Narrativa ,
ÿþLA
GRANDE
FIAMMA
.
A
Rocco
Pagliara
.
I
.
Nell
'
ora
tarda
della
sera
,
partita
l
'
ultima
persona
amica
o
indifferente
,
per
la
quale
essa
provava
l
'
orgogliosa
e
invincibile
necessità
di
mentire
,
chiuse
tutte
le
porte
ermeticamente
,
piombata
la
casa
nel
profondo
silenzio
notturno
,
interrogate
con
lo
sguardo
sospettoso
fin
le
fantastiche
penombre
della
sua
stanza
solitaria
,
dove
sola
vivente
era
una
pia
lampada
consumantesi
innanzi
a
una
sacra
immagine
,
prosciolto
il
suo
spirito
dall
'
obbligo
della
bugia
e
le
sue
labbra
dall
'
obbligo
del
sorriso
,
ella
si
lasciava
abbruciare
dalla
grande
fiamma
.
Immobile
,
con
le
palpebre
socchiuse
e
le
mani
abbandonate
lungo
il
corpo
,
ritta
come
un
bianco
fantasma
nel
mezzo
della
sua
stanza
,
sentiva
un
flusso
di
calore
salire
alle
guancie
delicatamente
brune
e
smorte
,
un
flusso
di
calore
vivificarle
il
cervello
,
un
'
onda
di
lacrime
calde
pungerle
i
bellissimi
grandi
occhi
bruni
.
Scorrevano
taciturnamente
,
senza
singhiozzi
,
le
lacrime
calde
sulle
guancie
e
le
avvampanti
guancie
se
le
ribevevano
:
dal
cuore
e
dal
cervello
che
ardevano
,
si
diffondeva
per
tutta
la
persona
l
'
impetuoso
torrente
di
quel
calore
ed
ella
sentiva
tutte
le
sue
piccole
vene
palpitare
nella
fiamma
che
le
dilatava
.
Lo
scoppio
della
passione
lungamente
represso
,
in
quel
generoso
organismo
,
assumeva
la
forma
di
febbre
ad
altissima
temperatura
:
ed
essa
,
vacillante
,
come
se
avesse
smarrito
il
senso
di
ogni
altra
cosa
che
la
sua
febbre
non
fosse
,
si
lasciava
cadere
sul
letto
,
rigida
,
con
la
vestaglia
bianca
che
si
stendeva
come
un
sudario
sul
broccato
scuro
della
coltre
.
Così
,
sola
,
con
gli
occhi
sbarrati
ove
si
disseccavano
le
estreme
lacrime
,
guardando
il
soffitto
pieno
di
ombre
,
col
petto
sollevato
da
affannosi
sospiri
come
i
febbricitanti
,
ella
abbruciava
di
passione
per
l
'
assente
,
per
il
lontano
:
nè
le
sue
labbra
convulse
osavano
pronunziarne
il
dolce
nome
,
temendo
che
le
fatali
sillabe
pronunziate
in
quel
silenzio
,
in
quella
solitudine
,
rivelassero
a
tutto
il
mondo
il
suo
segreto
.
Sopra
un
fondo
di
fiamma
,
nella
sua
fantasia
che
vampeggiava
,
ella
vedeva
scritte
le
sillabe
divoratrici
di
quel
nome
,
in
lettere
nere
e
vive
,
talvolta
immobili
,
talvolta
confondentisi
in
una
bizzarra
danza
;
ma
non
osava
pronunziare
quelle
sillabe
seduttrici
;
temeva
di
struggersi
,
dicendole
;
temeva
di
morire
di
dolcezza
,
pronunziandole
.
Quell
'
entrata
così
vibrante
di
febbre
appassionata
,
nelle
prime
ore
della
notte
,
si
ripeteva
due
o
tre
volte
;
pareva
che
ella
si
assopisse
in
un
soave
abbruciamento
di
sangue
,
in
un
seguirsi
di
fiammeggianti
visioni
,
dove
talvolta
,
accanto
al
nome
adorato
,
si
veniva
a
delineare
vagamente
un
fiero
profilo
maschile
,
dove
uno
sguardo
superbo
e
amoroso
lampeggiava
;
ed
ella
sentiva
tutto
il
suo
spirito
carezzato
,
cullato
da
questa
visione
;
la
veglia
si
tramutava
in
sopore
febbrile
e
in
sogno
.
Ma
,
ogni
tanto
,
la
visione
diventava
così
vera
,
così
viva
,
così
fremente
di
amore
che
ella
udiva
,
sì
,
udiva
,
una
voce
sommessa
pronunziare
il
suo
nome
:
ella
trabalzava
,
ripresa
da
un
soffocante
impeto
di
passione
,
cercando
con
le
mani
,
nell
'
oscurità
,
quelle
calde
mani
amate
;
soffocava
,
bruciava
.
Si
levava
come
un
'
anima
errante
,
andava
al
balcone
,
sollevando
la
pesante
tenda
di
broccato
,
schiudendo
le
imposte
di
legno
,
appoggiando
l
'
acceso
volto
sul
gelido
cristallo
.
Era
alta
la
notte
;
nella
strada
non
passava
alcuno
;
spesso
,
il
freddo
vento
notturno
agitava
le
fioche
luci
dei
lampioni
,
riempiendo
la
via
di
bizzarre
forme
oscure
;
o
qualche
viandante
in
ritardo
,
ignoto
,
a
capo
basso
,
passava
senz
'
accorgersi
di
quel
balcone
quietamente
,
mitemente
,
illuminato
,
dietro
il
quale
stava
un
'
ombra
immobile
;
qualche
malinconica
carrozza
notturna
,
vuota
,
dal
cocchiere
sonnacchioso
,
dal
sonnacchioso
cavallo
,
veniva
lentamente
dall
'
alta
ombra
della
via
,
si
perdeva
lentamente
,
lontana
,
nella
bassa
ombra
della
via
.
Ella
guardava
questo
spettacolo
di
oscurità
e
di
pace
,
con
gli
occhi
intenti
,
sentendo
il
freddo
esteriore
penetrare
dalla
fronte
,
dalle
guancie
,
dalle
labbra
che
quasi
baciavano
il
cristallo
:
la
sua
febbre
si
calmava
;
le
vene
battenti
si
chetavano
;
il
petto
,
oppresso
,
respirava
più
liberamente
;
macchinalmente
ella
si
staccava
dai
cristalli
,
richiudeva
le
imposte
,
lasciava
ricadere
le
molli
,
strascicanti
tende
di
broccato
,
faceva
un
paio
di
giri
nella
sua
stanza
,
guardando
talvolta
nell
'
alta
e
stretta
specchiera
la
sua
figura
bianca
e
i
suoi
occhi
che
bruciavano
sempre
.
Come
tutti
quelli
che
soffrono
d
'
insonnia
,
per
una
forte
causa
morbosa
o
per
una
forte
causa
morale
,
ricoricandosi
,
ella
sentiva
come
un
grande
refrigerio
,
dolcissimamente
parea
che
si
dovesse
addormentare
nel
ricordo
,
nella
speranza
del
suo
amore
.
La
passione
consumatrice
nell
'
ora
che
fuggiva
,
si
faceva
tutta
tenerezza
letificante
,
diventava
un
fresco
soffio
che
le
alitava
sulla
fronte
,
sugli
occhi
,
sulle
labbra
,
sulle
mani
,
come
a
vincerne
il
bruciore
,
ed
ella
si
assopiva
,
nuovamente
,
con
le
labbra
che
si
muovevano
a
una
benedizione
.
Ma
,
ad
un
tratto
,
un
incubo
mostruoso
,
senza
nome
,
qualche
cosa
come
un
'
orribile
paura
,
la
scuoteva
,
la
faceva
balzare
sul
letto
,
come
cercando
soccorso
,
non
sapendo
,
non
conoscendo
,
non
pensando
più
nulla
,
vinta
da
uno
spavento
folle
.
Era
allora
che
,
levatasi
,
nella
penombra
,
in
preda
a
un
delirante
bisogno
di
soccorso
,
ella
andava
a
buttarsi
innanzi
alla
sacra
immagine
,
prostrandosi
sul
gradino
dell
'
inginocchiatoio
,
abbassando
il
capo
sul
duro
legno
di
quercia
,
dicendo
rapidamente
le
preghiere
,
per
non
pensare
,
per
non
sentire
,
pregando
,
pregando
,
pregando
,
con
un
fervore
di
anima
disperata
,
restando
lì
,
attaccata
a
quel
legno
,
come
se
fosse
quello
della
sua
salvazione
.
Ma
sia
che
l
'
alba
la
sorprendesse
dietro
i
cristalli
del
suo
balcone
,
o
distesa
sul
letto
con
gli
occhi
spalancati
,
o
sonnecchiante
malamente
,
o
immersa
in
preghiere
con
le
labbra
frementi
sui
grani
di
legno
del
suo
rosario
,
certo
che
,
a
quell
'
ora
gelida
,
la
sua
febbre
era
domata
,
era
caduta
:
ella
tremava
di
freddo
,
pallida
,
con
le
labbra
violacee
,
con
la
bocca
amara
,
con
le
ossa
rotte
,
quasi
uscisse
dal
terribile
abbraccio
della
terzana
;
il
viso
le
si
era
allungato
e
come
pietrificato
in
un
'
espressione
di
sofferenza
;
i
capelli
le
ricadevano
sul
collo
,
disciolti
,
prendendo
certi
profili
tragici
,
che
solo
le
chiome
delle
donne
appassionate
hanno
.
Invano
cercava
di
riscaldarsi
,
buttando
sul
letto
una
pelliccia
,
facendo
un
gran
fuoco
nel
caminetto
,
accendendo
tutti
i
lumi
della
sua
stanza
:
fra
quel
grande
calore
esteriore
ella
batteva
i
denti
,
si
addormentava
rabbrividendo
,
rabbrividendo
,
livida
,
con
la
fiamma
del
caminetto
che
crepitava
,
con
le
candele
la
cui
fiammella
strideva
nel
calore
,
col
sole
mattinale
che
entrava
,
scintillando
,
fra
i
velluti
,
i
broccati
e
le
pelliccie
,
non
giungendo
a
riscaldare
quel
gelido
corpo
di
donna
dormiente
,
dalle
palpebre
scure
e
fredde
come
il
granito
,
dalle
labbra
assottigliate
e
tremanti
ancora
di
freddo
.
Come
la
mattinata
scorreva
,
entrava
la
cameriera
,
trovando
le
candele
che
si
consumavano
,
le
legna
arse
che
si
coprivano
di
cenere
,
il
sole
che
invadeva
tutta
la
stanza
gaiamente
,
e
quel
cadavere
dormiente
,
che
riaprendo
gli
occhi
,
rabbrividiva
ancora
,
come
se
ritornasse
dal
gelo
di
un
sepolcro
.
Ogni
mattina
,
sopra
un
piatto
di
argento
,
la
cameriera
porgeva
una
lettera
.
Ma
già
la
maschera
umana
aveva
velato
la
sembianza
della
povera
febbricitante
:
ed
ella
stendeva
la
mano
,
con
indifferenza
,
a
prendere
quella
lettera
,
aspettava
che
la
cameriera
avesse
spento
i
lumi
,
riacceso
il
caminetto
,
spalancato
le
imposte
al
sole
,
aspettava
,
intorpidita
e
immobile
.
-
Si
sente
male
?
-
diceva
la
cameriera
,
guardando
il
volto
bruno
e
smorto
della
sua
padrona
che
ella
amava
.
-
No
:
ho
freddo
-
mormorava
la
padrona
,
stringendo
la
lettera
d
'
amore
nella
mano
sottile
e
agghiacciata
,
senza
neppure
guardarne
la
busta
,
come
se
fosse
inutile
aprirla
.
La
fanciulla
devota
le
riassettava
le
molli
coltri
scomposte
dall
'
insonnia
,
le
rialzava
i
cuscini
disordinati
su
cui
era
abbandonata
la
foltezza
dei
capelli
neri
,
la
interrogava
con
una
umile
occhiata
:
ma
vista
la
padrona
tutta
perduta
in
un
pensiero
,
usciva
discretamente
dalla
stanza
,
chiudendone
la
porta
,
aspettando
di
esser
chiamata
per
ritornare
.
Allora
soltanto
,
con
un
atto
breve
,
quasi
convulso
,
la
smorta
signora
faceva
saltar
via
la
busta
lacerata
e
leggeva
la
lettera
tutta
bruciante
di
passione
che
il
suo
amore
le
scriveva
.
Lettera
incoerente
e
puerile
,
balbettìo
talvolta
bizzarro
,
talvolta
monotono
di
frasi
stravaganti
che
si
ripetevano
,
si
accavallavano
,
si
confondevano
,
si
affannavano
sulla
carta
,
come
nell
'
anima
malata
di
chi
le
scriveva
.
Eppure
egli
non
era
nè
un
fanciullo
,
nè
un
pazzo
,
nè
un
infermo
;
era
un
uomo
di
trent
'
anni
,
vigoroso
,
completo
nella
sua
manifestazione
morale
,
che
aveva
saputo
vivere
,
amare
,
soffrire
.
Era
un
forte
lottatore
che
le
aveva
coraggiosamente
combattute
le
sue
battaglie
,
talvolta
vinto
,
spesso
vincitore
,
mai
domato
:
era
un
sagace
conoscitore
di
sè
stesso
,
delle
cose
e
degli
uomini
,
capace
di
grande
scetticismo
e
di
grande
entusiasmo
,
poichè
questa
è
la
vita
,
e
saggio
chi
sa
apprezzarla
e
viverla
così
.
Eppure
quell
'
amore
nato
tardi
,
nato
improvvisamente
,
come
quei
misteriosi
e
voluttuosi
fiori
del
tropico
che
germogliano
ricchi
e
violenti
,
in
una
notte
,
quell
'
amore
impetuoso
destinato
a
essere
soffocato
sotto
le
apparenze
fallaci
della
cortesia
,
gli
faceva
tremare
i
polsi
come
se
lo
assalisse
,
a
ogni
suo
nuovo
tumulto
,
il
ribrezzo
tragico
dell
'
agonia
.
In
certe
ore
di
pensiero
,
quando
gli
era
concesso
di
dialogare
con
l
'
anima
sua
,
egli
si
stupiva
della
brevità
di
quella
passione
,
della
sua
semplicità
,
mentre
sentiva
dentro
sè
scardinato
ogni
senso
della
realtà
,
mentre
si
sentiva
preso
per
la
vita
e
per
la
morte
.
Una
sera
,
in
un
ballo
,
egli
aveva
scambiato
poche
parole
con
la
bruna
e
pallida
signora
che
ancora
portava
il
nero
vestito
del
lutto
,
dopo
tre
anni
di
vedovanza
,
che
bizzarramente
trascinava
al
ballo
il
nero
vestito
e
la
persona
stanca
,
senza
sorrisi
,
senza
gioia
:
e
come
per
un
'
attrazione
ipnotica
,
egli
aveva
seguito
dovunque
il
nero
strascico
di
velluto
ondeggiante
,
cupo
velluto
bruno
,
simile
alle
acque
nere
di
un
lago
che
gli
alberi
coprono
:
egli
aveva
fissato
gli
occhi
sedotti
sopra
la
mezzaluna
di
opali
lattee
,
scintillanti
in
riflessi
siderali
azzurrini
,
che
mettea
una
luce
selenitica
fra
i
neri
capelli
di
donna
Grazia
:
e
come
la
snella
persona
muliebre
si
muoveva
,
indolentemente
,
da
un
salone
all
'
altro
,
egli
sentiva
di
doverla
seguire
,
come
un
'
ombra
.
Levando
lenta
lenta
le
palpebre
,
essa
lo
guardava
,
ogni
tanto
,
tacendo
:
e
una
irradiazione
di
fascino
partiva
da
quei
grandi
occhi
neri
,
arrivava
sino
a
lui
,
intensa
,
vibrante
,
conquidendolo
,
a
poco
a
poco
,
ma
continuamente
,
ma
sicuramente
.
Nè
egli
tentava
difendersi
.
Aveva
,
in
quell
'
ora
,
il
cuore
arido
e
la
vita
fatta
deserta
,
se
non
libera
da
una
secreta
catastrofe
famigliare
:
la
donna
cui
avea
dato
il
suo
nome
era
assente
,
lontana
,
nemica
,
egli
era
solo
,
in
tutta
la
sua
lunga
giornata
,
solo
.
Perchè
difendersi
?
Si
sentiva
debole
e
misero
come
un
fanciullo
abbandonato
,
mentre
tutti
applaudivano
alla
sua
fermezza
di
carattere
,
al
suo
coraggio
virile
,
alla
dignità
fiera
che
gli
aveva
suggerito
la
risoluzione
più
confacente
al
suo
onore
;
egli
si
sentiva
timido
e
fragile
come
lo
stelo
secco
,
che
nelle
mattinate
di
autunno
va
in
cenere
sotto
il
piede
brutale
del
viandante
,
e
lo
sguardo
di
quella
donna
parea
tremasse
di
tenerissima
pietà
,
parea
che
gli
dicesse
:
-
Vieni
.
Breve
romanzo
e
intenso
,
condotto
fuor
di
loro
da
una
mano
invisibile
:
un
giorno
si
erano
incontrati
fuori
Roma
,
in
quella
umida
,
lugubre
via
Angelica
,
lungo
il
fiume
tragico
che
ogni
giorno
ha
il
suo
morto
.
Chi
aveva
strappato
la
dama
ai
suoi
convegni
aristocratici
per
mandarla
a
contemplare
i
vortici
traditori
del
Tevere
?
Chi
aveva
preso
l
'
uomo
alla
sua
ambizione
,
alla
sua
politica
,
ai
suoi
affari
?
Esiste
dunque
una
fatalità
nella
passione
;
o
il
cuore
ha
la
sua
seconda
vista
,
che
è
anche
qualche
cosa
di
fatale
;
o
vi
è
nell
'
anima
una
seconda
vita
latente
,
incosciente
,
sopra
cui
nulla
può
la
volontà
?
-
È
vero
che
mi
ami
?
-
le
aveva
chiesto
lui
,
arrossendo
e
impallidendo
,
come
se
quella
fosse
la
prima
volta
che
parlasse
di
amore
.
-
Sì
-
ella
aveva
detto
,
senz
'
altro
.
La
virile
mano
dell
'
uomo
aveva
sfiorato
la
sottile
mano
guantata
di
nero
.
Si
guardavano
e
si
sentivano
bruciare
di
passione
;
una
uguale
grande
fiamma
li
ardeva
.
Più
la
reprimevano
e
più
essa
divampava
internamente
,
consumando
le
loro
forze
in
una
febbre
singolare
.
Temevano
il
mondo
,
malgrado
che
fossero
liberi
;
lo
temevano
con
una
paura
di
tutti
i
momenti
,
con
un
tremore
come
d
'
imminente
catastrofe
.
Niuno
aveva
il
diritto
di
muovere
loro
un
rimprovero
,
eppure
essi
temevano
tutto
,
l
'
uomo
che
passa
e
sogghigna
,
la
donna
che
passa
e
sorride
,
l
'
impiegato
postale
che
consegna
la
lettera
con
uno
sguardo
d
'
intelligenza
,
il
servo
che
domanda
permesso
prima
di
entrare
,
l
'
amico
che
assume
un
'
aria
discreta
,
l
'
amica
che
interroga
con
un
cenno
:
la
più
umile
,
la
più
sciocca
creatura
li
faceva
fremere
di
spavento
.
Forse
,
amandosi
in
quella
forma
così
rovente
,
sentivano
di
abbandonarsi
a
una
passione
tanto
diversa
dai
miseri
e
fallaci
amori
quotidiani
,
da
dover
meritare
l
'
invidia
,
il
biasimo
e
la
calunnia
;
forse
,
il
segreto
è
la
grande
condizione
dell
'
intensità
.
Così
si
vedevano
,
alla
sfuggita
,
ogni
tanto
,
avendo
messo
nella
rapida
ora
tanti
sogni
,
tante
speranze
,
tanto
fuoco
d
'
amore
,
che
non
trovavano
parole
,
soffocati
,
come
coloro
che
hanno
le
vertigini
degli
altissimi
pinnacoli
;
in
tre
o
quattro
mesi
,
fra
la
primavera
e
l
'
estate
,
vivendo
egli
a
una
villa
sui
colli
albani
,
essa
nella
palazzina
campestre
fra
gli
aranci
di
Sorrento
,
si
erano
incontrati
due
volte
,
per
due
giornate
,
in
un
villaggio
presso
Milano
,
la
prima
volta
,
a
Baia
la
seconda
volta
.
Tutta
la
loro
vita
era
sospesa
a
quei
due
giorni
di
passione
ardente
;
tutto
l
'
intervallo
fra
quei
due
giorni
non
era
che
una
lunga
aspettazione
di
giorni
aridi
e
annoiati
,
di
notti
vegliate
,
in
una
rivoluzione
del
cuore
e
dei
nervi
.
Ad
ambedue
,
quando
,
per
consolare
le
ore
di
lontananza
,
essi
evocavano
quelle
due
giornate
,
appariva
come
una
grande
fiamma
lieta
e
alta
e
divorante
;
il
ricordo
era
vasto
,
immenso
,
vago
,
quale
un
oceano
di
fuoco
,
sopra
cui
qualche
punta
appariva
,
come
estremo
albero
di
nave
sommersa
.
Insistentemente
egli
si
rammentava
il
volto
smorto
di
lei
,
quando
ella
si
affacciò
al
vagone
fermato
nella
stazione
di
Monza
e
,
malgrado
ogni
suo
impeto
di
evocazione
,
pur
volendo
fermamente
rivederla
col
suo
delicato
e
profondo
sorriso
delle
ore
più
felici
,
egli
continuava
ad
avere
innanzi
quella
faccia
pallida
di
donna
morente
.
Egli
cercava
di
rianimare
tutti
i
suoi
ricordi
,
di
quei
due
giorni
,
come
ella
era
vestita
,
la
foggia
della
sua
acconciatura
,
le
parole
che
aveva
dette
,
il
tono
della
sua
voce
:
ma
una
sola
sensazione
,
acuta
,
squisita
,
gli
ritornava
,
con
la
persistenza
di
un
martello
sull
'
incudine
:
il
profumo
che
avevano
i
guanti
morbidi
di
Grazia
e
le
mani
sottili
profumate
.
Quando
le
scriveva
di
quei
giorni
,
confusamente
,
egli
ritornava
sempre
a
dire
di
quella
faccia
pallida
allo
sportello
e
di
quelle
mani
odorose
,
di
quei
guanti
così
profumati
"...che
è
quel
profumo
,
dimmi
,
dimmi
,
amore
,
perchè
io
l
'
ho
confitto
nell
'
anima
e
ogni
tanto
mi
fa
piangere
,
come
un
fanciullo
,
perche
il
mio
amore
è
lontano
e
io
non
posso
avere
,
sotto
le
mie
labbra
,
le
sue
mani
inebrianti
?..."
Ed
ella
nella
fiorita
campagna
sorrentina
,
quando
i
villeggianti
vicini
,
o
i
suoi
ospiti
,
ritirandosi
,
l
'
avevano
lasciata
sola
,
libera
,
ella
voleva
far
riapparire
fantasticamente
quei
due
indimenticabili
giorni
di
oasi
;
ma
armandosi
con
la
stessa
forza
,
con
la
stessa
intensità
,
lo
stesso
inesplicabile
fenomeno
psicologico
avveniva
in
lei
ed
ella
non
poteva
che
ricordare
qualche
scintilla
della
grande
fiamma
.
Fra
un
turbine
roteante
d
'
impressioni
,
rammentava
soltanto
,
Grazia
,
un
sorriso
enigmatico
alla
sua
domanda
:
e
tu
,
perchè
mi
ami
?
Sì
,
egli
aveva
avuto
un
sorriso
bizzarro
,
lungo
,
pieno
di
un
segreto
profondo
:
ella
rivedeva
sempre
innanzi
agli
occhi
quel
sorriso
acuto
,
crudele
,
che
parea
le
nascondesse
la
verità
,
tormentosamente
.
E
nelle
orecchie
,
nel
cervello
di
Grazia
restava
una
sensazione
fissa
,
continua
,
invincibile
,
il
ricordo
della
sua
voce
,
quando
la
chiamava
sommessamente
,
teneramente
,
dolorosamente
,
come
se
chiedesse
amore
e
soccorso
,
come
se
invocasse
pietà
:
Grazia
,
Grazia
,
Grazia
!
...
Così
identica
era
la
loro
passione
nel
carattere
,
nella
profondità
,
nella
misura
che
il
grande
sogno
da
realizzare
nacque
nelle
loro
fantasie
esaltate
,
contemporaneamente
,
germogliando
nello
stesso
pomeriggio
autunnale
,
nella
stessa
ora
di
disperazione
,
mentre
erano
lontani
lontani
,
per
molte
miglia
.
Ambedue
furono
colpiti
dal
medesimo
,
irresistibile
desiderio
,
contro
cui
nulla
più
poteva
difenderli
;
ambedue
arsero
di
tale
desiderio
come
se
fosse
il
più
alto
,
l
'
estremo
delle
loro
anime
.
L
'
immenso
avvenire
innanzi
,
alle
loro
esistenze
ancora
giovani
,
li
sgomentava
con
la
sua
solitudine
arida
,
mentre
essi
portavano
in
cuore
di
che
riempirlo
per
sempre
,
di
una
strabocchevole
felicità
.
Al
punto
in
cui
la
grande
fiamma
che
li
ardeva
era
giunta
in
entrambi
,
era
loro
insopportabile
vivere
ancora
,
divisi
,
lontani
,
estranei
:
lo
stesso
cupo
dolore
li
abbatteva
.
La
paura
del
mondo
,
delle
sue
ciarle
,
delle
sue
calunnie
veniva
man
mano
scomparendo
innanzi
a
questo
bisogno
di
amore
,
di
felicità
che
è
in
fondo
a
tutti
i
temperamenti
umani
,
più
freddi
e
più
silenziosi
,
e
che
nell
'
ora
della
passione
parla
di
una
voce
che
nulla
fa
tacere
.
Per
chi
si
sacrificavano
?
In
nome
di
quale
principio
,
di
quale
idea
,
di
quale
persona
?
Su
quale
altare
sconosciuto
deporre
l
'
olocausto
della
loro
passione
?
-
Io
non
posso
più
soffrire
,
la
mia
vita
finisce
-
scriveva
Grazia
.
-
Io
non
posso
più
soffrire
,
il
mio
coraggio
è
esausto
-
scriveva
Ferrante
.
In
tale
ardente
impazienza
,
la
loro
sensibilità
sentimentale
raffinata
dai
sogni
,
dalle
insonnie
,
dalle
lettere
incoerenti
,
si
era
fatta
così
acuta
,
così
squisita
,
così
fremente
alla
minima
impressione
,
che
quanto
li
circondava
era
complice
del
loro
abbandono
.
Quando
donna
Grazia
passeggiava
sotto
gli
ombrosi
viali
della
sua
villa
di
Sorrento
e
fra
gli
aranci
odorosi
le
arrivava
il
canto
sottile
di
qualche
voce
innamorata
,
un
improvviso
fiotto
di
lacrime
la
inteneriva
:
e
coloro
che
l
'
accompagnavano
,
si
meravigliavano
.
Quando
ella
vedeva
,
nella
sera
,
dalla
sua
terrazza
,
levarsi
la
luna
sul
golfo
napoletano
e
tutte
le
case
intorno
soffondersi
di
bianca
luce
molle
,
una
collera
le
saliva
alla
gola
,
di
non
essere
via
,
di
non
essere
con
lui
,
in
quell
'
ora
di
dolcezza
,
una
collera
contro
il
tempo
che
fuggiva
,
contro
gli
ostacoli
che
si
frapponevano
al
suo
amore
e
contro
sè
stessa
che
non
sapeva
vincere
gli
ostacoli
.
E
a
Roma
,
l
'
autunno
è
apportatore
di
novi
,
profondi
turbamenti
alle
anime
già
turbate
:
quando
Ferrante
portava
il
suo
vagabondaggio
a
Villa
Borghese
,
dove
ancora
i
viali
pare
che
conservino
la
appassionata
fantasima
di
Beatrice
Cenci
,
ogni
ombra
femminile
,
snella
,
dal
volto
pallido
e
bruno
dietro
la
veletta
,
lo
facea
trasalire
;
quando
egli
portava
il
suo
vagabondaggio
serotino
a
uno
dei
teatri
,
bastava
che
dietro
alla
nuca
bionda
di
una
donna
,
in
un
palchetto
,
si
profilasse
il
volto
di
un
uomo
innamorato
perchè
egli
si
sentisse
,
a
un
tratto
,
immerso
in
una
disperazione
inguaribile
.
Allora
,
lontani
,
divisi
,
si
tendevano
le
braccia
come
creature
anelanti
,
che
sanno
un
posto
solo
dove
appoggiare
il
capo
stanco
:
ed
è
questo
il
petto
della
persona
che
adorano
,
assente
,
lontana
.
E
allora
,
confusamente
,
nella
crisi
fatale
di
questa
passione
,
si
venne
delineando
un
piano
di
amore
,
imperfetto
,
vago
,
ma
che
conduceva
a
un
sol
desiderio
:
quello
di
rivedersi
,
di
stare
insieme
,
lungamente
,
per
sempre
.
Ognuno
di
loro
,
invece
di
perdere
la
propria
forza
in
vani
conati
di
dolore
,
avrebbe
cercato
di
adoperarla
a
vincere
tutti
gli
ostacoli
morali
e
materiali
per
potersi
riunire
,
fra
quindici
,
fra
otto
giorni
,
in
un
paese
solitario
,
tranquillo
,
in
un
ambiente
di
poesia
e
d
'
amore
,
dove
potessero
passare
sconosciuti
o
indifferenti
alla
folla
,
o
ravvolti
in
una
comune
indulgenza
.
Chi
di
loro
due
disse
la
parola
:
Venezia
?
Chissà
!
Fu
così
,
naturalmente
,
che
i
loro
cuori
si
fermarono
su
quel
mite
orizzonte
di
arte
e
di
quiete
,
su
quell
'
ambiente
di
case
mute
e
sommerse
nel
languore
che
la
morte
precede
,
su
quella
città
dove
l
'
amore
pare
abbia
la
sua
naturale
atmosfera
di
pensiero
,
di
lirica
umana
.
Venezia
,
Venezia
!
Fu
il
nome
amabile
,
seducente
,
che
videro
brillare
ogni
giorno
,
ogni
ora
;
innanzi
alla
loro
immaginazione
;
parola
magica
che
fece
scomparire
tutte
le
altre
;
sillabe
ravvolgenti
e
incantatrici
da
cui
le
loro
anime
prese
,
legate
,
non
si
potettero
svincolare
mai
più
.
E
man
mano
le
loro
lettere
andarono
perdendo
tutto
quel
carattere
d
'
indefinito
,
tutta
quella
vaghezza
di
contorni
,
quel
continuo
agitarsi
errabondo
dello
spirito
,
quella
incoerenza
di
anime
deliranti
:
la
passione
addossata
al
muro
della
realtà
,
era
entrata
in
un
periodo
positivo
,
pratico
,
preciso
.
Ogni
giorno
,
sotto
la
volontà
inflessibile
,
sotto
la
doppia
inflessibile
volontà
,
il
loro
piano
acquistava
linea
,
colore
,
cifra
;
il
suo
aspetto
di
fatto
si
veniva
così
minutamente
facendo
reale
,
che
,
già
quasi
quasi
,
per
Grazia
e
per
Ferrante
,
parea
di
vivere
in
quella
realtà
.
Accanto
a
questi
particolari
definiti
,
matematici
,
dove
la
loro
insofferenza
si
appagava
,
come
per
il
fatto
compiuto
,
ogni
tanto
,
ma
sempre
più
scarsamente
,
si
veniva
allogando
qualche
scoppio
improvviso
di
frase
amorosa
:
oppure
una
parola
soltanto
:
Venezia
.
Anche
l
'
aspetto
degli
amanti
era
mutato
.
Si
eran
fatti
,
nell
'
esteriore
,
freddi
,
risoluti
,
distratti
in
un
pensiero
o
in
un
'
azione
,
sempre
occupati
in
qualche
cosa
,
schivando
,
con
la
freddezza
,
la
folla
degli
estranei
e
anche
quella
degli
amici
.
Parlavan
poco
,
brevemente
.
Non
più
le
belle
passeggiate
della
penisola
sorrentina
vedevano
comparire
il
bruno
volto
pensoso
di
donna
Grazia
:
ma
in
una
stanza
accanto
alla
sua
erano
aperti
tutti
i
bauli
,
tutte
le
valigie
della
casa
e
la
cameriera
,
che
le
voleva
bene
,
ignorava
ancora
la
destinazione
che
prendeva
la
sua
signora
.
Ella
vedeva
che
ogni
giorno
donna
Grazia
veniva
chiudendo
,
in
quei
bauli
e
quelle
valigie
,
tutto
quanto
aveva
di
prezioso
come
valore
e
come
ricordo
:
ella
vedeva
che
donna
Grazia
si
aggirava
per
la
casa
,
in
vestaglia
di
lana
bianca
stretta
alla
cintura
da
un
mistico
cordone
di
seta
nera
,
guardandosi
intorno
come
trasognata
,
considerando
le
pareti
vuote
e
i
cassetti
aperti
,
come
se
volesse
portare
via
ancora
qualche
cosa
.
-
La
signora
parte
per
un
lungo
viaggio
?
-
chiese
timidamente
,
un
giorno
,
la
fanciulla
devota
.
-
Lungo
,
lungo
....
-
mormorò
vagamente
,
donna
Grazia
.
-
E
io
debbo
venire
?
-
No
....
Meglio
che
non
veniate
-
soggiunse
donna
Grazia
.
-
Tutta
sola
,
un
lungo
viaggio
?
-
osò
chiedere
ancora
la
ragazza
.
Donna
Grazia
chinò
il
capo
e
non
rispose
:
un
velo
di
tristezza
le
passò
sulla
faccia
.
Tacquero
.
E
Ferrante
,
come
il
giorno
della
partenza
si
approssimava
,
non
andava
più
nei
soliti
ritrovi
di
Roma
autunnale
:
male
o
bene
,
ma
con
una
febbre
di
uomo
preoccupato
,
aveva
cercato
di
risolvere
alcuni
affari
stringenti
,
assorbito
,
distratto
,
accettando
qualunque
peggiore
risoluzione
,
purchè
fosse
immediata
.
Quando
i
suoi
intimi
lo
vedevano
ricomparire
,
per
un
momento
,
gli
domandavano
,
sorpresi
:
-
Ma
che
fai
,
dunque
?
-
Parto
-
rispondeva
lui
,
pensando
ad
altro
.
-
Dove
vai
?
Egli
faceva
un
cenno
vago
,
come
di
paese
molto
lontano
.
Per
discrezione
,
gli
intimi
non
chiedevano
altro
:
sapevano
quale
tragedia
morale
avesse
sconquassata
la
sua
famiglia
e
molti
supposero
qualche
improvvisa
,
bizzarra
decisione
.
Anzi
,
la
voce
ne
corse
,
avvolta
in
veli
misteriosi
.
Una
sera
,
un
amico
più
affettuoso
,
più
insistente
,
andò
a
casa
di
lui
:
e
lo
trovò
solo
,
fumando
,
con
le
finestre
aperte
,
ma
col
caminetto
acceso
dove
buttava
delle
carte
,
dopo
averle
lette
.
Sul
tavolino
vi
erano
altri
pacchi
di
lettere
,
un
grosso
portafoglio
di
pelle
,
tutto
sdrucito
,
due
o
tre
libri
dalla
legatura
usata
e
un
paio
di
minute
pistole
nella
loro
scatola
che
pareva
quella
di
un
gioiello
.
-
Che
fai
,
ti
vuoi
ammazzare
?
-
domandò
ridendo
l
'
amico
.
-
Forse
-
rispose
Ferrante
,
ridendo
un
poco
,
ma
poco
.
Nè
dissero
altro
,
mentre
nel
caminetto
le
lettere
avvampavano
allegramente
.
Così
,
nell
'
alba
bigia
in
cui
donna
Grazia
partì
da
Sorrento
per
Napoli
,
mentre
aveva
detto
ai
suoi
amici
che
sarebbe
partita
solamente
la
sera
,
in
quell
'
alba
bigia
,
la
sua
devota
cameriera
,
vedendola
andar
via
,
avvolta
nel
grande
mantello
bruno
,
avvolta
nel
bruno
velo
che
le
circondava
il
capo
,
il
viso
,
il
collo
,
si
chinò
,
commossa
,
a
baciarle
la
mano
:
-
Io
la
rivedrò
,
nevvero
?
-
chiese
,
cercando
di
trattenere
le
lacrime
.
-
Forse
-
disse
donna
Grazia
,
andandosene
,
senza
voltarsi
.
Tanto
la
fatalità
li
aveva
vinti
,
ambedue
.
Donna
Grazia
non
vedeva
nè
il
mite
sole
che
rallegrava
le
vie
di
Napoli
,
nè
le
azzurrità
fini
del
cielo
e
del
mare
,
nè
la
folla
lieta
che
si
godeva
quel
giorno
soave
:
chiusa
nella
carrozza
da
nolo
,
guardando
ogni
istante
il
piccolo
orologio
sospeso
alla
cintura
pur
senza
vederne
l
'
ora
,
ella
divorava
lo
spazio
con
la
mente
,
cercava
di
ripetere
per
la
millesima
volta
il
calcolo
del
tempo
e
dello
spazio
,
per
chetare
la
propria
impazienza
.
Sarebbe
partita
da
Napoli
per
Roma
alle
due
e
cinquantacinque
,
col
treno
più
celere
,
tutta
sola
nel
suo
compartimento
;
sarebbe
giunta
a
Roma
alle
otte
e
trentacinque
della
sera
;
alla
stazione
avrebbe
ritrovato
Ferrante
e
dopo
un
'
ora
e
mezzo
,
in
cui
non
sarebbero
neppure
entrati
in
Roma
,
sarebbero
ripartiti
,
via
Firenze
e
Bologna
,
per
Venezia
,
insieme
.
Insieme
!
Pensando
,
ripensando
,
pronunciando
sottovoce
questa
parola
,
ella
vedeva
scomparire
l
'
ora
,
il
tempo
,
lo
spazio
tutto
,
una
nebbia
le
scendeva
sugli
occhi
,
una
lieve
vertigine
le
confondeva
ogni
moto
.
Insieme
!
Fu
macchinalmente
che
pagò
il
cocchiere
,
scendendo
alla
partenza
,
nella
stazione
,
stringendo
fra
le
mani
il
sacchetto
dove
erano
i
suoi
valori
più
preziosi
.
La
grande
galleria
coperta
dove
si
prendono
i
biglietti
era
quasi
vuota
.
Ella
non
vi
badò
.
-
Di
prima
,
per
Roma
-
disse
,
affannando
un
po
'
al
bigliettinaio
.
-
Ecco
-
fece
quello
-
ma
si
affretti
,
perchè
il
treno
parte
.
Improvvisamente
,
presa
da
una
orribile
paura
,
ella
si
mise
a
correre
,
vedendo
appena
la
sua
strada
,
urtando
le
persone
,
lasciando
appena
il
tempo
alla
guardia
di
tagliare
il
biglietto
,
arrivando
sul
terrapieno
,
appena
a
tempo
per
vedere
il
treno
delle
due
e
cinquantacinque
allontanarsi
lentamente
.
Ella
tese
le
braccia
e
gridò
,
come
se
avesse
potuto
fermarlo
.
Un
facchino
sorrise
;
mentre
gli
impiegati
della
stazione
,
raccolti
in
gruppo
,
la
guardavano
con
curiosità
.
Alla
paura
ella
sentì
subentrare
una
grande
angoscia
e
una
grande
vergogna
:
rientrò
nella
sala
di
aspetto
,
deserta
,
si
andò
a
buttare
in
un
cantuccio
,
stringendo
le
labbra
per
non
singhiozzare
dietro
il
velo
,
stringendo
nelle
mani
nervose
,
convulsamente
,
il
manico
di
cuoio
della
borsetta
.
Perdere
il
treno
,
che
miseria
,
che
disgrazia
ridicola
,
che
tragedia
buffa
!
Le
pareva
un
'
avventura
così
sciocca
,
così
volgare
che
non
sembrava
possibile
fosse
capitata
proprio
a
lei
,
nel
momento
supremo
in
cui
si
decideva
la
crisi
del
suo
amore
;
era
fremente
di
sdegno
e
di
onta
.
Tanta
forza
di
volontà
,
tanto
impeto
vincitore
,
tanto
magnetismo
trionfante
di
amore
,
tanta
elettricità
condensata
...
e
farsi
buttare
a
terra
da
un
orologio
che
non
va
,
o
da
un
cocchiere
che
non
ha
saputo
sferzare
il
suo
cavallo
.
Avrebbe
pianto
di
collera
.
Vediamo
,
quale
era
la
piccola
,
meschina
causa
,
la
causa
stupida
per
cui
tutto
l
'
edifizio
era
crollato
?
E
cercava
,
invano
,
di
ricordarsi
:
se
era
stata
la
propria
lentezza
nell
'
annodarsi
il
velo
in
casa
sua
,
a
Napoli
,
nel
suo
appartamento
solitario
;
o
l
'
esser
tornata
indietro
,
un
momento
,
per
aver
dimenticato
un
taccuino
da
cui
non
si
separava
mai
;
o
il
non
aver
trovato
immediatamente
la
carrozza
da
nolo
;
o
perchè
il
cocchiere
avea
prescelto
la
stretta
,
difficoltosa
e
ingombra
via
di
Forcella
alla
via
della
Marina
,
per
andare
alla
stazione
.
Chi
lo
sa
!
Si
trattava
di
cinque
minuti
,
di
soli
cinque
minuti
,
cinque
piccolissimi
,
cortissimi
,
brevissimi
minuti
,
che
si
perdono
così
naturalmente
,
così
facilmente
un
po
'
qui
,
un
po
'
là
,
senza
saper
come
:
e
la
loro
perdita
,
poi
,
equivale
alla
rovina
di
tutto
un
sogno
!
Fu
solamente
dopo
un
'
ora
di
riflessioni
amarissime
,
che
ella
sentì
un
soffio
di
rassegnazione
penetrarle
nel
cuore
:
ma
pur
essendosi
calmata
,
un
'
amaritudine
gliene
rimase
.
Si
levò
,
risolutamente
:
andò
a
leggere
l
'
orario
,
sulla
parete
stuccata
di
bianco
.
Avrebbe
potuto
partire
soltanto
la
sera
,
alle
dieci
e
quarantacinque
.
Circa
sette
ore
di
attesa
!
Pure
,
non
ebbe
il
coraggio
di
rientrare
in
città
,
a
Napoli
;
le
sarebbe
parsa
una
rinunzia
completa
.
Avrebbe
aspettato
nella
stazione
.
Non
l
'
avrebbero
mandata
via
,
da
quella
sala
d
'
aspetto
?
Non
aveva
mai
viaggiato
sola
:
non
sapeva
niente
.
Il
guardiano
le
si
accostò
,
guardandola
curiosamente
.
Ella
gli
donò
subito
cinque
lire
:
si
sentì
meno
timorosa
.
Cercava
di
ricostruire
il
suo
piano
.
Bisognava
,
innanzi
tutto
,
telegrafare
a
Ferrante
-
e
tal
pensiero
la
faceva
arrossire
,
pensava
che
avrebbe
egli
detto
,
trovandola
così
sciocca
,
così
distratta
da
perdere
il
treno
.
Che
dirà
,
che
dirà
?
-
si
andava
domandando
,
mentre
girava
intorno
alla
stazione
,
senza
ritrovare
l
'
ufficio
telegrafico
.
Alla
fine
lo
trovò
.
E
allora
non
seppe
dove
indirizzare
il
telegramma
;
non
seppe
che
cosa
dire
,
si
sentiva
così
irritata
e
umiliata
,
con
sè
stessa
,
col
caso
,
che
lacerò
i
fogli
,
senza
riescire
.
Alla
fine
,
mettendo
l
'
indirizzo
della
stazione
di
Roma
gli
telegrafò
,
così
confusamente
,
che
le
riesciva
impossibile
partire
prima
delle
dieci
e
quarantacinque
,
senza
aggiungere
le
ragioni
di
questo
impossibile
e
soggiunse
,
umilmente
:
perdonami
.
Lo
soggiunse
,
poichè
non
potea
resistere
all
'
idea
del
dolore
di
lui
,
Ferrante
,
non
vedendola
giungere
alla
stazione
di
Roma
,
trovando
un
telegramma
invece
della
sua
persona
.
Oh
quelle
sette
ore
di
attesa
!
La
pallida
signora
,
vestita
di
un
grande
mantello
bruno
,
tutta
chiusa
in
un
grande
velo
di
garza
bruna
,
snella
e
flessuosa
nella
persona
,
dall
'
andatura
un
po
'
lenta
,
un
po
'
stanca
,
fu
vista
da
per
tutto
,
ripetutamente
,
nella
stazione
,
per
quel
pomeriggio
e
per
quella
sera
.
Innanzi
alle
lunghe
vetrine
del
libraio
e
nella
sala
gelida
dei
bagagli
,
camminando
,
fermandosi
,
sfogliando
distrattamente
un
libro
,
aprendo
un
giornale
illustrato
;
di
nuovo
alla
sala
del
telegrafo
,
donde
telegrafò
a
Sorrento
,
a
due
o
tre
persone
che
non
la
interessavano
punto
;
verso
le
sette
nella
sala
del
buffet
,
dove
prese
un
brodo
e
una
tazza
di
caffè
,
malgrado
che
non
avesse
fame
,
seguendo
con
l
'
occhio
distratto
i
multicolori
avvisi
della
macchina
Singer
,
della
Coca
Buton
e
della
ferrovia
lombarda
ai
Tre
laghi
;
fu
vista
finanche
fuori
stazione
,
passeggiare
in
giù
e
in
su
,
facendo
voltare
tutti
quelli
che
la
incontravano
,
mentre
essa
guardava
,
certo
senza
vederli
,
il
malinconico
giardinetto
della
piazza
,
e
le
carrozze
da
nolo
disposte
intorno
come
i
raggi
di
un
cerchio
,
e
le
insegne
dondolanti
degli
equivoci
alberghi
dal
fanale
verde
o
rosso
;
e
da
capo
,
come
se
ella
non
potesse
stare
ferma
,
fu
incontrata
al
telegrafo
,
alla
posta
,
nei
terreni
incolti
della
Piccola
Velocità
,
presso
il
venditore
di
libri
e
di
giornali
,
su
e
giù
,
su
e
giù
per
tutte
le
gallerie
.
Questo
irrequieto
fantasma
muliebre
vide
empirsi
e
vuotarsi
le
sale
di
aspetto
dei
viaggiatori
che
partivano
successivamente
per
le
linee
di
Salerno
,
di
Castellammare
,
di
Foggia
,
di
Aquila
:
vide
fermarsi
e
andarsene
i
treni
carichi
di
uomini
,
di
donne
,
di
borghesi
e
di
contadini
,
che
se
ne
andavano
ai
loro
affari
,
al
loro
lavoro
,
alle
loro
cure
.
E
nella
ultima
ora
di
attesa
la
invase
una
stanchezza
profonda
;
rincantucciata
in
un
angolo
della
sala
di
aspetto
,
silenziosa
,
immobile
,
col
sacchetto
sulle
ginocchia
,
ella
guardava
le
ondeggianti
fiammelle
del
gas
che
il
vento
della
sera
agitava
,
e
fu
il
guardiano
della
sala
che
l
'
avvertì
della
partenza
-
tanto
in
lei
si
era
fatta
la
convinzione
che
era
inutile
più
partire
,
che
Ferrante
non
l
'
amava
più
,
che
tutto
era
finito
.
Tutta
la
notte
del
viaggio
,
lunga
,
lenta
,
con
le
sue
numerose
,
monotone
fermate
,
ella
la
passò
in
una
veglia
dolorosa
alternata
da
qualche
torpore
doloroso
,
tutta
sola
nel
suo
compartimento
,
tremando
di
freddo
malgrado
le
coperte
e
le
pelliccie
.
L
'
alba
si
levò
sulla
severa
campagna
romana
;
donna
Grazia
dormiva
,
ora
,
pallida
pallida
,
e
solo
i
tre
lunghi
,
striduli
fischi
del
treno
che
entrava
in
Roma
la
riscossero
.
Le
parve
di
uscire
da
un
sogno
triste
:
il
sole
illuminava
le
prime
case
di
Roma
,
e
la
nebbia
romana
,
e
il
fumo
del
treno
,
una
felicità
di
calore
e
di
luce
l
'
avvolse
,
scendendo
dal
vagone
,
poggiando
la
sua
mano
sottile
guantata
sempre
di
nero
in
quella
tremante
di
Ferrante
.
Si
guardarono
,
così
,
lungamente
,
fra
la
folla
,
tenendosi
per
mano
,
camminando
quasi
portati
.
-
Sei
venuta
,
poi
....
-
mormorò
lui
,
cercando
di
dominare
la
propria
emozione
,
intensa
,
soffocante
.
-
Credevi
che
non
venissi
più
?
-
chiese
lei
,
con
uno
sguardo
scrutatore
,
fermandosi
un
minuto
.
-
Sì
,
l
'
ho
creduto
-
soggiunse
lui
,
chinando
gli
occhi
,
confessando
con
quelle
parole
tutte
le
angoscie
della
sua
serata
e
della
sua
nottata
.
-
Mi
perdoni
?
-
domandò
lei
,
umilmente
,
dolorosamente
,
sentendo
bene
che
fra
loro
era
già
sorto
e
consumato
il
primo
dolore
.
-
Non
dir
così
:
tu
ti
puoi
dare
e
ti
puoi
ritogliere
-
disse
fermamente
lui
,
guardando
altrove
,
per
non
far
vedere
che
sforzo
questa
fermezza
gli
costava
.
Essa
non
rispose
.
Poteva
dirgli
che
il
proprio
ritardo
non
era
stata
una
crudele
esitazione
,
l
'
idea
novamente
feroce
di
spezzare
quell
'
amore
:
poteva
semplicemente
dirgli
che
era
stata
la
perdita
di
cinque
minuti
,
per
annodare
il
velo
del
cappello
,
o
per
prendere
il
taccuino
dimenticato
e
che
quindi
ella
aveva
perduto
il
treno
.
Le
parve
,
questa
ingenua
narrazione
,
così
ridicola
,
così
volgare
,
che
non
osò
farla
;
e
lasciò
,
per
viltà
,
che
perdurasse
quell
'
amaro
malinteso
,
quel
senso
triste
di
sfiducia
che
era
nato
nell
'
animo
di
Ferrante
.
Adesso
,
col
facchino
dietro
,
erano
in
piazza
della
stazione
.
-
Dove
andiamo
?
-
ella
chiese
.
-
Non
so
....
-
rispose
Ferrante
,
incerto
.
-
Avremmo
dovuto
partire
ieri
sera
.
Stanotte
,
io
non
sono
rientrato
in
casa
mia
,
ero
così
turbato
....
-
Quando
parte
,
il
prossimo
treno
,
per
Firenze
?
-
diss
'
ella
,
brevemente
.
-
Alle
dieci
e
mezzo
,
fra
tre
ore
.
-
Tre
ore
,
tre
ore
....
-
mormorò
Grazia
,
come
pensando
.
-
Vuoi
che
ti
accompagni
a
casa
mia
....
non
vi
è
nessuno
....
o
in
albergo
?
-
E
il
verbo
accompagnare
era
stato
molto
sottolineato
.
-
No
,
no
,
a
casa
tua
-
rispose
subito
Grazia
,
con
una
paura
nella
voce
.
-
Allora
,
in
albergo
?
-
soggiunse
lui
,
pazientemente
.
-
....
Sì
,
...
ma
senza
entrare
in
Roma
-
e
abbassò
gli
occhi
,
come
vergognandosi
.
-
Vi
è
il
Continentale
qui
dietro
,
in
Piazza
Margherita
,
non
ti
stancherai
molto
.
Seguìti
dal
facchino
che
portava
le
loro
robe
,
vi
andarono
;
sottovoce
come
se
indovinasse
le
intenzioni
di
Grazia
,
Ferrante
chiese
due
stanze
al
segretario
dell
'
albergo
;
sottovoce
costui
gli
domandò
se
le
voleva
vicine
,
e
Ferrante
gli
disse
subito
che
non
importava
.
Grazia
saliva
innanzi
,
chinando
il
capo
;
alla
porta
della
sua
stanza
,
il
segretario
li
salutò
.
Ella
restò
ferma
,
guardando
Ferrante
,
con
la
mano
appoggiata
sulla
maniglia
della
porta
.
-
Rammentati
,
è
alle
dieci
e
mezzo
:
verrò
a
prenderti
alle
dieci
-
disse
Ferrante
,
gelidamente
.
Le
fece
un
saluto
corretto
e
si
allontanò
subito
.
II
.
Ella
entrò
nella
sua
stanza
e
vi
si
chiuse
,
buttandosi
pesantemente
sopra
una
poltrona
:
si
sentiva
morire
di
tristezza
,
sentiva
di
essere
disamorata
,
crudele
con
Ferrante
,
eppure
non
trovava
ancora
uno
slancio
di
tenerezza
,
un
impeto
di
passione
per
fargli
dimenticare
tutte
quelle
noie
,
quelle
punture
,
quei
disinganni
,
quelle
amarezze
.
Ma
tanta
gente
era
loro
intorno
,
dovunque
,
alla
stazione
,
in
piazza
,
nell
'
albergo
,
gente
estranea
,
è
vero
,
ma
curiosa
,
dall
'
orecchio
teso
,
dallo
sguardo
acuto
!
Ella
si
era
chiusa
nella
sua
stanzetta
,
stanzetta
piccola
,
linda
,
ma
banale
come
tutte
le
stanze
di
albergo
,
ma
fredda
con
tutto
il
lieto
sole
autunnale
che
vi
entrava
;
Grazia
si
era
chiusa
lì
dentro
,
e
un
profondo
pentimento
le
veniva
in
cuore
,
pel
modo
come
aveva
trattato
Ferrante
;
la
propria
ingiustizia
verso
quel
forte
e
docile
amante
che
nulla
chiedeva
,
che
non
si
lagnava
,
che
cercava
di
allontanarsi
,
di
ecclissarsi
sempre
,
onestamente
,
correttamente
,
mentre
nell
'
anima
gli
ardeva
la
grande
fiamma
,
questa
propria
ingiustizia
,
le
faceva
orrore
,
le
sembrava
un
egoismo
mostruoso
,
la
crudeltà
di
una
donna
glaciale
che
pospone
sempre
il
mondo
all
'
amore
.
Rivoltata
contro
sè
stessa
,
si
levò
per
chiamare
,
per
far
avvertire
Ferrante
di
venire
da
lei
:
voleva
buttarglisi
alle
ginocchia
per
farsi
perdonare
,
poichè
egli
solo
era
buono
e
giusto
.
Ma
mentre
era
lì
per
premere
il
campanello
elettrico
,
udì
parlare
sommessamente
,
nella
stanza
attigua
.
Si
fermò
:
non
era
sola
dunque
,
malgrado
che
si
fosse
chiusa
a
chiave
?
Aveva
dei
vicini
,
a
destra
e
a
sinistra
,
forse
da
tutte
le
parti
,
che
,
come
ella
udiva
la
loro
,
avrebbero
udita
la
voce
di
Ferrante
e
la
sua
,
parlando
d
'
amore
?
Oh
questi
alberghi
,
che
realtà
,
che
realtà
meschina
,
sconfortante
,
nauseante
!
Tornò
alla
poltrona
,
vi
si
sedette
,
senza
far
rumore
,
aspettando
che
le
voci
cessassero
;
forse
i
vicini
sarebbero
usciti
,
partiti
:
allora
ella
avrebbe
chiamato
Ferrante
,
per
farsi
perdonare
.
Ma
le
voci
dopo
qualche
intervallo
di
silenzio
,
brevissima
pausa
,
si
udivano
di
nuovo
:
erano
quelle
di
un
uomo
e
di
una
donna
,
che
discutevano
pacatamente
;
si
afferrava
ogni
tanto
una
parola
,
facevano
il
conto
del
loro
viaggio
.
Ella
fremeva
,
si
agitava
sulla
poltrona
,
sperando
sempre
,
a
ogni
momento
di
silenzio
,
che
i
vicini
se
ne
fossero
andati
:
ma
quietamente
essi
ricominciavano
a
chiacchierare
,
con
un
'
intonazione
monotona
,
senza
stancarsi
.
Per
un
momento
Grazia
si
turò
le
orecchie
quasi
piangendo
,
al
colmo
di
un
urto
nervoso
che
le
poche
ore
di
cattivo
riposo
del
treno
non
avevano
calmato
:
malediceva
questi
vicini
che
le
rubavano
quelle
altre
ore
di
felicità
.
Andò
ad
aprire
la
finestra
della
stanzetta
,
per
sottrarsi
a
quell
'
incubo
:
il
sole
allietava
tutto
il
piazzale
della
stazione
,
la
giornata
era
dolce
e
bella
,
Grazia
,
stette
guardando
come
un
fanciullo
che
un
nulla
distrae
,
le
persone
che
passavano
sulla
piazza
.
Così
assorta
,
non
udì
che
la
seconda
volta
,
quando
bussarono
alla
sua
porta
.
Era
Ferrante
:
ma
non
entrò
,
rispettosamente
.
-
Andiamo
?
-
diss
'
ella
sorridendogli
.
-
Sì
-
disse
lui
,
sentendo
e
vedendo
la
luce
di
quel
sorriso
,
per
la
prima
volta
.
Ella
mise
il
suo
braccio
sotto
quello
di
lui
:
si
appoggiava
lievemente
.
Non
potea
dirgli
nulla
:
ma
vi
era
nei
suoi
occhi
,
nella
sottile
mano
guantata
,
in
ogni
movimento
della
persona
tanta
femminile
tenerezza
,
una
così
affettuosa
domanda
di
perdono
che
egli
dovette
intenderla
,
in
tutta
la
sua
manifestazione
:
due
volte
,
per
le
scale
in
penombra
,
si
fermò
a
guardare
il
volto
della
sua
donna
,
quasi
volesse
imprimersi
nel
cuore
quella
espressione
così
viva
.
Chi
li
vide
passare
di
nuovo
,
sulla
piazza
,
per
la
stazione
,
andando
a
mettersi
nel
vagone
,
in
quella
bionda
mattinata
di
autunno
,
intese
,
certamente
,
che
passava
sul
capo
di
quei
due
felici
una
silenziosa
ora
celestiale
.
Di
quanto
intorno
ad
essi
avveniva
,
quei
due
più
non
sapevano
:
una
macchinale
coscienza
,
memore
di
altri
viaggi
,
di
altre
partenze
li
guidava
nella
loro
vita
esteriore
:
una
coscienza
meccanica
che
si
chetò
,
anch
'
essa
,
quando
il
treno
fu
partito
da
Roma
.
Erano
soli
.
Una
parte
delle
tendine
color
di
legno
erano
tirate
,
contro
il
sole
che
si
avanzava
;
solo
da
due
cristalli
si
vedeva
il
paesaggio
fuggente
.
Ferrante
si
era
seduto
accanto
a
Grazia
:
la
mano
di
lei
era
fra
le
sue
,
stretta
mollemente
:
a
un
certo
momento
ella
la
ritirò
,
ma
soltanto
per
sollevare
il
suo
velo
bruno
;
la
picciola
mano
fedele
ritornò
subito
fra
quelle
dell
'
amor
suo
.
Nè
dicevano
nulla
.
La
delizia
di
due
amanti
,
soli
nel
vagone
fuggente
per
la
campagna
,
fuggente
innanzi
ai
villaggi
e
alle
piccole
città
,
ha
poche
delizie
che
la
eguaglino
:
tanto
è
acuto
il
senso
di
libertà
,
di
amore
inconturbato
,
di
oblìo
terreno
che
dà
quella
fuga
.
Non
esistono
più
nè
lo
spazio
,
nè
il
tempo
,
nè
l
'
uomo
,
nè
la
vita
:
esiste
solamente
l
'
amore
,
nella
sua
massima
condizione
d
'
indipendenza
,
trasportato
lontano
,
lontano
,
dove
non
vi
sia
che
amore
.
Che
dirsi
?
Ogni
tanto
ella
sentiva
che
Ferrante
la
chiamava
per
nome
,
ripetendone
due
o
tre
volte
le
sillabe
incantatrici
:
ma
forse
non
la
voce
di
Ferrante
,
era
l
'
anima
che
parlava
e
l
'
anima
di
Grazia
stava
a
sentire
.
Due
o
tre
volte
,
a
un
lembo
di
paesaggio
illuminato
di
sole
,
a
un
piccolo
paese
sospeso
lungo
i
fianchi
di
una
collina
,
innanzi
a
una
grande
pianura
maestosa
,
i
due
volti
si
accostavano
,
dietro
allo
stesso
cristallo
,
per
vedere
come
era
bello
il
mondo
esteriore
,
non
quanto
quello
che
portavano
nel
cuore
.
Tacevano
.
Sentivano
che
era
quella
l
'
ora
invocata
tante
volte
,
nelle
insonnie
della
notte
,
nelle
vuote
mattinate
,
nelle
sere
affannose
;
sentivano
che
era
quella
la
realtà
del
loro
infinito
desiderio
,
l
'
amore
nella
solitudine
suprema
;
e
sembrava
loro
che
qualunque
parola
dovesse
turbare
questo
sacro
raccoglimento
,
questa
concentrazione
di
felicità
.
Niuno
sapeva
più
nulla
di
loro
:
essi
non
sapevano
più
nulla
,
di
niente
:
e
poteano
dire
che
il
mondo
era
scomparso
,
o
era
stato
assorbito
nella
incommensurabile
dolcezza
del
loro
amore
.
Solo
quando
il
sole
cominciò
a
discendere
sulla
poetica
campagna
toscana
,
un
senso
di
malinconia
si
mescolò
,
naturalmente
,
a
tanta
dolcezza
.
Era
una
mestizia
fuor
di
loro
,
che
veniva
dalle
cose
:
il
paesaggio
verde
,
i
colli
così
pittoreschi
,
e
le
bianche
case
,
e
il
fiume
mormorante
sul
greto
,
e
i
campanili
dei
villaggi
si
fecero
prima
rossi
,
poi
violacei
,
poi
bigi
:
tutti
i
veli
avvolgenti
,
misteriosi
,
malinconici
del
tramonto
salirono
dalla
terra
al
cielo
.
Parve
che
il
treno
corresse
meno
rapidamente
,
come
preso
anch
'
esso
da
una
fiacchezza
;
le
voci
delle
stazioni
erano
meno
vivaci
,
meno
allegre
,
alcune
sembravano
rauche
,
altre
fioche
;
il
fiume
,
apparendo
,
riapparendo
,
assunse
un
aspetto
tragico
,
di
acqua
traditrice
gorgogliante
;
la
stretta
di
mano
di
Ferrante
che
teneva
nella
sua
quella
sottile
di
Grazia
,
si
allentò
,
come
se
lo
cogliesse
una
improvvisa
,
crescente
debolezza
e
la
mano
sottile
si
raffreddò
sotto
il
guanto
.
Videro
un
cimitero
:
un
piccolo
cimitero
di
paesello
a
mezza
costa
,
con
quattro
o
cinque
cipressi
e
poche
lapidi
bianche
.
-
Beati
i
morti
-
ella
disse
sottovoce
quasi
parlasse
a
sè
stessa
.
-
Chissà
!
-
le
rispose
lui
,
sul
medesimo
tono
.
-
Forse
amano
ancora
.
-
Tu
hai
tombe
,
per
il
mondo
?
-
gli
domandò
lei
,
piegandosi
a
guardarlo
,
in
quella
penombra
crepuscolare
.
-
No
:
ma
tutti
abbiamo
delle
tombe
,
in
noi
.
-
Molte
cose
hai
veduto
morire
?
-
Molte
cose
e
molte
persone
che
son
vive
.
-
È
triste
,
è
triste
-
diss
'
ella
ributtandosi
indietro
,
sulla
spalliera
.
-
La
tristezza
è
in
fondo
alle
anime
:
non
bisogna
andarla
a
cercare
-
soggiunse
Ferrante
,
come
se
pronunziasse
una
sentenza
.
Tacquero
.
Ella
aveva
abbassato
il
velo
sul
viso
di
nuovo
e
il
capo
sul
petto
.
Egli
si
levò
,
guardò
dallo
sportello
opposto
,
nella
penombra
,
per
qualche
tempo
;
poi
ritornò
vicino
ad
essa
,
sedendosi
.
-
Grazia
?
-
Ferrante
?
-
Che
hai
?
-
Nulla
-
fece
lei
,
con
un
gesto
largo
.
-
Dimmi
,
dimmi
che
hai
.
-
Quello
che
hai
tu
-
rispos
'
ella
,
enigmaticamente
.
-
Non
parlare
di
me
:
io
sono
una
quercia
fulminata
.
Tu
non
puoi
essere
come
me
;
sei
così
giovane
,
e
così
bella
,
Grazia
,
e
così
destinata
alla
felicità
!
-
Io
ho
paura
....
paura
....
-
Di
che
,
amore
,
hai
paura
?
-
Della
vita
.
-
Fole
!
-
egli
esclamò
,
sorridendo
nella
penombra
.
-
E
della
morte
,
della
morte
,
assai
più
.
-
La
morte
è
lontana
-
fece
lui
.
-
Taci
,
taci
-
mormorò
Grazia
-
forse
passiamo
innanzi
a
un
altro
cimitero
.
Quasi
presa
da
un
vago
ma
forte
terrore
,
ella
si
era
stretta
a
lui
,
infantilmente
,
poggiandogli
la
guancia
sulla
spalla
,
chiudendo
gli
occhi
.
Quei
due
sportelli
su
cui
non
erano
tirate
le
tendine
di
lana
,
quegli
sportelli
oramai
neri
,
nella
sera
fitta
,
affascinavano
la
donna
,
come
se
fossero
aperti
sull
'
infinito
.
Egli
se
ne
accorse
,
vedendola
immobile
,
estatica
,
con
gli
occhi
sbarrati
sul
nero
orizzonte
che
fuggiva
dietro
i
cristalli
:
volle
fare
un
moto
per
levarsi
,
per
tirare
le
altre
due
tendine
.
-
No
,
no
-
lo
supplicò
lei
,
stringendosi
ancora
,
socchiudendo
gli
occhi
.
Restarono
così
:
il
lumicino
ad
olio
del
vagone
tremava
,
pareva
dovesse
spegnersi
ogni
momento
.
Bizzarre
ombre
danzavano
.
sui
divani
:
tenendola
stretta
a
sè
,
bimba
spaurita
,
Ferrante
sentiva
che
Grazia
affannava
un
poco
.
L
'
aria
si
era
raffreddata
.
Una
angoscia
li
opprimeva
,
entrambi
,
angoscia
ignota
,
angoscia
di
chi
ha
intravvisto
il
negro
problema
dell
'
infinito
.
Due
o
tre
volte
egli
volle
muovere
una
mano
per
carezzarle
i
bruni
capelli
:
ma
ella
temendo
che
Ferrante
la
lasciasse
,
rabbrividì
di
paura
.
Due
o
tre
volte
egli
disse
,
sottovoce
,
come
un
soffio
amoroso
:
-
Grazia
!
Grazia
!
Ma
ella
fremeva
,
fremeva
,
e
gli
diceva
:
-
Taci
,
taci
,
taci
.
Tanto
che
il
lungo
,
sonoro
fischio
,
triplicato
fischio
della
vaporiera
,
le
fece
gittare
un
grido
di
spavento
.
-
È
il
fischio
di
allarme
,
nevvero
-
domandò
,
piena
di
ambascia
,
quasi
che
non
fosse
possibile
,
in
quel
momento
,
altro
che
una
grande
catastrofe
.
-
No
,
no
,
è
Firenze
.
-
Tre
fischi
,
grave
pericolo
-
balbettò
lei
ostinata
.
-
È
Firenze
,
è
Firenze
,
cara
.
L
'
arrivo
spezzò
l
'
incubo
.
La
carrozza
in
cui
essi
viaggiavano
avrebbe
proseguito
sino
a
Venezia
,
attaccandosi
,
al
treno
in
partenza
da
Firenze
;
ma
per
la
partenza
ci
voleva
un
'
ora
e
mezzo
.
-
Scendiamo
?
-
Sì
,
sì
,
sì
-
disse
lei
,
levandosi
,
subito
,
avida
di
moto
,
di
luce
.
-
Vuoi
pranzare
,
nevvero
,
cara
?
-
chiese
lui
,
trattandola
infantilmente
.
-
Sì
,
subito
,
subito
-
fece
ella
,
attaccandosi
al
suo
braccio
,
con
un
'
improvvisa
disinvoltura
.
Ora
,
per
il
livido
chiarore
del
gaz
,
nella
calda
sala
del
Doney
,
seduta
di
fronte
a
lui
,
togliendosi
lentamente
,
con
un
moto
seducentissimo
,
i
lunghi
guanti
neri
,
raddrizzando
i
numerosi
anelli
delle
sue
mani
gemmate
,
appoggiando
le
lunate
spalle
a
un
seggiolone
e
distendendo
i
piedini
sopra
uno
sgabello
,
ella
era
ridiventata
la
bella
,
vivace
signora
dei
convegni
aristocratici
,
dei
balli
inebbrianti
,
dei
folleggianti
pique
-
niques
.
Anzi
,
mentre
i
nervi
le
si
chetavano
nel
senso
di
riposo
che
dà
una
sala
lucente
,
tiepida
,
con
qualche
mazzo
di
fiori
sparso
qua
e
là
,
con
una
folla
rumorosa
che
si
rallegra
nell
'
apprestamento
del
cibo
,
a
questa
sua
bella
serenità
si
mescolava
la
maliziosa
soddisfazione
della
donna
che
gusta
la
libertà
,
il
piacere
bizzarro
e
pericoloso
della
prima
,
audace
avventura
di
amore
.
Essere
in
compagnia
di
Ferrante
che
l
'
amava
,
che
ella
amava
,
guardandosi
negli
occhi
,
sorridendosi
,
innanzi
a
molta
gente
e
senza
punto
curarsi
della
gente
,
pranzando
insieme
,
come
due
sposi
innamorati
,
parlando
pianissimamente
,
a
fior
di
labbro
,
ciò
costituiva
per
lei
una
nuova
,
acre
,
vivida
,
soddisfazione
umana
,
quasi
,
che
ella
esercitasse
una
lungamente
meditata
vendetta
,
di
tanti
pranzi
di
cerimonia
,
noiosi
,
banali
,
fra
persone
indifferenti
e
antipatiche
.
Una
novella
impensata
trasformazione
si
faceva
in
lei
:
ella
si
sentiva
fatta
di
umana
argilla
,
si
sentiva
donna
,
si
sentiva
felice
di
quella
libertà
conquistata
a
prezzo
di
tante
lacrime
,
assaporava
con
lentezza
raffinata
la
sua
parte
di
felicità
terrena
.
Ferrante
,
con
lo
sguardo
profondo
dell
'
amore
,
le
leggeva
nell
'
anima
;
uno
strano
sorriso
di
conquista
gli
vagava
sulle
labbra
;
ed
ella
che
vedeva
questo
sorriso
di
conquista
,
non
se
ne
offendeva
,
no
,
anzi
ne
pareva
singolarmente
orgogliosa
.
Un
senso
segreto
ma
traboccante
di
sfida
le
saliva
dal
cuore
,
ribellatosi
al
cervello
:
una
sfida
contro
tutto
quello
che
aveva
venerato
,
di
cui
aveva
avuto
,
sino
allora
,
rispetto
e
paura
:
parevale
sentire
,
in
quell
'
ora
,
la
inutilità
dell
'
abnegazione
,
la
vacuità
del
sacrificio
,
la
ingratitudine
del
mondo
a
qualunque
privazione
morale
fatta
per
esso
.
E
come
questi
superbi
e
acri
pensieri
le
passavano
nell
'
anima
,
corrodendone
il
buon
metallo
lucido
del
carattere
,
Ferrante
seguiva
questo
passaggio
e
nel
suo
orgoglio
di
uomo
si
gloriava
del
cangiamento
.
Donna
Grazia
prese
dei
fiori
,
una
grossa
manciata
di
fiori
,
dalla
fioraia
che
glieli
offriva
non
senza
timidezza
:
i
morti
fiori
autunnali
di
cui
ella
adornò
il
suo
grande
mantello
bruno
,
fra
occhiello
e
occhiello
:
e
dopo
aver
aspirato
lungamente
il
fiore
,
quasi
impercettibile
profumo
di
una
rosa
thea
,
lo
offrì
a
Ferrante
con
un
muto
cenno
,
con
uno
sguardo
pieno
di
amore
,
sguardo
così
vibrante
di
elettricità
che
l
'
uomo
impallidì
.
Adesso
passeggiavano
su
e
giù
,
nella
galleria
di
aspetto
,
coperta
di
cristalli
,
e
curiosamente
donna
Grazia
si
fermava
a
tutte
le
piccole
botteghe
,
dove
si
vendevano
dei
nonnulla
,
piccoli
ricordi
fiorentini
,
chincaglieria
povera
di
viaggiatori
sentimentali
ed
economici
.
Essa
volle
comprare
le
noci
intagliate
che
raffigurano
la
cupola
di
Santa
Maria
del
Fiore
,
le
scatolette
di
legno
d
'
ulivo
che
vengono
da
Lucca
e
portano
sul
coperchio
le
due
rondinelle
fuggenti
,
col
motto
francese
;
je
reviendrai
,
le
scatole
da
guanti
,
di
paglia
,
foderate
di
raso
azzurro
o
rosso
.
Pareva
una
bimba
bizzarra
e
ingenua
,
al
suo
primo
viaggio
;
essa
risalì
nel
vagone
,
ridendo
,
ridendo
,
buttando
sui
sedili
i
fiori
,
gli
oggettini
,
andando
e
venendo
,
con
le
guancie
un
po
'
calde
e
le
belle
mani
che
sembravano
farfalle
gemmate
,
volitanti
di
qua
e
di
là
.
Siccome
non
si
partiva
ancora
,
Ferrante
le
chiese
permesso
di
passeggiare
sul
terrapieno
,
per
fumare
una
sigaretta
.
-
Fuma
pure
-
disse
lei
,
crollando
il
capo
,
ridendo
ancora
sottovoce
.
Egli
accese
la
sigaretta
e
si
appoggiò
a
uno
dei
pilastri
della
tettoia
,
fumando
silenziosamente
,
immobile
,
guardando
il
vagone
,
fisamente
,
come
se
là
fosse
tutta
la
sua
vita
,
come
se
gli
fosse
impossibile
di
perderlo
d
'
occhio
.
Improvvisamente
ella
si
era
fermata
,
nel
vano
dello
sportello
aperto
,
appoggiando
la
testa
allo
stipite
di
legno
,
e
guardava
Ferrante
che
fumava
.
Attorno
a
loro
i
viaggiatori
si
arrabattavano
per
trovare
i
migliori
posti
,
per
la
notte
:
qualcuno
si
fermava
innanzi
al
vagone
,
di
cui
donna
Grazia
sbarrava
l
'
entrata
,
ma
si
ritirava
subito
,
tanto
quell
'
alta
e
snella
figura
di
donna
pareva
lei
posta
a
guardia
della
carrozza
.
Ferrante
prese
ancora
un
'
altra
sigaretta
bionda
,
l
'
accese
,
la
fumò
,
imperturbabile
fra
il
chiasso
di
quella
partenza
per
la
linea
Bologna
-
Venezia
.
Donna
Grazia
si
era
seduta
dietro
lo
sportello
,
ma
teneva
il
busto
un
po
'
inclinato
,
per
guardare
ancora
il
suo
compagno
di
viaggio
:
quando
gli
vide
gittare
metà
della
seconda
sigaretta
,
spenta
,
mormorò
sommessamente
:
-
Non
vieni
?
Egli
dovette
più
che
udire
,
intendere
,
tanto
era
fioca
la
voce
seduttrice
:
fu
nel
vagone
in
un
attimo
,
tirandosi
dietro
lo
sportello
.
-
Fuma
anche
qui
:
non
mi
fa
male
-
disse
lei
,
mettendosi
di
nuovo
i
guanti
,
mollemente
.
-
No
,
no
,
tu
devi
dormire
-
rispose
lui
,
con
una
tenerezza
quasi
fraterna
.
Ma
fra
le
pelliccie
,
gli
scialli
,
le
coperte
,
al
caldo
,
ella
si
addormentò
assai
tardi
.
Teneva
gli
occhi
chiusi
,
però
,
lasciandosi
prendere
da
tutta
quella
dolcezza
dell
'
amore
e
delle
cose
;
ogni
tanto
,
con
un
moto
adorabile
di
stanchezza
,
li
schiudeva
e
trovava
gli
occhi
di
Ferrante
fissi
su
lei
,
così
teneri
,
così
amorosi
che
la
magnetizzavano
di
nuovo
,
nella
dolcezza
.
-
Non
dormi
?
-
chiedeva
ella
,
vagamente
,
come
se
parlasse
in
sogno
.
-
Non
ho
sonno
-
diceva
lui
facendole
cenno
di
chetarsi
,
sorridendo
tacitamente
.
Solo
nel
mezzo
della
notte
,
ella
trabalzò
,
scossa
da
un
grande
fragore
,
vedendo
una
gran
luce
rossastra
.
-
Che
è
?
-
gridò
,
levandosi
a
metà
.
-
Niente
,
non
aver
paura
:
passiamo
sul
Po
.
Sulle
rive
nere
del
fiume
,
nella
notte
,
grandi
cataste
di
legna
secca
bruciavano
:
attorno
ad
esse
i
guardiani
del
fiume
vegliavano
e
si
riscaldavano
,
temendo
l
'
inondazione
autunnale
.
-
Dormi
,
non
aver
paura
-
soggiunse
lui
,
lasciando
ricadere
la
tendina
,
sedendosi
accanto
a
lei
,
passandole
lievemente
la
mano
sui
capelli
,
per
chetarla
.
Quando
ella
si
risvegliò
di
nuovo
,
all
'
alba
,
avevano
già
oltrepassato
Mestre
,
erano
sulla
stretta
lingua
di
terra
che
attraversa
la
laguna
.
E
non
si
vedeva
altro
,
da
tutte
le
parti
,
che
una
grande
estensione
di
acqua
immobile
,
senza
che
un
solo
soffio
ne
agitasse
la
tinta
argentina
,
opaca
.
Ogni
tanto
una
pianta
acquatica
,
senza
fiori
,
senza
foglie
,
cioè
un
cespuglio
di
rami
nudi
e
neri
,
irti
come
spini
,
usciva
dall
'
acqua
:
o
un
pilone
nero
,
un
po
'
inclinato
,
sorgeva
dal
fondo
.
Una
lieve
nebbia
argentina
ma
senza
luccicori
fluttuava
sull
'
acqua
,
e
tutto
l
'
orizzonte
era
della
stessa
tinta
,
senza
che
si
potesse
distinguere
dove
l
'
acqua
finisse
,
dove
cominciasse
il
velo
di
nebbia
.
Un
vento
umido
e
molle
alitava
.
E
il
vagone
parea
molle
di
umidità
,
tutto
il
treno
pareva
andasse
sull
'
acqua
dormiente
,
attraverso
la
nebbia
,
fra
il
fiato
umido
e
soffocante
.
-
Ecco
Venezia
-
disse
Ferrante
,
un
po
'
ansioso
,
guardando
più
il
viso
di
Grazia
che
il
paesaggio
.
-
Non
vi
è
-
diss
'
ella
,
vedendo
solo
la
laguna
e
la
nebbia
,
tremando
un
po
'
nella
voce
,
pallidissima
.
Si
risedette
;
due
volte
mise
la
testa
fuori
del
cristallo
,
guardò
attorno
,
lungamente
;
si
passò
le
dita
sulla
manica
,
come
per
sentire
se
fosse
molle
di
umidità
.
Alla
fine
,
fra
la
laguna
e
la
nebbia
,
sorse
qualche
profilo
bigio
di
una
massa
più
oscura
.
-
Ecco
Venezia
-
ella
mormorò
,
quasi
fra
sè
.
-
Pare
una
tomba
.
Come
tutte
le
altre
mattine
,
fosse
avvolto
nella
bigiastra
velatura
il
Canal
Grande
e
la
chiesa
della
Salute
,
e
lontano
,
laggiù
,
scomparisse
addirittura
il
canale
della
Zuecca
;
o
la
lenta
pioggia
di
ottobre
piovesse
solingamente
su
quell
'
acqua
dormiente
,
su
quella
chiesa
dormiente
,
su
quei
palazzi
dormienti
;
o
il
biondo
sole
illuminasse
i
tenui
azzurri
del
cielo
e
le
sagome
fini
della
chiesa
e
circondasse
l
'
isola
di
San
Giorgio
in
un
'
aureola
di
luce
;
come
in
qualunque
mattinata
,
Ferrante
entrando
nel
salotto
pieno
di
fiori
,
trovò
donna
Grazia
seduta
,
nel
vano
dello
stretto
e
lungo
balcone
a
ogiva
,
guardando
vagamente
il
paesaggio
.
Ella
portava
sempre
una
delle
sue
vestaglie
di
lana
bianca
,
dalla
forma
di
peplo
,
che
odoravano
di
violetta
,
poichè
fra
le
arricciature
di
merletto
del
collo
,
fra
le
morbide
pieghe
del
petto
,
alla
cintura
,
spuntavano
dei
freschi
mazzolini
di
violette
.
Ella
guardava
,
con
gli
occhi
fatti
quasi
più
grandi
e
un
po
'
vitrei
dalla
lunga
contemplazione
.
-
Che
hai
?
-
disse
Ferrante
,
baciandole
le
mani
.
-
Nulla
-
fece
lei
,
con
un
piccolo
sorriso
.
-
Mi
ami
sempre
?
-
Sempre
,
sempre
.
E
un
cenno
largo
,
come
ad
accennare
un
fatto
ineluttabile
,
accompagnò
la
monotonia
di
quella
voce
dove
pareva
si
fosse
infranta
ogni
corda
di
vivacità
.
-
Sei
triste
,
mi
pare
-
disse
lui
,
chinandosi
a
guardarla
meglio
.
Ella
sorrise
ancora
,
senza
rispondere
,
gli
dette
,
con
un
atto
gentile
,
uno
dei
suoi
mazzolini
di
violette
;
egli
lo
prese
,
l
'
odorò
e
poi
lo
rigirò
fra
le
dita
,
senza
parlare
.
-
Anche
tu
sei
triste
?
-
chiese
ella
,
levando
su
la
testa
,
con
un
gesto
affettuoso
.
-
No
,
cara
.
Venivo
a
chiederti
se
volevi
uscire
.
-
....
Sì
-
disse
lei
,
dopo
una
pausa
,
-
Dove
andiamo
?
-
In
giro
-
fece
lui
.
-
Dove
tu
vuoi
.
Invece
,
la
voce
di
lui
era
un
po
'
stanca
.
Senza
dire
altro
,
ella
si
levò
e
passò
nella
sua
stanza
a
vestirsi
.
Occupavano
un
vasto
appartamento
mobiliato
,
in
uno
dei
magnifici
palazzi
del
Canal
Grande
,
dirimpetto
alla
chiesa
di
San
Giorgio
:
appartamento
mobiliato
con
qualche
traccia
del
lusso
antico
,
a
cui
si
mescolava
tutta
la
confusione
fra
comoda
ed
elegante
del
lusso
moderno
.
Ma
le
stanze
erano
tanto
grandi
che
parevano
vuote
,
sempre
;
le
finestre
,
i
balconi
erano
così
piccoli
che
la
luce
vi
entrava
scarsamente
,
anche
nelle
più
limpide
giornate
;
e
malgrado
i
fiori
di
cui
Grazia
riempiva
tutte
le
stanze
,
tutti
gli
angoli
,
tutti
i
tavolini
,
i
saloni
non
si
rianimavano
,
restavano
freddi
e
muti
come
se
fosse
impossibile
farvi
risuscitare
anche
una
finzione
di
vita
.
Grazia
e
Ferrante
stavano
sempre
insieme
;
spesso
,
lui
,
per
discrezione
,
si
ritirava
nella
sua
camera
,
lasciava
Grazia
libera
;
ma
dopo
un
poco
,
era
preso
da
tale
insoffribile
malinconia
,
che
cercava
di
lei
,
e
la
trovava
così
insoffribilmente
malinconica
,
che
si
tendevano
le
mani
,
come
se
l
'
uno
dovesse
salvare
l
'
altro
.
Quando
erano
insieme
,
certo
,
di
fronte
a
quel
paesaggio
grandioso
ma
dormiente
,
in
quell
'
ambiente
di
cose
morte
e
di
cose
moribonde
,
fra
quei
colori
che
erano
stati
vivaci
ed
erano
pallenti
,
fra
quel
silenzio
grande
di
uomini
e
di
fanciulli
,
certo
,
non
avevano
la
grande
giocondità
delle
anime
intensamente
felici
;
ma
si
teneano
per
mano
,
quieti
,
silenziosi
,
senza
sussulti
e
senza
tristezza
.
Si
ricercavano
,
dunque
,
ansiosamente
,
come
se
dovessero
sempre
partire
per
un
lungo
viaggio
,
come
se
dovessero
iniziarsi
ad
un
altissimo
diletto
spirituale
,
come
se
dovessero
raccontarsi
tutto
un
romanzo
misterioso
,
il
romanzo
del
proprio
cuore
:
ma
,
essendo
insieme
,
parean
subito
appagati
,
senza
bisogno
di
dire
nulla
,
anime
che
già
l
'
ambiente
aveva
impregnate
di
sè
.
Così
quel
giorno
,
come
tutti
i
giorni
,
solo
dopo
pochi
minuti
di
assenza
,
donna
Grazia
ritornò
per
uscire
,
vestita
tutta
di
nero
,
come
sempre
,
mentre
in
casa
era
sempre
vestita
di
bianco
:
sul
nero
vestito
,
qua
e
là
,
dai
merletti
,
dalla
cintura
,
facevan
capolino
i
freschi
mazzolini
di
violette
.
III
.
Andarono
,
per
i
grandi
saloni
,
per
la
scalea
scuriccia
:
un
servo
aprì
loro
il
portone
che
dava
,
per
tre
scalini
,
sulla
laguna
.
L
'
acqua
appena
appena
fiottava
,
contro
il
marmo
corroso
.
Il
barcaiuolo
che
sedeva
a
prora
della
gondola
,
senza
far
nulla
,
aspettando
,
si
levò
subito
e
domandò
qualche
cosa
,
nel
suo
dolce
dialetto
:
-
Ha
detto
-
spiegò
Ferrante
a
Grazia
,
interrogandola
-
se
deve
togliere
il
felze
.
-
Sì
,
sì
-
rispose
ella
subito
-
lo
tolga
pure
;
lì
sotto
si
soffoca
.
E
aspettarono
:
il
gondoliere
,
con
un
certo
moto
bizzarro
,
essendo
entrato
nella
negra
cabina
dagli
ornamenti
di
ferro
lucido
,
ne
sollevò
con
le
spalle
tutta
la
parte
superiore
,
simigliante
alla
gobba
nera
di
un
dromedario
,
al
coverchio
di
una
lunga
bara
di
ebano
dalle
intarsiature
artistiche
e
dalle
finestrine
microscopiche
:
sempre
portandola
sulle
spalle
,
la
depose
innanzi
al
portone
,
raccomandando
al
servo
questo
negro
felze
.
La
gondola
ora
aveva
la
sua
aria
di
barca
da
passeggiata
,
con
l
'
elegante
rostro
lucido
a
prora
,
i
due
posti
di
divano
,
a
poppa
,
foderati
di
panno
nero
,
adorni
di
cordoni
e
di
fiocchi
di
lana
nera
,
sgabelli
neri
su
cui
appoggiare
i
piedi
.
Grazia
e
Ferrante
vi
si
sedettero
,
senza
dire
nulla
:
e
il
gondoliere
cominciò
a
remare
verso
il
Rialto
,
senza
aver
loro
chiesto
nulla
.
Quel
giorno
lo
scirocco
era
più
pesante
del
solito
e
dava
pena
al
respiro
.
Delle
zàttere
cariche
di
carbone
andavano
per
il
Canal
Grande
,
con
un
moto
così
lento
che
pareva
quasi
indistinto
;
l
'
uomo
della
zàttera
puntava
sul
fondo
del
canale
con
una
lunga
pertica
e
,
facendo
forza
,
e
camminando
sulla
zàttera
in
senso
inverso
della
corrente
,
la
faceva
avanzare
.
Era
tutto
bruno
,
arcuato
,
quasi
piegato
in
due
,
e
passando
vicino
,
Grazia
udì
uscirgli
dal
petto
un
gemito
rauco
e
cadenzato
,
quello
che
esce
dal
petto
dello
spaccalegna
.
-
Questo
non
canta
certo
le
ottave
di
Torquato
Tasso
,
come
dicono
i
poeti
di
Venezia
-
osservò
Ferrante
,
nel
cui
cuore
lo
scetticismo
soverchiava
ogni
tanto
il
sentimento
.
-
Eppure
questa
laguna
avrebbe
dovuto
esser
fatta
solo
per
l
'
amore
e
per
l
'
arte
-
mormorò
ella
,
aspirando
il
profumo
di
un
mazzolino
di
violette
-
non
per
il
duro
lavoro
e
per
la
miseria
.
-
Gli
uomini
guastano
tutto
-
osservò
sentenziosamente
Ferrante
.
-
Sì
-
approvò
lei
,
chinando
il
capo
.
La
gondola
andava
lentamente
,
fra
il
gorgoglìo
delle
acque
smosse
;
a
un
certo
punto
,
lasciando
il
Canal
Grande
,
infilò
un
piccolo
canale
,
fra
due
alti
palazzi
grigio
-
verdastri
.
Così
faceva
sempre
il
gondoliero
che
li
conduceva
in
giro
,
senza
chieder
loro
dove
volessero
andare
.
Due
o
tre
volte
lo
aveva
chiesto
:
ma
essi
si
erano
guardati
in
faccia
,
esitanti
,
non
sapendolo
.
Ora
,
non
domandava
più
.
A
ogni
voltata
di
piccolo
canale
gli
usciva
dal
petto
un
grido
gutturale
di
avvertimento
;
a
cui
spesso
rispondeva
un
altro
grido
,
simile
,
dall
'
altro
gondoliere
che
gli
veniva
incontro
,
con
la
sua
gondola
.
-
Perchè
le
gondole
sono
così
nere
,
nere
dappertutto
,
nel
panno
,
nel
legno
,
nei
cordoni
,
nei
fiocchi
?
-
domandò
distrattamente
donna
Grazia
.
-
Portano
il
lutto
della
repubblica
-
rispose
Ferrante
,
che
aveva
accesa
una
sigaretta
e
fumava
.
-
Veramente
?
-
fece
ella
,
guardandolo
.
-
Veramente
.
-
È
triste
,
è
triste
-
susurrò
lei
,
colpita
.
Ma
sbucavano
in
Cannaregio
,
il
quartiere
popolare
,
le
cui
case
sono
piccole
,
le
cui
finestre
sono
adorne
del
bucato
familiare
,
le
cui
fondamenta
sono
continuamente
battute
dai
vivaci
zoccoletti
delle
donne
:
ed
è
un
andirivieni
,
al
sole
,
di
bimbi
biondi
,
di
donnine
dai
capelli
neri
e
ricci
,
a
ondate
fulve
,
di
uomini
piccoli
e
tarchiati
dai
mustacchi
folti
,
ispidi
e
rossastri
,
mentre
l
'
allegro
e
lezioso
dialetto
forma
un
brusìo
,
dovunque
.
Anzi
,
dinnanzi
a
una
casa
,
vi
erano
certi
suonatori
di
chitarra
,
seduti
per
terra
,
mentre
una
donna
in
piedi
,
sotto
l
'
arco
del
portone
,
cantava
una
bizzarra
melopea
,
gutturale
,
quasi
orientale
,
chiamata
la
strega
,
che
un
coro
di
donne
e
di
bambini
riprendeva
,
a
ogni
ritornello
,
con
voce
sorda
e
grave
.
-
Qui
sono
allegri
,
almeno
-
disse
donna
Grazia
,
un
po
'
rinfrancata
,
sollevandosi
sui
cuscini
.
-
Restiamo
qui
,
un
poco
.
Sotto
l
'
arco
di
un
ponticello
,
accanto
al
traghetto
,
la
gondola
si
fermò
.
I
due
amanti
tacevano
,
mentre
il
gondoliere
si
riposava
.
La
canzone
della
strega
continuava
,
grave
,
come
una
canzone
di
Costantinopoli
o
di
Algeri
:
ma
i
suonatori
e
i
cantanti
sogguardavano
spesso
i
due
signori
della
barca
,
intimiditi
,
mentre
la
musica
,
a
poco
a
poco
andava
diventando
più
debole
,
più
bassa
,
come
scoraggiata
dalla
presenza
di
quegli
estranei
.
Una
ragazza
snella
,
dallo
sciallino
di
lana
rossa
,
che
distendeva
una
fune
da
un
anello
ad
un
altro
sulle
fondamenta
,
per
mettervi
ad
asciugare
delle
matasse
di
seta
tinta
,
si
fermò
nel
suo
lavoro
,
facendo
solecchio
con
la
mano
,
per
vedere
se
quei
signori
se
ne
andavano
.
-
Andiamo
via
,
non
disturbiamo
questa
buona
gente
-
disse
Grazia
.
-
Sono
poco
abituati
ai
forestieri
:
il
Cannaregio
è
un
quartiere
di
poveri
,
di
operai
-
rispose
Ferrante
.
La
barca
si
allontanò
,
mentre
,
alle
spalle
,
ricominciava
l
'
allegro
brusìo
del
dialetto
,
ricominciava
il
ticchettìo
degli
zoccoletti
sulle
fondamenta
di
pietra
levigata
,
ricominciava
la
canzone
costantinopolitana
della
Strega
.
Andarono
innanzi
molto
tempo
,
incontrando
pochissime
gondole
,
trovandosi
a
un
tratto
in
un
largo
canale
deserto
:
un
canale
così
vasto
,
così
torbido
nelle
sue
acque
immobili
,
così
malinconicamente
intonato
che
donna
Grazia
,
per
vincerne
l
'
impressione
,
ne
chiese
il
nome
al
gondoliere
.
-
È
il
Canale
Orfano
,
eccellenza
.
E
la
gran
leggenda
tragica
,
che
era
durata
,
sinistra
e
tetra
,
per
centinaia
di
anni
,
la
leggenda
di
tutti
quei
condannati
,
innocenti
o
rei
,
che
dopo
aver
agonizzato
per
giorni
e
mesi
nelle
carceri
soffocanti
della
Repubblica
,
in
una
notte
oscura
,
facevano
l
'
ultimo
loro
viaggio
sotto
il
felze
opprimente
della
gondola
,
per
essere
strangolati
tacitamente
e
gittati
nelle
acque
profonde
del
Canale
Orfano
,
si
parò
innanzi
alla
fantasia
dei
due
amanti
,
con
tutti
i
fremiti
di
sgomento
che
tale
visione
truce
può
dare
.
-
Il
fondo
deve
essere
coperto
di
scheletri
-
disse
donna
Grazia
,
guardando
fissamente
l
'
acqua
.
-
Torniamo
indietro
-
soggiunse
Ferrante
con
voce
alterata
.
Tornarono
:
e
come
il
gondoliere
affrettava
il
movimento
dei
suoi
remi
,
donna
Grazia
gli
fece
cenno
,
con
la
mano
,
di
far
piano
:
pareva
che
temesse
di
disturbare
quei
morti
.
Ancora
,
silenziosi
,
vogarono
per
i
canali
,
muti
,
quasi
stanchi
,
non
guardandosi
neppure
.
Il
movimento
della
gondola
,
a
lungo
,
li
gittava
in
un
intorpidimento
di
tutti
i
sensi
;
tanto
che
neppure
l
'
ora
fuggente
aveva
più
valore
per
essi
.
Canali
seguivano
canali
:
l
'
acqua
era
,
dove
verdastra
,
dove
bigia
,
dove
semplicemente
torbida
,
dove
con
un
'
opaca
oscurità
di
carbone
:
palazzi
seguivano
i
palazzi
,
portoni
pesanti
chiusi
come
da
secoli
,
gradini
corrosi
dalla
salsedine
,
alti
pilastri
piantati
nelle
acque
per
legarvi
le
gondole
e
che
s
'
inclinavano
come
se
fossero
presi
da
una
inguaribile
debolezza
,
finestre
senza
cristalli
,
ma
le
cui
imposte
verdi
sembravano
sbarrate
per
sempre
.
Ogni
tanto
un
monastero
,
una
chiesa
,
una
bottega
d
'
infilatrice
di
perle
;
di
nuovo
portoni
chiusi
a
catenaccio
e
finestre
serrate
sino
all
'
ultimo
piano
.
La
linea
era
pura
,
bella
,
artistica
:
la
poesia
che
traspirava
da
tutto
l
'
ambiente
era
grande
,
ma
portava
un
profumo
di
fiori
morti
.
E
i
due
cadevano
in
un
languore
di
mestizia
che
ne
domava
ogni
entusiasmo
,
che
ne
annullava
ogni
impeto
di
vitalità
.
-
Qui
,
dicono
fuggisse
Bianca
Cappello
,
per
andarsene
con
l
'
amante
a
Firenze
-
disse
Ferrante
indicando
una
finestra
bassa
di
un
grande
palazzo
.
-
Oh
!
...
-
fece
Grazia
,
senza
aggiungere
altro
.
E
dopo
un
poco
,
sogguardando
l
'
uomo
che
amava
,
facendo
cadere
le
parole
,
ad
una
ad
una
,
gli
chiese
:
-
Tu
sei
stato
un
'
altra
volta
,
a
Venezia
?
Egli
intese
la
profondità
della
domanda
e
il
pericolo
della
risposta
:
una
rapida
emozione
gli
scompose
il
volto
.
Ma
fu
incapace
di
mentire
.
-
Sì
:
un
'
altra
volta
-
rispose
nettamente
,
buttando
nel
canale
la
sigaretta
spenta
.
-
....
Molto
tempo
fa
?
-
aggiunse
ella
,
con
la
freddezza
e
la
tenacità
di
un
giudice
che
interroga
.
-
....
Non
molto
.
Ella
tirava
,
macchinalmente
,
ad
una
ad
una
,
le
violette
dal
mazzolino
che
teneva
nelle
mani
e
dopo
averle
fatte
girare
intorno
al
dito
,
le
buttava
in
acqua
,
seguendole
un
momento
con
l
'
occhio
.
Poche
ne
rimanevano
,
smorte
,
quasi
appassite
nella
larga
foglia
verde
che
le
accartocciava
,
penzolanti
sugli
stelucci
.
-
Eri
solo
?
-
finì
d
'
interrogare
lei
,
sempre
tenendogli
piantati
gli
occhi
sul
volto
.
Egli
non
rispose
,
nè
prima
,
nè
dopo
,
sentendo
la
crescente
crudeltà
di
quel
dialogo
.
Non
rispose
e
volse
il
capo
altrove
.
Allora
ella
,
con
l
'
aria
di
una
persona
perfettamente
convinta
,
guardò
un
'
altra
volta
le
sue
ultime
violette
e
con
un
atto
risoluto
,
le
buttò
in
laguna
,
tutte
.
Ostinatamente
,
per
nascondere
il
rivolgimento
del
suo
spirito
,
egli
guardava
dall
'
altra
parte
;
e
anch
'
essa
si
mise
a
fissare
un
punto
qualunque
dell
'
orizzonte
.
Una
brutta
gondola
passò
:
le
finestrine
del
felze
,
senza
i
soliti
delicati
ornamenti
di
ferro
lucido
,
erano
chiuse
coi
lucchetti
,
come
una
cassa
forte
.
E
sulla
porticina
del
felze
,
a
guardia
,
stavano
seduti
due
carabinieri
in
tenuta
di
viaggio
e
coi
fucili
fra
le
gambe
,
immobili
,
in
quell
'
attitudine
seria
,
pensosa
,
che
dà
loro
come
una
nova
aureola
di
rispetto
.
Era
la
gondola
del
carcere
che
avendo
preso
alla
stazione
i
carcerati
e
i
carabinieri
,
li
conduceva
per
la
laguna
,
alla
tetra
dimora
.
Grazia
seguì
con
l
'
occhio
il
nero
convoglio
filante
sulle
acque
;
poi
abbassò
il
capo
sul
petto
,
reprimendo
le
ardenti
lacrime
che
le
salivano
agli
occhi
.
Fu
più
innanzi
,
in
un
canale
laterale
che
si
lega
al
Canal
Grande
nel
sestiere
di
Dorsoduro
,
che
incontrarono
la
più
tetra
barca
della
laguna
.
Era
tutta
nera
,
come
le
altre
,
ma
mancava
di
quella
grazia
civettuola
della
gondola
di
passeggiata
:
non
aveva
,
a
prua
,
il
rostro
lucido
;
era
più
larga
,
più
piatta
;
si
dondolava
goffamente
sulle
acque
:
e
i
due
gondolieri
,
invece
del
solito
gabbano
fra
cittadino
e
marinaro
,
invece
del
solito
berretto
,
portavano
una
giacchetta
nera
e
un
cappello
a
cilindro
,
con
una
coccarda
nera
.
Stava
ferma
,
la
gondola
,
innanzi
a
un
portoncino
aperto
;
due
o
tre
donne
erano
sotto
il
portoncino
.
-
Che
è
quella
gondola
?
-
disse
Grazia
al
gondoliere
,
scattando
in
piedi
.
-
È
la
gondola
dei
morti
,
eccellenza
:
quelli
sono
i
becchini
.
-
Andiamo
via
,
andiamo
via
,
Grazia
-
disse
Ferrante
rompendo
il
silenzio
,
dolcemente
,
volendo
infrangere
il
malo
incantesimo
di
quella
giornata
.
-
No
,
no
,
voglio
vedere
-
disse
lei
,
duramente
-
gondoliere
,
fermati
un
poco
.
-
È
meglio
andare
,
cara
,
è
meglio
-
ribattè
lui
,
umilmente
,
crollando
il
capo
.
Ma
ella
non
gli
dette
retta
.
In
piedi
,
appoggiata
al
divanetto
di
destra
,
guardava
nel
portoncino
nero
,
donde
arrivava
un
confuso
mormorio
.
-
Voglio
vedere
questo
morto
-
disse
a
sè
stessa
,
senza
distogliere
gli
occhi
dal
portoncino
.
E
quasi
la
sua
anima
desiosa
di
dolore
,
avesse
avuto
una
forza
magnetica
,
un
tumulto
si
fece
nell
'
ombra
del
portoncino
,
e
fra
un
piccolo
gruppo
di
donne
e
di
uomini
,
portata
da
due
altri
becchini
,
comparve
la
bara
;
dietro
le
persiane
di
una
finestra
,
al
primo
piano
,
si
udiva
un
singhiozzo
disperato
e
si
vedeva
una
mano
convulsa
che
tentava
di
aprirle
,
mentre
qualcuno
si
opponeva
,
tenendole
ferme
.
Questi
volevano
vedere
la
bara
,
che
veniva
caricata
nella
gondola
funeraria
:
la
piccola
bara
,
la
sottile
bara
,
poichè
era
la
bara
di
un
bambino
,
e
lassù
,
era
certamente
la
madre
del
bimbo
che
singhiozzava
e
tentava
disperatamente
di
aprire
la
finestra
.
A
un
tratto
,
con
un
moto
svelto
di
gente
pratica
,
i
becchini
gondolieri
ficcarono
la
piccola
bara
sotto
il
felze
e
ne
richiusero
con
un
colpo
secco
la
porticina
.
Il
picciolo
morto
era
solo
,
là
sotto
.
Ai
quattro
lati
del
felze
furono
sospese
delle
povere
e
pallide
corone
di
sfatti
crisantemi
,
che
una
fanciulla
piangente
in
silenzio
aveva
porto
ai
becchini
.
-
Andiamo
via
,
presto
,
presto
-
disse
nervosamente
Grazia
al
gondoliere
,
ricadendo
a
sedere
sul
divanetto
.
A
un
tratto
era
stata
presa
dall
'
orribile
paura
di
dover
fare
la
stessa
via
del
morticino
;
e
soggiungeva
,
mentre
si
allontanavano
,
senza
voltare
il
capo
indietro
,
presto
,
presto
.
Alle
spalle
il
singhiozzo
della
persona
che
si
disperava
dietro
la
gelosia
si
era
fatto
più
forte
,
più
alto
:
la
barca
funeraria
si
metteva
in
moto
.
Ma
era
così
lenta
,
che
la
gondola
di
Grazia
e
di
Ferrante
scomparve
subito
.
Quando
ebbero
camminato
per
un
pezzo
,
allora
soltanto
ella
si
voltò
a
guardare
Ferrante
,
ma
lo
vide
così
travolto
,
così
pallido
,
che
ne
ebbe
orrore
e
pietà
.
E
dopo
un
minuto
di
intensa
riflessione
,
ella
intuì
,
ella
indovinò
il
pensiero
di
lui
:
-
Tu
pensi
al
tuo
bambino
?
-
gli
disse
,
sottovoce
,
nella
faccia
.
Ah
,
questa
volta
,
questa
volta
,
egli
non
ebbe
il
coraggio
di
negare
:
disse
di
sì
,
semplicemente
,
senz
'
altro
.
Ed
ella
,
allargando
le
braccia
,
fece
un
atto
di
persona
vinta
,
che
lascia
andare
la
sua
vita
al
vortice
soverchiante
.
Pure
,
nella
serata
,
ubbidendo
alla
sua
natura
buona
e
generosa
,
ella
andò
a
lui
,
nella
pace
fredda
del
grande
salone
e
lo
pregò
che
le
perdonasse
.
Si
umiliava
,
tutta
confusa
,
sentendo
sempre
più
grande
farsi
la
lontananza
fra
loro
,
cercando
,
con
la
bontà
,
con
la
pietà
,
di
riavvicinare
le
loro
anime
,
nuovamente
.
E
lo
vide
tremare
,
come
essa
tremava
,
di
dolore
,
di
tenerezza
,
di
compassione
:
egli
le
carezzò
lievemente
i
capelli
,
con
quel
moto
affettuoso
,
famigliare
,
aggiungendo
qualche
vaga
parola
di
conforto
:
e
l
'
uno
voleva
consolar
l
'
altro
,
a
forza
,
come
di
una
grande
sventura
ignota
,
di
cui
nessuno
dei
due
voleva
pronunziare
il
nome
.
Nell
'
ombra
del
salone
che
solo
la
vampa
del
caminetto
spezzava
,
gittando
spruzzi
sanguigni
di
luce
sul
vecchio
tappeto
veneziano
,
essi
si
tenevano
per
mano
,
frementi
di
dolore
,
balbettando
incerte
parole
di
consolazione
e
sembravano
,
insieme
,
in
quell
'
ora
bruna
,
in
quella
camera
,
la
rovina
di
una
grande
cosa
,
i
superstiti
di
un
naufragio
dove
tutto
avessero
perduto
.
Nè
il
sole
novello
,
nè
le
miti
giornate
di
ottobre
,
nè
gli
sforzi
dei
loro
cuori
coraggiosi
e
onesti
,
nè
la
paura
della
catastrofe
che
vedevano
avvicinarsi
e
pure
volevano
scongiurare
,
potevano
ridonare
a
Grazia
e
a
Ferrante
,
ciò
che
era
irreparabilmente
fuggito
.
Ancora
per
vari
giorni
Venezia
che
tanti
amori
e
tanti
amanti
ha
visti
e
dovrà
ancora
vedere
,
per
vari
giorni
la
soave
città
languente
di
morte
,
vide
questi
due
amanti
nelle
sue
calli
,
nelle
sue
piazze
,
nelle
sue
chiese
,
sempre
insieme
,
tenendosi
sempre
per
mano
,
come
se
volessero
comunicarsi
un
fluido
che
li
legasse
per
sempre
,
come
se
volessero
vincere
un
potere
ignoto
che
aspirasse
al
dissolvimento
.
Incapaci
di
reggere
alla
solitudine
della
loro
stanza
segregata
,
della
loro
casa
così
piena
di
tristezza
,
incapaci
di
prolungare
un
dialogo
solitario
senza
che
li
conducesse
,
istintivamente
,
inconscientemente
,
a
una
fatale
conclusione
,
essi
cercavano
di
mettere
il
mondo
esteriore
fra
loro
,
desiderosi
di
quanto
potesse
distrarre
i
loro
occhi
e
le
loro
anime
.
Quella
semplice
e
bonaria
vita
esterna
veneziana
,
li
seduceva
,
non
in
sè
,
ma
perchè
li
toglieva
alla
tetra
domanda
della
loro
coscienza
;
le
lunghe
stazioni
sotto
le
Procuratie
,
innanzi
ai
piccoli
tavolini
del
caffè
Florian
,
dove
si
ripetono
,
meno
ingenue
e
meno
piacevoli
,
le
scene
goldoniane
;
le
lunghe
stazioni
,
in
piazza
,
guardando
il
volo
dei
colombi
che
discendono
a
mangiare
il
miglio
,
buttato
dalle
candide
mani
di
una
fanciulla
inglese
,
ammalata
di
nostalgia
e
di
anemia
;
le
lunghe
stazioni
nella
basilica
dove
,
sotto
le
arcate
che
pare
abbiano
profondità
infinite
,
i
lumicini
delle
lampade
moresche
brillano
innanzi
alle
sacre
immagini
cristiane
,
innanzi
ai
santi
e
alle
sante
dalla
faccia
nera
e
dal
vestito
di
argento
;
le
lunghe
stazioni
sulla
riva
degli
Schiavoni
,
nell
'
ora
del
tramonto
,
in
una
luminosità
così
fine
,
così
trasparente
che
nessun
paese
possiede
,
che
nessun
poeta
ha
saputo
descrivere
e
nessun
pittore
dipingere
;
le
lunghe
passeggiate
per
le
straduccie
strette
che
sembrano
corridoi
di
una
immensa
casa
,
la
compra
di
gingilli
,
di
ricordi
nelle
microscopiche
botteghe
di
Merceria
e
di
Frezzeria
;
le
lunghe
contemplazioni
artistiche
nei
musei
e
nelle
gallerie
,
innanzi
ai
capolavori
umani
e
divini
di
Carpaccio
e
di
Gian
Bellino
,
del
grande
Paolo
e
del
superbo
Tiziano
.
Qui
erano
più
lunghe
e
intanto
più
pericolose
le
loro
dimore
,
poichè
la
sublime
arte
veneziana
è
così
fatta
di
amore
supremo
e
di
amore
terreno
,
che
è
impossibile
non
amare
o
non
parlare
di
amore
,
per
essa
.
Queste
manifestazioni
così
potenti
della
passione
,
mentre
li
attraevano
,
li
lasciavano
turbati
sino
agli
strati
imi
del
cuore
.
Più
di
una
notte
,
levandosi
nella
veglia
affannosa
,
uscendo
dalla
sua
stanza
nella
bianca
vestaglia
come
un
fantasma
che
non
avrà
mai
requie
,
Grazia
andava
fino
alla
porta
della
stanza
di
Ferrante
e
sentiva
che
anche
lui
vegliava
,
passeggiando
,
fumando
,
schiudendo
la
sua
finestra
per
guardare
il
negro
Canal
Grande
.
Due
volte
sentì
che
egli
scriveva
,
che
scriveva
tanto
concitatamente
che
la
penna
strideva
sulla
carta
.
E
a
chi
scriveva
?
Ella
non
osò
mai
chiamarlo
,
mai
chiederglielo
.
Due
volte
Ferrante
era
uscito
,
solo
,
forse
per
impostare
queste
sue
lettere
;
mai
era
giunta
una
lettera
di
risposta
.
L
'
angoscia
che
li
ardeva
,
adesso
,
non
era
più
che
dolorosa
:
era
una
vampa
che
li
consumava
in
una
lotta
contro
un
nemico
sconosciuto
che
prendeva
sempre
più
terreno
,
che
ogni
giorno
guadagnava
una
piccola
o
una
grande
battaglia
;
era
una
fiamma
che
li
devastava
da
cima
a
fondo
,
facendo
il
vuoto
in
essi
,
senza
che
le
lacrime
alla
tenerezza
valessero
a
smorzarne
l
'
incendio
.
Nè
l
'
uno
diceva
all
'
altro
il
segreto
di
queste
veglie
ardenti
e
desolate
;
ma
ognuno
lo
indovinava
questo
segreto
,
sul
volto
dell
'
altro
,
senza
parlare
,
anzi
temendo
di
parlare
.
Ancora
camminavano
accanto
,
nella
vita
,
tenendosi
per
mano
:
ma
a
un
motto
,
a
un
gesto
,
tremavano
di
veder
sparire
l
'
amata
figura
daccanto
.
La
solitudine
,
la
solitudine
a
cui
nessun
segreto
resiste
,
la
solitudine
che
risolve
a
rilento
o
bruscamente
tutti
i
grandi
problemi
morali
dello
spirito
,
era
quella
che
li
sgomentava
.
Avevano
deserta
la
casa
,
ora
.
Un
giorno
,
sul
finire
di
ottobre
,
non
sapendo
dove
portare
il
loro
bizzarro
tormento
,
s
'
imbarcarono
sul
vaporetto
che
porta
all
'
isola
del
Lido
,
un
'
isola
tutta
verde
,
piena
di
piccole
ville
,
che
da
una
sponda
dà
sulla
laguna
,
sul
mare
immobile
,
dormiente
,
dall
'
altra
sponda
sullo
squillante
,
fragoroso
,
tempestoso
Adriatico
.
È
su
quella
sponda
che
si
erge
il
bello
stabilimento
di
bagni
marini
,
dove
accorre
tutta
Venezia
e
vengono
italiani
da
tutte
le
parti
,
e
anche
stranieri
,
tanta
è
la
gaiezza
estiva
di
quel
ritrovo
.
Ma
nulla
è
più
stranamente
malinconico
della
città
di
svernatura
al
mese
di
agosto
,
e
delle
spiaggie
di
bagni
quando
l
'
estate
è
fuggita
via
,
da
tempo
.
I
viali
dell
'
isola
erano
deserti
e
il
piccolo
tramvai
andava
e
veniva
,
pian
piano
,
vuoto
,
tanto
per
fare
le
sue
corse
di
quel
giorno
.
Lo
stabilimento
aveva
tutte
le
porte
dei
suoi
camerini
aperte
;
alcune
sbattevano
contro
le
pareti
,
per
il
vento
forte
del
mare
,
le
onde
schiumavano
rabbiose
contro
i
pali
,
frangendosi
.
Nel
grande
salone
-
terrazza
,
non
un
'
anima
;
solo
il
custode
sonnecchiava
nel
suo
casotto
,
malgrado
il
cattivo
tempo
.
Grazia
e
Ferrante
andarono
ad
appoggiarsi
alla
ringhiera
,
guardando
quel
grande
mare
burrascoso
che
li
aspergeva
di
minute
stille
gelide
.
A
un
tratto
una
voce
amica
li
riscosse
dalla
triste
contemplazione
:
un
altro
solitario
era
,
colà
,
un
amico
di
entrambi
,
un
gentiluomo
meridionale
,
cuore
profondo
sotto
apparenze
un
po
'
leggiere
,
un
po
'
scettiche
.
Era
il
solo
che
aveva
intravveduto
la
loro
passione
:
e
trovandoli
colà
non
mostrò
nè
meraviglia
nè
freddezza
.
Per
una
stranezza
Grazia
e
Ferrante
oppressi
dalla
solitudine
e
dalle
loro
segrete
torture
morali
,
per
quanto
prima
avevano
odiato
ogni
contatto
umano
,
per
tanto
in
quel
giorno
furono
contenti
di
trovare
quell
'
amico
,
quel
terzo
.
E
la
conversazione
,
sui
banchi
umidi
di
salsedine
del
vuoto
stabilimento
,
fu
insolitamente
cordiale
,
come
se
un
misterioso
vincolo
legasse
spiritualmente
quelle
tre
persone
.
E
anche
Giorgio
,
il
gran
signore
ricercato
dei
balli
e
delle
caccie
,
lontano
da
Roma
,
in
quel
posto
così
deserto
,
in
quella
giornata
di
temporale
,
pareva
avesse
dimenticato
il
suo
leggiadro
scetticismo
,
pareva
che
una
nota
più
sentimentale
,
più
tenera
,
vibrasse
nel
suo
cuore
e
nella
sua
voce
.
Grazia
che
lo
conosceva
da
anni
glielo
disse
.
-
È
il
contagio
-
disse
Giorgio
,
con
una
velatura
di
sorriso
.
-
Della
persona
?
-
gli
domandò
Ferrante
,
serio
serio
.
-
Anche
.
Ma
è
Venezia
,
sovra
tutto
.
Io
non
posso
ritornare
in
questo
paese
,
senza
sentir
rinascere
in
fondo
al
cuore
tutte
le
onde
soffocate
di
tristezza
.
-
Anche
voi
?
-
mormorò
Grazia
,
abbassando
gli
occhi
.
-
E
perchè
ci
vieni
?
-
chiese
Ferrante
.
-
Perchè
scavare
in
sè
questi
strati
così
amari
?
I
saggi
sanno
dimenticare
.
-
Sei
un
saggio
,
tu
?
-
gli
chiese
ironicamente
Giorgio
.
-
No
-
fece
l
'
altro
,
con
un
senso
di
umiltà
nella
voce
.
-
E
io
neanche
.
Ogni
anno
vengo
qui
per
un
pellegrinaggio
....
-
Religioso
?
-
chiese
Grazia
.
-
....
pietoso
-
rispose
Giorgio
.
-
Quando
la
vita
esteriore
più
mi
ha
inaridito
tutte
le
fonti
del
sentimento
,
quando
più
mi
sento
un
freddo
egoista
capace
di
sacrificare
tutto
al
mio
piacere
,
quando
più
mi
corrode
la
pazza
vanità
e
la
folle
ambizione
,
allora
io
lascio
Roma
,
lascio
Parigi
,
lascio
Londra
e
vengo
qui
,
solo
,
a
guarirmi
,
a
diventar
più
umano
,
più
buono
.
Voi
ridete
di
me
,
forse
?
-
No
,
non
rido
-
soggiunse
Grazia
,
pensosa
,
guardando
il
mare
coperto
di
bianca
spuma
.
Ferrante
taceva
,
pensando
.
-
Venezia
mi
contrista
e
mi
guarisce
-
disse
il
bel
gentiluomo
,
con
la
contrizione
di
un
penitente
,
passandosi
la
mano
sulla
fronte
,
a
scacciarne
le
ombre
che
la
offuscavano
.
Stettero
in
silenzio
,
tutti
tre
:
ognuno
era
preso
dal
proprio
pensiero
e
il
mare
mugghiante
accompagnava
i
voli
di
quelle
fantasie
.
Fu
Ferrante
che
si
risolse
a
rompere
il
silenzio
per
il
primo
,
sospirando
chiedendo
all
'
amico
:
-
Dicci
questa
istoria
,
Giorgio
.
Giorgio
guardò
Grazia
:
e
benchè
ella
non
parlasse
,
lesse
negli
occhi
di
lei
una
preghiera
.
-
Che
vi
può
importare
,
una
storia
d
'
amore
?
-
domandò
Giorgio
ad
ambedue
,
guardandoli
.
Ma
nuovamente
vide
in
ambedue
tanto
ardente
e
doloroso
desiderio
di
sapere
,
di
conoscere
,
di
misurare
,
che
intravvide
financo
,
dietro
il
desiderio
,
l
'
angoscia
di
ambedue
.
Intravvide
,
non
si
spiegò
:
intese
che
come
a
lui
era
necessario
,
in
quel
momento
,
uno
sfogo
,
ad
essi
era
necessario
,
in
quello
stesso
momento
,
l
'
appagamento
di
quel
tormentoso
desiderio
.
-
Sentite
-
disse
.
-
Io
ho
conosciuta
quella
soave
donna
a
Livorno
,
quattro
anni
fa
.
Era
una
polacca
;
si
chiamava
Anna
;
aveva
un
marito
brutale
,
e
che
ne
era
molto
,
molto
geloso
.
Ella
era
piccola
,
delicata
,
con
certi
lunghi
e
folti
capelli
fulvi
e
una
salute
così
delicata
,
che
il
più
piccolo
soffio
di
vento
la
faceva
tossire
.
Così
leggiadra
e
così
debole
,
io
l
'
ho
amata
più
di
tutte
le
donne
opulente
,
trionfali
,
maestose
,
l
'
ho
amata
più
di
qualunque
donna
abbia
mai
incontrata
,
più
di
qualunque
donna
potrò
mai
incontrare
sul
mio
cammino
....
-
Ella
vi
ha
amato
?
-
chiese
ansiosamente
donna
Grazia
.
-
Sì
-
disse
Giorgio
con
semplicità
,
-
Era
buona
e
pia
;
ma
mi
ha
amato
,
con
tanto
ingenuo
trasporto
,
che
io
consumato
alle
esaltazioni
della
passione
,
fui
scosso
per
la
prima
volta
.
Era
così
geloso
il
marito
,
che
non
le
lasciava
un
'
ora
di
libertà
:
qualche
volta
soltanto
,
quando
ella
andava
in
chiesa
,
poichè
ella
era
cattolica
e
lui
ateo
.
Bene
,
la
cercai
in
chiesa
:
ella
tremava
,
povera
piccola
,
poichè
diceva
che
questo
era
un
sacrilegio
,
un
'
offesa
a
Dio
,
il
quale
ci
avrebbe
puniti
,
nell
'
amore
nostro
.
Ma
non
poteva
fuggirmi
come
io
non
potea
trattenermi
dal
seguirla
dovunque
,
dovunque
....
Ferrante
e
Grazia
,
ora
si
guardavano
.
-
Tanto
che
-
soggiunse
Giorgio
,
preso
dall
'
amarezza
eccitante
della
sua
narrazione
-
tanto
che
qualche
cosa
fu
detta
al
marito
;
e
da
un
giorno
all
'
altro
egli
decise
di
partire
.
Oh
quella
notte
!
Coi
piedi
nudi
nelle
pianelle
,
ravvolta
in
uno
scialle
,
tremando
di
freddo
e
di
paura
,
Anna
ebbe
il
coraggio
di
lasciare
la
sua
stanza
,
senza
svegliare
suo
marito
e
di
venire
da
me
,
disperata
,
soffocando
i
singhiozzi
.
Ogni
minuto
che
passava
,
di
quella
notte
,
poteva
metterci
in
pericolo
di
morte
,
entrambi
,
eppure
non
sapevamo
dividerci
,
delirando
di
amore
e
di
dolore
.
Quando
dovette
lasciarmi
,
ella
s
'
inginocchiò
per
terra
e
disse
una
breve
preghiera
,
e
sempre
inginocchiata
,
giurò
sopra
un
piccolo
crocifisso
di
argento
che
le
pendeva
dal
collo
,
che
per
il
giorno
venti
di
ottobre
,
alle
dieci
di
sera
,
ella
si
sarebbe
trovata
a
Venezia
,
ad
aspettarmi
:
e
che
solo
la
morte
avrebbe
potuto
impedirglielo
....
-
Venne
?
-
domandò
Grazia
.
-
Sì
-
riprese
Giorgio
-
venne
.
-
Aveva
giurato
.
Io
era
da
dieci
giorni
all
'
albergo
Danieli
,
nascosto
,
inquieto
,
folle
talvolta
di
paura
,
talvolta
di
speranza
.
Venne
.
Ma
era
morente
,
la
piccola
adorata
;
nè
io
seppi
mai
come
aveva
potuto
sfuggire
alla
sorveglianza
del
marito
,
e
quale
lotta
l
'
aveva
ridotta
in
quello
stato
.
Pure
fingeva
di
star
bene
,
per
amarmi
,
per
amarmi
assai
,
sempre
meglio
,
sempre
più
,
mentre
discendeva
precipitosamente
alla
morte
....
-
Una
breve
stagione
d
'
amore
?
-
chiese
Ferrante
.
-
Diciotto
giorni
.
-
Una
sera
che
era
andato
fuori
,
costretto
da
un
dovere
inrecusabile
,
trattenendomi
due
o
tre
ore
,
al
ritorno
,
non
la
ritrovai
più
.
Era
venuto
il
marito
,
improvvisamente
,
e
l
'
aveva
portata
via
.
Per
due
giorni
girai
Venezia
come
un
pazzo
,
cercandola
.
Non
credevo
a
una
immediata
partenza
.
Poi
mi
misi
disperatamente
in
via
per
la
Polonia
....
-
E
la
raggiungeste
?
-
disse
Grazia
,
quasi
affannando
.
-
No
-
fece
Giorgio
-
era
morta
per
viaggio
.
I
tre
amici
,
come
si
avanzava
l
'
ora
pomeridiana
,
uscirono
dallo
stabilimento
e
si
avviarono
lentamente
verso
la
spiaggia
lagunare
dove
ancorava
il
vaporetto
che
doveva
ricondurli
a
Venezia
.
-
Voi
avete
dovuto
molto
soffrire
di
quella
morte
-
osservò
mestamente
Grazia
che
camminava
fra
i
due
uomini
,
rivolgendosi
a
Giorgio
.
-
Molto
:
ma
per
poco
tempo
.
Sapete
che
il
mondo
dove
viviamo
e
la
vita
che
facciamo
,
non
ci
permette
di
soffrire
che
intensamente
.
-
È
vero
-
disse
Ferrante
.
-
Però
-
soggiunse
Giorgio
-
quella
poveretta
è
stata
per
me
la
grande
,
fuggente
,
sparente
,
idealità
,
buona
e
pura
di
cui
tutti
abbiamo
bisogno
per
vivere
,
sia
essa
una
finzione
o
una
realtà
,
una
donna
o
un
'
idea
.
Intendete
ora
perchè
chiamo
Venezia
un
pietoso
pellegrinaggio
;
perchè
Venezia
mi
sembra
la
tomba
dove
è
sepolta
tutta
la
poesia
della
mia
vita
;
e
perchè
quando
mi
sento
divenire
perverso
a
furia
di
frivolezze
e
di
scetticismo
,
io
vengo
qui
a
ricordare
la
dolce
creatura
vissuta
e
morta
solo
per
l
'
amore
.
S
'
imbarcavano
,
soli
,
sul
vaporino
;
poichè
niuno
faceva
più
il
tragitto
dal
Lido
a
Venezia
.
Rosso
,
rotondo
,
come
disco
di
rame
arroventato
,
il
sole
tramontava
,
basso
sull
'
orizzonte
.
Erano
seduti
tutti
tre
sulla
terrazzina
di
prora
e
tacevano
.
A
un
tratto
Grazia
,
scuotendosi
,
disse
:
-
Povera
donna
!
Avrebbe
potuto
vivere
,
amare
,
esser
felice
....
-
Chissà
!
-
disse
profondamente
Giorgio
.
-
Se
non
fosse
morta
lei
,
sarebbe
morto
l
'
amore
.
-
È
vero
-
-
disse
Ferrante
.
-
È
vero
-
disse
Grazia
.
Nè
più
sino
alla
sera
riparlarono
di
tal
soggetto
:
tennero
compagnia
a
Giorgio
fino
a
che
egli
ripartì
,
alle
dieci
e
mezzo
per
Roma
,
discorrendo
quietamente
e
freddamente
di
arte
,
di
poesia
,
di
viaggi
,
della
società
romana
e
napoletana
,
cui
appartenevano
.
Invece
di
prendere
la
gondola
,
per
ritornare
alla
loro
casa
,
in
quell
'
avanzata
ora
notturna
,
essi
,
per
un
tacito
accordo
,
se
ne
andarono
per
le
strette
vie
,
a
piedi
,
ombre
rasentanti
le
alte
muraglie
dei
palazzi
patrizii
,
salienti
e
discendenti
per
i
ponticelli
,
fermantisi
ogni
tanto
,
per
tacito
accordo
,
a
contemplare
le
nere
acque
dei
canali
.
Non
si
davano
il
braccio
,
non
si
tenevano
per
la
mano
,
non
si
parlavano
:
andavano
col
capo
chino
,
senza
neanche
guardarsi
,
quasi
l
'
uno
non
si
accorgesse
più
della
compagnia
dell
'
altro
.
La
stazione
era
assai
lontana
,
dalla
loro
casa
;
il
tragitto
era
lungo
e
camminando
così
vi
misero
più
di
un
'
ora
.
Arrivati
innanzi
alla
piccola
porta
di
terra
,
con
una
chiave
Ferrante
la
schiuse
.
Ma
non
entrarono
:
si
guardarono
,
immobili
,
con
una
gelida
occhiata
.
-
Addio
,
Ferrante
-
ella
disse
,
glacialmente
.
-
Addio
,
amore
-
egli
disse
,
glacialmente
.
E
si
allontanò
,
nella
notte
.
La
porticina
si
richiuse
subito
.
In
ambedue
,
la
grande
fiamma
era
spenta
.
TRAMONTANDO
IL
SOLE
.
A
Enrico
Nencioni
.
I
.
-
Chiarina
,
ti
presento
un
amico
,
Giovanni
Serra
-
disse
la
padrona
di
casa
,
mentre
Serra
faceva
un
grande
inchino
.
-
Oh
Anna
,
ma
io
lo
conosco
!
-
esclamò
Clara
Lieti
,
vivacemente
,
stendendogli
la
mano
con
un
atto
famigliare
.
-
Veramente
?
E
come
?
-
soggiunse
Anna
,
con
quel
falso
interesse
mondano
,
che
copre
di
amabilità
la
perfetta
indifferenza
.
-
Da
vari
anni
....
da
moltissimi
anni
....
da
un
numero
infinito
di
anni
,
lo
conosco
-
e
Clara
finì
con
una
risatina
squillante
.
-
Non
tanti
,
poi
,
signora
Lieti
-
osservò
Giovanni
Serra
,
quasi
facendo
una
correzione
di
pura
cortesia
.
-
Allora
,
tutto
va
bene
,
vi
lascio
insieme
-
concluse
la
gentile
e
frettolosa
padrona
di
casa
,
allontanandosi
verso
gli
altri
gruppi
che
popolavano
il
suo
salone
.
Serra
restò
in
piedi
,
presso
la
signora
Lieti
:
e
taceva
.
Malgrado
la
luce
bonaria
dei
suoi
occhi
azzurri
,
la
sua
fisonomia
aveva
qualche
cosa
di
austero
,
che
contrastava
con
la
mondanità
dell
'
ambiente
.
-
Non
sedete
?
-
chiese
Clara
,
reprimendo
un
breve
moto
d
'
impazienza
.
Egli
ebbe
una
fugace
esitazione
;
poi
,
si
sedette
in
una
poltroncina
,
accanto
a
lei
.
A
poca
distanza
da
loro
,
tre
signorine
chiacchieravano
e
ridevano
con
due
giovanotti
.
-
Perchè
vi
siete
fatto
presentare
?
-
domandò
Clara
a
Serra
,
rompendo
il
silenzio
,
parlandogli
con
una
intonazione
più
intima
nella
voce
.
-
Non
sono
stato
io
.
Mi
ha
detto
,
la
signora
Anna
:
venite
,
vi
presento
a
una
donna
di
spirito
.
-
Sono
io
,
disgraziatamente
....
-
Come
,
disgraziatamente
?
-
Lo
spirito
è
una
gran
disgrazia
,
per
una
donna
-
ella
sentenziò
,
con
una
di
quelle
tetraggini
improvvise
che
le
oscuravano
la
sorridente
faccia
.
-
Perchè
,
signora
?
E
un
dono
affascinante
,
un
dono
conquistatore
....
-
Per
conquistare
che
?
-
I
cuori
degli
uomini
.
-
Bella
conquista
!
-
Non
l
'
apprezzate
più
?
-
No
,
Serra
-
ella
disse
,
profondamente
.
Egli
la
guardò
,
ma
senza
stupore
.
Si
vedeva
che
non
le
credeva
.
Ella
abbassò
le
palpebre
,
per
celare
un
lampo
d
'
ira
passeggiera
nei
suoi
dolci
,
ma
anche
fieri
occhi
castani
.
-
Mi
duole
,
che
vi
abbiano
presentato
....
-
mormorò
,
poi
,
quasi
parlando
a
sè
stessa
.
-
Lo
ripeto
,
non
è
colpa
mia
.
-
...
come
se
foste
un
estraneo
-
ella
soggiunse
,
vagamente
-
mentre
io
ho
pensato
a
voi
....
spesso
....
-
Oh
!
-
disse
lui
,
con
una
incredulità
modesta
e
cortese
.
-
...
molto
spesso
-
ella
terminò
,
senz
'
aver
l
'
aria
di
accorgersi
della
sua
negazione
.
-
E
come
mai
?
-
domandò
lui
,
con
un
po
'
d
'
ironia
,
niente
altro
.
-
Così
-
disse
Clara
tristemente
e
brevemente
.
Giovanni
Serra
abbassò
gli
occhi
,
quasi
celando
una
domanda
che
si
potea
forse
leggere
nel
suo
sguardo
.
Di
lontano
,
mentre
attraversava
il
salone
per
pregare
una
signora
di
cantare
,
Anna
mandò
loro
un
sorriso
:
li
vedea
discorrere
,
era
contenta
di
aver
bene
collocati
due
suoi
ospiti
.
-
Voi
non
credete
alle
voci
interne
dello
spirito
?
-
ella
gli
chiese
,
guardandolo
fiso
,
con
quei
suoi
occhi
che
il
pensiero
rendea
più
oscuri
.
-
Voi
non
avete
inteso
che
io
pensava
a
voi
?
-
No
,
signora
.
-
Non
credete
a
queste
voci
,
o
non
ne
avete
inteso
?
-
Io
ci
credo
,
come
credo
purtroppo
,
a
tutte
le
cose
sentimentali
:
ma
nulla
mi
ha
detto
nulla
-
e
sorrise
.
-
Peccato
!
peccato
!
-
ella
soggiunse
,
a
bassa
voce
.
Cantavano
,
adesso
.
Era
una
signora
bionda
e
fine
che
,
in
giovinezza
,
si
destinava
al
teatro
e
che
un
felice
matrimonio
aveva
tolta
al
palcoscenico
.
Ma
ella
cantava
dovunque
,
sempre
,
appena
le
domandavano
di
cantare
,
posando
il
suo
manicotto
o
il
suo
ombrellino
,
levando
la
testolina
dal
colletto
di
pelliccia
che
ornava
la
sua
mantellina
,
come
un
uccelletto
canoro
che
vive
del
suo
canto
e
morrebbe
,
se
non
cantasse
.
Tutti
tacevano
,
nel
salone
:
donna
Clara
Lieti
ora
guardava
la
cantatrice
,
quasi
non
volendo
perdere
una
espressione
di
quel
volto
,
sereno
nella
soddisfazione
del
canto
.
Poi
,
voltandosi
verso
Serra
,
pianissimo
,
gli
disse
,
con
un
sorrisetto
malizioso
,
tutta
mutata
nel
viso
:
-
Non
vi
siete
ammogliato
,
poi
?
-
Io
?
E
perchè
avrei
dovuto
ammogliarmi
?
-
Dicevano
....
-
Voi
ci
avete
creduto
?
-
egli
le
chiese
,
mostrando
per
la
prima
volta
una
ansietà
nel
viso
.
-
No
,
mai
.
-
Volevo
dire
-
replicò
lui
,
tranquillizzato
.
-
Mai
creduto
,
mai
-
riprese
Clara
,
sorridendo
.
-
Poteano
passar
gli
anni
,
potevate
viaggiare
,
cambiar
paese
,
cambiar
viso
,
dimenticare
la
patria
,
ma
ammogliarvi
,
no
!
E
le
balenò
il
trionfo
,
nel
viso
.
Egli
si
ritrasse
:
una
espressione
di
austerità
,
di
nuovo
,
gli
chiuse
il
volto
.
-
Siete
fedele
,
voi
-
esclamò
lei
,
ridendo
.
-
Io
,
sì
-
replicò
,
a
occhi
bassi
,
duramente
.
-
Fedele
,
quand
même
-
e
rideva
sempre
più
.
-
Quand
même
,
no
,
signora
Lieti
.
-
Vale
a
dire
?
-
Vale
a
dire
che
il
fedele
quand
même
,
è
l
'
uomo
che
seguita
ad
amare
,
anche
se
è
schernito
,
o
vilipeso
,
o
abbandonato
.
A
me
non
è
accaduto
nulla
di
questo
.
-
Come
?
-
diss
'
ella
,
diventata
grave
.
-
Io
non
ho
amato
nessuna
donna
frivola
o
perfida
....
-
Oh
sì
,
Serra
,
voi
avete
amata
la
più
frivola
e
la
più
perfida
fra
le
donne
!
-
ella
esclamò
,
pianissimo
,
con
un
velo
di
lacrime
negli
occhi
.
-
Che
importa
quella
?
Io
ne
ho
amata
un
'
altra
-
egli
dichiarò
pianissimo
,
guardando
innanzi
a
sè
,
come
se
vedesse
la
visione
di
una
creatura
incorporea
.
-
Ahimè
,
sono
la
medesima
persona
-
Clara
disse
,
pianissimo
,
con
una
mortale
tristezza
.
-
Per
me
,
no
.
-
È
una
illusione
,
Serra
.
Ella
era
cattiva
,
e
voi
avete
gittato
il
vostro
cuore
.
-
Il
mio
cuore
serba
un
divino
ricordo
,
un
ricordo
ideale
a
cui
resta
fedele
:
e
giacchè
tutto
si
riassume
e
si
risolve
in
illusione
,
signora
,
io
preferisco
la
mia
.
-
E
la
donna
umana
,
la
donna
terrena
,
quella
fatta
di
ossa
,
di
carne
e
di
nervi
,
quella
che
vi
ha
fatto
soffrire
e
vi
ha
fatto
piangere
,
l
'
avete
dimenticata
,
Serra
?
A
questa
domanda
così
diretta
,
così
limpida
,
che
Clara
gli
faceva
,
con
voce
pianissima
,
ma
tremante
,
egli
rispose
subito
,
pianissimo
,
ma
senza
tremare
:
-
No
,
per
molto
tempo
.
-
Per
quanto
tempo
?
-
Per
cinque
o
sei
anni
,
credo
,
portai
questo
tormento
.
Dopo
,
ebbi
una
grave
malattia
.
Quando
guarii
,
ero
guarito
anche
del
mio
segreto
tormento
.
-
Guarito
?
Completamente
?
-
Sì
,
signora
,
completamente
.
-
Felice
?
Felice
?
-
Sono
come
un
uomo
liberato
da
una
grave
e
crudele
croce
.
Quando
la
depone
,
egli
si
sente
mortalmente
stanco
:
e
,
forse
,
si
domanda
,
se
quella
croce
non
era
la
sua
vita
.
-
Non
so
che
farei
,
per
vedervi
felice
,
Serra
-
essa
gli
mormorò
,
pianissimo
,
con
tenerezza
.
-
Quando
volete
,
sapete
anche
esser
buona
.
-
Non
siate
così
amaro
.
È
da
un
'
ora
,
che
vi
parlo
con
la
più
grande
dolcezza
.
-
È
così
strana
,
per
me
,
la
cosa
,
che
non
la
capisco
.
-
Perchè
siete
così
ironico
?
Non
sentite
che
vi
parlo
a
cuore
aperto
?
-
Quale
cuore
,
donna
Clara
?
-
Il
mio
cuore
.
-
Quello
di
dieci
anni
fa
?
-
Quello
di
oggi
,
Serra
.
-
Io
non
lo
conosco
,
donna
Clara
.
-
È
un
cuore
pieno
di
umiltà
e
di
tenerezza
.
-
E
perchè
?
-
Così
.
Perchè
la
gente
si
stanca
di
essere
cattiva
,
si
disgusta
della
propria
perfidia
,
ha
la
nausea
di
sè
stessa
!
-
Pare
impossibile
,
donna
Clara
.
-
Non
mi
chiamate
così
!
-
Non
è
il
vostro
nome
?
Il
vostro
bel
nome
luminoso
e
glorioso
?
-
È
il
duro
nome
di
altri
tempi
;
chiamatemi
:
Chiarina
.
-
Vi
chiamerò
:
signora
.
-
Non
siate
così
duro
,
Serra
,
ve
ne
prego
.
-
Io
non
sono
che
rispettoso
.
-
Il
vostro
rispetto
è
freddezza
,
è
sarcasmo
.
Sapete
che
odio
questa
battaglia
di
freccie
avvelenate
.
-
Signora
Lieti
,
perdonatemi
,
se
vi
ho
irritata
.
-
Non
mi
avete
irritata
,
mi
avete
addolorata
.
-
E
da
quando
in
qua
voi
soffrite
,
signora
?
-
Ah
il
dolore
è
delle
più
trionfanti
creature
,
sappiatelo
!
-
ella
disse
,
battendo
le
palpebre
per
diradare
le
sue
lacrime
.
Giovanni
Serra
tacque
.
-
Scusatemi
,
se
vi
ho
detto
qualche
parola
pungente
-
egli
riprese
,
sottovoce
.
-
Ma
la
vostra
dolcezza
,
inaspettata
,
improvvisa
,
mi
ha
sconvolto
.
Perdonatemi
.
Nessun
cuore
vi
è
più
devoto
del
mio
,
signora
.
Ella
lo
guardò
.
Il
pallore
e
la
tristezza
di
quel
bel
volto
di
cui
egli
aveva
adorato
la
gaiezza
,
lo
colpirono
.
Anna
si
avanzava
,
tutta
contenta
,
attraverso
la
gente
che
discorreva
un
po
'
qua
,
un
po
'
là
,
ma
riunita
secondo
le
simpatie
o
gli
interessi
.
-
Ebbene
,
sono
rifioriti
i
ricordi
?
-
chiese
,
mostrando
i
suoi
bei
denti
bianchi
di
donna
grassottella
,
elegante
,
fredda
e
felice
.
-
Rifioriti
,
certo
-
disse
,
levandosi
,
Clara
.
-
Viole
mammole
?
Rose
bianche
?
-
Crisantemi
,
crisantemi
,
Anna
!
-
e
sulla
tetra
parola
fece
una
gran
risata
,
si
licenziò
con
un
sorriso
da
Serra
,
con
una
stretta
di
mano
da
Anna
,
attraversò
il
salone
,
salutando
ancora
qualcuno
ed
escì
.
Donna
Clara
Lieti
,
sotto
l
'
atrio
del
gran
portone
magnatizio
,
in
piazza
Santi
Apostoli
,
sentì
un
gran
freddo
.
Erano
gli
ultimi
di
febbraio
:
ma
sovra
,
nel
salone
,
il
caminetto
era
acceso
,
tanta
gente
vi
si
agitava
,
sotto
le
lampade
coperte
dai
larghi
paralumi
rosei
.
Giù
la
via
era
fredda
,
nella
prima
ora
della
sera
:
nè
via
Santi
Apostoli
è
molto
frequentata
.
Ella
affrettò
il
passo
,
chiudendosi
meglio
nella
sua
giacchetta
di
lontra
,
abbassando
la
faccia
sotto
la
veletta
,
stringendo
le
mani
nel
manicotto
.
Tutto
quello
che
era
accaduto
,
sopra
,
da
Anna
,
le
appariva
molto
confusamente
in
questo
primo
momento
di
solitudine
;
ma
a
traverso
il
tumulto
delle
sue
sensazioni
,
ella
sentiva
,
nitidamente
,
tutta
l
'
amarezza
di
una
delusione
.
Come
,
perchè
?
Avrebbe
forse
preferito
che
Giovanni
Serra
le
avesse
parlato
del
passato
,
scherzando
,
come
qualunque
altro
uomo
avrebbe
fatto
,
violando
,
nella
realtà
del
presente
e
dell
'
oblio
,
tutta
la
sentimentalità
di
un
grande
e
violento
amore
?
No
,
lo
scherzo
l
'
avrebbe
offesa
intimamente
,
dandole
una
delusione
.
Avrebbe
ella
preferito
che
Giovanni
Serra
,
l
'
uomo
che
ella
avea
ragione
di
stimare
come
il
più
leale
che
avesse
incontrato
mai
,
fingesse
,
innanzi
a
lei
,
un
rimpianto
che
non
sentiva
?
No
,
ella
avrebbe
inteso
l
'
ipocrisia
e
ne
sarebbe
stata
tristemente
delusa
.
Avrebbe
ella
preferito
che
egli
le
facesse
una
scena
violenta
,
come
nei
tempi
in
cui
ella
infliggeva
a
un
amore
giovane
,
onesto
e
ingenuo
le
torture
di
una
glaciale
civetteria
e
le
perfidie
di
una
fantasia
muliebre
mobilissima
?
Chi
sa
!
Ella
non
sapeva
bene
che
cosa
avrebbe
preferito
,
in
quell
'
incontro
con
l
'
antica
sua
vittima
,
se
l
'
oblìo
assoluto
,
o
la
menzogna
gentile
,
o
il
rinfocolarsi
della
passione
:
ma
quello
che
era
accaduto
,
non
le
piaceva
.
Era
scontenta
e
triste
.
Sentiva
di
aver
fatto
troppi
passi
sovra
un
terreno
infido
,
su
cui
aveva
vacillato
varie
volte
:
e
si
pentiva
della
via
intrapresa
,
così
,
obbedendo
a
non
so
quale
segreto
impulso
del
cuore
.
E
dire
che
da
tanto
tempo
,
nel
mistero
della
sua
anima
,
ella
si
preparava
a
un
incontro
con
Giovanni
Serra
;
dire
che
aveva
tanto
desiderato
,
mitemente
desiderato
questo
incontro
e
pensato
con
umiltà
,
con
tenerezza
,
tutte
le
cose
umili
e
tenere
che
gli
avrebbe
dette
;
dire
che
ella
aveva
tanto
creduto
all
'
effetto
della
bontà
e
della
dolcezza
,
sovra
un
cuore
che
ella
aveva
abbeverato
di
fiele
!
L
'
incontro
vi
era
stato
,
ma
stupidamente
combinato
,
senza
poesia
;
ella
aveva
detto
le
cose
umili
e
le
cose
tenere
,
ma
le
aveva
dette
male
ed
egli
non
le
aveva
credute
;
era
stata
buona
e
dolce
,
e
non
aveva
fatto
che
tentarlo
dolorosamente
,
rammentandogli
i
dolori
passati
.
Ah
come
era
triste
,
e
scontenta
,
e
affaticata
,
e
infinitamente
delusa
,
di
tutto
quello
che
era
accaduto
!
-
Queste
cose
del
passato
,
forse
,
bisogna
lasciarle
stare
-
pensò
fra
sè
,
e
un
sospiro
le
uscì
dal
petto
.
Per
andare
al
Corso
ella
non
aveva
osato
,
a
quell
'
ora
,
prendere
la
via
dell
'
Archetto
che
è
deserta
e
male
illuminata
:
così
,
aveva
attraversato
tutta
la
via
Santi
Apostoli
,
sul
marciapiede
,
uscendo
a
piazza
Venezia
.
Pensò
se
non
fosse
meglio
,
per
rientrare
in
casa
sua
,
in
via
Babuino
,
prendere
una
carrozza
.
Ma
la
folla
,
di
quell
'
ora
,
al
Corso
,
la
rincorò
:
la
sua
vivace
immaginazione
ricevette
una
impressione
,
immediata
,
di
distrazione
.
-
Non
ci
pensiamo
-
disse
ancora
fra
sè
,
sentendo
in
fondo
all
'
anima
una
delusione
infinita
.
Così
,
camminò
lungo
le
botteghe
fulgidamente
illuminate
,
guardando
con
occhio
distratto
le
vetrine
.
Quanto
si
pentiva
di
essere
stata
così
affettuosa
e
così
dolce
,
con
Giovanni
Serra
!
No
,
non
avrebbe
mai
voluto
apparirgli
leggiera
,
frivola
e
schernitrice
,
come
dieci
anni
prima
;
ma
avrebbe
dovuto
trattarlo
con
disinvoltura
,
ecco
,
come
se
nulla
fosse
stato
.
Come
un
altro
indifferente
qualunque
.
Quasi
quasi
aveva
tentato
di
farsi
fare
una
dichiarazione
d
'
amore
,
da
lui
!
Quasi
quasi
gliene
aveva
fatta
una
,
lei
!
E
quello
,
intanto
,
glielo
aveva
detto
così
chiaramente
,
che
non
l
'
amava
più
!
E
tutto
lo
scetticismo
naturale
e
giusto
,
che
egli
aveva
alimentato
nel
cuore
dieci
anni
,
non
era
sgorgato
,
quando
quasi
quasi
ella
gli
aveva
detto
di
amarlo
!
Ora
,
nella
via
,
Clara
Lieti
,
soffriva
atrocemente
nell
'
orgoglio
.
Quasi
aveva
chiesto
e
non
aveva
ottenuto
:
quasi
si
era
abbandonata
ed
era
stata
respinta
.
Un
'
ira
si
mescolava
alla
delusione
;
ella
camminava
più
presto
,
internamente
esaltata
dalla
ferita
che
aveva
scoperto
alla
sua
superbia
.
Poi
,
camminando
,
ad
un
tratto
,
l
'
ira
cadde
:
-
Bene
mi
sta
-
pensò
.
-
Raccolgo
quel
che
ho
seminato
.
Giovanni
ha
ragione
.
Un
uomo
la
raggiunse
:
erano
in
piazza
San
Marcello
.
-
Signora
,
buonasera
....
-
e
si
cavò
il
cappello
,
mettendosele
accanto
.
Era
Giovanni
Serra
.
Un
po
'
pallido
,
niente
altro
.
-
Buonasera
-
ella
rispose
,
con
voce
stanca
.
-
Siete
venuto
via
?
-
Sì
:
avrei
voluto
scendere
con
voi
di
là
....
ma
siete
fuggita
,
così
....
e
poi
,
si
poteva
notare
....
-
Oh
,
non
importa
!
-
diss
'
ella
con
un
sorriso
amaro
.
-
A
me
,
importa
.
La
voce
di
Giovanni
pareva
meno
breve
,
meno
secca
.
Evitava
di
guardare
Clara
.
-
Posso
accompagnarvi
,
un
poco
?
-
le
chiese
,
frenando
il
tremore
di
emozione
che
lo
vinceva
.
-
Sì
,
sì
,
anche
molto
.
-
Non
seccherà
nessuno
?
-
Chi
,
nessuno
?
-
Qualcuno
che
vi
ami
e
che
voi
amiate
.
-
Io
non
amo
nessuno
e
nessuno
mi
ama
,
Serra
-
ella
rispose
,
freddamente
.
-
Non
è
possibile
,
signora
.
-
Oh
è
possibilissimo
,
credetelo
.
-
Voi
mi
parete
una
donna
degna
dell
'
amore
di
tutto
il
mondo
-
e
la
guardò
con
un
impeto
di
ammirazione
,
in
cui
parve
risorgesse
l
'
uomo
di
dieci
anni
prima
.
-
Siete
stato
sempre
molto
esagerato
,
per
me
,
Serra
-
continuò
ella
a
dire
,
con
un
freddo
e
triste
sorriso
-
e
mi
avete
abituata
male
.
Vi
assicuro
che
la
gente
fa
di
meno
di
amarmi
,
senza
nessuno
sforzo
.
-
Non
vi
conoscono
-
egli
disse
,
a
bassa
voce
.
-
Anche
chi
mi
conosce
.
Specialmente
chi
mi
conosce
.
-
Siete
in
un
periodo
di
pessimismo
,
signora
.
-
In
verità
,
Serra
,
niuno
pensa
di
me
tutto
il
male
che
io
ne
penso
.
E
sì
che
tutti
mi
giudicano
assai
mediocremente
.
-
Non
parlate
così
-
egli
mormorò
.
-
Voi
stesso
,
Serra
.
-
Io
ve
ne
domando
perdono
.
Ero
tanto
turbato
....
mi
avete
parlato
in
un
modo
così
strano
....
-
Già
:
è
la
mia
nuova
maniera
,
quella
di
esser
buona
-
disse
Clara
,
con
un
sorrisetto
amaro
e
gelido
-
ma
mi
riesce
poco
,
come
vedete
.
-
Fare
il
male
,
vi
piaceva
di
più
?
-
egli
le
chiese
,
chinandosi
a
guardarla
attentamente
,
come
quando
gli
parea
intravvedere
la
verità
di
quell
'
anima
femminile
.
Ma
ella
schivò
la
confessione
.
Rispose
,
di
scatto
:
-
Piaceva
di
più
agli
altri
.
-
La
perfidia
?
A
chi
,
dunque
?
-
A
voi
.
-
A
me
?
-
Proprio
.
Se
io
fossi
stata
una
buona
e
affettuosa
donnina
e
non
una
civetta
infernale
,
se
fossi
stata
un
'
anima
pia
e
tenera
e
non
una
beffarda
e
arida
creatura
,
mi
avreste
amata
ben
poco
,
credetemi
-
e
le
lampeggiarono
gli
occhi
,
come
in
quei
tempi
in
cui
egli
delirava
per
quegli
occhi
.
-
Se
voi
foste
stata
non
buona
,
ma
umana
,
semplicemente
umana
,
Clara
-
egli
disse
,
a
voce
bassa
-
allora
,
voi
non
avreste
disfatta
la
mia
vita
.
-
Veramente
,
disfatta
?
Mi
sembra
che
stiate
benissimo
-
e
sogghignò
.
-
Io
non
mi
lagno
,
signora
-
rispose
Serra
,
semplicemente
,
ma
senza
durezza
-
e
non
vi
rimprovero
.
Ella
lo
guardò
,
in
silenzio
.
Veramente
,
in
quel
momento
,
mentre
attraversavano
piazza
Colonna
tutta
fulgida
di
lumi
,
Giovanni
Serra
le
parve
invecchiato
.
Su
quegli
occhi
azzurri
che
ogni
tanto
aveano
qualche
cosa
d
'
infantile
,
parea
che
veli
e
veli
di
lacrime
fossero
passati
,
nell
'
ombra
e
nella
solitudine
,
quando
l
'
uomo
può
lasciar
erompere
il
suo
dolore
,
oltre
le
dighe
della
fierezza
.
Su
quelle
labbra
si
era
posata
una
stanchezza
che
ella
soltanto
ora
scorgeva
,
la
stanchezza
di
aver
invano
chiamato
un
nome
,
di
aver
invano
invocato
un
bacio
,
di
aver
invano
singhiozzato
,
nelle
ore
solinghe
dell
'
abbandono
.
Per
la
prima
volta
,
e
con
una
intensità
profonda
,
ella
sentì
che
vi
hanno
ferite
che
non
si
chiudono
mai
,
e
sentì
che
il
tempo
può
portare
via
una
vita
,
ma
non
può
portare
via
un
dolore
da
un
uomo
vivente
.
-
Quanti
anni
avete
,
ora
,
Serra
?
Ella
lo
chiedeva
,
così
,
vagamente
,
tristemente
.
-
Trentaquattro
,
signora
.
-
Un
uomo
è
giovane
,
a
questa
età
.
-
Anche
una
donna
-
egli
disse
,
cortesemente
.
Clara
ebbe
un
lieve
moto
della
testa
.
E
con
una
infinita
tristezza
,
soggiunse
:
-
Io
non
ne
ho
più
trentaquattro
,
amico
mio
.
-
No
?
Non
eravamo
coetanei
?
-
Eravamo
?
Non
siamo
più
.
Io
ho
centotrentaquattro
anni
,
credo
.
È
incalcolabile
quanto
io
sia
vecchia
,
Serra
.
E
mentre
ella
si
abbandonava
a
quest
'
asserzione
,
piena
di
un
vero
dolore
-
ella
soffriva
moltissimo
d
'
invecchiare
-
tendeva
l
'
orecchio
,
a
raccogliere
la
contraddizione
.
Ma
egli
non
contraddisse
;
disse
,
con
un
ritorno
di
candore
ammirativo
:
-
Per
me
,
non
sarete
mai
vecchia
.
-
Vecchissima
,
vecchissima
!
-
insistette
lei
,
a
denti
stretti
.
-
Non
dite
questo
,
non
lo
credete
:
io
non
lo
credo
.
-
Io
ho
dei
capelli
bianchi
,
fra
i
neri
.
-
Ma
non
si
vedono
:
io
non
li
vedo
.
-
Perchè
li
nascondo
o
li
mostro
con
disinvoltura
.
Se
mi
guardate
bene
,
di
giorno
,
ho
una
quantità
di
piccole
rughe
,
accanto
agli
occhi
e
accanto
alle
labbra
.
-
Non
si
vedono
;
io
non
le
vedo
.
-
Perchè
rido
sempre
.
Ma
se
sono
triste
,
non
so
come
,
i
miei
capelli
bianchi
appariscono
subito
e
le
mie
rughe
si
vedono
tutte
,
sottili
,
che
tagliano
leggermente
la
pelle
,
visibilissime
.
Che
orrore
!
Aveva
detto
questo
in
fretta
,
eccitata
,
come
una
persona
che
si
confessa
di
un
suo
grave
errore
,
piena
di
dolore
,
con
una
brutalità
di
particolari
,
che
le
rendean
fischiante
,
quasi
flagellante
la
voce
.
-
Io
vi
vedrò
sempre
come
vi
ho
amata
,
Clara
-
egli
le
rispose
,
con
la
sua
buona
voce
consolante
.
-
Ah
io
sono
vecchia
,
Serra
:
nessuno
mi
ama
più
e
nessuno
mi
amerà
più
!
-
gemette
ella
,
levando
il
manicotto
,
sino
alla
bocca
,
a
soffocare
un
singhiozzo
.
Turbato
sino
al
profondo
del
cuore
,
egli
non
trovò
parole
per
esprimere
il
suo
pensiero
.
Forse
non
ne
aveva
neppure
uno
preciso
,
in
quell
'
agitazione
di
sentimenti
.
Delicatamente
,
con
una
tenerezza
paterna
,
egli
le
prese
una
mano
guantata
e
la
carezzò
fra
le
sue
:
-
Poveretta
,
poveretta
!
-
Se
sapeste
,
se
sapeste
!
-
ella
balbettò
,
al
massimo
dell
'
emozione
.
-
So
....
so
qualche
cosa
....
-
e
il
calore
della
piccola
mano
che
egli
sentiva
,
dall
'
apertura
del
guanto
,
aumentava
immensamente
la
sua
confusione
.
-
Se
potessi
dirvi
....
amico
mio
....
se
potessi
dirvi
tutto
-
ed
affannava
,
come
se
i
più
terribili
segreti
la
soffocassero
.
-
Tacete
....
non
dite
niente
-
egli
le
susurrò
,
all
'
orecchio
.
-
Che
bene
mi
farebbe
il
parlare
,
amico
mio
!
ah
io
mi
sento
affogare
.
Da
anni
e
da
giorni
,
io
vorrei
gridare
,
urlare
,
pur
di
gittar
via
la
mia
pena
.
E
lo
guardava
con
occhi
così
dolorosi
e
così
interrogativi
,
così
invocanti
un
orecchio
pietoso
alle
confidenze
,
che
egli
si
arretrò
.
Era
pallidissimo
:
ma
Clara
,
nell
'
egoismo
della
sua
angoscia
,
non
se
ne
accorgeva
.
-
Non
potrei
ascoltarvi
,
Clara
.
-
E
perchè
,
e
perchè
?
-
Così
:
non
potrei
.
-
Non
mi
siete
amico
,
allora
?
-
Sì
,
vi
sono
amico
-
e
parlava
con
un
evidente
sforzo
.
-
E
non
vorreste
confortarmi
?
-
Vorrei
,
vi
giuro
che
lo
vorrei
;
ma
così
,
non
posso
.
-
Che
crudele
siete
!
Voi
sapete
che
se
io
potessi
dirvi
la
mia
croce
,
essa
sarebbe
meno
schiacciante
,
meno
pesante
;
voi
sapete
che
se
io
potessi
piangere
accanto
a
voi
,
a
lungo
,
a
lungo
,
piangere
immensamente
,
infinitamente
,
queste
lacrime
mi
laverebbero
da
ogni
torbido
proposito
:
e
mi
negate
questo
sollievo
.
Ah
siete
un
crudele
!
Non
eravate
,
crudele
!
Si
erano
fermati
all
'
angolo
di
via
Babuino
,
dopo
aver
attraversata
piazza
di
Spagna
.
Egli
la
guardava
,
immobile
,
con
gli
occhi
pieni
di
dubbio
.
-
Ma
che
donna
siete
voi
,
Clara
,
che
non
dovete
intendermi
nè
prima
,
nè
poi
?
Io
,
vi
debbo
consolare
,
quando
tutto
il
tempo
della
vostra
gioia
è
stato
dato
ad
altri
?
Io
?
Chi
sono
io
?
Niente
,
nessuno
Così
avete
voluto
che
io
fossi
:
niente
e
nessuno
.
-
Avete
ragione
-
ella
disse
,
domata
a
un
tratto
,
caduta
nella
rassegnazione
e
nell
'
umiltà
.
-
Non
vi
rammentate
che
vi
ho
adorata
come
uno
schiavo
e
che
avete
battuto
sul
mio
cuore
,
come
si
batte
sul
dorso
di
uno
schiavo
?
Non
vi
rimprovero
,
non
mi
lamento
:
ma
voi
mi
domandate
anche
della
pietà
,
voi
che
non
ne
avete
avuta
mai
!
-
Avete
ragione
-
Clara
ripetè
,
umilmente
.
-
Vi
rammentate
,
Clara
,
che
vi
ho
voluto
bene
così
teneramente
e
che
non
me
ne
avete
voluto
mai
?
Vi
ricordate
che
avete
lasciato
che
io
vi
amassi
,
incoraggiandomi
talvolta
,
talvolta
avvilendomi
,
facendomi
passare
dalla
gioia
alla
disperazione
,
in
un
giorno
,
e
non
volendomi
bene
mai
,
mai
,
nè
prima
,
nè
dopo
,
nè
mai
?
È
vero
,
o
no
?
-
È
vero
,
è
vero
-
ella
annuì
,
chinando
il
capo
,
fatta
quasi
più
piccola
dall
'
annichilimento
,
in
cui
la
gittavano
il
rimorso
e
il
rimpianto
.
-
Vi
rammentate
,
Clara
,
che
ne
avete
amato
un
altro
,
me
presente
,
che
avete
voluto
che
io
lo
sapessi
,
che
me
lo
avete
detto
,
ridendo
?
-
Sì
,
sì
,
è
vero
.
-
E
ora
,
Clara
,
ora
che
sono
passati
dieci
anni
,
ora
che
voi
avete
mutato
il
vostro
cuore
,
come
dite
,
ora
voi
siete
come
allora
,
voi
volete
che
io
vi
conforti
,
perchè
un
altro
vi
ha
lasciata
.
Voi
siete
crudele
come
in
quel
tempo
,
Clara
:
allora
ridevate
,
adesso
piangete
,
ecco
la
differenza
!
-
Scusatemi
-
ella
mormorò
,
nel
colmo
dall
'
avvilimento
.
-
Ma
io
sono
un
uomo
,
Clara
,
e
se
posso
avere
spezzato
il
mio
cuore
,
se
posso
aver
vinto
ogni
desiderio
e
ogni
speranza
,
sono
sempre
un
uomo
,
e
voi
non
mi
potete
raccontare
i
dolori
,
che
vi
ha
dato
l
'
amore
di
un
altro
!
-
Perdonatemi
!
E
fece
l
'
atto
di
volergli
prendere
la
mano
.
Ma
egli
la
ritrasse
.
-
Non
mi
avrete
capito
,
mai
,
Clara
.
Morirò
,
ma
non
saprete
nulla
di
me
-
concluse
egli
,
più
freddamente
,
essendo
giunto
quasi
a
vincere
la
sua
emozione
.
Così
camminarono
in
silenzio
verso
la
casa
di
Clara
.
Ella
andava
a
capo
basso
,
sentendo
di
avere
errato
ancora
,
di
avere
inutilmente
violato
la
fierezza
del
proprio
cuore
,
mostrandone
il
segreto
dolore
,
a
un
uomo
che
non
poteva
avere
pietà
di
lei
:
sentendo
di
avere
nuovamente
offeso
quel
cuore
che
era
stato
così
intieramente
suo
e
che
ora
non
aveva
più
forza
pel
desiderio
,
avendone
solo
per
la
dignità
.
Più
amaro
crebbe
in
lei
il
rimpianto
,
comprendendo
di
essere
passata
accanto
all
'
amore
,
alla
devozione
,
alla
dedizione
più
completa
,
senza
accorgersene
,
abbandonando
alla
solitudine
,
all
'
angoscia
questo
cuore
inutilmente
devoto
e
inutilmente
affezionato
.
Era
troppo
tardi
,
oramai
,
anche
per
far
risorgere
in
questo
cuore
una
mite
affezione
:
troppo
tardi
,
per
ridare
a
questo
cuore
la
bella
luce
della
fiducia
.
Due
volte
,
quasi
fosse
sola
,
ella
fece
un
piccolo
cenno
definitivo
,
con
la
mano
aperta
che
pendeva
lungo
la
gonna
e
le
cui
dita
pareva
avessero
lasciato
andare
un
piccolo
e
prezioso
tesoro
.
Camminavano
accanto
:
ma
ella
che
non
aveva
mai
capito
chi
egli
fosse
,
intendeva
che
le
loro
strade
erano
diverse
.
Quando
furono
innanzi
al
portone
,
si
fermarono
.
Egli
aveva
l
'
aspetto
più
stanco
che
mai
;
ma
niuna
durezza
vi
fu
nello
sguardo
con
cui
la
fissò
.
-
Buonasera
-
ella
disse
,
con
un
'
intonazione
monotona
.
-
Buonasera
-
egli
rispose
,
cavando
il
cappello
e
facendole
un
grande
saluto
.
Ma
non
si
lasciarono
subito
.
Parea
che
si
dovessero
dire
qualche
altra
cosa
.
Parea
che
ambedue
sapessero
di
non
doversi
veder
più
e
che
una
qualche
cosa
,
più
intima
,
più
misteriosa
,
si
dovessero
dire
.
Ella
gli
stese
la
mano
:
egli
la
rattenne
un
poco
fra
le
sue
,
ma
senza
stringerla
.
Ambedue
sedavano
a
stento
il
tumulto
delle
loro
anime
.
Poi
,
a
un
tratto
,
egli
le
domandò
una
cosa
strana
,
impensata
:
-
Che
fate
ora
,
sopra
?
-
Io
?
Nulla
.
-
Qualcuno
vi
aspetterà
?
-
No
.
Nessuno
.
Il
tono
era
della
più
perfetta
franchezza
.
-
E
voi
,
che
fate
?
-
chiese
ella
con
eguale
incoscienza
.
-
Vado
a
casa
.
-
A
casa
!
E
che
ci
farete
?
-
Non
so
.
-
Buona
sera
,
Giovanni
-
ella
mormorò
,
facendo
per
andarsene
.
Ah
,
quale
sussulto
,
lo
scosse
!
Ella
che
aveva
sempre
trovato
antipatico
,
brutto
,
volgare
il
suo
nome
di
battesimo
,
tanto
che
egli
aveva
finito
per
odiarlo
,
ella
lo
pronunciava
adesso
,
dopo
dieci
anni
,
con
tanta
soavità
!
Egli
s
'
inchinò
e
le
baciò
la
mano
,
leggermente
.
Si
guardarono
:
ella
volse
le
spalle
;
pian
piano
entrò
nel
portone
,
cominciò
a
salire
le
scale
.
Non
era
forse
incerto
il
passo
della
donna
,
salendo
per
quelle
scale
,
alla
sua
casa
deserta
?
Il
passo
dell
'
uomo
era
incerto
,
andando
alla
sua
casa
deserta
.
II
.
Ella
lo
ricercò
,
dopo
soli
tre
giorni
:
ed
egli
che
l
'
aveva
fuggita
per
quattro
o
cinque
anni
,
da
quando
Clara
,
dopo
un
lungo
viaggio
,
era
ritornata
in
patria
,
egli
si
lasciò
ricercare
e
tenne
l
'
invito
.
Fatalmente
,
Clara
era
troppo
sola
e
troppo
libera
,
adesso
.
Gli
aveva
scritto
un
biglietto
fra
il
malinconico
e
scherzoso
,
per
dirgli
che
la
sera
istessa
sarebbe
andata
al
vecchio
teatro
Argentina
,
dove
cantavano
una
vecchia
musica
,
l
'
Armida
,
di
Glück
.
Ella
vi
arrivò
prima
.
Vi
era
un
gran
ballo
,
quella
sera
,
all
'
Ambasciata
d
'
Inghilterra
,
e
tutta
la
grande
società
romana
era
colà
:
l
'
Argentina
era
quasi
vuota
,
male
illuminata
,
freddina
:
pochi
amatori
di
musica
antica
stavano
nelle
poltrone
,
immobili
,
a
pregustare
le
melodie
incantatrici
.
Clara
era
vestita
di
nero
:
stava
in
un
palco
di
terza
fila
,
di
fianco
,
scelto
apposta
:
una
veletta
nera
le
scendeva
dal
cappellino
molto
semplice
e
molto
carino
.
Così
,
sembrava
più
piccola
e
più
giovane
.
Serra
tardò
.
Due
o
tre
volte
,
ella
pensò
che
non
sarebbe
venuto
e
si
pentì
di
avergli
scritto
.
Aveva
la
più
ferma
volontà
di
essere
umile
e
schietta
,
ma
il
suo
amor
proprio
dava
dei
sobbalzi
all
'
idea
di
un
rifiuto
sprezzante
.
Però
,
quando
egli
entrò
,
senza
far
rumore
,
ella
chiuse
gli
occhi
,
a
nascondere
la
gioia
del
suo
sguardo
.
Ella
si
voltò
,
gli
sorrise
e
gli
stese
la
mano
:
-
O
ma
belle
ténébreuse
....
-
egli
disse
,
con
una
certa
disinvoltura
.
Il
tono
disinvolto
durò
così
,
un
pochino
.
Poi
,
a
lui
sfuggì
una
frase
pericolosa
:
-
Io
non
voleva
venire
....
-
E
perchè
?
-
Mah
....
per
paura
.
-
Paura
di
chi
?
-
Di
voi
.
-
Di
me
?
Paura
?
-
Me
ne
avete
sempre
fatta
un
poco
,
Clara
.
-
Io
sono
una
povera
scema
-
diss
'
ella
,
con
la
più
perfetta
umiltà
-
io
non
faccio
paura
a
nessuno
.
Ed
era
umile
e
semplice
,
nello
stesso
tempo
:
e
una
gran
bontà
le
si
leggeva
negli
occhi
,
nel
sorriso
,
trapelava
nella
sua
voce
.
Gli
parve
piccolina
,
così
giovane
e
sempre
così
cara
!
Pure
,
volle
dire
quest
'
altra
cosa
lui
:
-
Credevo
che
non
sareste
venuta
....
-
Io
?
E
perchè
?
-
Per
farmi
soffrire
....
-
Io
vorrei
che
foste
l
'
uomo
più
felice
della
terra
,
amico
mio
-
esclamò
ella
,
con
una
sincera
convinzione
.
Giovanni
ebbe
un
sorriso
malinconico
.
Disse
,
di
nuovo
:
-
Sì
,
sì
,
ho
creduto
che
non
sareste
venuta
....
-
Come
avete
potuto
credermi
così
cattiva
?
-
Il
mio
animo
è
così
combattuto
dai
dubbi
,
Clara
-
e
il
volto
gli
si
turbò
.
-
No
,
no
,
non
parliamo
di
ciò
-
ella
replicò
,
subito
,
interrompendolo
.
-
Fa
male
ad
ambedue
.
-
È
vero
-
egli
consentì
.
Un
sospiro
di
sollievo
gli
uscì
dalle
labbra
.
Ma
il
pessimo
demonio
che
si
annida
nelle
anime
buone
e
le
fa
tormentate
e
tormentatrici
,
gli
fece
soggiungere
:
-
Mancavate
così
spesso
ai
convegni
,
allora
!
Ella
guardò
sul
palcoscenico
,
un
momento
.
Lo
chiamò
,
poi
:
-
Giovanni
?
-
Che
volete
?
-
Mi
fate
un
piacere
?
-
Sì
,
subito
.
-
Vogliamo
lasciare
in
pace
il
passato
?
Vogliamo
non
amareggiarci
qualche
ora
graziosa
,
che
possiamo
passare
insieme
?
Vogliamo
essere
anche
per
un
mese
,
anche
per
una
settimana
,
anche
per
una
sera
,
due
cari
amici
che
si
ritrovano
,
che
non
ricordano
più
i
torti
comuni
,
i
torti
di
uno
,
è
più
giusto
,
e
che
si
dànno
,
ingenuamente
,
alla
serenità
e
alla
letizia
di
un
colloquio
senza
ira
e
senza
malintesi
?
Vogliamo
?
-
Potremo
noi
far
questo
?
-
chiese
Giovanni
ansiosamente
.
-
Se
voi
lo
volete
,
sì
.
-
Io
lo
voglio
,
Clara
.
E
quetamente
,
tirandosi
un
po
'
indietro
,
i
due
si
posero
a
discorrere
sottovoce
,
guardandosi
con
dolcezza
,
l
'
uno
prendendo
la
parola
dall
'
altro
,
senza
mai
alterarsi
,
senza
mai
alzare
il
tono
della
voce
,
mentre
la
soave
musica
glückiana
che
culla
l
'
incantesimo
del
cavalier
Rinaldo
,
pareva
cullasse
quel
dialogo
così
mite
e
così
dolce
.
In
verità
,
Clara
fu
perfetta
,
quella
sera
.
Giustamente
malinconica
,
ella
seppe
a
tempo
sorridere
,
perchè
il
loro
colloquio
non
cadesse
nella
tetraggine
,
dove
sarebbero
risorti
gli
amarissimi
ricordi
del
passato
:
e
tutta
una
dolcezza
fioriva
dalla
sua
malinconia
e
dal
suo
sorriso
,
dalle
sue
parole
come
dal
suo
silenzio
.
Più
,
dal
suo
silenzio
.
Giacchè
ella
lasciò
molto
che
parlasse
lui
,
con
le
manine
inguantate
di
nero
congiunte
sul
suo
ventaglietto
a
stelline
d
'
argento
,
con
il
viso
intento
dietro
il
sottil
velo
nero
,
con
gli
occhi
placidi
e
dolci
,
con
la
bocca
tranquilla
e
dolce
che
approvava
,
con
un
gentil
motto
delle
labbra
.
Sovra
tutto
,
ella
non
rise
mai
.
Si
rammentava
che
egli
,
dieci
anni
prima
,
nei
tempi
dell
'
amore
e
del
tormento
,
detestava
quel
suo
riso
squillante
e
clamoroso
che
le
scopriva
tutti
i
denti
bianchi
,
che
dava
un
non
so
che
di
feroce
alle
labbra
rosee
e
che
le
riempiva
gli
occhi
di
scintille
.
Lo
aveva
tante
volte
visto
fremere
e
impallidire
,
dieci
anni
prima
,
a
quel
mal
riso
beffardo
e
aveva
sempre
più
riso
,
per
ucciderlo
a
forza
di
risate
,
come
in
una
leggenda
!
Non
rise
mai
,
quella
sera
,
mentre
Armida
cantava
le
sue
magiche
canzoni
,
che
davano
le
visioni
ineffabili
al
sonno
di
Rinaldo
.
Lo
ascoltò
,
serena
,
raccolta
,
con
un
'
attenzione
così
dolce
,
che
l
'
animo
di
Giovanni
,
restato
in
grande
trepidanza
sino
all
'
entrata
in
teatro
,
si
venne
rassicurando
,
rianimando
,
rallegrando
.
Due
o
tre
volte
,
involontariamente
,
egli
alluse
al
passato
,
giacchè
troppo
il
suo
amore
mancato
aveva
influito
sulla
sua
esistenza
,
deviandola
,
torcendola
ad
altri
ideali
dello
spirito
,
più
alti
,
più
inaccessibili
e
più
tormentosi
.
Ma
ella
,
dolcemente
,
non
rispose
alle
allusioni
che
con
un
cenno
di
umiltà
,
abbassando
il
capo
:
ed
egli
si
riprese
subito
,
commosso
da
tanta
dolcezza
.
Solo
a
vederla
così
,
ascoltatrice
intenta
e
cheta
,
tutta
data
alle
parole
che
,
egli
le
diceva
,
coi
begli
occhi
limpidi
nella
loro
nerezza
,
piccola
,
vestita
di
nero
,
senza
gioielli
,
senza
nulla
che
sfolgorasse
,
senza
nulla
che
stridesse
,
egli
si
sentì
invadere
da
una
tale
letizia
dell
'
anima
che
giammai
gli
parve
di
averne
provata
una
simile
.
Ella
fu
,
in
questo
,
perfettissima
:
giacchè
lasciò
svolgersi
quell
'
alta
consolazione
spirituale
,
senza
avere
l
'
aria
di
sospingerla
,
di
provocarla
,
di
goderne
come
di
un
trionfo
:
e
quando
lo
spettacolo
finì
,
si
levò
in
piedi
,
pian
piano
,
prendendo
il
suo
mantello
.
Egli
fu
più
lesto
di
lei
:
ed
ella
sentì
che
mentre
l
'
aiutava
ad
indossarlo
,
le
sue
mani
tremavano
.
Allora
,
ella
ebbe
un
pensiero
orgoglioso
,
muliebre
.
Pensò
:
-
Ora
mi
dà
un
bacio
.
Egli
s
'
indugiò
a
metterle
questo
mantello
ed
ella
sentì
il
suo
respiro
,
sulla
sua
nuca
:
ma
Giovanni
non
le
dette
il
bacio
.
E
come
Clara
aveva
nascosto
la
sua
subitanea
ambiziosa
idea
,
così
nascose
la
sua
pronta
delusione
.
Nè
fu
una
delusione
fortissima
.
La
dolcezza
di
quella
serata
,
aveva
ingannato
anche
lei
.
Ella
sapeva
bene
di
fare
uno
sforzo
su
sè
stessa
,
per
reprimere
gli
impeti
del
suo
temperamento
bizzarro
e
per
essere
assolutamente
dolce
:
ma
sperava
di
poter
continuare
così
,
sempre
che
lo
volesse
seriamente
.
E
come
lui
credeva
di
aver
innanzi
una
creatura
trasfigurata
,
che
gli
avrebbe
dato
le
fredde
,
tranquille
e
ultime
tenerezze
senz
'
amore
,
ma
tenerezze
sicure
di
un
'
amicizia
muliebre
,
così
ella
si
lusingava
di
poter
essere
questa
amica
gelida
,
affettuosa
e
quieta
.
Però
,
ambedue
,
chiudendo
gli
occhi
,
si
lasciarono
andare
a
questa
consolante
fiducia
.
Egli
cominciò
a
vederla
più
spesso
.
Ella
era
molto
stanca
,
invincibilmente
stanca
della
vita
mondana
che
aveva
fatta
sempre
:
e
si
appartava
volentieri
.
Se
andava
a
una
passeggiata
,
era
in
ore
strane
e
in
posti
deserti
:
lo
avvertiva
,
egli
ci
veniva
.
Se
andava
in
un
teatro
era
alle
terze
rappresentazioni
,
in
serate
vuote
;
e
dieci
minuti
dopo
il
suo
arrivo
,
entrava
lui
,
nel
palco
,
si
sedeva
in
fondo
,
ella
si
tirava
indietro
,
un
poco
.
Vestiva
di
scuro
,
sempre
;
sapeva
di
piacergli
così
.
Si
può
essere
una
semplice
amica
,
ma
si
deve
piacere
all
'
amico
.
Parlavano
con
fredda
tenerezza
.
Molto
ella
ascoltava
:
ma
quando
diceva
qualche
parola
,
era
sempre
sapiente
,
detta
con
la
più
squisita
cautela
sentimentale
.
Giammai
un
'
allusione
al
proprio
cuore
,
al
proprio
stato
,
nè
diretta
,
nè
indiretta
:
sempre
la
massima
pietà
per
gli
altri
,
la
massima
indulgenza
per
ogni
peccato
,
come
chi
sa
che
è
impossibile
non
peccare
,
quando
si
deve
peccare
.
Egli
si
era
mutato
,
però
.
Non
poteva
tenere
il
patto
di
non
evocare
il
passato
.
Era
la
sua
vita
,
il
suo
amore
di
dieci
anni
prima
,
e
ricompariva
sempre
più
spesso
,
fino
a
che
divenne
il
solo
soggetto
dei
suoi
discorsi
.
Taceva
da
tanti
anni
e
con
tutti
,
che
ora
la
verità
di
quella
mortale
passione
sgorgava
infrenabile
.
Ella
ascoltava
,
stupefatta
;
ma
non
interrompeva
mai
.
Veramente
,
egli
aveva
ragione
:
Clara
non
aveva
mai
capito
quanto
era
stata
amata
:
ora
,
lo
capiva
.
Ogni
tanto
,
quando
egli
le
diceva
una
delle
sue
torture
ineffabili
di
gelosia
,
di
allora
,
ella
faceva
un
atto
come
per
chiedere
perdono
,
un
atto
in
cui
ella
si
dichiarava
colpevole
,
sì
,
ma
incosciente
,
ma
ignorante
,
ma
degna
di
perdono
.
Egli
la
guardava
con
tanta
tenerezza
,
che
,
senza
parlare
,
le
diceva
di
averle
perdonato
.
Quando
egli
si
meravigliava
che
ella
avesse
potuto
essere
così
atroce
,
essa
gli
diceva
di
esserne
stupita
,
di
stupirsene
,
lei
stessa
:
e
ciò
come
se
si
parlasse
di
una
donna
assente
,
di
cui
si
compatissero
gli
errori
.
E
quando
egli
giungeva
a
narrare
certe
ore
terribili
in
cui
avrebbe
voluto
morire
,
pure
di
strapparsi
dal
petto
questo
amore
,
ella
aveva
una
frase
di
pietà
profonda
,
intima
,
raumiliata
,
la
frase
del
carnefice
pentito
innanzi
alla
sua
vittima
:
-
Voi
siete
buono
.
Niente
altro
,
diceva
.
Ella
non
si
difendeva
mai
,
nè
si
accusava
:
quando
egli
l
'
accusava
,
gli
dava
ragione
,
con
un
'
occhiata
,
con
un
triste
sorriso
,
con
un
cenno
espressivo
della
bella
bocca
.
Vi
era
un
ritornello
,
che
egli
pronunziava
sempre
,
nervosamente
,
a
traverso
i
suoi
racconti
scuciti
;
un
ritornello
che
rivelava
l
'
attossicamento
della
sua
vita
,
in
tutte
le
sue
più
pure
sorgenti
,
l
'
avvelenamento
crudele
di
un
sangue
giovane
e
di
un
'
anima
,
resa
inetta
a
vivere
e
incapace
di
morire
così
.
Il
ritornello
:
-
Che
veleno
mi
avete
dato
,
che
veleno
!
Quando
ella
lo
udiva
,
aveva
un
moto
così
pessimista
della
testa
e
della
persona
,
sulla
crudeltà
muliebre
,
che
egli
si
commoveva
.
Talvolta
,
tornava
la
frase
:
-
Quanto
veleno
,
Clara
,
quanto
veleno
!
Ella
diceva
,
allora
,
umilissimamente
:
-
Avete
ragione
.
Ma
da
questa
sua
umiltà
voluta
,
e
poi
quasi
fatta
naturale
,
nei
loro
colloqui
,
da
questo
suo
abbassarsi
nella
coscienza
dei
suoi
gravi
torti
,
da
questo
non
difendersi
giammai
,
da
questo
dargli
ragione
,
sempre
,
da
questo
racconto
triste
e
violento
di
un
amore
infelicissimo
,
ella
trasse
una
nuova
sensazione
e
un
nuovo
sentimento
.
Il
senso
della
sua
colpevolezza
,
verso
Giovanni
,
giganteggiò
ai
suoi
occhi
:
e
il
sentimento
della
riparazione
divenne
acuto
e
ardente
,
quanto
era
stata
la
colpa
.
Così
,
mentre
Giovanni
risaliva
tutta
la
piena
della
sua
grande
sciagura
sentimentale
e
con
la
sua
sensibilità
fine
e
tenera
ne
approfondiva
,
narrandoli
,
tutti
i
dolorosi
particolari
,
Clara
che
aveva
un
temperamento
più
fantastico
che
sensibile
,
esagerava
,
con
una
dura
voluttà
di
abbassamento
,
contro
sè
stessa
,
la
propria
aridità
passata
e
l
'
atroce
perfidia
.
Tanto
che
,
alla
fine
,
secondandolo
e
sorpassandolo
ella
,
ambedue
sembrarono
accanirsi
contro
una
persona
assente
,
lontana
,
morta
,
che
ad
ambedue
avesse
commesso
i
più
gravi
torti
.
Anzi
quella
lunga
istoria
intima
,
tenuta
chiusa
nel
cuore
per
dieci
anni
di
esistenza
triste
,
priva
di
spirituali
conforti
,
traboccando
dalle
labbra
di
Giovanni
perdeva
molta
amarezza
,
nello
sfogo
:
e
la
naturale
indulgenza
di
quel
cuore
virile
che
non
sapeva
dimenticare
,
ma
sapeva
perdonare
,
trovava
delle
misteriose
scuse
alla
donna
che
era
stata
con
lui
senz
'
amore
,
senza
carità
,
senza
pietà
.
Invece
,
quella
medesima
istoria
,
a
Clara
sembrava
più
lugubre
e
più
ignobile
che
mai
,
quando
ella
pensava
il
come
e
il
perchè
della
sua
perfidia
e
della
sua
durezza
.
Internamente
,
ella
si
maltrattava
,
molto
più
che
Giovanni
l
'
avesse
maltrattata
mai
,
nei
momenti
di
maggior
furore
.
Ogni
tanto
,
quando
egli
le
aveva
descritto
una
delle
sue
sere
tragiche
,
di
quel
tempo
,
quando
egli
passeggiava
le
serate
intiere
sotto
la
sua
casa
,
non
per
vederne
le
finestre
illuminate
,
giacchè
ella
era
fuori
,
a
ridere
,
a
divertirsi
,
ma
per
aspettarla
quando
tornava
,
per
vedere
con
chi
tornasse
,
per
vedere
il
suo
bianco
volto
nella
oscurità
,
per
udire
quel
riso
alto
e
beffardo
e
per
allontanarsi
,
non
salutato
,
non
riconosciuto
,
non
visto
,
non
rammentato
,
egli
,
col
più
tenero
dei
rimproveri
,
le
prendeva
le
mani
e
le
chiedeva
:
-
Come
avete
potuto
essere
così
cattiva
?
Ella
non
s
'
inteneriva
,
col
viso
chiuso
,
con
le
sopracciglia
aggrottate
,
piena
d
'
ira
e
di
disprezzo
contro
questa
Clara
tanto
colpevole
,
e
rispondeva
,
duramente
:
-
Io
sono
stata
sempre
cattivissima
.
-
Chi
sa
....
-
mormorava
lui
,
nella
semplice
clemenza
del
suo
animo
-
chi
sa
per
quali
strane
ragioni
....
-
Non
v
'
illudete
,
Giovanni
:
per
nessuna
misteriosa
ragione
.
Non
vi
fate
di
me
una
figura
romantica
.
Io
ero
civetta
,
volgare
e
cattiva
come
l
'
ultima
delle
donne
,
ecco
tutto
.
-
No
,
no
,
cara
donna
,
non
vi
avvilite
così
-
soggiungeva
lui
,
colpito
dai
più
bizzarri
sentimenti
,
in
contraddizione
-
io
non
voglio
che
vi
avviliate
.
Forse
,
io
fui
ingiusto
:
forse
,
sono
ingiusto
ancora
adesso
.
Chi
soffre
,
chi
ama
,
è
così
facilmente
ingiusto
.
-
Voi
siete
il
più
onesto
e
il
più
buono
fra
gli
uomini
-
ella
rispondeva
,
con
gli
occhi
velati
dalle
lacrime
.
Tacevano
.
Spesso
,
in
quel
periodo
acuto
di
reminiscenze
,
mentre
Giovanni
si
lasciava
andare
alla
immensa
consolazione
di
parlare
del
suo
amore
passato
,
egli
intravedeva
confusamente
,
in
queste
tenere
e
tristi
confidenze
,
non
so
quale
pericolo
.
L
'
intensa
attenzione
con
la
quale
Clara
lo
ascoltava
,
la
squisita
furberia
sentimentale
con
cui
lo
interrogava
,
i
suoi
silenzii
pieni
di
una
repressa
emozione
,
a
un
tratto
facevano
risorgere
tutti
i
suoi
dubbii
e
la
sua
anima
sofferente
si
rigettava
indietro
,
sgomenta
di
essersi
troppo
abbandonata
.
Spesso
,
diffidente
vagamente
,
egli
tentava
di
togliere
il
discorso
,
dicendo
che
questi
ricordi
lo
turbavano
troppo
:
ma
ella
l
'
obbligava
,
prima
con
la
dolcezza
,
poi
con
una
certa
energia
di
volontà
coperta
di
dolcezza
,
a
ritornare
alla
triste
istoria
.
Una
sera
,
in
una
passeggiata
al
chiaro
di
luna
,
gli
disse
:
-
Ditemi
tutto
.
Forse
mai
più
ci
potremo
vedere
così
liberamente
e
così
spesso
:
forse
,
fra
una
settimana
,
fra
un
giorno
,
non
ci
vedremo
più
.
Dite
,
dite
,
che
io
sappia
,
che
io
non
muoia
senza
aver
saputo
,
che
qualcuno
mi
ha
veramente
amata
.
-
Potremmo
non
vederci
più
,
Clara
?
-
La
vita
è
oscura
-
ella
rispose
,
profondamente
.
Forse
,
per
questo
,
ella
moltiplicava
gli
incontri
,
dandogli
sempre
dei
nuovi
convegni
,
ansiosa
,
affannosa
,
come
se
il
tempo
le
fuggisse
,
come
se
ella
avesse
qualche
misteriosa
chiamata
altrove
e
che
la
presentisse
.
Ella
arrivava
più
presto
,
portando
dei
fiori
nelle
mani
,
come
era
il
suo
costume
,
un
po
'
pallida
sempre
,
sotto
le
fini
velette
nere
,
vestita
quasi
sempre
di
nero
,
piccola
,
con
un
viso
che
si
levava
verso
lui
,
esprimente
una
immensa
ansietà
negli
occhi
dolci
che
egli
aveva
adorato
,
nella
bocca
ancora
fresca
e
vivida
che
era
stata
la
sua
adorazione
.
Si
stringevano
appena
la
mano
e
si
mettevano
accanto
,
passeggiando
piano
,
non
vedendo
nessuno
,
andando
per
le
vie
più
strane
e
più
remote
,
perdendosi
per
ore
intiere
,
parlando
di
quel
passato
che
ella
evocava
,
con
un
motto
,
con
un
gesto
.
E
più
il
tempo
trascorreva
,
più
cresceva
in
lei
,
in
duplice
corrente
spirituale
,
un
infinito
rimpianto
per
il
passato
e
un
acuto
rimorso
.
Di
lontano
,
questo
amore
di
cui
ella
aveva
riso
,
in
pubblico
,
questo
amore
di
cui
ella
si
era
burlata
,
come
una
pessima
femminetta
,
questo
amore
per
cui
ella
aveva
avuto
il
più
palese
disprezzo
,
questo
amore
si
faceva
più
alto
,
più
puro
,
più
spirituale
,
staccato
dal
tempo
e
dallo
spazio
,
sciolto
dalla
realtà
dei
fatti
.
In
certe
sere
,
in
cui
lui
la
riaccompagnava
a
casa
,
sino
al
portone
,
non
volendo
mai
salire
sopra
-
non
voleva
salire
,
era
inflessibile
,
non
voleva
metter
piede
in
casa
sua
-
dopo
aver
ancora
chiacchierato
a
lungo
,
nell
'
ombra
,
ella
saliva
sopra
,
così
smorta
che
pareva
svenisse
.
Nella
casa
non
vi
era
che
un
sol
lume
,
nella
sua
stanza
da
letto
;
ed
ella
l
'
attraversava
,
questa
muta
e
deserta
casa
,
all
'
oscuro
,
a
tentoni
,
guardando
nell
'
ombra
.
Ma
quando
giungeva
nella
sua
stanza
da
letto
,
ella
si
gittava
sul
letto
,
col
capo
nascosto
nei
cuscini
,
piangendo
,
singhiozzando
,
sull
'
irreparabile
:
-
Che
ho
fatto
,
che
ho
fatto
!
Che
amore
ho
perduto
,
per
sempre
,
per
sempre
!
Acuto
rimpianto
e
acuto
rimorso
!
Essa
,
forse
,
nel
furore
contro
sè
stessa
,
esagerava
,
dipingendosi
come
l
'
anima
femminile
più
turpe
comparsa
nella
gran
falange
muliebre
;
ma
non
era
men
vero
che
la
esistenza
di
Giovanni
Serra
era
stata
infranta
da
quella
passione
infelice
,
tanto
che
egli
non
aveva
raggiunto
,
come
il
suo
cuore
e
il
suo
talento
meritavano
,
nè
la
gloria
,
nè
la
felicità
:
non
era
men
vero
che
egli
era
un
essere
senza
molla
interna
che
lo
spingesse
,
senza
desiderii
e
senza
speranze
:
non
era
men
vero
che
,
per
questo
amore
,
egli
aveva
gittato
la
sua
salute
,
la
sua
gioventù
e
la
sua
fortuna
:
non
era
men
vero
che
egli
possedeva
la
più
preziosa
qualità
umana
,
che
è
l
'
onestà
,
e
la
sublime
virtù
che
è
la
bontà
.
Come
non
doveva
Clara
piangere
,
nella
solitudine
della
sua
stanza
,
tutte
le
più
ardenti
e
le
più
amare
lacrime
su
questo
amore
perduto
e
su
questo
cuore
infranto
?
Come
non
doveva
sentire
in
sè
,
temperamento
mobile
e
violento
,
assetato
di
amore
,
assetato
di
felicità
,
la
ribellione
contro
l
'
irreparabile
?
Invero
,
si
trovava
di
fronte
all
'
irreparabile
:
ed
era
quello
che
le
faceva
torcere
le
braccia
,
nella
notte
,
quando
per
tutta
una
serata
ella
aveva
udito
il
mormorio
dell
'
amore
,
al
suo
orecchio
,
ma
di
un
amore
finito
,
morto
.
Giacchè
ogni
parola
,
ogni
frase
di
Giovanni
Serra
,
pur
restando
nella
più
fine
gentilezza
da
uomo
a
donna
,
pur
avendo
la
poesia
della
tenerezza
,
diceva
a
Clara
,
che
egli
non
l
'
amava
più
.
Invano
ella
,
con
l
'
animo
ansioso
-
era
questa
,
la
sua
ansietà
-
interrogava
ogni
tono
di
voce
,
scrutava
il
senso
riposto
di
ogni
motto
,
rifaceva
,
da
sola
,
tutto
il
loro
dialogo
,
per
scoprirvi
una
sottil
luce
presente
.
No
,
non
l
'
amava
più
,
malgrado
la
commozione
che
egli
aveva
,
sempre
,
nel
lasciarla
,
nel
rivederla
,
malgrado
il
fascino
che
subiva
,
malgrado
la
gran
tenerezza
che
dominava
ogni
suo
atto
.
Amore
vissuto
tanto
tempo
e
così
ardentemente
e
ora
sepolto
sotto
un
mucchio
di
gelida
cenere
che
una
mano
andava
smovendo
,
mano
sapiente
che
conosceva
la
storia
di
quel
fuoco
e
di
quella
vampa
e
che
la
rievocava
,
sulla
fredda
cenere
.
Giovanni
non
parlava
quasi
mai
del
presente
,
con
un
atto
di
finezza
d
'
animo
,
quasi
dolendogli
di
non
poter
ancora
ardere
come
prima
,
quasi
sembrandogli
un
'
offesa
al
suo
idolo
,
la
fiamma
spenta
e
le
ceneri
gelate
.
Non
diceva
nulla
,
ma
si
capiva
così
chiaramente
,
che
nulla
più
,
più
nulla
,
non
la
più
piccola
scintilla
ardeva
innanzi
alla
cara
donna
,
simulacro
vano
della
passione
,
morto
,
come
la
passione
era
morta
.
Ed
ella
,
sì
,
singhiozzava
nelle
sue
notti
senza
sonno
su
quella
grande
fiamma
spenta
,
sentiva
di
essere
passata
accanto
alla
felicità
senza
vederla
,
allontanandosene
per
sempre
,
ma
esclamava
,
fra
l
'
inutile
pianto
:
-
Ha
ragione
,
di
non
amarmi
più
,
ha
ragione
:
egli
soltanto
ha
ragione
,
egli
che
ha
amato
!
Ma
da
queste
nascoste
battaglie
dello
spirito
che
Clara
combatteva
,
con
tutto
l
'
impulso
di
una
natura
appassionata
,
sebbene
fugace
;
da
questa
umiliazione
in
cui
la
sua
anima
era
caduta
,
tanto
che
parea
si
prostrasse
innanzi
a
Giovanni
Serra
;
da
questo
indicibile
rimpianto
dell
'
amore
,
acutissimo
in
una
donna
che
aveva
amato
l
'
amore
sovra
tutte
le
cose
umane
e
a
cui
l
'
età
non
calmava
l
'
anima
;
da
questo
tormentoso
rimorso
che
si
sollevava
da
tutti
gli
istinti
di
giustizia
e
di
equità
offesi
,
sorse
dentro
Clara
una
impetuosa
volontà
di
correggere
e
di
vincere
il
destino
.
Ella
pensò
,
questo
:
che
era
suo
dovere
morale
amare
Giovanni
Serra
,
di
un
amore
profondo
e
devoto
che
fosse
l
'
estremo
della
sua
vita
,
e
in
cui
ella
prodigasse
tutte
le
ultime
e
supreme
dolcezze
del
suo
cuore
;
che
non
solo
era
suo
dovere
,
ma
che
era
questo
il
suo
desiderio
sentimentale
più
forte
,
più
immediato
,
più
irresistibile
;
che
non
solo
era
un
desiderio
irresistibile
,
ma
che
era
,
questo
amore
,
la
più
cara
speranza
del
suo
cuore
che
voleva
lavarsi
,
che
voleva
purificarsi
e
diventar
nuovo
e
candido
come
il
cuore
del
Salmista
;
che
non
solo
era
la
sua
più
cara
speranza
,
ma
che
era
la
salvazione
della
sua
dignità
di
donna
,
l
'
assoluzione
dei
suoi
errori
trascorsi
,
la
vecchiaia
percorsa
senza
più
sentire
rimorsi
,
aspettando
serenamente
la
morte
.
Sorto
dalle
ire
soffocate
e
dai
profondi
disprezzi
di
sè
stessa
,
questo
pensiero
di
amore
l
'
avea
in
un
baleno
soggiogata
e
tutta
l
'
anima
ebbe
il
calore
del
metallo
in
fusione
.
Nessuna
voce
interna
l
'
avvertì
di
non
mettersi
a
questo
periglioso
passo
,
nelle
sue
condizioni
,
alla
sua
età
,
con
un
uomo
come
Giovanni
Serra
:
e
se
talvolta
,
un
nero
presentimento
la
colpì
,
a
traverso
le
esaltazioni
del
suo
entusiasmo
,
se
il
negro
presentimento
le
susurrò
che
ella
si
avviava
a
un
errore
anche
più
fatale
e
anche
più
irrimediabile
degli
altri
,
ella
ebbe
il
cenno
disperato
di
coloro
che
sono
ebbri
di
sacrificio
.
Giovanni
non
l
'
amava
più
:
è
vero
.
Che
importava
?
Il
suo
cuore
di
donna
che
ella
aveva
sentito
morto
,
duro
come
una
pietra
,
per
tanti
anni
,
dentro
il
suo
petto
,
ardeva
di
un
sentimento
dove
tutto
era
elemento
di
ardore
,
il
rimorso
,
il
rimpianto
,
la
pietà
,
la
tenerezza
,
il
bisogno
di
devozione
,
il
bisogno
di
darsi
,
il
bisogno
di
abbandonarsi
.
Che
importava
che
Giovanni
Serra
non
l
'
amasse
più
?
Ella
voleva
amarlo
così
profondamente
,
così
piamente
,
con
tanto
completo
abbandono
di
ogni
amor
proprio
e
di
ogni
orgoglio
,
con
tanto
perfetto
oblio
di
ogni
vanità
e
di
ogni
altro
istinto
mediocre
umano
,
che
tutto
il
dolore
passato
sarebbe
pagato
da
questa
immensa
abnegazione
amorosa
.
Ella
voleva
espiare
il
suo
passato
,
soffrendo
come
egli
aveva
sofferto
,
dando
il
suo
cuore
a
un
essere
che
non
poteva
più
amarla
;
voleva
espiare
di
non
avere
amato
,
amando
senza
speranza
,
solitaria
anima
che
recitava
un
monologo
appassionato
e
doloroso
.
In
fondo
,
come
per
tutti
i
grandi
penitenti
,
la
sua
espiazione
sarebbe
stata
anche
il
pascolo
della
sua
anima
.
Oramai
,
la
sua
esistenza
di
donna
era
deserta
.
Aveva
trentaquattro
anni
:
e
nell
'
abbandono
in
cui
era
caduta
,
si
sentiva
assai
più
vecchia
,
incapace
di
tentare
un
'
altra
volta
l
'
ignoto
dell
'
amore
.
Era
stata
molto
amata
,
due
o
tre
volte
:
ma
fatalmente
,
questi
amori
si
erano
dileguati
,
come
se
mai
fossero
esistiti
:
e
due
volte
ella
aveva
dato
il
suo
cuore
,
e
due
volte
era
stata
abbandonata
.
Esistenza
finita
,
dunque
,
giacchè
le
illusioni
non
risorgono
mai
dalla
loro
tomba
:
e
le
stanchezze
morali
sono
più
forti
di
quelle
fisiche
.
Che
restava
a
Clara
,
se
non
questa
ultima
speranza
di
potersi
dare
a
un
sentimento
vivido
e
duraturo
,
a
null
'
altro
simile
,
senza
fallacie
e
senza
disfatte
?
La
sua
espiazione
,
quella
di
voler
amare
Giovanni
Serra
,
era
anche
la
sua
salvazione
,
giacchè
ella
sapeva
di
non
poter
vivere
senza
l
'
amore
,
un
amore
qualunque
,
ma
un
amore
,
un
amore
!
Meglio
,
meglio
,
se
ciò
non
era
un
'
avventura
in
un
cuore
sconosciuto
,
innanzi
a
un
'
anima
misteriosa
,
un
'
avventura
di
incerto
risultato
,
ma
portante
con
sè
,
forse
,
una
disperazione
e
un
'
onta
novella
:
meglio
,
se
era
l
'
amare
una
creatura
nota
,
stimata
,
ammirata
per
le
sue
nobilissime
virtù
,
una
creatura
senza
amore
,
è
vero
,
ma
che
aveva
saputo
amare
,
ma
che
si
sarebbe
lasciata
amare
,
dolcemente
,
teneramente
.
L
'
espiazione
sarebbe
stata
la
vita
della
sua
anima
ed
ella
vi
si
sarebbe
buttata
con
ebbrezza
,
giacchè
quello
che
più
temeva
,
per
sè
e
intorno
a
sè
,
non
era
il
dolore
,
ma
era
l
'
aridità
,
non
era
la
tortura
,
ma
era
il
silenzio
,
non
era
la
passione
infelice
,
ma
era
l
'
indifferenza
.
Un
mese
prima
,
ella
era
immersa
nel
marasma
più
profondo
,
moralmente
così
misera
che
non
osava
neppur
dire
a
nessuno
la
sua
miseria
:
ella
si
vedeva
già
finita
,
senz
'
amore
,
senza
amicizia
,
coi
soli
legami
frivoli
mondani
,
ritenuta
per
una
donna
senza
cuore
-
giacchè
questa
,
fatalmente
,
era
la
sua
reputazione
-
e
gemente
intanto
nel
desiderio
dell
'
amore
.
Ora
,
ora
,
da
quel
pomeriggio
in
casa
di
Anna
,
ella
aveva
dato
una
sublime
ragione
alla
sua
esistenza
.
Dai
grandi
occhi
spiranti
uno
strano
turbamento
,
dai
subitanei
pallori
che
le
coprivano
il
volto
,
quando
egli
appariva
,
dalle
mani
che
si
facevano
fredde
nelle
sue
,
da
certi
più
prolungati
silenzii
che
regnavano
fra
loro
,
dall
'
imbarazzo
crudele
di
certi
momenti
,
dai
sussulti
che
ella
non
sapeva
reprimere
,
a
certi
atti
,
a
certe
parole
,
Giovanni
intravide
che
accadeva
qualche
grave
fatto
nell
'
anima
di
Clara
.
Una
o
due
volte
,
la
interrogò
:
-
Che
avete
?
-
Nulla
-
ella
diceva
,
chinando
gli
occhi
,
mordendosi
lievemente
il
labbro
,
come
quando
non
pronunziava
la
parola
che
voleva
pronunciare
.
Egli
credette
che
Clara
gli
nascondesse
un
fatto
dispiacevole
,
forse
una
lettera
dell
'
uomo
che
l
'
aveva
abbandonata
,
o
il
suo
ritorno
,
forse
.
Diventò
più
freddo
,
più
riservato
.
Mancò
a
un
appuntamento
.
Ella
lo
rimproverò
assai
,
quando
lo
rivide
.
-
Io
vi
disturbo
,
Clara
-
diss
'
egli
,
malinconicamente
.
-
Che
vi
fa
pensare
ciò
?
-
gli
chiese
ella
,
precipitosamente
.
-
Sono
stato
sempre
così
superfluo
,
nella
vostra
vita
.
È
sempre
l
'
ultimo
venuto
,
che
mi
ha
scacciato
.
Almeno
,
confessatemi
la
verità
.
-
Non
ho
nulla
da
confessarvi
,
Giovanni
.
-
Ma
voi
siete
agitata
,
molto
,
da
qualche
tempo
.
-
Sì
,
è
vero
.
-
E
non
volete
dirmi
perchè
?
-
No
,
non
ve
lo
voglio
dire
.
-
Non
me
lo
merito
?
-
È
inutile
.
-
Non
vi
posso
metter
rimedio
?
-
No
-
ed
ella
voltò
la
testa
in
là
.
-
Nè
consolazione
?
-
Consolazione
?
Forse
.
-
Ditemi
come
e
lo
farò
.
-
Non
qui
,
Giovanni
.
-
Dove
,
dunque
?
-
Nella
mia
casa
-
ella
rispose
,
tendendo
a
sè
stessa
,
e
a
lui
,
inconsciamente
,
il
più
terribile
tranello
.
-
Sapete
che
non
ci
verrò
mai
-
egli
,
disse
,
sgomento
,
sentendo
il
pericolo
.
-
Ebbene
,
io
non
vi
narrerò
le
mie
pene
,
Giovanni
-
diss
'
ella
,
tetramente
.
-
Scrivetemi
....
-
No
.
-
Parlate
qui
,
altrove
....
-
Nella
via
,
in
teatro
?
No
,
no
.
-
Io
non
posso
venirci
,
lo
sapete
,
in
casa
vostra
-
egli
mormorò
,
già
più
debole
,
già
affascinato
.
-
Perchè
?
-
Non
mi
obbligate
a
dirlo
.
-
Ditelo
.
-
È
la
casa
dove
avete
amato
un
altro
.
-
Che
ve
ne
importa
,
se
non
mi
amate
più
?
-
ella
disse
,
levando
le
spalle
,
amaramente
.
-
Ah
io
soffro
sempre
,
Clara
,
anche
non
amando
!
-
Quante
volte
,
lo
ripetete
,
che
non
amate
,
Giovanni
!
è
troppo
-
e
il
suo
tono
fu
così
lamentoso
che
egli
s
'
intenerì
.
-
Verrò
....
forse
....
una
sera
....
Ella
sorrise
,
nel
fondo
dell
'
anima
.
III
.
Tre
volte
Giovanni
Serra
mancò
alla
sua
promessa
.
Le
diceva
:
verrò
domani
sera
,
alle
nove
.
Clara
lo
aspettava
in
preda
a
una
emozione
nervosa
,
a
cui
la
sua
fantasia
dava
un
carattere
passionale
.
Ella
dal
pomeriggio
dava
ordine
che
nessun
altro
venisse
introdotto
e
ripeteva
le
sue
raccomandazioni
,
alla
cameriera
,
con
insistenza
:
quando
l
'
ora
si
appressava
,
per
frenare
la
sua
torbida
impazienza
,
ella
si
metteva
a
riordinare
delle
carte
,
prendeva
un
libro
,
forzandosi
a
intendere
ciò
che
leggeva
.
Giovanni
non
veniva
.
Le
fresche
rose
che
ella
aveva
messe
nei
vaselli
nitidi
,
rientrando
a
casa
,
parea
che
declinassero
e
languissero
,
quasi
per
morte
;
il
fuoco
si
covriva
di
cenere
,
nel
caminetto
;
ed
ella
,
discesa
dalle
esaltazioni
sentimentali
,
cadeva
in
uno
snervamento
profondo
.
Alla
fine
di
queste
serate
d
'
inutile
attesa
,
la
parte
più
sincera
di
lei
pensava
che
era
meglio
,
lasciar
finire
,
senza
finirla
,
questa
singolare
avventura
,
che
le
cose
morte
non
si
vivificano
e
che
anche
per
lei
,
Clara
,
così
innamorata
dell
'
amore
,
era
troppo
tardi
per
tentare
un
ultimo
fatto
del
cuore
.
Ma
l
'
istinto
della
vanità
muliebre
,
mediocre
istinto
,
ma
che
non
isbaglia
mai
,
tanto
è
finemente
esercitato
,
le
diceva
che
quegli
appuntamenti
mancati
erano
tante
vittorie
negative
,
è
vero
,
ma
vittorie
,
sul
cuore
di
Giovanni
:
che
chi
non
va
,
ha
paura
di
andare
;
e
chi
ha
paura
di
andare
,
ha
sempre
il
cuore
debole
e
facile
a
essere
trascinato
,
in
un
impeto
dell
'
altrui
energia
.
Così
,
ella
,
nelle
immense
prostrazioni
di
una
vivacissima
speranza
delusa
,
trovava
novelle
forze
per
ritentare
l
'
anima
di
Giovanni
.
Egli
balbettava
,
inventava
delle
scuse
magre
,
per
colorire
la
sua
assenza
:
ma
ella
lo
vedeva
molto
confuso
.
Dietro
il
pretesto
di
un
impegno
dimenticato
,
di
un
ostacolo
improvviso
,
il
freddo
istinto
della
vanità
intravedeva
il
combattimento
del
cuore
di
Giovanni
;
ed
ella
se
ne
compiaceva
,
dimenticando
il
suo
nobile
divisamento
di
amare
Giovanni
,
senza
domandargli
il
ricambio
.
Alla
terza
sera
,
ella
lo
aspettò
dietro
i
cristalli
del
balcone
;
più
nervosa
,
più
triste
,
più
esaltata
che
mai
,
ella
finì
per
aprire
il
balcone
,
malgrado
il
freddo
della
serata
.
Ebbene
,
all
'
ora
indicata
,
ella
lo
vide
giungere
frettolosamente
,
a
capo
basso
,
fermarsi
due
minuti
sotto
il
portone
,
ed
uscire
di
nuovo
,
lentamente
allontanandosi
.
Non
aveva
avuto
la
forza
di
salire
.
Era
un
gran
freddo
nell
'
aria
,
quella
sera
:
ma
ella
rientrò
con
le
guancie
brucianti
.
E
l
'
indomani
non
gli
fece
nessun
rimprovero
.
Sentiva
che
Giovanni
aveva
subìto
una
tortura
segreta
.
Egli
venne
,
al
quarto
appuntamento
,
quando
ella
non
lo
aspettava
più
,
alle
dieci
e
mezzo
,
invece
che
alle
nove
.
Il
suo
orecchio
fine
udì
il
suono
timido
e
debole
del
campanello
,
udì
la
voce
bassa
con
cui
egli
domandava
di
lei
,
in
anticamera
,
e
il
passo
cheto
con
cui
egli
si
avanzava
,
a
traverso
l
'
appartamento
.
Clara
soffocava
per
il
battito
del
suo
cuore
:
e
l
'
accoglienza
che
gli
voleva
fare
,
disinvolta
e
serena
,
come
a
un
amico
che
venisse
sempre
,
e
le
parole
che
gli
voleva
dire
,
tutto
sparve
,
ed
egli
la
trovò
in
mezzo
alla
stanza
,
aspettandolo
con
troppo
palese
ansietà
e
porgendogli
una
mano
glaciale
e
tremante
.
Sedettero
ambedue
non
accanto
,
ma
dirimpetto
:
taciturni
,
imbarazzati
.
Clara
non
osava
aprir
bocca
;
intendeva
che
la
sua
voce
l
'
avrebbe
tradita
.
Egli
guardava
,
come
trasognato
,
i
galloni
rossi
e
azzurri
che
adornavano
il
vestito
di
lana
bianca
di
Clara
.
-
Mi
volevate
:
-
eccomi
-
egli
disse
,
con
un
sospiro
,
chinando
gli
occhi
.
-
Grazie
-
mormorò
ella
,
semplicemente
.
-
Chiederete
voi
che
io
faccia
qualche
altro
sacrifizio
,
al
vostro
fascino
?
-
Tanto
vi
è
costato
,
questo
?
-
Clara
interrogò
,
ansiosamente
,
piegandosi
verso
lui
.
Egli
si
arretrò
,
quasi
temendo
la
vicinanza
di
quel
volto
.
Disse
:
-
Mi
è
costato
moltissimo
.
-
Ma
perchè
?
-
e
aveva
un
tono
così
ingenuo
,
chiedendo
ciò
,
ella
!
-
Proprio
,
non
lo
capite
?
-
No
.
-
Questa
casa
mi
è
odiosa
.
E
un
riflesso
di
tetraggine
gli
si
diffuse
sul
volto
.
Clara
si
guardò
intorno
.
-
Non
capisco
-
disse
.
-
Siamo
soli
....
-
Siamo
soli
?
-
Dubitate
di
ciò
?
-
ed
ebbe
,
sulle
belle
labbra
un
riso
forzato
.
-
Io
credo
che
vi
sia
possibile
fare
tutto
-
egli
soggiunse
,
guardandola
con
quel
misterioso
terrore
,
come
quando
gli
parea
veder
sorgere
un
mostro
nella
donna
.
-
Tutto
,
che
?
-
Non
mi
domandate
troppe
cose
,
Clara
:
io
sono
molto
turbato
.
Parlate
voi
,
piuttosto
.
-
Sì
-
ella
annuì
,
cercando
di
vincere
,
prima
di
tutto
,
sè
stessa
.
-
Lo
vedete
,
siamo
soli
.
Nessuno
può
venire
e
nessuno
ha
diritto
di
entrare
.
Qui
vi
è
la
vostra
amica
,
che
vi
aspetta
da
tanto
tempo
,
che
è
così
felice
di
passare
un
'
ora
,
con
voi
,
in
una
stanza
chiusa
....
Egli
guardò
le
porte
,
con
una
lieve
ombra
di
diffidenza
e
di
paura
negli
occhi
.
-
Anche
a
voi
,
fanno
terrore
le
porte
socchiuse
?
-
ella
soggiunse
,
infantilmente
.
E
si
levò
,
andò
a
chiudere
le
due
porte
,
fra
le
tende
.
-
Voi
temete
di
vedere
entrare
qualcuno
,
sempre
,
è
vero
,
Clara
?
-
Sì
,
da
bimba
,
l
'
ho
sempre
temuto
.
Se
qualcuno
saliva
alle
mie
spalle
,
nelle
scale
,
se
qualcuno
mi
seguiva
,
in
un
appartamento
,
se
una
porta
restava
aperta
,
con
un
vano
oscuro
,
io
era
assalita
da
uno
sgomento
folle
,
e
,
sentite
,
adesso
-
soggiunse
,
dandogli
la
mano
-
solo
a
parlarne
,
io
tremo
tutta
....
Egli
trattenne
quella
mano
fra
le
sue
,
ma
mollemente
.
-
Sono
sempre
così
sola
!
-
ella
soggiunse
,
e
gli
occhi
le
si
velarono
di
lacrime
,
mentre
il
volto
,
le
si
tramutava
.
Giovanni
guardò
quello
scoloramento
e
quei
begli
occhi
velati
:
impallidì
leggermente
.
-
Non
sempre
siete
stata
sola
-
mormorò
,
con
un
'
intonazione
ironica
,
ma
non
aspra
.
-
Oh
!
-
e
Clara
fece
un
gesto
largo
,
per
dire
che
tutto
era
finito
.
-
Lo
avete
già
dimenticato
,
Clara
?
-
Intieramente
-
ella
rispose
,
con
un
cenno
tagliente
.
-
Dimenticate
presto
,
mi
pare
.
-
Sì
,
tutto
quello
che
non
merita
di
esser
ricordato
.
-
Ma
che
meritò
di
essere
amato
,
però
.
-
Oh
chi
non
ha
errato
,
nelle
cose
del
cuore
?
Chi
ha
mai
preso
la
via
giusta
,
amando
?
-
Nessuno
,
avete
ragione
-
diss
'
egli
,
malinconicamente
.
-
Io
ho
sbagliato
sempre
,
io
-
e
il
bel
volto
ebbe
un
fremito
di
dolore
.
-
Sempre
?
-
Sempre
.
Mi
hanno
amata
poco
:
o
male
:
o
niente
.
Sarà
una
bella
burla
,
alla
fine
della
mia
vita
per
me
,
che
porto
la
reputazione
di
avere
ispirato
delle
passioni
folli
,
l
'
accorgermi
che
nessuno
mi
ha
amata
,
mai
.
E
un
doloroso
,
amarissimo
ghigno
le
contrasse
il
viso
.
Clara
era
immensamente
sincera
,
in
quel
momento
.
Aveva
tenuto
solo
all
'
amore
,
nella
vita
e
,
probabilmente
,
non
lo
aveva
,
nè
visto
nè
provato
mai
.
-
Quanto
siete
ingiusta
,
Clara
!
-
Con
chi
?
-
Con
me
.
-
Ah
già
,
è
vero
,
voi
pretendete
di
avermi
adorata
-
-
ella
soggiunse
eccitata
,
ma
schiettissima
,
sempre
.
-
Chi
ne
sa
nulla
!
È
una
leggenda
:
tante
leggende
sono
false
.
-
Perchè
dite
questo
?
Perchè
volete
negare
il
passato
?
-
Bella
istoria
,
il
passato
!
Ognuno
se
ne
inventa
uno
,
a
propria
convenienza
,
quando
il
passato
è
passato
.
Chi
conosce
la
verità
?
Voi
intanto
,
no
:
e
io
,
neppure
.
Forse
non
mi
avete
amata
mai
;
e
tutta
la
leggenda
non
è
che
una
cosa
buffa
-
e
rise
clamorosamente
,
offendendolo
anche
col
suo
riso
.
-
Clara
,
io
non
sarei
qui
,
se
non
vi
avessi
amata
-
egli
disse
seriamente
.
-
Vale
a
dire
?
-
Che
ci
vuole
una
grande
tenerezza
,
per
dimenticare
quello
che
mi
avete
fatto
:
e
una
grande
tenerezza
non
viene
che
da
un
grande
amore
.
-
Bella
rovina
,
illuminata
a
chiaro
di
luna
-
ella
disse
,
non
ridendo
,
tetramente
.
-
Ognuno
dà
quello
che
può
-
Giovanni
rispose
,
con
una
tristezza
semplice
.
Clara
tacque
.
Scherzava
con
un
tagliacarte
giapponese
e
se
ne
pungeva
le
dita
.
A
un
tratto
,
si
rivolse
tutta
mutata
:
-
Perdonatemi
,
Giovanni
:
ho
avuto
un
accesso
di
cattiveria
.
-
Tanto
,
per
non
cambiare
-
ed
egli
ebbe
un
pallido
sorriso
.
-
Sono
cose
che
restano
,
a
filoni
,
nell
'
anima
.
Ma
l
'
anima
è
così
cangiata
!
-
Così
?
-
e
la
tenerezza
velava
l
'
incredulità
.
-
Tutta
quanta
.
Non
ve
ne
siete
accorto
?
Vi
sono
sembrata
la
stessa
,
in
questo
tempo
,
la
stessa
di
dieci
anni
,
ditelo
,
in
coscienza
?
-
No
,
non
mi
siete
sembrata
la
stessa
.
Ma
non
vedo
la
causa
del
vostro
cangiamento
e
non
so
lo
scopo
.
-
Al
solito
,
voi
mi
supponete
qualche
infernale
progetto
?
No
,
Giovanni
,
disilludetevi
.
Nulla
vi
è
di
più
complicato
in
me
-
e
sorrise
,
con
una
mesta
semplicità
.
-
Nulla
?
-
Nulla
:
a
che
?
Per
sedurre
chi
?
Voi
siete
inseducibile
.
-
Vi
piacerebbe
sedurmi
?
-
Sì
,
moltissimo
-
ella
esclamò
,
impetuosamente
,
con
la
verità
sulle
labbra
e
nel
cuore
.
Giovanni
fu
scosso
,
da
questo
colpo
diretto
.
-
La
cosa
è
già
fatta
-
egli
disse
,
piano
,
cercando
una
via
obliqua
,
per
ischermirsi
.
-
La
seduzione
passata
,
Giovanni
,
non
conta
-
soggiunse
subito
,
la
terribile
e
infelice
donna
,
riportandolo
al
duello
.
-
Era
una
pessima
seduzione
,
fatta
da
una
donna
perfida
e
fallace
,
una
seduzione
fondata
sull
'
inganno
,
che
partiva
dalla
malvagità
e
arrivava
alla
perversità
.
Non
quella
,
non
quella
!
Mi
sarebbe
piaciuto
sedurvi
,
mi
piacerebbe
sedurvi
,
con
una
seduzione
nobile
e
alta
,
quella
della
schietta
anima
femminile
,
che
si
dà
in
tutta
la
sua
naturale
bontà
,
con
una
seduzione
fondata
sull
'
amore
,
profondo
,
umile
,
segreto
e
pure
sgorgante
da
ogni
atto
e
da
ogni
parola
!
Si
era
avvicinata
a
lui
,
chinata
verso
lui
,
parlandogli
:
e
gli
parlava
con
una
voce
tremante
,
roca
,
come
egli
non
aveva
mai
inteso
uscire
da
quelle
labbra
.
Egli
ebbe
un
atto
di
smarrimento
:
-
Tacete
,
Clara
,
tacete
!
-
No
,
amico
mio
,
non
mi
fate
tacere
,
non
vi
ho
mai
detto
nulla
,
in
questo
tempo
,
e
ora
muoio
,
se
non
vi
dico
tutto
....
-
Io
non
posso
udirvi
....
-
e
cercava
sciogliere
le
sue
mani
da
quelle
di
lei
che
le
tenevano
,
nell
'
affanno
dell
'
emozione
,
strettissime
.
-
Sì
,
sì
,
potete
udirmi
,
giacchè
io
nulla
debbo
dirvi
che
vi
turbi
,
che
vi
offenda
!
Giacchè
io
non
voglio
niente
da
voi
,
Giovanni
,
niente
!
Voi
mi
avete
amata
,
è
vero
,
nel
passato
e
io
sono
sacrilega
,
quando
lo
nego
,
ma
anche
il
sacrilegio
è
una
forma
della
passione
,
anche
il
calpestare
è
una
voluttà
dell
'
amore
!
E
ora
voi
non
mi
amate
più
e
avete
ragione
;
io
sono
stata
crudele
,
io
sono
stata
infame
,
con
voi
,
vengono
dei
momenti
in
cui
mi
faccio
orrore
,
ve
lo
giuro
....
Mentre
parlava
ella
,
così
,
singhiozzava
e
il
suo
petto
si
sollevava
,
nel
singulto
.
Qualche
rara
lagrima
le
usciva
dagli
occhi
e
Clara
l
'
asciugava
rapidamente
,
col
fazzoletto
.
Giovanni
l
'
ascoltava
,
la
guardava
,
stupefatto
,
incapace
di
difendersi
più
,
e
incapace
di
sottrarsi
al
pericolo
estremo
in
cui
si
trovava
.
-
Ma
,
sentite
,
Giovanni
,
sentite
con
pazienza
,
poichè
queste
cose
mi
soffocano
,
sino
a
morirne
,
e
le
debbo
dire
,
giacchè
sono
le
ultime
parole
di
passione
che
mi
usciranno
dalla
bocca
,
in
questa
vita
.
Sì
,
sì
,
le
ultime
,
poichè
io
ho
trovato
in
questa
mia
anima
,
così
maltrattata
,
così
ingiustamente
maltrattata
da
chi
non
doveva
mai
farlo
,
ho
trovato
una
sublime
speranza
,
Giovanni
,
quella
di
poter
essere
un
'
altra
donna
,
quella
di
poter
amare
con
un
infinito
entusiasmo
e
una
infinita
devozione
,
quella
di
poter
essere
in
una
estrema
tenerezza
,
una
donna
leale
,
pia
,
umile
,
vivente
solo
per
voler
bene
,
così
,
come
una
povera
creatura
ammalata
e
convalescente
si
innamora
della
vita
,
di
nuovo
!
-
Illusione
,
illusione
-
balbettò
lui
,
tentando
reagire
contro
quella
esaltazione
sentimentale
,
che
gli
si
comunicava
,
fatalmente
.
-
Voi
non
potrete
mai
far
questo
,
Clara
!
-
Io
posso
fare
tutto
quello
che
voglio
,
io
lo
farò
-
ella
rispose
energicamente
,
altieramente
.
-
Ah
ho
ben
visto
,
io
,
in
questo
tempo
,
nella
mia
anima
,
io
vi
ho
letto
come
in
un
libro
aperto
,
io
so
tutto
,
io
so
che
una
sola
cosa
può
farmi
rivivere
ed
è
un
affetto
schietto
e
saldo
,
senza
altri
interessi
morali
che
l
'
affetto
istesso
,
senza
altro
desiderio
che
dare
uno
slancio
di
purezza
a
quest
'
anima
,
senz
'
altro
ideale
che
la
redenzione
di
uno
spirito
malato
e
corrotto
.
-
Non
vi
riescirà
,
non
vi
riescirà
-
egli
esclamò
,
in
preda
a
tale
un
'
agitazione
e
a
una
confusione
,
che
gli
pareva
di
non
aver
parlato
lui
,
ma
un
altro
.
-
Se
questo
non
mi
riesce
,
io
sono
perduta
,
Giovanni
-
ella
soggiunse
,
cupamente
,
-
Ma
perchè
,
perduta
?
-
Perduta
,
perduta
!
Questo
è
l
'
ultimo
anello
che
mi
lega
alla
vita
:
se
si
spezza
,
cessa
la
ragione
della
mia
esistenza
.
Ebbene
,
io
non
posso
perdermi
,
Giovanni
,
io
non
posso
morire
,
io
sono
vecchia
,
perchè
ho
vissuto
troppo
,
è
vero
,
ma
non
ho
che
trentaquattro
anni
,
e
sono
troppo
pochi
per
rinunziare
,
per
morire
!
Io
non
voglio
rinunziare
,
io
mi
abbranco
a
questa
speranza
,
essa
mi
deve
aiutare
a
vivere
,
io
voglio
amare
così
,
se
no
,
sono
perduta
e
niuno
,
niuno
può
desiderare
la
perdita
e
la
morte
di
una
creatura
come
me
!
-
Ma
chi
,
chi
volete
amare
?
-
gridò
lui
,
levandosi
,
volendo
fuggire
,
ma
non
trovandone
la
forza
.
-
Voi
-
esclamò
ella
,
guardandolo
con
gli
occhi
sfolgoranti
,
con
le
labbra
schiuse
che
mostravano
i
bianchi
denti
minuti
,
che
egli
aveva
adorato
.
-
Me
?
me
?
E
perchè
?
-
Perchè
voi
solo
ne
siete
degno
-
diss
'
ella
,
aprendo
le
braccia
,
chinando
il
capo
,
con
un
atto
di
umiltà
.
-
Clara
,
io
sono
uno
sciocco
,
un
malato
,
un
infelice
,
io
non
merito
questo
-
disse
lui
,
turbatissimo
,
dando
indietro
,
cercando
fuggire
.
-
Voi
siete
l
'
anima
più
buona
e
più
nobile
che
io
abbia
mai
incontrata
-
ella
disse
,
con
un
accento
profondo
di
amore
,
che
finì
di
sconvolgere
Giovanni
.
-
Clara
,
voi
avrete
con
me
le
maggiori
delusioni
.
Io
ho
sofferto
,
io
sono
stanco
,
sono
vecchio
,
oh
quanto
più
di
voi
,
così
piena
di
vita
,
di
vivacità
!
Clara
,
Clara
,
se
sapeste
quanto
sono
vecchio
,
e
quanto
sono
stanco
,
non
dareste
al
mio
cuore
questa
tortura
,
questa
nostalgia
....
L
'
ultima
parola
era
così
imprudente
!
Superbamente
,
realizzando
il
suo
invincibile
bisogno
di
espiazione
,
ebbra
di
sacrificio
,
folle
di
sacrificio
,
ella
gridò
:
-
Che
importa
?
Fosse
anche
così
,
così
mi
piacete
:
fosse
anche
peggio
,
voglio
amarvi
così
!
-
È
un
inutile
amore
,
Clara
-
egli
replicò
,
tristissimamente
.
-
Perchè
,
inutile
?
L
'
amore
non
è
mai
inutile
!
-
Inutile
,
lo
vedrete
,
Clara
:
io
non
debbo
ingannarvi
.
Io
non
vi
amo
.
-
Lo
so
:
non
importa
-
diss
'
ella
,
crollando
orgogliosamente
le
spalle
.
-
Ciò
che
è
fuggito
,
non
ritorna
più
.
Io
non
posso
amarvi
di
nuovo
.
-
Non
importa
-
replicò
ancora
lei
,
giunta
al
culmine
della
superbia
e
dell
'
umiltà
sentimentale
.
-
Clara
,
Clara
,
questo
è
un
romanzo
:
io
non
ho
le
forze
morali
per
seguirvi
in
questo
romanzo
.
-
Non
importa
:
camminerò
sola
.
Il
mio
cuore
è
saldo
,
quando
l
'
amore
lo
regge
.
-
Oh
Clara
mia
,
mia
amica
buona
,
voi
v
'
illudete
,
voi
non
mi
amate
punto
,
voi
siete
in
preda
a
un
accesso
di
infinita
bontà
,
voi
v
'
ingannate
,
sul
vostro
cuore
!
-
Io
vi
adoro
-
ella
disse
,
semplicemente
,
sorridendo
.
-
Non
è
vero
.
-
Provate
-
ella
soggiunse
,
subito
,
con
una
tal
luce
nello
sguardo
,
con
un
tal
sorriso
di
offerta
sulle
labbra
,
che
il
poveretto
vacillò
.
-
Sentite
,
Clara
,
io
sono
il
più
saggio
,
fra
i
due
,
e
invece
vi
sembro
il
più
scortese
e
il
più
crudele
.
Clara
,
restiamo
amici
,
non
tentiamo
la
Provvidenza
,
non
prepariamoci
un
avvenire
di
amarissime
delusioni
.
Guai
,
se
vi
credessi
!
-
Mi
crederete
-
e
sorrise
,
fiduciosissima
di
sè
e
dell
'
amore
.
-
Io
non
vi
vedrò
più
!
-
gridò
lui
,
sentendo
sfuggirgli
l
'
estremo
suo
lembo
di
coraggio
.
-
Perchè
,
Giovanni
?
Non
mi
amate
,
è
vero
:
ma
non
è
una
dolce
consuetudine
di
vedermi
,
per
voi
?
-
Sì
,
sì
,
purtroppo
....
-
Non
mi
amate
,
lo
so
:
ma
non
sono
io
,
la
donna
che
più
avete
amata
?
Non
sono
io
la
donna
con
cui
più
avete
desiderato
di
vivere
,
la
sola
con
cui
abbiate
desiderato
di
vivere
!
-
La
sola
,
la
sola
!
-
Ebbene
?
perchè
mi
dovreste
fuggire
?
Dite
che
siete
stanco
,
ammalato
,
vecchio
,
e
che
non
mi
potete
amare
?
Quale
pericolo
correte
,
dunque
?
Voi
avete
la
gran
sicurezza
;
che
temete
?
-
Nulla
....
infatti
....
ma
dovrò
fuggirvi
.
-
No
.
Restiamo
amici
,
voi
volete
così
?
Restiamoci
.
Solamente
,
solamente
io
non
sarò
amica
,
ma
innamorata
di
voi
.
-
Clara
,
sarebbe
una
condizione
insopportabile
!
-
Io
sola
,
la
debbo
sopportare
!
Che
fa
,
a
voi
?
Vi
amerò
così
quietamente
,
così
segretamente
,
che
quasi
quasi
non
ve
ne
accorgerete
neppure
.
Sarete
buono
con
me
,
ecco
tutto
:
mentre
io
fui
così
cattiva
!
-
Voi
,
non
siete
fatta
per
questo
orribile
stato
di
animo
,
che
è
l
'
amore
non
corrisposto
.
Voi
siete
stata
sempre
una
vittoriosa
....
-
Lasciatemi
provare
la
dolcezza
di
esser
vinta
-
disse
ella
tenerissimamente
.
-
Voi
finirete
per
odiarmi
,
Clara
,
io
lo
so
!
-
e
fece
un
atto
di
disperazione
.
-
Ma
perchè
combattete
questa
lotta
inutile
e
inefficace
,
Giovanni
,
contro
me
,
contro
voi
stesso
?
Perchè
mi
negate
il
permesso
di
volervi
bene
,
quando
ciò
non
vi
costa
nulla
e
quando
ciò
può
anche
piacervi
?
Perchè
rinunziate
,
quando
non
vi
si
domanda
altro
che
di
lasciarvi
amare
,
Giovanni
?
Che
vi
fa
?
Perchè
dite
di
no
,
quando
nessuno
vi
chiede
di
dir
sì
?
Lasciatevi
amare
,
lasciatevi
amare
,
è
una
cosa
tanto
confortante
,
tanto
consolante
,
credetelo
!
Egli
non
le
rispose
nulla
.
-
Vedrete
,
amico
mio
,
vedrete
che
questo
mio
amore
,
mentre
sarà
il
segreto
della
mia
esistenza
,
non
turberà
la
vostra
.
Fidate
in
me
.
Io
vi
saprò
amare
così
bene
,
che
non
ne
avrete
nè
preoccupazione
,
nè
noia
.
Verrete
a
vedermi
,
quando
vorrete
.
Io
non
vi
darò
le
mie
ore
:
vi
aspetterò
,
sempre
.
Sarò
profondamente
felice
,
quando
vorrete
darmi
qualche
ora
del
vostro
tempo
:
e
se
non
vi
vedrò
,
ebbene
,
non
uscirà
un
lamento
dalla
mia
bocca
.
Vi
scriverò
.
Mi
permetterete
di
scrivervi
,
è
vero
?
Le
lettere
sono
uno
sfogo
così
dolce
a
chi
ama
:
e
non
turbano
colui
che
non
ama
.
Giovanni
,
Giovanni
,
lasciate
che
io
vi
ami
,
non
mi
togliete
questo
amore
,
se
vi
sono
stata
cara
una
volta
.
E
pian
piano
,
dalla
sedia
in
cui
era
seduta
dirimpetto
,
gli
scivolò
inginocchiata
,
innanzi
,
levando
il
volto
trasfigurato
verso
Giovanni
Serra
.
Egli
la
sollevò
,
nelle
sue
braccia
,
dicendole
forte
,
violentemente
come
se
volesse
convincerne
sè
stesso
,
mentre
la
stringeva
a
sè
:
-
Io
non
ti
amo
....
non
ti
amo
!
-
Ne
sei
certo
?
-
ella
chiese
,
misteriosamente
,
con
la
testa
sul
suo
petto
,
col
volto
proteso
a
lui
.
-
Non
lo
so
-
balbettò
il
poveretto
,
in
un
impulso
di
luminosa
verità
.
E
la
baciò
,
sulle
labbra
.
Tutta
la
virtù
di
quel
cuore
d
'
uomo
,
in
quel
bacio
,
cadde
.
IV
.
Infelicissimo
amore
!
Immediatamente
Giovanni
Serra
provò
il
confuso
avvilimento
della
sua
caduta
e
Clara
la
delusione
della
sua
prepotenza
sentimentale
.
Passata
l
'
ebbrezza
singolare
e
pur
triste
della
grande
serata
,
ella
si
trovò
di
fronte
a
Serra
,
nella
condizione
tormentosa
e
misera
,
di
una
donna
che
ama
troppo
,
che
vuole
amar
troppo
e
che
,
sovra
tutto
,
pensa
e
dice
di
amar
troppo
,
mentre
non
è
riamata
abbastanza
.
Infelicissimo
amore
!
Giacchè
nello
speranzoso
e
baldanzoso
animo
di
Clara
,
restituito
ai
consueti
trionfi
della
sua
beltà
e
della
sua
grazia
,
tolto
dal
fittizio
ambiente
di
umiliazione
morale
,
in
cui
ella
si
era
collocata
con
amara
voluttà
di
punizione
,
rimesso
nella
posizione
solita
ed
orgogliosa
di
una
donna
che
ha
conquistato
un
uomo
o
che
lo
ha
riconquistato
,
in
questo
animo
in
cui
gli
impeti
della
immaginazione
erano
il
fondamento
della
passione
e
dove
la
vanità
si
nascondeva
sotto
le
forme
più
semplici
,
in
questo
animo
tramontò
subito
quel
purissimo
e
inaccessibile
ideale
di
un
amore
che
volontariamente
rinunzia
alla
corrispondenza
,
di
un
amore
che
volontariamente
invoca
di
esser
dolore
e
di
essere
espiazione
.
L
'
imperioso
cuore
che
si
voleva
dare
in
un
immenso
sacrificio
,
privo
di
premio
,
ritirò
subito
la
sua
offerta
,
quando
negli
occhi
smarriti
di
Giovanni
Serra
vide
la
follia
dell
'
amore
,
quando
egli
si
curvò
a
baciare
quelle
labbra
col
trasporto
di
un
uomo
che
non
ha
mai
finito
di
amare
,
che
ricomincia
ad
amare
,
con
la
forza
di
dieci
anni
di
ricordi
,
accumulata
e
repressa
.
Clara
passò
la
notte
seguente
nella
veglia
deliziosa
,
e
indescrivibilmente
deliziosa
di
chi
ha
trovato
,
nell
'
amore
,
quello
che
cercava
,
il
gran
segreto
che
tutte
le
anime
sentimentali
e
passionali
cercano
:
un
amore
eguale
al
proprio
,
la
corrispondenza
perfetta
e
l
'
armonia
sublime
.
La
vita
,
infine
,
aveva
dato
,
con
dieci
anni
di
ritardo
,
è
vero
,
ma
con
più
potenza
di
concentramento
,
alla
donna
innamorata
dell
'
amore
,
ciò
che
ella
non
aveva
mai
provato
,
ciò
che
pochi
uomini
e
poche
donne
provano
sulla
terra
:
un
amore
schietto
e
profondo
,
così
sentito
e
così
corrisposto
.
Immensa
delusione
:
e
infelicissimo
amore
!
Poichè
,
quando
ella
rivide
Giovanni
e
guardò
nei
suoi
occhi
,
ella
vi
scorse
un
imbarazzo
mortale
,
una
tristezza
mortale
,
come
ne
nascono
nelle
pure
coscienze
di
coloro
che
caddero
per
una
inesplicabile
debolezza
della
volontà
.
Clara
credeva
,
era
certa
di
vedersi
apparire
innanzi
un
uomo
felice
,
ringiovanito
,
ridato
alla
forza
vincitrice
degli
ostacoli
e
ridato
agli
entusiasmi
dell
'
età
più
bella
:
e
invece
,
Giovanni
aveva
l
'
aspetto
di
un
uomo
che
ha
errato
e
che
sente
amaramente
tutto
il
peso
del
suo
errore
.
Clara
era
lieta
e
dolce
,
aveva
rialzato
i
suoi
capelli
in
un
grosso
nodo
attraversato
dagli
spilloni
di
tartaruga
,
come
dieci
anni
prima
,
aveva
un
vestito
chiaro
e
gaio
:
e
Giovanni
la
guardava
,
con
certi
occhi
distratti
e
stupiti
,
dove
,
ogni
tanto
,
si
abbassava
il
velo
di
una
malinconia
intensa
,
dove
,
ogni
tanto
,
passava
la
nuvola
dello
sgomento
.
-
Come
siete
gioconda
,
questa
sera
!
-
le
disse
,
come
trasognato
.
-
Perchè
ti
voglio
tanto
bene
-
ella
gli
rispose
,
dolcissimamente
,
prendendogli
le
mani
.
Egli
si
turbò
sempre
più
.
-
Non
parliamo
di
questo
,
Clara
.
-
Perchè
?
Non
mi
credi
?
Non
mi
credi
?
Egli
tacque
.
Non
le
credeva
,
infatti
.
Ella
intese
perfettamente
questa
sfiducia
.
-
Che
debbo
fare
,
perchè
tu
creda
?
-
Nulla
,
Clara
:
non
fare
nulla
.
Io
sono
uno
sventurato
.
-
E
perchè
?
Non
ti
voglio
bene
,
io
,
malgrado
la
tua
incredulità
?
Non
mi
vuoi
bene
,
tu
?
-
Io
!
-
gridò
lui
.
-
No
,
no
,
non
ti
amo
!
-
E
che
mi
hai
detto
ieri
sera
,
allora
?
Hai
mentito
?
Sei
diventato
bugiardo
,
ora
?
Non
eri
bugiardo
,
prima
.
Giovanni
Serra
non
rispose
.
Era
così
pallido
,
così
disfatto
ed
evitava
tanto
di
guardarla
!
-
Amore
mio
,
amore
mio
-
ella
riprese
,
tenerissimamente
,
carezzandogli
una
mano
-
non
tormentarti
,
te
ne
prego
.
Non
ti
dico
nulla
,
non
ti
domando
nulla
:
la
mia
voce
e
le
mie
parole
ti
agitano
,
lo
vedo
.
Lascia
ch
'
io
stia
vicino
a
te
,
così
,
in
silenzio
.
Era
,
difatti
,
seduta
accanto
a
lui
,
sul
divano
,
e
gli
aveva
passato
un
braccio
sotto
il
braccio
;
aveva
appoggiata
lievemente
la
testa
sulla
sua
spalla
.
Un
lungo
silenzio
:
ma
ella
,
a
occhi
bassi
,
sentiva
che
il
respiro
di
Giovanni
diventava
affannoso
.
Allora
,
pian
piano
,
levò
gli
occhi
,
lo
guardò
,
gli
mormorò
:
-
Mi
vuoi
bene
?
Una
così
grande
espressione
di
dolore
,
negli
occhi
di
quell
'
uomo
!
Ella
tacque
,
ancora
un
poco
,
legata
a
lui
,
cheta
,
respirando
appena
:
poi
le
parve
che
egli
le
sfiorasse
con
le
labbra
i
capelli
:
-
Mi
vuoi
bene
,
amore
?
-
chiese
,
sorridendo
nel
fondo
del
cuore
.
Giovanni
sospirò
profondamente
e
rispose
:
-
No
.
Attraversata
da
un
impeto
d
'
ira
,
ella
si
staccò
bruscamente
da
lui
,
si
levò
,
esclamando
:
-
Sei
cattivo
e
scortese
.
Una
scena
dolorosa
avvenne
fra
loro
,
dove
tutta
la
violenza
e
tutta
la
natural
tenerezza
del
cuore
di
Clara
-
tenerezza
repressa
nel
periodo
d
'
isolamento
in
cui
era
stata
-
sgorgarono
in
parole
precipitose
,
ardenti
,
innamorate
e
pure
ingiurianti
:
e
dove
tutta
la
mitezza
e
tutto
il
profondo
scetticismo
di
Giovanni
si
manifestarono
,
più
dolci
e
più
freddi
,
pieni
delle
grandi
timidità
di
chi
,
avendo
amato
invano
per
tanto
tempo
,
ha
oramai
una
paura
invincibile
di
amare
.
Due
o
tre
volte
,
durante
questa
penosissima
scena
,
ella
lo
offese
in
un
modo
crudele
,
poichè
era
avvezza
a
calpestare
i
cuori
che
adorava
,
per
poi
adorarli
più
profondamente
,
dopo
;
ed
egli
sentì
l
'
offesa
,
con
un
amaro
piacere
,
giacchè
essa
lo
autorizzava
non
a
reagire
,
ma
ad
andarsene
,
per
non
ritornare
mai
più
.
Questo
,
questo
,
era
il
suo
intimo
desiderio
,
innanzi
a
quella
donna
che
lo
affascinava
e
che
lo
terrorizzava
coi
tumulti
strani
della
sua
fantasia
,
con
le
singolarità
di
un
temperamento
fuggevole
e
pericoloso
,
con
l
'
impensato
di
un
'
anima
,
nella
quale
la
inconscienza
assumeva
degli
aspetti
terribili
e
dolcissimi
.
Nel
momento
in
cui
ella
più
gravemente
lo
ingiuriò
,
egli
pensò
che
era
giunta
la
salvazione
per
lui
,
se
partiva
.
Ma
quando
ella
lo
vide
arrivato
alla
soglia
,
quando
intese
che
lo
perdeva
,
così
,
miseramente
,
irrimediabilmente
,
lo
chiamò
con
una
voce
così
spezzata
dal
pianto
,
che
egli
si
volse
,
venne
a
lei
.
Clara
piangeva
,
Piangeva
!
Mai
l
'
aveva
vista
piangere
,
Credeva
che
non
potesse
piangere
,
tanto
il
gran
riso
clamoroso
,
e
il
riso
breve
,
e
il
sorriso
,
e
il
sogghigno
le
eran
particolari
.
Clara
piangeva
,
soffocando
dai
singhiozzi
,
con
un
lamento
che
le
usciva
dalle
labbra
,
continuo
.
Il
cuore
di
quell
'
uomo
buono
s
'
infranse
,
ed
egli
intese
sul
suo
petto
quel
povero
corpo
femminile
scosso
dai
singulti
,
ed
essa
intese
da
quella
voce
tremante
e
fievole
la
parola
d
'
amore
,
strappata
dall
'
essenza
di
quell
'
anima
,
dolorosamente
.
Tali
furono
,
sempre
,
le
amarissime
vittorie
di
Clara
;
e
procedendo
oltre
,
il
combattimento
fu
diversamente
aspro
,
con
forze
maggiori
o
minori
dall
'
una
parte
e
dall
'
altra
,
ma
concedenti
sempre
il
più
triste
dei
trionfi
al
soldato
più
energico
e
più
ardente
,
più
abituato
alla
guerra
dell
'
amore
,
più
multiplo
nelle
sue
risorse
di
attacco
e
di
difesa
.
Giacchè
appena
Giovanni
Serra
si
allontanava
da
Clara
,
dalla
sua
casa
,
dal
cerchio
magico
in
cui
ella
lo
rinserrava
,
rinasceva
in
lui
il
desiderio
della
fuga
ultima
,
della
liberazione
.
Quando
ella
non
era
presente
ed
egli
non
ne
vedeva
le
grazie
delicate
,
e
la
novissima
incantatrice
dolcezza
,
e
tutta
la
seduzione
muliebre
potente
,
Clara
gli
appariva
come
l
'
aveva
sempre
considerata
,
da
dieci
anni
:
una
donna
attraente
,
perfida
e
fallace
,
a
cui
egli
aveva
gittato
inutilmente
il
suo
cuore
e
per
la
quale
aveva
perduto
ogni
fede
in
sè
stesso
e
nella
vita
.
La
figura
di
una
creatura
quasi
mostruosa
,
senza
pietà
femminile
,
senza
alito
di
sentimento
nell
'
anima
,
senza
coscienza
pel
bene
,
come
pel
male
,
formatasi
in
dieci
anni
nel
suo
spirito
,
lo
signoreggiava
,
di
nuovo
,
con
novello
impulso
di
ribrezzo
,
di
orrore
.
Mutata
,
forse
?
Forse
.
Ella
era
capace
di
tutto
,
anche
di
vestire
l
'
aspetto
della
maggior
tenerezza
della
maggiore
nobiltà
spirituale
,
e
di
essere
,
forse
,
tenera
e
nobile
veramente
,
per
un
certo
tempo
per
ordine
della
propria
volontà
,
sino
a
che
la
natura
sopita
si
risvegliasse
,
e
l
'
onda
della
perfidia
e
della
menzogna
trasportasse
via
il
bel
sogno
di
bontà
e
di
dolcezza
.
Mutata
?
E
che
,
perciò
?
Anch
'
egli
s
'
era
mutato
purtroppo
,
e
dove
la
lava
incandescente
della
passione
aveva
gorgogliato
,
schiumando
,
del
fuoco
,
si
stendeva
il
lapillo
grigio
e
freddo
delle
devastazioni
vulcaniche
:
dove
aveva
vissuto
la
fede
nell
'
anima
umana
e
nella
sua
purezza
,
vi
era
il
gelo
di
un
dubbio
tranquillo
e
non
più
torturante
:
dove
avevano
balzato
di
gioia
e
di
voluttà
gli
entusiasmi
giovanili
,
vi
era
l
'
inazione
e
l
'
aridità
.
La
lealtà
,
il
rispetto
,
la
bontà
virile
rimanevano
intatte
in
quell
'
uomo
che
aveva
avuto
in
dono
,
nella
giovinezza
,
le
qualità
più
nobili
dello
spirito
:
ma
ciò
che
restava
,
non
bastava
all
'
amore
.
Una
parte
di
quel
cuore
,
era
veramente
finita
.
E
tutta
la
sensibilità
che
ancor
viveva
in
lui
,
fremeva
di
sgomento
all
'
idea
di
essere
stato
ripreso
da
quel
fascino
;
non
si
sentiva
più
la
forza
morale
per
quelle
lotte
e
il
risultato
non
gli
sembrava
più
la
sua
grande
ambizione
.
Così
,
di
lontano
,
egli
formava
sempre
il
disegno
di
non
vedere
mai
più
Clara
.
Ella
gli
scriveva
delle
lettere
lunghe
e
bizzarre
,
con
un
'
incoerenza
sentimentale
che
sarebbe
stata
molto
interessante
e
molto
seducente
per
un
uomo
più
giovane
e
più
vivace
,
meno
provato
dai
dolori
della
vita
,
ma
che
gli
produceva
un
senso
di
ripulsa
,
di
maggior
distacco
:
non
rispondeva
alle
lettere
.
Ella
gli
mandava
degli
appuntamenti
;
Giovanni
vi
mancava
,
due
o
tre
volte
.
Perchè
,
alla
quarta
volta
,
egli
non
resisteva
più
e
vi
andava
,
riluttante
,
pieno
di
tutte
le
incertezze
?
Egli
non
se
lo
spiegava
:
e
nella
sua
timida
immaginazione
,
il
fascino
di
Clara
assumeva
un
aspetto
onnipossente
;
Giovanni
aveva
bisogno
di
credere
a
un
potere
ascoso
,
rarissimo
,
unico
,
per
spiegare
la
mollezza
della
sua
volontà
.
Perchè
,
tante
volte
,
quando
egli
andava
da
lei
,
ben
deciso
,
ben
risoluto
,
a
dichiararle
che
quell
'
amore
così
povero
di
gioie
,
così
dubbio
,
così
squilibrato
non
aveva
ragione
di
essere
e
di
durare
,
perchè
Giovanni
,
innanzi
al
bel
volto
tranquillo
e
sorridente
di
Clara
,
a
quelle
mani
che
gli
si
tendevano
affettuosamente
,
al
suono
di
quella
voce
che
ella
rendeva
così
insinuante
,
per
lui
,
perchè
egli
non
diceva
più
niente
,
lasciandosi
andare
alla
corrente
di
quel
sentimento
,
illuso
per
un
poco
,
credendo
di
essere
amato
,
credendo
di
amare
?
Perchè
,
nelle
loro
grandi
scene
,
scoppiate
improvvisamente
,
egli
aveva
provato
a
proclamare
la
sua
libertà
,
la
sua
indifferenza
,
sempre
più
duramente
,
meravigliandosi
anzi
talvolta
della
propria
durezza
,
ed
era
riescito
soltanto
ad
esasperare
Clara
;
ma
non
aveva
svincolato
il
proprio
cuore
?
Perchè
,
mentre
egli
era
dei
due
quello
che
meno
pensava
d
'
amare
,
che
meno
diceva
d
'
amare
,
che
non
scriveva
,
che
rinunziava
ai
convegni
,
perchè
,
poi
,
era
lui
quello
che
più
cedeva
,
che
più
si
dava
,
che
più
rientrava
in
servitù
,
con
ritorni
di
affetto
che
costituivano
le
pochissime
soavità
di
quell
'
amore
?
Perchè
,
una
volta
,
quando
stettero
quindici
giorni
senza
vedersi
ed
ella
continuava
a
scrivergli
,
egli
non
ebbe
la
forza
di
non
aprire
,
come
aveva
dichiarato
,
le
sue
lettere
?
E
una
sera
,
ella
passava
,
sola
,
triste
,
pallida
,
per
una
via
,
rientrando
nella
sua
casa
deserta
con
aspetto
di
tale
abbattimento
ed
infelicità
,
che
Giovanni
,
vedendola
innanzi
a
sè
,
non
visto
da
lei
,
provò
uno
schianto
indicibile
.
Ritornò
a
lei
,
subito
,
senza
che
lo
avesse
chiamato
:
e
Clara
stessa
si
stupì
di
questo
ritorno
inatteso
,
mentre
il
suo
cuore
si
era
immerso
già
nell
'
amarezza
dell
'
abbandono
.
E
ingenuamente
,
puerilmente
,
Giovanni
non
sapendo
come
spiegarsi
la
sua
debolezza
e
la
sua
disfatta
,
pensava
a
qualche
cosa
d
'
insolitamente
affascinante
,
e
diceva
,
come
un
bimbo
:
-
È
una
strega
.
Ma
per
colei
che
misteriosamente
lo
riconduceva
a
sè
,
ogni
volta
,
questi
trionfi
erano
un
tossico
.
Fermentavano
dentro
il
suo
spirito
indomito
le
ribellioni
più
profonde
contro
questo
stato
di
lotta
che
avviliva
l
'
idea
ch
'
ella
si
era
fatta
di
quell
'
amore
e
che
la
mortificava
in
tutte
le
sue
vanità
muliebri
.
Ella
,
infine
,
lo
amava
,
è
vero
,
come
poteva
e
come
sapeva
,
con
un
senso
immensamente
egoistico
che
aveva
sempre
dominato
in
quell
'
anima
:
lo
amava
,
perchè
le
faceva
piacere
di
amare
,
perchè
il
suo
stato
migliore
era
l
'
amore
,
perchè
ella
non
sentiva
la
vita
che
quando
era
innamorata
:
l
'
amava
perchè
così
aveva
voluto
ed
ora
la
sua
volontà
era
più
forte
di
lei
.
Ciò
che
la
sconvolgeva
,
era
di
non
sentirsi
amata
abbastanza
,
mentre
ella
sapeva
di
dare
a
Giovanni
il
meglio
che
restava
di
lei
:
ciò
che
la
esasperava
,
era
questa
battaglia
quotidiana
che
ella
sosteneva
,
per
conservare
,
se
non
l
'
amore
,
la
larva
di
amore
che
le
portava
quest
'
uomo
:
ciò
che
la
faceva
delirare
di
collera
,
segretamente
,
era
di
avere
ancora
sbagliato
,
anche
in
quest
'
ultima
volta
e
di
non
potere
in
nessun
modo
metter
rimedio
al
suo
errore
.
Per
il
passato
,
coloro
che
l
'
avevano
amata
,
erano
stati
tipi
soliti
,
comuni
,
non
più
buoni
e
non
più
cattivi
di
qualunque
altro
uomo
,
in
modo
che
il
mondo
psicologico
di
Clara
non
aveva
avuto
sviluppo
che
nelle
ombre
della
sua
anima
,
assai
più
grande
e
assai
più
complessa
di
quelle
che
ella
aveva
avuto
ai
suoi
piedi
.
Ella
aveva
sofferto
per
loro
,
non
già
per
le
complicazioni
sentimentali
,
ma
perchè
questi
due
o
tre
erano
esseri
limitati
,
non
meschini
,
ma
limitati
,
a
cui
ella
aveva
creato
una
luminosa
e
inesistente
aureola
.
Aveva
sofferto
di
non
essere
amata
abbastanza
,
disprezzando
coloro
cui
mancava
la
potenza
spirituale
,
rimpiangendo
sempre
Giovanni
,
Giovanni
,
ch
'
ella
aveva
disdegnato
e
di
cui
si
rammentava
la
violenza
giovanile
di
passione
:
e
lentamente
,
nella
sua
coscienza
,
si
era
formato
il
criterio
che
solo
Giovanni
l
'
avesse
amata
e
che
solo
lui
,
così
profondo
,
così
intimo
,
così
squisito
,
avrebbe
potuto
amarla
come
ella
desiderava
.
Gli
altri
,
erano
,
infine
,
poveri
diavoli
,
ai
quali
ella
aveva
dato
il
manto
di
porpora
della
sua
immaginazione
e
uno
scettro
d
'
oro
,
sotto
cui
ella
medesima
si
era
curvata
;
ma
l
'
anima
bella
per
sè
,
grande
per
sè
,
unica
nella
tenerezza
come
unica
nella
passione
,
era
quella
di
Giovanni
.
Ella
aveva
creduto
a
una
fatalità
del
destino
quando
,
finendo
la
sua
giovinezza
,
prima
del
tramonto
,
s
'
erano
incontrati
nuovamente
ed
egli
le
aveva
parlato
dell
'
amore
passato
.
E
in
lei
si
erano
dileguate
le
profonde
stanchezze
,
mentre
più
vivo
,
più
forte
rinasceva
il
desiderio
di
amare
eccezionalmente
,
di
essere
eccezionalmente
amata
.
Ella
si
rammentava
un
Giovanni
Serra
tutto
pieno
di
un
ingenuo
e
vibrante
ardor
giovanile
,
che
faceva
dell
'
amore
non
un
breve
episodio
,
come
tutti
gli
altri
,
ma
il
grande
affare
dei
suoi
giorni
e
delle
sue
notti
,
che
dava
all
'
amore
un
tesoro
di
intima
mestizia
e
di
gioie
delicate
,
che
portava
l
'
immagine
dell
'
amata
come
la
sola
visione
degna
della
sua
fantasia
,
e
che
ne
pronunziava
il
nome
con
una
emozione
vivissima
e
candidamente
mal
repressa
.
Aveva
creduto
,
quando
egli
le
narrava
i
suoi
dolori
passati
con
sì
grande
senso
di
amarezza
,
che
egli
fosse
sempre
il
medesimo
:
e
che
era
giusto
e
umano
l
'
amarlo
;
e
che
era
una
voluttà
dolorosa
l
'
amarlo
senza
conforto
;
e
che
,
infine
,
infine
,
egli
l
'
amasse
ancora
,
malgrado
i
tentativi
di
fuga
,
malgrado
i
dinieghi
,
malgrado
i
terrori
che
gli
si
dipingevano
sul
volto
,
malgrado
che
egli
restasse
freddo
e
confuso
,
nelle
ore
più
calde
,
in
cui
ella
più
si
abbandonava
a
questa
estrema
passione
.
E
dall
'
antico
concetto
e
dal
novissimo
errore
suo
,
ella
traeva
un
veleno
interno
di
delusione
,
un
seguito
di
sconfitte
inavvertite
da
lui
,
ma
di
cui
ella
provava
il
colpo
nel
fondo
dell
'
anima
,
un
ricadere
continuamente
sulle
proprie
speranze
e
un
soffrire
per
tutte
le
parti
,
dall
'
amore
all
'
amor
proprio
,
dalla
delicatezza
all
'
orgoglio
,
dalla
sensibilità
femminile
bonaria
alla
sensibilità
femminile
maligna
.
Come
si
torturava
ella
,
per
un
ritardo
di
un
'
ora
,
per
una
parola
detta
con
troppa
disinvoltura
,
per
un
voi
apparso
improvvisamente
nel
più
intimo
discorso
:
e
il
suo
umore
si
cangiava
,
per
la
sottile
ferita
ricevuta
,
ed
egli
,
che
non
sapeva
di
aver
ferito
,
si
stupiva
del
cangiamento
,
e
arretrandosi
,
pallido
,
come
se
avesse
visto
un
fantasma
,
le
diceva
la
tetra
e
monotona
frase
:
-
Voi
siete
sempre
la
stessa
.
Sì
,
Clara
era
sempre
la
stessa
,
con
un
carattere
mobile
e
pure
ostinato
,
con
una
energia
breve
e
caduca
,
con
un
disprezzo
intimo
e
cordiale
di
sè
,
con
un
egoismo
a
cui
dava
le
forme
nobili
dell
'
amore
,
con
un
desiderio
di
vivere
e
di
godere
che
non
si
saziava
mai
;
e
su
tutto
questo
fondo
stravagante
,
e
spesso
perfido
,
e
spesso
capace
dei
più
alti
sagrificii
,
il
ricordo
di
una
vita
vissuta
mediocremente
,
il
ricordo
di
sciocchi
errori
e
di
delusioni
meschine
.
Era
sempre
la
stessa
,
lei
,
ma
da
tutti
i
pianti
versati
nella
solitudine
della
sua
casa
,
da
tutte
le
angoscie
soffocate
sotto
la
sua
maschera
di
donna
mondana
,
da
quell
'
abbandono
in
cui
aveva
passato
un
anno
,
le
era
venuta
innanzi
alla
mente
la
grande
verità
,
che
tutti
i
calcoli
dell
'
egoismo
sono
sempre
sbagliati
,
e
che
bisogna
vivere
per
gli
altri
,
per
poter
essere
felici
.
Non
era
fatta
per
questo
,
la
sua
natura
capricciosa
ed
esaltata
:
ma
la
sua
volontà
le
imponeva
di
assuefarsi
alla
più
semplice
verità
umana
,
che
è
la
felicità
altrui
:
ed
ella
giungeva
con
uno
sforzo
supremo
là
dove
altre
creature
arrivano
naturalmente
e
la
sua
bontà
calma
,
la
sua
dolcezza
ragionata
,
la
sua
serenità
esteriore
avevano
,
forse
,
maggior
merito
,
poichè
ella
affogava
in
esse
tutto
il
clamore
di
un
'
anima
ribelle
.
Soffriva
profondamente
,
perchè
non
era
amata
abbastanza
,
perchè
non
era
neppure
certa
di
essere
amata
:
dentro
le
vene
ardeva
il
sangue
per
collere
improvvise
:
cento
volte
ella
sentiva
la
tentazione
di
scacciare
Giovanni
da
sè
,
di
non
vederlo
mai
più
.
Ma
il
pensiero
che
egli
,
veramente
,
la
credesse
ancora
una
perfida
femmina
,
capace
del
male
per
la
voluttà
del
male
,
ma
l
'
idea
di
desolare
ancora
Giovanni
,
con
una
catastrofe
spirituale
,
tale
che
per
sempre
ne
restasse
violata
la
sua
memoria
,
la
rigettavano
nell
'
amore
e
nel
sacrificio
.
E
più
il
suo
spirito
spasimava
per
la
battaglia
che
sosteneva
,
più
ella
prodigava
a
Giovanni
Serra
i
tesori
della
più
squisita
affezione
.
Egli
,
talvolta
,
ne
restava
avvilito
.
Ora
,
non
le
diceva
più
di
non
crederle
;
nè
,
d
'
altra
parte
,
la
fiducia
nasceva
in
lui
,
bensì
uno
stupore
malinconico
.
Quando
ella
gli
dava
qualche
novella
pruova
,
non
chiesta
,
di
amore
,
egli
restava
confuso
e
rammaricato
:
-
Io
non
merito
questo
,
Clara
.
Tu
esageri
sempre
:
e
che
sarà
il
nostro
avvenire
,
così
?
-
Io
ti
amerò
sempre
egualmente
-
diceva
ella
,
esaltata
.
-
Quante
volte
l
'
hai
detta
la
parola
sempre
?
-
Ah
tu
sei
crudele
!
-
esclamava
lei
,
abbassando
il
capo
per
nascondere
il
suo
pallore
.
Sì
,
quell
'
onest
'
uomo
,
quell
'
uomo
onesto
e
buono
era
spesso
crudele
,
con
lei
.
Non
s
'
accorgeva
di
colpirla
,
così
duramente
:
o
non
la
credeva
sensibile
:
o
credeva
che
fosse
necessario
di
colpirla
,
per
guarirla
da
questo
morbo
spirituale
che
la
teneva
.
Certi
giorni
,
dopo
un
'
assenza
di
una
settimana
,
le
appariva
innanzi
quietissimo
,
avendo
l
'
aria
di
non
vedere
che
ella
era
disfatta
dall
'
attesa
,
non
dando
nessuna
scusa
alla
sua
mancanza
.
Un
dialogo
freddo
si
stabiliva
fra
loro
due
:
le
labbra
di
lei
fremevano
leggiermente
,
perchè
reprimevano
lo
sdegno
:
egli
non
capiva
ciò
e
dopo
un
'
ora
trascorsa
,
così
,
in
uno
strazio
fine
e
pur
terribile
,
egli
si
levava
per
andarsene
:
-
Vieni
domani
?
-
ella
diceva
,
a
occhi
bassi
,
pallida
come
uno
spettro
,
-
Non
so
.
-
Dopodomani
,
allora
?
-
Non
ti
saprei
dire
:
ho
delle
faccende
noiose
da
sbrigare
.
-
Ah
!
-
diceva
lei
,
senz
'
altro
,
sentendosi
morire
.
-
Ti
scriverò
,
quando
posso
venire
.
-
Va
bene
.
E
lentamente
lo
seguiva
,
mentre
si
avviava
alla
porta
:
gli
porgeva
una
mano
gelida
ed
immota
.
Talvolta
,
egli
le
chiedeva
:
-
Che
hai
?
-
Nulla
-
ella
rispondeva
con
voce
così
mutata
che
egli
avrebbe
dovuto
capire
.
Ma
,
temendo
una
scena
,
egli
se
ne
andava
,
senz
'
altro
.
Come
ella
correva
nella
sua
stanza
,
gittandosi
sul
letto
,
mordendo
i
cuscini
,
ingiuriando
la
freddezza
di
Giovanni
,
imprecando
alla
propria
viltà
,
esalando
tutta
l
'
ira
della
sua
delusione
,
soffocando
le
grida
del
suo
cuore
che
insorgeva
contro
un
dolore
così
atroce
!
La
crisi
durava
una
notte
intiera
:
ella
si
addormentava
all
'
alba
,
con
gli
occhi
rossi
di
lacrime
,
con
il
petto
ancora
esalante
sospiri
.
Egli
non
sapeva
nulla
di
ciò
.
Ella
temeva
che
Giovanni
la
fuggisse
per
sempre
,
se
diventava
troppo
insistente
e
troppo
noiosa
.
L
'
altiera
donna
era
giunta
a
credersi
una
seccatrice
.
Pure
,
qualche
sera
,
quando
più
l
'
onesto
e
buon
'
uomo
era
stato
crudele
,
ella
sentiva
cadere
le
forze
della
sua
rassegnazione
.
Allora
gli
appariva
infelice
,
così
accasciata
,
così
perduta
in
un
abisso
di
delusioni
,
che
l
'
oscuro
mistero
della
sua
tenerezza
per
Clara
,
si
svelava
.
Una
volta
,
egli
era
andato
via
.
Appena
fuori
,
sulle
scale
,
egli
intese
,
dietro
la
porta
ancora
chiusa
,
un
tale
scoppio
di
singhiozzi
che
tornò
indietro
,
bussò
e
la
trovò
smarrita
,
incapace
di
affogare
i
suoi
lamenti
,
incapace
di
dominarsi
più
.
Qual
notte
!
Egli
le
parlava
ed
ella
,
perduta
in
un
oceano
di
amarezza
,
non
gli
rispondeva
,
mentre
,
come
se
fosse
sola
,
si
raccomandava
alla
Madonna
ed
ai
santi
,
perchè
la
liberassero
da
quelle
torture
.
Egli
le
prendeva
le
mani
,
ma
ella
le
ritraeva
,
come
inorridita
,
convulsa
,
per
rivolgerle
al
cielo
,
per
chiedere
la
pace
,
la
pace
,
niente
altro
:
egli
cercava
di
abbracciarla
,
ma
quel
corpo
fremente
gli
sfuggiva
;
essa
passava
da
un
divano
all
'
altro
,
camminava
al
buio
,
per
le
altre
stanze
,
parlando
sola
,
gemendo
,
tutto
il
suo
male
,
gemendo
di
dover
amare
così
,
gemendo
di
essere
così
poco
amata
.
Notte
fatale
,
invero
:
giacchè
fu
allora
soltanto
ch
'
egli
capì
tutta
la
gravità
del
loro
caso
:
giacchè
fu
in
quella
scena
di
lacrime
,
di
convulsioni
,
in
cui
ella
pareva
avesse
dimenticata
persino
la
sua
presenza
,
che
egli
le
parlò
,
per
una
volta
,
come
dieci
anni
prima
,
come
un
innamorato
,
come
un
amante
.
Egli
s
'
inginocchiò
innanzi
a
lei
e
le
chiese
perdono
della
sua
condotta
,
e
la
pregò
che
avesse
pietà
di
lui
;
la
scongiurò
di
credergli
,
quando
le
diceva
che
nessun
essere
le
era
devoto
come
il
suo
,
e
di
compatirlo
se
egli
non
sapeva
amarla
,
se
egli
non
sapeva
ritrovare
in
un
'
anima
stanca
,
malata
,
vecchia
,
gli
accenti
e
gli
entusiasmi
dell
'
amore
;
che
per
quanto
egli
poteva
amare
,
l
'
amava
;
che
era
poco
,
sì
,
era
poco
,
per
una
donna
appassionata
come
lei
;
che
ella
meritava
un
miglior
innamorato
,
un
miglior
amante
;
ma
che
lui
non
poteva
amar
meglio
,
ma
che
egli
le
aveva
dato
tutto
,
dieci
anni
prima
,
e
che
quella
devastazione
era
opera
sua
.
Mentre
ella
,
sfinita
,
esausta
,
si
passava
ancora
sugli
occhi
aridi
il
fazzoletto
bagnato
di
lacrime
,
Giovanni
,
ai
suoi
piedi
,
le
narrava
ancora
la
sua
miseria
sentimentale
presente
,
la
sua
morbosa
sensibilità
che
aveva
paura
dell
'
amore
,
la
sua
impotenza
spirituale
,
tutta
la
rovina
irreparabile
che
gli
impediva
di
esser
per
lei
il
perfetto
innamorato
,
il
perfetto
amante
.
Alle
sue
ginocchia
,
in
una
evocazione
straziante
,
di
quello
che
era
stato
il
suo
passato
d
'
amore
e
nello
strazio
della
presente
realtà
,
egli
versò
poche
,
cocenti
lacrime
,
le
più
dolorose
che
avesse
versate
mai
.
Smorta
,
con
gli
occhi
spalancati
su
lui
,
reggendosi
la
testa
con
le
mani
,
ella
che
aveva
gridato
tutta
la
sua
desolazione
,
udiva
ora
le
parole
di
una
ben
diversa
miseria
,
di
un
disfacimento
umano
assai
più
tragico
del
suo
;
e
mentre
l
'
alba
faceva
il
cielo
di
un
freddissimo
biancoverdino
,
i
due
amanti
si
guardarono
,
presi
da
una
pietà
immensa
,
per
sè
stessi
,
e
sentendo
che
nessuno
dei
due
poteva
consolare
,
giammai
,
giammai
l
'
altro
.
Ella
,
folle
oramai
di
sacrificio
,
fu
dimentica
di
sè
,
e
si
rassegnò
a
una
forma
qualsiasi
dell
'
amore
,
purchè
Giovanni
non
l
'
abbandonasse
.
Rinunziava
alla
passione
,
chiudendo
gli
occhi
:
ella
che
adorava
solo
la
passione
!
L
'
amasse
Giovanni
,
come
voleva
,
come
poteva
,
quando
voleva
:
purchè
quel
residuo
di
tenerezza
fosse
suo
!
Oramai
ella
diventava
simile
ai
malati
che
,
giorno
per
giorno
,
vanno
rinunziando
alle
dolcezze
che
godono
i
sani
e
fanno
un
ragionamento
malinconico
a
ogni
rinunzia
.
Diceva
,
ella
:
-
Tu
,
che
non
mi
scrivi
mai
....
E
se
egli
annuiva
,
ella
frenava
il
suo
spasimo
.
Giovanni
,
un
tempo
,
le
aveva
troppo
scritto
:
adesso
non
ne
aveva
più
la
forza
.
Altre
volte
diceva
:
-
Tu
non
vieni
;
è
vero
,
domani
sera
?
Ed
era
perchè
soffriva
troppo
,
a
udirlo
dire
da
lui
che
non
sarebbe
venuto
.
Parlando
dell
'
amore
,
ella
soggiungeva
,
con
un
debole
sorriso
:
-
Tu
che
mi
vuoi
bene
così
poco
....
E
lo
sogguardava
,
ansiosamente
,
per
osservare
anche
l
'
espressione
più
fugace
.
Egli
sorrideva
,
acconsentendo
al
fatto
di
amarla
poco
:
Clara
indietreggiava
,
disperata
internamente
della
pruova
.
Qualche
volta
,
bonariamente
,
ella
gli
tendeva
un
tranello
:
-
Perchè
mi
ami
così
poco
?
Io
ti
voglio
troppo
bene
.
-
Perchè
non
posso
di
più
.
-
Non
puoi
,
non
puoi
?
Tenta
.
-
Oh
no
!
-
esclamava
,
con
un
tono
di
stanchezza
,
di
sfiducia
,
di
paura
.
-
Io
ti
amo
troppo
-
ella
diceva
,
affogando
di
dolore
,
ma
non
mostrandolo
.
-
È
ciò
che
mi
trafigge
.
Io
sono
un
indegno
,
Clara
.
-
E
se
non
ti
amassi
più
?
Giovanni
impallidiva
e
taceva
.
Quel
pallore
,
la
rincorava
.
-
Se
non
ti
amassi
più
,
di
'
?
-
Mi
rassegnerei
malinconicamente
.
Sono
stato
un
grande
sventurato
,
sempre
.
-
Ti
rassegneresti
?
-
e
fremeva
,
ella
.
-
Mi
rassegnerei
.
-
Mi
riesce
impossibile
di
non
amarti
,
Giovanni
!
-
ella
esclamava
.
-
Se
tu
volessi
,
ti
sarebbe
facile
.
Credimi
,
non
ti
ho
meritata
prima
:
non
ti
merito
adesso
.
Era
destino
!
-
Parliamo
d
'
altro
-
diceva
lei
,
brevemente
,
vinta
.
Ma
si
rinnovava
ogni
giorno
,
ogni
sera
,
il
duello
,
sopra
una
ben
semplice
frase
così
cara
a
tutti
gli
amanti
.
Quando
ella
era
di
umore
più
lieto
,
gli
diceva
:
-
Già
,
non
ti
domando
se
mi
vuoi
bene
.
Sarebbe
inutile
.
-
Sarebbe
inutile
-
mormorava
lui
,
sorridendo
,
cercando
di
scherzare
.
-
Non
mi
ami
affatto
?
-
e
la
voce
lievemente
le
tremava
.
-
Affatto
.
Clara
taceva
,
incapace
di
scherzare
più
.
-
Che
hai
?
-
chiedeva
Giovanni
.
-
Nulla
.
-
Nulla
?
Ti
ho
rattristata
?
-
Un
poco
.
-
Sono
un
infelice
-
diceva
Giovanni
,
così
schiettamente
addolorato
,
che
Clara
non
osava
proseguire
la
discussione
.
Ma
,
talvolta
,
la
domanda
era
diretta
:
-
Mi
vuoi
bene
?
E
se
lui
era
tranquillo
,
senza
fremiti
nella
sua
sensibilità
,
le
rispondeva
:
-
Tu
lo
sai
.
-
Non
so
nulla
.
Ripeti
un
poco
,
-
Quante
volte
lo
vuoi
sentire
,
Clara
!
-
Gli
è
che
non
lo
dici
mai
,
mai
,
mai
!
-
A
che
serve
?
-
Mi
serve
:
mi
serve
immensamente
.
Te
ne
prego
,
Giovanni
,
Giovanni
mio
,
mio
amore
,
dimmi
se
mi
vuoi
bene
!
-
Ti
voglio
bene
-
diceva
lui
,
a
occhi
bassi
,
quasi
per
forza
.
-
Quanto
?
-
Quanto
posso
.
-
E
poco
,
è
vero
,
è
poco
?
-
Perchè
mi
ricordi
che
sono
un
poverello
,
in
fatto
di
amore
?
Perchè
mi
rinfacci
la
mia
miseria
?
Perchè
mi
rimproveri
se
non
ho
più
lena
,
se
non
ho
più
una
scintilla
di
entusiasmo
?
Clara
,
Clara
,
tu
mi
uccidi
,
così
!
-
Perdonami
-
diceva
lei
,
scivolandogli
inginocchiata
innanzi
,
con
un
moto
che
le
era
familiare
.
-
Io
non
debbo
vederti
più
-
diceva
lui
,
come
se
parlasse
a
sè
stesso
.
Oppure
,
la
frase
cara
agli
amanti
riappariva
in
altri
modi
tormentosi
.
Talvolta
,
dopo
un
lungo
silenzio
,
vagamente
,
distrattamente
,
come
per
un
moto
delle
labbra
,
ella
chiedeva
:
-
Mi
vuoi
bene
?
Giovanni
non
rispondeva
.
Immediatamente
,
ella
diventava
trepida
e
ansante
:
-
Giovanni
,
mi
vuoi
bene
?
Allora
egli
usciva
dalle
sue
riflessioni
e
vagamente
,
distrattamente
,
diceva
:
-
No
.
-
Giovanni
?
-
Clara
!
-
Hai
detto
che
non
mi
ami
?
-
L
'
ho
detto
.
-
Ed
è
vero
?
-
È
vero
.
Silenziosamente
,
ella
curvava
il
capo
,
e
le
lacrime
le
discendevano
sulle
guancie
.
Giovanni
la
guardava
,
desolato
:
poi
,
le
andava
vicino
,
le
carezzava
una
mano
,
le
baciava
le
guancie
bagnate
di
lacrime
.
-
Ho
scherzato
-
diceva
.
-
Tu
non
ischerzi
mai
.
-
Ho
scherzato
.
Tutto
finiva
,
così
:
ma
le
lacrime
erano
state
versate
.
E
infine
,
sulla
frase
cara
agli
amanti
,
avveniva
ancora
questo
:
-
Tu
non
mi
chiedi
mai
,
Giovanni
,
se
ti
voglio
bene
!
-
Perchè
chiedertelo
?
-
Non
ti
piace
saperlo
?
-
No
,
non
mi
piace
.
-
Ti
tormenta
,
il
mio
amore
?
-
Sì
,
mi
tormenta
tanto
.
-
Ma
perchè
,
ma
perchè
?
-
Perchè
mi
hai
amato
troppo
tardi
-
esclamava
lui
,
per
la
centesima
volta
;
-
perchè
io
non
sono
più
il
giovanotto
appassionato
di
dieci
anni
fa
,
ma
un
uomo
arido
e
stanco
,
senza
speranze
e
senza
desiderii
!
È
tardi
,
è
tardi
,
Clara
.
-
Mai
tardi
,
per
l
'
amore
.
-
Siamo
vecchi
,
Clara
:
il
nostro
sole
tramonta
.
-
Dio
mi
salvi
dalla
notte
-
ella
mormorava
,
avvilita
,
senza
più
energia
.
Vi
fu
un
giorno
,
però
,
in
cui
tutte
le
ombre
malinconiche
,
e
le
incertezze
,
e
i
timori
parvero
dileguati
.
Era
nella
calda
estate
ed
ella
era
andata
ad
Albano
,
sui
colli
,
per
fuggire
l
'
aria
soffocante
di
Roma
.
Colà
,
lo
aspettava
pazientemente
,
per
giornate
intiere
,
ma
egli
,
pur
promettendo
di
venire
a
trovarla
,
pur
scrivendole
,
non
veniva
mai
.
Per
tre
o
quattro
volte
ella
era
andata
alla
stazione
,
inutilmente
.
Una
grandissima
tristezza
adesso
opprimeva
la
donna
superba
;
giacchè
le
pesava
sulle
spalle
tutto
l
'
irreparabile
del
suo
errore
sentimentale
.
Volontariamente
ella
si
era
ingolfata
in
questo
amore
;
con
ostinazione
di
passione
ella
ne
aveva
abbracciata
la
croce
;
la
sua
fantasia
l
'
aveva
spinta
ai
più
duri
sacrificii
;
e
adesso
erano
impegnati
il
suo
cuore
e
il
suo
onore
.
Stando
sola
,
nella
freschezza
dei
colli
albani
,
ella
approfondiva
l
'
immensità
del
suo
ultimo
fallo
e
quel
verde
riposato
tutt
'
intorno
,
e
quella
serenità
la
crucciavano
.
Infine
,
un
giorno
egli
giunse
,
quasi
inaspettato
.
Era
così
lieto
!
Le
disse
,
subito
che
non
era
venuto
,
ma
che
aveva
sofferto
molto
,
a
non
venire
:
che
l
'
aveva
molto
amata
,
nella
sua
assenza
:
e
le
domandò
,
se
ella
lo
amasse
ancora
.
Così
lieto
!
Ella
diventò
lietissima
.
Andarono
,
insieme
,
sotto
l
'
ombrellino
di
Clara
,
a
una
lunga
passeggiata
,
a
braccetto
,
a
traverso
i
sentieri
di
campagna
,
fra
i
prati
fioriti
.
Clara
aveva
un
vestito
di
seta
leggiera
,
di
un
bianco
avorio
:
e
un
gran
cappello
di
merletto
avorio
come
una
cuffia
.
Pareva
molto
più
giovane
e
così
delicata
che
egli
la
chiamò
,
ridendo
:
Madame
la
marquise
.
Ella
era
raggiante
.
Si
sedettero
sull
'
erba
,
all
'
ombra
di
un
elce
secolare
,
famoso
in
quelle
campagne
,
e
le
loro
anime
furono
così
assolutamente
e
perfettamente
armoniose
,
in
quella
solinga
e
serena
campagna
,
che
essi
si
guardavano
e
indovinavano
l
'
un
l
'
altro
i
pensieri
.
Si
dispersero
,
due
volte
,
per
la
via
,
ridendo
,
scherzando
,
baciandosi
,
dietro
l
'
ombrello
abbassato
di
Clara
:
e
Madame
la
marquise
arrossiva
finemente
di
gioia
,
sotto
l
'
ombra
bianca
del
suo
grande
cappello
.
Non
un
motto
del
passato
:
non
un
pensiero
del
domani
:
non
un
velo
di
amarezza
,
mai
.
Egli
aveva
l
'
aria
di
un
fanciullo
;
strappò
dei
fiori
di
campo
,
odorosissimi
,
ne
fece
un
gran
fascio
,
lo
portarono
all
'
albergo
in
trionfo
.
Là
pranzarono
soli
,
soli
,
in
un
angolo
della
stanza
da
pranzo
,
guardandosi
negli
occhi
,
sorridendosi
,
toccandosi
le
mani
nel
porgersi
un
bicchiere
,
un
piatto
,
ebbri
di
una
gioia
di
vivere
che
li
faceva
impallidire
di
piacere
.
Andarono
sulla
terrazza
dell
'
albergo
,
soli
sempre
,
tenendosi
per
mano
,
tacendo
,
dicendosi
nello
sguardo
innamorato
quelle
cose
profonde
e
intime
,
che
l
'
amore
pensa
e
non
dice
.
Ogni
tanto
,
ella
chiedeva
:
-
Mi
vuoi
bene
?
-
Sì
-
rispondeva
lui
,
semplicemente
,
senza
reticenze
.
-
Quanto
?
-
Molto
.
-
Io
ti
adoro
-
ella
concludeva
,
arrossendo
.
Alla
sera
,
ella
lo
ricondusse
alla
stazione
,
attaccata
al
suo
braccio
,
innamoratissima
di
lui
,
mentre
lui
non
sapeva
staccare
lo
sguardo
da
quei
cari
occhi
:
si
baciarono
nella
penombra
della
stazione
,
senza
pensare
a
chi
li
guardava
.
Il
treno
si
mosse
,
ella
restava
a
guardare
e
lui
si
sporgeva
dallo
sportello
,
salutando
.
Ella
gli
scrisse
,
nei
giorni
successivi
,
otto
o
dieci
lettere
,
folli
:
egli
non
rispose
.
Aveva
giurato
di
ritornare
:
non
ritornò
.
Ella
ripartì
per
Roma
,
prima
che
la
villeggiatura
finisse
.
V
.
Vestita
di
bianco
,
con
un
leggiero
scialletto
di
crespo
bianco
sulle
spalle
,
Clara
,
in
quelle
ultime
lunghe
sere
di
estate
,
aspettava
Giovanni
al
balcone
.
Prima
,
la
solinga
donna
leggeva
un
poco
,
si
aggirava
come
un
fantasma
per
la
casa
deserta
;
poi
,
verso
le
nove
,
approssimandosi
l
'
ora
dell
'
arrivo
,
ella
esciva
sul
balcone
,
interrogando
le
penombre
di
via
del
Babuino
.
Malgrado
che
l
'
afa
di
quella
fine
d
'
agosto
togliesse
la
gente
alle
case
soffocanti
e
la
spingesse
per
le
vie
,
in
cerca
di
un
fantastico
fresco
,
via
del
Babuino
era
spopolata
.
È
lontana
dal
centro
:
ed
è
via
di
forestieri
,
che
la
popolano
solo
nell
'
inverno
.
Pochissima
gente
l
'
attraversava
;
avanzandosi
la
sera
,
non
più
un
viandante
.
Clara
guardava
l
'
alto
della
strada
,
verso
piazza
di
Spagna
,
donde
giungeva
sempre
Giovanni
,
quando
giungeva
:
e
appena
una
persona
svoltava
l
'
angolo
,
essa
si
piegava
sui
ferri
,
cercando
distinguere
l
'
alta
figura
e
il
passo
un
po
'
lento
,
a
lei
così
noti
.
L
'
ora
serotina
si
svolgeva
,
calda
,
spesso
attraversata
da
un
molle
soffio
sciroccale
;
Giovanni
non
compariva
.
Affaticata
dallo
stare
in
piedi
,
ella
si
sedeva
sovra
uno
sgabello
di
legno
,
che
era
fuori
sul
balcone
;
appoggiava
la
testa
ai
ferri
,
in
atto
di
pazienza
e
di
riposo
;
talvolta
,
un
lieve
sonno
la
coglieva
;
alle
undici
e
mezzo
,
che
ella
sentiva
suonare
a
Santa
Maria
del
Popolo
,
si
levava
,
rientrava
,
poichè
Giovanni
non
sarebbe
venuto
più
.
Un
brivido
di
freddo
la
coglieva
,
in
casa
:
e
si
accostava
alla
sua
scrivania
,
per
scrivergli
un
biglietto
,
una
lettera
,
lagnandosi
che
egli
avesse
ancora
mancato
alla
promessa
.
Ma
,
sedutasi
,
si
rialzava
subito
:
a
che
lagnarsi
?
Su
sette
sere
della
settimana
,
egli
mancava
cinque
:
e
la
lasciava
,
così
,
in
una
interminabile
aspettativa
,
fuori
su
quel
balcone
,
in
una
solitudine
e
in
una
malinconia
grande
,
sapendo
benissimo
che
ella
lo
aspettava
ogni
sera
e
che
era
sola
,
solissima
.
Adesso
,
ella
non
si
lagnava
più
,
giacchè
le
scene
la
stancavano
e
la
impaurivano
,
perduta
di
energia
,
precipitata
e
giacente
nella
inazione
spirituale
di
chi
ha
troppo
amato
inutilmente
:
e
non
lamentandosi
lei
,
egli
non
si
scusava
neppure
e
aveva
l
'
aria
di
non
rammentarsi
che
ella
non
esciva
,
non
vedeva
nessuno
,
per
lui
soltanto
.
Oramai
,
Clara
non
aveva
più
quelle
crisi
di
violenza
,
in
cui
malediceva
l
'
aridità
del
cuore
di
Giovanni
e
la
viltà
del
proprio
cuore
che
non
sapeva
infrangere
un
legame
così
fittizio
e
così
torturante
:
ella
era
in
preda
a
quelle
sonnolenti
rassegnazioni
,
che
abbattono
tutte
le
persone
di
carattere
impetuoso
,
dopo
un
periodo
di
passione
.
Sul
viso
altiero
di
Clara
,
dove
sempre
aveva
brillato
il
sorriso
trionfale
della
donna
padrona
del
proprio
destino
,
ora
sedeva
l
'
espressione
stanca
e
paziente
della
vittima
.
Quando
Giovanni
le
riappariva
innanzi
,
ella
sorrideva
tenuemente
,
gli
si
sedeva
accanto
,
ma
non
troppo
vicino
,
non
gli
faceva
un
rimprovero
,
gli
parlava
a
voce
bassa
,
senza
ridere
mai
.
Egli
la
guardava
curiosamente
:
scrutava
tutte
le
impressioni
di
quel
volto
mobile
,
di
quegli
occhi
vivacissimi
,
e
scorgendovi
come
disteso
un
velo
d
'
inesorabile
e
quieta
tristezza
,
crollava
il
capo
,
senza
dire
nulla
.
Egli
stesso
era
profondamente
triste
.
Forse
,
s
'
imponeva
di
non
andare
da
Clara
,
più
spesso
.
Forse
,
per
una
singolare
contraddizione
del
suo
spirito
,
quell
'
aspetto
di
vittima
,
quel
silenzio
,
quella
mancanza
di
sorriso
,
lo
tormentavano
più
di
una
scena
furiosa
.
Nel
settembre
,
egli
partì
per
Napoli
,
senz
'
avvertirla
neanche
;
ella
gli
scrisse
,
tre
o
quattro
volte
,
delle
lettere
pacate
,
ma
senza
rampogna
;
delle
lettere
dove
tutto
il
fuoco
dell
'
anima
di
Clara
parea
fosse
stato
smorzato
dalle
lacrime
.
Ritornò
,
Giovanni
,
dopo
dieci
giorni
:
ed
ella
non
gli
fece
nessuna
interrogazione
,
fredda
e
tenera
,
fredda
e
triste
,
fredda
e
oppressa
da
una
fatica
morale
che
le
traluceva
,
torbidamente
,
dagli
occhi
.
-
Che
hai
?
Che
hai
?
-
le
chiese
lui
,
quel
giorno
,
con
ansietà
,
andando
volontariamente
incontro
a
una
spiegazione
.
-
Sono
stanca
-
ella
disse
,
chinando
gli
occhi
.
-
Di
me
?
Ella
esitò
,
un
minuto
.
Disse
:
-
No
.
-
Finirai
per
odiarmi
,
io
lo
aveva
preveduto
-
egli
soggiunse
,
desolatamente
.
-
E
perchè
,
Giovanni
?
Tu
non
hai
nessuna
colpa
.
-
E
tu
neanche
,
poveretta
!
-
replicò
lui
,
prendendole
le
mani
.
Ella
si
svincolò
,
dolcemente
e
freddamente
.
-
Oh
io
,
sì
!
-
e
un
vero
accento
di
convinzione
,
la
dichiarava
colpevole
di
quel
malinconico
ultimo
peccato
,
pieno
di
tante
delusioni
.
-
La
colpa
è
delle
cose
,
è
degli
anni
,
è
della
fatalità
-
egli
spiegò
.
-
La
fatalità
è
la
scusa
dei
deboli
e
degli
sciocchi
-
diss
'
ella
brevemente
.
-
Io
ho
voluto
che
questo
fosse
;
la
colpa
è
mia
.
-
Poveretta
,
poveretta
!
-
mormorò
lui
,
con
voce
di
pianto
.
-
Mi
sono
ingannata
,
anche
questa
volta
-
ella
replicò
,
con
una
freddezza
di
ghiaccio
.
L
'
accenno
agli
amori
passati
,
il
primo
che
ella
facesse
durante
un
anno
e
mezzo
di
relazione
con
lui
,
la
comunanza
del
suo
amore
con
gli
altri
,
nella
mente
di
Clara
,
gli
fece
una
impressione
pessima
.
-
Io
non
ti
ho
ingannata
-
esclamò
lui
offeso
,
contristatissimo
.
-
Chi
sa
!
-
ella
disse
.
-
Hai
creduto
di
dirmi
la
verità
:
ma
quando
è
che
l
'
hai
detta
?
-
Mai
,
mai
ti
ho
ingannata
!
-
Eppure
un
giorno
mi
dicevi
d
'
amarmi
e
un
giorno
lo
negavi
.
Quando
è
che
mentivi
?
-
Mai
,
mai
,
Clara
!
-
Vedi
bene
che
tu
stesso
ignori
la
verità
.
Tu
non
sai
niente
!
-
So
che
soffro
,
ecco
tutto
.
-
Anche
io
,
molto
,
Giovanni
,
molto
.
-
Non
più
di
me
!
-
Più
di
te
,
più
di
te
,
in
un
modo
diverso
,
con
una
intensità
maggiore
e
diversa
.
Niuno
ha
mai
espiato
un
peccato
più
immediatamente
e
più
rigorosamente
di
me
,
credilo
.
-
Povera
Clara
,
io
ti
ho
portato
sfortuna
!
-
e
la
più
grande
tenerezza
vibrava
in
lui
.
Ma
queste
gelide
consolazioni
non
arrivavano
a
riscaldare
il
cuore
della
donna
.
-
La
fortuna
o
la
sfortuna
è
in
noi
-
rispose
ella
,
recisamente
.
-
In
me
,
in
me
!
Sono
un
essere
malaugurato
e
sventurato
.
-
E
perchè
?
Non
hai
amato
?
-
Troppo
presto
e
troppo
male
,
Clara
!
-
Non
sei
stato
amato
?
-
Troppo
tardi
,
troppo
tardi
.
-
I
tuoi
ricordi
saranno
dolci
,
nella
vecchiaia
-
ella
soggiunse
,
con
una
glaciale
tenerezza
.
-
Io
non
giungerò
alla
vecchiaia
degli
anni
,
lo
so
.
-
Fortunato
te
!
Fu
l
'
unica
parola
profondamente
disperata
che
le
uscì
di
bocca
,
in
quello
strano
duetto
.
Ma
,
adesso
,
i
loro
scarsi
e
rari
colloqui
diventavano
penosi
;
vi
aleggiava
una
tristezza
infinita
,
i
loro
volti
erano
distratti
e
assorbiti
,
un
soffio
di
gelo
chiudeva
la
coppia
amorosa
.
Amorosa
?
Niuna
parola
d
'
amore
,
più
.
Ella
,
a
poco
a
poco
,
gli
scriveva
meno
.
Egli
se
ne
lagnò
:
-
Perchè
mi
scrivi
così
poco
?
-
Ti
affliggerei
,
scrivendoti
.
-
Tu
puoi
dirmi
tutto
,
lo
sai
.
-
Non
ho
da
dirti
nulla
.
Anche
quando
si
vedevano
,
la
conversazione
si
rallentava
fra
loro
.
Prima
,
Clara
si
interessava
a
tutta
l
'
esistenza
di
Giovanni
lasciandosi
narrare
le
sue
noie
e
le
sue
soddisfazioni
:
adesso
,
ella
non
lo
interrogava
più
.
Se
egli
voleva
dirle
qualche
cosa
,
lo
ascoltava
,
ma
con
gli
occhi
velati
,
quasi
non
intendendo
.
-
La
tua
anima
è
lontana
,
Clara
-
le
disse
,
una
sera
.
-
Non
è
che
malata
,
tanto
malata
-
ella
si
lamentò
.
-
Non
speri
di
guarire
?
-
Sperare
di
guarire
?
Questa
guarigione
è
anche
la
morte
.
-
La
morte
è
di
tutte
le
anime
che
hanno
amato
.
-
È
vero
-
ella
concluse
,
a
capo
basso
.
Adesso
,
ogni
tanto
,
guardandola
,
mentre
essa
lo
guardava
,
gli
pareva
di
vedere
delle
lacrime
negli
occhi
.
Ma
esse
si
dileguavano
.
Talvolta
,
ella
si
alzava
dal
suo
posto
,
andava
verso
un
balcone
,
andava
nell
'
altra
stanza
:
egli
indovinava
che
Clara
rasciugava
queste
poche
lacrime
:
l
'
avanzo
dei
grandi
pianti
antichi
,
-
Perchè
ti
viene
da
piangere
,
guardandomi
?
-
le
domandò
,
infine
,
turbato
assai
di
ciò
,
intravvedendolo
.
-
Io
?
No
,
non
piango
.
-
Perchè
me
lo
nascondi
?
Non
sono
il
tuo
migliore
amico
?
-
Amico
?
Io
non
ho
amici
.
-
Il
tuo
amante
,
allora
?
-
ribattè
lui
,
dopo
una
esitazione
.
-
Io
non
ho
amanti
,
Giovanni
.
-
L
'
uomo
che
ti
ama
?
-
Nessuno
mi
ama
.
Profondo
silenzio
.
Le
lagrime
erano
inaridite
negli
occhi
di
Clara
:
ma
egli
vi
ritornò
sopra
amaramente
:
-
Non
vuoi
dirmi
,
perchè
mi
guardi
e
i
tuoi
occhi
si
orlano
di
lacrime
?
Ciò
è
così
triste
!
Mi
pare
che
tu
pianga
un
morto
.
-
Sono
tanti
i
modi
di
morire
.
Così
,
in
questo
ambiente
di
gelido
dolore
,
di
amarezze
quiete
e
infinite
,
di
grandi
veli
bigi
e
fitti
che
li
avvolgevano
in
una
nuvola
di
orrenda
e
intima
malinconia
,
evitavano
di
vedersi
in
casa
,
dove
soffrivano
anche
più
.
Non
si
davano
convegno
,
ma
si
incontravano
randagi
pallidi
,
vagabondi
delle
vie
remote
di
Roma
,
camminando
accanto
senza
parlarsi
,
o
scambiando
qualche
motto
insignificante
.
Una
volta
andarono
al
Colosseo
;
era
un
chiarore
plenilunare
bianchissimo
,
con
un
freddo
vivido
d
'
ottobre
;
ella
era
tutt
'
avvolta
in
un
mantello
col
cappuccio
.
Si
sedette
,
Clara
,
sovra
uno
scalino
dell
'
anfiteatro
;
Giovanni
,
si
sedette
più
giù
,
vicino
a
lei
,
toccandole
le
ginocchia
con
la
testa
.
Il
grandioso
circo
era
tutto
molle
e
candido
,
sotto
il
raggio
lunare
.
Ella
fece
un
atto
,
e
la
sua
mano
si
posò
,
lievissima
,
sulla
testa
di
Giovanni
.
Tacevano
:
la
mano
restava
lì
,
lieve
,
fredda
,
immota
.
Egli
si
volse
un
poco
,
prese
la
mano
e
la
baciò
sulle
dita
,
appena
appena
,
con
una
carezza
casta
,
fugace
;
la
mano
ricadde
lungo
la
persona
.
Si
guardarono
negli
occhi
,
in
quella
solitudine
,
in
quella
notte
chiara
,
e
quello
sguardo
infinitamente
e
rassegnatamente
desolato
fu
inteso
,
da
ambedue
,
per
quel
che
era
,
per
quel
che
diceva
.
L
'
indomani
,
nelle
ore
tarde
pomeridiane
,
si
videro
al
Pincio
,
dove
ella
gli
aveva
dato
convegno
.
Ella
era
vestita
di
un
abito
di
seta
grigia
e
aveva
una
giacchetta
di
velluto
nero
;
sul
cappellino
di
velluto
nero
era
una
fine
veletta
nera
.
Egli
pensò
,
vedendola
,
a
quella
sera
di
Armida
,
oramai
lontana
,
nelle
sensazioni
e
nelle
memorie
.
Ma
si
forzò
a
scacciare
ogni
debolezza
,
tanto
temeva
di
sè
.
Clara
camminò
un
poco
accanto
a
lui
:
poi
guardando
gli
alberi
di
villa
Borghese
,
dalla
terrazza
,
gli
disse
la
gran
frase
:
-
Dunque
,
si
finisce
?
Ah
egli
si
era
creduto
più
forte
!
Si
sentì
vacillare
,
non
potè
rispondere
.
Che
avveniva
,
dunque
,
in
lui
,
di
contradittorio
,
di
bizzarro
,
che
questa
soluzione
tanto
da
lui
invocata
,
ora
gli
faceva
orrore
?
-
Non
mi
rispondi
,
Giovanni
?
-
ed
ella
alzava
,
ogni
tanto
,
il
manicotto
sino
alla
bocca
,
come
a
reprimere
un
singhiozzo
,
un
grido
.
-
Tu
non
hai
pietà
di
me
,
Clara
?
-
Tu
pensi
troppo
alle
tue
miserie
,
e
non
a
quelle
altrui
;
io
non
ti
chieggo
pietà
.
-
Tu
sei
forte
.
-
Ero
forte
.
-
Tu
sei
forte
.
-
La
mia
unica
forza
mi
ha
abbandonata
-
ella
soggiunse
,
sempre
guardando
altrove
.
-
Quale
era
?
-
L
'
amore
.
È
finita
,
Giovanni
-
ed
ebbe
un
cenno
largo
,
definitivo
,
verso
la
campagna
.
-
Non
ci
vedremo
più
,
dunque
?
-
-
egli
chiese
,
debolissimo
,
tremante
,
come
un
fanciullo
disperato
.
-
A
che
servirebbe
?
A
maggiori
dolori
?
-
Come
amici
....
qualche
volta
?
-
Io
non
ti
sono
amica
,
Giovanni
:
ti
ho
troppo
amato
per
esserti
amica
.
-
Io
sono
il
più
sventurato
fra
gli
uomini
-
egli
gridò
,
gittandosi
sovra
un
banco
,
non
reggendo
più
.
Ella
gli
sedette
accanto
:
aveva
gli
occhi
bassi
,
dietro
la
veletta
.
-
Giovanni
,
sii
buono
,
non
diminuire
il
mio
coraggio
.
Vedi
....
per
giungere
a
questo
,
la
mia
anima
ha
dovuto
fare
un
così
lungo
viaggio
!
Ho
detto
io
,
la
parola
estrema
:
io
!
Che
ho
innanzi
,
io
?
Sai
che
esistenza
di
solitudine
,
d
'
inutili
e
tardi
rimpianti
,
di
pentimenti
postumi
,
di
lacrime
senza
conforto
?
Sai
che
lungo
e
deserto
viaggio
io
intraprendo
,
sino
alla
morte
,
sola
?
-
Il
più
sventurato
fra
gli
uomini
!
-
gemeva
lui
,
con
la
faccia
fra
le
mani
,
come
un
fanciullo
abbandonato
.
-
Eppure
....
io
,
io
stessa
rinunzio
.
Tutto
è
stato
inutile
,
fra
noi
:
il
tuo
amore
,
prima
;
il
mio
amore
,
dopo
.
-
Almeno
,
almeno
,
non
mi
avessi
amato
!
-
esclamò
lui
,
in
un
ingenuo
scoppio
di
dolore
.
-
Ti
ho
amato
,
invece
,
molto
,
alla
mia
maniera
,
che
è
certo
imperfetta
,
poichè
tutti
siamo
degli
esseri
imperfetti
.
Ti
ho
amato
....
così
teneramente
,
così
passionalmente
....
ma
era
tardi
,
era
tardi
,
era
tardi
!
-
Ma
io
ti
voglio
bene
,
Clara
!
-
egli
balbettò
,
smarrito
,
vedendo
che
ella
era
per
levarsi
,
per
andarsene
.
-
Ne
sei
certo
?
-
gli
chiese
ella
,
duramente
,
come
nella
prima
sera
del
loro
amore
.
-
Ne
sei
certo
?
-
Non
lo
so
-
rispose
lui
,
annientato
,
ricadendo
sul
banco
.
-
Addio
,
Giovanni
!
-
ella
disse
,
innanzi
a
lui
,
pallida
come
una
morta
.
-
Non
te
ne
andare
,
non
mi
lasciare
!
-
e
tese
le
mani
per
rattenerla
.
Ella
si
trattenne
in
piedi
,
innanzi
a
lui
.
Si
vedeva
che
non
aveva
la
forza
di
fare
un
passo
.
Guardandola
disperatamente
negli
occhi
,
tenendole
una
mano
,
egli
la
supplicava
ancora
,
confusamente
,
di
non
lasciarlo
,
così
,
in
quell
'
ombra
;
ed
ella
non
rispondeva
,
levando
il
volto
,
mordendosi
le
labbra
.
-
Giovanni
,
perchè
vuoi
che
io
resti
?
Che
ci
porterà
di
nuovo
questa
sera
,
o
il
domani
?
Non
saremo
sempre
gli
stessi
?
Che
si
muta
,
per
un
discorso
o
per
un
giorno
?
Avevamo
strade
diverse
e
ci
siamo
voluti
amare
:
questo
amore
è
stato
il
tuo
cruccio
,
allora
;
è
stato
il
mio
cruccio
,
adesso
.
Riprendiamo
la
via
,
più
stanchi
e
più
delusi
di
prima
:
Dio
benedica
la
tua
strada
!
-
Non
te
ne
andare
,
non
te
ne
andare
!
-
Addio
,
Giovanni
-
e
gli
toccò
la
mano
,
con
la
mano
guantata
,
allontanandosi
subito
.
Per
l
'
uomo
che
singhiozzava
,
lassù
,
sul
banco
del
giardino
solitario
,
come
per
la
donna
che
discendeva
alla
città
,
senza
vedere
il
sentiero
,
poichè
le
lacrime
l
'
acciecavano
,
il
sole
era
tramontato
.
Intorno
ad
essi
era
la
grande
,
lunga
,
infinita
notte
dell
'
anima
.
L
'
AMANTE
SCIOCCA
.
A
Luigi
Gualdo
.
I
.
Paolo
Spada
aspettava
la
sua
nuova
innamorata
,
con
una
vivace
curiosità
mescolata
a
una
certa
tenerezza
piena
d
'
indulgenza
e
a
movimenti
improvvisi
e
insoliti
di
buon
umore
.
Egli
aveva
realizzato
,
finalmente
,
dopo
alcuni
anni
vissuti
fra
i
tormentosi
piaceri
di
amori
inconsciamente
complicati
,
dopo
aver
adorato
delle
bizzarre
e
inquietanti
creature
che
eran
tali
,
naturalmente
,
o
che
si
affrettavano
a
diventare
bizzarre
e
inquietanti
al
suo
contatto
,
dopo
essere
stato
adorato
nelle
forme
più
turbolenti
,
più
folli
e
più
tetre
dalle
medesime
creature
,
finalmente
,
egli
aveva
realizzato
un
suo
antico
desiderio
:
desiderio
fluttuante
sempre
in
quell
'
anima
,
ora
sommersa
in
fondo
al
naufragio
di
qualche
stravagante
passione
,
ora
galleggiante
sul
mare
cheto
che
segue
le
tempeste
,
il
desiderio
,
cioè
,
di
amare
una
donna
semplice
e
di
esserne
amato
.
Anzi
,
nei
suoi
momenti
di
accasciamento
passionale
,
quando
il
più
perfido
ingranaggio
psicologico
e
le
mistificazioni
dei
sensi
avevano
esaltato
i
suoi
nervi
e
il
suo
cuore
,
quando
più
egli
aveva
provato
le
stanchezze
supreme
e
le
nausee
profonde
di
qualche
amore
complesso
,
impreciso
ed
enigmatico
,
egli
non
diceva
di
desiderare
una
donna
semplice
,
diceva
:
una
donna
stupida
.
Era
tale
la
sua
ribellione
a
nuove
avventure
d
'
amore
dove
il
cuore
e
la
persona
avessero
dei
misteri
da
rivelare
,
delle
ombre
da
indagare
,
che
egli
arrivava
alla
volgarità
di
certi
uomini
comuni
,
i
quali
vantano
,
per
aver
inteso
vantare
ad
altri
,
l
'
amore
umile
delle
donne
che
non
conoscono
l
'
ortografia
.
Paolo
Spada
,
l
'
artista
squisito
,
narratore
di
storie
sentimentali
e
crudeli
,
cesellatore
,
di
versi
ora
sonori
,
ora
dolenti
,
sempre
alti
,
sempre
nobilissimi
,
rassomigliava
,
in
queste
sue
rivolte
,
a
un
qualunque
farmacista
di
provincia
,
che
dica
il
suo
avviso
sull
'
amore
e
sulle
donne
,
a
tre
o
quattro
amici
,
al
lume
azzurro
di
un
boccale
illuminato
.
E
,
certo
,
egli
l
'
aveva
cercata
,
spesso
,
questa
donna
semplice
,
anzi
questa
donna
stupida
,
per
ripetere
il
suo
sincero
e
brutale
aggettivo
:
e
due
o
tre
volte
egli
aveva
creduto
di
trovarla
e
aveva
avuto
dei
sussulti
di
gioia
,
un
senso
generale
di
pace
nel
suo
spirito
,
come
un
addormentamento
di
tutti
i
sottili
dolori
che
stridevano
sui
suoi
nervi
.
Era
stato
deluso
,
sempre
:
giacchè
nella
semplicità
apparente
e
ingannatrice
di
queste
donne
,
egli
aveva
presto
ritrovato
quei
segreti
moti
,
quelle
illogiche
azioni
,
quelle
incoerenze
talvolta
leggiadre
,
talvolta
repulsive
,
che
danno
all
'
uomo
innamorato
l
'
acuto
e
torturante
segnale
di
non
so
quale
mistero
racchiuso
in
un
carattere
,
in
un
temperamento
muliebre
.
Fresco
e
lieto
,
egli
si
era
abbandonato
alla
dolcezza
di
trovarsi
con
una
creatura
limpida
,
cristallina
:
invece
,
quasi
per
una
ironia
,
troppe
volte
ripetuta
,
perchè
non
paresse
fatta
apposta
,
egli
si
trovava
innanzi
a
un
'
enigma
fisiologico
e
psicologico
.
In
fondo
,
alcune
di
queste
donne
erano
forse
semplici
,
o
meno
complicate
:
ma
appena
elevatesi
all
'
onore
di
essere
amate
da
Paolo
Spada
e
di
amare
Paolo
Spada
,
subito
vi
era
in
loro
,
come
per
magica
influenza
,
un
annodarsi
di
pensieri
,
d
'
idee
,
di
sentimenti
,
un
ravvolgersi
di
circostanze
e
di
fatti
,
un
concentrarsi
di
veli
e
di
ombre
,
per
cui
pareva
che
cangiassero
di
natura
.
Freddamente
furibondo
per
l
'
inganno
,
Paolo
Spada
rodeva
il
freno
di
un
giogo
spirituale
e
sensuale
,
che
lo
opprimeva
con
una
monotonia
scorante
.
Quando
veniva
la
liberazione
,
quando
,
cioè
,
l
'
amore
finiva
,
egli
giurava
di
essere
più
cauto
,
più
sagace
in
un
'
altra
prova
.
Così
,
a
furia
di
sagacia
,
di
cautela
,
di
gelida
pazienza
,
egli
aveva
ritrovata
in
Adele
Cima
la
donna
semplice
,
a
cui
il
suo
cuore
stanco
e
disfatto
anelava
.
Oh
egli
l
'
aveva
sottoposta
a
una
quantità
di
prove
,
la
giovane
donna
,
dai
belli
e
lunghi
capelli
castani
che
si
ammassavano
sulla
testina
,
dai
grandi
occhi
lionati
che
guardavano
con
tanta
tranquillità
e
tanto
candore
,
e
avevano
il
fascino
della
tranquillità
e
del
candore
,
dalle
fini
sopracciglia
nere
e
dalla
fronte
un
po
'
breve
;
e
nelle
prove
,
molto
lunghe
,
convincenti
,
esaurienti
,
era
risultato
che
Adele
Cima
era
una
donna
assolutamente
semplice
e
anche
stupida
,
un
pochino
,
non
molto
.
La
sua
beltà
mancava
di
finezza
,
la
sua
persona
non
aveva
nè
flessuosità
nè
opulenze
,
i
suoi
vestiti
non
erano
elegantissimi
:
e
,
sovra
tutto
,
ella
non
sapeva
nulla
di
ciò
,
era
giustamente
persuasa
di
essere
una
donnina
piacevole
,
era
convinta
di
vestire
come
si
conveniva
,
decentemente
,
era
contenta
di
sè
senza
alterigia
,
e
non
aveva
occhi
per
vedere
nè
il
peggio
,
nè
il
meglio
di
quello
che
essa
rappresentava
.
A
Paolo
Spada
ella
era
piaciuta
subito
,
per
la
sua
freschezza
,
per
non
so
che
di
nuovo
e
di
fragrante
,
che
era
in
lei
,
per
questi
indizii
fisici
di
semplicità
e
anche
di
una
certa
stupidaggine
,
gentile
,
non
soverchia
,
non
urtante
;
quando
ebbe
fatti
tutti
gli
assaggi
per
conoscerne
l
'
anima
,
egli
si
abbandonò
subito
ad
amare
questa
piccola
Adele
Cima
.
In
quanto
a
lei
,
lo
aveva
amato
immediatamente
.
Paolo
Spada
aveva
fatto
su
lei
un
effetto
folgorante
.
Il
suo
imbarazzo
,
la
sua
confusione
,
innanzi
a
lui
,
avevano
qualche
cosa
di
commovente
.
Le
avevan
detto
che
Paolo
Spada
era
un
illustre
artista
,
che
era
un
uomo
celebre
:
ma
ella
non
aveva
letto
di
lui
neppure
una
riga
,
e
si
era
innamorata
di
lui
,
così
,
in
un
minuto
secondo
,
senza
rimedio
.
Ella
si
vergognava
molto
di
questo
subitaneo
amore
e
non
se
lo
sapeva
spiegare
.
-
Io
vi
amo
molto
:
ma
non
so
il
perchè
-
ella
gli
diceva
,
guardandolo
coi
suoi
buoni
occhi
,
che
ingenuamente
indagavano
.
-
Cercate
bene
-
rispondeva
lui
,
sorridendo
teneramente
.
-
È
inutile
:
non
so
perchè
vi
voglio
bene
.
Lo
sapete
voi
,
forse
,
che
conoscete
tutte
le
cose
?
-
Io
?
Neppure
per
sogno
.
-
Allora
non
vi
è
,
questo
perchè
-
soggiungeva
lei
,
subito
convinta
.
Pure
,
malgrado
questo
fulminante
amore
,
Adele
Cima
era
ancora
la
sua
innamorata
e
non
ancora
la
sua
amante
.
Ella
si
rifiutava
,
debolmente
,
con
argomenti
vaghi
,
già
quasi
sedotta
e
trattenuta
da
uno
sgomento
che
,
ogni
tanto
,
appariva
nei
suoi
grandi
occhi
spalancati
.
-
Vi
faccio
paura
?
-
le
diceva
Paolo
Spada
,
un
po
'
scherzando
,
un
po
'
rattristandosi
,
-
Sì
-
rispondeva
Adele
.
-
E
perchè
?
-
Perchè
siete
una
persona
così
diversa
da
me
-
ella
diceva
,
con
una
umiltà
sincera
.
-
Non
importa
,
non
importa
-
era
la
parola
indulgente
e
carezzosa
del
seduttore
.
Ella
aveva
finito
per
promettere
di
andare
da
lui
,
in
quel
giorno
,
alle
due
;
e
Paolo
Spada
,
in
un
rinnovellamento
pacifico
di
tutte
le
sue
forze
morali
,
in
un
rigoglio
di
tutte
le
sue
energie
fisiche
,
aveva
inteso
una
viva
gioia
dilatarsi
in
lui
.
Nessun
dubbio
lo
tormentava
,
come
in
tutti
gli
altri
primi
convegni
,
in
cui
mille
volte
aveva
temuto
che
l
'
amata
non
giungesse
-
e
gli
era
bene
accaduto
,
di
aspettare
invano
!
-
che
un
capriccio
,
un
caso
la
trattenessero
:
egli
era
certo
che
Adele
Cima
sarebbe
venuta
al
convegno
.
Era
troppo
semplice
per
mancare
.
-
Ed
ella
verrà
anche
a
tempo
,
alle
due
,
non
prima
e
non
dopo
:
forse
,
si
tratterrà
per
via
;
per
non
giungere
troppo
presto
-
egli
pensò
,
leggendo
a
distanza
nell
'
anima
della
sua
dilettissima
stupida
,
come
già
la
chiamava
.
In
onore
della
semplicità
di
Adele
Cima
,
egli
non
fece
nessun
preparativo
nella
sua
casetta
di
via
San
Sebastianello
,
che
guardava
piazza
di
Spagna
e
le
prime
vette
degli
alberi
del
Pincio
:
altre
volte
egli
bruciava
dei
profumi
,
egli
comperava
dei
gigli
,
delle
orchidee
per
piacere
alle
sue
raffinate
amanti
.
Un
fascio
di
rose
in
un
vaso
di
cristallo
gli
parve
che
bastasse
.
Del
resto
,
le
sue
stanze
che
formavano
il
suo
quartierino
da
scapolo
,
da
amante
e
da
scrittore
,
avevano
in
sè
tale
accumulamento
di
bizzarrie
,
nei
mobili
,
nelle
stoffe
,
nella
disposizione
,
in
ogni
oggetto
,
che
egli
guardava
tutto
ciò
,
con
occhio
compiaciuto
,
pensando
allo
stupore
della
cara
piccola
donna
sorridendo
,
da
prima
,
all
'
effetto
che
avrebbe
prodotto
su
lei
ogni
cosa
,
dai
tappeti
di
Smirne
,
a
un
idolo
di
bronzo
e
avorio
panciuto
,
orribile
;
dal
letto
che
era
dissimulato
sotto
una
grande
stoffa
di
chiesa
,
ai
ritratti
delle
donne
amate
che
guardavano
dalle
loro
cornici
di
argento
inglese
e
di
cuoio
impresso
.
E
una
crescente
tenerezza
lo
invadeva
,
all
'
idea
di
quella
buona
giovane
creatura
,
così
attraente
e
così
nuova
per
lui
,
che
veniva
col
suo
passo
quieto
e
misurato
a
dargli
dell
'
amore
senza
enigmi
,
senza
misteri
,
senza
noie
e
senza
scene
.
Egli
si
decideva
ad
amarla
molto
e
bene
,
questa
povera
Adele
Cima
,
senza
mai
darle
un
dispiacere
,
senza
mai
farle
intendere
da
quali
altezze
di
pensiero
e
di
sentimento
egli
discendesse
,
per
raggiungere
l
'
umiltà
di
quell
'
amore
,
senza
mai
comunicarle
la
febbre
che
lo
ardeva
,
nelle
sue
ore
di
lavoro
e
di
doloroso
lavoro
.
Voleva
amarla
moltissimo
e
bene
,
giacchè
egli
sentiva
quale
grande
refrigerio
alle
sue
vene
ardenti
sarebbe
venuto
dalla
freschezza
di
quell
'
amore
,
quale
equilibrio
sereno
avrebbe
messo
nei
suoi
nervi
quella
mitezza
d
'
anima
muliebre
,
quale
pace
forte
e
vivificante
avrebbe
data
al
suo
mobile
e
inquieto
pensiero
,
la
lentezza
,
la
semplicità
,
la
piccolezza
del
pensiero
di
Adele
Cima
.
Sì
,
quella
stupida
gli
sarebbe
stata
infinitamente
cara
,
giacchè
sarebbe
stata
infinitamente
utile
al
morbo
del
suo
spirito
!
Ella
venne
alle
due
,
precise
.
Paolo
Spada
che
aveva
gli
occhi
sull
'
orologio
,
come
giuocando
con
sè
stesso
,
sorrise
,
udendo
suonare
alla
porta
.
Andò
ad
aprire
egli
stesso
.
Adele
Cima
gli
apparve
innanzi
e
gli
sorrise
,
così
innamoratamente
,
che
l
'
uomo
sentì
vincersi
da
una
emozione
.
Invece
di
baciarla
sulle
labbra
,
molto
finemente
,
egli
si
inchinò
e
le
baciò
la
mano
.
La
trattava
come
una
duchessa
:
egli
si
accorse
subito
che
ella
era
meravigliata
e
confusa
di
ciò
,
cominciando
a
non
capir
nulla
,
da
quel
primo
bacio
.
Poi
,
Adele
Cima
si
distrasse
immediatamente
:
egli
l
'
aveva
condotta
a
sedere
sopra
un
divano
,
dove
era
gittato
uno
scialle
turco
,
e
le
toglieva
lentamente
un
guanto
,
scherzando
con
le
dita
:
essa
stringeva
ogni
tanto
la
mano
di
lui
,
mentre
si
guardava
intorno
,
incantata
.
Mai
,
aveva
visto
nulla
di
simile
:
e
tutto
le
sembrava
strano
e
incomprensibile
,
producendole
esattamente
l
'
impressione
che
egli
aveva
preveduta
.
In
sè
,
egli
sorrise
di
aver
perfettamente
indovinato
quell
'
effetto
.
Adele
Cima
era
come
egli
la
vedeva
,
la
intendeva
,
la
supponeva
,
di
una
facilità
d
'
interpretazione
tale
,
come
se
egli
rileggesse
un
libro
imparato
a
memoria
nell
'
infanzia
e
tutti
i
brani
gli
si
ricostruissero
nella
mente
.
-
Vi
piace
,
qui
?
-
le
domandò
lui
.
-
....
Sì
-
ella
rispose
,
dopo
un
minuto
di
esitazione
.
È
sempre
così
oscura
,
la
casa
?
-
Sempre
.
Io
odio
la
luce
,
in
città
.
-
Ah
!
-
ella
disse
,
senza
chiedere
altro
.
-
E
ci
state
solo
,
qui
?
-
Ho
un
servo
:
l
'
ho
mandato
via
.
-
Non
vi
annoiate
,
solo
!
-
No
,
mai
.
Salvo
quando
vi
aspetto
.
-
Io
sono
venuta
puntualmente
-
ella
soggiunse
,
subito
,
volendosi
difendere
.
-
Sì
,
sì
,
cara
-
e
le
baciò
le
due
mani
.
Paolo
Spada
era
innamorato
molto
,
in
quell
'
ora
,
e
la
piccola
donna
vestita
di
un
bigio
comune
,
di
un
vestito
che
egli
le
conosceva
già
,
gli
piaceva
moltissimo
:
ella
era
in
casa
sua
:
lo
amava
,
ella
,
perchè
era
venuta
a
lui
,
senza
maggiori
indugi
,
senza
pretese
,
senza
domande
di
fedeltà
,
senza
patti
:
lo
amava
,
tutto
lo
diceva
in
lei
:
eppure
egli
indugiava
a
chiederle
di
esser
sua
,
così
,
per
prolungare
quei
minuti
,
così
tranquilli
,
sicuro
oramai
di
lei
,
come
della
luce
del
sole
.
Adele
Cima
guardò
le
rose
.
Egli
si
alzò
,
e
gliene
dette
due
,
le
più
belle
.
Essa
non
le
odorò
,
non
le
mise
alla
cintura
,
le
tenne
mollemente
fra
le
dita
,
quasi
senza
guardarle
.
-
Non
amate
le
rose
?
-
le
chiese
Paolo
Spada
.
-
....
Sì
.
-
Forse
amate
qualche
altro
fiore
,
specialmente
?
-
No
,
nessun
fiore
,
specialmente
.
-
Io
ho
amato
molto
il
giglio
,
una
volta
,
poi
le
violette
di
Parma
,
poi
le
orchidee
....
-
Che
sono
,
le
orchidee
....
-
Certi
fiori
molto
rari
,
molto
strani
....
-
Non
li
conosco
-
mormorò
ella
,
distratta
.
Pure
,
un
lieve
pallore
l
'
aveva
scolorita
.
Egli
non
se
ne
accorse
.
Ora
,
ella
si
era
levata
e
avvicinatasi
a
un
tavolino
,
ne
aveva
preso
un
ritratto
di
donna
.
-
Chi
è
questa
signora
?
-
Quale
?
Ah
!
...
una
russa
.
-
Una
straniera
?
Siete
stato
in
Russia
,
voi
?
-
Sì
,
una
volta
.
-
È
lontano
,
è
vero
?
-
Lontano
:
vi
fa
molto
freddo
.
-
Perchè
vi
andaste
allora
?
-
Mah
!
...
per
seguire
questa
signora
....
-
Voi
l
'
amavate
?
-
Sì
.
Un
silenzio
si
fece
.
Adele
Cima
si
morsicò
il
labbro
inferiore
:
poi
domandò
:
-
Come
si
chiamava
?
-
Questa
russa
?
Natalia
.
-
Che
bel
nome
!
-
Vi
pare
?
-
Il
mio
è
così
brutto
,
non
è
vero
?
-
disse
ella
venendo
a
lui
,
con
una
espressione
di
malinconia
che
lo
turbò
.
-
Adele
?
Ma
Adele
vale
mille
volte
più
di
Natalia
-
egli
esclamò
,
volendo
consolarla
subito
.
-
Eh
,
no
!
-
diss
'
ella
,
tristemente
-
è
un
brutto
nome
.
-
A
me
piace
immensamente
,
cara
.
-
Perchè
mi
volete
bene
.
-
Forse
per
questo
.
-
Ma
è
un
brutto
nome
,
non
dice
nulla
.
Si
allontanò
nuovamente
da
lui
,
andò
a
guardare
gli
altri
ritratti
;
egli
la
seguiva
,
tenendole
una
mano
,
lusingato
e
intenerito
da
quella
semplicità
,
da
quella
ingenuità
.
Ella
prese
un
altro
ritratto
e
glielo
porse
:
-
Era
bionda
,
questa
?
-
Sì
,
bionda
.
-
Vi
piacciono
le
bionde
?
-
Mi
piace
la
donna
che
amo
.
-
Più
le
bionde
o
più
le
brune
?
-
Quella
che
amo
,
quella
che
amo
!
-
replicò
lui
,
lietamente
,
felice
di
essere
amato
così
e
di
amare
così
,
-
Il
castagno
è
uno
sciocco
colore
di
capelli
-
ella
dichiarò
a
occhi
bassi
,
come
mortificata
da
questa
inferiorità
sua
.
-
Ma
no
.
-
Me
lo
hanno
detto
,
lo
so
.
Avrei
voluto
esser
bionda
,
io
.
-
I
vostri
capelli
sono
belli
.
-
Ma
biondi
,
sarebbero
stati
bellissimi
-
replicò
lei
,
ostinatamente
.
Egli
le
voltò
,
con
un
gentile
atto
,
la
testa
verso
lui
e
la
baciò
sui
capelli
.
Ella
sorrise
,
innamoratissimamente
:
e
subito
dopo
,
gli
chiese
:
-
Tutte
queste
signore
sono
state
vostre
amanti
?
-
Quasi
tutte
.
-
Sono
molte
-
ella
disse
,
abbassando
gli
occhi
.
-
Io
non
sono
più
un
giovanotto
.
-
Avete
avuto
molte
amanti
;
tutti
gli
uomini
ne
hanno
tante
?
-
Sapete
....
nella
nostra
professione
....
le
occasioni
sono
più
facili
....
-
Già
....
è
vero
,
voi
siete
uno
scrittore
.
Siete
anche
un
poeta
?
-
Sì
,
cara
-
disse
lui
,
sorridendo
.
-
Scrittori
e
poeti
pare
che
abbiano
molte
amanti
-
e
gli
occhi
grandi
e
belli
le
si
velarono
di
lacrime
.
A
quello
schietto
dolore
,
egli
non
resse
.
Le
prese
le
mani
,
l
'
abbracciò
,
cercò
di
consolarla
con
una
quantità
di
parole
vaghe
,
come
si
dicono
ai
bimbi
per
farli
finire
di
piangere
,
per
farli
addormentare
;
ella
ascoltava
,
già
subito
confortata
,
guardandolo
negli
occhi
,
credendogli
come
il
bimbo
crede
alla
mamma
.
Egli
le
soggiunse
che
tutti
quelli
erano
stati
amori
effimeri
,
che
ella
sola
era
l
'
amata
,
la
vera
,
l
'
unica
:
e
una
immensa
fede
in
queste
proteste
di
amore
si
leggeva
nel
volto
di
Adele
Cima
.
Pian
piano
egli
l
'
aveva
condotta
di
là
,
nella
sua
stanza
.
Sovra
una
scansietta
di
legno
scolpito
,
sostenuta
da
una
gran
mano
di
bronzo
,
erano
,
in
legature
fini
di
pergamena
,
tutti
i
volumi
di
prose
e
di
poesie
di
Paolo
Spada
.
L
'
innamorata
ne
prese
uno
e
l
'
aprì
:
-
Che
bella
carta
....
-
disse
,
passandovi
sovra
,
lievemente
,
le
dita
.
-
Voi
avete
scritto
tutto
questo
?
-
Sì
,
cara
.
-
È
un
romanzo
?
-
Sì
,
anima
mia
.
-
Deve
essere
bello
.
Io
ho
letto
pochissimi
romanzi
-
ella
concluse
,
posando
il
libro
.
Guardò
nuovamente
i
volumi
nello
scaffale
:
-
Ci
mettete
molto
tempo
per
scriverne
uno
,
di
libro
?
-
Per
lo
più
,
molto
tempo
.
-
Ah
!
-
ella
disse
,
chinando
nuovamente
gli
occhi
.
-
E
siete
solo
quando
scrivete
?
-
Solissimo
.
Qualunque
rumore
mi
turba
.
La
presenza
di
una
persona
,
anche
silenziosa
,
non
mi
fa
scrivere
.
-
Sì
?
-
ella
disse
,
con
un
accento
fra
sorpreso
e
sgomento
.
-
E
perchè
questo
?
-
Così
-
egli
rispose
,
un
po
'
brevemente
,
non
volendo
darle
altre
spiegazioni
.
Ella
ebbe
il
contraccolpo
di
quella
piccola
durezza
.
Si
sollevò
verso
lui
,
lo
guardò
,
gli
chiese
:
-
Mi
volete
bene
?
-
Sì
,
tanto
,
cara
.
-
Vi
ho
seccato
con
quella
domanda
sciocca
?
-
No
,
no
,
non
potete
seccarmi
.
-
Io
stessa
sono
una
sciocca
,
compatitemi
.
-
Io
vi
voglio
bene
,
non
posso
compatirvi
.
-
Mi
volete
bene
,
malgrado
la
mia
stupidità
?
-
domandò
,
fra
il
riso
e
il
pianto
.
-
Malgrado
la
vostra
stupidità
,
vi
adoro
-
disse
lui
,
lietamente
e
crudelmente
.
-
Ah
!
grazie
.
Come
l
'
ora
cadeva
,
continuando
a
guardarsi
intorno
con
stupore
e
con
paurosa
ammirazione
,
Adele
Cima
diventò
l
'
amante
di
Paolo
Spada
;
e
fu
senza
lacrime
e
senza
spasimi
,
senza
proteste
e
senza
giuramenti
.
Egli
si
sentì
felicissimo
,
come
mai
.
In
quelle
ore
d
'
amore
egli
non
si
tormentò
a
sorvegliarsi
e
a
sorvegliare
l
'
anima
dell
'
amata
:
egli
non
s
'
inchinò
a
misurare
il
pallore
dell
'
amata
e
non
tese
l
'
orecchio
a
raccogliere
il
balbettìo
della
passione
erompente
:
egli
non
pensò
ad
esser
guardingo
,
in
quell
'
eterno
e
terribile
istinto
di
diffidenza
,
che
,
nei
maggiori
trasporti
,
divide
le
anime
degli
amanti
,
insuperabilmente
.
Il
suo
cuore
e
i
suoi
nervi
si
trovarono
di
pieno
accordo
in
un
abbandono
giovanile
e
semplice
,
singolare
in
un
uomo
che
aveva
molto
e
bene
e
male
vissuto
,
che
aveva
vissuto
,
infine
.
Il
beneficio
che
egli
aspettava
dall
'
amore
di
Adele
Cima
,
gli
venne
largo
e
completo
,
giacchè
un
cordiale
,
un
morbidissimo
senso
di
riposo
avvolse
tutte
le
sue
forze
,
fece
tacere
ogni
stridore
,
versò
balsamo
su
tutte
le
vecchie
cicatrici
inciprignite
:
e
quando
ella
fu
per
partire
,
e
lui
s
'
inginocchiò
innanzi
a
lei
per
baciarle
devotamente
la
mano
,
un
verace
,
un
grande
impeto
di
riconoscenza
animava
Paolo
Spada
.
E
lei
?
Innamoratissima
e
timida
,
adorandolo
già
e
sentendo
una
ignota
,
invincibile
confusione
in
sè
,
ella
fu
felice
e
taciturna
,
piena
di
sorrisi
ineffabili
-
il
suo
sorriso
era
più
intelligente
dei
suoi
occhi
larghi
e
limpidi
-
piena
di
dedizioni
semplici
e
complete
,
obbedendo
alla
legge
dell
'
amore
con
una
immensa
umiltà
che
la
inebbriava
.
Solamente
,
dopo
,
ella
continuò
a
dargli
del
voi
;
e
teneramente
,
egli
la
riprese
di
ciò
:
-
Dammi
del
tu
,
cara
....
-
Non
mi
riesce
.
-
E
perchè
?
Non
oso
.
II
.
L
'
improvviso
e
soggiogante
amore
di
Paolo
Spada
per
Adele
Cima
aveva
preteso
che
ella
venisse
ad
abitare
con
lui
nella
casa
di
San
Sebastianello
.
La
resistenza
della
donna
era
stata
debole
e
vaga
:
l
'
amante
con
facilità
le
aveva
dimostrato
che
essendo
ella
libera
e
sola
,
nulla
di
meglio
le
restava
a
fare
che
unirsi
a
lui
.
-
Io
ti
darò
grande
noia
:
tu
sei
abituato
alla
solitudine
-
aveva
ella
opposto
,
timidamente
,
due
o
tre
volte
.
-
Tu
sei
incapace
di
annoiarmi
,
cara
-
aveva
sempre
risposto
lui
,
con
quella
tenerezza
indulgente
che
era
la
nota
principale
del
suo
amore
per
Adele
.
Ella
era
rimasta
interdetta
e
pensosa
,
come
se
cercasse
una
idea
,
ancora
oscura
nella
,
sua
mente
,
e
,
forse
,
la
forma
per
esprimerla
.
Finalmente
,
alle
reiterate
richieste
dell
'
amante
,
perchè
si
decidesse
a
venire
da
lui
,
definitivamente
,
ella
ebbe
il
coraggio
di
dire
questo
:
-
E
se
tu
,
un
giorno
,
non
mi
ami
più
?
-
Io
?
Ti
amerò
sempre
,
diletta
.
Capisci
che
non
vi
è
una
ragione
al
mondo
,
perchè
io
finisca
di
amarti
.
-
Pure
....
se
non
mi
ami
più
?
-
aveva
ella
replicato
,
incapace
di
entrare
in
nessuna
delle
sottigliezze
,
talvolta
crudeli
,
del
suo
amante
.
-
Non
è
possibile
.
Se
accadesse
....
rimarremmo
egualmente
insieme
....
-
Come
?
-
I
mariti
e
le
mogli
non
ci
restano
,
forse
,
anche
quando
non
si
amano
più
?
Adele
tacque
:
ma
non
era
convinta
.
Con
una
espressione
di
rammarico
,
soggiunse
:
-
Senza
l
'
amore
,
non
ci
vorrei
restare
.
Ma
queste
brevi
e
innocue
discussioni
non
potevano
portare
che
a
un
sol
risultato
:
alla
vittoria
della
volontà
di
Paolo
Spada
su
quella
di
Adele
Cima
.
Ella
lo
amava
profondamente
,
in
una
forma
tutta
rudimentale
,
cioè
cieca
e
assoluta
.
Venne
a
stare
con
lui
.
L
'
artistico
quartierino
non
fu
guastato
in
nulla
,
giacchè
vi
furono
unite
altre
due
stanze
,
accanto
,
che
erano
disponibili
e
dove
Adele
Cima
trasportò
i
suoi
semplici
mobili
.
Un
tappeto
di
Smirne
messo
innanzi
a
una
porta
della
camera
di
Paolo
,
nascondeva
la
comunicazione
tra
il
quartierino
e
le
due
stanze
di
Adele
,
tanto
che
per
molto
tempo
,
tutte
le
visite
di
Paolo
Spada
,
amici
,
ammiratori
,
seccatori
,
ignorarono
l
'
esistenza
della
donnina
dai
morbidi
e
lunghi
capelli
castani
,
dai
grandi
occhi
lionati
,
così
sempre
pieni
di
meraviglia
.
Appena
ella
udiva
il
campanello
,
diventava
inquieta
.
Invano
Paolo
cercava
di
trattenerla
:
se
un
passo
si
avanzava
,
indicando
che
la
persona
era
stata
ammessa
dal
cameriere
,
ella
si
levava
,
spariva
dietro
il
tappeto
,
senza
far
rumore
,
come
un
'
ombra
.
Gli
amici
di
Paolo
Spada
le
davano
una
soggezione
grande
.
Dalla
sua
stanza
,
involontariamente
,
poichè
ella
si
sarebbe
vergognata
di
origliare
,
ella
udiva
elevarsi
il
tono
della
conversazione
,
molto
forte
:
le
dispute
si
accendevano
da
un
minuto
all
'
altro
,
ed
ella
,
non
intendendone
nè
la
causa
nè
lo
scopo
,
non
udendone
bene
le
parole
che
non
arrivavano
precise
sino
a
lei
,
finiva
per
avere
una
paura
orribile
di
queste
liti
,
di
questi
scoppii
di
voce
,
di
questi
urli
.
Poco
a
poco
esse
si
chetavano
:
le
voci
si
facevano
più
fioche
:
tacevano
:
passava
un
tempo
di
silenzio
.
Timidamente
,
ella
sollevava
il
tappeto
,
faceva
capolino
:
o
Paolo
Spada
era
uscito
e
la
casa
era
deserta
:
o
lo
trovava
sdraiato
sopra
un
divano
,
sprofondato
in
quei
trenta
o
quaranta
piccoli
cuscini
di
raso
ripieni
di
piume
,
che
gli
formavano
un
letto
di
riposo
,
fumando
una
sigaretta
,
a
occhi
socchiusi
,
tranquillissimo
:
-
Che
avevate
,
a
gridar
tanto
?
-
Parlavamo
d
'
arte
.
-
Ah
!
e
si
grida
così
?
-
Così
,
cara
.
Del
resto
,
quando
non
vi
era
nessuno
,
Adele
Cima
stava
sempre
accanto
a
Paolo
Spada
.
Essi
pranzavano
assieme
;
un
cuoco
mandava
loro
il
cibo
,
da
fuori
,
giacchè
Paolo
Spada
odiava
l
'
odore
della
cucina
,
in
casa
;
il
cameriere
li
serviva
a
tavola
.
Questo
pranzo
fatto
di
pietanze
cucinate
alla
francese
,
sempre
un
po
'
fredde
,
un
po
'
monotone
nella
loro
voluta
bizzarria
,
servite
in
fretta
e
in
silenzio
,
nella
piccola
stanza
da
pranzo
,
sotto
il
chiarore
azzurrino
,
come
acquitrinoso
,
di
una
gran
lampada
sospesa
e
coperta
di
uno
strano
paralume
,
era
una
delle
cose
che
più
spostava
i
gusti
e
i
costumi
di
Adele
Cima
.
Tutte
quelle
conserve
,
quelle
mostarde
di
gusto
inglese
che
Paolo
Spada
sovrapponeva
alla
cucina
francese
,
finivano
di
stordirla
nelle
sue
quietissime
inclinazioni
culinarie
.
Per
far
piacere
al
suo
amante
,
ella
gustava
di
tutto
,
con
un
certo
coraggio
,
giacchè
molte
di
quelle
cose
non
le
piacevano
punto
:
e
sorrideva
a
lui
,
con
quel
luminoso
sorriso
dove
ella
trasfondeva
tutta
la
sua
adorazione
per
Paolo
.
A
furia
di
dominarsi
,
ella
aveva
quasi
finito
per
amare
il
fegato
d
'
oca
di
Strasburgo
,
e
per
tollerare
il
caviale
:
ma
non
le
riesciva
di
sopportare
il
roseo
salmone
,
di
cui
egli
era
così
ghiotto
,
pranzando
solo
con
quello
,
talvolta
,
e
con
una
tazza
di
tè
.
Egli
capiva
perfettamente
lo
stordimento
di
Adele
,
e
ne
godeva
,
e
ogni
volta
che
l
'
amore
compiva
un
'
altra
di
queste
sorprese
e
un
altro
di
questi
miracoli
,
egli
aveva
un
senso
di
trionfo
nel
suo
animo
.
Non
solo
egli
era
riconoscente
ad
Adele
Cima
,
che
essendo
una
povera
cara
scema
,
cercava
di
seguirlo
in
tutte
le
naturali
anomalie
della
vita
delle
persone
di
talento
,
ma
le
era
anche
grato
che
,
malgrado
lo
stupore
,
malgrado
l
'
impressione
cattiva
,
ella
restasse
quel
che
era
,
così
tenera
,
così
adorabile
nella
sua
adorazione
per
lui
.
Egli
pensava
:
-
Ella
non
ama
questa
cosa
:
ama
me
,
però
:
e
per
questo
si
sforza
di
amare
la
cosa
che
odia
;
forse
,
non
ci
riesce
:
ma
a
me
,
che
importa
?
Vedo
il
risultato
,
io
.
Essa
mi
adora
e
divorerebbe
i
carboni
ardenti
,
per
me
.
Uscivano
insieme
,
sempre
.
Ella
avrebbe
preferito
di
andare
per
il
Corso
:
anzi
,
ella
trovava
via
Nazionale
la
più
bella
delle
vie
.
Viceversa
,
egli
era
un
appassionato
,
come
tutte
le
anime
artistiche
,
dell
'
antica
Roma
e
più
della
sua
solenne
e
poetica
campagna
romana
.
Egli
non
si
stancava
mai
di
ritornarvi
,
sebbene
da
anni
ed
anni
vi
andasse
,
figliuolo
devoto
dell
'
augusta
città
,
ma
più
delle
sue
vaste
solitudini
.
Colà
,
egli
più
si
raccoglieva
e
pensava
.
Quelle
estensioni
di
terra
brunastra
,
qua
e
là
appena
appena
sparse
di
qualche
striscia
di
erba
,
quelle
ondulazioni
singolari
del
terreno
,
come
per
sommovimento
tellurico
,
quelle
alte
barriere
,
che
dividono
,
non
si
sa
perchè
,
quei
campi
infecondi
,
l
'
uno
dall
'
altro
,
quelle
rive
cretose
che
discendono
al
fiume
giallo
inclinandovi
i
neri
bracci
stecchiti
dei
salici
,
erano
il
miglior
orizzonte
per
il
suo
gran
sogno
di
arte
e
di
poesia
.
E
,
amando
Adele
Cima
,
volendola
insieme
,
sempre
,
come
emblema
di
amore
e
di
pace
,
come
compagnia
di
equilibrio
e
di
serenità
,
egli
la
conduceva
seco
,
spiegandole
benignamente
tutta
la
grandiosità
e
la
bellezza
di
quel
paesaggio
,
che
non
rassomiglia
a
nessun
altro
.
Ella
lo
ascoltava
,
incantata
dal
suono
di
quella
voce
così
toccante
nella
sottile
velatura
che
la
rendeva
un
po
'
roca
,
incantata
da
quella
luce
di
entusiasmo
che
rendeva
più
seducenti
i
bellissimi
occhi
di
Paolo
Spada
,
incantata
dall
'
armonia
di
quello
che
egli
diceva
:
e
chinava
il
capo
,
assentendo
,
diceva
un
monosillabo
,
stringendo
la
mano
del
suo
amante
.
In
verità
,
quella
campagna
romana
la
sgomentava
;
quella
solitudine
,
quella
sterilità
,
quel
gran
fiume
torbido
,
quei
neri
carri
di
pozzolana
su
cui
passavano
lunghi
distesi
,
sonnecchiando
,
pipando
,
fischiando
lugubremente
,
talvolta
,
i
carrettieri
,
le
opprimeva
i
nervi
.
Però
,
piaceva
a
Paolo
:
ciò
bastava
.
Lo
seguiva
,
docilmente
,
ogni
giorno
,
in
queste
passeggiate
:
anche
quando
il
tempo
era
bigio
,
plumbeo
e
il
gran
cielo
così
tragicamente
si
abbassava
sulla
campagna
:
ogni
tanto
egli
esclamava
:
-
Guarda
,
Adele
,
quanto
è
bello
....
-
Bellissimo
-
rispondeva
lei
,
subito
.
Viceversa
,
il
suo
cuore
era
pieno
di
tristezza
,
per
quell
'
ambiente
.
Fra
le
altre
cose
,
ella
temeva
per
Paolo
e
anche
per
lei
,
di
prendere
la
febbre
in
quei
giorni
di
autunno
,
in
quelle
ore
crepuscolari
.
Ella
che
non
aveva
l
'
abitudine
di
fumare
,
gli
chiedeva
una
sigaretta
.
Le
avevano
detto
che
la
sigaretta
è
eccellente
,
contro
l
'
infezione
della
febbre
romana
:
-
Tu
fumi
,
cara
?
-
Sì
,
sì
-
diceva
lei
,
con
un
pallido
sorriso
.
Ma
presto
la
sigaretta
,
spenta
,
le
cadeva
dalle
dita
.
Ella
si
stringeva
nel
suo
mantello
.
Aveva
i
piedi
gelati
e
non
osava
mai
portare
un
plaid
,
per
non
dare
fastidio
a
Paolo
.
Costui
,
assorto
,
taceva
.
Giacchè
,
nella
consuetudine
che
aveva
dapprima
di
andar
solo
nella
campagna
romana
e
nel
gran
fascino
che
quell
'
ambiente
esercitava
su
lui
,
egli
si
dimenticava
di
avere
accanto
Adele
Cima
e
lasciava
trascorrere
il
tempo
,
nel
più
profondo
silenzio
.
Il
cocchiere
seguitava
a
far
trottare
il
cavallo
,
pigramente
:
la
carrozza
andava
,
andava
,
lontano
,
punto
nero
sopra
la
via
giallastra
;
e
Adele
,
obbliata
,
era
presa
da
una
voglia
irresistibile
di
piangere
.
Allora
,
quando
non
ne
poteva
più
,
si
voltava
a
Paolo
,
lo
guardava
coi
suoi
belli
occhi
grandi
,
sorpresi
e
un
po
'
supplici
.
Egli
la
guardava
,
ma
non
aveva
l
'
aria
di
vederla
.
Ella
lo
chiamava
,
piano
:
-
Paolo
....
-
Che
vuoi
?
-
Dimmi
qualche
cosa
.
-
Che
cosa
?
E
la
voce
sua
era
così
strana
,
come
di
un
dormiente
che
sogna
,
una
voce
di
persona
lontana
,
una
voce
di
anima
distaccata
dal
minuto
presente
,
dallo
spazio
presente
.
Adele
trasaliva
:
-
Mi
ami
,
Paolo
?
-
gli
chiedeva
,
per
il
bisogno
di
parlare
,
di
sottrarsi
all
'
incubo
dell
'
ambiente
.
-
Ti
adoro
-
rispondeva
lui
,
con
un
tono
di
maggior
sonnambulismo
.
Poi
,
un
silenzio
.
La
carrozza
andava
sempre
.
-
Torniamo
,
Paolo
?
-
Ancora
un
po
'
.
-
È
tardi
,
amore
....
-
Non
è
tardi
.
Ma
spesso
,
queste
interruzioni
dei
suoi
pensieri
,
dei
suoi
sogni
lo
turbavano
molto
....
Senza
durezza
,
poichè
egli
amava
Adele
,
le
diceva
:
-
Taci
:
lasciami
pensare
.
-
A
che
pensi
,
amore
?
-
Penso
;
lasciami
stare
.
-
Dimmi
a
che
....
-
È
inutile
che
tu
lo
sappia
-
rispondeva
,
inasprito
,
a
un
tratto
.
Ella
aveva
pianto
,
la
prima
volta
che
le
parlò
così
;
ma
,
peggio
,
egli
non
si
era
accorto
di
quel
pianto
.
Da
allora
,
si
era
rassegnata
a
subire
tutte
le
interminabili
e
tristi
passeggiate
nella
campagna
romana
,
senza
parlare
che
quando
lui
la
interrogava
.
Moriva
di
freddo
e
di
tristezza
,
ma
soffriva
tutto
questo
per
amore
di
Paolo
.
Quando
rientravano
in
città
,
man
mano
,
si
veniva
riscaldando
:
Paolo
esciva
dal
suo
silenzio
.
Ella
sorrideva
,
di
nuovo
:
e
un
'
altra
prova
era
passata
.
D
'
altronde
,
a
questi
profondi
assorbimenti
di
Paolo
ella
doveva
cercare
di
assuefarsi
,
poichè
,
in
casa
,
lo
coglievano
spesso
.
Loquacissimo
e
beffardo
,
insieme
,
ma
graziosamente
beffardo
,
egli
cadeva
,
ad
un
tratto
,
in
una
mestizia
taciturna
che
scombussolava
,
subito
,
tutto
l
'
umore
sereno
e
dolce
di
Adele
Cima
.
Sdraiato
,
con
la
sigaretta
spenta
fra
le
dita
,
immerso
in
quei
molli
cuscini
che
erano
così
cari
alle
sue
ore
di
riposo
e
di
malinconia
,
Paolo
Spada
aveva
l
'
aspetto
immobile
e
triste
,
l
'
aria
disfatta
e
triste
,
gli
occhi
socchiusi
lasciavano
errare
uno
sguardo
vago
e
triste
.
Subito
,
Adele
gli
chiedeva
:
-
Hai
sonno
?
-
No
.
-
Sei
stanco
?
-
Sì
.
-
Di
che
sei
stanco
?
Non
sei
uscito
.
-
Sono
stanco
-
mormorava
lui
,
con
quella
sua
voce
lontana
.
Ella
faceva
trascorrere
un
po
'
di
tempo
in
silenzio
.
Indi
ritornava
a
lui
:
-
Ti
senti
male
?
-
No
.
-
Vuoi
qualche
cosa
?
-
No
.
-
Debbo
andarmene
?
-
Resta
pure
:
ma
taci
.
Adele
chinava
gli
occhi
per
non
piangere
.
Le
riesciva
impossibile
d
'
intendere
la
causa
della
tristezza
di
Paolo
Spada
,
sfuggendole
assolutamente
tutto
il
lavorio
dell
'
anima
di
costui
.
Ella
non
vedeva
che
l
'
immobilità
,
il
pallore
,
la
taciturnità
;
ella
non
capiva
,
che
la
risposta
indifferente
,
o
quella
dura
,
nella
loro
durezza
esteriore
:
ella
intravedeva
un
mistero
superiore
dello
spirito
,
arcano
,
avvolto
in
tali
veli
che
giammai
la
sua
piccola
mente
avrebbe
potuto
sollevare
,
e
una
pena
acuta
,
intimissima
,
nascosta
con
gelosa
cura
la
torturava
,
senza
che
ella
volesse
mai
esprimerla
,
o
trovasse
mai
parole
per
narrarla
.
Andava
a
prendere
un
suo
lavoro
all
'
uncinetto
,
una
di
quelle
interminabili
coltri
a
rosoni
,
bianche
,
e
seduta
in
una
poltroncina
,
lavorava
nel
più
grande
silenzio
.
Talvolta
,
la
stanchezza
la
sorprendeva
.
Ella
sonnecchiava
.
Il
capo
le
si
abbassava
sul
petto
.
-
Tu
dormi
?
-
le
dicea
lui
.
-
No
,
non
dormo
-
rispondeva
lei
,
trasalendo
,
scuotendosi
.
-
Poverina
,
ti
annoio
.
-
Non
mi
annoi
.
-
Le
mie
ore
d
'
inchiostro
sono
così
odiose
!
-
Nulla
di
te
,
è
odioso
-
ella
replicava
,
a
bassa
voce
.
Ma
questa
frase
ore
d
'
inchiostro
le
faceva
l
'
effetto
di
un
gran
buco
nero
nero
,
dove
precipitassero
Paolo
Spada
e
l
'
amor
suo
,
donde
ella
non
potesse
cavar
più
fuori
nè
l
'
amante
,
nè
l
'
amore
.
Giacchè
la
paura
più
umile
,
più
comune
,
che
la
teneva
sempre
,
che
la
tormentava
in
segreto
,
era
che
Paolo
Spada
l
'
amasse
poco
,
o
non
l
'
amasse
punto
.
Non
sapeva
,
ella
,
per
quale
paese
dei
sogni
egli
partisse
,
in
queste
sue
ore
tetre
;
neppur
supponeva
che
vi
fosse
un
immenso
,
interminabile
,
infinito
paese
dei
sogni
dove
se
ne
vanno
le
anime
dei
poeti
,
degli
artisti
,
dei
sognatori
:
ma
intuiva
,
così
,
semplicemente
che
Paolo
Spada
era
ben
lontano
,
lontano
da
lei
e
dal
suo
amore
in
quei
momenti
,
e
che
quel
corpo
,
abbandonato
fra
i
cuscini
,
quel
volto
smorto
e
chiuso
non
avevano
nè
sentimento
,
nè
volontà
.
Ella
lo
adorava
con
tutto
il
suo
piccolo
e
serio
cuore
,
con
la
sua
piccola
e
limitata
mente
,
e
oltre
l
'
amore
,
per
natura
,
per
temperamento
,
per
carattere
,
non
poteva
vedere
.
Beninteso
che
,
sempre
,
Paolo
Spada
usciva
da
una
di
quelle
crisi
di
tetraggine
,
per
gittarsi
in
impeti
di
folle
gaiezza
.
Allora
egli
colmava
la
sua
amante
di
liete
carezze
,
di
adorazioni
gioconde
e
quasi
infantili
:
la
obbligava
ad
entrare
nei
magazzini
di
mode
,
dove
le
comperava
pazzamente
delle
cose
che
non
le
servivano
punto
;
la
costringeva
a
seguirlo
nelle
grandi
trattorie
dove
ordinava
dei
pranzi
squisiti
,
sostenuti
da
vini
generosi
:
la
conduceva
ai
teatri
,
nelle
grandi
serate
:
e
,
sovra
tutto
,
parlava
con
lei
,
rideva
con
lei
,
la
corteggiava
gaiamente
,
divertendosi
di
tutte
le
inveterate
timidità
della
donna
,
delle
sue
ritrosie
,
del
suo
terrore
del
pubblico
.
Dappertutto
,
ella
andava
a
malincuore
,
poichè
ella
preferiva
,
infine
,
la
loro
casa
,
in
cui
sempre
l
'
ambiente
la
sconvolgeva
,
ma
dove
,
almeno
erano
soli
.
Adesso
,
a
poco
a
poco
Paolo
Spada
la
veniva
presentando
ai
suoi
amici
,
senz
'
altro
nome
che
questo
:
la
mia
Adele
,
e
al
primo
movimento
di
consolazione
e
di
orgoglio
che
questo
nome
le
produceva
,
detto
così
,
da
lui
,
ne
subentrava
uno
di
malinconia
,
sentendosi
ricacciata
nell
'
anonimo
,
senza
personalità
,
più
,
come
una
povera
cosa
appartenente
a
lui
,
come
gli
apparteneva
un
bastone
o
un
fazzoletto
.
Questi
amici
di
Paolo
Spada
erano
così
singolari
,
anche
essi
!
Le
parevano
tutti
affetti
da
una
leggiera
o
più
grave
pazzia
,
manifestantesi
nei
modi
o
familiari
troppo
,
o
fittiziamente
freddi
,
nelle
voci
bizzarre
che
pronunziavano
parole
anche
più
bizzarre
.
Nelle
loro
conversazioni
che
ella
si
ostinava
a
voler
intendere
,
ella
non
afferrava
che
le
prime
frasi
,
e
subito
la
sua
mente
si
confondeva
in
quei
paradossi
sull
'
amore
,
sull
'
arte
,
sulla
vita
,
e
non
ci
si
raccapezzava
più
.
Nei
caffè
,
per
le
vie
,
le
discussioni
si
prolungavano
,
accanite
,
rinascenti
,
giranti
intorno
all
'
argomento
,
col
ritorno
di
certi
nomi
,
di
certe
frasi
,
di
certi
intercalari
;
ella
ascoltava
,
fingendo
l
'
attenzione
,
ma
senza
capire
più
nulla
.
Talvolta
,
queste
discussioni
erano
nelle
vie
,
di
sera
:
Paolo
Spada
e
qualche
suo
amico
andavano
lentamente
,
fermandosi
ogni
tanto
,
accalorati
,
ardenti
,
e
Adele
Cima
imitava
il
loro
passo
,
si
fermava
con
loro
,
sempre
taciturna
,
levando
ogni
tanto
il
suo
bel
volto
bianco
e
sorpreso
verso
Paolo
,
quasi
a
pregarlo
di
finire
,
di
rientrare
.
Ma
egli
non
vedeva
lo
sguardo
timido
e
pregante
dei
bei
grandi
occhi
limpidi
e
semplici
,
e
la
disputa
si
prolungava
,
mentre
ella
cadeva
dall
'
oppressione
in
un
sonno
,
per
cui
andava
a
casa
come
una
sonnambula
.
Una
notte
,
così
,
girarono
per
due
o
tre
ore
,
intorno
a
piazza
Navona
,
Paolo
Spada
e
Massimo
Dias
,
slanciati
in
una
feroce
discussione
sull
'
Ariosto
ed
ella
,
alla
fine
,
mezza
morta
,
non
osando
dire
nulla
,
si
lasciò
cadere
a
sedere
sullo
scalino
,
presso
la
fontana
.
Fu
allora
che
egli
si
decise
a
metterla
in
carrozza
ed
a
portarla
a
casa
,
invaso
da
una
improvvisa
pietà
che
lo
rese
dolcissimo
e
amorosissimo
verso
la
donna
.
Questi
amici
di
Paolo
Spada
la
trattavano
anche
singolarmente
.
Alcuni
la
salutavano
correttamente
,
ma
non
le
dirigevano
la
parola
;
altri
le
indirizzavano
delle
frasi
galanti
in
istile
letterario
;
altri
la
riguardavano
come
un
camerata
e
usavano
familiarmente
con
lei
,
a
grosse
strette
di
mano
,
chiamandola
Adele
.
Con
quella
intuizione
delle
persone
semplicissime
,
ella
sentiva
che
sotto
la
correttezza
di
alcuni
si
nascondeva
il
disprezzo
;
le
galanterie
in
frasi
fiorite
la
imbarazzavano
e
la
facevano
arrossire
;
le
familiarità
la
turbavano
.
Qualche
volta
,
malgrado
la
sua
timidità
,
aveva
sorpreso
qualche
parola
che
suonava
caricatura
per
lei
e
certi
sorrisi
le
sembravano
dubbi
.
Ne
aveva
parlato
a
Paolo
Spada
:
-
I
tuoi
amici
mi
ritengono
per
una
stupida
.
-
No
,
cara
.
-
Credilo
,
è
così
.
-
Da
che
te
ne
accorgi
?
Saresti
diventata
furba
,
per
caso
?
-
Non
lo
so
:
ma
per
loro
,
sono
un
'
oca
.
-
Per
loro
,
come
per
me
,
sei
una
bella
,
buona
,
cara
donnina
,
ecco
tutto
.
Vuoi
dei
complimenti
,
a
quanto
pare
.
-
Se
sono
un
'
oca
per
te
,
non
voglio
essere
un
'
oca
per
gli
altri
-
ella
soggiungeva
,
assai
più
triste
,
convinta
che
Paolo
Spada
si
vantasse
della
sua
ocaggine
.
-
O
cara
ochetta
sentimentale
e
mesta
,
cara
piccola
oca
bianca
e
malinconica
,
finirai
per
rassomigliare
a
un
cigno
-
diceva
lui
,
con
la
sua
voce
sonora
e
pure
velata
che
la
seduceva
,
toccandone
le
fibre
più
recondite
del
cuore
.
Avrebbe
ella
,
forse
,
voluto
allontanarlo
,
da
queste
conversazioni
,
da
queste
dispute
con
questi
amici
dagli
occhi
stralunati
,
dalle
ciere
malaticcie
,
che
fumavano
la
pipa
,
talvolta
,
o
che
erano
in
una
perfetta
tenuta
da
gentiluomo
,
in
marsina
,
con
la
pelliccia
aperta
,
col
fiore
all
'
occhiello
,
ma
che
avevano
egualmente
la
ciera
morbosa
e
gli
occhi
sognanti
,
quasi
allucinati
.
Ma
era
un
desiderio
,
niente
altro
:
ella
era
fatta
per
seguire
Paolo
Spada
in
ogni
suo
vagabondaggio
e
per
obbedirgli
in
ogni
suo
capriccio
.
Gli
faceva
qualche
obbiezione
,
soltanto
:
-
Ti
diverti
tanto
,
in
compagnia
di
Massimo
Dias
,
di
D
'
Arcello
,
di
Lamberti
?
-
Non
mi
diverto
punto
.
-
E
allora
,
perchè
li
cerchi
tanto
?
-
Mi
sono
necessarii
.
-
Oh
!
-
Le
dispute
riscaldano
il
sangue
ed
eccitano
i
nervi
....
-
E
fan
male
alla
salute
,
-
Del
corpo
,
forse
.
Viceversa
,
fanno
bene
alla
salute
dell
'
anima
,
che
è
la
sola
interessante
.
-
La
salute
dell
'
anima
?
La
vita
eterna
,
cioè
?
-
No
,
cara
-
concludeva
lui
,
con
quel
sorriso
d
'
indulgente
amore
che
gli
spuntava
.
sulle
labbra
,
quando
ella
diceva
una
sciocchezza
.
Bensì
arrivava
il
tempo
in
cui
Paolo
Spada
abbandonava
lui
gli
amici
,
non
uscendo
,
chiudendo
la
sua
porta
,
vivendo
in
casa
per
intiere
settimane
,
fra
le
sigarette
,
il
caffè
e
il
lavoro
.
Questi
furori
di
prosa
e
di
poesia
lo
assalivano
improvvisamente
,
dopo
una
gita
nei
dintorni
,
dopo
la
lettura
di
un
libro
,
dopo
aver
ritrovato
un
vecchio
pacchetto
di
lettere
,
ed
egli
si
dava
tutto
a
quel
lavoro
della
composizione
d
'
arte
e
della
successiva
scrittura
,
sommergendosi
negli
abissi
della
creazione
e
della
forma
,
come
chi
da
un
altissimo
picco
si
getta
nel
mare
.
Non
conosceva
più
,
Paolo
Spada
,
in
quelle
sommersioni
,
nè
misura
di
tempo
e
di
spazio
,
nè
fatti
o
circostanze
,
nè
necessità
o
capricci
,
egli
dimenticava
l
'
ora
del
sonno
come
quella
dei
pasti
,
egli
volentieri
restava
,
in
pieno
meriggio
,
con
le
imposte
sbarrate
e
la
lampada
accesa
;
inchiodato
nel
suo
seggiolone
di
cuoio
,
chino
sulla
carta
,
levando
ogni
tanto
,
da
essa
,
un
par
d
'
occhi
nuotanti
nelle
visioni
,
o
passeggiante
per
la
stanza
da
studio
,
rapidamente
,
da
un
capo
all
'
altro
,
a
testa
china
,
o
leggendo
ad
alta
voce
,
anzi
declamando
dei
versi
o
della
prosa
,
gettandosi
,
talvolta
,
da
una
sedia
a
una
poltrona
,
ritornando
al
seggiolone
,
e
,
talvolta
,
cedendo
al
sonno
,
sul
gran
tavolino
da
scrivere
,
con
la
testa
sulle
braccia
,
come
un
fanciullo
.
L
'
amore
?
sparito
,
morto
.
L
'
artista
si
trovava
nel
gran
tumulto
interno
che
sconvolge
ogni
altro
affetto
e
che
trasporta
nelle
ansie
e
nelle
ebbrezze
della
concezione
e
della
procreazione
d
'
arte
,
la
febbre
che
lo
ardeva
aveva
invaso
e
incendiato
tutto
il
suo
sangue
,
e
le
sue
fantasime
d
'
arte
erano
più
vive
,
innanzi
agli
occhi
della
sua
fantasia
,
più
belle
,
più
vive
,
più
desiderate
,
più
amate
della
vivente
Adele
Cima
,
che
gli
sembrava
un
'
ombra
vana
e
fredda
.
Ella
si
rendeva
un
'
ombra
.
Girava
intorno
a
Paolo
Spada
con
un
passo
così
lieve
che
non
si
udiva
,
non
urtava
un
oggetto
,
non
faceva
stridere
una
chiave
,
spariva
dalle
porte
come
se
si
dileguasse
nell
'
aria
.
Così
ella
faceva
,
un
tempo
,
quando
aveva
assistito
sua
madre
gravemente
inferma
:
le
pareva
di
essere
presso
un
malato
,
tanto
lo
stato
fisico
e
morale
di
Paolo
Spada
le
sembrava
scombussolato
,
tumultuario
,
perduto
ogni
senso
di
realtà
.
Obbediente
come
un
bimbo
buono
,
ella
lo
aspettava
con
pazienza
alle
ore
dei
pasti
,
non
andava
a
letto
,
talvolta
,
che
tardissimo
,
vegliando
accanto
a
lui
,
leggendo
un
libro
qualunque
il
cui
senso
le
sfuggiva
,
o
dicendo
il
suo
rosario
,
o
stando
immobile
,
oramai
abituata
a
questa
vita
di
statua
.
Lui
,
che
giammai
aveva
potuto
lavorare
con
una
persona
presente
nella
stanza
o
anche
nella
casa
,
tollerava
perfettamente
quella
di
Adele
Cima
,
tanto
ella
si
rendeva
piccola
,
minuta
,
inesistente
.
Anzi
,
la
voleva
presso
a
lui
.
Era
come
un
mobile
che
si
ama
,
su
cui
si
posano
gli
occhi
volentieri
e
le
cui
linee
corrispondono
a
non
so
quale
bisogno
estetico
interiore
.
Talvolta
,
in
un
brevissimo
,
lucido
intervallo
,
era
vinto
dalla
compassione
:
-
Va
a
letto
,
cara
,
-
No
,
ti
aspetto
.
-
Io
ho
molto
da
scrivere
,
va
,
va
.
-
Che
importa
?
aspetto
.
-
Creperai
di
noia
e
di
sonno
.
-
No
,
niente
.
Aspetto
.
Tu
hai
molto
da
scrivere
?
-
Moltissimo
:
enormemente
.
-
Non
importa
,
non
importa
.
Di
amore
,
in
lui
,
non
un
atto
,
non
una
parola
.
Questo
ella
vedeva
bene
,
e
un
morso
le
afferrava
il
cuore
.
La
febbre
del
lavoro
e
di
quel
lavoro
la
colpiva
solo
per
i
suoi
fenomeni
morbosi
;
ella
non
ne
comprendeva
nè
la
purissima
fiamma
,
nè
il
nobile
tormento
,
nè
l
'
ebbrezza
del
travaglio
.
Non
si
spiegava
perchè
un
uomo
giovane
,
sano
e
bello
,
amato
,
amante
come
Paolo
Spada
si
desse
a
quella
passione
singolare
che
ne
consumava
i
giorni
,
la
salute
,
la
beltà
,
che
lo
toglieva
,
sovra
tutto
,
all
'
amore
.
Ah
questo
,
questo
,
ella
non
se
lo
spiegava
ed
era
il
suo
cruccio
più
intimo
e
più
costante
!
Nel
suo
giudizio
stretto
e
poetico
della
vita
,
le
pareva
che
un
'
altra
donna
le
potesse
togliere
Paolo
Spada
,
ma
non
già
un
foglio
di
carta
bianca
e
una
penna
intinta
nell
'
inchiostro
.
Che
egli
scordasse
i
suoi
baci
,
le
sue
carezze
,
il
suo
amore
così
saldo
e
così
affascinante
nella
semplicità
,
per
restare
i
giorni
e
le
notti
nella
sua
stanza
di
studio
scrivendo
,
lacerando
carte
,
riscrivendo
,
passando
la
penna
a
grandi
colpi
sulle
linee
scritte
,
per
cassarle
,
leggendo
,
declamando
,
fumando
,
bevendo
caffè
,
senza
sole
,
senza
luce
,
senz
'
amore
,
proprio
,
senz
'
amore
,
le
sembrava
una
cosa
tanto
folle
,
tanto
ingiusta
e
tanto
crudele
che
,
spesso
,
sparendo
nella
sua
povera
cameretta
,
se
ne
andava
a
piangere
in
un
cantuccio
,
solitariamente
.
Per
lei
l
'
amore
era
la
sola
passione
,
la
sola
occupazione
,
il
solo
pensiero
e
il
solo
affare
,
e
tutto
questo
,
molto
semplicemente
,
in
vero
temperamento
muliebre
nato
per
il
ristretto
campo
dell
'
amore
.
Giammai
,
in
queste
sue
ore
di
desolazione
,
ella
trovava
un
pensiero
contro
l
'
egoismo
artistico
di
Paolo
Spada
,
giammai
ella
si
pentiva
di
essersi
data
a
lui
,
di
esser
venuta
a
vivere
con
lui
,
ma
si
sentiva
ed
era
una
creatura
perfettamente
infelice
.
Quando
era
stata
lungamente
assente
,
egli
la
chiamava
.
Ella
si
lavava
in
fretta
gli
occhi
,
riappariva
quasi
sorridente
ed
egli
non
vedeva
punto
il
rossore
delle
palpebre
.
-
Perchè
te
ne
vai
,
Adele
?
-
Ti
disturbo
,
forse
.
-
Non
mi
disturbi
.
Non
ti
vedo
neppure
.
-
E
allora
,
perchè
mi
vuoi
?
-
Così
,
per
consuetudine
.
Ella
crollava
il
capo
,
mentre
si
faceva
pallidissima
.
Paolo
Spada
non
se
ne
accorgeva
.
Nell
'
orgoglio
fugace
dei
momenti
di
creazione
,
le
diceva
,
esaltatamente
:
-
Sai
?
Sto
scrivendo
un
capolavoro
.
-
Lo
credo
,
Paolo
.
Ma
non
gli
chiedeva
che
fosse
.
Temeva
di
dire
una
stupidaggine
,
chiedendo
.
-
È
una
novella
,
una
lunga
novella
:
ma
un
capolavoro
.
Si
chiama
:
il
vincitore
della
morte
.
Ti
piace
il
titolo
?
-
Sì
,
mi
piace
.
-
Veramente
,
ti
piace
?
Di
'
la
verità
.
-
Mi
piace
moltissimo
.
-
Ora
te
ne
leggo
un
pezzo
.
Ti
secchi
?
-
No
,
amore
,
no
.
Egli
dava
di
piglio
alle
molte
cartelle
dove
scriveva
col
suo
carattere
lungo
e
sottile
,
e
con
voce
tremante
,
mentre
le
dita
che
tenevano
il
manoscritto
tremavano
,
egli
cominciava
la
lettura
.
La
voce
si
facea
più
ferma
e
ondeggiava
nei
periodi
che
si
legavano
l
'
uno
all
'
altro
,
e
si
abbassava
mollemente
,
s
'
innalzava
violenta
.
Attentissima
,
ella
non
batteva
palpebra
.
Pure
,
quest
'
attenzione
non
gli
bastava
:
-
Tu
,
non
mi
ascolti
?
-
T
'
ascolto
.
-
Hai
l
'
aria
distratta
.
-
Non
è
così
.
Leggi
.
Paolo
riprendeva
la
lettura
.
Si
arrestava
,
per
vedere
se
sul
volto
di
Adele
Cima
passasse
qualche
impressione
:
e
la
vedea
mutar
di
colore
.
In
verità
,
era
quella
voce
dell
'
amante
,
quella
esaltazione
,
il
rombo
della
lettura
,
che
la
commovevano
.
-
Ti
piace
?
Ti
piace
?
-
Moltissimo
.
-
Dici
sul
serio
?
-
Sul
serio
.
-
Non
già
perchè
mi
vuoi
bene
?
-
Non
so
:
mi
piace
.
Egli
finiva
la
lettura
,
entusiasmato
.
-
Ti
piace
?
-
È
bellissimo
.
-
Sì
,
credo
di
aver
fatto
una
cosa
buona
-
diceva
lui
,
già
un
po
'
smontato
.
-
Quante
cartelle
ne
hai
scritte
?
-
domandava
Adele
,
dando
un
'
occhiata
obbliqua
al
manoscritto
.
-
Sessantacinque
.
-
E
quante
altre
te
ne
restano
?
-
Centocinquanta
,
più
,
forse
.
-
Ah
!
Si
voltava
in
là
,
per
non
fargli
osservare
il
suo
viso
,
dove
la
pena
che
questa
febbre
ancora
molto
,
troppo
durasse
,
si
dipingeva
.
L
'
indomani
,
lo
trovava
tetro
e
disfatto
.
-
Ho
scritto
delle
corbellerie
ignobili
-
le
dichiarava
lui
.
-
Come
?
Non
ti
sembravano
un
capolavoro
?
-
Mi
sembravano
.
Ero
esaltato
.
Sono
corbellerie
.
-
A
me
piacevano
.
-
Naturalmente
.
-
Paolo
!
-
era
la
sola
rimostranza
dolorosa
.
-
Mia
cara
,
che
vuoi
capire
tu
?
Quando
piace
a
te
,
è
segnale
di
ignobile
corbelleria
.
-
E
allora
,
perchè
leggi
a
me
?
-
Così
,
per
sfogare
:
niente
altro
.
-
Perchè
mi
domandi
il
giudizio
?
-
Perchè
gli
scrittori
sono
delle
bestie
inconcludenti
,
deboli
e
vigliacche
-
esclamava
lui
,
nella
brutalità
delle
giornate
di
abbattimento
.
-
Non
dire
questo
,
Paolo
.
-
Taci
,
Adele
.
Vattene
.
Ebbene
,
ella
si
accorgeva
che
negli
accasciamenti
della
sua
febbre
d
'
arte
,
in
quegli
accasciamenti
in
cui
tutti
i
mortali
chiedono
soccorso
di
tenerezza
,
ella
non
poteva
consolarlo
.
Sensibilissima
sentimentalmente
,
ella
misurava
col
cuore
timido
e
trepido
questa
sua
impotenza
e
la
esagerava
.
Quel
male
ignoto
e
quel
dolore
ignoto
traevano
origine
da
radici
di
profonde
e
sconosciute
infermità
morali
e
forse
fisiche
:
ella
poteva
bene
piegare
il
volto
su
quell
'
ombra
,
il
suo
inesperto
sguardo
nulla
vi
potea
mai
distinguere
.
Adele
si
ritraeva
,
con
un
senso
vivo
di
umiliazione
sempre
rinnovantesi
e
che
le
aveva
omai
aperto
nell
'
anima
una
fine
ferita
sempre
sanguinante
e
sempre
frizzante
.
Il
silenzio
era
il
suo
rifugio
,
dove
naturalmente
,
le
più
semplici
e
anche
le
più
tormentose
supposizioni
la
facean
dubitare
di
sè
stessa
,
di
Paolo
Spada
,
dell
'
amore
.
Forse
,
egli
era
stanco
di
lei
e
non
glielo
diceva
per
gentilezza
d
'
animo
;
forse
,
questo
suo
amore
che
era
niente
altro
che
amore
,
offerto
con
tanto
abbandono
,
ma
con
tanta
monotonia
,
aveva
già
nauseato
Paolo
;
forse
egli
pensava
a
quelle
sue
donne
così
raffinate
,
così
squisite
,
che
lo
amavano
in
una
forma
complicata
e
straordinaria
,
che
gli
scrivevano
quei
pacchi
di
lettere
da
lui
conservate
preziosamente
,
da
lui
spesso
rilette
,
spesso
giacenti
in
confusione
sul
tavolino
da
scrivere
-
talvolta
,
egli
si
serviva
di
quei
documenti
per
la
sua
storia
d
'
amore
-
mentre
ella
non
aveva
mai
osato
di
scrivergli
un
biglietto
,
temendo
di
commettere
degli
errori
di
grammatica
e
di
ortografia
;
forse
,
egli
già
ne
aveva
trovata
un
'
altra
....
ella
era
così
sciocca
,
così
infelicemente
sciocca
!
Con
cura
,
ella
nascondeva
i
suoi
sospetti
,
per
non
torturarlo
,
giacchè
ella
gli
risparmiava
,
amorosamente
,
qualunque
puntura
;
ma
,
senza
volerlo
,
trapelavano
.
-
Anche
oggi
,
sei
così
triste
,
Paolo
?
-
Anche
oggi
.
-
Ma
a
che
pensi
?
-
Mi
è
impossibile
di
narrartelo
:
è
troppo
lungo
.
-
Dimmi
,
almeno
,
a
chi
pensi
?
-
A
chi
?
A
nessuno
,
cara
.
-
A
nessuno
,
proprio
?
A
nessuna
donna
?
-
....
No
.
Che
pensi
?
-
Nulla
,
m
'
immagino
.
Credevo
....
perdonami
.
Non
sei
stanco
di
me
?
-
No
,
non
ancora
.
-
Dimmelo
,
quando
sei
stanco
.
-
Te
lo
dirò
,
non
dubitare
.
Ognuna
delle
risposte
di
Paolo
Spada
la
meravigliava
e
la
faceva
soffrire
.
Lo
credea
sincero
.
Non
amava
un
'
altra
donna
:
non
era
stanco
di
lei
:
ella
gli
piaceva
ancora
.
Ma
dunque
era
proprio
per
questo
terribile
lavoro
dello
scrivere
,
che
il
suo
amante
l
'
abbandonava
,
si
dimenticava
di
lei
come
se
non
esistesse
,
la
guardava
in
volto
trasognato
come
se
non
l
'
avesse
mai
vista
,
non
le
prendeva
una
mano
,
non
la
baciava
?
Così
sono
,
dunque
,
questi
uomini
che
scrivono
?
E
quest
'
arte
,
questa
parola
che
ella
udiva
ripetere
continuamente
,
senza
intenderla
,
quest
'
arte
pronunziata
ora
enfaticamente
,
ora
a
bassa
voce
in
tono
pauroso
,
quest
'
arte
le
cui
quattro
lettere
escivano
,
pronunziate
dalla
bocca
di
Paolo
Spada
,
con
un
ardor
amoroso
meglio
di
qualunque
amorosa
parola
,
ella
aveva
finito
per
odiarla
in
silenzio
,
con
tutta
la
muta
ribellione
del
suo
cuore
.
Non
era
una
donna
l
'
arte
,
nè
aveva
i
capelli
neri
,
biondi
o
rossi
,
diversi
dai
suoi
;
non
era
una
persona
slanciata
dagli
occhi
grandi
e
bruni
e
scintillanti
,
mentre
i
suoi
erano
limpidi
e
tranquilli
e
la
sua
persona
era
piccola
e
graziosa
;
non
era
una
donna
intelligente
e
sapiente
,
mentre
ella
era
una
povera
buona
,
ignorante
:
eppure
Adele
era
gelosa
di
quest
'
arte
e
la
detestava
,
con
tutto
il
cuore
,
come
se
fosse
una
creatura
viva
.
A
poco
a
poco
i
libri
,
le
carte
,
il
calamaio
,
l
'
inchiostro
e
la
penna
,
e
tutto
quello
che
è
il
corredo
di
chi
scrive
,
le
cominciarono
a
fare
orrore
:
e
gli
accessi
di
lavoro
feroce
,
o
gli
assorbimenti
lunghi
in
vaghe
contemplazioni
di
Paolo
Spada
,
le
davano
l
'
impressione
d
'
una
sua
sciagura
personale
,
sempre
respinta
e
sempre
ricadente
sul
suo
cuore
.
Un
giorno
,
quasi
fosse
presa
da
una
curiosità
puerile
,
gli
domandò
:
-
Come
ti
è
venuto
in
mente
,
di
scrivere
?
-
A
me
?
Non
me
ne
ricordo
.
-
Ma
infine
,
hai
dovuto
cominciare
?
-
Sì
,
ho
cominciato
....
non
potevo
far
di
meno
di
cominciare
.
-
Perchè
?
-
Era
il
destino
,
cara
.
-
Non
hai
mai
pensato
a
fare
un
'
altra
professione
?
-
Mai
.
Non
avrei
saputo
farla
.
-
Tu
sai
far
tutto
.
Perchè
non
hai
tentato
?
-
E
perchè
dovevo
tentare
?
-
gli
disse
lui
,
un
po
'
meravigliato
.
-
Così
....
per
fare
quel
che
fanno
tutti
gli
altri
-
diss
'
ella
,
penosamente
.
Egli
intese
qualche
cosa
:
-
Ti
piacerebbe
,
eh
,
che
io
fossi
un
medico
?
O
un
impiegato
?
O
un
ufficiale
di
cavalleria
?
-
e
una
lieve
ironia
era
nella
sua
voce
.
Ella
impallidì
e
arrossì
.
Subito
,
negò
tutto
:
-
Mi
piaci
come
sei
,
Paolo
.
-
Ma
saresti
più
felice
con
un
medico
,
m
'
immagino
:
felicissima
,
con
un
ufficiale
di
cavalleria
:
arcifelicissima
,
con
un
impiegato
,
Adele
.
-
No
,
no
,
no
-
esclamò
lei
,
disperatamente
-
non
posso
esser
felice
che
con
te
.
-
Temo
....
temo
che
tu
sia
infelice
....
sono
così
incapace
di
capirti
....
-
Non
vi
è
bisogno
,
che
tu
mi
capisca
-
soggiunse
lui
-
nessuna
donna
capisce
mai
un
uomo
e
viceversa
.
Io
sono
perfettamente
felice
,
del
resto
,
con
te
che
non
mi
capisci
:
te
lo
assicuro
.
Amami
e
basta
.
Infatti
,
in
quell
'
amore
,
così
quieto
e
così
uniforme
,
in
quel
sentimento
rudimentale
che
di
nessun
altro
si
addoppiava
e
si
facea
difficile
,
in
quell
'
espansione
semplice
quotidiana
,
senza
grandi
scene
tragiche
come
senza
troppo
fini
scene
di
commedia
,
in
quella
bontà
costante
e
suadente
,
in
quell
'
affetto
dove
mancava
qualunque
sorta
di
enigma
,
egli
trovava
l
'
ambiente
migliore
per
il
suo
spirito
stanco
e
per
il
suo
cuore
disgustato
di
eccentricità
.
Per
troppo
tempo
,
la
donna
era
stata
per
lui
elemento
di
curiosità
vivacissima
nella
vita
e
nell
'
arte
ed
era
,
quindi
diventata
sorgente
di
disordine
e
di
squilibrio
:
per
troppo
tempo
,
egli
aveva
errato
per
i
paesi
dove
il
peccato
era
anche
romanzo
e
dove
il
romanzo
conduceva
al
peccato
:
per
troppo
tempo
,
egli
aveva
cercato
nella
donna
il
pascolo
della
immaginazione
artistica
e
l
'
urto
obliquo
e
complicato
dei
sensi
.
Adele
Cima
era
il
riposo
della
sua
stanchezza
,
era
l
'
equilibrio
dell
'
asse
della
sua
vita
,
era
la
relazione
posata
e
lunga
,
lunga
e
sicura
,
dove
il
peccato
perdeva
ogni
tinta
turpe
e
acquistava
gentilezza
mite
coniugale
.
Mentr
'
ella
era
fuori
centro
,
spostata
,
messa
a
contatto
di
una
esistenza
che
aveva
capovolte
tutte
le
sue
poche
idee
,
messa
a
contatto
con
un
uomo
cento
volte
a
lei
superiore
,
della
cui
superiorità
ella
era
un
'
adoratrice
ma
anche
una
vittima
,
mentre
Adele
Cima
non
giungeva
più
a
riunire
le
sue
forze
per
vivere
,
disperse
in
un
'
atmosfera
troppo
alta
per
i
suoi
polmoni
,
Paolo
Spada
si
sprofondava
nella
beatitudine
egoistica
di
colui
che
ha
trovato
,
per
una
rarissima
fortuna
,
lo
strumento
più
adatto
alla
propria
felicità
.
Per
pensare
,
per
leggere
,
per
lavorare
,
egli
aveva
bisogno
di
non
aver
più
nè
lettere
amorose
da
scrivere
o
da
andar
a
prendere
alla
posta
;
di
non
aver
più
convegni
da
chiedere
o
da
aspettare
;
di
non
aver
più
sciarade
da
sciogliere
o
drammi
da
annodare
,
tutte
cose
che
impediscono
,
a
uno
scrittore
,
il
pensiero
,
la
letteratura
,
la
scrittura
.
Adele
Cima
,
in
quei
tempi
di
travaglio
,
mentre
era
intorno
a
lui
,
non
vi
era
,
camminava
piano
,
non
urtava
gli
oggetti
,
non
chiudeva
i
libri
,
non
muoveva
le
carte
,
spariva
,
riappariva
,
senza
domandare
di
uscire
,
di
pranzare
,
di
dormire
:
nella
sua
semplicità
o
,
piuttosto
,
nella
sua
stupidaggine
,
era
un
arnese
umile
e
perfetto
di
pace
amorosa
e
di
paziente
tenerezza
.
III
.
A
un
tratto
,
nel
cuore
innamorato
di
Adele
Cima
,
e
battuto
e
mortificato
dal
sentimento
di
non
essere
una
donna
degna
dell
'
amore
di
Paolo
Spada
,
surse
una
volontà
improvvisa
,
che
si
maturò
nell
'
ombra
e
nel
silenzio
,
che
fu
covata
e
si
schiuse
al
calore
della
passione
,
di
cui
ella
ardeva
per
il
grand
'
uomo
.
Ella
si
decise
,
così
,
senz
'
altro
,
a
diventare
una
donna
intelligente
e
colta
;
perchè
,
almeno
,
non
tutto
il
mondo
dove
l
'
artista
viveva
le
fosse
vietato
;
perchè
ella
,
almeno
,
potesse
seguirlo
in
un
discorso
,
in
una
divagazione
,
perchè
ella
non
restasse
più
sola
e
abbandonata
ad
amarlo
,
mentre
egli
se
ne
andava
negli
orizzonti
dei
sogni
e
delle
visioni
a
cui
ella
,
misera
,
non
partecipava
.
Ella
concepì
questo
audace
disegno
nelle
ore
di
solitudine
e
anche
d
'
infinita
mestizia
in
cui
cadeva
,
quando
Paolo
Spada
lavorava
e
si
scordava
assolutamente
di
lei
:
ella
accarezzò
entusiasticamente
il
suo
disegno
,
nel
tempo
in
cui
maggiormente
l
'
esistenza
con
Paolo
le
diventava
grave
e
tormentosa
,
sentendovisi
come
una
povera
creatura
perduta
e
senza
guida
;
ella
ostinatamente
studiò
questo
disegno
,
quanto
più
amara
e
più
insopportabile
le
pareva
la
sua
inferiorità
.
Non
disse
nulla
a
Paolo
.
Era
taciturna
,
sempre
:
e
non
avendo
mai
trovato
modo
di
raccontargli
la
sua
lunga
miseria
,
la
miseria
della
sua
stupidaggine
e
della
sua
ignoranza
,
non
volle
neppure
rivelargli
il
rimedio
che
il
suo
cuore
aveva
trovato
o
credeva
di
aver
trovato
.
Con
l
'
eroismo
muto
dei
cuori
che
sanno
amare
e
amare
soltanto
,
ma
che
dall
'
amore
traggono
ogni
coraggio
e
ogni
luce
,
ella
si
accinse
allo
scopo
,
sebbene
lo
sentisse
arduo
,
lontano
,
forse
inaccessibile
.
La
prima
cosa
che
ella
tentò
,
per
aprire
la
sua
intelligenza
,
fu
la
lettura
dei
libri
di
Paolo
Spada
.
Dopo
pranzo
,
quando
egli
,
fumate
nervosamente
quattro
o
cinque
sigarette
,
si
levava
come
mosso
da
un
impulso
automatico
,
per
sedersi
a
scrivere
,
ella
si
levava
e
spariva
.
Nella
sua
borsa
da
lavoro
,
accanto
al
merletto
all
'
uncinetto
,
delizia
borghese
di
altri
tempi
,
ella
aveva
sempre
un
volume
,
dei
varii
fra
romanzi
e
novelle
scritte
da
Paolo
Spada
:
e
in
camera
sua
,
si
metteva
a
leggere
.
Lo
stile
prezioso
,
ricercato
con
quella
tortura
mentale
che
era
una
delle
grandi
qualità
di
Paolo
Spada
,
le
produceva
la
prima
impressione
d
'
incomprensibilità
:
vi
erano
delle
parole
che
non
aveva
mai
lette
o
udite
e
dei
giri
di
frase
,
il
cui
senso
le
sfuggiva
:
talvolta
,
delle
frasi
ripetute
le
davano
fastidio
,
come
il
ronzìo
di
un
moscone
nell
'
orecchio
.
Non
so
come
,
ella
aveva
udito
a
parlare
del
vocabolario
:
e
finì
per
ricorrervi
,
per
conoscere
il
senso
vero
delle
parole
strane
adoperate
da
Paolo
Spada
.
Con
molta
gravità
,
teneva
il
libro
aperto
sul
tavolino
e
con
l
'
altra
sfogliava
il
vocabolario
:
alla
ricerca
della
parola
,
lasciava
perdere
il
filo
del
racconto
e
,
dopo
,
non
si
raccapezzava
più
.
E
,
spesso
,
il
vocabolario
non
le
spiegava
bene
,
tutto
:
ella
restava
sospesa
,
pensando
troppo
per
la
sua
piccola
mente
,
affaticata
,
e
non
trovando
più
nulla
.
Se
contrariamente
,
erano
i
soggetti
di
quei
romanzi
,
di
quelle
novelle
che
la
turbavano
immensamente
.
Ella
aveva
letto
,
come
tutte
le
donnine
della
sua
levatura
,
dei
romanzi
di
Montépin
e
di
Ponson
du
Terrail
,
qualche
romanzo
di
Dumas
padre
e
qualcuno
,
italiano
,
di
Guerrazzi
:
ma
le
istorie
di
Paolo
Spada
erano
così
stranamente
diverse
da
quanto
era
stato
il
poco
pascolo
della
sua
fantasia
!
Tutti
i
protagonisti
di
Spada
le
sembravano
degli
ammalati
o
dei
pazzi
:
spesso
la
inorridivano
per
il
cinismo
:
e
quando
s
'
interessava
a
qualcuno
,
più
simpatico
,
ecco
,
egli
moriva
.
In
quanto
alle
protagoniste
,
ebbene
,
ebbene
,
malgrado
che
qualcuna
di
esse
fosse
buona
e
virtuosa
,
malgrado
che
quasi
tutte
fossero
immensamente
infelici
,
per
le
lotte
con
sè
stesse
,
col
mondo
e
con
l
'
amore
,
ebbene
,
Adele
Cima
le
odiava
,
tutte
!
La
innamoratissima
donna
leggeva
i
romanzi
e
le
novelle
,
più
col
cuore
che
con
la
mente
:
e
la
sua
curiosità
d
'
ignorante
,
era
anche
fatta
di
gelosia
.
Con
quanta
carezzosa
voluttà
Paolo
Spada
dipingeva
certe
figure
di
donna
e
Adele
Cima
vi
ricercava
,
quasi
,
i
ritratti
delle
donne
che
egli
aveva
amate
:
con
quanta
crudeltà
egli
ne
disegnava
delle
altre
ed
erano
forse
quelle
che
lo
avevano
respinto
,
o
,
accettandolo
,
lo
avevano
reso
infelice
!
Ella
aveva
troppo
partecipato
alla
vita
di
Paolo
Spada
e
dei
suoi
amici
artisti
,
per
non
avere
capito
,
a
forza
di
udirlo
dire
,
che
quanto
essi
raccontavano
nei
loro
libri
,
era
loro
accaduto
:
non
aveva
visto
Paolo
Spada
copiare
le
lettere
di
amore
,
nelle
novelle
?
Così
,
la
lettura
di
questi
volumi
lenta
,
ma
continua
,
produsse
sullo
spirito
di
Adele
Cima
,
come
una
rivelazione
sempre
più
triste
,
sempre
più
torturatrice
,
del
passato
di
Paolo
Spada
.
Ah
egli
aveva
palpitato
,
e
pianto
,
e
sofferto
,
e
spasimato
,
il
suo
amante
,
non
per
lei
,
ma
per
altre
donne
,
egli
aveva
molto
e
troppo
vissuto
,
il
suo
amante
,
e
non
con
lei
;
egli
aveva
avuto
delle
scene
di
passione
e
di
disperazione
come
giammai
con
lei
!
Quante
volte
in
quelle
eterne
veglie
,
in
cui
ella
aspettava
che
Paolo
Spada
si
levasse
dal
tavolino
e
,
chiamandola
,
le
dicesse
che
era
ora
di
riposarsi
,
quante
volte
ella
posò
il
libro
,
pallida
,
disgustata
,
avvelenata
,
sentendo
di
essere
giunta
troppo
tardi
,
quando
già
la
vita
aveva
detto
tutto
al
suo
amante
!
Quante
volte
ella
si
sentì
inutile
,
inutile
a
quest
'
uomo
,
adesso
più
che
mai
,
adesso
che
conosceva
o
che
le
pareva
di
conoscere
tutto
il
passato
,
e
come
pensò
,
spesso
,
che
sarebbe
stato
meglio
liberarlo
della
sua
sciocca
presenza
!
Le
si
ripeteva
,
nell
'
anima
,
fatidicamente
,
l
'
impressione
della
prima
visita
,
quando
aveva
trovato
le
fotografie
delle
altre
amanti
e
aveva
tanto
sofferto
:
perchè
non
era
fuggita
via
,
in
quel
giorno
?
Pure
,
un
accanimento
la
teneva
,
di
legger
tutto
,
di
saper
tutto
.
Involontariamente
,
qualche
parte
del
suo
segreto
le
sfuggiva
:
-
Perchè
hai
fatto
morire
quel
povero
Attilio
Venturi
?
-
ella
chiese
un
giorno
,
al
suo
amante
.
-
Attilio
Venturi
?
Chi
?
-
Il
protagonista
del
tuo
racconto
:
L
'
ucciso
.
-
Tu
hai
letto
il
racconto
?
-
....
sì
-
diss
'
ella
,
profondamente
sconvolta
.
-
E
perchè
l
'
hai
letto
?
-
Mah
....
perchè
era
scritto
da
te
....
-
Non
vi
era
obbligo
,
anima
mia
.
-
Ho
fatto
tanto
male
?
Sono
dunque
così
sciocca
,
da
non
poter
aprire
un
tuo
libro
?
-
e
quasi
piangeva
.
-
Non
importa
,
cara
-
diss
'
egli
,
indulgentemente
-
se
ciò
ti
diverte
,
fa
pure
.
Ti
è
proprio
dispiaciuto
tanto
,
che
Attilio
Venturi
sia
morto
?
-
Oh
,
tanto
!
-
Egli
doveva
morire
-
pronunziò
Paolo
Spada
,
col
tono
dogmatico
dello
scrittore
.
-
Oh
!
-
mormorò
ella
,
senz
'
altro
,
sentendo
il
peso
della
sua
ignoranza
più
forte
,
sulle
spalle
.
Altri
dialoghi
simili
,
consecutivamente
,
accaddero
.
Un
giorno
,
un
amico
di
Paolo
Spada
aveva
elogiato
vivamente
il
volume
delle
Storie
crudeli
,
in
presenza
di
Adele
Cima
:
e
Paolo
Spada
aveva
sorriso
alle
lodi
.
Ella
riprese
il
discorso
e
arrossendo
,
disse
:
-
Tutti
i
tuoi
libri
sono
così
belli
e
mi
piacciono
tanto
,
Paolo
!
Ma
perchè
sei
così
cattivo
,
nelle
Storie
crudeli
?
-
Perchè
la
vita
è
cattiva
,
mia
cara
-
disse
lui
,
con
un
lieve
rammarico
nella
voce
.
-
Oh
no
,
Paolo
!
-
Che
ne
sai
,
tu
?
Tu
non
sai
nulla
.
-
Hai
ragione
-
ella
disse
,
soffocando
un
singhiozzo
.
E
un
'
altra
volta
:
-
Non
pensavi
che
la
vita
era
cattiva
,
Paolo
,
quando
hai
scritto
L
'
amore
di
Maria
?
-
Quella
storia
è
bruttissima
.
-
Oh
,
no
!
-
Bruttissima
,
ti
dico
.
-
A
me
è
piaciuta
-
soggiunse
ella
,
con
timidità
.
-
Questo
è
il
segnale
più
certo
della
bruttezza
-
disse
lui
,
duramente
.
Poi
quando
la
vide
piangere
,
cercò
di
consolarla
,
carezzandola
,
baciandola
.
-
Tu
leggi
troppo
,
ti
fa
male
,
Adele
.
-
Perchè
,
mi
fa
male
?
-
La
tua
testa
è
debole
,
non
leggere
tanto
.
-
Come
,
neppure
i
tuoi
libri
?
-
I
miei
meno
degli
altri
.
Già
,
non
valgono
niente
.
-
Non
dire
questo
,
non
dirlo
.
Perchè
li
hai
scritti
,
se
li
disprezzi
?
-
Così
,
Adele
-
rispose
lui
,
enigmaticamente
,
chiudendosi
nel
suo
silenzio
.
Ma
,
oramai
,
il
male
era
fatto
.
Nel
cervello
confuso
di
Adele
Cima
turbinavano
le
frasi
e
i
fatti
in
disordine
:
ed
ella
non
afferrava
più
il
nesso
delle
cose
,
ella
imbrogliava
i
nomi
dei
personaggi
e
delle
città
,
ella
spesso
faceva
a
Paolo
Spada
delle
domande
,
dove
appariva
anche
più
chiaramente
che
ella
aveva
letto
e
non
aveva
inteso
nulla
.
Due
o
tre
volte
,
egli
la
redarguì
,
vivamente
offeso
nel
suo
amor
proprio
di
artista
:
ed
Adele
che
non
conosceva
la
sensibilità
sempre
raccapricciante
delle
vanità
di
scrittore
,
due
o
tre
volte
giunse
a
ferirlo
:
e
il
modo
come
egli
le
si
rivoltò
contro
,
modo
insolito
,
di
animale
irritato
e
ingiusto
,
la
sgomentò
talmente
che
,
per
un
pezzo
ella
smise
di
parlargli
delle
sue
letture
.
Ma
il
male
era
fatto
.
La
serenità
della
mente
di
Adele
Cima
era
smarrita
,
per
sempre
.
Ella
era
entrata
in
una
via
d
'
intrichi
e
di
spine
che
la
pungevano
e
la
soffocavano
:
nè
conosceva
più
il
sentiero
per
tornare
indietro
.
In
quella
confusa
e
incerta
rivelazione
di
un
mondo
per
lei
incomprensibile
e
in
cui
ella
intravedeva
le
perfidie
della
menzogna
,
le
malvagità
del
cuore
freddo
e
duro
,
le
perversità
dei
sensi
non
governati
da
nessuna
delle
schiette
e
fluide
correnti
del
sentimento
,
la
ingenua
anima
di
Adele
si
arretrava
,
compresa
di
spavento
:
ma
i
suoi
occhi
avevano
intravisto
e
il
fiore
del
suo
candore
sentimentale
era
per
sempre
appassito
.
Sovra
tutto
,
il
maggior
tossico
le
veniva
da
quelle
donne
ignote
a
lei
,
che
Paolo
Spada
aveva
conosciute
e
amate
,
che
erano
rimaste
così
impresse
nella
memoria
dell
'
uomo
,
che
l
'
artista
aveva
voluto
renderle
nelle
sue
storie
.
Tutte
diversamente
belle
e
attraenti
sotto
la
viva
penna
dello
scrittore
,
tutte
dotate
del
fascino
della
vita
che
vibra
,
più
forte
,
nei
ricordi
e
par
vita
,
tutte
variamente
strane
e
seducenti
,
tutte
quante
davano
al
cuore
innamorato
di
Adele
Cima
le
trafitture
,
e
i
sussulti
,
e
i
pallori
,
e
gli
scoramenti
di
una
gelosia
invincibile
.
Con
curiosità
tormentatrice
,
ella
ritornava
a
rileggere
quelle
pagine
dove
la
natural
poesia
dell
'
arte
ingrandiva
e
affinava
quelle
creature
muliebri
:
e
nella
loro
essenza
,
nella
loro
forma
,
Adele
Cima
le
invidiava
,
sentendosi
da
loro
così
diversa
,
così
lontana
,
sentendosi
a
loro
tanto
inferiore
da
soffrirne
come
per
persone
umane
che
l
'
avvilissero
con
la
loro
superiorità
,
ogni
giorno
,
ogni
ora
:
-
Tu
hai
conosciuto
quell
'
Angelica
,
del
tuo
romanzo
?
-
disse
,
in
uno
dei
momenti
di
più
forte
pena
.
-
Sì
.
-
L
'
hai
amata
?
-
Sì
.
-
Era
molto
seducente
?
-
Molto
.
La
povera
semplice
donna
tacque
.
Ah
che
egli
era
una
persona
troppo
sincera
,
mentre
avrebbe
potuto
risparmiarle
queste
verità
così
atroci
!
-
Perchè
hai
finito
di
amarla
?
-
Mi
ha
tradito
.
-
Ah
!
E
se
non
ti
tradiva
?
-
Io
tradiva
lei
.
-
Così
....
tutti
questi
vostri
amori
....
finiscono
col
tradimento
?
-
Quasi
tutti
.
-
Finirà
anche
il
nostro
,
così
?
-
chiese
lei
,
desolatamente
,
mordendosi
le
labbra
per
non
iscoppiare
in
singhiozzi
.
-
Speriamo
di
no
.
-
Speriamo
?
Non
è
che
la
speranza
?
-
In
fatto
di
amore
,
tutto
è
fallace
.
Ma
perchè
continui
a
chiedere
di
cose
spiacevoli
?
Che
ti
importa
?
A
che
scavi
nel
passato
?
Quando
mai
tu
hai
scavato
?
Amami
e
basta
.
-
Anche
io
ho
un
cuore
e
una
mente
-
ella
mormorò
,
mortificata
di
essere
sempre
respinta
nelle
sue
umili
e
taciturne
funzioni
di
donna
innamorata
.
-
Credilo
,
il
cuore
ti
è
sufficiente
-
egli
concluse
,
un
po
'
sul
serio
,
un
po
'
ironicamente
.
Ella
sentì
l
'
ironia
e
non
sentì
la
serietà
del
consiglio
.
Una
gran
voglia
di
rassomigliare
a
qualcuna
di
quelle
donne
,
di
essere
meno
monotona
,
meno
semplice
,
meno
limpida
,
adesso
le
sconvolgeva
l
'
anima
.
I
suoi
vestiti
,
dapprima
graziosi
e
carini
,
ma
di
una
grande
povertà
d
'
invenzione
,
cominciarono
a
diventare
più
ricercati
:
ella
ebbe
una
vestaglia
di
lana
bianca
,
con
merletti
pioventi
e
un
grosso
cordone
di
seta
bianca
che
la
serrava
:
ella
portò
delle
camicette
insaldate
,
da
uomo
,
con
una
cravatta
maschile
:
ella
tentò
di
tagliarsi
i
capelli
,
ma
il
parrucchiere
la
consigliò
di
non
farlo
.
Queste
nuove
fogge
,
però
,
la
mettevano
in
imbarazzo
e
la
rendevano
goffa
.
Alle
pareti
quasi
nude
delle
sue
due
camerette
ella
attaccò
dei
vecchi
ventagli
giapponesi
,
dei
pezzetti
di
stoffa
antica
racimolati
fra
le
cianfrusaglie
del
quartierino
di
Paolo
Spada
e
vi
sospese
dei
quadretti
che
erano
stati
donati
a
lui
,
e
che
egli
aveva
dichiarati
orribili
;
e
questo
scemo
tentativo
di
adornamento
artistico
contrastava
con
la
semplicità
e
anche
con
la
volgarità
del
resto
dei
mobili
.
Adele
Cima
non
aveva
mai
voluto
fumare
;
anzi
il
fumo
della
sigaretta
e
dei
sigari
di
Paolo
Spada
,
dei
suoi
amici
,
le
dava
gran
fastidio
.
Si
forzò
a
imparare
:
ebbe
tre
o
quattro
emicranie
feroci
,
accompagnate
dal
mal
di
stomaco
,
ma
fumò
.
Soltanto
si
scolorava
come
una
morta
,
fumando
:
e
faceva
sforzi
enormi
per
esser
disinvolta
.
Non
aveva
mai
bevuto
liquori
,
con
un
disgusto
tutto
borghese
:
ella
provò
il
cognac
,
e
siccome
aveva
inteso
parlare
del
gin
,
come
di
un
liquore
singolare
,
assaggiò
anche
quello
.
Paolo
Spada
,
malgrado
le
sue
profonde
distrazioni
,
i
suoi
egoistici
assorbimenti
,
notò
a
poco
a
poco
tutte
queste
fittizie
manifestazioni
di
bizzarria
:
e
il
sorriso
con
cui
le
accoglieva
,
aveva
della
bontà
compassionevole
.
Due
o
tre
volte
,
egli
rise
della
goffaggine
di
Adele
Cima
:
ed
ella
fu
colpita
da
quel
riso
come
da
una
pugnalata
.
Una
sera
,
quando
più
ella
era
stata
tentata
di
essere
eccentrica
e
raffinata
,
e
quando
meno
vi
era
riescita
,
quando
più
era
stata
ridicola
nei
suoi
esperimenti
,
Paolo
Spada
,
le
aveva
detto
,
con
durezza
:
-
Smetti
.
Ella
si
era
fatta
di
mille
colori
e
aveva
abbassato
gli
occhi
.
-
Non
fumare
più
,
smetti
;
smetti
di
vestirti
come
ti
vesti
;
non
bere
cognac
e
non
parlare
di
amore
col
terzo
e
col
quarto
.
Smetti
,
smetti
,
Adele
.
-
Che
ho
fatto
di
male
?
-
Nulla
:
ma
sei
ridicola
.
Chi
te
lo
fa
fare
?
-
Così
-
diss
'
ella
,
con
voce
fievole
,
a
capo
basso
.
-
Vi
è
una
ragione
,
a
queste
stravaganze
.
Dilla
subito
.
-
replicò
improvvisamente
.
-
L
'
idea
di
piacerti
....
-
balbettò
l
'
infelicissima
.
-
Hai
sbagliato
.
Mi
dispiaci
enormemente
.
-
La
paura
del
tuo
disprezzo
....
hai
amato
tante
donne
intelligenti
e
fini
....
io
sono
una
creatura
volgare
....
-
Mi
sei
piaciuta
come
eri
:
non
ti
guastare
.
Smetti
tutte
queste
buffonate
.
Tu
non
ti
puoi
cangiare
.
-
Oh
Dio
!
-
singhiozzò
la
poveretta
.
-
E
ringrazia
il
Signore
,
invece
,
che
non
ti
cambia
.
Se
ti
cambiasse
,
non
ti
amerei
più
.
-
Perchè
mi
dici
questo
?
-
Perchè
è
la
verità
.
Ritorna
alla
tua
semplicità
,
mia
cara
,
o
ci
lasciamo
per
sempre
.
Come
ritornarvi
totalmente
?
Ella
obbedì
,
con
la
devozione
della
persona
assolutamente
innamorata
,
a
quanto
le
aveva
detto
Paolo
Spada
;
ella
ritornò
,
tristemente
,
alle
sue
vesti
di
gusto
borghese
e
ai
suoi
cappellini
insignificanti
:
ella
lasciò
le
sigarette
e
il
cognac
:
ella
schiodò
tutti
i
ventagli
vecchi
e
tutti
i
brandelli
scoloriti
delle
stoffe
,
dalle
pareti
delle
sue
stanzette
.
Ma
tutti
questi
atti
,
consecutivi
,
le
rammentavano
la
inanità
della
sua
persona
:
le
ripetevano
,
mandando
il
rosso
della
vergogna
al
viso
,
che
ella
non
poteva
elevarsi
,
in
nessun
modo
,
dalla
mediocrità
dove
era
sempre
vissuta
:
le
replicavano
,
in
tutte
le
forme
,
che
una
donna
semplice
o
anche
sciocca
,
sempre
tale
rimane
e
che
non
vi
era
speranza
,
per
lei
,
di
essere
considerata
da
Paolo
Spada
salvo
che
per
una
donnetta
di
casa
,
scema
,
ignorante
,
che
gli
dava
dell
'
amore
senza
fantasia
e
senza
drammi
,
quando
egli
aveva
voglia
di
essere
amato
.
Lo
scorno
dell
'
esperimento
fatto
e
mancato
le
ritornava
sempre
,
massime
quando
,
era
sola
:
ed
ella
chiedeva
al
Signore
,
nelle
sue
preghiere
,
per
qual
ragione
era
stata
slanciata
e
poi
chiusa
in
un
amore
dove
tutte
le
sue
facoltà
soffrivano
,
dove
soffocava
nel
silenzio
ogni
suo
dolore
e
dove
ella
non
avrebbe
mai
più
trovato
la
felicità
,
giammai
.
Le
sue
sofferenze
si
acuivano
.
Ella
frequentò
molto
la
chiesa
,
in
quel
tempo
.
Cercava
la
liberazione
,
o
cercava
la
pace
;
ma
non
otteneva
nè
l
'
una
,
nè
l
'
altra
,
giacchè
ella
era
legata
a
Paolo
Spada
per
la
vita
e
per
la
morte
,
giacchè
ella
era
sempre
in
un
profondo
spostamento
morale
e
materiale
.
Paolo
Spada
,
giusto
in
quel
tempo
,
fu
preso
da
un
accesso
di
mondanità
.
Ogni
sera
indossava
la
marsina
,
metteva
un
fiore
all
'
occhiello
,
arricciava
e
profumava
i
suoi
baffi
e
partiva
.
Ella
lo
aiutava
a
vestirsi
,
avendo
per
lui
le
cure
minute
di
una
madre
:
non
gli
chiedeva
neppure
dove
andasse
e
a
che
ora
ritornasse
.
Lo
aspettava
.
Quando
aveva
chiusa
la
porta
;
alle
sue
spalle
,
cominciava
per
Adele
una
lunga
veglia
.
Ella
riordinava
la
casa
,
tutta
quanta
,
dandole
il
suo
assetto
notturno
;
lavorava
all
'
uncinetto
,
alla
coltre
fatta
a
disegno
di
stelle
,
poichè
aveva
rinunziato
alla
lettura
:
sonnecchiava
;
si
addormentava
sulla
sedia
.
Talvolta
si
svegliava
,
di
soprassalto
,
a
un
rumore
:
non
era
nessuno
.
Talvolta
lo
stridore
della
piccola
chiave
inglese
di
Paolo
Spada
che
schiudeva
la
porta
del
quartierino
,
la
scuoteva
.
Lo
vedeva
riapparire
bene
spesso
pallido
e
stanco
,
senza
voglia
di
aprir
bocca
.
-
Fai
male
ad
aspettare
-
le
diceva
,
brevemente
.
-
Non
importa
,
Paolo
.
Non
le
diceva
più
nulla
,
lui
,
assorto
nella
stanchezza
:
non
le
faceva
una
carezza
non
le
dava
un
bacio
:
si
addormentava
di
un
sonno
pesante
.
Ella
restava
sveglia
,
nervosa
,
piangendo
chetamente
talvolta
.
Vi
erano
notti
in
cui
egli
rientrava
eccitatissimo
.
Le
raccontava
tutto
,
mettendo
in
burletta
i
tipi
ridicoli
della
società
,
ridendo
dei
buffi
spettacoli
,
elogiando
fugacemente
qualche
donna
incontrata
.
Adele
tendeva
l
'
orecchio
,
a
queste
lodi
:
-
Era
molto
bella
,
donna
Maria
Vargas
?
-
Bellissima
:
pareva
Monna
Lisa
del
Giocondo
.
L
'
amante
sciocca
,
dai
capelli
castani
insignificanti
,
dai
grandi
occhi
limpidi
e
meravigliati
,
ammutoliva
.
Egli
continuava
a
chiacchierare
,
fumava
,
si
faceva
fare
del
tè
che
ella
aveva
imparato
ad
apprestare
benissimo
,
mentre
le
mani
le
tremavano
,
nel
suo
ufficio
di
donnetta
di
casa
.
E
,
spesso
,
tornando
da
questa
casa
luminosa
,
da
questi
teatri
scintillanti
,
dove
aveva
visto
delle
donne
bellissime
,
dove
il
suo
animo
di
artista
aveva
esaltato
la
sua
ammirazione
di
uomo
,
egli
era
con
Adele
Cima
così
carezzoso
e
così
appassionato
che
,
malgrado
la
piccola
intelligenza
di
lei
,
ignara
delle
mistificazioni
umane
dell
'
amore
,
ella
intendeva
donde
venisse
questo
rinnovellamento
passionato
;
e
tutto
il
suo
essere
inorridiva
alla
mistificazione
.
Vagamente
,
ma
ostinatamente
,
ella
era
gelosa
di
tutte
queste
donne
mondane
,
signore
e
attrici
,
grandi
dame
e
grandi
avventuriere
che
,
preso
da
un
furore
di
esteriorità
tutto
estetico
,
Paolo
Spada
ricercava
ogni
giorno
e
ogni
sera
:
ma
Adele
Cima
non
arrivava
a
precisare
la
propria
gelosia
.
Non
diceva
nulla
:
ma
fiotti
di
veleno
le
inondavano
le
vene
.
Si
consumava
,
dentro
,
e
non
voleva
dare
un
sol
dolore
a
Paolo
,
sentendo
anche
che
era
inutile
e
dannoso
fargli
delle
scene
.
Qualche
indizio
di
tradimento
,
molto
tenue
,
forse
ancora
ingiusto
le
s
'
ingrandiva
nel
cuore
appassionato
,
col
dubbio
di
qualche
fatto
compiuto
.
Paolo
Spada
aveva
cambiato
fiore
all
'
occhiello
:
era
una
rosa
bianca
,
adesso
,
quella
che
portava
ogni
giorno
.
Una
copia
dell
'
Amore
di
Maria
era
partita
,
avvolta
in
una
stoffa
medievale
,
a
rose
bianche
su
fondo
rosa
pallido
,
e
diretta
a
un
indirizzo
sconosciuto
.
Un
giorno
,
uscendo
per
alcune
spesuccie
,
aveva
incontrato
Paolo
Spada
sotto
l
'
atrio
della
Posta
,
a
San
Silvestro
:
egli
aveva
avuto
innanzi
ad
Adele
Cima
,
una
leggiera
fiamma
al
viso
.
Poi
,
finalmente
,
un
giorno
,
Adele
ebbe
la
prova
precisa
e
netta
del
tradimento
:
un
biglietto
di
convegno
,
di
donna
Maria
Vargas
:
un
biglietto
cascato
dalla
tasca
di
Paolo
Spada
.
Era
impossibile
il
dubbio
.
Egli
rientrò
:
trovò
Adele
Cima
gittata
sul
letto
,
vestita
,
col
viso
verso
la
parete
.
-
Che
hai
?
Ti
senti
male
?
-
Sì
.
-
Dove
hai
male
?
-
Alla
testa
.
-
Ora
ti
do
l
'
antipirina
.
Vado
a
chiamare
il
medico
?
-
È
inutile
:
è
un
male
che
passa
.
Veramente
,
egli
aveva
udito
qualche
cosa
di
cambiato
nella
voce
di
Adele
Cima
:
ed
aveva
esitato
a
ritornare
nella
sua
stanza
.
Prima
di
uscire
,
andò
da
lei
,
di
nuovo
:
-
Come
vai
?
-
Meglio
:
grazie
.
-
Vuoi
qualche
cosa
?
-
....
No
-
Io
torno
subito
.
-
Va
bene
.
Veramente
non
si
era
voltata
a
lui
e
la
voce
era
più
tronca
e
più
velata
che
mai
.
Ma
egli
attribuì
alla
nevralgia
tutti
quei
fenomeni
e
uscì
.
Quando
rientrò
,
alle
undici
di
sera
,
la
trovò
ancora
sul
letto
,
supina
,
in
uno
stato
di
abbattimento
immenso
,
con
orribili
crampi
allo
stomaco
.
Aveva
bevuto
della
morfina
per
avvelenarsi
:
l
'
aveva
trovata
in
una
boccettina
che
Paolo
Spada
teneva
in
serbo
,
per
iniettarsi
ogni
tanto
.
Egli
non
le
strappò
questa
verità
che
a
furia
di
affannose
domande
,
di
richieste
strazianti
,
giacchè
tutto
l
'
essere
di
Paolo
era
trangosciato
all
'
idea
che
una
povera
creatura
umana
avesse
potuto
morire
per
lui
.
Ella
lo
guardava
,
con
occhi
così
disperati
e
amorosi
,
insieme
,
che
egli
non
resisteva
a
quello
sguardo
.
Al
medico
accorso
Paolo
non
disse
nulla
,
non
seppe
neppure
ricordarsi
la
misura
della
morfina
che
Adele
aveva
potuto
ingoiare
:
e
tutta
la
notte
la
sciocca
amante
che
tutto
aveva
sopportato
,
ma
non
aveva
saputo
resistere
al
tradimento
,
tutta
la
notte
ella
fu
in
pericolo
mortale
,
attaccata
al
collo
di
Paolo
Spada
,
guardandolo
con
gli
occhi
stralunati
dal
male
e
dall
'
amore
,
toccandolo
con
le
mani
gelide
e
bagnate
di
sudore
,
senza
poter
pronunziare
una
parola
sola
,
quasi
strozzata
,
soffrendo
come
una
dannata
o
cadendo
in
prostrazioni
che
parean
simili
alla
morte
.
Accanto
a
lei
,
egli
agonizzava
.
Aveva
ritrovato
il
biglietto
perduto
di
donna
Maria
Vargas
,
sotto
l
'
origliere
di
Adele
Cima
ed
aveva
inteso
la
ragione
di
quel
suicidio
,
la
ragione
immediata
e
invincibile
.
-
Perchè
hai
fatto
questo
?
Perchè
?
-
le
gridò
,
indignato
contro
sè
stesso
,
contro
i
capricci
mondani
e
contro
tutte
le
donne
mondane
.
La
inferma
non
rispose
,
ma
lo
guardò
con
tale
espressione
di
silenzio
!
-
Non
dovevi
farlo
.
Non
ne
valeva
la
pena
-
le
disse
ancora
lui
,
esaltatissimo
.
Alla
morente
gli
occhi
si
sbarrarono
in
un
infinito
stupore
,
come
se
ella
si
meravigliasse
,
sentendo
che
un
tradimento
non
è
un
tradimento
.
-
Sei
una
scema
;
non
capisci
niente
;
io
non
amo
che
te
;
sei
una
scema
-
le
continuò
a
dire
lui
,
in
preda
a
una
indomabile
agitazione
.
Adele
Cima
,
a
quell
'
aggettivo
che
si
veniva
ripetendo
,
con
tanta
ostinazione
e
tanta
crudeltà
,
insieme
a
tanto
amore
,
nella
sua
agonia
,
chiuse
gli
occhi
per
morire
.
Ma
non
morì
.
La
salvarono
il
medico
e
Paolo
Spada
.
Fu
molto
tempo
malata
,
ma
guarì
.
Il
suo
fu
un
suicidio
mancato
,
come
erano
state
mancate
varie
altre
cose
della
sua
vita
.
Spesso
,
nella
convalescenza
,
in
un
effluvio
di
tenerezza
,
innamorato
più
che
mai
della
sua
stupidina
,
Paolo
Spada
le
veniva
ripetendo
:
-
Perchè
hai
voluto
morire
?
-
Per
donna
Maria
di
Vargas
.
-
Ti
giuro
che
non
ne
valeva
la
pena
,
anima
mia
.
-
Oh
sì
!
-
No
,
no
,
sei
sempre
la
stessa
,
non
capisci
nulla
.
Se
morivi
,
vedi
,
Adele
,
era
perchè
non
hai
mai
capito
niente
.
-
È
vero
-
mormorava
lei
,
assorta
.
Dopo
quel
tentativo
di
suicidio
,
inutile
,
che
non
le
aveva
dato
la
liberazione
,
ella
non
domandò
a
Dio
neppure
più
la
pace
.
Il
suo
destino
era
di
vivere
,
di
amare
,
e
di
soffrire
per
l
'
amore
,
giacchè
il
Signore
le
aveva
inflitto
il
castigo
di
amare
un
uomo
diverso
da
lei
per
istinti
,
per
temperamento
,
per
carattere
,
giacchè
sul
suo
amore
pesava
la
fatalità
del
dissidio
intellettuale
,
lo
stato
di
oppressione
della
creatura
meno
nobile
e
meno
spirituale
,
accanto
a
un
'
anima
che
saliva
nei
cieli
dell
'
arte
.
Ella
doveva
soffrire
e
non
doveva
trovare
rimedio
alle
sue
sofferenze
,
giacchè
le
anime
alte
e
squisite
trovano
mille
vie
per
isfuggire
ai
contrasti
della
vita
quotidiana
,
mentre
le
piccole
anime
li
subiscono
tutti
,
senza
scampo
e
senza
rifugio
.
Poi
,
più
tardi
,
quando
ella
fu
bene
guarita
e
Paolo
Spada
fu
bene
sicuro
che
quella
donna
gli
fosse
vincolata
per
sempre
,
egli
scherzò
anche
sul
tentato
suicidio
.
Chi
manca
un
suicidio
,
non
corre
un
'
avventura
buffa
?
L
'
amante
sciocca
ne
rise
anche
lei
,
per
celare
la
vergogna
di
quella
ridicolaggine
.
Più
tardi
ancora
,
Paolo
Spada
tornò
a
tradirla
,
come
si
tradisce
una
buona
moglie
fedele
,
con
altre
donne
:
ella
lo
seppe
,
ma
non
trovò
la
forza
di
voler
morire
,
temendo
troppo
di
esser
chiamata
la
più
scema
fra
le
donne
.
Anzi
,
egli
finì
per
confessarle
le
sue
scappate
,
convincendola
che
erano
necessarie
alla
sua
vita
d
'
arte
,
ma
che
egli
amava
sempre
la
sua
cara
sciocca
.
La
quale
sciocca
donna
non
si
convinse
punto
,
di
questa
necessità
del
tradimento
:
vi
si
rassegnò
,
piuttosto
,
poichè
voleva
il
suo
destino
,
così
,
che
ella
,
che
sarebbe
stata
felice
con
un
uomo
limitato
e
buono
e
onesto
come
lei
,
fosse
infelicissima
con
un
grande
artista
.
SOGNO
DI
UNA
NOTTE
D
'
ESTATE
.
A
Roberto
Bracco
.
Massimo
era
solo
.
L
'
amico
d
'
infanzia
,
non
veduto
da
anni
e
poi
incontrato
improvvisamente
per
la
via
,
dopo
il
lieto
riconoscimento
era
venuto
,
alle
sette
,
a
pranzare
in
casa
di
Massimo
.
E
costui
che
trascinava
pesantemente
il
fardello
di
un
'
estate
cittadina
,
mentre
tutti
gli
altri
anni
era
partito
nel
mese
di
giugno
,
si
riprometteva
una
buona
serata
di
ricordi
,
in
compagnia
dell
'
amico
ritrovato
.
Avevano
,
infatti
,
passato
due
ore
insieme
fra
il
pranzo
,
la
sigaretta
e
i
liquori
,
chiacchierando
dei
tempi
antichi
,
cominciando
tutti
i
loro
discorsi
con
un
ti
ricordi
,
sorridendo
vagamente
alle
care
memorie
che
si
affollavano
alla
mente
,
interrompendosi
talvolta
,
dando
in
qualche
esclamazione
di
rimpianto
,
di
nostalgico
desiderio
.
Ma
nella
amichevole
giocondità
che
aveva
dilatato
i
loro
cuori
,
si
era
presto
infiltrato
un
senso
di
malinconia
;
avevano
fatte
vie
diverse
ed
erano
diventati
assai
diversi
,
in
tutto
;
partiti
dal
medesimo
punto
,
avendo
fatto
gli
stessi
studii
,
l
'
amico
era
adesso
un
illustre
avvocato
di
provincia
,
con
moglie
e
figli
,
con
idee
pratiche
e
semplici
,
un
po
'
appesantito
di
fibre
e
di
spirito
;
e
Massimo
se
ne
era
andato
per
dieci
o
quindici
anni
all
'
estero
,
di
legazione
in
legazione
,
diplomatico
senza
passione
,
indolente
,
non
facendo
carriera
per
la
sua
pigrizia
,
contento
o
non
malcontento
del
suo
posto
di
segretario
,
bello
come
un
meridionale
bello
,
ma
già
appassito
,
coi
capelli
che
si
facevano
radi
sulla
fronte
e
gli
occhi
smorti
,
non
ricchissimo
,
ma
abbastanza
ricco
,
e
adesso
inchiodato
da
un
anno
a
Napoli
,
in
licenza
-
in
penitenza
,
dicevano
gli
amici
.
Massimo
era
fine
,
originale
,
ma
già
consumato
dalla
sua
esistenza
,
e
segretamente
oppresso
da
altre
cure
:
l
'
amico
era
pieno
di
talento
,
ma
forte
e
tranquillo
,
rimasto
un
po
'
grossolano
,
chiuso
nel
buon
senso
provinciale
che
chiama
follia
l
'
originalità
,
e
che
si
mortifica
nel
presente
,
per
godere
in
un
troppo
tardo
avvenire
.
Così
,
mentre
l
'
uno
raccontava
all
'
altro
la
propria
vita
,
colui
che
ascoltava
,
apprezzava
,
giudicava
,
freddamente
giudicava
,
senza
dire
il
suo
giudizio
in
forma
cruda
,
mitigando
,
è
vero
,
per
riguardo
all
'
amicizia
d
'
infanzia
,
ma
facendo
intendere
come
si
trovassero
lontani
:
e
a
un
certo
punto
si
guardarono
in
viso
,
perchè
pensarono
di
essere
,
oramai
,
due
estranei
;
ma
non
lo
dissero
.
E
forse
,
in
fondo
,
Massimo
invidiava
all
'
illustre
avvocato
di
provincia
la
sua
limitata
ambizione
e
il
suo
assiduo
lavoro
,
e
la
famiglia
grassa
,
pacifica
,
al
sicuro
delle
tempeste
,
e
la
casa
messa
alla
buona
,
ma
la
casa
degli
avi
,
la
casa
dei
figliuoli
,
e
quel
senso
di
praticismo
,
di
serietà
,
di
equilibrio
,
tutte
le
cose
,
infine
,
che
gli
mancavano
;
mentre
l
'
avvocato
invidiava
a
Massimo
la
vita
vagabonda
ma
aristocratica
nelle
Corti
straniere
,
e
l
'
avvenire
che
potea
essere
splendido
,
e
la
libertà
di
scapolo
,
e
tutte
le
avventure
di
quella
esistenza
fantastica
,
e
quella
casa
di
giovanotto
elegante
e
squisito
,
visioni
che
avrebbero
oramai
turbato
i
suoi
sonni
di
provincia
.
A
un
certo
momento
,
sospirarono
ambedue
.
La
serata
era
calda
:
dal
balcone
aperto
del
salotto
dove
fumavano
,
non
spirava
un
soffio
di
aria
:
solo
un
acuto
profumo
di
gelsomini
veniva
di
fuori
.
Si
accorsero
di
essere
diventati
malinconici
.
Troppe
cose
del
passato
avevano
ricordate
,
troppe
pietre
sepolcrali
di
persone
care
perdute
,
di
amori
morti
avevano
rimosse
:
tutto
questo
non
si
fa
senza
un
triste
piacere
,
e
il
piacere
poi
fugge
,
e
la
tristezza
resta
.
Fumavano
in
silenzio
,
con
la
testa
rovesciata
sulla
spalliera
della
poltroncina
;
poi
l
'
avvocato
aveva
guardato
l
'
orologio
.
Per
cortesia
,
disse
a
Massimo
:
-
Vieni
via
con
me
?
Ma
non
si
eran
forse
detto
tutto
?
E
non
avevan
forse
fatto
male
,
a
dirsi
tutto
?
Massimo
rispose
vagamente
che
doveva
scrivere
alcune
lettere
urgenti
;
che
si
sarebbero
veduti
più
tardi
,
alla
Villa
,
verso
le
undici
,
senz
'
altro
.
Freddamente
,
l
'
avvocato
promise
di
esserci
,
e
si
divisero
,
convinti
che
non
si
sarebbero
riveduti
quella
sera
,
e
forse
mai
più
.
Per
dolce
che
sia
il
passato
,
esso
è
morto
;
e
fantasmi
,
anche
soavissimi
,
turbano
l
'
animo
dei
più
coraggiosi
.
Quando
fu
solo
,
Massimo
si
pentì
di
essersi
condotto
a
casa
quell
'
amico
:
tante
chiuse
cicatrici
avevano
stillato
sangue
,
in
quelle
due
ore
!
Mentre
egli
seguitava
a
fumare
,
nel
salotto
,
udiva
il
suo
servitore
che
riordinava
la
piccola
stanza
da
pranzo
;
e
poco
dopo
,
il
giovanotto
gli
venne
a
chiedere
se
avesse
bisogno
di
lui
,
in
quella
sera
,
chè
avrebbe
voluto
andarsene
a
trovare
certi
amici
,
per
fare
una
passeggiata
,
con
quel
caldo
così
grande
.
Massimo
,
con
una
parola
,
lo
licenziò
:
la
porta
si
richiuse
;
egli
era
perfettamente
solo
.
Ma
la
sua
serata
era
perduta
,
postochè
aveva
voluto
risalire
imprudentemente
il
fiume
del
passato
,
in
compagnia
di
una
persona
che
aveva
amata
:
il
viaggio
lo
aveva
scoraggiato
,
facendogli
perdere
quell
'
ultimo
resto
di
morale
pazienza
,
che
lo
aiutava
a
tirare
innanzi
quella
solitària
e
fastidiosa
estate
napoletana
.
In
queste
ore
di
ribellione
,
sdraiato
,
abbandonato
a
una
mortale
spossatezza
esteriore
,
mentre
dentro
gli
si
sollevava
il
cuore
,
egli
fumava
assai
certe
stupefacienti
sigarette
egiziane
,
che
per
lo
più
finivano
per
stordirlo
:
ma
in
quella
sera
di
estate
le
sigarette
gli
si
sfacevano
fra
le
labbra
strette
ed
egli
le
buttava
via
,
semispente
,
a
pezzetti
.
Andò
al
balcone
:
era
al
terzo
piano
di
un
gran
palazzo
di
via
Gennaro
Serra
,
ed
essendo
più
basse
le
case
innanzi
alla
sua
,
pel
livello
della
via
,
vedeva
un
po
'
di
mare
e
un
grande
arco
di
cielo
stellato
.
La
notte
era
bellissima
,
con
un
gran
palpito
luminoso
della
Via
Lattea
;
ma
la
brezza
non
veniva
e
l
'
aria
opprimeva
.
Sentendosi
avvampare
la
testa
,
solo
,
stanco
e
pure
non
potendo
restar
fermo
,
prese
la
penna
e
volle
scrivere
:
ma
improvvisamente
,
innanzi
alla
carta
bianca
,
si
fece
in
volto
più
bianco
della
carta
stessa
,
quasi
che
avesse
veduto
apparire
non
so
quale
visione
,
fra
le
penembre
della
stanza
.
Dalla
via
Gennaro
Serra
,
un
continuo
rumore
di
carrozze
si
udiva
:
tutti
uscivano
dalle
loro
case
,
tutti
se
ne
andavano
per
le
strade
,
a
respirar
meglio
,
a
guardare
le
stelle
,
a
godere
la
notte
napoletana
bella
,
fresca
nelle
ore
alte
.
Egli
si
fece
di
nuovo
al
balcone
,
soffocando
:
ritornò
alla
scrivania
,
si
rimise
a
scrivere
,
ma
non
vi
riuscì
.
E
perchè
avrebbe
dunque
scritto
?
A
che
servono
le
negre
parole
scritte
sulla
candida
carta
,
nella
effervescenza
della
solitudine
,
quando
il
parente
,
o
l
'
amico
,
o
l
'
amante
che
le
riceve
,
le
legge
forse
dinanzi
a
estranei
,
freddamente
,
ridendone
?
Troppo
tempo
e
troppe
cose
passano
fra
il
momento
che
si
scrive
e
quello
che
si
legge
,
fra
chi
scrive
e
chi
legge
,
perchè
una
lettera
serva
a
qualche
cosa
.
Un
organetto
si
fermò
in
piazza
Monte
di
Dio
,
a
suonare
,
con
un
metro
largo
,
con
un
tempo
largo
,
una
canzonetta
assai
allegra
,
la
quale
così
diventava
bizzarramente
triste
;
Massimo
s
'
impazientì
contro
quel
sentimentale
o
stanco
suonatore
di
organino
,
che
mutava
una
tarantella
in
marcia
funebre
.
Forse
il
suonatore
era
vecchio
;
forse
aveva
fatto
una
magra
giornata
;
forse
era
un
infelice
,
perciò
usciva
dalla
sua
mano
quella
nenia
così
stravagante
.
Massimo
si
abbassò
sulla
ringhiera
del
balcone
,
e
da
quell
'
altezza
buttò
a
caso
una
moneta
da
due
lire
al
suonatore
.
La
musica
,
dopo
un
poco
,
tacque
:
e
Massimo
se
ne
dolse
;
ora
si
sentiva
più
solitario
,
più
annoiato
,
più
insofferente
che
mai
della
sua
dimora
in
Napoli
.
Che
fare
,
dove
andare
,
dove
portare
il
suo
corpo
e
il
suo
spirito
,
con
quali
sciocchi
?
con
quali
indifferenti
,
con
quali
esseri
detestabili
andare
?
Come
passare
quella
notte
di
estate
?
Non
avrebbe
avuto
riposo
,
lo
sentiva
:
e
sentiva
che
non
vi
era
rimedio
alla
sua
agitazione
.
Andava
e
veniva
dalla
scrivania
al
balcone
,
macchinalmente
,
quando
un
,
sottile
canto
vicino
lo
colpì
.
Si
fermò
,
ascoltando
.
Il
canto
veniva
da
un
balcone
poco
discosto
dal
suo
,
anch
'
esso
al
terzo
piano
:
aguzzò
gli
occhi
,
vide
un
'
ombra
bianca
,
era
una
donna
che
cantava
una
vecchia
romanza
del
Tosti
,
poco
nota
,
che
è
piuttosto
un
recitativo
e
che
comincia
così
:
/
*
Il
gallo
canta
;
e
i
sogni
lieti
o
tristi
Fuggon
nel
grande
oblìo
.
Torna
al
mondo
dei
sogni
,
onde
venisti
,
Larva
dell
'
amor
mio
....
....
*
/
La
voce
era
tenue
e
un
po
'
tremula
,
ma
le
parole
si
udivano
distintamente
.
Massimo
tese
l
'
orecchio
,
guardò
acutamente
,
e
si
accorse
che
la
donna
si
dondolava
sopra
una
sedia
,
cantando
,
come
se
si
cullasse
;
aspettò
che
ella
avesse
finito
,
poi
,
piegandosi
sulla
ringhiera
,
chiamò
:
-
Luisa
,
Luisa
?
-
Che
volete
?
-
rispose
una
fresca
e
lieta
voce
femminile
.
-
Buona
sera
:
vi
sto
ascoltando
,
ma
la
vostra
canzone
è
troppo
triste
.
Perchè
non
ridete
un
poco
?
-
Così
,
per
ordine
vostro
?
-
Ve
ne
prego
:
ridete
.
-
A
che
servirebbe
?
-
Per
rallegrare
la
mia
infinita
malinconia
.
-
Voi
,
malinconico
?
-
e
diede
in
uno
scroscio
di
risa
fresco
e
limpido
.
-
Brava
,
brava
!
-
egli
esclamò
,
applaudendo
.
Lei
,
per
parlare
con
lui
,
si
era
alzata
dalla
sedia
,
si
era
messa
all
'
angolo
del
balcone
,
curvandosi
per
veder
meglio
,
e
non
li
divideva
che
lo
spazio
di
una
stanza
;
le
due
case
erano
vicine
.
-
Vi
basta
?
-
chiese
Luisa
ridendo
ancora
.
-
Mai
abbastanza
.
Sono
un
uomo
morto
,
Luisa
.
Ma
quando
sarò
da
quattro
giorni
nella
tomba
come
Lazzaro
,
veniteci
voi
e
ridete
;
io
risusciterò
,
ve
lo
prometto
.
-
Ci
vedremo
allora
,
non
mancherò
-
diss
'
ella
ridendo
.
Poi
tacque
improvvisamente
.
Massimo
,
per
ringraziarla
,
si
mise
a
cogliere
dei
gelsomini
bianchi
,
odorosissimi
,
li
raccolse
in
pugno
,
tentò
due
volte
di
buttarglieli
sul
balcone
:
ma
erano
così
leggieri
che
caddero
in
istrada
,
candidi
,
roteanti
.
-
Peccato
,
peccato
!
-
gridò
lei
,
che
aveva
indovinato
il
grazioso
pensiero
.
E
restò
a
guardare
,
giù
,
come
se
potesse
ancora
scorgere
quella
pioggerella
di
gelsomini
odorosi
.
A
un
tratto
,
ella
diede
un
piccolo
grido
:
-
Che
è
?
-
Ne
ho
trovato
uno
,
per
terra
.
Grazie
!
Sul
balcone
di
Luisa
un
'
ala
di
ventaglio
si
agitava
ed
egli
ne
vedeva
luccicare
le
stelline
:
-
Siete
voi
,
che
avete
quel
ventaglio
?
-
Sì
;
perchè
?
-
Perchè
pare
un
pezzo
di
firmamento
.
-
Non
mi
burlate
-
disse
lei
un
po
'
seria
.
Parlavano
così
tranquillamente
,
come
se
stessero
in
un
salotto
di
conversazione
:
ma
le
notti
estive
sono
così
belle
a
Napoli
,
ed
è
così
naturale
stare
al
balcone
,
o
sulla
terrazza
o
nelle
vie
,
è
così
naturale
la
chiacchiera
all
'
aria
aperta
!
Certo
l
'
elegante
addetto
non
avrebbe
fatto
così
a
Bruxelles
,
o
a
Copenaghen
,
dove
le
notti
sono
gelide
,
e
i
balconi
hanno
triplici
imposte
:
nè
con
le
dame
della
società
sua
,
si
sarebbe
permesso
una
simile
famigliarità
.
Appunto
per
questo
egli
trovava
gusto
in
questa
conversazioncella
borghese
con
una
semplice
ragazza
,
da
un
balcone
all
'
altro
,
dimenticando
la
profonda
noia
e
il
disgusto
che
lo
avevano
assalito
mezz
'
ora
prima
.
Adesso
,
sorgendo
da
quel
poco
di
mare
che
si
vedeva
dai
balconi
,
un
globo
rossastro
si
levava
nel
cielo
,
e
ascendendo
,
impallidiva
,
diventava
roseo
....
-
....
ecco
la
luna
,
signor
Massimo
-
mormorò
lei
,
piano
.
Eppure
egli
udì
.
-
È
una
bellissima
luna
,
Luisa
-
le
rispose
,
con
convinzione
.
-
Fra
poco
si
nasconderà
dietro
quelle
case
,
e
non
la
vedrò
più
-
disse
la
fanciulla
,
sempre
piano
.
Egli
udiva
benissimo
.
A
un
tratto
,
chiamò
:
-
Luisa
?
-
Che
volete
?
-
Volete
uscire
,
a
veder
la
luna
?
-
Sola
?
-
Con
me
.
-
....
nossignore
-
disse
lei
,
dopo
aver
esitato
.
-
Perchè
nossignore
?
-
Per
questo
-
replicò
Luisa
,
enigmaticamente
.
-
Venite
,
via
.
Torniamo
presto
.
-
No
,
non
posso
.
-
Siete
cattiva
,
sapete
.
Luisa
non
rispose
.
-
Se
non
vi
decidete
,
vado
via
solo
.
La
notte
sarà
magnifica
e
voi
non
la
vedrete
.
Peggio
per
voi
!
Sono
abbastanza
vecchio
,
per
non
compromettervi
.
Volete
venire
?
-
....
non
posso
.
-
Buona
sera
.
-
Buona
sera
-
mormorò
ella
,
lentamente
.
In
verità
,
rientrando
nella
sua
stanza
,
per
prendere
il
cappello
e
i
guanti
,
Massimo
era
indispettito
.
Aveva
trovato
un
diversivo
alle
tristezze
supreme
di
quella
serata
;
la
compagnia
di
Luisa
come
quella
di
un
buon
camerata
,
di
un
buon
amico
,
lo
avrebbe
distratto
.
Ed
ecco
che
quella
sciocchina
faceva
la
ritrosa
,
mentre
era
libera
,
indipendente
,
mentre
egli
non
si
era
mai
sognato
di
farle
una
linea
di
corte
,
da
un
anno
che
si
conoscevano
.
Nervoso
,
abituato
a
superare
facilmente
tutte
le
difficoltà
,
il
più
piccolo
inciampo
lo
inquietava
:
non
andò
di
nuovo
al
balcone
,
spense
tutti
i
lumi
,
e
battè
fortemente
la
porta
,
uscendo
sul
pianerottolo
;
anche
Luisa
era
una
sciocca
!
Ma
passando
innanzi
a
un
'
altra
porta
che
dava
sullo
stesso
pianerottolo
,
la
vide
schiudersi
un
poco
e
il
profilo
bruno
di
Luisa
apparve
:
-
Signor
Massimo
?
-
fece
ella
,
guardandolo
coi
neri
e
dolci
occhi
,
chiedendogli
scusa
col
tono
della
voce
,
con
lo
sguardo
.
-
Andate
là
,
che
non
capite
niente
!
-
esclamò
lui
,
nascondendo
un
sorriso
,
fingendo
di
essere
ancora
in
collera
.
-
Io
....
capisco
-
disse
lei
,
schiudendo
addirittura
la
porta
.
Ora
si
vedeva
tutta
la
sua
snella
e
alta
figura
,
rivestita
di
un
abito
bianco
di
semplice
mussola
,
con
un
nastro
di
velluto
nero
alla
cintura
:
si
vedeva
il
delicato
volto
ovale
e
bruno
,
dove
la
piccola
bocca
rosea
si
schiudeva
come
un
fior
di
granato
;
e
le
sottili
sopracciglia
nere
e
arcuate
davano
agli
occhi
neri
,
per
sè
buoni
e
soavi
,
un
'
aria
d
'
infantile
meraviglia
.
-
Perchè
avete
detto
di
no
,
Luisa
?
Avete
così
poco
spirito
?
Vi
ho
forse
mai
fatto
la
corte
,
io
,
perche
dobbiate
temere
la
mia
compagnia
?
-
È
vero
,
non
me
l
'
avete
mai
fatta
-
rispose
Luisa
,
senza
sorridere
,
abbassando
gli
occhi
.
-
O
dunque
?
Andiamo
,
prendete
un
cappello
e
una
mantellina
,
fate
una
collezione
di
risate
,
e
venite
con
me
.
Sarà
un
'
opera
di
misericordia
spirituale
:
sono
così
infelice
!
-
Sì
?
Tanto
?
-
interrogò
lei
,
ansiosa
.
-
Infelicissimo
-
confermò
lui
,
fra
il
tragico
e
il
burlesco
.
-
Per
amore
,
eh
?
-
chiese
ella
,
arrossendo
della
domanda
.
-
Nossignora
,
ragazza
curiosa
.
Naturalmente
,
nessuna
donna
mi
ama
e
io
,
naturalmente
,
non
ne
amo
nessuna
.
Andate
a
vestirvi
e
fuggiamo
....
Ella
voltò
le
spalle
,
ubbidendo
.
Massimo
restò
appoggiato
allo
stipite
della
porta
aperta
,
col
cappello
in
mano
,
rigirando
il
suo
bastoncino
di
ebano
fra
le
dita
,
tranquillo
adesso
,
abbandonandosi
al
minuto
che
passava
,
senza
pensare
ad
altro
.
Dopo
un
poco
,
brevi
passi
discreti
si
riudirono
e
Luisa
apparve
,
infilando
i
morbidi
guanti
lunghi
di
camoscio
:
aveva
messo
una
mantellina
di
merletto
nero
a
perline
nere
sul
suo
vestito
bianco
e
un
gran
cappello
di
velo
nero
,
una
di
quelle
scuffie
ampie
e
caratteristiche
che
stanno
divinamente
solo
a
un
volto
giovanile
.
Sorrideva
,
con
le
labbra
,
con
gli
occhi
,
guardando
Massimo
,
così
fresca
,
così
luminosa
di
gioventù
e
di
spirito
,
che
egli
espresse
immediatamente
la
sua
opinione
.
-
Siete
una
creatura
incantevole
-
disse
,
con
un
tono
fra
la
galanteria
e
la
verità
,
tanto
che
ella
non
seppe
nè
adontarsene
,
nè
rallegrarsene
.
Per
nascondere
il
proprio
imbarazzo
,
Luisa
si
voltò
a
chiudere
la
porta
di
casa
sua
,
mettendosene
la
chiave
in
tasca
.
Si
avviarono
,
accanto
,
per
le
scale
,
senza
che
Massimo
le
offrisse
il
braccio
:
ella
aveva
un
modo
di
camminare
leggiero
e
spedito
che
le
veniva
dalla
estrema
giovinezza
.
-
Sentite
-
le
diceva
lui
,
scendendo
-
ognuno
di
noi
si
secca
....
-
Io
non
mi
secco
mai
.
-
....
non
mi
contraddite
,
voi
vi
seccate
,
come
me
,
della
solitudine
.
Quando
state
sola
,
che
fate
?
-
Penso
....
-
E
non
vi
viene
voglia
di
uccidervi
?
-
Neppur
per
sogno
.
I
miei
pensieri
sono
dolci
.
-
A
che
pensate
?
Ella
fu
lì
lì
per
rispondere
,
con
sincerità
:
ma
fortunatamente
si
rattenne
.
-
Che
v
'
importa
?
-
mormorò
invece
,
con
una
certa
malinconia
.
-
Ma
insomma
,
se
deviate
sempre
il
discorso
,
non
lo
finirò
mai
.
E
vi
assicuro
che
è
grazioso
,
che
vale
la
pena
di
udirlo
,
Dunque
,
che
voi
vi
possiate
seccare
o
no
nella
solitudine
,
questo
non
preme
,
ma
nella
solitudine
mi
secco
io
,
e
voi
siete
allegra
,
voi
cantate
,
voi
suonate
l
'
arpa
,
voi
ridete
così
bene
.
Uniamoci
insieme
,
fraternamente
,
così
io
non
mi
seccherò
più
,
e
voi
,
credo
,
vi
divertirete
meglio
.
È
deciso
,
eh
?
Come
fratello
e
sorella
,
naturalmente
.
Un
giorno
o
l
'
altro
,
poi
,
vi
mariterei
a
un
amico
che
amassi
molto
.
È
deciso
?
Ella
rideva
,
rideva
,
sommessamente
,
mentre
attraversavano
l
'
ampio
portone
.
Una
risata
,
però
,
che
aveva
qualche
soverchio
trillo
nervoso
.
-
Non
volete
saperne
?
-
disse
lui
,
seriamente
,
fermandosi
,
sul
marciapiede
.
-
Non
è
mica
una
cattiva
offerta
.
Sono
vecchio
,
io
,
ma
sono
sempre
un
buon
figliuolo
:
ho
viaggiato
,
vi
posso
raccontare
delle
storielle
interessanti
....
pensateci
bene
....
-
Sì
....
sì
....
combineremo
,
un
giorno
o
l
'
altro
-
e
la
fanciulla
voltò
la
faccia
in
là
,
per
non
farsi
scorgere
.
Massimo
e
Luisa
scendevano
per
via
Gennaro
Serra
incontrando
una
quantità
di
gente
che
saliva
e
scendeva
,
ondeggiando
,
a
coppie
,
a
gruppi
,
a
crocchi
,
a
file
,
con
la
mollezza
estiva
della
folla
napoletana
.
Malgrado
che
fossero
le
dieci
,
molte
botteghe
erano
ancora
aperte
e
illuminate
:
non
vi
si
lavorava
;
delle
donne
in
giacchettina
bianca
prendevano
il
fresco
sulla
porta
,
chiacchierando
,
e
dall
'
Egiziaca
veniva
un
suono
di
chitarre
e
di
mandolini
.
La
birreria
Dreher
,
sotto
i
marmorei
portici
di
San
Francesco
di
Paola
,
aveva
messo
fuori
tutti
i
suoi
tavolini
di
marmo
,
e
le
tazze
di
birra
,
dalla
cima
schiumosa
e
nevosa
,
apparivano
alte
sui
vassoi
,
portati
dai
camerieri
,
mentre
i
pesanti
piattini
di
cristallo
si
accumulavano
innanzi
agli
avventori
.
Adesso
,
sorgendo
pallida
e
mancante
sul
lato
sinistro
,
elevandosi
sopra
l
'
arsenale
di
marina
,
la
luna
illuminava
tutta
piazza
Plebiscito
.
La
facciata
della
Prefettura
,
tutta
chiara
sotto
il
raggio
lunare
,
aveva
delle
persone
che
si
muovevano
sui
suoi
grandi
veroni
:
il
Gran
Caffè
e
i
suoi
tavolini
,
allargantisi
sulla
via
,
e
i
molti
avventori
erano
avvolti
in
un
chiarore
fantastico
,
e
le
donne
recavano
con
lentezza
il
cucchiaino
del
sorbetto
alle
labbra
,
o
agitavano
il
ventaglio
pian
piano
,
con
gli
occhi
sgranati
,
quasi
sognassero
.
Nella
piazza
Plebiscito
,
andando
lentamente
nella
morbida
luce
lunare
,
la
gente
passeggiava
,
sulla
striscia
di
pietra
bianca
,
innanzi
alla
fontana
:
e
il
grande
getto
d
'
acqua
,
alto
,
sottile
,
pareva
una
piuma
bianca
,
immobile
,
tutta
penetrata
dalla
luminosità
della
luna
.
-
Che
bella
notte
!
-
susurrò
Luisa
,
affrettando
il
passo
.
-
Vi
è
troppa
gente
-
disse
lui
,
buttando
la
sigaretta
,
diventato
a
un
tratto
pallido
e
pensoso
.
Luisa
se
ne
accorse
.
Affettuosamente
gli
toccò
la
mano
con
la
sua
mano
guantata
,
interrogandolo
con
lo
sguardo
;
egli
non
rispose
,
ma
le
fece
un
cenno
che
non
chiedesse
,
che
non
voleva
parlare
.
Per
temperare
questo
silenzio
,
graziosamente
le
prese
la
manina
guantata
e
se
la
passo
sotto
il
braccio
,
e
camminarono
più
presto
,
andando
verso
Santa
Lucia
.
Qualcuno
si
voltava
a
guardare
la
fanciulla
biancovestita
,
i
cui
occhi
brillavano
soavemente
sotto
la
nera
e
trasparente
aureola
del
cappello
;
ma
ella
non
vedeva
nulla
,
si
piegava
ogni
tanto
a
guardare
il
suo
compagno
,
per
osservare
se
l
'
umor
torvo
si
fosse
allontanato
.
-
Ma
che
avete
?
-
chiese
,
alla
fine
,
agitata
.
-
Vorrei
....
vorrei
non
essere
qui
-
proruppe
lui
,
esprimendole
tutta
la
sua
nostalgia
inguaribile
.
-
Ah
!
-
-
disse
ella
,
senz
'
altro
,
chiudendo
gli
occhi
,
mentre
le
labbra
le
tremavano
.
E
Massimo
non
seppe
,
o
gli
mancò
la
forza
di
spiegare
,
di
modificare
la
sua
scortesia
.
Alta
già
sopra
Capri
,
la
luna
imbiancava
tutta
la
via
marina
di
Santa
Lucia
,
dove
mille
lumicini
si
agitavano
,
dove
i
trams
,
carichi
di
gente
che
andava
verso
Posillipo
,
passavano
,
ogni
cinque
minuti
a
suono
di
cornetta
,
dove
le
venditrici
ambulanti
di
acqua
sulfurea
davano
il
loro
richiamo
,
dove
i
pescatori
accovacciati
nelle
nasse
,
fumavano
la
pipetta
corta
che
aveva
lo
stesso
colore
della
loro
pelle
.
Appoggiati
al
largo
parapetto
che
dà
sulla
via
inferiore
di
Santa
Lucia
e
sul
mare
,
uomini
e
donne
godevano
la
prima
brezza
notturna
che
si
era
messa
al
sorgere
della
luna
;
si
udiva
suonare
il
pianoforte
nel
salone
all
'
Hotel
de
Rome
,
il
salone
che
dà
sul
mare
;
laggiù
,
laggiù
,
verso
il
Wermouth
di
Torino
,
dei
cantori
ambulanti
cantavano
.
Negli
equipaggi
signorili
,
passavano
le
donne
in
abiti
chiari
,
coi
diamanti
che
scintillavano
alle
orecchie
;
Dovunque
gente
,
dovunque
suoni
e
canti
,
dovunque
la
vitalità
di
un
popolo
che
lentamente
sorbisce
la
felicità
di
una
notte
estiva
lunare
.
Senza
dirle
nulla
,
invece
di
andare
verso
il
Chiatamone
,
portandosi
la
fanciulla
a
braccetto
,
egli
le
fece
discendere
la
scala
che
porta
alla
via
inferiore
di
Santa
Lucia
,
donde
si
va
ai
bagni
la
mattina
;
dove
i
vaporini
approdano
,
dove
approdano
i
barcaiuoli
,
con
le
barchette
,
dove
sono
le
sorgenti
dell
'
acqua
sulfurea
:
ivi
,
su
quella
lingua
di
terra
,
brulica
una
folla
di
marinai
,
di
pescatori
,
di
donnette
popolane
,
e
una
trattoria
ha
le
sue
tavole
,
quasi
quasi
sino
all
'
acqua
nera
della
riva
;
i
bevitori
di
acqua
sulfurea
vi
mettono
le
loro
sedie
di
paglia
,
e
i
bimbi
vi
vendono
le
ciambellette
brusche
.
Pure
,
in
quella
notte
,
quel
brulichio
bruno
si
rallentava
,
quasi
che
il
placido
lume
della
luna
quietasse
tutti
i
movimenti
,
rammutolisse
tutte
le
voci
,
e
desse
tutta
la
sua
dolcezza
alla
vivace
scena
.
Quando
furono
sull
'
ultimo
scalino
dell
'
ampia
gradinata
,
Massimo
e
Luisa
si
arrestarono
un
minuto
.
-
Andiamo
a
cena
?
-
domandò
lui
,
distratto
.
-
Oh
no
!
-
È
vero
,
sono
una
bestia
.
Eppure
dobbiamo
far
qualche
cosa
....
andiamo
per
mare
,
allora
?
-
Sì
-
rispose
lei
,
pensosa
-
andiamo
.
-
Ma
vi
piace
di
andarvi
?
non
lo
dite
per
compiacenza
?
Io
vi
annoio
terribilmente
,
lo
so
....
Ma
,
non
è
colpa
mia
.
E
poi
,
voi
siete
buona
e
perdonate
.
Se
non
volete
andare
in
barchetta
,
rinunziamoci
.
-
Andiamoci
subito
.
Ed
egli
intese
,
in
quelle
parole
,
una
preghiera
così
spontanea
,
che
chiamò
subito
un
barcaiuolo
.
Entrò
prima
Massimo
e
invece
di
dar
la
mano
a
Luisa
,
per
farla
discendere
,
mentre
ella
esitava
,
vedendo
quel
baratro
nero
,
le
stese
le
braccia
,
la
sollevò
leggermente
e
la
depositò
sul
cuscino
di
cotonina
,
accanto
a
sè
.
Il
barcaiuolo
che
aveva
avuto
ordine
di
andare
verso
Mergellina
,
vogava
tacitamente
.
Massimo
fumava
:
ma
ogni
tanto
,
dando
uno
sguardo
a
Luisa
,
la
vedeva
così
tranquilla
,
così
serena
,
così
intimamente
felice
;
ella
era
così
bella
in
quell
'
abito
bianco
,
sotto
la
trasparente
ala
del
suo
cappello
,
con
le
mani
abbandonate
in
grembo
,
che
egli
non
osava
dire
una
parola
,
non
volendo
turbare
quel
soave
spettacolo
.
La
barchetta
si
allontanava
in
linea
retta
,
per
poi
girare
intorno
al
forte
Ovo
:
e
le
case
di
Santa
Lucia
,
e
la
collina
di
Pizzofalcone
parea
che
crescessero
verso
il
cielo
,
verso
la
luna
,
come
attirate
da
quel
morbido
chiarore
.
Massimo
e
Luisa
non
scambiavano
una
parola
,
solo
egli
la
guardava
con
insistenza
;
tutto
il
delicato
volto
e
la
persona
candidamente
vestita
,
avevano
in
quell
'
ora
e
in
quel
paesaggio
un
effluvio
di
poesia
che
avrebbe
inebriato
il
cuore
più
freddo
.
Ella
gli
sorrideva
,
così
,
naturalmente
,
quasi
che
il
suo
destino
,
nella
vita
,
fosse
di
sorridergli
sempre
;
e
l
'
ingenuo
,
giovanile
fascino
del
sorriso
rammentava
a
lui
altri
tempi
,
altre
cose
,
vagamente
,
dandogli
un
infinito
e
indefinito
sentimento
di
tenerezza
.
Allora
,
sottovoce
,
egli
provò
il
bisogno
di
chiamarla
:
-
Luisa
.
-
Che
dite
?
-
rispose
ella
,
piegandosi
per
udir
meglio
.
-
Niente
.
Ma
ancora
,
più
tardi
,
mentre
si
allontanavano
sempre
più
verso
l
'
alto
mare
,
nel
candore
immacolato
della
luna
,
verso
l
'
orizzonte
;
che
si
era
fatto
chiarissimo
,
egli
la
chiamò
per
nome
,
assai
piano
,
come
se
pronunciasse
quel
nome
per
sè
stesso
,
evocandolo
,
invocandolo
,
emblema
di
dolcezza
nelle
sue
sillabe
,
nelle
sue
lettere
,
nel
musical
suono
,
in
quello
che
era
,
in
quello
che
rappresentava
.
Quando
quel
lieve
soffio
l
'
animava
,
come
una
carezza
,
Luisa
s
'
inchinava
,
attratta
,
vincolata
dalla
voce
e
dalla
musica
;
e
Massimo
vedea
che
il
viso
le
si
tramutava
,
onde
di
sangue
le
fiottavano
alle
guancie
,
onde
di
pallore
le
salivano
alla
fronte
.
E
non
so
quale
acuta
,
spirituale
voluttà
lo
teneva
,
di
vedere
scolorare
,
al
suono
della
sua
voce
,
quel
purissimo
volto
giovanile
:
e
tutta
la
tenerezza
ch
'
egli
poneva
nella
parola
Luisa
,
si
facea
più
profonda
,
sgorgava
più
larga
,
per
circondare
,
avvolgere
,
abbracciare
quella
persona
di
donna
.
Ma
fu
un
punto
,
e
la
emozione
di
Luisa
era
così
intensa
,
egli
vide
tale
smarrimento
negli
occhi
della
fanciulla
,
che
si
fermò
,
e
riaccendendo
una
sigaretta
:
-
Perchè
non
cantate
?
-
le
disse
.
-
Voi
dovete
cantare
,
me
lo
avete
promesso
.
Scherzava
con
quella
ironia
cortese
che
serviva
a
nascondere
il
proprio
pensiero
.
Luisa
crollò
il
capo
,
tristemente
:
l
'
incanto
si
dileguava
;
ella
udiva
un
'
altra
volta
,
mentre
Massimo
parlava
,
quella
velatura
di
sogghigno
che
guastava
quante
affettuose
cose
egli
dicesse
.
Tentò
di
riafferrare
un
minuto
di
dolcezza
:
-
Chiamatemi
ancora
-
gli
disse
pregandolo
.
-
Oh
Luisa
,
Luisa
,
Luisella
,
piccola
fanciulla
cara
,
se
non
cantate
,
io
vi
riporto
a
terra
.
A
lei
gli
occhi
si
riempirono
di
lacrime
;
il
sangue
ascese
impetuosamente
dal
cuore
agli
occhi
;
nonostante
schiuse
la
bocca
e
con
la
sottile
voce
tremula
,
diede
alle
fragranti
aure
marine
una
vecchia
canzone
.
Con
le
mani
congiunte
in
grembo
,
con
la
testa
un
po
'
levata
,
guardando
il
gran
cielo
intorno
,
ella
cantava
;
la
fine
bocca
rosea
si
schiudeva
ad
arco
,
mostrando
i
denti
bianchi
,
scintillanti
,
e
ogni
tanto
i
soavi
occhi
seguivano
quasi
il
movimento
molle
della
musica
,
aprendosi
più
grandi
sul
paesaggio
.
Massimo
si
era
voltato
verso
lei
,
appoggiando
il
braccio
sul
bordo
della
barchetta
,
seguendo
il
ritmo
della
canzone
che
pareva
si
cullasse
nel
ritmo
del
mare
.
A
un
tratto
,
la
voce
le
si
velò
;
ella
tacque
.
-
Che
avete
?
-
Nulla
,
nulla
.
-
Perchè
siete
così
triste
,
Luisa
?
-
V
'
ingannate
,
non
sono
triste
....
sono
anzi
così
contenta
di
esser
qui
....
credetelo
....
Una
emozione
era
in
tutto
quello
che
diceva
,
così
sincera
!
-
Vi
credo
,
Luisa
.
Dite
un
'
altra
canzone
....
-
Sono
tutte
cose
vecchie
!
-
Non
importa
....
-
E
non
tutte
sono
liete
.
-
Non
importa
....
Mi
basta
che
le
cantiate
voi
.
-
Non
volevate
che
io
ridessi
?
-
insistè
lei
.
-
Raccontatemi
una
delle
vostre
storielle
interessanti
e
riderò
!
-
Se
vi
racconto
una
storiella
,
io
,
vi
faccio
piangere
-
e
buttò
la
sigaretta
in
mare
.
-
Allora
tacete
.
È
così
dolce
questa
notte
.
Mentre
il
barcaiuolo
vogava
verso
Mergellina
,
con
un
cenno
largo
Luisa
indicò
a
Massimo
le
carezzose
linee
delle
colline
che
vanno
da
San
Martino
al
capo
di
Posillipo
,
tutte
bagnate
dalla
luce
lunare
,
con
le
loro
case
chiarissime
dalle
mille
finestre
aperte
e
illuminate
,
coi
lumi
che
cingono
l
'
arco
della
marina
napoletana
come
una
linea
di
fuoco
,
con
uno
scintillio
dovunque
,
per
le
vie
e
sulle
colline
.
Essi
attraversavano
,
tagliandola
,
la
grande
striscia
fredda
,
lucente
come
metallo
,
che
la
luna
alta
metteva
sul
mare
,
dall
'
orizzonte
alla
riva
,
lunghissima
,
occhieggiante
,
come
mille
specchietti
moventisi
nel
raggio
lunare
.
Massimo
guardò
intorno
,
ma
i
suoi
occhi
tornavano
al
purissimo
viso
di
Luisa
,
come
se
da
esso
partisse
quel
fascio
di
dolcezza
.
Ella
sostenne
un
minuto
lo
sguardo
di
Massimo
,
poi
le
palpebre
le
batterono
,
ammaliate
,
non
reggenti
a
quel
fascino
:
-
Siete
voi
che
siete
dolce
-
le
disse
lui
,
all
'
orecchio
.
Adesso
avevano
voltato
l
'
angolo
di
Mergellina
,
costeggiavano
,
lungo
la
via
di
Posillipo
,
tutta
piena
di
ville
,
di
osterie
,
di
trams
che
passano
continuamente
,
in
tutte
le
ore
della
sera
,
specialmente
in
estate
.
Talvolta
,
tendendo
l
'
orecchio
,
si
udivano
dei
canti
venire
dalla
terra
,
affievoliti
;
e
le
ville
,
piene
di
gente
sulle
terrazze
,
sembravano
quei
castelletti
di
carta
,
dai
cento
bucherelli
,
che
i
bambini
illuminano
con
un
solo
cerino
interno
,
giocattoli
frastagliati
o
trasparenti
dai
personaggi
minuscoli
.
Passando
rasente
una
di
esse
dal
giardino
pensile
tutto
fiorito
arrivarono
delle
risate
,
degli
allegri
strilli
femminili
.
-
Abbiamo
un
pubblico
cortese
-
disse
Massimo
-
ci
prendono
,
per
due
amanti
.
-
Ah
!
-
rispose
lei
,
niente
altro
.
Il
palazzo
di
Donn
'
Anna
si
delineava
,
nero
,
avanzandosi
sul
mare
:
sul
suo
lato
destro
e
sul
sinistro
,
delle
trattorie
popolari
erano
piene
di
banchettatori
e
di
bevitori
,
ma
la
facciata
che
dà
sul
mare
serbava
il
suo
carattere
di
rovina
disabitata
,
col
mare
che
entrava
chetamente
nei
suoi
portoni
,
ormai
trasformati
in
grotte
,
come
quelle
di
Sorrento
e
di
Capri
.
La
luna
batteva
sulla
facciata
del
palazzo
,
che
la
ricchezza
e
la
superbia
di
donn
'
Anna
di
Medina
Coeli
non
aveva
potuto
finire
,
prima
di
ritornare
alla
Spagna
natìa
:
e
i
finestroni
e
le
finestre
prendevano
il
chiaror
lunare
,
fantasticamente
;
la
rovina
pareva
meno
aspra
,
meno
tetra
,
sotto
il
placido
raggio
.
Il
barcaiuolo
che
remava
più
lentamente
,
per
riposarsi
,
chiese
a
Massimo
se
voleva
entrare
in
una
di
quelle
grotte
,
con
la
barca
.
-
Avete
forse
paura
?
-
chiese
lui
a
Luisa
,
prendendone
distrattamente
la
mano
appoggiata
al
bordo
della
barchetta
.
-
No
,
non
ho
paura
-
ella
rispose
:
eppure
la
voce
era
velata
di
emozione
.
L
'
apertura
della
grotta
era
tutta
bianca
e
l
'
acqua
vi
fiottava
sordamente
,
gorgogliando
:
ma
quando
la
barca
s
'
internò
in
quel
chiuso
laghetto
di
acqua
marina
,
la
oscurità
si
fece
profonda
.
La
barca
stava
immobile
,
in
un
gorgoglio
fresco
di
onda
che
batte
alle
pareti
di
pietra
,
in
una
gran
tenebra
.
La
mano
di
Luisa
era
restata
in
quella
di
Massimo
:
egli
la
sentiva
molle
,
abbandonata
,
nella
sua
,
quasi
che
non
vi
fosse
miglior
sorte
,
miglior
destino
per
essa
.
Involontariamente
,
egli
la
strinse
,
e
intese
che
la
mano
rispondeva
alla
sua
stretta
,
fiaccamente
,
ma
dicendo
sempre
:
sì
.
Allora
egli
si
piegò
;
in
quell
'
ombra
,
per
distinguere
la
faccia
di
Luisa
;
il
barcaiuolo
remava
,
per
uscire
dalla
grotta
e
quando
furono
di
nuovo
sull
'
aperto
mare
,
al
lume
della
luna
,
egli
vide
due
lunghe
lacrime
scendere
da
quei
belli
occhi
e
disfarsi
sulle
guancie
.
Ah
!
egli
non
poteva
veder
piangere
nè
un
bimbo
,
nè
una
donna
,
foss
'
anche
di
gioia
:
e
fu
più
turbato
di
lei
.
-
Che
avete
?
Avete
avuto
paura
,
avete
freddo
?
-
chiese
precipitosamente
,
tenendole
le
mani
,
che
erano
gelide
,
invero
,
nei
guanti
.
-
No
,
no
....
-
Sì
,
sì
,
sbarchiamo
,
questo
viaggio
in
mare
,
alla
luna
,
vi
ha
gelato
.
Sbarchiamo
,
cammineremo
a
piedi
,
per
riscaldarci
.
Presso
il
palazzo
Donn
'
Anna
vi
è
spiaggia
.
Sbarcarono
,
in
fretta
,
egli
pagò
il
barcaiuolo
e
lo
licenziò
:
quello
gli
disse
delle
parole
di
augurio
;
anche
lui
li
prendeva
per
due
amanti
.
Per
salire
alla
strada
dovettero
passare
presso
una
di
quelle
trattorie
,
fra
le
tavolate
dei
mangiatori
e
dei
bevitori
,
senza
guardare
nè
a
dritta
nè
a
sinistra
,
egli
sempre
un
po
'
agitato
,
ella
che
lo
seguiva
senza
badare
a
nulla
,
quasi
che
il
suo
fato
fosse
quello
di
seguirlo
sempre
,
dovunque
,
senza
sapere
dove
si
andasse
.
I
bevitori
e
i
mangiatori
ridevano
e
gridavano
:
la
bianca
figura
di
donna
non
ne
fece
voltare
nessuno
,
tutti
erano
ebbri
del
vino
,
della
notte
,
o
delle
chiacchiere
dette
,
con
la
tanto
bella
e
felice
esaltazione
meridionale
.
Massimo
e
Luisa
scesero
per
la
stretta
scaletta
,
uno
presso
l
'
altro
,
e
quando
si
trovarono
sulla
via
di
Posillipo
stettero
,
esitanti
.
-
È
forse
tardi
per
voi
?
Volete
rientrare
?
-
Non
so
....
Voi
rientrate
?
-
Vi
accompagnerei
,
sì
,
ma
senza
rientrare
.
Non
dormirò
,
io
,
stanotte
....
-
e
voltò
la
faccia
in
là
.
-
Allora
....
allora
rimarrò
ancora
un
poco
-
disse
fievolmente
lei
.
-
Grazie
,
siete
buona
-
e
le
strinse
la
mano
.
Così
,
camminarono
,
senza
darsi
braccio
,
verso
Posillipo
,
sul
piccolo
marciapiede
rasentato
dai
trams
che
vanno
e
vengono
:
imbattendosi
in
gente
che
tornava
a
piedi
,
in
piccole
comitive
schiamazzanti
,
in
coppie
solitarie
appoggiate
al
parapetto
,
guardanti
il
mare
.
Massimo
e
Luisa
,
avanzando
lentamente
,
non
parlavano
,
divisi
sempre
da
coloro
che
transitavano
.
Le
ville
a
mezza
costa
,
e
quelle
giù
,
al
mare
,
avevano
innanzi
ai
portoni
delle
carrozze
che
aspettavano
:
i
balconi
lasciavano
udire
la
musica
che
vi
si
faceva
,
il
sottile
e
immemore
concerto
delle
notti
estive
napoletane
:
degli
equipaggi
,
di
ritorno
,
passavano
;
le
donne
erano
avvolte
in
lievi
scialli
bianchi
.
Senz
'
accorgersi
della
via
,
Massimo
e
Luisa
andavano
innanzi
,
innanzi
:
la
linea
dei
trams
finì
;
si
fecero
rare
,
poi
sparvero
,
le
osterie
;
la
gente
s
'
era
diradata
,
a
poco
a
poco
,
e
quando
ebbero
voltato
l
'
angolo
della
villa
Dini
,
la
solitudine
fu
perfetta
.
Solitudine
bianca
,
senza
terrori
di
ombre
,
senza
la
tetraggine
che
ispirano
la
campagna
e
il
mare
,
di
notte
.
Solo
un
alto
,
lontanissimo
cielo
;
solitudine
mite
,
piena
di
giardini
in
fiore
tutti
candidamente
frastagliati
dalla
luce
lunare
,
piena
di
parchi
dai
grandi
alberi
immersi
nel
chiarore
,
piena
di
vigne
folte
che
l
'
autunno
aspettava
,
per
la
vendemmia
,
piena
di
orti
dove
ancora
,
come
un
po
'
dappertutto
,
si
udiva
l
'
odore
del
gelsomino
notturno
.
La
via
era
deserta
,
l
'
ora
era
tarda
,
ormai
:
e
solo
,
ogni
tanto
,
qualche
rara
carrozza
ritornava
da
villa
Postiglione
:
tutto
Posillipo
,
con
le
sue
campagne
,
col
suo
mare
,
coi
suoi
rotondi
piccoli
golfi
che
sembrano
,
in
fondo
alla
riva
,
un
grande
occhio
azzurro
divino
,
coi
suoi
profumi
,
pareva
che
appartenesse
a
Massimo
e
Luisa
,
Egli
camminando
con
la
testa
bassa
,
con
gli
occhi
bassi
,
giuocava
con
la
mazzettina
di
ebano
,
urtando
le
pietruzze
della
via
;
Luisa
andava
accanto
a
lui
,
fissando
gli
occhi
sul
mare
:
ma
i
suoi
occhi
avevano
un
velo
innanzi
,
il
suo
sguardo
aveva
la
fissità
di
chi
non
vede
.
Ogni
tanto
levava
una
mano
alla
fronte
,
per
respingere
da
parte
una
ciocca
dei
suoi
neri
capelli
che
ricadeva
sempre
:
e
quel
movimento
aveva
qualche
cosa
di
assai
leggiadro
.
Quanto
tempo
camminarono
,
così
,
senza
scambiare
un
detto
?
Nessuno
di
loro
avrebbe
potuto
dirlo
:
presi
dal
loro
mondo
interiore
,
presi
dall
'
ambiente
che
li
aveva
vinti
,
mancava
oramai
a
loro
la
nozione
del
tempo
e
dello
spazio
,
erano
in
quell
'
oblìo
quieto
,
addormentatore
,
che
vince
tutti
i
cuori
,
dopo
le
emoziani
che
dà
il
sentimento
,
o
che
danno
le
cose
.
Massimo
si
riscosse
pel
primo
:
-
Che
cattivo
compagno
son
io
!
-
esclamò
.
-
Saranno
due
ore
che
non
vi
dico
una
parola
.
-
....
Forse
non
avevate
nulla
da
dirmi
-
azzardò
lei
,
con
un
timido
sorriso
.
-
V
'
ingannate
:
se
vi
dicessi
tutto
quello
che
dovrei
dirvi
,
sarebbe
un
opera
in
-
folio
,
in
ventiquattro
volumi
!
-
Dite
,
allora
....
-
Ci
vorrebbero
alquanti
anni
della
vostra
vita
,
per
udirmi
,
cara
:
e
....
credo
che
sia
meglio
non
farne
niente
.
-
Ditene
qualcuna
,
di
queste
cose
....
-
insistè
lei
,
con
un
tremito
nella
voce
.
-
No
,
no
-
replicò
Massimo
,
recisamente
.
Ella
lo
guardò
,
così
triste
,
che
egli
non
potette
celare
un
moto
di
dispetto
.
-
Ma
Luisa
!
Ma
che
siete
una
sensitiva
?
State
ridendo
,
il
che
è
una
cosa
graziosa
per
tutti
,
graziosissima
per
me
,
e
basta
guardarvi
perchè
la
risata
vi
si
spenga
sulle
labbra
!
Sorridete
,
e
basta
che
vi
si
dica
una
parola
perchè
sparisca
il
vostro
sorriso
!
Figliuola
mia
!
Vi
avverto
che
di
questo
passo
,
ci
vuol
poco
a
essere
la
donna
più
infelice
di
questa
terra
.
-
Non
importa
,
la
felicità
-
ella
rispose
,
con
un
sorriso
estatico
.
-
Bugia
,
bugia
!
Bisogna
esser
felici
,
bisogna
avere
il
cuore
di
bronzo
!
Di
bronzo
,
cara
mìa
bella
!
-
Non
importa
,
meglio
averlo
aperto
a
ogni
tenerezza
-
replicò
con
la
forza
del
suo
innocente
animo
.
-
Vi
preparate
un
brutto
avvenire
,
Luisa
,
-
disse
lui
,
glacialmente
.
-
Non
importa
-
ella
ribattè
,
per
la
terza
volta
,
con
il
supremo
coraggio
dei
cuori
buoni
.
Ed
era
così
bella
della
sua
gioventù
,
del
suo
candore
,
della
sua
abnegazione
,
così
bella
per
sè
,
e
per
quello
che
confusamente
ma
fortemente
sentiva
,
tanto
nobile
abbandono
,
tanto
alto
sacrificio
da
lei
traspariva
,
che
egli
si
arrestò
,
un
po
'
smarrito
,
ammirando
quella
creatura
semplice
e
sana
,
che
si
gittava
nel
precipizio
a
occhi
chiusi
,
sorridendo
.
I
.
-
Povera
Luisa
-
mormorò
soltanto
lui
,
carezzandole
la
manina
inguantata
che
si
appoggiava
fidente
al
suo
braccio
.
-
Non
mi
compatite
-
ella
rispose
,
crollando
il
capo
,
sorridendo
a
una
idea
-
io
sono
più
felice
di
voi
,
-
Forse
-
disse
lui
,
con
voce
breve
.
Adesso
,
dopo
avere
oltrepassato
il
ponte
di
Posillipo
,
quel
largo
poggiuolo
che
da
una
parte
si
affaccia
alla
collina
folta
di
vigneti
,
e
dall
'
altra
sopra
,
una
valle
che
discende
al
mare
,
mollemente
,
lasciato
il
lastricato
del
ponte
che
suonava
sotto
i
loro
passi
,
nella
notte
,
erano
entrati
in
un
sentiero
oscuro
,
fra
una
siepe
alta
di
more
spinose
,
e
una
muraglia
alta
,
tappezzata
di
edera
,
che
serra
le
due
ville
ultime
sul
mare
di
Posillipo
,
la
villa
Postiglione
e
la
villa
Sans
souci
.
Era
sparita
la
luna
dietro
la
muraglia
,
e
sullo
stretto
sentiero
che
discendeva
,
essi
non
vedevano
che
un
'
altissima
striscia
di
cielo
,
tutta
chiara
,
dove
le
pie
stelle
avevano
un
tremolìo
bianco
e
languido
.
Dagli
orti
,
di
nuovo
,
un
confuso
olezzo
di
fiori
e
di
erbe
odoranti
arrivava
,
dove
più
acuto
signoreggiava
il
profumo
del
gelsomino
:
ed
essi
andavano
in
quell
'
ombra
,
in
quel
fresco
notturno
,
ignari
della
loro
strada
,
sul
molle
terreno
umido
di
brina
che
si
faceva
elastico
sotto
i
loro
passi
.
A
un
tratto
,
levando
gli
occhi
,
un
'
immensa
linea
di
paesaggio
si
schiuse
loro
innanzi
,
tutta
candida
sotto
la
luce
lunare
.
Erano
al
Capo
,
in
quel
posto
che
la
fantasia
popolare
ha
chiamato
il
Paradisiello
:
e
il
gran
golfo
di
Napoli
era
come
una
immensa
conca
chiarissima
,
cinta
da
lumi
vividi
,
scintillante
fin
nelle
borgate
,
scintillante
fino
laggiù
,
laggiù
all
'
estrema
punta
di
Massalubrense
,
dove
l
'
abbraccio
si
chiude
;
e
da
qui
tutto
il
gran
mare
che
bagna
i
Campi
Flegrei
e
Pozzuoli
e
Cuma
,
in
una
curva
nobilissima
e
poetica
,
in
un
silenzio
di
cose
e
di
uomini
,
quasi
che
niuno
più
,
dopo
i
greci
e
i
romani
,
fosse
venuto
ad
albergare
in
quel
bellissimo
e
felice
paese
.
Lo
scoglio
del
Capo
si
avanzava
fra
i
due
golfi
,
bagnato
di
luce
da
una
parte
,
oscuro
dall
'
altra
,
ma
tutto
il
mare
,
dovunque
,
qui
sotto
lambente
la
pianura
vasta
dei
Bagnoli
,
laggiù
,
sotto
l
'
isola
di
Nisida
,
e
lontano
lontano
,
era
un
chiarore
immenso
,
immobile
e
quieto
.
-
Dio
,
quanto
è
bello
!
-
ella
disse
,
con
la
voce
velata
dalla
emozione
.
Là
innanzi
,
creata
dalla
natura
,
è
una
piattaforma
quasi
rotonda
,
una
terrazza
messavi
dal
Signore
,
a
cui
gli
uomini
hanno
aggiunto
un
muretto
rotondo
per
appoggiarvisi
,
per
sedervisi
;
di
là
tutto
si
vede
.
Di
giorno
su
quella
terrazza
vi
sono
tre
o
quattro
mendicanti
,
vecchie
e
piccine
,
che
chiedono
fastidiosamente
l
'
elemosina
agli
stranieri
estatici
;
ma
di
notte
non
un
'
anima
,
non
un
passo
.
Sulla
terrazza
,
lungo
il
muretto
e
dietro
ad
esso
,
pei
greppi
,
cresce
l
'
erba
selvatica
odorosa
e
qualche
piccolo
fiore
agreste
.
Essi
si
fermarono
colà
silenziosi
,
appoggiati
al
muretto
,
senza
lasciarsi
,
penetrati
dalla
poesia
ineffabile
di
quell
'
ora
,
in
quel
paesaggio
:
poesia
intima
e
profonda
che
misticamente
li
avvolgeva
.
-
È
tutta
dolcezza
-
disse
la
fanciulla
,
la
cui
voce
si
era
velata
,
affievolita
.
-
Infinita
dolcezza
-
rispose
lui
come
un
'
eco
.
-
Chi
abita
in
quell
'
isola
,
lassù
?
-
chiese
ella
,
levando
la
mano
,
indicando
Nisida
.
-
Una
gente
trista
....
-
e
pareva
non
volesse
continuare
.
-
Che
gente
?
-
insistè
lei
,
piegando
il
suo
bel
viso
chiaro
verso
di
lui
.
-
I
galeotti
:
lì
v
'
è
il
bagno
penale
.
-
Una
gente
infelice
-
ella
corresse
,
umilmente
.
-
Ma
le
belle
notti
estive
,
le
belle
notti
lunari
,
si
levano
anche
per
essa
.
-
Cara
Luisa
....
-
ripetè
lui
,
vagamente
.
Ella
lo
guardava
pronunziare
il
suo
nome
,
non
solo
assaporandone
la
musicalità
,
ma
sentendone
acutamente
tutto
il
tono
,
tutta
la
intenzione
.
Ogni
volta
che
questo
nome
usciva
dalle
sue
labbra
,
ella
aveva
un
piccolo
tremito
interno
:
quando
già
il
nome
era
stato
portato
via
dalle
onde
dell
'
aria
,
ancora
in
lei
,
nel
suo
cuore
si
allargavano
più
grandi
,
più
grandi
i
cerchi
di
quel
tremore
..
-
Guardate
quelle
casette
,
laggiù
?
-
continuò
ella
,
per
sfuggire
alla
sua
crescente
commozione
,
accennando
alle
casette
dei
Bagnoli
.
-
Son
tutte
chiuse
,
non
un
lume
.
Tutti
riposano
felici
,
senz
'
aver
bisogno
di
ammirare
la
notte
e
la
luna
....
.
-
Gli
abitanti
di
quelle
casette
videro
un
giorno
un
orribile
spettacolo
-
rispose
lui
,
macchinalmente
-
è
qui
che
hanno
fucilato
Misdea
.
-
Qui
?
-
Laggiù
,
in
quella
pianura
.
-
In
una
notte
come
questa
?
-
No
,
in
un
'
alba
freddissima
.
-
Perchè
lo
hanno
ucciso
?
-
Perchè
aveva
ucciso
.
-
Voi
mi
dite
sempre
delle
cose
tristi
-
ella
osservò
malinconicamente
,
con
un
lagno
infantile
.
-
Ho
torto
-
confessò
lui
-
anche
questa
bell
'
ora
dev
'
essere
guastata
.
Scusate
,
cara
.
Vi
assicurò
che
sono
molto
infelice
.
-
E
perchè
?
-
ella
chiese
,
curvandosi
a
interrogare
il
suo
volto
.
Ma
gli
aveva
sfiorato
con
la
guancia
la
spalla
.
-
Ho
scherzato
-
rispose
Massimo
,
con
la
voce
un
po
'
alterata
.
-
Volete
sedervi
?
E
le
lasciò
il
braccio
,
si
sedette
sul
parapetto
e
accese
una
sigaretta
.
Ella
,
in
piedi
,
un
po
'
triste
di
essere
stata
abbandonata
,
con
le
braccia
pendenti
lungo
la
persona
,
lo
guardava
.
-
Volete
fumare
?
-
No
-
ella
disse
.
-
Peccato
!
una
sigaretta
è
deliziosa
,
qui
,
a
quest
'
ora
.
-
Se
vi
piace
,
la
fumerò
.
Egli
le
offerse
il
portasigarette
russo
,
di
argento
,
aperto
:
ella
ne
prese
una
,
di
sigarette
,
con
le
dita
sottili
:
ma
mentre
gli
chiedeva
del
fuoco
,
Massimo
,
preso
da
un
subitaneo
moto
di
collera
,
le
strappò
la
sigaretta
e
la
buttò
giù
,
pei
greppi
.
-
Non
fumate
,
è
una
brutta
cosa
,
somigliereste
a
tante
donne
che
fumano
....
tante
donne
....
-
Come
volete
-
disse
ella
,
rassegnatamente
.
Ma
avendolo
visto
restar
torvo
,
seccato
,
cogli
occhi
bassi
,
battendo
col
tacco
contro
il
muretto
,
ella
voltò
le
spalle
e
si
allontanò
un
poco
,
girovagando
,
discendendo
verso
i
Bagnoli
,
risalendo
,
affacciandosi
alla
vallata
.
Egli
la
seguiva
con
lo
sguardo
,
ombra
bianca
attraverso
il
chiaror
bianco
della
luna
,
camminare
senza
rumore
,
con
appena
un
fruscio
del
vestito
fra
le
erbe
;
e
quando
ella
ritornò
a
lui
,
portava
dei
ramoscelli
fioriti
di
menta
selvatica
.
Picciolissimi
fiorellini
lilla
sopra
minutissime
foglioline
verdi
;
ella
ne
odorò
un
ramoscello
e
glielo
porse
.
Il
viso
di
Massimo
parve
si
rischiarasse
:
egli
prese
il
ramoscello
,
l
'
odorò
lungamente
e
poi
,
invece
di
metterlo
all
'
occhiello
,
lo
nascose
nell
'
apertura
del
soprabito
,
dentro
,
dentro
,
in
modo
che
non
si
vedesse
più
,
deposto
e
serrato
sul
petto
.
Allora
ella
fece
un
passo
e
con
un
salto
leggiero
gli
si
sedette
accanto
sul
parapetto
.
Tacevano
.
Adesso
voltavano
un
po
'
le
spalle
al
paesaggio
marino
e
avevano
innanzi
solo
la
via
donde
erano
venuti
e
le
campagne
basse
di
Fuorigrotta
.
Ma
guardavano
,
forse
,
senza
vedere
.
Erano
seduti
proprio
accanto
,
le
spalle
e
le
braccia
si
sfioravano
,
ad
ogni
lieve
movimento
.
Sempre
fumando
la
sua
sigaretta
,
egli
le
sollevò
la
mano
guantata
e
ne
arrovesciò
lentamente
il
morbido
guanto
di
camoscio
.
Pallida
e
sottile
apparve
la
manina
della
fanciulla
,
col
braccio
rotondo
e
bianco
.
-
Avete
una
bella
mano
,
Luisa
-
disse
.
Le
sue
labbra
,
delicatamente
si
posarono
sulle
dita
piegate
della
bella
mano
:
un
bacio
che
era
un
soffio
.
E
restò
a
giocherellare
con
le
dita
,
senza
poter
lasciare
quella
mano
.
Ella
non
poteva
parlare
.
-
Perchè
non
portate
tutti
quei
cerchiolini
di
oro
,
di
argento
,
di
platino
,
quei
braccialettini
che
tintinnano
,
salgono
e
scendono
,
continuamente
,
quando
la
donna
si
muove
?
Sono
carini
,
è
vero
?
Ella
lo
fissò
,
trasognata
,
come
se
non
avesse
udito
che
l
'
armonia
della
sua
voce
,
senza
intendere
il
senso
delle
parole
.
-
Sono
carini
....
-
egli
ripetè
-
ve
li
donerò
io
,
se
li
volete
da
me
;
mi
piacciono
tanto
.
Ancora
scherzava
con
la
mano
,
quasi
attirando
a
sè
la
persona
e
l
'
anima
della
fanciulla
:
e
la
bella
persona
e
la
povera
e
cara
anima
,
non
sapeano
che
piegarsi
a
lui
.
La
testolina
si
appoggiò
con
la
guancia
alla
spalla
di
lui
,
socchiudendo
gli
occhi
;
e
pian
piano
,
delicatamente
,
quasi
a
sorreggerla
,
Massimo
le
passò
un
braccio
dietro
alla
cintura
,
abbracciandola
,
reggendola
.
-
State
bene
così
?
-
le
domandò
,
con
voce
roca
.
Ella
accennò
di
sì
,
con
le
palpebre
,
non
potendo
parlare
.
-
Non
vi
addormentate
alla
luna
,
almeno
,
Luisa
.
La
luna
fa
impazzire
chi
si
addormenta
al
suo
chiarore
.
Ella
ebbe
un
sorriso
così
profondo
,
così
enigmatico
che
lo
scosse
.
Poi
,
tacquero
.
Passò
del
tempo
,
così
.
Confusamente
,
ogni
tanto
,
nella
mite
e
intima
delizia
di
quella
solitudine
,
di
quella
vicinanza
,
ella
sentiva
tremare
,
talvolta
,
nella
sua
,
la
mano
di
Massimo
;
e
talvolta
,
sentiva
il
respiro
di
lui
affannarsi
.
Allora
levava
le
palpebre
a
guardarlo
:
lo
trovava
intento
a
fissare
il
suo
volto
,
intensamente
,
con
tale
un
ardore
concentrato
di
visione
e
di
attenzione
,
che
non
aveva
ella
mai
scorto
.
Il
tempo
passava
,
sulle
loro
teste
vicine
,
sulle
mani
dalle
dita
intrecciate
,
immobilizzati
in
quell
'
atteggiamento
.
E
ad
essa
sembrava
d
'
immergersi
in
un
sogno
lungo
,
senza
fine
,
che
ricominciava
sempre
dal
principio
,
dove
passavano
sulle
sue
mani
dei
baci
leggieri
come
un
soffio
,
dove
carezzava
i
suoi
capelli
una
mano
molle
e
lenta
,
dove
un
acuto
profumo
di
fiori
che
si
appassivano
,
le
saliva
al
cervello
,
dove
una
voce
ripeteva
il
suo
nome
,
sempre
,
con
la
profondità
dell
'
amore
:
un
sogno
tutto
chiaro
di
luce
lunare
,
in
un
divino
paesaggio
,
un
sogno
ammorbidito
dalla
rugiada
,
dai
fremiti
della
campagna
,
dal
palpitare
del
mare
sotto
la
luna
.
Invero
,
Massimo
,
reggendo
la
bella
persona
,
tenendone
la
manina
nella
sua
,
sentendo
tutta
la
seduzione
di
Luisa
e
delle
cose
,
dell
'
ora
e
del
tempo
,
restava
immobile
,
con
gli
occhi
socchiusi
,
cercando
di
riunire
tutti
i
suoi
pensieri
,
per
essere
forte
,
per
vincere
il
fascino
immortale
che
ha
la
beltà
della
donna
e
la
beltà
delle
cose
,
la
innocenza
della
gioventù
e
la
solenne
purità
della
notte
,
nella
campagna
,
innanzi
al
mare
.
Non
lui
sognava
,
che
era
uomo
,
che
aveva
vissuto
,
che
sapeva
;
ma
quasi
vedeva
,
dietro
le
tenui
palpebre
abbassate
di
Luisa
,
negli
occhi
pronti
di
dolcezza
che
si
schiudevano
levandosi
a
lui
,
vedeva
il
sogno
d
'
amore
,
il
sogno
di
quella
notte
d
'
estate
distender
la
sua
sottile
e
salda
rete
d
'
argento
sull
'
anima
della
fanciulla
.
E
ogni
tanto
,
come
il
fascino
di
tanto
muliebre
candore
,
di
tanta
fede
,
di
tanta
giovinezza
fragrante
si
faceva
più
alto
,
pareva
anche
a
lui
di
smarrir
la
testa
,
partito
per
sempre
,
per
la
siderale
,
per
la
selenica
regione
del
sogno
.
Cercò
di
riaversi
,
di
riaccapezzarsi
,
parlando
:
-
Dormite
?
-
volle
dire
,
scherzando
,
a
Luisa
.
Ma
egli
stesso
non
riconobbe
la
propria
voce
.
Chi
aveva
pronunziato
quella
parola
?
Ella
scosse
il
capo
,
con
un
sorriso
così
dolce
,
che
egli
non
vi
potette
reggere
:
-
Vogliamo
andar
via
?
-
le
susurrò
all
'
orecchio
.
La
luna
fa
impazzire
,
Luisa
,
Luisa
....
-
Ancora
un
poco
-
ebbe
la
forza
di
dir
lei
,
nella
innocenza
della
sua
passione
.
Ancora
un
poco
.
Egli
abbassava
il
capo
,
soffocando
le
parole
che
gli
sgorgavano
dalle
labbra
,
interdicendosi
persino
di
carezzare
più
le
fredde
dita
della
fanciulla
,
non
volendo
udire
il
profumo
di
gelsomino
,
che
veniva
da
lei
,
di
quell
'
unico
gelsomino
che
ella
aveva
raccolto
sul
balcone
e
messo
in
petto
,
non
volendo
cedere
alla
voce
di
tenerezza
infinita
che
emanava
da
lei
e
da
tutte
le
umane
cose
,
intorno
.
Sì
,
Massimo
vedeva
bene
che
ella
sognava
,
oramai
,
il
suo
grande
sogno
,
l
'
unico
e
ultimo
sogno
,
sotto
la
gelida
e
allettatrice
luce
della
luna
,
simile
a
Elena
,
la
bionda
:
sentiva
che
vincendo
la
ragione
dell
'
età
,
del
pericolo
,
dell
'
esperienza
,
che
vincendo
finanche
il
profondo
segreto
del
suo
cuore
,
egli
stesso
,
per
la
ignota
forza
di
sentimento
che
rinasce
dalle
sue
ceneri
anche
nei
cuori
inceneriti
dalla
passione
,
egli
stesso
sarebbe
stato
trascinato
dolcemente
in
quel
sogno
,
perduto
anche
lui
,
come
una
volta
,
come
sempre
.
E
facendo
,
in
quell
'
atto
,
una
delle
più
dolorose
rinunzie
della
sua
vita
,
il
braccio
che
sosteneva
Luisa
si
rallentò
,
un
poco
:
pian
piano
le
lasciò
la
mano
.
Ella
trasalì
,
comprese
:
si
levò
,
col
volto
così
pallido
che
pareva
vi
si
fosse
infiltrato
il
raggio
lunare
,
a
raffreddarne
per
sempre
il
sangue
e
le
fibre
,
si
levò
con
le
palpebre
battenti
,
gli
occhi
smorti
,
come
coperti
da
una
nebbia
torbida
.
-
Andiamo
-
ella
disse
,
voltandosi
ancora
a
salutare
il
mare
,
la
campagna
e
il
cielo
.
Camminarono
presto
,
vicino
,
senza
darsi
braccio
;
Massimo
pareva
oramai
colto
dal
freddo
,
con
un
desiderio
di
rientrare
in
casa
.
La
via
era
assai
lunga
,
mentre
,
al
venire
,
non
se
ne
erano
neppure
accorti
:
a
ogni
nuovo
gomito
che
faceva
la
via
,
egli
si
piegava
,
con
una
certa
ansietà
,
per
vedere
se
erano
vicini
;
ella
lo
guardava
di
sottecchi
,
camminando
presto
anche
lei
,
non
osando
dirgli
nulla
.
Alla
fine
gli
espresse
il
suo
pensiero
.
-
Speriamo
di
trovare
una
carrozza
.
-
Speriamo
-
ripetè
ella
.
Ma
per
un
pezzo
non
ne
trovarono
;
la
notte
era
altissima
,
tutte
le
ville
erano
chiuse
e
silenziose
,
la
strada
di
Posillipo
era
deserta
,
la
luna
,
salita
già
allo
zenit
sul
cielo
,
vi
batteva
a
picco
,
dandole
oramai
un
aspetto
un
po
'
spettrale
.
Egli
osservò
che
la
fanciulla
si
stringeva
nella
mantellina
,
trasalendo
.
-
Avete
freddo
,
è
vero
?
-
Un
poco
.
-
Siamo
stati
troppo
tempo
....
laggiù
....
Luisa
non
rispose
:
camminava
a
occhi
bassi
,
senza
voltarsi
nè
a
destra
,
nè
a
sinistra
.
-
Forse
avete
paura
,
cara
?
-
Un
poco
.
-
E
di
che
?
-
Di
tutto
....
la
via
è
così
deserta
....
gli
alberi
sembrano
fantasmi
....
-
Abbiate
paura
degli
uomini
e
non
dei
fantasmi
,
cara
.
-
È
vero
-
ella
soggiunse
,
umilmente
.
Forse
egli
stesso
,
in
quell
'
ora
così
tarda
,
in
quella
deserta
campagna
,
dove
sboccavano
tante
grotte
di
tufo
dalle
immani
bocche
nere
aperte
,
aveva
come
un
leggiero
brivido
di
confuso
sgomento
.
Erano
presi
dal
malessere
di
chi
ha
vegliato
una
notte
intera
,
in
preda
a
una
sovraeccitazione
spirituale
e
fisica
,
e
che
ne
esce
stanco
e
infelice
,
malcontente
di
sè
e
del
tempo
che
è
trascorso
.
Ma
durò
questo
sino
a
che
furono
arrivati
alla
dogana
di
Posillipo
;
ivi
una
carrozza
da
nolo
,
di
quelle
sgangherate
con
un
vecchio
ronzino
sciancato
,
una
carrozza
di
notte
,
infine
,
stazionava
.
Dormivano
il
cocchiere
e
il
cavallo
;
non
si
risvegliarono
che
a
metà
,
quando
Massimo
e
Luisa
vi
salirono
.
-
Portaci
a
Monte
di
Dio
-
disse
Massimo
al
cocchiere
.
Costui
,
sempre
sonnecchiando
,
domandò
se
doveva
alzare
il
soffietto
.
-
Sì
:
fa
freddo
-
rispose
secco
secco
Massimo
.
Il
viaggio
in
carrozza
si
compì
pure
lentamente
,
poichè
il
cavallo
si
riaddormentava
,
ogni
tanto
:
e
quando
era
sveglio
,
andava
con
un
trotterello
affannoso
di
sciancato
,
facendo
dei
passetti
corti
corti
.
Nella
carrozza
Massimo
e
Luisa
non
scambiavano
una
parola
:
ma
ella
sentiva
che
l
'
ora
precipitava
e
ogni
tanto
i
suoi
occhi
si
rivolgevano
a
quelli
di
Massimo
,
interrogando
.
Essa
voleva
sapere
da
lui
una
cosa
,
voleva
sentirgli
dare
risposta
alla
domanda
che
le
ferveva
nell
'
anima
,
da
quando
erano
andati
soli
,
per
le
vie
di
Napoli
,
per
mare
,
sotto
la
luna
.
E
tacitamente
,
nell
'
ombra
,
con
gli
occhi
,
lo
pregava
di
dirgliela
,
la
parola
;
e
lui
intendeva
la
interrogazione
continua
,
supplichevole
,
di
quei
cari
occhi
amorosi
che
volevano
essere
amati
,
niente
altro
,
e
si
voltava
in
là
,
come
distratto
,
cercando
di
sfuggire
a
quella
muta
domanda
.
Una
amarezza
,
un
'
inquietudine
lo
teneva
agitato
,
non
potendo
neppure
più
fumare
le
sue
eterne
sigarette
:
ed
ella
sentiva
che
il
suo
sogno
non
era
completo
,
se
Massimo
non
parlava
.
Passava
l
'
ora
,
fuggiva
l
'
ora
,
essi
ritornavano
con
la
carrozza
per
la
via
fatta
,
e
lui
non
voleva
,
non
voleva
dire
....
-
Che
avete
?
-
finì
per
domandare
lei
.
-
Sono
stanco
.
-
Vi
siete
annoiato
?
-
chiese
timidamente
Luisa
.
-
Sapete
bene
di
no
:
non
domandate
,
dunque
-
disse
recisamente
.
Ella
si
scosse
al
tono
un
po
'
duro
:
e
con
quanta
tenerezza
di
amore
poteva
esservi
in
lei
,
dopo
qualche
minuto
di
silenzio
,
non
seppe
fare
altro
che
chiamarlo
:
-
Massimo
.
Che
fu
l
'
effetto
di
quella
voce
,
di
quella
parola
?
Che
gli
mise
innanzi
,
che
gli
ricordò
?
È
certo
che
egli
quasi
quasi
si
levò
,
parendo
volendo
buttarsi
dalla
carrozza
,
fuggendo
alle
prese
di
uno
spettro
:
poi
ricadde
e
con
una
voce
fievole
le
disse
:
-
Luisa
,
non
mi
chiamate
più
così
,
non
pronunziate
il
mio
nome
,
ve
ne
prego
,
se
mi
volete
bene
....
Ella
tremò
,
non
intese
che
l
'
ultima
frase
,
sorrise
,
con
le
lagrime
della
gioia
agli
occhi
.
Erano
giunti
.
Salirono
presto
,
l
'
uno
dietro
all
'
altro
:
si
fermarono
sul
pianerottolo
,
prima
di
dividersi
.
Appoggiata
al
muro
,
come
esausta
,
ella
lo
interrogava
ancora
con
gli
occhi
,
perchè
le
rispondesse
.
Ma
egli
,
turbatissimo
,
la
salutò
:
ognuno
entrò
nella
propria
casa
,
lentamente
,
le
porte
si
richiusero
con
un
rumor
sordo
.
Faceva
un
po
'
di
freddo
.
Albeggiava
.
La
notte
di
estate
era
finita
.
II
.
Per
un
mese
di
seguito
Massimo
e
Luisa
si
erano
riveduti
spesso
,
ma
per
pochi
minuti
,
sempre
.
Quando
egli
si
affacciava
al
balcone
,
alla
mattina
,
la
trovava
lavorando
dietro
alla
persiana
,
e
vedeva
,
al
brillare
di
quegli
occhi
,
che
essa
lo
aspettava
:
quando
egli
rientrava
alla
sera
,
trovava
la
porta
di
Luisa
socchiusa
,
ella
dietro
la
porta
,
sorridendo
,
e
si
scambiavano
qualche
parola
.
Due
volte
,
attirato
da
quell
'
irresistibile
fascino
di
giovinezza
,
da
quella
irradiazione
simpatica
che
mette
attorno
a
sè
l
'
amore
,
egli
era
andato
a
farle
visita
e
contando
di
restar
poco
,
era
poi
restato
molto
,
tanto
l
'
ingenuo
e
profondo
amore
della
fanciulla
lo
commoveva
.
Egli
la
trattava
con
una
tenera
cortesia
,
con
un
'
affettuosità
repressa
,
e
vedeva
scintillare
nei
begli
occhi
tanta
gratitudine
,
che
la
sua
cortese
tenerezza
cresceva
.
Ma
come
i
primi
temporali
di
settembre
ebbero
spezzata
,
l
'
aria
calda
,
egli
sparve
per
qualche
giorno
,
e
invano
,
ansiosa
,
impaziente
,
infelicissima
,
ella
lo
aveva
atteso
sera
e
mattina
.
Infine
,
una
sera
,
a
metà
settembre
,
ella
lo
vide
rientrare
;
dalla
porta
socchiusa
ella
spiava
:
non
osò
chiamarlo
,
tanto
le
sembrò
tetro
il
suo
volto
.
Ma
dopo
un
'
ora
,
ella
non
ebbe
più
ritegno
,
e
andò
pian
piano
a
bussare
all
'
appartamento
di
Massimo
.
Il
servitore
,
senza
domandare
nulla
,
la
introdusse
nel
salotto
:
ivi
,
dietro
la
scrivania
,
sotto
il
gran
paralume
di
seta
rossa
trasparente
con
merletti
bianchi
,
Massimo
scriveva
.
Era
grave
,
pensoso
,
e
si
fermava
ogni
tanto
a
riflettere
,
con
la
penna
appoggiata
alle
labbra
:
in
una
di
queste
pause
,
vide
Luisa
.
-
Oh
cara
,
cara
-
disse
,
levandosi
e
stringendole
le
mani
-
giusto
....
vi
scrivevo
.
-
A
me
?
Si
era
seduta
dall
'
altra
parte
della
scrivania
e
lo
fissava
,
pallidissima
.
-
Mi
scrivevate
?
perchè
?
-
Per
....
nulla
-
disse
vigliaccamente
lui
.
Poi
,
vergognandosi
,
soggiunse
presto
:
-
Per
salutarvi
.
Parto
.
-
Partite
?
-
esclamò
lei
,
alzandosi
a
metà
sulla
sedia
.
-
Sì
.
Parto
.
-
Per
poco
?
-
Per
molto
,
invece
.
-
Quanto
tempo
?
-
Quattro
,
sei
anni
.
-
Ah
!
-
disse
ella
,
chiudendo
gli
occhi
,
come
se
svenisse
.
Anche
lui
era
smorto
;
ma
aveva
una
nervosità
che
lo
ringiovaniva
.
-
Dove
andate
?
-
soggiunse
ella
,
pigliando
fiato
a
stento
.
-
A
Pietroburgo
.
-
Tanto
lontano
,
tanto
....
-
mormorò
ella
,
con
voce
di
pianto
.
-
Già
-
fece
lui
,
con
indifferenza
-
lontano
assai
.
-
E
....
non
vi
fa
pena
....
non
vi
dispiace
andarvene
?
-
No
-
disse
lui
,
brutalmente
,
sperando
guarirla
con
la
crudeltà
.
Ella
appoggiava
la
testa
a
una
mano
,
col
gomito
sulla
scrivania
:
si
nascose
gli
occhi
coll
'
altra
mano
e
si
mise
a
piangere
zitto
zitto
,
a
lagrime
lunghe
che
le
piovevano
sulle
guancie
,
sul
collo
,
continuamente
.
-
Perchè
piangete
?
-
domandò
lui
,
nervosissimo
.
Essa
gli
fece
cenno
di
non
domandare
;
seguitava
a
piangere
,
tacitamente
.
-
Non
è
mica
morto
qualcuno
....
-
-
tentò
di
scherzare
lui
.
-
Sì
,
sì
,
è
morto
qualcuno
-
-
rispos
'
ella
,
a
bassa
voce
-
veramente
,
veramente
,
è
morto
qualcuno
.
E
,
levando
il
capo
,
con
la
santa
audacia
della
passione
,
gli
disse
:
-
Non
ve
ne
andate
:
io
vi
voglio
bene
.
-
Io
non
merito
il
vostro
bene
,
cara
;
fate
male
a
volermene
.
-
Non
posso
fare
diversamente
;
vi
voglio
bene
,
non
ve
ne
andate
.
-
Io
sono
stanco
e
vecchio
,
e
laggiù
il
dovere
mi
chiama
.
-
Non
m
'
importa
:
se
non
potete
restare
,
verrò
con
voi
.
-
Cara
Luisa
,
voi
perdete
la
testa
,
figliuola
mia
....
-
Sì
,
sì
,
è
da
quella
notte
che
l
'
ho
perduta
-
ella
rispose
con
aria
smarrita
.
-
Da
quale
notte
?
-
chiese
lui
,
inconsciamente
.
Ma
si
pentì
subito
.
Presa
da
un
impeto
di
disperazione
,
essa
scoppiò
in
singhiozzi
,
torcendosi
le
mani
,
battendo
la
testa
sulla
scrivania
,
gridando
fra
il
pianto
:
-
Oh
Dio
....
egli
ha
tutto
dimenticato
....
Signore
,
Signore
,
egli
ha
potuto
dimenticare
....
Oh
Dio
mio
,
ha
dimenticato
,
ha
dimenticato
....
Sgomento
innanzi
all
'
opera
che
egli
aveva
fatta
,
non
trovava
parole
per
consolarla
,
come
il
malvagio
monaco
medievale
del
poeta
,
che
evocato
il
demone
,
non
aveva
poi
più
il
motto
magico
per
rimandarlo
all
'
inferno
.
La
lasciava
farneticare
,
impaurito
e
dolente
,
pentito
e
amareggiato
,
sentendo
tutta
la
verità
di
quel
dolore
,
sentendo
ancora
una
volta
la
fatalità
dell
'
amore
aggravarsi
nella
sua
vita
.
Poi
,
non
reggendoci
più
,
si
levò
,
le
andò
vicino
,
le
prese
le
mani
,
la
chiamò
per
nome
e
allora
un
novello
fiotto
di
tenerezza
invase
l
'
anima
dell
'
infelice
;
ella
si
mise
a
domandargli
,
con
una
desolazione
,
con
uno
strazio
di
far
pietà
:
-
Oh
Massimo
,
Massimo
mio
....
perchè
mi
lasci
,
perchè
te
ne
vai
?
...
come
posso
stare
,
senza
di
te
,
come
posso
restare
sola
,
se
ti
voglio
bene
....
Massimo
,
Massimo
,
non
andartene
,
non
essere
senza
cuore
....
-
Luisa
,
ti
prego
,
non
piangere
,
non
dirmi
queste
cose
....
E
le
tenne
le
mani
,
la
guardò
negli
occhi
,
ipnotizzandola
,
tenendola
sotto
la
sua
volontà
.
-
Massimo
....
Massimo
....
-
ripeteva
lei
,
calmandosi
dolcemente
,
come
se
una
speranza
le
rinascesse
nel
cuore
.
-
Se
è
vero
che
mi
vuoi
bene
,
devi
farmi
una
promessa
....
-
Prometto
.
-
....
Di
esser
buona
,
di
non
piangere
,
di
ascoltare
con
pazienza
,
con
rassegnazione
.
-
Prometto
-
mormorò
lei
.
-
Senti
,
senti
-
riprese
lui
,
tenendole
le
mani
,
guardandola
,
sempre
negli
occhi
-
te
lo
debbo
ripetere
,
tu
fai
male
ad
amarmi
:
io
non
merito
questo
tesoro
così
prezioso
,
della
tua
giovinezza
,
del
tuo
cuore
,
io
sono
un
uomo
senza
gioventù
,
senz
'
entusiasmo
e
senza
illusioni
.
Io
so
tutto
,
io
ho
conosciuto
tutto
,
io
ho
cento
anni
come
Faust
e
non
vi
è
più
Margherita
che
possa
farmi
ringiovanire
.
Io
sono
un
uomo
morto
,
Luisa
.
Perchè
ti
sei
innamorata
di
me
?
-
Così
-
diss
'
ella
,
con
la
voce
monotona
della
disperazione
.
-
Senza
una
ragione
?
-
Così
.
-
Non
basta
,
Luisa
....
-
Credevo
...
,
sì
,
credevo
che
tu
mi
amassi
....
-
Ti
sei
ingannata
-
le
disse
.
-
Io
non
ti
ho
mai
amata
.
-
Mai
amata
!
-
fu
l
'
eco
desolata
della
infelice
.
-
Perchè
hai
tu
creduto
questo
,
Luisa
!
Non
sai
tu
dunque
che
cosa
sia
l
'
amore
?
-
Ho
creduto
....
ho
creduto
....
che
vuoi
,
ho
creduto
!
-
disse
ella
,
aprendo
le
braccia
,
con
un
gesto
desolatissimo
.
-
Tu
non
sai
nulla
,
cara
.
-
Forse
non
so
nulla
,
hai
ragione
-
replicò
ella
,
con
la
umiltà
dei
vinti
,
dei
perduti
.
E
chinando
il
capo
,
volendo
almeno
trovare
una
scusa
alla
sua
follia
,
cercando
ancora
un
barlume
di
speranza
nei
ricordi
,
riandò
tutto
quel
sogno
di
una
notte
di
estate
per
cui
ella
aveva
fissata
la
sua
vita
.
E
a
ogni
dolce
particolare
,
a
ogni
piccolo
e
pur
grande
fatto
che
le
si
presentava
alla
memoria
,
ella
trasaliva
,
ella
ricadeva
nella
sua
illusione
e
alla
fine
,
rendendo
tutto
il
suo
pensiero
:
-
Eppure
tu
mi
hai
amata
,
quella
notte
,
Massimo
.
-
Si
ama
sempre
un
poco
la
donna
che
abbiamo
accanto
-
mormorò
lui
,
con
un
'
ombra
di
sorriso
.
-
Qualunque
sia
?
-
Qualunque
sia
.
-
E
dopo
?
-
Dopo
,
si
dimentica
subito
.
-
Ed
essa
?
-
Se
è
savia
,
gode
del
fugace
momento
e
....
non
lo
rimpiange
.
-
E
se
ama
,
se
ama
?
-
Luisa
,
tu
mi
hai
promesso
di
esser
calma
....
Ella
si
era
alzata
e
gli
parlava
concitatamente
:
-
Ma
che
ne
so
,
io
,
di
questa
vostra
ipocrisia
sociale
,
di
questa
vostra
galanteria
mondana
;
la
chiamate
galanteria
,
non
è
vero
?
Io
sono
una
fanciulla
semplice
,
una
sciocca
,
una
illusa
,
io
ti
amavo
già
,
quando
,
quella
sera
mi
hai
detto
di
venir
teco
.
Ma
quando
si
porta
via
,
di
notte
,
una
donna
,
con
le
dolci
parole
che
tu
mi
dicesti
,
costei
deve
credere
che
tu
l
'
ami
!
Ma
tu
,
nella
barchetta
,
te
ne
ricordi
?
hai
passato
un
'
ora
a
chiamarmi
sottovoce
,
come
se
solo
le
sillabe
del
mio
nome
esistessero
!
Te
ne
rammenti
?
E
dopo
,
dopo
,
tu
non
devi
averlo
dimenticato
,
hai
preso
le
mie
mani
,
nell
'
oscurità
della
grotta
di
donn
'
Anna
,
tu
le
hai
strette
,
domandandomi
così
qualche
cosa
,
io
ho
risposto
sì
,
stringendoti
le
mani
,
questo
,
certo
,
neppure
lo
puoi
avere
obliato
,
io
l
'
ho
nell
'
anima
,
quella
stretta
di
mani
....
e
laggiù
,
laggiù
,
ti
rammenti
,
ti
ho
dato
il
fiore
di
menta
,
lo
hai
baciato
perchè
aveva
toccato
le
mie
labbra
,
lo
hai
conservato
gelosamente
,
lo
hai
chiuso
sul
tuo
petto
,
come
se
volessi
che
appassisse
colà
,
al
calore
del
tuo
cuore
:
io
ho
il
tuo
gelsomino
,
dove
è
dunque
andato
il
fiore
di
menta
?
Ma
tu
hai
baciato
la
mano
,
questa
qui
,
in
questo
punto
,
lentamente
,
dolcemente
,
con
una
lentezza
e
una
dolcezza
che
mi
parve
mi
facessero
morire
:
ma
tu
hai
tenuto
la
mia
testa
sulla
tua
spalla
,
ma
tu
mi
hai
abbracciata
te
ne
ricordi
,
certamente
,
te
ne
ricordi
,
chi
può
avere
scordato
queste
cose
?
ma
insieme
,
insieme
a
me
tu
hai
sognato
,
abbiamo
sognato
laggiù
,
nel
paradiso
,
il
nostro
paradiso
.
Oh
angeli
santi
,
voi
stessi
avete
dovuto
sorridere
,
poichè
quello
era
l
'
amore
buono
,
l
'
amore
bello
,
l
'
amore
santo
,
poichè
io
amava
e
tu
mi
amavi
,
Massimo
,
non
mentire
,
non
mentire
,
non
togliermi
questa
fede
....
-
Vi
sono
una
quantità
di
cose
che
somigliano
all
'
amore
e
che
l
'
amore
non
sono
-
disse
lui
,
glacialmente
.
-
La
sera
è
chiara
,
vi
è
una
buona
e
bella
fanciulla
,
vi
è
il
mare
,
vi
è
la
gran
poesia
di
questo
paese
nostro
,
la
notte
è
lunga
,
il
cuore
è
malinconico
-
e
allora
un
nome
,
chi
non
lo
pronunzia
,
un
fiore
chi
non
lo
chiude
sul
petto
,
un
bacio
chi
non
lo
dà
?
Sciocco
colui
che
lascia
sfuggire
questi
purissimi
brevi
piaceri
dell
'
anima
e
dei
sensi
,
puri
piaceri
che
non
hanno
la
macchia
del
peccato
,
che
non
debbono
portare
alle
lacrime
,
alla
tragedia
e
che
vi
fanno
egualmente
cara
una
notte
,
un
giorno
!
Tutto
questo
non
è
affatto
l
'
amore
nel
suo
immenso
turbamento
,
con
le
sue
lotte
quotidiane
,
con
la
sua
gelosia
feroce
,
con
la
sua
insaziabilità
crudele
e
con
la
sua
sazietà
scorante
!
È
invece
un
'
altra
cosa
che
all
'
amore
rassomiglia
,
una
cosa
carina
,
graziosa
,
che
resta
dolce
nella
memoria
,
che
non
lascia
ferita
e
che
imbalsama
poi
,
col
suo
profumo
,
le
ore
della
vecchiaia
.
Amore
no
:
tenerezza
,
simpatia
,
fascino
,
eterna
attrazione
del
femminile
,
una
cosa
mite
e
tanto
cara
,
senza
dolori
,
senza
singhiozzi
....
Luisa
,
Luisa
,
l
'
amore
è
un
'
altra
cosa
,
è
una
vampa
,
è
una
vertigine
,
è
uno
sconquasso
,
Dio
vi
salvi
....
-
Io
sono
perduta
-
ella
disse
,
brevemente
,
-
perchè
vi
amo
e
non
mi
amate
.
Come
egli
parlava
,
pianamente
,
con
quella
velatura
d
'
ironia
che
rendeva
triste
la
sua
voce
,
con
quel
senso
di
disdegno
che
rivelava
l
'
uomo
esperto
delle
tempeste
,
come
egli
le
veniva
dolorosamente
dimostrando
la
inanità
delle
sue
illusioni
,
ella
aveva
inteso
a
poco
a
poco
mettersi
fra
loro
due
una
grande
distanza
,
quasi
che
Massimo
fosse
già
partito
,
già
in
viaggio
per
il
gelido
paese
nordico
.
Ogni
parola
che
infrangeva
le
sue
speranze
,
le
s
'
imprimeva
nella
mente
,
col
lieve
sogghigno
che
l
'
avea
accompagnato
,
con
la
intonazione
sprezzante
che
era
stata
pronunziata
:
e
un
lavoro
di
distruzione
si
operava
in
lei
,
la
parola
di
lui
spegneva
tutta
la
cieca
fiducia
che
ella
aveva
avuto
nel
suo
sogno
.
Illusione
,
illusione
,
il
bacio
,
il
fiore
,
il
nome
,
la
voce
tremante
,
la
carezza
,
l
'
abbraccio
,
illusione
tutto
,
morto
tutto
,
finito
tutto
,
finito
.
Una
luce
fredda
le
si
era
fatta
dinanzi
agli
occhi
della
mente
:
egli
aveva
ragione
,
tutto
quel
sogno
di
una
notte
di
estate
,
sotto
il
pallido
,
morbido
raggio
lunare
,
era
una
cosa
graziosa
,
carina
,
niente
altro
,
da
dimenticare
immediatamente
,
da
ricordare
poi
più
tardi
,
molto
più
tardi
,
con
una
certa
soavità
,
anche
con
un
po
'
di
gratitudine
.
Ella
vedeva
,
vedeva
bene
,
adesso
.
La
scienza
della
vita
le
arrivava
di
un
colpo
solo
,
netto
e
preciso
come
quello
di
una
mannaia
che
recide
una
mano
:
tutto
sanguinava
,
ma
,
ella
vedeva
la
verità
.
E
si
sentiva
,
perduta
.
Egli
taceva
.
Era
tornato
al
suo
posto
e
giocherellava
con
la
sua
penna
di
avorio
bianco
:
ma
era
scomposto
nel
volto
.
Affettava
una
calma
che
non
aveva
:
capiva
che
la
crisi
non
finiva
lì
e
soffriva
per
sè
e
per
lei
,
immensamente
.
Ma
le
sue
burrasche
passate
gli
davano
la
forza
di
combattere
ancora
.
La
fanciulla
taceva
e
pensava
,
quasi
che
nulla
più
le
restasse
da
dire
:
anzi
si
alzò
,
come
per
andarsene
.
Ma
arrivò
sino
al
balcone
chiuso
e
appoggiò
ai
vetri
la
fronte
febbricitante
.
Stette
qualche
tempo
così
.
Poi
,
ritornò
.
Pareva
tranquillizzata
.
Ma
si
passava
ogni
tanto
la
mano
sulla
fronte
,
con
un
gesto
che
faceva
pena
.
Si
sedette
di
nuovo
.
Massimo
la
guardava
,
con
una
certa
ansietà
.
No
,
tutto
non
era
ancora
finito
....
-
E
....
ve
ne
andate
?
-
chiese
ella
,
cercando
di
rafforzare
la
propria
voce
.
-
Sì
.
-
Quando
?
-
Domani
mattina
:
o
anche
stasera
....
meglio
stasera
.
-
Infatti
....
meglio
stasera
-
rispose
lei
,
monotonamente
.
-
E
....
non
mi
avreste
salutata
?
-
Vi
scrivevo
....
-
Lasciatemi
vedere
-
diss
'
ella
,
pregando
.
Egli
obbedì
,
dandole
la
carta
,
dove
erano
scritte
soltanto
queste
poche
linee
.
"
Cara
,
cara
Luisa
-
io
debbo
lasciare
,
per
forza
,
questo
caldo
e
bel
paese
,
per
un
paese
freddo
e
brutto
.
Me
ne
vado
,
pieno
di
ricordi
della
vostra
bontà
,
me
ne
vado
,
addio
,
pregandovi
di
volermi
un
po
'
di
bene
,
da
lontano
,
per
quanto
bene
vi
voglio
io
....
"
-
Come
potete
mentire
così
?
-
diss
'
ella
,
fieramente
,
levando
la
testa
.
-
Non
mento
:
vi
voglio
bene
:
vi
ho
una
gratitudine
immensa
,
mi
siete
carissima
....
-
E
partite
,
partite
?
-
Parto
.
-
Ah
io
non
so
più
nulla
,
non
so
più
nulla
,
io
ho
perduta
la
testa
.
Da
quella
notte
....
-
mormorò
ella
,
nascondendosi
il
viso
fra
le
mani
.
Ma
dopo
qualche
minuto
,
ella
si
levò
,
andò
vicino
a
Massimo
,
si
sedette
accanto
a
lui
,
con
una
espressione
di
ansietà
,
di
angoscia
sulla
faccia
che
avrebbe
impietosito
il
cuore
più
duro
.
-
Sentite
,
sentite
,
voi
non
avete
nessuna
colpa
,
è
vero
,
io
non
posso
dire
nulla
contro
di
voi
,
voi
non
mi
avete
ingannata
,
sono
io
che
ho
voluto
ingannarmi
,
lo
confesso
.
Ma
pure
....
io
vi
amo
,
io
non
posso
levarmi
dal
cuore
questo
amore
,
io
non
resisto
al
pensiero
di
restare
sola
,
qui
,
mentre
voi
ve
ne
andate
,
così
lontano
;
morirei
;
sentite
,
non
ho
mai
mentito
,
morirei
.
Bisogna
pur
concedere
qualche
cosa
agli
illusi
,
agli
esseri
semplici
.
Il
mio
destino
è
di
amarvi
,
Massimo
,
non
vi
è
altro
,
per
me
.
Che
volete
,
il
mio
sogno
continua
,
io
non
mi
sveglierò
che
per
entrare
nella
tomba
.
Sentite
.
Lasciatemi
venir
con
voi
:
andate
solo
,
andate
triste
,
laggiù
,
in
un
paese
ove
non
avete
nè
amici
nè
parenti
.
Io
,
qui
,
non
lascio
nessuno
.
Posso
disporre
della
mia
persona
,
della
mia
vita
.
Direte
che
vi
sono
sorella
,
nipote
,
governante
,
direte
che
sono
la
vostra
serva
,
mi
contento
.
Purchè
io
possa
seguirvi
,
vi
servirò
,
laggiù
.
Non
mi
vedrà
nessuno
;
non
uscirò
,
non
andrò
in
chiesa
,
rinunzierò
al
mondo
,
a
Dio
,
a
tutto
,
pure
di
vivere
accanto
a
voi
.
Non
importa
,
se
non
mi
amate
:
portatemi
via
,
vi
amo
,
non
posso
restare
qui
.
Laggiù
,
non
importa
se
mi
tratterete
male
,
non
importa
se
mi
dimostrerete
,
che
vi
secco
:
io
avrò
pazienza
,
rassegnazione
,
come
voi
mi
comanderete
di
avere
.
Forse
,
vedete
,
non
vi
nascondo
la
mia
speranza
,
mi
amerete
un
giorno
;
lontano
,
ma
può
giungere
,
il
gran
giorno
!
Lasciatemi
aspettarlo
al
vostro
fianco
,
segretamente
,
umilmente
,
piamente
,
con
la
fede
degli
antichi
cristiani
;
lasciate
che
io
possa
spendere
la
vita
mia
per
voi
,
non
posso
farne
altro
,
della
mia
vita
.
Voi
siete
spesso
triste
,
una
volta
le
mie
risate
vi
piacevano
;
vi
piacevano
le
mie
canzoni
,
io
riderò
,
e
canterò
per
voi
,
tacerò
a
una
vostra
parola
,
aspettando
.
Voi
non
mi
amerete
mai
,
forse
,
ma
io
vi
amerò
,
sempre
.
Ah
non
mi
respingete
,
non
mi
lasciate
;
se
incontrate
di
notte
,
un
povero
cane
senza
padrone
che
vi
segue
,
malinconicamente
,
voi
non
lo
cacciate
via
,
è
vero
?
Perchè
caccereste
me
?
Siete
uomo
,
siete
cristiano
,
avete
cuore
,
avete
pietà
,
non
mi
riducete
alla
disperazione
,
portatemi
con
voi
,
voglio
morire
accanto
a
voi
,
non
qui
,
sola
,
non
sola
,
per
carità
,
portatemi
con
voi
.
E
la
disgraziata
scivolò
dalla
sedia
a
terra
,
cadendogli
ginocchioni
davanti
,
con
la
testa
convulsa
fra
le
mani
.
-
Luisa
,
Luisa
,
che
fate
?
-
gridò
lui
,
vivamente
,
cercando
di
sollevarla
.
-
No
,
no
,
resterò
qui
,
sino
a
che
mi
avrete
fatto
questa
grazia
-
diss
'
ella
,
resistendo
.
-
Luisa
,
ve
ne
scongiuro
,
voi
mi
fate
disperare
....
-
E
la
sollevò
sorreggendola
,
aiutandola
a
risedersi
:
ella
lo
guardò
supplichevole
.
-
Ditemi
la
parola
-
mormorò
abbattuta
.
Egli
capì
che
l
'
ora
era
giunta
.
-
Non
posso
,
Luisa
.
-
Perchè
non
potete
?
-
Non
posso
tenervi
nè
come
moglie
,
nè
come
amante
.
-
A
me
non
importa
della
mia
riputazione
:
vi
voglio
bene
,
voglio
venir
con
voi
.
-
Non
posso
.
-
Ma
perchè
?
-
Perchè
non
vi
amo
di
amore
...
-
Non
importa
,
vi
amerò
io
.
Egli
la
guardò
,
smarrito
:
l
'
ora
era
giunta
,
l
'
ora
incalzava
.
-
Io
amo
un
'
altra
donna
!
-
proclamò
lui
,
a
voce
chiara
.
-
Oh
!
-
ella
disse
,
come
soffocando
.
Egli
si
alzò
a
metà
,
come
se
volesse
aiutarla
.
Fredda
,
muta
,
Luisa
lo
fermò
con
un
gesto
.
E
solo
nel
guardarla
in
viso
con
gli
occhi
dove
il
cerchio
nero
,
intorno
,
era
diventato
così
largo
,
con
le
labbra
bianche
e
con
due
pieghe
alle
labbra
,
dove
prima
si
disegnava
la
curva
del
sorriso
,
con
dieci
anni
di
più
,
infine
,
con
quella
gioventù
che
pareva
sfiorita
per
sempre
,
egli
si
sentiva
torturare
dai
rimorsi
.
Ah
,
che
egli
non
avrebbe
mai
voluto
pronunziarla
,
la
fatale
parola
,
il
segreto
profondo
del
suo
cuore
,
la
nascosta
angoscia
di
tutta
la
sua
esistenza
!
Aveva
esitato
un
'
ora
,
arretrandosi
davanti
agli
intimi
recessi
dove
il
suo
amore
viveva
,
non
sapendo
violare
quel
mistero
impenetrabile
,
non
sapendo
ferire
così
mortalmente
quel
giovane
cuore
sì
amoroso
e
disperato
.
Giammai
,
giammai
,
egli
avrebbe
confessato
ad
alcuno
che
amava
,
se
quella
desolazione
di
anima
buona
appassionata
,
non
lo
avesse
spinto
a
tentarne
così
una
disperata
salvezza
:
il
suo
segreto
sarebbe
rimasto
chiuso
nel
cuore
,
noto
solo
a
Dio
e
a
colei
che
aveva
ispirato
quell
'
amore
,
bocca
umana
non
lo
avrebbe
ripetuto
,
orecchio
umano
non
lo
avrebbe
udito
,
morto
con
lui
,
il
segreto
.
Ma
innanzi
a
quelle
lacrime
,
a
quei
singhiozzi
,
innanzi
a
quella
esistenza
perduta
,
egli
aveva
finito
per
chiedersi
se
non
era
un
poco
colpevole
,
se
non
doveva
espiare
,
tentando
di
togliere
al
naufragio
quell
'
anima
,
con
un
rimedio
estremo
.
E
aveva
dischiuso
il
tempio
dove
il
suo
idolo
si
ergeva
,
fiero
e
implacabile
,
aveva
mostrato
alla
disgraziata
fanciulla
che
l
'
altare
aveva
la
sua
dea
,
invitta
,
immortale
.
Egli
,
il
più
mistico
fra
i
sacerdoti
dell
'
amore
,
che
stava
a
guardia
,
silenzioso
,
immoto
,
del
tabernacolo
che
niun
occhio
d
'
uomo
doveva
rimirare
,
aveva
adesso
sollevato
i
veli
sacri
e
mostrato
all
'
occhio
di
Luisa
la
immagine
divina
.
Si
sentiva
adesso
fiacco
,
senza
coraggio
,
senza
forza
,
come
se
quella
parola
di
rivelazione
,
avesse
vuotato
a
un
tratto
le
sue
vene
.
Aveva
detto
.
Luisa
non
piangeva
,
non
singhiozzava
,
non
sospirava
:
era
seduta
al
suo
posto
,
con
la
faccia
nascosta
fra
le
mani
sovrapposte
,
non
dando
segno
di
vita
:
anche
le
mani
che
avevano
tremato
sempre
,
ora
erano
ferme
,
bianche
come
quelle
di
una
statua
.
Quando
le
abbassò
,
quando
rialzò
il
capo
e
Massimo
potette
vedere
la
sua
faccia
,
egli
sentì
il
danno
fatto
.
Oramai
la
luce
di
quegli
occhi
dolci
e
amorosi
si
era
intorbidata
per
sempre
,
e
li
opprimeva
la
inguaribile
mestizia
delle
speranze
infrante
:
oramai
le
traccie
del
riso
erano
cancellate
da
quella
delicata
e
giovanile
fisonomia
,
mentre
fra
le
sopracciglia
si
creavano
quelle
due
rughe
dolorose
delle
lunghe
cogitazioni
malinconiche
;
oramai
il
sangue
era
fuggito
da
quelle
fresche
,
fragranti
labbra
e
il
pallore
della
viola
,
fiore
esangue
,
fiore
dolente
,
vi
si
era
impresso
,
per
sempre
.
La
disgraziata
aveva
parlato
,
nella
sua
ansia
,
nel
suo
abbandono
,
di
risa
,
di
canzoni
:
ma
bastava
guardare
la
serietà
oramai
incancellabile
del
suo
viso
,
per
intendere
che
eran
finite
,
per
sempre
,
le
canzoni
e
le
risate
.
Ah
veramente
,
veramente
,
come
l
'
antico
audace
che
tentò
disollevare
la
cortina
del
tempio
,
come
a
Salammbo
,
figlia
di
Amilcare
,
che
pose
sul
suo
capo
il
velo
di
Tani
,
cosparso
di
stelle
e
commise
il
sacrilegio
,
così
la
povera
umile
fanciulla
era
stata
fulminata
perchè
aveva
tentato
di
schiudere
un
cuore
,
perchè
aveva
voluto
entrare
nel
sacrario
della
dea
.
Invero
,
egli
aveva
in
sè
una
pietà
immensa
e
sterile
,
una
pietà
fiacca
e
triste
,
per
quella
creatura
fulminata
:
non
sapeva
dirle
più
nulla
,
la
fatalità
sfugge
alla
discussione
,
e
non
ha
conforti
che
l
'
attenuino
.
Infatti
,
fu
essa
la
prima
a
parlare
.
Era
una
voce
senza
dolcezza
,
senza
tristezza
,
non
velata
,
non
roca
,
ma
veramente
spezzata
:
nessun
sentimento
vi
vibrava
più
:
infranta
.
Adesso
le
domande
che
faceva
,
stanche
,
lente
,
sembravano
l
'
appagamento
di
una
mesta
curiosità
,
un
riandare
sulla
sventura
,
così
,
per
sapere
:
senza
che
la
conoscenza
novella
potesse
mai
più
cangiare
nulla
di
quello
che
era
stato
.
-
Voi
l
'
amate
....
molto
?
-
L
'
amo
:
quando
si
ama
,
si
ama
.
-
Lo
so
-
-
replicò
ella
,
sempre
senza
fremito
nella
voce
,
sempre
senza
luce
negli
occhi
.
-
Lo
so
:
domandavo
....
così
....
per
sapere
.
Il
braccio
di
Luisa
era
disteso
sulla
scrivania
e
la
mano
sottile
aperta
sul
panno
scuro
.
E
pareva
così
abbandonata
,
così
bianca
,
che
a
lui
sembrò
vedere
,
veramente
,
una
mano
di
persona
morta
.
Ma
salvo
ad
averne
una
infinita
compassione
,
che
cosa
ci
poteva
fare
,
lui
?
Ambedue
soffrivano
,
e
malgrado
tutto
,
l
'
uno
non
poteva
aiutare
l
'
altro
nella
propria
disgrazia
;
essa
lo
amava
,
egli
,
aveva
di
lei
una
pietà
grande
,
ma
l
'
uno
non
poteva
tergere
neppure
una
lacrima
dell
'
altro
.
Così
è
,
l
'
amore
.
La
divina
armonia
di
due
cuori
che
si
scelgano
e
che
si
amino
,
non
risuona
che
assai
raramente
,
nelle
anime
umane
.
E
non
è
,
invece
,
che
una
catena
,
l
'
amore
,
di
cui
gli
anelli
sono
di
metalli
diversi
,
male
appaiati
,
di
forme
diverse
,
che
si
corrodono
e
si
contorcono
,
senza
potersi
spezzare
.
Che
ci
poteva
fare
,
lui
?
Tutto
era
inutile
,
tutto
.
-
Voi
l
'
amate
da
molto
tempo
?
-
ricominciò
lei
,
con
quella
intonazione
d
'
indifferenza
,
che
faceva
più
male
di
uno
straziante
singhiozzo
.
-
Da
molto
tempo
.
-
Da
quando
?
-
Da
....
sempre
.
-
Non
avete
mai
amata
alcun
'
altra
?
-
No
:
mai
.
Vi
è
un
amore
che
altri
non
ne
ammette
.
-
È
vero
:
lo
so
-
ella
disse
,
chinando
gli
occhi
.
Poi
,
tacque
,
pensando
.
Sembrava
che
riflettesse
a
un
'
altra
domanda
da
fare
,
e
che
temesse
di
farla
,
di
cui
non
potesse
ritrovare
la
forma
.
Difatti
,
due
o
tre
volte
fu
lì
lì
per
parlare
,
quasi
che
la
parola
volesse
fuggirle
irresistibilmente
dalle
labbra
;
ma
si
rattenne
.
Egli
aspettava
,
oramai
deciso
a
dir
tutto
,
sempre
più
debole
,
sempre
più
esausto
di
forze
morali
.
Invero
erano
due
infelici
creature
:
ma
non
vi
era
nessun
rimedio
.
Alla
fine
,
ella
,
si
decise
e
disse
:
-
Voi
l
'
amerete
....
sempre
?
Prima
di
rispondere
egli
si
raccolse
e
nei
brevi
minuti
del
silenzio
,
ritornò
su
quello
che
era
stato
,
su
quello
che
era
la
sua
passione
,
provò
a
misurare
il
valore
e
la
durata
di
quel
vincolo
che
gli
anni
,
la
morale
e
material
consuetudine
avevano
reso
profondo
e
non
risolvibile
che
dalla
vecchiaia
o
dalla
morte
.
-
Credo
....
credo
-
egli
mormorò
,
esaurito
-
che
l
'
amerò
sempre
.
Sono
vecchio
,
Luisa
:
e
la
vita
non
si
ricomincia
.
Voi
siete
giovane
....
e
potete
obbliare
....
-
Voi
non
avete
diritto
di
parlarmi
così
-
ella
disse
,
con
un
amaro
sorriso
.
-
Non
vi
accuso
,
non
mi
lagno
;
ma
non
cercate
di
consolarmi
con
queste
vaghe
parole
.
Io
valgo
meglio
di
questi
banali
conforti
.
-
Scusatemi
-
egli
soggiunse
,
inchinandosi
a
quell
'
altero
dolore
,
che
non
soffriva
di
essere
turbato
da
nessuna
voce
,
fosse
pur
quella
della
persona
amata
.
-
Era
un
augurio
che
vi
facevo
:
vi
auguro
di
dimenticare
....
con
tutto
il
cuore
,
ve
lo
auguro
.
Ella
scorse
il
capo
,
senza
rispondere
.
-
Voi
la
raggiungete
,
colà
?
-
Sì
-
egli
disse
,
a
bassa
voce
.
-
Vi
aspetta
?
-
No
,
non
mi
aspetta
:
ma
mi
ha
chiamato
-
soggiunse
lui
amaramente
.
-
E
voi
obbedite
?
-
Obbedisco
sempre
.
Ella
mi
ha
detto
di
venir
qui
,
nell
'
estate
,
lasciandomi
senza
notizie
,
senza
lettere
,
senza
neppure
farmi
sapere
dove
viaggiava
:
e
sono
stato
qui
,
tre
mesi
per
obbedirla
.
-
Ah
,
va
bene
,
ho
inteso
-
ella
disse
,
senz
'
altro
.
-
Adesso
mi
scrive
due
parole
,
dicendomi
di
raggiungerla
,
dandomi
il
suo
indirizzo
:
e
io
parto
,
io
attraverso
l
'
Europa
,
vado
dove
ella
è
,
poichè
questo
,
capite
,
è
il
mio
destino
.
-
Essa
vi
ama
?
-
No
.
-
Non
vi
ama
?
-
No
,
niente
.
-
Non
vi
ha
amato
?
-
Mai
.
-
Nè
avete
speranza
?
-
Nessuna
.
-
Ma
perchè
non
vi
ama
?
-
Perchè
vie
della
gente
che
non
ama
mai
,
Luisa
-
gridò
lui
,
subitamente
esaltato
.
-
È
vero
,
è
vero
-
ella
rispose
,
vagamente
.
-
Vi
è
molta
gente
che
non
ama
ed
è
forse
felice
.
-
Forse
.
-
Ma
perchè
vi
chiama
?
-
Perchè
le
fa
piacere
di
avere
un
servo
.
Un
lugubre
silenzio
si
fece
intorno
:
le
due
vittime
si
guardarono
,
smorte
dello
stesso
pallore
,
esauste
dallo
stesso
morbo
morale
;
e
fu
lei
che
per
la
prima
,
con
una
infinita
dolcezza
,
gli
disse
:
-
Voi
siete
come
me
.
-
Come
voi
-
mormorò
l
'
uomo
forte
,
l
'
uomo
scettico
,
umilmente
,
dolentemente
.
Niente
altro
.
Ella
si
sollevò
dalla
sedia
,
rimase
ritta
davanti
alla
scrivania
.
-
Adesso
me
ne
vado
;
buona
sera
.
-
Ve
ne
andate
?
-
chiese
lui
,
un
po
'
affannoso
.
-
Sì
,
sì
,
me
ne
vado
;
buona
sera
,
Massimo
.
-
Restate
ancora
un
poco
-
balbettò
lui
.
-
Ditemi
....
-
Noi
ci
siamo
detto
tutto
:
non
vi
è
nulla
nel
vostro
cuore
che
io
non
sappia
:
voi
sapete
tutto
del
mio
,
non
vi
è
più
nulla
,
più
nulla
;
buona
sera
.
-
Ma
che
farete
?
-
egli
disse
.
-
Voglio
sapere
che
farete
!
-
Niente
-
disse
lei
,
voltandosi
,
facendo
un
gesto
largo
con
le
braccia
.
-
Niente
.
-
Non
ci
possiamo
lasciare
così
-
disse
lui
,
tutto
agitato
.
-
Restate
....
-
Sarebbe
inutile
.
Non
dovete
voi
andare
?
-
Sì
.
-
E
io
debbo
restare
.
Addio
,
Massimo
.
-
Addio
,
Luisa
.
Ella
se
ne
andò
senza
voltarsi
,
un
po
'
curva
,
ombra
tacita
e
dolente
.
Egli
la
vide
sparire
:
udì
aprire
e
chiudere
due
porte
.
E
pensando
che
in
quel
minuto
,
rientrata
nella
sua
casa
deserta
,
sola
col
suo
dolore
,
ella
piangeva
come
tutte
le
misere
creature
umane
,
lui
,
misera
umana
creatura
piegò
il
capo
,
nel
silenzio
,
nella
solitudine
,
nel
dolore
e
pianse
,
di
pietà
,
di
rimpianto
,
su
Luisa
,
su
Massimo
.
FINE
.