempi del dominio austriaco . Se i patrioti lombardi e veneti si raccoglievano allora a parlare di politica , non era mica sempre per congiure , per atti di rivoluzione ; era per comunicarsi notizie , per conoscersi , per tener viva la fiamma dell ' idea . È questo che noi vogliamo fare nel campo religioso . Lo creda il signor abate Marinier , quell ' accordo negativo ch ' egli diceva può bastare benissimo . Facciamo che si allarghi , che abbracci la maggioranza dei fedeli intelligenti , che salga nella gerarchia ; vedrà che gli accordi positivi vi matureranno dentro occultamente come semi vitali dentro la spoglia caduca del frutto . Sì , basta un accordo negativo . Basta di sentire che la Chiesa di Cristo soffre , per unirci nell ' amore di nostra Madre e almeno pregare per essa , noi e i nostri fratelli che , come noi , la sentono soffrire ! Che ne dice , signor abate ? " L ' abate mormorò con un lievissimo sorriso : " C ' est beau mais ce n ' est pas la logique . " Don Paolo scattò : " Ma che logica ! " " Ah ! " rispose il Marinier con una maligna faccia compunta . " Se rinunciate alla logica ... ! " Don Paolo , tutto acceso , era per protestare ma il professore Dane gli accennò di chetarsi . " Noi non vogliamo rinunciare alla logica " diss ' egli . " Solamente non è facile misurare il valore logico di una conclusione in materia di sentimento , di amore , di fede , come è facile misurare il valore logico di una conclusione in materia di geometria . Nella materia nostra il procedimento logico è occulto . Certo il mio caro amico Marinier , una delle menti acutissime che io conosco , non ha voluto dire questa cosa in risposta al mio caro amico Selva , che quando una persona molto amata da noi cade inferma , è necessario a noi di accordarci sulla cura che le faremo , prima di correre insieme al suo letto ! " " Queste sono bellissime figure " disse l ' abate Marinier alquanto vivacemente . " Ma sapete bene che le similitudini non sono argomenti ! " Don Clemente , che stava in piedi nell ' angolo tra l ' uscio del corridoio e la finestra , e il professore Minucci seduto presso a lui , fecero atto di parlare . Subito si arrestarono , volendo ciascuno dei due cedere la parola all ' altro . Selva propose che prima parlasse il monaco . Tutti guardarono a quel nobile viso di arcangelo , arrossente ma eretto . Don Clemente esitò un poco , e quindi parlò con la sua voce soffice , velata di modestia : " Il signor abate Marinier ha detto una cosa che io credo molto vera . Ha detto : ci vuole un Santo . Io pure lo credo . Chi sa ? Io non dispero che possa già esistere . " " Lui " mormorò don Paolo . " Ora " proseguì don Clemente " io vorrei dire al signor abate Marinier : siamo in qualche maniera i profeti di questo Santo , di questo Messia , prepariamo le sue vie , che poi significa solo far sentire universalmente il bisogno di un rinnovamento di tutto che nella religione nostra è veste , non corpo della verità , anche se questo rinnovamento sarà doloroso per certe coscienze . Ingemiscit et parturit ! E far sentire tutto ciò stando sopra un terreno assolutamente cattolico , aspettando le nuove leggi dalle autorità vecchie , dimostrando però che se non si cambiano le vesti portate da tanto tempo , fra tante intemperie , nessuna persona civile si avvicinerà più a noi , e Dio non voglia che molti di noi le svestano senza permesso , per un disgusto insopportabile . Vorrei anche dire al signor abate Marinier , se me lo permette : non abbiamo troppi timori umani ! " Un mormorio caldo di assenso gli rispose e Minucci scattò tutto vibrante . Mentre parlava l ' abate Marinier , di Leynì e Selva lo avevano visto bollire accigliato ; e appunto Giovanni , che conosceva il carattere fiero di quel mistico asceta , si era proposto , facendo parlare prima don Clemente , di dargli tempo a chetarsi . Egli scattò . La parola non gli veniva fluida , gli si rompeva per soverchio impeto , e rotta gli sgorgava dal labbro a ondate , precisa , però , e potente nel vigoroso accento romano : " Ecco ! Non abbiamo timori umani ! Noi vogliamo cose troppo grandi e le vogliamo troppo fortemente per avere timori umani ! Noi vogliamo comunicare nel Cristo vivo , quanti sentiamo che il concetto della Via , della Verità e della Vita si ... si ... si ... - si dilata , ecco , si dilata nel nostro cuore , nella nostra mente ! E rompe tante - come dirò ? - vecchie fasce di formole che ci stringono , che ci soffocano , che soffocherebbero la Chiesa , se la Chiesa fosse mortale ! Noi vogliamo comunicare nel Cristo vivente , quanti abbiamo sete - sete , signor abate Marinier ! Sete ! Sete ! - che la nostra fede , se perde di estensione , cresca di intensità - a cento doppi , cresca , viva Dio ! - e possa radiare fuori di noi , e possa , dico , purificare come il fuoco , prima il pensiero e poi l ' azione cattolica - ecco . Noi vogliamo comunicare nel Cristo vivente quanti sentiamo ch ' Egli prepara una lenta ma immensa trasformazione religiosa per opera di profeti e di Santi , la quale si opererà con sacrificio , con dolore , con divisione di cuori ; quanti sentiamo che i profeti sono sacri al soffrire e che queste cose non ci vengono rivelate dalla carne o dal sangue ma dall ' Iddio vivo nelle anime nostre ! Comunicare , vogliamo , tutti , di ogni paese , ordinare la nostra azione . Massoneria Cattolica ? Sì , Massoneria delle Catacombe . Lei teme , signor abate ? Teme che si taglino tante teste con un colpo solo ? Io dirò : dov ' è la scure per un tal colpo ? Uno alla volta tutti si possono colpire : oggi il professore Dane , ad esempio , domani don Farè , posdomani qui il padre ; ma il giorno in cui quella fantastica fiocina del signor abate Marinier pescasse , attaccati a un filo , laici di grido , preti , frati , vescovi , cardinali fors ' anche , quale sarà , ditemi , il pescatore , piccolo o grande , che non lascerà cadere nell ' acqua , spaventato , la fiocina e ogni cosa ? - Ma poi mi perdoni , signor abate , se io dico a Lei e ai prudenti come Lei : dov ' è la vostra fede ? Esiterete voi , per paura di Pietro , a servire Cristo ? Uniamoci contro il fanatismo che lo ha crocifisso e che avvelena ora la Sua Chiesa e se ne avremo a soffrire , ringraziamone il Padre : " beati estis cum persecuti vos fuerint et dixerint omne malum adversum vos , mentientes , propter me . " Don Paolo Farè saltò in piedi e abbracciò l ' oratore . Di Leynì si affisava in lui con occhi accesi di entusiasmo . Dane , Selva , don Clemente , l ' altro frate tacevano , imbarazzati , sentendo , specie i tre ecclesiastici , che Minucci era trascorso troppo , che le sue frasi sulla estensione e la intensità della fede , sul timore di Pietro , non erano misurate , che tutta l ' intonazione del suo discorso era stata troppo bellicosa e non si accordava né col mistico esordio di Dane né con le parole usate da Selva a delineare il carattere dell ' unione proposta . L ' abate di Ginevra non aveva levato un momento dal viso di Minucci , mentr ' egli parlava , i suoi piccoli occhi brillanti . Guardò l ' amplesso di don Paolo con un misto d ' ironia e di pietà , poi si alzò in piedi : " Sta bene " diss ' egli . " Io non so se il mio amico Dane in particolare divida le opinioni del signore . Veramente ne dubito un poco . Il signore ha nominato Pietro . Ecco , mi pare che qui ci si dispone a uscire dalla barca di Pietro sperando forse di camminare sopra le onde . Io dico umilmente che non ho fede abbastanza e andrei subito al fondo . Io intendo di restare nella barca e forse tutt ' al più adoperarvi qualche piccolo remo secondo la mia intenzione , perché , come ha detto il signore , sono molto pauroso . È dunque necessario che ci separiamo e non mi resta che a domandarvi perdono di essere venuto . Ho anche bisogno di una piccola passeggiata per la mia vile digestione . - " Caro amico " soggiunse rivolgendosi a Dane " ci ritroveremo all 'Aniene." E mosse verso Selva con la mano stesa , per accomiatarsi . Subito gli furono tutti attorno , meno don Paolo e Minucci , per non lasciarlo partire . Egli insisteva tranquillo , arrestava ora con un gelido sorrisetto , ora con una parolina graziosamente sarcastica , ora con un gesto elegante gli assalitori troppo veementi . Di Leynì si voltò a Farè , gli accennò di unirsi agli altri ; ma il focoso don Paolo gli rispose con una violenta spallata , con una smorfia di fastidio . Intanto dal gruppo che attorniava il Marinier una voce toscana si alzò sopra le altre : " Stia bono ! Non si è ancora deciso niente ! Aspetti ! Io non ho ancora detto la mia ! " Era il padre Salvati , scolopio , che aveva parlato ; un vecchio dai capelli candidi , dal volto rubizzo , dagli occhi vivaci . " Non si è ancora deciso niente ! " ripeté . " Io , per esempio , per l ' unione ci sto ma io vorrei una cosa e i discorsi che si son fatti me ne arieggiano un ' altra . Progresso intellettuale , sta bene ; rinnovamento delle formole della fede secondo vogliono i tempi , sta bene ; riforma cattolica , benissimo ! Io sto con Raffaello Lambruschini , che era un grand ' omo ; io sto con i Pensieri di un solitario ; ma per il signor professore Minucci il carattere della riforma mi pare che avrebbe a essere sopra tutto intellettuale e questo , scusate ... " Qui Dane alzò la sua bianca , piccola mano di dama . " Permetta , padre " diss ' egli . " Il mio caro amico Marinier vede che si ritorna a discutere . Io lo prego di rimettersi a sedere . " L ' abate levò un poco le ciglia in su , mise un sospiro scettico e obbedì . Gli altri sedettero pure , soddisfatti . Non si fidavano della discrezione dell ' abate , sarebbe stato un grosso guaio ch ' egli fosse partito ab irato . Il padre Salvati riprese a parlare . Egli era contrario a che s ' imprimesse al movimento riformista un carattere sopra tutto intellettuale , non tanto per il pericolo di Roma quanto per il pericolo di turbare nella loro fede semplice una quantità immensa di anime tranquille . Voleva che l ' Unione si proponesse anzi tutto una grande opera morale , il richiamo dei credenti alla pratica della parola evangelica . Illuminare i cuori era secondo lui il primo dovere di uomini , che aspiravano a illuminare gl ' intelletti . Evidentemente non importava tanto di trasformare secondo un ossequio razionale la fede cattolica nella Bibbia , quanto di rendere effettiva la fede cattolica nella parola di Cristo . Bisognava dimostrare che generalmente dai fedeli si onora Cristo con le labbra ma che il cuore del popolo è lontano da lui ; dimostrare quanto posto sia lasciato agli egoismi da certe pietà fervorose che credono santificarsi ... Qui don Paolo e Minucci brontolarono : " Questo non c 'entra." Il Salvati esclamò che c ' entrava benissimo e che avessero la bontà di aspettare . Continuò a dire di un pervertimento generale nel concetto del dovere cristiano intorno alla ricerca e all ' uso della ricchezza , pervertimento difficilissimo a raddrizzare perché indurato da secoli e secoli nelle coscienze cristiane con la piena complicità del clero . " Il tempo , signori " esclamò il vecchio frate " domanda un ' azione francescana . Ora io non ne vedo segno . Vedo antichi Ordini religiosi che non hanno più forza di agire sulla Società . Vedo una Democrazia Cristiana amministrativa e politica che non ha lo spirito di S . Francesco , che non ama la santa Povertà . Vedo una società di studi francescani ; trastulli intellettuali ! Io intenderei che noi si provvedesse all ' azione francescana . Dico se si vuole una riforma cattolica ! " " Ma come ? " domandò Farè . Minucci brontolò seccato : " Non è questo . " Selva sentiva disgregarsi le anime che si erano unite in un primo slancio . Sentiva che Dane , Minucci , probabilmente anche Farè , intendevano , com ' egli stesso intendeva , iniziare un movimento intellettuale e che quella divampata francescana era venuta fuor di tempo e fuor di luogo . Era tanto più inopportuna quanto più calda di verità viva . Perché molta verità c ' era senza dubbio nelle parole del padre Salvati , egli lo riconosceva , egli che si era più volte dibattuto nel pensiero il dubbio se non convenisse promovere , per il bene della Chiesa un ' azione piuttosto morale che intellettuale . Ma egli non sentiva in sé le attitudini all ' apostolato francescano e non le vedeva negli amici suoi , neppure nel più ardente , Luigi Minucci , un solitario , un asceta schivo della folla come lui , Selva . Le ragioni del Salvati valevano a guastare e non a edificare . Giovanni sentiva segrete ironie andare al Marinier e anche al Dane , di cui si conoscevano i gusti poco francescani , il palato difficile , i nervi delicati , gli affetti dati a cagnolini e a pappagalli . Se si voleva riescire a qualche cosa , conveniva correre al riparo . " Mi perdoni " diss ' egli " il carissimo padre Salvati se io gli osservo che il suo discorso , tanto caldo di spirito cristiano , è intempestivo . Mi pare ch ' egli consenta con noi nel desiderio di una riforma cattolica . Stasera non è davanti a noi che una proposta ; quella di promuovere una specie di Lega fra quanti hanno lo stesso desiderio . Ora decidiamo questo ! " Lo scolopio non si arrese . Non poteva comprendere una Lega inattiva , e un ' azione secondo le idee degli intellettuali non gli piaceva . L ' abate ginevrino esclamò : " Je l ' avais bien dit ! " E si alzò per andarsene davvero , stavolta . Selva non lo permise , propose di sciogliere la seduta , pensando di richiamare l ' indomani o più tardi il professore Dane , Minucci , di Leynì , Farè . Con Salvati non c ' era niente a fare , ed era meglio lasciar partire Marinier dandogli a credere che tutto fosse andato a monte . Minucci indovinò il suo pensiero e tacque , l ' inconsiderato don Paolo non capì nulla e strepitò che si doveva deliberare , votare subito . Selva , e per ossequio a Selva , di Leynì , lo fecero aspettare . Fremeva , però ; fremeva contro lo svizzero , sopra tutto . Dane e don Clemente erano poco soddisfatti , quale per una ragione , quale per un ' altra . Dane era molto irritato in cuor suo contro Marinier e si doleva di averlo portato con sé ; don Clemente avrebbe voluto dire che le parole del padre Salvati erano state molto belle e sante e non intempestive perché anzi era bene che ciascuno lavorasse giusta la vocazione propria , gl ' intellettuali per una via , i francescani per un ' altra . Colui che chiama provvederebbe a coordinare l ' azione dei chiamati ; le diverse vocazioni potevano benissimo stare insieme nella Lega . Avrebbe voluto dire così ma non fu pronto , lasciò passare il momento , anche per verecondia intellettuale , per paura di non dir bene , per un riguardo verso Selva , che desiderava evidentemente di troncare . E fu troncato , tutti si alzarono , uscirono sulla terrazzina , meno Dane e Giovanni . L ' abate Marinier intendeva recarsi l ' indomani a Santa Scolastica e al Sacro Speco ; poi , forse , ritornare a Roma per Olevano e Palestrina , una via nuova per lui . Chi gliela poteva indicare di lì ? Gliela indicò don Clemente . Era la stessa che aveva percorso venendo da Subiaco . Passava lì sotto , valicava l ' Aniene poco più a sinistra , sul ponte di S . Mauro , volgeva a destra , saliva verso i monti Affilani , là di fronte . L ' aria veniva , odorata di boschi , dalla gola stretta ond ' esce il fiume sonoro sotto i Conventi . Il cielo era coperto , salvo sul Francolano . Là sopra il gran monte nero tremolavano due stelle . Minucci le mostrò a di Leynì . " Guardi " diss ' egli " quelle due stelline come sfavillano ! Dante le direbbe le fiammelle di San Benedetto e di Santa Scolastica che sfavillano vedendo nell ' ombra un ' anima simile ad esse . " " Voi parlate di Santi ? " fece Marinier , accostandosi . " Io ho domandato poco fa se avete un Santo e vi ho augurato di possederne uno . Queste sono figure oratorie , perché so bene che non lo avete . Se lo aveste , il vostro Santo sarebbe subito ammonito dalla questura o spedito in China dalla Chiesa . " " Ebbene ? " rispose di Leynì " E se fosse ammonito ? " " Se fosse ammonito oggi , sarebbe imprigionato domani . " " Ebbene ? " replicò il giovane . " E S . Paolo , signor abate ? " " Eh , mio caro , S . Paolo , S . Paolo ... ! " Con questa reticenza l ' abate Marinier intendeva probabilmente dire che S . Paolo era S . Paolo . L ' altro pensò invece che Marinier era Marinier . Don Clemente osservò che neppure tutti i Santi si potevano mandare in China . Perché non sarebbe laico il futuro Santo ? " Questo lo credo " esclamò il padre Salvati . Invece l ' entusiasta don Faré si teneva certo che sarebbe Sommo Pontefice . L ' abate rise . " Idea semplice ed eccellente " diss ' egli . " Ma io sento la carrozza che viene a pigliarci , Dane , me e chi vuol venire con noi a Subiaco ; per cui vado a congedarmi dal signor Selva . " Si chinò dal parapetto a cogliere una frondetta dell ' olivo piantato nel terrazzo del piano inferiore . " Dovrò presentargli questo " disse . " E anche a Loro signori " soggiunse con un gesto grazioso , sorridendo . E uscì della terrazza . Si udì infatti , giù nella strada , il rumore di un legno a due cavalli che , venendo da Subiaco , girò lo scoglio sul quale la villetta è assisa e si fermò davanti al cancello . Pochi momenti dopo vennero nella terrazza Maria Selva e Dane col suo gran pastrano e il grandissimo cappello nero a cencio . Seguivano Giovanni e l ' abate . " Chi viene con noi ? " disse Dane . Nessuno parlò . S ' intesero , sul rumore fondo dell ' Aniene , voci e passi che salivano dal cancello verso la villa . Minucci che stava sull ' angolo di levante della terrazza , guardò e disse : " Signore . Due signore . " Maria trasalì . " Due signore ? " diss ' ella . Balzò al parapetto , vide due figure chiare che salivano lentamente , facevano allora la prima svolta del ripido viottolo . Non era possibile distinguerne le forme , erano ancora troppo giù e faceva troppo scuro . Giovanni osservò che probabilmente si trattava di persone dirette al primo piano , a visitare i padroni di casa . Il professore Dane sorrise misteriosamente . " Potrebbero venire anche al secondo " diss ' egli . Maria esclamò : " Lei sa qualche cosa ! " e gridò abbasso : " Noemi ! est - ce vous ? " La voce limpida di Noemi rispose : " Oui , c ' est nous ! " Si udì un ' altra voce femminile dirle forte : " Che bambina ! Dovevi tacere ! " Maria mise un piccolo grido di gioia e disparve , corse giù per la scala a chiocciola . " Lei sapeva , professore Dane ? " fece Selva . Sì , Dane sapeva , aveva veduto a Roma la signora Dessalle , conosciuta da lui nella sua villa del Veneto , nella villa degli affreschi del Tiepolo . Suo fratello , il signor Carlino Dessalle , era rimasto a Firenze . Lei e la signorina d ' Arxel volevano fare una sorpresa , gli avevano proibito di parlare . Il nome Dessalle richiamò alla mente di Selva , in un baleno , quello cui subito non aveva pensato , la presenza di don Clemente , il dubbio che fosse lui l ' amante scomparso di quella signora , la necessità di evitare un incontro che poteva essere terribile per l ' una e per l ' altro . Del colloquio fra sua moglie e il padre egli non sapeva , naturalmente . Intanto si udì Maria scender di corsa il sentiero , poi suonare le esclamazioni e i saluti festosi . Dane , inquieto per la troppo lunga fermata sulla terrazza , propose di scendere . Quelle signore si erano certo servite della carrozza che veniva a prender lui ! Anche don Clemente pareva molto inquieto . Selva si affrettò , dissimulando la commozione propria , di prenderlo a braccetto . " Se Lei non vuole imbarazzarsi con signore " diss ' egli " venga subito con me che La faccio passare dal Casino , per il sentiero alto . " Il padre parve contentissimo , i due partirono in gran fretta , il benedettino senza nemmeno salutare . " È anche tardi " diss ' egli " Ho detto all ' Abate , chiedendogli il permesso , che sarei ritornato alle nove e mezzo . " Scesero a precipizio la scala a chiocciola ; ma quando uscirono sul piazzaletto delle robinie , Jeanne Dessalle vi metteva il piede dall ' altro capo con Maria e Noemi . Non era tanto buio , sotto le robinie , che Maria non potesse riconoscere suo marito e don Clemente nelle due ombre che uscivano di casa sua . Ella , che a fianco di Jeanne precedeva sua sorella , prontamente piegò e fece piegare a destra la sua vicina , verso il piccolo casino ch ' è un ' appendice della villa , voltando le spalle a questa . Dal canto suo , Selva , vedendo l ' atto di sua moglie , prontamente sussurrò al padre : " Scenda diritto , subito ! " Ma non valse . Non valse perché Noemi , meravigliata di veder sua sorella svoltare a destra , si fermò esclamando : " Dove andate ? " e don Clemente , forse per aver veduta questa signora ferma sulla sua via , invece di passare e scendere , andò a raccogliere l ' ortolano che lo attendeva nell ' angolo più oscuro del piazzaletto , dove il fianco della casa s ' incontra col monte . Chiamò " Benedetto ! " e si volse a Selva . " Se Lei volesse mostrargli il campicello ? " Giovanni rispose : " A quest ' ora ? " mentre sua moglie diceva piano a Noemi : " C ' è forestieri che partono , lasciamoli passare , restiamo qui al casino . " Ella le accennò in pari tempo del capo così risolutamente che la Dessalle se ne avvide , pensò tosto a qualche mistero . " Perché ? " disse . " Sono terribili ? " E rallentò il passo . Invece Noemi che aveva afferrato l ' intenzione della sorella , non però le ragioni occulte , mise troppo zelo a secondarla , abbracciò alla vita le due compagne , le spinse verso il casino . Jeanne Dessalle ebbe un moto istintivo di ribellione , si voltò di botto dicendo : " che fai ? " vide Selva che veniva alla loro volta e che subito salutò allargando le braccia , come per nascondere don Clemente , il quale , seguito dall ' ortolano , passò frettolosamente a cinque passi da Jeanne , prese la discesa . Noemi , che al saluto di suo cognato si era pure voltata , corse ad abbracciarlo . Intanto Selva si compiacque di vedere che don Clemente era sfuggito all ' incontro . Selva , scioltosi dall ' abbraccio di Noemi , stese la mano a Jeanne , che non se ne avvide , mormorò , trasognata , qualche incomprensibile parola di saluto . In quel momento uscirono dalla villa Dane , Marinier , Faré , di Leynì , il padre Salvati . I due Selva mossero loro incontro , lasciando Noemi e la Dessalle ad aspettare in disparte . I saluti di commiato furono abbastanza lunghi . Dane desiderava salutare anche la Dessalle . Maria non la scorse più dove l ' aveva lasciata , suppose che lei e Noemi fossero entrate in casa girando alle loro spalle , s ' incaricò dei saluti del professore . Finalmente quando i cinque discesero , accompagnati da Giovanni , si udì chiamare da Noemi : " Maria ! " Un accento particolare nella voce di sua sorella le disse che era accaduto qualche cosa . Accorse ; la signora Dessalle , seduta sopra un fascio di legna , nell ' angolo lasciato cinque minuti prima dall ' ortolano di Santa Scolastica , ripeteva con voce debole : " niente , niente , niente , adesso entriamo , adesso entriamo . " Noemi , tutta palpitante , raccontò che l ' amica si era sentita mancare a un tratto mentre quei signori discorrevano e che a lei era appena riuscito di trarla fino a quel fascio di legna . " Andiamo , andiamo " ripeté Jeanne e si sforzò di alzarsi , si trascinò , sorretta dalle altre due , fino all ' uscio della villa , sedette sullo scalino , aspettando un po ' d ' acqua che poi assaggiò appena . Altro non volle e presto si rimise tanto da poter salire , adagio adagio , le scale . Si scusava ad ogni sosta e sorrideva ; ma la fantesca che saliva innanzi col lume , a ritroso , venne quasi meno ella stessa vedendo quegli occhi smarriti , quelle labbra bianche , quel terribile pallore . La condussero al canapè del salottino ; e là , dopo un momento di silenzioso abbandono a occhi chiusi , poté dire alla signora Selva , sorridendo ancora , ch ' erano affetti di anemia e che c ' era avvezza . Noemi e Maria si parlarono piano fra loro . Jeanne intese le parole " a letto " e assentì del capo con uno sguardo di gratitudine . Maria aveva disposto per lei e per Noemi la migliore camera del piccolo alloggio , la camera d ' angolo opposta allo studio di Giovanni , dall ' altra parte del corridoio . Mentre Jeanne vi si avviava stentatamente a braccio di Noemi , ritornò Selva che aveva accompagnato gli amici sino al cancello . Sua moglie ne udì il passo sulla scala , gli scese incontro , lo trattenne . Si parlarono al buio , sotto voce . Era dunque lui , ma come lo aveva riconosciuto ? Eh , Giovanni aveva ben cercato di frapporsi , nel momento pericoloso , fra la signora e don Clemente , il padre era anche passato quasi di corsa , ma egli aveva sospettato subito , perché la Dessalle non aveva quasi risposto al suo saluto , non gli aveva stesa la mano , era rimasta come una statua . Anche il padre , quando aveva udito sulla terrazza ch ' era arrivata la signora Dessalle , si era mostrato inquieto ; poi aveva mostrato un vivo desiderio di evitarla ; si era però serbato molto padrone di sé . Oh sì , molto padrone di sé ! Questo era pure il giudizio di Maria che raccontò il suo colloquio con lui , lì in fondo alla scala . Marito e moglie salirono lentamente , compresi di quello straordinario dramma , di quel dolor mortale della povera donna , dell ' impressione terribile che doveva aver riportato anche lui , dopo tutto , della notte che passerebbero l ' uno e l ' altra ; pensosi di quel che accadrebbe l ' indomani , di quel che farebbe lui , di quel che farebbe lei . " Per queste cose è bene di pregare , non è vero ? " disse Maria . " Sì , cara , è bene . Preghiamo ch ' ella sappia donare il suo amore e il suo dolore a Dio " rispose suo marito . Entrarono , tenendosi per mano , nella camera nuziale , divisa in due da un cortinaggio pesante . Si affacciarono alla finestra guardando il cielo , pregarono silenziosamente . Un alito di tramontana passò come un lamento per la quercia che pende sulla piccola Santa Maria della Febbre . " Povera creatura ! " disse Maria . Parve a lei e a suo marito di amarsi anche più teneramente del solito e tuttavia sentirono ambedue , senza dirselo , che qualche cosa li tratteneva dal bacio dell ' amore . Jeanne , appena Noemi ebbe chiuso dietro a sé l ' uscio della loro camera , le si avvinghiò al collo , ruppe in singhiozzi irrefrenabili . La povera Noemi , avendo compreso , per l ' effetto vedutone , che quell ' ecclesiastico passato in fretta davanti all ' amica sua era Maironi , si struggeva di pietà . Disse parole della più ardente , della più soave tenerezza con la voce di chi blandisce un bambino che soffre . Jeanne non rispondeva , singhiozzava sempre . " È quasi meglio , cara " si arrischiò a dire Noemi " è quasi meglio che tu sappia , che tu non possa illuderti ; è quasi meglio che tu lo abbia veduto con quell ' abito ! " Stavolta udì rispondersi , fra i singhiozzi , tanti appassionati " no , no " così strani nel loro impeto quasi non doloroso , che ne rimase interdetta . Riprese quindi i suoi conforti ma più timidamente . " Sì , cara , sì , cara , perché non essendoci più rimedio ... " Jeanne alzò il viso tutto lagrimoso . " Non capisci che non è lui ? " diss ' ella . Noemi si sciolse , stupefatta , dalle sue braccia . " Come , non è lui ? Tutto questo perché non è lui ? " Ancora Jeanne le si lanciò al collo . " Non è quel frate che mi è passato davanti " disse fra i singhiozzi " è l ' altro ! " " Chi , l ' altro ? " " Quell ' uomo che lo seguiva , che è partito con lui ! " Noemi neppure se n ' era accorta , di quest ' uomo . Jeanne le strinse il collo da soffocarla , con un riso convulso . _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ CAPITOLO TERZO . Notte di tempeste . Nello scendere al cancello della villa don Clemente si domandava con ansia segreta : l ' avrà riconosciuta o no ? E se l ' ha riconosciuta , quale impressione gli avrà fatto ? Giunto al cancello , si voltò a colui che aveva chiamato Benedetto , gli scrutò il viso , un viso scarno , pallido , intellettuale . Non vi lesse turbamento . Quegli occhi lo fissavano attoniti , quasi dicendo : perché mi guarda ? Il monaco pensò : forse non l ' ha riconosciuta o forse non suppone che io sappia del suo arrivo . Passò il braccio sotto quello del compagno , pigliò , tenendoselo stretto senza parlare , a sinistra , verso la fragorosa gola oscura dell ' Aniene . Fatti pochi passi sotto gli alberi che fiancheggiano la via , gli disse : " Non mi domandi della riunione ? " con maggiore dolcezza che le parole indifferenti non comportassero . Quegli rispose : " Sì , mi racconti . " La voce era fioca e vuota di desiderio . Don Clemente si disse : " l ' ha riconosciuta " e parlò della riunione come persona preoccupata di altro , senza calore , senza cura di particolari ; né fu interrotto mai dal compagno con domande o commenti . " Ci si è sciolti " diss ' egli " senza conchiuder nulla , anche perché sono arrivati dei forestieri . Così non ho potuto nemmeno combinar niente per te col signor Giovanni . Ma , domani , o tutti o in parte , credo che ci riuniremo ancora . E tu " soggiunse esitante " sei disposto a ritornare o non sei disposto ? " Benedetto rispose nel medesimo tôno sommesso di prima e sempre camminando : " Le forestiere che ho vedute , restano ? " Don Clemente gli strinse il braccio forte forte . " Non so " diss ' egli . E soggiunse con un ' altra stretta , commosso : " Se avessi saputo ... ! " Benedetto aperse la bocca per parlare ma si trattenne . Procedettero così in silenzio verso le due nere fronti della gola fragorosa , e , lasciata la strada maestra volgente a cavalcar l ' Aniene sul ponte di San Mauro , presero la mulattiera dei Conventi che sale alla fronte di sinistra . Là in faccia l ' obliquo scoglio enorme parve a don Clemente , in quel momento , simbolo minaccioso di una demoniaca forza ferma sul cammino di Benedetto ; come gli parve minacciosa simbolicamente la cresciuta oscurità , minaccioso il cresciuto rombo profondo del fiume nella solitudine . Passato l ' Oratorio di san Mauro , dove la mulattiera dei Conventi gira a sinistra , sul fianco del monte , verso la Madonnina dell ' Oro e un ' altra mulattiera entra diritta nella gola per i ruderi delle Terme neroniane , Benedetto si sciolse dolcemente dal braccio del monaco e si fermò . " Senta , padre " diss ' egli . " Avrei bisogno di parlarle . Forse un poco a lungo . " " Sì , caro , ma è tardi . Entriamo nel monastero . " Benedetto abitava nell ' Ospizio dei pellegrini , la casa rustica dove sono anche le stalle di Santa Scolastica a cui si accede da un cortile che comunica per un cancello grande colla via pubblica e per un cancello piccolo con il corridoio del monastero , che dalla via pubblica mette alla chiesa e al secondo dei tre chiostri . " Non vorrei entrare nel monastero , stanotte , padre mio " diss ' egli . " Non vorresti entrare ? " Altre volte Benedetto , nei tre anni passati al servizio libero del monastero , aveva ottenuto da don Clemente licenza di passar la notte fuori , sulla montagna , pregando . Il Maestro pensò tosto che fosse giunto per il discepolo uno di quei terribili cimenti interni che gli facevano fuggire il povero giaciglio e le ombre chiuse , complici del Maligno nel martoriargli la immaginazione . " Mi ascolti , padre " disse Benedetto . Il suo accento fu così fermo , significò a don Clemente tanta gravità di prossime parole , che questi non credette di dover insistere sull ' ora inoltrata . Uditi in alto zoccoli ferrati di cavalcature scendere alla loro volta , i due uscirono sul breve piano erboso che porta umili avanzi delle magnificenze neroniane incontro ad archi sperduti nel carpineto selvaggio dell ' altra sponda , membra un tempo delle uniche Terme , cui ora divide in profondo il pianto dell ' Aniene . Sopra quegli archi era la dimora del prete diabolico e delle peccatrici insidianti ai figli di San Benedetto . Il monaco pensò a Jeanne Dessalle . Là in fondo alla gola , alte sopra il monte Preclaro e il monte di Jenne Vecchio , splendevano le due stelle di cui si era parlato sulla terrazza dei Selva come di luci sante . Aspettarono che passassero le cavalcature . Passate che furono , Benedetto abbracciò il suo maestro in silenzio . Don Clemente , sorpreso , sentendolo scosso da tremiti , da sussulti , immaginando che lo avesse turbato così la vista di quella signora , gli ripeteva : " Coraggio , caro , coraggio , questa è una prova che il Signore ti manda . " Benedetto gli mormorò : " Non è quello che Lei pensa . " E ricomposto , pregò il Maestro di sedere sopra un rudero al quale egli stesso , postosi ginocchioni sull ' erba , appoggiò le braccia incrociate . " Da questa mattina " diss ' egli " io ho segni di una volontà nuova del Signore a mio riguardo , senza ch ' io possa intendere quale . Ella sa cosa mi è avvenuto tre anni sono in quella piccola chiesa dove stavo pregando mentre la mia povera moglie era per morire . " " Vuoi parlare della tua Visione ? " " No , prima della Visione , tenendo chiusi gli occhi , mi sono lette nelle palpebre le parole di Marta : " MAGISTER ADEST ET VOCAT TE " . Questa mattina , mentre Lei celebrava , all ' Elevazione , mi sono vedute nel mio interno le stesse parole . Ho creduto a un ritorno automatico di ricordi . Dopo la Comunione ebbi un momento di ansia , parendomi che Cristo mi dicesse nell ' anima : non intendi , non intendi , non intendi ? Passai la giornata in un ' agitazione continua , benché cercassi di affaticarmi più del solito nell ' orto . Nel pomeriggio stetti un poco a leggere sotto il leccio dove si raccolgono Loro padri . Avevo Sant ' Agostino : " De opere monachorum " . Passa gente sulla strada alta , discorrendo forte . Io alzo il viso , meccanicamente . Poi , non so perché , invece di riprendere la lettura , chiudo il libro , mi metto a pensare . Pensavo a quello che scrive Sant ' Agostino del lavoro manuale dei monaci , pensavo alla Regola di san Benedetto , a Rancé , e come si potrebbe ritornare , nell ' Ordine benedettino , al lavoro manuale . Poi , in un momento di stanchezza , avendo però in cuore quella grandezza immensa di Sant ' Agostino , ho creduto proprio di udire una voce dalla strada alta : " MAGISTER ADEST ET VOCAT TE " . Sarà stata un ' illusione , sarà stato per Sant ' Agostino , per un ricordo inconscio del " Tolle , lege " , non dico di no , ma intanto tremavo , tremavo come una foglia . E mi venne questo dubbio pauroso : che il Signore mi voglia monaco ? Ella lo sa , padre mio , perché gliel ' ho detto ancora forse due o tre volte , che questo si accorderebbe con la fine della mia Visione , almeno in una cosa . Le ho però anche detto , quando Lei mi consigliava , come don Giuseppe Flores , di non credere nella Visione , che appunto per me questa era una ragione di non crederci , non solo perché mi sento indegno di essere sacerdote , ma più ancora perché mi ripugna stranamente di entrare in qualsiasi Ordine religioso . Però , se Iddio me lo imponesse ! Se questa grande ripugnanza fosse appunto una prova ! Volevo parlarle quando siamo andati dai Selva , ma Lei aveva fretta , non era possibile . Là , su quel fascio di legne , sotto quelle rubinie , ho avuto l ' ultimo colpo . Ero stanco , tanto stanco , e mi sono lasciato vincere dal sonno per cinque minuti . Ho sognato che camminavo con don Giuseppe Flores sotto le arcate del cortile pensile di Praglia . Io gli dicevo piangendo : ' Ecco , è stato qui . ' E don Giuseppe mi rispondeva con tanto affetto : ' sì ma non pensi a questo , pensi che il Signore La chiama . ' E io replicavo : ' ma dove , dove mi chiama ? ' con tanta angoscia che mi svegliai . Udii una voce dall ' alto della casa . Si rispose dal fondo del giardino , in francese . Vidi una signora uscire correndo dal fondo della villa , udii i saluti che si scambiarono lei e le persone arrivate , distinsi quella voce . Subito non la riconobbi con certezza , ma poi , siccome le voci si avvicinavano , non dubitai più . Era lei . Per un attimo sbigottii , ma fu proprio un attimo . Mi si fece una gran luce nella mente . " Benedetto alzò il viso e le mani giunte . La voce gli s ' infiammò di ardore mistico . " Magister adest " diss ' egli . " Comprende ? Il Divino Maestro era con me , non avevo niente a temere , padre mio . E non temetti niente , né lei , né me . La vidi montare sul piazzaletto . Il mio sentimento fu : se c ' incontriamo soli , le parlerò come a una sorella , le domanderò perdono , Iddio mi darà forse per lei una parola di verità , le mostrerò di sperare per l ' anima sua e non di temere per la mia ! " Don Clemente non poté a meno d ' interromperlo . " No no no , figlio mio " diss ' egli , quasi atterrito , prendendogli il capo a due mani , pensando appunto come avrebbe potuto evitare un simile incontro , come allontanare Benedetto . I Selva , i Selva ! Bisognava avvertire i Selva . " Comprendo che Lei mi dica così " riprese Benedetto affannosamente " ma se la incontro , non devo io cercare di metterla a parte del mio bene come cercai di metterla a parte del male ? E non mi ha insegnato Lei che l ' amare Dio sopra ogni cosa e il porre sopra ogni cosa la salute dell ' anima propria non possono andare insieme ? Che quando si ama non si pensa mai a sé ? Che si desidera solamente fare la volontà dell ' amato e si vorrebbe che tutti la facessero ? Che in questo modo uno si salva certo e che chi ha sempre in mente la salute dell ' anima propria arrischia di perderla ? " " Bene bene bene , caro " rispose il padre , accarezzandogli la testa . " Tu intanto domani vai a Jenne e ci stai fino a che non ti richiamo io . Ti do una lettera per l ' arciprete , che è una buona persona , e stai con lui . Hai capito ? E adesso andiamo al monastero perché è tardi . " Si alzò e fece alzare Benedetto . Sopra il loro capo l ' orologio di Santa Scolastica suonava le ore . Erano dieci ? Erano undici ? Don Clemente non le aveva contate dal principio e temeva il peggio , aveva perduta , per tante diverse emozioni , la misura del tempo . Che andava mai a capitare ! Chi avrebbe previsto ? E che accadrebbe ora ? Uscirono dal piano erboso e s ' incamminarono per la ripida , sassosa mulattiera , don Clemente davanti , Benedetto alle sue spalle , ambedue con l ' anima in tempesta , silenziosi , rispondendo ai loro pensieri la scura voce dell ' Aniene . Ecco , ad una svolta , i lumi lontani di Subiaco . Pochi ; sono forse le undici ! In breve l ' angolo nero del recinto di Santa Scolastica sorge a fronte dei viandanti . Per quali occulte vie , pensa Benedetto , non lo ha condotto Iddio dalle logge di Praglia , dove Jeanne lo ha tentato e vinto , a questa faticosa salita nelle tenebre , verso un altro luogo santo , con lei vicina e il cuore fondato in Cristo ! Intanto le ragioni della prudenza pratica , prementi , in quella distretta , su don Clemente e le ragioni della santità ideale , insegnate da lui al diletto discepolo in tempo di calma , si contendevano la sua volontà non più tanto ferma ; le prime da vicino con violenza imperiosa , le seconde da lontano , con la sola bellezza severa e mesta . Le due " luci sante " , alte sopra l ' angolo nero del recinto , lo guardavano appunto , come gli parve , severe e meste . Oh terra impura , pensò , terra trista ! E forse prudenza impura , prudenza trista , la prudenza terrena ! Giunti all ' angolo , i due viandanti presero a sinistra voltando le spalle al rombo profondo dell ' Aniene , passarono davanti al cancello grande del monastero e , girato l ' altro canto del recinto , giunsero , per la galleria oscura che corre sotto la biblioteca , a una porticina . Don Clemente suonò . C ' era da aspettare alquanto perché alle nove o poco dopo tutte le chiavi del monastero si portano all ' Abate . " Dunque mi permette " chiese Benedetto " di restare fuori ? " Le altre volte che il Maestro glielo aveva permesso , egli era salito a passar la notte in preghiera sui greppi nudi del Colle Lungo , imminenti al monastero , o su quelli del Taleo o sulla costa petrosa che si taglia movendo dall ' oratorio di Santa Crocella al bosco del Sacro Speco . Il Maestro esitò un poco , non ci aveva più pensato . E il discepolo gli era parso quel giorno più smunto , più esangue del consueto ; temeva per la sua salute alquanto logora dalle fatiche del lavoro campestre , dalle penitenze , dal vivere disagiato . Glielo disse . " Non pensi al mio corpo " supplicò il giovane , umile e ardente . " Il mio corpo è infinitamente lontano da me ! Abbia solo paura che io non faccia il possibile per conoscere la Volontà Divina ! " Soggiunse che avrebbe pregato anche per aver lume circa questo incontro e che mai aveva sentito Iddio come pregando la notte sui monti . Il Maestro gli prese il capo a due mani , lo baciò in fronte . " Va " diss ' egli . " E Lei pregherà per me ? " " Sì , nunc et semper . " Passi nel corridoio . Una chiave gira nella toppa . Benedetto si dilegua come un ' ombra . Il buon vecchio fra Antonio , portinaio del monastero , aperse , non mostrò di essersi atteso a vedere anche Benedetto , e con quel rispetto dignitoso in cui si confondevano la sua umiltà d ' inferiore e la sua coscienza di onesto famigliare antico , disse a don Clemente che il padre Abate lo attendeva nel suo alloggio . Don Clemente salì con un lanternino al corridoio grande dove mettevano l ' alloggio dell ' Abate e , poco discosto , la sua cella stessa . L ' Abate , padre Omobono Ravasio da Bergamo , lo stava aspettando in un salottino male rischiarato da una povera lucernina a petrolio . Il salottino , nella sua severa modestia ecclesiastica , non aveva di singolare che una tela del Morone , bel ritratto d ' uomo , due piccole tavole con teste d ' angeli di maniera luinesca , un piano a coda , carico di musica . L ' abate , appassionato per i quadri , la musica e il tabacco da fiuto , dedicava a Mozart e a Haydn gran parte del tempo non largo che gli concedevano i suoi doveri religiosi e le cure del governo . Era intelligente , alquanto bizzarro , ricco di una cultura letteraria , filosofica e religiosa ferma sdegnosamente sul 1850 . Piccolo , canuto , aveva una fisonomia arguta . Certi suoi modi orobii , certe familiarità ruvide avevano meravigliato i monaci , avvezzi alle maniere squisitamente signorili del suo predecessore , nobile romano . Veniva da Parma ed era entrato in carica da soli tre giorni . Don Clemente gli s ' inginocchiò davanti , gli baciò la mano . " Che mode avete voialtri a Subiaco ? " disse l ' Abate . " Fate venire le dieci alle undici ? " Don Clemente si scusò . Aveva tardato per un dovere di carità . L ' Abate lo fece sedere . " Figlio mio " diss ' egli . " Voi soffrite il sonno ? " Don Clemente sorrise , non rispose . " Ebbene " riprese l ' Abate " voi ne avete buttato via un ' ora e adesso io ho le mie ragioni di prendervene un altro poco . Vi devo parlare di due cose . Mi avete chiesto il permesso di recarvi a visitare certi signori Selva . Ci siete andato ? Sì ? Potete dirmi di essere tranquillo nella vostra coscienza ? " Don Clemente fu pronto a rispondere con un lieve gesto di sorpresa : " Eh , sì ! " " Bene bene bene " fece l ' Abate ; e fiutò , contento , una grossa presa di tabacco . " Io non conosco questi signori Selva , ma c ' è a Roma chi li conosce o crede di conoscerli . Non è uno scrittore , il signor Selva ? Non ha scritto di religione ? Mi figuro che sarà un rosminiano , a giudicare dalla gente che ce l ' ha su con lui ; gente indegna di allacciar le scarpe a Rosmini , ma intendiamoci ! Rosminiani sicuri sono quelli di Domodossola e non quelli che hanno moglie , eh ? Dunque stasera , dopo cena , ho ricevuto una lettera da Roma . Mi scrivono - un pezzo grosso , capite , - che appunto stasera si doveva tenere in casa di questo falso cattolico signor Selva un conciliabolo di altri insetti malefici come lui , e che probabilmente vi ci sareste recato anche voi , e che io dovevo impedirlo . Non so cosa avrei fatto , perché se parla il Santo Padre obbedisco , se non parla il Santo Padre rifletto ; ma per vostra fortuna voi eravate già fuori . Del resto c ' è della brava gente che scoverà qualche eretico anche in Paradiso . Adesso voi mi dite che la vostra coscienza è tranquilla . Dunque non devo credere alla lettera ? " Don Clemente rispose che certamente a casa Selva non ci erano venuti né eretici , né scismatici . Vi si era parlato della Chiesa , dei suoi mali , di possibili rimedî , ma come lo stesso padre Abate avrebbe potuto parlarne . " No , figlio mio " rispose l ' Abate . " Ai mali della Chiesa e ai possibili rimedî non ci ho a pensar io . Ossia , ci posso pensare ma non ho a parlarne che a Dio perché ne parli poi Lui a chi tocca . E così fate anche voi . Tenete a mente , figlio mio ! I mali ci sono e i rimedî ci saranno , ma questi rimedî , chi sa ? possono essere veleni e bisogna lasciarli adoperare al Grande Medico . Noi , preghiamo . Se non si credesse alla comunione dei Santi , cosa si starebbe a fare nei monasteri ? E in quella casa , figlio mio , per la nostra pace , non ci ritornare ! Non me lo chiedere più ! " Passando paternamente così dal voi al tu , l ' Abate posò una mano affettuosa sulla spalla del suo monaco afflitto di non poter rivedere quei buoni amici e anche particolarmente di non poter l ' indomani mattina conferire col signor Giovanni , avvertirlo del pericolo che correva Benedetto , avvisare insieme al riparo . " Sono cristiani aurei " diss ' egli con voce sommessa , dolente . " Lo credo " rispose l ' Abate " Credo che saranno migliori assai di questi zelanti che scrivono di queste lettere . Vedi che non faccio complimenti . Tu sei di Brescia , eh ? Bene , io sono di Bergamo . Noi si direbbe che sono piaghe . Sono infatti piaghe della Chiesa . Io risponderò a tôno . I miei monaci non prendono parte a congreghe di eretici . Ma tu a , casa Selva , non ci ritornerai . " Don Clemente baciò rassegnato la mano del paterno vecchio . " Adesso all ' altro argomento ! " disse costui . " Apprendo che qui nell ' Ospizio dei pellegrini , dove di regola non ci dovrebbe abitare stabilmente che il vaccaro , ci sta da tre anni un giovine che ci avete collocato voi ; oh , col permesso del mio predecessore , s ' intende ! Un giovine che vi è molto legato , che voi dirigete spiritualmente , che fate anche studiare in biblioteca . Vero che lavora nell ' orto , vero che mostra una pietà grande , ch ' è di edificazione a tutti , ma però , siccome non pare che abbia intenzione di farsi religioso , questo suo soggiorno nell ' Ospizio nostro dove occupa un posto da tre anni , è poco regolare . Cosa me ne potete dire ? Sentiamo . " Don Clemente sapeva che alcuni suoi confratelli , e non i più vecchi ma proprio i più giovani , non approvavano l ' ospitalità concessa dall ' Abate defunto a Benedetto . Neppure andava loro troppo a sangue che don Clemente e lui fossero tanto legati . Qualche dispiacere per questo , don Clemente l ' aveva già avuto . Comprese che quei tali non avevano perduto tempo , che stavano già lavorando il nuovo Abate . Il suo bel viso si colorò di rossore . Egli non rispose subito , volendo prima spegnersi dentro il suo corruccio con un atto di perdono mentale ; poi disse ch ' era suo dovere e suo desiderio d ' informarlo . " Questo giovine " diss ' egli " è un tale Piero Maironi , di Brescia . Ell ' avrà udito nominare la famiglia . Suo padre , don Franco Maironi , sposò una donna senza nobiltà né ricchezza . Egli allora non aveva più i genitori , viveva colla nonna paterna , la marchesa Maironi , donna imperiosa , orgogliosa . " " Oh ! " esclamò l ' Abate . " L ' ho conosciuta ! Uno spavento ! Mi ricordo ! A Brescia la chiamavano la marchesa Haynau ! Aveva dodici gatti ! Una gran parrucca nera ! Mi ricordo ! " Io non l ' ho conosciuta che per fama " ripigliò don Clemente , sorridendo , mentre l ' Abate si faceva passare con una buona presa di tabacco e un mugolio gutturale il cattivo sapore di quell ' antipatica memoria . " La nonna , dunque , non volle assolutamente saperne di questo matrimonio disuguale . Gli sposi furono ospitati da uno zio della sposa , ella pure orfana . Lui , don Franco , si fece soldato nel 1859 e morì di ferite . Sua moglie morì poco dopo . Il figliuolo venne raccolto dalla nonna Maironi e , morta lei , da certi Scremin , suoi parenti veneti . La nonna lo lasciò ricchissimo . Sposò una figlia di questi Scremin , che disgraziatamente perdette la ragione poco dopo le nozze , credo . Lui ne fu afflittissimo , condusse vita ritirata fino a che s ' incontrò , per sua sventura , in una signora divisa dal marito . Allora venne un periodo di traviamento ; traviamento di costume e traviamento di fede . Quando , pare un miracolo del Signore ! , ecco che sua moglie viene a morire e nel morire ricupera la ragione , fa venire il marito , gli parla , muore come una Santa . Questa morte gli volta il cuore verso Dio , egli lascia la signora , lascia le ricchezze , lascia tutto , fugge di notte da casa sua senza dire a nessuno dove va . Siccome aveva conosciuto me a Brescia una volta che ci andai per una malattia di mio padre , e sapeva ch ' ero a Subiaco , siccome anche aveva caro il nostro Ordine e certe memorie della nostra povera Praglia , è capitato qua . Mi ha raccontato la sua storia , mi ha supplicato di aiutarlo a condurre una vita di penitenza . Credetti che aspirasse a entrare nell ' Ordine . Egli mi disse invece di non sentirsene degno , di non aver potuto ancora conoscere , circa questo punto , la Divina Volontà , di volere intanto far penitenza , lavorare colle proprie mani , guadagnarsi il pane , un poverissimo pane . Mi disse altre cose , mi parlò di certi fatti sovrannaturali che gli sarebbero intervenuti . Io ne parlai subito al padre Abate di allora e si combinò così : alloggiarlo nell ' Ospizio , farlo lavorare nella chiusura come aiuto all ' ortolano e fornirgli il vitto magrissimo ch ' egli desiderava . In tre anni non ha preso né vino , né caffè , né latte , né un uovo . Pane , polenta , frutta , erbaggi , olio , acqua pura : non ha preso altro . La sua vita è stata una vita di Santo , ciascuno glielo può dire . E si crede il più gran peccatore del mondo ! " " Hm ! " fece l ' Abate , pensoso . " Hm ! Capisco ! Ma perché non entra nell ' Ordine ? Altra cosa : so che ha passato qualche notte fuori . " Don Clemente sentì ancora corrersi un fuoco al viso . " In preghiera " diss ' egli . " Sarà così ma forse non tutti crederanno . Sapete cosa dice Dante : " Sempre a quel ch ' ha faccia di menzogna Dee l ' uom chiuder la bocca quant ' ei puote , Però che senza colpa fa vergogna . " " Oh ! " esclamò don Clemente arrossendo , nella sua dignità vereconda , per coloro che potessero aver concepito un vile sospetto . " Scusate , figlio mio " disse l ' Abate . " Non si accusa . Si biasimano le apparenze . Non riscaldatevi . È meglio pregare in casa . E questi fatti soprannaturali , dite su , cosa sono ? " Don Clemente rispose che erano state visioni , voci udite nell ' aria . " Hm ! Hm ! " fece ancora l ' Abate con un complicato gioco di rughe , di labbra e di sopracciglia , come se avesse inghiottito un sorso di aceto . " Avete detto che si chiama ? ... Il nome proprio ? " " Piero , ma quando è venuto ha desiderato separarsi da questo nome , mi ha pregato d ' imporgliene un altro . Ho scelto Benedetto ; mi parve il più appropriato . " L ' Abate , a questo punto , espresse la volontà di vedere il signor Benedetto e ordinò a don Clemente di mandarglielo l ' indomani mattina , dopo il coro . Allora don Clemente si turbò un poco , dovette confessare che non poteva prometterlo assolutamente perché appunto anche in quella notte il giovine era uscito a pregare ed egli non sapeva con certezza a quale ora sarebbe rientrato . L ' Abate s ' inquietò molto , borbottò una sequela di rimbrotti e di riflessioni acide . Don Clemente si decise perciò a raccontare l ' incontro colla signora Dessalle , l ' antica amante , quel ch ' era poi seguito per via , la sua idea di mandare Benedetto a Jenne e di farvelo rimanere fino a che la signora non fosse partita . Il superiore lo ascoltò a ciglia aggrottate , con un continuo brontolîo sordo . " Qui " esclamò finalmente " si torna a san Benedetto ! Si torna alle insidie delle peccatrici ! Vada vada vada , il nostro Benedetto ! A questo Jenne e anche più in là ! E non mi dicevate questo ? Vi pareva poco ? Vi pareva niente che si ordissero intorno al monastero delle trame di questa fatta ? Andate , adesso ; andate pure ! " Don Clemente fu per rispondere che non sapeva se si ordissero trame , se la signora avesse riconosciuto o no il suo discepolo , che a ogni modo egli aveva già espresso a Benedetto il proposito di allontanarlo ; ma impose silenzio a questo inutile sfogo di amor proprio , e prese , ginocchioni , congedo . Ritolto il lanternino che aveva lasciato nel corridoio , non entrò nella sua cella . Percorse lento lento il corridoio sino al fondo , scese lento lento , non senza qualche sosta , per una scaletta a chiocciola , nell ' altro corridoio strettissimo che mette al Capitolo . Il pensiero del diletto discepolo orante nella notte sul monte , l ' aspettazione delle risoluzioni che prenderebbe dopo avere comunicato con Dio , le coperte ostilità dei fratelli , i cipigli e i dubbî dell ' Abate , il timore ch ' egli ponesse Benedetto nella necessità di scegliere fra i voti monastici e il bando dal convento , gli accumulavano sul cuore un peso spossante . Il fervore mistico di Benedetto , quella sua grande inconscia umiltà , i suoi progressi nella intelligenza della Fede giusta le idee che originavano dal signor Giovanni , certi lumi nuovi che gli scaturivano , conversando , dal pensiero , la forza crescente del mutuo affetto , gli avevano fatto concepire speranze di una prossima rivelazione , in quel naufrago del mondo , della Divina Grazia , della Divina Verità , della Divina Potenza , per il bene delle anime . Lo avevano detto , alla riunione di casa Selva : ci vorrebbe un Santo . Lo aveva detto per il primo quell ' abate svizzero . Secondo altri era desiderabile un Santo laico . E questo era pure il suo pensiero , e gli pareva provvidenziale che a Benedetto ripugnasse la vita monastica . Quasi quasi gli parve provvidenziale anche la venuta della signora , che lo costringeva a lasciare il convento . Ma che gli succedeva ora sul monte ? Che gli diceva Iddio nel cuore ? E se ... Questo balenare di un se nuovo , inatteso , formidabile , arrestò il meditabondo nel suo lento cammino . " MAGISTER ADEST ET VOCAT TE . " Forse lo stesso Maestro Divino chiamava Benedetto a servirgli sotto le vesti del monaco . Egli cessò , sbigottito , di pensare , e dal Capitolo , posato il lanternino , entrò nella chiesa , mosse diritto alla cappella del Sacramento . Con quella dignità che nessuna tempesta interna poteva togliere alle movenze signorili della persona , alla pura bellezza del viso , si compose sull ' inginocchiatoio nel mezzo della cappella , fra le quattro colonne , sotto la lampada ; e alzò gli occhi al Tabernacolo . Il Maestro della Via , della Verità e della Vita , il Diletto dell ' anima , era là e dormiva come la procellosa notte sul mare di Genezareth , fra Gadara e la Galilea , nella barca che altre barche travagliate dai flutti seguivano per le tenebre sonore . Era là e pregava come un ' altra notte , solo , sul monte . Era là e diceva con la sua dolce voce eterna : - venite a me , voi dolenti ; voi cui la vita è grave , tutti venite a me . - Era là e parlava , il Vivente : credete in me che sono con Voi , ristoro vostro e pace , io l ' Umile , figlio del Potente , io il Mite , figlio del Terribile , io lavoratore dei cuori per il regno della giustizia , per la futura unità di voi tutti meco nel Padre mio . Era là , il Pietoso , nel Tabernacolo e spirava l ' invito ineffabile : vieni , apriti , abbandonati a me . E Clemente si abbandonò , gli disse quello che non aveva mai confessato neppure a sé stesso . Sentiva nell ' antico monastero , tutto , tranne Cristo nel Tabernacolo , morire . Come cellula dell ' organismo ecclesiastico , elaboratrice di calore cristiano radiante al mondo , il monastero si ossificava nella vecchiaia inesorabile . Onorandi fochi di fede e di pietà chiuse nelle forme tradizionali , simili alle fiamme dei ceri accesi sugli altari , vi consumavano i loro involucri umani inviandone al cielo il vapore invisibile , senza che una sola onda calorifica o luminosa ne vibrasse al di là delle muraglie antiche . Le correnti dell ' aria viva non vi entravano più e i monaci non uscivano più a cercarle come nei primi secoli , lavorando nei boschi e sui prati , cooperando alle vitali energie della natura , nell ' atto stesso che magnificavano Iddio col canto . I colloquii con Giovanni Selva lo avevano indirettamente condotto , poco a poco , a sentire così della vita claustrale nelle sue forme presenti , pure essendo convinto che ha indestruttibili radici nell ' anima umana . Ma forse ora per la prima volta gli avveniva di guardare il suo sentimento in faccia . Era da un pezzo suo voto , era sua speranza che Benedetto diventasse un grande operaio del Vangelo ; non un operaio comune , un predicatore , un confessore , bensì un operaio straordinario ; non un soldato dell ' esercito regolare , impedito dall ' uniforme e dalla disciplina , bensì un libero cavaliere dello Spirito Santo ; ma la Regola monastica non gli si era mai ripresentata in tale antagonismo con il suo ideale di un Santo moderno . E se ora la Volontà Divina si manifestasse a Benedetto proprio diversa dal desiderio suo ? Ah non era egli già quasi sull ' orlo di un peccato mortale ? Non presumeva già egli quasi , polvere tracotante , di giudicare le vie di Dio ? Prosternato sull ' inginocchiatoio , s ' immerse nell ' Onnipotente , anelando senza parole al perdono , alla rivelazione , in Benedetto , della Volontà Divina , adorandola da quel momento qualunque fosse . Nell ' alzarsi con un naturale defluire dell ' onda mistica dal cuore , con gli occhi vôlti ancora all ' altare ma non più fissi nel Tabernacolo , non poté a meno di pensare alla Dessalle e al discorso di Benedetto . La mediocre pala di quell ' altare rappresenta la martire Anatolia che offre dal paradiso la palma simbolica ad Audax , il giovine pagano che tentò sedurla e ne fu invece condotto a Cristo . La Dessalle aveva sedotto Benedetto ; per quanto Benedetto si fosse studiato di scolpare lei e d ' incolpare sé , don Clemente non dubitava che le cose fossero andate così . Se ora egli operasse la conversione di lei ? Se fosse giusto che la tentasse ? Se il sentimento di Benedetto fosse realmente più cristiano che il timore suo e gli spasimi del padre Abate ? Don Clemente si dibatteva in testa questi problemi attraversando a capo basso la chiesa . Anatolia e Audax ! Gli sovvenne che un forestiere scettico , udita da lui la spiegazione del quadro , aveva detto : sì , ma se non li avessero ammazzati , né l ' uno né l ' altra ? E se Audax avesse avuto moglie ? E queste beffarde parole gli erano parse una indegna profanazione . Le ripensò e , sospirando , raccattò da terra il lanternino posato nel Capitolo . Invece di avviarsi alla sua cella si recò nel secondo chiostro a guardare il dorso del Colle Lungo , dove forse Benedetto stava in orazione . Alcune stelle brillavano sul roccioso dorso grigio macchiato di nero e il loro lume oscuro mostrava nel chiostro il piazzale , gli arboscelli sparsi , la torre possente dell ' Abate Umberto , le arcate , le mura vecchie di nove secoli e , sulla ogiva del portale grande dove don Clemente stava contemplando , la doppia riga dei fraticelli di sasso che vi salgono in processione . Il chiostro e la torre si affermavano nella notte con maestà di potenza . Era proprio vero che stessero morendo ? Nel lume delle stelle il monastero pareva più vivo che nel sole , grandeggiava in una mistica comunione di senso religioso con gli astri . Era vivo , era pregno di effluvi spirituali diversi , confusi in una persona unica , come le diverse pietre tagliate e scolpite a comporre la unità del suo corpo , come diversi pensamenti e sentimenti in una coscienza umana . Le vetuste pietre , sature di anime commiste ad esse in amore , sature di desiderii santi e di santo dolore , di gemiti e di preci , radiavano un che oscuro , penetrante nel subcosciente . A quei lavoratori di Dio che nelle ore aride vi si ritraessero dal mondo a breve riposo , potevano rinfondere forza come d ' estate al falciatore in deserti montani una fonte . Ma perché le pietre durassero vive , un continuo fiume di vita doveva pure trapassar per esse , un fiume di spiriti adoranti , contemplanti . Don Clemente sentì quasi rimorso dei pensieri volontariamente accolti in chiesa circa la decrepitezza del monastero , pensieri radicati nel suo giudizio personale , piacenti al suo amor proprio , quindi viziati di quella concupiscenza dello spirito che i suoi diletti Mistici gl ' insegnavano a discernere e ad aborrire . Giunte le mani , fissò il dorso selvaggio del monte dove si figurava Benedetto pregante , fece un atto mentale di rinuncia , di umile abbandono delle proprie idee circa l ' avvenire di quel giovine . Benedisse Iddio se lo voleva laico , benedisse Iddio se lo voleva monaco , se scopriva la Sua volontà e se non la scopriva . " Si vis me esse in luce sis benedictus , si vis me esse in tenebris sis iterum benedictus . " E si avviò alla sua cella . Nel grande corridoio dove le due fioche lampade ardevano ancora , passando davanti all ' uscio dell ' Abate , ripensò la conversazione avuta col vecchio e quelle sue massime circa i mali della Chiesa e la opportunità di operare contro di essi . Ricordò un discorso del signor Giovanni sulle parole " fiat voluntas tua " che il comune dei fedeli intende soltanto come un atto di rassegnazione , e che implicano , invece , il dovere di lavorare con tutte le nostre forze per il prevalere della legge divina nel campo della libertà umana . Il signor Giovanni gli aveva fatto battere il cuore più forte e l ' Abate glielo aveva fatto battere più fiacco . Quale dei due aveva detto la parola di Vita e di Verità ? La sua cella era l ' ultima a destra , presso il balcone che guarda la conca rigata dall ' Aniene , Subiaco e i monti Sabini . Prima di entrar nella sua cella don Clemente si fermò a guardar i lumi lontani di Subiaco , pensò alla villetta rossa , più vicina ma invisibile , pensò a quella donna . Trame , aveva detto l ' Abate . Amava ella ancora Piero Maironi ? Aveva scoperto , sapeva ch ' egli si era rifugiato a Santa Scolastica ? Lo aveva riconosciuto ? Se sì , che meditava di fare ? Probabilmente non aveva preso stanza nel minuscolo quartiere dei signori Selva ; probabilmente alloggiava in un albergo di Subiaco . Quei lumi lontani erano fuochi di un campo nemico ? Si fece il segno della croce ed entrò nella sua celletta per un breve sonno fino alle due , ora di coro . Benedetto prese la via del Sacro Speco . Oltrepassato , all ' altro angolo del monastero , il letto asciutto di un torrentello , raggiunto a destra l ' oratorio antichissimo di Santa Crocella , salì per la petraia che ruina giù verso il rombo dell ' Aniene di fronte ai carpineti del Francolano , erto e nero fino alla croce del vertice , incoronata di stelle . Prima di toccare l ' Arco che mette al bosco del Sacro Speco , uscì di via , si arrampicò a sinistra , cercando il posto dell ' ultima sua veglia , alto sui tetti quadrati e sulla torre tozza di Santa Scolastica . La ricerca del sasso dove aveva pregato ginocchioni un ' altra dolorosa notte , sviandogli il pensiero dal mistico foco in cui era chiuso , glielo raffreddò . Se ne avvide tosto , ne sentì un rammarico affannoso , una impazienza di ricuperar calore acuita dal timore di non riuscirvi , dal senso di esserne in colpa , dal ricordo di altre aridità tristi . Gelava , gelava sempre più . Cadde ginocchioni , chiamò Iddio con uno spasimo di preghiera . Come piccola fiamma inutilmente apposta ad un fascio di legna verde , lo slancio della volontà gli venne meno senza movere il cuore inerte e mancò in uno stupido ascoltare del rombo eguale dell ' Aniene . La mente gli ritornò in un assalto di terrore . Forse la notte passerebbe intera così ; forse al gelo arido seguirebbe la tentazione calda ! Impose silenzio al fervere delle immaginazioni , si raccolse nel proposito di non smarrirsi d ' animo . Allora sorse in lui l ' idea chiara che spiriti nemici gli erano sopra . Se avesse veduto intorno a sé fiammeggiare occhi diabolici nei fessi delle pietre , ne sarebbe stato meno certo . Sentiva in sé il vaporare di un veleno , sentiva un ' assenza di amore , un ' assenza di dolore , un tedio , un peso , l ' aggravarsi di un assopimento mortale . Ricadde nello stupido ascoltare il rumore del fiume , fissi gli occhi senza sguardo al bosco nero del Francolano . Gli passò nella visione interna , lento automa , la immagine del prete malvagio vissuto là colla sua corte di peccatrici . Sentì stanchezza di star ginocchioni , si accasciò su sé stesso . Ecco ancora l ' automa lento . Si voltò con un faticoso sforzo a sedere , abbandonò le mani sui ciuffi dell ' erba soffice , fra sasso e sasso , odorante . Chiuse gli occhi nella dolcezza di quel tocco morbido , dell ' odor selvaggio , del riposo ; e vide Jeanne pallida sotto l ' ala obliqua di un cappello nero , piumato , che gli sorrideva con gli occhi umidi di lagrime . Il cuore gli batté forte , forte , forte ; un filo , un filo solo di volontà buona lo tratteneva sulla china dell ' abbandono all ' invito di quel volto . Spalancò gli occhi , mise , a braccia distese , a mani aperte , un lungo gemito . E subito pensò che qualche viandante notturno potesse averlo udito , trattenne il respiro , stette in ascolto . Silenzio ; silenzio di tutte le cose fuorché del fiume . Il cuore gli si venne chetando . " Dio mio , Dio mio " mormorò , inorridito del pericolo corso , dell ' abisso intravvisto . Si afferrò con gli occhi , con l ' anima , al gran dado sacro , lì sotto , di santa Scolastica , al torrione tozzo , tanto buono , che amava . Trapassò con lo spirito l ' ombre e i tetti , attrasse in sé la visione della chiesa , della lampada ardente , del Tabernacolo , del Sacramento , vi si affisse avido . Si raffigurò con uno sforzo i chiostri , le celle , le grandi croci presso i giacigli dei monaci , il volto serafico del suo Maestro addormentato . Durò nello sforzo quanto poté , reprimendosi dentro con angoscia un balenar frequente dell ' obliquo cappello piumato e del viso pallido , fino a che i baleni gli si affiochirono , gli si perdettero giù nelle profondità inconscie dell ' anima . Allora sorse faticosamente in piedi e lento come se la maestà di una grandezza pensata governasse gli stessi suoi moti , giunse le mani , vi piegò il mento su . Fermò il pensiero nella preghiera dell ' Imitazione : " DOMINE , DUMMODO VOLUNTAS MEA RECTA ET FIRMA AD TE PERMANEAT , FAC DE ME QUIDQUID TIBI PLACUERIT . " Non vi era commozione nel suo interno , pareva che gli spiriti di nequizia se ne fossero allontanati ; ma neppure vi erano discesi angeli . La mente stanca gli posò nel senso delle cose esterne , delle vaghe forme , dei fiochi biancori nell ' ombra , del lontano ululo di un gufo nei carpineti , del tenue aroma d ' erba che le mani giunte odoravano ancora . L ' aroma selvaggio gli richiamò il momento in cui aveva posato le mani sull ' erba , prima che gli apparisse il sorriso triste di Jeanne . Sciolse le mani impetuoso , tornò con gli occhi avidi al monastero . No no , Iddio non avrebbe permesso ch ' egli fosse vinto , Iddio lo serbava alle opere sue . Allora dal profondo dell ' anima , senza che il volere vi avesse parte , gli si levarono fantasmi non più evocati , per consiglio del Maestro , da quando era venuto a Santa Scolastica ; fantasmi della visione affidata in iscritto alla custodia di don Giuseppe Flores . Egli si vide ginocchioni a Roma in piazza San Pietro , di notte , fra l ' obelisco e la fronte del tempio immenso , illuminato dalla luna . La piazza era vuota ; il rumore dell ' Aniene gli diventò il rumore delle fontane . Dalla porta del tempio si porgeva sulla gradinata un gruppo di uomini vestiti di rosso , di violetto e di nero . Lo fissavano minacciosi , appuntando gl ' indici verso Castel Sant ' Angelo , come per intimargli di partirsi dal luogo sacro . Ma ecco , questa non era più la Visione , questo era un immaginar nuovo ! Egli sorgeva , diritto e fiero , in faccia al manipolo nemico . Gli ruggiva improvviso alle spalle un rombo di moltitudini accorrenti che irrompevano nella piazza dalle bocche di tutte le vie , a fiumi . Un ' ondata lo travolgeva con sé acclamando al riformatore della Chiesa , al vero Vicario di Cristo , lo posava sulla soglia del tempio . Di là egli si volgeva come ad affermare autorità sull ' Orbe . In quel momento gli folgorò nel pensiero Satana offrente a Cristo il regno del mondo . Precipitò a terra , si stese bocconi sulle pietre , gemendo nello spirito : " Gesù , Gesù , non son degno , non son degno di venir tentato come Te ! " E porse le labbra strette , le affisse al sasso , cercando Iddio nella creatura muta , Iddio , Iddio , il sospiro , la vita , la pace ardente dell ' anima . Un soffio di vento gli corse sopra , gli mosse l ' erbe intorno . " Sei Tu " egli gemette " sei Tu , sei Tu ? " Il vento tacque . Benedetto si stringe i pugni alle guancie , leva il capo puntando i gomiti al sasso , sta in ascolto senza saper di che . Sospira , si ripone a sedere . Iddio non gli parlerà . L ' anima stanca tace , vuota di pensiero . Passa il tempo , lento . L ' anima stanca richiama a fatica per suo ristoro l ' ultima parte della Visione , il suo ascendere , per un notturno cielo tempestoso , incontro ad angeli discendenti . E pensa torbidamente : se questa sorte mi aspetta , perché rattristarmi ? Se sarò tentato non sarò vinto e se sarò vinto Iddio mi rialzerà . Neppure è necessario di domandargli cosa voglia da me . Perché non scendo a dormire ? Benedetto si alzò , greve il capo di stanchezza plumbea . Il cielo si era tutto coperto di nuvole pesanti fino ai monti di Jenne , dove la valle dell ' alto Aniene gira . Appena Benedetto poteva discernere la tenebra nera del Francolano , in faccia , e i lividori , a ' suoi piedi , della petraia . Mosse per discendere e al secondo passo si arrestò . Le gambe non lo reggevano , un soffio di sangue gli accese il viso . Era quasi digiuno da trent ' ore . Non aveva preso che un tozzo di pane a mezzodì . Si sentì punger la persona da miriadi di spilli , batter forte il cuore , annebbiar la mente . Quali viluppi di serpi gli si attorcigliavano ai piedi simulando la innocenza dell ' erba ? E qual demonio sinistro lo attendeva lì sotto , carponi sulla pietra , simulando un cespuglio per avventarglisi ? Non lo aspettavano i demonii anche nel monastero ? Non si annidavano negli occhi del torrione ? Non avevano quegli occhi una fiamma nera ? No , no , adesso non più ; adesso lo fissavano semichiusi e beffardi . Il rombo dell ' Aniene , questo ? No , il ruggito dell ' Abisso trionfante . Non credeva interamente a quello che vedeva , a quello che udiva , ma tremava tremava come una festuca nel vento e le miriadi di spilli gli camminavano per tutta la persona . Cercò svincolar i piedi dai viluppi di serpi , non gli riuscì . Dal terrore alla collera : " devo potere ! " esclamò , forte . Dalla gola fosca di Jenne gli rispose il sordo rumor del tuono . Guardò a quella volta . Un lampo aperse le nubi sopra il negrore del monte Preclaro e sparì . Benedetto si provò di levar i piedi dalle serpi e ancora la leonina voce del tuono lo minacciò . " Cosa faccio ? " si diss ' egli , cercando raccapezzarsi . " Perché voglio scendere ? " Non lo sapeva più , ebbe bisogno di uno sforzo mentale per ricordare . Ecco , aveva pensato di scendere a dormire perché la preghiera era inutile a un uomo sicuro di salire al cielo . E un lampo arse anche dentro di lui : " Io tento Iddio ! " Le serpi lo stringevano , il demonio strisciava carponi alla sua volta per la petraia tutta infernalmente viva di spiriti feroci , le fiamme nere ardevano negli occhi del torrione , ruggendo sempre l ' Abisso a trionfo . Ma il rugghio sovrano del tuono romoreggiò per le nubi : " NON TENTARE IL SIGNORE IDDIO TUO . " Benedetto levò al cielo il viso e le mani congiunte , adorando , come poté , con l ' ultimo lume della offuscata coscienza , vacillò , allargò le braccia , afferrò l ' aria , piegò lentamente all ' indietro , stramazzò riverso sulla china , giacque senza moto . Il suo corpo giaceva immobile nel vento del temporale , come un tronco schiantato , fra il dibattersi delle ginestre e il mareggiare dell ' erba . L ' anima dovette chiudersi nel contatto centrale con l ' Essere senza tempo e senza spazio , perché Benedetto , al primo ritorno della coscienza , non ebbe senso né del luogo né dell ' ora . Sentiva una levità strana delle membra , una spossatezza fisica piacevole , una infinita dolcezza interna ; prima sul viso , poi sulle mani tanti minuti titillamenti come di animati atomi amorosi dell ' aria : teneri sussurri di voci timide intorno a quello che gli pareva il suo letto . Si rizzò a sedere , guardò smarrito ma in pace ; dimentico del dove e del quando , ma tanto in pace , tanto contento della quieta fonte interna di un indistinto amore che gli fluiva in tutti i vasi della vita e se ne spandeva per le cose intorno , per le dolci piccole vite fatte amorose a lui . Sorridendo fra sé del suo proprio smarrimento , riconobbe il dove e il come . Il quando , no . Neppure ne sentì desiderio , neppure si domandò se dalla caduta fossero trascorse ore o minuti , tanto lo appagava il beato presente . Il temporale era disceso verso Roma . Nel mormorio della pioggia senza vento , piana piana , nella voce grande dell ' Aniene , nella riposata maestà dei monti , nell ' odore selvaggio della petraia umida , nello stesso proprio cuore , Benedetto sentiva un Divino confuso alla creatura , un ' ascosa essenza di paradiso . Sentiva di fondersi con le anime delle cose come piccola voce in un coro immenso , di essere uno con la montagna odorante , con l ' aria beata . E così sommerso nel mare della paradisiaca dolcezza , abbandonate le mani sulle ginocchia , socchiusi gli occhi , blandito dalla pioggia piana piana , godeva non senza un vago desiderio che tanta soavità fosse conosciuta dalla gente che non crede , dalla gente che non ama . Nel declinare del rapimento gli ritornarono a mente i perché della presenza sua sul monte deserto nelle tenebre della notte , e le incertezze del domani , e Jeanne , e l ' esilio dal monastero . Ma ora incertezze e dubbî erano indifferenti all ' anima sua ferma in Dio , come al Francolano immobile i tremolii del suo manto di foglie . Incertezze , dubbî , ricordi della mistica Visione gli si disciolsero nel profondo abbandono alla Divina Volontà , che avrebbe disposto di lui a suo piacimento . La immagine di Jeanne , contemplata quasi dall ' alto di una inaccessibile torre , gli moveva solo il desiderio di operare fraternamente per lei . La tranquilla ragione ripigliando intero l ' ufficio suo , egli si accorse di esser molle di pioggia fin dentro le vesti ; e la pioggia , piana piana , continuava . Che fare ? Rientrare all ' Ospizio dei pellegrini no perché il vaccaro dormiva ; svegliarlo per farsi aprire non avrebbe voluto né sarebbe stato facile . Pensò di riparare sotto i lecci del Sacro Speco . Alzatosi faticosamente , ebbe un assalto di vertigini . Aspettò un poco e poi scese adagio adagio sulla via che da Santa Scolastica mette all ' Arco d ' ingresso nel bosco . Là nella nera ombra dei grandi lecci chini e protesi , a braccia sparse , sulla china del monte , fra il chiarore fioco , a sinistra , della costa esterna al bosco , cadde a sedere , sfinito . Desiderava un po ' di cibo e non osò domandarlo al Signore , parendogli domandare un miracolo . Si dispose ad attendere il giorno . L ' aria era tepida , il suolo quasi asciutto , radi goccioloni battevano qua e là dal fogliame dei lecci . Benedetto si assopì di un sopor lieve che appena gli velava le sensazioni , tramutandole in sogno . Si figurò di stare in un sicuro asilo di preghiera e di pace , all ' ombra di braccia sante , protese sopra il suo capo ; e gli pareva di doverlo abbandonare per ragioni di cui gli era evidente l ' impero , benché non avesse coscienza della loro natura . Poteva uscirne per una porta cui metteva capo la via discendente al mondo , poteva uscirne dalla parte opposta , per un cammino ascendente a solitudini sacre . Pendeva incerto . Il batter vicino di una grossa goccia gli fece aprire gli occhi . Dopo un primo momento di torpore riconobbe l ' Arco a destra , cui metteva capo il cammino discendente verso Santa Scolastica , Subiaco , Roma ; a sinistra il cammino ascendente verso il Sacro Speco . E notò attonito che dall ' uno e dall ' altro lato , fuori dei lecci , le pietre scoperte erano molto più chiare di prima , che tanti minuti chiarori traforavano il fogliame sopra il suo capo . Giorno ? Si fa giorno ? Benedetto avrebbe creduto oltrepassata di poco la mezzanotte . Le ore suonano a Santa Scolastica ; una , due , tre , quattro . È giorno e sarebbe anche più chiaro se il cielo non fosse tutto una pesante nube dai monti di Subiaco a quelli di Jenne , quantunque non piova più . Un passo da lontano ; qualcuno sale verso l ' Arco . Era il vaccaro di Santa Scolastica che , per un caso insolito , portava a quell ' ora il latte al Sacro Speco . Benedetto lo salutò . Colui all ' udir questa voce , tramortì e fu per lasciar cadere il vaso del latte . " Oh , Benedè ! " esclamò riconoscendo Benedetto . " Qui , siete ? " Benedetto gli chiese un sorso di latte per amor di Dio . " Lo racconterete ai padri " diss ' egli . " Direte ch ' ero sfinito e che vi ho chiesto un po ' di latte per amor di Dio . " " Eh sì ! eh sta bene ! eh pigliate ! eh bevete ! " fece colui , rispettoso , avendo Benedetto per un Santo . " Che ci avete passato la notte qui ? Che ci avete preso tutta quella pioggia ? Dio come siete molle ! Siete inzuppato come una spugna , siete ! " Benedetto bevve . " Benedico Iddio " diss ' egli " per la bontà vostra e per la bontà del latte . " Lo abbracciò e , anni dopo , il vaccaro , Nazzareno Mercuri , soleva raccontare che mentre Benedetto lo stringeva fra le sue braccia non gli pareva esser lui ; che il sangue gli era diventato prima tutto un gelo poi tutto un foco ; che il core gli batteva forte forte come la prima volta che aveva ricevuto Cristo in Sacramento ; che un gran dolor di capo statogli addosso due giorni gli era sfumato via ; che allora egli aveva capito subito di trovarsi nelle braccia di un Santo da miracoli e gli era caduto ginocchioni ai piedi . In fatto non s ' inginocchiò ma restò di sasso e Benedetto gli dovette dire due volte : " ora andate , Nazzareno ; andate , figliolo caro . " Avviatolo amorevolmente così al Sacro Speco , s ' incamminò egli stesso verso Santa Scolastica . La petraia chiara era vôta di spiriti buoni e rei . Montagne , nuvole , le stesse fosche mura del monastero e la torre parevano , nella luce scialba , gravi di sonno . Benedetto entrò nell ' Ospizio e coricatosi , senza spogliar le vesti bagnate , sul misero giaciglio , si raccolse al petto le braccia in croce , si addormentò profondamente . _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ CAPITOLO QUARTO . A fronte . Il rombo del tuono svegliò , dopo le due , Noemi , che da pochi momenti aveva potuto prender sonno . Ella dormiva nella camera vicina a quella di Jeanne , con l ' uscio aperto . Jeanne la chiamò subito . Avevano conversato fino alle due e Noemi , esausta , aveva finalmente ottenuto dall ' instancabile amica , dopo molto pregare inutile , di essere lasciata in pace . Finse di non udire . Jeanne la chiamò da capo : " Noemi ! Il temporale ! Ho paura ! " " Non hai paura niente ! " rispose Noemi , irritata . " Taci ! Dormi ! " " Ho paura ! Vengo da te ! " " Proibisco ! " " Allora vieni tu ! " Noemi replicò un " vuoi finirla ? " tanto risoluto che l ' altra si chetò . Per poco . La voce di bambina dolente , che Noemi conosceva bene , ricominciò : " Non hai dormito abbastanza ? Non puoi parlare , adesso ? Avrai dormito tre ore ! " Noemi accese uno zolfanello e guardò l ' orologio col quale alla mano aveva prima invocato il silenzio . " Ventidue minuti ! " diss ' ella . " Basta ! " Jeanne tacque un momento e poi mise fuori quei piccoli hm ! - hm ! - hm ! che son preludio al pianto di un bambino viziato . E seguì la voce sommessa : " Non mi vuoi niente bene ! - Hm ! Hm ! - Abbi pietà , parliamo un poco ! - Hm ! Hm ! " Noemi sospirò nella sua lingua nativa : " Oh , mon Dieu ! " E si rassegnò con un secondo sospiro : " Avanti ! Cosa puoi dirmi che tu non abbia già detto in quattr ' ore ? " Il tuono ruggì ma Jeanne oramai non se ne curava più . " Domattina andremo al monastero " diss ' ella . " Ma sì , va bene ! " " Andremo noi due sole ? " " Ma sì , è già inteso ! " La voce piagnolosa tacque un momento e riprese : " Tu non mi hai mica promesso , ancora , che qui in casa non dirai niente ? " " Dieci volte te l ' ho promesso ! " " Sai , non è vero , cosa devi dire per quello svenimento di ieri sera , se ti domandano ? " " Lo so ! " " Devi dire che quel padre non è lui , che ho perduta una illusione e che mi sono sentita male per questo . " " Ma mio Dio , Jeanne , queste son venti , delle volte ! " " Come sei cattiva , Noemi ! Come non mi vuoi bene ! " Silenzio . La voce di Jeanne riprende : " Dimmi quello che pensi . Credi proprio che mi abbia dimenticata ? " " Non rispondo più . " " Rispondi , invece ! Una parola sola ! Dopo ti lascio dormire . " Noemi pensa un poco e poi risponde asciutta , per finirla : " Ebbene , credo di sì . Credo che non ti abbia mai amata ! " " Questo lo dici perché te l ' ho detto io " ribatte Jeanne , aspra , senza lagrime nella voce . " Tu non puoi saperlo ! " " Bon , ça ! " brontolò Noemi . " C ' est elle qui me l ' a dit et je ne dois pas le savoir ! " Silenzio . La voce flebile : "Noemi." Nessuna risposta . " Noemi , ascolta . " Niente . Jeanne si mette a piangere e Noemi cede . " Ma , santo cielo , cosa vuoi ? " " Piero non può sapere che mio marito è morto . " " Bene . E allora ? " " Allora non può sapere che sono libera . " " E dunque ? " " Stupida ! Mi fai venire una rabbia ! " Silenzio . Jeanne sa bene quale specie di rabbia è la sua . L ' amica pensa troppo come lei stessa che vorrebbe tanto essere contraddetta nel suo presentimento doloroso , avere una parola di speranza . Rise un riso lieve , forzato : " Noemi , fai l ' offesa , adesso , apposta , per non parlare . " Silenzio . Jeanne riprende , mansueta : " Senti . Non credi che avrà delle tentazioni ? " Silenzio . Jeanne non si cura , stavolta , che Noemi non risponda . Esclama : " Sarebbe bella che proprio adesso non avesse più intenzioni ! " Il suo sdegno è tanto comico che Noemi , pure molto scandolezzata , non può a meno di ridere ; e ride anche lei . Noemi ride ; però anche la sgrida di queste sciocchezze enormi che dice senza riflettere . Perché Noemi conosce Jeanne e sa che Jeanne in questo momento non è la vera Jeanne , conscia e signora di sé ; o forse è la Jeanne più vera ma non certo quella che starà a fronte di Piero Maironi se mai s ' incontrano . Il tuono tace e Jeanne vorrebbe vedere il tempo che fa , ma le pesa di scendere dal letto , teme di sentirsi male , teme il dubbio di non poter salire fra qualche ora al monastero . Teme poi anche le difficoltà che gli ospiti farebbero se il tempo fosse troppo cattivo ; le preme dunque di sapere come si dispone il cielo . Bisogna che scenda Noemi , la schiava cui ben di rado riescono vittoriose le ribellioni . Noemi scende , apre la finestra , esplora il buio con la mano distesa . Minute frettolose goccioline le titillano la mano . Il buio si varia un poco agli occhi di lei . Ella distingue , lì sotto , Santa Maria della Febbre , grigia sul campo nero . Le si rischiara la nuvolaglia pesante , vi nereggiano su le braccia della quercia imminente a destra , i profili delle montagne . Le minute frettolose goccioline titillano titillano la mano distesa , che si ritrae . Jeanne domanda : " Dunque ? " "Piove." Ella sospira : " che noia ! " come se avesse a piovere in eterno . E le goccioline prendono maggior voce , riempiono di sommesse parole la camera , si affiochiscono ancora . Jeanne non ha inteso le sommesse parole , non ha inteso che l ' uomo di cui ha pieno il cuore giace svenuto sulla petraia deserta che la pioggia lava . A mattina inoltrata la signora Selva , un po ' inquieta per non avere ancora veduto comparire né l ' una né l ' altra delle due signore , entrò pian piano nella camera di sua sorella . Noemi era quasi vestita e le accennò di tacere . Jeanne dormiva , finalmente . Le due sorelle uscirono insieme , si recarono nello studio di Giovanni che ve le attendeva . Dunque ? Don Clemente era proprio l ' uomo ? Marito e moglie desideravano sapere , per regolarsi . Giovanni non dubitava più e sua moglie dubitava ancora . Noemi ! Noemi doveva sapere ! Giovanni chiuse l ' uscio , mentre Maria , interpretando il silenzio di sua sorella per una conferma , insisteva : " ma davvero ? ma davvero ? " Noemi taceva . Avrebbe forse tradito il segreto dell ' amica nell ' intento di cospirare con i Selva per la sua felicità , se non l ' avesse trattenuta il dubbio di un disaccordo con i Selva e anche il senso di qualche cosa di malfermo in sé stessa . Probabilmente i Selva , cattolici , non desideravano che l ' uomo fuggito dal mondo vi ritornasse . Lei , protestante , non poteva pensare così . Almeno non lo avrebbe dovuto . Lei doveva pensare che Iddio si serve meglio nel mondo e nel matrimonio . Lo pensava , ma non si nascondeva che se il signor Maironi adesso sposasse Jeanne non lo potrebbe stimare molto . Insomma era meglio tacere la strana verità . " Cosa pensate ? " diss 'ella." Che quell ' ecclesiastico di ieri sera , che è passato davanti a noi dopo tutta quella vostra mimica , fosse l ' amante antico ? È quello il vostro don Clemente ? Bene , non è lui . " " Ah ! Proprio no ? " esclamò Giovanni fra sorpreso e incredulo . Sua moglie trionfò . " Ecco ! " diss ' ella . Ma Giovanni non si diede per vinto . Domandò a Noemi se fosse ben certa di quello che diceva , e come potesse spiegare il tramortimento della signora Dessalle . Noemi rispose che non c ' era da spiegar niente . Jeanne soffriva di anemia ed era soggetta ad accessi di spossatezza mortale . Giovanni tacque , poco persuaso . Se proprio era stato così , come poteva Noemi affermare con tanta sicurezza che don Clemente non era l ' uomo ? Nelle parole , nel fare , nel viso di sua cognata , Giovanni sentiva qualche cosa di poco chiaro , di poco naturale . Maria s ' informò della notte . Come l ' aveva passata la signora Dessalle ? Inquieta ? Ma di quale inquietudine ? " È stata inquieta ! Che vi debbo dire ? " fece Noemi , un po ' seccata . E si accostò alla finestra aperta come per spiare le intenzioni delle nuvole . Giovanni fece un passo verso di lei , risoluto di venire a capo delle sue reticenze . Ella lo presentì e si affrettò ad un rifugio , a chiedergli il suo pronostico del tempo . Il cielo era tutto coperto , grandi nuvole basse traboccavano dai dorsi di Monte Calvo sopra i Cappuccini e la Rocca . L ' aria era tepida , il fragore dell ' Aniene , forte . Giù in basso il curvo nastro della strada di Subiaco traspariva fosco di mota fra i fogliami degli ulivi . Giovanni rispose : "Pioggia." Noemi domandò subito quanta strada ci fosse dal villino ai Conventi . A Santa Scolastica venti minuti . Perché lo domandava ? Udito che Jeanne intendeva andarvi con Noemi quella mattina stessa , Maria protestò . Con un tempo simile ? L ' ultimo tratto bisognava farlo a piedi . Non potevano aspettare , rimandare a domani , a dopo domani ? " Quando te l ' ha detto ? " chiese Giovanni , quasi brusco . Noemi esitò e poi rispose : "Stanotte." Comprese , nel dire la parola , che suggeriva sospetti , specie dopo quell ' attimo di esitazione ; e attese un assalto , incerta se resistere o cedere . " Noemi ! " esclamò Giovanni , severo . Ella lo guardò , soffusa il viso di un lieve rossore . Non disse neppure - che c ' è ? - ; tacque . " Non negare ! " ripigliò suo cognato . " Questa signora ha riconosciuto don Clemente . Non negare , dillo , è un dovere di coscienza per te ! Non è possibile di permettere che s ' incontrino ! " " Quello che ho detto è vero " rispose Noemi , ferma oramai della via che terrebbe . Nella sua voce senza sdegno , quasi sommessa , era una implicita confessione di non aver detto la verità intera . " Non lo ha riconosciuto ? Però tu , qualche cosa sai ! " " So qualche cosa " rispose Noemi " sì , ma non posso dire quello che so . Vi dico solo di far avvertire subito don Clemente che la signora Dessalle e io si va stamane a visitare i Conventi . Altro non vi dico e vado a vedere se Jeanne si è svegliata . " Ella uscì di volo . I Selva si guardarono . Che significava questo voler avvertire don Clemente ? Maria lesse nel pensiero di suo marito qualche cosa che le dispiacque , che non avrebbe voluto gli venisse alle labbra . " Scrivi questo biglietto a don Clemente , intanto " diss ' ella . Ma Giovanni , prima di scrivere , volle pur dire quello che pensava . Per lui vi era una sola spiegazione possibile . Don Clemente era veramente l ' uomo . Noemi aveva promesso alla signora Dessalle di non dirlo ma voleva impedire l ' incontro . Maria esclamò vivacemente : " Oh Noemi , mentire , no ! " e poi arrossì , sorrise , abbracciò suo marito come se temesse di averlo offeso . Perché appunto Giovanni si era offeso una volta di certe parole sfuggite a lei sulla poca sincerità degl ' italiani e adesso un ' ombra di quella nube poteva forse ritornare per effetto della sua esclamazione . Egli fu punto infatti , più dall ' abbraccio che dalla protesta , e arrossì pure , ricordando , e sostenne che al posto di Noemi anche Maria avrebbe negato . Maria tacque , uscì dallo studio , brillandole negli occhi una lagrima importuna . Giovanni si compiacque , in principio , di avere rintuzzata una tenerezza offensiva e si mise a scrivere il biglietto per don Clemente . Non l ' aveva finito di scrivere e il suo corruccio gli era già diventato rimorso . Si alzò , uscì in cerca della moglie . Era nel corridoio con Noemi che discorreva piano . Volse tosto il viso a lui , lo intese , gli sorrise con gli occhi ancora umidi , gli fé cenno di accostarsi e di parlar sotto voce . Che c ' era ? C ' era che Jeanne voleva partire subito per Santa Scolastica . Noemi avvertì ch ' era appena svegliata e che questo subito significava un ' ora e mezzo , almeno . Ma bisognava mandare a Subiaco per una carrozza , poiché Jeanne non era in grado di fare a piedi che lo stretto necessario , l ' ultimo tratto di via . Un tocco di campanello richiamò Noemi . Jeanne l ' aspettava , impaziente . " Che cameriera pettegola ! " diss ' ella , tra sorridente e crucciata . " Cosa sei andata a raccontare a tua sorella ? " Noemi la minacciò di andarsene . Jeanne giunse le mani , supplichevole . E le domandò fissandola negli occhi , scrutandone l ' anima : " Come mi pettino ? Come mi vesto ? " Noemi rispose sbadatamente : " Ma come vuoi ! " L ' altra batté il piede a terra , sbuffando . Allora Noemi capì . " Da contadina " diss ' ella . " Sciocchissima creatura ! " Noemi rise . Jeanne gemette il solito ritornello : " Non mi vuoi bene ! Non mi vuoi bene ! " Allora Noemi si fece seria , le domandò se volesse proprio riprenderselo , il suo Maironi . " Voglio esser bella ! " esclamò Jeanne . " Ecco ! " Ella era veramente bella così , nella sua veste da camera di un giallo ardente , con il suo fiume di capelli bruni , cadenti un palmo sotto la cintura . Era molto più bella e più giovine che la sera prima . Aveva negli occhi quella intensità di vita che prendevano un tempo quando Maironi entrava nella stanza dov ' era lei , quando anche solo ella ne udiva il passo nell ' anticamera . " Vorrei la mia toilette di Praglia " diss ' ella . " Vorrei comparirgli davanti col mio mantello verde foderato di pelliccia , adesso in maggio . Vorrei che vedesse subito quanto sono ancora la stessa e quanto voglio essere la stessa . - Oh Dio Dio ! " Gettò le braccia , con un subito slancio , al collo di Noemi , le impresse la bocca sulla spalla , soffocando un singhiozzo , mormorò parole che Noemi non poteva distinguere . " No no no " diceva " sono pazza , sono cattiva , andiamo via , andiamo via . " Alzò il viso lagrimoso . " Andiamo a Roma " diss ' ella . " Sì sì " rispose Noemi , commossa " andiamo a Roma , partiamo subito . Adesso domando a che ora c ' è un treno . " Jeanne l ' afferrò di colpo , la trattenne . No , no , era una pazzia , cos ' avrebbe detto sua sorella ? Era una pazzia , era una cosa impossibile . E poi , e poi , e poi ... Si coperse il viso , si mormorò dentro le mani che le bastava di vederlo , di vederlo un solo momento , ma che partire senza vederlo non poteva , non poteva , non poteva . " Andiamo ! " diss ' ella , dopo un lungo silenzio , scoprendosi il viso . " Vestiamoci ! Mi vestirò come vorrai tu ; di sacco , se vorrai , di cilicio . " Ell ' aveva ricuperato il suo sorriso cruccioso di prima . " Chi sa ? " disse . " Forse mi farà bene di vederlo vestito da contadino . " " Io guarirei subito " mormorò Noemi ; e arrossì , sentendo di aver detto una grossa falsità . Quando la signora Selva bussò all ' uscio per avvertire che la carrozza era pronta , Jeanne pregò Noemi , con umiltà comica , di lasciarle mettere il grande cappello Rembrandt che prediligeva . Le nere ali piumate , curve sul viso pallido , sui neri fuochi degli occhi , sull ' alta persona avvolta in un mantello scuro , parevan vive dell ' anima stessa di lei , cupa , appassionata e altera . Ella sentì , nel dare il buongiorno a Maria Selva , l ' ammirazione che destava . La sentì anche negli occhi di Giovanni , ma diversa , non simpatica . Appena lasciatolo per scendere con Noemi al cancello dove la carrozza aspettava , le domandò se avesse detto niente , proprio niente , a suo cognato . Avutane una risposta rassicurante , mormorò : " Mi pareva . " Fatti pochi passi , le strinse forte il braccio , esclamò lieta come per una scoperta improvvisa : " Però sono ancora bella ! " Noemi non le dava retta . Noemi si domandava : il nome Dessalle avrà detto qualche cosa al quel frate ? Lo avrà egli udito da Maironi ? Se Maironi gli ha raccontato di questo amore , non potrebbe avere taciuto il nome della signora ? In fondo ell ' aveva un ' acuta curiosità di conoscere l ' uomo che aveva ispirato a Jeanne un sentimento così forte ed era scomparso dal mondo in un modo così strano . Ma lo avrebbe voluto vedere da sola . Era uno sgomento di pensare che i due s ' incontrassero senza qualche preparazione . Almeno poter prima parlare a questo frate , a questo don Clemente , accertarsi che sa , informarlo se non sa , apprendere da lui qualche cosa di quell ' altro , il suo stato d ' animo , le sue intenzioni ! Basta , pensò salendo in carrozza , faccia la Provvidenza ! E assista questa povera creatura ! Nel metter piede a terra dove comincia la mulattiera , Jeanne propose timidamente , come chi prevede un rifiuto e lo riconosce ragionevole , di salire ai Conventi sola , colla guida di un monello corso da Subiaco dietro la carrozza . Il rifiuto venne infatti e vivacissimo . Non era possibile ! Che mai le veniva in mente ? Allora Jeanne supplicò di essere almeno lasciata sola con lui , se lo avesse trovato . Noemi non seppe che rispondere . " E se ti precedessi ? " diss ' ella . " Se domandassi del padre Clemente ? Se cercassi di capire cos ' è , cosa fa e cosa pensa il tuo ... " Jeanne la interruppe , esterrefatta . " Il padre ? Parlare al padre ? " esclamò squadernandole ambedue le mani sul viso come per turarle la bocca . " Guai a te se parli al padre ! " S ' incamminarono lentamente per la sassosa mulattiera . Jeanne si fermava spesso , presa da tremiti , vibrando come un filo teso al vento . Porgeva allora in silenzio a Noemi le mani gelate perché sentisse e le sorrideva . Nel mare delle nebbie correnti a monte comparve , curioso anche lui , l ' occhio smorto del sole . II . Don Clemente celebrò messa verso le sette , parlò coll ' Abate e poi si recò all ' Ospizio dei pellegrini . Trovò Benedetto addormentato con le braccia in croce sul petto , le labbra socchiuse , il viso composto a una visione interna di beatitudine . Gli accarezzò i capelli , lo chiamò sottovoce . Il giovine si scosse , alzò , smarrito , il capo , balzò dal letto , afferrò e baciò la mano a don Clemente che la ritrasse con un impeto di umiltà frenato subito dal suo pudore d ' anima , dalla coscienza dignitosa del suo ministero . " Dunque ? " diss ' egli . " Il Signore ti ha parlato ? " " Sono nella Sua volontà " rispose Benedetto " come una foglia nel vento . Come una foglia che non sa niente . " Il monaco gli prese il capo a due mani , lo attirò a sé , gli posò le labbra sui capelli , ve le tenne a lungo in una silenziosa comunicazione di spirito . " Devi andare dall ' Abate " diss ' egli . " Dopo verrai da me . " Benedetto lo fissò , lo interrogò senza parole : perché questa visita ? Gli occhi di don Clemente si velarono di silenzio e il discepolo si umiliò in uno slancio muto ma visibile di obbedienza . " Subito ? " diss ' egli . "Subito." " Posso lavarmi al torrente ? " Il Maestro sorrise : " Va , lavati al torrente . " Lavarsi all ' acqua che talvolta , per abbondanza di pioggie , suona nella valle Pucceia a levante del monastero e taglia di rigagnoli la via del Sacro Speco sotto Santa Crocella , era il solo piacere fisico che Benedetto si concedesse . Piovigginava ; nebbie fumavano lente nel vallone alto , le tremole acque tenui si dolevano a Benedetto fuggendo attraverso la via , gli tacevano contente nel cavo delle mani , gl ' infondevano per la fronte , gli occhi , le guance , il collo , fino al cuore , un senso della loro anima casta , dolce , un senso di bontà Divina . Benedetto si versò l ' acqua sul capo largamente , e lo spirito dell ' acqua gli alitò nel pensiero . Sentì che il Padre lo avviava per novo cammino , che ve lo avrebbe portato nella Sua mano potente . Benedisse riverente la creatura per la quale gli si era infuso tanto lume di grazia , l ' acqua purissima ; e ritornò all ' Ospizio . Don Clemente , che lo attendeva nel cortile , trasalì al vederlo ; tanto gli parve trasfigurato . Sotto la selva umida dei capelli in disordine gli occhi avevano una quieta gioia celestiale , e lo scarno viso di avorio una spiritualità occulta quale fluiva dai pennelli del Quattrocento . Come poteva quel volto accordarsi con gli abiti contadineschi ? Don Clemente si applaudì in cuor suo di un pensiero concepito nella notte e già espresso all ' Abate : dare a Benedetto un vecchio abito di converso . Prima di concedere o rifiutare il proprio consenso , l ' Abate voleva vedere Benedetto , parlargli . L ' Abate aspettava Benedetto suonando un pezzo di sua composizione con le nocche delle dita , e accompagnando il suono con diabolici storcimenti delle labbra , delle narici , delle sopracciglia . Udito bussar discretamente all ' uscio , non rispose né tralasciò di suonare . Terminato il pezzo , lo ricominciò , lo suonò una seconda volta da capo a fondo . Poi stette in ascolto . Fu bussato ancora , più lievemente di prima . L ' Abate esclamò : " Seccatore ! " E , strappati alcuni accordi , si pose a fare delle scale cromatiche . Dalle scale cromatiche passò agli arpeggi . Poi stette ancora in ascolto , per tre o quattro minuti . Non udendo più nulla , andò ad aprire , vide Benedetto che s ' inginocchiò . " Chi è costui ? " diss ' egli , ruvido . " Il mio nome è Piero Maironi " rispose Benedetto " ma qui al monastero mi chiamano Benedetto . " E fece l ' atto di prender la mano dell ' Abate per baciarla . " Un momento ! " disse l ' Abate , accigliato , ritraendo e alzando la mano . " Cosa fate qui ? " " Lavoro nell ' orto del monastero " rispose Benedetto . " Sciocco ! " esclamò l ' Abate . " Domando cosa state facendo qui davanti alla mia porta ! " " Ero per venire da Vostra Paternità . " " Chi vi ha detto di venire da me ? " " Don Clemente . " L ' Abate tacque , considerò lungamente l ' uomo inginocchiato , poi brontolò qualche cosa d ' incomprensibile e finalmente gli porse la mano a baciare . " Alzatevi ! " diss ' egli ancora brusco . " Entrate ! Chiudete l ' uscio ! " L ' Abate , entrato che fu Benedetto , parve dimenticarlo . Inforcò gli occhiali , si pose a sfogliare libri e a leggere carte , voltandogli le spalle . Benedetto aspettava diritto in piedi , con ossequio militare , ch ' egli parlasse . " Maironi di Brescia ? " disse l ' Abate , con la voce ostile di prima e senza voltarsi . Avuta la risposta , continuò a sfogliare e a leggere . Finalmente si levò gli occhiali e si voltò . " Cosa siete venuto a fare " diss ' egli " qui a Santa Scolastica ? " " Sono stato un gran peccatore " rispose Benedetto . " Iddio mi ha chiamato fuori del mondo e fuori ne son venuto . " L ' Abate tacque un momento , guardò fisso il giovine , disse con dolcezza ironica : " No , caro . " Trasse la tabacchiera , la scosse ripetendo dei piccoli " no - no - no " quasi sotto voce , guardò nel tabacco , vi piantò le dita e levati gli occhi da capo su Benedetto , gli disse articolando lentamente le parole : " Questo non è vero . " Ghermita la presa con il pollice , l ' indice e il medio , alzò la mano rapidamente come per gettar il tabacco in aria e proseguì con il braccio alzato : " Sarà vero che siete stato un gran peccatore , ma non è vero che siate venuto fuori del mondo . Non siete né fuori né dentro . " Fiutò rumorosamente la sua presa e ripeté : " Né fuori né dentro . " Benedetto lo guardava senza rispondere . Vi era in quegli occhi qualche cosa di tanto grave e di tanto dolce che l ' Abate riabbassò i suoi alla tabacchiera aperta , tornò a frugarvi , a giocherellare col tabacco . " Non vi capisco " diss ' egli . " Siete nel mondo e non siete nel mondo . Siete nel monastero e non siete nel monastero . Ho paura che la testa vi serva come a vostro bisnonno , a vostro nonno e a vostro padre . Belle teste ! " Il viso di avorio di Benedetto si colorò lievemente . " Sono anime in Dio " diss ' egli " superiori a noi ; e le parole Sue vanno contro un comandamento di Dio . " " Fate silenzio ! " esclamò l ' Abate . " Dite di avere lasciato il mondo e siete pieno del suo orgoglio . Se volevate lasciare il mondo sul serio , dovevate cercare di farvi novizio ! Perché non l ' avete cercato ? Avete voluto venir qua in villeggiatura , ecco la storia . O forse avevate degl ' impegni a casa vostra , dei pasticci , mi capite ! Nec nominentur in nobis . E avete voluto liberarvi per farne poi degli altri . E contate delle frottole a quel buon don Clemente , prendete il posto a un povero pellegrino , eh dite su , magari cercando di darla a intendere ai frati , che è facile , e a Domeneddio , che è difficile , con orazioni e sacramenti . Non dite di no ! " Il lieve rossore si era dileguato dal viso di avorio , le labbra apertesi un momento a parole pacatamente severe non si muovevano più , gli occhi penetranti fissavano l ' Abate con la dolce gravità di prima . E l ' Abate parve inasprito da quel silenzio tranquillo . " Parlate , dunque ! " diss ' egli " Confessate ! Non vi siete anche vantato di doni speciali , di visioni , che so io , di miracoli forse anche ? Siete stato un gran peccatore ? Mostrate che non lo siete ancora ! Scolpatevi , se potete . Dite come avete vissuto , spiegate la vostra pretensione che Iddio vi abbia chiamato , giustificatevi di essere venuto a mangiare il pane dei frati a ufo , perché frate non avete voluto essere e quanto a lavorare avete lavorato ben poco ! " " Padre " rispose Benedetto e il tôno severo della voce , la severa dignità del volto mal si accordavano con la mansuetudine umile delle parole , " questo è buono per me peccatore che da tre anni vivo , per lo spirito , nella mollezza e nelle delizie , vivo nella pace , vivo nell ' affetto di persone sante , vivo in un ' aria piena di Dio . Le Sue parole sono buone e dolcissime all ' anima mia , sono una grazia del Signore , mi hanno fatto sentire con le loro punte quanto orgoglio vi è ancora in me che non lo sapevo , perché nel disprezzarmi da me sentivo piacere . Come servo , poi , della santa Verità , le dico che la durezza non è buona neppure con uno che inganna , perché forse la soavità lo farebbe pentire del suo inganno ; e che nelle parole della Paternità Vostra non è lo spirito del nostro Padre solo e vero , al quale sia gloria . " Nel dire " al quale sia gloria " Benedetto cadde ginocchioni , acceso in viso da un fervore augusto . " Sei tu , peccatore tristo , che vuoi fare il maestro ? " esclamò l ' Abate . " Ha ragione , ha ragione " rispose Benedetto di slancio , affannosamente e giungendo le mani . " Ora Le dico il mio peccato . Desiderai l ' amore illecito , mi compiacqui della passione di una donna ch ' era d ' altri come d ' altri ero io e l ' accettai . Lasciai ogni pratica di religione , non curai di dare scandalo . Questa donna non credeva in Dio e io disonorai Dio presso di lei colla mia fede morta , mostrandomi sensuale , egoista , debole , falso . Iddio mi richiamò colla voce dei miei morti , di mio padre e di mia madre . Mi allontanai allora dalla donna che mi amava , ma senza vigore di volontà , ondeggiando nel mio cuore fra il bene e il male . In breve ritornai a lei , tutto ardente di peccato , conoscendo di perdermi e risoluto a perdermi . Non vi era più un atomo di volontà buona nell ' anima mia quando una mano morente , cara , santa , mi afferrò e mi salvò . " " Guardatemi bene " disse allora l ' Abate senza farlo alzare . " Avete mai fatto sapere a nessuno ch ' eravate qui ? " " A nessuno . Mai . " L ' Abate rispose secco : " Non vi credo . " Benedetto non batté ciglio . " Voi sapete " ripigliò l ' Abate " perché non vi credo . " " Lo suppongo " rispose Benedetto piegando il viso . " Peccatum meum contra me est semper . " " Alzatevi ! " comandò l ' inflessibile Abate . " Io vi caccio dal monastero . Ora vi recherete a salutare don Clemente nella sua cella e poi partirete per non ritornare mai più . Avete inteso ? " Benedetto assentì del capo , ed era per piegare il ginocchio all ' omaggio di rito quando l ' Abate lo trattenne con un gesto . " Aspettate " diss ' egli . Rinforcò gli occhiali , prese un foglio di carta e vi scrisse , stando in piedi , alcune parole . " Cosa farete " disse scrivendo " quando sarete fuori ? " Benedetto rispose piano : " Il bambino preso in braccia dal padre mentre dormiva , sa egli cosa il padre farà di lui ? " L ' Abate non replicò niente , finì di scrivere , pose il foglio in una busta , la chiuse , la tese , senza voltare il capo , a Benedetto che gli stava dietro le spalle . " Prendete " disse " portate a don Clemente . " Benedetto gli chiese il permesso di baciargli la mano . " No , no , andate via , andate via ! " La voce dell ' Abate tremava di collera . Benedetto ubbidì . Appena fu nel corridoio udì l ' uomo incollerito strepitare sul piano . Prima di entrare nella celletta di don Clemente , Benedetto si fermò davanti alla grande finestra che termina il corridoio . Ivi si era trattenuto , poche ore prima , il Maestro a contemplare i lumi di Subiaco pensando la nemica , la creatura di bellezza , d ' ingegno , di naturale bontà , venuta forse a contendergli il suo figliuolo spirituale , a contenderlo a Dio . Ora il figliuolo spirituale era misteriosamente certo che la donna male amata da lui nel tempo del suo gravitare cieco e ardente sulle cose inferiori , aveva scoperto la sua presenza nel monastero e sarebbe venuta a cercarlo . Disceso dentro lo Spirito interno al proprio cuore , egli vi attingeva un pio sentimento del Divino ch ' era pure in lei , ascoso a lei stessa , una mistica speranza che per qualche oscura via ella pure arriverebbe un giorno al mare di verità eterna e di amore , che attende tante povere anime erranti . Don Clemente lo aveva udito venire e aperse a mezzo l ' uscio della cella . Benedetto entrò , gli porse la lettera dell ' Abate . " Debbo lasciare il monastero " diss ' egli , sereno . " Subito e per sempre . " Don Clemente non rispose , aperse la lettera . Letta che l ' ebbe , osservò a Benedetto , sorridendo , che la sua partenza per Jenne era stata decisa fin dalla sera precedente . Vero , ma l ' Abate aveva detto : per non ritornare mai più . Don Clemente aveva le lagrime agli occhi e sorrideva ancora . " Lei è contento ? " disse Benedetto , quasi dolente . Oh , contento ! Come avrebbe potuto dire il suo Maestro , quel che sentiva ? Partiva il discepolo diletto , partiva per sempre , dopo tre anni di dolce unione spirituale ; ma ecco , l ' ascosa Volontà si era manifestata , Iddio lo toglieva dal monastero , lo chiamava per altre vie . Contento ! Sì , afflitto e contento , ma della sua contentezza non poteva dire il perché a Benedetto . La parola divina non avrebbe avuto valore per Benedetto s ' egli non la intendeva da sé . " Contento , no " diss ' egli . " In pace , sì . Noi c ' intendiamo , vero ? E adesso raccogliti per le mie parole ultime , che spero ti saranno care . " Don Clemente , nel dir così a voce bassa , si colorò tutto di rossore . Benedetto piegò il capo a lui che gl ' impose ambo le mani con dignità soave . " Desideri " disse la virile voce piana " dare tutto te stesso alla Verità Suprema , alla sua Chiesa visibile e invisibile ? " Come se si fosse atteso a quell ' atto e a quella domanda , Benedetto rispose pronto con voce ferma : "Sì." La voce piana : " Prometti tu , da uomo a uomo , vivere senza nozze e povero fino a che io ti sciolga della tua promessa ? " La voce ferma : "Sì." La voce piana : " Prometti tu essere sempre obbediente all ' autorità della Santa Chiesa esercitata secondo le sue leggi ? " La voce ferma : "Sì." Don Clemente attirò a sé il capo del discepolo e gli parlò sulla fronte : " Ho chiesto all ' Abate di poterti dare un abito di converso , perché uscendo di qua tu porti sopra di te almeno il segno di un umile ministero religioso . L ' Abate , prima di decidere , ha voluto parlarti . " Qui don Clemente baciò il discepolo in fronte , significando così il giudizio dell ' Abate dopo il colloquio , chiudendo in quel bacio silenzioso parole di lode , non credute convenienti al suo carattere paterno né alla umiltà del discepolo . E non si avvide che il discepolo tremava da capo a piedi . " Ecco " diss ' egli " quel che l ' Abate scrive dopo averti parlato . " Mostrò a Benedetto il foglio dove l ' Abate aveva scritto : " Concedo . Fatelo partire subito perché io non sia tentato di trattenerlo . " Benedetto abbracciò di slancio il suo Maestro e gli appoggiò la fronte a una spalla , senza parlare . Don Clemente mormorò : " Sei contento ? Adesso te lo domando io . " Ripeté due volte la domanda senza ottenere risposta . Venne finalmente un sussurro : " Posso non rispondere ? Posso pregare un momento ? " " Sì , caro , sì . " Accanto al lettuccio del monaco , alta sopra l ' inginocchiatoio , una grande croce nuda diceva : Cristo è risorto , configgi ora tu a me l ' anima tua . Infatti qualcuno , forse don Clemente , forse un suo predecessore , vi aveva scritto sotto : " omnes superbiae motus ligno crucis affigat . " Benedetto si stese bocconi a terra , posò la fronte ov ' eran da posare le ginocchia . Per la finestra aperta della cella uno scialbo lume del cielo piovoso batteva , di sghembo , sul dorso dell ' uomo prosteso e dell ' uomo ritto in piedi con la faccia levata verso la croce grande . Il mormorio della pioggia , il rombo dell ' Aniene profondo avrebbero detto a Jeanne uno sconsolato compianto di tutto che vive sulla terra e ama . A don Clemente dicevano un consenso pio della creatura inferiore con la creatura supplice al Padre comune . Benedetto non li udiva . Egli si alzò , pacato in viso , vestì , a un cenno del Maestro , la tonaca di converso stesa sul letto , cinse la cintura di cuoio . Vestito che fu , si mostrò , aprendo le braccia e sorridendo , al Maestro , che si compiacque di vederlo così dignitoso , così spiritualmente bello in quell ' abito . " Lei non ha inteso ? " disse Benedetto . " Non ha pensato una cosa ? " No , don Clemente aveva pensato che quella gran commozione di Benedetto fosse stata effetto di umiltà . Adesso capiva che altro gli sarebbe dovuto venire in mente ; ma cosa ? " Ah ! " esclamò a un tratto . " Forse la tua Visione ? " Certo . Benedetto si era visto morire sulla nuda terra , all ' ombra di un grande albero , nell ' abito benedettino ; e argomento di non credere nella Visione giusta i consigli di don Giuseppe Flores e di don Clemente gli era stata la contraddizione di ciò con la sua ripugnanza strana per i voti monastici , venutagli sempre crescendo da quando aveva lasciato il mondo . Ora questa contraddizione pareva dileguarsi ; pareva quindi risorgere la credibilità di un carattere profetico della Visione . Don Clemente ne conosceva questa parte e avrebbe potuto leggere nel cuore di Benedetto il suo sbigottimento al riaffacciarsi di un misterioso disegno Divino sopra di lui , il suo terrore di cadere in peccato di superbia . Non ci aveva pensato . " Non pensarci neppure tu " diss ' egli . E si affrettò a mutar discorso . Gli diede una lettera e dei libri per l ' arciprete di Jenne . Intanto l ' arciprete lo avrebbe ospitato . Se dovesse restare a Jenne o no , ritornare , in questo caso , a Subiaco o recarsi altrove , glielo farebbe sapere la Divina Provvidenza . " Padre mio " disse Benedetto " proprio non penso cosa sarà di me domani . Penso unicamente questo : " magister adest et vocat me " ma non come una voce sovrannaturale . Ho avuto torto di non capire che il Maestro è presente sempre e chiama sempre : me , Lei , tutti . Basta farsi un po ' di silenzio nell ' anima , la sua voce si sente . " Un raggio fioco di sole entrò nella cella . Don Clemente pensò subito che , se cessasse di piovere , la signora Dessalle verrebbe probabilmente a visitare il monastero . Non disse niente ma la sua inquietudine interna si tradì con un trasalire della persona , con un ' occhiata al cielo , che significarono a Benedetto come fosse tempo di partire . Egli domandò in grazia di poter pregare , prima nella chiesa di Santa Scolastica e poi al Sacro Speco . Il sole si nascose , ricominciò a piovere , Maestro e discepolo scesero insieme nella chiesa , vi si trattennero in preghiera l ' uno accanto all ' altro e fu quello il loro solo addio . Benedetto prese la via del Sacro Speco alle nove . Uscì di Santa Scolastica inosservato , mentre fra Antonio stava confabulando col messo di Giovanni Selva . In quel momento , il lume del sole redivivo riaccese rapidamente i vecchi muri , la via , il monte ; acuto gioire , ali veloci di uccelletti ruppero in ogni parte il verde , e alle sue labbra salì spontanea la parola : "Vengo." III . Jeanne e Noemi arrivarono al monastero alle dieci . A pochi passi dal cancello Jeanne fu presa da una palpitazione violenta . Avrebbe desiderato visitare l ' orto prima del Convento , poiché il monello di Subiaco le aveva detto che i frati di Santa Scolastica ci avevano un bell ' orto e gente loro che vi lavorava : un vecchio di Subiaco e un giovine forestiere . Non era più da parlarne . Pallida , sfinita , si trascinò male , al braccio di Noemi , fino alla porta dove un accattone aspettava la minestra . Per fortuna fra Antonio aperse prima ancora che Noemi suonasse e Noemi lo pregò di una sedia , di un bicchier d ' acqua per la signora che si sentiva male . Sgomentato alla vista di Jeanne , smorta smorta , cadente sul fianco della sua compagna , il vecchio umile fraticello pose in mano a Noemi la scodella di zuppa che aveva portata per l ' accattone , corse per la sedia e per l ' acqua . Un po ' la comicità di quella scodella fra le mani di Noemi sbalordita , un po ' il riposo , un po ' l ' acqua , un po ' la visione del chiostro antico dormiente in pace , un po ' il reagire della volontà ristorarono sufficientemente Jeanne in pochi minuti . Fra Antonio andò in cerca del Padre foresterario che guidasse le visitatrici . " Gli dica le due signore di casa Selva " fece Noemi . Don Clemente si presentò arrossendo , nel suo verginale candore d ' animo , di conoscere i casi di Jeanne all ' insaputa di lei , come avrebbe arrossito di un inganno . Scambiò Noemi , che prima gli si fece incontro , per la Dessalle . Alta , snella , elegante , Noemi rappresentava bene una seduttrice ; però non mostrava più di venticinque anni , non poteva essere , per questo verso , la donna di cui Benedetto gli aveva raccontate le vicende . Ma il benedettino non seppe fare di questi calcoli . A Noemi premeva di assicurarsi che fra Antonio avesse adempiuto bene il suo incarico . " Buongiorno , padre " diss ' ella con la sua bella voce cui l ' accento straniero aggiungeva grazia . " Ci siamo visti iersera . Lei usciva di casa Selva . " Don Clemente fece un lievissimo cenno del capo . Veramente Noemi lo aveva appena intravvisto . Era però rimasta colpita dalla sua bellezza e aveva pensato che se quello era il signor Maironi si capiva la passione di Jeanne . Nella coscienza della propria fresca gioventù non le passò per la mente che i suoi venticinque anni fossero stati scambiati per i trentadue di Jeanne . Jeanne , intanto , meditava di trar partito dal suo malessere . " Non erano aspettate , iersera " disse don Clemente a Noemi . " Lei viene dal Veneto ? " Dal Veneto ? Noemi parve sorpresa . " I signori Selva mi hanno detto " soggiunse il padre " che Lei abita nel Veneto . " Allora Noemi capì , sorrise , rispose con un monosillabo che non era né un sì né un no , e pensò ella pure di trar partito dal caso , di prepararsi , grazie a questo equivoco , un colloquio particolare con don Clemente , per istruirlo se fosse necessario . Le parve anche divertente di conversare con quel bel frate essendo creduta Jeanne . Avvertì con un ' occhiata quest ' ultima che guardava ora lei , ora il frate , imbarazzata , avendo capito l ' errore di lui , non sapendo se tacere o parlare . " La mia amica " diss ' ella " conosce già Santa Scolastica , naturalmente . Io invece non ci sono stata mai . Si volse a Jeanne : " Se il padre " disse " ha la bontà di accompagnarmi , mi pare che tu , poiché non ti senti bene , potresti restare . " Jeanne acconsentì tanto prontamente che Noemi dubitò di qualche suo segreto disegno , si domandò se non commettesse un errore . A ogni modo adesso era troppo tardi . Don Clemente , poco soddisfatto di aver ad accompagnare una signora sola , propose di attendere . Forse l ' altra signora , fra poco , si sentirebbe meglio . Jeanne protestò . No , non dovevano attendere , ella era contentissima di rimaner lì . Nel passare dal primo al secondo chiostro Noemi ricordò nuovamente al padre l ' incontro della sera precedente . " Lei aveva un compagno ? " diss ' ella e subito vergognò del suo simulare , di non aver tratto il monaco dall ' inganno in cui era caduto . Don Clemente rispose quasi sotto voce ; " Sì signora , un ortolano del monastero . " Erano rossi in viso tutt ' e due ma non si guardarono , ciascuno sentì solo il rossore proprio . " Lei sa chi siamo ? " riprese Noemi . Don Clemente rispose che supponeva di saperlo . Dovevano essere le due signore aspettate dalla signora Selva . Gli pareva che la signora Selva gli avesse nominata sua sorella e la signora Dessalle . " Ah Lei lo ha saputo da mia sorella ? " A queste parole di Noemi don Clemente non poté trattenersi dall ' esclamare : " Dunque la signora Dessalle non è Lei ? " Noemi comprese che l ' uomo sapeva . Quindi aveva provveduto , certo ; un improvviso incontro non era possibile . Respirò , e il suo cuore femminile , vôto d ' inquietudine , si riempì di curiosità . Don Clemente le parlava della torre , delle arcate antiche , degli affreschi presso la porta della chiesa ed ella pensava : come farlo parlare di Maironi ? Lo interruppe spensieratamente mentre le mostrava la processione dei fraticelli di sasso , per domandargli se capitassero spesso al monastero anime stanche del mondo , disilluse , avide di darsi a Dio . " Sono protestante " diss ' ella . " Questo mi interessa molto . " Don Clemente pensò in cuor suo che questo le interessasse molto non per il suo protestantesimo ma per la sua amicizia colla signora Dessalle . " Spesso no " rispose " Qualche volta . Di solito quelle anime preferiscono altri Ordini . Ah , Lei è protestante ? Non Le rincrescerà , però , di entrare nella nostra chiesa ? Non dico nella Chiesa cattolica " soggiunse sorridendo e arrossendo " dico nella chiesa del nostro monastero . " E raccontò di un inglese , protestante , innamorato di San Benedetto , che faceva lunghi soggiorni a Subiaco , frequentava Santa Scolastica e il Sacro Speco . " È un ' anima bellissima " diss ' egli . Ma Noemi voleva ritornare al primo soggetto , sapere se qualcuno venisse mai dal mondo a servire il monastero per spirito di penitenza , senza vestire l ' abito . Non ebbe risposta perché don Clemente , veduto un colossale monaco entrare nel chiostro , le si scusò , andò a parlargli e ritornato a lei con il maestoso compagno , Le presentò in don Leone una guida superiore a lui di gran lunga per copia e profondità di dottrina ; e , con molto dispetto di lei , si allontanò . Rimasta sola , Jeanne fu ripresa dalla palpitazione violenta . Dio , come riviveva il passato , come riviveva Praglia ! Pensare ch ' egli andava e veniva per quell ' ingresso , per quei chiostri , chi sa quante volte al giorno , che aveva tanto dovuto ricordare Praglia , quell ' ora disposta dal destino , quell ' acqua versata , quell ' ebbrezza , quelle mani strette , nel ritorno , sotto la coperta di pelliccia ! Pensare ch ' egli era libero e che anche lei lo era ! Che febbre , che febbre ! Fra Antonio , sgomentato sulle prime di trovarsi lì questa signora che pareva senza fiato , rimase poi sbalordito della rapida loquela con la quale , a un tratto , ella lo assalì di domande . Il monastero , non aveva un orto vicino ? - Sì , vicinissimo , a tramontana . Di mezzo non c ' era che una stradicciuola . - E chi lo coltivava ? - Un ortolano . - Giovane ? Vecchio ? Di Subiaco ? Forestiere ? - Vecchio . Di Subiaco . - E nessun altro ? - Sì , Benedetto . - Benedetto ? Chi era Benedetto ? - Un giovane , del paese del Padre foresterario . - Di dov ' era il Padre foresterario ? - Di Brescia . - E questo giovine si chiamava Benedetto ? - Tutti lo chiamavano Benedetto ; se fosse proprio il suo vero nome fra Antonio non lo poteva dire . - Ma che uomo era ? - Oh , questo sì , fra Antonio lo poteva dire . Era quasi più santo dei frati . Si capiva dalla faccia che doveva essere di buona famiglia e alloggiava come un cane , non mangiava che pane , frutta ed erba , qualche notte la passava in preghiere , magari sulla montagna . Lavorava la terra e anche studiava in biblioteca col Padre foresterario . E un cuore , un cuore grande ! Tante volte aveva dato ai poveri anche quel magro vitto del convento . - E dove lo si potrebbe vedere adesso ? - Eh , nell ' orto certamente . Fra Antonio supponeva che stesse amministrando il solfato di rame alle viti . A Jeanne batte il cuore tanto forte che la vista le si oscura . Ella tace e non si move . Fra Antonio crede che non pensi più a Benedetto . " Ah signora " dice " Santa Scolastica è un bel monastero , ma bisogna vedere Praglia ! " Perché fra Antonio nella sua giovinezza , prima della soppressione dell ' Abbazia di Praglia , vi ha passato alcuni anni , e ne parla come di una madre venerata . - Ah , la chiesa di Praglia ! I chiostri ! Il chiostro pensile , il refettorio ! - Alle inattese parole Jeanne si esalta . Esse le dicono : va , va , va subito ! Ella scatta dalla seggiola . " Quest ' orto ? Per qual parte ci si va ? " Fra Antonio , un po ' sorpreso , le risponde che può recarvisi attraversando il monastero oppure girandolo di fuori . Jeanne esce , chiusa nel suo pensiero ardente , passa il cancello , gira a destra , entra nella galleria sotto la biblioteca , vi si ferma un momento stringendosi le mani sul cuore e procede . Il vaccaro del convento , fermo sull ' entrata del cortile dov ' è l ' Ospizio dei pellegrini , le mostra sull ' opposto fianco della viuzza chiusa fra due muri , l ' uscio dell ' orto . Ella gli domanda se avrebbe trovato nell ' orto un tale Benedetto . Malgrado lo sforzo di dominarsi , le trema la voce nell ' attesa di un sì . Il vaccaro risponde che non sa , si offre di andar a vedere , bussa più volte , chiama : " Benedè ! Benedè ! " Un passo , finalmente . Jeanne si appoggia allo stipite , per non cadere . Dio , se è Piero , cosa gli dirà ? L ' uscio si apre , non è Piero , è un vecchio . Jeanne respira , contenta , per un momento . Il vecchio la guarda , meravigliato , dice al vaccaro : " Benedetto non c 'è." La contentezza di lei è già svanita , ella si sente gelare ; quei due la guardano curiosi , in silenzio . " È questa signora " disse il vecchio " che cerca di Benedetto ? " Jeanne non rispose . Rispose per lei il vaccaro ; e poi raccontò che Benedetto aveva passato la notte fuori , ch ' egli lo aveva trovato all ' alba , tutto molle di pioggia , nel bosco del Sacro Speco , che gli aveva offerto del latte e che Benedetto aveva bevuto come un moribondo in cui rifluisca la vita . " Udite , Giovacchino " soggiunse il vaccaro , fattosi a un tratto solenne . " Quell ' omo bevuto ch ' ebbe , mi abbracciò così . Io stavo male , non avevo dormito , mi doleva il capo , mi dolevano tutte l ' ossa . Ebbene , dalle sue braccia mi vennero come tanti piccoli brividi e poi come un calore buono , un piacere , un sentirmi così bene che mi pareva avere nello stomaco due sorsi di acquavite , la più fina . Via il mal di capo , via il male d ' ossa , via tutto . E mi sono detto : per Caterina , quest ' omo è un Santo . E un Santo è . " Passò , mentr ' egli parlava , un povero sciancato , un accattone di Subiaco . Vista la signora , si fermò , le tese il cappello . Jeanne , tutta in quel che il vaccaro diceva , non si avvide di lui né lo udì quando , avendo il vaccaro finito di parlare , le chiese l ' elemosina per l ' amore di Dio . Ella domandò all ' ortolano dove questo Benedetto si potesse trovare . L ' ortolano si cercò una risposta nella nuca . Allora la voce flebile dell ' accattone gemette : " Cercate Benedetto ? Sta al Sacro Speco , sta al Sacro Speco . " Jeanne gli si voltò avida . " Al Sacro Speco ? " diss ' ella . E l ' ortolano domandò all ' accattone se ce l ' avesse veduto lui . L ' accattone raccontò , lagrimoso più che mai , come si fosse trovato più di un ' ora prima sulla strada del Sacro Speco , oltre il bosco dei lecci , proprio a due passi dal Convento con un fastello di legna ; come fosse caduto malamente e rimasto a giacere sotto il fastello . " Iddio e san Benedetto " diss ' egli " fecero che passasse un monaco . Questo monaco mi rialzò , mi confortò , mi prese a braccio , mi accompagnò al Convento dove gli altri monaci mi ristorarono . Io me ne venni via e il monaco rimase al Sacro Speco . " " E che c ' entra ? " fece l ' ortolano . " C ' entra che prima , vestito com ' era , non lo riconobbi , ma poi lo riconobbi . Era lui . " " Chi , lui ? " "Benedetto." " Ma chi era Benedetto ? " " Il monaco . " " Ma che sei pazzo ! - Scemo che sei ! " fecero l ' ortolano e il vaccaro . Jeanne diede allo sciancato una moneta d ' argento . " Pensate bene " diss ' ella . " Dite la verità . " Lo sciancato si sdilinquì in benedizioni , intercalandovi degli umili " quello che volete , quello che volete , - mi sarò sbagliato , mi sarò sbagliato " e se ne andò con la sequela di pii borbottamenti . Jeanne interrogò ancora il vaccaro e l ' ortolano . Possibile che Benedetto avesse vestito l ' abito ? Ma che ! L ' accattone era un povero scemo . Se n ' andò anche il vaccaro e Jeanne entrò nell ' orto , sedette sotto un ulivo , pensando che Noemi avrebbe facilmente saputo del portinaio dove trovarla . Il vecchio ortolano , curioso la sua parte , le domandò con molte scuse se fosse parente di Benedetto . " Perché si sa ch ' è un signore " diss ' egli . " Un signore grande . " Jeanne non rispose alla domanda . Volle invece sapere perché si avesse quell ' opinione della ricchezza di Piero . Ecco , si capiva dai modi , e anche dalla faccia ; una faccia da signore , proprio . E non s ' era fatto monaco ? Eh , no . E perché non s ' era fatto monaco ? Non si sapeva , di certo . Se ne dicevano tante . Si diceva persino che avesse moglie e che la moglie gli avesse fatto ciò che l ' ortolano chiamava un brutto gioco . Jeanne tacque e all ' ortolano balenò che quella lì fosse la moglie appunto , la donna del brutto gioco , che venisse , pentita , a implorar perdono . " Se questo fatto della moglie è vero " diss ' egli allora " la ci avrà avuto le sue ragioni , non dico , ma però come bontà d ' uomo , la non ne avrà trovato di certo uno migliore . Guardi , signora , questi padri sono persone sante , non c ' è che dire , ma uno buono come lui , né a Santa Scolastica né al Sacro Speco , glielo giuro io , non ci sta , benché c ' è don Clemente ch ' è santissimo ! Però come questo Benedetto , no . " A Jeanne tornarono subitamente in cuore le parole dell ' accattone : Benedetto , fatto monaco . Perché mai ? Si sgomentò che le tornassero in cuore senza una ragione . Non avevan detto quei due ch ' era una stoltezza e che l ' accattone era uno scimunito ? Sì , una stoltezza , lo capiva anche lei ; sì , uno scimunito , era parso tale anche a lei ; ma le parole stolte battevano e ribattevano al suo cuore , sinistre come maschere dalle facce assurde che battessero al vostro uscio in altro tempo che di carnevale . " Se si trattiene , signora " disse l ' ortolano " non passa una mezz ' ora che capita . Che ! Un quarto d ' ora ! Sta forse in biblioteca con don Clemente a studiare , o forse in chiesa . " Dalla biblioteca che cavalca la stradicciuola si esce direttamente nell ' orto . " Eccolo ! " esclamò il vecchio . Jeanne balzò in piedi . L ' uscio che mette dalla biblioteca nell ' orto si aperse lentamente . Invece di Piero comparve Noemi seguita da un gran frate . Noemi vide l ' amica fra gli ulivi e si arrestò di botto , sorpresa . Jeanne nell ' orto ? Possibile che ... ? No , il vecchio che le stava accanto non poteva essere Maironi e nessun altro era con lei . Sorrise , la minacciò col dito . Don Leone , inteso da Noemi che quella era la signora della quale gli aveva detto durante la visita del monastero ch ' era rimasta in portineria , prese congedo . Naturalmente le signore salirebbero al Sacro Speco e la passeggiata del Sacro Speco non conveniva più alla sua mole . Erano quasi le undici , la carrozza doveva trovarsi alle dodici e mezzo dove l ' avevano lasciata , perché a casa Selva si pranzava al tocco ; se Jeanne voleva vedere il Sacro Speco non c ' era tempo da perdere , posto che il suo malessere si fosse dileguato , come pareva . Noemi consigliava così e non s ' indugiò a chiedere spiegazioni , in presenza dell ' ortolano , dell ' aver piantato fra Antonio per correre a esplorare l ' orto . Si accontentò di sussurrare : " fingevi , eh ? " Jeanne rispose che al Sacro Speco ci doveva andar lei , Noemi , e subito , appunto . Ella intendeva di stare ad aspettarla nell ' orto . Noemi indovinò un ' altra commedia . " Oh no ! " diss ' ella . " O vieni al Sacro Speco o , se non stai bene , scendiamo subito a Subiaco ! " Jeanne obbiettò che scendere subito era inutile perché non si sarebbe trovata la carrozza ; ma Noemi non si arrese . Avrebbero fatto la discesa a grande agio , sarebbero state pronte a salire in carrozza appena venisse . Jeanne rifiutò ancora , più vivacemente , non avendo altre ragioni a opporre . Allora Noemi la guardò in silenzio , cercando leggerle negli occhi un disegno nascosto . In quell ' attimo di silenzio Jeanne fu rimorsa nel cuore dalle parole dell ' accattone . Prese impetuosamente il braccio dell ' amica . " Vuoi che venga al Sacro Speco ? " diss ' ella . " Bene , andiamo . Tu credi una cosa e non sai . Faccia il destino ! " Ma prima ancora di muovere un passo si sciolse da Noemi , che la guardava trasognata , scrisse a matita nel suo portafogli : " Sono al Sacro Speco . In nome di don Giuseppe Flores , mi aspetti . " Non firmò , stracciò la paginetta , la diede all ' ortolano " per quell ' uomo , se ritornava " riprese il braccio dell ' amica , dicendo : " Andiamo ! " Il sole ardeva sulla petraia fumante umidi odori di erbe e di sasso , inargentava i cirri di nebbione erranti lungo i fianchi della stretta valle selvaggia fino al cumulo enorme assiso là sul fondo , a cappello delle cime di Jenne ; la voce grande dell ' Aniene empiendo le solitudini . Jeanne saliva senza dir parola , senza rispondere alle domande di Noemi più e più sgomentata del suo silenzio , del suo pallore , del vederle le labbra strette a comprimere il pianto , del sentir sussultare il suo braccio . Perché ? Nella notte e fino all ' entrata di Santa Scolastica la povera creatura aveva ondeggiato fra il timore e la speranza , in una febbre di aspettazione . Adesso era un ' altra febbre . Almeno pareva . Pareva che avesse saputo , là nell ' orto , qualche cosa di cui non volesse parlare , qualche cosa di penoso , di pauroso . Cosa poteva essere ? Il tragico pianto delle acque invisibili , il tremare silenzioso dei fili d ' erba per la petraia , lo stesso calore ardente stringevano il cuore . Pochi passi prima dell ' Arco ritto a contenere la folla nereggiante dei lecci , Noemi ebbe il conforto di udire voci umane . Erano Dane , a cavallo , Marinier e l ' Abate a piedi , che scendevano insieme dal Sacro Speco . Dane mostrò molto piacere dell ' incontro , trattenne la sua cavalcatura , presentò le signore all ' Abate , parlò con entusiasmo del Sacro Speco . Jeanne , scambiata qualche parola coll ' Abate , gli domandò se qualcuno avesse pronunciato i voti solenni , o almeno vestito l ' abito , di recente . L ' Abate rispose ch ' era venuto a Santa Scolastica da pochi giorni e non era in grado di risponderle lì per lì ; ma non credeva che da un anno , a dir poco , nessuno a Santa Scolastica avesse fatto la professione solenne né vestito l ' abito di novizio . Jeanne s ' illuminò di gioia . Adesso lo capiva , era stata una stupida di dubitare possibile , anche per un solo momento , che Piero fosse diventato frate , da contadino , in dodici ore . Avrebbe voluto ritornare subito all ' orto di Santa Scolastica ; ma come fare ? Quale pretesto prendere ? Proseguì , ansiosa di sbrigarsi presto del Sacro Speco . Noemi propose di sostare un poco all ' ombra dei lecci che là sulla via delle anime agitate dall ' amor divino paiono torti anch ' essi da un interno furore ascetico , da un frenetico sforzo di svellersi dalla terra per avventar le braccia nel cielo . Jeanne rifiutò , impaziente . Aveva ripreso colore nel volto e luce negli occhi . Si mise spedita per la scaletta che termina il breve cammino e malgrado le proteste di Noemi , che non capiva il perché di tanto mutamento , non volle neppure riprender fiato in capo alla scala , ove improvvisamente si scopre la scena cupa , profonda della vallea , e alto , a sinistra , l ' orrido sasso caro ai falchi e ai corvi , rigonfio sopra le murature squallide , bucate di fori disadorni , che vi s ' incrostano per traverso sugli anfratti nudi e sono il monastero del Sacro Speco . Sotto il monastero , nel profondo , pende il roseto di san Benedetto e sotto il roseto pendono gli orti , pendono gli uliveti al ruggente Aniene scoperto . Il cumulo assiso sui monti di Jenne saliva invadendo il cielo . Una ondata d ' ombra passò sul sasso enorme , sul monastero , sul parapetto cui Noemi aveva appoggiato i gomiti , contemplando . " Questo è magnifico " diss ' ella . " Lasciami fermare un po ' qui almeno , ora che c ' è ombra ! " Ma in quel momento , a due passi da loro , si apriva la porticina del monastero e ne usciva una compagnia di stranieri , signori e signore . Il monaco che li aveva guidati , vedendo Jeanne e Noemi , tenne aperto l ' uscio in atto di aspettazione . Jeanne si affrettò a entrare e Noemi , mal suo grado , la seguì . " Affreschi del Trecento " disse il benedettino nell ' oscuro corridoio di entrata , con voce indifferente e passando . Noemi si fermò , curiosa delle pitture antiche . Jeanne tenne dietro al benedettino , senza guardare né a destra né a sinistra , distratta , tentata da un dubbio . Se l ' Abate non avesse detto il vero ? Se lo avesse detto l ' accattone ? La fantasia le rappresentò l ' incontro felice nel cortile di Praglia , il viso pallidissimo di lui , il " grazie " che l ' aveva fatta tremar di gioia . Le correvano brividi nel sangue e , come per una strappata di redini all ' immaginazione , si voltò a Noemi : " Vieni " diss ' ella . Seguì il monaco nulla udendo di quello ch ' egli diceva , nulla guardando di quello che indicava . Noemi dissimulava a fatica le proprie inquietudini . Presentiva un pericolo nel ritorno . Il punto pericoloso era l ' orto di Santa Scolastica dove Jeanne intendeva rientrare , secondo aveva detto al vecchio ortolano . Adesso le era passato il desiderio di vedere questo famoso Maironi . Non desiderava che di ritornare con Jeanne a casa Selva senz ' aver fatto incontri e avrebbe voluto indugiarsi al Sacro Speco il più possibile perché poi mancasse loro il tempo di sostare a Santa Scolastica . Perciò fingeva prendere alle viscere preziose del monastero dalla squallida pelle un interesse continuo , mentre invece sentiva solamente desiderio di ritornarvi un ' altra volta , con sua sorella o con suo cognato , in pace . Nel discendere in quella miniera della santità , né l ' una né l ' altra sapevano qual via facessero per l ' aria morta e fredda , per le ombre mistiche , per i chiarori giallognoli pioventi dall ' alto , per gli odori di sasso umido , di lucignoli fumosi , di arredi vecchioni , per le visioni di cappelle , di grotte , di croci negli sfondi bui di scale perdentisi in fuga , a paro con le loro volte acute , giù verso caverne inferiori , di marmi color di sangue , color di notte , color di neve , di rigide folle pie dalle facce bizantine ingombranti le pareti , i timpani delle arcate , di monacelle e di fraticelli ritti nelle strombature delle finestre , nei pennacchi delle vôlte , lungo il giro degli archivolti , ciascuno con la sua venerabile aureola . Non sapevano quale cammino vi facessero e Jeanne appena ne sentiva la realtà . Nello scendere la Scala Santa , precedendo il monaco seguito immediatamente da Jeanne e Noemi venendo ultima a cinque o sei gradini di distanza , Jeanne , improvvisamente , gittò le mani alle spalle della guida e subito , vergognando dell ' atto involontario , le ritolse mentre il monaco , fermatosi , le volgeva il capo , attonito . " Scusi " diss ' ella . " Chi è quel padre ? " Fra due ripiani della Scala , dietro un risalto della parete di sinistra , una figura tutta nera nella tonaca benedettina si teneva ritta nell ' angolo oscuro , appoggiando la fronte al marmo . Jeanne l ' aveva oltrepassata di quattro o cinque gradini senza vederla . S ' era voltata a guardare per caso , l ' aveva veduta , un istintivo sospetto le era lampeggiato nel cuor tremante . Il monaco rispose : " Non è un padre , signora . " Si chinò ad aprire con la chiave la cancellata di una cappella . " Cosa c ' è ? " chiese Noemi , sopraggiungendo . " Non è un padre ? " ripeté Jeanne . Nell ' udire la voce strana dell ' amica , Noemi trasalì . Neppure lei aveva notato la figura ritta nell ' ombra della parete . " Chi ? " diss ' ella . Il monaco , che intanto aveva aperto , intese " qui ? " e riferì la parola a un discorso di prima . " No " disse " il ritratto autentico di san Francesco non è qui . Più abbasso c ' è un san Francesco dipinto dal cavalier Manente . Lo vedranno dopo . Se vogliono passare ... " Noemi disse piano a Jeanne " cos ' hai ? " e avendo l ' altra risposto con voce più tranquilla " niente " le passò avanti , entrò nella cappella , ascoltando le spiegazioni del monaco . Allora la figura nera si staccò dalla parete . Jeanne la vide salire lenta nell ' ombra sotto le arcate ogivali . Toccato il ripiano superiore , la figura sparve a destra e subito ricomparve in un braccio di scala attraversato dall ' obliquo sfondo della scena , luminoso nel raggio di una finestra invisibile . La figura saliva lenta , quasi faticosamente . Prima di sparire dietro il fianco enorme di un ' arcata , piegò il capo a guardare in basso . Jeanne la riconobbe . Sull ' attimo , quasi obbedendo a una fulminea volontà impostasi a lei , quasi portata dal turbine del suo destino , pallida , risoluta , senza sapere cos ' avrebbe detto , cos ' avrebbe fatto , ella prese l ' ascesa . Attraversato il ripiano superiore , nel metter piede sulla scala chiara , traboccò a terra , vi giacque un momento ; sì che Noemi , uscita della cappella , non la vide , la credette discesa in cerca del ritratto di san Francesco . Si rialzò , riprese la via , povera creatura di passione , richiamata invano dalle immagini di celeste pace , irrigidite sulle mura sacre . Tutto era davanti a lei silenzio e vuoto . Ell ' andava per vie ignote a lei , veloce , sicura , come nella chiaroveggenza dell ' ipnosi . Passava per buie stretture , per chiarori larghi , senza esitar mai , senza guardare né a destra né a sinistra , chiusi e acuiti tutti i sensi nell ' udito , seguendo attimi di sussurri lontani , il dolersi lieve di un uscio , il vento di un altro , lo sfiorar di un abito a uno stipite . Così dai due spinti battenti dell ' ultima porta ella emerse rapida in faccia a lui . Anch ' egli l ' aveva riconosciuta sulla Scala Santa , all ' ultimo momento . Si tenne quasi certo di non essere stato riconosciuto alla sua volta ; cercò tuttavia di togliersi dal solito cammino dei visitatori . Quando udì giungere a quella recondita sala un fruscìo rapido di vesti femminili , comprese , aspettò , a fronte della porta . Ella lo vide e impietrò sull ' atto fra i battenti aperti , fissi gli occhi negli occhi di lui , che non avevano più lo sguardo di Piero Maironi . Era trasfigurato . La persona , forse per le vesti nere , pareva più sottile . Il viso pallido , scarno , spirava dalla fronte , fatta più alta , una dignità , una gravità , una dolcezza triste , che Jeanne non gli aveva conosciute mai . E gli occhi erano del tutto altri occhi , avevano un inesprimibile divino , tanta umiltà e tanto impero , l ' impero di un amore trascendente , originario non del suo cuore ma di una mistica fonte ad esso interna , di un amore oltrepassante il cuore di lei , ricercantele più addentro una recondita regione dell ' anima , ignota a lei stessa . Ella giunse lenta lenta le mani e piegò i ginocchi a terra . Benedetto si recò alle labbra l ' indice della sinistra e tese l ' altro alla parete fronteggiante il balcone aperto sui carpineti del Francolano e sul fragore del fiume profondo . Nel mezzo della parete nereggiava , grande , la parola SILENTIUM . Per secoli , da quando la parola era stata scritta , mai voce umana si era udita là dentro . Jeanne non guardò , non vide . A lei bastò quell ' indice alle labbra di Piero per serrar le sue . Ma non bastò per costringerle il pianto in gola . Guardava guardava lui con le labbra strette e le sdrucciolavano grosse sul viso lagrime silenziose . Immobile , pendenti le braccia lungo la persona , Benedetto chinò un poco il capo e chiuse gli occhi , assorto nello spirito . La grande , nera parola imperatoria , grave di ombre e di morte , trionfava sulle due anime umane , ruggendo contro a lei dal balcone lucente le anime belluine dell ' Aniene e del vento . A un tratto , pochi secondi dopo che gli occhi di Benedetto si erano chiusi allo sguardo di lei , ella balenò e si spezzò , dalle spalle alle ginocchia , in un singhiozzo amaro di tutta l ' amara sua sorte . Egli aperse allora gli occhi , la guardò dolcemente , ed ella ribevve avida il suo sguardo , ebbe ancora due singhiozzi , quasi di dolorosa gratitudine . E perché l ' amato si recò nuovamente l ' indice alla bocca , gli accennò del capo di sì , di sì , che avrebbe taciuto , che si sarebbe chetata . Obbedendo sempre al suo gesto , al suo sguardo , si alzò in piedi , si fece da banda , lo lasciò passare per i battenti aperti , lo seguì umile , con la sua speranza morta nel petto , con tanti dolci fantasmi morti nella mente , con il suo amore fatto tremore e venerazione . Lo seguì fino alla cappella che chiamano la chiesa superiore . Colà , di fronte alle tre piccole ogive che chiudono interne ombre dove si disegna un altare e una croce di argento brilla su parvenze fosche di pitture antiche , Jeanne s ' inginocchiò , com ' egli accennolle , sull ' inginocchiatoio appoggiato al fianco destro della grande arcata che gira sulla volta acuta , mentr ' egli s ' inginocchiava su quello appoggiato al fianco sinistro . Sul timpano dell ' arcata un pittore del secolo XIV ha dipinto il poema del massimo Dolore . Da un ' alta finestra di sinistra scendeva la luce alla Dolorosa ; Benedetto era nell ' ombra . La voce di lui mormorò appena udibilmente : " Senza fede ancora ? " Sommesso come aveva parlato egli e senza volgere il capo , ella rispose : "Sì." Egli tacque un momento e poi riprese con la stessa voce : " La desidera ? Potrebbe operare come se credesse in Dio ? " " Se non è necessario di mentire , sì . " " Promette di vivere per i miseri e per gli afflitti , come se ciascuno di essi fosse una parte dell ' anima da Lei amata ? " Jeanne non rispose . Era troppo veggente e troppo leale per affermare che lo poteva . " Promette di farlo " riprese Benedetto " se io prometto di chiamarla presso di me in un ' ora fissa dell ' avvenire ? " Ella non sapeva quale ora solenne , non lontana , egli pensasse , parlando così . Rispose palpitante : " Sì sì . " " In quell ' ora La chiamerò " disse la voce nell ' ombra . " Però non cerchi mai rivedermi prima . " Jeanne si strinse le mani sugli occhi , rispose un " no " soffocato . Le pareva di turbinare negli angosciosi sogni di una febbre mortale . Piero non parlava più . Passarono due , tre minuti . Ella si levò le mani dagli occhi lagrimosi , li fissò sulla croce che brillava là in faccia , oltre gli archetti ogivali , sulle fosche parvenze di pitture antiche . Mormorò : " Sa che don Giuseppe Flores è morto ? " Silenzio . Jeanne volse il capo . Nessuno era più nella chiesa . _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ CAPITOLO QUINTO . Il Santo . I . La luna era già tramontata e nel vento della tarda sera l ' Aniene discorreva ora forte ora piano , come colui che parlando concitato ricorda di tratto in tratto al suo interlocutore cosa da non lasciar udire ad altri . Il solo forse che in tutta la bella conca di Subiaco stesse attento al suo discorso , era Giovanni Selva . Seduto presso il parapetto della terrazza , egli vi teneva appoggiati i gomiti e guardava silenzioso nell ' ombra sonora . Maria e Noemi uscite anch ' esse a goder la frescura e gli aromi selvaggi del vento notturno , si tenevano in disparte . Maria sussurrò una parola all ' orecchio della sorella , che uscì . Rimasta sola , si accostò pian piano al marito , gli posò un bacio sui capelli : " Giovanni " diss ' ella . Quante volte , oppressa dalla violenza dell ' amore , non gli aveva ella data l ' anima sua , tutta sé stessa , in questa sola parola detta sotto voce , tutte l ' altre essendo manchevoli , per lei , o sciupate da troppe labbra ! Giovanni rispose mestamente , come stanco : "Maria." Non sentendosi più il viso di lei sui capelli , temette di esserle parso freddo . " Cara " diss ' egli . Ella tacque un momento e posategli ambedue le mani sul capo , prese ad accarezzarglielo lentamente , dicendo : " Beati coloro che soffrono per la Verità . " Egli si voltò con un sorridente fremito di affetto , guardò se Noemi fosse ancora presente , si attirò con un braccio il caro viso sulla bocca . " Ho tanto bisogno di te , " disse " della tua forza ! " " Sono tua per questo " rispose Maria " e sono forte solo perché tu mi ami . " Egli le prese una mano , la baciò , riverente . " Vedi ? " esclamò poi , alzando il viso . " Forse non sai proprio il più profondo del mio soffrire , perché è una cosa oscura anche a me che sono vecchio e non mi conosco ancora . Ci pensavo adesso . Pensavo che quando si soffre di una ferita la causa del soffrire si vede , ma quando si soffre di una febbre la causa è oscura così e non si arriva mai a conoscerla bene . " Un mese non era ancora trascorso dalla sera della riunione in cui si era parlato di una lega fra i cattolici progressisti . Nessuna lega n ' era venuta fuori ma uno strano seguito di fatti spiacevoli non poteva ragionevolmente attribuirsi ad altra origine . Il professore Dane era stato richiamato in Irlanda dal suo arcivescovo . Egli si era subito recato da un cardinale di curia , inglese , per rappresentargli le sue cattive condizioni di salute e chiedergli di appoggiare presso l ' Arcivescovo una domanda di dilazione . Sua Eminenza gli aveva aperto gli occhi . Il colpo era venuto da Roma dove si era malissimo disposti verso di lui . Soltanto per un riguardo al cardinale stesso , amico del Dane , e sopra tutto per riguardo al governo inglese , non si accontenterebbero coloro che avrebbero voluto far mettere all ' Indice i suoi libri e costringer lui a lasciare la cattedra . Il cardinale gli aveva consigliato di partire da Roma , dove il caldo era già molesto , e di ammalarsi un po ' più sul serio a Montecatini o a Salsomaggiore , dove lo avrebbero lasciato tranquillo . Don Clemente non si era più visto . Giovanni era andato a trovarlo a Santa Scolastica , dove il monaco gli aveva significato con le lagrime agli occhi che la loro amicizia doveva seppellirsi come un tesoro in tempo di guerra . A don Paolo Farè , che teneva in Pavia un corso di religione per gli adulti , era stato imposto di tacere . Il giovane di Leynì era stato colpito per mezzo della sua famiglia . La sua pia , eccellente madre lo aveva supplicato piangendo , in nome del morto padre suo , di rompere con i pericolosi amici Selva ; ed egli credeva che il passo le fosse stato suggerito dal confessore . Aveva resistito ma a prezzo della sua pace domestica . Finalmente , un periodico clericale aveva pubblicato tre articoli sull ' opera intera di Giovanni , riassumendo parziali lodi temperate e parziali biasimi aspri in un giudizio severissimo sul carattere , secondo il censore , razionalistico dell ' opera stessa e sulla temerità intollerabile dell ' autore , che , unicamente armato di sapere laico , aveva osato pubblicare scritture dove il difetto di scienza teologica si rivelava miseramente . In sostanza quegli articoli erano una terribile condanna preventiva proprio del libro che Giovanni stava scrivendo sui fondamenti razionali della morale cristiana , e preannunciavano , a giudizio degli esperti , l ' Indice per gli altri suoi lavori . " Dubiti delle tue idee ? " disse Maria . La domanda non era sincera . Ell ' aveva , malgrado il suo grande amore , una conoscenza profonda e chiara dell ' animo di suo marito . Pensava che soffrisse nel suo interno per il presentimento di una condanna ecclesiastica . Giovanni poteva parlare con disistima di certe sentenze della Congregazione dell ' Indice , ma la sua coscienza , riverente verso l ' autorità più ch ' egli stesso non pensasse , si turbava , secondo Maria , più ch ' egli stesso non volesse , del minacciato colpo . E Maria , temendo di ferirlo se dicesse " hai paura ? " aveva simulato un altro dubbio per aprirgli la via di confessare spontaneamente il vero . La risposta di Giovanni la sorprese . " Sì " diss ' egli . " Dubito di me . Non però nel modo che tu credi . Dubito di essere puramente un intellettuale e di esagerarmi l ' importanza , davanti a Dio , delle mie idee . Dubito di non viverle , le mie idee . Dubito di sentire troppo sdegno contro coloro che non le dividono , contro dei persecutori che dobbiamo amare , contro quell ' abate svizzero che venne qua con Dane e poi ha probabilmente parlato di ciò che si è detto allora tra noi , dove e come non doveva . Dubito di condurre una vita troppo inoperosa , troppo facile , troppo piacevole , perché a me lo studio è piacevole . Dubito del mio stesso amore di Dio perché sento troppo poco l ' amore del prossimo . Mi viene in mente che le dolcezze mistiche mi possono addormentare circa questo punto . Tu , Maria , tu vivi la tua fede ! Tu visiti gl ' infermi , tu lavori per i poveri , tu conforti , tu istruisci . Io non faccio niente . " " Io sono tu " mormorò Maria . " Sei tu che mi hai fatta così . E poi tu eserciti la carità intellettuale . " " No no , questa è per me una parola presuntuosa ! " Egli ricadde a contemplare in silenzio l ' ombra sonora . Maria sapeva che veramente il sentimento affettuoso della fraternità umana non era vivace in lui . Sentiva , non volendolo quasi confessare a sé stessa , che questa deficienza toglieva a suo marito di esercitare con successo il grande apostolato religioso che avrebbe dovuto rispondere alle sue disposizioni intellettuali , a quella fede profonda e luminosa ch ' era in lui frutto d ' ingegno , di studio , di amor divino più che di tradizione e di abitudine . Si rimproverava di essersi qualche volta compiaciuta della freddezza di Giovanni verso gli uomini , per il prezioso sapore che ne prendevano i tesori di affetto dati a lei . Egli aveva però la coscienza del dovere fraterno e mai ella non lo aveva conosciuto sordo alla preghiera , duro al dolore altrui . Non sentiva e quindi non amava Dio negli uomini , ch ' è il più sublime fuoco della carità ; sentiva e amava gli uomini in Dio , ch ' è freddo amore , come di un fratello buono al fratello soltanto per compiacere al padre . Ma quest ' ultima è la tempra comune anche dei cuori umani migliori . Quello di Giovanni era temprato così , non poteva dare la carità sublime di cui umilmente , tristemente si conosceva vôto . Maria , accarezzandogli i capelli con infinita tenerezza pia , sognava che fluisse per il proprio cuore , per le proprie mani a quel capo la soave indulgenza Divina . " Sai " diss ' ella " ti offro subito io un ' opera di carità che avrà molto merito . C ' è Noemi che ha ricevuto una lettera della sua amica Dessalle e dice di aver bisogno del tuo aiuto . " " Chiamala " diss ' egli . Noemi venne . Una leggera nube era passata quel giorno fra lei e Giovanni . Caso raro , avevano conversato insieme di religione . Noemi si teneva ciecamente aggrappata alla propria e non amava discuterne . Malgrado la sua tenerezza per Maria , il suo affettuoso rispetto per Giovanni , temeva di piegare , se esaminasse le ragioni e la natura del proprio credere , piuttosto verso lo scetticismo di Jeanne che verso il cattolicismo liberale e progressista dei Selva . Questo cattolicismo le pareva una cosa ibrida e forse aveva appreso da Jeanne a giudicarlo così , perché Jeanne , in qualche momento di cattiveria nervosa , difendeva con acrimonia il proprio scetticismo da quella fede che per essere luminosa di spirito e verità poteva riuscirgli formidabile . Ell ' era poi anche sempre in sospetto , non di sua sorella , ma di Giovanni che meditasse di convertirla ; e il sospetto era trapelato , quel giorno , discorrendo i due della confessione , nella vivacità di qualche risposta . Allora Giovanni le aveva dolcemente e gravemente ricordato che l ' errore accolto senz ' averne coscienza , col desiderio sincero e puro della verità , era incolpevole davanti a Dio ; ma che se un sentimento estraneo a quel desiderio avesse parte nella ripulsa della verità , ne sorgeva il peccato . Questo argomento ferì Noemi ancora più addentro . Ella fu per domandare al cognato i suoi titoli di vice - giudice divino . Si contenne e lasciò cadere il discorso . Più tardi , ripensandoci , ebbe rimorso del suo silenzio imbronciato ; non tanto perché le ultime parole di Giovanni avessero fatto cammino nella sua mente , quanto perché sapeva dei dispiaceri che le opinioni religiose da lui professate gli fruttavano , perché lo vedeva abbattuto di spirito . Anche per questo , richiamata da lui , pregata da sua sorella d ' essergli molto affettuosa , ella si risolse a una infedeltà verso Jeanne . Di quanto Jeanne le aveva scritto sotto il suggello del segreto , si era aperta con Maria solo fino al confine dello stretto necessario . Jeanne , sempre malata di corpo e di spirito , aveva udito parlare del Santo di Jenne che guariva i corpi e le anime , la pregava di recarsi a Jenne , di vedere questo Santo , di scrivergliene qualche cosa . Ora Noemi non poteva andare a Jenne tutta sola , doveva pur chiedere a Giovanni di accompagnarla . La sua prima confidenza si era fermata qui . Adesso ruppe tutti i suggelli dell ' amicizia e parlò . La povera Dessalle era più infelice che mai . Nel breve soggiorno a Subiaco aveva incontrato l ' antico amante . Esclamazione di Giovanni : era dunque proprio don Clemente ? No , era l ' uomo venuto alla villa col padre la sera dell ' arrivo di Jeanne , il garzone ortolano di Santa Scolastica , colui che non era più al monastero , colui del quale si parlava già in tutta la valle dell ' Aniene , e anche a Roma , come del Santo di Jenne . Noemi si scusò di non averlo detto subito , allora . Guai se Jeanne fosse venuta a saperlo , dopo le sue proibizioni di parlare ! E poi non serviva . Giovanni prese quasi furtivamente una mano di sua moglie e se la recò alle labbra . Maria intese e sorrise . Ambedue assalirono Noemi di domande . Sì , lo aveva riconosciuto la sera dell ' arrivo e adesso Giovanni e Maria potevano intendere il perché di quel tramortimento che si era visto . L ' incontro era poi avvenuto l ' indomani al Sacro Speco . Noemi ne sapeva soltanto che le speranze di lei n ' erano state distrutte , ch ' egli vestiva da monaco e aveva parlato come un uomo datosi a Dio per sempre , ch ' ella gli aveva promesso di dedicarsi ad opere di carità e che nessuna relazione diretta era più possibile fra loro . Adesso la Dessalle scriveva da villa Diedo , il soggiorno veneto dove si era ricondotta col fratello da Roma , due giorni dopo aver lasciato Subiaco . Scriveva in un ' ora di amarissimo sconforto . Il fratello , sorpreso ch ' ella si occupasse tanto de ' poveri , s ' irritava di questa novità nei suoi pensieri e nella sua vita . Largheggiasse di denaro , se le piaceva , quanto le piaceva ! Farsi venire una fila di pezzenti in casa , visitarli nei loro tugurii , no ! Questo era sciocco , era inutile , era noioso , era ridicolo , era pazzesco , era clericale . C ' erano altre difficoltà . Ell ' avrebbe desiderato entrare nelle associazioni femminili caritatevoli della città . Al contatto della signora che aveva tanto fatto parlare di sé per Maironi , che se pure andava qualche volta in chiesa la domenica però non adempiva il precetto pasquale , esse indietreggiavano chiudendosi in sé stesse come sensitive . E finalmente anche le sue abitudini di dama oziosa si ricomponevano via via dopo il primo strappo a impedirle il nuovo cammino , tanto più pronte quanto più il cammino si faceva difficile . Sentiva di dover soccombere se non le venisse una parola di consiglio , di aiuto da lui . Vederlo non poteva , scrivere non osava perché certamente egli aveva inteso vietare anche questo ed ella sarebbe morta piuttosto che fargli cosa sgradita , potendo evitarlo . Aveva letto una corrispondenza romana del Corriere sul " Santo di Jenne " dove si diceva che il Santo era giovine e aveva lavorato da bracciante nell ' orto di Santa Scolastica . Era lui , dunque ! Supplicava Noemi di andare a Jenne , di chiedergli per lei l ' elemosina di un conforto . Noemi era risoluta di andare . Vorrebbe Giovanni accompagnarla ? Nel tôno umile col quale lo chiese Giovanni sentì una tacita offerta di scuse e di pace , le stese la mano . " Di tutto cuore " diss ' egli . Maria si offerse per terza compagna . Fu stabilito di andare l ' indomani , a piedi , e di partire alle cinque del mattino per non avere il sole ardente sulla costa di Jenne , nuda e scoscesa . Poi si parlò del Santo . Tutta la valle ne era piena . La corrispondenza letta dalla Dessalle diceva che una quantità di gente affluiva a Jenne per vedere e udire il Santo , che si proclamavano guarigioni miracolose operate da lui , che i benedettini raccontavano con ammirazione la vita di penitenza e di preghiera ch ' egli aveva condotto per tre anni lavorando nell ' orto di Santa Scolastica . A Subiaco si raccontava ben altro . Un tale Torquato , guardaboschi , brav ' uomo , parente della domestica dei Selva , aveva detto a costei di essere andato a Jenne con un forestiere , una specie di poeta , venuto da Roma per parlare al Santo . Nell ' andata e nel ritorno aveva veduto , tutt ' assieme , forse una cinquantina di persone che si recavano a Jenne per lo stesso scopo . Fior di signori , anche ; sulla costa di Jenne una processione di donne che cantavano le litanie . A Jenne aveva saputo tutta la storia . Una notte l ' arciprete di Jenne aveva sognato un globo di fuoco sulla grande croce piantata a sommo della costa e questo globo di fuoco aveva acceso la croce che ardeva e splendeva senza consumarsi , illuminava tutte le montagne e le valli . Il giorno di poi egli si era visto capitare un giovine vestito da converso benedettino , che aveva l ' incarico di recargli una lettera . Questa lettera era dell ' Abate di Santa Scolastica e diceva : " Vi mando un angelo di fuoco ardente che farà parlare di Jenne in tutto l ' universo mondo . " Anche vi era scritto che questo giovine era nato principe grande di sangue di re , e che per servire Dio in umiltà si era fatto ortolano per tre anni a Santa Scolastica . E l ' arciprete si era come impazzito per la commozione di questo fuoco sognato e di questo fuoco arrivato , e gli era venuta una grandissima febbre . L ' indomani era giorno di festa . Degli altri due preti che stanno a Jenne uno era infermo e l ' altro se n ' era andato a Filettino due giorni prima per vedere sua madre inferma . La fantesca del parroco aveva raccontato nel paese di questo benedettino e del sogno e ogni cosa . La gente del paese era andata in chiesa per udir la messa del benedettino che avean veduto entrarvi , e non voleva credere che il benedettino non dicesse messa . Volevano che almeno predicasse , malgrado le sue proteste di non averne il diritto in chiesa ; e , presolo in mezzo , gli facevano tanta ressa intorno ch ' egli aveva accennato con la mano di uscire della chiesa promettendo ai vicini di parlare fuori . E fuori aveva parlato . Che avesse propriamente detto , la fantesca non l ' aveva saputo dire a Maria , né Maria l ' aveva poi potuto cavar bene a Torquato . Un po ' interrogando , un po ' immaginando , ella si ricostituì il suo discorso così : Potete voi entrare in chiesa ? Siete voi riconciliati con i vostri fratelli ? Sapete cosa Vi dice il Signore Gesù con questa parola che non si può avvicinarsi all ' altare senza essersi riconciliati con i fratelli ? Sapete che non potete entrare in chiesa se avete mancato contro la carità e la giustizia e non ne avete fatto ammenda , o non ne siete pentiti quando nessuna ammenda è possibile ? Sapete che non Vi è lecito di entrare in chiesa se nutrite qualche rancore verso i fratelli vostri non solo , ma pure se avete fatto torto loro in qualunque modo , negl ' interessi o nel ' onore , se avete detto loro ingiuria , se portate nel cuore desiderii disonesti contro i loro corpi e le loro anime ? Sapete che tutte le messe , le benedizioni , i rosarii , le litanie contano meno che niente se voi prima non vi purificate il cuore secondo la parola di Gesù ? Siete voi immondi di odio , d ' impurità ? Andate , Gesù non vi vuole in chiesa ! Ma che ! diceva Torquato . Il discorso era niente , era la voce , era il viso , erano gli occhi ! Il buon uomo ne parlava come se vi ci fosse trovato . Allora la gente , giù , in ginocchio , e pianti ; e certe donne , nemiche fra loro , ad abbracciarsi . Già non c ' erano che donne e vecchi perché gli uomini di Jenne son tutti pecorai a Nettuno e ad Anzio , e prima della fine di giugno non ritornano alla montagna . Il Santo , vedutili così contriti , aveva detto : entrate , inginocchiatevi , Iddio è dentro di voi , adoratelo in silenzio . La gente era entrata , una moltitudine . Eran caduti in ginocchio , tutti , e per un quarto d ' ora , Torquato raccontava così , si sarebbe udita , in quella grande chiesa , una mosca volare . Poi il Santo aveva intonato il " Padre nostro " a voce alta e , seguito dal popolo , lo aveva recitato lentamente sostando a ogni versetto . E Torquato raccontava che l ' arciprete , udito tutto questo , aveva baciato il suo ospite e nel baciarlo era guarito della febbre . Ecco portare infermi al Santo , in canonica , perché li benedica e li sani . Egli non voleva ma quanti riuscivano a toccargli , magari di furto , la tonaca , guarivano . E tanti andavano a lui per consiglio . C ' era stato un miracolo grande di una mula imbizzarrita sulla discesa della costa , ch ' era per gittare il suo cavaliere sulle pietre in vista del Santo , il quale saliva dall ' Infernillo portando acqua . Il Santo aveva stesa la mano e la mula si era chetata sull ' atto . Il racconto del guardaboschi fu riferito da Maria . " Che tutto sia vero come il principe di sangue reale ? " disse Noemi . " Domani si saprà " rispose Giovanni , alzandosi . II . Partirono verso le sei , col cielo coperto e un venticello fresco , fragrante di bosco e di montagna , vivo di vocine allegre di uccelli , purificatore anche dell ' anima . Ai bagni di Nerone presero la mulattiera ch ' entra nella stretta gola verde risalendo la destra dell ' Aniene . Si lasciarono a sinistra , in alto , Santa Scolastica , il Sacro Speco , la Casa del Beato Lorenzo , bianca sotto lo scoglio ferrigno . Si lasciarono a destra il ponte della Scalilla , una trave gettata alla sinistra sponda selvaggia del turbolento fiumicello . Parlarono molto , per la via , di questo strano Santo . Giovanni si stupiva che don Clemente non gli avesse detto nulla , in passato , della qualità di quel garzone ortolano . Gli piaceva il discorsino in piazza . Eran cose di cui aveva parlato con don Clemente , mostrandogli come quella parola di Gesù non sia affatto praticata né insegnata a dovere , come i cristiani migliori non l ' applichino che all ' uso dei sacramenti , come se i fedeli sapessero di non poter entrare in chiesa senz ' avere il cuore puro , il popolo cristiano sarebbe veramente di esempio al mondo e non si oserebbe affermare che la moralità è presso a poco la stessa dappertutto e non dipende dalle credenze . Gli piaceva molto anche il " Padre nostro " recitato in chiesa così . Non gli piacevano invece i miracoli ; dubitava di una debolezza dell ' uomo che non sapesse romperla risolutamente con la superstizione popolare a lui lusinghiera . Che poteva dire Noemi del carattere di quest ' uomo ? Quale concetto se n ' era fatto per le confidenze di Jeanne ? Noemi s ' imbarazzò . Tutto quello che ne aveva udito da Jeanne la persuadeva che Maironi si fosse condotto male con essa , che non l ' avesse veramente amata mai ; e le suggeriva in pari tempo una curiosità intellettuale che , combattuta , ritornava sempre : la curiosità di sapere se quell ' uomo avrebbe amato lei meglio di Jeanne . Rispose che il carattere di Maironi era per lei un enigma . E l ' intelligenza ? E la cultura ? Dell ' intelligenza né della cultura non poteva dir nulla ; però , se una donna come Jeanne Dessalle lo aveva tanto amato , doveva essere intelligente e colto . E le sue idee religiose di una volta ? A quest ' ultima domanda Noemi rispose che da certi fatti di cui le aveva parlato Jeanne , dalla influenza decisiva che le tradizioni religiose di famiglia avevano esercitato sopra di lui , secondo Jeanne , in una crisi del loro amore , ell ' arguiva che fosse allora un cattolico della vecchia scuola , non un cattolico ... Qui , Noemi s ' interruppe , arrossì e sorrise . Sorrise anche Giovanni . Invece Maria si oscurò un poco . Il discorso cadde . Camminarono per alquanto tempo in silenzio , solo scambiando un saluto con qualche montanaro che scendeva ai mulini di Subiaco sul mulo carico di grano . Sostarono a riposare sul prato di S . Giovanni che parte quel di Subiaco da quel di Jenne . Il Beato Lorenzo , bianco sotto lo scoglio ferrigno , li guardava alle spalle oramai , dall ' alto . Lumi di sole , rotte le nuvole , doravano i monti , e la piccola compagnia , pensando alla costa bruciata di Jenne , si rimetteva in cammino quando la incontrò il medico di Jenne che riconobbe Maria per averla veduta , tempo addietro , in casa di un collega di Subiaco . Salutò , trattenne la sua mula , sorridendo . " Loro signori vanno a Jenne ? Vanno a vedere il Santo ? Troveranno gran gente , oggi . " Gran gente ? Noemi è seccata perché teme di non poter vedere Maironi a suo agio , i Selva son curiosi di sapere . Perché , gran gente ? Perché vogliono il Santo a Filettino , lo vogliono a Vallepietra , a Trevi , e le donne di Jenne intendono averlo per sé . " Tutto per farmi riposare ! " soggiunse il medico . " E anche per far riposare il farmacista . Oggi il medico è il benedettino e la farmacia è la sua tonaca . " E raccontò che quel giorno doveva venir gente da Filettino , gente da Vallepietra , gente da Trevi per parlamentare con Jenne , venire a un accordo e dividersi il Santo . " Chi sa se non si bastoneranno ! " Intanto a Jenne c ' erano già i carabinieri . " Anche lei lo chiama " il Santo " ? " disse Maria . " Eh ! " rispose il medico , ridendo . " Così lo chiaman tutti . Meno però chi lo chiama il Diavolo , perché adesso a Jenne c ' è anche di questi . " Sorpresa . Questa era nuova . Chi lo chiamava il Diavolo ? E perché ? " Eh ! " Il medico fece il viso del furbo che la sa lunga e non la vuole dire tutta . " Ma ! " diss ' egli " ci sono due preti di Roma che villeggiano a Jenne ; due preti , due preti ... ! Son fini di molto . Cosa pensino del Santo a me non l ' hanno detto , ma intanto l ' arciprete s ' è tirato molto indietro e qualche altro pure . Quella è gente che lavora . Non si vede ma lavora . Sono insetti ... non per dirne male ! Anzi , forse , in questo caso , per dirne bene !...Sono insetti che quando si mettono ad ammazzare una pianta non toccano i frutti , non toccano i fiori , non toccano le foglie , sto per dire non toccano neanche le radici perché un beveraggio li arriverebbe , un colpo di zappa li scoprirebbe e loro non vogliono essere arrivati , non vogliono essere veduti . Si ficcano nel midollo . Ora ci stanno , nel midollo . Andrà un mese , andranno due , la pianta deve seccare e seccherà . " " Ma Lei " domandò Maria " cosa ne pensa ? Quest ' uomo si spaccia proprio per un santo ? È contento che della gente superstiziosa se lo disputi così ? È vero che ha guarito degli ammalati ? " Mentr ' ella parlava il medico rideva sempre . " Io rido " rispose . " È un caso di psicopatia mistica contagiosa . Scusino , devo trovarmi a Subiaco alle otto . Buon divertimento ! " Dato il colpo del suo malanimo , scosse le redini al mulo , e se n ' andò per paura di dover mostrare come colpissero le sue ragioni . Noemi , la più commossa dei tre per l ' atteso incontro con l ' uomo amato da Jeanne , incominciava a sentirsi stanca . Una seconda sosta si fece a piedi della costa di Jenne , sulle ghiaie rigate dai sottili rivoletti che vanno al fiume dalla grotta dell ' Infernillo . Ecco sopraggiungere qualcuno alle loro spalle . Che sorpresa e che gioia ! Don Clemente ! Anche il bel volto del padre si accese . Egli amava e riveriva Giovanni Selva come un grande cristiano , aveva talvolta a difendersi contro la tentazione di giudicar il suo superiore , l ' Abate , che gli aveva interdetto di visitarlo , contro la tentazione di appellarsi dall ' Abate a Qualcuno maggiore degli Abati e anche dei Pontefici , interno all ' anima sua . Ora Questi gli disse nell ' anima : " l ' incontro è mio dono " e il monaco si unì lieto agli amici . Maria lo presentò a Noemi ed egli arrossì ancora nel riconoscere la persona che aveva scambiato per la persecutrice di Benedetto . " E la sua amica ? " diss ' egli , tremando di apprendere che fosse lì presso . Rassicurato , lampeggiò di sollievo nel viso . Noemi ne sorrise ed egli , avvedutosene , rimase confuso . Sorrisero anche gli altri ma nessuno parlò . Il primo a rompere il silenzio fu Giovanni . Certo don Clemente andava a Jenne come loro ? E forse ci andava per lo stesso scopo , per vedere la stessa persona , l ' ortolano , eh , l ' ortolano di quella sera ? Ah don Clemente , don Clemente ! Sì , don Clemente andava pure a Jenne , ci andava per vedere Benedetto . E quanto all ' ortolano , si scusò . Inganno non c ' era stato , c ' era stato il desiderio che le due anime si avvicinassero senza violenza , nel modo più spontaneo , senza raccomandazioni e informazioni preventive . Preso a salire insieme la costa , parlarono di Benedetto . Noemi , dimentica della stanchezza , pendeva dalle labbra del padre , e il padre , appunto per questo , parlava così poco e così circospetto ch ' ella ne fremeva d ' impazienza , e in breve si sentì stanca da capo . Prese il braccio di Maria , lasciò che don Clemente si dilungasse con suo cognato . Allora don Clemente confidò a Giovanni che aveva una missione penosa . Pareva che qualcuno avesse scritto a Roma da Jenne in modo ostile a Benedetto , accusandolo di tenere discorsi non perfettamente ortodossi , di spacciarsi per taumaturgo e di vestire senza diritto un abito religioso che rendeva gravissimo lo scandalo . Certo da Roma era stato scritto all ' Abate e l ' Abate aveva dato l ' incarico a lui , don Clemente , di recarsi a Jenne e di chiedere a Benedetto la restituzione dell ' abito . Don Clemente aveva cercato invano dissuadere il vecchio Abate che se l ' era cavata con una barzelletta : " leggete il Vangelo , la Passione secondo S . Marco : chi segue Cristo quando tutti lo abbandonano bisogna che ci rimetta l ' abito . È un segno di santità . " E poiché qualcuno doveva portare questo messaggio a Jenne , don Clemente preferì di portarlo egli . Aveva poi anche ricevuto una strana lettera dell ' arciprete di Jenne . L ' arciprete , brav ' uomo ma timido , gli aveva scritto che Benedetto , a suo avviso , era veramente un pio cristiano ma che discorreva troppo di religione alla gente e che i suoi discorsi avevano qualche volta un certo sapore di quietismo e di razionalismo ; che lo si accusava di esercitare a profitto delle sue idee non tanto ortodosse un potere diabolico ; che l ' accusa era sicuramente falsa ma ch ' egli non aveva potuto , per prudenza , tenerlo ancora presso di sé , che forse il miglior partito sarebbe per lui di andarsene in qualche paese dove non fosse conosciuto e viverci quieto . Il dialogo fu interrotto da una chiamata di Maria . Noemi , spossata dal sole ardente , presa da palpitazione , aveva bisogno di un ' altra sosta . Le signore si erano sedute all ' ombra di un sasso . Don Clemente si congedò . Si sarebbero riveduti a Jenne ! Maria era molto angustiata per sua sorella , si rimproverava in cuor suo di non essersi opposta a che venisse a piedi . Lei e Giovanni tacevano guardando Noemi che sorrideva loro , pallida . In quel deserto di montagne senza bellezza , su quei sassi bruciati dal sole , il silenzio pesava di un peso mortale . Fu per tutti e tre un sollievo di udire voci di viandanti che salivano . Erano sei o sette persone , avevano seco due muli e salivano cantando il rosario . Quando furono vicini si videro sui muli una giovinetta e un uomo , sparuti ambedue , quasi cadaverici . La giovinetta , visti i Selva , spalancò gli occhi ; l ' uomo li teneva chiusi . Gli altri guardarono con certe facce compunte , continuando le preghiere . La nenia monotona si dilungò insieme al calpestio dei muli , si perdette nell ' alto . Poco dopo la triste processione sopraggiunse dal basso una brigata allegra di giovinotti borghesi che ridevano parlando di Quiriti a caccia piuttosto di Sabine che di Santi . Al vedere Giovanni e le due signore ammutolirono . Passati , ripresero a ridere e a scherzare ; scherzarono su Giovanni che forse era il Santo fra le tentatrici . Una grande nube dagli orli di argento , la prima di una flotta che veleggiava verso ponente , oscurò il sole ; e Noemi , alquanto rinfrancata , propose di approfittare dell ' ombra per rimettersi in via . Pochi passi sotto la croce sognata , secondo quel Torquato , dall ' arciprete , incontrarono un borghese vestito di nero che scendeva sul mulo . " Scusino " diss ' egli alle signore , trattenendo il mulo , " una di Loro è Sua Eccellenza la duchessa di Civitella ? " Udita la risposta , si scusò dicendo che un senatore suo amico gli aveva raccomandata questa duchessa , da lui non conosciuta , che doveva capitare a Jenne per vedere il Santo . " Già " diss ' egli sorridendo . " Forse anche Loro . Tutti adesso . Una volta ci venivano a vedere un Papa . Sicuro . A Jenne c ' era un Papa . Alessandro IV . Vedranno l ' iscrizione . " Calores aestivos vitandi caussa . " Adesso ci vengono per un Santo . Dovrebb ' essere più che un Papa . Ho paura che sia meno ! Hanno visto i due malati ? Hanno visto gli studenti di Roma ? Eh , vedranno altro , vedranno altro ! Ma ho paura che sia meno . Buon viaggio a Loro signori ! " Oltrepassata la croce , montarono in faccia al cielo aperto , fra i dorsi verdi pendenti alla conca romita di Jenne , incoronata là di fronte dalla povera greggia di casupole che il campanile governa . Giovanni era stato a Jenne altre volte e non gli parve diversa perché ora vi dimorasse un Santo e vi si operassero miracoli . Sua moglie , che ci veniva per la prima volta , ebbe l ' impressione di un luogo spirante raccoglimento religioso per quel senso di altezza non suggerito da vedute lontane , per quel cielo profondo dietro il villaggio , per la solitudine , per il silenzio . Noemi pensò con pietà profonda alla povera lontana Jeanne . III . L ' oste di Jenne , un brav ' uomo in occhiali , nobilmente cortese , che conosceva il mondo per essere stato in America e tuttavia pareva immune delle sue corruzioni , parlò di Benedetto ai nuovi arrivati con favore , in sostanza ; però non senza certo riserbo diplomatico . Non lo chiamava il Santo ; lo chiamava fra Benedetto . I Selva seppero da lui che Benedetto viveva in una capanna sua , lavorandogli per compenso un campicello . Chi lo volesse vedere doveva aspettare le undici . Adesso stava falciando l ' erba . La sua vita era questa . Sull ' alba andava alla messa dell ' arciprete . Lavorava fino alle undici . Mangiava pane , erbe , frutta , non beveva che acqua . Nel pomeriggio lavorava per niente le terre delle vedove e degli orfani . La sera , seduto sulla sua porta , parlava di religione . Alle dieci e mezzo i Selva e Noemi andarono a veder Sant ' Andrea , la chiesa di Jenne , accompagnati dall ' ostessa , bella donna poderosa , pulitissima , semplice , ilare modestamente . Usciti in piazza dal dedaluccio di vicoletti dov ' è l ' osteria , vi trovarono gran capannelli di donne , a detta dell ' ostessa , forestiere . Ella le distingueva dai busti , dai guarnelli , dalle calzature . Queste erano di Trevi , quelle di Filettino , quell ' altre di Vallepietra . L ' ostessa entrò in un forno a destra della chiesa dove parecchie donne di Jenne si facevan cuocere le stiacciate , ciascuna la propria . " Forestiere che vogliono parlare al nostro Santo " diss ' ella a Maria . Ella non diceva " Fra Benedetto " come il marito ; diceva " il Santo " . " Non a lui , però " dichiarò arrossendo " perché lui si stizzisce . " No , non si stizziva veramente , perché gli era un Santo ; ma pregava con dolore di non venir chiamato così . Nel gran chiesone rovinoso che " una domenica o l ' altra " diceva l ' ostessa " ce schiaccia tutti come topi " non c ' erano che i due malati e la loro compagnia . I due malati erano stati adagiati sul pavimento , proprio nel mezzo della chiesa , con due guanciali sotto il capo . I loro compagni salmeggiavano ginocchioni e non guardarono a chi entrava , continuarono a salmeggiare . " Forse li hanno condotti per farli benedire al Santo " disse l ' ostessa sotto voce " ma di questo il Santo ha dolore . Non vuole . Forse cercheranno di toccargli l ' abito di soppiatto e questo pure è difficile , ora . " Quella povera gente cessò di salmeggiare e una donna venne a domandare all ' ostessa se le undici fossero suonate . Le rispose Maria che mancava un quarto d ' ora e le domandò degl ' infermi . L ' uomo era malato di febbri , da due anni ; la ragazza , sua sorella , di cuore . Venivano dal piano di Arcinazzo , una strada di parecchie ore , per farsi guarire dal Santo di Jenne . Una donna di Arcinazzo , malata di cuore , era guarita giorni prima solo con toccargli l ' abito . Maria e Noemi parlarono agli infermi . La ragazza era fidente . L ' uomo , che tremava di febbre , pareva fosse esser venuto per accontentare i suoi , per provare anche questa . Aveva molto sofferto del viaggio . " So ' strade per andare all ' altro mondo " diss ' egli " e la guarigione sarà quella . " Una donna , forse sua madre , ruppe in pianto e lo supplicò di pregare , di raccomandarsi a Gesù e Maria . Le due signore si allontanarono , richiamate da Giovanni per un tafferuglio che avveniva sulla piazza fra le donne e quegli studenti che avevano oltrepassato i Selva sulla costa di Jenne . Gli studenti dovevano avere scherzato male sulla devozione loro al Santo . Erano inviperite . Quelle di Jenne sbucarono dal forno . Da un ' altra parte sbucarono due pennacchi di carabinieri . Noemi e Maria entrarono fra le donne a metter pace . Giovanni arringò gli studenti che ridevano per braveria , con pericolo di peggio . Un canto suonò dalla chiesa , prima velato , poi , aprendosi la porta , forte : " Sancta Maria , ora pro nobis . " Comparvero i due ammalati . La ragazza camminava sorretta , l ' uomo era portato a braccia , dalla testa e dai piedi , spenzolato come un cadavere . E anche le portatrici cantavano , solenni in viso : " Sancta Virgo virginum , ora pro nobis . " Sulla piazza le donne caddero ginocchioni tutte insieme , intorno ai carabinieri sbalorditi ; gli studenti ammutolirono ; una cavalcata di signori e signore che entrava in piazza dalla mulettiera di Val d ' Aniene , si arrestò . Maria prima , quindi Noemi , tratte a terra da uno spirito che metteva loro brividi di commozione , s ' inginocchiarono . Giovanni esitò . Quella non era la sua fede . A lui sarebbe parso di offendere il Creatore e Donatore della ragione facendo viaggiare a lungo sul mulo degli ammalati perché un simulacro , una reliquia , un uomo , li guarisse miracolosamente . Però era fede . Era , dentro un rude involucro d ' ignoranze caduche , il senso , negato alle menti superbe , dell ' ascosa Verità che è Vita , radio misterioso dentro un ammasso di minerale impuro . Era fede , era incolpevole errore , era amore , era dolore , era un che visibile degli accolti più alti misteri dell ' Universo . La terra stessa e la grande faccia triste della chiesa e le piccole facce umili delle casupole intorno alla piazza , parevano averne intelletto e riverenza . Giovanni si vide in mente la immagine di una morta , statagli cara , che aveva creduto così , un ' aura gelata corse anche a lui nel sangue , le ginocchia gli si piegarono sotto . La compagnia degli ammalati passò cantando colla faccia levata : " Mater Christi " . Le donne inginocchiate risposero colla faccia a terra : " Ora pro nobis " . Poi si alzarono e seguirono il corteo . Intanto tre o quattro donne di Jenne dissero forte : " Non vole ! Non vole ! " Una spiegò a Maria che il Santo non voleva gli fossero portati infermi . Non furono ascoltate e seguirono anche loro , curiose di quel che sarebbe . Pure i Selva , sulle prime renitenti , si mossero dietro a Noemi , avida . Alle loro spalle , con quel giusto intervallo che li dimostrasse spettatori e non seguaci , si avviarono gli studenti . Soli , assai più da lontano , seguivano i carabinieri , ultima coda del serpe di gente , che guizzò e scomparve dentro un fesso dell ' ammasso di casolari fronteggianti la chiesa . Scomparve , si torse per i vicoletti oscuri dai nomi pomposi , che riescono a un ' altra fronte del villaggio , la più misera , la più deforme . Ivi , sulla ruina sassosa del monte , male affisse ai ronchioni , alle lastre della roccia , sdrucciolano in basso fra i ciottoli le stamberghe ammassellate . Le finestrine nere guardano come occhiaie di scheletri il silenzio della valle profonda , chiusa . Le porte versano sulla ruina scalini diruti . Le più non ne hanno che tre o quattro scheggioni . Qualcuna n ' è rimasta del tutto vedova . Quando ci si è a fatica inerpicati dentro si trovan caverne senza luce né aria . " So ' mali passi , vigoli cattivi " disse alle signore dalla sua porta una vecchia , sorridendo . Una di questa caverne male accessibili era la dimora di Benedetto . Due rivi della turba , rotta nella discesa , vi si riunirono sotto la porta aperta . Da un forno lì accanto le donne uscirono a dire che Benedetto non c ' era . La turba ondeggiò intorno ai due infermi , si levarono voci di lamento . Domande ansiose , diversi mormorii risalirono per i due rivi di gente su all ' altro capo della processione , dove non si era inteso il perché di quei gemiti e si faceva ressa per scendere , per vedere . Forse qualche maggior guaio era accaduto agli ammalati , fermi nel sole ardente . Tre studenti scivolarono giù fra le donne levandone grugniti di male parole . Ecco , una donna di Jenne ha detto : " Portateli dentro , poverini . " Sì , sì , dentro , dentro ! Nella casa del Santo ! La gente si aspetta già il miracolo dalle pareti fra le quali egli vive , dal suolo che preme , dagli arredi pregni della sua santità . Sul letto del Santo ! Sul letto del Santo ! Si posano delle assicelle sui pietroni smozzicati che salgono alla porta di Benedetto , i due infermi sono tra spinti e portati su da un ' ondata . Eccoli stesi per traverso sul giaciglio del Santo . L ' ondata empie la caverna . Tutti cadono ginocchioni , a pregare . È caverna veramente . Un fianco intero n ' è parete giallastra di roccia , tagliata per isghembo . Si cammina sulla terra nuda , mal calcata . Accanto al giaciglio , alto due palmi , è un focolare . Non vi son finestre , ma un raggio di sole , entrato per il camino , batte , celeste fiamma , sulla pietra senza cenere del focolare . Una coperta bruna è stesa sul letto . Una croce è scolpita rozzamente sulla parete obliqua di roccia , presso all ' entrata . In un angolo si vede , sola ricchezza , una gran secchia piena d ' acqua , un catino verde , una bottiglia , un bicchiere . Alcuni libri sono accatastati sopra una sdruscita seggiola di paglia . Un ' altra seggiola porta un piatto di fave e del pane . Il luogo ha l ' aspetto di una estrema povertà , ordinata e pulita . L ' uomo , febbricitante , si lagna del freddo , dell ' umido , del buio . Dice di star peggio e che lo hanno condotto a morire . Lo scongiurano di chetarsi , di sperare . Invece la sua giovinetta sorella dal cuore ammalato , un minuto dopo che l ' han posata sul letto , sente sollievo . Lo annuncia subito , annuncia che guarisce . Intorno a lei si lagrima e si ride insieme , si loda il Signore . Le si baciano le vesti come s ' ella pure fosse divenuta santa , si grida l ' annuncio fuori . Voci di gioia rispondono , altra gente si caccia nella caverna col viso acceso , con gli occhi avidi . Ma in quel momento qualcuno , ch ' è sceso più abbasso in cerca del Santo , grida da lontano : il Santo viene ! il Santo viene ! Allora la caverna rigurgita gente sulla china , un fracasso di voci e di passi trabocca in giù , in un attimo tutto è vuoto intorno ai Selva e a tre o quattro studenti , fermi sotto l ' entrata della capanna . Delle donne di Jenne parte è ritornata nel forno al lavoro , parte sta a guardare sulla porta . Maria scambia qualche parola con queste . Tutta forestiera quella gente ch ' è scesa ? Eh sì , non tutta ma quasi . Gente di Vallepietra , la più parte . Sarebbe meglio che da Vallepietra ci venisse l ' acqua . E che vogliono ? Portarsi via il Santo da Jenne ? Sì , dicevano anche questo , parlavano di far gran cose . E voi ? Noi si sa che lui non vole andare . E poi ... Le compagne gridano qualche cosa dal di dentro , la donna si volta , succede un litigio , i due Selva e gli studenti entrano a vedere la guarita miracolosamente . Noemi rimane fuori . È impaziente di vedere Benedetto , palpita , non ne comprende il perché , si chiama stupida nel suo cuore ; ma non si muove . Due tonache benedettine venivano per i campicelli del basso , da lontano . Sopra la seconda lampeggiava tratto tratto un ferro di falce . Udito piombar dall ' alto lo scroscio delle voci e dei passi , Benedetto disse al suo compagno con un sorriso : " Padre mio . " Don Clemente , appena arrivato a Jenne , aveva raggiunto Benedetto sul praticello che stava falciando , gli aveva recato il messaggio doloroso e promesso , dopo un lungo colloquio , di tenere a chi lo chiamava santo certo discorso che Benedetto desiderò . Udì anche lui lo scroscio della folla che scendeva , le grida " il Santo ! il Santo ! " e quando Benedetto gli ebbe detto sorridendo : " Padre mio ! " impallidì , fece un gesto di acquiescenza e passò avanti . Benedetto depose la falce , uscì un poco del sentiero , sedette dietro un masso e un gran melo fiorito , che lo nascondevano ai sopravvegnenti . Don Clemente li affrontò solo . Al primo vederlo coloro si arrestarono . Più voci dissero : " non è lui ! " e altre voci : " lui è dietro ! " e altre ancora dalla retroguardia : " passate avanti ! " La colonna si mosse . Allora don Clemente levò la mano e disse : "Ascoltate." L ' uomo che non sapeva parlare a due persone sconosciute senza coprirsi di rossore , adesso era pallidissimo . La voce dolcemente velata si udì appena ma si vide il gesto . Il bellissimo viso sereno , l ' alta persona , imposero riverenza . " Voi cercate Benedetto " diss ' egli . " Voi lo chiamate Santo . Questo è un grandissimo dolore che voi gli date . Egli ha pur detto a tutti dal primo giorno del suo arrivo a Jenne di essere un gran peccatore ridotto a penitenza per la infinita bontà di Dio . Ma egli vuole che io vi confermi questo . Lo confermo , è la verità . È stato un gran peccatore . Domani potrebbe cadere ancora . Se vi credesse un solo momento quando voi lo chiamate Santo , Iddio si allontanerebbe da lui . Non lo chiamate più Santo e soprattutto , poi , non gli domandate più miracoli . " " Padre " lo interruppe con voce solenne , facendosi avanti e allargando le braccia , un vecchio alto , magro , sdentato , dal profilo d ' aquila . " Padre , noi non domandiamo il miracolo , il miracolo è fatto , la donna , come ha toccato la dimora dell ' uomo è guarita , e noi Le diciamo che l ' uomo è santo e se a Jenne vi è gente che dice altre cose è gente degna di bruciare nel fondo dell ' inferno . Padre , noi Le baciamo le mani ma diciamo questo . " " C ' è un ammalato , ancora ! C ' è un ammalato , ancora ! " gridarono dieci , venti voci . " Venga il Santo ! " Dal gruppo degli studenti , alla retroguardia , si gridò : " avanti il Santo ! Il Santo parli ! " " O che modo è questo ? " fece il vecchio volgendosi addietro con dispetto , da spodestato oratore del popolo . " Che modo è questo ? " Un subisso di voci sdegnose coperse la sua , gridando gli studenti sempre più forte : " Venga il Santo ! Parli il Santo ! Via il prete ! Via ! " Le donne si voltarono minacciose : " Via voi , via ! " E in alto , dalle stamberghe appollaiate sulla rovina , sbucarono i pennacchi dei carabinieri . Allora Benedetto si alzò , uscì allo scoperto . Appena fu veduto , un gran clamore di gioia lo accolse . I Selva si fecero sulla porta della caverna a guardare in giù , Noemi scese di corsa . Benedetto si trovò attorniato in un lampo da gente che gli baciava la tonaca benedicendo . Molti , ginocchioni , piangevano . Noemi , ch ' era discesa sola dietro gli studenti , si slanciò avanti , vide finalmente l ' uomo . Jeanne le ne aveva mostrate più fotografie , dicendo però che di nessuna era soddisfatta pienamente . Nella fisonomia simpatica di Piero Maironi Noemi aveva letto un ' ombra interna di tristezza ; quella di Benedetto luceva di straordinaria vita . Da due giorni egli si era fatto radere capelli e barba per aver udito una donna sussurrare : " è bello come Gesù . " La espressione dell ' anima dominatrice gli si era accentuata nel naso più prominente per la maggiore magrezza , nelle grandi occhiaie scure . Gli occhi avevano un fascino inesprimibile . Spiravano tristezza anche adesso ma una tristezza dolce , piena di vigore e di pace , di devozione mistica . Attorniato , sotto la bianca nuvoletta del melo fiorente , dalla turba prostrata , circonfuso di sole e di mobili ombre , pareva una visione di pittore antico . Noemi impietrò , stretta alla gola da un groppo di pianto . Presso a lei parecchie donne piangevano , solo per averlo veduto , penetrate da una suggestione vicendevole . Una di esse , ammalata , stanca , si era seduta sull ' orlo del sentiero , non poteva vedere il Santo , piangeva di commozione senza saperne il perché . Sopraggiunsero dei ritardatarii , un vecchio e tre donne di Vallepietra . Subito le tre donne , scambiando don Clemente per Benedetto , si misero a singhiozzare e a gridare : " com ' è bello , com ' è bello ! " Intanto , sotto la bianca nuvoletta del melo fiorito , Benedetto riuscì con parole di dolore , di supplica , di rampogna , a respingere l ' assalto della turba adoratrice , a farla rialzare in piedi . Un grido partì dal gruppo degli studenti : " parli ! " In quello stesso momento , lassù in alto , le campane di Jenne annunciarono solenni il mezzogiorno al villaggio , alle solitudine , al monte Leo , al monte Sant ' Antonio , al monte Altuino , alle nubi veleggianti verso ponente . Benedetto si pose l ' indice alla bocca , le campane parlarono sole . Guardò don Clemente come per un tacito invito . Don Clemente si scoperse e cominciò a dire l ' Angelus Domini . Benedetto , in piedi , a mani giunte , lo disse con lui e fino a che le campane suonarono tenne gli occhi fissi sul giovane che gli aveva gridato di parlare : gli occhi pieni di tristezza , di dolcezza mistica . Quello sguardo ineffabile , il suono delle campane solenni , il tremar dell ' erba , l ' ondular lieve dei rami fioriti al vento , il rapimento di tante facce lagrimose volte a una sola si componevano insieme per Noemi in una parola unica che la esaltava senza rivelarsi , come tormenta l ' anima nel desiderio di sé la parola occulta sotto una tragica processione di accordi musicali . Le campane tacquero e Benedetto disse dolcemente a chi gli stava di fronte : " Chi siete voi e cosa è accaduto che vi ha fatto venire a me come se io fossi quello che non sono ? " Gli fu risposto da più voci a un tempo , gli fu detto del miracolo e com ' egli fosse desiderato nel villaggio degli uni e nel villaggio degli altri . " Voi esaltate me " diss ' egli " perché siete ciechi . Se questa giovine è guarita non io l ' ho guarita ma la sua fede . Questa forza della fede che l ' ha fatta alzarsi e camminare è nel mondo di Dio , dappertutto e sempre , come la forza dello spavento che fa tremare e cadere . È una forza nell ' anima come le forze che sono nell ' acqua e nel fuoco . Dunque se la giovine è guarita è perché Dio ha disposto nel suo mondo questa gran forza ; datene lode a Dio e non a me . Ma poi udite . Voi offendete Dio se la Sua potenza e bontà vi paiono più grandi nei miracoli . Esse sono dappertutto e sempre infinite . È difficile di capire come la fede risani , ma è impossibile di capire come questi fiori vivano . Il Signore non sarebbe mica meno potente né meno buono se questa giovane non fosse guarita . Pregate di guarire sì , ma pregate più ancora di comprendere questa grande cosa che vi ho detto ora , pregate di poter adorare la volontà del Signore quando vi dà la morte come quando vi dà la vita . Vi sono nel mondo degli uomini che credono di non credere in Dio e quando le malattie e la morte entrano nelle loro case , dicono : è la legge , è la natura , è l ' ordine dell ' Universo , noi pieghiamo il capo , noi accettiamo senza mormorare , noi proseguiamo il cammino del nostro dovere . Guardate che questi uomini non passino avanti a voi nel regno dei cieli . E pensate anche quali miracoli domandate . Voi venite per esser guariti dalle malattie del corpo , voi volete che io venga nei vostri villaggi per questo . Abbiate fede e guarirete senza di me . Ricordatevi però che potreste usare anche meglio la vostra fede secondo la volontà di Dio . Siete voi tutti e interamente sani dell ' anima vostra ? No , voi non lo siete ; e che vi servirà di aver l ' otre sana se il vino è guasto ? Voi amate voi stessi e le vostre famiglie più della verità , più della giustizia , più della legge divina . Voi avete presente sempre quello ch ' è dovuto a voi e ai vostri e ben di rado quello ch ' è dovuto agli altri . Voi credete di salvarvi colla moltitudine delle preghiere . E nemmeno sapete pregare . Voi pregate allo stesso modo i Santi che sono i servi e Iddio ch ' è il Padrone ; quando non fate peggio ! Voi non pensate che al Padrone non importano le molte parole , ch ' Egli preferisce essere servito fedelmente in silenzio col pensiero sempre alla Sua volontà . E non intendete i vostri mali , siete come il moribondo che dice : " sto bene . " Forse alcuno di voi pensa in questo momento : se non intendo il male che faccio , il Signore non mi condannerà . Ma il Signore non giudica come i giudici del mondo . L ' uomo che ha preso un veleno senza saperlo deve cadere come colui che lo ha voluto prendere . L ' uomo che non ha la veste bianca non può entrare nella cena del Signore anche se non sapeva che la veste non era necessaria . Colui che ama se stesso sopra ogni cosa , sappia o non sappia il suo peccato , non passa per la porta del regno dei cieli , allo stesso modo che il dito della sposa , se è ripiegato sopra sé stesso , non entra nell ' anello offerto dallo sposo . Conoscete le infermità dell ' anima vostra e pregate con fede di esserne sanati . Vi dico in nome di Cristo che lo sarete . La guarigione del vostro corpo è buona per voi , per la famiglia vostra , per gli animali e le piante che avete in cura ; ma la guarigione dell ' anima vostra , credete questa cosa benché non la comprendete ! la guarigione dell ' anima vostra è buona per tutte le povere anime dei viventi sbattuti fra il bene e il male , è buona per tutte le povere anime dei morti che si purificano con fatica e dolore , come la vittoria di un soldato è buona per tutti della sua nazione . È anche buona per gli Angeli , che sentono tanta gioia , ha detto Gesù , per la guarigione di un ' anima , e la gioia fa crescere la loro potenza , e la loro potenza , credete voi che sia per le tenebre o per la luce , per la morte o per la vita ? Domandate con fede , prima la guarigione dell ' anima e poi la guarigione del corpo ! " Dal ripido pendìo gli si porgeva una fitta di visi ; avidi i più alti cui soltanto giungeva il suono della voce , e rigati di pianto ; parte attoniti i più vicini , parte entusiasti , parte dubbiosi . Anche a Noemi colavano lagrime lungo le guancie smorte . Gli studenti avevano smesso l ' aria beffarda . Quando Benedetto tacque , uno di loro avanzò risoluto e serio , per parlare . In quel mentre il vecchio esclamò : " E voi ci guarite l ' anima ! " Altre voci ripeterono ansiose : " E voi ci guarite l ' anima ! E voi ci guarite l ' anima ! " In un baleno , tutta l ' avanguardia , presa dal contagio , traboccò in ginocchio tendendo le braccia supplici : " E voi ci guarite l ' anima ! E voi ci guarite l ' anima ! " Benedetto si gettò avanti con le mani nei capelli , esclamando : " Che fate ancora ? Che fate ancora ? " Un grido suonò dall ' alto : " la miracolata ! " La giovinetta che , posata sul giaciglio di Benedetto , si era sentita risanare , scendeva al braccio di una sorella maggiore , cercando Benedetto . Questi non badò al grido , al balenar della gente lassù , che si divideva per lasciar passare le due donne . Non valendo a far rialzare la gente , cadde ginocchioni egli pure . Allora coloro che gli stavano intorno si rialzarono , e giungendo ad essi il fremito commosso e le voci : " La miracolata ! La miracolata ! " fecero rialzare lui che pareva non avere udito . " La miracolata ! " gli diceva ciascuno , " la miracolata ! " cercando sul suo viso la compiacenza del miracolo con occhi che gridavano : " viene per voi , l ' avete guarita voi ! " come s ' egli poco prima non avesse detto nulla . La giovinetta scendeva , smorta e giallognola come la petrosa via battuta dal sole , triste nel visetto gentile inclinato al braccio della sorella . E la sorella pure era triste . La turba si divise davanti a loro e Benedetto si fece da parte , riparò dietro don Clemente con un involontario moto che parve deliberato . Tutti trepidavano e sorridevano come nell ' attesa di un altro miracolo . Le due donne non s ' ingannarono , passarono davanti a don Clemente senza neppur guardarlo , si volsero a Benedetto e la maggiore gli disse , sicura : " Uomo santo di Dio , tu hai guarito questa , guarisci l ' altro ! " Benedetto rispose quasi sotto voce , tutto fremente : " Io non sono un uomo santo , io non ho guarito questa , per quest ' altro che dite io potrò solamente pregare . " Udito che l ' altro era loro fratello , che stava nella sua capanna , sul suo letto e che soffriva molto , disse a don Clemente : " Andiamo ad assisterlo . " E si mosse con il suo Maestro . Dietro a loro si ricompose rumoreggiando il fiotto diviso della gente . Benedetto si voltò a proibire che lo seguissero , a comandare che le donne si prendessero invece cura di quella giovinetta , la quale non doveva risalir l ' erta a piedi sotto la sferza del sole ardente . Comandò che la portassero all ' osteria , la facessero porre a letto , la ristorassero con cibo e vino . Quelli che lo seguivano si fermarono , gli altri fecero ala per lasciarlo passare . Lo studente che prima aveva chiesto di parlare , lo accostò rispettosamente , gli domandò se più tardi egli e alcuni amici suoi avrebbero potuto trattenersi un poco , soli , con esso . " Oh sì ! " rispose Benedetto con un virile , caldo impeto di assenso . Noemi ch ' era lì presso , si fece coraggio . " Devo chiederle cinque minuti anch ' io " diss ' ella in francese , arrossendo ; e subito le balenò di aver dato così a capire che lo conosceva persona colta , si fece tutta una vampa e ripeté la sua preghiera in italiano . Don Clemente premette un poco , quasi senza volerlo , il braccio a Benedetto , che rispose garbato ma un po ' asciutto : " Vuol far del bene ? Si occupi di quella povera ragazza . " E passò oltre . Entrò nella sua stamberga , solo con Don Clemente . Nessuno lo aveva seguito . Una vecchia , la madre dell ' ammalato , vedutolo entrare , gli si gettò piangendo ai piedi con le parole di sua figlia : " Siete voi l ' uomo santo ? Siete voi ? Una me ne avete guarita , guaritemi anche l ' altro ! " Sulle prime Benedetto , entrando dal sole in quel buio , non discerneva niente . Poi vide steso sul letto l ' uomo che respirava male , gemeva , piangeva , imprecava ai Santi , alle femmine , al paese di Jenne , al suo maledetto destino . Inginocchiata accanto a lui , Maria Selva gli tergeva con un fazzoletto il sudore della fronte . Nessun altro era nella caverna . Presso alla porta luminosa la grande croce scolpita per isghembo sulla parete giallastra di roccia diceva in quel momento una oscura parola solenne . " Sperate in Dio " rispose Benedetto alla vecchia , dolcemente . E si accostò al letto , si piegò sull ' infermo , gli prese il polso . La vecchia cessò di singhiozzare , l ' infermo d ' imprecare e di gemere . Si udì il ronzio delle mosche nel focolare chiaro . " Avete chiamato il medico ? " mormorò Benedetto . La vecchia riprese a singhiozzare : " Guaritelo voi , guaritelo voi , in nome di Gesù e Maria ! " L ' infermo riprese a gemere . Maria Selva disse sotto voce a Benedetto : " Il medico è a Subiaco . Il signor Selva , che Lei forse conosce , è andato alla farmacia . Io sono sua moglie . " In quel punto rientrò Giovanni , ansante , afflitto . La farmacia era chiusa , il farmacista assente . L ' arciprete gli aveva dato del marsala . Dei signori venuti da Roma con gran provvigioni gli avevano dato del cognac e del caffè . Benedetto chiamò a sé con un cenno don Clemente , gli disse all ' orecchio che facesse venire l ' arciprete ; quell ' uomo stava morendo . Avrebbe potuto andar egli a chiamarlo ma gli pareva duro per la povera madre di allontanarsi . Don Clemente uscì senza far motto . A pochi passi dalla casupola , la compagnia elegante venuta da Roma per curiosità del Santo di Jenne , tre signore e quattro signori , guidata da quel signore di Jenne che s ' era incontrato con i Selva sulla costa , si stava consultando . Veduto il benedettino , si parlarono sottovoce rapidamente e uno di loro , un giovinotto elegantissimo , incastratasi nell ' occhio la caramella , avanzò verso don Clemente che era guardato dalle signore con ammirazione , con rammarico che il Santo , come avevano udito dalla loro guida , non fosse lui . Anche costoro desideravano un colloquio con Benedetto . Lo desideravano specialmente le signore . Il giovinotto soggiunse con un sorriso beffardo che quanto a sé non se ne credeva degno . Don Clemente gli rispose breve breve che per ora era impossibile di parlare a Benedetto ; e tirò via . Colui riferì alle signore che il Santo stava nel tabernacolo chiuso a chiave . Intanto Benedetto , supplicandolo sempre la madre desolata che non usasse medicine , che facesse il miracolo , confortava il giacente con qualche sorso dei cordiali portati da Giovanni Selva e più con parole , con lievi carezze , con la promessa di altre parole di salute che altri gli avrebbe portato . E la voce pia , tenera , grave , operò un miracolo di pace . L ' infermo respirava male assai , gemeva ancora , ma non imprecava più . La madre , folle di speranza , mormorava a mani giunte , lagrimando : " Il miracolo , il miracolo , il miracolo . " " Caro " diceva Benedetto " sei in mano di Dio e la senti terribile . Abbandònati , la sentirai soave . Ti poserà da capo nel mare di questa vita , ti poserà nel cielo , ti poserà dove vorrà lei , abbandònati , non ci pensare . Quand ' eri bambino la tua mamma ti portava , tu non domandavi né il come né il quando né il perché , tu eri nelle sue braccia , tu eri nel suo amore , tu non domandavi altro . Così anche ora , caro . Io che ti parlo ho fatto tanto male nella mia vita , forse un poco ne hai fatto anche tu , forse te ne ricordi . Piangi piangi così abbandonato sul seno del Padre che ti chiama , che ti vuole perdonare , che vuol dimenticare tutto . Ora verrà il sacerdote e tu glielo dirai , il male che forse hai fatto , così come ricordi , senza angoscia . E poi , sai chi verrà da te nel mistero ? Sai che amore , caro , sai che pietà , sai che gioia , sai che vita ? " Lottando con le ombre della morte , figgendo in Benedetto gli occhi vitrei , lucenti di un desiderio intenso e del terrore di non poterlo esprimere , il povero giovine che aveva inteso male il discorso di Benedetto , credendo di doversi confessare a lui , cominciò a dire i suoi peccati . La madre che durante il discorso di Benedetto , buttatasi ginocchioni alla parete di roccia vi teneva le labbra sulla croce aspettando il compimento del miracolo , scattò , al suono strano di quella voce , in piedi , balzò al letto , comprese , gittò un grido disperato con le mani al cielo , mentre Benedetto , atterrito , esclamava : " no , caro , non a me , non a me ! " Ma l ' infermo non intese , gli cinse con un braccio il collo , lo raccolse a sé , continuò la sua confessione ambasciata , ripetendo Benedetto : " Dio mio ! Dio mio ! " nello sforzo di non udire , né avendo cuore di strapparsi dal morente . Non udì infatti né udire era facile , tanto rade , rotte e torbide venivano le parole . E non si vedeva arrivare l ' arciprete , e don Clemente non ritornava ! Passi e voci sommesse si udirono bene al di fuori , qualche testa curiosa comparve all ' uscio , ma nessuno entrò . Le parole del morente si perdettero in un garbuglio di suoni fiochi , egli tacque . " C ' è gente fuori ? " chiese Benedetto . " Qualcuno vada dall ' arciprete , dica di far presto . " Giovanni e Maria stavano attorno alla madre che , fuori di sé , trabalzava dal dolore alla collera . Dopo aver creduto al miracolo , non voleva credere che il suo figliuolo si fosse ridotto naturalmente a quegli estremi , ora singhiozzava per lui , ora imprecava alle medicine che gli aveva date Benedetto , per quanto i Selva le dicessero che non erano state medicine . Maria se l ' era abbracciata e per confortarla e per trattenerla . Accennò a Giovanni che andasse lui dall ' arciprete e Giovanni corse via . Gli occhi lucenti del moribondo supplicarono . Benedetto gli disse : " Figlio mio , desideri Cristo ? " Il poveretto accennò di sì col capo e con un gemito inesprimibile . Benedetto lo baciò , lo ribaciò teneramente . " Cristo mi dice che i tuoi peccati ti sono rimessi e che tu parta in pace . " Gli occhi lucenti sfavillarono di gioia . Benedetto chiamò la madre che dalle aperte braccia di Maria si precipitò sul figlio suo . Ecco entrare don Clemente trafelato , con Giovanni e l ' arciprete . Don Clemente aveva trovato in canonica un ecclesiastico non conosciuto da lui , alle prese coll ' arciprete . A sentir costui , una turba fanatica voleva portare in Sant ' Andrea la pretesa miracolata per un ringraziamento a Dio . Era dovere dell ' arciprete impedire un tale scandalo . La guarigione della ragazza se non era impostura non era nemmanco realtà . Il preteso taumaturgo poi aveva predicato un sacco di eresie sui miracoli e sulla salute eterna , aveva parlato della fede come di una virtù naturale , aveva criticato Gesù che guariva gl ' infermi . Adesso stava fabbricando un altro miracolo con un altro disgraziato . Bisognava finirla . Finirla ? pensava il povero arciprete che sentiva già odore di Sant ' Uffizio . Era presto detto " finirla " . Ma come , finirla ? La visita di don Clemente , che sopravvenne a questo punto del discorso , lo fece respirare . Adesso , pensò , mi aiuterà lui . Invece le cose volsero al peggio . Udito il triste messaggio di don Clemente , quel prete esclamò : " Vede ? Ecco i miracoli come finiscono ! Ma Lei non deve entrare col Santo Viatico nella casa di quell ' eretico s ' egli prima non esce e non esce per non tornarci più ! " Don Clemente avvampò nel viso . " Non è un eretico ! " diss ' egli . " È un uomo di Dio ! " " Lo dice Lei ! " esclamò il prete . " E Lei " proseguì volto all ' arciprete " Lei ci pensi ! Faccia come vuole , del resto ; io non c ' entro . A rivederla . " Fatto un inchino a don Clemente , senza parole , scivolò fuori della camera . " E adesso ? E adesso ? " gemette il povero arciprete recandosi le mani alle tempie . " Quello è un uomo terribile ma io non voglio mancare verso Domeneddio . Dimmi tu , dimmi tu ! " Aveva un santo timore di Dio , sì , l ' arciprete , ma non era neppure senza un timore fra santo e umano di don Clemente , della coscienza severa che lo avrebbe giudicato . A don Clemente lampeggiò , nella stretta del momento , il partito da prendere . " Disponi per il Viatico " diss ' egli " e vieni subito con me a confessare quel povero giovane . Benedetto farà vedere se è un eretico o se è un uomo di Dio . " La fantesca venne ad avvertire che un signore pregava il signor arciprete di far presto , presto , perché quell ' ammalato moriva . Don Clemente , trafelato , entrò nella stamberga con Giovanni e l ' arciprete . Chiamò Benedetto a sé , presso l ' uscio e gli parlò sotto voce . L ' ammalato rantolava . Benedetto ascoltò , a capo chino , le parole dolorose che gli chiedevano un atto di umiliazione santa , s ' inginocchiò senza rispondere davanti alla croce scolpita da lui nella roccia , la baciò avidamente nell ' incontro delle braccia tragiche e riaspirare in sé dal solco della pietra il segno del sacrificio , il suo amore , il suo bene , la sua forza , la sua vita ; e , rialzatosi , uscì di là per sempre . Il sole scompariva in un turbinoso fumo di nuvoli montanti a settentrione , dietro il villaggio . I luoghi che avevano poco prima brulicato di gente erano un livido deserto . Dalle svolte dei viottoli ghiaiosi , dietro gli usci socchiusi , dai canti dei casolari , donne spiavano . All ' apparire di Benedetto si ritrassero tutte . Egli sentì che Jenne sapeva l ' agonia dell ' uomo venuto a lui per salute , che l ' ora della potestà era venuta per i suoi avversari . Don Clemente , il Maestro , l ' amico , gli aveva prima chiesto di deporre il suo abito e ora di uscire della sua casa , di uscire da Jenne . Con dolore e amore , ma glielo aveva chiesto . Fra l ' amarezza e il digiuno , poiché non aveva potuto prendere la sua refezione meridiana di pane e fave , si sentì quasi venir meno , gli si oscurò la vista . Sedette sulla soglia ruinosa di una porticina chiusa , all ' entrata della viuzza della Corte . Un lungo rombo di tuono suonò sul suo capo . Poco a poco , nel riposo , si riebbe . Pensò all ' uomo che moriva nel desiderio di Cristo e un ' onda di dolcezza gli tornò nell ' anima . Sentì rimorso di aver dimenticato per alcuni istanti quel gran dono del Signore , di avere disamata la croce appena bevutone vita e gioia . Si nascose il viso fra le mani e pianse silenziosamente . Un rumor lieve , in alto , d ' imposte che si aprono ; qualche cosa di molle gli batte sul capo . Si toglie trasalendo le mani dagli occhi ; ai suoi piedi è una rosellina selvatica . Rabbrividì . Da parecchi giorni , o la sera rientrando nella sua spelonca o uscendone la mattina , ogni giorno aveva trovato fiori sulla soglia . Non li aveva tolti mai . Li poneva da banda , sopra un sasso , perché non fossero calpestati ; non altro . Neppure aveva mai cercato di sapere qual mano li recasse . Certo la rosellina selvatica era caduta dalla stessa mano . Non alzò il capo e comprese che pur non raccogliendo la rosellina né accennando a raccoglierla , gli bisognava partire . Cercò levarsi , le gambe non lo reggevano ancora bene , tardò un momento a rimettersi in cammino . Il tuono rumoreggiava da capo , più forte , continuo . Una porticina si aperse , se ne porse una giovine vestita di nero , bionda , bianca come la cera , piena gli occhi azzurrini di sbigottimento e di lagrime . Benedetto non poté a meno di volgere il capo a lei . Riconobbe la maestra del Comune , che aveva veduto un momento in casa dell ' arciprete , e già proseguiva senza salutarla quando ella gli gettò un gemito : " mi ascolti ! " e , fatto un passo indietro nell ' andito , cadde sulle ginocchia , gli stese le mani imploranti , ripiegando il capo sul petto . Benedetto si fermò . Esitò un momento e poi disse , con gravità severa : " Che vuole da me ? " Si era fatto quasi buio . I lampi abbagliavano , il fragore del tuono empiva la misera viuzza , impediva ai due di udirsi . Benedetto si accostò all ' uscio . " Mi hanno detto " rispose la giovine senz ' alzare il viso e sostando agli scoppi del tuono " che Lei forse dovrà partire da Jenne . Una Sua parola mi ha dato la vita , la Sua partenza mi farà morire ancora . Mi ripeta quella parola , la dica per me , solo per me ! " " Quale parola ? " " Lei stava col signor arciprete , io ero nella stanza vicina colla fantesca e l ' uscio aperto . Lei diceva che un uomo può negare Dio senza essere veramente ateo e senza meritare la morte eterna , quando nega quel Dio che gli è proposto in una forma ripugnante al suo intelletto ma poi ama la Verità , ama il Bene , ama gli uomini , pratica questi amori . " Benedetto tacque . Lo aveva detto , sì , ma parlando a un prete e non sapendo di venire udito da persone forse non atte a comprenderlo . Ella sospettò la cagione di quel silenzio . " Non si tratta di me " disse . " Io credo , sono cattolica . È per mio padre che ha vissuto così ed è morto così e ... se sapesse ! ... hanno persuaso anche mia madre ch ' egli non ha potuto salvarsi ! " Mentr ' ella parlava , rade gocce , grosse , cominciarono a battere , fra i lampi e i tuoni , sulla via , macchiarono la polvere di grandi macchie , scrosciarono col vento , sferzando i muri ; ma né Benedetto riparò dentro l ' uscio né lei gliene fece invito , e questa fu da parte di lei la confessione sola del sentimento profondo che si copriva di misticismo e di pietà filiale . " Mi dica , mi dica " implorò , alzando finalmente il viso " che mio padre è salvo , che lo ritroverò in Paradiso ! " Benedetto rispose : "Preghi." " Dio ! Solo questo ? " " Si prega forse per il perdono di chi non può essere perdonato ? Preghi . " " Oh , grazie ! Lei è sofferente ? " Queste ultime parole furono sussurrate così piano che Benedetto non poté udirle . Fece un gesto di addio e si allontanò fra le ondate di pioggia che flagellavano e urtavano via per il fango la morta rosellina selvatica . Forse da una finestra , forse dalla porta dell ' osteria , Noemi , che vi stava con la ragazza di Arcinazzo , lo vide passare . Si fece dare un ombrello dall ' oste e lo seguì sfidando la violenza del vento e della pioggia . Lo seguì , soffrendo di vederlo a capo scoperto e senza ombrello , pensando che se non fosse stato un Santo , lo si sarebbe detto un pazzo . Uscita sulla piazza della chiesa , vide socchiudersi un uscio a mano diritta , un prete lungo e magro guardare dall ' interno . Credette che il prete avrebbe invitato Benedetto a entrare , ma invece il prete , quando Benedetto gli fu vicino , chiuse l ' uscio rumorosamente , con grande sdegno di lei . Benedetto entrò in Sant ' Andrea ed ella pure vi entrò . Quegli andò a inginocchiarsi davanti all ' altar maggiore , ella si tenne presso la porta . Il sagrestano , che sonnecchiava seduto sui gradini di un altare , uditi i loro passi , si alzò , mosse verso Benedetto . Ma egli era del partito dei preti romani e , riconosciuto l ' eretico , ritornò indietro , domandò alla signorina forestiera se potesse dirgli niente di quel giovine ammalato di Arcinazzo ch ' era stato portato in chiesa la mattina , quando il sagrestano ci aveva veduta anche lei . E soggiunse che ne domandava perché aveva l ' ordine di aspettare l ' arciprete che sarebbe venuto per portargli il Viatico . Noemi sapeva che l ' uomo di Arcinazzo era moribondo ma non più di così . " Ho capito " disse il sagrestano , forte , con intenzione . " Non vorrà saperne di Cristo . Questi sono i belli miracoli ! Sia benedetto Iddio per i tuoni e i fulmini che altrimenti ci portavan qui la ragazza ! " E ritornò a sedere , a sonnecchiare sul suo gradino . Noemi non sapeva levare gli occhi da Benedetto . Non era un proprio e vero fascino né il sentimento appassionato della giovine maestra . Lo vide vacillare , poggiar le mani ai gradini e poi voltarsi , stentatamente , a sedere , né si domandò se soffrisse . Guardava lui ma più assorta in sé che in lui , assorta in un mutamento progressivo del proprio interno che la veniva facendo diversa , non riconoscibile a se stessa , in un senso ancora confuso e cieco di una verità immensa che le si venisse comunicando per vie misteriose , che le torcesse con sofferenza intime fibre del cuore . I ragionamenti religiosi di suo cognato potevano averle turbata la mente ; il cuore non glielo avevano toccato mai . E ora perché ? Come ? Cos ' aveva detto , infine , quell ' uomo macilento ? Oh ma lo sguardo , ma la voce , ma ... Che altro ? Qualche altra cosa , impossibile a comprendere . Un presentimento , forse . Quale ? Ma ! Chi sa ? Un presentimento di qualche futuro legame fra quell ' uomo e lei . Lo aveva seguito , era entrata in chiesa per non perdere l ' occasione di parlargli e adesso ne aveva quasi paura . Parlargli di Jeanne , poi anche . Jeanne , lo aveva ella compreso ? Come mai aveva potuto Jeanne , amandolo , resistere alla corrente di pensiero superiore ch ' era in lui , che forse a quel tempo sarà stata latente ma che una Jeanne doveva pur sentire ? Cos ' aveva ella amato ? L ' uomo inferiore ? Se gli parlasse , non gli parlerebbe solamente di Jeanne , gli parlerebbe di religione , pure . Gli domanderebbe quale fosse la sua , proprio . E poi , s ' egli le rispondesse una cosa sciocca , una cosa volgare ? Per questo aveva quasi paura di parlargli . Una folata di pioggia batté dalle invetriate rotte di una finestra sul pavimento . Noemi pensò che mai più non avrebbe dimenticato quell ' ora , quella grande chiesa vuota , quell ' oscuro cielo , quel colpo di pioggia entrato come un colpo di pianto , il naufrago del mondo assorto sui gradini dell ' altare maggiore , Dio sa in quali sublimi pensieri , e neppure il sagrestano suo nemico , postosi a dormire sui gradini di un altro altare con la famigliarità noncurante di un collega di Domeneddio . Passò molto tempo , forse un ' ora , forse più . La chiesa si venne rischiarando , parve che smettesse di piovere . Suonarono le quattro . Entrò in chiesa don Clemente e dietro a lui entrarono Maria e Giovanni , contenti di trovar Noemi , della quale non sapevano che fosse avvenuto . Si mosse anche il sagrestano che conosceva il padre . " Dunque ? Il Viatico ? " Il Viatico ? L ' uomo , pur troppo , era morto . Al Viatico si era pensato troppo tardi . Il padre domandò di Benedetto e Noemi glielo indicò . Parlarono del colloquio che Noemi desiderava . Don Clemente arrossì , esitò , ma poi non seppe come rifiutarsi a chiederlo e raggiunse Benedetto . Mentre i due discorrevano insieme , Giovanni e Maria ragguagliarono Noemi di quel ch ' era accaduto . Entrato l ' arciprete , l ' infermo non aveva parlato più . Non era stato possibile di confessarlo . Intanto era scoppiato il temporale con tale veemenza , tali torrenti strepitavano intorno alla capanna che l ' arciprete non aveva potuto uscirne per andar a prendere l ' olio santo . Si credeva che l ' ammalato durasse qualche ora ; invece , alle tre , era morto . Don Clemente e l ' arciprete erano usciti appena lo avevano permesso i torrenti . Giovanni e Maria erano rimasti colla madre , che pareva impazzita , fino all ' arrivo della sorella maggiore del morto . Allora erano partiti , anche per venire in cerca di Noemi . Non l ' avevano trovata all ' osteria , si erano diretti alla chiesa . Avevano incontrato sulla piazza il padre che usciva da una casa civile . Non sapevano che ci fosse andato a fare . Maria parlò con entusiasmo di Benedetto , de ' suoi conforti spirituali al moribondo . Era sdegnatissima , come suo marito , della guerra fattagli da gente che adesso aveva buon giuoco a voltargli contro tutto il paese . Biasimavano la debolezza dell ' arciprete e non erano contenti neppure di don Clemente . Don Clemente non avrebbe dovuto prestarsi alla cacciata del suo discepolo ! Perché gli aveva detto lui di andarsene , quando era venuto l ' arciprete . Il suo primo torto era stato di portare il messaggio dell ' Abate . Noemi non sapeva di questo messaggio . Udito che si voleva spogliare Benedetto della sua tonaca , scattò : Benedetto non doveva obbedire ! Intanto Benedetto e il padre mossero verso la porta . Benedetto si tenne in disparte ; il padre venne a dire ai Selva e a Noemi che , parecchia gente volendo parlare a Benedetto , egli aveva combinato un ritrovo comune presso un signore del paese . Doveva ora precederli , con Benedetto , colà . Sarebbe venuto a riprenderli in chiesa fra pochi minuti . Il signore era quel tale che i Selva avevano incontrato sulla costa di Jenne dove stava in attesa della duchessa di Civitella . La duchessa era poi arrivata con altre due dame e con alcuni cavalieri fra i quali un giornalista , il giovinotto elegantissimo dalla caramella . Il signore di Jenne non capiva più nella pelle , si sentiva per quel giorno in corpo uno spirito ducale di bontà e di magnificenza . Perciò don Clemente , consigliato dall ' arciprete di rivolgersi a lui , ne aveva facilmente ottenuto la promessa , per Benedetto , di un vecchio abito nero da mattina , di una cravatta nera , di un cappello nero a cencio . Quando , nella camera dov ' erano preparate le vesti laicali , il discepolo , svestita la tonaca , prese , tacendo sempre , a indossarle , il Maestro , che stava alla finestra , non poté trattenere un singhiozzo . Pochi momenti dopo Benedetto lo chiamò dolcemente . - Padre mio diss ' egli . " Mi guardi . " Vestito dei nuovi panni , troppo lunghi e larghi , egli sorrideva , mostrando pace . Il padre gli afferrò una mano per baciargliela ; ma Benedetto , ritratta con impeto la mano , allargò le braccia , si strinse al petto lui che parve allora il minore , il figliuolo , il penitente ministro di tristi prepotenze umane che sul palpito divino di quel petto si sciogliessero in polvere , cenere e niente . Stettero così abbracciati lungamente senza dir parola . " L ' ho fatto per te " mormorò alfine don Clemente . " Ti ho portato io il messaggio ignominioso per vedere la grazia del Signore risplendere in questo tuo abito vile più che nella tonaca . " Benedetto lo interruppe . " No no " diss ' egli " non mi tenti , non mi tenti ! Ringraziamo Iddio , invece , che appunto mi castiga per quel compiacimento presuntuoso che ho avuto a Santa Scolastica quando Lei mi ha offerto l ' abito benedettino e io ho pensato che nella mia visione mi ero visto morire con quell ' abito . Il mio cuore si alzò allora come dicendosi : " sono veramente prediletto da Dio ! " E adesso ... " Oh ma .. ! " esclamò il padre e subito tacque , tutto una fiamma nel viso . Benedetto credette intendere che avesse pensato : " non è detto che tu non lo riprenda , l ' abito che hai spogliato ! non è detto che la visione non si avveri ! " e che poi non avesse voluto dire il suo pensiero , sia per prudenza , sia per non alludere alla sua morte . Sorrise , lo abbracciò . Il padre si affrettò a parlare d ' altro , scusò l ' arciprete ch ' era dolente di quanto accadeva , che non avrebbe voluto allontanare Benedetto ma temeva i Superiori . Non era un don Abbondio , non temeva per sé , temeva per lo scandalo di un conflitto con l ' Autorità . " Io gli perdono " disse Benedetto " e prego Dio che gli perdoni , ma questo difetto di coraggio morale è una piaga della Chiesa . Piuttosto che mettersi in conflitto con i Superiori ci si mette in conflitto con Dio . E si crede di sfuggire a questo sostituendo alla propria coscienza , dove Dio parla , la coscienza dei Superiori . E non s ' intende che operando contro il Bene o astenendosi da operare contro il Male per obbedire ai Superiori si è di scandalo al mondo , si macchia davanti al mondo il carattere cristiano . Non s ' intende che il debito verso Dio e il debito verso i Superiori si possono compiere insieme non operando mai contro il Bene , non astenendosi mai da operare contro il Male , ma senza giudicare i Superiori , ma obbedendo loro con perfetta obbedienza in tutto che non è contro il Bene o a favore del Male , deponendo ai loro piedi la propria vita stessa , solo non la coscienza ; la coscienza , mai ! Allora questo inferiore spogliato di tutto fuorché della sua coscienza e della sua obbedienza giusta , questo inferiore è un puro grano del sale della terra e dove molti di questi grani si trovino uniti , ciò cui essi aderiscono resterà incorrotto e ciò cui non aderiscono cadrà imputridito ! " A misura che parlava , Benedetto si veniva trasfigurando . Nel pronunciare le ultime parole sorse in piedi . Gli occhi avevano lampi , la fronte un chiarore augusto dello spirito di Verità . Posò le mani sulle spalle di don Clemente . " Maestro mio " diss ' egli raddolcendosi nel viso " io lascio il tetto , il pane e l ' abito che mi furono offerti , ma non lascerò di parlare di Cristo Verità fino a che avrò vita . Me ne vado ma non per tacere . Si ricorda di avermi fatto leggere la lettera di S . Pier Damiano a quel laico che predicava ? E quello là predicava in chiesa ! Io non predicherò in chiesa ma se Cristo vuole che io parli nei tugurii , nei tugurii parlerò ; se vuole che io parli nei palazzi , nei palazzi parlerò ; se vuole che io parli nei cubicoli , parlerò nei cubicoli ; se vuole che io parli sui tetti , parlerò sui tetti . Pensi all ' uomo che operava nel nome di Cristo e ne fu proibito dai discepoli . Cristo ha detto : lasciatelo fare . È da obbedire ai discepoli o è da obbedire a Cristo ? " " Per l ' uomo del Vangelo sta bene , caro " rispose don Clemente " ma ora sulla volontà di Cristo ci si può anche ingannare , bada . " Il cuore di don Clemente non parlava propriamente così ; ma le parole imprudenti , indisciplinate del cuore non furon lasciate passare alle labbra . " Del resto , padre mio " riprese Benedetto " lo creda , io non sono bandito per avere evangelizzato il popolo . Vi sono due cose ch ' Ella deve sapere . La prima è questa : mi è stato proposto , qui a Jenne , da qualcuno che mi parlò quella volta e poi non vidi più , di abbracciare la carriera ecclesiastica per diventare missionario . Risposi che non mi sentivo chiamato . La seconda è questa . Nei primi giorni dopo la mia venuta a Jenne , discorrendo di religione con l ' arciprete , gli parlai della vitalità eterna della dottrina cattolica , del potere che ha l ' anima della dottrina cattolica di trasformare continuamente il proprio corpo , accrescendone senza limiti la forza e la bellezza . Lei sa , padre mio , da chi mi sono venute queste idee per mezzo di Lei . L ' arciprete deve avere riferito il mio discorso , che gli era piaciuto . Il giorno dopo mi domandò se a Subiaco avessi conosciuto Selva , se avessi letto i suoi libri . Mi disse ch ' egli non li aveva letti ma sapeva ch ' erano da fuggire . Padre mio , Ella comprende . È per causa del signor Selva e dell ' amicizia di Lei col signor Selva che io parto da Jenne così . Non La ho mai tanto amata quanto adesso , non so dove andrò ma dovunque il Signore mi mandi , vicino o lontano , non mi abbandoni nell ' anima Sua ! " Così dicendo con un tumulto , nella voce , di dolore e di amore , Benedetto si gettò un ' altra volta nelle braccia del Maestro che , straziato egli pure da una tempesta di sentimenti diversi , non sapeva se domandargli perdono o promettergli gloria , la vera ; e solamente poté dirgli , ansando : " Anch ' io , tu non sai ! ho bisogno di non essere abbandonato dall ' anima tua . " Don Clemente raccolse in un fardello , maneggiandolo con mani guardinghe , riverenti , l ' abito deposto dal discepolo . Raccolto che l ' ebbe , disse a Benedetto che non poteva offrirgli l ' ospitalità di Santa Scolastica , che aveva avuto in animo di pregare i signori Selva , ma che ora gli sorgeva il dubbio se a Benedetto fosse opportuno , nell ' interesse del suo stesso apostolato , mettersi così pubblicamente sotto la protezione del signor Giovanni . Benedetto sorrise . " Oh , questo no ! " diss ' egli . " Temeremo noi le tenebre più che non ameremo la luce ? Ma ho bisogno di pregare il Signore che mi faccia conoscere , se possibile , la Sua volontà . Forse vorrà questo , forse altro . E adesso vorrebbe farmi portare un po ' di cibo e di vino ? Poi mi mandi chi mi vuole parlare . " Don Clemente si meravigliò , nel suo interno , che Benedetto gli domandasse del vino ma non ne fece mostra . Disse che gli avrebbe mandata pure quella signorina che stava con i Selva . Benedetto lo interrogò cogli occhi , ricordando che quando la signorina , poi riveduta in chiesa , gli aveva chiesto un colloquio , don Clemente gli aveva stretto il braccio come per ammonirlo tacitamente di stare in guardia . Don Clemente , arrossendo molto , si spiegò . Aveva veduta la signorina a Santa Scolastica insieme a un ' altra persona . Quel moto era stato involontario . L ' altra persona era lontana . " Non ci rivedremo " diss ' egli " perché appena ti avrò mandato il cibo e avrò avvertite queste persone , dovrò partire per Santa Scolastica . " Benedetto , parlando di andare a Subiaco o altrove , aveva detto " forse questo , forse altro " con un accento così pregno di sottintesi , che don Clemente , nel congedarsi , gli sussurrò : " Pensi a Roma ? " Invece di rispondere , Benedetto gli prese dolcemente di mano il fardello dov ' era la povera tonaca concessa e ritolta , se l ' accostò , non senza un tremito delle mani , alle labbra , ve le impresse , ve le tenne lungamente . Era il rimpianto dei giorni di pace , di lavoro , di preghiera , di parola evangelica ? Era l ' attesa di un ' ora lucente nell ' avvenire ? Rese il fardello al Maestro . " Addio " diss ' egli . Don Clemente uscì a precipizio . La stanza offerta dal padrone di casa per le udienze di Benedetto aveva un grande canapè , un tavolino quadrato coperto di un panno giallo a fiorami azzurri , delle sedie sgangherate , delle poltrone che mostravano la stoppa per gli squarci del vecchio cuoio stinto , due ritratti di avoli parrucconi dalle cornici annerite , due finestre , una quasi accecata da una muraglia greggia , l ' altra aperta sui prati , sulla faccia di un bel monte pensoso , sul cielo . Benedetto , prima di ricevere visitatori , vi si affacciò per un addio ai prati , al monte , al povero paese . Preso da spossatezza , si appoggiò al davanzale . Era una spossatezza dolce dolce . Non si sentiva quasi più il peso del corpo e il cuore gli si ammolliva di beatitudine mistica . Poco a poco , perdendo i suoi pensieri oggetto e forma , il senso della quieta innocente vita esterna , delle stille che gocciavano dai tetti , dell ' aria odorata di montagna , lievemente , occultamente mossa ora in questa ora in quella parte , lo intenerì . Gli rinacquero nella memoria ore lontane della sua giovinezza prima , quando non aveva moglie né pensava al matrimonio , la fine di un temporale nell ' alta Valsolda , sui dorsi del Pian Biscagno . Quanto diversa la sua sorte se i suoi genitori avessero vissuto trenta , vent ' anni di più ! Almeno uno di essi ! Si vide nel pensiero la lapide del camposanto di Oria : A FRANCO IN DIO LA SUA LUISA e gli occhi gli si gonfiarono di pianto . Venne allora una reazione violenta della volontà contro questi languori molli del sentimento , questa tentazione di debolezza . " No no no " mormorò egli , udibilmente . Una voce , alle sue spalle , rispose : " Non ci vuole ascoltare ? " Benedetto si voltò , sorpreso . Tre giovani stavano davanti a lui . Egli non li aveva uditi entrare . Quello di essi che pareva il maggiore , un bel ragazzo , basso di statura , bruno , dagli occhi esperti di molte cose , gli chiese arditamente perché avesse spogliato l ' abito clericale . Benedetto non rispose . " Non lo vuol dire ? " fece colui . " Non importa , senta . Noi siamo studenti dell ' Università di Roma , gente di poca fede , glielo dico schietto e subito . E ci godiamo la nostra giovinezza , più o meno ; glielo dico subito anche questo . " Uno dei compagni tirò l ' oratore per la falda dell ' abito . " Sta zitto ! " disse il primo . " Sì , uno di noi crede poco ai Santi ma è un purissimo . Quello però non è qui davanti a Lei , come non vi sono altri che stanno giuocando all ' osteria . Il Purissimo non ha voluto venire con noi . Dice che troverà modo di parlarle da solo a solo . Noi siamo quello che Le ho detto . Siamo venuti da Roma per fare una gita e per vedere un miracolo , s ' era possibile ; insomma per stare allegri . " I compagni lo interruppero , protestando . " Ma sì ! " ribatté lui . " Per stare allegri ! Scusi , io sono più sincero . Infatti mancò poco che la nostra allegria ci costasse cara . Si scherzò e ci volevano accoppare , capisce ; a Suo onore e gloria . Ma poi s ' è udito il discorsino ch ' Ella fece a quella turba fanatica . Per il demonio , si disse , questo è un linguaggio che ha del novo in una bocca pretina o semipretina , questo è un Santo che ci va meglio degli altri , scusi la confidenza . E ci si accordò subito di chiederle un colloquio . Perché poi , se siamo un poco scettici e gaudenti , siamo anche un poco intellettuali e certe verità religiose c ' interessano . Io , per esempio , sono forse per diventare un neo buddista . " I suoi compagni risero ed egli si voltò ad essi adirato . " Sì , non sarò buddista nella pratica ma il Buddismo m ' interessa più del Cristianesimo ! " Qui successe un battibecco fra i tre per quest ' uscita poco opportuna ; e un secondo oratore , lungo , sottile , in occhiali , prese il posto del primo . Costui parlava nervoso , con frequenti scatti del capo e degli avambracci rigidi . Il suo discorso fu questo . I suoi compagni e lui avevano discusso più volte intorno alla vitalità del Cattolicismo . Tutti ammettevano che fosse esausta e che la morte seguirebbe presto se non intervenisse una riforma radicale . Alla possibilità di questa riforma chi credeva e chi non credeva . Desideravano conoscere l ' opinione di un cattolico intelligente e moderno nello spirito come si era rivelato Benedetto . Avevano molte domande a fargli . Qui il terzo ambasciatore della compagnia studentesca giudicò venuto il suo momento e scaraventò addosso a Benedetto una tempesta disordinata di quesiti . Sarebb ' egli stato disposto a farsi propugnatore di una riforma della Chiesa ? Credeva nell ' infallibilità del Papa e del Concilio ? Approvava il culto di Maria e dei Santi nella sua forma presente ? Era democratico cristiano ? Quale concetto aveva di una riforma desiderabile ? Avevano veduto a Jenne Giovanni Selva . Benedetto , conosceva i suoi libri ? Approvava le sue idee ? Gli piaceva che fosse proibito ai cardinali di uscire a piedi e ai preti di andare in bicicletta ? Cosa pensava della Bibbia e dell ' ispirazione ? Prima di rispondere , Benedetto guardò a lungo , severo in viso , il suo giovine interlocutore . " Un medico " diss ' egli finalmente " aveva fama di saper guarire tutte le malattie . Qualcuno che non credeva nella medicina andò da lui per curiosità , per interrogarlo sull ' arte sua , sugli studî , sulle opinioni . Il medico lo lasciò parlare lungamente e poi gli prese il polso , così . " Benedetto prese il polso del primo che gli aveva parlato e proseguì : " Glielo prese , glielo tenne un momento in silenzio , poi gli disse : - Amico , voi soffrite di cuore . Io ve l ' ho letto in viso e ora sento battere il martello del falegname che vi lavora la bara . " Il giovine dal polso prigioniero non poté a meno di batter le ciglia . " Non parlo per Lei " disse Benedetto . " Parla quel medico a quel tale che non crede nella medicina . E continua : - Venite voi a me per avere vita e salute ? Io vi darò l ' una e l ' altra . Non venite per questo ? Io non ho tempo per voi . - Allora colui , che si era sempre creduto sano , allibbì e disse : - Maestro , eccomi nelle vostre mani , fate che io viva . " I tre rimasero per un momento sbalorditi . Quando accennarono a riaversi e a replicare , Benedetto riprese : " Se tre ciechi mi domandano la mia lampada di verità , cosa risponderò io ? Risponderò : andate prima e preparate gli occhi vostri ad essa perché se io ve la dessi nelle mani ora , voi non ne avreste alcun lume , voi non potreste che guastarla . " " Non vorrei " disse lo studente lungo , smilzo e occhialuto " che per vedere questa Sua lampada di verità si dovessero chiudere le finestre alla luce del sole . Ma insomma capisco ch ' Ella non voglia spiegarsi con noi , che ci prenda per dei reporters . Oggi noi non abbiamo o almeno io non ho le disposizioni che Lei desidera . Sarò un cieco ma non mi sento di domandar la luce al Papa e nemmeno a un Lutero . Però , se Lei viene a Roma , troverà dei giovani disposti meglio di me , meglio di noi . Venga , parli , permetta anche a noi di udirla . Oggi abbiamo la curiosità , domani , chi sa ? potremo avere il desiderio buono . Venga a Roma . " " Mi dia il Suo nome " disse Benedetto . Colui gli porse una carta da visita . Si chiamava Elia Viterbo . Benedetto lo guardò , curioso . " Sì signore " diss ' egli " sono israelita , ma questi due battezzati non sono più cristiani di me . Del resto io non ho nessun pregiudizio religioso . " Il colloquio era finito . Nell ' uscire , il più giovane dei tre , quello dalla gragnuola di domande , tentò un ultimo assalto . " Ci dica almeno se i cattolici , secondo Lei , dovrebbero andare alle urne politiche ? " Benedetto tacque . L ' altro insistette : " Non vuoi rispondere neppure a questo ? " Benedetto sorrise . " Non expedit " diss ' egli . Passi nell ' anticamera ; due colpettini leggeri all ' uscio ; entrano i Selva con Noemi . Maria Selva entra prima e vedendo Benedetto così vestito , non può trattenere un movimento di sdegno , di compianto e di riso ; arrossisce , vorrebbe dire una parola di protesta , non la trova . A Noemi vengono le lagrime agli occhi . Tutti e quattro tacciono per un momento e si comprendono . Poi Giovanni mormora : Non fu dal vel del cuor giammai disciolto e stringe la mano all ' uomo che nei suoi goffi abiti gli pare augusto . " Sì ma Lei non deve portare questa roba ! " esclamò Maria , meno mistica di suo marito . Benedetto fece un gesto come per dire " non parliamo di ciò ! " e guardava il maestro del suo Maestro con occhi desiderosi e riverenti . " Sa " diss ' egli " quanto Vero e quanto Bene mi sono venuti da Lei ? " Giovanni non sapeva di avere tanto influito su quell ' uomo attraverso don Clemente . Suppose che avesse letto i suoi libri . Ne fu commosso e ringraziò nel suo cuore Iddio che gli faceva sentire con dolcezza un po ' di effettivo bene operato in un ' anima . " Quanto sarei stato felice " ripigliò Benedetto " di lavorare nel Suo orto per vederla qualche volta , per udirla parlare ! " Noemi , all ' udir ricordare quella sera , si lasciò sfuggire una esclamazione sommessa piena di memorie che non si potevano dire . Giovanni ne prese occasione per offrire a Benedetto l ' ospitalità , poiché don Clemente gli aveva detto che intendeva lasciare Jenne la sera stessa . Potremmo partire insieme , quando piacesse a lui , dopo il colloquio ch ' egli avrebbe concesso a sua cognata . Noemi , pallida , fissò Benedetto per la prima volta , aspettando la sua risposta . " La ringrazio " diss ' egli , dopo avere pensato un poco . " Se busserò alla Sua porta Ella mi aprirà . Ora non Le posso dire altro . " Giovanni fece atto di ritirarsi con sua moglie . Benedetto li pregò di restare . Certo la signorina non aveva segreti per loro ; almeno per sua sorella se non per il cognato . Anche questo coperto invito a Maria cadde perché Noemi osservò , imbarazzata , che non si trattava di segreti suoi . I Selva si ritirarono . Benedetto rimase in piedi e non disse a Noemi di sedere . Egli sapeva di avere a fronte l ' amica di Jeanne , presentiva il discorso che verrebbe , un messaggio di Jeanne . " Signorina " diss ' egli . Il modo non fu scortese ma significò chiaramente : " quanto più presto , tanto meglio . " Noemi intese . Qualunque altro l ' avrebbe offesa . Benedetto , no . Con lui si sentiva umile . " Ho l ' incarico " diss ' egli " di domandarle se sa niente di una persona ch ' Ella deve avere conosciuto molto . Anche molto amato , credo . Il nome , io non so se lo pronuncio bene perché non sono italiana , è don Giuseppe Flores . " Benedetto trasalì . Non si aspettava questo . " No " esclamò ansioso . " Non so niente ! " Noemi lo guardò un momento in silenzio . Avrebbe voluto , prima di parlare , domandargli perdono del dolore che gli avrebbe recato . Disse a bassa voce , mestamente : " Mi è stato scritto di apprenderle che non è più di questa vita . " Benedetto piegò il viso , se lo nascose fra le mani . Don Giuseppe , caro don Giuseppe , cara grande anima pura , cara fronte luminosa , cari occhi pieni di Dio , cara voce buona ! Pianse dolcemente due lagrime , due sole lagrime che Noemi non vide , si udì dentro la voce di don Giuseppe che gli diceva : non senti che sono qui , che sono con te , che sono nel tuo cuore ? Noemi , dopo un lungo silenzio , mormorò : " Mi perdoni . Vorrei non averle dovuto recare un dolore così grande . " Benedetto si scoperse il viso . " Dolore e non dolore " diss ' egli . Noemi tacque , riverente . Benedetto le domandò se sapesse quando quella persona fosse morta . Verso la fine di aprile , credeva Noemi . Ella era allora fuori d ' Italia . Era nel Belgio , a Bruges , con un ' amica sua alla quale era stata scritta la notizia . Per quanto ne aveva udito dall ' amica , quella persona , Noemi non ne ripeté il nome per un delicato riguardo , aveva fatto una morte santa . Le sue carte , ella era incaricata di riferire anche questo , erano state affidate al Vescovo della città . Benedetto fece un gesto di approvazione che poteva servire anche per chiusa del colloquio . Noemi non si mosse . " Non ho ancora finito " diss ' ella . E soggiunse subito : " Ho un ' amica cattolica ... io non sono cattolica , sono protestante ... che ha perduta la fede in Dio . Le hanno consigliato di dedicarsi a opere di carità . Vive con un fratello contrarissimo a qualunque religione . Questa novità che sua sorella si occupi di beneficenza , che si metta in relazione con gente dedita alle opere buone per principio religioso , gli è spiacente . Adesso è ammalato , s ' irrita , si esalta , inveisce contro le bigotte del Bene , non vuole che sua sorella si occupi di visitare poveri , né di proteggere ragazze , né di raccogliere bambini abbandonati . Dice che tutto questo è clericalismo , è utopia , che il mondo va come vuole andare , che si deve lasciarlo andare e che con questo mescolarsi alle classi inferiori non si fa che metter loro in testa delle idee false e pericolose . Ora è stato detto alla mia amica che deve o mentire a suo fratello facendo di nascosto ciò che prima faceva in palese , o separarsi da lui . Essa ha tanto bisogno di un consiglio sicuro ! Mi scrive di domandarlo a Lei . Ha letto nei giornali ch ' Ella consiglia qui tanta gente di queste montagne , spera che non rifiuterà . " " Poiché suo fratello " rispose Benedetto " è ammalato di corpo e anche di spirito , non le si offre il Bene nella sua casa stessa ? Diventerà una cattiva sorella per arrivare a conoscere Iddio ? Interrompa le sue opere , si dedichi a suo fratello , lo curi come del male del corpo così del male dello spirito , con tutto l ' amore che ... " Stava per dire " che gli porta " si corresse per non ammettere così espressamente che conosceva la persona , " ... con tutto l ' amore di cui è capace , gli si faccia preziosa , lo vinca poco a poco , senza prediche , solo colla bontà . Farà tanto bene anche a lei di cercar d ' incarnare in sé la bontà stessa , la bontà attiva , instancabile , paziente e prudente . E lo vincerà , lo persuaderà , poco a poco , senza discorsi , che tutto quello che fa lei è ben fatto . Allora potrà riprendere le sue opere e le potrà riprendere anche da sola . E vi riuscirà meglio . Adesso le fa per un consiglio avuto , forse non vi riesce tanto bene . Allora le farà per quest ' abitudine del Bene acquistata con suo fratello , vi riuscirà meglio . " " Grazie " disse Noemi . " Grazie per l ' amica mia e anche per me , perché mi piace tanto questo che ha detto . E posso io ripetere i suoi consigli , il Suo incoraggiamento in Suo nome ? " La domanda pareva superflua poiché incoraggiamento e consigli erano chiesti proprio a Benedetto , proprio per incarico dell ' amica . Ma Benedetto si turbò . Era un esplicito messaggio che Noemi gli chiedeva per Jeanne . " Chi son io ? " diss ' egli . " Che autorità posso avere ? Le dica che pregherò . " Noemi tremò nel suo interno . Sarebbe stato tanto facile , ora , parlargli di religione ! E non osava . Ah perdere una occasione simile ! No , bisognava parlare ma non poteva mica pensare per un quarto d ' ora a quello che direbbe . Disse la prima cosa che le venne in mente . " Scusi , poiché dice di pregare ; vorrei tanto sapere se Lei proprio le approva tutte , le idee religiose di mio cognato ? " Appena proferita la domanda , le parve tanto impertinente , tanto goffa , da vergognarne . E si affrettò a soggiungere sentendo di dir cosa ancora più sciocca e dicendola irresistibilmente : " Perché mio cognato è cattolico , io sono protestante e vorrei regolarmi . " " Signorina " rispose Benedetto " verrà giorno in cui tutti adoreranno il Padre in ispirito e verità , sulle cime ; oggi è ancora il tempo di adorarlo nelle ombre e nelle figure , in fondo alle valli . Molti possono salire , quale più , quale meno , verso lo spirito e la verità ; molti non possono . Vi hanno piante che oltre una certa zona non fruttificano e , portate ancora più su , muoiono . Sarebbe follia di toglierle al loro clima . Io non La conosco , non posso dirle se le idee religiose di suo cognato possano , portate in Lei così , senza preparazione , dare un frutto buono . Le dico però di studiare molto molto il cattolicismo con l ' aiuto di suo cognato , perché non vi è un solo protestante convinto che lo conosca bene . " " Lei non verrà a Subiaco ? " chiese Noemi timidamente . Qualche nascosta malinconia salì nella sua voce che fece salir nel cuore a Benedetto un senso di dolore dolce , tosto fatto sgomento , tanto era nuovo . " No " diss ' egli " non credo . " Noemi volle e non volle dire che n ' era dolente , pronunciò alcune parole confuse . Si udì gente nell ' anticamera . Noemi piegò il viso , Benedetto pure ; e il colloquio si sciolse senz ' altro saluto . Anche la duchessa volle parlare a Benedetto . Portò con sé compagni e compagne . Non più giovine ma galante ancora , mezzo superstiziosa e mezzo scettica , egoista e non senza cuore , voleva bene alla figliuola tisica di un suo vecchio cocchiere . Udito parlare del Santo di Jenne e de ' suoi miracoli , aveva combinata la gita , un po ' per divertimento , un po ' per curiosità , per vedere se fosse il caso di far venire il Santo a Roma o di mandargli la ragazza . Cugina di un cardinale , aveva conosciuto presso di lui uno dei preti che villeggiavano a Jenne . Ora colui , incontratala , le aveva già parlato a modo suo del Santo e annunciato il crollo della sua riputazione . Però siccome la duchessa non si fidava di nessun prete ed era curiosa di conoscere un uomo cui si attribuiva un passato romanzesco , e la stessa curiosità avevano i suoi compagni , una compagna in particolare , si risolse di avvicinarlo a ogni modo . Era venuta con lei una vecchia nobildonna inglese , famosa per la sua ricchezza , per le sue toilettes bizzarre , per il suo misticismo teosofico e cristiano , innamorata metafisicamente del Papa e anche della duchessa che ne rideva con i suoi amici . I quali amici , nel vedere Benedetto in quell ' arnese , si scambiarono occhiate e sorrisi che per poco non diventarono sghignazzamenti quando la vecchia inglese , prevenendo tutti , prese la parola . Disse , in un cattivo francese , che sapeva di parlare a una persona colta : che lei , con amici e amiche di ogni nazione , lavorava per riunire tutte le Chiese cristiane sotto il Papa , riformando il cattolicismo in alcune parti troppo assurde che nessuno nel suo cuore credeva più buone a niente , come il celibato ecclesiastico e il dogma dell ' inferno ; che avevano bisogno , per fare questo , di un Santo ; che questo Santo sarebbe lui perché uno spirito - ella non era spiritista ma un ' amica sua lo era - anzi proprio lo spirito della contessa Blawatzky aveva rivelato questo ; ch ' era perciò necessaria la sua venuta a Roma e che a Roma egli avrebbe potuto con i suoi doni di santità rendere servigio anche alla duchessa di Civitella , ivi presente . Finì il suo discorso così : " Nous vous attendons absolument , monsieur ! Quittez ce vilain trou ! Quittez - le bientôt ! Bientôt ! " Benedetto , girato rapidamente lo sguardo severo per la cerchia delle facce sardoniche o stolide , dall ' occhialetto della duchessa alla caramella del giornalista , rispose : " A l ' instant , madame ! " E uscì della camera . Uscì della camera e della casa , attraversò la piazza camminando male negli abiti disadatti , prese la via della costa senza guardare né a destra né a sinistra , portato dallo spirito più che dalle forze affievolite del corpo , pensando passar la notte sotto qualche albero e l ' indomani portarsi a Subiaco e di là , con l ' aiuto di don Clemente , a Tivoli dove conosceva un buon vecchio prete solito venire di tanto in tanto a Santa Scolastica . All ' ospitalità dei Selva , che gli sarebbe stata cara , non pensava più . Il suo cuore era puro e in pace ma egli non poteva dimenticare che la voce soave di quella signorina straniera e l ' accento mesto col quale aveva detto : " Lei non verrà a Subiaco ? " gli avevano risuonato dentro in un modo strano , che un minuto secondo era bastato perché gli balenasse in mente questo pensiero : " se Jeanne fosse stata così non mi sarei sciolto . " Avevano ragione i mistici : penitenza e digiuno non valgono . A ogni modo tutto era oramai dileguato . Restava solamente l ' umile sentimento di una fralezza essenzialmente umana che , uscita vittoriosa da prove difficili , può ricomparire improvvisamente ed essere vinta da un soffio . Il paesello era deserto . La gente di Trevi , di Filettino , di Vallepietra , cessato il temporale , era partita commentando i fatti della mattina , la guarigione dubbia , la guarigione fallita , i moniti seminati alacremente da seconde mani contro il seduttore del popolo , il falso cattolico . All ' uscita del villaggio Benedetto fu veduto da due o tre donne di Jenne . L ' abito laico le fece allibire , lo credettero scomunicato , lo lasciarono passare in silenzio . Pochi passi più in là fu raggiunto da qualcuno che correva . Era un giovinetto magro , biondo , dagli occhi azzurri , intelligentissimi . " Lei va a Roma , signore Maironi ? " diss ' egli . " La prego di non chiamarmi così " rispose Benedetto , spiacente di apprendere che il suo nome , chi sa in qual modo , si era divulgato . " Non so se vado a Roma . " " Io La seguo " disse il giovine , impetuoso . " Mi segue ? Perché mi segue ? " Il giovine gli prese , per tutta risposta , una mano , se la recò alle labbra malgrado la resistenza e le proteste di Benedetto . " Perché ? " diss ' egli . " Perché ho il disgusto del mondo e non trovavo Dio e oggi mi pare , per Lei , di essere nato alla gioia . Permetta , permetta che La segua ! " " Caro " rispose Benedetto , commosso , " non so neppur io dove andrò . " Il giovinetto lo supplicò di dirgli almeno quando avrebbe potuto rivederlo , e siccome Benedetto non sapeva veramente come rispondergli , esclamò : " Oh La vedrò a Roma ! Lei andrà a Roma , certo ! " Benedetto sorrise . " A Roma ? E dove trovarmi , a Roma , se ci vado ? " Quegli rispose che sicuramente a Roma si parlerebbe di lui , che tutti saprebbero dove trovarlo . " Se Dio vorrà ! " disse Benedetto con un affettuoso cenno di saluto . Il giovinetto gentile lo trattenne un momento per la mano . " Sono lombardo anch ' io " diss ' egli . " Sono Alberti , di Milano . Si ricordi di me ! " E seguì Benedetto con lo sguardo intenso finché , a una svolta della mulattiera , disparve . Alla vista della croce dalle grandi braccia , sull ' orlo della discesa , Benedetto ebbe un improvviso sussulto di commozione , dovette arrestarsi . Quando si rimise in cammino fu preso da vertigini . Fece pochi passi ancora , barcollando , fuori della via per togliersi dal passaggio della gente e si lasciò cadere sull ' erba in un grembo del prato . Allora , chiusi gli occhi , sentì che non era un malessere passaggero , ch ' era qualche cosa di più grave . Non smarrì del tutto la conoscenza , smarrì l ' udito , il tatto , la memoria , la nozione del tempo . Al primo riaversi , la sensazione , ai dorsi delle mani , del panno grosso , diverso da quello della solita sua veste , gli mise una curiosità non tormentosa , quasi divertente , circa l ' identità propria . Si andò tastando il petto , i bottoni , gli occhielli , senza capire . Pensò . Un ragazzo di Jenne che gli passò vicino sul prato , corse a Jenne , raccontò ansante che il Santo giaceva morto sull ' erba , presso la croce . Benedetto pensò con quell ' ombra di ragione oscura che ci governa nel sogno e al primo svegliarci . Non erano i panni suoi , erano i panni di Piero Maironi . Egli era Piero Maironi ancora . Ne fu sgomentato e rinvenne del tutto . Si levò a sedere , si mirò la persona , girò lo sguardo intorno , per il prato , per i monti velati dalle ombre della sera . Alla vista della grande croce la sua mente si ricompose . Si sentiva male , male assai . Cercò di rimettersi in piedi e vi riuscì a fatica . Si avviò verso la mulattiera domandandosi che potrebbe fare in quello stato . Vide qualcuno venir frettoloso per la mulattiera , da Jenne , fermarglisi in faccia ; udì esclamare : " Dio , è Lei ! " riconobbe la voce della donna che gli aveva parlato con tanta passione fra i tuoni e i lampi . Ella sola , di tanti che avevano udito a Jenne il racconto del ragazzo , era venuta . Gli altri non avevano creduto o non avevano voluto credere . Era venuta correndo , folle di angoscia . Ora si era fermata di botto , a due passi da lui , incapace di proferir parola . Egli non sospettò che fosse venuta per lui , le diede la buona sera e passò . Ella non gli ricambiò il saluto , affannata , dopo la prima gioia , di vederlo camminare male , non osando seguirlo . Lo vide fermarsi con un uomo a cavallo che saliva , parlargli ; fece un balzo avanti per udire . L ' uomo era un mulattiere mandato dai Selva in cerca di Benedetto . I Selva erano partiti da Jenne poco dopo quest ' ultimo , con due muli per le signore , credendo raggiungerlo sulla costa . Giunti all ' Aniene senza veder nessuno , avevano interrogato un viandante che veniva da Subiaco . Colui non seppe darne notizia . Noemi che doveva prendere l ' ultimo treno per Tivoli , era partita con Giovanni , nascondendo il suo rammarico ; il mulattiere era stato rimandato a Jenne per cercarvi di Benedetto e anche per riportarne un ombrellino dimenticato all ' osteria ; Maria era rimasta ad aspettarlo sulle ghiaie dell ' Infernillo . La giovine maestra udì Benedetto domandare al mulattiere , per carità , che gli portasse da Jenne un po ' d ' acqua . I due si parlarono ancora ma lei non attese altro , scomparve . Benedetto aveva accettato , dopo una breve conversazione col mulattiere , di raggiungere , a cavallo , la signora Selva . Rimasto solo , sedette sotto la croce aspettando il ritorno del mulattiere con l ' acqua e con l ' ombrello . La luna falcata si veniva dorando nel cielo chiaro sopra i monti di Arcinazzo ; la sera era senza vento , tepida . Benedetto si sentiva le tempie pulsare e ardere , celere e breve il respiro . Dolore non sentiva ; e l ' erba odorante del prato , gli alberi sparsi , le grandi montagne ombrose , tutto gli era vivo , tutto gli era pio , tutto gli era dolce di un mistero di amore orante che inclinava la stessa falce della luna verso le cime placide nel cielo di opale . Don Giuseppe Flores gli diceva nel cuore che sarebbe soave di morire così col giorno , pregando insieme alle cose innocenti . Passi frettolosi , dalla parte di Jenne . Si fermarono un po ' discosto . Una bambina si avanza verso Benedetto , gli porge timidamente una bottiglia d ' acqua e un bicchiere , fugge indietro . Benedetto , meravigliato , la richiama ; ella viene lenta , vergognosa . Richiesta del suo nome , tace ; dei suoi genitori , tace . Una voce dice : " È la bambina dell 'oste." Benedetto riconosce la voce e , al fioco lume della luna , la persona silenziosa rimasta indietro per lo stesso squisito sentimento che le ha fatto prender con sé la bambina . " Grazie " diss ' egli . Ella si appressò un poco , tenendo la bambina per mano , sussurrò : " Sa che i preti hanno parlato colla madre del morto ? Sa che ora questa donna accusa Lei di averlo fatto morire ? " Benedetto rispose con qualche severità nella voce : " Perché mi dice questo ? " Ella conobbe di avergli fatto dispiacere accusando alla sua volta , esclamò desolata : " Oh mi perdoni ! " E riprese : " Posso farle una domanda ? " "Dica." " Ritornerà mai a Jenne ? " "No." La donna tacque . Si udirono venire , da lontano , il mulattiere e il suo mulo . Ella disse , a voce più bassa : " Per pietà , una domanda ancora . Come si figura Lei l ' altra vita ? Crede che uno possa ritrovare le persone conosciute in questa ? " Se il lume della luna non fosse stato così fioco , Benedetto avrebbe vedute due grosse lagrime rigar il viso della giovine . " Credo " rispose gravemente " che fino alla morte del nostro pianeta l ' altra vita sarà per noi un grande continuo lavoro sopra di esso e che tutte le intelligenze aspiranti alla Verità e all ' Unità vi si ritroveranno insieme all 'opera." Le scarpe ferrate del mulattiere suonano vicine sui ciottoli . La donna dice : "Addio." Stavolta le lagrime suonano anche nella voce . Benedetto le risponde : " A Dio . " Egli scende sul mulo , ardendo di febbre , nelle ombre della valle . Andrà dunque a casa Selva . Sa , lo ha saputo dal mulattiere , che non troverà Noemi , ma questo gli è indifferente , non la teme , neppure ricorda quel momento di lieve emozione . Un altro pensiero si agita , infiammato dalla febbre , nell ' anima sua . Vi turbinano parole di don Clemente , parole di quel giovine Alberti , parole della vecchia dama inglese , vi lampeggiano dentro immagini rotte della Visione . A casa Selva , sì , ma per poco ! Egli scende e la gran voce dell ' Aniene gli rugge in profondo , più e più forte : " Roma , Roma , Roma . " _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ CAPITOLO SESTO . Tre lettere . Jeanne a Noemi . Vena di Fonte Alta , 4 luglio ... Perdonami se ti scrivo colla matita . Ho riletto la tua lettera qui , a mezz ' ora dall ' albergo , seduta sull ' orlo di una vasca dove le mandre vengono ad abbeverarsi . L ' acqua piccola che vi cade da un canaletto di legno mi ricorda con la sua voce tenera qualche cosa che mi fa dolere il cuore : una passeggiata con lui per i prati e i boschi , nella nebbia , una sosta presso questa fonte , parole dolorose , qualche lagrima , una cosa scritta nell ' acqua , un momento felice , l ' ultimo . È stato un grande sacrificio che ho fatto a Carlino di ritornare a Vena dopo tre anni . Gli ho sempre voluto bene ma il messaggio di Jenne mi farebbe affrontare per lui ben altri sacrifici che questo , e lietamente , e sapendo di averne perduto tutto il merito . Non sono contenta della tua lettera , te ne dirò il perché ; non però adesso . Qui scrivo troppo male e ora scende il nebbione dai prati alti sopra la fonte , soffia una tramontana fredda . Debbo curare la mia salute per Carlino . Anche questo è un sacrificio perché odio la mia salute ! Più tardi . Noemi , non potresti far sì che il mezzo foglietto di carta qui unito , scritto a matita , gli cadesse sotto gli occhi ? Tu esiti a dirgli come l ' obbedisco ; non potresti almeno aiutarmi a farglielo sapere così ? Non sono contenta delle tue lettere sopra tutto perché sono troppo corte . Tu sai quanto io sia insaziabile di udire di lui , egli è ospite della casa dove lo sei anche tu , a Subiaco non devi assolutamente saper che fare , e te la sbrighi in due parole ! - Sta meglio . - Legge molto . - Ha lavorato nell ' orto . - Forse passerà l ' estate con noi . - Scrive . - E non hai ancora saputo dirmi che male veramente abbia , cosa legga , dove andrà se non passa l ' estate con voi , se scrive lettere o libri , e di cosa parlate fra voi ; perché è impossibile che non parliate insieme qualche volta . Non ripetermi la tua scusa che quanto meno mi si parla di lui , tanto meglio è per me . È una scusa comoda che hai trovato ma è sciocca ; perché , mi si parli o non mi si parli , è la stessa cosa . La mia speranza è ben morta . Non rinasce . Dunque scrivi a lungo . Sono certa ch ' egli ti vuole convertire , che avete insieme delle conversazioni intime e che mi parli poco di lui per questo . Sarebbe una piccola gloria , sai , di convertire te perché in religione tu sei una sentimentale , non hai la visione chiara , fredda e sicura della verità che ho pur troppo io senz ' avere studiato e che tanto non vorrei avere . Quando pensi di ritornare nel Belgio ? I tuoi interessi non ti richiamano lassù ? Mi hai parlato una volta di un tuo agente che non t ' ispirava molta fiducia . Pare che in agosto viaggeremo . Almeno così dice ora Carlino che poi cambia facilmente assai . Mi piacerebbe vedere l ' Olanda in settembre , con te . Addio . Dunque scrivi . S ' egli legge molto potresti farti prestare un libro da lui e lasciarvi dentro il mezzo foglietto per segno . Insomma , trova ! O questo o altro ; sei donna . Trova , se pure mi vuoi bene . Penso del resto che non me ne vuoi più niente . È così , di ' la verità . Invece qui all ' albergo c ' è una signora innamorata di me . Ridi pure , è proprio vero . Vive a Roma . Suo marito è sottosegretario di Stato . Vuole a ogni costo che io passi l ' inverno venturo a Roma . Dipenderà da Carlino . La signora lo assedia ed egli si lascia assediare , né ben resiste né ben capitola . Addio , scrivi , scrivi e scrivi . Noemi a Jeanne ( dal francese ) . Subiaco , 8 luglio ... Ho fatto meglio . Mio cognato gli disse a memoria , in presenza mia , un passo latino che lo colpì , un passo su certi monaci del tempo antico , prima di Cristo . Egli pregò Giovanni di scriverglielo . Eravamo nell ' uliveto sopra la villetta , seduti sull ' erba . Io porsi prontamente a Giovanni una matita e il mezzo foglietto , presentandogliene il lato bianco . Egli scrisse e Maironi prese il mezzo biglietto , vi lesse il passo latino , se lo pose in tasca senza guardare l ' altra facciata . È stato un vero tradimento e ho tradito per amor tuo . Dubiterai ancora di me ? Cosa ti potrei dire della sua malattia più che non ti abbia già detto ? Per due settimane , circa , gli è stata addosso la febbre . Un giorno il medico diceva ch ' era tifoide , un giorno diceva che non era . Cessò ma le forze non sono ancora interamente ritornate , la magrezza è grande , pare che qualche disordine interno persista , il medico è rigoroso riguardo alla qualità dei cibi , egli ha rinunciato al suo regime , prende carni e anche un po ' di vino . È venuto ieri da Roma a trovare Giovanni un suo amico , un professore famoso , il professore Mayda . Giovanni lo ha pregato di vedere Maironi , di consigliare qualche cosa . Ha consigliato una cura di acque che Maironi certamente non prenderà . Mi pare di conoscerlo abbastanza per poterlo dire . Da otto giorni in qua ha migliorato sensibilmente , del resto . Lavora nell ' orto qualche poco la mattina e qualche poco la sera . Stamani si è levato per tempissimo e non gli è venuto in mente di lavare la scala ? Maria rimproverò ieri la sua vecchia fantesca perché la scala non era pulita . Questa vecchia , che dorme a Subiaco , quando venne alle sette trovò il lavoro fatto da Maironi . Mia sorella e mio cognato lo rimproverarono , quest ' ultimo quasi aspramente , forse perché è tanto diverso da Maironi e non gli verrebbe in mente di pigliare la granata neppure se si trovasse dentro una nuvola di ragnatele . Cosa Maironi legge ? A me di letture sue non parlò che una volta e per breve tempo , come ti dirò . Ti ho scritto che forse passerà l ' estate con noi , perché so che Maria e Giovanni lo desiderano . Il mio presentimento è che ora non resterà e che andrà a Roma . Però è una mia idea , niente di più , non ne so niente . Quanto a volermi convertire , io non so se la cosa sia facile né se Maironi ci pensi . Bada , io lo chiamo Maironi scrivendo a te ; parlando a lui lo chiamo Benedetto senz ' altro , perché il suo desiderio è questo . Sono sicura che a convertirmi ci pensava Giovanni . L ' ha trovato tanto facile che non me ne parla più . Di Maironi non lo crederei . Mi pare che per lui il Cristianesimo sia sopra tutto azione e vita secondo lo spirito di Cristo , del Cristo risorto che vive sempre in mezzo a noi , del quale noi abbiamo , com ' egli dice , l ' esperienza . Mi pare che la sua propaganda religiosa non abbia per oggetto il Credo di una Chiesa cristiana piuttosto che di un ' altra , benché senza dubbio la santità del suo vivere sia rigorosamente cattolica . Quando l ' ho inteso parlare di dogmi con Giovanni non era mai per discutere le differenze fra Chiesa e Chiesa , era piuttosto per aprire certe formole della Fede e mostrare la luce grande che n ' esciva aprendole in un certo modo . In questo Giovanni è maestro ma quando parla Giovanni si sente sopra tutto che nella sua mente vi ha un sapere immenso , e quando parla Maironi si sente sopra tutto che nel suo cuore vi ha il Cristo vivo , il Cristo risorto , e ci si accende . Per essere interamente , scrupolosamente sincera , ti dirò che se non credo ch ' egli desideri di convertirmi , però non posso esserne certissima . Eravamo un giorno nell ' uliveto . Egli e Giovanni discorrevano di un libro tedesco sull ' essenza del Cristianesimo che pare aver fatto rumore ed è stato scritto da un teologo protestante . Maironi osservava come questo protestante , quando parla del Cattolicismo , ne parli colla più onesta attenzione d ' imparzialità , ma come in fatto non conosca la religione cattolica . Secondo lui nessun protestante la conosce , son tutti pieni di pregiudizi , giudicano essenziali al Cattolicismo certe alterazioni della sua pratica , esteriori e sanabili . C ' era lì un panierino di albicocche ed egli ne tolse una bellissima , però un poco guasta . " Ecco " disse " un frutto guasto . Se io offro questo frutto a uno che non conosce ma vuole esser gentile , mi dice che vi è del sano e del buono ma che pur troppo vi è anche del malato e che perciò egli , con dispiacere , non lo prenderà . Così parla del Cattolicismo questo protestante insigne . Ma se io offro il frutto a uno che conosce , egli lo accetterà quand ' anche fosse tutto putrido e porrà il nocciuolo immortale nel proprio terreno con la speranza di avere albicocche bellissime e sane . " Il discorso era rivolto a Giovanni , ma gli occhi guardavano sempre me . Devo soggiungere che anche a Jenne egli mi aveva detto d ' imparare a conoscere il Cattolicismo . A ogni modo se io rimango protestante non è per il conoscere e il non conoscere , è perché così vogliono i miei sentimenti più sacri . Mia cara Jeanne , vi ha un ' altra cosa che ti voglio schiettamente dire . Sospetto che tu sia gelosa . Ho paura che tu non possa comprendere il dolore indicibile che mi faresti se lo fossi veramente ; ho paura che tu non possa comprendere la gravità immensa dell ' offesa che faresti a lui prima e poi anche a me . Adesso io ti apro il mio cuore . Avrei rimorso di non farlo , amica mia ; rimorso rispetto a te , rispetto a lui , rispetto a me stessa . Quanto a lui , egli è buono e dolce a tutti coloro che avvicina ma in modo particolare ai più umili , e forse tu potresti esser gelosa della vecchia di Subiaco che viene in casa per i bassi servizî . Con Maria e con me la sua bontà e dolcezza si mostrano silenziosamente più che con parole . Con noi egli è sereno , semplice , affabile ; non ha mai l ' aria di sfuggirci ma non è mai accaduto che si trattenesse a parte né con l ' una né con l ' altra . Io sono agli occhi di lui un ' anima e le anime sono per lui tutte come erano per mio padre le menome pianticelle del suo grande giardino , ch ' egli avrebbe voluto difendere dal gelo col calore del suo cuore , far crescere e fiorire colla comunicazione della sua vita . Ma sono un ' anima come un ' altra , forse appunto colla differenza sola ch ' egli mi giudica più lontana dalla verità e perciò più minacciata dal gelo ; benché questo non si vede nel suo contegno . Quanto a me , cara , io provo certamente un sentimento profondo per lui ; ma sarebbe abbominevole dire che il mio sentimento somigli anche da lontano a quello che gli uomini chiamano col solito nome . Il mio sentimento è riverenza , è una specie di timore devoto , una specie di awe per cui io sento intorno alla sua persona come un circolo magico che non oserei passare . Nella sua presenza il mio cuore non ha un battito di più . Non lo so , direi piuttosto che ne abbia uno di meno . Non potrei essere più sincera di così , cara Jeanne . Dunque ti prego , ti supplico di non immaginare altra cosa . Per ora non penso al Belgio . Può darsi che vi faccia una corsa più tardi . Salutami tuo fratello , del quale vorrei sapere se ha finalmente portato il vecchio prete e la signorina in Fomalhaut . Ci penso anch ' io qualche volta , alla sua Fomalhaut . Digli che se quest ' inverno verrete a Roma faremo musica insieme . Addio , ti abbraccio . Benedetto a don Clemente . ( Non spedita ) . Padre mio , il Signore si è ritirato dall ' anima mia , non dico per abbandonarmi al peccato ma per togliermi ogni senso della presenza Sua , e il desolato grido di Gesù Cristo sulla croce freme , a momenti , in tutto il mio essere . Se mi sforzo di richiamare ogni mio pensiero nel pensiero della Presenza Divina , ogni mio sentimento in un atto di abbandono alla Divina Volontà , non ne ho che pena e scoramento , mi par di essere una bestia caduta sotto il carico , che a un primo colpo di frusta fa uno sforzo , ricade ; a un secondo colpo , a un terzo , a un quarto trasalisce appena , neppure tenta rialzarsi . Se apro il Vangelo o l ' Imitazione , non vi trovo sapore . Se ripeto preghiere mi vince il tedio e ammutolisco . Se mi prostro sul pavimento , il pavimento mi gela . Se mi lamento a Dio di essere trattato così , il Suo silenzio mi par diventare più ostile . Se con l ' autorità dei grandi mistici mi dico che ho torto di avere tanto affetto alle dolcezze spirituali , di soffrire tanto per la loro privazione , mi rispondo che hanno torto i mistici , che nello stato di grazia sensibile si cammina sicuri e che invece in questa notte spirituale senza stelle il cammino non si vede , non c ' è altra regola che ritrarre il piede quando si sente molle l ' erba , e ciò non basta , ch ' è anche possibile di porlo addirittura , il piede , nel vuoto . Padre , padre mio , mi apra le Sue braccia , ch ' io senta il calore del Suo petto pieno di Dio ! Vi sono cento ragioni per me di non venire a Santa Scolastica , ma in ogni modo preferirei scrivere . Ella è qui presente a me più che nel corpo ; io mi unisco , mi confondo meglio a Lei col pensiero che se Le fossi davanti ; e ho bisogno di confondermi a Lei col pensiero , ho bisogno di costringere l ' anima mia dentro la Sua . Forse Le manderò questa lettera , forse neppure la manderò . Padre mio , padre mio , mi fa bene di scriverti più che di parlarti , non ti potrei parlare colla foga che ora mi viene alla penna e non mi verrebbe alle labbra . Scrivendo , io parlo , io grido a te immortale , io ti spoglio dalle mortalità che sono anche nell ' anima tua e che mi romperebbero , nella tua presenza , questa foga , delle mortalità di conoscenze incomplete delle cose , di prudenze che ti consiglierebbero veli al tuo pensiero . No , non te la spedirò questa lettera , eppure tu l ' avrai ; l ' arderò , eppure tu l ' avrai , sì , tu l ' avrai , non è possibile che il mio tacito grido non ti raggiunga , forse adesso nelle tenebre della notte , mentre dormi , forse fra due ore , ancora nelle tenebre della notte , mentre preghi con i fratelli nella dolce chiesa dove tanto abbiamo adorato insieme . Io so perché sono arido , io so perché Dio mi abbandona . Sempre quando Dio mi abbandona , quando tutte le sorgenti vive dell ' anima mia inaridiscono e i germi vivi si disseccano e il mio cuore diventa un mare morto , io so perché . Perché ho udita una musica soave alle mie spalle e mi sono voltato , oppure perché il vento mi recò fragranze dai prati in fiore a lato della mia via e mi arrestai , oppure perché la nebbia mi è salita di fronte e ho temuto , oppure perché uno spino mi offese il piede e ne ho concepita ira . Istanti , baleni , ma intanto l ' uscio si apre , un soffio maligno entra . È sempre così , basta uno sguardo raccolto , una lode gustata , una immagine trattenuta , una offesa rimeditata , il soffio maligno entra . E adesso è tutto questo insieme ! È scesa la notte sul mio cammino , ho messo il piede nell ' erba molle , la ho sentita , ho ritratto il piede ma non subito . Perché adopero figure ? Scrivi scrivi , mano mia vile , la nuda verità ! Scrivi che questa casa è un nido di mollezza e che se ho gustato il letto soffice , la biancheria fine , l ' odore di lavanda , ho molto più gustato la conversazione del signor Giovanni e le letture assorbenti nel diletto della mente , l ' aura di due giovani donne pure , intellettuali , piene di grazia , la loro ammirazione segreta , il profumo di un sentimento che una di esse mi è parsa chiudere in sé , la visione di una vita nascosta in questo nido fra queste persone , lontana da tutto ch ' è volgare , ch ' è basso , ch ' è immondo , ch ' è schifoso . Ho sentito il male del mondo con il ribrezzo che se ne ritrae e non con il focoso dolore che lo affronta per strappargli le anime . Istanti , baleni ; mi rifugiai come un tempo nell ' abbraccio della Croce ma la Croce , poco a poco , altrimenti da un tempo , mi diventò nelle braccia legno insensibile e morto . Mi sono detto : spiriti di nequizia , male volontà sapienti e forti che sono nell ' aria , congiurano contro di me , contro la mia missione . Mi sono risposto : superbia , giù ! E poi la prima idea mi riprese , ondeggiai cieco in questa vicenda trista , ogni giorno , tutto il giorno . E poiché niente ne ho lasciato trasparire , poiché capivo che il signor Giovanni e le signore non dubitavano che io non fossi nell ' interno così sereno , così puro come il mio esterno pareva , mi disprezzai , certi momenti , come un ipocrita , per dirmi , il momento dopo , che invece il mio esterno puro e sereno mi aiutava a vivere , parlo della vita spirituale ; che il parer forte mi obbligava a esser forte . Mi paragonai a un albero che ha il midollo divorato dai vermi , il legno consunto dalla putrefazione e vive per la corteccia , può dare foglie e fiori per lei , può dare ombra benefica . E poi mi dissi che questo era buono per gli uomini ; ma davanti a Dio , davanti a Dio ? E poi mi dissi ancora che Dio mi potrebbe sanare perché l ' albero divorato nel midollo non è sanabile ma l ' uomo sì ; e allora mi torturai per la impotenza di fare quello che Dio avrebbe chiesto a me come cooperazione della mia volontà alla Sua : fuggire , fuggire . Dio è nella voce dell ' Aniene che dalla sera della mia partenza da Jenne mi dice : " Roma , Roma , Roma " ; e Dio è pure nella forza dei vermi invisibili che mi hanno rosô le virtù vitali del corpo . E allora e allora e allora ? Signore , ascolta il mio gemito che Ti domanda giustizia . Ho detto tante volte che certamente partirò appena ne avrò la forza e qui mi vorrebbero trattenere e come potrò io dir loro : amici miei , voi mi siete nemici ? Ecco , viltà mia ! Perché non potrei dirlo ? Perché non lo dirò ? Ho letto un giorno nello sguardo della giovine protestante : - Se Lei parte che sarà dell ' anima mia ? Non deve Lei desiderare di condurmi alla fede Sua ? Io non mi lascio condurre ancora . - No , non posso , non debbo scrivere tutto . E come scrivere l ' espressione di uno sguardo , l ' intonazione di una parola per sé indifferente ? Non sono sguardi come quello per il quale San Girolamo s ' immerse nell ' acqua gelata o almeno la commozione mia non somiglia alla sua . Non vale acqua gelata contro uno sguardo puro nella sua dolcezza . Solo il fuoco vi arriva , il fuoco dell ' Amore supremo . Oh chi mi libera dal mio cuore mortale che non si move di un solo picciol moto senza movere tutte le fibre del corpo , chi mi libera il cuore immortale che gli è interno come il germe al frutto e si prepara un corpo celeste ? Non posso , non debbo scrivere tutto , ma questo sì lo voglio scrivere : il Signore mi tende insidie e lacci ! Caduto , mi deriderà ! Perché è avvenuto che io scrivessi il passo latino sulla gente che vive in penitenza fra il Mar Morto e il deserto , " sine pecunia , sine ulla femina , omni venere abdicata , socia palmarum " su quel pezzo di carta che recava sull ' altra faccia parole di J . D . , calde ancora del mio peccato antico e del suo , delle memorie più terribili ? Perché una persona così timida ha osato impormi una comunicazione segreta ? Il vento mi ha spalancata la finestra . Oh Aniene Aniene , come non ti stanchi di ruggirmi il tuo comando ! Che io parta sul momento ? Impossibile , le porte sono chiuse . E poi sarebbe indegno di partire così . Disonorerei Dio , farei dire : che qualità di servi ingrati e pazzi ha il Signore ? Vieni , spirito del mio Maestro , vieni , vieni , parla , io ti ascolto . Che mi dici ? Che mi dici ? Ah tu sorridi delle mie tempeste , tu mi dici di partire , sì , ma di partire nobilmente , di annunciare che il Signore me lo comanda . Tu mi dici di obbedire alla voce di Dio nell ' Aniene . Ecco che il vento si allontana , pare chetarsi , contento . Sì , sì , sì , con lagrime . Domani , domattina . Lo annuncierò . E so a chi andrò in Roma . Oh luce , oh pace , oh sorgenti redivive dell ' anima mia , oh mare morto che ti gonfii in una calda ondata ! Sì , sì , sì , con lagrime . Grazie , grazie . Gloria a Te , Padre nostro che sei nei cieli , sia santificato il nome Tuo , venga il regno Tuo , sia fatta la Tua volontà ! _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ CAPITOLO SETTIMO . Nel turbine del mondo . Una carrozza signorile si fermò sull ' imbrunire davanti a una casa di via della Vite , in Roma . Due signore ne discesero frettolosamente e sparirono dentro la porta oscura . La carrozza partì . Due minuti dopo ne arrivò un ' altra , versò due altre signore nella stessa porta e partì . In un quarto d ' ora ne capitarono cinque . La porta oscura non inghiottì meno di dodici signore . La piccola via ritornò silenziosa . Trascorsa una mezz ' ora cominciarono a venire dal Corso gruppi di uomini . Si fermavano davanti a quella stessa porta , leggevano il numero al lume del fanale vicino , entravano . E la porta oscura inghiottì a questo modo un ' altra quarantina di persone . Gli ultimi furono due preti . Quello che guardò il numero era miope , non riusciva a decifrarlo . L ' altro gli disse ridendo : " Entra , entra , io sento puzzo di Lutero , dev ' essere qui . " E il primo entrò nelle tenebre puzzolente . Salirono per una scala nera , sucida , su su verso l ' unico lumicino a olio che ardeva al quarto piano . Quando furono al terzo , accesero dei fiammiferi per leggere i nomi sulle placche degli usci . Una voce chiamò dall ' alto : " Qui , signori , qui ! " Un giovine affabile signore in abito nero di mattina discese a incontrarli , li ossequiò molto , disse che si aspettava solamente loro , li fece entrare , per un ' anticamera e un andito quasi tanto oscuri quanto la scala , in una stanza grande , piena di gente , illuminata alla meglio da quattro candele e da due vecchie lucerne a olio . Il giovine signore si scusò dell ' oscurità . I suoi genitori non volevano in casa né luce elettrica né gaz né petrolio . Tutti gli uomini venuti a gruppi erano raccolti lì . Tre o quattro vestivano l ' abito ecclesiastico . Gli altri , meno un vecchio dalla faccia rossa e dalla barba bianca , parevano studenti . Nessuna signora . Erano tutti in piedi , eccetto il vecchio , persona di riguardo , certamente . Conversavano sottovoce . La stanza sussurrava come una grotta tutta rivoletti e goccie cadenti . Entrati i due preti , il giovine padrone di casa disse : "Allora!..." Le persone strette nel gruppo maggiore si scostarono a cerchio e vi apparve nel mezzo Benedetto . Un tavolino con due candele e una sedia erano preparati per lui . Pregò che si togliessero le candele . Poi gli dispiacque anche il tavolino . Si disse stanco , chiese di parlare seduto sul canapè , vicino al vecchio signore dal viso acceso e dalla barba bianca . Vestiva di nero , era pallido e magro più ancora che a Jenne . La fronte gli si era scoperta di capelli , aveva preso qualche cosa della fronte solenne di don Giuseppe Flores . E gli occhi avevano un azzurro più lucente . Molte delle facce volte avidamente a lui parevano piuttosto affascinate da quegli occhi e da quella fronte che ansiose di udire la sua parola . Egli prese a parlare così , senza un gesto , tenendosi le mani sulle ginocchia : " Io devo dire subito a chi parlo perché non tutti qui hanno le stesse disposizioni di anima verso Cristo e la Chiesa . Non credo di parlare ai sacerdoti presenti , credo e spero ch ' essi non abbiano bisogno della parola mia . Non parlo a questo signore seduto presso a me , perché egli pure , lo so , non ne ha bisogno . Non parlo ad alcuno che sia fermo nella fede cattolica . Io parlo unicamente a quei giovani che mi hanno scritto così . " Trasse una lettera e lesse : " Noi siamo stati educati nella fede cattolica e , fatti uomini , abbiamo accettato con un nuovo atto di libera volontà i suoi più ardui misteri , abbiamo lavorato per essa nel campo amministrativo e sociale ; ma ora un altro mistero sorge sul nostro cammino e la nostra fede tituba davanti ad esso . La Chiesa cattolica che si proclama fonte di verità , oggi contrasta la ricerca della verità quando si esercita sui fondamenti suoi , sui libri sacri , sulle formole dei dogmi , sull ' asserita infallibilità sua . Questo per noi significa ch ' essa non ha più fede in sé stessa . La Chiesa cattolica che si proclama ministra della Vita , oggi incatena e soffoca tutto che dentro di lei vive giovanilmente , oggi puntella tutte le sue cadenti vecchiaie . Questo per noi significa morte ; lontana , ma ineluttabile morte . La Chiesa cattolica che proclama di volere rinnovar tutto in Cristo , è ostile a noi che vogliamo contendere ai nemici di Cristo la direzione del progresso sociale . Questo per noi significa , insieme a molti altri fatti , avere Cristo sulle labbra e non nel cuore . La Chiesa cattolica oggi è tale e Dio vorrà che noi le obbediamo ancora ? Ecco perché noi veniamo a Voi . Che dobbiamo fare ? Voi che vi professate cattolico e , predicate il cattolicismo e avete fama ... " Qui Benedetto troncò la lettura , dicendo : " Seguono parole inutili . " E riprese a parlare : " Io rispondo a chi mi ha scritto così : - Ditemi ; perché vi siete rivolti a me che mi professo cattolico ? Mi credete voi forse , nella Chiesa , un Superiore dei Superiori ? È forse per questo che se la parola mia sarà diversa da quella che voi dite la parola della Chiesa , voi riposerete in pace sulla parola mia ? Udite una figura . Pellegrini assetati si accostano a una fonte famosa . Trovano una vasca piena di acqua stagnante , ingrata al gusto . La scaturigine viva è sul fondo della vasca , non la trovano . Si volgono mesti a un cavatore di pietre che lavora in una cava vicina . II cavatore offre loro acqua viva . Gli chiedono il nome della sorgente . " È la stessa della vasca " dice . " È tutta , nel sottosuolo , una sola corrente . Chi scava , trova . " I pellegrini sitibondi siete voi , il cavatore oscuro sono io e la corrente occulta nel sottosuolo è la Verità , cattolica . La vasca non è la Chiesa , la Chiesa è tutto il campo corso dalle acque vive . Voi vi siete rivolti a me per un vostro inconscio conoscere che la Chiesa non è la sola gerarchia , è la universale assemblea dei fedeli , gens sancta , che dal fondo di ogni cuore cristiano può zampillare acqua viva della sorgente stessa , della stessa Verità . Inconscio conoscere ; perché se non fosse inconscio , voi non direste - la Chiesa contrasta questo - la Chiesa soffoca quello - la Chiesa invecchia - la Chiesa ha Cristo sulle labbra e non nel cuore . " Intendetemi bene . Io non giudico la gerarchia , io riconosco e onoro l ' autorità della gerarchia , io dico unicamente che la Chiesa non è la gerarchia sola . Udite un ' altra similitudine . Vi ha nei pensieri di ciascun uomo una specie di gerarchia . Prendete un uomo giusto . Certe idee , certi propositi sono in lui pensieri dominanti , governano la sua vita , e sono questi : compiere il dovere religioso , il dovere morale , il dovere civile . Egli ha dei varii doveri il concetto tradizionale che gliene fu appreso . Ma poi questa gerarchia d ' idee ferme con impero non è tutto l ' uomo . Sotto di essa vi è in lui una moltitudine di altre idee , una moltitudine di pensieri che continuamente si muovono e si modificano per le impressioni e l ' esperienza della vita . E sotto questi pensieri vi ha un ' altra regione dell ' anima , vi ha l ' Inconscio dove facoltà occulte lavorano un lavoro occulto , dove avvengono i contatti mistici con Dio . Le idee dominanti esercitano autorità sul volere dell ' uomo giusto , ma tutto l ' altro mondo del suo pensiero ha pure una importanza immensa perché attinge continuamente alla Verità con l ' esperienza del reale nell ' esterno , con l ' esperienza del Divino nell ' interno , e quindi tende a rettificare le idee superiori , le idee dominanti in quanto il loro elemento tradizionale non è adeguato al Vero ; è per esse una perenne fonte di fresca vita che le rinnova , una sorgente di autorità legittima fondata sulla natura delle cose , sul valore delle idee , più che sui decreti degli uomini . La Chiesa è tutto l ' uomo , non un solo gruppo d ' idee eminenti e dominanti ; la Chiesa è la gerarchia con i suoi concetti tradizionali ed è il laicato con il suo continuo attingere alla realtà , con il suo continuo reagire sulla tradizione ; la Chiesa è la teologia ufficiale ed è il tesoro inesausto della Verità divina che reagisce sulla teologia ufficiale ; la Chiesa non muore , la Chiesa non invecchia , la Chiesa ha nel cuore il Cristo vivente meglio che sulle labbra , la Chiesa è un laboratorio di verità in azione continua e Iddio comanda che voi restiate nella Chiesa , che voi operiate nella Chiesa , che voi siate , nella Chiesa , sorgenti di acqua viva . " Uno spirito di commozione e di ammirazione agitò l ' uditorio con il rumore del vento . Benedetto , ch ' era venuto alzando la voce , sorse in piedi . " Ma qual fede è la vostra " esclamò acceso " se parlate di uscire dalla Chiesa perché vi offendono certe dottrine antiquate dei suoi capi , certi decreti delle Congregazioni romane , certi indirizzi del governo di un Pontefice ? Quali figli siete voi che parlate di rinnegare la madre perché veste come a voi non aggrada ? È forse cambiato , per una veste , il seno materno ? Quando piegati sovr ' esso voi dite piangendo a Cristo le vostre infermità , e Cristo vi sana , pensate voi all ' autenticità di un passo di S . Giovanni , al vero autore del quarto Vangelo o ai due Isaia ? Quando raccolti sovr ' esso vi unite a Cristo in sacramento , vi turbano i decreti dell ' Indice o del Sant ' Uffizio ? Quando abbandonati sovr ' esso entrate nelle tenebre della morte , vi è meno dolce la pace che a voi ne spira , perché un Papa è , contrario alla democrazia cristiana ? " Amici miei , voi dite : noi abbiamo riposato all ' ombra di questo albero , ma ora la sua corteccia si fende , la sua corteccia si dissecca , l ' albero morrà , andiamo in cerca di un ' altra ombra . L ' albero non morrà . Se aveste orecchi udreste il moto della corteccia nuova che si forma , che avrà il suo periodo di vita , che si fenderà , che si disseccherà alla sua volta perché un ' altra corteccia le succeda . L ' albero non muore , l ' albero cresce . Benedetto sedette spossato e tacque . L ' uditorio ebbe un moto e un fremito di onda verso di lui . Egli , lo arrestò alzando le mani . " Amici " riprese con voce stanca e dolce " ascoltatemi ancora . Scribi e Farisei , anziani e principi dei sacerdoti zelanti contro le novità sono in ogni tempo e anche in quest ' ora . Non ho a parlar di loro a voi , Iddio li giudicherà . Noi preghiamo per tutti coloro che non sanno quello che fanno . Ma forse nell ' altro campo cattolico militante non si è senza peccato . Nell ' altro campo si è inebbriati della idea di modernità . La modernità è buona ma l ' eterno è migliore . Io temo che colà non si tenga l ' eterno nel debito conto . Vi si attende molta salute alla Chiesa di Cristo dall ' azione cattolica collettiva nel campo amministrativo e politico , azione di battaglia per la quale il Padre riceverà ingiuria dagli uomini , e non se ne attende abbastanza dalla luce delle opere buone di ciascun cristiano per la quale il Padre è glorificato . Supremo fine delle creature umane è glorificare il Padre . Ora gli uomini glorificano il Padre di coloro che hanno lo spirito di carità , di pace , di sapienza , di povertà , di purità , di fortezza , che adoperano per i fratelli le energie della vita . Uno di questi giusti che professi e pratichi il Cattolicismo è profittevole alla gloria del Padre , di Cristo e della Chiesa più di molti Congressi , di molti Circoli , di molte vittorie elettorali cattoliche . " Ho inteso testé uno di voi mormorare : " e l ' azione sociale ? " L ' azione sociale , amici miei , è sicuramente buona come opera di giustizia e di fraternità , ma , simili ai socialisti , certi cattolici la marchiano con il marchio delle loro opinioni religiose e politiche , rifiutano di accomunarvi gli uomini di buona volontà se non accettano quel marchio , respingono da sé il buon Samaritano e questo è abbominevole agli occhi di Dio . Improntano col marchio cattolico anche opere che sono strumenti di lucro e questo pure è abbominevole agli occhi di Dio . Predicano la giusta distribuzione della ricchezza ed è bene , ma troppo dimenticano di predicare insieme la povertà del cuore ; e se lo ommettono deliberatamente per ragioni di opportunità , questo è abbominevole agli occhi di Dio . Purgate l ' azione vostra di questi abbominii . Chiamate alle opere particolari di giustizia e di amore tutti gli uomini di buona volontà , contenti di esserne voi gli iniziatori . Predicate a ricchi e poveri , con la parola e con l ' esempio , la povertà del cuore . " L ' uditorio ondeggiò confusamente , sospinto in parti diverse . Benedetto si raccolse un momento celando il viso fra le mani . " Voi mi avete domandato che fare ? " diss ' egli , scoprendo il viso . Pensò ancora un poco e riprese : " Io vedo nell ' avvenire cattolici laici , zelatori di Cristo e della Verità , trovar modo di costituire unioni diverse dalle presenti . Si armeranno un giorno cavalieri dello Spirito Santo per l ' associata difesa di Dio e della morale cristiana nel campo scientifico , artistico , civile , sociale , per l ' associata difesa delle legittime libertà nel campo religioso , con certi particolari obblighi , non però di convivenza né di celibato , integrando l ' ufficio del clero cattolico dal quale non avranno a dipendere come Ordine , ma solo come persone nella pratica individuale del Cattolicismo . Pregate che la volontà di Dio si manifesti circa quest ' Opera nelle anime che la pensano ; pregate ch ' esse anime si spoglino lietamente della compiacenza di averla immaginata e della speranza di vederla compiuta , se Dio si rivela contrario ad essa . Se Dio si rivela favorevole , pregate che gli uomini la sappiano bene ordinare in ogni parte a gloria di Lui e a gloria della Chiesa . Amen . " Egli aveva finito e nessuno si mosse . Tutti gli occhi lo fissavano , ansiosi , avidi di altre parole dopo le inattese ultime di tôno scuro e grande . Molti avrebbero voluto e non osarono rompere quel silenzio . Ma quando Benedetto si alzò e tutti gli si scostarono d ' intorno a cerchio riverenti , si alzò pure il vecchio signore dal viso rosso e dai capelli bianchi , e disse con voce rotta dalla emozione : " Ella riceverà oltraggi e battiture , sarà incoronato di spine e abbeverato di fiele , sarà deriso dai farisei e dai pagani , non vedrà l ' avvenire che desidera , ma l ' avvenire è per Lei , i discepoli dei discepoli suoi lo vedranno . " Abbracciò Benedetto e lo baciò in fronte . Due o tre vicini batterono le mani timidamente , uno scroscio di applausi suonò nella sala . Benedetto , turbatissimo , accennò a un giovinetto biondo che lo aveva accompagnato , e questi corse a lui , proprio lucente in viso di commozione e di gioia . Qualcuno sussurrò : " Un discepolo . " Altri soggiunse , piano : " Sì , e il prediletto . " Il padrone di casa si prostrò , quasi , davanti a Benedetto con parole di ossequio e di gratitudine . Allora uno dei sacerdoti ardì pure farsi avanti , disse con voce commossa : " E per noi , maestro , non avrà un consiglio ? " " Non mi chiami maestro " rispose Benedetto , tutto ancora turbato ; " preghi luce a questi giovani , ai nostri Pastori e anche a me . " Uscito ch ' egli fu , si levò nella sala un crepitìo di voci vibrate , brevi e fioche , premendo ancora lo stupore sulle anime commosse . Poi la commozione scoppiò qua e là , forte , ruppe da ogni banda , urtandosi anche le ammirazioni fra loro nell ' esaltare queste o quelle parole , queste o quelle idee del discorso , l ' accento o lo sguardo dell ' oratore , o lo spirito di santità diffuso nel suo volto , spirante anche dalla sua mano . Ma il padrone di casa congedò gli ospiti ; con molte scuse , sì , con molte parole di cerimonia , ma con una fretta quasi scortese . Rimasto solo , aperse un uscio ch ' era chiuso a chiave , s ' inchinò dentro l ' apertura . " Signore ! " diss ' egli . E spalancò l ' uscio . Uno sciame di signore irruppe nella sala vuota . Una signorina matura si slanciò addirittura verso il giovine , a mani giunte , esclamando : " Oh quanto Le siamo grate ! Oh che Santo ! Non so perché non siamo corse tutte fuori ad abbracciarlo ! " " Cara " disse una signora con ironica flemma veneta , sorridendo nei due grandi belli occhi , " perché , fortunatamente per lui , l ' uscio era chiuso a chiave . " Erano dodici signore . Il padrone di casa , professore Guarnacci , figlio dell ' agente generale di una di queste , la marchesa Fermi , romana , le aveva raccontato della riunione che doveva tenersi in casa sua , del discorso che vi avrebbe pronunciato lo strano personaggio di cui si parlava già in Roma come di un agitatore religioso entusiasta e taumaturgo , popolare nel quartiere del Testaccio . La marchesa si era posta in capo di udirlo non veduta . Presi gli accordi col Guarnacci , aveva tratte nella congiura tre o quattro amiche e ciascuna di queste aveva ottenuto di aggregarsi delle appendici . Era una miscela curiosa , in vista . Molte avevano toilettes da società , due vestivano proprio come quacchere , una sola di nero . Le due quacchere , straniere , parevano impazzite dall ' entusiasmo e fremevano contro la marchesa , una vecchia scettica , alquanto sarcastica , che diceva tranquillamente : " Sì , ha parlato bene ma però avrei voluto vedere la sua faccia mentre parlava . " E dichiarando di saper giudicare gli uomini dalla faccia meglio che dalle parole , la vecchia marchesa rimproverò il Guarnacci di non aver praticato un buco nell ' uscio o almeno levata la chiave dalla toppa . " Sei troppo santo " diss ' ella . " Non conosci le donne . " Il Guarnacci rise , si scusò con l ' ossequio dovuto alla padrona di suo padre e affermò che Benedetto era bello come un angelo . Ma una giovine signora insipidetta , venuta , pensavano rabbiosamente le quacchere , Dio sa perché , uscì a dire quieta quieta che lo aveva veduto due volte e ch ' era brutto . " Bisognerebbe conoscere la Sua idea di bellezza , signora " disse acremente una quacchera . E l ' altra quacchera mise subito fuori , ma sottovoce per acuire la malignità espressamente , un velenoso : " Naturellement ! " La signora insipidetta replicò , un poco arrossendo fra l ' imbarazzo e il dispetto , ch ' era magro , pallido ; e le due quacchere si guardarono , si sorrisero con tacito disprezzo . Ma dove lo aveva veduto ? Questo volevano sapere le altre dalla Insipidetta . " Eh ! Sempre nel giardino di mia cognata " diss ' ella . " Sempre nel giardino ? " esclamò la marchesa . " È un angelo in piena terra o è un angelo in vaso ? " La Insipidetta rise e le quacchere fulminarono la marchesa con gli occhi furiosi . Entrò il thè , compreso nell ' invito del professore Guarnacci . " Bella discussione , eh ? " disse piano la signora Albacina , moglie dell ' onorevole Albacina , sottosegretario di Stato per l ' Interno , all ' orecchio della signora vestita di nero , che non aveva mai aperto bocca . Colei sorrise tristemente e non rispose . Il thè , servito dal professore e da una sua sorellina , ammorzò per un momento la conversazione che si riaccese sul discorso di Benedetto e diventò un guazzabuglio tale di ragionamenti senza ragione , di giudizi senza giudizio , di dottrine senza dottrina , che la signora silenziosa vestita di nero propose all ' Albacina , con la quale era venuta , di andarsene . Ma in quel momento la marchesa Fermi , scovato un campanellino sopra una caminiera , si mise a scampanellare per ottenere silenzio . " Vorrei sapere di questo giardino " diss ' ella . Le quacchere e la signorina matura , infervorate a discutere l ' ortodossia cattolica di Benedetto , non avrebbero taciuto per dieci campanelli ; ma la curiosità della signorina matura , all ' udire la parola " giardino " scattò . Scattò fuori tutta intera . Altro che giardino ! Il signor professore doveva raccontare tutto che sapeva di questo padre Hecker italiano e laico . Un po ' per sfoggio di cultura , un po ' per avventatezza , ella aveva già battezzato Benedetto così . Allora la Insipidetta guardò l ' orologio . La sua carrozza avrebbe dovuto trovarsi alla porta . La piccola Guarnacci disse che di carrozze ce n ' erano già quattro o cinque . La Insipidetta voleva arrivare al Valle per il terzo atto della commedia . Due altre signore avevano altri impegni e partirono con lei . La Fermi restò : " Fa presto , però , professore , " diss ' ella , " perché stasera mia figlia ci aspetta , me e queste altre signore di cui vedi le spalle . " " Faccia prestissimo " disse , dispettosetta , la signorina matura . " Dopo parlerà per la povera gente che non mostra le spalle . " Una forestiera bionda , molto scollata , bellissima , lanciò uno sguardo ineffabile alle povere coperte spallucce magre della dispettosa , che diventò rossa di rabbia come un gambero . " Allora " incominciò il professore " siccome la signora marchesa e forse anche le altre signore che hanno fretta sanno già quanto so io del Santo di Jenne prima della sua partenza da Jenne , quello lo lascio . Io dunque un mese fa , in ottobre , neanche ricordavo di aver letto nei giornali , in giugno o in luglio , di questo Benedetto che predicava e faceva miracoli a Jenne , quando un giorno uscendo da S . Marcello m ' incontrai in un tale Porretti che una volta scriveva nell ' Osservatore e adesso non vi scrive più . Questo Porretti mi si accompagna , si parla della condanna dei libri di Giovanni Selva che si aspetta di giorno in giorno e , tra parentesi , non è ancora venuta , e Porretti mi dice che adesso in Roma c ' è un amico di Selva , il quale farà parlare di sé più che lo stesso Selva . " Chi è ? " faccio io . " II Santo di Jenne " dice . E mi racconta questo . L ' uomo è stato cacciato da Jenne per opera di due preti , farisei terribili , che a Roma si conoscono . Si è rifugiato a Subiaco presso i Selva che villeggiano lì e si è ammalato gravemente . Guarito , è venuto a Roma circa alla metà di luglio . Il professore Mayda , amico del Selva anche lui , e che lo aveva conosciuto a Subiaco , lo prese per aiuto ­ giardiniere nella villa che si è fabbricata due anni sono sull ' Aventino , sotto Sant ' Anselmo . Il nuovo aiuto ­ giardiniere che si fa chiamare Benedetto e nient ' altro , come a Jenne , è diventato presto popolare in tutto il quartiere del Testaccio . Divide il pane con pezzenti , assiste malati , pare che ne abbia guarito qualcuno con l ' imposizione delle mani e la preghiera . È divenuto tanto popolare che la nuora del professore Mayda , benché sia credente e praticante , lo avrebbe licenziato volentieri per non avere la seccatura di tanta gente che viene a cercarlo ; ma il suocero , che non è né praticante né credente , non ha voluto . Il suocero gli ha riguardi grandissimi . Se sopporta di vederlo rastrellare i viali , annaffiare i fiori , è solo per rispetto alle sue idee di Santo , e non glielo permette oltre una certa misura di tempo , molto breve . Vuole che attenda liberamente alla sua missione religiosa . Egli stesso scende sovente in giardino a parlare di religione con lui . Benedetto , per compiacergli , ha smesso il regime di pane , erbaggi e acqua che teneva a Jenne , prende carne e vino . E per compiacere a Benedetto il professore ne fa distribuire molto largamente agli ammalati del quartiere . Vi ha chi ride di lui e magari lo ingiuria , ma dal popolino è venerato come , in principio , a Jenne . Ed esercita la carità delle anime più ancora che l ' altra . Ha levato certi disordini morali di famiglie , fu minacciato di morte per questo da una mala femmina , ha fatto ritornare in chiesa gente che non ci aveva più messo piede dalla fanciullezza in poi . Lo sanno i benedettini di Sant ' Anselmo . La sera poi , due o tre volte la settimana , parla nelle catacombe . " La signorina matura esclamò : " Nelle catacombe ? " E si porse , palpitante , verso il narratore . Una delle quacchere mormorò : " Mon Dieu ! Mon Dieu ! " e un ' altra voce , grave di stupore riverente : " Che senso ! " " Ecco " riprese il giovine , sorridendo " Porretti ha detto " nelle catacombe " ma intendeva in un luogo privato , conosciuto da pochi . Adesso lo conosco anch 'io." " Ah ! " fece la signorina matura . " Lei lo conosce ? Dov ' è ? " Guarnacci tacque ed ella sentì la sua indiscrezione . " Scusi , scusi ! " disse , frettolosa . " Lo sapremo , lo sapremo " fece la marchesa . " Ma senti un po ' , figliuolo mio , questo tuo Santo che predica in segreto , non sarebbe una specie di eresiarca ? Cosa ne dicono i preti ? " " Stasera " rispose il professore Guarnacci " ne avrebbe veduto qui tre o quattro e sono andati via contentissimi . " " Saranno preti poco preti , preti mal cotti , pretoidi . Ma cosa dicono gli altri ? Vedrai che gli altri , presto o tardi , gli daranno il torcibudella . " E con quest ' allegra profezia la marchesa se n ' andò seguita da tutte le spalle scoperte . La signorina matura e le quacchere , felici che quello spregevole sciame mondano se ne fosse andato , assalirono il professore con domande . Non si poteva proprio sapere il posto delle nuove catacombe ? Quante persone vi si radunavano ? Anche donne ? Quali erano i temi dei discorsi ? Cosa dicevano i frati di Sant ' Anselmo ? E della vita passata di quest ' uomo si era venuti a sapere nulla ? Il professore si schermì quanto poté , riferì solamente le parole di un padre di Sant ' Anselmo : " un Benedetto per ogni parrocchia di Roma e Roma diventa davvero la Città Santa . " Ma quando , partite tutte le altre signore , si trovò solo con l ' Albacina e con la Silenziosa che aspettavano la loro carrozza , siccome all ' Albacina era legato di amicizia , lasciò capire a questa che avrebbe parlato ma che la presenza di una signora sconosciuta lo imbarazzava , pregò l ' Albacina di presentarlo . L ' Albacina non ci aveva pensato . " Il professore Guarnacci " diss ' ella . " La signora Dessalle , mia buona amica . " La " catacomba " era proprio la sala stessa dove stavano in quel momento . Prima , le riunioni avevano luogo nell ' alloggio dei Selva , in via Arenula . Quel posto non pareva molto adatto , per diverse ragioni . Guarnacci , fattosi discepolo egli pure , aveva offerto la casa propria . Le riunioni vi si tenevano due volte la settimana . Ci venivano i Selva , una sorella della signora , alcuni ecclesiastici , quella stessa signora veneta ch ' era partita poc ' anzi , alcuni giovani fra i quali certo Alberti , prediletto dal Maestro che quella sera era venuto e partito con lui , e anche un ebreo , certo Viterbo , già prossimo a farsi cattolico e dal quale il Maestro sperava cose grandi ; un operaio tipografo , qualche artista , persino due membri del Parlamento . Lo scopo delle riunioni era di far conoscere a persone attratte da Cristo ma ripugnanti al Cattolicismo , ciò che il Cattolicismo è veramente , la essenza vitale , indistruttibile della religione cattolica e il carattere umano di quelle sue diverse forme che la rendono appunto ripugnante a molti , che sono mutabili e mutano e muteranno per una elaborazione dell ' interno elemento divino combinata con le reazioni dell ' esterno , della scienza e della coscienza pubblica . Benedetto era severissimo nell ' ammettere alle riunioni perché nessuno più di lui sapeva trattare delicatamente colle anime , rispettarne i candori , farsi piccino alle piccine , alto alle alte , usare con le timide il linguaggio riguardoso che istruisce e non turba . " La marchesa " continuò il professore " dice : sarà un eresiarca , i preti che lo seguono saranno eretici . No . Con Benedetto non c ' è a temere di eresie né di scismi . Proprio nell ' ultima riunione egli ha dimostrato che scismi ed eresie , oltre ad essere condannabili per sé , sono funesti alla Chiesa non solamente perché le sottraggono anime , ma perché , anche , le sottraggono elementi di progresso , perché se i novatori restassero nella soggezione della Chiesa gli errori loro perirebbero e quell ' elemento di verità , quell ' elemento di bene che quasi sempre è unito , in qualche misura , all ' errore , diventerebbe vitale nel corpo della Chiesa . " L ' Albacina osservò che questo era molto bello e che se le cose stavano a questo modo la sinistra profezia della marchesa non si sarebbe avverata . " La profezia del torcibudella , no ! " disse il professore , ridendo . " Queste cose non accadono e io non credo che sieno accadute mai . Sono calunnie . Bisogna essere la marchesa e certa gente come la marchesa che si trova qui a Roma per crederle . Un prete romano , capisce , un prete ha osato avvertire Benedetto che si guardasse ! Ma Benedetto gli ha levato il coraggio di parlargliene un ' altra volta . Dunque , torcibudella no ; ma persecuzione sì . Quei tali due preti di Roma ch ' erano a Jenne non hanno mica dormito . Io non volli dirlo prima perché la marchesa non è persona cui raccontare queste cose , ma ci sono in aria dei guai grossi . Si è spiato ogni passo di Benedetto , si è adoperata anche la nuora di Mayda , a mezzo del confessore , per avere informazioni dei suoi discorsi , si è saputo delle riunioni . La sola presenza di Selva dà loro il carattere che quella gente abborre e siccome contro un laico non può far niente , così pare che si cerchi l ' aiuto del braccio secolare contro Benedetto , l ' aiuto dei carabinieri e dei giudici . Loro si meravigliano ? Eppure è così . Finora non c ' è niente di positivo , niente di fatto , ma si macchina . Siamo stati avvertiti da un ecclesiastico straniero che un ' altra volta ha chiacchierato male ma stavolta ha chiacchierato bene . Si preparano e si fabbricano materiali per un ' azione penale . " La Silenziosa trasalì , uscì finalmente del suo mutismo . " Come è possibile ? " diss ' ella . " Signora mia , " disse il professore " Lei non sa di cosa sieno capaci alcuni intransigenti in tonaca . Gl ' intransigenti laici sono agnelli , in paragone . Si vuol servirsi di un disgraziato caso successo a Jenne . Ora però noi speriamo in un fatto nuovo , che non occorre di raccontare a molti , senza discernimento , ma ch ' è importantissimo . " II professore tacque un momento , assaporando l ' acuta curiosità che aveva destato e che , muta sulle labbra , sfavillava dagli occhi intenti delle due dame . " L ' altro giorno " riprese " il segretario del cardinale .... un giovine prete tedesco , si recò a Sant ' Anselmo e parlò coi frati . In seguito a questa visita Benedetto fu chiamato a Sant ' Anselmo dove i benedettini gli hanno un grande affetto e un grande rispetto . Gli fu chiesto se non avesse intenzione di rendere omaggio a Sua Santità , di domandare udienza . Rispose ch ' era venuto a Roma con questo desiderio nel cuore , che aspettava un cenno dalla Provvidenza , e che questo era il cenno . Allora gli fu detto che Sua Santità lo avrebbe ricevuto certamente volentieri ed egli domandò l ' udienza . Questo fu raccontato a Giovanni Selva da un benedettino tedesco . " " E quando ci va ? " chiese l ' Albacina . " Posdomani sera . " Il professore soggiunse che da parte del Vaticano la cosa era tenuta segretissima , che si era imposto a Benedetto di non parlare con alcuno , che niente ne sarebbe trapelato senza l ' indiscrezione di quel frate tedesco , e che gli amici di Benedetto speravano grandi cose da questa visita . L ' Albacina domandò cosa si proponesse Benedetto di dire al Pontefice . Il professore sorrise . Benedetto non se n ' era aperto con nessuno e nessuno aveva osato interrogarlo . Secondo il professore , Benedetto parlerebbe a favore di Selva , pregherebbe che i suoi libri non fossero posti all ' Indice . " Sarebbe poco " disse l ' Albacina , sottovoce ; Jeanne ebbe un fremito di consenso . " Pochissimo ! " esclamò , quasi pigliandosela col professore che parve sorpreso di quel subito scatto dopo tanto silenzio . Egli si scusò . Non aveva inteso dire che Benedetto non parlerebbe anche di altre cose , al Papa . Aveva inteso dire che , secondo lui , di quell ' argomento gli parlerebbe certo . L ' Albacina non sapeva spiegarsi il desiderio del Papa di vedere Benedetto . Come lo spiegavano i suoi amici ? Come lo spiegava Selva ? Eh , nessuno lo sapeva spiegare ; né Selva né gli altri . " Io lo spiego ! " disse Jeanne , impetuosa , compiacendosi di capire quello che nessuno capiva . " Il Papa , non è stato vescovo a Brescia ? " Guarnacci sorrise di un sorriso fra l ' ammirativo e l ' ironico , rispose . Ah , la signora era molto informata del passato di Benedetto ! La signora sapeva con certezza cose che a Roma si dicevano ma che però trovavano anche degli increduli ! Solo una cosa non sapeva . Il Papa non era mai stato vescovo a Brescia , aveva coperto due sedi vescovili nel Mezzogiorno . Jeanne irritata con se stessa , vergognosa di essersi quasi tradita , non replicò . L ' Albacina voleva sapere quale opinione Benedetto avesse del Papa . " Oh lui " rispose il professore " nel Papa non considera e non venera che l ' ufficio . Almeno credo . Della persona non l ' ho inteso parlare mai . Dell ' ufficio sì . Ne ha discorso una sera magnificamente , contrapponendo il Cattolicismo al Protestantesimo , svolgendo il suo ideale di governo della Chiesa : principato e giusta libertà . Del resto il nuovo Papa non si sa ancora cosa sia . Si dice che sia santo , intelligente , malato e debole . Nell ' accompagnare le signore alla carrozza , sulla scala buia , il professore uscì a dire sospirando : " Quello che pur troppo si teme è che Benedetto non viva . Almeno Mayda lo teme . " L ' Albacina , che scendeva a braccio del professore , esclamò senza fermarsi : " Oh poveretto ! Di che soffre ? " " Ma ! " rispose il professore . " Di un male inguaribile , pare ; conseguenza della tifoide ch ' ebbe a Subiaco e sopra tutto della vita disagiatissima che ha fatto , delle penitenze , dei digiuni . " E continuarono la lunga discesa in silenzio . Soltanto in fondo alla scala si avvidero che la loro compagna era rimasta indietro . Il professore risalì rapidamente e trovò Jeanne ferma sul penultimo pianerottolo , aggrappata alla ringhiera . Sulle prime non si mosse né parlò . Poi mormorò : " Non ci si vede . " Guarnacci non sapeva e non fece attenzione né a quel momento di silenzio né al tôno sommesso e incerto della voce . Le offerse il braccio e discese con lei , scusando sé del buio , accusandone l ' avarizia del padrone di casa . Jeanne salì nella carrozza dell ' Albacina che la portò al Grand Hôtel . Nel tragitto l ' Albacina parlò con rammarico della notizia che le aveva dato il Guarnacci . Jeanne non aperse bocca . Il suo mutismo dispiacque all ' amica . " Lei non è stata contenta del discorso ? " diss ' ella . Non conosceva affatto le idee religiose di Jeanne . " Sì " rispose questa . " Perché ? " " Così . Mi pareva . Allora non Le dispiace di essere venuta ? " L ' Albacina si sentì , con molta sorpresa , prendere una mano e rispondere : " Le sono tanto grata ! " La voce fu sommessa e quieta , la stretta della mano quasi violenta . " Nientemeno ! " pensò l ' Albacina . " Questa è una futura dama dello Spirito Santo . " " Per conto mio " riprese ad alta voce " capisco che mi terrò la mia religione vecchia , quella degl ' intransigenti . Saranno farisei , saranno tutto quello che vi piace , ma ho paura che a volerla tanto ritoccare e ristaurare , la religione vecchia , essa crolli e non resti più niente in piedi . E poi volendo seguire i Benedetti bisognerebbe cambiare troppe cose . No no . Però l ' uomo m ' ispira un interesse straordinario . Adesso bisognerebbe cercare di vederlo . Bisogna che lo vediamo . Molto più se proprio è condannato a morire presto . Non Le pare ? E come si fa ? Pensiamo . " " Io non desidero di vederlo " s ' affrettò a dire Jeanne . " Davvero ? " esclamò l ' amica . " Ma come ? Mi spieghi questo enigma . " " Così . Non desidero . " " Curiosa ! " pensò l ' Albacina . La carrozza si fermò davanti all ' entrata del Grand Hôtel . Nell ' atrio Jeanne s ' incontrò con Noemi e suo cognato , che uscivano . " Finalmente ! " disse Noemi . " Va , corri , tuo fratello è arrabbiatissimo con questa Jeanne che non arriva mai . Noi siamo discesi ora perché è venuto il medico . " I Dessalle erano a Roma da quindici giorni . Un principio di ottobre umido e freddo , preoccupazioni di salute , il progetto di uno studio sul Bernini seguito al progetto di romanzo , avevano persuaso Carlino ad accontentare la signora Albacina più presto che non avrebbe voluto , a lasciare villa Diedo per i tepori di Roma prima dell ' inverno , con molta chiusa gioia di sua sorella . Due o tre giorni dopo l ' arrivo fu preso da una leggera bronchite . Si diede per tisico , si tappò in camera con il proposito di starci tutto l ' inverno , volle il medico due volte al giorno , tiranneggiò Jeanne con un egoismo spietato , le numerò i minuti di libertà . Ella si fece sua schiava , parve godere di quell ' irragionevole soprappiù di sacrificio , che passava la misura del suo affetto fraterno . Lo donava mentalmente , con dolce ardore , a Benedetto . Vedeva spesso i Selva e Noemi , non a casa loro , al Grand Hôtel . Anche i Selva erano soggiogati dal suo fascino di donna superiore , bella , gentile e triste . Tutto che aveva udito di Benedetto in casa Guarnacci lo sapeva già da Noemi . Solo non sapeva che Mayda avesse espresso quel giudizio . Noemi , pietosamente e anche per non lasciar trasparire la commozione propria , gliel ' aveva taciuto . Carlino l ' accolse male . Il medico , che gli aveva trovato il polso frequente , capì subito che era un polso collerico . Scherzò un poco sulla gravità del male e se ne andò . Carlino , burbero , volle sapere dove Jeanne si fosse tanto indugiata ed ella non glielo nascose . Solamente gli nascose il nome vero di Benedetto . " Non ti sei vergognata " diss ' egli " di star ad ascoltare alle porte ? " E senza lasciarle il tempo di rispondere inveì contro le nuove tendenze che le aveva scoperte . " Domani andrai a confessarti ! E posdomani reciterai il rosario ! " Sotto la usuale tolleranza cortese del suo linguaggio , la benevolenza che mostrava pure a non pochi ecclesiastici , si nascondeva una vera fobìa antireligiosa . L ' idea che sua sorella potesse un giorno accostarsi ai preti , alla fede , alle pratiche , gli faceva perdere il lume degli occhi . Jeanne non rispose , si offerse mansuetamente per la solita lettura serale . Carlino le dichiarò netto di non volerne sapere , pretese di sentire degli spifferi , la tenne un quarto d ' ora colla candela in mano a scrutar usci , finestre , pareti , pavimento , e poi la mandò a dormire . Ma Jeanne entrata nella sua camera , non pensò a dormire né a coricarsi . Spense la luce e sedette sul letto . Strepiti di carrozze sonavano nella via , passi e fruscii di vesti femminili nei corridoi ; immobile fra le tenebre , ella non udiva . Aveva spento la luce per pensare , per non vedere che il proprio pensiero , l ' idea balenatale nello scender la scala di casa Guarnacci al braccio del professore dopo che , udite le parole sinistre " si teme che non viva " aveva quasi smarriti i sensi . In carrozza con l ' Albacina , in camera con suo fratello , mentre doveva pur parlare e con l ' una e con l ' altro , fare attenzione a tante diverse cose , era stato un balenar continuo , nel suo profondo , di quest ' idea , di questa proposta offerta dal cuore ardente alla volontà . Adesso non balenava più . Jeanne la contemplava in sé , ferma . Nella figura seduta sul letto , immobile fra le tenebre , due anime si stavano tacite a fronte . Una Jeanne umile , appassionata , persuasa di poter tutto sacrificare all ' amore , si misurava con una Jeanne inconsciamente orgogliosa , persuasa di possedere una dura e fredda verità . Gli strepiti delle carrozze si fecero più radi nella via , i passi e i fruscii più radi nei corridoi . A un tratto le due Jeanne parvero riconfondersi in una che pensò : " Quando mi annuncieranno la sua morte , mi potrò dire : almeno hai fatto questo . " Si alzò , accese la luce , sedette alla scrivania , prese un foglietto e scrisse : " A Piero Maironi , la notte del 29 ottobre ... " Credo . " JEANNE DESSALLE . " Scrisse e guardò a lungo , a lungo , la parola solenne . Più la guardava , più le due Jeanne si venivano lente ridividendo . La Jeanne inconsciamente orgogliosa soverchiò , oppresse l ' altra quasi senza lotta . Tutta amara di amarezza mortale , lacerò il foglio macchiato della parola impossibile a mantenere , impossibile a scrivere sinceramente . Spenta da capo la luce , accusò di crudeltà Iddio se mai esistesse , pianse , pianse nelle volontarie tenebre , senza freno . II L ' orologio di San Pietro suonò le otto . Benedetto lasciò un piccolo gruppo di persone allo sbocco della via di Porta Angelica , entrò solo nel colonnato del Bernini , si avviò lentamente verso il Portone di bronzo , sostò ad ascoltar il rumore delle fontane , a guardar i grappoli di fiamme dei quattro candelabri intorno all ' obelisco , e tremolo , opaco sul volto della luna , il sommo getto della fontana di sinistra . Fra cinque , fra dieci minuti , forse fra un quarto d ' ora egli si sarebbe trovato alla presenza del Papa . Il suo pensiero era fermo e vibrante in questo apice come nell ' apice suo la saliente acqua viva della fontana . La piazza era vuota . Nessuno lo avrebbe visto entrare in Vaticano fuorché la corona spettrale dei Santi , ritti là in faccia sopra il giro dell ' altro colonnato . I Santi e le fontane gli dicevano insieme che a lui pareva di vivere un ' ora solenne ma che questo atomo del tempo ed egli stesso ed il Pontefice passerebbero in breve , si perderebbero per sempre nel regno dell ' oblio , continuando le fontane il loro monotono lamento e i Santi la loro tacita contemplazione . Egli sentiva invece che la parola della Verità è parola di vita eterna ; e raccolto un ' ultima volta in sé stesso , chiusi gli occhi , pregò intensamente , come da due giorni pregava , che lo Spirito gliela suscitasse , davanti al Papa , nel petto , gliela portasse alle labbra . Egli aspettava qualcuno , fra le otto e le otto e un quarto . Le otto e un quarto erano suonate ma nessuno compariva . Si voltò a guardar il Portone di bronzo . Non n ' era aperto che uno sportello e si vedeva luce nell ' interno . Vi entravano di tempo in tempo , come spensierati moscerini nelle fauci di un leone , gruppetti di genterella minuta . Finalmente vi si affacciò dal di dentro un prete , accennando . Benedetto si avvicinò . Quegli disse : " Lei viene per Sant ' Anselmo ? " Era la domanda convenuta . Come Benedetto gli ebbe risposto di sì , il prete gli fece segno di entrare . " Favorisca " diss ' egli . Benedetto lo seguì . Passarono fra le guardie pontificie che salutarono militarmente il prete . Svoltarono a destra , salirono la Scala Pia . All ' entrata del Cortile di San Damaso altre guardie , altri saluti , un ordine del prete , dato sottovoce ; Benedetto non lo intese . Attraversarono il Cortile lasciando a sinistra la porta della Biblioteca , a destra la porta per la quale si accede alle stanze del Papa . In alto , le vetrate delle logge sfavillavano alla luna . Benedetto , che ricordava un ' udienza , avuta dal Pontefice defunto , si meravigliò della strana via che gli si faceva prendere . Attraversato il cortile in linea retta , il prete si avviò per l ' andito stretto che conduce alla scaletta dei Mosaici , e si fermò davanti all ' uscio che si apre a destra , ove scende la scala del Triangolo . " Lei conosce il Vaticano ? " diss ' egli . " Conosco i musei e le logge " rispose Benedetto " e sono stato ricevuto dal predecessore del Pontefice attuale nel suo appartamento . Altro non conosco . " " Qui non è stato mai ? " "Mai." Il prete si mise primo per la scaletta debolmente illuminata da lampadine elettriche . A un tratto , dove la prima branca della scaletta monta sur un pianerottolo , le lampadine si spensero . Benedetto , fermatosi con un piede sul pianerottolo , udì la sua guida salir di corsa una scala , a destra . Poi non udì più nulla . Pensò che la luce fosse mancata per caso , che il prete fosse salito per farla riaccendere . Attese . Nessun lume , nessun passo , nessuna voce . Montò sul pianerottolo ; sentì a sinistra , tentando l ' aria buia , una parete ; procedette verso destra , sempre a tentoni ; si accorse , urtandovi il piede , di due diverse branche di scala che salivano dal pianerottolo . Attese ancora , non dubitò che il prete non avesse a ritornare . Ma cinque , dieci minuti passarono e il prete non ritornava . Che poteva essere accaduto ? Si era voluto ingannarlo , deriderlo ? Ma perché ? Benedetto s ' interdisse un sospetto inutile a discutere . Pensò invece al partito da prendere . Aspettare ancora non gli parve ragionevole . Era da ridiscendere ? Era da salire ? In quest ' ultimo caso , per quale delle due vie ? Si raccolse in sé stesso interrogando l ' Onnipresente . Ridiscendere , no . Gli ripugnava . Salì a caso una delle scale , quella che conduce alle camere dei domestici . Era corta , Benedetto trovò subito un altro pianerottolo . Ora egli aveva udito il prete salir di corsa e di seguito molti scalini , il rumore de ' suoi passi si era perduto molto in alto . Ridiscese , tentò l ' altra scala . Era più lunga . Il prete doveva avere salito quella . Decise di seguire il prete . Giunto alla sommità , sbucò da una porticina in una loggia illuminata dalla luna . Si guardò attorno . A destra , quasi immediatamente , una cancellata partiva quella dalla loggia . Le due vi s ' incontravano ad angolo retto . A sinistra la loggia terminava , alquanto lontano , a una porta chiusa . La luna piena batteva per le grandi vetrate sul pavimento , mostrava i fianchi del Cortile di San Damaso e nello sfondo , tra le due grandi ali scure del Palazzo , umili tetti , gli alberi di villa Celsi , le alture di Sant ' Onofrio . Tanto la porta di sinistra quanto la cancellata di destra parevano chiuse . Benedetto guardò , guardò , a destra e a sinistra . Impronte antiche gli venivano ricomparendo poco a poco nella memoria . Sì , in quella loggia egli era stato ancora , aveva veduto quella cancellata recandosi con un suo conoscente , lettore della Vaticana , a visitare la Galleria delle lapidi , la via Appia del Vaticano . Ecco , sì , adesso ricordava bene . La porta di sinistra , in fondo alla loggia , doveva mettere agli appartamenti del cardinale segretario di Stato . La loggia oltre la cancellata era la loggia di Giovanni da Udine , le grandi finestre colle inferriate che mettevano nella loggia di Giovanni da Udine erano le finestre dell ' appartamento Borgia , l ' entrata della Galleria delle lapidi doveva aprirsi proprio nell ' angolo . Allora presso la cancellata ci stava uno svizzero . Adesso non c ' era nessuno . Tutto era deserto , a destra e a sinistra , tutto era silenzio . A tentar la porta del cardinale segretario di Stato non era da pensare . Benedetto spinse la cancellata . Era aperta . Sostò , si trovò davanti all ' entrata della Galleria delle lapidi . Stette ancora in ascolto . Silenzio profondo . Gli parve che una voce interna gli dicesse : " Sali , entra . " Salì , franco , i cinque gradini . La via Appia del Vaticano , larga forse quanto l ' antica , non aveva una lampada . Fiochi chiarori ne rigavano il pavimento , a intervalli , dalle finestre che fra le lapidi e i cippi e i sarcofaghi pagani guardano Roma . Da quelle della parete cristiana , che guardano il cortile del Belvedere , non entrava lume . Il fondo lontano , verso il museo Chiaramonti , si perdeva nelle tenebre più nere . Allora , sentendosi nel tacito cuore del Vaticano immenso , Benedetto ebbe un assalto di terrore sacro . Si accostò a una grande finestra onde si vedeva Castel Sant ' Angelo , infiniti dispersi lumi nel piano , e all ' orizzonte , più alti , più splendenti , quelli del Quirinale . La vista , non di Roma illuminata , ma di una panca bassa e sottile , coperta di tela verde , che correva lungo i cippi e i sarcofaghi , gli quietò lo spirito . Intravvide poi nell ' ombra un padiglione mezzo disfatto . Che poteva essere ? Anche lungo la parete opposta correva una panca eguale all ' altra . Procedendo , urtò in qualche cosa che trovò essere un seggiolone a bracciuoli . Adesso al terrore era sottentrato un proposito sicuro . La interna voce imperiosa che gli aveva prima detto di entrare , ora gli diceva : " procedi " . Glielo disse così chiaro , così forte , che un subito bagliore gl ' illuminò la memoria . Si percosse la fronte . Nella Visione egli si era visto a colloquio col Papa . Questo non lo aveva potuto dimenticare mai . Bensì aveva dimenticato , e adesso glien ' era ritornata la memoria in un lampo , che lo guidava per il Vaticano al Papa uno spirito . Procedette lungo la parete di sinistra presso la quale aveva urtato nel seggiolone . Si teneva sicuro che giunto al fondo della Galleria avrebbe trovato un ' uscita e , finalmente , luce . Che nel fondo ci fosse il cancello del museo Chiaramonti non ricordava . Procedeva appoggiando spesso la mano alla parete , alle lapidi . A un tratto sentì che non toccava più né marmo né muro . Batté leggermente la parete col pugno . Era legno , una porta . Si fermò involontariamente , sospeso . Un passo suonò dall ' interno , una chiave girò nella toppa , una lama di luce fendette di sghembo la Galleria , si allargò ; comparve una figura nera , il prete che aveva abbandonato Benedetto sulla scala . Egli uscì con un atto rapido , richiuse la porta , disse a Benedetto come se niente fosse stato : " Lei sta per trovarsi alla presenza di Sua Santità . " Lo fece entrare e chiuse la porta daccapo , rimanendo fuori . Benedetto , entrando , non vide che un tavolino , una lucernetta col paralume verde , una figura bianca seduta in faccia a lui , dietro il tavolino . Cadde ginocchioni . La Figura Bianca stese un braccio e disse : " Alzati . Come sei venuto ? " Il viso incorniciato di capelli grigi , singolarmente dolce , aveva una espressione di stupore . La voce , dall ' accento meridionale , era commossa . Benedetto si alzò e rispose : " Dal Portone di bronzo fino a un luogo che non so indicare sono venuto col sacerdote che stava presso Vostra Santità ; poi sono venuto solo . " " Conoscevi il Vaticano ? Ti hanno detto che mi avresti trovato qui ? " Quando Benedetto gli ebbe risposto che aveva visitato anni prima i musei vaticani , le logge e la Galleria lapidaria una sola volta , che alla logge non era salito dal Cortile di San Damaso , che non sapeva affatto dove avrebbe trovato il Sommo Pontefice , questi tacque un momento , pensoso ; poi disse benignamente , affettuosamente , indicandogli una sedia in faccia a lui : " Siedi , figlio mio . " Se Benedetto non fosse stato assorto nel volto ascetico e benigno del Papa , avrebbe , mentre il suo angusto interlocutore stava raccogliendo alcune carte sparse sul tavolino , girato lo sguardo non senza meraviglia per quella strana sala di ricevimento , un polveroso caos di vecchi quadri , di vecchi libri , di vecchi mobili , un ' anticamera , si sarebbe detto , di qualche biblioteca , di qualche museo dove si fossero intraprese opere di riordino . Ma egli era assorto nel volto del Papa , nel magro , cereo volto che aveva una espressione ineffabile di purezza e di bontà . Si avvicinò , piegò il ginocchio , baciò la mano che il Santo Padre gli stese dicendo con gravità soave : " Non mihi , sed Petro . " Quindi sedette . Il Papa gli porse un foglio , gli avvicinò la lucernetta . " Guarda " diss ' egli . " Conosci la scrittura ? " Benedetto guardò , trasalì , non poté frenare un ' esclamazione di mesta riverenza . " Sì " rispose " è la scrittura di un santo prete che ho molto amato , che è morto e si chiamava don Giuseppe Flores . " Sua Santità riprese : " Adesso leggi . Ad alta voce . " Benedetto lesse . " Monsignore Affido al mio Vescovo il plico suggellato , chiuso insieme a questo foglietto in una busta recante l ' indirizzo a Lei . Lo lasciò a me per essere aperto dopo la sua morte , come sopra vi è scritto , il signor Piero Maironi , ben conosciuto da Lei , prima di scomparire dal mondo . S ' egli ancora viva o sia passato di vita né so né ho modo di sapere . Il plico deve contenere il racconto di una visione di carattere soprannaturale che il Maironi ebbe nel ritornare a Dio dal fuoco di una passione colpevole . Sperai allora che Iddio lo avesse veramente eletto per ministro di qualche singolare opera Sua . Sperai che la santità dell ' opera verrebbe confermata dopo la morte del Maironi dalla lettura di questo documento , che se ne rivelerebbe un carattere profetico . Lo sperai benché mi fossi studiato , per prudenza di nascondere al Maironi stesso la mie speranze segrete . Due anni sono trascorsi dal giorno in cui egli scomparve e nulla si è mai saputo di lui . Quando Monsignore , ella starà leggendo quello che adesso io scrivo , sarò scomparso anch ' io . La prego di volersi sostituire a me in questa custodia religiosa . Ella ne disporrà secondo la coscienza Sua come crederà meglio . E preghi per l ' anima del Suo povero don GIUSEPPE FLORES . " Benedetto depose lo scritto e guardò il Pontefice in viso , aspettando . " Sei tu Pietro Maironi ? " disse questi . " Sì , Santità . " Il Pontefice sorrise con bontà . " Intanto " diss ' egli " mi rallegro che vivi . Quel Vescovo ti suppose morto , aperse il plico e credette di doverlo rimettere al Vicario di Cristo . Questo avvenne circa sei mesi sono , vivendo il mio santo Predecessore che ne parlò ad alcuni cardinali e anche a me . Poi si è saputo che vivevi , e dove e come . Ora ti devo movere alcune domande . Ti esorto a rispondermi la esatta verità . " Il Pontefice fermò gli occhi gravi negli occhi di Benedetto che piegò lievemente il capo . " Qui hai scritto " diss ' egli " che stando in quella piccola chiesa veneta ti sei visto in Vaticano a colloquio col Papa . Cosa ricordi di questa parte della tua visione ? " " La mia visione " rispose Benedetto " nel tempo che passai a Santa Scolastica , circa tre anni , mi si venne spezzando nelle memoria , anche perché il mio maestro spirituale di Santa Scolastica , come il povero don Giuseppe Flores , mi ha sempre consigliato di non tenerne conto . Alcune parti ne restano nette , altre si oscurarono . Che mi ero veduto in Vaticano a fronte del Sommo Pontefice , mi restò sempre fisso nella mente ; ma non più di così . Invece , pochi momenti sono , nella galleria buia dalla quale sono entrato qua , mi risovvenni improvvisamente che nella Visione io ero guidato al Pontefice da uno spirito . Me ne risovvenni quando trovandomi solo , di notte , al buio , in un luogo ignoto o quasi ignoto perché c ' ero stato una volta sola molti anni addietro , senz ' avere un ' idea della direzione che avrei dovuto tenere , fui per ritornare sui miei passi e una voce interna , molto chiara , molto forte , mi disse di andare avanti . " " E quando hai bussato alla porta " chiese il Papa " sapevi di trovarmi qui ? Sapevi di bussare alla porta della Biblioteca ? " " No , Santità . Non intendevo neppure di bussare . Ero al buio , non vedevo niente , intendevo di saggiare colla mano la parete . " Il Papa stette alquanto sopra pensiero e poi osservò che nel manoscritto ci stava pure : " prima mi guidava un uomo vestito di nero . " Di questo , Benedetto non aveva memoria . " Sai " riprese il Papa " che il profetare non è , per sé solo , sufficiente prova di santità . Sai che si possono avere , che si sono avute visioni profetiche , non dico per opera di spiriti maligni , noi ne sappiamo troppo poco per poterlo dire , ma insomma per effetto di forze occulte , forze insite alla natura umana , le quali , a ogni modo , non hanno che fare colla santità . Puoi dirmi le disposizioni dell ' anima tua quando hai avuto la Visione ? " " Sentivo " rispose Benedetto " un amarissimo dolore di essermi allontanato da Dio , di averne respinto i richiami , una gratitudine infinita per la Sua paziente bontà , un infinito desiderio di Cristo . Mi ero appena viste nella mente , proprio viste , proprio distinte , bianche sopra un fondo nero , queste parole del Vangelo che prima , nel tempo buono , mi erano state tanto care : " Magister adest et vocat te . " Don Giuseppe Flores celebrava e la Messa era presso alla fine quando , stando in preghiera , con gli occhi coperti dalle mani , ebbi la Visione ; ma istantanea , fulminea ! " Benedetto ansava nel ritorno violento delle memorie . " Ha potuto essere un ' illusione " diss ' egli " Opera di spiriti maligni , no . " " Gli spiriti maligni " disse il Pontefice " possono trasfigurarsi in angeli di luce . Possono avere operato allora contro lo spirito buono ch ' era in te . Ti sei inorgoglito poi , di questa visione ? " Benedetto piegò il capo e pensò alquanto . " Forse una volta " diss ' egli " per un momento , a Santa Scolastica , quando il mio maestro , a nome dell ' Abate , mi offerse una veste di converso , la veste che poi mi fu tolta a Jenne . Allora pensai per un momento che questa offerta inattesa confermasse l ' ultima parte della Visione e n ' ebbi un moto di compiacenza , mi stimai oggetto di una predilezione divina . Ne domandai subito perdono a Dio e adesso ne domando perdono a Vostra Santità . " Il Pontefice non parlò , ma la sua mano si alzò spiegata e ridiscese in un atto di indulgenza . Egli si diede poi a maneggiare le carte diverse che aveva sul tavolino , parve consultarne attentamente più d ' una . Quindi le posò , le raccolse , le fece da banda , riprese a parlare . " Figlio mio " diss ' egli " ti devo domandare altre cose . Hai nominato Jenne . Io neppure non sapevo che esistesse , questo Jenne . Me lo hanno descritto . Diciamo il vero , non si capisce perché tu ti sia andato a cacciare a Jenne . " Benedetto sorrise lievemente ma non volle discolparsi , interrompere il Papa , il quale continuò : " È stata un ' idea disgraziata , perché chi può dir bene cosa succede a Jenne ? Sai di aver avuto lassù della gente che ti vedeva di mal occhio ? " Benedetto pregò semplicemente Sua Santità che lo dispensasse dal rispondere . " Ti capisco " rispose il Papa " e debbo dire che la tua preghiera è cristiana . Tu non dirai niente ma io non posso tacere che sei stato accusato di molte cose . Lo sai ? " Benedetto sapeva di un ' accusa sola o almeno ne dubitava . Il Papa aveva l ' aria più imbarazzata di lui . Egli era sereno . " Ti accusano " ripigliò il Papa " di esserti spacciato , a Jenne , per un taumaturgo e di essere stato causa , per questi tuoi vanti , che un disgraziato morisse in casa tua . Si arriva persino a dire ch ' egli è morto per certi beveraggi che gli hai dati . Ti accusano di aver predicato al popolo piuttosto da protestante che da cattolico e anche ... " Il Santo Padre esitò . Al suo pudore verginale ripugnava persino accennare a certe cose . " Di relazioni non lecite " disse " con la maestra del paese . Cosa rispondi , figlio mio ? " " Santo Padre " rispose Benedetto , tranquillo , " lo Spirito risponde per me nel Suo cuore . " Il Pontefice lo guardò , attonito , ma non solamente attonito ; anche un poco turbato , come se Benedetto gli avesse letto nell ' anima . Il viso gli si dipinse di un lieve rossore . " Spiegati " diss ' egli . " Iddio mi dona di leggere nel Suo cuore che Lei non crede ad alcuna di quelle accuse . " A queste parole di Benedetto il Papa contrasse lievemente le sopracciglia . " Adesso " riprese Benedetto " Vostra Santità pensa che io mi attribuisca una chiaroveggenza miracolosa . No , è una cosa che vedo nel Suo viso , che sento nella Sua voce , da povero uomo comune quale sono . " " Forse tu sai " esclamò il Papa " chi è stato in questi giorni da me ! " Egli aveva fatto chiamare a Roma l ' arciprete di Jenne , lo aveva interrogato su Benedetto . L ' arciprete , trovato un Papa di suo genio , un Papa ben diverso dai due zelanti che lo avevano intimorito a Jenne , non aveva perduta l ' occasione di mettersi facilmente in pace colla propria coscienza , aveva dato sfogo ai rimorsi lodando e rilodando . Benedetto non ne sapeva niente . " No " rispose " non lo so . " Il Pontefice tacque , ma il suo viso , le mani , la intera persona , tradivano una viva inquietudine . Egli si abbandonò finalmente sulla spalliera della seggiola , chinò il capo sul petto , stese le braccia al tavolino e appoggiatevi le mani , una presso all ' altra , pensò . Mentre pensava , immobile , fissi gli occhi nel vuoto , la fiamma della lucernina a petrolio salì fumigando , rossa , nel tubo . Egli non se n ' avvide subito . Quando se n ' avvide la regolò e poi ruppe il silenzio . " Credi tu " diss ' egli " avere veramente una missione ? " Benedetto rispose , con una espressione di fervore umile : " Sì , lo credo . " " E perché lo credi ? " " Santità , perché ciascuno viene al mondo con una missione scritta nella sua natura . Quand ' anche non avessi avuto visioni né altri segni straordinari , la mia natura ch ' è religiosa mi imporrebbe il dovere di un ' azione religiosa . Come posso dirlo ? Ecco , lo dirò ... " Qui la voce di Benedetto tremò di emozione "...come non l ' ho detto a nessuno . Io credo , io so che Dio è il nostro Padre di tutti , ma io sento nella mia natura la Sua paternità . Quasi non è un dovere il mio , è un sentimento di figlio . " " E credi avere il cómpito di esercitarla qui , adesso , un ' azione religiosa ? " Benedetto giunse le mani come se implorasse già di venire ascoltato . " Sì " diss ' egli " anche qui , anche adesso . " Ciò detto , pose un ginocchio a terra tenendo sempre giunte le mani . " Alzati " disse il Santo Padre . " Di ' liberamente quello che lo Spirito ti consiglia . " Benedetto non si alzò . " Mi perdoni " diss ' egli " io devo parlare al solo Pontefice e qui non mi ascolta il solo Pontefice ! " Il Papa trasalì , lo interrogò con gli occhi , severo . Benedetto porse un poco il mento , inarcando le sopracciglia , verso una porta grande alle spalle del Papa . Questi prese un campanello di argento che stava sul tavolino , accennò imperiosamente a Benedetto di alzarsi e suonò . Ricomparve dalla porta della Galleria il prete di prima . Il Papa gli ordinò di far venire in Galleria don Teofilo , il cameriere fedele che aveva portato con sé dalla sua sede arcivescovile del Mezzogiorno . Venuto don Teofilo , egli andrebbe ad attendere Sua Santità nelle sale della Biblioteca . " Ripasserai di qua " diss ' egli . Parecchi minuti trascorsero nell ' attesa silenziosa che colui rientrasse . Il Pontefice , pensoso , non alzò mai gli occhi dal tavolino . Benedetto , in piedi , teneva chiusi i suoi . Li aperse quando rientrò il prete . Uscito che fu costui per la porta sospetta , il Papa accennò con la mano e Benedetto parlò , a voce bassa . Il Pontefice lo ascoltava stringendo i bracciuoli della sedia , pôrta in avanti la persona e chino il viso . " Santo Padre " disse Benedetto " la Chiesa è inferma . Quattro spiriti maligni sono entrati nel suo corpo per farvi guerra allo Spirito Santo . Uno è lo spirito di menzogna . Anche lo spirito di menzogna si trasfigura in angelo di luce e molti pastori , molti maestri della Chiesa , molti fedeli buoni e pii ascoltano devotamente lo spirito di menzogna credendo ascoltare un angelo . Cristo ha detto : " io sono la Verità " e molti nella Chiesa , anche buoni , anche pii , scindono la Verità nel loro cuore , non hanno riverenza per la Verità che non chiamano religiosa , temono che la verità distrugga la verità , pongono Dio contro Dio , preferiscono le tenebre alla luce e così ammaestrano gli uomini . Si dicono fedeli e non comprendono quanto scarsa e codarda è la loro fede , quanto è loro straniero lo spirito dell ' apostolo che tutto scruta . Adoratori della lettera , vogliono costringere gli adulti a un cibo d ' infanti che gli adulti respingono , non comprendono che se Dio è infinito e immutabile , l ' uomo però se ne fa un ' idea sempre più grande di secolo in secolo e che di tutta la Verità Divina si può dire così . Essi sono causa di una funesta perversione della Fede , che corrompe tutta la vita religiosa ; perché il cristiano che con uno sforzo si è piegato ad accettare quello ch ' essi accettano e a respingere quello che respingono , crede aver già fatto il più per servire Iddio , mentre ha fatto meno che niente e gli resta di vivere la fede nella parola di Cristo , nella dottrina di Cristo , gli resta di vivere il fiat voluntas tua , che è tutto . Santo Padre , oggi pochi cristiani sanno che la religione non è principalmente adesione dell ' intelletto a formole di verità ma che è principalmente azione e vita secondo questa verità , e che alla fede vera non rispondono solamente doveri religiosi negativi e obblighi verso l ' autorità ecclesiastica . E quelli che lo sanno , quelli che non scindono la Verità nel loro cuore , quelli che hanno il culto supremo di Dio verità , che ardono di una fede impavida in Cristo , nella Chiesa e nella Verità , ne conosco , Santo Padre ! , quelli sono combattuti acremente , sono diffamati come eretici , sono costretti al silenzio , tutto per opera dello Spirito di menzogna , che lavora da secoli nella Chiesa una tradizione d ' inganno per la quale coloro che oggi lo servono si credono di servire Iddio , come lo credettero i primi persecutori dei cristiani . Santità ... " Qui Benedetto pose un ginocchio a terra . Il Papa non si mosse . Pareva aver abbassato il capo ancora di più . Il zucchetto bianco era quasi tutto nel lume della lucernina . "...io ho letto proprio oggi grandi parole di Lei ai Suoi diocesani antichi , sulla molteplice rivelazione di Dio Verità nella Fede e nella Scienza , e anche direttamente , misteriosamente , nell ' anima umana . Santo Padre , molti , moltissimi cuori di sacerdoti e di laici appartengono allo Spirito Santo ; la Spirito di menzogna non ha potuto entrarvi neppure sotto una veste angelica . Dica una parola , Santo Padre , faccia un atto che rialzi questi cuori devoti alla Santa Sede del Pontefice romano ! Onori davanti a tutta la Chiesa qualcuno di questi uomini , di questi sacerdoti che sono combattuti dallo Spirito di menzogna , ne sollevi qualcuno all ' episcopato , ne sollevi qualcuno al Sacro Collegio ! Anche questo , Santo Padre ! Consigli esegeti e teologi , se è necessario , a camminare prudenti poiché la scienza non progredisce che a patto di essere prudente ; ma non lasci colpire dall ' Indice né dal Sant ' Uffizio per qualche soverchio ardimento uomini che sono l ' onore della Chiesa , che hanno la mente piena di Verità e il cuore pieno di Cristo , che combattono per difesa della fede cattolica ! E poiché Vostra Santità ha detto che Iddio rivela le sue verità anche nel segreto delle anime , non lasci moltiplicare le divozioni esterne , che bastano , raccomandi ai Pastori la pratica e l ' insegnamento della preghiera interiore ! " Benedetto tacque un momento , spossato . Il Papa alzò il viso , guardò l ' uomo inginocchiato che lo fissava con occhi dolorosi , luminosi sotto le sopracciglie contratte , vibrando nelle mani giunte dove si appuntava lo sforzo dello spirito . Il viso del Papa tradiva una commozione intensa . Egli voleva dire a Benedetto che si alzasse , che sedesse ; e non parlò per timore di tradire la commozione anche nella voce . Insistette a cenni , tanto che Benedetto si alzò e presa la sua seggiola , appoggiatevi alla spalliera le mani ancora giunte , ricominciò a parlare . " Se il clero insegna poco al popolo la preghiera interiore che risana l ' anima quanto certe superstizioni la corrompono , è per causa del secondo spirito maligno che infesta la Chiesa trasfigurato in angelo di luce . Questo è lo spirito di dominazione del clero . A quei sacerdoti che hanno lo spirito di dominazione non piace che le anime comunichino direttamente e normalmente con Dio per domandarne consiglio e direzione . A buon fine ! Il Maligno inganna , così la loro coscienza ; a buon fine ! Ma le vogliono dirigere essi in qualità di mediatori e queste anime diventano fiacche , timide , servili . Non saranno molte , forse ; i peggiori maleficî dello spirito di dominazione sono diversi . Egli ha soppressa l ' antica santa libertà cattolica . Egli cerca fare all ' obbedienza , anche quando non è dovuta per legge , la prima delle virtù . Egli vorrebbe imporre sottomissioni non obbligatorie , ritrattazioni contro coscienza , dovunque un gruppo d ' uomini si associa per un ' opera buona prenderne il comando , e , se declinano il comando , rifiutar loro l ' aiuto . Egli tende a portare l ' autorità religiosa anche fuori del campo religioso . Lo sa l ' Italia , Santo Padre . Ma cosa è l ' Italia ? Non è per essa che io parlo , è per tutto il mondo cattolico . Santo padre , Ella forse non lo avrà provato ancora , ma lo spirito di dominazione vorrà esercitarsi anche sopra di Lei . Non ceda , Santo Padre ! Ella è il Governatore della Chiesa , non permetta che altri governi Lei , non sia il Suo potere un guanto per invisibili mani altrui . Abbia consiglieri pubblici e siano i vescovi raccolti spesso nei Concilii nazionali e faccia partecipare il popolo alla elezione dei vescovi scegliendo uomini amati e riveriti dal popolo , e i vescovi si mescolino al popolo non solamente per passare sotto archi di trionfo e farsi salutare dal suono delle campane ma per conoscere le turbe e per edificarle a imitazione di Cristo , invece di starsene chiusi da principi orientali negli episcopii , come tanti fanno . E lasci loro tutta l ' autorità che è compatibile con quella di Pietro ! Santità , posso parlare ancora ? " Il Papa , che da quando Benedetto aveva ricominciato a parlare gli teneva gli occhi in viso , rispose con un lieve abbassar del capo . " Il terzo spirito maligno " riprese Benedetto " che corrompe la Chiesa , non si trasfigura in angelo di luce perché saprebbe di non poter ingannare , si accontenta di vestire una comune onestà umana . È lo spirito di avarizia . Il Vicario di Cristo vive in questa reggia come visse nel suo episcopio , con un cuore puro di povero . Molti Pastori venerandi vivono nella Chiesa con eguale cuore , ma lo spirito di povertà non vi è bastantemente insegnato come Cristo lo insegnò , le labbra dei ministri di Cristo sono troppo spesso compiacenti ai cupidi dell ' avere . Quale di essi piega la fronte con ossequio a chi ha molto solamente perché ha molto , quale lusinga con la lingua chi agogna molto , e il godere la pompa e gli onori della ricchezza , l ' aderire con l ' anima alle comodità della ricchezza pare lecito a troppi predicatori della parola e degli esempî di Cristo . Santo padre , richiami il clero a meglio usare verso i cupidi dell ' avere , sieno ricchi , sieno poveri , la carità che ammonisce , che minaccia , che rampogna . Santo Padre ! " Benedetto tacque , fissando il Papa con una espressione intensa di appello . " Ebbene ? " mormorò il Papa . Benedetto allargò le braccia e riprese : " Lo Spirito mi sforza a dire di più . Non è opera di un giorno ma si prepari il giorno e non si lasci questo cómpito ai nemici di Dio e della Chiesa , si prepari il giorno in cui i sacerdoti di Cristo dieno l ' esempio della effettiva povertà , vivano poveri per obbligo come per obbligo vivono casti , e servano loro di norma per questo le parole di Cristo ai Settantadue . Il Signore circonderà gli ultimi fra loro di tale onore , di tale riverenza quale ora non è nel cuore della gente intorno ai Principi della Chiesa . Saranno pochi ma la luce del mondo . Santo Padre , lo sono essi oggi ? Qualcuno lo è ; i più non sono né luce né tenebre . " Qui , per la prima volta , il Pontefice assentì del capo mestamente . " Il quarto spirito maligno " proseguì Benedetto " è lo spirito d ' immobilità . Questo si trasfigura in angelo di luce . Anche i cattolici , ecclesiastici e laici , dominati dallo spirito d ' immobilità credono piacere a Dio come gli ebrei zelanti che fecero crocifiggere Cristo . Tutti i clericali , Santità , anzi tutti gli uomini religiosi che oggi avversano il cattolicismo progressista , avrebbero fatto crocifiggere Cristo in buona fede , nel nome di Mosè . Sono idolatri del passato , tutto vorrebbero immutabile nella Chiesa , sino alle forme del linguaggio pontificio , sino ai flabelli che ripugnano al cuore sacerdotale di Vostra Santità , sino alle tradizioni stolte per le quali non è lecito a un cardinale di uscire a piedi e sarebbe scandaloso che visitasse i poveri nelle loro case . È lo spirito d ' immobilità che volendo conservare cose impossibili a conservare ci attira le derisioni degl ' increduli ; colpa grave davanti a Dio ! " Il petrolio veniva mancando nella lucerna , il cerchio delle tenebre si stringeva , si addensava intorno e sopra la breve sfera di luce in cui si disegnavano , l ' una in faccia all ' altra , la bianca figura del Pontefice seduto e la bruna di Benedetto in piedi . " Contro lo spirito d ' immobilità " disse questi " io la supplico di non permettere che sieno posti all ' Indice i libri di Giovanni Selva . " Quindi , posta la seggiola da banda , s ' inginocchiò nuovamente , stese le mani al Pontefice , parlò più trepido e più acceso : " Vicario di Cristo , io La scongiuro di un ' altra cosa . Sono un peccatore indegno di venire paragonato ai Santi ma lo Spirito di Dio può parlare anche per la bocca più vile . Se una donna ha potuto scongiurare un Papa di venire a Roma , io scongiuro Vostra santità di uscire dal Vaticano . Uscite , Santo Padre ; ma la prima volta , almeno la prima volta , uscite per un ' opera del vostro ministero ! Lazzaro soffre e muore ogni giorno , andate a vedere Lazzaro . Cristo chiama soccorso in tutte le povere creature umane che soffrono . Ho vista dalla Galleria delle lapidi i lumi che fronteggiano un altro palazzo di Roma . Se il dolore umano chiama in nome di Cristo , là si risponderà forse : " no " ma si va . Dal Vaticano si risponde " sì " a Cristo , ma non si va . Che dirà Cristo , Santo Padre , nell ' ora terribile ? Queste parole mie , se fossero conosciute dal mondo , mi frutterebbero vituperî da chi più si professa devoto al Vaticano ; ma per vituperi e fulmini che mi si scagliassero non griderei io fino alla morte : che dirà Cristo ? Che dirà Cristo ? A Lui mi appello . " La fiammella della lucerna mancava , mancava ; nella breve sfera di luce fioca che le tenebre premevano non si vedeva quasi più di Benedetto che le mani stese , non si vedeva quasi più del Papa che la destra posata sul campanello d ' argento . Appena Benedetto tacque , il Santo Padre gli ordinò di alzarsi , poi scosse il campanello due volte . La porta della Galleria si aperse , entrò il fido cameriere già popolare in Vaticano col nome di don Teofilo . " Teofilo " disse il Papa , " in Galleria , è riaccesa la luce ? " " Sì , Santità . " " Allora passa in Biblioteca dove troverai monsignore . Digli che venga qua , che mi aspetti . E tu provvedigli un ' altra lucerna . " Ciò detto , Sua Santità si alzò . Era piccolo di statura e tuttavia un po ' curvo . Mosse verso la porta della Galleria accennando a Benedetto di seguirlo . Don Teofilo uscì dalla parte opposta . Triste presagio , nella buia sala dov ' eran corse tante fiammelle di parole accese dallo Spirito , non rimase che la piccola lucernina morente . La Galleria delle lapidi , là dove il Papa e Benedetto vi entrarono , era semibuia . Ma nel fondo una grande lampada a riflettore illuminava l ' iscrizione commemorativa a destra della porta che mette nella loggia di Giovanni da Udine . Fra le grandi ali di lapidi schierate da capo a fondo della Galleria , che guardavano l ' oscuro dibattito delle due anime viventi come testimoni muti che già conoscessero i misteri di oltre tomba e del giudizio divino , il Papa si avanzava lento , silenzioso , seguito , un passo indietro e a sinistra , da Benedetto . Sostò un momento presso il torso del fiume Oronte , guardò dalla finestra . Benedetto si domandò se guardasse i lumi del Quirinale , palpitò , attendendo una parola . La parola non venne . Il Papa riprese , tacendo sempre , il suo lento andare , con le mani congiunte dietro il dorso , e il mento appoggiato al petto . Sostò presso al fondo , nella luce della grande lampada ; parve incerto se ritornare o procedere . A sinistra della lampada la porta della Galleria si apriva sopra uno sfondo di notte , di luna , di colonne , di vetri , di pavimento marmoreo . Il Papa si avviò a quella volta , scese i cinque gradini . La luna batteva per isghembo sul pavimento rigato dalle ombre nere delle colonne , tagliato in fondo alla loggia dall ' obliquo profilo dell ' ombra piena , dentro la quale mal si discerneva il busto di Giovanni . Il Papa percorse la loggia fino a quell ' ombra , vi entrò , vi si trattenne . Intanto Benedetto , fermatosi molti passi indietro per non avere l ' aria di premere irriverentemente nel desiderio di una risposta , mirava l ' astro veleggiante fra nuvole grandi su Roma . Mirando l ' astro , domandò a sé , a qualche Invisibile che gli fosse vicino , quasi anche allo stesso volto severo e triste della luna , se avesse troppo osato , male osato . Si pentì subito del suo dubbio . Aveva forse parlato egli ? Oh no , le parole gli erano venute alle labbra senza meditazione , aveva parlato lo Spirito . Chiuse gli occhi in uno sforzo di preghiera mentale ancora levando la faccia verso l ' astro , come un cieco che porgesse il viso avido al divinato splendore di argento . Una mano lo toccò lievemente sulla spalla . Trasalì e aperse gli occhi . Era il Papa e il suo viso diceva come avesse finalmente maturate nel pensiero parole che lo appagavano . Benedetto chinò il capo rispettosamente ad ascoltarlo . " Figlio mio " disse Sua Santità " alcune di queste cose il Signore le ha dette da gran tempo anche nel cuore mio . Tu , Dio ti benedica , te la intendi col Signore solo ; io devo intendermela anche cogli uomini che il Signore ha posto intorno a me perché io mi governi con essi secondo carità e prudenza ; e devo sovratutto misurare i miei consigli , i miei comandi , alle capacità diverse , alle mentalità diverse di tanti milioni di uomini . Io sono un povero maestro di scuola che di settanta scolari ne ha venti meno che mediocri , quaranta mediocri e dieci soli buoni . Egli non può governare la scuola per i soli dieci buoni e io non posso governare la Chiesa soltanto per te e per quelli che somigliano a te . Vedi , per esempio ; Cristo ha pagato il tributo allo Stato e io , non come Pontefice ma come cittadino , pagherei volentieri il mio tributo di omaggio là in quel palazzo di cui hai veduto i lumi , se non temessi di offendere così i sessanta scolari , di perdere anche una sola delle loro anime che mi sono preziose come le altre . E così sarebbe se io facessi togliere certi libri dall ' Indice , se chiamassi nel Sacro Collegio certi uomini che hanno fama di non essere rigidamente ortodossi , se , scoppiando un ' epidemia , andassi , ex abrupto , a visitare gli ospedali di Roma . " " Oh Santità ! " esclamò Benedetto " mi perdoni ma non è sicuro che queste anime disposte a scandolezzarsi del Vicario di Cristo per ragioni simili poi si salvino , e invece è sicuro che si acquisterebbero tante altre anime le quali non si acquistano ! " " E poi " continuò il Papa come se non avesse udito " sono vecchio , sono stanco , i cardinali non sanno chi hanno messo qui , non volevo . Sono anche ammalato , ho certi segni di dover presto comparire davanti al mio Giudice . Sento , figlio mio , che tu hai lo spirito buono ma il Signore non può volere da un poveruomo come me le cose che tu dici , cose a cui non basterebbe neppure un Pontefice giovine e valido . Però vi sono cose che anch ' io , con il Suo aiuto , potrò fare ; se non le cose grandi , almeno altre cose . Le cose grandi preghiamo il Signore che susciti chi a loro tempo le sappia fare e chi sappia bene aiutare a farle . Figlio mio , se io mi metto da stasera a trasformare il Vaticano , a riedificarlo , dove trovo poi Raffaello che lo dipinga ? E neppure questo Giovanni ? Non dico però di non fare niente . " Benedetto era per replicare . Il Pontefice , forse per non volersi spiegare di più , non gliene lasciò né il modo né il tempo , gli fece una domanda gradita . " Tu conosci Selva " diss ' egli . " Privatamente , che uomo è ? " " È un giusto " si affrettò a rispondere Benedetto . " Un gran giusto . I suoi libri sono stati denunciati alla Congregazione dell ' Indice . Forse vi si troveranno alcune opinioni ardite ma non vi è confronto fra la religiosità calda e profonda dei libri di Selva e il formalismo freddo , misero di altri libri che corrono , più del Vangelo , per le mani del clero . Santo Padre , la condanna di Selva sarebbe un colpo alle energie più vive e più vitali del Cattolicismo . La Chiesa tollera migliaia di libri ascetici stupidi che rimpiccioliscono indegnamente l ' idea di Dio nello spirito umano ; non condanni questi che la ingrandiscono ! " Le ore suonarono da lontano . Nove e mezzo . Sua Santità prese tacendo una mano di Benedetto , la chiuse fra le sue , gli fece intendere con quella muta stretta sensi e consensi trattenuti dalla bocca prudente . La strinse , la scosse , l ' accarezzò , la strinse ancora , disse finalmente con voce soffocata : " Prega per me , prega che il Signore m 'illumini." Due lagrime brillavano nei belli occhi soavi di vecchio che mai non si macchiò di un volontario pensiero impuro , di vecchio tutto dolcezza di carità . Benedetto non riuscì , per la commozione , a parlare . " Vieni ancora " disse il Papa . " Dobbiamo discorrere ancora . " " Quando , Santità ? " " Presto . Ti farò avvertire . " Intanto l ' ombra , avanzando , aveva inghiottito la Figura bianca e la Figura nera . Sua Santità pose una mano sulla spalla di Benedetto , gli domandò sommessamente , quasi esitante : " Ricordi la fine della tua visione ? " Benedetto rispose , pure sottovoce , abbassando il viso : " Nescio diem neque horam . " " Non sono nel manoscritto " riprese Sua Santità . " Ma ricordi ? " Benedetto mormorò : " In abito benedettino , sulla nuda terra , all ' ombra di un albero . " " Se così sarà " riprese il Santo Padre , dolcemente " ti voglio benedire per quel momento . Allora sarò ad aspettarti in cielo . " Benedetto s ' inginocchiò . La voce del Papa suonò solenne nell ' ombra : " Benedico te in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti . " Il Papa risalì rapidamente i cinque gradini , scomparve . Benedetto rimase ginocchioni , assorto in quella benedizione che gli era parsa venire da Cristo . Si alzò al suono di un passo nella Galleria . Pochi momenti dopo egli scendeva , accompagnato da don Teofilo , al Portone di bronzo . III . La camera , al quarto piano , era appena decente . Un letto di ferro , un tavolino da notte , uno scrittoio con pochi libri logori e sfasciati , un cassettone di abete , un lavamani di ferro , qualche sedia impagliata , n ' erano tutto il mobiglio . Un abito grigio pendeva da un chiodo , un cappello nero a cencio da un altro . Un baglior frequente di lampi entrava dalla finestra aperta , entravano soffî della buia notte burrascosa , facevano oscillare la fiammella della lampada a petrolio che ardeva sul tavolino da notte , oscillare il lume e le ombre sulle lenzuola non tanto bianche , su due mani scarne , sur un fascio di rose sciolto fra le due mani , sulla camicia di flanella dell ' uomo infermo che si era tratto su a sedere , sul suo viso rugoso , magro , grigiastro di barba d ' un mese . Dall ' altra parte del letto povero , nella penombra , stava Benedetto , in piedi . L ' uomo infermo guardava i fiori e taceva . Le sue mani , anche le sue labbra , tremavano . Egli era stato frate . A trent ' anni aveva gettato la cocolla e preso moglie . Uomo di poco ingegno e di pochi studî , era vissuto miseramente colla moglie e con due figliuole , facendo lo scrivano . La moglie era morta , le figliuole si erano date alla mala vita . Si spegneva lentamente anche lui , adesso , in quel quarto piano di via della Marmorata , presso all ' angolo di via Manuzio , consunto dalla miseria , dalla tabe , dall ' animo amaro . Un singhiozzo irrefrenabile gli ruppe dal petto . Allargò le braccia , raccolse e strinse a sé il capo di Benedetto e subito fece atto di respingerlo , si coperse il viso colle mani . " Non son degno , non son degno ! " diss ' egli . Ma Benedetto gli abbracciò alla sua volta il capo , glielo baciò , rispose : " Neppur io son degno di questa grazia che mi fa il Signore . " " Quale grazia ? " chiese l ' infermo . " Che Lei pianga con me ! " Così dicendo , Benedetto si levò dall ' abbraccio ; e durava a fissare affettuosamente il vecchio . Questi lo guardò attonito , come per dire : " voi sapete ? " Egli accennò del capo lievemente , silenziosamente , di sì . Colui non sospettava che il suo passato fosse conosciuto . Abitava lì da tre anni . Una vicina più vecchia di lui , una povera gobbina caritatevole e pia , gli rendeva dei servigi , lo assisteva nelle sue infermità , trovava modo di soccorrerlo con le due lire giornaliere di pensione ch ' erano tutta la sua sostanza . Aveva saputo dai portinai ch ' egli era un frate sfratato , lo vedeva tanto triste , tanto umile , tanto riconoscente , pregava sera e mattina la Madonna e tutti i Santi del Paradiso che le facessero la grazia di aiutarla presso Gesù che gli perdonasse e lo facesse ritornare in grembo alla Chiesa . Raccontava le sue pene e le sue speranze ad altre vecchiette pie , diceva : " Non oso pregarlo io , Gesù ; quel disgraziato gliel ' ha fatta troppo grossa . Ci vuole anche un pezzo grosso che preghi . " Quel giorno il vecchio le era andato dicendo più volte che sarebbe stato felice di avere delle rose . Allora la gobbina aveva pensato : " C ' è l ' uomo santo di cui tutti parlano , che fa il giardiniere . Io vado , gli racconto la cosa , gli dico che le rose gliele porti lui e chi sa cosa ne può venire ! " Aveva pensato così e subito si era detto : " Questo pensiero , se non mi viene dalla Madonna , mi viene di sicuro da Sant ' Antonio ! " Allora il semplice suo cuore puro aveva dato un ' ondata di dolcezza e di letizia . Senza por tempo in mezzo ella era andata a villa Mayda , alla elegante villa pompeiana biancheggiante sull ' Aventino fra belle palme , quasi in faccia alla finestra del vecchio ex - frate . Benedetto stava per coricarsi in obbedienza al professore che gli aveva trovato la febbre , la piccola frodolenta febbre che di tempo in tempo lo rodeva da qualche settimana senz ' altre sofferenze . Udito di che si trattava , era venuto subito colle rose . Il vecchio si coperse ancora il viso , vergognando . Poi , senza più guardare Benedetto , parlò delle rose , spiegò il perché del suo desiderio . Era figlio di un giardiniere , avrebbe voluto fare il giardiniere anche lui ma gli piaceva di frequentare le chiese e i suoi trastulli erano tutti di cose sacre : altarini , candelabri , busti di vescovi mitrati . I padroni , gente religiosissima , avevano lasciato intendere ai suoi genitori che se gli si fosse manifestata la vocazione ecclesiastica , lo avrebbero fatto educare a proprie spese ; e i genitori lo avevano destinato senz ' altro a quella via . Egli si era accorto ben presto di non avere forze bastanti a tener le promesse sacerdotali ; ma neppure gli bastò l ' animo di prendere una risoluzione che avrebbe afflitto i suoi mortalmente . Invece si figurò che se uscisse del tutto dal mondo potrebbe forse andar salvo , e seguendo imprudenti consigli entrò là ond ' ebbe poi a venir fuori male , si fece di quella frateria della quale soleva dire più tardi , questo non lo raccontò , scherzando copertamente cogli amici : " quando stavo al reggimento . " Ragazzo , aveva amato i fiori ; dall ' entrata nel Seminario in poi non ci aveva pensato più , mai più , per quarant ' anni . La notte prima della visita di Benedetto aveva sognato un gran rosaio del giardino dov ' era trascorsa la sua fanciullezza . Le bianche rose piegavano tutte a lui , lo guardavano , nel mondo dei sogni , come curiose anime pie un pellegrino nel mondo delle ombre . Gli dicevano : " dove vai , dove vai , povero amico , perché non ritorni a noi ? " Destatosi , aveva sentito un desiderio di rose , tenero , pungente fino alle lagrime . E quante rose adesso sul suo letto , per la bontà di una persona santa , quante belle , odoranti rose ! Tacque e fissava Benedetto a bocca semiaperta , lucenti gli occhi di una domanda dolorosa : tu sai , tu comprendi ; cosa pensi di me ? Pensi che vi sia speranza di perdono ? Benedetto , curvo sull ' ammalato , prese a parlargli accarezzandolo . La vena delle parole soavi fluiva fluiva con un suono vario di tenerezza ora lieta ora dolente . Ora il vecchio ne pareva beato , ora usciva in domande affannose ; subito allora la fluida vena soave gli ristorava beatitudine in viso . Intanto la gobbina andava e veniva col rosario in mano dalla sua camera all ' uscio del vicino , divisa fra il desiderio di precipitare le avemarie in quel momento decisivo e il desiderio di udire se là dentro parlassero , cosa dicessero . Ma giù nella strada si era venuta raccogliendo , malgrado il cattivo tempo , della gente che aspettava il Santo di Jenne . Una merciaia lo aveva veduto entrare colle rose in mano , accompagnato dalla gobbina . In un batter d ' occhio si erano aggruppate davanti alla porta forse cinquanta persone , donne la maggior parte , quali per vederlo , quali per avere un sua parola . Aspettavano pazientemente , parlando piano , come se fossero in chiesa , di Benedetto , dei miracoli che faceva , delle grazie che avrebbero implorate da lui . Sopraggiunse un ciclista , scese dalla bicicletta , domandò il perché di quell ' assembramento , si fece informare appuntino del luogo dove stava il Santo di Jenne e risalito in macchina ripartì di gran corsa . Poco dopo , una botte seguita dal ciclista di prima venne a fermarsi davanti alla porta . Ne discese un signore che attraversò l ' assembramento ed entrò in casa . Il ciclista rimase presso la botte . L ' altro parlò col portinaio , si fece accompagnare da lui fino all ' uscio dove la gobbina stava col suo rosario in mano , palpitante . Bussò malgrado le tacite giaculatorie di lei che implorava la Madonna di allontanare quell ' importuno . Benedetto venne ad aprire . " Scusi " disse colui , cortesemente . " Lei è il signor Pietro Maironi ? " " Non porto più questo nome " rispose Benedetto , tranquillo " ma l ' ho portato . " " Mi rincresce d ' incomodarla . Le sarei grato se si compiacesse di venire con me . Le dirò poi dove . " L ' infermo udì queste parole dello sconosciuto e gemette : " No , sant ' uomo , non andate via per amor di Dio ! " Benedetto rispose : " Favorisca dirmi il Suo nome e perché dovrei venire con Lei . " L ' altro parve imbarazzato . " Ecco " disse . " Sono un delegato di P . S . " L ' infermo esclamò : " Gesummaria ! " e la gobbina , esterrefatta , lasciò cadere il rosario , guardò Benedetto che non poté trattenere un atto di sorpresa . Il delegato si affrettò a soggiungere , sorridendo , che la sua visita non aveva un significato troppo pauroso , ch ' egli non era venuto ad arrestare nessuno , che non aveva a comunicare ordini , ma solamente un invito . Siccome gl ' inviti della Questura hanno un carattere speciale , Benedetto non pensò a scusarsi , domandò di restar solo con l ' infermo e con la donna per cinque minuti , sussurrò qualche cosa all ' orecchio del primo che parve assentire con lagrime nella voce , prese la gobbina a parte , le disse che l ' infermo era disposto a ricevere un sacerdote , ch ' egli ora non sapeva quando sarebbe stato libero di condurgliene uno egli stesso . La povera piccola creatura tremava tutta fra lo sgomento e la gioia , non sapeva dire che " Gesù mio ! Madonna mia ! " Benedetto la rincorò , promise di ritornare appena lo potesse e , preso congedo , discese le scale col delegato . Nella via il gruppo di gente si era fatto più grosso e rumoreggiava , stringeva minacciosamente il ciclista rimasto presso la botte , ch ' era stato riconosciuto per una guardia di P . S . e non voleva dire perché fosse prima venuto a informarsi e poi ritornato con l ' altro individuo . Si voleva forzare il fiaccheraio ad andarsene , si parlava di staccare il cavallo . Quando apparve il delegato con Benedetto , gli si fecero tutti addosso gridando : - Via , birro ! - Via ! - Abbasso ! - Lasciate quell ' uomo ! Badate ai ladri , per Dio ! Voi pigliate i servi di Dio e lasciate i ladri ! - Via ! - Abbasso ! - Benedetto si fece avanti , accennò , a due mani , di tacere , pregò e ripregò che se n ' andassero in pace poiché nessuno gli voleva far male , egli non era arrestato , se n ' andava con quel signore di sua libera volontà . Nello stesso momento scrosciò un tuono in cielo , un impeto di acquazzone sul marciapiede . La folla balenò , si disperse rapidamente . Il delegato diede un ordine al ciclista e salì nella botte con Benedetto . Partirono verso il Tevere , fra i tuoni , i lampi e la pioggia furiosa . Benedetto domandò al delegato , molto quietamente , che si volesse da lui alla Questura . Il delegato rispose che non si trattava di Questura . Chi voleva parlare al signor Maironi era un pezzo più grosso del questore . " Non so se avrei dovuto dirlo " soggiunse " ma già glielo dirà lui . " E raccontò che lo aveva cercato inutilmente a villa Mayda , disse quanto gli sarebbe seccato di non trovarlo presto . Benedetto si provò a domandargli se sapesse la cagione della chiamata . Realmente il delegato non la sapeva , ma finse un silenzio diplomatico , si rannicchiò nel suo angolo come per salvarsi dalle folate di pioggia . Un lampo mostrò a Benedetto il fiume giallastro , i neri barconi di Ripagrande ; un altro il tempio di Vesta . Poi non si raccapezzò più affatto , gli parve di attraversare una sconosciuta necropoli , un dedalo di vie funeree dove ardessero lampade sepolcrali . Finalmente la carrozzella entrò con fracasso in un atrio , si fermò al piede di uno scalone scuro , fiancheggiato di colonne . Benedetto lo salì col delegato fino al secondo ripiano sul quale si aprivano due porte . Quella di sinistra era chiusa , quella di destra guardava sullo scalone per un occhio ovale lucente . Il delegato la spinse , entrò con Benedetto in un bugigattolo , in una specie di anticamera . Un usciere che dormicchiava si alzò stentatamente . Il delegato lasciò Benedetto e passò in un ' altra stanza . Allora l ' usciere si chinò come per raccogliere qualche cosa e disse a Benedetto porgendogli una lettera chiusa : " Guardi che Le è caduta una carta . " Perché Benedetto si meravigliava , insistette : " Lei è bene quello del Testaccio ? Veda che sarà Sua , faccia presto ! " Faccia presto ? Benedetto guardò l ' uomo che si era rimesso a sedere . Quegli lo guardò alla su volta e confermò il suo consiglio con uno scatto secco del capo che significava : tu sospetti che ci sia sotto qualche cosa e realmente c ' è . Benedetto guardò la busta . Vi si leggeva questo indirizzo : " Al garzone giardiniere di villa Mayda " E sotto , a caratteri più grandi : " SUBITO " La scrittura era femminile ma Benedetto non la riconobbe . Aperse e lesse : " Sappia che il Direttore generale della Pubblica Sicurezza farà il possibile per indurla a lasciare volontariamente Roma . Rifiuti . Quello che segue lo potrà leggere a Suo agio . " Benedetto ripose frettolosamente la lettera . Ma poiché nessuno compariva e tutto pareva dormire intorno a lui , la cavò , riprese a leggerla . Seguiva così : " In Vaticano si è poco contenti , dopo le sue visite , del Santo Padre , il quale , fra l ' altre cose , ha richiamato a sé l ' affare Selva dalla Congregazione dell ' Indice . Ella non può immaginare gl ' intrighi che si tramano contro di Lei , le calunnie che si fanno arrivare anche ai Suoi amici , tutto per lo scopo di allontanarla da Roma , di impedire ch ' Ella veda più il Pontefice . Si è ottenuto che il Governo aiuti la congiura promettendogli in compenso di non mandare ad effetto certa nomina di persona molto sgradita al Quirinale , per la sede arcivescovile di Torino . Non ceda , non abbandoni il Santo Padre e la Sua missione . La minaccia per l ' affare di Jenne non è seria , sarebbe impossibile di procedere contro di Lei e lo sanno . Chi non Le può scrivere ha saputo tutto questo , lo ha fatto scrivere a me , lo farà pervenire a Lei . NOEMI D ' ARXEL . Benedetto guardò involontariamente l ' usciere , quasi dubitando ch ' egli conoscesse il senso di quella lettera passata per le sue mani . Ma l ' usciere dormicchiava da capo e non si scosse che al ricomparire del delegato , il quale gli ordinò di accompagnare Benedetto dal signor commendatore . Benedetto fu introdotto in una stanza spaziosa , tutta buia fuorché nell ' angolo dove un signore sui cinquant ' anni stava leggendo la Tribuna nel chiarore di una lampada elettrica , vivo sul suo cranio calvo , sul giornale , sul tavolo coperto di carte . Sopra di lui , nella penombra , si intravvedeva un grande ritratto del Re . Egli non levò dal giornale il capo grave di conscio potere . Lo levò quando gli piacque e guardò con occhi noncuranti l ' atomo di popolo che aveva davanti a sé . " Prenda una sedia " diss ' egli , gelido . Benedetto ubbidì . " Lei è il signor Pietro Maironi ? " " Sì signore . " " Mi rincresce di averla incomodata ma era necessario . " Sotto le parole cortesi del signor commendatore si sentiva un fondo di durezza e di sarcasmo . " A proposito " diss ' egli . " Perché non si fa chiamare col Suo nome , Lei ? " Alla improvvisa domanda Benedetto non rispose immediatamente . " Bene bene " ripigliò colui . " Questo adesso importa poco . Qui non siamo in Tribunale . Io penso che se si vuole fare il bene si deve farlo col proprio nome . Ma io non vado in chiesa , ho idee diverse dalle Sue . Non importa , dico . Lei sa chi sono io ? Il delegato gliel ' ha detto ? " " No signore . " " Bene , sono un funzionario dello Stato che s ' interessa un poco della sicurezza pubblica e che ha un certo potere ; sì , un certo potere . Ora io voglio dimostrarle che ho interesse anche per Lei . Lei , mi dispiace il dirlo , è in una situazione critica , mio caro signor Maironi o signor Benedetto , a Sua scelta . È pervenuta all ' Autorità giudiziaria un ' accusa contro di Lei , veramente grave ; e io vedo molto in pericolo non soltanto la Sua fama di santità ma pure la Sua libertà personale e quindi la Sua predicazione almeno per qualche anno . " Una fiamma salì al viso di Benedetto , i suoi occhi scintillarono . " Lasci la santità e la fama " diss ' egli . L ' augusto funzionario dello Stato riprese senza scomporsi : " Lei si sente ferito . Badi , sa , che la Sua fama di santità corre altri pericoli . Altre cose si dicono di Lei che non hanno a che fare , per questo stia tranquillo , col codice penale ma che non si accordano molto colla morale cattolica ; e Le assicuro che sono abbastanza credute . Dico per dire ; son cose che non mi riguardano affatto . Del resto la santità non è mai reale , è sempre , più o meno , una idealizzazione che lo specchio fa della immagine . Se c ' è una santità è quella dello specchio , è quella della gente che crede ai Santi . Io non ci credo . Ma veniamo al serio . Le ho dovuto dire delle cose sgradevoli , La ho anche ferita ; ora medicherò . Io non sono credente ma però apprezzo il principio religioso come elemento di ordine pubblico , e questo è poi il sentimento dei miei superiori , è il sentimento del Governo . Perciò il Governo non può aver piacere che si faccia un processo scandaloso a qualcuno che presso il popolo passa per santo ; un processo che potrebbe poi anche provocare dei disordini . Ma c ' è di più ! Noi sappiamo che Lei è persona gradita al Papa il quale La vede spesso . Ora in alto non si ha nessuna voglia di recare dispiaceri personali al Papa . Si ha dunque la buona intenzione di evitargli questo , se possibile . E sarà possibile a una condizione . Qui in Roma Lei ha dei nemici attivi , non di parte nostra , sa ! non di parte liberale ! , che si preparano a rovinarla interamente ; nella riputazione e in tutto . Se vuole che Le apra il mio pensiero , il mio pensiero è questo : dal punto di vista cattolico hanno ragione . Io modifico un poco , per mio uso e per loro uso , il motto famoso dei Gesuiti : " aut sint ut sunt " dico io " aut non erunt . " Mi riferiscono che Lei è un cattolico largo . Ciò significa semplicemente che lei non è cattolico . Tiriamo via . I Suoi nemici L ' hanno denunciata al Procuratore del Re . Per verità noi dovremmo far arrestare dai carabinieri il signor Pietro Maironi condannato in contumacia dalla Corte d ' Assise di Brescia per mancato servizio di giurato ; ma questa è una bazzecola . Lei si figura di avere guarito della gente a Jenne ed è accusato non solamente di esercizio illegale della medicina ma persino di aver avvelenato un paziente , niente meno ! Ora noi abbiamo i mezzi di salvarla . Noi faremo in modo che la denuncia si ponga a dormire . Ma se Lei resta in Roma i Suoi nemici di Roma faranno un rumore così grande che non ci potremo fingere sordi . Bisogna che Lei se ne vada lontano ; e subito ! Meglio se va fuori d ' Italia . Vada in Francia , dove c ' è carestia di santità . O almeno ... non ci ha una casa , Lei , sul lago di Lugano ? Adesso vi sono delle suore , vero ? Suore e Santi stanno benissimo insieme . Vada colle suore e lasci passare la burrasca . " Il commendatore parlava serio serio , lento lento , coprendo lo scherno di flemma più insolente . Benedetto si alzò in piedi , risoluto e severo . " Io stavo " rispose " presso un infermo che aveva bisogno della medicina illegale mia . Mi si poteva lasciare al mio posto . Lei e il Governo sono i peggiori miei nemici se mi offrono di fuggire la giustizia . Lei faccia il Suo dovere di mandare i carabinieri ad arrestarmi per il mancato servizio di giurato . Io proverò poi che non potei ricevere la citazione . Il signor procuratore del Re faccia il dovere Suo di procedere contro di me per la denuncia di Jenne ; mi si troverà sempre a villa Mayda . Lo dica ai Suoi superiori . Dica loro che non mi moverò da Roma , che temo un Giudice solo e ch ' essi pure lo temano nel loro doppio cuore , perché Egli sarà più terribile al doppio cuore che alla violenza sincera ! " Il commendatore , impreparato a quel colpo , livido di veleno impotente , prorompeva già in parole di collera quando si udì il rumor sordo di una carrozza ch ' entrava nell ' atrio . Levò allora lo sguardo da Benedetto , stette in ascolto . Benedetto afferrò la spalliera della sua seggiola per levarsi quell ' impaccio a voltar le spalle . L ' altro si scosse , riacceso negli occhi dall ' ira un momento sopita ; gettò il giornale che aveva sempre tenuto in mano , batté il pugno sul tavolo , esclamando : " Che fa ? Non si muova ! " I due uomini si fissarono per alcuni secondi in silenzio , uno con autorità maestosa , l ' altro bieco . Poi questi riprese , veemente : " Debbo farla arrestare qui ? " Benedetto durò a fissarlo in silenzio . Quindi rispose : " Aspetto . Faccia . " Un usciere , che aveva bussato più volte inutilmente , comparve sulla soglia , s ' inchinò al commendatore senza dir parola . Il commendatore disse subito " vengo " e alzatosi frettolosamente uscì con una faccia strana dove la collera spariva e spuntava l ' ossequio . L ' usciere rientrò immediatamente , disse a Benedetto che aspettasse . Passò un quarto d ' ora . Benedetto , tutto fremente , con il cuore in tumulto e la testa in fiamme , eccitato e spossato dalla febbre , era ricaduto sulla sua seggiola , turbinandogli dentro alla rinfusa i più diversi pensieri . - Dio gli perdoni a quest ' uomo ! - A tutti ! - Che gioia se il Pontefice non permette la condanna di Selva ! - La persona che non mi può scrivere , come sa ? - E adesso perché mi fanno aspettare ? - Cosa vogliono ancora da me ? - Oh , con questa febbre , se non avessi a esser più padrone dei miei pensieri , delle mie parole ! - Che terrore ! - Dio , Dio , non lo permettete ! - Ma che orride viltà sono nel mondo , che vergogna di fornicazioni occulte fra questa gente della Chiesa e dello Stato che si odia , che si disprezza ! Come , come lo permetti , Signore ? - Nessuno viene ancora ! - La febbre ! - Dio , Dio , fa che io resti padrone dei miei pensieri , delle mie parole . Dio Verità , il tuo servo è in potere de ' suoi nemici congiurati , fa ch ' egli Ti glorifichi anche nel fuoco ardente ! - Quelle due persone pensano a me , adesso . Io non devo pensare a loro ! - Esse non dormono , pensano a me . - Non sono ingrato , non sono ingrato , ma non devo pensare a loro ! - Penserò a te , vecchio santo del Vaticano , che dormi e non sai ! - Ah quella scaletta non la farò più , quel dolce viso pieno di Spirito Santo non lo vedrò più ! - Però , Dio sia lodato , non lo avrò visto invano . - Ma cosa faccio qui ? - Perché non me ne vado ? - Potrò poi andare ? - Questa febbre ! Si alzò , cercò di legger l ' ora sur un occhio tondo di orologio biancheggiante nell ' ombra . Mancavano cinque minuti alle undici . Fuori , il temporale continuava . La potenza degli elementi furibondi e la potenza del tempo che spingeva la piccola sfera sul quadrante , parevano amiche a Benedetto nel loro prevalere indifferente sulla potenza umana che aveva sede dov ' egli era e lo teneva in sua balìa . Ma la febbre , la crescente febbre ! Ardeva di sete . Se almeno avesse potuto aprire una finestra , tendere la bocca all ' acqua del cielo ! Un tocco di campanello elettrico , passi affrettati nell ' anticamera , finalmente . Ecco il commendatore , in soprabito e cappello . Chiude l ' uscio dietro a sé , raccoglie delle carte sul suo tavolo , dice a Benedetto con piglio sprezzante : " Stia attento . Lei ha tre giorni per lasciare Roma . Ha capito ? " Non cura di aspettare risposta , preme un bottone . Entrato l ' usciere , gli ordina : " Accompagnate ! " Giunto colla sua guida sullo scalone , Benedetto , credendosi oramai libero di scendere , le chiese un po ' d ' acqua . " Acqua ? " rispose l ' usciere . " Non posso andarne a prendere , adesso . Sua Eccellenza aspetta . Favorisca qui . " Lo fece entrare , con sua meraviglia , nell ' ascensore . " Anzi le Loro Eccellenze " diss ' egli ; e mentre l ' ascensore saliva al secondo piano , venne guardando Benedetto come si guarda qualcuno cui è fatto un grande onore e che non pare meritarlo . Giunti al secondo piano , i due attraversarono una grandissima sala semioscura . Da questa sala Benedetto venne fatto passare in una stanza illuminata così riccamente ch ' egli ne provò fastidio e sofferenza , ne rimase quasi acciecato . Due uomini , seduti ai due angoli di un largo canapè , ve lo attendevano in attitudine diversa ; il più giovine con le mani in tasca , una gamba a cavalcioni dell ' altra , il capo rovesciato sulla spalliera ; il più vecchio col busto piegato in avanti e le mani occupate in un continuo blando maneggio alterno della barba grigia . Il primo aveva una guardatura sarcastica ; il secondo l ' aveva scrutatrice , malinconica , buona . Questi , evidentemente il più autorevole dei due , invitò Benedetto a sedere sur una poltrona di fronte a lui . " Non creda , sa , caro signor Maironi " diss ' egli con voce armoniosa e sonora ma rispondente in qualche modo alla malinconia dello sguardo , " non creda che noi siamo qui due artigli potenti dello Stato . Noi siamo qui in questo momento due individui di una specie rara , due uomini politici geniali che conoscono bene il loro mestiere e che lo disprezzano meglio . Siamo due grandi idealisti che sanno mentire idealmente bene colla gente che altro non merita e sanno adorare la Verità ; due democratici , ma però adoratori di quella Verità recondita che non è stata mai toccata dalle mani sudicie del vecchio Demos . " Detto così , l ' uomo dalla barba grigia fluente riprese a farvi scorrere su le due mani a vicenda e strinse gli occhi scintillanti di un sorriso acuto , pago delle proprie parole , cercando la sorpresa sul viso di Benedetto . " Siamo poi anche credenti " riprese . Allora l ' altro personaggio alzò , senza levar il capo dalla spalliera , le mani distese e disse quasi solennemente : "Piano." " Lascia , caro amico " ripigliò il primo senza volgersi all ' amico . " Siamo ambedue credenti , però in modo diverso . Io credo in Dio con tutte le mie forze che sono molte e lo avrò sempre meco . Tu credi in Dio con tutte le tue debolezze che sono poche e non lo avrai che al tuo letto di morte . " Altro sorriso acuto e pago , altra pausa . L ' amico scosse il capo alzando le sopracciglia come per una udita corbelleria che meritasse pietà e non risposta . " Io poi " continuò la voce sonora e armoniosa " sono anche cristiano . Non cattolico ma cristiano . Anzi , come cristiano , sono anticattolico . Il mio cuore è cristiano e il mio cervello è protestante . Io vedo con gioia nel cattolicismo i segni , non dico della decrepitezza ma della putrefazione . La carità si va disfacendo nei cuori più schiettamente cattolici in una melma oscura tutta vermi di odio . Vedo il Cattolicismo fendersi da ogni parte e vedo spuntare per le fessure la vecchia idolatria cui si è sovrapposto . Le poche energie giovani , sane , vitali , che vi si manifestano , tendono tutte a separarsene . So che Lei è appunto un cattolico radicale , ch ' è amico di un uomo veramente sano e forte che si dice cattolico ma ch ' è giudicato eretico , però , dai cattolici puri ; e lo è certamente . Mi hanno detto che Lei è scolare di questo nobile eretico , che fa una propaganda riformatrice e che in pari tempo cerca di agire sul Pontefice . Ora un grande riformatore lo aspetto anch ' io ma dev ' essere un antipapa ; non un antipapa nel piccolo senso storico ; un antipapa nel grande senso luterano della parola . " Curiosità ci punge di sapere " come Lei creda possibile ringiovanire questo povero vecchione di Papato che noi laici precediamo non soltanto nella conquista della civiltà ma nella scienza di Dio , anche , e persino nella scienza di Cristo ; che ci anfana dietro a grande distanza e ogni tanto si pianta sulla via , restio come una bestia che fiuta il macello , e poi , quando è tirato ben forte , fa un salto avanti per tornarsi a piantare fermo fino a un altro strappo di fune . Ci dica il Suo concetto di una riforma cattolica . Sentiamo . " Benedetto rimase silenzioso . " Parli " riprese il nume ignoto che pareva imperare in quel luogo . " Il mio amico non è Erode né io sono Pilato . Noi potremmo forse diventare due apostoli della Sua idea . " L ' amico stese ancora le due mani aperte , senza levar il capo dalla spalliera , disse ancora , però pigiando più forte sulla prima sillaba : "Piano." Benedetto tacque . " Mi pare , caro mio " disse l ' amico voltando il capo , senz ' alzarlo , verso il collega " che questo sarà il primo fiasco della tua eloquenza . Qui il modello del nihil respondit è preso molto sul serio . " Benedetto trasalì , atterrito dal richiamo al Divino Maestro , dal dubbio di parerne un imitatore superbo . Cessò in quel momento di sentire il suo male , la febbre , la sete , la gravezza del capo . " Oh no " esclamò " adesso io rispondo ! Lei dice che non è Pilato . Il vero è invece che io sono l ' ultimo dei servi di Cristo perché gli sono stato infedele e che Lei mi ripete proprio la domanda di Pilato : - Quid est veritas ? Ora Lei non è disposto a ricevere la verità , come non vi era disposto Pilato . " " Oh ! " esclamò il suo interlocutore . " E perché ? " L ' amico rise rumorosamente . " Perché " rispose Benedetto " chi opera tenebre , le tenebre lo avvolgono e la luce non gli può arrivare . Lei opera tenebre . È facile di comprenderlo , Lei è il signor ministro dell ' Interno , La conosco di fama . Lei non è nato per operare tenebre , vi è stata molta luce in certe opere Sue , vi è molta luce nella Sua anima , molta luce di verità e di bontà ; ma in questo momento Lei opera tenebre . Io sono questa notte qui perché Lei ha pattuito un mercato non confessabile . Lei dice di adorare la Verità , domanda a un fratello se possiede la Verità e tace che lo ha già venduto ! " Mentre Benedetto parlava , l ' amico del ministro , Eccellenza egli pure ma in sottordine , alzò finalmente il capo dalla spalliera del canapè . Parve che incominciasse soltanto allora a stimar degno di attenzione l ' uomo e quello che diceva . Parve anche divertirsi della lezione toccata al principale del quale ammirava l ' ingegno grandissimo ma derideva in cuor suo le velleità idealistiche . Il principale rimase , sulle prime , sbalordito ; poi scattò in piedi , gridando come un ossesso : " Siete un mentitore ! Siete un insolente ! Non meritate la mia bontà ! Non vi ho venduto , non valete niente , vi regalerò ! Andate ! Andate via ! " Cercò il bottone del campanello elettrico e non trovandolo nella cecità della collera , gridò : " Usciere ! Usciere ! " Il sottosegretario di Stato , avvezzo a queste scenate ch ' eran poi sempre fuochi di paglia perché il ministro aveva un cuore d ' oro , se la rideva , in principio sotto i baffi . Ma quando lo udì chiamar l ' usciere a quel modo , conoscendo bene le indiscrezioni degli uscieri e pensando i pettegolezzi pericolosi che potevano nascere di questo incidente , il ridicolo che ne sarebbe schizzato anche sopra di lui , trattenne risolutamente il ministro imponendogli , quasi , di chetarsi , e disse brusco a Benedetto : " Lei se ne vada . " Il ministro si diede a camminare per la sala , muto , a capo basso , a passi frettolosi e brevi , male vincendo in sé il bambino che avrebbe voluto battere i piedi sul posto . Benedetto non ubbidì . Ritto e severo , radiante invisibili raggi di uno spirito dominatore , che tennero a distanza il sottosegretario di Stato , egli costrinse l ' altro con questo potere magnetico a voltarsi verso di lui , a fermarsi , a guardarlo in faccia . " Signor ministro " diss ' egli " io sto per uscire non solo da questo palazzo ma credo anche , fra non molto , da questo mondo . Non La rivedrò più , mi ascolti un ' ultima volta . Ella non è ora disposto alla Verità , però la Verità è alle Sue porte , e verrà l ' ora , e non è lontana perché la Sua vita discende , che si farà notte sopra di Lei , sopra i Suoi poteri , i Suoi onori , le Sue ambizioni . Allora Ella udrà la Verità chiamare nella notte . Potrà rispondere - parti - e non la incontrerà più mai . Potrà rispondere - entra - e la vedrà comparire velata , spirante dolcezza dal velo . Ella non sa ora come risponderà , né io lo so , né alcuno al mondo . Si prepari colle opere buone a risponder bene . Qualunque sieno gli errori Suoi , vi è religiosità nel Suo spirito . Iddio Le ha dato molto potere nel mondo ; lo adoperi per il Bene . Lei ch ' è nato cattolico dice di essere protestante . Forse Lei non conosce abbastanza il Cattolicismo per comprendere che il Protestantesimo si sfascia sopra il Cristo morto e che il Cattolicismo evolve per virtù del Cristo vivente . Ma io parlo adesso all ' uomo di Stato , non certo per domandargli di proteggere la Chiesa cattolica che sarebbe una sventura , ma per dirgli che se lo Stato non ha ad essere né cattolico né protestante , non gli è però lecito d ' ignorare Iddio e voi osate negarlo in più di una scuola vostra , di quelle che chiamate alte , in nome della libertà della scienza che voi confondete colla libertà del pensiero e della parola perché il pensiero e la parola sono liberi di negare Iddio ma la negazione di Dio non ha né può avere carattere di scienza e voi solo la scienza dovete insegnare . Voi conoscete bene la piccola politica che vi fa transigere in segreto con la vostra coscienza per avere celatamente un favore dal Vaticano , nel quale non credete ; ma voi conoscete male la grande politica di mantenere l ' autorità di Chi è il principio eterno di ogni giustizia . Voi lavorate a distruggerla ben peggio che con i professori atei ; in fondo i professori atei hanno un piccolo potere ; voi uomini politici che dite spesso di credere in Dio , voi ne distruggete l ' autorità molto più che quei professori , con i mali esempî del vostro ateismo pratico . Voi che vi figurate di credere nel Dio di Cristo , siete in realtà profeti e sacerdoti degli dei falsi . Voi li servite come li servivano i principi idolatri ebrei , nei luoghi alti , in cospetto del popolo . Voi servite nei luoghi alti gli dei di tutte le cupidigie terrestri . " " Bravo ! " interruppe il ministro , conosciuto per la sua morigeratezza , per le virtù famigliari , per la noncuranza del danaro . " Mi divertite ! " E soggiunse , vôlto all ' amico : " Proprio non valeva la pena . " " M ' intenda bene ! " riprese Benedetto . " Sì , anche Lei è uno di questi sacerdoti . Parlo io forse di gaudenti comuni ? Parlo di Lei e di altri come Lei che si credono gente onesta perché non cacciano le mani nel danaro dello Stato , che si credono gente morale perché non si danno ai piaceri dei sensi . Vi dirò due cose . Intanto , voi adorate piaceri più perversi . Voi fate di voi stessi i vostri falsi dei , voi adorate il piacere di contemplarvi nel vostro potere , nei vostri onori , nell ' ammirazione della gente . Ai vostri dei voi sacrificate colpevolmente molte vittime umane e la integrità del vostro stesso carattere . Fra voi vi è il patto che ciascuno rispetti il falso dio del collega e ne aiuti il culto . I più puri di voi sono colpevoli almeno di questa complicità . Voi torcete lo sguardo da torbide congiure d ' interessi vili , da non confessabili intrighi di sêtte che strisciano nell ' ombra e li lasciate passare in silenzio . Voi vi credete incorrotti e corrompete ! Voi distribuite regolarmente denaro pubblico a gente che vi vende la parola e l ' onestà della coscienza . Voi disprezzate e nutrite questa infamia sotto di voi . È più empio comperare voti e lodi che venderne ! I più corrotti siete voi ! Secondo peccato , voi considerate il mentire una necessità della vostra condizione , voi mentite come bere acqua , mentite al popolo , mentite al Parlamento , mentite al Principe , mentite agli avversarî , mentite agli amici . Lo so , qualcuno di voi personalmente non pratica l ' abituale mentire , solamente lo tollera nei colleghi , molti di voi prendono con ripugnanza quest ' abito nell ' entrare dove si governa , come entrando in una miniera si prende talvolta una veste sudicia che difende la nostra ; e all ' uscire lo depongono con gioia . Ma costoro che sono i migliori , si diranno essi buoni e fedeli servi della Verità ? Voi credete in Dio e forse al vostro letto di morte pensate di avere maggiormente offeso Iddio come uomini politici con azioni di violenza contro la Chiesa nel nome dello Stato . No , non saranno state queste le vostre maggiori offese . Se vengono in Parlamento e dal Parlamento al Governo uomini che professino come filosofi di non conoscere Dio ma che insorgano nel nome della Verità contro quest ' arbitraria tirannia della Menzogna , meglio serviranno Dio e saranno più grati a Dio di voi che credete in esso come in un idolo e non come nello Spirito di Verità , di voi che osate parlare di putrefazioni del Cattolicismo , puzzolenti di falsità come siete . Sì , puzzolenti ! Voi fate tanto impura l ' aria delle altezze , a rovescio di quello che sarebbe naturale , da rendere ben difficile di respirarla . Voi avete un cuore religioso , signor ministro ; non rispondetemi che in questo palazzo non si può servire Iddio ... " " Sa Lei ... " esclamò con ira il ministro incrociando le braccia sul petto . Il sottosegretario di Stato stese graziosamente una mano verso di lui per arrestarne la parola sdegnosa . " Piano piano piano " diss ' egli . " Permetti ? Perché mi ci diverto . " Il sottosegretario di Stato , piccolo , rotondetto , rispettoso della propria sottosegretarietà , simile a un uovo in possesso cosciente di un sacro pulcino , ben minore uomo del ministro e ben diverso da lui , non aveva affatto le curiosità intellettuali del Superiore e non era venuto che per compiacere al Superiore . Il Superiore , luminosa intelligenza , soleva fermare il proprio lume ora sull ' una ora sull ' altra delle persone che gli giravano attorno e crederli allora lucenti per loro virtù come forse penserà il sole degli astri che gli fanno la corte . Il sottosegretario di Stato rifletteva luce al ministro e il ministro rifletteva ammirazione al sottosegretario di Stato . Il ministro lo aveva desiderato a quel colloquio non comprendendo affatto che il piccolo Mercurio del suo sistema planetario , avendo risoluto da giovine di sciogliersi dal soprannaturale che gl ' impediva i movimenti più spontanei della sua natura egoistica , si era preso per il soprannaturale dell ' odio che gl ' infermi concepiscono talvolta per la persona della quale sanno che ha fatto delle infermità loro un pronostico triste . Come questi infelici vogliono persuadersi che il profeta non merita fede e più la sua profezia si viene avverando , più s ' irritano , più si struggono di abbattere quell ' autorità minacciosa ; così colui , più sentiva declinargli il vigor giovanile e perder credito i dogmi materialistici e folgorargli nel cuore di quando in quando certe apprensioni lancinanti di una verità formidabile che poi venivano lentamente meno , più s ' inveleniva nell ' odio coperto d ' ironica noncuranza . " Senta un po ' , caro Lei " diss ' egli a Benedetto dopo essersi fatto largo nella conversazione con quella parola e quel gesto . " Lei parla molto di dei falsi e di dei veri . Io non so se il Suo sia falso o vero . Sarà vero ma è certamente irragionevole . Un Dio che ha creato il mondo come gli è piaciuto , in modo che deve andare come va , e poi viene a dirci che dobbiamo farlo andare in un modo diverso , eh senta , via ! non è un Dio ragionevole ! Lei si è permesso di vuotare un sacco di contumelie , un sacco di accuse agli uomini politici , che sono calunnie , specialmente se le vuole applicare a quel signore lì e a me ; ma io Le concedo che la politica , per forza , non è mestiere da Santi . Chi ha fatto il mondo non ha voluto che lo sia ! Se la sbrighi con lui . Ebbene , bisogna pure che qualcuno lo faccia , quel mestiere lì . Adesso lo facciamo noi che se non siamo Santi , almeno Lei vede quanto pazientemente trattiamo con i Santi . E senta . " Il sottosegretario guardò l ' orologio . " Si fa tardi " diss ' egli " e nelle vie di Roma , a ora tarda , la santità corre qualche pericolo . È meglio che Lei se ne vada . " Stese la mano al campanello elettrico per chiamare l ' usciere . " Signor ministro ! " esclamò Benedetto con tal vigore di accento che il sottosegretario rimase immobile a braccio steso come colto da un colpo di gelo . " Lei teme per lo Stato , per la monarchia , per la libertà , i socialisti e gli anarchici ; tema molto più i Suoi colleghi schernitori di Dio , perché i socialisti e gli anarchici sono febbre , gli schernitori di Dio sono cancrena ! - Quanto a Lei " soggiunse vôlto al sottosegretario " Lei deride Uno che tace . Tema il suo silenzio ! " Senza che né l ' uno né l ' altro dei due potenti dicesse una parola , facesse un gesto , Benedetto uscì della sala . Egli discese lo scalone vibrando tutto nel contraccolpo delle parole che gli erano scoppiate dal cuore e nel fuoco febbrile del sangue . Le gambe gli tremavano , gli mancavano sotto . Fu costretto due o tre volte di afferrarsi al parapetto e di sostare . Giunto all ' ultima colonna , vi premette la fronte pulsante , cercando frescura . Se ne staccò subito , sentì ripugnanza della stessa pietra di quel palazzo come se fosse infetta di tradimento , complice del commercio vile che vi si era fatto , atrocemente vile , fra ministri di Cristo e ministri della Patria . Sedette sul penultimo gradino , non potendone più , senza guardare ai fanali accesi della carrozza che aspettava lì a due passi , senza dubbio la carrozza del ministro ; non curando esser veduto . Respirò un poco , lo sdegno gli si venne quietando un poco , quietando in dolore , in desiderio di piangere sulle tristi cecità del mondo . E cominciò anche a sentirsi solo , amaramente solo . Unica lei , la donna del suo passato errore , aveva vegliato , aveva scoperto , aveva agito . Solo per lei gli era stato dato di far fronte al ministro sapendo quale linguaggio fosse da tenergli . Gli altri amici suoi , gli amici devoti alle sue idee religiose , avevano dormito e dormivano . Gli piacque l ' acre pensiero che non si curassero più di lui . Gli piacque di abbandonarsi almeno una volta alla pietà della propria sorte , di gustarla , almeno una volta , sino al fondo , di figurarsi la propria sorte anche più dolorosa e amara che non fosse . Tutti erano contro di lui , si accordavano contro di lui , tutti ! Solo , solo , solo . E i suoi sostegni interni eran proprio buoni ? Eran proprio sicuri ? Quell ' uomo là in alto , quel ministro di tanto ingegno , di tanto sapere , di tanta bontà personale , se avesse ragione ? Se il Cattolicismo fosse veramente insanabile ? Oh , ecco , anche il Signore , il Signore da lui servito , il Signore che lo colpiva nel corpo , che lo metteva in potere dei suoi nemici , adesso lo abbandonava nell ' anima . Angoscia , mortale angoscia ! Desiderò morire lì , aver pace . Le voci , in alto , del ministro e del sottosegretario che discendono . Benedetto si sforzò di alzarsi , si trascinò nella via , vide a sinistra , pochi passi oltre il portone , un ' altra carrozza ferma . Un domestico in livrea stava sul marciapiede discorrendo col cocchiere . Al comparire di Benedetto il domestico gli si fece premurosamente incontro . Benedetto riconobbe alla luce del gas il romano antico di villa Diedo , il cameriere dei Dessalle . Gli balenò nel cervello torbido che Jeanne fosse ad aspettarlo in carrozza , diede un passo indietro . " No " diss ' egli . Intanto la carrozza era venuta avanti . Benedetto immaginò di vedere Jeanne , esser fatto salire con lei , di non avere forza sufficiente a impedirlo . Preso da vertigine , retrocesse ancora e sarebbe caduto se il domestico non lo avesse raccolto nelle sue braccia . Si trovò in carrozza senza saper come , con un fastidioso lume vivo incontro e un forte ronzio negli orecchi . A poco a poco si raccapezzò . Era solo , una lampadina ad acetilene gli luceva in faccia . Lo sportello alla sua destra era aperto e il domestico gli parlava . Che diceva ? Dove andare ? A villa Mayda ? Sì certo , a villa Mayda . Non si poteva spegnere quel lume ? Il domestico spense e parlò ancora , di una carta . Quale carta ? Una carta che la signora aveva fatto mettere nel taschino interno del coupé , coll ' ordine di consegnarla al signore . Benedetto non capiva , non vedeva . Il domestico prese la carta e gliela pose in tasca . Poi domandò , per ordine dei signori , stavolta disse così , come il signore stesse di salute . Se lo avesse veduto morto , il rigido uomo avrebbe ugualmente eseguito l ' ordine . Benedetto pregò , per tutta risposta , che gli fosse portata un po ' d ' acqua ; bevette avidamente quella che il domestico gli recò da un caffè vicino , ne provò alquanto ristoro . Riprendendo la tazza vuota , il domestico credette bene di compiere la sua missione : " La signora mi ha ordinato di dirle , se Lei domanda , che i signori hanno mandato la carrozza perché sanno che Lei non sta bene e hanno pensato che qui , a quest ' ora , non ne troverebbe . " Il coupé aveva molle eccellenti e le gomme alle ruote . Che riposo era per Benedetto di correre silenziosamente così , solo dentro un ' oscura carrozza soffice , nel cuore della notte ! Di quando in quando apparivano a destra e a sinistra sfondi di vie lucenti e allora era per lui una sofferenza , come se quelle lunghe file di lumi fossero nemiche . Tornava subito l ' ombra delle vie strette , la fuga , sui marciapiedi e sulle case , della luce trabalzante dai fanali del coupé . Il cocchiere mise il cavallo al passo e Benedetto guardò fuori , nel buio . Gli parve che incominciasse la salita dell ' Aventino . Si sentiva meglio ; la febbre , inasprita dai travagli fisici e morali di quella notte di battaglia , declinava rapidamente . Avvertì allora , per la prima volta , il sottilissimo profumo del coupé , il solito profumo usato da Jeanne , e lo morse la memoria viva del ritorno da Praglia con lei , del momento in cui , lasciata lei al piede della salita di villa Diedo , si era allontanato solo nella victoria profumata e tepida di lei ; solo , ebbro del suo segreto di amore . Atterrito dalla vivezza dei ricordi , si strinse le braccia al petto , si sforzò di ritrarsi dai sensi e dalla memoria nel centro di sé , ansava a bocca semiaperta non riuscendo a spinger la immagine fuori dalla sua visione interna . E altre gliene lampeggiavano nel cuore senza vincere la sua volontà resistente ma facendola fremere come una corda tesa . Era l ' idea che soltanto lei , Jeanne , lo amasse davvero , che soltanto lei soffrisse del suo soffrire . Era la voce di lei che si doleva di non essere riamata , la voce di lei che lo pregava di amore con una cantilena di Saint - Saëns , tanto dolce , tanto triste , nota ad ambedue , della quale egli le aveva detto a villa Diedo che nulla saprebbe ricusare a chi pregasse così . Era l ' idea di fuggir lontano , ben lontano e per sempre , da Roma pagana e farisea . Era una visione di pace , di colloquî purissimi con la donna ch ' egli conquisterebbe finalmente alla fede . Era un desiderio ardente di dire al Signore : troppo tristo è il mondo , concedi che ti adori così . Era il pensiero che in tutto ciò non vi fosse colpa , che non fosse colpa l ' abbandono della sua missione a fronte di tanti nemici . Era il dubbio di non avere realmente missione alcuna , di aver ceduto a suggestioni d ' inganno , di aver creduto a realtà di fantasmi , di essere stato illuso da parvenze del caso . Erano le fisionomie spirituali e morali dei suoi amici e seguaci , fatte difformi agli occhi suoi come da uno specchio convesso ; era la scorata certezza che ogni speranza posta in essi gli fallirebbe . Era da capo la cantilena tenera e triste , con un senso non più di preghiera ma di pietà , di una pietà circonfusa alla sua lotta amara , dell ' accorata pietà di qualche spirito ignoto che pure soffrisse e si dolesse di Dio ma umilmente , dolcemente , e parlasse per tutto che ama e soffre nel mondo . La carrozza si fermò a un crocicchio e il domestico scese dal serpe , si affacciò allo sportello . Pareva che tanto egli quanto il cocchiere non avessero un ' idea chiara del posto di questa villa Mayda . A destra scendeva una stradicciuola fra due muri . Dietro quello più alto di sinistra colossali alberi neri ruggivano al tramontano che aveva spazzato le nubi . Nello sfondo nereggiavano al fioco lume stellare il Gianicolo e San Pietro . Era una stradicciuola da pedoni . Doveva il signore scendere lì per andare a villa Mayda ? No , ma " il signore " volle scendere a ogni modo , uscire della carrozza avvelenata . Si trascinò , lottando col suo povero corpo infermo e col vento , fino a Sant ' Anselmo . Rifinito , pensò a domandare l ' ospitalità dei monaci ma non lo fece . Scese lungo il grande , silenzioso asilo benedettino di pace , passò sospirando davanti alla porta chiusa che dice vanamente quieti et amicis , giunse infine al cancello di villa Mayda . Il giardiniere venne ad aprirgli mezzo svestito e si meravigliò molto di vederlo . Gli disse che lo credeva in prigione perché verso le nove un delegato di P . S . e una guardia erano venuti a cercarlo . Anzi la signora , la nuora del professore , saputo questo , aveva dato senz ' altro l ' ordine di non lasciarlo entrare se per caso ritornasse ; ma poi , con molta gioia del giardiniere , affezionato a Benedetto e al padrone quanto avverso alla signora , era venuto un fiero contrordine del professore . Udito ciò , Benedetto sarebbe ripartito subito se gliene fossero bastate le forze . Ma non era in grado di fare cento passi . " Sarà per questa sola notte " diss ' egli . Abitava una cameretta nella casina del giardiniere . Sperò , nell ' entrarvi , che vi avrebbe ritrovata la pace del cuore ; ma non fu così . Lo cacciavano anche di là ; ecco l ' annuncio amaro che il suo cuore diede al povero lettuccio , ai poveri arredi , ai pochi libri , alla fumosa candela di sego . Fissi gli occhi nel Crocifisso pendente sopra uno sgabello a fianco del letto , egli gemette mentalmente con uno sforzo di volontà : " Come posso io dolermi tanto , Signore , delle croci mie ? " Invano ; il suo spirito non aveva senso vivo né di Cristo né della Croce . Sedette desolato , non volendo coricarsi così , aspettando una stilla di dolcezza che non veniva . Una folata di vento gli fece volgere il capo alla finestra che si era spalancata . Vide laggiù nel cielo lucidissimo , sopra i merli di Porta San Paolo e la nera punta della piramide di Cestio e le vette dei cipressi che cingono la tomba di Shelley , un grande pianeta . Il vento urlava intorno alla casina . Oh la notte nel manicomio dove sua moglie moriva , e le urla delle agitate , e il grande pianeta ! Nel reclinare il capo grave di tristezza si accorse per caso della carta che il domestico gli aveva cacciata in tasca . Era una grande busta orlata di nero . La spiegò , vi lesse il nome e i titoli della sua povera vecchia suocera , la marchesa Nene Scremin , e le due semplici parole che seguivano : IN PACE . Impietrò col foglio aperto nelle mani e gli occhi fissi alle due parole anguste . Poi le mani gli cominciarono a tremare e dalle mani il tremito gli salì al petto , crescendo , crescendo , e dall ' affollar del petto gli ruppe su per la gola una tempesta di pianto . Piange per il ritorno di tante memorie ricondotte a lui dalla povera morta , dolorose e soavi ; piange affissandosi nel Crocifisso , in Cristo , al quale , oh certo , ella si abbandonò fidente , nel morire , come l ' altra cara , come la sua Elisa ; piange di gratitudine a lei che ancora dal mondo ignoto gli è pia , gl ' intenerisce il cuore . Ricorda le ultime parole udite dalla sua bocca : " Allora , vederci , mai più ? " Sorride nell ' anima presaga , si volge alla finestra spalancata , contempla il grande pianeta . _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ CAPITOLO OTTAVO . Jeanne . I . Un piccolo gruppo di operai veniva sul mezzogiorno da una casa in costruzione di via Galvani verso via della Marmorata . Vedendo capannelli di gente sotto gli alberi e capannelli agli usci , gente alle finestre delle due ultime case di destra e di sinistra , un operaio che seguiva il gruppo a pochi passi di distanza disse forte ai compagni : " Quanti scemi per un furbo ! " Un omaccione barbuto che stava sulla soglia d ' una botteguccia l ' udì e gli si fece incontro , lo apostrofò minaccioso : " Tu che dici ? " L ' altro si fermò a squadrarlo , gli rispose beffardo : " To ' ! Quello che piace a me ! " L ' omaccione gli menò un pugno , gli altri operai gli si fecero addosso in aiuto del compagno . Grida , bestemmie , lampeggiar di coltelli , strilli di donne dalle finestre , accorrer di gente dal viale , accorrer di guardie e di vigili , in un baleno la via fu tutta un bollimento nero , un ondeggiar della calca urlante trabalzata da destra a sinistra e da sinistra a destra come a bordo di una nave sul mare in tempesta ; e a due passi dal fitto dove contendevano gli operai e le guardie , bravo chi avesse saputo quel che accadeva . La folla era feroce contro gl ' insultatori del Santo ma cieca ; quali fossero non sapeva ; voleva a morte con cento voci discordi l ' omaccione , gli operai , le guardie , uno che aveva riso , uno che aveva fatto il paciere e chi dava gomitate per cacciarsi avanti e chi ne dava per tirarsi fuori . Un conduttore del tram di S . Paolo , passando davanti a via Galvani , vide il tumulto e si divertì a gridare a un gruppo di popolane , cento metri più in là , che il Santo di Jenne era stato ritrovato in via Galvani . La voce corse per i viali pieni di capannelli e di curiosi solitari , come fuoco per la polvere . I capannelli si ruppero , precipitarono verso via Galvani , interrogandosi le persone , nel correre , a vicenda . I curiosi solitari seguirono più lenti , più cauti , e videro presto alquante facce seccate ritornare indietro . Che Santo ritrovato ! Era una cagnara delle solite . Qualcuno vede gente scendere in fretta da Sant ' Anselmo . Un ' altra voce corre : quelli vengono da villa Mayda , quelli sanno ! E si fa popolo da destra , da sinistra , tutti si affrettano , come piccioni a una manciata di grano , allo sbocco della via di Santa Sabina . E i curiosi solitari , più lenti , più cauti , dietro . Che ! A villa Mayda non sanno niente , neppure vogliono più rispondere , tanto sono infastiditi dalla processione di gente che viene a suonare il campanello . E un drappello di carabinieri arriva serrato , a passo di carica , svolta in via Galvani . Si odono dei fischi , delle grida irose : " Quelli sanno ! Quelli lo hanno menato via ! " " No ! " grida una fruttivendola in un gruppo fermo sull ' angolo di via Alessandro Volta . " È stato un delegato ! Sono state le guardie ! " In quel gruppo s ' inveisce non tanto contro il delegato e le guardie quanto contro le marmotte che avrebbero potuto , se volevano , buttare a fiume delegato , guardie , botte , cavallo e cocchiere e si son lasciate sgominare da quattro parole , da quattro gocce d ' acqua . La vecchietta che ha fatto venire Benedetto dall ' ex - frate è lì anche lei . L ' hanno fermata mentre usciva dal fornaio e racconta per la centesima volta la storia dell ' arresto , s ' intenerisce per la centesima volta dicendo delle rose e delle parole pie e dell ' aria tanto malata che il Santo aveva . Gli uditori si commovono , gemono le odi del Santo . E chi racconta una guarigione miracolosa ch ' egli ha operata e chi ne racconta un ' altra e chi dice di quel suo parlare che va all ' anima e chi di quel viso che vale una predica e chi della sua povertà e chi della carità che trova modo , così povero , di fare . Ecco da via Galvani guardie , carabinieri , arrestati e folla . Un curioso solitario si avvicina a un altro individuo della sua specie , gli domanda che sia avvenuto nel quartiere . Colui non sa niente . I due si mettono insieme , interrogano un popolano che pare averne abbastanza , volersene andare . Il popolano risponde che lì sopra , in una villa presso Sant ' Anselmo , ci sta un sant ' uomo adorato in tutto il quartiere perché visita gli ammalati e ne guarisce molti e parla di religione meglio dei preti , così che tutti lo chiamano il Santo . Il Santo di Jenne , anzi ; perché ha fatto molti miracoli in un paese dei monti , che si chiama Jenne , e ne hanno parlato anche i giornali . E iersera , mentre stava assistendo un povero infermo , la Questura lo ha portato via , non si sa perché . Si diceva che poi lo avessero rilasciato e ch ' egli fosse ritornato a casa , alla villa dove lavora da giardiniere ; ma la gente della villa nega ch ' egli vi si trovi più e non dà spiegazioni . Il popolo è riscaldato , vuole ... Ecco un tram , dei passeggeri fanno segno alla gente e la gente grida , corre verso la prossima fermata , il popolano pianta i due , corre anche lui là dove una folla già si addensa rapida intorno al tram . Lo strascico lento dei curiosi si avvia dietro alla folla , i due apprendono come il tram abbia ricondotto sei cittadini del quartiere che , motu proprio , si erano recati dal Questore . I sei discesero fra la turba impaziente di udire , di sapere . Non parevano lieti . Alla tempesta delle domande rispondevano di chetarsi . Avrebbero parlato , avrebbero riferito , ma non lì nella strada . E già la gente protestava , l ' ingiuria fremeva su molte labbra . Colui che pareva il capo dei sei , un tabaccaio , si fece levar sulle spalle dei colleghi e arringò brevemente la folla . " Abbiamo notizie " diss ' egli . " Possiamo assicurarvi fin d ' ora che il Santo non è in carcere ! " Scoppiarono dei viva , dei bravo , degli applausi . " Ma dov ' egli sia " proseguì l ' oratore " propriamente non si sa . " Urla e fischi . L ' oratore allibbì e dopo essersi debolmente provato di parlare , cedette alla burrasca e calò dai suoi rostri viventi . Ma un ' altro dei sei , più gagliardo e ardito , balzò su a rispondere violentemente . Allora le urla , le invettive raddoppiarono . " Vi hanno infinocchiato ! " gridava la gente . " Scemi che siete ! In prigione lo hanno cacciato ! In prigione ! " Il grido si diffonde , l ' odono i lontani che altro non hanno udito e persino coloro che né questo né altro udirono , sentono attraversarsi il petto dalle magnetiche onde oscure dell ' ira . Parecchi urlano : " abbasso ! " senza sapere chi vogliano giù . Ed ecco da capo i grandi cappelli dei carabinieri , da capo le guardie . Invano i sei si sgolano a protestare , le grida di abbasso e di morte ne coprono la voce . Un delegato fa dare gli squilli . Al terzo succede un fuggi fuggi . Fugge anche la Deputazione col tabaccaio a capo ; ma , fuggendo , i sei riescono a trar con sé chi l ' uno e chi l ' altro dei popolani meno infuriati , con la promessa di dare in un luogo opportuno spiegazioni che non si possono gridare in piazza . Riparano in un deposito di materiali da fabbrica , cinto di un assito . Parecchi li seguono , filtrano , a uno a uno , per l ' uscio dell ' assito ; e il tabaccaio , pensando avere nel petto cose da far crollare il mondo , parla in cospetto della piramide di Caio Cestio , che aspetta indifferente il passar dei secoli fino al silenzio , alle rovine , alla selva . Il tabaccaio parla , con voce misurata , fra una trentina di facce attente . Dice che il Santo di Jenne non è sicuramente in prigione , che non si sa dove sia , ma che si sanno altre cose , pur troppo . E dice le altre cose . Se le avesse dette alle turbe scendendo dal tram , lo avrebbero fatto a brani . In Questura ridono del Santo e di chi gli crede . Raccontano ch ' egli ha un amante , una signora molto ricca ; che nella notte è stato interrogato dal Direttore generale della P . S . per ragioni non tanto belle ; che quando è uscito del ministero , ha trovato l ' amante che lo attendeva in carrozza ed è partito con lei . " Io non volevo credere " conchiude il tabaccaio " ma ecco ! Adesso dica lui . " Uno dei sei , oste a Santa Sabina , si fece a raccontare che sua moglie aveva udito nel cuore della notte una carrozza fermarsi presso l ' osteria ; che si era alzata e aveva veduta la carrozza , un legno signorile , con il cocchiere e il domestico in tuba ; che il domestico stava allo sportello e aiutava una persona a scendere ; che la persona scesa di carrozza era passata a piedi sotto la finestra andando verso Sant ' Anselmo e ch ' ella aveva riconosciuto il Santo di Jenne . L ' oste soggiunse che non aveva creduto al riconoscimento perché non c ' era luna ed era piovuto fin dopo le undici , per cui la notte doveva essere stata molto buia ; che non avendo creduto neppure aveva parlato ; ma che poi , all ' udire il racconto della Questura , si era dovuto persuadere . E sua moglie aveva dell ' altro a raccontare . Si era alzata alle sei . Fra le sette e le otto era passata una botte andando verso Sant ' Anselmo . Poco dopo , la botte era ripassata . Questa volta sua moglie ci aveva veduto dentro il Santo di Jenne . Era pronta ad attestarlo con giuramento . Qui , alcuni fra gli uditori sgattaiolarono dal recinto , corsero a sussurrare le notizie nel quartiere . Ne successe che mentre il tabaccaio e l ' oste e i loro amici stavano ancora nel recinto , si fece gente sulla strada di Santa Sabina e un grosso gruppo salì , seguito da due guardie , verso l ' osteria . Entrarono nel cortile . L ' ostessa ciarlava con un cliente , sotto il pergolato . La interrogarono ed essa rifece il racconto che aveva fatto al marito . La interrogarono ancora , volevano sapere questo e quello , tanti particolari . La donna finì con rispondere di non ricordar bene . Avrebbe portato da bere , da rinfrescare ad essi l ' ugola , a sé la memoria . Che ! Quelli non erano venuti per bere , glielo dissero bruscamente . Due ferrovieri , attavolati sotto il pergolato , poco discosto , si seccarono di quell ' interrogatorio . Uno di essi chiamò l ' ostessa , le parlò a voce alta : " Che voglion sapere ? L ' ho veduto io l ' uomo che cercano . È partito stamattina alle otto , con una ragazza , per la linea di Pisa . " La gente si volse a lui , lo interrogò e quegli giurò incollerito che aveva detto la verità , che il loro Santo di Jenne era partito alle otto in una vettura di seconda classe con una bella bionda , conosciutissima . Allora coloro , mogi mogi , se n ' andarono . Usciti che furono tutti , una guardia travestita si avvicinò al ferroviere , gli domandò alla sua volta se fosse ben certo di quello che aveva detto . " Io ? " rispose colui . " Se sono certo ? Che si ammazzino ! Non so nulla di nulla , io . Le ho fatte chetare , le ho fatte andare al diavolo , quelle bestiacce . Corrano almeno fino a Civitavecchia , adesso , e affoghino tutti in mare , loro e il loro Santo ! " " E allora ? " fece l ' ostessa . " Dove sarà andato ? " " Vada a cercarlo in cantina " rispose il ferroviere " che il fiasco è vuoto e noi si ha sete ancora . " II . " Se continui così " esclamò Carlino udendo sua sorella ordinare alla cameriera cappello , pelliccia e guanti , " se mi lasci solo tutto il giorno , ti giuro che ritorniamo a villa Diedo . Almeno là non saprai dove andare . " " Ho pensato di mandarti Chieco " diss ' ella . " Oggi alle due suona dalla Regina e poi verrà da te . Addio . " E partì senza lasciare al fratello il tempo di replicare . Il suo coupé l ' aspettava . Diede al domestico l ' indirizzo del sottosegretario di Stato per l ' Interno e salì . Era un sabato . Da più giorni Jeanne non dormiva né , quasi , mangiava . Il martedì sera aveva saputo dall ' Albacina quello che si tramava contro Piero e come suo marito , il sottosegretario di Stato , fosse invitato dal ministro ad unirsi a lui per avere al ministero una conversazione con quest ' uomo tanto temuto e odiato dalla corte del Sommo Pontefice , dalla fazione intransigente che voleva prevalere in Vaticano . Ella corse da Noemi , le fece scrivere quel biglietto , telefonò a un giovine segretario suo ammiratore di venire al Grand Hôtel e diede a lui l ' incarico di trovare la persona che consegnasse il biglietto , perché di mandarlo a villa Mayda non era forse più in tempo . Ma sapeva pure , questo gliel ' aveva detto Noemi , che Piero era febbricitante . Pensò di fargli trovare alla porta del ministero la sua carrozza col domestico che aveva conosciuto Maironi a villa Diedo . Un ' imprudenza ; ma che le ne importava ? Niente le importava fuorché la vita cara . La partecipazione di morte della marchesa Nene le era arrivata quella sera stessa , coll ' ultima distribuzione . Volle che Piero l ' avesse subito , che potesse subito pregare per la povera morta . Strana cosa ma vera : ella si trasfondeva in lui , dimenticando sé , la propria incredulità , per sentire cosa dovesse sentire o desiderar egli con la sua fede . La notte stessa il domestico le diede conto della sua missione . Le descrisse Maironi come uno spettro , un cadavere . Ella si disperò . Sapeva del conflitto fra il professore Mayda e sua nuora , sapeva che il professore era chiamato molto spesso fuori di Roma , lo stimava un grande chirurgo ma non un grande medico , immaginava che nella sua assenza la giovine signora non avrebbe avuto un riguardo , un ' attenzione al mondo per l ' infermo . E sapeva dei tre soli giorni che s ' intendevano concedere dal Direttore generale . Oh non era possibile lasciar Piero a villa Mayda ! Portarlo via , bisognava ! Trovargli un nascondiglio dove né Questura né carabinieri sapessero scovarlo , dove fosse assistito bene , con ogni cura e da un medico valente ! Non pensò a consultare i Selva . Neppure aveva detto a Noemi la propria intenzione di mandare la carrozza al ministero . Le passò per la mente l ' idea di proporre loro che ospitassero Piero ma non le parve buona ; le relazioni di Piero con Giovanni Selva erano troppo note perché quello fosse un nascondiglio sicuro . Dentro questa considerazione prudente fremeva una segreta gelosia di Noemi , una gelosia di carattere particolare , non violenta , non ardente , perché Noemi non amava Piero di un amore simile al suo , ma quasi più tormentosa perché ella comprendeva che Piero poteva accettare il sentimento mistico di Noemi , perché di un tale sentimento ella era incapace e anche perché non aveva una ragione giusta di dolersi dell ' amica , di rimproverarla , di sfogarsi . Un altro possibile nascondiglio le si offerse al pensiero , l ' alloggio di un vecchio senatore suo conoscente , stato amico intimo di suo padre , molto religioso e pieno di ammirazione affettuosa per Maironi . Afferrò quell ' idea . Ora , rivolgendosi al senatore per chiedergli nientemeno che di accogliere a casa sua un uomo ammalato e in pericolo di arresto , le conveniva di giustificare il proprio zelo . Ella non figurava fra i discepoli di Piero e il senatore ignorava affatto il passato . Ma il senatore conosceva Noemi ; egli era quel vecchio dai capelli bianchi e dalla faccia rossa che si era trovato alla riunione di via della Vite ; Noemi e lui s ' incontravano spesso nella " catacomba " . Jeanne gli scrisse immediatamente dicendo di farlo a nome dell ' amica Noemi che non osava ; mise fuori le condizioni di salute e le circostanze che sempre per questo riguardo consigliavano di togliere Maironi da villa Mayda ; tacque del pericolo di arresto ; espose la preghiera dell ' amica ; soggiunse che lo stato dell ' infermo rendeva la cosa urgentissima , che se il senatore acconsentisse lo pregava di consegnare al latore della lettera una sua carta di visita per Maironi con due semplici parole di offerta . Chiuse domandandogli un colloquio al Senato nella giornata e pregandolo di tacere , intanto , ogni cosa . Poi scrisse a Noemi , l ' avvertì di quanto aveva fatto a suo nome , la incaricò di ottenere da suo cognato , se il senatore avesse dato la carta di visita , che si recasse subito in vettura , con la detta carta di visita , a villa Mayda , che persuadesse Maironi ad accettare l ' offerta e il professore Mayda a lasciarlo partire , servendosi delle ragioni politiche . Scritte le due lettere ebbe un accesso di prostrazione con fenomeni così gravi che la cameriera si sgomentò . Costei non svegliò Carlino perché Jeanne trovò la forza di vietarglielo imperiosamente ma fece chiamare il medico senza dirlo alla signora . Il medico pure si sgomentò . Venendo per Carlino l ' aveva conosciuta nervosa ; però non gli era mai accaduto di vederla in uno stato simile , irrigidita , cadaverica , incapace di parlare . L ' accesso durò fino alle sei della mattina . Il primo segno di miglioramento fu questo che Jeanne domandò l ' ora . La cameriera , pratica , mormorò al medico " passa " e rispose forte : " Le sei , signora . " La parola parve miracolosa . Jeanne ch ' era stata adagiata sul letto senza spogliarla , si alzò a sedere , smarrita sì ma padrona delle sue membra e della sua voce . Domandò subito di Carlino , ansiosamente . Carlino dormiva , non aveva udito nulla , non sapeva nulla . Ella respirò , disse sorridendo al medico : " Adesso caccio Lei . " E non ebbe pace fino a che il medico non se ne andò . La cameriera si accinse a spogliarla ; si prese prima della stupida e poi delle scuse , quasi lagrimose . " Oh ! " disse la ragazza " Lei vuol prima mandare quelle lettere ! Sì , sì , le mandi via , quelle cattive lettere , che Le hanno fatto tanto male ! " Jeanne le diede un bacio . Quella giovine l ' adorava e lei pure le voleva bene , la trattava qualche volta come una cara sorellina scioccherella . Chiuse le due lettere , le disse di chiamare il domestico , gli diede le istruzioni : prendere una botte , andare dal signor senatore ... , via della Polveriera , 40 , consegnare la lettera diretta a lui , aspettare la risposta . Se gli si rispondesse che non c ' era risposta , ritornare al Grand Hôtel e riferire . Se invece il signor senatore gli facesse rimettere un biglietto , portarlo con l ' altra lettera , in via Arenula , a casa Selva . Un ' ora dopo , il domestico venne a riferire che tutto era stato fatto ; due ore dopo , un biglietto del senatore avvertiva Jeanne che Benedetto era già a casa sua . A mattina inoltrata venne Noemi . Jeanne riposava , finalmente . Noemi attese che si svegliasse , le raccontò che suo cognato si era subito recato a villa Mayda ; che non vi aveva trovato il professore il quale era partito a mezz ' ora dopo mezzanotte per Napoli ; che Maironi aveva subito accettato l ' offerta del senatore ; che conoscendo l ' umore della persona , Giovanni non aveva creduto di farne saper niente alla giovine signora Mayda ; che aveva trovato Maironi molto giù , ma però senza febbre ; per cui era sicuro che non avrebbe sofferto del tragitto dall ' Aventino a via della Polveriera . Quel buon giardiniere lo aveva bene avviluppato , colle lagrime agli occhi , in una grossa coperta . Forse Jeanne s ' ingannava ma le pareva che Noemi , pure mostrandole molto interesse nel parlarle di Piero , mostrandole molto riguardo ai sentimenti di lei , le parlasse però in un tôno diverso da quello di una volta e come un ' amica che non avesse mutato linguaggio ma si fosse fatta straniera nel cuore . Avrebb ' ella forse desiderato Piero a casa Selva ? Probabile . Da quel mercoledì mattina in poi erano state corse continue . A Palazzo Madama si sorrideva di un riverito collega dai capelli bianchi e dalla faccia rossa , che riceveva ogni giorno , nella sala dei telegrammi , lunghe visite di una bella ed elegante signora . Dal Senato Jeanne correva al Grand Hôtel per somministrare una medicina a Carlino ; dal Grand Hôtel a via Arenula per avere e dare notizie o in via Tre Pile per vedere il medico del senatore , che aveva in cura Piero . Corse il giorno e lagrime la notte ; lagrime di angoscia per lui consumato da un recondito male invincibile , ripreso dalla febbre dopo ventiquattr ' ore di apiressia perfetta . Anche altre lagrime , altre crucciose lagrime per le accuse ch ' erano state sparse fra i discepoli e gli amici di Piero e non da tutti respinte . Ella n ' era informata da Noemi . Le accuse che riguardavano presunti amori di Piero a Jenne non eran credute , ma era invece creduto da molti ch ' egli avesse in Roma relazioni segrete con una signora maritata della quale però nessuno sapeva il nome . Che fossero relazioni tanto colpevoli quanto dicevano i calunniatori non si credeva . I più fedeli non credevano neppure a un legame ideale ; ma erano pochi . Una volta Noemi , nel riferire a Jeanne certe defezioni , certe freddezze , ruppe improvvisamente in pianto . Jeanne fremette , si rabbuiò ; vide allora negli occhi dell ' amica uno sgomento tanto supplice che , trapassando dalla collera gelosa a un impeto di affetti senza nome , le aperse le braccia , se la strinse al seno . Questo era successo il venerdì sera , la sera in cui spiravano i tre giorni concessi a Maironi per allontanarsi da Roma . Verso il mezzogiorno di sabato Jeanne ricevette un biglietto dell ' Albacina . La signora del sottosegretario di Stato aspettava Jeanne in casa sua , alle due . Fu per questo invito ch ' ella uscì in carrozza poco prima delle due , non curando le proteste di Carlino . Appena la carrozza partì , Jeanne rialzò il velo , tolse il biglietto dal manicotto e chinatovi su il bel viso pallido , lo fissò non già leggendo , non già scrutando il senso molto piano e semplice delle parole , ma pensando che avesse a dirle l ' Albacina , immaginando ogni cosa possibile . Si era deciso di lasciare Maironi in pace ? O la Questura ne aveva scoperto la dimora e s ' intendeva procedere all ' arresto ? " Certo sarà il peggio ! " si disse Jeanne . " Ah , Dio ! " E dimentica un momento di sé , si levò il manicotto al viso , vi premette la fronte . Ah forse no , forse no ! Rialzato rapidamente il capo , guardò fuori , se qualcuno l ' avesse veduta . La carrozza correva veloce , silenziosa sulle ruote di gomma . Ella tornò alle sue congetture , vi si perdette a segno di non avvedersi che la carrozza si era fermata se non quando il cameriere aperse lo sportello . Discese . L ' Albacina le venne incontro sulle scale , pronta per uscire . Jeanne doveva ripartire con lei , subito . Subito ? E dove andare ? Sì , subito , subito , con la carrozza di Jeanne , perché l ' Albacina non poteva in quel momento disporre della propria . E l ' Albacina stesse diede l ' indirizzo al cameriere di Jeanne , un indirizzo ignoto a Jeanne , molto lontano . Si sarebbe spiegata in viaggio . E la carrozza riprese la corsa veloce , silenziosa sulle ruote di gomma . Ah , l ' Albacina aveva dimenticate le carte di visita ! Fece fermare ma poi guardò l ' orologio , vide che si perdeva troppo tempo ; avanti ! Jeanne ne fremeva d ' impazienza . Dunque , dunque ? Dove si va ? Ecco , si va dal cardinale ... Jeanne trasalì . Dal cardinale ... ? Il cardinale aveva fama d ' intransigente fra i più fieri . L ' Albacina lo doveva assolutamente vedere e un quarto d ' ora più tardi non lo avrebbe più trovato in casa . Ah che complicazione di cose ! Ella non poteva spiegare tutto in poche parole . Lo scopo della visita , s ' intende , era sempre quello per il quale donna Rosetta Albacina lavorava da tre giorni con il confessato interesse alle idee e alla persona del Santo di Jenne , e il non confessato piacere di condurre un intrigo difficile senza dissapori con la propria coscienza . Ella si era incapricciata di Jeanne a Vena di Fonte Alta , nulla sapendo del suo passato . E nulla ne sapeva ora . La sospettava innamorata del Santo ma supponeva un amore mistico , nato all ' udirlo parlare nella catacomba di via della Vite . Si teneva certa ch ' ell ' avesse avuto parte nella scomparsa di lui da villa Mayda , che conoscesse il suo nascondiglio e non volesse dirlo per aver promesso il segreto agli amici . Perché Jeanne , fidandosi poco della signora che le pareva leggera e della quale non poteva dimenticare ch ' era moglie di un nemico potente , le aveva ripetutamente negato di saperlo . Questa scarsa fiducia di Jeanne la offendeva un poco perché in fondo , lei , donna Rosetta , moglie di un ' Eccellenza , arrischiava molto più ; ma insomma il suo amor proprio era oramai impegnato nel giuoco la cui posta era la permanenza libera del Santo di Jenne in Roma , ed ella era ferma di tirare avanti la partita . Una gran complicazione di cose , dunque . Intanto , almeno fino a venerdì sera , la Questura non aveva ancora scoperto l ' asilo del Santo . Riteneva che fosse in Roma , questo sì . Qui donna Rosetta fece una pausa , sperando che Jeanne dicesse qualche cosa . Niente . Ammise , riprendendo il discorso , che suo marito potesse sospettare i maneggi ch ' ella gli nascondeva , non essere interamente sincero con lei . Questo non era però verisimile . Quando suo marito non parlava sincero , donna Rosetta lo capiva in aria . Capiva pure gli altri , del resto . Quanto a suo marito , donna Rosetta s ' ingannava . A Palazzo Braschi si sapeva fino da mercoledì sera dove trovare Maironi , e non lo si voleva dire , e il sottosegretario di Stato si fidava di sua moglie meno ancora che se ne fidasse Jeanne . Ma le novità grosse erano le vaticane . Avevano raccontato al Papa i fatti di via della Marmorata e Sua Santità era irritatissima contro il Governo perché le si era fatto credere che il Governo fosse strumento , in questo affare , degli odiiche massonici contro un uomo gradito al Papa . Intorno al Papa gli animi erano divisi . Gl ' intransigenti più fanatici , contrarii al cardinale segretario di Stato , caldeggiavano la nomina sgradita al Quirinale per la sede arcivescovile di Torino e disapprovavano gl ' intrighi segreti col Governo italiano . Secondo il loro capo , l ' Eminentissimo che donna Rosetta si proponeva ora di visitare , altri mezzi dovevano adoperarsi per sottrarre il Santo Padre alla influenza pestifera di un razionalista inverniciato di misticismo . Queste cose l ' Albacina le sapeva dall ' abate Marinier che veniva a sorriderne argutamente nel suo salotto . Bisognava sentire quanto veleno di accuse , con quali arti , si seminava dagl ' intransigenti , tutti d ' accordo in questo , contro quel povero diavolo di razionalista mistico del quale l ' abate sorrideva non meno che de ' suoi nemici ! C ' erano novità anche al ministero dell ' Interno . Quali novità ? Donna Rosetta stava per rispondere quando la carrozza si fermò davanti a un grande convento . Il cardinale alloggiava lì . Donna Rosetta discese sola . Dal cardinale la presenza di Jeanne non occorreva , sarebbe anzi stata inopportuna . Occorreva in altro luogo . Jeanne attese in carrozza , crucciata di non sapere ancora , dopo tante chiacchiere , il perché di quella visita . Passarono cinque , dieci minuti . Jeanne si rizzò sulla persona , dall ' angolo dove si era raccolta nei suoi pensieri , a guardar l ' entrata del convento , se donna Rosetta ricomparisse . Radi viandanti passavano lenti per la via silenziosa , guardavano nella carrozza . A Jeanne pareva offensivo che vi fosse della gente tanto tranquilla . Ah Dio , e lui , e lui ? Il medico le aveva promesso un bollettino al Grand Hôtel per le sette . Non erano ancora le tre . Più di quattr ' ore di attesa . E cosa direbbe il bollettino ? Tante corse , tante pratiche , tanti maneggi , tante cose , e poi ? Dio Dio , e poi ? Si morse le labbra , si soffocò un singhiozzo in gola . Ah , ecco donna Rosetta , finalmente . Il cameriere apre lo sportello , ella gli ordina : " Palazzo Braschi ! " E sale in carrozza , si getta un libriccino ai piedi , si strofina a furia le labbra , invece di parlare , col fazzoletto profumato , dice fremendo che ha dovuto baciar la mano al cardinale e ch ' era tanto poco pulita . Però la visita è andata bene . Ah se suo marito sapesse ! Ell ' aveva fatto una parte veramente orribile . Il cardinale era quello famoso che si era incontrato una volta con Giovanni Selva nella biblioteca del monastero di Santa Scolastica a Subiaco , e lo aveva assalito chiamandolo profanatore delle mure sacre , promettendogli che sarebbe andato all ' inferno e più giù . Donna Rosetta aveva soffiato nel suo fuoco per mandare a monte l ' accordo segreto fra Vaticano e palazzo Braschi , era andata a raccontargli che la haute religiosa di Torino voleva l ' uomo scelto dal Vaticano e sgradito al Quirinale . Quel diavolo di cardinale , conosciuto da lei nel salotto di un prelato francese , aveva sulle prime risposto solamente , col suo accento né francese né italiano : " C ' est vous qui me dites ça ? C ' est vous qui me dites ça ? " Infatti donna Rosetta aveva risposto ridendo : " Oh c ' est énorme , je le sais ! " Era un discorso che poteva costare l ' Eccellenza a suo marito . Ma poi l ' Eminentissimo le aveva quasi promesso che i voti della haute di Torino parrebbero stati soddisfatti : " Ce sera lui , ce sera lui ! " Finalmente le aveva detto : " Comment donc , madame , avez - vous épousé un franc - maçon ? Un des pires , aussi ! Un des pires ! Faites lui lire cela ! " E le aveva dato un libretto sulle dottrine infernali e la dannazione inevitabile dei framassoni . Era il libretto che l ' Albacina si era gettato ai piedi salendo in carrozza . " Figuriamoci " diss ' ella " se mio marito legge questa roba ! " Ma che ne importava a Jeanne ? Jeanne era impaziente di conoscere le novità del ministero dell ' Interno . E ora da chi si andava , al ministero dell ' Interno ? Dal ministro o dal sottosegretario di Stato ? Si andava dal sottosegretario di Stato , dal marito di donna Rosetta . Donna Rosetta aveva taciuto fino a quel momento il proposito e l ' oggetto di questa visita per non lasciare a Jeanne il tempo di schermirsi né di prepararsi troppo . L ' on . Albacina sapeva dell ' amicizia di sua moglie per la signora Dessalle e dell ' amicizia della signora Dessalle per i Selva , tanto legati , alla loro volta , a Maironi . Egli aveva detto a sua moglie di voler parlare direttamente a questa signora , per fini suoi che intendeva tacere . L ' avrebbe aspettata al ministero dopo le tre . Ce la poteva portare lei , sua moglie ; ma senz ' assistere al colloquio . Il movimento primo di Jeanne fu un ' esclamazione di rifiuto . Donna Rosetta la persuase facilmente a mutar consiglio . Ella non poteva dire che progetti avesse in testa suo marito , non lo sapeva ; ma secondo lei sarebbe stata follia di non andare , di non udire , poiché non ci poteva essere pericolo , da parte di Jeanne , d ' impegnarsi a niente . Jeanne si arrese , benché il silenzio serbato dall ' Albacina fino all ' ultimo in cosa di tanto momento , la facesse trepidare come un infermo cui si annunci , dopo molti discorsi scherzosi , la visita di un chirurgo celebre che verrà per dargli un ' occhiata e non più . " Non Le direi di andar sola " conchiuse sorridendo l ' Albacina . " Gli uscieri ne hanno viste tante , al tempo di certi ministri e vice - ministri ! Ma ci vengo io che al ministero sono conosciuta ; e poi adesso quello che accadeva una volta non accade più . " L ' on . Albacina stava presso il ministro . Un deputato , chiamato allora allora per entrare , riconobbe donna Rosetta e le offerse di annunciarla a suo marito . Egli non aveva che due parole a dire , sarebbe uscito subito . Infatti dopo cinque minuti l ' on . deputato uscì insieme ad Albacina che pregò Jeanne di passare dal ministro con lui . Le due signore non si attendevano a ciò , donna Rosetta domandò a suo marito se non fosse lui che voleva parlare a Jeanne . Sua Eccellenza non si smarrì per così poco , congedò sua moglie con modi molto sommarî e portò , di sorpresa , la Dessalle dal ministro . La presentò al superiore , imbarazzata , quasi offesa . Il ministro l ' accolse colla più rispettosa cortesia , da uomo austero solito a onorare la donna tenendosene a distanza . Egli aveva conosciuto il banchiere Dessalle , padre di Jeanne , e le ne parlò subito : " Un uomo " disse " che aveva molto oro nei suoi forzieri ma il più puro nella sua coscienza ! " Soggiunse che questa memoria lo aveva incoraggiato ad abboccarsi con lei per una faccenda delicatissima . Proferite ch ' egli ebbe queste parole , anzi mentre le diceva , Jeanne sentì con certezza che quell ' uomo sapeva il passato . Ella non poté a meno , di guardare alla sfuggita il sottosegretario . Gli lesse negli occhi la stessa scienza ; ma lo sguardo del sottosegretario la turbava e la irritava ; quello del ministro , invece , le apriva un ' anima paterna . Il ministro entrò in argomento parlando di Giovanni Selva del quale fece ampie lodi . Si dolse di non avere con lui relazioni personali . Disse di sapere che Jeanne era amica della famiglia Selva . Egli si rivolgeva a lei per affidare a questi suoi amici una missione importante presso un ' altra persona . E parlò di Maironi , sempre avendo cura d ' interporre i Selva fra lo stesso Maironi e Jeanne , di evitare ogni accenno a possibili comunicazioni dirette fra l ' uno e l ' altra . Jeanne lo ascoltava , divisa fra l ' attenzione alle sue parole , intensa , lo studio , pure intenso , di preparare una risposta prudente , misurata , e il fastidio sdegnoso che le dava la presenza del piccolo , mefistofelico Albacina . Il discorso del ministro fu diverso da quello che , in principio , ella si attendeva ; migliore ma più imbarazzante . Egli le disse che non parlava come ministro ma come amico ; che con lei non voleva fare misteri ; che certe ombre non avevano avuto assolutamente corpo ; che né ministri , né magistrati , né agenti di P . S . avevano a occuparsi affatto del signor Maironi il quale era perfettamente libero di sé e niente aveva a temere dalla giustizia del suo paese , fattasi persuasa della inanità di certe accuse mossegli per odio religioso ; ch ' egli aveva molta simpatia per le idee religiose del signor Maironi e anche molta stima per i suoi propositi di apostolato , ma che il signor Selva doveva persuaderlo della opportunità di allontanarsi , almeno per qualche tempo , nell ' interesse del suo stesso apostolato , da Roma dove gli si faceva dai suoi nemici religiosi una guerra tale , a colpi di calunnie , ch ' egli era per rimanere ben presto , inevitabilmente , senza discepoli . Qui il ministro , anche credendo fare cosa gradita a Jeanne , affermò la propria religiosità ; abbaglio tragico , pensò lei amaramente . Egli sperava che in un prossimo avvenire il signor Maironi potesse esercitare liberamente la propria influenza in luogo altissimo ; vi erano molti segni di una prossima trasformazione di quel tale ambiente , di una prossima disgrazia degl ' intransigenti ; ma per ora gli era opportuno di eclissarsi . Questo era il consiglio amichevole ma pressante che si desiderava di fargli pervenire per mezzo del suo illustre amico . Accettava la signora Dessalle di parlare all ' illustre amico ? Jeanne trepidava . Era da fidarsi ? Era da dir cose che forse coloro non sapevano e cercavano sapere da lei ? Guardò involontariamente il sottosegretario e gli occhi suoi parlarono così chiaro ch ' egli non poté a meno di pigliare una risoluzione . " Signora " disse col suo abituale sorriso sarcastico , " vedo che Lei non mi desidera . La mia presenza non è necessaria e me ne vado per ossequio al Suo desiderio : desiderio giusto e che si capisce . " Jeanne arrossì ed egli se ne accorse , si compiacque di averla ferita con la coperta allusione che si conteneva nelle sue ultime parole e più ancora nel sorriso maligno . " Però " soggiunse collo stesso sorriso " non me ne andrò senz ' affermarle , sulla mia parola , che mia moglie Le è un ' amica fedelissima , che non mi ha mai tenuto sul Suo conto un solo discorso indiscreto ; come , sullo stesso argomento , non ne ho mai tenuto io a mia moglie . " Vendicatosi così , l ' omino se ne andò , lasciando Jeanne agitatissima . Dio , intendevano proprio che avesse a parlare lei , a Piero ? Supponevano che lo vedesse , pensavano essi pure che la santità di Piero fosse mentita ? Si ricompose con uno sforzo supremo , cercò aiuto nello sguardo grave , mesto , rispettoso del ministro . " Parlerò al signor Giovanni " diss ' ella . " Credo però " soggiunse esitando " che il signor Maironi sia ammalato , che non possa viaggiare . " Nel nominare Maironi le salirono le vampe al viso . Ella le sentì assai più che non si vedessero . Però il ministro se ne avvide e venne in suo soccorso . " Forse , signora " diss ' egli " Ella dubita di compromettere i Suoi amici Selva . Non abbia questo dubbio . Prima Le ripeto che il signor Maironi non ha niente a temere da nessuno e poi aggiungo che noi sappiamo tutto . Sappiamo ch ' è in Roma , che sta , per poche ore ancora , presso un senatore del Regno , in via della Polveriera . Sappiamo pure ch ' è ammalato ma ch ' è in grado di viaggiare ; anzi Lei può dire al signor Selva che io gli farò avere , se vuole , dal mio collega dei Lavori Pubblici un coupé riservato . " Jeanne , tremante , fu per interromperlo , per esclamare : poche ore ancora ? Si contenne appena e prese congedo per correre al Senato , sapere . " Forse il signor Selva lo ignora " disse il ministro , accompagnandola verso l ' uscio " ma il senatore aspetta non so quali parenti e non potrà più alloggiare il signor Maironi . Gli rincresce . Gran brav ' uomo ! Siamo vecchi amici . " Jeanne tremava di avere intravveduta la verità . A palazzo Braschi che il senatore congedasse Piero ; un ' altra spinta per allontanarlo da Roma ! Ma possibile che il senatore si fosse lasciato persuadere ? Congedare un infermo in quello stato ? Salì nel suo coupé , si fece portare a palazzo Madama , chiese del senatore . Non c ' era . L ' usciere che le rispose così le parve un po ' imbarazzato . Aveva una consegna ? Non osò insistere , lasciò una carta colla preghiera di passare dal Grand Hôtel prima di pranzo . Ella stessa partì per il Grand Hôtel fremendo , e gemendo insieme nel suo cuore , battendo colla punta del piede il libretto contro la Massoneria , dimenticato da donna Rosetta . Avrebbe voluto che i due sauri volassero . Erano le quattro e tre quarti e il suo dovere quotidiano era di preparare la medicina per Carlino alle quattro e mezza . II . Mezz ' ora prima ch ' ella fosse di ritorno al Grand Hôtel , vi capitarono Giovanni e Maria Selva . In pari tempo vi capitò il giovane Leynì che veniva egli pure a domandare della signora Dessalle e parve soddisfatto dell ' incontro , però senza letizia . Udito che la signora Dessalle era fuori , i tre visitatori chiesero di aspettarla nella sala di conversazione . I Selva parevano ancor più tristi che di Leynì . Dopo un breve silenzio , Maria osservò ch ' erano le quattro e un quarto e che Jeanne non avrebbe potuto tardar molto perché alle quattro e mezzo , ogni giorno , aveva un impegno presso suo fratello . Di Leynì pregò di venirle presentato , quando arrivasse . Aveva un messaggio per lei che non conosceva ; un messaggio , del resto , che riguardava pure gli amici di Benedetto , quindi anche i Selva . Maria trasalì . " Un messaggio di lui ? " diss ' ella , impetuosa . " Un messaggio di Benedetto ? " Di Leynì la guardò , sorpreso di quell ' impeto , e tardò un poco a rispondere . No , non era di Benedetto ma lo riguardava . Poiché la signora Dessalle poteva sopraggiungere di momento in momento e si trattava di cosa non tanto breve , non tanto semplice , gli pareva opportuno di non cominciare a parlarne prima del suo arrivo . Domandò poi ingenuamente come mai avesse preso interesse alla sorte di Benedetto questa signora Dessalle che non si era veduta mai alle riunioni di via della Vite , e della quale non aveva mai udito il nome . " Ma Lei " disse Maria " perché crede che ci abbia interesse ? " " Eh " rispose di Leynì " ho un messaggio per lei , che riguarda lui , capirà ! " Di Leynì , devoto a Benedetto di una devozione senza confini , non aveva mai creduto alle voci calunniose sparse sul suo conto , le aveva respinte sempre con appassionato sdegno . Non ammetteva del suo maestro né amori colpevoli né amori ideali . Nel fare quella domanda non gli era potuto passare per la mente che fra la Dessalle e Benedetto vi fosse una relazione non confessabile . Giovanni troncò il discorso dicendo che la Dessalle avrebbe anche potuto tardare molto e che intanto di Leynì parlasse . Di Leynì parlò . Egli aveva visitato Benedetto . Arrivando in via della Polveriera da San Pietro in Vincoli , aveva riconosciuto due guardie travestite che passeggiavano . Poteva essersi ingannato oppure anche poteva essere stato un caso . Però era cosa da farne menzione . Il senatore lo aveva fatto pregare , appena entrato in casa , di passare nel suo studio . Là , parlando con molta cortesia ma con un manifesto imbarazzo , gli aveva detto ch ' era lieto di vedere , proprio in quel momento , un amico del suo caro ospite ; che Benedetto era fortunatamente senza febbre e , secondo lui , avviato alla guarigione ; che un telegramma lo avvertiva dell ' arrivo imminente di una sua vecchia sorella ; ch ' egli aveva una sola camera da letto , nel suo alloggio , oltre alla propria e a quella della fantesca ; che gli era impossibile di mandare sua sorella all ' albergo e anche impossibile oramai di telegrafarle che ritardasse la sua venuta perché era già in viaggio ; quindi ... Il senatore aveva lasciato a di Leynì la cura di venire alla conclusione . Di Leynì ch ' era con altri pochi fedeli nel segreto delle trame contro Benedetto , era rimasto sbalordito . Cosa rispondere ? Che il senatore era solo padrone in casa sua ? Era forse l ' unica risposta possibile . Di Leynì aveva osato esprimere riguardosamente il dubbio che un trasloco riescisse fatale all ' ammalato . Il senatore si teneva certo del contrario . Credeva che un cambiamento di aria gli sarebbe utilissimo . Non aveva ancora potuto parlare al medico ma non ne dubitava . Suggeriva Sorrento . Siccome di Leynì né sapeva più che dire né si muoveva , il senatore lo aveva congedato pregandolo di recarsi in nome suo al Gran Hôtel dalla signora Dessalle , per le istanze della quale egli aveva ospitato Benedetto , e di invitarla a voler provvedere perché sua sorella sarebbe arrivata la sera stessa , prima delle undici . Di Leynì si era poi recato da Benedetto . Dio , in quali condizioni lo aveva trovato ! Senza febbre , sì , forse ; ma con l ' aspetto e la guardatura di un moribondo . Il giovine aveva le lagrime agli occhi nel parlarne . Benedetto non sapeva di dover partire . Gliene aveva parlato lui come di una cosa non sicura ma possibile . Benedetto lo aveva guardato in silenzio per leggergli nell ' animo , e poi gli aveva detto sorridendo : devo andar in prigione ? Allora di Leynì si era pentito di non aver aperto subito a un uomo tanto forte e sereno in Dio tutta la verità e gli aveva riferito per intero il discorso del senatore . " Egli mi prese " disse il giovine con voce rotta dalla commozione " la mano e tenendomela e accarezzandomela pronunciò queste parole precise : " Da Roma non parto . Vuoi che venga a morire da te ? " Io mi turbai tanto che non ebbi la forza di rispondergli , perché poi non so nemmeno se il pericolo dell ' arresto non ci sia veramente , se l ' atto incredibile del senatore non sia appunto un pretesto per evitare che glielo arrestino in casa e come si potrebbe portarlo in un altro asilo sfuggendo alle guardie . Lo abbracciai , borbottai qualche parola senza senso e corsi via , corsi qua per parlare a questa signora Dessalle . Potrebbe forse venir lei dal senatore e persuaderlo . " I Selva avevano spesso interrotto di Leynì con esclamazioni di sorpresa e di sdegno . Finito ch ' egli ebbe il suo racconto , tacquero , sbalorditi . Prima a interrompere il silenzio fu la signora Maria . " Questa Jeanne che non viene ! " diss ' ella , piano . Fece un segno impercettibile a suo marito e gli propose di andare insieme a vedere se fosse rientrata e non l ' avessero avvertita . Nell ' attraversare il jardin d ' hiver gli disse che le pareva necessario di far sapere a di Leynì chi fosse veramente la signora Dessalle . Jeanne non era rientrata . Giovanni prese a parte il giovine , gli parlò sotto voce . Maria , che lo guardava , lo vide trasalire , spalancare gli occhi , impallidire ; quindi parlare alla sua volta , domandare qualche cosa . Jeanne Dessalle entrò frettolosa , sorridente . Il portiere le aveva consegnato un biglietto del medico . Diceva : " Non credo di poterci ritornare . Stamane era sfebbrato . Speriamo che l ' accesso non si rinnovi . " Jeanne notò subito che non vi si parlava di portare l ' ammalato altrove . Ell ' abbracciò la signora , stese la mano a Selva che le presentò di Leynì . Ella si scusò poi con tutti di doverli lasciare per cinque minuti . Suo fratello l ' aspettava . Uscita che fu promettendo di ritornare subito , di Leynì si affrettò ad appartarsi ancora con Selva . Maria gli vide ricomparire in viso l ' ansia di prima , vide che faceva molte domande e che alle risposte di suo marito si andava ricomponendo . Vide finalmente suo marito posargli le mani sulle spalle , dirgli qualche cosa ch ' ella indovinò , una segreta cosa , ancora non conosciuta da Jeanne ; vide negli occhi del giovine una commozione , una riverenza profonda . Un cameriere entrò a dire che la signora Dessalle aspettava i signori nel suo alloggio . Vi era molto movimento nell ' albergo . Sussurri di strascichi e sordi tocchi di passi si confondevano sui tappeti dei corridoi , sommesse voci straniere , gaie , crucciose , lusinghiere , indifferenti , andavano e venivano , agli ascensori si faceva ressa . Ciascuno della piccola comitiva silenziosa aveva in cuore lo stesso senso amaro di quella mondanità indifferente . Jeanne era nel suo salotto , attiguo alla camera di Carlino che vi stava accompagnando al piano il violoncello di Chieco . Ella venne incontro ai suoi amici con un sorriso che insieme alla musica , un ' antica musica italiana semplice e serena , strinse loro il cuore . Parve un po ' sorpresa di vedere di Leynì , del quale non attendeva la visita . Li aveva fatti salire per parlare più libera ; disse invece che aveva pensato di offrir loro un concerto di Chieco , il quale però non voleva che si aprisse l ' uscio . Del resto si udiva egualmente abbastanza bene . Giovanni l ' avvertì subito che il cavaliere di Leynì aveva un messaggio per lei del senatore . " Mentre Loro parlano " diss ' egli " noi ascolteremo la musica . " E si scostò con sua moglie da Jeanne ch ' era diventata pallida e nascondeva male malgrado estremi sforzi l ' angosciosa impazienza di udire questo messaggio . Seduto presso a lei , di Leynì cominciò a parlarle sottovoce . Il violoncello e il piano scherzavano insieme sopra un tema pastorale , pieno d ' ingenua tenerezza ilare e di carezze . Maria non poté a meno di mormorare : " Dio , poveretta ! " E suo marito non poté a meno di seguire sul viso di Jeanne , al suono della tenera musica ilare , le parole affliggenti del suo interlocutore . Osservava pure il viso del giovine , il quale , parlando alla signora , guardava spesso lui come per significar pena e attingere consiglio . Jeanne lo ascoltava con gli occhi fissi a terra . Quando egli ebbe finito , li alzò ai Selva , i grandi occhi pietosamente addolorati ; guardò l ' una , guardò l ' altro , dicendo muta , involontariamente : " voi sapete ? " Gli occhi tristi dell ' uno e dell ' altra le risposero : sì , sappiamo . La musica ebbe uno scoppio sonoro di gioia . Maria ne approfittò per mormorare al marito : " Le avrà riferito anche il discorso del voler morire a Roma ? " Il marito rispose che sarebbe stato meglio , che lo sperava . Jeanne pose gli occhi all ' uscio onde veniva il fragore della musica , attese un poco e poi accennò ai Selva di avvicinarsi , disse con voce tranquilla che il senatore avrebbe dovuto far avvertire loro , che non sapeva perché si fosse rivolto a lei . Vedessero loro , adesso , che fosse a fare . La musica tacque , si udirono Carlino e Chieco discorrere . Di Leynì , che abitava un quartierino di scapolo alla salita di Sant ' Onofrio , l ' offerse . Ma se c ' era un mandato di arresto ? Se non si attendeva , per eseguirlo , che l ' uscita di Benedetto da quella casa ? Jeanne smentì , pacatamente , la possibilità dell ' arresto . I Selva la guardavano pieni di ammirazione per quella calma voluta . Jeanne aveva supposto da un pezzo ch ' essi sapessero il nome vero di Benedetto ; come non sarebbe sfuggita una parola a Noemi , malgrado tutti i divieti ? E un istante prima , nel tacito scambio di sguardi dolorosi , i Selva e lei si erano intesi . Giovanni e sua moglie comprendevano che Jeanne si faceva eroicamente violenza non per loro ma per di Leynì . E adesso anche di Leynì , per le confidenze di Giovanni , sapeva ! Parve loro di avere quasi commesso un tradimento . Essi si tennero certi che se Jeanne diceva di non credere alla possibilità dell ' arresto doveva averne ragioni da loro non conosciute . Osservarono che Benedetto avrebbe potuto accettare l ' ospitalità loro . Jeanne ricordò pronta che Benedetto stesso aveva espresso un desiderio e che la salita di Sant ' Onofrio pareva più adatta di via Arenula per il soggiorno di un ammalato bisognoso di pace . Però , secondo lei , non era possibile ammettere che il trasporto avesse luogo senza un ' espressa licenza del medico . In questo si accordarono tutti . I Selva diedero incarico a di Leynì di riferire al senatore che gli amici di Benedetto avrebbero provveduto a trovargli un altro asilo ma però a condizione che il medico curante autorizzasse in iscritto il suo trasporto . Mentre Giovanni parlava , irruppe dalla stanza vicina un tumultuoso allegro del piano , tutto singhiozzi e grida . Egli tacque , non volendo alzar troppo la voce , lasciò passare l ' impeto della musica straziante . E straziante fu la parola che gli occhi di lui e gli occhi del giovine si dissero durante quel silenzio delle labbra . Di Leynì non aveva tempo da perdere , prese congedo . Gli spiaceva di andare solo , avrebbe desiderato presentarsi al senatore con qualcuno fra gli amici di Benedetto che potesse mettergli un po ' di soggezione , perché il suo contegno non si capiva . Giovanni Selva mormorò qualche cosa circa una vicepresidenza del senato cui quel vecchio aspirava e che non otterrebbe . Amaro dolore , scoprire miserie tali dove meno si sarebbe creduto ! Maria si alzò , offerse a di Leynì di andare con lui . " Lei resta ? " chiese Jeanne , vivacemente , a Giovanni . L ' accento diceva : Lei deve restare . Selva rispose che sarebbe rimasto a ogni modo e l ' espressione della sua voce , del suo viso fu tale da significare a Jeanne che gli pesavano sul cuore parole tristi non ancora dette . Oh , pensò Jeanne , se adesso Chieco uscisse , se Carlino chiamasse e non fosse più possibile di parlarsi ! Perché anche lei doveva parlare a Selva . Gli doveva riferire il discorso del ministro . I due musicisti avevano nuovamente smesso di suonare , discorrevano . Jeanne bussò discretamente all ' uscio , vi soffiò dentro due paroline gaie : " Bravi ! Già finito ? " " No , bella mia " rispose Chieco , di dentro . " Accidenti a Voi se vi seccate ! " E modulò un fischio infernale , da forare l ' uscio . Jeanne batté le mani . Piano e violoncello attaccarono un grave andante . Ella si volse a Selva che rientrava dall ' avere accompagnato fuori sua moglie per dirle di telegrafare a don Clemente . Gli andò incontro a mani giunte , colle lagrime agli occhi . " Selva " mormorò con voce soffocata , " Lei già sa tutto , a Lei non posso nascondermi . Vi è qualche cosa di peggio , mi dica la verità . " Selva le prese le mani , gliele strinse in silenzio mentre il violoncello rispondeva per lui , amaro e grave : " Piangi , piangi , perché non è sorte di amore e di dolore come la tua sorte . " Egli stringeva le povere mani di ghiaccio , non riuscendo a parlare . Lo capiva bene , di Leynì non aveva osato riferirle le parole terribili - vengo a morire da te - ; toccava a lui di darle il primo colpo . " Cara " diss ' egli dolcemente , paternamente , " non Le ha egli detto al Sacro Speco che in un ' ora solenne La chiamerebbe a sé ? L ' ora è venuta , egli la chiama . " Jeanne diede un balzo , le parve di non aver capito . " Oh , come ? No ! " diss ' ella . Poi , tacendo Selva con la stessa pietà negli occhi , ebbe un lampo al cuore , fece " ah ! " , si porse tutta in una muta angosciosa domanda . Selva le strinse le mani ancora più forte , un singhiozzo represso gli scosse il petto , gli contorse le labbra serrate . Ella non disse niente ma cadeva se non la sorreggevano le mani di lui . La sorresse , la pose a sedere . " Subito ? " diss ' ella . " Subito ? È una cosa imminente ? " " No , no , La chiama per domani . Lui crede che sia domani , ma può essere che s ' inganni , speriamo che s ' inganni ! " " Dio , Selva , ma se il medico scrive ch ' è senza febbre ! " Selva fece il gesto di chi è costretto ad ammettere una sventura senza comprenderla . La musica taceva , egli parlò sotto voce . Benedetto gli aveva scritto . Il medico lo aveva trovato senza febbre ma egli presentiva un nuovo accesso dopo il quale sarebbe venuta la fine . Iddio gli faceva la grazia di un ' attesa quieta e dolce . Aveva una preghiera da fargli . Sapeva che la signora Dessalle , amica della signorina Noemi , era in Roma . Egli aveva promesso a questa signora , davanti a un altare del Sacro Speco , di chiamarla a sé , prima di morire , per un colloquio . Molto probabilmente la signorina Noemi gliene potrebbe dire il perché . Selva s ' interruppe . Aveva in tasca la lettera , fece l ' atto di cavarla . Jeanne se n ' avvide , fu presa da un tremito convulso . " No no " diss ' egli . " Le ripeto che può ingannarsi . " Aspettò che si chetasse e invece di trarre la lettera , ne disse l ' ultima parte a memoria : " L ' accesso ritornerà stasera o stanotte , domani sera o dopodomani mattina sarà la fine . Desidero vedere domani la signora Dessalle per una parola nel nome del Signore , al quale vado . Ho testé pregato il senatore di ottenermi questo colloquio ma egli si scusò . Mi rivolgo dunque a Lei . " Jeanne si era coperto il viso colle mani e taceva . Selva credette bene di suggerire speranze . L ' accesso poteva non ritornare , poteva esser vinto . Ella scosse violentemente il capo ed egli non osò insistere . A un tratto le parve udire Chieco prender congedo . Trasalì , scostò le mani dal viso spettrale fra i capelli scomposti . Invece scoppiarono le prime allegre note del Curricolo napoletano , il pezzo che Chieco suonava sempre per ultimo . Ella balzò in piedi , parlò convulsa , senza lagrime : " Selva , so che Piero muore , so che non s ' inganna . Lo faccia restare dov ' è , s ' è possibile . Gli conduca i suoi amici , me lo giuri che glieli condurrà , che gli procurerà questo conforto . Dica tutto ad essi di me , dica loro la verità , dica loro quanto è puro , quanto è santo , Piero . Io aspetto qui . Non mi muovo . Andrò quando Lei mi dirà , dove lei mi dirà . Sono forte , vede , non piango più . Telegrafi a don Clemente che il suo discepolo muore e che venga . Facciamo tutto quello che dobbiamo fare . È tardi , vada . E Lei già in un modo o nell ' altro lo vedrà , Piero , stasera . Gli dica ... " Qui un colpo di spasimo ruppe la parola . Chieco entrò zufolando , battendo palma a palma nella sua bizzarra maniera e Selva scivolò fuori dell ' uscio . Jeanne gli corse dietro nel corridoio scuro , gli afferrò una mano , v ' impresse un bacio frenetico . Qualche ora dopo , verso le dieci , Jeanne stava leggendo il Figaro a Carlino sprofondato in una poltrona con le gambe avvolte in una coperta , e sulle ginocchia , strettavi a due mani , una gran tazza di latte . Jeanne leggeva talmente male , talmente noncurante di punti e di virgole , che suo fratello la interrompeva ogni momento , s ' impazientiva . Leggeva da cinque minuti quando la cameriera venne ad avvertirla che c ' era la signorina Noemi . Jeanne gettò il giornale , balzò in un lampo fuori della camera . Noemi raccontò frettolosamente , in piedi , premendole per l ' ora tarda di ripartire , che mentre Giovanni e Maria stavano al Grand Hôtel , il professor Mayda , reduce da Napoli , era venuto a casa Selva , fuori di sé , a chiedere spiegazioni della scomparsa di Benedetto da casa sua ; che allora ella gli aveva raccontato tutto ; che Mayda era andato direttamente in via della Polveriera ; che ci aveva trovato Maria , di Leynì , il senatore e il medico , il quale era di opinione che Benedetto si potesse trasportare ; che fra il medico e Mayda vi era stato un diverbio a proposito di ciò e che Mayda lo aveva troncato dicendo : " ebbene , piuttosto di lasciarlo qui , me lo riporto via io . " Ed era ritornato più tardi con una carrozza piena di guanciali e di coperte , se lo era portato via . Pareva che il viaggio fosse andato bene . Udito il racconto , Jeanne abbracciò silenziosamente l ' amica , stretta stretta . E l ' amica , palpitante , lagrimosa , le sussurrò : " Senti , Jeanne . Per domani , preghi ? " " Sì " rispose Jeanne . Tacque , lottando contro l ' insorgere di una tempesta di pianto . Quando ebbe vinto , riprese sotto voce : " Non so pregar Dio . Sai chi prego ? Prego don Giuseppe Flores . " Noemi le posò il viso sur una spalla , disse con voce soffocata : " Vorrei che dopo egli ci vedesse lavorare insieme per la sua fede . " Jeanne non rispose ed ella partì . Jeanne ritornò da Carlino per la lettura e Carlino l ' accolse aspramente . Le dichiarò che ne aveva abbastanza di quella vita e ch ' ella doveva prepararsi a partire con lui l ' indomani per Napoli . Jeanne rispose che era una follia e che non sarebbe partita . Allora Carlino diede in escandescenze , le afferrò i polsi , la scosse a segno da farle male . Doveva assolutamente partire ! Poiché resisteva , era venuto il momento di dirle che si sapevano i motivi dei suoi andirivieni , dei suoi misteri , dei suoi occhi rossi , del suo leggere male e anche , ora , del suo non voler partire da Roma . Egli n ' era stato informato da lettere anonime . Guai a lei se non la rompesse con quel pazzo ! Guai a lei se gli sacrificasse le sue idee , se si lasciasse conquistare dalla superstizione , dal bigottismo , dalla religione dei preti ! Non l ' avrebbe mai più guardata in faccia . L ' avrebbe rinnegata per sorella , da libero pensatore come voleva vivere e morire . No no , troncare , troncare , Napoli , Palermo , l ' Africa , se occorresse ! " Libero pensatore ? Certo . E la libertà mia ? " disse Jeanne senza sdegno , a ricordo di un diritto e non per il proposito di usarne . Carlino intese invece che proprio volesse usarne come a lui non piaceva e perdette addirittura il lume degli occhi . Jeanne tramortì nell ' udire quell ' uomo nervoso ma creduto da lei buono e gentile scagliar tante ingiurie con tanto fiele . Non rispose niente , si ritirò , tutta tremante , nella sua camera , gli scrisse due righe per dirgli che la sua dignità non le permetteva di restare con lui fino a che non si fosse disdetto delle sue offese , che se ne andava , che s ' egli avesse una parola per lei la mandasse a casa Selva . Non prese con sé che una piccola borsa e uscì accompagnata dalla cameriera lasciando la lettera sulla scrivania . Non vide carrozzelle presso l ' albergo e si avviò verso l ' esedra per prendervi il tram . Infuriava il tramontano , i lecci del viale si dibattevano stridendo , era buio , si camminava malissimo sul suolo tutto sossopra , la cameriera esclamò sgomenta : " Gesummaria , signora , dove andiamo ? " Jeanne , col capo in fiamme , col cuore e i polsi in tumulto , continuò la via senza rispondere ; parendole venir portata dai flutti di un mare ignoto , nelle tenebre , verso lui . Verso lui , verso lui . Anche verso il suo Dio ? Il vento potente la stordiva ruggendole sopra e ai lati . Le parole di Noemi , le parole di Carlino le straziavano l ' anima con opposta violenza . Anche verso il suo Dio ? Ah che ne poteva sapere ? Intanto verso lui ! _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ CAPITOLO NONO . Nel turbine di Dio . I . Alle due pomeridiane del giorno seguente Jeanne aspettava in casa Selva , con Maria e Noemi , le notizie di villa Mayda non senza pensare di quando in quando al silenzio pertinace del Grand Hôtel . Giovanni era andato a villa Mayda prima delle sette . N ' era ritornato alle nove . Non aveva potuto vedere Benedetto . Il professore Mayda non l ' aveva permesso né a lui né ad altri . Sapeva che l ' ammalato aveva ricevuto i Sacramenti , ma piuttosto per devozione che per imminenza di pericolo . Però nella notte un filo di febbre si era rifatto . Si sperava ora di poter dominare l ' accesso , contenerlo . Forse Giovanni nel fare la sua relazione a Jeanne l ' aveva un po ' colorata di ottimismo . Benedetto stava nella camera stessa del professore . Non era possibile , disse Giovanni , immaginare con quale femminile squisitezza di cure egli fosse assistito da questo terribile Mayda che tanti credevano duro e superbo . Giovanni era ritornato colà dopo colazione , sul mezzogiorno . Da parte di Carlino , niente ; né scritti né messaggi . Jeanne , malgrado l ' altra grande angoscia , non poteva a meno di pensare anche a lui . Se il dolore , la collera , lo avessero fatto ammalare ? Le amiche la rassicuravano . La cameriera o il cameriere sarebbero venuti ad avvertirla ! Ella dubitava della intelligenza di quella gente . Che fare ? Jeanne era per chiedere che si mandasse qualcuno ad informarsi , quando , alle due e un quarto , si udì un passo frettoloso nell ' anticamera ed entrò Giovanni col soprabito indosso e col cappello in mano . Jeanne lo guardò in faccia , intese ch ' era venuto il momento . Si alzò , bianca come una morta . Subito si alzarono silenziosamente anche Maria e Noemi , la prima guardando Jeanne , Noemi guardando suo cognato che non sapeva , davanti a quel viso spettrale di Jeanne , trovar parole . Furono cinque o sei terribili secondi , non più . Maria disse sommessamente : " Si va ? " Suo marito rispose : " È meglio . " Niente altro fu detto . Le tre signore si ritirarono per mettere mantello e cappello ; Jeanne in una stanza , Maria e Noemi in un ' altra . Giovanni seguì quest ' ultime . Dunque ? La febbre è salita molto , il professore non ha più speranza . Noemi , udito questo , mette il cappello in furia e va nella camera di Jeanne che sta mettendo il suo . Jeanne si volta , la vede venire a un bacio , la ferma col gesto , si pone un dito alle labbra . Noemi intende . È l ' ora della fortezza , Jeanne non vuole baci né parole né lagrime . E non domanda particolari , non domanda niente . Si raccolgono tutti ; Maria dice piano a suo marito di prendere due carrozzelle coperte , anche perché il cielo si è annerito , un temporale da inverno romano è imminente . Non occorrono carrozzelle . Giovanni è venuto col landau di casa Mayda . Si sale nel landau , chiuso . Jeanne si accorge allora che le sue compagne sono vestite di scuro e che lei ha un vestito cenere , troppo chiaro , troppo elegante . Trasalisce lievemente , gli altri la interrogano collo sguardo . Ella esita un momento , pensa che non ha né tempo né modo di rimediare , risponde : "Niente." Si parte . Nessuno parla più . Svoltando in via del Pianto , la carrozzella si ferma per un impedimento . Si è fatto ancora più buio , tuona , i cavalli s ' impennano , Maria guarda inquieta dallo sportello ; Jeanne , ch ' è seduta in faccia a Giovanni , gli domanda sotto voce se ha telegrafato a don Clemente . Giovanni risponde che don Clemente è a villa Mayda fino dalle dieci e mezzo . La carrozza prosegue . A Piazza Montanara comincia la pioggia . I cavalli trottano serrato . Quando finalmente il cocchiere li mette al passo , Maria guarda suo marito : - È bene l ' Aventino ? Dobbiamo essere vicini . - Questo è detto con gli occhi , non con le labbra . Jeanne non era mai passata di là ma sente anche lei che si è per arrivare . Eretta sulla persona , guarda il muro che le passa davanti agli occhi . Lo guarda attentamente come se volesse contare le commessure delle pietre . I cavalli riprendono il trotto . Passato Sant ' Anselmo , si scende al basso . Popolani fermi , a destra e a sinistra , guardano nella carrozza . Giovanni Selva mormora involontariamente : "Ecco." Allora Jeanne ha un sussulto , si copre impetuosa il viso colle mani . Maria , seduta al suo fianco , le cinge il collo con un braccio , si piega tutta a lei , le sussurra : " Coraggio ! " Ma Jeanne si stringe in sé , si schermisce quanto può , e Noemi accenna a sua sorella , scuotendo il capo , di smettere . Maria sospira e la carrozza svolta a sinistra fra due fitte ali di gente , passa un cancello . Le ruote stridono sulla ghiaia , si fermano . Un domestico viene allo sportello . Il signor professore prega di favorire nella villa . Solamente allora Giovanni Selva dice alle sue compagne che Benedetto non è più nella villa , che ha voluto essere portato nella sua vecchia cameretta in casa del giardiniere . La carrozza procede di qualche passo , i quattro scendono fra due gruppi di palme , davanti a una gradinata di marmo bianco . Piove ancora ma non molto e nessuno se ne cura , né il popolo che si affolla al cancello né un gruppo di persone che dal viale di aranci discendente lungo il muro di cinta alla casina del giardiniere sta guardando i nuovi arrivati . Qualcuno si stacca da quel gruppo . È di Leynì che sale la gradinata di marmo bianco dietro a Selva , lo ferma sotto un ' arcata del vestibolo pompeiano e discorre con lui a voce bassa , senza dare un ' occhiata alla magnifica scena distesa fra i due gruppi di palme , al fiume di begonie che casca fra due sponde di muse giù per la china dell ' Aventino , al nero cielo procelloso tagliato da strie bianche laggiù sopra i merli di Porta San Paolo , sopra la piramide di Caio Cestio e la selvetta funebre che pullula dal cuore di Shelley . Selva entrò nel vestibolo e ricomparve un momento dopo con sua moglie . I due scesero la gradinata insieme a di Leynì , si avviarono verso le persone che parevano aspettarli nel viale degli aranci . In quel momento un fuoco di voci sdegnose divampa al cancello . La via è piena di popolo . Aspettano da ore , da quando è corsa nel quartiere del Testaccio la voce che il Santo di Jenne è ritornato infermo a villa Mayda . Finora si sono accontentati di notizie . Adesso hanno chiesto che una deputazione possa entrare , vederlo ; i domestici rifiutano di portare il messaggio , avviene uno scambio di parole irose che improvvisamente si cheta . Compare dal viale degli aranci l ' alta figura bruna del professore Mayda , i popolani si levano il cappello . Egli ordina di aprire il cancello , dice al popolo che tutti vedranno Benedetto ma più tardi , che intanto entrino pure nel giardino . " Ma sì , povera gente ! " . E il popolo entra lento , rispettoso , alcuni attorniano il professore , lo interrogano colle lagrime agli occhi : " È vero , signor professore ? È vero che muore ? Dica ! " E dietro a loro si accalcano altri , ansiosi , aspettando la risposta . La risposta è solamente questa : " Ma ! Cosa volete che vi dica ? " Il virile viso malinconico dice più delle parole e la folla s ' inoltra compunta per le verdi chine , livide in faccia al cielo nero striato di bianco , mistico simbolo di morte , di un oscuro passo dalle ombre terrestri alle alte vie dalla chiarità infinita . II . Benedetto amava il professore Mayda . Quando , nella casa del senatore , udì ch ' egli aveva risoluto di portarlo con sé a villa Mayda , ebbe un momento di gioia . Amava il professore , forse incapace ancora di fede ma profondamente convinto che vi hanno enigmi insolubili per la scienza , generoso , fiero ai potenti , mite agli umili . Amava pure il giardino , gli alberi , i fiori e l ' erba ond ' era stato , come del professore , il servo e l ' amico . Tutto vi era pieno di care , innocenti anime , con le quali in certi momenti di rapimento spirituale aveva adorato Iddio posando le labbra sulle loro vesti picciolette , sopra un fiore , sopra una foglia , sopra uno stelo , dentro un alito di frescura verde . Gli piaceva l ' idea di morire in mezzo ad esse . Talvolta , sotto un pino volgente al Celio l ' ombrello pieno di vento e di suono , aveva pensato all ' ultima scena della Visione , si era contemplato lì steso sull ' erba nell ' abito benedettino , pallido , sereno tra faccie compiangenti , cantando il pino sopra di lui un canto misterioso del cielo . Ogni volta si era soffocata nel cuore questa compiacenza non scevra di vanità egoistiche , umane , non tutta raccolta e chiusa nell ' ossequio della Divina Volontà ; ma non aveva potuto svellerne la radice . Tese dunque le braccia , riconoscente , al professore . Ma subito fu preso da uno scrupolo . La sua intelligenza e il suo sentimento cristiano si trovarono in contraddizione . Sapeva di essere sgradito alla signora che aveva sposato il figlio del professore , ufficiale di marina , allora in Oriente ; capiva che ritornando a villa Mayda sarebbe stato causa di dispiacere a lei e perciò di dissapori con il suocero . Ma come ora dirlo senz ' accusare di poca giustizia e di poca carità una persona che appunto per essergli nemica egli doveva particolarmente amare ? Pregò il professore di lasciarlo andare a Sant ' Onofrio . La mutazione fu così repentina che Mayda ne meravigliò , pensò un momento , capì , gli disse aggrottando le ciglia : " Volete che io non perdoni mai più qualche cosa a qualcuno ? " Benedetto non si oppose più . Soltanto quando a notte venne il momento di scendere alla carrozza ed egli si sentì incapace di reggersi , sorrise , disse al professore posandogli la mano sul braccio : " Lei sa che a questo modo domani o posdomani avrà un morto in casa ? " Il professore rispose che con lui non mentiva , che questo era possibile , ma non certo . " Lei sa " rispose Benedetto , non più sorridente , " che prima vi avrà ... " " So quello che volete dire " interruppe il professore . " Venite in pace , caro . Non sono credente come voi ma lo vorrei essere e aprirò rispettosamente la mia porta a chi vorrete voi . Intanto prenderemo questo , vero ? " Staccò dalla parete il Crocifisso che Benedetto aveva portato con sé e prese l ' infermo nelle sue braccia potenti . Il tragitto si fece senza guai . Adagiato nel traverso nel landau sopra una diga di cuscini , Benedetto , che sembrava diminuito di statura , rispondeva più col sorriso che colla voce fievole alle frequenti domande del professore . Questi gli teneva continuamente la mano al polso e di tempo in tempo gli amministrava un cordiale . All ' entrata della villa , fosse commozione o stanchezza , il povero viso scarno dell ' infermo imbiancò e si coperse di sudore , i grandi occhi lucenti si chiusero . Mayda lo portò nel suo proprio letto . Così avvenne che Benedetto , nel ricuperare la coscienza , non si raccapezzasse più . Egli non la ricuperò , in quella sua spossatezza estrema , senza passare per ombre di pensamenti vani . Gli parve esser morto , giacere steso sulla faccia perpetuamente oscura della luna , avere a cerchio di sé l ' imbuto dei raggi solari fuggenti all ' infinito e vedere sul fondo nero dell ' imbuto fiammeggianti occhi di stelle . Poco a poco si conobbe in un letto enorme , tutto scuro , cinto di un chiaror fioco che si perdeva ai lati verso pareti male visibili . Grandi ombre gli si movevano intorno . A fronte gli si apriva un azzurro tutto sparso di punti lucenti . Gli batté il cuore ; non erano veramente stelle ? Dovette richiamarsi alle sensazioni del letto e del proprio vivere per comprendere ch ' erano veramente stelle ma ch ' egli non giaceva sulla luna . Allora dov ' era ? Si lasciò andare a una dolcezza che lo invadeva , alla dolcezza di non sentirsi quasi più il corpo e di sentirsi Dio nell ' anima , tanto vicino e tenero e ardente . Era dove piaceva a Dio . Una mano gli si posò sulla fronte , una lampadina elettrica lo abbagliò , un ' affettuosa voce forte disse : " Come va ? " Egli riconobbe Mayda . Allora domandò a lui dove fosse , perché non fosse nella sua cameretta antica . Prima ancora che il professore gli rispondesse , lo assalse un dubbio angoscioso . Il Crocifisso ? Il caro Crocifisso ? Era rimasto in casa del senatore ? Il Crocifisso era sul tavolino da notte . Il professore glielo mostrò . " Non sai " diss ' egli " che lo abbiamo portato con noi ? " Benedetto lo guardò , contento del nuovo tu e porse la mano tremante cercando quella di Mayda che gliela prese fra le proprie , dolcemente . In pari tempo si sentì umiliato della sua dimenticanza . Era egli vicino a perder la mente ? Tutto il giorno prima aveva pensato le ultime parole da dire agli amici e alla persona che tanto gli aveva fatto sentire la sua presenza invisibile . Ma se perdeva la mente ? Il professore diede mano a saturarlo di chinino . In principio Benedetto accettò volontieri iniezioni dolorose e pozioni amare , così per il desiderio di rinvigorirsi un poco e quindi di difendersi contro un oscuramento dello spirito , come per il desiderio di soffrire . Oh sì , soffrire , soffrire ! Nei giorni precedenti aveva sofferto molto , non di sofferenze locali , non di sofferenze acute , ma di una sofferenza inesprimibile , diffusa dalle radici dei capelli alle estremità dei piedi . Era stata una beatitudine dell ' anima poter associare in tali momenti la volontà propria alla Volontà Divina , accettare dall ' Amore tutto il dolore che gli aveva destinato senza dirgliene il misterioso perché , un perché nascosto nel disegno dell ' Universo , certo un perché di bene ; non di solo bene della persona sofferente ma di bene universale , di un bene radiante dal suo povero corpo senza conosciuto confine , come il moto da un vibrante atomo del mondo . Grande cosa soffrire , continuare umilmente Cristo , continuare la redenzione come un peccatore può , compensare col dolore proprio il male altrui ! Là sul sentiero solitario del Sacro Speco , nel fragore dell ' Aniene , fra le montagne religiose , don Clemente gli aveva parlato così . E adesso quel soffrir mortale era cessato . Quando il chinino cominciò a rombargli nel capo , se ne sgomentò . Questi rimedî lo istupidivano . Chiamò il professore ; gli rispose una suora . Chiese che gli facessero venire un sacerdote dalla Bocca della Verità . Il professore ch ' era andato a riposare per un ' ora , venne a rassicurarlo e credette allora dirgli quello che prima aveva taciuto . Don Clemente aveva telegrafato a Selva che sarebbe giunto a Roma l ' indomani mattina alle dieci . Benedetto n ' ebbe una gran gioia . " Ma non sarà tardi ? " diss ' egli " Non sarà tardi ? " No , non poteva esser tardi . Egli non si trovava presentemente in pericolo prossimo . Questione di vita o di morte era il rinnovarsi della febbre e nel caso più disgraziato vi sarebbero state ancora molte ore . Mayda dubitò di avere parlato troppo crudamente , gli sussurrò : " Ma guarirai . " E uscì della camera . Benedetto , pensando a don Clemente , passò dalla quiete della sua contentezza nel sopore e nel sogno , dove discesero gli spiriti mali a comporgli con le ultime parole del professore una visione d ' inganno . Egli si vide in faccia un colossale muraglione di marmo , incoronato di ricche balaustrate , tutto bianco di luna . Là in alto , dietro le balaustrate , agitavasi al vento una densa foresta . Sei scale , pure fiancheggiate di balaustri , scendevano per isghembo , tre da sinistra e tre da destra , sulla fronte del muraglione , terminando a sei ripiani sporgenti . Le balaustrate superiori erano partite da pilastrini che reggevano urne . Ed ecco fra le urne , a mezzo di ciascun intervallo , apparire come in danza , nello stesso istante , nello stesso abito celeste scollato , nello stesso grazioso atto del capo , sei giovani donne bellissime ; e con lo stesso armonioso gesto delle braccia ignudo tendere a lui dall ' alto , piegando il busto , sei scintillanti coppe di argento . Si ritraevano quindi a un punto dalla balaustrata e a un punto ricomparivano sulle sei scale , le scendevano uguali velocemente , e , toccati i ripiani , a un punto riporgevano graziose il busto , gli tendevano , guardandolo con una gravità strana , le sei coppe scintillanti . Dalle loro labbra non usciva parola e tuttavia gli era evidente che le sei giovani gli offrivano nell ' argento un liquore di vita , di salute , di piacere . Egli sentiva di averne uno sgomento morale angoscioso e tuttavia di non poter levare lo sguardo dalle coppe scintillanti , dai bei volti gravi , chini sopra di esse . Si sforzava di chiudere gli occhi e non poteva , di levarsi e non poteva , d ' invocare Dio e non poteva . Le sei danzatrici piegarono a un punto le coppe verso di lui , sei mobili nastri di liquore rigarono l ' aria . " Come io " pensò il dormente scambiando persone nella memoria turbata " a Praglia . " E tutto scomparve , si vide davanti Jeanne . Ritta in piedi , chiusa nel mantello verde foderato di skuntz , ombrata il viso dal grande cappello nero , ella lo guardava come lo aveva guardato a Praglia nel momento del primo incontro . Ma stavolta il dormente vide una rispondenza fra la gravità di quello sguardo e la gravità dei volti delle danzatrici , vide con lo spirito la parola silenziosa delle sette anime : povero uomo , tu ora conosci il tuo doloroso errore , tu ora sai che Dio non è . La gravità degli sguardi non era che tristezza di pietà . Le coppe della vita , della salute e del piacere gli erano offerte discretamente e senza gioia come a uno ch ' è nel lutto , che ha perduto ogni cosa più cara ; come il solo povero conforto che gli rimane . Così Jeanne offriva il suo amore . E il dormente fu invaso da questa presunta evidenza nuova che Dio non è . Era una vera e propria sensazione fisica , un gelo diffuso per tutte le membra , movente lento al cuore . Egli prese a tremare , a tremare , e si destò . Mayda pendeva sopra di lui col termometro in mano . Benedetto mormorò con gli occhi sbarrati : Padre ! - Padre ! - Padre ! - La suora suggerì : - Padre nostro che sei nei cieli ... - e avrebbe continuato con la sua voce disgraziatamente sciocca senza un brusco richiamo del professore . Questi mise il termometro a Benedetto che quasi non se ne avvide . Era tutto nello sforzo di staccare dall ' intimo sé le immagini delle figure tentatrici e della orribile loro parola , di gettarsi , anima e coscienza , in seno al Padre , di aderire a Lui con l ' intero essere proprio , di annientarsi in esso . Le immagini cedevano lentamente , con ritorni di assalto sempre più brevi , sempre più deboli . Il viso appariva tanto trasfigurato nella mistica tensione dell ' anima che Mayda si pietrificò a contemplarlo , dimenticò di guardar l ' orologio fino a che i lineamenti contratti nell ' affannosa preghiera non si vennero distendendo in una compostezza di pace . Allora si sovvenne , levò il termometro . La suora , dietro a lui , reggeva la lampadina elettrica cercando pure di vedere . Egli non discerneva , sulle prime , il grado . In quei pochi secondi di silenzio e di attenzione intensa né l ' uno né l ' altra si avvidero che l ' infermo si era voltato sul fianco e guardava il professore . Finalmente Mayda scosse lo strumento . Che grado aveva segnato ? La suora non osò chiederlo e la faccia del professore era impenetrabile . L ' ammalato allungò la mano senza ch ' egli se ne avvedesse , lo toccò lievemente sul braccio . Mayda si volse a lui , gli lesse negli occhi sorridenti la domanda : " e dunque ? " Non rispose a parole ma solo con l ' ondular della mano spiegata : né bene né male . Poi sedette accanto al letto , silenzioso ancora , impenetrabile , guardando Benedetto che non guardava più lui ma guardava , rimessosi a giacere supino , i punti lucenti nell ' immenso azzurro . " Professore " diss ' egli " che ore sono ? " " Le tre . " " Alle cinque mandi ad avvertire a Bocca della Verità . " " Va bene . " " Sarebbe tardi ? " A quest ' ultima domanda il professore rispose con un " no " sonoro , vibrato . E dopo un momento di silenzio soggiunse a voce più bassa " no " come a conclusione di un ragionamento interno . Il termometro era salito a trentasette e cinque ; dalla sera precedente , più d ' un grado . Se l ' ascensione continuasse rapida , se vi fosse pericolo di delirio avrebbe mandato a Bocca della Verità prima delle cinque . L ' ascensione rapida non gli pareva probabile benché quel trentasette e cinque avesse un colore nero . Domandò all ' ammalato se la luce della lampadina l ' offendesse . Benedetto rispose che materialmente non l ' offendeva , spiritualmente sì ; gli toglieva di vedere per la finestra il cielo , la notte stellata . " Illuminatio mea " diss ' egli , dolcemente . Il professore non capì , gli fece ripetere la parola , chiese quale fosse il suo lume , udì la voce fievole mormorare : "Nox." Mayda non conosceva i Salmi , la parola profonda dell ' antico ebreo , al quale parve oscuro il nostro piccolo sole che occulta il mondo superiore . Intese e non intese . Tacque riverente . Benedetto cercava con gli occhi le stelle . La sua propria coscienza trapassava in esse che lo guardavano austere sapendolo presso a raccogliere , prima della morte imminente , tutta la storia morale della sua vita per dirla con parole che sarebbero un primo giudizio pronunciato nel nome di Dio Giustizia per impulso del Dio Amore , che non si perderebbero perché nessun moto si perde , che apparirebbero , chi sa come , chi sa dove chi sa quando , per la gloria di Cristo , come testimonianza suprema di uno spirito alla Verità morale contro sé stesso . Così gli parlavano le stelle silenziose , animate del suo pensiero . E la sua vita gli si disegnò nella mente da capo a fondo , non tanto nei punti salienti esterni , come nella linea morale interna . Egli ne vide tutta la prima parte dominata da una concezione religiosa prevalentemente egoistica , ordinata a far convergere l ' amore di Dio e degli uomini a un bene individuale , a un fine di perfezione propria e di premio . Sentiva dolore di avere così obbedita solamente a parole la legge che all ' amore di sé stesso antepone l ' amore di Dio ; ed era un dolore dolce , non perché gli fosse facile trovare scuse all ' errore , imputarlo a maestri , ma perché gli era dolcezza sentire il proprio niente nell ' onda di grazia che lo avvolgeva . E sentiva il proprio niente in quel passato sfacelo di una religiosità manchevole , operato dall ' insorgere dei sensi , nella depressione centrale della sua vita , tutta un tessuto di sensualità , di debolezze , di contraddizioni e di menzogne ; il proprio niente anche nella vita posteriore alla sua conversione , impulso e opera di una Volontà interna e prevalente alla sua , durante il quale ultimo tempo gli pareva di avere , per conto proprio , solamente gravato contro l ' impulso buono . Anelò a deporre come una spoglia pesante tutto quel " sé " che lo tardava . Conobbe parte di questo " sé " pesante anche l ' affetto alla Visione , aspirò alla Verità Divina nel suo mistero qualunque ella fosse , si donò a lei con tale violenza di desiderio da spezzarsi , quasi , nel palpito ; e le stelle gli folgorarono un senso così vivo della incommensurabile grandezza della Verità Divina di fronte alla concezione religiosa sua e dei suoi amici , e insieme una fede così certa di essere avviato a quella immensità , ch ' egli esclamò alzando di scatto la testa dal guanciale : " Ah ! " La suora si era appisolata ma il professore no . " Cosa c ' è ? " diss ' egli . " Vedi qualche cosa ? " Sulle prime Benedetto non rispose . Il professore alzò la lampadina e si chinò sopra di lui che volse il viso a guardarlo con una espressione di desiderio intenso e dopo averlo guardato lungamente sospirò : " Ah professore , c ' è che Lei deve venire dove vado io . " " Ma sai " disse Mayda " dove vai , tu ? " " So " rispose Benedetto " che mi separo da tutto quello che si corrompe e che pesa . " Poi domandò se qualcuno fosse andato alla parrocchia . Come , se non era passato che un quarto d ' ora ? Si scusò , gli pareva che fosse passato un secolo . Supplicò il professore di ritirarsi , di prendere riposo , contemplò daccapo i lumi celesti ; poi chiuse gli occhi , desiderò Gesù , due braccia umane che lo sollevassero e lo cingessero , un petto umano , animato di Divino , dove celare il viso entrando nell ' immenso mistero . Ebbe i sacramenti alle sei . Il termometro era salito di qualche linea . Alle nove Benedetto domandò di Giovanni Selva . Seppe ch ' era venuto , ch ' era ripartito e che c ' era invece di Leynì . Volle vederlo malgrado l ' opposizione del professore . Gli disse che desiderava salutare almeno alcuni dei suoi amici delle catacombe . Di Leynì lo sapeva , gliene aveva parlato Selva . Poté annunciare che si erano dato convegno a villa Mayda verso il tocco . La suora infermiera , venuta poco prima a sostituire la sua compagna , ebbe l ' imprudenza di dire che tanta gente del popolo domandava notizie . Benedetto , lì per lì , non disse nulla ; ma , uscito di Leynì , fece chiamare il professore . Il professore non c ' era , aveva dovuto recarsi all ' Università . Il discorso della suora avea fatto prendere definitivamente a Benedetto una risoluzione pensata fin da quando la prima luce del giorno gli aveva mostrato le pareti della camera dipinte di soggetti mitologici nello stile della Casa di Livia . Desiderò di un desiderio indicibile la sua cameretta antica . Là avrebbe veduto gli amici , i popolani che volessero visitarlo , e , se fosse venuta , l ' altra persona . Pregò di parlare al giardiniere e ai servi , espresse il suo desiderio ; e perché coloro rifiutavano di trasportarlo , li supplicò per amor di Dio , li commosse tanto che si arresero , a rischio di venir cacciati . " Idee proprio di Santi " pensò la suora . Benedetto fece il tragitto nelle braccia del giardiniere e di un servo , avviluppato di coperte , col Crocifisso in mano . La sua consolazione di trovarsi nella cameretta povera fu così grande che parve a tutti migliorato . Ma il termometro saliva . Dopo il tocco il termometro segnava trentanove . Don Clemente era arrivato alle dieci e mezzo . III . I Selva e di Leynì raggiunsero il gruppo di persone che li aspettavano nel viale degli aranci . Erano tutti laici meno uno , un giovine sacerdote abruzzese , piccolo , dal viso olivastro , dagli occhi neri , profondi e ardenti . Vi era lo studente Elia Viterbo , ora cristiano , stato battezzato da quel sacerdote . Vi era il biondo giovinetto lombardo prediletto dal Maestro . Vi era un giovine operaio , abruzzese anche lui , amico del prete , bellissimo , dalla faccia di apostolo ; vi era quell ' Andrea Minucci della riunione religiosa di Subiaco ; vi erano un pittore , un ufficiale di marina comandato al Ministero e altri ; tutti uomini che ogni amore terreno avrebbero sacrificato all ' amore di Benedetto . Nessuno di loro aveva creduta vera una sola delle voci calunniose sparse contro di lui . Lo avevano difeso con impetuoso sdegno contro i compagni diffidenti . Si potrà dire di essi un giorno che furono posti alla prova dalla Provvidenza ed eletti quindi a continuatori dell ' opera del Maestro . Di Leynì era della loro schiera ; in Giovanni Selva essi ammiravano e riverivano un uomo ammirato e riverito dal Maestro , provandone però soggezione . Stavano da un pezzo nel viale degli aranci ad aspettare appunto lui ; perché a entrar dal Maestro non si aspettava che il signor Giovanni . Molti di loro avevano le lagrime agli occhi . All ' avvicinarsi dei Selva , tutti si levarono il cappello in silenzio . Giovanni si avviò , seguito dall ' intero gruppo , verso la casina . Sua moglie veniva ultima . Uno dei giovani le accennò di passare avanti , ma ella non volle e nessuno insistette . Non era luogo né ora di cerimonie ; Maria sentiva che quegli uomini erano chiamati prima di lei a continuare l ' opera di Benedetto dopo la sua morte . Camminavano in silenzio e a capo scoperto malgrado la pioggia , Selva come gli altri . Mayda li ricevette sulla soglia . Al suo ritorno dall ' Università , egli aveva accolto la notizia del passaggio di Benedetto alla casina con un terribile scoppio di collera . Non aveva poi disarmato con la suora , con il giardiniere , con i servi ; ma si era persuaso in cuor suo , considerando la nota delle temperature prese ogni mezz ' ora , che quel colpo di follia non aveva modificato sensibilmente il corso fatale della febbre . Alla domanda se si dovesse restar poco nella camera , cercare che l ' ammalato parlasse il meno possibile , rispose : " Fate tutto quello che desidera ; è il banchetto del condannato . " E li precedette sur una scaletta di legno . " I tuoi amici " diss ' egli , entrando nella camera . Li fece passare , e , chiuso l ' uscio , si appoggiò a uno stipite della porta , con le mani incrociate dietro il dorso , guardando Benedetto . L ' alta figura bruna non si mosse più di là tutto il tempo che Benedetto trattenne i suoi fedeli . Benedetto aveva il viso acceso , gli occhi lucenti , il respiro frequente . Salutò gli amici con un " grazie " vibrante di sovreccitazione lieta che strappò a qualcuno dei singhiozzi . Allora egli alzò la mano come pregando di chetarsi . Dopo ricevuto il Viatico la sua continua preghiera era stata di poter parlare ai suoi discepoli prediletti , di avere da Dio parole di verità e forza bastevole a pronunciarle . Si sentiva ora il petto pieno dello Spirito . " Venitemi vicini " diss ' egli . Il giovinetto biondo passò avanti agli altri , s ' inginocchiò , rigato il viso di tacite lagrime , al letto del Maestro che gli posò la mano sul capo e riprese : " Restate uniti . " Le dolorose parole taciute accorarono maggiormente ; ma ciascuno sentì che quell ' anima era per dare l ' ultima luce di ammaestramento e di consiglio , ciascuno represse il pianto . La voce di Benedetto suonò nel silenzio più profondo . " Pregate senza posa e insegnate a pregare senza posa . Questo è il fondamento primo . Quando l ' uomo ama veramente di amore una persona umana o una idea della propria mente , il suo pensiero aderisce in segreto continuamente al suo amore mentr ' egli attende alle più diverse occupazioni della vita , sia vita di servo , sia vita di re ; e ciò non gli toglie di attendervi bene ed egli non ha bisogno di rivolgere molte parole al suo amore . Gli uomini del mondo possono portare così nel loro cuore una creatura , una idea di verità o di bellezza . Portate voi sempre nel vostro il Padre che non avete veduto ma che avete sentito tante volte come uno Spirito di amore spirante in voi , che vi metteva il desiderio dolcissimo di vivere per esso . Se così farete , l ' azione vostra sarà tutta viva di spirito di Verità . " Riposò un poco , guardò don Clemente seduto accanto al letto , sorrise . " Parole Sue della cara Santa Scolastica " diss ' egli . E continuò : " Siate puri nella vita perché altrimenti disonorerete Cristo davanti al mondo ; siate puri nel pensiero perché altrimenti disonorerete Cristo davanti agli spiriti di bontà e agli spiriti di nequizia che si combattono nelle anime dei viventi . " Detto così , egli cinse col braccio la testa del giovinetto biondo quasi a difenderla dal male e pregò nell ' anima per lui ch ' era forse la sua maggiore speranza . Poi ripigliò : " Siate santi , non cercate né lucri né onori , mettete in comune per le vostre opere di verità e di carità il superfluo misurato secondo la voce interna dello Spirito . Siate benefici amici a tutti i dolori umani nei quali v ' incontrerete , siate mansueti ai vostri offensori e derisori che saranno molti anche nell ' interno della Chiesa , siate intrepidi a fronte del male ; datevi alle necessità l ' uno dell ' altro ; perché se tali non vivrete non potrete servire lo Spirito di Verità e perché il mondo riconosca la Verità dai vostri frutti , perché i fratelli riconoscano dai vostri frutti che voi siete di Cristo . " Don Clemente si piegò sopra di lui per la pietà del suo respirare affannoso , gli disse piano che riposasse . Benedetto gli prese , gli strinse la mano , tacque alcuni istanti . Poi , levatigli in viso i grandi occhi lucenti , rispose : " Hora ruit . " E ricominciò : " Ciascuno di voi adempia i suoi doveri di culto come la Chiesa prescrive , secondo stretta giustizia e con perfetta obbedienza . Non prendete nomi per la vostra unione , né parlate mai collettivamente , né fatevi regole comuni oltre a queste che vi ho dette . Amatevi , l ' amore basta . E comunicate gli uni con gli altri . Molti lavorano nella Chiesa lo stesso lavoro al quale vi preparate voi con la preparazione morale che vi ho prescritta : voglio dire un lavoro di purificazione della fede e di penetrazione della fede purificata nella vita . Onorateli e apprendete da essi ma non fateli partecipi della vostra unione se spontaneamente non vengano a voi per mettere il loro superfluo in comune . Questo sarà il segno che Iddio li manda a voi . " Qui Benedetto s ' interruppe , pregò dolcemente Giovanni Selva di venirgli più vicino . " Desidero vederla " diss ' egli . " Quello che ho detto e più ancora quello che dirò è nato da Lei . " Stese la mano a prendere quella di don Clemente , soggiunse : " Il padre lo sa . - Noi dobbiamo sentire Iddio presente in noi stessi ma dobbiamo anche sentirlo ciascuno di noi nell ' altro e io lo sento tanto in Lei . - Sì " proseguì volgendosi a don Clemente come per un appello alla sua autorità " questo è il fondamento vero della fraternità umana e per questo coloro che amano gli uomini e si figurano di essere freddi con Dio sono più vicini al Regno di tanti che si figurano di amare Dio e non amano gli uomini . " Il giovine prete che stava , quasi timidamente , dietro Selva , esclamò : " oh sì sì ! " Selva piegò il capo , sospirando . L ' alta figura bruna addossata a uno stipite della porta non si mosse , ma il suo sguardo fermo a Benedetto ebbe una intensità , una tenerezza , una tristezza indicibili . Don Clemente si piegò da capo all ' infermo , gli disse di sostare un poco ; anche la suora ne lo pregò . Mayda non parlò né parlarono i discepoli . Benedetto bevve un po ' d ' acqua , ringraziò e riprese il suo dire . " Purificate la fede per gli adulti ai quali è incomportabile il cibo degl ' infanti . Questa parte del vostro lavoro è per quelli che sono fuori della Chiesa , le appartengano di nome o no , per quelli ai quali voi vi mescolerete incessantemente . Lavorate a glorificare l ' idea di Dio adorando sopra ogni cosa la Verità e insegnando che non vi è verità contro Dio né contro la Sua legge . Badate però con altrettanta cura che gl ' infanti non accostino la bocca al cibo degli adulti . Non vi offenda una fede impura , una fede imperfetta dove pura è la vita e giusta è la coscienza ; perché rispetto alle profondità infinite di Dio poca differenza vi è tra la fede della femminetta e la fede vostra e se la coscienza della femminetta è giusta , se la sua vita è pura , voi non passerete avanti a lei nel Regno dei Cieli . Non pubblicate mai scritti intorno a questioni religiose difficili perché sieno venduti ma distribuiteli secondo prudenza e mai non vi apponete il vostro nome . " Lavorate per la penetrazione della fede purificata nella vita . Questo lavoro è per quelli che nella Chiesa sono e nella Chiesa vogliono essere e si chiamano turba , popolo infinito ; per coloro che veramente credono nei dogmi e si compiacerebbero di crederne anche più , che veramente credono nei miracoli e si compiacciono di crederne anche più , ma veramente non credono nelle Beatitudini , che dicono a Cristo : " Signore , Signore ! " ma pensano che sarebbe troppo duro di fare tutta la Sua volontà e neppure hanno zelo di cercarla nel Libro Santo e non sanno che religione è sopra tutto azione e vita . A costoro che pregano abbondantemente , spesso idolatricamente , insegnate voi a praticare , oltre alle preghiere prescritte , anche la preghiera mistica in cui è la fede più pura , la più perfetta speranza , la più perfetta carità , che purifica per sé l ' anima e purifica la vita . Vi dico io di prendere pubblicamente il posto dei Pastori ? No ; ciascuno lavori nella propria famiglia , ciascuno lavori fra i propri amici , chi può lavori nel libro . Così lavorerete anche il terreno onde i Pastori sorgono . " Figli miei , non vi prometto che rinnoverete il mondo . Lavorerete nella notte senza profitto apparente come Pietro e i suoi compagni sul mare di Galilea , ma Cristo alfine verrà e allora il vostro guadagno sarà grande . " Tacque , pregò per i suoi discepoli , sospirò nella prescienza di molto loro soffrire da molte specie di nemici e disse le ultime parole : " Più tardi le vostre preghiere ; adesso il vostro bacio . " I discepoli domandarono a una voce di essere benedetti . Egli si schermì , disse di non sentirsi degno : " Non sono che il povero cieco , al quale il Signore ha aperti gli occhi col fango . " Don Clemente non parve udire , s ' inginocchiò dicendo : " Anche me . " Benedetto gl ' impose con umile obbedienza la mano sul capo , disse le parole latine della benedizione rituale e lo baciò . Così fece agli altri , uno per uno . Parve a ciascuno sentirsi fluire nell ' interno da quella mano il vento dello Spirito . Quando fu la volta del prete , questi mormorò : " Maestro , e noi ? " Il morente si raccolse alcuni istanti , rispose : " Siate poveri , vivete da poveri , siate perfetti , non compiacetevi né di titoli né di vesti di onore , non dell ' autorità personale né dell ' autorità collettiva , amate coloro che vi odiano , astenetevi dalle parti , pacificate nel nome di Dio , non accettate uffici civili , non tiranneggiate le anime né vogliate governarle troppo , non fate culture artificiali di sacerdoti , pregate Dio di esser molti ma non temete di esser pochi ; non crediate che vi abbisogni molta scienza umana , solo vi abbisogna molto rispetto per la ragione e molta fede nella Verità universale e inscindibile . " Ultima si avvicinò Maria Selva . S ' inginocchiò a due passi dal letto . L ' infermo le sorrise , le fe ' cenno di alzarsi . " La ho già benedetta in Suo marito " diss ' egli . " Non li so distinguere . Ella è una parte dell ' anima sua . Ella è il suo coraggio , lo sia sempre più nelle ore penose che lo aspettano . E siate insieme la poesia dell ' amore cristiano fino all ' ultimo . Fermatevi ora qui un poco tutt ' e due . " La luce venne meno rapidamente nella camera mentre i discepoli uscivano . Si udì il rombo del tuono , la suora andò a chiudere la finestra . Prima guardò nel giardino , esclamò : " poverini ! " Benedetto udì , volle sapere , apprese che il giardino formicolava di persone venute per vederlo , che una pioggia tempestosa era imminente . Pregò i Selva di attendere e Mayda di far entrare il popolo . Un calpestio pesante suonò sulla scaletta di legno . La porta si aperse , parecchi popolani entrarono adagio in punta di piedi . In un momento la camera fu piena . Una calca di teste scoperte si affacciava alla porta . Nessuno parlava , tutti guardavano Benedetto , smarriti , riverenti . Benedetto salutò colle due mani , a braccia aperte . " Vi ringrazio " diss ' egli . " Pregate come certo a qualcuno di voi ho insegnato . E Dio sia con voi , sempre . " Un omone grande gli rispose , tutto rosso : " Noi si pregherà ma Lei non more , sa . Lei non creda sta cosa . Però ce benedica . " " Sì , ce benedica " suonò da ogni parte . " Ce benedica . " Intanto dalla scaletta venivano voci impazienti di gente che voleva e non poteva salire . Benedetto disse qualche cosa , piano , a don Clemente . Don Clemente ordinò che i presenti sfilassero davanti al letto uscendo poi dalla camera perché potessero sfilare anche gli altri . A uno a uno passarono tutti . Erano genterella del Testaccio , operai , garzoni di negozio , venditrici di frutta , piccoli merciaiuoli , accattoni . Benedetto andava ripetendo di tanto in tanto , con voce stanca , parole di congedo . - Addio . - Pregate per me . - A rivederci in paradiso . - Chi passando davanti lui piegava il ginocchio in silenzio , chi toccava il letto e si faceva il segno della croce , chi gli raccomandava sé o persone care , chi gli diceva benedizioni . Uno gli domandò perdono di aver creduto ai suoi calunniatori . Fu allora una sequela di " anche a me , anche a me . " Passò la gobbina di via della Marmorata , cominciò a raccontargli piangendo che il suo vecchio prete si era confessato e avrebbe voluto dirgli tutta la sua gratitudine . Chi seguiva la spinse via ed ella passò per sempre dagli occhi di lui . Tanti così gli passarono davanti l ' ultima volta e piangendo si allontanarono da lui per sempre , ch ' egli aveva consolati nello spirito e nel corpo . Molti ne riconobbe e salutò col gesto . Quelli giravano via pure girando il volto lagrimoso continuamente a lui . La fila che scendeva sfiorando sulla scaletta la fila che saliva , le antecipava le impressioni della camera dolorosa . - Ah che viso ! - Ah che voce ! - Dio , muore ! - È un angelo di Dio ! - Vedrete ! - Ci ha il paradiso negli occhi ! - E non pochi mormoravano maledizioni agi ' infamacci che lo avevano calunniato , non pochi parlavano , fremendo , di veleno e di assassinio . Dio , portato via dai questurini , ritornava così ! Un lugubre tuonare continuo e il gran pianto uguale della pioggia coprivano i sussurri pietosi e irosi . Finito di scolare il fiume del popolo , Mayda fece aprire la finestra perché l ' aria si era viziata . Benedetto pregò che gli alzassero un poco il capo , desiderando vedere il gran pino inclinato al Celio . La verde livida corona dell ' ombrello tagliava obliqua il cielo tempestoso . La guardò a lungo . Riadagiato il capo sul guanciale , accennò a don Clemente di piegarsi verso di lui , gli disse , quasi all ' orecchio : " Sa , quando mi hanno portato qua dalla villa , ho sentito un fortissimo impulso a pregare che mi portassero sotto il pino che si vede dalla finestra , per morire lì . Ma ho anche pensato subito ch ' era una cosa troppo voluta , e che non era buona . E poi - soggiunse sorridendo - sarebbe sempre mancato l 'abito." Un lieve moto delle labbra di don Clemente gli rivelò ch ' egli aveva recato l ' abito con sé da Subiaco . N ' ebbe un assalto di commozione intensa . Giunte le mani , stette in silenzio fino a che durò la lotta interna fra il desiderio che la Visione si compiesse e la coscienza che non si sarebbe compiuta naturalmente . Si raccolse in un atto di abbandono alla Divina Volontà . " Il Signore vuole che io muoia qui " diss ' egli . " Però mi permette di avere almeno l ' abito sul letto prima di morire . " Don Clemente si chinò sopra di lui e lo baciò in fronte . Intanto i Selva attendevano in disparte . Benedetto li chiamò a sé , disse loro che avrebbe ricevuto la signora Dessalle fra mezz ' ora , ma che la pregava di non venire sola . Poteva venire con loro . Insieme ai Selva uscì anche Mayda . La suora dormicchiava . Allora Benedetto pregò don Clemente di recarsi poi dal Pontefice , di dirgli come la fine della Visione non si fosse avverata , come quindi tutto l ' apparente miracoloso della sua vita svanisse , come finalmente egli avesse sentita con grande dolcezza , prima di morire , la benedizione del Papa . " E gli dica " finì " che spero di poter parlare ancora nel suo cuore . " L ' ambascia era diminuita ma la voce si affiochiva , le forze venivano mancando colla febbre . Don Clemente gli prese e tenne a lungo il polso . Poi si alzò . " Lei va a prendere l ' abito ? " mormorò Benedetto con un sorriso dolcissimo . Il bel viso del padre si coperse di rossore . Egli vinse presto il sentimento umano che gli consigliava di simulare , e rispose : " Sì , caro . Credo che sia il tempo . " " Che ore sono ? " " Le cinque e mezzo . " " Lei crede alle sette ? Alle otto ? " " No , non così presto , ma desidero che tu abbia questa consolazione subito . " In un salottino della villa , Giovanni Selva , guardato l ' orologio , disse a sua moglie : "Andate." L ' intelligenza era che con Jeanne andassero da Benedetto Maria e Noemi . Questa stese le mani a suo cognato . " Sai " diss ' ella , tutta tremante " vado a dargli una notizia che riguarda l ' anima mia . Non ti offendere se la do a lui prima che a te . " Jeanne intuì la notizia che Noemi avrebbe portato al morente : la sua prossima conversione al Cattolicismo . Tutta la forza ch ' ell ' aveva raccolto in sé per il momento supremo l ' abbandonò . Abbracciò Noemi e scoppiò in lagrime . I Selva le fecero animo , ingannandosi circa quel pianto . Ella pregò , fra i singhiozzi , che andassero , che andassero ; a lei era impossibile di venire . Noemi sola intese . Jeanne non voleva venire perché aveva indovinato e non poteva fare quanto avrebbe fatto lei . La supplicò , la scongiurò , le mormorò tenendola abbracciata : " perché non cedi , in questo momento ? " Jeanne rispose solamente , singhiozzando : " Oh tu mi capisci ! " E perché Noemi protestava di non voler più andare , la supplicò alla sua volta di andare , di andare subito , di non tardare a dargli questa consolazione . Ella non poteva , non poteva , non poteva ! Non ci fu verso di smuoverla . Un domestico venne a chiamare Selva . Maria e Noemi uscirono . Rimasta sola , Jeanne ebbe un momento l ' idea di raggiungerle , di arrendersi , di andargli a dire ella pure una parola di gioia . Cadde ginocchioni , stese le braccia , quasi a lui che le stesse davanti , singhiozzò : " caro , caro , come ti potrei ingannare ? " Aveva lottato più volte col proprio scetticismo imperioso e sempre invano . Uno slancio di dedizione alla fede , lo sapeva , non sarebbe stato durevole . " Perché non mi vuoi sola ? " gemette ancora , sempre ginocchioni . " Perché non mi vuoi sola ? Perché le coscienze pie non si offendano ? Perché la mia disperazione non ti turbi ? Perché non mi vuoi sola ? Posso io dire davanti a loro quello che ho dentro di me ? Tu che sei buono come il tuo Signore Gesù , perché non mi vuoi sola ? Oh ! " Ella scattò in piedi , convinta che se Piero la udisse risponderebbe " sì , vieni . " Stette un attimo come impietrata , colle mani alle tempie ; e mosse poi lentamente , simile a una sonnambula , uscì del salotto , attraversò il vestibolo , scese in giardino . Pioveva tanto dirottamente , il cielo , corso tuttora di tempo in tempo dal tuono , era tanto fosco che prima delle sei , quella sera di febbraio , pareva già quasi notte . Jeanne entrò come stava , a capo scoperto , nella pioggia fitta e fredda , prese , senz ' affrettar il passo , non il viale degli aranci a destra ma il sentiero che scende a sinistra fra due righe di grandi agavi a un boschetto di lauri , di cipressi e di ulivi cui si aggrappano rose . Passò dal gran pino che guarda il Celio e girando al basso verso destra per un lungo arco di via , si condusse alla fonte che un avello antico raccoglie nel pendìo ripido fra una cintura di mirti , pochi passi più giù che la casina del giardiniere . Ivi si fermò . Una finestra della casina luceva ; certo la finestra di Piero . Vi passò un ' ombra ; forse Noemi ! Jeanne sedette sull ' orlo marmoreo della vasca . Era possibile di affogare lì dentro ? Avrebbe cercato di morire se non ci fosse Carlino ? Pensieri vani ; non vi si trattenne . Attese , attese , sotto la pioggia fredda , con gli occhi e l ' anima fermi alla finestra lucente . Altre ombre . Partono , adesso ? Sì , forse partono Maria e Noemi ma non lasceranno Piero solo . Ci sarà Mayda , ci sarà il benedettino , ci sarà la suora . Ebbene , ella tenterà . Un passo frettoloso nel viale degli aranci ; qualcuno che si avvia alla casina . Jeanne , che si era alzata , torna a sedere . Ecco , quell ' ignoto è entrato . Movimento di ombre alla finestra . Due persone escono parlando vivacemente ; le voci del professore e di Giovanni Selva . Pare che parlino di qualcuno venuto a prendere notizie . Altre persone escono , l ' acqua delle grondaie mormora sugli ombrelli . Devono esser loro , Maria e Noemi . Jeanne si alza da capo , si avvia . Passa l ' uscio della casina , vede gente nella cucina del giardiniere , prega una ragazza di salire a vedere presso l ' ammalato , chi ci sta . Quella esita , cerca schermirsi , ma poi va , scende subito . Ci stanno il prete e la suora . Jeanne domanda un po ' di carta , una matita , un lume . Comincia a scrivere : " Padre - Mi rivolgo ... " S ' interrompe , sta in ascolto . Qualcuno scende la scaletta di legno . Un passo d ' uomo ; dunque il padre . Allora gli parlerà . Butta via la matita , gli va incontro sulla scaletta . È scuro , don Clemente la scambia per Maria Selva . " È quieto " dice , prima ch ' ell ' apra bocca . " Pare che dorma . Gli ha fatto tanto bene quello che Sua sorella gli ha detto . Il professore crede che passerà la notte . Faccia venire anche l ' altra signora . L ' ha domandata . Credevo che fossero andate a prenderla . " Jeanne tace , si fa da banda . Egli dice " permesso " e passa senza guardarla , va in cucina per avere un po ' di pane e un po ' d ' acqua , digiuno com ' è dalla sera precedente . Jeanne trema come una foglia . Egli l ' ha domandata ! Queste parole , il favore del caso le danno le vertigini . Sale piano piano , spinge l ' uscio piano piano . La suora la vede , fa per alzarsi . Ella le accenna , col dito alla bocca , di non si muovere , si accosta piano piano al letto , vede una lunga cosa nera distesa sulle coltri , si arresta esterrefatta , non comprende . Ode un lievissimo gemito . Il giacente alza la mano destra con un gesto vago , come se cercasse qualche cosa . La suora si alza ma Jeanne , più pronta , è di slancio al guanciale , si china su Piero che ha ripreso a gemere , ad agitar la mano . Jeanne lo interroga affannosa , egli non risponde , geme , guarda qualche cosa accanto al letto e Jeanne offre un bicchiere d ' acqua , gli vede scotere il capo , si dispera di non capire . Ah , il Crocifisso , il Crocifisso ! La suora alza il lume da terra , Jeanne porge il Crocifisso a Piero che gli affligge le labbra e la guarda , la guarda con gli occhi grandi , vitrei , dov ' è la morte . La suora getta un grido , corre a chiamare il padre . Piero guarda Jeanne , guarda Jeanne , si sforza di prendere il Crocifisso a due mani , di alzarlo verso lei , le sue labbra si agitano , si agitano , non ne esce suono . Jeanne si raccoglie nelle proprie le mani di Piero , bacia il Crocifisso di un bacio appassionato . Egli chiude allora gli occhi , il suo volto s ' irradia di un sorriso , si piega un poco sulla spalla destra , non si move più . FINE . 95