Narrativa ,
Dirò
come
mi
sia
pervenuta
questa
storia
,
che
convenienze
particolari
mi
obbligano
a
velare
sotto
la
forma
del
romanzo
.
Verso
la
metà
di
novembre
avevamo
progettato
una
partita
di
campagna
con
Consoli
e
Pietro
Abate
.
Il
14
,
con
una
bella
giornata
,
noi
eravamo
sulla
strada
di
Aci
.
Verso
Cannizzaro
un
elegante
calesse
signorile
oltrepassò
la
nostra
modesta
carrozza
da
nolo
.
Giammai
si
è
tanto
umiliati
dal
contrasto
come
in
simili
casi
.
Consoli
,
ch
'
era
forse
il
più
matto
della
compagnia
,
gridò
al
cocchiere
:
«
Dieci
lire
se
passi
quel
calesse
!
»
.
Il
cocchiere
frustò
a
sangue
le
rozze
,
che
cominciarono
a
correre
disperatamente
,
facendoci
sbalzare
in
modo
da
esser
sicuri
di
ribaltare
;
e
siccome
le
povere
bestie
non
correvano
come
egli
voleva
,
Consoli
salì
in
piedi
sul
sedile
dinanzi
per
togliere
le
redini
e
la
frusta
dalle
mani
del
cocchiere
.
Allora
cominciò
un
alterco
fra
quegli
che
non
voleva
cederle
e
Consoli
che
le
voleva
ad
ogni
costo
,
mentre
il
legno
correva
alla
meglio
.
Tutt
'
a
un
tratto
i
cavalli
si
arrestarono
;
Abate
ed
io
,
sorpresi
di
vederci
fermati
sì
bruscamente
,
domandammo
che
c
'
era
.
«
Un
morto
»
:
fu
la
risposta
laconica
del
cocchiere
.
Un
convoglio
funebre
attraversava
lentamente
lo
stradone
;
esso
era
semplicissimo
:
un
prete
,
un
sagrestano
che
portava
la
croce
,
un
ragazzo
che
recava
l
'
acqua
benedetta
,
e
tre
o
quattro
pescatori
;
il
feretro
,
coperto
di
raso
bianco
e
velato
di
nero
,
era
portato
da
quattro
domestici
abbrunati
,
e
una
carrozza
signorile
,
in
gran
lutto
,
lo
seguiva
.
Quando
la
carrozza
fu
a
paro
della
nostra
,
una
testa
scoperta
si
affacciò
allo
sportello
sollevando
la
tendina
di
seta
nera
,
e
noi
riconoscemmo
uno
dei
nostri
amici
d
'
Università
,
Raimondo
Angiolini
,
laureato
in
medicina
da
quasi
due
anni
.
Domandammo
chi
era
morto
ad
un
domestico
in
lutto
che
seguiva
,
anch
'
egli
a
piedi
,
il
convoglio
,
e
ci
fu
risposto
:
«
La
contessa
di
Prato
»
.
«
Ella
!
»
,
esclamammo
tutti
ad
una
voce
,
come
se
fosse
stato
impossibile
che
la
morte
avesse
potuto
colpire
quella
fata
,
che
aveva
fatto
il
fascino
di
tutti
.
Non
sapevamo
spiegarci
per
quali
circostanze
la
contessa
fosse
morta
in
quel
luogo
e
Angiolini
ne
accompagnasse
il
feretro
;
per
un
movimento
istintivo
ed
unanime
scendemmo
da
carrozza
,
e
,
a
capo
scoperto
,
seguimmo
il
mortorio
sino
alla
chiesetta
.
Raimondo
Angiolini
entrando
in
chiesa
venne
a
stringerci
la
mano
;
i
nostri
occhi
soltanto
l
'
interrogavano
,
poiché
egli
rispose
tristemente
le
stesse
parole
che
ci
erano
state
dette
:
«
La
contessa
di
Prato
»
.
«
Ella
!
»
,
fu
ripetuto
di
nuovo
.
Raimondo
abbassò
il
capo
tristemente
.
«
Morta
...
la
contessa
!
...
morta
qui
!
»
,
esclamò
Abate
.
«
Sì
,
ieri
l
'
altro
,
alle
due
del
mattino
...
una
morte
orribile
.
»
Rimanemmo
un
pezzo
in
silenzio
:
giammai
questo
spaventoso
mistero
del
nulla
avea
colpito
siffattamente
le
noncuranti
immaginazioni
dei
nostri
23
anni
.
«
Sembra
un
sogno
!
»
,
mormorò
Consoli
,
«
saranno
appena
due
mesi
ch
'
io
la
vidi
al
teatro
.
»
«
La
sua
malattia
fu
brevissima
»
;
rispose
Raimondo
,
«
è
morta
per
Pietro
Brusio
.
»
«
Per
Brusio
!
ella
!
...
la
contessa
!...»
Anche
Brusio
era
uno
dei
nostri
compagni
d
'
Università
,
buon
giovanotto
,
alquanto
discolo
;
ma
,
per
quanto
ci
torturassimo
il
cervello
,
non
arrivammo
a
comprendere
come
la
Prato
,
questa
Margherita
dell
'
aristocrazia
,
fosse
giunta
ad
amarlo
,
e
,
quel
ch
'
è
più
,
a
morire
d
'
amore
per
lui
.
Siccome
i
nostri
volti
al
certo
esprimevano
tal
dubbio
,
Angiolini
riprese
:
«
Nessuno
,
fuori
di
me
e
dell
'
amico
mio
Brusio
,
e
forse
egli
meno
di
me
,
potrà
mai
arrivare
a
conoscere
per
qual
concorso
straordinario
di
circostanze
questi
due
esseri
»
(
Angiolini
nella
sua
qualità
di
medico
diceva
esseri
)
«
si
sono
incontrati
ed
hanno
finito
per
assorbire
l
'
uno
la
vitalità
dell
'
altro
.
Sono
di
quei
misteri
,
che
sembrano
troppo
reconditi
ma
troppo
ben
tracciati
nel
loro
sviluppo
per
essere
casuali
,
e
che
fanno
supporre
quello
che
il
coltello
anatomico
non
ci
ha
potuto
far
trovare
nelle
fibre
del
cuore
umano
»
.
«
Vogliamo
saperlo
allora
!
»
,
saltò
su
a
dire
Consoli
,
«
siamo
tutti
amici
di
Brusio
.
»
Angiolini
,
malgrado
il
suo
scetticismo
di
medico
,
volse
uno
sguardo
alla
bara
,
posta
fra
quattro
ceri
,
nel
mezzo
della
chiesa
,
mentre
il
prete
celebrava
la
messa
.
«
Comprendete
benissimo
,
amici
miei
,
che
questo
non
è
il
luogo
,
né
l
'ora.»
Ricondotti
a
quella
triste
meditazione
tutti
fissammo
a
lungo
e
in
silenzio
quella
cassa
coperta
di
raso
e
velata
di
nero
,
su
cui
il
più
allegro
sole
d
'
inverno
,
che
scintillava
sui
vetri
della
modesta
chiesuola
,
mandava
a
posare
uno
dei
suoi
raggi
.
Io
non
so
come
ciò
avvenga
,
ma
nessuno
di
noi
tre
,
in
quel
punto
,
quando
quel
bel
sole
invernale
animava
quelle
spiagge
ridenti
,
con
quel
mare
immenso
che
si
vedeva
luccicare
attraverso
la
porta
,
fra
tutto
quel
sorriso
di
cielo
e
la
vita
che
sentivamo
rigogliosa
,
fidente
,
espansiva
,
con
il
canto
allegro
dei
pescatori
che
lavoravano
sul
lido
e
il
cinguettare
dei
passeri
sul
tetto
della
chiesa
,
a
cui
faceva
un
triste
contrapposto
il
silenzio
funereo
di
quel
recinto
,
interrotto
solo
dal
mormorare
del
prete
che
officiava
,
e
la
luce
velata
della
chiesetta
colle
pallide
fiammelle
di
quelle
torce
,
nessuno
di
noi
tre
,
dicevo
,
poteva
credere
intieramente
che
quelle
quattro
tavole
racchiudessero
quel
corpo
,
meraviglia
di
grazia
e
di
eleganza
,
che
,
pochi
giorni
innanzi
,
quando
si
vedeva
passare
al
trotto
del
suo
brillante
equipaggio
,
faceva
voltare
tante
teste
.
Lo
ripeto
:
giammai
la
morte
ci
era
sembrata
più
imponente
e
più
possibile
nello
stesso
tempo
prima
d
'
allora
.
Quando
uscimmo
di
chiesa
dissi
a
Raimondo
:
«
Hai
bisogno
di
noi
?
»
.
«
No
,
grazie
.
»
«
E
Brusio
?
»
,
domandò
Abate
.
«
È
là
»
;
rispose
Angiolini
additandoci
una
graziosa
casina
.
A
quelle
sole
parole
scorgemmo
tutto
l
'
abisso
che
dovea
separare
Brusio
dalla
società
,
in
quel
momento
in
cui
lo
immaginammo
solo
e
annientato
in
quelle
camere
ancora
profumate
da
lei
,
ancora
stillanti
di
quell
'
amore
che
inebriandoli
aveva
ucciso
il
più
fragile
dei
due
esseri
;
ora
solo
,
perduto
nell
'
immensità
di
quel
dolore
profondo
che
sbalordisce
come
il
fulmine
.
Sentimmo
che
nulla
potevamo
fare
per
lui
in
quel
momento
.
«
Addio
!
»
,
dissi
ad
Angiolini
stendendogli
la
mano
.
«
Ci
vedremo
?
»
,
aggiunse
Abate
.
«
Chi
sa
?
...
fra
un
mese
o
due
forse
...
»
«
E
ci
narrerai
questa
storia
?
»
,
disse
Consoli
.
«
Tu
la
scriverai
?
»
,
rispose
Raimondo
rivolto
a
me
.
«Forse.»
«
In
tal
caso
bisogna
che
Pietro
me
ne
dia
prima
il
permesso
.
Addio
.
»
Tre
mesi
dopo
rividi
Angiolini
al
Caffè
di
Sicilia
.
Gli
domandai
di
Brusio
:
era
ritornato
a
Siracusa
,
sua
patria
;
gli
rammentai
la
promessa
,
ed
egli
mi
narrò
le
parti
principali
di
quella
storia
di
cui
noi
avevamo
assistito
alla
triste
catastrofe
;
però
pei
dettagli
mi
promise
di
comunicarmeli
minuziosi
e
precisi
,
dopo
che
avrebbe
consultato
certe
lettere
che
aveva
ricevuto
da
Brusio
e
dalla
contessa
.
Un
mese
più
tardi
ricevei
dalla
Posta
un
grosso
plico
col
bollo
di
Napoli
;
vi
erano
i
dettagli
e
le
lettere
che
mi
aveva
promesso
Angiolini
,
due
o
tre
fotografie
rappresentanti
diverse
località
di
una
casa
abitata
in
Napoli
da
Pietro
Brusio
,
e
finalmente
la
preghiera
,
che
Raimondo
mi
faceva
,
se
mai
mi
decidessi
un
giorno
a
pubblicare
questa
storia
dell
'
amore
onnipotente
,
di
salvare
rigorosamente
le
apparenze
,
in
modo
che
neanche
gli
amici
di
Brusio
potessero
penetrarne
il
segreto
.
Dal
canto
mio
non
ho
fatto
che
coordinare
i
fatti
,
cambiando
i
nomi
qualche
volta
,
ed
anche
contentandomi
di
accennare
le
iniziali
,
quando
,
anche
conosciuto
il
nome
,
le
circostanze
per
le
quali
è
ricordato
non
sono
compromettenti
;
rapportandomi
spesso
alla
nuda
narrazione
di
Angiolini
e
alle
lettere
che
questi
mi
rimise
;
aggiungendovi
del
mio
soltanto
la
tinta
uniforme
,
che
può
chiamarsi
la
vernice
del
romanzo
.
I
In
una
bella
sera
degli
ultimi
di
maggio
,
due
giovanotti
,
tenendosi
a
braccetto
,
passeggiavano
pel
gran
viale
del
Laberinto
che
dovea
trasmutarsi
in
Villa
Pubblica
,
con
quella
oziosità
noncurante
che
forma
il
carattere
degli
studenti
e
dei
giovanotti
che
non
hanno
ancora
le
pretensioni
di
dandys
.
Passeggiavano
da
quasi
cinque
minuti
in
silenzio
,
quando
una
signora
,
abbigliata
con
gusto
squisito
,
appoggiandosi
con
il
molle
e
voluttuoso
abbandono
che
posseggono
solo
le
innamorate
o
le
spose
nella
luna
di
miele
,
al
braccio
di
un
uomo
,
anch
'
esso
molto
elegante
,
passò
loro
dinanzi
;
e
lo
strascico
della
sua
lunghissima
veste
sfiorò
i
calzoni
del
giovane
alto
e
bruno
che
stava
a
diritta
,
il
quale
non
sembrò
accorgersene
.
«
La
bella
donna
!
»
,
esclamò
il
suo
compagno
,
un
giovane
biondo
,
come
per
rompere
quel
silenzio
,
che
durava
da
un
pezzo
.
L
'
altro
,
istintivamente
,
alzò
il
capo
e
guardò
la
signora
,
che
,
o
naturalmente
,
o
per
l
'
istinto
della
donna
,
avea
volto
a
metà
il
viso
verso
di
loro
,
parlando
con
l
'
uomo
che
l
'
accompagnava
.
Il
bruno
sembrò
esaminarla
di
un
lungo
sguardo
dalla
piuma
del
suo
cappellino
,
che
scherzava
coi
ricci
dei
suoi
magnifici
capelli
cadenti
sin
quasi
sulle
sopracciglia
,
alla
punta
del
suo
piccolo
piede
,
chiuso
in
stivaletti
di
seta
nera
,
che
allora
,
forse
per
la
più
squisita
civetteria
,
l
'
ampia
guarnizione
della
veste
lasciava
scoperto
sino
al
basso
di
una
gamba
sottile
e
ben
modellata
.
«
Sì
,
molto
bella
!
»
,
diss
'
egli
,
come
rispondendo
a
se
stesso
.
E
,
malgrado
che
tentasse
immergersi
di
nuovo
nei
pensieri
che
lo
tenevano
sì
preoccupato
un
momento
innanzi
,
due
o
tre
volte
alzò
gli
occhi
a
fissare
la
veste
,
che
ancora
strisciava
lontana
sulla
sabbia
del
viale
.
Alla
porta
ella
montò
nella
carrozza
che
l
'
aspettava
,
e
partì
.
«
Ella
non
dev
'
essere
siciliana
»
;
ripigliò
il
bruno
,
che
si
chiamava
Piero
.
«
Chi
te
lo
dice
?
»
«
Tutto
:
il
suo
genere
d
'
eleganza
,
la
sua
andatura
...
il
modo
stesso
con
cui
accolse
la
tua
esclamazione
.
»
«
L
'
ha
udito
dunque
!
»
,
mormorò
il
biondo
,
arrossendo
come
un
collegiale
.
«
Raimondo
,
amico
mio
,
sarai
sempre
un
ragazzetto
su
questo
argomento
.
Credi
dunque
che
quando
una
bella
donna
ti
passa
dinanzi
badi
ad
ascoltare
le
sciocchezze
che
le
sussurra
un
imbecille
qualunque
sotto
il
naso
?
»
«
Ma
quest
'
imbecille
può
anche
essere
un
amante
...
e
allora
...
»
«
E
allora
ragion
dippiù
per
ascoltare
ciò
che
si
dice
di
lei
,
quale
impressione
desta
passando
,
per
poi
fare
un
presente
all
'
innamorato
delle
tue
osservazioni
(
se
sono
favorevoli
però
,
bada
!
)
sotto
il
pretesto
di
riderne
;
presente
che
deve
rendere
innamorato
quel
povero
allocco
per
dieci
gradi
dippiù
.
»
Raimondo
rise
dell
'
osservazione
;
e
ambedue
proseguirono
a
passeggiare
in
silenzio
.
All
'
ingresso
del
giardino
si
separarono
,
colla
tacita
promessa
,
data
nella
più
tacita
stretta
di
mano
,
di
rivedersi
l
'
indomani
.
Noi
cercheremo
di
delineare
questi
due
personaggi
,
dei
quali
uno
è
destinato
ad
avere
la
maggior
parte
negli
avvenimenti
che
verranno
in
seguito
.
Pietro
Brusio
,
l
'
uno
dei
due
(
ricorriamo
al
pseudonimo
per
questo
come
per
quasi
tutti
i
nostri
personaggi
,
viventi
ancora
la
maggior
parte
e
molto
conosciuti
)
è
,
come
abbiamo
accennato
,
un
giovanotto
alto
;
di
circa
25
anni
;
alquanto
magro
,
ciò
che
non
impedisce
che
abbia
delle
belle
forme
,
le
quali
sarebbero
più
eleganti
,
se
avesse
il
segreto
,
come
l
'
hanno
molti
,
di
saperle
fare
spiccare
;
ha
i
capelli
assai
radi
,
di
un
castagno
molto
più
chiaro
di
quello
dei
suoi
pizzi
e
dei
baffi
;
pelle
bruna
;
occhi
piccoli
e
vivissimi
;
labbra
alquanto
grosse
e
sensuali
;
narici
larghe
e
dilatantisi
sempre
più
alla
minima
aspirazione
del
suo
carattere
impetuoso
;
piedi
e
mani
piccolissime
,
in
rapporto
alla
sua
statura
.
Nell
'
assieme
figura
energica
e
maschia
,
che
può
avere
anche
i
suoi
riflessi
di
bellezza
,
messa
sul
suo
piedistallo
,
nella
sua
giusta
luce
,
al
suo
posto
insomma
.
È
un
giovane
quale
se
ne
incontrano
molti
in
Sicilia
:
sangue
arabo
in
vene
andaluse
:
orgoglioso
come
un
Cid
egli
non
dissumula
menomamente
le
sue
pretensioni
di
superiorità
,
che
nulla
sembra
autorizzare
nel
suo
esteriore
.
Vivo
ed
impetuoso
come
tutti
i
meridionali
,
egli
scenderebbe
sino
alla
lotta
di
piazza
pel
minimo
sguardo
un
po
'
dubbio
che
s
'
incrociasse
col
suo
.
Natura
generosa
del
resto
,
elevata
,
con
molte
aspirazioni
al
superiore
,
troppo
nobile
forse
per
trovarsi
in
contatto
colla
società
del
giorno
senza
risentirne
gli
urti
,
egli
passa
colla
maggior
facilità
dall
'
estrema
confidenza
nella
sua
stella
,
nel
suo
avvenire
(
poiché
egli
avea
dato
due
o
tre
drammi
al
teatro
di
Siracusa
,
dei
quali
si
era
parlato
il
giorno
dopo
soltanto
,
o
non
si
era
parlato
affatto
)
allo
scoraggiamento
massimo
,
alla
disillusione
più
completa
di
tutti
quei
sogni
rosati
,
che
pur
riempiono
un
gran
vuoto
,
rispondono
ad
un
gran
bisogno
di
quell
'
età
in
cui
il
cuore
e
l
'
immaginazione
vivono
anch
'
essi
la
loro
vita
.
Il
compagno
che
gli
passeggiava
allato
è
molto
più
piccolo
;
biondo
,
piuttosto
grasso
;
uno
di
quei
caratteri
che
non
servono
sovente
ad
altro
che
a
far
spiccare
una
individualità
superiore
a
cui
si
accompagnano
,
di
cui
sentono
e
subiscono
l
'
influenza
come
un
satellite
.
Raimondo
,
il
biondo
,
ha
però
il
merito
di
essere
come
il
compimento
del
carattere
infiammabile
,
sovente
del
soverchio
,
del
suo
amico
.
Egli
non
ha
la
superiorità
d
'
ingegno
di
lui
,
ma
molta
maturità
di
giudizio
,
ciò
che
lo
fa
ragionare
calmo
ed
assennato
,
ed
impedisce
a
Pietro
di
commettere
mille
pazzie
,
poiché
Raimondo
ha
la
voce
dolce
ed
insinuante
ed
il
carattere
conciliativo
;
sembra
infine
che
l
'
ardente
carattere
dell
'
amico
suo
subisca
a
sua
volta
l
'
influenza
della
pacata
indole
di
lui
.
Entrambi
appartengono
a
due
buone
famiglie
di
Siracusa
.
Raimondo
è
già
laureato
in
medicina
da
quasi
un
anno
,
e
Pietro
studia
legge
per
studiare
qualche
cosa
che
non
gli
renda
soltanto
strette
di
mano
dei
comici
,
che
per
altro
si
misuravano
dal
numero
dei
rinfreschi
offerti
e
mai
rifiutati
,
e
qualche
applauso
,
assai
freddo
,
della
platea
,
che
avea
il
valore
di
un
biglietto
gratis
.
Abbiamo
insistito
,
forse
di
soverchio
,
su
questi
dettagli
fisici
e
morali
,
d
'
uso
per
alcuni
,
per
noi
resi
indispensabili
dalla
necessità
,
che
abbiamo
peculiare
,
di
far
sentire
,
diremmo
,
i
caratteri
che
presentiamo
prima
di
agitarli
nelle
scene
di
un
racconto
intimo
.
Scopriamo
sin
dal
principio
il
meccanismo
,
per
non
attirarci
la
taccia
,
poscia
,
di
aver
fatto
agire
delle
marionette
,
da
chi
non
ne
vedesse
il
filo
motore
ch
'
è
il
cuore
.
Cinque
giorni
dopo
,
all
'
ora
solita
,
noi
incontriamo
i
due
amici
,
che
passeggiano
,
colla
stessa
sbadataggine
,
sotto
gli
alberi
del
Rinazzo
;
l
'
uno
,
il
biondo
,
chiacchierando
quasi
sempre
solo
;
il
suo
compagno
col
capo
basso
e
le
mani
dietro
le
reni
.
«
Mio
caro
»
,
diceva
il
biondo
,
guardando
l
'
amico
negli
occhi
in
aria
di
malizia
,
«
risponderai
almeno
questa
volta
a
quella
piccina
?
»
«
Io
?
»
,
rispose
bruscamente
Pietro
,
come
destandosi
di
soprassalto
,
«
e
perché
fare
?
»
«
Bella
risposta
!
che
pure
non
avrebbe
avuto
l
'
opportunità
di
venir
fuori
oggi
,
se
tu
l
'
avessi
data
a
te
stesso
il
giorno
,
o
piuttosto
la
sera
,
che
ti
venne
in
mente
di
accalappiare
colle
tue
commedie
quella
poveretta
.
»
«
Credo
che
tu
abbi
ragione
in
quanto
alla
risposta
;
e
che
tu
dica
una
bestialità
,
ciò
che
fai
spessissimo
,
in
quanto
a
quello
che
mi
vai
cantando
di
accalappiamenti
e
di
poverette
...
»
«Pietro...»
«
Lasciami
tranquillo
,
ti
dico
!
...
Ci
credi
sul
serio
dunque
che
a
quest
'
ora
Maddalena
,
la
piccina
,
come
la
chiami
,
pianga
e
si
disperi
perché
non
le
scrivo
più
,
perché
la
sera
,
onde
aspettarla
sotto
il
verone
,
non
rischio
più
di
farmi
gettare
delle
immondezze
sul
capo
da
qualche
serva
maligna
,
che
finga
di
non
vedermi
,
e
perché
non
do
più
lo
spettacolo
ai
vicini
,
che
si
mettono
ad
origliare
dietro
le
imposte
,
di
quelle
freddure
che
si
ricantano
sempre
sullo
stesso
tuono
:
buona
sera
;
come
stai
?
mi
ami
sempre
?
non
quanto
me
...
ecc
.
ecc
.
,
poiché
le
varianti
sono
pochissime
?
!
In
fede
mia
che
ne
ho
abbastanza
di
tali
amori
da
quindici
anni
!
!
...
Se
mi
avesse
permesso
di
salire
un
momento
sulle
scale
...
pazienza
!...»
«
Sì
,
pazienza
per
altri
otto
giorni
!
La
sarebbe
finita
come
tutte
le
altre
...
Eppure
ti
assicuro
che
se
tu
l
'
avessi
veduta
piangere
come
io
l
'
ho
veduta
;
se
ella
ti
avesse
abbracciato
i
ginocchi
come
li
ha
abbracciati
a
me
,
per
indurti
ad
andarla
a
vedere
,
a
scriverle
almeno
...
se
tu
avessi
udito
le
parole
ch
'
ella
mi
diceva
!...»
«
Parola
d
'
onore
!
»
,
esclamò
sghignazzando
Pietro
,
«
che
tu
ne
sei
innamorato
cotto
.
Va
,
Raimondo
,
amico
mio
,
tu
farai
il
tuo
cammino
,
coi
tuoi
ventidue
anni
,
i
tuoi
capelli
biondi
,
e
il
tuo
volto
fresco
e
roseo
.
»
Il
biondo
prese
quegli
scherzi
come
li
prendeva
sempre
,
dalla
parte
che
lasciano
ad
un
uomo
di
spirito
,
ch
'
è
quella
di
riderne
pel
primo
,
e
riprese
:
«
Se
così
fosse
,
confessa
che
mi
saresti
molto
obbligato
di
averti
sbarazzato
di
una
noia
,
senza
i
ritornelli
soliti
di
traditore
,
Iddio
è
giusto
,
ecc
.
»
.
Pietro
ne
rise
esso
pure
,
e
strinse
con
effusione
la
mano
del
suo
amico
.
«
Sentimi
,
caro
Raimondo
»
;
diss
'
egli
alquanto
gravemente
;
«
io
non
son
di
quelli
che
dicono
:
fo
così
perché
così
fanno
gli
altri
.
Mi
sento
troppo
superiore
a
questi
altri
per
seguirne
l
'
esempio
.
A
diciott
'
anni
è
permesso
credere
ancora
all
'
amore
,
alla
fedeltà
,
alla
donna
tipo
eroina
,
come
impastocchiano
gli
sfa
[
c
]
cendati
nei
romanzi
...
A
ventiquattro
(
è
desolante
quello
che
dico
,
ma
non
è
men
vero
)
si
è
scettici
come
lo
scetticismo
,
quando
cento
volte
si
sono
ascoltate
le
più
appassionate
proteste
,
fatte
colle
lagrime
agli
occhi
,
dalla
donna
che
ha
in
saccoccia
la
lettera
del
rivale
...
»
«
È
curiosa
!
»
,
interruppe
Raimondo
.
«
Che
cosa
?
»
«
Come
ti
hanno
guastato
i
romanzi
di
Sue
;
tu
,
accanito
avversario
dell
'
esagerazione
della
scuola
francese
,
e
che
ora
mi
copii
sì
bravamente
l
'
uomo
stufo
a
ventun
'
anni
,
lo
Scipione
del
Martino
il
Trovatello
...
»
«
Non
copio
io
!
»
,
disse
Pietro
quasi
con
asprezza
;
«
ti
dico
soltanto
quello
che
penso
.
Ti
dico
anche
che
darei
qualche
cosa
del
mio
avvenire
per
possedere
ancora
le
illusioni
sì
care
de
'
miei
diciassette
anni
...
Tu
conosci
la
mia
vita
,
Raimondo
!
...
Ti
ricordi
di
una
giovanetta
che
amai
alla
follia
...
Che
fece
quella
giovanetta
,
per
la
quale
avevo
pianto
,
...
ne
ho
vergogna
anche
a
pensarci
...
pianto
dinanzi
a
te
...
come
un
fanciullo
...
come
un
vile
?
!
...
Ella
m
'
ingannò
per
un
mercante
;
poi
per
un
nobile
,
per
un
uomo
ammogliato
...
E
questa
donna
,
che
avea
dato
appuntamento
per
la
sera
al
suo
amico
,
che
ascoltava
tremando
le
ore
che
segnava
l
'
orologio
del
salotto
,
poiché
temeva
ch
'
io
m
'
incontrassi
con
lui
,
abbracciava
i
miei
ginocchi
,
come
ieri
Maddalena
abbracciava
i
tuoi
;
mi
supplicava
colle
lagrime
più
ardenti
,
colle
carezze
più
tenere
,
cogli
accenti
più
deliranti
di
non
lasciarla
sì
tosto
,
di
non
lasciarla
in
collera
,
poiché
s
'
era
accorta
ch
'
io
avevo
sospetto
di
quello
che
dovevo
vedere
mezz
'
ora
più
tardi
...
Dopo
amai
una
maritata
;
credei
che
una
signora
che
rischia
di
romperla
colla
società
,
e
colla
sua
felicità
istessa
,
dovesse
molto
sentire
,
quest
'
affetto
,
al
quale
sacrifica
il
suo
decoro
,
la
pace
domestica
,
e
,
presso
di
noi
,
fors
'
anche
la
vita
...
Quindici
giorni
dopo
,
a
caso
,
in
una
festa
da
ballo
,
seppi
,
da
uno
di
quegli
amici
che
s
'
incontrano
dappertutto
,
che
da
tre
giorni
egli
era
in
relazione
con
quella
signora
...
e
le
espressioni
appassionate
di
lei
,
ch
'
egli
mi
citò
,
erano
le
stesse
di
quelle
che
aveva
impiegato
per
farmi
credere
al
suo
amore
...
In
seguito
amai
una
fanciulla
...
pura
siccome
un
angiolo
,
come
direbbe
il
signor
Germont
nella
Traviata
;
ella
aveva
tutto
ciò
che
può
far
credere
alla
purità
del
cuore
:
distinzione
d
'
educazione
,
coltura
d
'
ingegno
,
bontà
di
sentimenti
...
Io
l
'
amai
come
un
pazzo
,
quella
fanciulla
dal
viso
pallido
e
dagli
occhi
cerulei
...
Scesi
persino
alle
puerilità
del
collegiale
,
...
passare
sotto
i
suoi
veroni
,
seguitarla
al
passeggio
e
in
chiesa
...
Quella
giovanetta
rispose
finalmente
alle
mie
lettere
,
mi
promise
amore
e
fedeltà
,
nell
'
istesso
tenore
,
suppongo
,
in
cui
l
'
aveva
promesso
sei
mesi
prima
ad
un
giovane
che
sposò
alcune
settimane
appresso
...
E
dopo
questo
,
dopo
innumerevoli
esempî
,
che
ogni
giorno
cadono
sott
'
occhio
,
credi
che
si
possa
più
aver
fede
nell
'
amore
propriamente
detto
,
in
quest
'
amore
chiesto
e
giurato
spesso
col
rituale
alla
mano
,
senza
passare
almeno
per
uno
scolaro
di
primo
anno
?
»
«
Ti
rispondo
colle
tuo
parole
:
Credo
che
abbi
ragione
almeno
per
metà
;
ma
confessa
che
per
l
'
altra
tu
esageri
un
pochino
,
lasciandoti
trasportare
,
al
solito
,
dalla
tua
immaginazione
.
»
«
Può
essere
anche
questo
»
;
rispose
sorridendo
il
giovane
;
«
del
resto
colla
Maddalena
l
'
ho
rotta
tranquillamente
o
diplomaticamente
,
come
vuoi
meglio
.
Infine
vuoi
una
parabola
per
convincerti
?
»
«
Fuori
la
parabola
!
»
«
Ecco
!
»
,
e
Pietro
trasse
dal
suo
portasigari
,
che
avea
trasformato
anche
in
portafogli
e
portamonete
,
un
bigliettino
in
carta
profumata
ed
involto
in
una
sopracoperta
piccolissima
color
rosa
;
colla
stessa
flemma
ne
prese
un
sigaro
ed
un
fiammifero
.
Acceso
il
foglietto
,
cominciò
ad
accendere
tranquillamente
il
sigaro
.
Raimondo
ebbe
il
tempo
di
leggere
le
ultime
frasi
assai
tenere
del
bigliettino
,
scritto
con
quel
carattere
minuto
ed
uguale
che
sembra
particolare
alle
signorine
distinte
,
firmato
in
basso
colle
sole
iniziali
.
«
Hai
veduto
?
»
,
gli
domandò
Pietro
trionfante
,
buffandogli
in
faccia
il
fumo
azzurrognolo
del
sigaro
.
«
Ho
guardato
ma
non
ho
visto
,
come
il
cieco
della
Bibbia
.
»
«
È
semplicissimo
:
vi
è
un
detto
celebre
:
Fumo
di
gloria
non
val
fumo
di
pipa
:
ciò
che
in
parentesi
dimostrerebbe
che
le
mie
più
belle
produzioni
-
erba
non
valgono
il
fumo
delizioso
di
questo
regalia
;
io
ne
faccio
un
altro
:
Amor
di
donna
,
e
d
'
uomo
,
se
si
vuole
,
non
dura
più
di
cenere
di
carta
,
o
biglietto
amoroso
...
o
sigaro
regalia
.
Spero
di
farmi
nome
almeno
coi
proverbi
...
giacché
non
l
'
ho
potuto
con
opere
di
maggior
lena
...
Ma
guarda
laggiù
,
imbecille
!...»
«
Che
c
'
è
?
»
«
Cospetto
!
...
la
signora
che
incontrammo
l
'
altra
volta
alla
Villa
!
»
«
È
vero
.
»
«
Che
donna
...
Perdio
!...»
«
Non
è
poi
quella
maraviglia
che
mi
vai
cantando
...
»
«
Non
ho
parlato
di
maraviglie
.
Ti
dico
semplicemente
che
a
Catania
,
e
in
tutta
Sicilia
anche
,
son
poche
le
donne
che
sappiano
recare
così
bene
il
loro
perdessus
reine
-
blanche
,
e
che
sappiano
appoggiarsi
con
tanta
grazia
al
braccio
di
quel
briccone
in
guanti
paglia
e
pincenez
che
ha
la
fortuna
di
premere
quel
polsino
contro
le
sue
costole
.
»
Essi
passarono
quasi
rasente
a
quella
donna
,
che
questa
volta
non
li
vide
o
fece
le
viste
di
non
vederli
,
e
che
sorrideva
del
suo
riso
incantevole
al
suo
cavaliere
,
mentre
gli
parlava
.
«
Hai
udito
che
bella
voce
!
»
,
esclamò
Pietro
,
premendo
il
braccio
del
suo
compagno
;
«
all
'
accento
mi
parve
torinese
...
Io
adoro
tutto
il
Piemonte
in
questo
momento
...
»
«
Eppure
veduta
dappresso
non
è
bella
...
»
«
È
adorabile
,
se
non
è
bella
!
Essa
non
ha
la
bellezza
regolare
,
compassata
,
che
direi
statuaria
,
e
che
non
invidio
ai
modelli
dei
pittori
;
ma
ha
occhio
che
affascina
,
e
sorriso
che
seduce
carezzando
,
quando
questo
fascino
ci
può
fare
atterrire
coi
suoi
brividi
troppo
potenti
.
Questa
donna
alta
e
sottile
,
di
cui
le
forme
voluttuosamente
eleganti
sembrano
ondeggiare
lente
e
indecise
sotto
la
scelta
toletta
che
le
riproduce
con
tutta
l
'
attrattiva
vaporosa
delle
mezze
tinte
,
ha
tutte
le
perfezioni
per
poter
coprire
ed
anche
far
ammirare
come
pregi
altre
imperfezioni
;
questa
donna
che
ha
bisogno
di
tutta
la
delicatezza
e
la
bellezza
di
contorno
del
suo
collo
da
inglese
per
non
far
troppo
spiccare
la
piccolezza
della
sua
testa
da
bambina
;
di
tutta
la
flessibilità
della
sua
vita
per
far
dimenticare
l
'
estrema
sottigliezza
del
suo
corpo
;
di
tutta
l
'
abbagliante
bianchezza
dei
suoi
denti
per
fare
una
bellezza
della
sua
bocca
alquanto
grande
,
con
cui
ella
sorride
sì
dolce
che
sarebbe
a
desiderarsi
di
vederla
sempre
sorridere
;
che
si
serve
di
tutte
le
ombre
,
di
tutti
i
riflessi
più
lucidi
,
più
belli
,
più
azzurrognoli
dei
suoi
magnifici
capelli
neri
per
nascondere
che
la
sua
fronte
è
alquanto
larga
ed
alta
del
soverchio
;
di
tutta
la
limpidità
dello
sguardo
dei
suoi
occhi
,
infine
,
per
farne
ammirare
la
pupilla
di
un
riflesso
molto
chiaro
;
questa
donna
mi
colpisce
mille
volte
dippiù
coll
'
effetto
direi
strano
,
sorprendente
,
poiché
rubato
a
Dio
,
della
sua
beltà
...
Io
non
potrei
giammai
esprimerti
l
'
effetto
che
mi
fa
questa
bellezza
,
che
non
è
tale
che
quasi
per
un
miracolo
,
poiché
non
ha
nulla
per
esserlo
,
ed
in
cui
tutto
sembra
formare
un
assieme
di
grazia
e
d
'
incanto
;
questa
bellezza
che
ha
bisogno
di
tutte
le
risorse
della
toletta
,
di
tutte
le
seduzioni
dei
modi
e
dell
'
accento
,
di
tutto
l
'
incanto
dello
sguardo
e
del
sorriso
,
per
circondarsi
di
questo
vapore
trasparente
...
illusorio
,
lo
confesso
,
che
la
fa
bella
però
,
che
la
fa
adorabile
,
poiché
sembra
non
farla
vedere
che
in
nube
,
attraverso
l
'
incenso
e
l
'
orpello
;
questa
bellezza
che
vuol
essere
tale
a
dispetto
della
natura
che
l
'
avea
fatta
comune
;
questa
figura
plastica
che
non
ha
di
bello
che
gli
elementi
,
direi
,
per
divenir
tale
,
e
lo
spirito
creatore
che
fa
nascere
tutte
le
grazie
di
cui
si
circonda
;
che
si
mette
allo
specchio
donna
per
sortirne
silfide
...
maga
...
sirena
...
»
«
To
...
to
...
to
!
...
Pietro
,
amico
mio
,
ne
saresti
innamorato
?...»
«
Io
!
»
,
rispose
il
giovane
scrollando
le
spalle
,
come
cadendo
dalla
sua
esaltazione
,
«
sei
pazzo
!
»
«
Eppure
tutti
i
pregi
di
costei
non
valgono
un
solo
di
Maddalena
.
Venti
ancor
più
belle
di
lei
non
farebbero
un
angioletto
così
bello
e
perfetto
qual
è
la
piccina
,
come
mi
piace
chiamarla
;
che
pure
hai
abbandonato
senza
un
pensiero
.
»
Pietro
fissò
uno
sguardo
sull
'
amico
,
poi
un
altro
sulla
signora
ch
'
era
già
molto
lontano
,
e
rispose
semplicemente
,
abbassando
il
capo
:
«
Maddalena
non
sa
neanche
annodarsi
il
nastro
del
cappellino
come
colei
»
.
«
È
graziosa
!
»
,
esclamò
Raimondo
.
«
Dunque
ameresti
dippiù
una
donna
che
avesse
bisogno
,
per
essere
amata
,
d
'
impiegare
prima
due
ore
allo
specchio
?
»
«
Sì
,
lo
confesso
...
Chiamala
anche
civetteria
,
o
ciò
che
vuoi
;
nella
donna
che
dovrei
amare
io
vorrei
tutte
queste
cure
minute
,
tutte
queste
precauzioni
delicate
,
tutte
le
perfezioni
dello
spirito
e
le
squisitezze
dell
'
educazione
,
tutti
questi
dettagli
dell
'
assieme
,
insomma
,
che
servirebbero
a
formarmi
l
'
aureola
della
donna
che
dovrei
avvicinare
colla
riverenza
e
il
delirio
dei
sensi
,
che
tal
prestigio
dovrebbe
recarmi
,
poiché
la
riverenza
del
cuore
io
non
l
'
ho
più
.
Io
amo
nella
donna
i
velluti
,
i
veli
,
i
diamanti
,
il
profumo
,
la
mezza
luce
,
il
lusso
...
tutto
ciò
che
brilla
ed
affascina
,
tutto
ciò
che
seduce
e
addormenta
...
tutto
ciò
che
può
farmi
credere
,
per
mezzo
dei
sensi
,
che
questo
fiore
delicato
,
del
cui
odore
m
'
inebbrio
,
che
mi
trastullo
fra
le
mani
,
non
nasconde
un
verme
;
che
quest
'
essere
non
è
,
come
il
mio
,
debole
e
creta
...
E
allora
io
l
'
amerei
...
un
giorno
,
un
'
ora
,
ma
l
'
amerei
...
Quanto
alle
altre
donne
,
le
amerò
allorché
scoprirò
un
cuore
nella
donna
.
»
Pietro
,
dopo
questa
scappata
,
rimase
muto
alcuni
altri
secondi
,
aspirando
voluttuosamente
,
colle
narici
dilatate
,
il
fumo
del
sigaro
,
come
se
attraverso
quella
nube
cenerognola
volesse
discernere
le
forme
indecise
del
tipo
che
avea
ornato
di
tale
incanto
nella
sua
immaginazione
.
Poscia
,
come
arrossendo
del
suo
trasporto
,
si
mise
a
ridere
fragorosamente
,
esclamando
:
«
Che
ne
dici
della
mia
tirata
,
Pilade
?
»
.
«
Non
è
cosa
nuova
in
te
.
Dimentichi
troppo
spesso
che
sei
scritto
sul
ruolo
degli
studenti
di
terzo
anno
in
legge
,
per
trasportarti
ai
tempi
in
cui
impiastricciavi
carta
.
»
«
Hai
ragione
;
bisogna
dimenticare
quei
tempi
...
»
,
disse
il
giovane
con
una
forzata
allegria
,
che
pure
avea
una
leggiera
tinta
d
'
amarezza
.
«
Destino
!
ecco
la
gran
parola
che
gli
uomini
non
sanno
proferire
più
spesso
,
ma
nella
quale
io
son
credente
come
un
maomettano
...
Io
,
povero
sciocco
,
che
m
'
ero
fitto
in
capo
di
salire
le
scale
del
Campidoglio
,
e
raccogliervi
una
corona
qualunque
...
eccomi
destinato
probabilmente
a
logorare
quelle
dei
tribunali
,
e
di
corone
non
si
parla
più
...
fossero
anche
di
cavoli
.
Se
gli
uomini
sapessero
far
valere
questa
parola
quanto
essa
lo
merita
,
l
'
incolpabilità
delle
azioni
umane
rimarrebbe
sugli
scritti
dei
penalisti
:
ecco
che
,
almeno
una
volta
,
parlo
da
saggio
...
»
«
Ed
anche
il
merito
delle
azioni
umane
,
in
tal
caso
...
E
tu
sei
superstizioso
in
quest
'
idea
?
»
«
Al
fanatismo
!
»
«
Ma
se
tu
fossi
destinato
ad
amare
quella
donna
,
che
non
hai
veduto
che
due
volte
,
in
passando
?...»
Pietro
cominciò
dallo
scrollare
le
spalle
,
al
[
suo
]
solito
;
indi
rimase
alcuni
minuti
in
silenzio
,
e
disse
tristamente
,
come
se
quell
'
idea
gli
facesse
pena
o
paura
:
«
Chi
lo
sa
!?...»
.
II
Venti
giorni
sono
scorsi
da
quello
in
cui
incontrammo
i
due
amici
al
Rinazzo
.
Siamo
nei
lunghi
giorni
del
giugno
.
Pietro
studia
assiduamente
da
mattina
a
sera
le
sue
tesi
,
poiché
si
approssimano
gli
esami
;
ed
esce
assai
di
rado
.
La
sera
di
un
giovedì
Raimondo
venne
a
trovarlo
nel
suo
stanzino
da
studio
,
nella
casa
che
abitava
insieme
a
sua
madre
e
alle
sue
due
sorelle
,
in
via
Vittoria
.
«
Che
vuoi
?
»
,
domandò
Pietro
bruscamente
,
celando
,
al
suo
solito
,
la
viva
amicizia
che
nutriva
pel
suo
compagno
sotto
quell
'
apparenza
di
ruvidità
.
«
Vengo
per
condurti
meco
al
passeggio
.
»
«
Ne
ho
forse
il
tempo
?
Sai
bene
che
gli
esami
sono
vicini
,
e
non
ho
ore
da
sprecare
andando
a
spasso
;
sai
pure
che
col
professore
Crisafulli
non
c
'
è
da
scherzare
.
»
La
signora
Brusio
,
ch
'
era
entrata
con
Raimondo
nello
stanzino
di
suo
figlio
,
e
si
era
appoggiata
,
con
quell
'
atteggiamento
ineffabile
d
'
amore
delle
madri
,
alla
spalliera
della
sua
seggiola
,
unì
le
sue
istanze
a
quelle
di
Raimondo
per
indurre
suo
figlio
a
prendere
un
po
'
d
'
aria
.
«
Stassera
c
'
è
musica
alla
Marina
»
,
disse
Raimondo
.
«
Va
pure
,
figlio
mio
»
;
disse
la
madre
,
«
da
quasi
venti
giorni
tu
non
esci
più
,
e
ciò
ti
farà
ammalare
invece
di
farti
proseguire
i
tuoi
studî
.
Prendi
qualche
ora
di
riposo
;
ne
hai
bisogno
.
»
Pietro
amava
sua
madre
d
'
immenso
affetto
.
Pel
suo
carattere
impetuoso
ed
insofferente
quella
dolce
voce
di
donna
,
quella
mano
pallida
e
affilata
che
carezzava
i
suoi
capelli
,
erano
irresistibili
.
«
Giacché
siete
congiurati
,
e
volete
così
!...»,
diss
'
egli
sorridendo
,
«
aspettami
cinque
minuti
,
Raimondo
;
il
tempo
di
vestirmi
.
»
E
passò
nella
sua
camera
.
«
Fatelo
divertire
,
signor
Angiolini
»
;
disse
al
giovane
medico
la
signora
Brusio
,
«
ha
tanto
bisogno
di
distrazione
il
mio
povero
Pietro
!
È
tanto
tempo
che
non
fa
altro
che
studiare
!
...
e
mi
sembra
che
sia
divenuto
più
pallido
...
Mi
atterisce
l
'
idea
che
abbia
ad
ammalare
!
»
«
Non
pensi
a
queste
cose
,
signora
»
;
interruppe
Raimondo
;
«
Pietro
è
forte
come
un
toro
,
e
quest
'
eccesso
di
lavoro
non
può
durare
che
altri
otto
o
dieci
giorni
.
Terminati
gli
esami
abbiamo
stabilito
di
andare
a
passare
una
settimana
alla
campagna
.
»
«
Grazie
,
grazie
,
Raimondo
!
»
,
disse
la
madre
,
stringendo
la
mano
del
giovane
,
«
voi
siete
il
degno
amico
del
mio
Pietro
...
Ve
lo
raccomando
!
...
Siamo
tre
donne
che
non
abbiamo
più
che
lui
...
»
Vestito
che
fu
Pietro
i
due
amici
andarono
alla
Marina
.
I
viali
erano
affollatissimi
;
la
musica
eseguiva
le
più
appassionate
melodie
di
Bellini
e
di
Verdi
;
un
bel
lume
di
luna
si
mischiava
alle
vivide
fiammelle
dei
lampioncini
,
sospesi
in
festoni
agli
alberi
,
che
illuminavano
i
viali
.
Era
una
di
quelle
sere
incantate
che
si
passano
su
queste
spiaggie
del
Mediterraneo
,
in
cui
lo
specchio
terso
ed
immenso
del
mare
,
che
riflette
tremolante
il
raggio
dolce
e
pacato
della
luna
,
sembra
servire
di
cornice
al
quadro
allegro
,
vivace
,
animato
,
che
formicola
colle
sue
mille
seduzioni
sotto
gli
alberi
.
Pietro
si
sentì
come
allargare
il
cuore
e
fu
grato
all
'
amico
di
quella
piacevole
sensazione
;
essi
passeggiavano
per
uno
dei
viali
più
appartati
.
«
Non
m
'
inganno
!
»
,
esclamò
Pietro
tutt
'
a
un
tratto
,
come
di
soprassalto
,
stringendo
vivamente
il
braccio
dell
'
amico
contro
il
suo
;
«
è
lei
!
...
là
!
...
in
mezzo
a
quei
due
uomini
!
»
In
fondo
al
viale
quasi
deserto
,
perché
troppo
lontano
dalla
musica
,
spiccava
infatti
,
e
per
la
solitudine
del
luogo
,
e
per
una
certa
originalità
elegante
di
abbigliamento
e
di
andatura
,
la
signora
che
aveva
recato
tale
impressione
in
Pietro
Brusio
.
Vestiva
un
semplicissimo
abito
di
tarlatane
a
quadretti
bianchi
e
bleu
,
tessuto
di
una
freschezza
e
leggerezza
quasi
vaporosa
;
uno
scialle
nero
,
fermato
sul
petto
da
uno
spillone
d
'
oro
;
ed
un
cappellino
grigio
ornato
cerise
.
Nulla
però
varrebbe
a
riprodurre
l
'
eleganza
suprema
,
la
molle
e
quasi
ingenua
civetteria
,
con
la
quale
ella
rialzava
la
veste
sino
a
metà
della
sottoveste
ricchissima
e
si
appoggiava
al
braccio
di
un
uomo
di
quasi
30
anni
,
assai
bruno
,
con
volto
ombrato
da
una
folta
barba
nera
,
che
avrebbe
fatto
invidia
ad
un
guastatore
,
e
vestito
con
ricercatezza
alquanto
leccata
.
Dall
'
altro
lato
era
accompagnata
da
un
signore
di
mezza
età
,
alto
,
quasi
biondo
,
freddo
,
e
che
parlava
con
una
bella
pronunzia
toscana
.
I
due
giovani
,
passeggiando
,
s
'
incrociarono
con
essi
che
venivano
loro
di
contro
.
Questa
volta
uno
sguardo
della
signora
,
incerto
,
quasi
negligente
,
si
fissò
indolentemente
,
ma
a
lungo
negli
occhi
ardenti
di
Pietro
che
la
divoravano
.
Due
o
tre
volte
ancora
i
due
amici
l
'
incontrarono
di
faccia
;
e
ciascuna
volta
quello
sguardo
limpido
,
chiaro
,
noncurante
,
si
fissò
sul
giovane
che
la
guardava
a
lungo
;
e
ciascuna
volta
il
cuore
di
Pietro
batteva
stranamente
in
modo
più
forte
;
e
le
sue
guancie
pallide
e
brune
si
facevano
ancor
più
pallide
;
e
il
suo
occhio
sfavillava
più
ardente
;
ed
egli
affrettavasi
,
trascinava
quasi
il
suo
compagno
per
giungere
a
quest
'
attimo
in
cui
quella
silfide
dovea
passargli
dinanzi
,
in
cui
quella
veste
doveva
sfiorarlo
,
in
cui
quegli
occhi
dalla
pupilla
trasparente
dovevano
fissarsi
sui
suoi
,
sebbene
come
non
vedendolo
.
Una
o
due
volte
che
Brusio
non
incontrò
quello
sguardo
,
fu
triste
,
e
quasi
dispettoso
di
se
medesimo
.
Una
volta
,
l
'
ultima
,
in
cui
gli
parve
accorgersi
che
,
lui
oltrepassato
di
uno
o
due
passi
,
ella
,
parlando
all
'
uomo
a
cui
dava
il
braccio
,
verso
di
cui
si
piegava
sorridendo
con
una
grazia
affascinante
,
avesse
rivolto
a
metà
il
viso
verso
di
lui
e
che
un
lampo
partito
da
quegli
occhi
lo
cercasse
,
egli
fu
ebbro
...
felice
di
una
sensazione
nuova
,
strana
,
che
non
sapea
definire
,
della
quale
avea
quasi
paura
,
poiché
non
poteva
giustificarla
.
Ritornando
per
lo
stesso
viale
la
cercò
invano
cogli
occhi
da
lungi
...
Giunse
in
capo
al
viale
:
era
deserto
...
La
cercò
per
tutta
la
Marina
,
come
se
in
quella
folla
elegante
ed
animatissima
avesse
dovuto
discernere
in
mezzo
a
mille
colei
al
solo
riflesso
azzurrognolo
dei
ricci
che
ombreggiavano
la
sua
fronte
fin
quasi
sulle
sopracciglia
,
al
solo
movimento
della
sua
piccola
testa
che
sembrava
inchinarsi
come
un
giunco
sul
collo
sottile
e
ben
modellato
;
era
partita
...
Che
voleva
egli
?
Che
cercava
da
quella
donna
,
di
cui
il
lusso
,
il
corteggio
,
l
'
adulazione
era
l
'
atmosfera
in
cui
viveva
;
che
gli
uomini
più
ricchi
,
più
eleganti
,
più
nobili
si
fermavano
ad
ammirare
,
senza
che
ella
mostrasse
avvedersene
;
che
tre
o
quattro
volte
l
'
avea
guardato
come
si
guarda
un
fanciullo
,
un
albero
,
un
oggetto
qualunque
che
s
'
incontri
?
...
Nemmeno
egli
lo
sapeva
in
quel
punto
;
egli
avrebbe
arrossito
di
confessarsi
la
premura
che
prendeva
per
colei
che
dovea
essere
sempre
un
'
estranea
per
lui
.
Cinque
minuti
dopo
riprese
il
braccio
di
Raimondo
,
dicendogli
:
«
Andiamo
via
!
»
.
«
Così
presto
?
»
«
Non
ti
annoi
a
morte
qui
stassera
?
...
Non
c
'
è
alcuno
!
»
Raimondo
guardò
attorno
,
come
trasognato
,
perché
giammai
la
Marina
di
Catania
avea
offerto
una
riunione
più
bella
;
e
domandò
ingenuamente
:
«
Sei
pazzo
?
...
Tu
stesso
un
quarto
d
'
ora
fa
mi
dicevi
esser
deliziosa
questa
serata
...
qui
...
»
.
«
Sarà
vero
anche
ciò
,
come
è
vero
che
ora
mi
annoio
...
e
se
vuoi
rimanere
ti
dico
addio
.
»
E
gli
stese
la
mano
come
per
congedarsi
.
«
Un
momento
...
ecco
!
giunge
in
quel
viale
a
sinistra
Maddalena
.
Guardala
almeno
una
volta
.
»
«
Che
m
'
importa
di
Maddalena
a
me
!
...
Guardala
tu
,
se
vuoi
...
Addio
!
»
E
dopo
quella
brusca
separazione
partì
di
buon
passo
e
si
diresse
verso
la
sua
abitazione
per
via
Garibaldi
.
Però
giunto
alla
crocevia
della
Vittoria
sembrò
esitare
un
momento
,
e
proseguì
a
camminare
sin
fuori
Porta
Garibaldi
.
La
notte
era
magnifica
,
Pietro
sedette
sul
sedile
di
pietra
circolare
che
limita
la
gran
piazza
.
«
È
strano
»
,
mormorò
egli
,
«
come
stasera
non
ho
voglia
né
d
'
andare
a
casa
,
né
di
rimettermi
alle
mie
tesi
!...»
E
rimase
altri
cinque
minuti
in
silenzio
,
collo
sguardo
fosco
e
fisso
sui
ciottoli
del
marciapiede
.
«
Andiamo
!
»
,
esclamò
quindi
levandosi
,
e
come
facendosi
forza
,
«
devono
essere
le
undici
,
e
mia
madre
a
quest
'
ora
mi
attende
.
»
Guardò
il
suo
orologio
e
si
diresse
lentamente
verso
la
sua
abitazione
.
La
signora
Brusio
,
coll
'
occhio
della
madre
,
osservò
che
il
suo
Pietro
,
quella
sera
,
era
più
pallido
e
distratto
del
solito
;
e
che
,
invece
di
rimettersi
a
studiare
,
si
ritirò
,
appena
giunto
,
nella
sua
camera
.
L
'
indomani
Raimondo
,
verso
le
undici
,
si
disponeva
ad
uscire
,
quando
Pietro
entrò
da
lui
nella
camera
che
occupava
all
'
Albergo
di
Francia
.
«
Buon
vento
!
»
,
esclamò
Raimondo
sorpreso
da
quella
visita
che
non
si
aspettava
più
da
un
mese
;
«
ci
son
novità
stamattina
?
»
«
Quali
novità
vuoi
mai
che
ci
sieno
?
»
«
Per
bacco
!
ti
credeva
sui
digesti
a
quest
'
ora
;
ed
eccoti
già
a
correre
per
le
strade
come
uno
sfaccendato
.
»
«
È
che
lo
sono
.
Avrò
sempre
il
tempo
di
finire
le
mie
tesi
,
ed
ero
una
gran
bestia
a
prenderla
tanto
sul
criminale
;
infine
ne
vengono
approvati
tanti
più
asini
di
me
!
...
Usciamo
.
»
«
Usciamo
pure
.
Hai
fatto
colazione
?
»
«
Non
ci
penso
;
mi
sento
in
vena
di
passeggiare
.
»
«
Con
il
caldo
che
fa
non
è
la
miglior
cosa
.
»
«
Andiamo
alla
Villa
.
»
«
Sia
per
la
Villa
.
»
E
i
due
amici
uscirono
,
tenendosi
,
al
solito
,
a
braccetto
.
«
A
proposito
della
Villa
,
sai
dove
abita
quella
signora
piemontese
tanto
distinta
che
abbiamo
incontrato
qualche
volta
?
»
«
No
...
dove
?
»
«
In
quella
bella
casa
sulla
stada
Etnea
:
della
quale
i
veroni
si
vedono
dal
Laberinto
.
»
«
Dici
davvero
?
!
»
,
esclamò
Brusio
animandosi
quasi
suo
malgrado
,
e
fermandosi
in
mezzo
alla
strada
.
«Verissimo.»
«
E
tu
l
'
hai
veduta
?
»
«
Io
stesso
.
»
«
Proprio
lei
?...»
«
Proprio
lei
!
...
Ma
che
diavolo
!
...
Ne
saresti
innamorato
?...»
«
Mi
credi
forse
pazzo
da
legare
?
»
,
rispose
Pietro
con
un
sorriso
che
dissimulava
appena
la
contrarietà
che
gli
arrecava
quella
domanda
.
«
Perché
poi
?
»
«
Perché
amarla
io
,
sarebbe
una
disgrazia
:
amarmi
ella
,
assurdo
.
»
«
Mi
piace
questa
modestia
da
venticinque
soldi
.
»
«
È
modestia
che
vale
amor
proprio
»
;
rispose
Pietro
piccato
,
«
prendila
come
vuoi
.
»
«
Eppure
,
vediamo
»
:
insisté
Raimondo
attaccandosi
al
braccio
del
suo
amico
,
«
immaginiamoci
che
per
un
capriccio
,
una
fantasia
,
un
destino
,
secondo
te
,
questa
donna
si
innamori
di
te
;
immaginiamoci
ch
'
ella
te
lo
dica
,
come
lo
dicono
le
donne
quando
vogliono
,
facendotelo
comprendere
,
cioè
,
cogli
occhi
,
col
gesto
,
coll
'
atteggiamento
...
Ebbene
!
allora
saresti
il
Catone
del
momento
?...»
«
Impossibile
!
»
,
esclamò
il
giovane
tristamente
,
come
se
avesse
creduto
un
momento
a
quel
sogno
e
si
fosse
poi
accorto
ch
'
esso
era
troppo
bello
e
insieme
penoso
per
lui
.
«
Perché
?
»
«
Perché
colei
è
vana
,
orgogliosa
,
come
lo
dimostra
il
fasto
di
cui
si
circonda
.
Soltanto
potrebbe
impressionarla
la
bellezza
,
l
'
eleganza
,
la
nobiltà
,
la
ricchezza
,
il
lusso
...
cose
tutte
che
non
posseggo
.
Dunque
o
costei
è
maritata
,
e
non
amerà
giammai
un
Don
Giovanni
in
ventiquattresimo
che
si
chiama
semplicemente
Pietro
Brusio
;
o
è
mantenuta
,
e
non
possederò
mai
abbastanza
per
pagare
i
suoi
fiori
per
un
anno
;
o
è
zitella
,
e
non
sposerebbe
certamente
l
'
uomo
oscuro
,
comune
,
che
non
ha
tanto
da
farla
vivere
in
quel
lusso
nel
quale
vive
,
e
che
le
è
necessario
,
indispensabile
per
essere
quella
che
è
.
In
tutti
questi
casi
io
dovrei
dunque
essere
vile
per
amarla
,
o
dovrei
comprare
il
suo
amore
a
prezzo
di
qualche
infamia
.
»
«
Ben
pensato
e
ben
ragionato
!
ciò
che
,
in
parentesi
,
ti
avviene
assai
di
rado
.
Vogliamo
far
colazione
al
Caffè
di
Parigi
?
»
«
No
;
andiamo
al
Laberinto
.
»
Raimondo
guardò
il
suo
amico
di
uno
sguardo
scrutatore
e
quasi
beffardo
.
«
Ti
fo
riflettere
che
non
ho
ancor
fatto
colazione
;
abbi
dunque
la
bontà
di
concedermi
dieci
minuti
.
»
I
due
amici
entrarono
dai
Fratelli
Guerrera
.
Mezz
'
ora
dopo
erano
alla
Villa
.
Faceva
molto
caldo
.
Il
Laberinto
era
delizioso
colle
sue
ombre
profumate
di
fior
d
'
arancio
.
I
due
sedettero
all
'
ombra
,
e
quasi
contemporaneamente
alzarono
gli
occhi
sui
veroni
della
casa
,
sebbene
alquanto
distante
,
che
Raimondo
avea
indicato
come
l
'
abitazione
della
Piemontese
.
Le
tende
di
giunco
erano
abbassate
sulle
ringhiere
,
quantunque
il
sole
non
vi
giungesse
ancora
,
forse
per
dare
alquanto
più
d
'
ombra
agli
appartamenti
;
e
dietro
una
di
quelle
si
vedeva
una
figura
di
donna
,
vestita
di
bianco
,
quasi
coricata
su
di
una
poltroncina
con
tutto
il
languente
e
voluttuoso
abbandono
di
una
sultana
;
a
quella
vista
il
cuore
di
Pietro
batté
forte
,
come
la
sera
innanzi
.
«
È
dessa
!
»
,
disse
Raimondo
,
«
vedi
che
non
t
'ingannavo!...»
Pietro
non
rispose
,
tenendo
sempre
fissi
gli
occhi
sul
verone
.
Ella
si
toglieva
soltanto
a
lunghi
intervalli
da
quella
positura
per
recarsi
agli
occhi
un
binocolo
che
teneva
sui
ginocchi
e
col
quale
guardava
nella
strada
o
verso
la
Villa
;
ed
indi
,
come
stanca
di
quello
sforzo
,
lasciava
ricadere
mollemente
la
testa
sulla
spalliera
,
e
sembrava
assorbirsi
in
quell
'
inerzia
contemplativa
che
gli
orientali
cercano
nell
'
oppio
.
Un
uomo
,
seduto
accanto
a
lei
su
di
una
seggiola
assai
bassa
,
le
leggeva
qualche
cosa
di
un
giornale
che
teneva
fra
le
mani
,
e
che
ella
udiva
sbadatamente
;
e
s
'
interrompeva
di
tratto
in
tratto
per
prendere
una
mano
di
lei
,
che
gliela
abbandonava
con
la
stessa
languida
indifferenza
,
e
che
lo
ringraziava
col
suo
sorriso
seduttore
,
e
col
suo
sguardo
che
faceva
scorrere
un
'
onda
di
voluttà
in
quell
'
uomo
,
quand
'
egli
si
recava
alle
labbra
la
sua
mano
.
Allora
solamente
la
sua
leggiadra
testolina
,
coronata
da
quei
ricci
magnifici
,
si
volgeva
lentamente
verso
di
lui
.
Qualche
volta
,
con
un
movimento
tutto
infantile
,
quella
manina
bianca
ed
affilata
si
appoggiava
alla
ringhiera
,
e
sopra
vi
appoggiava
la
fronte
;
quasi
quel
bellissimo
collo
fosse
troppo
debole
per
sostenere
quella
piccola
testa
.
«
Con
questa
donna
ci
sarebbe
da
impazzire
!
»
,
esclamò
Pietro
reprimendo
un
fremito
,
dopo
averla
divorata
a
lungo
dello
sguardo
.
«
Credi
che
sieno
marito
e
moglie
?
»
,
domandò
l
'
altro
.
«
È
il
mistero
che
questa
donna
sa
rendere
impenetrabile
colle
sue
mille
indefinibili
gradazioni
di
fisonomia
,
d
'
espressione
,
di
gesto
,
che
fanno
spesso
dimenticare
la
sirena
nella
vergine
,
e
viceversa
.
Se
lo
sono
,
è
da
poco
tempo
:
a
meno
che
costei
non
senta
ancor
ella
sì
a
lungo
,
come
deve
far
sentire
a
tutti
quelli
che
l
'avvicinano.»
Parecchie
volte
,
forse
a
caso
,
l
'
occhialetto
dell
'
incognita
si
rivolse
verso
il
banco
di
pietra
sul
quale
erano
seduti
i
due
amici
.
«
Ti
guarda
!
»
,
disse
Raimondo
sorridendo
.
«
O
guarda
i
passeri
che
saltellano
fra
le
fronde
.
Credi
sul
serio
ch
'
io
ne
sia
innamorato
?
»
«
Ne
parli
tanto
!...»
«
Diffida
sempre
di
quegli
amori
di
cui
ti
si
parla
a
lungo
e
sì
leggermente
:
è
segno
certo
che
si
vuol
ridere
alle
tue
spalle
...
Io
l
'
amo
come
un
bel
personaggio
da
dramma
o
da
romanzo
,
come
un
bel
fiore
...
come
una
bella
donna
prima
venuta
insomma
...
che
sa
recare
con
grazia
il
velo
sul
cappellino
e
sollevare
con
disinvoltura
lo
strascico
della
veste
...
e
nient
'
altro
...
In
fede
di
che
,
se
vuoi
,
andiamocene
;
sono
le
due
meno
dieci
minuti
»
,
aggiunse
dopo
aver
consultato
l
'
orologio
.
«
Sì
,
è
troppo
tardi
;
siamo
qui
da
più
di
due
ore
»
,
rispose
il
biondo
alzandosi
.
Egli
sorprese
lo
sguardo
del
suo
amico
,
che
ancora
restava
fissato
sul
verone
.
«
Vuoi
venire
,
o
no
?
»
«
Un
momento
...
restiamo
altri
dieci
minuti
e
partiremo
alle
due
precise
...
»
«
Non
amo
gli
inglesi
colla
loro
metodicità
regolata
sul
quadrante
di
un
orologio
...
Hai
detto
d
'andarcene...»
«
Hai
ragione
»
;
rispose
Brusio
ridendo
,
«partiamo.»
Due
o
tre
volte
,
prima
di
uscire
dal
giardino
,
si
volse
a
guardare
il
verone
,
sul
quale
non
poteva
più
vedere
che
la
tenda
abbassata
.
«
Bella
donna
!
»
,
ripeteva
egli
di
tempo
in
tempo
,
con
un
entusiasmo
ch
'
era
troppo
allegro
per
non
essere
affettato
,
e
troppo
affettato
per
non
nascondere
una
preoccupazione
:
«
quanto
io
t
'
amo
!
»
.
III
Il
dopopranzo
,
e
l
'
indomani
,
e
tutti
i
giorni
in
seguito
,
la
Villa
divenne
la
passeggiata
preferita
di
Pietro
,
che
vi
conduceva
il
suo
amico
,
il
quale
protestava
sempre
e
finiva
sempre
col
cedere
.
Allo
stesso
verone
,
quasi
ogni
volta
nella
stessa
positura
e
vestita
di
bianco
,
essi
vedevano
la
Piemontese
,
come
l
'
aveva
sopranominata
Raimondo
,
che
vi
restava
da
mezzogiorno
spesso
sino
alle
3
e
dalle
7
alle
8
.
Una
sera
l
'
incontrarono
che
andava
al
Caffè
di
Sicilia
,
accompagnata
dal
signore
biondo
.
«
Se
andassimo
al
caffè
?...»,
disse
Pietro
,
come
per
esservi
incoraggiato
dal
suo
amico
.
Dalla
soglia
la
videro
seduta
ad
un
tavolino
,
al
fianco
del
suo
compagno
,
mentre
due
ufficiali
dei
Cavalleggieri
Alessandria
le
prodigavano
tutte
le
delicate
attenzioni
di
chi
vuol
fare
la
corte
ad
una
signora
.
Ella
sembrava
appena
badarvi
;
ma
rispondeva
qualche
volta
col
suo
solito
sorriso
grazioso
,
che
mostrava
i
suoi
bellissimi
denti
di
perle
.
Il
giovane
dalla
barba
nera
,
che
Pietro
avea
veduto
una
volta
con
lei
alla
Marina
,
veniva
dall
'
altra
sala
del
caffè
,
e
fermandosi
dinanzi
al
tavolino
dov
'
era
ella
si
levò
il
cappello
,
aspettando
d
'
esser
salutato
.
Siccome
nessuno
gli
badava
,
egli
girò
con
tutta
flemma
sui
talloni
ed
uscì
.
Pietro
prese
il
braccio
del
suo
amico
,
e
lo
trascinò
via
,
mormorando
:
«
È
meglio
che
non
entriamo
!...»
.
«
Dove
andiamo
?
»
,
domandò
qualche
minuto
dopo
,
come
se
cercasse
una
distrazione
.
«
Dove
ti
piace
.
A
proposito
...
potremmo
approffittare
dell
'
invito
dei
signori
A
*
*
*
,
che
abbiamo
per
stassera
.
»
«
Vi
si
balla
?
»
«Sì.»
«
Andiamo
,
in
tal
caso
!
M
'
immaginerò
di
ballare
colla
mia
bella
Piemontese
»
;
aggiunse
Brusio
,
forzando
le
labbra
ad
un
sorriso
.
Essi
furono
accolti
con
festa
dall
'
allegra
brigata
che
era
radunata
nel
salone
.
Pietro
sedette
al
pianoforte
e
suonò
un
valtzer
,
che
otto
o
dieci
coppie
ballarono
.
«
Vi
lasciaste
molto
aspettare
,
signorini
!
»
,
disse
in
tuono
di
scherzevole
rimprovero
una
graziosa
giovanetta
,
figlia
del
padrone
di
casa
e
maritata
ad
un
cugino
di
Raimondo
,
appena
Pietro
andò
a
raggiungere
sul
divano
il
suo
amico
,
ch
'
era
seduto
vicino
alla
signora
.
«
È
che
Pietro
,
qui
presente
,
è
innamorato
cotto
;
e
abbiamo
fatto
la
ronda
alla
bella
»
;
disse
Angiolini
ridendo
.
«
Davvero
!
...
Non
mi
sorprende
in
lei
,
signorino
,
questa
novità
[
Si
sa
che
bel
modello
!...]
E
chi
sarebbe
questa
sventurata
?...»
«
Parola
d
'
onore
,
signora
,
che
lo
sventurato
son
io
,
almeno
sta
volta
»
;
rispose
Pietro
.
«
Lei
?
!
...
È
da
ridere
!
...
E
di
chi
sarebbe
innamorato
,
s
'
è
lecito
?
»
«
Molto
lecito
,
al
contrario
!
Giacché
non
ho
il
bene
di
conoscerne
neanche
il
nome
...
»
«
Ed
ella
conosce
lei
,
almeno
?
»
«No.»
La
signora
diede
in
uno
scoppio
di
risa
.
«
E
l
'
ama
,
a
quanto
dice
?
»
«
Come
un
pazzo
!
»
«
Dove
l
'
incontra
?
»
«
Qualche
volta
al
passeggio
,
o
alla
Marina
...
E
poi
so
dove
trovarla
...
»
«
Dove
?
»
«
A
casa
sua
...
»
«
Dunque
va
in
casa
?
»
«
No
;
dal
verone
.
»
«
Ah
!
è
amore
da
verone
!
»
,
esclamò
la
giovane
ridendo
sempre
più
come
una
folle
;
«
e
dove
abita
questa
meraviglia
?
»
«
Al
Rinazzo
,
vicino
il
Laberinto
.
»
«
Nella
casa
*
*
*
?
»
«Precisamente.»
«
Una
giovane
alta
,
sottile
,
molto
elegante
...
non
tanto
bella
in
verità
?
»
«
Può
essere
...
ciò
è
relativo
...
»
«
È
forestiera
?
»
«
Forestiera
.
Credo
sia
piemontese
.
»
«
La
conosco
.
»
«
Sul
serio
?
»
«
So
il
suo
nome
,
almeno
potrò
insegnarglielo
e
non
farle
fare
più
la
figura
dell
'
amante
della
luna
.
»
«
Come
si
chiama
?
»
«
Si
chiama
Narcisa
Valderi
.
»
«
Narcisa
!
...
bel
nome
;
si
direbbe
averlo
ricevuto
a
vent
'
anni
!
E
la
conosce
molto
?
»
«
Cioè
...
non
molto
.
Sono
stata
in
sua
casa
due
o
tre
volte
.
»
«
Mi
parli
di
lei
...
a
lungo
!...»
«
Ella
finge
di
scherzare
,
signorino
,
ma
ha
lo
sguardo
troppo
acceso
per
dissimulare
che
quello
che
dice
lo
sente
davvero
.
»
«
Sì
,
è
vero
!
...
Ma
se
le
giuro
che
l
'
adoro
,
colei
!...»
«
L
'
ha
veduta
da
vicino
?
»
,
domandò
in
tuono
quasi
derisorio
la
giovane
.
«Sì.»
«
È
tutta
toletta
!...»
«
Io
amo
appunto
in
lei
questa
toletta
,
questo
lusso
,
questo
apparato
brillante
e
vaporoso
in
cui
la
farfalla
mi
fa
dimenticare
il
bruco
.
»
«
Via
,
via
...
vedo
bene
che
scherza
...
»
«
Dica
dunque
...
»
«
Ella
si
alza
alle
dieci
o
alle
dieci
e
mezzo
;
prende
un
bagno
di
cui
i
profumi
costano
ciascun
giorno
otto
o
nove
lire
;
e
poi
si
mette
allo
specchio
,
ove
impiega
da
un
'
ora
e
mezzo
a
due
ore
per
l
'
abbigliamento
della
mattina
,
da
due
a
tre
per
quello
della
sera
,
e
da
tre
a
tre
e
mezzo
e
spesso
sino
a
quattro
per
la
toletta
da
ballo
o
da
teatro
...
È
sorprendente
...
miracoloso
,
come
una
donna
possa
star
tanto
ad
appuntarsi
gli
spilli
!...»
«
Ammirabile
!
...
Avanti
.
»
«
Dopo
la
toletta
viene
la
colazione
:
ella
ha
l
'
affettazione
di
mangiare
pochissimo
,
ma
i
suoi
cibi
costano
un
occhio
del
capo
,
in
compenso
;
indi
si
mette
al
pianoforte
,
o
al
verone
,
sdraiata
su
di
una
poltroncina
,
e
vi
resta
,
spesso
dormendo
,
sino
all
'
ora
di
pranzo
.
Suo
marito
...
»
«
Un
uomo
di
quasi
38
anni
,
alto
e
biondo
?
»
«
Sì
,
il
conte
di
Prato
;
lo
conosce
?
»
«
Me
l
'immagino.»
«
Suo
marito
l
'
ama
alla
follia
;
passa
i
giorni
al
suo
fianco
,
scherzando
coi
suoi
capelli
,
e
guardandola
coll
'
occhialetto
faccia
a
faccia
.
»
«
Ed
ella
?...»
«
Ella
gli
sorride
...
e
chiude
gli
occhi
come
se
temesse
di
fargli
perdere
la
testa
seguitando
a
guardarlo
com
'
ella
fa
.
»
«
In
fede
mia
!
...
credo
che
n
'
abbia
ben
ragione
!...»
«
Questi
dettagli
li
ho
risaputi
da
una
mia
amica
che
abita
dirimpetto
alla
casa
della
contessa
...
»
«
En
place
pour
la
quadrille
!
»
,
fu
gridato
.
Pietro
si
alzò
e
prese
il
cappello
.
«
Se
ne
va
,
così
presto
!
»
«
Sì
;
devo
andare
a
finire
le
tesi
...
»
«
O
a
passare
una
mezz
'
ora
sotto
le
finestre
della
bella
?...»
«
Sarebbe
agire
da
stolido
,
almeno
,
dopo
quanto
ella
mi
ha
detto
.
»
Ed
il
giovane
sorrise
del
suo
sorriso
che
si
sforzava
di
rendere
allegro
mentre
era
amaro
.
Per
andare
a
casa
sua
prese
la
strada
che
a
lui
parve
la
più
corta
,
passando
cioè
dal
Rinazzo
.
Nella
casa
della
contessa
non
c
'
era
lume
.
Pietro
si
fermò
a
guardare
in
silenzio
quei
veroni
oscuri
,
poscia
chinò
la
testa
sul
petto
con
un
sospiro
,
mormorando
:
«
Stassera
al
teatro
si
dà
un
dramma
molto
in
voga
...
È
al
teatro
certamente
...
ella
...
»
.
Indi
,
come
vergognandosi
di
questo
monologo
,
scrollò
le
spalle
con
dispetto
ed
affrettò
il
passo
.
«
Andiamo
a
teatro
stassera
?
»
,
disse
a
Raimondo
l
'
indomani
appena
furono
assieme
.
«
Andiamoci
,
se
così
ti
piace
.
E
le
tesi
?
»
«
Dormiranno
anche
stassera
.
Avrò
sempre
il
tempo
di
finirle
.
»
Alla
piazza
della
Cattedrale
incontrarono
un
amico
che
si
fermò
a
discorrere
con
loro
.
«
Andrete
a
teatro
stassera
?
»
,
domandò
egli
.
«
Perché
questa
domanda
?
»
«
Perché
si
darà
una
bellissima
commedia
nuova
e
ci
verrà
tutta
Catania
.
»
«
Ci
sarò
allora
...
poiché
in
tal
caso
verrà
anche
la
mia
bella
»
;
disse
Pietro
scherzando
.
«
Ah
!
...
Ah
!
...
la
tua
bella
di
numero
...
Non
so
più
a
qual
numero
sii
...
buona
lana
!
»
«
Sul
serio
;
sono
innamorato
come
uno
stolido
.
»
«
E
di
chi
?
»
«
Di
una
signora
ch
'
è
una
maga
...
involta
fra
i
merletti
e
i
velluti
...
,
della
quale
so
il
nome
da
ieri
soltanto
.
»
«
La
contessa
di
Prato
?
»
«
La
conosci
?
»
«
Per
bacco
!
Al
ritratto
che
ne
fai
...
non
c
'
è
altra
qui
che
possa
appropriarselo
.
»
«
È
veritiero
però
questo
ritratto
?
»
«
Perdio
!
...
E
tu
l
'
ami
,
costei
?!...»
«
Non
so
quello
che
farei
per
una
parola
di
quella
donna
...
»
«
Non
ci
sarebbe
bisogno
di
far
tante
cose
;
basterebbe
farti
amico
con
suo
marito
...
ed
anche
col
suo
amante
;
ed
uno
di
questi
due
ti
presenterebbe
...
il
resto
verrebbe
da
sé
.
»
«
Amante
!
»
,
esclamò
Pietro
impallidendo
suo
malgrado
mentre
cercava
di
sorridere
;
«
ah
!
c
'
è
dunque
un
amante
?
»
.
«
Pel
momento
però
...
bada
!
...
A
Napoli
sembra
che
sieno
stati
più
d
'
uno
;
ciò
che
diede
luogo
a
molti
scandali
,
che
finirono
con
un
duello
in
cui
il
marito
ruppe
,
con
una
sciabola
,
il
braccio
ad
uno
dei
più
indiscreti
.
»
«
E
ciò
non
è
bastato
?
»
«
Ella
fa
quello
che
vuole
di
quest
'
uomo
che
comanda
col
gesto
del
suo
dito
mignolo
;
e
che
ha
il
coraggio
di
andare
a
battersi
in
duello
mentre
non
osa
fare
la
minima
rimostranza
alla
moglie
.
È
la
storia
di
molti
mariti
.
»
«
E
quel
giovane
bruno
,
dalla
barba
nera
,
che
l
'
accompagna
spesso
?...»
«
È
l
'
amante
di
cui
ti
parlavo
.
»
«
Che
peccato
!
»
,
esclamò
Pietro
fatto
pensieroso
.
«
Fatti
presentare
»
,
insisté
Antonino
.
«Io!...»,
esclamò
,
con
un
accento
indefinibile
di
stupore
,
Pietro
.
«
Sì
;
tu
sarai
il
secondo
dei
suoi
adoratori
presenti
,
senza
calcolare
gli
assenti
...
Perdio
!
perché
ti
fai
triste
?
...
ne
saresti
innamorato
sul
serio
?...»
«
Sei
tanto
ingenuo
da
crederlo
?
»
«
Fatti
presentare
allora
.
»
«
Sarebbe
inutile
.
»
«
Chi
lo
sa
!
»
«
La
mia
condizione
mi
proibisce
di
averla
a
prezzo
di
una
viltà
,
e
non
ho
danari
bastanti
per
mettermi
nel
numero
di
questi
signori
che
le
fanno
la
corte
...
Del
resto
sento
che
non
son
fatto
sul
loro
stampo
...
poiché
non
saprei
amarla
in
comune
,
com
'
essi
fanno
...
»
«
Dimenticala
dunque
.
»
«
Non
ci
ho
mai
pensato
che
come
uno
scherzo
.
»
«
A
rivederci
stassera
.
»
«Addio.»
Alle
nove
e
mezzo
i
due
inseparabili
amici
erano
alla
porta
del
teatro
,
in
mezzo
alla
folla
dei
giovanotti
che
fumando
stavano
ad
osservare
le
signore
che
scendevano
dalle
carrozze
.
La
recita
era
cominciata
da
cinque
minuti
.
I
giovanotti
erano
entrati
a
prender
posto
.
Raimondo
strepitava
,
tentando
di
trascinare
l
'
amico
,
poiché
protestava
di
non
voler
perdere
la
prima
scena
.
L
'
ultima
carrozza
avea
deposto
l
'
ultima
signora
sul
marciapiede
,
e
Brusio
non
si
muoveva
ancora
.
Raimondo
finalmente
perdé
la
pazienza
e
lo
lasciò
solo
per
entrare
in
platea
.
Poco
dopo
le
dieci
si
udì
il
rumore
di
una
carrozza
che
si
avvicinava
;
ed
il
solo
orecchio
di
Pietro
poté
distinguere
che
il
passo
dei
cavalli
non
avea
l
'
uniforme
regolarità
di
quello
dei
cavalli
signorili
.
«
Una
carrozza
da
nolo
...
è
la
sua
!
»
,
mormorò
egli
appoggiandosi
alla
porta
.
La
carrozza
si
fermò
infatti
alla
prima
porta
,
ov
'
egli
si
trovava
,
ed
un
uomo
,
nel
quale
Pietro
riconobbe
il
conte
,
saltò
il
primo
a
terra
,
per
dare
la
mano
alla
signora
che
accompagnava
.
Brusio
istintivamente
fece
un
passo
in
avanti
.
La
contessa
appoggiò
appena
alla
mano
del
signor
di
Prato
la
sua
mano
da
ragazzina
coperta
dal
guanto
bianco
;
mise
lentamente
il
piede
,
che
sembrava
appena
accennato
nel
suo
stivalettino
di
raso
,
sul
predellino
,
e
saltò
sul
marciapiede
.
Con
una
perfezione
di
grazia
assai
distinta
,
ella
tirò
con
sé
il
lungo
strascico
della
sua
veste
di
seta
granadine
,
per
impedire
che
,
rialzandosi
nello
scendere
,
scoprisse
più
del
basso
della
sua
gamba
sottile
e
ben
modellata
.
Soltanto
,
non
potendo
,
nel
tempo
istesso
,
raccorre
il
bóurnous
che
le
copriva
le
spalle
,
questo
,
nel
momento
in
cui
curvava
fuori
dello
sportello
la
sua
testolina
ornata
di
fiori
,
le
scivolò
per
le
spalle
e
per
gli
omeri
nudi
di
un
'
abbagliante
bianchezza
.
Quell
'
uomo
che
,
solo
e
fermo
sull
'
ingresso
,
dimostrava
chiaramente
di
attendere
qualcheduno
,
mentre
tutti
erano
dentro
il
teatro
,
le
recò
forse
sopresa
,
poiché
,
passando
dinanzi
a
lui
,
mentre
raccoglieva
le
pieghe
della
sua
veste
perché
non
lo
sfiorassero
,
ella
alzò
un
momento
gli
occhi
su
di
lui
.
Indi
,
come
infastidita
da
quello
sguardo
scintillante
che
s
'
incrociava
col
suo
e
che
sembrava
assorbirne
tutto
il
fluido
,
ella
si
volse
un
istante
verso
il
conte
,
che
dava
alcuni
ordini
al
cocchiere
,
prima
di
salire
le
scale
del
corridoio
.
Vi
fu
un
momento
,
quando
un
lembo
del
leggerissimo
tessuto
di
quella
veste
strisciò
sui
suoi
abiti
,
che
le
gambe
di
Pietro
tremarono
.
Pochi
minuti
dopo
egli
si
diresse
lentamente
verso
la
platea
.
Entrando
,
il
riflesso
dei
cristalli
di
un
occhialetto
fisso
sulla
porta
colpì
i
suoi
sguardi
.
Alzò
gli
occhi
su
quel
palchetto
della
prima
fila
da
dove
partiva
quel
raggio
,
e
vide
la
contessa
che
abbassava
lentamente
l
'
occhialetto
,
appoggiandolo
,
col
braccio
disteso
,
sul
velluto
del
parapetto
,
mentre
lo
fissava
ancora
ad
occhio
nudo
,
quasi
con
curiosità
:
aveva
voluto
conoscere
certamente
,
per
una
bizzarrìa
da
donna
elegante
,
quest
'
uomo
che
aspettava
sull
'
ingresso
,
tre
quarti
d
'
ora
dopo
alzata
la
tela
.
Pietro
cercò
il
suo
posto
e
sedette
quasi
dirimpetto
alla
loggia
della
contessa
.
La
commedia
fu
applauditissima
;
ma
Pietro
non
applaudì
giammai
,
poiché
soltanto
alcuni
squarci
attrassero
la
sua
attenzione
;
e
in
quegli
squarci
,
quando
il
suo
cuore
provava
potentemente
quello
che
aveva
sentito
l
'
autore
,
egli
rivolgevasi
,
senza
accorgersene
anche
,
verso
il
palchetto
di
Narcisa
,
e
cercava
negli
occhi
di
lei
l
'
eco
di
quello
che
egli
provava
nel
suo
cuore
.
La
contessa
voltava
le
spalle
alla
scena
;
e
solo
di
tratto
in
tratto
,
in
quei
momenti
che
avevano
il
potere
di
strappare
Pietro
alle
sue
frequenti
preoccupazioni
,
ella
volgeva
i
suoi
limpidi
occhi
verso
gli
attori
.
Del
resto
ella
discorreva
qualche
volta
con
i
numerosi
visitatori
che
occupavano
successivamente
le
seggiole
del
suo
palchetto
;
e
pochissime
volte
si
servì
dell
'
occhialetto
per
esaminare
le
tolette
delle
signore
.
Giammai
però
l
'
abbassò
verso
la
platea
.
Nel
suo
sguardo
,
nel
suo
gesto
,
nella
sua
attitudine
,
fin
nel
modo
in
cui
parlava
e
sorrideva
qualche
volta
con
quei
signori
che
le
tenevano
compagnia
,
c
'
era
un
'
indefinibile
espressione
di
stanchezza
e
di
noia
,
che
si
traduceva
in
sfumature
molli
,
in
pose
voluttuosamente
accidiose
.
L
'
occhialetto
di
Pietro
stava
quasi
sempre
fissato
su
quella
loggia
.
Due
o
tre
volte
,
ella
,
sorpresa
di
quella
molesta
assiduità
,
volse
gli
occhi
verso
quel
binocolo
che
aveva
l
'
indiscretezza
di
guardarla
sì
a
lungo
dalla
platea
.
Una
volta
infine
alzò
lentamente
il
suo
,
e
bruscamente
,
senza
quelle
transazioni
che
sono
assai
comuni
in
teatro
per
mascherare
il
vero
scopo
,
ella
lo
fissò
di
contro
a
quello
del
giovane
che
si
abbassò
subito
.
Ella
rimase
alcuni
secondi
in
quella
positura
;
indi
lasciò
quasi
cadere
sul
parapetto
il
binocolo
,
e
fece
un
leggiero
movimento
di
spalle
d
'
impazienza
.
Prima
che
terminasse
la
recita
Brusio
lasciò
il
suo
posto
e
si
recò
sul
corridoio
.
Il
suo
occhio
era
acceso
e
brillante
;
le
sue
gote
,
abitualmente
pallide
,
si
coloravano
di
un
rossigno
febbrile
.
Pochi
minuti
dopo
,
prima
ancora
che
il
sipario
fosse
abbassato
,
udì
aprire
la
porta
di
un
palchetto
sul
corridoio
,
e
dei
passi
che
si
avvicinavano
,
mischiandosi
al
fruscio
di
una
veste
.
La
contessa
gli
passò
dinanzi
,
questa
volta
allegra
e
ridente
,
al
braccio
di
uno
di
coloro
ch
'
erano
stati
nel
suo
palchetto
.
Pietro
in
quel
momento
avrebbe
dato
dieci
anni
della
sua
vita
per
uno
sguardo
di
quella
donna
.
Le
sue
vesti
lo
toccarono
senza
che
ella
mostrasse
di
avvedersi
di
lui
.
Solo
il
conte
si
volse
a
fissarlo
con
occhio
assai
cupo
e
sospettoso
.
Il
giovane
scese
le
scale
quasi
insieme
a
lei
;
la
vide
montare
in
carrozza
col
conte
,
dopo
aver
dato
la
mano
agli
altri
,
e
partire
.
Egli
rimase
immobile
sul
limitare
.
«
Non
vai
a
casa
?
»
,
gli
disse
alle
spalle
la
voce
di
Raimondo
.
«
Sì
...
ti
aspettavo
per
dirti
addio
...
»
«
A
domani
,
non
è
vero
?
»
«
Non
lo
so
...
Avrò
forse
da
studiare
tutto
il
giorno
...
»
E
s
'
incamminò
lentamente
per
la
Marina
.
A
due
ore
del
mattino
Raimondo
si
disponeva
tranquillamente
ad
andare
a
letto
,
quando
fu
bussato
con
furia
alla
sua
porta
.
«
Chi
può
esser
a
quest
'
ora
?
»
,
disse
fra
sé
il
giovane
sorpreso
andando
ad
aprire
.
«
Son
io
,
Raimondo
...
son
io
!
Aprite
,
di
grazia
!
»
,
udì
la
voce
della
signora
Brusio
,
quasi
delirante
dietro
la
porta
.
«
Che
c
'
è
,
signora
?
...
Dio
mio
!
...
ella
mi
spaventa
!
»
,
esclamò
il
giovane
introducendo
la
madre
del
suo
amico
nella
sua
camera
.
«
Pietro
!
...
Dov
'
è
Pietro
?
Dov
'
è
mio
figlio
,
signor
Angiolini
?
»
,
disse
la
povera
madre
colle
lagrime
agli
occhi
.
«
Pietro
non
è
in
casa
?
»
,
domandò
Raimondo
vieppiù
sorpreso
.
«
Son
due
ore
del
mattino
e
mio
figlio
non
si
è
ancora
ritirato
...
Ho
mandato
il
domestico
a
cercarlo
al
teatro
,
e
ritornò
dicendo
che
il
teatro
era
chiuso
da
un
pezzo
,
ma
che
sulla
porta
era
avvenuta
una
rissa
fra
alcuni
giovanotti
;
che
vi
erano
stati
dei
feriti
e
degli
arrestati
...
Mio
Dio
!
...
gli
sarà
accaduta
qualche
disgrazia
!
...
Dove
lo
lasciaste
voi
?...»
«
Ci
separammo
all
'
ingresso
del
teatro
,
e
mi
disse
che
andava
subito
a
casa
...
Ma
io
non
so
nulla
di
risse
...
»
«
Dio
!
...
Dio
mio
!...»,
singhiozzò
la
madre
torcendosi
le
braccia
,
«
come
farò
,
Dio
mio
,
come
farò
!
...
Son
sola
,
signor
Angiolini
,
son
sola
!
...
Mio
figlio
!
...
chi
sa
cosa
n
'
è
di
mio
figlio
!
...
Aiutatemi
;
corriamo
all
'
ufficio
di
Questura
a
prendere
informazioni
...
»
«
Non
si
disperi
,
signora
;
spero
ricondurle
Pietro
al
più
presto
,
senza
alcun
accidente
.
Abbia
la
bontà
di
aspettarmi
qui
.
»
Raimondo
,
indossato
in
fretta
un
abito
,
prese
il
cappello
ed
uscì
.
Dando
campo
ad
un
sospetto
che
gli
era
balenato
in
mente
mentre
la
signora
Brusio
si
disperava
per
l
'
inusitata
e
straordinaria
tardanza
del
figlio
suo
,
e
per
la
notizia
che
il
domestico
le
avea
rapportato
,
egli
si
diresse
per
la
strada
Stesicorea
ed
indi
per
quella
Etnea
,
verso
la
casa
ove
abitava
la
contessa
di
Prato
.
Giungendo
sotto
i
veroni
,
sul
marciapiede
di
faccia
,
gli
sembrò
di
vedere
qualche
cosa
di
nero
immobile
sul
lastrico
.
Si
avvicinò
esitante
e
lo
chiamò
per
nome
a
bassa
voce
.
«
Che
vuoi
?
»
,
rispose
una
voce
rauca
e
ancora
tremante
,
come
se
inghiottisse
delle
lagrime
,
che
Raimondo
avrebbe
stentato
a
riconoscere
,
nel
suo
accento
duro
e
quasi
cupo
,
se
gli
fosse
stato
meno
famigliare
.
Si
appressò
ancora
,
e
vide
il
suo
amico
seduto
sullo
scaglione
del
marciapiede
,
coi
gomiti
sui
ginocchi
e
il
mento
fra
le
mani
.
«
Tu
qui
!
...
a
quest
'
ora
!
»
,
esclamò
Raimondo
.
«
Che
vuoi
,
ti
dico
?
!
»
,
replicò
con
maggiore
asprezza
Pietro
.
«
Non
son
forse
più
padrone
di
fare
quello
che
mi
piace
?!...»
Raimondo
capì
che
quello
non
era
il
momento
di
parlare
al
suo
amico
;
e
sospirando
tristemente
,
poiché
allora
soltanto
scoperse
lo
spaventoso
abisso
del
precipizio
su
cui
egli
si
cullava
,
sedette
silenzioso
al
suo
fianco
.
Pietro
rimase
muto
,
come
non
avvedendosene
,
cogli
occhi
di
una
sorprendente
lucidità
,
fissi
sul
lume
che
brillava
dietro
le
tende
di
seta
del
verone
.
Qualche
volta
,
a
lunghi
intervalli
,
egli
trasaliva
,
ed
una
gocciola
,
come
di
sudore
,
che
partiva
dall
'
orbita
,
luccicava
un
momento
solcando
le
sue
guance
.
Ad
un
tratto
egli
afferrò
con
violenza
il
braccio
di
Raimondo
!
«
Guarda
!
...
guarda
anche
tu
!
»
,
diss
'
egli
con
la
voce
stridente
ed
interrotta
del
delirante
o
del
pazzo
.
E
si
alzò
,
come
se
avesse
voluto
elevarsi
sino
al
verone
per
meglio
osservare
.
«
Io
non
vedo
niente
»
,
mormorò
Raimondo
che
si
fregava
gli
occhi
inutilmente
.
Pietro
,
senza
rispondergli
,
gli
porse
la
busta
del
suo
occhialetto
che
trasse
dalla
saccoccia
del
soprabito
.
«
Guarda
,
ti
dico
!
...
c
'
è
da
diventar
pazzo
!
»
Coll
'
aiuto
dell
'
occhialetto
Raimondo
vide
la
contessa
,
presso
le
tende
del
verone
,
di
cui
le
invetriate
erano
aperte
,
sdraiata
,
nella
sua
favorita
posizione
languida
e
voluttuosa
,
su
di
una
poltrona
,
ancora
colla
veste
del
teatro
,
coi
capelli
ancora
intrecciati
di
fiori
;
ed
un
uomo
,
il
conte
,
ritto
dietro
la
spalliera
della
poltrona
,
che
si
chinava
verso
di
lei
,
e
le
divideva
coi
baci
i
ricci
da
sulla
fronte
.
Ella
gli
sorrideva
del
suo
riso
da
sirena
;
e
di
quando
in
quando
,
allorché
il
conte
rimaneva
come
stordito
nel
fascino
di
quelle
seduzioni
mirabili
di
voluttà
,
ella
gli
prendeva
le
mani
colle
sue
manine
affilate
e
bianchissime
,
e
se
ne
lisciava
la
fronte
,
e
le
nascondeva
fra
il
setoso
volume
dei
suoi
capelli
,
e
se
le
posava
sugli
occhi
e
sulle
labbra
,
ma
lentamente
,
con
quel
suo
abbandono
ch
'
era
irresistibile
,
come
se
avesse
voluto
dare
il
tempo
a
tutte
le
emanazioni
inebbrianti
che
scaturivano
dai
suoi
pori
di
penetrare
in
lui
sino
al
midollo
delle
ossa
.
Raimondo
,
quasi
spaventato
,
pel
suo
amico
,
da
quella
vista
,
fu
scosso
dai
singhiozzi
di
lui
che
prorompevano
soffocati
come
singulti
;
e
,
riponendo
tristamente
nell
'
astuccio
l
'
occhialetto
,
disse
col
tuono
di
chi
prende
una
risoluzione
:
«
Via
,
Pietro
,
è
tempo
di
partire
!
Tua
madre
ti
attende
a
casa
mia
!
»
.
«
Mia
madre
!...»,
esclamò
il
giovane
con
un
sussulto
che
dimostrava
come
quella
corda
vibrasse
ancora
potentemente
nel
suo
cuore
,
mentre
tutte
le
altre
erano
allentate
e
sconvolte
.
«
Sì
,
tua
madre
,
spaventata
dalla
tua
estraordinaria
tardanza
,
che
ti
cerca
da
me
come
una
pazza
.
»
«
È
tanto
tardi
dunque
?
»
,
domandò
egli
come
parlando
in
sogno
.
«
Son
le
tre
fra
poco
.
»
«
Non
credevo
fosse
sì
tardi
...
Hai
ragione
,
andiamo
via
...
bisogna
essere
uomini
!
»
Poscia
si
fermò
in
mezzo
alla
strada
,
quasi
non
avesse
avuto
la
forza
di
staccarsi
da
quel
punto
.
«
Ben
dicesti
:
bisogna
essere
uomini
e
non
fanciulli
!
»
,
replicò
Raimondo
,
dando
al
suo
accento
la
possibile
espressione
e
trascinandolo
in
qualche
modo
per
forza
,
mentre
Pietro
si
lasciava
condurre
a
capo
chino
come
un
ragazzo
.
IV
Quando
entrarono
nell
'
Albergo
di
Francia
,
dove
li
aspettava
la
signora
Brusio
,
questa
corse
ad
abbracciare
suo
figlio
con
tutta
l
'
effusione
di
un
cuore
di
madre
;
ma
rimase
senza
osarlo
,
colle
braccia
aperte
,
dinanzi
allo
sguardo
fosco
e
alla
fisonomia
cupa
ed
irritata
del
figlio
suo
.
«
Credevo
»
,
disse
questi
aspramente
,
«
di
non
essere
più
all
'
età
di
uno
scolaretto
che
si
manda
a
cercare
se
ha
fatto
tardi
nel
ritornare
da
scuola
...
»
La
madre
fu
dolorosamente
colpita
da
quelle
parole
,
le
sole
che
avesse
udite
in
tal
modo
da
quel
figlio
che
l
'
idolatrava
.
L
'
istinto
materno
fu
atterrito
dallo
stato
di
quel
giovanetto
che
in
un
'
ora
avea
potuto
dimenticare
siffattamente
il
culto
che
nutriva
della
madre
,
e
risponderle
in
tal
guisa
.
«
Andiamo
,
figlio
mio
,
le
tue
sorelle
ci
aspettano
...
»
,
diss
'
ella
tristamente
,
ma
evitando
di
inasprirlo
;
«
grazie
,
signor
Angiolini
!...»
S
'
incamminarono
verso
casa
;
e
la
madre
osservò
sospirando
che
il
figliuolo
non
le
offriva
il
braccio
,
e
camminava
cupo
,
ed
anche
indispettito
al
suo
fianco
.
Sulla
scala
corsero
ad
incontrarli
le
due
sorelline
ancora
pallide
e
singhiozzanti
,
che
gridavano
:
«
Mamma
!
mamma
!
...
L
'
hai
trovato
?
...
È
qui
il
nostro
Pietro
?!...»
.
Le
loro
festanti
esclamazioni
furono
interrotte
dalla
voce
dura
del
fratello
.
«
Per
l
'
avvenire
»
,
esclamò
questi
,
cercando
di
dare
la
possibile
moderazione
alla
sua
voce
tremante
d
'
irritazione
,
«
spero
che
le
mie
tardanze
non
daranno
più
luogo
a
simili
scene
da
teatro
...
che
mi
costringerebbero
a
cercare
altrove
la
pace
e
la
libertà
di
cui
ho
bisogno
...
che
son
deciso
ad
avere
...
Datemi
la
doppia
chiave
della
porta
,
onde
non
dia
più
occasione
ad
attendermi
domani
,
e
facciamola
finita
!...»
E
senza
neanche
prendere
il
lume
,
si
chiuse
nella
sua
camera
,
sbattendone
l
'
uscio
con
impeto
.
«
Povero
figlio
mio
!
»
,
singhiozzò
la
desolata
madre
,
abbracciando
piangente
le
sue
figlie
:
«
ecco
le
prime
lagrime
che
mi
fai
versare
!
»
.
Pietro
passeggiò
per
la
camera
alcuni
minuti
,
agitato
e
smanioso
;
poscia
si
fece
al
verone
.
La
calma
serena
di
quella
notte
d
'
estate
,
il
fresco
venticciuolo
che
gli
asciugava
il
sudore
sulla
fronte
lo
calmarono
alquanto
;
egli
pensò
alle
lagrime
di
sua
madre
ed
odiò
se
stesso
come
giammai
aveva
odiato
.
«
Son
vile
!
...
sì
,
son
vile
!...»,
esclamò
strappandosi
i
capelli
.
«
Oh
!
la
testa
...
Dio
mio
!...»
Aprì
l
'
uscio
della
sua
camera
senza
far
rumore
,
e
camminando
leggero
leggero
andò
ad
origliare
dietro
la
bussola
della
camera
di
sua
madre
,
onde
vedere
se
dormiva
.
La
signora
Brusio
era
ancora
in
piedi
quando
suo
figlio
aveva
aperto
l
'
uscio
,
ascoltando
ansiosamente
il
più
lieve
rumore
ch
'
egli
facesse
,
e
che
potesse
farle
indovinare
lo
stato
del
cuore
di
lui
;
appena
udì
che
si
avvicinava
capì
,
con
l
'
istinto
materno
,
che
suo
figlio
pentito
veniva
a
vedere
se
ella
dormisse
;
e
l
'
istinto
materno
le
suggerì
anche
che
l
'
unico
perdono
che
egli
poteva
desiderare
nel
suo
pentimento
era
che
sua
madre
riposasse
.
Ella
si
gettò
sul
letto
,
e
finse
di
dormire
.
Pietro
ascoltò
,
dietro
il
paravento
,
il
respiro
alquanto
accentuato
di
sua
madre
;
credette
che
dormisse
davvero
,
e
non
poté
frenare
le
lagrime
che
gli
scorrevano
ardenti
sulle
guance
:
lagrime
di
pentimento
,
di
rabbia
contro
se
stesso
,
di
terrore
dell
'
avvenire
(
che
allora
soltanto
intravedeva
)
per
ciò
che
provava
.
«
Povera
madre
!
»
,
esclamò
singhiozzando
;
«
povera
madre
mia
!
»
.
E
la
madre
udì
quei
singhiozzi
,
e
soffocò
i
suoi
fra
i
guanciali
.
Pietro
si
ritirò
in
punta
di
piedi
,
com
'
era
venuto
;
e
si
rimise
al
verone
.
Colla
fronte
fra
le
mani
,
ed
i
gomiti
appoggiati
alla
ringhiera
,
egli
si
assopì
in
quel
vortice
luminoso
e
turbolento
che
il
cuore
e
l
'
imaginazione
gli
creavano
,
e
dove
vedeva
un
'
ombra
,
dove
una
figura
,
ora
vestita
di
bianco
,
ora
quale
l
'
avea
veduta
poche
ore
innanzi
...
carezzantesi
la
fronte
ed
i
capelli
con
le
mani
di
quell
'
uomo
...
Quando
,
abbarbagliato
da
una
luce
vivissima
,
egli
alzò
gli
occhi
,
si
avvide
con
sorpresa
che
il
primo
raggio
di
sole
facea
scintillare
i
vetri
.
«
Diggià
!
»
,
mormorò
egli
:
«
il
giorno
vien
presto
al
presente
!...»
.
Sua
madre
,
entrando
la
mattina
nella
camera
di
lui
,
osservò
con
dolore
che
il
letto
era
intatto
,
come
era
stato
acconciato
la
sera
innanzi
.
«
Madre
mia
!
»
,
le
disse
il
giovane
prendendole
una
mano
,
in
tuono
di
pentimento
del
passato
ma
risoluto
ad
ottenere
quello
che
domandava
,
«
ti
chiedo
perdono
di
quello
che
ho
detto
e
fatto
ieri
...
Ma
ti
prego
di
lasciarmi
per
l
'
avvenire
alquanto
più
di
libertà
,
che
l
'
età
mia
ora
richiede
...
»
.
«
Fa
come
vuoi
,
figlio
mio
...
»
,
rispose
la
madre
abbracciandolo
.
«
Io
non
temo
che
tu
ne
possa
abusare
,
poiché
sei
figlio
di
un
uomo
onesto
e
manterrai
onorato
il
nome
che
ti
diede
.
In
quanto
a
me
...
»
,
e
la
povera
donna
sospirava
tentando
di
sorridere
,
«
in
quanto
a
me
cercherò
di
vincere
le
mie
sciocche
paure
...
»
«
Grazie
,
grazie
,
buona
madre
!...»,
esclamò
Pietro
facendo
uno
sforzo
per
non
bagnare
di
lagrime
quella
mano
che
baciava
.
Però
ogni
sera
quella
madre
,
che
numerava
coi
battiti
del
suo
cuore
i
minuti
che
suo
figlio
tardava
a
venire
,
aspettava
,
sino
alle
due
,
e
spesso
sino
alle
tre
,
che
il
noto
passo
le
annunziasse
da
lungi
,
nel
silenzio
della
strada
,
ch
'
era
lui
che
veniva
;
e
piangeva
sovente
,
quando
,
invece
di
mettersi
a
letto
,
lo
udiva
passeggiare
per
la
camera
,
o
farsi
al
verone
;
e
l
'
indomani
,
dopo
avere
interrogato
sospirando
il
letto
,
spesso
colle
lenzuola
ancora
rimboccate
,
cercava
negli
occhi
smarriti
del
figlio
e
nei
suoi
lineamenti
pallidi
e
sbattuti
la
risposta
ai
vaghi
timori
che
l
'
agitavano
.
Pietro
,
che
ogni
mattina
pel
passato
soleva
informarsi
della
salute
di
sua
madre
,
non
s
'
accorgeva
nemmeno
del
pallore
di
lei
e
della
sua
cera
malaticcia
.
Raimondo
non
lo
vedeva
quasi
più
.
Brusio
passava
i
giorni
al
Laberinto
,
la
sera
seguendo
la
donna
che
gli
aveva
ispirato
questa
folle
passione
o
cercando
d
'
incontrarla
al
passeggio
,
(
dove
lo
sguardo
di
lei
qualche
volta
lo
fissava
con
quel
raggio
pacato
e
snervante
della
sua
pupilla
cerulea
,
ciò
che
faceva
delirare
il
povero
giovane
,
e
gli
faceva
seguire
,
coll
'
occhio
ardente
e
le
membra
convulse
,
quella
veste
fluttuante
che
armonizzavasi
sì
mirabilmente
ai
movimenti
pieni
di
seduzione
del
corpo
da
fata
)
o
al
teatro
dove
la
vedeva
splendere
di
tutto
il
prestigio
del
suo
lusso
,
profumata
da
quel
vapore
inebbriante
che
recano
la
bellezza
,
la
giovinezza
,
la
ricchezza
;
facendo
scintillare
la
luce
del
suo
sguardo
insieme
al
riflesso
dei
suoi
diamanti
;
armonizzando
la
bianchezza
vellutata
e
purissima
della
sua
pelle
alla
bianchezza
pallida
delle
perle
che
le
cingevano
il
collo
bellissimo
;
spesso
allegra
e
ridente
cogli
uomini
più
eleganti
e
più
alla
moda
,
appartenenti
alla
migliore
società
,
che
si
contendevano
un
posto
nel
suo
palchetto
;
spesso
a
metà
nascosta
nell
'
angolo
più
oscuro
della
loggia
,
colla
testolina
ricciuta
e
coronata
di
fiori
e
di
gemme
rovesciata
all
'
indietro
sulla
parete
,
con
quell
'
attitudine
abbandonata
cui
ella
sapeva
dare
tutto
quanto
vi
ha
d
'
attraente
nella
mollezza
,
d
'
irresistibile
nel
languore
;
e
vi
stava
ad
occhi
chiusi
,
come
dormendo
ed
assorbendo
con
maggior
squisitezza
di
voluttà
le
armonie
della
musica
che
avevano
il
potere
di
commuoverla
dippiù
.
Egli
passava
la
notte
sotto
i
veroni
di
lei
,
coll
'
occhio
fisso
su
quel
lume
che
rischiarava
la
sua
stanza
;
aspirando
,
con
terribile
voluttà
di
passione
(
ch
'
era
tanto
potente
da
sembrare
angoscia
qualche
volta
)
di
gelosia
,
ed
anche
di
dolore
,
tutti
i
rumori
più
insensibili
del
suo
passo
,
del
fruscio
della
sua
veste
,
tutte
le
emanazioni
della
donna
amata
,
i
minimi
suoni
del
suo
pianoforte
e
della
sua
voce
,
che
spesso
parlava
al
conte
di
quelle
parole
,
cui
rispondeva
,
come
un
'
eco
,
un
singhiozzo
dalla
strada
.
Egli
sapeva
l
'
ora
del
suo
levarsi
,
della
sua
toletta
,
del
suo
pranzo
,
della
sua
passeggiata
;
conosceva
il
modo
d
'
ondeggiare
delle
tende
quando
ella
vi
stava
dietro
,
il
rumore
delle
carrucole
della
poltroncina
che
la
sua
mano
indolente
tirava
a
sé
.
Era
un
martirio
spaventevole
che
s
'
imponeva
senza
saperlo
;
che
l
'
attraeva
però
col
fascino
del
precipizio
;
che
alimentava
il
parossismo
febbrile
,
il
quale
divorava
le
sue
forze
e
la
sua
vita
,
colle
sue
triste
gioie
,
coi
suoi
acri
godimenti
,
coi
suoi
sogni
febbricitanti
.
Alcune
volte
,
ritirandosi
ella
dopo
la
mezzanotte
,
a
piedi
,
accompagnata
[
dal
conte
e
]
da
due
o
tre
giovanotti
eleganti
che
la
corteggiavano
,
si
era
rivolta
verso
quell
'
uomo
,
seduto
sul
marciapiede
,
che
si
sarebbe
scambiato
con
un
mucchio
di
cenci
;
ed
il
conte
avea
rallentato
il
passo
per
meglio
osservarlo
.
Quando
ella
si
ritirava
in
carrozza
,
Pietro
osservava
,
qualche
volta
,
al
riverbero
dei
lampioni
della
carrozza
,
che
ella
,
mentre
scendeva
dal
montatoio
,
si
volgeva
con
curiosità
verso
l
'
angolo
ove
sapeva
di
dover
trovare
quello
strano
personaggio
che
la
prima
volta
avea
supposto
un
mendico
;
e
che
il
conte
si
fermava
innanzi
al
portone
qualche
minuto
per
guardarlo
.
Una
notte
,
negli
ultimi
di
settembre
,
verso
le
due
del
mattino
,
Pietro
aspettava
da
un
pezzo
la
contessa
che
era
andata
alla
serata
del
prefetto
.
Il
rumore
di
una
carrozza
,
che
si
avvicinava
al
gran
trotto
,
si
fece
udire
da
molto
lontano
per
le
strade
deserte
,
e
poco
dopo
il
legno
passò
dinanzi
al
nostro
protagonista
fermo
al
suo
solito
posto
.
Narcisa
ne
scese
più
lentamente
del
solito
,
e
scomparve
quasi
subito
insieme
al
conte
.
La
carrozza
ripartì
.
Pietro
udì
il
passo
leggero
di
lei
che
saliva
le
scale
,
accompagnato
dal
passo
più
pesante
dell
'
uomo
che
la
seguiva
;
udì
la
porta
che
si
apriva
a
riceverli
e
si
rinchiuse
poco
dopo
;
vide
che
nel
salotto
ove
abitualmente
dimorava
la
contessa
,
venivano
accresciuti
i
lumi
.
Poco
dopo
la
dolce
voce
di
Narcisa
,
col
suo
accento
molle
ed
armonioso
d
'
indefinibile
espressione
,
fece
battere
fortemente
il
cuore
del
povero
giovane
.
«
Mio
Dio
!
...
che
buio
!
...
Ma
dormono
tutti
in
questa
casa
stassera
!...»
Indi
alcuni
suoni
,
tratti
così
a
caso
dal
pianoforte
,
quasi
le
dita
cercassero
le
note
di
una
fantastica
melodia
,
che
si
stancarono
presto
a
riprodurre
e
che
diede
luogo
al
terzetto
finale
d
'
Ernani
,
anch
'
esso
poco
dopo
interrotto
,
colla
stessa
capricciosa
volubilità
,
per
un
valtzer
allora
in
gran
voga
:
Il
Bacio
,
di
Arditi
.
Però
sembrava
che
un
'
attitudine
estraordinaria
facesse
,
in
chi
suonava
,
supplire
a
tutte
le
lievi
imperfezioni
di
esecuzione
,
che
venivano
dalle
difficoltà
che
incontrava
,
con
una
espressione
molto
rara
,
che
traeva
degli
impeti
e
dei
fremiti
di
delirio
festevole
dalle
note
del
valtzer
e
faceva
piangere
con
quelle
del
melodramma
.
Giammai
a
Pietro
parve
di
avere
udito
armonia
come
quella
che
le
mani
della
donna
adorata
creavano
sui
tasti
d
'
avorio
,
nel
silenzio
profondo
di
quella
notte
,
profumata
dal
vicino
Laberinto
e
rischiarata
dalla
luna
.
Tutt
'
a
un
tratto
anche
il
valtzer
fu
interrotto
,
ed
il
giovane
udì
i
passi
di
lei
che
si
avvicinava
al
verone
,
e
vide
la
sua
ombra
che
intercettava
il
lume
che
ne
rischiarava
il
vano
.
Ella
si
appoggiò
all
'
inferriata
del
verone
,
colla
testa
fra
le
mani
,
perdendo
il
suo
sguardo
nell
'
orizzonte
.
La
luna
,
allora
nel
suo
più
alto
emisfero
,
la
circondava
quasi
in
un
trasparente
vapore
.
Un
'
altra
ombra
si
avanzò
e
le
si
mise
al
fianco
.
«
Perdio
!
»
,
disse
una
voce
secca
ed
orgogliosa
,
con
accento
toscano
,
che
Pietro
riconobbe
per
quella
del
conte
,
«
non
mi
leverò
mai
d
'
addosso
quest
'
accidente
!
»
Brusio
sentì
che
quelle
parole
erano
al
suo
indirizzo
,
e
il
sangue
gli
montò
al
viso
.
«
Che
dite
?
»
,
rispose
la
fresca
voce
della
contessa
,
sebbene
parlasse
pianissimo
.
«
Parlo
di
quell
'
importuno
che
sta
a
farci
la
spia
da
mane
a
sera
;
che
non
ci
lascia
un
'
ora
di
pace
...
e
che
credo
,
in
fede
mia
,
sia
pazzo
di
voi
...
»
La
contessa
alzò
le
spalle
con
un
moto
sprezzante
d
'
indifferenza
;
indi
mormorò
sbadatamente
,
colla
sua
voce
più
bella
e
più
calma
,
e
colla
più
completa
noncuranza
,
lasciando
il
verone
:
«
E
che
ci
ho
da
fare
io
se
quest
'
uomo
e
pazzo
?...»
.
Pietro
si
alzò
,
lento
,
come
se
le
gambe
gli
si
piegassero
sotto
,
sentendo
agghiacciarglisi
il
sudore
sulla
fronte
,
coi
denti
sbattenti
di
convulsione
.
Di
giorno
il
conte
sarebbe
rimasto
atterrito
dal
pallore
e
dall
'
alterazione
dei
lineamenti
di
lui
,
e
dal
sinistro
splendore
dei
suoi
occhi
ardenti
.
Egli
rimase
un
momento
immobile
,
annichilato
,
come
se
quella
bellissima
voce
di
donna
avesse
di
un
sol
colpo
reciso
i
muscoli
più
vitali
del
suo
cuore
.
Il
solo
rumore
che
si
udiva
era
quello
dei
suoi
denti
che
battevano
gli
uni
contro
gli
altri
.
«
Questa
donna
ha
ragione
!
»
,
mormorò
egli
quindi
colla
voce
rauca
,
stentando
a
proferire
le
parole
:
«
io
son
pazzo
!
...
son
pazzo
!
...
Sono
stato
vile
anche
!...»
.
E
partì
lentamente
,
quasi
strascinandosi
.
Non
avea
fatto
dieci
passi
che
udì
le
note
allegre
e
cristalline
del
valtzer
che
risuonavano
di
nuovo
.
Si
fermò
in
mezzo
alla
strada
,
a
guardare
un
'
ultima
volta
,
con
un
'
ineffabile
espressione
di
disperata
amarezza
,
quel
lume
che
splendeva
chiarissimo
in
quella
stanza
riboccante
d
'
armonia
;
si
levò
il
cappello
,
con
un
moto
istintivo
,
lento
,
quasi
solenne
,
esclamando
,
cogli
occhi
umidi
di
lagrime
infuocate
:
«
Addio
,
signora
!
...
Addio
!
»
.
Camminò
tentoni
,
barcollando
com
un
ubbriaco
,
fino
a
quando
stramazzò
,
privo
di
forze
,
singhiozzante
,
su
di
un
sedile
di
marmo
sotto
gli
alberi
del
Rinazzo
.
«
Oh
!
questo
valtzer
!
questo
valtzer
!
»
,
gridò
egli
smaniante
,
come
se
quelle
note
gli
percuotessero
sul
cervello
,
«
Dio
!
...
mi
pare
di
diventar
matto
davvero
...
Ah
!
...
ma
non
ha
dunque
nemmeno
un
pensiero
per
l
'
uomo
ch
'
è
pazzo
per
lei
,
questa
donna
?!!...»
E
partì
correndo
,
come
un
delirante
,
fuggendo
quei
suoni
,
che
sembravano
inseguirlo
nel
silenzio
della
contrada
.
Si
aggirò
quasi
tutta
la
notte
per
le
vie
più
solitarie
e
deserte
della
città
;
spesso
correndo
e
singhiozzando
disperatamente
,
spesso
lasciandosi
cadere
a
terra
,
sul
canto
di
una
via
,
quando
l
'
eccitazione
febbrile
che
l
'
agitava
gli
toglieva
le
forze
che
gli
aveva
dato
nel
suo
parossismo
.
Non
tenteremo
di
dare
un
'
idea
di
quelle
lagrime
roventi
che
lasciavano
solchi
sul
suo
volto
livido
ed
impastato
di
polvere
e
di
sudore
.
La
tempesta
violenta
che
mugghiava
in
quel
petto
gli
faceva
emettere
voci
tronche
,
gemiti
che
si
articolavano
come
parole
,
ma
in
mezzo
ai
quali
risuonava
sempre
un
grido
,
or
come
un
singhiozzo
,
or
come
un
'
invocazione
disperata
:
«
Narcisa
!
...
Narcisa
!...»
.
E
quando
le
sue
arterie
battevano
in
modo
da
rompersi
,
egli
si
afferrava
la
testa
fra
le
mani
,
e
tornava
a
correre
come
un
pazzo
,
fin
quando
la
stanchezza
fisica
lo
istupidiva
alla
lotta
terribile
delle
sue
passioni
.
Cominciava
ad
albeggiare
;
quell
'
incerto
crepuscolo
gli
ferì
gli
occhi
come
un
riverbero
infuocato
;
quella
vita
che
si
risvegliava
nella
grande
città
con
tutti
i
suoi
rumori
,
quella
luce
che
crescendo
gli
sembrava
rischiarasse
tutta
l
'
immensità
della
sua
disperazione
,
gli
parvero
odiose
...
a
lui
che
cercava
il
nulla
,
che
non
avea
pensato
al
suicidio
perché
odiava
troppo
ancora
per
essere
stanco
della
vita
.
Aprì
la
porta
di
strada
di
casa
sua
colla
doppia
chiave
che
recava
sempre
addosso
;
si
chiuse
nella
sua
camera
,
così
al
buio
;
e
si
buttò
sul
letto
,
vestito
com
'
era
,
lasciando
cadere
soltanto
in
un
angolo
il
suo
cappello
:
era
annichilato
.
La
stanchezza
fisica
e
la
morale
l
'
avevano
vinta
fors
'
anche
sulla
sua
disperazione
;
o
almeno
,
in
quel
punto
,
gliela
avevano
resa
meno
sensibile
.
Egli
si
addormentò
poco
dopo
di
un
sonno
agitato
,
febbrile
ed
interrotto
.
Sua
madre
,
che
all
'
alba
avea
lasciato
il
letto
,
dopo
una
notte
passata
fra
le
lagrime
,
e
stava
nel
salotto
che
precedeva
la
camera
di
lui
,
onde
vedere
se
almeno
fosse
rientrato
,
udì
a
lungo
gemiti
,
singhiozzi
,
rantoli
soffocati
,
che
si
mischiavano
alla
respirazione
affannosa
e
stentata
del
dormente
,
e
che
conturbavano
e
straziavano
il
suo
cuore
.
Questa
donna
,
coll
'
orecchio
fissato
sulla
toppa
dell
'
uscio
,
stette
quasi
un
giorno
intiero
ascoltando
con
angosciosa
ansietà
tutti
i
minimi
rumori
di
lui
e
cercando
d
'
indovinarli
.
Finalmente
,
verso
le
sette
di
sera
,
l
'
udì
levarsi
e
passeggiare
per
la
camera
.
Ella
ebbe
timore
,
sì
,
la
madre
che
comprendeva
come
qualche
cosa
di
terribile
passasse
nell
'
animo
del
figlio
,
e
lo
allontanasse
dalle
sue
consolazioni
e
fin
dalle
sue
lagrime
,
la
madre
ebbe
timore
che
questo
figlio
adorato
,
buono
un
tempo
ed
affettuoso
,
che
ella
non
riconosceva
più
ora
allo
sguardo
fosco
e
al
carattere
aspro
e
violento
,
non
commettesse
qualche
scena
brutale
se
si
fosse
accorto
di
essere
stato
spiato
.
Pietro
passeggiò
un
pezzo
per
la
camera
,
strascinandosi
o
camminando
a
salti
,
a
seconda
delle
istantanee
trasformazioni
che
subiva
il
corso
delle
sue
idee
;
odiando
quel
filo
di
luce
che
trapelava
dalle
commessure
delle
imposte
e
che
gli
provava
che
la
luce
illuminava
ancora
;
odiando
i
rumori
della
strada
che
gli
annunziavano
che
tutto
non
era
morto
o
almeno
in
lutto
come
il
suo
cuore
;
odiando
fin
anche
il
pensiero
di
esser
vicino
alla
sua
famiglia
,
quella
famiglia
che
avea
formato
il
suo
culto
e
per
la
quale
avrebbe
dato
altra
volta
tutto
il
suo
sangue
.
Poi
sedette
presso
il
tavolino
,
colla
testa
fra
le
mani
;
e
vi
stette
a
lungo
;
coll
'
occhio
arido
,
lucido
,
di
una
straordinaria
fissità
.
Una
febbre
ardente
faceva
vibrare
con
forza
le
sue
pulsazioni
;
allorché
sentì
battere
sì
violentemente
le
sue
arterie
ch
'
egli
ne
udiva
quasi
il
sordo
rumore
con
colpi
spessi
percossi
sul
cervello
;
allorché
sentì
sulle
palme
quel
fuoco
che
ardeva
la
sua
fronte
;
allorché
,
più
che
mai
,
intravide
dei
lucidi
bagliori
attraversargli
la
pupilla
con
un
solco
luminoso
,
che
nell
'
animo
tracciava
una
striscia
infuocata
fra
la
tempesta
delle
sue
passioni
,
dubitò
un
momento
che
fosse
pazzo
davvero
.
Egli
ebbe
paura
di
quest
'
idea
...
paura
di
non
esser
più
padrone
di
sé
,
della
sua
vita
,
nel
momento
che
sentiva
averne
maggior
bisogno
,
per
inebbriarsi
di
tutta
la
terribile
voluttà
di
quel
dolore
che
l
'
attaccava
alla
vita
istessa
;
ebbe
paura
di
abbandonare
questa
,
come
in
trastullo
,
agli
uomini
:
egli
si
fece
alcune
domande
che
erano
strazianti
nella
loro
calma
forzata
;
si
propose
ragionamenti
posati
che
tradivano
ancora
la
convulsione
dello
sforzo
che
erano
costati
,
dominando
l
'
uragano
che
tempestavagli
in
cuore
con
volontà
disperata
di
calma
,
per
convincersi
che
non
era
pazzo
...
poiché
egli
avea
paura
d
'
esserlo
...
poiché
egli
odiava
ferocemente
...
Udì
suonare
nove
ore
all
'
orologio
della
stanza
contingua
.
«
Vediamo
!
»
,
mormorò
egli
alzandosi
,
«
a
quest
'
ora
dev
'
essere
buio
...
Ho
tutta
la
mia
ragione
ancora
!
...
Che
vale
disperarsi
per
colei
?
...
quali
diritti
ne
ho
io
?
Siamo
uomini
,
perdio
!
...
come
dice
Raimondo
...
Ma
chi
dice
questo
spesso
è
segno
che
teme
di
non
esserlo
abbastanza
...
Non
è
vero
che
son
pazzo
!
...
Non
voglio
essere
pazzo
io
!
...
Ebbene
!
...
io
voglio
esser
uomo
!
...
sì
...
ho
la
testa
lucida
!
...
comprendo
che
bisogna
annegarne
la
memoria
...
annegarla
fra
il
vino
...
le
donne
...
l
'orgia!...»
Aprì
le
imposte
,
per
vedere
s
'
era
notte
davvero
:
era
buio
affatto
;
raccolse
il
cappello
da
terra
e
se
lo
calcò
sul
capo
senza
nemmeno
aggiustarsi
i
capelli
arruffati
e
appiccicati
col
sudore
sulla
fronte
,
ed
uscì
,
quasi
fuggendo
la
madre
che
udiva
camminare
nell
'
altra
stanza
.
V
Gli
parve
di
respirare
più
liberamente
quando
l
'
aria
aperta
lo
percosse
sul
volto
,
rinfrescando
il
calore
delle
sue
membra
ardenti
di
febbre
:
quella
dolce
sensazione
gli
parve
fargli
bene
.
Per
la
strada
Vittoria
scese
alla
Marina
.
A
misura
che
l
'
influenza
di
quella
bella
sera
s
'
insinuava
nel
suo
organismo
,
egli
sentiva
però
crescere
e
giganteggiare
un
fantasma
che
voleva
scacciare
con
tutte
le
forze
dell
'
essere
suo
...
che
l
'
atterriva
.
Sotto
il
Seminario
,
vicino
Porta
Marina
,
in
una
bottega
,
udì
i
suoni
di
alcuni
strumenti
da
fiato
e
da
corda
che
eseguivano
una
polka
,
e
i
passi
saltellanti
e
vigorosi
di
coloro
che
ballavano
.
«
Costoro
si
divertono
»
;
diss
'
egli
,
«
chi
sa
se
anch
'
io
vi
potrei
almeno
dimenticare
!...»
Fece
alcuni
passi
per
entrare
nella
bottega
di
tabacchi
che
precede
l
'
ignobile
sala
da
ballo
,
ma
non
ebbe
la
forza
di
farlo
.
L
'
istinto
,
l
'
abitudine
piuttosto
,
del
giovane
bene
educato
non
gli
permise
di
mischiarsi
senza
transazioni
a
quanto
vi
avea
d
'
impuro
e
d
'
abietto
in
quella
gentaglia
,
operai
d
'
infima
classe
,
lustrastivali
,
borsaiuoli
,
barcaiuoli
e
femmine
di
mala
vita
,
che
componevano
la
società
di
quel
ballo
.
«
Oh
!
stordirmi
!
stordirmi
!...»,
esclamò
egli
,
con
un
accento
quasi
doloroso
,
fermo
in
mezzo
al
viale
ove
avea
incontrato
Narcisa
e
questa
l
'
avea
guardato
.
E
partì
di
buon
passo
per
la
strada
Stesicorea
;
ai
Quattro
Cantoni
entrò
alla
Villa
di
Sicilia
.
Era
la
capitolazione
del
giovane
di
buona
famiglia
,
che
non
osava
ancora
penetrare
nella
taverna
per
ubbriacarsi
e
cercava
la
taverna
elegante
.
Al
garzone
,
che
gli
domandava
cosa
ordinasse
,
rispose
di
non
saperlo
,
di
recare
quel
che
voleva
,
come
per
esempio
un
'
insalata
,
purché
l
'
accompagnasse
di
una
bottiglia
di
marsala
.
Il
cameriere
guardò
sorpreso
quel
giovane
che
beveva
una
bottiglia
di
marsala
su
di
un
'
insalata
.
Pietro
fu
quasi
atterrito
,
quando
,
riflessa
dirimpetto
a
lui
,
su
di
uno
specchio
,
vide
una
sinistra
figura
da
spettro
,
col
cappello
ammaccato
,
i
capelli
incollati
e
cadenti
sul
volto
di
un
pallore
che
sembrava
terreo
,
magro
in
modo
da
far
luccicare
straordinariamente
il
bagliore
che
la
febbre
dava
ai
suoi
occhi
,
i
quali
sembravano
più
grandi
;
cogli
abiti
scomposti
;
egli
stentò
un
pezzo
a
riconoscere
se
stesso
,
e
finalmente
un
riso
amarissimo
errò
sulle
sue
labbra
violacee
.
Il
cameriere
gli
recò
quanto
avea
ordinato
;
egli
cominciò
a
bere
il
vino
senza
toccare
l
'
insalata
.
Allorché
sentì
i
polsi
battergli
più
forte
,
le
gote
animarsi
,
i
vapori
annebbiare
la
sua
testa
,
ancora
vertiginosa
,
egli
si
alzò
,
dopo
aver
pagato
lo
scotto
,
ed
uscì
.
«
Ora
andiamo
al
ballo
!
»
,
mormorò
con
triste
sarcasmo
;
«
forse
anch
'
ella
,
a
quest
'
ora
,
è
alla
sua
festa
!...»
E
scacciando
un
'
ultima
volta
quest
'
immagine
che
,
anche
fra
i
fumi
del
vino
,
anche
nel
momento
che
si
stordiva
per
non
vederla
e
che
la
fuggiva
nello
stravizzo
,
trovava
modo
d
'
inchiodarglisi
ferocemente
nel
cervello
,
egli
corse
alla
Marina
;
esitò
ancora
un
istante
prima
di
mettere
il
piede
su
quella
soglia
,
e
finalmente
entrò
nella
bottega
che
precedeva
lo
stanzone
ove
si
ballava
.
Fingendo
di
dover
comprare
sigari
,
domandò
a
colui
che
stava
al
banco
se
l
'
entrata
al
ballo
era
libera
per
tutti
,
pagando
;
colui
lo
squadrò
dal
capo
alle
piante
,
come
sorpreso
che
un
giovane
il
quale
indossava
abiti
piuttosto
eleganti
venisse
a
cercare
una
tal
festa
;
poi
,
alzando
le
spalle
con
ruvida
indifferenza
,
gli
rispose
con
un
cenno
del
capo
affermativo
.
Brusio
,
pagati
alla
porta
i
pochi
centesimi
che
davano
diritto
all
'
entrata
,
passò
nella
sala
da
ballo
.
Era
,
come
abbiamo
accennato
,
una
stanza
assai
grande
,
illuminata
da
lampade
ad
olio
,
con
alcune
panche
disposte
in
giro
alle
pareti
,
su
di
una
delle
quali
sedevano
un
contrabbasso
,
un
violino
ed
un
flauto
che
facevano
saltare
col
movimento
della
polka
una
ventina
di
ballerini
e
ballerine
.
La
vista
del
giovane
in
cappello
a
cilindro
fece
impressione
certamente
,
poiché
le
danze
furono
sospese
,
e
tutti
si
volsero
a
guardare
con
curiosità
il
nuovo
venuto
;
poco
dopo
incominciò
a
farsi
udire
un
mormorio
di
cattivo
augurio
contro
quell
'
importuno
che
veniva
a
disturbare
il
loro
passatempo
.
«
Egli
viene
a
ridere
di
noi
...
il
signorino
!
»
,
esclamò
una
delle
donne
,
che
si
appoggiava
alla
spalla
di
un
uomo
atletico
,
vestito
di
velluto
e
di
volto
assai
caratteristico
.
«
Noi
non
andiamo
a
mischiarci
alle
sue
smorfiose
...
quando
essi
si
divertono
!...»,
gridò
un
'
altra
.
«
Non
vogliamo
seccatori
qui
!
non
vogliamo
spie
!
»
,
urlò
una
terza
voce
.
«
Ora
vado
a
prendere
per
le
spalle
questo
piccino
e
te
lo
metto
fuori
»
,
disse
l
'
uomo
erculeo
alla
sua
donna
.
E
si
avanzò
,
col
cipiglio
arrogante
,
verso
il
Brusio
,
il
quale
ancora
esitava
ad
inoltrarsi
.
«
Che
vuoi
tu
?
»
,
gli
disse
colla
voce
dura
dell
'
imperio
che
esercitava
sui
suoi
compagni
quando
gli
fu
faccia
a
faccia
,
covrendolo
quasi
col
suo
largo
petto
e
la
sua
alta
statura
.
«
Non
ho
da
dirlo
a
te
,
né
a
nessuno
qui
!
»
,
rispose
il
giovane
,
irritato
,
quantunque
avvinazzato
,
da
quella
brutale
famigliarità
,
guardandolo
fisso
negli
occhi
.
«
Per
Cristo
!
non
hai
da
dirlo
a
me
?
»
,
rispose
sghignazzando
il
colosso
.
«
Ma
sai
che
qui
sei
in
casa
mia
,
e
che
se
ti
prendo
fra
l
'
indice
ed
il
pollice
ti
stritolo
?!...»
«
S
'
è
casa
tua
ci
resto
!
»
,
disse
Pietro
coll
'
ostinazione
dell
'
ubriachezza
o
del
puntiglio
giovanile
;
«
in
quanto
a
stritolarmi
,
provati
!
»
E
incrocicchiò
le
braccia
sul
petto
,
stendendo
un
passo
in
avanti
e
spostandosi
solidamente
sulle
sue
gambe
snelle
ma
nervose
,
come
se
aspettasse
l
'
assalto
.
L
'
altro
fece
ancora
un
passo
,
minacciandolo
dello
sguardo
più
che
del
gesto
,
con
la
bravata
audace
e
cinica
che
dà
la
coscienza
della
superiorità
fisica
in
tali
uomini
;
e
mormorò
,
con
voce
che
cominciava
ad
essere
rauca
d
'
ira
,
accostandosi
sin
quasi
a
toccarlo
col
petto
:
«
Vattene
!
»
.
«
No
!
»
,
rispose
Pietro
bruscamente
.
Il
gigante
stese
le
braccia
per
afferrarlo
;
le
braccia
muscolose
del
giovane
lo
ributtarono
due
o
tre
passi
all
'
indietro
con
un
vigore
che
il
bravaccio
non
avrebbe
mai
supposto
in
quel
corpo
magro
e
svelto
;
allora
mise
un
urlo
di
rabbia
:
l
'
urlo
della
iena
che
ha
sentito
pungersi
mentre
scherzava
;
e
afferrata
una
sedia
la
slogò
di
un
sol
colpo
sul
pavimento
,
tornando
quindi
verso
di
Brusio
con
la
sbarra
pesante
e
ruvida
fra
le
mani
,
che
brandiva
sulla
sua
testa
come
una
clava
.
Pietro
,
dal
canto
suo
,
fu
lesto
ad
impadronirsi
del
bastone
di
uno
dei
suonatori
,
che
si
erano
salvati
dietro
le
panche
,
e
a
pararsi
il
colpo
con
quello
.
Allora
cominciò
un
combattimento
accanito
e
feroce
fra
l
'
uomo
atletico
,
che
mugghiava
come
un
toro
ferito
per
la
rabbia
che
non
poteva
sfogare
,
rabbia
accresciuta
dalla
inopinata
resistenza
che
incontrava
e
che
gli
toglieva
il
prestigio
d
'
invincibilità
nell
'
opinione
dei
suoi
compagni
,
ed
il
giovane
alto
,
sottile
,
pallidissimo
,
colle
grosse
labbra
chiuse
e
sdegnose
,
l
'
occhio
scintillante
,
la
fronte
alquanto
calva
,
altiera
ed
impassibile
,
su
cui
si
appiccicavano
i
capelli
arruffati
e
si
schiacciava
il
suo
cappello
a
cilindro
.
Per
fortuna
Pietro
aveva
studiato
la
scherma
del
bastone
con
maggiore
attenzione
di
quanta
ne
avesse
messa
ad
ascoltare
le
lezioni
del
canonico
Russo
;
fu
perciò
col
massimo
piacere
degli
spettatori
,
comprese
le
femmine
,
che
questi
assistettero
a
quel
duello
singolare
fra
i
due
avversarii
degni
di
starsi
a
fronte
l
'
un
l
'
altro
;
essi
battevano
le
mani
ai
bei
colpi
,
e
incoraggiavano
con
acclamazioni
i
combattenti
.
Brusio
non
era
più
uno
straniero
per
loro
,
un
signorino
,
ora
che
maneggiava
sì
bene
il
bastone
.
L
'
uomo
vestito
di
velluto
avea
il
braccio
e
le
reni
solidi
come
bronzo
,
e
molta
abilità
in
questa
maniera
di
scherma
,
ciò
che
gli
faceva
menar
colpi
che
calavano
giù
rombando
terribilmente
;
il
giovane
però
,
se
non
avea
la
forza
muscolare
del
suo
avversario
,
lo
vinceva
nell
'
elasticità
e
sveltezza
dei
movimenti
e
nel
sangue
freddo
inalterabile
,
che
in
lui
era
uno
strano
effetto
della
collera
,
con
cui
aggiustava
i
suoi
colpi
e
parava
quelli
che
gli
venivano
.
Tutt
'
a
un
tratto
una
legnata
violenta
di
Brusio
spezzò
la
spada
colla
quale
il
bravaccio
parava
il
colpo
alla
testa
,
e
si
vide
quest
'
ultimo
stramazzare
a
terra
colle
braccia
stese
:
avea
il
cranio
spaccato
.
Successe
uno
straordinario
tafferuglio
:
alcuni
gridavano
evviva
,
altri
imprecavano
e
minacciavano
Pietro
più
seriamente
al
certo
di
quanto
fosse
stato
minacciato
sino
allora
,
poiché
nella
mezza
luce
si
vedevano
luccicare
lame
di
coltelli
affilati
.
«
Silenzio
,
canaglia
!
»
,
si
udì
gridare
una
voce
la
quale
avea
tutte
le
gradazioni
fra
quella
dell
'
uomo
e
quella
della
donna
,
«
questo
giovanotto
lo
proteggo
io
!
è
dei
nostri
!
...
Ha
cuore
e
pugno
...
Egli
vuol
essere
dei
nostri
,
giacché
è
venuto
;
non
è
vero
?
»
«
No
!
no
!
Sì
!
sì
!
»
,
urlarono
alcune
voci
avvinazzate
:
«
Non
vogliamo
cappelli
!
non
vogliamo
signorini
!...»;
«
Viva
il
signorino
!
egli
ha
il
pugno
di
ferro
;
egli
ha
vinto
Nicola
!
»
.
Nulla
avrebbe
potuto
sedare
quello
schiamazzo
,
e
Pietro
avrebbe
corso
fors
'
anche
il
più
grave
pericolo
,
minacciato
dalla
vendetta
degli
amici
del
caduto
,
quantunque
difeso
anche
dal
piccol
numero
dei
suoi
ammiratori
;
un
altro
combattimento
,
in
più
grandi
proporzioni
,
era
almeno
imminente
,
se
non
fosse
entrato
in
quel
punto
il
padrone
dello
stabilimento
;
il
quale
,
impassibile
sin
'
allora
a
quanto
era
avvenuto
,
dietro
il
suo
banco
della
prima
camera
,
accorreva
dimostrando
nel
gesto
e
nella
fisonomia
l
'
importanza
della
notizia
che
recava
:
«
I
carabinieri
!
»
,
diss
'
egli
.
«
I
carabinieri
!
»
fu
gridato
da
ogni
parte
.
E
tosto
amici
e
nemici
si
fusero
in
un
lodevole
accordo
a
nascondere
in
uno
stanzino
il
mal
capitato
Nicola
,
cui
,
quantunque
fosse
rinvenuto
e
mandasse
lamentevoli
gemiti
,
nessuno
avea
badato
,
a
lavare
il
pavimento
lordo
di
sangue
,
e
a
tirare
i
suonatori
da
sotto
le
panche
.
«
La
Fasola
!
la
Fasola
!
»
,
fu
gridato
da
tutti
.
Venti
braccia
soffocarono
Pietro
in
un
energico
amplesso
;
e
venti
voci
,
anche
di
quelle
che
avevano
minacciata
la
sua
vita
un
momento
innanzi
,
gli
susurrarono
:
«
Siamo
amici
,
non
è
vero
?
Sei
dei
nostri
!
...
Vuoi
essere
dei
nostri
?
»
.
«
Sì
,
son
dei
vostri
!
...
amici
!
tutti
amici
!
»
,
rispose
Pietro
,
urlando
tanto
forte
da
cercare
di
soffocare
le
stesse
parole
che
proferiva
;
stendendo
le
mani
alle
venti
mani
nere
e
callose
che
gli
venivano
stese
,
onde
stordire
tutto
quello
che
sentiva
d
'
ignobile
,
di
ributtante
,
di
vile
in
quell
'
accozzaglia
alla
quale
veniva
a
domandare
le
sue
distrazioni
;
ballando
anche
lui
quella
ridda
infernale
sul
sangue
versato
da
poco
e
ancora
tiepido
...
Egli
,
a
misura
che
le
acri
esalazioni
di
quei
cenci
e
di
quei
corpi
,
e
l
'
esaltazione
avvinazzata
di
quel
tripudio
cominciarono
ad
offuscargli
il
cervello
,
come
il
marsala
non
aveva
potuto
fare
;
egli
,
che
aveva
avuto
ribrezzo
a
toccare
la
mano
di
quella
femmina
,
spudorata
corifea
della
festa
,
ch
'
era
stata
la
donna
di
Nicola
,
cominciò
a
saltare
più
furiosamente
degli
altri
,
e
stringersi
più
ebbro
quell
'
abbietta
creatura
fra
le
braccia
.
Due
ore
dopo
mezzanotte
egli
usciva
stordito
,
briaco
da
quell
'
orgia
;
ancora
sbalordito
dal
baccano
che
avea
fatto
il
suo
cuore
;
mormorando
come
per
illudersi
anche
in
quel
momento
:
«
Oh
!
la
vita
!
...
Questa
è
la
vita
!
...
Donne
e
vino
!
...
Viva
l
'
allegria
!
»
.
Da
quel
giorno
,
o
piuttosto
da
quella
notte
,
Pietro
Brusio
cominciò
una
vita
indegna
ed
abbietta
,
di
cui
egli
cercava
occupare
tutti
gli
istanti
con
gli
eccessi
più
sfrenati
,
per
non
darsi
il
tempo
neanche
di
vedere
dov
'
era
caduto
.
Egli
faceva
sforzi
sovrumani
per
annegare
nel
frastuono
,
nell
'
ubbriachezza
,
quanto
sentiva
ancora
di
elevato
e
di
nobile
nel
suo
cuore
,
che
gli
rimproverava
come
un
rimorso
la
vita
che
menava
,
e
gli
faceva
pensare
spesso
,
malgrado
la
sua
disperata
volontà
,
malgrado
gli
eccessi
a
cui
ricorreva
,
a
quella
donna
fatale
di
cui
malediva
la
memoria
.
Spesso
fra
le
orgie
più
impure
,
nell
'
ubbriachezza
più
profonda
,
egli
rimaneva
in
disparte
,
muto
,
pallido
,
coll
'
occhio
fisso
e
pensieroso
.
Spesso
,
al
contrario
,
stringendosi
una
di
quelle
femmine
da
trivio
fra
le
braccia
egli
mormorava
un
nome
cogli
occhi
umidi
di
lagrime
:
ciò
che
rendeva
dapprincipio
attoniti
,
e
faceva
ridere
dappoi
i
suoi
compagni
di
stravizzo
.
Egli
logorava
la
giovinezza
del
suo
cuore
e
del
suo
corpo
in
questa
vita
febbrile
,
divorante
,
che
s
'
era
imposta
;
fuggiva
lo
sguardo
della
madre
e
delle
sorelle
come
se
avesse
temuto
di
contaminarle
col
suo
,
come
se
avesse
temuto
che
la
muta
eloquenza
dell
'
occhio
umido
della
madre
gli
facesse
sentire
tutta
l
'
infamia
dell
'
abbiettezza
in
cui
affogava
le
sue
memorie
e
il
suo
amore
,
che
provava
ancora
rigoglioso
e
potente
.
Fuggiva
gli
amici
di
una
volta
,
che
forse
avrebbero
potuto
rimproverarlo
col
loro
freddo
contegno
;
[
fuggiva
sin
anche
]
Raimondo
,
cui
non
si
sentiva
bastante
coraggio
di
avvicinare
.
Siamo
al
Giovedì
Grasso
.
Brusio
ha
passato
più
di
quattro
mesi
di
questa
vita
;
è
divenuto
il
corifeo
di
questa
canaglia
composta
di
femmine
da
trivio
e
di
uomini
perduti
;
e
in
quella
sera
,
tutti
mascherati
in
modo
poveramente
e
orribilmente
grottesco
,
vanno
al
Teatro
a
farvi
pompa
del
cinismo
del
vizio
,
della
brutalità
della
violenza
,
della
petulanza
della
miseria
colpevole
;
occupando
la
galleria
,
ove
mangiano
,
bevono
,
contendono
ed
urlano
anche
nel
tempo
della
rappresentazione
,
malgrado
la
presenza
delle
numerose
Guardie
di
Pubblica
Sicurezza
e
dei
Reali
Carabinieri
.
Dopo
la
recita
aspettano
l
'
apertura
del
ballo
mascherato
per
lanciarsi
,
coi
loro
costumi
sudici
,
in
mezzo
alla
platea
,
per
mischiarsi
a
quella
società
elegante
che
non
sentonsi
in
diritto
d
'
avvicinare
coi
loro
cenci
,
e
per
farlo
ne
cercano
il
coraggio
nell
'
ebbrezza
,
nell
'
esaltazione
e
negli
eccessi
.
Brusio
,
in
prima
fila
fra
di
essi
,
sul
proscenio
,
indossando
un
travestimento
tutto
suo
,
composto
di
cappuccio
,
casacca
e
pantaloni
di
pelle
di
montone
(
vestito
che
egli
avea
denominato
da
orso
)
,
si
occupava
metodicamente
a
dar
fiato
ad
un
enorme
corno
ad
ogni
scena
nuova
;
e
le
rimostranze
delle
guardie
di
Questura
erano
soffocate
dagli
urli
,
dai
suoni
di
trombe
e
di
campane
e
dai
fischi
della
mascherata
numerosa
che
gli
faceva
codazzo
.
Poco
prima
di
mezzanotte
fu
aperto
il
ballo
.
Quella
folla
ululante
irruppe
come
un
torrente
limaccioso
nella
sala
.
I
palchetti
erano
gremiti
di
elegantissime
dame
e
di
signori
mascherati
con
lusso
.
Poco
dopo
si
aprì
l
'
uscio
di
un
palchetto
di
seconda
fila
ed
entrò
la
contessa
di
Prato
,
mascherata
da
baccante
,
accompagnata
dal
marito
e
da
un
bel
giovanotto
biondo
,
sottotenente
negli
Usseri
di
Piacenza
,
che
le
tolse
dalle
spalle
la
mantelletta
Fatma
di
peluscio
.
Giammai
la
signora
aveva
brillato
di
tutta
la
pompa
affascinante
delle
sue
seduzioni
irresistibili
,
come
quando
si
avanzò
sul
parapetto
della
loggia
colle
braccia
,
le
spalle
ed
il
petto
nudi
nel
suo
abito
diafano
di
velo
,
col
suo
sorriso
sulle
labbra
,
con
quel
piccolo
grappolo
d
'
uva
e
quell
'
unica
foglia
verde
a
metà
nascosti
tra
i
riflessi
cenerognoli
de
'
suoi
capelli
neri
,
che
vi
si
inanellavano
attorno
alla
fronte
e
le
cadevano
mollemente
sul
collo
.
Pietro
non
alzò
nemmeno
gli
occhi
verso
i
palchetti
.
Non
osava
di
farlo
,
di
dissipare
forse
collo
spettacolo
di
quella
profusione
di
eleganze
e
di
bellezze
che
ornavano
le
loggie
,
il
denso
vapore
avvinazzato
e
fangoso
in
cui
si
avvolgeva
;
non
osava
d
'
incontrare
un
viso
ch
'
egli
non
voleva
vedere
per
non
avere
a
dubitare
un
'
altra
volta
della
sua
ragione
.
L
'
orchestra
suonava
un
valtzer
;
la
folla
avea
incominciato
a
ballarlo
gesticolando
e
gridando
.
Tutt
'
a
un
tratto
fu
veduta
una
figura
umana
,
imbacuccata
in
pelli
nere
che
la
facevano
mostruosa
,
montare
di
un
salto
sul
palcoscenico
,
e
gridare
colla
sua
voce
più
forte
,
stendendo
il
braccio
con
un
gesto
imperioso
verso
l
'
orchestra
:
«
Abbasso
il
valtzer
!
Non
vogliamo
valtzer
!
Non
vogliamo
balli
aristocratici
...
Vogliamo
la
Fasola
!...»
.
Quella
voce
che
comandava
,
quel
gesto
che
imponeva
fecero
fermare
i
ballerini
che
danzavano
e
i
professori
che
suonavano
;
e
cominciò
un
immenso
frastuono
.
Dai
palchi
partirono
alcuni
fischi
acutissimi
,
tratti
certamente
con
l
'
aiuto
delle
chiavi
.
Allora
quell
'
uomo
,
quel
mostro
,
alzò
la
testa
orribile
a
vedersi
col
suo
pallore
cadaverico
sui
suoi
lineamenti
dimagriti
,
collo
scintillare
dei
suoi
occhi
infuocati
fra
i
peli
che
gli
cadevano
dal
cappuccio
sulla
fronte
;
e
quello
sguardo
che
fissò
su
quei
cavalieri
giovani
,
ricchi
,
eleganti
;
su
quelle
mani
in
guanti
bianchi
che
si
sporgevano
fuori
dei
palchi
ad
imporgli
silenzio
;
su
quelle
signore
belle
,
profumate
,
splendenti
di
gemme
;
su
quella
folla
dorata
che
faceva
il
più
vivo
contrasto
con
quella
brutta
,
cinica
,
briaca
,
cenciosa
,
che
l
'
accompagnava
,
quello
sguardo
fu
d
'
odio
immenso
,
indicibile
,
e
anche
di
feroce
vendetta
.
«
Abbasso
gli
aristocratici
!
»
,
gridò
egli
,
Pietro
,
il
giovane
aristocratico
per
istinto
;
«
abbasso
i
guanti
bianchi
!
Vogliamo
la
Fasola
!
Suonate
la
Fasola
!
»
A
quelle
parole
successe
un
immenso
schiamazzo
di
urli
che
applaudivano
alle
sue
parole
e
chiamavano
la
Fasola
,
questa
danza
popolare
.
I
carabinieri
,
quantunque
avessero
spiegato
la
massima
energia
nel
cercare
di
calmare
l
'
effervescenza
,
erano
in
troppo
piccol
numero
per
imporsi
a
quella
folla
resa
audace
dalla
sua
istessa
insolenza
;
finalmente
si
fece
venire
il
picchetto
di
Guardia
Nazionale
ch
'
era
alla
porta
.
In
questa
una
fischiata
solenne
e
generale
,
partita
dai
palchi
,
sembrò
sfidare
la
collera
di
quella
gentaglia
irritata
:
le
mani
inguantate
di
bianco
non
volevano
lasciarsi
sopraffare
dalle
mani
nere
e
callose
.
Nella
platea
scoppiò
un
grido
generale
di
rabbia
.
Alcune
signore
svennero
allo
spettacolo
di
quella
folla
urlante
che
levava
braccia
nere
e
facce
infuocate
e
furibonde
,
come
ad
imprecare
,
verso
i
palchetti
,
e
in
mezzo
alla
quale
scintillavano
alcuni
ferri
aguzzi
.
I
carabinieri
misero
le
mani
sui
revolvers
,
e
la
Guardia
Nazionale
entrò
nella
sala
colle
baionette
in
canna
.
Rinunziamo
a
descrivere
lo
stato
d
'
esasperazione
di
Brusio
a
quella
sfida
imprudente
che
l
'
aveva
percosso
come
uno
schiaffo
;
egli
saltò
in
mezzo
alla
folla
gridando
:
«
Ora
faccio
scendere
tutta
questa
canaglia
coi
guanti
a
ballare
la
Fasola
con
noi
!
Vado
a
prenderveli
per
le
orecchie
!
»
.
E
si
fece
largo
in
mezzo
alla
calca
.
Nessuno
,
né
carabinieri
,
né
Guardia
Nazionale
badarono
a
quell
'
uomo
che
usciva
,
a
quella
jena
assetata
di
vendetta
,
che
spingeva
in
avanti
il
collo
anelante
come
un
animale
sitibondo
.
In
due
salti
egli
fu
sulla
scala
del
second
'
ordine
,
e
si
avanzò
pel
corridoio
.
Tutt
'
a
un
tratto
egli
si
fermò
,
come
percosso
dal
fulmine
,
coll
'
occhio
smarrito
,
col
volto
pallido
e
convulso
:
si
era
trovaro
faccia
a
faccia
a
Narcisa
,
che
partiva
dal
Teatro
,
spaventata
di
quel
frastuono
.
La
contessa
aveva
messo
un
grido
nel
vedere
quell
'
uomo
che
correva
come
un
pazzo
contro
di
lei
,
facendo
scintillare
nel
suo
pugno
la
lama
larghissima
di
un
coltello
a
manico
;
quella
figura
informe
ed
orrenda
sotto
le
pelli
che
la
coprivano
,
della
quale
gli
occhi
soltanto
luccicavano
come
due
carbonchi
sul
volto
che
sembrava
una
maschera
di
cera
gialla
.
Ella
si
era
stretta
contro
la
parete
,
aggrappandosi
al
braccio
del
conte
,
come
per
farsene
schermo
.
Pietro
aveva
avuto
uno
sguardo
,
un
solo
,
per
lei
;
il
coltello
gli
era
caduto
di
mano
;
poi
era
fuggito
,
correndo
a
salti
,
urlando
disperatamente
,
come
l
'
animale
che
voleva
figurare
.
«
Oh
!
questa
donna
!
questa
donna
!
...
questo
demonio
!
»
,
gridava
egli
,
correndo
all
'
impazzata
pel
Molo
.
Si
fermò
sull
'
ultimo
limite
di
questo
,
quando
non
vide
più
dinanzi
a
sé
che
il
mare
bruno
ed
immenso
,
su
cui
scintillavano
le
stelle
.
Fissò
uno
sguardo
ebete
,
smarrito
su
quella
superficie
che
si
stendeva
a
perdita
di
vista
,
luccicante
di
riflessi
fosforici
;
su
quelle
stelle
che
splendevano
sulla
sua
testa
...
Due
o
tre
volte
avanzò
il
passo
verso
quell
'
abisso
che
poteva
inghiottire
la
sua
vita
coi
suoi
vortici
spumeggianti
;
e
ciascuna
volta
egli
sentì
una
forza
che
l
'
afferrava
e
lo
tratteneva
...
Finalmente
cadde
accosciato
sul
suolo
umido
e
spazzato
qualche
volta
dalle
onde
,
prorompendo
in
lagrime
amare
,
ardenti
,
ma
non
più
disperate
.
Egli
pianse
a
lungo
:
quel
pianto
,
che
non
aveva
potuto
versare
da
circa
cinque
mesi
,
forse
lo
salvò
.
«
Questa
donna
ha
ragione
»
,
mormorò
quando
fu
calmo
,
come
aveva
detto
allorquando
gli
era
parso
che
il
suo
cuore
si
fosse
spezzato
:
«
quali
diritti
ho
io
al
suo
amore
,
alla
sua
attenzione
,
fin
'
anche
?
...
Io
,
Pietro
Brusio
!
...
Ma
io
voglio
averli
,
questi
diritti
che
Dio
m
'
ha
dato
,
che
in
un
istante
di
scoraggiamento
io
ho
sconosciuto
,
ho
ripudiato
,
ma
che
sento
in
me
...
Questa
donna
anderà
superba
un
giorno
dell
'
amore
di
Pietro
Brusio
!
!
»
.
E
rialzando
la
testa
,
quasi
lieto
ed
altiero
di
quel
nuovo
indirizzo
che
dava
alla
sua
vita
,
di
quell
'
espiazione
che
s
'
imponeva
del
passato
,
della
speranza
che
gli
brillava
negli
occhi
ridenti
,
guardò
il
cielo
quasi
calmo
,
quasi
giocondo
ora
.
Si
alzò
,
e
con
passo
fermo
s
'
incamminò
verso
la
sua
casa
.
Egli
andò
ad
abbracciare
la
madre
nel
letto
,
come
per
darle
la
lieta
notizia
,
mescolando
le
sue
lagrime
a
quelle
di
gioia
di
lei
,
che
ritrovava
il
figlio
suo
;
e
dandole
la
sola
spiegazione
della
metamorfosi
che
uno
sguardo
ed
un
pensiero
avevano
potuto
operare
in
lui
con
queste
sole
parole
:
«
Perdonami
,
madre
mia
!
...
perdonami
!
»
.
Due
mesi
intieri
ebbe
la
forza
di
non
cercare
Narcisa
,
di
non
vederla
.
Usciva
di
rado
,
la
sera
;
e
sempre
in
compagnia
di
sua
madre
e
delle
sue
sorelle
.
L
'
aveva
dimenticata
?
No
!
Egli
aveva
tal
forza
perché
viveva
per
lei
,
con
lei
,
in
lei
;
perché
tutta
la
sua
vita
era
ormai
Narcisa
.
Egli
lavorava
con
un
entusiasmo
quasi
accanito
,
con
una
lena
che
soltanto
poteva
dargli
l
'
esaltazione
in
cui
si
trovava
;
e
fece
passare
tutto
il
suo
cuore
nell
'
opera
sua
.
Due
mesi
dopo
avea
finito
un
dramma
che
rileggeva
cogli
occhi
brillanti
di
sorriso
;
del
quale
era
contento
;
che
amava
quasi
di
una
parte
dell
'
amore
di
cui
amava
Narcisa
;
che
amava
come
un
'
emanazione
di
lei
.
Quando
egli
fu
soddisfatto
dell
'
opera
sua
,
di
se
stesso
;
quand
'
egli
si
sentì
più
vicino
a
Narcisa
,
allora
la
cercò
.
La
sua
casa
era
deserta
e
le
imposte
dei
veroni
chiuse
.
La
cercò
inutilmente
otto
giorni
pei
passeggi
e
al
Teatro
;
ne
domandò
agli
amici
:
nessuno
l
'
avea
più
veduta
.
Risoluto
di
trovarla
ad
ogni
costo
andò
a
far
visita
in
casa
A
*
*
*
e
colla
signora
condusse
il
discorso
sino
alla
contessa
.
«
A
proposito
,
che
n
'
è
di
lei
?
»
,
domandò
.
«
Credevo
che
lo
sapeste
,
voi
suo
amante
:
è
partita
.
»
«
Partita
!
»
«
Sì
,
da
venti
giorni
.
»
«
E
per
dove
?
»
«
Per
Napoli
.
»
«
Anderò
a
Napoli
!
»
,
disse
a
se
stesso
Brusio
.
VI
Parecchie
settimane
dopo
,
in
Napoli
,
ad
una
delle
serate
che
dava
il
barone
di
Monterosso
,
noi
ritroviamo
Narcisa
,
accompagnata
dal
marito
e
dal
giovanotto
ufficiale
di
cavalleria
negli
Usseri
,
che
abbiamo
incontrato
con
lei
a
Catania
.
Il
sottotenente
,
che
apparteneva
ad
una
delle
più
nobili
famiglie
del
Napoletano
,
l
'
avea
presentata
ad
una
signora
di
mezza
età
,
la
quale
recava
con
tutta
disinvoltura
gli
occhiali
sul
naso
,
appartenente
anch
'
essa
alla
più
alta
società
e
che
col
suo
ingegno
si
è
fatto
un
nome
che
comincia
ad
esser
celebre
anche
fuori
d
'
Italia
.
Le
due
donne
,
l
'
una
circondata
e
adulata
pel
potere
dei
suoi
vezzi
,
l
'
altra
pel
prestigio
del
suo
nome
,
sedevano
l
'
una
presso
all
'
altra
su
di
un
canapè
,
accerchiate
da
uno
stuolo
di
cortigiani
.
Il
barone
di
Monterosso
venne
a
complimentare
la
signora
contessa
R
*
*
*
,
e
a
dire
anche
due
parole
d
'
occasione
a
Narcisa
.
«
Avrò
la
fortuna
,
signora
contessa
»
,
disse
,
parlando
alla
donna
matura
,
«
di
presentarle
stasera
un
uomo
,
che
,
ancora
giovanissimo
,
si
è
aperta
diggià
la
più
brillante
carriera
nella
letteratura
drammatica
.
»
«
L
'
autore
di
Gilberto
forse
?
»
,
domandò
la
signora
.
«
Lo
conosce
?
»
«
No
;
ne
ho
udito
semplicemente
parlare
;
è
un
dramma
che
ha
incontrato
moltissimo
,
a
quel
che
pare
;
e
di
cui
i
giornali
si
sono
disputati
i
meriti
con
quell
'
accanimento
che
dà
sempre
della
rinomanza
all
'
autore
.
È
napoletano
?
»
«
È
siciliano
;
si
chiama
Pietro
Brusio
.
»
«
Brusio
?
...
Non
ho
mai
udito
questo
nome
...
»
«
Fra
otto
giorni
questo
nome
sarà
pronunziato
come
quello
di
Giacometti
e
di
Gherardi
del
Testa
.
»
«
È
una
celebrità
in
erba
,
dunque
?
»
«
Sì
,
signora
contessa
:
una
celebrità
che
nasce
,
ma
in
mezzo
ad
una
splendida
aurora
.
Il
suo
dramma
è
stato
replicato
quattro
volte
a
richiesta
,
e
domani
fu
desiderato
per
la
quinta
;
l
'
impresario
glielo
ha
pagato
come
non
si
sogliono
pagare
quasi
mai
le
produzioni
letterarie
in
ltalia
,
e
l
'
ha
impegnato
a
scrivere
pei
Fiorentini
con
un
appuntamento
che
lo
farà
vivere
da
signore
.
»
«
Domani
andrò
ai
Fiorentini
»
,
disse
la
dama
,
«
stasera
mi
presenti
il
suo
protetto
;
lo
pregherò
di
passare
da
me
le
sere
in
cui
ricevo
.
»
Il
barone
s
'
inchinò
allontanandosi
per
dar
retta
ad
altri
invitati
.
Narcisa
ballò
come
una
silfide
e
confessò
al
suo
cavaliere
di
mai
essersi
divertita
come
in
quella
sera
.
Verso
mezzanotte
il
barone
si
avvicinò
di
nuovo
al
divano
ove
sedevano
Narcisa
e
la
contessa
,
accompagnato
da
un
giovane
alto
e
bruno
,
di
cui
l
'
espressione
fredda
,
altiera
e
quasi
severa
era
appena
temperata
dal
contegno
grazioso
che
gl
'
imponeva
l
'
atto
che
andava
a
compiere
.
«
Mi
permetta
,
signora
contessa
R
*
*
*
»
,
disse
il
barone
con
il
garbo
di
un
uomo
di
società
,
«
che
abbia
l
'
onore
di
presentarle
il
signor
Pietro
Brusio
,
il
giovane
autore
di
cui
le
feci
parola
.
»
Pietro
s
'
inchinò
in
silenzio
,
mentre
la
dama
originale
l
'
esaminava
con
tutta
flemma
,
attraverso
gli
occhiali
,
dal
capo
alle
piante
e
gli
faceva
i
complimenti
d
'
uso
.
Anche
Narcisa
esaminava
il
nuovo
arrivato
con
una
curiosità
che
andò
a
finire
nella
maggior
sorpresa
.
Ella
stentò
a
riconoscere
il
giovane
incognito
che
a
Catania
incontrava
ad
ogni
passo
,
divorando
degli
occhi
il
suo
sguardo
,
e
che
passava
le
notti
sul
marciapiede
dirimpetto
alla
sua
casa
,
in
quel
giovane
che
le
stava
dinanzi
con
la
fronte
nobile
,
quantunque
solcata
dalle
febbrili
emozioni
della
creazione
,
e
dai
delirii
sublimi
del
pensiero
;
coi
lineamenti
sbattuti
dalle
fatiche
del
lavoro
,
dalle
lotte
ardenti
dell
'
idea
,
che
aveva
sentita
immensa
,
colla
forma
,
che
spesso
non
sentiva
abbastanza
.
Egli
avea
l
'
occhio
brillante
della
confidenza
che
dà
la
giovinezza
e
l
'
avvenire
,
quando
si
affaccia
ridente
;
il
suo
vestito
irreprensibile
sviluppava
la
forte
e
maschia
eleganza
del
corpo
;
si
presentava
con
tutta
la
grazia
di
un
abituato
alle
più
aristocratiche
riunioni
.
Ciò
che
più
di
ogni
cosa
servì
a
farglielo
riconoscere
,
meglio
che
l
'
altiero
portamento
della
fronte
,
ch
'
egli
non
avea
saputo
rendere
grazioso
in
quel
momento
come
il
sorriso
a
cui
aveva
forzato
il
suo
labbro
sdegnoso
nel
presentarsi
alla
contessa
R
*
*
*
,
fu
questo
.
La
contessa
gli
parlava
con
la
famigliarità
che
dà
la
parentela
del
genio
,
e
gli
stringeva
la
mano
.
Il
cerchio
degli
ammiratori
di
lei
gli
si
affollava
d
'
attorno
,
e
lo
guardava
con
occhio
invidioso
.
Tutt
'
a
un
tratto
ella
lo
vide
diventar
pallido
come
un
cadavere
,
e
dirizzarsi
sulla
persona
con
un
movimento
macchinale
che
non
seppe
padroneggiare
;
e
ciò
fu
quando
il
barone
(
ch
'
era
rimasto
al
suo
fianco
frapponendosi
fra
di
lui
e
Narcisa
)
si
allontanò
.
Pietro
aveva
veduto
la
contessa
di
Prato
,
alla
quale
il
sottotenente
dirigeva
un
complimento
ch
'
ella
non
ascoltava
.
Brusio
rimase
un
momento
immobile
,
senza
poter
parlare
,
cogli
occhi
,
che
si
erano
fatti
di
una
sorprendente
lucidità
,
fissi
in
quelli
di
lei
,
mentre
una
leggiera
convulsione
faceva
tremare
sul
suo
labbro
superiore
i
baffi
castagni
.
La
signora
R
*
*
*
,
che
gli
parlava
in
quel
momento
,
fu
sorpresa
di
non
avere
risposta
,
e
lo
guardò
con
curiosità
.
Pietro
staccò
quasi
con
isforzo
gli
occhi
da
quelli
di
Narcisa
,
che
lo
fissavano
col
loro
sguardo
limpido
e
chiaro
,
per
volgerli
all
'
ufficiale
,
che
anch
'
esso
lo
guardava
sorpreso
,
arricciandosi
le
basette
.
Egli
fu
freddo
,
distratto
,
impacciato
tutto
il
tempo
che
rimase
a
discorrere
colla
donna
celebre
.
Quando
questa
gli
parlava
dello
splendido
avvenire
che
la
riuscita
della
sua
produzione
l
'
autorizzava
ad
aspettarsi
,
rispose
tristamente
:
«
Forse
,
signora
contessa
,
giammai
in
tutta
la
mia
vita
potrò
compiere
un
lavoro
come
quello
che
scrissi
in
otto
giorni
,
e
al
quale
il
pubblico
ha
avuto
la
bontà
di
fare
buon
viso
»
.
«
È
solo
modestia
che
le
fa
dir
ciò
?
»
«
No
,
signora
;
forse
è
presentimento
.
»
«
Bisognerebbe
,
in
tal
caso
,
non
ammettere
questo
dramma
come
parto
del
suo
ingegno
,
ma
piuttosto
...
»
«
Del
cuore
?
»
,
interruppe
il
giovane
;
«
sì
,
signora
!
»
.
«
Ella
ha
ragione
:
in
un
momento
di
passione
si
possono
operar
miracoli
che
parrebbero
impossibili
a
tentarsi
un
minuto
dopo
.
Pel
bene
del
suo
avvenire
voglio
augurarmi
che
tale
non
sia
il
suo
Gilberto
.
»
«
Chi
lo
sa
?
»
E
lo
sguardo
del
giovane
,
che
s
'
inchinava
per
allontanarsi
,
incontrò
quello
di
Narcisa
fisso
su
di
lui
con
un
'
espressione
che
dimostrava
più
della
semplice
curiosità
.
Si
ordinavano
le
coppie
per
un
valtzer
;
e
l
'
ufficiale
venne
a
presentare
il
suo
braccio
a
Narcisa
,
che
vi
abbandonò
il
suo
corpo
flessibile
,
splendida
di
tutta
la
sua
strana
bellezza
;
coi
capelli
,
intrecciati
di
perle
,
cadenti
sulle
spalle
bianchissime
e
vellutate
;
col
bel
seno
anelante
sotto
il
velo
ed
il
merletto
che
lo
copriva
;
col
suo
sorriso
indefinibile
sulle
labbra
,
e
gli
occhi
che
,
senza
esser
brillanti
,
avevano
un
'
onda
di
voluttà
nei
loro
raggi
.
Ella
si
avanzò
lentamente
,
mollemente
,
come
immedesimandosi
al
corpo
dell
'
uomo
a
cui
si
accompagnava
,
con
un
inimitabile
movimento
del
suo
collo
da
cigno
,
quasi
le
perle
e
i
fiori
che
s
'
intrecciavano
ai
suoi
capelli
,
e
il
volume
di
questi
,
fossero
troppo
pesanti
per
quella
piccola
testa
;
presentendo
nello
sguardo
sorridente
e
scintillante
tutto
quel
torrente
d
'
impetuose
voluttà
che
il
valtzer
,
questo
ballo
degli
innamorati
,
dovea
darle
;
come
appoggiando
tutti
i
delicati
tesori
del
suo
corpo
al
braccio
del
suo
cavaliere
,
per
trarne
quella
foga
d
'
esaltazione
che
la
musica
,
l
'
eccitamento
,
il
contatto
del
corpo
dell
'
uomo
elegante
doveano
darle
.
Nulla
varrà
a
riprodurre
,
ad
accennare
soltanto
,
l
'
impressione
voluttuosamente
affascinante
di
quel
corpo
leggiero
da
silfide
,
che
librava
,
direi
,
le
ali
coll
'
espressione
del
suo
sguardo
,
per
abbandonarsi
a
tutto
il
trasporto
di
quel
ballo
.
Le
coppie
cominciarono
a
girare
;
la
musica
eseguiva
Il
Bacio
di
Arditi
.
Dopo
il
primo
giro
,
quando
la
contessa
si
fermò
,
anelante
,
come
cullandosi
al
braccio
del
suo
splendido
cavaliere
,
sfiorandogli
un
'
ultima
volta
il
viso
coi
suoi
capelli
;
colle
guance
accese
,
il
petto
anelante
,
gli
occhi
umidi
di
languore
e
di
piacere
,
incontrò
un
altro
sguardo
,
umido
ancor
esso
di
una
indicibile
espressione
d
'
angoscia
e
quasi
di
cruccio
,
che
brillava
su
di
una
fronte
alquanto
calva
e
pallida
di
una
spaventosa
pallidezza
.
Ella
fissò
un
lungo
sguardo
su
quello
che
si
fissava
su
di
lei
.
«
Vogliamo
ricominciare
?
»
,
le
sussurrò
all
'
orecchio
l
'
ufficiale
,
passandole
il
braccio
attorno
alla
vita
da
bajadera
.
«
È
inutile
...
mi
sento
stanca
...
Non
ballo
più
...
»
Ella
cercò
cogli
occhi
un
'
altra
volta
quello
sguardo
supplichevole
e
nello
stesso
tempo
minaccioso
:
era
scomparso
.
«
Oh
!
questo
Bacio
!
questo
Bacio
!
...
avrò
da
sentirlo
dappertutto
!...»,
mormorava
Pietro
delirante
scendendo
le
scale
.
«
Domani
ai
Fiorentini
si
darà
un
dramma
che
ha
fatto
furore
;
a
quanto
si
dice
;
avrete
la
compiacenza
di
accompagnarmici
?
»
,
domandò
Narcisa
al
marito
.
Questi
s
'
inchinò
in
silenzio
.
L
'
indomani
,
infatti
,
alle
9
e
mezzo
,
la
contessa
,
che
non
si
ricordava
di
essere
entrata
in
teatro
a
tal
ora
,
era
in
un
palchetto
di
seconda
fila
sul
proscenio
.
Il
sipario
non
era
ancora
alzato
e
la
sala
era
affollatissima
.
La
contessa
recava
in
mano
un
magnifico
mazzo
di
viole
bianche
che
posò
sul
parapetto
insieme
all
'
occhialetto
.
Il
dramma
fu
recitato
in
mezzo
ad
una
di
quelle
ovazioni
che
sembrano
strappate
agli
spettatori
quando
l
'
autore
ha
saputo
scuotere
tutte
le
corde
dei
cuori
colla
sua
mano
potente
:
era
una
di
quelle
opere
spontanee
,
tutte
di
un
sol
getto
,
che
sono
belle
perché
sono
vere
,
che
sono
inimitabili
perché
sono
semplici
e
comuni
.
Narcisa
rivide
quel
giovanetto
che
passava
le
notti
sotto
i
suoi
veroni
;
lo
rivide
nel
protagonista
di
quel
dramma
,
con
tutti
i
suoi
fremiti
d
'
amore
e
i
suoi
disinganni
disperati
,
ella
sentì
che
quel
dramma
parlava
di
lei
,
era
scritto
per
lei
,
in
tutte
quelle
sfumature
di
rimembranze
che
l
'
accennavano
ad
ogni
passo
...
L
'
ufficiale
,
che
avea
battuto
le
mani
quando
l
'
aristocrazia
aveva
applaudito
,
osservò
con
sorpresa
che
ella
rimaneva
indifferente
alle
sue
sollecitudini
,
tutta
assorta
in
quel
Gilberto
che
ad
ogni
parola
destava
in
lei
una
reminescenza
e
le
svelava
quale
amore
quasi
sopra
[
n
]
naturale
avea
saputo
destare
.
Nel
mezzo
della
scena
che
l
'
avea
commossa
dippiù
,
ella
,
coll
'
ispirazione
improvvisa
e
adorabile
della
donna
leggiera
e
capricciosa
,
s
'
era
tolto
dal
dito
un
magnifico
anello
di
brillanti
e
l
'
avea
legato
al
nastro
del
mazzetto
.
Alla
fine
del
second
'
atto
l
'
autore
,
chiamato
fragorosamente
dal
pubblico
,
venne
sulla
scena
.
Egli
non
ebbe
che
uno
sguardo
,
in
mezzo
al
turbine
di
quegli
applausi
frenetici
,
in
mezzo
all
'
agitazione
di
quella
folla
che
si
levava
gridando
il
suo
nome
,
in
mezzo
all
'
inebbriamento
di
quell
'
ovazione
quasi
delirante
:
uno
sguardo
che
andò
a
posarsi
su
di
un
palchetto
di
un
proscenio
al
second
'
ordine
.
Egli
vi
vide
la
contessa
...
verso
della
quale
si
chinava
sorridendo
il
biondo
giovanotto
dalla
brillante
divisa
di
ufficiale
degli
Usseri
.
Pietro
dimenticò
quegli
applausi
,
quelle
corone
che
gli
cadevano
ai
piedi
,
quei
fiori
che
lo
coprivano
come
in
un
nembo
,
quelle
acclamazioni
al
suo
nome
;
egli
non
badò
più
neanche
ad
un
mazzo
di
viole
bianche
che
gli
era
caduto
ai
piedi
dal
palchetto
di
Narcisa
e
che
avea
raccolto
,
per
fuggire
come
un
delirante
,
come
un
uomo
che
teme
d
'
impazzire
,
poiché
tutti
questi
applausi
non
potevano
dargli
quello
sguardo
ch
'
era
venuto
a
cercare
sino
a
Napoli
,
che
avea
voluto
comprare
a
prezzo
delle
ispirazioni
del
suo
genio
,
e
che
avea
visto
rivolto
sul
giovane
sottotenente
.
La
folla
chiamò
invano
replicate
volte
l
'
autore
.
«
Che
ne
dite
del
dramma
?
»
,
domandò
la
contessa
all
'
ufficiale
,
dopo
l
'
ultimo
atto
,
approfittando
del
tempo
in
cui
il
conte
era
uscito
per
fare
ordinare
la
carrozza
dal
jo
[
c
]
key
che
aspettava
sul
corridoio
.
«
Molto
bello
,
in
verità
;
e
anche
assai
applaudito
.
»
«
E
dell
'
autore
?
»
«
Che
volete
che
ne
dica
?
...
ch
'
è
un
autore
come
tutti
gli
altri
»
,
soggiunse
colui
con
il
supremo
disprezzo
degli
uomini
di
spada
.
«
Eppure
quest
'
uomo
è
celebre
!
»
,
aggiunse
la
contessa
avvolgendosi
nella
sua
vespertina
di
cachemire
bianco
.
«
Sarà
anche
questo
.
»
«
Sento
che
amerei
quest
'
uomo
come
una
pazza
!
»
,
esclamò
Narcisa
punta
dal
freddo
motteggio
del
suo
vagheggino
,
colla
viva
schiettezza
del
suo
carattere
mobile
ed
impetuoso
.
«
Confessate
almeno
che
questa
franchezza
è
odiosa
!...»,
rispose
ridendo
il
sottotenente
,
poiché
non
sapeva
se
dovesse
prendere
la
cosa
sul
serio
,
sebbene
l
'
espressione
affatto
nuova
della
contessa
gli
desse
molto
a
pensare
.
«
Ha
però
sempre
il
merito
della
franchezza
!
»
,
replicò
con
tutta
flemma
Narcisa
:
«
Quest
'
uomo
io
l
'
amo
...
poiché
la
sua
celebrità
è
opera
mia
!
...
opera
di
cui
posso
andare
superba
!
...
Partite
per
la
guerra
,
signore
,
a
farvi
uccidere
per
me
o
a
ritornare
generale
d
'
armata
,
e
allora
...
ma
allora
soltanto
...
forse
....
io
vi
amerò
come
sento
che
amo
in
questo
momento
quell
'
uomo
!
»
.
«
Signora
!
»
,
esclamò
l
'
ufficiale
coi
denti
stretti
,
facendosi
pallido
.
«
Non
mi
accompagnate
sino
alla
mia
carrozza
?
»
,
disse
senza
scomporsi
Narcisa
,
dandogli
la
busta
dell
'
occhialetto
da
recarle
,
nel
momento
che
suo
marito
rientrava
nel
palchetto
.
Brusio
era
ritornato
a
sua
casa
agitatissimo
,
e
passò
la
notte
senza
dormire
.
Ella
!
Narcisa
!
avea
assistito
al
suo
trionfo
,
avea
palpitato
dei
suoi
sentimenti
,
gli
avea
gettato
quel
mazzetto
che
avea
fatto
appassire
a
furia
di
baci
!
...
Ma
ella
non
era
sola
!
...
quell
'
uomo
,
quel
soldato
,
sì
giovane
,
sì
bello
,
sì
splendido
!
che
le
parlava
sì
da
presso
...
che
le
sorrideva
in
quel
modo
!
...
Tutt
'
a
un
tratto
le
sue
dita
incontrarono
l
'
anello
che
era
legato
al
mazzo
;
un
dubbio
atroce
lo
fece
impallidire
:
quei
fiori
,
che
la
donna
adorata
avea
lasciato
cadere
su
di
lui
,
invece
di
essere
l
'
espressione
della
simpatia
,
non
dimostravano
piuttosto
uno
di
quei
volgari
applausi
,
uno
di
quegli
splendidi
regali
con
cui
si
paga
l
'
abilità
di
un
istrione
?
...
Quest
'
idea
lo
martellò
a
lungo
;
e
l
'
indomani
,
ancora
sotto
questa
impressione
,
scrisse
il
seguente
biglietto
a
Narcisa
-
sarcasmo
pungente
ed
amaro
velato
dalla
forma
più
delicata
:
Signora
contessa
,
Ieri
ebbi
la
fortuna
di
raccogliere
un
mazzo
che
le
cadde
dal
palchetto
sulla
scena
.
Se
,
unita
ai
fiori
che
lo
compongono
,
non
vi
avessi
trovato
una
gemma
di
qualche
valore
,
io
l
'
avrei
forse
conservato
come
un
ricordo
dippiù
della
simpatia
di
cui
mi
onorarono
gli
spettatori
;
ma
nel
dubbio
d
'
ingannarmi
sulla
destinazione
del
suo
prezioso
regalo
,
poiché
tali
sogliono
essere
le
ricompense
dei
commedianti
celebri
,
mi
fo
un
dovere
di
rimetterlo
alle
mani
dalle
quali
è
partito
.
La
prego
,
signora
,
di
gradire
la
testimonianza
della
mia
più
distinta
considerazione
,
ecc
.
Suggellò
il
biglietto
,
dopo
averlo
firmato
,
aspettando
con
impazienza
l
'
ora
convenevole
per
ricapitarlo
.
Bisogna
dire
che
il
giovane
,
esagerando
la
sua
suscettibilità
,
scrivendo
quella
lettera
di
orgoglioso
rimprovero
sotto
le
frasi
gentili
,
cedeva
ad
una
segreta
speranza
di
mettersi
in
relazione
con
Narcisa
;
e
che
egli
avea
adottato
quel
mezzo
come
ne
avrebbe
adottato
un
altro
,
se
gli
si
fosse
presentato
.
A
mezzogiorno
suonò
,
e
disse
al
domestico
che
comparve
,
consegnandogli
la
lettera
ed
il
mazzo
:
«
V
'
informerete
dalla
servitù
del
signor
barone
di
Monterosso
dell
'
abitazione
della
signora
contessa
di
Prato
,
e
andrete
a
recarle
questa
lettera
insieme
ai
fiori
e
all
'
anello
,
personalmente
»
,
aggiunse
in
ultimo
,
accentuando
la
parola
.
«Ascoltate....»,
disse
quindi
,
mentre
il
servitore
stava
per
uscire
,
esitando
tuttavia
a
proferire
quelle
parole
che
gli
pareva
svelassero
la
sua
segreta
speranza
che
cercava
dissimulare
a
se
stesso
:
«
se
vi
dicono
esserci
risposta
aspettatela
»
.
Attese
con
ansietà
febbrile
i
tre
quarti
d
'
ora
che
il
domestico
impiegò
a
ritornare
colla
risposta
.
Finalmente
l
'
udì
sulle
scale
e
andò
ad
incontrarlo
nel
salotto
,
dominandosi
a
pena
.
Gli
venne
recato
su
di
un
vassoio
da
lettere
un
biglietto
da
visita
;
al
di
sotto
del
titolo
Conte
di
Prato
in
litografia
,
c
'
era
scritto
a
mano
:
prega
il
sig
.
Brusio
di
far
trovare
alle
8
due
suoi
amici
al
Caffè
d
'
Europa
.
«
Un
duello
!
»
,
esclamò
Pietro
sorpreso
di
leggere
tutt
'
altro
di
quello
che
sperava
:
«
confesso
che
me
l
'
aspettava
pochissimo
.
Quello
che
non
so
comprendere
è
perché
il
signor
conte
spinga
la
permalosità
sino
a
sfidarmi
per
un
mazzo
rimandato
...
a
meno
che
...
»
.
Rimase
pensieroso
alcuni
secondi
,
senza
compire
la
frase
,
girandosi
il
biglietto
fra
le
dita
.
«
Non
importa
»
;
disse
quindi
riscuotendosi
;
«
quest
'
uomo
è
destinato
;
io
l
'
ucciderò
,
com
'
è
vero
che
mi
chiamo
Pietro
e
che
quest
'
uomo
mi
ha
insultato
a
Catania
...
»
Uscendo
per
prevenire
i
testimoni
passò
dal
barone
di
Monterosso
e
vi
trovò
un
altro
suo
amico
.
«
V
'
incontro
a
proposito
»
;
diss
'
egli
stringendo
le
due
mani
che
gli
venivano
stese
,
«
ho
un
affare
col
conte
di
Prato
e
venivo
a
pregarvi
della
vostra
assistenza
.
»
E
raccontò
ai
due
amici
il
fatto
della
mattina
che
avea
causato
la
sfida
del
conte
.
«
Le
condizioni
?
»
,
domandò
il
barone
.
«
Vi
dò
carta
bianca
;
l
'
appuntamento
è
per
stasera
,
alle
otto
,
al
Caffè
d
'
Europa
.
Vi
prevengo
soltanto
che
non
accetterò
accomodamenti
.
»
Alle
dieci
i
due
padrini
vennero
a
trovarlo
al
Teatro
S
.
Carlo
per
riferirgli
le
condizioni
stabilite
.
«
Diavolo
!
»
,
esclamò
il
barone
,
«
l
'
affare
sembra
più
serio
che
io
non
mi
fossi
immaginato
.
Il
conte
è
furioso
,
a
quanto
pare
;
ed
ha
proposto
condizioni
d
'
inferno
:
trenta
passi
,
dieci
passi
liberi
per
ciascheduno
.
C
'
è
da
divertirsi
con
due
uomini
che
possono
venire
a
scaricarsi
le
pistole
sul
petto
a
dieci
passi
!
»
«
Accetto
!
»
,
esclamò
Pietro
col
suo
accento
vivo
e
brusco
.
«
Caspita
!
lo
sapevamo
;
giacché
abbiamo
accettato
per
voi
...
Quando
c
'
entra
quel
demonio
di
contessa
...
»
«
La
contessa
?
»
«
Eh
,
via
!
...
forse
che
domani
andate
a
cacciarvi
una
palla
in
corpo
quasi
colle
pistole
appoggiate
sullo
stomaco
per
quel
povero
mazzo
che
c
'
entra
quanto
un
pretesto
?
!
...
Il
conte
è
irritatissimo
per
l
'
assiduità
che
spiegaste
nel
far
la
corte
a
sua
moglie
,
per
cui
la
seguitaste
da
Catania
a
Napoli
;
e
si
è
servito
di
questo
pretesto
per
sfidarvi
onde
evitare
il
rumore
.
»
«
Vi
assicuro
che
non
ho
ancora
l
'
onore
di
essere
conosciuto
personalmente
da
quella
signora
...
»
«
Il
conte
però
sembra
che
vi
conosca
molto
bene
...
A
domani
!
»
A
mezzanotte
Brusio
rientrando
trovò
una
lettera
che
il
cameriere
gli
disse
aver
recato
due
ore
avanti
una
giovane
assai
elegante
,
che
erasi
annunciata
per
la
cameriera
della
contessa
di
Prato
.
Egli
aprì
con
febbrile
impazienza
la
lettera
profumata
,
della
quale
il
bellissimo
carattere
inglese
era
tracciato
con
mano
incerta
,
e
vi
lesse
:
Signore
,
Il
conte
l
'
ha
sfidato
.
Le
condizioni
di
questo
duello
sono
orribili
:
due
uomini
che
si
battono
alla
pistola
non
si
battono
per
una
semplice
riparazione
;
si
battono
per
uccidersi
.
Questo
duello
è
un
delitto
.
A
Napoli
si
è
molto
parlato
del
suo
scontro
di
un
mese
fa
con
un
giornalista
il
quale
ancora
guarda
il
letto
;
si
dice
ancora
che
ella
è
un
terribile
tiratore
;
il
conte
anche
lui
possiede
questa
sciagurata
destrezza
...
E
questi
due
uomini
,
che
si
odiano
a
morte
,
andranno
,
domani
,
dope
essersi
abbigliati
freddamente
,
come
al
solito
,
dopo
di
aver
fatto
attaccare
la
carrozza
,
dopo
di
essersi
salutati
civilmente
,
a
mettersi
a
15
o
20
passi
di
distanza
colle
pistole
in
mano
,
mirando
col
triste
sangue
freddo
che
deve
dare
in
mano
dell
'
uno
la
vita
dell
'
altro
...
Oh
!
signore
!
...
lo
ripeto
:
questo
è
delitto
!
...
questo
è
il
più
spietato
assassinio
legale
!
...
O
il
conte
resta
ucciso
ed
io
avrò
il
rimorso
di
essere
stata
causa
della
sua
morte
...
o
invece
...
Signore
...
a
Catania
conobbi
un
giovane
nobile
e
generoso
...
che
mostrava
d
'
amarmi
...
Io
invoco
questa
memoria
per
scongiurare
tale
disgrazia
...
Questo
duello
non
deve
aver
luogo
!
Si
ritratti
,
signore
,
il
conte
accetterà
le
sue
più
semplici
scuse
,
e
le
basterà
di
fare
il
primo
passo
perch
'
egli
le
venga
incontro
a
stringerle
la
mano
.
Se
ha
una
madre
pensi
a
questa
madre
,
se
ha
un
'
amante
pensi
all
'
amante
,
signore
...
e
farà
il
più
nobile
sacrifizio
che
amor
proprio
d
'
uomo
possa
fare
evitando
questo
duello
.
Narcisa
Valderi
Pietro
fu
tristamente
colpito
da
quella
lettera
.
Egli
si
aspettava
tutt
'
altro
,
egli
credeva
di
trovare
affettuose
parole
di
donna
amante
,
e
per
contro
rinvenne
la
moglie
che
supplicava
il
duellista
famoso
per
la
vita
del
marito
;
egli
non
vide
,
non
seppe
scorgere
tutto
ciò
che
lasciava
[
in
]
travedere
,
che
accennava
anche
quella
lettera
che
parlava
delle
reminiscenze
di
Catania
...
poiché
a
quelle
reminiscenze
non
si
era
data
più
importanza
di
quanta
se
ne
dà
a
sentimenti
che
non
si
dividono
;
avea
riletto
due
o
tre
volte
una
parola
,
quell
'
o
invece
...
che
un
momento
avea
fatto
la
sua
speranza
,
come
se
avesse
cercato
interpretare
tutto
il
senso
di
quei
puntini
che
la
seguivano
,
e
trovarvi
quello
che
il
suo
cuore
voleavi
vedere
;
ma
quei
puntini
potevano
anche
nascondere
,
come
spesso
,
il
nulla
.
Se
Narcisa
gli
avesse
scritto
semplicemente
:
Pietro
,
non
uccidete
mio
marito
,
ritrattatevi
:
egli
non
si
sarebbe
ritrattato
,
ma
non
avrebbe
neanche
fatto
il
passo
che
fece
,
rimandandole
la
lettera
,
come
una
suprema
impertinenza
.
Sorridendo
del
suo
riso
amaro
,
scrisse
,
in
basso
della
stessa
lettera
della
contessa
,
queste
sole
linee
,
che
gli
parve
la
completassero
,
e
ne
fossero
la
degna
risposta
,
mormorando
fra
i
denti
stretti
dal
sarcasmo
:
«
Ah
!
costei
ha
paura
che
io
le
uccida
il
marito
!
...
costei
si
rivolge
al
giovane
di
Catania
,
e
ne
accenna
la
memoria
,
come
si
farebbe
di
un
balocco
ad
un
fanciullo
;
per
ottenere
il
suo
intento
!
...
Ma
non
sa
questa
donna
quali
lagrime
stillino
ancora
queste
memorie
?!...»
.
Le
due
linee
dicevano
:
«
Se
amassi
una
donna
,
come
io
e
nessuno
può
amare
-
e
questa
donna
mi
chiedesse
una
viltà
-
io
la
negherei
a
questa
donna
.
-
Alla
signora
contessa
di
Prato
posso
assicurare
che
il
conte
,
suo
sposo
,
non
correrà
alcun
pericolo
»
.
Sì
,
egli
l
'
amava
tanto
,
colei
,
malgrado
tutto
quello
che
aveva
sofferto
per
lei
,
e
forse
a
causa
di
ciò
,
malgrado
i
torti
che
si
figurava
aver
ella
verso
di
lui
,
da
farle
il
sacrifizio
della
vita
senza
neanche
pensarci
,
senza
neanche
farglielo
indovinare
;
mentre
l
'
assicurava
della
vita
di
suo
marito
,
ricusandosi
nel
tempo
istesso
a
far
le
sue
scuse
al
conte
,
-
ciò
che
valeva
offrirsi
come
un
bersaglio
ai
colpi
di
lui
.
Quest
'
uomo
che
non
sapeva
se
la
sera
del
domani
dovesse
venire
per
lui
;
quest
'
uomo
che
andava
fra
poche
ore
a
barattare
una
vita
giovane
e
ricca
d
'
avvenire
,
acclamata
,
festeggiata
,
contro
un
colpo
di
pistola
,
dormì
tranquillo
tutta
la
notte
,
poiché
si
sentiva
più
vicino
a
Narcisa
,
la
sirena
che
gli
avrebbe
fatto
adorare
l
'
inferno
per
mezzo
delle
sue
seduzioni
.
All
'
alba
era
alzato
e
si
vestiva
.
Nel
punto
di
scendere
le
scale
consegnò
al
cameriere
la
lettera
della
contessa
dicendogli
:
«
Recate
al
suo
indirizzo
questa
lettera
,
e
dite
alla
contessa
di
avervela
io
data
nel
punto
di
montare
in
carrozza
.
Fate
avanzare
»
.
«
La
carrozza
!
»
,
gridò
il
cameriere
.
I
briosi
cavalli
lo
trasportarono
rapidamente
all
'
abitazione
del
barone
,
nella
strada
del
Pilierò
,
ove
aspettavano
i
due
testimoni
.
VII
Quando
giunsero
sul
terreno
,
al
Vomero
,
vi
trovarono
il
conte
coi
suoi
due
padrini
;
tutti
si
salutarono
levandosi
i
cappelli
.
«
I
signori
hanno
da
offrire
ritrattazione
da
parte
del
loro
primo
?
»
,
domandò
uno
dei
testimoni
del
conte
a
quelli
di
Brusio
.
«
No
,
signore
»
;
rispose
breve
il
barone
.
Colui
sembrò
sorpreso
,
poiché
era
forse
prevenuto
dalla
contessa
di
aspettarsi
tutt
'
altro
,
e
cominciò
a
misurare
il
terreno
d
'
accordo
cogli
altri
.
Situati
i
duellanti
,
i
padrini
misero
loro
in
mano
le
pistole
,
e
si
allontanarono
.
In
questa
fatta
di
duelli
,
l
'
ultimo
colpo
è
scelto
a
preferenza
dal
più
coraggioso
,
o
dal
più
arrabbiato
,
che
approfittando
dell
'
eventuale
cattivo
esito
dell
'
avversario
,
può
venire
a
fare
il
suo
colpo
a
15
ed
anche
a
10
passi
di
distanza
;
ciò
che
dà
molte
probabilità
di
riuscita
.
I
padrini
di
Brusio
videro
dunque
colla
massima
sorpresa
,
che
questi
,
né
novizio
,
né
inesperto
,
fermo
al
suo
posto
(
dopo
aver
mirato
un
momento
con
freddezza
)
avea
tratto
il
suo
colpo
,
il
quale
avea
spezzato
un
ramoscello
,
che
sorpassando
il
muro
del
giardino
,
a
cui
volgeva
le
spalle
il
conte
,
si
stendeva
sulla
testa
di
quest
'
ultimo
.
Il
conte
(
che
si
era
fermato
dopo
tre
o
quattro
passi
,
facendo
l
'
atto
di
chi
prende
la
mira
più
accuratamente
per
tirare
,
onde
prevenire
il
giovane
)
rassicurato
dal
cattivo
esito
del
colpo
di
lui
,
fece
tranquillamente
i
suoi
dieci
passi
,
mirando
sempre
colla
calma
di
un
tiratore
al
bersaglio
,
e
fece
fuoco
a
20
passi
;
la
palla
andò
a
scalfire
il
braccio
sinistro
di
Brusio
.
«
L
'
onore
è
salvo
!
»
,
gridarono
i
padrini
.
Il
conte
salutò
e
andò
a
rimontare
nella
carrozza
coi
suoi
due
amici
.
Passando
dal
Caffè
Nuovo
offrì
una
colazione
ai
testimoni
;
dei
quali
uno
,
quello
che
avea
fatta
la
domanda
di
ritrattazione
,
si
scusò
di
non
potere
accettare
,
accusandone
un
affare
urgentissimo
e
partì
.
«
In
sala
c
'
è
un
signore
che
l
'
aspetta
da
cinque
minuti
,
e
che
mostrava
aver
molta
fretta
di
vederla
»
;
disse
il
cameriere
a
Brusio
,
appena
questi
fu
di
ritorno
.
«
Ha
detto
il
suo
nome
?
»
«
No
,
signore
.
»
«
Va
bene
.
»
Nel
salotto
infatti
aspettava
uno
dei
testimoni
del
conte
,
quello
che
l
'
avea
lasciato
al
Caffè
Nuovo
,
vecchietto
rubizzo
ed
elegante
.
Appena
vide
Pietro
gli
stese
la
mano
.
«
Ero
impaziente
di
stringere
la
mano
dell
'
uomo
più
nobile
e
generoso
ch
'
io
m
'
abbia
conosciuto
»
;
gli
disse
,
«
e
avrà
la
bontà
di
perdonarmi
se
ho
rischiato
d
'
essere
importuno
per
affrettarmene
il
piacere
.
»
«
Io
non
capisco
,
signore
»
,
rispose
Brusio
freddamente
.
«
Sono
l
'
interprete
dei
sentimenti
della
contessa
di
Prato
.
»
«
La
contessa
di
Prato
!
»
,
esclamò
Pietro
involontariamente
.
«
Cui
ella
ha
salvato
il
marito
rischiando
la
vita
.
»
«
Io
?
No
!
sono
stato
sfortunato
:
ecco
tutto
.
»
«
So
che
a
trenta
passi
ella
mette
una
palla
in
un
anello
.
Ho
assistito
al
più
strano
duello
ch
'
io
abbia
veduto
,
ed
ho
l
'
onore
d
'
assicurarle
che
me
ne
intendo
un
poco
di
questi
giochetti
.
Tutto
questo
mi
autorizza
a
creder
poco
nelle
sue
parole
,
in
questo
momento
,
e
molto
nella
sua
discrezione
e
nella
sua
modestia
.
»
«
Signore
!
»
«
E
che
!
...
forse
che
andiamo
in
collera
perché
vengo
a
recarle
i
ringraziamenti
della
contessa
?
»
«
La
signora
contessa
nulla
mi
deve
e
nulla
ha
a
ringraziarmi
.
»
«
Stamattina
,
molto
prima
di
partire
pel
Vomero
col
conte
,
ho
veduto
un
biglietto
così
concepito
in
sostanza
:
Io
non
mi
ritratterò
,
ma
posso
assicurare
la
signora
di
Prato
che
non
le
ucciderò
il
marito
.
Se
la
contessa
avesse
avuto
la
bontà
di
cedermi
per
un
quarto
d
'
ora
quel
biglietto
,
come
io
ne
l
'
avea
pregata
,
non
avrei
avuto
la
sfortuna
,
a
quest
'
ora
,
di
esser
sì
poco
creduto
.
»
Brusio
arrossì
impercettibilmente
e
chinò
la
testa
.
«
Ella
ha
letto
questo
biglietto
?...»,
disse
esitando
.
«
Letto
propriamente
no
;
poiché
è
stata
la
contessa
che
ha
avuto
la
bontà
di
leggermelo
.
»
Pietro
respirò
.
«
Ebbene
?
»
«
Ebbene
!
io
so
tutto
.
La
contessa
istessa
mi
ha
tutto
rivelato
!
»
,
aggiunse
con
enfasi
napoletana
l
'
interlocutore
di
Brusio
.
«
Ella
?
!
»
«
La
prego
di
credere
,
prima
di
farsene
le
meraviglie
,
ch
'
io
ho
l
'
onore
di
trovarmi
molto
innanzi
nell
'
amicizia
della
signora
contessa
di
Prato
,
e
che
ella
ha
la
bontà
di
mostrarmi
tutta
la
fiducia
...
Non
so
se
ella
m
'intende...»
«
Non
molto
,
veramente
.
»
«
Eppure
è
sì
chiaro
!
»
,
aggiunse
il
vecchietto
con
un
sorriso
malizioso
.
«
È
adorabile
quella
contessa
!
...
peccato
che
lei
non
abbia
la
fortuna
di
conoscerla
intimamente
...
»
«
Me
ne
rincresce
di
cuore
.
Sicché
?...»
«
Sicché
ho
saputo
dalla
Valderi
,
ieri
sera
»
,
seguitò
colui
,
assumendo
completamente
l
'
aria
misteriosa
e
gonfia
del
vecchio
ganimede
che
si
crede
sicuro
del
fatto
suo
,
«
che
lei
,
signore
,
ha
voluto
,
non
so
perché
,
rimandare
alla
signora
un
mazzo
che
questa
le
avea
gettato
sul
proscenio
la
sera
che
si
rappresentava
il
suo
Gilberto
;
cosa
che
il
conte
ha
preso
in
mala
parte
,
per
cui
n
'
è
seguito
lo
scontro
di
stamattina
...
Quello
di
più
delicato
,
che
la
contessa
non
volle
,
non
seppe
nascondermi
,
è
che
ella
stessa
avesse
fatto
pregare
lei
,
signore
,
di
venire
ad
un
accomodamento
,
onde
il
sangue
non
fosse
sparso
per
una
causa
sì
futile
;
e
le
venne
risposto
con
quel
biglietto
ch
'
ella
mi
lesse
.
»
Pietro
sorrise
involontariamente
nel
vedere
la
pazza
persuasione
e
le
galanti
pretensioni
del
vecchietto
.
«
La
contessa
»
,
seguitò
colui
,
«
ed
io
stesso
non
avevamo
capito
perfettamente
quello
che
volessero
dire
quelle
parole
:
Alla
signora
contessa
di
Prato
posso
assicurare
che
il
conte
,
suo
sposo
,
non
correrà
alcun
pericolo
:
e
che
la
sua
nobile
condotta
di
stamattina
ha
spiegato
intieramente
.
Nella
mia
premura
di
presentarmi
alla
Prato
con
qualche
cosa
che
le
fosse
gradevole
,
io
son
corso
a
ringraziar
lei
di
cuore
,
a
stringerle
la
mano
per
la
contessa
e
per
me
,
essendo
sicuro
di
prevenire
il
desiderio
della
signora
.
»
«
Mi
permetta
di
farle
osservare
che
questa
sicurezza
è
,
per
lo
meno
,
molto
arrischiata
.
»
«
Per
bacco
!
dopo
aver
veduto
Narcisa
agitata
,
come
ieri
sera
l
'
ho
veduta
;
dopo
che
stamane
,
prima
ch
'
io
partissi
con
suo
marito
,
ella
mi
fece
chiamare
misteriosamente
...
segretamente
,
capisce
?
...
per
scongiurarmi
colle
più
calde
preghiere
,
colle
lagrime
agli
occhi
,
che
facessi
di
tutto
onde
venire
ad
un
accomodamento
,
non
c
'
è
bisogno
di
gran
sale
in
zucca
per
capire
che
la
contessa
dev
'
essere
contentissima
dell
'
esito
fortunatissimo
di
questo
affare
(
poiché
,
scusi
,
ma
la
sua
ferita
al
braccio
non
può
chiamarsi
una
disgrazia
)
e
che
io
,
dopo
aver
fatto
il
possibile
per
venire
all
'
aggiustamento
che
ella
mi
raccomandava
,
vada
ad
annunziarle
di
aver
accomodato
benone
le
cose
,
e
aver
perfino
ringraziato
lei
.
»
Sarei
dispiacentissimo
però
,
signore
,
ove
ella
,
senza
volerlo
,
le
avesse
reso
un
servigio
che
sarà
male
accolto
dalla
signora
.
»
«
Male
accolto
!
?
...
e
perché
?
»
«
Giacché
il
conte
n
'
è
uscito
illeso
,
cosa
deve
importare
di
me
,
di
uno
sconosciuto
,
a
quella
signora
?
E
come
dovrà
accettare
che
lei
vada
a
dirle
:
Ho
stretto
da
parte
vostra
la
mano
a
quell
'
uomo
che
ha
avuto
la
scortesia
di
rifiutarvi
un
sommo
favore
(
poiché
non
è
provato
ch
'
io
abbia
risparmiato
il
conte
)
e
che
è
andato
a
scaricare
la
sua
pistola
contro
il
petto
di
vostro
marito
?
»
Il
vecchietto
rimase
un
momento
confuso
,
come
colpito
da
quella
riflessione
;
ma
poco
dopo
riprese
vivamente
,
quasi
trionfante
:
«
No
,
no
!
son
sicuro
del
fatto
mio
.
Lei
non
conosce
la
bell
'
anima
di
Narcisa
;
ella
sarebbe
desolatissima
se
il
minimo
accidente
le
fosse
accaduto
...
L
'
ho
udita
con
questi
orecchi
esclamare
,
torcendosi
le
braccia
:
Mio
Dio
!
se
quel
giovane
morisse
...
per
me
!
»
.
«
Ella
ha
detto
questo
?
!
»
,
esclamò
Pietro
quasi
fuori
di
sé
...
«
Ma
sì
!
Diavolo
...
che
c
'
è
?
Le
reca
sorpresa
che
una
donna
abbia
paura
del
sangue
che
potrebbe
venire
sparso
per
cagion
sua
?
»
«
Al
contrario
...
È
che
...
in
tal
caso
...
essendo
sicuro
...
essendo
certo
di
rendere
a
lei
un
servigio
...
di
farle
un
buon
ufficio
presso
quella
signora
...
io
le
darei
un
attestato
di
quanto
ella
ha
fatto
per
scongiurare
il
pericolo
di
questo
duello
...
di
come
ella
si
è
adoperato
per
far
piacere
alla
contessa
...
»
«
Mio
amico
!
mio
caro
amico
!
»
,
esclamò
colui
,
abbracciandolo
;
«
come
le
ne
sarei
grato
!...»
«
E
se
lei
crede
che
due
righi
potrebbero
esserle
utili
presso
la
signora
di
Prato
...
»
«
Ella
è
la
bontà
in
persona
,
ed
io
le
sono
devotissimo
anima
e
corpo
.
»
Senza
aspettare
che
il
suo
interlocutore
fornisse
il
compito
dei
suoi
enfatici
ringraziamenti
Pietro
si
appressò
al
tavolino
da
albums
,
aprì
una
cartella
che
conteneva
foglietti
da
lettere
,
e
scrisse
:
«
Un
uomo
che
ha
molto
a
farsi
perdonare
dalla
signora
contessa
di
Prato
sarebbe
fortunatissimo
ove
ella
volesse
indicargli
un
'
ora
della
giornata
in
cui
potesse
venire
ad
implorare
questo
perdono
ai
suoi
piedi
»
.
Piegò
il
foglio
e
fece
mostra
di
rimetterlo
così
aperto
all
'
amico
della
Prato
.
«
Non
occorre
di
suggellarlo
,
se
lei
avrà
la
bontà
di
ricapitarlo
perso
-
nalmente
alla
signora
contessa
.
»
«
Anzi
!
anzi
!
...
suggelli
,
suggelli
pure
!
Voglio
fingere
di
non
sapere
di
che
si
tratti
...
Quest
'
attestato
del
quale
sembrerò
non
essere
informato
,
mi
gioverà
molto
presso
la
mia
cara
contessa
.
Ella
sarà
contentissima
di
me
...
poiché
...
capisce
....
ella
ha
molta
bontà
per
me
...
non
dico
per
vantarmi
...
»
«
Non
perda
tempo
adunque
!
»
,
replicò
Brusio
,
spingendolo
verso
la
porta
.
«
Un
altro
abbraccio
,
amico
carissimo
,
un
altro
abbraccio
.
Lei
troverà
sempre
in
me
un
uomo
tutto
suo
,
un
amico
vero
e
riconoscente
sino
alla
morte
.
Tratti
d
'
amicizia
come
i
suoi
,
che
non
si
fanno
aspettare
...
che
vengono
da
sé
...
non
si
dimenticano
...
Poiché
ella
ha
avuto
la
gentilezza
d
'
indovinare
...
che
io
per
quella
cara
Narcisa
...
capisce
?
!
»
«
Addio
,
caro
signore
.
»
«
Oh
,
come
mi
sarà
grata
la
contessa
!
come
creperanno
d
'
invidia
,
quegli
altri
giovanotti
,
quell
'
ufficialetto
di
cavalleria
pel
primo
!
...
Addio
,
caro
amico
.
»
Uscì
a
ritroso
,
inchinandosi
;
e
Pietro
,
lasciando
cadere
la
portiera
dietro
di
lui
,
non
poté
fare
a
meno
di
ridere
della
trista
figura
che
la
sciocca
presunzione
faceva
fare
a
quel
seduttore
di
58
anni
.
A
mezzogiorno
il
conte
rientrò
in
casa
e
domandò
della
moglie
.
«
La
signora
contessa
è
uscita
in
carrozza
»
,
rispose
il
suo
cameriere
.
«
Uscita
diggià
!
»
,
esclamò
il
conte
con
qualche
sorpresa
.
«
Ed
ha
lasciato
pel
signore
questo
biglietto
.
»
Il
conte
non
dissimulò
un
movimento
di
collera
,
ed
esitando
ad
aprire
la
lettera
,
disse
bruscamente
al
domestico
:
«
Va
bene
!
lasciatemi
»
.
Il
biglietto
di
Narcisa
era
semplicissimo
:
«
Lascio
questa
casa
perché
sento
ch
'
è
impossibile
rimanere
uniti
più
oltre
.
-
Sento
troppo
altamente
i
motivi
che
mi
spingono
a
tal
passo
per
nascondervelo
.
-
Non
mi
cercate
adunque
:
sarebbe
inutile
.
-
Vi
so
troppo
ricco
e
troppo
generoso
per
supporre
che
possiate
far
conto
della
mia
dote
:
vi
prego
quindi
di
passare
,
su
questa
,
8
o
9
mila
lire
all
'
anno
al
mio
incaricato
d
'
affari
a
Torino
,
signor
Treveri
.
Credo
che
basteranno
»
.
Era
quanto
vi
ha
di
incisivo
nell
'
ardire
portato
all
'
audacia
,
nella
franchezza
spinta
sino
al
cinismo
,
della
donna
volubile
e
galante
,
appassionata
ed
impetuosa
.
Quasi
nell
'
ora
istessa
un
elegante
calesse
si
fermava
dinanzi
il
portone
di
una
graziosa
casa
a
due
piani
nella
Strada
Nuova
.
Un
palafreniere
,
che
serviva
anche
da
portinaio
,
venne
ad
aprire
alla
signora
abbigliata
con
distinzione
,
che
era
discesa
dal
calesse
,
e
le
additò
una
scala
a
sinistra
,
della
quale
gli
scalini
di
marmo
erano
fiancheggiati
di
vasi
di
fiori
.
In
fondo
alla
corte
,
legati
alle
sbarre
di
un
cancello
che
chiudeva
un
giardino
di
piacevolissimo
aspetto
,
scalpitavano
tre
bellissimi
cavalli
inglesi
.
Nell
'
anticamera
,
ad
un
domestico
che
incontrò
,
la
dama
domandò
se
il
signor
Pietro
Brusio
era
in
casa
.
«
Sì
,
signora
;
ma
non
è
visibile
,
poiché
è
nel
suo
gabinetto
di
lavoro
.
»
«
Ditegli
che
c
'
è
una
signora
che
desidera
parlargli
.
»
«
Domando
scusa
,
signora
;
ma
la
prego
di
avere
la
bontà
di
ripassare
verso
le
sei
,
o
di
lasciare
il
suo
biglietto
;
poiché
quando
è
nel
suo
gabinetto
il
signore
non
vuol
essere
disturbato
assolutamente
.
»
«
Fategli
tenere
questo
biglietto
in
tal
caso
»
;
insisté
la
signora
con
una
lieve
tinta
d
'
impazienza
,
prendendo
da
un
elegante
porta
-
biglietti
una
carta
di
visita
e
piegandola
:
«
ditegli
che
aspetto
.
Non
vi
sgriderà
certamente
per
questo
»
.
Il
tuono
di
sicurezza
e
di
superiorità
con
cui
parlava
la
bella
signora
vinse
le
esitazioni
del
cameriere
,
che
si
decise
a
fare
quanto
ella
diceva
.
«
Si
dia
l
'
incomodo
di
seguirmi
in
sala
»
,
diss
'
egli
sollevando
la
portiera
di
un
uscio
;
«
il
signore
ci
sarà
a
momenti
.
»
Per
giungere
al
salotto
si
attraversava
una
piccola
serra
a
cristalli
,
che
occupava
uno
dei
lati
di
una
terrazza
assai
vasta
,
della
quale
s
'
era
fatto
un
giardino
pensile
,
sporgente
su
quella
spiaggia
incantata
della
Marinella
,
che
ha
il
bel
golfo
di
Napoli
per
orizzonte
,
e
in
fondo
Capri
e
Sorrento
.
Quella
specie
di
stufa
,
dove
vegetavano
le
più
belle
piante
esotiche
,
circoscriveva
come
in
un
'
atmosfera
separata
dalla
città
clamorosa
,
il
salotto
ed
il
gabinetto
da
studio
che
vi
era
contiguo
.
I
rumori
esterni
sembravano
estinguersi
sulla
sabbia
finissima
del
viale
,
come
il
più
lieve
alitare
di
vento
moriva
sulle
grandi
foglie
di
quelle
piante
immobili
nelle
loro
masse
svariate
.
Il
salotto
era
addobbato
con
lusso
;
ma
quel
pensiero
tutto
originale
che
avea
disposto
lo
stanzone
dei
fiori
prima
di
giungervi
,
e
il
giardino
sulla
terrazza
,
sembrava
aver
presieduto
nei
minimi
dettagli
alla
situazione
di
tutti
gli
oggetti
che
lo
decoravano
.
Le
porte
vetrate
,
che
si
aprivano
sulla
terrazza
,
erano
nascoste
,
alla
lettera
,
da
persiane
di
pianticelle
rampicanti
;
ciò
che
unito
alle
pitture
dei
vetri
,
e
alle
doppie
tende
di
raso
e
di
velo
,
facevano
penetrare
soltanto
nella
sala
quella
mezza
luce
,
che
,
col
lasciare
indistinte
le
forme
degli
oggetti
,
vi
crea
mille
nuove
immagini
,
e
ne
popola
la
semioscurità
di
quei
mille
sogni
incantati
,
di
quelle
sfumature
voluttuose
che
tanto
piacciono
alle
signore
galanti
;
il
passo
si
arrestava
sui
tappeti
vellutati
,
come
se
temesse
di
destare
un
'
eco
che
potesse
strappare
dalla
deliziosa
preoccupazione
che
faceva
nascere
quell
'
atmosfera
.
Il
cameriere
scomparve
senza
far
rumore
per
uno
degli
usci
dirimpetto
,
nascosto
dalla
stessa
tenda
di
raso
celeste
.
La
signora
si
sprofondò
in
una
delle
poltroncine
che
erano
vicine
ad
un
elegante
tavolino
da
albums
,
piccolo
capolavoro
nel
suo
genere
;
subendo
anch
'
essa
,
senza
accorgersene
,
il
fascino
che
esercitava
sui
sensi
quel
luogo
ricco
di
dorature
,
di
sete
,
di
specchi
e
di
profumi
:
fascino
al
quale
forse
ella
era
disposta
.
Poco
dopo
la
tenda
si
aperse
,
e
comparve
un
uomo
,
vestito
del
rigoroso
abito
nero
,
come
se
volesse
dare
a
divedere
di
apprezzare
tutto
il
valore
della
visita
che
riceveva
;
ancora
pallido
,
ma
di
quel
pallore
che
ci
fa
brillare
gli
occhi
,
quando
la
gioia
troppo
potente
della
felicità
sembra
chiamare
al
cuore
tutto
il
sangue
.
Una
benda
di
seta
gli
teneva
al
collo
il
braccio
sinistro
.
Un
momento
però
egli
sembrò
ondeggiare
indeciso
,
mentre
fissava
i
suoi
occhi
scintillanti
su
quel
corpo
da
fata
(
che
accennava
appena
le
sue
seduzioni
sotto
le
linee
quasi
vaporose
delle
vesti
,
voluttuosamente
disteso
sulla
poltroncina
)
e
su
quegli
occhi
che
lo
fissavano
del
loro
sguardo
più
bello
,
mentre
il
sorriso
più
dolce
errava
sulle
labbra
di
lei
.
Come
se
avesse
temuto
di
rompere
l
'
incanto
di
quel
sogno
troppo
bello
per
lui
,
[
egli
]
esclamò
,
quasi
impaziente
,
verso
un
testimonio
che
gli
stava
vicino
,
ma
che
però
non
si
vedeva
:
«
Non
ci
sono
per
nessuno
.
Quando
vi
voglio
suonerò
.
Andate
»
.
Non
si
udì
sul
tappeto
,
molto
spesso
,
il
passo
del
cameriere
che
si
allontanava
.
Pietro
si
avanzò
lentamente
verso
la
dama
,
come
se
avesse
voluto
assaporarne
,
con
una
voluttuosa
economia
d
'
analisi
,
tutte
le
emanazioni
inebbrianti
.
Ella
,
nella
sua
positura
da
sirena
,
lo
fissava
sempre
senza
parlare
.
Il
giovane
non
pensava
neanche
a
proferire
la
più
semplice
formola
di
civiltà
.
Una
parola
sola
irruppe
spontanea
:
«
Lei
!
...
lei
,
signora
!
...
da
me
!
»
.
«
Che
c
'
è
di
strano
?
»
,
rispose
ella
con
un
indefinibile
sorriso
.
«
Non
ha
ella
rischiata
la
vita
per
me
,
perché
io
venga
a
rischiare
quelli
che
il
mondo
chiama
riguardi
per
lei
?...»
Gli
stese
la
destra
,
dopo
essersi
tolto
il
guanto
;
egli
esitò
a
prendere
quella
mano
,
che
,
forse
per
fargli
provare
in
tutta
l
'
intensità
il
brivido
del
suo
contatto
,
gli
si
metteva
nuda
fra
le
sue
.
«
Ho
ricevuto
il
suo
biglietto
dal
signor
Briolli
.
Se
lei
ha
molto
a
farsi
perdonare
,
io
ho
molto
a
ringraziarla
...
Ho
verso
di
lei
uno
di
quei
doveri
di
gratitudine
dinanzi
a
cui
le
convenienze
sociali
scompaiono
;
e
son
venuta
a
ringraziarla
,
signore
,
della
sua
azione
sì
nobile
,
sì
generosa
sino
al
sacrificio
!...»
Invece
di
rispondere
,
Pietro
seguitava
ad
ammirare
,
come
si
fa
di
un
oggetto
prezioso
,
quella
manina
bianca
ed
affilata
che
si
teneva
fra
le
sue
senza
osare
di
stringerla
,
come
se
temesse
di
farne
appassire
la
delicata
bellezza
.
«
E
questa
ferita
!
...
Dio
mio
!...»,
continuò
la
contessa
commossa
vivamente
.
«
Nulla
...
una
scalfittura
.
»
Narcisa
si
avvide
forse
allora
della
tacita
ammirazione
con
cui
il
giovane
si
teneva
quella
mano
sulle
palme
,
e
,
arrossendo
impercettibilmente
,
fece
un
movimento
per
ritirarla
.
«
Oh
!
la
lasci
!...»,
mormorò
egli
come
un
fanciullo
che
parli
in
un
sogno
delizioso
.
«
È
cosi
bella
!...»
La
contessa
,
ancor
più
rossa
di
prima
,
ma
sorridendo
cogli
occhi
e
le
labbra
del
suo
sorriso
inebbriante
,
con
un
movimento
rapidissimo
e
quasi
istintivo
di
grazia
squisita
,
o
di
sopraffina
civetteria
,
gli
porse
l
'
altra
,
lasciandole
in
quelle
di
lui
e
guardandolo
fisso
negli
occhi
.
Pietro
volle
baciare
quelle
mani
da
fata
;
ma
gli
parve
un
peccato
,
come
gli
era
sembrato
lo
stringerle
,
di
sfiorare
colle
sue
labbra
quella
pelle
rasata
.
Dopo
un
momento
di
silenzio
la
contessa
riprese
:
«
Uno
dei
testimoni
di
mio
marito
,
il
signor
Briolli
,
mi
ha
fatto
conoscere
tutta
la
generosità
della
sua
condotta
...
Se
io
avessi
potuto
sospettare
che
alla
mia
preghiera
ella
doveva
rispondere
con
tal
sacrificio
,
io
avrei
inorridito
di
avanzarla
...
come
ora
ho
rimorso
...
»
.
«
Non
mi
parli
di
ciò
!...»,
interruppe
quasi
brusco
il
giovane
,
come
se
avesse
temuto
di
destarsi
.
«
Noi
abbiamo
torti
reciproci
»
,
aggiunse
Narcisa
col
suo
sorriso
ammaliatore
;
«
siamo
franchi
in
tal
caso
dall
'
una
parte
e
dall
'
altra
per
poterceli
perdonare
scambievolmente
...
»
«
Reciproci
torti
?
»
,
interruppe
Pietro
come
trasognato
.
«
I
miei
saranno
più
gravi
»
,
rispose
Narcisa
;
«
ma
ho
la
buona
fede
di
confessarli
e
la
risoluzione
di
espiarli
...
E
voi
?...»
«
Io
non
me
ne
trovo
che
uno
!
...
ma
sì
grande
...
che
io
non
oso
rammentarlo
senza
arrossire
in
faccia
a
voi
...
»
«
Confessatelo
allora
;
forse
vi
verrà
perdonato
.
»
«Contessa!...»
«
È
molto
grave
adunque
perché
non
abbiate
il
coraggio
di
questa
confessione
?
»
«
Le
vostre
parole
me
lo
danno
;
io
ho
commesso
l
'
indegnità
d
'
insultarvi
rimandandovi
il
mazzo
e
l
'
anello
,
e
poco
fa
anche
il
biglietto
...
»
«
Avete
avuto
torto
nell
'
ultimo
caso
,
non
l
'
avevate
nel
primo
...
»
«
Perché
?
»
«
Perché
nel
primo
caso
quello
che
a
voi
pare
colpa
,
mi
provava
piuttosto
...
»
«Narcisa!...»
«
Che
voi
...
»
«
Che
io
vi
amo
come
un
pazzo
!
...
come
un
uomo
che
non
è
più
conscio
di
quello
che
fa
,
perché
voi
gli
avete
tolto
la
mente
e
la
ragione
,
Narcisa
!...»
Così
dicendo
Pietro
divorava
coi
baci
quelle
mani
che
si
teneva
fra
le
sue
.
«
Ora
che
la
vostra
confessione
è
fatta
»
,
diss
'
ella
,
non
rispondendo
direttamente
,
«
veniamo
alla
mia
.
»
Pietro
si
accosciò
sul
tappeto
ai
piedi
della
contessa
,
tenendo
sempre
le
sue
mani
.
«
Vi
scrissi
di
aver
conosciuto
a
Catania
un
giovanetto
generoso
sino
al
sagrifizio
,
nobile
sino
all
'
eroismo
...
Perdonatemi
,
non
m
'
interrompete
.
Allora
non
sapevo
chi
fosse
,
non
conoscevo
che
un
giovane
come
se
ne
veggono
tanti
,
inferiore
fors
'
anche
a
quei
giovani
eleganti
che
mi
facevano
la
corte
.
Anch
'
esso
mi
faceva
la
corte
alla
sua
maniera
,
come
la
fanno
i
provinciali
e
gli
adolescenti
...
Guardai
qualche
volta
costui
che
incontravo
sempre
sui
miei
passi
in
istrada
,
sulla
porta
del
Teatro
,
uscendo
e
rientrando
in
casa
...
Qualche
volta
,
quando
paragonavo
il
suo
stato
a
quello
di
coloro
che
mi
amavano
come
lui
ma
che
potevano
dirmelo
o
almeno
provarmelo
,
aspirare
almeno
ad
un
mio
sorriso
,
ad
una
mia
parola
...
mentre
costui
doveva
sacrificarsi
giorni
e
notti
intieri
per
vedermi
scendere
da
carrozza
o
per
passarmi
d
'
accanto
al
ritorno
da
un
ballo
,
ebbi
un
momento
di
curiosità
,
ed
anche
di
riconoscenza
sì
lontana
da
sfumare
nella
compassione
,
per
questo
giovane
che
mi
amava
in
tal
modo
,
e
mi
amava
senza
speranza
...
Poi
non
ci
pensai
più
...
Poco
tempo
fa
lo
rividi
in
una
festa
»
:
riprese
la
contessa
:
«
era
l
'
uomo
in
voga
;
l
'
alta
società
avea
per
lui
le
più
squisite
cortesie
,
le
donne
più
belle
e
più
nobili
gli
sorridevano
...
Un
vero
trionfo
!
Io
ammirai
quella
fronte
larga
e
pallida
,
e
mi
sembrò
di
scorgervi
qualche
cosa
di
nobile
che
non
vi
avevo
prima
notato
;
mi
parve
di
leggere
un
mondo
intiero
nei
suoi
occhi
,
sebbene
alquanto
malinconici
.
Lo
sguardo
ch
'
egli
mi
volse
mi
fece
pensare
al
giovanetto
sconosciuto
...
e
provai
una
viva
commozione
a
quel
pensiero
:
c
'
era
trionfo
ed
orgoglio
soltanto
,
in
quel
punto
.
Oh
!
io
sono
schietta
,
signore
,
per
farmi
credere
quello
che
ho
da
dire
in
seguito
.
Quest
'
uomo
avea
fatto
un
miracolo
pel
mio
amore
un
miracolo
da
genio
...
Io
l
'
ho
veduto
in
quell
'
opera
,
come
egli
non
ha
veduto
che
me
creandola
,
prendermi
la
mano
,
sorridendo
del
suo
triste
sorriso
,
e
farmi
passare
in
rassegna
il
suo
cuore
coi
suoi
palpiti
,
le
sue
speranze
e
le
sue
lagrime
...
e
trasportarmi
ai
giorni
delle
vaghe
aspirazioni
e
dei
sogni
ineffabili
.
Poi
mi
ha
fatto
piangere
del
suo
pianto
disperato
a
quelli
spasimanti
di
passione
...
e
si
è
arrestato
anelante
,
spossato
,
colle
braccia
stese
,
nel
punto
in
cui
sentiva
sfuggirsi
questo
fantasma
a
cui
incatenava
la
sua
esistenza
...
Oh
,
in
quel
momento
,
signore
...
s
'
io
avessi
veduto
dinanzi
a
me
quest
'
uomo
,
come
l
'
ho
veduto
nel
suo
sogno
,
nel
suo
dramma
...
gli
avrei
steso
le
braccia
ad
incontrare
le
sue
...
»
.
«Narcisa!...»,
mormorò
soffocato
Brusio
,
sollevandosi
sino
ad
inginocchiarsi
.
«
Qualche
volta
,
quando
penso
a
quest
'
amore
sì
ardente
e
sì
immenso
,
che
non
avrei
saputo
immaginare
se
non
l
'
avessi
ispirato
,
io
che
ho
sorriso
e
folleggiato
fra
le
ancor
più
folli
proteste
di
mille
galanti
,
io
stordita
da
quest
'
incenso
d
'
adulazioni
e
di
corteggio
che
gli
uomini
più
eleganti
,
più
ricchi
e
nobili
si
affollano
a
bruciarmi
ai
piedi
...
io
ho
un
movimento
d
'
incerto
terrore
;
...
mi
pare
che
debba
esser
terribile
,
divorante
,
questa
passione
,
quando
è
giunta
a
tal
grado
;
...
mi
pare
ch
'
essa
debba
assorbire
la
vita
in
un
bacio
di
fuoco
...
ma
in
un
bacio
di
tale
ebbrezza
da
sembrare
troppo
piccolo
compenso
la
vita
,
e
troppo
corti
i
giorni
per
avvelenarsene
...
»
«Narcisa!!...»,
ripeté
Pietro
colle
lagrime
agli
occhi
,
prendendole
le
mani
con
violenza
,
mentre
avea
ascoltato
sin
allora
cogli
occhi
spalancati
e
fissi
,
come
pazzo
di
felicità
,
e
coi
gomiti
appoggiati
sulle
ginocchia
di
lei
.
La
fata
si
curvò
mollemente
verso
di
lui
,
e
gli
posò
le
braccia
sulle
spalle
...
poi
lo
sollevò
lentamente
,
con
quell
'
abbandono
inimitabile
e
seducente
che
le
era
particolare
;
e
guardandolo
sempre
col
suo
sorriso
da
sirena
gli
susurrò
,
quasi
sulle
labbra
,
colla
sua
voce
più
bella
e
più
carezzevole
:
«
Son
venuta
a
vedere
il
tuo
gabinetto
da
studio
...
Pietro
...
»
.
Quel
soffio
passò
come
un
vento
ghiacciato
sul
sudore
che
inondava
la
fronte
di
lui
,
che
,
impotente
a
più
contenersi
,
la
sollevò
,
prendendola
tra
le
braccia
,
come
un
caro
fanciullo
,
e
la
divorò
di
baci
,
singhiozzando
in
un
sublime
delirio
:
«
Tu
sei
il
mio
Dio
!
ed
io
non
avrò
mai
forza
per
amarti
come
vorrei
!!!...»
.
La
portiera
ricadde
ondeggiante
dietro
di
loro
.
Pochi
giorni
dopo
,
verso
il
tramonto
,
due
giovani
che
s
'
avvincevano
colle
braccia
allacciate
,
come
le
rampicanti
che
coprivano
i
fusti
dei
grandi
alberi
del
giardino
pensile
,
appoggiati
alla
ringhiera
di
pietra
della
terrazza
,
guardavano
il
sole
che
tramontava
dietro
quel
mare
azzurro
che
si
stendeva
immenso
ai
loro
piedi
ed
ove
si
specchiavano
Ischia
e
Procida
.
Narcisa
teneva
appoggiata
la
testa
sulla
spalla
di
Pietro
,
e
di
quando
in
quando
si
aggrappava
al
collo
di
lui
colle
sue
candide
braccia
per
passare
le
sue
labbra
sulla
fronte
e
gli
occhi
di
lui
con
mille
baci
muti
della
sua
bocca
tremante
che
ne
formavano
un
solo
.
«
Che
vita
!
...
mio
Dio
!
che
vita
!!!...»,
mormorava
ella
soltanto
qualche
volta
.
«
Eppure
,
mio
dolce
angioletto
,
quando
io
bacio
questa
tua
fronte
,
e
mi
premo
fra
le
labbra
questi
capelli
,
e
ti
chiudo
gli
occhi
colle
mie
mani
,
e
mi
sento
fremere
fra
le
braccia
questo
tuo
corpo
da
fata
...
io
non
credo
,
no
...
malgrado
che
io
chiuda
gli
occhi
,
malgrado
che
io
torturi
disperatamente
il
mio
cervello
,
per
crederlo
,
che
ciò
che
io
provo
di
sì
immenso
,
di
sì
convulso
,
di
sì
spasimante
nella
voluttà
del
piacere
,
nel
delirio
del
godimento
,
mi
viene
da
te
;
...
che
tutto
ciò
non
è
uno
splendido
sogno
della
mia
fantasia
,
come
ti
sognai
nel
mio
dramma
...
e
ti
sognai
delirante
,
stringendomi
la
testa
infuocata
fra
le
mani
,
premendomi
il
cuore
che
sembrava
scoppiarmi
,
seduto
sul
marciapiede
di
faccia
ai
tuoi
veroni
!
...
No
...
io
non
posso
credere
che
quella
donna
che
incontravo
al
passeggio
,
al
braccio
di
un
altro
uomo
,
fra
l
'
ammirazione
di
quanti
la
vedevano
,
facendo
palpitare
il
mio
cuore
col
fruscio
del
suo
strascico
sulle
vie
;
...
che
quella
donna
che
vidi
al
Teatro
;
che
mi
passò
da
presso
senza
guardarmi
;
che
seguii
come
un
fanciullo
,
come
un
cane
;
...
che
non
mi
stancai
a
vedere
dalla
strada
,
per
due
mesi
intieri
,
sotto
la
sua
casa
,
ascoltando
il
minimo
rumore
che
mi
venisse
da
lei
,
che
mi
accennasse
la
sua
presenza
facendomi
trasalire
;
...
che
quella
donna
che
proferì
quelle
parole
...
quella
notte
...
dal
verone
;
...
che
mi
torturò
il
Cuore
colle
note
strillanti
del
suo
valtzer
,
quando
mi
parve
che
il
mio
cuore
fosse
rotto
;
...
che
quella
donna
ch
'
io
non
osavo
avvicinare
per
non
rompere
il
cerchio
luminoso
che
la
circondava
d
'
aureola
,
per
non
rapirle
un
atomo
di
quella
atmosfera
profumata
della
quale
ci
circondava
,
che
faceva
il
suo
prestigio
;
...
che
quella
donna
che
adorai
infine
come
un
pazzo
,
spaventandomi
di
adorarla
in
tal
modo
,
è
mia
!
...
mi
ama
!
...
mi
è
fra
le
braccia
!
!
...
che
io
posso
chiamarla
ogni
giorno
,
ad
ogni
ora
,
ad
ogni
minuto
;
...
che
io
ad
ogni
ora
,
ad
ogni
minuto
posso
udire
quella
voce
che
proferì
:
Quell
'
uomo
è
pazzo
:
che
mi
dice
che
m
'
ama
!
...
che
io
posso
ad
ogni
ora
,
ad
ogni
minuto
vivere
la
sua
vita
e
suggergliela
coi
baci
delle
labbra
...
Oh
,
no
!
Narcisa
...
per
credere
a
ciò
bisogna
che
noi
ritorniamo
a
Catania
,
che
noi
abitiamo
quella
stessa
casa
che
io
guardai
con
più
venerazione
della
casa
di
Dio
;
che
io
respiri
l
'
aria
istessa
di
quelle
camere
;
che
mi
metta
a
quel
verone
,
con
te
,
al
posto
che
occupavi
seduta
sulla
poltrona
;
e
che
io
ti
legga
,
seduto
accanto
alle
tue
ginocchia
,
come
quell
'
uomo
...
Bisogna
che
mi
metta
con
te
,
di
notte
,
a
quell
'
ora
,
a
quel
verone
;
e
che
tu
ripeta
quelle
parole
infami
che
io
annegherei
sulle
tue
labbra
coi
miei
baci
;
bisogna
che
le
tue
mani
ripetano
su
quel
pianoforte
le
note
di
quel
valtzer
che
m
'
inseguirono
spietatamente
quando
fuggivo
delirante
come
se
fuggissi
il
cuore
che
sanguinava
dirotto
;
bisogna
che
io
mi
segga
su
quel
marciapiede
,
colla
fronte
fra
le
mani
,
come
allora
;
e
che
io
ascolti
lo
stormire
di
quegli
alberi
,
il
suono
di
quell
'
orologio
,
il
murmure
lontano
di
quel
mare
,
il
fruscio
della
tua
veste
;
...
e
che
io
vegga
il
lume
che
rischiara
la
tua
camera
;
...
e
che
la
tua
voce
soprattutto
,
la
tua
voce
inebbriante
,
mi
ripeta
ad
ogni
ora
,
ad
ogni
minuto
,
che
quello
non
è
un
sogno
,
che
io
non
son
pazzo
;
...
e
che
le
tue
labbra
,
posandosi
sulla
mia
fronte
,
mi
scaccino
questo
turbine
affannoso
che
mi
sconvolge
la
mente
,
che
mi
fa
dubitare
della
mia
felicità
....
»
«
Andiamo
a
Catania
!
»
,
mormorò
Narcisa
,
dandogli
un
lungo
bacio
e
bagnandogli
la
fronte
di
due
lagrime
di
voluttà
.
VIII
Sig
.
Raimondo
Angiolini
-
Siracusa
.
Catania
,
*
*
*
Agosto
186*
Amico
mio
,
apro
oggi
soltanto
le
lettere
che
mi
son
pervenute
da
due
mesi
per
la
posta
,
delle
quali
alcune
tue
e
di
mia
madre
sono
vecchie
da
più
di
70
giorni
.
Povera
madre
!
che
avrà
pensato
di
me
?
!
...
Eppure
se
ella
avesse
potuto
conoscere
la
felicità
del
figlio
suo
,
se
sapesse
i
godimenti
immensi
dei
quali
mi
sono
inebbriato
,
ella
sarebbe
lieta
,
quella
buona
madre
,
del
lungo
silenzio
del
figlio
,
che
le
proverebbe
ch
'
egli
ha
dimenticato
tutto
onde
vivere
soltanto
per
questa
vita
di
cui
un
'
ora
vale
un
secolo
,
per
immergersi
tutto
in
questo
sogno
febbricitante
,
in
cui
i
brividi
del
piacere
sono
sì
potenti
da
farlo
riscuotere
gemendo
come
di
spasimo
.
Raimondo
,
se
,
15
mesi
fa
,
quando
seguitavamo
quella
sconosciuta
,
della
quale
cominciavo
a
subire
il
fascino
inenarrabile
,
tu
mi
avessi
detto
:
«
costei
,
per
uno
di
quei
miracoli
che
provano
Dio
,
avrà
una
parola
,
una
sola
parola
per
te
»
...
io
non
avrei
osato
lusingarmi
di
questa
speranza
...
io
avrei
temuto
di
carezzarla
.
Ed
ora
,
nel
momento
in
cui
ti
scrivo
,
questa
donna
,
che
di
tutto
ciò
ch
'
è
leggiadro
s
'
è
fatto
un
corteggio
splendido
,
questa
donna
che
ha
il
sorriso
ammaliatore
,
gli
sguardi
inebbrianti
col
loro
raggio
pacato
,
le
promesse
più
affascinanti
nel
suo
voluttuoso
abbandono
,
questa
donna
mi
ama
!
...
me
l
'
ha
detto
colle
sue
labbra
posate
sulle
mie
!
...
Questa
donna
io
l
'
ho
posseduta
;
io
la
possiedo
!
...
È
mia
!
...
Quel
cuore
del
quale
mi
spaventavo
a
scandagliare
i
misteri
reconditi
,
come
se
gl
'
immensi
tesori
d
'
amore
che
vi
si
racchiudono
avessero
dovuto
annegarmi
nei
loro
diletti
sovrumani
,
quella
vita
ch
'
è
tutta
un
fremito
di
voluttà
,
io
l
'
ho
sentito
palpitare
fra
le
mie
braccia
...
Essa
è
vissuta
sotto
il
mio
tetto
;
ha
passeggiato
al
mio
braccio
;
...
e
le
sue
labbra
hanno
chiuso
i
miei
occhi
la
sera
,
per
riaprirmeli
l
'
indomani
!
...
Io
ho
baciato
quei
capelli
,
quella
fronte
,
quegli
occhi
,
quelle
labbra
;
io
mi
son
cullata
quella
testolina
sui
miei
ginocchi
,
ed
ho
passato
le
intiere
notti
fantasticando
cogli
occhi
fissi
in
quegli
occhi
,
a
leggervi
tale
amore
che
mai
uomo
in
terra
conoscerà
.
Raimondo
,
sai
tu
cos
'
è
questa
donna
?
...
È
l
'
amore
con
tutti
i
suoi
palpiti
più
arcani
e
misteriosi
;
è
la
voluttà
con
tutti
i
suoi
sussulti
più
ardenti
;
è
il
delirio
con
tutti
i
suoi
sogni
più
febbrili
.
Io
non
arriverò
mai
a
farti
immaginare
qual
fremito
di
piacere
si
provi
quando
quella
mano
da
fata
,
colle
sue
unghie
rosee
,
colle
sue
dita
affilate
,
colla
sua
pelle
rasata
e
candida
si
posa
sulla
fronte
;
e
quando
quegli
occhi
fanno
passare
nei
miei
baleni
di
quest
'
amore
che
al
primo
urto
scintillano
come
il
cozzo
di
due
spade
,
e
che
inebbriano
come
un
veleno
.
Questa
donna
che
vivea
pei
piaceri
,
della
quale
il
lusso
era
il
bisogno
come
l
'
aria
è
il
bisogno
dell
'
uomo
,
questa
donna
non
esce
più
quasi
mai
;
rifiuta
tutti
gl
'
inviti
;
si
alza
all
'
alba
,
per
venire
ad
appoggiare
la
sua
testa
sulla
mia
spalla
,
mentre
io
lavoro
;
per
venire
a
spargermi
il
tavolino
di
fiori
ch
'
ella
ha
colti
per
me
...
per
dirmi
di
quelle
parole
che
ella
sola
sa
dire
.
È
una
vita
straordinaria
che
noi
facciamo
:
una
vita
che
c
'
invidierebbero
molti
e
che
molti
compiangerebbero
come
una
pazzia
.
A
Napoli
noi
uscivamo
qualche
volta
,
la
sera
,
verso
mezzanotte
,
in
carrozza
,
e
andavamo
a
Mergellina
per
la
Riviera
di
Chiaia
.
Io
non
ti
potrei
esprimere
le
sempre
nuove
sensazioni
che
costei
mi
faceva
provare
,
in
quell
'
ora
,
seduta
accanto
a
me
sui
cuscini
della
carrozza
.
Noi
lasciavamo
il
calesse
per
correre
,
di
notte
,
come
fanciulli
,
tenendoci
per
la
mano
,
sedendoci
a
terra
quando
eravamo
stanchi
.
Il
sole
ci
sorprendeva
spesso
ancora
passeggiando
,
come
nelle
prime
ore
della
notte
;
e
allora
noi
correvamo
a
casa
per
levarci
poi
alle
cinque
.
Qualche
altra
volta
uscivamo
a
cavallo
.
Narcisa
cavalca
come
un
'
amazzone
,
e
noi
galoppavamo
verso
Posillipo
.
Io
mi
spaventavo
nel
vedere
con
quale
audacia
piena
di
grazia
quel
fragile
corpo
che
sembra
soltanto
armonizzato
per
le
più
delicate
carezze
,
quella
giovane
nervosa
che
sembra
vivere
una
vita
a
metà
aerea
come
quella
di
una
farfalla
,
sfidava
i
pericoli
della
corsa
,
superando
gli
slanci
impetuosi
di
Arbek
,
il
mio
focoso
cavallo
,
con
tutta
la
disinvoltura
di
un
cavallerizzo
.
Quando
ritornavamo
,
coi
cavalli
anelanti
e
coperti
di
spuma
,
Narcisa
si
lasciava
cadere
nelle
mie
braccia
,
avvinghiandomi
le
sue
al
collo
;
ed
io
la
trasportavo
,
come
una
bambina
,
sulla
sua
poltrona
accanto
al
pianoforte
.
La
sera
facevamo
della
musica
insieme
.
Ella
è
di
un
gusto
squisito
,
quantunque
non
possegga
tutte
le
facilità
di
un
pianista
.
Quand
'
ella
suona
io
sto
seduto
al
suo
fianco
,
colle
braccia
allacciate
attorno
alla
sua
vita
;
ella
s
'
interrompe
per
guardarmi
,
per
sorridermi
;
...
e
quando
mi
ha
guardato
un
pezzo
,
com
'
ella
sola
sa
guardare
,
mi
chiude
gli
occhi
coi
baci
.
Colle
mie
mani
fra
le
sue
ha
voluto
ch
'
io
le
narrassi
tutta
la
mia
vita
,
colle
più
minute
particolarità
...
Ha
sorriso
del
suo
caro
sorriso
a
ciascuna
rimembranza
delle
mie
follie
di
giovinezza
,
e
mi
ha
detto
:
«
Giammai
tu
amerai
come
hai
amato
me
!...»
.
E
come
ebbra
del
suo
trionfo
mi
ha
circondato
la
testa
delle
sue
braccia
.
Ora
,
da
quaranta
giorni
,
noi
siamo
a
Catania
,
dove
ad
ogni
passo
io
provo
delle
emozioni
ineffabili
.
Spesso
rimango
delle
ore
intiere
a
contemplare
l
'
oggetto
insignificante
che
mi
ricordo
aver
veduto
quando
amavo
Narcisa
di
quel
terribile
amore
senza
speranza
.
Io
ho
salito
quella
scala
,
ho
passeggiato
per
quelle
stanze
,
ho
dormito
sotto
quel
tetto
...
ho
veduto
la
sua
camera
...
Qual
camera
!
se
la
vedessi
,
Raimondo
!
...
Un
uomo
che
non
avesse
mai
conosciuto
Narcisa
ne
immaginerebbe
il
ritratto
fisico
e
morale
quando
avesse
soltanto
veduta
la
sua
camera
.
Dappertutto
velluti
e
sete
;
e
,
a
renderne
meno
pesante
la
ricchezza
,
meno
severo
e
più
diafano
il
colorito
,
veli
dappertutto
,
e
fiori
,
e
un
profumo
appena
sensibile
,
ma
molle
,
delizioso
;
il
profumo
della
sua
pelle
delicata
...
L
'
altra
notte
udii
rumore
nel
suo
appartamento
;
mi
levai
anch
'
io
e
la
trovai
al
verone
istesso
dove
io
la
vedevo
qualche
volta
,
cogli
occhi
fissi
sulla
strada
dove
altra
volta
io
passavo
parte
delle
notti
.
Mi
accorsi
che
aveva
pianto
.
Come
mi
vide
mi
gettò
le
braccia
al
collo
e
scoppiò
in
singhiozzi
.
«
Oh
!
è
l
'
eccesso
della
felicità
che
mi
fa
male
!
»
,
mi
disse
.
E
l
'
alba
ci
trovò
ancora
a
quel
verone
,
abbracciati
.
Raimondo
!
...
Ti
svelo
un
gran
mistero
del
mio
cuore
,
che
Narcisa
non
dovrebbe
mai
conoscere
.
In
mezzo
a
questi
deliranti
piaceri
,
in
mezzo
a
questa
felicità
che
il
Paradiso
non
mi
potrebbe
mai
dare
,
ho
un
pensiero
che
mi
è
quasi
terrore
,
che
mi
agghiaccia
il
bacio
sulle
labbra
...
e
ciò
quando
penso
che
a
forza
d
'
inebbriarmi
a
questa
coppa
fatata
,
i
sensi
dell
'
uomo
,
troppo
deboli
per
la
piena
di
tanta
felicità
,
non
si
istupidiscano
nel
godimento
;
...
che
io
non
possa
più
assorbire
in
tutti
i
più
squisiti
particolari
questa
rugiada
d
'
amore
di
cui
ella
mi
abbevera
;
...
che
,
infine
,
(
ho
terrore
di
ripeterlo
a
me
stesso
!
)
a
forza
d
'
immedesimarmi
nella
vita
di
lei
,
a
forza
di
assorbirne
tutte
le
emanazioni
quando
me
la
stringo
fra
le
braccia
,
io
non
giunga
a
rompere
quel
velo
aereo
,
direi
,
di
cui
Narcisa
si
circonda
,
e
che
comanda
quasi
la
semioscurità
,
l
'
isolamento
,
per
farla
meglio
ammirare
...
Raimondo
,
se
ciò
avvenisse
,
sento
che
mi
farei
saltare
le
cervella
.
Quando
le
parlo
del
suo
passato
ella
mi
risponde
,
inebbriandomi
del
suo
sguardo
:
«
Ciò
che
io
rimpiango
sono
i
giorni
che
vi
ho
passato
senza
di
te
,
e
che
avrebbero
accumulato
tesori
d
'
amori
e
di
ricordi
trascorsi
al
tuo
fianco
»
.
Io
ti
ringrazio
,
amico
mio
,
delle
cure
affettuose
che
prodighi
alla
mia
famiglia
.
Vicini
a
te
,
quei
miei
cari
,
io
son
tranquillo
sul
loro
stato
.
Dirai
a
mia
madre
che
non
oso
scriverle
;
e
che
qualche
giorno
correrò
sino
a
Siracusa
per
farmi
perdonare
il
mio
lungo
silenzio
fra
le
sue
braccia
.
Addio
,
addio
!
Narcisa
mi
chiama
;
domani
forse
ti
scriverò
più
a
lungo
.
Il
tuo
Pietro
Sig
.
Raimondo
Angiolini
-
Siracusa
.
Aci
-
Castello
.
*
*
*
Novembre
186*
Signore
,
Pietro
mi
ha
parlato
sì
spesso
di
lei
,
che
il
suo
nome
è
per
me
quello
di
un
amico
.
È
come
a
fratello
che
io
scrivo
dunque
,
o
signore
...
come
ad
un
uomo
che
è
l
'
amico
del
mio
Pietro
...
E
son
sola
...
e
non
ho
nessuno
a
cui
aprire
il
mio
cuore
,
per
mezzo
di
cui
far
pervenire
,
in
queste
memorie
,
i
miei
ultimi
ricordi
a
lui
!
Qual
vita
ho
fatta
!
...
Dio
!
Dio
mio
!
...
Mi
pareva
impazzire
dalla
felicità
;
come
ora
mi
pare
impazzire
dal
dolore
,
quando
penso
a
quelle
ore
trascorse
come
baleni
nelle
sue
braccia
,
a
quei
suoi
baci
che
sembravano
divorarmi
,
a
quelle
sue
ferventi
parole
che
mi
atterrivano
quasi
colla
violenza
della
sua
passione
...
a
quei
sei
mesi
tutti
d
'
amore
di
cui
noi
assorbivamo
i
giorni
con
disperato
anelito
di
piacere
...
Ed
ora
...
È
triste
quello
che
ho
a
dirle
,
signore
!
...
Oh
,
è
ben
triste
!
...
Io
ho
soltanto
la
forza
di
scriverne
poiché
è
il
solo
conforto
che
mi
rimanga
,
poiché
questi
versi
saranno
letti
da
lui
...
che
,
allora
soltanto
...
forse
...
comprenderà
di
quale
amore
l
'
ho
amato
...
;
poiché
io
,
infine
,
vi
provo
un
penoso
godimento
,
dopo
quello
che
mi
resta
soltanto
ad
aspettarmi
...
Se
dieci
mesi
addietro
,
quando
ero
a
Catania
,
avessi
potuto
sognarmi
la
vita
che
ho
fatto
con
questo
giovane
,
io
avrei
riso
di
me
come
una
pazza
.
Ora
piango
,
signore
...
piango
lagrime
disperate
,
che
cassano
le
disperate
parole
che
scrivo
.
A
Napoli
lo
vidi
circondato
da
quell
'
aureola
che
dà
la
rinomanza
dell
'
ingegno
;
lo
vidi
festeggiato
,
messo
in
moda
.
Pensai
che
quest
'
uomo
,
di
cui
molte
duchesse
avrebbero
fatto
il
loro
amante
,
aveva
passato
quattro
mesi
sotto
i
miei
veroni
;
pensai
a
quest
'
uomo
cui
l
'
amore
,
ch
'
io
gli
aveva
ispirato
,
aveva
solcato
le
guancie
ed
elevato
il
cuore
sino
al
genio
...
e
l
'
amai
...
l
'
amai
come
mai
avevo
amato
...
come
non
m
'
era
parso
che
si
potrebbe
amare
giammai
.
Quest
'
uomo
,
questo
giovane
ch
'
io
non
avevo
distinto
in
mezzo
alla
folla
che
lo
circondava
,
recava
nel
cuore
tesori
ineffabili
di
passione
,
in
cui
assorbiva
tutto
il
mio
essere
.
Quest
'
uomo
per
sei
mesi
,
sei
intieri
mesi
,
mi
formò
una
vita
di
baci
e
di
carezze
.
Noi
non
uscivamo
quasi
mai
.
La
sera
ci
recavamo
sulla
terrazza
che
guarda
il
mare
e
restavamo
là
spesso
sino
a
giorno
;
qualche
volta
soltanto
uscivamo
in
carrozza
o
a
cavallo
,
ma
sempre
assieme
.
A
Catania
noi
seguitammo
ancora
due
mesi
questa
vita
incantata
che
per
me
sarebbe
rimasta
un
mistero
senza
di
lui
.
E
poi
...
Alcuni
giorni
dopo
Pietro
cominciò
ad
invitarmi
ad
uscire
...
ad
andare
in
società
...
Mio
Dio
!
mi
pareva
che
avessi
dovuto
aver
rimorso
di
quel
tempo
che
bisognava
rubare
al
nostro
amore
.
Allora
egli
mi
disse
che
per
lui
,
che
dovea
farsi
un
avvenire
,
era
impossibile
seguitare
a
vivere
così
ritirato
dal
mondo
,
e
che
quest
'
avvenire
gli
imponeva
qualche
sacrifizio
;
che
,
infine
,
per
quella
sera
avea
un
invito
al
quale
non
poteva
mancare
.
Lo
pregai
di
andar
solo
,
soffocando
un
penoso
sentimento
che
quasi
mi
faceva
piangere
d
'
angoscia
.
Nei
primi
mesi
che
noi
passammo
assieme
Pietro
non
avrebbe
pensato
a
ciò
.
Quel
fervente
amore
di
lui
cominciava
dunque
a
dar
luogo
ai
calmi
pensieri
dell
'
avvenire
...
Non
osai
gettare
uno
sguardo
su
quel
baratro
che
si
spalancava
lentamente
ad
inghiottire
la
mia
felicità
.
Quando
venne
a
stringermi
la
mano
,
quando
udii
il
rumore
della
sua
carrozza
che
si
allontanava
,
non
potei
frenare
le
lagrime
,
e
mi
misi
al
pianoforte
per
distrarmi
.
Mi
venne
sotto
le
mani
Il
Bacio
di
Arditi
,
quel
valtzer
ch
'
egli
mi
fa
ripetere
sì
spesso
marcandone
il
movimento
coi
suoi
baci
sulla
mia
testa
.
Quelle
note
mi
parve
che
piangessero
,
e
chiusi
il
pianoforte
con
impazienza
.
Lo
aspettai
al
verone
sino
a
mezzanotte
:
non
veniva
ancora
.
Ebbi
timore
di
lasciargli
scorgere
il
mio
affanno
,
se
mi
fossi
lasciata
trovare
aspettandolo
,
mi
ritirai
nel
mio
appartamento
.
Presi
un
libro
a
caso
,
ma
non
potei
leggerlo
.
Verso
le
tre
udii
finalmente
la
carrozza
che
rientrava
sotto
il
portone
,
e
i
passi
di
lui
sulla
scala
.
Ma
egli
non
venne
a
cercarmi
.
Divorata
dall
'
impazienza
,
suonai
per
domandare
di
lui
.
«
Il
signore
è
ritornato
»
;
mi
rispose
la
mia
cameriera
,
«
ma
è
rientrato
quasi
subito
nelle
sue
stanze
.
»
Non
era
venuto
almeno
,
come
faceva
ogni
sera
,
a
darmi
il
bacio
della
buona
notte
.
Ebbi
un
istante
il
pensiero
d
'
andare
da
lui
,
ma
lo
soffocai
,
colle
mie
lagrime
,
fra
i
guanciali
.
L
'
indomani
,
prima
ancora
dell
'
alba
,
ero
levata
,
poiché
non
avevo
dormito
un
secondo
;
ed
andai
ad
aspettarlo
nel
salotto
,
sperando
che
anch
'
egli
vi
sarebbe
venuto
.
Egli
si
alzò
soltanto
verso
le
undici
,
e
immediatamente
venne
a
cercare
di
me
.
«
Come
sei
bella
,
mia
Narcisa
!
»
,
esclamò
egli
abbracciandomi
con
effusione
;
«
mi
pare
di
amarti
dippiù
ogni
volta
che
ti
rivedo
!
»
Alzai
gli
occhi
,
umidi
di
lagrime
,
su
di
lui
,
atterrita
dall
'
idea
che
quelle
parole
fossero
simulate
.
No
!
non
era
possibile
in
lui
...
nel
mio
Pietro
!
...
il
più
nobile
cuore
ch
'
io
abbia
conosciuto
:
era
il
suo
sguardo
ardente
di
passione
,
e
la
sua
voce
che
recava
l
'
accento
del
cuore
.
Singhiozzante
gli
gettai
le
braccia
al
collo
,
come
per
non
lasciarmelo
sfuggire
mai
più
,
e
nascosi
la
testa
nel
suo
petto
.
«
Che
vuol
dire
questo
pianto
?
»
,
domandò
egli
asciugandomi
gli
occhi
coi
baci
;
«
son
molto
colpevole
adunque
?
»
«
Oh
,
no
!
no
!...»,
singhiozzai
;
«
è
che
...
quello
che
provo
vedendoti
...
»
Egli
mi
abbracciò
,
muto
,
senza
rispondere
,
quasi
pentito
.
Per
otto
o
dieci
giorni
non
mi
lasciò
più
un
minuto
.
Sentivo
che
questa
felicità
sovrumana
mi
logorava
lentamente
,
e
mi
dava
ogni
giorno
forze
novelle
per
sopportarne
la
piena
.
Il
giorno
che
ci
fu
recato
un
invito
per
una
serata
che
dava
C
*
*
*
,
Pietro
mi
disse
:
«
Vi
anderò
soltanto
a
condizione
che
ci
venga
anche
tu
»
.
«
Perché
piuttosto
non
uscire
assieme
,
a
farci
una
delle
nostre
passeggiate
sì
belle
?
!
...
Sai
bene
che
per
me
i
godimenti
che
dà
la
società
,
il
gran
mondo
,
non
hanno
più
attrattive
...
»
,
gli
risposi
.
«
Bisogna
forzarti
;
non
puoi
vivere
sempre
come
vivi
.
Tu
sei
un
angelo
di
bellezza
,
ed
io
sono
orgoglioso
di
te
;
voglio
godere
del
tuo
trionfo
.
»
«
Giacché
lo
vuoi
...
»
,
gli
dissi
reprimendo
un
sospiro
.
«
Una
sera
»
,
seguitò
egli
tenendosi
le
mie
mani
fra
le
sue
,
«
una
di
quelle
sere
in
cui
ti
cercavo
come
smaniante
,
avevo
perduto
la
speranza
d
'
incontrarti
;
quando
vidi
passare
,
al
braccio
del
conte
,
una
donna
vestita
di
bianco
,
con
un
semplice
bóurnous
bianco
sulle
spalle
,
di
cui
il
cappuccio
era
tirato
sulla
testa
:
avea
il
corpo
svelto
ed
elegante
,
l
'
andatura
molle
ed
incantevole
,
il
sorriso
affascinante
,
alcuni
ricci
neri
scappanti
dall
'
orlo
del
cappuccio
bianco
sulla
fronte
di
un
candore
più
puro
e
direi
più
rasato
.
Eri
tu
!
...
che
parlavi
a
quell
'
uomo
,
che
sorridevi
a
quell
'
uomo
...
che
non
potevi
sapere
quel
che
provava
quell
'
incognito
che
ti
passò
d
'
accanto
senza
che
te
ne
avvedessi
.
Sentii
stringermi
il
cuore
da
una
mano
di
ferro
...
Ti
seguii
trepidante
,
divorando
degli
occhi
il
tuo
passo
,
i
tuoi
movimenti
,
il
tuo
minimo
gesto
;
reprimendo
i
battiti
del
mio
cuore
per
udire
l
'
insensibile
fruscio
della
tua
veste
...
Ti
seguii
senza
speranza
che
tu
ti
rivolgessi
a
vedermi
...
Andavi
da
S
*
*
*
.
Ti
aspettai
in
istrada
sino
alle
tre
,
ora
in
cui
la
tua
carrozza
venne
a
prenderti
,
vedendo
passare
i
fortunati
che
andavano
a
quella
festa
,
che
dovevano
vederti
ed
esserti
vicini
;
guardando
la
luce
abbagliante
che
scaturiva
dai
veroni
aperti
,
le
allegre
coppie
che
si
aggiravano
per
le
scale
;
ascoltando
il
suono
di
quella
musica
festante
.
Due
o
tre
volte
mi
sembrò
di
vedere
la
tua
figura
,
l
'
ombra
tua
,
che
girava
fra
le
vorticose
coppie
di
un
valtzer
...
e
piansi
lagrime
ardenti
,
disperate
;
...
e
passeggiai
delirante
come
un
pazzo
,
sotto
quella
casa
...
Ora
voglio
che
tu
ti
vesta
di
quegli
abiti
,
Narcisa
;
che
quel
cappuccio
bianco
copra
i
tuoi
capelli
.
Io
non
posso
esprimerti
quegli
atomi
,
quelle
percezioni
di
sensazioni
ineffabili
che
provo
in
queste
reminiscenze
;
cercando
d
'
illudermi
spesso
sino
alla
realtà
del
dolore
che
provai
,
per
sentire
più
viva
l
'
ebbrezza
della
felicità
che
tu
mi
dai
ora
!
»
E
mi
abbracciava
,
e
mi
baciava
frenetico
,
ardente
.
In
mezzo
a
quelle
parole
che
mi
facevano
piangere
di
gioia
una
frase
mi
era
rimasta
fitta
dolorosamente
come
una
spina
nel
cuore
:
egli
avea
detto
:
Non
puoi
vivere
sempre
come
vivi
!
...
Quella
vita
che
avea
formato
il
mio
paradiso
,
adunque
,
quella
vita
che
noi
non
avevamo
vissuto
che
per
amarci
,
che
per
comunicarcela
l
'
un
l
'
altro
coi
baci
,
non
poteva
sempre
durare
...
non
era
stata
che
la
luna
di
miele
!
...
Quando
pensai
al
come
vivere
un
sol
giorno
senza
tal
vita
,
fremetti
di
terrore
,
e
corsi
a
vestirmi
per
nasconderlo
a
lui
.
Uscimmo
a
piedi
lungo
la
cinta
esterna
della
città
,
per
godere
di
un
magnifico
lume
di
luna
.
Pietro
si
mostrò
sì
allegro
,
sì
contento
della
nostra
felicità
,
che
per
qualche
tempo
riuscì
a
scacciare
anche
i
miei
tristi
presentimenti
.
Non
seppi
nascondergli
la
penosa
impressione
che
mi
avevano
lasciato
le
sue
parole
:
Non
puoi
vivere
sempre
come
vivi
.
«
Sì
,
»
,
mi
rispose
egli
,
«
i
piaceri
,
le
feste
,
ti
sono
necessarii
,
poiché
ti
fanno
brillare
come
un
diamante
messo
in
luce
...
sono
necessarii
al
mio
istesso
amore
per
provare
quello
che
provavo
d
'
indefinibile
nel
fascino
che
ti
faceva
abbagliante
fra
tutte
le
pompe
del
tuo
lusso
.
»
«
Queste
parole
mi
fanno
male
,
Pietro
!
»
,
supplicai
stringendomi
contro
il
petto
il
suo
braccio
.
«
Perché
?
»
,
domandò
egli
sorpreso
.
«
Perché
mi
provano
che
tu
non
potrai
amarmi
sempre
come
mi
hai
amata
,
come
ormai
è
necessario
che
tu
mi
ami
perché
io
viva
!
»
«
Sei
pazza
!
»
,
esclamò
egli
,
baciandomi
sulla
bocca
.
Rimasi
fredda
,
muta
a
quel
bacio
;
fissando
i
miei
occhi
nella
luna
per
dissimulare
ch
'
erano
umidi
di
pianto
.
Le
lagrime
che
solcarono
le
mie
guancie
mi
tradirono
.
«
Ma
che
hai
dunque
?
»
,
esclamò
Pietro
fermandosi
,
vivamente
commosso
,
e
abbracciandomi
:
«
che
ti
ho
fatto
,
Dio
mio
?!...»
.
«
Oh
,
perdonami
...
perdonami
!
»
,
singhiozzai
,
premendomi
le
sue
mani
sulle
labbra
;
«
son
io
che
son
folle
!
...
perdonami
,
Pietro
!
...
tu
puoi
farmi
felice
con
una
parola
...
Mi
ami
ancora
?
...
mi
ami
sempre
...
come
mi
amavi
?...»
Pietro
soffocò
quelle
parole
sulle
mie
labbra
coi
baci
,
suggendo
avidamente
le
mie
lagrime
.
«
Oh
!
che
ti
ho
fatto
io
per
meritarmi
questo
?
!
»
,
mi
diss
'
egli
colla
voce
tremante
,
dominando
a
stento
la
sua
emozione
.
«
Non
ti
adoro
come
sei
degna
di
essere
adorata
?
!
...
Amarti
ancora
!
...
ma
ogni
giorno
che
passa
è
un
affetto
nuovo
che
si
aggiunge
all
'
immenso
affetto
di
cui
ti
amo
!...»
«
Grazie
!
grazie
,
amico
mio
!
Tu
non
sai
qual
bene
mi
facciano
queste
parole
...
come
io
ne
avevo
bisogno
!
...
E
...
e
...
se
qualche
giorno
....
se
mai
...
»
,
ed
io
stentavo
a
proferire
fra
i
singhiozzi
che
mi
soffocavano
,
«
tu
non
mi
amassi
più
,
tu
non
mi
amassi
come
prima
,
come
io
voglio
essere
amata
da
te
...
tu
me
lo
dirai
...
dammi
parola
che
me
lo
dirai
!
...
meglio
questo
che
l
'
agonia
dell
'
incertezza
.
Tu
non
sai
mentire
,
Pietro
!
...
tu
me
lo
dirai
!...»
«Narcisa!...»
«
Oh
!
fammela
questa
promessa
,
Pietro
!
...
tu
puoi
farmi
felice
con
questa
parola
...
»
«
Ma
sei
pazza
...
calmati
,
amor
mio
...
»
«
Oh
no
!
te
lo
chiedo
ginocchioni
...
promettimi
...
promettimi
che
tu
mi
dirai
...
che
me
lo
dirai
quando
non
mi
amerai
più
!...»
E
le
mie
ginocchia
,
senza
avvedermene
,
si
piegarono
.
«
Mio
Dio
!
Narcisa
...
Io
non
so
quello
che
tu
abbia
stasera
;
ma
se
ciò
può
farti
piacere
,
quantunque
io
senta
tutta
l
'
inutilità
di
tale
promessa
...
se
ciò
può
servire
a
calmarti
...
ebbene
!...io
te
la
do
.
»
«
Oh
!
grazie
,
grazie
!
»
,
esclamai
baciandolo
in
fronte
,
con
un
doloroso
trasporto
;
«
grazie
!
...
Io
sarò
più
tranquilla
!
...
potrò
almeno
godere
senza
sospetto
questi
giorni
di
felicità
che
puoi
darmi
...
»
«
Narcisa
!
...
per
pietà
!...»
«
Oh
,
no
...
Pietro
!
non
vedi
che
son
felice
,
ora
?!...»
Egli
rimase
triste
e
pensieroso
lungo
tutta
la
strada
.
Io
provavo
un
inenarrabile
godimento
nell
'
appoggiarmi
al
suo
braccio
,
nel
sentire
palpitare
contro
il
mio
polso
quel
cuore
che
ancora
palpitava
per
me
.
Tre
o
quattro
volte
alzai
gli
occhi
su
quel
volto
maschio
ed
energico
che
adoravo
,
che
divoravo
dello
sguardo
,
come
se
fossi
avara
dal
bene
che
possedevo
ancora
di
saziarmene
.
«
Confessiamo
»
,
disse
Pietro
nel
salire
le
scale
della
casa
ove
andavamo
,
sorridendo
ancora
con
una
lieve
tinta
di
mestizia
,
come
per
scacciare
la
penosa
preoccupazione
che
ci
aveva
invaso
ambedue
,
«
confessiamo
che
siamo
pure
i
gran
fanciulli
,
e
che
i
nostri
discorsi
sono
stati
ben
singolari
per
due
innamorati
che
vanno
ad
una
festa
da
ballo
.
»
Respirai
più
liberamente
quando
la
carrozza
ci
trasportava
rapidamente
verso
la
nostra
abitazione
:
mi
parea
d
'
essermi
levato
un
gran
peso
dal
cuore
col
togliermi
quella
maschera
di
convenienza
che
la
società
esige
,
e
che
,
quella
sera
,
in
mezzo
a
quella
splendida
folla
,
mi
era
sembrata
odiosa
.
L
'
indomani
Pietro
si
rimise
a
studiare
di
lena
,
come
non
l
'
avevo
mai
veduto
lavorare
.
Io
passavo
i
giorni
nel
suo
gabinetto
di
studio
,
disegnando
o
sfogliando
i
fiori
dei
quali
era
sempre
piena
la
giardiniera
che
contornava
il
suo
tavolino
,
e
dei
quali
spargevo
le
foglie
sulla
carta
in
cui
egli
scriveva
;
o
,
quand
'
egli
lo
voleva
,
andavo
al
pianoforte
e
gli
suonavo
il
pezzo
che
[
mi
]
domandava
.
Egli
usciva
sempre
la
sera
per
darsi
un
poco
di
distrazione
,
che
le
occupazioni
assidue
del
giorno
gli
rendevano
necessaria
.
Qualche
volta
l
'
accompagnavo
.
Una
sera
volli
rimanere
in
casa
per
vedere
ciò
che
avrebbe
fatto
:
uscì
solo
.
Quattro
mesi
prima
sarebbe
stato
più
avaro
del
tempo
che
avrebbe
potuto
passarmi
vicino
.
Di
tratto
in
tratto
egli
si
mostrava
preoccupato
,
quasi
triste
...
sembrava
staccarsi
con
isforzo
alle
sue
penose
meditazioni
per
prodigarmi
ancora
quelle
sue
ferventi
carezze
,
che
mi
fanno
obliare
in
un
bacio
tutti
i
terrori
dell
'
avvenire
.
Non
potevo
esser
gelosa
...
Alla
festa
,
ove
l
'
accompagnai
,
avevo
veduto
le
più
eleganti
e
belle
dame
sorridergli
con
quella
grazia
che
dà
diritti
a
sperare
,
prodigargli
le
più
obbliganti
attenzioni
,
e
l
'
avevo
veduto
rimaner
freddo
e
cortese
innanzi
a
quelle
attrattive
,
cercando
avidamente
il
mio
sguardo
e
il
mio
sorriso
.
Egli
è
troppo
generoso
e
nobile
per
potermi
parlare
come
mi
parla
e
guardarmi
come
egli
lo
fa
se
il
rimorso
di
un
altro
affetto
lo
facesse
arrossire
.
No
!
il
mio
Pietro
è
troppo
elevato
per
scendere
sino
alla
dissimulazione
...
egli
avrebbe
piuttosto
la
forza
brutale
di
abbandonarmi
.
Eppure
questa
certezza
,
che
per
molte
sarebbe
una
consolazione
,
per
me
è
il
più
crudele
disinganno
,
perché
mi
toglie
persino
la
speranza
dell
'
avvenire
...
Quello
che
scrivo
mi
scotta
le
mani
,
come
mi
brucia
il
cuore
...
Avrei
sempre
la
speranza
di
riavere
il
cuore
di
Pietro
che
si
allontanasse
da
me
per
un
'
altra
donna
,
poiché
egli
dovrebbe
,
tosto
o
tardi
,
accorgersi
che
giammai
,
giammai
donna
potrà
amarlo
come
l
'
amo
io
,
giammai
simile
amore
potrà
suggerire
alla
donna
tutti
gli
incanti
più
raffinati
per
fargli
bella
la
vita
,
per
fargli
sentire
tutte
le
infinite
percezioni
di
questo
amore
colle
pulsazioni
violente
delle
sue
arterie
...
ma
Pietro
stanco
del
mio
affetto
,
di
me
...
Pietro
disilluso
del
prestigio
che
mi
faceva
bella
ai
suoi
occhi
...
io
non
l
'
avrò
più
!
...
mai
...
mai
più
!
...
Dio
!
Dio
mio
!
...
la
morte
...
piuttosto
la
morte
!
...
Alcune
notti
egli
è
rientrato
assai
tardi
...
Ho
udito
che
raccomandava
di
non
far
rumore
per
non
isvegliarmi
...
come
se
avessi
potuto
dormire
,
io
!
...
mentre
soffocavo
i
singhiozzi
nascosta
dietro
la
portiera
dell
'
uscio
.
Oh
,
egli
ha
potuto
pensarlo
ch
'
io
dormissi
...
prima
che
egli
fosse
ritornato
!
...
È
desolante
,
è
spaventevole
tutta
questa
insensibile
gradazione
che
ogni
giorno
sempre
più
assopisce
nel
suo
cuore
tutte
quelle
sensazioni
minime
,
delicate
,
squisite
,
che
la
passione
suscita
e
sublima
,
e
che
muoiono
con
essa
...
È
dunque
morto
il
suo
cuore
per
me
...
Dio
mio
?
!
...
No
!
egli
mi
ha
parlato
ancora
di
quelle
parole
,
tenendo
la
mia
mano
fra
le
sue
,
fissandomi
sempre
del
suo
sguardo
,
che
avea
tutta
l
'
espressione
d
'
allora
...
Ma
ciò
,
non
è
durato
sempre
!
...
sempre
!
...
a
dissetarmi
di
questo
bisogno
ardente
che
ne
ho
!
...
Quando
gli
parlo
della
sua
tristezza
,
della
sua
preoccupazione
,
della
sua
freddezza
sin
'
anche
,
egli
si
mostra
qualche
volta
come
impaziente
,
e
dissimula
appena
una
lieve
tinta
del
dispetto
che
prova
di
non
saper
meglio
nascondere
le
sue
impressioni
,
lo
leggo
chiaramente
nel
suo
cuore
:
egli
ha
ancora
la
generosità
d
'
imporsi
per
me
un
sentimento
che
non
prova
,
di
nascondermi
quelle
illusioni
perdute
che
egli
si
rimprovera
come
una
colpa
sua
,
colpa
che
però
non
ha
,
di
cui
il
pentimento
gli
dà
la
forza
di
stordirsi
nelle
mie
carezze
sino
alla
febbrile
e
quasi
ebbra
eccitazione
che
può
scambiarsi
coll
'
esaltazione
della
passione
.
Un
giorno
era
uscito
prima
ch
'
io
fossi
levata
,
e
avea
mandato
a
dirmi
che
,
invitato
da
alcuni
amici
,
avrebbe
desinato
fuori
.
La
sera
non
era
ancora
venuto
a
vedermi
;
verso
le
9
feci
attaccare
,
impaziente
d
'
attendere
più
oltre
,
e
andai
a
cercarlo
dove
sapevo
trovarsi
ogni
sera
.
Feci
fermare
il
legno
dinanzi
il
Caffè
di
Sicilia
e
mandai
il
piccolo
jockey
a
cercarlo
;
egli
si
alzò
subito
da
un
crocchio
d
'
amici
,
fra
i
quali
era
seduto
,
e
venne
a
mettersi
in
carrozza
con
me
.
«
Ti
chiedo
mille
scuse
,
mia
cara
,
della
noiosa
giornata
che
ti
ho
fatto
passare
»
,
mi
diss
'
egli
;
però
distinsi
nel
suo
accento
una
sfumatura
d
'
impazienza
.
Io
gli
strinsi
la
mano
,
poiché
ero
assai
commossa
,
e
non
risposi
.
La
carrozza
attraversò
tutto
il
corso
Vittorio
Emanuele
e
prese
la
strada
d
'
Ognina
.
Fuori
l
'
abitato
volli
scendere
e
prendere
il
braccio
di
lui
.
Il
calesse
ci
seguì
ad
una
cinquantina
di
passi
.
Entrambi
sentivamo
di
avere
un
penoso
discorso
da
intavolare
,
che
non
avevamo
il
coraggio
d
'
incominciare
,
e
che
perciò
ci
faceva
rimanere
in
silenzio
.
Provavo
il
bisogno
però
di
parlargli
,
di
aprirgli
il
mio
cuore
;
per
averne
la
forza
pensai
alle
sere
istesse
passate
al
fianco
di
lui
...
sere
di
cui
le
rimembranze
erano
ancora
palpitanti
di
piacere
,
e
a
misura
che
il
mio
pensiero
le
vedeva
più
vive
,
che
il
mio
cuore
batteva
più
forte
,
che
i
miei
occhi
si
velavano
di
lagrime
,
io
mi
stringevo
al
suo
braccio
come
fuori
di
me
,
come
se
avessi
voluto
con
quella
stretta
attaccarmi
a
quel
passato
che
idolatravo
;
infine
non
potei
più
frenare
i
singhiozzi
.
Pietro
si
fermò
in
mezzo
alla
strada
,
commosso
profondamente
,
ma
non
sorpreso
da
quella
scena
che
forse
si
aspettava
.
«
Che
hai
dunque
,
Narcisa
»
,
esclamò
egli
,
prendendomi
le
mani
.
«
Oh
,
Pietro
!
»
,
esclamai
infine
,
«
tu
non
sei
lo
stesso
di
prima
!
...
No
!
tu
non
mi
ami
come
prima
!...»
«
Narcisa
,
tu
sei
folle
coi
tuoi
dubbî
penosi
...
Se
non
ti
amassi
come
prima
,
potrei
fare
la
vita
che
faccio
?...»
Queste
parole
,
che
cercavano
di
esprimere
un
pensiero
consolante
,
erano
dure
per
me
;
esse
parlavano
di
quella
vita
che
avea
fatto
la
nostra
felicità
come
di
un
sagrifizio
.
«
È
vero
dunque
»
,
proseguii
,
«
questa
vita
ti
è
penosa
?
!
...
tu
sei
stanco
di
farla
?!...»
«
Ascoltami
,
Narcisa
!
»
,
interruppe
egli
,
stringendomi
le
mani
,
quasi
avesse
voluto
infondermi
forza
per
ascoltare
quello
che
aveva
a
dirmi
,
e
raddolcire
quanto
vi
poteva
essere
di
amaro
;
«
non
si
può
sempre
vivere
di
questa
vita
che
noi
abbiamo
fatto
,
che
è
la
mia
più
dolce
memoria
,
senza
avere
delle
ricchezze
,
che
io
non
posseggo
,
e
neanche
tu
,
e
le
possedessi
,
io
non
potrei
accettarle
da
te
;
bisogna
che
io
mi
faccia
una
posizione
,
che
risponda
alle
aspettative
che
si
sono
potute
basare
sul
mio
primo
lavoro
,
che
è
bello
del
tuo
riflesso
soltanto
.
Per
ciò
fare
bisogna
piegarsi
un
poco
a
tutte
quelle
convenienze
che
la
società
esige
rigorosamente
.
Io
ho
dimenticato
tutto
per
te
,
sei
intieri
mesi
:
gli
amici
,
il
mio
avvenire
,
gl
'
impegni
assunti
;
anche
una
madre
che
adoravo
,
la
più
buona
,
la
più
santa
fra
le
madri
,
che
avea
pur
diritto
all
'
amore
del
figlio
suo
,
e
che
sei
intieri
mesi
non
ha
avuto
una
parola
da
lui
,
non
l
'
ha
abbracciato
una
volta
...
Oh
,
credimi
,
Narcisa
...
è
colla
più
viva
commozione
,
colla
più
profonda
riconoscenza
anche
,
che
io
rammento
questi
sei
mesi
d
'
amore
...
Ma
perché
quest
'
amore
istesso
duri
con
tutti
i
suoi
incanti
bisogna
che
esso
sia
assaporato
lentamente
:
in
fondo
all
'
ebbrezza
che
stordisce
si
trova
presto
la
disillusione
che
uccide
l
'
amore
...
ed
io
voglio
amarti
sempre
,
mia
Narcisa
!
»
Soffocai
i
miei
gemiti
col
fazzoletto
,
e
rimasi
muta
,
pietrificata
dinanzi
a
lui
che
mi
stringeva
ancora
le
mani
,
e
mi
fissava
quasi
avesse
voluto
leggere
nei
miei
occhi
.
Dio
mio
!
quello
che
soffersi
in
quel
punto
,
credo
che
non
potrò
soffrirlo
mai
più
...
neanche
al
momento
...
Quand
'
ebbi
la
forza
di
parlare
gli
dissi
tristamente
,
divorando
tutta
l
'
estensione
del
mio
dolore
per
nasconderglielo
:
«
Se
mi
amassi
ancora
,
come
dici
,
non
avresti
mai
proferito
ciò
...
»
.
«
Narcisa
!
»
,
replicò
egli
,
tradendo
una
viva
impazienza
,
«
non
son
uso
a
mentire
...
mi
pare
...
»
«
Oh
,
no
!
tu
non
mentisci
...
o
piuttosto
tu
vuoi
ingannare
te
stesso
,
perché
hai
pietà
di
me
...
Grazie
,
Pietro
!
»
«
Io
avrei
dovuto
parlarti
da
qualche
tempo
su
questo
proposito
»
,
mi
diss
'
egli
;
«
ho
temuto
sempre
di
farti
dispiacere
,
ed
ho
indugiato
.
Tentai
di
lavorare
per
adempiere
in
parte
agli
obblighi
impostimi
,
ma
ti
confesso
che
nulla
mi
è
riuscito
...
Mia
madre
mi
ha
scritto
molte
volte
le
più
calde
preghiere
perché
io
vada
ad
abbracciarla
...
»
Egli
avea
esitato
a
proferire
l
'
ultima
frase
,
e
l
'
avea
poscia
pronunziata
colla
precipitazione
di
colui
che
prende
una
risoluzione
decisiva
.
Mi
aggrappai
al
suo
braccio
,
poiché
sentivo
le
gambe
piegarmisi
sotto
.
«
È
giusto
»
,
mormorai
quindi
a
metà
soffocata
;
«
tua
madre
,
ha
ragione
!...»
Ebbi
il
coraggio
supremo
di
non
piangere
.
Egli
rimase
muto
,
facendo
sforzi
visibili
per
dominare
la
sua
commozione
.
«
Mi
accorderai
almeno
quindici
giorni
prima
di
partire
?
»
,
gli
diss
'
io
,
gettandogli
le
braccia
al
collo
,
piangendo
in
silenzio
.
«
Oh
,
amor
mio
!
»
,
esclamò
Pietro
quasi
con
le
lagrime
agli
occhi
,
«
non
credevo
di
essermi
meritate
tali
parole
!...»
«
Ebbene
!
...
fra
quindici
giorni
tu
partirai
per
vedere
tua
madre
!...»
Volle
abbracciarmi
,
come
per
ringraziarmi
del
sagrifizio
che
gli
facevo
,
ma
mi
allontanai
di
un
passo
,
supplicandolo
colle
mani
giunte
di
non
farlo
.
Temevo
di
perdere
la
forza
della
mia
risoluzione
in
quell
'
abbraccio
,
al
quale
mi
sentivo
spinta
violentemente
da
tutte
le
passioni
,
suscitate
sino
al
parossismo
,
che
tumultuavano
in
me
.
Egli
rimase
sorpreso
e
colpito
da
quell
'
apparente
freddezza
,
e
m
'
accorsi
ch
'
era
anche
indispettito
.
«
Grazie
!
»
,
mi
rispose
fremente
.
E
rimase
muto
...
E
non
una
parola
di
più
...
come
se
avesse
temuto
ch
'
io
mi
pentissi
di
ciò
che
gli
avevo
accordato
.
Ripresi
il
suo
braccio
per
continuare
a
passeggiare
,
mentre
non
avevo
la
forza
di
trascinarmi
.
Lo
guardavo
:
era
freddo
,
pensieroso
,
quasi
cupo
.
«
Oh
,
Pietro
!...»,
gridai
quindi
singhiozzante
,
non
sapendo
più
frenarmi
,
avvinghiandogli
le
braccia
al
collo
;
«
mi
ami
?
...
mi
ami
come
prima
?
!
...
Oh
,
Pietro
!
...
una
volta
mi
promettesti
,
mi
giurasti
...
che
m
'
avresti
confessato
quando
tu
non
mi
avresti
amato
più
...
come
prima
...
Pietro
!
...
confessalo
che
non
mi
ami
più
!...»
«
Narcisa
!
te
ne
supplico
...
queste
parole
mi
fanno
male
!
»
,
m
'
interruppe
egli
impallidendo
.
«
Oh
,
per
pietà
!
...
per
pietà
,
Pietro
!
Me
l
'
hai
promesso
...
me
l
'
hai
giurato
!
...
Sii
uomo
!
...
dillo
,
dillo
che
non
mi
ami
più
!...»
Invece
di
volere
questa
conferma
al
mio
doloroso
sospetto
,
attendevo
,
con
ansia
smaniosa
,
una
parola
in
contrario
,
che
avesse
potuto
farmi
gettare
nelle
sue
braccia
,
delirante
di
passione
.
Egli
esitò
...
egli
non
l
'
ebbe
;
...
e
rimase
muto
,
immobile
...
come
combattuto
da
un
'
interna
tempesta
...
«
Non
ha
dunque
cuore
quest
'
uomo
!
»
,
gridai
come
una
pazza
,
dopo
avere
invano
atteso
,
in
una
terribile
angoscia
,
col
petto
anelante
,
le
mani
giunte
,
le
lagrime
agli
occhi
,
quella
risposta
.
Non
ha
cuore
per
comprendere
quello
che
si
passa
nel
mio
,
per
farmi
felice
anche
con
una
menzogna
!
avevo
detto
in
quelle
parole
.
Quelle
parole
però
mi
perdettero
.
Pietro
non
capì
il
vero
senso
appassionato
,
addolorato
,
ansioso
,
che
dava
loro
il
mio
cuore
in
quello
stato
,
proferendole
;
egli
capì
soltanto
tutto
quello
che
vi
è
di
duro
,
di
sprezzante
,
d
'
insultante
anche
-
sì
,
d
'
insultante
-
in
queste
parole
prese
alla
lettera
,
che
parevano
dire
:
Siete
un
vile
!
mentre
avevano
detto
:
Non
avete
pietà
di
me
?
Egli
si
levò
pallido
,
coll
'
occhio
,
un
momento
innanzi
umido
di
lagrime
,
asciutto
e
quasi
fosco
,
coi
lineamenti
duri
e
severi
;
egli
...
quest
'
uomo
!
ebbe
la
forza
di
dirmi
colla
sua
voce
più
calda
ed
incisiva
:
«
È
forse
meglio
che
ci
separiamo
,
Narcisa
»
.
Ebbi
paura
di
lui
.
Non
potrei
mai
riprodurre
tutto
quello
che
vi
era
di
lacerante
in
quelle
fredde
parole
che
soffocavano
in
lui
il
risentimento
,
che
fa
supporre
pur
sempre
l
'
amore
,
per
esprimere
la
calma
ed
inflessibile
decisione
della
mente
.
Mi
sentivo
morire
,
e
caddi
annichilata
sul
muricciolo
accanto
alla
strada
;
Pietro
mi
diede
il
braccio
,
mi
sollevò
,
e
mi
strascinò
quasi
sino
alla
carrozza
.
Là
,
inginocchiata
sul
tappeto
,
col
volto
nascosto
fra
i
cuscini
,
piansi
lagrime
ardenti
,
disperate
.
Ora
che
ci
penso
a
mente
più
serena
,
io
non
risento
tutto
il
pentimento
di
quelle
parole
,
delle
quali
gli
chiesi
perdono
a
mani
giunte
,
colle
espressioni
più
umili
,
e
che
mi
parvero
aver
deciso
la
mia
condanna
;
se
Pietro
mi
avesse
amato
ancora
,
egli
non
avrebbe
dato
la
significazione
letterale
a
quelle
parole
;
...
se
il
suo
cuore
non
fosse
stato
morto
per
me
,
egli
non
avrebbe
potuto
prendere
quella
risoluzione
.
Era
finita
dunque
per
me
!
...
per
sempre
!
...
ed
io
,
folle
!
...
folle
!
...
gli
chiedevo
ancora
quella
franca
confessione
che
mi
ero
fatta
promettere
in
un
delirio
d
'
amore
,
come
se
le
parole
avessero
potuto
illudermi
,
quando
tutto
parlava
in
lui
chiaramente
.
Passai
una
notte
d
'
inferno
,
lacerando
coi
denti
il
merletto
dei
guanciali
inzuppati
di
lagrime
.
Quando
il
chiarore
incerto
che
penetrava
dalle
tende
del
verone
cominciò
ad
oscurare
il
globo
d
'
alabastro
della
lampada
da
notte
,
mi
alzai
,
ancora
vestita
degli
abiti
che
indossavo
la
sera
scorsa
...
Esitai
un
istante
prima
di
tirare
il
cordone
del
campanello
:
volevo
illudermi
ancora
su
tutta
l
'
estensione
della
mia
sventura
.
«
È
alzato
il
signore
?
»
,
domandai
alla
cameriera
che
veniva
a
prendere
i
miei
ordini
.
«
Anzi
Giuseppe
,
il
suo
cameriere
,
crede
che
non
sia
nemmeno
andato
a
letto
;
poiché
l
'
ha
udito
passeggiare
tutta
la
notte
.
»
Fui
commossa
profondamente
;
dunque
anch
'
egli
avea
provato
tutta
la
lotta
di
quella
disperata
passione
!
Mi
acconciai
allo
specchio
,
con
triste
civetteria
;
non
volevo
accrescere
il
suo
dolore
colle
tracce
del
mio
;
volevo
attaccarmi
a
lui
con
tutte
le
risorse
di
quell
'
eleganza
che
egli
avea
tanto
ammirato
in
me
;
e
passai
nelle
sue
stanze
.
Lo
trovai
che
scriveva
,
seduto
al
tavolino
nella
sua
stanza
da
studio
,
con
un
lume
ancora
acceso
dinanzi
,
sebbene
morente
.
Oh
,
signor
Raimondo
,
mi
perdoni
questi
dettagli
,
sui
quali
insisto
con
il
doloroso
piacere
che
si
prova
a
ritornare
sui
particolari
di
care
e
malinconiche
rimembranze
.
I
fiori
che
ornavano
ogni
mattina
la
giardiniera
,
situata
a
semicerchio
attorno
al
suo
tavolino
,
quei
fiori
fra
i
quali
egli
s
'
immergeva
,
direi
,
quando
si
metteva
a
scrivere
,
e
che
avvolgevano
i
suoi
sensi
in
un
vapore
di
colori
e
di
profumi
,
e
suscitavano
mille
indefinite
percezioni
nella
sua
mente
;
quei
fiori
dei
quali
egli
avea
detto
di
aver
bisogno
come
dell
'
aria
per
lavorare
e
per
pensare
a
me
,
erano
appassiti
;
le
tende
delle
finestre
chiuse
,
sicché
eravi
quasi
buio
nella
stanza
;
attraverso
l
'
uscio
aperto
della
sua
camera
da
dormire
vidi
il
letto
scomposto
,
colle
lenzuola
lacerate
e
cadenti
a
terra
,
ed
un
cuscino
sul
tappeto
,
accanto
ad
una
poltrona
rovesciata
.
Pietro
mi
voltava
le
spalle
,
colla
testa
appoggiata
fra
le
mani
;
avea
dinanzi
un
monte
di
quaderni
e
di
fogli
di
carta
,
dei
quali
alcuni
lacerati
;
sul
foglio
che
gli
stava
sotto
la
mano
era
scritta
l
'
intestazione
di
una
lettera
e
tre
o
quattro
versi
cancellati
.
Egli
non
mi
udì
avvicinare
,
e
si
riscosse
bruscamente
quando
mi
vide
vicino
a
lui
.
Poscia
si
alzò
e
venne
a
stringermi
la
mano
,
sorridendo
tristamente
.
«
Volevo
venire
a
farmi
perdonare
le
mie
cattiverie
di
ieri
sera
...
però
non
potevo
supporti
alzata
a
quest
'ora.»
«
Non
ho
dormito
,
Pietro
...
»
,
gli
risposi
colle
lagrime
agli
occhi
.
Egli
volse
i
suoi
in
giro
per
l
'
appartamento
,
quasi
avesse
voluto
nasconderne
il
disordine
;
li
abbassò
,
e
rimase
muto
.
Non
avea
voluto
confessarmi
che
ancor
esso
avea
sofferto
;
sentii
stringermi
il
cuore
dolorosamente
.
Venni
ad
appoggiarmi
alla
sua
spalla
,
come
nei
bei
giorni
in
cui
sentivo
un
brivido
percorrerlo
allo
sfiorargli
il
volto
coi
miei
capelli
,
e
lo
guardai
in
silenzio
,
spalancando
gli
occhi
per
dissimularne
le
lagrime
.
Vidi
lo
sforzo
ch
'
egli
faceva
per
contenersi
,
baciandomi
sulle
labbra
;
ma
quel
bacio
commosso
non
aveva
il
febbrile
trasporto
di
una
volta
,
che
gli
avrebbe
fatto
stringere
il
mio
corpo
fra
le
sue
braccia
fino
a
soffocarmi
...
Fu
solo
...
quasi
triste
...
«
Tu
scrivi
?
»
,
gli
diss
'
io
con
un
coraggio
di
cui
non
mi
sarei
creduta
mai
capace
.
Come
colto
in
fallo
egli
abbassò
gli
occhi
sulle
carte
che
gli
stavano
ammonticchiate
dinanzi
alla
rinfusa
,
e
rispose
con
un
cenno
del
capo
,
quasi
avesse
dubitato
di
avere
la
mia
forza
.
«
Scrivi
a
tua
madre
,
Pietro
?
...
Le
hai
detto
che
fra
quindici
giorni
sarai
da
lei
?...»
Questa
volta
egli
non
rispose
e
si
recò
la
mia
mano
alle
labbra
.
Mi
portai
l
'
altra
al
cuore
,
per
comprimere
i
battiti
,
dei
quali
il
rumore
mi
spaventava
.
Oh
,
signor
Raimondo
...
un
uomo
di
ferro
avrebbe
avuto
pietà
di
quest
'
agonia
straziante
,
che
mi
affascinava
però
colla
forza
stessa
del
dolore
,
che
mi
strascinava
a
misurare
tutta
l
'
estensione
della
mia
disgrazia
...
Pietro
!
...
egli
!
...
non
ebbe
pietà
di
quest
'
agonia
,
che
pure
avrebbe
dovuto
indovinare
dalla
calma
disperata
del
mio
accento
,
dal
tremito
convulso
delle
mie
braccia
,
che
si
appoggiavano
alla
sua
spalla
,
dalla
terribile
tensione
del
dolore
che
inaridiva
le
lagrime
sulla
mia
orbita
...
Egli
non
ebbe
una
parola
...
una
sola
!
...
o
piuttosto
non
ne
ebbe
la
forza
...
Egli
rimase
colle
labbra
fredde
e
tremanti
sulla
mia
mano
,
che
recava
quella
percezione
al
cuore
come
una
stilettata
,
cercandovi
forse
la
forza
di
rispondermi
.
Un
impeto
cieco
,
disperato
mi
spingeva
.
«
Son
venuta
a
chiederti
una
grazia
Pietro
»
,
gli
dissi
;
«
questi
ultimi
quindici
giorni
che
hai
avuto
la
bontà
di
concedermi
...
io
...
io
vorrei
passarli
in
Aci
-
Castello
...
su
quella
bella
spiaggia
che
visitammo
sì
spesso
nelle
nostre
passeggiate
notturne
...
Siamo
ai
28
di
Ottobre
,
il
13
di
Novembre
partirai
.
»
Speravo
ch
'
egli
,
soffocandomi
dei
suoi
baci
,
avesse
annullata
la
sua
risoluzione
della
sera
...
Non
fu
nulla
di
ciò
...
«
Oggi
stesso
manderò
Giuseppe
ad
affittarvi
un
casino
»
:
mi
rispose
stringendomi
le
mani
e
figgendomi
gli
occhi
in
volto
,
come
cercandovi
la
spiegazione
di
quel
desiderio
;
«
e
domani
partiremo
.
Vuoi
che
usciamo
assieme
oggi
?
»
Quella
domanda
fu
il
mio
colpo
di
grazia
:
quando
egli
mi
amava
come
un
pazzo
mi
avrebbe
pregata
di
non
uscire
;
in
appresso
non
mi
avrebbe
fatto
quella
domanda
poiché
non
si
sarebbe
potuto
supporre
che
l
'
uno
di
noi
potesse
uscir
solo
...
negli
ultimi
giorni
mi
amava
ancora
abbastanza
per
non
propormi
una
passeggiata
come
un
compenso
,
come
per
ringraziarmi
del
sacrifizio
che
gli
facevo
,
ciò
che
equivaleva
a
dichiararmela
una
compiacenza
,
come
avea
fatto
in
quel
momento
.
Mi
voltai
a
cogliere
un
fiore
da
un
vaso
di
porcellana
per
recare
il
fazzoletto
alla
bocca
...
Mi
sentivo
soffocare
...
Ebbi
appena
la
forza
di
mormorargli
:
«
No
...
no
...
grazie
...
Non
uscirò
tutta
la
giornata
...
»
.
Io
stessa
non
udii
il
suono
di
quelle
parole
...
Forse
neanche
egli
le
avrà
udite
...
Uscii
barcollando
,
operando
uno
sforzo
supremo
per
dominare
il
mio
dolore
immenso
,
aggrappandomi
alle
tende
che
incontravo
per
non
cadere
...
Nel
mio
salotto
caddi
su
di
una
duchesse
,
annichilata
.
Pietro
passò
al
mio
fianco
tutto
il
giorno
.
Mi
faceva
una
pena
orribile
a
vedere
gli
sforzi
che
faceva
per
contenere
la
sua
commozione
,
per
combattere
la
lotta
che
ferveva
in
lui
,
per
mantenersi
saldo
nella
risoluzione
che
parea
essersi
fissata
,
e
che
quei
momenti
avevano
fatto
ondeggiare
in
lui
...
Egli
fu
amoroso
con
me
,
come
si
può
esserlo
sino
ai
limiti
della
commozione
,
senza
il
trasporto
però
della
passione
,
di
quell
'
amore
caldo
,
cieco
,
irresistibile
,
quale
egli
me
l
'
avea
fatto
provare
,
quale
ormai
m
'
era
necessario
per
vivere
,
quale
avrebbemi
fatto
dimenticare
,
almeno
per
un
'
ora
,
in
un
bacio
,
tutta
l
'
estensione
dell
'
immensa
sventura
che
mi
percuoteva
.
Egli
non
ebbe
una
parola
,
non
una
sola
parola
che
alludesse
alla
nostra
separazione
;
ma
neanche
un
'
altra
che
la
facesse
mettere
in
dubbio
.
Un
momento
mi
parve
cattivo
e
spietato
quell
'
uomo
che
non
mi
amava
più
.
Poi
gli
baciai
le
mani
,
delirante
,
piangendo
a
calde
lagrime
;
gli
avvinghiai
le
braccia
al
collo
e
lo
soffocai
quasi
fra
le
mie
lagrime
e
i
miei
baci
,
come
se
avessi
voluto
farmi
perdonare
la
triste
impressione
di
quel
momento
.
Giammai
!
giammai
io
ho
amato
Pietro
di
quest
'
amore
immenso
,
frenetico
,
divorante
di
cui
l
'
ho
amato
in
quel
punto
...
L
'
indomani
partimmo
per
Aci
-
Castello
.
No
!
se
anche
scrivessi
questi
versi
col
sangue
che
tale
tortura
ha
stillato
dal
mio
cuore
,
io
non
potrei
arrivare
a
descrivere
tutto
lo
strazio
ineffabile
di
quest
'
agonia
immensa
che
è
durata
15
giorni
;
in
cui
ho
dovuto
divorare
le
mie
lagrime
,
soffocare
gli
urli
disperati
del
mio
cuore
,
perché
m
'
impedivano
di
vedere
,
di
sentire
come
ogni
ora
di
più
il
cuore
di
lui
s
'
allontanasse
dal
mio
;
come
quelle
sensazioni
impercettibili
,
che
formavano
l
'
amore
sovrumano
di
cui
quest
'
uomo
mi
adorava
,
andassero
morendo
in
lui
...
Io
non
potrò
esprimere
quello
che
ho
provato
di
orribile
in
tutta
l
'
intensità
del
dolore
,
quando
,
con
la
terribile
lucidità
che
mi
dà
la
mia
angoscia
,
ho
letto
chiaramente
in
quel
cuore
...
troppo
chiaramente
,
per
mia
sventura
!
...
la
sorpresa
,
la
tristezza
di
lui
,
direi
anche
il
rimorso
delle
perdute
illusioni
del
suo
amore
di
un
tempo
che
cerca
invano
...
Io
l
'
ho
veduto
,
quell
'
uomo
,
quel
cuore
,
chiudere
gli
occhi
,
immergersi
nel
vortice
delle
più
tempestose
carezze
,
soffocarmi
coi
più
febbrili
trasporti
...
frenetico
...
furibondo
quasi
,
cercando
quelle
illusioni
che
avea
adorato
in
me
...
e
nulla
!
!
...
nulla
!
!
...
e
staccarsene
pallido
,
annichilato
...
quasi
piangendo
come
un
fanciullo
,
guardandosi
attorno
come
smemorato
,
come
cercando
ancora
quelle
sensazioni
che
non
sa
più
trovare
in
me
...
e
che
io
!
!
!
...
disgraziata
!
!
...
io
non
posso
più
dargli
!
!
...
Oh
,
signore
!
nessuno
!
...
no
!
nessuno
potrà
mai
arrivare
a
comprendere
la
sublime
agonia
di
quell
'
istante
!
Dio
!
...
Dio
mio
!
...
se
impazzissi
!
No
!
Dio
non
è
giusto
!
No
!
Dio
non
ha
pietà
di
questo
dolore
sovrumano
!
Pietro
è
triste
,
malinconico
ogni
giorno
di
più
;
la
pietà
istessa
che
risente
di
me
,
di
quest
'
amore
di
cui
l
'
amo
,
ch
'
egli
comprende
,
e
del
quale
non
può
contraccambiarmi
,
malgrado
tutti
i
suoi
sforzi
generosi
,
questa
pietà
lo
distacca
da
me
,
lo
fa
fuggire
,
come
se
temesse
di
trovare
un
rimorso
nei
miei
occhi
,
che
,
Dio
sa
con
qual
coraggio
,
gli
nascondono
quello
che
si
passa
in
me
.
Egli
è
sdegnato
contro
se
stesso
e
dolente
della
simulazione
che
deve
imporsi
per
compassione
di
me
,
delle
menzogne
che
deve
giurarmi
col
volto
cosperso
del
rossore
della
vergogna
.
La
notte
lo
sento
passeggiare
spesso
sino
all
'
alba
,
ora
in
cui
parte
per
la
caccia
,
e
non
ritorna
che
a
sera
,
stanco
,
spossato
,
come
se
avesse
voluto
nella
stanchezza
dei
sensi
addormentare
il
rimorso
del
suo
amore
perduto
,
e
trovarvi
una
pace
che
la
tempesta
delle
sue
passioni
non
gli
accorda
giammai
.
Eppure
,
dopo
queste
corse
che
hanno
gonfiato
i
suoi
piedi
,
che
hanno
logorato
le
sue
forze
sino
alla
prostrazione
,
egli
non
trova
sonno
nel
letto
...
egli
si
stanca
ancora
a
passeggiare
per
la
sua
camera
...
Qualche
volta
ho
trovato
l
'
indomani
il
suo
fazzoletto
e
i
suoi
guanciali
umidi
:
al
sapore
acre
ho
conosciuto
che
erano
lagrime
...
Lui
!
questo
carattere
orgoglioso
e
forte
,
quest
'
uomo
di
ferro
...
ha
pianto
!
...
ha
pianto
di
dolore
,
di
rimorso
,
di
rabbia
,
per
quest
'
amore
che
gli
sfugge
,
che
vorrebbe
imporsi
.
No
!
...
tale
martirio
non
può
durare
per
entrambi
...
Io
sarò
forte
!
...
sì
,
quest
'
amore
istesso
me
ne
darà
la
forza
.
Morire
,
mio
Dio
!
morire
nelle
sue
braccia
almeno
...
addormentata
dalle
sue
carezze
!
...
Abbiamo
passato
13
giorni
su
questa
spiaggia
che
mi
sembra
deliziosa
,
malgrado
le
ore
crudeli
che
vi
ho
provate
.
Si
dice
che
il
dolore
rende
fosche
le
tinte
più
brillanti
del
luogo
ove
si
prova
...
Anch
'
io
ho
sentito
ciò
altravolta
;
ma
qui
,
in
questi
ultimi
giorni
,
questi
luoghi
io
li
ho
amati
nei
loro
minimi
particolari
;
forse
perché
mi
è
caro
anche
il
dolore
di
quest
'
agonia
che
posso
provare
vicino
a
lui
.
Nel
momento
in
cui
scrivo
per
parlare
di
lui
,
per
illudermi
con
lui
...
sola
,
di
notte
,
nella
mia
camera
da
letto
...
vedo
,
attraverso
le
tende
della
mia
finestra
aperta
,
sbattute
dal
vento
tempestoso
di
questi
ultimi
giorni
d
'
autunno
che
spoglia
gli
alberi
delle
foglie
,
la
massa
antica
,
imponente
,
severamente
e
grandemente
poetica
del
vecchio
e
rovinoso
castello
che
pende
da
una
balza
sul
mare
;
coi
suoi
muri
massicci
e
screpolati
,
sui
quali
stridono
i
gufi
in
mezzo
alle
ginestre
che
vi
germogliano
,
che
disegnano
la
loro
massa
bruna
su
questo
cielo
trasparente
ove
risplende
la
più
bella
luna
del
mondo
;
con
questo
mare
immenso
,
lucido
,
che
da
questa
lontananza
sembra
calmo
e
lievemente
increspato
,
e
che
muggisce
colla
sua
voce
potente
fra
i
precipizii
dell
'
abisso
che
circonda
le
fondamenta
del
castello
.
L
'
altro
giorno
volli
vedere
questo
castello
a
metà
distrutto
,
su
cui
sembra
talvolta
vedere
ancora
passeggiare
le
scolte
luccicanti
di
ferro
fra
i
merli
dei
torrioni
;
che
mi
fa
vivere
in
mezzo
agli
uomini
d
'
una
volta
che
l
'
hanno
abitato
,
coi
vivi
ricordi
che
tramanda
e
che
sembrano
infondersi
incancellabilmente
alla
sua
vista
.
Pietro
volle
dissuadermene
,
dicendo
che
la
strada
per
giungervi
era
molto
pericolosa
per
una
donna
.
«
Non
sarai
tu
con
me
?
»
,
gli
dissi
,
come
se
mi
fosse
stato
impossibile
un
accidente
vicino
a
lui
,
o
come
se
quest
'
infortunio
avessi
dovuto
amarlo
dividendolo
con
lui
.
Egli
...
costui
,
cui
l
'
amore
avea
dato
squisite
percezioni
,
cui
avea
fatto
oprare
un
miracolo
di
genio
e
di
sentimento
nel
suo
dramma
,
capì
appena
tutto
il
senso
di
quelle
parole
.
Mi
diede
il
braccio
,
come
per
nascondermi
il
suo
imbarazzo
,
e
mi
accompagnò
alla
salita
che
precede
l
'
ingresso
della
rocca
.
I
muri
della
torre
principale
che
guardano
il
paesetto
sembrano
di
un
'
altezza
smisurata
,
guardati
dal
basso
,
in
quel
punto
,
elevati
come
sono
su
di
un
immenso
scoglio
che
dalla
parte
del
mezzogiorno
sospende
le
sue
torri
sul
mare
.
Due
tavoloni
di
querce
sono
gettati
su
di
un
arco
in
rovina
per
traversare
l
'
abisso
orribile
che
si
stende
al
di
sotto
,
in
fondo
al
quale
mormora
il
mare
in
un
sordo
rumore
,
e
che
fa
venire
le
vertigini
al
solo
guardarlo
.
Pietro
passò
innanzi
e
mi
porse
la
mano
raccomandandomi
di
non
guardare
il
precipizio
per
non
avere
la
vertigine
;
all
'
incontro
io
provavo
un
'
affascinante
sensazione
nel
mirare
quella
gola
oscura
,
a
quasi
duecento
piedi
sotto
di
noi
,
ove
,
fra
le
acute
punte
degli
scogli
,
biancheggiava
la
spuma
minuta
delle
onde
rotte
e
imprigionate
nella
caverna
,
su
cui
l
'
assito
che
ci
sosteneva
si
piegava
sotto
il
peso
dei
nostri
corpi
scricchiolando
.
«
Se
cadessimo
qui
,
abbracciati
!
»
,
esclamai
io
quasi
involontariamente
,
stringendo
la
mano
di
Pietro
che
mi
guidava
.
Mi
pareva
più
dolce
quella
morte
,
e
preferibile
alle
torture
che
provavo
,
e
che
supponevo
anche
in
lui
.
«
Quale
pazzia
!
»
,
mormorò
egli
stringendo
il
mio
braccio
,
come
per
prevenire
l
'
effetto
di
un
capogiro
,
e
accelerando
il
passo
,
che
avea
reso
ardito
e
sicuro
,
quasi
per
garentire
la
mia
vita
ch
'
eragli
sospesa
.
Egli
non
ha
detto
:
Che
cara
pazzia
!
...
Ha
detto
semplicemente
:
Quale
pazzia
!
...
Ho
veduto
dalla
sommità
di
quelle
torri
questo
mare
azzurro
che
si
confonde
con
il
ceruleo
dell
'
orizzonte
,
che
si
stende
nella
sua
grande
immobilità
in
lontananza
e
freme
e
spumeggia
ai
miei
piedi
;
ho
veduto
quelle
barche
che
sembravano
giocattoli
da
quell
'
altezza
,
quel
litorale
sparso
di
ville
e
di
paesetti
,
e
Catania
...
Catania
ove
Pietro
mi
aveva
tanto
amato
....
Vi
fissai
un
lungo
sguardo
,
non
avvertendo
le
lagrime
che
bagnavano
le
mie
guance
.
«
Che
guardi
?
»
,
mi
domandò
egli
,
come
se
mi
avesse
domandato
:
Perché
piangi
?
«
Catania
!
»
,
risposi
colla
voce
ancora
tremante
.
Egli
sentì
forse
tutto
quanto
vi
era
di
passione
e
di
rimembranze
in
quella
parola
;
e
lo
provò
anch
'
egli
fors
'
anche
in
quel
momento
,
poiché
soggiunse
,
come
cedendo
ad
una
generosa
risoluzione
:
«
Vuoi
che
ritorniamo
a
Catania
?
»
.
Non
risposi
e
restai
cogli
occhi
umidi
e
fissi
sul
golfo
in
fondo
al
quale
biancheggiavano
le
cupole
che
indicavano
la
città
,
appoggiandomi
al
braccio
di
lui
.
Sentivo
quanto
vi
era
di
nobile
sacrifizio
in
quella
proposta
;
ciò
ch
'
escludeva
l
'
amore
,
ch
'
era
quello
che
mi
bisognava
.
«
Dov
'
è
Siracusa
?
»
,
domandai
poscia
,
come
non
accorgendomene
,
cedendo
ad
un
intimo
impulso
.
Pietro
mi
additò
un
punto
tra
mezzogiorno
e
ponente
,
dietro
il
Capo
Passero
che
si
vedeva
distintamente
,
ove
dovea
essere
il
suo
paese
natale
.
«
Perché
non
mi
conduci
a
Siracusa
piuttosto
?
»
,
gli
dissi
gettandogli
le
braccia
al
collo
,
singhiozzando
e
fissando
nei
suoi
i
miei
occhi
brillanti
di
lagrime
.
Egli
abbassò
gli
occhi
,
baciandomi
le
mani
,
e
rispose
,
dopo
avere
esitato
un
istante
:
«
Se
lo
vuoi
...
»
.
«
No
!
io
non
lo
voglio
...
Ciò
che
io
voglio
è
il
tuo
amore
!
il
tuo
amore
sfrenato
,
ardente
,
quale
lo
sentivi
per
me
,
quale
cerchi
ancora
come
smanioso
e
non
sai
più
trovare
,
quale
io
spero
qualche
volta
illudendomi
,
e
tento
tutte
le
occasioni
per
travedere
in
te
...
e
non
m
'
accorgo
,
pazza
,
disgraziata
ch
'
io
sono
,
che
tu
non
lo
trovi
...
che
tu
hai
la
generosità
,
la
nobiltà
di
fingerlo
meco
;
ciò
di
cui
senti
rimorso
;
...
e
che
tutto
...
tutto
!
...
perfino
le
tue
carezze
,
perfino
i
tuoi
sacrifizii
mi
dimostrano
che
tu
non
senti
più
per
me
...
»
«
Partiamo
!
»
,
soggiunsi
poco
dopo
strascinandolo
pel
braccio
,
soffocando
l
'
emozione
che
sentivo
prorompere
nell
'
eccitazione
della
corsa
,
poiché
mi
sentivo
morire
.
L
'
ultimo
raggio
di
sole
rischiarava
ancora
i
merli
della
più
alta
torre
,
e
nell
'
abisso
che
dovevamo
traversare
era
buio
profondo
;
e
gli
echi
ne
erano
mugghianti
;
e
gli
sprazzi
di
spuma
biancheggiavano
come
giganteschi
fantasmi
.
Un
momento
mi
sembrò
che
l
'
immenso
fascino
di
quello
spaventevole
abisso
attraesse
l
'
abisso
doloroso
del
mio
cuore
;
che
quei
bianchi
fantasmi
mi
stendessero
le
braccia
come
a
prepararmi
un
letto
eterno
che
dovesse
accogliermi
assieme
all
'
uomo
che
adoravo
tanto
più
freneticamente
quanto
più
lo
vedevo
allontanarsi
da
me
...
Un
momento
il
mio
piede
si
stese
sul
precipizio
e
la
mia
mano
strinse
più
forte
la
sua
per
allacciarlo
in
un
modo
che
nulla
sarebbe
valso
a
rapirmelo
mai
più
...
«
No
!
no
!
»
,
gridò
il
mio
cuore
gemente
,
«
no
!
...
ch
'
egli
viva
!
ch
'
egli
sia
felice
!
...
io
non
potrò
mai
essergli
grata
abbastanza
dei
giorni
che
mi
ha
dato
,
dei
sacrifizii
che
ha
avuto
la
bontà
d
'
imporsi
per
me
!
...
Ch
'
egli
sia
felice
...
anche
con
un
'altra!...»
Un
'
altra
!
...
Ecco
quell
'
idea
terribile
,
sanguinosa
,
che
mi
ha
attraversato
il
cuore
come
un
ferro
infuocato
,
e
alla
quale
non
avrei
forse
saputo
resistere
se
ci
avessi
prima
pensato
...
Mi
avvidi
,
quasi
con
gioia
,
come
se
fossi
stata
salvata
da
un
immenso
pericolo
,
che
camminavamo
sul
selciato
della
strada
.
Una
o
due
volte
,
in
quella
notte
agitata
e
febbrile
passata
al
davanzale
della
mia
finestra
,
ho
avuto
dei
momenti
di
speranza
,
d
'
illusione
...
speranza
tale
che
mi
faceva
mettere
dei
gridi
di
gioia
,
che
mi
faceva
comprimere
le
tempie
fra
le
mani
,
quasi
le
arterie
che
battevano
di
felicità
minacciassero
di
sconvolgermi
la
ragione
...
Egli
mi
avea
proposto
di
accompagnarmi
a
Catania
!
...
egli
aveva
avuto
forse
un
istante
d
'
amore
per
me
!
...
dell
'
amore
di
una
volta
!
...
Oh
!
Dio
!
Dio
!
...
morire
almeno
in
tal
momento
!
...
Ieri
volli
uscire
con
lui
;
volli
fare
una
passeggiata
in
barca
.
Egli
prese
i
remi
,
ed
entrambi
,
soli
,
ci
cullammo
nella
piccola
barchetta
da
pescatori
su
quelle
onde
azzurre
come
il
cielo
.
Quand
'
egli
è
solo
,
pensieroso
,
vicino
a
me
...
provo
un
momento
di
dubbio
,
d
'
incertezza
...
Mi
pare
di
sperare
,
mi
pare
di
averlo
mio
!
tutto
mio
!
...
e
che
nulla
abbia
potenza
di
strapparlo
all
'
amplesso
frenetico
delle
mie
braccia
.
Appena
fummo
al
largo
egli
lasciò
i
remi
e
venne
a
prendere
la
mia
mano
.
Lo
guardai
come
non
l
'
avevo
mai
guardato
:
sentivo
che
non
potevo
amarlo
più
di
quanto
io
l
'
amavo
in
quel
momento
;
mi
pareva
impossibile
ch
'
egli
dovesse
lasciarmi
il
dopodomani
.
Egli
baciava
le
mie
mani
,
e
sostava
per
guardarle
in
silenzio
,
come
se
avesse
temuto
di
alzare
gli
occhi
nei
miei
,
e
per
tornare
a
baciarle
...
Le
sentii
umide
delle
sue
lagrime
.
«
Pietro
!
»
,
esclamai
palpitante
di
una
sublime
emozione
,
mentre
tutti
i
pori
del
mio
cuore
si
dilatavano
ad
assorbire
le
inebbrianti
emanazioni
di
una
lusinghiera
speranza
:
«
ieri
ti
pregai
di
condurmi
a
Siracusa
...
con
te
...
»
.
Egli
non
poté
più
frenare
il
pianto
,
e
scosse
la
testa
tristamente
.
«
Impossibile
!
»
,
mormorò
con
un
soffio
appena
intelligibile
.
«Impossibile?...»,
ripetei
radunando
tutte
le
forze
di
cui
mi
sentivo
capace
;
«
e
perché
,
Pietro
?!...»
«
Oh
!
grazia
!
grazia
,
Narcisa
!
»
,
singhiozzò
egli
stringendomi
fra
le
sue
braccia
,
nascondendo
la
sua
testa
nel
mio
petto
;
«
grazia
!
...
io
sono
molto
vile
!!...»
Era
orribile
a
vedersi
l
'
angoscia
disperata
di
quel
volto
energico
,
l
'
annichilamento
completo
di
quel
carattere
di
bronzo
.
«
Sì
,
io
sono
vile
!
io
son
colpevole
!
io
sono
infame
!...»,
seguitò
con
voce
delirante
:
«
oh
!
grazia
,
Narcisa
!...»
.
L
'
amavo
tanto
che
non
sentii
tutto
lo
spasimo
sublime
che
quelle
parole
mi
facevano
provare
:
ebbi
soltanto
pietà
di
lui
.
Lo
abbracciai
,
piangendo
anch
'
io
,
tremando
convulsivamente
del
suo
tremito
,
mischiando
le
mie
labbra
alle
sue
.
«
Dillo
!
Pietro
...
dillo
!
»
,
gridai
con
disperato
sforzo
di
volontà
,
«
tu
non
mi
ami
più
!
...
tu
non
mi
ami
più
come
prima
!
»
.
Egli
rimase
abbattuto
,
in
silenzio
,
sulla
panchetta
della
barca
.
Quel
silenzio
durò
cinque
minuti
.
Quando
risollevò
il
volto
fui
atterrita
dallo
spaventevole
pallore
che
copriva
i
suoi
lineamenti
solcati
profondamente
.
«
Ascoltami
,
Narcisa
!
»
,
cominciò
egli
con
voce
solenne
,
quasi
calma
:
«
io
ho
un
sacro
dovere
di
gratitudine
verso
di
te
...
dovere
che
mi
fanno
caro
le
reminiscenze
che
non
potrò
dimenticare
giammai
,
e
che
formano
ora
il
mio
inferno
...
Eppure
,
te
lo
giuro
sul
mio
onore
,
io
non
mi
trovo
colpevole
...
no
!
...
che
soltanto
queste
reminiscenze
mi
restino
ora
vicino
a
te
...
Tu
hai
il
diritto
di
disporre
di
me
,
in
tutto
...
Io
sacrificherò
al
dovere
quello
che
avrei
sacrificato
all
'
amore
,
e
farò
quanto
è
possibile
all
'
uomo
per
renderti
la
tua
felicità
.
Ho
tanto
provato
di
sì
immenso
nella
voluttà
del
godimento
,
nel
delirio
dell
'
esser
felice
,
che
forse
all
'
uomo
non
è
concesso
di
godere
...
e
Dio
mi
punisce
,
col
soffiare
su
tutte
quelle
sensazioni
che
formavano
il
mio
amore
...
che
cerco
invano
da
due
mesi
...
e
spegnerle
per
me
.
Nel
tremito
ardente
delle
tue
labbra
,
sul
tepore
della
tua
pelle
rosata
,
nelle
nervose
e
convulse
pressioni
delle
tue
braccia
,
nel
delirio
fervente
delle
tue
carezze
,
ho
cercato
invano
un
atomo
,
un
atomo
solo
,
di
quello
che
provavo
d
'
arcano
,
d
'
indefinibile
,
di
più
che
terreno
,
quando
,
seduto
sul
lastrico
della
strada
,
ti
vedevo
al
verone
,
ciò
che
formava
il
delirio
dei
miei
sogni
;
che
nei
primi
trasporti
del
possederti
,
quando
mi
pareva
di
divenire
folle
per
la
felicità
dell
'
amor
tuo
,
io
provai
sino
a
quel
parossismo
del
godimento
che
ci
annienta
,
direi
,
nel
godimento
istesso
,
e
che
ci
lascia
sbalorditi
della
sua
estensione
.
Io
ho
cercato
invano
questo
profumo
,
questo
vapore
che
ti
circondava
d
'
incenso
come
gli
angeli
,
e
in
cui
non
osavo
immergermi
per
timore
di
perdervi
la
ragione
o
di
perdervi
l
'
illusione
...
È
duro
,
è
crudele
quello
che
dico
...
ma
tu
hai
mente
per
apprezzarlo
e
cuore
per
perdonarmelo
...
come
mi
hai
perdonato
tutto
quello
che
ti
ho
fatto
soffrire
da
due
mesi
,
che
mi
sono
rimproverato
,
e
di
cui
il
rimorso
mi
lacera
...
Quello
che
io
piango
,
Narcisa
,
è
l
'
amore
che
ho
provato
e
che
non
posso
più
trovare
...
che
cerco
assetato
per
inebbriarmene
,
poiché
la
sete
che
ne
ho
è
ardente
,
divoratrice
,
e
che
mi
fugge
sempre
dinanzi
come
un
fuoco
fatuo
...
Io
avrei
paura
,
rimanendoti
più
a
lungo
vicino
,
che
la
stanchezza
dell
'
animo
non
vincesse
anche
il
desiderio
ineffabile
che
ho
di
questo
amore
...
e
che
tutto
questo
tesoro
di
diletti
che
trovasi
in
te
,
di
cui
m
'
abbeverai
forse
sino
all
'
ebbrietà
,
non
vada
perduto
dell
'
intutto
per
me
!
Oh
!
io
ho
paura
di
ciò
,
Narcisa
!
...
poiché
la
speranza
di
riamarti
un
giorno
come
ti
ho
amato
m
'
impedisce
che
mi
bruci
le
cervella
,
non
avendo
più
nulla
a
godere
sulla
terra
.
Bisogna
ch
'
io
mi
allontani
da
te
per
qualche
tempo
,
ch
'
io
torni
a
dubitare
della
felicità
che
ho
goduto
...
ch
'
io
dubiti
della
speranza
fin
anche
di
questa
felicità
,
per
esser
pazzo
di
te
come
lo
ero
quando
passavo
le
notti
innanzi
la
tua
casa
senza
sperare
un
'
occhiata
da
te
...
bisogna
che
io
ti
vegga
ancora
lontana
da
me
,
in
mezzo
alle
pompe
del
tuo
lusso
,
all
'
incanto
delle
tue
seduzioni
,
per
cercarti
ansioso
,
cieco
,
folle
,
come
allora
;
e
stendere
le
braccia
,
delirante
,
invocando
un
altro
sorso
di
questa
coppa
fatata
...
a
cui
fui
tanto
stolto
da
bere
troppo
...
»
.
Egli
non
poté
più
proseguire
,
soffocato
dalla
violenza
della
sua
commozione
,
tenendosi
il
petto
colle
mani
increspate
da
una
violenza
contrazione
,
inginocchiato
ai
miei
piedi
,
coll
'
occhio
luccicante
di
una
fosca
luce
sul
pallore
quasi
tetro
del
suo
volto
,
coi
capelli
irti
sulla
fronte
madida
di
freddo
sudore
.
Quest
'
addio
che
quel
cuore
mi
dava
era
grande
,
era
sublime
,
come
l
'
amore
di
cui
m
'
aveva
amato
.
Lo
sollevai
fra
le
mie
braccia
;
lo
baciai
in
fronte
,
sentendomi
ancor
io
fredda
di
sudore
ghiacciato
,
provando
una
forte
risoluzione
che
quelle
parole
infondevanmi
,
la
quale
correva
al
cuore
,
quasi
con
gli
smarrimenti
di
una
vertigine
,
insieme
al
sangue
che
da
tutte
le
vene
vi
affluiva
.
«
Addio
dunque
!
»
,
gli
dissi
con
una
calma
nella
voce
della
quale
io
stessa
ero
atterrita
:
«
Addio
,
Pietro
!...»
.
Egli
cercò
le
mie
labbra
colle
sue
,
fredde
,
tremanti
d
'
angoscia
e
di
voluttà
.
«Addio!...»,
gli
mormorarono
ancora
le
mie
labbra
palpitanti
nelle
sue
-
E
svenni
fra
le
sue
braccia
.
11
Novembre
Posdomani
egli
deve
partire
.
Ho
numerato
minuto
per
minuto
queste
ultime
ore
che
io
ho
passato
vicino
a
lui
...
cercando
illudermi
spesso
per
sentirne
poi
più
amaramente
tutta
la
disperazione
del
disinganno
.
No
!
lo
sento
...
il
suo
cuore
non
può
più
rinascere
per
me
!
Egli
tenta
lusingarsi
nelle
sue
speranze
...
o
piuttosto
ha
pietà
di
quello
che
soffro
...
Quand
'
egli
partirà
!
...
Dio
!
Dio
!
...
Quando
non
udrò
più
la
sua
voce
,
il
rumore
dei
suoi
passi
...
;
quando
non
lo
vedrò
più
e
non
l
'
attenderò
più
la
sera
,
affacciata
alla
finestra
!
...
Oh
!
no
!
...
no
!
...
è
meglio
prima
...
prima
ch
'
ei
parta
...
Riprenderò
questa
lettera
all
'
ultimo
istante
,
per
farla
poi
mettere
alla
Posta
a
catania
...
Domani
egli
aspetta
il
suo
amico
,
forse
lei
stesso
,
che
deve
venire
a
prenderlo
...
in
tal
caso
sarebbe
forse
meglio
...
L
'
ora
non
può
essere
molto
lontana
:
egli
parte
dopodomani
...
Ho
peccato
!
e
Dio
mi
punisce
col
mio
peccato
!
12
Novembre
L
'
inverno
è
sopravvenuto
troppo
improvvisamente
per
queste
contrade
...
Dio
mio
!
Ho
avuto
paura
di
questo
mare
burrascoso
,
di
questi
nuvoloni
che
fanno
nero
e
triste
il
cielo
,
di
questo
vento
che
strappa
le
ultime
foglie
dagli
alberi
...
Sì
,
ho
paura
di
questa
natura
,
pochi
giorni
fa
ancora
tanto
ridente
,
e
che
sembra
fuggirmi
con
la
vita
...
Ho
pianto
molto
...
sì
a
lungo
che
ora
sono
stanca
di
piangere
.
Gli
occhi
mi
bruciano
;
mi
sembra
che
il
petto
si
rompa
...
Dio
!
Dio
mio
!
Pietro
mi
sfugge
,
teme
d
'
incontrarsi
con
me
...
Che
gli
ho
fatto
?
...
Dio
mio
!
che
gli
ho
fatto
?
!
...
12
Novembre
-
ore
10
di
sera
Dio
!
Dio
!
Pietà
!
pietà
!
Son
pazza
,
Dio
mio
!
Mi
pare
di
perdere
la
ragione
!
...
mi
pare
di
morire
!
Ho
urlato
come
una
tigre
;
ho
lacerato
coi
denti
le
lenzuola
,
le
vesti
,
il
fazzoletto
;
mi
son
rotte
le
membra
urtando
contro
i
mobili
come
ebbra
...
Oh
,
no
!
no
!
Dio
non
è
giusto
!
Dio
è
crudele
!
...
Quale
tortura
!
quale
tortura
orrenda
!
...
Dio
!
Dio
mio
!
...
L
'
ho
udito
!
sì
,
la
sua
voce
!
...
la
sua
voce
istessa
...
che
ordinava
i
cavalli
per
domani
...
Oh
,
quest
'
uomo
!
...
quest
'
uomo
!
...
Ma
io
l
'
amo
!
...
ma
io
l
'
adoro
...
com
'
egli
si
spaventerebbe
a
provarlo
,
se
lo
potesse
,
quest
'
uomo
che
mi
sfugge
!
...
che
ha
il
cuore
morto
per
me
!
...
Che
fare
?
...
che
fare
,
Dio
mio
?
!
...
Se
fossi
pazza
?
!
...
se
impazzissi
?
!
...
Dio
!
!
!
...
No
!
Dio
non
può
punirmi
del
mio
delitto
...
No
!
Dio
non
può
punirmi
dell
'
opera
sua
...
perché
...
perché
io
son
debole
...
perché
io
son
vile
dinanzi
all
'
estensione
di
questo
dolore
sovrumano
che
mi
si
apre
dinanzi
...
perché
io
,
da
Lui
che
mi
percuote
,
voglio
il
sonno
...
l
'
oblìo
almeno
!
...
Dio
!
Dio
!
...
pietà
!
pietà
!
...
grazia
!
!
!
...
IX
Un
'
ora
del
mattino
suonava
lentamente
all
'
orologio
del
salotto
nel
grazioso
casino
che
abitavano
i
due
giovani
.
Narcisa
,
pallida
del
suo
delicato
pallore
di
cera
,
coll
'
occhio
brillante
di
un
inusitato
splendore
che
avea
dei
lampi
di
felicità
,
vestita
di
bianco
,
il
suo
colore
favorito
,
sebbene
la
stagione
fosse
alquanto
inoltrata
,
coi
capelli
raccolti
mollemente
dentro
una
reticella
di
seta
ed
arricciantisi
sulla
fronte
quasi
sino
alle
sopra
[
c
]
ciglia
,
con
quella
moda
ardita
che
ricordava
le
più
belle
teste
delle
statue
greche
,
stava
seduta
abbandonatamente
sopra
un
canapè
,
accanto
a
Pietro
,
nella
sua
attitudine
solita
,
allacciandogli
il
collo
con
le
sue
belle
braccia
,
figgendo
avidamente
gli
occhi
negli
occhi
di
lui
,
ascoltando
le
sue
parole
;
e
sembrava
deliziarsi
nella
trasparente
e
profumata
atmosfera
che
le
mille
sensazioni
di
quel
momento
le
creavano
.
Giammai
la
donna
amante
avea
sussultato
di
tale
amore
fra
le
braccia
dell
'
uomo
amato
;
giammai
la
sirena
si
era
abbandonata
più
molle
,
più
languente
;
giammai
la
maliarda
avea
avuto
sguardo
più
inebbriante
da
fare
oscillare
convulsivamente
le
più
intime
fibre
del
cuore
di
lui
.
Sembrava
che
qualche
cosa
di
più
che
mortale
eccitasse
in
lei
tutte
le
più
squisite
risorse
,
le
ispirazioni
più
ardenti
della
donna
affascinante
,
della
donna
ebbra
anch
'
essa
di
questa
voluttà
che
ispirava
e
che
cercava
,
per
formarne
un
fascino
irresistibile
,
divorante
.
L
'
occhio
di
Pietro
era
raggiante
;
la
sua
parola
interrotta
a
scosse
come
per
delirio
;
le
sue
membra
tremanti
di
sovrumano
diletto
.
Egli
suggeva
avidamente
coi
baci
per
la
fronte
,
pei
capelli
,
per
le
labbra
,
per
gli
occhi
,
pel
collo
quelle
emanazioni
acri
e
violente
di
una
voluttà
insaziabile
,
che
eccitava
il
godimento
sino
al
delirio
...
«
Oh
!
Narcisa
!
Narcisa
!
»
,
esclamava
egli
come
un
pazzo
,
«
Narcisa
di
Napoli
...
di
Catania
!
...
t
'
ho
trovata
alfine
!
sì
,
t
'
ho
trovata
!!...»
Tutt
'
a
un
tratto
quel
corpo
affascinante
di
mille
seduzioni
ebbe
un
fremito
che
non
seppe
reprimere
,
e
quasi
una
dolorosa
contrazione
.
Pietro
l
'
abbracciò
più
strettamente
,
come
ebbro
...
poiché
lo
scambiò
per
un
fremito
di
piacere
.
«
Che
io
ti
vegga
,
Narcisa
!
»
,
esclamò
egli
colle
mani
giunte
,
inginocchiandosi
sul
tappeto
,
come
se
avesse
voluto
adorarla
:
«
oh
!
ch
'
io
possa
vederti
!
..
Perché
nel
tempo
istesso
che
io
provo
questo
godimento
supremo
,
che
mi
comunico
il
tuo
corpo
da
fata
fra
le
mie
braccia
,
non
posso
analizzarti
col
mio
sguardo
,
ed
assorbire
quell
'
altra
ebbrezza
sublime
di
divorare
le
tue
bellezze
?...»
.
Egli
si
tacque
,
sorpreso
,
allarmato
dal
pallore
che
copriva
i
delicati
lineamenti
di
lei
,
che
tradivano
qualche
lievissima
contrazione
spasmodica
:
e
che
cominciavano
a
bagnarsi
di
fredde
stille
di
sudore
a
fior
di
pelle
alla
radice
dei
capelli
.
Narcisa
,
come
per
nascondergli
quel
triste
spettacolo
inebbriandolo
fra
le
sue
carezze
,
lo
attirò
fra
le
sue
braccia
,
baciandolo
del
suo
bacio
languido
e
divorante
nella
sua
molle
seduzione
;
e
posò
il
suo
viso
sul
volto
di
lui
,
mischiando
i
ricci
dei
suoi
capelli
ai
suoi
...
«
Che
hai
,
Narcisa
?
»
,
le
gridò
Pietro
spaventato
dal
freddo
sudore
di
cui
gli
inumidiva
il
volto
il
contatto
di
lei
.
«
Oh
,
nulla
!
...
È
la
felicità
!
...
è
la
gioia
suprema
che
provo
...
che
sembra
farmi
svenire
...
Oh
!
come
son
felice
!
...
Dio
mio
!
come
son
felice
!...»
Mentre
quella
testolina
ricciuta
si
posava
sulla
sua
,
Pietro
la
sentì
farsi
più
pesante
sulla
sua
spalla
.
«Narcisa!...»
«
Oh
,
qual
felicità
,
Pietro
!
...
Mi
pare
di
aver
sonno
...
di
dover
sognare
questi
squisiti
diletti
...
Avevo
tanto
sofferto
!
...
Adagiami
sul
canapè
...
e
suonami
qualche
cosa
sul
pianoforte
...
Provo
delle
sfumature
sì
care
...
dei
sogni
incerti
sì
belli
!
...
Oh
,
Pietro
,
se
li
provassi
anche
tu
!
Mi
pare
di
dover
godere
di
più
con
quei
suoni
tratti
da
te
...
»
La
sua
pupilla
era
prodigiosamente
dilatata
;
ma
lo
fissava
ancora
coi
raggi
più
vivi
del
suo
sguardo
.
Pietro
s
'
inginocchiò
ai
suoi
piedi
;
ella
ebbe
il
coraggio
di
cambiare
in
un
sorriso
la
contrazione
di
spasimo
delle
sue
labbra
.
«
Suonami
il
valtzer
...
Il
Bacio
...
fammi
contenta
...
»
Pietro
esitava
.
«
Ma
che
hai
?
Dio
mio
!
sei
pallida
da
far
paura
...
»
«
È
nulla
,
ti
dico
...
è
l
'
eccesso
della
gioia
,
della
felicità
...
Son
tanto
felice
,
mio
Pietro
!
...
Fammi
questo
piacere
,
suona
quel
valtzer
...
che
mi
domandavi
sempre
...
»
E
giunse
le
mani
con
atto
infantile
di
preghiera
.
Pietro
cominciò
ad
eseguire
quella
musica
che
faceva
la
più
strana
impressione
in
mezzo
al
silenzio
della
notte
(
nella
mestizia
che
,
suo
malgrado
,
cominciava
ad
offuscarlo
)
,
ascoltata
da
quella
donna
coricata
sul
divano
,
che
giungeva
le
mani
;
della
quale
i
tratti
,
sussultanti
di
quando
in
quando
,
sembravano
assorbire
le
vibrazioni
come
delle
care
reminiscenze
;
della
quale
gli
occhi
si
dilatavano
colla
pupilla
di
una
spaventevole
fissità
;
della
quale
infine
le
labbra
si
aprivano
anelanti
come
a
bever
l
'
onda
di
quell
'
armonia
,
in
mezzo
alle
contrazioni
spasmodiche
che
non
poteva
dissimulare
;
nel
silenzio
quasi
lugubre
di
quel
salotto
,
che
cominciava
ad
esser
rotto
dall
'
anelito
affannoso
e
soffocato
della
respirazione
di
lei
.
Ella
si
era
alzata
lentamente
,
come
attratta
da
quel
suono
;
cogli
occhi
come
affascinati
da
immagini
che
ella
sola
poteva
vedere
...
E
si
era
trascinata
barcollante
,
stendendo
le
mani
tentoni
,
come
se
non
vedesse
più
,
verso
il
punto
dove
risuonavano
quelle
note
festanti
.
Ella
vi
giunse
,
anelante
di
fatica
e
di
piacere
,
e
si
aggrappò
alla
spalla
di
Pietro
per
non
cadere
,
gridando
con
accento
indescrivibile
:
«
Oh
!
Pietro
!
Pietro
!
...
dove
sei
?!...»
.
E
cadde
inginocchiata
.
Le
sue
pupille
azzurre
,
chiare
,
quasi
fosforescenti
,
si
fissavano
in
volto
a
lui
,
senza
sguardo
,
come
cercandolo
;
e
allorquando
sembrò
ch
'
ella
non
potesse
rompere
quel
velo
che
le
annebbiava
la
vista
,
che
le
impediva
di
pascersi
nelle
sembianze
di
lui
,
i
suoi
lineamenti
,
che
cominciavano
a
contrarsi
,
espressero
l
'
angoscia
...
un
terrore
nuovo
,
incomprensibile
.
«
Oh
,
Dio
!
Dio
mio
!
»
,
singhiozzò
agitando
le
labbra
convulsivamente
,
come
se
stentasse
a
trarre
quei
suoni
dalla
sua
gola
arida
e
ad
articolarli
colle
sue
labbra
tremanti
:
«
Oh
!
Dio
!
...
sì
presto
!
sì
presto
!...»
.
E
quando
incontrò
gli
abiti
del
giovane
,
le
sue
mani
increspate
cercarono
brancolando
le
mani
di
lui
,
che
strinsero
avidamente
,
con
tenace
ostinazione
,
quasi
temessero
di
lasciarsele
sfuggire
.
La
pelle
del
suo
viso
si
era
fatta
arida
,
e
le
vene
cominciavano
ad
iniettarsi
di
sangue
.
Pietro
,
stordito
,
spaventato
,
afferrò
il
cordone
del
campanello
.
«
È
giunto
il
signor
Angiolini
»
:
disse
un
domestico
sulla
soglia
.
«
Presto
!
presto
!
che
corra
...
soccorso
!
Ella
muore
!
»
,
gridò
Pietro
.
Sollevò
quel
bel
corpo
,
fattosi
di
un
'
inerte
pesantezza
,
fra
le
sue
braccia
,
stringendovelo
con
una
furibonda
tenerezza
,
e
lo
coricò
sul
divano
.
In
tutto
quel
tempo
le
mani
convulse
di
lei
cercarono
ancora
le
sue
;
e
quando
le
trovarono
fecero
atto
di
recarsele
alle
labbra
,
fissandolo
sempre
di
quella
pupilla
cerulea
,
dilatata
,
senza
sguardo
.
Si
udirono
dei
passi
precipitati
,
e
comparve
Raimondo
,
che
veniva
a
prendere
Brusio
per
condurlo
da
sua
madre
,
come
Narcisa
ne
avea
avuto
sentore
.
Con
un
solo
sguardo
egli
vide
di
che
si
trattava
,
e
senza
perder
tempo
in
domande
inutili
,
corse
da
lei
,
distesa
sul
divano
,
e
le
prese
il
polso
.
Le
pulsazioni
erano
deboli
,
lente
,
mancanti
;
osservò
la
pelle
arida
,
picch
[
i
]
ettata
in
alcuni
punti
delle
braccia
di
bollicine
incolori
;
il
volto
acceso
e
che
cominciava
a
farsi
livido
;
gli
occhi
fissi
che
operavano
uno
sforzo
prodigioso
per
non
cedere
alla
pesantezza
delle
palpebre
,
onde
fissarsi
ancora
su
di
Pietro
,
quantunque
non
lo
vedessero
più
.
Toccò
vivamente
la
regione
epigastrica
che
tradì
uno
spasimo
acuto
.
«
Hai
in
casa
dell
'
emetico
?
»
,
domandò
vivamente
Raimondo
al
suo
amico
,
rizzandosi
con
la
pronta
decisione
che
dà
l
'
intuizione
al
medico
di
genio
,
e
che
lo
fa
sollevare
e
dominare
in
tali
momenti
.
«
Oh
no
!
...
Dio
mio
!...»
«
Un
momento
!
avrete
almeno
questo
»
;
e
spezzò
il
cordone
del
campanello
,
strappandolo
con
violenza
.
«
Recate
un
bicchier
d
'
acqua
e
del
sapone
,
e
preparate
due
tazze
di
caffè
molto
carico
e
senza
zucchero
;
subito
!
»
,
ordinò
al
cameriere
che
comparve
.
«
Bisogna
che
tu
passi
nell
'
altra
stanza
»
;
soggiunse
quindi
a
Brusio
che
sembrava
di
sasso
.
Narcisa
,
che
udì
forte
e
comprese
quelle
parole
,
strinse
più
vivamente
le
mani
del
giovane
,
quasi
volesse
attaccarsi
a
lui
.
«
No
!
no
!
»
,
singhiozzò
Pietro
cadendo
inginocchiato
dinanzi
al
canapè
;
«
no
!
io
non
la
lascerò
un
minuto
...
Io
sarò
forte
,
Raimondo
!
»
Il
medico
si
strinse
con
impazienza
nelle
spalle
,
e
tentò
di
far
bere
a
Narcisa
il
bicchier
d
'
acqua
che
gli
avevano
recato
ove
avea
sciolto
del
sapone
.
Ella
ne
inghiottì
avidamente
due
o
tre
sorsi
,
afferrando
il
bicchiere
come
se
avesse
voluto
aggrapparsi
alla
vita
che
sentiva
sfuggirle
;
provò
qualche
movimento
di
vomito
,
che
rimase
senza
effetto
;
e
ricadde
pesantemente
sul
canapè
mormorando
:
«
Oh
!
la
vista
!
...
Dio
mio
!
la
vista
!
...
vederlo
almeno
!...»
.
E
due
lagrime
luccicarono
sulla
sua
orbita
.
I
suoi
lineamenti
erano
orribili
di
questa
lotta
penosa
che
cercava
vincere
e
dissimulare
con
isforzi
sovrumani
.
Raimondo
,
che
avea
preso
la
testa
di
lei
fra
le
sue
braccia
,
un
minuto
dopo
la
lasciò
ricadere
sul
cuscino
,
resa
di
una
cadaverica
pesantezza
;
e
rimase
muto
,
disanimato
.
Poco
dopo
mormorò
,
come
parlando
a
se
stesso
:
«
È
l
'
oppio
in
forti
dosi
...
Ora
il
delirio
...
dopo
il
coma
...
»
.
«
Che
sete
!
Dio
mio
,
che
sete
!
»
,
mormorava
Narcisa
colla
voce
secca
,
stentando
a
disnodare
la
lingua
,
legata
da
una
spaventevole
aridità
;
«
acqua
!
per
pietà
,
Pietro
!
...
acqua
!...»
Raimondo
le
fece
inghiottire
quasi
tre
tazze
di
caffè
amaro
.
«
Che
fare
?
Dio
!
...
che
fare
?
»
,
gridava
Pietro
implorando
,
con
l
'
accento
del
cuore
,
da
Raimondo
quell
'
aiuto
che
questi
non
poteva
dargli
mentre
avea
chinato
la
testa
sul
petto
,
come
se
avesse
voluto
dire
:
troppo
tardi
!
La
fisionomia
di
Narcisa
si
animava
come
se
contemplasse
deliziose
visioni
che
il
suo
occhio
sbarrato
e
fisso
poteva
vedere
soltanto
.
Ella
mormorava
frasi
interrotte
,
appena
sensibili
,
in
cui
spesso
le
sue
labbra
si
agitavano
come
per
sorridere
.
Una
o
due
volte
sembrò
riscuotersi
bruscamente
,
con
un
senso
penoso
...
e
allora
i
suoi
tratti
esprimevano
un
immenso
affanno
...
in
cui
ella
mormorava
:
«
Oh
,
Pietro
!
...
il
valtzer
!
...
il
valtzer
!...»
.
Pietro
,
che
aveva
soltanto
la
forza
di
bagnare
di
pianto
le
sue
mani
che
si
teneva
alle
labbra
,
gridò
singhiozzando
:
«
Ma
salvala
,
Raimondo
!
...
fratello
mio
!
...
Non
vedi
che
muore
!
...
Bisogna
ch
'
ella
non
muoia
!
...
Non
voglio
che
ella
muoia
!...»
.
Tutt
'
a
un
tratto
Raimondo
corse
al
pianoforte
,
come
cedendo
ad
un
'
ultima
e
subitanea
ispirazione
;
lo
strascinò
sulle
sue
carrucole
sino
al
canapè
dov
'
era
sdraiata
l
'
agonizzante
;
sollevò
questa
fra
le
sue
braccia
,
perché
le
braccia
di
lei
potessero
ancora
circondare
il
collo
di
Pietro
che
non
volevano
abbandonare
;
e
disse
a
Brusio
che
sembrava
istupidito
:
«
Non
c
'
è
più
che
un
miracolo
che
possa
prevenire
il
coma
,
che
possa
salvarla
:
bisogna
prolungare
questo
delirio
per
dare
il
tempo
di
operare
all
'
infuso
di
caffè
...
Suonale
quello
che
vuole
...
Ci
son
dei
casi
in
cui
la
scienza
bisogna
che
ricorra
all
'
arte
o
al
caso
»
.
Pietro
cominciò
a
suonare
quel
valtzer
allegro
e
brillante
,
di
cui
le
note
acquistavano
la
più
triste
inflessione
sotto
le
sue
dita
increspate
e
tremanti
,
e
che
strillavano
sinistramente
in
mezzo
al
funereo
silenzio
di
quella
stanza
.
Due
o
tre
volte
le
labbra
di
Narcisa
sorrisero
;
i
suoi
lineamenti
perdettero
la
loro
rigida
alterazione
per
esprimere
il
piacere
più
intenso
che
quel
suono
certamente
le
procurava
o
che
determinava
i
sogni
deliziosi
del
suo
delirio
...
Ella
stringeva
più
fortemente
,
sebbene
con
moto
convulso
,
quella
testa
che
abbracciava
;
e
qualche
volta
le
sue
labbra
si
agitarono
come
per
baciare
;
e
il
suo
capo
si
avanzava
tentoni
come
se
avesse
voluto
incontrare
quello
di
lui
;
...
e
la
sua
pupilla
appannata
,
vitrea
,
fissa
,
ebbe
un
lampo
,
un
raggio
di
uno
sguardo
in
cui
balenava
tutto
l
'
ineffabile
amore
che
l
'
agonia
non
poteva
assopire
in
quel
cuore
.
«
Oh
!
Pietro
!
Pietro
!
...
ti
vedo
!...»,
gridò
esultante
;
con
un
accento
indescrivibile
che
avea
più
dell
'
urlo
dello
spasimo
che
del
trasporto
della
gioia
;
«
m
'
ami
?
!
...
m
'
ami
tu
?!!!...»
E
si
rovesciò
assieme
a
lui
sul
canapè
vincendo
,
con
uno
sforzo
disperato
,
miracoloso
,
la
difficoltà
di
proferire
,
il
torpore
della
mente
,
l
'
inerzia
delle
forze
,
l
'
agonia
insomma
.
«
Pietro
,
m
'
ami
ancora
?
!
»
«
Sì
!
sì
!
t
'adoro!...»,
singhiozzò
egli
tentando
inumidire
l
'
aridità
di
quella
pelle
coll
'
umido
delle
sue
labbra
,
di
scacciare
il
torpore
di
quelle
membra
,
la
pesantezza
di
quelle
palpebre
coll
'
impeto
dei
suoi
baci
;
cercando
trasfondere
la
vita
che
sentiva
rigogliosa
,
giovane
,
potente
in
lui
,
nel
soffio
che
alitava
fra
le
labbra
di
lei
violacee
,
semiaperte
e
convulse
.
«
E
non
me
lo
dici
perché
hai
pietà
di
me
?
...
e
non
me
lo
dici
perché
io
muoio
?!...»,
seguitò
ella
aggrappandosi
al
suo
collo
,
nelle
convulsioni
dell
'
agonia
,
con
quel
moto
incerto
e
straziante
del
volto
e
delle
labbra
che
cercavano
il
volto
di
lui
per
baciarlo
.
«
Oh
,
no
!
...
non
ti
ho
mai
amato
come
t
'
amo
!
...
Narcisa
!
...
Narcisa
!
...
non
mi
abbandonare
!...»
«
Grazie
!
...
grazie
!...»,
mormorò
la
moribonda
con
un
anelito
interrotto
che
la
stentata
respirazione
soffocava
nella
sua
gola
;
«
grazie
!
...
oh
!
la
vita
!
...
dottore
,
fatemi
vivere
...
egli
mi
ama
!
!
...
io
non
voglio
morire
!
!
!
»
,
finì
con
accento
straziante
.
E
non
poté
più
proferire
,
quantunque
agitasse
ancora
penosamente
le
labbra
,
e
alcuni
suoni
rochi
e
interrotti
scappassero
dalla
sua
gola
arida
.
Ella
rimase
come
profondamente
assopita
;
riscossa
di
tratto
in
tratto
da
sussulti
convulsivi
:
rivelando
mille
impressioni
,
ora
deliziose
ora
tristi
,
nella
mutabile
espressione
dei
suoi
lineamenti
,
in
cui
l
'
occhio
soltanto
,
colla
sua
larga
e
lucida
fissità
faceva
prevedere
la
morte
.
Era
orribile
a
vedersi
la
rapida
decomposizione
di
quella
fisonomia
.
Finalmente
sopraggiunse
il
sonno
.
Pietro
rimaneva
,
com
'
ella
l
'
aveva
attirato
rovesciandolo
nella
sua
caduta
,
ancora
avvinghiato
a
quel
corpo
per
tre
quarti
cadavere
,
e
che
aveva
tuttavia
i
suoi
ultimi
moti
convulsivi
,
gli
estremi
sforzi
dei
suoi
rantoli
,
la
disperata
tensione
della
pupilla
per
lui
;
egli
era
come
affascinato
da
quell
'
orribile
spettacolo
che
impietrava
le
lagrime
nel
suo
occhio
ardente
e
dilatato
quasi
al
pari
di
quello
di
lei
.
«
Ma
parti
,
disgraziato
!
»
,
gli
gridò
Raimondo
tentando
di
strapparlo
a
quell
'
amplesso
di
morte
;
«
non
vedi
che
ciò
ti
uccide
...
!
»
Pietro
non
rispose
,
e
abbracciò
più
strettamente
quel
corpo
inerte
,
in
cui
gli
parve
sentire
un
ultimo
sussulto
al
suo
abbraccio
,
mentre
le
mani
gli
parve
lo
stringessero
più
tenacemente
,
come
per
ringraziarlo
e
non
lasciarlo
.
Quell
'
agonia
fu
lunga
,
penosa
,
orrenda
.
A
pena
il
medico
,
colla
mano
sul
petto
di
lei
a
numerare
i
battiti
del
cuore
,
poté
discernere
il
punto
in
cui
il
sonno
del
veleno
si
mischiò
al
sonno
della
morte
.
Pietro
rimase
istupidito
,
come
un
pazzo
;
per
un
mese
intiero
.
Il
secondo
rivide
sua
madre
;
poi
gli
amici
.
Un
anno
dopo
ricomparve
in
società
...
Chi
sa
quante
volte
al
giorno
pensa
a
quest
'
ora
a
Narcisa
,
la
donna
ch
'
è
morta
d
'
amore
per
lui
?
!
...
Le
splendide
promesse
del
suo
ingegno
,
che
l
'
amore
di
un
giorno
aveva
elevato
sino
al
genio
nella
sua
anima
fervente
,
erano
cadute
con
quest
'
amore
istesso
.
Pietro
Brusio
è
meno
di
una
mediocrità
,
che
trascina
la
vita
nel
suo
paese
natale
rimando
qualche
sterile
verso
per
gli
onomastici
dei
suoi
parenti
,
e
dissipando
il
più
allegramente
possibile
lo
scarso
suo
patrimonio
.
Misteri
del
cuore
!